TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 493 di Venerdì 23 aprile 2021

 
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INTERPELLANZE URGENTI

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro della transizione ecologica, per sapere – premesso che:

   l'azienda Industria italiana autobus è nata nel 2015 dalla fusione, voluta dall'allora Ministro dello sviluppo economico, Guidi, dell'ex Bredamenarini di Bologna con l'Irisbus di Avellino, sotto la guida di Stefano Del Rosso;

   successivamente, l'azienda si è aggiudicata diversi appalti pubblici per la fornitura di autobus a comuni e regioni, in primis Roma capitale. Del Rosso tuttavia non riuscì a far rispettare le commesse e spinse per l'ingresso nella compagine sociale dell'azienda turca Karsan, con conseguente mancata produzione nazionale di autobus e incremento dell'acquisto degli stessi, prodotti in Turchia, da parte di comuni e regioni;

   successivamente, il Ministero dello sviluppo economico, ponendosi l'obiettivo di non far fallire l'azienda, consentì l'ingresso dello Stato nell'azionariato, attraverso una partecipazione, chiedendo altresì alla società garanzie in merito al pagamento degli stipendi arretrati e dei contributi dei dipendenti, nonché al saldo delle utenze;

   Invitalia proponeva, allora, di valutare l'acquisizione di una partecipazione di minoranza;

   l'8 ottobre 2018, la società Leonardo s.p.a. faceva sapere di voler acquistare altre quote della società, mentre a fine gennaio 2019, il Ministro dello sviluppo economico pro tempore, Di Maio, conferiva mandato ad Invitalia per l'ingresso nella compagine societaria dell'azienda al fine di implementare il rilancio produttivo dei due siti di Bologna e Flumeri;

   il 29 gennaio 2019, l'assemblea straordinaria di Industria italiana autobus appianava i debiti e deliberava un aumento di capitale di 30 milioni di euro, già sottoscritto per complessivi 21 milioni di euro da Leonardo s.p.a.: a seguito di ciò, Industria italiana autobus vide modificata la propria composizione societaria che, ad oggi, è costituita per il 42,76 per cento da Invitalia, per il 28,65 per cento da Leonardo s.p.a. e per il 28,59 per cento da Karsan;

   nel corso del tempo, ai fini dello sviluppo e rilancio dell'azienda, con l'obiettivo di riportare in Italia una filiera di produzione di autobus, attraverso la convenzione Consip n. 3 – da ultimo prorogata fino al 30 giugno 2021 dall'articolo 200, comma 7, del decreto-legge, 19 marzo 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, cosiddetto «decreto rilancio» – le pubbliche amministrazioni e le aziende affidatarie di servizi di trasporto pubblico locale acquisiscono nuovi autobus da Industria italiana autobus, godendo di un accesso al Fondo per il rinnovo straordinario del parco mezzi su gomma, per un valore complessivo di circa 150 milioni di euro;

   il «decreto rilancio» ha altresì stabilito la non applicazione, fino al 31 dicembre 2024, delle disposizioni che prevedono il cofinanziamento nell'acquisto dei mezzi per il trasporto pubblico;

   più di recente, si rileva l'esigenza di fornire maggiori indirizzi alle centrali di committenza come Consip, sia per adeguare le forniture dei mezzi per il trasporto pubblico alle nuove esigenze derivate dalla pandemia, sia per perseguire in concreto gli obiettivi della transizione ecologica;

   con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 17 aprile 2019 è stato approvato il Piano strategico nazionale della mobilità sostenibile per il rinnovo del parco autobus di regioni e città metropolitane, con mezzi a basso impatto ambientale: l'obiettivo del provvedimento è rinnovare il parco autobus con mezzi meno inquinanti, elettrici, a metano o a idrogeno, nonché più moderni, al fine di implementare al contempo il trasporto pubblico durante la fase pandemica;

   in base ai dati contenuti nel suddetto Piano, che vedono la quota delle vendite da parte dei soggetti con impianti di produzione sul territorio nazionale pari al solo 26 per cento del mercato, appare necessario un forte ed immediato intervento a tutela della filiera italiana di produzione, ad oggi fortemente sfavorita rispetto ai concorrenti esteri;

   il 21 giugno 2020, Fiat Chrysler automobiles (Fca) annunciava la sottoscrizione di una linea di credito da 6,3 miliardi di euro, in tre anni, con Intesa Sanpaolo, destinata alle attività nazionali del gruppo. Tra le condizioni alla base di tale prestito, si è previsto che Fiat Chrysler automobiles garantisca un aumento degli investimenti del piano industriale per l'Italia da 5 a 5,2 miliardi di euro, non effettui operazioni di delocalizzazione, raggiunga l'obiettivo della piena occupazione entro il 2023 e non ceda i marchi italiani;

   allo stato attuale, lo stabilimento Industria italiana autobus di Flumeri attraversa una fase di stallo produttivo, determinato in primo luogo dalla mancanza di commesse per il rinnovo del trasporto pubblico da parte degli enti territoriali, per cui a circa 200 lavoratori dovrà essere erogata la cassa integrazione dal 19 al 30 aprile 2021;

   nonostante l'acquisto di mezzi per il trasporto pubblico senza alcun costo per i soggetti beneficiari reso possibile dalla convenzione Consip n. 3 e dal «decreto rilancio», è emblematico che alcuni enti, come la regione Campania, non abbiano mai fatto ricorso a questi strumenti, preferendo bandire gare regionali per l'acquisto di mezzi stranieri, con le stesse caratteristiche di quelli prodotti da Industria italiana autobus, con quello che appare agli interpellanti un enorme ed ingiustificato danno per la filiera di produzione nazionale e per i lavoratori del settore;

   in generale, il rinnovo ed il potenziamento del parco mezzi sono fortemente ostacolati da una mancanza di coordinamento strategico fra settore industriale-produttivo e politiche, anche locali, per il trasporto pubblico. Di conseguenza, anche la finalità di ridurre i livelli di inquinamento delle città risulta notevolmente compromessa ed allo stesso modo ne risentono le capacità produttive dei siti industriali –:

   se il Governo intenda adottare iniziative di competenza volte a promuovere la suddetta filiera nazionale legata alla produzione di autobus a basso impatto ambientale, come quelli a gas naturale liquefatto tuttora prodotti da Industria italiana autobus, nonché proseguire nello sviluppo del settore degli autobus elettrici, di cui la stessa Industria italiana autobus ha realizzato un prototipo con batterie interamente sviluppate e prodotte in Italia;

   se intendano adottare iniziative volte a coinvolgere Leonardo s.p.a. nell'acquisizione di Iveco e, tramite quest'ultima, creare le condizioni per una quarta partecipazione nella compagine societaria di Industria italiana autobus;

   se e quali iniziative, inoltre, intendano predisporre, anche in coordinamento con gli enti locali, al fine di tutelare e potenziare la produttività di Industria italiana autobus, garantendo l'effettivo utilizzo delle risorse assegnate attraverso il Piano strategico sopra menzionato.
(2-01182) «Maraia, Adelizzi, Ascari, Barbuto, Bella, Berti, Bruno, Buompane, Businarolo, Cancelleri, Luciano Cantone, Carbonaro, Carinelli, Caso, Cataldi, Cimino, Currò, De Lorenzis, Del Grosso, Del Sesto, Di Sarno, Di Stasio, Donno, Dori, D'Orso, D'Uva, Emiliozzi, Fantinati, Faro, Federico, Ficara».

(20 aprile 2021)

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   in data 16 marzo 2021, la giunta regionale del Veneto ha emanato la delibera n. 305 (pubblicata nel Bollettino ufficiale della regione Veneto del 2 aprile 2021) che approva il «Percorso di formazione complementare in assistenza sanitaria dell'operatore socio-sanitario»;

   la delibera, facendo riferimento al documento «Proposte per contrastare la carenza di personale sanitario e sociosanitario – emergenza COVID-19» (nota 20/194/CR06bis/C7), elaborato dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome a novembre 2020 (sulla base di un precedente accordo Stato-regioni), è finalizzata all'inserimento degli operatori socio-sanitari, in sostituzione del personale infermieristico, nelle strutture socio-sanitarie per anziani della regione;

   con nota del 29 marzo 2021, pubblicata sul sito internet della Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche (Fnopi), il coordinamento degli ordini delle professioni infermieristiche della regione Veneto ha dichiarato «irricevibile» la «possibilità di utilizzare gli operatori socio-sanitari per lo svolgimento di atti propri dell'assistenza clinica del paziente di competenza esclusiva di medici ed infermieri», sottolineando che la delibera in questione «pone a serio rischio sia la persona assistita che gli stessi operatori, configurando anche profili di dubbia legittimità e responsabilità professionale»;

   il coordinamento degli ordini delle professioni infermieristiche veneto ha chiesto, pertanto, la sospensione immediata dell'atto, annunciando, in caso contrario, di «valutare ogni azione necessaria, nelle sedi giurisdizionali più opportune»;

   molte strutture venete non sono tipicamente residenze sanitarie assistenziali, ma centri servizi per anziani residenziali che, da pianta organica, non presentano un direttore sanitario interno e gli utenti sono seguiti dai medici di base;

   il 30 marzo 2021 il coordinamento degli ordini delle professioni infermieristiche della Lombardia ha diramato una nota, pubblicata sul sito internet della Fnopi in cui esprime preoccupazione per la delibera della regione Veneto e, riconoscendo le «difficoltà che in questo momento le strutture residenziali stanno subendo a causa della carenza di infermieri, anche in Lombardia», ha stigmatizzato la risposta adottata, in quanto «il trasferimento di competenze professionali acquisite tramite percorso universitario abilitante, che non corrispondono in alcun modo all'esecuzione frammentaria e meccanica di tecniche, bensì all'articolato utilizzo delle stesse nel complesso processo assistenziale anzitutto pianificato, quindi realizzato e verificato, non può e non deve gravare su personale di supporto, presuntivamente addestrato attraverso discutibili eventi formativi, sia per liberalizzazione dell'abuso sia per parcellizzazione dell'assistenza e delle cure in generale»;

   il diritto all'assistenza nelle residenze sanitarie assistenziali deve garantire la sicurezza degli ospiti e il mantenimento di standard assistenziali e sanitari adeguati –:

   quali iniziative intenda assumere il Governo, per quanto di competenza, anche di carattere normativo, in relazione alla delibera di cui in premessa, allo scopo di garantire adeguati standard qualitativi ai servizi socio-sanitari, nel rispetto delle qualifiche professionali e della salute e sicurezza degli assistiti.
(2-01184) «Boschi, Moretto, Noja, Bendinelli».

(20 aprile 2021)

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro della transizione ecologica, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   il Giappone ha deciso di rilasciare nell'Oceano Pacifico l'acqua contaminata della centrale nucleare di Fukushima, danneggiata nel 2011 da un violentissimo tsunami;

   il piano ha incontrato da subito l'opposizione di associazioni ambientaliste come Greenpeace e delle vicine Cina e Corea del Sud, ma una forte contrarietà è stata espressa anche dall'industria nazionale della pesca, che teme un altro duro colpo per il settore, dopo quello subito in seguito all'incidente nucleare di dieci anni fa;

   nel sito della centrale nucleare Daiichi di Fukushima si sono accumulate 1,25 milioni di tonnellate di acqua contaminata, immagazzinata in mille cisterne arrivate ormai al 90 per cento della capienza e ogni giorno se ne producono altre 140 tonnellate, prevalentemente dall'attività di raffreddamento del combustibile;

   in particolare, a preoccupare sono i volumi che saranno immessi nell'oceano: oltre un milione di tonnellate di acqua con residui di trizio, che rendono il caso di Fukushima «unico e complesso» secondo Rafael Mariano Grossi, presidente dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Iaea);

   le scorie, una volta in mare, saranno un problema per l'intero pianeta. Secondo quanto emerge dall'analisi della Coldiretti, sulla base dei dati Istat relativi al 2020, oltre 21 milioni di chilogrammi di pesci, crostacei e molluschi arrivano in Italia dalle acque del Giappone, ai quali bisogna aggiungere i 18 milioni di chilogrammi di pesce dalla Cina e i 3,3 milioni di chilogrammi dalla Corea;

   come denunciato dalla stessa Coldiretti, la scelta nipponica avrà effetti devastanti dal punto di vista ambientale, economico e sanitario a livello globale, sulla quale le istituzioni internazionali non possono esimersi dal prendere posizione;

   nonostante le rassicurazioni di Tokyo per cercare di sminuire i rischi per la salute, le perplessità sugli effetti a breve e lungo termine rimangono tantissime; non si parla, infatti, di poche centinaia di litri d'acqua, che riversati nell'oceano finirebbero col diluirsi fino a quasi scomparire, ma di ben 1,25 milioni di tonnellate di acqua radioattiva;

   il Presidente sudcoreano Moon Jae-in ha già ordinato ai funzionari governativi di impugnare al Tribunale internazionale del diritto del mare la decisione del Giappone. Portando il caso al tribunale di Amburgo, Moon mira a sospendere l'iniziativa annunciata dal Governo di Tokyo e l'ipotesi più accreditata, secondo la Yonhap, sarebbe quella di una richiesta formale sull'adozione di una prima e urgente misura provvisoria, simile a una «ingiunzione da parte del tribunale» per il blocco di ogni piano –:

   se e quali immediate iniziative di competenza il Governo intenda assumere per prendere posizione sulla vicenda di cui in premessa, che potrebbe avere effetti gravemente dannosi per la salute, l'ambiente e la sicurezza pubblica, anche nazionale.
(2-01179) «Lucaselli, Lollobrigida».

(16 aprile 2021)

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:

   da un articolo apparso su Il quotidiano italiano del 4 giugno 2020 si apprende che «è iniziato al tribunale di Bari il processo penale a giudizio immediato nei confronti di Marco e Gianluca Jacobini, rispettivamente ex presidente ed ex condirettore della Banca popolare di Bari, accusati di falso in bilancio, falso in prospetto, false comunicazioni sociali e ostacolo alla vigilanza»;

   da un articolo apparso su Bariviva.it del 5 giugno 2020 si apprende che «nella prima udienza, su istanza della difesa, il tutto è stato preliminarmente rinviato al 16 luglio»;

   da un articolo apparso su Baritoday, in data 16 luglio 2020, si apprende che «la decisione di sospendere e rinviare la seduta, in programma questa mattina nel tribunale di Bari»;

   in data 10 settembre 2020, dalla testata on line BariToday si apprende che «l'udienza preliminare proseguirà nell'aula bunker di Bitonto il 24, 25 e 26 settembre per poi trasferirsi, una volta accertato il numero delle parti, in una ulteriore sede più capiente»;

   da un comunicato stampa apparso sul sito di Adusbef si apprende che «il tribunale ha rinviato il processo all'udienza del 10 dicembre 2020 sempre presso l'aula bunker di Bitonto»;

   da un comunicato stampa apparso sul sito di Ansa, in data 26 settembre 2020, «l'udienza è stata rinviata al 19 novembre, sempre a Bitonto, ma in quella occasione saranno solo comunicati la data e la sede definitiva dove si celebrerà il processo, probabilmente nella Fiera del Levante di Bari»;

   in data 10 dicembre 2020, si apprende dal sito Tgr Puglia che «oggi l'udienza si sarebbe dovuta concludere con un rinvio alla sede definitiva dove celebrare il processo. Invece i giudici, presidente del collegio Marco Guida, hanno disposto un nuovo rinvio nella stessa aula tra un mese, in attesa che venga formalmente individuato il luogo»;

   in data 12 gennaio 2021, dalla testata online Il quotidiano italiano si apprende: «Rinviata al 15 febbraio l'udienza per concludere l'iter per l'individuazione del luogo dove celebrare il processo, dopo l'ok arrivato nei giorni scorsi dal Ministero per il multisala Showville, per il quale però mancano ancora alcuni passaggi burocratici»;

   in data 15 febbraio 2021, dal giornale online BariToday si apprende di «un nuovo rinvio, questa volta al 2 marzo»;

   in data 2 marzo 2021, dal sito Ansa Puglia si apprende che «dalla prossima udienza il processo sul crac della Banca popolare di Bari, nel quale sono imputati gli ex amministratori Marco e Gianluca Jacobini, si celebrerà nella sala 8 del centro congressi della Fiera del Levante di Bari»;

   in data 5 ottobre 2020 si apprende da La Gazzetta del Mezzogiorno che la procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per tre ex amministratori e dirigenti della Banca popolare di Bari, tra i quali l'ex condirettore generale Gianluca Jacobini, e per lo stesso istituto di credito per i reati di ostacolo alla vigilanza e false comunicazioni sociali e l'udienza preliminare inizierà il 28 gennaio 2021;

   in data 29 gennaio 2021 si apprende dalla testata on line «Oltre free press» che l'udienza preliminare del secondo processo penale è stata rinviata al 30 marzo 2021 presso l'aula bunker della sede distaccata di Bitonto;

   in data 30 marzo 2021, dalla testata on line Bari Today, si apprende che si torna in aula il 18 maggio 2021;

   dato il persistere dell'emergenza pandemica, sussistono evidenti criticità logistiche che richiedono un'iniziativa del Ministero della giustizia –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interpellato intenda adottare affinché sia comunque assicurata una sede appropriata per la celebrazione dei processi, rispettando le misure di sicurezza, per garantire giustizia a migliaia di risparmiatori traditi, che sarebbero penalizzati da ulteriori rinvii.
(2-01138) «Ruggiero, Giuliano, Masi, Galizia, Martinciglio, Ascari, Bonafede, Cataldi, D'Orso, Di Sarno, Ferraresi, Saitta, Salafia, Sarti, Scutellà, Adelizzi, Alaimo, Aresta, Baldino, Bella, Berti, Bilotti, Buompane, Businarolo, Cancelleri, Carbonaro, Caso, Maurizio Cattoi, Cimino, Corneli, Currò, Daga, De Carlo, Iorio, Iovino, Palmisano».

(16 marzo 2021)

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della transizione ecologica, per sapere – premesso che:

   desta preoccupazione l'evolversi della situazione in Lombardia, lungo un versante del lago d'Iseo in agro di Tavernola Bergamasca (Bergamo), dove un fenomeno franoso in atto, la cui pericolosità varia in funzione della sua evoluzione e velocità di spostamento, finendo nel lago d'Iseo, potrebbe generare un'onda anomala tale da mettere in pericolo i centri abitati;

   la frana, monitorata dalla società Italsacci da ormai più di 15 anni, ha subìto una significativa riattivazione a partire dalla seconda metà del mese di febbraio 2021. Questa fase, avviatasi in condizioni meteorologiche di sostanziale tempo sereno e tuttora in corso, ha comportato la formazione di nuove fessurazioni superficiali e un incremento repentino delle velocità rilevate dalla strumentazione geotecnica da valori generalmente inferiori a 1 millimetro al giorno a valori ben superiori a 1 centimetro al giorno;

   il 27 febbraio 2021 il professor Nicola Casagli, presidente dell'Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale, ha effettuato con il Centro per la protezione civile dell'Università degli studi di Firenze un sopralluogo sulla frana situata sul versante sud-orientale del Monte Saresano;

   tenuto conto della relazione del citato sopralluogo, pubblicata il 4 marzo 2021, l'Università di Milano-Bicocca ha eseguito uno studio sui possibili scenari di rischio che potrebbero verificarsi in virtù dell'espandimento della frana del Monte Saresano;

   gli scenari di rischio in caso di collasso catastrofico della frana sono molteplici. In quello peggiore la frana (o almeno parte di essa) si propagherebbe fino al lago d'Iseo, generando un'onda anomala che potrebbe potenzialmente raggiungere le aree limitrofe all'abitato di Tavernola Bergamasca, la costa orientale di Monte Isola, oltre che altre località rivierasche;

   in generale, il lago di Iseo è soggetto al rischio di frane lungo tutto il suo perimetro. Si ricorda che Tavernola Bergamasca fu colpita già nel 1906 da una frana costiera (denominata «avvallamento») che fece rovinare nel lago alcune delle case più vicine alla riva. Si ricordano poi gli eventi di crollo nel cantiere Ognoli in data 23 dicembre 1970 e quello nel cantiere Scapioni in data 25 marzo 1986, fino al dissesto avvenuto in data 22 novembre 2010 sulla strada di collegamento tra Tavernola Bergamasca e Parzanica;

   il fenomeno franoso è controllato sin dal 2004 e, a partire dal giorno 22 febbraio 2021, in concomitanza con l'inizio della recente fase di intensa riattivazione, l'attività di monitoraggio è stata intensificata;

   la riattivazione della frana si è manifestata in assenza di precipitazioni e sotto forma di un repentino incremento degli spostamenti secondo un andamento esponenziale, destando pertanto un notevole livello di preoccupazione tra le autorità preposte alla sicurezza dei luoghi;

   successivamente, lo stato di attività del fenomeno sembra essersi impostato su una tendenza debolmente regressiva. Parrebbe, infatti, che la frana sia stata rallentata dalla presenza di uno strato roccioso profondo che fungerebbe da ancoraggio alla massa in movimento; dalla relazione del citato sopralluogo di monitoraggio del 4 marzo 2021 si legge, inoltre, che: «In caso di collasso catastrofico la frana potrebbe raggiungere lo stabilimento cementifero Italsacci, le strade che la attraversano, la strada litoranea e il lago d'Iseo, con tutte le conseguenze che un'eventuale onda anomala indotta potrebbe comportare. Sulla base delle risultanze del sopralluogo, delle caratteristiche del fenomeno investigato e della documentazione condivisa, si ritiene che il sistema di monitoraggio attualmente in funzione sia idoneo, completo e in grado di individuare anomalie significative nello stile deformativo del fenomeno»;

   dalla medesima relazione si evince che: «È tuttavia presumibile che un evento di tale portata sia preceduto da una sensibile accelerazione dei movimenti ben rilevabile con la strumentazione di monitoraggio già attivata, garantendo così un sufficiente preavviso per l'attuazione delle necessarie azioni e procedure di protezione civile»;

   permane, quindi, al momento, nell'ambito della classificazione riportante le fasi operative e i rispettivi criteri di attivazione su cui basare la predisposizione del piano speditivo di protezione civile, una situazione di attenzione che corrisponde a «significativi movimenti della frana con velocità mediamente costante»;

   in seguito, il 19 marzo 2021 si è tenuto in videoconferenza un incontro con i tecnici incaricati dalle comunità montane del Basso Sebino e dei Laghi bergamaschi che stanno coordinando la pianificazione di emergenza di protezione civile per gli abitati interessati dalla potenziale frana del Monte Saresano;

   come dichiarato dall'assessore regionale alla protezione civile della regione Lombardia Pietro Foroni (www.lombardianotizie.online), «il quadro complessivo emerso dalle simulazioni di maremoto – che è ancora da validare ed approfondire – è comunque decisamente più rassicurante rispetto alle notizie uscite nei giorni scorsi sulla stampa. A ciò si aggiunge il fatto che anche la frana sta costantemente decelerando sino a uscire dalla “fase di attenzione” prevista nelle procedure di gestione del rischio»;

   tuttavia, il pericolo non è scongiurato e, anche se costantemente monitorato, deve essere garantita, in termini di risorse e di mezzi, un'adeguata pianificazione dell'emergenza che consenta la pronta messa in sicurezza degli abitanti nel caso in cui si dovesse verificare l'improbabile, ma possibile, scenario peggiore;

   si ritiene, inoltre, fondamentale garantire un efficace e costante monitoraggio dell'attività franosa, sia con riferimento al Monte Saresano, sia in generale per tutte le montagne che circondano il Lago di Iseo, che consenta l'attivazione di misure di messa in sicurezza dei territori –:

   quali iniziative intendano adottare per garantire, per quanto di competenza, un costante e approfondito studio e monitoraggio dei fenomeni franosi in atto, sia per quanto riguarda il Monte Saresano sia, in generale, le montagne che circondano il Lago di Iseo, anche in relazione alla predisposizione dei diversi scenari di rischio;

   se abbiano verificato, per quanto di competenza, se siano stati adottati i piani di emergenza e se gli stessi siano pienamente idonei, in relazione ai diversi scenari di rischio, in termini di risorse e mezzi, a garantire la messa in sicurezza della popolazione in caso di evento disastroso e se siano presenti in loco idonee risorse per la migliore e tempestiva attuazione della pianificazione di emergenza;

   quali iniziative urgenti intendano adottare per la messa in sicurezza del territorio mediante azioni concrete di contenimento, mitigazione e stabilizzazione del rischio di frane, anche con particolare riguardo alla frana in zona Tavernola-Parzanica.
(2-01181) «Carnevali, Berlinghieri, Bazoli, Ciagà, Fiano».

(20 aprile 2021)

F)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per il sud e la coesione territoriale, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

   al fine di contenere gli effetti straordinari sull'occupazione determinati dall'epidemia da COVID-19 in aree caratterizzate da gravi situazioni di disagio socio-economico e di garantire la tutela dei livelli occupazionali, il decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104 (cosiddetto «decreto agosto»), ha previsto, in via sperimentale, in favore dei datori di lavoro privati, una riduzione del 30 per cento dei contributi previdenziali che i beneficiari devono versare nel quadro di contratti di lavoro che contemplano una sede di lavoro nelle regioni del Sud Italia;

   con la legge 30 dicembre 2020, n. 178 (legge di bilancio 2021), la fiscalità di vantaggio per il Mezzogiorno, cioè la decontribuzione del 30 per cento per i lavoratori impiegati nelle regioni del Sud che il «decreto agosto» aveva previsto per un periodo di tre mesi – dal 1° ottobre alla fine del 2020 – è diventata strutturale ed è stata prolungata fino al 31 dicembre 2029, con un'intensità decrescente che va dal 30 per cento fino al 31 dicembre 2025, al 20 per cento nel biennio 2026-27 e al 10 per cento negli anni 2028 e 2029;

   l'agevolazione contributiva si applica alle regioni del Sud Italia (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia), dove il prodotto interno lordo regionale è inferiore al 90 per cento della media dell'Unione europea e il tasso di occupazione è inferiore alla media nazionale. Del regime potranno beneficiare le imprese di tutte le dimensioni e attive in tutti i settori, ad eccezione dei settori finanziario, agricolo e del lavoro domestico;

   l'obiettivo del regime è di ridurre il costo del lavoro a carico dei beneficiari, aiutandoli in tal modo a soddisfare il fabbisogno di liquidità, a proseguire le attività e a mantenere i livelli occupazionali durante e dopo l'emergenza;

   il regime di agevolazioni fiscali è stato notificato, nell'ambito del «Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell'economia nell'attuale emergenza del COVID-19» (cosiddetto Temporary framework), alla Commissione europea, che non solo ne ha constatato la compatibilità con le condizioni stabilite nel suddetto quadro degli aiuti di Stato, ma che ne ha altresì evidenziato la necessità per porre rimedio al grave turbamento dell'economia e contribuire alla gestione dell'impatto economico del Coronavirus nelle regioni del Sud Italia;

   dopo la proroga, da parte della Commissione europea, del Quadro temporaneo delle misure di aiuto fino al 31 dicembre 2021, anche le modifiche al regime di decontribuzione sono state approvate dalla Commissione europea con la decisione C(2021) 1220 final del 18 febbraio 2021, che ha autorizzato la concedibilità dell'esonero contributivo fino al 31 dicembre 2021, termine finale di operatività del Temporary framework;

   per quanto attiene l'esonero contributivo relativo al periodo 1° gennaio 2022-31 dicembre 2029, si rinvia all'esito del procedimento di autorizzazione ai sensi dell'articolo 108, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea e nel rispetto delle condizioni previste dalla normativa applicabile in materia di aiuti di Stato;

   in totale, il Governo ha stimato per la fiscalità di vantaggio per il Mezzogiorno un fabbisogno di oltre 40 miliardi di euro, da coprire anche sfruttando i fondi strutturali europei 2021-2027 e le risorse di React-Eu per una quota pari a 4 miliardi di euro –:

   se il Governo, sulla base dei dati a propria disposizione, intenda fornire aggiornamenti in merito agli effetti, anche in termini di platea dei beneficiari raggiunti dallo sgravio contributivo, della misura relativa alla decontribuzione del 30 per cento per i lavoratori impiegati nelle regioni del Sud di recente introduzione e fin qui realizzati in termini di competitività delle imprese e di promozione della stabilità occupazionale nelle regioni del Sud Italia, per rilanciare il tessuto produttivo del Mezzogiorno.
(2-01183) «Galizia, Berti, Bruno, Businarolo, Grillo, Ianaro, Papiro, Ricciardi, Scerra, Vignaroli, Flati, Frusone, Gallo, Giuliano, Grande, Grimaldi, Grippa, Gubitosa, Iorio, Gabriele Lorenzoni, Lovecchio, Mammì, Manzo, Mariani, Marino, Martinciglio, Melicchio, Migliorino, Misiti, Nappi, Olgiati, Penna, Provenza, Raffa».

(20 aprile 2021)

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