XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 97 di giovedì 4 maggio 2023

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA

La seduta comincia alle 9,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNARITA PATRIARCA, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 2 maggio 2023.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 67, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,07).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Per un richiamo al Regolamento e sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento il deputato Federico Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Intervengo sul Regolamento, articolo 8, comma 1, che riguarda la sua funzione in relazione al buon andamento dei lavori dell'Aula. Apprendiamo dai giornali - su quelli online di ieri e poi su quasi tutti i quotidiani di questa mattina - dell'esistenza di un problema. Il problema riguarderebbe la modifica introdotta dal Senato: la riscrittura parziale con emendamento dell'articolo 7-ter del provvedimento in esame in ordine al tema dell'impugnazione sulla dichiarazione di inammissibilità della domanda d'asilo eventualmente pronunciata dalla commissione territoriale. Leggiamo anche dai giornali che il Comitato per la legislazione, già in data 26 aprile, aveva invitato l'Esecutivo a valutare l'opportunità di specificare se la modifica introdotta al Senato - leggo testualmente - debba essere interpretata nel senso che il ricorso avverso le decisioni di inammissibilità sia realmente precluso o meno, visto che la possibilità di impugnare anche la dichiarazione di inammissibilità è ricompresa nella possibilità di agire in giudizio a tutela dei propri diritti soggettivi. In buona sostanza, vorremmo chiedere come il Governo intenda muoversi.

Leggiamo che sarebbe sufficiente l'approvazione dell'ordine del giorno n. 9/1112/3 - a cui è stato dato parere favorevole - del collega Rotondi, presidente del Comitato per la legislazione, secondo cui ci sarebbe un impegno ad assumere un provvedimento idoneo in un futuro decreto.

Insomma, credo che in quest'Aula abbiamo il diritto di conoscere quale sia l'intendimento del Governo.

Segnalo al Governo, al Sottosegretario Molteni, che avevamo presentato un ordine del giorno sullo stesso tema, l'ordine del giorno n. 9/1112/75 Stefanazzi, su cui il Governo ha espresso, invece, parere contrario. Credo che, prima di procedere, signor Presidente, abbiamo il diritto di avere chiarezza su questa vicenda e su che cosa andiamo a votare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Sempre lo stesso argomento?

MARCO GRIMALDI (AVS). Su una vicenda che riguarda il resoconto. Ho alzato la mano prima, ma, probabilmente, non mi ha intravisto.

PRESIDENTE. Chiedo scusa.

MARCO GRIMALDI (AVS). È una correzione molto semplice. Nel resoconto stenografico di ieri, alla pagina 69, sugli ordini del giorno nn. 9/1112/77 Forattini - dico il cognome, giusto per velocizzare -, 9/1112/78 Berruto, 9/1112/79 Gianassi, 9/1112/80 Serracchiani, 9/1112/81 Bakkali, 9/1112/82 Zan, 9/1112/83 Dori, 9/1112/84 Borrelli e 9/1112/85 Fratoianni, non c'è l'esito. Credo sia contrario, però vorrei avere conferma anche da verbale.

PRESIDENTE. Per risolvere la questione proposta dall'onorevole Grimaldi, chiedo al Sottosegretario, onorevole Molteni, se, per cortesia, voglia precisare il parere sugli ordini del giorno da n. 9/1112/77 Forattini al n. 9/1112/85 Fratoianni, così ne prendiamo atto, visto che c'è un refuso di battitura.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Sugli ordini del giorno nn. 9/1112/77 Forattini, 9/1112/78 Berruto, 9/1112/79 Gianassi, 9/1112/80 Serracchiani, 9/1112/81 Bakkali, 9/1112/82 Zan, 9/1112/83 Dori, 9/1112/84 Borrelli e 9/1112/85 Fratoianni, il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/86 Grimaldi, il parere è contrario sulle premesse, mentre, per quanto riguarda l'impegno del Governo, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di favorire un'accoglienza in strutture di piccole dimensioni, evitando la concentrazione di persone in grandi centri e investendo maggiormente nell'accoglienza diffusa”.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Molteni. Prendiamo, quindi, atto della precisazione. In ordine all'intervento dell'onorevole Fornaro, la Presidenza prende atto che non è propria facoltà, per cui chiedo al Sottosegretario Molteni se intenda intervenire.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Per ribadire che c'è una segnalazione da parte del Comitato per la legislazione, a fronte della quale è stato presentato un ordine del giorno a firma Rotondi, sul quale c'è il parere favorevole del Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Prendo atto della risposta del Governo - ringrazio il Sottosegretario Molteni -, che lascia molte perplessità. Credo che, da questo punto di vista, vada fatta una riflessione comune sul fatto che, ormai, stiamo andando verso un monocameralismo di fatto e talmente velocemente, tra l'altro, da impedire di fare quelle correzioni che consentiva, in passato, un corretto passaggio tra Camera e Senato, un passato lontano onestamente.

Infatti, oggettivamente, la via maestra sarebbe stata quella - com'è stato fatto tante altre volte - di un emendamento del Governo che rimettesse le cose a posto, poiché quello sollevato è un tema di rango costituzionale, non è un intervento minimo su una norma.

Però mi permetto di insistere, signor Sottosegretario, sulla possibilità di rivedere il parere sull'ordine del giorno n. 9/1112/75 Stefanazzi, perché per coerenza con il n. 9/1112/3 Rotondi ci sono temi assolutamente analoghi. Credo che una riformulazione da parte del Governo e un eventuale parere favorevole sarebbero più coerenti con l'approvazione, da parte vostra, dell'ordine del giorno n. 9/1112/3 del presidente del Comitato per la legislazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, con riferimento all'ordine del giorno n. 9/1112/3 Rotondi, devo dire che, com'è noto, il Comitato per la legislazione - e, penso, giustamente -, spesso e volentieri, solleva questioni e preoccupazioni che penso servano a tutto il Parlamento, anche a futura memoria. Vorrei ricordare quante volte è stata sollevata l'inopportunità di far confluire un decreto-legge nell'altro decreto-legge, eppure si è andati avanti. Penso che il parere che, ieri, ha espresso il rappresentante del Governo e che, oggi, ha riconfermato sia un atto doveroso rispetto a una preoccupazione interpretativa. Vedrà poi il Governo, ovviamente, se questa preoccupazione interpretativa abbia un fondamento che determinerebbe una improcedibilità di fatto. Infatti, se la norma dovesse collidere con un principio costituzionale, è ovvio che debba essere modificata. Penso che, sotto il profilo dell'economia dei nostri lavori, una volta che l'ordine del giorno è accolto, si possa tranquillamente procedere, perché tanto non vi sarebbe alcuna altra possibilità che quella.

PRESIDENTE. In ordine alla richiesta dell'onorevole Fornaro relativamente all'ordine del giorno n. 9/1112/75 Stefanazzi, sicuramente, il Sottosegretario Molteni l'ha registrata.

Non essendo ancora decorso il termine di preavviso previsto per le votazioni con il procedimento elettronico, sospendo la seduta fino alle ore 9,30. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 9,17, è ripresa alle 9,30.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 591 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 marzo 2023, n. 20, recante disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all'immigrazione irregolare (Approvato dal Senato) (A.C. 1112​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1112: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 marzo 2023, n. 20, recante disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all'immigrazione irregolare.

Ricordo che, secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo dello scorso martedì, nella seduta di ieri si sono svolti gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno e il rappresentante del Governo ha espresso i pareri.

Sempre secondo quanto convenuto nella medesima riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, nella seduta odierna si procederà alla votazione degli ordini del giorno, quindi, alle ore 13, alle dichiarazioni di voto finale, con ripresa televisiva diretta degli interventi dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Alle ore 14,30 avrà luogo, infine, la votazione finale.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1112​)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/1 Sarracino vi è parere favorevole con riformulazione.

Prendo atto che non viene accettata.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/1 Sarracino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/2 Candiani (Versione corretta) vi è parere favorevole. Si insiste per la votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/2 Candiani (Versione corretta), con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Ha chiesto di parlare l'onorevole Candiani. Chiedo scusa, onorevole Candiani, l'ordine del giorno è stato votato. A che titolo chiede la parola?

STEFANO CANDIANI (LEGA). Grazie, Presidente, velocissimo, è sull'ordine dei lavori. Ho visto un cambio repentino da parte del Partito Democratico. Capita. È curioso, perché hanno votato contro quello cui avevano votato a favore esattamente un anno e mezzo fa e anche le dichiarazioni di allora dell'onorevole De Luca (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole, però i voti non si commentano. Mi perdoni, ma non si commentano i voti.

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/3 Rotondi vi è parere favorevole: lo diamo per acquisito.

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/4 Magi vi è parere favorevole con riformulazione. Onorevole Molteni, può cortesemente ripetere la riformulazione?

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. “Impegna il Governo a valutare l'opportunità di (...)”.

PRESIDENTE. Onorevole Magi?

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. No, non accetto la riformulazione, perché è abbastanza curioso che il Governo chieda di modificare il dispositivo, l'impegno di quest'ordine del giorno con la premessa: “valutare l'opportunità di”, perché il dispositivo recita: “a favorire un'accoglienza dei migranti che sia diffusa in centri di piccole dimensioni, anche nel caso di ricorso alle strutture di accoglienza provvisoria (…) in coerenza con le recenti dichiarazioni del Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, riportate in premessa”.

Quindi, sostanzialmente, il Governo ci dice che vuole valutare l'opportunità di fare una cosa in coerenza con le dichiarazioni del Ministro dell'Interno, di cui il Sottosegretario Molteni è appunto Sottosegretario nello stesso dicastero. Quindi, non solo chiedo all'Aula di votare favorevolmente all'ordine del giorno così come è stato depositato, ma credo che anche la maggioranza che sostiene questo Governo dovrebbe fare altrettanto, in coerenza con le dichiarazioni del Ministro Piantedosi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/4 Magi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/5 Alfonso Colucci il parere è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Signor Sottosegretario, abbiamo già discusso ieri quest'ordine del giorno che introduce un chiarimento nella sua prima parte del dispositivo ed è il chiarimento relativo all'irretroattività della normativa. Questo proprio al fine di escludere che la nuova normativa, che è assai limitativa - e penso in particolare all'istituto della protezione speciale - possa applicarsi retroattivamente a tutti i diritti e alle situazioni attualmente pendenti.

Davvero quella che stiamo sollevando non è una questione di principio, ma riguarda un sistema, un modo che suggeriamo, per evitare il corposo contenzioso che, inevitabilmente, si andrà a determinare nel momento in cui un soggetto, che abbia acquisito il permesso per ragioni umanitarie, si trovi a chiederne il rinnovo e, in ragione della mancanza dell'istituto che, oggi, andrete ad abolire, attraverso il voto e la fiducia, si vedrà respinto il ricorso stesso; quindi, pur avendo acquisito legittimamente il titolo sulla base della normativa vigente al momento della richiesta, si troverà a sprofondare nella posizione dell'irregolarità e del nero.

Vogliamo evitare, da un lato, che si crei un contenzioso che vada a intasare i nostri tribunali, e, dall'altro, che la normativa, che avete pensato e sottoposto oggi alla votazione di quest'Assemblea, possa avere un effetto criminogeno.

La seconda parte, invece, poiché andate ad abolire l'istituto della protezione speciale umanitaria, contiene un impegno al Governo al fine di garantire, comunque, in Italia, attraverso altre forme, il rispetto del diritto della persona, posto dall'articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, alla sua vita privata e familiare. Per questo, chiedo davvero al Governo di rivedere il suo parere negativo e confido.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/5 Alfonso Colucci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/6 Auriemma, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/7 Amato, su cui c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Amato. Ne ha facoltà.

GAETANO AMATO (M5S). Grazie, Presidente. Chiederei il rappresentante del Governo di ripensare il parere su quest'ordine del giorno, perché, in effetti, si limita la libertà costituzionale dell'individuo a ricorrere anche sui giudizi di inammissibilità. Perché limitare la possibilità del ricorrente alle commissioni territoriali? Per questo - lo ripeto -, chiedo al rappresentante del Governo di modificare il suo parere e di procedere poi alla votazione.

PRESIDENTE. Il Sottosegretario Molteni non raccoglie l'invito. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/7 Amato, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/8 Iaria, c'è il parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Potrei risentire la riformulazione, per favore?

PRESIDENTE. Sottosegretario Molteni, per cortesia, sull'ordine del giorno n. 9/1112/8 Iaria.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. “Impegna il Governo a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Onorevole Iaria?

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente, non accetto la riformulazione, perché, secondo me, quest'ordine del giorno doveva essere votato subito favorevolmente. Ho capito perché non lo votate subito favorevolmente, perché ne avete intuito l'aspetto nascosto, recondito e subdolo. Quest'ordine del giorno chiede di attuare misure d'accoglienza anche in piccoli comuni e queste misure di accoglienza, magari, in piccole realtà locali, potrebbero favorire l'integrazione dei migranti. Ma, se favoriamo l'integrazione dei migranti, cosa succede? L'avete detto anche voi, ieri, molte volte: i migranti si prendono le nostre donne e attuano la sostituzione etnica (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)…

PRESIDENTE. Per cortesia, per cortesia.

ANTONINO IARIA (M5S). …ed è per questo che non volete votare favorevolmente su quest'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Per cortesia…

ANTONINO IARIA (M5S). Capisco che vogliate difendere le nostre donne, le donne italiane, e le difendete, vabbè, a parte togliere Opzione donna e il reddito di cittadinanza e non fare gli asili nido con i soldi del PNRR. A parte questo, volete difendere le nostre donne italiane dal fatto che possano procreare figli multicolore. Vi ringrazio per avere difeso la razza italiana: grazie, grazie, perché siete pronti, scaltri e molto attenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/8 Iaria, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/9 Baldino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/10 Barzotti, su cui c'è un parere favorevole, previa riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Accettiamo la riformulazione.

PRESIDENTE. Accettate. Va bene. Quindi, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/1112/11 Tucci: parere contrario del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/11 Tucci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/12 Caso, c'è un parere favorevole, con riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Chiederei, con gentilezza, di riascoltare la riformulazione.

PRESIDENTE. Sottosegretario Molteni, per cortesia, sull'ordine del giorno n. 9/1112/12 Caso.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. “Impegna il Governo a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. L'onorevole Caso accetta la riformulazione, va bene.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/13 Fede, su cui c'è il parere contrario del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/13 Fede, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/14 Cappelletti, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/15 Ilaria Fontana, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/16 Ascari il parere è favorevole previa riformulazione. Onorevole Ascari, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno?

STEFANIA ASCARI (M5S). Presidente, chiedo gentilmente di sentire la riformulazione.

PRESIDENTE. Prego, Sottosegretario.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. “Impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere, in ordine ai trasferimenti dei migranti nell'ambito del territorio nazionale, che per le donne vittime accertate di violenza ci sia la possibilità di disporre il trasferimento e l'accoglienza presso la rete dei centri di accoglienza antiviolenza nazionale, ovvero presso strutture in grado di fornire loro assistenza adeguata”.

PRESIDENTE. Onorevole Ascari, accetta la riformulazione?

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Pur riconoscendo, comunque, un impegno da parte del Sottosegretario, non accetto la riformulazione, perché, quando si tratta di donne vittime di violenza, non ci deve essere la possibilità, ma un dovere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questa è proprio una questione di principio, alla luce del fatto che, nel nostro Paese, viene uccisa una donna ogni tre giorni e che spesso le donne migranti arrivano in condizioni disperate e, soprattutto, hanno subito violenze disumane.

Ci tengo anche a sottolineare, da un lato, che mi fa piacere che il Sottosegretario, durante l'esame in Commissione, abbia riconosciuto la maternità della legge Saman Abbas (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ci tenevo a dirglielo, perché questa è una legge importantissima che riconosce un permesso di soggiorno immediato alle vittime di induzione o costrizione al matrimonio. Quello che mi dispiace è stata la modalità di assorbimento e di recepimento di questa legge che non meritava questo esito, anche se, ovviamente, questa legge andrà a beneficio di tutte le Saman, purtroppo, che esistono ancora oggi in Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/16 Ascari, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/17 Penza il parere è favorevole con riformulazione.

Onorevole Penza, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno?

PASQUALINO PENZA (M5S). Accetto la riformulazione, ma chiedo di porre in votazione l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/17 Penza, come riformulato dal Governo, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

L'ordine del giorno n. 9/1112/18 Torto è accolto come raccomandazione.

Chiedo ai presentatori se accettano la raccomandazione o insistono per la votazione dell'ordine del giorno.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Accettiamo la raccomandazione.

PRESIDENTE. Sta bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/19 Carotenuto c'è il parere contrario del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/19 Carotenuto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/20 Donno, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/21 Orrico, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/22 Onori, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/23 Carmina c'è il parere favorevole del Governo, previa riformulazione. Onorevole Carmina? Vuole riascoltare la riformulazione.

Sottosegretario Molteni, per cortesia.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. “Impegna il Governo a valutare l'opportunità di riconoscere un contributo ulteriore per l'anno 2023 a ciascuno dei comuni interessati dal fenomeno migratorio e dai problemi relativi alla prima accoglienza, in particolare con riferimento a Lampedusa, Linosa, Porto Empedocle, Pozzallo, Caltanissetta, Messina, Siculiana, Augusta, Pantelleria e Trapani”.

PRESIDENTE. Onorevole Carmina, accetta la riformulazione?

IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. Io accetto il parere, la riformulazione, però la considero un primo passo verso il riconoscimento del peso che costituisce per gli enti locali l'impatto del fenomeno migratorio. È auspicabile che venga considerato bene anche con riferimento all'ampliamento della rete dei centri di permanenza per i rimpatri, i CPR, di cui è previsto, appunto, l'ampliamento. La loro dislocazione è affidata ai presidenti di regione, mentre dovrebbe spettare ai sindaci - e faccio questo appello anche ai colleghi della maggioranza, soprattutto agli ex sindaci, perché chiedano il riconoscimento del loro ruolo -, perché, secondo me, solo i sindaci conoscono veramente le difficoltà e le esigenze del territorio.

Mi dispiace che si sia eliminato l'inciso…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole. Quindi, ha accettato?

IDA CARMINA (M5S). Sì. … Mi dispiace che si sia eliminato l'inciso del riferimento alle regioni del Sud, ma comprendo che i CPR potranno essere fatti anche al Nord e, quindi, comprendo la ragione dell'eliminazione di questo inciso.

PRESIDENTE. Quindi, prendiamo atto che i presentatori accolgono la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1112/23 Carmina proposta dal Governo.

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/24 Quartini c'è il parere favorevole del Governo con riformulazione.

Prendo atto che l'onorevole Quartini accetta la riformulazione del suo ordine del giorno.

L'ordine del giorno n. 9/1112/25 Marianna Ricciardi è accolto come raccomandazione.

Prendo atto che l'onorevole Marianna Ricciardi accetta la raccomandazione del suo ordine del giorno.

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/26 Sportiello c'è un parere contrario.

Onorevole Cappelletti, lo mettiamo in votazione?

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/26 Sportiello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Prima di continuare con le votazioni, saluto l'Istituto comprensivo Parco della Vittoria - Scuola Giuseppe Gioachino Belli con i ragazzi che sono in tribuna (Applausi).

Proseguiamo con l'esame degli ordini del giorno.

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/27 Di Lauro vi è il parere contrario del Governo. Onorevole Di Lauro? Lo poniamo in votazione.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/27 Di Lauro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/28 Scutella' vi è il parere contrario del Governo. Onorevole Scutella'? Lo poniamo in votazione.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/28 Scutella', con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/29 Riccardo Ricciardi vi è il parere contrario del Governo. Onorevole Riccardo Ricciardi? Lo pongo in votazione.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/29 Riccardo Ricciardi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Ordine del giorno n. 9/1112/30 Cafiero De Raho, parere contrario del Governo. Onorevole Cafiero De Raho?

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Presidente, chiedo che il Sottosegretario riconsideri questa valutazione. Avevo anche omesso l'illustrazione di tale ordine del giorno, perché mi sembrava pacifica la richiesta: era semplicemente l'impegno del Governo a presentare alle Camere annualmente una relazione sull'andamento del contrasto del reato di cui all'articolo 12-bis, inserito con l'articolo 8 del decreto, nonché sugli effetti dell'extraterritorialità del reato e, quindi, sulla capacità del nostro Paese di contrastare questi reati. Si trattava di fornire dei numeri, accompagnati da una relazione.

In realtà, da questo “no” desumiamo, ancora una volta, che il Governo non vuole avere alcuna condivisione con il Parlamento, con le Camere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), non vuole portare alcunché alla nostra attenzione, alla nostra valutazione. Questo è gravissimo perché sui decreti pone continuativamente la fiducia e su questo non vuole dare relazioni, ma allora non dobbiamo conoscere nulla? Vuole operare soltanto il Governo? Chiedo che il Sottosegretario ci dica se, effettivamente, mantiene fermo questo parere o se, invece, ritiene che debba accogliere questo impegno, che il Governo dovrebbe soltanto condividere, nei numeri e nella relazione di accompagnamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sottosegretario? Proseguiamo.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/30 Cafiero De Raho, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/31 Zanella vi è il parere contrario del Governo. Onorevole Zanella?

LUANA ZANELLA (AVS). Chiedo al Governo, al Sottosegretario se sia possibile riprendere in considerazione quest'ordine del giorno, perché si tratta di avere veramente la visione di quello che succede quando queste persone vengono salvate, cosa accade in concreto.

L'ordine del giorno chiede semplicemente che si tenga in particolare attenzione la categoria delle vittime di trauma o tortura, le donne che, come è stato già sottolineato da altri colleghi e colleghe, sono spesso vittime di violenza, i minori, le vittime di tratta, le persone affette da disabilità, le persone anziane, le persone LGBTQ+. Non appare prevista alcuna esclusione esplicita dalla procedura in frontiera di queste persone particolarmente vulnerabili e con esigenze specifiche.

Quindi, noi chiediamo al Governo che si metta una mano sulla coscienza e che, coerentemente, riveda il parere negativo espresso.

PRESIDENTE. Sottosegretario, riconsidera il parere? No.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/31 Zanella, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/32 Zaratti vi è il parere contrario del Governo. Onorevole Zaratti? Onorevole Grimaldi?

MARCO GRIMALDI (AVS). Ovviamente chiediamo che sia posto in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/32 Zaratti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/33 Bonelli vi è il parere contrario del Governo. Onorevole Bonelli? Lo poniamo al voto, grazie onorevole Grimaldi.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/33 Bonelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/34 Cuperlo vi è il parere contrario del Governo. Onorevole Cuperlo?

GIANNI CUPERLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. È abbastanza incomprensibile questo parere contrario del Governo e vorrei motivarne le ragioni. L'ordine del giorno impegna il Governo ad adottare ogni iniziativa volta a garantire il pieno rispetto delle norme costituzionali e internazionali a tutela dei diritti fondamentali della persona. Questo è il testo, affermazione che in sé potrebbe apparire anche pleonastica, però se noi qui sentiamo il dovere di un richiamo così esplicito è per una ragione. Fino al 2018, il nostro Paese contemplava tre forme di tutela per chi giungeva in Italia fuggendo da guerre, violenze, carestie, cataclismi: lo status di rifugiato, la protezione sussidiaria e la protezione umanitaria. Tre forme di tutela consolidate nel tempo da norme interne e internazionali e sempre convalidate dalla Corte costituzionale.

Poi, dal 2018, le cose cambiano e si entra in una fase di instabilità legislativa, prima con i decreti Salvini, che cancellano la protezione umanitaria, creando al suo posto una ridotta protezione speciale per cure mediche e calamità. A seguire, la Ministra Lamorgese, accogliendo alcune osservazioni del Quirinale, estende quella protezione speciale anche a quanti, allontanatisi dall'Italia, potevano vedere violato il rispetto della loro vita privata e familiare o della protezione della salute.

Questa forma di protezione speciale allargata di fatto si avvicinava alla precedente protezione umanitaria, offrendo una terza via di tutela ai tanti che non rientrano nello status di rifugiato o nella protezione sussidiaria.

Bene, colleghi, a questo punto, siete arrivati voi. Con questo decreto, tornate a una restrizione della protezione speciale, in particolare, nella parte che riguarda la tutela della vita privata e familiare. Il punto dov'è? Sta nel fatto che, nel nostro ordinamento, il diritto di asilo è sancito direttamente dalla Costituzione della Repubblica, al comma terzo dell'articolo 10, ragione che, all'epoca del primo decreto Salvini, spinse il Presidente Mattarella, con una nota, a richiamare il Governo al rispetto - cito testualmente - degli obblighi costituzionali e internazionali dello Stato. Per capirci, la nostra nozione costituzionale di asilo è decisamente più ampia di quella contenuta nella stessa Convenzione di Ginevra, ed è stata concepita e formulata consapevolmente con questo spirito e questo respiro.

Colleghi, un ordine del giorno non salva alcuna vita e tanto meno cambia la storia ma, in questo caso, serve a motivare un principio relativamente semplice ed è questo: con il decreto che avete scritto, superate i limiti che il Governo, che ogni Governo dovrebbe sempre rispettare, tenendo conto dell'impossibilità di abrogare norme di stretta attuazione costituzionale.

Il punto è, precisamente, che tali sono: norme costituzionali, come quelle sulla protezione umanitaria o sulla protezione speciale allargata, che offrono piena attuazione all'articolo 10, terzo comma, della Costituzione repubblicana. Ecco il senso di quest'ordine del giorno.

Non vi chiediamo di rivolgere un segno di attenzione alle ragioni delle opposizioni, questo - mi rendo conto - sarebbe chiedere troppo. No, la richiesta è più modesta ed è rivolgere la vostra attenzione e anche la vostra cautela al dettato della nostra Costituzione, quella alla quale, pochi mesi fa, avete giurato lealtà dinanzi al Capo dello Stato. Piero Calamandrei definiva la nostra Costituzione “presbite”. Era una formula elegante per dire che compito del legislatore sarebbe stato, nel tempo, la capacità di guardare lontano. Purtroppo, con questo decreto, non siete riusciti neppure a guardare 200 metri al largo della spiaggia di Cutro. Negando un dramma pensate di guadagnare, forse, qualche consenso in più. Non credo accadrà ma, pure se dovesse accadere, varrà, comunque, per voi, la morale di quel verso lontano: anche se, allora, vi crederete assolti, sarete per sempre coinvolti (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/34 Cuperlo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/35 Lacarra, sul quale il parere del Governo è contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Lacarra. Ne ha facoltà.

MARCO LACARRA (PD-IDP). Signor Presidente, onorevoli colleghi, questo decreto è un'altra inutile bandiera del Governo in carica. È l'ennesimo spot elettorale che non riesce a portare alcun progresso concreto al tema dell'immigrazione, anzi, peggiora sensibilmente il quadro normativo. È un decreto che nasce da una tragedia e getta le fondamenta per ulteriori tragedie. Sì, perché, da un lato, si ha la presunzione di fermare un fenomeno globale senza tempo con la decretazione d'urgenza e, dall'altro, si smantella quel poco di buono che c'è nel sistema di accoglienza e si cancella un istituto giuridico di civiltà come la protezione speciale. Nel frattempo, mentre arginate i flussi migratori con la forza del pensiero e con quella della legge, inspiegabilmente, gli sbarchi aumentano a dismisura e anche i morti in mare, purtroppo.

Mentre nel DEF elencate, con puntualità, i benefici che apporterebbe l'immigrazione al benessere del Paese, a sirene spiegate criminalizzate le ONG e non muovete un dito per promuovere i corridoi umanitari o qualsiasi altra misura per soccorrere la gente che ha la guerra in casa propria. Anche in tema di lavoro, non possiamo che giudicare raffazzonate e inique le decisioni che sono state prese, scelte frutto di un'ideologia escludente a priori, più che di un sano bilanciamento di principi e opportunità.

Con l'articolo 2 di questo decreto, si mette a regime una nuova forma di controllo dei requisiti che il datore di lavoro deve avere per il rilascio del nulla osta al lavoro per gli extracomunitari. Se, fino ad ora, questo controllo spettava, giustamente, all'Ispettorato del lavoro, adesso diventerà appannaggio di alcune categorie di professionisti. Su di loro, graverà il compito di asseverare la capacità finanziaria del datore di lavoro sulle previste assunzioni. Ciò vuol dire demandare una valutazione molto complessa che deve tener conto delle capacità patrimoniali, dell'equilibrio economico-finanziario, del fatturato, del numero dei dipendenti e del tipo di attività svolta dall'impresa. Se l'intento era semplificatorio, siamo lontanissimi dal centrare l'obiettivo. Piuttosto, il risultato di questa modifica, in assenza di parametri precisi cui i professionisti devono attenersi, è andare incontro al rischio che l'asseverazione avvenga a seguito di valutazioni non adeguate, nei migliori casi, o sulla base di considerazioni più o meno compiacenti, nei casi peggiori.

Riteniamo che questo sistema non sia né equo né giusto e, con quest'ordine del giorno, chiediamo al Governo un impegno per reinserire il parere dell'Ispettorato nazionale del lavoro, affinché ci sia una garanzia vera di valutazioni adeguate su tutto il territorio nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/35 Lacarra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/36 Mauri, con il parere contrario del Governo. Onorevole Mauri, lo mettiamo in votazione? Va bene.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/36 Mauri, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/37 Peluffo, con il parere contrario del Governo. Onorevole Peluffo, lo mettiamo in votazione? Va bene.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/37 Peluffo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/38 Boldrini, sul quale il parere del Governo è contrario. Ha chiesto di parlare la presidente Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno si intende richiamare l'attenzione dell'Aula e anche del Governo. Ci abbiamo provato a lungo, ma senza esiti, e ci riproviamo anche in Aula.

Si tratta di uno degli aspetti più gravi del decreto, la vera e propria mutilazione della protezione speciale. Migliaia di persone che, oggi, hanno un permesso di soggiorno, Presidente, che vivono e lavorano regolarmente e che pagano le tasse, diventeranno irregolari e saranno lasciate ai margini. Dunque, possiamo dire che l'essenza dei provvedimenti della destra sull'immigrazione è questa: in nome della lotta a quelli che l'Esecutivo chiama clandestini, non si fa altro che crearne di nuovi.

È accaduto già, in passato, non è una novità. È accaduto con la Bossi-Fini, è avvenuto con la cancellazione della protezione umanitaria voluta dall'allora Ministro dell'Interno Salvini e accade, Presidente, oggi, con questo decreto. Non si dica, come ha fatto la Presidente del Consiglio, che la protezione speciale sarebbe qualcosa che non esiste negli altri Paesi, anzi, ha specificato, negli altri Paesi europei, perché questa è una vera e propria falsità.

Basta andare su Internet, è facilissimo: ci sono almeno 18 Paesi europei che hanno una misura di questo tipo. Ed è grave, poi, che il permesso di soggiorno per protezione speciale non possa più essere trasformato in permesso di lavoro. Dunque, nuovi irregolari. Ma questa è l'essenza dei provvedimenti del Governo. E così, quando a una persona che lavora regolarmente scadrà questo permesso di soggiorno per protezione speciale, che le succede, Presidente? Che le succede? Non potendo più lavorare regolarmente, o sarà disoccupata, oppure sarà un lavoratore a nero! E per fortuna è stato lasciato, dopo varie e note insistenze, il richiamo agli obblighi internazionali. Questo vuol dire che si conferma la piena e totale validità dell'articolo 8 della Convenzione CEDU, il quale stabilisce che “Ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e della propria corrispondenza”. Quindi, una persona che abbia un radicamento familiare in Italia, nonostante i vostri tentativi maldestri, non potrà essere espulsa. E questa, Presidente, dovrebbe essere anche per loro una buona notizia, perché loro si ergono a difensori della cosiddetta famiglia tradizionale. O questo vale solo per chi risponde a certe caratteristiche, a un certo colore della pelle.

Il secondo tema dell'ordine del giorno è quello che riguarda il sistema di accoglienza, Presidente. I richiedenti asilo non potranno essere più inseriti nei circuiti della rete SAI - costituita da piccoli centri che favoriscono l'integrazione, anche perché non hanno l'impatto pesante, incisivo e invasivo sul territorio - e potranno, invece, essere trattenuti nei centri di detenzione, negli hotspot e addirittura nei CPR, non solo nel corso della prima fase dell'identificazione, ma anche durante la procedura d'asilo, durante la domanda d'asilo.

Questo è contro ogni principio di giustizia, perché stiamo parlando di persone vittime di regimi dittatoriali, vittime di guerre, vittime di violazione dei diritti umani. E che cosa fa questo Governo? Li mette in prigione, in galera, come delinquenti! Dove sta il garantismo del Ministro Nordio? Ma che hanno fatto, Presidente, al Ministro Nordio, mi viene da chiedere.

Questo decreto cozza, attacca almeno tre articoli della Costituzione: l'articolo 10, diritto d'asilo; l'articolo 113, diritto di ricorrere contro gli atti della pubblica amministrazione; l'articolo 24, che dice che tutti possono agire in giudizio per tutelare i propri diritti. E ora, Presidente, devono anche correre ai ripari. Ma veramente pensate di gestire un fenomeno strutturale come questo, facendo multe alle ONG oppure con l'arresto di chi guida i barchini? Ma per favore: è veramente qualcosa di incomprensibile. Oppure scaricano la responsabilità sull'Europa: un giorno è colpa dell'Europa, un altro giorno, grazie a Meloni, questo tema è al centro dell'interesse europeo.

In conclusione, Presidente, io vorrei dire a questo Governo: basta con la disinformazione e con le menzogne, basta minare il diritto d'asilo, basta indebolire il sistema dell'accoglienza. Siete veramente il Governo dell'improvvisazione, del caos e della disumanità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/38 Boldrini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/39 Gnassi, su cui c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Gnassi. Ne ha facoltà.

ANDREA GNASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Come è stato detto, la strage di Cutro è qui, è ancora qui, che parla al Paese di morti, di drammi, di speranze, di incredibile senso di commozione, di pietà e di sgomento rispetto anche ai piccoli corpi che poi venivano restituiti nelle settimane successive. Sono stati giorni di dibattito nel Paese, c'è stata indignazione, ci sono state poi evocazioni, intenzioni. E oggi giungiamo ai fatti concreti, definiti da questo decreto che non tutela affatto le vittime di traffici illegali di esseri umani, non riconosce i diritti garantiti sul piano costituzionale, su quello del diritto europeo e del diritto internazionale. Questo decreto, da questo punto di vista, è chiaramente un veicolo per l'ennesima operazione politica che si vuole far passare come svolta repressiva nei confronti dei migranti, in massima parte peraltro in fuga da guerre e persecuzioni.

Ma c'è un altro punto che mette gli enti locali, ad esempio, di fronte alle conseguenze di questo decreto. Questo provvedimento è inefficace e inutile: certamente, da una parte, è cinico, è voluto, è pensato, è gridato ma, dall'altra, è davvero inefficace e inutile. All'atto del risvolto pratico, provate a chiedere agli enti locali, ai comuni di qualsiasi colore politico. Perché, è evidente a tutti, che questa stretta prevista sulla protezione speciale cosa produrrà nelle città? Produrrà un nuovo esercito di persone presenti sul nostro territorio, prive di diritti, prive di tutele. Comporterà un'accresciuta conflittualità sociale a danno, sì, dei migranti in arrivo, ma anche dei nostri cittadini. Basti considerare che, anche sul piano dell'accoglienza, allo stato attuale, i servizi di accoglienza e integrazione (SAI) continuano a rappresentare una parte limitata del totale dei posti di accoglienza. Bisogna guardare i numeri concreti, cosa avviene nel nostro territorio mentre, com'è noto, è di gran lunga più ampio il sistema gestito dalle prefetture, anche con riferimento ai centri di accoglienza straordinaria (CAS), che dovrebbero, invece, rappresentare in qualche modo la risposta a situazioni, appunto, straordinarie e non, come spesso avviene, la risposta ordinaria.

È così che, puntualmente e cinicamente, questo decreto, con il combinato disposto di un accresciuto esercito di persone che si troverà nell'illegalità e di un insufficiente numero di posti idonei ad accogliere dignitosamente le persone nella legalità, non potrà che accrescere drammaticamente la conflittualità nelle nostre città e nei nostri territori. Ed è così che, invece di lavorare, come peraltro è stato anche dichiarato persino nel DEF, su processi di integrazione dei cittadini stranieri per condizioni di vita dignitose in un contesto sociale che non determini fenomeni di discriminazione o, peggio, di ghettizzazione, si favoriranno situazioni assolutamente fuori controllo. Tra qualche settimana o tra qualche mese - ne siamo sicuri -, purtroppo, saremo costretti a tornare in quest'Aula e il Governo sarà costretto a provvedere.

In ragione di questo, chiediamo alla Camera che impegni il Governo ad adottare ogni iniziativa utile atta a favorire lo sviluppo di politiche attive di integrazione, peraltro necessarie e indispensabili, ad esempio, a soddisfare la domanda di lavoro sul nostro territorio, con particolare riferimento - tanto perché ci accingiamo alla stagione estiva - alle esigenze del settore del turismo. Chiediamo, quindi, che la Camera impegni il Governo in questo senso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/39 Gnassi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/40 Barbagallo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Ordine del giorno n. 9/1112/41 Furfaro, parere contrario del Governo: onorevole Furfaro?

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/41 Furfaro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Ordine del giorno n. 9/1112/42 De Micheli, parere contrario del Governo: onorevole De Micheli?

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/42 De Micheli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Sull'ordine dei lavori?

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Sì, per velocizzare, per quel che riguarda gli ordini del giorno del gruppo del Partito Democratico: quando c'è parere contrario, chiediamo sempre di metterli in votazione.

PRESIDENTE. Senza intervenire, cioè salvo interventi.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/43 Casu.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/43 Casu, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/44 Vaccari, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/45 Scarpa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/46 De Maria, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/47 Malavasi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Ordine del giorno n. 9/1112/48 Morassut.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Morassut. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con questo decreto, spingete migliaia di persone nella condizione di invisibilità e di clandestinità. Questo sarà l'esito tragico di un provvedimento, un nuovo orizzonte di sofferenza e di instabilità nei territori provocato dalla vostra incultura carceraria.

L'annullamento delle misure di protezione sociale, la destrutturazione definitiva di ogni residua organizzazione per l'accoglienza, con la reintroduzione di grandi strutture di parcheggio, grandi recinti transitori da una schiavitù all'altra spingeranno le persone a disperdersi nei territori, senza alcun controllo reale e senza alcun progetto efficace di integrazione.

È un salto nel vuoto quello che state proponendo, in un momento in cui si presenta drammatico l'aumento degli sbarchi, generati dall'instabilità sempre più grave dei Paesi del Centro e del Nord dell'Africa, e per l'isolamento dell'Italia, costretta ad affrontare, pressoché in solitudine, questa nuova emergenza, per il perdurare di una condizione di assenza di coordinamento internazionale al fine di superare i regolamenti del Trattato di Dublino.

Il Governo non ha la volontà e nemmeno l'autorevolezza per porre il tema di Dublino in sede europea. La Presidente Meloni ci disse qui, alla Camera, che il problema non è Dublino, che tanto preoccupa i Governi sovranisti dell'Est Europa, i cui legami con questo Governo non volete rompere, ma impedire che ci siano gli arrivi.

Con questo ragionamento avete inventato la follia del blocco navale, per poi passare alla farsa del Piano Mattei e, per finire, tra il decreto Sbarchi di febbraio e questo di oggi, per costruire un sistema normativo che, come è stato detto, qui, dalla Lega, non vuole affrontare il problema dell'immigrazione, ma generare una deterrenza, colpire le ONG, rendere impraticabile la loro azione umanitaria, sfuggire all'esigenza di un'azione coordinata di pattugliamento del Mediterraneo e, oggi, fare in modo che l'arrivo in Italia si traduca in morte e clandestinità.

Siete stati sordi, cinicamente sordi, non solo e non tanto alle nostre proposte e alle nostre proteste, ma agli appelli di larghi strati della società civile, del volontariato laico e cattolico, alle parole accorate ed esplicite della Chiesa cattolica e dello stesso Pontefice.

Ma la conseguenza di tutto ciò sarà esattamente il contrario di quello che voi dite di voler combattere, perché avremo il rischio di maggiore criminalità, innescata dall'emarginazione e dalla disperazione, che costringono le persone a consegnarsi alle reti criminali. Ed avremo più lavoro nero, più sfruttamento, più lavoro sottopagato, più insicurezza del lavoro, più morti bianche, in particolare nell'edilizia, dove il nuovo codice degli appalti riapre le porte ai subappalti a cascata, riapre le porte alle imprese irregolari, che operano comprimendo i costi dei materiali, la sicurezza e i salari.

Noi, con quest'ordine del giorno, vi chiediamo, invece, di mettere in campo tutte le misure necessarie e indispensabili per favorire un'integrazione delle persone, agendo, in primo luogo, sulla cittadinanza e sul lavoro regolare e anche sul lavoro qualificato, dal momento che coloro che fuggono dai Paesi in dissesto sociale non sono solo persone portatrici di manodopera elementare ma, molto spesso, persone qualificate, che possono dare un grande contributo alla modernizzazione del nostro Paese, al rafforzamento dei ranghi tecnici o ingegneristici delle nostre amministrazioni, che ne hanno bisogno, e delle nostre imprese, in particolare nel campo della digitalizzazione anche grazie ai progetti del PNRR. Perché una giusta politica per l'immigrazione è anche guardare a queste opportunità.

Quindi, signor Presidente, noi chiediamo al Governo un'inversione di rotta: più coordinamento internazionale nell'accoglienza e nel pattugliamento dei mari e delle coste, più organizzazione nell'integrazione sociale e nell'inserimento lavorativo, una lotta al traffico e al commercio degli esseri umani, che non sia il vano e criminale tentativo di agire con respingimenti mascherati.

L'Impero di Roma iniziò a crollare proprio per un'errata politica dell'immigrazione, per l'arroganza di considerare i Goti della carne umana a cui si poteva chiedere tutto senza nulla dare e per la follia di ritenere che nessuno di essi fosse degno di ricoprire i ranghi più alti della scala sociale, che non quelli di coltivare la terra. Ma, ad Adrianopoli, nel 378 dopo Cristo, questa arroganza fu travolta. La storia qualche cosa, a volte, insegna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/48 Morassut, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/49 Roggiani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/50 Ciani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/51 Di Sanzo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/52 Madia, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/53 Merola, il parere è contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Merola. Ne ha facoltà.

VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Presidente, colleghi, con quest'ordine del giorno, continuiamo a chiedere al Governo di impegnarsi ad adottare ogni iniziativa utile per lo sviluppo di reali politiche di integrazione.

Il parere del Governo è contrario, lo sottolineo, mentre chiediamo che sia favorevole, perché il decreto è destinato ad aggravare la vita quotidiana delle nostre comunità locali, destinando alla clandestinità persone fino ad oggi accolte con l'applicazione della protezione speciale umanitaria. Questo, mentre il sistema di accoglienza, come sappiamo, continua ad essere accentrato nei CAS, a scapito di una più efficace accoglienza diffusa assicurata dal sistema SAI.

Noi, con quest'ordine del giorno, cerchiamo di indicare anche una strada per avviare un processo di accoglienza e integrazione che è necessario e indispensabile, quello delle carenze dei lavoratori disponibili in diversi settori della nostra economia. Per fare fronte alla necessità di lavoro delle nostre imprese e dei nostri servizi, la regolazione e l'accoglienza legale degli immigrati è un'opportunità, non può essere solo un problema da affrontare con la repressione, come si fa con questo decreto. È un'opportunità, perché è dimostrato che non ha senso, nella situazione demografica attuale del nostro Paese, in relazione anche all'evidente crisi della natalità, scommettere sul fatto che, oggi, non sia opportuno, nonché giusto dal punto di vista del diritto generale, avere politiche mirate, rispetto alle esigenze della nostra economia.

Quindi, siamo di fronte a un decreto che si vuole dettato da una logica di emergenza, che nei fatti è inesistente, ma che è destinato, invece, ad accrescere le difficoltà, i conflitti e i problemi di sicurezza, lasciando, ancora una volta, nei fatti, da soli i nostri sindaci e le loro comunità ad affrontare le conseguenze di un inevitabile aumento di illegalità, di esclusione sociale, in assenza continua di politiche nazionali di efficace integrazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/53 Merola, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/54 Provenzano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/55 Di Biase, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/56 Manzi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/57 D'Alfonso il parere è contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alfonso. Ne ha facoltà.

LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). Presidente, grazie. Faccio un tentativo, consapevole del fatto che, in democrazia, ci sono soltanto le argomentazioni per far cambiare opinioni e idee. Prima della democrazia, c'erano le spade, ci si avvicinava attraverso l'uso della forza fisica e l'aiuto della tecnica per fare cambiare opinione.

Provando con le argomentazioni, domandando attenzione all'Aula, rivolgendomi, attraverso la Presidenza, al rappresentante del Ministero dell'Interno, attivo questa riflessione: la strage di Cutro ci convoca tutti, la norma per la quale siamo convocati dovrebbe essere nutrita dalla consapevolezza intervenuta.

Le migrazioni delle persone che partono portano con sé il bisogno di fuggire e l'urgenza di un progetto di vita. Governo e Parlamento possono mettere in campo una legge funzional-deliberativa, diceva Norberto Bobbio, che aumenta la legalità, ma debilita la legittimità. Che rapporto c'è tra legalità e legittimità? La legalità si fa carico della forma, della correttezza procedurale, della convocazione in un orario, in un giorno, con un esatto ordine del giorno, ma può anche sacrificare i valori della cultura dell'umano. Invece la legittimità, come ha richiamato il collega Cuperlo, affonda le radici e le ragioni, per esempio, nel nostro caso, nella Carta costituzionale. E quali sono gli elementi che consentono la distinzione tra legalità e legittimità in riferimento alla Carta costituzionale e soprattutto a quale contenuto? Alla cultura della vita, alla promozione della cultura della vita. Potrebbe accadere che una maggioranza convochi il Parlamento, magari spinta anche dal Governo, per stabilire che tutti i nati di mercoledì perdano i diritti, perdano la cittadinanza. Quella legge approvata soltanto rispettando criteri funzionali-deliberativi entrerebbe nel novero delle leggi pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale e sarebbe legalità, ma nulla avrebbe a che fare con la promozione della cultura della vita, che è il contenuto della legittimità. Sappiamo che questa legge ha nodi che si distanziano dalla cultura della legittimità, poiché non c'è la cultura della vita che fa la differenza. Dobbiamo sapere che questa legge è costruita su un'idea dei rapporti tra gli Stati tutta caratterizzata dall'esperienza del confine, del limite invalicabile del confine.

Noi abbiamo avuto una lezione da quella rottura di civiltà che è stata la pandemia, che ci ha dimostrato come non ci siano confini invalicabili, addirittura, in quel caso, da parte di una patologia odiosa e distruttiva, ma il progetto di vita della persona, quando ha bisogno di salvarsi, di tutelarsi, di coltivare il suo progetto di vita che supera i confini. Le vite umane non sono zolle di carne, sono progetti di vita che, a volte, cercano speranza e portano disperazione. È per questa ragione che si prova con gli ordini del giorno a scuotere, a richiamare le attenzioni, a fare in modo che non ci sia solo una postura burocratica. L'ordine del giorno è questo, e non è un caso che, sulla materia della domanda di vita che viene posta dai migranti, la competenza ovunque prevalente sia del Ministero dell'Interno, che è un Ministero dalla veduta ampia, che si nutre delle competenze anche di altre articolazioni dello Stato.

Eppure, c'è un atteggiamento burocratico, velocista, che tende alla conclusione di un dossier, negando il valore del dolore che abbiamo appreso, da ultimo a partire da una lettura sensibile del dolore che si è consumato, sanguinante, sulla vicenda di Cutro. Per questa ragione, chiedo al rappresentante del Governo, titolare del Ministero dell'Interno, di fare una riflessione.

Questa legge non aumenta la nostra cultura dell'umano e della legittimità, al massimo, si colloca, come carta stancante, nel patrimonio delle leggi che non aiutano e non promuovono la nostra umanità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/57 D'Alfonso, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/58 Amendola, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/59 Stumpo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stumpo. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con questo decreto, che porta il nome della cittadina di Cutro, luogo della tragedia avvenuta tra il 25 e il 26 febbraio (94 morti, 11 dispersi a tutt'oggi, 80 sopravvissuti), avete utilizzato il nome del luogo del disastro per combinarne un altro dopo.

Il 9 marzo, avete fatto una comparsata a Cutro, senza dire una parola su quanto era successo, senza incontrare nessuno. Avete aspettato ancora qualche settimana per ricevere, a porte chiuse - e poi essere smentiti nella ricostruzione -, alcuni dei sopravvissuti. In quella giornata, a Cutro, avete litigato tra di voi su questo decreto, con la Premier, che provava a tenere una linea che non ci portasse a una rottura con l'Europa, avendo rivisto, come già ci ha detto in Aula, la sua idea di blocco navale, e il Ministro Salvini, capofila, che spingeva per una linea più dura e - bisogna essere onesti - non si capisce più dura con chi. È un decreto che toglie il diritto alla protezione speciale e mette un po' di fumo negli occhi con l'aumento delle pene per gli scafisti. Nel Paese di Beccaria, l'idea di aumentare le pene come forma per evitare i reati pensavo fosse superata da tempo, più o meno 250 anni, ma non per voi.

Siete poi riusciti a peggiorare la situazione, rendendo incostituzionale il provvedimento, come da voi stessi ammesso, anche questa mattina, con il parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1112/3 del collega Rotondi.

È un decreto inutile e dannoso, anche ai fini della vostra idea di contrasto all'immigrazione. A voi non interessa affrontare il fenomeno. Voi pensate, anche dal Governo, che possiate lucrare qualche voto sulle paure, come avete fatto dall'opposizione. Togliendo la protezione speciale, volete gli invisibili, senza diritti e tutela e in balia dell'illegalità. Questa è la vostra proposta sull'immigrazione! Non è affrontare un tema che riguarda milioni di persone che fuggono dalla fame e dalla disperazione, per voi è soltanto un tornaconto elettorale. Poiché dovete rivedere questo decreto, per vostra ammissione di manifesta incapacità, per renderlo costituzionale, vi chiediamo: provateci! Quando dovrete renderlo costituzionale nel prossimo intervento che dovrete fare, provate a rivederlo, anche per renderlo più umano e più efficace (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/59 Stumpo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/60 De Luca. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ci troviamo a discutere oggi sul secondo decreto su fenomeni migratori, adottato, in questi primi mesi, dal Governo. Avevate promesso, in campagna elettorale, di risolvere, con la bacchetta magica, un tema di carattere strutturale, epocale, purtroppo, e avevate paventato blocchi navali, porti chiusi e soluzioni miracolose. Oggi, quest'ennesimo decreto dice, invece, una cosa chiara, ossia che avete raccontato bugie, che avete preso in giro gli italiani. Avete raccontato ricette irrealizzabili, che, ovviamente, non avete potuto portare avanti. E, ironia della sorte, da quando siete al Governo, gli sbarchi sono aumentati del 300 per cento e non avete idea di come gestire questa situazione, né sapete cosa inventarvi per uscire da questa impasse. Per di più, la vostra incapacità di tessere relazioni sta facendo aumentare la tensione con i nostri partner europei e internazionali.

Allora, cosa avete pensato di fare? All'indomani - pochi giorni e poche ore dopo – del drammatico naufragio, avete pensato bene di adottare un ultimo decreto, in esame oggi, per lanciare un messaggio diretto alla pancia del vostro elettorato, utilizzando, peraltro, una denominazione che evoca morte e dolore, per costruire un'operazione di demagogia e propaganda pura. Questo è un decreto sbagliato, che strumentalizza un fenomeno complesso, drammatico e delicato sulla pelle dei più deboli e dei più indifesi, trovando un capro espiatorio per distogliere l'attenzione dal disastro della vostra azione di Governo sui temi economici e sociali.

Le misure assunte finora - vi diamo una notizia - sono non solo inefficaci, ma anche profondamente disumane ed illegittime. Su questo, è bene essere chiari e netti. Come hanno ricordato gli altri colleghi intervenuti in questo contesto, anzitutto, la limitazione radicale della protezione speciale è una scelta gravissima e sbagliata, che lede i diritti fondamentali, tutelati dalla Convenzione europea dei diritti umani e dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Non si affronta o risolve il tema rendendo invisibili e privi di diritti, di tutele e di garanzie minime decine di migliaia di migranti, già presenti, peraltro, sui nostri territori. Queste scelte creano solo maggiori tensioni e più insicurezza. E non è vero che la protezione speciale e la protezione umanitaria non esistono in Europa: la maggior parte degli Stati europei ha una forma di protezione simile. Basta raccontare bugie, come state facendo da settimane a questa parte! Avete persino provato a togliere il riferimento agli obblighi internazionali e costituzionali dell'Italia! Avete provato a fare un colpo di mano contro la credibilità internazionale del nostro Paese e contro la nostra Costituzione! Fortunatamente, non ci siete riusciti e, al Senato, questo vostro tentativo è stato bloccato.

Allo stesso modo, vi ricordiamo che non si affronta o risolve il tema dell'immigrazione con soluzioni sbagliate, come quelle che avete messo in campo a Catania, qualche mese fa, con sbarchi selettivi e sequestri collettivi a bordo per poche centinaia di migranti, giunti sulle nostre coste, mettendo a rischio la loro incolumità e la loro salute. Soprattutto, non si affronta il tema, dichiarando guerra alle ONG, che, nel Mediterraneo, salvano vite umane, o lasciandole in mare a circumnavigare per giorni il nostro Paese, con naufraghi a bordo, in attesa non di un porto sicuro, ma di un porto situato in un comune, semmai di un colore politico a voi più gradito, semmai diverso dal vostro.

I responsabili da colpire e da contrastare sono gli scafisti e le reti di trafficanti di esseri umani, non chi salva vite umane nel Mediterraneo e in mare! Continuate, anche con questo provvedimento, a dare prova di essere forti con i deboli e deboli con i forti. Diciamo la verità: il vero pull factor, che voi avete denunciato, non sono assolutamente le ONG, i cui numeri, peraltro, rispetto agli arrivi sono assolutamente irrilevanti, come è stato ricordato nel corso del dibattito. Il vero pull factor sono la vostra incompetenza, disorganizzazione e disumanità!

Senza considerare, infine, i danni che state producendo sul sistema dell'accoglienza e, quindi, dell'integrazione, rispetto ai quali vi invitiamo a tornare indietro, come indicato nel nostro ordine del giorno.

Il SAI, il sistema di accoglienza diffusa, va rafforzato e strutturato sempre di più, non va smantellato, come state facendo. Privilegiare strutture enormi, centri di accoglienza che dovrebbero essere straordinari, trasformare tutto in un grande hotspot crea solo maggiore disumanità, tensione e rischi di conflittualità all'interno del nostro Paese.

Certo - e concludo - ci vuole un'assunzione di responsabilità politica europea, ma siete voi che, per anni, avete detto che era necessario fare da soli, alzare muri e barriere e isolarsi. In questo settore, invece, state riscoprendo anche voi il fatto che le politiche nazionali sono del tutto inadeguate e inefficaci.

Per tutte queste ragioni, allora, vi chiediamo di tornare indietro, di cambiare direzione rispetto all'indirizzo che avete seguito e messo in campo con questo provvedimento, perché l'Italia, il nostro Paese, ha bisogno di ben altro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/60 De Luca, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/61 Andrea Rossi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/62 Orfini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/63 Ghio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/64 Quartapelle Procopio, c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD-IDP). Non illudetevi - e mi rivolgo, per suo tramite, Presidente, alla maggioranza e al Governo - che, con questo decreto, avrete più strumenti per far fronte alle migrazioni, perché vi state togliendo alcuni strumenti. Lo sappiamo: governare le migrazioni è un'azione di Governo complessa che richiede tante azioni e, con questo decreto, fate esattamente il contrario.

Nell'ordine del giorno a mia prima firma, chiediamo che vengano adottate tutte le iniziative possibili per rafforzare il sistema SAI, cioè il sistema di accoglienza diffusa a livello locale, che voi, con la scelta di abolire la protezione speciale, sostanzialmente, rendete meno utile e meno efficace.

Governare le migrazioni vuol dire avere azioni pronte di politica estera, vuol dire avere una visione del ruolo dell'Italia nel mondo, in particolare con riferimento al continente africano e rispetto ai nostri alleati europei, e vuol dire avere un'idea di accoglienza e di integrazione che questo decreto sostanzialmente cancella, rendendo molto meno efficaci tutte le azioni quotidiane che vengono fatte nelle scuole, dalle associazioni di volontariato, dal Terzo settore e dai nostri sindaci per affrontare la grande questione del nostro tempo, ossia la questione dell'accoglienza e dell'integrazione di centinaia di persone.

So che a destra questo discorso è liquidato con la formula: voi siete dalla parte di chi lucra sull'immigrazione. No, noi non siamo dalla parte di chi lucra sull'immigrazione, siamo contro tutti coloro che sfruttano il lavoro e le forme poco pulite di accoglienza, ma siamo dalla parte della fatica quotidiana di chi si addossa il lavoro difficile dell'accoglienza.

Dicendo di no a quest'ordine del giorno, dicendo di no alle tante e serie proposte di emendamento che abbiamo portato nella discussione in Commissione e in Aula, state dicendo di no alla possibilità di governare l'immigrazione. Pensate che basti qualche tweet? Pensate che basti qualche titolo roboante di decreti che non hanno prodotto alcun risultato concreto? Pensate, soprattutto, che gli italiani, in questa vostra retorica, ci caschino. Purtroppo - lo ripeto -, purtroppo, per tutti noi il fenomeno è molto più grande della vostra propaganda, dei vostri spot e delle vostre tre parole in croce che riuscite a mettere su questo fenomeno, che, invece, è un fenomeno da gestire con equilibrio e lungimiranza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/64 Quartapelle Procopio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/65 Curti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/66 Gribaudo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/67 Ubaldo Pagano.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Signor Presidente, onorevoli colleghi, il Governo ha messo in campo l'ennesima messa in scena propagandistica senza alcun piglio risolutivo rispetto a un dramma e a un problema che sicuramente meriterebbero maggiore attenzione. Del resto, come si fa a credere alla serietà di un Governo che parla impunemente di sostituzione etnica?

Vede, in questo provvedimento non c'è né la tutela delle vittime dei traffici di esseri umani, né la garanzia per le persone disperate che arrivano di far valere quei principi che sono a fondamento della nostra Carta costituzionale, che spesso dimentichiamo nei suoi principi fondamentali. In questo decreto, c'è solo il riflesso di un'ideologia cieca, che, ancora una volta, sceglie di affrontare una questione strutturale come se fosse un'emergenza - qui, evidentemente, per fare arricchire qualcuno - e che, ancora una volta, ignora gli aspetti umanitari e finanche le esigenze economiche di un Paese per alzare la sua propaganda, il tutto mentre gli sbarchi sono quadruplicati rispetto allo scorso anno e i dispersi, nel mar Mediterraneo, superano, purtroppo, ogni record a memoria d'uomo.

Di fronte a questa tragedia quotidiana, voi, il Governo, fate scelte molto precise, non nella direzione di un più stretto coordinamento tra istituzioni centrali e amministrazioni locali, ma esattamente nel segno opposto: smantellate, pezzo per pezzo, il sistema di accoglienza pubblica gestito dagli enti territoriali contro il parere dei sindaci e degli amministratori, questi sì, di ogni colore politico; togliete ogni possibilità per un richiedente asilo di essere inserito nel sistema SAI, precludendogli, in questa maniera, qualsiasi percorso di integrazione e di reale occasione di inclusione nelle nostre comunità. Al contrario, potenziate gli hotspot e i centri di accoglienza provvisori, spendendo inutilmente un sacco di soldi pubblici per creare più miseria e più insicurezza. Questo causerà una stretta alle forme di protezione speciale.

Un nuovo esercito di persone invisibili, illegalmente presenti sul nostro territorio, prive di diritti e di tutele, che, lontane dai percorsi di integrazione, potranno solo accrescere la conflittualità sociale, la disperazione, l'insicurezza e la povertà. Dite, chiaro e forte, che per l'Italia chi arriva con i barconi non esiste e non merita né protezione né tutele. Noi, guardate, crediamo che questi errori - che, ripetiamolo, sono frutto solo di ideologia furiosa e insensata - non faranno che peggiorare la percezione di sicurezza delle nostre città; tutto questo mentre siete voi stessi, nel DEF, a dire che il nostro Paese, il nostro sistema economico avrebbero, invece, urgente bisogno di migliaia di immigrati, per continuare a crescere e a sostenere il sistema produttivo.

Noi crediamo che questo decreto sia il peggio che poteste partorire e, con quest'ordine del giorno, proviamo a indirizzare un ripensamento del Governo su alcune questioni che dovrebbero essere dirimenti, prima di tutto per le coscienze umane, ma evidentemente il Governo è troppo impegnato a sottolineare una diversità coscienziosa, umanitaria, ontologica, prima che politica. Vedete, noi vi chiediamo di raccordarvi con il sistema degli enti locali e le organizzazioni della società civile impegnate nel settore dell'accoglienza, perché per ridurre, progressivamente, il ruolo dell'accoglienza straordinaria, finché questa possa diventare una gestione ordinaria, serve il potenziamento del sistema di accoglienza e integrazione che voi, invece, con questo provvedimento, state smantellando (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/67 Ubaldo Pagano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Prima di proseguire con l'esame degli ordini del giorno, salutiamo l'Istituto comprensivo di Tolfa, Roma (Applausi). Grazie ragazzi di essere qui.

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/68 Lai c'è il parere contrario del Governo. Lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/68 Lai, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/69 Marino vi è il parere contrario del Governo. Lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/69 Marino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/70 Fossi vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fossi. Ne ha facoltà

EMILIANO FOSSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, Governo questo decreto per noi è inaccettabile, per vari motivi che, in queste ore, abbiamo provato a rappresentare, ma io mi voglio soffermare principalmente su due.

Il primo è che questo atto, grave, è privo di qualsiasi forma di sensibilità umana. Il secondo è che è mancante di ogni capacità politica di gestione di un fenomeno così complesso. È disumano perché è ideologico, volto ad alimentare la ricerca del nemico, del capro espiatorio, perché è caratterizzato da una ulteriore svolta repressiva nei confronti delle persone migranti che sono in fuga da guerre, da persecuzioni, da carestia, da povertà, da difficoltà economiche e perché, come hanno ripetuto molti colleghi e colleghe prima di me, fa saltare la protezione speciale che, invece, esiste in ben 18 Paesi europei.

Quindi, le persone, perché di questo si tratta, non sono più protette e sono a rischio di trattamenti disumani nei loro Paesi di provenienza. Tutto ciò è inaccettabile, perché costringerà chi fugge a entrare nell'irregolarità, senza alcuna speranza di accoglienza, di convivenza e di possibilità di integrazione, alimentando così il conflitto sociale, il conflitto tra persone che versano in situazione di difficoltà, alimentando il conflitto tra poveri, tra chi vive in situazioni di marginalità, di difficoltà, di complessità.

E, allora, tutto ciò ci mostra il lato disumano di questo atto, ma ci mostra anche l'incapacità di fatto, politica, istituzionale e amministrativa, di governare questo fenomeno, perché, come hanno ripetuto tanti, viene smantellato, con questo passaggio, quell'elemento centrale in ogni politica di accoglienza che è il sistema di accoglienza diffusa, in modo più violento - se fosse stato possibile - dei decreti Salvini. Tutto ciò, in prima battuta, crea e creerà quel conflitto sociale che citavo poc'anzi, e, magari, su questo si proverà a speculare anche politicamente ed elettoralmente, ma io sono certo, noi siamo certi che poi, alla fine, tutto ciò si ritorcerà inevitabilmente contro chi questo conflitto l'ha alimentato credo anche in maniera scientifica e deliberata e, quindi, contro di voi.

Invece noi crediamo, e lo diciamo anche con quest'ordine del giorno che reca la mia firma, che è fondamentale credere - e quindi chiediamo che si rafforzi l'impegno in merito - in ogni iniziativa che vada verso il rafforzamento di quel processo di collaborazione virtuosa tra regioni, enti locali, associazionismo, Terzo settore - ossia chi si prodiga veramente per l'accoglienza, tutti i giorni, in maniera disinteressata - e che si lavori quindi per potenziare e sostenere il sistema di accoglienza e integrazione, il SAI. Lo dico anche facendo riferimento in particolar modo alla regione da cui provengo che dell'accoglienza diffusa ha fatto sempre un modello, un elemento centrale. Ricordo che i porti toscani, nelle ultime settimane - da ultimo, il porto di Livorno - hanno accolto più volte persone che provenivano da situazioni di difficoltà: migranti, persone, uomini, donne, bambini, soprattutto con quell'elemento dell'accoglienza che è il tratto caratteristico delle nostre terre, dei nostri territori. E, allora, il sistema dell'accoglienza diffusa e dell'integrazione, il sistema SAI è quello che crea e può creare le condizioni per una gestione più attenta, inclusiva e meno conflittuale del fenomeno, perché si basa su una dimensione che è quella di comunità, che fa e può fare la differenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/70 Fossi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

Sull'ordine del giorno n. 8/1112/71 Girelli vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Girelli. Ne ha facoltà.

GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non mi dilungo, ovviamente, a parlare dell'ordine del giorno - l'ho già fatto ieri nell'illustrazione - però, chiedo al rappresentante del Governo se, sinceramente, il Governo dice “no” a un ordine del giorno che, semplicemente, fa la fotografia della situazione esistente; raccoglie quanto 38 sindaci di comuni, di colore politico diverso, hanno denunciato con riferimento ai 200 milioni del PNRR che sono destinati a risolvere la situazione abitativa di lavoratori stagionali immigrati che vivono in condizioni pietose. Faccio davvero fatica a comprendere come il Governo - me lo voglio sentire dire ancora una volta - dice “no” a utilizzare fondi che ci sono per risolvere situazioni denunciate da ogni parte politica, che sono una vera vergogna per quanto riguarda le situazioni evidenti.

Invito il Governo a ripensarci, perché, sinceramente, uscire con un comunicato stampa, in cui dico che il Governo dice di “no”, senza avere nemmeno la capacità e la pazienza di ascoltare, a quanto pare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)… Mi rendo conto della sensibilità verso questi temi, ma non verso una parte politica, verso amministratori locali che hanno denunciato con forza una situazione vergognosa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/71 Girelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/72 Ferrari, con il parere favorevole, previa riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferrari. Ne ha facoltà.

SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione che, però, vorrei gentilmente riascoltare, per sicurezza.

PRESIDENTE. Onorevole Molteni, prego.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. La riformulazione è: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di reperire, compatibilmente con la sostenibilità finanziaria, le risorse necessarie (…)”. Poi segue tutto il resto.

PRESIDENTE. Onorevole Ferrari?

SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione e chiedo di mettere in votazione il mio ordine del giorno. Vorrei però anche spiegare.

PRESIDENTE. Non può avere più di 20 secondi. La votazione?

SARA FERRARI (PD-IDP). Sì.

PRESIDENTE. Perfetto, allora. Chiedo scusa. Prego

SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. In un decreto che avete avuto l'impudenza di chiamare decreto Cutro, in un falso omaggio ai morti, ma che prevede norme punitive per quelli che a Cutro, invece, si sono salvati; in un decreto che avete intitolato contrasto all'immigrazione irregolare, ma che, invece di contrastare, fa esplodere per legge l'irregolarità, creando disperazione, forza alla malavita e instabilità sociale; in un decreto che avete intitolato flussi di ingresso legale, ma che non istituisce alcun nuovo strumento di ingresso legale, vi chiediamo con quest'ordine del giorno di sostenere almeno nuovi corridoi umanitari, che lo stesso Ministero degli Affari esteri definisce come le uniche via di accesso legali e sicure per soggetti vulnerabili. Si tratta di una best practice italiana di successo ma, fino ad oggi, questi corridoi sono organizzati, gestiti e finanziati da soggetti privati e chiese, pur con il supporto logistico del Ministero degli Affari esteri. Vi chiediamo allora con quest'ordine del giorno di provare a modellizzare questo strumento come politica pubblica e di provare a promuoverlo anche nel contesto europeo. Rispetto all'accoglimento di questa proposta, Ministro, voglio sperare che questo parere favorevole, seppure con la riformulazione del tipo “a valutare l'opportunità, se troviamo i soldi”, avrà come conseguenza, nei prossimi mesi, una reale e tempestiva valutazione di opportunità che non potrà che risultare positiva, perché già sperimentata.

Quindi, sono certa che ne garantirete anche la sostenibilità finanziaria, come vero strumento di politica pubblica, perché non succeda, come con la cooperazione internazionale, che tagliate 40 milioni mentre dite, contemporaneamente, che volete investire sull'Africa.

Infine, Ministro, ci aspettiamo anche che vi facciate carico di provare a promuovere questo strumento in sede europea, come mezzo di collaborazione comunitaria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/72 Ferrari, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 65).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/73 Scotto sul quale c'è un parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Faccio fatica a comprendere il “no” a quest'ordine del giorno. Capisco la fretta del Sottosegretario di smaltire un po' di carte, ma chiederei un supplemento di riflessione a Governo e Parlamento. È ormai opinione comune, in antropologia fisica, biologica e culturale, che l'idea delle razze non abbia alcun fondamento scientifico. Nessuno, con un minimo di onestà intellettuale, può affermare in quest'Aula che le differenze fisiche tra gli individui abbiano qualche relazione con la loro capacità cognitiva e con il loro comportamento morale. Le nuove conoscenze sul DNA, suffragate anche nel nostro Paese dagli studi dell'Istituto italiano di antropologia nel 2015, mostrano che gli esseri umani condividono il 99,9 per cento del patrimonio genetico e che lo 0,1 per cento restante non rimanda a distinzioni particolarmente significative tra gruppi di persone di diversa nazionalità. Vede, signor Presidente, attorno a quello 0,1 per cento si sono scatenati, nei secoli, i peggiori incubi della specie umana, le guerre, i genocidi, le leggi razziali, i campi di sterminio, le pulizie etniche e l'apartheid. La storia è stata scandita dal sonno della ragione, che ha spinto l'uomo a promuovere, programmare e pianificare tragedie inenarrabili, attorno alla contesa su quella maledetta parola, razza. Ancora oggi ne portiamo addosso tutte le cicatrici e le vediamo tuttora proiettate nella nostra attualità. Qualche settimana fa, il Ministro Francesco Lollobrigida, in un'intervista sull'Huffington Post, forse per mitigare la gravissima dichiarazione sulla sostituzione etnica, ha dichiarato: io sono per togliere la parola razza dalla Costituzione. Parlando di una proposta di legge, presentata da me e altri colleghi, che vuole sostituire il riferimento alla parola razza con il termine nazionalità in tutti i documenti e gli atti della pubblica amministrazione, il Ministro si è detto pronto a votarla subito. Una notizia che abbiamo accolto positivamente. Ci interessa poco se ha origine dalla necessità di compiere un atto riparatorio o se è frutto di una convinzione maturata nel tempo. Presidente, chiediamo dunque al Governo un passo in avanti unitario per superare questa vecchia e odiosa impostazione nella pubblica amministrazione, che non ha a che fare con l'aridità delle scartoffie della burocrazia ma con la sostanza di una democrazia inclusiva. Le parole possono diventare anche muri invalicabili, marchi d'infamia che segnano il percorso di vita di un essere umano, sin dalla nascita. Cambiamo quella parola, colleghe e colleghi, non è una parola qualsiasi, togliamo insieme la parola razza dalla storia di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/73 Scotto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).

Prima di passare al successivo ordine del giorno, saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo statale Sinopoli Ferrini di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Grazie di essere qui, ragazzi (Applausi).

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/74 Iacono, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/75 Stefanazzi, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Stefanazzi. Ne ha facoltà. Lo chiede anche il rappresentante del Governo? Allora chiedo scusa, onorevole Stefanazzi, interviene prima il Sottosegretario Molteni.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Sì, Presidente, per cambiare il parere del Governo, che diventa favorevole, con la seguente riformulazione: “Impegna il Governo a valutare l'opportunità di un approfondimento della disposizione (…)”, eccetera eccetera.

PRESIDENTE. Onorevole Stefanazzi?

CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI (PD-IDP). Accetto la riformulazione, chiedo di intervenire in dichiarazione di voto e poi, al termine, che l'ordine del giorno venga posto al voto.

PRESIDENTE. Prego, ne ha facoltà.

CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI (PD-IDP). Presidente, innanzitutto grazie al Governo che, in extremis, mette una pezza a questo pastrocchio giuridico a cui aveva dato vita, Governo che, nella necessità di dare vita a provvedimenti normativi di distrazione di massa, ci ha abituato spesso a dimenticarsi delle procedure normative. Il provvedimento in esame, com'è stato ricordato, è l'ennesimo slogan propagandistico…Vi prego, vi prego…

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, ascoltiamo l'onorevole Stefanazzi.

CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI (PD-IDP). …che per una questione di coscienza dovrebbe essere dissociato definitivamente dalla tragedia di Cutro. È un nuovo decreto Sicurezza, una sorta di Salvini-ter, buono per i comizi di piazza, ma assolutamente incapace di gestire un fenomeno complesso come quello migratorio. È un decreto securitario che non genera e non crea sicurezza. Ed è un decreto legalitario solo sulla carta, perché, in realtà, favorisce emarginazione, disagio e criminalità. Ed è un decreto - e veniamo all'ordine del giorno - che tradisce chiaramente molti dei principi fondamentali della nostra Carta costituzionale. Lo fa implicitamente, perché smantella un sistema di accoglienza vero e diffuso per favorire un modello che crea invisibilità e vulnerabilità, ma lo fa anche esplicitamente, perché contraddice quanto previsto dall'articolo 46 della direttiva 2013/33/UE.

Andiamo con ordine. L'articolo 7-ter del provvedimento in esame interviene sulla procedura di esame della domanda di protezione internazionale, svolto dalle commissioni territoriali per il diritto di asilo. Alla lettera d) circoscrive il diritto di ricorso all'autorità giudiziaria ordinaria avverso la decisione della commissione territoriale esclusivamente nei confronti delle decisioni di rigetto e non anche a quelle di inammissibilità. Oggi, com'è noto, avverso la dichiarazione della decisione della commissione territoriale e di quella nazionale è ammesso, appunto, ricorso all'autorità giudiziaria ordinaria. E sa perché è così, Presidente? Banalmente, perché esiste una norma comunitaria che ci chiede che sia così, che ci chiede di tutelare il diritto del richiedente ad avere un ricorso effettivo a un giudice in diversi casi, tra cui, appunto, quello in cui ci sia una pronuncia avverso la domanda di inammissibilità.

Pertanto, con l'ordine del giorno vi chiediamo di mettere riparo a questa decisione sbagliata e incostituzionale che contrasta, come detto, col diritto europeo e con l'ordinamento interno, ma ciò che è peggio, molto peggio, tradisce il principio garantista che è alla base dei nostri valori costituzionali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/75 Stefanazzi, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 68).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/76 Bonafe', con parere favorevole con riformulazione del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonafe'. Ne ha facoltà.

SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Grazie, Presidente. Posso chiedere al Governo di riascoltare la riformulazione, per cortesia?

PRESIDENTE. Onorevole Molteni, per favore.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. “Impegna il Governo a valutare l'opportunità di favorire (…)”.

PRESIDENTE. Onorevole Bonafe'?

SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Presidente, no, non accetto questa riformulazione e chiedo di metterlo al voto. Non l'accetto perché qui non si tratta di “valutare l'opportunità di”. Qui si tratta di decidere cosa si vuole fare, cioè se si vuole continuare a far prevalere una logica propagandistica dell'emergenza, quindi andare nella direzione dei centri d'accoglienza straordinari e centralizzare tutto o, invece, se si vogliono fare scelte precise che vanno nella direzione di integrare persone che sono già qui, lo ricordo. Da questo punto di vista, se questa è la scelta, non si possono che potenziare i centri d'accoglienza diffusa, in accordo con gli enti locali e con i nostri comuni, in accordo con la società civile che si sta occupando di accoglienza e non si può che andare in questa direzione.

Del resto, sono le parole che ha detto anche il Ministro Piantedosi. Ripeto, non credo che qui si tratti di valutare un'opportunità, ma si tratta di decidere. Quindi, chiederei di porlo ai voti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/76 Bonafe', con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/77 Forattini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1112/78 Berruto, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Berruto. Ne ha facoltà.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io sono alla prima esperienza qui, quindi spesso ragiono ancora da semplice cittadino. E un cittadino potrebbe legittimamente chiedersi: perché. Perché il Governo esprime un parere contrario a una richiesta di sostegno ad associazioni di volontari che aiutano e soccorrono persone migranti che vogliono lasciare il nostro Paese. Perché? Quest'attività di aiuto e di soccorso la fa un'associazione che si chiama Linea d'Ombra, in piazza della Libertà, a Trieste: medica i piedi massacrati di persone che hanno camminato per mesi o per anni lungo la rotta balcanica, che sono arrivate in Italia, ma che vogliono uscire dall'Italia. Lo fa la Caritas, a Ventimiglia, sotto un ponte della ferrovia. Lo fa il Rifugio Fraternità Massi, a Oulx, vicino Bardonecchia, dove, in un comune di 3.200 abitanti, passano 16.000 persone migranti all'anno, che vogliono andare verso il nord Europa. Le persone che ho citato, tutte, a Trieste, a Ventimiglia e a Bardonecchia, vogliono uscire dal nostro Paese. Quindi, ci si chiede perché. Soprattutto, un cittadino chiede perché questo Governo - guidato da una donna che urlava di essere madre e cristiana, con un Vicepremier che sventola e bacia rosari e si mostra in televisione con alle spalle una collezione di icone e immagini sacre che neanche la cattedrale di Santa Sofia ad Atene (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) - non voglia aiutare associazioni che, caritatevolmente, si prendono cura di esseri umani. Se lo chiedessi io, posso comprendere e immagino pensereste che ci sia un principio ideologico, ma lo chiedono le prefetture, Sottosegretario Molteni. C'è una nota della prefettura di Torino che chiede al Governo di aiutare il Rifugio Fraternità Massi di Oulx. Non abbiamo chiesto un impegno economico, abbiamo chiesto semplicemente un sostegno a queste attività, molto spesso - lo ripeto - guidate da associazioni che fanno riferimento proprio a quel mondo del cattolicesimo vero, quello che applica i principi evangelici dell'accogliere gli stranieri.

Quindi, Presidente, faccio un ultimo tentativo: chiedo al Governo di accantonare quest'ordine del giorno, magari per fare una telefonata e provare a verificare se sia vero che la prefettura di Torino ha chiesto quello che ho chiesto anche io (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Sottosegretario Molteni, intende accantonare? Non ho capito, chiedo scusa. Parere contrario.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/78 Berruto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 71).

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/79 Gianassi vi è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà.

FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Tra le molte ragioni che ci inducono ad avere un'obiezione radicale verso la decretazione del Governo in questa materia, vi è anche la scelta di utilizzare, a nostro giudizio in modo improprio, inutile e, talvolta, dannoso rispetto agli scopi che si prefigge, la materia penalistica. In effetti, il decreto interviene sui reati di trasporto di persone in violazione delle norme sull'immigrazione e prevede un aumento della cornice edittale.

L'analisi della storia della scienza giuridica mostra che, molto spesso, questi interventi di aumento della cornice edittale si rivelano inutili, perché, se i problemi sono complessi, è difficile immaginare che, banalizzandoli nelle risposte con il semplice aumento della cornice edittale, possano essere risolti. E ciò a maggior ragione se, per il reato di promozione, direzione e trasporto delle persone, l'aumento della cornice edittale è di un anno, per la promozione, la direzione e l'organizzazione del trasporto delle persone in violazione delle norme sull'immigrazione, con la ricorrenza delle circostanze aggravanti, anche qui, l'aumento è di un anno: nel primo caso, anziché 5 anni, ora sono 6 anni di pena massima; in questo secondo caso, anziché 15 anni, sono 16 anni di pena massima. E anche il nuovo reato, che di fatto raccoglie previsioni già previste dalle circostanze aggravanti della norma precedente, prevede, sì, una pena massima di 30 anni, ma che ricorreva anche con l'applicazione delle circostanze previste dalla norma previgente e oltre, ovviamente, non è possibile andare per le previsioni del nostro ordinamento.

Se è vero, com'è stato detto in quest'Aula anche dalla maggioranza, che le organizzazioni criminali che operano a livello transnazionale sono ben consapevoli delle normative nazionali, appare assai difficile immaginare che l'aumento di un anno delle pene della cornice edittale possano disincentivarle. E, se non è una questione di approccio politico, basterebbe analizzare i fatti: il decreto è in vigore da due mesi e vi è prova, dunque, che questo aumento della cornice edittale non ha sortito l'effetto sperato, se il Governo stesso riconosce che è stato necessario approvare lo stato di emergenza.

Però con l'ordine del giorno andiamo oltre e diciamo che, con la previsione di questa nuova fattispecie, che pecca, secondo noi, per genericità e, dunque, è poco coerente con il principio di tassatività, non è prevista l'esclusione della responsabilità espressa per coloro che effettuano operazioni di salvataggio in mare. Ovviamente, è un obbligo di una democrazia compiuta riconoscere che non vi sia rischio per chi effettua operazioni di salvataggio in mare di incorrere nella responsabilità penale, ma c'è anche un obbligo giuridico, internazionale e nazionale, che lo prevede, a partire dalla Convenzione internazionale sul diritto del mare di Montego Bay.

Per questo, poiché noi pensiamo che vi sia un rischio, attraverso interpretazioni estensive, di estensione della responsabilità anche per coloro che effettuano operazioni di salvataggio, poiché nella nuova fattispecie delittuosa non vi è l'accompagnamento della causa di giustificazione, che altrove, invece, nel nostro ordinamento è prevista, per l'appunto per chi effettua attività di soccorso e assistenza umanitaria in mare, con l'ordine del giorno abbiamo riproposto un emendamento presentato dal gruppo del Partito Democratico al Senato con il quale chiediamo semplicemente al Governo di chiarire, anche in un successivo atto, anche con un'interpretazione autentica, che questa nuova disposizione non si applichi e non estenda la responsabilità penale anche a chi interviene per garantire aiuti, soccorso e assistenza umanitaria in mare.

Di fronte a questo, sono possibili tre orientamenti: o si pensa che, invece, sia opportuno estendere la responsabilità penale anche a chi effettua operazioni di soccorso e si vota contro quest'ordine del giorno; o si pensa che sia ingiusto, gravemente ingiusto, estendere la responsabilità penale e, allora, si vota a favore di quest'ordine del giorno; se vi fosse chi pensa che non vi sia questo rischio nella norma per com'è scritta, non vi sarebbe, comunque, ragione di votare contro l'ordine del giorno, che chiarisce che non vi è responsabilità penale per chi effettua operazioni di soccorso.

Pertanto, restano in campo solo due opzioni: o si pensa sia ingiusto estendere la responsabilità penale a chi effettua operazioni di salvataggio e si vota a favore di quest'ordine del giorno, oppure si ritiene che sia accettabile il rischio del processo penale per chi effettua operazioni di salvataggio e si vota contro l'ordine del giorno che stiamo presentando.

Noi chiediamo al Governo di ravvedersi e alla maggioranza di votare a favore per chiarire un fatto di civiltà che nessuno, apertamente e palesemente, in quest'Aula, ha messo in discussione: non si rischi di sottoporre a responsabilità penale chi effettua operazioni di salvataggio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/79 Gianassi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 72).

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/80 Serracchiani, vi è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Per suo tramite e, in qualche modo, ricollegandomi a quello che diceva poc'anzi il collega Gianassi, con quest'ordine del giorno vorremmo dare un suggerimento al Governo, perché il decreto cosiddetto Cutro contiene, in alcune sue disposizioni, appunto, delle disposizioni di natura penale. Però con le disposizioni di natura penale non si scherza e ci sono delle regole che sono, soprattutto e principalmente, regole costituzionali. Una di queste regole, che è il principio di tassatività della fattispecie penale, indicato all'articolo 25 della Costituzione, imporrebbe, infatti, di formulare, non in modo indeterminato una fattispecie penale, ma di farlo in modo specifico.

Il suggerimento che noi diamo è proprio di evitare che, dopo la definitiva approvazione del decreto Cutro, si possano instaurare molte e numerose controversie e procedimenti legali proprio su un tema così delicato, come quello su cui tutta la maggioranza e il Governo hanno fatto, nella sostanza, la propaganda maggiore, cioè, come veniva detto, l'aumento delle pene edittali, ma anche la previsione di nuovi reati. Nella previsione di nuovi reati, però, lo si fa non solo in modo generico e non tassativo, ma anche senza introdurre quelle cause di giustificazione che chiarirebbero - come spiegava benissimo il collega Gianassi -, ad esempio, quando siamo di fronte al trasporto illecito di persone e, quindi, applichiamo la norma penale oggi prevista e quando, invece, facciamo semplicemente quel soccorso in mare che deve essere garantito da molte norme, nazionali e internazionali. È un suggerimento.

Come bene ha fatto il collega Rotondi a sollevare la questione di legittimità costituzionale per uno degli aspetti del decreto Cutro, questo è un aspetto ulteriore che suggeriamo al Governo di prendere in considerazione prima che partano le controversie legali, prima che ci si accorga che questa norma contravviene al principio di tassatività previsto dall'articolo 25 della Costituzione. Insomma, Presidente, tra un condono e l'altro, ogni tanto, ci scappa anche un reato e questo è quello che sta facendo il Governo da un po' di tempo. Ma, almeno, scrivetele bene le norme penali, perché non vorremmo che accadesse quello che è accaduto quando avete tolto con un colpo solo il reddito di cittadinanza, togliendo anche il reato che, ad esempio, colpiva quelle persone che approfittano del reddito di cittadinanza che, ad oggi, non sono più punibili e anche le sentenze di condanna in via definitiva che sono state applicate a queste persone oggi vengono meno. Se proprio volete prevedere dei reati, almeno scrivete bene le norme (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/80 Serracchiani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/81 Bakkali, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 74).

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/82 Zan vi è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bakkali. Ne ha facoltà.

OUIDAD BAKKALI (PD-IDP). Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, lo abbiamo ribadito, credo, in tutti gli ordini del giorno che abbiamo presentato, ovvero che l'eliminazione della protezione speciale, il restringimento dei diritti, di fatto, di cui non godranno le persone che arriveranno in Italia, costituisce una lesione diretta dell'articolo 10 della Costituzione. Con quest'ordine del giorno, in particolare, poniamo l'attenzione sulle persone che vengono perseguitate in base al loro orientamento sessuale e alla loro identità di genere. Anche qui, purtroppo, troviamo un muro di gomma e la totale indisponibilità ad ascoltare e, direi, a comprendere.

In 71 Paesi nel mondo essere omosessuale e transessuale costituisce un reato; in molti Paesi c'è la pena capitale, si viene uccisi per il proprio orientamento sessuale, per la propria identità di genere. Eppure, voi continuate dritti sulla vostra strada, sulla vostra propaganda e sopprimete le disposizioni introdotte dal decreto n. 130 del 2020 e, quindi, quel riferimento all'orientamento sessuale e all'identità di genere tra i motivi di persecuzione per i quali non si possono disporre l'espulsione e il respingimento.

Questo comporterà, ovviamente, il respingimento di persone per il loro orientamento sessuale, farle tornare in base a quegli accordi bilaterali che poi non avete, perché farete fatica a rimpatriare la maggior parte delle persone di cui state parlando e di cui vi fate vanto. Ma sottolineate un punto fortemente discriminatorio e ingiusto che prevede che le persone, che non corrispondono alle caratteristiche che voi volete perché possano accedere alla protezione, vengano respinte o a queste persone venga rifiutata la protezione.

Quindi, di nuovo, vi ripetiamo questo dato: in 71 Paesi nel mondo essere omosessuali, avere un'identità di genere diversa comporta il rischio di morte o di incarcerazione. Vi chiediamo, ancora una volta, di tornare sui vostri passi, di rivedere il parere anche rispetto a quest'ordine del giorno e di rispettare quanto meno le leggi e i trattati internazionali che l'Italia ha sottoscritto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/82 Zan, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 75).

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/83 Dori vi è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Chiedo al Governo di cambiare il proprio parere su quest'ordine del giorno che parla di rispetto dei diritti umani in Libia, di accordi Italia-Libia, del memorandum Italia-Libia, del finanziamento della guardia costiera libica. Non possiamo fingere di non sapere, di non conoscere quel sistema supportato e finanziato dall'Europa e soprattutto dall'Italia, veri e propri campi di concentramento di persone straniere, gestiti dal Governo libico. Anche Papa Francesco ha parlato di lager.

I lager libici rappresentano un'infamia per l'Italia e per l'Europa intera. Al loro interno vengono rinchiuse, in modo coatto, persone straniere considerate clandestine dai libici: uomini, donne e bambini. Non sono in prigione criminali, non si finisce lì per avere commesso qualcosa, ma per essere qualcosa, cioè essere clandestini, non avere i documenti amministrativi per trovarsi in quel luogo. Non sono soltanto campi di concentramento, ma anche campi di lavoro.

Il lavoro forzato, infatti, è normato dalla legge libica ed è la pena inflitta agli stranieri clandestini. Questi campi sono composti da uno o più capannoni di lamiera, le finestre sono poche, alte e hanno le sbarre. C'è sempre una cella delle torture, è l'anticamera della morte. Nella cella delle torture c'è anche una sedia elettrica, con elettrodi e legacci per bloccare i torturati. Il cibo che viene fornito è insufficiente al mantenimento in vita dei reclusi. Non ci sono letti, si dorme per terra, tutti ammassati, e l'Unione europea dimentica con troppa facilità i valori su cui si fonda.

Il terrore nei lager libici passa attraverso vari stadi fisici e psicologici, che comprendono torture indicibili. Quando qualcuno scappa da un lager libico, le guardie lo rincorrono sparando. In molti sono morti così, la morte e la tortura non sono nemmeno celate, anzi, le guardie non ne fanno mistero. C'è chi è stato fucilato per avere rifiutato i lavori forzati, chi per avere rifiutato di andare a combattere in guerra. In tutto questo, l'Italia tiene ancora in vita il memorandum Italia-Libia, un accordo del 2017 che prevede che il Governo italiano fornisca aiuti economici e supporto tecnico alle autorità libiche per ridurre i flussi migratori, alle quali viene affidata la sorveglianza del Mediterraneo attraverso la fornitura di motovedette, di un centro di coordinamento marittimo e di attività di formazione.

Ma le parole sulla carta non corrispondono poi alla realtà. Omissioni di soccorso, respingimenti, detenzioni arbitrarie, stupri, violenze: ecco a cosa sono sottoposti i migranti e i rifugiati in Libia, e non possiamo restare in silenzio di fronte a tutto questo. Il memorandum prevede il sostegno alla cosiddetta guardia costiera libica attraverso fondi, mezzi e addestramento. Continuare a supportarla non solo equivale a contribuire direttamente al respingimento di uomini, donne e bambini, ma anche a sostenere questi centri di detenzione.

Dal 2017 all'ottobre 2022 quasi 100.000 bambini, donne e uomini sono stati intercettati in mare dalla guardia costiera libica, per poi essere riportati in un Paese che sappiamo non essere sicuro.

Essere una persona migrante in Libia significa essere costantemente a rischio di essere arrestato, detenuto, abusato, picchiato e sfruttato; significa vedersi spogliati di ogni diritto e non ricevere alcuna tutela.

L'Unione europea, con i suoi Governi nazionali, continua a distogliere lo sguardo dal paesaggio infernale delle condizioni dei migranti rimpatriati in Libia. Le accuse di remissività dell'Unione europea nei confronti delle forze libiche sono arrivate anche dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni, l'agenzia delle Nazioni Unite che monitora il fenomeno migratorio e offre assistenza ai Governi coinvolti.

L'atteggiamento europeo è chiaro: se il problema non è sulla mia costa, il problema non è mio, resti dall'altra parte. Amnesty International ha già accusato le condotte criminali della guardia costiera libica, come il danneggiamento e il capovolgimento delle imbarcazioni, pur di bloccare i migranti che cercano di lasciare le acque territoriali della Libia. Quindi, chiedo, anzitutto, al Governo di cambiare parere e, comunque, in ogni caso, il voto favorevole di tutti i gruppi che abbiamo qui, in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Dal gruppo Partito Democratico è stata richiesta la votazione per parti separate dell'ordine del giorno n. 9/1112/83 Dori, nel senso di votare: dapprima, il dispositivo; e, quindi, in caso di approvazione, le premesse.

Chiedo, dunque, al Governo se intenda confermare il parere espresso sull'ordine del giorno n. 9/1112/83 Dori. Lo conferma.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/83 Dori, limitatamente al dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 76).

Essendo stato respinto il dispositivo, non si procederà alla votazione delle premesse.

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/84 Borrelli, vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Vorrei leggere l'impegno che abbiamo chiesto al Governo: “a valutare gli effetti applicativi della disposizione richiamata in premessa, al fine di adottare tutte le misure necessarie a garantire che sia rispettato l'obbligo di fornire informazioni giuridiche e procedurali ai richiedenti protezione internazionale accolti nei centri di cui all'articolo 9, comma 1 (…)”. Quindi, il parere negativo è sul fatto di fornire informazioni.

Vorrei fare alcune considerazioni, poiché, insieme al collega Bonelli, in quei giorni della tragedia sono stato a Steccato di Cutro; nei giorni precedenti, c'erano stati i colleghi Mari e Fratoianni. Siamo andati sul posto e una delle cose di cui, come Paese, ci dobbiamo maggiormente vergognare è che, in molti momenti, in quasi tutte le situazioni, a fare da intermediari e a dare una mano erano associazioni di volontari. Invece, mancavano il prefetto e il questore, mancava chi parlasse con le famiglie delle vittime, mancava chi desse loro spiegazioni chiare sulle vicende riguardanti i loro familiari.

Riteniamo che anche questo elementare servizio andrebbe dato, a prescindere, a chiunque, anche a chi, nella propria vita, ha fatto errori gravissimi. Si tratta di avere la possibilità di ricevere informazioni, di avere un interprete, qualcuno che spieghi e che aiuti a capire. Non vogliamo dare neanche questo! Trovo assurdo il parere negativo del Governo su un ordine del giorno, tra l'altro, super blando. È una posizione non solo incomprensibile ma, a tratti, disumana, perché dare un supporto a queste persone, dal mio e dal nostro punto di vista, è un dovere. Non farlo è un atto ulteriore di inutile crudeltà (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/84 Borrelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 77).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/85 Fratoianni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 78).

Sull'ordine del giorno n. 9/1112/86 Grimaldi vi è il parere favorevole del Governo, previa riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Per noi è impossibile accettare l'idea di stralciare le premesse che, tra l'altro, sono solo dati che dimostrano le tesi dell'impegno, cioè che bisognerebbe far di tutto per favorire un'accoglienza in strutture di piccole dimensioni. I dati ci dicono che non c'è un'emergenza reale e, soprattutto, i numeri lo dimostrano. Il Governo ci chiede di cancellare quei numeri, che sono numeri ufficiali del Ministero e, anziché impegnarsi a favorire un'accoglienza, magari nelle strutture diffuse, di fatto, si impegna a “valutare l'opportunità di”. Noi valutiamo l'opportunità di dirvi “no”, di chiedere il voto all'Aula e di farvi prendere tutte le vostre responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. L'onorevole Grimaldi non ha accettato la riformulazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1112/86 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 79).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Salutiamo l'Istituto comprensivo Ceretolo, di Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna (Applausi).

Mi arriva l'informazione che potrebbe esserci un accordo per la ratifica, nel senso di esaminarla adesso entro le 13, piuttosto che nel pomeriggio… Non c'è l'accordo, va bene.

Allora, poiché l'ordine del giorno della seduta odierna prevede che, alle ore 13, abbiano inizio le dichiarazioni di voto finale con ripresa televisiva diretta, sospendo fino a tale ora la seduta, che riprenderà alle ore 13.

La seduta, sospesa alle 12,05, è ripresa alle 13.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 67, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Saluto studenti, studentesse e docenti dell'Istituto comprensivo “Salvo D'Acquisto” di Cerveteri, in provincia di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1112.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge già approvato dal Senato n. 1112.

Ricordo che, prima della sospensione della seduta, si sono concluse le votazioni sugli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1112​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ricordo che è stata disposta la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare il deputato Riccardo Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, leggendo il testo di questo decreto, sembra di essere di fronte a un testo scritto da un sistema di intelligenza artificiale al quale sia stata tenuta nascosta la Costituzione, una sorta di ChatGPT, nutrita esclusivamente delle peggiori fake news che circolano in rete sul tema dell'immigrazione, dalla sostituzione etnica, alla protezione speciale come un pull factor, all'attività delle ONG, che fanno salvataggio in mare, come un pull factor.

Ma a questa ipotetica ChatGPT, che, però, a mio avviso, il Governo ha utilizzato per la stesura di questo decreto, è stata tenuta nascosta la Costituzione e il sistema di convenzioni internazionali, che dovrebbero essere alla base del lavoro di questo Parlamento.

Nella commozione generale che è seguita alla tragedia di Cutro, avvenuta ormai quasi due mesi fa (50 giorni fa), avevamo ascoltato dal Governo una promessa rivolta agli italiani, cioè la promessa di combattere l'immigrazione irregolare, favorendo l'immigrazione regolare, la promessa di difendere e di tutelare meglio le persone vittime del traffico di esseri umani.

Diciamo chiaramente oggi che, forse, è meglio che smettiate di chiamare questo provvedimento decreto Cutro, che tutti quanti smettiamo di chiamarlo decreto Cutro perché, in questo modo, infanghiamo la memoria delle vittime di quella terribile tragedia. Infatti, in questo provvedimento del Governo non c'è nulla di quello che era stato promesso: non si favorisce l'immigrazione regolare, anzi, si continua a perseverare con un meccanismo rigido e inefficace, quello del decreto flussi, accentrandolo di più nella Presidenza del Consiglio; non si favorisce la possibilità - e ci dica il Governo che cos'è che impedisce di fare questo - di regolarizzare persone che sono nel nostro Paese e che dimostrano di avere, ad esempio, un datore di lavoro pronto ad assumerle e di avere un radicamento effettivo. Qual è l'interesse nazionale che voi tutelate, negando questa possibilità?

Poi, si colpisce il sistema di accoglienza, quello diffuso, quello che fornisce più servizi dedicati all'integrazione, all'inclusione e alla formazione. Si va verso il modello dei CAS. Si vogliono moltiplicare i CPR e addirittura si va verso il modello più diffuso degli hotspot e, su questo, il Governo, in Commissione, non ci ha risposto. Quegli hotspot, nel momento in cui non sono più solo luoghi di identificazione, ma luoghi in cui si attende la risposta alla richiesta di protezione, sono luoghi di detenzione, di una detenzione illegittima che non prevede le garanzie previste dalla Costituzione, cioè la convalida, oltre le 48 ore, di un magistrato.

Su tutte queste questioni, il Governo dimostra di aver tradito le promesse fatte nei giorni della commozione per la tragedia di Cutro e, soprattutto, dimostra di non avere strumenti giuridici, politici e neanche culturali per affrontare una grande sfida che è quella del governo dell'immigrazione, che è anche una grande opportunità, e questo lo ha detto il Governo stesso nel Documento di economia e finanza e lo abbiamo sottolineato nella nostra relazione di minoranza. Serve investire nell'accoglienza e nell'inclusione attraverso il lavoro, perché l'immigrazione è il principale asset strategico che abbiamo per intervenire sul rapporto tra debito e PIL da qui ai prossimi 40 o 50 anni.

Non lo diciamo noi: lo ha detto questo Governo, ma si è smentito, presentando questo decreto (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pino Bicchielli. Ne ha facoltà.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo, oggi è una giornata fondamentale, perché approviamo un provvedimento significativo che, finalmente, dà una risposta strutturale a un problema importante per il nostro Paese e per i nostri cittadini, un problema che, da molti anni, non soltanto riempie le cronache del dibattito politico, ma che, per troppo tempo, ha riempito di un fragoroso silenzio le discussioni in seno all'Unione europea.

L'Unione europea è sempre pronta a misurare il diametro delle nostre mozzarelle di bufala, ma un po' meno a farsi carico della difesa dei propri confini che, lungo la rotta dei flussi migratori, incrociano, per ampi tratti, i confini dello Stato italiano.

Ebbene, la prima buona notizia è che l'Unione europea ha iniziato a porsi il problema dell'immigrazione che, con ogni evidenza, la riguarda. Infatti, un Governo, consapevole degli interessi nazionali e con la determinazione di volerli perseguire, ha saputo imporre il tema delle migrazioni all'ordine del giorno.

Dispiace che, in questi mesi, invece di far fronte comune a Bruxelles e a Strasburgo, una parte della sinistra non abbia perso occasione, in Europa, per infangare il nostro Paese. E pensare, signor Presidente, che lo stesso Papa Francesco, così spesso evocato quando si parla di accoglienza, ha lanciato un appello alle istituzioni comunitarie a non lasciare sola l'Italia, un appello che il Governo italiano e la maggioranza che lo sostiene hanno fatto proprio, ma di fronte al quale l'opposizione, invece, si è voltata dall'altra parte.

Ma quella che ci giunge dall'Europa, signor Presidente, è solo la prima buona notizia. La seconda, che ci riguarda ancora più direttamente, è che andiamo ad approvare oggi un provvedimento che segna un cambio di paradigma, un provvedimento che ci porta fuori da un approccio di emergenza permanente e inizia a dare risposte programmatiche a un problema che, come dicevo prima, è ormai strutturale. Basta, quindi, con azioni di pura demagogia, per cui il centrodestra è dipinto sempre contro tutto e tutti.

Anche in questo caso, abbiamo dovuto scontrarci, però, con le contraddizioni delle opposizioni, con quelle contraddizioni di una sinistra che predica un'accoglienza illimitata, ma rifiuta la logica della programmazione, con lo strabismo di una sinistra che si erge a paladina dei diritti umani, della solidarietà e della pari dignità fra le persone, ma poi, con un approccio che tradisce una strisciante venatura razzista, vorrebbe scaricare sui Paesi poveri i lavori un po' meno alla moda e i figli che gli italiani non fanno più. Infatti, colleghi, parlare di natalità, secondo alcuni sarà pure reazionario, ma qualcuno, le pensioni, dovrà pure pagarle.

L'approccio che ha ispirato questo provvedimento, quindi, è un approccio esattamente opposto ed è significativo che l'esame in quest'Aula si svolga nella stessa settimana nella quale il Governo ha sostituito il reddito di cittadinanza con un provvedimento che aiuta le persone realmente bisognose, ma favorisce il lavoro per chi è in grado di lavorare.

Con la stessa idea, sul fronte delle migrazioni, finalmente è stata adottata una logica di programmazione ordinata. Si è compiuta una rivoluzione copernicana rispetto all'idea della sinistra per la quale si dovrebbe lasciare entrare tutti, ma senza il rispetto di nessuno. Noi, invece, vogliamo far entrare chi ne ha diritto e coloro ai quali possiamo offrire una reale opportunità. Questo è il rispetto dei diritti umani e delle persone.

Signor Presidente, proprio per rendere più efficiente la programmazione dei flussi d'ingresso per motivi di lavoro, questo decreto ha introdotto una programmazione dei flussi per il triennio 2023-2025, con l'obiettivo di attuare una strategia di più ampio respiro, al fine, da un lato, di meglio intercettare le esigenze del mercato del lavoro e, dall'altro, di consentire la promozione di iniziative di più lungo periodo con i Paesi di provenienza.

A tal fine, si è usciti da quel sistema dell'emergenza per approdare a una gestione ordinata e programmata dei flussi, che tenga conto della domanda e dell'offerta del lavoro e dei basilari principi di sostenibilità. Sono state semplificate le procedure per gli ingressi regolari e inasprite le pene per quei trafficanti di morte che speculano sui bisogni altrui e portano sulla coscienza le troppe vite spezzate lungo le rotte del mar Mediterraneo. Sono stati razionalizzati gli strumenti normativi che disciplinano le modalità di ingresso e di accoglienza, perché, quando i numeri delle misure straordinarie arrivano a doppiare quelli degli ingressi ordinari, è evidente che il sistema è distorto e qualcosa non va.

È stata, insomma, messa in campo una strategia finalmente di ampio respiro, che consente, da un lato, di intercettare meglio le esigenze del mondo del lavoro e, dall'altro, di governare adeguatamente i flussi regolari e promuovere iniziative di più lungo periodo con i Paesi di provenienza.

Questo Governo e questa maggioranza vogliono sicurezza e fermezza; vogliamo aprire le porte del nostro Paese a coloro che vogliono realmente venire a lavorare in Italia e adottare politiche di premialità per quei Paesi che insieme a noi, Italia ed Europa, lottano contro l'immigrazione clandestina. Nei giorni scorsi, vorrei ricordarlo, il presidente della Confcommercio ci ha detto che c'è bisogno, nel nostro Paese, solo nel settore del commercio e del turismo, di 230.000 lavoratori. Una recente indagine della Camera ci ha detto che, solo per le figure professionali di colf e badanti, abbiamo bisogno di 25.000 persone. In quest'Aula, il Ministro Lollobrigida ci ha detto che abbiamo bisogno di 100.000 lavoratori nel settore dell'agricoltura. Su questa strada, quindi, sono impegnati il Governo e la maggioranza, a costruire e consolidare percorsi di ingresso legale in Italia - ripeto, legale, in Italia - contrastando, al tempo stesso, i traffici, della cui portata criminale non si parlerà mai a sufficienza, forse perché parlarne contribuirebbe a mettere fine a quella narrazione distorta dei buoni e dei cattivi che ha inquinato il nostro dibattito politico e che non trova alcun riscontro nella realtà. Al contrario, come già detto, è proprio la retorica dell'accoglienza illimitata a nascondere un suprematismo mentale dagli accenti neocoloniali, che vorrebbe far entrare tutti perché gli immigrati ci servono a fare quello che noi italiani non vogliamo fare più, purché poi stiano alla larga dalle nostre ville in riva al mare. Noi vogliamo fare l'opposto; noi vogliamo riconoscere alle persone la loro dignità e favorire l'ingresso regolare a coloro i quali siamo in grado di offrire realmente un'opportunità, con criteri professionali e professionalizzanti, che non considerano gli immigrati masse di manodopera a basso costo da colonizzare, ma persone da immettere in percorsi adeguati.

Signor Presidente, colleghi, noi compiamo oggi un passo importante verso la liberazione del tema migratorio dalla morsa deformante dell'ideologia; vogliamo utilizzare un approccio rispettoso e pragmatico, che ci porti ad analizzare i dati sull'offerta di lavoro forniti dalle organizzazioni di categoria e a programmare anche un potenziamento dei flussi, se ce n'è bisogno, senza immettere fiumi di persone alle quali non siamo in grado di garantire una prospettiva, con tutto ciò che ne consegue, anche e soprattutto in termini di sicurezza. Vogliamo assicurare razionalità alle regole, per far sì che non un solo profugo non trovi asilo, ma anche che strumenti normativi mal congegnati non si trasformino in cavalli di Troia per aggirare le leggi. Vogliamo stroncare i traffici che si nascondono dietro la retorica della solidarietà e che comportano solo sfruttamento, disperazione e morte. Vogliamo, infine, approcciare in maniera strutturale il tema dello sviluppo del Sud del mondo, quel Piano Mattei per il continente africano che rivela una visione e una prospettiva di futuro.

Noi non siamo quelli che cercano nei Paesi poveri chi venga a lavorare in Italia, mentre lasciamo i giovani a casa, a percepire il reddito di cittadinanza. Noi non siamo quelli che fanno entrare tutti per dare una prospettiva a nessuno. Noi guardiamo al Sud del mondo come un luogo di cui contribuire a promuovere lo sviluppo. Noi siamo con Papa Francesco, per il quale l'Italia non può essere lasciata sola. Noi siamo con Benedetto XVI, che ci ricordava che, prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare. Noi siamo con Giovanni Paolo II, che affermava che il diritto primario dell'uomo è di vivere nella propria terra.

Signor Presidente, non saremo mai con gli scafisti, non saremo mai con gli sfruttatori; siamo parte di una comunità internazionale, che vogliamo indurre ad assumersi le proprie responsabilità. Siamo parte di un Governo e di una maggioranza che rispettano le persone, e lo dimostrano ogni giorno.

Per questo, signor Presidente, il gruppo di Noi Moderati voterà convintamente a favore di questo provvedimento e assicura piena collaborazione per programmare una politica dei flussi che sappia premiare chi rispetta le regole e dare accoglienza a chi ha la possibilità di costruire in Italia una vita davvero dignitosa (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Nicola Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, signor Sottosegretario, onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, nei giorni della strage di Cutro, la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si dichiarò particolarmente offesa e indignata perché, a suo dire, qualcuno aveva messo in discussione la commozione di una madre. Io, né allora, né oggi, ho messo in discussione la commozione di alcuno o di alcuna; non sarebbe stato nelle mie possibilità, né nel mio modo di intendere la politica. Dico oggi, però, signora Presidente, che, se quella commozione era allora autentica, questo decreto, a cui il Governo ha dato il nome di una strage che poteva e doveva essere evitata, anche dalle nostre istituzioni, ne è il tradimento; è il tradimento sì, di una commozione, che avrebbe dovuto produrre, come risposta a quella strage, un intervento in grado di implementare la capacità di ricerca e di soccorso, di aumentare gli spazi di integrazione e di inclusione, di rendere effettivamente efficace la lotta ai trafficanti di uomini, di donne e di bambini, quella caccia che è stata solennemente dichiarata fino ai limiti del globo terracqueo e che si è rivelata, ancora una volta, il rovesciamento più vile della realtà, nella quotidiana ricerca di accordi che, invece, si consolidano, giorno dopo giorno, proprio con chi quel traffico di uomini, donne e bambini lo organizza con costanza e continuità.

Vede, signora Presidente, le parole molto spesso aiutano a svelare la sostanza delle questioni materiali; la trama del linguaggio, l'ordine del discorso sono uno specchio assai utile per indagare ciò che sta sotto al rumore di fondo. E, allora, proviamo a metterle in fila le parole che caratterizzano la propaganda che accompagna questo decreto e, più complessivamente, la propaganda che accompagna, da troppi anni, l'iniziativa della destra e delle destre e, talvolta, non solo della destra e delle destre, su un tema così rilevante come quello dell'immigrazione.

Il primo punto: aiutiamoli a casa loro è la parola d'ordine, non facciamoli partire, così riusciremo a impedire che le morti continuino ad aumentare. Ebbene, volete aiutarli a casa loro? Ed è per questo che, alla prima legge di bilancio, tagliate i fondi alla cooperazione internazionale decentrata? Voi volete aiutarli a casa loro? Ed è per questo che questo Governo - come molti Governi, per la verità, che l'hanno preceduto - continua a incrementare, nella bilancia commerciale, le voci relative al commercio di armamenti, anche con quei Paesi che oggi, nel mondo, continuano ad alimentare guerre dalle quali uomini donne e bambini continuano a fuggire? Voi volete aiutarli a casa loro? Ma infatti è per questo che avete scelto di investire nuovamente, con decisione e determinazione, in politiche energetiche che guardano al fossile e che contribuiscono ad alimentare, ad aggravare quella crisi climatica che produce nuove, enormi e disperate schiere di profughi, i profughi climatici, quelli che scappano non perché sono perseguitati per motivi religiosi o perché cadono sulla loro testa le bombe che noi continuiamo a vendere, ma perché i loro Paesi sono semplicemente ormai inabitabili, non si può più coltivare e raccogliere nulla che consenta che la vita possa andare avanti, anche nella dimensione più umile. Ma di quelli a voi non frega niente, sono quelli che definite con disprezzo migranti economici, come se chi fugge perché non ha nulla da mettere sotto i denti, per sé e i propri cari, non fosse meno o più disperato di chi fugge dalle bombe e dalla guerra.

Vedete, signor Ministro, signor Sottosegretario, le parole sono importanti: avete dichiarato appunto guerra ai trafficanti, una dichiarazione solenne - ricordiamo la Presidente del Consiglio -, un po' bizzarra, per la verità, ma molto solenne: li cacceremo in tutto il globo terracqueo; a proposito, a che punto siete con questa caccia? Oggi, il generale Haftar è a Palazzo Chigi e, nei mesi scorsi, il Ministro dell'Interno aveva amichevolmente incontrato Trabelsi. Bidja era stato, a suo tempo, con altri Governi, per la verità - ed è bene ricordarlo a tutti e a tutte - accolto con tutti gli onori, come un interlocutore ufficiale. La verità è che, con i trafficanti di uomini, donne e bambini, continuiamo a fare affari e accordi; cominciamo con i libici, quelli della cosiddetta guardia costiera, che continuiamo a sovvenzionare, ad istruire.

Ad istruire a cosa? Alla cattura di povere persone in fuga. Sono catture che finiscono con il ritorno in quei lager della disperazione che sono i centri di accoglienza, che voi continuate ad assegnare a chi non può svolgere un ruolo di ricerca e soccorso, per ragioni stabilite, non da noi, non dall'opposizione in questo Parlamento, ma dalle convenzioni internazionali.

Volete cacciare i trafficanti ma continuerete a fare accordi - continuiamo a fare accordi, continua a farli l'Europa e non solo il nostro Paese - con i dittatori sparsi per il mondo. Li facciamo col dittatore turco, a cui l'Europa, da anni, paga miliardi, ogni anno, perché si occupi degli affari sporchi, e li facciamo oggi con i tunisini. Andiamo in Tunisia, ma non diciamo una parola, in Tunisia, sul rispetto dei diritti umani fondamentali, salvo promettere nuovi fondi e nuove risorse perché da lì qualcuno, al posto nostro, si occupi di impedire le partenze.

Poi, combattere la clandestinità. Questa parola orribile andrebbe sostituita, almeno per decenza, con la parola “irregolarità”. Chi è qui in condizioni di irregolarità lo è non per colpa sua e non per scelta sua; la sua è una condizione che vive come vittima e come vittima andrebbe trattata, con cura ed accoglienza. La volete combattere quella parola orribile, “clandestinità”, ma in realtà non fate che rafforzare, affinare e rendere più efficiente la macchina che la produce, che la alimenta, che ne ingrossa le file, a partire dalla prima delle norme che regolano le nostre politiche su una materia così complessa come quella dell'immigrazione, quella Bossi-Fini che è in vigore da troppi anni e che, da troppi anni, troppi Governi non hanno saputo o voluto cambiare (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

Poi, sistematicamente siete al lavoro, perché la verità, signor Ministro, è che il vostro è un obiettivo chiaro, non è un incidente di percorso, non è un difetto di competenza. Verrebbe la voglia di chiederselo: perché colpire le cose che funzionano, perché intervenire sulle poche cose che vanno bene, perché fare scelte che inevitabilmente aumenteranno il disgoverno del sistema? Perché questo è il vostro obiettivo. Oggi colpite la protezione speciale come ieri avevate colpito lo SPRAR, le poche cose che funzionano, che consentono di ridurre l'area dell'illegalità, dell'irregolarità, dell'opacità, l'area dell'invisibilità.

Allora, l'obiettivo è chiaro: continuare a costruire l'emergenza. Altro che fuoriuscita dall'emergenza, altro che assunzione, finalmente, della dimensione strutturale di questo enorme e complicato, complicatissimo fenomeno, peraltro antico come il mondo! Costruire l'emergenza, renderla permanente, alimentarla per legittimare la vostra narrazione tossica. Sì, la vostra è una narrazione tossica, avvelena le vene del Paese, alimenta l'insicurezza, costruisce paura. Voi investite sulla paura, siete imprenditori della paura. In questi anni, avete investito tutte le vostre azioni sulla paura e sull'incertezza per una ragione precisa, perché questo vi consente di continuare a fare dell'immigrazione un serbatoio straordinario per le vostre speculazioni elettorali. Avete talmente lavorato al rovesciamento di senso delle parole che siete riusciti a raccontare - arrivo alle conclusioni, Presidente, molto rapidamente - che chi salva le vite è in realtà un criminale, e coloro che si organizzano in supplenza delle istituzioni, che dovrebbero invero svolgere quel lavoro con una missione istituzionale di ricerca e soccorso, li avete trasformati in criminali, li avete messi al centro del mirino. Avete immaginato multe, avete immaginato meccanismi che complicano la possibilità di salvare: non potete fare più di un salvataggio, dovete andare nel posto più lontano. Tutto questo con un unico obiettivo: rendere più difficile la presenza, al centro del Mediterraneo, in quell'enorme cimitero a cielo aperto del mondo che è il Mediterraneo centrale, di chi, in assenza del vostro intervento, si organizza per salvare le vite. A loro dovreste dire: grazie per il lavoro di supplenza che svolgete; noi lo facciamo quotidianamente.

L'immigrazione è un grande fenomeno strutturale. Per dare una risposta bisogna fare il contrario di quel che avete fatto finora e che, per la verità, non solo voi avete fatto finora. Bisogna cancellare la Bossi-Fini, bisogna stracciare l'infame memorandum con la Libia, bisogna istituire corridoi umanitari pubblici, un permesso di soggiorno per ricerca di lavoro; bisogna chiudere quei non luoghi della detenzione e della disperazione che sono i CPR (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra) e bisogna investire le risorse destinate al controllo e alla repressione in politiche di inclusione e integrazione.

Questo significa costruire sicurezza per tutti e tutte, questo significa affrontare in modo strutturale un grande fenomeno strutturale (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). La ringrazio, signora Presidente. Ministro, Sottosegretario, sentendo e seguendo il dibattito di questi giorni - ma non è la prima volta che mi capita - mi sono chiesto quanto sarebbe bello, oltre che proficuo, affrontare in quest'Aula un dibattito libero, un dibattito vero sul tema dell'immigrazione. Forse, solo l'intelligenza artificiale riuscirebbe a spurgare i dibattiti che facciamo dalla ideologia, dalle falsità, dagli imbrogli che vengono proposti e che fanno deviare le ragioni di una politica migratoria, del contenimento e della gestione della politica migratoria, rispetto alla ossessione ideologica con la quale ci dobbiamo misurare ogni giorno.

Vorrei dire quanto sarebbe utile e bello affrontare un dibattito su questi temi magari ripartendo dalla storia dell'emigrazione di questo Paese. Ciascuno di noi, ciascuna nostra famiglia ha sicuramente avuto un'esperienza in questo senso. Questo noi non ce lo dobbiamo dimenticare, quando affrontiamo temi di questo tipo.

Vorrei dire che sarebbe anche bello affrontare questo dibattito, come dire, mantenendo un minimo di onestà intellettuale. Mi rivolgo, in particolare, a un collega che ritengo intelligente e anche serio, come il collega Iezzi, che ieri è intervenuto - ma è intervenuto anche oggi un collega di Fratelli d'Italia - e che ci viene a riproporre il tema dell'“andatelo a dire alla ragazza che è stata violentata”, e via dicendo. È ovvio che noi abbiamo un problema di sicurezza nelle nostre stazioni e in determinati ambiti. Ma se lei è intellettualmente onesto - e lei lo è, onorevole Iezzi - sa perfettamente che questo non riguarda il tema dell'immigrazione, ma riguarda il tema della sicurezza e dell'ordine pubblico, che investe spesso molto di più gli italiani di quanto non riguardi gli stranieri. Lei sa perfettamente che le violenze contro le donne e le violenze familiari avvengono esattamente dentro il nucleo familiare, spesso e volentieri, e sono tante le persone italiane che delinquono nel nostro Paese. Non bisogna intervenire? Certo che bisogna intervenire, ma è disonestà intellettuale mettere questo insieme al fenomeno migratorio. Lo dico - lo ripeto - perché è una persona che rispetto, ma so che, inevitabilmente, quando c'è un dibattito ideologico, porta qui dentro argomenti che dovrebbero essere lasciati a casa.

Veniamo al decreto, signora Presidente. Molti lo hanno ricordato, quindi cominciamo dal nome. Onorevole Molteni, signor Ministro, signor Sottosegretario, il provvedimento si chiama “decreto Cutro”. L'unico particolare - ripeto, molti lo hanno detto - è che con Cutro non c'entra praticamente nulla. Non c'entra neanche - se voi lo aveste voluto fare, come si fa con i decreti in cui si mettono dentro tante cose - per cercare perlomeno di intervenire sulle cose che non hanno funzionato in occasione della tragedia di Cutro.

Il punto di fondo è che la natura emergenziale di questo decreto, a seguito della tragedia di Cutro, è semplicemente ridicola perché non stiamo arginando le invasioni barbariche sulle nostre coste. I numeri parlano chiaro sotto questo punto di vista. Dovremmo piuttosto riuscire a gestire l'ordinario nei nostri porti mentre, ad oggi, la catena delle responsabilità nella morte di 94 migranti sulle coste della cittadina calabrese, a cui accostate ingiustamente questo decreto, nonostante l'informativa, è ancora tutta da chiarire. Ne porta il nome. Qualcuno si aspettava che ci sarebbe stato almeno qualcosa, una norma al riguardo. Io non penso, come qualcuno ha detto, che c'è una responsabilità diretta del Governo. Però, sicuramente il Governo ha la responsabilità di capire che cosa non ha funzionato rispetto a quello che è successo, e questo non avviene.

Vorrei dirle - onorevole Molteni, mi rivolgo a lei non solo per la conoscenza e l'amicizia di anni - che voi continuate a sfornare decreti (questo è il secondo) assolutamente in linea con la vostra campagna elettorale, per cui dovete far vedere i pugni duri, dovete far vedere l'intransigenza e i rigori. Siamo passati dai blocchi navali, poi ci si è resi conto che i blocchi navali non è facilissimo farli. Forse qualcuno avrà pensato: facciamo i muri pure noi, però, diciamo, i muri sulle coste non è conveniente farli.

Quindi, evidentemente, qual è la realtà, signor Sottosegretario? Che voi imbrogliate, come avete fatto in campagna elettorale, perché sapete che non c'è verso di impedire a delle persone disperate, che scappano per disperazione, di mettersi in moto per cercare di migliorare la loro qualità della vita. Non ce la fate.

Io dico all'onorevole Bergamini o all'onorevole Bicchielli, che ho sentito dire: “noi non possiamo accoglierli tutti”. D'accordo, non possiamo accoglierli tutti, ma quelli che partono arrivano! Voi avete fatto l'operazione sulle ONG per aggiungere un po' di cinismo e quasi godere del fatto che, anziché portarli al porto più vicino, li devono portare 400 miglia più lontano. Ve ne siete accorti voi e se n'è accorto chi in questo momento ci sta ascoltando e ha guardato i servizi in televisione, che sono aumentati i barchini che autonomamente venivano qui e magari ne moriva qualcuno in più in mare, che è aumentato il lavoro della Guardia costiera, piuttosto che della Capitaneria di porto. Continuano ad arrivare e voi lo sapete! Sapete perfettamente che questo decreto, così come il precedente, non cambierà di una virgola il fatto che la gente disperata scappa e viene nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe)!

Qual è il problema, semmai? Capire come gestirlo. Ma non lo impedirete, non lo state impedendo. Si continua a dire: noi non possiamo accogliere tutti. Li state accogliendo tutti. Stanno arrivando e siccome non si possono ammazzare in mare, qualcuno purtroppo, anzi parecchi muoiono in mare, ma una volta che sono arrivati non è che li possiamo cancellare, non è che li possiamo, come dire, sciogliere nella soda caustica, neanche se voi annunciate che farete un decreto per cui ci sarà l'ergastolo per chiunque arriva illegalmente nel nostro Paese. Non li fermerete. Perché scappano dalla guerra. Perché, signor Sottosegretario, scappano dalla fame, dalla povertà. Non è differente, in termini di disperazione, scappare dalla fame, scappare dalla povertà, scappare dai cambiamenti climatici e da quello che comportano in quei Paesi. È gente disperata che, nella propria disperazione, sa che affronta un rischio, un pericolo, anche quello di morire in mare, ma che non rimane lì.

E allora noi come facciamo? Quando sento l'onorevole Bergamini dire: “non possiamo accoglierli tutti”, d'accordo, non possiamo accoglierli tutti e cosa facciamo? Come arrestiamo questi flussi? Lei mi vuole dire che li arrestiamo, per esempio, eliminando la protezione speciale? Lo hanno chiarito tutti, ma anche questo lo sapete anche voi; per questo vi dico che voi imbrogliate anche il vostro elettorato, perché sapete che state mettendo in campo delle norme che il problema serio della gestione dell'immigrazione non lo riusciranno a risolvere. Con la protezione speciale voi state semplicemente, da un giorno all'altro, trasformando in irregolari quelli che, attraverso la protezione speciale, magari, avevano dei permessi di lavoro ed erano integrati e soprattutto fate in modo che arrivino ancora più clandestini. Perché, lo sapete, arrivano e continuano ad arrivare. Continuate, come è giusto che sia, nonostante siate il Governo di destra, quello del rigore e compagnia bella, per forza ad accoglierli nei nostri porti. Perché lei non mi verrà a dire, signor Sottosegretario, che la politica dei respingimenti è in grado di competere con il numero di arrivi che ci sono.

E mi domando, signor Sottosegretario, tra un mese, due mesi, quando gli sbarchi saranno non di centinaia di persone, ma di migliaia di persone che, inevitabilmente, con il mare più calmo… Ma lei lo sa! Io sono quasi solidale, nel senso che io so che voi siete consapevoli di questo. Il problema è che, invece di continuare a seguire la strada demagogica delle campagne elettorali e dei decreti che sono solo propaganda perché non hanno nulla che riescano a fermare - si tratta di un fenomeno che, io riconosco, non è semplice da fermare, anzi, tutti sappiamo che non è semplice da fermare -, voi continuate ad alimentare insicurezza, paura, eccetera eccetera. Ma sono cose che vi torneranno addosso, perché quando tra un mese, anziché 100, 200, 300, ne arriveranno 1.000, 1.500, che cosa vi inventerete? Quale altro decreto vi inventerete? Ho finito il tempo? Un minuto. Che cos'altro vi inventerete per cercare di dirottare il dibattito dall'unico che abbiamo, e cioè capire qual è il modo attraverso cui gestire un fenomeno che sta crescendo? Non è l'invasione. Se noi dovessimo essere come siete stati voi in altri momenti, io adesso le dovrei dire: ma come, vi state facendo invadere, siete al Governo da un anno, avete fatto due decreti, siete degli incapaci, andate a casa! No, perché noi siamo consapevoli della complessità del fenomeno. Ma non lo si risolve prendendo in giro tutti con decreti che servono solo a piantare un'ennesima bandierina.

Lo si risolve cercando il modo attraverso il quale gestire questa partita. Non ho tempo, vorrei dire, però, che uno dei modi è sicuramente quello di coinvolgere l'Europa. Io sono d'accordo con lei, però le vorrei dire che non è che l'Europa, signor Sottosegretario, riesce a fare quello che non riusciamo a fare noi, non è che impedisce che queste persone arrivino. Il ruolo dell'Europa è sicuramente quello di una maggiore partecipazione, per esempio, nella redistribuzione e integrazione di queste persone. Lei fa così, ma è chiaro che, se voi pigliate a calci in bocca l'Europa dalla mattina alla sera, poi glielo spiegate voi a quelli per quale motivo dovrebbero darvi una virgola in più per aiutarvi in una cosa su cui, al momento, grazie a voi e alle scelte che avete fatto voi, Governo di centrodestra - a Berlino, ci siamo capiti -, l'avete fatto voi, non l'abbiamo fatto noi, vi siete incaprettati.

PRESIDENTE. Concluda.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Il problema dell'immigrazione è un problema molto serio, va gestito in modo serio e soprattutto non dicendo bugie e truffando la gente, dal punto di vista ovviamente della polemica e dell'informazione. Chiudo, signora Presidente...

PRESIDENTE. Sì, dovrebbe concludere, grazie.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Quando poi sento, qui dentro, qualcuno dire che uno dei problemi è la Bossi-Fini, che bisognava cambiarla e via dicendo, io penso che qui dentro bisogna fare le cose con più umiltà, perché se la Bossi-Fini non è stata cambiata, non è stata cambiata innanzitutto dai Governi di centrosinistra che avevano avuto la possibilità di cambiarla. E le dico una cosa in più…

PRESIDENTE. Deve proprio concludere.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Ho finito, Presidente. Rispetto alla gestione dell'immigrazione nel nostro Paese, c'è un problema di non adeguata capacità di integrazione, che riguarda tutto il Paese e tutte le sue articolazioni. E anche su questo c'è una responsabilità sicuramente dei Governi di centrosinistra e di tanti altri soggetti che potevano lavorare in questo senso…

PRESIDENTE. Grazie, siamo troppo oltre, collega.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Ho finito, Presidente. Forse, se lasciamo l'ideologia e andiamo sulle cose più concrete, da qualche parte possiamo arrivare (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Emilio Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO EMILIO RUSSO (FI-PPE). Grazie, signor Presidente. Rappresentanti del Governo e onorevoli colleghi, questo che siamo chiamati a votare oggi non è un decreto contro l'immigrazione, ma è un intervento legislativo per renderla regolare, ordinata e legale. Chi alimenta, com'è stato fatto anche poco fa, la contrapposizione, ma sarebbe meglio chiamarla banalizzazione, per cui la maggioranza che governa il Paese è contro l'immigrazione, mentre l'opposizione lavora per l'accoglienza, non sta rendendo un buon servizio alla verità. Invece, ancora una volta, discutiamo di un tema così delicato e di un provvedimento che regola il fenomeno migratorio, facendo il tagliando a vecchie regole che hanno dimostrato evidentemente di non funzionare più, in un clima pesante e fortemente ideologizzato.

Forza Italia da quasi trent'anni persegue una sola strategia, che è quella dell'umanità e della fermezza: accoglienza, ma rispetto delle regole. L'immigrazione non è un nemico o qualcosa che è possibile evitare, ma è un fenomeno epocale che deve essere governato, piuttosto che subìto. Noi siamo consapevoli dell'enorme impatto che ha sull'economia, sulla società e sulla cultura del nostro Paese. Sappiamo bene che, quando scriviamo nuove leggi come facciamo oggi, generiamo effetti su uomini, donne e bambini. Sì, parliamo di bambini, colleghi, i coetanei dei nostri figli, quelli che sono morti nel tragico naufragio di Cutro, partiti con i genitori che avevano immaginato per loro un futuro migliore e rimasti ostaggio di assassini che li hanno condotti a una morte orribile.

Allora noi cosa possiamo fare per onorare al meglio almeno la loro memoria, noi, qua, nella Patria del diritto? Innanzitutto, ciò che stiamo già facendo. Il nostro sistema giudiziario ha assicurato alla giustizia gli assassini che si sono resi responsabili di questa strage e che sono sopravvissuti. Venerdì mattina, alle 10, presso la frontiera di Tarvisio, le autorità italiane hanno arrestato il quinto scafista, responsabile di quel viaggio che si è poi tramutato nel tragico naufragio. Il cittadino turco è stato identificato nei pressi di Graz dalla squadra mobile e dalla Guardia di finanza di Crotone ed è finito dove dovrà espiare la sua lunga pena, grazie al Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia. A queste donne e a questi uomini, come ai Carabinieri della locale stazione, che quella tragica notte si sono gettati in acqua senza paura al buio, a quelli della Guardia costiera di Agrigento, che hanno salvato sabato scorso Ismaele di soli 6 mesi, rimasto orfano dopo l'ennesimo naufragio, dobbiamo riconoscenza e attenzione. E lo facciamo proprio provando a fornire a chi è in prima linea strumenti più efficaci, aggiornando regole che non hanno funzionato o che non sono più adatte alle circostanze di oggi.

È proprio per questo che il decreto aumenta fino a 30 anni di reclusione le pene per chi causa morte o lesioni mentre trasporta clandestinamente migranti. Sono, forse, loro, gli scafisti, l'ultima ruota del carro di queste organizzazioni criminali, come hanno detto i colleghi poco fa? Ma certo che sono l'ultima ruota del carro, ma la legalità, cari colleghi, si persegue partendo proprio dal basso, anche dal basso.

Cari colleghi, questo decreto non cancella la protezione umanitaria e non impedirà a chi ha diritto a venire in Italia per salvarsi la vita di farlo. Abbiamo individuato, per la prima volta chiaramente, chi ha diritto a una tutela speciale e chi, invece, dovrà passare per i canali tradizionali, evitando che si abusi della protezione speciale, com'è capitato in questi ultimi anni.

Attenzione, se noi togliamo il rumore di fondo della strumentalità, non c'è una maggioranza che oggi impone il suo testo all'opposizione: il decreto che votiamo oggi è frutto anche di un confronto con l'opposizione. Tra gli articoli ce n'è uno, il cui merito non abbiamo alcun imbarazzo ad attribuire ai colleghi del MoVimento 5 Stelle: parliamo dell'estensione della protezione delle donne immigrate costrette a matrimoni forzati dai loro familiari. Forniamo loro, alle sorelle della povera Saman, la possibilità di liberarsi. Grazie ai colleghi per questa proposta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È su questo terreno che si combatte l'estremismo, è con questi strumenti che svuotiamo il brodo di coltura di quelle comunità che pensano di sovrapporre le loro consuetudini aberranti al nostro sistema legale (Commenti del deputato Ciani), un sistema che riconosce libertà e pari dignità e che è frutto di lotte decennali da parte delle donne italiane.

Lo diciamo da sempre, l'Italia deve - non può, deve - accogliere tutti gli immigrati che il suo sistema è capace di integrarle. Noi non vogliamo chiudere le frontiere, le apriamo per chi viene a lavorare e dare un contributo che sarà importantissimo al nostro sistema economico e sociale. Lo abbiamo scritto noi stessi nel DEF e ce lo avete rinfacciato, quasi avessimo fatto noi un errore. E, invece, lo ripeto qui: l'aumento dei flussi migratori in Italia avrà un impatto positivo fino a 30 punti percentuali sul debito pubblico, sosterrebbe lo sviluppo economico e aumenterebbe, contestualmente, la domanda di prestazioni assistenziali sanitarie.

Signor Presidente, durante questo dibattito, lo hanno ricordato i colleghi dell'opposizione, buttandola lì come se fosse un'incoerenza, qualcosa di cui dovremmo vergognarci e, invece, questo gruppo è orgoglioso che siano stati i Governi a trazione Forza Italia a promuovere negli ultimi venti anni le principali regolarizzazioni di immigrati e lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), quelle donne e quegli uomini che gestiscono le nostre case e custodiscono i nostri figli o i nostri genitori - ciò che abbiamo di più prezioso - e decine di migliaia di altri lavoratori subordinati.

Insomma, sull'immigrazione noi non andiamo dietro a nessuno perché siamo più avanti e l'architrave dell'integrazione per noi è il lavoro. Per questa ragione, con il decreto che votiamo oggi semplifichiamo le norme per l'immigrazione legale e avviciniamo domanda e offerta; aumentiamo di un anno la durata del permesso di soggiorno per il lavoro a tempo determinato, indeterminato e anche per quello autonomo; introduciamo una procedura semplificata per l'arrivo di lavoratori stranieri e acceleriamo il rilascio dei nulla osta al lavoro subordinato.

Cari colleghi, oggi non licenziamo un provvedimento contro l'immigrazione, facciamo ciò che ci esortava a fare un ex Ministro dell'Interno che tutti dovrebbero conoscere bene: il Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano che, il 7 aprile del 2011, disse: “Dobbiamo dare agli immigrati delle risposte in base alle nostre possibilità”. Ecco, queste sono le nostre possibilità. Per le ragioni che vi ho illustrato, il gruppo di Forza Italia voterà convintamente questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi deputati, rappresentanti del Governo, siamo profondamente preoccupati per questo provvedimento sull'immigrazione. Il decreto-legge Cutro dimostra oggi la totale mancanza di una visione programmatica del Governo e della maggioranza su un tema tanto delicato, qual'è quello dell'immigrazione. Davvero, in quelle pagine, dimostrate nero su bianco la vostra incapacità di gestire il fenomeno migratorio, avete addirittura presentato un decreto-legge, un provvedimento d'urgenza e avete anche posto la fiducia, così comprimendo la discussione e le valutazioni che in questo Parlamento tutti noi siamo chiamati a fare. Presidente, noi non siamo stati eletti per pigiare il bottone del voto, siamo stati eletti per lavorare al bene comune (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Fermeremo i migranti con blocchi navali, torri, torrette, muri nel mare: guardate che queste sono le parole della vostra compagine di destra, voi, quelli che in campagna elettorale eravate pronti per gli italiani. Ma fateci il favore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), oggi la realtà è sotto gli occhi di tutti: abbiamo sbarchi quadruplicati, mentre la Premier Meloni rincorre gli scafisti in tutto il globo terracqueo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Presidente Meloni, piuttosto che girare miseri spot televisivi, si impegni nello studio di serie politiche migratorie e provi anche a riscoprire nel cuore un po' di umanità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Muoviamo da un principio: il tema dell'immigrazione non tollera l'approccio ideologico che ne dà questo Governo. La maggioranza vuole abolire la protezione speciale. Mi rivolgo ai cittadini: cittadini, sapete cos'è? È quel permesso che favorisce il ricongiungimento familiare per coloro che hanno già, in Italia, una propria rete familiare, personale e che, quindi, più facilmente si integrano nel tessuto sociale e culturale italiano. Ma chiedo alle destre: fateci capire, dite che vi sta tanto a cuore l'identità culturale italiana e, poi, negate il permesso proprio a coloro che meglio possono integrarsi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? È una insanabile contraddizione!

Vi ricordo che la Premier Meloni ha sostenuto che l'Italia, unica in Europa, ha la protezione speciale. Non è vero, basta con queste bugie, basta con le falsità, ben 18 Paesi europei prevedono forme di protezione speciale. L'articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo proclama il diritto fondamentale della persona alla vita privata e familiare - è da esso che discende la protezione speciale - ma, cosa più importante di tutte, la nostra Costituzione pone l'uomo e l'umanità al centro di ogni legge. Rispondetemi: la consolidata giurisprudenza della Corte di cassazione e della Corte europea dei diritti dell'uomo, che riconosce il fondamento costituzionale della protezione speciale, voi la conoscete (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

L'abolizione della protezione speciale è un vero e proprio atto di inciviltà: i migranti che l'hanno ottenuta, da domani, non potranno più restare legalmente in Italia, da domani, essi diventeranno irregolari, saranno costretti o ad accettare un lavoro in nero o a diventare manovalanza della criminalità organizzata. E fa davvero specie che un siffatto risultato venga da chi, come voi, vorrebbe ergersi a tutore della sicurezza.

Con questo decreto, il Governo Meloni crea illegalità, caporalato, sfruttamento, lavoro nero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo decreto contiene disposizioni contro i minori stranieri, sopprime l'assistenza psicologica ai migranti, smantella il Sistema di accoglienza e integrazione, l'unico sistema di accoglienza dei migranti effettivamente pubblico, strutturato, non emergenziale, di cui il nostro Paese era - parlo al passato - dotato, ma, nel contempo, inserite una norma che tutela la donna vittima di costrizione al matrimonio, riconoscendole il permesso di soggiorno. Una norma di civiltà, di cui la nostra deputata Stefania Ascari è la madrina (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e di cui vi siete appropriati con un emendamento al Senato a firma Gasparri. Una norma di civiltà, onorevole Russo, che si trova scomoda in un provvedimento così incivile.

Per non parlare, poi, del pasticcio che avete combinato con l'articolo 7-ter, che potrebbe precludere la tutela costituzionale del ricorso contro le decisioni di inammissibilità. Una norma incostituzionale. Siete dilettanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Avete proclamato lo stato di emergenza, proprio voi che gridavate allo scandalo quando il presidente Conte dichiarò lo stato di emergenza per la pandemia da COVID-19: la pandemia!

Non ci sono parole. Diciamo la verità ai cittadini: cittadini, mi rivolgo a voi, a voi che dovete sapere che questo decreto ha lo scopo di generare in tutti noi un sentimento di tensione e di paura verso i migranti. Le destre vogliono così coprire la propria incapacità di governo e preparare il terreno ad altre più gravi limitazioni dei diritti fondamentali della persona (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti del deputato Ciocchetti).

Non ve lo con-sen-ti-re-mo! Voglio ora fornire alle destre un piccolo vocabolario di base, è fatto di parole quali dimensione europea del tema migratorio, visione programmatica di medio-lungo termine, solidarietà, integrazione, protezione, pari diritti, diritti alla salute, cooperazione internazionale. Usatelo questo vocabolario! E vi dico, se non siete in grado di cogliere l'utilità dell'integrazione culturale dei migranti, almeno rendetevi conto del contributo dei migranti al nostro sviluppo economico e benessere. Lo avete certificato voi nel DEF, il vostro Documento di economia e finanza stima che un incremento del 33 per cento dei migranti in Italia comporterebbe la diminuzione del debito pubblico di oltre 30 punti al 2070.

Lo avete detto, anzi, lo avete scritto voi! L'INPS ha certificato che la contribuzione dei migranti alla spesa pensionistica produce un attivo in Italia di ben 6-7miliardi.

Se ne avete l'autorevolezza, andate in Europa, fate riconoscere la dimensione europea del fenomeno migratorio, così come fece nel 2018 e per la prima volta il Presidente Conte. Negoziate il superamento del Regolamento di Dublino, che affida la gestione del fenomeno migratorio esclusivamente al Paese di primo approdo. Lavorate in Europa per l'equa suddivisione dei migranti tra i vari Paesi. Bisogna lavorare al progressivo superamento della legge Bossi-Fini, creare forme di sponsorship, di permessi di soggiorno per la ricerca di un lavoro, di permessi di soggiorno per lo studio.

Ma dobbiamo darvi noi le soluzioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Arrivo a concludere, Presidente, con un'ultima riflessione: secondo questo decreto, il migrante non potrà arrivare; se dovesse arrivare, comunque non potrà rimanere; se dovesse rimanere, sarà comunque privo del permesso di soggiorno, non troverà accoglienza e, in ogni caso, non potrà lavorare regolarmente, non potrà avere un futuro. E allora, e in conclusione, che dire? Benvenuti, migranti. Siete pronti ad essere marginali, sfruttati, senza futuro? Pronti a diventare manodopera della criminalità organizzata? Questo è il decreto Cutro, questo è il Governo Meloni, e pertanto il MoVimento 5 Stelle voterà convintamente contro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Congratulazioni)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Iezzi. Ne ha facoltà.

IGOR IEZZI (LEGA). Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi, la realtà è una sola: oggi, finalmente, nel nostro Paese tornano buonsenso, regole e civiltà (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Il via libera definitivo di questo decreto, come corretto dalle modifiche approvate in Senato e grazie anche all'aiuto dei molteplici e insistenti contributi che arrivano da varie direzioni, rappresenta una tappa fondamentale verso il ritorno a un Paese normale, un Paese che ha delle regole che sa e vuole far rispettare, che riesce a coniugare solidarietà, umanità, rigore contro la delinquenza e sicurezza.

Oggi l'Italia torna a guardarsi allo specchio senza più vergognarsi, con l'orgoglio di essere un grande e democratico Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Sappiamo benissimo che quello che stiamo compiendo è un primo passo, altri ne serviranno, e soprattutto questo cammino non potremo farlo da soli. Tutti sappiamo che i prossimi mesi rischiano di essere terribili sul fronte della pressione migratoria.

Le tensioni in Tunisia, in Sudan, la guerra del grano, il problema energetico sono tutte variabili che renderanno più complesso un fenomeno che rischia di esplodere nella sua gravità. Le previsioni ci dicono che, se non si interviene anche economicamente nei Paesi del Nord Africa, si rischia l'arrivo di centinaia di migliaia di immigrati. E allora ci chiediamo perché, giustamente, 8 anni fa l'Europa è intervenuta stanziando oltre 10 miliardi per finanziare la Turchia e fermare l'immigrazione dai Balcani, e invece oggi non si cerca di aiutare la Tunisia, che rappresenta di gran lunga il principale Paese di partenza di clandestini verso l'Italia.

Non vogliamo pensare che le preoccupazioni tedesche valgano più di quelle italiane; che, quando c'è da aiutare la Germania, ci si faccia in quattro mentre, se l'aiuto lo chiede l'Italia, ci si gira dall'altra parte (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Noi comunque non possiamo aspettare. È vero che l'agenda europea sul tema è cambiata, è vero che le priorità italiane sono diventate anche quelle europee, ma non basta. Il rischio che il nostro Paese corre da qui a qualche settimana è troppo grande per accontentarsi di rassicurazioni e parole alle quali non seguono i fatti.

L'Europa si deve svegliare. In questa direzione vanno i numerosi incontri bilaterali svolti dal nostro Governo con i Paesi coinvolti in questo fenomeno, sia con i Paesi europei sia con quelli africani. Per questo il decreto che stiamo discutendo è finalmente una buona notizia. Ripristinare le regole: la filosofia che ispira questo provvedimento è chiara, l'immigrato che vuole venire nel nostro Paese per lavorare lo può fare seguendo i canali regolari. In questa direzione vanno le norme che rendono la programmazione dei flussi triennale, che semplificano la vita delle imprese che chiedono manodopera, che premiano i Paesi che collaborano con l'Italia.

Sì, il messaggio che vogliamo mandare dall'altra parte del Mediterraneo è che collaborare con noi conviene, e che ci sono regole da rispettare e criminali da colpire, a cominciare dalla criminalità organizzata, da chi gestisce il traffico di esseri umani, dagli scafisti. Ieri abbiamo sentito parole terrificanti su questo tema.

Il MoVimento 5 Stelle, durante la dichiarazione di voto sulla fiducia, ha letteralmente detto (cito dal resoconto stenografico), che è “propagandistico (…) prevedere sanzioni penali elevatissime per gli scafisti” che “sono l'ultimo anello della catena, e anche il più debole, che porta gli immigrati in Italia e spesso sono disperati fra i disperati, spesso annegano”.

Alla faccia dell'onestà (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), siamo passati alla santificazione degli scafisti. Noi invece pensiamo che gli scafisti, veri e unici responsabili della strage di Cutro, siano criminali, assassini, che rappresentino il peggio del mondo. Mai, mai, lo dico sinceramente, avrei pensato che in questo Parlamento qualcuno avrebbe avuto il coraggio di schierarsi con loro, ma il MoVimento 5 Stelle riesce sempre a scavare il fondo del barile della disumanità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).

Parlavo di messaggi da lanciare oltre il Mediterraneo. Sia chiaro a tutti, quindi, che oggi entrare nel nostro Paese illegalmente non conviene più. In questo contesto, rientra il fortissimo ridimensionamento della protezione speciale, un risultato che abbiamo perseguito con coerenza, nello spirito dei decreti Salvini. Per questo siamo soddisfatti che il nostro progetto di legge, già incardinato in I Commissione, sia stato assorbito negli emendamenti approvati dal Senato. Nel nostro Paese si entra per lavorare, se c'è la possibilità, o perché si ha il diritto di farlo. Il rispetto dell'articolo 10 della nostra Costituzione, che lega i diritti dello straniero alle norme internazionali, è garantito dall'asilo politico e dalla protezione sussidiaria, ed entrambi discendono da leggi internazionali.

La protezione speciale allargata, invece, è un regalo del Partito Democratico, una vera e propria sanatoria, utile solo a regalare un permesso a chi non ha nessun diritto di stare qui. Un unicum in Europa, perché nessun Paese ha osato offrire ai clandestini una scappatoia così semplice. Non è un caso se, nei Paesi europei che le hanno, le protezioni regolate da norme nazionali toccano solo un numero minoritario di stranieri, mentre in Italia la protezione speciale supera di gran lunga le altre, da complementare è diventata prioritaria.

Una scappatoia, quindi, da regalare ai clandestini, che permette poi anche di ottenere un permesso di lavoro. Peccato che, però, meno del 6 per cento dei permessi speciali si sia trasformato in un lavoro vero e proprio, a dimostrazione che non è un pezzo di carta che favorisce l'integrazione.

Il risultato di queste politiche lo vediamo tutti i giorni nelle nostre città, nel silenzio della sinistra, ma i numeri sono numeri nella loro neutralità: a Milano il 73 per cento degli arrestati per rapine commesse sulla pubblica via è straniero e, per i furti con destrezza, la percentuale arriva al 95 per cento! La vostra strada è fallimentare e, se usciste ogni tanto dalle boutique d'alta moda, nelle quali vi recate con il personal shopper (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), per camminare nelle periferie delle città, ve ne accorgereste! Ma io sono sicuro che lo sapete anche voi. L'unico momento di sincerità che mostrate quando parlate di immigrati è quando li definite risorse. In effetti, per molte associazioni e cooperative gli immigrati sono stati davvero una risorsa (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che negli anni, prima dell'arrivo di Salvini, fruttava oltre 5 miliardi di euro. A questo serve elargire permessi, fare corsi e dare in gestione alle associazioni! Tutto per voi è finalizzato a incrementare il business dell'accoglienza, per noi no! La dignità delle persone, italiani e immigrati, viene prima del profitto delle vostre associazioni. Per questo servono le regole e chi non le rispetta deve essere rimpatriato; ecco perché vogliamo i CPR, che garantiscono il 50 per cento dei rimpatri di quanti sono lì trattenuti. Non temete, state certi che non verranno rimandati nei lager. Se questo fosse stato il nostro scopo, li avremmo affidati a qualche cooperativa gestita da familiari di qualche parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) eletto con i voti della sinistra, dove gli immigrati sarebbero stati messi a pane e acqua!

Questo decreto nasce dopo la tragedia di Cutro, che speravo vi avesse insegnato qualcosa, invece, avete solo strumentalizzato morti e dolore. Siete arrivati anche a infangare il lavoro di chi in mare rischia la propria vita per salvare quella altrui, a cominciare dalla Guardia costiera, con il misero scopo di scatenare la magistratura contro Matteo Salvini. Anche qui noi siamo differenti dalla sinistra: mentre loro salivano sulla nave di Carola Rackete e speronavano una motovedetta della Guardia di finanza, noi stavamo e stiamo al fianco degli uomini e delle donne della Guardia costiera (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia), della Guardia di finanza, dei Carabinieri, della Polizia e dell'Esercito, sempre, sempre, sempre dalla parte della legalità, della dignità e dei nostri concittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mauri. Ne ha facoltà.

MATTEO MAURI (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. In questi giorni ho avuto modo di riflettere a fondo sulla discussione svoltasi prima al Senato, poi in Commissione e adesso qua, in Aula alla Camera. In apertura di questo intervento, che faccio a nome di tutto il PD, non posso nascondere l'amarezza mia personale e di tutti noi e l'indignazione che troviamo di fronte a un decreto come questo, un decreto che - per usare solo le parole che possono essere usate in quest'Aula - non possiamo che definire vergognoso, ipocrita, biecamente demagogico e vigliacco (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

Vigliacco - e lo ripeto: vigliacco - perché è pura e semplice propaganda, giocata senza scrupoli sulla pelle dei più fragili, sulla pelle di chi vive il dramma dell'emigrazione forzata e sulla pelle di tanti italiane e tanti italiani che subiranno le conseguenze indirette delle scelte dissennate inserite nel provvedimento. Davanti a tutto questo noi diciamo “no”! Noi ci ribelliamo a questa logica e, ancora prima che come rappresentanti delle istituzioni, ci ribelliamo come donne e uomini liberi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Siamo liberi dai vostri pregiudizi, liberi dal vostro odio verso chi è diverso, liberi dalla paura che voi provate sempre ad amplificare, per usarla a vostro vantaggio, liberi di pensare che una società più giusta sia possibile e che valga la pena di battersi per realizzarla, liberi e consapevoli.

Siamo consapevoli delle difficoltà che comporta la gestione dei fenomeni migratori in una società complessa, come la nostra, e anche in un mondo con drammatici squilibri economici e sociali, un mondo in cui in questo momento ci sono 23 guerre ad alta intensità (un Paese su 8 al mondo) e 59 conflitti a varie intensità (il 30 per cento di tutte le Nazioni del mondo), un mondo in cui ci sono più di 100 milioni di persone in fuga da guerre, violenze, persecuzioni e violazioni dei diritti umani. Se a questo numero aggiungiamo anche i migranti per crisi alimentari, climatiche ed economiche, si arriva alla cifra drammatica e incredibile di 280 milioni. Si tratta di 280 milioni di persone - non numeri, persone! - che in gran parte noi non vediamo neanche, perché rimangono all'interno dei propri Paesi o nei Paesi confinanti, che sono poveri o poveri quasi esattamente come i loro.

I nostri valori, la nostra consapevolezza della complessità del contesto che ci circonda e la nostra razionalità sono i criteri che ci hanno guidato, quando abbiamo fatto il decreto Immigrazione del 2020, con cui abbiamo realizzato sostanzialmente un obiettivo: abbiamo cancellato i decreti Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

Lo abbiamo fatto perché quei decreti erano indegni per un Paese moderno e civile e perché erano contrari non solo all'umanità ma anche agli interessi concreti del nostro Paese. Quando abbiamo sostanzialmente ripristinato la protezione umanitaria, chiamandola speciale e allargando quella piccola che c'era, l'abbiamo fatto esattamente perché non è accettabile che non ci siano spazi di riconoscimento della presenza sul territorio di persone con permesso di soggiorno, persone che, se dovessero tornare nel loro Paese, rischierebbero tantissimo mentre qua sono integrate e hanno vincoli familiari. Quella protezione umanitaria non ce la siamo inventata noi, esiste in questo Paese, anzi, esisteva in questo Paese, fin da 1998. Siete voi che vent'anni dopo l'avete tolta! Altro che non esisteva e ve la siete inventata! E noi cosa abbiamo fatto? Voi dite che abbiamo allargato la speciale. Esattamente, abbiamo allargato la speciale, perché voi l'avevate pensata e costruita per non farci passare nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

Solamente un dato: negli anni precedenti, alla sua abolizione, la protezione umanitaria permetteva il riconoscimento dei permessi di soggiorno in questo Paese, a circa il 20-25 per cento delle persone. Quando è stata tolta, è stata riconosciuta la protezione speciale all'1,2 per cento. In questo momento, siamo tornati a una soglia inferiore a quella precedente e siamo attorno al 18 per cento. Vi chiederete: ma noi ne riconosciamo troppe? No, è esattamente la media europea. L'Europa ovvero i Paesi europei riconoscono circa il 40 per cento di permessi sulle domande che vengono presentate. Era quel 40 per cento che avevamo prima dei decreti Salvini ed è quel 40 per cento che abbiamo adesso. Con quei decreti noi eravamo scesi sotto il 20 per cento, il che si traduce dal 2018 al 2019, nell'arco di un solo anno, in 26.000 persone irregolari in più, che altrimenti si sarebbero viste riconosciute una protezione.

Voi fingete con questo decreto di garantire canali regolari - tra l'altro con delle innovazioni che faccio veramente fatica a definire tali, come la programmazione triennale, che già c'era prima, per esempio, o le scuole di formazione all'estero che si potevano già fare: con una mano sbandierate quella bandiera e con l'altra fate esattamente il contrario. Producete irregolarità e continuate a produrre irregolarità, perché siete convinti che da lì possiate trarre un beneficio elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Questo è il punto! Voi volete avere la gente fantasma nelle città, nelle piazze e in giro per le strade italiane, per poi fare la campagna elettorale su quelli che voi avete cacciato nell'irregolarità, sperando che vadano nell'illegalità! Credo che ciò sia inaccettabile. In quell'occasione, quando abbiamo cancellato i decreti Salvini, ci siamo chiesti: per quale motivo in questo Paese chi ha un permesso di soggiorno di altro genere non lo può convertire in un permesso di soggiorno per lavoro, se un lavoro ce l'ha e se è regolare?

Mi sembra una cosa logica. Vuol dire dare più prospettiva di vita alle persone, vuol dire dare più stabilità, vuol dire garanzie di maggiore integrazione, vuol dire dare una prospettiva alle famiglie. E voi cosa fate, visto che pensate esattamente questo? Lo togliete, perché voi non volete che le persone si integrino, non volete metterle nelle condizioni di dare il meglio di sé e di realizzarsi, perché per voi è necessario colpevolizzare continuamente il tema dell'immigrazione.

Ricordo solamente un paio di cose che abbiamo fatto allora e che voi adesso state smontando: abbiamo riconosciuto dei diritti ai migranti climatici e a quelli per ragioni di salute. Non dico niente. Nel momento in cui uno toglie garanzie a chi ha problemi di salute o a chi scappa perché non ha più un campo da arare io sinceramente non mi sento di aggiungere niente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Avevamo messo mano all'accoglienza per renderla più limitata nei suoi insediamenti, più diffusa sul territorio. Voi avevate tolto soldi al sistema dell'accoglienza. Voi siete quelli che hanno tolto l'assistenza psichiatrica, non permettendo l'accesso al sistema di prima accoglienza alle persone che arrivavano dai campi libici, dai lager. Voi siete questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), e altro è quello che provate a raccontare; adesso ho sentito “democrazia e umanità”: sì, perfetto!

Abbiamo fatto una cosa e voi l'avete smontata, perché qui qualcuno ha giustamente detto, con un'intuizione corretta, che questo è il terzo decreto Salvini. No, questo è il quarto decreto Salvini, perché ne avevate fatti due, uno sulle ONG e uno sul tema dell'immigrazione, e poi ne avete fatti altri due, il decreto ONG di pochissimo tempo fa e, oggi, questo decreto Immigrazione. Lo chiedo al resto della maggioranza: ma siete contenti? Ho sentito le parole del collega di Forza Italia che andavano in un'altra direzione. Essersi piegati alla volontà della Lega e aver accettato questa logica vi rende tranquilli? Io sinceramente, se fossi in voi, tranquillo non sarei.

Poi, fatemi dire una cosa: state un po' attenti, ragazzi, sulla Costituzione, perché ormai mi sembra un vizio. Adesso l'articolo 7, comma 3. Dovete rifare un altro CDM e spero non a Cutro. Se non altro, magari potreste farlo in una facoltà di giurisprudenza, perché è anticostituzionale. Gasparri ha provato al Senato a togliere gli obblighi internazionali e i vincoli costituzionali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) e qualcuno dall'alto ve l'ha impedito. È la stessa cosa che avete fatto già in altre due occasioni, quando il Colle vi richiamò formalmente e avete dovuto fare marcia indietro. Qualcuno, l'altro giorno, mi diceva che non c'era urgenza per quei decreti. Certo che c'era, perché c'era una lettera formale del Presidente della Repubblica. Io penso che di queste cose vi dovreste vergognare. Il rischio, però, è che se ne debba vergognare l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Deputato, deve concludere.

MATTEO MAURI (PD-IDP). Ma fatemi dire - scusi, Presidente, concludo - una cosa finale. Davanti a tutto questo scempio il nostro primo pensiero non può che andare a loro, ai tantissimi, donne, uomini e bambini, che sono morti in fondo al mare quel 26 febbraio vicino alla costa di Cutro. Cutro da allora dovrebbe essere un nome che fa risvegliare in tutti noi i sentimenti più profondi e che dovrebbe portare a riflettere. Invece, voi avete sfregiato quel nome, usandolo come titolo per un decreto che avete riempito della peggiore propaganda contro i migranti e contro il diverso in generale; voi, che di fronte allo sconcerto degli italiani per quello che era appena accaduto, siete andati a Cutro a fare un CDM blindato, come se foste voi quelli in pericolo, ma non avete avuto il coraggio di visitare le bare e di guardare negli occhi i familiari sopravvissuti.

PRESIDENTE. Concluda (Una voce dai banchi del gruppo Lega-Salvini Premier: “Tempo!”).

MATTEO MAURI (PD-IDP). Chiudo. Sapete perché non l'avete fatto? Perché vi sareste trovati faccia a faccia con la cruda realtà, con la dura verità così com'è, mentre voi vivete dei vostri racconti e dei vostri “noi e loro”, della logica della pericolosa invasione.

PRESIDENTE. Grazie…

MATTEO MAURI (PD-IDP). Chiudo. Mi dia solamente dieci secondi.

PRESIDENTE. Siamo troppo oltre, collega. Deve chiudere.

MATTEO MAURI (PD-IDP). Voi questo siete e voi così vorreste trasformare l'Italia, ma noi e tanti altri, dentro e fuori da qui, non ve lo permetteremo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fabio Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi deputati, Governo, certo avrebbe fatto piacere ascoltare almeno un po' di autocritica, visto che sono decenni che la litania di un approccio sbagliato all'immigrazione va avanti.

Io prendo a pretesto i numeri, perché i numeri a volte aiutano. I numeri aiutano a comprendere le criticità con cui si è chiamati a misurarsi. Ben 4.000 immigrati sono sbarcati in Sicilia negli ultimi due giorni. L'Alto Commissario ONU per i rifugiati ci fa questo quadro dell'accoglienza tra i Paesi del Mediterraneo negli ultimi tre mesi: Malta, un solo immigrato; Spagna, 3.800; Grecia, 3.200; Italia, 20.500. Numeri! Da gennaio ad aprile 2023, in Italia sono arrivati 31.300 immigrati, pari a più 300 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022.

Se dovesse mantenersi questo andamento, alla fine dell'anno avremo la cifra record di 450.000 arrivi (più o meno). Se dovesse confermarsi questa tendenza per i prossimi dieci anni, avremo 4,5 milioni di migranti. In cinquant'anni la progressione diventa impressionante (in più vanno aggiunti gli arrivi delle rotte balcaniche). Numeri di fronte ai quali occorre serietà e responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché noi siamo qui per interpretare il presente ma anche per leggere il futuro. E quando il futuro è drammatico va gestito e contenuto, e non assecondato.

Conseguentemente, deflagrerebbero i costi dell'accoglienza. Non basterebbero i 4 miliardi impegnati da voi qualche anno fa - lo 0,25 per cento del PIL - e saliremmo fino a decine di miliardi e al 2,5 per cento del PIL. E dovremmo aggiungere l'assunzione di migliaia di agenti di Polizia, di Polizia penitenziaria e di Guardia costiera, nonché l'acquisto di motovedette. Dovremmo costruire nuove carceri, perché un altro numero, che non è forse chiaro in quest'Aula, è la percentuale di immigrati ospiti delle nostre case circondariali. La media europea è del 25 per cento mentre l'Italia sta al 40, dietro solo alla Svizzera, che ha il 70 per cento, e alla Grecia, che ha il 60 per cento. I migranti non desideravano questa prospettiva. Crediamo che le condizioni in cui si trovano, quelle che la sinistra gli ha garantito in questi decenni, li abbiano indotti a delinquere, perché non c'è integrazione nella demagogia.

Poi, ci sono altri dati. I trafficanti di uomini sono nel continente africano la classe sociale ricca. Un viaggio verso l'Italia sappiamo che costa tra i 3.000 e gli 8.000 euro. I morti annegati accertati negli ultimi dieci anni sono 25.000 e quelli stimati quasi il doppio. Numeri! Il Mediterraneo si è trasformato nella più grande fossa comune della storia contemporanea.

Ogni migrante costa agli italiani 35 euro al giorno e i problemi sociali che determina altrettanto, più del doppio del reddito di cittadinanza, tanto per lanciare un segnale. I bambini costano 100 euro al giorno, cioè 3.000 euro al mese. I bambini sono pochi, perché il 90 per cento degli immigrati è composto, sempre come tutti sappiamo, da uomini di età compresa tra i 18 e i 30 anni, che non fuggono da guerre e persecuzioni ma dalla fame e dalla povertà. Già, la povertà! Solo in Africa le persone considerate sotto la soglia di povertà sono 400 milioni (dati UNHCR). Se potessero, si trasferirebbero tutti in Europa attraverso l'Italia. In percentuale, centinaia di migliaia morirebbero nella traversata. Un'epopea!

Le persone che partono per paradosso non sono le meno povere e possono permettersi di pagare gli scafisti. Sono i più giovani e robusti, i più intraprendenti e istruiti. Solo una quota esigua, come sappiamo, è fatta di bambini e donne. A noi spetta il compito di salvarli tutti e ci possiamo riuscire solo fermando le partenze (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Il resto sono chiacchiere da inconcludente assemblea di condominio.

Dall'Africa vanno via i migliori, per riassumere, gli unici che potrebbero determinare l'emancipazione dalle tirannie e da certo neocolonialismo turbo-liberista di certo Occidente, costruendo, con il nostro aiuto, la stagione del benessere e dello sviluppo. Restano i disabili, gli analfabeti, gli anziani, le mamme e i bambini su cui, invece, dovremmo indirizzare la nostra vera solidarietà.

Ringraziamo, al riguardo, i tanti missionari e le tante ONG che non sono proprietarie di intere flotte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ma svolgono la loro opera meritoria e caritatevole per portare cibo, medicinali, istruzione, lavoro e i tanti italiani che, attraverso la beneficenza, le foraggiano; non c'è Soros dietro di loro, ma la gente generosa che adotta a distanza, senza mai conoscerli, i propri figli potenziali; grazie davvero! Pensate a quante cose avremmo potuto realizzare lì con le decine di miliardi spesi, avremmo potuto costruire intere città, numeri! Pensavamo, con tutti i soldi che ci avete messo sopra, che il circuito dell'accoglienza almeno fosse perfetto e, invece, buona parte dei CARA sono allo sbando: il cibo è scadente, i letti a castello vengono coperti con asciugamani, per trasformarli in cabine per cambiarsi; i soldi dati per le spese minute non gli bastano e si rivolgono al lavoro nero; quando non lo trovano, passano al circuito della criminalità, sfruttati dagli uni e dagli altri, altro che solidarietà; questa condizione ha il retrogusto pessimo del razzismo più cinico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Non siete nelle condizioni di darci lezione, neanche su questo!

E quando qualche vostro illustre esponente, dotato di intelligenza e senso dello Stato - mi riferisco al Ministro Minniti - ha invertito la rotta lo avete isolato e mandato a occuparsi di altro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ma ora siamo arrivati noi (Commenti). Siamo ancora qui, a tendervi la mano e a chiedervi di fare insieme questa battaglia, che non è di destra e non è di sinistra, come dimostrano Scholz e Macron; è una giusta battaglia per non svuotare l'Africa dalle energie migliori e per non mettere in ginocchio l'Italia e l'Europa. È necessario riformare la protezione speciale allargata, eliminare la sua convertibilità in permesso di lavoro, posto che sono sempre i numeri a darci la prua bussola: sul 20 per cento totale di persone che ottiene questa condizione, solo il 5 per cento trova lavoro, il che significa che il 95 per cento rimane nei centri di accoglienza senza averne titolo, oppure finisce nella marginalità sociale.

Occorre inasprire le pene per scafisti e trafficanti di morte, che diffondono video per proporre viaggi crociera; fingete di non saperlo? È la riprova che la sinistra italiana è prigioniera della sindrome da ZTL e dell'armocromismo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). La realtà le è, vi è indigesta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Occorre negare il permesso di soggiorno a chi torna nel Paese d'origine e aumentare l'immigrazione regolare e fare in modo che a ogni immigrato corrisponda un lavoro, perché è l'unica garanzia di integrazione e di dignità alla persona; essere implacabili con chi delinque, difendere i cittadini italiani che vogliono vivere in serenità, in special modo quelli che già soffrono per la mancanza cronica di servizi nelle periferie delle città o nelle province dove si innescano quotidiane guerre tra poveri, non è la ZTL; sicurezza e legalità non sono vezzi piccolo-borghesi, non l'avete ancora imparato. Occorre realizzare i CPR e rendere tempestivi i rimpatri di chi non ha diritto a stare qui: altra idea di Marco Minniti; esattamente ciò che prevede questo decreto. Ma, di più, il Presidente Meloni ha coinvolto Bruxelles, siamo fiduciosi; fatto sta che oggi l'agenda europea è l'agenda Meloni, è un segno di discontinuità che non si può trascurare, così come le relazioni bilaterali per dare seguito alla strategia dello sviluppo; la presenza del Governo in Tunisia, Algeria, Egitto, Etiopia, la tessitura degli accordi, la proposta di un Piano Mattei per investimenti nel Sud del mondo; i risultati arriveranno perché sono chiare le idee che vengono messe in campo. I flussi migratori sono un fenomeno strutturale? In parte, sì. In parte, sono frutto di assolute emergenze; possono essere una risorsa solo se gestiti nella legalità - perché non c'è alcuna Nazione al mondo che abbia, come volete voi, legalizzato l'immigrazione irregolare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) -, garantendo il rispetto delle nostre conquiste, del nostro diritto.

La sinistra, al contrario - e vado a concludere -, ha come lasciato intendere che chi viene da noi può fare quello che vuole: nelle scuole niente crocifissi, nelle mense menù etnici, segregazione delle donne e violenza, nel silenzio assordante del femminismo (Commenti), catena di occupazione di immobili cambiando addirittura le leggi per favorirle; si insegna a delinquere (Commenti)!

Con questo provvedimento mettiamo un'altra pietra sulla strada di un'accoglienza giusta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), per assistere chi rispetta le regole e riportare a casa sua chi le trasgredisce (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), per dare servizi agli immigrati regolari o ai profughi…

PRESIDENTE. Deputato, dovrebbe concludere.

FABIO RAMPELLI (FDI). E concludo… E non a coloro che vogliono gestire il business dell'immigrazione.

Un intervento si conclude spesso con una citazione. La frase che riprendo oggi è emblematica, inserita in una intercettazione: “Si fanno più soldi con gli immigrati che con la droga”. Bene, nell'Italia che stiamo costruendo non avrà più posto tra le frasi celebri.

Noi sosteniamo questo provvedimento con convinzione; non ridarà certo la vita alle vittime di Cutro, ma ci auguriamo che possa risparmiarla a migliaia di altri esseri umani indifesi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale per le quali è stata disposta la ripresa televisiva diretta.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Aboubakar Soumahoro. Ne ha facoltà.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori, in particolare...

PRESIDENTE. No, no, no, collega, lei non interviene sull'ordine dei lavori, interviene per dichiarazione di voto. Si è iscritto per dichiarazione di voto.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Per dichiarazione di voto. Mi scuso, Presidente. Ritengo e penso che, mai come oggi, nel nostro Paese e in quest'Aula, abbiamo tutti la responsabilità, ragionando da persone animate da una forma profonda di lungimiranza, di affrontare temi come questi che stiamo discutendo oggi in un'ottica che non sia legata a quella della propaganda di turno. Ricordo che la nostra Costituzione stabilisce che la legge deve generare legalità e, se nel nostro Paese abbiamo oggi quelle condizioni richiamate dai vari interventi dei colleghi, è semplicemente perché, dagli ultimi vent'anni, abbiamo una legge che si chiama Bossi-Fini che, anziché creare legalità, crea illegalità.

Concludo dicendo che sono reduce da una Conferenza importantissima, dove ho portato la voce del nostro Paese non in un'ottica di contrapposizione, alle Nazioni Unite, e non mi hanno mai chiesto quale fosse attualmente una determinata deriva; ho detto che questo è un Paese che pone al centro il rispetto dell'articolo 10 della nostra Carta costituzionale, che stabilisce che il nostro ordinamento deve dare il passo all'impianto generale dell'ordinamento internazionale. A tal proposito, questa norma che stiamo adesso votando va in contrasto con quella statuizione.

Concludo davvero, Presidente, dicendo una cosa a me stesso e, soprattutto, a quest'Aula: a Ginevra, all'ONU non mi hanno chiesto dove ero collocato nel 2018, quando si lottava contro il caporalato. Se oggi c'è, nel nostro Paese, una legge sul caporalato è merito di chi ha lottato ed è partito, in particolar modo, con i braccianti ed ero lì quando altri dicevano “La pacchia è finita”. A Ginevra, all'ONU, non mi hanno chiesto dei 49 milioni; ho detto che questo è un Paese sovrano, ma la sovranità è antirazzista, prima di tutto.

Voto assolutamente contro, “no” a questo provvedimento (Applausi polemici dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier), in quanto è un provvedimento che non mira a tutelare i diritti e, soprattutto, quando lottavamo per la comunità LGBTQ, altri erano lì a stigmatizzarli; ero a lottare con gay e lesbiche, mentre altri li stigmatizzavano insieme ai neri. Questa è l'Italia antifascista, antirazzista, e sempre lotteremo per la dignità dell'Italia (Fischi, vive proteste e gesti dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier all'indirizzo del deputato Soumahoro - Commenti di deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)!

ANGELO BONELLI (AVS). Presidente, non è possibile!

PRESIDENTE. Mi perdoni, purtroppo, io non ho visto… in questo momento, collega, poi magari mi dice, intervenendo…

ANGELO BONELLI (AVS). Si possono avere opinioni diverse ma un deputato va rispettato...

PRESIDENTE. Assolutamente. Io ero voltata dall'altro lato, quindi vi chiedo scusa. Sicuramente, se ci sono stati dei gesti inconsulti, li sottoporremo al Presidente, com'è giusto che sia, onorevole.

Vi chiedo un attimo, colleghi, perdonatemi. Ne approfitto per salutare lo Speaker della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti d'America, Kevin McCarthy, che oggi è in visita ufficiale alla Camera dei deputati, insieme a una delegazione, composta da altri 7 membri, del Congresso degli Stati Uniti. Benvenuti (Applausi). Benvenuti.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1112​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1112:

S. 591 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 marzo 2023, n. 20, recante disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all'immigrazione irregolare" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 80).

( Applausi dei deputati de i grupp i Fratelli d'Italia, Lega- Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

Seguito della discussione del progetto di legge: S. 108-376 - D'iniziativa dei senatori Alfieri ed altri; d'iniziativa del Governo: «Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera relativo all'imposizione dei lavoratori frontalieri, con Protocollo aggiuntivo e Scambio di lettere, fatto a Roma il 23 dicembre 2020, b) Protocollo che modifica la Convenzione tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera per evitare le doppie imposizioni e per regolare talune altre questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio, con Protocollo aggiuntivo, conclusa a Roma il 9 marzo 1976, così come modificata dal Protocollo del 28 aprile 1978 e dal Protocollo del 23 febbraio 2015, fatto a Roma il 23 dicembre 2020, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno» (Approvato, in un testo unificato, dal Senato) (A.C. 859​) e dell'abbinata proposta di legge: Quartapelle Procopio e Toni Ricciardi (A.C. 567​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del progetto di legge, approvato, in un testo unificato, dal Senato, n. 859: «Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera relativo all'imposizione dei lavoratori frontalieri, con Protocollo aggiuntivo e Scambio di lettere, fatto a Roma il 23 dicembre 2020, b) Protocollo che modifica la Convenzione tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera per evitare le doppie imposizioni e per regolare talune altre questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio, con Protocollo aggiuntivo, conclusa a Roma il 9 marzo 1976, così come modificata dal Protocollo del 28 aprile 1978 e dal Protocollo del 23 febbraio 2015, fatto a Roma il 23 dicembre 2020, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno» e dell'abbinata proposta di legge n. 567.

Ricordo che nella seduta del 26 aprile si è conclusa la discussione generale e i relatori e il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 859​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Passiamo all'esame dell'articolo 1, al quale non sono stati presentati emendamenti.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 81).

Passiamo all'esame dell'articolo 2, al quale non sono stati presentati emendamenti.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 82).

Passiamo all'esame dell'articolo 3, al quale non sono stati presentati emendamenti.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 83).

Passiamo all'esame dell'articolo 4, al quale non sono stati presentati emendamenti.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 84).

Passiamo all'esame dell'articolo 5, al quale non sono stati presentati emendamenti.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 85).

Passiamo all'esame dell'articolo 6, al quale non sono stati presentati emendamenti.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 86).

Passiamo all'esame dell'articolo 7, al quale non sono stati presentati emendamenti.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 87).

Passiamo all'esame dell'articolo 8, al quale non sono stati presentati emendamenti.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 88).

Passiamo all'esame dell'articolo 9, al quale non sono stati presentati emendamenti.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 89).

Passiamo all'esame dell'articolo 10, al quale non sono stati presentati emendamenti.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 90).

Passiamo all'esame dell'articolo 11.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 91).

Chiedo al relatore e al rappresentante del Governo di esprimere i pareri sui subemendamenti e sull'articolo aggiuntivo.

PAOLO FORMENTINI, Relatore per la III Commissione. Sui subemendamenti c'è un invito al ritiro o parere contrario, sull'articolo aggiuntivo 11-bis parere favorevole.

PRESIDENTE. Quindi sull'articolo aggiuntivo il parere è favorevole.

Il Governo?

GIORGIO SILLI, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Sui subemendamenti 0.11.0100.1, 0.11.0100.3 e 0.11.0100.2 il parere è contrario mentre sull'articolo aggiuntivo 11.0100 del Governo il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.11.0100.1 Onori, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 92).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.11.0100.3 Braga, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 93).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.11.0100.2 Gadda, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 94).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.0100 del Governo, con il parere favorevole della Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 95).

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 96).

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 97).

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 98).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 859​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

GIORGIO SILLI, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Sull'ordine del giorno n. 9/859/1 Billi, il parere è contrario.

L'ordine del giorno n. 9/859/2 Zoffili è ultroneo, perché superato dall'emendamento del Governo approvato.

PRESIDENTE. Quindi è contrario?

GIORGIO SILLI, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Sì. Sull'ordine del giorno n. 9/859/3 Candiani, il parere è favorevole, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: all'alinea, dopo le parole: “impegna il Governo”, aggiungere le seguenti parole: “a valutare la possibilità di introdurre rispettivamente”; al numero 1), espungere le parole: “ad attivare”; al numero 2), espungere la parola: “attivare”. Capisco che sia un po' complesso.

PRESIDENTE. Quindi, parere favorevole con riformulazione.

GIORGIO SILLI, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Sull'ordine del giorno n. 9/859/4 Gusmeroli, parere favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a tenere conto delle richieste di collaborazione che dovessero pervenire per ridare impulso alle attività della stessa istituzione, al fine di incentivare la promozione del dialogo e della cooperazione transfrontaliera nella regione italo-svizzera dei tre laghi prealpini e favorire la presa di coscienza dell'appartenenza ad un territorio che è iscritto, al di là dei confini istituzionali, nella geografia, nella storia, nella cultura e nella lingua dei suoi abitanti”.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/859/5 Pellicini, n. 9/859/6 Gadda e n. 9/859/7 Manes.

Sull'ordine del giorno n. 9/859/8 Steger, parere favorevole con la seguente riformulazione: sostituire il 2°, il 3° e il 4° capoverso della premessa con le seguenti parole: “i medesimi territori di frontiera si trovano in una situazione di generale perifericità e di difficile accessibilità rispetto alle realtà produttive e occupazionali svizzere, risentendo così della perdita di professionalità dei lavoratori che scelgono di lavorare nei limitrofi territori elvetici, con un impatto sulle imprese locali, sullo sviluppo economico e sui servizi, tra cui quello sanitario. Si rende opportuno individuare delle soluzioni che possano sostenere azioni dirette a mantenere l'attrattività dei territori frontalieri oggetto del presente Accordo”. Sostituire il dispositivo con il seguente: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di individuare, di concerto con le regioni interessate, misure idonee a mantenere attrattivi i territori di frontiera, affinché non si disperdano risorse e professionalità”.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/859/1 Billi.

Ha chiesto di parlare il deputato Candiani. Ne ha facoltà.

STEFANO CANDIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Scusi, ho perso prima un pezzo sul primo ordine del giorno…

PRESIDENTE. Parere contrario.

STEFANO CANDIANI (LEGA). Parere contrario? Credo sia un parere da riformulare, perché (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)

PRESIDENTE. Lei può chiedere al Governo di rivedere il parere…

STEFANO CANDIANI (LEGA). È opportuno che il Governo valuti l'opportunità, perché qui stiamo parlando di un chiarimento da dare sui permessi G ai frontalieri. È necessario che sia chiaro, fin da adesso che, se la legge entra in vigore il 31 dicembre, tutto quello che accade prima, ovviamente, sia ancora nella vecchia legislazione, altrimenti partiranno interpretazioni, sovrainterpretazioni e non ne usciremo più, se non con contenziosi. Deve essere chiaro - e il Governo lo può fare con circolari opportune da parte dei Ministeri - che tutti i permessi che vengono rilasciati ai lavoratori frontalieri durante il 2023 rientrano nel vecchio regime. Questo è quello che chiede, di chiarire, poi fatelo nella maniera più opportuna, ma il chiarimento va fatto, altrimenti resta ai singoli uffici, ed è un caos. Quindi non è ultroneo (Applausi). Seconda questione…

PRESIDENTE. Aspetti, adesso siamo sull'ordine del giorno n. 9/859/1 Billi, collega, andiamo per gradi. Il Governo cambia il parere? Si deve alzare, Sottosegretario. Si deve alzare, Sottosegretario.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Te devi alza' (Si ride)!

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, ci ho pensato io: si deve alzare per dirci se cambia o meno il parere.

GIORGIO SILLI, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Grazie, onorevole Giachetti. Cambierei il parere: “a valutare l'opportunità di”, se può andare bene.

PRESIDENTE. Quindi, è un parere favorevole con riformulazione, a questo punto. Va bene la riformulazione, collega? Bene.

Ordine del giorno n. 9/859/2 Zoffili: anche qui, il parere è contrario.

Ha chiesto di parlare il collega Candiani. Ne ha facoltà.

STEFANO CANDIANI (LEGA). Presidente, anche in questo caso, credo che ci sia da precisare, perché, certamente, una parte è riassorbita dalla legge; la parte che riguarda il lavoro in smart working resta coperta dalla legge fino al 30 giugno. Quello che si chiede al punto 1 dell'ordine del giorno è che il Governo si impegni ad affrontare e a definire con opportuno anticipo, prima della scadenza del 30 giugno, le nuove modalità di smart working, perché è ovvio che siamo arrivati ormai al mese di giugno e non possiamo spingerci senza avere certezze sul futuro, perché quella è diventata una pratica di lavoro a cui il territorio non può più rinunciare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Sottosegretario per rivedere il parere?

GIORGIO SILLI, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Sì, diciamo che, parzialmente, il parere era contrario. Se può andare bene la riformulazione, valutiamo anche in questo caso l'opportunità di (…) (Commenti).

PRESIDENTE. Quindi, diventa favorevole con riformulazione. Collega, accetta la riformulazione (Commenti)? Collega Candiani, non stiamo ancora votando, se votiamo, facciamo le dichiarazioni di voto. Collega Candiani, accetta la riformulazione? Lo prendo per un sì?

STEFANO CANDIANI (LEGA). Presidente, per buona volontà (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)… c'è poco da ridere, fate i seri, stiamo facendo un provvedimento importante e lo stiamo facendo…

PRESIDENTE. Collega Candiani…

STEFANO CANDIANI (LEGA). … anche con tempi molto stretti.

PRESIDENTE. Collega Candiani, si deve solo limitare…

STEFANO CANDIANI (LEGA). Io chiedo un attimo al Governo se vuole metterlo in fondo alla lista e lo esaminiamo per ultimo.

PRESIDENTE. Quindi, chiede di accantonare quest'ordine del giorno?

STEFANO CANDIANI (LEGA). Certo, Presidente, perché il tema è assolutamente presente e non è una cosa su cui si può valutare...

PRESIDENTE. Allora, ha chiesto l'accantonamento. Il Governo è d'accordo con l'accantonamento? Passeremo dopo al voto dell'ordine del giorno n. 9/859/2 Zoffili.

Ordine del giorno n. 9/859/3 Candiani: onorevole Candiani, visto che è a sua firma e lei ha già svolto due interventi, può solo dirmi se accetta o no la riformulazione, a questo punto. Lo accetta? Bene.

Ordine del giorno n. 9/859/4 Gusmeroli, parere favorevole con riformulazione: anche qui, accetta. Bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/859/5 Pellicini, il parere è contrario. Onorevole Pellicini?

ANDREA PELLICINI (FDI). Grazie, Presidente. L'approvazione dell'articolo 11-bis supera l'ordine del giorno che avevo presentato.

PRESIDENTE. Quindi, lo ritira.

ANDREA PELLICINI (FDI). Volevo ringraziare i colleghi Candiani e Gadda per aver lavorato insieme a me, per essere arrivati all'approvazione dell'articolo 11-bis in tema di smart working per i lavoratori frontalieri. Ritiro l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/859/6 Gadda. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (A-IV-RE). Presidente, chiederei anche io di accantonare, perché l'ordine del giorno n. 9/859/6 riguarda lo stesso tema dell'ordine del giorno accantonato a firma Candiani, ma soprattutto sottolineo che quest'ordine del giorno è l'esatta copia, ad eccezione dell'ultimo aggiornamento fatto relativamente agli accordi tra il Ministro Giorgetti e la controparte elvetica, di un ordine del giorno approvato con parere secco nel decreto Milleproroghe. E il Ministro Giorgetti durante un question time aveva espresso un parere favorevole rispetto ai contenuti dell'impegno di quest'ordine del giorno. Quindi, chiedo di accantonarlo e considerare che il medesimo testo aveva ricevuto, pochi mesi fa, purtroppo - dico purtroppo perché sono passati dei mesi rispetto a quell'impegno -, un parere favorevole secco.

PRESIDENTE. Il Governo mi ha fatto cenno che è d'accordo con l'accantonamento. Ha chiesto di parlare l'onorevole Toni Ricciardi. Su che cosa? Non ci sono dichiarazioni di voto, quindi sull'ordine dei lavori, sul Regolamento? Altrimenti non può intervenire.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Se gli date un attimo di tempo...

PRESIDENTE. Basta che mi dice su cosa, glielo do il tempo.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Presidente, ho capito che ci conosciamo, ma mi faccia parlare.

PRESIDENTE. No, anzi, al contrario. Prego, collega, su cosa?

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Bastava questo!

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Allora, semplicemente per dire e chiedere di sottoscrivere tutti gli ordini del giorno che sono stati accantonati perché, visto che stanno dicendo una cosa intelligente, quando si dicono cose intelligenti e che hanno un senso, vanno sottoscritti, al di là delle distinzioni di parte. Quindi, le chiedo di poterli sottoscrivere tutti.

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Ricciardi, gli ordini del giorno n. 9/859/2 e n. 9/859/6, quelli accantonati. Corretto? Ho interpretato bene? Bene, perfetto. Anche Gadda chiede la stessa cosa sul n. 9/859/2. Ha chiesto di parlare l'onorevole Candiani.

STEFANO CANDIANI (LEGA). Sottoscriviamo l'ordine del giorno n. 9/859/6 Gadda sia io che Zoffili.

PRESIDENTE. Benissimo, abbiamo raccolto tutte le sottoscrizioni.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/859/7 Manes, su cui il parere del Governo è contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/859/7 Manes, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 99).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/859/8 Steger, su cui vi è parere favorevole con riformulazione: accoglie la riformulazione, collega?

DIETER STEGER (MISTO-MIN.LING.). Accetto la riformulazione e chiedo di votarlo.

PRESIDENTE. Quindi, la votiamo come riformulato dal Governo.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/859/8 Steger, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 100).

A questo punto chiedo al Sottosegretario se sia pronto ad esprimere il parere sui due accantonati, l'ordine del giorno n. 9/859/2 Zoffili e l'ordine del giorno n. 9/859/6 Gadda, e, se non è pronto, di quanto tempo necessiti per esprimere il parere.

GIORGIO SILLI, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale.

Accolti entrambi, signor Presidente.

PRESIDENTE. Quindi, parere favorevole secco, benissimo. Non li votiamo, corretto, colleghi? Non vedo cenni, quindi vado avanti. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 859​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Brevissimamente, è bene che questo provvedimento arrivi in coda alla discussione che abbiamo avuto in precedenza e avendo nelle orecchie alcuni interventi che ho ascoltato. Penso alla vicenda dell'immigrazione italiana in Svizzera, con quello che ha comportato, compresi i referendum sostanzialmente anti-italiani che alcune parti politiche svizzere proponevano negli anni Settanta, ci sono bellissimi film. Forse pensare a questa immigrazione ci aiuterebbe ad avere un linguaggio diverso, quando si parla dell'immigrazione attuale in Italia. Ma, detto questo, volevo semplicemente salutare con favore anche da parte di +Europa la definitiva chiusura di questo negoziato, che ha impegnato più Governi nel corso almeno degli ultimi dieci anni. È un fatto positivo, è positivo che si dia certezza anche nella prospettiva alle decine di migliaia di lavoratori cosiddetti frontalieri. Mi auguro, signor Sottosegretario, che all'adozione di questi ordini del giorno, al parere favorevole agli ordini del giorno, venga poi dato seguito con accordi specifici tra l'Italia e la Svizzera in relazione al telelavoro. Quindi, voto favorevole per questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Manes. Ne ha facoltà.

FRANCO MANES (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Finalmente oggi finisce un iter estremamente lungo per rivedere e rettificare l'accordo esistente tra Italia e Svizzera che rivede la tassazione concorrente sui lavoratori frontalieri. Un accordo che risponde alle esigenze di aggiornare e adeguare il quadro giuridico e fiscale al fine di cercare di eliminare le doppie imposizioni fiscali su stipendi, salari e remunerazioni varie. Un accordo che interessa moltissimi italiani, soprattutto delle regioni di confine, come la Valle d'Aosta, il Piemonte, la Lombardia, il Trentino-Alto Adige. Un territorio di confine lungo circa 740 chilometri, che interessa interrelazioni storiche, sociali e lavorative con tre cantoni della Confederazione Elvetica: Grigioni, Ticino e Vallese. Uno scambio professionale e di esperienze che interessa almeno circa 80.000 italiani. Un accordo che fortunatamente prevede un regime transitorio e che finalmente cerca di mettere chiarezza alla definizione dei lavoratori frontalieri, cercando in questa maniera di salvaguardare gli stessi sul piano del diritto, anche se non scioglie del tutto i dubbi interpretativi. Un iter troppo articolato e lungo, che doveva essere già concluso nella precedente legislatura. Sicuramente l'atto contiene aspetti positivi, ma auspichiamo che nei successivi aggiornamenti si considerino finalmente i territori di frontiera come specificità uniche. D'altronde queste aree di confine da sempre sono caratterizzate da ambiti marginali e svantaggiati, in cui la concorrenza è spietata. Infatti, i territori di frontiera oggetto del presente Accordo sono sempre più interessati da fenomeni di dispersione di professionalità e risorse a vantaggio dei limitrofi territori elvetici. Seppur le regioni interessate da sempre siano aperte e favorevoli agli scambi transfrontalieri, grazie al bilinguismo, alla secolare storia e all'orografia, risentono comunque della perdita di professionalità. È necessario, quindi, che questo Accordo possa in futuro essere modificato, prevedendo, di concerto con le regioni interessate, adeguate misure per mantenere attrattivi i territori di frontiera. Tenuto conto, pertanto, della necessità di tale atto e dei contenuti positivi presenti, la componente Minoranze Linguistiche voterà a favore (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tirelli. Ne ha facoltà.

FRANCO TIRELLI (NM(N-C-U-I)-M). Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghe e colleghi, un accordo tra Stati non è mai un atto banale: è il rinnovo di una cooperazione, di un'amicizia e di relazioni maturate e coltivate nel corso degli anni e, in taluni casi, di secoli di storia. Un accordo tra Stati non è mai fine a se stesso, perché è sempre ricco di effetti che impattano sulla vita reale dei cittadini. Proprio per questo non è da considerare come un semplice atto tecnico o formale, bensì sempre come un vero atto politico.

L'Accordo che stiamo per ratificare non fa eccezione a questa regola. Anzitutto perché riguarda uno Stato con cui l'Italia intrattiene ottime relazioni, praticamente dall'Unità d'Italia fino ad oggi. La vicinanza geografica ha costituito nel tempo un ponte naturale per proficui scambi su più livelli. Le relazioni tra la Repubblica italiana e la Confederazione Svizzera, da sempre, sono contraddistinte da intensi rapporti economici, politici, sociali, culturali e, in alcune zone della Confederazione, persino da una lingua comune. Tutto questo ha naturalmente favorito gli spostamenti tra i due Paesi e, di conseguenza, ha fatto crescere il numero dei nostri connazionali che, giornalmente, si recano in territorio svizzero per ragioni lavorative.

Il presente Accordo, non a caso, tocca direttamente questo tema, affrontando nello specifico il problema della doppia imposizione fiscale, relativa ai lavoratori transfrontalieri.

A tal proposito, basta citare un numero: sono ben 370.000 i lavoratori transfrontalieri italiani in Svizzera nel 2022. Un dato che segna un incremento del 16 per cento rispetto a quelli relativi al 2017. Questi numeri lo mostrano in maniera evidente: questo Accordo coinvolge gran parte dei cittadini italiani, cittadini ai quali, pertanto, va necessariamente riservata la giusta attenzione in relazione alla questione in oggetto.

Nello specifico, l'Accordo stabilisce il metodo della tassazione concorrente che attribuisce i diritti di imposizione sia allo Stato di residenza del lavoratore frontaliero, sia allo Stato della fonte del reddito da lavoro dipendente. In particolare, i salari sono imponibili nel Paese di svolgimento dell'attività lavorativa, ma entro il limite dell'80 per cento di quanto dovuto dallo stesso Paese in base alla normativa sulle imposte sui redditi delle persone fisiche. Lo Stato di residenza applica poi la propria tassazione sui redditi ed elimina la doppia imposizione relativamente alle imposte prelevate nell'altro Stato.

In relazione ai redditi prodotti in Italia dai frontalieri residenti in Svizzera, l'Accordo prevede che l'imposta netta e le addizionali comunale e regionale all'Irpef, dovute sui redditi derivanti da lavoro dipendente, prestato in Italia dal lavoratore frontaliero, residente in Svizzera, siano ridotte del 20 per cento.

Viene normato anche il calcolo della NASpI. Pertanto, in caso di disoccupazione, questa sarà equiparata a quella percepita dai lavoratori svizzeri per i primi tre mesi, a meno che quella italiana non sia di importo più elevato rispetto a quella svizzera.

Degni di nota sono provvedimenti anche a favore dei comuni di frontiera. In merito a ciò viene previsto un contributo statale idoneo a garantire un livello di finanziamento pari a 89 milioni di euro annui, corrispondente all'importo ottenuto per l'anno 2019 relativamente ai trasferimenti effettuati dai cantoni della Svizzera in base all'Accordo tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera del 3 ottobre 1974.

L'Accordo prevede, altresì, che venga disposta l'istituzione di un Fondo per lo sviluppo economico, pari a 1,66 milioni di euro, per il potenziamento delle infrastrutture e il sostegno dei salari nelle zone di confine.

A tal fine, si dispone anche l'organizzazione di tavoli interministeriali che relazionino sui dati statistici dei lavoratori frontalieri e dei lavori svolti con l'utilizzo del Fondo.

Insomma, signor Presidente, sono diverse le misure contenute nell'Accordo, oggetto di discussione, che vanno a districare questioni, in alcuni casi attese da tempo, che hanno affetti reali e positivi per la vita dei nostri concittadini.

Inoltre, ritengo che la ratifica di tale Accordo, archiviando di fatto l'accordo di amicizia tra i due Paesi stipulato nel periodo COVID per disciplinare il lavoro in smart working, acquisisca anche una valenza simbolica, un segno di speranza: chiude un'intera stagione storica che si spera sia completamente alle spalle e apre ad un ritorno alla normalità che, per molti, grazie alle misure previste…

PRESIDENTE. Onorevole, dovrebbe concludere, ha esaurito il suo tempo.

FRANCO TIRELLI (NM(N-C-U-I)-M). …avrà anche il sapore della novità.

Per tutte queste ragioni annunzio il voto favorevole del gruppo Noi Moderati-MAIE alla ratifica dell'Accordo tra Italia e Svizzera (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Il voto di questa mattina è un ulteriore passo in avanti verso la ratifica finale di un Accordo tra l'Italia e la Confederazione elvetica che i nostri territori di confine attendono da quasi cinquant'anni. E' un provvedimento che prevede una serie di misure, le quali entrano, attraverso le norme di adeguamento interno, nell'ordinamento italiano per ammodernare il sistema giuridico e fiscale che riguarda appunto i lavoratori transfrontalieri e, soprattutto, riconosce i diritti e le garanzie di migliaia di lavoratori che, spesso anche in quest'Aula, non vengono definiti correttamente.

Come abbiamo visto anche nella discussione degli ordini del giorno, parlare di economia di frontiera e di lavoratori transfrontalieri è tutt'altro che scontato, e non lo è talvolta nemmeno per l'INPS e per l'Agenzia delle entrate che, fino in fondo, non riescono spesso a comprendere la fattispecie di questi lavoratori. Quindi, questo nuovo accordo fiscale, atteso da oltre cinquant'anni, è frutto di un lavoro importante che entra nel merito della vita quotidiana di tantissime persone.

Pochi anni fa erano poche migliaia i lavoratori transfrontalieri; oggi nelle diverse province di Varese, Como, Sondrio, Bolzano, Verbano-Cusio-Ossola, sono quasi 90.000 e rappresentano davvero l'economia di un territorio importante. E, soprattutto, la nostra controparte elvetica rappresenta, per quanto riguarda le nostre esportazioni made in Italy, il sesto Paese per esportazioni.

Allo stesso tempo, la Confederazione elvetica investe, all'anno, oltre 16 miliardi nella nostra economia e, soprattutto, nella valorizzazione dei nostri territori. Quindi, la Svizzera è un partner commerciale e culturale e, soprattutto, siamo legati anche da molte infrastrutture strategiche e corridoi europei.

Entrando nel merito di questo provvedimento storico, che attende appunto il voto finale in Senato, sottolineerei due questioni: una di metodo e l'altra di merito. La questione di merito è tutt'altro che irrilevante: questo non è un accordo calato dall'alto, ma è frutto di una concertazione positiva che, nel corso del tempo, ha trovato il suo elemento più qualificante nel memorandum d'intesa che ha visto coinvolta l'Associazione dei comuni italiani di frontiera e i sindacati, le parti sociali e ha attraversato in modo positivo diversi Governi.

Il testo, nel merito del provvedimento che appunto ci accingiamo a votare, raggiunge davvero obiettivi che, soltanto pochi anni fa, potevano essere semplicemente impensabili. Soprattutto, nel merito, questo testo consente di mantenere un equilibrio: un obiettivo raggiunto è quello di non penalizzare gli attuali lavoratori frontalieri che, in questi anni, hanno acceso mutui, hanno creato le loro aspettative di vita, in un territorio sicuramente bellissimo - provengo dalla provincia di Varese -, ma difficile dal punto di vista infrastrutturale e delle opportunità. Quindi, quelle aspettative di vita e quei servizi sono stati mantenuti, mantenendo appunto il regime per gli attuali frontalieri.

Dallo stesso punto di vista, però, a regime e in prospettiva, si doveva garantire un trattamento equo e corretto nei confronti dei nuovi lavoratori transfrontalieri. Sotto questo profilo, la premialità e i benefici fiscali che sono stati inseriti, innalzando la franchigia da 7.500 a 10.000 euro, rappresentano sicuramente un aspetto molto importante e, soprattutto, non scontato.

L'altro elemento di pregio e di valore, contenuto in questo provvedimento, frutto del lavoro e dell'interlocuzione incessante, fatto dai sindaci del territorio, è aver garantito la stabilizzazione. Oggi i cosiddetti ristorni sono in una quota pari a circa 89 milioni di euro, ma i ristorni, quelle risorse sono importanti per un territorio, come quello di frontiera, per garantire i servizi, tutte quelle realtà ed opportunità che consentono a migliaia di imprese e di famiglie di vivere in questi territori.

Un altro elemento importante che mi permetto di sottolineare - è una novità intervenuta proprio nel dibattito parlamentare - è l'istituzione di un Fondo per lo sviluppo socio-economico e infrastrutturale di questi territori, che ha un valore economico. Partiamo da una piccola cifra: circa 1,66 milioni, ma, a regime, entro il 2045, saranno oltre 220 i milioni che rimarranno sul territorio proprio per promuovere lo sviluppo infrastrutturale e anche per provare a colmare quel gap che spesso vede le imprese dei nostri territori subire una sorta di dumping.

Noi formiamo i nostri lavoratori che, spesso, vanno a lavorare oltre confine.

Anche se vi è una valutazione positiva da parte del nostro gruppo - Azione-Italia Viva voterà a favore di questo provvedimento - mi permetto però di dire che c'è una nota negativa. Ancora è rimasto irrisolto il tema del telelavoro. Durante la pandemia, un accordo amichevole tra l'Italia e la Confederazione elvetica aveva consentito a diverse famiglie, a diverse persone, in particolare donne, di accedere a questa misura che concilia i tempi di vita e di lavoro. Sono stati tanti gli impegni del Governo a partire dal 1° febbraio, ma questa misura è rimasta nel limbo. Il Ministro Giorgetti aveva assunto un impegno, che in questo provvedimento, anche nelle modifiche inserite attraverso le votazioni degli emendamenti di questa mattina, non è ancora stato confermato. Io chiedo al Governo e al Ministro Giorgetti di dare corso agli impegni sul fronte telelavoro, che l'intero Parlamento, anche questa mattina, ha chiesto a gran voce, perché altrimenti le prospettive di vita, ma soprattutto l'organizzazione della vita di tante persone - ribadisco, in particolare donne - saranno messe in difficoltà. Lo ha fatto la Francia, non si vede la ragione per cui l'Italia non debba dare corso a questi impegni (Applausi dei deputati del gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Marrocco. Ne ha facoltà.

PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Con il voto di oggi, la Camera approva modifiche dell'accordo relativo al Protocollo che l'Italia e la Svizzera hanno siglato nel 2020 e che portano ad aggiornare l'intesa attualmente in vigore, che risale al 1974, quindi, ormai a quasi cinquant'anni fa. È un provvedimento che riguarda 70.000 nostri connazionali di Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta e provincia autonoma di Bolzano, che quotidianamente passano il confine con la Svizzera per motivi di lavoro.

Vogliamo tutti che il nuovo accordo, già approvato da Berna, possa entrare in vigore il 1° gennaio 2024. Si è giunti a una soluzione che modifica la Convenzione esistente tra i due Paesi per evitare le doppie imposizioni e per regolare gli aspetti legati alle imposte sul reddito e sul patrimonio, senza penalizzare gli attuali frontalieri. L'obiettivo era quello di garantire il principio dell'equità fiscale, evitando così che i lavoratori che risiedono e lavorano in Paesi diversi siano soggetti a doppia imposizione o trattamenti fiscali iniqui.

Nel disegno di legge di ratifica sono state inserite diverse condizioni migliorative rispetto al testo originale. Ad esempio è stata creata una nuova NASpI speciale per tutti i frontalieri che dovessero perdere il lavoro, con importi più alti rispetto alla normale indennità di disoccupazione, ed è stato previsto un periodo transitorio per passare dall'attuale regime fiscale al nuovo. Dobbiamo dare atto al Governo di essersi impegnato in queste settimane per poter inserire la disposizione sul lavoro a distanza, il cosiddetto smart working, che ovviamente non era considerato nell'accordo del 1974. Il Governo ha voluto anche prevedere una disciplina transitoria, fino al 30 giugno 2023, stabilendo che i giorni di lavoro svolti in Italia in modalità di smart working dai lavoratori frontalieri considerati nell'accordo, fino a un massimo del 40 per cento del tempo di lavoro, si considerano effettuati in Svizzera.

Presidente, colleghi, il voto di oggi migliorerà la condizione dei lavoratori transfrontalieri ed è un passo importante per tutelare aree penalizzate di confine con la Svizzera. Segna, inoltre, un ulteriore rafforzamento delle relazioni tra i due Paesi. Annuncio, quindi, il voto favorevole a nome del gruppo di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Onori. Ne ha facoltà.

FEDERICA ONORI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, oggi ci accingiamo a concludere l'iter di ratifica, relativo a intese tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera, di cui da tempo si sentiva particolare bisogno. La normativa in esame complessivamente risponde, infatti, al bisogno di offrire una maggiore tutela ai lavoratori frontalieri, non ultimo in termini di fiscalità. La tutela dei lavoratori è da sempre una priorità del MoVimento 5 Stelle e anche in questa circostanza, lavorando a livello parlamentare, abbiamo dimostrato uno spirito di genuina collaborazione. Dal punto di vista complessivo, accogliamo favorevolmente, quindi, la normativa in esame, che riguarda l'eliminazione delle doppie imposizioni su salari, stipendi e altre remunerazioni dei lavoratori transfrontalieri, tenendo conto sia dei costi sostenuti dalle aree di frontiera per infrastrutture e servizi pubblici ad essi connessi sia dell'importante contributo che essi arrecano all'economia delle aree di frontiera.

Nello specifico, tengo ad evidenziare il fatto che, ratificando quanto in esame, andiamo a sostituire la ormai vetusta normativa del 1974, che regolava solamente il trattamento dei lavoratori frontalieri italiani che lavorano in Svizzera. Ora, invece, andiamo a disciplinare anche il trattamento dei frontalieri svizzeri che lavorano in Italia, nel segno quindi del principio di reciprocità. Si stabilisce un metodo di tassazione concorrente, che attribuisce i diritti di imposizione sia allo Stato di residenza del lavoratore frontaliero sia allo Stato fonte del reddito da lavoro dipendente, in questo modo riconoscendo al lavoratore italiano un credito d'imposta per quanto versato in Svizzera. A nostro giudizio si compie, quindi, un positivo passo nella direzione del pieno rispetto del principio di non discriminazione del lavoratore frontaliero nel trattamento fiscale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Un accenno ora al telelavoro. L'accordo amichevole tra Svizzera e Italia, che ha consentito ai lavoratori frontalieri, a partire dal periodo più buio della pandemia, di avvalersi dello strumento del telelavoro, è stato negoziato e firmato nel 2020 durante il Governo Conte 2. Nel corso della prima lettura del provvedimento, presso il Senato, il collega del MoVimento 5 Stelle, il senatore Marton, offriva riflessioni e contributi di valore per portare il massimo beneficio ai menzionati soggetti, a cui le intese in esame si rivolgono. In particolare, il collega Marton si adoperava per portare l'attenzione su un tema specifico di concreta rilevanza nella quotidianità dei menzionati lavoratori, presentando un ordine del giorno, accolto dal Governo con riformulazione, volto ad avviare con urgenza negoziati con il Governo della Confederazione svizzera, per disciplinare il ricorso al telelavoro da parte dei lavoratori frontalieri, considerato che il precedente accordo amichevole in materia era scaduto il 31 gennaio 2023.

Anche noi in Commissione alla Camera abbiamo proseguito su questa strada ed esprimo, quindi, seppur parzialmente, la nostra soddisfazione per l'emendamento del Governo, che tiene conto delle nostre richieste in termini di telelavoro, istanze a noi manifestate proprio da molti lavoratori frontalieri. È una soddisfazione comunque parziale, perché questa proroga è in vigore soltanto fino a giugno 2023 e ci aspettiamo, invece, che il Governo si adoperi al più presto per l'implementazione di soluzioni strutturali, che vadano a disciplinare la materia del telelavoro per i lavoratori transfrontalieri. Riteniamo, quindi, importante approvare i provvedimenti in esame e, nella prospettiva di una sempre maggiore tutela dei lavoratori, in questa specifica occasione concentrandoci sulla categoria dei lavoratori frontalieri, annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stefano Candiani. Ne ha facoltà.

STEFANO CANDIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Giunge al passaggio alla Camera dei deputati la legge di ratifica. È un percorso che dura da tanto, troppo tempo, che finalmente - considerato proprio il tanto tempo che c'è voluto - oggi avrà questa tappa fondamentale.

È un percorso cui abbiamo partecipato e su cui abbiamo lavorato fin dalla legislatura precedente. Gli emendamenti portati a goal, che sono stati portati in rete durante questo passaggio alla Camera e nel passaggio precedente al Senato, hanno quindi una radice nella precedente legislatura, per la quale dobbiamo anche ringraziare il lavoro svolto dai deputati Bianchi, Snider, Tarantino, Parolo e Galli. Ciascuno di loro ovviamente ha fatto la propria parte, noi ne abbiamo raccolto in questo caso il lavoro e abbiamo portato a frutto il tutto. “Portato a frutto”, in questo caso, significa cose importanti, perché si tratta di un accordo atteso da tempo. Proprio per la necessità di fare chiarezza su un sistema di regole che debbono consentire l'attività frontaliera, che nei territori del Verbano-Cusio-Ossola, di Varese, di Como e di Sondrio è attività fondamentale per l'economia. Si tratta di rapporti che devono essere normati, tutelati e garantiti. Quindi, è stato importante inserire in questo provvedimento emendamenti, come quelli che abbiamo apportato nel corso del passaggio al Senato - e ringrazio il senatore Garavaglia -, per introdurre una misura mai esistita in un provvedimento normativo italiano, cioè l'istituzione di un fondo che va a beneficio dei lavoratori italiani che restano a lavorare in Italia, riuscendo in questo caso ad intervenire sugli stipendi degli stessi per alleviare la differenza, lo sbilancio, tra lo stipendio pagato in Svizzera e quello pagato in Italia.

È una vera e propria novità, come scritto bene nella legge, che leggo in maniera testuale, cosicché non vi siano dubbi: “al fine di sostenere la competitività salariale rispetto ai livelli salariali oltre confine e scongiurare conseguenti rischi di desertificazione produttiva”. Per chi non è avvezzo alle tematiche di confine e a quelle dei territori al confine con la Svizzera, significa, in maniera molto semplice, che la concorrenza data dai prezzi e dai valori salariali più alti in Svizzera desertifica dal punto di vista produttivo i territori di confine.

Per la prima volta, nell'articolo 11 della legge di ratifica è inserito un Fondo che parte, come è già stato anche accennato, da una dotazione iniziale minimale di 1.600.000 euro e arriva, fra 10 anni, ad una dotazione di 100 milioni di euro e, quindi, fra 20 anni ad una dotazione di ben 220 milioni di euro. Questi sono fondi e risorse che entreranno direttamente nelle buste paga dei nostri lavoratori dei territori di confine.

Non è ancora terminato il percorso, perché poi abbiamo in animo - e in questo senso siamo contenti di approvare questo provvedimento di legge e che siano anche stati espressi pareri favorevoli da parte del Governo sugli ordini del giorno presentati - interventi anche sulle attività produttive, ovvero che sia riconosciuta la specialità delle zone di confine, affinché queste economie siano sostenute e ci sia la possibilità di insediare nuove attività produttive, come in una zona economica speciale o in una zona logistica speciale, attorno all'aeroporto di Malpensa. E' cosa importante ricordare che quest'ultimo non è solo un aeroporto territoriale italiano, ma serve anche come punto di riferimento, soprattutto, per il traffico delle merci provenienti dalla Svizzera. Avere in questo senso un impegno del Governo che vada nella direzione di riconoscere la specialità di queste aree di confine può dare sostegno alle attività produttive, affinché ci sia - ripeto - un'area attiva dal punto di vista economico e non ci sia il rischio di desertificazione.

Siamo intervenuti con emendamenti importanti e devo ringraziare in questo senso i nostri commissari della Commissione esteri, in particolare i deputati Billi e Formentini e certamente anche l'onorevole Zoffili, con cui abbiamo lavorato, per aver inserito il potenziamento della cosiddetta cassa integrazione, quindi la NASpI, e tutto quello che riguarda il rischio di perdita di lavoro e, quindi, l'assicurazione sociale per l'impiego. Anche qui ci sono nuovi fondi che danno più certezza ai nostri frontalieri e, soprattutto, si è previsto un grosso Fondo, da 89 milioni, per i comuni di frontiera, quindi i ristorni, che vengono confermati e mantenuti.

Poi, occorreva fare chiarezza su alcuni aspetti, come quello della durata dei permessi. Quelli rilasciati durante questo anno sono permessi dati a frontalieri che continueranno ad avere come punto di riferimento il vecchio regime, mentre tutto entrerà in funzione il 1° gennaio. Questa chiarezza l'abbiamo chiesta al Governo. Il Governo dovrà emanare adesso debite circolari, però anche qui è necessario predisporre velocemente azioni come quelle sul telelavoro. Lo abbiamo chiesto, il Governo l'ha capito e aspettiamo adesso gli atti, affinché si passi da un regime transitorio, che terminerà, appunto, a giugno, ad un regime definitivo, quindi con regole chiare che consentano anche queste nuove modalità di lavoro, entrate in funzione nel periodo COVID, ma che sono rimaste, e sono efficaci e utili per i nostri territori di confine.

Presidente, la cosa più importante oggi è dare ai nostri frontalieri queste certezze. Occorre lavorare affinché ci sia una veloce attuazione anche al Senato, quindi chiudendo il percorso nelle prossime settimane, e consentire, attraverso quelle stesse regole previste nell'accordo, un aggiustamento, quando servirà.

Il rapporto tra Italia e Svizzera non può essere definito statico, ma deve essere sempre dinamico. In questo senso, quindi, siamo molto soddisfatti di poter giungere oggi a conclusione di questo percorso e siamo intenzionati a proseguire in questa determinata azione per dare sostegno all'economia dei territori di frontiera (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Toni Ricciardi. Con l'occasione, mi scuso ancora per prima. Ne ha facoltà.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, Sottosegretario Silli, ora, Presidente, mi consenta di inquadrare il tema. I rapporti che l'Italia storicamente ha con la Svizzera non sono secondari. È l'unico territorio, al di fuori dell'Italia, dove l'italiano è riconosciuto come lingua di Stato e, ancora oggi, ci vive la terza comunità nel mondo. Nel secondo dopoguerra la Svizzera, piccola com'era e piccola com'è, è stata in grado di attrarre quasi la metà dell'intero flusso migratorio dell'Italia all'estero.

L'Italia, nel 1868, siglò il primo accordo con l'allora Confederazione. È il primo di una decina di accordi e tra questi c'è quello del 1948, che fu il primo che la Svizzera siglò in materia migratoria e, soprattutto, fu anche il primo accordo, sempre quello del 1948, che stabilì l'avvio di questa lunga discussione che oggi trova un punto nodale - e aggiungo “finalmente”, Presidente - con questo accordo.

Questa è una storia lunga iniziata grazie ad un ordine del giorno del Partito Democratico nel 2017. I colleghi che mi hanno preceduto hanno ricordato il protagonismo di tante persone, di tante parlamentari e tanti parlamentari. Io ricordo l'attivismo del Vice Ministro Misiani che contribuì in maniera notevole al risultato al quale stiamo giungendo oggi.

Ma la Svizzera non è solo storia. La Svizzera oggi è un partner di primaria importanza, il nostro sesto partner commerciale. Noi esportiamo in Svizzera quanto Cina e India allo stesso tempo. Abbiamo un surplus di 39 miliardi di euro e, soprattutto, la Svizzera oggi è il primo contributore, attraverso i canali INPS, delle pensioni estere pagate in Italia. Presidente, sembra una sorta di rimborso postumo di una storia migratoria che ci attraversa e ci accompagna da almeno un paio di secoli.

Ma arriviamo alla ratifica. La ratifica riguarda una platea di 100.000 persone, grosso modo più di 80.000 in Ticino e la restante parte suddivisa tra Grigioni e Vallese. A questi, però, vanno aggiunti tanti altri e sono tutti coloro, donne e uomini, che, negli ultimi anni, si recano al confine con la Confederazione per lavorare in special modo a Basilea o a Ginevra, ma che, nelle statistiche, risultano tedeschi o francesi di provenienza. Allora, questo ci fa capire quanto il rapporto e quanto il tema non siano marginali: non è un tema territoriale ma è un tema centrale, un tema nazionale.

È chiaro che abbiamo una prima difficoltà - e mi riferisco anche agli ordini del giorno presentati su cui ci siamo espressi favorevolmente -, ovvero la distanza. C'è un chilometraggio che fa rientrare all'interno della distanza chilometrica comuni di residenza e di provenienza dei frontalieri, i cosiddetti 20 chilometri. Dunque, voi capirete bene - e io concordo con i colleghi - che anche su questo tema bisognerà in futuro continuare ad avere un rapporto non statico, ma, appunto, dinamico con la Svizzera.

Però, va detta anche l'altra faccia della medaglia ed è interessante farlo proprio in questo giorno. Io credo che abbiamo dato dimostrazione della collaborazione delle istituzioni. Infatti, noi abbiamo votato ogni articolo all'unanimità, compresi gli ordini del giorno. Però, c'è una congiunzione astrale, Presidente, perché noi votiamo la ratifica alla Camera esattamente un minuto dopo il DL Migranti. Vedete come poi si ribalta la storia: noi discutiamo di un territorio che ha fatto dei “prima i nostri” una bandiera e un vessillo e gli altri erano esattamente coloro che, in questo momento, stanno rivendicando diritti e noi siamo d'accordo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Questo a dimostrazione che, da come giri il mondo e da come lo guardi, c'è sempre qualcuno più a Nord di te. Questo lo ricordo sommessamente a tutti e a tutte.

Però, il tema nodale qual è? Noi stiamo discutendo anche di un pezzo di territorio che definisco la frontiera anomala, che ha visto ribaltarsi una modalità di vita negli ultimi 20-30 anni. Da quei territori si attraversava la frontiera per andare in Svizzera per le spese quotidiane, mentre oggi avviene l'inverso ed è cambiato il paesaggio. Se guardate il paesaggio al di là del confine, vi accorgerete che è cambiato. Da un lato, si trova in difficoltà, sì, con una presunta o anche accesa desertificazione industriale, ma, dall'altro, c'è il proliferare di tutta una serie di attività che trovano giovamento esattamente in quel mercato ribaltato che si è aperto dall'altro lato. Ma il punto nodale, Presidente, è un altro ed è un punto che ci ha trovato tutti concordi.

Allora, io chiedo al Governo seriamente di metterci mano: noi, non più tardi dei primi giorni di gennaio, avevamo presentato un'interrogazione in Commissione lavoro sulla questione dell'home office che scadeva il 31 gennaio. Ora cosa accade? All'epoca, ci fu risposto: guardate, voi potete andare in deroga alle normative europee fino al 30 giugno, ed è quello che accade. Perché dico questo? Perché l'articolo 11-bis, con l'emendamento del Governo, al quale abbiamo dato parere favorevole, introduce un altro elemento, dal nostro punto di vista corretto, che è la cancellazione della Svizzera dalla black list, perché quello è un elemento che ci consente, domani mattina, di affrontare tutta una serie di temi come, ad esempio, il superamento dell'annosa questione dell'IMU degli italiani all'estero, che ha scatenato reazioni violente in Svizzera, esattamente all'indomani della black list. Da questo punto di vista, lo dico pubblicamente, ringrazio il presidente Osnato (Applausi di deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che ha garantito di calendarizzare la discussione sull'IMU estero nei prossimi giorni, nelle prossime settimane. Chiudo, Presidente: guardate, l'home office è una richiesta che ci fa la Svizzera, una richiesta che ci fanno decine e decine di migliaia di persone. Se abbiamo trovato la convergenza di tutte le forze politiche in questa sede, allora io chiedo, noi chiediamo lo sforzo massimo per trovare una soluzione, tant'è che avevamo proposto il prolungamento, con un emendamento, al 31 dicembre 2024. Chiudo per davvero, Presidente. Questo provvedimento ci insegna un'altra cosa, cari colleghi e care colleghe: la dotazione economica non solo per colmare il gap salariale, ma anche la dotazione economica che ricade sul territorio, e questo è patrimonio di tutti e di tutte; dal 2025 al 2045, verranno stanziati in questi territori del margine complessivamente 2,5 miliardi di euro per colmare il gap socioeconomico. Allora, dico a tutte e a tutti: impariamo la lezione, facciamola nostra e adottiamo questa strategia in tutti i territori del margine di questo Paese. E, con questa conclusione, dichiaro il voto favorevole del mio gruppo parlamentare, del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Saverio Congedo. Ne ha facoltà.

SAVERIO CONGEDO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, Sottosegretario, questo provvedimento costituisce un'ulteriore conferma delle buone relazioni tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera, legate da rapporti non solo di carattere economico, ma anche culturale e si inquadra in una pagina della storia italiana. Però, qui mi sento di dissentire dal collega Ricciardi; è una storia completamente diversa da quella che abbiamo affrontato nel provvedimento precedente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), di Cutro. È un pezzo della storia patria che merita di essere ricordata innanzitutto, oltre che analizzata e approfondita, perché è il tema dei movimenti migratori di tanti nostri connazionali laboriosi e rispettosi delle regole e delle tradizioni dei Paesi ospitanti, che, con il loro contributo, hanno creato opportunità di lavoro e di condizioni di vita migliori anche nei territori che li hanno ospitati, nella fattispecie, la Confederazione svizzera, che però hanno mantenuto o fissato la loro dimora in terra italiana, nella cosiddetta area di frontiera, che per l'Italia è costituita dalle regioni Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta e della provincia autonoma di Bolzano. Si tratta della storia dei cosiddetti lavoratori frontalieri, per lo più italiani residenti nei comuni i cui territori ricadono in una fascia di 20 chilometri dal confine svizzero, che svolgono un'attività di lavoro dipendente svizzera e che normalmente, a fine giornata, ritornano nei propri comuni. Si tratta di lavoratori che, tra il 1994 e il 2015, sono passati da poco più di 20.000 a quasi 80.000 unità e che hanno contribuito e tuttora contribuiscono all'occupazione, al gettito tributario, a generare PIL del Paese in cui prestano la propria attività, a migliorare le relazioni tra i due Paesi e che, proprio in considerazione dell'importante contributo che recano alle condizioni sociali ed economiche di quei luoghi, già con l'Accordo del 1974 hanno trovato un riconoscimento del loro status, riconoscimento che poi è stato anche riservato alle cosiddette aree di confine, in termini di ristori per i costi sostenuti per infrastrutture e servizi pubblici. Gli Accordi che, con il provvedimento in discussione, questa Camera si appresta ad approvare definitivamente rispondono, quindi, alla necessità di definire modifiche ad un Accordo vetusto, come è stato anche ricordato, di ormai oltre cinquant'anni, ossia quello del 1974, aggiornando il quadro giuridico sulla base delle nuove esigenze e delle nuove problematiche evidenziate nel corso degli anni. Una delle principali novità introdotte è il cosiddetto principio di reciprocità, in base al quale viene disciplinato anche il trattamento dei frontalieri svizzeri che lavorano in Italia a differenza di quanto previsto nell'Accordo del 1974, che regolava unicamente il trattamento dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera. Quanto al metodo dell'imposizione, l'Accordo disciplina il metodo della tassazione concorrente, che attribuisce, entro certi limiti percentuali, i diritti di imposizione sia allo Stato di residenza, sia allo Stato della fonte del reddito del frontaliere.

Altre disposizioni del provvedimento che meritano di essere evidenziate riguardano la previsione di franchigie, la deducibilità dei contributi obbligatori, la non imponibilità degli assegni familiari, le modalità di calcolo della NASpI, lo stanziamento di 89 milioni annui per i comuni frontalieri, l'istituzione del Fondo per le zone di confine, l'istituzione del tavolo interministeriale. Si tratta di un provvedimento che, nel corso dell'iter, prima al Senato e poi in questa Camera, si è anche arricchito di ulteriori contributi, come ricordato, in un regime di grande concordia e collaborazione. Ne cito due su tutti, perché li abbiamo appena votati: l'introduzione della possibilità dello smart working, come veniva ricordato dal collega Pellicini, e l'eliminazione della Svizzera dalla black list italiana, un retaggio superato dal tempo e, ancor prima, dai fatti.

Al di là delle questioni prettamente giuridiche e tributarie, credo che il dato politico più significativo di questo provvedimento sia il riconoscimento della specificità del lavoro dei frontalieri, della specificità del ruolo dei territori, della specificità del ruolo dei comuni di frontiera e della necessità di dare risposta alle problematiche transfrontaliere in termini di dotazioni finanziarie, economiche, infrastrutturali, di sicurezza sociale e di benefici fiscali, questioni che per Fratelli d'Italia meritano attenzione e sostegno. Per questo motivo, come già avvenuto in Senato e in Commissione, preannunzio il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su cosa, collega Borrelli? Come dichiarazione di voto, a titolo personale?

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). A titolo del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra.

PRESIDENTE. A titolo del gruppo avrebbe dovuto farlo prima, perché sono in ordine crescente. Se lo fa a titolo personale, lo può fare adesso, altrimenti, a titolo del gruppo, avrebbe dovuto farlo prima.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). A titolo personale, sarò rapidissimo. Volevo dichiarare il voto favorevole di Alleanza Verdi e Sinistra, tutto qui, grazie.

PRESIDENTE. Perfetto, collega, è solo una questione di forma, abbia pazienza.

Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 859​ e abbinata)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 859​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul progetto di legge n. 859: S. 108-376 - «Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera relativo all'imposizione dei lavoratori frontalieri, con Protocollo aggiuntivo e Scambio di lettere, fatto a Roma il 23 dicembre 2020, b) Protocollo che modifica la Convenzione tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera per evitare le doppie imposizioni e per regolare talune altre questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio, con Protocollo aggiuntivo, conclusa a Roma il 9 marzo 1976, così come modificata dal Protocollo del 28 aprile 1978 e dal Protocollo del 23 febbraio 2015, fatto a Roma il 23 dicembre 2020, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno» (Approvato, in un testo unificato, dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 101).

Dichiaro così assorbita la proposta di legge n. 567.

Nomina dei deputati, comunicazione dei senatori componenti e costituzione della delegazione parlamentare italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE).

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'OSCE i deputati: Vincenzo Amendola, Fabrizio Comba, Mauro Del Barba, Emanuele Loperfido, Federica Onori, Catia Polidori ed Eugenio Zoffili.

Il Presidente del Senato della Repubblica ha chiamato a far parte della medesima delegazione i senatori: Alessandro Alfieri, Renato Ancorotti, Susanna Donatella Campione, Gianluca Cantalamessa, Giuseppe De Cristofaro e Stefano Patuanelli.

Comunico, inoltre, d'intesa con il Presidente del Senato, che la delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'OSCE è convocata per martedì 9 maggio 2023, alle ore 14, presso la Camera dei deputati, Palazzo del Seminario, IV piano, Auletta delle Delegazioni, per procedere alla propria costituzione.

Nomina dei deputati, comunicazione dei senatori componenti e costituzione della delegazione parlamentare italiana presso l'Assemblea parlamentare della NATO.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare della NATO i deputati: Giangiacomo Calovini, Luciano Cantone, Nicola Care', Lorenzo Cesa, Andrea Crippa, Paolo Formentini, Andrea Giorgio Orsini, Matteo Richetti e Giulio Tremonti.

Il Presidente del Senato della Repubblica ha chiamato a far parte della medesima delegazione i senatori: Michele Barcaiuolo, Stefano Borghesi, Maria Domenica Castellone, Giuseppe De Cristofaro, Alberto Losacco, Simona Flavia Malpezzi, Paolo Marcheschi, Fausto Orsomarso e Adriano Paroli.

Comunico, inoltre, d'intesa con il Presidente del Senato, che la delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare della NATO è convocata per martedì 9 maggio 2023, alle ore 15, presso la Camera dei deputati, Palazzo del Seminario, IV piano, Auletta delle Delegazioni, per procedere alla propria costituzione.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare il deputato Piero Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Abbiamo chiesto di poter ricordare, sia pure per pochi minuti, Umberto Minopoli, un dirigente del Partito Democratico, che un destino crudele ci ha tolto improvvisamente, nei giorni scorsi.

Nato a Napoli, fin da giovane ha vissuto la politica come la sua passione principale, a cui ha dedicato ogni sua energia e la sua lucida e vivida intelligenza. Dirigente del movimento studentesco, giovanissimo, a Napoli, è venuto poi assumendo incarichi importanti, via via, nella sua città. Allevato alla scuola di Giorgio Napolitano, Gerardo Chiaromonte, Maurizio Valenzi, di quell'ala riformista del Partito Comunista Italiano che è stata una componente essenziale della storia di quel partito, ha vissuto ogni passaggio in questi decenni che la sinistra italiana ha conosciuto, ricoprendo incarichi nazionali nel Partito Comunista, poi nel Partito Democratico della Sinistra e nei Democratici di Sinistra, aderendo infine con convinzione alla nascita del Partito Democratico, accompagnando questa sua militanza politica con un impegno istituzionale, per molti anni, come uno dei principali collaboratori di Pierluigi Bersani, prima, al Ministero dell'Industria e, poi, al Ministero dei Trasporti.

Ne vogliamo ricordare qui non solo la passione politica, ma la lucidità del suo pensiero, l'intelligenza, la curiosità e il coraggio. Umberto era uomo che non soltanto aveva convinzioni forti, ma era disposto a sostenerle con chiarezza, a viso aperto, anche quando per sostenere quelle tesi bisognasse andare controcorrente o essere in minoranza o, ancora, essere impopolari. Credeva in una sinistra riformista, in una sinistra che sia ispirata a una cultura di Governo, una sinistra riformista che non abbia paura di fare i conti con le tante sfide che ogni giorno una società in evoluzione pone. Lo ha dimostrato molte volte, lo ha dimostrato in particolare negli ultimi anni, dedicandosi a un tema cruciale e strategico come quello dell'energia. Sappiamo bene, proprio in questi tempi, come i temi della transizione energetica e della trasformazione delle modalità di produrre e di consumare energia siano diventati alcune tra le questioni nodali dell'agenda politica e sociale del nostro tempo. Umberto si dedicò a questo con grande passione e, in particolare, si dedicò ad affrontare i temi dell'energia nucleare, tema spinoso, difficile, spesso affrontato sulla base di visioni pregiudiziali o manichee, che Umberto si sforzò, ogni volta, di superare, per affrontare, invece, il tema nella sua complessità, nella sua specificità, vedendo i grandi rischi che questa energia comporta, ma anche non temendo di metterne in evidenza le possibili opportunità. È di pochi giorni fa la pubblicazione di una sua ultima opera, che ci rimane come un suo testamento, dedicata proprio all'energia nucleare. Io invito tutti i colleghi, in primo luogo quelli del nostro Partito e del nostro gruppo, ma non soltanto, a leggere questo libro, che potrà essere un contributo molto importante alla discussione che in questa sede potremo, e dovremo, affrontare sui temi della transizione energetica.

Lo ricordiamo, quindi, con un sentimento di grande gratitudine per come ha vissuto la politica, ha vissuto la politica con passione, con dedizione, con sincerità, al servizio del Paese (Applausi - Deputati si levano in piedi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pretto. Ne ha facoltà.

ERIK UMBERTO PRETTO (LEGA). Grazie, Presidente. La scorsa settimana, nel territorio comunale di Fara Vicentino, è accaduto un fatto grave di cronaca, che ha turbato la comunità locale. Uno straniero, di origine nordafricana, per più di un'ora ha seminato il panico, dando in escandescenza e aggrappandosi ai veicoli di passaggio, attirando l'attenzione di due carabinieri e, successivamente, di due vigili urbani, che hanno giustamente deciso di intervenire. L'uomo ha quindi reagito con violenza, urlando frasi islamiste, strattonando e colpendo i rappresentanti delle Forze dell'ordine, riuscendo poi a impossessarsi della pistola di uno di essi, sparando, colpendo e ferendo gravemente uno dei due agenti di Polizia locale. A seguito di ciò, uno dei due carabinieri ha dovuto rispondere al fuoco, per proteggere i colleghi dalla furia omicida del malintenzionato, uccidendolo.

Esprimo la mia più sentita vicinanza e solidarietà, personale e istituzionale, ai carabinieri e gli agenti di Polizia locale coinvolti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), due dei quali risultano, oltretutto, sotto indagine. Dedico un pensiero speciale ad Alex Frusti, rimasto ferito ma, per fortuna, ora fuori pericolo. Ringrazio tutte le Forze dell'ordine, quotidianamente impegnate, con coraggio e determinazione, a difesa della sicurezza e della legalità di questo territorio, un'area che necessita di forte attenzione da parte dello Stato, anche per l'importante contributo sociale ed economico che è in grado di garantire quotidianamente al nostro Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto tecnico commerciale Emilio Alessandrini, di Montesilvano, Pescara, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie, Presidente. Prendo la parola per tornare a suonare la sveglia a questo Governo sul tema dell'aumento delle rate dei mutui, tema che sta letteralmente massacrando i piccoli imprenditori e i piccoli risparmiatori di questo Paese, ossia la sua spina dorsale. L'amministratore delegato di UniCredit ha dichiarato che, anche grazie alla crescita degli interessi della BCE, quest'anno la sua banca potrebbe fare 6,5 miliardi di utili.

Ma da dove pensate che arrivino questi utili, se non dall'aumento del 40, 50 per cento delle rate mensili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) di piccole famiglie, imprenditori, giovani coppie che vorrebbero comprare una casa per poter mettere su una famiglia?

Allora, non solo ignorate la nostra proposta di legge in cui vi chiediamo di tassare questi extraprofitti per poterli ridistribuire a chi ne ha bisogno, non solo con questa pagliacciata del 1° maggio aumentate la precarietà in questo Paese, non solo avete tolto i fondi a chi non riusciva a pagare gli affitti, ma vi riempite anche la bocca di natalità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E noi, rispetto a questa ipocrisia, vi diciamo che la precarietà non fa figli, porta le giovani menti fuori da questo Paese e avvicina all'usura chi rimane. Quindi, voi potrete anche continuare a non rispondere alle nostre proposte, però vi avvertiamo: finché voi continuerete a non lasciare in pace i risparmi del tessuto produttivo del nostro Paese, noi non lasceremo in pace voi, quindi svegliatevi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Maullu. Ne ha facoltà.

STEFANO GIOVANNI MAULLU (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per un fatto accaduto qualche ora fa, ovvero le dichiarazioni del Ministro dell'Interno francese Darmanin, che ha affermato che la pressione migratoria ai confini con la Francia - e, precisamente, a Menton - dipende dall'incapacità di questo Governo di contenere detti flussi migratori.

Questo dimostra, a maggior ragione rispetto a ciò che abbiamo approvato in Aula, l'inconsapevolezza, ma, direi un fatto di slealtà istituzionale, da parte di chi è il principale responsabile della tragedia libica, dell'instabilità del quadrante nordafricano, da cui partono i maggiori problemi per il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ma, soprattutto, la poca volontà nel concepire questo come un problema comune, come un problema europeo, come un problema globale.

Questo dà la vera luce rispetto a ciò che si prefigura per il nostro Governo, ovvero una battaglia impari rispetto a tutta una serie di fenomeni che sono epocali e che, purtroppo, non hanno la stessa realtà di consapevolezza all'interno della Comunità europea.

Quindi, credo che una difesa puntuale dell'operato di questo Governo vada fatta, a maggior ragione, proprio oggi che abbiamo approvato un decreto che cerca di dare un freno all'immigrazione illegale, ma, soprattutto, all'immigrazione criminale, a ciò che sta dietro questo traffico di esseri umani, che funesta le popolazioni che cercano qualcosa di diverso, un benessere rispetto ai Paesi di partenza, soprattutto da parte di tutti noi che abbiamo la responsabilità di cercare di guardare a 360 gradi questo fenomeno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Volevo esprimere solidarietà ai cittadini calabresi, in particolare agli abitanti del territorio del cosentino, dove è crollato un viadotto della Sila-Mare. Il ponte costruito in Calabria è stato inaugurato 9 anni fa; è stato realizzato 9 anni fa ed è crollato ieri sera a causa della piena del fiume Tronto. Ovviamente, l'ANAS sta cercando di capire la situazione e c'è un'indagine della procura.

Io approfitto di questa seduta per rinnovare la richiesta pubblica che facciamo alla maggioranza e, in particolare, al Governo, in ordine alle priorità. Si sta continuando a parlare di una mega-opera, quella del Ponte sullo Stretto, senza ragionare sul fatto che non si mette in sicurezza il territorio e abbiamo una parte consistente del nostro territorio che, come dimostra anche questo episodio, purtroppo, è in condizioni di non sicurezza. Quindi, la nostra richiesta ulteriore è: priorità alla messa in sicurezza del territorio, dei ponti, delle infrastrutture, dei treni, dei viadotti, degli acquedotti e delle autostrade già esistenti, per i quali, purtroppo, non vengono previsti fondi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sasso. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Presidente, vorrei esprimere la mia solidarietà e quella del gruppo Lega ai cittadini romani per quanto accaduto questa mattina, qui, a due passi, nella centralissima via del Tritone. Studenti, operai, lavoratori, donne e uomini della capitale, ancora una volta, sono stati costretti a subire le violenze di uno sparuto gruppetto di persone, associate allo scopo di rompere le scatole a chi lavora, ai cittadini romani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Queste persone, ancora una volta, hanno pensato bene di attuare un blocco stradale nel nome di una famigerata lotta contro il cambiamento climatico, questa volta, per giunta, aggiungendo anche l'oscenità di spogliarsi davanti agli occhi esterrefatti dei tanti turisti che giravano da quelle parti. Quindi, hanno protestato nudi, incatenati e hanno creato tensioni con le Forze dell'ordine.

Ancora una volta, cittadini che si alzano, si svegliano alle 6 di mattina per andare a lavorare o per studiare o, comunque, per spaccarsi la schiena e portare il pane a casa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) sono stati ostaggio e sono stati costretti a subire le violenze di quelli - mi perdoni, Presidente - che si definiscono ambientalisti, ma si comportano da eco-imbecilli, perché tali sono: eco-imbecilli (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Infatti, è così che vanno chiamati i figli di papà, senza né arte né parte, che giocano a fare i rivoluzionari sulla pelle di proletari, di operai, di lavoratori, di gente che lavora. Imbrattano monumenti, causano ritardi, causano disagi. Con le loro azioni squadriste limitano la libertà altrui e causano, ironia della sorte, alla faccia dell'ambiente, maggior traffico e, quindi, maggiori emissioni inquinanti.

E che nessuno, né in quest'Aula né in qualche salotto televisivo, si permetta di definire queste azioni come non violente, come disobbedienza civile: sono gesti violenti, perché limitano la libertà altrui e, come tali, vanno perseguiti. Identificazione, denuncia, multa: poi, vediamo se mamma e papà, prima o poi, si stancheranno di pagare le sanzioni a causa delle azioni dei propri figli (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 5 maggio 2023 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 16.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 14, il deputato Rosso ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario, mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 15, 30, 33, 36, 40, 47, 67, il deputato Donno ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 17, la deputata Boldrini ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario, mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 25 e 26, la deputata Malavasi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 26, la deputata Madia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 30, il deputato Pizzimenti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 31, la deputata Lazzarini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 32, il deputato D'Attis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 33 e 37, il deputato Alfonso Colucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 35, la deputata Madia ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario, mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 39, il deputato Gianassi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 41 e 71 il deputato De Maria ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 51, la deputata De Monte ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 68, il deputato Maiorano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 69, il deputato Battistoni ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario, mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 70, la deputata Grippo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 71, i deputati Dell'Olio e Graziano hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 75, il deputato Mascaretti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 76, il deputato Giagoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 97, la deputata Lazzarini ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario, mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 99, il deputato Steger ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 1112 - ODG N. 1 264 261 3 131 108 153 53 Resp.
2 Nominale ODG 9/1112/2 267 266 1 134 159 107 53 Appr.
3 Nominale ODG 9/1112/4 275 275 0 138 115 160 51 Resp.
4 Nominale ODG 9/1112/5 275 272 3 137 113 159 50 Resp.
5 Nominale ODG 9/1112/6 278 274 4 138 113 161 50 Resp.
6 Nominale ODG 9/1112/7 280 275 5 138 115 160 50 Resp.
7 Nominale ODG 9/1112/8 279 274 5 138 112 162 50 Resp.
8 Nominale ODG 9/1112/9 278 273 5 137 111 162 50 Resp.
9 Nominale ODG 9/1112/11 276 272 4 137 110 162 50 Resp.
10 Nominale ODG 9/1112/13 279 274 5 138 113 161 50 Resp.
11 Nominale ODG 9/1112/14 280 280 0 141 119 161 50 Resp.
12 Nominale ODG 9/1112/15 278 276 2 139 114 162 50 Resp.
13 Nominale ODG 9/1112/16 281 281 0 141 119 162 50 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale ODG 9/1112/17 RIF. 279 279 0 140 275 4 50 Appr.
15 Nominale ODG 9/1112/19 282 278 4 140 116 162 50 Resp.
16 Nominale ODG 9/1112/20 285 280 5 141 117 163 49 Resp.
17 Nominale ODG 9/1112/21 281 279 2 140 115 164 49 Resp.
18 Nominale ODG 9/1112/22 284 279 5 140 116 163 49 Resp.
19 Nominale ODG 9/1112/26 284 283 1 142 119 164 49 Resp.
20 Nominale ODG 9/1112/27 284 280 4 141 115 165 49 Resp.
21 Nominale ODG 9/1112/28 284 281 3 141 118 163 49 Resp.
22 Nominale ODG 9/1112/29 282 277 5 139 113 164 49 Resp.
23 Nominale ODG 9/1112/30 285 282 3 142 118 164 49 Resp.
24 Nominale ODG 9/1112/31 287 282 5 142 117 165 49 Resp.
25 Nominale ODG 9/1112/32 283 279 4 140 116 163 49 Resp.
26 Nominale ODG 9/1112/33 283 279 4 140 115 164 49 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale ODG 9/1112/34 286 283 3 142 120 163 49 Resp.
28 Nominale ODG 9/1112/35 283 278 5 140 116 162 49 Resp.
29 Nominale ODG 9/1112/36 283 278 5 140 113 165 49 Resp.
30 Nominale ODG 9/1112/37 275 271 4 136 111 160 49 Resp.
31 Nominale ODG 9/1112/38 287 282 5 142 117 165 49 Resp.
32 Nominale ODG 9/1112/39 283 280 3 141 116 164 49 Resp.
33 Nominale ODG 9/1112/40 278 276 2 139 112 164 49 Resp.
34 Nominale ODG 9/1112/41 285 285 0 143 119 166 49 Resp.
35 Nominale ODG 9/1112/42 284 283 1 142 117 166 49 Resp.
36 Nominale ODG 9/1112/43 282 281 1 141 119 162 49 Resp.
37 Nominale ODG 9/1112/44 281 280 1 141 116 164 49 Resp.
38 Nominale ODG 9/1112/45 283 280 3 141 116 164 49 Resp.
39 Nominale ODG 9/1112/46 276 274 2 138 112 162 49 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale ODG 9/1112/47 276 274 2 138 112 162 49 Resp.
41 Nominale ODG 9/1112/48 285 282 3 142 118 164 49 Resp.
42 Nominale ODG 9/1112/49 286 284 2 143 117 167 49 Resp.
43 Nominale ODG 9/1112/50 281 279 2 140 114 165 49 Resp.
44 Nominale ODG 9/1112/51 286 285 1 143 121 164 49 Resp.
45 Nominale ODG 9/1112/52 284 281 3 141 115 166 49 Resp.
46 Nominale ODG 9/1112/53 286 285 1 143 117 168 49 Resp.
47 Nominale ODG 9/1112/54 281 279 2 140 113 166 49 Resp.
48 Nominale ODG 9/1112/55 286 283 3 142 116 167 49 Resp.
49 Nominale ODG 9/1112/56 279 276 3 139 115 161 49 Resp.
50 Nominale ODG 9/1112/57 282 282 0 142 118 164 49 Resp.
51 Nominale ODG 9/1112/58 286 283 3 142 119 164 49 Resp.
52 Nominale ODG 9/1112/59 281 278 3 140 117 161 49 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale ODG 9/1112/60 286 281 5 141 113 168 49 Resp.
54 Nominale ODG 9/1112/61 283 278 5 140 112 166 49 Resp.
55 Nominale ODG 9/1112/62 279 275 4 138 112 163 49 Resp.
56 Nominale ODG 9/1112/63 281 276 5 139 112 164 49 Resp.
57 Nominale ODG 9/1112/64 283 278 5 140 114 164 48 Resp.
58 Nominale ODG 9/1112/65 286 281 5 141 114 167 48 Resp.
59 Nominale ODG 9/1112/66 288 283 5 142 116 167 48 Resp.
60 Nominale ODG 9/1112/67 285 280 5 141 111 169 47 Resp.
61 Nominale ODG 9/1112/68 285 280 5 141 112 168 47 Resp.
62 Nominale ODG 9/1112/69 283 278 5 140 109 169 47 Resp.
63 Nominale ODG 9/1112/70 282 277 5 139 110 167 47 Resp.
64 Nominale ODG 9/1112/71 283 280 3 141 112 168 47 Resp.
65 Nominale ODG 9/1112/72 RIF. 283 281 2 141 274 7 47 Appr.


INDICE ELENCO N. 6 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale ODG 9/1112/73 286 282 4 142 114 168 47 Resp.
67 Nominale ODG 9/1112/74 280 275 5 138 111 164 47 Resp.
68 Nominale ODG 9/1112/75 RIF. 283 282 1 142 278 4 47 Appr.
69 Nominale ODG 9/1112/76 280 275 5 138 109 166 47 Resp.
70 Nominale ODG 9/1112/77 276 271 5 136 107 164 47 Resp.
71 Nominale ODG 9/1112/78 277 274 3 138 107 167 47 Resp.
72 Nominale ODG 9/1112/79 284 281 3 141 111 170 47 Resp.
73 Nominale ODG 9/1112/80 280 277 3 139 112 165 47 Resp.
74 Nominale ODG 9/1112/81 278 274 4 138 109 165 47 Resp.
75 Nominale ODG 9/1112/82 277 272 5 137 109 163 47 Resp.
76 Nominale ODG 9/1112/83 - P. 1 273 269 4 135 95 174 47 Resp.
77 Nominale ODG 9/1112/84 278 274 4 138 111 163 47 Resp.
78 Nominale ODG 9/1112/85 275 271 4 136 108 163 47 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nominale ODG 9/1112/86 272 269 3 135 108 161 47 Resp.
80 Nominale DDL 1112 - VOTO FINALE 293 290 3 146 179 111 36 Appr.
81 Nominale DDL 859 E ABB. - ARTICOLO 1 284 284 0 143 284 0 37 Appr.
82 Nominale ARTICOLO 2 284 284 0 143 284 0 37 Appr.
83 Nominale ARTICOLO 3 284 284 0 143 284 0 37 Appr.
84 Nominale ARTICOLO 4 284 284 0 143 284 0 37 Appr.
85 Nominale ARTICOLO 5 287 287 0 144 287 0 37 Appr.
86 Nominale ARTICOLO 6 285 285 0 143 285 0 37 Appr.
87 Nominale ARTICOLO 7 287 286 1 144 286 0 37 Appr.
88 Nominale ARTICOLO 8 281 281 0 141 281 0 37 Appr.
89 Nominale ARTICOLO 9 284 284 0 143 284 0 37 Appr.
90 Nominale ARTICOLO 10 287 287 0 144 287 0 37 Appr.
91 Nominale ARTICOLO 11 285 285 0 143 285 0 37 Appr.


INDICE ELENCO N. 8 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 101)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nominale SUBEM. 0.11.0100.1 286 283 3 142 112 171 37 Resp.
93 Nominale SUBEM. 0.11.0100.3 282 280 2 141 111 169 37 Resp.
94 Nominale SUBEM. 0.11.0100.2 283 280 3 141 108 172 37 Resp.
95 Nominale ART. AGG. 11.0100 284 284 0 143 282 2 37 Appr.
96 Nominale ARTICOLO 12 286 286 0 144 286 0 37 Appr.
97 Nominale ARTICOLO 13 286 286 0 144 286 0 37 Appr.
98 Nominale ARTICOLO 14 284 284 0 143 284 0 37 Appr.
99 Nominale ODG 9/859 E ABB./7 277 277 0 139 107 170 37 Resp.
100 Nominale ODG 9/859 E ABB./8 RIF. 278 277 1 139 276 1 37 Appr.
101 Nominale DDL 859 E ABB. - VOTO FINALE 239 239 0 120 239 0 37 Appr.