FRONTESPIZIO

RELAZIONE

PROGETTO DI LEGGE
                        Articolo 1
                        Articolo 2
                        Articolo 3

XVIII LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

N. 1840

PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati
CASA, DAVIDE AIELLO, ALAIMO, ANGIOLA, ASCANI, AZZOLINA, BOLOGNA, CATALDI, D'ARRANDO, SABRINA DE CARLO, DEL MONACO, IANARO, LAPIA, LATTANZIO, LOMBARDO, MARIANI, MARZANA, MELICCHIO, NAPPI, NESCI, PENNA, RAFFA, ROMANIELLO, SCERRA, SERRITELLA, SIRAGUSA, SPORTIELLO, TUZI, VILLANI, VIZZINI

Disposizioni per la prevenzione e la cura della nomofobia

Presentata il 9 maggio 2019

  Onorevoli Colleghi! – La nomofobia, il cui nome deriva dal termine «nomophobia» (nomo=no-mobile), indica la paura incontrollata di rimanere «sconnessi» dalla rete della telefonia mobile.
  Il termine è ancora poco diffuso ma il problema che indica è sempre più frequente e rappresenta un fenomeno preoccupante sia in Italia che nella maggior parte dei Paesi industrializzati.
  La paura di restare disconnessi dalla rete affonda le sue radici nella storia attuale che vede ormai da una decina di anni la diffusione massiva di smartphone, dispositivi mobili e social network in tutto il mondo. Tale paura può causare stati di ansia, malessere, irrequietezza e aggressività fino a generare una vera e propria dipendenza patologica poiché non si riesce più a fare a meno di una connessione con internet.
  Secondo David Greenfield, professore di psichiatria all'università del Connecticut, l'attaccamento allo smartphone è molto simile a tutte le altre dipendenze in quanto causa delle interferenze nella produzione della dopamina, il neurotrasmettitore che regola il circuito celebrale della ricompensa: in altre parole, incoraggia le persone a svolgere attività che credono gli daranno piacere. Così ogni volta che vediamo apparire una notifica sul telefono cellulare sale il livello di dopamina, perché pensiamo che ci sia in serbo per noi qualche cosa di nuovo e di interessante. Il problema, però, è che non si può sapere in anticipo se accadrà veramente qualche cosa di bello, così si ha l'impulso di controllare in continuazione il cellulare innescando lo stesso meccanismo che si attiva in un giocatore di azzardo (Greenfield D.N. e Davis R.A., 2002).
  Diversi segnali segnano il confine tra un uso controllato e consapevole e un uso incontrollato della rete della telefonia mobile, sintomo di una vera dipendenza:

   l'uso continuo del telefono cellulare e il trascorrere molto tempo con esso;

   l'avere sempre con sé uno o più dispositivi e il caricabatterie, per evitare di restare con il telefono cellulare scarico;

   il mantenere sempre il credito;

   il vivere stati di ansia e di nervosismo al solo pensiero di perdere il proprio telefono cellulare o quando esso non è disponibile o non utilizzabile;

   il monitoraggio costante dello schermo del telefono cellulare, per vedere se sono stati ricevuti messaggi o chiamate, o della batteria, per controllare se il telefono è scarico;

   il mantenere il telefono cellulare acceso sempre (24 ore al giorno);

   l'andare a dormire con il telefono cellulare o con il tablet;

   l'uso dello smartphone in posti poco adatti.

  La situazione risulta ancora più allarmante per i giovani: da un'indagine del 2017 dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza emerge un quadro veramente preoccupante: 8 adolescenti su 10 hanno questa paura e il 50 per cento riferisce che il solo pensiero che ciò possa accadere lo fa star male e gli fa sperimentare uno stato ansioso. L'uso e l'abuso di internet e dei social media da parte dei minori risulta, quindi, sempre più ossessivo e dipendente dal momento che essi sembrano non avere altri svaghi e distrazioni se non quelli offerti dai luoghi – non luoghi – virtuali e da piattaforme come facebook, instagram e whats app perdendo sempre più interesse per il mondo che li circonda. A questo fenomeno si associa sempre più frequentemente il cosiddetto «vamping», che indica l'abitudine a restare connesso tutta la notte. Infatti è in continuo aumento il numero di adolescenti che restano connessi fino a notte inoltrata per chattare e per postare foto, pensieri e stati di animo.
  Si tratta di ragazzi che alla stregua dei vampiri, da cui deriva appunto il termine, sembrano vivere la propria vita sociale nelle ore notturne, sentendosi poi stanchi, fiacchi e inconcludenti nelle ore diurne, nelle quali dovrebbe svolgersi la loro vera vita adolescenziale, con ripercussioni sulla vita personale, scolastica e lavorativa.
  La presente proposta di legge ha l'obiettivo di prevenire, di curare e di rieducare i soggetti affetti da nomofobia, così come stabilito dall'articolo 1, e sostenerli durante il percorso di rieducazione.
  All'articolo 2 si prevedono linee di orientamento per la prevenzione e per il contrasto nell'ambito sociale e scolastico.

PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.
(Finalità e definizione)

  1. La presente legge ha la finalità di contrastare la nomofobia e le sue manifestazioni prevedendo azioni di carattere preventivo basate sull'attenzione, sulla tutela e sull'educazione degli adulti e dei minori, nonché misure di sostegno e di rieducazione dei soggetti affetti da nomofobia.
  2. Ai fini di cui alla presente legge, per nomofobia si intende l'uso ossessivo dei dispositivi di telefonia mobile e la paura incontrollata di perdere la connessione con la rete internet, che provocano dipendenza e problemi di tipo psico-sociale.

Art. 2.
(Linee guida per la prevenzione e il contrasto della nomofobia nell'ambito sociale e scolastico)

  1. Per l'attuazione delle finalità di cui all'articolo 1, comma 1, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro della salute, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, con proprio decreto adotta linee guida per la prevenzione e il contrasto della nomofobia nell'ambito sociale e scolastico, anche avvalendosi della collaborazione della Polizia postale e delle comunicazioni e degli operatori che forniscono servizi di social networking, e provvede al loro aggiornamento con cadenza biennale.
  2. Le linee guida di cui al comma 1 prevedono:

   a) per quanto concerne l'ambito sociale:

    1) la realizzazione di periodiche campagne informative di prevenzione e di sensibilizzazione sulla nomofobia, avvalendosi dei principali media, nonché degli organi di comunicazione e di stampa e di soggetti privati;

    2) la realizzazione di attività di prevenzione e di sensibilizzazione dirette ai cittadini, che prevedono il coinvolgimento, in particolare, dei servizi socio-educativi, degli operatori sanitari e di rappresentanti della Polizia postale e delle comunicazioni;

    3) l'organizzazione di corsi di formazione, tenuti da esperti in materia di prevenzione e di cura delle dipendenze, in materia di rischi connessi all'uso incontrollato della rete internet e dei social network;

    4) misure di sostegno e di rieducazione dei soggetti affetti da nomofobia a cura dei servizi socio-sanitari;

   b) per quanto concerne l'ambito scolastico:

    1) la promozione, nelle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, in relazione all'età degli alunni e degli studenti, dell'educazione all'uso consapevole della rete internet e dei social network, istituendo percorsi informativi ed educativi e prevedendo azioni di sensibilizzazione sul tema della nomofobia;

    2) la promozione di un ruolo attivo degli alunni e degli studenti, nonché degli ex alunni e degli ex studenti che abbiano già operato all'interno delle istituzioni scolastiche in attività di educazione tra pari, nella prevenzione e nel contrasto della nomofobia nelle scuole;

    3) misure di sostegno e di rieducazione dei minori affetti da nomofobia a cura dei servizi socio-sanitari;

    4) l'organizzazione di corsi sulla dipendenza dalla rete internet e dai social network e l'attivazione di programmi di informazione diretti ai genitori degli alunni e degli studenti, volti a consentire l'individuazione dei comportamenti a rischio dei loro figli.

Art. 3.
(Piano di azione integrato)

  1. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, è istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, un tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto della nomofobia, del quale fanno parte rappresentanti del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, del Ministero della salute, dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, dell'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, del Comitato di applicazione del codice di autoregolamentazione media e minori, del Garante per la protezione dei dati personali, delle associazioni di studenti e dei genitori.
  2. Ai soggetti che partecipano ai lavori del tavolo tecnico di cui al comma 1 non è corrisposto alcun compenso, indennità, gettone di presenza, rimborso delle spese o emolumento comunque denominato.
  3. Il tavolo tecnico di cui al comma 1, coordinato dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, redige, entro sessanta giorni dal suo insediamento, un piano di azione integrato per il contrasto e la prevenzione della nomofobia, nel rispetto delle normativa dell'Unione europea vigente in materia.

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