XIX LEGISLATURA
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
con deliberazione n. 9/2023/CCC del 14 marzo 2023, la Corte dei conti ha adottato la relazione conclusiva delle istruttorie denominate «Case della Comunità e presa in carico della persona» e «Rafforzamento dell'assistenza sanitaria intermedia e delle sue strutture (Ospedali di Comunità)» Pnrr, M6C1 1.1 e 1.3;
come si evince dal sito governativo Italia Domani, per casa della comunità si intende la struttura socio sanitaria erogatrice di servizi sanitari di prossimità ai residenti, «assicurando il servizio principalmente alla popolazione più anziana, riducendo così il numero delle ospedalizzazioni, anche non urgenti»; mentre gli ospedali di comunità sono «dedicati ai pazienti con patologie lievi o recidive croniche»; le misure hanno, quindi, lo scopo di rafforzare la capacità del Servizio sanitario nazionale (S.s.n.) di fornire servizi adeguati sul territorio, prevedendo entro la metà del 2026 (target Ue), l'attivazione di oltre 1400 case della comunità e oltre 400 ospedali di comunità ed in relazione ai predetti investimenti, pertanto, risultano stanziate risorse pari, rispettivamente, a due miliardi di euro e un miliardo di euro;
i progetti vengono gestiti dal Ministero della salute (amministrazione titolare), dalle regioni/province autonome (soggetti attuatori) e dalle singole Asl (soggetti attuatori esterni) e l'obiettivo da conseguirsi entro il 31 marzo 2023 si sostanzia nella «approvazione dei progetti idonei per indire le gare per la realizzazione delle strutture»; l'Unità di missione del Pnrr del Ministero, dopo aver raccolto, da parte di diversi soggetti attuatori le manifestazioni d'interesse ad esperire procedure attuative centralizzate, ha deciso di ricorrere ad Invitalia s.p.a., quale centrale di committenza nazionale;
la Corte dei conti ha dunque accertato talune criticità che sembrano prefigurare un concreto e possibile ritardo, rispetto alla scadenza del target Italia – 31 marzo 2023 – che richiede l'approvazione di progetti idonei ai fini dell'indizione delle gare relative ai lavori;
più in particolare, la Corte ravvisa un insufficiente numero di progetti pervenuti alla fase del progetto di fattibilità tecnico-economica (Pfte) e, in alcuni casi, ancor più estesa appare la carenza di progetti definitivi ed esecutivi, giustificata dal Ministero come conseguenza delle differenti strategie di gara;
peraltro, come evidenziato nella deliberazione della Corte, «sembrerebbe dunque di cogliere la volontà del Ministero della salute di spostare in avanti (dal 31 marzo al 30 giugno) la piena integrazione del target Italia relativo all'approvazione dei progetti. In tal caso occorre, tuttavia, richiedere la relativa autorizzazione al Ministero dell'Economia e Finanze.»;
la Corte evidenzia, dunque, la necessità di un maggiore impulso del Ministero sui soggetti attuatori, e rammentandone i compiti di coordinamento, monitoraggio, rendicontazione e controllo e rammentandone la responsabilità del monitoraggio costante e continuativo dei dati di avanzamento fisico, procedurale e finanziario delle misure di propria responsabilità, dell'avanzamento dei relativi obiettivi intermedi e finali, nonché della trasmissione e validazione dei dati finanziari e di realizzazione fisica e procedurale dei singoli progetti;
la Corte ha altresì segnalato che non sarebbero state ancora prodotte le rendicontazioni da parte delle regioni che hanno già percepito le rispettive anticipazioni mentre altre regioni non hanno ancora avanzato richiesta di anticipazione;
va considerato il concreto rischio di vanificare la grande conquista di aver ottenuto, con il Governo Conte 2, le risorse utili per rafforzare la capacità del Servizio sanitario nazionale (S.s.n.) –:
se il Ministero della salute abbia formalmente esplicitato la volontà di spostare in avanti (dal 31 marzo al 30 giugno) la piena integrazione del target Italia relativo all'approvazione dei progetti, richiedendone la relativa autorizzazione al Ministero dell'economia e finanze e alle istituzioni europee;
se, rispetto al predetto posticipo del termine del raggiungimento degli obiettivi, ove confermato, intenda coinvolgere il Parlamento;
se e in che maniera i ministri interrogati intendano:
a) evitare stasi o rallentamenti procedurali nel percorso volto al rispetto dei previsti milestone e target e per recuperare possibili ritardi accumulati;
b) con riferimento alle anticipazioni già erogate o da erogare alle regioni, nel quadro degli adempimenti di cui all'articolo 8 del decreto-legge n. 77 del 2021, sollecitare le medesime a provvedere alle rendicontazioni, velocizzare le verifiche e le istruttorie nei confronti delle regioni che le abbiano richieste e non le abbiano ancora percepite e monitorare l'operato delle regioni che non abbiano ancora richiesto le anticipazioni;
c) vigilare affinché, come richiesto anche dalla Corte dei conti nella delibera indicata in premessa, i progetti in corso di approvazione rispondano alle esigenze di funzionalità delle strutture sanitarie da realizzare, con riferimento ai contingenti di personale richiesti, ai servizi e alle opere infrastrutturali connaturate alle attività che verranno espletate all'interno delle stesse;
d) svolgere una più efficace attività di controllo e di monitoraggio, ai sensi dell'articolo 8 del decreto-legge n. 77 del 2021, da parte del Ministero, nei confronti dei soggetti attuatori e di Invitalia, sollecitando la realizzazione, nei tempi congrui, degli obiettivi sottesi a milestone e target previsti e le relative esaurienti informative.
(2-00112) «Quartini».
AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Interrogazione a risposta scritta:
SOTTANELLI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
diversi cittadini hanno lamentato negli ultimi mesi difficoltà riscontrate nel rilascio di certificazioni e procure presso gli uffici consolari e le ambasciate italiani sparsi in giro per il mondo;
ad esempio, in un caso specifico che è giunto all'attenzione dell'interrogante, una cittadina italiana, che per il tramite di un notaio italiano aveva predisposto un atto di procura, nel mese di febbraio 2023 si sarebbe sentita rispondere dagli uffici del consolato italiano di Hong Kong come la responsabile dell'ufficio preposto a questo tipo di atti si trovasse in ferie e che non sarebbe rientrata in servizio se non dopo quindici giorni;
ad oggi, il consolato non ha rilasciato la procura richiesta e non è ancora in grado di indicare una data in cui presentarsi per procedere alle firme necessarie, in quanto la persona addetta risulterebbe ancora non disponibile –:
se sia intenzione adottare iniziative per evitare che, a causa di ferie o indisponibilità prolungate, i cittadini italiani all'estero subiscano gravi disagi e ritardi nel rilascio di importanti documenti da parte degli uffici consolari e delle ambasciate italiani, con particolare riferimento al consolato di Hong Kong.
(4-00718)
AFFARI EUROPEI, SUD, POLITICHE DI COESIONE E PNRR
Interrogazione a risposta orale:
DE PALMA. — Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
con delibera di Giunta n. 18 del 18 gennaio 2023, il comune di Bari ha approvato il piano strategico della mobilità sostenibile che prevede interventi per una spesa complessiva di 8,5 milioni di euro per il 2023. Contestualmente è stato dato mandato agli uffici tecnici di aggiornare la scheda denominata «M.U.V.T. - Incentivi alla mobilità sostenibile» e di porre in essere gli atti necessari all'avvio dell'attuazione delle misure in essa previste;
in particolare, l'incentivo denominato «MUVT in BUS365», con una dotazione finanziaria complessiva di 5.600.000 euro, prevede l'attivazione di un abbonamento annuo alla tariffa di 20 euro (rispetto agli attuali 250), al fine di favorire la scelta del trasporto pubblico. Potranno ottenere l'agevolazione tutti i cittadini residenti o dimoranti abitualmente in città e studenti che attestino che il proprio luogo di studio è sito nel territorio comunale. Il servizio verrà gestito dall'Azienda mobilità e trasporti di Bari (Amtab Spa);
sarà previsto un meccanismo di annullamento automatico del titolo agevolato nel caso in cui non venga raggiunta una quota minima di sole 3 validazioni nei primi tre mesi di attivazione dello stesso;
potranno, a seguito di accordo tra il comune di Bari e AMTAB, essere previsti degli incentivi basati su una premialità in termini di credito di mobilità;
la misura dovrà concludersi entro il 30 giugno 2024; tutti gli abbonamenti sottoscritti e pagati fino a giugno 2023 avranno validità annuale, mentre quelli sottoscritti successivamente scadranno comunque il 30 giugno 2024. Non potranno essere sottoscritti abbonamenti oltre il 31 ottobre 2023;
la sola iniziativa «MUVT in BUS365» costerà 5 milioni di euro e sarà finanziata tramite i fondi «Pon Metro» 2014/2020 nei limiti di capienza degli stanziamenti assegnati. Ulteriori 600 mila euro verranno utilizzati al fine di predisporre sistemi di monitoraggio dei risultati della predetta misura;
gli effetti di una tale iniziativa sono al momento difficilmente stimabili. A titolo di esempio, nel 2020 il Lussemburgo introdusse la gratuità dei mezzi pubblici. I picchi di traffico registrati nelle ore di punta nella primavera del 2021, però, furono del tutto simili a quelli dello stesso periodo del 2019, e in alcuni casi addirittura più intensi;
critiche all'iniziativa sono state mosse da più parti: il sindaco di Milano l'ha definita demagogica, sostenendo che «sarebbe un errore grandissimo» e troppo costoso per i comuni;
«MUVT in BUS365», che ad una prima lettura sembrerebbe destinata a fornire un risparmio per i cittadini di Bari, costerà 230 euro ad abbonamento, fino a coprire 5 milioni di euro, corrispondenti a circa 20 mila sottoscrizioni annuali;
nel 2022 AMTAB Spa ha emesso appena 85 abbonamenti annuali al costo di euro 250,00 cadauno e pertanto anche in presenza dei migliori auspici, risulta inverosimile che la domanda possa subire incrementi tali da avvicinarsi a cifre che giustifichino l'intervento;
l'azienda AMTAB che versa in pessime condizioni finanziarie, oltre ai citati 5 milioni di euro, riceverà 6 milioni di euro provenienti dal bilancio comunale;
il comune di Bari ha concesso la proroga di un anno all'Amtab nella gestione del servizio di trasporto pubblico, prima di procedere – parrebbe – con un affidamento in house alla stessa Amtab;
larga parte delle risorse, ad avviso dell'interrogante, sembra ridursi pertanto un trasferimento in favore di Amtab;
in proposito, si ricorda che il programma operativo nazionale (PON) «Città metropolitane 2014/2020», adottato dalla Commissione europea, si inserisce nel quadro delle strategie di sviluppo urbano sostenibile;
le città metropolitane – tra cui Bari – sono individuate quali Autorità urbane, ai sensi della normativa europea, e assumono il ruolo di Organismo intermedio sulla base di un apposito atto di delega da parte dell'Agenzia per la Coesione Territoriale, a cui è assegnato il ruolo di Autorità di gestione del PON –:
se, per quanto di propria competenza, i Ministri interrogati ritengano quanto citato in premessa conforme ad un corretto utilizzo dei finanziamenti PON Metro per il miglioramento della mobilità sostenibile delle città metropolitane.
(3-00277)
AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA
Interrogazione a risposta orale:
RUBANO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
l'articolo 1, comma 1116, della legge n. 205 del 2017 ha previsto l'istituzione del Parco nazionale del Matese, stanziando anche il relativo finanziamento pari a due milioni di euro annui a regime;
ad oggi la norma sopracitata non risulta ancora attuata;
l'istituzione del Parco nazionale del Matese costituisce una misura strategica per la rinascita e la valorizzazione dell'area in oggetto e del territorio circostante –:
quali iniziative di competenza intenda assumere il Ministro interrogato al fine di dare attuazione all'istituzione del Parco nazionale del Matese.
(3-00276)
CULTURA
Interrogazione a risposta scritta:
BOF. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:
tra le difficoltà che l'attuale sindaco del comune di Monfumo (Treviso), dottor Luciano Ferrari, ove risiedono circa 1.300 abitanti, ha incontrato alla sua nomina si annovera la spinosa gestione di Villa Bardellini Scotti costruita nel 1594 su un progetto, dell'architetto Vincenzo Scamozzi, che richiama l'architettura veneta post palladiana e che, nonostante negli anni abbia subìto alcune modifiche, ha mantenuto intatte le peculiarità dell'edificio, di pregio e di rara bellezza anche grazie al sito ambientale unico ed incontaminato, che è valso al comune l'inserimento nel contesto della riserva della biosfera Mab Unesco Montegrappa;
il valore storico culturale dell'edificio è confermato con l'apposizione del vincolo di interesse culturale da parte della competente Soprintendenza;
allorquando l'amministrazione acquistò la Villa, l'intento era di utilizzarla per un ampio progetto di inserimento sociale attraverso il lavoro agricolo, progetto purtroppo mai decollato, per cui la Villa stessa dagli anni '90 risulta in stato di abbandono;
nonostante, negli anni, le amministrazioni che si sono succedute abbiano cercato – con le esigue disponibilità finanziarie che può avere un comune di 1.300 abitanti – di tamponare al meglio i problemi d'infiltrazioni d'acqua meteorica, ormai l'esigenza di un urgente ed importante intervento di messa in sicurezza dell'edificio è divenuta impellente, al fine di evitare un collasso statico che andrebbe a cancellare un bene storico culturale che è patrimonio della collettività di tutto il territorio pedemontano e non una semplice proprietà immobiliare del comune di Monfumo;
il costo del rifacimento della copertura e del consolidamento delle murature e delle strutture verticali del corpo principale della Villa si aggira indicativamente intorno a 2.550 mila euro –:
se e quali tempestive iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare per mettere in sicurezza Villa Bardellini Scotti, incluso lo stanziamento di risorse che possano consentire gli interventi non più rinviabili di cui in premessa;
se, laddove gli equilibri di bilancio impediscano lo stanziamento di risorse ad hoc, sussistano percorsi alternativi di finanziamento, al fine di garantire alle future generazioni la possibilità di godere della bellezza di questa Villa, da 420 anni parte integrante del territorio di Monfumo.
(4-00717)
DIFESA
Interrogazione a risposta orale:
SERGIO COSTA e PELLEGRINI. — Al Ministro della difesa, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
l'uranio impoverito è il sottoprodotto del processo di arricchimento dell'uranio; viene definito «impoverito» perché durante il processo di arricchimento la percentuale dell'isotopo fissile U-235 viene ridotta dallo 0,7 per cento allo 0,2 per cento;
l'uranio impoverito ha una radioattività corrispondente a meno del 60 per cento di quella dell'uranio naturale;
come sottoprodotto di scarto delle centrali nucleari sarebbe un rifiuto, da gestire adeguatamente, invece l'industria bellica ha trovato il modo per poterlo sfruttare in modo «redditizio»;
le armi all'uranio impoverito sono il simbolo di un grande successo tecnologico; l'uranio allo stato naturale non ha la durezza del tungsteno, ma può essere indurito con uno speciale procedimento, al termine del quale si forma un unico grande cristallo metallico, una struttura fortissima, che ha il vantaggio di essere più economico del tungsteno;
l'Organizzazione mondiale della sanità, già nel gennaio 2003, ha affermato che nei luoghi soggetti a bombardamento, i bambini rischiano di ingerire piccole particelle di suolo contaminato e che le persone che vivono o lavorano in aree bombardate possono inalare particelle contaminate o consumare acqua e cibo contaminato; la bassa radioattività dell'uranio impoverito, se inalato in determinate quantità può comportare il rischio di cancro;
la tossicità dell'uranio impoverito, infatti, non è dovuta alla radioattività ma alla dispersione di nanopolveri di metalli pesanti; le stesse nanopolveri state trovate nei tessuti bioptici dei militari ammalati, e degli agnelli nati con malformazioni in Sardegna, intorno ai poligoni militari sperimentali di Teulada e Perdasdefogu;
i proiettili con uranio impoverito, grazie alle loro caratteristiche fisiche, riescono a perforare tank e gli obiettivi più resistenti, generando temperature superiori ai 3 mila gradi centigradi, creando quindi un pericolosissimo aerosol di metalli pesanti; l'inquinamento conseguente perdura nell'ambiente per anni, contaminando la catena alimentare;
in Italia si registrano circa 7.500 soldati malati e circa 400 deceduti come conseguenza dell'inalazione di polveri generate da uranio impoverito; per centinaia di loro sono state avviate e vinte cause civili, che hanno visto il Ministero della difesa costretto a pagare risarcimenti alle vittime, in alcuni casi milionari;
la vice Ministra britannica della difesa, Annabel Goldie, ha annunciato che il Regno Unito consegnerà all'Ucraina proiettili con uranio impoverito, ritenuti molto efficaci contro carri armati e blindati; il Ministero degli esteri russo ha replicato sottolineando le possibili conseguenze ambientali e sanitarie di questa scelta, che spesso provoca vittime anche tra chi le utilizza, come successo ai militari Nato nella ex Jugoslavia;
gli Stati Uniti, a gennaio, hanno dichiarato di aver dato all'Ucraina carri armati Abrams che hanno la corazza rivestita di uranio impoverito, progettati per resistere ai missili Heat, un esplosivo ad alto potenziale;
l'uranio impoverito è stato già utilizzato in Europa, proprio dalla Nato, nelle campagne di Bosnia (1994) e Kosovo (1999);
oggi, rispetto a quasi 30 anni fa, se ne conoscono le conseguenze, documentate da centinaia di report scientifici e indagini, come quella avviata dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sugli effetti dell'utilizzo dell'uranio impoverito della XVII legislatura –:
quali iniziative intenda adottare il Governo nelle opportune sedi internazionali per impedire l'utilizzo di proiettili a uranio impoverito in Europa e scongiurare i noti e devastanti effetti sull'ambiente e sulla salute.
(3-00275)
Interrogazione a risposta in Commissione:
URZÌ. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
con ordinanza n. 28 del 2018 del 7 maggio 2018, firmata dal sindaco del comune di Varna (in provincia di Bolzano), è stato disposto per l'omonimo lago un divieto di pesca, balneazione e immersioni oltre alla chiusura del percorso lungo il perimetro del lago ai pedoni e ai ciclisti per permettere interventi di rimozione del materiale bellico risalente alla prima e seconda guerra mondiale, rinvenuto nel 2017;
dalla medesima ordinanza si legge «è anche stato stabilito che l'autorità militare si occuperà di rimuovere tutti i relitti di guerra dal lago durante la seconda metà di giugno 2018» e che «il periodo per l'esecuzione dei lavori è stato spostato e ora è necessario prolungare la chiusura e il divieto fino all'8 luglio 2018»;
il lago insiste all'interno di una proprietà privata sulla quale si trova anche un'attività di ristorazione. L'emanazione della prima ordinanza di chiusura del lungolago e di divieto di pesca e balneazione ha notevolmente ridotto l'afflusso di bagnanti e clienti provocando un'importante contrazione dell'attività lavorativa;
stando a quanto riferito all'interrogante, con le operazioni di recupero affidate alla Marina militare e al 2° Reggimento Guastatori di Trento, sarebbero stati circa centomila gli ordigni recuperati;
l'incertezza sui tempi necessari alla conclusione delle operazioni, che in un primo momento si era ipotizzato potessero interessare pochi mesi, impediscono una programmazione di lungo termine delle attività commerciali oltre a comportare notevoli perdite economiche –:
se il Ministro, per quanto di competenza, in accordo con le istituzioni provinciali e le autorità locali, ritenga possibile prevedere tempi certi per un rapido esaurimento delle operazioni di recupero, per la sicurezza di tutto il territorio circostante, la tutela degli operatori economici e del proprietario dello specchio d'acqua.
(5-00594)
ECONOMIA E FINANZE
Interrogazioni a risposta in Commissione:
UBALDO PAGANO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
in seguito all'invasione russa dell'Ucraina e del conseguente e perdurante conflitto armato, in Europa si sono registrati forti aumenti di prezzi delle materie prime energetiche;
già dalla scorsa primavera, il Governo pro-tempore ha intrapreso una serie di iniziative legislative in favore di famiglie, imprese ed enti pubblici volte ad attenuare le conseguenze dei suddetti aumenti;
nel corso del 2022, sono stati stanziati più di 55 miliardi di euro per finanziare misure direttamente e indirettamente volte a contenere la spesa per elettricità, gas e carburante;
limitatamente alle risorse destinate ai comuni e alle città metropolitane, il fondo istituito dall'articolo 27, comma 2, del decreto-legge n. 17 del 2022 (cosiddetto decreto energia), e più volte rifinanziato nel corso dell'anno dai decreti-legge n. 50 del 2022 (cosiddetto decreto Aiuti), n. 115 del 2022 (decreto Aiuti-bis), n. 144 del 2022 (Aiuti-ter) e n. 179 del 2022 (cosiddetto decreto carburanti) è stato complessivamente dotato di 1.170 milioni di euro per l'anno 2022, di cui 990 milioni destinati ai comuni e 180 milioni destinati a città metropolitane e province (di cui 67,7 milioni alle città metropolitane e 112,3 milioni alle province);
con la legge di bilancio 2023 (legge 29 dicembre 2022, n. 197), è stato autorizzato (all'articolo 1, comma 29) un ulteriore contributo straordinario agli enti locali per fronteggiare le maggiori spese derivanti dagli aumenti dei prezzi di gas ed energia, e garantire la continuità dei servizi erogati dagli enti locali;
a tal fine, è stato istituito un fondo con una dotazione di 400 milioni di euro per l'anno 2023, da destinare, per 350 milioni di euro in favore dei comuni e per 50 milioni di euro in favore delle città metropolitane e delle province, da ripartire in relazione alla spesa sostenuta dagli enti per utenze di energia elettrica e gas;
relativamente allo stanziamento autorizzato con decreto-legge n. 144 del 2022 (Aiuti-ter) si è provveduto al riparto delle risorse (200 milioni di euro) solo in data 6 dicembre 2022 (con decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze e il Ministero per gli affari regionali e le autonomie) e tali risorse sono state specificamente stanziate per l'anno 2022;
non vi sono disposizioni di legge che autorizzino gli enti beneficiari dei suddetti contributi a utilizzare le risorse per le medesime finalità anche nell'anno 2023, ovvero che ne impongano la restituzione per l'ammontare residuo –:
se non si intenda valutare urgentemente l'opportunità di intraprendere iniziative, anche normative, volte ad autorizzare i comuni e le città metropolitane ad utilizzare i contributi di cui in premessa per le medesime finalità anche nel 2023, considerato il ritardo nella ripartizione delle ultime risorse stanziate e il perdurante stato di crisi internazionale che incide sugli aumenti dei prezzi di gas ed energia.
(5-00593)
LAI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
il decreto del Ministero dell'economia e delle finanze del 31 gennaio 2000 n. 29, recante il regolamento per l'istituzione del gioco «bingo», prevede, all'articolo 3, che il Ministero dell'economia e delle finanze dichiari la decadenza dalla concessione quando vengano meno i requisiti per l'attribuzione della concessione di cui al medesimo regolamento e al relativo bando di gara, e all'articolo 9, che il concessionario sia tenuto a prestare la cauzione definitiva a mezzo di fideiussione bancaria a «prima richiesta» o polizza assicurativa di euro 516.456,89 per ciascuna sala, al fine di garantire l'adempimento dei propri obblighi;
ai sensi dell'articolo 6 dello schema di convenzione tipo per l'affidamento in concessione della gestione del gioco del bingo, approvato con il decreto ministeriale del 21 novembre 2000, la garanzia ha validità dalla data di inizio dell'attività di gestione del gioco e durata pari a quella della concessione, aumentata, a tal fine, di due anni;
a seguito di un ricorso presentato da alcune società titolari della concessione bingo, per la riforma della sentenza del Tribunale amministrativo regionale per il Lazio (Sezione Seconda) n. 13046 del 2021, il Consiglio di Stato ha stabilito la sospensione del processo e il rinvio alla pronuncia della Corte di giustizia dell'Unione europea;
per effetto di tale sospensione e rinvio alla Corte di giustizia dell'Unione europea i ricorrenti possono godere di un canone di proroga ridotto all'importo di euro 2.800, sino all'ottenimento della pronuncia, rispetto all'importo prefissato dalla vigente normativa di euro 7.500, valore versato dai concessionari non ricorrenti al Consiglio di Stato;
il deposito da parte della società concessionaria della cauzione prevista ai sensi del citato articolo 9, oltre ad essere requisito necessario per evitare la decadenza del diritto concessorio, alla luce del rinvio alla Corte di giustizia dell'Unione europea, assume per lo Stato la garanzia che, a fronte del versamento del canone agevolato, il concessionario non si possa profilare come inadempiente nel caso in cui dovesse soccombere in giudizio –:
se alla data del 1° marzo 2023 tutte le società titolari della concessione bingo abbiano depositato le garanzie richieste ai sensi dell'articolo 9 del decreto del Ministero dell'economia e delle finanze del 31 gennaio 2000 n. 29 e, nei casi in cui non fosse stata depositata la garanzia, se i preposti uffici, a tutela degli interessi erariali, abbiano attivato l'iter di decadenza previsto ai sensi dell'articolo 3 del medesimo decreto.
(5-00595)
DI LAURO e MARIANNA RICCIARDI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
l'articolo 1-quater del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228, recante «Disposizioni in materia di potenziamento dell'assistenza a tutela della salute mentale e dell'assistenza psicologica e psicoterapica», ha introdotto alcune misure di contrasto al disagio psicologico, tra cui anche «un contributo per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia fruibili presso specialisti privati regolarmente iscritti nell'elenco degli psicoterapeuti nell'ambito dell'albo degli psicologi. Il contributo è stabilito nell'importo massimo di 600 euro per persona ed è parametrato alle diverse fasce dell'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) al fine di sostenere le persone con ISEE più basso. Il contributo non spetta alle persone con ISEE superiore a 50.000 euro»;
tale norma è stata poi oggetto di modifica da parte della legge 29 dicembre 2022, n. 197, legge di bilancio per il 2023, articolo 1, comma 538, che ha esteso la misura anche agli anni 2023 e 2024 e incrementato l'importo da 600 a 1.500 euro, anche se con fondi nettamente inferiori rispetto alla formulazione originaria;
tale normativa, che si aggiunge a quanto fatto negli anni passati per contrastare il grave diffondersi del disagio mentale anche a seguito degli affetti della pandemia da COVID-19, anche se costituisce una misura estemporanea ed emergenziale che non può risolvere o comunque attenuare la gravità del problema in maniera strutturale, ha comunque rappresentato uno strumento importante per dare le dovute cure ai soggetti persone in stato di bisogno;
il contributo dovrebbe essere erogato una tantum dall'INPS ma, come denunciato in un articolo de La Stampa del 1° marzo 2023, ad oltre due mesi dall'entrata in vigore della legge di bilancio «non è ancora nota la data a partire da cui si potranno presentare le domande per accedere, né in che tempi sarà possibile compilare la richiesta»;
quanto accaduto di fatto sta vanificando la portata della norma, soprattutto in virtù del fatto che si tratta di una norma con un orizzonte temporale piuttosto limitato;
inoltre, il budget destinato a questo strumento è molto ridotto: infatti sono stati destinati solo 5 milioni per l'anno 2023 e 8 milioni per l'anno 2024, contro i 25 milioni che erano stati previsti per l'anno 2022; una riduzione di risorse che potrà essere gestita solo, con una riduzione delle domande di accesso, spiegando quindi un ritardo che probabilmente comprimerà il numero di utenti che accederanno al servizio e il numero di sedute con gli specialisti –:
per quali ragioni la norma di cui al decreto-legge n. 228 del 2021, articolo 1-quater, così come è stata modificata dalla legge n. 197 del 2022, articolo 1, comma 538, non trovi ancora attuazione e, in particolare, quali siano gli ostacoli che impediscono l'erogazione tramite l'INPS.
(5-00596)
Interrogazione a risposta scritta:
FEDE. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:
dalla consultazione della banca dati unificata del Ministero dell'economia e delle finanze risulta censita la società PicenAmbiente s.p.a. (codice fiscale partecipata: 01540820444) operativa nell'ambito della regione Marche, provincia di Ascoli Piceno, comune di San Benedetto del Tronto;
il comune di San Benedetto del Tronto nel 2013, in quanto socio pubblico di maggioranza relativa, designò, in attuazione dell'articolo 11 dello statuto di detta società, quale proprio rappresentante in seno a Picenambiente s.p.a. la dottoressa Talamonti Catia dipendente del medesimo comune in qualità di dirigente amministrativo di ruolo, la quale per due mandati, dal 25 settembre 2013 al 30 luglio 2019, vi ha svolto l'incarico di presidente del Consiglio di amministrazione. Detto incarico, fatto salvo il diritto alla copertura assicurativa e al rimborso delle spese documentate, è stato remunerato con il trattamento economico di 12.500 euro annui lordi (pari a complessivi 73.147,66 euro lordi);
risulta all'interrogante che in realtà sarebbe invece avvenuto che la società Picenambiente s.p.a. abbia erogato il compenso direttamente alla Talamonti e costei – che nel comune rivestiva l'incarico di dirigente alle finanze con gestione delle partecipate – non l'abbia riversato all'ente territoriale di appartenenza, cosicché apparirebbero non veritiere sia le comunicazioni effettuate annualmente dal comune di San Benedetto del Tronto al Dipartimento del tesoro (Ministero dell'economia e delle finanze) tramite il portale «Open data Partecipazioni P.A.» sia quelle dichiarate sul sito comunale della trasparenza ove, in merito al compenso in parola, viene affermato: «Si precisa che il Presidente della società è dirigente dell'amministrazione comunale (come da disposizioni decreto-legge n. 95 del 2012 articolo 40 comma 4-6). Il suo compenso lordo annuo viene riversato al comune di San Benedetto del Tronto»;
occorre sottolineare che detti compensi, quali incarichi aggiuntivi, sono soggetti altresì al dettato dell'articolo 24, commi 1, 1-bis, e 3 del decreto legislativo n. 165 del 2001, che ha ribadito il regime dell'onnicomprensività del trattamento retributivo dei dirigenti pubblici, già previsto dal decreto legislativo n. 29 del 1993, e che i compensi dovuti dai terzi sono corrisposti direttamente all'amministrazione di appartenenza, a norma dell'articolo 53, commi 7 e 7-bis, del citato decreto legislativo n. 165 del 2001, e lo stesso principio di onnicomprensività è ribadito da fonte contrattuale;
a livello regolamentare l'articolo 5 dell'allegato alla deliberazione del Consiglio comunale di San Benedetto del Tronto n. 33 del 30 aprile 2013, ad oggetto: Approvazione «Regolamento per la nomina di dipendenti comunali nei Consigli di Amministrazione delle Società partecipate dall'Ente», prevede: «I dipendenti incaricati, ai sensi dell'articolo 4, comma 4, del decreto-legge n. 95 del 2012, convertito, con modificazioni, in legge n. 135 del 2012, hanno l'obbligo di riversare i relativi compensi assembleari all'amministrazione comunale, ove sono riassegnabili, in base alle vigenti disposizioni, al fondo per il finanziamento del trattamento economico accessorio»;
risulta altresì all'interrogante che sul caso rappresentato vi sono state da lungo tempo varie segnalazioni alle autorità inquirenti e che sia la procura della Corte dei conti delle Marche, che la Procura della Repubblica presso il tribunale di Ascoli Piceno abbiano attivato indagini volte ad appurare i fatti potenzialmente oggetto di responsabilità personali, contabile e penale;
presso il Ministero dell'economia e delle finanze è operante la Struttura di indirizzo, monitoraggio e controllo sulle partecipazioni delle pubbliche amministrazioni con il compito di vigilare sulla corretta attuazione delle disposizioni del Tusp con particolare riferimento ai processi di riduzione e razionalizzazione delle partecipazioni pubbliche con adozioni di direttive sulla separazione contabile e verifica sul loro rispetto, ivi compresa la relativa trasparenza;
con i competenti uffici del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, il medesimo Ministero può esercitare nei confronti delle pubbliche amministrazioni e di tutte le società a partecipazione pubblica i poteri ispettivi previsti dalla normativa vigente (articolo 6, comma 3, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95);
il testo unico sulla documentazione amministrativa (decreto del Presidente della Repubblica n. 445 del 2000) ha confermato l'obbligatorietà del controllo sulle dichiarazioni e sulle certificazioni prodotte alla pubblica amministrazione ed ha disciplinato le diverse responsabilità e le conseguenti sanzioni per le dichiarazioni mendaci –:
di quali elementi disponga circa i fatti narrati in premessa, se abbiano preso iniziative o quali iniziative di competenza intendano assumere in merito alla fattispecie rappresentata, e se non ritengano che sussistano i presupposti per un'ispezione ministeriale, ciascuno per quanto di competenza.
(4-00720)
GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta in Commissione:
SERRACCHIANI e GIANASSI. – Al Ministro della giustizia. – Per sapere – premesso che:
il Tribunale di Gorizia versa da molto tempo in condizioni di grave scopertura di organico: su 389 unità previste risultano in servizio solo 22 unità, di cui in servizio effettivo 19; si tratta di una copertura del 50 per cento; inoltre, in procura, su un organico previsto di 29 unità sono presenti solo 11 persone;
a questo quadro si aggiunge la situazione di sofferenza in cui versa l'Unep e l'ufficio del giudice di pace dal quale dipende, tra l'altro, il centro di permanenza e rimpatri di Gradisca di Isonzo;
al tribunale e alla procura di Gorizia sono stati, finalmente, assegnati sei funzionari amministrativi, in virtù dello scorrimento del concorso a funzionari giudiziari per assunzione di n. 540 unità (elevate a 541) nel profilo di funzionario giudiziario, mediante scorrimento della graduatoria relativa al concorso unico funzionari amministrativi per la copertura di 2.133, elevati a 2.736;
apprendiamo, però, con preoccupazione, come nessuno dei sei funzionari assegnati a Gorizia abbia accettato la destinazione, e che tali rinunce probabilmente siano state motivate, tra l'altro, dalla eccessiva distanza delle zone di provenienza dei funzionari assegnati;
i tempi, dunque, sono destinati ad allungarsi ulteriormente con grave disagio per gli uffici e per l'efficienza del servizio giustizia per la cittadinanza –:
se il Ministro non ritenga di dover adottare ogni iniziativa necessaria a garantire una omogenea distribuzione del nuovo personale giudiziario su tutto il territorio nazionale, con particolare attenzione agli uffici gravati da particolari situazioni scopertura di organico, quale quelli del tribunale e della procura di Gorizia, e se non ritenga urgente velocizzare le procedure di riassegnazione dei posti conseguenti alla rinuncia dei sei funzionari amministrativi citati in premessa.
(5-00592)
IMPRESE E MADE IN ITALY
Interrogazione a risposta scritta:
CESA. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
Cassa depositi e prestiti (Cdp) il 5 marzo 2023, insieme al fondo d'investimento australiano Macquarie Asset Management, ha presentato un'offerta per l'acquisto di NetCo, la società del gruppo TIM che ricomprenderà l'infrastruttura di rete di TIM s.p.a.;
l'offerta presentata dalla cordata CDP-Macquaire si affianca a un'offerta non vincolante del fondo statunitense KKR – presentata il 1° febbraio 2023 – per l'acquisto di una partecipazione in NetCo, respinta dal Consiglio di amministrazione di TIM s.p.a. perché considerata non pienamente adeguata alle aspettative del gruppo;
mercoledì 15 marzo il Consiglio di amministrazione di TIM ha chiesto un miglioramento della proposta dell'offerta ricevuta il 5 marzo da CDP-Macquaire, avviando di fatto una procedura competitiva tra i due contendenti che scadrà il prossimo 18 aprile 2023;
secondo quanto è stato ricostruito da alcune fonti di stampa nazionale, le due offerte non risulterebbero del tutto equivalenti come inizialmente ipotizzato, quella di CDP-Macquaire sarebbe più conveniente, soprattutto nella valorizzazione della rete in rame. Una diversa valorizzazione che porterebbe nelle casse di TIM s.p.a. benefici superiori stimabili in oltre 2 miliardi di euro;
le fonti stampa avanzano inoltre l'ipotesi che l'offerta di KKR non prevederebbe un passaggio totale alla fibra, in linea con quanto invece è previsto dal PNRR, e come stanno già facendo i più avanzati Paesi europei, con possibili effetti negativi sugli attuali livelli occupazionali –:
quali iniziative di competenza si intenda intraprendere affinché l'aggiudicazione della rete TIM avvenga preservando il valore di una infrastruttura nazionale strategica, in linea con le migliori best practices europee, garantendo i livelli occupazionali attuali, in coerenza con quanto previsto dagli attuali obiettivi del PNRR in materia di digitalizzazione del Paese.
(4-00719)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazione a risposta in Commissione:
SIMIANI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
in Italia l'attività di handling aeroportuale, è regolata dal decreto legislativo n. 18 del 1999, attuativo della direttiva 96/1967 CE, relativa all'accesso al mercato dei servizi di assistenza a terra negli aeroporti;
il succitato decreto legislativo n. 18 del 1999 costituisce l'unica fonte di rango primario che disciplina la materia, unitamente alle norme comunitarie sovraordinate;
la natura risalente del decreto ha contribuito ad ampliare oltre misura gli interventi regolamentari dell'Enac, il quale, tuttavia, ormai da alcuni anni si spinge oltre il limite delle proprie competenze, intervenendo in via regolamentare a disciplinare la materia di appalti e subappalti tanto da determinare un contenzioso che ha visto sempre l'Enac soccombente, avendo il Tar ripetuto che gli interventi limitativi dell'Enac si giustificano solo per ragioni connesse alla sicurezza, alla capacità e allo spazio disponibile negli aeroporti;
sebbene il Tar in molteplici decisioni, cautelari e di merito, abbia ricordato all'Enac la propria incompetenza, l'ente continua ad operare con gli stessi criteri, costringendo le imprese che operano nei servizi aeroportuali a veder continuamente messa in dubbio la propria attività e quella dei propri dipendenti. A decorrere dal 2011, l'Enac ha adottato ben sei edizioni del regolamento per i servizi di handling. Ogni volta il regolamento è stato sospeso o annullato dal giudice amministrativo e ogni volta l'Enac ne ha subito emanato un altro che riproduceva gli stessi vizi e che a sua volta veniva annullato o sospeso dal Tar;
l'Enac ha pubblicato, in data 7 novembre 2022, emendamenti all'edizione n. 7 del proprio regolamento per la certificazione dei servizi di assistenza a terra negli aeroporti. A questa versione si è arrivati dopo che ben quattro delle precedenti edizioni sono state bocciate dal Tar. La n. 4 è stata annullata parzialmente dal Tar Lazio. La 5 è stata parimenti annullata dal medesimo Tar. La n. 6 è stata ritirata dall'Enac in seguito alla sua impugnazione, ma il Tar ha comunque condannato l'Enac alle spese, riconoscendo l'illegittimità del provvedimento. La n. 7, è stata sospesa nella sua efficacia con due ordinanze cautelari, sempre del Tar Lazio, del settembre 2022. Anche l'ultima edizione n. 7 – emendamento 1, ha avuto la stessa sorte, essendo stata sospesa con ben cinque ordinanze cautelari. Si ha notizia che, in risposta a questi provvedimenti, l'Enac intenda approvare un'ennesima edizione del regolamento le cui bozze, per quanto è dato di conoscere, riproducono gli stessi vizi di legittimità di tutte le precedenti edizioni;
l'oggetto di queste contorsioni, dispendiose per l'erario in termini di risorse umane ed economiche, rimangono le limitazioni all'affidamento a terzi, da parte delle società di handling, di alcuni servizi aeroportuali – carico e scarico bagagli, caricamento e scaricamento dell'aereo con le relative dotazioni di mezzi, smistamento e caricamento sui sistemi di trasporto da e per l'aereo;
come il giudice amministrativo ha più volte ripetuto, l'Enac, attraverso questi provvedimenti, interviene in una materia, qual è quella dei rapporti contrattuali in un settore di attività liberalizzata, che non è di sua competenza. L'Enac dispone della competenza ad adottare provvedimenti, specifici e concreti per il singolo aeroporto, diretti ad assicurare lo svolgimento dei servizi in condizioni di sicurezza e di buon funzionamento delle infrastrutture aeroportuali. Solo in funzione di ciò sono ammesse limitazioni allo svolgimento di attività liberalizzate in base al diritto eurounitario. L'Enac non ha, viceversa, alcun potere di regolamentazione del mercato, come surrettiziamente si ostina a voler fare;
questo modo di procedere produce danni molto gravi al sistema delle imprese del settore, determinando un clima di perenne incertezza e instabilità, con il rischio, ogni volta, dell'azzeramento di tutte quelle professionalità che per anni hanno garantito il servizio aeroportuale di assistenza a terra svolto dalle imprese –:
se sia al corrente di queste attività di Enac che, senza motivazione di urgenza, generano instabilità e disordine in un settore che ha dovuto fronteggiare la contrazione dei volumi dei voli per effetto del Covid ed ora ha retto il ritorno ai volumi del 2019 solo in virtù di attività terziarizzate che hanno compensato le gravi carenze di organico delle società aeroportuali;
se non ritenga necessario avviare, nell'ambito dei propri poteri di vigilanza, attività volte a verificare le motivazioni per le quali l'Enac perseveri, a spese dei contribuenti, in questa prolungata contrapposizione nei confronti dei pronunciamenti sempre avversi della giustizia amministrativa;
quali iniziative intenda assumere per ripristinare un quadro regolamentare stabile e coerente con la normativa in vigore.
(5-00591)
ISTRUZIONE E MERITO
Interrogazione a risposta in Commissione:
D'ALFONSO. — Al Ministro dell'istruzione e del merito, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
il comune di Pescara, con delibera di Giunta del 22 febbraio 2022 n. 130 ha deliberato di partecipare ad un bando del Ministero dell'istruzione che, nel contesto del PNRR, prevedeva la edificazione di asili e scuole per l'infanzia. Una delle quattro iniziative richieste prevedeva la costruzione di un nuovo asilo in via Celestino V;
con deliberazioni del Consiglio comunale n. 115 del 14 settembre 2022 e 1006 del 15 novembre 2022 veniva rispettivamente aggiornato il «programma triennale dei lavori pubblici» ed approvato il «progetto di fattibilità tecnico/economica»;
a fine ottobre 2022 i residenti di Via Fornace Bizzarri, una bretella prossima a via Celestino V, si sono imbattuti, a sorpresa, in alcune macchine operatrici nel parco della omonima strada, per l'effettuazione di sondaggi geologici finalizzati alla edificazione dell'asilo proprio in quel parco;
in data 21 novembre 2022 e 1° dicembre 2022, uno dei residenti ha segnalato il caso rispettivamente al Ministero dell'istruzione ed alla Commissione europea;
in data 22 dicembre 2022, circa 50 residenti hanno fatto ricorso al Tar, chiamando in giudizio il comune di Pescara ed il Ministero dell'istruzione e del merito;
in data 24 febbraio 2023 il Tar di Pescara ha pronunciato la sentenza n. 114 del 2023, con la quale dichiarava l'annullamento della delibera G.C. n. 1006 del 15 novembre 2022. A quanto risulta all'interrogante, contro questa sentenza il comune ha preannunciato ricorso al Consiglio di Stato;
contestualmente, il comitato costituitosi per la salvaguardia del parco ha avviato una interlocuzione con l'amministrazione allo scopo di evitare la distruzione di un'area disponibile da oltre 20 anni, resa possibile da fondi compensati, rinvenienti da oneri concessori di attività edilizia, da anni manutenuta dallo stesso comune;
è opinione dell'interrogante che l'area alternativa individuata dal comitato nelle interlocuzioni con l'amministrazione comunale, ugualmente di cessione per altra iniziativa edificatoria, permette di conservare il parco e garantisce un nuovo asilo al quartiere senza perdere i fondi PNRR;
con la pratica PE0011328, in atti dal 28 febbraio 2023, l'Agenzia delle entrate di Pescara, ufficio del territorio, Servizio catastale, ha provveduto a volturare il lotto al foglio 32, part. 1976 ponendolo in capo, in via definitiva, al comune di Pescara;
da notizie in possesso dell'interrogante risulta che il comune intenda richiedere all'Agenzia delle entrate, la retrocessione della sistemazione operata il 28 febbraio 2023, area di disponibilità dell'ente verso la quale i cittadini hanno avanzato la proposta alternativa di edificazione dell'asilo –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se ravvisino l'urgenza di promuovere, nell'ambito delle rispettive competenze, iniziative volte a evitare un danno patrimoniale per la città, con la cancellazione di un parco attrezzato ed abbondantemente fruito da tutti i residenti, ovvero, in estrema ipotesi, con la perdita per la città di Pescara di uno dei finanziamenti del PNRR richiesti per l'asilo di via Celestino V.
(5-00598)
LAVORO E POLITICHE SOCIALI
Interrogazione a risposta in Commissione:
LAI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
la compagnia aerea ITA nasce sulle ceneri della compagnia aerea Alitalia, per il cui finanziamento da parte dello Stato Italiano, per il tramite del Ministero dell'economia e delle finanze come azionista, la DG concorrenza UE ha imposto come conditio sine qua non per la creazione di una nuova compagnia aerea italiana con fondi totalmente dello Stato italiano che ci fosse totale discontinuità tra la liquidata Alitalia e ITA e che il personale di ITA dovesse essere interamente reclutato dal mercato del lavoro;
nello stesso periodo la seconda compagnia aerea italiana Air Italy, ex Meridiana, con sedi a Milano e a Olbia, è stata portata al fallimento dai soci qatarini che erano subentrati ai precedenti proprietari;
nonostante le condizioni della DG concorrenza, il personale di ITA proviene quasi esclusivamente (98 per cento) da Alitalia e ad oggi, su 3.600 lavoratori in organico di ITA, solo 1 pilota e 15 Assistenti di Volo (solo 4 residenti in Sardegna) sono stati attinti dal bacino dei lavoratori licenziati a seguito della messa in liquidazione di Meridiana/Air Italy ad opera della dirigenza del Qatar;
i lavoratori reclutati da Alitalia sono passati ad ITA con conservazione di ruolo e anzianità, con contratto a tempo indeterminato e senza fare selezioni, mentre i 15 ex Meridiana/Air Italy sono stati assunti a tempo determinato, senza conservare il ruolo né l'anzianità e superando delle selezioni a maglie strettissime;
il recupero delle competenze di Alitalia è certamente un fatto positivo, ma non può essere accettata una penalizzazione quantitativa e qualitativa nei confronti dei lavoratori provenienti dalla seconda compagnia;
ITA crescerà consistentemente nel 2022/23 con ben 39 nuovi aeromobili (di cui 25 ad incremento flotta), dei quali molti di lungo raggio e con un incremento della capacità totale del 73 per cento;
le nuove imminenti assunzioni previste sono 1.250 e, senza uno specifico intervento di indirizzo, si rischia di proseguire un atteggiamento discriminatorio tra lavoratori delle due ex compagnie;
i lavoratori di Alitalia godono di un trattamento esteso di cassa integrazione, a differenza di quanto previsto per i lavoratori ex Meridiana/Air Italy, i quali risultano dunque doppiamente penalizzati e in stato ormai di grave insicurezza;
sono estesi i rischi di un richiamo dell'Unione europea per la evidente continuità tra ITA e Alitalia –:
se siano a conoscenza di quanto sommariamente illustrato in premessa;
quali urgenti iniziative di competenza intendano adottare, al fine di superare le criticità emerse nelle procedure di reclutamento del personale della nuova compagnia aerea ITA, riconoscendo le legittime aspettative e professionalità anche del personale ex Meridiana/Air Italy, in vista delle annunciate prossime assunzioni.
(5-00597)
Apposizione di una firma ad una risoluzione.
La risoluzione in Commissione Saccani Jotti e altri n. 7-00075, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 22 marzo 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Bagnasco.
Apposizione di firme ad interpellanze.
La interpellanza urgente Appendino e altri n. 2-00109, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 21 marzo 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Dell'Olio.
La interpellanza urgente Pastorella e altri n. 2-00064, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 31 gennaio 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Enrico Costa.
Apposizione di firme ad una interrogazione.
La interrogazione a risposta in Commissione Fossi e Furfaro n. 5-00235, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 gennaio 2023, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Laus, Gribaudo, Sarracino, Scotto.