TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 609 di Venerdì 3 dicembre 2021

 
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INTERPELLANZE URGENTI

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:

   in base al comma 68 dell'articolo 1, della legge 6 novembre 2012, n. 190, «i magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari, gli avvocati e procuratori dello Stato non possono essere collocati in posizione di fuori ruolo per un tempo che, nell'arco del loro servizio, superi complessivamente dieci anni, anche continuativi. Il predetto collocamento non può comunque determinare alcun pregiudizio con riferimento alla posizione rivestita nei ruoli di appartenenza»;

   si tratta di un arco di tempo considerevole, che sottrae risorse umane preziose all'amministrazione della giustizia e allo smaltimento dell'arretrato giudiziario, che continua ad avere dimensioni preoccupanti;

   non si può non ricordare che il Consiglio europeo, nelle sue annuali Raccomandazioni, ha costantemente sollecitato l'Italia a ridurre la durata dei processi in tutti i gradi di giudizio e a migliorare l'efficienza del sistema giudiziario, e che la Commissione europea, nella Relazione per Paese relativa all'Italia 2020, abbia rilevato come l'Italia abbia compiuto progressi solo limitati nel dare attuazione alle sopra citate Raccomandazioni, contestando la perdurante scarsa efficienza del sistema giudiziario, la durata dei processi, la necessità di potenziare gli organici;

   la riforma del sistema giudiziario, incentrata sull'obiettivo della riduzione del tempo del giudizio, è stata dunque inserita dal Piano nazionale di ripresa e resilienza tra le cosiddette «riforme orizzontali» o di contesto, che consistono in innovazioni strutturali dell'ordinamento tali da interessare, in modo trasversale, tutti i settori di intervento del Piano;

   a tal proposito non si può non rilevare che, contestualmente alle nuove assunzioni nel comparto giustizia, è necessario concentrare tutte le forze già in campo nello svolgimento dell'attività giurisdizionale, intervenendo decisamente sul fenomeno dei magistrati fuori ruolo;

   oltre ai vantaggi in termini di efficienza che tale tipo di intervento comporterebbe, ci sono altri elementi e considerazioni che spingono verso una riforma; come affermato da Gian Domenico Caiazza, Presidente dell'Unione delle Camere Penali Italiane, «il condizionamento che l'ordine giudiziario esercita fattivamente sul potere legislativo ed esecutivo è strategicamente organizzato, mediante il distacco di centinaia di magistrati presso i dicasteri governativi. Di particolare gravità è soprattutto la presenza di circa un centinaio di essi presso il Ministero della giustizia, quasi a rappresentare plasticamente una concezione proprietaria della giustizia stessa. Si tratta di un fenomeno del tutto abnorme e sconosciuto presso i Governi delle democrazie liberali, che assicura alla magistratura un livello di ingerenza assolutamente decisivo nella politica giudiziaria del Paese, così vanificando il fondamentale principio della separazione tra i poteri dello Stato. Occorre dunque che venga pubblicamente percepita la grave anomalia di un controllo preventivo della amministrazione e della legislazione da parte della magistratura, mediante una proposta di legge che assicuri il supporto di competenze esterne ai ministeri, ricorrendo a soggetti che non esercitino altri poteri statuali, quali, ad esempio, il personale amministrativo, i dirigenti pubblici, i docenti universitari, gli avvocati»;

   il Governo ha l'occasione di affrontare il tema dei magistrati fuori ruolo all'interno dell'esame dell'A.C. 2681, recante «Deleghe al Governo per la riforma dell'ordinamento giudiziario e per l'adeguamento dell'ordinamento giudiziario militare, nonché disposizioni in materia ornamentale, organizzativa e disciplinare, di eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati e di costituzione e funzionamento del Consiglio superiore della magistratura», sia in sede di predisposizione dei propri emendamenti che, successivamente, nell'esercizio della delega –:

   da quanto tempo, in media, i magistrati fuori ruolo si trovino in tale posizione, anche sommando periodi discontinui tra di loro, e quale sia la loro retribuzione media;

   se e quali iniziative alla luce delle considerazioni svolte in premessa, intenda adottare a livello normativo per modificare le disposizioni che disciplinano gli incarichi in posizione di fuori ruolo dei magistrati ordinari allo scopo di ridurne drasticamente il numero, anche al fine di attuare le riforme della giustizia attese dall'Europa.
(2-01384) «Costa, Schullian».

(30 novembre 2011)

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro del turismo, per sapere – premesso che:

   le Linee guida per l'utilizzo degli impianti di risalita nelle stazioni e nei comprensori sciistici da parte degli sciatori amatoriali individuano le misure di prevenzione del contagio da SARS-CoV-2 da predisporre per l'utilizzo in sicurezza degli impianti di risalita all'interno di stazioni, aree e comprensori sciistici nella stagione invernale: sciovie (skilift), funivie, seggiovie, cabinovie, inclusi anche tapis-roulant e nastri trasportatori per i brevi collegamenti;

   le citate Linee guida sono state adottate in attuazione a quanto stabilito dall'articolo 1, comma 10, lettera oo), del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 gennaio 2021, e comunque rispettano la vigente normativa, per quanto riguarda l'apertura degli impianti per gli sciatori amatoriali, ferme restando le altre disposizioni previste dalla medesima lettera oo) per gli atleti professionisti o non professionisti riconosciuti di interesse nazionale dal Coni, Cip e/o dalle rispettive federazioni per permettere la preparazione finalizzata allo svolgimento di competizioni sportive nazionali e internazionali o lo svolgimento di tali competizioni;

   approvate dalle regioni e aggiornate alla luce dei rilievi del Comitato tecnico scientifico, le Linee guida citate sono state redatte per gestire la scorsa stagione sciistica che, come ben si sa, purtroppo non si è mai aperta a causa dell'arrivo della terza ondata della pandemia;

   nel mese di aprile 2021, in seguito al miglioramento della situazione sanitaria, sono state stilate nuove Linee guida che hanno consentito la ripartenza dello sci turistico in zona gialla e dato un minimo di ristoro ad un comparto produttivo duramente colpito dalle necessarie restrizioni agli spostamenti legate alla pandemia da COVID-19;

   sebbene nelle ultime settimane la tendenza epidemiologica appaia in crescita (98 casi su 100 mila abitanti) e l'RT si attesti stabile, come anche il tasso di occupazione dei posti letto, che in media risulta pari al 7,1 per cento e in terapia intensiva a 5,3 per cento, la più elevata copertura vaccinale, il completamento dei cicli di vaccinazione ed il mantenimento di una elevata risposta immunitaria attraverso la dose di richiamo nelle categorie indicate dalle disposizioni ministeriali vigenti consentono di ritenere realisticamente di poter prevenire significativi aumenti di casi clinicamente gravi di COVID-19 e favorire un rallentamento della velocità di circolazione del virus SARS-CoV-2;

   per il settore delle attività produttive montane, il turismo invernale rappresenta in taluni casi la quasi totalità del fatturato complessivo e gli impianti di risalita a fune sono uno degli strumenti attraverso i quali si può apprezzare al meglio la montagna, ma anche un valido e talvolta anche l'unico mezzo per gli spostamenti;

   si apprezzano gli impegni assunti dal Governo per garantire la tutela della salute pubblica attraverso ulteriori misure contenitive e di contrasto alla diffusione del virus, adottate con il decreto-legge 26 novembre 2021, n. 172, tuttavia gli interpellanti segnalano che, con particolare riferimento all'impiego delle certificazioni verdi COVID-19 di avvenuta vaccinazione o di avvenuta guarigione, non si rinvengono norme specifiche volte a salvaguardare il settore del turismo montano, ed, in particolare, nulla viene definito per gli impianti sciistici di risalita;

   non si indicano forme di tutela sulla base dei principi generali per il riavvio delle attività invernali del turismo montano definibili in occasione dello stato di emergenza ad oggi persistente e, nel provvedimento, non si rinviene la necessità di valutare interventi finalizzati alla prevenzione ed al contenimento del citato rischio, in considerazione degli aspetti strutturali e tecnologici degli impianti di risalita, organizzativi unitamente alla sorveglianza sanitaria;

   le incognite non sono poche e parrebbero opportuni chiarimenti da parte del Governo. È difficile non fare i conti con un possibile ritorno alla zona gialla in Alto Adige e nelle altre località montane, l'eventuale blocco scatterebbe con la classificazione arancione. Gli addetti ai lavori appaiono seriamente preoccupati sia sul fronte del contagio, sia sotto il profilo dello «spettro» di chiusura degli impianti – come avvenuto lo scorso inverno – ed in questo momento gli operatori del settore attendono risposte, anche in considerazione delle tantissime richieste di informazioni e di prenotazioni alberghiere –:

   se i Ministri interpellati non ritengano di adottare tempestivamente iniziative con lo strumento normativo ritenuto più idoneo per salvaguardare tutte le attività produttive legate al settore del turismo montano ed in particolare in favore degli impianti di risalita a fune, al fine di scongiurare gravi e irreparabili danni, come la chiusura degli impianti, avvenuta durante la scorsa stagione invernale, esprimendo quanto prima un parere favorevole riguardo al protocollo per la riapertura delle aree sciistiche e per l'utilizzo degli impianti di risalita nelle stazioni e nei comprensori sciistici per gli sciatori non agonisti e amatoriali;

   quali iniziative intenda adottare il Governo al fine di garantire la riapertura degli impianti sciistici in sicurezza e la fruizione da parte dell'utenza tutta, tutelando quella interna e prevedendo misure accessorie per quella internazionale.
(2-01383) «Elisa Tripodi, Sut, De Carlo, Currò, Serritella, Vacca, Valente, Alemanno».

(30 novembre 2021)

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'interno, il Ministro della difesa, per sapere – premesso che:

   alle ore 02.00 circa del 1° novembre 2021, in Piazza Cavalli a Piacenza, si è verificato un atto di efferata, inaudita e gratuita violenza, di cui è rappresentativo il seguente titolo del quotidiano locale «Libertà» del 2 novembre: «Halloween di terrore – grida “Allah akbar” e ferisce due persone»;

   nei fatti, un clandestino ha aggredito con un coltello un poliziotto ed un operatore ecologico. L'aggressore, Hissam Habdul Mahmud, 32 anni, egiziano pregiudicato ed autore nei giorni precedenti di atti di violenza nei confronti delle forze dell'ordine, è stato successivamente bloccato e arrestato da agenti di polizia e carabinieri con le accuse di tentato omicidio, lesioni personali aggravate, violenza e resistenza pubblico ufficiale;

   solo il giorno precedente, nei pressi dell'autostazione in via dei Pisoni, un extracomunitario era stato violentemente aggredito, anche a colpi di bastone, da altri extracomunitari poi fuggiti all'arrivo delle forze dell'ordine;

   in più occasioni, anche in questa legislatura, sono stati puntualmente richiamati all'attenzione del Governo (ad esempio, con gli atti di sindacato ispettivo n. 4-00875 e n. 5-02299) fatti criminali che imporrebbero un diverso approccio a Piacenza nella gestione dell'ordine e della sicurezza pubblica, anche prevedendo secondo la normativa vigente, l'utilizzo di personale militare;

   la situazione complessa dell'ordine pubblico a Piacenza, così come del degrado che affligge alcune aree, in particolare quelle prossime alla stazione ferroviaria, è stata a più riprese evidenziata anche dai rappresentanti delle istituzioni locali e non può essere fatta deflagrare in alcun modo. È qui il caso di evidenziare che gli stranieri regolari residenti a Piacenza al 1° gennaio 2021 sono 19.762, rappresentano il 19,1 per cento della popolazione residente (si veda al riguardo il sito www.tuttitalia.it), il livello d'integrazione raggiunto è discreto. I pericoli alla sicurezza pubblica vengono da irregolari e clandestini, la cui quantificazione numerica appare fuori controllo, autori della stragrande maggioranza degli atti criminali – di certo più efferati – che si registrano in quella città;

   già il 25 gennaio 2016 il consiglio comunale di Piacenza aveva approvato (22 voti favorevoli, 1 contrario e 1 astenuto) una mozione – presentata dal gruppo di Fratelli d'Italia – con cui si impegnava il sindaco di centrosinistra, Paolo Dosi, a richiedere l'impiego di parte del personale militare, in servizio al II Reggimento Genio Pontieri di Piacenza, nell'attività di controllo del territorio, di vigilanza a siti e obiettivi sensibili, di prevenzione dei fenomeni di micro-criminalità, in collaborazione e congiuntamente alle forze di polizia;

   analoga iniziativa veniva riproposta, nella seduta del consiglio comunale del 22 gennaio 2018, con una risoluzione presentata da due consiglieri di Fratelli d'Italia. Anche detto atto di indirizzo, approvato a larghissima maggioranza (29 favorevoli, 1 contrario), impegnava il sindaco di centrodestra, Patrizia Barbieri, a richiedere al Governo l'impegno del personale militare in servizio al II Reggimento Pontieri di Piacenza, per le finalità di cui al capoverso che precede;

   nonostante le iniziative sopra riferite, le decisioni assunte dal consiglio comunale di Piacenza, l'attivazione in tal senso dei citati sindaci, ad oggi nulla si è mosso – ne è testimonianza anche quella che gli interpellanti giudicano l'inerzia del Governo – in favore dell'impiego dei militari e del concorso degli stessi nel controllo del territorio della città, come invece è stato nel passato quando, a far data dal 10 agosto 2009, proprio a Piacenza venne attivata l'«Operazione Strade Sicure», che ebbe a dare significativi risultati, oltre che essere fortemente apprezzata dai piacentini –:

   se, alla luce dei fatti su esposti, il Governo intenda accogliere la richiesta formulata a più riprese a livello istituzionale, comunale e non, assumendo le opportune iniziative per promuovere, limitatamente al comune di Piacenza, l'impiego di parte del personale in servizio al II Reggimento Genio Pontieri di Piacenza, o di altro personale militare, nell'attività di controllo del territorio, in collaborazione e congiuntamente alle forze di polizia.
(2-01365) «Lollobrigida, Foti, Ferro, Prisco».

(5 novembre 2021)

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

   l'articolo 5, comma 4, della legge n. 120 del 2010 ha autorizzato la pubblicità luminosa per conto terzi sui veicoli appartenenti alle organizzazioni non lucrative di utilità sociale (Onlus), alle associazioni di volontariato e alle associazioni sportive dilettantistiche in possesso del riconoscimento ai fini sportivi rilasciato dal Comitato olimpico nazionale italiano (Coni), dando mandato al Governo di modificare, entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della predetta legge, l'articolo 57 del regolamento attuativo del codice della strada;

   l'attuazione della disposizione sopracitata non è mai avvenuta, ma ciò nonostante, per circa un decennio, la circolazione dei veicoli con pubblicità per conto terzi è stata di fatto tollerata, almeno fino all'emanazione di una circolare del Dipartimento della pubblica sicurezza, servizio Polizia stradale, del Ministero dell'interno, del 3 febbraio 2020, che ha recato un'interpretazione maggiormente restrittiva della normativa vigente;

   la prima firmataria del presente atto, in data 21 febbraio 2020, con l'interpellanza urgente n. 2-00648, ha posto all'attenzione del Governo pro tempore il fatto che il nuovo regime ha prodotto una situazione di grave difficoltà nel settore del volontariato e delle Onlus, impedendo di fatto a moltissimi soggetti operanti nel settore di utilizzare i mezzi di trasporto, concessi in comodato d'uso gratuito, corredati di pubblicità per conto terzi a titolo gratuito, per il trasporto dei propri associati o assistiti, con conseguente disagio per le persone con disabilità che usufruivano di tale servizio, non essendo gran parte dei soggetti di volontariato capaci di far fronte autonomamente all'acquisto e alla manutenzione di veicoli adatti alla propria attività, né di dotarsi di mezzi a titolo oneroso, al di fuori della formula del comodato gratuito;

   nel dare risposta all'atto di sindacato ispettivo sopracitato, il rappresentante del Governo pro tempore dichiarò di condividere totalmente le preoccupazioni sulla situazione rappresentata e ribadì l'impegno del Governo pro tempore a procedere alla piena attuazione dell'articolo 5, comma 4, della legge n. 120 del 2010;

   il 4 giugno 2020 il gruppo Forza Italia ha presentato la risoluzione n. 7-00494 che impegnava il Governo pro tempore a dare piena attuazione alla norma citata e che è stata approvata con voto unanime della Commissione trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera dei deputati nella seduta del 29 settembre 2020;

   anche in tale occasione il rappresentante del Governo pro tempore, oltre ad aver espresso parere favorevole, ringraziò i presentatori dall'atto di indirizzo, rammaricandosi del fatto che la norma in questione non fosse ancora stata attuata ad un decennio di distanza;

   l'ordine del giorno n. 9/3072/020, presentato a firma di tutti i gruppi parlamentari e approvato con voto unanime della Camera dei deputati nella seduta del 12 maggio 2021, alla lettera o) del dispositivo recava l'impegno al Governo a consentire in via transitoria la pubblicità non luminosa per conto di terzi anche sui veicoli appartenenti alle organizzazioni non lucrative di utilità sociale (Onlus), alle associazioni di volontariato e alle associazioni sportive dilettantistiche, in conformità alla risoluzione n. 7-00494 approvata all'unanimità dalla IX Commissione il 29 settembre 2020;

   in occasione dell'esame parlamentare dell'atto Camera 3278, la prima firmataria del presente atto ha presentato la proposta emendativa 1.141, con la quale, nelle more dell'attuazione dell'articolo 5, comma 4, della legge n. 120 del 2010, si intendeva consentire a veicoli di Onlus, associazioni di volontariato e associazioni sportive dilettantistiche di esporre pubblicità luminosa per conto terzi;

   il Governo ha espresso un invito al ritiro sulla proposta emendativa, a quanto risulta agli interpellanti, sostenendo, sulla base di un parere formulato dall'Agenzia delle entrate, che la norma avrebbe prodotto nuovi oneri per le finanze pubbliche, affermando inoltre che la stessa attuazione della citata norma della legge n. 120 del 2010 avrebbe generato nuovi oneri finanziari;

   a giudizio degli interpellanti desta perplessità la tesi della presunta onerosità, anche e soprattutto alla luce del fatto che per circa dieci anni, fino al 3 febbraio 2020, è stato consentito de facto l'esposizione di pubblicità non luminosa per conto terzi ai veicoli più volte citati –:

   se l'attuazione dell'articolo 5, comma 4, della legge n. 120 del 2010 produca maggiori oneri per la finanza pubblica e se il Governo intenda fornire una quantificazione dell'eventuale onere finanziario, al fine di consentire la possibilità di un'iniziativa normativa che, recando le necessarie coperture finanziarie, possa finalmente risolvere le criticità esposte in premessa e dare attuazione ad atti di indirizzo approvati unanimemente alla Camera dei deputati.
(2-01381) «Versace, D'Attis, Rosso, Baldelli, Caon, Pentangelo, Siracusano, Sozzani, Bagnasco, Novelli».

(26 novembre 2021)

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della transizione ecologica, per sapere – premesso che:

   i comuni che si affacciano sul lago d'Iseo, in particolare Tavernola Bergamasca, Parzanica, Vigolo e Monte Isola, vivono in una costante situazione d'allarme per il pericolo di una frana del Monte Saresano;

   il Monte Saresano dagli inizi del Novecento è oggetto di escavazione e di sbancamento del versante per estrarre marna da cemento;

   nonostante nei decenni si siano verificati numerosi eventi franosi, l'attività estrattiva è proseguita, con rilevanti conseguenze ambientali e paesaggistiche;

   il continuo e progressivo sgretolamento roccioso è dimostrato dai dati registrati dai sensori presenti nel cementificio Italsacci, del Gruppo Heidelberg Cement, che monitorano il Monte Saresano;

   tali sensori hanno registrato negli anni uno scivolamento quantificabile in 2 o 3 millimetri medi al mese, ma nel febbraio 2021 l'area ha iniziato pericolosamente a cedere, raggiungendo un picco di 2,8 cm/giorno, per poi decrescere, permanendo tuttavia ancora oggi su valori circa doppi del trend storico;

   il fronte instabile è stimato in oltre due milioni di metri cubi di materiale roccioso;

   l'università di Milano-Bicocca ha eseguito uno studio sugli scenari della frana e sulla base di quello studio, il 12 marzo 2021, il primo firmatario del presente atto depositava un'interrogazione al Presidente del Consiglio dei ministri per chiedere di adottare le iniziative di competenza per giungere alla deliberazione dello stato di emergenza di rilievo nazionale;

   il 19 marzo il primo firmatario del presente atto depositava un'interrogazione al Ministro della transizione ecologica per chiedere di verificare la causa delle frane e la possibile correlazione delle stesse con l'attività estrattiva;

   il 19 marzo 2021 il professor Tinti dell'università Alma Mater di Bologna riassumeva i primi risultati dello studio commissionato, consistente in simulazioni delle onde anomale conseguenti alla frana nel ristretto bacino del lago di Iseo, stimate in sette-otto metri di altezza nelle aree di Tavernola e Montisola;

   secondo i calcoli effettuati dall'università di Milano-Bicocca, con la caduta della frana, il materiale roccioso investirebbe oltre la metà del cementificio;

   l'università di Bologna ha calcolato che l'onda anomala generata sommergerebbe l'intero cementificio, trascinando nel lago i materiali (combustibili, additivi, materie secondarie, rifiuti) ivi stoccati;

   come dichiarato dalla stessa Italsacci il 7 aprile 2021, presso il cementificio è depositata una notevole quantità di materiali che, se non rimossi, in caso di frana, finirebbe nel lago, con un probabile enorme danno di natura ambientale;

   nell'ultima settimana del mese di aprile 2021 il cementificio ItalSacci ha effettivamente iniziato a rimuovere dal cementificio alcuni materiali;

   il 4 maggio si apprende dalla stampa che la procura della Repubblica di Bergamo ha aperto un fascicolo a seguito dell'acquisizione di documenti presso il cementificio Italsacci da parte dei carabinieri del Noe di Brescia;

   il 23 aprile 2021 la Sottosegretaria per la transizione ecologica Ilaria Fontana, in risposta a un'interpellanza urgente alla Camera, ha dichiarato «con particolare riguardo alle risorse destinate al dissesto idrogeologico, va osservato che sulla banca dati ReNDiS non compaiano progetti di intervento riguardanti il dissesto in argomento»;

   il 26 maggio è stata approvata alle Commissioni riunite Ambiente e Difesa la risoluzione n. 8/00119 del primo firmatario del presente atto contenente dieci impegni per il Ministro della difesa e il Ministro della transizione ecologica; tra gli impegni si segnalano:

    «5) a verificare, per quanto di competenza (...) le cause degli eventi franosi sul Monte Saresano, la possibile correlazione tra gli eventi franosi e l'attività estrattiva, e se la ripresa dell'attività estrattiva sia compatibile o meno con la presenza della frana in atto (...);

    6) a verificare l'applicabilità alla vicenda esposta in premessa della previsione di cui all'articolo 29 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, in materia di valutazione di impatto ambientale (VIA);

    7) ad adottare iniziative per verificare (...) la sussistenza dell'eventuale minaccia di danno ambientale ai sensi dell'articolo 300 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, per la presenza attuale e futura, tenendo conto che, qualora il cementificio riprendesse le proprie attività, nell'area dello stesso risulterebbero stoccati materiali e sostanze potenzialmente pericolose, ai fini dell'eventuale minaccia citata»;

   la regione Lombardia ha avviato un accordo di collaborazione con le università di Firenze, Milano-Bicocca e Politecnico di Milano per verificare le cause che hanno determinato l'accelerazione della frana e per individuare possibili soluzioni tecnico-progettuali;

   il cementificio citato opera sul Monte Saresano da oltre cento anni: ciononostante il cementifico non è mai stato sottoposto a Valutazione d'impatto ambientale;

   il 7 luglio 2021 la provincia di Bergamo, in risposta a specifica richiesta del primo firmatario del presente atto, dichiarava che «non è possibile sulla base della situazione normativa attuale attivare una procedura di VIA ex post», in quanto l'attività del cementificio Italsacci «è preesistente alla disciplina di recepimento della Direttiva VIA»;

   il 21 ottobre 2021 viene illustrato in videoconferenza agli amministratori e alle istituzioni l'esito dello studio su cause e soluzioni condotto dagli esperti delle università;

   tale relazione, datata 20 ottobre 2021, indica espressamente tra le cause e concause dei fenomeni di instabilità con particolare riferimento alla frana «l'attività di scavo e alleggerimento lungo versante e corpo della paleofrana» e «l'attività di lavorazione dell'impianto (volate e/o altro)». Inoltre, si legge: «la coincidenza fra il flesso della curva illustrata in figura 3-8 e il giorno della chiusura dell'impianto sembra suggerire una possibile correlazione fra la risposta evolutiva del versante e le perturbazioni indotte dalle lavorazioni»;

   ciononostante il 24 novembre 2021 regione Lombardia comunica a Italsacci la possibilità di riprendere l'attività mineraria, attività effettivamente ripresa il 26 novembre –:

   quali iniziative il Ministro interpellato abbia messo in atto per attuare gli impegni n. 5 e 7 contenuti nella risoluzione n. 8/00119;

   se il Ministro interpellato abbia verificato l'applicabilità della previsione di cui all'articolo 29 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, in materia di valutazione di impatto ambientale (VIA) come da impegno n. 6 della risoluzione;

   se il Ministro interpellato sia al corrente dell'esistenza sulla banca dati ReNDiS (Repertorio nazionale per la difesa del suolo) di eventuali progetti di intervento di regione Lombardia riguardanti il dissesto in argomento, anche in vista del finanziamento delle opere di mitigazione della frana anche mediante i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
(2-01382) «Dori, Timbro, Fornaro, Ciagà, Carnevali, Berlinghieri».

(30 novembre 2021)

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