TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 528 di Martedì 22 giugno 2021

 
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INTERROGAZIONI

A)

   MANZO, MARTINCIGLIO, NAPPI e VILLANI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della salute, al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:

   la pandemia da Coronavirus sta mettendo a dura prova gli imprenditori italiani del settore wedding, tra nozze rinviate e cali del fatturato, in alcuni casi anche del 100 per cento; aziende e professionisti alzano la voce e chiedono aiuto al Governo;

   sono duecentoventimila i matrimoni celebrati in Italia nel 2019 con un fatturato da 10 miliardi di euro per l'organizzazione, che arriva a 40 miliardi se si considerano tutte le voci di spesa che i futuri sposi devono sostenere;

   circa 83 mila sono le aziende coinvolte nel giro del wedding e 1 milione i lavoratori dell'indotto: questa è l'industria dei matrimoni in Italia tradotta in numeri;

   le suddette cifre dimostrano quanto il settore sia un volano per l'economia del «Belpaese», a tutti gli effetti parte del segmento degli eventi e del turismo;

   numeri dietro cui si celano storie di imprenditori, piccoli o grandi, che ormai da mesi fanno i conti con l'emergenza da Coronavirus e lo «stop» alle loro attività;

   uno stop forzato ed inevitabile che ha generato lo slittamento dei matrimoni previsti nei mesi primaverili ed estivi direttamente al 2021 o al 2022;

   un blocco degli incassi anche del 100 per cento per alcune categorie, incassi che, in un settore stagionale come quello del wedding, si riducono drasticamente;

   stando ad un'elaborazione su dati Istat sono 17 mila i matrimoni «saltati» perché previsti tra marzo e aprile 2020 e oltre 50 mila il numero di quelli che dovevano essere celebrati tra maggio e giugno 2020;

   proprio da Assoeventi, l'associazione nazionale Events luxury wedding di Confindustria, arrivano i numeri che permettono di capire al meglio l'importanza e l'impatto del settore «matrimonio» in Italia: nel 2019 sono stati celebrati 219.405 matrimoni; di cui 83.229 al Sud, 82.846 al Nord e 53.330 al Centro;

   il danno è ingente e difficilmente recuperabile ed è inoltre assordante la mancanza di informazioni e la totale assenza di attenzione da parte delle istituzioni nei confronti del comparto «eventi»;

   in parallelo ai matrimoni italiani corre anche la macchina del destination wedding, cioè le nozze delle coppie straniere nel Paese: secondo i report del Centro studi turistici di Firenze, nel 2019 sono stati oltre 9.200 i matrimoni di stranieri in Italia, un fenomeno che ha generato oltre 473 mila arrivi e più di 1,5 milioni di presenze con un fatturato di 540 milioni di euro;

   in questo settore prestano il loro servizio migliaia di piccole e medie aziende, tra cui oltre 8.500 location (hotel, ville, ristoranti), 2.000 catering, 8.000 studi fotografici, 2.500 floral-designer, 6.500 gruppi musicali, 3.500 agenzie di wedding planner;

   il fatturato è ridotto ai minimi, ma ciò che destabilizza di più è l'incertezza di non sapere cosa accadrà;

   all'uopo sarebbe necessario fornire, quanto prima, direttive precise per regolamentare la nuova era degli eventi;

   una lettera di richiesta di aiuti è stata firmata da tantissimi imprenditori italiani che lavorano nel settore del matrimonio: stilisti e aziende della moda sposa e cerimonia, titolari di atelier, proprietari di strutture ricettive, wedding panner, flower designer, tutte le categorie coinvolte;

   tra le misure su cui si fa maggiore pressione ci sono: indicazioni e tempi certi per la futura ripresa dei matrimoni e degli eventi in Italia, la sospensione delle cartelle esattoriali e dei tributi per il 2020/2021, accesso a finanziamenti a fondo perduto per le aziende e indennità per i lavoratori autonomi –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della drammatica situazione esposta in premessa e se intendano a stretto giro adottare linee guida nazionali, che fissino regole di carattere generale per la riapertura secondo fasi ben precise e graduali, lasciando eventualmente un ristretto margine per contemplare singole specificità nei diversi ambienti territoriali.
(3-02146)

(30 marzo 2021)

   PEZZOPANE. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la pandemia da COVID-19 ha colpito fortemente il settore del wedding; il fatturato del settore, secondo un report di Jfc, è crollato del 92,7 per cento rispetto ai dati dell'anno precedente, con ricadute anche sul turismo;

   stando ad un'elaborazione su dati Istat, sono 17 mila i matrimoni «saltati» perché previsti tra marzo e aprile 2020 e a oltre 50 mila ammonta il numero di quelli che dovevano essere celebrati tra maggio e giugno 2020;

   prima della pandemia l'industria legata al comparto dei matrimoni aveva registrato 486 milioni di euro di fatturato da oltre 9 mila matrimoni di stranieri in Italia, con un milione e 783 mila presenze sul territorio tra invitati e partecipanti;

   considerando che i mercati Usa e Gran Bretagna – afferma Massimo Feruzzi, amministratore unico di Jfc e direttore dell'Osservatorio italiano destination wedding tourism – rappresentavano in epoca pre-pandemia ben il 39,6 per cento del valore del wedding tourism, dalla rilevazione emerge che i wedding specialist operanti in questi due mercati hanno perso, nel 2020, il 69,7 per cento degli eventi e il 78,9 per cento di fatturato;

   stando sempre al report di Jfc, per il 45,2 per cento degli operatori non ci sarà alcuna ripartenza prima della primavera 2022;

   il mondo del wedding vive di programmi a lungo termine. Dall'inizio dei preparativi alla realizzazione di un matrimonio passano molti mesi, a volte anni. Ciò implica che per molti operatori del settore, anche ripartendo nel 2021, non si riusciranno a vedere i primi guadagni effettivi prima della primavera del 2022. Un tempo troppo lungo che rischia di far morire un settore in sofferenza da ormai un anno;

   nei giorni scorsi, oltre 50 mila operatori economici e oltre mezzo milione di lavoratori del settore – uniti in occasione della manifestazione indetta da «Insieme per il wedding» – hanno chiesto al Governo indicazioni e tempi certi per la futura ripresa dei matrimoni e degli eventi in Italia, la sospensione delle cartelle esattoriali e dei tributi per il 2020/2021, accesso a finanziamenti a fondo perduto per le aziende e indennità per i lavoratori autonomi –:

   se il Governo non intenda adottare iniziative urgenti a sostegno del settore del wedding individuando misure volte a fornire indicazioni e tempi certi per la ripresa, in sicurezza, dei matrimoni e degli eventi in Italia, prevedendo in particolare, la sospensione delle cartelle esattoriali e dei tributi per l'anno 2020/2021 e l'accesso a finanziamenti a fondo perduto per le aziende, nonché indennità per lavoratori autonomi impegnati nel settore.
(3-02349)

(21 giugno 2021)
(ex 5-05896 del 29 aprile 2021)

B)

   DONZELLI e BIGNAMI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   l'inizio dei lavori sulla tratta ferroviaria fra Prato e Bologna, avvenuto il 13 dicembre 2020, ha comportato, tra le altre cose, il blocco dei treni dalle 9 alle 16 nei giorni feriali sulla tratta Prato-Vernio, che saranno sostituiti con autobus fra Prato e San Benedetto Val di Sambro; un solo binario per tutta la durata dei lavori, che comporterà l'allungamento dei tempi di percorrenza, visto che i convogli provenienti da direzioni opposte si scambieranno nelle stazioni; tre fine settimana al mese e tre settimane consecutive nel mese di agosto 2020 (dal 7 al 29) di fermo totale dei treni (sostituiti con autobus). Per questo si sono rese necessarie modifiche al trasporto pubblico per i cittadini che vivono nelle zone della direttrice;

   in tutto questo, i comitati hanno denunciato la totale mancanza di comunicazione sullo stato dei lavori e di coinvolgimento nella condivisione della razionalizzazione dei servizi di trasporto sostitutivi;

   i sindaci dei comuni attraversati dalla linea, inoltre, hanno scritto una lettera per chiedere maggior dialogo e maggiori garanzie alla regione Toscana ed alla regione Emilia-Romagna sugli interventi di mitigazione dei conseguenti disagi;

   i pendolari in questa situazione sono stati di fatto abbandonati: treni soppressi e servizi sostitutivi sono risultati insufficienti, con l'aggravante di una comunicazione latitante. I lavori sarebbero dovuti iniziare nel giugno 2019: in tutto questo tempo nessuno ha pensato di comunicare i tempi dei vari slittamenti e con tempestività l'inizio dei lavori. Si tratta di opere che dureranno alcuni anni e non è in alcun modo accettabile gestire in questo modo le conseguenze –:

   se sia a conoscenza dei fatti descritti in premessa;

   se non intenda adottare iniziative di competenza, in raccordo con le regioni Toscana ed Emilia-Romagna, promuovendo un tavolo di confronto con i comitati e i comuni interessati dalla tratta al fine di predisporre adeguati servizi sostitutivi, alla luce della lunga durata dei lavori e della conseguente «strutturalità» dei disagi.
(3-01967)

(17 dicembre 2020)

   BIGNAMI e DONZELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   l'inizio dei lavori sulla tratta ferroviaria fra Prato e Bologna, avvenuto il 13 dicembre 2020, ha comportato il blocco dei treni dalle 9 alle 16 nei giorni feriali sulla tratta Prato-Vernio, che sono stati sostituiti con autobus fra Prato e San Benedetto Val di Sambro ed altre interruzioni diurne anche nella restante tratta tra San Benedetto Val di Sambro e Bologna per consentire altri interventi manutentivi sulla linea;

   ciò ha comportato i gravi disagi preannunciati, causa l'allungamento dei tempi di percorrenza, aggravati dalla necessità di avvalersi di mezzi di trasporto sostitutivi che devono transitare lungo il tratto autostradale che collega Sasso Marconi a Firenze, anch'esso oggetto di opere di manutenzione;

   durante questi lavori il tratto viene chiuso ed il traffico dirottato, costringendo ad effettuare un percorso più lungo, tanto che alcuni pendolari hanno segnalato di aver impiegato più di due ore e mezza per spostarsi da Bologna a Firenze;

   pare anche che i mezzi sostitutivi, costituiti da pullman, abbiano un carico che va oltre quello previsto per il rispetto delle normative anti-COVID;

   a ciò si aggiunge il fatto che, nello stesso territorio, il tratto autostradale risulta spesso chiuso al traffico, anche per motivi banali come una semplice nevicata;

   in località Sasso Marconi sono iniziati i lavori di messa in sicurezza del ponte di accesso al raccordo autostradale ed il transito è solamente in una direzione;

   la strada provinciale n. 325 risulta interrotta ormai da quasi due anni a causa di una frana e l'unica soluzione è percorrere la Gardelletta, strada oggi anch'essa a senso unico alternato, di piccola ampiezza dove due mezzi di grandi dimensioni fanno fatica ad incontrarsi senza danni;

   la viabilità provvisoria non può comunque reggere altri tre anni, perché il passaggio di mezzi pesanti nelle strette strade di Gardeletta e Vado, oltre a creare disagi, mette a dura prova le strade comunali;

   è notizia recente che i sindaci dei comuni interessati (San Benedetto Val di Sambro, Castiglione dei Pepoli, Grizzana Morandi) hanno deciso addirittura di scrivere al prefetto e di coinvolgere anche i Ministeri interessati, lamentando peraltro scarsa attenzione da parte dei concessionari che agiscono senza rendere conto a nessuno, mentre le istituzioni si limitano ad organizzare incontri cui poi non segue alcuna soluzione;

   nessuna soluzione concreta si è infatti realizzata tanto che, relativamente alla cabina di regia che avrebbe dovuto raccogliere le richieste del comitato dei pendolari, catalogarle, darvi priorità ed inserire una data di possibile implementazione, nessuna risposta si è avuta; altrettanto dicasi per quelle piuttosto semplici, come, ad esempio, la possibilità per i viaggiatori di utilizzare l'abbonamento regionale per usufruire del servizio alta velocità, che hanno subito la stessa sorte;

   vi è forte preoccupazione anche per il futuro economico di questo comprensorio territoriale e, più in generale, di quello dell'intera valle del Reno e del Setta;

   la città metropolitana di Bologna e la regione Emilia-Romagna hanno posto il trasporto su ferro quale principale mezzo di spostamento per gli anni futuri, così come si può evincere dal piano urbano della mobilità sostenibile e dal piano territoriale metropolitano –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti e della perdurante situazione di disagio legata all'inadeguatezza dei trasporti nella valle del Reno e del Setta;

   quali iniziative di competenza si intendano adottare al fine di superare le evidenti criticità descritte in premessa, accogliendo le accorate richieste dei sindaci e coinvolgendo i comitati di pendolari nel processo decisionale;

   di quali elementi disponga in merito alle modalità di organizzazione della cabina di regia;

   se intenda adottare iniziative di competenza affinché Rete ferroviaria italiana risponda almeno a richieste semplici avanzate dai comitati dei pendolari, come la possibilità di utilizzare un abbonamento regionale per fruire dell'alta velocità.
(3-02346)

(21 giugno 2021)
(ex 4-08175 del 17 febbraio 2021)

C)

   BALDINI. — Al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:

   con l'articolo 1, comma 597, della legge di bilancio per il 2021 (che ha modificato il decreto-legge n. 34 del 2019) è stata prevista l'istituzione presso il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (ora la competenza spetta al Ministero del turismo) di una banca di dati delle strutture ricettive, nonché degli immobili destinati alle locazioni brevi identificati mediante un codice da utilizzare in ogni comunicazione inerente all'offerta e alla promozione dei servizi all'utenza, fermo restando quanto stabilito in materia dalle leggi regionali; in base a tale norma le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano devono trasmettere al Ministero i dati inerenti alle strutture ricettive e agli immobili con i relativi codici identificativi regionali, ove adottati;

   con decreto del Ministro, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di bilancio per il 2021, dovranno essere poi stabilite le modalità di realizzazione e di gestione della banca di dati e di acquisizione dei codici identificativi regionali, nonché le modalità di accesso alle informazioni che vi sono contenute;

   il 22 marzo 2021 il Consiglio dell'Unione europea ha approvato definitivamente la riforma della direttiva sulla cooperazione amministrativa (Dac7): in base a tale norma dal 1° gennaio 2023 le piattaforme digitali (anche di locazioni turistiche) saranno obbligate a comunicare in un Paese membro i guadagni on line dagli utenti e i Paesi membri dovranno condividere le informazioni con il Paese in cui il venditore detiene la propria residenza;

   in questo contesto va rimarcato come, per quanto riguarda il quadro regolatorio turistico in Italia, l'attuale frammentazione normativa, non sempre coordinata con gli indirizzi comunitari, crei spesso molta confusione e non disincentivi adeguatamente l'evasione fiscale;

   per fare emergere il mercato sommerso l'intento principale del Governo dovrebbe essere quello di semplificare e armonizzare la normativa attuale, evitando quindi il moltiplicarsi di oneri diversi e ripartizione di competenze tra regioni, comuni e Stato, dando centralità al Ministero del turismo quale ente preposto –:

   quando verrà emanato il decreto attuativo previsto per attivare la banca dati ed il codice identificativo delle strutture ricettive citato in premessa e quali saranno, conseguentemente, le iniziative in materia fiscale rispetto alla condivisione dei dati da parte delle piattaforme digitali con le istituzioni preposte previste dalla direttiva per la cooperazione amministrativa (Dac7) recentemente approvata.
(3-02255)

(10 maggio 2021)

D)

   DALL'OSSO e PETTARIN. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   come sancito dall'articolo 4 della Costituzione, la Repubblica italiana «riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto». Ciononostante, in Italia il tasso di occupazione attuale dei cittadini disabili è pari al 30 per cento rispetto alla media europea, pari al 50 per cento;

   inoltre, gli iscritti alle liste speciali di collocamento, istituite con la legge n. 68 del 1999, sono circa 850.000: questi, in attesa di trovare una collocazione lavorativa e in assenza di un adeguato sistema di welfare nazionale, gravano (economicamente) sulle rispettive famiglie;

   Next generation EU, strumento introdotto dalla Commissione europea per rispondere alla crisi pandemica provocata dal COVID-19, individua «l'inclusione e la coesione» tra le sei «missioni» o «aree d'investimento»; ad essa il Recovery plan italiano destina circa 27,6 miliardi di euro;

   tuttavia, nella bozza del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il programma di investimenti elaborato dal Governo Conte-II per l'attuazione del Next generation EU, non vi erano riferimenti alla disabilità o alle politiche occupazionali per le persone disabili;

   invero, il Recovery fund e la Next generation EU garantiranno all'Italia ingenti risorse economiche che potrebbero essere impiegate per la definizione di politiche attive di inclusione e, di conseguenza, per risolvere una problematica che interessa oltre tre milioni di cittadini italiani esclusi dal mondo del lavoro;

   infatti, tale esclusione potrebbe essere superata procedendo con investimenti in formazione di personale qualificato – in vari ambiti disciplinari – che consentirebbero a molti di questi di svolgere le proprie mansioni in maniera efficiente –:

   se e quali iniziative di competenza il Governo, anche attraverso la gestione delle risorse provenienti dal Recovery fund e dalla Next generation EU, intenda assumere per garantire la parità sociale e favorire l'inclusione dei disabili nel mondo del lavoro.
(3-02347)

(21 giugno 2021)
(ex 4-08277 del 17 febbraio 2021)

E)

   POTENTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   l'Unione italiana tiro a segno (Uits) è un ente pubblico posto sotto la vigilanza del Ministero della difesa, in quanto preposta all'organizzazione dell'attività istituzionale svolta dalle sezioni del tiro a segno nazionale; è, inoltre, Federazione sportiva nazionale di tiro a segno, riconosciuta dal Comitato olimpico nazionale italiano (Coni), in quanto preposta alla promozione, alla disciplina e alla propaganda dello sport del tiro a segno, alla regolamentazione e allo svolgimento di attività ludiche e propedeutiche all'uso delle armi;

   l'Unione italiana tiro a segno è stata commissariata con decreto del Ministero della difesa del 2 ottobre 2017 e poi, nuovamente, con decreto del Ministero della difesa del 22 ottobre 2018, sempre nella persona dell'avvocato Francesco Soro; essa vede pubblicizzata la convocazione dell'assemblea nazionale in seduta elettorale per venerdì 22 e sabato 23 novembre 2019;

   varie fonti segnalano che, dopo oltre due anni di commissariamento, anche questo prossimo appuntamento elettorale potrebbe essere ulteriormente rinviato e, quindi, l'ente potrebbe non vedere eletto il suo presidente. Tale possibile infausto esito porrebbe grave nocumento all'ente, stante la presenza di validi ed illustri candidati ed il protrarsi di uno stallo sulle funzioni di difesa e sviluppo dell'attività del tiro a segno –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere, ferma restando l'autonomia dell'ordinamento sportivo, affinché si svolgano con la massima urgenza le procedure finalizzate all'elezione del presidente dell'Unione italiana tiro a segno.
(3-01095)

(6 novembre 2019)

F)

   MELICCHIO e VILLANI. — Al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   vista la gravità della situazione sanitaria nel Paese, causata dalla diffusione del COVID-19, il Governo ha già previsto, con il decreto-legge «cura Italia», di ovviare alle particolari condizioni di sofferenza in cui versa il Servizio sanitario nazionale, adottando norme per disporre tempestivamente di medici i quali potranno, con il conseguimento della laurea magistrale a ciclo unico in medicina e chirurgia – classe LM/41, essere abilitati all'esercizio della professione di medico-chirurgo, previa acquisizione del giudizio di idoneità;

   i farmacisti italiani stanno facendo un grande lavoro di informazione e rassicurazione durante questa emergenza. In un momento difficilissimo, in cui c'è carenza di medici, molte sono le operazioni che si svolgono in farmacia ed è grande il numero di persone che non sono arrivate in pronto soccorso, perché fermate e filtrate dai farmacisti;

   anche questo mestiere è fortemente a rischio a causa della frequente vicinanza ai contagiati. I farmacisti sono in prima linea e stanno facendo il possibile, ma ormai non si contano più i positivi al Coronavirus e in troppi hanno già manifestato i sintomi e sono in quarantena. Qualcuno, purtroppo, è morto;

   la situazione è ormai a limite e sono già diverse le farmacie, soprattutto nei comuni più interni, che sono state costrette a chiudere e, senza un aiuto con cui sostituire gli operatori ammalati, potrebbe non essere più garantito il servizio in tutto il territorio nazionale –:

   se, alla luce di quanto riportato in premessa, non si intendano adottare iniziative per rendere abilitante all'esercizio della professione di farmacista il conseguimento della laurea magistrale in farmacia e farmacia industriale – classe LM/13, così da affrontare l'emergenza, dando un aiuto quanto mai necessario a tutto il sistema sanitario nazionale, così duramente impegnato in questi giorni così difficili.
(3-02348)

(21 giugno 2021)
(ex 5-03821 del 9 aprile 2020)

G)

   MOLLICONE. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   la crisi del COVID-19 o Coronavirus è una delle più grandi crisi sanitarie che la nazione abbia dovuto affrontare, crisi che sta mettendo in grande difficoltà non solo il sistema sanitario, ma anche la coesione sociale e soprattutto il sistema economico;

   l'industria del videogioco nazionale rappresenta un giro d'affari di 1 miliardo e 787 milioni di euro; il videogioco, che sia un passatempo, un lavoro o una passione, ha consolidato la propria posizione come forma di intrattenimento, coinvolgendo un numero di giocatori crescente e diversificato in Italia, come nel resto del mondo;

   l'industria nazionale dei videogiochi, tra le altre, sta subendo gli effetti della contrazione economica derivante dal diffondersi dell'epidemia da COVID-19, a causa della drastica riduzione dei già limitati investimenti esteri e delle commesse per videogiochi non commerciali da parte di committenti pubblici e privati. Il lavoro su commissione rappresenta, infatti, una delle fonti principali di risorse per le piccole e medie imprese italiane che operano nel settore, a fronte della mancanza di sostegno pubblico e di difficoltà endemica di accesso al credito. Aesvi (ora Iidea), associazione di categoria dell'industria dei videogiochi in Italia, stima che l'88 per cento delle imprese è costretto a ricorrere all'autofinanziamento per produrre videogiochi destinati al mercato commerciale e oggi, per effetto dell'emergenza COVID-19, si rischia una battuta d'arresto drammatica nella produzione di nuovi videogiochi realmente «nazionali»;

   la legge 14 novembre 2016, n. 220, ha previsto, all'articolo 15, il riconoscimento alle imprese di produzione cinematografica e audiovisiva di un credito d'imposta, in misura non inferiore al 15 per cento e non superiore al 30 per cento del costo complessivo di produzione di opere cinematografiche e audiovisive. Per quanto riguarda i crediti di imposta, ad oggi non è stato ancora emanato il tax credit per la produzione di videogiochi;

   a quanto risulta all'interrogante, nel corso degli anni, il Ministero della cultura avrebbe notificato uno schema di decreto alla Commissione europea, secondo le procedure previste dalla normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato. La Commissione europea avrebbe chiesto ulteriori chiarimenti, in particolare legati alla sfera di applicazione del tax credit per i videogiochi, e, successivamente, avrebbero fatto seguito gli ulteriori passaggi interni alle strutture competenti finalizzate alla stesura del testo definitivo del provvedimento, tra cui l'espressione del parere del Consiglio superiore del cinema e dell'audiovisivo;

   ancora oggi, tuttavia, a distanza di oltre tre anni dall'emanazione della legge sull'audiovisivo, il decreto attuativo relativo al credito di imposta per le imprese di produzione di videogiochi non ha ancora visto la luce;

   considerando l'assenza nel quadro normativo nazionale di una misura ad hoc a supporto della produzione italiana di videogiochi, l'adozione del tax credit prevista dalla legge sul cinema e l'audiovisivo potrà rappresentare sicuramente una boccata di ossigeno per le piccole e medie imprese del settore, le quali potrebbero così avere a disposizione la liquidità necessaria per la ripresa delle attività –:

   se il Ministro interrogato non intenda adottare le iniziative di competenza per emanare quanto prima il provvedimento di cui in premessa, al fine di garantire un supporto alle imprese del settore colpite dagli effetti della contrazione economica.
(3-01526)

(11 maggio 2020)

MOZIONE CONCERNENTE INIZIATIVE IN RELAZIONE AL CASO JULIAN ASSANGE

   La Camera,

   premesso che:

    il 28 marzo 2021 Stella Morris, moglie di Julian Assange, ha riportato la notizia della lettera inviata da Papa Francesco al marito, incarcerato nel Regno Unito dal 2019, per il tramite del prete del penitenziario;

    Julian Assange, cittadino australiano, è al centro di un caso diplomatico e giuridico che dura ormai da undici lunghissimi anni;

    giornalista, attivista e programmatore informatico, nel 2006 Assange ha fondato il sito wikileaks.org (WikiLeaks) con l'obiettivo di offrire uno spazio libero ai whistleblower disposti a pubblicare documenti sensibili e compromettenti, in forma anonima e senza la possibilità di essere rintracciati;

    il sito, negli anni, è stato curato da molti giornalisti, attivisti e scienziati, riscuotendo sempre maggiore attenzione nell'opinione pubblica, rivelando segreti e scandali, relativi, tra gli altri, a guerre, loschi affari commerciali, episodi di corruzione e di evasione fiscale;

    le rivelazioni di WikiLeaks hanno contribuito ad aumentare la consapevolezza di larghi strati della pubblica opinione mondiale rispetto a Governi, uomini di potere, reti di relazioni ed eventi, ben oltre la narrazione ufficiale;

    nel 2010 Assange è assurto ad ampia notorietà internazionale per aver rivelato tramite WikiLeaks documenti classificati statunitensi, ricevuti dalla ex militare Chelsea Manning, riguardanti diversi crimini di guerra;

    nell'ottobre del 2010, pochi mesi prima delle accuse avviate contro Julian Assange in Svezia WikiLeaks pubblicò video e documenti diplomatici relativi alle guerre in Afghanistan e in Iraq. Fu una delle più grandi fughe di notizie della storia che documentarono abusi delle forze americane, compresa l'uccisione di decine di civili, compresi due giornalisti della Reuters, da parte di un elicottero da guerra statunitense Apache a Baghdad nel 2007;

    WikiLeaks, attraverso il così denominato «Cablegate», diffuse più di 300 mila documenti riservati dell'esercito statunitense che rivelarono gravi inadempienze della autorità nel perseguire abusi, torture, violenze perpetrate durante le guerre in Afghanistan e Iraq;

    durante le primarie presidenziali del Partito democratico statunitense del 2016, WikiLeaks pubblicò delle e-mail inviate e ricevute dalla candidata Hillary Clinton dal suo server di e-mail privato quando era Segretario di Stato dimostrando, tra l'altro, il coinvolgimento dell'Arabia Saudita e del Qatar in varie azioni di supporto alla formazione dello Stato Islamico in Siria e in Iraq (Isis) e ponendo concreti dubbi sul coinvolgimento statunitense in esse;

    per le sue rivelazioni, Julian Assange ha ricevuto svariati encomi da privati e personalità pubbliche, onorificenze (tra cui il Premio Sam Adams, la «Gold medal for Peace with Justice» da Sydney Peace Foundation e il «Martha Gellhorn Prize for journalism»), ed è stato ripetutamente proposto per il Premio Nobel per la pace per la sua attività di informazione e trasparenza;

    nel 2012, per sfuggire all'arresto da parte della polizia britannica, Julian Assange trovò asilo presso l'ambasciata dell'Ecuador, il cui Governo gli avrebbe riconosciuto in quello stesso anno lo status di rifugiato politico e il diritto d'asilo;

    l'11 aprile 2019, la polizia britannica ha arrestato Julian Assange all'interno dell'ambasciata dell'Ecuador a Londra, con il consenso delle autorità ecuadoriane dopo che, in seguito al cambio di Governo, le stesse gli avevano revocato lo status di rifugiato;

    nella serata dell'11 aprile 2019, Julian Assange è stato condotto dinanzi alla Westminster Magistrates' Court, dove sembrerebbe sia stato riconosciuto colpevole ipso facto d'aver violato, nel 2012, i termini della cauzione: quando aveva deciso di rifugiarsi nell'ambasciata ecuadoriana e di non comparire di fronte a un giudice britannico che lo aveva convocato per conto della magistratura svedese, nell'ambito di una controversa inchiesta per presunto stupro e molestie, avviata contro di lui a Stoccolma; si tratta di accuse poi archiviate;

    oggi quindi Julian Assange risulta essere detenuto nel Regno Unito per aver violato le condizioni di una libertà vigilata imposte sulla base di un mandato poi revocato, ma la motivazione reale della sua detenzione parrebbe risiedere nella richiesta di estradizione da parte degli Stati Uniti;

    le autorità di Washington asseriscono, infatti, che Julian Assange e WikiLeaks avrebbero messo a repentaglio la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Con questa stessa accusa Chelsea Manning, che a WikiLeaks fornì i documenti nel 2010, è stata dapprima condannata a 35 anni di prigione e, successivamente, graziata dal Presidente Obama;

    l'estradizione nei confronti di Assange troverebbe una ragione di fondamento in un atto di accusa segretamente depositato ad Alexandria, nello Stato del Virginia, che consisterebbe di un solo capo di imputazione, insieme a Chelsea Manning, relativo al reato di pirateria informatica, anche se sembrerebbe che il Ministero della giustizia statunitense abbia contestato ad Assange altri reati, tra cui quelli di cospirazione e spionaggio;

    dopo quasi undici anni, quella in atto contro Julian Assange assume i contorni di una persecuzione contro la persona e di una ritorsione contro il progetto WikiLeaks, ma rappresenta anche un pericoloso precedente per attivisti, giornalisti e whistleblower negli Stati Uniti, così come in qualunque altro Stato;

    la detenzione di Julian Assange – i cui presupposti erano già stati respinti nel 2015 dal Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria, che si è rivelata anche avvenire in condizioni gravosamente severe –, nonché le eventualità di estradizione e persecuzione a vita negli Usa, hanno suscitato forte protesta e appelli per il suo rilascio da parte dell'opinione pubblica e di svariate organizzazioni per i diritti umani;

    nel novembre 2019, il relatore Onu sulla tortura ha dichiarato che Assange avrebbe dovuto essere rilasciato e la sua estradizione negata; si tratta di una dichiarazione successivamente fatta propria anche dal Consiglio d'Europa, di cui il Regno Unito è peraltro Stato membro fondatore;

    nel dicembre 2020 lo stesso relatore Onu sulla tortura, oltre a rinnovare l'appello per l'immediata liberazione di Assange, ha chiesto, senza esito, che questi venisse almeno trasferito dal carcere ad un contesto di arresti domiciliari;

    il 5 gennaio 2021 la giustizia inglese ha negato l'estradizione di Assange per motivi di natura medica, nello specifico per il bene della sua salute mentale, per l'alto rischio di tendenze suicide; tuttavia, nonostante quanto espresso in precedenza e nonostante le precarie condizioni di salute, Julian Assange risulta ancora detenuto in condizioni gravosamente severe presso la prigione di Belmarsh;

    per questa ragione, è opportuno esercitare la massima pressione sul Regno Unito affinché comprenda la gravità della situazione e garantisca la protezione di Julian Assange, accogliendo quanto richiesto dal relatore Onu sulla tortura e quanto fatto proprio dal Consiglio d'Europa, massima istituzione per lo Stato di diritto e per la tutela dei diritti umani di cui il Regno Unito è membro fondatore;

    finché a Julian Assange non verrà riconosciuta la piena libertà, lo status di rifugiato politico e la protezione internazionale, il rischio che egli possa andare incontro a violazioni dei diritti umani sarà sempre concreto e incombente, oltre che essere sottoposto a condizioni detentive che violerebbero il divieto assoluto di tortura e di altri maltrattamenti e ad un processo iniquo che, negli Stati Uniti, potrebbe essere seguito dalla pena di morte, a causa del suo lavoro con WikiLeaks,

impegna il Governo

1) ad intraprendere, anche in aderenza alle convenzioni internazionali e specificatamente alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, ogni utile iniziativa di competenza finalizzata a garantire la protezione e l'incolumità di Julian Assange da parte delle autorità britanniche e a scongiurarne l'estradizione.
(1-00456) «Cabras, Colletti, Maniero, Trano, Massimo Enrico Baroni, Giuliodori, Sapia, Spessotto, Corda, Termini, Siragusa, Sarli, Testamento».

(7 aprile 2021)

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