TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 463 di Mercoledì 3 marzo 2021

 
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   SENSI, ENRICO BORGHI, CECCANTI, CIAMPI, DE MARIA, FIANO, MICELI, POLLASTRINI, RACITI, MADIA, QUARTAPELLE PROCOPIO e GRIBAUDO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   i sistemi di riconoscimento facciale sono sempre più diffusi, malgrado le preoccupazioni crescenti in merito alla loro efficienza e ai rischi per la privacy e per i diritti civili dei cittadini;

   negli Stati Uniti milioni di immagini digitali sono state letteralmente «raschiate» da Facebook, YouTube e da milioni di altri siti web, raccolte in giganteschi database e vendute da aziende private alle forze di polizia o ad altre aziende private. Casi analoghi sono avvenuti anche in altre nazioni;

   la risoluzione del Parlamento europeo del 20 gennaio 2021 sull'intelligenza artificiale ha invitato la Commissione europea a prendere in considerazione l'introduzione di una moratoria sull'utilizzo di tali sistemi da parte delle autorità dello Stato nei luoghi pubblici, aeroporti ad esempio, e nei locali destinati all'istruzione e all'assistenza sanitaria, fino a quando le norme tecniche non saranno considerate pienamente conformi ai diritti fondamentali, i risultati ottenuti non saranno privi di distorsioni e di discriminazioni e non vi saranno rigorose garanzie contro gli utilizzi impropri in grado di assicurare la necessità e la proporzionalità dell'utilizzo di tali tecnologie;

   la Polizia di Stato e l'Arma dei carabinieri attraverso il Sistema automatico di riconoscimento immagini (S.a.r.i. Enterprise), da anni, sono in grado di risalire all'identità di un individuo mediante il confronto di volti su una lista di candidati, selezionati dal sistema tra tutte le foto segnaletiche presenti nella banca dati Afis (Automated fingerprint identification system). Le immagini utilizzate sono acquisite dagli uffici di polizia operanti nell'ambito di indagini relative ad un procedimento penale; altre sono trasmesse dal servizio di cooperazione internazionale di polizia della Direzione centrale della polizia criminale;

   secondo un'indagine della testata giornalistica IrpiMedia, il Ministero dell'interno sarebbe intenzionato a sviluppare questo sistema per utilizzare il riconoscimento facciale in tempo reale sui migranti: «sistema tattico per monitorare le operazioni di sbarco e tutte le varie tipologie di attività illegali correlate, videoriprenderle ed identificare i soggetti coinvolti»;

   la stessa indagine sostiene l'esistenza di un progetto, esteso questo a tutti i cittadini, il sistema S.a.r.i. Real-Time, pensato a «supporto di operazioni di controllo del territorio in occasione di eventi e/o manifestazioni» in tempo reale –:

   quali sistemi di riconoscimento facciale intenda utilizzare per le attività di competenza del Ministero o se non ritenga invece opportuno una moratoria in attesa di una migliore definizione della normativa in materia di privacy a tutela dei diritti costituzionali dei cittadini.
(3-02074)

(Presentata il 2 marzo 2021)

   TRANO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   dall'inizio della cosiddetta seconda ondata del COVID-19, all'emergenza sanitaria ed economica se ne è aggiunta una di ordine pubblico, con protagonisti in larga parte minorenni;

   decine e decine di giovanissimi, in grandi città come Roma e Napoli, ma anche in centri più piccoli come, ad esempio nel Lazio, Velletri, Nettuno e Formia, si stanno rendendo protagonisti di risse caratterizzate da incredibile violenza, armati spesso di bastoni e coltelli;

   proprio a Formia, il 16 febbraio 2021, uno di questi episodi è sfociato nell'omicidio del 17enne Romeo Bondanese;

   in alcuni casi è emerso che le risse vengono organizzate a seguito di appuntamenti presi sui social network: scontri quindi programmati per essere ripresi e diffusi su quelle stesse piattaforme;

   un esempio per tutti quello che abbiamo visto accadere a Roma, al Pincio. Ma non solo. Larga parte delle risse avvengono infatti per motivi futili, per uno sguardo sbagliato o una parola di troppo, come a Formia;

   si parla di minori che escono di casa armati e che si abbandonano ad atti di vandalismo e violenza nel centro delle città, in pieno giorno;

   a Latina si è inoltre assistito all'iniziativa di alcuni minorenni, appartenenti a famiglie di un clan oggetto di recenti arresti per mafia, che sono arrivati a realizzare un video rap a sostegno degli arrestati, per sfidare la polizia e per dire che la città «è cosa loro», che sono pronti a sparare e che lo spaccio è una via rapida per accumulare denaro;

   un video che per ore è rimasto visibile sulla piattaforma YouTube, lanciando un messaggio terribile; purtroppo ai giovani sono venuti a mancare nell'ultimo anno, a causa della pandemia, luoghi e momenti di aggregazione e sfogo più sani e le conseguenze si stanno rivelando in tutta la loro pericolosità;

   c'è assoluto bisogno di ragazzi capaci, pronti a sostenere territori già in enorme difficoltà a causa della pandemia e non ci si può permettere di lasciar crescere invece nuove leve a disposizione dei clan;

   è grande l'apprensione all'interno delle famiglie: in troppi sono dovuti correre in ospedale in queste settimane per un figlio massacrato dal branco –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per porre un argine deciso a queste manifestazioni incontrollate di violenza gratuita, restituendo così serenità e sicurezza alle famiglie e ai cittadini.
(3-02075)

(Presentata il 2 marzo 2021)

   LOLLOBRIGIDA, MELONI, ALBANO, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI, VINCI e ZUCCONI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'ultimo «cruscotto statistico», pubblicato il 1° marzo 2021 sul sito del Ministero dell'interno, mostra che il numero dei migranti sbarcati a decorrere dal 1° gennaio al 1° marzo 2021, comparato con il numero degli sbarcati nello stesso periodo del 2020, è raddoppiato da 2.553 a 5.033 persone;

   il raddoppio dei migranti si colloca, oltretutto, in piena emergenza sanitaria, con tutti i rischi sanitari conseguenti, momento nel quale, al contrario, gli arrivi dovrebbero essere del tutto bloccati nel rispetto delle misure di prevenzione a tutela dei cittadini;

   è di ieri, inoltre, la notizia dell'accusa formulata nell'ambito delle indagini avviate dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Ragusa sul trasbordo di ventisette naufraghi, avvenuto nel settembre 2020, dal cargo danese Maersk Etienne alla nave italiana «Mare Jonio»;

   alcuni membri dell'equipaggio della «Mare Jonio» sono stati accusati di aver preso a bordo i migranti in cambio di soldi, dato che è emerso che il trasbordo dei migranti effettuato dalla nave italiana sarebbe stato effettuato a partire da un accordo di natura commerciale tra le società armatrici delle due navi, dal quale la «Mare Ionio» avrebbe percepito un'ingente somma;

   tale gravissima ipotesi di reato, laddove confermata, aprirebbe per l'ennesima volta scenari inquietanti sui cosiddetti salvataggi dei migranti in mare, posto che configura un vero e proprio traffico di essere umani camuffato da missione umanitaria;

   il 24 novembre 2020 il gruppo di Fratelli d'Italia aveva denunciato in un'interrogazione la grave situazione che si riscontra ogni giorno davanti alla questura di Napoli, dove l'ufficio immigrazione è letteralmente preso d'assalto dagli utenti stranieri che si assembrano all'esterno dell'edificio, contravvenendo alle più basilari misure di sicurezza per il contenimento della crisi sanitaria e mettendo a repentaglio la salute di tutti gli utenti e degli agenti, senza ricevere alcuna risposta;

   la situazione sul fronte immigrazione continua a essere drammatica e non appare chiaro se il nuovo Governo intenda dare un segnale di discontinuità rispetto al precedente o meno –:

   quali iniziative il Governo voglia porre in essere per limitare il numero dei migranti in ingresso nel nostro Paese e fare in modo che sia tutelata la salute dei cittadini italiani e degli stessi migranti, rispettando tutte le norme e le restrizioni dovute all'emergenza sanitaria.
(3-02076)

(Presentata il 2 marzo 2021)

   FASSINA. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge n. 34 del 2020 dispone all'articolo 181 che le concessioni di posteggio per l'esercizio del commercio su aree pubbliche aventi scadenza entro il 31 dicembre 2020, se non già riassegnate, sono rinnovate per la durata di dodici anni;

   tale rinnovo avviene secondo linee guida adottate dal Ministro dello sviluppo economico, con modalità stabilite dalle regioni entro il 30 settembre 2020, con assegnazione al titolare dell'azienda, previa verifica della sussistenza dei requisiti;

   le regioni hanno inoltre facoltà di disporre che i comuni possano assegnare, su richiesta degli aventi titolo, concessioni per posteggi liberi agli operatori in possesso dei requisiti prescritti, che siano rimasti esclusi dai procedimenti di selezione ovvero che, all'esito dei procedimenti, non abbiano conseguito la riassegnazione della concessione;

   la regione Lazio, con delibera n. 1042 del 22 dicembre 2020, prendendo atto delle linee guida adottate dal Ministro dello sviluppo economico il 25 novembre 2020, ha approvato le modalità operative per il rinnovo, fino al 31 dicembre 2032, delle concessioni di posteggio per l'esercizio del commercio sulle aree pubbliche del territorio regionale, in scadenza entro il 31 dicembre 2020;

   su questa delibera il sindaco di Roma capitale ha richiesto all'Autorità garante della concorrenza e del mercato un parere, ai sensi dell'articolo 22 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, con la richiesta di esprimersi circa possibili alterazioni della concorrenza causata dalle norme sopra esposte;

   l'Autorità ha indicato di disapplicare il quadro normativo nazionale e regionale in materia di rinnovi delle concessioni dei posteggi su area pubblica, in funzione del primato del diritto europeo sulle disposizioni nazionali incompatibili con il dovere di collaborazione degli Stati membri a non adottare o mantenere in vigore provvedimenti in contrasto con le regole di concorrenza applicabili alle imprese;

   l'amministrazione capitolina ha deciso di non seguire il dettato normativo statale e regionale e di mettere a bando le concessioni in oggetto e, conseguentemente, ha dato indicazione ai municipi di revocare le procedure di proroga avviate;

   il parere dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato sul quale la sindaca Raggi fonda la sua iniziativa è, appunto, un parere e non ha valore prescrittivo; si rileva contemporaneamente che non vi è stata declaratoria di illegittimità della norma né da parte della Corte costituzionale, né da parte della Corte di giustizia dell'Unione europea –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza intenda mettere in atto affinché la normativa in oggetto sia applicata da tutti i comuni, con la finalità anche di tutelare la categoria oggetto della norma danneggiata dall'emergenza epidemiologica.
(3-02077)

(Presentata il 2 marzo 2021)

   SUT, ALEMANNO, CARABETTA, CHIAZZESE, GIARRIZZO, MASI, ORRICO, PAPIRO, PERCONTI e SCANU. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il 20 gennaio 2021 il Parlamento ha autorizzato, a maggioranza assoluta, l'allora Governo Conte II ad un maggior scostamento di bilancio di 32 miliardi di euro per l'anno 2021, il sesto dall'inizio della pandemia da COVID-19, per far fronte alla conseguente crisi economica, sociale e sanitaria;

   le richieste di scostamento autorizzate dal Parlamento nel corso del 2020 hanno comportato il ricorso a maggior deficit per circa 108 miliardi di euro;

   per fronteggiare la crisi il Governo ha assunto un impegno economico eccezionale al fine di fornire il massimo sostegno a famiglie, lavoratori e imprese;

   per queste ultime, in particolare, ci si è mossi precipuamente nella direzione di garantire l'accesso alla liquidità, la patrimonializzazione e i contributi a fondo perduto in funzione della riduzione del fatturato;

   è necessario ora concentrarsi sulla prosecuzione nella definizione e nell'implementazione di quanto fatto sino ad ora per le attività produttive: risarcire adeguatamente le partite Iva, sostenere gli iscritti alla casse previdenziali private, rendere maggiormente «perequativi» gli indennizzi tra i beneficiari anche attraverso il superamento del riferimento ai codici Ateco;

   nel riformare e implementare il meccanismo dei ristori, è altresì fondamentale non rallentare le operazioni di accredito e conservare, ove possibile, l'automatismo di riconoscimento rispetto ai beneficiari già riconosciuti;

   è verosimile che, sul piano pratico, le metodologie di calcolo ipotizzate e ancora in via definizione per «sostenere» professionisti, autonomi e imprese non consentiranno ai nuovi aiuti di raggiungere i potenziali beneficiari prima di aprile 2021: ciò si tradurrebbe, per i liberi professionisti iscritti alle casse private, in un intero anno di agonia per l'accesso ai ristori e in una spasmodica attesa per le altre partite Iva –:

   se e quali iniziative intenda predisporre al fine di garantire e ampliare il sostegno alle attività economiche e industriali delle diverse realtà colpite dalle conseguenze della crisi scatenata da COVID-19, anche in un'ottica di continuità rispetto allo sforzo posto in essere dal precedente Governo.
(3-02078)

(Presentata il 2 marzo 2021)

   MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, CARRARA, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, FANTUZ, FERRARI, FIORINI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GASTALDI, GERARDI, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, LUCENTINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MATURI, MICHELI, MINARDO, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLIN, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RAVETTO, RIBOLLA, RIXI, SALTAMARTINI, SNIDER, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZANELLA, ZENNARO, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   in data 25 febbraio 2021 si è svolto presso il Ministero dello sviluppo economico il primo incontro del tavolo finalizzato alla produzione del vaccino anti-COVID in Italia, al quale hanno preso parte, tra gli altri, assieme al Ministro interrogato, il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi e il presidente dell'Agenzia italiana del farmaco Giorgio Palù;

   secondo gli articoli di stampa, il tavolo starebbe verificando la possibilità di creare un «polo nazionale pubblico-privato» in grado di potenziare la produzione di vaccini nel nostro Paese e fronteggiare, in tal modo, eventuali tagli o ritardi nella consegna degli stessi da parte delle aziende produttrici;

   la costituzione di un polo di questo tipo potrebbe contribuire, nel medio e nel lungo periodo, a dare una svolta concreta alla campagna di vaccinazione, i cui ritmi in Italia e, in generale, nell'Unione europea sono purtroppo inferiori alle attese, proprio a causa dei ritardi negli approvvigionamenti e della carenza di dosi sufficienti;

   a quanto consta, Farmindustria, l'associazione rappresentativa delle imprese del farmaco, ha colto l'importanza del progetto in esame, manifestando la propria disponibilità a collaborare allo stesso, affinché si valutino le diverse strategie percorribili ai fini dell'avviamento del polo;

   analogamente, il Ministro interrogato ha ribadito la totale disponibilità in termini di strumenti normativi e mezzi finanziari per raggiungere l'obiettivo della produzione di vaccini anti-COVID in Italia;

   è noto il grado di complessità delle sfide che un grande progetto di collaborazione come quello in esame inevitabilmente implica da un punto di vista industriale, tecnico, economico e scientifico, soprattutto a causa della scarsa disponibilità dei bioreattori indispensabili per la produzione dei vaccini e delle tempistiche necessarie per la produzione o, comunque, per la riconversione degli stessi;

   l'avvio del progetto rappresenta comunque un netto cambio di passo rispetto al passato che si auspica potrà consentire di rimediare gradualmente ai ritardi fin qui accumulati e rivelarsi fondamentale e strategico in vista delle future fasi della campagna di vaccinazione –:

   quali siano gli scenari, gli orizzonti temporali e gli strumenti tecnici e normativi presi in esame nel corso delle riunioni del tavolo finalizzato alla produzione del vaccino anti-Covid in Italia.
(3-02079)

(Presentata il 2 marzo 2021)

   LABRIOLA, D'ATTIS, GIANNONE e ELVIRA SAVINO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   l'ex Ilva di Taranto è lo stabilimento siderurgico più grande d'Europa e questo impianto ha contribuito a fare di Taranto un'area ad alta criticità ambientale;

   nel 1990, l'area di Taranto è stata dichiarata ad elevato rischio di crisi ambientale e dal 1998 è ricompresa tra i siti di interesse nazionale;

   la Commissione europea ha più volte invitato l'Italia a risolvere il grave inquinamento che interessa il sito dell'Ilva e del territorio limitrofo allo stabilimento;

   in questi anni le complesse vicende legate allo stabilimento Ilva sono state affrontate quasi esclusivamente con provvedimenti legislativi d'urgenza, che hanno sostanzialmente fallito gli obiettivi prioritari di salvaguardare produzione, salute e ambiente;

   accanto ad una crisi sanitaria e ambientale si è di fronte anche a una profonda crisi produttiva e occupazionale. I dipendenti dell'Ilva sono circa 14 mila, a cui si aggiungono migliaia di persone che lavorano nell'indotto. Le imprese dell'indotto locale vantano attualmente crediti tra i 25 e i 28 milioni di euro da ArcelorMittal e 150 milioni di euro dallo Stato;

   il 6 settembre 2018 è stato siglato al Ministero dello sviluppo economico l'accordo sull'Ilva da sindacati, ArcelorMittal e commissari. ArcelorMittal ha quindi firmato un contratto d'affitto, che diventerà acquisto quando l'azienda avrà raggiunto, entro il 23 agosto 2023, i previsti obiettivi del piano ambientale;

   il 1° novembre 2018 ArcelorMittal ha assunto il controllo direzionale di Ilva;

   il 10 dicembre 2020 è stata firmata l'intesa tra ArcelorMittal e Invitalia per una nuova fase di sviluppo ecosostenibile dell'Ilva di Taranto. Al termine dell'operazione, Invitalia sarà l'azionista di maggioranza con il 60 per cento del capitale della società, avendo ArcelorMittal il 40 per cento;

   intanto la produzione dello stabilimento è ai livelli più bassi di sempre, buona parte degli impianti rimangono fermi e metà del personale rimane in cassa integrazione;

   il 13 febbraio 2021 è stata pubblicata la sentenza del tribunale amministrativo regionale di Lecce che ha stabilito che ArcelorMittal debba procedere allo spegnimento degli impianti dell'area a caldo entro 60 giorni, respingendo il ricorso di ArcelorMittal Italia contro l'ordinanza del sindaco di Taranto del 27 febbraio 2020, che riguardava il rischio sanitario derivante dalla produzione dello stabilimento –:

   quali iniziative e quale strategia si intendano adottare per rispondere ai gravi problemi che interessano l'ex Ilva e salvaguardare la produzione, l'occupazione dello stabilimento e dell'indotto, nonché certamente la tutela della salute pubblica e dell'ambiente.
(3-02080)

(Presentata il 2 marzo 2021)

   MORETTO, FREGOLENT, D'ALESSANDRO e MOR. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il secondo mese del 2021 si chiude con una contrazione di immatricolazioni di auto pari a –12,3 per cento sul pari periodo 2020. La produzione degli autoveicoli in Italia nel 2020, rispetto al 2019, ha subito, infatti, una contrazione pari al 15 per cento, cifra che difficilmente sarà recuperata nella sua totalità nel 2021;

   soltanto la produzione di veicoli ibridi plug-in, pari a + 246,4 per cento, e delle altre ibride elettriche (+149,9 per cento), oltre alle elettriche pure (+30,4 per cento), ha registrato una significativa crescita, anche se i numeri assoluti sono assolutamente insufficienti a colmare l'abbattimento della produzione dei veicoli tradizionali;

   dopo il successo degli incentivi auto 2020 il Governo ha confermato l'arrivo di nuovi incentivi anche nel 2021. Il sistema incentivante, infatti, ha consentito di contenere la flessione delle vendite di auto nel nostro Paese che pure è stata pesante, con una riduzione del 27 per cento dei dati 2019 sul 2020 – ma non può rappresentare uno strumento di intervento strutturale e di lungo periodo;

   ad avviso degli interroganti, sul fronte della produzione le operazioni finanziarie Iveco e Stellantis, quest'ultima intrapresa anche per investire sempre più sulla tecnologia ibrida ed elettrica, sono state realizzate in assenza di un qualsiasi ruolo del Governo pro tempore sia in termini di politiche industriali che di supporto e indirizzo degli investimenti privati;

   nel Piano nazionale integrato per l'energia ed il clima (Pniec), settore del trasporto privato, il Governo aveva rivisto al rialzo le previsioni di crescita dei veicoli elettrici, ibridi e ibridi elettrici plug-in (Phev), puntando ad una diffusione complessiva di quasi 6 milioni di veicoli ad alimentazione elettrica (di cui circa 4 milioni di veicoli elettrici puri) entro il 2030, che risulta però difficilmente raggiungibile nel contesto attuale;

   lo stesso Piano nazionale integrato per l'energia ed il clima prevedeva l'impegno a introdurre quote obbligatorie di veicoli elettrici per il trasporto pubblico;

   nell'attuale bozza di Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), per il settore automotive non è al momento prevista la creazione di una filiera specifica sulla mobilità elettrica anche attraverso la riconversione delle industrie esistenti, mentre si riserva ampio spazio all'energia rinnovabile, con particolare riferimento all'idrogeno –:

   quale sia la strategia del Governo per il settore dell'automotive da introdurre nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, anche in termini di investimenti pubblici indispensabili per guidare la transizione ecologica, e, parallelamente, quali iniziative intenda adottare per indirizzare gli investimenti privati in questo importante comparto.
(3-02081)

(Presentata il 2 marzo 2021)

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