TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 417 di Mercoledì 28 ottobre 2020

 
.

MOZIONI SUL RUOLO DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE NELL'AMBITO DEL PROCESSO DI VENDITA DELLA SOCIETÀ BORSA ITALIANA

   La Camera,

   premesso che:

    il 10 ottobre 2020 è divenuta ufficiale la notizia della conclusione dell'accordo tra il consorzio franco-olandese con sede a Parigi Euronext, il cui principale azionista è la Cassa depositi e prestiti francese e che già possiede la Borsa di Parigi, e il London Stock Exchange, per l'acquisto della Borsa italiana per circa 4,3 miliardi di euro;

    come riportato da un quotidiano «se la cessione della Borsa italiana fosse avvenuta tramite un'asta competitiva, con la partecipazione della borsa svizzera e di quella tedesca, la valutazione sarebbe salita a 5 miliardi. Dovremmo quindi concludere, sempre ammesso che ci fossero dubbi, che la scelta di vendere a Euronext e non ad altri è tutta politica. D'altronde come potremmo anche solo immaginare che una decisione di questo tipo, per quanto subita dalle valutazioni di London Stock Exchange, possa avvenire senza un accordo del Governo italiano o in modo ostile»;

    in merito vale la pena rilevare come il comportamento del Ministero dell'economia e delle finanze nell'applicare i poteri di indirizzo previsti dalla legge sia apparso non del tutto in linea con i principi di trasparenza dell'analisi di integrità funzionale dei mercati, economicità dei servizi per intermediari e risparmiatori e di reale possibilità di sviluppo e di attrazione di investimenti nelle strutture italiane nell'ambito dei mercati finanziari europei, soprattutto per un'apparente propensione pregiudiziale in favore dell'offerta francese, emersa sin dalle prime fasi della trattativa, e maturata in assenza di qualsiasi approfondimento dei contenuti delle altre offerte in via di elaborazione;

    inoltre, occorre rilevare come rispetto alla vendita di una società ritenuta strategica per l'interesse nazionale quale, appunto, Borsa italiana, il Governo non abbia ritenuto in alcun modo di informare il Parlamento;

    entrambe queste notizie, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, destano sospetti in merito a quali siano i veri interessi in campo rispetto agli asset finanziari e creditizi nazionali;

    la vendita di Borsa italiana a Euronext, nonostante la presenza di altre offerte e in gran silenzio, infatti, non solo conferma l'interesse della Francia verso tali asset finanziari, ma, anzi, suscita preoccupazione in merito alla loro permanenza in mano italiana;

    a questo proposito uno dei temi da attenzionare è certamente la futura vendita di Monte dei Paschi di Siena da parte del Ministero dell'economia e delle finanze, rispetto alla quale «Il Sole 24 Ore» ha ipotizzato un'opera di moral suasion dello Stato per indirizzare Monte dei Paschi di Siena, che rimane la quinta banca italiana per dimensioni, nonostante le problematiche degli ultimi anni, verso Unicredit, ma ora sembra emergere anche un crescente interesse della finanza francese per l'acquisto di Monte dei Paschi di Siena;

    in particolare, secondo un autorevole quotidiano, già nel mese di giugno 2020 il Sottosegretario per l'economia e le finanze, Pier Paolo Baretta, avrebbe avuto contatti con rappresentanti dei gruppi di Bnp Paribas e Credit Agricole per discutere della questione Monte Paschi;

    quello dei servizi bancari e assicurativi è il settore in cui gli investitori francesi sono maggiormente presenti in Italia e la presenza delle due big è notevole: Bnp Paribas controlla Banca Nazionale del Lavoro, che risulta essere il settimo istituto per dimensione, mentre all'ottavo posto c'è proprio Credit Agricole Italia, che ha operato una strategia d'inserimento prendendo il controllo di Cariparma, Friuladria e Carispezia;

    Bnp-Paribas e CreditAgricole sono anche tra i principali attori italiani del credito al consumo, rispettivamente con Findomestic e Agos Ducato, e hanno una pervasiva presenza nel nostro debito pubblico del quale detengono Bnp Paribas 143,2 miliardi di euro, e Credit Agricole 97,2 miliardi di euro;

    in questo quadro, acquisire il controllo di Monte Paschi di Siena consentirebbe grande spazio alla finanza francese, ad esempio anche attraverso un rafforzamento della partnership con Mediobanca, che è anche advisor finanziario di Mps, all'interno del quale l'asse con gli istituti già in mano ai francesi sarebbe il viatico principale per la creazione di un terzo polo bancario;

    di nazionalità francese è anche l'amministratore delegato di Unicredit, istituto per il quale è appena stato cooptato nel consiglio di amministrazione e designato come futuro presidente l'ex Ministro dell'economia e delle finanze Pier Carlo Padoan, decisione avvenuta mentre all'interno dell'azienda è in corso il dibattito sull'ipotesi della separazione dei rami italiano ed europeo di Unicredit, prevedendo per il secondo la quotazione alla borsa di Francoforte;

    il fatto che Padoan sia stato eletto a Siena e abbia seguito da Ministro la «ricapitalizzazione precauzionale» di Monte Paschi, ad avviso dei firmatari del presente atto, sembra preannunciare un futuro avvicinamento di Unicredit verso Mps, una notizia che se unita a quella della creazione della subholding non quotata, dove far confluire gli asset italiani che sono soggetti alla volatilità dello spread, tornata a circolare proprio recentemente, desta non poca preoccupazione;

    dopo la nomina di Padoan il segretario generale della Federazione autonoma bancari italiani FABI) ha affermato che «Quello che sembra stia accadendo in Unicredit, con l'ipotesi Padoan presidente, lascia immaginare che si stiano muovendo forze e capitali internazionali. Basti pensare che la stragrande maggioranza dell'azionariato Unicredit è già in mano a fondi internazionali. Quindi è verosimile ritenere che tutto il processo di riassetto del settore bancario italiano, a partire dall'integrazione Intesa/UBI, abbia innescato reazioni, strategie ed interessi anche in ambito europeo. Infatti un'eventuale operazione tra Unicredit e Mps, così complessa e impraticabile anche sul versante occupazionale, non potrà decollare se non con il consenso della BCE, ma anche del Governo, del MEF e della stessa Banca d'Italia»;

    anche Mediobanca s.p.a., terzo gruppo bancario italiano per capitalizzazione, già oggi controllata per il 14 per cento del capitale da investitori istituzionali di origine francese, rappresenta oggi una «preda» ambita, perché dà accesso al controllo di Generali, e perché, rispetto alla quotazione massima del 10 novembre 2019, anche a causa dell'emergenza COVID-19, vale oggi poco più della metà;

    per l'intero sistema assicurativo e finanziario italiano l'indipendenza e la presenza in Italia di un soggetto di primo piano a livello internazionale come Generali, prima compagnia assicurativa italiana e terza in Europa, con 500 miliardi di euro di attività investite di cui circa 60 in titoli del tesoro italiani, appare fondamentale;

    la grande finanza francese ha già detto di essere interessata al patrimonio economico italiano e l'Italia, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, non ha risposto adeguatamente in difesa degli interessi nazionali, nonostante il decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23, cosiddetto decreto liquidità, abbia fornito al Governo tutti gli strumenti necessari per un concreto intervento a difesa della sicurezza dei nostri asset strategici;

    è notizia di oggi l'ipotesi della fusione tra Credit Agricole e Banca popolare di Milano, nella quale la prima di fatto appare maggioritaria, e che, per l'ennesima volta, conferma un movimento di interessi in ambito bancario e assicurativo che sembra avere come partner privilegiato sempre la finanza francese, che appare così raggiungere i suoi obiettivi storici nel nostro Paese;

    il decreto-legge ha, infatti, modificato la disciplina dei poteri speciali del Governo, la cosiddetta golden power, estendendola all'acquisto a qualsiasi titolo di partecipazioni in società che detengono beni e rapporti relativi ai fattori critici di cui al regolamento (UE) 2019/452, inclusi gli acquisti di partecipazioni nel settore finanziario, quello creditizio e assicurativo, e a prescindere dal fatto che ciò avvenga a favore di un soggetto esterno all'Unione europea;

    l'articolo 8 della bozza del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri attuativo delle nuove disposizioni disciplina l'esercizio dei poteri speciali per i «beni e rapporti nel settore finanziario», quali, appunto, credito, finanza, assicurazioni, piattaforme e infrastrutture operative come Borsa spa, ma anche i software, i servizi di pagamento, e la gestione di investimenti;

    il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ha definito apprezzabili ma «insufficienti» le nuove norme previste dal «decreto liquidità» sul golden power, proprio per il timore di un ingresso scorretto da parte di un istituto bancario francese o anche tedesco nel nostro sistema finanziario, attraverso l'acquisto di quote azionarie decisive nell'ambito delle operazioni in corso;

    alla fine di dicembre 2019 circa il 33 per cento del debito italiano era in mano a soggetti stranieri e, come riportato nel report Foreign investors in italian government debt di Unicredit, il «primo paese investitore è la Francia al 21 per cento», i cui istituti di credito detengono una quota di 285,5 miliardi di euro di debito pubblico italiano;

    sul sistema bancario italiano grava ulteriormente il rischio segnalato da Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca, nel corso della sua recente audizione innanzi alla Commissione parlamentare sul sistema bancario;

    sui temi della liquidità e della copertura dei crediti delle banche, che già rischiano di aggravarsi alla luce della crisi economica scaturita dal coronavirus, Nagel ha evidenziato la pericolosità della norma della Bce che disciplina il trattamento di sofferenze e crediti unlikely to pay (UTP), vale a dire quelli a rischio rimborso ma non ancora degradati a sofferenza, il cosiddetto calendar provisioning, che «applicata nel post COVID è come una bomba atomica» e determinerebbe «un disastro nel bilancio delle banche, non solo nostre»;

    la Banca centrale ha negato un ulteriore rinvio della norma, con ciò mettendo a rischio la stabilità del sistema bancario non italiano ma anche europeo, che potrebbe essere travolta da una nuova ondata da 380 miliardi di crediti deteriorati,

impegna il Governo:

1) alla luce della vicenda della vendita di Borsa Italiana e delle criticità rappresentate in premessa, ad assumere tutte le iniziative di competenza necessarie a garantire la stabilità finanziaria dell'Italia e dei nostri titoli pubblici, evitando attacchi speculativi, e la sicurezza degli asset strategici, anche attraverso il corretto e tempestivo utilizzo delle norme sulla golden power;

2) considerato che il quadro sopra descritto, a parere dei firmatari del presente atto di indirizzo, fa emergere un approccio assai discutibile dal punto di vista della trasparenza e della tutela degli asset finanziari e creditizi nazionali, che non sembra favorire gli interessi di risparmiatori ed imprese, ad adottare con urgenza iniziative, per quanto di competenza, nelle opportune sedi europee, al fine di dare al più presto soluzione alla questione delle sofferenze bancarie e dei crediti deteriorati, che rappresenta un dramma sociale e produttivo, consentendo a cittadini e imprese il riscatto del proprio debito, anche al fine di scongiurare che finiscano preda degli usurai, sostenendo altresì, per quanto di competenza, il flusso creditizio dalle banche alle imprese, particolarmente importante in un periodo di crisi economica come quello attuale scaturito dalla pandemia da SARS-Cov-2.
(1-00382) (Nuova formulazione) «Meloni, Lollobrigida, Acquaroli, Bellucci, Bignami, Bucalo, Butti, Caiata, Caretta, Ciaburro, Cirielli, Deidda, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferro, Foti, Frassinetti, Galantino, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Zucconi».

(22 settembre 2020)

   La Camera,

   premesso che:

    Borsa Italiana s.p.a. è la società che si occupa della gestione del mercato azionario italiano e comprende anche Mts, lo strategico mercato dei titoli di Stato, rappresentando così un importantissimo asset per il nostro Paese;

    si evidenzia, inoltre, che Borsa Italiana s.p.a. gestisce anche una rete di dati sensibili relativi a titoli di Stato, nonché delle imprese quotate e delle migliaia di piccole e medie imprese che hanno seguito i programmi Elite di Borsa Italiana S.p.A., per un valore complessivo di 3,5 miliardi di euro;

    il 23 giugno 2007, con un'offerta di 1,6 miliardi è avvenuta l'acquisizione di Borsa Italiana S.p.A. da parte di London Stock Exchange Plc (la Borsa di Londra), andando a creare il London Stock Exchange Group, società holding che detiene la totalità delle partecipazioni azionarie di Borsa Italiana S.p.A. e di London Stock Exchange;

    a seguito dell'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, è mutato il contesto geopolitico di riferimento, dal momento che l'hub finanziario londinese non è più realtà comunitaria con riflessi anche dal punto di vista economico-finanziario;

    pertanto, con riferimento agli sviluppi sul futuro di Borsa Italiana s.p.a., occorre considerare che l'acquisizione operata dal London Stock Exchange Group del gruppo di diffusione di dati finanziari Refinitiv, il ramo d'azienda che si occupava di finanza e risk business all'interno di Thomson Reuters Corporation, multinazionale canadese operativa nel settore dei mass media e dell'informazione, ha determinato incertezze rispetto al destino del mercato azionario italiano, data l'evidente probabilità che il core business del London Stock Exchange si sarebbe spostato da quello della gestione dei mercati borsistici a quello dei dati;

    la Lega, già in precedenza, ha più volte sollecitato il Governo ad agire tempestivamente con riferimento alla vicenda di Borsa Italiana s.p.a., considerato che la medesima rappresenta una preziosa infrastruttura sul piano economico-finanziario, anche al fine di tutelare le piccole e medie imprese italiane operanti sul mercato di capitali e di proteggere il Mercato telematico dei titoli di Stato (Mts);

    occorre premettere che le offerte non vincolanti presentate per l'acquisto di Borsa italiana sono state avanzate da SIX Swiss Exchange, Deutsche Börse e, da ultimo, Euronext in partnership con CDP Equity e Intesa San Paolo e hanno tutte avuto ad oggetto l'intero perimetro del gruppo messo in vendita dal London Stock Exchange, costituito non solo dalla gestione dei listini azionari di Borsa Italiana S.p.A., ma anche dal mercato telematico dei titoli di Stato Mts e per la società Elite;

    nei giorni scorsi si è verificata la cessione al gruppo Euronext in partnership con CDP Equity e Intesa San Paolo per un valore complessivo di 4,32 miliardi di euro;

    tuttavia, proprio in considerazione dei recenti sviluppi, risulta dunque, ancor più necessario, al fine di perseguire gli obiettivi di ripartenza del Paese e di attuazione di un piano di investimenti che garantisca crescita e sviluppo, evitare il rischio di perdita di governance e di autonomia in un settore così strategico e funzionale come quello del mercato di capitali;

    come sollevato da ASSOSIM (Associazione Intermediari Mercati Finanziari) in una lettera aperta pubblicata sul quotidiano «Il Sole 24 Ore», in data 26 settembre 2020, tale rischio determinerebbe un allontanamento degli emittenti, degli investitori e degli intermediari finanziari attivi nella Borsa Italiana verso mercati alternativi, anche non soggetti a regolamentazione, ed i medesimi intermediari finanziari «si troverebbero nella necessità, a causa dell'aumento dei costi e la diminuzione dei ricavi dovuti alla minore liquidità del mercato regolamentato, di dedicare risorse inferiori alla ricerca azionaria sulle PMI»; la ricerca su tali aziende, infatti, attualmente garantita quasi in maniera esclusiva da intermediari finanziari italiani, rappresenta un elemento fondamentale per il successo di importanti innovazioni a favore degli investitori, come i Piani individuali di risparmio (Pir) alternativi e gli European long term investments funds (Eltif),

impegna il Governo:

1) a tutelare, in ogni sede e con ogni strumento di propria competenza, lo strategico assetto economico-finanziario di Borsa Italiana s.p.a., nonché l'autonomia della medesima, affinché sia possibile attuare i seguenti impegni:

   a) previsione di un'adeguata strategia di lungo termine nel settore dell'innovazione tecnologica, che possa essere di maggior beneficio per il sistema finanziario nel suo complesso rispetto a ipotesi che potrebbero determinare esclusivamente una redditività di breve periodo dell'acquirente;

   b) garanzia della valorizzazione e della trasparenza presso gli investitori delle piccole e medie imprese nella ricerca azionaria;

   c) attuazione di un procedimento di semplificazione del processo di quotazione, in particolare per le società di piccole e medie dimensioni, sviluppando la piattaforma Elite, al fine di consentire alle piccole e medie imprese di aumentare il loro grado di consapevolezza finanziaria e di accedere con maggiore facilità al mercato di capitali, evitando che i servizi di Elite possano sovrapporsi a quelli già forniti dagli intermediari finanziari;

   d) rafforzamento del Mercato telematico dei titoli di Stato (Mts), affinché continui a rappresentare un centro di eccellenza, in grado di garantire e migliorare i servizi di monitoraggio e di cosiddetti «price equity» – fondamentali per una efficiente gestione del debito pubblico – con l'obiettivo di aumentare la liquidità degli scambi e limitare la volatilità dei prezzi.
(1-00383) (Nuova formulazione) «Centemero, Molinari, Bitonci, Cantalamessa, Cavandoli, Covolo, Gerardi, Gusmeroli, Alessandro Pagano, Tarantino».

(30 settembre 2020)

MOZIONE CONCERNENTE INIZIATIVE DI CARATTERE DIPLOMATICO VOLTE A SALVAGUARDARE L'EREDITÀ CULTURALE ITALIANA NEGLI STATI UNITI, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLA FIGURA DI CRISTOFORO COLOMBO

   La Camera,

   premesso che:

    recentemente negli Usa si sono nuovamente verificati episodi di intolleranza verso la figura di Cristoforo Colombo, con gesti volti a distruggere o imbrattare le statue che lo ricordano. La settimana scorsa a Richmond, in Virginia (Usa), la locale statua di Cristoforo Colombo è stata abbattuta, data alle fiamme e poi gettata nel lago, mentre a Houston la statua che ricorda il navigatore è stata imbrattata di vernice rossa;

    questi ultimi episodi si ricollegano a quelli del 2017, quando si verificarono diversi episodi di intolleranza verso alcuni simboli della storia americana ivi compreso Cristoforo Colombo, icona per gli italiani d'America che celebrano, nel mese di ottobre, il famoso Columbus Day, dichiarato giorno di Festa nazionale, nel 1937, dal Presidente Franklin Delano Roosevelt;

    proprio tre anni fa a Baltimora, una statua di Colombo, eretta nel 1792, fu distrutta a martellate; a Detroit, il monumento a Colombo fu avvolto da un drappo nero; ed ancora a Houston, una statua, donata alla città dalla comunità italoamericana nel cinquecentenario della scoperta delle Americhe, è stata imbrattata di vernice color sangue. Allora come oggi. Infine, a Los Angeles, il 30 agosto 2017, il consiglio comunale ha votato a grande maggioranza la cancellazione del Columbus Day;

    tali episodi si inquadrano nell'ambito di un acceso dibattito sulla conservazione della memoria storica che si è sviluppato negli scorsi anni negli USA e ha portato a posizioni critiche revisioniste;

    l'estremizzazione del confronto è sfociata anche in iniziative iconoclaste che inizialmente avevano preso di mira le statue dei generali sudisti e schiavisti sconfitti nella guerra civile e, di seguito, altre statue raffiguranti personalità italiane legate alla storia americana, tra queste in particolare quella del navigatore genovese;

    la cancellazione del Columbus Day dal calendario delle feste e gli attacchi alle statue di Colombo rappresentano, oltre che un atteggiamento di indisponibilità a leggere il passato in modo condiviso, una profonda ferita inferta alla comunità italiana che vive negli Usa;

    vale la pena ricordare che Cristoforo Colombo partì alla scoperta di una nuova rotta commerciale con l'oriente, circostanza che fa di lui non un conquistatore, bensì un esploratore;

    Colombo è parte fondante della storia americana e oggi rappresenta l'eredità culturale degli italiani d'America, che nel Columbus Day vedono la celebrazione dell'orgoglio e del successo italiano in America;

    ogni anno il Presidente Usa, come richiesto dalla risoluzione approvata dal Congresso il 30 aprile 1934 e modificata dalla legge del 28 giugno 1968, proclama il secondo lunedì di ottobre di ogni anno come «Columbus Day»;

    nel 2017 la comunità italiana degli Usa ha rivolto un appello al Presidente Trump sottolineando come «Noi italiani d'America ci appelliamo al Presidente Trump affinché mantenga viva l'eredità culturale di Cristoforo Colombo, parte fondamentale del patrimonio culturale degli Stati Uniti. Senza Colombo non ci sarebbe l'America com'è oggi e forse neanche quella grande civiltà in cui ciascuno può ritrovarsi», un'eredità culturale che merita sostegno da parte delle istituzioni italiane;

    Colombo è simbolo di relazione tra l'Italia e gli Usa e una rimozione di questa figura dalla memoria storica del popolo americano certamente non va incontro ai propositi di buona collaborazione e ai sentimenti di forte amicizia che i due Paesi nutrono reciprocamente;

    è importante offrire uno spazio pubblico ad ogni contributo etnico, affinché la memoria delle radici di un Paese non venga dispersa e obliata. Ogni contributo etnico è vitale, in quanto ha reso possibile il raggiungimento della democrazia americana, così come la si conosce oggi; in tal senso, andrebbe accolta con favore l'idea di istituire un giorno celebrativo anche per le popolazioni indigene e i nativi americani, così come si celebra il St. Patrick day, senza che, tuttavia, ciò venga a sostituirsi all'importante celebrazione del Columbus Day, come invece si sta prospettando da più parti e come è già avvenuto a Los Angeles e in città più piccole, come ad Oberlin, in Ohio, la comunità italo-americana statunitense in questi anni si è sempre mobilitata pacificamente per difendere la memoria di una figura estremamente significativa per la propria storia ed anche per quella americana, evidenziando il contributo positivo che le rappresentanze dei popoli europei hanno dato alla maturazione della democrazia, alla lotta contro ogni forma di discriminazione e all'integrazione culturale e sociale;

    il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, anche attraverso l'Ambasciata a Washington e la sua rete consolare negli USA, sta seguendo da tempo il delicato dibattito sulle figure italiane giudicate negativamente da alcuni segmenti dell'opinione pubblica statunitense (prima di Colombo, la figura di Italo Balbo è stata oggetto di attacchi critici) e ha continuato a sensibilizzare le proprie controparti sul valore storico di tali figure, in particolare quella di Cristoforo Colombo, divenuta simbolo della vicinanza tra Italia e Stati Uniti;

    il Presidente Mattarella, durante la sua visita dell'ottobre dello scorso anno negli USA, nel corso delle dichiarazioni alla stampa ha sottolineato come Cristoforo Colombo abbia aperto orizzonti, fatto conoscere e posto in collegamento continenti fino ad allora sconosciuti l'uno all'altro,

impegna il Governo:

1) a proseguire il suo impegno, sul piano politico e diplomatico, affinché sia salvaguardata l'eredità culturale italiana negli Usa e la figura simbolo di tale eredità incarnata da Cristoforo Colombo, nel rispetto delle norme vigenti in quel Paese;

2) ad utilizzare tutti gli strumenti di comunicazione a disposizione da parte del Governo, affinché, sia a livello delle relazioni bilaterali Italia-USA, sia a livello multilaterale, venga valorizzato il reale ruolo storico di Cristoforo Colombo, un esploratore mosso dai nobili sentimenti della scoperta, alla base dell'evoluzione della società e dell'intera umanità.
(1-00359) (Nuova formulazione) «Fitzgerald Nissoli, Invidia, Formentini, Pezzopane, Mollicone, Ungaro, Gelmini, Delmastro Delle Vedove, Aprea, Bagnasco, Baldini, Anna Lisa Baroni, Casciello, Cassinelli, Dall'Osso, D'Attis, Ferraioli, Marin, Marrocco, Orsini, Napoli, Palmieri, Pentangelo, Polidori, Rossello, Ruffino, Saccani Jotti, Sozzani, Torromino, Versace, Vietina, Zangrillo, Biancofiore, Di San Martino Lorenzato Di Ivrea, La Marca, Maria Tripodi, Longo, Sangregorio, Carè, Barelli, Valentini, Zoffili, Cappellacci, Mulè, Bergamini, Polverini, Cannizzaro, D'Ettore, Pettarin, Zanella, Brunetta, Giacometto, Elvira Savino, Bond, Calabria, Fiorini, Frate, Occhionero, Siracusano».

(15 giugno 2020)

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   DELRIO, ROTTA, GRIBAUDO, BORDO, ENRICO BORGHI, DI GIORGI, FIANO, LEPRI, PEZZOPANE, POLLASTRINI, VISCOMI e DE MARIA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. – Per sapere – premesso che:

   il decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri del 24 ottobre 2020 prevede misure di contenimento del contagio da COVID-19 per far fronte alla recente impennata di casi; la seconda ondata, da Nord a Sud, sta mettendo sotto stress le strutture sanitarie, vengono riaperti o allargati i «reparti-COVID», si saturano le terapie intensive, sono bloccati gli interventi medici di routine e in difficoltà le strutture di pronto soccorso;

   in particolare, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri prevede la chiusura anticipata alle ore 18 degli esercizi di somministrazione, quali bar, pasticcerie e ristoranti, salvo consentire il servizio di vendita da asporto e a domicilio fino alle ore 24; prevede lo stop alle attività di palestre, piscine, centri benessere, centri termali, centri ricreativi e culturali; blocca gran parte delle attività e delle competizioni sportive; determina la chiusura di cinema, teatri e di altre strutture adibite allo spettacolo dal vivo;

   tali attività sono fra quelle già più danneggiate dalla pandemia, colpite immediatamente dalle restrizioni della prima ondata e solo parzialmente risollevate dalle riaperture del periodo estivo;

   alcuni di questi lavoratori denunciano ancora la mancata erogazione della cassa integrazione di maggio 2020; discrasie normative o contributive hanno impedito spesso l'erogazione del sostegno ai lavoratori a chiamata ed alle figure precarie ed atipiche che caratterizzano questi settori;

   contestualmente all'emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, il Governo ha annunciato nuove misure economiche di emergenza, per un importo fra i 4 e i 5 miliardi di euro, quali: il ristoro a fondo perduto degli operatori economici attraverso bonifico diretto tramite l'Agenzia delle entrate; sei settimane di cassa integrazione per i dipendenti delle aziende costrette a fermare o ridurre le loro attività; replica delle misure una tantum per alcune categorie di lavoratori (spettacolo, stagionali del turismo, sport); prolungamento del reddito di emergenza;

   lunedì 26 ottobre 2020 si sono tenute in varie città italiane manifestazioni di protesta contro gli orari di attività previsti dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, in particolare da parte delle categorie dei ristoratori e dei vari esercizi aperti al pubblico; a seguire sono avvenuti gravi episodi di violenza da parte di altri manifestanti che spesso hanno danneggiato gli stessi esercenti;

   la celerità nel predisporre ed erogare tali misure di sostegno è indispensabile per la tenuta sociale del Paese –:

   in che tempi e con quali modalità sia prevista l'erogazione dei contributi a fondo perduto, della cassa integrazione e delle indennità specifiche per le aziende e i lavoratori la cui attività è stata ridotta o fermata dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 24 ottobre 2020.
(3-01839)

(27 ottobre 2020)

   GELMINI, VALENTINI, OCCHIUTO, BALDELLI, MUGNAI, POLIDORI, ROTONDI, VITO, MULÈ, ANGELUCCI, APREA, BAGNASCO, BALDINI, BARATTO, BARELLI, ANNA LISA BARONI, BARTOLOZZI, BATTILOCCHIO, BERGAMINI, BIANCOFIORE, BOND, BRAMBILLA, BRUNETTA, CALABRIA, CANNATELLI, CANNIZZARO, CAON, CAPPELLACCI, CARFAGNA, CARRARA, CASCIELLO, CASINO, CASSINELLI, CATTANEO, CORTELAZZO, CRISTINA, DALL'OSSO, D'ATTIS, DELLA FRERA, D'ETTORE, FASANO, FASCINA, FATUZZO, FERRAIOLI, GREGORIO FONTANA, GIACOMETTO, GIACOMONI, LABRIOLA, MANDELLI, MARIN, MARROCCO, MARTINO, MAZZETTI, MILANATO, MUSELLA, NAPOLI, NEVI, FITZGERALD NISSOLI, NOVELLI, ORSINI, PALMIERI, PELLA, PENTANGELO, PEREGO DI CREMNAGO, PETTARIN, PITTALIS, POLVERINI, PORCHIETTO, PRESTIGIACOMO, RAVETTO, RIPANI, ROSSELLO, ROSSO, RUFFINO, RUGGIERI, PAOLO RUSSO, SACCANI JOTTI, SARRO, SANDRA SAVINO, ELVIRA SAVINO, SIBILIA, SIRACUSANO, SISTO, SOZZANI, SPENA, SQUERI, TARTAGLIONE, TORROMINO, MARIA TRIPODI, VERSACE, VIETINA, ZANELLA, ZANETTIN e ZANGRILLO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 24 ottobre 2020, recante misure urgenti per fronteggiare e contenere la diffusione del virus COVID-19, dispone che fino al 24 novembre 2020, siano sospese le attività di ristorazione dalle ore 18 alle ore 5, fatta eccezione per le consegne a domicilio e la ristorazione con asporto fino alle ore 24; le attività di palestre, piscine, centri benessere e termali, fatta eccezione per le prestazioni rientranti nei Lea; gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, cinematografiche e da concerto e in altri spazi anche all'aperto; ogni forma di attività convegnistica in presenza;

   tali attività, insieme a quelle indirettamente coinvolte, hanno già subito ingenti perdite economiche durante il lockdown primaverile, a cui si sono aggiunti gli investimenti per mettere in sicurezza i locali, investimenti di cui gli operatori si sono fatti carico, seguendo le indicazioni dei protocolli perché condizione per la riapertura dell'attività in costanza di pandemia. D'altra parte secondo gli interroganti la risposta dello Stato è stata tardiva, insufficiente, burocratica e priva di un piano definito quantomeno sui tre temi fondamentali per il contenimento della diffusione del contagio: sanità, scuola e trasporti;

   inoltre, se è vero che le risorse stanziate per interventi specifici, bonus frammentati e nuovi fondi non hanno assicurato né un adeguato ristoro per i danni subiti dalle attività economiche né le condizioni per un rilancio effettivo del Paese, è altresì vero che tali risorse non sono state interamente utilizzate. Questo perché tra decreti-legge privi di provvedimenti attuativi, misure poco chiare, stime sbagliate e adempimenti burocratici complessi, non si è riusciti a impiegare tutti i finanziamenti disponibili;

   durante la conferenza stampa di domenica 25 ottobre 2020, il Presidente del Consiglio dei ministri ha dichiarato di assumersi l'impegno a garantire indennizzi per gestori ed esercenti penalizzati dalle nuove limitazioni –:

   quali siano l'esatta quantificazione delle risorse rivenienti dagli scostamenti di bilancio approvati dal Parlamento e non ancora utilizzate, le modalità di ripartizione ed assegnazione e la reale tempistica di erogazione per l'annunciato ristoro dei danni conseguenti alla chiusura ed alle limitazioni di orario imposte con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 24 ottobre 2020, con particolare riferimento a contributi a fondo perduto, credito di imposta per le locazioni, differimento e/o cancellazione di scadenze fiscali e tributarie, interventi sui costi di utenze e tariffe, e se il Governo intenda attingere alle risorse non ancora spese rispetto a quelle di maggior indebitamento autorizzate dal Parlamento.
(3-01840)

(27 ottobre 2020)

   DAVIDE CRIPPA, RICCIARDI, MARINO, SALAFIA, ILARIA FONTANA, SCERRA, ALEMANNO, FEDERICO, PROVENZA e FRANCESCO SILVESTRI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   da marzo si sono rese necessarie misure di contenimento della pandemia globale da COVID-19 tali per cui il Governo, nel complesso (decreti-legge cosiddetti «Cura Italia», «Liquidità», «Rilancio», «Agosto»), ha previsto misure di sostengo all'economia pari a 100 miliardi di euro;

   stante ciò, nei primi due trimestri dell'anno l'attività economica si è ridotta complessivamente di circa il 18 per cento, a fronte di contrazioni diffuse in tutti i maggiori settori;

   a risentirne negativamente sono stati il settore manifatturiero, i servizi ed il terziario, soprattutto nel caso di attività svolte necessariamente in presenza (come il turismo, la ristorazione, gli eventi sportivi e culturali, nonché il commercio al dettaglio) che hanno registrato forti perdite di fatturato;

   le prospettive dell'economia italiana nello scorcio finale dell'anno dipendono fortemente dall'evoluzione dell'epidemia e dagli interventi che si renderanno necessari per contrastarla;

   nelle ultime settimane il COVID-19 ha ricominciato a diffondersi in maniera massiccia in Italia;

   sebbene l'Ufficio parlamentare di bilancio precisi di aver elaborato ipotesi forti e da considerare come indicative dei possibili ordini di grandezza degli effetti della nuova ondata, combinando i modelli previsivi di breve termine sul Pil con scenari epidemiologici costruiti sulla base dell'esperienza della primavera scorsa, nella nota sulla congiuntura di ottobre 2020, l'Upb ha stimato, per il trimestre in corso, che una seconda ondata impatterebbe negativamente sul Pil per 3,5 (caso meno sfavorevole), 5,0 (caso intermedio) e 8,0 (caso più sfavorevole) punti percentuali;

   alla luce dell'impennata dei contagi e della pressione sul sistema sanitario, il Presidente Conte ha firmato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 24 ottobre 2020, contenente nuove misure per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 e, al contempo, ha annunciato l'adozione di un ulteriore decreto-legge – cosiddetto «decreto ristori» – al fine di prevedere sia misure a sostegno delle attività economiche più colpite dalle nuove restrizioni (come il turismo, la ristorazione, gli eventi sportivi e culturali, il commercio al dettaglio), sia misure a sostegno dell'occupazione;

   secondo notizie di stampa, lo sforzo economico ammonterebbe a circa 5 miliardi di euro –:

   quale sia l'apporto economico-finanziario, la modalità e la relativa tempistica che il Governo sta ipotizzando di prevedere nel cosiddetto «decreto ristori», al fine di sostenere le attività che sono maggiormente colpite direttamente e indirettamente dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri citato in premessa.
(3-01841)

(27 ottobre 2020)

   ROSPI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   dal mese di febbraio 2020 su tutto il pianeta si è diffuso il COVID-19, un virus che in breve tempo si è trasformato in una pandemia globale che ha causato oltre 43 milioni di contagi e più di 1 milione di decessi nel mondo;

   purtroppo, il nostro Paese è quello che ha registrato il maggior numero di decessi in Europa rispetto al numero di contagi, infatti, ad oggi sono state contagiate circa 600 mila persone con oltre 37 mila decessi, in continuo aumento nelle ultime settimane;

   a partire dal mese di marzo 2020 al fine di arrestare il diffondersi del virus, sono state adottate una serie di misure contenitive e restrittive attraverso l'emanazione di decreti del Presidente del Consiglio dei ministri che hanno portato ad un primo lockdown a livello nazionale;

   da alcune settimane, con la seconda ondata di contagi, la curva epidemiologica ha ripreso a salire vertiginosamente arrivando a circa 20 mila casi al giorno. Per fronteggiare la seconda ondata il Presidente del consiglio dei ministri ha emanato tre successivi decreti, il primo il 13 ottobre 2020, il secondo il 18 ottobre 2020 e l'ultimo il 24 ottobre 2020 attraverso i quali sono state adottate misure restrittive che hanno portato tra gli altri alla chiusura di cinema, teatri, ristoranti, bar, gelaterie, pasticcerie, palestre, piscine e centri termali;

   l'ennesima chiusura delle attività commerciali porterà ad un ulteriore perdita di prodotto interno lordo nel quarto trimestre, oltre a quella del 10 per cento già stimata dai principali osservatori economici, colpendo settori strategici per l'Italia quali cultura, accoglienza e ristorazione, che sono il fiore all'occhiello del nostro Paese e che rappresentano una parte rilevante del prodotto interno lordo;

   il Governo, chiudendo le attività culturali, rischia di colpire un settore che per l'Italia rappresenta uno dei più virtuosi biglietti da visita del Paese ed è considerato principio fondante del nostro sistema democratico;

   con l'ultimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri intere categorie economiche rischiano la chiusura definitiva delle loro attività in quanto già duramente colpite dal primo lockdown, non possono far fronte ad una ulteriore chiusura;

   questa situazione di emergenza si sta trasformando da emergenza sanitaria in emergenza socio-economica e ne sono conseguenza le tante manifestazioni che in queste ultime ore stanno animando diverse piazze italiane –:

   quali siano il valore reale dell'indennizzo, le tempistiche entro le quali imprenditori e famiglie coinvolte nelle ultime misure restrittive verranno risarcite e se il Governo intenda cambiare la propria posizione in merito alla chiusura delle attività culturali quali cinema e teatri.
(3-01842)

(27 ottobre 2020)

   FORNARO, BERSANI, CONTE, EPIFANI, FASSINA, FRATOIANNI, MURONI, PALAZZOTTO, PASTORINO e STUMPO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   il 22 ottobre 2020, nel corso di un incontro al Ministero dello sviluppo economico tra rappresentanti del Governo, della Whirlpool e dei sindacati, l'azienda ha confermato che dismetterà il sito di Napoli, come annunciato un anno fa;

   l'accordo del 25 ottobre 2018 firmato da parti sociali e Governo prevedeva nel sito di Napoli investimenti per il triennio 2019-2021 di circa 17 milioni di euro tra prodotto, processo, ricerca e sviluppo, confermando l'intenzione di Whirlpool di mantenere una presenza di alta qualità a Napoli, a fronte dell'utilizzo di ammortizzatori sociali e di sovvenzioni da parte delle istituzioni. Dopo circa 7 mesi dalla firma al Ministero dello sviluppo economico, Whirlpool ha annunciato, invece, la dismissione e la vendita dello stabilimento di Napoli a terzi a causa di una contrazione del mercato e di varie congiunture aziendali e internazionali;

   nell'impianto di Napoli si producono elettrodomestici di gamma alta, il modello di lavatrici Omnia, la cui domanda globale, a detta dell'azienda, sarebbe crollata drasticamente. Ma, in realtà, i conti finanziari della multinazionale stanno migliorando e salgono i profitti. Il mercato degli elettrodomestici, inoltre, offre dati incoraggianti;

   la cessazione della produzione comporterebbe la cancellazione di quasi mille posti di lavoro tra diretti e indiretti, con il dramma che ne deriva per i lavoratori e le loro famiglie, e la perdita di un sito importante per tutto il territorio, nonché una delle poche realtà produttive rimaste nel sud del Paese;

   è necessario dare una risposta concreta ai lavoratori con un nuovo e diretto impegno del management della Whirlpool al tavolo per offrire solide prospettive di occupazione produttiva;

   i sindacati, che hanno annunciato lo sciopero generale dell'intera area metropolitana di Napoli per giovedì 5 novembre, chiedono che il tavolo ministeriale resti permanentemente aperto e di incontrare il Presidente del Consiglio per spiegare il punto di vista dei lavoratori;

   la vertenza Whirlpool è esemplare dal punto di vista delle politiche di contrasto alla delocalizzazione e al dumping sociale e, collocandosi nell'incertezza economica e sociale causata dall'emergenza da COVID-19, è esemplare per i rischi di ridimensionamento e perdita di produttività e occupazione –:

   se non ritenga utile e necessario convocare al più presto, in accordo con il Ministero dello sviluppo economico, un tavolo a Palazzo Chigi con l'azienda e i rappresentanti dei lavoratori per scongiurare la chiusura del sito Whirlpool di Napoli e salvaguardare i livelli occupazionali.
(3-01843)

(27 ottobre 2020)

   GUIDESI, MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, DURIGON, FANTUZ, FERRARI, FIORINI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GARAVAGLIA, GASTALDI, GAVA, GERARDI, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GIORGETTI, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LATINI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOCATELLI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MATURI, MINARDO, MOLTENI, MORELLI, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLIN, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RIBOLLA, RIXI, SALTAMARTINI, SASSO, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VINCI, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   le chiusure disposte dall'ultimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sono il frutto secondo gli interroganti della totale incapacità del Governo nella gestione della situazione epidemiologica e dei ritardi accumulati dallo stesso nell'attuazione delle misure di potenziamento della scuola, dei trasporti pubblici e della sanità che avrebbero dovuto essere adottate, mesi fa, per scongiurare il rischio di un nuovo lockdown;

   il Governo e i tecnici da esso nominati, con un approccio a parere degli interroganti tutt'altro che lungimirante, hanno «cestinato» le proposte delle opposizioni e hanno pensato di risolvere i problemi della scuola con l'acquisto dei banchi a rotelle, di potenziare il trasporto pubblico locale, non con l'utilizzo dei bus turistici attualmente fermi, bensì con il bonus monopattini e, ancora, sul fronte della sanità, di bloccare i protocolli di sperimentazione più promettenti nella lotta contro il COVID-19 adottando provvedimenti di «sospensione», come nel caso dell'idrossiclorochina, ovvero architettando procedure astruse e complesse, come nel caso della terapia con il plasma;

   i risultati di questa gestione sono sotto gli occhi di tutti: lavoratori e imprenditori sono scesi in piazza a manifestare la propria disperazione, interi settori dell'economia saranno distrutti (ristorazione, cinema, teatri, sport, palestre e piscine, solo per citarne alcuni), miliardi di nuovo debito pubblico verranno generati, senza peraltro che vi sia stato un preventivo confronto parlamentare;

   allo stesso modo, il Governo non ha dato ascolto alle regioni, alle categorie produttive e, a quanto consta, è andato avanti in maniera autoreferenziale contro il volere dei suoi stessi alleati che pure si sarebbero accorti dell'irragionevolezza delle misure adottate;

   peraltro, nel disporre le chiusure, il Governo non ha dato conto dei criteri tecnico scientifici che si pongono alla base di esse; non ha comunicato il numero dei contagi che si sarebbero effettivamente verificati all'interno dei cinema, dei teatri, delle palestre e dei ristoranti che hanno rispettato le regole e che oggi vengono improvvisamente chiusi, mentre i mezzi pubblici sono affollati come non mai. Non c'è alcun dato, numero, percentuale, nulla, il che rende le chiusure non solo drammatiche per le realtà colpite, ma del tutto arbitrarie, quasi casuali e potenzialmente inutili ai fini del contenimento dell'epidemia –:

   quali dati scientifici supportino la scelta di arginare la crescita dei contagi attraverso le chiusure, che appaiono agli interroganti arbitrarie, dell'ultimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri e per quali motivi il Governo non abbia invece recepito le proposte che da tempo vengono avanzate dalle opposizioni in materia di scuola, sanità e trasporti pubblici.
(3-01844)

(27 ottobre 2020)

   LOLLOBRIGIDA, MELONI, ALBANO, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI e ZUCCONI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri emanato lo scorso 24 ottobre ha disposto la sospensione per un mese delle attività di palestre, piscine e di tutta l'attività sportiva dilettantistica di base, la chiusura di cinema e centri culturali come anche di centri benessere, centri termali, centri sociali e centri ricreativi, nonché delle competizioni e degli eventi sportivi degli sport individuali e di squadra svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato;

   il medesimo decreto ha altresì disposto la chiusura di tutti i servizi di ristorazione, tra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, alle ore 18, sempre fino al 24 novembre;

   il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 24 ottobre segue di appena sei giorni il precedente decreto del Governo sulle misure di contenimento della pandemia da coronavirus, che pur con delle limitazioni aveva garantito l'apertura di cinema, teatri, palestre e piscine e aveva ribadito la possibilità per i servizi di ristorazione di rimanere aperti fino alle 24;

   il 22 ottobre, inoltre, il Dipartimento dello sport aveva approvato il Nuovo protocollo attuativo delle «Linee Guida per l'attività sportiva di base e l'attività motoria in genere», per l'attuazione del quale i centri sportivi, a detta del Presidente del Consiglio, avrebbero avuto a disposizione sette giorni, ma solo due giorni dopo ne è stata, invece, decretata la chiusura totale;

   non è chiaro come sia stato possibile un simile repentino cambio di atteggiamento da parte del Governo, soprattutto perché a parere degli interroganti le nuove restrizioni imposte non poggiano su alcuna evidenza scientifica della presenza di contagi o focolai di infezione in alcuno dei luoghi più duramente colpiti;

   tutti i settori interessati dalle chiusure negli scorsi mesi si sono impegnati al massimo nel rispetto dei protocolli di sicurezza, a tal fine anche effettuando cospicui investimenti economici, pur di poter continuare a svolgere la propria attività scongiurandone la chiusura dopo le pesanti perdite economiche subite durante il lockdown –:

   sulla base di quali dati scientifici il Governo abbia deliberato le misure di cui in premessa, contenute nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 24 ottobre 2020, atteso che non sono stati resi pubblici i verbali n. 119 e n. 120 delle sedute del 18 e 24 ottobre del Comitato tecnico-scientifico citati in premessa al medesimo decreto.
(3-01845)

(27 ottobre 2020)

   NOBILI, PAITA, FREGOLENT e D'ALESSANDRO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   la cosiddetta seconda ondata della pandemia da COVID-19 ha posto ancora una volta con forza il problema del trasporto pubblico, in particolare quello locale, utilizzato soprattutto nelle ore di punta da studenti e lavoratori;

   i mezzi di trasporto, infatti, sono percepiti tra le cause sulle quali maggiormente grava la responsabilità dell'innalzamento del numero dei contagi che si registra negli ultimi giorni;

   e mentre si stabiliscono nuove regole, con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 24 ottobre, per il contenimento del virus in ogni ambito – dalla scuola al lavoro, dai ristoranti agli impianti sportivi – sul trasporto pubblico locale si registrano centinaia di casi di assembramento inaccettabile ed incompatibile con un corretto comportamento: le testimonianze video e foto, infatti, evidenziano come non vengano mantenute le distanze di sicurezza e ci mostrano autobus, metropolitane e treni in cui i passeggeri sono costretti a viaggiare uno accanto all'altro con l'impossibilità di rispettare alcuna forma di distanziamento prevista dalla legislazione vigente anti COVID-19;

   una soluzione rapida e a basso costo al problema dell'affollamento è stata proposta da Italia Viva nell'utilizzo di parte della flotta del trasporto commerciale, di taxi e Ncc, ora inutilizzata a causa della contrazione dei flussi turistici. Con il loro affitto, oltre a dare un sollievo al settore, si potrebbero aumentare le corse del trasporto pubblico locale per garantire la salute e la sicurezza di coloro viaggiano sui mezzi pubblici;

   si pone comunque con forza la necessità non solo di avanzare delle proposte immediate, quale quella rappresentata dall'utilizzo della flotta turistica, ma soprattutto di elaborare una svolta strutturale per il futuro del settore con il potenziamento delle risorse destinate al trasporto pubblico locale, da investire sia nel potenziamento della flotta dei mezzi di trasporto, che nella formazione del personale destinato a condurlo;

   dall'inizio della pandemia a fronte di oltre 100 miliardi messi in campo con i provvedimenti del Governo ancora troppo esigua è la quota destinata al trasporto pubblico locale. Il piano Next Generation EU rappresenta, dunque, un'occasione importante per finanziare una riforma di sistema –:

   se non ritenga che l'utilizzo della flotta commerciale possa rappresentare una soluzione immediata per ovviare al problema degli assembramenti e del sovraffollamento dei trasporti e quali iniziative intenda adottare e in quali tempi, per una riforma di sistema strutturale e di ampio respiro del trasporto pubblico accompagnata da un adeguato trasferimento di risorse già nei prossimi provvedimenti utili.
(3-01846)

(27 ottobre 2020)

Per tornare alla pagina di provenienza azionare il tasto BACK del browser