TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 455 di Venerdì 22 gennaio 2021

 
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INTERPELLANZE URGENTI

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   recenti notizie stampa riportano di continui episodi di risse tra adolescenti in larghissima parte tutti minorenni, che si danno appositamente appuntamento tramite i canali social;

   l'evento che più ha fatto scalpore, perché il primo in ordine temporale di un crescente elenco di episodi similari, ma soprattutto perché ha visto la partecipazione di centinaia di giovani, è stato quello avvenuto sulla Terrazza del Pincio, nel pieno centro di Roma;

   da quel giorno sui canali social si è rincorso un vero e proprio tam-tam finalizzato a replicare la bravata, tant'è che proprio al Pincio l'episodio si è ripetuto anche il sabato successivo, con la sconvolgente constatazione che il ragazzo più grande aveva solo 14 anni;

   episodi analoghi si sono succeduti:

   a Gaeta, in provincia di Latina, dove sono intervenute le forze dell'ordine in via Marina di Serapo, dopo una segnalazione al 113, che hanno messo in fuga i giovani, tutti tra i 15 e i 25 anni;

   a Venezia, dove una quarantina circa di giovani – alcuni di loro palesemente in stato di alterazione psico-fisica da alcolici – si sono trovati in campo Bella Vienna, alle spalle di Rialto, subito dopo la chiusura dei locali alle 18, e hanno partecipato a una maxi rissa;

   a Como, in piazza Volta, dove, con lo stesso schema, intorno alle 18 di domenica 13 dicembre 2020, è cominciata una rissa tra ragazzi, che ha visto l'intervento delle forze dell'ordine e della polizia locale per sgomberare la piazza e sedare gli animi;

   sempre in provincia di Como, c'è stato un episodio anche ad Albate, in piazza Tricolore, dove sono stati coinvolti anche degli adulti sui cinquant'anni contro un gruppo di giovani, e la peggio è toccata ad un agente della polizia locale che è finito in ospedale per un violento calcio in faccia;

   ad aggravare la circostanza c'è il contesto dovuto alla pandemia da Covid-19 e il fatto che, dai video e dalle immagini che sono state diffuse con riguardo ai diversi episodi, la maggior parte dei ragazzi che partecipavano non indossavano la mascherina oppure la portavano abbassata ed è il motivo che ha fatto intervenire le forze dell'ordine in tenuta anti sommossa per disperdere gli assembramenti;

   l'ultima, in ordine temporale, risale all'8 gennaio 2021 a Gallarate, che ha visto coinvolti in una maxi rissa circa 100 ragazzi tra i 14 ed i 18 anni, di nazionalità italiana, albanese e nigeriana, ai quali sono stati sequestrati mazze da baseball, catene ed un borsone con dentro pietre, mazze ed un coltello da cucina;

   secondo lo psicoterapeuta Maggiolini, cofondatore del centro Minotauro, trattasi di «forme di (...) esibizione di forza tipiche della nostra epoca, forse anche legate a questo momento complicato che i giovani stanno vivendo per la pandemia (...) sicuramente c'entrano la noia, la frustrazione, l'assenza di futuro»;

   indubbiamente le scelte adottate dal Governo in carica nell'affrontare l'emergenza pandemica, ad avviso degli interpellanti, hanno messo all'ultimo posto i ragazzi e le loro esigenze, colpevolizzandoli – in proposito alla scuola ed alla movida – come se fossero loro gli «untori» del Paese –:

   quali urgenti iniziative di competenza il Ministro abbia adottato o intenda adottare con riguardo a quanto esposto in premessa, stante l'emergenza sociale che sta investendo i nostri giovani, a causa anche della pandemia e delle lezioni scolastiche in didattica a distanza, nonché al rischio che il fenomeno possa trasformarsi in una sorta di «moda del momento».
(2-01081) «Bianchi, Locatelli, Molinari, Boldi, De Martini, Foscolo, Lazzarini, Panizzut, Paolin, Sutto, Tiramani».

(Presentata il 19 gennaio 2021)

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – premesso che:

   la riparazione dei beni è un'attività inquadrata dall'articolo 183 del decreto legislativo n. 152 del 2006 (Testo unico ambientale, Tua) come «preparazione per il riutilizzo», ossia tra quelle operazioni come anche il controllo, la pulizia e lo smontaggio «attraverso cui prodotti o componenti di prodotti diventati rifiuti sono preparati in modo da poter essere reimpiegati senza altro pretrattamento»;

   la definizione di preparazione per il riutilizzo si distingue dalla definizione di «riutilizzo», sempre normata nel citato articolo 183, in quanto nel riutilizzo i prodotti non sono ancora diventati rifiuti e sono «reimpiegati per la stessa finalità per la quale erano stati concepiti»;

   la preparazione per il riutilizzo riguarda rifiuti, mentre il riuso riguarda beni non ancora diventati rifiuto, comportando di conseguenza che le attività di riparazione necessitino di autorizzazione ambientale a differenza di quanto accade per la gestione di beni usati;

   con il recente decreto legislativo n. 116 del 2020 sono state recepite alcune direttive facenti parte del pacchetto dell'Unione europea in materia di economia circolare, come la direttiva (UE) 2018/851 circa la gestione dei rifiuti e la direttiva (UE) 2018/852 sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio;

   il decreto legislativo n. 116 del 2020 ha modificato il Testo unico ambientale (decreto legislativo n. 152 del 2006) inserendo l'articolo 214-ter, che consente lo svolgimento delle operazioni di preparazione per il riutilizzo in forma semplificata, «mediante segnalazione certificata di inizio di attività ai sensi dell'articolo 19 della legge 7 agosto 1990, n. 241»;

   il decreto legislativo n. 116 del 2020 ha, altresì, modificato il Testo unico ambientale (decreto legislativo n. 152 del 2006) sostituendo l'articolo 180 con la previsione che, al fine di promuovere in via prioritaria la prevenzione della produzione dei rifiuti, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, adotti il Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti per fissare idonei indicatori e obiettivi qualitativi e quantitativi per la valutazione dell'attuazione delle misure di prevenzione dei rifiuti in esso stabilite;

   l'articolo 180 stabilisce, inoltre, che tale programma debba comprendere anche misure che, nell'ambito di modelli di produzione e consumo sostenibili, incoraggino la progettazione, la fabbricazione e l'uso di prodotti efficienti sotto il profilo delle risorse, durevoli, anche in termini di durata di vita e di assenza di obsolescenza programmata, scomponibili, riparabili, riutilizzabili e aggiornabili nonché l'utilizzo di materiali ottenuti dai rifiuti nella loro produzione;

   il decreto legislativo n. 116 del 2020 ha inoltre inserito sempre nel Tua l'articolo 198-bis che disciplina il programma nazionale per la gestione dei rifiuti. Tale articolo prevede, al comma 2, che detto programma contenga «la ricognizione impiantistica nazionale, per tipologia di impianti e per regione», nonché inoltre «l'adozione di criteri generali per la redazione di piani di settore concernenti specifiche tipologie di rifiuti, incluse quelle derivanti dal riciclo e dal recupero dei rifiuti stessi, finalizzati alla riduzione, il riciclaggio, il recupero e l'ottimizzazione dei flussi stessi»;

   il programma nazionale per la gestione dei rifiuti può contenere, secondo quanto dettato dal comma 4, lettera a), del citato articolo 198-bis, anche «l'indicazione delle misure atte ad incoraggiare la razionalizzazione della raccolta, della cernita e del riciclaggio dei rifiuti» –:

   quali iniziative, anche logistiche, intenda assumere a sostegno dei centri di riparazione e riuso, finalizzati allo scambio tra privati, di beni usati e funzionanti direttamente idonei al riutilizzo;

   se tra le iniziative atte ad incoraggiare la razionalizzazione della raccolta, della cernita e del riciclaggio dei rifiuti siano prese in considerazione anche quelle recanti indicazioni volte a semplificare l'accesso dei gestori dei centri di riparazione e riuso nei centri di raccolta comunali, con l'obiettivo di consentire la raccolta di beni da destinare al riutilizzo.
(2-01083) «Ilaria Fontana, Deiana, Alberto Manca, Daga, D'Ippolito, Di Lauro, Federico, Licatini, Maraia, Micillo, Terzoni, Varrica, Vianello, Vignaroli, Zolezzi, Bilotti, Carbonaro, Carelli, Caso, Cataldi, Maurizio Cattoi, Cillis, Cimino, Ciprini, Cominardi, Corda, Corneli, Costanzo, Cubeddu, Currò, D'Arrando, De Carlo».

(Presentata il 19 gennaio 2021)

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   il 7 ottobre 2020 la casa farmaceutica Eli Lilly ha pubblicato i risultati preliminari relativi ad uno studio randomizzato a doppio cieco su pazienti con sintomi moderati e severi o che necessitano o sono ospitalizzati relativi ad un anticorpo monoclonale avanzato, chiamato bamlanivimab. Lo studio dimostra una riduzione significativa dei sintomi e delle complicanze relative a pazienti affetti da Sars Covid 2 nel setting di riferimento ed una neutralizzazione tra 3 e 11 giorni. Contestualmente, è stata richiesta alla Food and Drug Administration (Fda) un'autorizzazione all'uso emergenziale. L'autorizzazione americana non trova un corrispettivo nella legislazione italiana; è tuttavia facoltà di Aifa di regolamentare accordi per farmaci in sperimentazione che abbiano un impatto significativo sulla salute o siano da considerare come salvavita prima che possa esprimersi L'Ema. Il Governo americano ha siglato un accordo con la casa farmaceutica accordandosi per un acquisto di 300.000 fiale da subito e l'opzione di acquisto prioritario per altri 650.000 fiale entro il giugno 2021 qualora la Fda accogliesse la richiesta Eua, confermando pertanto l'analisi dei dati sottomessi;

   la casa farmaceutica confermava la volontà, data la capacità di produzione limitata, di non voler procedere ad un contratto di esclusiva con gli Stati Uniti, sebbene quest'ultimo ne avesse fatto richiesta, ma di essere in contatto con regolatori a livello mondiale per una distribuzione, secondo esigenze e richieste, quanto più equa possibile a favore dei pazienti indipendentemente dalla loro collocazione geografica. La capacità produttiva dichiarata è di 1 milione di dosi entro la fine dell'anno 2020 potenziata successivamente;

   è stata riportata la notizia che il 9 novembre 2020 la Fda ha accolto la richiesta di uso emergenziale e pertanto il Governo degli Stati Uniti procederà all'acquisto e alle dispensazioni delle 300.000 dosi pre-ordinate. L'autorizzazione Fda è la prima concessa per una potenziale cura per Sars Covid 2. Studi confirmatori e in altri setting continueranno per tutti il 2020 e 2021 affinché vengano confermati o smentiti i dati preliminari. L'Aifa ha preso contatti con la casa farmaceutica, che ha uno stabilimento produttivo a Firenze, che ha risposto fornendo alle autorità tutti i dati relativi al farmaco nella settimana iniziata il 16 novembre 2020. In Inghilterra e Germania sono in corso trattative per l'acquisto del farmaco sperimentale –:

   se non sia opportuno chiarire i tempi e le procedure che Aifa intenderà seguire per il farmaco menzionato in premessa.
(2-01045) «Colucci, Lupi, Schullian».

(18 dicembre 2020)

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   l'impennata dei contagi che sta facendo registrare questa seconda ondata di Covid-19 evidenzia, quotidianamente, come le famiglie con anziani non autosufficienti, ovvero quelle con minori e genitori impegnati sui luoghi di lavoro, siano tra i soggetti che maggiormente si trovano a dover farsi carico delle conseguenze sanitarie – sovente nefaste – della pandemia Sars-Covid-19;

   in particolare, l'impressionante dilagare dei contagi – peraltro ampiamente preconizzato sin dal periodo del lockdown della primavera scorsa – ha rimarcato l'urgenza di una efficace programmazione di settori, quali, appunto, quelli dell'assistenza e dei servizi alla persona;

   babysitter e badanti sono, infatti, persone, figure professionali che, occupandosi di bambini ed anziani, entrano in contatto, quotidianamente, con soggetti «fragili» e, dunque, maggiormente esposti al rischio di contrarre la malattia;

   di frequente, tali lavoratori, in particolare quelli che prestano assistenza agli anziani, provengono da Paesi stranieri e sono persone delle quali ben poco si conosce circa i loro stili di vita. Eppure, in molti casi, essi entrano a stretto contatto con anziani soli ed in periodo notturno e, altrettanto spesso, prestano servizio presso più di una abitazione;

   in assenza di un preciso obbligo di utilizzare idonei presidi sanitari di sicurezza – mascherine e guanti – durante l'orario di lavoro, ovvero di un controllo periodico tramite tampone, quanti prestano assistenza agli anziani, oltre a mettere a repentaglio la propria salute, costituiscono un pericolosissimo veicolo di trasmissione del virus. Del resto, non è incomprensibile come gli stessi siano restii a sottoporsi volontariamente ai tamponi periodici a causa della paura di perdere il lavoro;

   nel susseguirsi, quasi quotidiano, di provvedimenti adottati dal Governo per fronteggiare l'ondata di Covid-19 non vi è traccia alcuna di misure volte a controllare tali categorie di lavoratori mediante la previsione di specifici obblighi, quali la mascherina sui luoghi di lavoro e il tampone periodico obbligatorio;

   tra l'altro, è evidente che i costi di questo tipo di prevenzione non possano ulteriormente gravare, così come attualmente gravano, sulle famiglie italiane, già aspramente colpite dalla grave crisi economica seguita alla diffusione della pandemia, ma di cui dovrebbe farsi carico lo Stato –:

   se e quali urgenti iniziative, in ambito sanitario, il Governo intenda adottare per assicurare un efficace e regolare controllo della positività al virus Sars Covid-19 di colf e badanti, al fine di attuare una efficace attività di prevenzione della diffusione della pandemia.
(2-01044) «Baldini, Gelmini, Polverini».

(18 dicembre 2020)

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   i gravissimi disagi mentali che a livello individuale e collettivo si stanno vivendo nel nostro Paese hanno raggiunto livelli allarmanti e inediti: l'attuale crisi epidemiologica si sta drammaticamente riacutizzando, e con essa anche gli effetti psicologici che l'accompagnano;

   già durante la cosiddetta prima ondata e il conseguente lockdown sono emerse chiaramente le necessità di aiuto e supporto psicologico alle fasce più fragili della popolazione; tali necessità sono oggi nuovamente attuali e rischiano di raggiungere livelli ancor più allarmanti, stante il perdurare dell'emergenza;

   gli effetti psicologici a livello individuale e collettivo dell'andamento e del perdurare dell'emergenza epidemiologica rischiano concretamente di essere devastanti, con ricadute smisuratamente maggiori rispetto a quelle registrate durante la prima ondata;

   tra i soggetti più colpiti vi sono indubbiamente il personale sanitario impegnato «in prima linea», i pazienti e i loro famigliari, ma anche coloro che hanno continuato a lavorare a diretto contatto con le persone, come forze dell'ordine o il personale della grande distribuzione organizzata;

   tuttavia, in questa delicata fase, l'intera popolazione è sottoposta a inedite pressioni psicologiche dovute al rinnovarsi delle preoccupazioni per il ritorno di misure restrittive che potrebbero sfociare in un secondo lockdown generalizzato, aggravando preesistenti stati psicologici e causandone di nuovi;

   va dato atto a questo Governo di aver agito correttamente e tempestivamente nel corso della cosiddetta prima ondata, salvando decine di migliaia di vittime, ponendo la salute della popolazione al primo posto delle priorità dell'azione di Governo, e, contestualmente, mettendo in campo adeguati mezzi finanziari per far fronte alla crisi economica che è scaturita;

   in tale contesto, il Ministero della salute aveva attivato un prezioso e utilissimo servizio di assistenza psicologica da remoto: il 27 aprile 2020 è stato attivato il numero verde di supporto psicologico 800.833.833 dal Ministero della salute e dalla Protezione civile, fornito gratuitamente da psicologi, psicoterapeuti e psicoanalisti, per garantire un ascolto empatico del dolore e dell'angoscia e favorire l'elaborazione dell'evento traumatico;

   secondo il comunicato dell'11 giugno 2020 del Ministero della salute, sono arrivate oltre 50 mila chiamate al suddetto numero verde, rimasto attivo fino alla fine del mese di giugno 2020, rendendo ben chiara l'idea di quanto un servizio gratuito di assistenza psicologica fosse oltremodo necessario ed urgente;

   è, dunque, evidente la massima e improrogabile urgenza di attivare e potenziare in maniera adeguata strumenti di risposta collettiva da parte dello Stato verso il crescente critico disagio psicologico che serpeggia presso la popolazione;

   in particolare, occorre riattivare il predetto servizio di assistenza psicologica telefonica, tenuto conto anche dell'attuale andamento epidemiologico, nonché della preziosa esperienza maturata tra aprile e giugno 2020, stanziando un congruo impegno finanziario, anche al fine di retribuire in maniera adeguata gli operatori interessati;

   inoltre, si rende improrogabile la necessità di attivare nuovi e ulteriori strumenti, anche di natura fiscale o, più generalmente, economica, al fine di migliorare le possibilità di accesso a trattamenti psicologici nell'ambito del Servizio sanitario nazionale, nonché agevolare l'accesso a cure psicologiche, anche di tipo privato, per tutti i soggetti più colpiti dall'attuale crisi, incluse le fasce economicamente più deboli della popolazione –:

   se il Governo intenda riattivare e potenziare il numero verde di supporto psicologico 800.833.833 già operativo durante la cosiddetta prima ondata della pandemia, nonché adottare iniziative per garantire, da parte del Servizio sanitario nazionale, anche in convenzione con professionisti privati, ovvero tramite forme di agevolazione fiscale ed economica, un servizio di assistenza psicologica adeguato all'attuale andamento della curva epidemiologica, destinato a categorie di soggetti fragili o comunque duramente colpiti dall'emergenza coronavirus.
(2-01084) «Di Lauro, Massimo Enrico Baroni, D'Arrando, Ianaro, Lorefice, Mammì, Menga, Nappi, Nesci, Provenza, Ruggiero, Sapia, Sarli, Sportiello, Del Grosso, Del Monaco, Del Sesto, Di Sarno, Di Stasio, Dieni, Dori, D'Orso, D'Uva, Ehm, Emiliozzi, Fantinati, Flati, Frusone, Gagnarli, Gallo, Giuliodori, Grande, Grimaldi, Gubitosa, Invidia, Iorio».

(Presentata il 19 gennaio 2021)

F)

   Le sottoscritte chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:

   la società Corneliani Spa, azienda del settore della moda e dell'abbigliamento maschile di lusso con sedi a Mantova e Milano e filiali negli Usa e in Cina, si trova tuttora in una situazione di grande difficoltà;

   nel 2019 l'azienda ha visto un riassetto ai vertici e ha avviato un piano di riorganizzazione, ivi compresa una drastica riduzione del personale, volto a restituire competitività al brand italiano, con l'obiettivo di aumentare le vendite. Purtroppo, l'obiettivo della crescita non è stato ancora raggiunto e la situazione di difficoltà dell'azienda è stata ulteriormente aggravata dalle conseguenze economico-finanziarie derivanti dalla crisi pandemica da Covid-19;

   nel mese di luglio 2020 il commissario giudiziale e il tribunale di Mantova hanno concesso il riavvio dell'attività industriale in forza di un accordo siglato in prefettura a Mantova alla presenza, tra gli altri, dei sottosegretari per lo sviluppo economico;

   tra le misure previste dal decreto «Rilancio» (n. 34 del 2020) a sostegno delle aziende, è stato istituito il «Fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali e la prosecuzione dell'attività d'impresa»;

   regolato dall'articolo 43 del decreto, il Fondo ha l'obiettivo di proteggere le imprese titolari di marchi storici di interesse nazionale e le società di capitali e consente a Invitalia, per il tempo massimo di 5 anni, di entrare nel capitale di imprese in difficoltà, nel limite di 10 milioni di euro, a fronte della indispensabile presenza di un piano industriale di rilancio da parte della compagine societaria. Piano la cui presentazione era prevista per il 15 gennaio 2021;

   dal 28 dicembre 2020 i lavoratori della Corneliani sono in picchetto davanti all'azienda per chiedere sicurezze sulla produzione dell'azienda e sulla tenuta dei posti di lavoro: l'obiettivo è quello di uscire dallo stallo per l'accordo sul futuro dell'azienda;

   il 7 gennaio il consiglio di amministrazione della Corneliani ha deliberato di presentare una richiesta di proroga per la scadenza del 15 gennaio 2021 relativa al deposito del piano concordatario. L'udienza del tribunale per l'assenso alla proroga di 90 giorni è prevista per il 15 gennaio;

   dalla stampa del 12 gennaio si apprende che l'offerta formalizzata al Ministero dello sviluppo economico da un fondo inglese è stata ritirata e che per il futuro dell'azienda ora resta solo l'interessamento di Basic-Net, gruppo torinese che gestisce anche marchi quali Robe di Kappa, Superga e K-Way;

   secondo Basic-Net i margini per il rilancio ci sarebbero, ma c'è bisogno di tempo per una due diligence approfondita che consenta un impegno industriale con il controllo operativo dell'azienda, ripetendo operazioni di rilancio realizzate con successo in passato;

   proprio in forza dell'inaffidabilità dell'assetto proposto dai precedenti competitor il Ministero non ha ancora sbloccato i 10 milioni di euro per entrare nel capitale, pur confermando l'intenzione di utilizzare le risorse del Fondo di cui all'articolo 43 del decreto n. 34 del 2020, per il rilancio dell'azienda –:

   quale sia la posizione del Ministro interpellato in merito alla vicenda esposta in premessa, quali iniziative di competenza intenda adottare per il buon fine della vicenda e se non ritenga opportuno confermare la disponibilità, tramite Invitalia, ad entrare nel capitale della Corneliani, al fine del pieno rilancio di questa importante realtà del made in Italy.
(2-01072) «Anna Lisa Baroni, Gelmini».

(13 gennaio 2021)

G)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:

   nella comunicazione dell'11 dicembre 2019, dal titolo «Il Green Deal europeo» («comunicazione sul Green Deal europeo»), la Commissione ha illustrato un Green Deal per l'Unione e i suoi cittadini. Il Green Deal europeo è una nuova strategia di crescita mirata a trasformare l'Unione in una società giusta e prospera, dotata di un'economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva che nel 2050 non genererà emissioni nette di gas a effetto serra e in cui la crescita economica sarà dissociata dall'uso delle risorse;

   in questo contesto i trasporti e, in particolare, le ferrovie hanno un ruolo importante quale fattore di svolta trattandosi di uno dei modi di trasporto più rispettosi dell'ambiente ed efficienti dal punto di vista energetico. Sono in massima parte elettrificate ed emettono una quantità di CO2 molto inferiore rispetto al trasporto equivalente su strada o per via aerea. Sono inoltre l'unico modo di trasporto ad aver ridotto in maniera costante le proprie emissioni di gas a effetto serra e di CO2 dal 1990. Il settore ferroviario ha altresì ridotto il proprio consumo di energia tra il 1990 e il 2016 e utilizza una quantità crescente di fonti di energia rinnovabili;

   la rete italiana ha registrato un miglioramento netto delle proprie caratteristiche non solo in termini infrastrutturali ma anche di servizi all'utenza nell'ultimo decennio, tuttavia si rilevano alcuni contesti territoriali in cui permangono ancora chilometri di linee non elettrificate, a singolo binario, in particolar modo in molte regioni del sud Italia e nelle isole e nelle aree interne;

   l'elettrificazione della linea Martina Franca-Gagliano del Capo, compresa la Maglie-Otranto è finalizzata a promuovere l'integrazione della rete di Ferrovie del Sud Est con il sistema ferroviario regionale e nazionale attraverso l'adozione di standard relativi ad interoperabilità e l'aumento di standard di sicurezza a quelli nazionali, attraverso l'adozione del sistema Scmt, che consentiranno di aumentare la velocità commerciale e la capacità del servizio, cioè la frequenza, il numero e la velocità dei treni;

   la realizzazione del progetto permetterà a milioni di lavoratori pendolari, studenti e turisti, grazie alla circolazione di nuovi treni elettrici in sostituzione dei treni diesel, di usufruire di un sistema di trasporto più efficiente, rapido, confortevole e sostenibile da un punto di vista ambientale, economico e sociale;

   il progetto contempla anche la realizzazione di diversi chilometri di barriere antirumore nonché indispensabili e urgenti interventi sui passaggi a livello per aumentare l'affidabilità, i livelli di sicurezza e pertanto la velocità dei treni, la loro puntualità e la loro frequenza;

   l'opera è finalizzata a promuovere l'integrazione della rete di Ferrovie del Sud Est (Fse) con il sistema ferroviario regionale e nazionale e costituisce la naturale prosecuzione della linea Bari-Taranto di Fse già elettrificata e consentirà di connettere la provincia di Lecce, con i suoi 98 comuni e il Salento alla rete nazionale, e viene chiamata «metropolitana di superficie» proprio a causa del servizio che sarà possibile espletare in un territorio così diffusamente antropizzato;

   il valore dell'investimento è di 180 milioni di euro, di cui al momento 130 milioni di euro provenienti dai fondi regionali del Fondo sviluppo e coesione 2014-2020;

   la nuova gestione di Fse ha rivisto significativamente il progetto originario per adeguarlo agli standard tecnici di Rete ferroviaria italiana (gruppo Ferrovie dello Stato Italiane) e alle specifiche tecniche di interoperabilità. Il costo dell'opera è passato da 130 a 180 milioni di euro; ad oggi mancano risorse pari a 50 milioni di euro;

   il progetto, approvato nel 2015 dalla regione Puglia, è rimasto bloccato a causa delle vicende societarie fino al 2017;

   nel corso del 2016, Ferrovie del Sud Est è entrata a far parte del gruppo Fs, secondo quanto previsto dal decreto ministeriale del 4 agosto 2016, a seguito dell'autorizzazione dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, diventando a tutti gli effetti una società controllata dal gruppo Fs;

   la società, che opera in qualità sia di gestore dell'infrastruttura sia di impresa ferroviaria, gestisce 474 chilometri di linee ferroviarie e oltre 500 passaggi a livello, con una media di uno ogni 900 chilometri di linea ferroviaria, nelle quattro province meridionali della Puglia, collegando fra loro le città di Bari, Taranto, Brindisi e Lecce e le rispettive province;

   parte del progetto è in corso di realizzazione e prevede già la elettrificazione dei binari per tutti i tracciati in 3 delle 4 province servite, in luogo dell'adozione di treni ad idrogeno;

   ad oggi si registra un avanzamento del 29 per cento circa sull'investimento finanziato e si prevede un'attivazione per fasi a partire dal 2023;

   a dicembre 2020, la giunta regionale pugliese ha adottato una delibera, quale atto che siglerà l'affidamento diretto del contratto di servizio a Ferrovie del Sud-Est per dieci anni, dal 2022 al 2031;

   nella ripartizione delle risorse del Next Generation EU è stata data particolare rilevanza alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica, nonché alle infrastrutture per una mobilità sostenibile –:

   se vi siano le risorse necessarie al completamento dell'elettrificazione delle linee ferroviarie della società Fse per realizzare un servizio di trasporto rapido di massa per le province interessate dall'infrastruttura, e se tali risorse siano statali o europee;

   se siano stati valutati progetti alternativi, quali l'acquisto di nuovi treni alimentati a idrogeno e quali siano le determinazioni del Governo al riguardo;

   se non si intenda valutare l'opportunità di inserire tra i progetti da finanziare attraverso il Recovery Fund anche l'opera in questione, atteso che la progettazione è in stato avanzato e il completamento degli interventi è già al 29 per cento;

   se vi siano le risorse necessarie per la soppressione e l'automatizzazione dei passaggi a livello, nonché per il passaggio al sistema Ertms, standard europeo di segnalamento per garantire interoperabilità, affidabilità e sicurezza della rete;

   se non intenda valutare l'opportunità di adottare iniziative per stanziare risorse adeguate per il riammodernamento delle principali stazioni che permettano di rendere attrattivo il servizio consentendo di spostare milioni di passeggeri all'anno verso questa modalità di trasporto e realizzando una concreta intermodalità.
(2-01071) «De Lorenzis, Barbuto, Luciano Cantone, Carinelli, Ficara, Grippa, Marino, Raffa, Scagliusi, Serritella, Spessotto, Termini, Donno, Faro, Ruggiero, Troiano, Vianello, Adelizzi, Davide Aiello, Alaimo, Amitrano, Ascari, Baldino, Massimo Enrico Baroni, Buompane, Businarolo, Cabras, Cadeddu, Cancelleri, Bella».

(12 gennaio 2021)

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