XIX LEGISLATURA
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazione a risposta orale:
DE MARIA, BRAGA, MEROLA, ASCANI, BARBAGALLO, BERRUTO, BOLDRINI, CARÈ, CUPERLO, CURTI, D'ALFONSO, DE LUCA, DI BIASE, DI SANZO, FASSINO, FERRARI, FORATTINI, FORNARO, FOSSI, FURFARO, GHIO, GIANASSI, GIRELLI, GNASSI, GRAZIANO, GRIBAUDO, GUERRA, IACONO, LACARRA, LAI, LAUS, MADIA, MALAVASI, MANZI, MARINO, MAURI, MORASSUT, UBALDO PAGANO, PELUFFO, PORTA, QUARTAPELLE PROCOPIO, TONI RICCIARDI, SARRACINO, SCARPA, SERRACCHIANI, SIMIANI, STUMPO, TABACCI e VACCARI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:
Giuliano Amato ha rilasciato, in questi giorni, dichiarazioni molto significative sulla strage di Ustica;
si conferma quanto emerso in sede giudiziaria e cioè che il Dc 9 Itavia è stato abbattuto nel corso di una battaglia aerea nei cieli del nostro Paese;
i familiari delle vittime attendono ancora giustizia;
in quell'occasione fu evidentemente violata in modo gravissimo la nostra sovranità nazionale;
i Governi di Paesi amici dell'Italia, quali Francia e Stati Uniti, potrebbero conoscere o arrivare a conoscenza di notizie utili per il pieno accertamento della verità –:
quali iniziative il Governo intenda assumere a livello internazionale per contribuire al pieno accertamento della verità sulla strage di Ustica.
(3-00623)
AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA
Interrogazione a risposta orale:
QUARTINI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
è nota la vicenda di una famiglia toscana che, richiesta ed ottenuta, dopo un complesso iter istruttorio coinvolgenti diversi soggetti ed enti, autorizzazione a costruire sul proprio terreno, ha visto l'opera contrastata da un vicino, attraverso azioni giudiziali. La famiglia in oggetto, dopo un iniziale stop ai lavori, ha visto riconfermata la regolarità della propria posizione, proseguendo e terminando, dopo sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Toscana (n. 925 del 2018) la propria abitazione;
ulteriore ricorso al Consiglio di Stato, da parte del vicino, contro tutti i soggetti pubblici coinvolti nella procedura autorizzativa (comuni di Ponsacco, Pontedera, regione Toscana, Unione Valdera, provincia di Pisa, Soprintendenza Pisa e Livorno) oltre che nei confronti dei membri della famiglia proprietaria della nuova abitazione, ha visto (sentenza 7579/2020), un capovolgimento delle responsabilità;
degli svariati motivi addotti, ha resistito quello per cui l'edificio è costruito vicino a quello che un tempo era un giardino; al Consiglio di Stato, il comune di Ponsacco ribadiva che «l'area [...] ubicata sul territorio del Comune di Pontedera e prospiciente il realizzando intervento (sul Comune di Ponsacco) è classificata come non boscata dal PTC e dal Piano Strutturale del Comune di Pontedera»;
anche la regione Toscana depositava memoria rappresentando che nel territorio del comune di Ponsacco «non è stata peraltro rilevata, secondo la documentazione presentata, la presenza di aree boscate e quindi alcun vincolo di natura paesaggistica»;
una verificazione richiesta dal Consiglio di Stato rivelava come l'area «in passato fosse stata progettata e gestita con specifiche finalità "estetiche" e/o "ricreative"». L'abbandono aveva trasformato il giardino in qualcosa d'altro: «le particelle catastali adiacenti alla nuova costruzione sono infatti in chiaro stato di abbandono colturale da diversi anni: questo ha portato ad una vegetazione arborea in fase di espansione progressiva come dimostrato dagli attivi processi di rinnovazione di specie»;
per il Consiglio di Stato, la sola «presenza in rerum natura di un bosco, secondo la definizione datane dalla legislazione nazionale e regionale» rendeva al terreno applicabile la normativa relativa ai boschi; fra queste, quella del «vincolo [che] sussiste infatti per la sola» presenza del bosco. Con sentenza 9666 del 4 novembre 2022 ordinava al comune di Ponsacco di adottare ingiunzione di demolizione delle opere. Il comune ha quindi adottato l'ordine n. 201 del 16 novembre 2022, contro cui i proprietari dell'immobile insorgevano al TAR, soccombendo;
rispettando le valutazioni giudiziarie, in un simile caso «prototipo» (in relazione al quale sono peraltro pendenti altre forme di ricorso gerarchico ed amministrativo), laddove una situazione di fatto (l'abbandono di terreno non agricolo) «supera» gli strumenti di pianificazione in maniera inattesa per le parti coinvolte e per gli stessi soggetti pubblici, sarebbe opportuno tutelare in maniera equa entrambi gli interessi contrapposti;
questo, considerando che si confrontano il diritto ad un'abitazione familiare e la richiesta del vicino di distanza da quello che era un giardino e che, a causa di abbandono, è divenuto paragonabile ad un bosco, e considerando che in un simile caso esistono altri strumenti risarcitori per responsabilità peraltro eventualmente addebitabili ad altri soggetti. Infatti, la parte soccombente ha agito in legittimo affidamento alla luce di una serie di permessi richiesti ed ottenuti da diverse autorità nel corso di complesse e prolungate istruttorie;
mancando una chiara normativa a monte, è pensabile sanzionare le responsabilità risarcendo il vicino, senza però imporre demolizione del fabbricato per la presenza di un giardino divenuto bosco per abbandono. Ciò, anche per prevenire futuri analoghi contenziosi –:
se siano al corrente di quanto sopra e se non si intenda adottare iniziative di carattere normativo al fine di una più equa tutela degli interessi «in gioco» in casi quali quello segnalato in premessa.
(3-00624)
Interrogazioni a risposta scritta:
UBALDO PAGANO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
con nota del 8 agosto 2023 il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica – Direzione generale valutazioni ambientali, ha comunicato alla regione Puglia la procedibilità dell'istanza presentata da «Santa Chiara Energia S.r.l.» per il rilascio del provvedimento di Via statale ex articolo 23 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modificazioni e integrazioni in merito al progetto di realizzazione di un parco eolico da realizzarsi nei comuni di Taranto (TA), Lizzano (Taranto) e Torricella (Taranto), con opere di connessione alla RTN e impianto di accumulo che interessano anche i comuni di Carosino (Taranto), Monteparano (Taranto), Fragagnano (Taranto) e Sava (Taranto);
il progetto dell'impianto eolico prevede la realizzazione di 16 aerogeneratori, di cui 11 di potenza unitaria pari a 7,2 megawatt e 5 di potenza unitaria di 4,2 megawatt, per una potenza complessiva d'impianto pari a 100,2 megawatt;
nella medesima nota, il Mase, sulla base di quanto dichiarato dalla società Santa Chiara Energia S.r.l., ha comunicato che il citato progetto rientra tra quelli disciplinati dall'articolo 8, comma 2-bis del decreto legislativo n. 15 del 2006 e successive modificazioni e integrazioni, poiché ricompreso tra le categorie progettuali di cui all'allegato II alla parte seconda del citato decreto, di competenza statale, nonché tra i progetti di attuazione del Piano nazionale energia e clima (Pniec) di cui all'allegato I-bis del medesimo decreto;
per tale progetto, dunque, applicandosi i tempi e le modalità di cui all'articolo 8, comma 2-bis, nonché degli articoli 24 e 25 del decreto legislativo n. 152 del 2006, la regione Puglia ha comunicato ai comuni e agli altri enti pubblici interessati la decorrenza a far data dell'8 agosto 2023 del termine di trenta (30) giorni per l'invio dei pareri;
la procedura applicata prevede che la regione svolga esclusivamente un'istruttoria tecnica e, al tempo stesso, esclude che il parere «politico» reso dai comuni interessati, in assenza di elementi tecnici di rilievo, possa pregiudicare l'esito positivo del procedimento;
in sostanza, dunque, soprattutto anche a causa delle ultime semplificazioni introdotte con la conversione in legge del decreto-legge n. 13 del 2023 e n. 34 del 2023, gli enti territoriali sono sprovvisti di strumenti adeguati a far valere il proprio eventuale dissenso alla realizzazione di opere dal forte impatto ambientale e paesaggistico;
si precisa, infine, che la presenza di diversi errori nella documentazione presentata dalla suddetta società, come ad esempio il riferimento alla città di Lucera (in provincia di Foggia e distante più di 200 km dai comuni interessati dal citato progetto), fa sorgere il sospetto che parti di tale documentazione siano stati prodotti «in serie», ossia senza il dovuto riguardo per le peculiarità dei territori –:
se ritenga che i procedimenti vigenti a norma di legge tutelino pienamente gli interessi delle amministrazioni e delle comunità coinvolte in progetti come quelli di cui in premessa;
se intenda, per quanto di competenza, intraprendere iniziative volte a verificare il corretto adempimento degli obblighi ricadenti sul soggetto proponente nell'ambito dell'istanza presentata per la realizzazione del parco eolico nel territorio tarantino;
se intenda, per quanto di competenza, intraprendere iniziative di carattere normativo volte ad assicurare alle amministrazioni interessate di esprimere un parere vincolante, anche fondato su considerazioni ulteriori rispetto a meri rilievi tecnici.
(4-01532)
PAVANELLI e MORFINO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
con l'approvazione della legge provinciale n. 9 del 2023 e dell'addendum al quinto aggiornamento del piano rifiuti, la provincia autonoma di Trento, invece di aumentare la raccolta differenziata e ridurre i quantitativi prodotti di rifiuti urbani in linea con le direttive europee sul Green New Deal, intende costruire un inceneritore sul suo territorio;
a Bolzano è già in funzione l'inceneritore gestito dalla Eco Center s.p.a.; qualora realizzato, l'impianto di Trento rappresenterebbe il secondo in una regione di 1 milione di abitanti circa. La capacità di incenerimento passerebbe dal 25 per cento a oltre il 45 per cento contro una media nazionale del 18 per cento. Ciò comporterebbe un ulteriore aumento dei gas serra e dell'inquinamento in un'area già fortemente soggetta alle emissioni dei mezzi in transito sull'autostrada del Brennero, senza considerare l'insostenibilità economica del progetto e la necessità di importare rifiuti speciali da fuori regione per garantire il funzionamento dell'impianto;
la direttiva europea sulla gestione dei rifiuti prevede di raggiungere entro il 2035 obiettivi ambiziosi di riciclo dei rifiuti urbani. Con il secondo inceneritore il Trentino-Alto Adige/Südtirol diventerebbe la regione italiana con il più alto numero di inceneritori per abitante;
nella risposta all'eurointerrogazione P-002347/2023 fornita dal commissario europeo all'ambiente è stato specificato che a norma dell'articolo 16 della direttiva quadro sui rifiuti, gli Stati membri adottano le misure appropriate per la creazione di una rete integrata ed adeguata di impianti di smaltimento dei rifiuti, tenendo conto delle migliori tecniche disponibili. La direttiva definisce in particolare i requisiti per la concessione delle autorizzazioni relative al trattamento dei rifiuti;
il commissario europeo ha specificato che la scelta del tipo e dell'ubicazione degli impianti di trattamento dei rifiuti è di esclusiva responsabilità delle autorità nazionali, purché risulti rispettato il diritto dell'Unione europea. Occorre prestare particolare attenzione al rispetto dei principi di prossimità e di autosufficienza e alla gerarchia dei rifiuti, in base a cui il riciclaggio va preferito rispetto all'incenerimento dei rifiuti con produzione di energia, mentre quest'ultimo va preferito all'incenerimento senza recupero di energia e allo smaltimento in discarica;
su base annuale o semestrale, la Commissione verifica che gli Stati membri stiano attuando la normativa dell'Unione europea in materia di rifiuti, controllando in particolare il conseguimento degli obiettivi in materia di raccolta, riutilizzo, riciclaggio e recupero. La Commissione valuta anche i piani di gestione dei rifiuti, che in Italia vengono elaborati a livello regionale. Sono tuttavia le autorità degli Stati membri, ivi compresa la magistratura, ad avere la responsabilità di garantire la conformità al diritto dell'Unione europea, anche in termini di valutazione del possibile impatto ambientale dei progetti e di verifica dei singoli casi di potenziale violazione delle norme applicabili –:
se non ritenga di adottare ogni iniziativa di competenza volta a scongiurare ipotesi di infrazioni comunitarie alla luce della normativa europea in materia di rifiuti e delle politiche di riutilizzo, riciclo e recupero dei materiali;
se non ritenga di adottare iniziative, per quanto di competenza, volte a favorire degli accordi di durata pluriennale tra la provincia di Trento e i gestori di impianti localizzati nei territori limitrofi al fine di ottimizzare la funzionalità degli impianti di smaltimento già installati ed evitare l'impiego di risorse pubbliche per realizzarne di nuovi.
(4-01533)
ECONOMIA E FINANZE
Interrogazione a risposta orale:
EVI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
il Monte dei Paschi di Siena (MPS), istituto di credito italiano fondato nel 1472, è la più antica banca d'Europa in attività. Attualmente l'azionista di maggioranza è lo Stato italiano che, dopo il salvataggio di fine 2016, detiene il 64,2 per cento del capitale sociale, con la partecipazione diretta del Ministero dell'economia e delle finanze;
per Mps era stato disegnato un percorso di uscita del socio pubblico dopo il suo salvataggio, ma la pandemia da Covid ne ha inevitabilmente frenato l'iter;
in questi giorni sono emersi in tutta evidenza pareri e valutazioni difformi nella maggioranza di Governo sull'uscita del Ministero dell'economia e delle finanze dal capitale della banca senese, operazione che secondo gli analisti comporta significativi rischi anche per la quotazione del titolo a Milano;
il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, di Forza Italia, ha recentemente ribadito la necessità di «procedere alla privatizzazione» e quindi all'uscita del Ministero dell'economia e delle finanze dal capitale della banca senese, e che «prima si fa meglio è». Alberto Bagnai, vicepresidente della Commissione finanze della Camera e responsabile economico della Lega, ha invece nelle stesse ore sottolineato che «Così come la privatizzazione dei porti, anche la vendita della quota di Monte dei Paschi non è all'ordine del giorno» e «il Governo ha il dovere di approfondire i dossier e discuterne attentamente e riservatamente». Anche il sottosegretario leghista del Ministero dell'economia e delle finanze, Federico Freni, ha invitato alla cautela, trattandosi di «società quotate» e «soggette a vigilanza». E ancora: «Verrà il giorno in cui sarà ceduta, ma la fretta non è una buona consigliera»;
le suddette diverse e a volte opposte posizioni ribadite dai rappresentanti dei partiti che sostengono il Governo rischiano di avere un effetto speculativo sul valore del titolo MPS. È doveroso ricordare che banca MPS è quotata in borsa per una quota variabile tra il 25 e il 30 per cento e che queste dichiarazioni hanno effetti diretti sulle quotazioni del titolo;
a parere degli interroganti è necessario che il MPS operi a sostegno e a supporto dell'economia reale, con particolare riguardo alla transizione ecologica, dove i protagonisti sono soprattutto le piccole e medie imprese –:
quali siano i reali intendimenti del Governo in merito a tempi e modi dell'uscita del Ministero dell'economia e delle finanze dal capitale della banca;
se non intenda adottare ogni iniziativa utile di competenza affinché il MPS rappresenti un punto di riferimento e supporto per l'economia reale e in particolare per il sostegno alla transizione ecologica;
quali iniziative di competenza si intendano assumere al fine di tutelare la storia e l'appartenenza dell'istituto al territorio senese.
(3-00622)
GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta scritta:
GIACHETTI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
il 30 agosto 2023 il quotidiano «La Nuova di Venezia Mestre» ha pubblicato una lettera scritta da Franca Berto, moglie del detenuto ed ex guardia giurata Massimo Zen, condannato dalla Corte di cassazione alla pena definitiva di nove anni e sei mesi per l'omicidio di Manuel Major, entrato in carcere a Padova il 16 giugno 2023 e successivamente trasferito per motivi di sicurezza (presenza tra i detenuti di molti parenti della vittima) nella casa circondariale di Verona Montorio;
nella lettera la signora Berto lancia un allarme sulle condizioni di vita dei detenuti della casa circondariale di Verona raccontandone le condizioni di sovraffollamento (514 detenuti contro la capienza prevista di 335), di condizioni igieniche inaccettabili nelle celle e nelle docce e anche nei bagni della sala d'attesa parenti, sull'assenza o inadeguatezza dei percorsi riabilitativi purtroppo garantiti a pochi soggetti e, ancora, di frequenti tentati suicidi di cui non si ha notizia sulle pagine dei giornali;
sullo stesso quotidiano il 31 agosto, in un articolo a firma di Enrico Ferro, vengono riportati dati allarmanti da tutti i punti di vista per tutta la regione a partire dai numeri del sovraffollamento a Treviso con 213 presenti invece che 138, Padova con 622 invece di 438, dati che con Verona collocano il Veneto al terzo posto in Italia per questo problema;
nel medesimo articolo a lanciare l'allarme sono don Carlo Vinco, garante per i diritti dei detenuti a Verona, e il garante regionale Mario Caramel che sottolineano gli effetti negativi del sovraffollamento su vari ambiti: il rapporto tra detenuti e educatori con una media di 70 reclusi per educatore, il numero insufficiente di agenti, ispettori, comandanti e anche figure contabili segnalato anche dalle denunce dei sindacati di polizia;
ulteriori problemi sono causati dall'assenza dei direttori per la quale il garante regionale già dal 28 gennaio 2022 si è speso scrivendo una nota al Dap per sottolineare l'urgenza di dare stabilità agli istituti veneti, visto che ci sono molte sedi vacanti coperte da «reggenti» la cui condizione influisce in maniera negativa nell'organizzazione e sul funzionamento generale;
altro problema è rappresentato dai detenuti con problemi psichiatrici che restano con gli altri detenuti, poiché in Veneto c'è solo la Rems di Nogara con 40 posti che risulta totalmente insufficiente a coprire il fabbisogno attuale;
infine si segnalano problemi strutturali in tutti gli istituti con casi eclatanti come quello del carcere di Vicenza costruito su un terreno paludoso e in cui spesso l'acqua sale dalle fondamenta, o il carcere minorile di Treviso, che secondo quanto sostenuto dalla Cgil, è stato riaperto dopo una rivolta pur non essendo a norma in quanto dotato di una sola scala antincendio di ristrette dimensioni –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza della drammatica situazione in cui versano la casa circondariale di Verona Montorio e gli altri istituti penitenziari della regione Veneto con tutti i problemi sopra indicati, e quali iniziative urgenti intenda intraprendere al fine di risolvere le numerose criticità anche organizzative, evitando possibili episodi di violenza, tentativi di suicidio o qualsiasi situazione che possa compromettere ulteriormente la sicurezza di tutta popolazione penitenziaria.
(4-01527)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazione a risposta in Commissione:
GRIBAUDO, SCHLEIN, BRAGA, GHIO, FURFARO, GUERRA, SCOTTO, FOSSI, LAUS e SARRACINO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:
nel 2023, una strage come quella avvenuta nella stazione di Brandito non è più accettabile;
com'è stato opportunamente osservato, non è accettabile che in un cantiere ferroviario cinque lavoratori possano ancora morire per un errore umano che, con le tecnologie di ultima generazione, si potrebbe evitare. Così come non è accettabile che le procedure di sicurezza siano ancora basate sugli scambi di fonogrammi o di telefonate da trascrivere su moduli;
già dalle prime notizie emergerebbe una serie di disfunzioni e di errori nelle procedure di intervento che caratterizzerebbero non solo il drammatico evento della stazione di Brandizzo, su cui la magistratura accerterà le eventuali responsabilità penali, ma più complessivamente le stesse modalità di manutenzione e riparazione della rete ferroviaria;
anche per scongiurare tali rischi, già oggi è disponibile la tecnologia dell'European Rail Traffic Management System/European Train Control System (Ermts/Etcs);
come spiega il sito di Rfi, tale soluzione fornisce al macchinista tutte le informazioni necessarie per una guida strumentale, controllando costantemente gli effetti del suo operato sulla sicurezza della marcia del treno e attivando la frenatura d'urgenza nel caso la velocità del treno risultasse superiore a quella ammessa;
al 31 dicembre 2022, la tecnologia Ermts risultava installata solo su 878 chilometri della rete ad alta velocità, con l'obiettivo di arrivare entro il 2026 a coprire altri 3.400 chilometri, mentre l'implementazione per tutti i 16.800 chilometri della rete ferroviaria nazionale si completerebbe solo nel 2036;
nel progetto di rimodulazione degli investimenti del PNRR, il Ministro Fitto ha annunciato che sul capitolo relativo agli interventi nel settore ferroviario verranno tagliati 1,3 miliardi di euro, di cui 500 milioni riguardano proprio l'istallazione dell'Ermts;
laddove confermata, si tratterebbe di una scelta drammaticamente sbagliata e in contraddizione con lo stesso contratto di programma con Rfi definito nell'estate 2022 dal Governo Draghi e confermato dalla firma del dicembre 2022, che mette il tema della sicurezza al centro della strategia di sviluppo per i prossimi anni;
lo sviluppo del Paese e il rilancio degli investimenti nelle infrastrutture non può non vedere al primo posto l'obiettivo del miglioramento della sicurezza per gli utenti e per i lavoratori del settore;
ogni sforzo dovrebbe essere indirizzato non solo per scongiurare l'annunciato taglio dei fondi del PNRR, finalizzati al programmato ampliamento della tecnologia Ermts entro il termine del 2026, ma per anticipare i tempi di estensione all'intera rete ferroviaria, ben prima della ipotizzata scadenza del 2036;
lo scorso 13 luglio 2023 le principali organizzazioni sindacali hanno indetto uno sciopero nazionale finalizzato a sollecitare, tra l'altro, un adeguato piano di assunzioni, una mitigazione dei carichi di lavoro nella programmazione dei turni degli equipaggi, favorendo la conciliazione dei tempi di lavoro con quelli della vita privata, nonché il rilancio del settore manutenzione –:
quali siano le ragioni della richiamata decisione di ridimensionare gli investimenti previsti dal PNRR per l'implementazione della diffusione della tecnologia Ermts entro il 2026;
se non ritengano necessario rivedere la decisione di definanziamento degli investimenti nella tecnologia Ermts;
quali iniziative intendano adottare al fine di assicurare l'integrale applicazione della tecnologia Ermts sulla intera rete ferroviaria italiana, ben prima del programmato termine del 2036.
(5-01265)
Interrogazioni a risposta scritta:
EVI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
con l'approvazione del decreto-legge n. 16, dell'11 marzo 2020, sono state rese disponibili risorse per 20 milioni di euro per la realizzazione del tratto Pradello-Abbadia Lariana, in provincia di Lecco, il cui completamento è previsto entro l'anno 2026. Questo tratto fa parte della ciclovia Brezza sull'Adda che lungo un percorso di 300 chilometri da Bormio a Cremona, passando per Milano, arriva fino a congiungersi con la ciclovia «Ven.To» Venezia-Torino che costeggia il fiume Po;
nel 2009 la società Anas aveva aperto una gara di appalto per la realizzazione della ciclabile Lecco-Abbadia Lariana. Successivamente la gara di appalto ha incontrato difficoltà tecniche ed è stata suddivisa in due lotti separati. Il primo lotto, relativo al tratto Lecco-Pradello è stato inaugurato nel 2019;
il secondo lotto, relativo al tratto Pradello-Abbadia Lariana, dopo 18 anni dalla sua definizione iniziale, è ancora in attesa di essere completato;
nel corso del 2022 si è tenuta la conferenza dei servizi a cui, in data 8 marzo 2023, è seguita la conferenza decisoria, nel corso della quale non sono state presentate opposizioni all'opera. In questo modo si è conclusa positivamente la fase tecnica preliminare sul progetto definitivo;
allo stato attuale l'unico percorso possibile per il traffico pedonale e ciclistico tra le località di Pradello ed Abbadia Lariana avviene per tre chilometri lungo la strada statale 36 (del lago di Como e dello Spluga, strada statale 36) ad alto scorrimento realizzata su doppia corsia su due carreggiate;
il limite di velocità della strada statale 36, per gli autoveicoli leggeri e pesanti, è di settanta chilometri orari, tuttavia non essendo presenti sistemi di controllo della velocità, abitualmente i veicoli percorrono questa strada a velocità superiore al limite consentito –:
quale sia il cronoprogramma dei lavori con cui la società Anas s.p.a. intende realizzare il tratto di ciclovia tra le località di Pradello e Abbadia Lariana;
quale iniziativa si intenda adottare per ridurre il rischio di incidenti, considerata la situazione di grave pericolo in cui si trovano pedoni e ciclisti nel percorrere la strada statale 36;
se non si ritenga opportuno conferire un livello di priorità elevata alla realizzazione della ciclabile nel tratto Pradello-Abbadia Lariana, che anticipi la data indicata del 2026, onde evitare la situazione di pericolo in cui si trovano costretti pedoni e ciclisti e per ridurre i disagi causati ai conducenti del traffico leggero e pesante.
(4-01524)
UBALDO PAGANO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
nel luglio 2018 sono stati avviati i lavori relativi all'adeguamento ed ammodernamento in sede e in variante con costruzione della quarta corsia sull'Orimini Superiore tra Taranto e Martina Franca, la realizzazione di rotatorie per migliorare la viabilità e delle aste di penetrazione a Martina Franca, per un costo complessivo dell'intervento pari a 36 milioni di euro;
il termine di completamento dei lavori della strada statale 172 «Dei Trulli», è stato più volte prorogato da Anas in qualità di stazione appaltante e da ultimo fissato a gennaio del 2024;
nel frattempo continuano i disagi per l'intera area, considerato che la strada statale 172 rappresenta un'arteria viaria fondamentale per il collegamento tra la Valle d'Itria e la città di Taranto;
nel tratto di 4,5 chilometri interessato dai lavori, infatti, gli automobilisti sono costretti a percorrere un tragitto a corsia unica, quotidianamente percorso da mezzi pesanti, con tutto ciò che ne consegue in termini di fluidità del traffico e viabilità;
tale tratto di strada rappresenta un serio pericolo per la sicurezza degli utenti e difatti, con preoccupante frequenza, si registrano incidenti anche mortali;
il lento procedere dei lavori e lo stato di perenne cantiere rappresenta anche un forte danno economico per il territorio e d'immagine per un'area a forte richiamo turistico –:
se intenda fornire informazioni con riguardo all'attuale stato dei lavori e alle motivazioni alla base dei continui ritardi;
se intenda intraprendere iniziative, per quanto di competenza, al fine di consentire il definitivo completamento delle opere nel minor tempo possibile.
(4-01526)
PAVANELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
il regolamento (UE) 2021/782 del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 aprile 2021 relativo ai diritti e agli obblighi dei passeggeri nel trasporto ferroviario contiene – tra le altre – le disposizioni a tutela dei diritti dei passeggeri consumatori considerati «parte più debole del contratto di trasporto»;
in particolare, l'articolo 18 della citata normativa comunitaria, sancisce il diritto integrale di rimborso del titolo di viaggio nell'ipotesi di ritardo all'arrivo alla destinazione finale prevista dal contratto di trasporto maggiore o uguale a sessanta minuti;
inoltre, a norma del più generale articolo 8 del regolamento, «le condizioni generali di trasporto determinano le condizioni che danno luogo al rimborso del prezzo del trasporto». Tra queste figura il rimborso del biglietto con trattenuta per rinuncia al viaggio per esigenze del passeggero. Ipotesi che si verifica – a norma del paragrafo 10.2 delle condizioni generali di trasporto Trenitalia – allorquando il passeggero per proprie personali esigenze intenda rinunciare all'intero viaggio, prima della partenza del treno prenotato;
Trenitalia s.p.a., in ottemperanza ai prescritti obblighi, ha predisposto un'apposita sezione del proprio sito web destinata alle summenzionate ipotesi di rimborso del titolo di viaggio;
da segnalazioni pervenute all'interrogante, tuttavia, emergono ritardi o mancanze nell'erogazione dei rimborsi richiesti dai passeggeri consumatori, nonostante la pratica di rimborso sia stata correttamente avviata e «accettata» da Trenitalia –:
se il Ministro sia a conoscenza di quanto esposto in premessa;
se non intenda adottare iniziative, per quanto di competenza volte a verificare il corretto iter di conclusione della procedure di rimborso spettante al passeggero a norma del regolamento (UE) 2021/782 e delle condizioni generali di trasporto di Trenitalia.
(4-01529)
PAVANELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
con ordinanza del 29 luglio 2023 la Procura della Repubblica di Trento ha posto sotto sequestro circa un ettaro di superficie all'interno del cantiere della realizzanda Circonvallazione ferroviaria AC/AV di Trento. Per gli effetti della predetta ordinanza il responsabile del progetto, l'ingegnere Damiano Beschin, è stato iscritto sul libro degli indagati fra gli altri per il reato di disastro ambientale;
il sequestro dell'area è avvenuto dopo che i comitati che negli ultimi anni hanno espresso la loro contrarietà rispetto all'attuale progetto della circonvallazione ferroviaria di Trento segnalando la pericolosità dei lavori di costruzione di tale opera dentro le aree inquinate di Trento Nord, hanno presentato un esposto alla magistratura evidenziando non solo il mancato rispetto da parte di RFI, delle prescrizioni che sono parte integrante delle procedura per poter realizzare l'opera ma veri e propri movimenti di terra che con dette prescrizioni apparirebbero in netto contrasto;
in data 16 luglio 2023 il presidente della Provincia Maurizio Fugatti, in una lettera inviata al Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica (MASE), notiziava il direttore generale del MASE che RFI non intendeva operare la «caratterizzazione ambientale» di quelle aree ma riteneva di poter operare con una semplice «caratterizzazione a rifiuto» e riaffermava la volontà della giunta a che la caratterizzazione ambientale venisse realizzata;
le prescrizioni collegate al progetto del bypass ferroviario in ordine alle aree di Trento Nord sono le seguenti: 1. obbligo di caratterizzare tutti i terreni movimentati nel SIN (condizione n. 7 della Commissione Tecnica Pnrr Pniec). Tale prescrizione doveva essere realizzata ante operam e prima della progettazione esecutiva; 2. obbligo di caratterizzazione dell'areale ferroviario e sotto i binari ai sensi del comma 694 dell'articolo 1 della legge di Bilancio dello Stato 2023-2025 con il quale il Parlamento ha stanziato 2 milioni di euro; 3. ottemperanza dell'articolo 84-ter del PRG del Comune di Trento, che obbliga alla caratterizzazione di tutte le aree limitrofe alle ex Sloi e Carbochimica; 4. rispetto della prescrizione 20 B di cui alla ordinanza n. 3 della Commissaria Straordinaria per il Brennero, che obbliga alla caratterizzazione ambientale l'ex Scalo Filzi, obbligo che doveva essere ottemperato ancora prima della cantierizzazione;
risulta all'interrogante che RFI non abbia ottemperato ad alcuna delle suddette prescrizioni e che abbia espressamente dichiarato che non intende farlo;
risulta che all'interno del PFTE andato a gara (PFTE arricchito o PFTE plus) non ci sono i finanziamenti per la realizzazione delle bonifiche di queste aree e che in una recente intervista giornalistica il Dirigente generale di Dipartimento protezione civile, foreste e fauna, l'ingegnere Raffaele De Col, ha parlato di costi nell'ordine dei 90 milioni di euro solo per il garantire il transito in linea della circonvallazione AC/AV attraverso le aree inquinate di Trento Nord;
è pacifico che, di fronte a quello che si sta configurando come una pesante impasse per la continuazione dell'opera, diventi sempre più probabile lo sforamento dei termini previsti dal PNRR (giugno 2026) per la realizzazione della circonvallazione e che aumenti il rischio di perdere in tutto o in parte il contributo dell'Unione europea per la realizzazione dell'opera stessa –:
se non si ritenga di dovere adottare iniziative di competenza al fine di superare gli ostacoli illustrati nelle premesse garantendo il rispetto delle scadenze per la realizzazione della circonvallazione ferrovia e delle prescrizioni per assicurare la tutela della salute pubblica in un territorio che ha già pesantemente conosciuto le conseguenze dell'inquinamento di quelle aree.
(4-01534)
ISTRUZIONE E MERITO
Interrogazione a risposta in Commissione:
CASU, MANZI, DI BIASE, MADIA, MANCINI e MORASSUT. — Al Ministro dell'istruzione e del merito — Per sapere – premesso che:
nel 2019 il Ministero dell'istruzione e l'Opera nazionale Montessori hanno firmato una convenzione, rinnovata nel 2022, che prevede la possibilità, per le istituzioni scolastiche, ove siano attivate classi di scuola primaria ad indirizzo didattico Montessori, di proporre, anche in rete, progetti di innovazione specifici per la scuola secondaria di primo grado ispirati al metodo Montessori. Successivamente è stata autorizzata per un triennio la sperimentazione nazionale di scuola secondaria di primo grado a indirizzo Montessori per ventiquattro istituzioni scolastiche italiane;
dall'anno scolastico 2022-2023 l'ex settimo circolo didattico di Roma, all'interno del quale si trova la prima «Casa dei bambini» fondata dalla grande pedagogista Maria Montessori, è divenuto Istituto comprensivo «Montessori-Maria Clotilde Pini» con l'attivazione di una sezione di scuola secondaria di primo grado in sperimentazione Montessori ex articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999, in attesa di aderire alla sperimentazione ai sensi dell'articolo 11 dello stesso. L'Istituto comprensivo «Montessori-Maria Clotilde Pini» è all'interno della rete nazionale di sperimentazione sopra ricordata;
il percorso montessoriano in Italia, a differenza che negli altri Paesi europei ed extraeuropei, è riconosciuto solo per la scuola dell'infanzia e la scuola primaria, obbligando i genitori e i ragazzi a rinunciare al proseguimento di una forte scelta metodologica;
da notizie di stampa si apprende che, per l'anno scolastico 2023-2024, l'Ufficio scolastico regionale non ha autorizzato l'avvio della nuova classe prima di secondaria di primo grado, in quanto la nuova classe non raggiungerebbe, per una sola unità, il numero minimo di 18 previsto dal comma 1 dell'articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009 n. 81 e questo nonostante l'imminente passaggio dell'I.C. dal regime di cui all'articolo 6 a quello di cui all'articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999, l'iscrizione di 17 alunni, e la riconosciuta validità del progetto e il contributo dato alla sperimentazione nazionale;
la mancata attivazione della classe prima della scuola secondaria di primo grado determina gravi ed importanti conseguenze, quali lo smistamento di 17 alunni già iscritti, con necessità formative diverse, in altre istituzioni scolastiche, la chiusura dell'istituto comprensivo «Montessori-Maria Clotilde Pini» e retrocessione dello stesso alla precedente condizione di circolo didattico, il mancato accoglimento della richiesta di avvio di sperimentazione ex articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999, la mancata assegnazione, a seguito della non concessione del citato articolo 11, di docenti formati per la classe seconda, con grave pregiudizio rispetto all'applicazione del metodo e alla tenuta della sperimentazione interna;
l'esperienza in corso nella scuola ha anche consentito a ragazzi che sono stati costretti a lasciare il proprio Paese per guerre come quella scatenata dalla Russia con l'invasione dell'Ucraina, la possibilità di trovare un luogo dove poter riprendere una vita normale, superando i traumi patiti ed avviando un processo di integrazione fondamentale;
le legittime preoccupazioni delle famiglie degli studenti non possono essere ignorate, tenendo anche conto del fatto che il citato articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 2009 stabilisce che «di norma» il numero minimo per la costituzione di una classe della scuola secondaria di primo grado sia di 18, lasciando chiaramente uno spazio di interpretazione qualora il numero minimo di alunni sia, come in questo caso, solo di poco inferiore –:
quali iniziative di competenza intenda intraprendere con urgenza, stante l'imminente inizio dell'anno scolastico, il Ministro interrogato per evitare che vincoli burocratici non insuperabili a norma di legge impediscano la costituzione della nuova classe prima dell'istituto comprensivo «Montessori-Maria Clotilde Pini» ed interrompano il percorso formativo intrapreso, con evidente danno educativo, sociale e culturale.
(5-01267)
Interrogazione a risposta scritta:
MARI e PICCOLOTTI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
anche quest'anno la procedura automatizzata online utilizzata dal Ministero dell'istruzione e del merito per assegnare le supplenze ha prodotto migliaia di errori nell'assegnazione delle cattedre poiché l'algoritmo, esattamente come nel 2022, non ha tenuto in considerazione alcuni parametri, con il risultato che molte cattedre sono state assegnate a chi aveva meno titoli rispetto ai colleghi;
secondo i dati della Flc Cgil sono circa 100 mila le cattedre da assegnare tra le supplenze e altri 80 mila posti in deroga per il sostegno e la domanda andava presentata online entro il 31 luglio;
visto il caos generatosi lo scorso anno scolastico, le organizzazioni sindacali avevano segnalato diversi malfunzionamenti avanzando puntuali osservazioni e proposte di soluzione dopo i contenziosi nati da evidenti errori dell'algoritmo, ma il ripetersi dei medesimi errori lascia immaginare che il Ministero non abbia provveduto, quantomeno non in modo esaustivo, ai dovuti interventi di manutenzione dell'algoritmo;
a gestire la procedura automatizzata, secondo quanto riporta «Wired», c'è un raggruppamento di imprese composto da Enteprise services Italia, società informatica controllata dalla multinazionale statunitense Dxc Technology e da Leonardo, e il valore della gara è pari a 5,3 milioni di euro;
secondo i sindacati, al di là dell'algoritmo, permangono diverse problematiche fondamentali: la prima è che gli interessati sono stati costretti ad esprimere le loro scelte senza conoscere le effettive disponibilità dal momento che i posti disponibili non sono stati resi noti in anticipo, la seconda questione riguarda i posti che vengono resi disponibili ad assegnazioni già avviate. In questo caso, i docenti con maggiore punteggio e quindi in posizione più favorevole in graduatoria, coinvolti nei primi turni di nomina, trovano un numero di posti limitati senza possibilità di «ripescaggio» in caso di disponibilità sopravvenute durante il prosieguo delle operazioni. Un'altra criticità è rappresentata dal fatto che la verifica dei titoli viene fatta all'atto dell'assunzione – nella migliore delle ipotesi entro 10 giorni dopo la presa di servizio – per cui se i punteggi dovessero essere modificati per qualsiasi motivo si licenzia l'aspirante assunto e si riscorre la graduatoria per individuare il nuovo docente, generando una catena di cambi di insegnanti ad anno scolastico avviato;
è evidente che l'informatizzazione dell'assegnazione delle supplenze è stata studiata ed elaborata in modo errato e neanche quest'anno si è voluto porre rimedio ad una situazione di caos che si ripropone ormai ad ogni avvio dell'anno scolastico;
risulta incomprensibile all'interrogante anche la scelta di rendere quasi simultanea l'immissione in ruolo di circa 50 mila docenti e l'assegnazione delle cattedre ai restanti 170 mila e più supplenti annuali, così che i primi non hanno potuto cancellarsi per tempo dalla graduatoria delle supplenze, bloccando cattedre che sono state poi assegnate in un «secondo turno», mentre i secondi si sono trovati costretti a scegliere le sedi di servizio «al buio», potendo solo optare tra il rischio di insegnare anche a 100 chilometri da casa o di non potere accettare l'incarico e rimanere disoccupati;
la procedura infatti, non prevede che al secondo turno le cattedre risultate vacanti dopo l'immissione dei nuovi docenti di ruolo vadano, come imporrebbe la legge e il merito, al docente con il maggior punteggio in graduatoria, bensì al primo escluso dal primo turno di nomina, escludendo così tutti coloro che, pur con maggiori titoli, non avevano trovato collocazione al primo turno –:
quali iniziative urgenti intenda assumere per porre rimedio agli errori prodotti dall'algoritmo nell'assegnazione delle cattedre da graduatorie provinciali per le supplenze al fine di consentire un corretto avvio dell'anno scolastico senza penalizzazioni per insegnanti, alunni, famiglie e qualità dell'insegnamento.
(4-01525)
LAVORO E POLITICHE SOCIALI
Interrogazione a risposta in Commissione:
SOUMAHORO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
nella notte tra il 30 e il 31 agosto si è verificato un gravissimo incidente sul lavoro lungo la tratta ferroviaria tra Brandizzo e Chivasso, in Piemonte;
nell'incidente hanno perso la vita cinque operai (Kevin Laganà 22 anni di Vercelli, Michael Zanera 34 anni di Vercelli, Giuseppe Sorvillo 43 anni di Brandizzo, Giuseppe Lombardo 53 anni di Vercelli, Giuseppe Aversa 49 anni di Borgo d'Ale) mentre altri tre lavoratori sono rimasti feriti. Tutte le vittime erano dipendenti della Sigifer di Borgo Vercelli, mentre tra i sopravvissuti uno era dipendente di RFI;
l'incidente si è verificato all'altezza del cantiere dove la squadra stava lavorando. Le vittime sono state travolte da un treno in transito;
nell'immediato della strage, la procuratrice della Repubblica di Ivrea, Gabriella Vignone, ha dichiarato che: «Dalle prime indagini emergono gravi violazioni della procedura di sicurezza al momento dell'incidente»;
a seguito delle prime indagini sono stati inseriti nel registro degli indagati i due sopravvissuti all'incidente, un addetto di RFI e il caposquadra della Sigifer;
al di là dell'accertamento delle circostanze che hanno portato al grave incidente e quindi alla conseguente verifica della responsabilità penali di cui si sta occupando magistratura, emergerebbe il tema delle procedure di sicurezza che attengono alle fasi di manutenzione della rete ferroviaria;
come evidenziato dalle organizzazioni sindacali subito dopo l'incidente, anche se drammaticamente eclatante negli esiti e nella dinamica, l'incidente non è stato un evento straordinario. Negli ultimi anni, infatti, sono state diverse decine le vittime sui cantieri ferroviari nel settore della manutenzione;
come in questo caso, quasi tutte le vittime erano dipendenti di imprese aggiudicatrici di appalti, quindi non sottoposte al controllo diretto da parte del gestore della rete (R.f.i.) e dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (Ansfisa);
come ricordato in comunicato congiunto delle più importanti sigle sindacali e condiviso dagli interroganti, esiste un pericolo imminente e costante del verificarsi di altri infortuni gravi sul lavoro nella manutenzione delle infrastrutture ferroviarie –:
quali iniziative di competenza abbiano intrapreso i Ministri interrogati e quali altre abbiano intenzione di intraprendere per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori e delle lavoratrici impiegati nella manutenzione delle infrastrutture ferroviarie, affinché non si ripetano più stragi come quella accaduta a Brandizzo;
se non intendano intervenire con urgenza, per quanto di competenza, direttamente sulle problematiche connesse alla gestione e all'organizzazione del lavoro da parte di Rfi, anche predisponendo nuove procedure e nuovi protocolli che garantiscano maggiore sicurezza, come da tempo richiedono le organizzazioni sindacali.
(5-01266)
Interrogazioni a risposta scritta:
CIOCCHETTI e FOTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
la conferenza delle regioni e delle province autonome del 22 marzo 2023 con nota protocollo 1935/C8SOC ha indirizzato al Ministro del lavoro e delle politiche sociali un segnale di forte preoccupazione per l'utilizzo del fondo nazionale per le politiche sociali (FNPS) e in particolare sulle regole di rendicontazione;
sono state segnalate le criticità legate all'attuazione delle disposizioni normative di cui all'articolo 89 comma 1 del decreto-legge n. 34 del 2020 che prescrive le modalità di rendicontazione da parte delle regioni in termini di percentuale di spesa sostenuta nelle precedenti annualità e in particolare alla pretesa della rendicontazione del 100 per cento della spesa sostenuta, pena la mancata erogazione del fondo annuale di competenza;
tale interpretazione degli uffici mostra evidenti limiti nell'applicazione pratica perché la gestione dei servizi sociali territoriali è demandata ai Comuni associati in ambiti territoriali sociali ed eventuali ritardi nella spesa anche di un solo ambito territoriale priverebbero l'intera regione del trasferimento delle intere risorse del fondo di competenza;
tale interpretazione colpisce anche altri fondi: Fondo Nazionale per le non autosufficienze, Fondo per l'assistenza delle persone con disabilità prive di sostegno familiare (Dopo di Noi) e dal 2024 il Fondo Nazionale per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale –:
quali iniziative di competenza intenda adottare affinché si possa risolvere il problema sopra rappresentato che rischia di mettere in crisi il sistema dei Servizi sociali di molte regioni e si applichi la norma a quanto effettivamente speso e rendicontato senza ulteriori penalizzazioni;
in subordine, nel caso in cui occorra un intervento normativo, se intenda promuovere un'iniziativa per la modifica dell'articolo 89, comma 1, del decreto-legge n. 34 del 2020, consentendo di rendicontare quanto effettivamente speso dai comuni e non impedendo le erogazioni alle regioni della quota annuale di spettanza.
(4-01523)
GHIRRA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
in Sardegna, ad Alghero, ha sede e opera da anni la Nobento spa, una realtà industriale leader nel settore dei serramenti, altamente specializzata nella produzione di infissi in termofibra che a oggi dispone di stabilimenti per circa 25.000 metri quadrati;
negli ultimi anni l'azienda ha registrato una crescita esponenziale della produzione che è passata da poco meno di 12.000 unità del 2014 a oltre 136.000 unità nel 2020, con un conseguente incremento degli addetti che è passato dai 20 del 2014 agli attuali 370 lavoratori circa;
l'azienda si è sviluppata nel quadro di industria 4.0 con processi di produzione altamente innovativi e tecnologici grazie al lavoro di operai specializzati e dei tecnici che curano la parte ingegneristica di design e progettazione;
da notizie di stampa si apprende che la Nobento spa, già il 1° agosto 2023, avrebbe avanzato al Ministero del lavoro e delle politiche sociali la richiesta di accedere alla cassa integrazione straordinaria all'80 per cento per 12 mesi per circa 300 addetti, motivandone la necessità con l'esigenza di dover sostituire le linee produttive con nuovi macchinari altamente performanti in grado di garantire competitività sul mercato anche a fronte della flessione della domanda dovuta all'abolizione del Superbonus 110 per cento;
tale richiesta sarebbe stata rigettata dal Ministero, tra le altre cose, per l'assenza di un accordo con le rappresentanze delle sigle sindacali aziendali;
si apprende altresì che il 28 agosto 2023 l'azienda avrebbe avanzato al Ministero una nuova richiesta per l'attivazione della cassa integrazione straordinaria, sempre per 300 addetti, ma per 24 mesi, motivandola con la necessità di dover fermare la produzione per la sostituzione di tutte e quattro le linee di produzione, annunciando al contempo investimenti privati per oltre 20 milioni di euro in nuove tecnologie e confermando un piano industriale da oltre 50 milioni per il prossimo quinquennio;
dalle ultime notizie apprese a mezzo stampa parrebbe che il Ministero abbia rinviato al 4 settembre il tavolo di concertazione;
per il territorio del Nord Sardegna, una realtà aziendale che possa contare su questi numeri è da ritenersi di primaria importanza e pertanto è doveroso scongiurare che si possano verificare perdite occupazionali difficilmente recuperabili nel breve periodo –:
se il 4 settembre 2023 si sia effettivamente tenuto il tavolo di concertazione e con quali esiti;
se vi sia l'intenzione di promuovere una concertazione tra azienda e sindacati al fine di trovare soluzioni condivise rispondenti alle necessità di entrambe le parti ed evitare, attraverso la concessione dell'utilizzo della cassa integrazione, una possibile crisi occupazionale che danneggerebbe l'intero Nord Sardegna, salvaguardando un'azienda leader per la regione.
(4-01530)
SALUTE
Interrogazione a risposta in Commissione:
MALAVASI, LAI, FURFARO, GIRELLI, STUMPO e CIANI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
la pandemia da COVID-19, come noto ormai da tempo, oltre ai decessi e alla forte pressione sulle strutture ospedaliere, ha causato ulteriori ritardi nelle liste d'attesa nonostante i Governi abbiano messo in campo nel tempo diverse misure;
in particolare, come riportato da vari organi di stampa, sia nazionale che locale, la regione Sardegna e in particolare la zona del nuorese è in gravissima difficoltà, tanto che come pubblicato il 5 settembre 2023 anche dal Corriere della sera, l'ospedale ha invitato un proprio paziente a recarsi in un altro centro fuori regione poiché a causa della lista d'attesa (6 mesi solo per poter iniziare la radioterapia) non era possibile rispettare una tempistica oncologica corretta (come suggerito dal rapporto «Istisan» 02/2. Istisan, ovvero dell'istituto Superiore di Sanità, ndr);
di fatto, la radioterapia per i pazienti oncologici sardi non è più un diritto visto che lo stesso sistema sanitario dell'Isola consiglia a chi è affetto da tumore di cercare le cure radioterapiche fuori dalla Sardegna viste le lunghe liste di attesa;
quanto accaduto evidenzia, ancora una volta, ad avviso degli interroganti, la scarsa capacità del governo regionale di gestire una situazione di grave criticità e di saper garantire ai propri cittadini le cure di cui hanno bisogno, in particolare per i pazienti più fragili;
lo stesso l'assessore regionale alla sanità Doria ha dovuto ammettere che la Sardegna sta attraversando un momento di disagio confermando, quanto denunciato e cioè che, per alcune patologie, i tempi di attesa vanno fino a 6 mesi;
l'assessore ha evidenziato che tale situazione, secondo lui provvisoria, è dovuta al fatto che al presidio di Businco di Cagliari è in corso il cambio delle macchine per la radioterapia e quindi molti pazienti si riversano negli altri centri mentre nel presidio di Nuoro la carenza di personale consente di far funzionare un solo macchinario su due;
in questi anni la regione Sardegna è crollata, in soli 5 anni, dall'11° al 20° posto nell'ultimo monitoraggio dei Lea, fatto incontrovertibile sulla condizione di accesso alla prevenzione e alle cure dei cittadini sardi che richiederebbe la valutazione di un possibile commissariamento della sanità regionale, se questo fosse causato da scelte discutibili sul piano della riorganizzazione e delle scelte prioritarie effettuate –:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti sopraesposti e quali iniziative urgenti, per quanto di competenza, intenda adottare, compresa anche la valutazione dei presupposti per intraprendere iniziative ispettive, al fine di assicurare il rispetto dei Lea e l'accesso per tutti i cittadini Sardi a cure fondamentali, soprattutto alla luce della condizione di isolamento e di insularità insita nella geografia della regione.
(5-01268)
SPORT E GIOVANI
Interrogazione a risposta scritta:
PASTORINO e GHIO. — Al Ministro per lo sport e i giovani, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
negli ultimi anni, il comparto dello sport è andato incontro a profondi cambiamenti; dal 1° luglio 2023 è entrata in vigore la riforma dello sport, con l'obiettivo di introdurre un quadro normativo più chiaro e moderno per il settore, affrontando questioni come la regolamentazione del lavoro sportivo e la tutela dei diritti degli atleti e degli operatori del settore, ma le novità apportate indeboliscono fortemente oltre 100 mila associazioni e società sportive dilettantistiche (Asd e Ssd), coinvolgendo 12 milioni di atleti e praticanti;
il problema di fondo sta nel non aver tenuto conto della realtà che si andava a regolamentare inquadrando un impegno da sempre basato sulla passione e sul volontariato con la figura del «lavoratore sportivo», introdotta dalla riforma e che assottiglia le differenze fra settori dilettantistico e professionistico;
l'obiettivo dichiarato è di garantire al lavoratore le tutele previdenziali alla stregua di un lavoratore dipendente/autonomo; tuttavia, nel raggiungere tale fine non sono state considerate le importanti differenze tra i soggetti coinvolti, equiparando di fatto gli istruttori delle palestre o delle piscine e altre figure che svolgono la loro attività in modo prevalente al cicloamatore o al podista dilettante o al calciatore dilettante che svolgono nel quotidiano tutt'altro lavoro;
ne derivano i seguenti obblighi: contrattualizzare tutti i lavoratori sportivi che percepiscono anche un piccolo rimborso spese, inquadrare i volontari a rimborso zero producendo relative autocertificazioni circa la loro rinuncia al compenso, versare comunque i contributi relativi alle indennità minori, trasmettere tutti i contratti anche di piccolo importo, nonché l'assunzione della qualifica di datore di lavoro ove i contratti prevedano compensi annui superiori ai 5000 euro e connessi obblighi;
pertanto, tutti i tesserati dovrebbero essere oggetto di un inquadramento a cura delle società con relativa comunicazione agli enti previdenziali e assunzione in molti casi della qualità di datore di lavoro, con inevitabili conseguenze;
appare del tutto evidente che, mentre un tale inquadramento può essere concepito, per affinità con la configurazione di un luogo di lavoro, per palestre o piscine, è totalmente inconcepibile per chi gestisce un gruppo ciclistico amatoriale o una squadra di calcio dilettantistica, soprattutto nei campionati di più basso livello o in quelli amatoriali;
ulteriore problematica è quella legata al rapporto con dipendenti da enti pubblici i quali agiscono come volontari a rimborso zero, o devono presentare espressa autorizzazione da parte dell'ente pubblico di riferimento che in molti casi prevede l'esclusività del rapporto di lavoro;
inoltre, rischia di derivarne un aumento consistente delle quote per la partecipazione all'attività sportiva da parte soprattutto dei più giovani per fare fronte alle ricadute economiche e organizzative gravanti sulle società;
ma la realtà dilettantistica non può e non deve essere equiparata a quella di un'azienda. I nuovi obblighi e i troppi adempimenti da ottemperare porteranno alla chiusura di grande parte delle Asd e Ssd con la conseguente impossibilità per molti giovani di avvicinarsi allo sport e praticarlo. Senza tener conto dell'importanza sociale rivestita dalle stesse, che hanno fino ad oggi allontanato dalla strada tante ragazze e ragazzi e svolto un ruolo fondamentale nella loro educazione e nella cura della loro salute –:
quali iniziative di competenza intenda attuare per evitare un indebolimento delle realtà dilettantistiche cardine della cultura sportiva italiana;
se si intenda valutare l'opportunità di circoscrivere la figura del lavoratore sportivo ai soggetti che svolgono la propria attività in via continuativa e/o prevalente;
se si vogliono adottare iniziative di carattere normativo volte a eliminare gli obblighi di comunicazione dei contratti fino a 5000 euro e l'assunzione della figura di datore di lavoro per chi corrisponde compensi superiori ai 5000 euro, nonché a prevedere espressamente la possibilità per i dipendenti pubblici di sottoscrivere contratti sportivi.
(4-01531)
UNIVERSITÀ E RICERCA
Interrogazione a risposta scritta:
MALAVASI, FURFARO, MANZI, GHIO e GIRELLI. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
con decreto n. 645 del Ministro dell'università e della ricerca pubblicato in data 15 maggio 2023 è stata stabilita la data del 14 luglio 2023 quale data per la prova nazionale per l'ammissione dei medici alle Scuole di specializzazione di area sanitaria per l'anno accademico 2022/2023, nonché la data del 1° novembre 2023 quale data di inizio delle attività didattiche per coloro che saranno ammessi alle scuole di specializzazione;
come prevede l'articolo 2, comma 1, dello stesso decreto n. 645 con uno o più provvedimenti successivi e integrativi dovevano essere indicati, in rapporto alle determinazioni sui contingenti globali da formare ripartiti per tipologia di scuole che verranno assunte con il decreto del Ministero della salute di cui all'articolo 35, comma 1, del decreto legislativo n. 368 del 1999, i posti disponibili per ciascuna scuola di specializzazione accreditata e attivata per l'anno accademico 2022/2023 coperti con contratti finanziati con risorse statali, con contratti finanziati con risorse regionali, con contratti finanziati con risorse di altri enti pubblici e/o privati, nonché i posti riservati alle categorie di cui all'articolo 35 del decreto legislativo n. 368 del 1999;
tali decreti, al 4 settembre 2023, non sono stati ancora pubblicati nonostante il 3 agosto 2023 sia stata pubblicata la graduatoria unica di merito nominativa con l'indicazione, per ogni candidato, del punteggio ottenuto e della posizione in graduatoria e a decorrere dall'8 settembre fino al 18 settembre 2023 i candidati sono chiamati ad effettuare le proprie scelte di tipologia e di sede;
il ritardo nel rendere pubblici l'entità e la suddivisione dei posti messi a concorso, l'elenco delle scuole di specializzazione che non sono state accreditate nonché i questionari anonimi relativi alla valutazione delle scuole di specializzazione, procura un notevole danno ai giovani medici che non hanno così il tempo di poter effettuare una scelta consapevole del proprio percorso post-laurea –:
quali siano i motivi del ritardo della pubblicazione dei decreti relativi di cui all'articolo 2, comma 1, del decreto n. 645 e se non ritenga doveroso, onde evitare un danno ai nuovi medici specializzandi, pubblicare quanto prima i dati relativi la suddivisione dei posti messi a concorso, l'elenco delle scuole di specializzazione che non sono state accreditate nonché i questionari anonimi relativi alla valutazione delle scuole di specializzazione;
se non ritenga opportuno, visti i ritardi nella pubblicazione dei decreti in oggetto, prevedere una deroga, anche di pochi giorni, per quanto riguarda le date relative all'intervallo di tempo entro cui i candidati devono fare le proprie scelte.
(4-01528)
Apposizione di firme ad una interpellanza.
L'interpellanza urgente Quartini e Auriemma n. 2-00217, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 5 settembre 2023, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Di Lauro, Sportiello, Marianna Ricciardi.
Apposizione di firme ad interrogazioni.
L'interrogazione a risposta scritta Girelli e altri n. 4-01494, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta dell'11 agosto 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Casu.
L'interrogazione a risposta immediata in Assemblea De Monte n. 3-00619, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 5 settembre 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Faraone.
Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.
Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interpellanza urgente Ciocchetti n. 2-00211 del 3 agosto 2023.