XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 257 di mercoledì 6 marzo 2024

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA

La seduta comincia alle 15.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

BENEDETTO DELLA VEDOVA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 5 febbraio 2024.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro delle Imprese e del made in Italy, il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica e il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Elementi e iniziative in relazione ai tavoli di crisi aziendale - n. 3-01034)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Paolo Emilio Russo ed altri n. 3-01034 (Vedi l'allegato A).

Chiedo al deputato Paolo Emilio Russo se intenda illustrare la sua interrogazione o se si riservi di intervenire in sede di replica.

PAOLO EMILIO RUSSO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor Ministro Adolfo Urso, sono attualmente 59 i tavoli di crisi aziendale, di cui 37 attivi e 22 in fase di monitoraggio. I lavoratori a rischio sono circa 70.000 in diversi settori industriali. Uno degli impatti più significativi è rappresentato dall'ex Ilva, ora Acciaierie d'Italia, che occupa 10.700 lavoratori. Il Governo è intervenuto proprio ieri con un decreto approvato dal Senato, un importantissimo decreto che è stato approvato anche grazie alla collaborazione di parte dell'opposizione.

Sempre nel settore dell'acciaio, ci sono circa 1.400 lavoratori di JSW Steel, che, a Piombino, affrontano gli ammortizzatori sociali. Wartsila ha annunciato la delocalizzazione della produzione, mettendo a rischio oltre 300 lavoratori a Trieste. Electrolux ha iniziato il 2024 con una ripresa produttiva limitata e un contratto di solidarietà.

L'elenco delle crisi comprende aziende di vari settori, tra cui Almaviva e Abramo per i call center, Industria Italiana Autobus, Speedline e Lear nella meccanica, La Perla nella moda, Jabil nell'elettronica e così via.

Il Governo opera costantemente elaborando piani di reindustrializzazione e sviluppo, per garantire la continuità produttiva e l'occupazione, e già ha approvato norme più stringenti contro le delocalizzazioni.

Onorevole Ministro Adolfo Urso, vorremmo sapere quali informazioni può fornire in merito alla situazione dei tavoli di crisi e quali ulteriori iniziative intenda porre in essere in coerenza con gli indirizzi del Governo in materia di politica industriale.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.

ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Ringrazio il collega dell'interrogazione che ha presentato, io stesso nella precedente legislatura ho spesso utilizzato tale strumento per conoscere quanti fossero i tavoli di crisi. Pensate che, nell'ottobre 2019, al Senato, l'allora Ministro, nel rispondere alla mia interrogazione, parlò di tavoli di crisi che oscillavano tra i 150 e gli oltre 200 - dico “oscillavano” perché nessuno ne aveva piena certezza e contezza - per un totale che, in quella legislatura, cioè la scorsa, oscillava tra i 200.000 e i 300.000 addetti, quindi molti, molti più di quanti siano oggi.

È stato fatto un ottimo lavoro in questi mesi, direi eccezionale, sia sul piano della trasparenza, sia su quello dell'efficienza. Innanzitutto, sulla trasparenza: oggi ciascun cittadino può conoscere in tempo reale il numero dei tavoli di crisi e i relativi verbali, affinché tutti possano avere contezza dell'evoluzione delle interlocuzioni, del ruolo dei diversi partecipanti e delle possibili soluzioni. Sul nostro sito è tutto in trasparenza in tempo reale. Ad oggi risultano 37 tavoli di crisi e 22 in monitoraggio.

Questo successo della nostra politica industriale si sta dispiegando anche con precise revisioni normative, che voi stessi avete approvato nei mesi scorsi: contrasto alla delocalizzazione, con l'obbligo di restituire gli incentivi ricevuti negli ultimi 10 anni in caso di delocalizzazione; incentivi al reshoring, pari al 50 per cento per chi torna a produrre nel nostro Paese nei primi 6 anni; un esercizio molto accurato della golden power, in 27 casi abbiamo utilizzato i poteri di prescrizione a tutela della tecnologia, della produzione e dell'occupazione, dal caso emblematico di ISAB di Priolo, a quello più recente di Whirlpool; tutela dei marchi storici, grazie a una revisione della legge che conferisce al nostro Ministero la possibilità concreta di subentrare nella titolarità di un marchio storico, come nel caso di La Perla, sul quale risponderò in altra successiva interrogazione.

Inoltre, proprio ieri, nel decreto Ilva, è stata approvata una riforma dell'amministrazione straordinaria, tesa a favorire la continuità e la ripresa aziendale.

Su questi argomenti riferisco anche in un confronto con i lavoratori, come quello che ho avuto a Taranto la scorsa settimana e come quello che avrò a Piombino domani, a Genova e a Novi Ligure, negli stabilimenti dell'Ilva. Allo stesso modo, siamo intervenuti nel settore dell'automotive da voi citato, per esempio, e non soltanto con il Piano incentivi a sostegno dei consumi dei ceti meno abbienti.

Ancora ieri, nel decreto Ilva, è stata approvata una norma importante, che riguarda la formazione, la qualificazione e la riqualificazione dei lavoratori nei processi di transizione occupazionali nel settore delle telecomunicazioni. Questa è politica industriale.

PRESIDENTE. L'onorevole Paolo Emilio Russo ha facoltà di replicare.

PAOLO EMILIO RUSSO (FI-PPE). Grazie, Presidente. L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro e il lavoro è, dunque, un diritto, ma soprattutto la precondizione per il benessere personale dell'intera società.

Il lavoro si crea attraverso una collaborazione positiva e leale tra settore pubblico e privato, una collaborazione trasparente. Lei, giustamente, Ministro, ha rivendicato la trasparenza di tutti i dati, ed è un merito di cui noi le rendiamo volentieri conto. Sottolineo “leale”, perché abbiamo imboccato la strada della tolleranza zero nei confronti di quei pochissimi - si dica - imprenditori senza scrupoli, che delocalizzano alla sola ricerca di un maggiore guadagno, sfruttando condizioni favorevoli temporanee.

Il settore pubblico, per chi, come noi, si ispira ai princìpi liberali, ha il compito fondamentale di creare un ambiente favorevole alla crescita, investendo in infrastrutture fisiche e digitali, in formazione e ricerca. I risultati di questo anno e mezzo di Governo sono positivi: è aumentato il clima di fiducia nei consumatori e ci sono 632.000 occupati in più in un anno.

Lo Stato - attenzione - non può e non deve sostituirsi agli imprenditori, ma ha il compito, altrettanto importante, di sostenere le aziende in crisi, per difendere l'occupazione quando queste non riescono a stare al passo con la tecnologia o con i cambiamenti repentini di mercato.

Con il decreto Ilva, che citava poco fa, abbiamo dimostrato di avere a cuore le sorti di un importante comparto produttivo. Ma ci sono ancora - lei li ha citati - Almaviva, Abramo, Speedline, La Perla, Piaggio e anche tutte le altre aziende più piccole.

Signor Ministro, le chiediamo di proseguire questo suo impegno fintanto che tutte queste aziende non saranno salve e i lavoratori potranno dormire sonni tranquilli. Siamo soddisfatti per la sua risposta e le confermiamo la nostra fiducia nel suo operato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Saluto la delegazione parlamentare dell'OSCE, la presidente dell'Assemblea OSCE, Pia Kauma, e tutti i parlamentari presenti in visita ufficiale nel nostro Paese, che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Grazie di essere qui (Applausi).

(Iniziative di competenza per la salvaguardia dei livelli produttivi e occupazionali di Piaggio aerospace, con particolare riferimento alla proroga dell'amministrazione straordinaria e al possibile coinvolgimento di Leonardo Spa nell'operazione di acquisto – n. 3-01035)

PRESIDENTE. L'onorevole Pastorino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01035 (Vedi l'allegato A).

LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). Grazie signor Presidente e grazie signor Ministro. Il tema è quello di Piaggio aerospace commissariata dal 2018. Anche la terza gara pare non abbia dato gli esiti sperati, tanto che anche i commissari qualche giorno fa, in un incontro a Savona, hanno ipotizzato l'intervento di campioni nazionali, ovvero soci finanziari o industriali.

È politica industriale anche questa e, quindi, il quesito è molto semplice: data la necessità di garantire a Piaggio aerospace Spa un futuro all'altezza della sua storia, che ne salvaguardi il valore strategico industriale per la Liguria e il Paese nonché i livelli di produzione e occupazionali, se non ritenga innanzitutto di prorogare l'amministrazione straordinaria dell'azienda, che scadrà a maggio, prevedendo l'apertura di un tavolo congiunto tra il Governo e tutti i soggetti coinvolti, nonché la partecipazione di una società pubblica all'acquisto. Il riferimento che noi in Liguria abbiamo fatto in più occasioni è stato quello a Leonardo Spa.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.

ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Piaggio aerospace è un'azienda di rilevanza strategica per il panorama industriale italiano, non soltanto per la regione Liguria. L'azienda ha realizzato nello scorso anno un giro di affari superiore a 100 milioni di euro, mentre il bilancio di previsione di quest'anno dovrebbe vedere un incremento di circa il 20 per cento. È in amministrazione straordinaria dal 2018 e il primo atto che abbiamo fatto è stato quello di integrare l'attività del commissario con altre due professionalità e di fare un'ulteriore terza procedura dopo le precedenti due che erano andate deserte.

Il valore di Piaggio aerospace, secondo recenti perizie ordinate dal Ministero, è tra i 70 e gli 80 milioni di euro. È quindi un'azienda attiva, un'azienda tecnologicamente avanzata e un'azienda strategica. Occorre, quindi, individuare un'offerta che non solo dimostri solidità finanziaria, ma che sia anche accompagnata da un piano industriale robusto, in grado di assicurare il futuro dei siti produttivi e la tutela dei livelli occupazionali.

Le manifestazioni di interesse pervenute sono state 18. Le offerte in corso di valutazione allo stato sono 5, mentre stanno arrivando ulteriori proposte da altri soggetti credibili e affidabili. Proprio per questo ho ritenuto che sussistano i presupposti per la proroga dell'amministrazione straordinaria dell'azienda per un altro anno, al fine di completare al meglio la procedura per l'assegnazione di questa importante e strategica azienda italiana, mentre prosegue l'azione di rilancio.

Sabato mi recherò a Genova per visitare gli impianti e confrontarmi con le autorità locali, le rappresentanze sindacali, le associazioni datoriali, con gli operai e con gli ingegneri dell'azienda.

Concordo con l'interrogante laddove sottolinea il ruolo che Leonardo svolge nel settore e che, in linea di principio, potrebbe giocare in questo contesto. Ne sono convinto e ovviamente ho personalmente sollecitato la governance a valutare questa opportunità, tuttavia è importante sottolineare che tale decisione è rimessa alle strategie e alle scelte dell'azienda stessa che, quotata in borsa, risponde alle regole del mercato.

PRESIDENTE. L'onorevole Pastorino ha facoltà di replicare.

LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). Grazie Presidente e grazie signor Ministro. Devo dire che sono soddisfatto di questa risposta e registro come un impegno da parte sua il fatto che sabato 9 sia a Genova, non solo per Ilva - ho letto di un incontro alle 13 in prefettura - e mi auguro che quella sia l'occasione per incontrare - come ha detto lei - tutte le parti coinvolte.

Nel mese di gennaio, la regione Liguria aveva organizzato un tavolo dove erano presenti i rappresentanti sindacali, la regione stessa e anche i parlamentari liguri di tutti gli schieramenti e la richiesta era appunto quella di organizzare un tavolo alla sua presenza, una volta conosciuto l'esito di questa terza gara che lei mi conferma, al di là del fatto che ci sono nuovi soggetti che si affacciano non troppo soddisfacenti, come risulta dalle parole dei tre commissari stessi.

Quindi, esprimo soddisfazione per la conferma della proroga, perché diversamente sarebbe stato un problema. Piaggio aerospace è commissariata dal 2018, grazie al provvedimento che la copriva con la golden power, diversamente dovremmo parlare di una roba davvero lunga nel tempo, con inefficienze un po' da tutte le parti, con un ruolo non secondario neanche della politica, secondo me.

La ringrazio anche per l'apertura su Leonardo: abbiamo fatto questa ipotesi perché, per noi genovesi, era la più naturale nel momento in cui Leonardo con Automazione e con altre divisioni è presente a Genova e, quindi, ci sembrava un partner naturale anche per rilanciare Piaggio a tutti gli effetti e farla muovere con le proprie gambe.

Quindi, il traguardo e l'obiettivo di una società pubblico-privata, dove comunque la parte pubblica è presente, è quello che auspichiamo; sicuramente auspichiamo - e le sue parole ce l'hanno confermato - la tutela dei livelli occupazionali e il rilancio di un'azienda che, ad oggi, numeri alla mano, è un'azienda che sta bene.

(Iniziative di competenza per il rilancio industriale dello stabilimento La Perla, sito a Bologna, al fine di contrastare ipotesi di delocalizzazione e di salvaguardare i posti di lavoro – n. 3-01036)

PRESIDENTE. La deputata Cavandoli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01036 (Vedi l'allegato A).

LAURA CAVANDOLI (LEGA). Grazie, Presidente. Noi chiediamo al Ministro delle Imprese e del made in Italy di darci un aggiornamento sulla situazione dell'azienda La Perla, che ha sede a Bologna e che ha qualche problematica per quanto riguarda la sua proprietà. Infatti, dal 2018, è stata acquistata da un fondo anglo-olandese, che purtroppo ha portato questo marchio, che era - ed è - un'eccellenza del made in Italy, in una progressiva crisi: riduzione dei ricavi, riduzione dei punti vendita in Italia e nel mondo e, purtroppo, nello scorso anno, oltre 300 milioni di indebitamento, con una richiesta di tagli del personale e ritardi nel pagamento degli stipendi.

Ci tengo a dire che ci sono oltre 300 lavoratrici - le cosiddette perline - che a Bologna non ricevono lo stipendio dall'ottobre dello scorso anno. Nel frattempo, la gestione del fondo ha peggiorato la situazione: la parte inglese è stata messa in liquidazione giudiziale e il tribunale di Bologna ha dichiarato insolvente la società italiana. Si voleva procedere con un piano industriale di ristrutturazione aziendale, riduzione del personale e delocalizzazione e il Ministero ha nominato tre commissari.

Chiedo, quindi, al Ministro quali iniziative di competenza intenda intraprendere per garantire il rilancio industriale, contrastare la delocalizzazione e mantenere i livelli occupazionali.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.

ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. La società La Perla è un simbolo del made in Italy, per questo siamo subito intervenuti, convocando il relativo tavolo di crisi, al fine di individuare una soluzione che garantisca la continuità della produzione nel sito di Bologna.

All'ultimo incontro del tavolo, il 15 febbraio, erano presenti tutti gli attori con le organizzazioni sindacali e i commissari giudiziali da noi appena nominati su richiesta del tribunale in data 1° febbraio. Il fine è quello di individuare una soluzione industriale che mantenga unito il marchio aziendale con lo stabilimento produttivo e i suoi lavoratori.

Tra l'altro, anche su impulso del tribunale di Bologna, sono state avviate interlocuzioni con i curatori, i liquidatori e i commissari per far valutare la possibilità di una gestione congiunta delle questioni che vedono coinvolte contemporaneamente le varie procedure in Italia e in Gran Bretagna.

Inoltre, per tutelare le lavoratrici e i lavoratori coinvolti da questa grave crisi, i commissari hanno avviato le procedure per l'attivazione degli ammortizzatori sociali. Il 4 marzo è stata effettuata domanda al Ministero del Lavoro per il pagamento diretto da parte dell'INPS della cassa integrazione.

È stata, inoltre, attivata la procedura per volturare il precedente contratto di solidarietà in pagamento diretto alle lavoratrici per il periodo precedente alla dichiarazione di insolvenza. Nel frattempo, siamo intervenuti anche modificando l'impianto legislativo. Per il recupero del marchio, con la legge del made in Italy, si consente al Ministero delle Imprese e del made in Italy di subentrare nella titolarità di un marchio di particolare interesse nazionale, com'è appunto La Perla. Inoltre, con il decreto-legge Asset, abbiamo rafforzato le misure di contrasto alla delocalizzazione, disponendo che le grandi imprese beneficiarie di un aiuto di Stato debbano restituire gli incentivi ricevuti negli ultimi 10 anni, ove l'attività economica venga delocalizzata.

Pertanto, oggi, abbiamo nuovi e importanti strumenti per addivenire a un accordo risolutivo della situazione di crisi di La Perla e porre in essere tutte le azioni necessarie per garantire il rilancio di questo storico marchio italiano, nonché per tutelare le competenze e salvaguardare l'occupazione delle maestranze impiegate.

È mia intenzione recarmi a breve in azienda, per incontrare le lavoratrici, che giustamente intendono proseguire la loro attività. Noi siamo con loro e insieme riusciremo nell'intento di conservare in Italia la produzione di un così significativo marchio del made in Italy (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. L'onorevole Cavandoli ha facoltà di replicare.

LAURA CAVANDOLI (LEGA). Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro, per la risposta e per l'attenzione che sta dando a questa impresa, a questo brand, a quest'azienda in crisi. La Perla è un marchio dei prodotti che del made in Italy sono il fiore all'occhiello, l'espressione di una manifattura italiana eccellente, un'espressione della moda italiana specializzata in intimo di alta qualità e di lusso. È stato detto che i tre commissari stanno esaminando la documentazione e si vuole procedere con tutto quello che serve per la continuità aziendale. Ci sono altre aziende, altre imprese che sono attenzionate dal Ministero del Ministro Urso, che stanno gestendo tavoli di crisi e che questo Governo sta osservando, dando soluzioni normative importanti.

Stiamo, appunto, procedendo con tutto ciò che riguarda la tutela dei livelli occupazionali, la tutela dei marchi storici, la tutela dei marchi di interesse nazionale, così come si sta contrastando la delocalizzazione e si sta facendo attenzione a tutte quelle attività che possono essere oggetto di golden power.

Noi vogliamo una ripresa economica del nostro Paese; siamo riusciti, con un Governo molto compatto, a portare i livelli occupazionali del Paese ai massimi, negli ultimi anni, siamo riusciti anche ad avere la soddisfazione degli investitori, soprattutto degli investitori retail. È recentissima la vendita all'asta dei titoli dei BTP Valore, che hanno avuto un successo ben al di sopra delle aspettative, e così stiamo facendo anche per quello che riguarda lo sviluppo infrastrutturale del Paese. Questo Paese sta crescendo, questo Paese va avanti e tutela le sue eccellenze. Il made in Italy è un'eccellenza, il made in Italy deve restare in Italia, e questo è quello che vuole il nostro Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative di competenza in relazione all'aumento delle tariffe di luce e gas per famiglie e imprese, in particolare a tutela dei clienti cosiddetti vulnerabili – n. 3-01037)

PRESIDENTE. L'onorevole Borrelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01037 (Vedi l'allegato A).

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Mi rivolgo al Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica per sapere come mai, nonostante il prezzo del gas sia tornato sui livelli di novembre 2021, come all'inizio dell'ultima crisi energetica, secondo un'analisi di Assium (Associazione degli utility manager) e Consumerismo No Profit, la riduzione dei prezzi dell'energia non sarà sufficiente ad alleggerire, da sola, le tariffe di luce e gas di cittadini e imprese. La spesa della famiglia tipo ammonterà, nel 2024, ad almeno 1.750 euro in totale per entrambe le forniture. La fine del mercato tutelato per gas ed energia elettrica, con decorrenza, rispettivamente, 10 gennaio scorso e prossimo 1° luglio, determina il passaggio obbligato al mercato libero e, sebbene prometta una rivoluzione, al momento non si accompagna a vantaggi dal punto di vista economico per quanto riguarda le tariffe.

Secondo i dati ARERA, già nel mese di febbraio c'è stato un aumento del 6,5 per cento dei costi. Voglio chiedere al Ministro di rispondere, per sapere cosa intenda fare il Governo rispetto a questa vicenda.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, onorevole Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente; ringrazio l'interrogante. Con riguardo al quesito posto dall'onorevole interrogante, si ribadisce l'impegno del Governo al monitoraggio dell'andamento dei prezzi dell'energia e all'individuazione di ogni misura atta ad assicurare la massima protezione di cittadini e imprese e, in particolare, dei vulnerabili.

In ogni caso, le dinamiche dei prezzi della fornitura di energia elettrica e gas sono molto diverse da quelle mostrate nel corso della crisi che ha connotato le annualità 2022 e 2023. Nei primi mesi di gennaio e febbraio 2024, infatti, la media mensile del prezzo d'acquisto sulla borsa elettrica italiana, del PUN, è tornata stabilmente sotto i 100 euro per megawattora, in calo del 14,1 per cento sulla media di dicembre 2023 e di circa il 40 per cento su quella di gennaio 2023. Conseguentemente, solo con riferimento al periodo intercorrente tra il 2023 e l'inizio del 2024, i valori medi dell'offerta di elettricità e gas a prezzo fisso per il mercato domestico sono diminuiti di circa il 20 per cento, sulla scia dei mercati all'ingrosso, in ribasso.

Sul versante del mercato all'ingrosso del gas, le quotazioni del punto di scambio virtuale spot sono scese stabilmente al di sotto dei 30 euro a megawattora e, dunque, si sono ribassate di circa 10 volte rispetto al picco raggiunto nel 2022.

Ad ogni modo, a riprova dell'attenzione che il Governo continua a riservare al tema, specie se riferito ai consumatori più vulnerabili, la legge di bilancio per il 2024 ha confermato, per il primo trimestre dell'anno, l'applicazione di un contributo straordinario ai clienti domestici titolari del bonus sociale elettrico, con le medesime soglie ISEE previste dal decreto-legge Aiuti-quinquies del marzo 2023. A tal fine, è stata autorizzata la spesa di 200 milioni di euro per l'anno 2024. Il contributo ammonta a 76,44 euro per i nuclei familiari titolari di bonus elettrico composti da due membri, 102 euro per i nuclei familiari costituiti da tre o quattro unità. Nel contesto del decreto-legge Energia, com'è noto, è stata introdotta, inoltre, una disciplina ad hoc a carattere strutturale per la fornitura di energia elettrica ai vulnerabili, tale da assicurare l'accessibilità dei prezzi delle forniture e un'adeguata tutela anche sotto il profilo delle condizioni contrattuali.

Il Governo sta, inoltre, valutando ulteriori misure strutturali per i soggetti vulnerabili, nell'ambito della strategia nazionale contro la povertà energetica e del Fondo sociale per il clima, volto, quest'ultimo, a mitigare l'impatto della transizione energetica sulle famiglie in condizioni di disagio.

PRESIDENTE. L'onorevole Borrelli ha facoltà di replicare.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Ministro, la scelta del Governo di andare dal mercato tutelato al mercato libero, dal nostro punto di vista, è stata un errore. Io parlo dei dati che leggo sui giornali o dalle notizie: la signora Paola, a Milano, denuncia che prima pagava 500 euro ogni bimestre, adesso paga 1.458 euro, eppure, i consumi non sono aumentati; oppure la signora Luisa che, per un locale di 64 metri quadrati, si è trovata a pagare, per un bimestre, 2.542 euro; ARERA, l'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, quindi, un soggetto terzo, continua a insistere e dice che il 95 per cento di coloro che hanno aderito alla scelta imposta dall'attuale Governo non ha avuto vantaggi e ora paga di più con il mercato libero e ovviamente 100 euro l'anno, rispetto a un aumento di 1.000 euro ogni bimestre, sono davvero pochi. La nostra preoccupazione è che, a differenza di altre liberalizzazioni, il fatto di aver messo all'asta i cittadini, aver messo all'asta i soggetti che non sono voluti passare subito o non sono stati in grado di passare al mercato libero, con questo ginepraio di aziende, che in alcuni casi hanno avuto anche gravi problemi con la giustizia o si sono trasferite in paradisi fiscali, porterà notevoli danni ai più deboli. Ecco, i più deboli, le persone che hanno più difficoltà ad arrivare a fine mese sono coloro che stanno pagando di più questa vicenda.

(Misure a sostegno del settore della raccolta differenziata e del riciclo degli imballaggi - n. 3-01038)

PRESIDENTE. L'onorevole Milani ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti ed altri n. 3-01038 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

MASSIMO MILANI (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, nei giorni scorsi ANCI e CONAI hanno presentato a Roma i dati sulla raccolta e sul riciclo degli imballaggi relativi all'anno 2022. In Italia è stata raggiunta una percentuale complessiva di raccolta differenziata pari al 65 per cento: a fronte di quasi 29 milioni di tonnellate di rifiuti urbani prodotti, 18,6 milioni di tonnellate vengono raccolte in maniera differenziata, e di queste circa 5,6 milioni sono imballaggi che vengono conferiti al sistema CONAI-Consorzi di filiera. Le previsioni di riciclo per il 2024 potrebbero raggiungere il 75 per cento dell'immesso al consumo, oltre 10 milioni di tonnellate di rifiuti che diventano materie prime seconde per la produzione di nuovi beni, senza dimenticare i benefici economici, oltre che ambientali, che derivano direttamente dall'accordo ANCI-CONAI. Ricordo, inoltre, che sono stati fatti importanti investimenti nell'ambito del PNRR a favore dei comuni per il potenziamento di impianti tesi al riciclo.

In questo contesto di ottimi risultati sul riciclo in Italia, accade che il 4 marzo il Consiglio dell'Unione europea e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio che conferma la richiesta di un calo dei rifiuti da imballaggio del 5 per cento entro il 2030, del 10 per cento nel 2035 e del 15 per cento entro il 2040. Le chiedo, quindi, quali iniziative il Governo intenda intraprendere al fine di salvaguardare il settore della raccolta differenziata e del riciclo degli imballaggi, che costituisce un'eccellenza italiana da preservare.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente, un grazie agli interroganti. Come evidenziato dagli onorevoli interroganti, il sistema italiano di riciclo degli imballaggi si conferma un'eccellenza consolidata da anni e un asset strategico della manifattura nazionale. Solo a titolo di esempio, gli obiettivi europei per il 2025 su imballaggi in vetro, acciaio, alluminio, carta e legno sono già ampiamente conseguiti e superati dai dati relativi al 2022. In relazione alla proposta di regolamento sugli imballaggi, il Governo ha portato avanti il negoziato a Bruxelles mantenendo ferma la contrarietà alla soluzione originariamente prospettata dalla Commissione, ribadendo come gli obiettivi di riuso e riciclo debbano essere bilanciati tenendo conto delle realtà nazionali, delle esigenze dei diversi comparti commerciali e produttivi e, soprattutto, dei risultati già ottenuti. Perciò l'Italia ha sempre sostenuto la necessità di concedere alternative per gli Stati membri che hanno tassi elevati di riciclo, al fine di non escludere dal mercato imballaggi sicuri e riciclabili e tecnologie oggetto di forti investimenti.

Nella riunione tenutasi lo scorso marzo sono state accolte alcune delle richieste avanzate dal Governo, che però, lo dico senza mezzi termini, non bastano a salvaguardare l'intera filiera, soprattutto con riferimento alle disposizioni che limiterebbero l'esportazione dei nostri prodotti verso Paesi terzi, la famosa libertà di essere più ambiziosi. Grazie anche all'azione dei parlamentari europei, siamo riusciti ad attenuare l'obbligo di ricorrere al riuso quando non sussistono delle vere motivazioni ambientali. C'è inoltre ancora da lavorare sui divieti per alcuni imballaggi monouso, anche se la portata è stata ridotta e circoscritta alla plastica. In relazione alla carenza impiantistica citata nell'interrogazione, evidenzio che con il PNRR abbiamo destinato 1,5 miliardi di euro alla realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti e all'ammodernamento degli impianti esistenti. Ad oggi sono stati finanziati 1.085 progetti, soprattutto nelle regioni con un importante deficit impiantistico. Altra misura significativa in ambito PNRR è quella relativa ai progetti “faro” di economia circolare, con uno stanziamento di 600 milioni di euro volto a supportare le imprese negli interventi per il miglioramento dei sistemi di raccolta differenziata e degli impianti di trattamento e riciclo di specifici materiali, quali rifiuti elettronici, plastici e del settore tessile. Ad oggi risultano sottoscritti tutti gli atti d'obbligo dei soggetti realizzatori.

PRESIDENTE. L'onorevole Rotelli ha facoltà di replicare.

MAURO ROTELLI (FDI). Grazie, Presidente Costa. Grazie, Ministro Pichetto Fratin, intanto per il lavoro che ha svolto lei con tutto il Governo in Europa, grazie anche alla mobilitazione degli europarlamentari, che si sono dati molto da fare, i tanti gruppi soprattutto del centrodestra, per difendere quella che è in assoluto un'eccellenza della nostra Nazione. L'industria e la produzione che deriva dal riciclo delle materie prime è diventata veramente, come diceva lei, un asset importante, però l'Europa sembra non rendersi conto di questa realtà. Intanto ci sono due aspetti che sono veramente inquietanti. Il primo, la scelta di utilizzare un regolamento per dare ordine a questa tematica, invece che una direttiva. La direttiva avrebbe lasciato la possibilità della cosiddetta “neutralità tecnologica”, lei l'ha accennata, che è importante. Se il nostro Paese ha già raggiunto una serie di risultati importanti, che lo vedono primeggiare in Europa, per quale motivo si deve, per l'ennesima volta, subire dall'alto un regolamento, che poi equivale a un testacoda, rispetto a delle tecnologie che noi abbiamo scelto e che ci vedono primeggiare? Secondo e non ultimo, la velocità, Ministro. È assolutamente incredibile come per tante questioni l'Europa vada a rilento, quasi in retromarcia, e per quanto riguarda questa tematica invece si è messa la quinta, perché si deve raggiungere l'obiettivo prima che termini naturalmente la legislatura. È l'ennesima bandierina, speriamo che dal 9 giugno in poi questo aspetto venga totalmente cancellato dagli elettori e ritorni un'Europa reale, che guarda in faccia le singolarità delle singole Nazioni e soprattutto i grandi risultati ottenuti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Elementi e iniziative in ordine agli incentivi concessi alle fonti rinnovabili e ai conseguenti oneri sulle bollette elettriche - n. 3-01039)

PRESIDENTE. L'onorevole D'Alessio ha facoltà di illustrare l'interrogazione Benzoni ed altri n. 3-01039 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ANTONIO D'ALESSIO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Dal 2005 sono stati concessi alle fonti rinnovabili elettriche incentivi in diverse forme, quali conti energia, certificati verdi, tariffe incentivanti, che gravano sulle bollette dei consumatori per circa 10 miliardi di euro all'anno. Nonostante i costi degli impianti fotovoltaici si siano ridotti di molto, continuano ad essere erogati numerosi incentivi in nuove forme. Oltretutto, alle numerose comunità energetiche previste in Italia saranno erogati incentivi che, secondo le previsioni del Governo, ammonteranno a diversi miliardi di euro. La bozza del decreto FER 2, dedicato alle fonti energetiche non mature, sembra proprio incamminarsi in percorsi rischiosi da un punto di vista economico, lontani anche da scelte effettuate da altri Paesi europei, vedasi impianti eolici offshore. Si chiede, pertanto, a quanto ammontino gli incentivi concessi finora e quelli futuri alle fonti rinnovabili e quanto si prevede che graveranno sulle bollette elettriche i costi di investimenti previsti fino al 2030 (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente, un grazie agli interroganti. In relazione al quesito posto dagli onorevoli interroganti, si evidenzia, in prima battuta, come tutte le forme di incentivazione previste per le fonti rinnovabili sono costruite per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del sistema energetico al 2030 e al 2050. Il GSE elabora il dato sugli incentivi concessi alle diverse fonti rinnovabili relativo all'ammontare esatto per ogni tipo e forma a decorrere dalla data di entrata in vigore del singolo meccanismo.

Sul sito del gestore è attualmente disponibile il rapporto semestrale Energia e clima in Italia con dati aggiornati al primo semestre 2023. Dal 2008 fino al 2022 risultano erogati incentivi per oltre 141 miliardi di euro. Nel rapporto viene esaminato anche lo scenario degli oneri per gli anni successivi al 2023, la cui evoluzione dipende da una pluralità di fattori, tra cui il prezzo di mercato dell'energia e la producibilità attesa dagli impianti nei residui anni di incentivazione. Si ricorda, infatti, che per buona parte dei meccanismi di incentivazione l'onere risultante dipende in modo inverso dal valore del prezzo dell'energia. In ogni caso, la progressiva diffusione delle rinnovabili favorirà la diminuzione dei costi delle singole tecnologie in relazione alle quali sono tarati i meccanismi di incentivazione, e, di conseguenza, una riduzione degli oneri in bolletta nel tempo.

In merito agli strumenti di supporto di più recente promozione, si stima che il decreto sulle CER ai fini della realizzazione di 5 gigawatt di impianti previsti ha un onere di incentivazione annuo compreso tra i 230 e i 340 milioni di euro per 20 anni - da lì il costo totale di 5 miliardi e 700 milioni - mentre per il decreto sull'agrivoltaico si stima un onere di incentivazione annuo di circa 30 milioni di euro per 20 anni in conformità all'obiettivo di raggiungere 1 gigawatt di impianti.

In futuro si potranno aggregare i dati relativi ai provvedimenti in fase di elaborazione con il decreto FER 2, che lei ha citato, e FER X, per il quale è tuttavia prematuro ad oggi fornire stime precise.

Infine, sulla base del PNIEC aggiornato si stimano investimenti in infrastrutture di rete per circa 37 miliardi di euro e di oltre 6 miliardi di euro per sistemi di accumulo.

PRESIDENTE. L'onorevole Benzoni ha facoltà di replicare.

FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Grazie Presidente e grazie Ministro per la sua risposta. È una discussione che abbiamo già iniziato durante il decreto Energia sulla visione che Azione pone anche sul tema del mix energetico. Certo, lei dice che queste incentivazioni avvengono per raggiungere gli obiettivi. Noi pensiamo che ci voglia un po' di pragmatismo nel dire che per raggiungere quegli obiettivi non basterà tutto ciò, ma servirà anche un mix energetico diverso che contempli il nucleare e tante altre cose.

Ma il tema dell'eolico offshore è un tema importante, perché viene incentivato come fonte energetica non matura, cioè dal FER 2, ma allo stesso tempo consideriamo una quantità di eolico galleggiante che è sproporzionata, perché sono 3,8 gigawatt, e il resto lo incentiviamo come se non fosse una fonte matura. Queste due cose non stanno in piedi, perché ci sono oggi solo 4 prototipi in tutta Europa di questa tecnologia e noi li stiamo finanziando per i prossimi 20 anni come fosse una tecnologia che conosciamo e di cui conosciamo la sostenibilità economica. Noi non siamo contrari a questo - è sperimentale e magari funzionasse -, ma perché finanziarne così tanti e con così tanti costi che ci vincolano per i prossimi 30 anni, quando potremmo sperimentarlo e capire qual è il funzionamento? Questo, secondo noi, è il pragmatismo con cui bisogna affrontare quel raggiungimento del mix energetico.

Invece, noi stiamo non buttando risorse perché lo scopriremo solo nel futuro e non possiamo dire né noi né lei se è un investimento azzeccato o meno. Ma è una scommessa nel vuoto che noi facciamo: 3.800 megawatt sono 20 volte di più di quelli che sono previsti in tutto il resto dell'Europa, anche in quei Paesi che hanno un mare più basso e, quindi, dei costi minori e maggior vento. Secondo noi, è davvero assurda questa scelta che non va nella direzione del pragmatismo e di raggiungere quegli obiettivi, ma va nella direzione di essere ideologici e di dire che risolviamo il problema con le fonti rinnovabili, ma così non si va al punto (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

(Elementi e iniziative in relazione alle grandi concessioni di derivazione idroelettrica, alla luce di una recente comunicazione della Commissione europea - n. 3-01040)

PRESIDENTE. Il deputato Del Barba ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01040 (Vedi l'allegato A).

MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Ministro Pichetto Fratin, parliamo di grandi concessioni idroelettriche e non sto certo qui a ricordarle i numeri di questo importantissimo settore e la valenza strategica che esso riveste sia per la sicurezza energetica del Paese sia per l'approvvigionamento idrico. E nemmeno le ricordo la situazione in cui versano i rinnovi delle concessioni che ancora una volta si susseguono di proroga in proroga. Non abbiamo capito quale sia la posizione della maggioranza e del Governo, non abbiamo capito perché le gare non sono state fatte, non abbiamo capito perché non sono stati esercitati i poteri sostitutivi laddove non sono state fatte. Ci è stato detto, anzi, che il motivo per cui il Parlamento non può fare nulla è perché ci saremmo vincolati col PNRR.

Allora, siccome anche in questi giorni è in discussione il decreto PNRR, in cui voi avete trattato delle modifiche, siamo a chiedervi che cosa avete fatto per l'idroelettrico, qual è stata la posizione dell'Italia, qual è ufficialmente la posizione e quanto è stato convenuto tra l'Italia e l'Unione europea in tema di concessioni idroelettriche.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie Presidente e grazie agli interroganti. Con riferimento al quesito posto dagli onorevoli interroganti “si evidenzia che ancor prima dell'archiviazione della procedura di infrazione richiamata, è stato assunto, nel contesto del PNRR, uno specifico impegno a rendere obbligatorio lo svolgimento di gare per i contratti di concessione per l'energia idroelettrica, definire il quadro normativo per le concessioni idroelettriche ed eliminare gradualmente la possibilità di prorogare i predetti contratti”. Così testualmente recita la milestone M1C2-6 del PNRR cui si è data attuazione mediante l'articolo 7 della legge per la concorrenza relativa all'anno 2021, oggetto di valutazione positiva da parte della Commissione europea nell'ambito del pagamento della terza rata del PNRR stesso.

Tenuto conto che la procedura di infrazione è stata archiviata per ragioni di opportunità correlate alla circostanza che il suo perdurare avrebbe comportato una stagnazione degli investimenti del settore, il recente decreto-legge Energia ha rappresentato l'occasione per riflettere e aprire la discussione su un intervento legislativo volto a prevedere che regioni e province autonome possano optare per una procedura di rimodulazione della durata dei contratti di concessione a fronte dell'impegno del concessionario di attuare un piano pluriennale di investimenti con evidenti benefici in termini energetici e ambientali.

In tale contesto è prevalsa la posizione secondo cui l'intervento normativo sarebbe equivalso a un'inversione di rotta rispetto al quadro legislativo introdotto in attuazione del PNRR. Come chiarito dalla struttura di missione del PNRR, la cosiddetta reversal non solo determina l'arresto del processo di valutazione della richiesta di pagamento in corso ma può finanche comportare il taglio delle somme erogate dallo Stato.

Resta, dunque, l'attuale esigenza di introdurre misure atte a valorizzare la potenzialità dell'idroelettrico, considerato che è un asset strategico per la sicurezza energetica del Paese. Pertanto, è necessario proseguire nell'interlocuzione con la Commissione europea affinché si possa auspicabilmente giungere a una più ampia condivisione possibile delle soluzioni prospettate.

Aggiungo una mia considerazione: noi siamo concentrati sulle grandi concessioni per i grandi impianti idroelettrici, ma il Paese è disseminato di microimpianti idroelettrici e molti all'interno di stabilimenti costruiti su fiumi e su corsi d'acqua e in questo caso sarebbe anche difficoltoso fare valutazioni diverse dal legame della proprietà del sito.

PRESIDENTE. L'onorevole Del Barba ha facoltà di replicare.

MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie. Signor Ministro, nella sua risposta, quindi, non si trovano tracce di tentativi da parte del vostro Governo di andare a modificare anche questa previsione del PNRR e questo è importante saperlo.

Tuttavia, voi dite che state riflettendo. Speravamo foste pronti, ma va benissimo riflettere. Il fatto è che questa riflessione sembra un pochino confusa, anche perché recentemente avete approvato un ordine del giorno impegnativo che va nella direzione opposta rispetto a quello che lei ha detto e perché evidentemente questa situazione, anziché dar luogo alle gare, che sarebbe la posizione che sembrate sostenere, darà luogo a contenziosi e ci porterà ancora nelle paludi delle proroghe, che sono esattamente quello che bisogna evitare nell'interesse dell'amministrazione pubblica, nell'interesse dei territori e nell'interesse anche dei concessionari.

La stessa domanda avremmo potuto rivolgerla al Ministro Fitto, se avessimo saputo che oggi sarebbe venuto: non era prevista la sua presenza e, quindi, ne parleremo successivamente.

Mi lasci, però, dire che permaniamo in una situazione di confusione su un tema che, invece, meriterebbe molta più chiarezza. E la sensazione che anche la sua risposta ci ha lasciato è che questa vicenda del PNRR sia un alibi proprio per nascondere posizioni contrapposte; altrimenti, se foste davvero dei paladini del mercato, non si vede perché le vostre regioni non avrebbero dovuto procedere con le gare o, comunque, il vostro Ministro con i poteri sostitutivi. Insomma, c'è qualche cosa davvero di grosso che non va. Abbiamo l'impressione che stiate guadagnando tempo per arrivare in affanno alle elezioni europee e poi svelarci quale sarà la vera posizione del Governo.

(Iniziative di competenza per pervenire a una disciplina uniforme a livello nazionale in materia di assegnazione delle concessioni di derivazione d'acqua per uso idroelettrico, al fine di salvaguardarne il carattere di asset strategici per la sicurezza e l'autonomia energetica - n. 3-01041)

PRESIDENTE. Il deputato Simiani ha facoltà di illustrare l'interrogazione Peluffo ed altri n. 3-01041 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Come sa, Ministro, il settore idroelettrico in Italia rappresenta il 41 per cento dell'energia complessiva rinnovabile, con quasi 4.300 impianti e 15.300 addetti. Nel 2021 è stata disposta l'archiviazione delle procedure di infrazione in precedenza avviate nei confronti degli Stati membri, tra cui l'Italia, in relazione alle modalità di affidamento senza gara delle grandi concessioni idroelettriche. Con il decreto-legge n. 21 del 2022 si è estesa la disciplina del golden power anche alle concessioni di grande derivazione idroelettrica. Con la legge sulla concorrenza n. 118 del 2022 si è stabilito che le procedure di assegnazione delle concessioni sono effettuate tenendo conto degli interventi di miglioramento delle infrastrutture esistenti. Chiediamo, dunque, al Governo quali iniziative intenda adottare al fine di garantire una disciplina uniforme sul territorio nazionale e stimolare nuovi investimenti nel settore idroelettrico, anche in considerazione dell'importanza delle grandi concessioni di derivazione idroelettrica per la sicurezza e l'autonomia energetica nazionale.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente. Grazie agli interroganti, siamo sulla falsariga dell'interrogazione precedente. In relazione al quesito posto dagli onorevoli interroganti si evidenzia che la cosiddetta regionalizzazione della materia idroelettrica avviene entro i limiti posti dai vincoli eurounitari e dal quadro di legislazione nazionale.

L'articolo 12 del decreto legislativo n. 79 del 1999, comma 1-ter, ha previsto che il legislatore regionale disciplini le modalità e le procedure di assegnazione delle concessioni di grande derivazione d'acqua a scopo idroelettrico, nel rispetto dell'ordinamento dell'Unione europea e degli accordi internazionali, nonché dei principi fondamentali dell'ordinamento statale e delle disposizioni di cui al medesimo articolo, elencando, successivamente, le modalità, i criteri e altri contenuti essenziali di tali procedure. L'ambito, entro il quale la potestà a disciplinare le procedure di assegnazione della concessione idroelettrica spetta alle regioni, è stato meglio definito dalla legge sulla concorrenza del 2021, la quale prevede che le procedure di gara si svolgano sulla base di criteri generali uniformi e definiti a livello statale e chiarisce che spetta alle regioni determinare i criteri economici alla base della durata del contratto di concessione. Quindi, gara pura o project, il project è certamente in contraddittorio, poi messo a gara. È necessario, in ogni caso, stimolare gli investimenti nel settore idroelettrico, considerati gli effetti benefici degli stessi sia in termini energetici che di valorizzazione ambientale. La soluzione del piano di investimenti prospettata nel contesto del recente DL Energia intendeva offrire una precipua risposta a questa esigenza. Le valutazioni espresse in sede del DL Energia, ribadite anche nella precedente risposta che ho dato in quest'Aula, non possono che essere confermate alla luce dell'opportunità sottesa al ricorso alla risorsa idroelettrica per la sicurezza energetica del Paese e il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, consideratane, peraltro, la relativa programmabilità. Dovranno, pertanto, andare avanti le interlocuzioni con la Commissione europea per far sì che vi sia una rinnovata stagione di investimenti nel settore, trovando le procedure più opportune.

PRESIDENTE. L'onorevole Peluffo ha facoltà di replicare.

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarare l'insoddisfazione per la risposta del Ministro e per la gestione complessiva di un dossier così delicato. L'idroelettrico è essenziale nella diversificazione per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento energetico e, certo, Ministro, non bastano la pioggia o la neve di questi giorni, perché è un settore che ha una necessità assoluta di investimenti per le manutenzioni, per l'ammodernamento, anche in ragione dei cambiamenti climatici.

Lei aveva costruito un percorso con le regioni finalizzato a una proposta per il decreto Energia, proposta che è sparita, con assoluta mancanza di trasparenza nel rapporto con il Parlamento, evidente per le divisioni della maggioranza, che sono rappresentate plasticamente oggi dai due Ministri che siedono al banco del Governo. Quello che noi pensiamo, Ministro, è chiaro, l'abbiamo messo nell'emendamento che abbiamo presentato al decreto Energia, mettendo al centro gli investimenti, il coinvolgimento dei territori, un meccanismo aggiuntivo rispetto alla normativa vigente; quello che vuole fare il Governo non si è capito neanche oggi. Intanto, la regione Abruzzo ha sospeso la gara e, intanto, vanno avanti i ricorsi, creando una situazione di gravissima incertezza rispetto al settore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

(Iniziative di competenza per il completamento degli impianti di rigassificazione già programmati e per la realizzazione di nuovi progetti, nell'ottica di una maggiore diversificazione delle forniture energetiche - n. 3-01042)

PRESIDENTE. L'onorevole Alessandro Colucci ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-01042 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la maggiore diversificazione delle forniture di energia può ridurre la dipendenza dell'Italia da una sola fonte e costituire un deterrente alla speculazione dei mercati. Nel 2022, a seguito dell'invasione dell'Ucraina da parte della Federazione Russa, l'Italia ha inaugurato una stagione di diversificazione dell'approvvigionamento energetico. Le ulteriori tensioni internazionali, tra cui il conflitto tra Hamas e Israele e gli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso, rendono ancora più necessaria l'accelerazione della strategia di diversificazione. Tra le misure italiane di risposta alla crisi energetica rientra la decisione di aumentare la capacità di rigassificazione del Paese. Nel 2023, i rigassificatori italiani hanno permesso di importare più di 16,5 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto, con un aumento del 16,8 per cento rispetto al 2022.

In Italia si contano oggi 3 rigassificatori - nella provincia di La Spezia, al largo della provincia di Rovigo, al largo del Mar Tirreno - e si aggiungono 2 unità di stoccaggio e rigassificazione, uno di questi al largo di Piombino e uno, che sarà attivo nel 2025, al largo di Ravenna. La previsione di ricorrere ai rigassificatori costituisce una parte integrante del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima. Signor Ministro, visto che nel decreto-legge n. 181 del 2023, è stata individuata la necessità, come intervento strategico, di costruire terminali di rigassificazione e sino ad oggi sistemi burocratici hanno impedito un'accelerazione su questo ambito, le chiediamo quali iniziative intenda assumere per garantire il completamento degli impianti di rigassificazione già programmati e la realizzazione di nuovi progetti onshore e offshore.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente. Grazie agli interroganti. Come evidenziato dagli interroganti, i rigassificatori costituiscono opere strategiche per l'approvvigionamento di gas al fine della sicurezza energetica nazionale, fermo restando il programma di decarbonizzazione del sistema energetico nazionale.

L'Italia si è attivata per potenziare le infrastrutture per la sicurezza degli approvvigionamenti, aumentando la capacità dei terminali di rigassificazione mediante nuovi FSRU, unità di rigassificazione: quella citata di Piombino e quella di Ravenna, aumentando, quindi, la capacità di rigassificazione dei terminali esistenti - in questo caso cito Rovigo, ma anche Panigaglia - e ampliando la capacità di trasporto Sud-Nord lungo la dorsale adriatica. Le misure che il Governo ha adottato finora hanno permesso una quasi totale emancipazione dalle forniture russe, passando dal 38 per cento del 2021 al 18 per cento del 2022, al 4 per cento del 2023. Ai fini della sicurezza del sistema, agli impianti già operativi dovrà aggiungersi, come citato anche dall'interrogante, Singapore, che è la denominazione dell'unità di rigassificazione che andrà al largo di Ravenna, che dal 2025 sarà in grado di stoccare 170.000 metri cubi di gas liquefatto, con una capacità nominale di rigassificazione di circa 5 miliardi di metri cubi l'anno, praticamente come quella di Piombino.

Inoltre, dovranno essere eventualmente valutati i progetti di sviluppo e di capacità di stoccaggio. Tralascio la Sardegna, che avrà un rigassificatore a sé stante che sarà - se il piano verrà approvato così come risulta al momento essere stato definito da un confronto tecnico-politico con la precedente amministrazione regionale - a Porto Torres.

Inoltre, l'articolo 2 del decreto Energia ha affermato il carattere di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza delle opere finalizzate alla costruzione e all'esercizio di terminali di rigassificazione di gas naturale liquefatto onshore e delle connesse infrastrutture già autorizzate alla data di entrata in vigore della norma medesima. Tale disposizione evidenzia la strategicità, per la sicurezza energetica del Paese, dei due terminali di rigassificazione di Porto Empedocle e di Gioia Tauro, già autorizzati, ma non ancora realizzati, che potranno garantire una capacità aggiuntiva di rigassificazione fino a 20 miliardi di metri cubi l'anno, con la possibilità di traguardare, intorno al 2030, una capacità complessiva, a livello Paese, di 40 miliardi.

PRESIDENTE. L'onorevole Lupi ha facoltà di replicare.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Signor Ministro, le abbiamo presentato questa interrogazione non solo volentieri, ma la ritenevamo fondamentale proprio perché la politica, nel nostro Paese, è abituata a una cattiva tradizione. Passata l'emergenza, ci siamo dimenticati di tutto e sembra che tutto possa tornare esattamente come prima.

Ci ha fatto piacere che lei abbia detto con grande chiarezza che i rigassificatori sono opere strategiche fondamentali per la sicurezza energetica del nostro Paese. Ho sentito, anche recentemente, in Commissione - lei ha appena svolto un'audizione - dire che, sì, ormai siamo indipendenti dal gas russo e, quindi, “passata la festa, gabbato lo santo”. È da irresponsabili ragionare in questo modo. Si è diventati indipendenti dal gas russo perché c'è stata una strategia chiara e precisa di azione, in continuità tra il precedente Governo e questo Governo, e perché abbiamo compreso quanto l'energia sia fondamentale. Lei ha citato alcuni rigassificatori fondamentali, oltre a quelli che si stanno attuando, ha citato quello di Porto Torres e ci auguriamo che lì la responsabilità amministrativa, nel bene della Sardegna e nel bene di questo Paese, prevalga rispetto ai bassi interessi ideologici legati a un piccolo o grande partito. Porto Empedocle e Gioia Tauro: a fianco a lei c'è il Ministro Fitto e insieme state lavorando perché la sfida del PNRR, insieme con la sfida di tutto il Governo e di questa maggioranza, con Noi Moderati al vostro fianco, è esattamente questa. Fra 5 anni - lo ha detto e la ringraziamo di cuore per il dato che ha rilevato - noi vorremmo ritrovare un Paese, l'Italia, che non dipenda da altri Paesi, ma che sia autosufficiente in una risorsa fondamentale quanto l'acqua e quanto l'ambiente, fondamentale non solo per le imprese, non solo per lo sviluppo dell'Italia, ma, come abbiamo visto, anche per la vita quotidiana, per le nostre famiglie.

Allora, la incentiviamo ad andare avanti, a superare la burocrazia e le lentezze, a darsi continuamente e costantemente l'obiettivo che queste fondamentali azioni possano essere raggiunte e risolte nel più breve tempo possibile. Avremo un'Italia finalmente cambiata, con la sua azione, con l'azione del Presidente Meloni e con l'azione del Ministro Fitto. La ringraziamo di cuore (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

(Elementi e iniziative in merito al definanziamento di progetti in Abruzzo, in relazione alla rimodulazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza – n. 3-01043)

PRESIDENTE. La deputata Torto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01043 (Vedi l'allegato A).

DANIELA TORTO (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, considerato che il suo Governo continua a ignorare i problemi degli abruzzesi, ma non le promesse da campagna elettorale, io voglio illustrarle quello che accadrà nella mia regione in seguito ai definanziamenti che colpiranno le comunità abruzzesi in merito al Piano nazionale di ripresa e resilienza; sa, quello che Fratelli d'Italia riteneva una sciagura durante la pandemia e che, invece, oggi risulta essere l'unico fondo a cui vi aggrappate per poter portare avanti le vostre mezze promesse.

Vede, Ministro, usando le parole nel loro giusto significato questo è un definanziamento non una rimodulazione, un vero e proprio taglio per le province di Chieti, Pescara, Teramo e L'Aquila. Potremo dire addio a oltre mezzo miliardo di euro e a 1.861 progetti per la crescita dell'Abruzzo.

Alla luce di questo, Ministro, le chiedo se sono, quindi, questi i famigerati doni che i 3 Re Magi, Meloni, Tajani e Salvini, porteranno agli abruzzesi.

PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, ha facoltà di rispondere.

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Grazie, Presidente. Evidentemente, i rischi che evidenzia la collega si sarebbero tutti realizzati, e il Governo li avrebbe avuti in pieno, se non avessimo revisionato il Piano nazionale di ripresa e resilienza. È evidente, infatti, che con la revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza abbiamo evitato che quei progetti inseriti all'interno dello stesso Piano - cosa che non sarebbe dovuta accadere - non potessero essere rendicontati, né essere resi ammissibili e che non fossero spese le risorse entro il giugno 2026. Per questo, il Governo ha definito un'intesa con la Commissione europea per spostare questi interventi fuori dal PNRR e ne ha garantito la copertura finanziaria.

Quindi, importante sarebbe leggere l'articolo 1 del decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, che è arrivato pochi giorni fa in questa Camera e che è oggetto di discussione e dove lei troverà tutte le coperture per tutti i progetti che sono stati spostati - e non definanziati - dal PNRR. Vi sono ricompresi tutti, nessuno escluso. Successivamente, avremo la possibilità, anche nella discussione sulla relazione semestrale, che è oggetto sempre di attenzione da parte delle Camere, di verificare come, all'interno della stessa relazione, vi siano le ragioni per le quali questi progetti sono stati inseriti inopportunamente nel PNRR precedentemente e opportunamente spostati, con un impegno e uno sforzo notevoli, e garantiti dal punto di vista finanziario. Lo ripeto: articolo 1 del decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19.

Se tutto questo non fosse sufficiente, le segnalo la dichiarazione di due giorni fa del Presidente dell'ANCI, Antonio Decaro - quindi, certamente non di un esponente di questo Governo - che dice testualmente: siamo soddisfatti, recepite le richieste dei comuni, nessun cantiere si fermerà. Mi sembra che, se i comuni esprimono questa posizione, ci sia ben poco da aggiungere e, soprattutto, che sarebbe opportuno evitare di continuare a dire cose che non corrispondono ai contenuti dei provvedimenti che sono già stati, invece, approvati (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. La deputa Torto ha facoltà di replicare.

DANIELA TORTO (M5S). Sì, Ministro, ora capiamo perché non è venuto in Abruzzo a fare il quarto Re Magio. È evidente, infatti, che l'hanno lasciata qui a Roma, a fare il gioco delle tre carte nei palazzi romani. Ci conferma, con questa risposta, che con una mano prendete e con l'altra togliete. Fingete di risolvere i problemi che voi stessi create, non riuscite a mettere a sistema entro il 2026 i fondi del PNRR, perché siete incapaci di farlo, e lo fate sia con il PNRR ereditato sia con il nuovo decreto di cui lei stesso diceva, ma con cui disperatamente cercate di ritrovare risorse qui e là dai fondi, a destra e a sinistra. In realtà, state togliendo soltanto servizi ai cittadini.

Io voglio farle presente che gli abruzzesi e anche tutti i cittadini che ci ascoltano hanno compreso le false informazioni e la piccola propaganda con cui ormai andate avanti. È il momento di rimandarvi proprio a casa e di rispedirvi qui, a Roma, il vostro console romano Marco Marsilio, che, in realtà, è sempre stato un Presidente in smart working e, quindi, sarà facile. Abbiamo iniziato dalla Sardegna, continueremo in Abruzzo.

Avete trasformato il PNRR - che sempre PNRR resta - da ripresa e resilienza a ritardi e rinvii (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), con la differenza che il Presidente Conte lo aveva preso per un vantaggio per il nostro Paese e voi lo portate avanti per un taglia e cuci, sulle spalle dei cittadini. Lei dà un colpo di grazia a tutti quei piccoli comuni in cui, in questi giorni, il suo Governo viene a fare tagli di nastro e a fare le ennesime promesse. Eppure, ci avete tolto 250 milioni dai fondi sisma per le persone terremotate, ci avete tolto i milioni per rifinanziare le strutture sanitarie. Ebbene, questa è la vostra risposta, una risposta in relazione alla quale, per quanto riguarda gli abruzzesi, purtroppo non rimane altro che piangere.

Grazie, Ministro, per aver smentito tutte le balle da campagna elettorale che stiamo ascoltando in Abruzzo in questi giorni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Prima di andare oltre, salutiamo le ragazze e i ragazzi del liceo Virgilio, di Mantova che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Grazie di essere qui (Applausi).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 87, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla X Commissione (Attività produttive):

S. 986. - «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 gennaio 2024, n. 4, recante disposizioni urgenti in materia di amministrazione straordinaria delle imprese di carattere strategico» (approvato dal Senato) (1759) - Parere delle Commissioni I, II, V, VI, VIII, IX, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento) e XIV.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Poiché il suddetto disegno di legge è iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da lunedì 11 marzo 2024, ai sensi del comma 5 dell'articolo 96-bis del Regolamento, il termine di cui al comma 4 del medesimo articolo è conseguentemente adeguato.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.

FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. È un intervento che ormai ha una cadenza settimanale e spero nel futuro di non doverlo riproporre. Purtroppo, non ho il tempo di leggere la lista delle persone che hanno perso la vita in carcere durante quest'anno. Posso solo, nei 2 minuti, raccontare di un ennesimo morto, il secondo, nel carcere di Montorio, a Verona, e di un cinquantottenne, che si è tolto la vita a Caserta. E aggiungo a questi un agente della Polizia penitenziaria di Ariano Irpino, in provincia di Avellino, che si è tolto la vita.

Il tema è molto urgente. Non a caso, il Presidente Mattarella ha scelto, due giorni fa, di incontrare una delegazione dell'associazione Antigone, che si occupa da tempo di questo tema, per le condizioni dei carcerati e delle carcerate dentro i nostri penitenziari.

Il 2023 si era chiuso con un appello dell'associazione per riaprire una grande discussione nel Paese sul carcere e sulla finalità della pena. Servono misure alternative, serve prendersi carico delle persone e serve dare dignità alle persone che sono in carcere. Purtroppo, siamo molto lontani da questo e quest'Aula deve tornare a occuparsi di tutto ciò, perché da troppo tempo la dignità non è garantita e il nostro silenzio è ancora più grave.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Presidente, grazie. Semplicemente per portare in sede parlamentare un problema. Io ho presentato un'interrogazione per rivolgere una domanda specifica al Governo: perché non si può più manifestare davanti piazza Montecitorio? Io ricordo che questa piazza è stata chiusa per motivi sanitari: c'era stata l'emergenza COVID e non si poteva più, giustamente, manifestare, ma non solo in questa piazza. Si è liberato tutto quanto e sotto piazza Montecitorio non si può più manifestare, non danno più i permessi.

Questo è un problema per noi molto serio, perché poter manifestare un dissenso davanti e sotto i palazzi del potere, vuol dire che hai una democrazia sana. Perché una donna che non può più andare in pensione con “Opzione donna”, grazie a questo Governo, non può venire a dirlo sotto il Palazzo da cui le è stato tolto questo diritto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Perché una persona che chiede il salario minimo e lo vuole chiedere ai diretti interessati, non può farlo sotto Palazzo Montecitorio? Questa è una cosa su cui noi ci stiamo interrogando ed è molto importante ricevere una risposta, perché non bisogna avere paura di chi vuole arrivare in piazza e avere un dibattito sano. Lo so che si sta cercando di fare di tutto per far passare degli studenti a volto scoperto come dei facinorosi che vogliono protestare e che vanno manganellati; lo so che si sta facendo di tutto per far passare ogni tipo di protesta come un elemento di pericolo verso la democrazia, ma non è così!

I ragazzi, come tante famiglie, vengono in piazza per i loro diritti, è così da 2000 anni e dovrà essere così per i prossimi 2000. Quindi, chiediamo una risposta su questa interrogazione, perché è importante per la nostra democrazia. E questa risposta non la sta attendendo il MoVimento 5 Stelle, ma la stanno attendendo tutte quelle persone che, da sempre, sono venute a manifestare sotto Montecitorio e che, per grazia del Governo, se è possibile, con moltissima cortesia vorrebbero tornare a farlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Preannuncio che l'orario di inizio della seduta di lunedì 11 marzo, previsto dal calendario dei lavori per le ore 10, è stato posticipato alle ore 13, in ragione della riarticolazione dei lavori della prossima settimana, comunicata nella seduta di ieri.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 8 marzo 2024 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 16,15.