XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Venerdì 20 gennaio 2023

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


      La Camera,

          premesso che:

              dalle prime direttive scaturite dal Protocollo di Kyoto all'ultimo grande piano recentemente lanciato dall'Unione europea, il cosiddetto «Green Deal europeo», l'Europa ha segnato il ritmo normativo degli Stati membri in relazione alla lotta ai cambiamenti climatici nella sua interezza, con l'intenzione di trasformare l'Unione europea in una società climaticamente neutra, verde ed equa;

              da ultimo, il 14 luglio 2021, la Commissione europea ha presentato un articolato pacchetto di proposte cosiddette «Fit for 55 per cento», quale strumento per il mantenimento degli impegni presi con l'Accordo di Parigi e reso vincolante dalla legge per il clima, finalizzato ad allineare la normativa vigente in materia al nuovo obiettivo di riduzione, entro il 2030, delle emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55 per cento rispetto ai livelli del 1990, nella prospettiva della neutralità climatica entro il 2050;

              le proposte facenti parte del citato pacchetto, strettamente interconnesse e complementari, intervengono in una serie di settori: clima, energia e combustibili, trasporti, uso del suolo e silvicoltura e, tra queste, il punto focale è il riesame della direttiva sul rendimento energetico nell'edilizia (Epbd), con la quale si intende delineare strumenti ad hoc per raggiungere un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050; tali misure si inseriscono in un percorso già avviato e teso a rendere più operativi gli strumenti di pianificazione, i cosiddetti piani nazionali di ristrutturazione degli edifici, precedentemente denominati strategie di ristrutturazione a lungo termine, le cui proposte dovranno essere presentate alla Commissione entro il 30 giugno 2024, per i quali si dispone un rafforzamento del quadro di monitoraggio attraverso l'introduzione di una valutazione dei progetti dei piani da parte della medesima Commissione europea e della facoltà di formulare raccomandazioni agli Stati membri;

              gli edifici sono responsabili del 40 per cento del consumo energetico e del 36 per cento delle emissioni dirette e indirette di gas a effetto serra. Il riscaldamento e il raffrescamento sono da soli responsabili dell'80 per cento dell'energia consumata dalle abitazioni;

              al fine di accelerare i tassi di ristrutturazione degli edifici, ridurre le emissioni di gas a effetto serra e il consumo di energia nonché di promuovere l'adozione di energia rinnovabile del parco immobiliare europeo, il testo, in corso di revisione, della direttiva prevede che, a partire dal 2030, tutti i nuovi edifici nell'Unione europea dovranno essere edifici a zero emissioni, mentre tutti i nuovi edifici pubblici dovranno essere a zero emissioni a partire dal 2027. Le disposizioni vigenti in materia di ristrutturazione saranno integrate dall'introduzione di standard minimi di efficienza a livello dell'Unione europea, al fine di innescare un aumento del tasso di ristrutturazione degli edifici che presentano le peggiori prestazioni, per i quali il rischio di povertà energetica è più elevato e il potenziale di miglioramento dell'efficienza energetica maggiore. Gli edifici non residenziali con un attestato di prestazione energetica di classe G (il più basso) dovranno essere ristrutturati e portati almeno alla classe F entro il 2027 e alla classe E entro il 2030. Gli edifici residenziali con le peggiori prestazioni dovranno raggiungere almeno classe F entro il 2030 e classe E entro il 2033;

              in risposta all'interrogazione n. 3-00102, il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr ha chiarito che il testo modificato dal Consiglio «non contiene alcun divieto o limitazione alla possibilità di vendere o affittare gli edifici non riqualificati; individua i singoli Stati membri e non i singoli proprietari come soggetti obbligati al conseguimento degli obiettivi di riqualificazione; prevede che ogni Stato membro definisca la propria strategia di riqualificazione del patrimonio immobiliare mediante l'adozione dei Piani nazionali di ristrutturazione edilizia, contenenti gli obiettivi nazionali e le indicazioni da questo previste; consente ai singoli Stati di esentare dall'applicazione degli standard minimi determinate tipologie di immobili dall'obbligo di riqualificazione.»;

              la direttiva europea sull'efficienza energetica costituisce un tassello cruciale nel quadro della legislazione europea, preposta a garantire il rispetto degli obiettivi di decarbonizzazione e delle esigenze ambientali dell'Unione europea, aggiornando continuamente i suoi termini nella continua necessità di regolare le performances degli edifici, contenere le emissioni di gas serra, contribuire allo sviluppo dell'efficienza energetica e alla generazione di energia da fonti rinnovabili. Si tratta anche di una delle leve necessarie per attuare la strategia «ondata di ristrutturazioni» (Renovation wave), pubblicata nell'ottobre 2020, mediante misure concrete di regolamentazione, finanziamento e sostegno volte a raddoppiare il tasso annuo di ristrutturazione energetica degli edifici entro il 2030 e a incoraggiare ristrutturazioni profonde per edifici a ridotto o nullo consumo di energia;

              è ampiamente dimostrato che gli interventi di efficientamento energetico sugli edifici consentono una riduzione dei consumi energetici nazionali, alleggerendo la bilancia dei pagamenti sull'acquisto di energia primaria dall'estero con la conseguente riduzione dei costi di approvvigionamento energetico, nonché il miglioramento della sicurezza energetica perseguita dalla Commissione europea con la «Energy Union»;

              è innegabile come i bonus relativi all'edilizia, ed in particolare la misura del superbonus 110 per cento, abbiano svolto un ruolo decisivo nel rilancio del comparto. Negli ultimi due anni, il settore delle costruzioni ha trainato il Pil e l'occupazione. Secondo i dati riportati dall'Associazione nazionale costruttori edili (Ance), più di un terzo dell'aumento del PIL del 2022 è legato alla crescita del settore, che ha creato 230.000 posti di lavoro in due anni;

              nell'ultimo rapporto di ricerca sugli incentivi per una politica industriale di lungo periodo, il Censis dimostra chiaramente i benefici apportati sia in termini di entrate per lo Stato che in termini di crescita dell'occupazione. Il Censis stima che, a fronte di 55 miliardi di euro di investimenti sul patrimonio edilizio, tra agosto 2020 e ottobre 2022, siano stati 79,9 i miliardi di produzione diretta nella filiera delle costruzioni, cui si sommano 36 miliardi di euro di produzione attivata in altri settori del sistema economico connesso alle componenti dell'indotto, per un totale di almeno 115 miliardi di euro. Anche in termini fiscali, non può essere ignorato il contributo portato dagli effetti moltiplicativi del superbonus sul relativo gettito fiscale. Tali valutazioni si aggiungono all'aspetto primario e più rilevante della misura, ossia gli effettivi benefici in termini di efficienza energetica e di sostenibilità ambientale. In base ai dati disponibili, il Censis stima che la spesa di 55 miliardi di euro abbia generato un risparmio di 11.700 Gwh/anno, che corrispondono a 1,1 miliardi di metri cubi di gas, pari al 40 per cento del risparmio energetico che il Piano emergenziale di riduzione dei consumi del settore domestico si prefigge di realizzare nell'autunno-inverno 2022-2023, mentre la riduzione delle emissioni di CO2 dovuta agli interventi con il superbonus è stimabile in 1,4 milioni di tonnellate di mancate emissioni; al riguardo vanno evidenziati gli effetti positivi della misura anche in termini di mobilità sostenibile grazie alla possibilità di installare, come intervento trainato, le colonnine di ricarica di veicoli elettrici che configura un incentivo alla sostituzione dei mezzi di trasporto più inquinanti;

              il superbonus risponde ad un obiettivo strategico, quale quello della transizione ecologica ed energetica, che per sua natura ha una dimensione di lungo periodo e deve necessariamente tendere ad un rinnovato approccio nella politica industriale del Paese. È dunque decisamente poco lungimirante pensare di rimodulare tale strumento sulla base di considerazioni meramente contabili, senza una visione di ampio respiro che tenga conto dell'impatto prodotto sulla spesa pubblica in termini di risorse economiche attivate, di occupazione aggiuntiva, di risparmio energetico assicurato e di gettito fiscale prodotto;

              oltre all'esame dei vari provvedimenti normativi che si sono succeduti nel corso degli anni e di cui si è dato conto, il Parlamento ha svolto un'intensa attività di indirizzo, anche nelle precedenti legislature, in relazione alla materia delle detrazioni fiscali per interventi di recupero edilizio e riqualificazione energetica. Alcuni di tali atti di indirizzo sono peraltro intervenuti nell'ambito del dibattito che ha caratterizzato negli anni la proroga e la stabilizzazione degli incentivi o la loro estensione a specifici ambiti, impegnando il Governo all'adozione di norme in tal senso;

              tra i benefici delle misure per la riqualificazione energetica devono essere altresì considerati anche gli effetti positivi in termini di contenimento della grave crisi economica attraversata dal settore delle costruzioni (nello specifico imprese edili e produttori di materiali), che ha conosciuto un calo degli investimenti negli ultimi anni maggiore del 30 per cento, nonché gli effetti sul rilancio della riqualificazione di cui necessita il parco edilizio esistente (ed in particolare della riqualificazione energetica). Numerose ricerche effettuate hanno portato a stimare in un aumento del 6 per cento l'incremento di prezzo che gli acquirenti sono disponibili a sostenere per un immobile recentemente riqualificato;

              l'Italia vanta, inoltre, una consolidata tradizione industriale in molti settori strettamente correlati all'efficienza energetica (caldaie, motori, inverter, smart grid, edilizia). Le imprese che si occupano di impianti e prodotti attinenti agli interventi di efficientamento energetico sono cresciute sensibilmente negli ultimi anni;

              affrontare il problema dell'inefficienza del patrimonio edilizio dell'Unione europea può essere pertanto un ulteriore stimolo positivo alla crescita: per ogni milione di euro investito nella ristrutturazione energetica degli edifici, vengono creati in media 18 posti di lavoro locali e a lungo termine. Recenti modelli economici dimostrano inoltre che il rinnovamento del parco edilizio europeo con misure di efficienza energetica come l'isolamento termico e/o l'elettrificazione della fornitura di riscaldamento con pompe di calore contribuirà a creare 1,2 milioni di posti di lavoro netti in più e un aumento del Pil dell'1 per cento entro il 2050;

              per l'importante ruolo di stimolo alla crescita e alla ripresa economica del Paese, la stabilizzazione del meccanismo del superbonus e dei bonus edilizi è fortemente condivisa e sostenuta da tutte le realtà produttive e non coinvolte nel settore: dall'industria, all'artigianato, al commercio, alle banche, ai sindacati e alle associazioni ambientaliste;

              è necessario, quindi, stimolare una combinazione efficace di finanziamenti pubblici e investimenti privati al fine di sfruttare il potenziale economico del raggiungimento degli obiettivi fissati a livello europeo, razionalizzando le risorse pubbliche e differenziandole in funzione della diversa efficienza, mediante interventi che premino soluzioni impiantistiche e tecnologiche a nullo impatto ambientale;

              ridurre la domanda di energia, fornire flessibilità e passare a fonti energetiche rinnovabili aumenterebbe il potere d'azione dell'Europa a livello internazionale oltre a ridurre la pressione economica su famiglie e imprese che, oramai da tempo, sopportano gli alti prezzi delle materie prime energetiche in bolletta,

impegna il Governo:

1) a proseguire in sede europea nel sostegno all'individuazione di adeguate misure per il raggiungimento degli obiettivi di ristrutturazione ed efficientamento energetico del parco immobiliare nazionale, anche in vista dell'obiettivo di neutralità climatica al 2050;

2) a promuovere un confronto con gli altri Paesi dell'Unione europea e con la Commissione europea affinché il costo delle ristrutturazioni del patrimonio immobiliare nazionale sia garantito da strumenti finanziari emessi in ambito unionale;

3) ad attivarsi in sede europea con adeguate iniziative affinché, ai fini della prestazione energetica degli edifici, nel calcolo dell'energia primaria, gli Stati membri possano tenere conto delle fonti energetiche rinnovabili fornite, generate e utilizzate in loco, oltre che delle infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici bidirezionali, dei sistemi di demand-response e storage, nonché dei sistemi di controllo e automazione degli edifici e degli effetti positivi sulla capacità di flessibilità dal lato della domanda di energia;

4) ad attivarsi, nell'ambito della propria competenza, per l'adozione di ogni opportuna iniziativa, anche di carattere normativo, volta a promuovere la stabilizzazione della misura di detrazione fiscale per gli interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica degli edifici, mediante l'estensione delle agevolazioni fiscali vigenti e predisponendo meccanismi di premialità per gli interventi caratterizzati da maggiore efficacia in termini di risparmio energetico e di utilizzo di materie prime all'avanguardia e alternative a fonti fossili, e materiali ottenuti da riciclo o di origine vegetale, prevedendo a tal fine anche l'aggiornamento dei criteri ambientali minimi (Cam);

5) ad adottare urgenti iniziative al fine di rendere funzionale e pienamente utilizzabile il meccanismo della cessione del credito, il cui blocco da parte degli intermediari finanziari sta avendo drammatiche conseguenze per le imprese di costruzione;

6) a favorire maggiori investimenti in programmi di riqualificazione di edifici pubblici e di edilizia sociale;

7) ad adottare iniziative volte a istituire un fondo ad hoc per la concessione di finanziamenti, a tasso agevolato, diretti alla realizzazione di interventi di efficientamento energetico;

8) ad adottare iniziative volte a favorire lo sviluppo dell'industria dei prodotti ad alto contenuto tecnologico per l'efficienza energetica, anche attraverso la previsione di specifici crediti di imposta per l'attività di ricerca e sviluppo che preveda la partecipazione di enti di ricerca;

9) ad introdurre strumenti di supporto e incentivazione alle imprese che esportano su mercati internazionali prodotti, sistemi e servizi che favoriscono l'efficienza energetica;

10) a rafforzare le attività di comunicazione sui temi dell'efficienza energetica al fine di migliorare la fruibilità e la trasparenza delle informazioni, anche attraverso l'organizzazione di iniziative mirate a favorire comportamenti energeticamente consapevoli e la predisposizione di linee guida per la definizione di metodologie educative condivise sul risparmio e l'efficienza energetica;

11) a sostenere percorsi di formazione e aggiornamento all'interno della pubblica amministrazione sui temi del risparmio e dell'efficienza energetica, della contabilità energetica e ambientale, al fine di sviluppare competenze utili a conseguire gli obiettivi della transizione energetica e rafforzare le capacità di innovazione del Paese.
(1-00043) «Pavanelli, Ilaria Fontana, Sergio Costa, Cappelletti, Santillo, L'Abbate, Appendino, Todde, Morfino».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta scritta:


      BONELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

          in un'intervista al quotidiano «Il Sole 24Ore» del 15 gennaio 2023, Bradford Lee Smith, presidente della Microsoft, nota multinazionale statunitense del settore dell'informatica, ha annunciato di aver incontrato il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e il direttore dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, Roberto Baldoni;

          nel corso dell'intervista, il signor Smith, a seguito di specifica domanda, avrebbe sottolineato la necessità, qualora la guerra si concluda con una vittoria del popolo ucraino, che venga portato avanti un piano Marshall per l'Ucraina e «anche l'idea di un piano Marshall per la Russia, se perde», aggiungendo che «in fondo nel secolo scorso fu fatto per i Paesi che avevano perso, non per quelli che avevano vinto... Noi Americani abbiamo ricostruito l'Europa occidentale dopo la seconda guerra mondiale e possiamo aiutare a ricostruire di nuovo ora». Un paragone che appare non considerare che, ad esempio, la Germania nazista si arrese senza condizioni dopo essere stata distrutta ed aver visto il suo dittatore morire suicida nel bunker di Berlino;

          secondo quanto si apprende da una nota Ansa del 9 giugno 2022, l'azienda americana a marzo 2022, dopo l'aggressione in Ucraina da parte della Russia, ha annunciato il blocco della sottoscrizione di nuovi contratti e a giugno 2022 la chiusura degli uffici. Microsoft nel marzo 2021 avrebbe concluso una partnership strategica in Russia con la società di telecomunicazioni MTS (il più importante gruppo nel settore delle telecomunicazioni in Russia e CSI) per la fornitura di servizi cloud e internet of things, come annunciato sul sito ufficiale dell'azienda. La Russia, almeno sino all'inizio della guerra di aggressione contro l'Ucraina, rappresentava, come ricordato dal citato articolo di Ansa, circa l'1 per cento dei ricavi dell'azienda e il blocco delle attività riguarda solo nuovi contratti e investimenti nel Paese e non i contratti già in essere, non menzionati nelle comunicazioni ufficiali dell'azienda;

          i contratti in questione, per motivi di concorrenza, non hanno natura pubblica e il loro contenuto è pertanto riservato. Non è quindi possibile escludere, considerando le attività dell'azienda in tutto il mondo, e a differenza di altre aziende che li hanno esclusi, la sussistenza di contratti con il Governo o con agenzie governative russe, di fatto contribuendo al funzionamento delle stesse anche in funzione della guerra contro l'Ucraina –:

          se il Governo sia a conoscenza della possibilità che Microsoft abbia attualmente all'attivo contratti, firmati negli scorsi anni, con il Governo, le forze armate o l'intelligence russi e se eventualmente siano stati chiesti chiarimenti in merito durante gli incontri istituzionali avvenuti;

          se il Governo sia a conoscenza di valutazioni in corso, da parte degli alleati europei e della Nato, in relazione all'ipotetico piano Marshall per la Russia cui il signor Smith ha fatto riferimento nella sua intervista;

          quali iniziative il Governo intenda promuovere in sede europea per l'introduzione di sanzioni verso le aziende che hanno contratti in essere con l'amministrazione russa su temi sensibili e strategici quali ad esempio la cybersecurity.
(4-00308)

AFFARI EUROPEI, SUD, POLITICHE DI COESIONE E PNRR

Interrogazione a risposta scritta:


      SCOTTO e MARI. – Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. – Per sapere – premesso che:

          da anni il sito dell'ex Ilva di Bagnoli è oggetto di dibattito ed interessamento da parte degli attori istituzionali quali comune, regione e Governo per addivenire ad una soluzione in merito alla bonifica del sito e alla sua restituzione alla città come sito privo di agenti inquinanti e dannosi per la salute dei cittadini di Napoli;

          l'area è stata interessata dal «Programma di risanamento ambientale e rigenerazione urbana dell'area di Bagnoli-Coroglio»;

          il programma definisce i criteri per l'individuazione degli interventi necessari alla bonifica, riqualificazione e rigenerazione urbana dell'area del SIN di Bagnoli Coroglio. Il programma prevede la realizzazione delle caratterizzazioni ambientali integrative, il ripristino della balneabilità, la riqualificazione del waterfront e la riconnessione con il tessuto cittadino. Inoltre è prevista la realizzazione di un hub nautico, di un parco urbano, di un parco di quartiere e di parco dello sport, di un hub per la ricerca scientifica a livello internazionale, di un hub culturale e di un distretto agrifood;

          il Governo con decreto del Presidente del Consiglio 30 novembre 2021 in attuazione di provvedimenti emanati nei mesi precedenti, ha proceduto a nominare quale commissario straordinario di Governo il Sindaco di Napoli il Professore Gaetano Manfredi;

          dopo la «bonifica giudiziaria» realizzata dal commissario straordinario di Governo Gaetano Manfredi con la chiusura dei contenziosi con soggetti pubblici che hanno consentito al comune di Napoli di risparmiare 80 milioni di euro, risultano in atto tre procedure di gara per le bonifiche a terra per un totale complessivo di circa 350 milioni di euro che rappresentano il più rilevante programma di bonifica in atto nel nostro Paese, oltre a significative attività di progettazione per il parco urbano, le infrastrutture e la bonifica degli arenili e del mare per un totale di oltre 400 milioni che non risultano ancora finanziati e per i quali vanno reperite le relative risorse;

          la gestione del coordinamento della vicenda inerente alla bonifica dell'area è coordinata da una cabina di regia presieduta dal Ministro interrogato e non risultano – agli interroganti – ad oggi esserci indirizzo in merito all'idea del Governo circa questa fondamentale vicenda;

          in questo momento in cui si parla di rimodulare le risorse del Pnrr questo grande programma di investimento già avviato in maniera rilevante non può non raccogliere le necessità finanziarie per il suo completamento –:

          quali iniziative – per quanto di competenza – intenda intraprendere e quali siano gli indirizzi del Governo in merito al tema della bonifica dell'area di Bagnoli.
(4-00303)

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazione a risposta scritta:


      GIAGONI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

          con la nuova norma europea, inserita nel regolamento di esecuzione Ue 2023/5 della Commissione europea del 3 gennaio 2023 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale comunitaria, l'Unione europea dà ufficialmente il via libera all'immissione sul mercato di quello che in gergo scientifico si chiama «Acheta domesticus», vale a dire il grillo domestico, in polvere parzialmente sgrassata come nuovo alimento;

          tale autorizzazione non è la prima che viene rilasciata dall'Unione europea per ciò che attiene la commercializzazione degli insetti e derivati;

          già il 4 maggio 2021 la Commissione dell'Unione europea, infatti, ha dato il via libera alla commercializzazione del primo insetto come alimento, la larva gialla della farina (nome scientifico Tenebrio molitor), che tuttora può essere servito sulle tavole degli europei sotto forma di snack, oppure di farina;

          dopo tale decisione è stata la volta della locustra migratoria e del grillo domestico;

          nonostante queste decisioni, che parrebbero andare verso una precisa direzione, il cosiddetto «casu marzu» prodotto in Sardegna per l'Unione europea è ad oggi ancora ritenuto illegale;

          il «casu marzu» è uno dei prodotti tipici sardi, caratterizzato dal suo particolare processo di formazione, trattasi di formaggio pecorino sardo o meglio caprino colonizzato dalle larve della mosca del formaggio che per tale motivo è conosciuta come mosca casearia (Piophila casei), che dà origine a quello che viene definito: formaggio sardo con vermi;

          in base alle disposizioni previste dalla legge 283 del 1962, articolo 5, in base al pacchetto igiene e ai regolamenti dell'Unione europea CE nn. 852, 853, 854 e 882 del 2004 e n. 2073 del 2005 del «casu marzu» è considerata illegale sia la produzione che la vendita;

          nel tempo sono stati tanti gli sforzi ad opera della regione autonoma della Sardegna al fine di tutelare il «casu marzu» facendo leva sulla storicità e tipicità del prodotto e collaborando persino con la facoltà di Veterinaria dell'Università di Sassari per trovare sistemi di produzione che ne garantiscano adeguate condizioni igieniche;

          nel 2005, addirittura, alcuni allevatori sardi hanno fattivamente collaborato con la succitata facoltà di Veterinaria dell'Università di Sassari, al fine di poter produrre questo formaggio legalmente e con le adeguate garanzie igieniche, incaricando l'istituto di entomologia agraria di Sassari per la realizzazione di un allevamento di Piophila casei in ambiente controllato;

          la ferma consapevolezza della specificità e storicità di tale produzione ha portato la regione Sardegna ad inserirlo quale prodotto tipico da proteggere all'interno della banca dati dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, e a far richiesta all'Unione europea del marchio Dop per tutelarne la denominazione d'origine e salvaguardarlo dalla pirateria alimentare;

          tutti sforzi che però ad oggi, nonostante la recente tendenza dell'Unione europea ad aprirsi a nuovi orizzonti culinari ivi compresa l'entomofagia, non sono stati ripagati –:

          se e quali iniziative di competenza intenda intraprendere al fine di consentire la produzione e la commercializzazione di questo prodotto tipico sardo ad opera dell'UE attraverso l'adozione di metodologie volte a garantire le norme igieniche adeguate durante la produzione.
(4-00306)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta scritta:


      TRAVERSI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

          il 12 maggio del 2021 la Commissione europea ha adottato il piano d'azione dell'Ue al 2030 «Verso inquinamento zero per aria, acqua e suolo», un nuovo importante tassello del programma del Green deal europeo. Secondo il rapporto dell'Agenzia europea dell'ambiente (Aea), «L'inquinamento acustico in Europa – 2020», pubblicato nell'aprile 2020, il 20 per cento della popolazione europea, pari a oltre 100 milioni di persone, è esposto a lungo termine a livelli di rumore nocivi per la salute;

          la direttiva 2002/49/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale impone agli Stati il monitoraggio dei grandi centri urbani e dei grandi poli industriali. Ma tale direttiva non fornisce indicazioni in materia di regolamentazione delle emissioni acustiche degli autodromi, la quale viene lasciata alle normative nazionali;

          l'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 3 aprile 2001, n. 304, fissa i limiti delle emissioni acustiche consentite agli autodromi, ma prevede, nel medesimo articolo, deroghe temporali illimitate per gli autodromi che ospitano gare internazionali;

          la regione Toscana ha adottato la legge regionale 3 gennaio 2020, n. 2, con la quale ha concesso un periodo derogatorio di 280 giorni l'anno all'autodromo del Mugello. Nel marzo 2020 il Governo ha impugnato la legge regionale rilevando aspetti di illegittimità costituzionale con riferimento all'articolo 3, commi 2, 3 e 4, per contrasto con gli articoli 117, secondo comma, lettera s), e terzo comma della Costituzione, con riferimento alla tutela della salute, giudizio poi conclusosi per cessazione della materia del contendere a seguito dell'abrogazione da parte della regione della normativa censurata;

          a causa dell'inquinamento acustico, analoghe criticità a quelle menzionate per l'autodromo Mugello hanno coinvolto l'autodromo di Modena e l'autodromo di Imola;

          gli Stati devono garantire il rispetto del diritto alla salute dei cittadini europei ai sensi degli articoli 191, 192 e 193 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea e sono tenuti a definire piani d'azione per affrontare i problemi derivanti dall'inquinamento acustico –:

          se i Ministri interrogati non ritengano opportuno avviare iniziative normative di modifica del decreto del Presidente della Repubblica 3 aprile 2001, n. 304 in materia di emissioni sonore prodotte nello svolgimento delle attività motoristiche, al fine di assicurare la tutela della salute dei cittadini, in linea con le direttive comunitarie;

          se i Ministri interrogati intendano adottare iniziative normative di competenza volte a prevedere l'opportuno coinvolgimento dei cittadini residenti nell'ambito dei procedimenti istruttori riguardanti le eventuali richieste di derogare ai limiti di cui all'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica n. 304 del 2001;

          se i Ministri interrogati alla luce delle criticità sopra menzionate, non ritengano opportuno avviare iniziative normative di competenza che limitino il ricorso alle deroghe attualmente concedibili nonché migliorino i sistemi di monitoraggio e di misurazione delle emissioni, assicurando la tutela della salute dei cittadini, garantita dalla Costituzione italiana.
(4-00310)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:


      LAI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

          in Sardegna il sistema carcerario soffre di una particolare condizione di carenza di personale, in particolare mancano le figure apicali e di riferimento: su dieci strutture solo tre dispongono di un direttore, mentre per le altre sette è prevista la cosiddetta «direzione a scavalco» con altri istituti penitenziari;

          la casa circondariale «Giovanni Bacchiddu» di Sassari, a Bancali, un carcere appartenente al circuito di alta sicurezza e con reparti destinati a detenuti sottoposti al regime di cui all'articolo 41-bis della legge sull'ordinamento penitenziario, si trova in serie condizioni di carenza di personale: il direttore è stato recentemente sostituito, ma con una soluzione ancora provvisoria, manca un comandante della polizia penitenziaria, inoltre, su cinque funzionari previsti dalla pianta organica ad oggi non ne risulta nessuno assegnato; su ventinove ispettori di polizia penitenziaria ne sono presenti solo cinque, su quaranta sovrintendenti previsti solo ne risultano in servizio solo quattro;

          è noto che nell'istituto penitenziario in questione un detenuto sottoposto al 41-bis ha scelto lo sciopero della fame come forma estrema di protesta; la situazione relativa all'assistenza sanitaria è già decisamente precaria e l'attenzione anche mediatica su questa vicenda rischia di generare una pressione e un aumento del rischio in merito alla sicurezza per il personale e per i detenuti, nonché per le comunità del territorio;

          si apprende, inoltre che sarebbe stato disposto il trasferimento al carcere di Bancali di un detenuto con problemi di salute mentale e violento, che è già stato nello stesso carcere in passato, la cui difficile gestione sarebbe sfociata anche in atti di violenza nei confronti del personale penitenziario e di quello sanitario –:

          se il Ministro interrogato non ritenga opportuno verificare se la notizia del trasferimento di cui in premessa corrisponda al vero, e, in caso, se ritenga tale ricollocamento congruo ed opportuno, considerato il particolare stato di tensione già presente, e soprattutto la grave carenza di personale di cui soffre il Bacchiddu, nonché, dunque, quali iniziative urgenti intenda adottare al fine di colmare al più presto tali carenze.
(4-00305)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazioni a risposta scritta:


      LOVECCHIO, PELLEGRINI e GIULIANO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

          in data 9 maggio 2003 il comune della provincia di Foggia, Pietramontecorvino e la ditta Voreas srl, subentrata alla MF Power srl, stipulavano una convenzione avente ad oggetto la realizzazione eolico di proprietà della MF Power srl su aree di proprietà comunale e/o di privati, di una «centrale eolica comunale», il pagamento di un contributo annuo proporzionale all'energia venduta secondo le modalità di calcolo previste dall'articolo 11 e la costruzione di una «centrale eolica comunale» del comune di Pietramontecorvino costituita da 4 aerogeneratori da scindere dal parco eolico realizzato dalla ditta;

          in proposito l'articolo 12 della convenzione riporterebbe che la ditta «al nono anno di esercizio commerciale trasferirà a titolo gratuito la proprietà dei soli 4 aerogeneratori costituenti la Centrale eolica comunale, al comune di Pietramontecorvino il quale continuerà a proprio rischio e spese nella gestione della stessa»;

          in data 1° gennaio 2017, maturato il termine del nono anno di esercizio commerciale, la Voreas, rifiutatasi di provvedere al trasferimento in questione, avrebbe sospeso il pagamento delle royalties, quantificabili fino a tale momento in circa 400mila euro all'anno, creando, un notevole ammanco all'erario comunale;

          in data 13 aprile 2021, a seguito di ripetuti solleciti, il comune di Pietramontecorvino avviava un'azione giudiziaria presso il Tar Puglia Bari al fine di ottenere il trasferimento coattivo dei 4 aerogeneratori costituenti la centrale eolica comunale, la condanna della ditta al pagamento dell'equivalente monetario dell'energia prodotta dalla centrale eolica comunale, che per il periodo dal 19 dicembre 2016 al 28 febbraio 2021 ammontava ad euro 4.813.131, oltre all'equivalente dell'energia prodotta fino al momento dell'effettivo trasferimento al comune della centrale eolica comunale;

          il comma 953 dell'articolo 1 della legge del 30 dicembre 2018, n. 145 ha espressamente affermato la validità di tali accordi come rivisti alla luce del decreto del Ministro dello sviluppo economico 10 settembre 2010, soprattutto per quanto attiene gli aspetti patrimoniali ivi pattuiti, e la Corte costituzionale ho confermato la legittimità costituzionale di tale previsione (sentenza n. 46 del 2021);

          il mancato incasso degli introiti derivanti sia dalla produzione di energia elettrica da parte della centrale eolica comunale, sia dalla sospensione dei pagamenti delle royalties, inciderebbe notevolmente sul bilancio del comune, compromettendo non solo in termini di cassa lo stesso, esponendolo a possibili dissesti ma pregiudicando i programmi di modernizzazione dell'amministrazione diretti all'efficientamento energetico –:

          se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative, per quanto di competenza, intendano adottare ai fini della piena efficacia delle linee guida per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili di cui al decreto del Ministro dello sviluppo economico 10 settembre 2010, con particolar riferimenti ai criteri di fissazione delle misure compensative, anche al fine di scongiurare il rischio di dissesto finanziario del comune di Pietramontecorvino, la cui stabilità in termini di cassa si ritiene compromessa a causa del contenzioso in corso sulla centrale eolica comunale.
(4-00302)


      PRETTO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

          il costo dell'energia sarà, anche nel 2023, un fattore produttivo determinante per la tenuta e la crescita economica del paese;

          diversi sono stati già gli impegni dello Stato per calmierare i prezzi a favore delle imprese energivore: il cosiddetto «Decreto Sostegni-ter» (decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4) ha introdotto un credito d'imposta pari al 20 per cento delle spese sostenute per i costi energetici effettivi nell'anno 2022, misura confermata con il cosiddetto «Decreto Energia» (decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17) e ampliata al 25 per cento con il cosiddetto decreto Ucraina-bis (decreto-legge 21 marzo 2022, n. 21). Come noto, inoltre, anche la recente legge di bilancio 2023 (legge 29 dicembre 2022, n. 197) è intervenuta nella direzione delineata dai precedenti decreti;

          nonostante il profuso impegno in ambito normativo e fiscale, sono però diverse le realtà che risultano estromesse dalle agevolazioni e dai benefici previsti. È questo il caso delle società, anche a partecipazione pubblica, che compiono attività ausiliarie, ma essenziali, a favore di imprese «energivore» o «gasivore» di un determinato distretto produttivo: ad esempio si tengano in considerazione quelle operanti nel settore della depurazione delle acque che svolgono, per conto di imprese private di concia delle pelli, la fase finale del ciclo di produzione propria delle società identificate con il codice NACE 1511 (preparazione e concia del cuoio);

          molte di queste aziende, caratterizzate da un forte consumo energetico, partecipano a diversi cicli produttivi assumendo un ruolo di fondamentale importanza per numerose imprese dell'intero territorio nazionale, con grande concentrazione nell'Italia Centro-Settentrionale, in assenza delle quali diverse realtà produttive si troverebbero in una grave situazione di precarietà ed incertezza –:

          se i Ministri interrogati, per quanto di competenza, intendano adottare eventuali iniziative normative risolutive delle problematiche di cui in premessa, estendendo i benefici relativi al riconoscimento di un credito d'imposta, per i costi energetici sostenuti, anche a favore delle società o dei consorzi, il cui capitale sociale o fondo patrimoniale risulta anche in tutto o in parte detenuto da enti pubblici, operanti in distretti produttivi che svolgono servizi essenziali a favore di imprese ivi inserite.
(4-00307)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:


      GHIRRA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

          il comma 6-quinquies dell'articolo 4 del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, convertito con modificazioni dalla legge 14 giugno 2019, n. 55, prevede la nomina di un commissario straordinario «al fine di procedere celermente alla realizzazione delle opere di infrastrutturazione viaria della regione Sardegna» da nominarsi con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sentito il Ministro dell'economia delle finanze, d'intesa con il Presidente della Giunta regionale della regione Sardegna, da adottarsi entro il 30 giugno 2020;

          con note protocollo n. 1359 del 21 aprile 2021, n. 18501 del 27 maggio 2021 e n. 2216 del 24 giugno 2021, la regione Sardegna ha segnalato la necessità di provvedere celermente alla nomina del commissario straordinario per accelerare la realizzazione delle opere relative alla rete viaria della Sardegna, individuandolo nella persona del Presidente della medesima regione o di una figura tecnica nell'ambito dell'organico dell'amministrazione regionale;

          con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 22 novembre 2021 sono stati individuati gli interventi infrastrutturali relativi alla rete viaria stradale della regione Sardegna oggetto di commissariamento e nominato il Presidente della regione Sardegna pro tempore quale commissario straordinario;

          l'incarico decorre dal 22 novembre 2021, data del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, e termina alla consegna degli interventi finanziati al soggetto gestore in via ordinaria, ma il commissario può altresì assumere direttamente le funzioni di stazione appaltante;

          entro 6 mesi dal conferimento dell'incarico il commissario è tenuto a comunicare al Dipartimento generale per le strade e le autostrade il cronoprogramma delle attività per gli interventi finanziati, i progetti approvati, il relativo quadro economico, il cronoprogramma dei lavori e il relativo stato di avanzamento, segnalando semestralmente anomalie e significativi scostamenti rispetto ai termini fissati nel cronoprogramma;

          in virtù del combinato normativo, il commissario straordinario sovraintende ai più rilevanti e urgenti interventi infrastrutturali della rete viaria sarda, tra cui ad esempio il completamento del tratto Sassari Olbia della SS 131, l'adeguamento della SS 554, l'eliminazione degli incroci a raso della SS 130 nel tratto da Cagliari a Decimomannu, il completamento della SS 291 nel tratto Alghero-Olmedo e Olmedo-aeroporto, la connessione tra la SS195 e la SS130, il nuovo collegamento dell'istmo terrestre con Sant'Antioco, la nuova Olbia-Palau, il tratto della SS 125 tra Tertenia e San Priamo, per un finanziamento complessivo disponibile di 1.100.183.992 euro;

          da notizie di stampa emerge che, in oltre un anno di commissariamento, nessuna delle opere commissariate sia stata completata, ma al contrario le progettazioni e le procedure in corso avanzano con maggiori ritardi; non risultano atti, delibere o iniziative assunte dal commissario per superare la grave situazione in cui versa la rete stradale sarda; le procedure e le progettazioni risultanti fortemente rallentate a causa del trasferimento di competenze dall'Anas al commissario, poiché questo a quanto consta all'interrogante non ha ancora individuato la struttura tecnica commissariale né indicato come intenda procedere;

          si rileva che è stato costituito il Polo di business infrastrutture, di cui fanno parte le società Rete ferroviaria italiana, Anas, Italferr e Ferrovie del Sud-Est, con Rfi Capogruppo di settore, determinante per realizzare opere stradali e ferroviarie accessibili, integrate, resilienti e interconnesse, che comprende i servizi di ingegneria per accelerare gli investimenti –:

          se il Governo non intenda revocare il commissariamento o, in alternativa, come intenda intervenire affinché il commissario straordinario adempia ai suoi compiti;

          come intenda intervenire perché le opere finanziate siano celermente completate;

          se non ritenga utile assegnare il completamento dell'esecuzione delle opere al Polo di business infrastrutture.
(5-00264)

INTERNO

Interrogazione a risposta scritta:


      STEFANI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro per la pubblica amministrazione. – Per sapere – premesso che:

          nel nostro ordinamento giuridico-amministrativo è obbligatorio negli enti locali la figura del Segretario comunale, il quale svolge una funzione centrale ed essenziale per una corretta gestione delle attività dell'ente;

          il Segretario comunale è una figura tecnico-professionale i cui compiti sono specificamente espressi dalla legge e la sua azione deve essere di supporto tecnico e collaborazione professionale rispetto agli atti che il comune adotta o intende adottare, nella funzione di verifica del parametro di conformità dell'azione dell'ente locale alla legge, nonché in particolare al rispetto dei vincoli, anche finanziari, da questa disposti;

          tale ruolo, fondamentale in un contesto ordinario, diviene ad oggi insostituibile dal momento che i comuni sono chiamati a cooperare con lo Stato per attuare il PNRR;

          è noto da oltre un decennio il grave problema della carenza di Segretari comunali e provinciali sul territorio italiano;

          la mancanza di queste figure comporta gravi rallentamenti dei tempi, delle procedure e delle attività necessarie, per assicurare il buon andamento delle amministrazioni locali. Senza queste figure, si va ad intaccare l'efficienza dell'ente comunale, rallentando la ripresa del Paese;

          la modestissima e lenta immissione di Segretari, i numerosi pensionamenti degli ultimi anni, la mancanza di fondi nei piccoli municipi, oltre alle mobilità in uscita di Segretari comunali in servizio verso altre amministrazioni che il sempre più complicato quadro ordinamentale comporta, ha determinato una carenza assolutamente drammatica di Segretari in quasi tutte le regioni italiane e, in modo particolare, in quelle del Centro Nord;

          soltanto 2.168 amministrazioni su un totale di 7.904 risultano coperte da un Segretario titolare. Le maggiori criticità, in termini di carenza di organico, si rilevano nelle sedi comunali di fascia C, ovvero fino a 3 mila abitanti: su 2.422 sedi di segreteria ne risultano coperte con un titolare soltanto 207. Si tratta di una scopertura pari al 91,4 per cento del totale;

          in particolare nella provincia di Padova più della metà dei comuni non ha un Segretario comunale assegnato all'ente, ma lo condivide con altri municipi limitrofi, fino ad arrivare a casi limite in cui un unico dirigente deve coprire ben sette amministrazioni comunali;

          una situazione che si è ancora più aggravata dopo che il 31 dicembre 2022 sono scadute alcune proroghe concesse dall'albo dei Segretari comunali, l'ente gestito dal Ministero dell'interno che si occupa dell'accesso alla carriera, dove i sindaci possono attingere per una figura che rappresenta l'apice della macchina amministrativa di un comune;

          nell'ultimo bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 è stata inserita una disposizione che consente di destinare le risorse del Fondo assunzioni PNRR (decreto-legge n. 152 del 2021) da 30 milioni di euro annui fino al 2026, già destinato ai comuni attuatori di progetti del Piano con popolazione fino a 5 mila abitanti, per assunzioni a tempo determinato di personale non dirigenziale, anche per sostenere gli oneri relativi al trattamento economico dei Segretari comunali –:

          quali ulteriori iniziative il Governo intenda adottare, al fine di velocizzare e monitorare le procedure di reclutamento dei Segretari comunali, garantendo così la copertura delle sedi vacanti, in particolar modo nei piccoli comuni.
(4-00312)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta scritta:


      ORRICO. — Al Ministro dell'istruzione e del merito, al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. — Per sapere – premesso che:

          nelle scuole superiori del comune di Cividale del Friuli è stato distribuito un opuscolo promosso dalla locale amministrazione e dalla regione Friuli Venezia Giulia dal titolo «Prevenire le aggressioni, combattere la violenza»;

          tale opuscolo avrebbe dovuto informare i giovani studenti sui rischi di aggressioni e sugli abusi di natura sessuale in modo da prevenirli;

          nella sopracitata pubblicazione, invece, molte delle raccomandazioni presenti sono focalizzate sugli atteggiamenti che le donne dovrebbero rispettare nei luoghi pubblici, come ad esempio non indossare abiti vistosi, gioielli o non sorridere e non guardare sconosciuti, lasciando intendere che alla base delle aggressioni e delle molestie ci sia il modo di comportarsi delle vittime ledendone la loro libertà e ribaltando su di esse la responsabilità;

          l'opuscolo è, secondo quanto riportato dagli organi di stampa, in distribuzione già da tre anni;

          i contenuti della pubblicazione hanno determinato le legittime proteste degli organi e dei movimenti studenteschi del territorio –:

          quali iniziative di competenza intendano intraprendere i Ministri interrogati per verificare se i contenuti dell'opuscolo «Prevenire le aggressioni, combattere la violenza» non siano marcatamente sessisti, retaggio di una cultura maschilista e patriarcale che intende limitare la libertà di espressione delle donne e se gli stessi non ritengano opportuno adottare iniziative di competenza volte ad un ritiro della edizione attuale e ad una rimodulazione della stessa.
(4-00301)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta scritta:


      VIETRI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

          con interpello del 15 gennaio 2020, le associazioni di categoria sottoponevano al Ministero interrogato la tematica dell'assoggettabilità contributiva degli importi erogati agli agenti mandatari Siae dai propri committenti/mandanti a titolo di «diritto d'autore»;

          i mandatari sono iscritti alla «Gestione separata» dell'Inps, trattandosi di lavoratori autonomi per i quali non vige né l'obbligo di inserimento in specifici albi professionali, né l'obbligo di versare contributi presso Enti previdenziali privati;

          come si legge nell'interpello, con particolare riguardo ai citati mandatari, la Siae «è solita sottoscrivere specifici contratti di mandato con rappresentanza con soggetti cui viene attribuita, in tutto e per tutto, la gestione di una determinata circoscrizione territoriale della stessa Siae, di modo che essi personificano, sotto ogni profilo, l'Ente in commento», riconoscendo ai propri mandatari una pluralità di emolumenti in denaro;

          gli importi a titolo di «diritto d'autore» sono corrisposti unicamente a fronte della stipula da parte dei mandatari, che agiscono «in prima persona» e con potere di rappresentanza, di specifici contratti con coloro che intendono utilizzare l'altrui «diritto d'autore»;

          per effetto di tali contratti i mandatari partecipano allo sfruttamento economico dell'altrui «diritto d'autore» alla pari della Siae, tant'è che sia i mandatari sia la mandante percepiscono un unico compenso per la stipula del contratto, poi ripartito internamente, in diversa misura percentuale;

          il «compenso per diritto d'autore» è, pertanto, un importo destinato non a remunerare un'attività lavorativa in senso stretto, bensì espressione dello sfruttamento del diritto d'autore da parte di un soggetto diverso dall'autore medesimo; motivo per cui tale importo dovrebbe essere escluso dalla base imponibile a fini contributivi;

          tale conclusione, peraltro, è stata condivisa dall'Inps con i messaggi n. 14712 del 2013 e n. 19435 del 2013, riconoscendo la non imponibilità, a fini contributivi, degli importi percepiti a titolo di sfruttamento del «diritto d'autore» da parte di lavoratori terzi non iscritti al «Fondo LPS», ovvero ad «Albi» e «Casse Professionali»;

          l'esclusione degli importi riconosciuti a titolo di «diritto d'autore» dal reddito imponibile a fini previdenziali ex articolo 2, comma 26, legge n. 335 del 1995 sembrerebbe ricavarsi dalla stessa normativa fiscale, che delimita la nozione di redditi da lavoro autonomo, laddove distingue nettamente la fattispecie dello sfruttamento del «diritto d'autore» da parte del medesimo autore (articolo 53, comma 2, lettera b), decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986), da quella in cui lo sfruttamento, come nel caso in esame, avviene ad opera di soggetto terzo o, comunque, da un soggetto diverso dall'autore dell'opera dell'ingegno (articolo 67, comma 1, lettera g), decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986);

          alla luce di tali considerazioni, il «compenso per diritto d'autore» non dovrebbe concorrere, come invece oggi accade, alla formazione del reddito professionale e, pertanto, non dovrebbe integrare la base imponibile di cui al citato articolo 2, comma 26, legge n. 335 del 1995 –:

          quali siano gli intendimenti del Governo in merito a quanto esposto in premessa, con particolare riguardo all'esenzione contributiva degli importi erogati agli agenti mandatari Siae dai propri committenti/mandanti a titolo di «diritto d'autore».
(4-00299)

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


      VIETRI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

          la Conferenza dei sindaci della Costa d'Amalfi ha lanciato un vero e proprio allarme per la situazione in cui versa l'Ospedale «Costa d'Amalfi» sito nella frazione Castiglione del Comune di Ravello (Sa);

          con una missiva al Direttore generale dell'Azienda ospedaliera universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona di Salerno, i sindaci dell'intero comprensorio costiero hanno chiesto interventi più urgenti per l'efficientamento del presidio ospedaliero, con un immediato potenziamento di personale e reparti;

          in particolare, come si legge nella missiva, a fronte delle perduranti criticità che compromettono la piena funzionalità dell'ospedale «Costa d'Amalfi», si chiede di intervenire tempestivamente sulla stabilizzazione dei «servizi del Pronto Soccorso e della Cardiologia, di gran lunga i più attivi e utilizzati sia nei periodi ordinari che nelle stagioni turistiche, attraverso la nomina di due responsabili UOS (uno per ciascun servizio), in analogia con le strutture degli altri presidi ospedalieri dell'Azienda ospedaliera universitaria di Salerno»;

          altra nota dolente, che accomuna purtroppo molti presidi ospedalieri, è la carenza di organico: «per il Pronto Soccorso l'assegnazione di almeno 1 unità medica anche a rotazione, come previsto dalla normativa per i plessi in zona disagiata e come già avviene per i rianimatori; per la Cardiologia l'affiancamento al nominando responsabile una turnazione coperta dai giovani cardiologi di recente assunzione (già resisi disponibili), eventualmente da retribuire in ALPI, nelle more di un bando di concorso pubblico per l'assunzione di cardiologi e medici d'urgenza per il presidio ospedaliero Costa d'Amalfi, in modo da garantire la continuità di un servizio precipuamente richiesto dall'utenza»;

          come si apprende da fonti di stampa, l'erogazione a singhiozzo dei servizi ambulatoriali di cardiologia era iniziata già nella scorsa primavera, con reclami da parte dell'utenza, in maggioranza cardiopatica, costretta, in molti casi, a differire prestazioni per le quali aveva già provveduto a versare il ticket;

          infine, i sindaci hanno chiesto l'attuazione «del vigente Piano Ospedaliero Regionale con l'attivazione di almeno 4 dei venti posti-letto previsti, con l'istituzione di un OBI (Osservazione Breve Intensiva), anche in considerazione degli spazi fisici disponibili», già presente presso il presidio ospedaliero di Mercato San Severino, del presidio ospedaliero Ruggi di Salerno e a breve termine anche del presidio ospedaliero di Cava De' Tirreni;

          finora il personale medico in servizio, seppure ridotto, è riuscito a fronteggiare tutti gli accessi, ma il rischio che si presenti una situazione di emergenza difficilmente contrastabile è sempre molto alto, in considerazione della presenza elevata di turisti in Costiera amalfitana;

          il presidio ospedaliero «Costa d'Amalfi», che sorge in posizione strategica, nel comune di Ravello, serve, infatti, un territorio che si estende per circa 50 chilometri lineari, ad alto rischio idrogeologico, caratterizzato da una viabilità difficile, che rende altrettanto difficile i soccorsi, motivo per cui è stato qualificato nel Piano Ospedaliero Regionale attuale come «Ospedale in zona particolarmente disagiata», ai sensi del decreto ministeriale 70 del 2015;

          tutte le citate criticità, a oggi rimaste irrisolte, rendono il diritto alla salute non sempre adeguatamente garantito ai cittadini –:

          considerata la gravità dei fatti esposti in premessa, se e quali urgenti iniziative di competenza il Governo intenda assumere in merito, al fine di ripristinare la piena funzionalità dell'Ospedale «Costa d'Amalfi» dell'A.O.U. di Salerno, sito nella frazione di Castiglione del comune di Ravello (Sa).
(5-00263)

Interrogazioni a risposta scritta:


      DEBORAH BERGAMINI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

          da circa due mesi l'elisuperficie posta sull'ospedale di Portoferraio, sull'Isola d'Elba, non è agibile a causa di un guasto tecnico dell'ascensore di collegamento che garantisce l'accesso delle lettighe, alla stessa;

          i ritardi nel ripristino della funzionalità della piazzola dell'elisoccorso sarebbe da imputare a difficoltà di reperimento dei materiali necessari alla riparazione delle strutture danneggiate;

          lavori di manutenzione della piattaforma dell'elisoccorso sono stati eseguiti nell'aprile 2022 e da notizie stampa si apprende che nei sotterranei dell'ospedale è stato necessario l'intervento di tecnici a causa di crepe ai solai del seminterrato;

          il servizio dell'elisoccorso e, di conseguenza, la fruibilità dell'elisuperficie, sono fondamentali per la gestione dell'emergenza dell'Isola d'Elba e, a opinione dell'interrogante, appare inconcepibile il ritardo nel ripristino di un servizio così importante;

          ad oggi, a causa della non disponibilità dell'elisuperficie dell'ospedale di Portoferraio, l'elicottero Pegaso utilizzato per il trasferimento dei malati atterra dalle ore 8 alle ore 17 in località La Pila, nel comune di Campo nell'Elba e in orario notturno, presso il campo sportivo del Carburo nel comune di Portoferraio –:

          se il Ministro interrogato, per quanto di competenza, ritenga di dover adottare iniziative al fine di verificare la situazione affinché la qualità del servizio sanitario d'emergenza sia garantito ai cittadini dell'Isola d'Elba.
(4-00300)


      TRAVERSI. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

          nel comune di Genova è stata avviata una procedura di evidenza pubblica finalizzata alla realizzazione di un nuovo forno crematorio nel cimitero monumentale di Staglieno che si aggiungerebbe a quello esistente a pochissima distanza sempre all'interno dello stesso cimitero;

          le emissioni di tali tipologie di impianti sono regolamentate dall'Autorizzazione unica ambientale (Aua) e sono soggette alle prescrizioni in materia di emissioni gassose in atmosfera (parte V del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modificazioni e integrazioni);

          il decreto del Presidente della Repubblica n. 285 del 1990, recante «Approvazione del regolamento di polizia mortuaria» stabilisce (all'articolo 78) che i crematori siano costruiti entro i recinti dei cimiteri e che il progetto di costruzione debba essere corredato da una relazione nella quale vengano illustrate le caratteristiche ambientali del sito, le caratteristiche tecnico-sanitarie dell'impianto e i sistemi di tutela dell'aria dagli inquinamenti;

          la legge n. 130 del 2001, recante «Disposizioni in materia di cremazione e dispersione delle ceneri» prevedeva l'emanazione di uno specifico provvedimento interministeriale in materia (Ministero della salute di concerto con il Ministero dell'ambiente), non ancora pubblicato. Tale provvedimento avrebbe dovuto definire le norme tecniche per la realizzazione dei crematori, a proposito dei limiti di emissione, agli impianti e agli ambienti tecnologici, nonché ai materiali per la costruzione delle bare per la cremazione;

          le regioni, ai sensi dell'articolo 6 della citata legge n. 130 del 2001, avrebbero dovuto elaborare «piani regionali di coordinamento per la realizzazione dei crematori da parte dei comuni, anche in associazione tra essi, tenendo conto della popolazione residente, dell'indice di mortalità e dei dati statistici sulla scelta crematoria da parte dei cittadini di ciascun territorio comunale, prevedendo, di norma, la realizzazione di almeno un crematorio per regione»; ad oggi, la regione Liguria è sprovvista di tale piano;

          recentemente il Consiglio di Stato nella sentenza n. 14 del 3 gennaio 2022 che ha affermato che i forni crematori sono parificati, in termini impiantistici, agli inceneritori e sono comunque industrie insalubri di prima classe, quindi i sindaci possono intervenire con propri provvedimenti, oppure anche le regioni/province in sede di Aua, per colmare le lacune normative sopra evidenziate (e confermate dalla sentenza) a tutela della salute pubblica e dell'ambiente;

          il quadro sopra riportato rende la tutela della salute pubblica dalle localizzazioni ed emissioni dei forni crematori soggetta a scelte largamente discrezionali delle singole regioni e/o degli enti preposti al rilascio delle autorizzazioni ambientali previste per questi impianti. Tutto questo oltre a mettere a rischio la salute pubblica può produrre contenziosi nei territori che inevitabilmente devono essere risolti dalla magistratura amministrativa od ordinaria –:

          se intendano adottare iniziative, per quanto di competenza e in raccordo con le regioni, per assicurare la piena attuazione dell'articolo 6 della citata legge n. 130 del 2001;

          se intendano nell'immediato adottare iniziative normative urgenti al fine di definire una disciplina transitoria per la realizzazione dei crematori da parte dei comuni di cui in premessa;

          se, viste le gravi lacune normative sopra evidenziate, non sia necessaria una iniziativa del Ministero della salute di concerto con il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica al fine di interloquire con gli enti regionali e locali ai fini della sospensione delle procedure di autorizzazione in corso dei progetti di forni crematori nelle regioni che non hanno approvato norme regionali a integrazione di quanto previsto dalla legislazione nazionale vigente.
(4-00309)


      RAFFA. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

          in data 9 gennaio 2023, la trasmissione Report sul canale televisivo Rai 3 manda in onda un servizio sugli allevamenti biologici di polli da cui sembrerebbero emergere maltrattamenti agli animali e numerose condotte scorrette ed illegali, tanto da indurre nel pubblico scetticismo verso i prodotti certificati «bio» e tutta la filiera del settore, dai produttori agli enti certificatori;

          durante il menzionato servizio televisivo viene intervistato Alberto Tibaldi, direttore della funzione veterinaria e sicurezza alimentare di Asur (Azienda sanitaria unica regionale) delle Marche, oggi Ast (Azienda sanitaria territoriale), il quale, incalzato dalla giornalista rispetto ai fatti che sembrano emergere dalle immagini in possesso della tv del servizio pubblico e dai dati ufficiali dei mattatoi, si trincera dietro frasi evasive come «non le rispondo a questa domanda», «non le so rispondere» «non so cosa rispondere» e sembrerebbe non fornire alcun chiarimento sui fatti esposti nel manifestare alcuna volontà di approfondire e verificare la situazione, arrivando alla comica situazione, di fronte alla giornalista che chiedeva «lo voglio capire se queste cose sono e corrispondono a quello che dice la legge oppure no e lo chiedo a lei», di rispondere «Lo stabilisce l'autorità competente» per sentirsi controbattere «È lei l'autorità competente»;

          il servizio ottiene così ampia diffusione che il 10 gennaio 2023 la B Lab Europe, ente che assegna le certificazioni B Corp, rilascia la «Dichiarazione di B Lab Europa in merito ai reclami ricevuti su Fileni. Il 9 gennaio è andato in onda su RAI 3 un servizio di Report sul tema degli allevamenti avicoli, con al centro l'azienda certificata B Corp Fileni. Prima della messa in onda dell'episodio, a seguito di una segnalazione formale ricevuta negli scorsi mesi e all'uscita di alcuni articoli riguardanti l'azienda in questione, abbiamo dato il via a una revisione ufficiale delle accuse a Fileni, come previsto dalla nostra Procedura di Reclamo. Gli elementi emersi nel corso della puntata di Report del 9 gennaio sono già stati recepiti e saranno considerati nell'ambito del processo di valutazione in corso. La Procedura ufficiale di Reclamo di B Lab viene utilizzata per identificare eventuali casi di cattiva condotta o di false dichiarazioni da parte delle B Corp ed è parte fondamentale del processo di revisione e verifica per mantenere l'integrità e il valore della certificazione B Corp. Ci proponiamo di concludere tutte le revisioni iniziali dei reclami entro 90 giorni dal ricevimento e, se è necessaria una revisione da parte dello Standards Advisory Council, di risolvere il caso entro altri 90 giorni»;

          Lorenzo Pileri, amministratore delegato di Ccpb s.r.l., società leader nella certificazione e controllo dei prodotti agroalimentari ottenuti nei settori del biologico, di fronte al clamore suscitato dal citato servizio televisivo, durante un'intervista rilasciata a Il Salvagente, spiega che nel servizio di Report «la giornalista Innocenzi piazza delle telecamere davanti a degli stabilimenti bio, e non vede mai le galline all'aperto, com'è previsto dal disciplinare», specificando che Ccpb si impegna a fare più visite a sorpresa all'interno degli stabilimenti Fileni-:

          se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto in premessa e se siano in corso, o si intendano avviare, gli opportuni accertamenti ed ogni ulteriore iniziativa, per quanto di competenza, affinché siano assicurati controlli efficaci, sia di carattere veterinario che per la sicurezza alimentare, nonché per fornire al pubblico le rassicurazioni sulla qualità e certezza della filiera «Bio» ed evitare che il calo di immagine e la sfiducia dei consumatori verso questa certificazione danneggino l'intero settore compresi i molti operatori onesti.
(4-00311)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta scritta:


      PICCOLOTTI. — Al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

          la fondazione di diritto privato IIT, Istituto Italiano di Tecnologia, è stata istituita allo scopo di promuovere lo sviluppo tecnologico e la formazione avanzata del Paese, beneficia di importanti finanziamenti pubblici ed è sottoposta alla vigilanza del Ministero dell'università e della ricerca e del Ministero dell'economia e delle finanze nonché al controllo della Corte dei conti;

          il finanziamento pubblico è prevalente nel complesso del bilancio e lo stesso è stato reiterato per il 2023 e il 2024 nella consistenza di 103.578.625 euro e 97.578.625 euro nel 2025;

          occupa complessivamente 570 dipendenti a sostegno dell'attività di ricerca che coinvolge circa 1.300 tra ricercatori e borsisti: il rapporto di lavoro del personale tecnico/amministrativo dipendente della fondazione, con la significativa eccezione dei dirigenti cui si applica il Contratto collettivo dirigenti industria – compresi i dirigenti di ricerca (Principal Investigors) – non fa riferimento ad alcun comparto contrattuale esistente;

          risulta essere associata a Confindustria e quindi tenuta a rispettare gli accordi sottoscritti da questa associazione;

          in assenza di applicazione di alcun Ccnl la Fondazione IIT delibera autonomamente le fasce retributive e i percorsi di carriera delle lavoratrici e dei lavoratori;

          il rapporto di lavoro viene gestito attraverso un regolamento interno dal quale sono esclusi i diritti sindacali;

          vi è totale assenza di un quadro definito di ambiti di competenza contrattuale e comunque senza possibilità di interlocuzione reale sulle dinamiche salariali, l'organizzazione del lavoro e avanzamenti di carriera;

          si registrano forti criticità nella corretta applicazione da parte della Fondazione IIT di normative e protocolli nazionali, nonché dei necessari passaggi di confronto sindacale;

          la Fondazione IIT ha dichiarato di non essere interessata ad avere rapporti sindacali e ha negato, a più riprese, i dovuti riscontri alle organizzazioni sindacali (Direttiva 2002/14/CE) con riferimento all'andamento dell'attività dell'impresa, alla sua situazione economica e occupazionale e alle decisioni che siano suscettibili di comportare rilevanti cambiamenti dell'organizzazione del lavoro e dei contratti di lavoro;

          la Fondazione IIT non applica la raccomandazione 2005/251/CE, la Carta europea dei ricercatori nonché la Risoluzione del Consiglio europeo 2003/C 282/01 che impongono precisi obblighi, anche in capo a soggetti privati operanti nella ricerca, in materia di trattamento del personale pena il rischio di perdita dei finanziamenti pubblici;

          tale condotta risulta inaccettabile per le penalizzazioni recate ai dipendenti e respinta dalle organizzazioni sindacali Flc Cgil e Usb nel merito e nel metodo adottato;

          la rappresentanza dei dipendenti unitamente alle organizzazioni sindacali: Flc Cgil e Usb hanno proclamato lo stato di agitazione il 26 ottobre 2022 e lo sciopero generale il 12 Dicembre 2022 e, per la prima volta, i lavoratori scioperavano con un'altissima percentuale di astensione dal lavoro e di partecipazione alla concomitante manifestazione chiedendo alla Fondazione IIT di aprire le trattative per favorire la nascita di un costruttivo dialogo sindacale che porti o alla scelta di un Ccnl di riferimento per la ricerca scientifica o alla stipula di un vero e proprio contratto dell'IIT valido per tutte le lavoratrici e lavoratori –:

          se non intendano, per quanto di competenza, verificare se il comportamento della Fondazione IIT descritto in premessa sia compatibile con l'obiettivo istituzionale di promuovere l'eccellenza nella ricerca di base e in quella applicata e di favorire lo sviluppo del sistema economico nazionale contestualmente al rispetto dei diritti dei lavoratori sanciti anche a livello costituzionale, comunitario e internazionale e se tale obbiettivo sia perseguito in totale mancanza di volontà da parte della Fondazione IIT di regolare il rapporto professionale con i propri dipendenti attraverso la stipula di un contratto di lavoro o l'applicazione di un contratto nazionale di riferimento.
(4-00304)

Apposizione di firme ad una risoluzione.

      La risoluzione in Commissione Caretta e altri n. 7-00026, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 gennaio 2023, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Carloni, Davide Bergamini, Pierro, Giagoni, Bruzzone.