XIX LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 243 di martedì 13 febbraio 2024
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI
La seduta comincia alle 11.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata Segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
MARIA ROSARIA CARFAGNA, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 9 febbraio 2024.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 91, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Annunzio di petizioni.
PRESIDENTE. Invito la deputata Segretaria a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.
MARIA ROSARIA CARFAGNA, Segretaria, legge: Michele Vecchione, da Villa Lagarina (Trento), chiede:
l'introduzione dell'insegnamento dell'educazione sanitaria, sessuale e stradale nelle scuole di ogni ordine e grado (600) - alla VII Commissione (Cultura);
agevolazioni fiscali per gli abitanti dei comuni svantaggiati con riferimento ai collegamenti stradali e ferroviari (601) - alla VI Commissione (Finanze);
l'eliminazione dall'ordinamento giuridico delle circostanze attenuanti e aggravanti per tutti i tipi di reato (602) - alla II Commissione (Giustizia);
Emanuele Canino, da Marcellinara (Catanzaro), e numerosi altri cittadini chiedono:
di consentire in Italia la produzione e il commercio della carne coltivata (603) - alle Commissioni riunite XII (Affari sociali) e XIII (Agricoltura);
Renato Lelli, da Sant'Ambrogio di Valpolicella (Verona), chiede:
iniziative per promuovere il cambiamento dei vertici della Banca centrale europea (604) - alla III Commissione (Affari esteri);
misure diverse a favore degli agricoltori (605) - alla XIII Commissione (Agricoltura);
Dario Bossi, da Montegrino Valtravaglia (Varese), chiede:
il divieto, per i giudici penali, di negare le attenuanti generiche sulla base del comportamento processuale dell'imputato (606) - alla II Commissione (Giustizia);
che il deposito dell'atto di opposizione da parte della persona offesa determini la sospensione dei termini di prescrizione dei reati che ne sono oggetto, fino alla pronuncia del giudice per le indagini preliminari (607) - alla II Commissione (Giustizia);
Valerio D'Alessio, da Ardea (Roma), chiede:
la soppressione dei consorzi stradali e la devoluzione delle loro funzioni ai comuni (608) - alla VIII Commissione (Ambiente);
Marco Bava, da Castiglione Torinese (Torino), chiede:
l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici (609) - alla VIII Commissione (Ambiente);
l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Edoardo Agnelli (610) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
Giuseppe e Salvatore Rendina, da Teano (Caserta), chiedono:
iniziative per garantire la piena applicazione della sentenza n. 35 del 2023 della Corte costituzionale in materia di prescrizione delle domande di indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazioni di emoderivati (611) - alla XII Commissione (Affari sociali);
Moreno Sgarallino, da Roma, chiede:
una revisione in senso restrittivo delle norme in materia di diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali (612) - alla XI Commissione (Lavoro);
interventi a favore dell'UNICEF, anche ai fini del controllo delle nascite nei Paesi in cui la natalità è eccessiva (613) - alla III Commissione (Affari esteri);
norme per la promozione del consumo alimentare della carne degli animali da pelliccia e dell'utilizzo commerciale delle pelli e del cuoio degli animali allevati a fini alimentari (614) - alla XIII Commissione (Agricoltura);
Giulia Veronesi, da Milano, e altri cittadini chiedono:
l'aumento delle accise sulle sigarette e sul tabacco sciolto e riscaldato (615) - alla XII Commissione (Affari sociali);
Francesco Di Pasquale, da Cancello e Arnone (Caserta), chiede:
la riduzione del numero di vaccini somministrati ai bambini (616) - alla XII Commissione (Affari sociali);
il rafforzamento dei controlli sugli autisti e sui veicoli utilizzati per le gite, in particolare scolastiche (617) - alla IX Commissione (Trasporti);
tutele per i cittadini che passano dal mercato tutelato a quello libero del servizio elettrico (618) - alla X Commissione (Attività produttive);
interventi per migliorare la sicurezza stradale e l'istituzione di un attestato per le strade sicure (619) - alla IX Commissione (Trasporti);
l'istituzione di un attestato per i comuni che rispettano la normativa ambientale (620) - alla VIII Commissione (Ambiente);
l'istituzione di un attestato per i comuni che si adoperano per garantire la sicurezza e la vivibilità dei propri territori (621) - alla I Commissione (Affari costituzionali).
Svolgimento di una interpellanza e interrogazioni.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e interrogazioni.
(Iniziative di competenza volte ad assicurare un'adeguata disponibilità di locali al liceo “Giacomo Leopardi” di Recanati (Macerata), al fine di garantire agli studenti l'attività scolastica in presenza - n. 3-00980)
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Manzi n. 3-00980 (Vedi l'allegato A).
La Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito, Paola Frassinetti, ha facoltà di rispondere.
PAOLA FRASSINETTI, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito. Grazie, Presidente. Onorevole Manzi, in riferimento ai fatti descritti nell'interrogazione, l'Ufficio scolastico regionale per le Marche ha comunicato quanto di seguito illustrato.
Il liceo Giacomo Leopardi di Recanati, che registra 1.463 alunni iscritti e frequentanti nel corrente anno scolastico, è ubicato in due distinti edifici: l'edificio storico di Palazzo Venieri, sede del liceo classico e del liceo delle scienze umane, con un numero di alunni iscritti e frequentanti pari a 675; un edificio in via Aldo Moro, sede del liceo linguistico, del liceo scientifico e del liceo delle scienze applicate, con un numero di alunni iscritti e frequentanti pari a 788.
Ciò premesso, mi preme assicurare che, secondo quanto riferito dall'Ufficio scolastico regionale, la situazione di emergenza, evidenziata dall'onorevole interrogante, in seguito all'intervento della provincia di Macerata, è stata risolta con il trasferimento temporaneo, dal 2 ottobre al 22 dicembre scorso, di cinque classi, per complessivi 126 alunni, nei locali della scuola secondaria di primo grado M. L. Patrizi, afferente all'Istituto comprensivo Beniamino Gigli di Recanati. Ciò ha consentito di ridurre il numero medio di presenze - da 700 a 570, tra studenti e personale scolastico - nell'edificio di Palazzo Venieri.
Dal giorno 8 gennaio 2024 alla ripresa dell'attività didattica, le classi medesime sono state trasferite - sempre su disposizione della provincia - nei locali della sede staccata dell'Istituto d'istruzione superiore Bonifazi-Corridoni, di Civitanova Marche, funzionante nella città di Recanati, nell'edificio denominato Santo Stefano.
Corre l'obbligo precisare che l'attuale collocazione ha sempre carattere temporaneo - fino al termine del corrente anno scolastico 2023/2024 - nelle more dell'adozione di soluzioni più idonee ad accogliere, dal prossimo anno scolastico, le cinque classi del liceo Leopardi.
Per completezza di informazione aggiungo che, il 9 gennaio scorso, si è svolta una riunione tra l'Ufficio scolastico regionale per le Marche e la provincia di Macerata, nel corso della quale sono state affrontate le problematiche connesse all'attuale situazione di emergenza e sono state prese in esame le ipotesi di interventi da adottare da parte della provincia, a partire dal prossimo settembre. Ciò al fine di individuare una destinazione idonea a contemperare, per quanto possibile, le esigenze delle due istituzioni scolastiche interessate per tutta la durata dei lavori di adeguamento alle norme antisismiche della sede del liceo Leopardi e dello stesso edificio Santo Stefano, in cui sono al momento ospitate le classi dei due istituti.
A tale riguardo, gli organi competenti sono convenuti sulla necessità di un prossimo incontro di approfondimento ad inizio aprile prossimo, anche alla luce di eventuali nuove soluzioni che nel frattempo potrebbero essere prospettate e dell'esito delle nuove iscrizioni attualmente in corso.
Relativamente alla richiesta dell'onorevole interrogante di eliminare il ricorso alla DAD, permettendo agli studenti di fruire dell'attività scolastica in presenza, rassicuro sul fatto che tale modalità di insegnamento - ora superata - è stata limitata a soli 4 giorni, a rotazione tra le classi situate nell'edificio in argomento.
PRESIDENTE. La deputata Manzi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.
IRENE MANZI (PD-IDP). La ringrazio, Presidente e ringrazio anche la Sottosegretaria Frassinetti. Al di là della contingenza dell'evento - l'interrogazione nasceva alla fine del settembre 2023 -, di fronte a una situazione di grave emergenza, in cui addirittura, in mancanza di spazi adeguati - la mancanza era dovuta, in realtà, a mancate decisioni assunte da parte della provincia di Macerata, che è l'ente competente in materia di istruzione scolastica superiore -, la prefettura era stata costretta a imporre l'applicazione della didattica a distanza agli studenti e, di fronte alla giusta e comprensibile sollevazione delle famiglie, degli studenti e anche delle comunità locali interessate, ovviamente si è dovuti arrivare, in emergenza, a una soluzione, ma forse, senza il clamore che quella decisione aveva sollevato, non si sarebbe arrivati a tale soluzione.
Io ritengo, nel dichiararmi parzialmente soddisfatta rispetto a questa risposta, che sia fondamentale e necessario trovare una soluzione. In questo momento si sono trovate soluzioni ponte che, però, stanno compromettendo, in realtà, anche la pienezza del godimento degli spazi scolastici da parte delle scuole che ospitano - perché gli spazi dedicati ai laboratori o ad altre attività appunto didattiche sono stati temporaneamente, e grazie alla disponibilità anche dei dirigenti scolastici interessati, trasformati in classi – e che, peraltro, anche per situazioni complessive, non sono soluzioni che possono essere applicate anche per i prossimi anni scolastici.
Bene che il 9 gennaio si sia tenuta una riunione tra la provincia e l'ufficio scolastico regionale, io ritengo però fondamentale che, nelle prossime riunioni - si sono costituiti proprio in queste settimane anche comitati composti dai docenti e dalle famiglie degli studenti interessati -, venga coinvolta la comunità scolastica nel suo insieme, proprio nella decisione delle sedi più opportune e migliori. Questo era il senso dell'interrogazione, che voglio rimarcare anche in questa occasione: far sì che l'ufficio scolastico regionale si facesse promotore in qualche modo di soluzioni che ovviassero a quella che era una situazione di stallo, a una situazione in cui la provincia di Macerata faceva sostanzialmente orecchie da mercante rispetto a un'emergenza concreta e alla mancanza di spazi in cui poter effettuare l'attività didattica. Questo obiettivo è un'idea condivisa anche con le amministrazioni locali interessate e con il comune di Recanati e ritengo che qualunque decisione, anche per i risvolti legati alla logistica e ai trasporti che la scelta di una sede piuttosto che di un'altra rischia di produrre debba essere oggetto di una riflessione complessiva. L'obiettivo fondamentale, nell'economia generale della situazione, è quello del benessere degli studenti e di una soluzione ottimale per una didattica efficace e compiuta, a loro favore. La Sottosegretaria, che non si occupa di scuola solo da oggi, ma da tempo, sa bene il valore dello spazio, inteso come educatore. Il luogo in cui le lezioni si svolgono - e possano svolgersi nel migliore dei modi possibili - è fondamentale, soprattutto occorre garantire agli studenti, alle loro famiglie, e anche agli insegnanti ovviamente, la certezza dei luoghi e degli spazi in cui, dal prossimo anno scolastico 2024-2025, si potrà svolgere al meglio l'attività didattica, anche per consentire per tempo - e non nella fase di emergenza che si è prodotta nell'anno scolastico in corso - di mettere in campo gli investimenti economici necessari per scegliere la sede migliore.
Quindi, continueremo a monitorare la situazione, augurandoci che l'ufficio scolastico regionale sia in grado di contemperare, in questo senso, le esigenze e i diritti di tutte le parti in causa.
(Chiarimenti e iniziative in merito alla ripartizione delle risorse del Fondo per la promozione dell'ecoturismo e del turismo sostenibile istituito con la legge di bilancio per il 2023 - n. 3-00908)
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato Paola Frassinetti, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Cappelletti n. 3-0908 (Vedi l'allegato A).
PAOLA FRASSINETTI, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito. Grazie, Presidente. Onorevoli interroganti, sono chiamata oggi a rispondere in merito a una questione sollevata in data 8 gennaio 2024, a seguito della pubblicazione di un articolo dal quale emergerebbe che il bando per la gestione del Fondo istituito dall'articolo 1, comma 611, della legge 29 dicembre 2022, n. 197, destinato al potenziamento degli interventi finalizzati alla promozione dell'ecoturismo e del turismo sostenibile, e al quale il Dicastero interrogato ha dato attuazione con il decreto ministeriale del 22 marzo 2023, sarebbe “carente di elementi oggettivi rispetto ai criteri per la partecipazione e alla definizione di cosa si intende per ecoturismo”. In particolare, ad avviso dell'interrogante, ciò avrebbe comportato un'efficace gestione delle risorse, impiegate non solo per gli agriturismi, i noleggi di biciclette e le passeggiate, ma anche per società di consulenza informatica, immobiliaristi, resort, ristoranti di sushi, stabilimenti balneari e noleggi auto. A tal proposito, ritengo opportuno premettere che il Fondo - così come delineato dall'articolo 1, comma 611, della legge 29 dicembre 2022, n. 197 - è finalizzato a rafforzare le grandi destinazioni culturali, attraverso la promozione di forme di turismo sostenibile, l'attenuazione del sovraffollamento turistico, la creazione di itinerari turistici innovativi e la destagionalizzazione del turismo. Inoltre, lo stesso è destinato a favorire la transizione ecologica nel turismo, con azioni di promozione del turismo intermodale, secondo le strategie di riduzione delle emissioni per il turismo, nonché a sostenere le strutture ricettive e le imprese turistiche nelle attività utili al conseguimento di certificazioni di sostenibilità. In tal modo, è proprio la disposizione ora richiamata, base normativa dei conseguenti interventi regolatori del Ministero del Turismo, a declinare il concetto di “ecoturismo” e a presentarlo come uno dei principali obiettivi del Fondo. Sulla scorta di tali finalità, il Dicastero interrogato ha formulato in maniera dettagliata, nell'articolo 4 del decreto ministeriale 22 marzo 2023, le tipologie di intervento considerate ammissibili. Inoltre, l'articolo 4 dell'avviso pubblico 10276 del 25 maggio 2023 ha individuato i beneficiari delle risorse stanziabili nelle imprese della filiera del turismo e nelle strutture ricettive turistiche alberghiere che svolgono, anche in via non prevalente, attività di impresa riferite ai codici Ateco indicati nello stesso. Ancora, sulla base dell'applicazione oggettiva di tutti i criteri delineati, un'apposita Commissione, istituita presso il Dicastero e composta da soggetti competenti in materia, ha esaminato le proposte progettuali presentate, determinando poi la graduatoria delle domande ammissibili a finanziamento, in ragione di tre specifici elementi di valutazione: qualità tecniche e completezza della proposta progettuale, qualità economico-finanziaria del progetto e capacità del progetto di proporre soluzioni innovative. Occorre poi sottolineare che il Dicastero interrogato monitora i progetti finanziati anche nelle fasi successive all'ammissione. A tal proposito, il beneficiario è tenuto a trasmettere una relazione trimestrale allo stato di avanzamento del progetto, nonché una relazione finale illustrativa del livello di conseguimento dei risultati prefissati. Inoltre, il Ministero del Turismo, in ogni fase del procedimento, può effettuare, anche avvalendosi della Guardia di finanza, controlli e ispezioni sui programmi finanziati, al fine di verificare le condizioni per la fruizione e il mantenimento del supporto finanziario.
Ciò posto, l'individuazione dei 169 progetti ammessi a finanziamento è avvenuta facendo rigida applicazione delle disposizioni relative all'erogazione delle risorse finanziarie, non potendo prevedere che tra i beneficiari potessero risultare anche soggetti legati, a qualunque titolo, al mondo politico. Inoltre, l'interrogante ha rappresentato che, tra gli interventi ammessi dal mio Dicastero a beneficiare delle risorse del Fondo vi sarebbe un ristorante sushi. Sul punto ritengo doveroso precisare che, tra i progetti ammessi al finanziamento, che potrebbero, in via ipotetica, corrispondere a una siffatta descrizione, risulta solo il programma di investimento “OISHI B&B - Ospitalità Fusion”, presentato dalla Sushi TE Srls che, lungi dall'essere un mero ristorante sushi, consiste nella realizzazione di una struttura turistica ecosostenibile, attraverso la riconversione di un immobile esistente. In particolare, tale impianto, da realizzare all'interno del comune di Roseto degli Abruzzi (Teramo), nella frazione di Cologna Spiaggia, che attualmente presenta limitate opzioni di alloggio, prevede anche la presenza di un'area naturale adibita alla coltivazione di prodotti tipici della cucina giapponese, allo scopo di far vivere un'esperienza, sia didattica che immersiva, nella cultura orientale. Tale progetto presenta tutti i requisiti richiesti dall'avviso menzionato per l'ammissione al finanziamento, da un lato creando una struttura rispettosa dell'ambiente, attraverso l'utilizzo di materiali e impianti ecosostenibili, dall'altro contrastando il fenomeno dell'overtourism, contribuendo a promuovere la destagionalizzazione del turismo.
In conclusione, quanto esposto testimonia la trasparenza e l'attenzione del Ministero del Turismo nell'erogare le risorse necessarie a raggiungere tale obiettivo, avvalendosi di un sistema tanto garantista da non aver ritenuto necessario prevedere un coinvolgimento diretto degli enti locali, metodo che tuttavia ha in più occasioni caratterizzato l'attività del mio Dicastero. Ad ogni modo, sono grata che questa circostanza mi abbia dato, ancora una volta, la possibilità di mettere in luce l'operato cristallino di tutti i miei uffici.
PRESIDENTE. Il deputato Cappelletti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente. Grazie, Sottosegretario Frassinetti, per la risposta. Non mi dichiaro soddisfatto e le spiego la motivazione. Sottosegretario, potrà anche essere legittimo tutto quello che ci ha raccontato. Mi consenta di ritenere, però, quantomeno anomalo, ad esempio, il fatto che un capogruppo di Fratelli d'Italia in regione risulti vincitore di un bando fatto da un Ministro di Fratelli d'Italia, perché, sotto il profilo del rispetto delle regole, mi pare che questo Governo non stia particolarmente brillando.
Mi corregga se sbaglio, ma abbiamo o non abbiamo già assistito alle dimissioni dal Governo della Sottosegretaria Montaruli a seguito di una condanna definitiva per peculato, di cui è meglio tralasciare i particolari? Abbiamo o non abbiamo assistito alle dimissioni dal Governo, recentissime, di Sgarbi, dopo la decisione dell'Antitrust che ne certifica il conflitto di interessi tra il ruolo di Sottosegretario e quello di conferenziere a pagamento? Vedremo poi la sussistenza delle eventuali responsabilità penali che tuttavia, ricordo, non sarebbero le prime, visto che parliamo di un soggetto già pregiudicato per truffa allo Stato.
Ancora, abbiamo o non abbiamo un Sottosegretario alla Giustizia rinviato a giudizio per rivelazione di segreto d'ufficio e una Ministra del Turismo, proprio quello di cui stiamo parlando in questo momento, che è indagata per fatti gravi, quali falso in bilancio e bancarotta? E anche qui tralascio i dettagli che denotano un quadro a dir poco desolante.
Ma c'è poi un precedente che attiene alla mia regione, il Veneto: in legge di bilancio, nonostante sia notorio a tutti gli italiani che ci siano stati tagli per tutti, in Veneto sono stati concessi quasi 2,5 milioni di euro di finanziamento ad un golf club frequentato dal gotha dell'imprenditoria locale.
Ebbene, Sottosegretario, sa chi lo amministra? È amministrato, guarda caso, proprio dalla protagonista indiscussa della politica di centrodestra regionale degli ultimi decenni, Amalia Sartori. Se non ci fosse stata lei sarebbero arrivati quei finanziamenti?
E sempre sull'uso spregiudicato di denaro pubblico, non posso non citare il caso dell'Associazione cacciatori veneti, presieduta da un deputato di Fratelli d'Italia; associazione che ha donato 70.000 euro di finanziamento al partito di Fratelli d'Italia. Quella stessa associazione era già stata beneficiata di un contributo di analogo importo ricevuto dalla regione, anch'essa governata da esponenti di Fratelli d'Italia. Insomma, questo sembra il gioco delle tre carte, dove il denaro pubblico gestito da Fratelli d'Italia va ad un'associazione presieduta da Fratelli d'Italia per finanziare il partito, quale? Quello di Fratelli d'Italia.
Questi sono fatti. Insomma, con questi precedenti, Sottosegretario, la gestione dei bandi ministeriali non dovrebbe solo essere rigorosamente rispettosa di norme e regolamenti, ma anche apparire tale. In questa situazione, nonostante gli obiettivi, che sono per noi condivisibili, naturalmente, cioè di promozione del turismo sostenibile, mi pare che il Governo, pubblicando un bando eccessivamente ampio, male targettizzato e peggio ancora comunicato, abbia perso un'ulteriore occasione per fare un passo in avanti in termini di credibilità.
(Iniziative volte a estendere a livello nazionale il sistema di monitoraggio cartografico adottato a Ischia, ai fini della progettazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico - n. 3-00562)
PRESIDENTE. La Sottosegretaria di Stato Paola Frassinetti ha facoltà di rispondere all'interrogazione Sergio Costa ed altri n. 3-00562 (Vedi l'allegato A).
PAOLA FRASSINETTI, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito. Grazie, Presidente. Onorevoli interroganti, con i fondi PNRR, il MASE, nell'ambito delle misure volte a rafforzare la capacità previsionale degli effetti del cambiamento climatico, ha già previsto un investimento (M2C4 I1.1) per un sistema avanzato ed integrato di monitoraggio e previsione, allo scopo di individuare i rischi idrogeologici e idraulici e mettere in atto misure preventive di manutenzione programmata del territorio e di manutenzione/ammodernamento delle infrastrutture, nonché interventi volti a prevenire gli incendi e l'illecito conferimento di rifiuti e ottimizzare l'uso delle risorse e la gestione delle emergenze.
La dotazione dell'investimento è pari a 500 milioni di euro, di cui 150 per la prevenzione e la lotta attiva contro gli incendi boschivi. Il Sistema di monitoraggio integrato, SIM, che si andrà a realizzare, prevede 6 applicazioni verticali, che individuano le specifiche aree tematiche nell'ambito delle quali le attività del Sistema saranno utilizzate e troveranno applicazione, prima fra tutte il monitoraggio dell'instabilità idrogeologica. Il tema dell'instabilità idrogeologica sarà affrontato grazie alle integrazioni di dati provenienti da reti di sensori a terra, dati satellitari e del telerilevamento aereo.
Al riguardo, il MASE vanta già una banca dati di alto valore, come definita in ambito europeo (direttiva europea Open Data), creata tra il 2006 e il 2016 con il Piano straordinario di telerilevamento che ha permesso l'acquisizione di un modello digitale del terreno (Digital Terrain Model o DTM), con risoluzione di un metro sulle aree più sensibili del territorio nazionale, ricoprendo il 54 per cento di quest'ultimo. Nell'ambito del SIM sarà, inoltre, previsto un volo nazionale con specifici sensori che forniranno modelli digitali del terreno di ordine centimetrico.
Nella progettazione del SIM, oltre ad essere coinvolte direttamente amministrazioni centrali, organi cartografici e mondo della ricerca, sono stati raccolti i fabbisogni degli enti regionali, valorizzando il ruolo della Consulta nazionale per l'informazione territoriale e ambientale (CNITA), presieduta dal MASE.
La CNITA, prevista dal decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 32, in recepimento della direttiva europea 2007/2/CE INSPIRE, che ha istituito un'infrastruttura di dati a livello territoriale ed europeo, assicura, difatti, il raccordo tra le PA che producono set di dati territoriali, ed è presieduta dal capo segreteria tecnica del Ministro.
Tale organo, nato per fornire risposte omogenee e condivise sul tema anche in sede europea, ha visto nuovi sviluppi con i fondi PNRR per il MASE, attraverso il Piano operativo per l'attuazione del SIM, e ha svolto un ruolo essenziale nella progettazione preliminare del SIM stesso, contribuendo alla definizione dei fabbisogni e consentendo il rispetto della tempistica definita.
La proficua collaborazione con il CNITA continuerà, in un'ottica di sostenibilità e di perseguimento degli obiettivi dell'Agenda 2030.
Inoltre, con riguardo al progetto Cartografia geologica e geotematica, CARG, si sottolinea che la legge di bilancio 2023 ne ha riconosciuto il carattere strategico, vista l'estrema vulnerabilità del territorio italiano, rifinanziandolo per un totale di 52 milioni di euro per le annualità 2023, 2024 e 2025. Tale progetto, tornato in attività dal 2020, prevede la realizzazione e informatizzazione di 636 fogli geologici e geotematici in scala 1 a 50.000 e, per quanto riguarda la fascia costiera, in scala 1 a 250.000.
Dette risorse sono state assegnate all'ISPRA, che deve coordinare tutte le attività, che saranno realizzate coinvolgendo le regioni e province autonome di Trento e Bolzano, le università, il CNR e l'Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale.
Le carte geografiche del progetto CARG, infrastruttura scientifica strategica per la conoscenza approfondita di tutto il territorio nazionale, presentano un'elevata vocazione applicativa, in quanto dal loro corretto utilizzo dipende la conoscenza dei processi naturali e la corretta programmazione degli interventi per la prevenzione e mitigazione dei georischi, inclusi l'allertamento della popolazione e la progettazione di infrastrutture sicure.
Il foglio geografico n. 464 “Isola d'Ischia”, in scala 1 a 25.000, è stato realizzato nel 2019 proprio nell'ambito del progetto CARG.
PRESIDENTE. Il deputato Caso ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta all'interrogazione Sergio Costa ed altri n. 3-00562, di cui è cofirmatario.
ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Mi reputo parzialmente soddisfatto, una via di mezzo. L'interrogazione chiedeva una cosa ben precisa: se si volessero adottare a livello nazionale le buone pratiche sperimentate a Ischia con la collaborazione del Corpo dell'arma dei carabinieri, in particolare le unità forestali, ambientali e agroalimentari, dove si è riuscito ad ottenere, grazie a questo protocollo di intesa sull'isola di Ischia, una cartografia che è molto all'avanguardia, un modello digitale del terreno che arriva a un dettaglio estremamente profondo.
Dalla risposta data, mi sembra di capire che la stessa tecnologia, lo stesso modello, il DTM, si voglia utilizzare in altre parti del nostro territorio, così come si continua a lavorare sul progetto della cartografia geologica e geotematica. Da parte nostra, c'è un po' di sfiducia, basandoci sui fatti che hanno visto il dissesto idrogeologico un po' dimenticato da questo Governo, nel senso che è un dato di fatto che vi è stato quasi un dimezzamento dei fondi, così come si è dimenticato un po' per strada proprio il progetto Carg, quello della cartografia. Infatti, nella prima legge di bilancio, solo con gli emendamenti del MoVimento 5 Stelle si è ricordata la necessità di portarlo avanti.
Voglio essere speranzoso, nonostante tutto. Spesso dimentichiamo che il 94 per cento dei comuni del nostro territorio è a dissesto idrogeologico e, nonostante gli appelli fatti dal Presidente Sergio Mattarella e dallo stesso Ministro Musumeci, questo Governo non si è dimostrato veramente pronto e volenteroso ad affrontare il problema del dissesto, semplicemente perché sul lato economico si è deciso di dimezzare i fondi.
Resta il fatto che c'è tanto lavoro da fare. Spero che la tecnologia utilizzata sia quella all'avanguardia, come ci è stato detto, che si arrivi all'utilizzo del modello DTM e, da parte nostra, continueremo a vigilare.
(Iniziative di competenza, in particolare di carattere ispettivo, in ordine ad asserite violazioni della normativa in materia di intercettazioni in relazione a un'indagine della procura di Ragusa - n. 2-00297 e n. 3-00981)
PRESIDENTE. Passiamo alla interpellanza Braga ed altri n. 2-00297 e all'interrogazione Orfini ed altri n. 3-00981, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A).
La deputata Serracchiani ha facoltà di illustrare l'interpellanza Braga ed altri n. 2-00297, di cui è cofirmataria.
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Come lei ricordava, Presidente, si tratta di una interpellanza, a cui è stata abbinata anche l'interrogazione del collega Orfini, che riguarda alcune vicende legate a un'indagine in corso presso la procura di Ragusa, ma, in particolare, a ciò che sta avvenendo, ormai da diverse settimane, su alcune testate giornalistiche - in particolare, La Verità e Panorama - che continuano a pubblicare atti e intercettazioni cosiddetti irrilevanti, su cui in questa mia illustrazione voglio far chiarezza rispetto alla normativa che oggi viene applicata a questa vicenda, come a tante altre.
Nel 2017, l'allora Ministro Orlando modificò profondamente i termini della questione legata alle comunicazioni e alle conversazioni telefoniche e telematiche oggetto di intercettazione. Con la legge n. 103 del 2017, entrata, poi, in vigore definitivamente nel 2019, è stata garantita proprio la riservatezza di queste comunicazioni, con una puntigliosa definizione delle comunicazioni che possono essere pubblicate e di quelle che non possono essere oggetto di pubblicazione.
Le norme in vigore, infatti, prevedono che le intercettazioni ritenute dal giudice, anche in contraddittorio con le parti, irrilevanti siano conservate in un apposito archivio telematico, sotto la sorveglianza del pubblico ministero - che ne è, quindi, responsabile - e non possano essere trascritte né, tanto meno, essere inserite nel fascicolo di indagine, assicurando così un controllo giudiziale del materiale. Inoltre, prima della loro distruzione, sono addirittura coperte da segreto e, dunque, non sono pubblicabili.
Ogni accesso a questo archivio a parte, separato, può avvenire soltanto previa registrazione, con annotazione in un apposito registro recante l'indicazione della data e dell'ora dell'accesso a questi atti secretati.
Il pubblico ministero, inoltre, deve vigilare affinché nelle annotazioni non ci siano espressioni lesive della reputazione delle persone o che riguardino dati personali ritenuti sensibili, e questo avviene anche nel caso delle misure cautelari. Anche in questo caso, c'è questa distinzione fra intercettazioni rilevanti e irrilevanti, per cui quelle irrilevanti non possono essere inserite nel fascicolo e finiscono in un archivio a parte.
Aggiungo che - dando la responsabilità al pubblico ministero e, quindi, anche assicurando un controllo giurisdizionale - sono state previste anche sanzioni molto severe e proporzionate a questo tipo di atto illecito, che precludono totalmente l'utilizzo delle intercettazioni penalmente irrilevanti. Questo - lo ricordiamo - è a tutela dell'accertamento del reato. E anche la previsione di sanzioni severe e proporzionate e il fatto che queste sanzioni siano state previste qualora si utilizzino intercettazioni penalmente rilevanti sono uno strumento a tutela non solo dell'accertamento del reato e del contrasto alla criminalità organizzata, ma anche del cosiddetto diritto di difesa.
Ricordavo all'inizio che, da settimane, ci sono due testate giornalistiche - La Verità e Panorama - che, invece, continuano a pubblicare brogliacci e intercettazioni inerenti agli atti dell'indagine condotta nell'ambito dell'inchiesta che vede indagati alcuni membri dell'associazione Mediterranea Saving Humans, in merito ad un soccorso prestato a 27 naufraghi abbandonati in condizioni disperate per 38 giorni a bordo della petroliera Maersk Etienne tra l'agosto e il settembre 2020. Questo è il fatto oggetto dell'indagine davanti alla procura di Ragusa. Le intercettazioni pubblicate, invece, non hanno alcuna attinenza con i fatti per cui è istruito l'iter processuale, quindi dovrebbero, per elezione, essere custodite nel cosiddetto archivio riservato. Essendo, cioè, penalmente irrilevanti non dovrebbero far parte neppure delle intercettazioni contenute nel fascicolo né, tantomeno, potrebbero essere oggetto di pubblicazione; soprattutto, essendo irrilevanti, vanno coperte da segreto e, addirittura, dovrebbero essere oggetto di distruzione. Tutto questo non sta accadendo.
Vorrei ricordare, peraltro, che il corretto funzionamento della normativa così riformata nel 2017 dal Ministro Orlando è stato supportato anche da un'iniziativa del Garante della privacy, che ha certificato che, da quando è in vigore questa disciplina, non solo si sono notevolmente ridotte le pubblicazioni cosiddette illegali, ma queste pubblicazioni, oggettivamente, almeno negli anni oggetto di esame da parte del Garante della privacy, non sono avvenute.
Avvengono ora, però; avvengono su questa vicenda e, cosa ancora più grave, avvengono anche con riferimento a stralci di corrispondenza che riguardano un parlamentare. In tale caso, come è noto, ai sensi dell'articolo 68, terzo comma, della Costituzione, deve essere fatta una richiesta preventiva, sia per poter fare le intercettazioni rispetto a un parlamentare, sia per poterle utilizzare qualora siano state acquisite.
Ebbene, non ci risulta che per queste intercettazioni ci sia stata una richiesta di autorizzazione. Quindi, anche in questo caso, siamo di fronte a brogliacci e a pubblicazioni, come dicevo, illegali, che non solo prevedono la responsabilità in capo al pubblico ministero, non solo prevedono sanzioni importanti e proporzionate, non solo prevedono la distruzione del materiale non rilevante, ma - e vengo, quindi, alla richiesta oggetto dell'interpellanza - prevedono anche che il Ministro possa valutare se esercitare il proprio potere ispettivo presso la procura di Ragusa, per verificare se, attraverso questo suo sindacato ispettivo, siano state rispettate oppure no - e noi riteniamo, ovviamente, con questa interpellanza che ciò non sia - le norme che prevedono la pubblicabilità delle intercettazioni.
Su questo punto, chiediamo al Governo, per il tramite del Sottosegretario e suo, Presidente, che venga fatta una valutazione complessiva su tutta la vicenda, sull'utilizzo che di queste carte e informazioni si sta facendo, in particolare riguardo, ricordo, a quelle due testate giornalistiche e se sia stato esercitato il potere ispettivo che viene assegnato al Ministro proprio sulla base delle norme che poc'anzi ricordavo.
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per la Giustizia Andrea Ostellari ha facoltà di rispondere.
ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Con riferimento agli atti di sindacato ispettivo in discussione, si evidenzia che gli organi inquirenti hanno chiarito come nell'ambito del procedimento penale instaurato presso la procura del tribunale di Ragusa non risulta essere stata svolta, in via diretta o indiretta, alcuna attività di intercettazione telefonica, ambientale e telematica nei confronti di parlamentari. Risulta altresì che, in ossequio alla direttiva in materia di intercettazioni del settembre 2020, emanata dal procuratore della Repubblica, la Polizia giudiziaria, nella redazione dei brogliacci di ascolto, ha provveduto a omettere ogni indicazione relativa al contenuto, nei casi di conversazioni ritenute irrilevanti ai fini dell'indagine, aggiungendo, nei casi di conversazioni con parlamentari o alte cariche dello Stato, ex lege n. 144 del 2003, la locuzione: conversazione con alta carica dello Stato ovvero conversazione con parlamentare; e, nei casi di conversazioni con difensori, stante l'espresso divieto di loro trascrizione contenuto nell'articolo 107, comma 7, del codice di rito, l'indicazione della loro inutilizzabilità.
In sede di esecuzione del decreto di perquisizione e sequestro probatorio, emesso il 25 febbraio del 2021 dal PM presso il tribunale di Ragusa, si procedeva all'apprensione, tra gli altri beni, del telefono cellulare, di marca Samsung, nella disponibilità dell'indagato G.C.. Dall'analisi dei dati acquisiti mediante estrazione di copia forense di tale dispositivo elettronico emergevano, tra numerose altre, anche le chat denominate: Gruppo direttivo mediterranea, Gruppo comunicazione Missione 9. Tra i soggetti ricompresi in tali gruppi figurava il nominativo di E.P., il quale giammai partecipava attivamente ad alcuno scambio di messaggi, né, dall'analisi di tali chat, emergevano elementi idonei a individuare la carica di parlamentare di E.P.. Inoltre, i messaggi estrapolati dalle chat ad opera della Polizia giudiziaria non fanno riferimento al nominativo di E.P., bensì a comunicazioni inviate da altri partecipanti ai summenzionati gruppi. Com'è noto, l'articolo 68, terzo comma, della Costituzione, pone una garanzia volta a proteggere l'autonomia e l'indipendenza delle Camere rispetto a indebite ingerenze di altri poteri. La recente sentenza della Corte costituzionale n. 170 del 2023 ha chiarito che rientrano nel concetto di corrispondenza anche gli scambi di messaggi avvenuti mediante WhatsApp o altre applicazioni. Gli organi inquirenti possono disporre il sequestro di un dispositivo di telefonia mobile o di ogni altro strumento informatico nei confronti di un terzo non parlamentare, fermo restando che, qualora si riscontri la presenza di messaggi intercorsi con un parlamentare, devono sospendere l'estrazione dei messaggi dalla memoria e chiedere l'autorizzazione preventiva della Camera di appartenenza del parlamentare, ai sensi dell'articolo 4, della legge n. 140 del 2003, e ciò al fine di poterli legittimamente coinvolgere nel sequestro.
Nel caso di specie risulta che, nell'ambito del procedimento penale instaurato, quindi, sempre presso la procura del tribunale di Ragusa, non è stata posta in essere alcuna attività di intercettazione di conversazioni o comunicazioni diretta e indiretta nei confronti del parlamentare. Risulta inoltre che, in aderenza a quanto stabilito dalla direttiva del 23 settembre 2020 del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Ragusa, in materia di attività di captazione elettronica, nella redazione dei brogliacci, la Polizia giudiziaria ha omesso qualsiasi indicazione del contenuto di conversazioni o comunicazioni irrilevanti rispetto alle investigazioni. Quanto alla pubblicazione di alcune conversazioni oggetto di captazione elettronica nell'ambito del medesimo procedimento penale e alla ipotizzata indebita sottrazione di atti dall'archivio riservato, va sottolineata, in proposito, la piena conoscenza del contenuto dell'attività di intercettazione ad opera di tutte le parti e dei rispettivi difensori, in conseguenza della già avvenuta discovery degli atti processuali attuata secondo le modalità e i tempi previsti dal nostro codice.
In via conclusiva, non emergono profili di rilievo disciplinare a carico dei magistrati della procura della Repubblica presso il tribunale di Ragusa e del tribunale di Ragusa che si sono occupati, a qualsiasi titolo, della vicenda tratteggiata nell'atto di sindacato ispettivo, sotto il profilo sia della configurabilità di una sottrazione indebita dei contenuti delle intercettazioni dall'archivio riservato sia del mancato rispetto della normativa dettata dall'articolo 68 della Costituzione e dalla legge n. 140 del 2003. Ne consegue che, allo stato, non vi sono i presupposti per l'esecuzione delle verifiche ispettive attribuite alla competenza di questo Dicastero e, per completezza, in ragione della delicatezza del tema, che involge, più in generale, la materia delle intercettazioni - un tema che non può essere strumentalizzato a seconda delle convenienze politiche -, va rimarcato che, sin dal primo momento dell'illustrazione del piano per la riforma della giustizia da parte di questo Ministero, si è posta in rilievo la fondamentale necessità di rivedere completamente la disciplina della segretezza degli atti istruttori e, in particolare, delle intercettazioni. In questa direzione, è stata modificata in senso più garantista, con la legge n. 137 del 2023, la motivazione del decreto autorizzativo delle intercettazioni tra presenti mediante l'inserimento di captatore informatico, prevedendo, all'articolo 267, comma 1, del codice di rito che tale decreto sia adottato dall'organo giurisdizionale sulla base di un'autonoma valutazione delle ragioni che rendono necessaria, in concreto, tale modalità per lo svolgimento delle indagini.
È noto che è stato presentato il disegno di legge Atto Senato n. 808, oggi in esame appunto al Senato, meglio noto come disegno di legge Nordio, volto, tra l'altro, a introdurre innovazioni normative tese a rafforzare la tutela del terzo estraneo al procedimento rispetto alla circolazione delle comunicazioni intercettate. Sotto questo profilo, quindi, assai distoniche appaiono le questioni di pregiudizialità costituzionale sollevate rispetto al disegno di legge da alcuni senatori di opposizione in occasione della seduta del 6 febbraio 2024, persino in merito agli: “(…) interventi in materia di intercettazioni a tutela della riservatezza del terzo estraneo al procedimento (…)”. Nel citato disegno di legge si amplia l'obbligo di vigilanza del pubblico ministero sulle modalità di redazione dei verbali delle operazioni - i cosiddetti brogliacci - e si stabilisce il dovere del giudice di stralciare le intercettazioni, includendo nello stralcio, oltre ai già previsti dati personali sensibili, anche le intercettazioni relative a soggetti diversi dalle parti.
Si prevede, poi, che nella richiesta di misura cautelare formulata dal pubblico ministero e nell'ordinanza applicativa della misura cautelare emessa dal giudice non debbano essere indicati i dati personali dei soggetti diversi dalle parti.
Infine, in sede di emendamenti presentati alla legge di delegazione europea, si prevede, in attuazione dei principi sanciti dagli articoli 24 e 27 della Costituzione, ma nel rispetto dell'articolo 21 della nostra Costituzione, il divieto di pubblicazione integrale, o per estratto, del testo dell'ordinanza cautelare sino al termine dell'udienza preliminare.
PRESIDENTE. La deputata Serracchiani ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta all'interpellanza e all'interrogazione.
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non sono per nulla soddisfatta, Sottosegretario, perché se le cose fossero come lei le descrive - e io non dubito che lei abbia acquisito, per prepararsi a questa risposta, una copiosa rassegna stampa - avrebbe assolutamente rilevato, puntualmente, delle due, l'una: se fossero state irrilevanti non sarebbero finite nel fascicolo di indagine e, quindi, non avremmo mai potuto vederle pubblicate su La Verità e su Panorama, perché semplicemente non sarebbero esistite agli atti del fascicolo; se si fosse trattato di un'estrazione per copia forense, come lei ricordava, determinata dal sequestro del cellulare di un indagato, allora, a quel punto l'estrazione avrebbe dovuto fermarsi, poiché si trattava, come lei ha ricordato, di conversazioni che riguardavano appunto dei parlamentari. Ebbene, non è così perché, se lei legge quella copiosa rassegna stampa, che sicuramente avrà acquisito, troverà nomi e cognomi e troverà virgolettate alcune dichiarazioni, come se, evidentemente, fossero state acquisite, nonostante l'estrazione avrebbe dovuto essere sospesa, non fatta, non riportata, non messa nel fascicolo, non presente agli atti: anzi, avrebbe dovuto essere secretata.
Eventualmente si doveva chiedere un'autorizzazione e poi valutare se era rilevante oppure no e, se era irrilevante, andava distrutta. Ebbene, nulla di tutto questo è accaduto. Quindi, Sottosegretario, per noi è inaccettabile che ci dica che non ci sono ragioni per procedere a un'ispezione presso la procura di Ragusa e il tribunale di Ragusa, perché è evidente che le cose non sono andate esattamente come lei ha ricordato e che, pertanto, c'è un'evidente lesione non solo del diritto di difesa ma c'è un'evidente lesione della normativa vigente sulle intercettazioni.
Ma mi faccia anche dire che noi non siamo per niente contrari alle intercettazioni.
Non confonda il Governo il contenuto - per suo tramite, Presidente - della nostra interpellanza. Noi non riteniamo che le intercettazioni vadano limitate in alcun modo, perché sono lo strumento, spesso unico, che si ha per accertare reati e soprattutto per combattere la criminalità organizzata. La differenza tra noi e la maggioranza è che voi ritenete che, quando un treno arriva sempre in ritardo, è sufficiente far sparire gli orologi ed è esattamente quello che state facendo, ossia limitate le intercettazioni, che sarà un pregiudizio gravissimo nell'accertamento dei reati e per la lotta alla criminalità organizzata, con una furia ideologica travestita da garantismo, quando invece - e lo dimostra il modo con cui vi state muovendo sulla giustizia - semplicemente non avete alcun interesse all'accertamento dei reati, non avete interesse alla tutela del diritto di difesa, non avete neppure interesse a una riforma della giustizia che sia una giustizia giusta.
Quindi, non metta in bocca a noi né ai senatori del Partito Democratico nessuna contrarietà rispetto alle intercettazioni. Noi siamo favorevoli alle intercettazioni. Quello che chiediamo sia fatto è che si rispetti la legge già in vigore, perché non è necessario modificarla. Già quella stabilisce quali sono quelle rilevanti e quelle irrilevanti, già quella stabilisce le sanzioni forti e proporzionate, già quella dice quello che si può fare e quello che non si può fare. E invece no: adesso limitate ogni forma di informazione, che si chiama anche bavaglio all'informazione, perché molte di quelle informazioni non arriveranno, e sto parlando di quelle che sarebbero arrivate per via lecita e legale, certamente non violando la legge.
Per cui, noi vogliamo che la legge venga applicata, ma non vogliamo che qualcuno faccia sparire gli orologi, cioè non vogliamo che, con l'assunto delle intercettazioni che finiscono sui giornali, per cui sono previste la disciplina sanzionatoria, la responsabilità del procuratore e l'applicazione di una legge, voi vi nascondiate dietro a tutto questo per dire che allora è arrivato il momento di limitare le intercettazioni e di abbassare la guardia rispetto alla criminalità organizzata - del resto, l'avete già fatto anche con l'abuso d'ufficio - e andiamo avanti così. Credo onestamente che in questa vicenda, invece, proprio il Governo avrebbe avuto tutto l'interesse ad accertare i fatti, proprio il Governo avrebbe dovuto avere tutto l'interesse ad avviare un'ispezione seria presso la procura per capire perché intercettazioni, comunicazioni e captazioni, che sono state estratte, evidentemente, da un cellulare sequestrato, sono finite sui giornali. E con riferimento alla modalità con cui questo è avvenuto, questo credo sarebbe stato il segnale giusto da dare proprio sul tema della legalità, dell'informazione giusta e del diritto di difesa.
Viceversa, dire che non ci sono motivi per fare un'ispezione - l'ispezione è evidente e basta prendere la rassegna stampa per capire che qualcosa lì non funziona - e il fatto che non la facciate ci fa pensare, in realtà, che non siete assolutamente interessati a difendere il diritto di difesa e a tutelare le persone, soprattutto se non sono della vostra parte e soprattutto se le pubblicazioni avvengono su determinati giornali. Questo francamente non vi fa onore e non fa onore francamente neppure a una maggioranza che dice di essere una maggioranza attenta all'ordine e alla disciplina, ordine e disciplina che evidentemente funzionano soltanto a casa vostra.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 14.
La seduta, sospesa alle 11,55, è ripresa alle 14,10.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 90, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,10).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo, pertanto, la seduta, che riprenderà alle ore 14,30.
La seduta, sospesa alle 14,10, è ripresa alle 14,30.
Seguito della discussione delle mozioni Schlein ed altri n. 1-00233, Francesco Silvestri ed altri n. 1-00222, Rosato ed altri n. 1-00234, Faraone ed altri n. 1-00236, Orsini, Calovini, Formentini, Tirelli ed altri n. 1-00238 e Fratoianni ed altri n. 1-00239 concernenti iniziative in merito alla crisi in Medio Oriente.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Schlein ed altri n. 1-00233, Francesco Silvestri ed altri n. 1-00222 (Nuova formulazione), Rosato ed altri n. 1-00234 (Nuova formulazione), Faraone ed altri n. 1-00236, Orsini, Calovini, Formentini, Tirelli ed altri n. 1-00238 e Fratoianni ed altri n. 1-00239 (Nuova formulazione) concernenti iniziative in merito alla crisi in Medio Oriente (Vedi l'allegato A).
Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 29 gennaio 2024, sono state presentate una nuova formulazione delle mozioni Francesco Silvestri e altri n. 1-00222 e Rosato ed altri n. 1-00234 e le mozioni Faraone ed altri n. 1-00236, Orsini, Calovini, Formentini, Tirelli ed altri n. 1-00238 e Fratoianni ed altri n. 1-00239, che sono già state iscritte all'ordine del giorno.
Avverto, altresì, che in data odierna è stata presentata un'ulteriore nuova formulazione della mozione Fratoianni ed altri n. 1-00239. Il relativo testo è in distribuzione (Vedi l'allegato A).
(Intervento e parere del Governo)
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di intervenire, esprimendo altresì il parere sulle mozioni presentate.
EDMONDO CIRIELLI, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Signor Presidente, innanzitutto, in via generale, voglio dire che l'Italia, sin dall'inizio di questa crisi, è stata in prima linea per garantire che l'emergenza fosse risolta in via pacifica, nel rispetto del diritto internazionale, nel rispetto, sacrosanto, del diritto alla difesa da parte di Israele anche per impedire ulteriori, brutali e vergognosi attacchi come quelli accaduti il 7 ottobre. D'altro canto, sul fronte umanitario l'Italia è stata in prima linea. Siamo intervenuti in via di emergenza tra i primissimi Paesi a stanziare, già inizialmente, 10 milioni di euro a sostegno dei civili palestinesi. Allo stesso tempo, abbiamo già predisposto un nuovo intervento, molto consistente, che firmerò in questi giorni, di una cifra analoga. Manterremo un costante impegno umanitario fintanto che ce ne sarà bisogno.
Rispetto alla vicenda di UNRWA, che è stata più volte sollevata da vari osservatori ed è anche ripresa in alcune delle mozioni, facciamo presente che, sin dall'inizio del 2023, l'Italia ha messo sotto attenzione il comportamento di UNRWA perché era stata segnalata più volte una contiguità, a livello locale, con i terroristi di Hamas; sono cose che poi sono venute fuori, in maniera anche abbastanza plateale e su cui c'è anche un'inchiesta indipendente, così come segnalato da una parte dell'ONU, con le dichiarazioni del Segretario Generale Guterres, ma anche della stessa UNRWA che, pur avendo negato responsabilità, di fatto ha ammesso che qualcosa è scappato. Ecco perché, dal 7 ottobre, la Farnesina ha deciso di sospendere, in attesa di ulteriori chiarimenti e soprattutto perché questa inchiesta internazionale abbia la sua fine, ogni forma di finanziamento. D'altro canto, come ho detto, siamo in prima linea a sostenere tramite l'OMS, tramite la FAO, il PAM, la Mezzaluna rossa, ogni forma di sostegno per le persone civili di Gaza. Chiaramente, l'Italia sostiene il riavvio della diplomazia, sostiene la necessità di mettere fine all'uso delle armi e della forza ma, allo stesso tempo, sappiamo bene che Israele ha il diritto di impedire che dalla Striscia di Gaza possano partire nuovi attacchi come quello del 7 ottobre.
Quindi, l'Italia è in prima linea con i Paesi moderati del Golfo, così, in genere, con il mondo arabo, per trovare una soluzione pacifica che metta innanzitutto al centro la liberazione incondizionata degli ostaggi. Allo stesso tempo, l'Italia è in prima linea anche per avviare ogni forma di interlocuzione per garantire che ci sia una pace duratura, anche con iniziative di carattere diplomatico e una conferenza internazionale che veda, in maniera concordata, come forma finale della risoluzione del conflitto arabo-israeliano e palestinese-israeliano, la creazione di due Stati per i due popoli. Ovviamente, questo deve essere un approccio graduale, che veda protagonista innanzitutto i palestinesi e gli israeliani, accompagnati da tutto il resto del mondo, senza imposizioni. Ovviamente, rimane la ferma condanna dell'organizzazione terroristica di Hamas, non soltanto per la vicenda specifica e vergognosa del massacro del 7 ottobre, ma, in generale, come nella sua intima natura di organizzazione terroristica.
Fatte queste premesse, sulla mozione Schlein ed altri n. 1-00233 il parere è contrario sulle premesse, mentre è favorevole sui punti nn. 2, 5 e 9 e contrario sui punti nn. 3, 6, 7 e 8. Per i punti nn. 1 e 4 ci sono riformulazioni e, qualora venissero accettate, mi rimetterei all'Aula. Per quanto concerne la riformulazione del punto n. 1 - la leggo tutta - è la seguente: “a sostenere ogni iniziativa volta alla liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani e a chiedere un immediato cessate il fuoco umanitario a Gaza, al fine di tutelare l'incolumità della popolazione civile di Gaza, garantendo altresì la fornitura di aiuti umanitari continui, rapidi e sicuri all'interno della Striscia”. Il punto n. 4 è così riformulato: “a promuovere, nel quadro di una soluzione complessiva del conflitto israelo-palestinese, ogni iniziativa utile a raggiungere nel minor tempo possibile, nell'ambito del processo di pace, la prospettiva dei due popoli e due Stati internazionalmente riconosciuta”.
PRESIDENTE. Allora, riepilogo. Per la mozione Schlein ed altri n. 1-00233, l'impegno n. 1 è riformulato, sull'impegno n. 2 il parere è favorevole, sull'impegno n. 3 il parere è contrario, l'impegno n. 4 è riformulato, sull'impegno n. 5 il parere è favorevole, sugli impegni nn. 6, 7 e 8 il parere è contrario, sull'impegno n. 9 il parere è favorevole.
EDMONDO CIRIELLI, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Sì, mi scusi, Presidente, avevo accennato all'ipotesi in cui, qualora sia accettata la riformulazione, mi rimetterei all'Aula, altrimenti il parere è contrario.
PRESIDENTE. Dunque, sugli impegni nn. 1 e 4 il Governo, ove venisse accettata la riformulazione, si rimette all'Aula. Sulle premesse, invece, esprime parere contrario.
EDMONDO CIRIELLI, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Esatto.
PRESIDENTE. Passiamo alla mozione Francesco Silvestri ed altri n. 1-00222 (Nuova formulazione). Prego, Vice Ministro.
EDMONDO CIRIELLI, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Sulla mozione Francesco Silvestri ed altri n. 1-00222 (Nuova formulazione) il parere è contrario sulle premesse, mentre è favorevole sugli impegni nn. 2, 4, 9 e 16, mentre è contrario sugli impegni nn. 6, 8, 11, 12, 13, 15, 17, 18 e 19.
Inoltre, si propone la seguente riformulazione dell'impegno n. 1): “a profondere ogni sforzo a tutti i livelli, internazionale, europeo e bilaterale, al fine di giungere a un immediato e sostenibile cessate il fuoco, a garanzia dell'incolumità della popolazione civile di entrambe le parti”. Ovviamente, anche qui, nel caso la riformulazione venisse accettata, mi rimetterei all'Aula.
PRESIDENTE. D'accordo. Siamo al n. 3).
EDMONDO CIRIELLI, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Eliminerei solo la locuzione “con urgenza”.
PRESIDENTE. Dunque: “a intraprendere ogni utile iniziativa di carattere internazionale ed europeo volta a promuovere una conferenza di pace (…)”, e per il resto rimane inalterato?
EDMONDO CIRIELLI, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Esatto. In tal caso, il parere è favorevole.
Per quanto riguarda, invece, il n. 5), la riformulazione è la seguente: “a promuovere, nel quadro di una soluzione complessiva nel conflitto israelo-palestinese, ogni iniziativa utile a raggiungere nel minor tempo possibile, nell'ambito del processo di pace, la prospettiva di “due popoli-due Stati”, internazionalmente riconosciuta”. Anche qui, qualora sia accettata la riformulazione, mi rimetterei all'Aula.
PRESIDENTE. Così come per l'impegno n. 3), è corretto?
EDMONDO CIRIELLI, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Esatto. Per quanto riguarda, poi, il n. 7), la riformulazione è la seguente: “a sostenere iniziative volte alla protezione della popolazione civile palestinese” e basta. In tal caso, con tale riformulazione, il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Sempre rimettendosi all'Aula?
EDMONDO CIRIELLI, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Esatto. Per quanto riguarda, poi, il n. 10): “a lavorare con le Agenzie internazionali che offrano le necessarie garanzie di sicurezza, per fornire adeguata assistenza umanitaria ai rifugiati nella Striscia di Gaza - presidio essenziale anche nell'ottica di una futura fase di ricostruzione - nel rispetto della Quarta Convenzione di Ginevra e della Convenzione dei privilegi e delle immunità delle Nazioni Unite, anche al fine di scongiurare il rischio di tensioni e disordini civili, con conseguenze imprevedibili per l'intera regione e non solo”. Questo va bene così: dunque, parere favorevole con riformulazione.
PRESIDENTE. Mi scusi, giusto perché altrimenti si fa a conclusione. Lei dà delle riformulazioni sulle quali, qualora venissero accolte, si rimette all'Aula?
EDMONDO CIRIELLI, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. No, in questo caso il parere è favorevole con riformulazione.
PRESIDENTE. Lo vede? Perché, se no, andiamo in confusione.
EDMONDO CIRIELLI, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. No, sostanzialmente, dal terzo al sesto rigo, va espunto.
PRESIDENTE. Quindi, con riferimento al n. 10), qualora venga accettata la riformulazione, il parere è favorevole e non si rimette all'Aula. Le altre, invece, sono sub iudice rispetto al voto dell'Aula, ove fossero accolte le riformulazioni, giusto?
EDMONDO CIRIELLI, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Esattamente.
PRESIDENTE. Bene, la ringrazio, sull'impegno n. 14)?
EDMONDO CIRIELLI, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Quale sarebbe? Perché non ce l'ho segnato…
PRESIDENTE. Quello che inizia con “a fornire ogni elemento alle Camere (…)”. È il n. 14).
EDMONDO CIRIELLI, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Lo leggo tutto: “a fornire ogni elemento alle Camere in merito alla natura specifica degli eventuali provvedimenti adottati in merito alle autorizzazioni all'esportazione di armamenti prodotti in Italia verso lo Stato d'Israele, nel quadro della Relazione ai sensi della legge n. 185 del 1990”. È solo una correzione tecnica, ma è un diritto delle Camere sapere queste notizie.
PRESIDENTE. Quindi, in questo caso, ove fosse accolta la riformulazione, il parere è favorevole e non si rimette all'Aula.
EDMONDO CIRIELLI, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Sì.
PRESIDENTE. Il n. 17)? È quello che comincia con “a farsi promotore (…)”.
EDMONDO CIRIELLI, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Sul n. 17) il parere è contrario.
PRESIDENTE. Colleghi, riepiloghiamo. Il n. 1) è riformulato; sul n. 2) il parere è favorevole; il n. 3) è riformulato; sul n. 4) il parere è favorevole; il n. 5) è riformulato; sul n. 6) il parere è contrario; il n. 7) è riformulato; sul n. 8) il parere è contrario; sul n. 9) il parere è favorevole; il n. 10) è riformulato; sugli impegni n. 11), n. 12) e n. 13) il parere è contrario; il n. 14) è riformulato; sul n. 15) il parere è contrario; sul n. 16) il parere è favorevole; sugli impegni n. 17), n. 18) e n. 19) il parere è contrario.
Passiamo alla mozione Rosato ed altri n. 1-00234 (Nuova formulazione). Il parere?
EDMONDO CIRIELLI, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Sulle premesse, il parere è favorevole su tutti i capoversi, tranne i capoversi n. 10), n. 14), n. 15), n. 21), n. 22), n. 23) e n. 24).
PRESIDENTE. Dunque, il parere sulle premesse è favorevole con riformulazione nel senso di espungere i capoversi che lei ha menzionato. Per quanto riguarda gli impegni?
EDMONDO CIRIELLI, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Sul capoverso n. 10) la riformulazione è la seguente: “appare evidente che l'acuirsi delle tensioni nella Striscia di Gaza annulla le già timide prospettive di distensione regionale (…)”.
PRESIDENTE. Sta riformulando le premesse, Vice Ministro?
EDMONDO CIRIELLI, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Sì, in pratica le parole “di dialogo tra le parti” vanno sostituite con le parole “di distensione regionale”, per il resto è uguale.
Poi, sempre con riferimento alle premesse, la riformulazione del capoverso n. 14) è la seguente: “contestualmente all'acuirsi delle tensioni in Israele e nella Striscia di Gaza, si è registrato un aggravamento delle condizioni di sicurezza della navigazione in corrispondenza dello Stretto di Bab al Mandab che controlla l'accesso al Mar Rosso, a seguito degli attacchi condotti dai ribelli yemeniti Houthi”, il resto è espunto.
Per quanto riguarda il capoverso n. 15), sostituire le parole “le milizie, grazie anche al sostegno iraniano” con le parole “i miliziani filo-iraniani stanno disponendo (…)”, e tutto il resto rimane uguale.
Per quanto riguarda il capoverso n. 21), sempre delle premesse, la riformulazione è la seguente: “l'Italia, assieme a numerosi altri Paesi dell'Unione europea e del G7, ha aderito alle dichiarazioni di condanna delle aggressioni operate dalle milizie Houthi. Una fregata sotto comando nazionale presente nell'area, nell'ambito delle missioni internazionali già autorizzate, è stata messa a disposizione”. Per quanto riguarda il capoverso n. 22) …
PRESIDENTE. Era favorevole. È cambiato?
EDMONDO CIRIELLI, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale.
No, è sempre favorevole con riformulazione…
PRESIDENTE. Lei lo aveva detto, ma io volevo controllare se l'Aula fosse attenta.
EDMONDO CIRIELLI, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. La riformulazione del capoverso n. 22) è la seguente: “il nostro Paese, del resto, è già impegnato in attività di sorveglianza e sicurezza della navigazione come nel caso della missione Emasoh nello Stretto di Hormuz, di monitoraggio e accompagnamento dei navigli commerciali in transito in quest'area particolarmente strategica o come nel caso della missione europea Atalanta nel bacino somalo per la sorveglianza e il riconoscimento di attività sospette riconducibili al fenomeno della pirateria”.
Sul capoverso n. 23) delle premesse il parere è sempre favorevole con la seguente riformulazione: “al Consiglio dell'Unione europea dei Ministri degli esteri che si è riunito il 22 gennaio 2024 è stato registrato il sostegno politico degli Stati membri all'avvio di un'operazione militare navale a protezione del naviglio mercantile in transito nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, inglobando la missione Emasoh-Agenor, nello Stretto di Hormuz”.
Sul capoverso n. 24) la riformulazione è la seguente: “le milizie hanno rivolto minacce al nostro Paese, qualora l'Italia assumesse il comando tattico della summenzionata missione europea”.
PRESIDENTE. Prima di passare agli impegni, a questo punto, farei un rapido riepilogo delle premesse, a beneficio dell'onorevole Rosato e degli altri colleghi. Il Governo ha espresso parere favorevole sulle premesse, ad eccezione dei capoversi nn. 10), 14), 15), 21), 22), 23) e 24), sui quali ha effettuato delle riformulazioni, condizionando ad esse il parere favorevole. Passiamo agli impegni.
EDMONDO CIRIELLI, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Il parere è favorevole su tuti gli impegni.
PRESIDENTE. Nessuna riformulazione, quindi. Il parere è favorevole su tutti gli impegni della mozione Rosato ed altri n. 1-00234 (Nuova formulazione).
EDMONDO CIRIELLI, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Per quanto riguarda la mozione Faraone ed altri n. 1-00236, il parere è favorevole sulle premesse, ad eccezione dei capoversi n. 3) e n. 10), su cui c'è una riformulazione, che leggerei. Sul 3) capoverso delle premesse la riformulazione è la seguente: “ad oggi, a distanza di oltre tre mesi dall'inizio del conflitto, il Medio Oriente è ancora una polveriera, in cui si combatte con una serie di provocazioni che hanno determinato una gravissima escalation delle operazioni militari, cui si sono aggiunti scontri al confine con la Siria e scontri e attacchi a navi in transito nel Mar Rosso, rivendicati dai ribelli yemeniti filo-iraniani Houthi, che mettono a rischio, oltre al già precario equilibrio dell'intera area, anche la sicurezza della navigazione e delle popolazioni civili”.
Sul capoverso n. 10) delle premesse la riformulazione è la seguente: “il principio della prospettiva dei “due popoli, due Stati”, così come espresso dall'Unione europea e dagli Stati Uniti, non può prescindere da alcune considerazioni di fondo, a partire dalla natura democratica dello Stato di Israele e dalla comprensione di quanto sia complicato in questo contesto perseguire questo obiettivo trovando il sostegno nell'opinione pubblica israeliana quando Israele lotta per la sopravvivenza, accerchiata da Hamas a Gaza, dagli Hezbollah al confine col Libano, dalle milizie filo-iraniane in Siria e nel Mar Rosso dagli Houthi”.
Per quanto riguarda gli impegni, il parere è favorevole su tutti tranne che sul n. 3) e sul n. 6), su cui il Governo esprime parere favorevole con riformulazione. L'impegno n. 3) viene così riformulato: “a garantire che l'eventuale ripristino dei fondi da destinare all'UNRWA sia valutato sulla base degli esiti dell'inchiesta annunciata dalle Nazioni Unite e che i fondi della cooperazione italiana siano destinati ai territori palestinesi, sulla base di idonee garanzie sul loro utilizzo ai fini umanitari e di sviluppo, attraverso operatori nei territori oggi tragicamente protagonisti del conflitto, nel superiore obiettivo di fornire aiuto e cura alle popolazioni civili e favorire il dialogo”. L'impegno n. 6) viene così riformulato: “ad adoperarsi affinché siano pienamente perseguiti gli autori delle atrocità commesse il 7 ottobre 2023, con particolare riferimento alle violenze a danno delle donne”, questo perché non dappertutto, a livello internazionale, la tipologia di reato specificata in Italia è condivisa ma, con una locuzione di carattere più generico, si abbraccia tutta la gamma delle atrocità commesse.
Sulla mozione Orsini, Calovini, Formentini, Tirelli ed altri n. 1-00238 il Governo esprime parere favorevole.
Per quanto riguarda l'ultima mozione Fratoianni ed altri n. 1-00239 (Ulteriore nuova formulazione), il Governo esprime parere contrario sulle premesse. Per quanto concerne il dispositivo, propone la seguente riformulazione dell'impegno n. 3): “a promuovere, nel quadro di una soluzione complessiva del conflitto israelo-palestinese, ogni iniziativa utile a raggiungere nel minor tempo possibile, nell'ambito del processo di pace, la prospettiva «due popoli, due Stati» internazionalmente riconosciuta”. Qualora sia accettata la riformulazione, il Governo si rimette all'Aula. Sugli impegni nn. 1), 2) e 4) il Governo esprime parere contrario. Il parere è favorevole sull'impegno n. 5), mentre è contrario sugli impegni nn. 6), 7), 8) e 9).
In morte dell'onorevole Nerio Nesi.
PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Nerio Nesi, già membro della Camera dei deputati dalla XIII alla XIV legislatura.
La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.
Si riprende la discussione.
(Dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il deputato Davide Faraone. Ne ha facoltà.
DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Italia Viva ha sempre auspicato un'Europa che avesse una capacità di iniziativa autonoma in ambito internazionale.
Abbiamo apprezzato, proprio per questo, l'iniziativa che è stata portata avanti di destinare 50 miliardi per aiuti alla popolazione ucraina, mentre il Congresso americano è ancora impantanato e bloccato da Trump. Abbiamo sempre auspicato la costruzione di una forza militare europea. Questi sono stati per noi dei princìpi irrinunciabili, ma oggi, rispetto al contesto internazionale, questa nostra impostazione non ci impedisce di comprendere il peso della responsabilità che grava sulle spalle di Biden, non solo degli Stati Uniti d'America, Presidente, ma in particolar modo del suo attuale Presidente, che deve caricarsi di una leadership, oggi più che mai, delle forze occidentali. Lo voglio sottolineare a maggior ragione dopo le parole di Trump, espresse nei confronti di Putin, quasi incitato ad aggredire le forze nazionali che hanno deciso di non pagare la NATO col 2 per cento del PIL, come previsto. Questo rende oggi la figura di Biden e il sostegno a quella figura ancora più trasversale, ancora più italiano, ancora più occidentale; un sostegno ad un Presidente che dovrebbe essere unanime in questo Paese e anche in questo Parlamento. A maggior ragione oggi, dopo quelle parole, è come se i fatti di Capitol Hill non bastassero. Mi piacerebbe sentire in quest'Aula, ad esempio, cosa pensino Conte e Salvini di Trump e di quelle affermazioni.
Proprio perché credo che la figura di Biden oggi sia una figura che l'Occidente debba riconoscere come leader di un processo e di un'identità occidentale, non mi sono piaciute le parole espresse dalla segretaria del PD che, al Corriere della Sera, ha detto di Biden: “Ho visto che si è espresso persino lui dicendo, pur con grande ritardo, che la risposta israeliana è esagerata”. A me sono sembrate esagerate quelle due parole “persino lui”, quasi che Biden fosse Belzebù, e credo che queste espressioni avvicinino troppo pericolosamente l'idea del Partito Democratico a quella di chi, nei confronti di Biden e Trump, usa un atteggiamento equidistante, come il MoVimento 5 Stelle, e questo è stato detto nonostante l'oggettiva moderazione dell'amministrazione americana sul Medio Oriente.
Per fortuna, non possiamo offrire la controprova di cosa sarebbe accaduto se fosse stato Trump il Presidente in questa fase storica, nonostante la priorità data agli ostaggi in mano di Hamas, nonostante Biden abbia intimato a Netanyahu che a Rafah vada garantita la sicurezza dei civili, nonostante l'impegno per i negoziati con tutte le forze arabe per una tregua e per la pace e mantenendo la barra dritta su due popoli e due Stati. Da questo punto di vista, non c'è stato mai un cedimento da parte di questa amministrazione. Come si fa a non mostrare vicinanza a questa leadership senza se e senza ma, Presidente?
E poi credo che l'accusa di genocidio che viene rivolta a Israele sia veramente un'accusa fuori dal mondo. Ho apprezzato le parole di Piero Fassino che ha detto che, semmai, ad essere accusato di genocidio, dovrebbe essere Hamas. E credo che l'accusa di genocidio nei confronti di Israele - un Paese fondato dopo la Shoah di 6 milioni di ebrei - sia fuori dalla storia, ma anche fuori dal presente, Presidente, perché oggi a temere un altro genocidio è sempre il popolo di Israele, per mano di fondamentalisti islamici che sognano di spazzare via un popolo, che sognano di spazzare via dalla mappa geografica lo Stato di Israele.
Sono loro che hanno come obiettivo la distruzione sistematica di una popolazione e di una comunità religiosa. Sono loro che pensano che la storia debba ripetersi e mi dispiace che rispetto a tutto questo, in quest'Aula, non la pensiamo tutti allo stesso modo. L'odio per gli ebrei, tra l'altro, purtroppo si sta diffondendo un po' ovunque e va oltre il Medio Oriente: nelle scuole, nei ristoranti, nelle sinagoghe, che sono colpite in tutta Europa. In Francia è stato stimato che dopo il 7 ottobre c' è stato lo stesso numero di attacchi rispetto a tutto l'anno precedente. Questi sono segnali preoccupanti, Presidente.
E questa storia non finirà con un, seppur necessario, cessate il fuoco o con il rilascio degli ostaggi, lascerà un segno indelebile nel tempo. Pur sapendo tutto quello che sappiamo della guerra di Netanyahu, pur sapendo che è un leader politico pericoloso, non possiamo non renderci conto che in discussione c'è la sopravvivenza di un popolo, di uno Stato, lo Stato di Israele, con tutto quello che Israele rappresenta per le democrazie occidentali. Affinché si torni a parlare credibilmente di due popoli in due Stati bisogna mettere al sicuro il popolo di Israele, non il futuro politico di Netanyahu.
Un popolo e uno Stato che oggi è assediato, Vice Ministro. Lei ha tolto l'Iran nella riformulazione che ci ha presentato alla nostra mozione, ma l'assedio che colpisce Israele, da Hamas a Gaza, dal Libano con gli Hezbollah, le milizie filoiraniane in Siria, nel Mar Rosso con gli Houthi, tutto questo è organizzato, è costruito dall'Iran, e credo che sia un errore quella riformulazione.
Credo anche che sia paradossale che Israele debba difendersi da parte del mondo occidentale proprio in questo contesto che ho descritto, visto che è l'unica democrazia presente in quel luogo del mondo ed è l'unica democrazia che usa i militari per difendere i civili, e non i civili per proteggere i militari. Nei primi 2 mesi del conflitto sono state calcolate 620 manifestazioni pro-Israele, mentre 7.557 sono state contro, tante in Italia. Sicuramente, una parte di esse sono figlie dell'antisemitismo, ma mentiremmo a noi stessi se pensassimo che c'è soltanto quello.
Hamas, nonostante abbia aperto il conflitto, assassinato, mutilato, violentato, sta vincendo la guerra della narrativa globale, sicuramente per le vittime civili che ci sono state a Gaza, provocate dai bombardamenti, però non si capirebbe il motivo per cui anche gli Houthi sono vissuti da certa parte del mondo occidentale come una sorta di popolo romantico, mentre è un popolo che arruola bambini, che vende le donne, che, invece di occuparsi del Paese che governa, usa le risorse per attaccare l'Europa, gli Stati Uniti, Israele.
Ma non è nemmeno soltanto questo, Presidente. La realtà è che il popolo ebraico viene rimproverato per una questione, sostanzialmente, e cioè l'uso della forza. Diventa cattivo, paradossalmente, perché mostra ai suoi nemici che la vita di un ebreo non è senza valore, come venne considerata con l'Olocausto. Noi, con il testo presentato, signor Vice Ministro, chiediamo al Governo di incoraggiare e sostenere le trattative di pace, il cessate il fuoco, l'operatività degli aiuti umanitari a Gaza, la sicurezza della popolazione palestinese, la liberazione degli ostaggi israeliani, la garanzia della sicurezza del popolo israeliano sul proprio territorio; a prendere tutte le iniziative a garantire, in accordo con i partner europei e occidentali, la sicurezza dei traffici nel braccio di mare che va dal Golfo di Aden al Mar Rosso.
Ma, soprattutto, va presa ogni iniziativa che ponga fine al conflitto, che non è solo arabo-israeliano, ma che ha accentuato enormemente la polarizzazione tra noi e il resto del mondo, west contro rest. In passato è stato osannato Scholz per una dichiarazione, mai fatta, di rinvio del raggiungimento del 2 per cento delle spese NATO. Un modello da seguire anche in Italia, è stato detto. Oggi, però, dopo le dichiarazioni del Ministro della Difesa Pistorius, anche il Cancelliere Scholz dice che bisogna abbandonare la produzione manifatturiera per quella, in massa, di armamenti.
Coloro che vogliono la pace devono essere in grado di scoraggiare con successo gli aggressori. Chiudo, Presidente: anche noi così pensiamo che si debba costruire un percorso di convivenza mondiale e di sopravvivenza della democrazia. Ovviamente sappiamo che la soluzione non è alle porte, ma dobbiamo lavorare con l'Europa, gli Stati Uniti e la comunità internazionale per un'Autorità palestinese credibile e un Governo israeliano che non pensi di prendere l'intero controllo della Palestina come unica garanzia della propria sicurezza.
Se non ci arriveranno da soli, servirà un'azione imposta, in accordo con i Paesi del Golfo. Su questo abbiamo costruito la nostra mozione e su questo crediamo che il nostro Paese debba costruire il suo impegno (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Prima di andare avanti, ha chiesto di parlare l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente, per la cortesia. Volevo solo informare l'Aula di una triste notizia, e cioè la scomparsa del già collega Ugo Intini, parlamentare per quattro legislature; è stato anche, peraltro, Vice Ministro e Sottosegretario agli esteri. Credo che quest'Aula avrà l'occasione di ricordarlo e commemorarlo come gli spetta. Solo per rappresentare, credo a nome anche di tanti colleghi, di tutti i colleghi, le condoglianze alla moglie Carla e al figlio Carlo da parte di tutti noi (Applausi).
PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Rosato. Ovviamente la Presidenza si associa a quanto lei ha appena detto.
Si riprende la discussione.
(Ripresa dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cesa. Ne ha facoltà.
LORENZO CESA (NM(N-C-U-I)-M). Signor Presidente, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, questa mozione di maggioranza è un atto politico a difesa della libertà, della democrazia e della pace. Il 7 ottobre scorso la barbara e criminale aggressione di Hamas, un'organizzazione terroristica, contro cittadini israeliani inermi segna uno spartiacque tra chi crede e difende la democrazia e la pace e chi, invece, commette con la violenza atti contro l'umanità. Credetemi, ho avuto la possibilità e la responsabilità di vedere le immagini di queste barbarie.
Vi assicuro, care colleghe e cari colleghi, che non ci sono aggettivi che possano qualificare quelle violenze, le cui vittime non sono soldati, ma bambine, bambini, donne, giovani e anziani. L'efferatezza di queste violenze mai avremmo potuto immaginarla. Le conseguenze di ciò sul piano non solo militare, ma soprattutto umanitario, sono state e continuano ad essere drammatiche. E, mentre noi discutiamo oggi in quest'Aula, al Cairo è in corso un incontro, e l'auspicio, penso di tutti noi, è quello che si trovi una via per arrivare ad una tregua che poi ristabilisca un po' di pace in quell'area.
Quindi è nostro dovere essere al fianco della popolazione israeliana, che ha subito un attacco missilistico di oltre 5.000 razzi, incursioni terrestri che hanno provocato 1.200 morti, tra civili e militari, e 250 persone, sia israeliane che straniere, prese in ostaggio, di cui 135 ancora in mano ad Hamas. In questa situazione drammatica, fin dall'inizio il Governo italiano ha assunto una posizione chiara in difesa del popolo israeliano, e nello stesso tempo si è adoperato immediatamente per limitare il più possibile che ci fossero ulteriori vittime civili, cogliendo tutti i possibili spiragli di dialogo al fine di ridurre la violenza e intervenire anche sul fronte umanitario.
Questo attraverso un'azione svolta in prima persona dalla Presidente del Consiglio Meloni, dal Ministro degli Affari esteri, da altri esponenti del nostro Governo, da molti di noi che partecipano in consessi, per quanto mi riguarda nell'Assemblea parlamentare NATO, quando si incontrano le delegazioni degli altri Paesi. È stato questo, quindi, il nostro impegno, proseguito nel corso dei mesi e condiviso con l'Europa e con numerosi Stati della comunità internazionale. Ora, se si vuole fare un passo in avanti su questo fronte, dobbiamo chiedere e chiediamo con forza la liberazione degli ostaggi, ascoltando sempre di più le parole che il Santo Padre ci rivolge insistentemente ogni giorno.
Chiediamo che si ponga fine a questa spirale di violenza, chiediamo la liberazione degli ostaggi e che vengano sostenuti tutti coloro che sono vittime di Hamas, non solo gli israeliani, ma anche i civili palestinesi che pagano o stanno pagando un caro prezzo - pensiamo soprattutto alla popolazione civile, come dicevo, della Striscia di Gaza, che indirettamente soffre gli attacchi brutali di Hamas.
E condanniamo anche le reazioni di antisemitismo e antigiudaismo manifestate in giro per il mondo e anche nel nostro Paese in questi ultimi tempi. Ricordo a tutti noi che lo Stato di Israele è l'unico Stato al mondo ad avere oltre il 20 per cento della propria popolazione di religione musulmana e chi conosce bene la realtà di Gerusalemme e di Israele sa che tra ebrei, musulmani e cristiani vi è una coesistenza pacifica e il riconoscimento per tutti da parte dello Stato degli stessi diritti. Questo a testimonianza che il popolo di Israele è un popolo che ama la pace e ama la democrazia.
Cari colleghi e care colleghe, negli ultimi anni assistiamo ormai continuamente alle scosse di assestamento di un mondo che cambia in continuazione. Di questo fenomeno dobbiamo essere consapevoli, senza rassegnarci al fatto che è difficile tenere il punto mentre, di anno in anno, vediamo le reazioni internazionali complicarsi sull'onda di nuovi conflitti e tensioni. Come detto dal Santo Padre lo scorso 2 febbraio, cito le parole del Papa: «Stiamo vivendo un momento di travaglio doloroso. Guerre e divisioni stanno aumentando in tutto il mondo. Siamo davvero in una sorta di “guerra mondiale a pezzi”, con gravi conseguenze per la vita di molte popolazioni. Anche la Terra Santa, purtroppo, non è stata risparmiata da questo dolore e dal 7 ottobre è precipitata in una spirale di violenza senza precedenti».
Questa spirale di violenza generata da Hamas, con l'obiettivo di coinvolgere tutti i Paesi del mondo musulmano, si sta espandendo anche in altre parti del Medio Oriente, incendiando altre aree geopolitiche, a partire dal Mar Rosso, dove gli Houthi, ribelli dello Yemen, con il sostegno dell'intelligence iraniana, attaccano le navi mercantili, mettendo a rischio il transito delle stesse, danneggiando i relativi traffici commerciali e penalizzando anche i nostri stessi porti, i nostri stessi interessi. Il 40 per cento del traffico marittimo che arriva nel nostro Paese passa attraverso quei mari, e non possiamo stare a guardare. Il nostro impegno non può che essere, in questo caso, una risposta ferma e decisa contro chi utilizza la violenza e le armi rispetto a delle controversie internazionali.
Ma, allo stesso tempo, il Governo italiano, in ogni sede internazionale, è impegnato nell'incoraggiare il dialogo tra le parti, consapevole che la conditio sine qua non sia la liberazione di tutti gli ostaggi, per un'efficace negoziato per il cessate il fuoco. Riconosciamo alle Nazioni Unite il lavoro che sta facendo, ma, purtroppo, dobbiamo dire che è molto, molto debole e, peraltro, dobbiamo chiedere, abbiamo il dovere di chiedere al Segretario generale dell'ONU, a Guterres, di darci delle spiegazioni molto approfondite su cosa fa e cosa ha fatto l'Agenzia dell'ONU che si occupa dei rifugiati palestinesi a Gaza, l'UNRWA. Siamo basiti, ma non del tutto, caro Presidente, per il fiancheggiamento di questa Agenzia delle Nazioni Unite ad Hamas. Infatti, voglio ricordare che noi dell'UdC, nell'aprile del 2021, abbiamo presentato al Senato un'interrogazione sulle pubblicazioni finanziate da questo organismo, da questa organizzazione dell'ONU - da me viste -, distribuite ai cittadini di Gaza, che incitavano, nel 2021, all'odio contro lo Stato di Israele.
Detto questo, come Italia e come Unione europea, non abbiamo esitato a condannare l'aggressione del 7 ottobre e stiamo sostenendo in maniera convinta l'iniziativa in materia umanitaria nei confronti delle popolazioni di Gaza. È difficile pensare al dopo, ma è necessario farlo, dobbiamo farlo pensando alla pace e impegnandoci per la pace. L'ipotesi di due Stati e due popoli è certamente quella più auspicabile, ma non possiamo fingere che il percorso individuato negli anni passati si è gravemente interrotto. La restituzione di Gaza alle autorità palestinese, avvenuta nel 2005 con l'uscita degli ultimi soldati israeliani da questi territori, è stato un primo passo, ma la violenza del 7 ottobre ha fatto precipitare ogni speranza. Penso che sia impossibile un dialogo con chi prevede nell'atto costitutivo, nella sua costituzione, l'eliminazione dello Stato di Israele.
Al contrario, i Paesi confinanti e non con Israele che hanno riconosciuto il diritto di Israele ad esistere hanno siglato accordi di pace e anche di relazione diplomatica: penso all'Egitto, alla Giordania e, recentemente, al dialogo costruttivo, purtroppo interrotto, con alcuni Paesi del Golfo Persico, come l'Arabia Saudita, il Bahrein, gli Emirati Arabi, in cui si stavano compiendo grandi passi in avanti nelle relazioni diplomatiche e speriamo che riprendano presto. La pace, pertanto, è possibile, ma ad una condizione imprescindibile: il riconoscimento dello Stato di Israele.
Concludo dicendo, signor Presidente, che una fase cruciale per l'Italia è la Presidenza per tutto il 2024 del G7, in cui l'obiettivo primario del nostro Paese, che è stato inserito nelle questioni da affrontare, sarà di fornire risposte coese e formulare una strategia comune per la riduzione del conflitto. Certamente, il Governo italiano indirizzerà i propri sforzi nella direzione di costruire proposte che abbiano al centro il dialogo, che abbiano al centro la pace, che abbiano al centro la difesa della libertà e della democrazia. Per questi motivi, esprimo il nostro voto a favore della mozione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).
PRESIDENTE. Saluto gli studenti, le studentesse e i docenti del Liceo scientifico internazionale di Lucca, che sono oggi alla Camera dei deputati per la loro giornata di formazione e che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Benvenuti.
Avverto che, per un mero errore materiale, al 6° capoverso della parte dispositiva della mozione Fratoianni ed altri n. 1-000239 (Ulteriore nuova formulazione), le parole “e lo svolgimento di indagini” devono correttamente leggersi “per lo svolgimento di indagini”.
Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo per un'ulteriore precisazione che riguarda la mozione a prima firma Francesco Silvestri. Prego, onorevole Cirielli.
EDMONDO CIRIELLI, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Ho dato un errore di indicazione sulla mozione Francesco Silvestri ed altri n. 1-00222 (Nuova formulazione): sull'impegno n. 4) ho espresso parere favorevole, ma il parere è contrario.
PRESIDENTE. Parere contrario secco, senza riformulazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà, per 10 minuti.
NICOLA FRATOIANNI (AVS). Grazie, signor Presidente. Colleghe e colleghi, oggi è il 13 di febbraio: sono passati 127 giorni, 4 mesi e 7 giorni da quel 7 ottobre, dall'attacco terroristico, dal terribile attacco terroristico di Hamas contro le popolazioni civili israeliane. Allora, nelle ore successive, nei giorni successivi, questo Parlamento, in modo unitario, condannò senza appello quell'attacco. E noi lo condannammo in modo netto, senza alcuna ambiguità. Ci tenemmo allora - e nei giorni seguenti abbiamo ripetuto, perfino in modo pedante, questo aspetto - a chiarire che la nostra condanna non terminava con un “ma” né con un “però”. Non era una scelta legata solo all'amore per la lingua, era una scelta di sostanza: non aggiungere un “ma” o un “però” a quella condanna significava dire in modo molto chiaro che, quando si colpiscono i civili, gli innocenti, quando si violentano e uccidono le donne, quando si uccidono i bambini e le bambine, coloro che non si possono difendere, non c'è nulla che possa non solo giustificare, ma neanche motivare quello che accade. Non c'è nulla - lo dicemmo e lo ripetiamo qui in modo chiaro -, non ci sono decenni e decenni di occupazione illegale, violenze, soprusi e umiliazioni, nulla. Nulla può neanche lontanamente costruire un nesso causale tra ciò che si è subito nella propria storia, sulla propria pelle, e ciò che si è prodotto con quella violenza orribile (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
È per questo, signor Presidente, che, oggi, la nostra condanna è davanti ai crimini di guerra che, ora dopo ora, si tramutano in strage, carneficina di un popolo innocente, di vittime colpevoli solo di essere palestinesi e di Gaza, migliaia di bambini, di bambine, di donne altrettanto innocenti, rispetto alla cui sofferenza non può essere costruito un “ma” né un “però”.
Non ci sono né un “ma” né un “però” che possano, non solo giustificare, ma motivare la sofferenza, il dolore, la tragedia, l'inferno che da oltre 4 mesi si rovescia sui palestinesi e sulle palestinesi di Gaza. Signor Presidente, colleghe e colleghi, dovremmo partire da qui per costruire un'analisi condivisa e lo dico, per suo tramite, all'onorevole Faraone che diceva: mi spiace che non siamo tutti d'accordo su questo o su quello. Per essere d'accordo occorre innanzitutto definire elementi di lettura che consentano un'interpretazione comune e anche la costruzione di una proposta politica che, oggi, dentro questa tragedia, non può che partire da una presa d'atto: tutti e tutte, i Governi, le Cancellerie e le forze politiche hanno detto, dopo il 7 ottobre, che, certo, Israele ha diritto alla difesa e a fare di tutto perché gli ostaggi tornino sicuri, sani e salvi tra le loro famiglie ma deve farlo nel rispetto del diritto internazionale umanitario. Quante volte abbiamo sentito ripetere questo appello in questo Parlamento, in ogni discussione parlamentare, dai banchi del Governo, della maggioranza, delle forze di opposizione? Possiamo oggi riconoscere in quest'Aula, tutti e tutte insieme, che quel diritto internazionale umanitario non è stato soltanto violato ma è stato travolto, è stato fatto a pezzi e ora dopo ora viene calpestato dalla violenza cieca di un esercito, quello israeliano, che scarica su civili inermi una violenza inaudita e inaccettabile?
In queste ore, in questi giorni, Benjamin Netanyahu, il principale ostacolo alla costruzione di una prospettiva di pace in Palestina, in Israele e nell'area del Medio Oriente, il principale incendiario della stabilità mediorientale, ha annunciato l'offensiva su Rafah, l'offensiva finale. Il Governo ha dato parere contrario, tra i molti, a uno dei nostri impegni con cui si chiedeva non qualcosa che sta sulla luna ma di adoperarsi in ogni modo perché sia impedita ed evitata l'offensiva su Rafah. A Rafah ci sono, secondo le stime, circa 1.600.000 o 1.700.000 persone, civili inermi che sono lì, chiusi in una trappola per topi, non hanno via di uscita. Li hanno fatti spostare dal Nord al Centro, dal Centro al Nord, dal Nord al Sud, sono arrivati lì e non possono andare da nessuna parte. L'Egitto chiude il varco. È questo il momento di dire che non è tollerabile che non sia data alcuna via di fuga a chi cerca di fuggire da quella macelleria (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). L'Egitto chiude il varco con i carri armati e Israele schiaccia, con i carri armati, le bombe e i missili, quella popolazione nella disperazione di un inferno senza uscita. Che cosa dobbiamo aspettare ancora perché ci sia un salto di qualità nell'iniziativa politica e diplomatica? Perché si verifichi, per esempio, se il Trattato di associazione tra Israele e l'Unione europea è pienamente rispettato, un Trattato che è regolato da norme precise e che all'articolo 2, per esempio, impone la sospensione o la valutazione di una sospensione in caso di chiara violazione dei diritti umani? Che cosa dobbiamo aspettare per dire che lì i diritti umani fondamentali sono violati? Bombe, carri armati, acqua tagliata, non ci sono aiuti, vengono impediti gli aiuti necessari alla sopravvivenza di milioni di persone. Che cosa dobbiamo aspettare ancora?
Invece, c'è una grande capacità di iniziativa, una grande mobilitazione. Si mobilitano autorevoli esponenti della maggioranza politica che governa questo Paese, autorevoli esponenti delle istituzioni per chiedere che l'amministratore delegato della Rai corra a scrivere un comunicato in grado di prendere le distanze - pensate un po' da che cosa, da quale pericolo - dalle parole di un cantante che ha osato dire dal palco di Sanremo: stop al genocidio (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Non sono io a dover stabilire se quel terribile reato è stato commesso o rischia di esserlo, c'è per questo un organismo internazionale, a cui tutti e tutte dovremmo portare più rispetto, cioè la Corte penale internazionale che, con più di una risoluzione votata a stragrande maggioranza dei giudici che la compongono - 16 a 1, 15 a 2 - ha stabilito che esistono elementi concreti che fanno sì che quel giudizio, quell'inchiesta, debba andare avanti.
Noi ci limitiamo a dire questo: si sostenga il lavoro indipendente, in una corte indipendente, perché si accerti ciò che succeda, ma oggi - è questo che ci interessa - si lavori con ogni forza, con ogni strumento, col massimo della spinta possibile perché si fermi questa immane tragedia. Sono 28.000, 27.000, 30.000, fate voi, le vittime di questa offensiva, di questa risposta di Israele all'attacco del 7 ottobre e sono forse 8.000 o 10.000 i minori, i bambini morti. Ogni pochi minuti c'è un bambino che è costretto ad essere operato senza anestesia, perché non ci sono più le medicine. In questo momento, nella striscia di Gaza la speranza è semplicemente scomparsa, è stata frantumata dall'assenza di una prospettiva che dica che intanto ci sia un cessate il fuoco. Il nostro Paese, alle Nazioni Unite, non ha votato quando doveva farlo perché questo cessate il fuoco si producesse. Il nostro Paese ripete - mentre non costruisce alcun atto concreto che vada in quella direzione - che bisogna lavorare per l'unica prospettiva possibile, l'unica capace di garantire pace in Medio Oriente: due Stati per due popoli.
Allora, mi rivolgo per suo tramite al Governo, che anche oggi ha dato parere contrario, con riformulazioni su questo punto francamente deludenti: quale passo è stato fatto perché si arrivi a quella prospettiva? Riconoscete lo Stato palestinese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Volete costruire la prospettiva dei due Stati per due popoli? Riconoscete lo Stato palestinese! Non ci possono essere due Stati per due popoli, senza che uno di quei due Stati sia riconosciuto come tale. È ora di porre fine a questa vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Un po' di coraggio, vivaddio.
Gli Stati Uniti hanno usato parole più nette e non sono certo tacciabili di essere nemici di Israele. Un po' di coraggio. Invece di prendersela con Ghali, prendiamocela tutti con la violenza, con la guerra, con la morte, con la distruzione. Lavori, questo Paese, per dare dignità alla prospettiva di pace che indica come unica possibile. Allora, riconosca lo Stato palestinese, restituisca i fondi all'Agenzia delle Nazioni Unite per i profughi, che mantiene in vita, letteralmente, milioni di persone, invece di essere, qui sì, sempre di più, parte responsabile dei crimini che si stanno producendo in quella terra (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO (AZ-PER-RE). La ringrazio, Presidente. Israele e il suo popolo sono vittime di quanto è accaduto e sta accadendo in Palestina e hanno diritto alla loro difesa. Lo abbiamo detto all'indomani di quel terribile 7 ottobre: difendersi è un diritto, così come lo è reagire per cercare i terroristi che hanno compiuto quell'atto e che continuano a minacciare la vita degli israeliani, anche tenendo in ostaggio, ancora, decine di cittadini inermi. Ma non distinguere le vittime civili dai terroristi è un errore grave che sta commettendo il Governo di Israele. Non sono danni collaterali tollerabili, non è tollerabile l'utilizzo dei civili, come sta facendo Hamas, come scudi umani, ma non è tollerabile nemmeno che da parte di un Paese democratico, di un Governo democratico, non ci sia un'attenzione spasmodica per evitare qualsiasi spargimento di sangue di vittime innocenti.
Non è in discussione il nostro sostegno a Israele, non sarà mai in discussione, ma questo non ci esime dal criticare aspramente l'atteggiamento, il modo di approcciarsi anche su questo tema che il Governo Netanyahu ha messo in campo. La risposta forte e legittima da parte di Israele è stata supportata da tutti i Paesi occidentali. Oggi, siamo tutti in difficoltà nel vedere quelle immagini e nel non comprendere, non capire come anche in Israele non ci si renda conto che ci si fa del male così.
Si usi l'Unione europea, si usino anche le parole molto forti e nette che il Presidente Biden ha detto, si usino tutti gli strumenti che sono a disposizione, ma, accanto all'immediata liberazione degli ostaggi, bisogna chiedere anche che cessi lo spargimento di sangue dei civili. Noi pensiamo che l'iniziativa che anche il nostro Governo ha assunto in questa direzione sia un'iniziativa condivisibile.
È evidente che la politica estera non è una disposizione che si può dare agli altri Paesi, è evidente che non potremo noi decidere quando lì si finirà di sparare, ma è anche vero che la pressione internazionale che dobbiamo mettere in campo è un elemento di grande forza e noi la dobbiamo utilizzare fino in fondo.
Dobbiamo anche dire con chiarezza che questa crisi è figlia di una soluzione che ancora non c'è e l'unica soluzione che possiamo vedere è quella per cui, accanto a uno Stato di Israele, che sia sicuro e che abbia le garanzie internazionali per la sua sicurezza, ci sia anche uno Stato palestinese. Non ci può essere pace fin quando questo principio non sarà attuato fino in fondo.
I terroristi avevano degli obiettivi, evidentemente obiettivi di sangue, e l'obiettivo di seminare terrore, ma anche obiettivi politici come quelli di far fallire il percorso avviato con gli Accordi di Abramo; e, dunque, se quell'area del nostro mondo e del nostro Mediterraneo, in particolare, è sempre stata una grande polveriera mondiale, forse la più grande, oggi lo è diventata ancora di più.
Non possiamo non essere preoccupati per quello che vediamo. La situazione in Libano, dove peraltro ci sono i nostri militari a garantire la sicurezza su quel confine, è sempre più complicata, sia per la presenza di Hezbollah sia per la presenza di milioni di profughi che in quel Paese sono presenti, così come anche in Giordania, il Paese che prova a contribuire a un tentativo di pace e di stabilizzazione di quell'area, che deve gestire milioni di profughi. Allo stesso modo, diventa sempre più preoccupante la situazione dell'Iran.
Peraltro, colgo l'occasione per dire al Vice Ministro che naturalmente noi accetteremo tutte le riformulazioni, anche se su un punto preciso chiederei di fare una riflessione, non per rivedere la riformulazione ma per analizzare quanto sta succedendo. Pensare che non ci sia la mano diretta dell'Iran rispetto a quello che sta succedendo in Yemen e pensare che siano solo milizie filoiraniane mi sembra un bell'auspicio, ma purtroppo non è così. Sono milizie che hanno a disposizione missili con gittata di migliaia di chilometri, con armamenti molto potenti, che prima combattevano contro l'Arabia Saudita e che adesso hanno deciso di cambiare obiettivo e combattono contro l'Occidente. È evidente che l'Iran utilizza in maniera politica e militare quelle milizie per destabilizzare; per destabilizzare, peraltro, un'area centrale e di grande interesse per noi, il Mar Rosso e il Golfo di Aden, dove passano i nostri traffici. I nostri porti subiscono pesantemente il calo dei traffici dovuto al fatto che sono cambiate le rotte. La circumnavigazione dell'Africa è un aggravio dei costi, ma è anche un pericolo per il nostro sistema portuale. Su quell'area sosteniamo la missione - il Ministro Crosetto ha reso un'informativa assolutamente puntuale in sede di Commissione, Ministro Crosetto a cui, peraltro, facciamo i nostri migliori auguri per la sua pronta guarigione (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE) -, però io penso che su questo dobbiamo avere le idee chiare, perché non ci può essere una lettura di quello che sta accadendo lì senza avere la consapevolezza che c'è un Paese che sta animando questa situazione e questo Paese è l'Iran.
Queste mozioni sono servite anche a tutti i gruppi parlamentari per dire alcune cose - anche noi le vogliamo ribadire - che riguardano lo sforzo che vogliamo sostenere da parte di questo Governo, perché se c'è un punto su cui si sta lavorando, che noi riteniamo in sinergia e in continuità con quanto ha fatto l'Esecutivo Draghi, è proprio la politica estera. Abbiamo bisogno di più politica estera da parte dell'Unione europea, abbiamo bisogno di più politica della difesa, anzi di una politica della difesa da parte dell'Unione europea; abbiamo bisogno che questo sia il primo punto dell'agenda che sta sui tavoli dell'Unione europea, portato anche da parte dell'Italia.
Approfittiamo anche della Presidenza del G7, che non ha una correlazione diretta, ma dà autorevolezza alle parole della Presidente Meloni anche su questo, per dire con forza che noi, in questa fase così delicata del nostro pianeta, per i prossimi anni che abbiamo davanti, che saranno anni sempre più complicati dai conflitti, abbiamo bisogno che l'Unione europea abbia una sola voce e una sola politica di difesa. Se non facciamo questo perderemo una straordinaria occasione, perché le voci dissonanti che abbiamo spesso sentito anche sulla situazione in Medio Oriente da parte dei Paesi europei aiutano a essere assolutamente insignificanti.
Le parole di Trump, pronunciate anche solo poche ore fa, dovrebbero indurci a essere più prudenti, più audaci nelle scelte e a pensare di meno che le cose andranno avanti anche se non ci sarà un impegno da parte nostra. Quindi, penso che questo sia un dossier di importanza decisiva per il Governo.
Poi, l'ultima cosa. Il grande assente sono le Nazioni Unite. C'è un grande assente in tutto questo che sono le Nazioni Unite e non solo perché non riescono - lo dico senza colpevolizzare nessuno - neanche a controllare quello che succede con riferimento alle loro agenzie, quando sono collocate in un'area difficile come quella di Gaza o del Medio Oriente, ma perché non riescono più a intervenire nelle situazioni di crisi e di conflitto. Bisogna fare una riforma delle Nazioni Unite. Questo deve essere uno dei punti che, insieme agli altri partner dell'Unione europea, dobbiamo portare in sede internazionale.
Penso che ci sia la piena consapevolezza che senza un ruolo di ricucitura degli strappi da parte delle Nazioni Unite, unico organismo che mette insieme tutti i Paesi del globo, noi non potremo avere uno strumento con cui portare pace in situazioni come quella che stiamo vivendo (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Nevi. Ne ha facoltà.
RAFFAELE NEVI (FI-PPE). Grazie, signor Presidente. Signor rappresentante del Governo, era l'alba del 7 ottobre 2023 quando sirene antiaeree risuonavano a Gerusalemme e Hamas lanciava l'operazione “Alluvione al-Aqsa”. Oltre 5.000 razzi lanciati verso Israele in 20 minuti e centinaia e centinaia di terroristi che hanno attaccato kibbutz e villaggi di confine, seminando terrore e morte, uccidendo, massacrando, torturando, sequestrando e stuprando civili inermi, tra cui anche bambini. Il bilancio finale è stato di circa 1.200 morti, tra civili israeliani e militari, e di circa 250 ostaggi, portati prigionieri in nascondigli entro la Striscia di Gaza. Una vera e propria mattanza, per cui le parole e le condanne che risuonano sono ancora troppo poche.
A 4 mesi da quel giorno reiteriamo con la massima forza la condanna dell'attacco terroristico di Hamas (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE) e confermiamo la nostra totale e incondizionata solidarietà allo Stato di Israele, al suo popolo aggredito con una violenza inaudita e selvaggia e ci stringiamo attorno alle famiglie degli ostaggi. Noi supportiamo il pieno diritto di Israele di difendersi, certamente sempre nel rispetto del diritto internazionale.
Nelle mani del gruppo terrorista, di cui il Parlamento europeo, nella risoluzione approvata il 18 gennaio, ha chiesto lo smantellamento e per il quale l'Associazione “Setteottobre” ha chiesto che venga perseguito per crimini contro l'umanità dalla Corte penale internazionale, ci sono ancora oltre 100 ostaggi israeliani, di cui, purtroppo, nessuno sa quanti siano ancora in vita. Chiediamo con forza, anche in questa occasione, che vengano liberati senza condizioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ma non sono gli unici ostaggi, perché Hamas, nel suo disegno terroristico, tiene in sua balìa e usa senza ritegno, anche le vite degli oltre 2 milioni di civili palestinesi innocenti, che vivono, anzi, direi meglio, sopravvivono nella Striscia di Gaza. Nessuna parola può contenere lo sgomento che proviamo per il drammatico costo di vite umane. Alla popolazione di Gaza la comunità internazionale deve ogni sforzo, politico e operativo, per garantire protezione e tutti gli aiuti, l'assistenza umanitaria, le cure che sono necessarie. Quello di Hamas è un gioco il cui cinismo è lampante. Sembra che stia dicendo al Governo israeliano: se vuoi sconfiggermi, devi uccidere anche chi, contro la propria volontà, mi protegge e così facendo l'effetto sarà che ti alienerai le ultime simpatie internazionali suscitate dalle atrocità del 7 ottobre e rimarrai totalmente isolato.
Ecco, colleghi, abbiamo il dovere di ricordare chi, con il suo odio e sete di sangue, con la sua pulsione a distruggere un popolo usandone un altro, senza alcuna pietà, ha dato il via a queste violenze, magari sperando di trovare Israele impreparato e diviso, anche a causa della dura contrapposizione politica che ha caratterizzato gli ultimi mesi della sua democrazia, l'unica democrazia in tutto il Medio Oriente, giova ricordarlo sempre (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
Noi di Forza Italia abbiamo sempre difeso lo Stato ebraico, seguendo la visione di un grande leader europeo, Silvio Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Fiamma Nirenstein lo ha recentemente ricordato dicendo frasi importanti. Berlusconi fu capace di stabilire, con precisione, l'indispensabilità dello Stato ebraico, la sua speranza che entrasse un giorno a far parte dell'Unione Europea, speranza - lo voglio ricordare - su cui anche Marco Pannella insistette fino alla fine. Espresse la sua ammirazione e disse Berlusconi: noi liberali vi ringraziamo per il fatto stesso di esistere. Lo disse rivolgendosi alla Knesset nel 2010 e chiamandoli fratelli maggiori (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Israele, colpito al cuore, si è ricompattato e ha reagito a quello che è stato il peggior massacro di civili della sua storia. Se non avesse risposto, avrebbe avallato l'uso di una violenza indicibile di matrice terroristica, come strumento politico contro uno Stato democratico. Se qui non si capisce o non si vuol capire che Israele, nel reagire allo scempio del 7 ottobre, ha fatto esattamente questo, cioè difendere una democrazia dalla furia terroristica, si commette uno stratosferico errore di cecità politica, pericoloso perché contiene il seme di una possibilità che non vogliamo assolutamente concedere ai terroristi e cioè quello di spegnere le democrazie con l'uso della violenza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), loro che tutto hanno da perdere dall'affermazione della democrazia nel Medio Oriente. È bene ricordarlo. Dopo aver vinto le elezioni a Gaza nel 2006, Hamas ha in breve mostrato il suo vero volto, cioè quello del terrore, dell'intolleranza di chi non accetta il dissenso, di chi fonda le proprie politiche solo sulla minaccia di un nemico esterno da annientare. Hamas, nel suo statuto fondativo, mirava alla conquista dell'intera Palestina, dal fiume al mare, e la distruzione di Israele. È vero che nel 2017 l'atto è stato modificato e che sono stati accettati i confini del 1967 come base per uno Stato palestinese, ma è altrettanto vero che non ha mai riconosciuto la legittimità di Israele e ha costantemente perseguito la via della lotta armata. Hamas non cerca la pace, vuole sopravvivere per combattere ancora il nemico. Emblematiche, a questo riguardo, le recenti parole del loro portavoce che, non solo ha glorificato l'operazione del 7 ottobre, ma si è anche vantato che il suo gruppo sarebbe in grado di fare molto di peggio. Per questo, l'azione internazionale è urgente e deve essere concentrata a creare quelle minime condizioni di partenza su cui poter intavolare dei seri colloqui di pace.
Il Governo italiano sta partecipando attivamente a sostenere le iniziative dell'Unione europea, dei partner e degli alleati internazionali volti a evitare l'escalation militare e l'allargamento del conflitto e a promuovere ogni sforzo volto a trovare una soluzione politica che riavvii un processo di pace che sia credibile, fondato sulla coesistenza di due Stati sovrani e democratici, che vivano in pace e in sicurezza e che si riconoscano reciprocamente. Non è impossibile, dobbiamo crederci, dobbiamo perseguire questa strada con tutte le forze e le intelligenze a disposizione. Lo dobbiamo ai morti israeliani e anche ai morti palestinesi. La soluzione “due popoli e due Stati” è l'unica percorribile e il Ministro Tajani, anche recentemente nel suo viaggio in Medio Oriente, lo ha ribadito a tutti i suoi interlocutori, sia a Tel Aviv, che a Ramallah. Vi è l'urgenza di ripristinare al più presto un orizzonte politico verso tale soluzione per il raggiungimento della quale sarà importante il ruolo che potrà svolgere l'Autorità nazionale palestinese. Accanto all'impegno politico-diplomatico, il Governo italiano è impegnato sul fronte umanitario, in particolare nell'assistenza ai civili palestinesi e nel garantire l'invio di aiuti alla popolazione di Gaza. Il nostro Governo ha costantemente sollecitato il Governo di Tel Aviv da adottare tutte le misure necessarie volte a ridurre al minimo il numero delle vittime civili a Gaza. Siamo in prima linea nell'assistenza umanitaria alla popolazione civile nella Striscia, dove la situazione purtroppo si fa sempre più pressante. Fin dai primi giorni, la nave militare Vulcano, attrezzata con capacità chirurgica e sanitaria, è stata impiegata al fine di prestare assistenza ai civili feriti. È stata messa in campo un'ampia operazione che ha consentito di trasferire un centinaio di minori palestinesi feriti negli ospedali italiani. Inoltre, si sta lavorando alla costruzione di un ospedale da campo, che dovrebbe sorgere sul lato egiziano, al confine di Rafah. È fondamentale che si continui a operare a livello internazionale affinché venga assicurata la costante e continua fornitura di aiuti umanitari alla popolazione della Striscia di Gaza, impedendo però che giungano finanziamenti a supporto, anche indiretto, dell'attività di organizzazioni terroristiche.
L'Italia, insieme a Francia e Germania, ha proposto all'Unione europea una missione navale di natura difensiva, anche per quanto riguarda la vicenda del Mar Rosso a protezione del traffico marittimo e per garantire la libertà e la sicurezza della navigazione. Una missione che abbiamo fortemente voluto e di cui avremo anche il comando tattico.
Signor Presidente, avviandomi alla conclusione, la situazione è innegabilmente di grande tensione, ma il nostro Paese continuerà a compiere ogni sforzo diplomatico per trovare una soluzione politica del conflitto e contribuire alla de-escalation regionale. Per tale ragione, annuncio il voto favorevole del gruppo di Forza Italia alla mozione della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie Presidente. Noi vorremmo che ci fosse in quest'Aula e anche nel dibattito un po' di onestà intellettuale, perché anche solamente che si debba premettere, ogni volta che si parla di questo argomento, la condanna a un attacco così violento, feroce e disumano, come quello di Hamas del 7 ottobre, io credo sia un'offesa a tutta l'Aula parlamentare. Penso non ci possa essere qua dentro nessuno che in nessun modo possa anche solo lontanamente giustificare quello che è accaduto il 7 ottobre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Perciò, sgomberiamo il campo per favore da queste illazioni, perché qui non si tratterebbe di divisioni politiche: qui si tratterebbe davvero di disumanità e di criminalità, andare a giustificare una roba del genere. Però, non possiamo dire che la storia inizia il 7 di ottobre, questo è il punto.
Quando si parla di politica internazionale - che si parli di Ucraina o di Medio Oriente o di tutte le vicende che ci sono nel mondo -, in questo Paese, si fa cominciare la storia un po' quando ci interessa e quando ci fa comodo. Infatti, io non ho sentito nessuno dire che chi non voleva due popoli e due Stati in Israele e in Palestina era sia Hamas, ma anche Netanyahu e quello che rappresenta Netanyahu (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Sono loro che non vogliono due popoli e due Stati e da tantissime inchieste giornalistiche e dai parenti delle vittime israeliane sta emergendo la rabbia nei confronti di quanto negli anni Netanyahu abbia assecondato, tollerato, facendo passare finanziamenti verso Hamas da parte del Qatar. Questa è la realtà. E ipotizzare che l'unica risposta possibile all'attacco del 7 ottobre di Hamas fosse questa carneficina a Gaza non è solo una... scusi, Presidente…
PRESIDENTE. Scusi lei. Colleghi di Fratelli d'Italia, ora basta però. Onorevole Comba, per favore basta! E due, e tre, quattro volte, però… Prego.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Per una volta che non parliamo del maestro di cucina, della giornata dell'agricoltura, ma parliamo di cose serie e di cose vere, sentiamo questo comportamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)…
PRESIDENTE. Onorevole Ricciardi, lei vada avanti.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Allora, rispetto ad Hamas, l'unica risposta era quella? O, forse, potevano esserci tanti modi di rispondere che non con una carneficina. Infatti, vedete, chi sta ottenendo l'effetto sperato - e questo non si dice mai - è proprio Hamas. Perché se in quella terra pensiamo che non stiamo andando a crescere e a coltivare odio nei confronti di Israele e di tutto l'Occidente, non sappiamo minimamente cosa possa accadere. Ma se ti distruggono la casa, ti distruggono la famiglia, vuoi voler bene a Israele, vuoi che Israele rimanga lì dove sta? Vuoi bene all'Occidente o forse fai il gioco di Hamas? E i capi di Hamas? Tutti i giorni leggo sui giornali che sono stati ammazzati 100 capi di Hamas: non ho capito quanti capi abbia Hamas. Mentre io penso che i capi di Hamas, ben prima del 7 di ottobre, non siano a Gaza, ad aspettare che Israele li venga a prendere e ad ammazzare. Forse si sono premuniti prima. E, allora, dov'è la strategia di Netanyahu, la strategia vincente? Quando noi diciamo “cessate il fuoco ora e subito” è innanzitutto nei confronti della martoriata popolazione palestinese, ma noi lo diciamo e lo ribadiamo nell'interesse di Israele, perché, in questo modo, non esisteranno mai due popoli e due Stati, esattamente come sostiene Netanyahu e la parte più estrema di Israele, così come sostiene Hamas. Infatti, il disegno di isolare le parti moderate, come l'Autorità nazionale palestinese, da parte di Netanyahu, il 7 ottobre ha trovato la sua plastica dimostrazione. Poi verrò alla posizione del Governo italiano, o meglio alla “non posizione” del Governo italiano, ma sentendo la Meloni che l'unica cosa che dice è “non condivido la posizione di Netanyahu” di fronte a 28.000 morti, sentendo Tajani che oggi dice che forse Israele sbaglia, forse è giusto spingere Israele verso la prudenza. Cioè, noi siamo in un corto circuito totale dove sentiamo che dobbiamo difendere la natalità, dobbiamo difendere la vita, dove se c'è una scuola che toglie il presepe, affermiamo che il presepe deve rimanere, così come i valori dell'umanità. Ebbene, proprio là dove il presepe è nato ci sono 28.000 morti - 28.000 morti! - e muoiono bambini ogni giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! E voi fate gli ordini del giorno e le mozioni per salvare il presepe qui! Ma andate a salvare il presepe là, dove è nato, là dove c'è l'umanità, dove sono nate le religioni e dove c'è un popolo martoriato! Dove devono andare - spiegatemelo un attimo - i palestinesi? Perché in Egitto non ci possono andare, dato che al-Sisi sta facendo un muro e sta dicendo ‘voi qui non ci passate'. Devono andare in mare? Devono andare in mare! E a proposito di mare, a fine ottobre, il Governo italiano cosa ha fatto? Ha pensato bene, nel pieno del conflitto, di finalizzare con ENI lo sfruttamento, nelle acque palestinesi, del gas offshore. Cioè, noi - che col Piano Mattei non vogliamo essere predatori, eh, noi non vogliamo essere predatori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! -, nel mezzo di un conflitto, finalizziamo lo sfruttamento del gas, che sarebbe della Palestina, ma, non esistendo la Palestina, in questo groviglio di non diritto internazionale, facciamo accordi con Israele. Il 29 ottobre!
Sento dire che c'è nelle riformulazioni, perché questo poi è il punto. Infatti, è inutile che Tajani vada in giro a dire e che la Meloni vada in giro a non dire, tra l'altro! È nelle riformulazioni, è qua dentro che si fa la politica. Sentire una riformulazione al nostro impegno - dove noi chiediamo di giungere a un immediato “cessate il fuoco”, questo noi chiediamo - che aggiunge la parola “sostenibile”: ma cosa significa un immediato e sostenibile “cessate il fuoco”? Cioè, fate la transizione ecologica qui? La fate qui, la transizione ecologica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Cosa significa “sostenibile”? Per chi? Per chi e per cosa? Per i 28.000 morti è sostenibile anche ora il “cessate il fuoco”!
Poi, da un impegno, in cui noi diciamo “intraprendere ogni utile iniziativa di carattere internazionale ed europea, volta a promuovere con urgenza una conferenza di pace”, cosa ci fate togliere? Le parole “con urgenza”. Perché per voi non è urgente, e di questo vi dovete vergognare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Non è urgente? Si stanno bombardando ambulanze e ospedali, perché 28.000 morti è la macabra conta dei morti che si contano, non quella delle persone che muoiono perché non hanno più un'assistenza sanitaria e non c'è più un ospedale. Quelli non si contano tra i morti! E per voi non esiste la parola “urgenza”!
E poi ci date parere contrario sull'impegno delle armi. Infatti, anche qui, abbiamo sentito, tempo fa, Tajani che rispondeva e diceva: no, noi sulle armi dal 7 ottobre non facciamo più nuove licenze”. Siete obbligati a non fare più nuove licenze. Il problema sono le licenze in corso! Voi dovreste interrompere le licenze in corso, perché non è accettabile che vadano ancora le armi a bombardare e a uccidere persone in territorio palestinese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Vi dovete muovere adesso!
E poi sentire che non date neanche parere favorevole sulle sanzioni sui coloni, perché sembra che esista solo Gaza e che non esista la Cisgiordania. La Cisgiordania non esiste (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! In Cisgiordania, nel 1993, dopo gli Accordi di Oslo, i coloni erano 135.000, oggi sono 700.000. E su 1.000 denunce di torture, non è stato aperto neanche un processo. È questa la situazione in Cisgiordania! E siamo in una situazione nella quale gli Stati Uniti e l'Inghilterra - che non mi sembrano certo il Qatar e l'Iran - sanzionano i coloni che fanno abusi e violenze, e l'Italia non dice niente! Siamo più servi dei servi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Siamo, come Paese, più servi dei servi!
PRESIDENTE. Concluda.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Concludo, dicendo che tutto l'odio che si sta riversando nei confronti dell'Occidente, lo pagheremo a caro prezzo, perché noi non ci rendiamo conto che siamo isolati, che, come Europa e come Occidente, ci odiano in tutto il mondo. Questa è la realtà. Con queste politiche continue, ci si stupisce, se poi dopo ci sono le reazioni! Guarda un po'! Ci sono reazioni, perché ci odiano.
Allora noi vogliamo lasciare agli atti che non tutto l'Occidente è così e non tutta l'Italia è così: c'è una parte che chiede di intervenire con urgenza, iniziando dal promuovere il riconoscimento dello Stato di Palestina (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Dove andate con i due popoli ed i due Stati, se non promuovete il riconoscimento dello Stato di Palestina? Con chi li fate i due popoli ed i due Stati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Congratulazioni)?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolo Formentini. Ne ha facoltà.
PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie Presidente. Quattro mesi dopo la barbara aggressione perpetrata dai terroristi di Hamas contro la popolazione civile dello Stato di Israele, il 7 ottobre scorso, la necessità di ribadire il nostro sostegno al Governo di Gerusalemme nella battaglia contro il terrorismo è più evidente che mai. Ogni giorno siamo sommersi dalle tristi immagini delle distruzioni dovute all'offensiva che Israele ha intrapreso per eliminare le capacità militari di Hamas. Le nostre opinioni pubbliche sono smarrite e confuse perché la propaganda ostile ad Israele è più intensa che mai: purtroppo, persino in una kermesse che dovrebbe essere canora, come Sanremo, lo abbiamo visto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Vediamo anche noi le vittime civili, ma dobbiamo ricordare che la responsabilità ricade interamente sulle spalle di chi ha sparato i primi colpi, di chi ha rapito civili e violentato donne senza alcuna pietà. Proprio oggi alla Knesset, al Parlamento di Israele, è stato denunciato ancora una volta che quelle donne, ostaggio di Hamas, sono state violentate e - citando le parole esatte - “sono state usate come bambole dai miliziani di Hamas”. Decapitando anche i morti, Hamas ha imboccato la via dell'odio proprio per provocare una reazione da parte israeliana, ben sapendo che il prezzo più caro lo avrebbero pagato i civili che vivono sotto la sua autorità, per quanto non legittima. Noi dobbiamo avere ben chiare le responsabilità, non possiamo confondere vittime e carnefici. Dobbiamo ricordare cosa è successo e perché. Tutto questo ovviamente non vuol dire che si debba rinunciare allo sforzo di agevolare una soluzione diplomatica che ponga fine allo spargimento di sangue; significa piuttosto che il nostro impegno dovrà favorire il raggiungimento di una tregua e di una pace che garantiscano la sicurezza di Israele ed il suo diritto di vivere serenamente. Ma ogni accordo con i palestinesi deve essere quindi un accordo basato sul riconoscimento del diritto di Israele ad esistere ed il disarmo totale e definitivo delle milizie islamiste, non è possibile accontentarsi di nulla di meno.
La guerra si è regionalizzata - è vero - anche se soltanto in parte, ma strozzare il traffico mercantile in transito per Suez sta portando i conflitti in casa nostra, nei terminali dei nostri porti, che rischiano di vedere la propria attività drammaticamente ridotta: Genova, Trieste e Gioia Tauro rischiano, non Rotterdam e Amburgo. È anche evidente la volontà di indebolire economicamente l'Egitto, Paese che con Israele ha firmato un coraggioso trattato di pace, costato la vita a chi lo volle.
Condividiamo, noi della Lega, la linea del nostro Governo e della maggioranza, quindi “sì” alla pace, ma a una pace che riconosca - lo diciamo ancora una volta - il diritto di Israele alla propria esistenza in sicurezza, “sì” anche alle misure difensive che si vorranno adottare per mantenere aperto al traffico marittimo mercantile il Mar Rosso, in una cornice europea per noi essenziale. Difendere la libertà di navigazione nel Mar Rosso è interesse nazionale italiano - ricordiamolo - e ricordiamo anche che chi ha armato Hamas, chi sostiene le milizie dal Libano allo Yemen è il regime degli Ayatollah; è infatti l'Iran che destabilizza un'area di enorme importanza, vitale anche per il nostro Paese. Oggi ad Abu Dhabi però si è scritta una pagina importante: è stato sottoscritto tra il Primo Ministro dell'India, Modi, e il Presidente degli Emirati, Al Nahyan, l'Accordo quadro sul corridoio economico infrastrutturale IMEC (India Medioriente e Europa). Questa è la vera strada per un mondo di pace, per un Medio Oriente di pace: IMEC e Accordi di Abramo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Schlein. Ne ha facoltà.
ELLY SCHLEIN (PD-IDP). Grazie Presidente. Il Partito Democratico ha ritenuto necessario presentare questa mozione per la gravità del conflitto in corso in Medio Oriente, perché pensiamo che sia necessario che questo Parlamento si esprima per un immediato cessate il fuoco umanitario, al fine di liberare tutti gli ostaggi, di fermare il massacro di civili, di portare tutti gli aiuti umanitari necessari alla popolazione civile palestinese e di riprendere finalmente un percorso di pace in Medio Oriente verso la soluzione politica di due popoli e due Stati, che si riconoscano reciprocamente e che vivano in pace e in sicurezza. Non è da oggi che chiediamo un cessate il fuoco umanitario - il Partito Democratico lo chiede sin da ottobre -, ma in questi mesi la situazione è solo peggiorata: in questi 4 mesi secondo le Nazioni Unite, dopo gli oltre 1.200 morti del brutale attacco terroristico di Hamas, sono morti oltre 28.000 palestinesi, per più del 70 per cento donne e bambini. Quelli rimasti uccisi, secondo Save the children sono 10.000 e gli sfollati costretti a fuggire verso il confine a Sud sono 1.900.000 dei 2.200.000 abitanti della Striscia di Gaza, persone costrette a lasciare le proprie case.
Dall'inizio delle operazioni militari a Gaza, sono morti 150 membri e forse più del personale delle Nazioni Unite e oltre 79 giornalisti e operatori dei mezzi di informazione. Tra i morti, Colleghi, avrete letto tutti in questi giorni la storia tragica di Hind Rajab, di 6 anni, che era sopravvissuta ad un attacco israeliano all'auto con cui, insieme ai parenti, stava cercando di evacuare dalla città e sulla macchina c'erano i cadaveri di due zii e di tre cugini. Era riuscita però a chiamare i soccorsi, ma poi è stata bombardata anche l'ambulanza dei soccorritori che stavano andando a cercarla e sono morti entrambi carbonizzati, anche la piccola Hind è stata trovata morta.
Gaza è un territorio dove nessun luogo è sicuro per le persone: la storia ci giudica su quello che accade, ma non domani, ci giudica già oggi. E noi lo diciamo dall'inizio: Hamas - il cui brutale attacco tutti abbiamo condannato con nettezza - non è il popolo palestinese e fare questa equazione non sarebbe solo un errore, ma anche un favore ad Hamas, che invece va isolato nel popolo palestinese e nel mondo arabo. Ma quello che stiamo vedendo sul popolo palestinese è una punizione collettiva, è una risposta del tutto sproporzionata che anche l'amministrazione americana definisce “esagerata” e che oggi il Ministro degli Esteri Tajani definisce “sproporzionata”. L'Italia, quindi, può e deve fare di più per la sua tradizione diplomatica; può fare di più per far cessare il fuoco, per far cessare questo conflitto e raggiungere finalmente la pace. Per questo, abbiamo voluto presentare questa mozione e sollecitare questo dibattito. Noi vi chiediamo di sostenere una missione di pace a Gaza con una forza di interposizione multilaterale sotto l'egida dell'ONU, che veda un pieno coinvolgimento anche dei Paesi arabi. Serve una conferenza di pace per rilanciare il processo verso i due popoli ed i due Stati, che altrimenti rischia - e lo sapete - di rimanere una mera invocazione retorica. Non ce lo possiamo permettere anche perché uno di questi due Stati esiste già (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), Israele, e ha diritto ad esistere in pace e in sicurezza, senza missili che continuano a piovere, ma l'altro, la Palestina, ancora manca di un pieno riconoscimento che deve finalmente arrivare da parte di tutta la comunità internazionale. Per questo, la nostra mozione chiede al Governo italiano di spingere per il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell'Unione europea, perché per la prima volta c'è un capo del Governo israeliano che nega esplicitamente questa prospettiva - non era mai successo - mettendo in discussione quindi proprio quella prospettiva dei due popoli e due Stati che l'Italia e l'Unione europea hanno sempre sostenuto in linea con il diritto internazionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Questa formula era stata colpevolmente abbandonata negli ultimi anni e rimane invece l'unica strada per la pace, seppur sia difficile da percorrere e oggi sembri più lontana. Troppo a lungo questa prospettiva è stata svilita e mortificata: la questione palestinese non è eludibile e troviamo gravissimo che sia Hamas che Netanyahu abbiano apertamente dichiarato contrarietà a questa prospettiva.
“Due popoli, due Stati”, la strada indicata dagli accordi di Oslo del 1993, siglati - lo ricorderete - da Yitzhak Rabin e Yasser Arafat, fu il momento più alto del processo di pace, quando sembrò di essere arrivati a un passo dal riconoscimento. Oggi, invece, ci troviamo tragicamente nella situazione opposta, al punto più basso. Ciò che sembra avere la meglio non sono insieme il diritto dell'uno e dell'altro popolo, non è la ragione ma una somma di torti. Di più, ci sono la brutalità, la disumanità, la violenza cieca che fa sprofondare il mondo nell'abisso più buio. Dobbiamo fare uno sforzo - mi rivolgo al Governo - per trovare gli interlocutori dal lato sia israeliano sia palestinese per ricostruire la pace. Non può essere Hamas, un'organizzazione terroristica, ma non può essere nemmeno il Governo israeliano attuale, con ministri dell'estrema destra che evocano l'utilizzo della bomba atomica su Gaza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) o che armano i coloni in Cisgiordania, gli stessi che hanno allargato insediamenti illegali ai sensi del diritto internazionale.
Anche e soprattutto ora, la prospettiva e la stella polare devono tornare a essere il riconoscimento e il rispetto del diritto internazionale. È necessario, quindi, ed è urgente che ci sia un immediato cessate il fuoco umanitario. Bisogna che il Governo faccia tutto il possibile per fermare l'attacco annunciato a Rafah, che sarebbe un'ecatombe. Vorrei in questo chiarire che sarebbe anche in contrasto con le indicazioni giunte dalla Corte penale internazionale e vorrei che il Governo lo dicesse con la stessa fermezza che hanno avuto su questo il Governo tedesco, il Governo inglese e molti altri Governi.
Insisterò e insisteremo affinché si possa finalmente vedere un'iniziativa diplomatica e politica all'altezza della tradizione italiana e, se sarà così, lo voglio dire, noi ci saremo. Il Partito Democratico ci sarà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) se il Parlamento sosterrà la richiesta di un immediato cessate il fuoco umanitario, di un impegno per liberare tutti gli ostaggi ancora detenuti da Hamas, di un impegno a proteggere tutti i civili, portando gli aiuti umanitari indispensabili, sostenendo in seno all'Unione europea un'azione coordinata di de-escalation, con l'obiettivo chiaro di indire una conferenza di pace che metta la parola fine a questo conflitto, e sostenendo l'apprezzabile sforzo che arriva dall'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune, Josep Borrell, che ha avviato iniziative proprio in questa direzione.
Accanto a questo - lo ribadiamo - serve una missione internazionale di interposizione a Gaza che coinvolga i Paesi arabi sotto l'egida delle Nazioni Unite. Serve anche questo riconoscimento da parte europea dello Stato di Palestina, serve sostenere le attuazioni più rapide delle sanzioni già deliberate contro Hamas e serve finalmente approntare un pacchetto di sanzioni contro i coloni colpevoli di crimini contro la popolazione palestinese in Cisgiordania. So che su questo ci sono opinioni diverse in quest'Aula ma, colleghi, il Partito Democratico è convinto che bisogna ripristinare tutti i fondi per gli aiuti umanitari alle organizzazioni non governative (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) e anche alle agenzie ONU che si occupano di sostenere, in un momento così drammatico, la popolazione civile palestinese che non ha colpe di questo conflitto, né degli attacchi terroristici e brutali di Hamas.
Bisogna sostenere il lavoro delle sedi giurisdizionali internazionali per accertare, attraverso il lavoro di commissioni di inchiesta indipendenti che oggi non possono nemmeno lavorare sul campo, le violazioni del diritto internazionale e umanitario compiute in quel conflitto che possono configurarsi come crimini di guerra, sostenendo anche le iniziative necessarie a difendere la sicurezza, a difendere la sicurezza della navigazione marittima nel Mar Rosso, nel quadro, però, di un forte impegno europeo per la de-escalation in Medio Oriente e la pace.
Questi sono i motivi e sono gli argomenti che abbiamo portato in questa mozione, nella speranza di suscitare questo dibattito e di scuotere il dibattito politico in questo Paese e un'azione più incisiva e più chiara da parte di questo Governo. Chiediamo al Governo su tutti questi punti un'iniziativa forte affinché, colleghi, l'Italia possa semplicemente fare la sua parte, forte proprio di quella sua tradizione diplomatica che oggi deve necessariamente dare il suo contributo. Il Partito Democratico continuerà a profondere ogni sforzo, giorno per giorno, per fermare questo massacro e far riprendere alla comunità internazionale la strada indispensabile della pace (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Calovini. Ne ha facoltà.
GIANGIACOMO CALOVINI (FDI). Presidente, colleghe e colleghi, signor Ministro, non è la prima volta che interveniamo in quest'Aula in merito alla drammatica situazione che da troppo tempo caratterizza la zona mediorientale. Purtroppo, però, ogni qualvolta lo facciamo, le vicende e i fatti di quella terra, che dista solo qualche migliaio di chilometri da noi, ci riportano ad una serie di fotografie nella nostra testa che ci ricordano quanto martoriata sia una zona che dovrebbe essere da decenni, per volontà di tutti, una zona di integrazione e una zona di pace.
Diceva Manzoni che non sempre ciò che vien dopo è progresso e temo, lo temiamo tutti, che quanto avvenuto dall'autunno scorso in quelle zone ne sia l'amara dimostrazione. È chiaro ad ognuno di noi che stiamo vivendo un'epoca storica in cui tutto pare diverso e fragile rispetto alle nostre aspettative. Il conflitto ucraino, che tra poche settimane andrà verso il secondo anno di ricorrenza, la destabilizzazione del continente africano, dove molti Paesi non riescono ad ottenere quel processo di democratizzazione che tutti noi auspichiamo, così come la crisi delle democrazie occidentali e dei valori tipici dello Stato di diritto in molte parti del mondo ci richiedono una riflessione approfondita ed una risposta tanto chiara quanto determinata.
Il conflitto in corso tra Hamas e Israele, colleghe e colleghi, costituisce un nuovo, tragico gradino nella spirale crescente di violenza che circonda l'Italia, l'Europa e una buona porzione del mondo intero. E proprio per tale gravità non possiamo commettere errori nel capire cosa sta avvenendo, non possiamo commettere errori nel capire cosa è accaduto e comprendere quali strade debbano essere seguite. Come più volte ripetuto davanti a quest'Aula, nessuno può nascondersi e nascondere che il 7 ottobre scorso Hamas, il gruppo terroristico di Hamas, ha lanciato un attacco su larga scala, partito dal territorio della Striscia di Gaza.
Un'operazione senza precedenti contro lo Stato di Israele, un attacco missilistico con oltre 5.000 razzi diretti verso Tel Aviv e non soltanto. È stato il più grave attacco transfrontaliero che Israele abbia affrontato in più di una generazione, che ha colpito militari e civili. Un attacco che ha colpito uomini, un attacco che ha colpito donne e bambini, un attacco, però, che ha colpito il cuore del Paese, l'opinione pubblica e, forse per la prima volta dopo decenni, la certezza di avere un futuro di pace e di armonia. Un attacco voluto e perpetrato contro un Paese certo perfettibile, come lo sono tutti i Paesi ed i loro sistemi governativi, ma un Paese sempre democratico e libero.
Drammatico, quindi, è il bilancio di questi ultimi 128 giorni, che ci porta ormai a contare 1.400 morti tra civili e militari israeliani e circa 250 ostaggi tra israeliani e stranieri catturati, di cui 130 sono ancora nelle mani dei terroristi. Il tema degli ostaggi è forse uno di quegli argomenti in cui non si possono e non si devono fare distinguo. In queste settimane, drammatiche sono le denunce di abusi sessuali sistematici praticati da Hamas sulle donne israeliane sequestrate e, più in generale, delle violenze e delle vessazioni subite dai rapiti trattenuti dai miliziani jihadisti. Storie drammatiche di inaudita violenza che non possono essere dimenticate. È una violenza cieca, inaudita e intollerabile, è una violenza voluta proprio nel momento in cui la storia, grazie agli Accordi di Abramo, sembra avere preso la strada della pace e della convivenza in quell'area, una strada che ancora oggi dobbiamo perseguire. Certo, ne siamo consapevoli, l'insicurezza che incombe sull'Europa, con due conflitti alle porte, pone importanti questioni di sicurezza all'Europa stessa e al nostro Paese. Due conflitti che, per quanto diversi, condividono la posta in gioco. Come la Russia, Hamas ha trascinato l'Occidente in una guerra non soltanto militare ma anche valoriale, perché di questo si tratta. Hamas non attacca solo, se così si può dire, Israele, attacca i valori che la rappresentano, valori come la democrazia e lo Stato di diritto, il rispetto per le minoranze e per le religioni. Sono valori a cui noi, per primi, dovremmo essere legati, e che, se vengono messi in discussione davanti alla crisi mediorientale, condannerebbero non soltanto Israele ma l'intera Europa e l'intero Occidente. Ecco perché in questo quadro drammatico vanno innanzitutto ribadite con forza la piena solidarietà e il sostegno allo Stato di Israele (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) nell'esercizio del suo diritto all'autodifesa secondo il diritto internazionale, entro i limiti stabiliti da quello umanitario, con la giusta proporzionalità, come si è spesso sentito correttamente dire. Occorre una reazione che non dimentichi una popolazione che non può essere colpita in modo indiscriminato, che non può dimenticare che ci sono donne e bambini nella Striscia di Gaza, che le vittime sono decine di migliaia e che i tanti civili che rischiano la vita ogni giorno in quella terra sono le prime vittime delle atrocità del regime di Hamas.
Il Governo italiano, lo sappiamo bene - e ringraziamo il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Ministro degli Affari esteri Tajani per quello che sin da subito hanno fatto -, sta partecipando attivamente, fin dalle prime ore dello scoppio del conflitto, nel sostegno alle iniziative dell'Unione europea e dei partner alleati internazionali per evitare l'escalation militare e l'allargamento di un conflitto nella regione, per impedire che si cada nella trappola di uno scontro tra civiltà che avrebbe conseguenze inimmaginabili.
Il rischio di un'escalation è quanto mai chiaro se si allarga lo sguardo al vicino Libano, dove il gruppo sciita degli Hezbollah mantiene contatti operativi con i sunniti di Hamas, dove è doveroso attivarsi e ricostruire le condizioni per il processo di pace.
L'instabilità di questa via marittima cruciale è una delle principali fonti di preoccupazione per il commercio globale: attraverso il Mar Rosso passa il 10 per cento di traffici globali, oltre che circa il 40 per cento dell'import-export italiano. Tale situazione rischia, protraendosi, di penalizzare fortemente i nostri porti che già cominciano a subire gli effetti della deviazione dei flussi di traffico dalla rotta di Suez. Un altro attacco all'Occidente, all'Europa e all'Italia.
In tal senso, fondamentali sono l'impegno e la necessità di costruire un fronte solido e coeso tra gli alleati. Per questo il Governo ha accolto favorevolmente l'annuncio statunitense dell'avvio della missione Prosperity Guardian, sostenuta da una coalizione politica di oltre 40 Paesi. Inoltre l'Italia, insieme a Francia e Germania, ha proposto all'Unione europea una missione navale a protezione del traffico marittimo del Mar Rosso, per garantire libertà e sicurezza nella navigazione.
Durante il Consiglio Affari esteri dell'Unione europea, tenutosi a gennaio, l'Alto rappresentante per gli affari esteri Borrell ha discusso su un approccio globale per riavviare il processo di pace in Medio Oriente. Quasi la totalità dei Paesi europei, Italia in testa, si è espressa a favore di una soluzione che segua la linea dei “due popoli, due Stati”, una linea chiara che l'Italia e Bruxelles devono con forza mettere sul tavolo dei negoziati.
Dal 1° gennaio 2024 l'Italia preside il G7 e, fra le priorità individuate dal Governo per fornire risposte coese alle crisi in atto, centrale sarà il Medio Oriente, lavorando insieme per evitare l'escalation del conflitto ed il rischio del coinvolgimento di nuovi attori, come il Libano e la Siria, ma anche e, soprattutto, di potenze come l'Iran e di player geopolitici, come la Russia e la Cina.
L'Europa, pertanto, deve avere il coraggio di assumere una posizione chiara, continuando ogni sforzo per restare al fianco di Israele e dell'Ucraina, non dimenticando mai che la forma che queste potenze revisioniste aspirano a dare al mondo lo renderebbero insicuro non solo per gli Stati e i popoli che sono direttamente coinvolti nei conflitti, ma per tutti noi, un rischio che nessuno può permettersi di correre (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Soumahoro. Ne ha facoltà, per due minuti.
ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. Negli ultimi 4 mesi, oltre 28.000 morti, più di 10.000 bambini uccisi, 600.000 bambini sfollati, oltre 20.000 orfani. Presidente, ciò che sta succedendo nei territori palestinesi è il crollo della nostra umanità, un crollo che parte e ha radici profonde nella colonizzazione costante negli ultimi 77 anni, nell'occupazione sistematica dei territori palestinesi negli ultimi 77 anni, ma, soprattutto, sono 77 anni di non rispetto delle risoluzioni delle Nazioni Unite o di risoluzioni sistematicamente ignorate da parte dello Stato di Israele.
Presidente, noi oggi tutti siamo chiamati in causa - come, del resto, lo siamo come Parlamento, come Governo -, ma, soprattutto, dobbiamo tenere in mente che ciò che sta succedendo nei territori palestinesi richiama la tenuta della nostra umanità, non soltanto la tenuta di uno Stato palestinese, ma la tenuta della nostra umanità.
Per questo motivo, concludo chiedendo sostanzialmente tre cose. La prima consiste in un cessate il fuoco immediato, non solo umanitario. La seconda cosa riguarda la fine dell'occupazione, la fine della colonizzazione, ma, soprattutto, la fine di ciò che è sotto gli occhi di ogni generazione e che non può che essere definito un genocidio. La terza cosa riguarda la soluzione di due Stati, che dovranno vivere in fratellanza, dovranno vivere in sorellanza.
Presidente, concludo richiamando le parole di Nelson Mandela: la nostra libertà è incompiuta, è incompleta senza la libertà dei cittadini, dei popoli palestinesi. Questa è la sfida oggi e il mondo ci guarda.
(Votazioni)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
Passiamo alla votazione della mozione Schlein ed altri n. 1-00233.
Avverto che i presentatori hanno accettato unicamente la riformulazione relativa al 1° capoverso del dispositivo e, pertanto, su tale capoverso il Governo si rimette all'Assemblea.
Avverto altresì che sono state avanzate richieste di votazioni per parti separate, nel senso di votare: dapprima, il 1° capoverso del dispositivo; a seguire, il 2° e il 5° capoverso del dispositivo; quindi, il 3° e il 6° capoverso del dispositivo; a seguire, i capoversi 4°, 7° e 8° del dispositivo; a seguire, il 9° capoverso del dispositivo; infine - ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato -, la premessa.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Schlein ed altri n. 1-00233, limitatamente al 1° capoverso del dispositivo, nel testo riformulato, sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 1) (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Schlein ed altri n. 1-00233, limitatamente al 2° e al 5° capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Schlein ed altri n. 1-00233, limitatamente al 3° e al 6° capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Schlein ed altri n. 1-00233, limitatamente al 4°, al 7° e all'8° capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Schlein ed altri n. 1-00233, limitatamente al 9° capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 5).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Schlein ed altri n. 1-00233, limitatamente alla premessa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).
Passiamo alla votazione della mozione Francesco Silvestri ed altri n. 1-00222 (Nuova formulazione).
Avverto che i presentatori hanno accettato unicamente la riformulazione relativa al 14° capoverso del dispositivo e, pertanto, su tale capoverso il parere deve intendersi favorevole.
Avverto altresì che hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, distintamente i capoversi 1°, 3°, 5°, 11°, 13°, 17° e 19° del dispositivo; a seguire, congiuntamente i capoversi 2°, 9°, 14° e 16° del dispositivo; quindi, congiuntamente i capoversi 4°, 6°, 7°, 8°, 10°, 12°, 15° e 18° del dispositivo; infine - ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato - la premessa.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Francesco Silvestri ed altri n. 1-00222 (Nuova formulazione), limitatamente al 1° capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Francesco Silvestri ed altri n. 1-00222 (Nuova formulazione), limitatamente al 3° capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Francesco Silvestri ed altri n. 1-00222 (Nuova formulazione), limitatamente al 5° capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Francesco Silvestri ed altri n. 1-00222 (Nuova formulazione), limitatamente all'11° capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Francesco Silvestri ed altri n. 1-00222 (Nuova formulazione), limitatamente al 13° capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Francesco Silvestri ed altri n. 1-00222 (Nuova formulazione), limitatamente al 17° capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Francesco Silvestri ed altri n. 1-00222 (Nuova formulazione), limitatamente al 19° capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Francesco Silvestri ed altri n. 1-00222 (Nuova formulazione), limitatamente ai capoversi 2°, 9°, 14° - come riformulato - e 16° del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 14).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Francesco Silvestri ed altri n. 1-00222 (Nuova formulazione), limitatamente ai capoversi 4°, 6°, 7°, 8°, 10°, 12°, 15° e 18° del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Francesco Silvestri ed altri n. 1-00222 (Nuova formulazione), limitatamente alla premessa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).
Passiamo alla votazione della mozione Rosato ed altri n. 1-00234 (Nuova formulazione). Avverto che i presentatori hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo e, pertanto, il parere deve intendersi favorevole alla mozione nella sua interezza.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rosato ed altri n. 1-00234, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 17).
Passiamo alla votazione della mozione Faraone ed altri n. 1-00236.
Avverto che i presentatori hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo, ad eccezione di quella relativa al 6° capoverso del dispositivo e, contestualmente, hanno chiesto di votare tale capoverso - sul quale pertanto il parere deve intendersi contrario - distintamente dalla restante parte della mozione.
Avverto altresì che il gruppo del Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista ha chiesto di votare separatamente il 3° capoverso del dispositivo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Faraone ed altri n. 1-00236, nel testo riformulato, ad eccezione del 3° e del 6° capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 18).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Faraone ed altri n. 1-00236, limitatamente al 3° capoverso del dispositivo, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 19).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Faraone ed altri n. 1-00236, limitatamente al 6° capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).
Passiamo alla votazione della mozione Orsini, Calovini, Formentini Tirelli ed altri n. 1-00238, su cui il parere del Governo è favorevole.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Orsini, Calovini, Formentini Tirelli ed altri n. 1-00238, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 21).
Passiamo alla votazione della mozione Fratoianni ed altri n. 1-00239 (Ulteriore nuova formulazione).
Avverto che i presentatori non hanno accettato la riformulazione del Governo relativa al 3° capoverso del dispositivo e, pertanto, il parere deve intendersi contrario su tale capoverso. Avverto altresì che i presentatori hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, distintamente i singoli capoversi del dispositivo; a seguire - ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato - la premessa.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Fratoianni ed altri n. 1-00239 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al 1° capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Fratoianni ed altri n. 1-00239 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al 2° capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Fratoianni ed altri n. 1-00239 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al 3° capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Fratoianni ed altri n. 1-00239 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al 4° capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Fratoianni ed altri n. 1-00239 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al 5° capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 26).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Fratoianni ed altri n. 1-00239 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al 6° capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Fratoianni ed altri n. 1-00239 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al 7° capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Fratoianni ed altri n. 1-00239 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente all'8° capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Fratoianni ed altri n. 1-00239 (Ulteriore nuova formulazione), limitatamente al 9° capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla premessa della mozione Fratoianni ed altri n. 1-00239 (Ulteriore nuova formulazione). Il parere del Governo è contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).
In morte dell'onorevole Vincenzo Siniscalchi.
PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Vincenzo Siniscalchi, già membro della Camera dei deputati dalla XII alla XIV legislatura.
La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.
Sui lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Colleghi, dovremmo ora passare al seguito dell'esame del testo unificato delle proposte di legge in materia di manifestazioni di rievocazione storica, di cui al punto n. 3 dell'ordine del giorno della seduta odierna.
Tuttavia, la V Commissione (Bilancio) - non avendo ricevuto dal Governo la relazione tecnica sul testo richiesta il 16 gennaio scorso - non ha espresso il parere di competenza nella seduta odierna e ha rinviato tale adempimento alla prossima settimana.
Conseguentemente, il seguito dell'esame del testo unificato in oggetto non potrà avere luogo nelle sedute previste per la corrente settimana e sarà iscritto all'ordine del giorno delle sedute della prossima settimana, a partire dalla parte pomeridiana della seduta di martedì 20 febbraio.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la deputata Gilda Sportiello. Ne ha facoltà.
GILDA SPORTIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori per chiedere un'informativa urgente, urgentissima al Ministro Piantedosi, perché stamattina a Napoli, mentre qui in Aula ci accingevamo a votare per chiedere un cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dello Stato di Palestina, attivisti e attiviste, che stavano pacificamente manifestando fuori dalla sede Rai, sono stati manganellati, aggrediti e feriti e ancora ora alcuni di loro sono in ospedale. E questo solo per aver manifestato pacificamente - ripeto - per la causa del cessate il fuoco, per aver chiesto che la nostra informazione pubblica sia imparziale e racconti anche quanto sta avvenendo in Palestina. Ebbene, la risposta è stata questa: teste rotte e brutalmente picchiati alcuni ragazzini e ragazzine.
Questo è il Paese che stiamo diventando? Un Paese in cui chiedere il cessate il fuoco e la pace è diventato proibito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?
Allora, noi non ci arrendiamo a questa narrazione. Noi non vogliamo che diventi questa e per questo chiediamo che il Ministro Piantedosi venga il prima possibile in quest'Aula a spiegarci cosa è successo stamattina e perché ancora ora delle manifestanti pacifiche sono in ospedale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Piero De Luca sull'ordine dei lavori. Sullo stesso argomento? Prego.
PIERO DE LUCA (PD-IDP). Presidente, grazie. Per unirci anche noi alle parole della collega del MoVimento 5 Stelle. Le immagini a cui abbiamo assistito oggi sono indegne di un Paese civile. Non è possibile che ci sia ancora oggi nel nostro Paese un clima così pesante nei confronti di chi semplicemente si appresta a manifestare il proprio pensiero, peraltro su temi così sensibili e delicati.
Sono immagini che meritano chiarezza immediata e per questo chiediamo anche noi che il Ministro Piantedosi venga immediatamente in Aula a riferire su quanto accaduto, perché non possiamo lasciare senza risposte quanto accaduto. C'erano manifestanti che in modo pacifico facevano sentire la propria voce ed esprimevano il proprio pensiero. Noi dobbiamo difendere la libertà di pensiero in questo Paese. Per questo chiediamo che Piantedosi venga immediatamente a riferire su quanto accaduto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI (AVS). Grazie. Mi unisco a quanto detto dai colleghi e alla richiesta di un'informativa urgente da parte del Ministro dell'Interno, perché le notizie che arrivano da Napoli sono semplicissime e inconfutabili.
I manifestanti hanno tentato di affiggere uno striscione davanti alla sede Rai. Questo tentativo di affissione di uno striscione ha provocato l'intervento delle Forze dell'ordine. Io credo che in questa ricostruzione giornalistica…
PRESIDENTE. Scusi un attimo. Colleghi, ho difficoltà a sentire l'onorevole Mari, abbiate pazienza.
FRANCESCO MARI (AVS). Credo che in questa ricostruzione giornalistica, che emerge da tutte le notizie di stampa che arrivano in questo momento e che, ovviamente, sono da verificare - ed è per questo che chiediamo la presenza del Ministro dell'Interno in Aula -, vi sia, se così fosse, tutta la gravità della situazione democratica in questo Paese e in questo momento.
Non è possibile che manifestanti, cittadini che esprimono solidarietà al popolo palestinese e rimarcano il comportamento della Rai, del soggetto pubblico, che dovrebbe informare in questo Paese, siano poi oggetto di un intervento delle Forze dell'ordine semplicemente a fronte del tentativo di affiggere uno striscione. Quindi, rinnoviamo la richiesta (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
Seguito della discussione della proposta di legge: Molinari ed altri; Bignami ed altri; Faraone ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2 (Approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato) (A.C. 384-446-459-B).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato, n. 384-446-459-B: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2.
Ricordo che nella seduta del 29 gennaio 2024 si è conclusa la discussione generale e la relatrice e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
Ricordo altresì che nella seduta del 31 gennaio 2024 sono state respinte le questioni pregiudiziali di costituzionalità Quartini ed altri n. 1 e Zanella ed altri n. 2 e la questione pregiudiziale di merito Furfaro n. 1.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi per il seguito della discussione è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (Vedi calendario).
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori. Apprendiamo dalle agenzie…
PRESIDENTE. Aspetti. È sull'ordine dei lavori se sono ordinati. Io non la sento e, quindi, abbia pazienza un secondo, che riportiamo il silenzio in Aula. Colleghi, per favore. Prego, onorevole Fornaro.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Apprendiamo dalle agenzie di stampa che è stato depositato qualche minuto fa un emendamento del Governo relativo al tema dell'esenzione Irpef per gli agricoltori. Noi chiediamo che i tempi per i subemendamenti non vengano dati ad Aula in corso, perché non riusciamo ancora a fare due cose automaticamente.
PRESIDENTE. Onorevole Fornaro, adesso ci accertiamo immediatamente di quello che lei ha segnalato e, quindi, procediamo, eventualmente d'intesa con la Presidenza.
Si riprende la discussione della proposta di legge n. 384-B.
(Esame degli articoli - A.C. 384-B)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge presentata (Vedi l'allegato A).
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.
Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo, in particolare, a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
A tal fine il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
Avverto che non saranno posti in votazione gli articoli 4, 6 e 7, in quanto non modificati dal Senato.
(Esame dell'articolo 1 - A.C. 384-B)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
ALICE BUONGUERRIERI , Relatrice. Parere contrario sugli emendamenti 1.2 Zanella, 1.18 Quartini, 1.3 Di Lauro, 1.19 Bonetti e 1.20 Girelli.
PRESIDENTE. Il Governo?
MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere conforme a quello della relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).
Passiamo all'emendamento 1.18 Quartini.
Ha chiesto di intervenire l'onorevole Sportiello. Ne ha facoltà.
GILDA SPORTIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo su questo emendamento del mio collega Quartini, che abbiamo condiviso, perché questo articolo vi smaschera riguardo alle intenzioni di questa Commissione. È sotto gli occhi di tutti, fuori e dentro quest'Aula, che le misure adottate durante il COVID non sono state adottate soltanto dal Governo, dai Governi. Le misure che sono state adottate durante il COVID sono state declinate e attuate soprattutto dalle regioni, perché - vi do una notizia, se ve lo foste dimenticato - sono le regioni che hanno per lo più materia in competenza sanitaria. Purtroppo, e sottolineo purtroppo, perché ne abbiamo visti gli effetti, questo è accaduto anche durante il COVID. Se oggi voi ci dite che volete indagare, fare una Commissione d'inchiesta su quanto è avvenuto durante la pandemia, senza però andare a vedere cosa hanno fatto le regioni, scusatemi, ma qual è il motivo reale di questa Commissione? Ditecelo chiaramente, è uno strumento politico? È soltanto propaganda? Non ci stupite affatto, avete fatto propaganda durante tutta l'emergenza COVID. L'avete fatta nella maniera più becera, sulle spalle di chi soffriva, sulle spalle di chi ha perso la vita, di medici e infermieri che eroicamente hanno prestato servizio. Questa è la verità.
Allora, io chiedo: perché non allargare la Commissione d'inchiesta anche all'operato delle regioni? Qual è il motivo? Ditecelo, cosa avete da nascondere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Noi ci ricordiamo cosa è successo quando, all'inizio della pandemia, l'unica cosa che non si doveva fare, anzi, l'unica cosa che andava fatta era proteggere le persone più fragili e ci ricordiamo che è stata l'iniziativa di una regione quella di decidere di portare le persone affette da COVID all'interno delle RSA (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora, perché su questo non vogliamo indagare? Perché non vogliamo andare a vedere cosa è successo grazie a queste decisioni delle regioni?
Vede, Presidente, stiamo raschiando il fondo perché non voler andare a vedere cosa è successo, quali sono state le responsabilità dei principali protagonisti in materia sanitaria durante l'emergenza COVID vuol dire non voler realmente andare a vedere cosa è accaduto, vuol dire usare una Commissione, usare le istituzioni e svilirle per un puro attacco politico, solo per propaganda. Noi ovviamente chiediamo con forza un ripensamento, perché magari un'illuminazione può sempre avvenire, chiediamo a tutta l'Aula di ripensarci, chiediamo di inserire all'interno del perimetro dell'inchiesta della Commissione anche le regioni. Sarebbe infatti veramente un torto imperdonabile decidere di andare avanti in questo modo e sarebbe un torto non soltanto per quest'Aula, sarebbe intorno a un torto per le istituzioni, sarebbe un torto perché chi là fuori vorrebbe che usassimo questa Commissione per migliorare gli strumenti a disposizione delle istituzioni in casi come quello che abbiamo affrontato, egregiamente, durante la pandemia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Con una tempestività lodevole, ci è appena stato comunicato, ai membri delle Commissioni affari costituzionali e bilancio, che il termine per la presentazione dei subemendamenti in modalità digitale è fissato alle ore 19, cioè è fissato entro l'attività d'Aula, che finirà alle 20. Cioè, esattamente il contrario di quello che abbiamo chiesto e, se mi è consentito, il contrario del buonsenso. Io credo che ancora una volta si vogliano fare forzature, forzature senza senso. Ne prendiamo atto e ci comporteremo di conseguenza sia in Commissione, nella fase finale, sia in Aula quando sarà il momento di votare.
PRESIDENTE. Grazie per la reiterazione della sua richiesta. Il presidente della I Commissione è in Aula, quindi valuterà adesso se posticipare il termine di un paio d'ore, eventualmente, andando incontro alla richiesta dell'onorevole Fornaro. Lo valuterà, ovviamente, il presidente della I Commissione.
Intanto, andiamo avanti.
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.18 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Di Lauro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.19 Bonetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.20 Girelli.
Ha chiesto di intervenire l'onorevole Girelli.
GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con questo emendamento si vuole riproporre il tema che, d'altra parte, è oggetto anche degli emendamenti precedenti ma anche della discussione che ha caratterizzato tutto l'iter di questa proposta di legge, cioè la reintroduzione, dopo il termine “resilienza”, il tema delle regioni e delle province autonome, quindi dei territori. A maggior ragione, io credo che quando si parla di resilienza bisognerebbe avere proprio la capacità di cogliere come non si possa parlarne con un minimo di senso, se non si declina sui livelli territoriali. Torniamo, infatti, al tema di sempre, cioè qual è lo scopo vero di questa di questa Commissione, qual è l'obiettivo che ci siamo dati, se sia quello di fare un'indagine tesa a verificare quali sono stati i punti deboli nella risposta o, meglio, le azioni da mettere in campo per evitare che si ripetano le stesse condizioni, oppure altro. Noi troviamo del tutto incredibile come attorno a questo vi sia una chiusura totale, l'assoluta mancanza di volontà nel voler approfondire a questo livello. Certo, verrebbe da chiedersi come in una prospettiva di questo genere possa svilupparsi, avere un minimo di concretezza e ottenere risultati un qualsiasi lavoro di indagine, una qualsiasi analisi. Il pericolo vero che noi ravvisiamo nel momento in cui ci si rifiuta di arrivare a questo dato di analisi è che alla fine a risentirne saranno i lavori stessi di una Commissione che vivrà una contrapposizione continua, su una serie di stop riguardo alla fase successiva di analisi, che verrà spontanea nel momento in cui si affronterà qualsiasi tipo di intervento o di azione. Certo, chiedere ora un ripensamento so benissimo che suona quasi ridicolo e grottesco. Rimane il fatto che, anche attraverso questi minimi strumenti che ci sono dati, gli emendamenti a queste poche variazioni apportate dal Senato, variazioni che, da un lato, sono state persino quasi incomprensibili, mi sento di chiedere all'Aula un ultimo ripensamento riguardo a questo discorso.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.20 Girelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 37).
(Esame dell'articolo 2 - A.C. 384-B)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 38).
(Esame dell'articolo 3 - A.C. 384-B)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
ALICE BUONGUERRIERI , Relatrice. Parere contrario su tutti gli emendamenti: 3.12 Zanella, 3.13 Sportiello, 3.14 Zanella, 3.15 Ciani e 3.17 Zanella.
PRESIDENTE. Il Governo?
MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 3.12 Zanella. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.12 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.13 Sportiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.14 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).
Passiamo all'emendamento 3.15 dell'onorevole Ciani, che chiede di parlare. Ne ha facoltà.
PAOLO CIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, vorremmo provare a correggere una cosa molto strana di questo provvedimento: siamo in un Paese in cui la sanità è in gran parte gestita a livello locale dalle regioni, eppure, nei vari commi e articoli di questa norma, le regioni non compaiono mai. Peraltro, siamo anche piuttosto preoccupati, perché le leggi che questo Governo vuole approvare rispetto all'autonomia differenziata andranno ad incidere ulteriormente anche sulla frammentazione della sanità nel nostro Paese. E ci appare veramente paradossale che, quando questo punto della norma, peraltro modificato anche dal Governo, parla dei piani vaccinali e della tempestiva vaccinazione delle categorie dei soggetti fragili, non si voglia introdurre quello che noi chiediamo, ossia un'eventuale diversa applicazione temporale e organizzativa nelle singole regioni, le quali - sappiamo bene - possono organizzarsi in maniera autonoma e fare cose differenti da territorio a territorio.
Ci appare veramente una stranezza e non comprendiamo il motivo per cui non vogliate e il Governo non voglia inserire, nel testo di questa norma, la realtà del nostro Paese, in cui le regioni hanno un ruolo principale nell'implementazione delle politiche sulla sanità. Ci appare un paradosso. Chiediamo, pertanto, un ripensamento e di inserire, con questo emendamento, anche gli enti territoriali che si occupano di sanità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stumpo. Ne ha facoltà.
NICOLA STUMPO (PD-IDP). Grazie, Presidente. In aggiunta alle cose dette - che condivido - dal collega Ciani, abbiamo potuto presentare emendamenti soltanto sulle parti che sono state modificate dal Senato. Questa lettera dd) inizialmente diceva: “fino a un certo punto svolgere indagini relative agli acquisti delle dosi di vaccino destinate all'Italia, nonché all'efficacia del piano vaccinale predisposto”.
Questa parte era un pezzo in cui si pagava pegno anche i no-Vax, perché si chiedeva di verificare l'efficacia generale del piano vaccinale. Poi è stato aggiunto: “anche con riguardo alla tempestiva vaccinazione delle categorie dei soggetti più fragili”. Mi domando: ma se erano le regioni a dover organizzare la vaccinazione sul territorio, a livello centrale, cosa si vuole trovare? Lo dico, affinché il Governo e la relatrice – che, forse, hanno idee un po' diverse sul dover pagare pegno ai no-Vax - si mettano d'accordo, almeno così anche in italiano potrebbe funzionare meglio questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.15 Ciani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.17 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 44).
(Esame dell'articolo 5 - A.C. 384-B)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 45).
Sui lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Colleghi, dovremmo passare adesso all'esame degli ordini del giorno. Tuttavia, essendo pervenuto un numero molto elevato di ordini del giorno, sono oltre 50, è necessario un tempo ragionevole per la valutazione di ammissibilità e per consentire al Governo le valutazioni ai fini dell'espressione del parere.
Proporrei, quindi, a questo punto, di sospendere l'esame del provvedimento, a meno che, per l'economicità dei lavori, il Governo non chieda all'Aula, eventualmente, di aggiornarsi a domani. Sentiamo il Governo.
MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Presidente, mi scrivono dall'Ufficio legislativo che, sostanzialmente, gli ordini del giorno sarebbero arrivati adesso o starebbero arrivando, quindi, materialmente, non siamo in grado di fornire ora, ovviamente, i pareri, né riesco - anche per rispetto nei confronti dell'Aula - a dare un tempo congruo, per dire fra un'ora, un'ora e mezza, o a fare una quantificazione puntuale. Quindi, ritengo che, probabilmente, far slittare a domani la resa dei pareri sia, quanto meno, rispettoso per i lavori dell'Aula e dei singoli parlamentari.
PRESIDENTE. Colleghi, preso atto che il Governo non è in grado di avere una “prognosi” sugli ordini del giorno, poiché materialmente non li ha visti, se non scorgo obiezioni da parte dell'Aula, a questo punto, rinviamo a domani alle ore 16,15 - poiché la mattina abbiamo la votazione per schede per l'elezione di 4 componenti effettivi e di 4 componenti supplenti della Commissione di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti - l'esame di questo provvedimento.
Annunzio delle dimissioni di un Sottosegretario.
PRESIDENTE. Comunico che, in data 13 febbraio 204, il Presidente del Consiglio dei ministri ha inviato al Presidente della Camera la seguente lettera:
“Onorevole Presidente, La informo che il Presidente della Repubblica, con proprio decreto in data odierna, adottato su mia proposta, di concerto con il Ministro della Cultura, ha accettato le dimissioni rassegnate dal professor Vittorio Sgarbi dalla carica di Sottosegretario di Stato per la Cultura. Un cordiale saluto. Firmato, Giorgia Meloni” (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra).
Conseguentemente, il seguito della discussione della mozione 1-00208 non sarà più iscritto all'ordine del giorno.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Barzotti. Ne ha facoltà.
Colleghi, l'onorevole Barzotti deve svolgere un intervento di fine seduta, però deve essere messa nelle condizioni di farlo. La precondizione è che voi abbandoniate l'Aula - se lo ritenete, con mio sommo dispiacere peraltro - in silenzio, oppure chi rimane deve stare in silenzio. Non c'è una terza via. Onorevole Barzotti, abbia un attimo di pazienza. Proviamo a cominciare; se non c'è silenzio, non andiamo avanti. Prego, onorevole Barzotti.
VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo a fine seduta per attenzionare l'Aula su quello che sta succedendo in provincia di Cremona, a Vescovato. In particolare…
PRESIDENTE. No, mi scusi, onorevole Barzotti. Colleghi, dobbiamo fare silenzio perché non abbiamo concluso i lavori.
VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente.
PRESIDENTE. Chi vuole lasciare l'Aula, lo faccia in silenzio. Siccome ci sono degli interventi di fine seduta, bisogna mettere i colleghi nella condizione di intervenire. È banale: io non comincio fin quando non c'è silenzio. Aspetti un attimo, si accomodi pure, collega Barzotti. Colleghi, vi è chiaro che sto aspettando che facciate silenzio per riprendere? Vi ringrazio. Prego onorevole Barzotti.
VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo adesso in quest'Aula per parlare di quello che sta accadendo in provincia di Cremona, in particolare a Vescovato, davanti alla ditta ProSus. Davanti a questa ditta, da mesi, da oltre 100 giorni, ci sono lavoratori e lavoratrici, in particolare membri della comunità sikh, che stanno manifestando pacificamente per difendere il proprio posto di lavoro.
Sono oltre 30 giorni che questi lavoratori si trovano in presidio permanente al freddo: stanno dormendo lì davanti per sensibilizzare su quello che significa essere lavoratori in appalto che, da oltre 10 anni, lavorano per questa ditta e che rischiano seriamente di perdere il proprio posto di lavoro. Nell'ambito di questa manifestazione - dove noi, come MoVimento 5 Stelle, siamo stati anche qualche settimana fa, per parlare con loro, per capire quali sono i motivi di questo presidio - abbiamo visto una solidarietà incredibile tra lavoratori degli appalti e lavoratori direttamente dipendenti di questa società.
Ebbene, Presidente, questa mattina questi lavoratori sono stati sgombrati dalla polizia e francamente quello che noi crediamo è che non fosse necessario questo sgombero perché questi lavoratori sono assolutamente pacifici e stanno esclusivamente manifestando ed esercitando il loro diritto di scioperare. Diritto allo sciopero di lavoratori in difficoltà, che in questo Paese sono trattati a pesci in faccia come i lavoratori degli appalti. Quindi, Presidente, questo mio intervento è volto a manifestare tutta la nostra solidarietà alle famiglie di questi lavoratori e ai lavoratori stessi, ma anche e soprattutto per sensibilizzare le istituzioni.
Questa settimana ci sarà un tavolo in regione Lombardia e noi, come Commissione lavoro, abbiamo già attenzionato il Governo: serve risolvere questa situazione, ma soprattutto tutelare i lavoratori e le lavoratrici in appalto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), non soltanto i lavoratori dipendenti, che comunque non stanno vivendo un bel momento, ma soprattutto questi lavoratori che non possono essere lasciati indietro solo per essere in appalto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.
EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Oggi l'Italia ha 1.800 consultori ogni 32.000 abitanti, invece di averne uno ogni 20.000 abitanti e questi sono dati dell'Istituto superiore di sanità. Sorprende che una giornalista in televisione, pochi giorni fa, abbia dichiarato candidamente che i consultori sono “ideologia” e che c'è “nostalgia del passato”. Ebbene, io mi domando: ma quale ideologia e quale nostalgia? I consultori sono luoghi dove ragazze e donne di ogni età e di ogni estrazione sociale possono trovare un luogo sicuro dove poter parlare dei loro problemi e ricevere un'adeguata assistenza, sostegno e cure.
Rimane assurdo che le donne si vedano tagliato ogni servizio da Nord a Sud perché, a causa dei tagli alla sanità, i consultori in tutta Italia stanno purtroppo chiudendo. Si parla ogni giorno di denatalità; eppure, tagliando questi centri, si fa un attacco diretto a tutte le donne, di ogni età. Negli anni, Presidente, i consultori hanno rappresentato invece un luogo dove tutte noi abbiamo potuto ricevere consigli da giovani, aiuto quando eravamo incinte, con corsi preparto, piuttosto che avere aiuto per la cura dei neonati, ma è anche un luogo dove le donne possono ricevere consigli nell'età della menopausa, dove ci sentiamo sicure e protette; infatti i consultori rappresentano anche quei luoghi dove le donne possono denunciare violenze ed essere assistite.
È ridondante perciò parlare di servizi negli ospedali - come ha fatto la giornalista - dove poter andare, quando oggi sappiamo bene che gli ospedali continuano a chiudere, che i reparti di ginecologia e di neonatologia chiudono. Pertanto noi donne non abbiamo più un luogo di riferimento, oppure dobbiamo fare centinaia di chilometri per trovare questi luoghi per avere assistenza. Pertanto, io chiedo - e continuo a domandarmi - perché questo Governo continui a fare un attacco alle donne con i tagli alla sanità e pertanto a tutti quei servizi sanitari che sono fondamentali per tutte noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fassino per un ricordo dell'onorevole Siniscalchi. Ne ha facoltà.
PIERO FASSINO (PD-IDP). Grazie, Presidente. È venuto a mancare ieri, in coerenza con tutta una vita di impegno politico, mentre svolgeva una manifestazione, l'avvocato Vincenzo Siniscalchi, parlamentare per tre legislature in questa Camera, prima per i Democratici di Sinistra e poi per l'Ulivo e membro del Consiglio superiore della magistratura. Soprattutto, un avvocato insigne, presidente dell'ordine degli avvocati di Napoli, protagonista di tutti i principali grandi processi che hanno investito il foro di Napoli: dai processi che hanno investito il calciatore Maradona, ai grandi processi relativi alla criminalità organizzata.
Era un uomo di grande spessore, non soltanto giuridico, ma anche culturale: si dilettava, senza venir meno a tutti i suoi impegni di avvocato, anche a concorrere alla scrittura di sceneggiature cinematografiche, di fiction televisive; si dilettava ad essere critico letterario e teatrale per Il Mattino di Napoli, per il Corriere di Napoli e prima per Paese Sera. Un uomo di straordinaria autorevolezza giuridica, un uomo di grande garbo umano, che univa alla sua autorevolezza una gentilezza innata che faceva sì che ogni interlocutore potesse con lui stabilire un rapporto di fiducia e di consonanza.
Amava Napoli soprattutto: napoletano verace, interpretava nel modo più alto e migliore l'identità di quella grande città e ne era orgoglioso e lo manifestava con l'orgoglio di un grande figlio di una grande città.
È davvero una grande perdita, la perdita di un uomo che ha dato molto, ha dato molto alla sua città, ha dato molto alla sua attività forense, ha dato molto, come membro della Commissione giustizia e poi come membro del CSM, a queste nostre istituzioni, ha dato moltissimo soprattutto a coloro che hanno avuto, come me, la ventura di avere con lui un rapporto di frequentazione intenso e di amicizia.
Era davvero un uomo di grande generosità, e oggi, per questo, lo salutiamo con un sentimento di gratitudine, per tutto quello che ci ha dato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Lo salutiamo con grande affetto e nostalgia e ci stringiamo con affetto a Marinella, la sua compagna di vita, che lo ha accompagnato con amore in tutta la sua lunga e intensa vita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Ho conosciuto e avuto modo di conoscere Vincenzo Siniscalchi fin da piccolo, non solo come avvocato, ma come uomo del quartiere, lo stesso quartiere dove sono nato e cresciuto io. Sono stato un suo elettore quando si presentò al Parlamento nelle elezioni suppletive. È una cosa che mi fa piacere ricordare in quest'Aula perché c'era un rapporto diretto e molto forte tra gli elettori e gli eletti. Nell'anno precedente era stata eletta un'altra persona come presidente della regione, di uno schieramento talmente opposto al mio, ma un galantuomo, Rastrelli, e quel seggio era rimasto vacante. Si tennero le elezioni suppletive, era storicamente un seggio che vinceva il centrodestra. Incredibilmente, contro ogni pronostico, Vincenzo Siniscalchi - non c'era, sul collegio uninominale, il voto disgiunto; c'erano due schede, una per il proporzionale e una per l'uninominale - alle suppletive riuscì a vincere, per una manciata di voti, quel collegio. Lo riuscì a vincere perché era un uomo non solo radicato, ma stimato, a prescindere dall'appartenenza politica. Era un uomo mite, con un carattere particolarmente disponibile all'ascolto ma, allo stesso tempo, determinato nelle sue idee. Sembrerà un paradosso, ma il modo con cui è andato via è stato il modo migliore con cui un uomo che ha avuto la sua storia e con la sua presenza, non solo a livello territoriale, ma a livello nazionale e anche internazionale, poteva andare via: durante un'iniziativa pubblica, organizzata dall'ANPI, per la difesa della Costituzione. Non era giovane, aveva 92 anni, ma lo ricordo alcune settimane fa, ci incontrammo per caso, presenza fissa e uomo che ragionava del futuro della sua città, del suo Paese e del Pianeta.
È una grave perdita non soltanto dal punto di vista politico e culturale; è una grave perdita perché quest'uomo rappresentava un'idea straordinaria di città, di territorio e di impegno politico, idea nella quale mi identifico totalmente. Qualcuno dice “gli uomini di un tempo…”; vorrei tanto che questi uomini di un tempo riuscissero a tracciare la strada per la nuova politica, anche perché riuscivano a tenere rapporti, anche duri, con l'altra parte politica - ho ricordato Rastrelli - mantenendo però una qualità del rispetto reciproco che oggi certe volte mi manca.
Quindi, da parte di Alleanza Verdi e Sinistra noi lo ricordiamo, ci stringiamo - domani sarò ai funerali - alla famiglia e ci auguriamo che durante la Conferenza dei presidenti di gruppo si voglia organizzare un ricordo più ampio di una figura straordinaria del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Grazie, colleghi, per le vostre parole. L'onorevole Siniscalchi lo avete descritto come un principe del foro. Chi ha avuto la fortuna di avere a che fare con lui sa che questa qualifica discendeva dal fatto che era un principe del garantismo e un principe dei diritti, da cui discendeva questo suo essere poi principe del foro.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Mercoledì 14 febbraio 2024 - Ore 9,30:
1. Votazione per l'elezione di quattro componenti effettivi e di quattro componenti supplenti della Commissione di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti.
(ore 15)
2. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .
(ore 16,15)
3. Seguito della discussione della proposta di legge:
MOLINARI ed altri; BIGNAMI ed altri; FARAONE ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2 (Approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato). (C. 384-446-459-B)
Relatrice: BUONGUERRIERI.
La seduta termina alle 17,25.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 6 il deputato Graziano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 21 il deputato Cesa ha segnalato che si è erroneamente astenuto mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;
nelle votazioni nn. 23 e 30 il deputato Battistoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 27 il deputato Fede ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | MOZ 1-233 CPV 1 RIF DISP | 287 | 128 | 159 | 65 | 128 | 0 | 64 | Appr. |
2 | Nominale | MOZ 1-233 CPV 2 E 5 DISP | 285 | 285 | 0 | 143 | 285 | 0 | 64 | Appr. |
3 | Nominale | MOZ 1-233 CPV 3 E 6 DISP | 290 | 270 | 20 | 136 | 110 | 160 | 64 | Resp. |
4 | Nominale | MOZ 1-233 CPV 4, 7 E 8 DISP | 291 | 285 | 6 | 143 | 110 | 175 | 64 | Resp. |
5 | Nominale | MOZ 1-233 CPV 9 DISP | 288 | 236 | 52 | 119 | 236 | 0 | 64 | Appr. |
6 | Nominale | MOZ 1-233 PREMESSA | 293 | 282 | 11 | 142 | 121 | 161 | 64 | Resp. |
7 | Nominale | MOZ 1-222 NF CPV 1 DISP | 295 | 279 | 16 | 140 | 113 | 166 | 63 | Resp. |
8 | Nominale | MOZ 1-222 NF CPV 3 DISP | 293 | 287 | 6 | 144 | 111 | 176 | 63 | Resp. |
9 | Nominale | MOZ 1-222 NF CPV 5 DISP | 296 | 279 | 17 | 140 | 113 | 166 | 62 | Resp. |
10 | Nominale | MOZ 1-222 NF CPV 11 DISP | 291 | 280 | 11 | 141 | 110 | 170 | 62 | Resp. |
11 | Nominale | MOZ 1-222 NF CPV 13 DISP | 296 | 283 | 13 | 142 | 111 | 172 | 62 | Resp. |
12 | Nominale | MOZ 1-222 NF CPV 17 DISP | 296 | 275 | 21 | 138 | 112 | 163 | 62 | Resp. |
13 | Nominale | MOZ 1-222 NF CPV 19 DISP | 294 | 294 | 0 | 148 | 110 | 184 | 62 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | CPV 2, 9, 14 RIF E 16 DISP | 295 | 294 | 1 | 148 | 292 | 2 | 62 | Appr. |
15 | Nominale | CPV 4,6, 7, 8, 10, 12, 15 E 18 DISP | 295 | 294 | 1 | 148 | 112 | 182 | 62 | Resp. |
16 | Nominale | MOZ 1-222 NF PREMESSA | 292 | 289 | 3 | 145 | 111 | 178 | 63 | Resp. |
17 | Nominale | MOZ 1-234 NF RIF | 296 | 184 | 112 | 93 | 184 | 0 | 62 | Appr. |
18 | Nominale | MOZ 1-236 RIF NO CPV 3 E 6 DISP | 294 | 244 | 50 | 123 | 242 | 2 | 62 | Appr. |
19 | Nominale | MOZ 1-236 CPV 3 RIF DISP | 293 | 291 | 2 | 146 | 182 | 109 | 62 | Appr. |
20 | Nominale | MOZ 1-236 CPV 6 DISP | 294 | 292 | 2 | 147 | 131 | 161 | 62 | Resp. |
21 | Nominale | MOZ 1-238 | 294 | 233 | 61 | 117 | 182 | 51 | 62 | Appr. |
22 | Nominale | MOZ 1-239 UNF CPV 1 DISP | 295 | 284 | 11 | 143 | 115 | 169 | 62 | Resp. |
23 | Nominale | MOZ 1-239 UNF CPV 2 DISP | 292 | 289 | 3 | 145 | 113 | 176 | 62 | Resp. |
24 | Nominale | MOZ 1-239 UNF CPV 3 DISP | 296 | 290 | 6 | 146 | 119 | 171 | 62 | Resp. |
25 | Nominale | MOZ 1-239 UNF CPV 4 DISP | 290 | 279 | 11 | 140 | 113 | 166 | 62 | Resp. |
26 | Nominale | MOZ 1-239 UNF CPV 5 DISP | 292 | 287 | 5 | 144 | 287 | 0 | 62 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nominale | MOZ 1-239 UNF CPV 6 DISP | 235 | 230 | 5 | 116 | 50 | 180 | 63 | Resp. |
28 | Nominale | MOZ 1-239 UNF CPV 7 DISP | 232 | 230 | 2 | 116 | 52 | 178 | 63 | Resp. |
29 | Nominale | MOZ 1-239 UNF CPV 8 DISP | 294 | 283 | 11 | 142 | 111 | 172 | 62 | Resp. |
30 | Nominale | MOZ 1-239 UNF CPV 9 DISP | 293 | 290 | 3 | 146 | 110 | 180 | 62 | Resp. |
31 | Nominale | MOZ 1-239 UNF PREMESSA | 294 | 229 | 65 | 115 | 49 | 180 | 62 | Resp. |
32 | Nominale | PDL 384-B - EM 1.2 | 278 | 265 | 13 | 133 | 102 | 163 | 62 | Resp. |
33 | Nominale | EM 1.18 | 268 | 268 | 0 | 135 | 109 | 159 | 62 | Resp. |
34 | Nominale | EM 1.3 | 267 | 267 | 0 | 134 | 109 | 158 | 62 | Resp. |
35 | Nominale | EM 1.19 | 271 | 271 | 0 | 136 | 109 | 162 | 62 | Resp. |
36 | Nominale | EM 1.20 | 273 | 273 | 0 | 137 | 112 | 161 | 62 | Resp. |
37 | Nominale | ARTICOLO 1 | 271 | 267 | 4 | 134 | 159 | 108 | 62 | Appr. |
38 | Nominale | ARTICOLO 2 | 271 | 267 | 4 | 134 | 162 | 105 | 62 | Appr. |
39 | Nominale | EM 3.12 | 274 | 274 | 0 | 138 | 108 | 166 | 62 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 45) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nominale | EM 3.13 | 265 | 265 | 0 | 133 | 109 | 156 | 62 | Resp. |
41 | Nominale | EM 3.14 | 276 | 275 | 1 | 138 | 114 | 161 | 62 | Resp. |
42 | Nominale | EM 3.15 | 269 | 269 | 0 | 135 | 109 | 160 | 62 | Resp. |
43 | Nominale | EM 3.17 | 269 | 269 | 0 | 135 | 104 | 165 | 62 | Resp. |
44 | Nominale | ARTICOLO 3 | 269 | 265 | 4 | 133 | 160 | 105 | 62 | Appr. |
45 | Nominale | ARTICOLO 5 | 269 | 265 | 4 | 133 | 163 | 102 | 62 | Appr. |