XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 69 di mercoledì 15 marzo 2023

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNARITA PATRIARCA , Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 77, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 10,10.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. Atteso il deposito, pochi minuti fa, della mozione unitaria della maggioranza, il Governo ha bisogno di esaminarla per poter esprimere compiutamente il parere. Chiedo pertanto un breve differimento della seduta per poter esprimere il parere.

PRESIDENTE. Breve nell'ordine di 10 o 20 minuti, di mezz'ora o di un'ora?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Se fosse mezz'ora, sarebbe l'ideale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Su cosa intende intervenire?

VALENTINA D'ORSO (M5S). Sull'ordine dei lavori, Presidente.

PRESIDENTE. Prego.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Presidente, noi attendiamo già da 10 minuti che si apra la seduta, annunciata per le ore 10 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Abbiamo già sforato ampiamente perché evidentemente ci sono difficoltà nell'affrontare una mozione unitaria da parte della maggioranza. Quindi, vorrei segnalare e stigmatizzare due cose: il ritardo, senza che nessuno abbia avvertito tutta l'Aula delle motivazioni, nonché le evidenti fibrillazioni e difficoltà della maggioranza nel trovare una linea politica comune sulla giustizia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Preliminarmente, segnalo che la mozione è stata presentata davvero a ridosso dell'inizio della seduta. Gli Uffici hanno iniziato a fare le fotocopie per consentirne la distribuzione e sapete anche che c'è una valutazione di ammissibilità che gli stessi Uffici devono fare sulla mozione. Per economicità del lavoro e per fare in modo di essere pronti il prima possibile, la seduta è cominciata con questi pochi minuti di ritardo ma, ripeto, dovuti a fotocopie, verifica dell'ammissibilità e Governo che, nel frattempo, è stato investito del parere (Applausi). Nel frattempo, lo stesso Governo ha chiesto una sospensione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro per un richiamo al Regolamento. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Signor Presidente, intervengo per un richiamo al Regolamento e sull'organizzazione dei lavori. È del tutto evidente che il problema non è degli Uffici, che hanno ricevuto alle 9,30 la mozione unitaria della maggioranza e c'è un tempo normale per processare questo documento. La questione è legata al fatto che non è stato definito qualche minuto fa che ci fosse questo punto all'ordine del giorno. Quindi, il richiamo è da questo punto di vista, perché mi par di capire - se non ho udito male - che ci sarebbero problematiche analoghe sul terzo punto all'ordine del giorno, ossia sulle mozioni relative alle agevolazioni fiscali per il settore edilizio, con eguali problemi all'interno della maggioranza. Il richiamo che faccio, per il suo tramite, alla maggioranza è che, se si mettono in calendario le mozioni, che rientrano poi nelle quote relative a maggioranza e opposizione, e poi si rinviano e non si arriva a votarle, è evidente che si alterano anche i rapporti e in qualche modo si va contro il Regolamento. Io credo che questo richiamo vada fatto e mi associo anche a quello fatto dalla collega D'Orso sul fatto che la puntualità - lo abbiamo già messo in evidenza in più occasioni - è una questione di rispetto, al di là di tutto, e quindi siamo di nuovo a ripetere che, se ci sono necessità di rinvio, occorre formalizzarle.

PRESIDENTE. Onorevole Fornaro, lei, al pari degli altri colleghi, conosce, al di là del sacro rispetto del Regolamento, la pignoleria di chi presiede in questo momento rispetto al rispetto dei tempi; scusi il gioco di parole. La mozione - su questo poi c'è una valutazione politica - è fisicamente arrivata alle 9,52 e questo - lo ripeto, per far salva la buona fede degli Uffici che non hanno perso tempo e, anzi, hanno agito speditamente - ha causato lo slittamento. Poi ovviamente la valutazione politica è quella che lei ha fatto e io ne ho preso atto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Giustamente in quest'Aula è una prassi condivisa sospendere la seduta per poter trovare un accordo rispetto alle mozioni di maggioranza e opposizione, ma non può diventare una prassi condivisa questa anomalia secondo la quale è la mozione di maggioranza ad essere depositata pochi minuti prima dell'inizio dei lavori dell'Aula. Può ben comprendere come questo tema, che non si è presentato soltanto questa mattina, stia diventando un grande problema per i gruppi, nell'organizzazione stessa dei lavori e anche nella valutazione di merito dei singoli punti degli specifici provvedimenti e delle specifiche mozioni, persino nelle dichiarazioni di voto finale.

Infatti, come ben sa, le persone non sono intercambiabili, anche nelle dichiarazioni di voto finale. È anche questo un elemento di serietà, perché, ovviamente, ciascuno di noi è impegnato nelle Commissioni di merito ed è giusto dare il giusto valore alle mozioni.

Chiedo, quindi, per suo tramite, che il tema sia posto anche al Presidente Fontana, perché non è pensabile che, non dico la sera prima, ma anche la mattina stessa, non si possa conoscere l'ordine dei lavori. Soprattutto, non possiamo, in questa giornata, procedere in maniera disordinata, andando da un punto all'altro, altrimenti, se questa diventa la prassi, non riusciremo a gestire bene i nostri lavori e ad intervenire nel merito (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Collega Gadda, apprezzo le sue affermazioni, vorrei soltanto definire un punto a tutti chiaro. Vi sono momenti della vita parlamentare, ad esempio gli ordini del giorno, che molte volte - ancora ieri - sopravvengono in corso di seduta o addirittura dopo. Mi rendo conto che ci troviamo in una fattispecie non sovrapponibile, però, alla fine delle vostre considerazioni, che continuerò ad ascoltare, il Governo e la maggioranza non hanno chiesto né un'inversione dell'ordine dei lavori, né una sospensione ad libitum. È stata chiesta una sospensione di 30 minuti, non sconvolgendo, ma rispettando l'ordine dei lavori che ci siamo dati. Pur nondimeno, sentiamo adesso i colleghi e, poi, vedremo di trarre le conclusioni.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. A me pare che non si è colto il punto, Presidente. Non si è colto il punto, perché il problema non sono i 10 minuti, non è nemmeno un ritardo di un'ulteriore mezz'ora. È da mesi - da mesi! - che chiediamo di sapere quale sia il punto di vista del Governo e del Ministro Nordio sulla giustizia. E pensare che il Ministro è anche venuto, qui, a relazionarci sulle sue cosiddette linee di indirizzo! Sarà per questo che il Parlamento ha attraversato questa sua relazione e ne è uscito non comprendendo nulla di quello che succederà nei prossimi mesi. La verità, come dicevano i colleghi, è che, da settimane, è prevista questa mozione e non è un caso che sia arrivata pochi minuti fa. Quindi, evitiamo di dare le responsabilità agli uffici e a lei, Presidente. Lei non c'entra nulla e nessuno l'ha chiamata in causa in tal senso. Però, ci chiediamo dove sia il Ministro, dove siano le sue idee e i suoi atti di indirizzo, perché le faccio notare, Presidente, che siamo non in un consiglio comunale, ma in un Parlamento, in cui da settimane, in assenza di decretazione d'urgenza, rinviamo semplicemente, dopo che, per quattro mesi, abbiamo avuto decreti, conversioni e fiducie, decreti, conversioni e fiducie. Le leggi non arrivano qui! Arrivano ordini del giorno e mozioni. Già questo dovrebbe farle rendere conto a che stato è arrivata questa maggioranza rispetto alla democrazia e ai rapporti con i Ministri.

Adesso, mi scusi se siamo un po' indignati dal fatto che, da due settimane, non si riesce a trovare un accordo sull'edilizia, sullo sblocca-crediti e, oggi, sulla giustizia. Non siamo disponibili a continuare a stare qua, in Aula, ad aspettare che la maggioranza e i ministri trovino un accordo, quando quest'ordine del giorno è ben noto da settimane (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Grimaldi. Anche nel solco anche di quanto lei affermava sui decreti-legge e via dicendo, le segnalo che vi è stato uno specifico richiamo del Presidente della Camera, rivolto al Governo, se ricorda, a ridosso di Natale, proprio affinché il Parlamento sia messo in condizioni di legiferare e di avere la sua attività, nel pieno delle funzioni del dettato costituzionale. Comunque, la ringrazio delle sue riflessioni.

Salutiamo degli studenti, che sono venuti oggi in visita spontaneamente, del liceo delle scienze umane dell'Istituto superiore Newton-Pertini, di Camposampiero, in provincia di Padova (Applausi). Benvenuti, in questo inizio di seduta un po' sconnesso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per fare qualche puntualizzazione, che, da parte nostra, si rende necessaria, dopo gli interventi che si sono susseguiti questa mattina.

Oggi, arriviamo all'esame di questa mozione - tra pochi minuti, come lei ha già annunciato, si svolgerà l'esame delle mozioni - e lo faremo, perché, al suo cospetto, Presidente, c'è una maggioranza assolutamente compatta che ha presentato un'unica mozione compatta (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE), a testimonianza del fatto che la giustizia, per noi, non è un terreno di scontro, ma di confronto. La stessa cosa non posso dire delle opposizioni, che si apprestano ad affrontare questo dibattito, in un clima di assoluta divergenza di tante posizioni, con ciascun gruppo parlamentare di opposizione che ha presentato una propria mozione, spesso in assoluta distonia l'una dall'altra.

Desidero rassicurare chiunque segua i lavori parlamentari sul fatto che, in quest'Aula, vi è una maggioranza compatta sul tema della giustizia (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE), e tante opposizioni spaccate tra loro.

PRESIDENTE. Colleghi, a questo punto, sollecito il Governo a indicare all'Aula se ed eventualmente di quanto tempo abbia bisogno per l'espressione del parere. Onorevole Sisto, vuole intervenire lei?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Presidente, a questo punto, anche 15 minuti sono sufficienti.

PRESIDENTE. La ringrazio. Va bene. 15 minuti da adesso. Diciamo che, per le 10,40, per comodità, il Governo sarà in grado di esprimere il parere. Quindi, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10,40.

La seduta, sospesa alle 10,20, è ripresa alle 10,40.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non so se siamo fortunati o sfortunati, ma approfitterei della presenza del Vice Ministro della Giustizia richiamandomi a quello che ieri è accaduto in Aula e, in particolare, visto che il tema è sempre quello della giustizia, alla questione relativa al reddito di cittadinanza. Vice Ministro, non so se siamo fortunati o sfortunati, ma c'è il primo caso con riferimento al quale - ed è una decisione del GIP di Roma - un giudice non ha potuto rinviare a giudizio una persona che, per 10 mesi, ha percepito quasi 800 euro al mese di reddito di cittadinanza illegittimamente. Non può rinviarlo a giudizio, perché non c'è più il reato, essendo stato abrogato nella legge di bilancio, come ieri ricordavamo. Glielo faccio notare, Vice Ministro, perché forse finalmente il Governo deciderà di fare qualcosa, visto che, contrariamente a quello che è stato detto ieri, questo è un problema serio, e il rinvio a giudizio non c'è stato perché non c'è più il reato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Serracchiani. A termini di regolamento, chiudiamola qua, va bene, ricevuto. Saluto, intanto, che oggi le tribune sono particolarmente occupate, gli studenti dell'Università della Calabria e dell'Istituto comprensivo Borgo Val di Taro di Albareto, in provincia di Parma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Benvenuti (Applausi).

Seguito della discussione delle mozioni Lupi ed altri n. 1-00053, Calderone ed altri n. 1-00090, D'Orso ed altri n. 1-00091, Bisa ed altri n. 1-00092, Dori ed altri n. 1-00093, Enrico Costa ed altri n. 1-00094 e Gianassi ed altri n. 1-00095 concernenti iniziative di competenza in materia di processo penale in relazione al rispetto dei principi costituzionali.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Lupi ed altri n. 1-00053, Calderone ed altri n. 1-00090, D'Orso ed altri n. 1-00091, Bisa ed altri n. 1-00092, Dori ed altri n. 1-00093, Enrico Costa ed altri n. 1-00094 e Gianassi ed altri n. 1-00095 concernenti iniziative di competenza in materia di processo penale in relazione al rispetto dei principi costituzionali (Vedi l'allegato A).

Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 13 marzo 2023, sono state presentate le mozioni Dori ed altri n. 1-00093, Enrico Costa ed altri n. 1-00094 e Gianassi ed altri n. 1-00095, che sono già iscritte all'ordine del giorno.

Avverto, altresì, che è stata testé presentata, poco prima dell'inizio della seduta alle ore 10, una nuova formulazione della mozione Lupi ed altri n. 1-00053, il cui testo è in distribuzione (Vedi l'allegato A), che è stata sottoscritta dai deputati Foti, Molinari e Cattaneo. Contestualmente, le mozioni Calderone ed altri n. 1-00090 e Bisa ed altri n. 1-00092 sono state ritirate dai presentatori.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di intervenire, esprimendo altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno. Vice Ministro Sisto, la ascoltiamo. Ho detto che lo ascoltiamo, colleghi, non è che lo ascoltiamo con il brusio. Lo ascoltiamo in silenzio, prego.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Seguendo l'ordine del giorno, sulla mozione unitaria n. 1-00053 (Nuova formulazione), a firma Lupi, Foti, Molinari e Cattaneo, e sugli impegni ivi contenuti, dal punto 1 al punto 19 il parere del Governo è favorevole.

PRESIDENTE. Quindi, il parere è favorevole su tutti i punti fino al numero 19?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Dal punto 1 al 19, come contenuti nella mozione che da ultimo mi è stata consegnata.

PRESIDENTE. Va bene, Vice Ministro, quindi sulle premesse nihil obstat e favorevole dal punto 1 al 19, tutto favorevole.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Sulla seconda mozione a firma D'Orso ed altri n. 1-00091, sul punto 1…

PRESIDENTE. Siamo agli impegni.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Siamo, direi, proprio agli impegni, direttamente. Sul punto 1 il parere è favorevole con questa riformulazione: “ad adottare ogni iniziativa, anche normativa, utile a garantire, segnatamente al di fuori del processo penale, l'efficacia delle disposizioni a presidio delle vittime dei reati, apprestando una tutela in concreto delle stesse proprio in considerazione della propria condizione di minorità che nasce dall'aver subito un pregiudizio”.

Passando al punto 2, anche qui si esprime un parere favorevole con riformulazione in questi termini: “ad adottare iniziative normative volte a superare l'istituto della improcedibilità in secondo grado previsto dall'articolo 344-bis del codice di procedura penale”.

PRESIDENTE. Quindi, va via da “mantenendo” fino a “vittime”, corretto?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. No, questo è eliminato, “procedura penale”, punto.

PRESIDENTE, Esatto, quindi viene espunto da “mantenendo” fino a “vittime”.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. La riformulazione la rileggo: “ad adottare iniziative normative volte a superare l'istituto della improcedibilità in secondo grado previsto dall'articolo 344-bis del codice di procedura penale”, punto, finisce qui.

Sul punto 3, parere contrario. Punto 4, parere contrario.

Punto 5, parere favorevole con riformulazione in questi termini: “ad adoperarsi per favorire l'iter del disegno di legge governativo già presentato in Parlamento in materia di procedibilità d'ufficio per evitare di far gravare sulle vittime l'onere di proporre querela per azionare la pretesa punitiva dello Stato”. Punto 6, parere contrario. Punto 7, parere favorevole. Punto 8, parere contrario. Punto 9, parere favorevole. Punto 10, parere favorevole. Credo che abbiamo finito.

PRESIDENTE. Sugli impegni, sì. Sulle premesse, Vice Ministro?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Un attimo, Presidente.

PRESIDENTE. Colleghi, nel nostro fascicolo siamo a pagina XIV, numeri romani, fino a pagina 21, mozione D'Orso. Nel frattempo riepilogo per l'Aula. In questo caso abbiamo parere favorevole con riformulazione sui punti 1 e 2, contrario sui punti 3 e 4, favorevole con riformulazione sul punto 5, contrario sul punto 6, favorevole sul punto 7, contrario sul punto 8, favorevole sui punti 9 e 10. Prego.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Conseguentemente agli impegni per come sono stati valutati, sulle premesse, Presidente, non ci sono osservazioni. Ci fermiamo agli impegni.

PRESIDENTE. Perfetto, quindi parere favorevole anche sulle premesse e sugli impegni come ci siamo detti.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. È una scelta che ha operato il Governo da questo punto di vista. Sulla mozione a prima firma Dori ed altri n. 1-00093, sugli impegni: punto 1, parere favorevole; punto 2, parere favorevole; punto 3, parere favorevole con riformulazione: “a valutare di disporre la stabilizzazione dei contratti degli addetti presso l'ufficio per il processo attualmente in servizio al fine di valorizzare la loro professionalità acquisita per rendere il sistema giustizia più efficiente in termini quantitativi e qualitativi, ciò che necessariamente richiederà una preventiva interlocuzione con l'Unione europea”.

Sul punto 4 parere favorevole con riformulazione: “a porre in essere per i giudici di pace tutte le iniziative, anche di natura normativa, per ridurre le scoperture degli organici negli uffici del giudice di pace, anche avviando una iniziativa legislativa volta a ridurre il periodo di formazione dei giudici onorari di pace, in linea con quanto disposto per le medesime esigenze in relazione al tirocinio dei magistrati ordinari”. Sul punto 5 parere favorevole con questa riformulazione: “a potenziare gli strumenti di lotta alla criminalità di tipo mafioso, con particolare riguardo ai cosiddetti ecoreati, garantendo che non solo negli uffici di procura, ma anche negli uffici giudicanti, vi sia una necessaria specializzazione da parte del personale di magistratura”.

Sui punti nn. 6, 7 e 8, il parere è favorevole.

Sul punto n. 9, il parere è favorevole, con questa riformulazione: “a garantire ai figli delle detenute madri il diritto di crescere al fianco della propria madre in case famiglia protette e non nelle strutture carcerarie, laddove a ciò non osti la pericolosità sociale della madre”.

Sui punti nn. 10, 11 e 12, il parere è favorevole.

Sul punto n. 13, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “a non depotenziare lo strumento delle intercettazioni come strumento di ricerca della prova, con particolare riferimento ai reati di mafia e terrorismo, introducendo le modifiche necessarie a salvaguardare il diritto alla segretezza delle comunicazioni con riferimento ai reati contro la pubblica amministrazione”.

Sul punto n. 14, il parere è favorevole con la riformulazione: “a riformare il reato di abuso di ufficio”.

PRESIDENTE. Si ferma quindi ad “abuso d'ufficio” ed è espunto il periodo da: “al fine” fino “a penale”. Sulle premesse vale lo stesso discorso della mozione precedente.

Onorevole Dori, è tutto chiaro?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Esatto. Le premesse costituiscono una scelta dei proponenti e l'impegno al Governo su quelle…

PRESIDENTE. Vice Ministro, può anche rimettersi all'Aula. Sulle premesse, se lei lo valuta, può rimettersi all'Aula sia su questa mozione sia su quelle precedenti.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Credo che il suggerimento della Presidenza possa essere accolto.

PRESIDENTE. È quello che dice il Regolamento.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Sulle premesse mi rimetto all'Aula per quanto riguarda tutte le mozioni. Diciamo che l'interesse del Governo è di dire la propria sugli impegni che, poi, dovrà necessariamente assumere.

PRESIDENTE. Salvo sulla mozione di maggioranza, che è a strike dalle premesse fino agli impegni.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Per quanto riguarda la mozione Enrico Costa ed altri n. 1-00094, il parere è favorevole sia sulle premesse sia sugli impegni.

PRESIDENTE. Va bene, un altro strike.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. La successiva, e ultima, è la mozione Gianassi ed altri n. 1-00095.

PRESIDENTE. Sì. Andiamo agli impegni?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Sì, andiamo agli impegni, dato che, ripeto, sulle premesse mi rimetto all'Aula.

Sul punto n. 1, il parere è favorevole.

Sul punto n. 2, il parere è contrario.

Sul punto n. 3 il parere è favorevole con questa riformulazione: “ad effettuare investimenti sul sistema penitenziario, stanziando risorse adeguate, nonché a garantire ed implementare la funzionalità e l'organizzazione degli uffici e delle strutture di esecuzione penale esterna e per la messa alla prova”.

Sul punto n. 4 il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “ad adottare iniziative normative che modifichino l'articolo 50 del testo unico degli enti locali (TUEL), il decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e proroghino o rendano strutturali le norme che contengono la responsabilità non dolosa e non dovuta a inerzia o a condotte omissive da danno erariale, nonché espungano norme discriminatorie a carico degli amministratori locali rispetto a parlamentari e membri del Governo in materia di sospensione dalla carica”.

Credo, Presidente, che abbiamo ultimato il nostro compito.

PRESIDENTE. Lei crede benissimo. La ringrazio anche per la chiarezza nell'esposizione che ha favorito anche la Presidenza e gli Uffici nel prendere atto delle determinazioni del Governo.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare il deputato Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Oggi la Camera è chiamata a esprimersi su una serie di mozioni sul tema della giustizia, ma noi siamo soddisfatti di aver presentato una mozione, in particolar modo, sul processo penale, sulla quale con i colleghi della maggioranza abbiamo lavorato insieme. Quindi, abbiamo una mozione di maggioranza sulla quale, ovviamente, voteremo a favore.

Crediamo sia necessario riformare alcuni reati e per questo motivo ci siamo fatti promotori di questa mozione, perché crediamo che sia necessario avere una giustizia chiara. È necessario avere un Paese competitivo, anche grazie a un sistema giudiziario che cambia e che elimina le sue distorsioni, ed è necessario riformare alcuni reati per tutelare i diritti di tutti gli italiani. La mozione è finalizzata principalmente a correggere alcuni aspetti che oggi squalificano il nostro sistema giudiziario e l'abbiamo pensata con lo sguardo rivolto ai principi costituzionali, perché troppo spesso questi principi sono calpestati dal sistema giudiziario.

Con la nostra mozione, comunque, partiamo da una convinta posizione garantista e garantisti lo siamo sempre, a difesa dell'articolo 27 della Costituzione, in cui crediamo molto e che recita che l'imputato non è considerato colpevole fino alla condanna definitiva. Questo vuol dire che si è colpevoli solo se condannati e non si è colpevoli da indagati né lo si è da imputati. Senza condanna si è innocenti, e questo è un principio che noi sosteniamo in qualsiasi occasione, anche quando un nostro oppositore politico è coinvolto in vicende giudiziarie.

Non abbiamo, infatti, mai strumentalizzato, ad esempio, l'accusa di traffico di influenze illecite di Beppe Grillo, il leader del MoVimento 5 Stelle. Anzi, il nostro leader Maurizio Lupi ha difeso la posizione di indagato di Grillo, non attribuendo immediatamente una colpevolezza e una condanna al leader del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché quando si è garantisti lo si è sempre.

Non abbiamo mai fatto speculazioni politiche utilizzando questioni giudiziarie che, come abbiamo visto, può capitare che interessino anche i più feroci utilizzatori di vicende giudiziarie per demolire l'avversario, come il MoVimento 5 Stelle, e non abbiamo mai auspicato guai giudiziari per gli avversari politici, perché la politica interviene contro gli avversari politici con strumenti politici. Crediamo che questo sia l'atteggiamento che tutti noi dovremmo avere su questo tema.

Entrando nel merito della mozione, noi crediamo certamente nel giusto processo, quindi nel contraddittorio delle parti, che dev'essere garantito e rafforzato, e nella ragionevole durata del processo. I processi non possono durare per decenni e poi addirittura, in alcuni casi, concludersi con un'assoluzione, avendo rovinato la vita a centinaia e a migliaia di cittadini italiani.

È necessaria una riforma delle norme relative ad alcuni reati. Ad esempio, noi da anni conduciamo una battaglia per intervenire sul traffico di influenze illecite e sull'abuso d'ufficio. Quest'ultimo reato, ad esempio, vede numerose indagini e pochissime condanne. Sono due reati indefiniti e indeterminati, troppo soggetti alla discrezionalità di chi deve esprimere un giudizio, e creano paralisi nella pubblica amministrazione, perché dirigenti e politici hanno timore di portare avanti le loro iniziative amministrative. Addirittura, determinano una resistenza da parte di figure importanti e autorevoli all'interno della società civile ad accettare candidature. Chi ha delle responsabilità organizzative nei partiti sa benissimo quanti rifiuti arrivano da parte di persone importanti e autorevoli che potrebbero qualificare la loro candidatura all'interno delle amministrazioni locali. Riceviamo tanti rifiuti proprio perché non si vogliono mettere in gioco. Ci rispondono: “Ma ci vuoi rovinare la vita candidandoci a sindaco per la nostra città?”. Dunque, non è pensabile che a causa di un sistema giudiziario fatto in questo modo la politica e le istituzioni si privino delle migliori risorse che il Paese ha a disposizione (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Un altro capitolo importante sul quale siamo particolarmente attenti, all'interno del tema della giustizia, è la questione delle intercettazioni o, meglio, dell'utilizzo improprio delle intercettazioni, che contribuiscono, insieme alla divulgazione di dati che dovrebbero essere riservati, ai processi mediatici. Quante volte abbiamo visto condannare, attraverso la stampa o le TV, chi ancora non aveva subito una condanna definitiva! È qualcosa di inaccettabile! Crediamo che questo problema in questo Parlamento debba essere affrontato insieme, con serietà, ed è la ragione per cui all'interno della mozione su tale tema abbiamo insistito molto.

Poi, c'è il tema delle prescrizioni. Io credo che vi sia un errore di fondo, certe volte probabilmente fatto ad arte, nel pensare che la prescrizione sia lo strumento per avere delle scappatoie da un processo.

Ho ricordi di quando studiavo diritto durante il percorso universitario: la prescrizione ha una funzione precisa. Nel momento in cui sia l'accusa, sia la difesa devono avere elementi, strumenti e testimonianze, una, per accusare, l'altra, per difendersi, che devono essere attuali, accessibili, utilizzabili, il fattore tempo è fondamentale. Non si può pensare che, dopo decenni, quegli elementi probatori, per una parte o per l'altra, possano rimanere attuali. La prescrizione ha questo significato! Deve permettere a entrambe le parti di intervenire in modo adeguato, competente e preciso. Allora, riuscire a definire una prescrizione adeguata per tutte le tipologie di reato aiuterebbe anche a garantire tempi più rapidi ed evitare la gogna giudiziaria, alla quale, spesso, si è sottoposti.

Per concludere, Presidente, siamo fiduciosi e convinti che questa mozione possa aiutare il Governo a lavorare su una riforma della giustizia o sulla modifica di alcuni reati in modo serio ed efficace.

Sul tema della giustizia, auspichiamo che il Parlamento lavori senza barricate tra maggioranza e opposizione, in modo costruttivo. Non deve essere una vittoria del centrodestra sulle opposizioni, come non deve essere una rivincita - come alcuni, ogni tanto, fanno credere o paventano -, della politica sulla magistratura, ma deve essere un servizio che, insieme, rendiamo al Paese per avere una giustizia giusta.

Crediamo che questa sia la legislatura in cui questo lavoro si può fare. Noi, del gruppo Noi Moderati, abbiamo proposto la mozione su questo tema, quindi, ci siamo e faremo la nostra parte (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Il primo dato politico rilevante è l'evidente difficoltà della maggioranza sui temi di giustizia e questo è dimostrato, oggi, almeno da diversi elementi. Su questo tema, ogni gruppo parlamentare di maggioranza si era mosso in completa autonomia, andando in ordine sparso, lo abbiamo visto nelle varie mozioni: ognuno si è posizionato in un certo modo. Poi, è chiaro, siamo arrivati oggi, con difficoltà, con ritardi e con rinvii d'Aula, a una mozione unitaria, ma questo è il minimo che ci si aspetti dalla maggioranza, altrimenti sarebbe una sorta di mozione di sfiducia nei confronti del Ministro Nordio.

Quando è arrivato il testo - sempre che sia la versione definitiva quella che ho avuto all'ultimo, spero di sì -, abbiamo visto tante enunciazioni di principi costituzionali. Come si fa a non essere d'accordo sui principi costituzionali? Siamo tutti d'accordo. Il problema è che questo non configuri, poi, una delega in bianco. Bisogna vedere questi principi costituzionali come vengono e saranno declinati. Certamente, politicamente, la mozione di maggioranza è un arretramento rispetto a quanto abbiamo sentito, ad esempio, nelle linee programmatiche del Ministro Nordio, in cui, invece, c'erano posizioni molto più nette. Lì, il Ministro Nordio aveva espresso posizioni molto precise, qui, invece, c'è un evidente arretramento.

Gli unici dati significativi che registro nella mozione di maggioranza sono quelli relativi all'abuso d'ufficio - dove si parla di riforma e non di abrogazione - e alla proposta di percorsi alternativi alla detenzione per tossicodipendenti, che è una proposta interessante, ma vorremmo capire come verrà declinata, che non ci sia una forma di ghettizzazione e che tutto sia su base volontaria rispetto al percorso rieducativo e di cura.

La mozione, invece, che abbiamo presentato come Alleanza Verdi e Sinistra non è una mera enunciazione di principi, ma ha il merito di enucleare alcune proposte concrete e concretizzabili. Devo dire, infatti, che - e questo è positivo - il Governo ha espresso parere favorevole su tutti gli impegni della nostra mozione, anche se, in alcuni casi, con una riformulazione. Certo è che vigileremo, affinché dagli impegni si passi ai fatti. Poiché l'oggetto di queste mozioni, in particolare, era di trovare strumenti per rendere il processo penale il più aderente possibile ai principi costituzionali, parto dal principio della ragionevole durata dei processi (articolo 111, comma 2).

La riduzione della durata dei processi è uno degli obiettivi dichiarati da tutti i Ministri, perché da lì deriva una serie di conseguenze, come la riduzione delle pendenze, dei procedimenti pendenti. Quest'obiettivo, però, rimarrà sempre un'utopia, se non si vuol prendere atto che si può anche ideare la migliore riforma della giustizia, ma nulla cambierà, se non si investe nelle persone che lavorano nel comparto giustizia, altrimenti, è come avere un'auto senza un guidatore.

Questo è evidente, basta guardare negli ultimi anni in cui, in realtà, le riforme, da un punto di vista normativo, non hanno previsto altrettanti investimenti. Quindi, forse, la migliore riforma della giustizia va fatta non solo con il Ministro della Giustizia, ma anche con il Ministro dell'Economia, che deve trovare e stanziare i fondi, e con il Ministro per la Pubblica amministrazione per sbloccare le procedure concorsuali.

Abbiamo fatto alcune proposte molto concrete nella nostra mozione. In particolare, abbiamo fatto riferimento all'importante svolto negli ultimi mesi dagli addetti per l'ufficio del processo, che hanno ridotto notevolmente l'arretrato un po' in tutti i settori (è stato riscontrato dal 3 al 14 per cento). Anche qui, il Governo, oggi, ha ribadito che, prima della stabilizzazione degli addetti dell'ufficio del processo, deve esserci un'interlocuzione con l'Unione europea. Chiedo che questa interlocuzione avvenga, altrimenti continuiamo a rinviare un'interlocuzione che non avverrà mai. Dobbiamo dare risposte a più di 8.000 lavoratori, che stanno dando un contributo notevole nei nostri tribunali.

La stessa cosa vale per le figure professionali dei cancellieri esperti e dei direttori. Lo sappiamo, è già stato previsto lo scorrimento di queste graduatorie, però non è ancora concretizzato e, spesso, si vede un rimpallarsi le responsabilità tra i Ministeri, della Giustizia, per la Pubblica amministrazione. Questi decreti, questi scorrimenti devono essere disposti.

Se, poi, apriamo il capitolo giudici di pace, anche lì, davvero sono dolori, perché, in risposta a un mio question time in Commissione, ci è stato detto che l'organico nazionale dei giudici di pace è di quasi 3.500 unità, ma, in realtà, in servizio ne abbiamo poco più di 1.100. Quindi c'è una scopertura del 65 per cento.

Se, poi, andiamo al di là del personale amministrativo e della magistratura e guardiamo, più in generale, gli operatori del diritto, trovo positivo il parere favorevole rispetto alla valorizzazione, all'importanza del riconoscimento esplicito in Costituzione del ruolo dell'avvocato come garante del diritto di difesa.

Con la mozione, chiediamo inoltre di potenziare gli strumenti di lotta alla criminalità organizzata di tipo mafioso, soprattutto, per quanto riguarda gli ecoreati. Nel nostro Paese, siamo in controtendenza rispetto ad altri Paesi europei, dove c'è un numero incredibile di reati ambientali.

Chiediamo, inoltre, un'attuazione efficace e rapida della giustizia riparativa. La disciplina organica della giustizia riparativa è contenuta nel decreto legislativo n. 150 del 2022, però dobbiamo subito attivarci. Devono essere istituiti i centri per la giustizia riparativa e devono essere stanziate risorse in più rispetto a quanto già previsto nella legge di bilancio.

Dovremmo, inoltre, aprire un capitolo lungo e complesso sugli istituti penitenziari. Infatti, abbiamo il problema del sovraffollamento, che compromette il diritto alla salute, con la difficoltà ad accedere alle cure. Abbiamo, altresì, il grande problema, sottoposto più volte, del numero dei suicidi. Ad esempio, l'anno scorso, è stato registrato un record negativo davvero preoccupante, con oltre 80 suicidi. Quindi, chiediamo investimenti non solo nelle strutture, ma anche nelle persone che dovranno entrare in queste strutture come personale medico e psicologi.

Per quanto riguarda il tema carcere, anche qui, c'è un tema importante. In Commissione giustizia, come sapete, c'è la trattazione della proposta di legge finalizzata ad impedire che bambini innocenti possano trovarsi a vivere chiusi tra le sbarre di un carcere al seguito della madre. Quindi, auspichiamo che si possa sbloccare, anche nella maggioranza, l'interlocuzione per riuscire ad arrivare, finalmente, alla relativa approvazione in tempi rapidi, per permettere ai figli delle detenute madri di vivere accanto alla propria madre, ma in strutture che non siano con le sbarre, quindi in strutture carcerarie.

Per quanto riguarda, invece, il gratuito patrocinio, strumento che garantisce ai non abbienti la possibilità di accedere alla giustizia, chiediamo l'aggiornamento, perché da troppi anni non viene aggiornato; c'è un grande ritardo rispetto all'adeguamento dei limiti di reddito per l'ammissione al gratuito patrocinio.

L'altra proposta che, come vedo, è stata accolta positivamente dal Governo è di istituire un portale unico dei processi telematici. Come sapete, in Italia, vi sono numerosi processi telematici, non uno solo: per il civile, il penale, il tributario, l'amministrativo e per la Cassazione. Questo crea una serie di ritardi e di difficoltà da parte degli avvocati nell'espletare la propria funzione anche difensiva.

Questi sono solo alcuni dei temi che, nel poco tempo che ormai abbiamo a disposizione, sono toccati dalla mozione. Davvero, accolgo favorevolmente il fatto che ci sia un impegno, ma vorremmo vedere risultati concreti. Certamente, continueremo a pungolare il Governo, perché questi impegni non siano presi, oggi, per rimandarli a una data davvero futura, ma siano realizzati subito.

Ribadisco che abbiamo messo idee concrete. Oggi, tutti hanno le idee, però, il punto cruciale da cui sono partito nel mio intervento è che senza risorse la giustizia non può funzionare. Possiamo trovare qualsiasi alchimia legislativa, ma non riusciremo mai davvero ad avere una giustizia efficiente senza le persone che la possano far funzionare.

Con queste mozioni, stiamo parlando di aderenza del processo penale ai principi costituzionali, però, non c'è nulla di più aderente alla nostra Costituzione del valore umano di ogni singola persona e del contributo che ogni persona, col proprio lavoro, che ne è il fondamento, può dare alla crescita della società (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Prima di andare avanti, saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto tecnico commerciale Marco Polo, di Verona, che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Benvenuti (Applausi).

Ha chiesto di parlare l'onorevole Enrico Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Abbiamo scelto di presentare una mozione con impegni molto chiari e molto netti, che conseguono all'audizione del Ministro in Commissione giustizia, dove ha delineato le linee programmatiche. Li abbiamo tradotti in un testo che riteniamo efficace e apprezziamo il fatto che il Governo abbia dato parere favorevole.

Li descrivo, perché, secondo me, sono un filo conduttore che caratterizza anche la nostra identità politica.

Il primo punto attiene a una riforma costituzionale, quella della separazione delle carriere., Chiediamo, quindi, al Governo di favorire e sostenere questo iter di approvazione. In I Commissione (Affari costituzionali) abbiamo i testi che sono stati depositati, sono incardinati, siamo in fase di audizione e non vogliamo che questo percorso sia frenato. Sarà un percorso lungo, sarà un percorso accidentato, sarà un percorso che porterà a modifiche significative che certamente devono essere ponderate, però, è importante che il Governo lo sostenga, non necessariamente con un disegno di legge costituzionale, magari, anche con pareri, con il lavoro di convergenza con la sua maggioranza.

Il secondo punto attiene al ritorno della prescrizione sostanziale, al ritorno, dopo la legge Bonafede, a un regime di prescrizione, che riteniamo coerente con la Costituzione. Infatti, erché un fine processo mai, come astrattamente può esserci nell'ordinamento senza la prescrizione sostanziale, fa a pugni con molti principi costituzionali, col diritto di difesa, col diritto di difendersi provando. Se il processo ha una durata irragionevole, come posso difendermi, portando le prove e i testimoni anni e anni dopo i fatti?

Il principio di rieducazione della pena, quando la persona fosse condannata dopo un processo molto lungo, ovviamente, sarebbe affievolito, perché la persona sarebbe diversa rispetto a quella che è entrata nell'aula del tribunale e, soprattutto, rispetto a quella che ha commesso il fatto. Ricordo la presunzione di innocenza e il principio di ragionevole durata del processo.

Chiediamo, quindi, al Governo di intervenire e siamo contenti che ci sia stato dato un parere favorevole.

Importante è anche il tema dell'abuso d'ufficio. Chiediamo di lavorare sull'abrogazione dell'abuso d'ufficio, perché riteniamo che anche solo una rimodulazione sarebbe inefficace, lascerebbe le cose come stanno: tanti indagati, tanti infangati, tutti assolti. Il punto è che il legislatore deve predisporre norme che siano chiare, nette e puntuali, non dare in pasto, per esempio, ai consiglieri comunali di opposizione norme generiche, in modo tale che facciano esposti, anziché interrogazioni, che ne derivino indagini sugli amministratori, titoli di giornali, fango, conseguenze politiche, per poi finire, dopo anni, nel nulla. Cambiare la norma, non cambierebbe nulla rispetto alla situazione attuale. Abbiamo una proposta di depenalizzazione. Se non la cambiate, dovrete almeno cercare di cancellare quell'obbrobrio della modifica della legge Severino, in base alla quale l'amministratore locale, condannato in primo grado - quindi, presunto innocente -, deve essere sospeso per 18 mesi (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe). Abbiamo amministratori che si sono dimessi per non lasciare nel vuoto il comune e, poi, sono stati assolti, quando di quella assoluzione se ne facevano poco ai fini della continuità amministrativa.

Vice Ministro, la disciplina delle impugnazioni (so che conosce bene la materia) è importante. Dobbiamo fare in modo che le impugnazioni siano effettive, che non debba fare uno slalom ogni volta che si vuole ricorrere in appello, dovendo così riprendere la procura, chiedere in ginocchio di poter partecipare all'appello in presenza, infastidendo magari il collegio. Oggi, infatti, l'appello si deve fare per tabulas, per carte, ma l'appello è fatto da persone fisiche e, se l'avvocato vuole discutere, deve quasi infastidire il collegio, che deve convocarsi ed ascoltarlo, magari sbuffando. No, deve esserci un ordine, un metodo che porti a ristabilire il percorso precedente.

Sull'inappellabilità delle sentenze di assoluzione, mi chiedo come si possa pensare che una persona sia ritenuta responsabile oltre ogni ragionevole dubbio, quando è stata assolta in primo grado. Se è stata assolta in primo grado, non può essere condannata in appello, ritenendo che sia responsabile, oltre ogni ragionevole dubbio. Il dubbio è insito nel fatto che un giudice l'ha ritenuta innocente in primo grado. Cerchiamo di trovare una soluzione compatibile con la Costituzione, perché, oggi come oggi, questo non regge.

Impegniamo il Governo ad adottare iniziative normative sulla custodia cautelare. In base al sistema attuale, ad arrestare una persona ci pensa il GIP, una persona, un soggetto che deve leggersi tantissime carte. Dopo che la persona è finita in carcere per molti giorni, la stessa fa appello, va al riesame e il riesame, in sede collegiale, decide magari di scarcerarla. Ebbene, a me piacerebbe che quella riflessione fatta da più persone in sede collegiale, da sei occhi che valutano quel procedimento, sia svolta subito, non quando una persona ha varcato la soglia del carcere, perché poi è difficile far rimarginare quella cicatrice.

Vi è poi un tema che mi sta particolarmente a cuore. Abbiamo un sistema in base al quale dobbiamo cercare di mantenere un riserbo sugli atti di indagine, perché la persona è presunta innocente e quegli atti di indagine, ovviamente, sono colpi pesantissimi rispetto alla presunzione di innocenza, perché sono atti di indagine sulla prospettiva accusatoria.

Abbiamo detto che le intercettazioni non devono essere pubblicate e che le sommarie informazioni non debbono uscire, però, dall'altra parte, consentiamo la pubblicazione letterale delle ordinanze di custodia cautelare. Allora, cosa fanno alcuni magistrati? Ovviamente, non fanno uscire le intercettazioni, non fanno uscire le sommarie informazioni, non fanno magari neanche le conferenze stampa. Poi, però, buttano tutta quella mole di carte, di intercettazioni, di trascrizioni, dentro l'ordinanza di custodia cautelare di 300 pagine, che viene pubblicata come fosse un libro. Ci sono giornali che campano su questi atti (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe). Non è possibile avere un sistema di questo genere. Dobbiamo ritornare a poter dare la notizia, se c'è un'ordinanza di custodia cautelare, ci mancherebbe, e dobbiamo stabilire i limiti entro i quali la notizia può essere data, nel contenuto, dicendo quali sono i reati e dicendo quali sono le persone interessate; e stop! Quell'ordinanza di custodia cautelare di 300 pagine è un colpo di cannone contro la presunzione di innocenza, perché siamo ancora in fase di indagini preliminari, e addirittura quell'ordinanza non è ancora neanche stata vagliata dal giudice del riesame o dalla Cassazione, e può cedere.

Ci sono altri punti che sono molto, molto importanti, come quello delle intercettazioni. Rivediamo la materia ma facciamo in modo, visto che si parla anche dei costi delle intercettazioni, che con l'atto di chiusura delle indagini preliminari - questo lo scriviamo e ci fa piacere che il Governo sia favorevole - il procuratore della Repubblica ci fornisca la nota spese e ci dica: abbiamo speso, in questo procedimento, questa cifra per le intercettazioni telefoniche. Tutti sono infatti chiamati a rendicontare il proprio lavoro nella pubblica amministrazione, salvo qualcuno. Cerchiamo di completare questo cerchio e di fare in modo che qualcuno si assuma la responsabilità di dire quanto è costato. Magari, facciamolo anche per le consulenze tecniche, visto che oggi abbiamo i consulenti tecnici che parlano a destra e a sinistra, non si sa se col cappello da senatore o col cappello da consulente tecnico o da medico (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Chiediamoci anche quanto sono costate queste consulenze tecniche e mettiamolo nel fascicolo alla chiusura delle indagini preliminari.

Abbiamo vari altri punti, tra cui la presunzione di innocenza. Abbiamo una legge…

PRESIDENTE. Concluda.

ENRICO COSTA (A-IV-RE). Presidente, adesso concludo, mi lasci solo chiudere sulla presunzione di innocenza. Abbiamo una legge importante, che dice che non si danno i nomi alle inchieste e che si fanno le conferenze stampa solo in casi eccezionali. Leggete tutti i giornali, vedete che alcune procure della Repubblica sono ermetiche e altre sono dei colabrodo. Noi chiediamo che l'ispettorato del Ministero faccia una valutazione, anche per rispetto di coloro che la legge la applicano in modo coerente, in modo puntuale e in modo specifico (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Calderone. Ne ha facoltà.

TOMMASO ANTONINO CALDERONE (FI-PPE). Signor Presidente, signor Vice Ministro, colleghi, la mozione di maggioranza non fa altro che impegnare il Governo a far sì che, finalmente, si possa parlare di giusto processo, di applicazione delle regole e delle norme, e di tutela per il cittadino imputato e per le vittime del reato. Questa è la stella che il Governo a trazione centrodestra ha inteso seguire sin dal primo momento. La riforma costituzionale dell'articolo 111 possiamo ben dire che, in questi ultimi lustri, non ha trovato piena attuazione, signor Presidente. Infatti, nessuno potrà dire che nel nostro Paese, negli ultimi lustri, si sia celebrato, in senso generale e con rappresentazione plastica dell'affermazione, un processo giusto. Abbiamo chiesto, innanzitutto, signor Presidente e signor Vice Ministro, che si intervenga in maniera decisa sui criteri che governano l'articolo 274 del codice di procedura penale, che rubrica “Esigenze cautelari”. Oggi la lettera c) dell'articolo 274 è - se così posso dire, con affermazione certamente non brillante ma che rende l'idea - terra di nessuno. Infatti, nel momento in cui si affida a un solo giudice - e in questo concordo con il collega che è intervenuto prima di me - il giudizio prognostico sulla pericolosità di un cittadino indagato, senza ancorarlo - ed è questa la nostra richiesta - a precisi e dettagliati elementi e requisiti, si dà la possibilità al giudice della cautela di decidere, non soltanto in solitudine, ma esaltando e ampliando sin troppo il potere discrezionale.

La pericolosità sociale che porta in carcere un cittadino deve essere necessariamente ancorata in maniera stringente a precisi e obiettivi requisiti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), perché andiamo ad allargare in maniera spropositata il potere discrezionale, quasi a farlo divenire libero arbitrio. Quindi, bisogna immediatamente intervenire, per modificarlo e per attuare il giusto processo, sull'articolo 274 del codice di procedura penale.

Altra importante novella legislativa, non più procrastinabile, è quella relativa alle intercettazioni. Oggi si intercetta tutto e tutti. Game over. Non è più possibile, perché in questa maniera non soltanto non si celebra ed attua il giusto processo ma vengono violati per l'ennesima volta diritti di rango costituzionale. Intercettare sì, ci mancherebbe altro! Intercettare per i gravi reati, ci mancherebbe altro! Intercettare per reati di mafia, per terrorismo, financo per i reati contro la pubblica amministrazione va bene, ma i criteri per far sì che il decreto di un giudice - anche qui, non sarebbe male, collegiale - possa portare a violare un diritto costituzionale, anche questa volta, devono essere, signor Presidente, stringenti, devono essere gravi indizi di reato. Basta soltanto il fumus, non gravi indizi di colpevolezza, che è altra questione. Devono essere anche necessari per la immediata prosecuzione delle indagini. Avviene così? Non credo. Avviene addirittura - è bene che i cittadini italiani lo sappiano, i colleghi lo sanno meglio di me e mi possono fare scuola – che per i cosiddetti captatori informatici, i trojan, così come vengono definiti, il GIP non soltanto non deve indicare le ragioni ma, per alcuni reati, addirittura è libero di non indicare neanche le modalità, cioè i tempi e i luoghi. È un fatto raccapricciante. Cioè, un captatore informatico può entrare financo in una camera da letto di un cittadino italiano sulla scorta di una legge regolamentata male. Allora, anche in questo caso il legislatore ha l'obbligo, se vuole che si celebri il giusto processo in senso lato per il cittadino italiano, di intervenire. Fino ad ora, Presidente, non è avvenuto.

Negli ultimi 10 anni abbiamo visto sempre più comprimere - questo è preoccupante e deve allarmare il giurista, signori colleghi - i diritti costituzionali dei cittadini. Il processo penale ormai non esiste più. Bisogna dire le cose come stanno. Bisogna andare tutti i giorni a vedere che il cittadino deve difendersi non dalla imputazione ma dal processo. Questo è un fatto aberrante. Il cittadino, nel momento in cui viene raggiunto da un avviso di garanzia, va nel panico più totale, perché ha paura della legge e di chi la gestisce. Questo è un fatto, Presidente, di assoluta gravità. Noi dobbiamo celebrare tranquillizzanti processi - è questa la stella del Governo a trazione centrodestra -, giusti processi, assicurando garanzie per l'imputato e certezza della pena.

Nella fase cognitiva, infatti, il cittadino imputato deve avere tutti i diritti - ripeto: tutti - previsti dalla legge e, nella fase esecutiva, deve scontare la pena. Un modello di Stato che funziona è quello che riconosce garanzie nella fase di cognizione e certezza della pena nella fase esecutiva. È questo il modello che - sono certo e persuaso - il Governo di centrodestra sta seguendo e seguirà con le prossime riforme legislative.

Riguardo alla pubblicazione di atti, Presidente, questo non è un Paese civile: l'articolo 114 del codice di procedura penale - lo leggo testualmente -, comma 2, recita: “È vietata la pubblicazione, anche parziale, degli atti non più coperti” - badate - “dal segreto, fino a che non siano concluse le indagini preliminari, ovvero fino al termine dell'udienza preliminare (…)”. Il nostro Stato in questo momento, rebus sic stantibus, vieta che, fino all'udienza preliminare, possano essere pubblicati, anche a stralcio, atti di indagine. Invece, tutti i giorni in maniera indegna, in maniera indegna, in maniera indegna (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier) - lo dico tre volte - vengono pubblicati atti di indagine e messi alla gogna milioni di cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Basta, Presidente! Bisogna intervenire con decisione e tutelare il cittadino italiano, perché gli altri siamo noi, gli altri siamo noi, gli altri siamo noi, lo ripeto, e non dobbiamo avere più paura dei processi perché il giorno dopo siamo su tutti i giornali. Guardate, in televisione e nei telegiornali cosa avviene: le intercettazioni testuali nel giorno dell'esecuzione della misura e non c'è un processo, non c'è una sanzione, non c'è una sola parola che indichi e denunci questo sistema criminale. Niente, è come se nulla fosse. Certo, è prevista in questo momento una blanda contravvenzione, di cui all'articolo 684. Bisogna intervenire, signori del Governo, in maniera seria, ferma e vigorosa. È chiaro che ci vorrà del tempo, signor Presidente.

Riguardo all'abuso d'ufficio - questa è la mia modesta opinione - il terrore della firma non verrà eliminato se si riforma soltanto questa fattispecie. Il terrore della firma verrà eliminato se sarà abrogata la norma, che ha condotto, su 5.700 processi, a 9 condanne (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE) e quindi è una norma che è fallita. Quindi, non prendiamoci in giro con le “riformine” e con le “riformette”, ma mettiamo i nostri bravi amministratori nella condizione di non avere paura. Bisogna anche finirla con il mettere alla gogna tutti gli amministratori: la politica è bellezza, la politica rappresenta l'avventura più bella che possa capitare a un cittadino. Chiudo, Presidente: avrei tante altre cose da dire, ma sono compendiate nei 19 punti della mozione di maggioranza. Concludo, dicendo: Governo, interveniamo, perché lo Stato funziona, se funziona il giusto processo! Governo, interveniamo perché i cittadini ci hanno votato affinché venga modificato il processo e vengano ripristinate le regole (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Oggi c'è molto Sud nell'Aula e sono con noi i componenti dell'associazione studentesca «Rinnovamento Democratico Universitario» dell'università della Calabria, che salutiamo (Applausi). Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Valentina D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente, colleghe e colleghi. Tante volte, dentro e fuori da quest'Aula, ci avete chiamato giustizialisti. Anche oggi in qualche intervento lo avete insinuato: noi non siamo giustizialisti e respingiamo al mittente etichette e semplificazioni, piuttosto siete voi a essere totalmente ed esclusivamente schiacciati sul punto di vista degli indagati, degli imputati e dei condannati. L'ultimo esempio è proprio questa mozione di maggioranza, un'ode - potremmo definirla così - agli indagati, meglio se colletti bianchi. C'è tutto condensato in poche righe: c'è la demonizzazione delle intercettazioni, della legge Spazzacorrotti, del reato di abuso d'ufficio e di quello di traffico di influenze illecite, persino la demonizzazione della legge Severino. Questi sono i mali del sistema penale italiano per la maggioranza. Non è stata nominata una sola volta nel testo della vostra mozione - l'ho letto velocemente perché è arrivato praticamente a seduta iniziata, però l'ho letto con attenzione - la persona offesa, la vittima del reato. Mai - e dico mai - avete una parola per le vittime dei reati; quelle rare volte che, costretti da eventi troppo grandi o troppo gravi, spendete per le vittime una parola, quella parola ha ormai il sapore della vuota retorica, suona ipocrita e di mera circostanza. Parlate sempre e solo di rispetto delle garanzie degli indagati e degli imputati; va benissimo, ma vi do una notizia: qui non c'è nessuno che voglia meno garanzie per gli indagati e gli imputati. Il nostro ordinamento penale, anche grazie a quanto è scolpito nella nostra Costituzione, è uno dei sistemi più garantisti del mondo; il nostro processo penale è pieno di meccanismi di garanzia e, da questa parte, non c'è volontà di scardinare quelle garanzie, non si è mai parlato di toccare la nostra Costituzione. Fino a prova contraria, chi vuole mettere le mani sulla Costituzione, smantellandone capisaldi come l'autonomia e l'indipendenza dei giudici o come l'obbligatorietà dell'azione penale, siete voi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Qui c'è un paradosso: voi, che vi definite garantisti - proprio voi vi definite così - volete smantellare due principi costituzionali, che servono a garantire l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, l'uguaglianza di trattamento tra cittadini indagati. I cittadini che ci ascoltano lo devono sapere: con pubblici ministeri sotto le direttive del potere esecutivo, che possono decidere discrezionalmente quali reati perseguire e quali no, quali persone perseguire e quali no, i cittadini saranno meno garantiti, sotto tutti i punti di vista (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ebbene, davanti a tutto questo, al MoVimento 5 Stelle tocca fare qualcosa: non può che essere argine contro gli assalti alla Costituzione; non può che essere un antidoto, fare da contraltare e tentare di ristabilire un equilibrio, dando voce alle istanze di sicurezza e legalità sentite dalla collettività e alla domanda di giustizia disperatamente rivolta dalle vittime di reato, a cui voi restate da troppo tempo sordi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Tutte le nostre iniziative in ambito penale, da sempre, vanno coerentemente in questa direzione e meno male, perché altrimenti in questo Paese milioni di cittadini, la stragrande maggioranza dei cittadini, non avrebbero alcuna rappresentanza in quest'Aula. Lo stop alla prescrizione con la sentenza di primo grado, voluta dall'ex Ministro Bonafede, ha dato risposta al grido di dolore di coloro che sono rimasti senza una risposta di giustizia, come i familiari delle vittime della strage di Viareggio. Ricordo bene che, da ogni parte, da tutte le forze politiche, allora si disse: mai più quanto è accaduto nel processo ai responsabili della strage di Viareggio, prescritti per il reato più grave tra quelli contestati. Ma poi gli unici ad agire in modo coraggioso e conseguente, gli unici a onorare gli impegni presi siamo stati noi del MoVimento 5 Stelle, mentre di voi si ricorderanno solo frasi di circostanza e la pervicacia con la quale volete anche oggi ripristinare la vecchia cara prescrizione precedente alla legge Spazzacorrotti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma la vecchia prescrizione, quella che può intervenire in appello, persino in Cassazione, mandando in fumo anni di indagini e di processi, mandando in fumo l'accertamento contenuto nella sentenza di primo grado, rappresenta un fallimento dello Stato, un insulto alle vittime del reato, che hanno subito anche loro il dolore che si perpetua lungo il processo e poi si trovano con un nulla di fatto. Rappresenta - consentitemi - anche un notevole dispendio di tempo, energie e risorse umane, a quel punto inutilmente impiegate.

La vecchia prescrizione è un'anomalia del sistema, una disfunzione e questo lo dice anche l'Europa, che ha applaudito alla legge Spazzacorrotti anche per le modifiche apportate, in tema di prescrizione, con lo stop dopo la sentenza di primo grado.

Ma voi no! Volete invece tornare indietro, per garantire impunità ai colletti bianchi e agli autori di quei reati di corruzione che sono di difficile emersione e per i quali le indagini possono durare parecchio tempo.

La centralità della vittima è stata anche il faro che ci ha guidato nella stesura della legge Codice rosso: nuovi reati per punire condotte prima non previste, come il revenge porn e la costrizione al matrimonio; pene più severe per i reati di genere, come la violenza sessuale, come il maltrattamento in famiglia e lo stalking; una corsia preferenziale nell'accertamento di questi reati per intervenire in modo tempestivo e proteggere le vittime. Tuttavia, c'è ancora tanto da fare. Giusto ieri avevamo presentato un emendamento per dare un ulteriore strumento, il potenziamento del fermo di indiziato di delitto per i reati di maltrattamento e stalking, per proteggere le donne vittime di violenza da tragici epiloghi. E voi cosa avete fatto? Lo avete bocciato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Poi, ancora, in questi ultimi giorni, abbiamo tentato in tutti i modi di convincervi a ripristinare il regime della procedibilità d'ufficio per quei reati che sono già espressione di un'asimmetria di forza e che vedono l'autore del reato come parte forte che prevarica un soggetto più vulnerabile, come le lesioni volontarie, la violenza privata, il sequestro di persona e la violazione di domicilio, reati per i quali non si può addossare alla vittima, che è parte debole, già intimidita, la responsabilità di dare impulso e coltivare l'azione penale. In questi casi, non si può lasciare sola la vittima che ha già il suo carico di sofferenza e di inquietudine, lo Stato deve far sentire la sua presenza, deve far vedere che sta al fianco della vittima! Ma, niente, siete stati sordi! Non vi potete pulire la coscienza, oggi, mettendo in un impegno che dovete adoperarvi per le iniziative normative contro le truffe agli anziani e la violazione di domicilio. Lo potevate fare ieri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), oggi non vi potete lavare la coscienza con un impegno così blando! La tutela dei cittadini è stata sacrificata sull'altare dello snellimento dei processi, della velocità, anzi della veloce chiusura dei processi, in qualsiasi modo possibile.

A questa logica ubbidisce anche l'estensione del concordato con rinuncia dei motivi di appello. L'imputato già condannato in primo grado, anche per reati gravissimi come mafia, corruzione e violenza sessuale, in appello rinuncia ai motivi di gravame e in cambio ottiene uno sconto di pena e, così, si chiude il processo. Il paradosso è che questo istituto incentiva a fare appello. Lo faranno praticamente tutti, perché è diventato un modo per ottenere un ulteriore sconto di pena, e può accadere che quello sconto sia tale da consentire l'accesso a misure alternative al carcere e che il soggetto imputato, poi condannato, non entri in carcere per un solo giorno per reati gravissimi.

Un'altra previsione introdotta con la riforma, che mortifica le istanze delle vittime del reato, è quella per cui la sentenza, a seguito di patteggiamento, non può essere utilizzata come prova nei giudizi civili, disciplinari, amministrativi e contabili. La vittima così sarà danneggiata e umiliata due volte. Al contrario, noi da sempre auspichiamo un maggiore coinvolgimento della persona offesa, anche in sede di riti alternativi. Vogliamo che la persona offesa non sia solo una mera spettatrice inerme. Se il nuovo trend è quello di spingere sulla giustizia riparativa, dove la vittima deve essere parte necessaria e imprescindibile, perché non valorizzarla anche quando sceglie di partecipare al processo? Perché considerarla un intralcio e un peso durante il processo?

Infine, un'ultima considerazione. Battete da mesi sempre sulle stesse cose, trascinando il dibattito sempre sullo stesso terreno di battaglia, il che non solo è diventato francamente noioso e sfiancante ma evidenzia un'assoluta mancanza di idee, un'assoluta incapacità di azione e, soprattutto, la vostra siderale distanza rispetto ai veri problemi del Paese reale. Avete compreso o no che là fuori i cittadini, i comuni mortali non hanno paura di essere intercettati? Hanno paura di come arrivare a fine mese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), hanno paura di vedere fallire la propria impresa! Avete compreso che, mentre voi pensate a smantellare reati come abuso d'ufficio e traffico di influenze, il cittadino, comune mortale, si preoccupa del fatto che, se subisce il furto dell'auto mentre è in vacanza, il ladro oggi la farà franca (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? La gente, fuori da questo Palazzo, vuole che parliamo di questo, che il Parlamento si occupi di questo e non di come salvare dal processo una ristretta cricca di colletti bianchi. La gente non vuole questo! Noi abbiamo presentato una mozione che mette al centro le vittime del reato, che vuole uno Stato che non abdichi al suo potere e dovere di garantire legalità e sicurezza, di garantire la repressione dei reati. Quindi, vi diamo anche un consiglio: sintonizzatevi sui bisogni reali della gente e trovate soluzioni ai loro veri problemi, sempre che ne siate capaci (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bisa. Ne ha facoltà.

INGRID BISA (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, membri del Governo, nella mozione di maggioranza, i fari sono l'articolo 25, secondo comma, della Costituzione, l'articolo 27 della Costituzione e l'articolo 111 della Costituzione. Il Parlamento, in tema di giustizia, deve assolutamente recuperare la centralità più volte rivendicata e questa mozione va proprio in quella direzione. L'amministrazione della giustizia in Italia è avvertita dai cittadini ancora come uno dei freni per la crescita del nostro Paese. L'idea di una macchina burocratica lenta, fuori controllo per plurimi motivi, che rappresenta altrettanti annosi mali del sistema italiano della giustizia, comporta la necessità di affrontare questi problemi con la chirurgica radicalità necessaria.

In tema di giustizia penale gli interventi devono ispirarsi, quindi, a principi cardine di garantismo, certezza della pena e ragionevole durata del processo. Si tratta di concetti che si conciliano perfettamente nel perimetro dei valori cristallizzati nell'articolo 111 della Costituzione. La sentenza infatti è giusta, se è pronunciata da un giudice effettivamente terzo e imparziale. La sentenza è giusta, se è pronunciata in tempi ragionevoli. La sentenza è giusta, se è pronunciata all'esito di un processo in cui siano state rispettate in pieno le regole di questo processo. Ancora, la sentenza è giusta, se, una volta definitiva e in presenza di una condanna, viene effettivamente e tempestivamente eseguita. Solo un sistema efficace assicura i diritti delle vittime dei reati, solo un sistema efficace costituisce un serio strumento di lotta alle mafie. Sono tutte riflessioni che dobbiamo fare quando legiferiamo in materia di giustizia. Al contrario, un ordinamento incapace di assicurare giustizia genera insicurezza, disincentiva gli investimenti, alimenta la sfiducia, fa sì che si creino sacche di illegalità, crea il proliferarsi di organizzazioni criminali. Gli scandali legati alle spartizioni di potere tra le correnti della magistratura hanno sicuramente determinato il punto più basso del sistema giustizia nel nostro Paese. La revisione complessiva e ineludibile del sistema sanzionatorio è dettata, oltre che dalla constatata ineffettività preventiva, dal necessario rispetto dei principi così ben espressi dal dettato costituzionale. Occorre sempre rammentare, cari colleghi, che lo Stato assume su di sé la tutela del bene comune come suo fine ultimo, comprensivo anche dei diritti del condannato, e agisce ponendo norme razionali per lo sviluppo e la tutela dell'uomo e la promozione della sua dignità. Per la legge penale - perché di questo oggi stiamo parlando - la persona è centrale, come la garanzia di libertà di ognuno, libertà che non può essere raggirata attraverso sterili procedure, dettate da particolari esigenze ed emergenze criminali. Nella materia penale è in gioco l'essere umano o, meglio, il rispetto della dignità dell'uomo e della sua libertà. Quando parlo di libertà, il mio pensiero va alle intercettazioni, vale a dire a quanto di più intimo e inviolabile possa esserci. Quindi, dobbiamo sempre rispettare quei valori costituzionali e la loro attuazione attraverso la legge, il che significa precisione tecnico-legislativa.

Un altro tema è l'inviolabilità del domicilio. All'interno della nostra Costituzione è utilizzato il termine “domicilio” per racchiudere tre concetti: la residenza, luogo dove il soggetto è ubicato per lo Stato; il domicilio, luogo dove il soggetto svolge i suoi affari e la sua vita privata; infine, la dimora, dimensione ubicativa fisiologicamente provvisoria. Questi tre concetti sono considerati un luogo in cui l'individuo può esprimere la propria personalità e sono racchiusi, nella Costituzione, nel termine “domicilio”, in egual misura dignitosi della tutela di cui all'articolo 14 della Costituzione.

Quindi, vogliamo ritrovare una tutela sotto forma di inviolabilità del domicilio, non intesa come mero diritto a un domicilio oppure tutela di interessi legittimi del proprietario, ma tutela della persona nel domicilio oppure domicilio come estensione fisica e luogo di sviluppo della persona, quasi come fosse un'appendice della persona, e, per questo, inviolabile. Nella Costituzione italiana vi è l'interesse a un domicilio inviolabile, e quindi accessibile solo ai soggetti scelti dal proprietario, ai sensi dell'articolo 14 della Costituzione. La responsabilità sulla tutela di questa importante libertà ricade su di noi e sulle scelte del nostro presente, ed è per questo che ci deve essere una maggiore forza nelle normative che devono tutelare il diritto all'inviolabilità del domicilio.

In relazione alla tutela della vittima di reato occorre che coloro che denunciano non siano lasciati soli ad affrontare le conseguenze delle loro coraggiose iniziative. Attraverso l'introduzione di adeguati strumenti di supporto si può assicurare la necessaria tutela delle vittime di reato e il conseguente rilascio della legalità. Occorre assicurare l'effettivo contemperamento tra esigenze di prevenzione e continuità aziendale, impedendo che, in casi di restituzione dopo anni di sequestri, si sia consumato un danno irreparabile per l'azienda, per i lavoratori e per la comunità. In relazione alla radicalizzazione dei fenomeni della microcriminalità e delle baby gang s'impone l'introduzione di nuovi e adeguati strumenti di repressione. Quanto al primo aspetto, occorre prevedere una maggiore presenza delle Forze dell'ordine sul territorio, e quanto al secondo, ogni misura di repressione deve inserirsi necessariamente in un quadro di iniziative che privilegi le esigenze sempre di prevenzione. La complessità del fenomeno rende indispensabile l'adozione di strumenti volti a favorire una costante interazione tra le istituzioni, finalizzata al supporto delle famiglie dei minori stessi. In Commissione giustizia stiamo affrontando il tema del bullismo, situazione molto presente nella società di oggi. In relazione alla riforma dell'ordinamento penitenziario e a interventi sulle carceri occorre operare una riforma dell'ordinamento penitenziario che garantisca piena dignità alla Polizia penitenziaria, prevedendo principalmente assunzioni e la costruzione di nuovi istituti penitenziari, moderni e vivibili.

In relazione alla normativa in materia di sostanze stupefacenti dobbiamo registrare l'aumento dell'uso e dell'abuso di droghe, che si è diffuso soprattutto tra le generazioni più giovani, anche in concomitanza con lo scoppio della pandemia COVID-19, che ha causato nei ragazzi disagi psicologici che non sempre sono stati riconosciuti. Negli ultimi anni, sul mercato sono state immesse molte sostanze illecite e chimiche a poco prezzo, che ne rendono particolarmente facile la reperibilità e il consumo. Rimane, quindi, fondamentale e prioritario combattere il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti, anche di piccola quantità, perché sia chiaro che il consumo di droghe, di qualsiasi tipo, causa danni irreparabili alla salute (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

Non è pensabile che le carceri italiane, seppur sovraffollate, determinino una soluzione di “liberi tutti”. A legislatura vigente, alcuni spacciatori si dichiarano tossicodipendenti per accedere a benefici e sconti di pena. Far passare la logica per cui se sei assuntore di sostanze stupefacenti non sconti la condanna che ti meriti, diventa pericoloso. Non è pensabile che passi questo messaggio per i nostri giovani, ossia che, se fai uso di droga o, ancor peggio, se spacci, puoi farlo perché tanto non ti fanno nulla. Spetta a tutta la società educare, rieducare e fare prevenzione, a maggior ragione per chi siede in questi scranni, in una delle più alte istituzioni dello Stato.

La Lega è e sarà sempre presente anche in materia di giustizia, dando il proprio contributo affinché vi sia una giustizia nella tutela e nel rispetto del dettato costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà.

FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Signor Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, ancora una volta, in questo primo e breve inizio di legislatura, ci troviamo in quest'Aula ad affrontare le tematiche del processo e dell'ordinamento giudiziario e nuovamente affrontiamo queste importantissime tematiche con indirizzi, auspici, obiettivi, buone intenzioni, buone o cattive dipende dai punti di vista, ma che sono state coltivate in quest'Aula e anche fuori da quest'Aula, talvolta anche con messaggi ed enunciazioni molto muscolari e roboanti. Eppure, in primo luogo, vorremmo rilevare che, rispetto a questo spazio di dibattito appassionato sugli obiettivi di trasformazione del processo penale e dell'ordinamento giudiziario, che, ripeto, così tanto spesso, in pochi mesi, è avvenuto in quest'Aula e fuori da quest'Aula, poco è stato fatto in relazione alle azioni concrete assunte dal Governo, e quel poco che è stato fatto non è coerente con quelle enunciazioni e con quegli obiettivi, che pure noi, per ragioni di merito, che poi affronteremo, abbiamo criticato. In effetti, rispetto a questo dibattito, quello di poche settimane fa in quest'Aula a seguito delle comunicazioni del Ministro Nordio sullo stato dell'amministrazione della giustizia, o ancora prima, in occasione di alcuni ordini del giorno collegati alla conversione del decreto contro i raduni musicali, gli unici atti che il Governo ha portato sul tema della giustizia sono la creazione di un nuovo reato con più carcere e più intercettazioni contro i raduni musicali, il taglio alle risorse destinate al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria o alle carceri contenuto nella manovra di bilancio, e ancora, solo ieri, un disegno di legge che conferma integralmente il contenuto della riforma Cartabia, salvo chirurgici accorgimenti per limitare disfunzioni preesistenti alla riforma. Insomma, se non ci smentirà il Governo nelle prossime settimane, ad oggi, rispetto alle tante parole che abbiamo impiegato sui temi della giustizia, sono corrisposti atti che vanno in direzione diversa o poco altro.

E forse non è un caso che non vi siano state iniziative coerenti con il dibattito che è stato affrontato in quest'Aula, perché, quando si dice di voler intervenire con modificazioni normative in materie così delicate per il processo penale, dunque per i diritti del cittadino, occorrerebbe partire dallo stato dell'arte, e cioè che a questa legislatura è stata consegnata una riforma, approvata nella precedente, che trasforma il processo civile e il processo penale e incide in modo radicale sull'ordinamento giudiziario. Vi è, però, spesso un fenomeno di rimozione politica nella maggioranza, e non solo, rispetto a questo intervento. Non stiamo discutendo di mettere in cantiere riforme rispetto a un passato, anche lontano, nel quale alcune tematiche non erano state affrontate. Stiamo oggi affrontando l'entrata in vigore di riforme straordinarie e radicali, che rovesciano anche alcuni capisaldi del nostro sistema processuale, sia civilistico sia penale, che sono collegate agli impegni assunti in sede europea, alle ingenti risorse del PNRR per trasformare e modernizzare il processo e la giurisdizione in Italia.

E dunque, forse se ancora non sono intervenute azioni di trasformazione della legislazione in materia di processi e ordinamento giudiziario è anche perché non si vuole prendere atto - ma si sa che esiste - di una riforma importante e imponente, che meriterebbe l'attenzione e la profusione di ogni sforzo ed energia dei partiti, soprattutto di maggioranza, affinché queste riforme entrate in vigore abbiano piena e immediata attuazione, per ottenere i risultati per i quali esse sono state approvate, in particolare, e in primis, la riduzione dei tempi del processo, che è una grande esigenza del nostro sistema ed è a garanzia dei diritti dei cittadini, che meritano una giustizia veloce e giusta.

Ma, oltre a questo, ci sono anche evidenti sensibilità diverse nella maggioranza, non possono essere nascoste; si sono riproposte oggi, in modo anche più sensibile rispetto a quanto era avvenuto qualche settimana fa, quando, in occasione della presenza in Aula del Ministro Nordio, la maggioranza presentò una mozione unitaria. Oggi, sì, è arrivata una mozione unitaria, ma in grande ritardo e in sostituzione di tre diverse mozioni presentate dai partiti di maggioranza. Anche lo sforzo di unificazione della maggioranza non scioglie alcuni nodi importanti, un po' per la genericità delle conclusioni del documento di maggioranza, laddove si impegna il Governo a monitorare l'applicazione, per quanto di competenza, dei principi costituzionali - ci mancherebbe altro - oppure a rendere effettivo il principio di non colpevolezza - e certo, siamo d'accordo -, oppure impegnarsi per garantire la ragionevole durata dei processi, certamente.

Sembra un linguaggio meno roboante e muscolare di quello che abbiamo ascoltato spesso in quest'Aula ma, nei casi in cui anche in questo documento si prendono posizioni, dobbiamo evidenziare che tali posizioni evidentemente tengono solo in parziale conto le differenti sensibilità che ci sono nella maggioranza. In questo documento c'è scritto che si impegna il Governo a riformare il reato d'abuso d'ufficio. In un diverso documento presentato dal gruppo del Terzo Polo, rispetto al quale mi pare che sia stato dato anche parere favorevole da parte del Governo, mi sembra sia scritto che si propone l'abrogazione del reato di abuso d'ufficio. Allora, riformulare e abrogare sono due concetti radicalmente diversi e sono radicalmente diversi e incompatibili perché lo ha detto il Ministro Nordio, il quale ha affermato, nelle audizioni nelle Commissioni giustizia, di Camera e Senato, che l'abuso d'ufficio, a suo dire, non è riformabile perché è un reato evanescente. Un solo intervento è possibile ed è quello dell'abrogazione. Non so se vincerà il Ministro Nordio o se vinceranno quei pezzi della maggioranza che pensano che non vada abrogato, ma io credo, noi crediamo, che anche per queste differenze ad oggi la maggioranza e il Governo, oltre a spendere molte parole importanti sui temi della giustizia, ancora non abbiano adottato atti conseguenti. Ma al di là dell'atteggiamento della maggioranza, noi esprimiamo una contrarietà rispetto all'impostazione che è assunta sui temi della giustizia anche per altre questioni. L'ho detto prima: la rimozione politica delle riforme attuate. Queste sono in campo, sono entrate in vigore e il Governo addirittura, con il voto favorevole del Parlamento, ha anticipato l'entrata in vigore del processo civile da giugno a febbraio (è in vigore da poche settimane). Dunque, occorre mobilitare ogni energia, coinvolgendo i soggetti della giurisdizione con tavoli permanenti per garantire che la riforma del processo entri bene in vigore. Occorre, quindi, impiegare ogni energia non per pensare nuove e diverse riforme ma per far funzionare quelle approvate, così come si è impegnato a fare il Parlamento nella precedente legislatura. Poi, c'è un metodo che non possiamo condividere. Se vogliamo ottenere un miglioramento del processo e della giurisdizione in Italia, abbiamo bisogno di assumere un metodo non divisivo che, in base al ruolo che si ricopre, indica amici o nemici. Abbiamo, al contrario, bisogno di mobilitare le migliori energie che esistono nel Paese, nel Parlamento e nel Governo, ma soprattutto nei soggetti protagonisti della giurisdizione, nella magistratura, nell'avvocatura e nell'accademia italiana, che possono spendere energie importanti per garantire che non si resti fermi, che non si guardi al passato, ma si cerchi di riformare il processo con uno sguardo proiettato verso il futuro, con uno spirito contemporaneo e non anacronistico. Inoltre, ci sono questioni di merito. Ancora oggi parliamo di intercettazioni e una delle argomentazioni che viene utilizzata per modificare la normativa esistente sta nella pretesa violazione della normativa esistente. Se una norma è violata deve essere fatta rispettare con un impegno in primis del Ministero, con i poteri e le responsabilità che può assumere. E, ancora, c'è la separazione delle carriere. Nella riforma Cartabia è consentito un solo passaggio, con quella che è stata chiamata, di fatto, la separazione delle carriere. Poi, l'obbligatorietà dell'azione penale. Sì, la difesa, ma con la possibilità per il Parlamento di indicare i criteri prioritari per evitare, di fatto, una discrezionalità nelle cose. Insomma, serve attuare le riforme: valorizzare l'ufficio del processo, investire ingenti risorse nel processo e anche in quello telematico, nel carcere e nelle misure alternative. Occorre far partire la giustizia riparativa, vera rivoluzione copernicana del ruolo della vittima nel processo. Infine, i sindaci: non strumentalizziamo i sindaci italiani. Non c'è soltanto il tema della rivisitazione dell'abuso d'ufficio. Scade il 30 giugno la limitazione della responsabilità erariale prevista solo per dolo. Occorre prorogarla e istituzionalizzarla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Serve modificare l'articolo 50 del TUEL per impedire che i sindaci siano sottoposti alla responsabilità omissiva impropria per tutto quello che succede nelle loro città, con una radicale distinzione tra le funzioni politiche e quelle gestionali, che spettano al corpo amministrativo e non ai sindaci. Serve, inoltre, rivedere quelle storture della legislazione nazionale che trattano i sindaci, le sindache e gli amministratori locali italiani diversamente da come veniamo trattati noi parlamentari e i membri del Governo. Basta con le discriminazioni contro i sindaci (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Se si vuole intervenire a tutelare questa grande ossatura democratica del nostro Paese c'è bisogno di una rivisitazione ampia e globale. Non si strumentalizzino i sindaci! Noi ci batteremo per tutelarli in ogni sede, qui in Parlamento e fuori da qui (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Gli occhi del futuro oggi sono posati su di noi attraverso la presenza dell'Istituto comprensivo Luigi Fantappiè. Sono con noi gli allievi - fantastici, meravigliosi, vestiti di bianco - della scuola primaria «Luigi Concetti» di Viterbo. Benvenuti ai nostri lavori (Applausi). Ha chiesto di parlare l'onorevole Varchi. Ne ha facoltà. Ricordo che si tratta dell'ultimo intervento. Lo dico ai colleghi per fare in modo di raggiungere ordinatamente l'Aula, dal momento che inizieremo immediatamente una lunga serie di voti. Prego, onorevole Varchi.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Io interpreto il suo aver fatto il saluto ai nostri ospiti, prima del mio intervento, quasi come un monito e un richiamo al dovere di verità, al quale io naturalmente non intendo sottrarmi, come non ho mai fatto nel corso dei miei interventi. Però, speravo che almeno su un tema così importante, come le riforme e le prospettive di riforma del processo penale, questo intendimento fosse perlomeno condiviso. Eppure, oggi ho avuto la fortuna - perché, in fin dei conti, è una fortuna poter parlare per ultimi ed è una fortuna alla quale non ero abituata nella scorsa legislatura - di ascoltare tutti i precedenti interventi e ho ascoltato dei tentativi, anche un po' maldestri, Presidente, di impartire al centrodestra, che è al Governo da qualche mese, lezioni su queste prospettive di riforma da parte di chi ha avuto anni e legislature per varare queste riforme e o non le ha fatte o non le ha sapute fare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Parto proprio dal dato dei lavori d'Aula di oggi, che ci vedono impegnati su queste mozioni. Il centrodestra, la maggioranza che sostiene convintamente il Governo guidato da Giorgia Meloni, ha convenuto di riunire le proprie posizioni totalmente sovrapponibili, come è stato dimostrato alla prova dei fatti, in un'unica mozione, a dimostrazione del fatto che esiste un perimetro nel quale questa maggioranza di Governo si muove in ordine al processo penale, perimetro nel quale sono contenute e trovano ampio spazio e realizzazione tutte le istanze che i partiti di centrodestra hanno portato avanti negli ultimi anni pur nella diversità delle proprie posizioni d'Aula, che sono state compendiate nel programma di Governo col quale ci siamo sottoposti al giudizio degli elettori. A quel giudizio noi non intendiamo sottrarci e agli impegni assunti in campagna elettorale noi non intendiamo venir meno! Abbiamo detto che il processo penale in Italia deve offrire ampie garanzie a tutti gli imputati, ma una volta arrivata la condanna definitiva vi deve essere una certezza nell'esecuzione della pena, alla quale non ci si può sottrarre (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Per questo il tema del sovraffollamento carcerario noi non immaginiamo di affrontarlo con dei provvedimenti Svuotacarceri, come è stato fatto in passato, ma immaginiamo degli interventi strutturali sul sistema penitenziario e anche dei provvedimenti mirati, come il rimpatrio dei cittadini stranieri in stato di detenzione o soluzioni di misure alternative, nel rispetto, ovviamente, dell'ordinamento penitenziario. Abbiamo la volontà di difendere lo strumento delle intercettazioni. Lo dico a chiare lettere: per noi le intercettazioni sono uno strumento di ricerca della prova dal quale per determinati reati non si può fuggire e del quale le procure per determinati reati non possono fare a meno. Si pensi, signor Presidente, che, con buona pace dei complottisti che per qualche settimana hanno alimentato un dibattito surreale, la cattura di Matteo Messina Denaro, dopo 30 anni, è avvenuta grazie a uno spunto investigativo fornito da un'intercettazione. Quindi, è pacifico che per reati di gravissimo allarme sociale, come la mafia e il terrorismo, delle intercettazioni non si può fare a meno. Ma è altrettanto vero che l'Italia è il Paese che spende di più al mondo, considerata la spesa e la quantificazione pro capite rispetto al numero di abitanti, per le intercettazioni.

Allora, secondo me, va fatta una riflessione per capire se tutte le intercettazioni che vengono fatte, e per le quali gli italiani pagano, sono effettivamente necessarie. In questa mozione di maggioranza è contenuto un invito alla trasparenza sui costi delle intercettazioni, che, magari, porti anche a una razionalizzazione delle spese affinché l'installazione di un dispositivo di captazione non costi 10 euro a Napoli e 80 euro a Bergamo. Quindi, una rivisitazione nel senso di razionalizzare la spesa pubblica, senza che ciò significhi privare gli investigatori e le procure di uno strumento importantissimo, secondo noi, va fatta. E noi lo facciamo con la serenità di chi non utilizza la giustizia come una clava da brandire contro gli avversari politici, cosa alla quale siamo abituati dalle altre parti, dalle parti delle opposizioni.

Noi abbiamo assistito finora - questo lo dico con grande chiarezza - a una serie di riforme fatte non badando al contenuto, non badando al dato sistematico, ma badando all'unico faro che ha alimentato le riforme in materia di giustizia negli ultimi due anni, ossia i fondi del PNRR. Ma, allora, noi dobbiamo avere il coraggio, Presidente, di dire che, rispetto a questo, noi intendiamo il concetto di riforma in un altro modo: il concetto di riforma in ambito penale non può essere legato a un dato numerico, a un dato statistico, ma va inquadrato in un dato di sistema. La fase delle indagini preliminari va riformata in maniera organica, perché, quando si parla di lunghezza dei processi, si omette di dire che la maggior parte degli stessi, vigente la prescrizione sostanziale, non avviene durante il dibattimento o durante il secondo grado di giudizio, ma avviene durante le indagini preliminari, quando la signoria sul fascicolo, notoriamente, appartiene solo all'ufficio della procura.

Quindi, è necessario fare una serie di interventi che guardino al risultato effettivo. Qual è il risultato effettivo? Il nostro faro è la nostra Carta costituzionale, quindi un processo giusto, regolato dalla legge. Noi diciamo basta a interventi spot, interventi non mirati a risolvere i veri problemi dei tribunali, ma solo a convincere l'Europa che noi possiamo accorciare i tempi del processo e perciò meritiamo i fondi del PNRR. No, noi vogliamo meritare quei fondi perché siamo in grado di celebrare un processo, garantendo il diritto alla difesa, ad esempio in materia di spese per il gratuito patrocinio, ma garantendo anche - e lo dobbiamo fare, per rispetto del patto sociale tra i cittadini e le istituzioni - la corretta esecuzione delle nostre sentenze. Dico “nostre”, perché ogni tribunale, quando emette una sentenza, lo fa in nome del popolo italiano. Allora, Presidente, un popolo come il nostro ha il diritto di avere fiducia nella giustizia e oggi questo patto, con riferimento al processo penale, sembra funzionare meno. Noi abbiamo il dovere di sanare tutto ciò che non ha funzionato, perché un cittadino che non crede nella giustizia è un cittadino che non ha fiducia nelle istituzioni. Con noi al Governo questo non accadrà più ed ecco perché voteremo - come maggioranza - convintamente a sostegno dell'azione del Ministro Nordio e degli esponenti di Fratelli d'Italia, che lo affiancano in questa importante battaglia.

Da ultimo, Presidente, desidero rivolgere un ringraziamento, che è anche un compiacimento, ai colleghi Colucci, Calderone e Bisa, che hanno parlato prima di me, perché, ancora una volta, abbiamo dimostrato che, rispetto a un comune sentimento sui temi della giustizia penale, siamo capaci, senza egoismi, senza inutili rivendicazioni, di tracciare la strada che questo Governo seguirà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Colleghi, vi prego di prendere posto, così evitiamo valzer intorno all'Aula. Prendete posto, perché si comincia a votare e andremo avanti spediti.

Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Lupi, Foti, Molinari e Cattaneo n. 1-00053 (Nuova formulazione), su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Io avevo avvertito, quindi adesso si va rapidi e si va a chiudere in tempi molto brevi la votazione. Deputato avvisato… No, no, signori, poi lo recupera dopo. L'onorevole Schifone ha un problema tecnico, risolto. Altri hanno problemi per votare? Nessuno.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Passiamo alla votazione della mozione D'Orso ed altri n. 1-00091.

Avverto che i presentatori non hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo e, pertanto, il parere deve intendersi contrario sul dispositivo, nella sua interezza.

Avverto, altresì, che, a seguito dell'approvazione della mozione Lupi, Foti, Molinari e Cattaneo n. 1-00053 (Nuova formulazione) risultano preclusi i capoversi 3° e 6° del dispositivo e che è stata chiesta la votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, il dispositivo; a seguire - ove il dispositivo venga approvato - la premessa.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione D'Orso ed altri n. 1-00091, limitatamente al dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

In virtù della reiezione del dispositivo della mozione D'Orso ed altri n. 1-00091, non si procederà alla votazione della relativa premessa.

Passiamo alla votazione della mozione Dori ed altri n. 1-00093.

Avverto che il gruppo MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, distintamente ciascun capoverso del dispositivo; a seguire - ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato - la premessa.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dori ed altri n. 1-00093, limitatamente al 1° capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

VALENTINA D'ORSO (M5S). Presidente!

PRESIDENTE. Le dichiarazioni di voto sono finite, onorevole D'Orso, non può intervenire.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Le dichiarazioni di voto sono finite, siamo in votazione, dunque non si può in alcun modo riaprire.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dori ed altri n. 1-00093, limitatamente al 2° capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dori ed altri n. 1-00093, limitatamente al 3° capoverso del dispositivo, come riformulato su richiesta del Governo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dori ed altri n. 1-00093, limitatamente al 4° capoverso del dispositivo, come riformulato su richiesta del Governo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dori ed altri n. 1-00093, limitatamente al 5° capoverso del dispositivo, come riformulato su richiesta del Governo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dori ed altri n. 1-00093, limitatamente al 6° capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dori ed altri n. 1-00093, limitatamente al 7° capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dori ed altri n. 1-00093, limitatamente all'8° capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dori ed altri n. 1-00093, limitatamente al 9° capoverso del dispositivo, come riformulato su richiesta del Governo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dori ed altri n. 1-00093, limitatamente al 10° capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dori ed altri n. 1-00093, limitatamente all'11° capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dori ed altri n. 1-00093, limitatamente al 12° capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dori ed altri n. 1-00093, limitatamente al 13° capoverso del dispositivo, come riformulato su richiesta del Governo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15 - Commenti dell'onorevole D'Orso).

Onorevole D'Orso, non ho capito la richiesta… Mi dica qual è il problema, onorevole D'Orso.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Volevamo risentire la riformulazione, perché avevo appuntato una riformulazione che per noi non andava bene. Se il collega l'ha accettata…

PRESIDENTE. Siccome qui è tipo il rosario, ne abbiamo 200…

A quale si riferisce?

VALENTINA D'ORSO (M5S). Alla riformulazione del 13° capoverso…

PRESIDENTE. La riformulazione del 13° capoverso l'abbiamo votata.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Però io ho alzato la mano insistentemente. Per noi era importante risentire la riformulazione del Governo, perché è stata accettata e poteva cambiare la nostra posizione rispetto a quella riformulazione…

PRESIDENTE. Colleghi, c'è un ordine nei lavori. Io sono disponibile a fare tutto, però ordinatamente (Commenti). Signori miei, avete lo stenografico, avete il resoconto, avete il Governo, alzate le mani e lo chiedete prima. L'abbiamo votata (Commenti)… Segnalate allora che il voto è stato sbagliato.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dori ed altri n. 1-00093, limitatamente al 14° capoverso (Commenti)...

Qual è il problema? Se mi chiedete di parlare, su cosa?

VALENTINA D'ORSO (M5S). Presidente, sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori. Prego.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Noi vogliamo registrare che il MoVimento 5 Stelle ha votato contro l'impegno n. 13, come riformulato dal Governo, perché il Governo ha tolto…

PRESIDENTE. Questa è una dichiarazione di voto e lei non la fa. Adesso, lei dichiari che avete sbagliato a votare.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Noi vogliamo registrare il voto contrario…

PRESIDENTE. Assolutamente…

VALENTINA D'ORSO (M5S). … del MoVimento 5 Stelle sull'impegno, come riformulato dal Governo. Mi è mancato il passaggio…

PRESIDENTE. Onorevole D'Orso, è quello che abbiamo votato (Commenti). È quello che abbiamo votato.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Noi vogliamo registrare il voto contrario del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Ho capito. Va bene, andiamo avanti.

La collega D'Orso ha fatto una precisazione, la Presidenza ne prende atto e registra che il voto è contrario.

Ha chiesto di parlare, per un richiamo al Regolamento, l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo sugli articoli 8 e seguenti. Io credo che domandare è lecito e rispondere è cortesia. La collega D'Orso ha alzato la mano prima della votazione per richiedere una spiegazione rispetto a una riformulazione che, evidentemente, non era chiara. Non mi sembra che stesse chiedendo una cosa improponibile. Quindi, nel momento in cui un parlamentare alza la mano prima della votazione, credo, Presidente, che la Presidenza debba stare più attenta a concedere la parola, perché noi stiamo votando (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) non è che stiamo giocando… Dobbiamo sapere che cosa votiamo.

PRESIDENTE. Onorevole Baldino, mi è chiaro. Vado incontro a lei. Allora, richiamiamo l'articolo - vado a memoria - 57 del Regolamento e, a questo punto, rifacciamo la votazione, così stiamo tutti d'amore e d'accordo, in concordia. Ripetiamo la votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dori ed altri n. 1-00093, limitatamente al 13° capoverso del dispositivo, come riformulato su richiesta (Commenti) del Governo - schiamazzi in Aula? - su cui il Governo ha espresso parere favorevole. E le rileggo la riformulazione, così siamo tutti nella beatitudine della pace. Sul punto n. 13, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a non depotenziare lo strumento delle intercettazioni come strumento di ricerca della prova, con particolare riferimento ai reati di mafia e terrorismo, introducendo le modifiche necessarie a salvaguardare il diritto alla segretezza delle comunicazioni con riferimento ai reati contro la pubblica amministrazione”.

Su questa riformulazione - sulla quale il Governo ha espresso parere favorevole - dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dori ed altri n. 1-00093, limitatamente al 14° capoverso del dispositivo, come riformulato su richiesta del Governo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

A seguito dell'approvazione del dispositivo della mozione Dori ed altri n. 1-00093, ne verrà ora posta in votazione la premessa.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dori ed altri n. 1-00093, limitatamente alla premessa, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Enrico Costa ed altri n. 1-00094, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

Passiamo adesso alla votazione della mozione Gianassi ed altri n. 1-00095.

Avverto che il gruppo del MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, distintamente ciascun capoverso del dispositivo; a seguire, ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato, la premessa.

Siete pronti? Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Gianassi ed altri n. 1-00095, limitatamente al 1° capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Gianassi ed altri n. 1-00095, limitatamente al 2° capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Gianassi ed altri n. 1-00095, limitatamente al 3° capoverso del dispositivo, come riformulato su richiesta del Governo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Gianassi ed altri n. 1-00095, limitatamente al 4° capoverso del dispositivo, come riformulato su richiesta del Governo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

A seguito dell'approvazione di parte del dispositivo della mozione Gianassi ed altri n. 1-00095, ne verrà ora posta in votazione la premessa.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Gianassi ed altri n. 1-00095, limitatamente alla premessa, su cui il Governo si è rimesso all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Dichiarazione di urgenza e fissazione del termine per la relazione all'Assemblea sulla proposta di legge n. 389 (ore 12,34).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca: Dichiarazione di urgenza e fissazione del termine per la relazione all'Assemblea sulla proposta di legge n. 389.

Comunico che, a norma dell'articolo 69, comma 1, del Regolamento, è stata richiesta, dal gruppo Lega-Salvini Premier, la dichiarazione di urgenza per la seguente proposta di legge: «Molinari ed altri: Disposizioni per la disciplina, la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico» (A.C. 389​).

Avverto che, riproducendo la proposta di legge n. 389 l'identico testo di un progetto approvato dalla Camera nella precedente legislatura, a norma dell'articolo 107, comma 1, del Regolamento, è stato richiesto dal gruppo Lega-Salvini Premier che l'Assemblea, ove deliberata l'urgenza, fissi un termine di 15 giorni alla Commissione per riferire.

Passiamo dunque alla richiesta di dichiarazione d'urgenza relativa alla proposta di legge n. 389.

Sulla richiesta è chiamata a deliberare l'Assemblea, a norma dell'articolo 69, comma 2, del Regolamento, con votazione palese, mediante procedimento elettronico con registrazione dei nomi.

Sulla dichiarazione di urgenza, a norma dell'articolo 41 del Regolamento, darò la parola, ove ne venga fatta richiesta, ad un oratore a favore e ad uno contro per 5 minuti.

Ha chiesto di intervenire a favore il deputato Davide Bergamini. Ne ha facoltà.

DAVIDE BERGAMINI (LEGA). Grazie, Presidente. Noi, oggi, all'interno di questo Parlamento, siamo a chiedere una deliberazione d'urgenza per una proposta di legge che riguarda le disposizioni del settore florovivaistico. È una proposta di legge che era già stata presentata nella precedente legislatura, già approvata dalla Camera e trasmessa al Senato e il cui iter legislativo si è poi dovuto interrompere a causa dello scioglimento anticipato delle Camere.

Il florovivaismo, all'interno del nostro Paese e del nostro sistema agricolo, rappresenta una grande complessità. È un settore che chiede da anni di essere regolamentato, un settore che, per il nostro Paese, vale oltre 2 miliardi e mezzo di euro e impiega circa 100.000 addetti e 27.000 aziende italiane. Questo settore ha un'esportazione, verso Paesi esteri, nella misura di un quarto della produzione e rappresenta una vera eccellenza del nostro Paese, riconosciuta anche in altri Paesi stranieri.

I prodotti del florovivaismo sono utilizzati anche all'interno delle nostre città, contribuiscono al mantenimento dell'ambiente e al decoro delle aree verdi urbane e migliorano l'equilibrio ecologico all'interno dei nostri territori. Uno dei comparti, all'interno del settore florovivaistico, che ne costituisce la vera e propria ossatura è quello dei fiori recisi, settore che negli ultimi anni ha avuto grandi problemi dovuti anche al problema del clima, ad un aumento dei costi e, soprattutto, ad una diminuzione della domanda, dovuta ad un sistema economico che ha influito negativamente su questo comparto. Come ho detto prima, sono aziende che contribuiscono al benessere dell'ambiente in cui noi tutti viviamo. Crediamo fortemente che ci sia la necessità di andarlo a regolamentare, con dei tavoli che possano capire le necessità di questo comparto.

Con questa proposta di legge, composta da ben 19 articoli, si crea una vera e propria sorta di testo unico, che può sostenere le attività all'interno del comparto florovivaistico e determinare delle proposte e dei supporti anche per chi intende continuare questo tipo di coltivazione, che rappresenta un'eccellenza per il nostro territorio. Ci sono degli articoli che riguardano il sostegno alle giovani imprese, articoli che riguardano concorsi e la possibilità di supportare, con aiuti concreti ed economici, le nuove attività che si rappresentano all'interno di questo settore. Il distretto florovivaistico per noi è un settore importante, che ha bisogno di essere riconosciuto, ha bisogno di essere normato e rappresenta una vera eccellenza anche a livello nazionale. Crediamo che queste aziende abbiano la necessità di un supporto concreto e che, con questa proposta di legge, si possa effettivamente andare in quella direzione. Ovviamente, come gruppo Lega-Salvini Premier, il nostro voto sarà a favore della procedura d'urgenza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Chiedo a questo punto se vi è un collega in Aula che intenda intervenire contro la richiesta. Non vedo richieste di intervento, passiamo quindi ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, con registrazioni dei nomi, sulla dichiarazione di urgenza della proposta di legge n. 389.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, con registrazioni dei nomi, sulla richiesta di fissazione del termine di 15 giorni per la relazione all'Assemblea, ai sensi dell'articolo 107, comma 1, del Regolamento.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

Per una inversione dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Ziello. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, Presidente. In realtà sul Regolamento, ai sensi dell'articolo 41, per chiedere un'inversione dei punti all'ordine del giorno, nel senso cioè di passare direttamente alle mozioni sul “Qatargate” anziché passare a quelle sul superbonus, ossia andare al punto n. 4 anziché trattare le mozioni al punto n. 3 dell'ordine del giorno, in quanto le mozioni sul superbonus verranno trattate nel pomeriggio e, quindi, non c'è nessuna vergogna, signori deputati e deputate (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Io ho due richieste di intervento e non so, perché a questo punto, come sapete, dovrei chiedere di intervenire uno a favore e uno contro. Però, se magari è su altro…

Onorevole Fornaro, lei vuole intervenire per un richiamo al Regolamento?

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Sì, sull'articolo 8 e seguenti.

PRESIDENTE. Sì, però, sull'articolo 8 e seguenti apriamo una parentesi minima, perché il richiamo all'articolo 8 e seguenti si trascina fino all'ultimo. Diciamo sull'articolo 8.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Sull'articolo 8, sulla sua responsabilità di gestione dell'Aula, nello specifico. Non a caso avevo chiesto, nel precedente intervento, che cosa la maggioranza intendesse fare sulla mozione riguardante il superbonus.

Le pongo una questione, Presidente: allora, se verrà approvata la mozione - ragionevolmente, ci sono i numeri - noi finiremo oltre le 13,30, ora programmata per la sospensione della seduta. Tutte le Commissioni sono convocate alle 13,30 e allora non vedo ragione per la quale, a fronte di problemi interni alla maggioranza, si debba ribaltare tutto il calendario. A questo punto, non ci sono i tempi e - come abbiamo già fatto altre volte - si può decidere di passare al seguito di entrambi i gruppi di mozioni, senza fare l'inversione dell'ordine del giorno, alla ripresa dei lavori, in modo tale che alle 13,30 si riuniscano le Commissioni, altrimenti salterebbero le sedute di Commissione. Credo che ci sia un tema di organizzazione dei lavori, per cui mi richiamo specificamente all'articolo 8, Presidente, e alla sua responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Su cosa? Per un richiamo al Regolamento, sull'ordine dei lavori o contro la proposta?

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Presidente, intervengo contro…

PRESIDENTE. Prego.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). …sposando anche la causa del precedente collega, per dire come è vergognoso questo stato di cose. Dispiace Presidente, ma qui c'è un problema di amnesia: la maggioranza è diventata campione mondiale del lancio della palla in avanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Come arriva al pallone e stiamo per giocare, loro lo lanciano più avanti. Ieri, in quest'Aula, Forza Italia ha dichiarato (dal resoconto stenografico): “Tuttavia siamo contrari a spostare, ad anticipare questo punto all'ordine del giorno, ma garantiamo che domani esamineremo questa mozione secondo l'ordine del giorno”. Ripeto: “secondo l'ordine del giorno” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma un po' di senso di responsabilità! Voi arriverete a oggi pomeriggio modificando quella mozione, oppure la rinvierete alla settimana prossima! Ma chi volete prendere in giro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Siete schiavi della schizofrenia, dall'interno della maggioranza. Forza Italia è schiava: avete la giacchetta tirata dagli altri due partiti. La prima firmataria, tra l'altro, si è assunta un impegno che noi sposiamo a pieno: vada avanti e lo voti! Siamo pronti. Tra l'altro, la scusa per cui aspettereste il DL Cessione dei crediti è una scusa campata in aria, lo dimostrano le date. Sono cinque mesi che governate e ancora avete problemi con la cronologia. Il 27 febbraio avete iniziato la discussione sulla mozione sulle agevolazioni fiscali, mentre il DL Cessione dei crediti era precedente, era del 16 febbraio, quindi è un'assurdità quella che dite. Vi dovete assumere la responsabilità, il Paese non ha più la possibilità di aspettare: lì fuori si organizzano, fanno le marce. Riuscite a capire che ci sono persone che non arrivano alla fine del mese? Alcuni segnalano i primi casi di suicidio sul tema del blocco della cessione dei crediti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

GEROLAMO CANGIANO (FDI). È colpa vostra!

AGOSTINO SANTILLO (M5S). È il momento di intervenire. Intervenite oggi! Il collega che sta dall'altra parte - Cangiano - a indicare, dovrebbe ricordarsi che coloro i quali sono maggioranza con lui, Lega e Forza Italia, erano con il Governo Draghi assieme a noi, a subire l'attacco al superbonus e alla cessione dei crediti. E oggi tutti muti. Dovete vergognarvi!

SALVATORE DEIDDA (FDI). Rivolgiti alla Presidenza!

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Assumetevi la vostra responsabilità: votate ora, oppure alla ripresa dei lavori! Saremo qui, Presidente, a ricordarlo, ogni volta che si tocca questo argomento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Chi chiede di parlare a favore della proposta di passare direttamente a questo punto dell'ordine del giorno?

Sul richiamo al Regolamento fatto dall'onorevole Fornaro, colleghi, sapete che non sarebbe la prima volta che si sfora rispetto all'orario programmato. Questa è prassi consolidata nei nostri lavori. Onorevole Grimaldi, se sto parlando però è inutile che mi fa segno: interrompe un'emozione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Su cosa?

MARCO GRIMALDI (AVS). Non so se sia inutile o no, può anche darmi la parola subito dopo.

PRESIDENTE. Vuole intervenire sul Regolamento? Siccome stavo parlando. Prego.

MARCO GRIMALDI (AVS). Sul Regolamento, articolo 8. Le spiego meglio, se posso, quello che l'onorevole Fornaro le ha detto con grande pacatezza. Mi è appena arrivato un messaggio dalla Commissione bilancio, con cui si avvisa che i lavori sono anticipati alla fine appunto di queste votazioni, prima dell'audizione delle 13,30. Adesso è possibile ritornare all'organizzazione precedente e fare, a questo punto, alla fine di tutti i lavori, la seduta di quella Commissione. Ma, vedete, questa è solo una delle Commissioni permanenti che abbiamo. Alle 13,30 c'è un'audizione importante, secondo me con il Ministro Fitto, e noi vorremmo essere presenti. Vorremmo non rinviare quella discussione e avere il tempo per fare domande e, soprattutto, per ascoltare risposte.

Non ci sono i termini, Presidente, per finire entro le 13,30. La proposta dell'onorevole Fornaro semplicemente ci mette davanti a un dato di fatto: dobbiamo sconvocare tutte le Commissioni, spostare tutte le cose che abbiamo già, in qualche modo, messo in campo per una richiesta che, secondo noi, può essere posticipata a questo punto a dopo il question time con la Presidente del Consiglio. Mi pare una proposta di buon senso e, tra l'altro, scopriremo se l'ulteriore intervento dilatorio sul tema dell'edilizia, dei superbonus e di quello che abbiamo appena sentito porterà la maggioranza ad avere una posizione entro le 16 (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Io ribadisco che, per prassi, non sarebbe la prima volta che i lavori si protraggono per un periodo che ovviamente non può essere di un'ora, ma di un lasso di tempo accettabile. Peraltro, per le vie brevi, la Presidenza ha assunto la notizia che i pareri su questa mozione non arriverebbero in modo immediato. A questo punto, faccio appello anche alle forze di maggioranza per fare in modo di consentirci di procedere certamente a una pausa, di riprendere alle 15 e poi proseguire con l'ordine dei lavori così come fissato. La seduta è sospesa e riprenderà alle 15.

La seduta, sospesa alle 12,45, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderà il Presidente del Consiglio dei ministri.

Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Chiarimenti in merito alla vicenda della segnalazione alle autorità italiane di un'imbarcazione carica di migranti al largo delle coste libiche nella notte tra il 10 e l'11 marzo 2023 – n. 3-00240)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Magi n. 3-00240 (Vedi l'allegato A).

Il deputato Magi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione.

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). La ringrazio, Presidente. Presidente Meloni, la mattina di domenica scorsa, nel Mediterraneo centrale, in acque internazionali, a circa 100 miglia dalla Libia, si è ribaltato un barcone con 47 persone a bordo, 30 di esse hanno perso la vita. Sarebbe stato uno degli innumerevoli naufragi fantasma, se non vi fosse stato l'aereo Seabird della ONG Sea-Watch a segnalare questa emergenza, insieme ad Alarm Phone, dando l'allarme sin dalla notte tra venerdì e sabato e, poi, per tutta la giornata di sabato. La Guardia costiera italiana dice che la competenza è dei libici. I libici dicono che non interverranno: non vogliono, non possono o non sanno. In realtà, tutti sanno che c'è quell'emergenza, con pericolo di vita per decine di persone, ma, per 30 ore, nessuno interviene.

Siamo a chiedere perché le nostre autorità hanno deciso di non intervenire, hanno deciso di non inviare assetti navali italiani o di non allertare navi della Marina militare, italiane ed europee, che partecipano alla missione “Irini” e alla missione “Mediterraneo sicuro”.

PRESIDENTE, Il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, ha facoltà di rispondere.

GIORGIA MELONI, Presidente del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Buon pomeriggio ai colleghi. Il tragico evento, al quale l'interrogante fa riferimento, riguarda il naufragio di una barca affondata, che, purtroppo, ha comportato la morte di 30 dei 47 migranti a bordo; si è svolto in area SAR, di responsabilità della Libia, ed è stato inizialmente coordinato dalle autorità libiche. L'Italia ha poi assunto il coordinamento, una volta ricevuta la comunicazione dell'impossibilità, da parte delle autorità libiche, di impiegare mezzi e su esplicita richiesta delle stesse. Significa che l'Italia non solo è intervenuta, ma che è intervenuta in acque che non erano di sua competenza. Ma poiché mi è chiara la ragione per la quale il Governo è chiamato in causa di fronte a queste vicende, vorrei rispondere - perché mi pare più efficace - con le parole di Gianluca D'Agostino, capo della centrale operativa della Guardia costiera, confidando che tutti abbiano rispetto per il lavoro di questi servitori dello Stato.

Il capitano D'Agostino dice (riporto testuali parole): “Da un punto di vista tecnico si può entrare nell'area SAR libica, poiché sono acque internazionali, ma da un punto di vista normativo, una volta che giunge la richiesta d'emergenza, è l'autorità competente che deve operare, in questo caso la Libia. Quando abbiamo capito che la guardia costiera libica non sarebbe intervenuta, abbiamo assunto il coordinamento, anche se sarebbe toccato a Malta”.

Sulla possibilità di immediato intervento di unità della Guardia costiera italiana, il comandante D'Agostino riferisce che le nostre unità SAR non potevano partire, perché non avevano l'autonomia sufficiente per arrivare e tornare in sicurezza e le altre navi in grado di farlo sarebbero sopraggiunte dopo 20 ore di navigazione, ma erano impegnate in altri soccorsi nello Ionio.

Per completezza di informazione, Presidente, l'unità militare più vicina era a circa 255 miglia ed era impegnata in attività operativa. Per questo è stato chiesto aiuto alle navi mercantili. E aggiungo, colleghi, che le navi mercantili nell'ultimo decennio sono state utilizzate in centinaia di casi analoghi, salvando oltre 100.000 persone, in questo stesso scenario, e chi pone il quesito dovrebbe saperlo, visto che era sostanzialmente al Governo.

Anche qui voglio usare le parole del capitano D'Agostino, che dice: “Tutte le norme sono state applicate, quelle che c'erano oggi, c'erano anche ieri” (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE). Anche perché - dice il capitano - “nessuno mi può costringere a non salvare vite in mare, neppure un Ministro, perché la responsabilità giuridica sarebbe mia”.

Quello che mi colpisce, colleghi, è che, per fini politici, si finisca per mettere in discussione l'onore e l'operato di chi, ogni giorno, rischia la propria vita per salvarne altre e si finisca per calunniare l'Italia intera che, da sola, affronta questo dramma, spesso anche per conto delle altre Nazioni, offrendo strumenti a chi vuole continuare a scaricare tutto il peso del problema su di noi, invece di assumersi le proprie responsabilità (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Concluda, Presidente Meloni.

GIORGIA MELONI, Presidente del Consiglio dei ministri. Finché ci saranno partenze su barche in pessime condizioni, e qualche volta in pessime condizioni meteo, ci saranno sempre perdite di vite. Quello che dobbiamo fare è prevenire che i trafficanti portino queste persone a bordo di queste barche e investire, invece, sulle rotte legali. È quello che dice sempre il capitano D'Agostino ed è esattamente il lavoro che sta facendo il Governo. Dunque, la nostra coscienza è a posto. Spero che chi attacca il Governo, ma non dice una parola sulla mafia degli scafisti, possa dire lo stesso (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Il deputato Magi ha facoltà di replicare.

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente, spero con la stessa generosità di tempo concesso alla Presidente del Consiglio. Proprio perché noi non abbiamo mai voluto calunniare i servitori dello Stato, dobbiamo ricordare che, a quelle latitudini e in quelle acque, molte volte gli uomini della Guardia costiera e della Marina militare italiana hanno effettuato salvataggi. Allora, il punto è proprio questo: cosa è cambiato? Quello che interessa a noi è capire che cosa è cambiato, non nell'onore e nella capacità operativa degli uomini servitori dello Stato, degli uomini delle nostre Forze (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra), ma nell'indirizzo politico che viene dato!

Presidente, lei ha risposto sulla SAR libica. Lei sa benissimo, meglio di me, e dispiace che chi cura le risposte del Presidente del Consiglio nel question time ometta di dirlo e di scriverlo, che la SAR non è un'indicazione di competenza e non è un'indicazione di sovranità (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra)! È un'indicazione operativa! Nel momento in cui le autorità libiche dicono di non essere in grado di svolgere quell'operatività, allora la responsabilità ricade, come in questo caso hanno chiesto gli stessi libici, sulle autorità italiane. Questo è il punto! Questo dovrebbe insegnare a noi tutti e al Governo che in questo momento è in carica, e non voglio togliere responsabilità ai Governi italiani precedenti, che è ora di finirla con la farsa della SAR libica. I libici non sono in grado di consentire un coordinamento di operazioni di salvataggio in linea con gli standard delle convenzioni internazionali.

Quello che noi dobbiamo fare è salvare le vite, e la domanda non è quella che lei, Presidente, in un ribaltamento dei ruoli davvero assurdo, pone a noi e pone ai giornalisti, dicendo: pensate davvero che le autorità italiane non abbiano voluto salvare una vita?

No, non è questa la domanda. La domanda è: è stato fatto di tutto e possiamo fare di meglio per salvare le vite (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra)? E porsi questa domanda significa voler rafforzare i nostri principi costituzionali, i principi a tutela dello Stato di diritto e dei diritti umani! Lei dovrebbe utilizzare questa situazione per andare dai partner europei e chiedere una missione di salvataggio congiunta con i partner europei! Forse, avremmo anche più credibilità in quella sede di quella che lei adesso è in grado di portare nel consesso europeo.

PRESIDENTE. Concluda.

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Questo è quello che crediamo che andrebbe fatto, e, purtroppo, c'è qualcosa che lega - concludo, Presidente - questo fatto con il fatto di Cutro, cioè esattamente una svalutazione della priorità del salvataggio in mare delle vite, che è stata fatta nel corso degli anni, non solo per responsabilità del suo Governo, attraverso atti amministrativi e direttive.

PRESIDENTE. Concluda, deputato Magi.

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Capiamo il suo imbarazzo, capiamo che lei abbassi la testa, perché, fino a poco tempo fa, diceva che andavano affondate le navi delle ONG e andavano fatti i blocchi navali militari per fermare i migranti (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra)!

(Strategia del Governo in campo energetico per il raggiungimento degli obiettivi climatici stabiliti dall'Unione europea e intendimenti sull'utilizzo delle centrali nucleari da fissione – n. 3-00241)

PRESIDENTE. Il deputato Bonelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00241 (Vedi l'allegato A).

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Signora Presidente Meloni, l'Italia sta subendo una profonda crisi ambientale legata ai cambiamenti climatici, allo smog e alle politiche dannose per il territorio, con conseguenze economiche e sociali elevatissime.

Come lei ben sa, la siccità ha portato e porterà una crisi idrica senza precedenti. Lei sa che, ad esempio, il lago di Garda è pieno di acqua solo al 25 per cento, il lago di Como solo al 17 per cento, il 20 per cento del territorio italiano è a rischio di desertificazione e, ogni anno, lo smog, secondo l'Agenzia europea dell'ambiente e non per noi ambientalisti, causa 52.000 decessi.

PRESIDENTE. Intanto, l'avviso che sta per concludere. L'aiuto.

ANGELO BONELLI (AVS). Nonostante la scienza, signora Presidente, abbia stabilito che il cambiamento climatico è causato dalla combustione delle fonti fossili, il suo Governo ha deciso di far dipendere l'Italia dalle fonti fossili, a tutto vantaggio dell'ENI.

Le chiedo, quindi, quale sia la strategia di questo Governo per raggiungere gli obiettivi climatici. C'è, nella strategia di questo Governo, di riportare il nucleare da fissione? Ribadisco: nucleare da fissione, non altro (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, ha facoltà di rispondere.

GIORGIA MELONI, Presidente del Consiglio dei ministri. Ringrazio l'onorevole Bonelli, perché mi offre l'opportunità di spiegare, ancora una volta, che - diciamo così - gli italiani non hanno scelto un Governo composto da pericolosi negazionisti climatici. Semplicemente, noi riteniamo che, nel rispetto degli impegni internazionali assunti sulla riduzione delle emissioni climalteranti, si debba mantenere un approccio pragmatico e non un approccio ideologico.

Sono due, fondamentalmente, i principi che ci muovono: la sostenibilità ambientale non deve mai essere disgiunta dalla sostenibilità economica e sociale e, una volta definiti i target di riduzione delle emissioni, deve essere assicurata neutralità tecnologica.

Per garantire il raggiungimento di questi target, abbiamo già messo in campo una serie di azioni, che vanno dal decreto sulle comunità energetiche rinnovabili alla semplificazione per l'installazione di impianti da fonti rinnovabili.

Lei faceva riferimento alla crisi idrica e anche sulla crisi idrica stiamo attivando una cabina di regia per prevenire il fenomeno prima che deflagri, perché la situazione non è messa molto bene, per come l'abbiamo trovata.

Per quanto riguarda il tema - tornando all'energia - del gas naturale, il Governo considera il gas naturale come vettore energetico della transizione, cioè come vettore necessario a garantire all'Italia una maggiore autonomia e a contribuire alla realizzazione del nostro progetto strategico dell'Italia come hub europeo dell'energia.

Ma io penso che la grande sfida debba essere soprattutto quella di essere pionieri nelle tecnologie innovative. Per questo, ad esempio, sono già in corso interventi per sostenere la produzione di biocarburanti tramite il riciclo chimico di rifiuti, una tecnologia sulla quale l'Italia è all'avanguardia e che garantisce un approccio autenticamente circolare.

Ovviamente, colleghi, questo non ci impedisce di fare valutazioni critiche su iniziative legislative comunitarie che, a nostro avviso, se non vengono opportunamente rimodulate rischiano di danneggiare il nostro tessuto economico e sociale. È il caso, ad esempio, della proposta di direttiva sulle cosiddette case green, un testo che, a nostro avviso, prevede obiettivi temporali che non sono raggiungibili per l'Italia, il cui patrimonio immobiliare è inserito in un contesto molto diverso da quello di altri Stati membri per ragioni storiche, per ragioni di conformazione geografica, oltre che per una radicata visione della casa come bene rifugio delle famiglie italiane.

L'azione negoziale italiana, in sede di Consiglio europeo, aveva consentito di rivedere le tempistiche di adeguamento delle prestazioni energetiche degli edifici, in modo da renderlo più graduale e meno stringente, e in modo da garantire la possibilità di esenzione per alcune categorie.

Con il voto di ieri, il Parlamento europeo ha ritenuto di inasprire ulteriormente il testo iniziale e questa scelta, che noi consideriamo irragionevole e mossa da un approccio ideologico, impone al Governo di continuare a battersi per difendere gli interessi dei cittadini e della Nazione (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

In merito al tema dell'eventuale autorizzazione di centrali nucleari, l'atteggiamento del Governo rimane pragmatico, rimane ispirato al principio di neutralità tecnologica, ma, in ogni caso, non intendiamo intraprendere, su questo, alcuna azione in assenza di un eventuale, chiaro atto di indirizzo del Parlamento, senza il coinvolgimento del quale non potremmo assumere alcun impegno a livello internazionale (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Il deputato Bonelli ha facoltà di replicare.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signora Presidente. Ovviamente, non siamo assolutamente soddisfatti della sua risposta. A proposito di pragmatismo e ideologia, voglio dirle come lei codifichi un Governo rispetto a cose molto pratiche, come, ad esempio, gli extraprofitti, che le società energetiche, nel nostro Paese, hanno accumulato, pari a 50 miliardi; e il suo Governo, signora Presidente, è quello che ha rinunciato, a proposito di pragmatismo, a chiedere alle società energetiche del nostro Paese quegli extraprofitti che, con il Governo Draghi, dovevano dare ben 11 miliardi di euro. Questo è un po' un'antitesi del pragmatismo: è schierarsi da una determinata parte della storia, quella che vuole condannare l'Italia a essere ancora prigioniera delle fonti fossili.

A proposito del nucleare, signora Presidente, se è vero quello che lei ha detto, ci deve spiegare la ragione per la quale Ansaldo Energia ed ENEL stiano sottoscrivendo accordi per portare qui, in Italia, il nucleare. Allora, o lei controlla le partecipate di Stato e dice che è necessario un atto di indirizzo o, altrimenti, non si capisce perché quegli accordi debbano essere sottoscritti, se non sono sottoscritti in nome del Parlamento italiano.

Altra questione, signora Presidente, a proposito di ideologia e pragmatismo. A me sembra - anzi, ne siamo assolutamente certi - che la vostra sia una posizione, una sorta di ideologia: quella di schierarsi contro la modernizzazione. Vedete, se fosse per voi e fossimo nel secolo passato, staremmo qui a dibattere se passare dai calessi trainati a cavallo oppure fare un processo di salto verso la modernizzazione. È questo il vero problema, signora Presidente, ossia che la maggioranza che lei sostiene si sta schierando contro la modernizzazione. Il passaggio all'auto elettrica è un passaggio che le grandi società, nonostante voi, hanno già deciso, perché, nel 2030, tutte le grandi industrie andranno verso quella direzione.

Lei prima parlava di e-fuel carburanti, carburanti sintetici: il punto è che, da questo punto di vista, il monopolio ce l'ha sempre l'ENI, quello di far dipendere il nostro Paese dalle fonti fossili. Vicino a lei c'è il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, il senatore Salvini. Domani porterà in Consiglio dei ministri il ponte sullo Stretto (Applausi). Voglio capire se questa sia ideologia o pragmatismo, cioè, parliamo di un Sud che non ha ferrovie, che ancora va con la littorina, a gasolio, che non ha acquedotti e voi pensate di sperperare denaro pubblico, in nome di che cosa? In nome dell'ideologia salviniana.

PRESIDENTE. Concluda.

ANGELO BONELLI (AVS). Francamente, anche no, grazie, e questo è un punto molto importante che ci distingue. Vede, siamo noi molto pragmatici, voi siete prigionieri di un'ideologia del “no” alla modernizzazione, che guarda al futuro delle generazioni che verranno (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra - Commenti).

(Intendimenti in merito alla ratifica della riforma del Trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità (MES) – n. 3-00242)

PRESIDENTE. Il deputato Marattin ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-000242 (Vedi l'allegato A).

LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Presidente Meloni, quando ratifichiamo il MES? Avevate detto “aspettiamo la Germania”. La Germania è arrivata, ma non è successo niente. Poi avevate detto: “aspettiamo la Croazia, che è appena entrata nell'euro”. Pure la Croazia è arrivata, ma non avete fatto niente. Presidente, che stiamo aspettando? Il suo partito, e non solo il suo partito, fino a pochi mesi fa, nei confronti di questo strumento europeo ha usato parole che adesso non posso ripetere, perché siamo in diretta Rai e siamo in fascia protetta. Dovrei chiedere di ripeterle dopo le 22. Qualche settimana fa, il Ministro Giorgetti, rispondendo alla nostra stessa domanda, ha usato termini che neanche nei profili anonimi di Twitter sovranisti vengono utilizzati.

Presidente, che stiamo aspettando? Ci stupisca, ci dia la data. Quello che è avvenuto adesso con la Silicon Valley Bank, sebbene sia un problema, speriamo circoscritto, è esattamente il motivo per cui la riforma del MES è stata disegnata.

Due cose, Presidente, se può, non ci dica due cose: non butti la palla in tribuna, dicendo che prima dobbiamo cambiare tutte le regole fiscali europee del mondo. No, lo sa perché?

PRESIDENTE. Concluda.

LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Perché si mette un defibrillatore accanto al campo di calcio, senza aspettare che si cambino gli schemi di gioco. Il defibrillatore serve comunque. E non ci dica “abbiamo deciso di ratificarlo, ma non di utilizzarlo”, perché non c'è scritto “ratifica e utilizzo”. Tutti hanno scelto solo di ratificarlo, solo noi no. La credibilità non è né di destra né di sinistra. Ci stupisca, signora Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, ha facoltà di rispondere.

GIORGIA MELONI, Presidente del Consiglio dei ministri. Sfortunatamente, non stupirò il collega, nel senso che, in riferimento alla ratifica della riforma del MES, intanto io farei mezzo passo indietro, cioè vorrei ricordare che, nonostante l'Accordo modificativo sottoscritto dall'Italia risalga al gennaio 2021, la riforma del Trattato non sia mai stata portata a ratifica e questo offre una diapositiva su quanto questa materia necessiti di un approfondimento, colleghi (Commenti). Perché, vedete, gli strumenti sono strumenti e si giudicano in quanto tali; si giudicano in relazione alla loro efficacia e si giudicano, sì, in relazione alla loro efficacia in un determinato contesto. È la ragione per la quale, lo scorso novembre, questo Governo ha ricevuto dal Parlamento un mandato, non ad aspettare la Germania, perché io non sono solita aspettare quello che fanno gli altri (Commenti), ma a non ratificare la riforma e a non aprire questo dibattito, in assenza di un quadro chiaro di ordinamento regolatorio europeo in materia, non solo di governance, non solo di Patto di stabilità, ma, dico di più, in materia bancaria, ad esempio (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

Da più di un decennio, l'opinione pubblica e la politica italiana dibattono sulla natura del MES, un Fondo che ha esercitato la sua funzione pochissime volte da quando esiste, sebbene abbia una dotazione finanziaria molto importante. La riflessione che, secondo me, si impone, prima di qualunque altra, oggi, è esattamente questa: l'Italia - certo, lei lo sa - finché ci sarà un Governo guidato dalla sottoscritta non potrebbe mai accedere al MES. Ma le dico di più: temo che non accedano neanche gli altri. Temo che non accedano neanche gli altri, come nessuno ha pensato di accedere al MES anche quando è stata immaginata una linea di credito durante la pandemia che aveva, sulla carta, condizionalità inferiori a quelle di partenza. Perché? Perché quando lo strumento è stato istituito aveva, ovviamente, condizionalità molto stringenti, poiché nasceva in un periodo nel quale la linea predominante era quell'austerità che, al tempo, tutti rivendicavano e sulla quale, poi, molti si sono dovuti ricredere (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE), perché, purtroppo, ha colpito soprattutto chi era in maggiore difficoltà.

Allora, ha senso - è la domanda - che noi continuiamo a (Commenti)… Signori, ha senso continuare a ragionare di uno strumento che, così configurato, purtroppo, non verrà ragionevolmente utilizzato, benché vi siano diversi miliardi che ogni Stato nazionale deposita nel Fondo? Io non so quanto non sia, piuttosto, sensato interrogarsi sull'efficacia di questo strumento. Allora, ho letto un'interessante dichiarazione del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, storicamente grande sostenitore dello strumento del MES, che dice testualmente: “Se noi riteniamo che il nuovo regolamento sul MES non sia nell'interesse nazionale del Paese, che non sia un fondo adeguato per affrontare le sfide, allora dovrebbe essere il momento per discutere di usarlo come uno strumento di politica industriale europea” Perché il tema, secondo me, è esattamente questo, il tema è che l'Europa potrà affrontare le sue sfide future se riesce a fare sistema, proiettandosi verso una politica di sviluppo comune, e la proposta di Confindustria è una proposta che viene presa seriamente in considerazione da questo Governo…

PRESIDENTE. Concluda, Presidente.

GIORGIA MELONI, Presidente del Consiglio dei ministri. Noi vogliamo discutere del quadro generale della governance europea e della possibilità che le risorse, che oggi sono destinate al “salva Stati”, possano essere davvero utili agli Stati che aderiscono (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE)).

PRESIDENTE. Il deputato Marattin ha facoltà di replicare.

LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Presidente, guardi che non c'entra nulla l'austerità, ma proprio niente (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe - Commenti). Il MES - e non c'entra niente il MES sanitario - è qualcosa che nasce per aiutare uno Stato quando perde l'accesso ai mercati, cioè quando non trova più nessuno che gli presta i soldi, e con la riforma aiuterebbe allo stesso modo una banca - come è accaduto, l'altro giorno, in California - che non trova più nessuno che gli presta i soldi. Allora, invece di lasciarla morire, arriva qualcuno ad aiutarla. Questo è il discorso del MES. Sulle condizionalità, che avete tanto demonizzato: è come se ci fosse qualcuno che perde tutti i soldi perché ha un vizio; tu non lo lasci morire, glieli presti i soldi, ma cerchi di rimuovere le cause che l'hanno portato a ridursi in quel modo. Non è un ricatto, è un: ti do ossigeno a patto che rimetti a posto le condizioni che ti hanno portato in quel caso. In secondo luogo, per quanto riguarda il defibrillatore nel campo da gioco, lei continua a dire: prima rifacciamo tutto e poi facciamo il MES. È come se io dicessi: prima di installare un defibrillatore accanto a un campo di calcio, passiamo (Commenti) sì, perché non l'avete capito, ve lo rispiego…

PRESIDENTE. Colleghi, lasciamo concludere il collega Marattin.

LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). …passiamo dal 4-4-2 a un altro modulo di gioco. Non si fa così! Si mette il defibrillatore indipendentemente dal resto, altrimenti se hai un infarto c'è un problema.

L'ultima cosa: la verità è un'altra, signora Presidente. Chi le sta accanto, qualche anno fa, è andato sulla Rai e sui giornali a dire che non ratificava il MES, perché il MES è una banca privata. A questo avete ridotto la politica: a un reality show di quinta generazione o di quinta fase, in cui la verità dell'informazione e il diritto all'informazione sono piegati allo slogan che vi aggrada di più. Questo avete fatto, in questi anni all'opposizione del Paese e ora state per farlo al Governo del Paese. Non vi sarà concesso ripeterlo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe - Commenti).

(Iniziative a favore della filiera dell'automotive nell'ambito del processo di transizione ecologica, anche al fine di garantire la produzione nazionale e la tutela dei livelli occupazionali - n. 3-00243)

PRESIDENTE. La deputata Montaruli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti ed altri n. 3-00243 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Presidente Meloni, il settore dell'industria dell'automotive è assolutamente strategico per la nostra Nazione; conta, tra attività dirette e indirette, 5.500 imprese, impiegando circa 274.000 addetti, persone che sarebbero state messe in ginocchio a causa di una proposta di regolamento in sede europea che metteva al bando i motori termici a partire dal 2035. Se queste persone oggi possono tirare un sospiro di sollievo, se quel comparto non sarà in ginocchio, è solo per merito di questo Governo, per merito suo, Presidente, che ha consentito di dare uno stop a questa proposta di regolamento. E mi consenta la soddisfazione, come Fratelli d'Italia e come tutta la sua maggioranza, di vedere finalmente l'Italia non accodarsi più agli altri Paesi, sacrificando anche interessi nazionali, ma difendere gli interessi nazionali, permettendo ad altri Paesi di accodarsi a noi e difendere le nostre imprese (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Concluda.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Le chiedo quali interventi questo Governo intende assumere proprio a sostegno del settore dell'automotive (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, ha facoltà di rispondere.

GIORGIA MELONI, Presidente del Consiglio dei ministri. Come dicevo, l'Italia condivide gli obiettivi della doppia transizione, della transizione verde e della transizione digitale, ovviamente per consegnare alle generazioni future un modello di sviluppo che sia intelligente e che sia sostenibile. Però, la stessa parola transizione presuppone un percorso che va fatto con gradualità e con realismo; ossia, non si può acriticamente assecondare un processo che, sull'altare della decarbonizzazione, ci conduce dritti alla deindustrializzazione (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE)).

E torno al tema, perché, vedete, è un fatto - è un fatto - che la semplice incentivazione all'elettrico rischia di delocalizzare la produzione automobilistica in Paesi extra UE, dove, per giunta, quei prodotti, teoricamente destinati a ridurre le emissioni di CO2, vengono spesso realizzati con impianti e processi altamente inquinanti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Come è vero che lo stesso elettrico non è scevro da esternalità ecologiche negative. Basti pensare al problema dello smaltimento delle batterie, basti pensare al problema dell'estrazione dei materiali necessari a produrle.

Per questo, come dicevo in precedenza, noi intendiamo percorrere la strada della neutralità tecnologica e lo stiamo facendo con fermezza, ma anche con spirito propositivo a livello europeo, cioè noi non ci siamo limitati a spiegare le buone ragioni che ci portano a ritenere che la proposta di regolamento sulle emissioni di CO2 per i veicoli leggeri sia inopportuna nella sua attuale forma, con la scadenza al 2035 che conosciamo. Noi abbiamo illustrato, dati alla mano, che è possibile conseguire lo stesso risultato, lo stesso obiettivo - la transizione verde - impiegando tecnologie altre rispetto all'elettrico. Ci sono significative alternative per coniugare sviluppo e sostenibilità; le citavo prima: i biocarburanti, i carburanti sintetici, anche l'idrogeno, ambiti in cui l'Italia vanta una tecnologia di assoluta avanguardia. E a livello nazionale, noi moduliamo gli incentivi sempre più su una varietà di tecnologie che garantisca l'uscita da carburanti inquinanti, senza però un appiattimento acritico su strategie che privilegiano interessi di altre Nazioni e puniscono gli interessi dei nostri lavoratori (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE)). Questo vogliamo fare, è un approccio di buon senso, un approccio di buon senso che ha portato i suoi frutti; come sapete, sul regolamento relativo alle emissioni di CO2 delle autovetture si è aperto un dibattito che in precedenza non c'era, grazie alla posizione italiana, perché, sì, l'Italia può essere capofila e protagonista; la Presidenza svedese ha rinviato la decisione e noi siamo soddisfatti, perché il nostro obiettivo è, sì, di consegnare a chi verrà dopo di noi una Terra più pulita di quella che abbiamo oggi, ma senza devastare il nostro sistema produttivo e creare altri disoccupati (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE))! Questo non siamo disposti a farlo (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE)).

PRESIDENTE. La deputata Montaruli ha facoltà di replicare.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie Presidente di questa sua risposta, ma grazie soprattutto al suo Governo che, essendo forse un Governo politico, dopo anni che eravamo abituati ad altri colori, ha finalmente segnato un cambio di paradigma e finalmente ha segnato anche la possibilità di avere una transizione che non sia né antieconomica, né contro i lavoratori, né contro le loro famiglie, né contro gli interessi nazionali, né contro il nostro territorio, né contro la nostra economia, che fa gli interessi dell'Italia e dell'Europa, che non accetta - mi consenta - il monopolio da parte dell'Asia, perché questo sarebbe stato l'effetto di quella proposta (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier), vale a dire un incomprensibile regalo nei confronti dell'Asia e la perdita della nostra indipendenza, oltre che della neutralità tecnologica, passando così dalla padella russa alla brace asiatica, qualcosa di inaccettabile, qualcosa che finalmente non sarà possibile solo grazie al centrodestra al Governo.

Non solo noi le diciamo grazie, non solo lo fa la sua maggioranza, ma lo fanno tanti italiani che avevano guardato con preoccupazione a questa proposta di regolamento e che finalmente si possono dire orgogliosi di essere rappresentati da lei e da questo Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE)).

(Iniziative volte a prevedere un contributo di solidarietà a carico del settore bancario, in relazione all'aumento dei tassi di interesse e ai relativi effetti su famiglie e imprese - n. 3-00244)

PRESIDENTE. Il deputato Fenu ha facoltà di illustrare l'interrogazione Francesco Silvestri n. 3-00244 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

EMILIANO FENU (M5S). Grazie, Presidente. Signora Presidente del Consiglio, lei sa quanto stanno pesando sulle tasche di famiglie e imprese gli aumenti dei tassi d'interesse decisi dalla Banca centrale europea? Glielo dico io: parliamo di una media di 350 euro in più, ogni mese, sulle rate per i nuovi mutui a tasso fisso e di un aumento del 40 per cento sulle rate dei mutui a tasso variabile. Lei lo sa che il costo del denaro per le imprese è stimato in quasi 15 miliardi di euro per l'anno 2023? Tutto questo mentre le maggiori banche italiane hanno registrato utili con una crescita del 62 per cento.

Presidente ci spiega perché avete azzerato il Fondo per il sostegno agli affitti, il Fondo per le morosità incolpevoli, il Fondo per gli affitti degli studenti fuori sede? Perché questo Governo è contrario a qualsiasi politica sulla casa e sull'abitare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Concludo, Presidente. Il suo Governo intende prevedere un contributo di solidarietà a carico del settore bancario e destinare aiuti per famiglie e imprese in difficoltà sui mutui (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, ha facoltà di rispondere.

GIORGIA MELONI, Presidente del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. In apertura, poiché il collega citava il tema dei mutui, mi preme ricordare che è stato un provvedimento di questo Governo a consentire a tutti la possibilità di rinegoziare il mutuo, da mutuo a tasso variabile a mutuo a tasso fisso. Un'altra delle piccole grandi cose che, secondo me, abbiamo fatto. Dopodiché, quello che i colleghi pongono è un tema molto interessante perché, effettivamente, le recenti dinamiche dei mercati bancari e finanziari, che sono ripercorse, disegnano uno scenario che da parte del Governo merita la massima attenzione.

È evidente come il processo di innalzamento dei tassi di interesse voluto dalla Banca centrale europea produca fisiologicamente un aumento degli utili da commissioni bancarie, anche perché i recenti dati sul mercato del credito mostrano che, a fronte di un aumento dei tassi, più o meno del 2,5 per cento in sei mesi circa, il costo medio degli interessi per le imprese e le famiglie è cresciuto pressoché simmetricamente, anche se va detto che i rendimenti riconosciuti sui depositi bancari, nello stesso periodo, sono saliti in misura sensibilmente inferiore.

Ora, ovviamente, la complessità della situazione richiede gli approfondimenti opportuni. Però, io credo che sia necessario partire dalle emergenze. Io credo che sia necessario partire, per esempio, dalla necessità di approfondire quei casi nei quali norme discutibili potrebbero aver finito per favorire improprie rendite di posizione. Non me ne vogliano gli interroganti, ma è, per esempio, il caso del superbonus (Commenti), perché la norma, che nasceva da un presupposto condivisibile, come mettere in moto l'edilizia e mettere in moto l'economia, è stata poi messa in campo in un modo tale da aver prodotto conseguenze per affrontare le quali il Governo attuale lavora da mesi. Non torno sul fatto che i dati hanno dimostrato che la misura ha generato oneri privi di copertura finanziaria per decine di miliardi di euro, non torno sul fatto che è stato pagato anche da chi non ha ristrutturato la casa, e perfino da chi una casa non ce l'ha, per, diciamo così, migliorare ed efficientare, forse, il 4 per cento del patrimonio immobiliare italiano, con proiezione, particolarmente, sui redditi alti. Quello che voglio dire è che la norma ha anche consentito la proliferazione di un mercato opaco e non governato di circolazione dei crediti fiscali, a tutto vantaggio non delle imprese, che quegli interventi avevano realizzato, e per i quali oggi, giustamente, reclamano il pagamento, ma dei vari intermediari, anche finanziari (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE)), intervenuti a raccogliere questi crediti con un prezzo a sconto sul valore nominale, lucrando sul differenziale poi portato all'incasso con l'erario.

Quindi, sì, occorre intervenire per garantire, come in parte abbiamo fatto e come continueremo a fare, il riassorbimento dei crediti fiscali ancora in circolazione particolarmente da parte del sistema finanziario, stando attenti a evitare che anche questo si possa tradurre in un'occasione per lucrare impropriamente su rendite di posizione. Quindi, sì, siamo pronti ad adottare ogni misura richiesta dalla necessità di prevenire o correggere squilibri come quelli che sono stati generati da norme che gratuitamente hanno consentito le distorsioni prodotte (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE)).

PRESIDENTE. Il deputato Francesco Silvestri ha facoltà di replicare.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Presidente Meloni, non si offenda, ma io credo che lei non abbia semplicemente capito la domanda (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Anzi, a tal proposito rinnovo davanti a lei la richiesta di fare venire il Ministro Giorgetti proprio a parlare di quel buco di bilancio che vi siete apprestati ad andare a denunciare in TV ma su cui nessuno, qui in Parlamento, ci ha reso opportuna informazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Detto questo, al netto di tutto quanto, lei mi ha dato la sensazione di non avere minimamente contezza di cosa comporti per una famiglia, fuori da questi palazzi, per una giovane coppia, per un piccolo risparmiatore, l'aumento di una rata di un mutuo di circa il 40 per cento.

Glielo dico, perché lei, in campagna elettorale, andava giustamente per piazze a dire: “Siamo pronti a tutelare la casa degli italiani”. Poi, oggi è venuta qui, senza una soluzione su un tema come questo, ed è venuta anche con un taglio alle spalle, di 400 milioni sui fondi che erano stanziati per l'aiuto sugli affitti, che stavano utilizzando studenti fuori sede e persone che non ce la facevano ad arrivare a pagare l'affitto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Se questo è il vostro modo di tutelare la casa, io le dico: “No, fermatevi, non tutelate più”. Infatti, non vorrei che per voi la realtà fosse quella che vive certa politica che conoscete bene, che ha la fortuna di acquistare case a prezzi stracciati in centro, considerati i rapporti privilegiati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) con certi enti. Presidente, la realtà per molte persone, per la maggior parte delle persone, non è quella: è completamente un'altra. Però, le voglio dare una buona notizia, perché, sostanzialmente, rappresento un gruppo che porta soluzioni. E ce l'abbiamo qui.

PRESIDENTE. Colleghi...

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). La soluzione l'abbiamo qui, non c'è nemmeno bisogno di andarla a cercare, come piace a voi, nel Globo terracqueo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Guardate, è qui…

PRESIDENTE. Concluda.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). …ed è una legge per istituire un fondo che aiuti i cittadini sull'aumento delle rate dei mutui con soldi presi direttamente dagli extraprofitti bancari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Concludo, ma una domanda io gliela vorrei fare, perché ce l'ho qui praticamente dal primo giorno delle elezioni

PRESIDENTE. Concluda, deputato Francesco Silvestri.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Ma perché non toccate mai gli extraprofitti delle banche, delle grandi compagnie assicurative, energetiche e farmaceutiche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Perché io lo so - concludo - che è molto più facile prendersela sempre con i percettori del reddito di cittadinanza, con i disoccupati, con le donne che volevano, tramite Opzione donna, andare in pensione e non ce l'hanno fatta!

PRESIDENTE. Deve concludere.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Però, vi dico - e concludo -: lo so che le persone che noi stiamo tutelando non sono tutti presidenti di serie A, a cui avete spalmato 800 milioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)…

PRESIDENTE. La ringrazio…

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). … ma non per questo … (Prolungati applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Grazie.

(Iniziative, anche a livello europeo, volte a contrastare l'attività criminale dedita al traffico di migranti e ad avviare un processo di immigrazione regolare ed ordinata – n. 3-00245)

PRESIDENTE. Il deputato Bicchielli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-00245 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

Colleghi, siete tenuti cortesemente a fare silenzio, perché tutti hanno il diritto di parlare, tutti hanno il diritto di prendere la parola. Prego, deputato Bicchielli.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente, Presidente Meloni, nell'ultima relazione settimanale al Governo i nostri servizi segreti hanno lanciato l'allarme che dalla Libia sono pronte a partire 685.000 persone. Il Ministro della Difesa, Crosetto ha detto che Unione europea, NATO e Occidente devono prendere atto che l'immigrazione incontrollata e continua diventa un modo per colpire i Paesi più esposti, in primis l'Italia. La Relazione annuale sulla politica dell'informazione per la sicurezza ha messo in risalto come, nel corso del 2022, l'immigrazione irregolare in Italia sia stata caratterizzata da un marcato aumento dei flussi su tutte le rotte. L'Italia continua a rivelarsi la principale porta di ingresso di migranti irregolari nell'Unione europea e tale fenomeno è marcatamente agevolato da un fortissimo attivismo criminale. La rotta del Mediterraneo centrale si conferma la principale direttrice, nonché la più pericolosa per la perdita di vite umane. In Libia la presenza di strutturate reti criminali è uno dei principali fattori di facilitazione dell'immigrazione irregolare verso l'Italia.

PRESIDENTE. Concluda.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Lei, signor Presidente del Consiglio, ha più volte annunciato un'iniziativa di un Piano Mattei, perché l'Italia e l'Europa diventino protagonisti dello sviluppo economico e sociale del continente africano.

Le chiediamo, pertanto, quali iniziative il Governo intenda intraprendere, anche a livello europeo, al fine di contrastare l'attività criminale dedita al traffico di migranti e di avviare un processo di immigrazione regolare nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, ha facoltà di rispondere.

GIORGIA MELONI, Presidente del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Ovviamente, questa materia richiederebbe molto più tempo per consentire una risposta esaustiva. In ogni caso, mi pare evidente che, da diversi mesi, noi stiamo assistendo a una pressione migratoria, attraverso il Mediterraneo centrale, verso l'Europa, e quindi verso l'Italia, che ha pochi precedenti. Le cause sono molteplici, le conosciamo, ovviamente: l'instabilità politica, le crisi economiche, aggravate dal conflitto internazionale, e, non da ultimo - lo continuo a denunciare - interessi di potenti organizzazioni criminali di trafficanti, che spesso sono dotate di proiezioni transnazionali. L'immigrazione di massa è un fenomeno di portata ampissima, che riguarda ovviamente la vita dei migranti, che riguarda la tutela dei più fragili, ma che riguarda anche la sicurezza dei cittadini e la tutela sociale delle nostre società. Per questo ribadisco che il Governo non intende piegarsi alle molte e potenti pressioni di chi vorrebbe imporre la visione ideologica di un mondo privo di confini nazionali, in nome di un indefinito diritto a migrare (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

L'azione del Governo, come finora dimostrato, sarà, al contrario, incentrata sul rispetto della legge e del diritto nazionale e internazionale, mettendo fine alle anomalie che hanno caratterizzato l'approccio italiano al tema migratorio. Questo vuol dire contrastare con fermezza l'immigrazione illegale e il traffico di esseri umani, significa tutelare chi ha diritto alla protezione internazionale e gestire in modo ordinato l'immigrazione legale, attraverso i decreti Flussi, il tutto in un quadro di responsabilità che deve coinvolgere anche gli altri Stati europei.

Voi avete visto che, per la prima volta, la rotta del Mediterraneo centrale oggi è considerata questione prioritaria di interesse europeo; è stato grazie all'impulso di questo Governo, però, ovviamente, non intendiamo accontentarci dei proclami, e non lo faremo. Già nelle prossime settimane noi chiederemo risposte immediate, lo stiamo facendo anche in questi giorni, di sostegno in favore degli Stati del Nordafrica, Tunisia in testa, perché la Tunisia sta vivendo una crisi profonda, con conseguenze che possono essere molto preoccupanti per l'Italia, e non solo.

Noi vogliamo essere di impulso a tutta l'Europa per un nuovo rapporto con l'Africa, è quello che abbiamo chiamato il Piano Mattei, ossia una strategia di cooperazione che sia incentrata su un rapporto paritetico, un rapporto di reciproca crescita e interesse per garantire alle popolazioni africane il fondamentale diritto a non essere costrette a migrare in cerca di una vita migliore (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

Non intendiamo più rimanere sotto il ricatto di scafisti senza scrupoli, che usano i migranti come scudi umani per i propri traffici, e non intendiamo più far decidere a questi criminali chi può arrivare in Italia e chi no (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

Su questo si sono mossi i provvedimenti del Governo e su questo andremo avanti, e siamo molto determinati, perché sappiamo che questa è l'unica strada per fermare le morti in mare, tutelare i più deboli e garantire sicurezza e legalità a chi vive in Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Il deputato Lupi ha facoltà di replicare.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Signor Presidente del Consiglio, siamo soddisfatti della linea che lei qui, e non solo qui, ha illustrato riguardo a questo tema, che coinvolge tutti ed è epocale. Mi permetta di approfittare, da presidente del mio gruppo parlamentare, Noi Moderati, ma credo da persona che ha a cuore, come lei e come tutti noi, maggioranza e opposizione, non solo salvare le vite, ma cercare di dare risposte serie, per chiarire una cosa molto evidente, e chiedo scusa al collega Magi se si sente chiamato in causa. La linea della fermezza, la linea della difesa dei propri confini, che non sono poi i confini dell'Italia, sono i confini dell'intera Europa, non è una linea disumana. È disumana un'accoglienza illimitata, è disumana un'accoglienza non dignitosa, è disumano essere conniventi con gli scafisti della morte (Applausi dei deputati dei gruppi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE) che ogni giorno ci fanno vivere quelle tragedie. E mi perdoni, avendo vissuto io stesso, da Ministro dei Trasporti, una tragedia ancora più grave di quella che, in questo momento, abbiamo vissuto tutti, penso alle oltre 300 bare bianche di Lampedusa nel 2013, credo sia non degna di questo Parlamento la ricerca del colpevole ad ogni costo (Applausi dei deputati dei gruppi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

Infatti, - e lo dico con tutto il cuore - ha un solo scopo la ricerca del colpevole a ogni costo: esimerci dalla responsabilità che ricade su ognuno di noi. Lei ha fatto bene - mi scusi: è il mio parere, ovviamente - a richiamare che di fronte a questi cambiamenti epocali occorre un'unità, un'unità nazionale ed europea, dove ognuno porta il proprio contributo. Sono tre i livelli di azione i quali non possono essere altro che quelli, da una parte, del combattere gli scafisti della morte e quelli, dall'altra parte, di creare le condizioni doverose, per salvare ovviamente vite umane, dando l'opportunità e la possibilità a chi vuole restare di essere libero di restare in quel continente…

PRESIDENTE. Concluda.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). …e a chi vuole partire di poterlo fare per trovare un lavoro dignitoso e che permetta la realizzazione delle opportunità a tutti. La vera responsabilità politica è aver abbandonato il Mediterraneo e qui la responsabilità politica è di tutti, perché l'Italia e l'Europa avevano giocato da sempre, negli anni precedenti, un ruolo strategico e fondamentale. La vera responsabilità politica è aver abbandonato il continente africano agli squadristi della Wagner…

PRESIDENTE. Concluda, deputato Lupi.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). …o a coloro che sfruttano quel continente solo per le materie prime. Per questo ha fatto bene a richiamare il piano Mattei, perché Mattei è un simbolo e una figura - e concludo - a cui tutti noi dobbiamo ispirarci…

PRESIDENTE. La ringrazio.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). Mi permetta di concludere, mi scusi, Presidente, perché…

PRESIDENTE. Però, deve concludere.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). …altri colleghi legittimamente hanno approfittato del tempo. Vorrei concludere citando una frase, che non è la mia…

PRESIDENTE. In un tempo equo per tutti e lei non può oltrepassarlo.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). …non è del collega Salvini, né della collega Meloni, che dice: Si paga politicamente l'irresponsabilità dei Governi che non hanno prudenza nell'affrontare questo problema.

PRESIDENTE. La ringrazio. Deve chiudere!

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). L'imprudenza sta nei calcoli di ricevere quelli che non si possono… (Applausi dei deputati dei gruppi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE) - Commenti).

PRESIDENTE. La ringrazio.

(Iniziative volte a destinare maggiori risorse finanziarie a favore degli enti locali, con particolare riferimento ai comuni capoluogo di provincia, al fine di assicurare la realizzazione delle opere previste dal PNRR - n. 3-00246)

PRESIDENTE. Il deputato Molinari ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00246 (Vedi l'allegato A).

RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, come è noto i comuni hanno e avranno un ruolo fondamentale nell'attuazione e nella realizzazione del PNRR. A tal proposito, quindi, riteniamo che in questa fase ogni ipotesi di taglio dei trasferimenti agli enti locali vada scongiurata e soprattutto che tutti i comuni italiani debbano essere messi nelle condizioni di poter operare pienamente. Da questo punto di vista, vogliamo sottoporre a lei e al Governo una questione che riteniamo molto importante che riguarda la situazione degli enti in difficoltà finanziaria, perché riteniamo che l'attuale normativa preveda una disparità di trattamento importante, che crea una profonda ingiustizia e crea cittadini di serie A e di serie B. Mi riferisco al fatto che la legge n. 234 del 2021 prevede un fondo di 2 miliardi 670 milioni per sostenere le città capoluogo di città metropolitane in situazione di pre-dissesto, ma non prevede alcuna risorsa, invece, per le città capoluogo di provincia ordinarie e per gli enti locali medi, nonostante sia previsto per via normativa, col decreto-legge n. 50 del 2022, che queste città possano sottoscrivere un accordo col Governo per il risanamento finanziario. Siamo, quindi, a chiederle come il Governo intenda porre rimedio a questa disparità di trattamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, ha facoltà di rispondere.

GIORGIA MELONI, Presidente del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Ovviamente, il Governo è pienamente consapevole della situazione particolarmente difficoltosa in cui si trovano i comuni italiani, soprattutto in un momento nel quale sono impegnati nell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il Governo ha presente, ovviamente, le criticità di carattere finanziario a cui le amministrazioni vanno incontro e, sempre compatibilmente con le disponibilità finanziarie e restando in linea con il quadro di finanza pubblica, siamo disponibili e pronti a valutare ulteriori interventi, ulteriori risorse che possano essere destinati agli enti locali. In quest'ottica, ovviamente, la determinazione dell'entità degli interventi relativi ai singoli fondi nei prossimi mesi andrà valutata all'esito della programmazione. Date queste premesse, io vorrei, però, ricordare e fornire alcuni elementi. In primo luogo, il fatto che, rispetto al contributo a favore dei piccoli comuni in spopolamento, già nel 2022 sono stati stanziati 50 milioni di euro, che hanno interessato oltre 1.100 comuni. In secondo luogo, rispetto al Fondo di solidarietà comunale, faccio presente, in relazione al tema della perdita di risorse pari a 36 milioni di euro nel 2023 rispetto all'esercizio del 2022, che il motivo risiede nelle cosiddette esigenze di perequazione, che prevedono una redistribuzione anche orizzontale delle risorse, oltre ad una redistribuzione verticale, che è a carico inevitabilmente della fiscalità generale. Poi credo doveroso aggiungere che, nell'ambito di questo Fondo, sono previste risorse aggiuntive rispetto al precedente esercizio, che servono a garantire i livelli essenziali delle prestazioni per gli asili nido e per il trasporto degli alunni con disabilità. In ultima istanza, rispetto alle risorse stanziate e alle procedure previste dalla legge di bilancio per l'anno 2022 e dal decreto-legge n. 50 del 2022, è utile ricordare che sono stati introdotti nuovi strumenti che consentono un agevole e reciproco raccordo tra lo Stato centrale e i comuni capoluogo di città metropolitana o capoluogo di provincia che si trovano in difficoltà finanziaria. Ovviamente, si deve fare molto di più, il Governo segue con attenzione l'implementazione di questi accordi, anche ragionando di una loro estensione, compatibilmente con un quadro generale che tutti quanti abbiamo la responsabilità di tenere a mente (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE)).

PRESIDENTE. Il deputato Molinari ha facoltà di replicare.

RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, noi non possiamo che apprezzare l'attenzione che lei e il Governo hanno appena dichiarato di voler dimostrare per i nostri comuni, per gli enti locali, anche perché per un partito autonomista e federalista, come la Lega, i comuni rappresentano la spina dorsale del Paese, la spina dorsale della Repubblica e sono il front office dello Stato sul territorio. Come ho detto prima, è necessario che noi mettiamo tutti i nostri amministratori nelle condizioni di poter erogare quei servizi, che sono un diritto garantito dalla Costituzione, per i nostri cittadini.

Oltre agli interventi che lei ha ricordato, noi vogliamo anche ringraziare il Governo per quanto fatto in legge di bilancio, ad esempio, avendo confermato il trasferimento del Fondo compensativo IMU-Tasi, che, diversamente, nel 2023 sarebbe stato soppresso. Per quanto riguarda, poi, il contributo ai piccoli comuni, i 50 milioni che hanno aiutato ben 1.000 enti marginali nelle aree interne, nelle situazioni più difficili del Paese ad andare avanti, noi chiederemmo che quel contributo non fosse una tantum, ma diventasse strutturale. Questa richiesta è stata fatta anche dall'Associazione nazionale dei comuni.

Per quanto riguarda l'interrogazione, noi vogliamo dirle che, dal nostro punto di vista, una cifra paragonabile a quella prevista per le città metropolitane per far fronte ai problemi delle città capoluogo sarebbe un fondo di 350 milioni; questo facendo il parametro rispetto a quanto lo Stato ha già investito per le città metropolitane. Riteniamo necessario dare una risposta perché, come abbiamo detto, non sempre le crisi strutturali e finanziarie dei comuni dipendono da cattiva gestione degli amministratori, come ha avuto anche modo di affermare, in maniera molto autorevole, la Corte costituzionale con la sentenza n. 115 del 2020, in cui si è messo nero su bianco che esistono situazioni socioeconomiche dei territori che possono rendere strutturali delle crisi indipendentemente dalle gestioni amministrative contingenti.

Questo è un problema che non riguarda più soltanto il Mezzogiorno del Paese, ma ci sono aree interne e ci sono anche aree del profondo Nord dove, purtroppo, queste situazioni di crisi economica non permettono di dare i servizi ai cittadini. E io penso che il primo compito di questo Parlamento - e chiudo, signor Presidente - sia evitare che nella stessa Repubblica, in base a dove uno abita, in base al comune di residenza, ci possa essere l'accesso ai servizi o meno. Il primo compito di questo Parlamento deve essere quello di garantire a tutti l'accessibilità ai servizi, per un discorso di uguaglianza e per un discorso di giustizia sociale, in primis. Quindi la ringraziamo in anticipo per quello che potrete fare per sanare questi squilibri che, purtroppo, oggi esistono (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

(Posizione del Governo sul salario minimo legale e su ulteriori misure atte a incrementare le garanzie per i lavoratori - n. 3-00247)

PRESIDENTE. La deputata Schlein ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00247 (Vedi l'allegato A).

ELLY SCHLEIN (PD-IDP). Signora Presidente, in questo Paese, c'è un dramma di cui non vi sentiamo parlare mai: la precarietà e il lavoro povero, che colpiscono ancora più duramente le donne, i giovani, in particolare al Sud. Sono più di 3 milioni le lavoratrici e i lavoratori che sono poveri, anche se lavorano. A loro è negata ogni possibilità di costruirsi un futuro libero e dignitoso. Occorre fissare, per legge, un salario minimo, perché, sotto una certa soglia, non si può nemmeno chiamare lavoro, è sfruttamento. Occorre una misura complementare e non certo sostitutiva della contrattazione collettiva, che, invece, va rafforzata, va estesa a tutti, ad esempio, con una legge sulla rappresentanza che spazzi via i contratti pirata.

Ma lei, qualche tempo fa, ha definito il salario minimo uno specchietto per le allodole. Vada a dirlo a chi percepisce una paga da fame. Il Partito Democratico ha presentato una proposta sul salario minimo e tutte le altre opposizioni hanno presentato proposte o mozioni in questa direzione, ma le avete respinte tutte. A me interessa sapere cosa volete fare su questo e mi stupisce che non vediate il nesso tra la crisi della natalità, di cui spesso parlate, e la precarietà in cui versano moltissime donne in questo Paese.

Guardi, questo mi spinge a chiederle: perché non approviamo subito un congedo paritario, pienamente retribuito e non trasferibile, di almeno 3 mesi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra)? Questa sì che è una misura che aiuterebbe il lavoro delle donne, ridistribuendo anche il carico di cura.

PRESIDENTE. Concluda.

ELLY SCHLEIN (PD-IDP). Quindi, Presidente Meloni, le chiedo. Approviamo subito un salario minimo e un congedo paritario. Noi ci siamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, ha facoltà di rispondere.

GIORGIA MELONI, Presidente del Consiglio dei ministri. Presidente, intervenire per fronteggiare il fenomeno del lavoro povero è inevitabilmente una delle priorità alle quali questo Governo lavora, perché, come fanno notare gli interroganti, l'onorevole Schlein e altri, l'Italia è l'unico Paese OCSE nel quale, dal 1990 al 2020, il salario medio annuale è diminuito, mentre, nel resto dell'Occidente, cresceva. Gli interroganti del Partito Democratico fanno rilevare, anche, devo dire, con una sincerità che fa loro onore, che, in Italia, negli anni passati, la quota di prodotto interno lordo, che è stata destinata a salari e stipendi, è diminuita più che nel resto degli altri Stati industrializzati (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

È vero, c'è un problema. Chi ha governato fino a ora ha reso purtroppo più poveri i lavoratori italiani e questo Governo deve fare quello che può per invertire la rotta (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

Noi, già nei primi mesi di legislatura, pur con le risorse inevitabilmente limitate che abbiamo a disposizione, abbiamo dato segnali in questo senso: interventi a tutela del potere d'acquisto delle famiglie e dei lavoratori, il rinnovo del taglio di 2 punti percentuali del cuneo fiscale e contributivo, che, giova ricordare, il precedente Governo aveva previsto fino alla fine dello scorso anno, e l'aggiunta di un ulteriore punto del taglio contributivo per i redditi più bassi. Solo primi passi, ovviamente, verso l'obiettivo che il Governo si è posto, che è, ovviamente, aumentare i salari dei lavoratori, garantendo retribuzioni dignitose, retribuzioni che siano adeguate al lavoro svolto e al contesto socio-economico.

Però, voglio dire che, per raggiungere questo obiettivo, l'ho già detto in passato, in un contesto come quello italiano, caratterizzato da una elevata copertura dalla contrattazione collettiva e da un elevato tasso di lavoro irregolare, il Governo non è convinto che la soluzione sia la fissazione di un salario minimo legale e spiego banalmente il perché. Perché - io non ho un approccio ideologico su questa materia, ho un approccio pragmatico, come sempre -, a mio avviso, mi interrogherei sull'ipotesi che il salario minimo legale possa diventare, non un parametro aggiuntivo delle tutele garantite ai lavoratori, ma un parametro sostitutivo, un parametro unico, e nel nostro sistema un parametro di questo tipo, per paradosso, rischierebbe di creare, per molti lavoratori, condizioni peggiori di quelle che hanno oggi e di fare, per paradosso, un favore alle grandi concentrazioni economiche, alle quali conviene rivedere al ribasso i diritti dei lavoratori (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE)! Io la penso così. Credo che sia molto più efficace estendere la contrattazione collettiva anche nei settori nei quali oggi non è prevista. Credo che sia efficace tagliare le tasse sul lavoro, perché la ragione per la quale i salari sono inadeguati è che la tassazione è troppo alta per le imprese che devono assumere e lavorare per combattere le discriminazioni e le irregolarità (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Concluda, Presidente Meloni.

GIORGIA MELONI, Presidente del Consiglio dei ministri. Credo che questo sia il modello più efficace, che è quello che intendiamo percorrere.

PRESIDENTE. Concluda, Presidente Meloni.

GIORGIA MELONI, Presidente del Consiglio dei ministri. Dopodiché, ho pochissimo tempo. Sul tema dei congedi parentali, siamo molto d'accordo, nel senso che anche qui, come si è visto, le poche risorse che potevamo spendere, in parte, le abbiamo utilizzate per un ulteriore mese di congedo parentale, utilizzabile nei 6 anni dalla madre o dal padre, retribuito all'80 per cento (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE). Era quello che potevamo fare. Ma poiché il tema del sostegno alle madri lavoratrici e del sostegno alla natalità è per noi una priorità assoluta, su questo, sono sempre disponibile a confrontarmi e a parlare (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. La deputata Schlein ha facoltà di replicare.

ELLY SCHLEIN (PD-IDP). Signor Presidente, le sue risposte non ci soddisfano (Commenti). Anzitutto, perché - lo vorrei ricordare - il Partito Democratico, nella scorsa legislatura, ha provato ad approvare il salario minimo, ma i suoi alleati, che le siedono affianco, erano contrari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) e il Governo è caduto prima del tempo. Ma le vorrei anche ricordare che lei, oggi, è al Governo, ci sono io all'opposizione, e non è più il tempo di dare le responsabilità ad altri, è tempo di dare le risposte alle italiane e agli italiani. Adesso spetta a voi dare queste risposte.

Credo che precarietà e lavoro povero abbiano bisogno di risposte immediatamente. Lei ha detto che questo tema è centrale anche per il suo Governo, ma dice di “no” a un salario minimo e rinvia a soluzioni incerte, che risulteranno tardive e inadeguate. Penso che “lavoro” e “povero” non debbano più stare nella stessa frase. Penso che si debbano limitare i contratti a termine. Non le può sfuggire, tra l'altro, la contraddizione del partito che guida, che, in Italia, dice “no” al salario minimo, ma, in Unione europea, ha votato a favore della direttiva che ne propone l'introduzione in tutti i Paesi europei (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

È vero, l'Italia è l'unico Paese europeo in cui, negli ultimi decenni, i salari non sono aumentati, ma sono addirittura diminuiti di 3 punti percentuali. Però, non si nasconda dietro un dito, Presidente, perché, se fosse bastata la contrattazione collettiva, non avremmo quel 12 per cento di persone, che sono lavoratori e lavoratrici poveri, tra coloro che lavorano, che sono 3 punti sotto gli altri Paesi europei (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Non ce li avremmo, perché lei dovrebbe sapere che, in questo Paese, dal 2012 al 2021, abbiamo quasi raddoppiato i contratti collettivi, che sono arrivati ad essere 992. E lei sa bene che di quei contratti solo pochi sono firmati dalle organizzazioni sindacali più rappresentative (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista): 25 degli ultimi 441, che sono aumentati negli ultimi anni.

Ecco, lo deve sapere, perché, se bastasse, la nostra proposta vuole rafforzare quella contrattazione collettiva e approvare quella legge sulla rappresentanza, ma, accanto, vuole anche fissare una soglia sotto la quale, laddove non arriva la contrattazione, ci sia una risposta per coloro che vedono calpestata la propria dignità mentre lavorano.

È vero, lei è in carica da soli 5 mesi, ma state già andando in direzione opposta e sbagliata. Avete allargato il ricorso ai voucher, che sono una delle forme più precarie di lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Avete dato l'intenzione di estendere i contratti a termine, anziché limitarli, come hanno fatto in Spagna. Lo vada un po' a spiegare al 62 per cento di lavoratori e lavoratrici sotto i 24 anni, che conoscono solo quel tipo di contratti e non possono costruirsi un futuro.

PRESIDENTE. Concluda.

ELLY SCHLEIN (PD-IDP). Siete una destra ossessionata dall'immigrazione, ma non vede l'emigrazione di tanti giovani, che sono costretti, dai salari così bassi e dai contratti così precari, a costruirsi un futuro altrove (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Avete colpito e quasi cancellato Opzione donna. Queste sono le vostre risposte, perché i vostri veri punti di emergenza sono altri. Signor Presidente, io la capisco. Sono i rave, i condoni, la guerra alle ONG e, da ieri, colpire ideologicamente i diritti delle figlie e dei figli delle famiglie omogenitoriali, che hanno diritti come tutte le bambine e tutti i bambini che fanno parte della nostra comunità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Commenti)! Ora, sul piano…

PRESIDENTE. La ringrazio. Deve concludere, deputata Schlein.

ELLY SCHLEIN (PD-IDP). Concludo, Presidente. Sul piano sociale, la vostra azione si definisce con tre parole: incapacità, approssimazione e insensibilità. Ma la vostra propaganda, ora che non siete più all'opposizione, sta sfumando, e il giudizio degli italiani sarà per quello che voi fate e non per le facili promesse alimentate per anni e smentite già dai primi mesi del suo Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra - Commenti)!

(Intendimenti del Governo in materia fiscale, al fine di una riduzione strutturale della tassazione a carico di imprese e contribuenti - n. 3-00248)

PRESIDENTE. Il deputato Cattaneo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00248 (Vedi l'allegato A).

ALESSANDRO CATTANEO (FI-PPE). Grazie, signor Presidente. Presidente del Consiglio, affrontare e risolvere la questione fiscale ha rappresentato, fin dalla nascita di Forza Italia e di tutto il centrodestra, la nostra priorità, e lo è stata per tutti i Governi guidati dal centrodestra. E se c'è un'ossessione che abbiamo - lo dico a chi ha parlato poc'anzi, signor Presidente, l'onorevole Schlein: sì, abbiamo delle ossessioni - è dare meno tasse a questo Paese e permettere al nostro Paese di correre più forte (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Fratelli d'Italia) e liberare le energie migliori. “No” alle ideologie, ma “sì” alle nostre idee (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). E così abbiamo fatto con il Governo Berlusconi; nel 2008, abbiamo tolto la tassa allora denominata ICI - poi le hanno cambiato nome e l'avevano reintrodotta - e l'abbiamo ritolta nel 2013, perché noi la tassa sulla prima casa non vogliamo proprio metterla (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). E, se, nel 2022, i dati testimoniano che la pressione fiscale è pari al 43,8 per cento, noi pensiamo che questo non sia etico (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), che questo non sia giusto, che questo sia un freno al motore del nostro Paese. E, siccome nel suo discorso, signor Presidente, nelle linee programmatiche illustrate il 25 ottobre, ha parlato di rivoluzione copernicana del fisco, noi ci stiamo a fare, insieme, questa rivoluzione; a pochi giorni dall'inizio di una fase di riforma sul fisco, le chiediamo quali saranno le misure principali che il Governo intende adottare in materia fiscale, al fine di ridurre finalmente e strutturalmente le tasse di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, ha facoltà di rispondere. Intanto, prego i colleghi deputati di fare silenzio.

GIORGIA MELONI, Presidente del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Dunque, ovviamente, anche il tema della riforma fiscale è una delle priorità alle quali il Governo lavora. Noi siamo convinti che la riforma fiscale costituisca un fattore fondamentale per il rilancio della nostra economia, per incoraggiare gli investimenti e l'impresa e per assicurare maggiore ricchezza e benessere ai lavoratori. Per questo io sono lieta di annunciare, in risposta agli interroganti, che la legge delega di riforma fiscale verrà portata al Consiglio dei ministri di domani (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE), collega.

I principi cardine di questa riforma sono fondamentalmente tre: riduzione della pressione fiscale che grava sui cittadini e sulle imprese di questa Nazione; un nuovo rapporto tra lo Stato e il contribuente, che non sia più un rapporto vessatorio, ma un rapporto paritetico e collaborativo e una reale lotta all'evasione fiscale, posto che le misure adottate finora, dati alla mano, non sembrano aver sortito grandi effetti (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE). Allora, noi siamo convinti che una fiscalità più equa e una semplificazione del sistema tributario possano, allo stesso tempo, alleggerire i carichi che gravano sui contribuenti e fare da volano al rilancio dell'economia, rendendo più competitive le imprese italiane e più attrattivo il nostro sistema per gli investitori esteri.

Un asse portante della delega fiscale sarà la revisione del sistema di imposizione sui redditi delle persone fisiche, con progressiva riduzione del numero di aliquote Irpef e l'obiettivo di un minore carico fiscale per tutti i contribuenti, con particolare attenzione ai redditi medio-bassi e tenendo conto della composizione del nucleo familiare, così torniamo anche al tema della natalità.

Un altro tassello del disegno di riforma riguarderà la riforma complessiva dell'Ires, l'imposta dei redditi sulle società; dal 1° gennaio 2024 entrerà in vigore la Global minimum tax, che è l'imposta globale minima per le multinazionali, con aliquota effettiva al 15 per cento; è un'importante novità che, tra l'altro, segnalo in Europa è stata approvata anche grazie all'importante ruolo di mediazione del Governo italiano, e che, però, ovviamente rende necessaria una revisione dell'Ires, per non compromettere la competitività delle nostre imprese su scala globale. Con la delega fiscale, il Governo intende ridurre l'aliquota Ires e intende ridurla sugli utili non distribuiti che vengono impiegati in investimenti qualificati e in nuove assunzioni a tempo indeterminato; cioè, il messaggio è sempre: più assumi, meno tasse paghi allo Stato (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

In ultimo, e chiudo Presidente, per creare un nuovo rapporto di fiducia, come dicevamo, tra Stato e contribuente, noi riteniamo prioritario intervenire per riformare i procedimenti dell'amministrazione finanziaria e semplificare l'intero sistema fiscale. Siamo convinti che questo approccio, insieme alla riduzione della pressione fiscale, sia il più efficace per ridurre il livello di evasione fiscale che, nonostante le misure molto severe che nel corso degli anni sono state portate avanti, è rimasta sostanzialmente inalterata (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Il deputato Cattaneo ha facoltà di replicare.

ALESSANDRO CATTANEO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Grazie, signor Primo Ministro, siamo molto soddisfatti di sentire finalmente che una linea è stata tracciata con chiarezza all'insegna della riduzione fiscale. Noi di Forza Italia raccogliamo questa sfida con entusiasmo, con quel pragmatismo a cui anche lei faceva riferimento perché, mentre altri parlano dell'opportunità di inserire patrimoniali e tasse un po' ovunque, noi, invece, concentreremo tutti i nostri sforzi sulla riduzione della pressione fiscale per gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Lo facciamo - mi piace anche ricordarlo - in quanto figli di una visione, di un'idea di società che abbiamo e che mette al centro l'individuo. Noi ci rifacciamo, come Forza Italia, ai valori cristiani che dicono che se l'individuo, se la persona è lasciata libera di fare, di realizzare ciò che ha in animo, se ha un talento, quella persona darà il meglio di sé. Noi vogliamo accompagnare i talenti e le voglie degli italiani, vogliamo rivendicare, da liberali, che il meglio dell'Italia può essere costruito insieme ai nostri artigiani e ai nostri imprenditori (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE) e, tutti insieme, intendiamo far correre finalmente la nostra economia. È una sfida gravosa.

Mi faccia concludere. Quando si fanno riforme, bisogna farle con coraggio, senza mai voltarsi indietro. Noi in questi giorni - lo stavamo facendo poco fa, sono sceso appena terminati i lavori - stiamo ricordando una figura che del riformismo ha fatto la storia di questo Paese, e, nel suo segno, anche il gruppo Forza Italia vuole lavorare: si chiamava Marco Biagi (ApplausiL'Assemblea e i membri del Governo si levano in piedi). Marco Biagi, 21 anni fa, lasciava la vita per aver voluto dare un servizio di riformismo, andando fino in fondo, in un clima che non vogliamo più rivivere, ma che in qualche modo riecheggia nel Paese. Allora, gli italiani chiedono a noi di essere coraggiosi e riformisti e noi gli italiani non li deluderemo, insieme. Buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. La ringrazio, deputato Cattaneo, anche per la precisione del suo intervento.

È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16,30.

La seduta, sospesa alle 16,20, è ripresa alle 16,30.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 76, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Costituzione e composizione del Comitato consultivo sulla condotta dei deputati.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi del paragrafo VI del Codice di condotta dei deputati, approvato dalla Giunta per il Regolamento nella seduta del 12 aprile 2016, sulla base delle determinazioni assunte dall'Ufficio di Presidenza, è stato costituito il Comitato consultivo sulla condotta dei deputati, del quale sono stati chiamati a far parte i deputati Segretari di Presidenza Chiara Braga, Alessandro Colucci, Roberto Traversi, Riccardo Zucconi, al quale sono attribuite le funzioni di Presidente, nonché i deputati Antonio D'Alessio, Simonetta Matone, Luca Pastorino, Pietro Pittalis, Nicola Stumpo e Maria Carolina Varchi.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Non so a lei, ma non le pare incredibile che il bimbo di una coppia, alla morte di uno dei due genitori, possa essere, di fatto, separato dall'altro genitore e inserito in un percorso di affido o di adozione? A me, sinceramente, sì. Eppure, ahimè, per la legge italiana oggi anche questo può accadere.

Presidente, ritiene accettabile - glielo dico sinceramente - che dei bimbi possano essere esclusi da tutti i diritti civili, sociali e patrimoniali che derivano dall'avere due genitori sull'atto di nascita, compreso l'affido e l'eredità? Io no, ma, ahimè, oggi è così. Lo dico così perché per me non è accettabile che a uno dei due genitori siano negati tutti i diritti a cui avrebbe accesso in caso di separazione. Mi spiace che la Presidente Meloni non sia presente, Presidente, perché (Commenti)… È un intervento sull'ordine dei lavori, ho 5 minuti e se mi lascia finire… Lo decide il Presidente se togliermi la parola.

PRESIDENTE. Deputato Grimaldi, qui c'è un Presidente, facente funzioni, ma, pur sempre, un Presidente (Applausi). Tuttavia, la stavo per interrompere io. Se magari anticipa la questione sull'ordine lavori, per poi articolare fino a cinque minuti, in modo tale che tutti sappiano qual è il punto che lei intende suggerire all'Aula o al Governo.

MARCO GRIMALDI (AVS). Presidente, lo stop del Governo e delle prefetture ai comuni che hanno deciso di riconoscere i figli di coppie omogenitoriali, la doppia genitorialità e l'assenza di volontà di colmare il vuoto con una legge nazionale stanno davvero negando diritti fondamentali a circa 150.000 minori in Italia. Eppure vi sono, Presidente, tantissime sentenze, anche della Cassazione, che ammettono le trascrizioni e il riconoscimento. La stessa Corte costituzionale, Presidente, ha invitato il Parlamento a legiferare in tal senso.

Credo sia mia prerogativa, nostra prerogativa, chiedere, intervenendo sull'ordine dei lavori, che la Presidente del Consiglio e i Ministri competenti riferiscano in Aula, perché questa non è una bagarre fra il Senato e le famiglie arcobaleno, non è un oggetto solo delle note stampa ma parliamo di diritti di minori che in questo momento hanno bisogno di certezza. Lo dico così: noi abbiamo scelto di presentare delle proposte di legge, l'abbiamo fatto come primo atto, qui in Parlamento. Approvarle, lei sa, consentirebbe a questo Parlamento di porsi dalla parte giusta - secondo noi - della storia, ma ci rendiamo conto che non tutti la pensano nello stesso modo. Però mi faccia dire che, per noi, è importante colmare quei vulnus e dire che bambini con due mamme e due papà esistono già in Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Io credo che Piantedosi e la Meloni dovrebbero prenderne atto, venire qua in Parlamento e riferire su quello che vogliamo fare per tutti loro, per garantire gli stessi diritti e gli stessi doveri che hanno tutti i cittadini italiani (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Deputato Grimaldi, riassumendo sugli argomenti da lei esposti, lei chiede al Governo un'informativa e, quindi, di presentarsi in Aula per riferire.

Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il presidente Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Scusi, Presidente, bisognerebbe capire come cerchiamo di affrontare la giornata pomeridiana di oggi. Noi abbiamo fatto presente da giorni che, per le ore 19, abbiamo convocato il gruppo parlamentare. Tra parentesi annuncio anche che, ciò nonostante, la XII Commissione, per la quale noi non facciamo eccezione, è convocata per il voto. Quindi, secondo il Regolamento e secondo l'atteggiamento di questa mattina per cui, pur essendo prevista per le 13 un' audizione, sono stati sospesi i lavori alle ore 12,30, io chiedo, vedendo l'orario, se le due mozioni all'ordine del giorno, o meglio i due tipi di mozioni - le mozioni sono di più - possono essere discusse entro le 19 o meno, perché è evidente che occorre una informazione sul punto. Per quanto ci riguarda, dalle ore 19, noi non possiamo essere in Aula. L'ho voluto dire perché così almeno sia chiaro a tutti: io avevo informato per tempo della questione, ma, vedendo che nessuno ha mai rilevato che vi potesse essere un'interruzione alle 19, chiarisco che noi dalle 19 non saremo in Aula, dopodiché, il calendario funziona per tre giorni.

PRESIDENTE. Tengo soltanto a precisare che l'interruzione di questa mattina era legata all'assenza dei pareri, che il Governo avrebbe dovuto fornire.

Seguito della discussione delle mozioni Mazzetti ed altri n. 1-00040, Santillo ed altri n. 1-00048, Zanella ed altri n. 1-00075, Manes ed altri n. 1-00076, Del Barba ed altri n. 1-00087 e Merola ed altri n. 1-00088 concernenti iniziative in materia di agevolazioni fiscali per il settore edilizio e per l'efficienza energetica (16,40).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Mazzetti ed altri n. 1-00040 (Nuova formulazione), Santillo ed altri n. 1-00048 (Nuova formulazione), Zanella ed altri n. 1-00075, Manes ed altri n. 1-00076, Del Barba ed altri n. 1-00087 e Merola ed altri n. 1-00088, concernenti iniziative in materia di agevolazioni fiscali per il settore edilizio e per l'efficienza energetica (Vedi l'allegato A).

Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 27 febbraio 2023, sono state presentate le mozioni Manes ed altri n. 1-00076, Del Barba ed altri n. 1-00087 e Merola ed altri n. 1-00088 e una nuova formulazione della mozione Mazzetti ed altri n. 1-0040, che sono già state iscritte all'ordine del giorno.

Avverto che è stata testé presentata una ulteriore nuova formulazione della mozione Mazzetti ed altri n. 1-00040, che è stata sottoscritta anche dai deputati Congedo, Gusmeroli e Semenzato, che, con il consenso degli altri sottoscrittori, ne diventano, rispettivamente, il secondo, il terzo e il quarto firmatario. Il relativo testo è in distribuzione (Vedi l'allegato A).

Il rappresentante del Governo ha facoltà di intervenire, esprimendo altresì il parere sulle mozioni presentate. Mi pare sia assente la Sottosegretaria Albano, che ha la competenza per fornire il parere sulle mozioni presentate. Sospendo la seduta per 5 minuti.

La seduta, sospesa alle 16,43, è ripresa alle 16,45.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di intervenire, esprimendo, altresì, il parere sulle mozioni all'ordine del giorno inerenti la cessione del credito. Sottosegretario Albano?

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Relativamente alla mozione Mazzetti ed altri n. 1-00040 (Ulteriore nuova formulazione), parere favorevole, sia sulle premesse che sugli impegni.

Sulle mozioni Santillo ed altri n. 1-00048 (Nuova formulazione) e Zanella ed altri n. 1-00075, parere contrario, sia sulle premesse che sugli impegni.

Per la mozione Manes ed altri n. 1-00076, parere favorevole sugli impegni 1), 2), 3), 4) e 5); parere contrario sugli impegni 6), 7), 8) e favorevole sull'impegno 9).

Per quanto riguarda la mozione Del Barba ed altri n. 1-00087 è da espungere la premessa che inizia con: “l'ultimo decreto-legge emanato dal Governo (…)” fino a “(…) pregresso”; parere contrario sull'impegno 1), parere favorevole sugli impegni 2) e 3) e contrario sull'impegno 4).

PRESIDENTE. Chiedo scusa, Sottosegretario Albano, avremmo bisogno di una conferma sul parere, in ordine alle premesse della mozione Manes ed altri n. 1-00076.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo scusa, controllo: un momento, perché sono tante. Parere favorevole sulle premesse della mozione Manes ed altri n. 1-00076.

Per quanto riguarda la mozione Merola ed altri n. 1-00088, parere contrario sia sulle premesse che sugli impegni.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare la deputata Semenzato. Ne ha facoltà.

MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Mi permetta un piccolo inciso, prima del mio intervento, per ricordare che, oggi, 15 marzo, è la Giornata dedicata alla sensibilizzazione dei disturbi alimentari, questo male silenzioso che colpisce molti ragazzi e molte ragazze (Applausi). Oggi, quindi, è la Giornata nazionale del fiocchetto lilla, e ringrazio i colleghi dell'Aula sensibili a questo argomento.

Presidente, onorevoli colleghi, le criticità emerse negli ultimi 3 anni in merito al sistema delle agevolazioni fiscali per il settore edilizio e per l'efficienza energetica sono state talmente tante che il legislatore è dovuto intervenire ben 33 volte per apportare correttivi alla norma, generando un'enorme confusione, che non consente ai cittadini e, soprattutto, alle imprese di programmare adeguatamente e serenamente i propri investimenti.

L'incertezza normativa sicuramente è uno dei fattori che limitano la crescita economica del nostro Paese. A causa della continua mutevolezza delle regole migliaia di tecnici hanno fatto le corse contro il tempo per presentare le CILA del superbonus 110 per cento prima della scadenza di novembre 2022, e tantissime persone si sono dapprima illuse e poi sono state costrette a dover rimandare gli interventi di ristrutturazione, nell'attesa di una maggiore chiarezza sulla questione della cessione dei crediti fiscali. Così molte piccole e medie imprese edili hanno i cassetti fiscali pieni di crediti, ma non la liquidità necessaria per proseguire i lavori, onorare gli impegni contrattuali con i fornitori e pagare stipendi e contributi ai dipendenti. Per quest'ultima causa le opere non arrivano a compimento, e di conseguenza vengono meno gli stessi presupposti che danno diritto al committente di beneficiare del bonus e di cedere al fornitore il credito. Oggettivamente, per come è stata concepita e realizzata la cessione dei crediti fiscali, più che una pentola d'oro, si è rivelata una pentola a pressione pronta a esplodere, al punto che il Governo Meloni, con molto coraggio, è dovuto intervenire spegnendo il fuoco prima che fosse troppo tardi, a prescindere dal fatto che la cosa fosse impopolare.

E così, con l'ultimo decreto, sono stati bloccati sconto in fattura e cessione dei crediti, cosa che ovviamente ha generato non poche lamentele e che, molto probabilmente, richiederà ulteriori correttivi. Questo determina l'esclusione di molte fasce della popolazione dalla possibilità di usufruire degli incentivi volti all'efficientamento energetico e alla prevenzione del rischio, penso ai cosiddetti incapienti, ma anche a tutti quei professionisti a partita IVA che rientrano nel regime forfettario. Pensiamo, poi, a tutte quelle realtà come gli Istituti autonomi case popolari, convinti che anche in questo caso sarebbero opportune deroghe per consentire loro la realizzazione di interventi di riqualificazione energetica e l'adozione di misure antisismiche sugli immobili adibiti a edilizia residenziale pubblica. A tal proposito, stiamo lavorando ad un emendamento specifico al decreto-legge sulla cessione dei crediti che arriverà prossimamente in Aula.

La mozione unitaria del centrodestra che oggi discutiamo è volta a individuare quelle linee programmatiche che serviranno al Governo per attuare un riordino complessivo del sistema delle agevolazioni fiscali per il settore edilizio e per l'efficienza energetica, che eviteranno che la cessione dei crediti fiscali diventi una sorta di moneta fiscale, mettendo in crisi i settori e producendo un effetto negativo sulle casse dello Stato. Quando si scrivono leggi dando enorme peso al consenso di breve periodo rispetto all'effettiva sostenibilità economica e sociale delle proposte, queste, purtroppo, sono le conseguenze. Penso, ad esempio, al bonus facciate o al superbonus 110 per cento, nato, quest'ultimo, con l'idea di dare ossigeno al settore edile, in forte crisi durante il periodo pandemico, settore che, con il provvedimento, paradossalmente, si è ritrovato a non riuscire a rispondere all'eccesso di domanda, generando un aumento dei prezzi e delle speculazioni, a tutti i livelli. Basti pensare a situazioni in cui si sono costituite ex novo società che hanno vinto gare per milioni di euro e che poi non sono riuscite a gestirle, ma anche al cittadino che, sfruttando il superbonus 110 per cento, oltre a rifarsi la facciata con il cappotto termico, nella lista delle opere trainanti mette tutto, infissi nuovi, caldaia nuova, porta blindata nuova. E le tende da sole non ce le mettiamo? Tutto e tutto gratis; come si dice a Venezia “Paga Pantalon!”. Forse non è chiaro che Pantalone, alla fine, sono i cittadini, con i contribuenti italiani il costo è salato e prima o poi qualcuno lo presenterà. Giusto per dare un'idea delle cifre, le manovre di bilancio dello Stato nel periodo pre-pandemia assommavano a un totale di circa 30-35 miliardi di euro l'anno. Stiamo parlando di leggi finanziarie che comprendono praticamente tutto.

Ebbene, a fine febbraio scorso, Enea ha comunicato che gli investimenti per i lavori di efficientamento energetico agevolati dal superbonus hanno finora generato detrazioni a carico dello Stato pari a 75,3 miliardi di euro. Va bene che in parte si utilizzano i fondi del PNRR, 14 miliardi, ma appare evidente il netto sbilanciamento tra le risorse appostate e quelle necessarie a coprire le spese potenzialmente ammissibili. Presidente, noi pensiamo che una buona politica sia capace di fare scelte coraggiose e di investire, anche in maniera consistente, pensando con lungimiranza al futuro, ma che sappia anche tenere seriamente sotto controllo i conti, come farebbe un buon padre di famiglia.

Crediamo che valutare l'impatto sui conti pubblici dei flussi di cassa fiscali e contributivi, diretti e indiretti, provenienti dal settore edile e dall'indotto sia oggi come non mai imprescindibile. Oggi essere razionali probabilmente non paga politicamente, ma sono sicura che le future generazioni di italiani, tutti quei bambini che oggi non votano, un giorno lo apprezzeranno. Facciamolo nel loro interesse. Per tutte queste considerazioni, con l'auspicio che si possa intervenire con misure non più straordinarie o emergenziali, bensì con un reale e concreto sostegno al mercato delle costruzioni e delle ristrutturazioni edilizie, annuncio il voto favorevole di Noi Moderati alla mozione unitaria del centrodestra (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Evi. Ne ha facoltà.

ELEONORA EVI (AVS). Grazie, Presidente. La scelta del Governo di bloccare per mezzo di un decreto la cedibilità e lo sconto in fattura per i crediti futuri praticamente sta consegnando la misura del superbonus alle fasce più ricche della popolazione. Se prima era una misura troppo generosa per tutti, ora continuerà ad esserlo, ma solo per chi ne ha meno bisogno. L'ennesima decisione che va ad alimentare la già profonda forbice delle diseguaglianze sociali. In sostanza, il Governo Meloni riduce progressivamente l'aliquota del superbonus e i nuovi crediti si potranno solo detrarre dalle imposte, ma, per farlo, bisognerà avere capienza fiscale, cioè abbastanza debiti fiscali con lo Stato da poter compensare con i crediti maturati. Ovviamente, dettaglio non da poco, il contribuente che effettua i lavori deve avere a disposizione la liquidità necessaria per anticipare i costi. Insomma, un affare solo per pochi ricchi.

Oltre a demolire la misura del superbonus a partire dal mese scorso, esattamente che cosa si è fatto per risolvere il problema dei crediti incagliati oggi, problema che è il risultato di un meccanismo, che si è inceppato, di continue modifiche effettuate nel tempo, che non hanno fatto altro che aumentare incertezza e preoccupazione nel settore? In realtà, di fatto, non si è fatto nulla. Ecco perché ci troviamo a discutere queste mozioni, nel tentativo di trovare delle soluzioni efficaci per evitare il peggio, ma il peggio, in realtà, sta già accadendo con le tante famiglie e imprese che rischiano il fallimento. Allora un piccolo passo indietro: la Commissione europea vara nel 2019 il Green Deal, punta alla neutralità climatica nel 2050, fissata con la legge sul clima, definisce anche la tappa intermedia della riduzione del 55 per cento di gas serra entro il 2030, e poi, a luglio, presenta il suo pacchetto Fit for 55 per dare gambe al Green Deal. Ricordo che gli interventi di efficientamento energetico del patrimonio immobiliare sono fondamentali per raggiungere l'obiettivo della piena decarbonizzazione, riducendo l'uso delle fonti fossili, non dimenticando che oltre il 60 per cento del parco edilizio residenziale italiano, circa 12 milioni di edifici, ha più di 45 anni e fa affidamento sul gas naturale come principale fonte di energia. È fondamentale migliorare le prestazioni energetiche degli immobili per ridurre la dispersione di calore e, più in generale, il fabbisogno energetico annuale di energia primaria per il riscaldamento, per il raffrescamento, per la ventilazione, per la produzione di acqua calda sanitaria, con l'abbattimento dei costi di esercizio degli impianti domestici.

L'incentivo cosiddetto superbonus 110 per cento, introdotto con il decreto Rilancio, e il meccanismo della cessione del credito e dello sconto in fattura hanno contribuito al forte rilancio degli investimenti nel settore edilizio e a ridurre, quindi, in modo consistente i consumi energetici degli edifici. In Italia il settore delle costruzioni consuma, infatti, oltre il 30 per cento di energia primaria ed è responsabile di circa un terzo delle emissioni di gas serra. È, quindi, evidente come sia importante ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera e il superbonus, proprio per gli effetti degli interventi sul patrimonio edilizio esistente, ha già contribuito a questo obiettivo, con una stima di circa 1,42 milioni di tonnellate di CO2 in meno.

La riduzione dei consumi energetici ha avuto anche un impatto diretto sul bilancio delle famiglie italiane, con risparmi complessivi pari a circa 29 miliardi di euro, considerando che, per quanti hanno beneficiato della misura, il risparmio medio in bolletta, anche tenuto conto del periodo straordinario e degli aumenti del costo dell'energia dovuti alla crisi internazionale, è risultato pari a quasi 1.000 euro all'anno. Senza dubbio, nonostante l'emergenza pandemica, i bonus edilizi sono stati un potente strumento per stimolare il PIL e creare occupazione. I bonus fiscali hanno trainato, infatti, gli investimenti in edilizia nel biennio 2021-2022, considerando che un terzo dell'aumento del PIL è attribuibile proprio al settore delle costruzioni, con indubbi effetti positivi anche in termini di occupazione. In tale contesto, l'incidenza dei bonus edilizi, quindi, è stata decisiva, come dimostrano i principali studi che si sono occupati di stimare gli effetti macroeconomici e di retroazione fiscale introdotti dal superbonus 110 per cento. Tra questi, i più autorevoli sono stati elaborati da ANCI, dal Consiglio nazionale degli ingegneri, dal Censis, dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili e da Nomisma. Seppure con diversi approcci metodologici, le evidenze delle ricerche non lasciano dubbi circa gli effetti positivi generati dai bonus edilizi - e, in particolare, dal superbonus 110 per cento - sia per il sostegno all'economia sia per il gettito fiscale di ritorno. Con l'ultimo intervento, ad opera del Governo, si è determinato inopinatamente il blocco totale della cessione dei crediti e dello sconto in fattura per il futuro e il divieto di acquisto di crediti da parte degli enti pubblici, che si erano dimostrati disponibili ad acquistare i crediti incagliati; non si è, invece, affrontato in alcun modo il problema dei crediti incagliati legati ai bonus edilizi, acuendone anzi gli effetti negativi e ponendo ulteriori e più stringenti limitazioni alla circolazione dei crediti stessi, fino al loro conclusivo e definitivo blocco.

Si tratta di un intervento che ha gettato nel panico cittadini e imprese, creando la categoria degli “esodati del superbonus”. Da un lato, infatti, ci sono le imprese che hanno concluso i lavori, facendo ricorso alle proprie disponibilità finanziarie, e che adesso si trovano esposte, con le loro controparti coinvolte, cioè fornitori, lavoratori, professionisti e banche, a rischio di fallimento; dall'altro, ci sono le imprese che invece, non avendo più liquidità, hanno dovuto interrompere i lavori. Queste ultime, laddove non riuscissero a terminare gli interventi entro le scadenze di legge, si troveranno esposte non solo con tutte le controparti ma anche nei confronti dei propri committenti, famiglie o condomini, con un elevato rischio di contenzioso, dal momento che si troveranno a dover restituire all'erario ingenti somme di denaro. Su questo punto, quindi, riteniamo che il Governo debba intervenire immediatamente per sbloccare i crediti fiscali incagliati, anche adottando misure straordinarie finalizzate all'ampliamento della capienza fiscale dei soggetti coinvolti o con la possibilità di compensazione di imposte e tributi di famiglie e imprese, utilizzando, ad esempio, gli F24 a compensazione dei crediti maturati, una misura resa ora possibile anche dalle recenti indicazioni di Eurostat.

Riteniamo necessario, poi, che il Governo proceda con una riforma dei bonus fiscali per proseguire nella riqualificazione energetica e sismica del patrimonio edilizio pubblico e privato, favorendo politiche e progetti di rigenerazione urbana di lungo periodo, con un sistema di agevolazioni di carattere strutturale. È necessario, da questo punto di vista, confermare il meccanismo della cessione del credito e dello sconto in fattura, che, come abbiamo visto, sono strumenti essenziali per realizzare gli interventi, rimodulando gli incentivi soprattutto a favore dei soggetti a più bassa capacità reddituale. Dunque, serve un vero e proprio piano straordinario per l'efficientamento energetico del patrimonio edilizio di lungo periodo e con regole stabili nel tempo, a differenza di quanto accaduto con il superbonus che, da incentivo di massima propulsione, si è tramutato in un boomerang per cittadini e imprese che avevano fatto affidamento su una legge dello Stato e poi sono stati traditi.

Un ultimo inciso sulla direttiva case green, fortunatamente ieri adottata dal Parlamento europeo, e mi auguro che sia da spinta per trovare l'accordo finale con il Consiglio e proseguire sulla strada tracciata della riduzione dei consumi energetici e della decarbonizzazione del settore edilizio. Questa è una grande opportunità politica.

La destra, invece, sta dimostrando di essere il partito del “no”: “no” alla messa al bando delle auto con motore a scoppio: “no” alla direttiva EPBD, peraltro senza nemmeno partecipare ai lavori del Parlamento europeo, perché non una delle 10 riunioni dei relatori ombra ha visto la presenza della relatrice del gruppo della Lega, ad ennesima conferma che è tanto facile alzare il polverone alimentando paura e bugie, come il fantomatico divieto di vendita o di affitto sbandierato sui giornali o le sanzioni per i singoli proprietari. Nulla di tutto ciò!

La direttiva prevede non solo molte esenzioni e flessibilità per raggiungere gli obiettivi, ma aiuterà anche a ridurre le bollette, a creare posti di lavoro, ad affrontare la crisi climatica, a migliorare la salubrità di case, scuole e ospedali. Peraltro, ANCE, durante un'audizione nella Commissione attività produttive, sottolineava che, per raggiungere gli obiettivi della nuova direttiva EPBD, dovremo mantenere il ritmo attuale di ristrutturazioni, effettuate grazie al superbonus, e non tornare indietro. Per fare tutto ciò si potranno e, quindi, si dovranno utilizzare anche le risorse del Recovery Fund, del Fondo sociale per il clima e dei fondi di coesione, mettendo in sicurezza in primis le famiglie che oggi soffrono di povertà energetica, che abitano negli edifici più inefficienti e con fragilità economiche, secondo, quindi, un criterio che preveda che la spesa sia pari a zero per chi oggi è in povertà energetica, minima per i condomini e i redditi medi e maggiore per tutti coloro che se lo possono permettere.

Non solo. Anche il riordino del quadro degli incentivi e delle agevolazioni fiscali dovrebbe essere fatto nell'ottica di tornare ad una progressività fiscale, smantellata negli ultimi 30 anni e, invece, richiesta dalla nostra Costituzione, ad esempio in base ai consumi con i relativi prelievi in tariffa. Questo per noi significa combinare giustizia climatica e giustizia sociale (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Grazie, deputata Borrelli.

Ha chiesto di parlare il deputato Luigi Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Abbiamo già affrontato questa discussione e l'affronteremo ancora nell'ambito dell'esame del decreto apposito.

PRESIDENTE. Mi scusi, deputato Marattin. Ho erroneamente chiamato Borrelli la deputata Evi e di questo chiedo scusa. Prego.

LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Dunque, come dicevo, abbiamo affrontato e affronteremo ancora la questione. Quindi, ribadiamo concetti più volte espressi. Quello che è accaduto nel maggio 2020, non in relazione all'istituto del superbonus, che è un'altra cosa, ma alla cessione libera, indiscriminata e incontrollata dei crediti d'imposta derivanti dai bonus edilizi, fu un errore, anche da parte di chi lo condivise, perché è evidente, come detto più volte, che questa misura bandiera fu posta come conditio sine qua non da parte del partito di maggioranza relativa e quello era il decreto Rilancio, con 65 miliardi di indebitamento netto di aiuti alle famiglie e 155 miliardi sul saldo netto da finanziaria. Con il Paese in lockdown non si dice di “no” ad un decreto del genere con 300 norme, perché c'è un errore. Quindi, orgogliosamente ribadiamo di aver votato il decreto Rilancio nel maggio 2020, perché non si dice di “no” a 300 norme favorevoli ai cittadini italiani per un errore che tale era e tale consideriamo.

Comunque, se sia stato un errore o no è un dibattito che adesso non c'entra nulla, perché, a fronte della pronuncia di Eurostat, non ci dovrebbe essere dibattito o, meglio, ci dovrebbe essere un dibattito se volete di tipo tecnico, che sfida quel tipo di pronuncia di Eurostat, ma, dal punto di vista politico, non c'è niente da dire né da fare. Noi non possiamo prorogare lo sconto in fattura e la cessione indiscriminata, perché, altrimenti, dovremmo far saltare i conti pubblici nell'arco almeno dei prossimi due anni - questo è il punto - o, altrimenti, chi insiste nel volerlo fare ha l'obbligo di dirci esattamente come coprire l'ammanco enorme di risorse che ne deriverebbe.

Quindi, su questo punto siamo stati sempre molto chiari, però non vogliamo che ciò sacrifichi le famiglie e le imprese che hanno già firmato i contratti o hanno già iniziato una programmazione economica in merito ai lavori. Ecco perché abbiamo presentato emendamenti al decreto del Governo, che spostano dal 16 febbraio al 31 marzo la data entro la quale ottenere il titolo autorizzativo edilizio per poter accedere alla cessione del credito. Noi non pensiamo che questo abbia effetti rilevanti di finanza pubblica, perché siamo confinati nel primo trimestre.

Abbiamo anche presentato emendamenti che dicono: visto che, comunque, i lavori del 2021 e del 2022 li abbiamo tutti contabilizzati in indebitamento netto - il 1° marzo l'Istat ha rialzato il computo dell'indebitamento netto, del deficit, per il 2020, per il 2021 e per il 2022 -, allora, a questo punto, possiamo permetterci di smaltirli con l'F24, quindi con la compensazione in F24; noi pensiamo anche con l'allungamento a 10 anni del periodo su cui i cittadini possono spalmare la detrazione, scambiarsela fra coniugi. Tutte cose che non hanno più alcun effetto di finanza pubblica dal punto di vista del deficit; ce l'hanno, certo, di cassa. Ma, siccome in questa Repubblica, le informazioni sull'esatto andamento della cassa sono patrimonio riservato della Ragioneria generale dello Stato, vedremo la Ragioneria che cosa dirà rispetto ai nostri emendamenti. Ma noi riteniamo, per quanto a nostra conoscenza, che il problema di cassa - che esiste, non va negato - non sia un problema ostativo perché, a fronte di quel costo, c'è un beneficio nello sbloccare un po' di crediti incagliati, ripeto, relativi ai lavori passati.

Poi crediamo anche un'altra cosa: con riferimento alla storia dei bonus edilizi - invito a leggere l'audizione dell'Ufficio parlamentare di bilancio, ma anche altre, che fanno una buona storia rispetto alla progressione, alla storia stessa dei bonus edilizi -, abbiamo bisogno di dare un po' di stabilità al sistema. Abbiamo bisogno di dire che questa Repubblica incentiva all' “x” per cento - lungi da me dare una cifra - determinati tipi di lavori edilizi e lo fa strutturalmente.

Altre cose di cui non possiamo permetterci il costo forse è meglio non farle. Piuttosto che farle per un anno, che poi lo si proroga di un altro anno, che poi nel frattempo lo sia cambia cinque volte, che poi lo si modifica, durante la proroga, altre sei volte, credo o meglio crediamo abbia un costo superiore al beneficio. Quindi, siamo per la sistematizzazione dell'incentivo, non certo al 110, non certo neanche al 90, ma ad una percentuale che sarà ritenuta compatibile con gli obiettivi di politica economica e con quelli di finanza pubblica, in modo che gli italiani sappiano una volta per tutte che, se ti rifai casa e fai certi lavori, avrai diritto a questo tipo di sconto in tot anni dalla dichiarazione dei redditi. Questo è quello che pensiamo della vicenda.

Per affrontare i problemi in modo laico, bisogna uscire dal revanscismo per cui “l'abbiamo fatto noi, quindi adesso lo ripetiamo”. L'attuale maggioranza ha più volte autorevolmente sostenuto di prorogare lo sconto in fattura e la cessione indiscriminata, quindi, anche qui, un po' come sul MES, un po' come sulle accise sulla benzina, un po' come sul debito, un po' come sul gasdotto, sul TAP, cioè sulle trivellazioni in Adriatico, un po' come sul POS, c'è un problema di coerenza fra quando stavate all'opposizione e ora che state al Governo.

Ma lasciamo stare, cerchiamo di focalizzarci sul punto, al di fuori della contesa politica con la “p” minuscola e cerchiamo di andare alla contesa politica con la “p” maiuscola.

La pronuncia di Eurostat ci impedisce anche solo di considerare opzioni di proroga indiscriminata della cessione, a meno che non si voglia, legittimamente ovviamente, contestare i manuali di finanza pubblica dell'Unione europea, cosa che si può fare, ma non si può fare sulla base del fatto che “me l'ha detto mio cugino”, ma di considerazioni un pochino più articolate. E noi lo facciamo con la mozione presentata dal collega Del Barba e sottoscritta da tutto il direttivo del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe, con riferimento alla quale anticipo che non accettiamo l'eliminazione di quella parte della premessa che la Sottosegretaria ci ha annunciato e chiederemo il voto anche per parti separate. E voteremo anche parti delle altre mozioni presentate dai colleghi, perché, ripeto, non stiamo giocando al derby fra curve ultrà - avevo giurato di non ripetere più questa metafora, ma ogni giorno mi vengono offerte occasioni tali per non smettere di farlo -; non giochiamo a sto di qua, sto di là, perché qualcuno ha detto che devo stare di qua o di là. Giochiamo al fatto che questo è un problema, un problema serio, quello dei crediti incagliati, degli interventi e degli investimenti che sono necessari per la riqualificazione edilizia: cerchiamo di affrontarlo con un po' di pragmatismo, con un po' di senso delle istituzioni e di quello che ancora riteniamo essere il bene collettivo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Mazzetti. Ne ha facoltà.

ERICA MAZZETTI (FI-PPE). Grazie, Presidente, e grazie a tutti i colleghi presenti e al Governo. Oggi, dopo diversi mesi dalla presentazione della mozione, a mia prima firma, del gruppo Forza Italia, siamo qui a votarla. A discapito di quanto il MoVimento 5 Stelle ieri, tramite l'onorevole Santillo, aveva dichiarato, cioè che non ci sarebbe stata, oggi, questa votazione, con molta soddisfazione, ringraziando anche il Governo per il lavoro fatto, oggi invece siamo qui a dare una risposta ai cittadini, ai professionisti, agli imprenditori, ai fornitori che hanno investito il proprio patrimonio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE) in un provvedimento che in quel momento poteva essere utile, perché uscivamo da una crisi pandemica esagerata e da un momento di grande crisi finanziaria, che partiva dal 2008 con la crisi del mattone, e c'era necessità di dare un'accelerazione all'economia. Questa accelerazione, però, è stata sbagliata nei tempi, nei modi e nei calcoli da parte dell'allora Ministro Gualtieri, che aveva calcolato una cifra irrisoria rispetto a quella che, invece, era necessaria. Grazie a Forza Italia, però, oggi siamo qui a parlarne, a discuterne, senza andare a cercare di chi sono le colpe ma solo per dare una risposta e trovare delle soluzioni ai cittadini, perché è questo quello che conta e perché trovare delle colpe oggi non servirebbe a niente, tanto i cittadini sanno molto bene chi ha le colpe (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

La nostra mozione, in alcuni aspetti che ho ben espresso durante la discussione generale del 27 febbraio, è stata modificata, è stata snellita, proprio perché c'è un provvedimento in discussione, ora, in Commissione finanze, che riguarda lo stesso argomento. Anzi, non era nemmeno prescindibile che oggi si potesse discutere, proprio perché c'è in discussione un provvedimento, e devo ringraziare anche a tale riguardo la maggioranza e il Governo che hanno voluto questo. Ci sono tanti impegni a cui abbiamo dovuto rinunciare, ma non è per questo che facciamo a meno di trovare una soluzione. La soluzione va trovata, in primo luogo, per tutti quei crediti incagliati, ormai da oltre un anno, nei cassetti fiscali senza dare liquidità a chi ha investito. Questo è il primo punto. Non lo risolveremo certo con la mozione, ma lo risolveremo o proveremo a risolverlo con il provvedimento perché, sempre grazie a Forza Italia, sono stati presentati numerosi emendamenti, che verranno discussi a breve in Commissione, per dare delle risposte.

Abbiamo presentato delle proposte al Governo, che auspichiamo vengano ascoltate e accettate, perché non è tanto per una forza politica o per un'altra, ma è per i cittadini e a noi interessa soltanto questo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Sono diverse proposte, che non sto qui ad elencare, tanto sono note a tutti. Dopo questo, dobbiamo anche e soprattutto pensare, come è doveroso, a come procedere negli incentivi per quanto riguarda le ristrutturazioni. Sì, perché il nostro Paese ha un patrimonio immobiliare vetusto dal punto di vista dell'efficientamento energetico e sismico. Non è perché ce lo impone l'Europa ma perché abbiamo necessità di ristrutturare questi immobili per far star meglio i nostri cittadini che vivono nelle nostre abitazioni, ed è anche per questo che abbiamo presentato e continuiamo a presentare delle proposte al Governo.

Gli incentivi, però, non devono rovinare le casse pubbliche - questo è il primo punto - e devono essere premianti per coloro che migliorano le classi energetiche e le classi sismiche, perché non si può far credere ai cittadini - come ha fatto credere il Conte 2 - che tutti potevano rifarsi la casa gratis. Questo non poteva e non può esistere. Noi vogliamo efficientare gli immobili ma con criteri premianti; anche questo è parte non solo della nostra mozione ma anche degli emendamenti al provvedimento, perché quella è la parte fondamentale, perché quello poi sarà legge. Per questo motivo abbiamo incentrato tutto il nostro impegno e il lavoro per quella finalità.

Non è da meno, certo, questa mozione. Come ho detto, l'ho voluta io a metà gennaio, l'ho presentata, grazie anche alla firma di tutto il gruppo Forza Italia, e oggi ne discutiamo. Grazie a Forza Italia, almeno si prova a dare delle risposte a queste persone che hanno investito tutto il patrimonio economico e finanziario credendo in una legge dello Stato, perché era legge dello Stato, e che oggi si trovano in condizioni esasperate, ma non certo a causa nostra che siamo al Governo da 5 mesi. Noi eravamo coscienti, quando siamo arrivati, della situazione, perché buona parte di noi, fra l'altro, faceva parte della maggioranza. I problemi sono nati con il decreto Antifrode di oltre un anno e mezzo fa; da allora la cessione del credito è stata bloccata, cessione che ha impoverito coloro che avevano investito e, oggi, noi qui proveremo a dare una risposta.

Pertanto, Forza Italia, naturalmente, voterà a favore e vuole essere anche di sollecitazione al Governo. La maggioranza non ne ha bisogno perché qui tutti i parlamentari sono favorevoli a dare risposte concrete, tant'è che avevamo anche una mozione molto più corposa, condivisa da tutti, perché l'obiettivo era questo. La maggioranza sarà quindi favorevole ma sarà anche di impulso costruttivo al Governo, come abbiamo sempre fatto, sia quando eravamo in maggioranza con Draghi sia ora che siamo in maggioranza col Governo Meloni, senza perplessità - su questo non c'è dubbio - ma non in modo becero, come sta facendo il MoVimento 5 Stelle, facendo credere delle favole ai cittadini che non sono vere.

Per cui, noi continueremo nel lavoro costruttivo, in modo serio e pragmatico, dando delle risposte ai cittadini, non delle polemiche (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Lo sappiamo benissimo che siamo in maggioranza ed è per questo che abbiamo presentato degli emendamenti costruttivi, ma la maggioranza deve rispondere a un problema non causato da questa maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), ma che è stato causato, per due anni e mezzo e oltre, dal Governo Conte, grazie a Gualtieri che aveva sbagliato i conti. Ora, noi dobbiamo rifare anche quei conti, perché erano sbagliati. Promettere a tutti gli italiani di fare la casa gratis non era corretto e noi, oggi, vogliamo rispondere. Come ho detto ieri, Forza Italia è una forza di Governo che da sempre - è da circa trent'anni che esiste - è stata al fianco di imprenditori, professionisti, artigiani, fornitori, e non li abbandonerà certamente, ma dovrà anche fare i conti con le casse dello Stato. Intendiamo dare delle risposte e, soprattutto, pensare all'immediato futuro, perché nel 2023 sappiamo benissimo che chiunque ha presentato una pratica edilizia potrà utilizzare gli incentivi. Però, dobbiamo da ora - ed è questo il nostro intento e anche l'impegno della mozione - pensare a incentivi proporzionali e premianti per coloro che vogliono e devono investire sul proprio patrimonio immobiliare, senza mortificare e aggredire nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Emiliano Fenu. Ne ha facoltà.

EMILIANO FENU (M5S). Grazie, Presidente. Io non posso fare a meno di esprimere alcune considerazioni su quello che ho sentito negli interventi dei colleghi. Parto dalla collega Mazzetti, alla quale, in realtà, nell'intervento che mi ero preparato la settimana scorsa, quando si pensava di intervenire sulle mozioni, volevo fare i miei complimenti sinceri e personali per la mozione che aveva predisposto, perché era perfetta e noi l'avremmo votata. Adesso, invece, leggo una mozione che è stata chiaramente scritta dalla Ragioneria generale dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Mi chiedo come si possa pensare di rispondere all'emergenza delle imprese e delle famiglie, di cui tutti conosciamo le difficoltà, con un punto del dispositivo che inizia con: “a valutare la possibilità di adottare”. Questo è un tipico approccio della Ragioneria e nei tre impegni che sono stati indicati nella nuova mozione di Forza Italia, in realtà, non c'è nessun impegno, nessun riferimento allo sblocco dei crediti incagliati. Questo è il dato che dobbiamo registrare e far conoscere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ci sono degli impegni molto generici e, infatti, e non mi dispiace, il nostro voto si tramuterà in un voto contrario per il primo punto - che, mi dispiace dirlo, è alquanto ridicolo, senza voler esagerare - e in un'astensione sugli altri punti.

Proseguo con altre considerazioni su altre cose che ho sentito poco fa. Innanzitutto, io non so se la collega onorevole Mazzetti sappia che anche Forza Italia faceva parte del Governo Draghi nella scorsa legislatura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Non so se si ricorda che una delle maggiori critiche che abbiamo subito sul superbonus, in realtà, era legata alla complessità della misura; io ricordo bene che il Ministro Brunetta, allora componente anche del partito di Forza Italia, insieme a noi, aveva deciso di semplificare questa misura, quindi, in qualche modo si era fatto esplodere, in senso buono, il superbonus che dopo queste semplificazioni ha conosciuto uno sviluppo molto più veloce rispetto al precedente.

Sulle considerazioni del collega Marattin, sinceramente non ricordo che ci fosse una conditio sine qua non da parte del partito di maggioranza relativa; io ricordo invece che quando abbiamo scritto il decreto Rilancio nel 2020 le strade delle nostre città erano vuote, erano deserte e tutte le imprese erano chiuse. Noi non temevamo tanto il virus, quanto la crisi economica che ci sarebbe piombata addosso; invece, grazie a questa misura - non ricordo che ci fossero particolari contrarietà in quel periodo - siamo usciti da questo rischio di crisi con un PIL al 7 per cento. Anche su questo, sinceramente, avrei qualche perplessità, così come sulla questione dei costi del superbonus e delle entrate conseguenti, sull'indotto. Il collega Marattin purtroppo non c'è, ma ha fatto un riferimento, ha detto che questa misura andrebbe valutata non in base a quello che ha detto “mio cugino”, ma in base ai dati che ci fornisce il MEF, che ci forniscono altri istituti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il fatto è che non ce l'ha detto “nostro cugino” che c'è un ritorno, una retroazione fiscale che va dal 50 al 70 per cento, ce l'ha detto il Censis, ce l'ha detto ANCE, ce l'ha detto Nomisma.

In merito a quanto successo nelle settimane scorse vorrei far notare che, dopo il polverone sollevato, anche oggi dalla Presidente del Consiglio e dal Ministro dell'Economia, in realtà, la polvere a poco a poco si sta posando e si stanno definendo alcune forme che sono innegabili. Una riguarda le maggiori entrate dello Stato registrate e comunicate dal MEF per l'anno 2022 e che ammontano a 48 miliardi di euro; anno di maggiore successo del superbonus, anno in cui si sarebbe dovuto registrare il bubbone, secondo il Ministro Giorgetti, ma che invece ha fatto registrare entrate tributarie che hanno superato i 544 miliardi di euro, con un più 10 per cento rispetto al gettito del 2021 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Non solo, ma man mano che si posa la polvere, si fa più nitido il record storico di occupati di cui si è vantata anche la Presidente del Consiglio, Meloni, con il valore più alto - queste sono le sue parole - dal 2004. Si fa nitida la discesa del debito pubblico, certificata dalla NADEF, dal 149,8 per cento del 2021 al 144,7 per cento del 2022 e si fa nitida - anche questa è una buona notizia - la necessità del Governo di ritornare sui propri passi sulla cessione dei crediti e sullo sconto in fattura, necessità certificata dai 300 emendamenti presentati da tutte le forze politiche, in Commissione finanze, al decreto-legge n. 11 del 16 febbraio 2023, con i quali si chiede all'unisono la proroga dello strumento della cessione dei crediti, la riapertura strutturale dello strumento per gli interventi, per le categorie più fragili, per i meno abbienti, per le case popolari, per gli interventi di miglioramento antisismico, per il Terzo settore e per le case singole, insomma, un po' per tutti gli interventi. Il Governo dovrà tornare sui propri passi, rimangiarsi gli irresponsabili allarmi lanciati a reti unificate dal Presidente del Consiglio e dal Ministro Giorgetti. In quest'ultimo mese abbiamo ricevuto accuse che via, via, si sono rivelate completamente false.

Voglio ricordare, quindi, a tutti, quello che abbiamo vissuto nel 2020: tutti eravamo terrorizzati da quello che ci sarebbe piombato addosso. Siamo stati in grado di farlo perché abbiamo liberato un potenziale enorme su quel settore che più di tutti ci tocca il cuore, più di tutti riguarda la nostra maggiore forza e la nostra maggiore ricchezza economica: la casa, la nostra casa. Non è una questione solo strettamente economica, non mi riferisco soltanto all'innegabile crescita trascinata dall'edilizia, mi riferisco anche a un altro elemento, un elemento fondamentale, anch'esso motivo della crescita economica post pandemia, un elemento umano che questo Governo, con le sue decisioni, sta frustrando e sta tentando di depotenziare, e questo elemento è la fiducia, la fiducia nello Stato, la fiducia nel futuro. Per gli italiani, la casa, la possibilità di renderla più vivibile, di renderla migliore e di aumentarne il valore, è forse il carburante più potente, quello che più di tutti riesce a infondere e diffondere fiducia.

Noi, Presidente, abbiamo presentato la nostra mozione, a prima firma del collega Santillo. È una mozione che prevede, tra gli impegni, lo sblocco dei crediti incagliati, attraverso la compensazione dei crediti che le banche devono operare sui modelli F24; la possibilità di frazionare i crediti e renderli così più facilmente cedibili, consentendo al primo beneficiario di utilizzare immediatamente la detrazione sotto forma di credito; l'introduzione di strumenti di controllo e di certificazione, come la realizzazione, che abbiamo chiesto fin dall'inizio, di una piattaforma analoga a quella utilizzata per la certificazione dei crediti della pubblica amministrazione, che garantisca la circolazione sicura dei crediti certi. Chiediamo la stabilizzazione dei bonus edilizi connessi all'efficientamento energetico e all'adeguamento antisismico degli edifici, con la riattivazione del meccanismo della cessione del credito e dello sconto in fattura. Chiediamo di accompagnare la programmazione strutturale e la stabilizzazione con un'adeguata programmazione degli stanziamenti, anche attraverso le risorse della programmazione europea e tenendo conto degli effetti indotti sul gettito fiscale prodotti nel 2021 e nel 2022. A me dispiace che tutto questo era presente nella mozione Mazzetti e altri, ed è stato eliminato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Così come era presente la messa in dubbio dei calcoli fatti e diffusi dalla Ragioneria, dall'Ufficio parlamentare di bilancio, sul ritorno della misura; anche questo elemento, che dava conto degli studi fatti da istituti autorevoli, è stato eliminato.

Rinnovo l'invito a votare la nostra mozione, soprattutto se, come dite, vi sta a cuore il tema della casa. Io temevo che il Governo, oggi, sulla mozione sul superbonus ci rispondesse sui mutui, visto che poco fa la Presidente del Consiglio, Meloni, alla domanda sui mutui, ci ha espresso un parere sul superbonus (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Con la nostra misura, con il superbonus, grazie al meccanismo che ha fatto volare la misura, abbiamo imposto un principio che deve diventare un po' di tutti: ciascun cittadino italiano deve avere il diritto di accedere all'energia rinnovabile; allo stesso modo, il nostro Paese deve avere il diritto di crescere economicamente e di accrescere la propria ricchezza. Una volta tanto l'Italia deve avere il diritto di mostrare la sua resilienza e le sue migliori potenzialità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alberto Luigi Gusmeroli. Ne ha facoltà. Vorrei precisare, anzi ricordare, che, se non c'è un'autoregolamentazione degli interventi in dichiarazione di voto, non riusciremo a fare la seconda mozione. Questo a titolo informativo. A lei la parola, prego.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, bisogna avere onestà intellettuale su questo tema. Superbonus, cessione dei crediti e sconto in fattura, in un periodo storico in cui il PIL è crollato del 9 per cento, avevano una ragione, limitata a una contingenza temporale: uno, due, tre anni. Allo stesso modo, con onestà intellettuale, bisogna dire che una spinta, proprio in una fase difficile dell'economia, questi provvedimenti la hanno avuta. Ma, allo stesso modo, con onestà intellettuale, bisogna dire che la legge è stata scritta malissimo, che le norme sulla cessione del credito e lo sconto in fattura sono state scritte, allo stesso modo, male, tanto è vero che abbiamo avuto 9 miliardi di frodi, una cifra monstre, abbiamo avuto e abbiamo 19 miliardi di crediti incagliati, il Governo è dovuto intervenire per mettere in sicurezza i conti pubblici, ma soprattutto abbiamo imprese a rischio di fallimento, famiglie in ansia e un'insostenibilità generale di questa metodologia di bonus, cessione del credito e sconto in fattura. Il Governo è intervenuto proprio per mettere al riparo i conti pubblici e l'iter della legge in corso.

Sicuramente troveranno una sistemazione i lavori in corso dell'edilizia libera (caldaie, serramenti, fotovoltaici), le demolizioni e ricostruzioni relative al sisma bonus, così come gli interventi negli Istituti autonomi case popolari, le RSA o le ONLUS, ma in quei casi - ed io credo anche il tema delle villette in corso, per cui hanno fatto i lavori al 30 settembre, ma non hanno potuto ultimarli, non per colpa loro - il Governo da subito ha detto di voler tutelare il legittimo affidamento di imprese e famiglie che hanno aderito ad una norma, come vi dicevo, scritta male. Ma è giusto che coloro i quali l'hanno rispettata, vengano tutelati. È un impegno che ha preso il Governo. È un impegno che abbiamo più volte detto noi, anche prima del 17 febbraio. E, quindi, è giusto intervenire.

Ma qui il tema è anche guardare al futuro. Perché? Perché giustamente questa era una norma contingente, di un periodo, come dicevo e ripeterò sempre, scritta molto male, altrimenti non ci saremmo trovati in questa situazione di blocco e di imprese a rischio di fallimento. Sicuramente, in Commissione finanze, a fronte degli emendamenti e la volontà del Governo che sta lavorando da settimane, ascoltando tutte le categorie, si troverà una soluzione per il pregresso. Ma guardando al futuro, bisogna pensare a bonus edilizi strutturali che guardino a un periodo lungo e non alle date capestro dell'Europa, con 9 milioni di case da efficientare al 2030. È giusto pensare all'efficientamento energetico e a mettere in sicurezza sismica gli immobili, ma con i dovuti tempi e guardando la situazione italiana, che è diversa da quella di altri Paesi europei.

La Lega, con i colleghi della Commissione finanze e della Commissione attività produttive, la scorsa settimana ha depositato un progetto di legge strutturale che guarda ai bonus edilizi dal 2024 al 2040, dando certezza - ovviamente è assolutamente migliorabile - ma cercando di risolvere il problema anche della cessione del credito e dello sconto in fattura, che può, entro certi limiti, proseguire, ma per le fasce deboli, ossia per gli incapienti, intesi come persone che non hanno la possibilità di efficientare, perché non hanno i risparmi, quindi le fasce meno abbienti, gli incapienti fiscali. Ma chi se lo può permettere, è giusto che possa dedurre in dichiarazione dei redditi.

Se una legge scritta male viene scritta bene, può diventare una legge a regime. Una legge scritta male ha determinato questa situazione monstre di frodi e 19 miliardi di crediti incagliati. Noi abbiamo l'obbligo di aiutare a sbloccare imprese e famiglie in difficoltà in questo momento. Abbiamo l'obbligo in futuro di efficientare, ma con leggi scritte bene, anche non demonizzando, per le fasce più deboli, la cessione del credito e lo sconto in fattura, o per determinate categorie come case di riposo o case popolari. La Lega su questa mozione voterà favorevolmente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Volevo reiterare la richiesta che il Ministro Giorgetti venga in Aula a riferire su questo fantomatico buco di bilancio, perché - mi scusi, Presidente, la motivo - questo continuo stop and go sul superbonus sta creando problemi enormi a tantissimi cittadini. Mi rivolgo ai colleghi di maggioranza: avete inaugurato (Commenti)

PRESIDENTE. Le chiedo scusa.

ANTONINO IARIA (M5S). No, no, mi dispiace…Avete inaugurato…

PRESIDENTE. Ci sono le dichiarazioni di voto in corso. Questo intervento lo può svolgere dopo le votazioni su queste mozioni.

ANTONINO IARIA (M5S). Mi ha detto che potevo intervenire sull'ordine dei lavori. Allora, mi lasci finire (Commenti). Sto dicendo perché chiediamo al Ministro di venire…

PRESIDENTE. Abbiamo ascoltato le sue considerazioni, perché non è che non si dà la parola a prescindere. Ho ascoltato, le ho chiesto su cosa e lei ha risposto. Io la prego cortesemente di fare lo stesso intervento, non cambia niente, quando abbiamo finito almeno questa mozione.

ANTONINO IARIA (M5S). No, mi dispiace, adesso finisco l'intervento.

PRESIDENTE. La ringrazio.

Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, il deputato Merola. Ne ha facoltà.

VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con queste mozioni ci occupiamo di prefigurare un riordino, una razionalizzazione del sistema dei bonus edilizi. Lo dobbiamo fare per affrontare insieme una situazione di emergenza che, grazie al decreto del Governo, si è venuta a creare. Lo faremo con gli emendamenti che stanno presentando direi quasi tutte le forze politiche, a riprova di quanto il decreto sia stato inappropriato. Lo faremo, ma oggi vorrei insistere su un aspetto di prospettiva, a cominciare da questo fatto: una cosa che del superbonus credo sia incontrovertibile è che, con lo sconto in fattura e la cessione del credito, si è data la possibilità anche ai redditi più bassi di partecipare al sistema delle detrazioni.

Questo elemento - che definirei una componente della transizione ecologica - è importante, perché non c'è transizione ecologica se non riusciremo a garantire anche misure di giustizia sociale. Per cui, vorremmo che, in questo tentativo di riordino e di risistemazione, il primo aspetto da salvaguardare fosse proprio questo dell'attenzione anche alle fasce di reddito, in modo che ci sia equità tra i proprietari e la possibilità poi di fare queste ristrutturazioni per il risparmio energetico. Abbiamo bisogno quindi di questo riordino, abbiamo bisogno di rivedere i tetti delle detrazioni e di stabilire importi impegnati ogni anno, anche alla luce di quanto è capitato adesso con il decreto del Governo.

Il secondo aspetto da salvaguardare è quello di concentrare le risorse sulle classi energetiche G ed F, in particolare nei condomini e nell'edilizia popolare pubblica e privata, sulle ristrutturazioni, demolizioni e ricostruzioni antisismiche nonché sull'eliminazione delle barriere architettoniche.

A noi questi indirizzi paiono importanti, anche alla luce del fatto che dovremmo recepire la direttiva europea sulle case green, approvata dal Parlamento europeo con il voto contrario di questo Governo, ma che comunque richiede un impegno di finanziamento anche dell'Europa per riuscire ad attuare queste misure.

Credo sia importante avere la consapevolezza fra di noi che servirà un piano nazionale di attuazione - anche alla luce delle controversie che abbiamo avuto sulle misure del superbonus - adeguato e articolato nel tempo e negli obiettivi. Articolato nel tempo, perché, senza un insieme di misure, non basterà certo il sistema degli incentivi edilizi a raggiungere i traguardi di lotta all'inquinamento e di risparmio energetico, che condividiamo con l'Europa; articolato nelle modalità, perché servirà una politica industriale del settore edilizio che privilegi le filiere produttive dell'edilizia e abbia attenzione ai materiali. Servirà un sistema di incentivi anche urbanistici, oltre ad un rapporto adeguato con il privato, per le attuazioni necessarie, ma soprattutto servirà la consapevolezza fra di noi che dobbiamo programmare la crescita e lo sviluppo del nostro Paese. Servirà un finanziamento statale importante per le aree periferiche e le aree interne del nostro Paese, prevedendo anche sovvenzioni dirette per le fasce più deboli e le situazioni compromesse dal dissesto idrogeologico.

Dunque, rispetto a questo scenario, ci troviamo invece oggi a discutere del blocco imposto dal Governo con il decreto n. 11 che ha creato un'altra situazione di emergenza e di allarme per i cittadini interessati, le imprese e l'occupazione nel settore. Mentre discutiamo di buchi di bilancio e di eventualità di deficit, smentita da tutte le fonti tecniche interessate, credo sia importante a questo punto, come cerca di fare la nostra mozione, chiedere al Governo questi impegni: risolvere con urgenza il problema dei cosiddetti crediti incagliati, ossia quelli comunicati all'Agenzia delle entrate e non ancora utilizzati; riaprire, con capacità di mirare e selezionare, l'opzione dello sconto in fattura e della cessione del credito secondo parametri che tengano conto del reddito del beneficiario e delle esternalità positive dell'intervento, come nel caso dei condomini e degli immobili con classe energetica più bassa; prorogare la scadenza per l'invio dell'opzione di cessione del credito all'Agenzia delle entrate per le spese effettuate al 31 dicembre 2022 al fine di salvaguardare i soggetti che affrontano difficoltà nella cessione dei crediti. Dobbiamo, inoltre, procedere al riordino e alla razionalizzazione degli incentivi, dando una stabilità, non contingente e prorogabile di continuo, alle misure per un periodo congruo a consentire una programmazione degli interventi, anche per una gestione ordinata degli effetti delle misure approvate in sede europea con la direttiva Case green. Bisogna prevedere che tali strumenti siano commisurati a criteri di efficacia e di equità, tenendo conto dell'utilità per la collettività dell'intervento - quindi, dando priorità sul tipo di immobili - e tenendo in particolare considerazione i casi del sisma bonus e delle zone colpite dai terremoti, dell'efficientamento energetico degli immobili con più basse prestazioni, dell'abbattimento delle barriere architettoniche e delle caratteristiche del beneficiario - ripeto - a partire dai redditi più bassi, dagli edifici adibiti ad edilizia residenziale pubblica, che spesso coincidono con quelli abitati da famiglie in condizioni di povertà, dal Terzo settore.

Se fossimo sereni e onesti fra di noi, dovremmo dirci tutti, maggioranza e opposizione con parti invertite, che questo superbonus è stato varato con il consenso generale del Parlamento che ci ha preceduto, anzi con richieste da parte dell'allora opposizione di aumentare gli incentivi, non di tagliarli. Affrontiamo, quindi, questa discussione nel merito cercando di rimediare agli effetti di questo decreto, ma, soprattutto, cercando di sollevare da una situazione veramente difficile le imprese e i cittadini che si vedono coinvolti in questo blocco repentino, non discusso preventivamente, al quale insieme stiamo cercando di dare rimedio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato De Bertoldi. Ne ha facoltà.

ANDREA DE BERTOLDI (FDI). Presidente, grazie innanzitutto. Cercherò di accogliere per quanto possibile il suo appello e quindi cercherò di essere il più possibile sintetico nel mio intervento, anche perché non dimentico di avere il ruolo di relatore del decreto-legge n. 11 e quindi preferirò essere più specifico e più puntuale nelle sedi e nei momenti opportuni sul citato decreto. Mi sento però in dovere, a nome di Fratelli d'Italia, di chiarire quale deve essere l'approccio politico che chi ha davvero a cuore le sorti di questo Paese deve avere quando si parla di questi argomenti. Allora, voglio davvero augurarmi che non sia la propaganda ad ispirare la posizione delle forze politiche di maggioranza o di opposizione, ma l'interesse del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), cercando tutti assieme di andare nella direzione che gli italiani ci chiedono, dare risposte che siano nell'interesse del Paese.

Sono certo - mi voglio sbilanciare a tal punto - che nel decreto n. 11 miglioreremo assieme quel decreto per dare risposte migliori ai cittadini. Dopodiché ovviamente non mi esimo dal dire quale sia la mia posizione politica sui bonus edilizi, ma sono certo facendo miei anche il parere e la volontà di gran parte di questo Parlamento. Ritengo che si potrebbe sintetizzare il tutto nelle parole “idea buona, realizzata male”. Infatti, pensando alla finanziaria 2020 (io in particolare in Senato e anche molti di voi erano in Parlamento), ricordo quando venne approvato, con la nostra opposizione ovviamente, un qualcosa che permetteva, ad esempio, di non avere asseverazioni, di non avere visti di conformità, di non avere un tetto alla spesa. Era il bonus facciate 90 per cento, quello che ha creato ad esempio tante frodi. Ecco, quella poteva anche essere una buona idea, ma, realizzata in quel modo, è stata un grave sbaglio. Per questo e per molte altre ragioni, che poi politicamente potremo approfondire al momento opportuno, era giusto porre un termine a quella normativa e risolvere i problemi che essa aveva creato.

Voglio ricordare che il Governo presieduto da Giorgia Meloni, che è al Governo da quattro mesi, si ritrova oggi a dover affrontare il problema del blocco dei crediti, dell'incaglio dei crediti, dovuto a 34 variazioni normative, di cui ben 32 erano provenienti da Governi dei quali noi eravamo all'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi, oggi abbiamo cercato e stiamo cercando solamente di dare risposte ai problemi creati da altri. Non so se ci riusciremo, ma certamente ci stiamo provando e lo vogliamo fare anche insieme a voi.

Nel merito, la mozione che qui ci troviamo a discutere, come qualcuno ha sottolineato, è certamente semplificata, anche perché siamo tutti consapevoli - o almeno dovremmo esserlo - che è in corso l'esame del decreto-legge. Stiamo tutti aspettando anche il confronto, le risposte terminali del Governo sulle proposte emendative che maggioranza e opposizione hanno presentato. È chiaro che la mozione deve avere un valore preminentemente politico ovvero la mozione deve indicare che tutto il centrodestra non è contro il principio dei bonus edilizi, ma è disponibile a migliorare il decreto emanato e anche a dare una prospettiva nella direzione dei bonus che ci saranno nei prossimi mesi. Questo è il significato politico della mozione! Certamente, come già detto anche dal collega della Lega Gusmeroli, che mi ha preceduto, sono convinto che le risposte che daremo sugli emendamenti risolveranno gran parte dei problemi che ovviamente sono nati dopo un decreto che è dovuto intervenire in termini molto rapidi proprio per i problemi nei conti pubblici, problemi che hanno evidenziato quegli organi tecnici dei ministeri che voi, quando eravate al Governo, avete sostenuto sempre.

Quando noi criticavamo certe posizioni degli organi dei Ministeri, voi li avete sempre sostenuti. Allora, se quegli organi oggi hanno detto che c'erano gravi problemi nei conti pubblici, sono le stesse persone che voi avete osannato negli anni precedenti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Vado alla conclusione, perché mi fanno presente che i tempi stanno scadendo. Ricapitolando quanto chiediamo al Governo in questa mozione, dalla valenza soprattutto politica, in primo luogo, si tratta di riordinare il sistema dei bonus edilizi, come già detto. In tal senso, ricordo anche un emendamento, che io stessi feci approvare sulla relazione finale della Commissione banche, laddove si chiese di intervenire anche sull'efficientamento energetico, come a dire che il bonus deve essere calibrato anche sull'efficientamento energetico, perché non può essere uguale per tutti, ricchi e poveri, e indipendentemente dall'efficientamento conseguito.

Il secondo punto è dare risposte alle ONLUS e alle case popolari. È il sistema del welfare, che dovrebbe stare a cuore a voi come a noi e come dimostreremo sicuramente nel decreto e nei prossimi provvedimenti, dando alle ONLUS e alle case popolari quel rispetto che serve.

Per concludere, c'è la mia categoria.

Sono un professionista e ho sempre lamentato che le libere professioni sono state poco ascoltate nei provvedimenti fondamentali del Governo.

Vedrete - e lo dimostra la mozione – che, nei prossimi provvedimenti, nei bonus edilizi, che avranno anche la firma del centrodestra e di Fratelli d'Italia, gli ordini professionali saranno protagonisti, affinché non si verifichino più quelle situazioni che ho citato prima e che hanno negativizzato i bonus esistenti ad oggi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Stiamo prendendo un po' di tempo, per mettere in ordine le carte e consentire di procedere alla votazione, riportando tutti i pareri che ci ha dato il Governo.

Passiamo ai voti.

Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse delle votazioni precedenti.

Avverto che è stata chiesta la votazione per parti separate della mozione Mazzetti, Congedo, Gusmeroli, Semenzato ed altri n. 1-00040 (Ulteriore nuova formulazione), nel senso di votare, dapprima, il 1° capoverso del dispositivo, a seguire, congiuntamente il 2° e il 3° capoverso del dispositivo, infine, ove il dispositivo venga, in tutto o in parte approvato, la premessa.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Mazzetti, Congedo, Gusmeroli, Semenzato ed altri n. 1-00040 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al 1° capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Mazzetti, Congedo, Gusmeroli, Semenzato ed altri n. 1-00040 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al 2° e 3° capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

A seguito dell'approvazione del dispositivo della mozione Mazzetti, Congedo, Gusmeroli, Semenzato ed altri n. 1-00040 (Ulteriore nuova formulazione), verrà ora posta in votazione la premessa.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Mazzetti, Congedo, Gusmeroli, Semenzato ed altri n. 1-00040 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente alla premessa, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Santillo ed altri n. 1-00048 (Nuova formulazione), su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Zanella ed altri n. 1-00075, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Passiamo alla votazione della mozione Manes ed altri n. 1-00076.

Avverto che i presentatori hanno accettato l'espunzione dei capoversi 6, 7 e 8 del dispositivo, pertanto il parere del Governo deve intendersi favorevole alla mozione nella sua interezza. Avverto, altresì, che il gruppo MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare distintamente ciascun capoverso del dispositivo e, ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato, la premessa.

Avverto, infine, che, a seguito dell'espunzione dei capoversi 6, 7 e 8 del dispositivo, il 9° capoverso verrà posto in votazione come sesto.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Manes ed altri n. 1-00076, limitatamente al 1° capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Manes ed altri n. 1-00076, limitatamente al 2° capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Manes ed altri n. 1-00076, limitatamente al 3° capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Manes ed altri n. 1-00076, limitatamente al 4° capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Manes ed altri n. 1-00076, limitatamente al 5° capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Manes ed altri n. 1-00076, limitatamente al 6° capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

A seguito dell'approvazione del dispositivo della mozione Manes ed altri n. 1-00076, ne verrà ora posta in votazione la premessa.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Manes ed altri n. 1-00076, limitatamente alla premessa, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

Passiamo alla votazione della mozione Del Barba ed altri n. 1-00087.

Avverto che i presentatori non hanno accettato l'espunzione del 22° capoverso della premessa e dei capoversi 1° e 4° del dispositivo, e, dunque, ricordo che il parere del Governo su tali capoversi è contrario.

Avverto, inoltre, che i presentatori ne hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare dapprima e distintamente ciascun capoverso del dispositivo e a seguire, ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato, la premessa, ad eccezione del 22° capoverso. Infine, ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato, il 22° capoverso della premessa.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Del Barba ed altri n. 1-00087, limitatamente al 1° capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Del Barba ed altri n. 1-00087, limitatamente al 2° capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Del Barba ed altri n. 1-00087, limitatamente al 3° capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Del Barba ed altri n. 1-00087, limitatamente al 4° capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

A seguito dell'approvazione di parte del dispositivo della mozione Del Barba ed altri n. 1-00087, ne verrà ora posta in votazione la premessa, ad eccezione del 22° capoverso. Il parere del Governo è favorevole.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Del Barba ed altri n. 1-00087, limitatamente alla premessa, ad eccezione del 22° capoverso. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Del Barba ed altri n. 1-00087, limitatamente al 22° capoverso della premessa. Il parere del Governo è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Merola ed altri n. 1-00088, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Colleghi, mi pare che vi sia un'intesa tra i gruppi, nel senso di rinviare il seguito dell'esame delle mozioni concernenti iniziative di competenza in relazione alla vicenda nota come “Qatargate” alla prossima settimana. Questo è quello che è stato recepito dalla Presidenza. Se non vi sono obiezioni, così rimane stabilito.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Carotenuto. Su che cosa?

DARIO CAROTENUTO (M5S). Sull'ordine dei lavori, Presidente.

PRESIDENTE. Ma su questo argomento?

DARIO CAROTENUTO (M5S). No, è che a Napoli stanno avvenendo scontri che ci preoccupano in maniera molto seria. Ci sono tifosi tedeschi che stanno mettendo a soqquadro la città e, francamente, questo lo troviamo particolarmente grave, perché questi scontri erano facilmente prevedibili. Quindi, vogliamo chiedere assolutamente un'informativa urgente del Ministro Piantedosi, che venga a riferire in Aula su questa gestione, che, peraltro, sta mettendo in pericolo l'integrità e la salute delle nostre Forze dell'ordine (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), cui va la nostra solidarietà, non so se la vostra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Prosegua, non deve dialogare con altri colleghi o altri gruppi.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Mi sembra che voi in passato siate stati particolarmente sensibili. Mi sembra che la maggioranza…

PRESIDENTE. Lei ha me per interlocutore. Che le piaccia o meno, è così.

DARIO CAROTENUTO (M5S). …mi sembra che questa maggioranza sia stata sempre particolarmente sensibile su questo tema. Quindi anche noi, per una volta, data la gestione evidentemente insoddisfacente (se vedete le immagini, sono veramente di una città messa a ferro e a fuoco), chiediamo che il Ministro venga a riferire presto in Aula su come ha gestito la trasferta di questi tifosi tedeschi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, ero venuto a chiedere di potere fare l'intervento alla fine dei lavori, ma ho capito che non funziona, seguendo le regole che ci siamo dati.

Allora, avevo chiesto…

PRESIDENTE. No, mi perdoni. È stata fatta una richiesta da parte di un suo collega di intervento sull'ordine dei lavori.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Non è sull'ordine dei lavori. Questi sono interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Io non posso prevedere che cosa verrà detto. Una volta che ho dato la parola, perché così mi è stato richiesto, si è parlato dello stesso argomento di cui vuole parlare lei.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Va bene.

PRESIDENTE. Invece, di farla parlare a fine seduta, la faccio parlare adesso, con il medesimo diritto del collega che l'ha preceduta. Prego.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Ma si figuri, non è per una questione… Tutti quanti… Secondo me, la cosa è talmente grave che…

PRESIDENTE. Per chiarirlo anche ai colleghi, visto che lei puntualizza.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Ovviamente, tutti hanno pienamente ragione, ma, nel momento in cui ero venuto a chiederlo, lei mi ha detto: “Alla fine dei lavori”. Io seguo le regole, ma va bene lo stesso, perché l'importante è parlare del problema.

Ovviamente, la richiesta che facciamo noi, come Alleanza Verdi e Sinistra, è che il Ministro Piantedosi venga immediatamente a riferire in Aula su quello che è successo. In questo momento, la città di Napoli è sotto assedio. In questo momento, c'è una guerriglia urbana collegata a scontri tra la polizia e i tifosi venuti dalla Germania. Ci sono auto della polizia incendiate, gente picchiata per strada, persone che stanno fuggendo. Andate a vedere i video su tutti i social e sui quotidiani.

È una situazione, tra l'altro, annunciata. Infatti, stamattina i tifosi tedeschi avevano detto che avrebbero messo a ferro e fuoco la città. Hanno organizzato e realizzato un corteo non autorizzato in città (Commenti del deputato Deidda)

PRESIDENTE. Colleghi! Collega Deidda! Prego, prosegua.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Dicevo che hanno organizzato un corteo non autorizzato all'interno della città e, arrivati nella zona turistica, hanno cacciato i turisti dal centro storico di Napoli, hanno dato fuoco agli autobus e li hanno distrutti. Hanno incendiato auto della Polizia e adesso ci sono le Forze dell'ordine in tenuta antisommossa con scontri in atto. Quei soggetti non dovevano arrivare in Italia, non dovevano arrivare nella città di Napoli e in nessun'altra città.

Stamattina ho letto che il presidente dell'UEFA ha affermato che era una vergogna che il TAR avesse detto che non potevano entrare allo stadio. Invece, non dovevano entrare da nessuna parte questi soggetti! E il Ministro, che era a conoscenza di tutto ciò, visto che è pubblico tutto quello che sto dicendo, doveva fare interventi e organizzare una situazione dell'ordine pubblico totalmente diversa.

Tra l'altro - e concludo -, oggi, i danni li pagheremo noi napoletani e noi italiani. Hanno fatto già danni per 2-3 milioni di euro, oltre al fatto che non sappiamo quanti feriti ci sono in questo momento. Allora, rispetto a questa vicenda, credo sia necessario che il Ministro Piantedosi venga a spiegarci come sia stato possibile tutto ciò.

PRESIDENTE. Ovviamente, la sua richiesta è recepita.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA (ore 18,13)

Relazione conclusiva della Commissione di indagine richiesta dai deputati Debora Serrachiani, Silvio Lai e Andrea Orlando.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, lo scorso 3 febbraio 2023 è stata istituita, ai sensi dell'articolo 58 del Regolamento, una Commissione di indagine su richiesta dei deputati Debora Serracchiani, Silvio Lai e Andrea Orlando. Nella giornata odierna, la Commissione ha concluso i propri lavori, approvando una relazione.

Ricordo che l'Assemblea prenderà atto della relazione conclusiva senza dibattito, né votazione, a norma dell'articolo 58 del Regolamento.

Invito, quindi, il presidente della Commissione di indagine, onorevole Sergio Costa, a prendere la parola per dare lettura della relazione conclusiva.

SERGIO COSTA, Presidente della Commissione di indagine. Grazie, Presidente. Prima di leggere gli atti della Commissione, col suo permesso, signor Presidente, ringrazio il Segretario generale, tutti i dirigenti, i funzionari e tutto lo staff della Camera per il preziosissimo lavoro che hanno fatto.

Mi preme anche ringraziare i colleghi, che vedete seduti a questo tavolo (veramente l'onorevole Colucci ci sta per raggiungere), per il clima sereno col quale abbiamo lavorato e anche per aver raggiunto, come leggeremo, una conclusione all'unanimità.

Quindi, col suo permesso, adesso inizio la lettura dal capitolo 1.

1. L'istituzione della Commissione, l'oggetto dell'indagine, l'iter parlamentare.

1.1 L'intervento del 31 gennaio 2023 del deputato Donzelli e la richiesta di istituzione del Giurì d'onore da parte dei deputati Serracchiani, Lai e Orlando.

Nella seduta del 31 gennaio 2023 dell'Assemblea della Camera dei deputati, durante la discussione delle proposte di legge C. 303-A​ e abbinate recanti "Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere” - a seguito dell'intervento svolto dal deputato Giovanni Donzelli per dichiarazione di voto sull'art. 1 del provvedimento - è stata richiesta dai deputati del gruppo del Partito democratico la costituzione della Commissione ex art. 58 del Regolamento della Camera (Giurì d'onore). Alla richiesta, che giudichi la fondatezza delle accuse loro rivolte dal deputato Giovanni Donzelli nel corso della seduta dell'Assemblea del 31 gennaio 2023, formulata nel corso della discussione in Assemblea dai deputati Debora Serracchiani e Andrea Orlando, si è associato, con lettera, il deputato Silvio Lai.

La richiesta di costituzione del Giurì d'onore è stata poi nuovamente avanzata nel corso della Conferenza dei presidenti dei gruppi svoltasi alle ore 13 della medesima giornata del 31 gennaio 2023.

Alla ripresa pomeridiana dei lavori dell'Assemblea del 31 gennaio scorso, dopo diversi interventi sul tema, il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha evidenziato quanto segue: “In proposito, nell'ambito delle prerogative previste dall'articolo 58 del nostro Regolamento, è stato richiesto al Presidente della Camera di nominare un'apposita Commissione che sarà incaricata di verificare quanto accaduto e la fondatezza delle affermazioni rese nel corso della seduta. Ritengo che l'attivazione di tale strumento potrà senz'altro condurre a un'opportuna soluzione della vicenda (…)”.

Alla luce dell'articolo 58 del Regolamento e della relativa prassi applicativa, il Presidente della Camera, sussistendone i presupposti, dava quindi corso alla richiesta formulata dai deputati Serracchiani, Lai e Orlando e nominava conseguentemente, nella seduta del 3 febbraio 2023, una Commissione di indagine di cui ha chiamato a far parte il sottoscritto, in qualità di Presidente, e i deputati Fabrizio Cecchetti, Alessandro Colucci, Roberto Giachetti e Annarita Patriarca, quali componenti.

La Commissione è stata chiamata a riferire alla Camera entro il 10 marzo 2023, termine poi prorogato dal Presidente della Camera, su richiesta della Commissione, al 29 marzo 2023.

1.2 L'articolo 58 del Regolamento della Camera e la prassi parlamentare in materia

L'articolo 58 del Regolamento della Camera prevede che: “Quando nel corso di una discussione un deputato sia accusato di fatti che ledano la sua onorabilità, egli può chiedere al Presidente di nominare una Commissione la quale giudichi la fondatezza dell'accusa; alla Commissione può essere assegnato un termine per presentare le sue conclusioni alla Camera, la quale ne prende atto senza dibattito né votazione”.

Nella costante prassi parlamentare, la nomina di un Giurì d'onore presuppone la sussistenza dei seguenti elementi:

a) l'addebito personale e diretto di un parlamentare nei confronti di un altro parlamentare nel corso di una discussione in Assemblea o in Commissione;

b) l'attribuzione di uno o più fatti determinati. Rimane escluso che possa avere luogo il Giurì d'onore in casi di mero insulto o di addebiti relativi al modo d'essere della persona. In tali casi è teoricamente possibile sollevare il fatto personale ai sensi dell'articolo 42, comma 1, o chiedere le sanzioni di cui all'articolo 60, comma 3;      

c) la possibilità che la Commissione d'indagine – che, come noto, non dispone di poteri di inchiesta – proceda in ambito parlamentare all'accertamento della fondatezza dell'accusa, acquisendo documenti e testimonianze spontanee.

La Commissione di indagine richiesta dai deputati Serracchiani, Lai e Orlando, costituita, come già ricordato, il 3 febbraio scorso, si è riunita nella giornata di mercoledì 15 febbraio 2023 specificando i principali aspetti procedurali e di metodo che ne hanno caratterizzato i lavori e definendo il successivo calendario.

Nella giornata di mercoledì 22 febbraio 2023 la Commissione ha proceduto alle audizioni dei deputati Serracchiani, Lai e Orlando. La Commissione ha altresì proceduto all'audizione del senatore Verini accogliendo la sua richiesta. Ha quindi proceduto all'audizione del deputato Donzelli.

Per quanto riguarda l'audizione del senatore Verini, la Commissione ha ritenuto importante precisare che la richiesta del senatore di essere ascoltato è stata accolta dalla Commissione, fermo restando che gli accertamenti e la Relazione finale - che riguardano ed esplicano i propri effetti nei confronti dei soli deputati - non possono, in alcun modo, riguardare profili concernenti la sua persona. La Commissione ha peraltro unanimemente convenuto che andrà valutata, nelle sedi idonee, sotto un profilo costituzionale e regolamentare, ogni possibile modalità affinché sia assicurato il diritto di tutela per i componenti di entrambe le Camere nel caso si venga accusati di fatti ritenuti lesivi della propria onorabilità nel corso della discussione presso uno dei due rami del Parlamento.

Alla Commissione è stata consegnata documentazione da parte dei deputati auditi consistente, in particolare, in articoli tratti da organi di stampa, siti Internet, social media. La deputata Serracchiani ha altresì trasmesso una memoria scritta in data 23 febbraio 2023 di cui la Commissione ha preso atto.

La Commissione ha, al contempo, convenuto di tenere conto della documentazione ritenuta essenziale, contenuta in documenti di pubblico dominio, risultante da dichiarazioni rese agli organi di stampa o sui social media.

Nella prima seduta della Commissione di indagine è stato ricordato che le sedute della Commissione non sono pubbliche e ad esse partecipano esclusivamente i deputati che la compongono. Gli atti e i documenti, tranne la relazione finale, sono coperti dal segreto; tutti i componenti sono tenuti alla riservatezza degli atti.

La Commissione si è successivamente riunita nelle giornate di mercoledì 1°, giovedì 2 e martedì 7 marzo per la consultazione della documentazione relativa alle audizioni svolte. A tal fine è stata consegnata, a ciascun componente, una copia nominativa dei resoconti integrali delle audizioni per la lettura esclusivamente nel corso delle sedute.

La Commissione si è quindi riunita nelle sedute di mercoledì 8 marzo, di martedì 14 e di mercoledì 15 marzo 2023 approvando la Relazione conclusiva all'unanimità.

1.3 L'oggetto dell'indagine e la delimitazione del perimetro.

Quanto all'oggetto dell'indagine, già nella prima riunione, la Commissione ha chiarito di essere chiamata a giudicare della fondatezza delle accuse rivolte dal deputato Giovanni Donzelli nel corso della seduta dell'Assemblea del 31 gennaio 2023. Nel corso della seduta del 15 febbraio 2023 la Commissione ha definito quindi puntualmente il proprio perimetro di azione tenendo conto del quadro regolamentare e della prassi parlamentare costante che ne hanno caratterizzato l'agire. Si è convenuto, in tale quadro, unanimemente, che l'unico oggetto degli accertamenti del Giurì potesse essere identificato nelle frasi contenute nell'intervento in Assemblea del deputato Donzelli del 31 gennaio 2023 e nella verifica dei fatti imputati ai singoli deputati citati nelle suddette dichiarazioni. Non rientrano dunque in alcun modo nell'oggetto dell'esame tutti quei li atti citati nell'intervento del deputato Donzelli, la loro provenienza e la loro diffusione; profili, questi, che sono all'attenzione di altri soggetti istituzionali che operano secondo le funzioni e le competenze loro attribuite.

È importante in questa sede ribadire che l'attività della Commissione di indagine, come delineata dall'art. 58 del Regolamento, dispiega i propri effetti esclusivamente all'interno dell'ordinamento parlamentare e naturalmente non condiziona in alcun modo l'accertamento dei fatti nelle forme previste dall'ordinamento generale dello Stato. La decisione cui perviene la Commissione in ordine alla fondatezza dell'accusa non ha contenuto sanzionatorio, come stabilito dalla citata previsione regolamentare.

Sulla base delle valutazioni sopra esposte, la Commissione ha delimitato il proprio ambito di intervento - rispetto alla possibile lesione dell'onorabilità dei deputati Serracchiani, Lai e Orlando - esclusivamente alle seguenti parole pronunciate dal deputato Donzelli nell'intervento in Assemblea della Camera dei deputati del 31 gennaio 2023:

“Il 12 gennaio 2023, mentre parlava con i mafiosi… […] Cospito incontrava anche i parlamentari Serracchiani, Verini, Lai e Orlando, che andavano a incoraggiarlo nella battaglia! Allora, voglio sapere, Presidente, se questa sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi con la mafia! Lo vogliamo sapere in quest'Aula oggi!”.

Per quanto riguarda la seconda parte del segmento finale dell'intervento la Commissione ha unanimemente ritenuto che non si potesse sostanzialmente procedere ad alcuna verifica fattuale, rispetto a quanto affermato dal deputato Donzelli, trattandosi di una domanda retorica di natura eminentemente politica. Come sottolineato anche in precedenti Relazioni conclusive, i rilievi che non contengono una vera e propria accusa fattuale bensì un giudizio di carattere eminentemente politico non sono oggetto di indagine nell'ambito dello strumento di cui all'art. 58 del Regolamento.

Pertanto si è convenuto che l'oggetto dell'accertamento della Commissione di indagine non potesse che consistere esclusivamente nelle dichiarazioni rese nella prima parte del segmento finale dell'intervento del deputato Donzelli dove afferma che “Il 12 gennaio 2023, mentre parlava con i mafiosi… (...) Cospito incontrava anche i parlamentari Serracchiani, Verini, Lai e Orlando, che andavano a incoraggiarlo nella battaglia!”.

Pur essendo evidente che anche tale affermazione contiene un profilo di politicità, tuttavia il suo contenuto è stato ritenuto suscettibile di verifica da parte della Commissione.

A tal fine, è stato ritenuto pregiudiziale l'individuazione di cosa si sia inteso, in tale intervento, con il riferimento “all'incoraggiamento nella battaglia”.

Una volta definito il perimetro oggetto di verifica la Commissione ha focalizzato la propria istruttoria sulla valutazione della fondatezza delle accuse in relazione al significato e al contenuto da dare alle suddette affermazioni pronunciate nell'intervento del deputato Donzelli in Assemblea del 31 gennaio scorso.

2. Analisi della fattispecie

In via preliminare la Commissione intende ribadire un profilo emerso unanimemente da parte di tutti gli auditi e che condivide convintamente: il diritto di accesso agli istituti carcerari espressamente previsto dell'art. 67 dell'ordinamento penitenziario costituisce una delle prerogative proprie del mandato parlamentare e rappresenta un vero e proprio diritto-dovere di ciascun membro del Parlamento, che trova il fondamento ultimo nei principi enunciati dall'art. 27 della Costituzione. Andare a visitare un detenuto non vuol dire in alcun modo automaticamente condividerne le ragioni o sostenerlo in qualsiasi forma.

2.1 Elementi sulla visita del 12 gennaio 2023 presso il carcere di Bancali (SS).

Nel corso delle audizioni è stato ripercorso, nel dettaglio, lo svolgimento della visita del 12 gennaio all'istituto carcerario di Bancali (SS) da parte dei parlamentari che vi hanno preso parte.

In tale quadro, sono stati riportati, da tutti i parlamentari interessati, anche a seguito di specifiche richieste dei componenti del Giurì d'onore, i tempi e le modalità con cui è stata programmata e svolta la visita all'istituto carcerario.

In particolare, è stato precisato nel corso delle audizioni che la decisione di effettuare la visita è stata assunta il giorno prima, anche a seguito dell'appello pubblicato il 7 gennaio 2023 su alcuni organi di stampa, sottoscritto da numerosi giuristi.

La delegazione ha riportato che presso l'istituto carcerario di Bancali si sono svolti colloqui con la direttrice del carcere, con il capo della polizia penitenziaria, con i medici dell'infermeria e con il medico responsabile anche del Cospito. La delegazione ha appreso allora che il “gruppo di socialità” del Cospito era da poco cambiato e nessuno era a conoscenza degli altri tre detenuti che si trovavano nell'area riservata a coloro cui è applicata la misura di cui all'art. 41-bis.

Gli auditi hanno fatto presente di essersi dapprima recati nell'area dei detenuti comuni e, quindi, nella zona dedicata ai detenuti cui è applicata la misura di cui all'articolo 41-bis.

Dalle audizioni dei parlamentari facenti parte della delegazione emerge che il Cospito ha argomentato in merito al suo stato di salute e alle sue valutazioni in ordine all'applicazione dell'art. 41-bis alla sua persona e a tutti i detenuti interessati dalla misura.

Gli auditi hanno riferito alla Commissione di essersi sostanzialmente limitati ad ascoltare quanto rappresentato dal Cospito.

Riguardo alla situazione di salute del Cospito, nel corso delle audizioni il deputato Lai, nella sua qualità di medico, ha ricordato come le preoccupazioni fossero legate in modo particolare sia all'elevato numero di giorni, circa 70, da cui era in corso lo sciopero della fame, sia alle condizioni del reparto penitenziario dell'ospedale civile della città, non adeguate nel caso si fosse reso urgente un ricovero del detenuto.

2.2 L'intervento in Assemblea del 31 gennaio 2023 e gli elementi acquisiti dalla Commissione ne l corso dell'istruttoria svolta.

Le audizioni svolte dalla Commissione nel corso dell'istruttoria hanno consentito di focalizzare l'attenzione sulle affermazioni, oggetto dell'indagine, pronunciate in Assemblea nella seduta del 31 gennaio 2023 tenendo conto degli elementi forniti da ciascun audito.

Nel corso delle audizioni si è quindi preliminarmente preso atto di quanto evidenziato dal deputato Donzelli riguardo al fatto che le argomentazioni svolte nel corso del suo intervento in Assemblea del 31 gennaio - in merito alle affermazioni oggetto del perimetro di indagine del Giurì d'onore - hanno tenuto conto e hanno preso spunto esclusivamente da quanto emergeva dagli organi di stampa e sui social, dunque da fonti aperte. In particolare, sono state richiamate dal deputato Donzelli le dichiarazioni rese dai parlamentari prima e dopo la visita e le ricostruzioni effettuate da quotidiani e siti internet successivi all'appello dei giuristi del 7 gennaio 2023 e negli articoli del 30 e 31 gennaio 2023, giorno quest'ultimo del suo intervento in Assemblea. Inoltre il crescendo di episodi e minacce di quei giorni, unitamente ai diversi articoli e ricostruzioni pubblicati sugli organi di stampa, hanno contribuito ad aumentare la sua preoccupazione per gli eventuali effetti indiretti delle dichiarazioni rilasciate sulla tenuta complessiva delle posizioni a favore del mantenimento del 41-bis per tutti i detenuti.

La Commissione è partita dal presupposto per cui, alle parole del deputato Donzelli “incoraggiamento alla battaglia”, come emerso nel corso dell'istruttoria svolta, possono essere attribuiti, tenuto conto del relativo contesto, diversi intendimenti o contenuti. In particolare, questi possono essere declinabili, alla luce del contenuto dell'intervento del deputato Donzelli il 31 gennaio 2023 in Assemblea e dei chiarimenti intervenuti nel corso delle audizioni svolte presso il Giurì d'onore: come ipotetico incoraggiamento ad una modifica della misura prevista dall'art. 41-bis in termini generali e per tutti i condannati per mafia e terrorismo oppure come la richiesta di rivedere l'applicazione delle misure dell'articolo 41-bis rispetto alla posizione del singolo Cospito.

Riguardo alla prima interpretazione, è risultata con chiarezza dagli interventi svolti in Assemblea, dalle dichiarazioni rese sugli organi di stampa o sui social media, così come ampiamente illustrato ed argomentato nelle audizioni svolte presso la Commissione, la posizione contraria dei tre deputati interessati rispetto ad una abolizione o revisione in via generale dell'istituto di cui all'articolo 41-bis.

Peraltro, anche il deputato Donzelli, nel corso dell'audizione svolta, ha avuto modo di chiarire come nel suo intervento non avesse mai inteso sostenere che i deputati Serracchiani, Lai ed Orlando e il senatore Verini intendessero incoraggiare il Cospito in questa specifica direzione.

Nel corso delle audizioni è stata in tale senso ricordata la storia personale e politica di ciascuno nonché gli atti compiuti da parte del deputato Orlando negli anni in cui ha rivestito la carica di Ministro della Giustizia.

In merito al secondo dei possibili significati attribuibili alle parole “incoraggiamento alla battaglia”, il deputato Donzelli, nell'illustrare alla Commissione di indagine quale fosse l'intendimento alla base del proprio intervento in Assemblea, ha rilevato come la battaglia a cui si riferiva fosse quella del Cospito rispetto all'applicazione a lui della misura di cui all'articolo 41-bis, ritenendo tuttavia che dal punto di vista politico, a suo giudizio, se avesse avuto esito positivo questa battaglia e fosse stata tolta per motivi di salute la misura di cui all'articolo 41-bis al Cospito questo avrebbe potuto avere come conseguenza indiretta un possibile affievolimento delle posizioni a favore del mantenimento dell'istituto del 41-bis per tutti i condannati interessati dalla misura.

Il deputato Donzelli ha altresì evidenziato, nel corso dell'audizione, come i parlamentari che hanno svolto la visita fossero certamente interessati alla salute del Cospito, alle sue condizioni di detenzione e tale era sicuramente il motivo della visita ma che – anche alla luce del contesto precedente e successivo alla visita - questo abbia potuto avere anche indirettamente, a suo avviso, l'effetto dell'incoraggiamento sul Cospito. Nel suo intendimento, andare a trovare una persona in carcere di per sé non può in alcun modo essere considerato un incoraggiamento a una battaglia, ma rappresenta un gesto doveroso se compiuto per verificare le condizioni di salute. Peraltro, ribadendo come si tratti di una legittima scelta politica, ha argomentato come, a suo avviso, nel caso in cui all'uscita del carcere, oltre a richiamare le condizioni di salute e le condizioni carcerarie, si esprimono opinioni che anche involontariamente possono apparire non distanti da quella che è ufficialmente la battaglia della persona appena visitata, questo possa condurre a ritenere ciò alla stregua di un incoraggiamento.

È peraltro pacifico, secondo quanto emerso nel corso delle audizioni di tutti i parlamentari ascoltati dalla Commissione, come la finalità della visita sia stata quella di un “interessamento” allo stato di salute e alle condizioni di detenzione del Cospito.

Per quanto attiene alla richiesta di rivedere l'applicazione della misura di cui all'articolo 41-bis al Cospito, la Commissione ha rilevato taluni elementi fattuali di riscontro a quanto sostenuto con riferimento esclusivo ad alcune iniziative di comunicazione del deputato Orlando. Nelle dichiarazioni rese agli organi di stampa e in particolare sui social media, egli evidenziava “È urgente trasferire Cospito e revocare il 41-bis. Non si possono usare gli atti intimidatori come un alibi. Legare il 41-bis ad una sorta di ritorsione significa fare il gioco di chi nega alla radice l'esistenza dello Stato di diritto e per questo giustifica l'uso della violenza” (così nel tweet del 30 gennaio 2023). Nel precedente tweet del 7 gennaio 2023 evidenziava “Mi auguro che il ministro Nordio raccolga l'appello di giuristi ed intellettuali per la revoca del 41-bis a Cospito”.

Il deputato Orlando ha peraltro evidenziato, nel corso dell'audizione, come attraverso i canali di social media abbia espresso delle perplessità dopo un appello che è stato firmato da giuristi di massimo livello, tra cui ad esempio il Presidente emerito della Corte costituzionale Flick, già Ministro della giustizia, e don Luigi Ciotti, presidente di Libera. Ha sottolineato come le sue perplessità nascessero sia da aspetti legati all'esigenza di non svalutare l'applicazione della misura di cui all'41-bis sia rispetto al fatto che questo potesse determinare implicazioni di carattere politico, ricordando l'eterogeneità, la frammentazione del movimento anarchico, profondamente diverso dalle organizzazioni di stampo mafioso.

3. Argomentazioni conclusive.

Nel ricordare che le risultanze cui il Giurì d'onore giunge in ordine alla fondatezza dell'accusa si basano esclusivamente sulla natura e sulle competenze proprie di tale organismo che non ha poteri disciplinari o sanzionatori, come ricordato in diverse occasioni, ma di accertamento fattuale delle affermazioni rese nei limiti dell'oggetto definito dalla Commissione comprendente le seguenti parole espresse dal deputato Donzelli in Assemblea il 31 gennaio 2023: “Il 12 gennaio 2023, mentre parlava con i mafiosi… […] Cospito incontrava anche i parlamentari Serracchiani, Verini, Lai e Orlando, che andavano a incoraggiarlo nella battaglia!”, il Giurì d'onore dà atto che:

1. il diritto di accesso agli istituti carcerari espressamente previsto dell'articolo 67 dell'ordinamento penitenziario costituisce una delle prerogative proprie del mandato parlamentare e rappresenta un vero e proprio diritto-dovere di ciascun membro del Parlamento. Andare a visitare un detenuto non vuol dire in alcun modo automaticamente condividerne le ragioni o sostenerlo in qualsiasi forma;

2. in ordine all'intervento del 31 gennaio 2023 in Assemblea del deputato Donzelli, le parole “incoraggiamento alla battaglia”, ove intese come incoraggiamento ad una modifica della disciplina prevista dall'art. 41-bis in termini generali e per tutti i condannati per mafia e terrorismo, non trovano riscontro fattuale nei confronti dei deputati Serracchiani, Lai e Orlando, come peraltro chiarito anche nelle dichiarazioni rese, nel corso dell'audizione, da parte dello stesso deputato Donzelli, il quale ha rappresentato alla Commissione di non aver avuto intenzione di formulare un tale addebito;

3. nel medesimo intervento del 31 gennaio 2023, ove le parole “incoraggiamento alla battaglia” siano invece intese come richiesta di rivedere l'applicazione della misura di cui all'articolo 41-bis nei confronti del Cospito, da un punto di vista fattuale nel corso dell'istruttoria è stato possibile verificare che i deputati Serracchiani e Lai non hanno mai richiesto con dichiarazioni pubbliche rese alla stampa o sui social media la revoca nei confronti del Cospito dell'applicazione della misura. Per quanto attiene al deputato Orlando, sono stati invece rilevati taluni elementi fattuali di riscontro avendo egli esplicitamente richiamato l'appello sottoscritto da giuristi ed intellettuali in cui si chiedeva la revoca dell'applicazione dell'articolo 41-bis al Cospito e avendo egli espresso le proprie perplessità tramite social media il 7 e il 30 gennaio 2023. Nel corso dell'audizione svolta presso la Commissione il deputato Donzelli ha evidenziato come i deputati Serracchiani, Lai e Orlando fossero sicuramente interessati alla salute e alle condizioni di detenzione del Cospito ma che, a suo avviso, il contesto precedente e successivo alla visita abbia potuto avere, anche indirettamente, l'effetto dell'incoraggiamento sul Cospito. La Commissione ha preso atto che, secondo quanto affermato in audizione, le parole utilizzate nel suo intervento in Aula, seppure con toni che appaiono politicamente aspri, intendevano essere testimonianza di una preoccupazione riguardo ad eventuali effetti indiretti su un affievolimento dell'istituto di cui all'articolo 41-bis nei confronti del Cospito e pertanto non lesive dell'onorabilità dei deputati Serracchiani, Lai e Orlando;

4. per quanto riguarda infine il senatore Verini, nel ribadire che gli atti della Commissione, che riguardano ed esplicano i propri effetti nei confronti dei soli deputati, non possono, in alcun modo, riguardare profili concernenti la sua persona, si è convenuto sull'esigenza che sia valutata, nelle sedi idonee, sotto un profilo costituzionale e regolamentare, ogni possibile modalità affinché sia assicurato il diritto di tutela per i componenti di entrambe le Camere nel caso si venga accusati di fatti ritenuti lesivi della propria onorabilità nel corso della discussione presso uno dei due rami del Parlamento.

Questo è fatto. Grazie, signor Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ringrazio il presidente Sergio Costa, gli onorevoli segretari Fabrizio Cecchetti, Annarita Patriarca, Roberto Giachetti e Alessandro Colucci per il lavoro svolto.

Organizzazione dei tempi di esame di un testo unificato e sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame del testo unificato delle proposte di legge nn. 217-648-A recante disposizioni per la prevenzione e la repressione della diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d'autore mediante le reti di comunicazione elettronica (vedi l'allegato A).

Avverto inoltre che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'esame del testo unificato del DOC XXII n. 11-14-16-20, recante Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie, previsto dal vigente calendario dei lavori dell'Assemblea a partire dalla seduta di lunedì 27 marzo, avrà luogo a partire dalla seduta di lunedì 20 marzo.

In particolare, la discussione sulle linee generali sarà collocata quale ultimo argomento all'ordine del giorno della seduta di lunedì 20 marzo e il relativo seguito sarà iscritto all'ordine del giorno delle sedute dell'Assemblea quale ultimo argomento a partire da martedì 21 marzo.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Scusate, colleghi, ci sono ancora degli interventi, quindi chiedo di uscire a chi non è intenzionato ad ascoltare gli interventi di fine seduta. Colleghi, per cortesia. Aspettiamo un attimo. Colleghi, scusate, ma dobbiamo proseguire con gli interventi di fine seduta. Ricordo che è vietato scattare foto all'interno dell'Aula. Chiedo un po' di silenzio.

Ha chiesto di intervenire l'onorevole Scarpa. Ne ha facoltà.

RACHELE SCARPA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Oggi celebriamo la dodicesima Giornata nazionale del fiocchetto lilla, pare che le persone che soffrono di disturbi del comportamento alimentare nel nostro Paese siano oltre 3 milioni, che il 90 per cento siano donne, anche se i casi di uomini sono in aumento, e che il 59 per cento abbiamo un'età tra i 13 e i 25 anni. Stiamo parlando di una vera e propria epidemia sommersa, che sconta, ahimè, gli stessi problemi che si riscontrano sempre quando si parla di problematiche legate al benessere psicologico, che sono l'invisibilizzazione, l'ignoranza diffusa, la deresponsabilizzazione della collettività, che comporta sempre indirettamente la colpevolizzazione del singolo, e la conseguente carenza nei servizi pubblici al cittadino. È qui, Presidente, che io penso che noi tutti dobbiamo intervenire. Oggi ho due minuti, quindi non potrò essere esaustiva, ma voglio appellarmi a quest'Aula e chiedere a tutte le forze politiche un moto di responsabilità in questo senso. Dall'ignoranza, purtroppo diffusa, nasce la mancata comprensione delle molteplicità di forme e di sfumature con cui si presenta un disturbo del comportamento alimentare, derivano le diagnosi tardive, la difficoltà nella prevenzione e ogni giorno i social, la televisione e la pubblicità presentano modelli dannosi e tossici rispetto alla relazione con il proprio corpo e con l'alimentazione, mentre mancano gli strumenti culturali e psicologici per arrivare prima che un potenziale disturbo del comportamento alimentare si presenti. In un quadro, in cui accedere in caso di bisogno all'assistenza psicologica costa e una persona deve pagare di tasca propria, è semplice immaginare il perché dell'aumento preoccupante di questi disturbi.

Credo che siano scuola e sanità pubblica le infrastrutture sociali, i pilastri, da cui dobbiamo ripartire per dare risposte a questi problemi, che non siano più soltanto episodiche.

Servizi, prevenzione e cultura: da qui chiedo di ripartire in quest'Aula ed è l'appello che faccio a tutti noi. Dobbiamo mostrare che la politica sa leggere e sa interpretare questi problemi. A chi oggi soffre di un disturbo del comportamento alimentare o di problemi legati al benessere psicologico, dobbiamo dire: “Io ti vedo, io sono al tuo fianco in questa lotta, io riconosco il tuo dolore e quello che oggi credi di essere un problema singolo, un problema personale, un problema solo tuo, è un problema della collettività, un problema di tutti noi, di cui oggi vogliamo farci carico” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Berruto. Ne ha facoltà.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Sono giorni complicati per lo sport italiano, a maggior ragione oggi, dopo i fatti che stanno succedendo a Napoli, in primo luogo la confusione - chiamiamola così - del minuto di silenzio per le vittime di Cutro, accompagnato da un comunicato che avrebbe trasformato quel minuto di silenzio in un minuto di propaganda del Governo. Gli unici luoghi dove quel messaggio è arrivato sono stati - guarda un po' - un paio di stadi di calcio.

Nelle stesse ore, la cronaca ci proponeva anche la vicenda di una squadra di calcio di terza divisione di Bergamo, che per aver portato in campo uno striscione con scritto: “Basta morti in mare”, ricordando così le 26.000 vittime nel Mediterraneo negli ultimi dieci anni, si è presa dalla Lega nazionale dilettanti una multa e una squalifica per il capitano, l'allenatore e il dirigente accompagnatore. Inoltre, ieri, la Lega serie A di calcio annuncia trionfalmente che, per altre 4 edizioni, la Supercoppa italiana si disputerà in Arabia Saudita, Paese con giganteschi problemi di violazione dei diritti umani, in cambio di 23 milioni di euro. Quindi, 23 milioni di euro entreranno nelle casse della Lega calcio, da parte di un Paese con oltre 1.000 esecuzioni capitali negli ultimi sette anni, che pratica regolarmente la tortura anche contro i minori, che non ha nessuna trasparenza nei processi, che continua gravi violazioni nei confronti di donne e di stranieri. Pecunia non olet - dicevano i latini - e ci chiediamo, però, fino a che punto questo calcio si spingerà, vendendo la sua anima e mercificando la passione dei tifosi, che, magari, vorrebbero vedere quelle partite nello stadio della propria squadra del cuore e non a Riyad. Ci chiediamo fino a che punto il calcio italiano si presterà a queste squallide operazioni di sportwashing.

Dov'è il limite? Vedete, c'è però un punto che riguarda questo Parlamento, perché da una parte c'è una continua richiesta di aiuti da parte dello Stato, di denaro pubblico, per esempio lo Spalmadebiti fiscali a condizioni mai concesse a nessun'altra categoria di imprenditori, previsto nell'ultima legge di bilancio, e poi, dall'altra parte, un continuo agire come se il calcio fosse un giardinetto privato, con totale disprezzo di ogni forma di confronto su valori, obiettivi e regole. Delle due l'una: se il calcio è di proprietà di un piccolo gruppo di presidenti, disposti a vendersi anche l'anima, lo facciano, ci confronteremo da un punto di vista politico. Ma se così è, allora basta chiedere denaro pubblico per coprire queste porcherie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. A Torino si sta per consumare uno scempio ambientale con la complicità del PD torinese e del centrodestra regionale. Il luogo del delitto è il Parco Carrara, meglio conosciuto dai torinesi come Parco della Pellerina. Utilizzando la reale necessità di costruire un nuovo ospedale in città, è stato scelto il luogo più sbagliato. Il Parco Carrara non è solo un parco pubblico, ma anche un corridoio ecologico-ambientale importantissimo per l'ecosistema di tutta la nostra città e della nostra area.

Anche l'Ente Parco, chiaramente, ha dato parere contrario verso questo progetto, e molte associazioni di cittadini e associazioni ambientaliste sono chiaramente contrarie, e i cittadini della zona pure. Tra l'altro, c'era la possibilità di scegliere un'altra zona che poteva essere oggetto di questo progetto senza attuare consumo di suolo. La transizione ecologica e anche la sanità pubblica sono delle cose molto importanti, sono cose serie, si devono fare scelte oculate e coraggiose. In questo caso si sta facendo solo un danno ambientale, non recuperabile. Noi, come MoVimento 5 Stelle cittadino, ma anche qui, cercheremo di bloccare questo scellerato progetto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 17 marzo 2023 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 18,50.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 2 il deputato Morrone ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 3 la deputata Malavasi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 5 i deputati Stefani e Morrone hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 6 i deputati Rosso, Morgante e Malavasi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 9 la deputata Auriemma ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 10 la deputata Malavasi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 12 il deputato Rosso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 16 il deputato Carè ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 18 la deputata Loizzo ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 19 il deputato Graziano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 20 la deputata Morgante ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 21 il deputato Alfonso Colucci ha segnalato che non è riuscito a votare;

nelle votazioni dalla n. 27 alla n. 29 e dalla n. 32 alla n. 38 la deputata Patriarca ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 30 e 31 la deputata Patriarca ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 33 il deputato Stefani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale MOZ. 1-53 N.F. 289 287 2 144 179 108 60 Appr.
2 Nominale MOZ. 1-91 294 291 3 146 48 243 60 Resp.
3 Nominale MOZ. 1-93 P.1 293 249 44 125 249 0 60 Appr.
4 Nominale MOZ. 1-93 P.2 292 291 1 146 291 0 60 Appr.
5 Nominale MOZ. 1-93 P.3 - RIF. 290 290 0 146 290 0 60 Appr.
6 Nominale MOZ. 1-93 P.4 - RIF. 279 278 1 140 277 1 60 Appr.
7 Nominale MOZ. 1-93 P.5 - RIF. 293 292 1 147 292 0 60 Appr.
8 Nominale MOZ. 1-93 P.6 293 195 98 98 195 0 60 Appr.
9 Nominale MOZ. 1-93 P.7 293 252 41 127 251 1 60 Appr.
10 Nominale MOZ. 1-93 P.8 294 294 0 148 294 0 60 Appr.
11 Nominale MOZ. 1-93 P.5 - RIF. 294 294 0 148 294 0 60 Appr.
12 Nominale MOZ. 1-93 P.10 291 290 1 146 248 42 60 Appr.
13 Nominale MOZ. 1-93 P.11 296 296 0 149 296 0 60 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale MOZ. 1-93 P.12 298 298 0 150 298 0 60 Appr.
15 Nominale MOZ. 1-93 P.13 - RIF.   Annu.
16 Nominale MOZ. 1-93 P.13 - RIF. 286 285 1 143 244 41 60 Appr.
17 Nominale MOZ. 1-93 P.14 - RIF. 294 294 0 148 252 42 60 Appr.
18 Nominale MOZ. 1-93 P.15 294 230 64 116 68 162 60 Resp.
19 Nominale MOZ. 1-94 294 283 11 142 186 97 60 Appr.
20 Nominale MOZ. 1-95 P.1 296 296 0 149 295 1 60 Appr.
21 Nominale MOZ. 1-95 P.2 296 236 60 119 70 166 60 Resp.
22 Nominale MOZ. 1-95 P.3 - RIF. 294 294 0 148 294 0 60 Appr.
23 Nominale MOZ. 1-95 P.4 - RIF. 295 295 0 148 252 43 60 Appr.
24 Nominale MOZ. 1-95 P.5 295 232 63 117 69 163 60 Resp.
25 Nominale PDL 389 - DICHIARAZIONE URGENZA 280 172 108 87 172 0 60 Appr.
26 Nominale PDL 389 - FISSAZIONE TERMINI 281 172 109 87 172 0 60 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale MOZ. 1.40 U.N.F. - P. 1 275 275 0 138 175 100 59 Appr.
28 Nominale MOZ. 1.40 U.N.F. - P. 2 273 174 99 88 174 0 58 Appr.
29 Nominale MOZ. 1.40 U.N.F. - P. 3 275 275 0 138 174 101 58 Appr.
30 Nominale MOZ. 1.48 N.F. 273 253 20 127 102 151 58 Resp.
31 Nominale MOZ. 1.75 273 272 1 137 100 172 58 Resp.
32 Nominale MOZ. 1.76 - P. 1 277 277 0 139 277 0 57 Appr.
33 Nominale MOZ. 1.76 - P. 2 274 274 0 138 274 0 57 Appr.
34 Nominale MOZ. 1.76 - P. 3 276 276 0 139 276 0 57 Appr.
35 Nominale MOZ. 1.76 - P. 4 274 274 0 138 274 0 57 Appr.
36 Nominale MOZ. 1.76 - P. 5 275 275 0 138 275 0 57 Appr.
37 Nominale MOZ. 1.76 - P. 6 274 274 0 138 253 21 57 Appr.
38 Nominale MOZ. 1.76 - P. 7 277 176 101 89 176 0 57 Appr.
39 Nominale MOZ. 1.87 - P. 1 280 278 2 140 119 159 57 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 45)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale MOZ. 1.87 - P. 2 277 277 0 139 272 5 57 Appr.
41 Nominale MOZ. 1.87 - P. 3 277 276 1 139 276 0 57 Appr.
42 Nominale MOZ. 1.87 - P. 4 279 279 0 140 121 158 57 Resp.
43 Nominale MOZ. 1.87 - P. 5 277 176 101 89 175 1 57 Appr.
44 Nominale MOZ. 1.87 - P. 6 279 178 101 90 21 157 57 Resp.
45 Nominale MOZ. 1.88 278 259 19 130 102 157 57 Resp.