XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 24 luglio 2023

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:


      L'VIII Commissione,

          premesso che:

              con deliberazione Consiglio regionale del 21 aprile 2021, n. 5, è stato approvato il piano territoriale paesistico regionale (Ptpr) della regione Lazio come previsto dagli articoli 21 e seguenti della legge regionale 6 luglio 1998, n. 24, e dagli articoli 135 e seguenti del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42;

              in questa prima fase di attuazione della normativa introdotta dal Ptpr sono emerse alcune criticità proprio in merito all'applicazione della stessa, rilevate peraltro anche dalle competenti Soprintendenze;

              tale piano è stato redatto sulla base della carta tecnica regionale (Ctr) e sulla scorta della carta dell'uso del suolo (Cus) approvata con delibera della giunta regionale Lazio del 28 marzo 2000, n. 953, successivamente aggiornata sulla sola classe 1, realizzata nel 2016 sui dati del rilevamento Agea 2014;

              sia la classe 1 che le altre classi di suoli, aggiornate nel 2010, hanno presentato caratteristiche diverse rispetto allo stato informativo iniziale, tali da non consentire una lettura omogenea di tutte le informazioni, sia nelle geometrie (non coincidenti e non rispondenti nei loro confini) sia nell'aggiornamento del dato rilevato;

              le incongruenze della cartografia e della carta dell'uso del suolo (Cus) rispetto allo stato dei luoghi rendono le previsioni di tutela introdotte dal piano territoriale paesistico regionale (Ptpr) della regione Lazio non sempre conformi ai fini di una corretta tutela delle aree vincolate; difatti la Tavola «B» di ricognizione dei vincoli, e la Tavola «A» di classificazione ai fini della tutela hanno fotografato una situazione di fatto che ha subìto una reale trasformazione del territorio e quindi non è più rispondente al tipo di tutela introdotta dal Ptpr;

              inoltre, si sono riscontrate difficoltà operative, in particolare sollevate dai comuni, su opere molto spesso oggetto di finanziamenti del PNRR, non conformi alle previsioni normative del Ptpr, e che risulterebbero meritevoli di una valutazione in deroga a tale strumento di pianificazione paesaggistica;

              dal tavolo congiunto del 20 aprile 2022 tra la direzione urbanistica regionale e il Ministero della cultura è emerso che il rilascio del parere «preventivo e vincolante» e quindi la possibilità di realizzare o meno l'opera è di esclusiva competenza del Ministero. Si è stabilito, inoltre, che, ove il Ministero non si pronunci entro giorni 65 si formi il «silenzio rigetto», in contrasto con quanto previsto dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, sul procedimento amministrativo;

              tale procedura si sovrappone alle disposizioni dell'articolo 12, autorizzazione per le opere pubbliche, delle norme tecniche di attuazione (Nta) del Ptpr, che prevede, per la medesima tipologia di opere, l'assenso in sede di autorizzazione paesaggistica, senza la necessità di una preventiva valutazione da parte del Ministero;

              tra l'altro, le amministrazioni comunali hanno evidenziato, alla luce della procedura prevista dall'articolo 65 delle Nta del Ptpr, «Adeguamento e conformazione degli strumenti urbanistici comunali», la sovrapposizione dei pareri paesaggistici già resi dal Ministero nel procedimento di valutazione ambientale strategica (Vas) prevista dal decreto legislativo n. 152 del 2006, prima ancora dell'adozione di una qualsiasi variante, e poi anche in un secondo momento nel procedimento di adeguamento del Piano o della variante;

              tale duplicazione di pareri frustra le esigenze di semplificazione amministrativa e buon andamento di cui all'articolo 97 della Costituzione, posto alla base della legge 7 agosto 1990, n. 241, pregiudicando immotivatamente il fattore-tempo, «valore ordinamentale fondamentale quale componente determinante per la vita e l'attività dei cittadini e delle imprese, per i quali l'incertezza o la lunghezza dei tempi amministrativi può costituire un costo che incide sulla libertà di iniziativa privata ex art. 41 Cost.» (Consiglio di Stato, commissione speciale, 15 aprile 2016, n. 929);

              l'articolo 23, comma 7-bis, legge regionale 6 luglio 1998, n. 24, «Procedure per l'approvazione e la modifica del Ptpr», prevede che l'aggiornamento del Ptpr avvenga trascorsi cinque anni dalla sua approvazione ovvero a far data aprile 2026;

              tale termine non è perentorio e un termine diverso potrà essere condiviso con il Ministro della cultura al fine di intavolare fin da subito un tavolo di lavoro finalizzato alla modifica del Ptpr, in relazione a quanto sopra rilevato e naturalmente su ulteriori tematiche che dovessero emergere da tale confronto istituzionale,

impegna il Governo:

          ad adottare le iniziative di competenza affinché possano essere avviate le procedure di revisione del Ptpr, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del «codice dei beni culturali e del paesaggio», secondo quanto rappresentato in premessa;

          nell'ambito del principio di leale collaborazione tra i diversi livelli di governo previsto dall'ordinamento giuridico, a considerare l'ipotesi di realizzare una eventuale attività di revisione delle procedure descritte in premessa (articolo 65 delle Nta del Ptpr, «Adeguamento e conformazione degli strumenti urbanistici comunali») al fine di ridurre tempi e modalità per consentire la realizzazione di investimenti pubblici e privati, senza pregiudicare il contributo degli enti che partecipano al processo di formazione degli atti.
(7-00129) «Mattia, Ciocchetti».

ATTI DI CONTROLLO

AFFARI REGIONALI E AUTONOMIE

Interrogazione a risposta scritta:


      PISANO. — Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie, al Ministro dell'istruzione e del merito, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

          nel 2014, il Libero consorzio comunale di Agrigento ha deciso di trasferire l'istituto tecnico professionale I.P.I.A. «E. Fermi» di Agrigento dalla vecchia sede, sita in contrada Calcarelle, all'attuale sede all'interno della zona industriale di Aragona-Agrigento;

          la decisione, allora assunta dal Libero consorzio, unico ente pubblico competente ad assumere decisioni in merito all'allocazione degli istituti scolastici superiori, era scaturita dagli esiti di un'inchiesta avviata sulla costruzione di alcuni edifici pubblici con cemento depotenziato che ha portato al sequestro tra gli altri dell'ospedale di Agrigento e all'avvio dei carotaggi su tutti gli edifici pubblici della zona;

          la scelta di trasferire l'istituto nello stabile, sito nella zona industriale di Agrigento, è stata dettata da ragioni di economicità dovute alla concessione gratuita dell'immobile, di proprietà regionale, alla ex provincia di Agrigento che avrebbe dovuto sostenere solamente le spese di manutenzione;

          la presenza dell'istituto Scolastico, comprensivo di più di 800 iscritti, oltre che dal corpo amministrativo e docente, è diventata in breve tempo oggetto di attenzioni particolari da parte degli enti autorizzatori;

          nel 2018 è stato istituito un tavolo tecnico presieduto dall'allora Prefetto, dottor Caputo, composto dalle autorità competenti e dal Commissario del Libero consorzio pro tempore, dottor Di Pisa che si dichiarava disponibile a trasferire in breve tempo l'istituto in questione;

          a quanto risulta all'interrogante, il libero consorzio comunale di Agrigento in questi anni avrebbe dovuto restituire un finanziamento di circa 18 milioni di euro per motivazioni ancora non chiare, ma riconducibili al suo stesso comportamento inerte che ha comportato il mancato trasferimento dell'Istituto;

          conseguentemente alcune aziende, site nell'area industriale, hanno denunciato lungaggini burocratiche nell'espletamento degli iter volti all'ottenimento di autorizzazioni subordinate alla delocalizzazione dell'istituto Fermi;

          nell'agosto 2021 un gruppo di imprenditori dell'area industriale Aragona-Agrigento, al fine di sensibilizzare una accelerazione del trasferimento dell'Istituto ha presentato un esposto, depositato presso il locale Comando Provinciale dell'Arma dei Carabinieri, senza aver ricevuto ad oggi alcun riscontro;

          al 2023 gli unici aggiornamenti di rilievo si riscontrano solo in alcune dichiarazioni del Commissario straordinario del Libero consorzio di Agrigento, Raffaele Sanzo, che ha espresso la volontà di trasferire, appena possibile la scuola nel suo complesso, nel Foderà, promettendo una somma cospicua in bilancio per il rinnovo dei locali ed auspicando una consegna degli stessi entro l'estate;

          a seguito delle parole del Commissario Straordinario è stata indetta una procedura di affidamento dei lavori di manutenzione straordinaria dell'immobile che dovrebbe ospitare lo stesso Istituto, con l'individuazione del soggetto affidatario;

          ad oggi, però, non risultano affidati i lavori alla ditta appaltatrice;

          la zona industriale di Aragona-Agrigento vive una vera e propria condizione di stasi anche a causa della presenza dell'istituto scolastico al suo interno, le aziende infatti non possono modificare gli attuali assetti, né spostarsi altrove per esercitare le attività che possono essere svolte esclusivamente nelle zone industriali;

          qualora la situazione non dovesse mutare nell'immediato futuro, si rischierebbe di vanificare gli investimenti già pianificati dalle aziende dell'area –:

          se siano a conoscenza della situazione conflittuale creatasi all'interno della zona industriale Agrigento-Aragona, se risulti che il libero consorzio di Agrigento abbia dovuto procedere alla restituzione del finanziamento di oltre 18 milioni di euro destinato ai lavori di manutenzione degli immobili in cui trasferire l'istituto E. Fermi, e quali iniziative, per quanto di competenza, intendano adottare al fine di pervenire ad una risoluzione della problematica che colpisce studenti ed imprenditori.
(4-01395)

FAMIGLIA, NATALITÀ E PARI OPPORTUNITÀ

Interpellanza:


      Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:

          l'articolo 30, comma 1, della Costituzione statuisce: «È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio»;

          la legge n. 54 del 2006 ha previsto, nei casi di separazione o divorzio, il principio della bigenitorialità e l'istituto dell'affido condiviso, che prevede l'esercizio della potestà genitoriale da parte di entrambi i genitori, cui spetta, in misura uguale, il potere-dovere di assumere decisioni relative ai figli nell'ambito educativo, sanitario e di istruzione;

          l'istituto dell'affido condiviso raggiunge il proprio scopo solo nei casi di proficua collaborazione dei genitori. Tuttavia, il frequente ed elevato grado di conflittualità nei casi di separazione e divorzio, sovente si sposta sul piano delle questioni economiche e patrimoniali e ha reso di difficile attuazione l'affidamento condiviso, che dalla sua entrata in vigore è stato applicato in modo limitato;

          solitamente, il giudice individua prevalentemente nella madre la figura genitoriale più adatta a prendersi cura dei figli. Nella prassi, il figlio viene collocato presso il padre soltanto se la madre appare inidonea al proprio compito e la sua presenza arreca potenziale pregiudizio alla crescita, stabilità emotiva e affettiva del minore;

          il decreto legislativo n. 149 del 2022 (cosiddetta riforma Cartabia) ha introdotto significative modifiche in materia di separazione, divorzio e gestione dei figli. Prevede più spazio all'ascolto dei minori e alla mediazione familiare, volta ad una gestione della relazione genitoriale finalizzata al mantenimento o alla ripresa della comunicazione e al rispetto dei ruoli genitoriali;

          in presenza di figli, la citata riforma prevede che:

              a) l'ascolto del minore deve essere sempre disposto dal giudice per i minori che abbiano compiuto gli anni 12 ovvero siano capaci di discernimento;

              b) oltre alle ultime tre dichiarazioni dei redditi, dovranno essere depositati gli estratti conto ed i documenti finanziari degli ultimi tre anni relativi a conti intestati in via esclusiva e cointestati con terzi, nonché documenti attestanti la titolarità di beni immobili e beni mobili registrati e di quote sociali;

              c) ciascun genitore deve compilare e allegare il «piano genitoriale» indicante gli impegni dei figli, le loro attività quotidiane, scolastiche, extrascolastiche, ludiche, e di relazione nonché le vacanze normalmente godute e, se non c'è accordo tra genitori, è rimesso alla decisione del giudice proporre un modello o nominare un esperto, quale il coordinatore genitoriale, che potrà aiutare i genitori nel concordarlo;

              d) in caso di alta conflittualità tra i genitori può essere nominato un curatore speciale per il minore al quale conferire anche poteri di tutela una volta terminato il procedimento;

          secondo dati Caritas, i padri non collocatari si trovano spesso in situazione di estrema difficoltà in quanto, solitamente, rimane alla madre la casa familiare e devono trovarsi un nuovo alloggio, oltre ad avere l'obbligo di versare un contributo di mantenimento quale partecipazione alle spese per la gestione quotidiana dei figli, e una quota parte per le spese straordinarie, sebbene una maggiore presenza in termini di tempo e di cura potrebbe rideterminare al ribasso l'assegno di mantenimento; la determinazione dell'assegno di mantenimento dei figli, basato su rigidi meccanismi di calcolo, finisce per gravare maggiormente sui genitori con redditi medi e medio-bassi i quali restano sostanzialmente privi delle risorse finanziarie per poter provvedere alle proprie esigenze primarie, sopra a tutte una nuova sistemazione abitativa;

          la ricerca internazionale comparata evidenzia che: a) la marginalizzazione di un genitore aumenta enormemente il rischio della successiva scomparsa del medesimo dalla vita della prole; b) la perdita di un genitore (parental loss) è correlata a gravi conseguenze non solo sociali ma anche biomediche. Nei Paesi in cui la giurisprudenza privilegia una presenza sostanzialmente paritetica delle figure genitoriali il rischio di parental loss si è significativamente abbassata –:

          a fronte delle recenti innovazioni introdotte nell'ordinamento, quali iniziative intendano adottare, i Ministri interrogati, per quanto di competenza, al fine di evitare il ripetersi di distorsioni che, nei fatti, hanno impedito l'applicazione e il concreto rispetto del principio della bi-genitorialità e prodotto la sostanziale ultrattività della abrogata legge sull'affido esclusivo, così cessando il sistematico ricorso all'istituto giurisprudenziale del genitore non collocatario, ponendo realmente in primo piano l'interesse dei minori e chiamando entrambi i genitori alla responsabilità nei loro confronti;

          se non ritengano necessario prevedere l'adozione, nel primo provvedimento utile, di norme volte a istituire, presso il Ministero della giustizia, una banca dati finalizzata al costante monitoraggio dei dati, anche di carattere patrimoniale, relativi alle procedure di affidamento nei casi di separazione e divorzio in presenza di figli minori, sulla base dei quali verificare la reale e concreta applicazione del principio della bi-genitorialità e la non discriminazione di una delle figure genitoriali;

          se non ritengano necessaria l'adozione di un calcolatore istituzionale dell'assegno di mantenimento, ad opera del Ministero della giustizia, conforme ai princìpi di legge;

          se non ritengano di prevedere, anche tramite l'adozione di iniziative normative, la trasmissione, entro il 31 dicembre di ogni anno, di una relazione alle Camere sullo stato di attuazione delle nuove disposizioni in materia di diritto di famiglia.
(2-00198) «Dalla Chiesa».

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta orale:


      MAGI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

          nella notte tra domenica 16 e lunedì 17 luglio 2023 un incendio è divampato nell'area arrivi dell'aeroporto internazionale di Catania «Fontanarossa», circoscritto e spento da quattro squadre di Vigili del fuoco nelle prime ore di lunedì, che ha tuttavia danneggiato la struttura;

          lo scalo catanese è soggetto a temporanee chiusure anche dovute alle frequenti eruzioni dell'Etna che ne inficiano l'operatività ogniqualvolta vi sia attività vulcanica, interruzioni che tuttavia rimangono solitamente circoscritte a limitati periodi di tempo;

          non risultano al momento chiarite le ragioni del rogo, e ci sono necessità di approfondimenti investigativi. Lo stato dei luoghi dopo il fatto ha pertanto comportato lo slittamento della riapertura dello scalo catanese, che avrebbe dovuto riaprire, stando alle prime ipotesi del management circolate nelle ore successive all'incendio, giovedì 19 luglio e che, secondo quanto appreso da fonti di stampa avrebbe poi dovuto slittare al 25 luglio prossimo;

          la mancata operatività, soprattutto in un periodo di alto turismo, risulta particolarmente preoccupante anche in virtù dei dati messi a disposizione dall'Autorità italiana dei trasporti che, nella sua relazione al Parlamento del settembre 2022, ha evidenziato come nel 2021 lo scalo catanese sia stato il primo in Italia per traffico aereo;

          l'interruzione del servizio è, infatti, particolarmente grave in un periodo dell'anno nel quale, notoriamente, il turismo è al suo picco in Sicilia. A quanto si apprende da fonti di stampa si sarebbe registrata una drammatica riduzione dei voli, e numerosi aeromobili saranno, di conseguenza, dirottati in altri scali dell'isola, ivi compreso l'aeroporto militare di Sigonella, determinando, inevitabilmente, disagi, ritardi nonché una grave perdita di immagine non solo per il Paese ma anche per la Sicilia, che paga da anni la carenza delle sue infrastrutture;

          al netto delle responsabilità che verranno accertate dall'autorità giudiziaria, risulta preoccupante la mancanza di chiarezza della gestione rispetto le tempistiche che dovrebbero riportare alla piena operatività dell'aeroporto di Fontanarossa, nonché le misure messe in campo per evitare i disagi ai passeggeri –:

          se il Ministro interrogato, per quanto di competenza e fatte salve le prerogative della magistratura, si sia attivato al fine di contribuire e far luce sulle eventuali responsabilità gestionali della Sac, impresa a totale controllo pubblico, nonché, considerata l'importanza dell'aeroporto di Catania per l'intera economia dell'area, quali siano i tempi per la riapertura dello scalo catanese.
(3-00549)

Interrogazione a risposta in Commissione:


      CASU, BARBAGALLO, BAKKALI, GHIO, MORASSUT. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

          dagli organi di stampa si apprende ancora una volta di una nuova, ennesima, aggressione ai danni di un addetto delle ferrovie in servizio lungo la tratta Roma-aeroporto di Fiumicino;

          in sei persone avrebbero aggredito il capotreno con calci e pugni, che hanno costretto il lavoratore a rivolgersi alle cure ospedaliere;

          tutto avrebbe avuto origine dalla richiesta del titolo di viaggio di cui i sei ragazzi erano sprovvisti innescando una lite degenerata in rissa e con l'intervento del macchinista che ha evitato conseguenze ben più gravi per il capotreno, sottraendolo alla furia cieca degli aggressori e portandolo in cabina;

          allertata la competente Polfer, i protagonisti della violenza, sei ragazzi italiani, una volta identificati e denunciati, sono però stati lasciati e hanno tranquillamente preso il volo per la loro destinazione vacanziera;

          per il capotreno invece una prognosi di 7 giorni per le ferite riportate sullo zigomo e sul volto;

          una settimana prima, sempre a Termini, una giovane capotreno di 20 anni era stata aggredita riportando 30 giorni di prognosi e non è stato ancora identificato l'aggressore;

          già un mese fa il gruppo parlamentare del PD alla Camera dei deputati aveva depositato un atto di sindacato ispettivo in merito alle continue aggressioni ai danni del personale in servizio nel trasporto pubblico locale, senza però avere ricevuto risposta;

          le organizzazioni sindacali da tempo chiedono interventi mirati per affrontare quella che è diventata una vera e propria emergenza e assicurare le condizioni di sicurezza necessarie per il personale in servizio nello svolgimento del proprio lavoro –:

          quali iniziative intenda assumere il Governo, con la massima urgenza e con il pieno coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, per contrastare ogni forma di violenza a consentire al personale di svolgere in sicurezza il proprio lavoro.
(5-01173)

Interrogazione a risposta scritta:


      CANNATA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

          l'autostrada Siracusa-Gela, nella zona orientale della Sicilia, è stata progettata nel 1973 e negli ultimi decenni ne sono stati inaugurati alcuni tratti tra Siracusa e Ispica, ma non è ancora finita: mancano poco più di 50 chilometri sui 144 totali previsti tra Modica e Gela;

          si iniziò a discutere della Siracusa-Gela a metà degli anni Sessanta come collegamento autostradale veloce tra i poli petrolchimici di Siracusa e Gela per sostenere lo sviluppo industriale di tutta la zona sud-occidentale della Sicilia;

          nella storia della realizzazione di questa autostrada si sono concentrati molti problemi: enormi ritardi, inchieste, appalti da rifare, interruzioni durate diversi anni e investimenti molto superiori alle attese;

          il primo tratto tra Siracusa e Cassibile, di appena 9 chilometri, fu costruito in 9 anni e aprì nel 1983; dopodiché i lavori si fermarono per quasi un decennio, sia per ritardi di natura tecnica sia perché emersero dubbi sul progetto che prevedeva il passaggio del tracciato in aree che nel decennio precedente erano state protette con vincoli ambientali;

          il percorso venne riprogettato e nel 2002 iniziarono i lavori del secondo tratto fino a Noto che fu inaugurato nel 2008, mentre nel 2012 fu realizzato il tratto fino a Rosolini, che in precedenza era stato sequestrato dalla procura in seguito a cedimenti; l'ultimo tratto che va da Rosolini a Ispica è stato inaugurato nel 2021;

          nel 2022 l'allora assessore regionale alle infrastrutture annunciò la fine dei lavori del tratto tra Ispica e Modica entro l'anno, ma il rincaro dei materiali da costruzione e l'aumento dell'energia hanno modificato i tempi di costruzione;

          lo scorso febbraio 2023 il presidente del Consorzio autostrade siciliane (Cas), l'ente pubblico concessionario delle autostrade dell'isola e committente dei lavori, ha ammesso difficoltà economiche che non consentivano di pagare le aziende, tra cui l'azienda Cosedil, che nel 2018 aveva rilevato l'appalto dopo il fallimento di un'altra azienda, la Condotte spa;

          all'inizio di aprile 2023 sono stati già erogati dal Ministero 2,37 milioni che il Cas utilizzerà principalmente per pagare la Cosedil e, grazie allo sblocco di una parte dei pagamenti, i lavori sono stati rallentati, ma non fermati;

          per come è andata finora, però, non è possibile fare previsioni sulla conclusione della realizzazione dell'autostrada Siracusa-Gela –:

          quale sia lo stato dell'arte dei lavori di costruzione di questa importante arteria autostradale, quali siano i tempi stimati e il dettaglio delle attività previste per il suo completamento;

          se e quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda intraprendere affinché sia rispettato il cronoprogramma della realizzazione di questa importante infrastruttura autostradale.
(4-01394)

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


      MALAVASI. — Al Ministro della salute, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

          a livello globale sono più di 765 milioni i casi di positività al virus COVID-19 confermati nel mondo dall'inizio della pandemia e quasi 7 milioni i decessi registrati. Nel panorama internazionale l'Italia, con più di 25 milioni di casi, è stato uno dei Paesi più colpiti dalla pandemia, con un numero significativo di decessi, pari a circa 190.000, che si è rilevato soprattutto nella prima fase della pandemia, prima dell'avvio della campagna vaccinale;

          l'Ema (l'Agenzia europea del farmaco) e l'Ecdc (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) hanno di recente sollecitato le autorità nazionali italiane ad agire velocemente per la realizzazione della campagna di vaccinazione anti-COVID-19;

          ad oggi, infatti, le autorità nazionali, non hanno previsto le linee guida relative all'organizzazione della campagna vaccinale anti-COVID-19 per i mesi autunnali e invernali;

          il nuovo piano nazionale della prevenzione vaccinale 2023-2025, non ancora approvato dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome, ad oltre un anno e mezzo dal termine dei lavori del tavolo tecnico incaricato dal Ministero della salute di perfezionare la proposta di piano, e ad oltre un anno dal termine della revisione dei contenuti dello stesso piano da parte del gruppo consultivo nazionale sulle vaccinazioni, non contiene, nella versione pubblicata, riferimenti alla vaccinazione contro il COVID-19;

          inoltre detta vaccinazione non è prevista neanche nel calendario vaccinale, allegato al piano, che viene aggiornato annualmente e che non la menziona neppure con riferimento agli over 65 e ai soggetti fragili;

          l'Agenzia italiana del farmaco ha affermato che c'è un declino della protezione fornita dai vaccini a partire da circa 5-6 mesi dal completamento del ciclo vaccinale iniziale e, dunque, è quanto mai opportuno invitare la popolazione alla somministrazione di una dose di richiamo, in quanto la vaccinazione resta lo strumento di prevenzione più efficace nel contrastare e prevenire le infezioni;

          nel silenzio delle autorità nazionali, la Società italiana d'igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti) e la Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simiti), hanno formulato delle indicazioni derivanti da un'analisi delle migliori evidenze scientifiche, raccomandando l'uso di una nuova dose di vaccino contro il COVID-19 nel periodo autunnale, ogni dodici mesi;

          le due società scientifiche citate si sono attivate al fine di sensibilizzare gli operatori sanitari e avviare una nuova strategia vaccinale attraverso il coinvolgimento di tutti i soggetti adulti over 50, di coloro, tra i 6 mesi e i 50 anni, con condizioni di fragilità e gli operatori sanitari dopo 12 mesi dall'ultima vaccinazione ricevuta; il richiamo dopo 6 mesi è invece raccomandato per tutti gli anziani over 75, per tutti coloro che sono al di sopra di 6 mesi di età con condizioni di immuno-compressione moderata o grave, per le donne in gravidanza (a distanza di 6 mesi dalla precedente); per tutti i soggetti non rientranti nelle categorie anzi dette, è invece consigliata una dose annuale di vaccini, ogni 12 mesi;

          tali indicazioni potrebbero costituire una guida per la programmazione della campagna vaccinale autunnale, non ancora strutturata –:

          quali siano i tempi previsti per l'approvazione del piano nazionale della prevenzione vaccinale 2023-2025 da parte della Conferenza delle regioni e delle province autonome;

          se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative di competenza intendano adottare al fine di sostenere l'organizzazione della campagna vaccinale anti-COVID-19 per i mesi autunnali e invernali.
(5-01174)

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

      L'interrogazione a risposta in Commissione Fossi e altri n. 5-01167, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 20 luglio 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Bonafè.

ERRATA CORRIGE

      Risoluzione in Commissione Mollicone n. 7-00126 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta n. 142 del 19 luglio 2023. Alla pagina 4203, seconda colonna, alla riga quarantaduesima, deve leggersi: «30 anni», e non come stampato.