XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 59 di martedì 28 febbraio 2023

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'

La seduta comincia alle 12.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FABRIZIO CECCHETTI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 70, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Presidente, colleghi e colleghe, si potevano salvare le circa 180 persone naufragate sulla spiaggia di Cutro, di cui solo 82 sopravvissute, giunte vive. La procura di Crotone vuole accendere un faro su quel naufragio, ma anche sulla catena dei soccorsi. Presidente, i reati ipotizzati sono omicidio colposo e naufragio colposo. Ma attenzione, non è l'omissione di soccorso da parte degli uomini e delle donne della Guardia di finanza e della Guardia costiera, ma quella di una stortura istituzionale che ha depotenziato il dispositivo dei soccorsi, così si dice.

Ventiquattr'ore sono passate, Presidente, nella disperata attesa di soccorsi mai arrivati. Numerose telefonate sono partite da quel barcone. Vi è stato un avvistamento in serata da parte di un aereo Frontex in pattugliamento. Tutto questo a soli 100 metri dalla costa.

Eppure, dopo il dispaccio del MRCC di Roma alle 4,57 di sabato e le coordinate date alle 22,30 da Frontex, sono partiti due mezzi della Guardia di finanza, che, con il mare forza 3 o 4, si sono poi ritirati, come avrete letto. Perché? Per quale motivo è stata inviata la Guardia di finanza, incaricata tra l'altro di law enforcement nell'attività di contrasto all'immigrazione clandestina, e non la Guardia costiera, con, tra l'altro, compiti specifici di ricerca e soccorso?

Perché i mezzi della Guardia costiera, che potrebbero resistere a condizioni meteomarine anche peggiori di quelle che abbiamo letto, non sono usciti e Frontex non ha messo in campo altri assetti? È stata attivata una procedura SAR di ricerca e soccorso, come previsto, o unicamente una procedura di polizia? Perché di questo parliamo.

Se fosse vera questa ipotesi, il vostro zelo, lo zelo del Governo nel contrasto all'immigrazione clandestina avrebbe indirettamente provocato una strage. E questo - mi faccia dire, Presidente - sarebbe ben più grave di ogni nefandezza a cui questo Governo ci ha abituati. Più grave dell'immaginabile.

Per questo, Presidente, le chiediamo un'informativa urgente in Aula del Ministro Piantedosi e del Ministro Salvini. Il Ministro Salvini, responsabile dei trasporti, ci dica perché le CP300 inaffondabili della Guardia costiera non sono uscite poiché, se il soccorso, e non altro, è il pull factor per il Governo, si danno indicazioni operative diverse da quelle che sono state date.

Ce lo dica il Ministro Piantedosi, perché deve rispondere alle nostre domande che abbiamo depositato con un'interrogazione urgente. Le sue parole di scherno e offese a madri, padri, bambini, donne e uomini, morti in modo orribile e fuggiti nell'unico modo che questo Governo lascia a loro disposizione, meriterebbero forse delle considerazioni diverse. Ma non continueremo a chiedervi le dimissioni, vogliamo che veniate qua, in Aula, a discutere.

Vorrei sapere come dorme la Presidente Meloni - vorrei proprio saperlo - che ancora oggi parla di bloccare la partenza e attribuisce la tragedia a chi ha messo a rischio la propria vita partendo.

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO GRIMALDI (AVS). Ho finito, Presidente. Come dialoga con la sua cattiva coscienza? Le vede, quelle persone? È toccato vederle, toccarle, recuperarne i corpi, a pescatori, sommozzatori e vigili del fuoco che non lo scorderanno mai più. Ma io spero, Presidente, che quei volti facciano visita a questo Parlamento e parlino a questo Parlamento. E che cosa risponderà questo Parlamento? Noi saremo qui in Aula ad ascoltare quelle parole (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Vittoria Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, in questi giorni, dopo la tragedia che ha provocato la morte di 48 tra uomini e donne, e 15 bambine e bambini, al largo delle coste di Cutro, abbiamo assistito ad un turbine di pensieri, parole, opere ed omissioni indegne, che però meritano di essere affrontate qui dentro, in Parlamento.

Vogliamo avere risposte. Abbiamo domande da porre al Ministro Piantedosi e anche al Ministro Salvini. Quindi, mi aggiungo alla richiesta che entrambi i Ministri vengano a rendere un'informativa urgente a questo Parlamento su quanto accaduto. Infatti, dalle ultime ricostruzioni sembrerebbe che, in realtà, forse quella tragedia si sarebbe potuta evitare, quelle morti si sarebbero potute evitare.

Presidente, a fronte della legittima domanda di un comune cittadino rispetto a quali siano e se ci siano responsabilità istituzionali, il Ministro Piantedosi, invece di cercare le responsabilità di quello che è successo a casa sua, dentro il suo Governo, le ha cercate altrove. Ha cercato le responsabilità di chi rendeva quelle dichiarazioni, minacciando querela. E ha cercato le responsabilità dei padri, che hanno deciso di mettere le proprie figlie e i propri figli su un barcone per salvarli da un destino nefasto; il destino cui, probabilmente, erano destinati donne e bambini che vivevano in Afghanistan e in Iran, zone lacerate da conflitti interni, da regimi indicibili.

Io credo che neanche il Ministro Piantedosi avrebbe preferito che le proprie figlie e le proprie sorelle continuassero a vivere in quell'inferno, e probabilmente quella disperazione avrebbe giustificato un viaggio della speranza.

Vorremmo porre tante domande al Ministro Piantedosi e proprio per questo, Presidente, mi appello anche alla Presidenza perché sono ormai tante le richieste di informativa che questo Parlamento ha proposto al Governo, richieste che sono tutte rimaste inevase. Tutte inevase! Quindi, siccome il compito della Presidenza è anche quello di garantire una dialettica costante tra Governo e Parlamento, io mi auguro che la Presidenza voglia farsi portavoce di questa istanza, che vi arriva forte da tre forze di opposizione, e mi auguro che quanto prima il Ministro Piantedosi possa, questa volta, cercare a casa sua le responsabilità e assumersi la responsabilità di venire qui in Parlamento a rispondere alle nostre legittime domande.

PRESIDENTE. Onorevole Baldino, ho ascoltato le vostre premesse e le vostre considerazioni. Ovviamente, compito della Presidenza è dedicare attenzione alla vostra richiesta. Già nella giornata di ieri, a seguito dell'intervento della presidente Serracchiani, il Presidente della Camera ha accolto e ha girato la richiesta, facendosi parte attiva affinché l'informativa, che ieri riguardava soltanto il Ministro dell'Interno, Piantedosi, si possa svolgere nel tempo più breve, come egli stesso ha indicato già nella seduta di ieri.

Le vostre richieste, di cui la Presidenza prende atto, a questo punto si allargano anche all'eventuale intervento per un'informativa urgente del Ministro Salvini e, come è sempre stato, ancora una volta la Presidenza si farà carico di girare queste richieste, sollecitando al più presto il Governo a dare le risposte a quanto da voi argomentato.

Discussione della mozione Boschi, Gardini, Ciani, Loizzo, Lupi, Patriarca, Quartini, Schullian, Zanella ed altri n. 1-00078 concernente iniziative in materia di malattie rare.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione Boschi, Gardini, Ciani, Loizzo, Lupi, Patriarca, Quartini, Schullian, Zanella ed altri n. 1-00078 concernente iniziative in materia di malattie rare (Vedi l'allegato A).

La ripartizione dei tempi riservati alla discussione è in distribuzione e sarà pubblicata nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Vedi l'allegato A).

(Discussione sulle linee generali)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

È iscritta a parlare la deputata Valentina Grippo, che illustrerà anche la mozione n. 1-00078, di cui è cofirmataria.

VALENTINA GRIPPO (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Innanzitutto, voglio ringraziare le colleghe Maria Elena Boschi ed Elisabetta Gardini che si sono fatte promotrici di questa mozione in questa giornata. Le giornate sono un fatto simbolico, ma la Giornata mondiale sulle malattie rare, il Rare disease day, è diventata un momento internazionale che aiuta a riflettere, non solo dal punto di vista della politica interna, ma anche dal punto di vista mondiale, su quali siano le azioni da fare non solo dal punto di vista sanitario, ma anche per la presa in carico globale di patologie che riguardano moltissime persone, vale a dire 300 milioni nel mondo, fra 20 e 30 milioni in Europa e 2 milioni in Italia. Quindi, pur nella rarità, si tratta di un tema che tocca molte persone e molte famiglie nella nostra Nazione, che hanno in comune il tema della rarità, ma incontrano patologie del tutto diverse, quali le patologie tumorali, le patologie genetiche e le patologie degenerative, con origine ereditaria o con origine ambientale. Proprio la complessità e la diversità di tutte queste patologie rendono complessa una presa in carico globale delle persone che le patiscono.

L'Organizzazione mondiale della sanità da tempo ci dice che la salute non è assenza di malattia, ma è la condizione nella quale l'individuo è messo in grado di vivere appieno la propria esistenza, evidentemente cercando di diminuire al massimo tutto ciò che è clinico, quindi tutto ciò che è malattia in senso stretto, ma anche intervenendo su tutti gli aspetti disabilitanti e condizionanti la vita psicologica e sociale dell'individuo che queste malattie portano con sé.

La mozione da questo punto di vista riflette l'impianto che si vuole avere nella presa in carico di queste patologie, ovvero è una mozione di tipo olistico, possiamo dire, che cerca di affrontare, sicuramente, il tema sanitario e di dare un indirizzo affinché vengano compiuti tutti gli atti necessari, a partire dall'implementazione del testo unico sulle malattie rare fino all'aggiornamento dell'elenco delle malattie rare nei LEA e a tutti quegli altri comportamenti che hanno a che fare strettamente con la dimensione sanitaria.

Ringrazio i colleghi che si sono fatti attori di una mozione che è stata presentata all'unanimità dalle forze politiche, proprio per rappresentare come in quest'Aula ci sia una volontà comune e trasversale su un tema così sensibile.

Penso che uno degli elementi caratterizzanti sia proprio quello di tenere conto di tutti gli altri aspetti perché, fra le cose che ci saranno da fare, alcuni elementi riguarderanno i decreti attuativi della legge quadro sulla disabilità e altri, per esempio, saranno nella legge sui caregiver. Quindi, sono tantissimi gli strumenti normativi - strumenti che il Governo ha a disposizione - sui quali questa mozione vuole intervenire e penso che il valore di questo intervento oggi in Aula sia proprio questo.

Sono stati fatti passi in avanti negli ultimi anni su questo tema, non solo a livello mondiale - lo dicevamo - ma anche a livello nazionale. Oggi esistono un elenco e delle norme, ma va considerata la qualità della vita delle persone afflitte da queste patologie, anche in base ad analisi e a screening periodici che vengono compiuti su tali persone, alcune delle quali sono colpite in modo totalmente invalidante.

Anche questo è un elemento che complica la presa in carico, perché queste patologie hanno sfumature e fasi, nella vita degli individui, che sono molto diverse. Quindi, in alcuni casi ci riferiamo a persone che hanno bisogno di una presa in carico globale, perché la loro vita è completamente invalidata e limitata dalla patologia, mentre ci sono altri casi in cui questa patologia è trasparente e silente, ma accompagna le persone talvolta per tutta l'esistenza.

Quindi, con questa mozione si vogliono implementare la rete nazionale dedicata alla prevenzione, alla sorveglianza, alla diagnosi e alle terapie e il registro nazionale delle malattie rare presso l'Istituto superiore di sanità, aggiornando l'elenco delle malattie rare per le quali è riconosciuto il diritto all'esenzione, con conseguente e preventivo aggiornamento dei LEA, e, in generale, si intende aggiornare il piano nazionale, che ormai è scaduto nel 2016.

Su questo l'Italia ha anche un primato, perché nel 2014 è stata la prima nazione in Europa ad approvare un piano del genere che, il 21 febbraio 2023, è stato consegnato al Ministro della Salute da parte dal Comitato nazionale delle malattie rare, il che ci consente di fare questo passaggio ulteriore.

In ultimo, c'è un aspetto che riguarda lo screening neonatale e l'infanzia. Moltissimi dei 2 milioni di italiani che hanno malattie rare sono in età pediatrica. Noi oggi abbiamo una popolazione adulta, perché 20, 30, 40 o 50 anni fa non c'erano né gli strumenti né la cultura per il monitoraggio e l'identificazione di molte di queste patologie. Oggi, se incrementassimo gli investimenti, non solo nella cura, ma anche nella parte relativa alla diagnosi, alla ricerca e allo screening, potremmo probabilmente scoprire queste patologie molto presto e, quindi, trovare, come dicevo in premessa, gli strumenti terapeutici con cui è possibile guarire, ove possibile, o rendere migliore la qualità della vita dei bambini e delle persone affette da queste patologie, accompagnandole nel corso della loro vita, riducendo i sintomi e incrementando tutti gli strumenti di supporto psicologico e sociale che potrebbero rendere il condizionamento derivante da una malattia rara molto meno impattante.

È importante che oggi quest'Aula dedichi un momento di riflessione unitaria sul tema. Naturalmente, ciò non può che essere un punto di partenza e non un punto di arrivo del nostro lavoro. È stato costituito, sia alla Camera sia al Senato, un intergruppo - di ciò ringrazio le colleghe - che si occupa di questo tema. Tutto il lavoro che sarà fatto nei prossimi mesi darà muscoli e cuore a questa mozione, che oggi fornisce uno scheletro degli interventi che vanno fatti (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Panizzut. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO PANIZZUT (LEGA). Grazie, Presidente. Colleghi, personalmente non amo tanto intervenire nelle discussioni generali e mi pare che, senza offesa, le presenze in Aula confermino il grado di interesse sull'impianto generico delle discussioni.

Forse su questioni urgenti e di vitale importanza bisognerebbe arrivare subito al sodo dei provvedimenti, però, su certi argomenti, forse più che per altri, diventa doveroso intervenire per rispetto delle persone che soffrono e per rimarcare, più volte, l'appello a un concreto e veloce intervento di tutte le istituzioni.

Anche noi, come gruppo Lega, ricordiamo oggi 28 febbraio la Giornata internazionale delle malattie rare, nata per richiamare all'attenzione delle istituzioni e di tutti cittadini sulle difficili realtà con cui convivono le persone affette da queste patologie. Manca proprio la conoscenza generale delle malattie rare: definite a bassa prevalenza della popolazione, infatti, sono tali quando colpiscono 5 o meno persone ogni 10.000; patologie debilitanti, fortemente invalidanti, potenzialmente letali e caratterizzate da un elevato grado di complessità, in gran parte di origine genetica. Le stime attuali ci dicono che esistono circa 10.000 diverse malattie rare, che colpiscono oltre 2 milioni di persone in Italia e, di queste, circa la metà sono bambini o ragazzi minorenni.

Le persone affette da queste patologie continuano a essere penalizzate per la difficoltà della diagnosi e la scarsa disponibilità di terapie efficaci. La ricerca scientifica, che ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, deve però essere ulteriormente incentivata. In Italia, negli anni, sono stati istituiti: la Rete nazionale dedicata alla prevenzione, alla sorveglianza, alla diagnosi e alla terapia; il Registro nazionale; l'Elenco delle malattie rare per le quali è stato riconosciuto il diritto all'esenzione e allo screening neonatale esteso.

Forse, una delle cose buone che abbiamo fatto nella scorsa legislatura, soprattutto in Commissione affari sociali e sanità, è la legge 10 novembre 2021, n. 175, recante disposizioni per la cura delle malattie rare e il sostegno della ricerca e della produzione di farmaci orfani. La legge è stata approvata - grazie al cielo - all'unanimità con l'obiettivo di tutelare il diritto alla salute delle persone affette da malattie rare, con misure che devono garantire l'uniformità sul territorio nazionale nell'erogazione delle prestazioni e delle terapie, l'aggiornamento periodico dei livelli essenziali di assistenza e dell'elenco delle malattie rare, il riordino e il potenziamento della rete nazionale per la prevenzione.

Purtroppo, oggi dobbiamo rilevare che solo uno dei decreti attuativi previsti dalla norma è stato emanato. Invitiamo subito il Governo a dare concreta attuazione, in tempi brevi, ai restanti decreti previsti. Tra l'altro, facciamo notare che l'ultimo aggiornamento dei LEA risale a più di cinque anni fa.

La Commissione europea – che, ogni tanto, dice cose sensate - ha annunciato nella sua strategia farmaceutica l'obiettivo di migliorare il panorama terapeutico e affrontare le esigenze di sistemi di incentivi più personalizzati. Non sto a citare tutti gli spunti che si possono trovare nel testo della mozione, ma ringrazio veramente tutte le forze politiche e i colleghi che, in ambiti come questo, riescono a trovare convergenza di intenti. Tra le tante cose su cui chiediamo l'impegno concreto del Governo, come ha citato anche la collega, ci preme segnalare, come Lega, l'ampliamento dell'elenco delle patologie rare e delle relative prestazioni, l'immediata disponibilità di farmaci, la stesura di piani diagnostico-terapeutico-assistenziali personalizzati, l'accelerazione del decreto Tariffe, al fine di rendere completamente operativi i LEA e di procedere contestualmente con il loro aggiornamento. Chiediamo, inoltre, un forte stanziamento dedicato proprio al Piano nazionale malattie rare.

Infine, sempre come Lega, auspichiamo che questi atti, come le mozioni, non restino sulla carta e non servano solo oggi come mero ricordo della sola giornata mondiale ai fini di un calendario, ma davvero diano un contributo concreto per venire incontro a situazioni che spesso sono più drammatiche, in quanto contraddistinte da una rarità difficile da diagnosticare e curare.

Anche in questo caso, i pazienti hanno bisogno di fatti concreti (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Gentili colleghi e colleghe (quei pochi che, in questo momento, sono presenti in Aula), credo sia doveroso - e, per certi versi, credo dovrebbe diventare solenne - aderire oggi alla Giornata internazionale delle malattie rare. È un pochino anche questo il senso dell'unitarietà della mozione che stiamo discutendo, perché sappiamo benissimo che le malattie rare sono patologie debilitanti, fortemente invalidanti, potenzialmente letali e che spesso si manifestano nell'età infantile, nei bambini, come malattie genetiche. Lavorare sulle malattie rare non è semplice, perché la gran parte delle aziende farmaceutiche si preoccupa delle malattie molto frequenti, quelle che, ovviamente, fanno fare profitto, quelle remunerative. Viceversa, le malattie rare non hanno questa caratteristica, tanto è vero che, nella maggior parte dei casi, in caso di terapie, si parla di farmaci orfani. Orfani di che cosa? Orfani di chi li produce, orfani di chi pensa di non poter ricavare abbastanza profitto da queste malattie. Credo che la mozione chiarisca due aspetti del nostro Paese e della nostra Carta costituzionale, perché cerca di dare una risposta e di sollecitare il Governo sulle garanzie dell'articolo 2 della Costituzione, quello che garantisce i diritti inviolabili dell'uomo e che sottolinea quant'è importante adempiere ai doveri inderogabili di solidarietà.

Allo stesso tempo, la mozione cerca di sollecitare il Governo a garantire il diritto fondamentale alla salute. Lo ripeto un'altra volta in quest'Aula: soltanto quando si parla di diritto alla salute, la nostra Costituzione parla di diritto fondamentale, come se fosse il diritto dei diritti. Ecco, credo che la mozione abbia il significato di andare nella direzione della garanzia del diritto alla salute e dei doveri inderogabili di solidarietà, proprio perché, con questa mozione, si va a cercare, almeno in termini ideali, di non lasciare indietro nessuno. Neanche le situazioni molto rare devono essere trascurate: questo è quello che dice la mozione!

L'altro aspetto assolutamente interessante - ma non mi soffermerò su questo, perché l'hanno già fatto i colleghi - è che si tratta di una mozione fondamentalmente pragmatica. Sì, è vero, a volte le mozioni, come diceva il collega precedentemente, rischiano di rimanere lettera morta. Dobbiamo avere la forza di tradurle in pratica e, come Parlamento, approvando le mozioni, fare pressione sul Governo affinché diventino operative, affinché lo stesso riesca a tradurle in operatività. È vero questo, però, la nostra mozione, se non altro, ha il pregio di non essere ideologica.

È molto pragmatica sotto molti aspetti. Mi riferisco al riconoscimento delle esenzioni anche per quelle malattie su cui ancora non c'è stata una diagnosi, rarissime fino al punto di non riuscirne a fare una diagnosi, alla possibilità di accedere ai farmaci gratuitamente, al netto di alcuni che, invece, non possono avere questa opportunità e al riaggiornamento dell'elenco delle malattie.

Mi riferisco, inoltre, all'attivazione della Rete nazionale di prevenzione, diagnosi e trattamento, nonché dei protocolli diagnostico-terapeutici e assistenziali.

La mozione è pragmatica anche nell'affermare che nessuno, in questo Paese, deve essere un cittadino di serie B solo perché risiede in una regione meno fortunata. Anche questo è un aspetto importante, perché ci richiama a fare tanta attenzione: l'idea di dividere il Paese attraverso l'autonomia differenziata è davvero pericolosa, perché la salute deve essere garantita, nello stesso modo, a tutti e non è tollerabile che un bambino che nasce in Calabria abbia meno possibilità e meno diritti di un bambino che nasce in Toscana, in Emilia-Romagna o nel Nord Italia. La mozione ci richiama anche all'importanza dell'unitarietà dei diritti nell'erogazione dei servizi e nella fruizione degli stessi da parte dei cittadini.

La mozione è discussa oggi perché questa è la giornata delle malattie rare, quindi, si tratta di un atto simbolico importante. Vorrei però sottolineare alcuni aspetti che sono parzialmente trascurati da questa mozione e credo sia importante nella nostra riflessione fare un ragionamento su questi. Infatti, al netto del pragmatismo che si palesa nel riconoscimento delle esenzioni per alcuni farmaci, nel riconoscimento dell'importanza che associazioni, come Aifa, contribuiscano, in tutte le sedi istituzionali, per valutare i percorsi e contribuiscano nei Comitati etici, al netto di questo pragmatismo, che apprezzo moltissimo, sento la mozione un pochino povera dal punto di vista della capacità di prevenzione. Mi spiego meglio. L'80 per cento delle malattie rare ha una base genetica, o, comunque, costituzionale, quindi, da questo punto di vista, su questo 80 per cento, forse, si può far poco, anche se ci sarebbe da studiare a lungo, e ben vengano programmi come Telethon, che hanno fatto fare passi importanti alla ricerca anche sulle malattie rare. Tuttavia, c'è un 20 di malattie (il 20 per cento di 2 milioni non è poco - tante sono le malattie rare nel nostro Paese -, poiché è pari a 400.000), che si configurano, come si dice in medicina, come multifattoriali, derivanti quindi, oltre che da una suscettibilità individuale, anche da fattori esterni. Ecco, la prevenzione con riguardo ai fattori esterni è un po' povera in questa mozione e su questi fattori si può agire. Sappiamo che, tra le malattie rare, c'è, per esempio, la sindrome feto alcolica, uno spettro importante di patologie che genera nel feto, nel nascituro, malformazioni cardiache, malformazioni della faccia o ritardo mentale; c'è tutto uno spettro di patologie legate al consumo di bevande alcoliche in gravidanza e sarebbe importante dare il segnale che, almeno in gravidanza, sarebbe importante non bere. Ci sono patologie che determinano un ritardo neuro-comportamentale legate al fumo di sigaretta, quindi sarebbe utile ribadire l'importanza di non fumare in gravidanza. Questo vale anche per l'uomo - attenzione - perché attiene anche alla fase in cui si programma una gravidanza, perché questi fattori vanno ad agire sul genoma degli spermatozoi e degli ovuli. Si tratta dunque di un aspetto importante.

Un altro aspetto importante rispetto alla prevenzione attiene ai siti inquinati e all'ambiente. Si dovrà parlare dell'Ilva oggi: sono 11.000 i morti per inquinamento in quell'area di Taranto.

Quindi, da questo punto di vista, sento questa mozione un po' povera e dobbiamo impegnarci a fare di più in termini di educazione alla salute, di prevenzione, di bonifica dei siti inquinati, di alterazioni climatiche e di inquinamento atmosferico, perché i tossici ambientali generano malattie rare.

Sono un medico, lo sapete, quindi, ci faccio particolarmente attenzione, però sappiamo che, tra le malattie rare, vi è l'avvelenamento da mercurio e da piombo, quindi, da sostanze tossiche ambientali, per cui fare un ragionamento di questo tipo è assolutamente importante.

L'altro aspetto su cui vorrei soffermarmi attiene alle famiglie, alle quali dobbiamo pensare non solo in un'ottica associativa, com'è giusto che sia, nell'ambito della loro partecipazione ai Comitati etici, piuttosto che ad Aifa o consentendogli di dire la loro su alcune sperimentazioni importanti, ma anche in termini di contributi, ipotizzando aspettative remunerative per i genitori o i familiari che accudiscono bambini affetti da malattia rare e ingravescenti: sono cose da mettere in campo per il futuro.

Finisco con il tema dei farmaci orfani. Abbiamo avuto - e merita sicuramente un applauso - un grande contributo anche in fase pandemica da parte dello stabilimento chimico farmaceutico militare, che apprezzo particolarmente non perché sia ubicato a Firenze, che è la mia città, ma proprio per il grande lavoro che ha fatto e anche per la capacità che ha avuto di produrre anticorpi monoclonali e per essere riuscito a dare un contributo importante sui farmaci orfani. In questo momento versa in condizioni difficili - ho presentato un'interrogazione su questa materia - e vorrei che fosse posto all'attenzione di quest'Aula il fatto che lo Stabilimento chimico farmaceutico militare possa darci un grande contributo sulle malattie rare proprio perché, avendo laboratori attrezzati e un personale altamente professionalizzato, è capace di produrre, a basso prezzo, non solo i farmaci orfani, ma anche quei farmaci che, a volte, risultano carenti. Quindi, invito la nostra Assemblea a fare una riflessione su quest'aspetto.

Concludo, ringraziando i colleghi che si sono impegnati su questa mozione unitaria e ribadisco che siamo favorevoli a questa iniziativa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Chiara Colosimo. Ne ha facoltà.

CHIARA COLOSIMO (FDI). Grazie Presidente. Ci tengo particolarmente a ringraziare i colleghi dell'intergruppo, che ci portano oggi a fare questa discussione, al netto - permettetemi - degli interventi di inizio seduta che ho trovato, non solo fuori luogo, ma anche assolutamente decontestualizzati, perché, davanti alla necessità di dare risposte ai fragili, che è quello che cerchiamo di fare in questa giornata, utilizzare ancora una volta la tragedia di Crotone per attaccare il Governo Meloni è stato quanto meno irrispettoso.

Detto questo, intendo innanzitutto ricordarci perché siamo qui, ricordarci che questa giornata, che tutti gli anni viene celebrata, oggi, ha come slogan “Rari, mai soli”, uno slogan di Uniamo, che è l'ente di rappresentanza di oltre 150 associazioni in continua crescita e che, da oltre vent'anni, dà voce a chi la voce spesso non la ha. Ecco perché oggi uniamo la nostra voce a quella di 300 milioni di persone nel mondo, 30 milioni di persone in Europa e tra i 2 e i 3,5 milioni di persone in Italia.

Rari, ultra rari e senza diagnosi, ma, prima di tutto, persone esattamente come noi, persone, prima che malati, collega Quartini, persone, prima che malati rari, ultra rari e senza diagnosi.

Persone che, finalmente, hanno visto questo Parlamento approvare il testo unico sulle malattie rare con la legge n. 175 del 2021 nella scorsa legislatura, per cui ringrazio tutti; persone che guardano con speranza al futuro, perché oggi la nostra maggioranza si presenta loro con i fatti, prima ancora che con le parole, che mettono il Governo Meloni sulla buona strada, quella che il Ministro Schillaci ha indicato, conferendo al Sottosegretario Gemmato le deleghe per le malattie rare, anche in termini di priorità. Quella priorità, colleghi, che, pochi giorni fa, ha preso il nome di Piano nazionale malattie rare 2023-2025, licenziato dal Comitato nazionale, istituito presso il Ministero della Salute.

Si tratta di un piano, colleghi, atteso dal 2016, che impone un'accelerazione, nonché una concreta attenzione ai malati rari, ultra rari e senza diagnosi. Lo ripeto, perché è importante si sappia: si tratta di tante persone, anche se rare. Ma non mi riferisco solo a loro, ma anche a quelle persone che tutti i giorni se ne prendono cura, ossia i caregiver. È un piano che - ci conferma oggi il Ministro Schillaci con un intervento di poche ore fa - vedrà anche l'istituzione di un fondo economico, perché è quello che fin qui è mancato. Infatti, ci sono cose che vanno fatte, ossia migliorare l'accesso alle terapie, superare le disuguaglianze regionali, declinare e sfruttare efficacemente le reti e l'utilizzo dei dati che abbiamo.

L'iter di approvazione del Piano nazionale malattie rare passerà in Conferenza Stato-regioni dalla quale raccoglieremo un altro impegno e un'altra sfida, quella di approvare i decreti attuativi della legge n. 175 del 2021 e di incrementare le sperimentazioni cliniche, le uniche che danno ancora una speranza. Sì, noi lo faremo perché per noi “fragile” vuol dire “prezioso”, esattamente come ci piace dire, come Fratelli d'Italia dice sempre, ma pensiamo innanzitutto sia opportuno intraprendere un percorso che preveda la stabilizzazione del personale sanitario e infermieristico dedicato ai malati rari e la definizione ancora più precisa dei registri delle malattie rare, sia quelli nazionali sia quelli regionali. Pensiamo sia necessario inserire la diagnosi genetica nei LEA e sostenere economicamente le spese per i farmaci di fascia C, per gli integratori e per i farmaci off-label che sono ancora fuori dalle spese.

Io, con tutta Fratelli d'Italia che qui è rappresentata, quando parlo di malati rari, ultra rari e senza diagnosi, vedo i volti dei tanti bambini che ho incontrato nel mio impegno in regione Lazio. Quei bambini e le loro famiglie ancora oggi lottano per un diritto, quello all'assistenza domiciliare, che rientra nel diritto alle cure richiamato oggi dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che, purtroppo, non sempre viene garantito non ovunque.

Alcuni di quei bambini, che ho avuto il privilegio di conoscere, non ci sono più, sono tornati in cielo. Penso ad Esmeralda, che è perfino volata oltreoceano alla ricerca di una speranza, ad Emanuele, che ci ha lasciato pochi giorni fa, ad Alessandro, costretto a dare battaglia per avere una cosa che gli spetta, ossia degli ausili ortopedici, a Maria Sofia, che ancora deve vedere attivata la sua assistenza domiciliare, ma continua a sorridere tra un dentino e l'altro. Voglio inoltre garantire il nostro impegno a mamma Silvia, perché non si disperi ogni volta che deve andare in farmacia per sostenere i suoi due figli con la sindrome di Batten.

Chiudo con un ringraziamento alla collega Elisabetta Gardini per aver voluto integrare tutto questo, rispetto ai diritti delle famiglie di malati di tumori rari, perché, come mi ha scritto un'altra mamma - mamma Sabina, che ha un figlio che si chiama come lei, Sabin - raro non significa speciale, raro non significa inferiore, raro non significa invisibile, ma, purtroppo, alle volte, alcune famiglie hanno la sensazione che sia così.

E questa maggioranza e questo Parlamento, con l'approvazione unitaria di questa mozione, oggi, possono dare il segnale inverso, il segnale che rari non vuol dire soli (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare l'onorevole Ilenia Malavasi. Ne ha facoltà.

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ringrazio i colleghi e le colleghe che hanno lavorato per questo testo che ho sottoscritto volentieri. Dopo aver approvato insieme la mozione sul cancro, farlo oggi anche sulle malattie rare penso sia un segnale di maturità politica e, quindi, ci tengo a ringraziare tutti i gruppi e tutti i colleghi che ci hanno lavorato. Farlo oggi, il 28 febbraio, nella Giornata mondiale per le malattie rare, penso dia il senso di un percorso, di una strada comune e condivisa, rispetto alla quale dobbiamo ancora fare tante cose, ma vi è una volontà unica e determinata per arrivare a migliorare la qualità della vita delle persone, perché è di questo, come ricordava prima la collega Colosimo, che stiamo parlando: prenderci cura di tutte le persone nella loro unicità per permettere loro di avere una vita dignitosa.

In realtà, sono tante le persone di cui ci stiamo occupando; sono più di 2 milioni le persone in Italia, in un contesto europeo di circa 30 milioni, che hanno malattie rare o tumori rari. Si tratta di patologie che spesso portano, come ricordava il Presidente Mattarella, oggi, ad iniziare viaggi della speranza, con tante paure, timori, preoccupazioni, ma con la speranza di riuscire a trovare una diagnosi, una terapia adeguata ed un percorso assistenziale.

Credo che la mozione che abbiamo scritto e che ho sottoscritto sia molto ricca e dia anche il senso di quella complessità che sta alla base di tutte queste persone e che richiede anche approcci integrati e globali per prevenire l'elevata morbilità, ma anche per prevenire la mortalità precoce, migliorando, di conseguenza, la qualità di vita delle persone, e per tutelare quel potenziale sociale, economico e professionale delle persone che ne sono colpite.

Sono già state ricordate tante cose e tante necessità che abbiamo messo anche al centro di questa mozione, come, sicuramente, l'importanza della diagnosi precoce, degli screening neonatali che oggi abbiamo la necessità di implementare per intercettare ulteriori patologie; mi riferisco anche all'importanza di individuare adeguate terapie, ben sapendo che vi sono malattie rare per le quali non ci sono farmaci e, quindi, vi è la necessità, di conseguenza, di investire sulla ricerca.

Il nostro Paese non eccelle, devo dire, per la percentuale di PIL investito sulla ricerca che spesso è l'unica speranza per queste famiglie per supportare la crescita dei loro bambini, perché 2 su 5 dei bambini colpiti, oggi, hanno meno di 18 anni ed è un'attenzione ulteriore che dobbiamo porre in questa situazione.

Quindi, analisi e diagnosi precoce, screening neonatali, adeguate terapie e uniformità delle cure, come prima la collega ricordava, su tutto il territorio nazionale, proprio perché il diritto alla salute non permette eccezioni. Penso che questi siano assi portanti che devono richiedere tutto il nostro impegno e tutta la nostra attenzione.

È vero, la legge n. 175 del 2021 è stata approvata all'unanimità. Ha iniziato comunque un percorso, ma abbiamo ancora la necessità - e sono certa che il Ministro lo farà - di portare avanti tutti quei decreti attuativi che ancora oggi mancano. Dico questo perché ho presentato un'interrogazione in Commissione affari sociali e il Sottosegretario ci ha rassicurati sull'attuazione dei decreti mancanti che possono essere importanti.

Quindi, crediamo che verranno fatti con celerità proprio per supportare quelle mancanze, che oggi ci sono, legate all'uniformità delle erogazioni sul territorio, al coordinamento e all'aggiornamento dei LEA e dell'elenco delle malattie rare, indispensabile nell'erogare poi i servizi e i farmaci conseguenti, nel coordinare e nel potenziare la Rete nazionale per la prevenzione, la sorveglianza, la diagnosi e la terapia delle malattie rare, per sostenere la ricerca. Dei 5 decreti attuativi ne è stato fatto solamente uno. È nato, devo dire, il Comitato nazionale delle malattie rare, che vede la rappresentanza anche delle famiglie e delle associazioni che rappresentano comunque le famiglie. Quindi abbiamo iniziato da pochi mesi a lavorare con il Comitato nazionale, che è sicuramente un punto di forza ed era centrale, comunque, nell'attuazione della legge n. 175.

L'aggiornamento dei LEA, come dicevo, è importantissimo. Gli ultimi LEA sono stati aggiornati cinque anni fa, abbiamo bisogno comunque di aggiornarli, così come abbiamo la necessità di aggiornare il decreto tariffe per la specialistica ambulatoriale, che contiene anche il nuovo nomenclatore per gli ausili e le protesi, che è importante e che le famiglie stanno aspettando. Devo dire che nella mozione ci sono tantissime cose, ma vorrei sottolineare anche altri aspetti. Abbiamo partecipato in queste settimane, lo abbiamo fatto tutti, a tantissime iniziative, e proprio sulle malattie rare abbiamo ascoltato le storie di queste persone che ci aiutano anche a vedere le storie vere, i volti dei ragazzi, delle donne e degli uomini che sono colpiti da malattie rare, che hanno una grandissima forza e tantissimo da insegnare a tutti noi.

A me ha colpito una cosa: loro chiedono di essere visti non come persone malate, ma come persone; di non essere identificati con la loro patologia, che li accompagnerà per tutta la vita, ma di essere visti come persone che hanno sogni, desideri, bisogni, come qualsiasi altro cittadino o cittadina. Abbiamo parlato di tanti aspetti, perché sono indispensabili tutti gli aspetti, ovviamente, sanitari. Individuare, lo ripeto, la patologia da cui sei affetto è indispensabile per poterti costruire comunque un progetto di vita, che è fatto di tantissime altre cose: del diritto all'istruzione, che prima è stato richiamato; della difficoltà a volte di frequentare la scuola; della difficoltà di somministrare farmaci a scuola. Vi è la necessità, quindi, di costruire anche dei protocolli che garantiscano comunque di tenere insieme il diritto all'istruzione e il diritto alla salute, ma anche il diritto alla mobilità, di potersi muovere, di potersi spostare, il diritto di avere delle case adeguate, senza barriere architettoniche.

Di qui l'importanza delle detrazioni fiscali, che abbiamo prorogato anche nella legge di bilancio. È uno sforzo che forse dobbiamo fare perché abbiamo però tolto lo sconto in fattura e la cessione del credito, che per molte di queste famiglie sono importanti. Ma anche la mobilità per i propri mezzi, per potersi spostare, per garantire la libera circolazione, perché la libertà e l'autonomia per queste persone fanno la differenza. Ma ancora voglio ricordare il diritto al lavoro. Il lavoro per ognuno di noi è un pezzo identitario del nostro percorso di vita, è dignità ed è fondamentale per costruire un progetto di vita autonomo, libero e indipendente.

Quello che dobbiamo fare per ognuna di queste persone è costruire con cura e con attenzione un progetto di vita dove davvero le parole “libertà” e “autonomia” siano fondamentali. Per questo motivo credo che sia nostro dovere, come rappresentanti dei cittadini, garantire con gli strumenti che abbiamo a disposizione, con il nostro potere legislativo, gli strumenti e i servizi adeguati per mettere tutti i cittadini e le cittadine nelle stesse condizioni, per avere diagnosi precoci, ma anche una presa in carico olistica che parta, come presupposto fondamentale e indispensabile, dal diritto alla salute. Sappiamo bene che abbiamo, a volte, dei ritardi in media di sette anni prima di andare ad individuare la patologia e la malattia rara, e quindi la conseguenza è la lentezza delle procedure per individuare poi anche le terapie adeguate.

Il COVID ci ha insegnato una cosa importante, l'importanza della terapia domiciliare, che va sostenuta perché è una semplificazione, una facilitazione per questi ragazzi e per le loro famiglie, che già iniziano dei percorsi complessi anche nel proprio contesto familiare, perché la conoscenza delle malattie rare, la consapevolezza, non certamente semplice, ti permette comunque di fare i conti con il tuo percorso di vita ed è il presupposto, quello della terapia e dell'individuazione dell'esatta patologia, per la vita, per costruirti quindi un progetto che sia adeguato alle tue possibilità, alle tue aspirazioni, per i tuoi diritti di costruirti una vita che vada dalla scuola allo sport, dalla casa accessibile alla mobilità, dal lavoro al tempo libero, a costruirti una famiglia. Semplicemente è la vita, ma la vita fa la differenza per ognuno di noi. E, ancora una volta, in questa sede ci troviamo a difendere la vita in tutti i suoi colori, in tutte le sue differenti abilità.

A me non piace usare la parola “disabilità”, che spesso sentiamo dire essere diventata un po' una parola abusata. Penso che ognuno di noi, anche tra i presenti, abbia delle differenze che sono una grande bellezza, ma spesso le disabilità portano con sé molti pregiudizi; e anche in questo dobbiamo comunque lavorare, perché i pregiudizi culturali, quelli degli sguardi addosso alle persone, sono quelli che fanno forse più male, perché alla base di tutto, se non c'è il rispetto delle persone, di tutte le persone, con il carico di dignità che ogni vita porta con sé e che richiede, penso che non sia un lavoro di equità e di solidarietà, ma semplicemente è rispetto delle persone.

Quindi c'è la necessità di avere sempre uno sguardo umano e accogliente, e non un giudizio, spesso quasi sempre così superficiale che non permette nemmeno di guardare negli occhi le persone. Molti di noi sono stati amministratori o di enti locali o di regioni, abbiamo ascoltato e raccolto tantissime richieste e bisogni di aiuto. Penso che sia necessario non perdere l'umanità quando si fanno queste scelte, quando si fanno questi atti così importanti, perché credo che ogni persona, anche le persone che hanno una malattia rara, hanno il diritto, oltre che il desiderio, di essere guardate come persone, non essere identificate con quella malattia, ma come una persona che è un universo di passioni, di sogni, di desideri, perché, come veniva detto anche prima, e lo condivido moltissimo, ogni storia è unica e ogni persona ha la sua unicità che dobbiamo difendere.

A noi sta garantire a ogni persona gli strumenti per sentirsi unica, per sentirsi importante, per fare in modo che il suo diritto alla salute venga garantito indipendentemente dalla sua situazione economica, ma anche dalla regione in cui ha avuto la fortuna di nascere o di vivere per motivi di lavoro, ma garantire davvero a tutti le stesse opportunità. La salute, lo ha detto il Presidente Mattarella e lo ripeto, non permette eccezioni. Abbiamo bisogno di prendere per mano e prendere in carico queste persone con uno sguardo olistico che permetta di affrontare e di conoscere patologie, di mettere nelle condizioni di avere dei farmaci che siano adeguati per delle cure idonee ad affrontare questi percorsi così complessi. Oggi questa mozione ci indica una strada, con una scelta politica che insieme vogliamo portare avanti.

È una sorta di programma che va al di là del giorno di oggi, di questo impegno, ma che ci porterà insieme a lavorare nelle Commissioni, con il Sottosegretario Gemmato, per provare a dare continuità e concretezza a questi impegni, per passare dall'impegno delle parole ad un impegno concreto, su cui le persone, però, faranno i conti e su cui le persone ci misureranno. Quindi grazie per questo lavoro. Voteremo, ovviamente, a favore di questa mozione, ma garantiremo sempre il nostro apporto sia all'interno degli intergruppi di cui facciamo parte, ma anche nel provare insieme a costruire quei diritti necessari - abbiamo richiamato la salute, l'istruzione, la casa, la mobilità e il lavoro - che danno la garanzia di una vita dignitosa per tutti e tutte indipendentemente dalle differenze e dalle patologie, perché ogni persona ha davvero gli stessi diritti, malattia rara o tumore raro che sia.

Quindi grazie per questo lavoro e andiamo avanti. Credo che questa unità di intenti sia davvero un segnale di maturità politica di cui questo Paese ha bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Non essendovi altri iscritti a parlare, dichiaro chiusa la discussione generale.

Il Governo non intende intervenire e si riserva di farlo successivamente.

Il seguito della discussione è rinviato ad altra seduta.

Sospendiamo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 14.

La seduta, sospesa alle 13, è ripresa alle 14,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 70, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,06).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno avere luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Esame e votazione delle questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 16 febbraio 2023, n. 11, recante misure urgenti in materia di cessione dei crediti di cui all'articolo 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77 (A.C. 889​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame e la votazione delle questioni pregiudiziali Serracchiani ed altri n. 1 e Fenu ed altri n. 2 (Vedi l'allegato A) riferite al disegno di legge n. 889: Conversione in legge del decreto-legge 16 febbraio 2023, n. 11, recante misure urgenti in materia di cessione dei crediti di cui all'articolo 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77.

A norma del comma 4 dell'articolo 40 del Regolamento, in caso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione. In tale discussione, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 40, potrà intervenire uno dei proponenti (purché appartenenti a gruppi diversi), per illustrare ciascuno degli strumenti presentati, per non più di 10 minuti. Potrà altresì intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi, per non più di 5 minuti.

Al termine della discussione si procederà, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 3, quarto periodo, del Regolamento, ad un'unica votazione sulle questioni pregiudiziali presentate.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, la deputata Giuliano. Ne ha facoltà.

CARLA GIULIANO (M5S). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori per chiedere un'informativa urgente del Ministro Nordio qui in Aula, poiché sabato scorso dal carcere di Badu 'e Carros, a Nuoro, è evaso il boss della mafia garganica Raduano.

Considerate anche le modalità che sembrano aver caratterizzato la sua fuga e dato che quello di Nuoro è un carcere di massima sicurezza, da cui non era mai evaso nessuno, chiediamo al Ministro Nordio un'informativa urgente in Aula, per capire come sia potuto accadere un fatto che riteniamo gravissimo. Si tratta di un boss, a capo di una faida della mafia garganica, che ha a suo carico delitti efferatissimi e che si trovava nel carcere di Nuoro in regime di alta sicurezza per reati di cui all'articolo 416-bis del codice penale. Quindi, davvero siamo tutti preoccupati - il mio territorio, la cittadinanza e la zona garganica - rispetto a questa evasione, per cui riteniamo urgente che il Ministro venga a riferire in Aula su cosa ha fatto nell'immediato, su cosa intenda fare per risolvere questa situazione e su come tutto ciò sia potuto accadere. Lo ripeto, è la prima volta che un boss mafioso evade dal carcere di massima sicurezza di Nuoro e questa è una notizia assolutamente grave e allarmante (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Quindi, c'è una richiesta di informativa indirizzata al Ministro Carlo Nordio. Sempre sull'ordine dei lavori ha chiesto di parlare la deputata Ghirra. Nel frattempo, prima di darle la parola, chiederei ai colleghi deputati, che intendono partecipare a questa fase dei nostri lavori, di prendere posizione e ascoltare in silenzio. Chi intende conversare si può recare fuori dall'Aula in modo tale - deputato Caiata - da non disturbare gli oratori che intendono svolgere al contrario il proprio lavoro. Prego, deputata Ghirra.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Onorevoli colleghe e colleghi, anche noi di Alleanza Verdi e Sinistra ci associamo a questa richiesta di informativa. Proprio questa mattina abbiamo depositato un'interrogazione, indirizzata al Ministro della Giustizia, per segnalare quanto è accaduto a Nuoro. È un fatto gravissimo, anche perché il detenuto è scappato verso le 17 e solo dopo circa due ore si è presa coscienza della fuga dal carcere. I sindacati da tempo denunciano l'inadeguatezza dei livelli di sicurezza dell'istituto nuorese, dove strumenti e mezzi sono inadeguati e dove persiste una carenza organica di Polizia penitenziaria importante. La carenza di sovrintendenti e ispettori raggiunge percentuali dell'80 per cento rispetto all'organico previsto dalle tabelle dipartimentali e per il ruolo di agenti e assistenti vi è una sottrazione di decine di unità impiegate nel nucleo…

PRESIDENTE. Colleghi deputati, c'è un brusio insopportabile. Mettiamoci d'accordo: faccio questo secondo richiamo, dopodiché sarò costretto a citare, nome per nome, tutti coloro i quali stanno disturbando i lavori di questo pomeriggio (Applausi). Prego prosegua.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Dicevo, Presidente, che la situazione di carenza di organico e di assenza di strumenti tecnologici, adeguati a garantire un livello di sicurezza appropriato, è ormai intollerabile. Ci sono circa 30 detenuti in regime di massima sicurezza e al carcere di Nuoro mancherebbero circa 50 agenti penitenziari: in servizio ce ne sarebbero circa 145, di cui 17 donne, anche se da anni il braccio femminile non è operativo. Riteniamo, quindi, importante avere un'informativa del Ministro per sapere quali iniziative urgenti intenda assumere per risolvere la carenza di organico, anche in termini di strumentazioni, negli istituti penitenziari in generale, ma in particolare nel carcere di Badu ‘e Carros (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Mi pare che non ci siano altre richieste di intervento sulla questione sollevata.

Si riprende la discussione.

(Esame di questioni pregiudiziali - A.C. 889​)

PRESIDENTE. Torniamo all'esame delle questioni pregiudiziali.

Il deputato D'Alfonso ha facoltà ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Serracchiani ed altri n. 1, di cui è cofirmatario.

LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). Grazie Presidente. Svolgo questo intervento di carattere pregiudiziale per poi favorire la delibera dell'Aula in termini ragionati e giudizievoli.

Dal 17 febbraio 2023 abbiamo dato - permettetemi - un pugno allo stomaco all'edilizia abitativa italiana. Con un decreto-legge anziché determinare una revisione intelligente, capace di razionalizzare e armonizzare, senza però affondare un istituto importante, capace di continuare a funzionare se corretto, se supportato ulteriormente, si è ritenuto, invece, di affogarlo, di impaludarlo e di renderlo oggetto di un'imprecisione che, nei fatti, lo fa scomparire dall'ordinamento.

Di che cosa parliamo? Parliamo di una serie di procedimenti contrattuali che riguardano un milione di persone. Perché un milione di persone? Faccio riferimento ai proprietari delle abitazioni, faccio riferimento ai dipendenti delle imprese, faccio riferimento anche al contesto di coloro i quali lavorano nelle imprese e hanno rimesso speranza, capacità di continuità lavorativa all'interno di un procedimento che non è stato concepito da un'intelligenza artificiale che ha in odio l'Italia. Mi riferisco a una procedimentalizzazione contrattuale che ha riguardato decine e decine di migliaia di cantieri, che è stata oggetto di delibera del Parlamento e di coinvolgimento istruito e istruttorio del Governo e che ha generato quello che nel diritto civile italiano, riguardo al contratto tra parti private, si chiama principio di affidamento e, riguardo al rapporto tra privati e Stato, statualità e ordinamento, si chiama principio di certezza. Non è possibile che lo Stato adotti una condotta che demolisce l'in sé di un rapporto contrattuale.

Voi siete e noi siamo obbligati ad avere memoria storica. In tutto il primo lasso di tempo, lo strumento del superbonus ha fatto fatica a partire perché la comunità nazionale degli italiani titolari di abitazione si fidava poco, diffidava, ha impiegato tempo a capire anche perché c'è stato un bombardamento emendativo in corso d'opera che ha reso difficile l'esatta comprensione. Quindi, abbiamo perso tanti mesi all'inizio. Poi c'è stata una precisazione normativa e amministrativa, un adeguamento delle piattaforme tecnologiche dell'Agenzia delle entrate e finalmente si è partiti. Quando questa iniziativa, concepita da Parlamento e Governo e istruita dagli enti strumentali del nostro ordinamento, è partita, che cosa è accaduto? Si è verificata un'operazione neroniana, emotiva, che ha impaludato, che ha affogato uno strumento che stava dando ragione. Ragione a che cosa? Alla domanda di adeguamento delle nostre abitazioni, di rigenerazione abitativa con finalità di resistenza sismica ed energetica. Si dice: intanto adesso incasseremo il lavoro delle indagini conoscitive, vedremo quanto costa, che risultati stiamo raggiungendo, nello specifico magari, cantiere per cantiere. Ma si può porre anche la domanda: sapete voi che l'Italia ha, dei 43 milioni di siti abitativi, una parte rilevante segnata dalla legge Ponte del 1967? Non ne parlo perché sono nato a Fontamara ma perché questo Parlamento ha generato attività di indagine sulle periferie e sulle case decadenti delle periferie italiane negli anni passati. Qui c'è un testimone autorevole - l'onorevole Morassut - che ne sa sia come assessore emerito a Roma sia anche come componente di quella Commissione. Che cos'è la legge Ponte? È un grande giubileo condonista che ha fatto in modo che la grande parte delle abitazioni italiane sia stata realizzata senza regole, case che possono cadere prima, durante e dopo le scosse telluriche. Pertanto, o decidiamo di agire dopo i terremoti, spendendo due volte e mezzo il valore dell'operazione, o lo facciamo prima, evitando che, accanto alle mura, poi ci troviamo con la difficoltà di far rinascere la vita. Anche questo è il valore del superbonus messo all'opera, sottoposto a valutazione esperienziale. Doveva essere corretto? Sì, il 110 per cento poteva diventare l'80, coinvolgendo i proprietari delle abitazioni, per fare in modo che i capitolati non sparassero verso l'alto tutte le voci di costo, perché a caval donato non si guarda mai ai denti. Se invece c'è il coinvolgimento finanziario ed economico c'è una corresponsabilità e si sarebbe determinato anche il “no” al mercato nero, ai materiali introvabili o che costano troppo e anche alla caduta della vita nei progetti di vita di molta forza lavoro. Quello strumento doveva essere decennalizzato. Bisognava metterci ragione, usando il tempo intercorso e non facendo un'operazione neroniana.

Allora, cari colleghi, qual è l'invito che io vi faccio, non parlando della Terra dalla Luna? Io sono stato amministratore territoriale, conosco le periferie, la domanda di abitazione che viene dalle famiglie. Uno strumento di questo tipo è necessario, certamente con la capacità di funzionare, di essere valutato e di essere ripetutamente consentito agli italiani. Adesso abbiamo una parte degli italiani che ha potuto e una parte degli italiani che non potrà. Lo strumento innovativo si troverà circondato da diffidenza, da inaffidabilità. Non fa così lo Stato, non mette in campo uno strumento per poi bombardarlo e assegnarlo all'incertezza; questo è il contrario della statualità. Io vengo da una terra in cui un grande abruzzese, Silvio Spaventa, che ha fondato la giustizia amministrativa, ha fondato la Società nazionale delle ferrovie, la magistratura che di più entra nel merito, ha insegnato a generazioni di studenti che la delibera del Parlamento diventa norma, linea virtuosa, quando incontra la realtà. Ma, per incontrare la realtà, c'è bisogno di un Parlamento che entri nel merito, che non si affidi all'emotività e, men che meno, all'interesse di parte. Ecco perché serve pregiudizio adesso per garantire giudizio, ragionevolezza, condotta tipica della responsabilità del Parlamento. Per questo vi invito a votare la nostra iniziativa parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Il deputato Agostino Santillo ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Fenu ed altri n. 2.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi e componenti del Governo, devo dire la verità: oggi, forse, pensavo che fosse giunto il momento di votare a favore di un decreto-legge di questa maggioranza. Ho pensato: è un decreto-legge che si sta occupando di un'emergenza e oggi abbiamo realmente un'emergenza nel Paese. Soprattutto perché nella campagna elettorale eravate pronti a tutelare i diritti del superbonus e a migliorare le agevolazioni edilizie, sempre dalla parte delle imprese e dei cittadini onesti che si danno da fare per far crescere e migliorare l'Italia. Non sono parole del MoVimento 5 Stelle, non sono parole di coloro che hanno inventato il superbonus, non sono parole di coloro che hanno inventato lo strumento della cessione plurima del credito d'imposta, non sono le parole delle imprese che state facendo fallire, non sono le parole di centinaia di migliaia di persone che fuori casa hanno il cartello permanente “lavori in corso”, sono le parole di Giorgia Meloni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) in un tweet del 17 settembre 2022. Noi pensavamo che un decreto-legge, dopo quattro mesi di questo Governo, avesse finalmente centrato il punto: c'è un'emergenza nazionale, i crediti sono bloccati. Invece no, avete preferito emanare un decreto-legge che possiamo definire “fine della cessione dei crediti”, anzi, “blocco crediti”. Ecco, è mancata una “s” a quello sblocco. Ce l'avevate fatta. Ma riguardo a questo vostro decreto-legge, per quanto inatteso e per quanto improvviso, per la cancellazione dello sconto in fattura e della cessione dei crediti in realtà rileva anche il riferimento alla Costituzione, articoli 3, 97 e 117, per violazione dei princìpi di uguaglianza sostanziale, di ragionevolezza, di imparzialità e di buon andamento della pubblica amministrazione. Sapete perché? Perché gli strumenti dello sconto in fattura e della cessione del credito consentono di mettere tutti i cittadini nella stessa condizione per poter usufruire dell'incentivo, cosa che voi avete tolto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Io capisco la preoccupazione del collega D'Alfonso, che vi parla di 1 milione di persone. In realtà, i dati sono molto peggiori perché qui si parla di almeno 10 milioni di persone, collega D'Alfonso, 10 milioni! Qui ci sono i disabili, ci sono i poveri, qui ci sono quelli che hanno aderito al regime forfetario, perché avete aumentato la soglia della flat tax da 65.000 a 85.000.

Quelli ora non possono usufruire della detrazione fiscale, perché incapienti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Come fa un disabile, che percepisce un vergognoso assegno, a poter usufruire dell'incentivo? Non lo può fare. Vi rendete conto?

E poi vi siete nuovamente trovati sulla strada del DL Accise: prima create il problema e poi ascoltate i benzinai. Adesso cosa avete fatto? Prima avete accentuato il problema del blocco dei crediti e poi, adesso, andate ad ascoltare gli imprenditori, i professionisti, le imprese. Le soluzioni sono già sul tavolo e i crediti incagliati, signori cari, altro che 15 miliardi! Qui nessuno sa a quanto ammontino realmente. Si potrebbe parlare di 40, 50 miliardi di crediti. E voi cosa avete fatto? Avete portato avanti un'opera di mistificazione della realtà, una propaganda che è indegna di un Paese democratico e che mi tocca sbugiardare punto per punto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) con fatti di origine terza e di origine certa. Sì, perché secondo alcuni di voi - li ho sentiti anche nelle Commissioni - il superbonus e la cessione dei crediti fanno aumentare il costo della materia prima delle costruzioni edilizie. Ma cosa state dicendo? Basta che andate ad ascoltare anche le audizioni in corso alla Camera. Sappiate che la Confederazione nazionale dell'artigianato ha detto chiaro e tondo che, dinanzi a una media europea di aumento dei costi dei materiali di costruzione pari al 20 per cento, l'Italia è la più virtuosa dopo la Grecia. L'Italia ha avuto un incremento dei prezzi del 9,4 per cento. Solo la Grecia ha avuto un incremento inferiore. La Spagna il 19 per cento, la Germania il 24 per cento, l'Ungheria il 74 per cento! Quindi qui vi commentate da soli.

Secondo punto: il superbonus e la cessione dei crediti generano frodi. Una balla senza precedenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Basta andare ad ascoltare in audizione, in Commissione finanze, il comandante generale della Guardia di finanza il quale, leggo testualmente, ci dice, relativamente ai bonus in materia edilizia ed energetica, che sono stati sequestrati oltre 3,7 miliardi di crediti di imposta inesistenti e che le frodi maggiori riguardano il bonus facciata e l'ecobonus, mentre la parte relativa alle due tipologie di superbonus si aggira al 4,5 per cento che, su 3,7 miliardi, fanno meno di 200 milioni.

State parlando di meno dello 0,3 per cento degli importi di lavoro da superbonus: la matematica la conoscete (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

E tornando alla matematica, del bonus si avvalgono solo i ricchi: un'idiozia senza “se” e senza “ma”. Abbiamo inventato lo strumento della detrazione fiscale e della cessione del credito di imposta proprio per aiutare i meno abbienti.

Vi voglio fare un esempio che ha capito mio nipote di 16 anni, facile facile: 10.000 persone capienti, che hanno la possibilità di realizzare i lavori a casa propria, per 100.000 euro di lavori su ogni casa, generano 1 miliardo di lavori e possono beneficiare dell'incentivo perché hanno la detrazione fiscale incapienza. Mentre invece 100.000 incapienti, che vogliono realizzare 10.000 euro di lavori a casa propria, generano sempre 1 miliardo di lavori da realizzare, ma non li realizzeranno mai perché non hanno la capienza fiscale per poterlo fare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Vi sembra equità sociale questa? Tra l'altro, Nomisma ci sta dicendo che, grazie allo strumento dello sconto in fattura e grazie alla cessione del credito, sono 1,7 i milioni di italiani della fascia medio-bassa che hanno usufruito dell'incentivo e hanno fatto lavori per cui hanno messo strutturalmente a norma la loro casa, efficientata energeticamente.

E adesso vengo alla balla più grande, talmente grande che non basterebbe quest'Aula per contenerla: il costo del superbonus. Costerebbe 2.000 euro per ogni italiano. Adesso avete fatto gli esercizi a casa di finanza e avete scoperto quello che vi abbiamo detto. E questa balla ce l'ha detta il nostro Ministro Franco, chiedo scusa, Giorgetti, durante il decreto-legge del blocco dei… chiedo scusa, della cessione dei crediti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Che cosa ci ha detto? Costa 110 miliardi: 2.000 euro ad italiano. E subito, subito si è affrettata a dargli voce, poi, la nostra Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ci dice che i soldi, quando vengono spesi, devono essere spesi bene dallo Stato: 2.000 euro a testa per italiano. ENEA ci ha detto che, al 31 gennaio, il costo del superbonus vale 65,2 miliardi e ha generato detrazioni fiscali per 71,7 miliardi. Poiché è un bonus e poiché dovreste sapere, in primis il Ministro Giorgetti, che è spalmato su 5 anni, e poiché il 70 per cento rientra già sotto forma di gettito fiscale, tutto questo produce un investimento pari a 88 euro per ogni italiano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ripetete insieme a me: 88 euro, non 2.000 euro!

A proposito, Ministro Giorgetti, noi la stiamo aspettando. Reiteratamente stiamo chiedendo che venga in Aula a dirci se c'è questo buco, perché, se c'è, ci deve dire quanto vale e con quale intervento straordinario intende sistemarlo, ma, se non c'è, deve venire a chiedere scusa a tutti gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Colleghi cari, penso che forse il problema di alcuni di voi sia questo: non riuscite a distinguere un costo da un investimento, per lo stesso motivo per cui voi non riuscite a distinguere un bonus da un contributo. È questo il problema e vi faccio degli esempi: per quanto riguarda il contributo, mi riferisco agli 800 milioni che avete dato alle società di calcio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); il contributo è quanto abbiamo speso nell'anno 2020 - e ce lo dice Legambiente -, ossia la bellezza di 34,6 miliardi di euro. È chiaro? Si tratta di 34,6 miliardi di euro che sono stati gettati, perché sono contributi.

Sapete qual è un altro contributo, con un costo enorme che noi sosteniamo per tutto il Paese? Questo contributo è quello che forse nessuno conosce, di cui nessuno parla e l'ha accennato prima il collega D'Alfonso. Noi spendiamo ogni anno, in questo Paese, 3,5 miliardi per danni da terremoto, se il terremoto c'è stato o non c'è stato. Si tratta di 3,5 miliardi che sono un costo e non un investimento. Infatti, la differenza qual è? L'investimento produce un indotto positivo sul territorio pari a 3 e ce lo dice Nomisma; l'investimento produce 900.000 posti di lavoro e ce lo dice Nomisma. Tra l'altro, lo stesso Nomisma ci dice che c'è stato un risparmio nelle bollette pari a 964 euro per chi ha usufruito del superbonus. Il Censis ci dice che c'è stato un risparmio di 1,1 tonnellate di CO2 e di 1,4 miliardi di metri cubi di gas. In tutto questo almeno credete all'Istat che vi dice che c'è stato un incremento del PIL del 6,7 nel 2021 e del 3,9 nel 2022? Con quei soldi sono stati aiutati gli italiani: sì, con i contributi, ma quando ne avevano bisogno per fronteggiare il COVID.

Adesso, se esiste un modo per voi per recuperare un po' di credibilità, è inutile incontrare tante associazioni. Fatelo pure, ma le proposte il MoVimento 5 Stelle le ha formulate da un anno e già Draghi non ci stava a sentire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Incontrate noi che ve le spieghiamo e ve ne dico tre, Presidente.

PRESIDENTE. Concluda.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Un altro minuto e vado a conclusione. Dunque, coinvolgimento delle società partecipate e controllate dallo Stato nel processo di riattivazione di cessione dei crediti.

PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo. Concluda!

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Poi, consentire agli enti locali, in primis alle regioni, di compensare l'F24, per esempio nella sanità; certificare la genuinità del credito spettante per i lavori svolti e consentirne la circolazione e la cessione plurima.

PRESIDENTE. La ringrazio.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Per il funzionamento - chiudo, Presidente - bisogna evitare di essere proni a chi ci chiede di cancellare il meccanismo vincente di immissione di liquidità nel sistema economico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Antonio D'Alessio. Ne ha facoltà.

ANTONIO D'ALESSIO (A-IV-RE). Presidente, grazie. Rispetto ai 5 minuti che mi sono stati assegnati ne utilizzerò anche meno, ma voglio dividere il mio intervento in due parti, svolgendo due velocissime riflessioni, di cui una di merito e l'altra di metodo. Quella di merito: la cessione dei crediti è un tema delicatissimo su cui c'è da lavorare tanto e noi di Azione-Italia Viva lo faremo con grande intensità.

Naturalmente, un buon Governo è quello che sa prendere le decisioni, anche impopolari, dettate da sue visioni. Sa prendersi responsabilità, ma lo deve fare dopo un momento di ascolto che deve essere reale, importante e significativo, non soltanto con le minoranze, ma anche con le parti sociali. È un tema delicatissimo. È vero: bisogna considerare le patologie che possono venir fuori da una circolazione estremamente libera dei crediti, ma è pur vero che vanno fatte necessarie valutazioni razionali e serene rispetto a un'improvvisa cancellazione di un provvedimento che impatta sull'economia, sulla programmazione delle imprese e degli imprenditori, sulla buona fede dei cittadini, sull'affidamento, sulla certezza, sui fattori ambientali, sui fattori energetici, sui crediti incagliati - argomento delicatissimo - nonché sulle perequazioni sociali per le aree sismiche e le barriere architettoniche che possono utilizzare questo tipo di credito.

Però, tra bianco e nero c'è tanto grigio su cui lavorare per il bene della comunità e del Paese. Questa è la considerazione di merito.

Poi, c'è una considerazione di metodo. Spesso parliamo di abuso dei decreti-legge e delle questioni di fiducia. Bisogna stare attenti, però, anche alle questioni pregiudiziali, le quali vanno poste non voglio dire con leggerezza o superficialità - non uso queste parole per rispetto all'importanza del tema, nonché per il profondo rispetto per i colleghi che le hanno poste -, però non vanno portate in Aula con automaticità, ma dopo un'attenta e rigorosa valutazione.

Pertanto, alla luce di queste considerazioni di merito e di metodo, noi di Azione-Italia Viva lavoreremo sul tema in modo costruttivo, ma ci asterremo sul voto relativo alle questioni pregiudiziali (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Leggendo queste pregiudiziali sembra di vedere un film diverso da quello che dicono i conti pubblici. Non è che il nostro Governo e la nostra maggioranza si divertano e abbiano voglia di creare malumori. Il vero problema è che qualcuno ha adottato quei provvedimenti che hanno creato non un buco ma un cratere nei conti pubblici. Questo provvedimento non è stato fermato perché abbiamo voglia di creare difficoltà alle famiglie e ai cittadini: è stato fermato perché non ci sono i soldi e non c'erano nemmeno prima (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Si tratta di decine e decine di miliardi di euro di buco, creato da questo provvedimento.

Quindi, non ci vogliamo creare antipatie e chi, dall'altra parte di questo emiciclo, continua a dire che loro sono i buoni, che loro regalano i soldi, mentre non si capisce per quale motivo noi vorremmo toglierli, si dimentica di dire che quel buco, che è stato creato, rappresenterà future tasse per i cittadini italiani. Quindi, chi oggi ha detto che è dalla parte dei cittadini - e ho appena sentito parlare le opposizioni - in realtà sono gli stessi soggetti che hanno creato quel buco, che i cittadini italiani dovranno pagare per quello che è già stato fatto con quei bonus.

Ma voglio dire un'altra cosa su questo tipo di pregiudiziali. Viene usata una pregiudiziale oggi per dire che non c'è urgenza, perché doveva essere adottato un lungo provvedimento, un lungo iter di un provvedimento legislativo per portare in Aula una modifica di questi bonus. In realtà, quando voi parlate di aziende che falliranno, state parlando di aziende che oggi rischiano di fallire non per un provvedimento di qualche giorno fa, ma perché il vostro superbonus e i vostri provvedimenti hanno causato decine e decine di miliardi di crediti incagliati e le aziende stanno fallendo oggi e non fra due anni per colpa nostra, ma oggi per colpa vostra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi, oggi stiamo cercando la soluzione e va cercata velocemente per impedire che le aziende falliscano a marzo o ad aprile e non fra due anni, come dicono le storielle che raccontate voi.

Per questo motivo, senza entrare ulteriormente nel merito, queste pregiudiziali sono assolutamente infondate e noi le rigetteremo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli, di cui è stato posticipato l'intervento e a cui chiedo scusa per la svista. Prego, ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Intervengo, a nome del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, per annunciare il nostro voto a favore sulle questioni pregiudiziali e per svolgere una riflessione generale sull'atto che stiamo andando a votare. Come ho già detto più volte in quest'Aula, la mia esperienza precedente, in un consiglio regionale, mi ha spinto a criticare il metodo che si sta attuando - non soltanto adesso, ma da molto tempo - in questo Parlamento, per cui si vota in continuazione a colpi di fiducia e, in alcuni casi, volendo portare a casa rapidamente il risultato. Ciò lo comprendo dal punto di vista politico, perché non ho alcun pregiudizio nei confronti di chi, in questo momento, governa. Siamo all'opposizione, ma cerchiamo di dare un contributo costruttivo. Il problema è che, certe volte, vi è l'ansia di portare avanti decreti e leggi, per ora solo presentate dal Governo. Spero che, tra maggioranza e minoranza, riusciremo a realizzare atti parlamentari, che diventino leggi, che partano da questo Parlamento, non soltanto dal Governo.

La mia preoccupazione è che avvenga quanto è successo con il reddito di cittadinanza. Nell'ansia di abolire e di modificare una visione politica, si è arrivati al paradosso che i nemici di tutti, all'interno di questo Parlamento, ovvero i furbetti e i criminali che ne hanno approfittato, paradossalmente vengano avvantaggiati, perché abbiamo cancellato le norme che prevedevano sanzioni e condanne nei confronti di chi abusava di questo strumento. È lo stesso rischio che corriamo portando avanti un decreto di questo tipo, realizzato con ansia, per cui sembra quasi che sia colpita, in modo orizzontale, un'attività che invece ha portato notevoli benefici sui nostri territori. Dobbiamo cercare sempre di trovare le storture nelle norme per migliorarle, perché ci sono norme che possono essere assolutamente migliorate. Tuttavia, il rischio della cesoia, ovvero del tagliare in modo netto, secondo il nostro punto di vista, porterà notevoli danni, anche per il presidente della sezione della Corte dei conti della Campania, mi permetto di citarlo, il quale oggi ha inaugurato l'anno giudiziario. Egli ha esordito dicendo, a proposito di un'altra norma che si sta portando avanti in questo Parlamento, che l'autonomia differenziata non può essere minimamente pensabile come soluzione dei problemi segnalati e degli squilibri territoriali. È un'operazione di ingegneria istituzionale, il cui disegno di legge, da poco approvato, porterà notevoli danni al Mezzogiorno. Continua dicendo: “Nella narrazione che ne fanno i sostenitori una maggiore autonomia delle regioni sarebbe in grado di migliorare l'efficienza di tutte le amministrazioni locali e troverebbe fondamento nel cosiddetto residuo fiscale. Si tratta” - non lo dice un esponente politico, ma il presidente della Corte dei conti - “di affermazione destituita di fondamento, in quanto il sistema fiscale italiano è espressione di una geografia che non coincide con la geografia economica del Paese. Intere zone - in patente violazione dei principi sanciti dall'articolo 3 della Costituzione - sarebbero condannate a restare senza risorse, a meno che non si provveda a determinare maggiori dotazioni finanziarie (ma con quali fondi?)” - si domanda il presidente della sezione Campania - “per assicurare i livelli essenziali delle prestazioni”.

Ciò comporterà un notevole ulteriore squilibrio territoriale. Ho riportato queste citazioni, per farvi rendere conto che la linea di affermare le proprie motivazioni e le proprie idee politiche, con norme del tutto illegittime, corre il rischio in questa fase storica non solo di spaccare ulteriormente il Paese, ma di produrre danni all'intero territorio anche in modo involontario. Per questa ragione confermiamo il nostro voto favorevole alle pregiudiziali (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali Serracchiani ed altri n. 1 e Fenu ed altri n. 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione - All'ingresso in Aula della deputata Schlein applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

La discussione sulle linee generali avrà luogo in altra seduta.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 455 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 gennaio 2023, n. 2, recante misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale (Approvato dal Senato) (A.C. 908​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 908: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 gennaio 2023, n. 2, recante misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale.

(Esame di questioni pregiudiziali - A.C. 908​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame delle questioni pregiudiziali Zanella ed altri n. 1 e Cappelletti ed altri n. 2 (Vedi l'allegato A).

A norma del comma 4 dell'articolo 40 del Regolamento, in caso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione. In tale discussione, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 40, potrà intervenire uno dei proponenti (purché appartenenti a gruppi diversi), per illustrare ciascuno degli strumenti presentati, per non più di dieci minuti. Potrà altresì intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi, per non più di cinque minuti.

Al termine della discussione si procederà, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 3, quarto periodo, del Regolamento, ad un'unica votazione sulle questioni pregiudiziali presentate.

La deputata Zanella ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 1.

LUANA ZANELLA (AVS). Il decreto-legge 5 gennaio 2023, n. 2, recante misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale, sulla cui conversione in legge poniamo la questione pregiudiziale, sembra scritto in altra epoca storica, come se non fossero vigenti norme di livello costituzionale che hanno letteralmente rivoluzionato la materia e, in particolare, rivisitato il principio del cosiddetto bilanciamento tra diritti in conflitto.

PRESIDENTE. Deputata Zanella, le chiedo scusa. Aspettiamo un attimo che i nostri colleghi decidano di stare composti e di ascoltarla. Colleghi deputati, stiamo attendendo che ci sia il silenzio necessario per far svolgere alla deputata Zanella il suo intervento. Possiamo proseguire? Bene, se non disturbiamo! Prego, collega Zanella.

LUANA ZANELLA (AVS). La Corte costituzionale nel merito si è più volte pronunciata, in particolare, in relazione al caso Ilva di Taranto. La legge costituzionale 22 febbraio 2022, n. 1, ha inserito, nel novellato articolo 9 della Costituzione, un esplicito riferimento alla tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, la cui protezione rientra ora tra i principi fondamentali del nostro ordinamento. Tale tutela viene assicurata anche nell'interesse delle future generazioni. Le scelte pubbliche, politiche ed economiche, devono dunque essere ispirate a un principio di solidarietà e responsabilità intergenerazionale applicabile anche in mancanza di normative specifiche, un diritto fondamentale che non può essere oggetto di interventi arbitrari da parte delle istituzioni. La modifica di cui alla legge costituzionale n. 1 del 2022 pone inoltre un vincolo aggiuntivo alla libera iniziativa economica privata, che ora deve svolgersi non solo non in contrasto con l'utilità sociale ma anche in modo da non recare danno alla salute e all'ambiente. Tali temi sono stati abbondantemente trattati in passato da numerose pronunce della Corte costituzionale che aveva più volte rintracciato, anche in assenza di un esplicito riferimento nella Carta, la necessità di bilanciare le attività economiche con la tutela della salute e dell'ambiente. La scelta di elaborare norme di rango costituzionale in materia ambientale costituisce un passaggio fondamentale sia per il riconoscimento di nuovi diritti sia per l'individuazione di un principio in grado di fungere da guida per la produzione normativa. Il decreto-legge in esame, recante misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale, ritenuta la straordinaria necessità e urgenza di adottare misure per fronteggiare le problematiche relative alla gestione dell'ex Ilva, dispone peraltro, nel capo II, che, qualora per la salvaguardia della salute e dell'ambiente fosse necessario interdire l'attività o sequestrare in tutto o in parte un impianto inquinante dichiarato, però, di interesse strategico nazionale dal Presidente del Consiglio dei ministri, si procede invece alla prosecuzione dell'attività sotto il controllo di un commissario, precisando subito dopo che in ogni caso le sanzioni interdittive non possono essere applicate quando pregiudicano la continuità dell'attività svolta in questi impianti. Il decreto stabilisce che, se vi è stato un sequestro di stabilimento o di parte di esso, il giudice dispone la prosecuzione dell'attività tramite amministratore giudiziario. Appare del tutto evidente che l'intento del legislatore ordinario è garantire la continuità della produzione, cioè l'interesse meramente economico e commerciale dell'impresa, che viene equiparato, anzi, deve bilanciarsi in modo totalmente generico e indeterminato con i diritti costituzionalmente garantiti alla salute e all'ambiente. Né vale, a parziale compensazione di tale preminente interesse che la norma persegue, la previsione secondo cui le disposizioni non si applicano quando dalla prosecuzione può derivare un concreto pericolo per la salute o l'incolumità pubblica ovvero per la salute e la sicurezza dei lavoratori non evitabile con alcuna prescrizione. Tanto è vero che - dice la norma - in ogni caso il provvedimento, anche se negativo, è trasmesso entro il termine di 48 ore alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al Ministero delle Imprese e del made in Italy e al Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica e, se si tratta di un provvedimento con cui il giudice abbia escluso o revocato l'autorizzazione alla prosecuzione o negato la stessa in sede di istanza di revoca, modifica o rivalutazione del sequestro precedentemente disposto, nonostante le misure adottate nell'ambito della procedura di riconoscimento dell'interesse strategico, esso può essere oggetto di impugnazione, ai sensi dell'articolo 322-bis del codice, anche da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri, del Ministero delle Imprese e del made in Italy o del Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Sull'appello avverso il provvedimento di cui al primo periodo decide in composizione collegiale il tribunale di Roma.

Il decreto poi prevede una copertura di tutti gli eventuali illeciti, con la garanzia di una generale impunità.

Infatti, “chiunque agisca al fine di dare esecuzione ad un provvedimento che autorizza la prosecuzione dell'attività di uno stabilimento industriale o di parte di esso dichiarato di interesse strategico nazionale non è punibile per i fatti che derivano dal rispetto delle prescrizioni (…)” eccetera, eccetera. Il testo del decreto sul quale la Camera è chiamata a esprimersi appare quindi in contrasto con i dettami della Carta costituzionale, ad iniziare dall'articolo 41, che non parla di alcun bilanciamento e afferma, senza ombra di dubbio, che le esigenze economiche e produttive non possono mai prevalere sul diritto alla salute. La Corte costituzionale che, con sentenza del 23 marzo 2018, n. 58, veniva chiamata ad occuparsi del decreto Ilva del 2015, in cui veniva richiamato il bilanciamento della precedente sentenza del 2013, dichiara che il diritto alla salute attiene alle esigenze basilari della persona e deve essere immediatamente tutelato, tanto più che l'articolo 41, quando parla di salute, non privilegia alcun bilanciamento e afferma che le esigenze economiche e produttive non possono mai prevalere sul diritto alla salute. Sulla stessa problematica si pronunciava, un anno dopo, anche la Corte europea dei diritti dell'uomo, a cui si erano rivolti 180 cittadini tarantini. Il tema del bilanciamento - chiudo, Presidente - si è posto anche a livello europeo, con riferimento al principio di precauzione. Ultimo punto: è palese il contrasto con il principio sancito dall'articolo 25 della Costituzione, secondo cui nessuno può essere distolto dal giudice naturale precostituito per legge e cioè dal giudice che la legge individua in base a criteri certi e oggettivi, relativi al territorio in cui è stato commesso il fatto.

Quindi, per tutte le ragioni che ho espresso chiedo che si voti in favore della pregiudiziale sul provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Il deputato Cappelletti ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 2.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente. Rappresentanti del Governo, gentili colleghi e colleghe. Illustro la questione pregiudiziale sul cosiddetto decreto Ilva all'indomani di una sonora bocciatura, quella partita dall'iniziativa del Presidente della Repubblica sull'ultimo decreto convertito qui, alla Camera dei deputati, il Milleproroghe. Ricordo che, a seguito di questa presa di posizione del Presidente della Repubblica, la bocciatura per incostituzionalità del decreto Milleproroghe è molto probabile anche da parte della Consulta. La proroga delle concessioni demaniali - ha osservato il Presidente Mattarella - viola, al contempo, il diritto dell'Unione europea e gli impegni assunti dall'Italia nel PNRR. Insomma, a causa della sua evidente incostituzionalità, porterà all'apertura di una nuova procedura di infrazione europea e a seri rischi per la prossima tranche di finanziamento del PNRR. Insomma, è un pasticcio colossale, sia sul piano giuridico che nei rapporti con l'Europa, dovuto a pressappochismo, alla ricerca di voto di scambio e a ignoranza costituzionale, anche perché noi lo avevamo detto, l'avevamo denunciato pubblicamente e l'avevamo previsto. Vede, Presidente, probabilmente queste questioni pregiudiziali non sono così inutili - come si vorrebbe far pensare - ma, al contrario, la lettera e il monito del Presidente della Repubblica dovrebbero far riflettere, da questo punto di vista.

Ora, è di tutta evidenza che anche l'attuale decreto Ilva in discussione presenta numerosi profili di incostituzionalità, e non solo per la mancanza dei presupposti legittimanti, di cui all'articolo 77 della Costituzione, ossia i ben noti casi straordinari di necessità ed urgenza. È di tutta evidenza che il massiccio ricorso alla decretazione d'urgenza serve a mascherare la disomogeneità e litigiosità interna alle forze di maggioranza, litigiosità che, senza la posizione della fiducia, emergerebbe fin dalla prima votazione, esattamente come abbiamo visto il primo giorno in questa legislatura con l'elezione, contestata, del Presidente La Russa.

Tuttavia, questa modalità di sanare sul nascere le fratture interne alla maggioranza, ricorrendo alla fiducia su ogni provvedimento - ben nove fiducie e, anzi, posso dire forse dieci, con oggi -, determina una evidente lesione delle prerogative parlamentari nell'esercizio della funzione legislativa.

Più grave della violazione dell'articolo 77 è la violazione, in questo decreto, dell'articolo 41 della Costituzione, nella parte in cui prevede che l'iniziativa economica privata non possa svolgersi in modo da recare danno alla salute, all'ambiente, alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana. L'impostazione su cui poggia questo decreto prevede, infatti, una supremazia assoluta del diritto alla continuità produttiva, a detrimento dei diritti dei cittadini di Taranto e dei dipendenti dell'Ilva, della loro salute e della salubrità dell'ambiente in cui vivono. Il decreto dispone che, qualora per la salvaguardia di salute e ambiente fosse necessario interdire l'attività o sequestrare un impianto inquinante, si proceda comunque con le attività produttive sotto il controllo di un commissario, precisando che, in ogni caso, le sanzioni interdittive non possano essere applicate quando pregiudichino la continuità dell'attività, se l'ente ha eliminato le carenze organizzative mediante l'adozione di modelli organizzativi idonei. Sarà, dunque, sufficiente, all'ex Ilva, adottare un modello organizzativo astrattamente idoneo a bilanciare gli interessi economici dell'impresa con i diritti alla salute e all'ambiente per poter proseguire l'attività senza alcuna effettiva garanzia di tutela e senza alcuna possibilità di verifica.

È evidente che l'intento di questo decreto sia di garantire la continuità della produzione dell'Ilva e cioè l'interesse economico dell'impresa, piuttosto che garantire i diritti alla salute e alla tutela dell'ambiente. Eppure l'articolo 41 della Costituzione prevede chiaramente che le esigenze economiche e produttive non possano mai prevalere sul diritto alla salute. La Corte costituzionale, con la sentenza n. 58 del 23 marzo 2018, ha messo nero su bianco che l'attività di impresa si deve esplicare sempre in modo da non recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana; rimuovere prontamente i fattori di pericolo per la salute, l'incolumità e la vita dei lavoratori costituisce condizione minima e indispensabile perché l'attività produttiva stessa si svolga in armonia con i principi costituzionali. E, ancora, che la qualificazione come primari dei valori dell'ambiente e della salute significa che gli stessi non possono essere sacrificati ad altri interessi, ancorché costituzionalmente tutelati. Questa, colleghi, credo che sia la frase più importante contenuta nella sentenza citata della Corte costituzionale e la vorrei appunto ribadire: la qualificazione come primari - nella Costituzione, naturalmente - dei valori dell'ambiente e della salute significa che gli stessi non possano essere sacrificati ad altri interessi, ancorché costituzionalmente tutelati.

Il decreto in discussione, tuttavia, non tiene conto né di questa recente evoluzione giurisprudenziale della Corte né degli articoli 9, sulla tutela ambientale, 32, sulla tutela della salute, 41, sui limiti all'iniziativa economica privata - articoli naturalmente della Costituzione - e neppure dei principi e della giurisprudenza europei in tema di tutela e salute ambientale. Anche la Corte europea dei diritti dell'uomo, come è stato richiamato nell'intervento precedente al mio, si è pronunciata, a più riprese, sull'Ilva; da ultimo, con la sentenza del 5 maggio 2022 che - è bene ricordarlo - ha già condannato lo Stato italiano per aver omesso di adottare tutte le misure necessarie per assicurare la protezione della vita e per la mancanza di misure efficaci per la bonifica dell'area.

Come se tutto ciò non bastasse, il decreto in esame è anche in palese contrasto con l'articolo 25 della Costituzione, nella parte in cui prevede che nessuno possa essere distolto dal giudice naturale.

L'articolo 6 del decreto, in deroga alla legge, stabilisce, infatti, una competenza in capo al tribunale di Roma, ma - incostituzionalità di questa previsione a parte - è di tutta evidenza l'irrazionalità di questa previsione, posto che il caso Ilva di Taranto è un unicum e necessita di far capo a chi, più di ogni altro, conosce le peculiarità che caratterizzano da anni il martoriato territorio di Taranto. La sede di Roma non è, quindi, certamente, la più idonea a considerare la gravità e la complessità di una situazione locale che perdura da decenni.

Infine, l'articolo 7 del decreto introduce un discutibilissimo scudo penale che prevede la copertura per tutti gli eventi illeciti, con la garanzia di una generale impunità. Insomma, nella sostanza, si tratta dell'ennesimo scudo penale voluto dal centrodestra per chi inquina, proprio mentre a Taranto assistiamo al ritorno a livelli altissimi di benzene, a causa, probabilmente, proprio delle mancate manutenzioni da parte dell'azienda.

In conclusione, posto che sarebbe stato il momento di un decreto Salva Taranto, piuttosto che di un decreto Salva ArcelorMittal, decreto che peraltro conferma e mantiene una visione sbagliata della città di Taranto, che è già stata definita “zona di sacrificio” e che questa maggioranza intende evidentemente mantenere come tale, ribadito che non vi possa essere alcun interesse nazionale che venga prima dell'interesse alla vita e alla salute delle persone e ricordate le incompatibilità con i già citati articoli della Costituzione nn. 9, 25, 32, 41 e 77, nonché con la giurisprudenza della Corte costituzionale e della Corte europea dei diritti dell'uomo, con la presente pregiudiziale, chiediamo di votare per non procedere all'esame del decreto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Lacarra. Ne ha facoltà.

MARCO LACARRA (PD-IDP). Signor Presidente, onorevoli colleghi, non possiamo sorvolare di fronte all'ennesima e reiterata prassi di quest'Aula di presentare decreti in palese violazione del precetto normativo dell'articolo 77 della Costituzione. Ormai ogni decreto che arriva in quest'Aula è in palese violazione di quella norma, giacché non possiamo che rilevare sempre l'assenza dei requisiti fondamentali di urgenza e necessità.

È evidente che il Parlamento ha cambiato ruolo ed è condannato a fare da passacarte al Governo; si tratta di un fatto che tradisce la nostra Costituzione e che non riesce a trovare rimedio in quest'Aula.

Sul merito, partirei da alcune premesse, signor Presidente. In Italia, in tutta Italia, la nostra Costituzione è, nell'interesse dei principi che sancisce, un faro che guida e orienta la società e gli individui. In Italia, in tutta Italia, la legge prescrive e vieta in modo imperativo e astratto, rivolgendosi a tutti indistintamente, salvo eccezioni: le eccezioni, appunto. Principi costituzionali fondamentali come il diritto alla vita, alla salute e alla tutela dell'ambiente valgono ovunque, ovunque sono difesi, salvo che a Taranto. La legge anch'essa vale ovunque e ovunque è applicata, tranne che a Taranto, perché Taranto è un'eccezione, una terra dove la nostra Costituzione non vale, la legge non si applica, il codice penale è, per alcuni, sospeso sine die (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Le sembreranno anche affermazioni forti e, invece, non sono altro che conclusioni sintetiche che possiamo trarre dal decreto all'esame oggi.

Perché poniamo la questione pregiudiziale, signor Presidente? Per sottolineare proprio questo. La nostra non è un'istanza pretestuosa, non è un tentativo di fare ostruzionismo. Con questo decreto-legge il Governo Meloni consolida una prassi in voga da diverso tempo: fare di Taranto un'eccezione, un luogo dove fare impresa vale molto di più che morire di cancro; un luogo dove, sull'altare dell'interesse strategico nazionale, si sacrifica il bene più prezioso di cui disponiamo: la vita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista); dove l'ambiente è stato svenduto, come ci ricorda una recente sentenza della corte di assise di Taranto. Questo decreto, come altri in passato, è gravemente in contrasto, in molte sue parti, con la Carta costituzionale.

Lo è rispetto agli articoli 41 e 32 e all'articolo 9, come novellato dalla legge costituzionale n. 1 del 2022, che ha inserito la tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi in Costituzione. Nel decreto si fa espresso riferimento al necessario bilanciamento tra continuità produttiva e tutela della salute e dell'ambiente; una necessità di bilanciamento che non esiste e che vi siete inventati di sana pianta. La Costituzione dice tutt'altro: l'iniziativa economica privata è sì libera, ma non può svolgersi in modo da recare danno alla salute, all'ambiente e alla dignità umana (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Nessun bilanciamento, nessun equilibrio. La Carta segna con chiarezza una gerarchia di valori da tutelare e, d'altronde, non potrebbe essere altrimenti. La salute, l'ambiente, la libertà, la sicurezza e la dignità umana sono indubbiamente valori preordinati alla libertà di impresa. E invece con quanta ostinazione avete voluto far valere il contrario! Avete reso sostanzialmente impossibile ordinare l'interruzione dell'attività anche qualora sia accertato che questa causi un danno alla salute e all'ambiente.

A Taranto ci si ammala, a Taranto si muore! E poi la ciliegina sulla torta: a chiusura di questo sistema di inerzia avete posto due elementi di una gravità inaudita, in primo luogo spostando da Taranto a Roma il foro competente a decidere sull'appello alle decisioni di interruzione dell'attività persino quando un giudice decreta che il pericolo per la salute, per l'incolumità pubblica e per la sicurezza dei lavoratori non può essere evitato con alcuna prescrizione.

Avete tradito in pieno il primo comma dell'articolo 25 della Costituzione, distogliendo la questione dal giudice naturale precostituito per legge, pur di sperare in provvedimenti maggiormente favorevoli alla prosecuzione dell'attività. In secondo luogo…

PRESIDENTE. Concluda, ha esaurito il tempo.

MARCO LACARRA (PD-IDP). …reintroducendo - chiudo, Presidente, un secondo solo - uno strumento assurdo e illegale, il cosiddetto scudo penale, esteso e prorogato senza termine, avete previsto l'ennesima forma di protezione dei vertici dell'azienda.

PRESIDENTE. La ringrazio.

MARCO LACARRA (PD-IDP). Per queste ragioni, Presidente, e concludo, questo provvedimento mette in discussione a Taranto l'esistenza stessa delle leggi, la validità del codice penale, la veridicità dei principi costituzionali. Per tale ragione, dichiaro il voto favorevole alla questione pregiudiziale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Alessio. Ne ha facoltà.

ANTONIO D'ALESSIO (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Analogamente alla precedente questione pregiudiziale, utilizzo questi pochi minuti per fare due considerazioni, anche qui, una di merito e l'altra di metodo. Quella di merito: la nostra Costituzione esprime dei valori, alcuni dei quali possono entrare in alcune circostanze in conflitto tra loro, in particolare nelle disposizioni relative ai diritti costituzionali. La risoluzione dei conflitti, che ne nascono, non può avvenire in maniera meccanicistica, ma attraverso un bilanciamento di valori, un bilanciamento equilibrato, che significa ponderazione, valutazioni empiriche e pragmatiche.

È ovvio che il diritto alla salute viene prima dell'economia, ci mancherebbe altro, però questa classificazione non è meccanica. Altrimenti, e utilizzo un paradosso, per carità, che non è il caso di Taranto, dovremmo arrivare a dire: prima la salute e poi l'economia, prima la salute e poi la produzione. Assolutizzato il concetto, estremizzato, potremmo arrivare a dire che il pericolo di un graffio viene prima di una produzione o della chiusura di un'azienda, che significa posti di lavoro, che significa vita, ovviamente.

È chiaro che non è il caso di Taranto, però ho utilizzato questo paradosso per esprimere un concetto, cioè che la valutazione del bilanciamento dei valori costituzionali non può avvenire in maniera meccanicistica. Ma c'è un altro elemento: proprio con riferimento a questa vicenda, i precedenti Governi hanno già utilizzato delle attenzioni per questo insediamento produttivo. Quindi non è così, in maniera così automatica, così di default, che si può dire che la tutela del diritto alla salute deve far chiudere il discorso sull'insediamento produttivo che ci occupa oggi. Questo come valutazione di merito, ma, anche qui, devo arrivare, a nome del mio gruppo, a fare una valutazione di metodo.

Quando noi parliamo di abuso degli strumenti, di abuso della decretazione d'urgenza, dobbiamo stare attenti anche a non abusare delle questioni pregiudiziali, che sono uno strumento che va ponderato, che va utilizzato con il contagocce per la serietà dello strumento stesso, di cui non si può fare abuso. Bisogna, ovviamente, fare delle valutazioni rigorose. Allora, alla luce di questo, noi ci asterremo con riferimento al voto sulle pregiudiziali (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Maerna. Ne ha facoltà.

NOVO UMBERTO MAERNA (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, entrambe le questioni pregiudiziali di costituzionalità riferite al decreto-legge di cui stiamo discutendo riguardano i principi costituzionali della tutela dell'ambiente, articolo 9, e della tutela della salute, articolo 32. In particolare, si fa riferimento all'articolo 5 del testo, che reca modifiche al decreto legislativo n. 231 del 2001. A tal proposito è bene rilevare come la giurisprudenza della Corte costituzionale abbia da sempre sostenuto la necessità di un ragionevole bilanciamento tra diritti fondamentali tutelati dalla Costituzione, in particolare il diritto alla salute, da cui deriva il diritto all'ambiente salubre, e al lavoro, articolo 4, da cui deriva ulteriormente l'interesse costituzionalmente rilevante al mantenimento dei livelli occupazionali e il dovere delle istituzioni pubbliche di dispiegare ogni sforzo in tal senso. In linea con tale principio, nella sua sentenza n. 85 del 2013 la Consulta ha affermato il principio secondo il quale il legislatore, e qui siamo, pur in presenza di sequestri dell'autorità giudiziaria, possa intervenire per consentire la prosecuzione dell'attività in stabilimenti di interesse strategico nazionale, a condizione però che vengano tenute in adeguata considerazione e tra loro bilanciate le esigenze di tutela ambientale, della salute e dell'incolumità dei lavoratori, nonché le esigenze dell'iniziativa economica e della continuità occupazionale. È quello di cui ci stiamo occupando. In particolare, la Corte ha rilevato che, virgolette, “è considerata lecita la continuazione dell'attività produttiva di aziende sottoposte a sequestro, a condizione che vengano osservate le regole che limitano, circoscrivono e indirizzano la prosecuzione dell'attività stessa”. Il provvedimento in esame, l'articolo 5 di cui parlavamo, assolve proprio a questa prescrizione della Consulta, in quanto prevede, con una novella del citato decreto legislativo n. 231 del 2001, che in ogni caso le sanzioni interdittive non possano essere applicate quando pregiudichino l'attività svolta in stabilimenti o parti di essi dichiarate di interesse strategico nazionale. Questo qualora l'ente abbia eliminato le carenze organizzative che hanno determinato il reato mediante l'adozione di modelli organizzativi idonei. A tal proposito, i modelli organizzativi devono prevedere il necessario bilanciamento tra le esigenze di continuità dell'attività produttiva e di salvaguardia dell'occupazione e la tutela, naturalmente, della sicurezza sul luogo di lavoro, della salute e dell'ambiente. Quest'ultima previsione, in particolare, determina, senza ombra di dubbio, nel testo in esame, quello che è stato definito, sempre tra virgolette, “ragionevole bilanciamento tra diritti fondamentali tutelati dalla Costituzione”, richiamato dalla Consulta, che, laddove realizzato, come nel caso in esame, permette di superare le censure di incostituzionalità. Questo riguarda il primo punto.

Riguardo il secondo, a cui si faceva riferimento, appare priva di fondamento la contestazione oggetto della seconda questione pregiudiziale, circa il supposto contrasto con il dettato dell'articolo 25 della Costituzione - nessuno può essere distolto dal giudice naturale precostituito per legge - della norma che disciplina la competenza a giudicare in merito all'impugnazione dell'eventuale provvedimento di sequestro degli impianti. Su tale punto appare chiara la relazione del decreto-legge, laddove si specifica: “Nella valutazione in questione assume centralità il bilanciamento tra i valori giuridici protetti dalle norme penali e l'interesse nazionale all'approvvigionamento di beni e servizi prodotti dall'impresa oggetto di sequestro, che riguardano tutto il territorio nazionale. Si è ritenuto quindi necessario individuare la competenza sull'impugnazione in capo ad un'unica autorità.” - appunto, il tribunale di Roma - “Ciò nel rispetto dei principi costantemente affermati dalla Corte, secondo cui” - e qui è un altro punto importante - “è rimessa al legislatore, nella sua discrezionalità, limitata nel rispetto del generale principio di ragionevolezza, l'individuazione del giudice competente alla decisione delle controversie”. Per cui: tutela dell'occupazione, tutela dell'ambiente e della salute e, naturalmente, il rispetto delle regole che la Consulta ha stabilito. Per queste ragioni, il gruppo Fratelli d'Italia è contrario alle questioni pregiudiziali presentate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Caroppo. Ne ha facoltà.

ANDREA CAROPPO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Colleghi deputati, alla luce delle pregiudiziali presentate, ritengo inevitabile, preliminarmente, una constatazione politica. Su di un tema di fondamentale importanza come quello dell'Ilva o, meglio, dell'ex Ilva di Taranto, si pongono all'interno due questioni cruciali, quali la strategicità di un impianto fondamentale per la produzione siderurgica nazionale e il diritto alla salute degli abitanti del territorio circostante. In quest'occasione, l'opposizione si presenta spaccata a metà: due gruppi, Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle hanno depositato le pregiudiziali di cui stiamo dibattendo; altri due gruppi, Partito Democratico e Azione-Italia Viva hanno adottato una scelta diversa. Certamente, tutta l'opposizione voterà le pregiudiziali, ma la politica si fa con gli atti e di queste differenti posizioni non possiamo che prendere atto.

Venendo al merito posto dalle pregiudiziali presentate, Forza Italia, che ha sostenuto il decreto al Senato e lo sosterrà convintamente anche qui alla Camera, ritiene assolutamente infondati i presunti rilievi di incostituzionalità che vengono avanzati e che, per tale motivo, respingiamo al mittente. Le norme introdotte dal capo II di questo decreto-legge si inscrivono in quel perimetro delineato dalle sentenze della Corte costituzionale del 2013 e del 2018, relativo a un equilibrio, a un bilanciamento tra l'interesse nazionale alla prosecuzione dell'attività industriale di natura strategica e l'applicazione di alcuni istituti processuali, in modo particolare il sequestro. Il decreto stabilisce che chiunque agisca al fine di dare esecuzione a un provvedimento che autorizzi la prosecuzione dell'attività di uno stabilimento industriale, o di parte di esso, dichiarato di interesse nazionale, non è punibile, per i fatti che derivano dal rispetto delle prescrizioni di tutela dei beni giuridici protetti dalle norme incriminatrici, se ha agito in conformità alle medesime prescrizioni. Quindi, vi è un doppio limite: in primo luogo, il rispetto delle prescrizioni dettate dal provvedimento, dirette, in questo caso, a tutelare i beni giuridici protetti; in secondo luogo, l'adozione di azioni conformi alle prescrizioni.

Si prevede, altresì, che continuino ad applicarsi per tutto il periodo di vigenza del Piano ambientale e, in questo caso, fino al 23 agosto 2023, le norme secondo le quali l'osservanza del predetto Piano equivale all'efficace attuazione dei modelli di organizzazione e gestione ai fini dell'attuazione dell'autorizzazione integrata ambientale.

Per Forza Italia, quindi, non solo non c'è alcun dubbio e alcun rischio, neppure remoto, di incostituzionalità delle disposizioni contenute nel presente provvedimento, ma, al contrario, siamo convinti che questo decreto vada nell'unica strada attualmente percorribile, che è quella della prosecuzione di una produzione strategica nazionale, della tutela dell'occupazione e, al tempo stesso, della riconversione ambientale con un passaggio progressivo dell'impianto all'alimentazione ad idrogeno, meglio ancora, prima possibile, se verde.

Per questi motivi, a nome del gruppo di Forza Italia dichiaro il voto contrario sulle questioni pregiudiziali in esame (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali Zanella ed altri n. 1 e Cappelletti ed altri n. 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

(Esame dell'articolo unico - A.C. 908​)

PRESIDENTE. Essendo state respinte le questioni pregiudiziali, passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Posizione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 908​)

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, senatore Luca Ciriani. Ne ha facoltà.

LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, a nome del Governo, autorizzato dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti ed articoli aggiuntivi (Commenti), dell'articolo unico del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 908: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 gennaio 2023, n. 2, recante misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori il deputato Ubaldo Pagano. Prego, ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. A parte il fatto che ad annunciare l'ennesima fiducia sia stato il Ministro e non il Sottosegretario, mi permetto di rilevare che numericamente siamo ormai alla settima fiducia posta in questa Camera e alla nona complessivamente, considerando anche quelle poste al Senato. Mi permetto di rilevare, altresì, che, contrariamente a quanto avvenuto nel recente passato, le questioni di fiducia vengono poste su provvedimenti che non sono in scadenza nell'immediato, pertanto non necessiterebbero in alcun modo del ricorso a tale strumento al fine di avere un iter compiuto nella tempistica.

È evidente, pertanto, che, quando voi ponete la questione di fiducia sul decreto recante misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale, in scadenza il 6 marzo, quindi non domani o dopodomani, con un'opposizione che non ha posto in essere alcun tipo di strategia ostruzionistica nella presentazione degli emendamenti, lo fate per un tema politico: volete comprimere il dibattito democratico, volete evitare che in quest'Aula possiate assumervi la responsabilità di scelte anche impopolari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

Dovete avere il coraggio di presentarvi ai cittadini di Taranto e spiegare che, con questo decreto, avete messo a bagnomaria il diritto costituzionale, una città che ha pagato per troppo tempo il pegno all'inerzia di tutta la classe dirigente di questo Paese.

Noi chiediamo scusa ai tarantini, lo abbiamo fatto nel recente passato, ma è bene che voi facciate i conti con la vostra inerzia e la vostra inettitudine (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra - Proteste di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Affinché rimanga agli atti, la questione di fiducia viene sempre posta dal Ministro.

Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo di intervenire sull'ordine dei lavori, anzi, in questo caso, per l'ennesima volta, sul disordine dei lavori, in quanto trovo assolutamente incomprensibile questo atteggiamento del Governo che torna a porre nuovamente la fiducia in quest'Aula, nonostante i rilievi critici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) del Presidente della Repubblica rispetto all'uso abnorme che è stato fatto dell'esercizio della decretazione d'urgenza in quest'Aula, mortificando il ruolo dell'opposizione e del dibattito, ma anche della maggioranza. Questo sarebbe, infatti, il tempio della discussione, ma ogni decisione arriva in seguito a un dibattito che voi avete mortificato solo dopo cinque mesi della vostra permanenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Sono già lontanissimi tutti quei richiami alla centralità del Parlamento, che facevate sbracciandovi qui, in opposizione, ovviamente in un momento dove l'urgenza era più percepita rispetto ad adesso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Eppure, vi ricordiamo leoni d'Aula e in questo momento, invece, non vi fate alcun problema a umiliare il dibattito parlamentare. Questo ve lo siete dimenticato appena arrivati al Governo, quindi avete preso una strada sbagliata non solo per quanto riguarda la visione sociale ed economica del Paese - e questo lo giudicherà la democrazia a breve -, ma avete anche avuto un atteggiamento completamente diverso rispetto a quello che avevate fatto, mostrando una debolezza enorme da un punto di vista parlamentare. Infatti, quando si arriva a chiedere nove fiducie, tra Camera e Senato, all'interno di un dibattito parlamentare o dello svolgimento dei lavori parlamentari, non si fa altro che palesare all'opposizione una vostra debolezza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Presidente, le chiedo la possibilità di leggere, a questo punto, i rilievi del Presidente della Repubblica qui in Aula e, successivamente, aprire un dibattito sull'utilizzo che viene fatto degli strumenti parlamentari, nonché di queste Aule parlamentari, dal Parlamento, e di farlo successivamente, nei prossimi giorni dei lavori d'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È inutile ribadire qui che i rilievi del Capo dello Stato sono stati inviati ai presidenti dei gruppi parlamentari e, quindi, sono formalmente agli atti di questa Assemblea.

Ha chiesto di parlare la deputata Evi. Ne ha facoltà.

ELEONORA EVI (AVS). Grazie, Presidente. Io mi unisco a quanto hanno appena detto i colleghi del PD e del MoVimento 5 Stelle. Anche noi siamo più che sconcertati, siamo veramente allucinati dal fatto che questo Governo, per l'ennesima volta, voglia porre la questione di fiducia su un provvedimento che, lo voglio anche ricordare, è stato trattato in questa Camera alla velocità della luce: della luce! I pareri delle Commissioni sono arrivati all'ultimo minuto, il venerdì sera, e noi, il lunedì mattina, nella Commissione attività produttive, abbiamo vagliato gli emendamenti che sono stati, chiaramente, tutti, peraltro, bocciati, per cercare di intervenire su un testo e cercare di fermare questo scempio. Infatti, lo voglio ricordare, scudo penale, impunità per gli amministratori e per i commissari: un vero e proprio scempio viene fatto in nome di questa fantomatica continuazione imperterrita dell'attività produttiva e della continuità produttiva, in nome di un interesse nazionale. Quale interesse nazionale strategico? Quello è un territorio, quello dell'Ilva di Taranto, dove si continua a morire! Ogni dato epidemiologico e ogni analisi ci dicono questo, e non sta cambiando nulla! Quello che si vuole fare è dare ulteriori soldi, soldi pubblici, per portare avanti questi impianti di morte.

Questo è quello che si sta cercando di fare con questo decreto e noi abbiamo tentato, in Commissione, nel pochissimo spazio dedicato, di fermare tutto ciò e di mettere quantomeno dei correttivi. Si è arrivati in Aula, in tutta fretta e ora si vuole mettere la fiducia per calpestare, per l'ennesima volta, questo Parlamento. Tutto questo, chiaramente, è vergognoso.

Quindi, anche da parte nostra, vi è un richiamo a seguire quelle che dovrebbero essere le prassi democratiche per dare spazio a un dibattito, per dare voce appunto alla prassi democratica che questo Parlamento dovrebbe portare avanti, invece che martoriare, a colpi di fiducia, ogni decreto e portare avanti, in questo modo, una decretazione d'urgenza che veramente non fa onore né a queste Camere, a questo Parlamento, né allo Stato italiano e, soprattutto, non rende merito e giustizia ai cittadini di Taranto, che, invece, chiedono, da tanto tempo, risposte, che continuano a non arrivare (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Su cosa, deputato Fornaro?

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Per un richiamo al Regolamento, ai sensi dell'articolo 8 e seguenti.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Come è già stato rilevato, questo decreto scadeva il 6 marzo ed è stata utilizzata una tempistica, in Commissione, e con la scelta del Governo di comprimere il passaggio emendativo, simile a quanto avviene - e questo è stato, nel passato, anche norma e consuetudine - quando il decreto è in scadenza e, quindi, quando non c'è più alcuno spazio per la discussione. Lo abbiamo fatto, lo si fa sulla legge di bilancio e in altre occasioni.

Quindi, segnaliamo, per suo tramite, al Presidente della Camera, che se innestiamo una procedura e una consuetudine come questa, alteriamo completamente il rapporto di equilibrio tra potere esecutivo e potere legislativo. In altre parole, se il Governo può permettersi sostanzialmente di accelerare in questo modo, anche in assenza, diciamo, di un'esigenza temporale stringente, è del tutto evidente che i Regolamenti vanno a farsi benedire, ma soprattutto va a farsi benedire - lo ripeto - l'equilibrio costituzionale tra potere esecutivo e potere legislativo.

Invito a riflettere, per il suo tramite, il Governo e i partiti della maggioranza. Lo ripeto, questa non può diventare una consuetudine (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. A seguito della posizione della questione di fiducia, la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata alle ore 15,45 presso la Biblioteca del Presidente, al fine di stabilire il prosieguo dell'esame del provvedimento.

Sospendo la seduta, che riprenderà al termine della Conferenza dei presidenti di gruppo.

La seduta, sospesa alle 15,40, è ripresa alle 17,30.

Sui lavori dell'Assemblea, calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di marzo 2023 e integrazione del programma dei lavori per il mese di aprile 2023.

PRESIDENTE. Comunico che, secondo quanto convenuto nell'odierna riunione della Conferenza dei Presidenti di Gruppo, a seguito della posizione della questione di fiducia sull'articolo unico del disegno di legge n. 908 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 gennaio 2023, n. 2, recante misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale (approvato dal Senato – scadenza: 6 marzo 2023), nel testo approvato dalla Commissione, identico a quello approvato dal Senato, la votazione sulla questione di fiducia avrà luogo nella seduta di domani, mercoledì 1° marzo, a partire dalle ore 18,15 previe dichiarazioni di voto a partire dalle ore 16,45.

Alle ore 15 avrà luogo lo svolgimento del question time.

Alle ore 16,15 avrà luogo la commemorazione dell'ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi - insieme al loro autista - nell'agguato avvenuto il 22 febbraio 2021 nella Repubblica Democratica del Congo.

Dopo la votazione per appello nominale, avrà luogo l'esame degli ordini del giorno, limitatamente alle fasi dell'illustrazione e del parere del Governo.

Il termine per la presentazione degli ordini del giorno è fissato domani mattina, mercoledì 1° marzo, alle ore 9.

Nella seduta di giovedì 2 marzo, alle ore 9, avranno luogo la votazione degli ordini del giorno, le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale del provvedimento.

All'ordine del giorno della seduta di giovedì 2 marzo, dopo il seguito dell'esame del disegno di legge n. 908, sarà iscritto soltanto il seguito dell'esame della mozione Boschi, Gardini, Ciani, Loizzo, Lupi, Patriarca, Quartini, Schullian, Zanella ed altri n. 1-78 concernente iniziative in materia di malattie rare.

Estraggo a sorte il nominativo del deputato dal quale avrà inizio la chiama.

(Segue sorteggio).

La chiama avrà inizio dal deputato Delmastro Delle Vedove.

È stato altresì convenuto il seguente calendario dei lavori per il mese di marzo 2023:

Lunedì 6 marzo (ore 12,30)

Discussione sulle linee generali della mozione n. 1-71 concernente iniziative di competenza in relazione alla vicenda nota come «Qatargate»

(ore 15, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 462 - Conversione in legge del decreto-legge 11 gennaio 2023, n. 3, recante interventi urgenti in materia di ricostruzione a seguito di eventi calamitosi e di protezione civile (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 12 marzo 2023)

Martedì 7 marzo (ore 9,30)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 7 (ore 12 -14,30 e 16-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), mercoledì 8 (ore 9,30–13,30 e 16–20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 9 marzo (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24, ed eventualmente nella giornata di venerdì 10 marzo)

Seguito dell'esame del disegno di legge S. 462 - Conversione in legge del decreto-legge 11 gennaio 2023, n. 3, recante interventi urgenti in materia di ricostruzione a seguito di eventi calamitosi e di protezione civile (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 12 marzo 2023)

Seguito dell'esame delle mozioni Molinari, Foti, Cattaneo, Lupi ed altri n. 1-38, Bonelli ed altri n. 1-54, Pavanelli ed altri n. 1-43, Simiani ed altri n. 1-57, Manes ed altri n. 1-58 e Ruffino ed altri n. 1-62 concernenti iniziative in relazione alla proposta di direttiva europea sulla prestazione energetica nell'edilizia

Seguito dell'esame delle mozioni Sportiello ed altri n. 1-51, Bonetti ed altri n. 1-61, Ciocchetti, Panizzut, Benigni, Semenzato ed altri n. 1-66, Furfaro ed altri n. 1-67 e Zanella ed altri 1-69 concernenti iniziative volte al potenziamento del Servizio sanitario nazionale

Seguito dell'esame delle mozioni Mazzetti ed altri n. 1-40, Santillo ed altri n. 1-48, Zanella ed altri n. 1-75 e Manes e Schullian n. 1-76 concernenti iniziative in materia di agevolazioni fiscali per il settore edilizio e per l'efficienza energetica

Seguito dell'esame della mozione n. 1-71 concernente iniziative di competenza in relazione alla vicenda nota come «Qatargate»

Mercoledì 8 marzo (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Mercoledì 8 marzo (ore 16)

Votazioni per l'elezione di due componenti il Consiglio di Presidenza della giustizia amministrativa, di due componenti il Consiglio di Presidenza della Corte dei conti e di due componenti il Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria

Venerdì 10 marzo (ore 9,30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 13 marzo (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 831- Norme in materia di procedibilità d'ufficio e di arresto in flagranza (deliberata l'urgenza)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 103 - Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, alla legge 26 luglio 1975, n. 354, e alla legge 21 aprile 2011, n. 62, in materia di tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori

Discussione sulle linee generali della mozione Lupi ed altri n. 1-53 concernente iniziative di competenza in materia di processo penale in relazione al rispetto dei principi costituzionali

Discussione sulle linee generali della proposta di legge di ratifica n. 849 e abbinata - Adesione della Repubblica italiana alla Convenzione sul controllo e la marchiatura degli oggetti in metalli preziosi, con Allegati, fatta a Vienna il 15 novembre 1972

Martedì 14 marzo (ore 9,30)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 14 (ore 12 -14,30 e 16-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), mercoledì 15 (ore 9,30–13,30 e 16–20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 16 marzo (ore 9,30-13,30 e 15-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24 e nella giornata di venerdì 17 marzo)

Eventuale seguito degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 831- Norme in materia di procedibilità d'ufficio e di arresto in flagranza (deliberata l'urgenza)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 103 - Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, alla legge 26 luglio 1975, n. 354, e alla legge 21 aprile 2011, n. 62, in materia di tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori

Seguito dell'esame della mozione Lupi ed altri n. 1-53 concernente iniziative di competenza in materia di processo penale in relazione al rispetto dei principi costituzionali

Seguito dell'esame della proposta di legge di ratifica n. 849 e abbinata - Adesione della Repubblica italiana alla Convenzione sul controllo e la marchiatura degli oggetti in metalli preziosi, con Allegati, fatta a Vienna il 15 novembre 1972

Deliberazione sull'urgenza e fissazione del termine per la relazione all'Assemblea (ai sensi dell'articolo 107, comma 1, del Regolamento) sulla proposta di legge n. 389 - Disposizioni per la disciplina, la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico

Mercoledì 15 marzo (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, con la partecipazione del Presidente del Consiglio dei ministri (premier question-time)

Venerdì 17 marzo (ore 9,30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 20 marzo (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 506 - Deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane (ove trasmesso dal Senato)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge 217 e abb. - Disposizioni per il contrasto dell'illecita trasmissione o diffusione in diretta e della fruizione illegale di contenuti tutelati dal diritto d'autore e dai diritti connessi

Discussione sulle linee generali del Doc. XXII, n. 7 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 665 e abbinate - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi (deliberata l'urgenza)

Martedì 21 marzo (ore 9,30)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 21 (ore 12 -14,30 e 16-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), mercoledì 22 (ore 9,30–13,30 e 16–20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 23 marzo (ore 9,30-13,30 e 15-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24 e nella giornata di venerdì 24 marzo)

Eventuale seguito degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame del disegno di legge S. 506 - Deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane (ove trasmesso dal Senato)

Seguito dell'esame della proposta di legge 217 e abb. - Disposizioni per il contrasto dell'illecita trasmissione o diffusione in diretta e della fruizione illegale di contenuti tutelati dal diritto d'autore e dai diritti connessi

Seguito dell'esame del Doc. XXII, n. 7 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 665 e abbinate - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi (deliberata l'urgenza)

Mercoledì 22 marzo (ore 9,30)

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 23 e 24 marzo 2023

Venerdì 24 marzo (ore 9,30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 27 marzo (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 889 - Conversione in legge del decreto-legge 16 febbraio 2023, n. 11, recante misure urgenti in materia di cessione dei crediti di cui all'articolo 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77 (da inviare al Senato – scadenza: 17 aprile 2023)

Discussione sulle linee generali del Doc. XXII, n. 11-14-16-20 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 536 - Modifiche al codice penale, alla legge 29 maggio 2017, n. 71, e al regio decreto-legge 20 luglio 1934, n. 1404, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 maggio 1935, n. 835, in materia di prevenzione e contrasto del fenomeno del bullismo e di misure rieducative dei minori (deliberata l'urgenza)

Martedì 28 marzo (ore 9,30)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 28 (ore 12 -14,30 e 16-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), mercoledì 29 (ore 9,30–13,30 e 16–20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 30 marzo (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24, ed eventualmente nella giornata di venerdì 31 marzo)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 889 - Conversione in legge del decreto-legge 16 febbraio 2023, n. 11, recante misure urgenti in materia di cessione dei crediti di cui all'articolo 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77 (da inviare al Senato – scadenza: 17 aprile 2023)

Eventuale seguito degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame del Doc. XXII, n. 11-14-16-20 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 536 - Modifiche al codice penale, alla legge 29 maggio 2017, n. 71, e al regio decreto-legge 20 luglio 1934, n. 1404, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 maggio 1935, n. 835, in materia di prevenzione e contrasto del fenomeno del bullismo e di misure rieducative dei minori (deliberata l'urgenza)

Mercoledì 29 marzo (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Venerdì 31 marzo (ore 9.30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Nella seduta di mercoledì 8 marzo, alle ore 16,15, si svolgerà la commemorazione dell'onorevole Elettra Deiana.

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata nell'Allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

L'organizzazione dei tempi per l'esame dei progetti di legge n. 831, n. 103, n. 217 e abbinata, S. 506 e n. 536, e per la discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 665 e abbinate, nonché del Doc. XXII, n. 11-14-16-20, sarà definita dopo la conclusione dell'esame in sede referente.

È stato inoltre convenuto di integrare il programma dei lavori per il mese di aprile con l'esame del disegno di legge S. 564 - Conversione in legge del decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13, recante disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Piano nazionale degli investimenti complementari al PNRR (PNC), nonché per l'attuazione delle politiche di coesione e della politica agricola comune (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 25 aprile 2023) e con la proposta di legge n. 389 - Disposizioni per la disciplina, la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico (ove deliberata l'urgenza).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare il deputato Soumahoro. Ne ha facoltà, per due minuti.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, nella notte tra sabato 25 febbraio e domenica 26 febbraio, 64 esseri umani, tra cui 14 bambini, compresi alcuni neonati, sono morti in Calabria. Il loro viaggio della speranza o alla ricerca della vita non era un viaggio da irresponsabili, perché le parole del Ministro dell'Interno, Piantedosi, non fanno onore alla nostra Repubblica e non fanno onore a chi, in questo Paese, sa cosa vuol dire la disperazione; quella stessa disperazione che li ha portati alla ricerca della vita e della possibilità pane in altri contesti.

Voglio qui unirmi al dolore delle famiglie che hanno perso i loro cari, ma non posso non concludere, signor Presidente, dicendo che vogliamo sapere cosa è davvero successo, a partire dal momento in cui l'Agenzia Frontex ha segnalato la presenza di quella imbarcazione, ragione per la quale mi unisco alla richiesta del Partito Democratico. Lo vogliamo sapere, anche perché nessuno mette i propri figli su una barca senza la consapevolezza che, in quel dato momento, l'acqua è più sicura della terraferma.

E vogliamo sapere se questo Governo ha intenzione di mantenere i principi dell'articolo 10 della nostra Carta costituzionale, nel rispetto del soccorso in mare! Non si possono criminalizzare le ONG che salvano vite in mare, con lo Stato che è assente, nello stesso momento, in quel deserto del mare!

PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo, deve chiudere.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Vogliamo sapere qual è la politica di questo Governo, soprattutto nel rispetto di queste istituzioni, ma nel rispetto della nostra Carta costituzionale!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Casu. Ne ha facoltà, per due minuti.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, intervengo oggi, in quest'Aula, per ricordare Enrico Gandolfi, consigliere del XIII municipio di Roma, presidente della Commissione cultura, che ci ha, improvvisamente e tragicamente, lasciato, nella giornata di ieri. Non aveva ancora 40 anni, ma tantissimo ha fatto nella sua vita di impegno politico e sociale, con un'attenzione sempre speciale per i più giovani e per i più deboli. Dai banchi del liceo Mamiani alle aule dell'Università Roma Tre, nel circolo PD Aurelio-Cavalleggeri, il suo circolo da sempre, in parrocchia, negli scout, sul lavoro, nel Partito, in municipio, in Campidoglio, tutte le persone che hanno avuto la fortuna di conoscere il suo sorriso, aperto e gentile, non lo dimenticheranno.

Alla madre Angela, a tutta la sua famiglia, agli amici, che stasera organizzeranno per lui una fiaccolata nel quartiere, partendo dalla sua casa, fino alla chiesa di San Pio V, giungano da quest'Aula le più sentite condoglianze.

È una grave perdita per la capitale e per tutta la comunità cittadina e democratica. Una persona mite, equilibrata, competente, che ha servito e onorato le istituzioni fino all'ultimo giorno, fino alle ultime ore della sua vita. Tra le ultime iniziative che ha portato avanti, voglio ricordare l'istituzione di un premio artistico e letterario nelle scuole del territorio, per ricordare David Sassoli, a cui Enrico è sempre stato profondamente legato.

Grazie, Enrico, ci hai lasciato troppo presto, ma l'esempio che nella tua vita ci hai dato, gli esempi che nella tua vita hai seguito resteranno con noi. Ti ricorderemo sempre, con affetto ed orgoglio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Latini. Ne ha facoltà, per due minuti.

GIORGIA LATINI (LEGA). Grazie, Presidente. Carissimi colleghi e colleghe, purtroppo le notizie che ci arrivano dall'Iran sono sempre più allarmanti. In precedenza, si parlava di 100, poi di 200, adesso siamo arrivati a 535 bambine di quasi 10 anni che sono state intossicate, avvelenate. È proprio notizia di qualche giorno fa; il viceministro alla salute dell'Iran ha implicitamente ammesso proprio che queste bambine sono state intossicate per dare un messaggio, per chiudere le scuole femminili. Questi sono fatti gravissimi, Presidente, di fronte ai quali non basta una semplice condanna, ma serve un intervento da parte della comunità internazionale.

La condizione delle donne, piccole e grandi, è a dir poco inaccettabile. La loro vita è messa continuamente in pericolo da estremismi religiosi, sono considerate poco più che un oggetto e il solo pensare ad ambire ad avere un'istruzione diventa, nei loro confronti, una grave colpa.

L'Occidente non può più stare in silenzio a guardare. Colleghi, una ragazza non può morire perché vuole andare a scuola. Ciò non deve più accadere in nessuna parte del mondo. Queste bambine devono essere salvate, devono poter andare a scuola senza essere in pericolo di vita. Le classi non possono essere camere a gas. Non possiamo più accettare tutto ciò e dobbiamo essere tutti uniti contro questa battaglia. I diritti umani, infatti, sono interesse di tutti noi. Ed è per questo che voglio ringraziare anche i miei colleghi del Senato che hanno presentato un'interrogazione al Ministro Tajani proprio per porre l'attenzione su questa tematica così atroce che non deve lasciarci indifferenti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gaetano Amato. Ne ha facoltà, per due minuti.

GAETANO AMATO (M5S). Grazie, Presidente. La Campania ha ottenuto un altro primato di cui avremmo fatto volentieri a meno: la peggiore ferrovia d'Italia. Sì, la rete ferroviaria affidata all'EAV, Ente Autonomo Volturno. Perché è la peggiore? Uno scoperchiamento dei vagoni, due deragliamenti, corse soppresse, 1.700 solo nella prima metà del 2019, 8 vagoni disponibili e 3 in deposito (solo 5 procedono), turisti costretti a camminare sui binari per raggiungere le stazioni, assunzioni fatte, ma non c'è personale viaggiante, non si capisce dove sia, in attesa di percepire lo stipendio. Volevo fare questo intervento per lasciare agli atti di quest'Aula che presenteremo un'interrogazione al Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, affinché intervenga su questo scandalo che riguarda la Campania (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rossano Sasso. Ne ha facoltà, per due minuti.

ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Il 28 febbraio 1975, esattamente 48 anni fa, fu assassinato a Roma lo studente universitario Mikis Mantakas, studente che dalla Grecia aveva deciso di studiare nella nostra Italia. Fu assassinato da un altro ragazzo che però aveva deciso di aderire alla lotta armata. La colpa di Mikis Mantakas fu quella di trovarsi davanti ad una sede di partito che fu assaltata da una folla di estremisti di sinistra, di terroristi rossi che stavano protestando per un processo, pensi, Presidente, che vedeva coinvolti gli assassini del rogo di Primavalle, dove perirono innocenti, tra cui anche un bambino di 8 anni.

Per questo omicidio è stato condannato in via definitiva il terrorista Lojacono di Potere Operaio, che però non ha scontato un solo giorno di galera per quel delitto, grazie anche ad una latitanza favorita da ambienti intellettuali e parlamentari.

Perché sto intervenendo? Non soltanto per dare, nel nostro piccolo, un omaggio alla memoria di questo martire europeo. Sono intervenuto in memoria di questo studente anche per ricordare a tutti, da quest'Aula, che bisogna mantenere la guardia sempre alta contro tutte le violenze politiche, perché, all'epoca, sangue chiamava sangue. Noi questo, oggi, lo dobbiamo evitare. Dobbiamo spegnere sul nascere, Presidente, qualsiasi forma di violenza politica. Dobbiamo trasmettere ai nostri giovani, soprattutto ai nostri studenti, nelle scuole, il rispetto per chi la pensa diversamente. L'avversario politico non deve essere un nemico. Gli adulti - soprattutto i professori, soprattutto noi genitori - devono inculcare ai propri figli questi valori.

PRESIDENTE. Concluda.

ROSSANO SASSO (LEGA). Presidente, il terrorismo è nato ai bordi degli ingressi delle fabbriche, delle scuole, delle università, grazie anche ad una certa sottovalutazione e all'indifferenza. Cerchiamo di non essere indifferenti, soprattutto in queste settimane nelle quali c'è una recrudescenza dell'odio politico. Isoliamo i violenti, facciamolo per i nostri figli, facciamolo anche in memoria di Mikis Mantakas (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Emilio Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. In queste ore è emersa una notizia che, per quanto riguarda Napoli, la nostra città, è molto preoccupante. Infatti, chiuderà uno dei più importanti cinema-teatro del nostro territorio, ma non perché fallisca. Non chiude perché gli imprenditori, che lo tengono coraggiosamente aperto, non vogliono continuare questa attività. Chiude perché la banca, proprietaria di questo immobile, la banca che, tra l'altro, serve anche la Camera dei deputati, Banca Sanpaolo IMI, ha deciso che vuole guadagnare di più. Esattamente: vuole guadagnare di più e, quindi, vorrebbe realizzare in quell'immobile una sala bingo, un centro commerciale o un supermercato.

Tramite lei voglio fare un appello al Ministro Sangiuliano. Stiamo spendendo tantissimi soldi e abbiamo speso molti soldi, secondo me giustamente, con il bonus cultura. Il Governo sostiene la produzione di cinema italiano. Però, dobbiamo sostenere anche che restino aperti i cinema per permettere ai cittadini di godere degli spettacoli cinematografici e teatrali. In questo momento è una scelta che non dipende dal fallimento di una società, ma da una valutazione in cui si dà la priorità al guadagno, costi quel che costi, piuttosto che alla diffusione della cultura e dell'arte.

Da questo punto di vista chiedo, tramite lei, che il Ministro Sangiuliano intervenga, come sta facendo anche il sindaco di Napoli, affinché sia scongiurata l'ennesima chiusura immotivata di un cinema e di un teatro sul nostro territorio, in particolare al Sud (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 1 marzo 2023 - Ore 15:

1. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

(ore 16,45)

2. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 455 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 gennaio 2023, n. 2, recante misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale (Approvato dal Senato). (C. 908​)

Relatrice: CAVO.

La seduta termina alle 18.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta è pervenuta la seguente segnalazione in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 la deputata Forattini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 2)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 889 - QUEST. PREG. 1 E 2 299 283 16 142 111 172 51 Resp.
2 Nominale DDL 908 - QUEST. PREG. 1 E 2 291 276 15 139 111 165 53 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.