XIX LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Mercoledì 1 febbraio 2023

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli
nella seduta del 1° febbraio 2023.

      Albano, Ascani, Benvenuto, Bignami, Bitonci, Braga, Cappellacci, Caretta, Carloni, Cattaneo, Cecchetti, Cirielli, Colosimo, Alessandro Colucci, Enrico Costa, Sergio Costa, Della Vedova, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferrante, Ferro, Fitto, Foti, Frassinetti, Freni, Gava, Gebhard, Gemmato, Giglio Vigna, Giorgetti, Guerini, Gusmeroli, Leo, Lollobrigida, Lupi, Magi, Mangialavori, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Mollicone, Molteni, Montaruli, Mulè, Nordio, Orsini, Osnato, Nazario Pagano, Pavanelli, Pellegrini, Pichetto Fratin, Prisco, Rampelli, Richetti, Rixi, Roccella, Rosato, Angelo Rossi, Rotelli, Scerra, Schullian, Serracchiani, Francesco Silvestri, Rachele Silvestri, Siracusano, Sportiello, Stumpo, Tajani, Trancassini, Tremonti, Zaratti, Zucconi.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

      Albano, Ascani, Benvenuto, Bignami, Bitonci, Braga, Cappellacci, Caretta, Carloni, Cattaneo, Cecchetti, Cirielli, Colosimo, Alessandro Colucci, Enrico Costa, Sergio Costa, Della Vedova, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferrante, Ferro, Fitto, Foti, Frassinetti, Freni, Gava, Gebhard, Gemmato, Giglio Vigna, Giorgetti, Guerini, Gusmeroli, Leo, Lollobrigida, Lupi, Magi, Mangialavori, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Mollicone, Molteni, Montaruli, Mulè, Nordio, Orsini, Osnato, Nazario Pagano, Pavanelli, Pellegrini, Pichetto Fratin, Prisco, Rampelli, Richetti, Rixi, Roccella, Rosato, Angelo Rossi, Rotelli, Scerra, Schullian, Serracchiani, Francesco Silvestri, Rachele Silvestri, Siracusano, Sportiello, Stumpo, Tajani, Trancassini, Tremonti, Zaratti, Zucconi.

Annunzio di proposte di legge.

      In data 31 gennaio 2023 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:

          CONGEDO: «Disposizioni per agevolare il recupero dei crediti in sofferenza e favorire e accelerare il ritorno in bonis del debitore ceduto» (843);

          GATTA: «Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche» (844);

          GIAGONI e MIELE: «Divieto dell'uso della catena per gli animali di affezione» (845);

          MAIORANO ed altri: «Disposizioni per il riconoscimento e la promozione della clownterapia o terapia del sorriso» (846).

      Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di proposte di inchiesta
parlamentare.

      In data 31 gennaio 2023 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di inchiesta parlamentare d'iniziativa dei deputati:

          VACCARI ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale nonché sulla disciplina e sulla situazione del settore del gioco lecito» (Doc. XXII, n. 15).

      Sarà stampata e distribuita.

Adesione di deputati a proposte di legge.

      La proposta di legge MORRONE ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, su illeciti ambientali ad esse correlati e sulle attività delle organizzazioni criminali nel settore agroalimentare» (605) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Molinari.

      La proposta di legge DEIDDA ed altri: «Ripristino della festività nazionale del 4 novembre quale Giornata dell'unità nazionale e delle Forze armate» (644) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Maschio.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

      A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

          I Commissione (Affari Costituzionali):

      PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE MORRONE ed altri: «Modifiche all'articolo 87 e al titolo IV della parte II della Costituzione in materia di separazione delle carriere giudicante e requirente della magistratura» (824) Parere della II Commissione (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento).

          VI Commissione (Finanze):

      SANTILLO ed altri: «Disposizioni in materia di detrazione delle spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio, riqualificazione energetica degli edifici, installazione di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici ed eliminazione delle barriere architettoniche» (545) Parere delle Commissioni I, II, V, VII, VIII, X, XII e XIV.

          XII Commissione (Affari sociali):

      BRAMBILLA: «Concessione di un assegno per il sostegno delle famiglie conviventi con animali di affezione» (46) Parere delle Commissioni I e V.

          XIII Commissione (Agricoltura):

      BRAMBILLA: «Divieto di detenzione degli animali marini nei centri zoologici acquatici e nei delfinari e disposizioni per la loro riconversione» (61) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, VIII, X, XI, XII e XIV.

      CIABURRO ed altri: «Disposizioni per la promozione della filiera lignicola e per la valorizzazione del patrimonio forestale» (707) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), IV, VII, VIII, X, XI e XIV.

          Commissioni riunite VII (Cultura) e XI (Lavoro):

      ORFINI: «Disposizioni in materia di formazione e reclutamento degli insegnanti della scuola secondaria» (318) Parere delle Commissioni I, V e XII.

Trasmissione dal Ministro per i rapporti con il Parlamento.

      Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 31 gennaio 2023, ha trasmesso il parere reso dalla Conferenza unificata, nella seduta del 26 gennaio 2023, sul disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 14 gennaio 2023, n. 5, recante disposizioni urgenti in materia di trasparenza dei prezzi dei carburanti e di rafforzamento dei poteri di controllo del Garante per la sorveglianza dei prezzi, nonché di sostegno per la fruizione del trasporto pubblico (atto Camera n. 771).

      Questo parere è trasmesso alla X Commissione (Attività produttive).

Annunzio di progetti di atti
dell'Unione europea.

      Il Consiglio dell'Unione europea, in data 20 gennaio 2023, ha trasmesso, ai sensi del Trattato sull'Unione europea, una richiesta di modifica al protocollo n. 3 sullo statuto della Corte di giustizia dell'Unione europea (15936/22), che è assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

      La Commissione europea, in data 31 gennaio 2023, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):

      Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2014/65/UE per rendere i mercati pubblici dei capitali nell'Unione più attraenti per le imprese e per facilitare l'accesso delle piccole e medie imprese ai capitali, e che abroga la direttiva 2001/34/CE (COM(2022) 760 final), corredata dal relativo documento di lavoro dei servizi della Commissione – Sintesi della relazione sulla valutazione d'impatto (SWD(2022) 763 final), che è assegnata in sede primaria alla VI Commissione (Finanze). Questa proposta è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 1° febbraio 2023;

      Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Relazione di valutazione dei quadri strategici nazionali per i Rom degli Stati membri (COM(2023) 7 final), corredata dal relativo allegato (COM(2023) 7 final – Annex), che è assegnata in sede primaria alla I Commissione (Affari costituzionali);

      Decisione della Commissione del 30.1.2023 relativa al riporto non automatico di stanziamenti dal 2022 al 2023 (C(2023) 800 final), corredata dai relativi allegati (COM(2023) 800 final – Annexes 1 to 3), che è assegnata in sede primaria alla V Commissione (Bilancio).

      La Corte dei conti europea, in data 31 gennaio 2023, ha comunicato la pubblicazione della relazione speciale n. 3/2023 – Integrazione del mercato interno dell'energia elettrica, che è assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla X Commissione (Attività produttive), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

      La proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica i regolamenti (UE) 2017/1129, (UE) n. 596/2014 e (UE) n. 600/2014 per rendere i mercati pubblici dei capitali nell'Unione più attraenti per le società e facilitare l'accesso delle piccole e medie imprese ai capitali (COM(2022) 762 final), già trasmessa dalla Commissione europea e assegnata, in data 31 gennaio 2023, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla VI Commissione (Finanze), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), è altresì assegnata alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà, il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 1° febbraio 2023.

      Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 31 gennaio 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

      Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

      Con la predetta comunicazione, il Governo ha inoltre richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento:

      Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un quadro di certificazione dell'Unione per gli assorbimenti di carbonio (COM(2022) 672 final);

      Proposta di direttiva del Consiglio recante modifica della direttiva 2011/16/UE relativa alla cooperazione amministrativa nel settore fiscale (COM(2022) 707 final);

      Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica i regolamenti (UE) 2017/1129, (UE) n. 596/2014 e (UE) n. 600/2014 per rendere i mercati pubblici dei capitali nell'Unione più attraenti per le società e facilitare l'accesso delle piccole e medie imprese ai capitali (COM(2022) 762 final).

Atti di controllo e di indirizzo.

      Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

ERRATA CORRIGE

      Nell'Allegato A ai resoconti della seduta del 31 gennaio 2023, a pagina 9, seconda colonna, ottava riga, dopo la parola: «I,» deve intendersi inserita la seguente: «II,».

MOZIONE CATTOI, FOTI, SERRACCHIANI, FRANCESCO SILVESTRI, CATTANEO, RICHETTI, ZANELLA, LUPI, SCHULLIAN ED ALTRI N. 1-00049 CONCERNENTE INIZIATIVE PER LA PREVENZIONE E LA CURA DEL CANCRO

Mozione

      La Camera,

          premesso che:

              il 4 febbraio 2023 si celebra la 23esima Giornata mondiale contro il cancro, World cancer day, promossa dalla Union for international cancer control e sostenuta dall'Organizzazione mondiale della sanità. La Giornata è stata istituita con la Carta di Parigi, adottata durante il World summit against cancer for the new millennium tenutosi il 4 febbraio 2000, e ha lo scopo di evitare milioni di morti ogni anno attraverso l'educazione sulla malattia e la sensibilizzazione della popolazione, del personale medico-sanitario, dei media e delle istituzioni;

              nel rapporto Aiom «I numeri del cancro in Italia 2022» vengono stimate, con riferimento all'anno 2022, 390.700 nuove diagnosi di cancro (nel 2020 erano 376.600), con un incremento di 14.100 casi in due anni. In particolare, i cinque carcinomi più frequenti sono quelli della mammella (55.700), colon-retto (48.100), polmone (43.900), prostata (40.500) e vescica (29.200);

              il rapporto conferma, altresì, la necessità di sostenere l'attività di sensibilizzazione della popolazione, evidenziando, con riferimento ai fattori di rischio individuale, che più di 4 adulti su 10 sono in eccesso ponderale, che il 24 per cento della popolazione compresa tra i 18 e i 69 anni rientra nella categoria dei fumatori e che il 31 per cento della popolazione adulta può essere classificata come sedentaria;

              suddividendo i dati per genere, nei maschi in ordine decrescente di incidenza stimata i tumori più frequenti sono quelli della prostata (40.500 casi), polmone (29.300), colon-retto (26.000), vescica (23.300) e stomaco (8.800). Nelle donne, sempre in ordine decrescente di incidenza stimata, i tumori più frequenti sono quelli della mammella (55.700 casi), colon-retto (22.100), polmone (14.600), endometrio (10.200) e tiroide (8.700);

              pesano i gravi ritardi accumulati durante la pandemia da COVID-19 che ha avuto l'effetto di allungare ulteriormente le liste di attesa per esami diagnostici e di screening. Nonostante si stia registrando, in questi mesi, una ripresa dei programmi di prevenzione secondaria e degli interventi chirurgici in stadio iniziale, il problema delle liste di attesa permane ed è prioritario risolverlo;

              a fronte dei 2 milioni e mezzo di cittadini che vivevano in Italia nel 2006 con una pregressa diagnosi di tumore, si è passati a circa 3,6 milioni nel 2020, il 37 per cento in più di quanto osservato solo 10 anni prima. L'aumento è stato particolarmente marcato per coloro che vivono da oltre 10 o 15 anni dalla diagnosi. Nel 2020, circa 2,4 milioni di persone (65 per cento del totale) hanno ricevuto la diagnosi da più di 5 anni, mentre 1,4 milioni (39 per cento del totale) da oltre un decennio. Sono oltre un quarto (27 per cento) le persone guarite tra quelle che vivono dopo una diagnosi di tumore;

              l'Europa, pur rappresentando meno di un decimo della popolazione mondiale, conta un quarto dei casi totali di cancro nel mondo: il numero di vite perse a causa delle malattie oncologiche, secondo lo Iarc (International agency for research on cancer) è destinato a crescere di oltre il 24 per cento entro il 2035, rendendo il cancro la prima causa di morte in tutta l'Unione europea;

              l'emergenza da COVID-19 ha evidenziato la forte inadeguatezza sia della medicina territoriale che della sanità digitale. Sono queste le due idee di forza del Piano nazionale di ripresa e resilienza in cui si prevede di riservare l'ospedalità alle acuzie, potenziando in modo deciso l'assistenza territoriale e garantendo adeguate risposte assistenziali extra-ospedaliere al paziente cronico. L'impiego della sanità digitale e della telemedicina ha, infatti, già permesso ad alcune regioni di attenuare l'impatto negativo del COVID-19 sull'accessibilità alle cure ospedaliere, consentendo di mantenere grazie agli strumenti informatici una buona continuità assistenziale;

              il 3 febbraio 2021 la Commissione europea, in un documento inviato al Parlamento europeo e al Consiglio dell'Unione europea, ha elaborato il nuovo «Piano europeo di lotta contro il cancro» che riflette l'impegno politico dell'Unione europea verso una lotta senza quartiere ai tumori;

              la struttura del piano europeo di lotta contro il cancro prevede quattro specifiche aree d'azione: 1) prevenzione; 2) diagnosi precoce; 3) diagnosi e trattamento; 4) qualità della vita dei pazienti e sopravvissuti;

              partendo dall'assunto che la prevenzione è più efficace che la cura e che il 40 per cento dei casi di malattia di cancro può essere prevenuto, una parte estesa del piano europeo è dedicata a una serie articolata di azioni per la prevenzione. Si provvederà a migliorare la diffusione della conoscenza sul rischio del cancro, aggiornando il codice europeo contro il cancro e fissando l'obiettivo al 2025 che l'80 per cento della popolazione ne conosca i contenuti;

              azioni mirate riguardano la sfera degli stili di vita, attraverso la riduzione del tabagismo a meno del 5 per cento al 2040 dal 25 per cento attuale attraverso l'iniziativa «Generazione libera dal tabacco». Azioni strutturali sono previste per migliorare diete salutari e attività fisica, agendo attraverso l'informazione sul cibo più sano, favorendo il consumo di frutta e verdura e contrastando l'obesità infantile;

              inoltre, poiché il 52 per cento dei decessi professionali annuali nell'Unione europea può essere attribuito a tumori legati al lavoro, nel piano 2021-2027 sulla salute e sicurezza sul lavoro saranno introdotte nuove norme di prevenzione e di riduzione dell'esposizione dei lavoratori;

              la diagnosi precoce sarà attuata attraverso un accesso alla diagnostica, ponendo come obiettivo che al 2025 il 90 per cento della popolazione dell'Unione europea che soddisfa i requisiti per lo screening del tumore al seno, del tumore del collo dell'utero e del tumore del colon-retto abbia la possibilità di sottoporvisi;

              per assicurare alti standard per tutti nella cura del cancro, da qui al 2030 il 90 per cento degli aventi diritto dovrebbe avere accesso alle unità complesse di oncologia facenti parte di una rete dell'Unione europea. A tal fine, nel 2021 è stata lanciata l'iniziativa «Diagnosi e trattamento del cancro per tutti»;

              muovendo dalla considerazione che ogni paziente è diverso e che non tutte le malattie di cancro sono uguali, il piano europeo di lotta contro il cancro promuove azioni di cura mirate per ciascun paziente con il programma di medicina personalizzata nell'ambito del programma di ricerca Horizon Europe. Uno studio condotto dallo Iarc (International agency for research on cancer) e da altre istituzioni sanitarie europee ha dimostrato quanto le disuguaglianze sociali siano un fattore in grado di aumentare le probabilità di ammalarsi di cancro;

              si provvederà al miglioramento della qualità della vita di chi convive con un cancro, compresi gli aspetti di riabilitazione e misure per facilitare l'integrazione sociale e il reinserimento lavorativo. Sarà avviata un'iniziativa a favore di una vita migliore per i malati di cancro incentrata sull'assistenza e anche misure di supporto sociale e lavorativo nei confronti dei familiari e parenti che svolgono la funzione di caregiver, funzione ritenuta strategica;

              in Italia circa un milione di persone, sebbene considerate guarite dal cancro, subiscono discriminazioni per accendere un mutuo, per adottare un bambino, per chiedere un prestito personale, per aprire un'attività, per richiedere una copertura assicurativa e anche per il reinserimento lavorativo. In tal senso il Piano europeo di lotta contro il cancro mira non solo a garantire che i pazienti oncologici sopravvivano alla malattia, ma che vivano una vita lunga e soddisfacente, senza discriminazioni e ostacoli iniqui;

              il riconoscimento del diritto delle persone guarite, ad esempio, nell'accesso ai servizi bancari, finanziari e assicurativi dovrebbe garantire che ad esse non potranno essere richieste informazioni sullo stato di salute relative a malattie oncologiche pregresse, quando sia trascorso un certo periodo di tempo da individuare dalla fine del trattamento attivo in assenza di recidive o ricadute della patologia. Tali informazioni non potranno più essere considerate ai fini della valutazione del rischio o della solvibilità del cliente e ciò dovrà valere anche per l'accesso alle adozioni;

              negli ultimi 3 anni, tra l'aprile 2019 e il febbraio 2022, ben cinque Paesi europei hanno approvato norme che garantiscono agli ex pazienti oncologici il diritto a non essere discriminati e a non essere rappresentati dalla malattia: Belgio, Portogallo, Francia e Olanda hanno infatti approvato delle specifiche proposte di legge;

              il portato di queste leggi è del tutto analogo e pressoché identiche le soglie temporali, superate le quali si ha diritto all'oblio: 5 anni dalla fine del protocollo terapeutico nel caso di tumori insorti prima del ventunesimo anno di età; 10 anni per quelli sviluppati dopo il compimento dei 21 anni di età;

              in ambito di Unione europea, una risoluzione del Parlamento europeo del 16 febbraio 2022 su «Rafforzare l'Europa nella lotta contro il cancro – Verso una strategia globale e coordinata nell'enunciazione dei campi di azione» – al paragrafo 125 – «chiede che entro il 2025, al più tardi, tutti gli Stati membri garantiscano il diritto all'oblio a tutti i pazienti europei»;

              in Italia molti parlamentari hanno presentato, anche nella XIX legislatura, proposte di legge sul diritto all'oblio; ciò fa ben sperare che si possa addivenire ad una rapida approvazione delle stesse;

              è inoltre importante menzionare il piano d'azione «Samira», presentato il 5 febbraio 2021, volto a migliorare il coordinamento europeo nell'utilizzo delle tecnologie radiologiche e nucleari per la cura dei tumori e di altre malattie, garantendo altresì ai cittadini europei elevati standard di qualità nel trattamento della patologia e parità di accesso alla medicina personalizzata;

              il nuovo Piano oncologico nazionale 2022-2027 deve passare al vaglio della Conferenza Stato-regioni; il documento detta gli indirizzi per la prevenzione, la cura e l'assistenza ai malati di cancro con rinnovata attenzione ai percorsi assistenziali grazie a «un approccio globale e intersettoriale, con una maggiore integrazione tra prevenzione, diagnosi precoce e presa in carico» e con il grande obiettivo della riduzione fino all'eliminazione delle disuguaglianze nell'accesso agli interventi di prevenzione e cura;

              il nuovo Piano oncologico nazionale 2022-2027 si basa su: prevenzione, percorsi di cura chiari ed omogenei, nonché totale attenzione al malato e a chi lo assiste; in caso di fondato sospetto esenzione temporanea dal ticket che decada qualora la diagnosi non venga confermata, digitalizzazione per snellire la burocrazia, assistenza sempre più domiciliare e integrata con l'ospedale e i servizi territoriali; formazione degli operatori sanitari e campagne informative per i cittadini; supporto nutrizionale e psicologico, ampliamento delle fasce di età per gli screening; cure palliative a domicilio e potenziamento delle coperture vaccinali;

              per essere efficace e realistico il nuovo Piano oncologico nazionale necessita però di specifici finanziamenti che consentano alle regioni di rispondere alle disposizioni inserite negli appositi indicatori approntati per l'implementazione del Piano;

              negli ultimi 8 anni, a cavallo della XVII e della XVIII legislatura, l'intergruppo parlamentare «Insieme per un impegno contro il cancro», frutto della volontà del gruppo «La Salute un bene da difendere, un diritto da promuovere», coordinato da Salute donna onlus, ha favorito il dialogo fra il Parlamento e molte associazioni di pazienti presenti nel campo dell'oncologia, portando all'evidenza di numerosi parlamentari la necessità di intervenire in modo organico e strategico sulla materia. Un nuovo accordo di legislatura in 12 punti è stato redatto e condiviso dalle 45 associazioni di pazienti che hanno aderito al gruppo ed è stato condiviso con tutti i gruppi politici in lizza per le elezioni del 2022; l'intergruppo è stato già ricostituito e vede la presenza di tutti i gruppi politici,

impegna il Governo:

1) ad adottare e rendere effettivo, con opportuni finanziamenti, il nuovo Piano oncologico nazionale, garantendo un raccordo con il Piano oncologico europeo, stilando un cronoprogramma e promuovendo l'accordo definitivo in sede di Conferenza Stato-regioni;

2) a verificare la disponibilità dei fondi europei messi a disposizione dal programma EU4Health per garantire l'attuazione anche del Piano oncologico nazionale;

3) a favorire la costituzione di un tavolo permanente presso il Ministero della salute con la partecipazione delle società scientifiche e delle associazioni pazienti e con i membri coordinatori dell'intergruppo «Insieme per un impegno contro il cancro», al fine di identificare gli obiettivi concreti e misurabili del Piano oncologico nazionale, le tempistiche, gli indicatori di performance, le coperture economiche e le regioni che necessitano di una velocizzazione dei processi;

4) a sostenere il piano d'azione «Samira» per migliorare l'utilizzo delle tecnologie radiologiche e nucleari per la cura dei tumori e di altre malattie;

5) a definire un piano strategico per l'eliminazione dei principali fattori di rischio, attraverso azioni mirate alla promozione dei corretti stili di vita e alla messa a disposizione dei clinici delle migliori alternative terapeutiche disponibili;

6) ad adottare iniziative, anche di carattere normativo, volte a riconoscere e tutelare il diritto all'oblio oncologico, al fine di assicurare la parità di trattamento, l'inclusione sociale e il reinserimento lavorativo delle persone guarite da patologie oncologiche, garantendo anche la parità di accesso al credito bancario e alle procedure per l'adozione;

7) ad adottare iniziative per rendere effettivo il funzionamento delle reti oncologiche regionali in base agli impegni già assunti attraverso gli accordi in Conferenza Stato-regioni, anche attraverso l'emanazione di specifiche linee guida redatte dagli esperti;

8) a potenziare e migliorare l'accesso agli screening oncologici per la diagnosi precoce dei tumori, favorendo la presa in carico dei pazienti;

9) a provvedere al costante finanziamento dei test genetici, dei test next generation sequencing (ngs) e alla formazione dei patologi e degli altri clinici coinvolti oltre all'implementazione regionale dei molecular tumor board, al fine di implementare la medicina di precisione e garantire significativi risparmi per il Servizio sanitario nazionale;

10) a favorire l'accesso uniforme alle terapie oncologiche innovative su tutto il territorio nazionale studiando nuove forme di governance già presenti in altri Paesi europei, sviluppando un nuovo modello di accesso precoce ai farmaci potenzialmente innovativi e assumendo tutte le iniziative opportune tese a colmare le differenze dei servizi assistenziali per la cura del cancro tra le varie regioni;

11) a promuovere e a facilitare la ricerca clinica sui farmaci oncologici innovativi e sulle nuove tecnologie, quali l'immunoterapia, le car-t e le terapie radiocellulari di ultima generazione, anche al fine di attrarre investimenti presso le eccellenze scientifiche del nostro Paese;

12) a sostenere il comparto produttivo nazionale connesso all'ambito sanitario attraverso il consolidamento della tutela delle aziende e degli enti del settore mediante l'apporto di capitale pubblico e privato nel quadro dell'ecosistema competitivo;

13) ad ammodernare il parco tecnologico a disposizione delle strutture sanitarie destinato alla diagnostica per immagini, medicina nucleare, radioterapia oncologica e terapia con radio farmaci;

14) a favorire l'adozione sul territorio dei percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (pdta) quale modalità organizzativo-gestionale più efficace per la presa in carico del paziente, favorendo altresì un maggior coinvolgimento dei pediatri e dei medici di famiglia nella gestione delle problematiche dei lungo-sopravviventi e promuovendo la medicina personalizzata e la medicina di genere;

15) ad approntare processi di riabilitazione oncologica che prevedano l'impiego della medicina di prossimità e dell'assistenza domiciliare, così come previsto dalla riforma della medicina territoriale all'interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza;

16) ad adottare iniziative per garantire l'accesso alla terapia del dolore ai pazienti oncologici in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, anche promuovendo un numero adeguato di hospice in ogni regione italiana;

17) ad uniformare le infrastrutture digitali e i flussi informativi informatici al fine di realizzare gli obiettivi della digitalizzazione della medicina oncologica, anche per l'implementazione della legge 22 marzo 2019, n. 29, che ha istituito la rete nazionale del registro tumori;

18) a completare il percorso istitutivo del registro nazionale tumori e della rete dei registri regionali, assicurando un corretto conferimento dei dati regionali in un unico e funzionante database nazionale;

19) ad adottare iniziative, anche di carattere normativo, volte a garantire il diritto di comporto e l'aumento delle ore di permesso annuali per le visite di follow up e per gli esami strumentali dei pazienti oncologici;

20) ad adottare iniziative per assicurare per i pazienti oncologici lavoratori il ricorso al lavoro agile, compatibilmente con il tipo di mansioni e attività lavorative svolte;

21) a sostenere l'istituzione in ogni unità complessa di oncologia di un servizio di psiconcologia riservato ai pazienti e ai familiari, procedendo, il prima possibile, al riconoscimento della psiconcologia come professione sanitaria;

22) ad adottare iniziative volte ad assicurare in maniera uniforme sul territorio nazionale l'erogazione di forniture, prestazioni e servizi adeguati per i pazienti oncologici, inclusa la fornitura di parrucche e protesi di qualità e l'esecuzione di interventi di cosmesi e di chirurgia estetica;

23) ad adottare iniziative per garantire l'implementazione delle breast unit, con la finalità di garantire l'accessibilità a centri che rispondano ai requisiti prescritti e rispettino gli standard di qualità;

24) a sostenere la lotta al cancro infantile, facendone assoluta priorità e valutando l'istituzione di un fondo permanente per il sostegno ai piccoli pazienti oncologici e alle loro famiglie, nonché a definire misure per la presa in carico durante il periodo di transizione tra l'età pediatrica e quella adulta;

25) ad assumere le iniziative opportune a realizzare campagne di informazione e raccolta di dati che consentano di mettere in campo strategie di prevenzione efficaci, seguendo le necessità del territorio, e che tengano conto delle abitudini di vita, dei fattori ambientali e dell'esigenza di diffondere un'informazione certificata e di contrastare il fenomeno delle fake news sul cancro;

26) ad adottare iniziative, d'intesa con le regioni, volte ad escludere la spesa sostenuta per l'acquisto di alcune categorie di farmaci legati alle cure oncologiche dal calcolo del tetto di spesa per gli acquisti diretti di farmaci e dei relativi obblighi di ripiano;

27) a rafforzare la campagna informativa e la rete territoriale organizzativa per raggiungere gli obiettivi previsti nel piano per la copertura vaccinale anti-hpv della popolazione per il contrasto al tumore della cervice uterina;

28) a favorire la partecipazione e l'ascolto delle associazioni dei pazienti con esperienza di advocacy politico-istituzionale e delle famiglie nei processi decisionali sulle nuove tecnologie sanitarie, così come già accade nell'Unione europea dove l'European medicine agency favorisce la presenza delle associazioni pazienti nelle discussioni riguardanti le nuove tecnologie sanitarie.
(1-00049) «Cattoi, Foti, Serracchiani, Francesco Silvestri, Cattaneo, Richetti, Zanella, Lupi, Schullian, Molinari, Lucaselli, Malavasi, Quartini, Benigni, Bonetti, Grimaldi, Semenzato, Gebhard, Mangialavori, Andreuzza, Angelucci, Bagnai, Barabotti, Bellomo, Benvenuto, Davide Bergamini, Billi, Bisa, Bof, Bordonali, Bossi, Bruzzone, Candiani, Caparvi, Carloni, Carrà, Cavandoli, Cecchetti, Centemero, Coin, Comaroli, Crippa, Dara, Di Mattina, Formentini, Frassini, Furgiuele, Giaccone, Giagoni, Giglio Vigna, Gusmeroli, Iezzi, Latini, Lazzarini, Loizzo, Maccanti, Marchetti, Matone, Miele, Minardo, Montemagni, Morrone, Nisini, Ottaviani, Panizzut, Pierro, Pizzimenti, Pretto, Ravetto, Sasso, Stefani, Sudano, Toccalini, Ziello, Zinzi, Zoffili, Amendola, Ascani, Bakkali, Barbagallo, Berruto, Boldrini, Bonafè, Braga, Carè, Casu, Ciani, Cuperlo, Curti, D'Alfonso, De Luca, De Maria, De Micheli, Di Biase, Di Sanzo, Fassino, Ferrari, Forattini, Fornaro, Fossi, Furfaro, Ghio, Gianassi, Girelli, Gnassi, Graziano, Gribaudo, Guerra, Iacono, Lacarra, Lai, Laus, Madia, Mancini, Manzi, Marino, Mauri, Merola, Morassut, Orfini, Ubaldo Pagano, Peluffo, Porta, Provenzano, Quartapelle Procopio, Toni Ricciardi, Roggiani, Andrea Rossi, Sarracino, Scarpa, Schlein, Scotto, Simiani, Stefanazzi, Stumpo, Tabacci, Vaccari, Zan, Benzoni, Bonifazi, Boschi, Carfagna, Castiglione, Enrico Costa, D'Alessio, De Monte, Del Barba, Faraone, Gadda, Giachetti, Grippo, Gruppioni, Marattin, Pastorella, Rosato, Ruffino, Sottanelli, Arruzzolo, Bagnasco, Barelli, Battilocchio, Battistoni, Deborah Bergamini, Calderone, Cannizzaro, Cappellacci, Caroppo, Casasco, Cortelazzo, Dalla Chiesa, D'Attis, De Palma, Fascina, Gatta, Marrocco, Mazzetti, Mulè, Nevi, Orsini, Patriarca, Pella, Pittalis, Polidori, Rossello, Rubano, Paolo Emilio Russo, Saccani Jotti, Sala, Sorte, Squeri, Tassinari, Tenerini, Tosi, Magi, Aiello, Alifano, Amato, Appendino, Ascari, Auriemma, Baldino, Barzotti, Bruno, Cafiero De Raho, Cantone, Cappelletti, Caramiello, Carmina, Carotenuto, Caso, Cherchi, Alfonso Colucci, Conte, Sergio Costa, Dell'Olio, Di Lauro, Donno, D'Orso, Fede, Fenu, Ilaria Fontana, Giuliano, Gubitosa, Iaria, L'Abbate, Lomuti, Lovecchio, Morfino, Onori, Orrico, Pavanelli, Pellegrini, Penza, Raffa, Marianna Ricciardi, Riccardo Ricciardi, Santillo, Scerra, Scutellà, Sportiello, Todde, Torto, Traversi, Tucci, Almici, Ambrosi, Amich, Amorese, Baldelli, Benvenuti Gostoli, Buonguerrieri, Caiata, Calovini, Cangiano, Cannata, Caramanna, Caretta, Cerreto, Chiesa, Ciaburro, Ciocchetti, Colosimo, Comba, Congedo, Coppo, De Bertoldi, De Corato, Deidda, Di Giuseppe, Di Maggio, Dondi, Filini, Frijia, Gardini, Giorgianni, Iaia, Kelany, Lampis, Lancellotta, La Salandra, Loperfido, Maccari, Maiorano, Malagola, Malaguti, Mascaretti, Maschio, Matera, Matteoni, Mattia, Maullu, Messina, Michelotti, Milani, Mollicone, Morgante, Mura, Osnato, Padovani, Palombi, Pellicini, Perissa, Polo, Pozzolo, Pulciani, Raimondo, Rampelli, Rizzetto, Roscani, Angelo Rossi, Fabrizio Rossi, Rotelli, Sbardella, Schifone, Rachele Silvestri, Testa, Tremaglia, Tremonti, Urzì, Varchi, Vietri, Vinci, Zucconi, Zurzolo».


TESTO UNIFICATO DELLE PROPOSTE DI LEGGE: BRAGA ED ALTRI; ILARIA FONTANA ED ALTRI; MORRONE ED ALTRI; ROTELLI ED ALTRI; EVI ED ALTRI: ISTITUZIONE DI UNA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI E SU ALTRI ILLECITI AMBIENTALI E AGROALIMENTARI (A.C. 80-532-605-717-737-A)

A.C. 80-A – Parere della I Commissione

PARERE DELLA I COMMISSIONE SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

NULLA OSTA

sugli emendamenti contenuti nel fascicolo.

A.C. 80-A – Parere della V Commissione

PARERE DELLA V COMMISSIONE SUL TESTO DEL PROVVEDIMENTO E SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

      Sul testo del provvedimento in oggetto:

PARERE FAVOREVOLE

      Sugli emendamenti trasmessi dall'Assemblea:

NULLA OSTA.

A.C. 80-A – Articolo 1

ARTICOLO 1 DEL TESTO UNIFICATO DELLA COMMISSIONE

Art. 1.
(Istituzione e compiti della Commissione)

      1. È istituita, ai sensi dell'articolo 82 della Costituzione, per la durata della XIX legislatura, una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari, di seguito denominata «Commissione», con il compito di:

          a) svolgere indagini atte a fare luce sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e dei rifiuti di imballaggio, sulle organizzazioni in esse coinvolte o ad esse comunque collegate, sui loro assetti societari e sul ruolo svolto dalla criminalità organizzata, con specifico riferimento alle associazioni di cui agli articoli 416 e 416-bis del codice penale;

          b) individuare le connessioni tra le attività illecite nel settore dei rifiuti e altre attività economiche, con particolare riguardo al traffico dei rifiuti all'interno dei territori comunali e provinciali e tra le diverse regioni, anche tenendo conto del divario nella dotazione di impianti, ivi compreso il traffico dei rifiuti verso le isole;

          c) individuare le specifiche attività illecite connesse al traffico transfrontaliero dei rifiuti, con particolare riferimento a quelle concernenti i rifiuti, anche pericolosi, in partenza dai porti marittimi verso destinazioni estere, anche al fine di accertare l'esistenza e l'ubicazione degli impianti a cui i rifiuti sono destinati, e svolgere indagini, in collaborazione con le autorità di inchiesta degli Stati destinatari dei rifiuti, per individuare attività volte a immettere nel mercato nazionale beni e prodotti, realizzati attraverso processi di riciclo di materie prime secondarie ottenute dai rifiuti, che non rispondono alle caratteristiche merceologiche e sanitarie previste dalla normativa nazionale;

          d) verificare l'eventuale sussistenza di comportamenti illeciti nell'ambito della pubblica amministrazione centrale e periferica e dei soggetti pubblici o privati operanti nella gestione del ciclo dei rifiuti, anche in riferimento alla destinazione e all'utilizzo dei fondi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza in campo ambientale, alle modalità di gestione dei servizi di smaltimento dei rifiuti da parte degli enti locali e ai relativi sistemi di affidamento;

          e) verificare l'eventuale sussistenza di attività illecite relative ai siti inquinati, compresi quelli degli impianti minerari dismessi, e alle attività di bonifica, anche ai fini dell'individuazione del responsabile della contaminazione, nonché alla gestione dei rifiuti radioattivi, anche in relazione alle condizioni di sicurezza dei siti in cui sono temporaneamente depositati i rifiuti radioattivi nelle more della localizzazione e della costruzione del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, di cui all'articolo 2, comma 1, lettera e), del decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31, verificando altresì lo stato di attuazione delle operazioni di bonifica dei medesimi siti;

          f) verificare l'eventuale sussistenza di attività illecite nella gestione del servizio idrico integrato con riferimento alla gestione degli impianti di depurazione delle acque nonché al trattamento dei gessi e allo smaltimento dei fanghi e dei reflui provenienti da tali impianti;

          g) verificare la corretta attuazione della normativa vigente in materia ambientale, relativamente agli ambiti di indagine della Commissione nonché all'applicazione della legge 22 maggio 2015, n. 68, recante disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente;

          h) verificare l'eventuale sussistenza di attività illecite relative alla gestione e allo smaltimento dei materiali contenenti amianto nonché il rispetto della normativa vigente ed eventuali inadempienze da parte di soggetti pubblici e privati;

          i) indagare sulle attività illecite legate al fenomeno degli incendi e su altre condotte illecite riguardanti gli impianti di deposito, trattamento e smaltimento dei rifiuti ovvero i siti abusivi di discarica;

          l) compiere, a fini conoscitivi, sopralluoghi o visite presso gli impianti che adottano procedimenti innovativi in campo ambientale, comprese le attività di riparazione e di riciclo, ovvero adottano tecnologie e procedimenti sperimentali che presentano interessanti prospettive di sviluppo e applicazione, anche approfondendo il tema della cessazione della qualifica di rifiuto (end of waste), in attuazione dei princìpi della transizione ecologica e dell'economia circolare, al fine di prevenire gli illeciti ambientali;

          m) indagare sull'esistenza di eventuali illeciti connessi allo smaltimento degli impianti per la produzione di energia da fonte rinnovabile, cosiddetti «rifiuti emergenti», come definiti dall'Agenzia europea dell'ambiente, con particolare riferimento allo smaltimento, al termine del loro ciclo di utilizzazione, dei pannelli solari fotovoltaici, delle pale eoliche, delle batterie nonché di ogni altro materiale o dispositivo utilizzato nelle infrastrutture per la produzione di energia da fonte rinnovabile;

          n) indagare sull'esistenza di attività illecite nel settore agricolo e agroalimentare, comprese quelle connesse a forme di criminalità organizzata, commesse anche attraverso sofisticazioni e contraffazione di prodotti enogastronomici, di etichettature e di marchi di tutela, compreso il loro traffico transfrontaliero, anche ai fini dell'aggiornamento e del potenziamento della normativa in materia di reati agroalimentari, a tutela della salute umana, del lavoro e dell'ambiente nonché del contrasto del traffico illecito di prodotti «made in Italy»;

          o) analizzare le cause dell'abbandono di prodotti monouso, anche in plastica, sul suolo e nell'ambiente, verificare l'attuazione data alle disposizioni che recano le misure sanzionatorie applicabili a tale condotta e proporre iniziative per la promozione dell'uso di prodotti riutilizzabili, compostabili o rinnovabili, al fine di evitare il ricorso a prodotti monouso;

          p) indagare sulle attività illecite legate al fenomeno delle cosiddette «zoomafie» e verificare la corretta applicazione del titolo IX bis del libro secondo del codice penale.

      2. La Commissione riferisce alle Camere annualmente con singole relazioni o con relazioni generali e ogniqualvolta ne ravvisi la necessità e, comunque, al termine dei suoi lavori.
      3. La Commissione procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria. La Commissione non può adottare provvedimenti attinenti alla libertà e alla segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione nonché alla libertà personale, fatto salvo l'accompagnamento coattivo di cui all'articolo 133 del codice di procedura penale.

PROPOSTE EMENDATIVE

ART. 1.
(Istituzione e compiti della Commissione)

      Al comma 1, lettera n), sostituire le parole: «made in Italy» con le seguenti: con marchio «made in Italy» contraffatti o alterati.
1.102. Morrone, Bof.

(Approvato)

      Al comma 1, lettera o), sopprimere le parole: , al fine di evitare il ricorso a prodotti monouso.
1.103. Morrone, Bof.

(Approvato)

      Al comma 2, aggiungere, in fine, il seguente periodo: La Commissione può redigere relazioni speciali su singole tematiche in materia di ciclo dei rifiuti anche con riferimento alla situazione emergenziale di talune aree del territorio, con riguardo alle gestioni dei rifiuti urbani, speciali, pericolosi e radioattivi.
1.104. Mazzetti, Cortelazzo, Battistoni.

(Approvato)

A.C. 80-A – Articolo 2

ARTICOLO 2 DEL TESTO UNIFICATO DELLA COMMISSIONE

Art. 2.
(Composizione della Commissione)

      1. La Commissione è composta da diciotto senatori e da diciotto deputati, nominati rispettivamente dal Presidente del Senato della Repubblica e dal Presidente della Camera dei deputati, in proporzione al numero dei componenti dei gruppi parlamentari, comunque assicurando la presenza di almeno un deputato per ciascun gruppo esistente alla Camera e di almeno un senatore per ciascun gruppo esistente al Senato. I componenti sono nominati tenendo conto anche della specificità dei compiti assegnati alla Commissione. I componenti della Commissione dichiarano alla Presidenza della Camera di appartenenza se nei loro confronti sussista alcuna delle condizioni indicate nel codice di autoregolamentazione in materia di formazione delle liste delle candidature per le elezioni europee, politiche, regionali, comunali e circoscrizionali, proposto dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, istituita dalla legge 7 agosto 2018, n. 99, con la relazione approvata nella seduta del 27 marzo 2019. Qualora una delle situazioni previste nel citato codice di autoregolamentazione sopravvenga, successivamente alla nomina, a carico di uno dei componenti della Commissione, questi ne informa immediatamente il presidente della Commissione e i Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati.
      2. La Commissione è rinnovata dopo il primo biennio dalla sua costituzione; i suoi componenti possono essere confermati.
      3. Il Presidente del Senato della Repubblica e il Presidente della Camera dei deputati convocano la Commissione, entro dieci giorni dalla nomina dei suoi componenti, per la costituzione dell'ufficio di presidenza.
      4. L'ufficio di presidenza, composto dal presidente, da due vicepresidenti e da due segretari, è eletto dai componenti della Commissione a scrutinio segreto. Per l'elezione del presidente è necessaria la maggioranza assoluta dei componenti della Commissione. Se nessuno riporta tale maggioranza si procede al ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti; è eletto il candidato che ottiene il maggior numero di voti. In caso di parità di voti è proclamato eletto o entra in ballottaggio il più anziano di età.
      5. Per l'elezione, rispettivamente, dei due vicepresidenti e dei due segretari, ciascun componente della Commissione scrive sulla propria scheda un solo nome. Sono eletti coloro che hanno ottenuto il maggior numero di voti. In caso di parità di voti si procede ai sensi del comma 4.
      6. Le disposizioni dei commi 4 e 5 si applicano anche per le elezioni suppletive.

A.C. 80-A – Articolo 3

ARTICOLO 3 DEL TESTO UNIFICATO DELLA COMMISSIONE

Art. 3.
(Audizioni a testimonianza)

      1. Ferme restando le competenze dell'autorità giudiziaria, per le audizioni a testimonianza davanti alla Commissione si applicano le disposizioni previste dagli articoli 366, 367, 368, 369, 370 e 372 del codice penale.

A.C. 80-A – Articolo 4

ARTICOLO 4 DEL TESTO UNIFICATO DELLA COMMISSIONE

Art. 4.
(Acquisizione di atti e documenti)

      1. La Commissione può ottenere copie di atti e documenti relativi a procedimenti e inchieste in corso presso l'autorità giudiziaria o altri organi inquirenti nonché copie di atti e documenti relativi a indagini e inchieste parlamentari, anche se coperti dal segreto. La Commissione garantisce il mantenimento del regime di segretezza fino a quando gli atti e i documenti trasmessi in copia siano coperti da segreto. L'autorità giudiziaria provvede tempestivamente e può ritardare la trasmissione di copia di atti e documenti richiesti, con decreto motivato solo per ragioni di natura istruttoria. Il decreto ha efficacia per sei mesi e può essere rinnovato. Quando tali ragioni vengono meno, l'autorità giudiziaria provvede tempestivamente a trasmettere quanto richiesto. Il decreto non può essere rinnovato o avere efficacia oltre la chiusura delle indagini preliminari.
      2. Per il segreto di Stato si applica quanto previsto dalla legge 3 agosto 2007, n. 124.
      3. Fermo restando quanto previsto dal comma 1, secondo periodo, la Commissione stabilisce quali atti e documenti non devono essere divulgati, anche in relazione ad esigenze attinenti ad altre istruttorie o inchieste in corso. Su richiesta dell'autorità giudiziaria che procede sono coperti dal segreto gli atti e i documenti attinenti a procedimenti giudiziari nella fase delle indagini preliminari.
      4. Il segreto funzionale riguardante atti e documenti acquisiti dalla Commissione in riferimento ai reati di cui agli articoli 416 e 416-bis del codice penale non può essere opposto ad altre Commissioni parlamentari di inchiesta.

A.C. 80-A – Articolo 5

ARTICOLO 5 DEL TESTO UNIFICATO DELLA COMMISSIONE

Art. 5.
(Obbligo del segreto)

      1. I componenti della Commissione, il personale addetto alla stessa e ogni altra persona che collabora con la Commissione o compie o concorre a compiere atti di inchiesta, oppure ne viene a conoscenza per ragioni di ufficio o di servizio, sono obbligati al segreto per tutto quanto riguarda gli atti e i documenti di cui all'articolo 4, commi 1, secondo periodo, e 3.
      2. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, la violazione del segreto è punita ai sensi dell'articolo 326 del codice penale.
      3. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, si applicano le pene di cui all'articolo 326, primo comma, del codice penale a chiunque diffonda in tutto o in parte, anche per riassunto o informazione, atti o documenti del procedimento di inchiesta dei quali sia stata vietata la divulgazione.

A.C. 80-A – Articolo 6

ARTICOLO 6 DEL TESTO UNIFICATO DELLA COMMISSIONE

Art. 6.
(Organizzazione interna)

      1. L'attività e il funzionamento della Commissione sono disciplinati da un regolamento interno approvato dalla Commissione stessa prima dell'inizio dei lavori. Ciascun componente può proporre la modifica delle norme regolamentari.
      2. La Commissione può organizzare i propri lavori anche attraverso uno o più comitati, costituiti secondo il regolamento di cui al comma 1.
      3. Tutte le volte che lo ritenga opportuno, la Commissione può riunirsi in seduta segreta.
      4. La Commissione si avvale dell'opera di agenti e di ufficiali di polizia giudiziaria, nonché di magistrati ordinari collocati fuori ruolo, e può avvalersi di tutte le collaborazioni, che ritenga necessarie, di soggetti interni ed esterni alle amministrazioni pubbliche o di appartenenza autorizzati, ove occorra e con il loro consenso, dagli organi a ciò deputati e dai Ministeri competenti.
      5. Per lo svolgimento dei suoi compiti la Commissione fruisce di personale, locali e strumenti operativi messi a disposizione dai Presidenti delle Camere, d'intesa tra loro.
      6. Le spese per il funzionamento della Commissione sono stabilite nel limite massimo di 300.000 euro per l'anno 2023 e per ciascuno degli anni successivi e sono poste per metà a carico del bilancio interno del Senato della Repubblica e per metà a carico del bilancio interno della Camera dei deputati. I Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, con determinazione adottata d'intesa tra loro, possono autorizzare annualmente un incremento delle spese di cui al precedente periodo, comunque in misura non superiore al 30 per cento, a seguito di richiesta formulata dal presidente della Commissione per motivate esigenze connesse allo svolgimento dell'inchiesta.
      7. La Commissione cura l'informatizzazione dei documenti acquisiti e prodotti nel corso dell'attività propria e delle analoghe Commissioni parlamentari di inchiesta precedenti.

PROPOSTA EMENDATIVA

ART. 6.
(Organizzazione interna)

      Dopo l'articolo 6, aggiungere il seguente:

Art. 7.
(Entrata in vigore)

      1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
6.0200. La Commissione.

(Approvato)

A.C. 80-A – Ordini del giorno

ORDINI DEL GIORNO

      La Camera,

          premesso che:

              l'articolo 1 del provvedimento in esame istituisce, ai sensi dell'articolo 82 della Costituzione e per la durata della XIX legislatura, una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e ad altri illeciti ambientali e agroalimentari, con il compito, inter alia, di compiere, a fini conoscitivi, sopralluoghi o visite presso gli impianti che adottano procedimenti innovativi in campo ambientale, ivi compresi la riparazione e il riciclo ovvero adottano tecnologie e procedimenti sperimentali che presentano interessanti prospettive di sviluppo e applicazione, in attuazione dei principi della transizione ecologica e dell'economia circolare, al fine di prevenire gli illeciti ambientali (lettera l));

          considerato che:

              non ci può essere transizione ecologica senza economia circolare, da cui dipende il 39 per cento dei tagli di anidride carbonica in atmosfera;

              la Missione 2. Componente 1. Misura 1 del PNRR, si prefigge di migliorare la capacità di gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti, in linea con gli obiettivi del Piano d'azione per l'Economia Circolare varato dall'UE;

          rilevato che:

              nel processo di incenerimento si producono scorie, polveri e fumi, che vanno a loro volta trattati e/o smaltiti. In particolare, si producono ceneri per circa il 10 per cento del volume e il 30 per cento del peso, e polveri fini per circa il 4 per cento del peso, senza considerare che, oltre ai prodotti associati al normale processo di combustione (particolato, SO2, NOX e CO2), se ne trovano altri che possono contenere sostanze tossiche come metalli pesanti e molecole organiche aromatiche (diossine e IPA);

              lo studio pubblicato da Zero Waste Europe (ZWE) lo scorso 13 settembre 2022 e condotto sui paesi appartenenti all'Ue ha evidenziato, con dati puntuali, come l'incenerimento non contribuisca a recuperare i relativi residui di incenerimento che vengono collocati ogni anno in discarica nell'ordine tra le 11,3 e i 16 milioni di tonnellate. Di questi, circa 6.4 milioni di tonnellate provengono dall'incenerimento dei rifiuti urbani: la gerarchia dei rifiuti dev'essere orientata verso la prevenzione dei rifiuti stessi, dalla Loro riutilizzazione e dal loro riciclaggio, laddove il ricorso al recupero energetico e il conferimento in discarica devono considerarsi l'extrema ratio;

              in una prospettiva di sviluppo basata su di una economia circolare, l'incenerimento non costituisce in nessun modo la chiusura del ciclo ma piuttosto l'interruzione della circolarità del processo di recupero di materia, che dovrebbe imitare i processi di circolarità della natura sia attraverso il riciclo dei materiali ma anche attraverso la simbiosi industriale, dove lo scarto diventa input per un nuovo processo produttivo. Senza considerare, poi, che in un Paese come il nostro che gode di un irraggiamento solare per buona parte dell'anno la produzione di energia ottenuta dalla combustione di risorse non rinnovabili è una diseconomia lapalissiana;

          osservato, altresì, che:

              secondo le indicazioni fornite dell'Unione europea, i costi di gestione dell'incenerimento potrebbero aumentare considerevolmente nell'ambito delle politiche di raggiungimento della neutralità climatica al 2050 poiché tali impianti potrebbero doversi adeguare ai meccanismi ETS (Emission Trading Scheme) di scambio delle quote di emissioni di CO2 entro il 2026, data le grandi quantità di CO2 rilasciate durante il loro esercizio. Ciò vorrebbe dire aumentare i costi di esercizio dei predetti impianti nonché gravare economicamente sui cittadini che pagano le imposte sui rifiuti;

              secondo il «Rapporto Ecomafia 2021» i reati contro l'ambiente nel 2021, seppur in lieve flessione, continuano a registrare un dato preoccupante che supera i 30mila illeciti accertati, una media di quasi 84 reati al giorno, circa 3.5 ogni ora;

              le principali filiere illegali riguardano il ciclo del cemento con 9.490 reati (31 per cento del totale), seguito da quello dei rifiuti (8.473), con ciò che ne consegue in termini di inquinamento atmosferico, di contaminazione delle acque e di danni agli ecosistemi e alla salute dei cittadini,

impegna il Governo

      sulla base dei lavori e delle risultanze della Commissione:

          ad adottare iniziative, anche di carattere normativo, volte a promuovere la gestione sostenibile dei rifiuti escludendo la realizzazione di nuovi impianti di incenerimento e favorendo la dismissione progressiva degli impianti esistenti, nel rispetto degli obiettivi ambientali di cui all'articolo 17 del regolamento (UE) 2020/852, delle direttive 2008/98/CE, 2010/75/UE e 2003/87/CE e dei criteri di cui agli articoli 178, 179 e 199 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, prevedendo la realizzazione di impianti funzionali a incrementare la raccolta differenziata, ad attuare la tariffazione puntuale e ad ottimizzare il recupero di materia;

          a rafforzare la capacità preventiva e repressiva nei confronti degli illeciti ambientali e ad adottare iniziative, anche di carattere normativo, finalizzate a garantire la concreta fruizione da parte dei cittadini del diritto alla salute nonché il rispetto della normativa vigente in materia di tutela dell'ambiente, monitorando costantemente la compatibilità della gestione dei rifiuti con i criteri e i principi di sostenibilità ambientale.
9/80-A/1. Ilaria Fontana, L'Abbate, Morfino, Santillo, Sergio Costa, Auriemma, Giuliano, Carmina.


      La Camera,

          premesso che:

              il provvedimento in esame prevede l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e ad altri illeciti ambientali e agroalimentari;

              i compiti attribuiti alla Commissione sono riferiti anche alle attività illecite relative ai siti inquinati, anche di natura ex mineraria, e alle attività di bonifica, ivi compresa l'individuazione del responsabile della contaminazione, nonché alla gestione dei rifiuti radioattivi, anche in relazione alle condizioni di sicurezza dei siti in cui sono temporaneamente depositati i rifiuti radioattivi nelle more della localizzazione e della costruzione del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, verificando altresì lo stato di attuazione delle operazioni di bonifica dei medesimi siti;

              l'iter in corso per arrivare all'individuazione del sito destinato ad ospitare il Deposito unico nazionale, continua a registrare continui ritardi e rallentamenti che allontanano l'obiettivo di pervenire entro dicembre 2023 all'individuazione del sito, alla tempestiva messa in sicurezza e completa bonifica di tutti i siti temporanei e delle strutture del territorio nazionale dove sono attualmente collocati i rifiuti radioattivi e al conseguente risanamento ambientale degli stessi;

              secondo i dati pubblicati dall'Arera, dal 2010 al 2020, il decommissioning è costato ben 3.7 miliardi di euro, ai quali si aggiungono i 514 milioni di euro per le misure di compensazione a favore dei siti che ospitano centrali e impianti del ciclo del combustibile nucleare;

              anche di recente sono emerse criticità su alcuni siti di stoccaggio di rifiuti radioattivi, tra cui l'impianto EUREX e il deposito Avogadro di Saluggia, in provincia di Vercelli, che hanno richiesto interlocuzioni con l'organo commissariale di Sogin;

              come noto, il commissariamento di Sogin, previsto dall'articolo 34 decreto-legge n. 73 del 2022, poggiava sulla espressa necessità e urgenza di accelerare lo smantellamento degli impianti nucleari italiani, la gestione dei rifiuti radioattivi e la realizzazione del deposito nazionale;

              nella relazione finale della omologa Commissione della precedente Legislatura sono state segnalate numerose criticità e poste in evidenza ulteriori priorità connesse alla realizzazione del Deposito nazionale, tra le quali l'individuazione di azioni operative atte ad assicurare la necessaria efficienza ai vari processi che richiedono coordinamento e concertazioni tra Ministeri ed Enti operativi,

impegna il Governo

ad adottare ogni iniziativa utile, alla luce dei lavori e delle risultanze della Commissione, volta a garantire il rispetto dei termini procedurali previsti ex lege per la localizzazione del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e la sollecita messa in sicurezza dei siti in cui sono temporaneamente depositati, nonché a collocare, in una prospettiva di economia circolare, la consistente produzione di rifiuti derivante dal decommissioning degli impianti.
9/80-A/2. Santillo, Ilaria Fontana, L'Abbate, Morfino, Giuliano, Carmina.


      La Camera,

          premesso che:

              il provvedimento in esame prevede l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e ad altri illeciti ambientali e agroalimentari;

              i compiti attribuiti alla Commissione sono riferiti, in primis, allo svolgimento di indagini atte a fare luce sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e dei rifiuti di imballaggio, sulle organizzazioni in esse coinvolte o ad esse comunque collegate, sui loro assetti societari e sul ruolo svolto dalla criminalità organizzata, con specifico riferimento alle associazioni di cui agli articoli 416 e 416-bis del codice penale, nonché all'individuazione delle connessioni tra le attività illecite nel settore dei rifiuti e altre attività economiche:

              come affermato dalla DIA (Direzione Investigativa Antimafia) nel suo rapporto del primo semestre 2019, i reati ambientali sono in preoccupante espansione. La DIA, infatti, osserva che la criminalità ambientale coinvolge, indirettamente, interessi diversi. I comportamenti illegali colpiscono l'ambiente, la cui tutela è entrata tra i principi fondamentali della Costituzione italiana, e l'integrità fisica e psicologica delle persone, con conseguenze rilevanti in termini di costi sociali;

              secondo il «Rapporto Ecomafia 2021» i reati contro l'ambiente nel 2021, seppur in lieve flessione, continuano a registrare un dato preoccupante che supera i 30mila illeciti accertati, una media di quasi 84 reati al giorno, circa 3.5 ogni ora;

              le principali filiere illegali riguardano il ciclo del cemento con 9.490 reati (31 per cento del totale), seguito da quello dei rifiuti (8.473). che registra anche il maggior numero di arresti e di sequestri, e dai reati contro la fauna (6.215). Viene segnalata anche un'impennata dei reati contro il patrimonio boschivo, con una superficie colpita dalle fiamme di oltre 159.000 ettari (+154.8 per cento sul 2020):

              alla istituenda Commissione è attribuito anche il compito di verificare la corretta attuazione della normativa vigente in materia ambientale nonché all'applicazione della legge 22 maggio 2015. n. 68 (cosiddetta «Legge sugli ecoreati») che ha introdotto i delitti contro l'ambiente nel codice penale;

              come emerge dalla relazione finale della Commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti istituita nella XVIII Legislatura, la legge sugli ecoreati è stata frutto di un lavoro parlamentare ampio e approfondito e la sua prima fase di attuazione conferma la complessità, ma anche le potenzialità del complesso normativo che ad esito di quel lavoro è stato prodotto;

              significativo è il dato, riportato nel Rapporto sulle ecomafie del 2022. dei procedimenti penali istruiti sulla base della citata legge, pari a 878 inchieste nel 2021. in linea con il dato del 2020. Il delitto più contestato è quello di inquinamento ambientale, ma il maggior numero di ordinanze di custodia cautelare è scattato per l'attività organizzata di traffico illecito di rifiuti;

              in questo panorama risulta sempre più necessario affiancare alle attività investigative in senso stretto un'adeguata strategia di prevenzione e repressione dei reati, anche mediante il contrasto patrimoniale ai sodalizi criminali,

impegna il Governo

sulla base dei lavori e delle risultanze della Commissione, a sostenere le iniziative legislative parlamentari volte ad inasprire il contrasto ai reati ambientali, a rafforzare l'accertamento e la prevenzione degli illeciti e l'effettività della tutela giurisdizionale del diritto alla salute dei cittadini e della tutela dell'ambiente.
9/80-A/3. Morfino, Ilaria Fontana, L'Abbate, Santillo, Giuliano, Carmina.


      La Camera,

          premesso che:

              è quanto mai necessario intervenire per prevenire e ridurre l'incidenza di microplastiche sull'ambiente (in particolare nell'ambiente acquatico e negli ecosistemi marini) e di conseguenza anche sulla salute umana, nonché promuovere la transizione verso un'economia circolare con modelli imprenditoriali, prodotti e materiali innovativi e consumi consapevoli;

              ad oggi costituisce una causa di inquinamento «invisibile» la presenza di microplastiche quali ad esempio: le microparticelle di plastica contenute nei prodotti per la cosmesi che ogni giorno arrivano in mare direttamente dagli scarichi; le particelle prodotte da scarti industriali o materiali plastici degradati che si frantumano a causa degli agenti atmosferici; i «petali o coriandoli» o altri oggetti di materiale sintetico di piccole e medie dimensioni che, durante cerimonie private o festività pubbliche, vengono lanciati e dispersi nell'ambiente;

              è altresì necessario proporre iniziative per la promozione e la riutilizzazione degli imballaggi destinati all'uso alimentare attraverso l'introduzione del sistema del vuoto a rendere quale strumento di contrasto per l'inquinamento ambientale e misura di prevenzione per correggere comportamenti ecologicamente scorretti;

              tale sistema, già sperimentato in passato, permette di limitare fortemente l'uso dei contenitori «usa e getta» a vantaggio dei contenitori a rendere i quali: 1) non diventano rifiuti, quindi non gravano sui costi di raccolta e di smaltimento dei rifiuti e non vanno a riempire discariche e ad alimentare inceneritori; 2) fanno risparmiare le materie prime che sarebbero necessarie per produrre altri contenitori; 3) permettono un significativo risparmio energetico, considerato che la sterilizzazione delle bottiglie a rendere richiede circa sessanta volte meno energia rispetto alla produzione di nuove bottiglie; 4) garantiscono un corretto comportamento del consumatore, che è indotto dalla cauzione a restituire il vuoto con percentuali superiori a quelle che può offrire la raccolta differenziata;

          considerato che:

              negli ultimi decenni la plastica è stata prodotta e utilizzata dall'uomo con sempre maggior frequenza, tanto che attualmente questo materiale è divenuto il maggior detrito antropogenico inquinante presente negli oceani (Law e altri, 2010);

              dagli anni cinquanta del novecento alla prima decade degli anni duemila, la richiesta mondiale di plastica è passata da 1 milione e mezzo di tonnellate a oltre 280 milioni di tonnellate;

              a questo impressionante dato va aggiunto il notevole incremento demografico della popolazione umana: negli ultimi cinquant'anni la densità di popolazione mondiale è aumentata del 250 per cento;

              ogni anno, solamente in Italia, 14 miliardi di mozziconi di sigaretta vengono abbandonati nell'ambiente, confermandosi il rifiuto più diffuso sia nelle aree urbane sia sulle spiagge; secondo una ricerca effettuata dall'Unep (Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente), i mozziconi rappresentano il 40 per cento dei rifiuti complessivi presenti nel Mediterraneo, un quantitativo maggiore rispetto ad altri rifiuti molto diffusi, come bottiglie, sacchetti di plastica e lattine;

          considerato che:

              oltre alle microplastiche disperse nell'ambiente un ulteriore grave problema è rappresentato dai rifiuti di prodotti da fumo e di rifiuti di piccolissime dimensioni,

impegna il Governo

      sulla base dei lavori e delle risultanze della Commissione:

          ad analizzare le cause della dispersione in luoghi all'aperto di materiali in plastica non biodegradabile e non compostabile, ovvero di ogni materiale sintetico solido di piccole e medie dimensioni, in quanto materiali altamente inquinanti, nonché verificare l'attuazione delle disposizioni che recano le misure sanzionatorie per tale condotta illecita, al fine di tutelare l'ambiente e di ridurre l'impatto delle microplastiche nell'ecosistema così da prevenire e ridurre la formazione di rifiuti in plastica e la loro dispersione nell'ambiente;

          a introdurre iniziative per la promozione e la riutilizzazione degli imballaggi destinati all'uso alimentare attraverso l'introduzione del sistema del vuoto a rendere quale strumento di contrasto per l'inquinamento ambientale, per il recupero di risorse preziose in un'ottica di economia circolare e come misura di prevenzione per correggere comportamenti ecologicamente scorretti;

          ad avviare il monitoraggio dello stato di attuazione dell'articolo 40 della legge n. 221 del 2015 in materia di divieto di abbandono nell'ambiente di prodotti da fumo e in particolar modo delle disposizioni di cui al Decreto del Ministero dell'ambiente 15 febbraio 2017, recante «Disposizioni in materia di rifiuti di prodotti da fumo e di rifiuti di piccolissime dimensioni», valutando l'opportunità di nuove iniziative governative finalizzate a garantire il pieno rispetto delle disposizioni citate;

          a fornire tutti gli elementi informativi utili sullo stato di attuazione della norma di cui al comma 546 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2017, n. 205, recante «Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020», che ha introdotto il divieto di mettere in commercio prodotti cosmetici da risciacquo ad azione esfoliante o detergente contenenti microplastiche a partire dal 1 ° gennaio 2020.
9/80-A/4. L'Abbate, Ilaria Fontana, Morfino, Santillo, Sergio Costa, Giuliano, Carmina.


      La Camera,

          premesso che:

              è quanto mai necessario intervenire per prevenire e ridurre l'incidenza di microplastiche sull'ambiente (in particolare nell'ambiente acquatico e negli ecosistemi marini) e di conseguenza anche sulla salute umana, nonché promuovere la transizione verso un'economia circolare con modelli imprenditoriali, prodotti e materiali innovativi e consumi consapevoli;

              ad oggi costituisce una causa di inquinamento «invisibile» la presenza di microplastiche quali ad esempio: le microparticelle di plastica contenute nei prodotti per la cosmesi che ogni giorno arrivano in mare direttamente dagli scarichi; le particelle prodotte da scarti industriali o materiali plastici degradati che si frantumano a causa degli agenti atmosferici; i «petali o coriandoli» o altri oggetti di materiale sintetico di piccole e medie dimensioni che, durante cerimonie private o festività pubbliche, vengono lanciati e dispersi nell'ambiente;

              è altresì necessario proporre iniziative per la promozione e la riutilizzazione degli imballaggi destinati all'uso alimentare attraverso l'introduzione del sistema del vuoto a rendere quale strumento di contrasto per l'inquinamento ambientale e misura di prevenzione per correggere comportamenti ecologicamente scorretti;

              tale sistema, già sperimentato in passato, permette di limitare fortemente l'uso dei contenitori «usa e getta» a vantaggio dei contenitori a rendere i quali: 1) non diventano rifiuti, quindi non gravano sui costi di raccolta e di smaltimento dei rifiuti e non vanno a riempire discariche e ad alimentare inceneritori; 2) fanno risparmiare le materie prime che sarebbero necessarie per produrre altri contenitori; 3) permettono un significativo risparmio energetico, considerato che la sterilizzazione delle bottiglie a rendere richiede circa sessanta volte meno energia rispetto alla produzione di nuove bottiglie; 4) garantiscono un corretto comportamento del consumatore, che è indotto dalla cauzione a restituire il vuoto con percentuali superiori a quelle che può offrire la raccolta differenziata;

          considerato che:

              negli ultimi decenni la plastica è stata prodotta e utilizzata dall'uomo con sempre maggior frequenza, tanto che attualmente questo materiale è divenuto il maggior detrito antropogenico inquinante presente negli oceani (Law e altri, 2010);

              dagli anni cinquanta del novecento alla prima decade degli anni duemila, la richiesta mondiale di plastica è passata da 1 milione e mezzo di tonnellate a oltre 280 milioni di tonnellate;

              a questo impressionante dato va aggiunto il notevole incremento demografico della popolazione umana: negli ultimi cinquant'anni la densità di popolazione mondiale è aumentata del 250 per cento;

              ogni anno, solamente in Italia, 14 miliardi di mozziconi di sigaretta vengono abbandonati nell'ambiente, confermandosi il rifiuto più diffuso sia nelle aree urbane sia sulle spiagge; secondo una ricerca effettuata dall'Unep (Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente), i mozziconi rappresentano il 40 per cento dei rifiuti complessivi presenti nel Mediterraneo, un quantitativo maggiore rispetto ad altri rifiuti molto diffusi, come bottiglie, sacchetti di plastica e lattine;

          considerato che:

              oltre alle microplastiche disperse nell'ambiente un ulteriore grave problema è rappresentato dai rifiuti di prodotti da fumo e di rifiuti di piccolissime dimensioni,

impegna il Governo

      sulla base dei lavori e delle risultanze della Commissione:

          ad analizzare le cause della dispersione in luoghi all'aperto di materiali in plastica non biodegradabile e non compostabile, ovvero di ogni materiale sintetico solido di piccole e medie dimensioni, in quanto materiali altamente inquinanti, nonché verificare l'attuazione delle disposizioni che recano le misure sanzionatorie per tale condotta illecita, al fine di tutelare l'ambiente e di ridurre l'impatto delle microplastiche nell'ecosistema così da prevenire e ridurre la formazione di rifiuti in plastica e la loro dispersione nell'ambiente;

          a valutare l'opportunità di introdurre iniziative per la promozione e la riutilizzazione degli imballaggi destinati all'uso alimentare attraverso l'introduzione del sistema del vuoto a rendere quale strumento di contrasto per l'inquinamento ambientale, per il recupero di risorse preziose in un'ottica di economia circolare e come misura di prevenzione per correggere comportamenti ecologicamente scorretti;

          ad avviare il monitoraggio dello stato di attuazione dell'articolo 40 della legge n. 221 del 2015 in materia di divieto di abbandono nell'ambiente di prodotti da fumo e in particolar modo delle disposizioni di cui al Decreto del Ministero dell'ambiente 15 febbraio 2017, recante «Disposizioni in materia di rifiuti di prodotti da fumo e di rifiuti di piccolissime dimensioni», valutando l'opportunità di nuove iniziative governative finalizzate a garantire il pieno rispetto delle disposizioni citate;

          a fornire tutti gli elementi informativi utili sullo stato di attuazione della norma di cui al comma 546 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2017, n. 205, recante «Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020», che ha introdotto il divieto di mettere in commercio prodotti cosmetici da risciacquo ad azione esfoliante o detergente contenenti microplastiche a partire dal 1 ° gennaio 2020.
9/80-A/4. (Testo modificato nel corso della seduta)L'Abbate, Ilaria Fontana, Morfino, Santillo, Sergio Costa, Giuliano, Carmina.


      La Camera,

          premesso che:

              la proposta di legge in esame prevede l'istituzione ai sensi dell'articolo 82 della Costituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari;

              la lettera h) dell'articolo 1 prevede – tra i compiti della Commissione di inchiesta – la verifica dell'eventuale sussistenza di attività illecite relative alla gestione e allo smaltimento dei materiali contenenti amianto nonché il rispetto della normativa vigente ed eventuali inadempienze da parte di soggetti pubblici e privati;

          considerato che:

              l'Italia è stata fino agli anni '90 tra i maggiori produttori mondiali di amianto; nel 1992 è stata tra le prime nazioni a bandire tale sostanza a scala internazionale, stabilendo con la legge n. 257 del 27 marzo 1992 il divieto di estrazione-importazione-esportazione-commercializzazione-produzione di amianto-di prodotti di amianto-di prodotti contenenti amianto;

              tuttavia, i numerosi controlli ambientali e la sempre maggiore attenzione dei cittadini verso questi rifiuti speciali, hanno fatto emergere criticità sullo smaltimento dei materiali contenente amianto passando dalla pratica di «smaltimento» di manufatti tal quali (onduline, vasconi, canne fumarie, tubature, etc.), troppo visibili e ingombranti da trasportare, alla ben più pericolosa prassi di abbandonarli dopo averli frantumati, spesso mescolandoli con i rifiuti edili ovvero mescolandoli con altri materiali che vengono conferiti per l'eventuale costruzione di manufatti;

              questa pratica, illegale e pericolosa, ne aumenta la mobilità nell'ambiente e di conseguenza il rischio di esposizione e di inalazione, sia per chi effettua materialmente la frantumazione, per chi li trasporta e li scarica, che per i cittadini,

impegna il Governo

      sulla base dei lavori e delle risultanze della Commissione:

          ad adottare le opportune iniziative normative volte a prevedere l'inasprimento delle sanzioni a carico dei soggetti pubblici e privati che violano la normativa in tema di smaltimento dei materiali contenenti amianto, al fine di rafforzare il contrasto alle attività illecite relative alla gestione e allo smaltimento dei materiali contenenti amianto.
9/80-A/5. Carotenuto, Ilaria Fontana, Sergio Costa, L'Abbate, Morfino, Santillo, Giuliano, Carmina.


      La Camera,

          premesso che:

              la proposta di legge in esame prevede l'istituzione ai sensi dell'articolo 82 della Costituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari;

              la lettera h) dell'articolo 1 prevede – tra i compiti della Commissione di inchiesta – la verifica dell'eventuale sussistenza di attività illecite relative alla gestione e allo smaltimento dei materiali contenenti amianto nonché il rispetto della normativa vigente ed eventuali inadempienze da parte di soggetti pubblici e privati;

          considerato che:

              l'Italia è stata fino agli anni '90 tra i maggiori produttori mondiali di amianto; nel 1992 è stata tra le prime nazioni a bandire tale sostanza a scala internazionale, stabilendo con la legge n. 257 del 27 marzo 1992 il divieto di estrazione-importazione-esportazione-commercializzazione-produzione di amianto-di prodotti di amianto-di prodotti contenenti amianto;

              tuttavia, i numerosi controlli ambientali e la sempre maggiore attenzione dei cittadini verso questi rifiuti speciali, hanno fatto emergere criticità sullo smaltimento dei materiali contenente amianto passando dalla pratica di «smaltimento» di manufatti tal quali (onduline, vasconi, canne fumarie, tubature, etc.), troppo visibili e ingombranti da trasportare, alla ben più pericolosa prassi di abbandonarli dopo averli frantumati, spesso mescolandoli con i rifiuti edili ovvero mescolandoli con altri materiali che vengono conferiti per l'eventuale costruzione di manufatti;

              questa pratica, illegale e pericolosa, ne aumenta la mobilità nell'ambiente e di conseguenza il rischio di esposizione e di inalazione, sia per chi effettua materialmente la frantumazione, per chi li trasporta e li scarica, che per i cittadini,

impegna il Governo

      sulla base dei lavori e delle risultanze della Commissione:

          a valutare l'opportunità di adottare le opportune iniziative normative volte a prevedere l'inasprimento delle sanzioni a carico dei soggetti pubblici e privati che violano la normativa in tema di smaltimento dei materiali contenenti amianto, al fine di rafforzare il contrasto alle attività illecite relative alla gestione e allo smaltimento dei materiali contenenti amianto.
9/80-A/5. (Testo modificato nel corso della seduta)Carotenuto, Ilaria Fontana, Sergio Costa, L'Abbate, Morfino, Santillo, Giuliano, Carmina.


      La Camera,

          premesso che:

              il provvedimento intende istituire una Commissione bicamerale di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari; la Commissione, secondo quanto prevede l'articolo 1, comma 1, lettera a), svolgerà indagini atte a fare luce sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, sulle organizzazioni in esse coinvolte o ad esse comunque collegate, sui loro assetti societari e sul ruolo svolto dalla criminalità organizzata;

              considerato che in alcune aree della regione Toscana è stata rilevata una preoccupante situazione di gestione illecita dei rifiuti conciari, che presentano concentrazioni di inquinanti particolarmente elevate, come è emerso da alcune indagini;

              rilevata l'opportunità che la Commissione svolga, fin dall'inizio della sua attività, un'indagine sulla situazione riguardante le attività illecite connesse alla presenza di ceneri di risulta dei rifiuti conciari classificati «Keu» nel Valdarno aretino e in altre aree della regione Toscana, sulle organizzazioni che gestiscono tale ciclo, sui loro assetti societari e sul ruolo svolto dalla criminalità organizzata, individuando le connessioni tra le attività illecite nel settore dei rifiuti e le attività economiche di conciature dei pellami,

impegna il Governo

nell'ambito delle proprie competenze, a fornire, sulla base dei lavori e delle risultanze dell'attività svolta dalla Commissione bicamerale di inchiesta, elementi conoscitivi in ordine alla situazione riguardante le attività illecite connesse alla presenza di ceneri di risulta dei rifiuti conciari classificati «Keu» nel Valdarno aretino e in altre aree della regione Toscana.
9/80-A/6. Mazzetti, Barabotti.


      La Camera,

          premesso che:

              il provvedimento intende istituire una Commissione bicamerale di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti;

              tra i compiti della commissione alla lettera l) del comma 1 è previsto che essa possa compiere, a fini conoscitivi, sopralluoghi o visite presso gli impianti che adottano procedimenti innovativi in campo ambientale, comprese le attività di riparazione e di riciclo, ovvero adottano tecnologie e procedimenti sperimentali che presentano interessanti prospettive di sviluppo e applicazione, anche approfondendo il tema della cessazione della qualifica di rifiuto (end of waste), in attuazione dei princìpi della transizione ecologica e dell'economia circolare;

              nel corso del dibattito sulla proposta di Regolamento che aggiorna la vigente normativa europea in materia di packaging e relativi rifiuti, ossia il Regolamento 2019/1020 la Direttiva 2019/904, (cosiddetta direttiva imballaggi l'industria italiana ha espresso forti perplessità su una impostazione votata al riutilizzo, a fronte di una filiera italiana dedicata al riciclo, costruita sulla responsabilità estesa del produttore e su oltre 25 anni di investimenti dell'industria sulla base degli indirizzi europei;

              riuso e il riciclo sono due pratiche che mirano a ridurre l'impatto ambientale dei rifiuti e a conservare le risorse naturali. Il riuso consiste nell'utilizzare nuovamente un oggetto o un materiale senza modificarne la forma o la funzione originaria, mentre il riciclo prevede la trasformazione di un materiale in un altro. È importante prestare attenzione all'impatto ambientale di entrambe le pratiche e scegliere quella più adeguata in base alle circostanze specifiche,

impegna il Governo

nell'ambito delle proprie competenze, a fornire, sulla base dei lavori e delle risultanze dell'attività svolta dalla Commissione bicamerale di inchiesta, elementi conoscitivi in ordine all'evoluzione della normativa sul settore rifiuti in sede europea, nel quadro della necessaria tutela dei risultati raggiunti dal sistema industriale italiano in tema di riciclaggio, al fine di costruire risposte adeguate in termini di costi del sistema rifiuti.
9/80-A/7. Cortelazzo, Mazzetti, Casasco.


      La Camera,

          premesso che:

              l'istituzione di una Commissione sul ciclo dei rifiuti, oggi proposta con poteri ampliati, è una delle priorità che l'azione politica ha per verificare e contrastare le attività illecite collegate alle ecomafie e per verificare la corretta attuazione della normativa in materia ambientale su cui è necessario superare i ritardi nelle diverse parti del Paese ed il frazionamento delle competenze che ne rallenta ulteriormente la corretta attuazione;

          considerato che:

              è, quindi, necessario riflettere su alcune distorsioni del sistema per cui oggi la Regione Siciliana è tra le regioni più povere del Paese ed è quella in cui, in media, la Tari è la più alta d'Italia anche perché diverse società di regolamentazione dei rifiuti conferiscono indirettamente i rifiuti all'estero, e ciò comporta un netto aumento del costo della Tari;

              nel Mezzogiorno, inoltre, mancano gli impianti per il trattamento dei rifiuti. Si tratta di una carenza che non è stata ancora possibile colmare, che sconta un rallentamento preoccupante sia nelle procedure di aggiudicazione delle gare, sia nell'impegno delle risorse economiche per espletare le stesse;

              il tema della governance delle società chiamate a gestire la raccolta dei rifiuti risulta, quindi, di importanza centrale. Sempre in riferimento all'esempio siciliano si sottolinea che più volte, il Governo nazionale ha invitato la Regione Siciliana ad individuare non più di cinque ambiti territoriali ottimali (ATO), mentre ad oggi ne permangono 18 gestiti, inopinatamente, da altrettante società di regolamentazione dei rifiuti, tutte private;

              in tante parti del Paese l'offerta del servizio di raccolta continua a essere frazionata per territori, anche piccoli, dando vita a un'offerta che non garantisce per niente l'economicità del servizio e la sua funzionalità. Nel caso della Regione Siciliana anche quando vengono individuati gli ambiti territoriali ottimali ci vogliono anni per aggiudicare le gare e, nelle more, continuano gli affidamenti diretti;

              anche la bonifica dei siti inquinati e delle discariche procede con un intollerabile ritardo. In questo momento ci sono 33.000 siti di bonifiche, ma 16.000 ancora aspettano l'avvio delle procedure; vi sono ritardi consistenti non soltanto sulle procedure di notifica e di coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, ma anche per la caratterizzazione dei siti, che spesso non avviene o avviene con grave ritardo;

              nel Mezzogiorno, come già sul sistema di raccolta e di gestione dei rifiuti, i dati peggiorano: mentre i siti che aspettano di essere bonificati sono il 45 per cento a livello nazionale, nelle regioni del Mezzogiorno i due terzi del totale, e in Sicilia ben il 73 per cento;

              tra le competenze della Commissione è ricompresa, inoltre, la materia del sistema idrico integrato. Al riguardo si evidenzia come nella Regione Siciliana, in particolare nella provincia di Catania, ci sono numerosi gestori privati senza gara pubblica in palese contrasto alle disposizioni di legge e che determinano un sistema inefficiente con alti costi per i cittadini siciliani,

impegna il Governo

alla luce dell'attività di inchiesta svolta dalla Commissione, con riferimento all'esistenza in Sicilia di una pluralità di società private che gestiscono la governance dei rifiuti e del sistema idrico integrato, come descritto in premessa, a predisporre le opportune iniziative, anche normative, affinché sia intrapresa ogni azione utile a ripristinare la legalità e la legittimità nei citati settori nella Regione Siciliana.
9/80-A/8. Barbagallo, Iacono, Marino, Porta, Provenzano, Carmina, Morfino, Aiello.


      La Camera,

          premesso che:

              l'istituzione di una Commissione sul ciclo dei rifiuti, oggi proposta con poteri ampliati, è una delle priorità che l'azione politica ha per verificare e contrastare le attività illecite collegate alle ecomafie e per verificare la corretta attuazione della normativa in materia ambientale su cui è necessario superare i ritardi nelle diverse parti del Paese ed il frazionamento delle competenze che ne rallenta ulteriormente la corretta attuazione;

          considerato che:

              è, quindi, necessario riflettere su alcune distorsioni del sistema per cui oggi la Regione Siciliana è tra le regioni più povere del Paese ed è quella in cui, in media, la Tari è la più alta d'Italia anche perché diverse società di regolamentazione dei rifiuti conferiscono indirettamente i rifiuti all'estero, e ciò comporta un netto aumento del costo della Tari;

              nel Mezzogiorno, inoltre, mancano gli impianti per il trattamento dei rifiuti. Si tratta di una carenza che non è stata ancora possibile colmare, che sconta un rallentamento preoccupante sia nelle procedure di aggiudicazione delle gare, sia nell'impegno delle risorse economiche per espletare le stesse;

              il tema della governance delle società chiamate a gestire la raccolta dei rifiuti risulta, quindi, di importanza centrale. Sempre in riferimento all'esempio siciliano si sottolinea che più volte, il Governo nazionale ha invitato la Regione Siciliana ad individuare non più di cinque ambiti territoriali ottimali (ATO), mentre ad oggi ne permangono 18 gestiti, inopinatamente, da altrettante società di regolamentazione dei rifiuti, tutte private;

              in tante parti del Paese l'offerta del servizio di raccolta continua a essere frazionata per territori, anche piccoli, dando vita a un'offerta che non garantisce per niente l'economicità del servizio e la sua funzionalità. Nel caso della Regione Siciliana anche quando vengono individuati gli ambiti territoriali ottimali ci vogliono anni per aggiudicare le gare e, nelle more, continuano gli affidamenti diretti;

              anche la bonifica dei siti inquinati e delle discariche procede con un intollerabile ritardo. In questo momento ci sono 33.000 siti di bonifiche, ma 16.000 ancora aspettano l'avvio delle procedure; vi sono ritardi consistenti non soltanto sulle procedure di notifica e di coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, ma anche per la caratterizzazione dei siti, che spesso non avviene o avviene con grave ritardo;

              nel Mezzogiorno, come già sul sistema di raccolta e di gestione dei rifiuti, i dati peggiorano: mentre i siti che aspettano di essere bonificati sono il 45 per cento a livello nazionale, nelle regioni del Mezzogiorno i due terzi del totale, e in Sicilia ben il 73 per cento;

              tra le competenze della Commissione è ricompresa, inoltre, la materia del sistema idrico integrato. Al riguardo si evidenzia come nella Regione Siciliana, in particolare nella provincia di Catania, ci sono numerosi gestori privati senza gara pubblica in palese contrasto alle disposizioni di legge e che determinano un sistema inefficiente con alti costi per i cittadini siciliani,

impegna il Governo

alla luce dell'attività di inchiesta svolta dalla Commissione, a valutare la possibilità di predisporre le opportune iniziative di competenza per assicurare il rispetto della normativa nei settori dei rifiuti e del sistema idrico integrato con specifico riferimento alla regione siciliana.
9/80-A/8. (Testo modificato nel corso della seduta)Barbagallo, Iacono, Marino, Porta, Provenzano, Carmina, Morfino, Aiello.


INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Chiarimenti e iniziative in merito all'applicabilità alle liquidazioni periodiche Iva della modalità agevolata di definizione dei cosiddetti avvisi bonari – 3-00140

      FOTI, MATERA, OSNATO, ANTONIOZZI, GARDINI, MESSINA, RUSPANDINI, CONGEDO, DE BERTOLDI, FILINI, MATTEONI, MAULLU, TESTA e TREMONTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

          l'articolo 1, comma 155, della legge n. 197 del 2022, legge di bilancio 2023, ha introdotto una modalità agevolata di definizione dei cosiddetti avvisi bonari relativi a quanto richiesto a seguito dei controlli automatizzati delle dichiarazioni dei redditi presentate dai contribuenti e dai sostituti d'imposta e dei controlli automatizzati sulle dichiarazioni Iva, il cui pagamento rateale, ai sensi dell'articolo 3-bis del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 462, è ancora in corso alla data di entrata in vigore della legge di bilancio (1° gennaio 2023);

          sono sorti, tuttavia, alcuni dubbi interpretativi riguardo alla possibilità di applicare la disciplina sopra indicata anche agli avvisi bonari concernenti le comunicazioni dei dati delle liquidazioni periodiche Iva (cosiddette Li.Pe.), anche in considerazione del fatto che la norma non richiama espressamente l'articolo 21-bis del decreto-legge n. 78 del 2010, facendo riferimento solo alle dichiarazioni Iva di cui all'articolo 54-bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, nonostante, a decorrere dall'anno d'imposta 2017, il controllo automatico sia effettuato anche sulle «comunicazioni dei dati delle liquidazioni periodiche Iva»;

          d'altro canto, il citato articolo 21-bis del decreto-legge n. 78 del 2010, che ha introdotto le comunicazioni dei dati delle liquidazioni periodiche Iva, all'ultimo periodo del comma 5, richiama espressamente l'articolo 54-bis, comma 2-bis, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, che con riferimento alle liquidazioni periodiche Iva, prevede che l'Agenzia delle entrate possa controllare la tempestiva effettuazione dei versamenti dell'imposta, anche prima della presentazione della dichiarazione annuale, anche in mancanza di pericoli per la riscossione;

          va infine ricordato che, secondo quanto previsto dalla vigente normativa, il termine entro il quale il contribuente deve procedere al pagamento della prima rata delle somme dovute a seguito della definizione agevolata è molto stringente (30 giorni dal ricevimento dell'avviso bonario) e che il mancato rispetto di tale termine importa che la definizione non produca effetti e che si applichino le ordinarie disposizioni in materia di sanzioni e riscossione –:

          se intenda assumere urgenti iniziative, ove necessario anche di carattere normativo, al fine di chiarire l'applicabilità delle disposizioni di cui in premessa anche agli «avvisi bonari» aventi ad oggetto le comunicazioni dei dati delle liquidazioni periodiche Iva (Li.Pe.).
(3-00140)


Elementi e iniziative sulla ripartizione delle risorse ancora disponibili a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027 – 3-00141

      DE LUCA, PROVENZANO, UBALDO PAGANO, D'ALFONSO, AMENDOLA, LACARRA, STEFANAZZI, LAI, GRAZIANO, IACONO, TONI RICCIARDI, BARBAGALLO, MARINO, STUMPO, SARRACINO, SCOTTO, FERRARI, GHIO, CASU e FORNARO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

          il Fondo per lo sviluppo e la coesione è, congiuntamente ai fondi strutturali europei, lo strumento finanziario principale attraverso cui vengono attuate le politiche per lo sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale e la rimozione degli squilibri economici e sociali in attuazione dell'articolo 119, comma 5, della Costituzione italiana e dell'articolo 174 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea;

          per il ciclo di programmazione 2021-2017, il Fondo è stato rifinanziato per 73,5 miliardi di euro;

          è opportuno ricordare che la chiave di riparto prevede che la dotazione complessiva deve essere impiegata per un importo dell'80 per cento per interventi da realizzare nei territori delle regioni del Mezzogiorno e del 20 per cento nelle aree del Centro-Nord;

          ad oggi, fatta eccezione per alcune misure coperte nel biennio 2021-2022 a valere sulle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027, la maggior parte delle risorse (circa 58 miliardi di euro) è ancora nella disponibilità del fondo;

          preoccupano, infatti, i gravissimi ritardi sulla ripartizione del Fondo per lo sviluppo e la coesione, considerato che il loro riparto sarebbe dovuto avvenire già entro il 2021;

          la mancata ripartizione ha gravemente compromesso l'utilizzo di queste risorse, fondamentali per l'avvio di progetti e la realizzazione di opere tese al raggiungimento dell'obiettivo del riequilibrio economico e sociale tra le diverse aree del Paese –:

          se il Ministro interrogato intenda fornire garanzie sulle tempistiche per la ripartizione delle risorse ancora disponibili a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027.
(3-00141)


Iniziative in materia di tassazione dell'attività dei frontalieri italiani che lavorano in Svizzera, in relazione al venir meno della vigenza delle disposizioni adottate in periodo pandemico con riferimento al lavoro a distanza – 3-00142

      GADDA, MARATTIN, DEL BARBA, ENRICO COSTA, GRIPPO e SOTTANELLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

          in base all'Accordo tra Italia e Svizzera sulla tassazione dei frontalieri del 1974, successivamente sostituito dal nuovo accordo avvenuto con scambio di lettera a Roma il 23 dicembre 2020 – attualmente in attesa della definitiva ratifica parlamentare – e che, quindi, presumibilmente, entrerà in vigore non prima del 2024 – il frontaliere residente nei comuni di frontiera, qualora svolga delle intere giornate di lavoro su suolo italiano, è tenuto a dichiarare all'Agenzia delle entrate la quota di reddito maturata in quelle circostanze;

          in aggiunta, in base al diritto comunitario (articolo 14 del regolamento (CE) n. 987/2009), una persona residente in Italia che sottoscrive un contratto di lavoro in Svizzera può lavorare nel comune di residenza entro il 25 per cento del tempo di lavoro previsto dal contratto stesso;

          durante il periodo pandemico, entrambi questi vincoli sono stati sospesi da un accordo amichevole firmato da Svizzera e Italia il 18-19 giugno 2020, permettendo quindi maggiore flessibilità per lavoratori e per le stesse imprese;

          il 22 dicembre 2022 i rappresentanti di entrambi i Paesi hanno convenuto di non rinnovare questo accordo amichevole oltre il 31 gennaio 2023, comportando in tal modo un ritorno alle vecchie regole e imposizioni fin dal 1° febbraio 2023;

          questa decisione determinerà notevoli impatti sugli 89.742 lavoratori transfrontalieri italiani che quotidianamente si recano a lavorare nella vicina Svizzera e una necessaria modifica dei flussi di lavoro e dell'organizzazione interna delle imprese, che ormai, in oltre due anni e mezzo, si erano consolidati ed efficientati;

          oltretutto, la decisione si trova in aperto contrasto con la posizione dell'Unione europea, la quale ha invece prorogato fino al 30 giugno 2023 la sospensione delle implicazioni del telelavoro dei frontalieri sul piano delle assicurazioni sociali –:

          se sia intenzione del Governo riaprire un tavolo negoziale con la controparte svizzera e siglare urgentemente un nuovo accordo amichevole che, quantomeno, garantisca una nuova proroga allineata alle disposizioni contributive comunitarie, al fine di evitare che a partire dal 1° febbraio 2023 i lavoratori transfrontalieri vedano crescere la tassazione sul proprio salario in questo momento storico di grave crisi energetica e di spirale inflazionistica.
(3-00142)


Iniziative volte allo stanziamento di risorse appropriate per adeguare gli stipendi degli insegnanti ai parametri europei, anche alla luce di recenti dichiarazioni del Ministro – 3-00143

      ORRICO, CASO, AMATO, CHERCHI, FRANCESCO SILVESTRI, BALDINO, SANTILLO, AURIEMMA, CAPPELLETTI, FENU, PELLEGRINI, ILARIA FONTANA, AIELLO, QUARTINI, CARAMIELLO, SCUTELLÀ, MORFINO e CARMINA. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

          il 25 gennaio 2023 il Ministro interrogato ha parlato di una possibile differenziazione degli stipendi dei docenti; in particolare, ha dichiarato che: «La sfida è capire come fare per far sì che il lavoratore che ha un costo della vita più alto in un certo territorio abbia uno stipendio più alto. Chi vive e lavora in una regione d'Italia in cui più alto è il costo della vita potrebbe guadagnare di più»;

          le parole del Ministro interrogato hanno sollevato numerose inevitabili critiche basate sul fatto che garantire stipendi più alti al Nord perché il costo della vita è più alto non ha nulla a che vedere con il merito, né tiene conto degli sforzi enormi che molti docenti mettono in campo in contesti disagiati, dove la scuola rappresenta il principale presidio democratico;

          appare contraddittorio che, nel momento in cui si dice di voler premiare il merito, in particolare nella scuola, le variazioni contrattuali possano scattare non in base al lavoro svolto ma alla localizzazione territoriale;

          appare evidente e preoccupante la stretta connessione tra il progetto del Ministro interrogato di differenziare gli stipendi dei docenti in base al territorio in cui lavorano e l'autonomia differenziata per le regioni;

          già oggi il sistema di istruzione è attraversato da diseguaglianze profonde, pertanto bisogna trovare soluzioni efficaci per diminuire i divari, non per accentuarli; inoltre, è invece necessario un investimento serio sul sistema scolastico italiano tramite risorse che facciano aumentare gli stipendi di tutti insegnanti in linea con gli standard europei;

          critici anche i sindacati, che ritengono, invece, necessario mettere in campo interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli che impediscono a un docente di condurre, a parità di stipendio, una vita dignitosa anche nelle grandi aree urbane, notoriamente più care rispetto a quelle delle piccole province, e dunque intervenendo, ad esempio, su alloggi e trasporti;

          a fronte di tutte le polemiche su una possibile differenziazione degli stipendi dei docenti, lo stesso Ministro interrogato, sabato 28 gennaio 2023, ha tenuto a specificare che «la vera sfida è pagare di più tutti gli insegnanti» –:

          se non ritenga dunque urgente attivarsi affinché siano stanziate le risorse appropriate per adeguare gli stipendi di tutti insegnanti agli standard europei, valorizzando il loro ruolo centrale all'interno delle istituzioni scolastiche, anche al fine di garantire a tutti il diritto allo studio con pari dignità e opportunità.
(3-00143)


Iniziative in ordine alla moratoria dei mutui agrari, in considerazione della grave crisi economica che ha colpito il comparto agricolo – 3-00144

      MOLINARI, CARLONI, DAVIDE BERGAMINI, BRUZZONE, PIERRO, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, CANDIANI, CAPARVI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MINARDO, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

          le aziende agricole italiane stanno vivendo un momento di crisi economica particolarmente drammatico, quale epilogo di alcuni eventi avversi e concatenati che hanno caratterizzato le ultime due annualità;

          nel 2021 tutta l'economia ha subito i colpi dell'emergenza sanitaria da COVID-19; nel medesimo anno diverse aree agricole sono state colpite da eventi atmosferici particolarmente intensi che, in alcuni casi, hanno azzerato l'intera produzione;

          anche il 2022 è stato un anno «nero» per le coltivazioni (-2,2 per cento in volume), causato da eventi climatici manifestatisi attraverso un aumento dell'intensità e della frequenza di eventi meteorologici estremi, con basse temperature primaverili, eccezionali ondate di calore nel periodo estivo e pressoché totale assenza di precipitazioni, che hanno condizionato le produzioni e influenzato l'offerta dei prodotti agricoli a livello prima di tutto nazionale, poi europeo e mondiale;

          inoltre, nel 2022 il terribile conflitto, ancora in corso, ha acuito le crisi già in atto nel settore. Nell'Unione europea a 27 l'incremento medio dei costi di produzione delle aziende agricole, sulla base della stima preliminare dei conti economici dell'agricoltura dell'Istat, è stato del 23,1 per cento, con valori al rialzo di almeno il 10 per cento in tutti gli Stati;

          secondo i dati Istat, nel 2022 sono aumentati sensibilmente i prezzi dei prodotti acquistati dagli agricoltori (+23,6 per cento), con balzi che riguardano i fertilizzanti (+63,4 per cento), i prodotti energetici (+49,7 per cento) e gli alimenti per animali (+25,1 per cento);

          il comparto agricolo nell'Unione europea ha registrato anche un calo del volume della produzione del 3 per cento;

          è necessaria una più equa distribuzione del valore lungo tutta la filiera per tutelare il reddito degli agricoltori; si devono creare le basi affinché, nelle relazioni tra i diversi anelli della filiera, le condizioni di forza contrattuale non possano trasformarsi in vere e proprie pratiche sleali;

          nonostante il «decreto crisi ucraina» abbia previsto la rinegoziazione e ristrutturazione dei mutui agrari in essere, allungando il relativo periodo residuo di rimborso, permangono tuttora criticità per la loro ricontrattazione;

          in un momento come quello attuale, a causa della congiuntura dei fattori legati all'aumento dei costi di produzione, al calo conseguente della produzione e al cambiamento climatico, hanno chiuso l'attività 3.363 imprese agricole –:

          se e quali provvedimenti, alla luce dei dati Istat citati in premessa, intenda adottare con urgenza anche al fine di intervenire sulla moratoria dei mutui agrari, nell'ottica di tutelare il reddito degli agricoltori italiani.
(3-00144)


Iniziative di competenza, a livello nazionale ed internazionale, per tutelare il settore agricolo e i consumatori dal rischio di nuovi aumenti dei prezzi – 3-00145

      LUPI, CAVO, BICCHIELLI, CESA, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

          secondo le elaborazioni statistiche dell'International Food Policy Research Institute, calcolate sugli anni 2018-2020, circa un terzo delle esportazioni globali di grano proviene da Russia e Ucraina, ma l'Italia si approvvigiona dai due Paesi citati solamente per il 3,2 per cento, se si considera il grano tenero, e per il 2,5 per cento, se si osserva invece il dato sulle importazioni di grano duro;

          nonostante i principali fornitori di grano dell'Italia siano Canada, Grecia, Ungheria, Stati Uniti, Francia e Austria, le forti oscillazioni dei prezzi a livello internazionale, dovute alle quote delle esportazioni globali detenute da Russia e Ucraina, hanno colpito duramente i principali mercati agricoli mondiali, tra cui il nostro Paese;

          la coincidenza della crisi alimentare conseguente allo scoppio della guerra in Ucraina, della crisi energetica globale e dei periodi di siccità che si sono verificati nel 2022 hanno causato un aumento del 23 per cento dei prezzi dei prodotti acquistati dagli agricoltori;

          anche nelle ultime settimane, diversi osservatori internazionali – tra cui John Baffes della Banca mondiale e Joseph Glauber dell'International Food Policy Research Institute – hanno evidenziato come, nonostante la caduta dei prezzi del grano e di altre colture, il rischio di nuovi aumenti dei prezzi sia ancora presente, soprattutto per via dell'imminente decisione sul rinnovo dell'accordo sul grano del Mar Nero tra Russia e Ucraina, per gli effetti dei cambiamenti climatici e per il rapporto tra scorte e utilizzo del grano che ha fatto registrare il valore più basso dal 2008 (58 per cento);

          secondo i dati pubblicati da Coldiretti nel mese di gennaio 2023, nel 2022 le famiglie italiane hanno speso quasi 13 miliardi di euro in più per acquistare cibi e bevande rispetto al 2021 –:

          quali iniziative intenda assumere, per quanto di competenza, sia a livello nazionale sia nelle opportune sedi internazionali, per tutelare il settore agricolo e i consumatori del nostro Paese dai rischi di nuovi aumenti dei prezzi dei prodotti venduti e dei prodotti impiegati.
(3-00145)


Chiarimenti in merito all'ipotesi di introdurre per i dipendenti pubblici differenze retributive attraverso la contrattazione accessoria, sulla base del costo della vita a livello territoriale – 3-00146

      MARI, ZANELLA, BONELLI, BORRELLI, DORI, EVI, FRATOIANNI, GHIRRA, GRIMALDI, PICCOLOTTI e ZARATTI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

          ha suscitato clamore la dichiarazione del Ministro dell'istruzione e del merito Valditara, il quale ha affermato: «Chi vive e lavora in una regione d'Italia in cui più alto è il costo della vita, potrebbe guadagnare di più», quindi proponendo una differenziazione territoriale delle retribuzioni degli insegnanti pubblici;

          il Ministro interrogato in una successiva intervista, pur ribadendo: «Il contratto è nazionale e tale deve restare», ha comunque aggiunto: «si può tenere conto delle differenze territoriali del costo della vita attraverso il contratto integrativo», che appare come un mezzo surrettizio di reintroduzione di antiche gabbie salariali in tutta la pubblica amministrazione;

          questa volontà di riaprire impostazioni divisive tra i lavoratori del Nord e del Sud, con un intreccio evidente con la proposta del Governo sull'autonomia differenziata, estenderebbe in realtà i già esistenti divari;

          differenziazioni retributive basate essenzialmente sul costo della vita non hanno in realtà alcuna motivazione plausibile, tenuto conto che non si tengono in considerazione le differenze territoriali, ad esempio, in materia di qualità ed efficienza dei servizi pubblici, nonché spesso il maggior carico fiscale regionale e comunale, che rende la proposta di una contrattazione accessoria, ad avviso degli interroganti, inaccettabile;

          i lavoratori della pubblica amministrazione non stanno chiedendo certo differenziazioni retributive, anche surrettiziamente introdotte con accordi integrativi territorialmente differenziati, ma il finanziamento dei rinnovi contrattuali per il triennio 2022-2024, una periodica formazione, lo sblocco del turn over e la stabilizzazione dei precari, nonché una digitalizzazione della pubblica amministrazione che consenta a questa di essere all'altezza delle richieste dei cittadini e delle imprese –:

          se non ritenga la proposta di reintrodurre differenze retributive attraverso una contrattazione accessoria, che tenga conto solo delle presunte differenze territoriali del costo della vita, foriera di ulteriori divisioni, non tenendo conto delle differenze tra il Nord e il Sud in materia di servizi pubblici e maggiore imposizione fiscale, mentre sussiste la necessità, al contrario, di procedere al finanziamento dei rinnovi contrattuali per renderli in linea con quelli europei, al superamento della precarietà nella pubblica amministrazione, alla digitalizzazione e alla formazione.
(3-00146)


Iniziative per la semplificazione delle procedure amministrative, con particolare riferimento all'avvio di attività economiche – 3-00147

      BATTILOCCHIO, NAZARIO PAGANO, PAOLO EMILIO RUSSO, DEBORAH BERGAMINI, SQUERI, CASASCO e POLIDORI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

          il Ministro interrogato ha annunciato che il Governo sta lavorando alla predisposizione di un pacchetto di misure volto a prevedere la semplificazione e lo snellimento delle procedure burocratiche relative ad autorizzazioni per l'avvio di attività economiche;

          il futuro intervento normativo avrebbe come effetto nell'immediato lo «sfrondamento» di diverse procedure amministrative che riguardano le attività artigiane, per proseguire nel 2024 alla semplificazione di altre procedure e altri iter, con l'obiettivo di arrivare nel 2026 ad un'opera di sburocratizzazione complessiva comprensiva di circa seicento procedure;

          come ha sempre sostenuto il Presidente Silvio Berlusconi, la semplificazione amministrativa e burocratica, oltre a rappresentare uno strumento di tutela e rispetto dei diritti del cittadino nel rapporto con lo Stato, costituisce una misura di fondamentale importanza sotto il profilo economico, con particolar riferimento alle piccolissime, piccole e medie imprese –:

          quali iniziative intenda porre in essere il Governo al fine di dare piena attuazione al percorso di semplificazione con particolare riguardo all'avvio di attività economiche.
(3-00147)