XIX LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 172 di giovedì 5 ottobre 2023
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI
La seduta comincia alle 9.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
STEFANO VACCARI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 81, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,05).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 9,25.
La seduta, sospesa alle 9,05, è ripresa alle 9,25.
Seguito della discussione del disegno di legge: S. 854 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104, recante disposizioni urgenti a tutela degli utenti, in materia di attività economiche e finanziarie e investimenti strategici (Approvato dal Senato) (A.C. 1436).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1436: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104, recante disposizioni urgenti a tutela degli utenti, in materia di attività economiche e finanziarie e investimenti strategici.
Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo respinto l'ordine del giorno n. 9/1436/32 Zanella.
(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1436)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno (Vedi l'allegato A).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1436/33 Barabotti, sul quale il Governo ha formulato un invito al ritiro o parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barabotti. Ne ha facoltà.
ANDREA BARABOTTI (LEGA). Grazie, Presidente. Nella serata di ieri c'è stato un confronto con il Governo, il quale credo debba comunicare un parere diverso rispetto al precedente.
PRESIDENTE. Magari lei può chiedere al Governo di ripensarci e noi chiediamo al Governo se ci abbia ripensato.
EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “(…) all'esito della pronuncia definitiva di merito, a valutare la possibilità di rivedere le disposizioni del citato decreto ministeriale relative agli aumenti Istat dei canoni delle concessioni demaniali marittime della portualità turistica”.
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Barabotti accetta la riformulazione.
Sugli ordini del giorno n. 9/1436/34 Giagoni e n. 9/1436/35 Iezzi il parere è favorevole.
L'ordine del giorno n. 9/1436/36 Scarpa è accolto come raccomandazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scarpa, che non accetta la riformulazione. Ne ha facoltà.
RACHELE SCARPA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Desidero ringraziare i rappresentanti del Governo per la raccomandazione, ma non posso accettarla proprio perché il tema di quest'ordine del giorno è molto concreto. Si tratta di un ordine del giorno che chiede che sia adottato il decreto attuativo per assegnare risorse che spettano per legge ai comuni e che tardano ad arrivare.
In particolar modo, mi riferisco alle risorse che le società concessionarie di interventi nell'ambito dell'energia geotermica dovrebbero corrispondere ai comuni in cui questi interventi vanno poi effettivamente a insistere. Queste risorse avrebbero dovuto essere corrisposte ai comuni per effetto di un decreto-legge del 2022, convertito in legge nel luglio 2022, entro un termine di 90 giorni dalla data di conversione in legge, ed è ormai più di un anno e mezzo, invece, che aspettano.
Quindi diciamo che una raccomandazione suona un po' ridicola di fronte a una richiesta del genere, che è semplicemente quella di mettere i comuni nelle condizioni di lavorare. Questo per un motivo molto semplice, cioè che quei fondi dovrebbero poi essere destinati alla crescita sociale, economica e occupazionale di questi territori che spesso fanno parte di aree interne o comunque marginali. Sicuramente ne farebbero un buon uso.
Mi sembra che una raccomandazione non sia sufficiente e che il Governo dovrebbe semplicemente scegliere da che parte stare, se da quella del territorio o da quella delle società che, giustamente, devono corrispondere somme ai territori per utilizzare gli spazi, tanto più che si tratta di risorse di natura privata. Quindi, non ci sarebbe il solito fastidioso vincolo, ossia “senza ulteriori vincoli per la finanza pubblica”. Perfino l'ANCI, nel 2022, nella figura del presidente Antonio Decaro, proponeva, con una lettera ai Ministri interessati, un percorso più semplice di individuazione dei criteri di riparto e di erogazione di queste risorse. Non è accettabile una raccomandazione perché corrisponde sostanzialmente ad un ulteriore rinvio e quindi di questo chiediamo conto.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/36 Scarpa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Siamo al primo voto di questa giornata, diamo tempo ai colleghi di entrare e andare ai loro posti, magari con maggiore sollecitudine.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1436/37 Fornaro. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alfonso. Ne ha facoltà, per tre minuti.
LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). Presidente, grazie. Naturalmente adotto e sottoscrivo l'iniziativa del collega Fornaro per via del grande valore contenuto in questa iniziativa. Noi sappiamo che all'articolo 16 del decreto in esame si dispone una vera e propria cancellazione di regole istruttorie. Addirittura, si mette in evidenza come per gli investimenti autostradali di preminente interesse nazionale si toglie l'obbligo di conoscenza istruttoria posta in passato in capo al comitato speciale del Consiglio superiore dei lavori pubblici. La ragione per la quale il legislatore di prime cure aveva stabilito questo passaggio istruttorio sulle autostrade - non parliamo delle luminarie natalizie ma delle autostrade di preminente interesse nazionale - era consentire che il prodotto progettuale, nella fase definitiva ed esecutiva, fosse sottoposto a discernimento per il bisogno di manutenzione successiva e per prefigurare le criticità realizzative. Addirittura, si manda in onda un istituto rovinoso per l'Italia repubblicana che si chiama decorrenza dei termini, cioè, decorsi i termini, si rinuncia al passaggio istruttorio del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Guardate, non è un consiglio specifico del CNEL, non è neanche un consiglio specifico, quello dei lavori pubblici, delle pergamene ebraiche studiate al Ministero della Cultura, ma è un passaggio istruttorio riguardante la resistenza di opere infrastrutturali che fanno passare centinaia di migliaia di persone al giorno e, dopo la vicenda del Morandi di Genova, dopo la vicenda del guard rail di Avellino, non è possibile azzerare passaggi istruttori di consistenza conoscitiva tecnica. Sembra quasi che viviamo su un altro pianeta. Allora, l'iniziativa - lo dico al rappresentante del Governo - punta a recuperare il coinvolgimento di discernimento tecnico del Consiglio superiore, sapendo che è un passaggio obbligatorio ma non vincolante e dà indirizzi su come si fa la manutenzione per la resistenza di queste opere infrastrutturali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Graziano. Ne ha facoltà.
STEFANO GRAZIANO (PD-IDP). Per sottoscriverlo.
PRESIDENTE. Sta bene. Prendo atto che viene sottoscritto anche dagli onorevoli Serracchiani, Lacarra e Marino.
Non essendoci altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/37 Fornaro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1436/38 Ferrari, su cui vi è parere favorevole con riformulazione. Chiede di intervenire l'onorevole Ferrari. Mi dice se accoglie o meno?
SARA FERRARI (PD-IDP). Presidente, prima chiederei al membro del Governo se, per favore, può rileggere la riformulazione, perché non l'ho colta, grazie.
EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. La riformulazione dell'impegno è la seguente: “a provvedere all'emanazione del nuovo decreto ministeriale relativo alla nomina del nuovo Comitato Ecolabel-Ecoaudit in considerazione anche dello stato di incertezza in cui versano le imprese che hanno intrapreso il percorso di certificazione Ecolabel”.
PRESIDENTE. Onorevole Ferrari, accetta la riformulazione? Può leggere le riformulazioni anche sul resoconto della seduta di ieri.
SARA FERRARI (PD-IDP). Sì, accetto la riformulazione e chiedo che l'ordine del giorno sia posto in votazione. Vorrei spiegare, se posso. Stiamo parlando della richiesta di provvedere tempestivamente all'emanazione del nuovo decreto ministeriale per il rinnovo del Comitato interministeriale, che riconosce il marchio di eccellenza Ecolabel e l'iscrizione alla certificazione EMAS. Stiamo parlando di due certificazioni di eccellenza ambientale, di cui le aziende - come ha rilevato anche il Sottosegretario nel dispositivo che ha modificato - hanno grande bisogno e urgenza, perché sono certificazioni di eccellenza dei loro prodotti e dei loro servizi, che, oggi, sono - come sappiamo - fondamentali non solo per la reputazione aziendale, ma proprio per consentire agli utenti di scegliere prodotti e servizi di compatibilità ambientale. Quello che mi sorprende è che sia stato tolto il termine “tempestivamente”, poiché condividiamo il bisogno di urgenza e l'incertezza in cui versano le aziende - termine che ho utilizzato anch'io nel mio dispositivo - per cui il Governo si impegna, ma non “tempestivamente”. Quindi, io accolgo la riformulazione, perché riconosco l'impegno, ma mi piacerebbe che, effettivamente, fosse riconosciuta l'urgenza di quest'azione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/38 Ferrari, nel testo riformulato dal Governo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 3).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1436/39 Ciaburro, su cui il Governo ha espresso parere favorevole con riformulazione. Accoglie la riformulazione, collega?
MONICA CIABURRO (FDI). Sì grazie, però chiedo che il mio ordine del giorno sia posto in votazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria, ma ha già parlato, quindi, non può più intervenire. Può, comunque, sottoscrivere l'ordine del giorno. Scusi, collega Iaria, è già intervenuto due volte e, quindi, non potevo darle la parola, ma abbiamo preso nota.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/39 Ciaburro, nel testo riformulato dal Governo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 4).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/40 Iacono, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1436/41 Barbagallo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Barbagallo. Ne ha facoltà.
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Il Governo…
PRESIDENTE. Collega, devo chiederle di cambiare microfono, perché c'è un problema di audio. Magari fa a cambio con il collega Scotto, abbia pazienza. Grazie al collega Scotto per la disponibilità. Prego, collega Barbagallo.
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie Presidente, speriamo vada meglio. Il Governo, probabilmente, non sa che l'emergenza incendi, in Sicilia, non è finita il 7 agosto, ma è durata per tutta l'estate, fino alla scorsa settimana. Per queste ragioni, in tutto l'iter parlamentare abbiamo chiesto, a gran voce, che fosse allungato il termine dal 7 agosto almeno fino al 30 agosto o al 15 settembre. Purtroppo, le risposte sono state perentorie e quindi la misura che stiamo per approvare è assolutamente ingiusta, perché discrimina l'erogazione dei finanziamenti in base alla data dell'incendio: il 7 agosto “sì”, l'8 o il 10 agosto “no”, quando l'emergenza ha assunto proporzioni maggiori proprio nella metà del mese di agosto.
Riteniamo all'evidenza, Presidente, che lo stanziamento di 15 milioni di euro sia assolutamente insufficiente, anche perché - com'è evidente nel corpo del testo normativo - i ristori sono previsti, non soltanto per i viaggiatori, ma anche per le attività turistico-ricettive. Anche sotto questo profilo, abbiamo inserito nell'ordine del giorno alcune garanzie che ci sembravano ovvie: con una platea di beneficiari particolarmente consistente, ci sembra giusto che i trasferimenti e i contributi non vadano agli amici degli amici - come sembra in alcuni passaggi lasciare intendere il testo -, ma ci sia un ragionamento oggettivo, con parametri precisi sul volume di affari e le presenze turistiche in quel dato momento. Anche da questo punto di vista, non abbiamo avuto rassicurazioni, sia in Commissione sia, ahimè, nel parere contrario che è stato poc'anzi annunciato dal Governo.
Da ultimo, com'è evidente, l'emergenza incendi, che purtroppo ogni anno si ripete in Sicilia, si determina anche per un'assoluta inadeguatezza, oltre che del Governo regionale, anche della mancanza di parco mezzi, di attrezzature e di personale. È chiaro che il primo compito che ha il Governo nazionale è quello di incalzare il Governo regionale sull'assunzione di personale e almeno di trasferire delle risorse per acquistare i mezzi necessari. Questo ancora non è avvenuto. Non ci siamo stupiti per niente del parere contrario, però chiediamo, Presidente, che sia messo ai voti quest'ordine del giorno, affinché si faccia chiarezza su questa che è l'ennesima negligenza del centrodestra (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. L'onorevole Carmina chiede di sottoscrivere quest'ordine del giorno: va bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/41 Barbagallo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).
Il Vice Ministro ha fatto presente che, per un mero errore formale, al posto di leggere la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1436/33 Barabotti, ha letto la riformulazione di un altro ordine del giorno. Visto che non l'abbiamo votato, tornerei un attimo sull'ordine del giorno n. 9/1436/33 Barabotti, se non ci sono obiezioni, e farei leggere la giusta riformulazione al Vice Ministro, chiedendo poi all'onorevole Barabotti se la accoglie. Prego, Vice Ministro.
EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. La riformulazione del dispositivo è la seguente: “a valutare l'opportunità di fornire chiarimenti in merito alla proroga delle concessioni demaniali e marittime per l'acquacoltura sino al 31 dicembre 2033”.
PRESIDENTE. Onorevole Barabotti, accetta la riformulazione?
ANDREA BARABOTTI (LEGA). Sì, grazie.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1436/42 Casu, su cui il Governo ha espresso un parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU (PD-IDP). Presidente, non ci stupisce questo parere contrario, però vorremmo esporre che cosa contiene quest'ordine del giorno per spiegare anche il senso di questo voto e anche, a mio avviso, la gravità della presa di posizione del Governo con un parere contrario su questo tema.
È noto, chi ha seguito la vicenda sa che questo decreto non affronta la crisi del trasporto pubblico non di linea nelle nostre città, che è solo la punta dell'iceberg dell'enorme problema di mobilità che stiamo vivendo. Affronta il tema del TPL all'articolo 17, ma senza prevedere nuove risorse necessarie per garantire il trasporto nelle nostre città; affronta il tema del trasporto pubblico di linea all'articolo 3, sequestrando per alcuni mesi la discussione, senza, poi, partorire una risposta in grado di affrontare il problema; anzi, si scarica ancora una volta il barile sulle nostre amministrazioni, sui nostri sindaci, che sono chiamati a dover trovare una risposta, senza nuovi strumenti di controllo e monitoraggio sull'effettiva domanda e offerta, senza effettivi poteri imperativi sui picchi di domanda. Dal punto di vista anche di coloro i quali sono su strada ogni giorno, non si danno risposte concrete ai problemi.
Il tema di quest'ordine del giorno è quello dell'incentivazione per il passaggio ai veicoli elettrici e meno inquinanti per quanto riguarda i taxi e gli NCC. Da questo punto di vista, si interviene considerando un aumento di contributo, il doppio, rispetto a quello che è attualmente previsto.
Partiamo da un presupposto: bisognerebbe rivedere proprio i criteri sul chilometraggio. Dare un incentivo a una persona che utilizza la macchina per pochi chilometri a settimana ha un peso ambientale, economico e sociale infinitamente più basso rispetto a quello che si dà a una persona che sta tutto il giorno su strada. Questo vale per i taxi, per gli NCC, per il trasporto merci e per tutti quei settori in cui dare un incentivo all'elettrico non vale il doppio, bensì il triplo, il quadruplo; e dovremmo mettere nelle condizioni le persone di fare questa scelta.
C'è il riconoscimento del fatto che servono le colonnine di ricarica: nella mia città, a Roma, gli unici mezzi elettrici che girano - sono molto pochi - appartengono a persone che hanno a casa propria un garage dove mettere in ricarica il mezzo, perché non c'è la possibilità di farlo durante la giornata lavorativa. Da questo punto di vista, c'è il riconoscimento che servono queste colonnine, che serve un piano, ma non ci sono le risorse necessarie a farlo.
Noi cosa chiediamo con quest'ordine del giorno? Chiediamo di valutare l'opportunità di intervenire per prevedere e potenziare questi contributi e per rimuovere quegli ostacoli che impediscono a coloro i quali erogano il servizio di trasporto pubblico non di linea di passare al mezzo elettrico, con infiniti benefici ambientali, economici, sociali.
Il fatto che il Governo sia, addirittura, contrario a “valutare l'opportunità di” si inserisce in un disegno più ampio e io lo voglio dire con grande nettezza. Mi auguro che, nelle prossime ore, sia ancora più netta e chiara la presa di distanza del Ministro Salvini dalle prime parole che ha detto all'indomani dell'immane tragedia di Mestre, perché sono parole che veramente colpiscono. Noi dobbiamo avere pieno rispetto per le 21 vittime, dobbiamo avere pieno rispetto per i feriti, dobbiamo avere pieno rispetto per la magistratura che, in questo momento, sta indagando sulle cause, e le scopriremo. Ma utilizzare anche una tragedia, come quella di Mestre, per portare avanti quest'assurda crociata contro l'elettrico in questo Paese è veramente vergognoso (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra). E non è solo una crociata contro l'elettrico: è una crociata contro la filiera della componentistica, contro gli interessi del nostro Paese, che deve vivere la decarbonizzazione come un'opportunità, senza lasciare indietro nessuno, chiaramente, ma nemmeno demonizzando una tecnologia, trovando ogni occasione, ogni pretesto utile per dire che l'elettrico fa male, che l'elettrico è un pericolo. E ciò quando l'elettrico - ce lo dice l'Europa - è una prospettiva per raggiungere quegli obiettivi di decarbonizzazione che abbiamo assunto, che abbiamo siglato, che servono alla nostra mobilità, alla nostra salute.
Ieri, in audizione sul TPL, abbiamo sentito dalle associazioni i numeri dei morti a causa dell'inquinamento nelle strade delle nostre città. Quindi, da questo punto di vista, ci deve essere chiarezza.
Teniamo fuori veramente questa discussione e occupiamoci di quello di cui ci dobbiamo occupare. C'è un decreto che dice che bisogna prevedere per le nuove licenze mezzi meno inquinanti, mezzi elettrici. Ci sono degli strumenti totalmente inadeguati…
PRESIDENTE. Deve concludere, collega.
ANDREA CASU (PD-IDP). … perché questo decreto non fornisce strumenti adeguati a garantire che questa scelta possa essere compiuta dagli operatori che ogni giorno sono su strada. L'opposizione chiede al Governo di valutare l'opportunità di fornire strumenti più adeguati e la risposta è: “no, non siamo disponibili”. Noi non ci possiamo ritrovare in questa impostazione, abbiamo bisogno di mettere in campo ben altro e, per questo, chiediamo al Governo di rivedere questo parere e di cambiare impostazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà, per 30 secondi residui.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, mi bastano per sottoscrivere quest'ordine del giorno e per esprimere con tutte le parole negative possibili, tra cui “schifo” (Commenti), le parole del Ministro…
PRESIDENTE. Collega, per cortesia.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). …tra cui “schifo”, perché strumentalizzare una tragedia, come quella di Mestre, per fare una battaglia sull'elettrico è una roba da schifo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), con le persone che stanno lottando tra la vita e la morte. Non ci sono altre parole e, anzi, ce ne sono ancora di peggiori che, istituzionalmente, non si possono dire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI (AVS). Per sottoscrivere, a nome del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, l'ordine del giorno dell'onorevole Casu e stigmatizzare, da parte del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, le parole del Ministro Salvini che, ieri, con una forma di sciacallaggio inaudito, è riuscito a utilizzare quella tragedia per fare la sua battaglia contro la transizione ecologica. A Salvini diciamo semplicemente: “vergogna” (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Auriemma. Ne ha facoltà.
CARMELA AURIEMMA (M5S). Vorremmo sottoscrivere l'ordine del giorno come gruppo del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Lo sottoscriviamo come gruppo del PD e rivolgo ancora un appello al Vice Ministro Rixi, perché lo so persona capace e competente: quest'ordine del giorno ha una formulazione che, francamente, è difficile da intravedere come provocatoria e, quindi, portatrice, poi, di un parere negativo. Ripeto: impegna il Governo a valutare l'opportunità di intervenire su un tema che è centrale; è centrale nel PNRR, è centrale rispetto alle politiche di riconversione. Se voi bocciate questo, date l'idea di non prendere neanche in considerazione la valutazione dell'opportunità. Davvero, Vice Ministro, ripensateci (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Non vedo cenni da parte del Governo.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/42 Casu, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1436/43 Marino.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Marino. Ne ha facoltà.
MARIA STEFANIA MARINO (PD-IDP). Buongiorno, signora Presidente. Colleghe e colleghi, anch'io voglio provare, se possibile, a far rimodulare il parere al Governo. La tragica situazione dei trasporti era stata da me accennata durante l'intervento sul ponte sullo Stretto. Vi avevamo evidenziato numerosissime criticità dei trasporti al Sud e nelle isole e proprio su questo avrei voluto mettere l'accento, nel tentativo inascoltato di farvi comprendere quali fossero le necessità del Paese. Ovviamente, come ripetutamente avviene in queste Aule, in cui il dibattito è completamente silenziato da contingentamento dei tempi e tagliole, in una legislatura in cui il Parlamento è appiattito a organo di ratifica di scellerate decisioni governative, non mi sarei potuta aspettare un esito diverso.
Oggi ci ritroviamo a fare i conti con un decreto-legge estremamente eterogeneo, le cui criticità sono state ravvisate dalla stessa maggioranza, che ha, infatti, emendato e depotenziato a più riprese questo disegno di legge di conversione. Ovviamente, gli interventi di depotenziamento più incisivi hanno colpito le isole, Sardegna e Sicilia, che hanno dovuto rinunciare alla tutela nei confronti di vertiginosi rincari dei prezzi dei biglietti aerei e questo proprio all'indomani di un'estate in cui la Sicilia, la mia terra, si è ritrovata nel bel mezzo di una gravissima crisi aeroportuale, che l'ha penalizzata in modo che per nulla si confà ad un Paese che si definisce sviluppato. Crisi disastrosa dovuta ad una gestione aprioristica di una struttura essenziale per la Sicilia: basti pensare che gli impianti di spegnimento e quelli antifumo risultano inadeguati e insufficienti.
Detto questo, tutti sapete cosa ha vissuto la Sicilia, un caos e un'emergenza che hanno provocato disagio non solo ai turisti in arrivo ma anche a noi, abitanti dell'isola, in un'estate in cui il Governo - diciamolo pure - non ha mosso un dito per alleviare questa terribile situazione.
Per agevolare il vostro intervento, avevamo proposto vari emendamenti che sono stati, come al solito, bocciati, probabilmente senza neanche pensare al beneficio dei territori e alle grandi difficoltà che viviamo.
Oggi, pur con l'annuncio del vostro scontato voto contrario, vi chiediamo di fare qualcosa, di predisporre una strategia puntuale che incentivi lo sviluppo delle infrastrutture, soprattutto, di quelle aeroportuali siciliane. Abbiamo la prova di cosa accade alla Sicilia quando una crisi, che altrove, magari, si sarebbe gestita in modo molto fluido e semplice, colpisce uno dei pochissimi aeroporti presenti nel territorio. Non esiste prova più grande della necessità di maggiore sviluppo, qualitativo e quantitativo, di queste infrastrutture, ma voi vi ostinate a fare finta di niente. Credo veramente che questo Governo sia contro il Meridione e non voglia fare nulla per alleviare le tante difficoltà che il Meridione vive ed è per questo che vi chiedo di cambiare parere a quest'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi e non vedo cenni da parte del Governo, quindi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/43 Marino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1436/44 Simiani sul quale c'è un parere favorevole con riformulazione. Accoglie la riformulazione, onorevole Simiani?
MARCO SIMIANI (PD-IDP). Vorrei riascoltare la riformulazione, Presidente.
PRESIDENTE. Vice Ministro, per cortesia, può rileggere la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1436/44 Simiani?
EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. “A valutare di adottare misure per il riordino del bonus edilizio e sbloccare i crediti incagliati”.
PRESIDENTE. Onorevole Simiani?
MARCO SIMIANI (PD-IDP). Non accetto, Presidente, e vorrei argomentare il perché. Colleghi, non solo quest'ordine del giorno, ma anche quelli precedenti, palesano chiaramente un fatto, che la transizione ecologica e l'efficientamento energetico non sono cosa vostra, centrodestra, non sono cosa vostra. Giorno dopo giorno, si susseguono scelte che danno risposte uguali a zero.
Oggi - Presidente, tramite lei, rispondo al Vice Ministro Rixi - stiamo discutendo del parere a un ordine del giorno in cui chiaramente dite di impegnarvi a valutare il riordino del superbonus o dei bonus edilizi quando, due giorni fa, al Senato, il senatore Adriano Paroli ha presentato un ordine del giorno per la proroga del superbonus per i condomini e avete votato a favore. Mi dite qual è la vostra posizione, colleghi? Oggi state consumando una discussione sui bonus edilizi totalmente scellerata, confusionaria e, soprattutto, una discussione che non sta portando alla risoluzione del problema perché, lo sappiamo benissimo, il superbonus e i bonus edilizi sono strumenti, non sono il Vangelo, si possono mutare. Sicuramente ci sono stati degli errori, sicuramente si possono migliorare, ma non possiamo pensare che non serva un riordino o che bisogna valutare un riordino, questo va fatto. Voi avete scritto nella NADEF per 26 volte “superbonus” e per 23 volte “incentivi edilizi”, dicendo chiaramente sempre che sono stati elementi negativi, quando non è vero, lo ripeto, non è vero. Ci sono stati anche elementi positivi, soprattutto elementi positivi e, poi, anche alcuni negativi che devono essere migliorati. Oggi, ci vuole un'assunzione di responsabilità vera da parte vostra e dovete smettere di tenere questo atteggiamento iconoclasta per cui tutto quello che è stato fatto dal precedente Governo o dai precedenti Governi è sbagliato. La dovete smettere, è sbagliato, è un ragionamento sbagliato, non è da persone che lavorano continuamente a contatto con le imprese, con i cittadini e, soprattutto, con quelle persone che credono che l'efficientamento energetico potrà portare un miglioramento in termini economici e ambientali. Questo o lo riconoscete o, come ho detto prima, la transizione ecologica e l'efficienza energetica non sono assolutamente cosa vostra e credo che questo sia ormai sotto gli occhi di tutti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dell'Olio. Ne ha facoltà.
GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Presidente, intervengo solo per chiedere di sottoscrivere, se è possibile, l'ordine del giorno, da parte del gruppo MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/44 Simiani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1436/45 Bakkali.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Bakkali. Ne ha facoltà.
OUIDAD BAKKALI (PD-IDP). Presidente, intervengo molto brevemente per chiarire i contenuti di questo ennesimo parere contrario, rispetto a un tema che hanno sollevato molti colleghi in molti ordini del giorno. Mi riferisco al tema dei trasporti aerei e dei rincari che nei periodi di picco sono arrivati al 200 per cento. Avevate preso una buona strada, con il provvedimento per vietare la fissazione dinamica delle tariffe aeree, e lo avete fatto anche con dichiarazioni forti del Ministro che diceva: l'Italia è un Paese sovrano e non si fa ricattare da alcuno. Ebbene, nella conversione siete tornati indietro e la tutela dei passeggeri e di chi vive nelle isole e deve viaggiare per lavoro o per studio è qualcosa che avete messo in secondo piano.
Nelle file della maggioranza siedono - immagino - colleghi che abitano, vivono e viaggiano da queste isole e credo che anche voi chiediate e dobbiate essere di pungolo per questo Governo per trovare soluzioni, perché i picchi torneranno.
Noi abbiamo chiesto, in quest'ordine del giorno, di tutelare i consumatori, di farlo individuando misure di compensazione per i passeggeri, applicando sanzioni per chi non ha rispettato la norma e, purtroppo, abbiamo ricevuto un parere contrario. Non è chiaro quale sia la direzione e quale sia la programmazione del Governo su questo tema importante, quindi, vi chiediamo ancora una volta di esprimervi e di votare e vi chiediamo davvero di trovare soluzioni a un problema quale il diritto alla mobilità di queste persone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/45 Bakkali, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).
Collega Carra' non è riuscito a votare? Abbiamo chiuso la votazione.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1436/46 Ubaldo Pagano sul quale il parere è favorevole con riformulazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.
UBALDO PAGANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Potrei avere l'attenzione del Vice Ministro? Se potesse rileggerla.
PRESIDENTE. Va bene, ripeto che la trovate nel resoconto, ma chiediamo comunque al Vice Ministro di rileggere la riformulazione all'ordine del giorno 9/1436/46 Ubaldo Pagano.
EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Sì, Presidente: “A valutare l'opportunità di un approfondimento in ordine alle categorie dei lavori usuranti e di adottare ogni misura utile in favore dei lavoratori del gruppo Ilva”.
PRESIDENTE. Onorevole Ubaldo Pagano?
UBALDO PAGANO (PD-IDP). Presidente, accetto la riformulazione, ma vorrei dire due cose.
PRESIDENTE. È intervenuto ieri, quindi, ha circa due minuti e mezzo.
UBALDO PAGANO (PD-IDP). Vorrei dire due cose, perché mi rendo conto che, sulla questione di specie, questo non poteva essere il provvedimento più utile a trovare una soluzione organica e chi dice il contrario, evidentemente, non ha in animo realmente la soluzione della questione. Ma siccome qui stiamo parlando dell'ex Ilva e soprattutto di una vicenda su cui penso che la responsabilità sia piuttosto diffusa e generalizzata tra tutte le forze politiche rappresentative dell'intero arco costituzionale, non vorrei che, attraverso quest'ordine del giorno, dessimo una rinfrescata omeopatica a una soluzione che, invece, richiede impegno e soprattutto risorse. Mi permetto di dare al Vice Ministro e ai colleghi, per il suo tramite, qualche dato: allo stato attuale abbiamo ancora 1.700 lavoratori collocati in cassa integrazione straordinaria presso l'amministrazione straordinaria di ex Ilva; a questi, si aggiungono circa 3.500 lavoratori dell'attuale società, Acciaieria d'Italia, anche loro ancora in cassa integrazione.
Con quest'ordine del giorno - e, soprattutto, con la legge di bilancio, che andrete a redigere tra qualche giorno - spero possiate occuparvi di questioni specifiche e non, in generale, dei lavoratori di ex Ilva e, ora, di Acciaierie d'Italia. Chiediamo che chi lavora nel settore siderurgico abbia i benefici di legge che spettano alle categorie dei cosiddetti lavori usuranti e che non si aspetti l'ultimo secondo, come accade ogni anno, per riconfermare l'integrazione salariale dei dipendenti. Queste persone, infatti, vivono a metà, costantemente sospese tra la dignità del lavoro e la cassa integrazione.
Infine, chiediamo di riprendere in mano la questione degli esodi incentivati. Guardate, ci sono ancora 100 milioni di euro per gli strumenti attuali, ma non presentano, secondo la formulazione, alcuna convenienza utile per i lavoratori. Ora, se il Governo, insieme al Parlamento e con uno spirito proattivo, accoglie quello che è l'appello delle forze sociali e di tutti i sindacati - e quando ci siamo presentati dinanzi a loro eravamo tutti presenti e concordi -, immagino che, probabilmente, quelle risorse, che già esistono - e che, quindi, non richiedono un'ulteriore dotazione - potrebbero essere utilmente spese per dare un minimo di respiro.
PRESIDENTE. Grazie, deve concludere.
UBALDO PAGANO (PD-IDP). Non ce lo chiede semplicemente la logica delle cose, ma la dignità del lavoro di quelle persone, che, da troppo tempo, sono sospese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
ANGELO BONELLI (AVS). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. L'onorevole Bonelli è già intervenuto due volte. È per sottoscrivere? Prego.
ANGELO BONELLI (AVS). Per sottoscrivere l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Bonelli. Ho sbagliato io: pensavo fosse già intervenuto due volte e, invece, può intervenire per la seconda volta. Comunque, vuole solo sottoscrivere. Anche gli onorevoli Fornaro, Lacarra, Ghio, Dell'Olio e Serracchiani vogliono sottoscrivere l'ordine del giorno. Se ci sono altri colleghi che intendono sottoscrivere poi magari lo fate presente.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/46 Ubaldo Pagano, nel testo riformulato dal Governo. Il parere del Governo è favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 11).
Sull'ordine del giorno n. 9/1436/47 Raimondo il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1436/48 Curti il parere è favorevole con riformulazione. Chiedo ai presentatori se accettano la riformulazione. Prego, onorevole Bakkali.
OUIDAD BAKKALI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Accettiamo la riformulazione e chiediamo di metterlo ai voti. Questo perché il contenuto di quest'ordine del giorno riguarda i territori alluvionati e i territori dove, nello scorso luglio, altri eventi meteorologici si sono abbattuti. Parlo del tornado, che ha colpito 7 province in Emilia-Romagna e 43 comuni nel mio territorio - il comune di Alfonsine, Savarna, che è una frazione di Ravenna, e Voltana nel lughese -, con danni ingenti alle aziende e agli abitati, dove è stato dichiarato lo stato di emergenza nazionale.
Sono passati 138 giorni dall'alluvione di maggio. Questi territori sono stati ulteriormente colpiti anche da questo evento e, quindi, abbiamo bisogno di velocizzare, abbiamo bisogno che gli indennizzi e i ristori arrivino a famiglie e imprese il prima possibile e che anche questi eventi, che hanno peggiorato e hanno rimesso in ginocchio chi si stava rialzando, siano inclusi.
Quindi, accetto questa riformulazione, perché vorrei un voto, che è l'ennesimo impegno vostro nel tenere alta l'attenzione e arrivare davvero a dare risposte a questi territori. Quindi, questa è la ragione per cui accettiamo la riformulazione e chiediamo di mettere in votazione l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Prendo atto che gli onorevoli Malavasi e Gruppioni intendono sottoscrivere l'ordine del giorno.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/48 Curti, come riformulato dal Governo. Il parere del Governo è favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 12).
L'ordine del giorno n. 9/1436/49 Ghio è accolto come raccomandazione, ove riformulato. Collega Ghio, accetta la riformulazione?
VALENTINA GHIO (PD-IDP). Accetto la riformulazione, chiedendo che, nei prossimi periodi, visto che si parlerà di riforma del sistema portuale, questo tema venga accolto con maggiore incisività, visto anche l'incremento degli incidenti mortali all'interno dei porti. Quindi, il tema del percorso sui lavori usuranti e dell'attivazione del Fondo per l'accompagnamento all'esodo, dopo la raccomandazione, deve diventare realtà.
PRESIDENTE. Prendo atto che gli onorevoli Serracchiani e Bakkali sottoscrivono l'ordine del giorno.
Sull'ordine del giorno n. 9/1436/50 Grimaldi il parere del Governo è contrario.
Ha chiesto di parlare il collega Grimaldi. Ne ha facoltà per tre minuti e mezzo.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Ovviamente, non possiamo che definirci stupefatti del fatto che, per una frazione di tempo, avete anche provato a spostare l'oggetto del dibattito pubblico su un tema a noi molto caro, quello degli extraprofitti, perché, in questi 4 anni, Presidente, a seconda dello shock del momento, c'è qualcuno che si è avvantaggiato. Parlo, ovviamente, delle compagnie energetiche e di quello che è successo durante la pandemia: pensate al mondo dell'e-commerce, pensate ad Amazon, pensate anche alle case farmaceutiche e non ultimo, proprio in questo anno di guerra, pensate anche alle banche, alle assicurazioni e, soprattutto, al grande tema degli armamenti.
Chiediamo di introdurre a regime una misura di prelievo fiscale sugli extraprofitti realizzati nei settori bancario, energetico, farmaceutico e bellico, al fine di una più equa distribuzione, proprio per contrastare la crisi e per salvare il sistema sanitario nazionale.
Vi chiediamo di essere coerenti e di non fare ulteriori retromarce in questa discussione (siamo pronti a farla in qualsiasi momento). Volete far scomparire la misura dalla NADEF? Volete farla scomparire da questo decreto? Noi ve lo diremo nella legge di bilancio. Servono risorse? Giorgetti vi continua a dire di stare zitti: lo dice a voi. Giorgetti non vuole aprire la discussione soprattutto con voi, ma noi, dall'opposizione, vi diciamo che le risorse esistono e le hanno i primi, sempre più irraggiungibili (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/50 Grimaldi, con il parere del Governo contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1436/51 Caretta, sul quale vi è un invito al ritiro o parere contrario.
EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Presidente, il Governo ha cambiato il parere: è favorevole con riformulazione.
PRESIDENTE. Mi legge la riformulazione?
EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. “A valutare l'opportunità di adottare iniziative normative volte a consentire alle regioni di poter istituire propri istituti regionali per la fauna selvatica, coordinati dall'ISPRA, che svolgano, tra le altre attività, l'attività di consulenza tecnico-scientifica a supporto dell'amministrazione regionale in merito all'autorizzazione di interventi di cattura della fauna selvatica regionale, nonché alla predisposizione di piani di prelievo, o controllo, della fauna selvatica regionale ritenuta dannosa, aliena o invasiva”.
PRESIDENTE. Onorevole Caretta la accoglie? Sì, la riformulazione viene accolta.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1436/52 Bonafe' sul quale il parere è contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonafe'. Ne ha facoltà.
SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non siamo stupiti del parere contrario del Governo e duole constatare, ancora una volta, come il Governo sia nemico delle energie rinnovabili, perché non basta, come avete fatto nel decreto che stiamo esaminando, prevedere alcune misure - peraltro anche molto insufficienti e poche - di incentivazione della produzione delle fonti rinnovabili, se poi, però, nel decreto Aree idonee, o meglio, nella bozza del decreto Aree idonee, perché ancora non lo avete predisposto, che è esattamente quel decreto che va poi a individuare le aree sulle quali insistono gli impianti, lì voi avete messo, in questa bozza, una serie di criteri talmente restrittivi, ma talmente restrittivi che, se dovesse rimanere questa formulazione, è assolutamente evidente che le imprese rinunceranno ad investire. E ciò con un grave danno per lo sviluppo del Paese, una perdita di posti di lavoro, una perdita dello sviluppo. Vi faccio solo un esempio: è evidente che, se viene definita idonea un'area dove solo una parte della superficie può ospitare un impianto, peraltro in assenza di criteri oggettivi e senza concertazione delle regioni, questo vuole dire limitare la possibilità degli operatori di investire; e, se il vostro obiettivo è quello di tutelare le aree agricole, che è un obiettivo assolutamente da noi condiviso, al tempo stesso, però, non capiamo perché avete eliminato l'automatismo di idoneità sulle aree industriali che tendenzialmente non sono aree di rilievo paesaggistico e sulle quali, invece, impianti di energie rinnovabili sarebbero assolutamente auspicabili.
Peraltro, tutto questo avviene, cari colleghi, mentre il Parlamento europeo proprio la settimana scorsa ha approvato una normativa…Presidente, non so, faccia lei.
PRESIDENTE. Colleghi.
SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Capisco che questi temi non interessino la maggioranza, ma chiederei un po' di silenzio per continuare a intervenire.
PRESIDENTE. Colleghi, consentiamo alla collega Bonafe' di svolgere il suo intervento nel silenzio dell'Aula. Prego, collega Bonafe'.
SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Dicevo, appunto, che tutto questo sta avvenendo proprio mentre il Parlamento europeo…
PRESIDENTE. Scusi, collega Bonafe'. Colleghi, non è che dopo il richiamo fate più confusione di prima, perché altrimenti aspettiamo fino a che non c'è silenzio e passiamo la mattinata aspettando che la collega Bonafe' possa svolgere il suo intervento. Prego.
SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Peraltro, appunto, voglio ricordare che il Parlamento europeo proprio la settimana scorsa ha approvato una nuova normativa che aumenta il target, peraltro obbligatorio, a cui ci dobbiamo aggiornare, di produzione di energia rinnovabile al 42,5 per cento della produzione totale di energia. E proprio quando l'OCSE la settimana scorsa ha bacchettato l'Italia perché è in ritardo sulla diffusione di energie rinnovabili. Noi con quest'ordine del giorno chiedevamo, chiediamo semplicemente di rivedere questi criteri, che sono fuori da ogni logica, di semplificare effettivamente questo settore per dare uno sviluppo allo stesso, di prevedere effettivamente procedure autorizzative che incentivino gli investimenti in energie rinnovabili.
Sappiamo la vostra idiosincrasia nei confronti del cambiamento climatico, sappiamo che per voi non è una priorità, non è un'emergenza. Non ve lo chiediamo per quello. Ve lo chiediamo, però, almeno per lo sviluppo del Paese, per la competitività del nostro Paese. E allora, se il decreto Aree idonee dovesse arrivare nella versione definitiva della stesura che stiamo vedendo in questi giorni, ve lo diciamo in tempi non sospetti: voi vi renderete responsabili di fermare lo sviluppo delle energie rinnovabili nel nostro Paese e, soprattutto, vi renderete responsabili di una visione miope che non va assolutamente incontro a temi che riguardano il futuro, e di una visione, la vostra sì, ideologica su questi temi, che condannerà il nostro Paese a non avere sviluppo in questo settore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Vice Ministro Rixi. Ne ha facoltà.
EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Vorrei motivare la contrarietà all'ordine del giorno, in quanto il testo attuale, come peraltro viene chiesto in quest'ordine del giorno, è stato oggetto di una lunga elaborazione, che sta arrivando alla conclusione e ad una ridefinizione, tra MASAF e MASE. Da questo punto di vista ci risulta che, in un processo in cui si sta elaborando un testo, definire già quale sia il testo definitivo diventa assolutamente complesso. Quindi, invito al ritiro dell'ordine del giorno, altrimenti il Governo è costretto a esprimere un parere di contrarietà in quanto c'è una fase istruttoria e di lavoro che il Governo sta portando avanti fra due Ministeri e, quindi, non possiamo cristallizzare in questo momento una situazione. Lo dico perché, al netto, diciamo così, da parte dell'opposizione, di azioni preconcette sul fatto che la maggioranza non vorrebbe fare un rinnovo tecnologico (Applausi di deputati del gruppo Fratelli d'Italia), e non è così, stiamo cercando di trovare soluzioni partendo da una situazione in Italia particolarmente complessa, anche a causa di decisioni prese dai Governi precedenti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonafe'. Ne ha facoltà.
SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Vice Ministro, capisco che ci sia un iter di approvazione in corso tra vari Ministeri, però la invito, a maggior ragione, a leggere bene il dispositivo dell'ordine del giorno. Noi chiediamo semplicemente di impegnare il Governo ad adottare il decreto per l'individuazione delle aree idonee con i correttivi necessari rispetto alla bozza che è stata resa pubblica. C'è una bozza che è stata resa pubblica: per noi quella bozza, anziché sviluppare le energie rinnovabili, le limita e impedisce gli investimenti.
Allora, a maggior ragione, visto che c'è un iter in corso, le chiederei di cambiare il parere su questo decreto e arrivare invece a una condivisione, e poi valuteremo la stesura definitiva di questo decreto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Pavanelli. Ne ha facoltà.
EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo alla collega se posso sottoscrivere l'ordine del giorno, anche per il collega Cappelletti.
PRESIDENTE. Bene, Pavanelli e Cappelletti. Lo sottoscrive anche Dell'Olio.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/52 Bonafe', con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1436/53 Cangiano sul quale c'è invito al ritiro o parere contrario.
Ha chiesto di parlare il Vice Ministro Rixi. Ne ha facoltà.
EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Presidente, il Governo ha rivisto il parere in favorevole con riformulazione. Leggo la riformulazione: “all'esito della pronuncia definitiva di merito, a valutare la possibilità di rivedere le disposizioni del citato decreto ministeriale relativo agli aumenti Istat dei canoni delle concessioni demaniali marittime della portualità turistica”.
PRESIDENTE. La riformulazione viene accolta.
Sull'ordine del giorno n. 9/1436/54 Frijia il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/1436/55 De Monte il parere è contrario. Lo poniamo in votazione
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/55 De Monte, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).
L'ordine del giorno n. 9/1436/56 Mari è accolto come raccomandazione, ove riformulato: va bene.
Dobbiamo tornare agli ordini del giorno accantonati.
Vice Ministro, dovrebbe darmi il parere sugli ordini del giorno n. 9/1436/9 Dell'Olio e n. 9/1436/10 Francesco Silvestri.
EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/1436/9 Dell'Olio il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità di estendere, anche a mezzo di futuri provvedimenti normativi, l'applicazione degli incentivi di cui in premessa a tutte le forme giuridiche che il tassista ha in base alla normativa vigente per l'acquisizione delle autovetture”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1436/10 Francesco Silvestri il parere è contrario.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1436/9 Dell'Olio, su cui il parere è favorevole con riformulazione. Onorevole Dell'Olio accetta la riformulazione?
GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). No, Presidente, non l'accetto e vorrei parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Presidente, quest'ordine del giorno interviene sull'articolo 3, quello relativo ai taxi… Scusate?
PRESIDENTE. Colleghi, come prima. Prego, collega.
GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Grazie. Dicevo, interviene per dare ai tassisti la possibilità di ricevere un contributo per acquistare una macchina a basso livello di emissioni, quelle nelle fasce 0-20, 21-60 e 61-135 g/km, quindi sostanzialmente quelle elettriche, le ibride, eccetera. Ora, qual è il problema? Con la quantità di decreti che questo Governo sta producendo, una media di 4,2 decreti al mese, il Governo ha scritto, al comma 2, che, sulla base di un concorso straordinario per il rilascio a titolo oneroso di nuove licenze, possono ottenere dei contributi sulla base dell'utilizzo di veicoli a basso livello di emissione, ma poi, al comma 4, si viene a scrivere che questo contributo è riconosciuto per l'acquisto. Allora, è chiaro che, se da una parte si scrive “l'utilizzo”, il tassista non si fa prestare la macchina da un amico e incassa i soldi, ma se si va a chiedere a un tassista, che deve prendere una licenza a titolo oneroso, di andare poi anche a comprare una macchina - che, mediamente, può andare dai 30-40.000 fino ai 50-60.000 euro, perché il tassista non si va a comprare una macchinetta che fa pochi chilometri, dato che ne deve fare tanti al giorno dovrà prendere una macchina performante -, dato che si scrive una cosa del genere, vi era stata la richiesta, contenuta in un emendamento - poi, però, cassato - volto a far capire che per “acquisto” si intende, comunque, anche la possibilità di prendere la macchina a noleggio a lungo termine, a leasing. Perché, altrimenti, già questi tassisti devono pagare la licenza, ma se poi devono anche andare a comprare la macchina, e in banca difficilmente daranno loro il contributo, sostanzialmente questi 40 milioni di euro - che poi varranno per poco meno di 1.000, 2.000 macchine e non di più - rimangono lettera morta.
Quindi, io ringrazio il Governo per aver riformulato in “valutare la possibilità di estendere”, ma qua già c'era un problema, secondo me, di adeguamento normativo e formale del testo, perché non si può scrivere una parte, nel comma 2, che parla di “utilizzo” della macchina, e poi, nel comma 4, parlare di “acquisto”, poiché si vanno a prendere in giro le persone.
Per cui ringrazio per la rimodulazione, ma qua non si trattava neanche di andare a espandere la platea, si trattava di dire: bene, lo estenderemo e spiegheremo che, effettivamente, quando parliamo di acquisto, per acquisto si intende anche il noleggio a lungo termine. Infatti, comunque, la cosa che importa al Governo è vendere le macchine, poi che le compri una società di leasing o che le compri il privato da un rivenditore, quella macchina viene comunque venduta, per cui non c'è un problema che questi soldi vadano a finire chissà dove. Ecco perché, secondo me, è una questione più che altro di riconoscimento formale per cui, nel momento in cui io ho il possesso della macchina e l'utilizzo, poco importa se l'abbia acquistata io o una società di leasing. Per questo richiedevo una valutazione piena di questo provvedimento, che, a quanto mi constava, veniva dal MIT e c'era un parere positivo, il MIMIT credo che abbia deciso diversamente, per cui chiedo di metterlo in votazione, se il Governo non decide di trasformare il parere in favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Per capirci, siccome un ordine del giorno non può cambiare una norma, quando nella riformulazione si scrive “anche a mezzo di futuri provvedimenti normativi”, vuol dire che il Governo ha intenzione di farlo.
Ora, non so se l'opposizione si voglia far bocciare l'ordine del giorno per puro piacere di farselo bocciare, perché chiede un intervento, con un ordine del giorno, su una norma che, ovviamente, non può essere cambiata, ma non perché è un tema di Governo, bensì perché questa norma è stata in primo luogo discussa con la Commissione europea, in quanto stiamo comunque pensando a incentivi per i privati, e in secondo luogo perché quelle sono le regole normative dell'Unione, che non abbiamo scritto noi, ma che, purtroppo, dobbiamo seguire. Da questo punto di vista, come spiegavo ieri, anche noi siamo assolutamente favorevoli e, nel momento in cui avremo l'autorizzazione per poterlo fare, verrà fatto. Vorremmo, infatti, evitare, come è successo già in passato, di erogare incentivi e poi vedere i tassisti che si trovano costretti a restituirli dopo aver preso le autovetture. Quindi, il problema è che noi dobbiamo tutelare una situazione su cui, oltretutto, stiamo provando a rinnovare l'intero parco, con uno stanziamento mai avuto prima e con incentivi alti a un livello tale che mai è stato fatto prima.
Quindi, se l'obiettivo per tutti è quello di arrivare, alla fine, a poter accedere agli incentivi tramite contratti di leasing o altro, mi sembra folle far bocciare al Governo un ordine del giorno, che, così come è scritto, non è accoglibile (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Onorevole Dell'Olio?
GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Presidente, io ringrazio il Vice Ministro, per la spiegazione. Ricordo solo due cose: con 40 milioni di euro, se l'incentivo fosse di 10.000 euro, parleremmo di 1.000 macchine in totale, quindi non stiamo rinnovando l'intero parco. Credo che ci siano 6.000 tassisti solo a Roma, e se fossero meno di 10.000, se fossero 5.000, staremmo parlando di 8.000 macchine, quindi forse quelle per Roma. Ma il problema è questo: visto che il Governo ha detto che è assolutamente intenzionato, perché modificare in “valutare la possibilità di estendere”? A casa mia, “valutare” ha anche un aspetto negativo. Se il Governo lo vuole fare, visto che non c'è scritto di farlo oggi, ma con prossimi futuri provvedimenti normativi, la posizione di “a valutare la possibilità di estendere” rende del tutto vano l'ordine del giorno.
Quindi mi dispiace, ringrazio la disponibilità del Governo anche per aver spiegato, però, di fatto, non cambia la situazione, in quanto è stato fatto un errore dal Governo ed è il Governo che dovrà spiegare ai tassisti che si devono andare a comprare la macchina e non se la possono prendere al leasing. Non è un mio vantaggio farmi bocciare un ordine del giorno, perché avevo provato a farlo approvare. Un emendamento di tale contenuto era già stato ammesso al Senato e, quindi, il Governo, al Senato, aveva tutto il tempo di far passare l'emendamento e poi, qui, di approvare l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/9 Dell'Olio, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1436/10 Francesco Silvestri, che chiede di parlare. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie, Presidente. Su questo tema degli extraprofitti, io credo che non ci sia stata altra occasione in cui il Governo abbia dimostrato tutta la sua codardia politica. In questo senso, ha dimostrato che si è molto forti, è facile essere leoni in conferenza stampa, poi si arriva qui e si diventa, improvvisamente, gattini d'appartamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Su questo tema degli extraprofitti avete fatto una figura barbina. Avete avuto il Ministro Salvini che è andato subito in conferenza stampa, anticipando tutti, perché era voglioso di dire che facevano una tassazione sulle banche. Poi abbiamo avuto il Premier Meloni che gli ha dedicato anche gli appunti di Giorgia, che a questo punto stanno diventando le barzellette di Giorgia, perché lì, in quel caso, ha detto: abbiamo deciso di introdurre una tassazione del 40 per cento sulle differenze ingiuste del margine di interesse.
Poi, vi hanno dato uno scappellotto (probabilmente chi di dovere) e, in Senato, avete fatto una modifica per la quale questa tassazione degli extraprofitti è diventata incredibilmente facoltativa. Quindi, le banche possono scegliere di pagare una tassazione oppure riversarla sul loro patrimonio, fra l'altro anche utilizzabile sulla distribuzione degli utili.
Ecco, questa sarebbe stata l'occasione di affermare un principio. Noi, per otto volte siamo venuti qua, per otto volte vi abbiamo dato questa soluzione, per otto volte ci avete detto di no, poi avete fatto tutta una propaganda in conferenza stampa, avete dimostrato che abbassare la testa forse è uno dei princìpi su cui pensate di mantenere la vostra poltrona, però questa era l'occasione - ed era lo spirito del MoVimento 5 Stelle, quando ha fatto questa proposta - di affermare che, quando gli interessi salgono a questi livelli, non si chiamano più interessi, si chiamano usura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! In questo caso, il MoVimento 5 Stelle vi aveva dato un'indicazione, perché fare una tassazione sugli extraprofitti, guardate, non è bello. Quando si interviene sugli extraprofitti, vuol dire che qualcosa sta andando molto male. Quindi, non lo abbiamo fatto con piacere e questo vale per ogni situazione, ma avete mancato anche in quest'occasione e voi, adesso, con il vostro dito, premerete il tasto rosso con quell'automatismo che, muovendo il dito, si abbassa automaticamente la testa; sappiate che, mentre quel rosso della “lavagnetta” probabilmente scomparirà a favore del prossimo ordine del giorno, il rosso dei conti in banca di chi sta subendo l'aumento della tassazione sui mutui o i vostri aumenti sul caro libri, sul caro benzina, sul caro carrello - tutte cose su cui non state facendo nulla -, quel rosso, purtroppo, permane. Permane perché state dimostrando continuamente di non avere il coraggio di affrontare tutte le cose che stanno creando disuguaglianze sociali in questo Paese e vi state spendendo semplicemente per creare nemici a destra e a manca! Ma, guardate, i nemici stanno finendo e i conti stanno arrivando (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo ce lo dicono anche tutti i dati che testimoniano i vostri fallimenti economici prima e politici successivamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fenu. Ne ha facoltà, per due minuti.
EMILIANO FENU (M5S). Grazie, Presidente. Sì, dovrei avere due minuti. Ha detto benissimo il collega Silvestri: quando abbiamo sentito la conferenza stampa del Ministro Salvini - una versione Papeete più sobria ed elegante, diciamo, in giacca e cravatta - ci ha detto, tra le altre cose, che non stiamo parlando di qualche manciata di milioni e ha ragione: non stiamo parlando di qualche manciata di milioni. Dopo le modifiche, stiamo parlando di una manciata di milioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma l'oggetto dell'ordine del giorno è un altro. Si è lasciato intendere, nella conferenza stampa, negli “appunti di Giorgia”, ovunque, che questo provvedimento dovesse essere destinato ad aiutare le famiglie in difficoltà che hanno visto aumentare la rata del mutuo variabile anche dal 70 per cento, ma non si è detto abbastanza che, nell'articolo 26, non è previsto nemmeno un euro a favore di queste famiglie, perché la manciata di milioni di euro che incasserà lo Stato sarà destinata al calderone della riduzione della pressione fiscale, quindi andrà zero alla riduzione della pressione fiscale e andrà al Fondo di garanzia per i mutui per le giovani coppie, quindi a un Fondo offerto alla banca per agevolare i nuovi mutui, una cosa che abbiamo sempre finanziato noi, ma il succo è che a chi veramente sta vivendo le difficoltà del rincaro delle rate di mutui non andrà assolutamente nulla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà. Ricordo che ha un minuto e venti secondi residui.
ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente. So che ho poco tempo, ma proprio telegraficamente ci tenevo a ricordare che, dopo aver votato otto volte contro la proposta di introdurre una tassa sugli extraprofitti bancari in Parlamento, la Presidente del Consiglio Meloni è andata in televisione a dichiarare che era stata una sua iniziativa. Mi chiedo come mai non ci sia un giornalista, in Italia, che si sia alzato a chiederle: ma se, per otto volte l'avete bocciata in Parlamento, con che coraggio, con quale dignità sta dichiarando che è stata una sua iniziativa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?
Questa era un'iniziativa sacrosanta - e qualche banchiere si era rammaricato -, perché stiamo parlando di un settore che sta facendo miliardi e miliardi di euro di guadagni senza muovere un dito. Quindi, sarebbe un'opera di ridistribuzione economicamente e socialmente utile! Sarebbero arrivati, questi soldi, qualora fosse stata introdotta la misura, a chi ha un mutuo che sta aumentando in maniera sproporzionata, mentre finiranno per il taglio delle tasse. Le banche sono state molto rapide ad aumentare i costi, ma non sono state altrettanto veloci ad aumentare gli interessi e stanno macinando miliardi e miliardi di euro, che stanno pagando gli italiani! Non sono parole mie, sono parole del Ministro Salvini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) che, se ha una dignità, vada nuovamente di fronte alle telecamere e si scusi con gli italiani per non essere riuscito, ancora una volta, a mantenere una sola promessa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Saluto studentesse e studenti dell'Istituto di istruzione superiore Soleri-Bertoni, di Saluzzo, Cuneo, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.
VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo anch'io su quest'ordine del giorno, perché questa questione degli extraprofitti è davvero appassionante. Infatti, ai numerosi talenti che gli esponenti di questo Governo hanno dimostrato in questo primo anno di Governo, il talento del dilettantismo, quello del vittimismo, quello dell'incoerenza e quello dell'incapacità, ne possiamo aggiungere un altro: ci avete dimostrato di avere un grande talento nei giochi di prestigio. Siete dei prestigiatori, perché questa tassa sugli extraprofitti tanto sbandierata in un caldo agosto, folle, tra una Santanchè a bordo piscina e un Vannacci, non esiste più. Nel provvedimento che stiamo approvando oggi la tassa sugli extraprofitti non c'è più, l'avete fatta sparire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
E, allora, facciamo un passo indietro, è già stato detto, però la rassegna stampa è così divertente che io la vorrei ripetere. Allora, Salvini: “Indietro non si torna, sulle banche noi andiamo dritti”. Meloni: “Non difendo rendite di posizione” e “Utili da record, margini ingiusti, intervento per aiutare le famiglie”. E, ancora: “Stiamo registrando utili record, abbiamo deciso di intervenire introducendo una tassazione del 40 per cento sulla differenza ingiusta del margine d'interesse”. E, oggi, cosa succede? Succede che, miracolosamente, con un vostro gioco di prestigio, quella tassa non c'è più, è sparita: si tratta di un contributo volontario. Ma voi avete mai visto schiere di persone in fila per pagare le tasse? Io no e, quindi, vorrei dirvi questo, e diciamolo agli italiani cosa c'è in questo provvedimento che stiamo votando oggi e che voi avete sbandierato ad agosto come “la pacchia è finita anche per i banchieri”.
Allora, non solo oltre a consentire alle banche di non pagare neanche un centesimo, se decidono di accantonare quelle risorse a patrimonio - cioè mettersele in tasca -, avete anche ridotto il tetto massimo dell'importo a una percentuale - questo è bellissimo - di cui nemmeno il Governo, come dite voi nella relazione tecnica, riesce a stimare il gettito. Ma la presa in giro non è finita qui, perché quei pochi introiti che forse - forse - riuscirete a ottenere non volete nemmeno destinarli alle famiglie che sono in difficoltà per pagare le rate del mutuo, poiché, diciamocelo chiaramente, credo che, nella disperazione di queste persone, non vedete un problema, vedete un'opportunità per fare cassa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), così come avete fatto cassa con la benzina, settore in cui avete promesso di tagliare le accise in campagna elettorale e appena arrivati al Governo avete tagliato lo sconto sulle accise. Avete, fatto extraprofitti voi, per 6 miliardi di euro, e date indietro solo qualche spicciolo, e la sbandierate anche come una grande cosa, “vi abbiamo dato una mano”. Allora, vi ragguagliamo, perché, rispetto al 15 marzo, quando, per la prima volta, vi abbiamo chiesto di intervenire per aiutare le famiglie in difficoltà, gli aumenti sono quasi raddoppiati: erano del 40 per cento il 15 marzo, oggi sono arrivati al 70 per cento, così com'è raddoppiata la disperazione di chi vive fuori di queste Aule e di chi si trova ad affrontare la difficoltà di pagare una rata di mutuo maggiorata di del 70 per cento.
Allora, noi ci chiediamo: forse avete una percezione distorta della realtà? In che mondo vivete? Anche se, del resto, se avete un Ministro che pensa che i poveri mangino meglio dei ricchi, forse pensate che queste persone vivano in una reggia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Voglio farvi una domanda che si fanno tutti i cittadini: com'è che quando chiedete i soldi alle banche lo fate su base volontaria e quando invece li chiedete ai cittadini dovete prenderli per forza e il prelievo diventa obbligatorio? Questa è una domanda che io mi faccio da cittadina. La verità però, purtroppo, sapete qual è? È che quello che non state facendo, non solo sui mutui ma anche sul carburante, sul caro libri, sul caro carrello - altro che carrello tricolore - è semplicemente vergognoso. Quando noi eravamo al Governo, il nostro monito era che nessuno doveva rimanere indietro; abbiamo teso le mani agli ultimi e li abbiamo accompagnati per colmare le disuguaglianze. Voi, invece, che cosa state facendo? State prendendo quelle persone e le state accompagnando in coda, in coda alle vostre priorità e loro se lo ricorderanno sempre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Donno. Ne ha facoltà.
LEONARDO DONNO (M5S). Grazie, Presidente. Ovviamente concordo con tutto quello che hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto, ma che cosa c'è da aspettarsi da un Ministro che la sera va a letto dicendo una cosa e la mattina dopo dice esattamente l'opposto? Che cosa ci possiamo aspettare da un Ministro che parla tanto di lavoro e di occupazione, quando proprio lui è uno che non ha mai lavorato in vita sua e il massimo del lavoro che è riuscito a fare è stato partecipare a Il pranzo è servito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Questo ha fatto nella sua vita, poi non ha fatto nient'altro! Nient'altro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora, che cosa ci aspettiamo da un Governo di incapaci, come si sta dimostrando nei fatti? Io leggevo, qualche giorno fa, le dichiarazioni della collega Montaruli - potrei citare veramente centinaia di dichiarazioni di questi giorni di Ministri, Sottosegretari e di autorevoli esponenti di tutte le forze di centrodestra di maggioranza - che mi hanno particolarmente colpito perché ha detto: con Fratelli d'Italia nessun passo indietro. Voi non fate i passi indietro, siete passati direttamente alle capriole, ai carpiati all'indietro, perché tradite tutte le promesse. Ecco perché dovremmo lavorare per introdurre un nuovo reato in questo Paese, il reato di truffa elettorale, perché avete preso in giro tutti i cittadini italiani con le vostre promesse farlocche (Proteste dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)…
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi!
LEONARDO DONNO (M5S). ... e state continuando a prendere in giro i cittadini con i vostri annunci farlocchi. Siete il Governo della farsa, questa è la verità (Proteste dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Collega Donno, lei si deve rivolgere alla Presidenza.
LEONARDO DONNO (M5S). Certo, certo, Presidente.
PRESIDENTE. Colleghi, lasciate svolgere l'intervento al collega Donno. Lei, collega, si ricordi che si deve rivolgere alla Presidenza. Prego, vada avanti.
LEONARDO DONNO (M5S). Grazie, Presidente.
FABRIZIO COMBA (FDI). Deve guardare lei, Presidente, non può guardare di qua!
PRESIDENTE. Scusi, collega? Collega, lei si rivolga con rispetto alla Presidenza, chiaro? Ho ripreso il collega Donno perché si deve rivolgere a me e lo stavo guardando. Chiaro, chiaro (Commenti del deputato Comba)? Collega, non ha la parola in questo momento, se vuole prendere la parola lo faccia dopo il collega Donno. Va bene? Collega Donno, prosegua.
LEONARDO DONNO (M5S). Grazie, Presidente. Il problema è che, quando si sbatte loro in faccia la verità, purtroppo poi si arrabbiano, si scaldano. Però quelli che sono veramente indignati e completamente abbandonati sono i cittadini che vivono fuori dai palazzi. Voi ormai vi siete rinchiusi completamente all'interno di questi palazzi e siete lontani anni luce dalla realtà. Hanno sbandierato l'iniziativa della tassazione sugli extra profitti per aiutare i cittadini e le imprese che non ce la facevano più a pagare i mutui, o le imprese che non riuscivano più ad accedere al finanziamento, al credito. Benissimo, i cittadini che hanno avuto un aumento considerevole delle rate dei mutui, raddoppiate in alcuni casi, non hanno avuto nessun aiuto da parte del Governo, questa è la verità. Non avete fatto nulla, quindi vi vendete cose che non fate poi, nei fatti. Qualche giorno fa, mi ha scritto anche un cittadino, uno dei tanti, uno delle centinaia di cittadini che ci scrivono, dicendo che non sapeva, quando qualche anno fa aveva acceso il mutuo, di averne accesi due, in verità, perché oggi, anziché 400, sta pagando 800 euro di mutuo al mese. Questa è la realtà, questo è il Paese reale.
Il Ministro Salvini, giusto per ricordare anche l'ennesimo passo indietro, dopo quella scenetta epica alla lavagna, che gira ormai su tutti i social, disse anche, qualche tempo fa, che il Governo sarebbe intervenuto qualora la benzina e il diesel avessero superato i 2 euro al litro. È da mesi che la benzina e il diesel ha superato questa soglia. Forse, non pagando la benzina, perché vanno in giro con le auto blu, non sanno quanto costa ma chi va ogni giorno a lavorare e a fare la spesa si accorge di quanto costi andare dal benzinaio e fare un pieno. Ci sono aumenti di 20, 30 o 40 euro al pieno, ma loro non lo sanno. Adesso pensano di lavarsi la coscienza regalando nemmeno un pieno di benzina a nemmeno tutti i cittadini, ma a quelli che forse nemmeno se la possono permettere una macchina, questa è la verità.
Allora, Presidente, visto che vogliono fare delle iniziative concrete per i cittadini, si facessero aiutare. Noi siamo a disposizione ma abbiamo visto che non sono capaci. Io sono contento che ci siano i ragazzi qui, oggi, ad assistere, e anche che tante persone ci seguono, e proprio a quei ragazzi vorrei dire che questo Governo è pericoloso, non tanto per noi, ma per le future generazioni perché sta precarizzando il mondo del lavoro, affamando il ceto medio, ormai annullandolo, senza fare nulla per sostenere i cittadini che oggi sono in difficoltà. Vi dovreste solo vergognare e chiedere scusa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Comba. Ne ha facoltà.
FABRIZIO COMBA (FDI). Chiedo scusa Presidente, ma le mie parole di prima non erano rivolte a lei ma al collega, a cui dicevo che si sarebbe dovuto rivolgere alla Presidenza e non direttamente a noi (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. La ringrazio per il chiarimento.
FABRIZIO COMBA (FDI). Le affermazioni che il collega Donno ha rivolto nei nostri confronti sono tutt'altro che puntuali, perché ha tacciato noi davanti ai ragazzi dicendo che i buoni insegnamenti arrivano da altri. Io li riporterei ai fatti perché, purtroppo, insegnamenti buoni non li hanno dati perché il reddito di cittadinanza non è certo un insegnamento per le nuove generazioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Comba, per il chiarimento.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Carotenuto. Ne ha facoltà.
DARIO CAROTENUTO (M5S). Grazie, Presidente. Proprio di questo volevo parlare, mi ha anticipato il collega che mi ha preceduto, grazie per l'introduzione. Tutto ciò che hanno detto i miei colleghi prima è tanto più inaccettabile. Infatti, da un lato, lasciate gli extra profitti a chi già ha abbastanza e adesso si arricchisce ancora di più e, dall'altro, siete cinici e spietati contro i percettori del reddito di cittadinanza, cioè coloro che vivono al di sotto della soglia di povertà, non secondo il MoVimento 5 Stelle ma secondo l'Istat (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questa è la visione del Paese che avete, classista e crudele con i più deboli e, invece, scendiletto con i potenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/10 Francesco Silvestri, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 17)
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1436)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benedetto Della Vedova. Ne ha facoltà.
Colleghi, come sempre cercate di uscire in silenzio. Aspetti un attimo, collega Della Vedova, altrimenti non sentiamo nulla. Diamo tempo ai colleghi che lo vogliono di lasciare l'Aula. Prego collega.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Altri userebbero un'espressione settembrina e poetica, com'è stato fatto in televisione, per descrivere quello che accade. Signora Presidente, ieri abbiamo stigmatizzato l'eccessivo uso della decretazione d'urgenza e della fiducia e il provvedimento in votazione oggi, dopo la richiesta di fiducia sullo stesso, dimostra perfettamente le nostre buone ragioni.
La Camera è chiamata a ratificare senza nemmeno poter entrare nel merito. Siamo entrati nel merito, colleghi, con ampio dispendio di energie, in queste ore, sugli ordini del giorno, ben sapendo che la capacità di incidere di questi ordini del giorno, tendenzialmente, si esaurisce nel confronto d'Aula e, magari, in qualche riproposizione sui social dei nostri interventi, ma non è così che si può incidere sui provvedimenti.
Noi, oggi, siamo chiamati a dire “sì” o “no” - noi diremo “no” - a un provvedimento che qui è passato in modo burocratico, senza alcuna possibilità, vista la posizione della questione di fiducia, di incidere. E noi, lo ripetiamo - lo dico agli esponenti, in particolare, delle opposizioni -non possiamo accettare che questa diventi la norma del legiferare, con questo monocameralismo alternato, ma, soprattutto, con questa imposizione dell'unica modalità di legislazione, cioè decreto-legge e questione di fiducia.
Penso a tre dei temi che mi interessa affrontare: la questione delle banche, la questione dei voli e la questione dei taxi. Tra l'altro, se pensiamo in particolare alle banche, ci troviamo a votare la fiducia, senza mai averci potuto mettere becco, su un testo che va nella direzione opposta, nei fatti, al testo del decreto originario. Infatti, in questo provvedimento, in particolare su banche e voli, nel disegno di legge di conversione per cui abbiamo votato la fiducia, c'è l'inversione di marcia rispetto alla direzione tracciata nel decreto originario, quello che ha riempito le pagine dei giornali e che ha galvanizzato la propaganda social, e non solo.
Mi ricordo, Presidente, la conferenza stampa con cui veniva annunciata la misura sulle banche. Ma davvero pensavate che fosse opportuno e utile quell'approccio nei confronti delle banche, prima del dietrofront che avete fatto? Poi, non lo so, qualcuno ha addirittura evocato - certamente, la stampa ha sbagliato - conflitti d'interesse dentro la maggioranza, chi difendeva la causa di una specifica banca, perché, magari, partecipata in modo significativo da un gruppo finanziario. Cose alle quali non ho nemmeno sentito risposta. Avrei preferito sentire la risposta.
Comunque, su quello avete cambiato idea, perché avete capito che non era quella normativa che poteva dare un sollievo a coloro che, avendo confermato i tassi variabili, anziché tornare sui tassi fissi, quand'era il momento, sicuramente, non hanno avuto buoni consigli dalle banche, ma, forse, potevano pensarci anche loro. Avete pensato per un solo istante che quella manovra demagogica e populista contro i cosiddetti extraprofitti delle banche avrebbe avuto benefici per i risparmiatori, per coloro che hanno i mutui e per le imprese, cioè per l'erogazione del credito? Vi siete accorti - ma ve lo avevamo detto anche prima - che avreste fatto una manovra non solo facendo irritare la BCE, perché l'avete fatta senza seguire adeguatamente le procedure, ma una norma che andava in direzione contraria e avete fatto un'indecorosa, ancorché utile, marcia indietro, le capitalizzazioni ed altro. E così sul tetto massimo per le tariffe aeree.
Ma voi, davvero, pensavate di poter scardinare, per decreto, un modello di business che ha accorciato le distanze, avvicinato le persone, potenziato il turismo e reso questo pianeta, a cominciare da questo continente, un luogo più interconnesso e, conseguentemente, più prospero? C'è il tema della continuità territoriale, ma va affrontato con tale modalità. Infatti, anche su questo, avete fatto una altrettanto utile, quanto indecorosa, marcia indietro. Un conto è la propaganda, il Manzoni già ce lo ha spiegato: se dici che abbassi i prezzi, la gente, di primo acchito, è contenta, poi, quando arrivano le conseguenze della politica demagogica, ci sono gli assalti ai forni.
È tutto molto bello: prima, varate un decreto, poi chiedete la fiducia su un provvedimento che va al contrario, che è il contrario su punti qualificanti del decreto che avete varato. Avreste potuto ascoltarci allora e, forse, sarebbe stato meglio. Quindi, vale per la tassa sugli extraprofitti, ridimensionata e cambiata di prospettiva.
Poi c'è la questione dei taxi. Oggi c'è la polemica sollevata dal sindaco di Roma, perché voi dite più 20 per cento di licenze, introducete una possibilità per i comuni di aumentare al 20 per cento, velocemente, purché il 100 per cento di quanto è introitato dalla messa a gara di queste licenze sia utilizzato tutto per ristorare - non si capisce perché - i tassisti con la licenza storica. Cioè, voi credete ai tassisti, alla corporazione dei tassisti e pensate che aumentare le licenze - basta uscire di qua per capire che è una balla totale - farà diminuire il reddito dei tassisti che hanno già la licenza. È vero il contrario: aumentare le licenze, aumenterà il mercato. Oggi, la gente va in macchina, in moto, perché sa che non può contare sul taxi, mentre, invece, aumentare le licenze aumenterà il volume d'affari dei tassisti. Per cui, è totalmente improprio prendere i soldi che arrivano dalle licenze e restituire loro un indennizzo, una gratuità elargita a fini clientelari ed elettorali. E ci spiega il sindaco di Roma, credo con qualche buona ragione, che la Corte dei conti potrebbe obiettare che, anziché utilizzare la vecchia prassi, per cui i comuni conservano almeno il 20 per cento dell'introito delle licenze, si segua una prassi da cui il comune introita zero.
Questi sono i temi di cui avremmo voluto discutere, se voi non aveste posto la fiducia e questa Camera avrebbe potuto contribuire a migliorare anche questo provvedimento, non solo i due punti - voli e banche - su cui avete fatto l'indecorosa, ma utile, marcia indietro.
Potrei parlare anche dei balneari. Ho visto che, ieri, c'è stata di nuovo una presa di posizione. Il monitoraggio ha dimostrato che ci sono litorali ancora liberi - certo, sono le aree pregiate, vicino ai fiumi, vicino ai canali di scolo -, ma questo cosa significa rispetto alla messa a gara delle concessioni preziose che ci sono e che sono, praticamente, a costo zero? Che, poi, chi ha la concessione, ne subaffitta un pezzo e solo quel pezzo è subaffittato. Che sia il bar - vado a chiudere, signora Presidente - o che sia la spiaggia, con quella subconcessione, magari, introitano legalmente il doppio o il triplo di quanto pagano come intera concessione allo Stato e ai contribuenti, perché a voi la concorrenza non piace.
Chiudo, legando questo provvedimento alla NADEF, che ha citato anche il Vice Ministro Rixi. Il punto è che nella NADEF, a parte l'aumento del deficit, a parte l'aumento del debito che ci sarà, perché la vostra previsione di crescita - ma ne discuteremo la prossima settimana -, purtroppo, è irrealistica, scompare l'attenzione sulle riforme, anche sul PNRR. E chiudo con la riforma della concorrenza: desaparecida. Siamo un Paese che declina dal punto di vista della crescita economica, non è vero che stiamo crescendo più degli altri.
Certamente c'è la coda di questo mostro del superbonus che ha iniettato - lo abbiamo visto - decine e probabilmente centinaia di miliardi nell'economia e mancherebbe altro che non avesse provocato qualche effetto sulla crescita…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). La concorrenza è sparita, lo ripeto, la concorrenza è sparita, non è più una priorità, come non sono più una priorità, neanche nel racconto che fate, onorevole Rixi, le riforme per la crescita e l'aumento della competitività.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bicchielli. Ne ha facoltà.
PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Signora Presidente, signor Vice Ministro, onorevoli colleghi, il testo che ci apprestiamo a votare oggi è di particolare rilevanza per tutti i cittadini, per le famiglie e per le imprese. Mi vorrei soffermare, inizialmente, sul momento in cui questo provvedimento ha iniziato il suo iter. Era agosto di quest'anno ed era un periodo veramente difficile per il nostro Paese, di cui ancora stiamo subendo gli strascichi; purtroppo, per molti versi, e mi riferisco soprattutto all'economia, abbiamo appena iniziato la nostra battaglia.
Voglio ricordare a tutti che quest'estate, da una parte, le terre siciliane, le terre sarde erano distrutte dai continui incendi, che purtroppo hanno fatto vittime, hanno portato perdite notevoli al comparto del turismo e dell'agricoltura. Signora Presidente, ricordiamo tutti le immagini di una Sicilia in fiamme, fino alla chiusura dell'aeroporto di Palermo, che provocò un isolamento totale dell'intera isola. Comparti fondamentali per il motore del Paese, che avevano appena iniziato la loro ripresa dal post pandemia, comparti in notevole difficoltà.
Dall'altra parte, grandi città come Roma, Milano, Napoli e Firenze erano totalmente paralizzate dalla mancanza di taxi, mancanza che lasciava e sfortunatamente, proprio ieri abbiamo presentato un question time sul tema, lascia ancora a piedi non solo i turisti ma molti, moltissimi cittadini e lavoratori; penso ai cittadini e ai lavoratori che non hanno potuto rispettare i loro impegni, oppure penso agli anziani che non riuscivano a raggiungere in tempo gli ospedali o gli ambulatori, creando, di fatto, un danno notevole, non solo, all'economia del Paese, ma all'immagine del Paese, all'immagine, soprattutto, di queste grandi città, che ne è uscita devastata.
Infine, abbiamo avuto la BCE che ha iniziato ad alzare i tassi, provocando panico e sconforto tra i consumatori e gli imprenditori. Mi preme aggiungere che, come ogni anno, il mese di agosto sia uno di quei mesi dove spostarsi tra una regione e l'altra ha costi proibitivi, e non parlo di turismo, che, a causa dei costi elevati, molte volte viene completamente disincentivato, mi riferisco ai veri e propri algoritmi usati anche a danno dei nostri pendolari, dei nostri studenti fuori sede che vogliono solamente rientrare a casa. Signora Presidente, sono algoritmi che vedono le persone semplicemente come numeri utili all'esclusivo aumento del fatturato. Questi, purtroppo, sono scenari che si ripetono quasi costantemente, costringendo le persone a organizzarsi mesi e mesi prima, con il rischio di arrivare a cancellare il biglietto e perdere i soldi.
Questo decreto, quindi, voleva agire immediatamente per dare risposte concrete ai bisogni di cittadini e imprese; certo, questo testo ha subito un notevole cambiamento nel passaggio in Commissione al Senato, perché ovviamente scelte coraggiose fatte responsabilmente necessitano anche di un coinvolgimento diretto di tutte le parti, per cercare di trovare le migliori soluzioni. Quindi, il nostro plauso al lavoro del Governo è doppio, sia per aver cercato le migliori soluzioni sia per essere riuscito a portare a casa importanti risultati in breve tempo.
Ai bisogni del comparto del turismo, soprattutto penso al turismo siciliano e al turismo sardo, questo Governo ha risposto con un'iniezione di fiducia nei confronti degli operatori, stanziando 15 milioni di euro per il 2023.
Alle criticità del trasporto pubblico, il Governo ha risposto con la doppia guida per i tassisti, con l'aumento del 20 per cento delle licenze, con una spinta per un rapido completamento dei lavori della Metro C di Roma e con importanti poteri per l'Antitrust nel monitoraggio dei prezzi delle compagnie aeree. Quindi, questo Governo ha dato strumenti validi ai sindaci, che poi devono attuare questa norma, ai sindaci soprattutto delle grandi città e mi riferisco ai sindaci di Roma, di Milano, di Napoli, di Firenze. Ora, spetta a loro questa opportunità fornita dal nostro Governo, dal Governo di centrodestra, per dare più dignità e per rendere le loro città più vivibili.
Sugli extraprofitti bancari, voglio ricordare come, nel 2022, gli utili delle banche siano aumentati del 55 per cento, parliamo di 25 miliardi, rispetto all'anno precedente, e del 62 per cento solo nel primo trimestre del 2023. Le banche, come se non bastasse, incassano un rendimento medio del 3,75 per cento sui loro depositi a vista dalla BCE, ma remunerano i risparmi dei correntisti solamente in media dello 0,32 per cento. Un Governo responsabile come quello di centrodestra si schiera dalla parte dei cittadini e ci stupisce come un'iniziativa come quella degli extraprofitti bancari non abbia accolto un consenso bipartisan, anche da chi si professa ogni giorno dalla parte dei cittadini e dei più deboli.
Ebbene, noi abbiamo il dovere di schierarci dalla parte dei cittadini, lo facciamo sempre, dalla parte dei più fragili, abbiamo il dovere di tutelarli e far sì che venga applicata sempre la Costituzione e per questo vorrei ricordare a tutti noi due articoli della nostra Carta: l'articolo 47, che incoraggia e tutela il risparmio, e l'articolo 2, che richiama i doveri di solidarietà economica.
Concludo, signora Presidente, con un appello al Governo. È un appello positivo, un invito a proseguire senza sosta su battaglie coraggiose, anche se ad alcuni potranno sembrare impopolari. Vi invito a continuare coraggiosamente, a nome di tutto il gruppo di Noi Moderati, sulle banche, sui taxi, sugli extraprofitti, perché finché si vareranno politiche a favore dei cittadini, da questa parte, dalla nostra parte, troverete sempre veri alleati. Per questo motivo, annuncio il voto favorevole del gruppo Noi Moderati (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Presidente, non ci stupiamo, ma siamo di nuovo, ancora una volta, davanti a un decreto omnibus. Prima o poi, credo che questa continua offesa a questo luogo, ma anche agli appelli del Presidente della Repubblica, verrà, come tutti i nodi, al pettine. È un vero e proprio mostro legislativo, quello di oggi, senza coerenza e senza urgenza: dai taxi agli extraprofitti, da TIM ad Alitalia, dai voli al trasporto pubblico locale, dal granchio blu ai pallini da caccia. A un certo punto avete, però, sospeso tutto, tutta questa scena, tutto questo mix di verdure bollite e siete riusciti a concentrare l'attenzione sugli extraprofitti, per poi fare quello che avete fatto, ossia la più grande retromarcia degli ultimi mesi.
Davvero, voi contate sul fatto che con questa instant politica la gente si dimentichi e si dimentichi anche in fretta delle vostre balle. Ecco, la verità è che, anche per quanto riguarda la retromarcia sulla tassa sugli extraprofitti delle banche, contenuta sempre in questo provvedimento, si capisce bene che, a un certo punto, siete andati addirittura da loro a chiedere come si poteva fare, come tornare indietro.
D'altra parte, sappiamo benissimo - benissimo - che toccare gli interessi dei primi, di chi si è avvantaggiato con questa crisi non è all'oggetto di nessun pensiero, tant'è vero che le stesse ipotesi sono sparite sia dalle previsioni di bilancio, sia dalla NADEF; e non c'è traccia della tassazione dei grandi colossi come Amazon, come quelli dell'e-commerce, delle case farmaceutiche, di quelle bancarie e assicurative o di quelle delle armi.
Poi, abbiamo le misure sulle licenze dei tassisti in deroga alla legislazione vigente, che vieta, appunto, il cumulo di più licenze nella stessa persona. Le nuove licenze possono essere rilasciate solo a soggetti già titolari, da utilizzare in casa e da affidare a terzi. Mai nulla, mai nulla che possa disturbare gruppi di interessi, ma soprattutto, come in questo caso specifico, nulla che possa risolvere le croniche criticità territoriali dei taxi nelle nostre città. Si rischia, invece, di mettere tanti in condizione di sfruttamento e, soprattutto, le amministrazioni in balia di una deregolamentazione che rende impossibile ogni programmazione.
Eliminato il tetto ai prezzi, si cerca, invece, anche sulla vicenda degli aerei, di fare un'inversione. Anche lì l'annunciata vicenda del blocco delle tariffe aeree ma, eliminato questo tetto, si cerca di limitare l'utilizzo degli algoritmi affidando maggiore potere all'Antitrust. Ci sarebbe davvero da ridere. Una risposta servile e supina alle minacce sul taglio delle rotte e sull'aumento dei prezzi da parte delle compagnie low cost, che ormai di low cost non hanno davvero niente, se non, come dice la collega Ghirra, gli standard, che sono davvero arrivati a livelli di indecenza. Continueranno a modificare il costo dei biglietti in base al numero dei tagliandi già prenotati, cioè il turbo-capitalismo che avete visto in questi anni.
Insomma, siete davvero tutto chiacchiere e diversivi. Chiacchiere e diversivi: continuate a dire una cosa e a contraddirla, farla e poi a cancellarla. Nulla si è fatto per arrivare a riconoscere un contributo annuale per i costi del biglietto aereo sostenuti dai residenti nativi in Sardegna e in Sicilia. Continuate, tra l'altro, ormai a respingere - ogni qual volta che lo facciamo - emendamenti e mozioni. Intanto, i 51,2 milioni di euro per proseguire l'integrazione salariale dei dipendenti Alitalia in amministrazione straordinaria non compensano l'assenza di continuità nel passaggio da Alitalia a Ita Airways e i rischi occupazionali che ne derivano.
Allo stesso modo, non prestate alcuna - alcuna - attenzione alla salvaguardia dei livelli occupazionali di oltre 10.000 lavoratrici e lavoratori di TIM Spa e della continuità di rapporto di lavoro del personale che la complessa operazione finanziaria che avete in mente, con il conseguente scorporo dei rami d'azienda, metterà a rischio. Ogni tanto vorremmo vedere un Ministro, sua maestà Giorgia Meloni venire qui ogni tanto, in questo Parlamento, lei che, dall'opposizione, ci parlava tanto delle fiducie. Noi, che abbiamo fatto l'opposizione in questi anni, siamo davvero indignati del suo cambio di prospettiva. E perché non c'è mai a parlare qui degli interessi degli italiani?
È irrinunciabile, poi, quel passaggio sul ponte sullo Stretto. Decisi a lasciar fare chi vuole fare, vi adoperate per garantire l'operatività della società concessionaria Stretto di Messina Spa. Ci mettete anche l'eliminazione del tetto agli stipendi per i dirigenti: 240.000 euro, al lordo dei contributi previdenziali e assistenziali. Sia mai che non si sentano così motivati, anche perché per reggere questa ennesima balla - perché questa è davvero una delle più grosse che avete messo in campo - qualcuno dev'essere pur ben pagato. In più, la società potrà derogare alle regole per il reclutamento e la gestione del personale delle società controllate da amministrazioni pubbliche. Tutto questo per un'operazione di letterale invio al macero di miliardi di denaro pubblico per ferire, ancora una volta, il nostro territorio. E poi ci direte da dove passano, appunto, le navi e ci parlerete di ZES, di porti e di retroporti. Poi, ci spiegherete cosa fa questo ponte di Messina rispetto anche al quadro logistico italiano. Come sempre, ponti d'oro per prenditori senza scrupoli e nessuna garanzia per chi lavora.
Sul trasporto pubblico locale l'ennesimo schiaffo a quei territori in cui il diritto alla mobilità è in gran parte negato. Nessuna risorsa aggiuntiva, ma una diversa ripartizione del Fondo nazionale, che avverrà distribuendo il 50 per cento delle risorse non solo in base ai costi standard, ma anche ai servizi fruiti in ciascuna regione. Dunque, un circolo vizioso in cui si continuano a penalizzare le aree in cui, invece, bisognerebbe investire proprio per ampliare il trasporto pubblico locale.
Poi, come sempre, un buon numero di provvedimenti anti-ambientalisti. Siamo ormai i vostri nemici e noi, guardate, ce ne facciamo pure vanto. Le medaglie vere stanno su da sole e continueremo, anche da soli, a opporci alle vostre politiche. Con l'emendamento di Fratelli d'Italia, chi detiene munizioni con una concentrazione di piombo uguale o superiore all'1 per cento in peso all'interno o a non oltre 100 metri da una zona umida potrà incorrere solo in una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 20 a euro 300. Cos'è questo? L'ennesimo regalo alle doppiette. In sostanza, si cerca di depenalizzare l'uso del piombo nei pallini da caccia nelle zone umide. Abbiate il coraggio almeno di dirlo. Visto che fate un regalo a loro, almeno ostentatelo, venite qui e difendetelo. Ma non basta, perché si vogliono anche depotenziare i pareri obbligatori dell'ISPRA sui calendari venatori annuali, introducendo un parere del Comitato tecnico faunistico-venatorio nazionale, composto in gran parte da esponenti delle associazioni venatorie. Siete davvero bravi. Li facciamo viaggiare gratis, magari nei camioncini, magari deroghiamo proprio alle regole del trasporto privato, facendoli arrivare in jeep e, magari, pure con gli elitaxi. Già, perché se sono ricchi e pure vecchi mica possono andare lì, nelle cime, per raggiungere e prendere i loro capi. No, ci pensi qualcun altro. Guardate, si dà davvero qualsiasi possibilità: possibilità a regioni e a province autonome di variare e aggiungere nuove specie cacciabili al novero di quelle fissate, appunto, in via ordinaria, nella legge statale.
E che dire dell'estensione, in favore delle imprese del legno, della deroga all'autorizzazione paesaggistica per gli interventi di manutenzione ordinaria dei boschi? Sono esentati dall'obbligo di preventiva autorizzazione paesaggistica tutti gli interventi di taglio colturale, forestazione, riforestazione, opere di bonifica, antincendio e di conservazione da eseguire nei boschi, purché previsti da autorizzazioni in base alla normativa in materia. Un vergognoso regalo alle aziende produttrici di energia e di biomasse, in piena crisi ecoclimatica e di fronte a diffusi - e pochissimo sanzionati - tagli illeciti.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
MARCO GRIMALDI (AVS). Ho finito. Contro il clima e l'ambiente, contro il lavoro, contro i poveri, per i ricchi, gli accumulatori, i cacciatori, soprattutto quelli di tesori. Siete sempre dalla stessa parte e noi ci troveremo sempre dalla parte opposta (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marattin. Ne ha facoltà.
LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Ero un po' preoccupato da quella tenera creatura che doveva sentirsi Grimaldi. Scherzo, ovviamente…
PRESIDENTE. Non mi pare impressionato. Prego, collega, vada avanti.
LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Insomma, questa è una sua opinione, Presidente (Commenti di deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)… Esatto, poi i comunisti mangiano i bambini…
PRESIDENTE. Collega, prego!
LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Ma sa perché? Perché i bambini e quei pochi che ci ascoltano devono capire che quello che stiamo facendo oggi è una cosa totalmente inutile. Quindi, è per questo, oltre alle più o meno battute, che stiamo dando questo esempio (non c'è più nessuno su). Cioè, noi siamo pochi in quest'Aula, ma da casa magari ci vedono in tanti, perché uno dei trucchi che i gruppi utilizzano, compreso il mio, è mettere persone accanto a chi parla per far vedere che siamo in tanti. In realtà, in quest'Aula adesso non c'è nessuno e, anche se ci fosse qualcuno, non ci ascoltiamo e non ci rispondiamo. Lo stiamo facendo sulla conversione di un decreto che non abbiamo potuto toccare e abbiamo dovuto perdere 3, 4, 5 giorni - e così fanno i nostri colleghi al Senato - perché ci ostiniamo a tenere un sistema in cui un parlamentare vede soltanto un provvedimento su due e quando qualcuno di noi lo denuncia tutti quanti fanno così con la testa o applaudono come se dovesse arrivare un marziano a cambiare questo sistema - invece, dobbiamo essere noi - e andiamo avanti così, perdendo giorni. Poi, siccome non possiamo far vedere che non lavoriamo, perdiamo tempo in quest'Aula - giorni e giorni - a parlare di ordini del giorno in cui si impegna il Governo a valutare l'opportunità di o mozioni che, per carità, fanno parte del costituzionalmente garantito potere di indirizzo delle Camere ma che, come sapete bene, non servono assolutamente a nulla. Quindi, questa era la mia preoccupazione di vedere un bimbo in quest'Aula, oltre al resto.
Quindi, parlo veramente molto poco, perché credo che tutto questo sia una colossale perdita di tempo che, forse, meriterebbe qualche gesto eclatante, prima o poi, ma in primis il gesto eclatante di riformare questo assetto costituzionale e anche i Regolamenti della Camera. Voi fate 4 decreti al mese, un po' più, in media. Fate decreti che, ormai, fra un po' - è il caso, mi sembra, di quello che abbiamo licenziato la settimana scorsa - hanno più righe nel titolo che articoli. Se guardate, quello scorso aveva 12 o 15 righe, perché ovviamente, nel titolo, dovete ricomprendere tutti gli argomenti.
Il bello è che poi questi sono difetti di tutto il sistema, non è che quando governavano altri le cose andavano diversamente, ma questa è un'aggravante del problema, non è una consolazione. Decreti molto eterogenei, non hanno i requisiti di necessità e urgenza. Il Quirinale sta usando tutte le armi possibili per farvelo capire, e soprattutto, dal punto di vista della politica, sono decreti pieni di disposizioni microsettoriali, la maggior parte inutili, anzi, molte innocue, alcune sbagliate. E voi andate avanti a governare così, attendendo Godot, che non si capisce chi sia. Speriamo che Godot non sia, fra un mese, il giudizio delle agenzie di rating, ma di questo parleremo la settimana prossima. Comunque, questo ennesimo decreto, pieno di cose, che vede solo un ramo del Parlamento, contiene due retromarce su Roma e un errore. Le due retromarce su Roma sono già state dette. La prima è all'articolo 1, se non ricordo male. Prima abbiamo sentito l'onorevole Donno che chiedeva il reato di truffa elettorale, in un singolare tentativo di autoincriminazione, fra l'altro, però qui, al di là della truffa elettorale, adesso abbiamo fatto lo step successivo. Non solo grossa parte del quadro politico spara una cavolata prima del voto e poi, fa il contrario, ma siamo arrivati allo step successivo, cioè spara la cavolata quando fa il decreto e poi se la rimangia in conversione. Stiamo arrivando alla sublimazione del cortocircuito con cui si prende il consenso in questo Paese. Non solo spari le cavolate per prendere i voti e poi dici che è colpa della BCE, dell'Europa, dei tassi, eccetera, ma addirittura fai una misura con fuochi d'artificio e poi dici: no, dai, stavo scherzando. È il caso dell'articolo 1: noi facciamo le multe alle compagnie aeree private. L'amministratore delegato di Ryanair vi dice, con parole un po' anche eccessive, che avete proprio sbagliato, e voi vi limitate a dare, cosa che è anche giusta, maggiori poteri all'Antitrust sulla vicenda dei voli nazionali, ma senza neanche avvicinarvi a risolvere il problema.
E poi c'è la vicenda degli extraprofitti, bellissima, quella è veramente bella. In questo Parlamento, siamo stati gli unici a dire che anche la versione originale era un errore, perché non vogliamo vivere in un Paese in cui a un certo punto c'è un politico o un burocrate che decide che c'è un settore che sta guadagnando un po' troppo, e, quindi, bisogna tassarlo, perché così funzionava nei Paesi a economia centralizzata, non nell'economia di mercato.
Quindi, eravamo gli unici, qua tutti state dicendo “che peccato, che peccato”. No! Però è evidente che, se sparate nel decreto una cosa del genere e poi, alla fine, la tassa diventa una cosa in cui chiedete alle banche “preferisci versarla o no?”, è una cosa ridicola. Non capisco come le voci più sagge al vostro interno non possano ammettere che è stato semplicemente fatto un errore. Infatti, l'articolo 26 dice che la tassa rimane, però alla banca chiediamo: senti, la vuoi tenere tu o ce la vuoi versare?
Ma chissà cosa risponderanno! Però intanto siete stati sui giornali un po' di giorni a dire: noi colpiamo le banche. La Presidente Meloni è andata al TG1, in prima serata, a dire “non ho paura di andare contro le banche”, nei minuti in cui era presentato al Senato l'emendamento che annullava quella tassa. Non abbiamo tenuto il tempo, quanto mi manca, Presidente, chiedo scusa?
PRESIDENTE. Tre minuti e 45 secondi.
LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Uno si allunga sempre. Insomma, quanto vogliamo andare avanti con queste sceneggiate? Questa vicenda degli extraprofitti è esemplificativa di un modo malato non solo di prendere voti in campagna elettorale, ma, a questo punto, anche di fare attività di Governo. E, infine, l'errore, e chiudo. Non lo so quanti di voi prendano i taxi. So che c'è una categoria di italiani a cui non frega nulla se i taxi funzionano o no. Sono quelli che hanno l'autista o quelli che vivono in città dove il trasporto pubblico funziona molto, molto bene. Sarei un po' in difficoltà a elencarne qualcuna nel nostro Paese.
Per il resto, le persone hanno bisogno di avere un servizio di trasporto pubblico non di linea che non sia dietro a quello della maggior parte dei Paesi in via di sviluppo. Anche su questa vicenda, nessuno è innocente, perché sono vent'anni che non si rilasciano più licenze. Fra l'altro, nel decreto dite: diamo ai sindaci delle città capoluogo di regione la possibilità di incrementare le licenze. Ma guardate che potevate pure evitarlo, perché i sindaci, in ogni momento, possono incrementare le licenze; semplicemente, non lo fanno, perché lì si è incancrenito un problema. E a pagarne il costo sono i cittadini, la donna incinta che deve andare in ospedale e che magari non chiama l'ambulanza, non lo so se sia un servizio per cui è prevista per forza un'ambulanza, o semplicemente una persona anziana che deve andare in ospedale a fare un controllo, la persona che deve accompagnare il figlio a scuola.
Ma perché dobbiamo lasciare i cittadini ostaggio di un'inefficienza del genere? Faccio parte di quelli che raddoppierebbero le licenze domani e liberalizzerebbe Uber, che, ripeto, in molti Paesi centroafricani sta funzionando e da noi no, però, siccome, facendo politica, ho capito che a volte le mediazioni sono necessarie, con alcuni colleghi abbiamo presentato anche una proposta che possa andare incontro ai tassisti. Molti di loro hanno speso un sacco di soldi per comprare la licenza sul mercato secondario e abbiamo presentato una proposta di legge che in qualche modo può andargli incontro.
È stata criticata dai puristi, ma i puristi non hanno mai fatto nulla, comunque, in questi 20 anni. Questo vostro articolo, l'articolo 3, non serve a nulla, e lo sapete per primi voi. Dovete fare un intervento in nome della concorrenza, che è potestà statale: aumentare il numero di licenze e far includere nel sistema di trasporto pubblico non di linea le piattaforme tecnologiche che si sono sviluppate in questi anni, allo stesso tempo andando incontro ai tassisti per alcune loro legittime rivendicazioni, ma, sicuramente, lo Stato forte - a una parte di questa maggioranza piace perlomeno il suono dello Stato forte - è uno Stato che non arretra di fronte al ricatto delle manifestazioni di piazza, che arrivino da una parte o dall'altra.
Quindi, una vera azione di liberalizzazione del settore è necessaria, perché a soffrire di questa situazione non sono i più ricchi, quelli vanno con l'autista, e non sono quelli che abitano in centro, che magari sono serviti dai mezzi pubblici. Sono quelli che stanno nelle periferie. La questione dei taxi, Vice Ministro Rixi, so di trovare orecchie attente in lei, va risolta una volta per tutte, avendo il coraggio di affermare che uno Stato forte, autorevole, non autoritario, ha anche il coraggio di affrontare certe categorie che, a difesa dei propri privilegi, fanno un danno all'interesse pubblico. Politica, mi hanno insegnato una volta, significa anche e soprattutto questo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pella. Ne ha facoltà.
ROBERTO PELLA (FI-PPE). Grazie, Presidente Ascani. Vice Ministro Rixi, cari colleghi, questo decreto contiene numerose misure, alcune delle quali molto rilevanti. Tre, però, sono i temi che hanno occupato il dibattito fin dal giorno in cui il provvedimento è andato in Gazzetta: banche, tariffe dei voli aerei e taxi. Materie di grande impatto concreto e anche mediatico, sulle quali i Governi precedenti avevano avuto più di una remora ad intervenire. Parto dalle banche, perché è quella sulla quale all'interno della maggioranza c'è stata maggiore dialettica.
Il testo iniziale dell'articolo 26, che conteneva la norma, prevedeva l'applicazione di un'imposta straordinaria del 40 per cento sull'extra-margine degli interessi ottenuto negli esercizi 2022 e 2023 a credito, a seguito dell'impennata del costo del denaro decisa dalla Banca centrale europea. Il parametro di riferimento di questa imposta era individuato nell'attivo totale della banca, stabilendo che l'importo dell'imposta straordinaria non potesse essere comunque superiore allo 0,1 per cento.
Come qualcuno ricorderà, anche se ci trovavamo in piena estate, Forza Italia, fin da subito, ai massimi livelli, con il nostro presidente Barelli e il segretario nazionale Tajani, ha espresso perplessità, in primo luogo, sul merito della misura e, in secondo luogo, anche sul metodo che era stato seguito per la realizzazione di tale operazione. Perplessità che sono state poi confermate dai 12 miliardi bruciati il giorno successivo in Piazza Affari, dei quali 10 dagli istituti di credito, e qualche settimana dopo dalle critiche, alquanto severe, mosse dalla BCE.
Non era in discussione la finalità della norma, ma le modalità individuate per realizzarla.
Così come l'obiettivo di Forza Italia non era e non è quello di tutelare le banche, che non ne hanno bisogno, ma di tutelare l'economia italiana, della quale il sistema creditizio è parte importante e fondamentale. Non ci siamo limitati alla critica sterile ma abbiamo avanzato un ventaglio di proposte di merito sulla base delle quali aprire una riflessione all'interno della maggioranza. È stata Forza Italia la prima a introdurre nel dibattito la questione del cosiddetto attivo ponderato come parametro sostitutivo rispetto all'attivo totale, altrimenti il rischio era quello di ricomprendere nella tassa anche gli investimenti in titoli di Stato, dando vita ad un forte disincentivo all'acquisto di questi strumenti fondamentali per le casse dello Stato da parte degli investitori istituzionali italiani.
C'era poi la questione della mancata distinzione tra banche grandi e grandissime e le banche cosiddette di territorio, quegli istituti che, per legge, debbono ridestinare a patrimonio la parte ampiamente maggioritaria del proprio fatturato. Ferma la buona volontà del Governo, l'articolo 26 del decreto-legge, nel migliore dei casi, rischiava di essere dichiarato incostituzionale mentre, nel peggiore, di produrre danni sia in termini di liquidità per le casse dello Stato sia in termini di indebitamento patrimoniale delle banche del territorio.
Come è avvenuto nel caso delle intercettazioni, all'interno della maggioranza e del rapporto con il Governo si è discusso ma, soprattutto, ci si è ascoltati a vicenda. Da questo punto di vista è doveroso, da parte nostra, dare atto al Ministro Giorgetti della grande disponibilità manifestata. Il risultato è stato ottimo, trasformando un potenziale problema in una grande opportunità. L'imposta straordinaria del 40 per cento è rimasta ma il parametro di riferimento non è più l'attivo totale bensì l'attivo ponderato. Allo stesso tempo, però, è stata introdotta una nuova possibilità alternativa all'imposta, che consiste nel destinare a riserva patrimoniale un importo pari a due volte e mezzo quello dell'imposta. Una soluzione che potremmo definire bella perché, sulla base delle scelte operate dai singoli istituti si potrà avere un extra gettito per le casse dello Stato oppure un rafforzamento patrimoniale dei nostri istituti di credito, con conseguente vantaggio per la nostra economia.
A posteriori, va detto che non è stato semplice il lavoro che Forza Italia ha ritenuto di svolgere come partito - un partito che è in grande salute, come si è visto lo scorso fine settimana durante la nostra tre giorni a Paestum, nel ricordo della nascita del nostro Presidente - su un tema che poteva essere facilmente strumentalizzabile, come una tassa straordinaria sugli extraprofitti delle banche (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Ce ne siamo fatti carico ugualmente, come abbiamo fatto anche sulle intercettazioni, perché Forza Italia è il Mr. Wolf di questa coalizione nel risolvere i problemi, soprattutto quelli più spinosi, ed è nella nostra natura, perché sono una dote e una vocazione che ci sono state trasmesse dal nostro Presidente Silvio Berlusconi, e questo sarà il nostro modo di ricordarlo nel futuro.
Veniamo ai taxi, tema sul quale il Governo Meloni ha segnato una netta discontinuità con i Governi precedenti. Venendo al merito, non c'è bisogno di essere sindaci per sapere che il tema dei taxi, al di fuori della legge quadro, non è competenza del Governo nazionale ma dei comuni. Mettere a bando nuove licenze è una decisione che spetta ai sindaci e ai loro assessori alla mobilità, poiché la questione nelle grandi città rischia di essere impopolare e molti primi cittadini preferiscono non intervenire. Se poi non vogliamo essere ipocriti, va detto che, quando parliamo di emergenza taxi, stiamo parlando essenzialmente di una città, quella nella quale ci troviamo ora: Roma. Dunque, le disposizioni contenute nell'articolo 3 passano finalmente e definitivamente la palla al sindaco Gualtieri il quale, alla luce degli ulteriori strumenti forniti dal Governo, è ora pienamente in grado e unico responsabile per risolvere una criticità che lui e chi lo ha preceduto avrebbero, comunque, potuto già affrontare. Come è noto, il Governo ha introdotto la possibilità di assegnare una doppia licenza a chi già ne possiede una, al fine di potenziare il servizio in caso di grandi eventi, come sarà il Giubileo, oppure in caso di eccezionali flussi di presenze turistiche. L'altro intervento riguarda la possibilità di procedere ad un incremento strutturale dell'attuale parco licenze, pari al 20 per cento, con procedure estremamente semplificate. Anche sul tema taxi, l'approccio di Forza Italia è quello del bilanciamento degli interessi, al netto delle difese corporative e delle demonizzazioni ideologiche. I tassisti sono lavoratori autonomi i cui diritti devono essere rispettati ma, allo stesso tempo, c'è il diritto dei cittadini alla mobilità nonché di usufruire di un servizio pubblico efficiente. Le disposizioni varate da questo Governo, insieme alle integrazioni apportate in Senato con un ruolo attivo svolto proprio dal nostro partito, Forza Italia, hanno prodotto, a nostro avviso, una soluzione equilibrata ed efficace.
Altro aspetto di grande rilievo sul quale interviene il decreto-legge è quello del costo dei biglietti aerei, con particolare riferimento alle tratte di collegamento con le nostre isole. C'è in Italia un problema del caro biglietti? Sì. Si sono verificate e si verificano in determinati periodi dell'anno condizioni inaccettabili per i voli da e per la Sicilia e la Sardegna. La risposta, se non si vuole essere ipocriti, è: assolutamente sì, è un grosso problema. Si possono avere opinioni diverse sul perché ciò accade ma, oggettivamente, è un dato che ciò accada. Il Governo aveva proposto una soluzione iniziale, che noi condividevamo, ossia il divieto di applicazione di tariffe collegate al tempo della prenotazione, qualora si riconoscesse una serie di condizioni tra le quali un costo superiore al 200 per cento della tariffa media. Questa prima soluzione ha incontrato le perplessità dell'Europa e, dunque, si è addivenuti ad una soluzione che, comunque, accende un faro su quelle compagnie che considerano i passeggeri italiani dei polli da spennare, approfittandosene di chi, per ragioni di lavoro o altre motivazioni, non ha potuto prenotare con 6 o 8 mesi di anticipo un volo aereo interno.
Visto che è stato posto un problema di concorrenza, sono stati rafforzati i poteri di intervento del nostro Garante nazionale il quale, quando accerterà determinate pratiche, come ad esempio quelle che stabiliscono il prezzo sulla base della profilazione, potrà applicare le sanzioni previste dalla legge per i cartelli o per la turbativa delle condizioni di concorrenza. Nel corso dell'esame al Senato è stata approvata proprio una disposizione, che è opportuno sottolineare, in particolare alla luce di alcuni giudizi sgradevoli che qualche imprenditore straniero si è permesso di fare nei confronti della nostra amata Italia. Il comma 7 dell'articolo 1 - detto molto in sintesi - impone la totale trasparenza delle incentivazioni riconosciute alle compagnie aeree per attivare rotte nei singoli aeroporti. Incentivazioni che hanno consentito a determinate compagnie low cost di radicarsi in Italia e di contribuire in quota non irrilevante alla crisi della nostra compagnia di bandiera.
Come ho avuto modo di accennare all'inizio di questo intervento, il decreto in esame interviene su molte materie, è dunque un omnibus ma in senso positivo perché in numerosi settori si varano misure necessarie e attese. Mi limito a sottolineare due aspetti. L'articolo 19, che prevede investimenti stradali in favore dei piccoli comuni italiani. Tante volte i nostri sindaci si sentono abbandonati, ma noi oggi creiamo un fondo di circa 18 milioni di euro per sostenere i lavori di rifacimento delle strade nei piccoli comuni per gli anni 2023, 2024 e 2025. Credetemi, ve lo dico da sindaco, questa era una norma particolarmente sentita e accolta con grande favore da parte dei nostri sindaci (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). È molto importante anche l'articolo 21, perché molti comuni sono in dissesto finanziario e si sa che è importante dare loro la possibilità di riuscire a pagare con un fondo i debiti. Anche questo è un emendamento che abbiamo, come Forza Italia, inserito nel testo.
Concludendo, Presidente, cari colleghi, riteniamo che con questo decreto sia stato fatto un ottimo lavoro, prima dal Governo e poi dai colleghi del Senato. È per questo che dichiaro, a nome di Forza Italia, il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pavanelli. Ne ha facoltà.
EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, mi dispiace notare di nuovo la totale assenza di Ministri sia durante la discussione di questo decreto sia in questo momento in cui dobbiamo votare il testo finale.
Vorrei leggere la rubrica di questo decreto-legge, che reca disposizioni urgenti a tutela degli utenti, in materia di attività economiche e finanziarie e investimenti strategici. Ma ancora di più ci sarebbe da stupirsi guardando l'evocativa denominazione di decreto Asset. Sì, perché questo Governo non ci ha affatto abituati ad interventi programmatici che vanno oltre il breve, anzi, brevissimo periodo. Ma permettetemi di essere meno eufemistica. Questo primo anno di legislatura ha dato prova che la programmazione, ossia la capacità di definire misure di investimento in grado di produrre i propri effetti nel tempo, è un'attività del tutto ignota a questo Esecutivo. Un Esecutivo che, anzi, modifica la propria agenda politica sulla base delle notizie del giorno precedente, cavalcando gli argomenti più popolari e studiando misure ad hoc che, nella maggior parte dei casi, si rivelano addirittura controproducenti.
Le notizie più negative come l'impennata dei costi del carburante, come l'inflazione in aumento, come la crescita economica rivista al ribasso, invece, basta ignorarle oppure tentare di farle passare in secondo piano, cavalcando mezzi di distrazione di massa. Penso, ad esempio, a quanto accaduto negli ultimi giorni con la polemica sullo spot pubblicitario di una nota azienda di grande distribuzione. Invece, bastava poco per rendersi conto che la denominazione di decreto Asset altro non era che l'ennesima formula vuota, priva di contenuti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Verrebbe da fare i complimenti anche per la coerenza con la linea identitaria, nazionalista, espressa da questa maggioranza; in effetti, a questo Esecutivo si può rimproverare tutto, tranne l'assenza di fantasia. Devo riconoscere che riuscire a trovare sempre una formula pubblicitaria accattivante per creare uno slogan su un prodotto di dubbia o scarsa qualità non è cosa semplice.
E che dire? Questo decreto-legge doveva essere la panacea di tutti i mali, la soluzione a tutti i problemi dell'estate; invece, di fatto, nel provvedimento non c'è nulla di tutto questo. Stavolta il Governo è riuscito addirittura a superarsi, sia sul piano del metodo che su quello del merito: l'abuso della decretazione d'urgenza non è certo una novità di questa legislatura, quello che accade, con sempre più preoccupante frequenza, è che un testo licenziato, forse troppo frettolosamente, dal Consiglio dei ministri venga completamente stravolto durante l'iter di conversione in legge (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Come sappiamo, le disposizioni di un decreto-legge entrano in vigore immediatamente dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale; quindi, approvando oggi questo testo, profondamente diverso, stiamo modificando in modo sostanziale disposizioni entrate in vigore solo 60 giorni fa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), disposizioni che, tuttavia, in molti casi non hanno prodotto effetto, rimanendo sospese proprio in ragione delle condizioni di incertezza a causa del comportamento del Governo, che ha cambiato continuamente idea, rimangiandosi più volte la parola data. È un atteggiamento che rende del tutto inutile il ricorso al decreto-legge che, inoltre, imporrebbe anche un attento esame dei rapporti giuridici sorti sulla base del testo iniziale licenziato dal Consiglio dei ministri, che andrebbero disciplinati e risolti in modo appropriato.
Ma è soprattutto sul merito che il provvedimento risulta inqualificabile: si tratta dell'ennesimo decreto omnibus, che intende affrontare tutto senza risolvere nulla. Agricoltura, trasporti, telecomunicazioni, extraprofitti, rinnovabili, granchio blu, insomma dentro avete messo di tutto: non si riesce davvero a capire neanche cosa abbiano in comune alcuni dei citati temi con gli asset nazionali. È incomprensibile la ratio di un provvedimento di questa natura, che non è in grado di offrire alcuna soluzione concreta ai problemi del Paese; inoltre, dobbiamo ricordare a chi ci ascolta che su molti degli argomenti affrontati abbiamo assistito a un'ignobile marcia indietro. Se sulle banche il Governo ha smentito se stesso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), con la norma sul caro-voli si è persino riusciti a creare un meccanismo che incentiva i vettori ad aumentare i prezzi medi, oltre a penalizzare chi acquista i biglietti con largo anticipo. Diciamo che avete fatto esattamente la stessa cosa con il famoso decreto Carburante, e oggi vediamo i suoi effetti. Relativamente ai taxi, invece, è stata ideata una disposizione di dubbia efficacia, dal momento che la temporaneità e stagionalità della licenza aggiuntiva mal si concilia con l'investimento necessario su un'automobile. Il rischio poi è che si possa persino favorire il caporalato, oltre che il lavoro sottopagato o, per giunta, precario.
È singolare poi la capacità di questo Governo di fare sintesi quando si tratta di fare favori alle lobby e, al contempo, la grande difficoltà incontrata nello stanziare risorse destinate a quanto interessa realmente ai cittadini. Dove sono i fondi promessi per il decreto-legge Alluvioni? Dove è la difesa del patrimonio aziendale italiano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Gridate al patriottismo e poi regalate le società che fanno parte della nostra storia ai fondi stranieri, come nel caso di TIM (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
Per finire poi con il superbonus, sul quale assistiamo ai soliti inutili annunci. Dite la verità una volta per tutte ai cittadini, agli imprenditori e ai lavoratori, che oggi devono affrontare una situazione molto critica! Eppure, continuate a fare marcia indietro anche sul superbonus: basta pensare all'ordine del giorno di Forza Italia approvato due giorni fa al Senato.
Insomma, oggi siamo al cospetto dell'ennesimo decreto scritto male, con tante norme che lasciano non poche incertezze interpretative, un decreto in cui ogni disposizione è slegata e disarticolata dall'altra. Ma mi spiegate cosa c'entra la collocazione, approvata in Senato, dell'articolo 12-ter, che tratta di misure in favore degli impianti alimentati a fonti rinnovabili, subito dopo le norme per i lavoratori Alitalia e subito prima della cassa integrazione straordinaria? È un decreto nel quale manca soprattutto una visione organica di sistema, decisiva quando si parla di asset e, segnatamente, di investimenti strategici.
L'ennesimo provvedimento frutto di scelte arbitrarie e illogiche, adottato in assenza di una preventiva e necessaria consultazione degli attori istituzionali e degli stakeholder (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Insomma, un provvedimento inefficace per le sfide che il Paese è chiamato ad affrontare.
Per tutti questi motivi non posso che dichiarare il voto contrario del gruppo MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Frassini. Ne ha facoltà.
REBECCA FRASSINI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor Vice Ministro Rixi, oggi, in quest'Aula, dibattiamo di un provvedimento molto importante: il decreto Asset, un provvedimento che affronta tematiche di stringente attualità, un decreto che si sofferma in modo molto determinato su quelle che sono le materie delle attività economiche e finanziarie e degli investimenti strategici del nostro Paese.
Per ragioni di tempo, ovviamente, non potrò analizzare nel dettaglio tutti gli articoli di questo importante provvedimento. Partirei, però, da una tematica assolutamente molto importante, contenuta nell'articolo 1, ovvero quella del caro voli. Presidente, me lo lasci dire: questo è l'unico Governo che è intervenuto, con grande serietà, ponendosi il problema e cercando di trovare una soluzione. Perché, vede, questo è un tema che ha tenuto banco anche negli anni scorsi, ma questo Esecutivo è riuscito a dare una soluzione a tale problematica, parlo ovviamente delle tariffe gonfiate.
Le dico anche un'altra cosa, Presidente: sono anche molto soddisfatta che questo Governo non si sia piegato dinanzi alle dichiarazioni molto forti da parte di alcune compagnie aeree, che hanno tacciato le norme contenute in questo provvedimento come illegali e ridicole.
Allora, quando non l'ultimo che passa, ma l'ENAC, che è l'Autorità di vigilanza sull'aviazione civile, dice che l'algoritmo che gonfia del 200 per cento il prezzo dei voli aerei esiste davvero, io credo che questo Governo, intervenuto in modo chiaro e determinato, abbia non solo fatto bene, ma abbia finalmente trovato una soluzione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Andando nel merito di questa soluzione, ampliamo i poteri dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato proprio sul funzionamento di questi algoritmi e mi lasci dire, Presidente, che si lavora su un duplice binario, perché se, da una parte, tuteliamo il diritto alla concorrenza, ovviamente delle imprese private, dall'altro, si risolve una problematica per quei tanti passeggeri che sono svantaggiati, ad esempio, da tutto quello che deriva dall'insularità.
Ora, invece, passerei ad un altro tema molto importante, che è quello delle delocalizzazioni. Come tutti sanno in quest'Aula, il centrodestra e la Lega hanno sempre lottato contro le delocalizzazioni selvagge - questo è un tema che, veramente, ci tocca in modo particolare - e l'Istat dice che, dal 2018 al 2020, hanno delocalizzato ben 594 aziende italiane con più di 50 addetti. Questo Governo è già intervenuto nei precedenti decreti, andando a allungare i tempi delle procedure sindacali contro i licenziamenti nelle grandi aziende, introducendo ulteriori penali per cessazioni e delocalizzazioni. In questo provvedimento, si fa un ulteriore passo in avanti, perché si porta da 5 a 10 anni il termine entro il quale, se un'impresa decide di delocalizzare, deve ridare l'incentivo che lo Stato appunto le ha dato. Non solo: ci saranno anche sanzioni da due a quattro volte l'incentivo che le aziende hanno preso. Tradotto, Presidente: se lo Stato italiano ti dà degli incentivi per insediare la tua azienda sul territorio nazionale, tu in Italia ci stai per almeno 10 anni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!
Presidente, vorrei soffermarmi su un'altra tematica che è molto importante. La Lega da sempre sta dalla parte dei sindaci - lo sanno tutti in quest'Aula e lo sa anche chi ci sta vedendo o ascoltando -, ecco perché è importante portare all'attenzione soprattutto due emendamenti e due misure che sono state portate avanti in questo provvedimento, la prima delle quali riguarda la possibilità di anticipare alle regioni fino a 235 milioni di euro per il contrasto ai danni delle zone alluvionate dei comuni del Nord. Questo è importante, Presidente, perché sanno tutti che ci sono state situazioni di grande difficoltà e i sindaci ovviamente hanno bisogno di risposte.
Oltre a questo, andiamo anche a incrementare di 370 milioni di euro per tutto il 2023 i fondi per la ricostruzione. In totale, Presidente, quasi mezzo miliardo di euro di risorse immediatamente disponibili per i nostri enti locali (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Credo che questa, Presidente, sia assolutamente una misura importante di vicinanza ai nostri sindaci.
Non solo, c'è anche un'altra misura che riteniamo importante e vogliamo porre all'attenzione di quest'Aula sempre riguardo ai comuni: saranno disponibili 50 milioni di euro dal 2023 al 2025 per la messa in sicurezza di ponti e strade e, quindi, anche per la manutenzione dei piccoli comuni, cioè i comuni fino ai 5.000 abitanti per interventi fino a 150.000 euro. Questo perché, Presidente, dobbiamo dire a gran voce che la Lega e questo Governo sono gli unici che stanno dalla parte anche dei piccoli comuni, troppo spesso in passato assolutamente dimenticati dai Governi di sinistra (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!
Poi, Presidente, visto che si è dibattuto molto oggi in quest'Aula sulla questione della tassa sugli extraprofitti, vorrei prima fare una panoramica sul tema. Nel 2008, il tasso di rifinanziamento della Banca centrale europea era pari al 4,25 per cento e il tasso di interesse applicato dalle banche, invece, sui depositi in conto corrente degli italiani era pari all'1,87 per cento. Oggi, il costo del denaro stabilito da Francoforte è pari al 4,5 per cento e i tassi applicati sono dello 0,38 per cento. È chiaro a tutti che questa è una grande differenza e spiega, in parte, il motivo per cui è stato deciso di intraprendere la strada della tassazione sugli extraprofitti. Vede, Presidente, nel momento di difficoltà economica che stanno attraversando il nostro Paese, le famiglie e le imprese italiane, le banche sappiamo bene che, senza praticamente far nulla e senza costi aggiuntivi per loro, hanno incassato decine di miliardi di euro solo grazie ed esclusivamente alle scelte scellerate da parte della Banca centrale europea. Mi riferisco al selvaggio rialzo dei tassi per il contrasto all'inflazione ed è visibile a tutti che i risultati peraltro non ci sono stati. E vede, Presidente, la norma è stata modificata, com'è stato detto in quest'Aula. E io mi rivolgo, tramite lei, ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, che hanno criticato selvaggiamente questa questione della tassa sugli extraprofitti. Però, vede, Presidente, loro l'hanno detto, e male; noi l'abbiamo detto e l'abbiamo fatto, perché questa è la differenza tra noi e loro Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Entrando nel merito della questione, ora le banche potranno scegliere se pagare un'aliquota del 40 per cento sull'ammontare del margine degli interessi, oppure destinare l'intero ammontare a una riserva di bilancio, che servirà, ovviamente, a consolidare il loro patrimonio. Tradotto, Presidente: se, in passato, si usavano i soldi dei cittadini italiani per aiutare le banche a risanare i loro bilanci, oggi con gli extra profitti delle banche andiamo ad aiutare cittadini e imprese e a risollevare il tessuto economico (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! E tale imposta sarà destinata appunto per abbassare la pressione fiscale di famiglie e imprese e anche per il Fondo di garanzia mutui prima casa.
Presidente, prima di avviarmi alla conclusione, un ulteriore passaggio mi sembra doveroso anche sul problema dei taxi perché - è stato detto in quest'Aula e lo sappiamo benissimo tutti - è esplosa la domanda ed era necessario intervenire. Quindi, con questo decreto, diamo ai comuni la possibilità di rilasciare in via sperimentale fino al 20 per cento di ulteriori licenze, proprio per dare una mano e cercare di risolvere un problema che tutti vedono.
Concludo, Presidente, facendo una riflessione, perché ho ascoltato attentamente il dibattito odierno in quest'Aula. L'impressione che ho è che questo Governo, con molto coraggio, con grande serietà e determinazione sta affrontando problematiche che abbiamo anche ereditato in passato. Lo sta facendo con grande forza, con grande coerenza e con grande unità di intenti. E io mi rivolgo ovviamente, tramite lei, a chi agita lo spauracchio del Governo tecnico o delle elezioni anticipate. Colleghi, vi dovete fare una ragione del fatto che questo Governo, non solo andrà avanti in modo compatto, ma ha una grande credibilità internazionale e, oggi, come ieri e come domani continuerà a dare risposte concrete, le risposte che voi non avete dato per tanti e troppi anni quando eravate al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!
PRESIDENTE. Ha esaurito il tempo a sua disposizione, collega.
REBECCA FRASSINI (LEGA). Per questo motivo, Presidente e per i motivi che precedentemente ho detto (Commenti dei deputati dei gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle) …
PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi!
REBECCA FRASSINI (LEGA).…dichiaro il voto favorevole della Lega a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Colleghi, come sempre, si interviene quando si ha la parola.
Ha chiesto di parlare il deputato Barbagallo. Ne ha facoltà.
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Signor Presidente, onorevoli colleghi e rappresentante del Governo, siamo all'ultimo atto parlamentare…
PRESIDENTE. Collega Barbagallo, posso chiederle perdono un attimo? Ho dimenticato di salutare studenti e studentesse dell'Istituto di Istruzione Superiore M. Amari – P. Mercuri di Ciampino (Roma), che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Siccome temevo se ne andassero, le chiedo venia. Prego, collega Barbagallo.
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Siamo all'ultimo atto parlamentare di un decreto che era nato con auspici ben diversi da quelli che verranno tra poco convertiti in legge. “Ultimo atto” è l'espressione calzante di quella che è parsa, in alcuni passaggi, una commedia estiva ai danni degli italiani. I primi giorni del mese di agosto, il Governo Meloni ricorre, per l'ennesima volta, allo strumento del decreto-legge. Com'è accaduto spessissimo in questa legislatura, i presupposti della necessità e dell'urgenza riguardano, ahimè, una serie di misure assolutamente eterogenee fra loro: dal trasporto pubblico locale, al granchio blu, ai pallini da caccia, fino al taglio degli alberi. Ma il provvedimento è atteso soprattutto per il caro voli. La Premier e il Ministro Urso, infatti, dopo che i voli nazionali per la Sicilia e la Sardegna hanno fatto già rilevare, nel mese di giugno, un rialzo medio superiore del 20 per cento, rispetto al mese precedente, con punte del 70 per cento, hanno annunciato già da tempo misure significative.
Gli annunci di interventi risolutivi da parte del Governo sono accompagnati dal codazzo dei fedeli deputati di maggioranza. Il 5 agosto le agenzie battono: “Con il decreto-legge Asset il caro voli ha le ore contate”.
A parte l'intervento singolare per cui, per combattere gli aumenti del 70 per cento, si inserisce un limite agli aumenti dei prezzi del 200 per cento, la misura entra in vigore il 10 agosto, scatenando le ire dei vettori, su tutti, Ryanair, che, dopo aver definito il decreto “stupido” e “illegale”, annuncia che non lo rispetterà. A quel punto, visto che siamo in uno Stato di diritto, ci saremmo aspettati una risposta chiara e netta del Governo, con provvedimenti immediati per i biglietti emessi e, invece, con un'incredibile piroetta, il Governo fa marcia indietro. La guerra annunciata ai vettori finisce a tarallucci e vino: con un emendamento al Senato il Governo elimina il divieto di fissazione dinamica dei biglietti aerei per le isole e toglie il limite percentuale, rinviando ogni intervento all'Antitrust. In sostanza, delega l'azione politica ad un'Autorità indipendente. Ma le giravolte non riguardano solo il caro voli. Il testo del decreto-legge approvato in Consiglio dei ministri prevedeva anche la tassa sugli extraprofitti delle banche. Anche in questo caso, il Governo aveva accompagnato la norma con pronti annunci: “sarà una misura di equità sociale”, diceva, “tutti gli introiti andranno ai mutui delle prime case e al taglio delle tasse”; ed invece, come da copione, brusca frenata e, con l'emendamento del Governo stesso, addirittura, le banche potranno scegliere di non pagare la tassa, rafforzando il proprio patrimonio. Nemmeno a dirlo, bocciati tutti i nostri emendamenti che prevedevano, peraltro in linea con quanto suggerito dalla BCE, risorse a copertura degli interventi per il credito alle famiglie e alle piccole imprese. Insomma nulla di nuovo, il solito vizietto del Governo Meloni: debole con i forti e forte con i deboli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), prono con le potenti compagnie aeree e le banche, forte, invece, con i percettori del reddito di cittadinanza e con i migranti. Nemmeno un rigo per combattere il lavoro sottopagato, da un lato, e, dall'altro, una bella norma ad hoc per aumentare il tetto dei 240.000 euro annui per gli impegnatissimi componenti del consiglio di amministrazione della società del ponte sullo Stretto, in deroga a ogni norma di legge per i dirigenti della pubblica amministrazione. Questa norma, Presidente, è un'offesa ai milioni di italiani sottopagati e disoccupati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Ma c'è un profilo, Presidente, che vogliamo evidenziare e su cui non arretreremo di un millimetro. Il decreto-legge è entrato in vigore il 10 agosto: quelle compagnie aeree che, incuranti del provvedimento, hanno emesso ugualmente biglietti che superano abbondantemente i 500 euro a tratta, sfidando lo Stato e vessando studenti fuori sede, famiglie e turisti, vanno sanzionate. La norma era in vigore ed era chiarissima. In quest'Aula, davanti agli italiani, chiediamo giustizia. Le compagnie vanno sanzionate, non vi daremo tregua. A meno che, il Governo, già al prossimo decreto-legge, farà una bella sanatoria anche per i biglietti delle compagnie aeree.
Sull'articolo 4 la norma istituisce un fondo al fine di tutelare i viaggiatori e gli operatori del settore turistico per gli incendi che hanno colpito la Sicilia e la Sardegna nel periodo dal 17 luglio al 7 agosto. Presidente, l'emergenza, grazie anche alle brillanti ed efficaci azioni dei governi regionali della Sicilia e della Sardegna, come è noto, è durata tutta l'estate. Abbiamo presentato diversi emendamenti per estendere il periodo almeno fino al 30 agosto, ma niente. La norma è ingiusta perché discrimina in base alla data dell'incendio: perché il 7 agosto sì e il 17 agosto no? E ci preoccupano, altresì, le modalità di erogazione che, piuttosto che essere volte a un congruo ristoro, appaiono farraginose, poco trasparenti e pronte ad essere applicate a favore di qualche amico degli amici. Non vi è un rigo che espliciti le modalità di erogazione neanche per i danni subiti dai viaggiatori, dopo che espressamente la norma lo prevede.
Per contrastare l'emergenza incendi servono risorse specifiche, dedicate all'acquisto di automezzi, e un numero di unità di personale adeguato e formato: su questo, neanche un rigo nel testo. E ancora, su TIM, gli annunci della Premier, lo scorso anno, in campagna elettorale, erano perentori: una rete unica che sia di proprietà pubblica, a tutela della sicurezza e dell'interesse nazionale.
Con il testo al voto dell'Aula oggi, invece, consentiamo al MEF di acquistare solo una quota di minoranza, che dovrebbe essere intorno al 20 per cento, senza un piano di rilancio industriale, senza alcuna tutela per i livelli occupazionali. Quindi, spendiamo oltre 2,5 miliardi per quella che non sarà una rete complessiva del Paese, non sarà una rete a controllo pubblico, ma sarà una rete deflazionata, senza neanche garantire la certezza e la sicurezza dei dati. Un vero capolavoro. Per dare un esempio concreto e tangibile rispetto a quello che è accaduto in altri casi, nella vicenda Alitalia, di qualche mese fa, Lufthansa ha acquistato il 41 per cento di Alitalia per 325 milioni di euro. Oggi spendiamo più di 7 volte quell'importo per prendere circa il 20 per cento. Veramente un vero affare per gli italiani.
Sul trasporto pubblico locale e sulla mobilità, bisogna avere consapevolezza che nel Paese è in atto una grave emergenza e per i comuni servono poteri specifici, soluzioni e risorse che, certamente, non sono arrivati con questo provvedimento, un provvedimento che mortifica il lavoro del Parlamento. In questo momento, in Commissione trasporti sono incardinate diverse risoluzioni di tutte le forze parlamentari - in particolare, è incardinata la nostra, quella del Partito Democratico - per costruire una proposta condivisa che affronti realmente i problemi e, invece, il Governo entra a gamba tesa con la decretazione d'urgenza.
Sui taxi, quella che era stata annunciata dal Ministro Salvini come una riforma epocale non è altro che un pasticcio che, certamente, non rafforza la qualità del servizio, non consente alle amministrazioni locali di monitorare i picchi di domanda né di individuare il fabbisogno. Sono stati bocciati tutti i nostri emendamenti che prevedevano procedure più snelle e la proroga anche delle licenze stagionali. Nessuna delle misure previste viene incontro alle esigenze evidenziate dai sindaci delle grandi città. Insomma, i nodi stanno venendo al pettine, senza alcuna risposta adeguata da parte dell'Esecutivo.
Infine, c'è una serie di interventi che definirei “interventi Netflix”, a puntate: dal superbonus ai crediti incagliati, all'alluvione in Emilia-Romagna. Siamo già alla terza, quarta modifica in pochi mesi, sempre su proposta e iniziativa del Governo. Vediamo quante puntate vi serviranno per risolvere i problemi, con l'amara constatazione che per l'alluvione in Emilia-Romagna, fino ad ora, non c'è un privato che abbia percepito un solo euro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). In questa legislatura abbiamo più volte ribadito che gli interventi normativi originari non funzionavano: i fatti, purtroppo, ci hanno dato ragione.
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Concludo, signor Presidente. Il decreto-legge Asset è l'ennesima occasione persa da parte del Governo anche nel confronto parlamentare e democratico con le opposizioni. Ieri sera, la fiducia è passata con soli 202 voti: questo metodo - decretazione d'urgenza, decreto omnibus e fiducia - oltre a svilire il Parlamento, inizia a stancare anche la stessa maggioranza. È evidente che il Governo, giorno dopo giorno, provvedimento dopo provvedimento, legge dopo legge, diventa sempre meno credibile in Italia e in Europa. Per queste ragioni, il Partito Democratico voterà contro la legge di conversione all'esame dell'Aula oggi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cannata. Ne ha facoltà. Onorevole, credo che debba cambiare microfono perché c'è un problema di audio. Usi quello accanto, il suo ha un problema di audio. Quello spero vada bene.
GIOVANNI LUCA CANNATA (FDI). Ci tenevo a parlare con quello.
PRESIDENTE. Capisco, ma, purtroppo, è un problema di audio che non sono in grado di risolvere.
GIOVANNI LUCA CANNATA (FDI). Questo funziona?
PRESIDENTE. Sembrerebbe di sì. Prego, provi a parlare, vediamo.
GIOVANNI LUCA CANNATA (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, ho ascoltato un po' di tutto, ma la cosa che fa un po' rabbia è nel non vedere entrare nel merito nessuno, perché quello che noi oggi andiamo ad approvare, noto a tutti come DL Asset, è un provvedimento che interviene sul tessuto sociale e sul tessuto produttivo della nostra Nazione, e lo fa in modo concreto, in modo pragmatico lo fa in modo chiaro e anche semplice. Adesso, entriamo nel merito, invece, di alcuni articoli che meritano un approfondimento, tra l'altro alcuni neanche sono stati considerati dalle opposizioni. Vorrei iniziare innanzitutto con il problema del caro voli. Io che sono della Sicilia lo sento mio, l'ho vissuto sulla mia pelle, ma è chiaro che è stato vissuto da studenti, da lavoratori, da chi ha voluto passare le vacanze nelle isole e il Governo Meloni è intervenuto come non mai, è l'unico Governo che è intervenuto per porre fine a una speculazione - quella che abbiamo visto in questi mesi – abnorme, una speculazione che, soprattutto, ha vietato la mobilità a determinati passeggeri, a utenti che meritavano rispetto in quella che è una ricerca di normalità negli spostamenti.
Innanzitutto, il caro voli ha visto un intervento, con un ampliamento dei poteri dell'Antitrust; quindi, l'Antitrust avrà più potere per sanzionare chi è in una situazione di abuso di posizione dominante, chi speculerà attraverso la profilazione, attraverso l'uso dell'algoritmo, attraverso, quindi, lo studio degli utenti e, in tal senso, ci sarà, quindi, un'Autorità garante, l'Antitrust, che interverrà, sanzionando pesantemente le compagnie aeree e lo farà nel rispetto del libero mercato; dobbiamo farlo per tutelare i viaggiatori, per tutelare coloro che vivono nelle isole, soprattutto in momenti di difficoltà dei trasporti. Abbiamo visto che hanno vissuto questo problema anche coloro che vivono in Emilia-Romagna, nel momento in cui vi sono stati eventi atmosferici catastrofici.
Allora, è necessario dare risposte concrete e il Governo Meloni lo fa: detto, fatto; risposte immediate, urgenti, non chiacchiere. Siccome noi teniamo alla mobilità e teniamo, quindi, alla qualità della vita dei nostri concittadini, ma anche dei turisti, siamo intervenuti sul problema taxi. Chi di noi non ha avuto il problema di chiamare un taxi, che non c'era, e di dover aspettare mezz'ora o 40 minuti? Sono fatti reali. Il Governo è intervenuto, dicendo ai comuni più grandi, delle città che sono sedi di aeroporti, che possono intervenire, facendo bandi, incrementando le licenze del 20 per cento; allo stesso tempo, cerchiamo di dare una risposta agli utenti e ai passeggeri e, quindi, ai cittadini che hanno bisogno di spostarsi, ma garantiamo i titolari delle vecchie licenze. Detto, fatto. Adesso, è chiaro che ci vogliono i comuni, con i sindaci che devono bandire le gare per le licenze.
Ancora, siccome c'è un filo comune in quella che è la nostra strategia di Governo, ci muoviamo sulla mobilità e non può esserci mobilità, se non sosteniamo i comuni, se non aiutiamo i comuni a fare opere pubbliche. I piccoli comuni hanno bisogno di fare strade e, quindi, di risolvere i problemi della viabilità, che noi tutti vediamo nella quotidianità: 100 milioni di euro per i comuni in dissesto, interventi per i comuni in pre-dissesto, interventi per i piccoli comuni, con un fondo straordinario per le opere pubbliche. Detto, fatto. Quando andrete a casa e vi confronterete con i vostri sindaci, ricordate che siamo noi che abbiamo dato le risorse per aiutare, oggi, a migliorare la qualità della vita delle nostre città (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
E, ancora, nessuno ha parlato di quello che stiamo facendo per quanto riguarda i semiconduttori. Un interesse di tutela e, quindi, nazionale, con un intervento sul credito d'imposta per aiutare le imprese, le aziende, tutti coloro che vogliono investire in ricerca in quei materiali. Abbiamo visto nel periodo di pandemia, nel periodo dopo la guerra in Ucraina che ci sono materiali che soltanto i Paesi asiatici producono e, allora, noi interveniamo con il credito d'imposta, dicendo: tu la tua azienda la fai in Italia, noi ti diamo l'incentivo e ti aiutiamo, quindi, a produrre tutto ciò che ci può aiutare ad essere, come Stato, indipendenti. Questa è tutela dell'interesse nazionale, non l'ha detto nessuno, ma c'è nel decreto-legge Asset (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ancora, continuiamo; interveniamo, però, a garanzia dell'occupazione e come lo facciamo? Sulla delocalizzazione: sugli incentivi che vengono dati alle imprese, non ci sarà più un vincolo quinquennale, ma un vincolo decennale. Perché noi vogliamo che le imprese abbiano, da parte dello Stato, contributi, ma debbono rimanere in Italia a produrre e a fare occupazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Questo decreto ha tante sfaccettature, tanti interventi, anche, sull'agricoltura, sulla pesca, con il granchio blu, sulla filiera del legno, ma abbiamo sempre un obiettivo, che è il nostro modus operandi, quello del Governo Meloni: guardare alla giustizia sociale, all'equità. Stiamo vivendo, in questo momento, il caro vita, il caro energia, l'aumento esponenziale dei mutui, questo perché la BCE porta i tassi al 4,75 per cento e c'è un'inflazione altissima e, quindi, i cittadini che hanno contratto un mutuo a tasso variabile vedono in alcuni casi una rata passare da 500 euro a 750 o 800 euro. Cosa fa il Governo Meloni, giustamente? Interviene con la richiesta di un contributo fiscale alle banche, quindi, con i famosi extraprofitti, e dice: o ci dai risorse che noi possiamo distribuire per le famiglie, per le imprese e, quindi, possiamo usare per aiutare a calmierare la loro rata, oppure questi denari li tieni, fai una riserva, li tieni nel tuo patrimonio, non li dai agli azionisti, non li dai ai soci, non li distribuisci, ma li tieni, semmai, per dare più credito alle aziende (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ecco, io non capisco com'è che su questi fatti si faccia una discussione che non ha nulla a che vedere con la realtà. Ho ascoltato tutt'altro che quelli che sono i fatti e la realtà di un provvedimento. Su questo dovete rispondere, sui temi reali, su quello che è un metodo pragmatico di dare le risposte che il Governo Meloni sta mettendo in campo.
Ecco, convintamente, noi di Fratelli d'Italia votiamo a favore di questo provvedimento, perché con determinazione stiamo cambiando l'Italia e questo è quello che faremo nei prossimi mesi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1436)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1436: S. 854 - “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104, recante disposizioni urgenti a tutela degli utenti, in materia di attività economiche e finanziarie e investimenti strategici” (Approvato dal Senato).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 18).
In ricordo di Norma Cossetto.
PRESIDENTE. Come già comunicato ai gruppi nella giornata di ieri do ora la parola al Presidente Rampelli, sull'ordine dei lavori, per ricordare la figura di Norma Cossetto, ottant'anni dopo la sua scomparsa.
FABIO RAMPELLI (FDI). Presidente, cari colleghi, nella notte tra il 4 e il 5 ottobre del 1943 fu uccisa, ottant'anni fa, una studentessa universitaria italiana di origine istriana, Norma Cossetto, ormai ampiamente nota.
Il suo corpo fu rinvenuto il 10 dicembre del 1943 e riconosciuto dalla sorella Licia - che poi ebbe l'onore di raccogliere da parte del Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, la medaglia d'oro a Norma Cossetto al Merito civile - insieme allo zio, perché il papà, una volta conosciuta la storia di Norma, mentre era alla sua ricerca, fu catturato e ucciso. Norma, a fine settembre, fu sequestrata, trasferita nell'ex caserma della Guardia di finanza di Parenzo, seviziata, violentata, stuprata da 17 aguzzini partigiani titini e, poi, condotta nella foiba di Villa Surani.
Sicuramente è stata una pagina terribile. Però, va anche detto che dopo il ritrovamento ci fu una battaglia lunga che attraversò decenni della storia italiana e che si concluse simbolicamente, nel 2004, con l'approvazione di una legge che istituì il Giorno del ricordo nella giornata del 10 febbraio di ogni anno (Applausi).
Nel 2006 - l'ho appena citato - il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, conferì l'onorificenza a Norma Cossetto e la consegnò nelle mani della sorella Licia che, pensate, troverà poi la morte - insomma, un aneddoto significativo - nello stesso giorno della morte di Norma Cossetto, a 70 anni di distanza; è incredibile. Disse Ciampi: “Nel ricordo di coloro che perirono in condizioni atroci nelle foibe”. Poi, ci furono altre medaglie, conferite sempre da Ciampi, nel 2006, a 6 ragazzi che perirono nella rivolta di Trieste del 1953 in difesa della sua italianità (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier). Il più giovane aveva 14 anni e per decenni non c'è stata traccia di questi sacrifici.
L'altro ieri, il Senato ha approvato una legge importante che istituisce i viaggi del ricordo, perché la memoria è un bene delicato e fragile e va maneggiata con cura e delicatezza, ma va anche rinverdita. Purtroppo, non c'è stata l'unanimità nell'Aula di Palazzo Madama - qualcuno si è astenuto - esattamente come accadde nel 2004 ed esattamente come accadde nella legislatura precedente, nel 2001, quando questa Camera approvò, direi in maniera quasi anticipatrice, una legge simile in memoria della popolazione italiana del confine orientale e poi il Senato la bocciò e, quindi, non divenne legge a causa - lo dico senza polemica, i tempi non erano maturi - del voto contrario dell'allora Partito Democratico della Sinistra.
Monsignor Radossi, vescovo di Pola e Parenzo, ebbe a dire che il tempo è la migliore medicina e, forse, per ricordare le vicende personali è proprio così che funziona, il tempo è la migliore medicina. Magari, a volte può anche diventare una maledizione per la memoria collettiva e, infatti, persistono, e sono persistiti nel corso degli anni, episodi di revisionismo negazionista. Non mi riferisco soltanto ai voti del Parlamento nel corso del tempo che ho già citato e che, comunque, voglio stigmatizzare, non mi riferisco al libro scritto da Eric Gobetti e pubblicato da Laterza recentemente, mi riferisco, invece, alle contestazioni del musical che portò a spasso per l'Italia Simone Cristicchi, con contestazioni anche violente, mi riferisco al rettore dell'università per stranieri di Siena, Montanari, con le sue intemerate che ci accompagnano ogni 10 febbraio.
Nella costruzione della coscienza e del sentimento nazionale nel secondo dopoguerra è stata spesso la sinistra a prendere per mano l'Italia, questo va detto, ma nel caso delle foibe è stata la destra a scavare nella memoria occultata del confine orientale, a implorare la Camera, Fabietti, Villari e Tullio De Mauro a non limitarsi a dire che la foiba era una dolina carsica, una depressione geologica, ma a dire che erano delle tombe a cielo aperto nelle quali venivano scaraventati migliaia e migliaia di italiani non per aderenza ideologica ma solo e soltanto in quanto italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Abbiamo vinto? Forse sì. Ha vinto la destra? No. Grazie a una sua battaglia, lunga 60 anni, però, ha vinto l'Italia e questa vittoria oggi ci sentiamo di dedicarla a te, Norma, figlia d'Italia.
Ci auguriamo che presto possa anche arrivare il giorno in cui il Parlamento riuscirà nella sua intenzione di far revocare l'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica italiana al dittatore sanguinario Josip Broz Tito. Mai più (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE, che si levano in piedi)!
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori, su un altro argomento, il deputato Anastasio Carra'. Ne ha facoltà.
ANASTASIO CARRA' (LEGA). Signor Presidente, onorevoli colleghi, oggi ho visto un video che non avrei mai voluto vedere, un video in cui era presente un giudice, il giudice Apostolico - sapete tutti chi è - che manifestava in prima fila nel corso di una manifestazione contro le Forze dell'ordine, in cui si sentivano le urla “animali” e “assassini”.
PRESIDENTE. Collega, dovrebbe dirmi qual è la richiesta sull'ordine dei lavori e poi può proseguire con il suo intervento. Poi, può chiedere un'informativa.
ANASTASIO CARRA' (LEGA). Questo era per protestare contro una scelta del Ministro dell'Interno e chiedo al Ministro Nordio di intervenire e fare chiarezza sulla vicenda. Nello stesso tempo, rifletto su cosa ne pensino i membri del CSM di un magistrato che già in passato - alcuni giorni addietro - profferiva anche affermazioni contro un Ministro del nostro Governo.
Quindi, chiedo cortesemente, signor Presidente, un intervento del Ministro Nordio (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) e nella circostanza…
PRESIDENTE. Colleghi! Collega, mi faccia dire una cosa, perché nel suo intervento non è stato chiarissimo in questo. C'era stato anticipato che la sua richiesta era una richiesta di informativa urgente al Ministro Nordio. Mi conferma questa richiesta? L'ha confermata il collega Ziello ma deve confermarla anche lei, altrimenti non è un intervento sull'ordine dei lavori, abbia pazienza.
ANASTASIO CARRA' (LEGA). Perché non è un intervento sull'ordine dei lavori, signor Presidente (Commenti)?
PRESIDENTE. Perché mi deve chiedere l'informativa urgente del Ministro Nordio (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
ANASTASIO CARRA' (LEGA). Cortesemente, chiedo pure rispetto, forse perché si parla…
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi! Per cortesia, non ci siamo capiti con il collega. Collega Amendola! Colleghi, calma, io e il collega ci stiamo spiegando. Il collega mi sta chiedendo un'informativa del Ministro Nordio, vero?
ANASTASIO CARRA' (LEGA). Va bene.
PRESIDENTE. Allora può proseguire. Prego.
ANASTASIO CARRA' (LEGA). Nella circostanza…
PRESIDENTE. Però, deve dirmi “sì”.
ANASTASIO CARRA' (LEGA). Sì.
PRESIDENTE. Prego.
ANASTASIO CARRA' (LEGA). Nella circostanza, concludo manifestando tutta la mia solidarietà ai magistrati, che tutti i giorni, con passione, laboriosità, impegno e sacrificio, svolgono in maniera imparziale il proprio lavoro (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Riferiremo al Presidente della sua richiesta. Il Governo naturalmente è presente.
Seguito della discussione delle mozioni Manzi ed altri n. 1-00177, Caso ed altri n. 1-00185, Grippo ed altri n. 1-00186, Sasso, Amorese, Dalla Chiesa, Lupi ed altri n. 1-00187 e Piccolotti ed altri n. 1-00188 concernenti iniziative a favore del comparto della scuola e del diritto allo studio.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Manzi ed altri n. 1-00177, Caso ed altri n. 1-00185, Grippo ed altri n. 1-00186, Sasso, Amorese, Dalla Chiesa, Lupi ed altri n. 1-00187 e Piccolotti ed altri n. 1-00188 concernenti iniziative a favore del comparto della scuola e del diritto allo studio (Vedi l'allegato A).
Avverto che dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 2 ottobre 2023, è stata presentata la mozione Piccolotti ed altri n. 1-00188, che è già stata iscritta all'ordine del giorno.
(Intervento e parere del Governo)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito, Paola Frassinetti, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.
PAOLA FRASSINETTI, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito. Grazie, Presidente. Sulla mozione Manzi ed altri n. 1-00177 chiederei le votazioni separate degli…
PRESIDENTE. No, lei deve dare i pareri e poi sono i gruppi a chiederlo.
PAOLA FRASSINETTI, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito. Allora sulle premesse della mozione Manzi ed altri n. 1-00177, il parere è contrario. Sull'impegno 1), parere favorevole con la seguente riformulazione: “ad adottare iniziative volte a reperire risorse adeguate ad assicurare il diritto all'istruzione alle studentesse e agli studenti di tutto il territorio nazionale, al fine di colmare i divari territoriali e garantire il successo formativo di tutti e di ciascuno, con particolare attenzione per gli alunni con disabilità, nonché a potenziare il processo di valorizzazione economica e professionale di tutto il personale scolastico”.
Sull'impegno 2) parere contrario; sull'impegno 3) parere contrario; sull'impegno 4) parere favorevole con la seguente riformulazione: “avviare un confronto che coinvolga tutta la filiera, rappresentanti di autori, editori, distributori, librai, dirigenti, docenti e famiglie, perché siano individuate le innovazioni, anche legislative, necessarie per raggiungere l'obiettivo di ridurre sia il peso dei libri quotidianamente portato da casa a scuola e viceversa sia i costi a carico delle famiglie”. Sull'impegno 5) parere favorevole con la seguente riformulazione: “ad individuare, nel rispetto dei vincoli di bilancio, misure a sostegno delle famiglie per rafforzare il loro potere di acquisto in tema di libri di testo, nonché misure volte ad intervenire sul tema delle detrazioni delle medesime spese, sull'incremento dell'attuale stanziamento del contributo dello Stato per l'acquisto dei libri di testo e sull'adeguamento dei tetti di spesa”. Sull'impegno 6) parere contrario; sull'impegno 7) parere contrario; sull'impegno 8) parere contrario.
Per quanto riguarda la mozione Caso ed altri n. 1-00185, sulle premesse parere contrario; sull'impegno 1) parere contrario; sull'impegno 2) parere contrario; sull'impegno 3) parere contrario; sull'impegno 4) parere favorevole, con la seguente riformulazione: “ad individuare, nel rispetto dei vincoli di bilancio, misure a sostegno delle famiglie per rafforzare il loro potere di acquisto in tema di libri di testo, nonché misure volte a intervenire sul tema delle detrazioni delle medesime spese, sull'incremento dell'attuale stanziamento del contributo dello Stato per l'acquisto dei libri di testo e sull'adeguamento dei tetti di spesa”. Sull'impegno 5) parere contrario; sull'impegno 6) parere contrario; sull'impegno 7) parere contrario; sull'impegno 8) parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche normative, affinché, soprattutto nelle realtà territoriali più disagiate e ad alto tasso di dispersione scolastica, si possa superare il tradizionale parametro del numero di alunni per classe”. Sull'impegno 9) parere contrario; sull'impegno 10) parere contrario; sull'impegno 11) parere favorevole, con la seguente riformulazione: “ad adottare iniziative volte a reperire ulteriori risorse adeguate ad assicurare il diritto all'istruzione alle studentesse e agli studenti di tutto il territorio nazionale, al fine di colmare i divari territoriali e garantire il successo formativo di tutti e di ciascuno, con particolare attenzione per gli alunni con disabilità”. Sull'impegno 12) parere favorevole con la seguente riformulazione: “a potenziare l'utilizzo delle risorse messe a disposizione dal PNRR per creare ambienti di apprendimento innovativi, con particolare riferimento alle metodologie di insegnamento e dei linguaggi, fornendo direttive e linee guida chiare ed efficaci”. Sull'impegno 13) parere contrario.
Per quanto riguarda la mozione Grippo ed altri n. 1-00186, sulle premesse parere favorevole; sull'impegno 1) parere favorevole, con la seguente riformulazione: “ad adoperarsi al fine di rafforzare le misure di sostegno all'educazione dei figli”. Sull'impegno 2) parere favorevole, con la seguente riformulazione: “ad adottare iniziative volte a reperire risorse per consentire la piena realizzazione di un sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita sino a 6 anni, con particolare attenzione alle cosiddette sezioni primavera, rivolte ai bambini tra i 24 e i 36 mesi”. Sull'impegno 3) parere favorevole, con la seguente riformulazione: “a potenziare l'utilizzo delle risorse messe a disposizione dal PNRR per creare ambienti di apprendimento innovativi, con particolare riferimento alle metodologie di insegnamento e dei linguaggi, fornendo direttive e linee guida chiare ed efficaci”. Sull'impegno 4) parere favorevole con la seguente riformulazione: “a dare piena attuazione alle linee guida per l'orientamento, rafforzando un sistema di orientamento diffuso a tutti i livelli scolastici, a partire dalla scuola primaria e in particolare per la scelta della scuola secondaria di secondo grado e dell'istruzione terziaria, per dare vita a percorsi di orientamento strutturati che tengano conto delle aspirazioni professionali dei giovani, ma anche delle nuove competenze per i settori emergenti del lavoro, delle filiere formative e delle esigenze specifiche delle imprese e dei territori”. Sull'impegno 5) parere favorevole, con la seguente riformulazione: “a valorizzare in tutti gli ordini di scuola il docente tutor e il docente orientatore, promuovendo la formazione iniziale e continua prevista dalla recente legge n. 79 del 29 giugno 2022 e dai decreti attuativi, e introdurre, attraverso la Scuola di alta formazione di recente istituzione, percorsi di sviluppi di carriera per favorire la creazione di una nuova generazione di docenti qualificati e con differenziazioni di funzioni per rompere l'uniformità delle prestazioni e della retribuzione degli insegnanti, così come avviene da tempo a livello europeo”. Sull'impegno 6) parere favorevole, con la seguente riformulazione, che sostituisce al termine: “a garantire” il termine: “a promuovere”. Sull'impegno 7) parere favorevole; sull'impegno 8) parere favorevole; sull'impegno 9) parere favorevole con la seguente riformulazione: “ad individuare, nel rispetto dei vincoli di bilancio, misure a sostegno delle famiglie per rafforzare il loro potere d'acquisto in tema di libri di testo, nonché misure volte a intervenire sul tema delle detrazioni delle medesime spese, sull'incremento dell'attuale stanziamento del contributo dello Stato per l'acquisto dei libri di testo e sull'adeguamento dei tetti di spesa, e ad avviare un confronto che coinvolga tutta la filiera perché siano individuate le innovazioni, anche legislative, necessarie per raggiungere l'obiettivo di ridurre sensibilmente sia il peso dei libri quotidianamente portato da casa a scuola e viceversa sia i costi a carico delle famiglie”.
Per quanto riguarda la mozione Sasso, Amorese, Dalla Chiesa, Lupi ed altri n. 1-00187, il parere è favorevole sulle premesse e su tutti gli impegni.
Per quanto riguarda la mozione Piccolotti n. 1-00188, sulle premesse il parere è contrario; sull'impegno 1) parere contrario; sull'impegno 2) parere contrario; sull'impegno 3) parere favorevole con la seguente riformulazione: “a promuovere su tutto il territorio nazionale l'apertura delle scuole sia al pomeriggio che nei mesi estivi, affiancando a quelle obbligatorie già previste anche attività opzionali e facoltative, con particolare riguardo al seguente obiettivo: il prolungamento del tempo scuola in tutto il primo ciclo di istruzione, ove non previsto dall'offerta formativa attuale”. Sull'impegno 4) parere contrario; sull'impegno 5) parere favorevole, con la seguente riformulazione: “individuare, nel rispetto dei vincoli di bilancio, misure a sostegno delle famiglie per rafforzare il loro potere d'acquisto in tema di libri di testo, nonché misure volte a intervenire sul tema delle detrazioni delle medesime spese, sull'incremento dell'attuale stanziamento del contributo dello Stato per l'acquisto dei libri di testo e sull'adeguamento dei tetti di spesa”. Sull'impegno 6) parere contrario; sull'impegno 7) parere contrario; sull'impegno 8) parere contrario e sull'impegno 9) parere contrario.
(Dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il deputato Bicchielli. Ne ha facoltà.
PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Signora Presidente, onorevoli colleghi, signora Sottosegretaria, secondo autorevoli economisti ed esperti in materia di risorse umane, in futuro, due sono le variabili su cui si giocherà lo sviluppo di un Paese: i talenti e le tecnologie. Le prospettive di sviluppo di un Paese e delle sue realtà particolari, come il tessuto imprenditoriale e gli enti del Terzo settore, dipenderanno sempre di più da quanti investimenti saranno messi in campo per lo sviluppo delle capacità del singolo, per le sue reali inclinazioni e per il valore che tali capacità possono creare a vantaggio della comunità.
Più talenti coltivati e maturati equivarrà, dunque, ad avere più idee, più progetti, e, di conseguenza, maggiori possibilità di compiere progressi su tutti i livelli, anche nel campo della tecnologia e dell'innovazione. Coltivare talenti significa investire sulle persone, e, quando si impegnano risorse sulle persone e sulla crescita delle proprie competenze, non sono mai risorse buttate al vento. In questo scenario, è evidente, signor Presidente, che la scuola e tutto il sistema scolastico rivestono un ruolo di primo piano.
La scuola, come abbiamo avuto modo di ribadire anche in occasione della discussione del provvedimento di modifica del codice penale a tutela del personale scolastico, è il luogo privilegiato di formazione della persona nelle sue molteplici accezioni. Nel contesto sociale odierno, tuttavia, il sistema scolastico ha, sì, un compito formativo, ma soprattutto un ruolo educativo ancora più forte che in passato. Educare significa letteralmente condurre fuori, far venire fuori ciò che c'è dentro.
La scuola, pertanto, è il luogo dove è possibile coltivare le varie dimensioni della persona e far venire fuori le reali inclinazioni e i veri talenti di cui ciascuno di noi è portatore e custode, e mettere i singoli nelle condizioni di avere in mano anche gli strumenti per far sì che tali capacità possano portare frutto nel medio-lungo periodo. Un'operazione, questa, che può produrre risultati solo se i nostri ragazzi vengono aiutati, sostenuti e supportati, ma soprattutto richiede che essi vengano considerati non come serbatoi da riempire, bensì diamanti grezzi da lavorare. Le azioni che questo Governo e questa maggioranza hanno già messo in atto e che la nostra mozione, la mozione di maggioranza, oggetto di discussione, intende implementare, vanno esattamente in questa direzione, a partire dalle risorse messe a disposizione del sistema scuola. Con la legge di bilancio per il 2023, infatti, le risorse per l'istruzione sono state incrementate in maniera significativa, grazie a finanziamenti pari a 623 milioni di euro per il 2023, 632 milioni di euro per il 2024 e 598 milioni di euro per il 2025. Ciò al fine di assicurare un innalzamento della qualità dell'offerta formativa e garantire soprattutto la continuità didattica, oltre che il più alto numero possibile di docenti di ruolo altamente qualificati, in modo da ridurre progressivamente il fenomeno del precariato. Altro aspetto su cui ci si è concentrati sono le misure rivolte ai docenti e al personale scolastico. Il Ministro dell'Istruzione e del merito ha rinnovato, poche settimane dopo il suo insediamento, il contratto nazionale dei docenti a condizioni migliorative, introducendo gli incrementi da parecchio tempo attesi da oltre 1.200.000 lavoratori. Nell'ambito del decreto-legge cosiddetto PA-bis, inoltre, il Governo ha varato importanti misure finalizzate all'accelerazione delle procedure concorsuali per il reclutamento del personale docente, volte al raggiungimento delle 70.000 assunzioni. A tal fine la nostra mozione, la mozione di maggioranza, chiede di bandire quanto prima il concorso riservato al personale precario della scuola statale, in vista dell'avvio della stagione dei nuovi concorsi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, volti al raggiungimento delle assunzioni richieste. In ogni caso, il lavoro che già è stato messo in campo su tale settore si evince principalmente dai dati relativi alle immissioni in ruolo, raffrontati all'anno scolastico 2022-2023: 2.656 nomine in ruolo, di cui 587 nomine in ruolo in più effettuate, 15.000 posti vacanti in meno al termine delle operazioni, di cui 3.798 posti vacanti in meno sul sostegno; quindi parliamo del 79,6 per cento di copertura dei posti del contingente, rispetto al 47,4 per cento di copertura nell'anno scolastico precedente.
Un tema che mi preme sottolineare, signora Presidente, sono le misure adottate per contrastare la dispersione e l'abbandono scolastico. Un Paese come l'Italia non può permettersi di avere un tasso di abbandono scolastico che per il 2022 si è attestato all'11,5 per cento: un dato che fa stazionare l'Italia tra i primi posti in Europa con più incidenza sul fenomeno. Pertanto, ben vengano le linee guida per l'orientamento, adottate dal Ministero dell'Istruzione e del merito, che hanno portato all'istituzione di due nuove figure professionali: il docente tutor e il docente orientatore, alle quali il Governo ha dedicato misure di valorizzazione, sia economica che professionale. Così come ben vengano le misure adottate per contrastare dispersione e abbandono scolastico, soprattutto nel Mezzogiorno, in base a quanto previsto dal Piano Agenda Sud, con l'obiettivo di invertire tali tendenze fin dalla scuola primaria. Tuttavia, anche su tale campo è possibile ed è doveroso fare un passo ulteriore, valutando l'opportunità di adottare iniziative, anche normative, affinché, soprattutto nelle realtà territoriali più disagiate e ad alto tasso di dispersione scolastica, si possa ridurre il tradizionale numero di alunni per classe. Non solo. Una possibile e ulteriore strada per contrastare tali fenomeni è contenuta essenzialmente nella proposta di garantire l'apertura delle scuole anche nelle ore pomeridiane dei mesi estivi, per dar vita ad iniziative di potenziamento e di recupero di discipline fondamentali, quali matematica, scienze, informatica, italiano e inglese, affiancate da attività alternative. In questo modo si andrebbe a perseguire una pluralità di obiettivi: ridurre i divari territoriali non solo tra regioni, ma anche tra realtà diverse della stessa regione o della stessa città; creare, nel rispetto del principio di sussidiarietà orizzontale, campus dove studenti di età diversa scelgono di formarsi in luoghi predisposti per le attività disciplinari, ma anche di recupero e sviluppo, per non lasciare indietro nessuno; offrire ai padri e soprattutto alle madri un sostegno non indifferente per conciliare ulteriormente la propria vita lavorativa con quella familiare, aspetto che si complica principalmente nei mesi estivi. In tale direzione svolgono un ruolo centrale anche le scuole paritarie, da considerare parte integrante del sistema nazionale di istruzione. La possibilità per le medesime scuole di accedere ai Fondi europei del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del Programma operativo nazionale per la programmazione 2021-2027 costituisce un altro segnale decisivo verso una reale parità scolastica, che rispetti la libertà di scelta delle famiglie. E mi permetto di osservare che anche l'orientamento del Ministro Valditara sul coinvolgimento dei privati nel sostegno al settore dell'educazione, ribadito in questi giorni, è nel solco del medesimo percorso. Non a caso, abbiamo voluto inserire un impegno in questo senso nel testo della mozione di maggioranza.
Talenti e tecnologie, dicevo all'inizio del mio intervento. Se nello sviluppo delle capacità del singolo, la scuola rappresenta già un primo banco di prova per la valorizzazione delle proprie inclinazioni e competenze, essa può e deve essere sempre più all'altezza dei trend formativi globali ed europei, attraverso un'ambiziosa riforma della formazione tecnica e professionale, le cosiddette materie STEM. Investire sulle competenze relative alle materie tecnico-scientifiche non ha solo finalità formative, ma anche culturali. È noto, infatti, che alle discipline STEM accedono molto più facilmente gli uomini rispetto alle donne. Solo per fare un esempio, gli uomini rappresentano circa il 70 per cento dei laureati in ingegneria, un dato abbastanza eloquente. Pertanto, garantire una maggiore formazione, relativamente alle discipline STEM, a tutti i livelli scolastici, consentirebbe alle donne di avere uno spettro di opportunità lavorative più ampio, aiutando non poco in prospettiva i redditi familiari. Insomma, signora Presidente, è evidente che il nostro sistema scolastico deve andare sempre più verso progetti di riforma che lo rendano al passo con i tempi e capace di intercettare, stimolare e scovare in diversi modi le reali abilità dei nostri ragazzi. Questo serve per favorire il loro conseguente e anche più celere inserimento nel mondo del lavoro e per accrescere le competenze nazionali anche su settori laddove è necessario compiere passi in avanti. Per tutte queste ragioni, signora Presidente, il gruppo di Noi Moderati condivide appieno la visione che si prospetta e le iniziative che si intendono mettere in campo per il mondo della scuola. Pertanto, annunciamo il voto favorevole alla mozione di maggioranza oggetto di discussione (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, qualche mese fa, all'inizio della legislatura, quest'Aula si trovò più o meno a fare la stessa discussione rispetto a quella che facciamo oggi sulle mozioni sulla scuola. A guardare il tempo trascorso da quel giorno, purtroppo, dobbiamo dire che, dal punto di vista dei bambini, degli studenti, delle famiglie e del personale scolastico, questo tempo è passato completamente invano. Un anno di Governo e nessuno dei problemi che costituiscono una vera e propria emergenza del Paese è stato affrontato, e nemmeno sono state messe in campo progettualità che servano ad affrontarlo in futuro. L'Italia - ricordiamo questi dati, che non ci fanno onore - è fra i Paesi europei in cui è più grave il fenomeno della dispersione scolastica: la dispersione implicita al termine della scuola superiore è al 9,7 per cento. Le diseguaglianze territoriali si manifestano sotto forma di povertà educativa e nelle regioni meridionali i dispersi sono sempre di più, con una punta addirittura del 19,8 in Campania. In Campania, Calabria e Sicilia, più del 60 per cento degli studenti non raggiunge il livello base delle competenze in italiano e quelle in matematica sono disattese dal 70 per cento degli studenti in Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna.
Non finisce qui, perché il costo dell'istruzione per le famiglie - sono tutti temi di cui avevamo già discusso l'anno scorso - è andato aumentando, come è aumentata l'inflazione, e non c'è stato alcun provvedimento che aiutasse le famiglie più in difficoltà a far fronte a costi come quelli dei libri, che possono raggiungere addirittura i 1.200 euro a famiglia.
In più, la percentuale dei NEET nel nostro Paese è del 23,1 per cento, ma in regioni come quelle meridionali, i quindicenni e i ventinovenni che non studiano e non lavorano hanno superato quelli che lavorano: ci sono tre NEET ogni due giovani occupati.
Nulla di nuovo è stato fatto, lo dicevo prima. Ciò che è peggio è che, nei discorsi sulla scuola che via via si vanno sviluppando da parte della maggioranza, i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze, i docenti e le docenti non esistono in quanto portatori di bisogni e aspettative, non esistono come persone ed esistono esclusivamente come risorse umane, come si trattasse di un'impresa che forma i suoi lavoratori.
Non è un caso che oggi ribadite testardamente la vostra volontà di portare a compimento il nuovo dimensionamento scolastico. In questi mesi, più volte - lo dico anche per il tramite della Presidenza alla Sottosegretaria - dall'opposizione abbiamo protestato, presentato interrogazioni, atti, mozioni, segnalando il rischio che questo nuovo dimensionamento, che questi nuovi istituti molto grandi - io le chiamerei scuole monstre - siano il preludio ad accorpamenti e chiusure di sedi che sono vitali per molti territori e quartieri, in particolare al Sud. Ma niente: non ascoltate, non interloquite perché non vi interessa la qualità della didattica, non vi interessa che i presidi e le presidi possano davvero prendersi cura della scuola che guidano, vivendola ogni giorno ed essendo presenti. Volete, in sostanza, che questi pochi presidi svolgano compiti sempre più burocratici, sempre più aziendali, sempre più lontani dagli studenti e dalla comunità educante.
Sempre in questa direzione va anche un punto che oggi la maggioranza ripropone: quello del finanziamento privato alle scuole che ieri il Ministro Valditara ha evocato in un'intervista, parlando di global service nella scuola.
Sostanzialmente, in legge finanziaria, la maggioranza taglia i fondi all'istruzione, come ha fatto l'anno scorso, e poi pretende che i presidi e le presidi passino il tempo a cercare le risorse, a incontrare e sedurre le imprese per farsi dare i soldi, a contrattare con i privati, a fare appalti.
Ma questa non è la loro funzione, così come non è una funzione della scuola quella di fare la formazione professionale a lavoratori che dovrebbero riceverla in azienda, all'ingresso e durante tutta la loro vita lavorativa.
Che cosa voglio dire e perché faccio questo riferimento?
Voglio dire che, di fronte a studenti e studentesse che hanno dei bisogni e anche dei bisogni particolari dopo la pandemia, voi non vi state ponendo il problema di come aiutarli a diventare persone migliori e cittadini consapevoli.
Non vi state ponendo il problema di come sostenerli nella crescita personale e culturale ma vi state ponendo solo il problema di come dividerli, precocemente, tra coloro che sono destinati a diventare la classe dirigente del Paese - e ne volete sempre di meno nei licei - e coloro che invece sono destinati a diventare manodopera a basso costo per le imprese di questo Paese.
State, infatti, riformando gli istituti tecnici e professionali - ve lo stanno dicendo anche i sindacati - con questo scopo: farli diventare sempre di più scuole dove, invece di imparare a pensare, si impara esclusivamente a eseguire e, tra l'altro, a eseguire compiti sempre più specifici, con il rischio che, al mutare dei tessuti produttivi, quelle competenze diventino velocemente obsolete, con il rischio profondo di avere quindi masse di lavoratori poi difficilmente riqualificabili.
Allora, l'assillo del Governo dovrebbe invece essere tutt'altro: quello di garantire un'educazione di qualità, a partire dalla prima infanzia, e per contrastare la dispersione.
Per farlo noi abbiamo indicato delle priorità precise, a cui continuate a dare pareri negativi e votare contro. La prima: rendere obbligatorio il ciclo di istruzione a partire dalla scuola dell'infanzia e sino al diciottesimo anno, perché dobbiamo aumentare il tempo che i ragazzi passano a scuola. La seconda: ridurre il numero degli alunni per classe per garantire la qualità della didattica, il maggior coinvolgimento e apprendimento da parte degli studenti e la piena integrazione dei ragazzi con disabilità.
Parlate ogni giorno di didattica personalizzata ma non state mettendo gli insegnanti in condizione di farla davvero. Poi bisogna estendere il tempo pieno nelle scuole primarie e anche il tempo prolungato negli istituti di istruzione secondaria di primo e secondo grado.
Sottosegretaria, mi dispiace ma noi non possiamo accettare la riformulazione da lei proposta, perché lei propone di aprire le scuole il pomeriggio con delle attività opzionali, e non si capisce chi le dovrebbe fare e con quali risorse dovrebbero essere finanziate.
A noi sembra una formula che, sostanzialmente, serve solo a coprire l'assenza di risorse economiche per aumentare gli organici e aprire davvero le scuole fino al pomeriggio.
E, ancora, dobbiamo garantire l'accesso agli asili nido, alle scuole dell'infanzia, a tutte le bambine e a tutti i bambini dell'intero territorio nazionale, superando ogni forma di discriminazione sociale e territoriale, perché sappiamo tutti che in tutto il Meridione non ci sono sufficienti asili nido e questo pesa anche sull'occupazione femminile.
Infine, vi proponiamo di istituire delle zone di educazione prioritaria e solidale dedicate alle aree più svantaggiate.
Su questo ho ascoltato, in qualche modo, un'apertura nelle riformulazioni proposte alle nostre mozioni, ma è solo un'apertura, mentre qui c'è un'emergenza che viene avanti.
Ci sono zone del Paese dove la dispersione è altissima - ho dato prima i dati - e dove l'indice di disagio socio-economico è incredibile. Ne abbiamo parlato discutendo di Caivano, eppure nonostante questo, si continua a dire di no alla proposta di rendere le scuole di queste zone più attrezzate, con più personale, con più strutture e maggiore capacità di rispondere ai bisogni di quei ragazzi.
Un'ultima cosa la dico a lei, Presidente, per il suo tramite, per parlare alla maggioranza: il Governo sappia che noi sappiamo leggere e la NADEF non pare prevedere risorse per il rinnovo dei contratti pubblici e, in particolare, per quello del personale scolastico.
Su questo noi di Alleanza Verdi e Sinistra ci batteremo fino all'ultimo respiro in quest'Aula, perché gli stipendi dei docenti sono già scandalosamente bassi ed è incredibile che non si pensi nemmeno di adeguarli all'inflazione.
Ho letto l'altro giorno sui giornali che state pensando ad una imposta una tantum dell'1,5 per cento, quando l'inflazione, solo nel 2022, è stata dell'8 per cento. Sapete cosa significherebbe una scelta di questo tipo in soldoni? Significherebbe che state di fatto permettendo che gli stipendi dei docenti si abbassino, perché si abbasserebbe il loro potere d'acquisto.
Questo vuol dire che quanto scrivete nella mozione - tra l'altro, Presidente, c'è qualche problema, perché ci sono due mozioni che in alcuni punti sono esattamente uguali: forse qualcuno ha scopiazzato per restare in tema scolastico – è, forse, carta straccia. Sono forse parole al vento, ma questo per noi non è un gioco: le vite degli studenti per noi contano, le vite degli insegnanti contano. Forse per voi non contano nulla, ma su questo avrete la nostra tenacissima opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Signor Sottosegretario, onorevoli colleghi, con questa mozione chiediamo al Governo di impegnarsi per mettere in atto una serie di iniziative che possano garantire e favorire, in tutti gli aspetti, il diritto allo studio e la possibilità per ogni persona di istruirsi e formarsi nel modo migliore possibile e secondo la propria aspirazione.
Lo facciamo partendo da alcune considerazioni sulla situazione attuale del nostro Paese che ci viene restituita dai rapporti e dai dossier e con una serie di impegni che affrontano non solo lo stretto specifico dell'offerta formativa, sin dall'infanzia, ma anche la messa in atto di strumenti legati all'attuazione del Family act, alla valorizzazione di nuove figure, come quella del docente tutor o, ancora, volti a potenziare gli investimenti del PNRR, che ha posto tra i suoi obiettivi principali il contrasto ai divari territoriali, con la previsione di risorse da impegnare in investimenti per misure di contrasto alla dispersione scolastica e, per esempio, per la realizzazione di nuovi posti negli asili nido, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno.
Ma andiamo per ordine e partiamo dallo stato attuale: l'ultimo rapporto dell'OCSE dello scorso 12 settembre ci dice che, in Italia, solo il 12 per cento dei bambini di due anni è iscritto a programmi di educazione per l'infanzia, contro una media europea del 43 per cento che, in alcuni Paesi del Nord Europa, tocca addirittura punte del 90 per cento.
Pertanto, chiediamo al Governo di dare una celere e piena attuazione al Family Act e soprattutto dell'articolo 2, che prevede il rafforzamento delle misure a sostegno dell'educazione dei figli sin dalla più tenera età. Cito più volte il Family Act perché ho la sensazione, signora Presidente, che il Governo abbia del pudore o dell'imbarazzo a citare questa, che forse è una delle riforme più importanti che è stata fatta. Capisco che la responsabilità del fatto che sia nata nella sede della Leopolda, probabilmente, può creare imbarazzo, sia nella maggioranza, sia nell'opposizione; capisco che il lavoro intenso che è stato fatto al Governo da Italia Viva nelle precedenti occasioni proprio sul Family Act possa creare imbarazzo anche rispetto al lavoro fatto dalla collega Bonetti, però è una realtà della quale non c'è bisogno, né di avere imbarazzo, né di avere pudore.
In particolare - lo ricordo solo per sommi capi -, il Family Act prevede misure di sostegno alle famiglie mediante contributi destinati a coprire, anche per l'intero ammontare, il costo delle rette relative alla frequenza dei servizi educativi per l'infanzia e che tali contributi possano essere erogati anche con modelli gestionali e strutturali flessibili, in grado di tenere conto delle varie esigenze dei genitori, di ottimizzare i costi e di coinvolgere attivamente i loro fruitori e la comunità locale. Ancora, mi piace mettere in evidenza come, accanto a misure di sostegno per le spese sostenute per i figli con disabilità, con patologie fisiche o psichiche invalidanti, compresi i disturbi del comportamento alimentare, fino al completamento della scuola secondaria di secondo grado, l'articolo 2 del Family Act preveda anche un sostegno alle famiglie, che vada oltre il recinto del tempo fisso e che riguarda anche i contributi per l'iscrizione annuale o per l'abbonamento ad associazioni sportive, palestre o piscine - questo in piena ottemperanza della recente introduzione in Costituzione del diritto allo sport -, nonché alla frequenza di corsi di lingua straniera, di arte, di teatro e di musica. Quindi, capite bene che si tratta di un intervento molto organico, di cui è urgente dare piena attuazione, anche alla luce degli ultimi rapporti disponibili.
In particolare, l'ultimo rapporto Invalsi di quest'anno restituisce lo specchio della formazione del nostro sistema nazionale di istruzione. Da questo si evince che, seppur nei primi anni di scolarizzazione i risultati siano uniformi in tutto il territorio nazionale, si registra una differenza di successo formativo tra i territori più ricchi e quelli che, invece, vivono un disagio economico e culturale. Tutto questo ovviamente porta a una dispersione scolastica, soprattutto nelle aree più economicamente disagiate, che fa registrare all'Italia il tasso del 12,7 per cento, tra i più alti rispetto ai Paesi europei. C'è una forte differenza tra Nord e Sud ed è qui che vanno impiegati tutti gli strumenti possibili per evitare ovunque la dispersione e per aspirare all'eliminazione delle differenze territoriali. Dare piena attuazione alle linee guida per l'orientamento di tutti gli studenti e, trasversalmente, a tutti i livelli di istruzione della scuola primaria, fino all'istruzione terziaria, è un obiettivo, anzi è un impegno prioritario, che dobbiamo porci come Paese. In questo senso, sono di fondamentale importanza le figure del docente tutor e del docente orientatore, già previste dal recente decreto-legge del 30 aprile del 2022, che però ci risultano finanziati solo per il triennio delle scuole secondarie di secondo grado, ma solo per una durata annuale. Contestualmente, sempre nell'ottica di un sostegno che sia, innanzitutto, rivolto alle esigenze delle famiglie, riteniamo indispensabile promuovere l'apertura pomeridiana delle scuole, anche nei mesi estivi, su tutto il territorio nazionale, in modo da affiancare alle attività obbligatorie, già previste, altre opzionali e facoltative, promuovendo le iniziative extracurricolari, sportive e culturali e garantire, nel primo ciclo di istruzione, il tempo prolungato.
Questi strumenti devono valorizzare le indicazioni e le aspirazioni degli studenti, devono dare ad ogni studente la possibilità di trovare dentro di sé la propria attitudine, la propria specialità, affianco e financo la propria eccellenza.
In questo quadro, rientra anche il potenziamento delle discipline STEM, che sono le discipline scientifiche e di competenza digitale, e il rafforzamento dell'offerta formativa abbinata anche alla formazione professionale, affinché ogni giovane sul proprio territorio possa avere accesso a percorsi che gli permettano di raggiungere livelli di qualificazione professionale che saranno utili per approcciarsi al mondo del lavoro.
L'altro lato della medaglia di questi impegni, così come, peraltro - l'ho citato prima -, previsto nell'impianto generale del Family Act, è rappresentato dal sostegno alle famiglie per affrontare il percorso scolastico e di istruzione. È impensabile intervenire nel mondo della scuola senza intervenire sul supporto alle famiglie, quindi, l'aumento del costo dei libri di testo, dovuto all'inflazione, che incide prepotentemente sull'economia delle famiglie, va affrontato in un confronto aperto anche con le regioni, se necessario, prevedendo un apposito strumento in Conferenza Stato-regioni per l'erogazione omogenea su tutto il territorio nazionale, sia dal punto di vista dell'entità dei finanziamenti, sia dal punto di vista dei meccanismi di erogazione, proprio per abbattere tutte le disparità territoriali.
Prevedere la detraibilità fiscale del costo dei libri è uno strumento utile, così come rendere detraibili i costi di mensa o trasporti e incrementare le risorse per la fornitura dei libri di testo per le famiglie in difficoltà economica già dalla prossima legge di bilancio, rendendoli gratuiti per le stesse famiglie che hanno figli nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, con contributi proporzionali al reddito sono interventi assolutamente necessari.
Infine, è indispensabile che si avvii un confronto con tutti i soggetti che compongono la filiera scolastica, dagli editori ai librai, dai dirigenti scolastici alle famiglie, affinché - come abbiamo scritto nella mozione, con un accostamento di significato - il peso sia fisico sia economico dei libri di testo venga davvero ridotto.
Favorire, dunque, il diritto allo studio e affrontare l'universo composito della scuola significa mettere mano ad aspetti molteplici che necessitano di altrettanti e molteplici strumenti di natura economica, culturale e sociale, strumenti che hanno tutti come obiettivo finale quello di rendere possibile, per ogni singolo ragazzo, di usufruire al meglio di questo diritto sancito dalla nostra Costituzione. Ed è in quest'ottica che si richiede al Governo l'impegno a darne piena attuazione (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Tassinari. Ne ha facoltà.
ROSARIA TASSINARI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Sottosegretario, colleghi, il dibattito sul diritto all'istruzione è sempre stato uno dei più importanti…
PRESIDENTE. Scusi, collega. Come prima, saluto studenti e docenti dell'Istituto comprensivo “Vito Volterra” di Ariccia (Roma), che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Mi perdoni, anche questa volta me ne ero dimenticata, ma non ci sarà una terza volta. Prego.
ROSARIA TASSINARI (FI-PPE). Riprendo, grazie. Il dibattito sul diritto all'istruzione è sempre stato uno dei più importanti, in quanto riguarda uno dei pilastri fondamentali del nostro Paese, il futuro delle giovani generazioni. Lo studio è un diritto; non è inteso, infatti, solo come obbligo scolastico, ma proprio come possibilità di manifestare la propria personalità nei diversi aspetti, come capacità di formarsi come persone consapevoli, di sviluppare le proprie potenzialità, di distinguersi in quanto esseri unici.
La straordinaria forza dell'istruzione e dell'educazione risiede proprio nell'essere un processo infinito, in costante evoluzione, che accompagna i bambini, i ragazzi e gli adulti verso un percorso di affermazione personale e sociale, permettendo di raggiungere traguardi di sviluppo che rendono la persona un cittadino, un uomo, una donna consapevoli del mondo che li circonda e, quindi, liberi.
Purtroppo questa, che dovrebbe essere la strada privilegiata di ogni bambino, incontra sempre più ostacoli che rendono faticoso il percorso formativo. Difficoltà di tipo economico, svantaggio sociale, disagio familiare e psicologico e discriminazione possono produrre fenomeni come dispersione scolastica e abbandono degli studi. È proprio nella prospettiva di una risoluzione di queste problematiche che si pone la mozione di maggioranza, che abbiamo oggi proposto. L'istruzione è il faro che guida il cammino delle nuove generazioni, è la chiave del progresso. La crescita è la prosperità della nostra Nazione e la scuola è il cuore pulsante della nostra comunità, il luogo in cui speranza e futuro prendono forma.
L'attuale Esecutivo, sin dal primo giorno del suo insediamento, ha lavorato con grande determinazione per gestire in maniera significativa e sinergica le risorse messe a disposizione dall'Unione europea e ottimizzare nel miglior modo possibile tutte le opportunità di sviluppo offerte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.
È grazie all'attuale Governo se la legge di bilancio per il 2023 ha previsto l'incremento delle risorse per l'istruzione in maniera significativa, grazie a finanziamenti pari a 623 milioni di euro per il 2023, a 632 milioni di euro per il 2024 e a 598 milioni di euro per il 2025, per assicurare ai nostri studenti un innalzamento della qualità dell'offerta formativa, senza dimenticare l'esigenza di garantire la continuità didattica, oltre il più alto numero possibile di docenti di ruolo altamente qualificati, in modo da ridurre progressivamente il fenomeno del precariato.
Con l'obiettivo di garantire al personale del mondo della scuola il giusto riconoscimento per la dignità del lavoro svolto quotidianamente, il Ministro dell'Istruzione e del merito, appena insediato, ha rinnovato, in poche settimane, il contratto nazionale dei docenti, a condizioni migliorative, introducendo gli incrementi da parecchio tempo attesi per oltre 1.200.000 lavoratori. È questo un primo, incontrovertibile dato di fatto che testimonia l'attenzione del Governo circa l'esigenza di valorizzare le straordinarie professionalità del mondo della scuola. Non sono state previste chiusure, ma si è accresciuta la capacità programmatoria delle regioni per una risposta incisiva alla specificità dei territori.
Il Governo, con questa mozione, si impegna a valutare di adottare iniziative, anche normative, affinché, soprattutto nelle realtà più disagiate, come i piccoli centri di montagna e le isole, distanti dai grandi centri e ad alto tasso di dispersione scolastica, si possa ridurre il tradizionale numero di alunni per classi e, perfino, nelle pluriclassi nella scuola primaria e secondaria di primo grado. A tal proposito, esistono esperienze molto interessanti e positive, specie nella scuola dell'obbligo, con risultati significativi ed esportabili in tutto il territorio nazionale. La scuola, che in molte realtà piccole è l'unica sentinella culturale nei territori, non può essere smantellata in nome dell'efficienza, dei numeri e della concentrazione, perché dove chiude la scuola chiude la comunità, piccola o grande che sia. La scuola, infatti, rappresenta l'emblema fondamentale e costituzionale dello Stato, formato da insegnamento, apprendimento e relazioni fra le persone, molte o poche che siano. Non c'è scuola senza relazione fra insegnanti, alunni e famiglie. Il Ministero ha annunciato la possibilità, per le scuole paritarie, di accedere ai fondi europei del PNRR e del Programma operativo nazionale. È un impegno importante, è un'apertura di rilevanza, perché le scuole paritarie offrono ai genitori un'opzione educativa diversa dalle scuole pubbliche, consentendo loro di scegliere l'istruzione che ritengono meglio adatta ai bisogni e ai valori della propria famiglia. Le scuole paritarie possono sperimentare approcci pedagogici innovativi che potrebbero ispirare miglioramenti nel sistema educativo nel suo complesso. Importante è, poi, la previsione dell'integrazione dell'educazione e dell'istruzione dalla nascita sino ai 6 anni. È un passo audace, ma è un passo giusto. I primi anni di vita di un bambino sono critici per lo sviluppo cognitivo e sociale. Le cosiddette sezioni primavera rivolte ai bambini tra i 24 e i 36 mesi possono fornire un ambiente stimolante e formativo, che aiuterà i nostri figli a crescere sani, intelligenti e socialmente competenti. La frequenza della scuola materna per i bambini di età compresa tra i 24 e i 36 mesi può offrire numerosi vantaggi: i bambini imparano ad interagire con i loro coetanei, sviluppando importanti abilità sociali, come la condivisione, la cooperazione e l'empatia. La scuola materna, spesso, offre programmi educativi che stimolano il pensiero critico, la creatività e le abilità cognitive dei bimbi. I bimbi iniziano a sviluppare un senso di autonomia e indipendenza, mentre sperimentano nuove attività e sfide, in un ambiente strutturato. Fondamentale è, poi, il tema dell'orientamento scolastico, anche questo affrontato in maniera compiuta nella mozione, che sta continuamente crescendo d'importanza, passando da attività secondaria e limitata a tempo primario dell'attività scolastica. Se ne è riconosciuta l'importanza non solo nel favorire una scelta consapevole del percorso scolastico e professionale di ciascuno, ma anche come arma importante per contrastare il fenomeno della dispersione che, in Italia, raggiunge ancora valori superiori alle medie europee.
Con riferimento alla questione del personale precario della scuola statale, è il momento di agire, di bandire quanto prima il concorso, che permetterà di stabilizzare il personale e garantire continuità nell'insegnamento. Con il Piano nazionale di ripresa e resilienza abbiamo l'opportunità di assumere 70.000 nuovi insegnanti, garantendo così una qualità sempre maggiore nell'istruzione pubblica. La stabilizzazione dei docenti consente di mantenere una forza lavoro costante e di alta qualità nelle scuole. Questo favorisce la continuità nell'insegnamento, permettendo agli studenti di sviluppare relazioni più solide e durature con i loro insegnanti, il che può solo migliorare l'apprendimento. Gli insegnanti che rimangono nella stessa scuola per un periodo prolungato accumulano esperienza nella loro materia e nello sviluppo delle competenze di insegnamento. Questa esperienza è preziosa per gli studenti e può contribuire a migliorare i risultati di apprendimento. Gli insegnanti stabili diventano parte integrante della comunità educativa locale, collaborando con genitori, studenti e colleghi.
È, poi, importante avviare percorsi universitari di formazione iniziale per una nuova generazione di docenti. È un investimento per il futuro. Questi insegnanti avranno una preparazione disciplinare e pedagogica di alto livello, garantendo un'efficace didattica, che si tradurrà in una migliore qualità dell'insegnamento. La valorizzazione economica e professionale del personale scolastico è un impegno che dobbiamo assumerci seriamente. Dobbiamo riconoscere il loro ruolo fondamentale nell'educazione dei nostri giovani e consentire condizioni di lavoro adeguate.
Colmare, poi, i divari territoriali nell'istruzione è un imperativo. Ogni studente, ovunque si trovi, ha il diritto di ricevere un'istruzione di alta qualità. Dobbiamo impegnarci a reperire le risorse adeguate per garantire questo diritto a tutti, compresi gli studenti con disabilità. C'è, poi, la valorizzazione dei docenti tutor e orientatori: è fondamentale questo per il successo degli studenti. La formazione continua è essenziale per garantire che siano preparati a svolgere questi ruoli in modo efficace. Poi, abbiamo lo studio delle STEM - scienza, tecnologia, ingegneria e matematica - e delle competenze digitali: anche questo è un passaggio essenziale per preparare gli studenti per un futuro sempre più tecnologico. In conclusione, la mozione di maggioranza rappresenta un passo importante verso un sistema educativo italiano più forte, equo e, soprattutto, inclusivo, perché la scuola, insieme agli enti locali e al Terzo settore, deve occuparsi soprattutto di creare ambienti inclusivi, in cui ciascuno possa sentirsi valorizzato, in cui ogni alunno e ogni alunna possano trovare gli stimoli che gli consentono di ampliare le competenze, diventando così protagonisti consapevoli del proprio percorso formativo. Per questo motivo, il gruppo di Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE annuncia il proprio voto favorevole alla mozione unitaria di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Orrico. Ne ha facoltà.
ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. “Se si vuole che la democrazia prima si faccia e poi si mantenga e si perfezioni, si può dire che la scuola a lungo andare è più importante del Parlamento e della Magistratura e della Corte costituzionale”: con questa frase, Pietro Calamandrei ci ricorda, ancora oggi, quanto l'istruzione, i presidi scolastici ed educativi siano l'ossatura della nostra democrazia. Dovremmo tenere sempre a mente queste parole e quel discorso che lo stesso Calamandrei pronunciò sull'importanza della scuola pubblica e di un diritto allo studio universalmente riconosciuto, princìpi che, purtroppo, nel corso dei decenni, sono stati accantonati e, qualche volta, traditi, con riforme dell'istruzione che hanno trasformato le nostre scuole in aziende, con il compito di far quadrare sempre i conti, ricercare affannosamente risorse attraverso bandi di ogni genere e tralasciando la qualità dell'insegnamento, che passa anche e, soprattutto, per la stabilizzazione di migliaia di precari che hanno scelto di fare un mestiere che è una vera e propria missione. Ma, d'altronde, siamo pericolosamente diventati il Paese dove persino il diritto alla salute ha assunto una connotazione aziendalista, perché non abbiamo ospedali, abbiamo aziende ospedaliere e, sempre di più, come nell'istruzione, lo Stato finanzia i privati, piuttosto che alimentare quel sistema di welfare pubblico e gratuito che la nostra Costituzione istituisce in maniera lapalissiana. Qui, qualcuno sbaglia: non lo diciamo noi, lo dicono i dati che abbiamo sulla povertà educativa, sulla dispersione scolastica, sul caro libri e il caro vita in generale, sulla precarietà degli edifici scolastici e di docenti e dirigenti che vi lavorano, i primi senza aver visto aumenti salariali negli ultimi anni, ma, addirittura, una riduzione rispetto ai colleghi degli altri Paesi europei. E così, in Italia, abbiamo 1.400.000 minori che vivono in povertà assoluta: sono bambini e bambine, ragazzi e ragazze che non possono comprare un libro, che non possono andare in un museo, che non hanno mai visto un film al cinema. Ancora: 2,2 milioni sono i minori in povertà relativa, cioè vivono in famiglie che, quando la congiuntura economica e sociale si fa più difficile, devono scegliere se portare in tavola qualcosa da mangiare o acquistare un libro o i quaderni per la scuola.
Alcune indagini ci dicono che in Italia una famiglia, mediamente, per far studiare un figlio o una figlia da zero fino a 18 anni e fino alla laurea, arriva addirittura a spendere 56.000 euro, se si fa un percorso standard, altrimenti si arriva addirittura a 150.000 euro.
Poi, c'è la piaga della dispersione scolastica, l'altro campanello d'allarme, indicatore di profonde diseguaglianze tra Nord e Sud, tra centro e periferie del nostro Paese, un fenomeno collegato, non solo alla fragilità del contesto familiare sul piano sociale, culturale ed economico, ma anche alla debolezza dell'infrastruttura sociale, alla mancanza di tempo pieno, alla mancanza delle mense scolastiche e alla mancanza di palestre nelle scuole. I numeri sono impietosi, in Italia sono tra i più elevati d'Europa: siamo al 12,7 per cento, dopo la Spagna, che è al 13 per cento, e la Romania, al 15 per cento, con un divario enorme tra Nord e Sud con una differenza, addirittura, di 5,7 punti. Poi, abbiamo i NEET, quei giovani che non studiano, non si formano e non cercano un lavoro; tra i 15 e i 29 anni in Italia, sono più del 23 per cento. Poi, ci sono un vuoto di 200.000 insegnanti e la piaga della carenza di insegnanti di sostegno, che ogni anno vengono sostituiti, e a pagarne le conseguenze sono sempre i ragazzi e le ragazze, quelli più fragili.
A fare il paio con questi dati drammatici, ovviamente, ci sono le scelte del Governo. Presidente, se mi dovessi attenere alle dichiarazioni della collega di Forza Italia o, comunque, a quanto viene dichiarato in alcuni punti della mozione del centrodestra, potrei anche in qualche modo dire che questo Governo si sta ravvedendo ma, poi, la realtà è in netta contraddizione con quello che afferma la maggioranza di centrodestra. Intanto, questo Governo ha già deciso, quasi un anno fa, di tagliare il numero delle dirigenze scolastiche, con la scellerata riforma del dimensionamento scolastico, noncurante del fatto che l'accorpamento degli istituti scolastici significa per alcuni presidi scolastici perdere riferimenti e identità e noncurante delle tante proteste che si stanno sollevando in tutta Italia, dove docenti e studenti scendono in piazza per manifestare contro questo dimensionamento scolastico. Consiglierei ad alcuni colleghi, per esempio, di dare un'occhiata a quello che è successo nella piazza di Crotone, in Calabria, dove studenti e insegnanti, dirigenti e personale amministrativo sono scesi in massa in piazza per protestare. Per non parlare delle conseguenze sulle aree interne, dove la scomparsa dei presidi scolastici, svuotati dai riferimenti manageriali, li trasformerà in gusci semivuoti, dove docenti e studenti proveranno a resistere per poi, probabilmente, abbandonare definitivamente questi piccoli centri. Questo ha generato uno strano fenomeno, perché sindaci e presidenti di provincia hanno iniziato a litigare su quali istituti scolastici debbano essere accorpati. Altri decidono di rimanere in silenzio, perché probabilmente credono che il silenzio sia un vantaggio e che nel silenzio qualcuno magari si dimentichi di tagliare quella scuola o di accorpare quell'altra.
La domanda è una e una soltanto: vi rendete conto che state smantellando l'unico sistema di contrasto alla criminalità organizzata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), l'unico sistema di contrasto alla povertà e alla miseria culturale che vivono intere aree del nostro Paese? Vi rendete conto che state ledendo il diritto allo studio di migliaia di cittadini e cittadine?
Ma non è finita qui, eh, no, perché poi c'è l'autonomia differenziata, che aumenterà ancora di più i divari e le diseguaglianze tra Nord e Sud, tra aree urbane e periferie, smantellando uno dei capisaldi della nostra Costituzione, che sancisce il principio di unità e uniformità che compete allo Stato in materia di istruzione, così che la scuola sia davvero il luogo dove si formano le cittadine e i cittadini italiani. Invece, il disegno che ha in mente questo Governo, in particolare, il Ministro Calderoli, è di regionalizzare l'istruzione, cosicché i territori più ricchi, potendo trattenere maggiori tributi fiscali, riescano a garantire salari migliori al personale scolastico, scuole più belle e attrezzate, decidendo anche autonomamente l'indirizzo didattico, con gravi conseguenze su quel principio di unitarietà che la nostra Repubblica sancisce, con la Costituzione. Quindi, gabbie salariali e offerta didattica disomogenea in un contesto nel quale già esistono delle differenze, perché sarebbe illogico non vedere quello che succede oggi nel nostro Paese, dove ci sono regioni che riescono a garantire il tempo pieno in tutte le scuole mentre in altre regioni, per grazia di una fantomatica Agenda Sud, il tempo pieno si sperimenterà solo in alcune scuole. In Calabria, ad esempio, solo in 30 scuole, a fronte di 79 scuole che avete deciso di tagliare; questo solo in Calabria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Per tutte queste ragioni, nella nostra mozione ribadiamo quello che abbiamo detto già dieci giorni fa, presentando le proposte del MoVimento 5 Stelle sulla scuola e rimettendo al centro il diritto allo studio degli studenti e delle studentesse, cercando di rendere nuovamente protagonisti i nostri giovani. Quindi, chiediamo che il Governo intervenga contro la crisi, contro il caro libri, per istituire una dote educativa per tutti i ragazzi, figli di famiglie che hanno un ISEE fino a 45.000 euro; chiediamo che si torni indietro sulla riforma del dimensionamento scolastico; chiediamo di garantire il tempo pieno, le mense, le palestre in tutte le scuole; chiediamo di assumere tutti gli insegnanti e il personale scolastico che ad oggi mancano; chiediamo che venga introdotta nelle scuole l'educazione sessuale e affettiva, che diventi strutturale lo psicologo a scuola, come tutte quelle figure che possono aiutare i nostri giovani contro il disagio minorile.
Allora, l'ultima dichiarazione del Ministro Valditara, che vuole privatizzare le scuole, ci rende ancora più sospettosi sul fatto che questo Governo andrà a tagliare in legge di bilancio ulteriori fondi per l'istruzione e non vorremmo, a distanza di settant'anni dal discorso di Calamandrei, dover difendere ancora la scuola pubblica.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
ANNA LAURA ORRICO (M5S). Noi continueremo a farlo, perché crediamo che la scuola debba essere di tutti e aperta a tutti. Per questo, dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle alle mozioni delle opposizioni e ci asterremo rispetto alla mozione della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sasso. Ne ha facoltà.
ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Nella mozione di maggioranza sul diritto allo studio e sulla scuola sono elencati i risultati raggiunti in 11 mesi di Governo. Azioni concrete, dati, numeri che smontano le bugie appena ascoltate in Aula da parte delle sinistre e del MoVimento 5 Stelle sulla scuola. Tanto per essere chiari, Presidente, chi oggi è all'opposizione ha gestito per 11 anni, degli ultimi 13, il Ministero di viale Trastevere e rimprovera a noi che governiamo da 11 mesi - loro 11 anni, noi 11 mesi - le conseguenze e le cause del suo operato.
Partiamo dal precariato, Presidente. Proprio oggi che è la giornata mondiale dell'insegnante, da parte del gruppo Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) vada il ringraziamento a tutti i lavoratori della scuola ma soprattutto agli insegnanti e, tra questi, ai precari. Ebbene, noi nel decreto PA-bis, due mesi fa, come Lega, grazie ad un nostro emendamento, abbiamo valorizzato l'esperienza professionale maturata sul campo, favorendo l'accesso ai nuovi percorsi di abilitazione proprio per gli insegnanti precari che avevano almeno 3 anni di servizio e, per la prima volta, abbiamo paragonato a loro anche i precari delle scuole paritarie, che fino a ieri venivano discriminati. Presidente, noi i precari della scuola li valorizziamo, diamo loro anche la carta docenti di 500 euro, fino a ieri riservata soltanto ai docenti di ruolo, e li avviamo alla stabilizzazione; PD, MoVimento 5 Stelle e sinistre varie, quando sono stati al Governo per 11 anni, li hanno ignorati, osteggiati e nel caso di alcuni ex, per fortuna ex, parlamentari del MoVimento 5 Stelle, li hanno perfino derisi e umiliati. Sono noti alle cronache scolastiche questi parlamentari che insultavano i precari (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Abbiamo varato nuove procedure concorsuali che prevedono 70.000 assunzioni e a questo punto, Presidente, smontiamo un'altra bugia che ho ascoltato questa mattina, sul tema delle cattedre scoperte. Rispetto agli anni precedenti non è vero che sono aumentate, perché c'è una differenza di 16.000 cattedre scoperte in meno. Non è vero che non abbiamo fatto immissioni in ruolo: ce ne sono 3.000 in più. Guardate i numeri almeno, piuttosto che sparare slogan a caso. Capisco che comporta fatica, però documentatevi quando parlate di scuola.
Numeri, dati precisi che smontano le bugie di PD e MoVimento 5 Stelle, così come l'altra bugia colossale, quella ricorrente, dei tagli all'istruzione. Citerò soltanto alcuni importanti investimenti delle ultime settimane: 150 milioni per i docenti tutor e i docenti orientatori, che sono due nuove figure professionali che abbiamo introdotto, grazie al Ministro Valditara, utili per contrastare la dispersione scolastica e il disorientamento, appunto, che molti studenti hanno in entrata, in itinere e in uscita. È una misura che ha avuto un enorme successo, anche se dai banchi dell'opposizione qualcuno l'ha derisa. Presidente, ben 40.000 insegnanti - quindi, un vero e proprio esercito - hanno chiesto di aderire a queste nuove figure professionali.
Sempre nel decreto Pubblica amministrazione-bis abbiamo ottenuto, come Lega, 50 milioni in , grazie a un emendamento per l'organico aggiuntivo del personale ATA. Poi, Presidente, mi consenta, da deputato pugliese della Lega e da insegnante che ha lavorato nelle scuole del Sud, di essere orgoglioso di quel provvedimento chiamato Agenda Sud (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che ha stanziato 300 milioni di euro che serviranno ad avere più docenti, più personale ATA, più tempo scuola per raggiungere, sempre più, l'obiettivo del tempo pieno. Anche qui numeri precisi, al di là delle solite bugie e mistificazioni di PD e MoVimento 5 Stelle, bugie che diventano quasi fantozziane, oserei dire, quando purtroppo - mi dispiace, Presidente; non ce l'ho con i colleghi del MoVimento 5 Stelle - dai banchi dei colleghi del MoVimento 5 Stelle si sono levate, nelle ultime settimane, delle voci che dicevano più o meno così: quando c'eravamo noi abbiamo investito 10 miliardi di euro nella scuola pubblica. Dieci miliardi di euro. Allora, Presidente, delle due l'una: o questi soldi non sono stati spesi oppure sono stati spesi male, perché risultati non se ne vedono se abbiamo tutti i problemi che poi elencate nelle vostre mozioni. Ma forse i soldi sono stati spesi, anzi ho il dubbio che siano stati sprecati, Presidente, perché è ancora fresca la memoria dei miliardi bruciati in mascherine (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) che non erano a norma, sequestrate, dopo le segnalazioni della Lega, dalla Guardia di finanza, per cui abbiamo dovuto spendere ancora più soldi dei contribuenti per mandarle al macero. Poi, non fatemi ricordare la vergogna - anche qui fantozziana - dei 400 milioni di euro in banchi a rotelle, perché sono stati molti altri gli sprechi che avete fatto nella nostra scuola. Noi non dimentichiamo, non lo dimenticheremo mai, altro che 10 miliardi.
Gli italiani ci hanno assegnato la responsabilità di Governo e sulla scuola stiamo operando con azioni concrete. Oltre a quanto già detto, con la presente mozione la maggioranza di centrodestra impegna il Governo ad aumentare ulteriormente le risorse per la scuola, a bandire in tempi brevissimi i concorsi riservati ai docenti precari, ai dirigenti scolastici, ai dirigenti tecnici, a promuovere il tempo pieno a scuola, a potenziare lo studio delle STEM, a perseguire l'obiettivo, per noi fondamentale, di ridurre il caro libri. Oltre a tutto questo, mi piace ricordare, come iniziative parlamentari, le proposte che la Lega ha portato in Aula e che sono in dirittura d'arrivo: la proposta di legge che inasprisce le pene per chiunque usi violenza nei confronti dei lavoratori della scuola, perché per noi chi tocca un docente tocca lo Stato e va punito - altro che bravate - e la proposta di legge della collega Miele che favorisce 7.000 insegnanti - dico 7.000 - che svolgono anche il ruolo di vice presidi.
L'opposizione cosa ha fatto? Abbiamo citato in precedenza il non fatto degli 11 anni, ma voglio concentrarmi anche su quanto previsto nelle loro mozioni, in particolare al punto n. 13 - e i colleghi non ne fanno mistero - della mozione del MoVimento 5 Stelle. Il punto n. 13 della mozione sul diritto allo studio presentata dal MoVimento 5 Stelle, Presidente, sa cosa prevede come urgenza fondamentale per i nostri studenti, per le famiglie, per la nostra comunità scolastica? Lo vuole sapere? Il punto n. 13 prevede l'educazione sessuale fin dal primo ciclo della scuola, cioè l'educazione sessuale ai bambini di prima elementare, bambini di 6 anni, che forse avrebbero altre esigenze. Lo avete messo nero su bianco: il punto n. 13 prevede la propaganda gender e l'educazione sessuale a bimbi di 6 anni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Queste sono le loro esigenze. Non ve ne vergognate, colleghi. Presidente, per suo tramite chiedo ai colleghi di essere coerenti e di non nascondere il punto n. 13 della mozione del MoVimento 5 Stelle.
Allora, voglio essere chiaro, Presidente: finché ci sarà la Lega al Governo la propaganda di gender se la scordano i colleghi del MoVimento 5 Stelle. Se proprio ci tengono tanto a violare quanto previsto anche da una circolare, la n. 1972 del 2015, fatta dal Governo Renzi, quindi da un Governo comunque di centrosinistra, che la vieta in assoluto, e se proprio ci tengono a fare educazione sessuale a bambini di 6 anni se la facciano nelle loro sedi di partito e non approfittino della scuola, senza il consenso dei genitori, obbligando dei bambini alle loro porcherie (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra)!
Ragione per cui, come maggioranza, voteremo a favore della mozione sul diritto alla scuola…
PRESIDENTE. Collega, collega, collega! Colleghi, sto riprendendo il collega. Colleghi, se mi consentite di riprendere il collega Sasso forse lo faccio io. Il collega non ha la parola in questo momento e, quindi, non può parlare. Collega Sasso, l'espressione “le loro porcherie” non è consentita ed è offensiva nei confronti dei colleghi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle). La prego di andare avanti col suo intervento senza utilizzare espressioni offensive.
ROSSANO SASSO (LEGA). Presidente, accolgo il suo invito e mi diletterò nell'individuare dei sinonimi di porcherie: nefandezze, oscenità, turpiloquio, perché questo è quello che prevede l'educazione sessuale (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Collega Sasso, forse non è chiaro: lei non può offendere i colleghi in quest'Aula.
ROSSANO SASSO (LEGA). Non sto offendendo, Presidente.
PRESIDENTE. “Le loro porcherie”, “le loro oscenità” e così via sono offese nei confronti dei colleghi. Lei può rivolgersi come meglio ritiene alle proposte che i colleghi fanno e ha tutta la libertà e il diritto di contestarle, però non può offendere direttamente i colleghi. C'è una differenza. La prego di andare avanti con il suo intervento liberamente, tenendo conto di questo che è un aspetto del nostro Regolamento d'Aula.
ROSSANO SASSO (LEGA). Presidente, io sono rispettoso del Regolamento, però lei deve rispettare la libertà di opinione di un parlamentare che ritiene l'educazione sessuale a bambini di 6 anni una nefandezza (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Posso dirlo?
PRESIDENTE. Questo lo può dire; non può offendere i colleghi…
ROSSANO SASSO (LEGA). Ma non li ho offesi! Era un sostantivo riferito a quel tipo di insegnamento. Non mi permetterei mai di parlare male di un collega parlamentare. Ci mancherebbe.
PRESIDENTE. Prego, collega, continui.
ROSSANO SASSO (LEGA). Però rivendico il diritto per le famiglie, nostro tramite, di urlare ogni giorno contro determinati atteggiamenti. Questo me lo lasci dire.
Ragione per cui, Presidente, la ringrazio e annuncio il voto favorevole della Lega-Salvini Premier sulla mozione di maggioranza sul diritto allo studio e sulla scuola (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Berruto. Ne ha facoltà.
MAURO BERRUTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Alcune volte è una fortuna poter parlare dopo certi colleghi, perché impiegherei molto meno del tempo che avrò a disposizione per dire quello che mi unisce a ciò che il collega Sasso ha appena detto, cioè niente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Invece, provo a parlare della nostra mozione e comincio dicendo che ci sono due modi per parlare della scuola pubblica: uno è raccontare ciò che non funziona; l'altro è raccontare le storie di chi non si è arreso e costruisce il futuro. Inizia così un bel libro di Sabrina Carreras, che si intitola Ora o mai più. Racconta storie di coraggio di chi nella scuola crede sul serio e il senso della mozione del Partito Democratico è proprio questo: incontrare chi, con coraggio, crede nella scuola e nel suo futuro, chi non vuole sottolineare solo quello che non funziona ma vuole ascoltare, raccogliere idee e, soprattutto, proporre azioni.
Allora, proprio oggi, Giornata mondiale degli insegnanti, pensiamo a loro, alla necessità di restituire loro la centralità di un ruolo fondamentale nella costruzione della comunità. Ci proviamo con proposte che riguardano il luogo dove agiscono, ma lo faremo solo dopo un gigantesco grazie a tutti gli insegnanti e le insegnanti del Paese, per il loro lavoro, tante volte in condizioni difficili, quello di essere, ciascuna e ciascuno di loro, veri e propri presìdi di democrazia, tessitrici e tessitori di futuro.
Certo, la riflessione più semplice, parlando di scuola, il luogo dove i ragazzi passano la maggior parte del loro tempo, è che questo Paese dovrebbe immaginare un grande piano infrastrutturale. Bisognerebbe partire dalla qualità, mi verrebbe da dire dalla bellezza della casa che ospita per tante ore al giorno, per tanti giorni all'anno, i futuri protagonisti della vita di questo Paese, dimostrando che quella qualità, quella bellezza è il modo in cui il Paese si vuole prendere cura di loro. Invece spesso ci ripetiamo che la scuola è in pericolo, ma perfino troppo raramente ci ricordiamo che la scuola è un pericolo. Il rapporto di Legambiente sulla qualità dell'edilizia scolastica è terrificante: più della metà delle nostre scuole non ha certificato di agibilità, meno del 13 per cento delle nostre scuole è stato progettato o non è stato adeguato alle norme antisismiche. Un'emergenza nazionale, perché, se tante sono le tragedie sfiorate, purtroppo non sempre è stato così. A due passi dalla mia città, Torino, il 22 novembre 2008, Vito Scafidi, un liceale diciassettenne che frequentava la IV del liceo “Darwin” di Rivoli, fu ucciso nel crollo di un controsoffitto nella sua aula, 17 compagni furono feriti. Andrea Macrì, uno dei suoi migliori amici, è da allora costretto su una sedia a rotelle. Grazie al cielo ha incontrato lo sport, è diventato un incredibile atleta, capace di andare quattro volte ai Giochi paralimpici nell'hockey su ghiaccio e nella scherma. Ma come si fa a non abbassare lo sguardo dalla vergogna? Come si fa a non abbassare lo sguardo dalla vergogna quando si pensa alla tragedia del terremoto in Molise nel 2002, quando persero la vita 27 bambini e la loro maestra nella scuola “Jovine” di San Giuliano di Puglia, o alla tragedia della casa dello studente a L'Aquila, dove morirono 8 studenti universitari nel terremoto del 2009. È un ossimoro quando un giovane si trova in condizioni di rischio nel posto in cui dovrebbe accendersi la scintilla dell'educazione, del sapere, della scoperta, del civismo. Bisognerebbe davvero partire da lì, da un grande piano infrastrutturale affidato ad architetti capaci di interagire con pedagogisti e avvalersi di consulenti senza pari, i più esperti del settore, i ragazzi. In una scuola sicura immaginata dai ragazzi troverebbero spazio, con la stessa dignità, aule, teatri, laboratori scientifici, sale per l'arte e per la musica, palestre.
Certo un grande piano infrastrutturale per la nostra scuola necessita però di tre condizioni: una visione, il denaro che serve e il tempo necessario per realizzare quel piano. La visione è forse ciò che ci preoccupa di più, soprattutto alla luce dei tagli del Governo in occasione dell'ultima legge di bilancio, dei 200.000 precari che hanno iniziato anche quest'anno l'anno scolastico, del taglio strutturale del Fondo per i servizi educativi per l'infanzia nella fascia da 0 a 6 anni. Il denaro ci sarebbe anche e in quantità mai vista prima, oltre 30 miliardi fra infrastrutture e progetti. Ecco perché ci preoccupa, e tanto, la gestione del PNRR di questo Esecutivo. Quel denaro sulla scuola è il più grande investimento sul futuro del nostro Paese e non sopportiamo l'idea e non staremo certo fermi a guardare di vederlo sprecato o inutilizzato. Vogliamo agire e questa mozione ha molti impegni per il Governo, ma tre sono estremamente mirati e riguardano servizi essenziali, tre mosse decisive per poter accedere al diritto all'istruzione. La prima mossa riguarda la necessità a scuola di arrivarci, e di arrivarci in un modo democratico, sostenibile e rispettoso dell'ambiente. Per questo riteniamo fondamentale garantire in forma graduale e progressiva la gratuità dei costi legati alla mobilità di studentesse e studenti per il tragitto dalla loro abitazione alla sede scolastica. La mossa numero due riguarda i libri scolastici, i materiali di cancelleria e di cartoleria. Impegniamo il Governo a intervenire, attraverso il tavolo di lavoro sull'editoria scolastica, sull'intera filiera, per ridurre quei costi che le famiglie devono sostenere e che in questo inizio di anno scolastico sono già emersi in modo evidente.
Vogliamo siano armonizzate le condizioni di accesso alla gratuità dei libri scolastici nelle diverse aree del Paese, fino all'estensione della gratuità dei libri a tutta la scuola dell'obbligo per le famiglie meno abbienti. La terza mossa mi permette di tornare su un tema su cui il Partito Democratico si è espresso ripetutamente, e riguarda l'estensione del tempo pieno e un suo conseguente corollario, che ha direttamente a che fare con la qualità della vita dei nostri studenti: le mense scolastiche. Come dimostrato dall'Istat, il 13,6 per cento di tutti i minorenni in Italia è in condizioni di povertà assoluta, il numero più alto mai registrato da quando l'Istituto di statistica ha iniziato a misurare questo dato. Non serve altro per dimostrare che la mensa scolastica è l'unica possibilità per centinaia di migliaia di bambini di fare un pasto completo e, come testimoniato da un'indagine di Save the children, l'unica possibilità per potersi nutrire di proteine. Serve un cambio di paradigma, serve immaginare la mensa scolastica non come un servizio a richiesta di singoli, ma come un vero servizio pubblico, riconosciuto come un servizio essenziale garantito ovunque e in modo uniforme. E sapete perché? Perché non abbiamo dimenticato il caso agghiacciante del 2017 della sindaca leghista di Lodi, che di fatto impediva a centinaia di bambini nati in Italia, figli di stranieri, di pranzare nelle scuole materne e elementari della sua città, richiedendo certificazioni impossibili da recuperare nei Paesi di origine e costringendoli al pagamento della tariffa più alta, impossibile per loro da sostenere. Non abbiamo dimenticato l'intervento dell'allora attaccante dell'Inter Antonio Candreva, nel 2019, presso il sindaco leghista di Minerbe, nel veronese, per offrirsi di pagare la retta della mensa di una bimba di 8 anni, figlia di genitori marocchini, costretta a mangiare tonno e cracker davanti ai suoi compagni che sedevano alla mensa perché i genitori erano in ritardo con il pagamento dei buoni pasto. Squarci di ordinaria crudeltà, figli di una visione miope, che oggi ritroviamo in chi lancia e rilancia il dimensionamento scolastico, la regionalizzazione dell'istruzione, pericolosamente, peraltro, intrecciata con l'idea di autonomia differenziata. Un modo per dividere il Paese nell'esercizio di un diritto costituzionale, quello all'istruzione, che è stato decisivo per unire questo Paese. Un modo per aumentare le distanze fra Nord e Sud, un modo per essere coerenti con un'idea ossessiva: vietare e punire, vietare e punire, vietare e punire. L'unica idea chiara di questo Governo fin dal suo insediamento.
Martedì si è raggiunto un punto di non ritorno. C'erano tanti studenti in piazza a Torino a manifestare il loro dissenso, come hanno fatto e fanno tutti gli studenti che non vogliono omologarsi a una visione di mondo a loro imposta. Giovani, alcuni giovanissimi, dietro a uno striscione, senza altro strumento di contestazione che non fosse la loro voce, il loro corpo, la loro voglia di chiedere ascolto. Si sono presi manganellate dai rappresentanti di quello Stato di cui sono cittadini e di cui sono il futuro. Colleghi, un Paese che scommette sul suo futuro investe su scuole belle, sicure, su studenti coinvolti, e sulla sua autorevolezza, non sulla sua autorità. Ho sempre creduto che educare e istruire siano due gesti opposti, come raccontano le rispettive etimologie latine. Istruire letteralmente significa riempire un contenitore; educare significa identificare un talento, qualunque esso sia, e poi creare intorno a quel talento le condizioni per farlo crescere, per condurlo fuori, appunto, per farlo esplodere. Tutti noi, nelle nostre vite personali o professionali, abbiamo conosciuto ottimi istruttori, persone che ci hanno insegnato a fare bene una cosa. Certamente siamo loro riconoscenti, ma sono certo che, se pensiamo a chi di loro ci ha un po' cambiato la vita, riconosciamo in quei volti i tratti degli educatori, qualcuno che ha risvegliato delle possibilità che erano in noi. Molto spesso si trattava di una o di un insegnante che non scorderemo mai più. Ho un rispetto così grande di quest'Aula e del lavoro che siamo chiamati a fare, e di come una decisione, un pulsante che accende una luce rossa o verde, possa incidere sulla vita di milioni di persone, talvolta cambiarla. Qualcuno, 75 anni fa, ha già fatto un lavoro straordinario, scrivendo nella nostra Costituzione che la scuola è aperta a tutti, l'istruzione inferiore è impartita per almeno 8 anni, è obbligatoria e gratuita, e i capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. Non c'è nulla da aggiungere, è solo nostro esclusivo dovere fare in modo che succeda. È per questo che annuncio il voto favorevole del Partito Democratico a tutte le mozioni di opposizione e quello contrario alla mozione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Amorese. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO AMORESE (FDI). Grazie, Presidente. Intanto l'onorevole Berruto parlava dei fatti di Torino. Noi, a nome degli studenti veri, a nome degli studenti che magari in piazza ci vanno e non offendono i poliziotti, non sputano ai poliziotti, diamo la nostra solidarietà. Coloro che vanno in piazza per provocare e per offendere i poliziotti crediamo che non siano studenti, la maggior parte erano appartenenti a centri sociali molto conosciuti e, come al solito, protagonisti di violenze da anni e anni. Quindi nessuna solidarietà a questi personaggi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ringrazio, in realtà, la mozione del Partito Democratico, l'ho letta con interesse, e poi mi ha fatto sorridere in alcuni punti perché mi è tornata alla mente una bellissima trasmissione televisiva della Rai di ormai parecchi anni fa, qualcuno la ricorderà, Avanzi.
In questa trasmissione, Avanzi, c'era un personaggio davvero simpatico, che era il compagno Antonio. Il compagno Antonio si risvegliava dal coma dopo 10 anni e trovava un mondo completamente cambiato, come è normale che sia. Ecco, voi, dopo 10 anni, venite qui con una lista della spesa, con un libro dei sogni, come se non aveste mai governato questa Nazione, come se - e potrei fare cognomi di Ministri della Pubblica istruzione e arrivare fino alla fine del mio intervento, ma non li brucerò per questo - non aveste mai avuto Ministri della Pubblica istruzione.
E allora, questa mozione che voi avete opportunamente presentato è un po', per usare un termine scolastico, una sorta di auto-bocciatura di quello che avete o non avete fatto in questi anni. Questo è molto chiaro. E con questo finisco di parlare dei precedenti 11-12 anni, perché sono molto chiari, l'avete fatta voi la lista della spesa. Il suo intervento parte con un virgolettato molto interessante, che parte da “ciò che non funziona”: lo sappiamo molto bene. Ecco, quasi 12 anni di centrosinistra ininterrotto non valgono i 12 mesi di Governo Meloni, nella scuola e non solo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non valgono 12 mesi del Ministro Valditara. Non valgono 12 mesi - la vedo qui presente fin da stamattina e la ringrazio - del Sottosegretario Paola Frassinetti: dobbiamo anche a lei un impegno reiterato del centrodestra, per tornare all'educazione civica nelle scuole, perché manca, marca tantissimo, serve anche alle famiglie, serve alla Nazione tutta.
E allora, l'inizio di quest'anno scolastico è nato con auspici assolutamente differenti dal recente passato. Leggo solo alcuni numeri, perché i numeri spesso rimbombano: una copertura dei posti pari all'80 per cento, contro il 47,4 per cento dei posti autorizzati nel 2022, molto chiaro; un aumento di 2.813 nomine in ruolo effettuate e 15.920 posti vacanti in meno. Sono numeri essenziali. Per arrivare poi a parlare - qualcuno lo ha citato - del tema del sostegno. È un tema sociale, un tema di civiltà, un tema che sta molto a cuore alla destra italiana. Ebbene, questo Governo ha, anche qui, cambiato passo, perché sono stati molti di più i docenti di sostegno fin dal primo giorno, perché il tema della costanza del rapporto tra gli studenti più fragili, gli studenti con qualsiasi tipo di disabilità, e i loro insegnanti, è un tema vero, un tema essenziale, e riguarda anche la quotidianità delle loro famiglie. E su questo la destra ha dato l'inversione di tendenza, nessuno mai lo aveva fatto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E anche qui ci sono numeri che lo attestano.
E poi qualcuno davvero ha avuto il coraggio di sorridere su Agenda Sud. Non c'è davvero nulla su cui sorridere. Infatti, avendo come progetto pilota la realtà di Caivano, non c'è davvero nulla da ridere, non c'era davvero nulla di cui sorridere. E in questo io ringrazio il Presidente Meloni e ringrazio anche don Patriciello, perché, con le sue parole, con le sue realtà, con i suoi bagni di realtà, ha fatto capire come questo Governo, anche nei territori più disagiati, nei territori di frontiera, sia sul passo giusto.
E poi si è parlato tanto delle scuole nel pomeriggio, benissimo, peraltro vecchia battaglia della destra studentesca. Anche su questo c'è una svolta molto chiara, perché l'individuazione di queste due figure assolutamente rivoluzionarie - i docenti tutor e docenti orientatori - è un mix, un misto assolutamente perfetto della rivoluzione del merito: da una parte, il prendere per mano coloro che hanno genialità, una indole, una volontà e una capacità di voler andare avanti, e sono spesso anche di esempio rispetto agli altri compagni e alunni, e, dall'altra parte, il prendere per mano coloro che hanno delle impreparazioni. Io sono un genitore, quanti genitori hanno speso, negli anni, migliaia di lire, e poi di euro, per le ripetizioni private il pomeriggio? Ecco, questo Governo arriverà, finalmente, a far risparmiare alle famiglie anche su questo.
E poi, come dicevo con riferimento ad Agenda Sud, si sono persi e sprecati negli anni migliaia di litri di inchiostro sulla cosiddetta questione meridionale. Ebbene, la scuola in Italia riparte dal Meridione, la scuola in Italia riparte dalle zone più disagiate del Sud.
E poi si è parlato - pochissimo, in realtà - di lavoro, di collegamento con il lavoro. Noi applaudiamo alla riforma dell'ITS Academy, questo 4 più 2 è fondamentale perché finalmente – finalmente - si arriva a un collegamento più costante e più vero tra la scuola, le imprese e il mondo del lavoro. Quanti quattrini sprecati in corsi di formazione assolutamente inutili in questi anni? E poi le attività nei laboratori pomeridiani, le mense, le palestre: sono tantissimi i provvedimenti che possiamo citare. Tutto questo per dire che il Governo Meloni ha una strategia seria, complessiva. Nelle scuole tecniche la strategia è chiara: si restituisce finalmente dignità agli istituti superiori. Presidente, quanto tempo ho?
PRESIDENTE. Ha ancora tre minuti, scampanellavo per il caos.
ALESSANDRO AMORESE (FDI). E poi, il personale ATA. Negli anni io ho sempre sentito, dalla CGIL in poi, queste suggestioni sul personale ATA. Intanto, c'è stato un grande piano assunzionale, che ha riguardato i docenti e i dirigenti. A proposito, questo è un Governo che finalmente ha alzato gli stipendi ai docenti e ai dirigenti scolastici: un altro tema e un altro ruolo essenziali, da ricostruire (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Io non sono un innamorato delle giornate europee, delle giornate mondiali, perché spesso sono giornate che hanno la loro vena simbolica, ma poi si perdono durante tutto l'anno, ma oggi, è vero, è la giornata mondiale degli insegnanti. E arrivare, finalmente, a colmare il gap che gli insegnanti italiani hanno - nella loro quotidianità, nel loro stipendio, nel loro ruolo educativo e, vorrei dire, nel loro rispetto - rispetto al resto d'Europa, è essenziale.
E poi sì, c'è stata e ci sarà l'applicazione della riforma del voto in condotta. Assolutamente sì. E io do un consiglio alla sinistra italiana: usciamo, uscite da questi schemi della prevenzione-repressione. Intanto perché questa è una scuola che, fino adesso, ha solo coccolato e mai educato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi, evidentemente, lo schema che voi portate avanti non ha funzionato, è molto chiaro. Riformare il voto in condotta non è solo punire, perché se tu, studente, opportunamente, vieni sospeso - e su questo aprirò una parentesi, perché l'ho promesso all'onorevole Roscani -, non fai una vacanza in più, come è sempre accaduto fino adesso, ma vai a lavorare per la tua comunità, vai a fare un lavoro socialmente utile per il tuo comune. Ho promesso all'onorevole Roscani un inciso, perché è giusto rinnovare il voto in condotta, è essenziale. E parleremo, in occasione della PDL Sasso, la prossima settimana, del ruolo dei docenti e del rispetto dovuto ai docenti dopo la deriva sessantottina, che arriva oggi alla deriva del politicamente corretto. Stiamo attenti. Stiamo attenti, perché abbiamo avuto, negli anni, studenti che sono stati colpiti per le proprie idee, e su questo noi non faremo sconti a nessuno.
Vado a concludere. Mi ha sollecitato anche il collega Sasso e ha fatto bene, perché, in effetti, colleghi del MoVimento 5 Stelle, io non vi volevo neanche citare, però, questo punto 13, noi non lo possiamo tollerare: i bambini non si toccano, i bambini non si deviano (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier)! Questo sia chiaro. Fratelli d'Italia su questo è da sempre, in prima linea, contro la deriva gender. Allora, se la scuola italiana, con il Governo Meloni, torna a volare, tutta l'Italia tornerà a volare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per un richiamo al Regolamento, la collega Orrico. Ne ha facoltà. Su quali articoli, collega?
ANNA LAURA ORRICO (M5S). Sugli articoli 8 e 60, comma 3, per invitare la Presidenza a valutare un richiamo nei confronti del collega Sasso che, in dichiarazione di voto, ha affermato tutta una serie di cose particolarmente ingiuriose nei confronti del MoVimento 5 Stelle. Per chi non avesse letto la nostra mozione o la nostra proposta di legge, noi parliamo di educazione affettiva e sessuale (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). E vorrei ricordare che educare i nostri giovani, sin da bambini, all'affettività, significa educarli ad avere relazioni positive ed empatiche. La Danimarca, che è uno dei tre Paesi dove i bambini sono più felici al mondo…
PRESIDENTE. Collega Orrico, io non posso consentirle, lei capirà, di rispondere…
ANNA LAURA ORRICO (M5S). Presidente, abbiamo ricevuto una serie di offese…
PRESIDENTE. No, guardi, collega, ha visto con quanta prontezza…
ANNA LAURA ORRICO (M5S). E menomale, io non so…
PRESIDENTE. Collega, mi faccia parlare. Ha visto che io ho già ripreso il collega Sasso, non posso consentirle di fare un intervento nel merito di risposta a quello che ha detto il collega Sasso.
ANNA LAURA ORRICO (M5S). Presidente.
PRESIDENTE. Ho già ripreso il collega. Se ritenete debbano esserci altri interventi ovviamente…
ANNA LAURA ORRICO (M5S). Lei ha ripreso, ma il collega Sasso ha reiterato…
PRESIDENTE. …riferirò al Presidente.
ANNA LAURA ORRICO (M5S). Il collega Sasso ha reiterato …
PRESIDENTE. Lei ha detto questo.
ANNA LAURA ORRICO (M5S). ha reiterato le offese e noi chiediamo che in quest'Aula, dove tra l'altro ci sono degli studenti e io non so se in quel momento ci fossero degli studenti in Aula, non si ripetesse più quello che è accaduto, perché non è dignitoso né per noi, che siamo dei parlamentari, né per chi ci ascolta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Collega Orrico, ripeto che io ho ripreso il collega Sasso. Naturalmente, riferirò anche al Presidente della sua richiesta di ulteriori valutazioni.
(Votazioni)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
Avverto che i presentatori della mozione Manzi ed altri n. 1-00177 hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo limitatamente ai capoversi 1° e 4° del dispositivo. Contestualmente, hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, la mozione nella sua interezza, ad eccezione dei capoversi 1° e 4° del dispositivo; a seguire, congiuntamente i capoversi 1° e 4° del dispositivo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Manzi ed altri n. 1-00177, ad eccezione dei capoversi 1° e 4° del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 1° e 4° del dispositivo , come riformulati, della mozione Manzi ed altri n. 1-00177, con il parere favorevole del Governo
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 20).
Passiamo alla votazione della mozione Caso ed altri n. 1-00185.
Avverto che i presentatori della mozione hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo, limitatamente ai capoversi 11° e 12° del dispositivo. Contestualmente, hanno chiesto la votazione per parti separate nel senso di votare: dapprima, la mozione nella sua interezza, ad eccezione dei capoversi 4°, 8°, 11° e 12° del dispositivo; a seguire, congiuntamente i capoversi 4° e 8° del dispositivo; infine, congiuntamente i capoversi 11° e 12° del dispositivo.
Avverto altresì che, a seguito dell'approvazione dell'identico 1° capoverso del dispositivo della mozione Manzi n. 1-00177, l'11° capoverso del dispositivo risulta assorbito e, pertanto, non sarà posto in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Caso ed altri n. 1-00185, ad eccezione dei capoversi 4°, 8° e 12° del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 4° e 8° del dispositivo della mozione Caso ed altri n. 1-00185, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul capoverso 12° del dispositivo, come riformulato, della mozione Caso ed altri n. 1-00185, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 23).
Passiamo alla votazione della mozione Grippo ed altri n. 1-00186.
Avverto che i presentatori hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo e, contestualmente, il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra ne ha chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, il dispositivo, ad eccezione dei capoversi 4°, 5°, 6° e 7°; a seguire, congiuntamente, i capoversi 4°, 5°, 6° e 7° del dispositivo; infine, la premessa.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul dispositivo della mozione Grippo e altri 1-00186, come riformulato e per le parti non assorbite, ad eccezione dei capoversi 4°, 5°, 6° e 7°, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 24).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 4°, 5°, 6° e 7° del dispositivo della mozione Grippo e altri 1-00186, come riformulati, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 25).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla premessa della mozione Grippo e altri 1-00186, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 26).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Sasso ed altri n. 1-00187, per le parti non assorbite, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 27).
Passiamo alla votazione della mozione Piccolotti ed altri n. 1-00188.
Avverto che i presentatori non hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo e pertanto il parere deve intendersi contrario alla mozione nella sua interezza.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Piccolotti ed altri n. 1-00188, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà.
MARCO PELLEGRINI (M5S). Posso intervenire tranquillamente alla fine dei voti, è la stessa cosa.
PRESIDENTE. Le votazioni sono esaurite, onorevole collega.
MARCO PELLEGRINI (M5S). Mi riferisco a notizie di stampa che sono…
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, aspetti collega Pellegrini, altrimenti non riesco neppure a sentirla. Chi vuole uscire lo faccia in silenzio, per cortesia.
MARCO PELLEGRINI (M5S). Da notizie di stampa abbiamo appreso che la Presidente Meloni e il Ministro degli Esteri, Tajani, si sarebbero impegnati con il Presidente Biden e con il Presidente Zelensky per un ottavo invio di armamenti all'Ucraina, mentre il Ministro Crosetto ha evidenziato…
PRESIDENTE. Onorevole, deve specificare la richiesta sull'ordine dei lavori.
MARCO PELLEGRINI (M5S). La richiesta - ci stavo arrivando, Presidente, la ringrazio - è di un'informativa del Ministro Crosetto proprio per riferire in Aula su questa frattura che si è evidenziata all'interno del Governo per cui, come dicevo, la Presidente del Consiglio e il Ministro degli Esteri sembra vogliano assicurare l'invio di un ottavo contingente di armi all'Ucraina e, invece, il Ministro Crosetto ha evidenziato che questo potrebbe sguarnire gli arsenali e le difese nazionali e quindi costituirebbe un pericolo. Dal momento che è una vicenda di una gravità incredibile e non sfugge a nessuno di noi, chiedo, a nome del MoVimento 5 Stelle, che il Ministro Crosetto al più presto venga a riferire in Aula e quindi ci spieghi quale sia la reale posizione del Governo in merito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole collega, ovviamente riferirò al Presidente della sua richiesta.
Sui lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, il seguito dell'esame della proposta di legge n. 835-A, recante disposizioni per la tutela della sicurezza del personale scolastico, si intende rinviato alla seduta di martedì 10 ottobre, ove sarà collocato con priorità rispetto agli altri argomenti già previsti.
Avverto che, sempre secondo le intese intercorse tra i gruppi, nella seduta di martedì 17 ottobre alle ore 15 avrà luogo l'informativa urgente del Governo con la partecipazione del Ministro dell'Interno in ordine all'eccezionale incremento del fenomeno migratorio, con particolare riguardo alla situazione presso l'isola di Lampedusa.
Conseguentemente, nella medesima giornata, le discussioni con votazioni avranno inizio alle ore 16,30, anziché alle ore 14.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Per ricordare e invitare l'Aula all'iniziativa organizzata dalla famiglia di Giovanbattista Cutolo, il ragazzo ucciso a fine agosto a Napoli, trucidato da un ragazzino di 15 anni, per motivi sembra surreali e banali, durante una lite a cui questo ragazzo che faceva il musicista (suonava il corno) non aveva neanche partecipato. La famiglia ha organizzato una manifestazione pubblica lunedì alle 11 a Roma per chiedere, ovviamente, non solo giustizia, ma anche un'attenzione forte da parte delle istituzioni, a partire ovviamente dal Governo e dal Parlamento rispetto all'ennesima vicenda e all'ennesima tragedia che ha colpito una famiglia che ha perso l'unico figlio maschio. È l'ennesimo giovane, in questo caso del Mezzogiorno, vittima di una violenza inaudita, gratuità e criminale. Rispetto a questo ovviamente invito l'Aula e tutti i parlamentari che riusciranno ad essere presenti a partecipare alla manifestazione di lunedì.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Venerdì 6 ottobre 2023 - Ore 9,30:
1. Svolgimento di interpellanze urgenti .
La seduta termina alle 14,15.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nella votazione n. 9 la deputata Marino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 10 il deputato Carrà ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 11 il deputato De Maria ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 15 i deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle hanno segnalato che hanno erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbero voluto astenersi dal voto;
nella votazione n. 17 il deputato Fassino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 18 i deputati Pella e Patriarca hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 20 il deputato Cortelazzo ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | DDL 1436 - ODG N 36 | 251 | 249 | 2 | 125 | 97 | 152 | 67 | Resp. |
2 | Nominale | ODG 9/1436/37 | 260 | 251 | 9 | 126 | 96 | 155 | 67 | Resp. |
3 | Nominale | ODG 9/1436/38 RIF | 265 | 264 | 1 | 133 | 258 | 6 | 66 | Appr. |
4 | Nominale | ODG 9/1436/39 RIF | 267 | 256 | 11 | 129 | 255 | 1 | 66 | Appr. |
5 | Nominale | ODG 9/1436/40 | 268 | 268 | 0 | 135 | 112 | 156 | 66 | Resp. |
6 | Nominale | ODG 9/1436/41 | 278 | 275 | 3 | 138 | 115 | 160 | 65 | Resp. |
7 | Nominale | ODG 9/1436/42 | 283 | 279 | 4 | 140 | 117 | 162 | 65 | Resp. |
8 | Nominale | ODG 9/1436/43 | 283 | 280 | 3 | 141 | 117 | 163 | 65 | Resp. |
9 | Nominale | ODG 9/1436/44 | 282 | 269 | 13 | 135 | 105 | 164 | 65 | Resp. |
10 | Nominale | ODG 9/1436/45 | 283 | 270 | 13 | 136 | 107 | 163 | 65 | Resp. |
11 | Nominale | ODG 9/1436/46 RIF | 285 | 283 | 2 | 142 | 278 | 5 | 65 | Appr. |
12 | Nominale | ODG 9/1436/48 RIF | 286 | 284 | 2 | 143 | 283 | 1 | 65 | Appr. |
13 | Nominale | ODG 9/1436/50 | 287 | 286 | 1 | 144 | 107 | 179 | 65 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | ODG 9/1436/52 | 284 | 281 | 3 | 141 | 121 | 160 | 65 | Resp. |
15 | Nominale | ODG 9/1436/55 | 283 | 213 | 70 | 107 | 15 | 198 | 64 | Resp. |
16 | Nominale | ODG 9/1436/9 | 282 | 267 | 15 | 134 | 103 | 164 | 64 | Resp. |
17 | Nominale | ODG 9/1436/10 | 269 | 268 | 1 | 135 | 92 | 176 | 64 | Resp. |
18 | Nominale | DDL 1436 - VOTO FINALE | 265 | 263 | 2 | 132 | 155 | 108 | 62 | Appr. |
19 | Nominale | MOZ 1-177 NO DISP 1 E 4 | 263 | 260 | 3 | 131 | 103 | 157 | 60 | Resp. |
20 | Nominale | MOZ 1-177 DISP 1 E 4 RIF | 265 | 265 | 0 | 133 | 262 | 3 | 60 | Appr. |
21 | Nominale | MOZ 1-185 NO DISP 4, 8 E 12 | 266 | 254 | 12 | 128 | 96 | 158 | 59 | Resp. |
22 | Nominale | MOZ 1-185 DISP 4 E 8 | 266 | 264 | 2 | 133 | 105 | 159 | 59 | Resp. |
23 | Nominale | MOZ 1-185 DISP 12 RIF | 267 | 267 | 0 | 134 | 262 | 5 | 59 | Appr. |
24 | Nominale | MOZ 1-186 NO DISP 4, 5, 6 E 7 | 267 | 233 | 34 | 117 | 231 | 2 | 59 | Appr. |
25 | Nominale | MOZ 1-186 DISP 4, 5, 6 E 7 RIF | 266 | 183 | 83 | 92 | 173 | 10 | 59 | Appr. |
26 | Nominale | MOZ 1-186 PREMESSA | 265 | 216 | 49 | 109 | 216 | 0 | 59 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 28) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nominale | MOZ 1-187 | 266 | 265 | 1 | 133 | 170 | 95 | 59 | Appr. |
28 | Nominale | MOZ 1-188 | 266 | 255 | 11 | 128 | 97 | 158 | 59 | Resp. |