XIX LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 348 di martedì 17 settembre 2024
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA
La seduta comincia alle 9,30.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
STEFANO VACCARI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 13 settembre 2024.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 84, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissioni in sede referente.
PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 16 settembre 2024, ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alle Commissioni riunite II (Giustizia) e VI (Finanze):
«Conversione in legge del decreto-legge 16 settembre 2024, n. 131, recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi derivanti da atti dell'Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano» (2038) – Parere delle Commissioni I, III, V, VII, VIII, IX, X, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XII, XIII e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.
Svolgimento di interrogazioni.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.
(Chiarimenti sul progetto e sui tempi di ristrutturazione di Palazzo Fienga a Torre Annunziata (Napoli) e sulla destinazione d'uso finale - n. 3-00414)
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Patriarca n. 3-00414 (Vedi l'allegato A).
La Sottosegretaria di Stato per l'Interno, Wanda Ferro, ha facoltà di rispondere.
WANDA FERRO, Sottosegretaria di Stato per l'Interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, vorrei innanzitutto sottolineare che Palazzo Fienga, sito a Torre Annunziata e utilizzato come roccaforte dal clan Gionta, dopo essere stato oggetto di sgombero degli occupanti nel gennaio del 2015, è stato definitivamente confiscato il 15 settembre 2017 e assegnato alla gestione dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.
Nell'ambito della Strategia nazionale per la valorizzazione dei beni confiscati attraverso le politiche di coesione, il complesso immobiliare è stato decretato nel 2021 “bene esemplare” per l'elevato valore simbolico nell'ambito della lotta alla criminalità organizzata, rappresentando uno degli immobili più rilevanti per dimensione e storia criminale. Si trattava, infatti, di un luogo strategico per il potere criminale locale, e per anni, da quelle stanze, certamente è stato pianificato un percorso di faide e omicidi, tra cui quello del giornalista - dobbiamo ricordarlo sempre e comunque - Giancarlo Siani.
Un bene, Palazzo Fienga, restituito alla collettività grazie a un'importante e complessa operazione di pubblica sicurezza, che ha visto l'impiego di 400 agenti delle Forze di Polizia. La competente prefettura ha sempre seguito con grande attenzione l'iter finalizzato alla destinazione a finalità pubbliche del compendio immobiliare, analizzando, in sinergia con gli altri enti istituzionali interessati, le varie ipotesi di destinazione prospettate. Superato il progetto della realizzazione di una “Cittadella della legalità” e la prospettiva di utilizzare la struttura quale polo operativo e alloggiativo per le Forze dell'ordine, atteso il notevole dispendio economico richiesto e altre criticità di difficile soluzione, si è optato per un intervento di rifunzionalizzazione di Palazzo Fienga, che prevede la demolizione integrale dello stabile e la realizzazione di un parco urbano e della “Piazza della legalità”.
Preciso, infatti, che, circa la specifica questione dell'utilizzazione dell'immobile quale sede per le Forze di Polizia, gli organismi competenti hanno da tempo scartato questa ipotesi sia per questioni connesse ai costi di ristrutturazione, sia per il suo problematico adattamento alle moderne esigenze istituzionali delle Forze dell'ordine.
Il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR ha condiviso la proposta di realizzare un parco urbano, e lo scorso 9 luglio il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS) ha destinato 9,523 milioni di euro per finanziare gli interventi di demolizione integrale di Palazzo Fienga e di contestuale realizzazione di un parco urbano e della “Piazza della legalità”.
Inoltre, il medesimo consesso ha assegnato risorse supplementari per un importo di 2,3 milioni di euro, al fine di assicurare l'integrale copertura finanziaria del costo del citato intervento per complessivi 12,3 milioni di euro, comprensivi dei 477.000 euro già precedentemente stanziati. Mi preme sottolineare che tale importante obiettivo è stato raggiunto grazie a una costante collaborazione interistituzionale promossa dal Ministero dell'Interno, che ha sempre avuto l'obiettivo di realizzare un progetto di alto valore simbolico, in grado di restituire alla comunità un'area sottratta al crimine organizzato. La completa demolizione dell'immobile esistente, emblema del potere criminale locale, consentirà, infatti, di mettere a disposizione nuovi spazi per la socialità di famiglie e giovani di Torre Annunziata, in una zona attualmente priva di spazi verdi attrezzati per la cittadinanza.
Per quanto concerne il cronoprogramma dei lavori previsti, pur nella difficoltà di fornire tempistiche precise, anche in considerazione dell'alto numero degli enti coinvolti, si ipotizza una durata non inferiore alle 36 mensilità. Da ultimo - e concludo - ribadisco che restituire ai cittadini un bene appartenuto alla criminalità organizzata significa non solo dare un segnale concreto della presenza delle Istituzioni sui territori, ma consente, al contempo, di sottrarre ai sodalizi criminali fonti di sostegno e strumenti di espansione nel tessuto economico e sociale. Il modello a cui ci siamo ispirati è quello di un sistema in grado di conciliare il riuso di questi beni con lo sviluppo di concrete progettualità, a vantaggio della collettività tutta.
PRESIDENTE. La deputata Patriarca ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.
ANNARITA PATRIARCA (FI-PPE). Ringrazio la Sottosegretaria Ferro e, attraverso lei, il Ministero dell'Interno, degli Affari europei e il MIT, per quanto di competenza. È un bene, come è stato precedentemente detto, simbolico, importante.
La cosa fondamentale è che si intervenga e si intervenga in fretta per dare un segnale di presenza dello Stato dove serve, perché ha ben spiegato che cosa ha significato negli anni Palazzo Fienga e mai come oggi abbiamo bisogno di presìdi di legalità e di esempi concreti in territori complessi e difficili, come quello di Torre Annunziata.
Quindi, la nostra esigenza fondamentale era di capire, considerato che sullo stesso bene c'erano due progettazioni, una per la realizzazione di una caserma che poteva essere un presidio e una presenza attiva dello Stato, ma anche una per la realizzazione di un parco della legalità che per noi va bene; basta che si operi in fretta e si dia un segnale che lo Stato si riappropria di quello che è suo, soprattutto dove la criminalità presume di essere più forte.
(Iniziative volte a promuovere la lettura e a supporto dell'editoria libraria, con particolare riferimento alla misura di sostegno prevista dalla legge di bilancio per il 2022 - n. 3-01413)
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per la Cultura, Gianmarco Mazzi, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Ghirra n. 3-01413 (Vedi l'allegato A).
GIANMARCO MAZZI, Sottosegretario di Stato per la Cultura. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti per la questione sollevata che mi offre l'occasione per fornire a quest'Assemblea elementi circa alcuni degli interventi posti in essere dal Ministero della Cultura con riferimento al sostegno all'editoria libraria.
Gli interroganti fanno riferimento alla mancata previsione per l'anno 2024 della misura relativa all'acquisto di libri da parte delle biblioteche, finanziata con uno stanziamento di bilancio pari a 30 milioni di euro in relazione alle annualità 2022-2023, ai sensi dell'articolo 1, comma 350, della legge n. 234 del 2021.
Per spiegare le ragioni di tale scelta, in primo luogo, è opportuno valutare, alla luce dei dati reali del settore, quali effetti tale misura avrebbe potuto determinare nel 2024, in termine di vendite addizionali, nei confronti delle librerie fisiche di catena, affiliate o indipendenti.
Innanzitutto, si rappresenta che l'editoria ricopre un ruolo cruciale nell'economia del nostro Paese, vantando un mercato che vale oggi circa 3 miliardi e 400 milioni di euro. Con riferimento alla distribuzione e alla vendita dei libri, si precisa che, secondo il documento dell'Associazione italiana editori “Il mercato del libro di varia in Italia nel 2023”, le librerie fisiche hanno detenuto il 54,7 per cento del mercato, pari a circa un miliardo e 875 milioni di euro durante lo scorso anno.
Ciò premesso, sulla base dei dati sopra evidenziati, si desume che l'importo del fondo destinato all'attuazione della misura di cui si tratta, pari a 30 milioni, rappresenta circa l'1,6 per cento delle vendite annue realizzate dai punti di vendita fisici.
Considerato il budget annuo della misura in oggetto, ove anche si presumesse un'equa ripartizione delle vendite su tutte le librerie esistenti in Italia, ci si muoverebbe nell'ordine di 8.000-8.500 euro ciascuna. Beninteso, in termini di fatturato e non certamente di profitti, per i quali occorre considerare la questione spinosa della scontistica.
Va infatti ricordato che, in considerazione della disciplina del codice dei contratti pubblici e dell'assenza di limiti di sconto sulle vendite di libri alle biblioteche, secondo le organizzazioni rappresentative di categoria dei librai, si tende troppo spesso ad affidare forniture di libri previa gara o avviso pubblico con selezione dei contraenti in base alla percentuale di sconto offerta. Ciò comporta, quale logica conseguenza, l'effetto di deprimere considerevolmente il margine di utile di quegli stessi librai che dovrebbero, invece, essere i maggiori destinatari delle finalità di sostegno della misura stessa.
In secondo luogo, si pongono all'attenzione i criteri di configurazione della misura che, pur mirando in origine a incrementare le vendite di libri e a sostenere la filiera libraria, sono stati congegnati in modo da permettere trasferimenti di fondi in favore delle biblioteche, la cui distribuzione sul territorio, per ragioni storiche e culturali, non è omogenea rispetto a quella di soggetti imprenditoriali, quali librerie o case editrici. La divaricazione strutturale tra individuazione dei soggetti beneficiari, vincolati dalla misura ad acquistare presso le librerie della provincia o città metropolitana ove hanno sede, e numero delle librerie operative nelle stesse aree, impedisce a priori che la misura esplichi effetti ripartitivi proporzionali al numero delle librerie esistenti in una determinata area geografica.
Dunque, la necessità di affinare le misure di intervento a favore delle librerie della filiera libraria, così come le criticità emerse, hanno inciso sulla decisione di non procedere alla stabilizzazione della misura richiamata dagli interroganti.
Con riferimento alle azioni già in essere in favore dell'editoria libraria, si ritiene doveroso evidenziare l'effetto positivo sul settore derivante dallo sblocco dei fondi accantonati per il finanziamento della Carta della cultura, di cui all'articolo 6 della legge n. 15 del 2020. La suddetta misura prevede una dotazione annua pari ad un milione di euro per l'assegnazione, il rilascio e l'utilizzo della carta. Tale dotazione è stata integrata nel solo biennio 2020-2021, in ragione dell'emergenza pandemica, con un finanziamento di ulteriori 15 milioni di euro, per un totale di 16 milioni di euro, e per l'anno 2021 da un ulteriore milione di euro.
Da ultimo, negli anni 2022-2023, il Fondo ha ricevuto l'integrazione di un milione di euro annui, per un totale, quindi, che ammonta a circa 20 milioni di euro.
Come è noto, la Carta della cultura è una carta elettronica, di importo nominale pari a 100 euro, utilizzabile dal titolare entro un anno dal suo rilascio per l'acquisto di libri anche digitali, muniti di codice ISBN, quale misura di contrasto della povertà educativa e culturale e per la promozione della diffusione della lettura.
Ulteriori importanti ricadute economiche nel settore sono previste dall'utilizzazione della Carta della cultura giovani e della Carta del merito. Tra il 31 gennaio e il 30 giugno 2024 è stato possibile, infatti, richiedere la Carta della cultura giovani e la Carta del merito, ciascuna del valore di 500 euro, cumulabili tra loro, che consentono di effettuare acquisti fino al 31 dicembre 2024 per una pluralità di prodotti culturali, tra cui i libri. Destinatari delle due nuove misure sono - com'è noto - i neomaggiorenni residenti in Italia, che appartengono a famiglie con un reddito ISEE fino a 35.000 euro (Carta della cultura giovani) e i diplomati con 100 centesimi (Carta del merito).
Nonostante le plurime azioni poste in essere dal Governo in favore dell'editoria libraria, il Ministero della Cultura continuerà a impegnarsi nel potenziamento degli strumenti vigenti e valuterà la previsione di ulteriori interventi che possono produrre effetti positivi sugli operatori e sugli utenti.
PRESIDENTE. La deputata Ghirra ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.
FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Ringrazio il Sottosegretario Mazzi, ma non sono affatto soddisfatta dalla sua risposta e delle sue spiegazioni. Questo non solo perché non condivido l'analisi degli effetti del bonus biblioteche e del fondo di 30 milioni per gli acquisti che era stato stanziato in pandemia e che noi auspicavamo diventasse strutturale, ma anche perché non mi pare che abbia risposto al secondo quesito dell'interrogazione che chiedeva quali iniziative urgenti si intendessero assumere.
Il Sottosegretario ha elencato le misure che già esistono e, a nostro avviso (ma non solo a nostro avviso), sono i dati Istat che parlano chiaro e che dicono che l'indice di lettura in Italia è inferiore al 40 per cento (siamo al 39,3) e certificano che sarebbe opportuno, invece, rafforzare le misure di sostegno alla lettura.
Quindi, se i fondi per le biblioteche, da un lato, servono ad arricchire il patrimonio librario di tutte le biblioteche che sono presenti nel nostro Paese, questa misura era particolarmente interessante, perché costringeva le biblioteche a far riferimento ad almeno tre librerie presenti sul territorio provinciale e della città metropolitana, creando delle efficaci sinergie che hanno determinato la rinascita, in alcuni territori, di importanti presidi culturali. Sono 3.706, Sottosegretario, le librerie indipendenti in Italia e il 59,3 per cento sono ditte individuali con oltre 11.000 addetti. Il taglio di questa misura, insieme al taglio delle misure del tax credit, ma anche alla nuova definizione dalla Carta dei giovani e del merito, che mantiene inalterato il budget, ma restringe il bacino dei potenziali beneficiari, determineranno per le librerie indipendenti - lo scrive Il Sole 24 ore e credo che sia una fonte autorevole - un mancato fatturato di 100 milioni di euro per il 2024.
Io credo che questi siano dati su cui dobbiamo riflettere, così come sul fatto che il 76,3 per cento delle biblioteche ha usufruito del fondo che lei ritiene non sia stato utile a incrementare le politiche per la lettura nel nostro Paese.
Penso, invece, che sia necessario rafforzare la misura, reiterarla, forse studiare delle misure ancora più efficaci per far sì che i bambini, ma anche gli adulti del nostro Paese, vengano educati alla lettura, e questo possa determinare una crescita socioculturale più equa e più distribuita anche in quei territori in cui le attività culturali, non solo del Ministero, ma anche degli enti locali, sono meno forti e consentono meno opportunità di crescita a tante cittadine e a tanti cittadini.
Quindi, Sottosegretario, la invito a riflettere maggiormente su queste politiche e a ragionare, nell'ottica della nuova legge di bilancio, su azioni che davvero possano consentire a tutte le cittadine e a tutti i cittadini pari opportunità anche nel settore della lettura e della cultura.
(Iniziative di competenza per garantire il rifinanziamento dell'agevolazione per l'acquisto di beni strumentali da parte delle imprese, cosiddetta "Nuova Sabatini" - n. 3-01410)
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy, Massimo Bitonci, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Cappelletti n. 3-01410 (Vedi l'allegato A).
MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. La ringrazio, Presidente, e ringrazio l'onorevole interrogante. Parliamo di una misura, la “Nuova Sabatini”, relativa ai beni strumentali, che è un'agevolazione disposta dal Ministero delle Imprese e del made in Italy con l'obiettivo di facilitare il credito alle imprese e accrescere la competitività del sistema produttivo del Paese. Questa agevolazione sostiene gli investimenti in acquisti, anche acquisti in leasing, di macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo e hardware, nonché software e tecnologie digitali.
In considerazione del ruolo svolto dalla misura a sostegno delle micro e delle piccole e medie imprese, sottolineato dall'onorevole interrogante, il Governo, com'è noto, si è già attivato per rifinanziare la “Nuova Sabatini”, nello specifico, con la legge n. 118 del 2024, che reca disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2024, dove sono state assegnate alla misura nuove risorse pari a 200.689.711 euro. Poi, con il provvedimento direttoriale n. 1253 del luglio 2024 è stato disposto il rientro nelle disponibilità delle risorse, inerenti sempre all'annualità 2024, inutilizzate per le riserve relative alla “Nuova Sabatini Sud” e alla cosiddetta “Nuova Sabatini green”, come previsto dalla legge di bilancio 2020.
Infine, si segnala che il MIMIT sta lavorando, come anche qui è già stato evidenziato, alla nuova quantificazione per la legge di bilancio dell'anno 2025, per mettere in campo tutti gli sforzi di carattere tecnico necessari a preservare il funzionamento di un importante strumento agevolativo di riconosciuta efficacia nel sostegno al tessuto produttivo delle micro, piccole e medie imprese.
PRESIDENTE. Il deputato Cappelletti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie Presidente, grazie Sottosegretario. Bene per questa ulteriore erogazione di 200 milioni di euro, che, tra l'altro, avviene dopo il deposito di questa interrogazione, che ricordo essere stata depositata a giugno, e che, quindi, in qualche maniera, forse, ha fornito anche un contributo per questa decisione. Non posso, però, dichiararmi soddisfatto della risposta per tre ordini di motivi. Il primo è che ci troviamo, ancora una volta, di fronte a risorse insufficienti. È chiaro che, per essere sufficienti, dovrebbero essere commisurate alle necessità delle imprese. Il bisogno annuale si può dedurre dagli anni precedenti.
Il Ministero ha a disposizione tutti i dati degli anni precedenti in cui ci siano state chiaramente richieste da parte delle aziende, e quindi, così come fanno le associazioni di categoria, così come abbiamo fatto noi, dovrebbe sapere che sono necessari circa 400 milioni di euro per finanziare questo importante strumento nel 2024. Quindi, le risorse sono ancora insufficienti, ma c'è di peggio: se queste risorse le riconosco e le concedo alle aziende a spizzichi e bocconi, prima 100 milioni di euro, poi 200 milioni di euro, poi qualcos'altro, ottengo il risultato di bloccare gli investimenti delle aziende, che hanno bisogno, al contrario, di poter fare delle previsioni per poter investire e, chiaramente, di avere delle certezze.
E qui arriviamo alla seconda considerazione per cui non sono soddisfatto di questa risposta, proprio per il fatto che le aziende hanno bisogno di certezze e condividendo l'indicazione che è stata data sull'importanza di questa misura. Pensate che c'è un effetto leva molto importante: su 300 milioni di euro di denaro pubblico che viene messo a disposizione delle imprese, si ottengono anche 4 miliardi di euro di investimenti in beni strumentali, quindi con un aumento dello sviluppo del nostro tessuto economico e anche della competitività delle nostre imprese che, in particolar modo per le piccole e medie imprese, è certo.
Nonostante questo, non è stato fatto nessun passo in avanti verso l'obiettivo di rendere strutturale questo intervento, o, se renderlo strutturale è un onere finanziario eccessivo, quantomeno, di prevederne il finanziamento pluriennale, proprio per consentire una programmazione degli investimenti da parte delle aziende. Se, al contrario, si finanzia una legge come questa a spizzichi e bocconi, si ottiene il risultato di bloccare gli investimenti, non di crearli. E qui arrivo alla terza e ultima considerazione.
Non c'è dubbio che sia necessario intervenire con maggiori azioni di sostegno alle imprese, in particolar modo alle piccole e medie imprese, e questo è uno strumento chiaramente valido in questo senso, ma il fatto che sia necessario intervenire con urgenza è rappresentato dal fatto che, quando ho depositato questa interrogazione, eravamo a giugno 2024, venivamo da 15 mesi consecutivi di calo della produzione industriale in Italia.
Adesso, sono passati altri 3 mesi, siamo al diciottesimo mese consecutivo di calo della produzione industriale in Italia, e questo avviene per le esitazioni, ad esempio, sui finanziamenti di strumenti importanti come questo, ma anche per il decreto Transizione 5.0, che ha tenuto bloccati per un anno gli investimenti da parte delle aziende. Insomma, è una politica che va in direzione opposta e contraria rispetto a quella verso cui dovrebbe andare.
Allora, Presidente, e concludo, se la stella polare di questa maggioranza e del Ministro delle Imprese e del made in Italy dovrebbe essere, così come è stato dichiarato, la meritocrazia, vado a vedere i risultati, e i risultati sono 18 mesi di calo continuativo della produzione industriale: praticamente, da quando hanno iniziato ad avere esecuzione i primi atti di questo Governo fino al mese scorso, non c'è stato un mese favorevole, da questo punto di vista. Dovrei prendere atto di questo risultato, assumermene le responsabilità e, conseguentemente, agire di conseguenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
(Iniziative volte a sostenere il settore della moda in Toscana - n. 3-01411)
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy, Massimo Bitonci, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Nisini ed altri n. 3-01411 (Vedi l'allegato A).
MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Grazie Presidente, grazie onorevole Nisini. Oltre alle tematiche in seno al “Tavolo Moda”, di cui poi riferirò nella risposta all'atto successivo, è necessario richiamare le altre misure che il Governo ha messo e sta mettendo in campo al fine di salvaguardare un settore così importante per il Paese. In primis, faccio riferimento al credito d'imposta ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica. Si tratta di un incentivo specificamente dedicato al settore, che si pone l'obiettivo di sostenere la competitività delle imprese, stimolando gli investimenti in ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, anche nell'ambito del paradigma 4.0 e dell'economia circolare, design e ideazione estetica.
Per evitare le criticità degli anni precedenti, con decreto direttoriale 4 luglio 2024 sono state emanate le Linee guida per la qualificazione delle attività ammissibili.
Per quello che riguarda l'accesso al credito, anche le PMI del settore tessile-abbigliamento-moda-calzature hanno accesso a quello che oggi rimane il principale strumento nazionale per favorire l'accesso al credito delle piccole e medie imprese, ossia il Fondo di garanzia PMI - di cui ho anche delega diretta - che è stato istituito con la legge n. 662 del 1996: solo lo scorso anno, esso ha garantito finanziamenti per circa 46,2 miliardi di euro, rispondendo ad esigenze di liquidità in una fase di congiuntura incerta e delicata.
A livello normativo, si segnala l'importante sinergia operativa e finanziaria del Fondo con altri soggetti istituzionali, attraverso la sottoscrizione di specifici Accordi per l'istituzione di sezioni speciali. In particolare, si segnala la sezione istituita dalla regione Toscana, che interviene per innalzare le percentuali di copertura fino alla misura massima del 90 per cento per gli interventi di controgaranzia e riassicurazione rispetto ai livelli ordinari garantiti con risorse statali.
Per i settori tessile, abbigliamento, pelle e pellicceria, le garanzie concesse risultano oltre 16.000, per un ammontare finanziato e garantito, rispettivamente, pari a 2,9 miliardi e 2,2 miliardi di euro. Con il decreto-legge Anticipi (DL n. 145 del 2023), è stata disposta la disciplina transitoria dell'operatività del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, applicabile fino al 31 dicembre di quest'anno. Il MIMIT sta lavorando a una proposta normativa volta alla proroga – la notizia è uscita anche in questi giorni - di questa disciplina anche per l'anno 2025.
Il Fondo di garanzia per le piccole imprese dovrà, però, operare in sinergia con gli altri strumenti, in particolare con la Nuova Sabatini - che ho citato nell'interrogazione precedente - che dovrà essere rifinanziata in legge di bilancio.
In qualità di fonte di eccellenza del made in Italy, anche le imprese del settore tessile-abbigliamento-moda-calzature sono interessate dal quadro delle misure disposto con la legge sul Made in Italy (legge n. 206 del 2023), disciplinate dai relativi decreti attuativi. Nel decreto MIMIT dell'8 agosto 2024, di concerto con il MEF, sono definite le modalità di attuazione dell'intervento di cui all'articolo 11, volto a sostenere la realizzazione di investimenti finalizzati alla transizione ecologica e digitale delle imprese operanti nel settore tessile, della moda e degli accessori. Le risorse stanziate ammontano a 15 milioni di euro.
Inoltre, il decreto attuativo dell'articolo 10 sostiene gli investimenti, la ricerca, la sperimentazione, la certificazione e l'innovazione dei processi di produzione nella filiera primaria di trasformazione di fibre tessili di origine naturale e provenienti da processi di riciclo, nonché dei processi di concia della pelle, con particolare attenzione alla certificazione della loro sostenibilità per quanto concerne il riciclo, la lunghezza di vita, il riutilizzo, la biologicità e l'impatto ambientale.
Vorrei, inoltre, ricordare l'attenzione dedicata alle imprese toscane che, negli anni, sono state colpite da specifiche calamità. Oltre alle risorse messe a disposizione in passato a favore dell'industria conciaria e del distretto industriale di Prato in seguito alla crisi pandemica, l'attuale Governo si è attivato per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali di maggio del 2023 e ottobre e novembre 2023. A seguito delle alluvioni di maggio, sono state concesse specifiche garanzie per imprese toscane ubicate nei comuni di Firenzuola e Palazzuolo sul Senio.
L'8 aprile 2024 MIMIT e regione hanno firmato l'Accordo di Programma per il rilancio delle attività imprenditoriali, la salvaguardia dei livelli occupazionali e il sostegno dei programmi di investimento per i territori della regione Toscana interessati dagli eventi alluvionali di ottobre e novembre 2023. A giugno scorso è stato pubblicato l'avviso per la selezione delle iniziative imprenditoriali da finanziare con i 50 milioni di euro messi a disposizione: il bando chiude il 30 ottobre del 2024.
Ribadisco, comunque, l'impegno costante del Governo verso le imprese del settore tessile-abbigliamento-moda-calzature come tutti i settori produttivi nazionali.
PRESIDENTE. La deputata Nisini ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.
TIZIANA NISINI (LEGA). Grazie, Presidente. Grazie, Sottosegretario Bitonci, per la puntuale risposta e grazie per aver messo in evidenza tutte le misure e tutte le azioni che questo Governo ha portato e sta portando avanti per far fronte alla grande crisi di questo comparto. Un impegno costante è anche rivolto al futuro, tant'è che lei stesso ha comunicato la volontà del suo Ministero di prorogare il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese anche per il 2025.
Misure che poi hanno trovato una grande adesione delle aziende del comparto, segno che le misure messe in campo da questo Governo sono efficaci ed efficienti e che effettivamente servono al territorio e servono per fare fronte a questa grave crisi di settore.
Grazie perché, con questa sua risposta puntuale, si mette fine anche alle numerose fake news diffuse nel nostro territorio, nel territorio toscano, dal governatore toscano Giani e dalla sua giunta, che, in più di un articolo, direi quotidianamente, mettono in evidenza una bugia: che il Governo è assente, che il Governo è fermo e che il Governo non ha messo in campo nessuna misura per far fronte alla crisi di settore. Tant'è che, come lei ha citato nella risposta alla mia interrogazione, l'8 aprile 2024 è stato sottoscritto un accordo di programma proprio tra il Ministero e la regione Toscana. Spero che la regione Toscana - che ha abbandonato proprio un comparto tessile, un tessuto particolare, un vero made in Italy tutto toscano, ma che ha un'importanza internazionale, il panno Casentino, che è stato completamente abbandonato e che rischia di morire - e il governatore Giani - che è stato più volte sollecitato sul tema - abbiano la stessa attenzione sui prodotti locali; quell'attenzione che il Governo sta portando avanti e ha dichiarato di voler continuare.
Queste misure sono importanti, hanno trovato una grande adesione da parte delle aziende del comparto, ma necessitano di essere prorogate, come lei ha detto. Ma l'attenzione del Governo rispetto alle necessità e alle richieste del comparto ci danno anche serenità, quella serenità che è stata tolta dalle fake news della regione Toscana.
Quindi, io la ringrazio, anche a nome di tutti i parlamentari toscani che hanno sottoscritto, insieme a me, l'interrogazione. Vi chiedo di continuare ad avere la stessa attenzione per questo comparto, che in Toscana è essenziale e determinante.
In più, a settembre, nei prossimi giorni, ci sarà anche un'attenzione sul tema degli ammortizzatori sociali per i lavoratori, al Ministero del lavoro: questo mette in evidenza anche una sinergia tra i vari Ministeri e per questo la ringrazio.
(Chiarimenti in ordine alla mancata convocazione degli enti locali al tavolo interministeriale del settore della moda e iniziative per contrastare la crisi del comparto, con particolare riferimento alle imprese contoterziste della Toscana - n. 3-01412)
PRESIDENTE. Passiamo adesso all'ultima interrogazione Bonafe' ed altri n. 3-01412 (Vedi l'allegato A).
Il Sottosegretario per le Imprese e il made in Italy, Massimo Bitonci, ha facoltà di rispondere.
MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Grazie Presidente, grazie agli onorevoli interroganti. Onorevole Bonafe', senz'altro il settore tessile-abbigliamento-moda-calzature svolge un ruolo fondamentale nel sistema economico nazionale - l'ho ribadito anche prima, durante la risposta all'interrogazione dell'onorevole Nisini - ed è fonte di eccellenza del made in Italy. Al contempo, sono note le problematiche che sono state evidenziate dagli onorevoli interroganti in termini economici, occupazionali, di competitività e di calo della domanda.
Orbene, presso il nostro Ministero, il MIMIT, è stato istituito un Tavolo moda proprio con l'obiettivo di accogliere le istanze del settore, attraverso un confronto tra le parti interessate. Il Tavolo si riunisce in sedute plenarie e in sottogruppi, a seconda delle problematiche da affrontare.
All'ultima riunione plenaria, tenutasi il 6 agosto scorso alla presenza del Ministro, erano presenti anche i rappresentanti del Ministero del Lavoro, dell'Economia, della Cultura, degli Affari esteri, dell'Ambiente e della sicurezza energetica, i rappresentanti della filiera e delle associazioni di impresa e del mondo economico, oltre che i rappresentanti sindacali e degli enti locali. Nella seduta del 6 agosto si è discusso delle sfide e dei fattori congiunturali che il settore sta affrontando - evidenziati dagli stessi onorevoli interroganti - e delle misure di sostegno e di tutela per il settore in risposta a questa crisi.
In primis si è affrontato il tema dell'accesso al credito e il problema della moratoria sul recupero del credito d'imposta per attività di Ricerca e Sviluppo. Infatti, molte imprese del settore sono preoccupate, perché sottoposte a verifica per i crediti di imposta Ricerca e Sviluppo per il periodo 2015-2019.
Sul punto, confermo la volontà del Governo - e mi pare che anche nei quotidiani oggi sia uscita questa notizia - di individuare una soluzione alla problematica attraverso un apposito strumento di carattere normativo.
Per quello che riguarda l'accesso al credito, il MIMIT si è impegnato ad assicurare, insieme all'ABI, la rimodulazione dei prestiti bancari per garantire liquidità alle imprese: in risposta agli stimoli nati dal tavolo Moda, l'ABI ha pubblicato, d'intesa con il Fondo di Garanzia per le PMI e la SACE, la circolare del 29 luglio 2024, recante modalità operative in merito all'estensione della durata della garanzia pubblica a seguito dell'operazione di moratoria/ristrutturazione del debito da parte delle banche.
Altro tema trattato al tavolo è stato quello del sostegno all'export: è indispensabile che le aziende aumentino la loro presenza sui mercati internazionali. Per questo motivo, il MIMIT, il MAECI e l'ICE stanno lavorando assieme per aiutare le imprese nella ricerca dei mercati più promettenti e nelle azioni concrete di presenza a iniziative, eventi, fiere internazionali, cercando di alleggerire i costi a carico delle imprese stesse.
In materia di transizione green, il MIMIT sta monitorando il recente regolamento Ecodesign, che introduce requisiti minimi di eco-progettazione per ogni tipologia di prodotto. In particolare, MIMIT e MEF stanno studiando la possibilità di realizzare uno strumento agevolativo tramite voucher già nella prossima legge di bilancio. Infine, in tema di ammortizzatori sociali, sono state avviate interlocuzioni con il Ministero del Lavoro per venire incontro alle realtà in difficoltà: alle imprese manifatturiere con più di 15 dipendenti viene data la possibilità di utilizzare a pieno le risorse per la cassa integrazione ordinaria (con possibile estensione a regime straordinario); mentre, per quelle con meno di 15 dipendenti, lo strumento utilizzato sarà erogato da un fondo gestito dalle associazioni artigiane che assicura una copertura di sei mesi.
PRESIDENTE. La deputata Bonafe' ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.
SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Grazie, Presidente. Sicuramente sono soddisfatta dell'onestà che ha avuto il Sottosegretario nell'ammettere che sono note le problematiche e che cozza un po' con il quadro tutto rose e fiori che è stato dipinto dalla collega Nisini prima di me. Quindi, è evidente che ci sono alcuni problemi e io, Sottosegretario, non possono nasconderle ed evidenziarle anche la mia preoccupazione rispetto a questi problemi. Infatti, il suo è il Ministero delle Imprese e del made in Italy e sa benissimo che quello della moda è un settore trainante e cruciale del made in Italy.
Peraltro, non stiamo parlando solo di grandi marchi, ma, rispetto alla crisi, per esempio, della Toscana, stiamo parlando anche di molte piccole e medie imprese artigianali che oggi sono strette da questa crisi. Penso si sia un po' sottovalutata questa crisi. È vero che dopo la pandemia il settore si è rimesso in moto, ma è altrettanto vero che ci sono state e sono ancora in atto alcune crisi (penso ai conflitti in corso, penso ai conflitti che intervengono anche sulla difficoltà di export). Tuttavia, Sottosegretario, mi faccia dire che questa non è una crisi congiunturale che possiamo pensare di superare, superato questo momento di difficoltà. Questa è una crisi strutturale, per questo dico che, a mio parere, c'è stata una sottovalutazione del problema.
È vero che son stati convocati tanti tavoli, però è altrettanto vero che a questi tavoli si sono presi tanti impegni. Lei concorderà con me che le misure concrete devono ancora arrivare. Io le ho sentito dire parole come “verranno finanziati nella prossima finanziaria”, come “il Governo sta lavorando”: ecco, oggi non possiamo più usare il futuro, oggi dobbiamo usare il presente, perché i numeri sono quelli di una crisi che sta facendo chiudere due aziende a settimana.
I numeri della crisi, oggi, Sottosegretario, ci dicono che, nei primi sei mesi del 2024, sono state chiuse tante aziende quante in tutto il 2023. Quindi, di fronte a questi numeri, che testimoniano una crisi davvero che picchia, ci vuole rapidità e non azioni da mettere in campo. Bisogna metterle in campo adesso, servono azioni urgenti adesso, nel breve periodo. Mi fa piacere aver sentito che intanto il Governo è occupato sul fronte occupazione; il presidente Giani e l'assessore Nardini della regione Toscana stanno chiedendo da mesi l'attuazione di ammortizzatori sociali specifici per questo settore. Così come mi ha fatto piacere sentire che state lavorando su alcune facilitazioni per l'accesso al credito delle imprese. Le chiederei anche una moratoria dei pagamenti contributivi ed erariali per queste aziende che hanno grandissime difficoltà, anche perché le faccio notare che questo è un settore che non ha mai usufruito - e sottolineo la parola “mai” - di sostegno e contributi specifici, come quelli che, invece, hanno potuto utilizzare altri settori.
Però, le dicevo prima, non è solo una crisi congiunturale, quindi, bene mettere in campo azioni emergenziali, ma serve, però, guardare un po' più in là, serve mettere in campo politiche industriali di lungo respiro prima che sia portato via tutto, prima che si perda un tessuto produttivo fondamentale per l'economia italiana, in particolare per l'economia di una regione. Sono stati citati anche i dati della Toscana.
Sulla crisi strutturale, penso che dobbiamo - e uso, non a caso, la parola coniugata al plurale -, il Governo deve, ma dobbiamo farlo tutti insieme, in collaborazione, rimettere in campo, ristrutturare l'intera filiera. Infatti, quello che sta emergendo è che si stanno solo tagliando i costi, ma tagliare i costi non significa riprodurre, non significa ristrutturare una filiera.
Forse, la ristrutturazione della filiera parte anche dalla considerazione che sta maturando una diversa consapevolezza anche nei consumatori rispetto ad alcuni temi che oggi sono più sensibili. Penso al rispetto dei diritti sociali, al rispetto dell'ambiente. Lei prima ha citato le misure di innovazione sui materiali.
Chiudo, Presidente. Tutto questo ha bisogno di grandi innovazioni di processo e di prodotto e però mi auguro che tutto questo parta dalla considerazione che non si può aspettare ancora e, quindi, che parta dalla considerazione che le politiche vanno messe in campo adesso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
Sospendiamo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 14,30. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 10,20, è ripresa alle 14,41.
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 82, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,42).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Benedetto Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Abbiamo appena ascoltato la lettura dell'esito delle Camere riunite in seduta congiunta per la non elezione - ancora una volta - di un giudice costituzionale. Io credo che questa situazione, che si protrae, ormai sia diventata insostenibile. Mi permetto di richiamare quanto detto dal Presidente Mattarella il 24 luglio, prima della seduta di oggi, che disse: “Se proprio vuole lo spunto di attualità” - era durante la Cerimonia del Ventaglio - “(…) riguarda la lunga attesa della Corte costituzionale per il suo quindicesimo giudice. Si tratta di un vulnus alla Costituzione compiuto dal Parlamento, proprio quella istituzione che la Costituzione considera e pone al centro della vita della nostra democrazia. Non so come queste mie parole saranno definite: monito, esortazione, suggerimento, invito. Ecco, invito, con garbo ma con determinazione, a eleggere subito questo giudice”.
Non la faccio lunga, sappiamo tutti quali sono le condizioni, io però penso che - e la prego, signora Presidente di estendere la mia esortazione anche al Presidente Fontana - questa stia diventando una pantomima, che squalifica questo Parlamento e, in questo caso, sta a noi. Non è, per una volta, responsabilità del Governo se il Parlamento non fa una bella figura. Io credo che noi dobbiamo sottrarci a questa pantomima e che non possiamo aspettare le calende greche dell'elezione di quattro giudici, così ci si mette d'accordo. Abbiamo questo impegno, il Presidente della Repubblica ha richiamato il Parlamento in modo nettissimo, noi oggi non abbiamo fatto un plissé, come nulla fosse accaduto. Io credo che, se si vuole, e ritengo che si debba, convocare una nuova seduta a Camere congiunte per eleggere il giudice costituzionale non possiamo ripetere questa manfrina. Quindi, se si convoca, si convoca a oltranza, finché il Parlamento eleggerà il giudice costituzionale mancante, quali che siano gli accordi, i pre-accordi e i post-accordi tra le forze politiche. Non possiamo permetterci di autoinfliggere al Parlamento questo vulnus.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole. Ovviamente, il suo intervento sarà riferito al Presidente.
Non essendo ancora decorso il termine di preavviso previsto per le votazioni con procedimento elettronico, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15,05.
La seduta, sospesa alle 14,45, è ripresa alle 15,05.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Grazie, signora Presidente. Questa mattina a Regina Coeli si è consumato il 72° suicidio di un detenuto in carcere: è il secondo nel giro di 12 ore e il terzo che si consuma a Regina Coeli dall'inizio dell'anno. Collega Varchi, colleghi di Fratelli d'Italia, colleghi della Lega, soprattutto colleghi di Forza Italia, il 9 agosto la maggioranza ha deciso di affossare l'unica proposta che era all'ordine del giorno per intervenire sul tema dell'emergenza carceraria; ciò, dopo aver fatto un decreto fuffa, un decreto vuoto, nel quale peraltro si prevedeva la nomina di un commissario, che ancora non è stato nominato, che dovesse affrontare il problema delle carceri, ma non dell'emergenza carceri. Contemporaneamente, mentre noi approvavamo quel decreto, il Ministro Nordio si recava alla Presidenza del Consiglio, per discutere con la Presidente Meloni del tema del sovraffollamento… (Commenti). Contemporaneamente, mentre noi approvavamo un decreto vuoto, che non serviva assolutamente a nulla, il Ministro Nordio si recava a Palazzo Chigi, per parlare con la Presidente Meloni del tema del sovraffollamento carcerario, a dimostrazione palese del fatto che noi stavamo qui, presi in giro, a discutere di una cosa che non serviva assolutamente a nulla e che il problema dell'emergenza carceraria era talmente vivo e presente che il Ministro Nordio andava a un vertice convocato dalla Presidente del Consiglio. All'uscita di quel vertice, il Ministro Nordio annunciò che avrebbe chiesto un incontro al Presidente della Repubblica, cosa abbastanza singolare dal momento che il Presidente della Repubblica, sul tema delle carceri, si è espresso non solo nel giorno del suo insediamento, ma in diverse occasioni - l'ultima quando ha ricevuto la lettera dei detenuti di Brescia - parlando del carcere, che non può negare la speranza e tante altre cose.
Da allora, signora Presidente, sono accadute tante cose, sono aumentati i suicidi, siamo arrivati al 72°, non c'è giorno che non ci sia una rivolta o un'evasione. Segnalo, infatti, che, soltanto negli ultimi giorni, abbiamo avuto la rivolta e l'evasione al carcere minorile Beccaria di Milano; di recente, c'è stata quella a Casal del Marmo, a Roma; e di queste ore è la notizia della rivolta nel carcere minorile di Airola.
Il Ministro ci ha spiegato che non c'è correlazione tra i suicidi e il sovraffollamento. Non so sulla base di che cosa possa affermare una cosa del genere, ma vorrei solo segnalarle - e con questo concludo, signora Presidente - che siamo anche in assenza del Garante dei detenuti. E l'occasione è ancora d'oro per rivolgere un abbraccio ai familiari del Garante, che è deceduto quest'estate, ma quella posizione, in un momento così difficile, ovviamente, non è stata coperta, perché immagino che ci sarà la lottizzazione e “l'amichettismo” per trovare la persona giusta. Nel frattempo, però, segnalo, signora Presidente, che siamo arrivati - dati dell'Ufficio del Garante dei detenuti - a 61.840 detenuti, a fronte di 46.929 posti disponibili. Parliamo del 131,7 per cento di media nazionale, con picchi che toccano anche il 220 per cento. Faccio presente che a Regina Coeli, dove si è consumato il suicidio, stiamo a 1.168 detenuti su 626 posti disponibili, cioè il 184 per cento. Se prendiamo i dati relativi agli anni scorsi, nel 2022 i detenuti erano 54.482, a fronte della disponibilità di 47.559 posti, pari al 115,36 per cento. Nel 2023 erano 57.284, a fronte di 47.704 posti disponibili: il 120,3 per cento.
Per carità, va tutto bene, ma, forse, il Ministro Nordio, oltre che venire a spiegarci che, con determinati provvedimenti, ci sarebbe la resa dello Stato, può venire a raccontarci in Aula che cosa sta facendo il Governo, che sta soltanto arrendendosi (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva-il Centro-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra) a una tragedia che si consuma giorno dopo giorno, a tutto tondo: suicidi, rivolte, evasioni e tutto quello che è possibile! Ma potete continuare a essere inerti, appiccicati a un decreto che è una presa in giro lurida rispetto alla situazione nella quale ci troviamo (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva-il Centro-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra)?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Parliamo del terzo suicidio a Regina Coeli dall'inizio di quest'anno e parliamo, ancora una volta, della settima sezione. Fateci fare un appello, come Alleanza Verdi e Sinistra, così come hanno fatto i Garanti di Roma e del Lazio. Quella sezione va chiusa, perché è illegale ed è questo che lo Stato dovrebbe iniziare a dire, perché quella sezione oggi ospita 1.168 detenuti. La legge, la nostra legge, dice che i posti consentiti sono 626. Dovrebbe essere un luogo di ingresso e transito, eppure viene utilizzata per isolamenti disciplinari e sanitari. I detenuti sono costretti a passare lì la gran parte della giornata in condizioni di insostenibilità e, soprattutto, di insostenibile sovraffollamento.
Ha ragione il collega quando dice che questa non è un'eccezione. Parliamo del 130 per cento del sovraffollamento, per circa 14.000 persone, in tutta Italia, in più rispetto ai posti regolarmente consentiti. Promiscuità, caldo, scarsità d'acqua, sporcizia, luoghi fatiscenti, insetti, topi, mancanza di cura sanitaria e psicologica per oltre 60.000 detenuti. Lo chiediamo al Ministro Nordio: c'entrerà qualcosa, questa fotografia, con i 72 detenuti oggi suicidi nelle nostre carceri? Lo diciamo perché per questo non servono risposte rapide, servono risposte strutturali. All'emergenza avete risposto semplicemente facendo il contrario e lo dimostra questo provvedimento. Quindi, non ci basta chiedere un'informativa al Ministro Nordio, perché proprio in questo provvedimento si continuano ad aumentare le pene, proprio nell'articolo 26, di cui chiediamo lo stralcio, perché ha poco a che fare con le rivolte, tranne per una cosa: introdurre ancora un altro reato, il reato di rivolta in carcere, esteso anche al caso di resistenza passiva e di protesta non violenta, fino a 8 anni, Presidente, di reclusione per i detenuti che battono sulle sbarre. Per questo chiediamo quello stralcio.
Questo è tutto ciò di cui questa maggioranza e il Governo sono capaci, con una ripetizione pavloviana del sempre uguale: punire e ancora punire chi non ha nemmeno più gli occhi per piangere. Per questo spero che vi saprete fermare. Spero che saprete capire che cosa sta succedendo esattamente in queste ore nelle nostre carceri. Aumentare le pene all'infinito, vedere dei ragazzi che, magari, per le proteste per il clima, sono lì a fare le prime misure cautelari, o pensare che in futuro operai del nostro Paese, lavoratori e lavoratrici, per le proteste, saranno lì, in quelle condizioni di sovraffollamento: tutto ciò dovrebbe richiedere a tutte e a tutti noi un momento di pausa. Per questo spero che saprete accogliere questa richiesta, stralciando l'articolo 26 (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole. Riferirò della richiesta dei gruppi per l'informativa del Ministro.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, tolgo solo qualche secondo, senza voler togliere, ovviamente, spazio all'importanza delle richieste fatte prima, ma ritengo che sia dovere mio, come capogruppo di Fratelli d'Italia - ma mi auguro che venga inteso anche come un grande risultato per l'intera nostra Nazione - ricordare la nomina del Ministro Fitto a Vicepresidente esecutivo della Commissione europea, con delega alla coesione e alle riforme (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e Italia Viva-il Centro-Renew Europe - I deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE) e i rappresentanti del Governo si levano in piedi).
Penso che questo applauso - non bipartisan, purtroppo - dia, però, comunque un'indicazione forte di quella che sarà la sua azione, perché qui dentro, al di là delle opinioni legittime e diverse che ovviamente chi siede su banchi opposti ha, nessuno potrà non riconoscere a Raffaele Fitto quella che è sempre stata una sua capacità d'ascolto, quella che è stata una vera missione che ha fatto in questi due anni in un Ministero niente affatto facile, dove ha dimostrato capacità e competenza, oltre ad aver interloquito, sempre e comunque positivamente, con la Commissione nell'interesse dell'Italia. Io penso che il ringraziamento per il lavoro che ha svolto debba essere un ringraziamento di tutto il Parlamento, così come tutte le persone di buonsenso non possono che rivolgergli, al di là di quella che è la parte politica o le parti politiche, un ringraziamento per la sua attività e gli auguri migliori di un buon lavoro, perché il suo buon lavoro sarà un buon lavoro non per una parte politica, non per una maggioranza, ma per l'Italia intera (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). La ringrazio, Presidente. Mi unisco agli auguri al neo Commissario e neo Vicepresidente della Commissione, Fitto, però credo che le parole del presidente Foti in quest'Aula abbiano dato dimostrazione, ancora una volta, se c'è bisogno, dell'analfabetismo istituzionale della destra di Governo (Commenti). Vede, Presidente, tutti sappiamo che i Commissari, i membri della Commissione europea non rappresentano e non devono avere come obiettivo la tutela dell'interesse del Paese, ma sono lì per servire l'istituzione europea, perché, nell'architettura istituzionale europea, la Commissione ha un ruolo e il Consiglio europeo ha un altro ruolo.
La confusione che poco fa ha espresso il presidente Foti dimostra esattamente…
TOMMASO FOTI (FDI). Ma dove?
RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). …purtroppo, la conclusione a cui eravamo già arrivati, cioè che il Commissario Fitto avrà tra i suoi principali avversari esattamente i suoi compagni di partito e i suoi alleati di Governo, il loro forte e radicato antieuropeismo, che rappresenta un problema per gli interessi del nostro Paese. Quindi, noi giudicheremo dalle azioni concrete, dalla postura istituzionale, con la premessa che ho fatto all'inizio, il Commissario Fitto. Ma siamo estremamente preoccupati del fatto che, ancora in queste ore, ancora nei giorni scorsi, la destra di Governo, il presidente Foti, i suoi colleghi, i Ministri di questo Governo continuino a vedere le istituzioni europee sostanzialmente come l'alibi per la loro impotenza…
TOMMASO FOTI (FDI). Chi lo ha detto?
RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). … e, molto spesso, anche per l'incompetenza di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Magi.
TOMMASO FOTI (FDI). Non è obbligatorio capire, ma hai dimostrato di non avere capito!
PRESIDENTE. Onorevole Foti, onorevole Foti, onorevole Foti, onorevole Foti, per cortesia. Allora, mi devo scusare io (Proteste del deputato Magi)… Collega Magi, vale per entrambi. Quando uno ha la parola, parla. In questo momento, lei ha concluso il suo intervento (Proteste del deputato Magi). No, no, no, collega Magi, non funziona così, collega Magi. Non funziona così.
Io devo delle scuse alla collega Serracchiani perché voleva intervenire sul punto precedente. Se ci tiene, collega, le do magari la parola per qualche minuto, visto che, purtroppo, non è stata vista né da me, né da altri qui, al banco della Presidenza. Prego, collega Serracchiani, e mi scusi.
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori, per quanto riguarda il punto precedente, associandomi alla richiesta fatta dal collega Giachetti e dal collega Grimaldi. La situazione delle carceri italiane – lo abbiamo sottolineato più volte - è ormai fuori controllo e vi è la necessità di un intervento, che noi avevamo, peraltro, ravvisato nella possibilità di agire con la liberazione anticipata, così che si potesse, se non altro, dare una risposta immediata. E dispiace che ci siano stati un cambiamento di rotta e un'idea diversa, da parte anche di quella parte di maggioranza che ne aveva riconosciuto l'urgenza.
Anche noi, però, sottolineiamo, Presidente, che, al di là e se vuole oltre al decreto-legge Carceri, che è assolutamente vuoto di ogni significato per quanto riguarda la possibilità di intervenire sulla situazione attuale, abbiamo la necessità di capire qual è la posizione, la strategia del Governo. Non è stato ancora nominato il Commissario straordinario e non è stato indicato il Garante dei detenuti che mi auguro e spero, contrariamente a quello che accadde nella scorsa elezione, che in qualche modo venga parlamentarizzato e che vi possa essere una condivisione più ampia possibile su un nome che, in questo momento, possa rappresentare tutte le istanze riguardanti la situazione delle carceri italiane. Ed è per questo motivo che chiediamo, suo tramite, Presidente, al Governo di intervenire in Aula, con un'informativa urgente sulla situazione straordinaria e sull'emergenza nazionale che riguarda le carceri italiane e chiediamo la presenza del Ministro Nordio e anche della Presidente del Consiglio. Visto che, poco prima di approvare il decreto-legge Carceri, vi è stato un incontro proprio a Palazzo Chigi su questo tema che ha portato poi il Ministro a chiedere l'intervento del Presidente della Repubblica. Ci sembra che, quindi, ci siano le condizioni affinché venga resa un'informativa urgente del Ministro e della Presidente del Consiglio.
Da ultimo, Presidente, facciamo notare - e approfitto della presenza, per suo tramite, del presidente della Commissione giustizia in Aula - che sono ormai quasi due anni che noi stiamo chiedendo una Commissione d'inchiesta sulla salute mentale in carcere e, ad oggi, non abbiamo avuto la possibilità di vederla neppure incardinata in Commissione, né di poterne parlare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Serracchiani. Mi scuso con i colleghi per questo caos.
Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento la collega Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Sullo stesso argomento, per associarsi alla richiesta di informativa urgente perché il Ministro possa venire in Aula e riferire quale sarà la strategia che verrà adottata per quanto riguarda la prevenzione. Riguarda un fenomeno che, ormai, è diventato strutturale. Ed è notizia di oggi, purtroppo, a Roma, nel carcere di Regina Coeli, del suicidio di un uomo di cinquant'anni. È il secondo detenuto suicida in dodici ore, è il settantaduesimo dall'inizio dell'anno e, a queste morti, vanno aggiunti sette appartenenti alla polizia penitenziaria che si sono tolti la vita nel 2024. Stiamo parlando di una strage che ormai non ha fine.
E, soprattutto, è diventata senza precedenti e, ovviamente, rappresenta un fallimento concreto del sistema carcerario. Quindi, è importante che il Ministro Nordio venga a riferire in Aula in merito a soluzioni concrete e anche in merito alla nuova figura del Garante dei detenuti, che avrà un ruolo centrale in questo delicatissimo compito.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Santillo, ma ha già parlato la collega Ascari su questo argomento… Però, così, ragazzi, abbiamo un problema di andirivieni. Collega Santillo, scusi un attimo. Abbiamo chiuso il tema sollevato dal collega Giachetti, così evitiamo di fare almeno avanti e indietro? Sì. Allora, ribadisco che riferirò al Presidente le richieste di informativa giunte dai gruppi.
Ha chiesto di parlare il collega Santillo, invece, sulla questione sollevata dal collega Foti. Ne ha facoltà.
AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie, Presidente. Nel ringraziarla per averci chiamati ragazzi, questo fa bene a ognuno di noi.
PRESIDENTE. Lo dico per me stessa, in realtà. Abbia pazienza, prego.
AGOSTINO SANTILLO (M5S). Per ricordare, però, a tutti noi che, per primi, tifiamo Italia in Europa, e quindi ci aspettiamo che un Ministro, soprattutto un ex Ministro italiano, oggi commissario in Europa, possa lavorare al meglio per il nostro Paese. Va ricordato, però, che il caro europarlamentare Fitto è stato tra coloro che non hanno votato la più importante riforma che si è avuta in Europa, con il Next Generation EU, negli ultimi 50 anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Queste cose ce le dobbiamo ricordare.
Soprattutto, l'auspicio per il neocommissario Fitto che, ahimè, bisogna ricordarlo, ricopre comunque un ruolo inferiore rispetto a quello che aveva prima l'Italia, che era l'economia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), un ruolo ben più importante, l'auspicio che noi facciamo al commissario Fitto, Vicepresidente in Europa, è di avviare una seria e profonda riforma del Patto di stabilità. Presidente Foti, certo sì che così farebbe un piacere agli italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario (A.C. 1660-A).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1660-A: Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario.
Ricordo che nella seduta del 12 settembre è stato da ultimo approvato l'articolo 19.
Avverto che, fuori dalla seduta, l'emendamento 35.1000 Enrico Costa è stato ritirato dal presentatore.
(Esame dell'articolo 20 - A.C. 1660-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 e delle relative proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 20. Prego, relatore Pittalis.
PIETRO PITTALIS, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Grazie, Presidente. Sull'articolo 20 il parere è contrario su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Magi?
RICCARDO MAGI, Relatore di minoranza per la I Commissione. Grazie, Presidente. Sull'emendamento 20.1 Ascari il parere è di astensione, mentre sugli emendamenti 20.2 Gianassi e 20.1002 Giuliano il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Per il Governo il parere è contrario su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 20.1 Ascari.
Se nessuno chiede intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 20.1 Ascari, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con l'astensione del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 20.2 Gianassi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 20.1002 Giuliano, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 4).
(Esame dell'articolo 21 - A.C. 1660-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
PIETRO PITTALIS, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Il parere su tutti gli emendamenti è contrario.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza?
RICCARDO MAGI , Relatore di minoranza per la I Commissione. Parere favorevole su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Parere conforme a quello del relatore di maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 21.1004 Magi. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 21.1004 Magi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
Passiamo all'emendamento 21.1 Mauri.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Mauri. Ne ha facoltà.
MATTEO MAURI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Solo per un'annotazione, diciamo così, a margine. Noi, ma non da soli, avevamo presentato un emendamento sulle bodycam, cioè, per capirci, su quelle videocamere da applicare sulle divise, che possono essere utilizzate - in altri Paesi lo sono, c'è stata anche una sperimentazione in Italia - soprattutto durante le manifestazioni e la gestione dell'ordine pubblico, ma anche in altre situazioni.
L'avevamo fatto credo in maniera intelligente e ragionata anche sulla base di alcune indicazioni arrivate proprio dalle Forze dell'ordine, dicendo che, intanto, avrebbero dovuto essere obbligatorie, specificando chi avrebbe dovuto dare l'indicazione per attivarle, specificando, inoltre, per questioni relative alle garanzie di tutti, quanto tempo quelle immagini si sarebbero potute o dovute immagazzinare e specificando, infine, come si sarebbe dovuto gestire questo materiale, posto che è inutile spiegare ai colleghi quanto esso sia delicato dal punto di vista delle libertà personali.
Ecco, tutto questo non c'è. Il Governo è riuscito a presentare un proprio emendamento, annullando quelli presenti - a partire dal nostro - per provare a intestarsi la logica delle bodycam, dandone esclusivamente una lettura contro quelli che manifestano o quelli che possono trovarsi in alcune condizioni. Viceversa, questo è un elemento di garanzia per tutti: per gli operatori delle Forze dell'ordine e per chiunque altro.
Pertanto, secondo quella logica esclusivamente securitaria che conosciamo, sostanzialmente, sono riusciti a fare nel modo peggiore possibile una cosa che si sarebbe dovuta fare in maniera molto diversa. Per questa ragione, abbiamo ripresentato l'emendamento, perché comunque non vogliamo mai escludere la possibilità che il Governo si ravveda. Nel caso in cui questo non passi, lo anticipo, voteremo contro questa modalità completamente sbagliata con cui il Governo ha voluto provare a cavalcare questo aspetto di libertà generali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 21.1 Mauri, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 21.1005 Dori, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 8).
Passiamo agli articoli aggiuntivi all'articolo 21. Iniziamo dall'articolo aggiuntivo 21.01 Zaratti. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 21.01 Zaratti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 21.01003 Zaratti. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Abbiamo assistito al grande applauso che ha salutato la nomina di Raffaele Fitto a commissario europeo: ora che finalmente la destra ha il suo commissario, magari, potrà spiegare a tutti quanti voi che le direttive del Parlamento europeo si devono applicare e, in modo particolare, la risoluzione del 12 dicembre 2012, che prevede che gli agenti debbano avere il codice identificativo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Finalmente avrete questa notizia. Il codice identificativo non è soltanto a garanzia delle persone che a volte, purtroppo, subiscono violenze nelle piazze, in modo tale da individuare i responsabili, ma è anche a tutela delle stesse Forze dell'ordine, in modo tale che chi sbaglia possa pagare, ma chi svolge regolarmente e onestamente il proprio lavoro venga tutelato (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
Per questo, ancora una volta, noi vogliamo e vi chiediamo: applicate le direttive e diventate un Paese europeo. Soltanto pochissimi Paesi europei - cinque o sei - non hanno il codice identificativo. Ancora una volta, l'Italia della destra è il fanalino di coda (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 21.01003 Zaratti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 21.01005 Auriemma, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 21.01006 Penza, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 21.01007 Penza, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 21.01008 Penza, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 21.01000 Auriemma, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 21.01001 Auriemma, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 21.01002 Penza, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).
(Esame dell'articolo 22 - A.C. 1660-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
Prego, onorevole Pittalis.
PIETRO PITTALIS, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Il parere è contrario su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Onorevole Magi?
RICCARDO MAGI , Relatore di minoranza per la I Commissione. Grazie, Presidente. Sull'articolo aggiuntivo 22.01000 Zanella, il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Scusi onorevole, non l'ho sentita, perché c'era un'incomprensione, mi ripete il parere?
RICCARDO MAGI , Relatore di minoranza per la I Commissione. Prego, Presidente. Sull'articolo aggiuntivo 22.01000 Zanella, il parere è favorevole…
PRESIDENTE. Va bene…
RICCARDO MAGI , Relatore di minoranza per la I Commissione. Aspetti, scusi. Ho saltato l'emendamento 22.1000 D'Orso…
PRESIDENTE. Esatto.
RICCARDO MAGI , Relatore di minoranza per la I Commissione. …su cui il parere è ugualmente favorevole.
PRESIDENTE. Perfetto, grazie. Il Governo?
NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Il parere è contrario su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22.1000 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 19).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 22.01000 Zanella.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Mi dispiace molto che il Governo abbia dato parere negativo a questo articolo aggiuntivo, che a me sembra sacrosanto, in quanto rende giustizia al Corpo dei vigili del fuoco che, pensate, non hanno copertura assicurativa INAIL; sono uomini che affrontano ogni giorno situazioni di pericolo, che mettono a rischio la propria vita per salvare vite, intervengono negli incendi, nei crolli di strutture, vengono a contatto con sostanze nocive e inquinanti che possono pregiudicare anche la loro salute, e nel lungo periodo si possono manifestare malattie professionali che, però, non vengono riconosciute come tali; e pensate che, addirittura, i Vigili del fuoco sono costretti ad anticipare di tasca propria le spese per le cure.
È veramente una situazione inaudita, indecente. Io penso che la maggior parte delle persone nemmeno sappia a che razza di ingiustizia noi assistiamo. Si tratta del Corpo dei vigili del fuoco, da cui dipende la sicurezza di tutti e di ciascuno.
Pensate poi che i Vigili del fuoco vivono in una situazione di perenne rischio, e la loro difficoltà di prestazione lavorativa è andata aumentando perché sono strutturalmente - ormai, direi - sotto organico, meno del 20 per cento. Ma ci rendiamo conto che saranno pochi, pochissimi, i Vigili del fuoco che il prossimo anno, nel 2025, dovranno affrontare la scadenza importantissima, qui a Roma, del Giubileo? Siamo veramente al ridicolo, se non all'irresponsabilità di questo Governo.
Io chiedo, perciò, che venga presa in considerazione la copertura assicurativa INAIL per questi lavoratori, come è garantita a milioni di altri lavoratori e lavoratrici. Si tratta non soltanto di rimediare rispetto a un'ingiustizia, ma di rimediare rispetto a misure irrazionali, irragionevoli e, soprattutto, si tratta della sicurezza.
Ho affrontato solo un tema per quanto riguarda i Vigili del fuoco, sicuramente ce ne sono altri che questa Camera e questo Parlamento dovranno affrontare (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Candiani. Ne ha facoltà.
STEFANO CANDIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Sentendolo, potrebbe essere oggettivamente valutato un articolo aggiuntivo che ha un significato, perché chi non vuole dare la massima copertura ai nostri Vigili del fuoco e a chi opera nel soccorso? Però bisogna avere notizie complete, bisogna dare notizie complete, ovviamente, alla Camera, perché bisogna anche spiegare che esiste l'Opera nazionale assistenza (ONA), un'assistenza specifica, speciale, a cui i Vigili del fuoco fanno riferimento; oppure le altre coperture assicurative speciali che appartengono solo al Corpo nazionale dei vigili del fuoco. E per di più, c'è un percorso di modifiche e di allargamento ulteriore che il Governo sta portando avanti. Quindi, tutto tranne che lasciare i Vigili del fuoco senza copertura assicurativa e senza lo Stato dalla loro parte quando, per cause di servizio, restano colpiti o subiscono ingiurie.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 22.01000 Zanella, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio), e favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Avverto che il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. La Presidenza consentirà a un deputato appartenente a tale gruppo, ove richiesto, lo svolgimento di un breve intervento di un minuto per dichiarare il proprio voto sull'emendamento o sull'articolo in discussione, da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).
(Esame dell'articolo 23 - A.C. 1660-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere, anche sull'articolo aggiuntivo.
PIETRO PITTALIS, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Parere contrario su tutte le proposte emendative.
RICCARDO MAGI , Relatore di minoranza per la I Commissione. Il parere è favorevole sul 23.01001 Auriemma…
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Il parere è conforme al relatore di maggioranza.
PRESIDENTE. Mi ha dato anche il parere sul 23.1000 D'Orso, collega Magi? Sì, perfetto, era favorevole.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.1000 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).
Passiamo alla votazione dell'articolo 23.
Se nessuno chiede di intervenire, indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 23.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 22).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 23.01001 Auriemma.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 23.01001 Auriemma, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio), e favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).
(Esame dell'articolo 24 - A.C. 1660-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 24 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
PIETRO PITTALIS, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Il parere è contrario su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Relatore Magi?
RICCARDO MAGI , Relatore di minoranza per la I Commissione. Sugli emendamenti identici 24.1 Boschi, 24.2 Di Biase, 24.3 D'Orso e 24.1002 Dori e sugli emendamenti 24.5 d'Orso, 24.1000 Giuliano e 24.1001 Giuliano, il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Parere contrario su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Passiamo agli emendamenti identici 24.1 Boschi, 24.2 Di Biase, 24.3 D'Orso e 24.1002 Dori.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti identici 24.1 Boschi, 24.2 Di Biase, 24.3 D'Orso e 24.1002 Dori, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 24.5 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 24.1000 Giuliano, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 24.1001 Giuliano, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 24.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 28).
(Esame dell'articolo 25 - A.C. 1660-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 25 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
PIETRO PITTALIS, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Il parere è contrario su tutti gli emendamenti.
RICCARDO MAGI , Relatore di minoranza per la I Commissione. Il parere è favorevole su tutti gli emendamenti.
NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Il parere è contrario su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 25.1. Boschi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 25.12 Bonafe' e 25.13 Auriemma, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 25.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 31).
Ricordo che il deputato Marco Grimaldi ha anticipato la richiesta di stralcio dell'articolo 26.
Su tale richiesta chiedo ai relatori di esprimere il proprio orientamento, ai sensi dell'articolo 86, comma 7, del Regolamento.
PIETRO PITTALIS, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Il parere è contrario.
RICCARDO MAGI , Relatore di minoranza per la I Commissione. Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, sulla proposta di stralcio darò la parola ad un oratore contro e ad uno a favore, per non più di 5 minuti ciascuno. Chi chiede di parlare contro? Nessuno. Chi chiede di parlare a favore? Nessuno chiede di parlare a favore, quindi procedo.
Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione dei nomi, la proposta di stralcio dell'articolo 26 dal testo del provvedimento.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 46 voti di differenza.
(Esame dell'articolo 26 - A.C. 1660-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 26 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
PIETRO PITTALIS, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Il parere è contrario su tutte le proposte emendative, ad eccezione dell'emendamento 26.500 del Governo, sul quale esprimiamo un parere favorevole.
PRESIDENTE. Onorevole Magi?
RICCARDO MAGI, Relatore di minoranza per la I Commissione. Grazie, Presidente. Il parere è favorevole sugli emendamenti 26.7 Gianassi, 26.8 e 26.9 Bonafe', 26.10 Di Biase, 26.11 Serracchiani, sugli identici emendamenti 26.13 Giachetti e 26.14 D'Orso e sull'emendamento 26.20 Di Biase. Sul subemendamento 0.26.500.1 Gianassi, il parere è favorevole, mentre il parere è contrario sull'emendamento 26.500 del Governo.
PRESIDENTE. Aspetti, collega, sugli identici subemendamenti 0.26.500.2 Giachetti e 0.26.500.3 Gianassi, a pagina 19…
RICCARDO MAGI, Relatore di minoranza per la I Commissione. Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Poi, abbiamo il subemendamento 0.26.500.4 Gianassi…
RICCARDO MAGI, Relatore di minoranza per la I Commissione. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Poi vi è il subemendamento 0.26.500.1 Gianassi.
RICCARDO MAGI, Relatore di minoranza per la I Commissione. Parere favorevole.
PRESIDENTE. E, poi, abbiamo l'emendamento 26.500 del Governo.
RICCARDO MAGI, Relatore di minoranza per la I Commissione. Parere contrario.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Il relatore per la maggioranza mi ha dato tutti i pareri e il Governo si è espresso conformemente. Al relatore di minoranza devo chiedere il parere sugli articoli aggiuntivi.
RICCARDO MAGI, Relatore di minoranza per la I Commissione. Sugli articoli aggiuntivi 26.01 e 26.03 Boschi, 26.04 Cafiero De Raho, 26.011, 26.012 e 26.01004 Boschi, 26.020 Bonafe', 26.01005, 26.01006, 26.01008, 26.01009, 26.01007 e 6.01010 Boschi, 26.09 e 26.01050 D'Orso, 26.01011 Boschi, 26.018 Serracchiani, 26.01015 Faraone, 26.01012 Boschi e 26.01013 Ascari il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti 26.1012 Boschi, 26.2 Serracchiani, 26.3 D'Orso e 26.1005 Zaratti.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà, per 1 minuto.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Con questo articolo 26 siamo davvero al paradosso: le nostre carceri esplodono, sono in una situazione di sovraffollamento inaccettabile, che sappiamo essere poi amplificatore di tutti gli altri problemi, compreso il grave dramma dei suicidi, e il Governo cosa fa? Si inventa un nuovo reato, il reato di rivolta all'interno degli istituti penitenziari, per cui si va a punire la resistenza, anche passiva, all'esecuzione degli ordini impartiti. Sostanzialmente il Governo dimostra come, in realtà, i detenuti non siano soggetti da rieducare, come afferma la nostra Costituzione, ma soggetti da intimidire e da punire ulteriormente (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI (M5S). Presidente, vorrei intervenire sull'emendamento soppressivo, che anche noi abbiamo presentato, per quanto riguarda l'articolo 26, relativamente a una norma che avete ripresentato e che è scritta addirittura peggio di come era prima e che rappresenta veramente un vostro cavallo di battaglia, quello di creare nuovi reati, tra i quali uno abominevole: il reato di rivolta penitenziaria. Questo, lo abbiamo detto e ripetuto, è un messaggio intimidatorio per i detenuti che osano protestare in modo pacifico per le condizioni disumane nelle quali vivono, tanto che voi sanzionate anche la resistenza passiva.
Un detenuto che si rifiuta di mangiare il cibo scaduto, per esempio, o che si rifiuta di entrare in una cella in cui si soffoca dal caldo, in cui i materassi sono marci o perché invasa dagli scarafaggi o dalle formiche, rischia fino a 8 anni di carcere. Quindi, create, con la repressione, un sistema carcerario criminogeno. Allora che cosa bisognava fare? Innanzitutto, andare di persona negli istituti di pena e rendersi conto di quella che è la realtà, parlare con chi vive il carcere e con chi lavora all'interno del carcere.
Soprattutto, era fondamentale investire risorse umane ed economiche in assunzioni di operatori giuridico-pedagogici, mediatori culturali, personale sanitario, per incrementare le attività trattamentali su cui non è stato speso un euro. È bene sottolineare che oltre la metà dei soggetti che si tolgono la vita lo fa nei primi mesi di detenzione, perché l'impatto con il carcere è devastante, e quindi è necessario un supporto psicologico continuo.
Invece, oggi, nelle carceri c'è una commistione tra detenuti comuni e psichiatrici, oltre al fatto che il 50 per cento dei detenuti negli istituti di pena ha problemi di tossicodipendenza, con un Sert che, purtroppo, va pochissimo all'interno degli istituti di pena; così come occorrerebbero mediatori culturali, dal momento che un terzo della popolazione detenuta ha origine straniera. È bene ricordare che il carcere deve essere un luogo di umanità.
Bisognava intervenire sul lavoro come riduzione della recidiva per i detenuti: se va bene, possono lavorare 2 ore al giorno e per tutto il resto del tempo stanno all'interno delle celle a non fare assolutamente nulla. Occorre fare in modo che le istanze pendenti presso i tribunali e i magistrati di sorveglianza vengano smaltite velocemente, perché ci sono detenuti che hanno maturato i benefici e sono in carcere perché le decisioni non arrivano. Quindi, andava investito in magistrati. Abbiamo chiesto di introdurre l'attività teatrale come potente strumento di crescita culturale, di promuovere lo sport, che insegna veramente un lavoro di rete, di squadra e di regole, di aumentare la socialità, le telefonate quotidiane e i colloqui, aiutando in questo modo i detenuti a sopportare la sofferenza del carcere.
Ancora, occorre non fare entrare i bambini negli istituti di pena, ma farci restare i mafiosi, dal momento che dei 12 istituti di 41-bis non ce n'è uno a norma (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Lo dico in ogni sede: i mafiosi continuano a comandare da dentro gli istituti di pena, e questo è gravissimo. Le carceri, colleghi, e chiudo, non sono discariche sociali, come le vedete voi, ma luoghi di umanità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Biase. Ne ha facoltà.
MICHELA DI BIASE (PD-IDP). Presidente, ci sono piccole norme che determinano in modo chiaro e inequivocabile qual è la traiettoria, il cambio culturale a cui stiamo assistendo. Questo articolo che ci apprestiamo a votare oggi segna davvero il passo rispetto all'atteggiamento che questa destra al Governo sta compiendo ai danni delle persone detenute. Le rivolte in carcere ci sono sempre state, le rivolte in carcere con violenza ci sono sempre state e questi reati sono stati sempre puniti, lo prescrive il nostro codice penale.
Quindi, rispetto a questo, il Governo, Nordio, non si è inventato nulla. È radicalmente fuori da un Paese democratico, invece, punire una resistenza passiva e non violenta. Lo dico perché - e mi creda, ho anche provato a ricercarli nella giurisprudenza degli altri Paesi - non ho trovato precedenti nei codici degli altri Stati democratici. Non so qual è l'obiettivo che si vuole perseguire con questa norma, se non quello di impedire ai detenuti di poter manifestare, anche pacificamente, quello che è il loro dissenso, quella che è la tragedia che oggi e tutti i giorni vivono all'interno delle carceri italiane.
Presidente, qualche tempo fa mi sono recata nel carcere di Regina Coeli, che è il carcere che oggi ha registrato il terzo suicidio solo nel 2024. La VII sezione del carcere di Regina Coeli è qualcosa che non appartiene a un Paese civile: all'interno di quella sezione ci sono letti a castello, dove dormono 3 o 4 detenuti; i bagni non hanno le porte; non ci sono spesso e mancano l'acqua e il riscaldamento; non passa l'aria dalle finestre perché, per una tutela del vicinato, addirittura ci sono 3 sistemi di protezione alle finestre, e quindi durante l'estate non passa neanche l'aria. Qual è, purtroppo, il modo che i detenuti hanno di manifestare il loro disagio? È quello dell'autolesionismo.
Voglio concludere qui, dicendo che non ci si può trovare in quest'Aula e sentire colleghi deputati dispiaciuti per i suicidi in carcere, e poi votare e partorire un articolo del genere, con un nuovo reato che impone ai detenuti anche l'obbligo di non poter dimostrare il loro disagio. L'unica chance e possibilità che lasceremo ai detenuti sarà quella di esprimere il loro disagio attraverso i suicidi. Fermatevi, perché questa è una norma amorale, non degna di un Paese democratico, non degna dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Grazie, Presidente, per associarmi anche alle considerazioni che sono state fatte. Vorrei mettere in evidenza che, con il suo consueto modo affabile, l'onorevole Foti questa estate ha definito “farneticazioni” le considerazioni che avevo fatto quando presentavo quello che, a mio avviso, era un disegno da parte del Governo di creare le condizioni per uno stato di stress particolare nel sistema carcerario, e avevo definito questa volontà da parte del Governo attraverso un trittico, cosa che peraltro si sta puntualmente realizzando.
La prima questione è una cosa che è andata un po' in sordina, ma che è avvenuta in un provvedimento precedente, cioè la costruzione dei reparti anti-rivolta all'interno della Polizia penitenziaria, un gruppo che non esisteva e che è stato costituito apposta. La seconda cosa era non intervenire in nessun modo - non nel modo che diceva qualcuno o nel modo che diceva qualcun altro - per far sì che diminuisse la pressione del sovraffollamento, con tutte le conseguenze che si porta dietro.
Il terzo pezzo del trittico che individuavo è esattamente la norma che ci troviamo oggi di fronte, cioè creare una condizione esplosiva qual è quella che si vive nelle carceri, dove è fondamentale che sia preservata l'attività di quei detenuti che spesso e volentieri collaborano con la Polizia penitenziaria per gestire una situazione che, diversamente, non sarebbe gestibile, e che quindi hanno un atteggiamento opposto a coloro che attuano violenza e mettono in campo rivolte, più o meno giustificate. Ma a coloro che, magari attraverso la battitura, il rifiuto del cibo o il rifiuto di compiere determinate azioni, mettono in campo azioni non violente, agiscono differenziandosi all'interno del carcere e hanno un ruolo anche importante, cosa fate voi con questo provvedimento?
Uniformate e portate, addirittura, sotto il profilo penale anche l'azione, come ricordavano i colleghi, di chi agisce in modo non violento per protestare in una modalità, che non solo chi protesta, ma anche chi vive, vigila e vede la condizione delle carceri, sa essere assolutamente lecita, perché la situazione, come ci siamo detti, è totalmente ingestibile. Fa un po' sorridere - con questo concludo, signor Presidente, non perché io ce l'abbia con i colleghi di Forza Italia, ai quali voglio, politicamente, un grandissimo bene - il fatto che ci sia stata una conferenza stampa, quest'estate, dei rappresentanti di Forza Italia, del Vicepresidente del Consiglio e segretario di Forza Italia con il segretario del Partito Radicale, Maurizio Turco, che ci spiegavano quale sarebbe stata la strategia che si sarebbe attuata nelle carceri, mentre oggi Forza Italia vota un emendamento che nega la storia del Partito Radicale, che è la storia della non violenza, delle lotte non violente e dell'impegno nelle carceri. Hanno fatto tante visite, ma il risultato mi pare che sia barbino (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Intervengo per ringraziare il collega Giachetti e sottoscrivere, dalla prima all'ultima, le parole che ha appena pronunciato, ma anche per segnalare che, in questo momento, in cui state introducendo nel codice penale un nuovo reato - il reato di rivolta in carcere parificato, sostanzialmente, ai delitti di mafia e di terrorismo -, non c'è nei banchi del Governo alcuno che rappresenti le deleghe del Ministero della Giustizia, perché noi gli avremmo voluto chiedere - lo chiediamo al Sottosegretario Molteni, al Sottosegretario Prisco o a chiunque altro voglia risponderci -: ma non c'è la definizione di rivolta in questo articolo che voi introducete? C'è l'introduzione di un articolo, nel codice penale, con una pena pesantissima, fino a 8 anni, ma non vi è alcun tipo di definizione. Quindi, ancora una volta, la parte politica, che, con veemenza, quotidianamente - a volte anche con qualche fondamento, ma diciamo che, a mio avviso, lo fate in modo un po' pretestuoso -, contesta alla magistratura di occupare spazi debordanti di discrezionalità, aggiunge occasioni di discrezionalità per la magistratura. Introducete fattispecie penali che non hanno alcuna definizione, e la cosa ancora più grave è che la fattispecie del reato di rivolta è integrata dalla resistenza passiva e, come hanno detto benissimo i colleghi che mi hanno preceduto, voi state equiparando chi manifesta la propria opposizione a una violazione di diritti fondamentali e sceglie la via non violenta a chi, invece, compie un'aggressione, ad esempio, nei confronti di un agente penitenziario, cosa che era già pesantemente punita da tutti i reati già presenti nel codice penale. L'ennesima follia, che si affastella su questo delirio che è il disegno di legge Sicurezza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Alifano. Ne ha facoltà, per un minuto.
ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, Presidente. Un consiglio che dovrebbe essere rivolto, rapidissimamente, al legislatore è quello di ascoltare gli addetti al mestiere. Ora, io voglio leggere un comunicato del gennaio di quest'anno con il quale l'Unione delle camere penali indiceva qualche giorno di astensione dalle udienze. Lo leggo testualmente: ebbene, l'Unione delle camere penali stigmatizzava questo disegno di legge e rimarcava che le norme contenute in questo disegno di legge sono violative del principio di offensività e proporzionalità, tipiche del populismo giustizialista e del diritto penale simbolico. Ancora, relativamente alla questione delle carceri, sottolineava: anziché rispondere agli obblighi imposti dalla Costituzione e dalla CEDU, che fanno divieto di infliggere pene o trattamenti inumani, si è inteso piuttosto introdurre nuove fattispecie di reato, come la rivolta in istituto penitenziario, integrata anche da condotte tipicamente inoffensive…
PRESIDENTE. Concluda.
ENRICA ALIFANO (M5S). …quali la resistenza passiva, inserendo tali nuove fattispecie nel catalogo dei reati ostativi, di cui all'articolo 4-bis dell'ordinamento penitenziario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Bonafe'. Ne ha facoltà.
SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Grazie, Presidente. Sono già intervenuti i colleghi ma voglio, a titolo personale, insistere su questo punto, Infatti, con un articolo dal titolo “Rafforzamento della sicurezza negli istituti penitenziari”, noi ci saremmo aspettati misure concrete per far fronte al sovraffollamento nelle carceri, che possono creare - e, di fatto, stanno creando - anche rivolte, proprio anche per manifestare contro le condizioni igienico-sanitarie presenti. Invece, purtroppo, come per tutto il provvedimento, di fronte a un problema reale, date una soluzione propagandistica. In questo caso, devo dire, però, che siete andati addirittura oltre, siete andati oltre il buon senso, siete andati oltre la ragionevolezza, prevedendo che anche un atto di resistenza passiva costituisca un reato, cioè, lo voglio ripetere: un comportamento non violento, del tutto pacifico, di disobbedienza civile diventa, nel nostro ordinamento, un reato punibile con pene severissime. Presidente, questa io credo sia la dimostrazione dell'ossessione securitaria di questa maggioranza, che reprime con la forza anche il dissenso, anche se pacifico. Penso che questo ci faccia vergognare agli occhi delle democrazie del mondo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. A titolo personale, vorrei riproporre in Aula un tentativo: è un tentativo e un richiamo alla ragionevolezza, allo Stato di diritto, al buon senso. Con questo provvedimento noi, Parlamento, introduciamo una fattispecie assolutamente nuova: per la prima volta verrebbe punita come reato la resistenza passiva, cioè la resistenza non violenta. Io credo che questo sia la cancellazione di anni di tradizione giuridica, di civiltà giuridica di questo Paese.
Quindi, l'invito è veramente a ripensare questo aspetto, per evitare di scendere lungo una scala, in un declino verso forme e modelli di democrazia illiberale e di inciviltà giuridica (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Pellegrini. Ne ha facoltà.
MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. Abbiamo rimarcato più volte come questo disegno di legge contenga una vera e propria svolta autoritaria e repressiva, nel nostro Paese. Con questo articolo, di cui stiamo appunto discutendo, si sancisce una nuova fattispecie penale, quindi viene a essere giudicata la resistenza passiva, che è qualcosa che appartiene ai cittadini del mondo da decenni, viene a essere sanzionata penalmente. Come ho già detto in discussione generale, ma voglio ripeterlo - e concludo, Presidente - se il Mahatma Gandhi fosse nato in Italia, questa maggioranza l'avrebbe messo in galera e avrebbe buttato la chiave (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). A titolo personale, grazie, Presidente. Solo per fare un esempio che, però, purtroppo nelle nostre carceri certe volte è esperienza di vita concreta dei detenuti. Se tre detenuti, da domani, si siederanno a terra, davanti la cella, senza voler fare ingresso in cella malgrado l'ordine di rientrare impartito e, magari, il motivo per cui non vogliono rientrare nella cella è perché non hanno un materasso o hanno un materasso pieno di cimici o, comunque, sono in condizioni igieniche a dir poco precarie, ecco, questi detenuti saranno destinatari di una sanzione penale grave, tanto grave, come la state scrivendo. Dico questo, che è quello che accadrà con questa norma (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato De Luca. Ne ha facoltà.
PIERO DE LUCA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Anch'io per associarmi alle considerazioni espresse dai miei colleghi e per rivolgere un invito davvero accorato alla ragionevolezza ai colleghi e alle colleghe di maggioranza. Infatti, la norma che state approvando rischia di essere gravemente incostituzionale, di violare i diritti essenziali anche alla libera espressione e manifestazione del pensiero, equiparando una semplice manifestazione, senza violenza, ad atti di rivolta, ad atti di aggressione.
Tutto questo davvero rischia di cozzare contro principi giuridici fondamentali e contro la dignità delle persone che non possiamo non considerare. Davvero, quindi, un invito alla ragionevolezza, rispetto a una norma che rischia di essere gravemente incostituzionale e di mettere in discussione principi giuridici fondamentali, ai quali non possiamo venir meno nel rispetto della tradizione, nel rispetto dei diritti umani fondamentali nel nostro Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scarpa. Ne ha facoltà.
RACHELE SCARPA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Volevo sottolineare due cose. La prima è che penso che equiparare la resistenza passiva, non violenta, alla resistenza violenta e rendere entrambe oggetto di sanzione penale sia letteralmente istigazione alla violenza, si annulla la differenza tra le due cose in termini di conseguenze. Mi chiedo che cosa sceglieranno delle persone portate al massimo dello stremo e della disperazione dalle condizioni in cui sono detenute.
La seconda cosa che volevo dire era rispetto all'articolo successivo, che estende questa stessa malsana idea di rendere reato la resistenza passiva ai CPR, ai centri di permanenza per il rimpatrio: luoghi, zone grigie, oscure, dove il controllo giudiziario e amministrativo si perde ancora di più che nelle carceri italiane.
In tutti i CPR in cui sono stata non esiste un campanello d'allarme da suonare in caso di evento critico, in caso di incendio, in caso di un tentativo di suicidio. Quando le persone trattenute lì dentro - secondo me, in modo illecito - disperate per una situazione grave (come può essere un fuoco che viene appiccato o una persona che cerca di ferirsi), cercheranno di farsi notare, urlando e battendo sulle sbarre, mi chiedo se poi condannerete anche loro a passare degli altri anni in prigione per questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Volevo solo ricordare che nelle nostre carceri sono successi anche dei gravi casi, isolati ma gravi, di abuso nei confronti dei detenuti: atti di violenza che sono ora oggetto di processi. Allora, se noi vogliamo privare i carcerati di potere resistere, protestando anche pacificamente, di fronte a questo tipo di abuso e di sopruso, oltre al necessario, dovuto rispetto di chi protesta contro soluzioni abitative insane, ecco, noi ci priviamo della possibilità di rendere le nostre carceri degne di un Paese civile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Se l'appello che viene dalle opposizioni non è sufficiente a far cambiare idea alla maggioranza, vorrei ricordare che su questi testi, su questo testo in particolare, anche sulla cosiddetta resistenza passiva, sono state fatte tante audizioni. Giuristi esperti, presidenti emeriti della Corte costituzionale, anche laddove alcuni passaggi di questo testo che noi non condividiamo sono stati passati in controluce e in qualche modo accettati, su questo punto, in particolare, tutti coloro che abbiamo audito, da chiunque siano state chieste quelle audizioni, ci hanno detto che questa parte del testo è illegittima costituzionalmente.
Ora, se l'appello delle opposizioni non pesa, almeno invito la maggioranza a ragionare su quelle che sono audizioni di esperti, che vengono sentiti anche e soprattutto per aiutare chi scrive i testi a scriverli bene. Forse una riflessione, da legislatore, andrebbe fatta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferrari. Ne ha facoltà.
SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. A titolo personale, sono stata in visita recentemente alla sezione femminile del carcere della mia città. Ho visto persone così fragili, fisicamente e psichicamente, in situazioni davvero compromesse. Se queste donne, che sono, sostanzialmente, innocue, si mettessero a protestare - perché, ad esempio, in una cella due di loro assistono, puliscono, cambiano la terza compagna che non è in grado di controllare il suo corpo e lo fanno loro, perché non c'è l'assistenza sanitaria sufficiente in quel carcere -, quindi, se si mettessero a protestare, perché il carcere non sta risolvendo questa situazione, e a fare una resistenza passiva e noi arrivassimo a condannarle per un reato penale, io potrei tornare da loro a dire solo che mi vergogno, non solo come legislatore, a nome di tutti noi, ma come essere umano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Girelli. Ne ha facoltà.
GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io vorrei ricordare a me stesso e anche a quest'Aula che il diritto a condannare chi commette un reato, quindi a metterlo in galera, trova una sua giustificazione nel momento in cui questa persona entra in carcere e mantiene i suoi diritti, perché, se noi venissimo meno nei confronti di queste persone nel garantire il diritto alla protesta non violenta, noi non giustificheremmo il senso della nostra condanna.
Vorrei anche ricordare che una democrazia matura, una vera democrazia, è quella che sa difendere i diritti dei più deboli, non quella dei diritti dei più forti. Se viene meno questo, perdiamo tutti una parte della nostra democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.
ANTONIO CASO (M5S). Grazie, signora Presidente. Intervengo, a titolo personale, anch'io per unirmi all'appello di tutte le opposizioni a ripensare a quello che si sta facendo. Forse non si ha la piena consapevolezza, ma decidere di condannare anche la resistenza passiva è pacifico che sia un qualcosa che ci porta, come Paese, verso una pericolosa, pericolosissima, strada. Forse è un po' troppo anche per voi, colleghi della maggioranza. Forse non ve ne rendete conto, ma si sta andando, molto velocemente, verso quello che poi definisce uno Stato democratico o non democratico. Stiamo per passare questa linea e per andare dall'altra parte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI (M5S). Intervengo a titolo personale, Presidente, e grazie della parola. In un contesto in cui c'è sovraffollamento, scarafaggi, caldissimo d'estate e freddo d'inverno, manca l'acqua, noi non vogliamo nemmeno consentire loro di poter protestare pacificamente? Ma in che Paese siamo? Siamo nel Paese più autoritario di tutto il sistema democratico a livello internazionale, se si va avanti su questo livello repressivo.
Ora, capisco che la parola pacifismo, per chi è guerrafondaio come voi, fa paura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ma io credo che siamo veramente a un limite invalicabile. Io credo che dovremmo vergognarci a citare Gandhi e Martin Luther King in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA (M5S). Grazie. Intervengo sempre a titolo personale. È chiaro il messaggio che state dando: voi volete far finta di essere forti. Ce l'avete con i carcerati, perché sapete che questo porta consenso - ma bisogna difendere anche i diritti dei carcerati, anche di persone che magari è difficile difendere in una platea pubblica per avere un voto - e voi lo fate semplicemente per questo motivo, pur ledendo i diritti umani che queste persone hanno.
Io penso che questo sia una vergogna della vostra azione politica, ma che fate spesso. Voi andate a buttare nel gabinetto tutti i diritti umani, per avere solo qualche click o qualche voto in più e per parlare alla pancia del Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti identici 26.1012 Boschi, 26.2 Serracchiani, 26.3 D'Orso e 26.1005 Zaratti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).
Passiamo all'emendamento 26.1013 Gianassi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciani. Ne ha facoltà.
Onorevole Ciani, deve prendere la parola, altrimenti sono costretta a toglierla.
PAOLO CIANI (PD-IDP). Grazie Presidente, per avermi (L'onorevole Ciani pronuncia lentamente le prime parole del suo intervento)…
PRESIDENTE. No, collega. Collega…
PAOLO CIANI (PD-IDP). …concesso la parola.
Ecco, Presidente, ho preso 30 secondi del mio intervento per spiegare plasticamente che cos'è la resistenza passiva non violenta. Credo che, se questi 30 secondi li avessi dedicati ad urlare, offendere o magari scagliarmi contro un mio collega, quello che lei avrebbe detto, la cortesia con cui mi ha invitato a parlare sarebbe stata diversa e diversa sarebbe stata - immagino - la sanzione che avrebbe irrogato. Come vi viene in mente di equiparare la resistenza passiva non violenta a una condotta violenta? Come vi viene in mente? Se si volesse sintetizzare brutalmente con uno slogan, il messaggio che date è: protestare pacificamente è un reato; o meglio, se qualcuno è libero, può protestare pacificamente - almeno per ora – ma, se lo fa in carcere, sarà punito con altro carcere. Punire la semplice disobbedienza ad ordini impartiti significa, tanto per fare un esempio, punire qualcuno che rifiuta il cibo, incriminare la protesta pacifica di detenuti che, per protestare magari contro il sovraffollamento, si rifiutano di pulire la cella, riordinare le camere, adempiere agli obblighi lavorativi o anche solo fare la doccia. Oggi, queste sono tutte condotte che possono tutt'al più configurare un illecito disciplinare e che, con questa legge, costituirebbero, invece, un reato.
Chiunque, Presidente, abbia una minima conoscenza del carcere e della sua vita interna, o di un CPR, comprende bene che ciò significherebbe gettare benzina sul fuoco. E conosciamo la situazione oggi delle carceri: non c'è bisogno certo di gettare benzina sul fuoco. Vede, Presidente, quando ero giovane, quando ero ragazzo, c'era un film romano un po' trash, in cui uno dei protagonisti diceva: se parlo, mi meni; se non parlo, mi meni; allora dimmi che mi vuoi menare. Ecco, mi sembra che su questo provvedimento ci sia la subcultura di questo film trash. Nella criminalizzazione della disobbedienza pacifica a carico esclusivamente di una categoria di persone, cioè i carcerati, che, proprio in quanto già privati della libertà personale, non hanno altro modo di protestare, c'è un quid di ostilità difensivo-repressiva, che fa davvero paura. Dietro questa novità, c'è una concezione del carcere che viene da lontano: concepire la prigione come vendetta e unica sanzione, avendo come orizzonte un'idea ossessiva, ossia più reati, pene più alte, circostanze aggravanti sempre più severe. Peccato che questa non sia la nostra cultura giuridica, non quella prevista dalla nostra Costituzione, non quella che vorremmo per la nostra Repubblica democratica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà, per 1 minuto.
NICOLA FRATOIANNI (AVS). Grazie, signora Presidente. La disobbedienza civile non violenta e la resistenza passiva accompagnano alcuni dei momenti più importanti della storia, lontana e meno lontana. Rosa Parks rifiutò di spostarsi da un posto riservato ai bianchi e dette il primo colpo decisivo all'apartheid contro i neri negli Stati Uniti d'America. Gandhi, con la sua resistenza passiva, di fronte ai moschetti e ai bastoni dell'Esercito coloniale inglese, segnò, con quelle scelte, l'avvio della liberazione del suo popolo. Così come Nelson Mandela nelle carceri sudafricane, per citare i più famosi.
Ecco, negare questo diritto, trasformarlo in un reato e farlo, in particolare, dentro le carceri e i CPR, cioè laddove gli uomini e le donne sono più fragili e già privi di diritti, con meno strumenti per difendere la propria dignità, è una scelta semplicemente infame, intrisa di una cultura autoritaria, che è difficile ricondurre ad uno Stato di diritto (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.1013 Gianassi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Intanto avverto che il gruppo del Partito Democratico ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo, pari ad un terzo rispetto al tempo originariamente assegnato al gruppo medesimo dal contingentamento.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.36 Gianassi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.5 Gianassi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.6 Gianassi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.7 Gianassi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.8 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.9 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 26.10 Di Biase.
Ha chiesto di parlare la collega Di Biase. Ne ha facoltà.
MICHELA DI BIASE (PD-IDP). Abbiamo provato in tutti i modi a evidenziare quali e quanti siano i drammi che abbiamo potuto riscontrare all'interno delle carceri italiane e degli IPM. Tra questi, forse, uno dei problemi che necessita di maggiore attenzione è quello legato ai disagi neuropsichiatrici, che troviamo all'interno delle carceri italiane. Abbiamo visto e abbiamo più volte denunciato come non siano sufficienti le risorse stanziate per il personale sanitario, che deve occuparsi di coloro che vivono una situazione di detenzione che spesso non si confà al regime carcerario. Abbiamo visto come, in moltissime carceri, sia d'uso comune una iper-medicalizzazione dei detenuti. Spesso, quando si va a visitare le carceri nella mattina, si registrano detenuti che dormono, completamente rintronati dall'utilizzo e l'abuso di farmaci.
Noi crediamo che vi sia la necessità di investire nelle REMS e crediamo che la malattia psichiatrica non possa e non debba conciliarsi con la detenzione, specie per come la detenzione in Italia oggi, purtroppo, è gestita. Quindi, chiediamo che vengano investite ulteriori e doverose risorse. Lo abbiamo fatto su questo e lo abbiamo fatto su tutta una serie di questioni che riguardano le misure alternative anche per gli istituti penali minorili.
Ci auguriamo che su questo, che davvero è un argomento che dovrebbe essere patrimonio comune e, fatemi dire, quasi di buonsenso, la maggioranza possa ravvedersi e votare con noi per evitare che situazioni già difficilissime si trasformino, invece, in tragedie che poi ci portano qui a dispiacerci e a dolerci pubblicamente, ma che di certo non migliorano le condizioni di detenzione nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.10 Di Biase, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio). Il parere del relatore di minoranza è favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.11 Serracchiani, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio). Il parere del relatore di minoranza è favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 26.13 Giachetti e 26.14 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo. Il parere del relatore di minoranza è favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.20 Di Biase, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo. Il parere del relatore di minoranza è favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).
Passiamo agli identici subemendamenti 0.26.500.2 Giachetti e 0.26.500.03 Gianassi.
Faccio presente che, a norma dell'articolo 51 del Regolamento, è stata avanzata dal gruppo del Partito Democratico la richiesta di procedere alla votazione a scrutinio segreto sul subemendamento 0.26.500.3 Gianassi, identico al subemendamento 0.26.500.2 Giachetti. Tale richiesta può essere accolta, in quanto lo stesso incide, nel senso chiarito dalla Giunta per il Regolamento nelle sedute del 7 febbraio e del 7 marzo 2022, sull'articolo 25 della Costituzione, richiamato dall'articolo 49, comma 1, del Regolamento.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà.
FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Abbiamo provato con gli interventi in quest'Aula, così come avevamo già fatto in Commissione, ad argomentare le ragioni che ci inducono a essere radicalmente contrari alla scelta del Governo di introdurre un nuovo reato, quello di rivolta in carcere e rivolta in CPR, punito così duramente, fino a otto anni. Lo hanno detto bene i colleghi: viene introdotto nel codice penale il reato di rivolta, senza che sia definita e codificata la rivolta, lasciando quindi un margine di incredibile incertezza. Viene prevista una pena enorme, fino a otto anni di galera, per chi già è in carcere.
Abbiamo ascoltato, nei mesi, le sollecitazioni anche dei lavoratori del carcere, della Polizia penitenziaria che vivono con difficoltà, già oggi, la relazione tra i lavoratori e i detenuti.
E sappiamo che nelle carceri ci sono persone con problemi psichiatrici, con problemi psicologici, con problemi di dipendenza, rispetto ai quali una norma penale di questo tipo, certamente, non ha una funzione preventiva. Non serve questa norma a prevenire le rivolte, gli scontri che avvengono nelle carceri. Servirebbero interventi totalmente diversi. E' dunque una norma inutile rispetto allo scopo, dannosa nei risultati.
Oltre a questo, introducete in questa fattispecie, così come nell'articolo successivo sulla rivolta in CPR, la criminalizzazione della resistenza pacifica, il comportamento non violento di un detenuto che si oppone rispetto a una situazione emergenziale. Se un detenuto nella propria cella non ha l'acqua e magari ci sono 40 gradi e nel letto ci sono le cimici - cose che succedono abitualmente e che abbiamo visto nelle nostre ispezioni in carcere - e, dopo aver segnalato alla Direzione del carcere, dopo aver richiesto l'intervento del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, dopo settimane o mesi di angoscia e di situazione terribile niente cambia, decide di opporsi pacificamente al rientro in quella cella, ebbene rischia di incorrere in una sanzione penale che lo punisce per altri otto anni di carcere. È un'assoluta follia, priva di qualunque senso.
Non vi abbiamo convinto a cancellare questa fattispecie. Vi chiediamo con questo subemendamento di cancellare almeno il reato di resistenza passiva, il reato che rende il cittadino verso la pubblica amministrazione clamorosamente debole. Non esiste una democrazia al mondo nella quale il comportamento non violento, pacifico, mediante il quale il cittadino assume una protesta nei confronti della pubblica amministrazione, sia poi conseguenza di una pena detentiva per otto anni di galera. Non esiste! Non esiste da nessun'altra parte!
Vi chiediamo, meglio chiediamo a ciascun parlamentare di assumersi un impegno, innanzitutto con la propria coscienza, e di approvare questo subemendamento che non tocca l'intero articolato - per noi comunque dannosissimo - ma che cancella almeno l'abominio che questo legislatore sta per compiere, quello di introdurre la criminalizzazione della resistenza non violenta e pacifica.
È un subemendamento circoscritto alla cancellazione del reato di resistenza passiva e incide sull'emendamento governativo che, appunto, la riscrive. Io chiedo a quest'Aula uno sforzo perché non c'è alcuna argomentazione di interesse generale, di interesse pubblico, di interesse per coloro che lavorano nelle carceri per andare avanti con questa ottusa, incresciosa stortura. Per questo, quindi, chiediamo all'Aula di assumersi finalmente una responsabilità e di cancellare la resistenza passiva come reato dal codice penale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a titolo personale l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Vorrei dire - rivolto ai colleghi di maggioranza e a tutti gli altri colleghi - che la nostra richiesta di voto segreto non è per lanciare una trappola, un tranello, ma proprio per richiamarci al senso, al significato più profondo di questo strumento dei Regolamenti parlamentari. Io credo che mai come in questo caso, mai come in questa fattispecie occorra e noi vi chiediamo di interrogare la vostra coscienza.
L'introduzione di questo reato, trasformare un comportamento di resistenza passiva in reato, non sta in nessun programma di Governo, non sta dentro in nessun accordo di nessun tipo. È frutto, io credo, di una scelta sbagliata, una scelta che, come dicevo prima, ci riporta indietro nel tempo e credo, quindi, che, da questo punto di vista, il richiamo alla coscienza, che è collegato al voto segreto, è un richiamo che ci sentiamo di fare con forza, nella speranza che possa essere accolto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà, per un minuto.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Per lanciare un abbraccio a chi già oggi sconta delle pene per la resistenza passiva. Sono i tantissimi attivisti per il clima che, in queste ore, ricevono, tra l'altro, richieste di sorveglianza speciale con firma obbligatoria ogni giorno e obbligo di permanenza domiciliare.
La verità è che questa ossessione, che avete già introdotto in altri provvedimenti, sta già mettendo dietro le sbarre o ai domiciliari tantissimi attivisti, tantissime persone che, con la loro disobbedienza, provano semplicemente a parlare. E allora rendetevi conto se è normale pensare che un ragazzo - e a lui va il nostro abbraccio -, Giacomo Baggio, è lì, in quella casa, semplicemente perché ha partecipato a delle manifestazioni non violente, da incensurato. L'escalation, ormai, per voi è infinita, fino ad arrivare alle nostre carceri. Per questo, continuiamo a dirvi di ritornare nella civiltà, quella del diritto, quella in cui le leggi certo si rispettano, ma si prova in modo pacifico anche a contrastarle (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Di Biase. Ne ha facoltà.
MICHELA DI BIASE (PD-IDP). Per affermare, ancora una volta, vista la richiesta che arriva dal gruppo del Partito Democratico, la necessità di esprimerci, ancora una volta, sul tema della resistenza passiva. Lo abbiamo detto: state legiferando su reati che già esistono. La resistenza a pubblico ufficiale già esiste, già esiste l'evasione. Non inserite all'interno del codice penale qualcosa che è lontano da tutti gli ordinamenti dei Paesi democratici. Avrete il primato di essere l'unico Paese a inserire la protesta pacifica all'interno delle carceri.
Non so come possiate assumervi la responsabilità di punire il dissenso, anche attraverso l'autolesionismo, anche attraverso lo stare seduti in cella o il non mangiare, e lo fate dando a un detenuto fino a 8 anni di carcere. È qualcosa davvero di inspiegabile, che non trova corrispondenza in nessun Paese democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bruno. Ne ha facoltà.
RAFFAELE BRUNO (M5S). Allora, un po' di anni fa avevamo organizzato un laboratorio teatrale in un carcere campano e dovevamo fare uno dei nostri incontri lì. Ci dissero che, per una protesta in corso delle persone recluse, non avremmo potuto fare quella seduta di laboratorio. Quindi, lì per lì ci risentimmo, eravamo dispiaciuti perché eravamo andati lì apposta. Insomma, ci crediamo profondamente in quello che facciamo. Poi tornammo la settimana dopo e incontrammo le nostre allieve, che si scusarono moltissimo del disagio che avevano arrecato perché ci dissero che avevano i topi nelle celle.
Il nostro ruolo, la nostra vocazione, la nostra natura umana ci suggerirono chiaramente che esisteva soltanto un modo giusto, etico, di reagire a una cosa così, esprimere piena e umanissima solidarietà, e a questo facciamo appello, alla coscienza di ognuno di noi per votare nel modo più etico e giusto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Ciani. Ne ha facoltà.
PAOLO CIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Per lanciare un appello ai colleghi, non certo a quelli che vogliono la vendetta o il buttare le chiavi, ma a quelli che conoscono la cultura giuridica del nostro Paese e a quelli che conoscono il carcere e il dramma che già oggi lì esiste. Guardate, quando c'è una rivolta violenta, talvolta i detenuti compiono atti di autolesionismo per attrarre l'attenzione; quando c'è una condotta violenta, per un detenuto dissociarsi da questa condotta violenta, magari condotta da alcuni compagni di cella o da persone che conosce, è già una scelta importante.
Come equiparare la scelta di dissociarsi da una condotta violenta, magari con una resistenza passiva non violenta, a una condotta violenta? È qualcosa di molto grave, è qualcosa che fa aumentare la violenza, e di certo, le nostre carceri non ne hanno bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sugli identici subemendamenti 0.26.500.2 Giachetti e 0.26.500.3 Gianassi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.26.500.4 Gianassi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.26.500.1 Gianassi, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.500 del Governo, con il parere favorevole delle Commissioni e con il parere contrario del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 47).
Avverto che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 26.500 del Governo, risultano preclusi tutti i successivi emendamenti riferiti all'articolo 26, nonché i seguenti emendamenti riferiti all'articolo 27: gli identici 27.2 Di Biase, 27.1010 Dori e 27.3 D'Orso, 27.5 Soumahoro, 27.1000 Giuliano, 27.7 D'Orso, 27.9 Mauri, 27.1009 Magi e 27.1003 Alifano.
Passiamo all'articolo 26.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 26, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 48).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 26.01 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 26.03 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 26.04 Cafiero De Raho, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 26.011 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 26.012 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 26.01004 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 26.020 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 26.01005 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 26.01006 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 26.01008 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 26.01009 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 26.01007 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 26.01010 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 26.09 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 26.01050 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 26.01011 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 26.018 Serracchiani, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 26.01015 Faraone, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 26.01012 Boschi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 26.01013 Ascari, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).
(Esame dell'articolo 27 - A.C. 1660-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 27 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
Collega Pittalis, prego. Ovviamente, esclusi i preclusi. Se vuole, glieli chiamo io, altrimenti mi dica lei.
PIETRO PITTALIS, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Su tutti gli emendamenti il parere è contrario, Presidente.
PRESIDENTE. Onorevole Magi?
RICCARDO MAGI , Relatore di minoranza per la I Commissione. Sugli emendamenti 27.6 Alfonso Colucci, 27.1001 Giuliano, identici 27.1002 Alfonso Colucci e 27.1011 Mauri, 27.1006 Penza, 27.1005 Alfonso Colucci il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Governo?
NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Parere conforme al relatore per la maggioranza per la II Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 27.6 Alfonso Colucci.
Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Veniamo adesso ad un'altra aberrazione, quella di cui all'articolo 27. Cosa fate nell'articolo 27? Vi spingete oltre rispetto a quanto già avete fatto nel precedente articolo, arrivando ad introdurre il reato di rivolta, anche mediante resistenza passiva, persino in tutte quelle strutture in cui si ha, appunto, la permanenza dei soggetti migranti.
Ora, qual è il punto? Il punto è che, nella vostra furia ideologica, secondo me, non avete neanche veramente avuto contezza di quello che avete scritto, perché andate ad inserire, tra le strutture all'interno delle quali potrebbe integrarsi questo evanescente reato di rivolta, appunto, dai contorni non definiti, perché la rivolta non trova nozione nel codice penale, sino a questo momento, nel vostro furore ideologico, anche le strutture di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati, ovvero - e cito il dossier della Camera dei deputati che accompagna questo provvedimento - i servizi di accoglienza prestati dagli enti locali ai titolari di protezione internazionale e i minori stranieri non accompagnati.
Ora, io ricordo a me stessa che in alcun modo è assimilabile uno stato di detenzione per i migranti, tanto più i migranti ospiti - e non uso a caso, tra l'altro, questo termine - di queste strutture; ma soprattutto dico: voi state configurando un reato di rivolta rispetto all'esecuzione di ordini impartiti - l'ho già detto ai colleghi in Commissioni riunite -, ma ordini impartiti da chi, in una struttura di accoglienza per minori non accompagnati? Quali sarebbero le autorità da cui derivano questi ordini? Gli educatori? Dico, vi state rendendo conto di quello che state scrivendo? Come si fa ad integrare un reato del genere in una struttura di accoglienza che è poi gestita dagli enti locali e che vede ospiti i minori stranieri non accompagnati e titolari di protezione internazionale?
Io veramente vi dico di mettervi una mano sulla coscienza e di valutare realmente quello che state scrivendo, perché è un abominio giuridico. Oltre ad essere un'aberrazione culturale, morale, etica e chi più ne ha più ne metta, è anche un abominio giuridico, perché non c'è un'autorità che impartisce ordini nelle strutture di accoglienza per minori stranieri non accompagnati. Quindi, veramente, vedete di correggere questa norma perché immagino verrà disapplicata e poi non vi lamentate che una robaccia del genere venga disapplicata, perché è il minimo che si possa fare. E' una vera vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà per un minuto.
DEVIS DORI (AVS). Sì, grazie, Presidente. Se già l'articolo 26 era grave, qui davvero ci troviamo in una situazione ancora più grave, perché l'accanimento del Governo va nei confronti, addirittura, dei minori stranieri non accompagnati e dei richiedenti asilo che si trovano nelle strutture di trattenimento e accoglienza senza aver commesso un reato, anzi, magari, solo perché scappano dalla guerra.
Quindi questa è davvero una politica della minaccia, dell'intimidazione. Volete togliere la dignità alle persone che osano parlare, la legittima protesta diventa necessariamente una rivolta. Ecco, davvero ci stiamo allontanando dalla nostra Costituzione. Per fortuna, in questo Paese abbiamo ancora la Corte Costituzionale - prima che vi venga voglia, magari, di riformare anche quella - che certamente dichiarerà incostituzionale buona parte di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.
IDA CARMINA (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi e colleghe. Questo articolo - che già, appunto, qualcuno diceva ancor più grave dell'articolo 26 - nella ossessione securitaria di questo Governo viola tutti i principi cardine del sistema penale (offensività, tipicità e determinatezza) e presenta un vulnus ulteriore, che io posso testimoniare allorché si parla di resistenza passiva agli ordini impartiti. C'è un piccolo particolare: per adempiere a un ordine impartito bisogna comprendere l'ordine. Ora, chi come me è stata presente in tutte queste situazioni, anche di rivolta mediante violenza e minaccia e anche - a questo punto - di rivolte di resistenza passiva, sa bene che gli idiomi delle persone che arrivano sono i più diversi e incomprensibili, a volte anche con mediatori culturali e linguistici.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
IDA CARMINA (M5S). Quindi, questo determinerebbe la non punibilità ai sensi dell'articolo 47 del codice penale e ai sensi dell'articolo 54, perché questi fanno resistenza passiva rispetto a uno stato di necessità, per cui non si farebbe altro che ingolfare il sistema di tribunali e, ancora, determinare un ulteriore sovraffollamento inutile delle carceri. Ripensateci (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 27.6 Alfonso Colucci, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).
Passiamo all'emendamento 27.1001 Giuliano.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Scarpa. Ne ha facoltà.
RACHELE SCARPA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Desidero intervenire di nuovo perché non penso che quest'Aula, nell'approvare così facilmente il nuovo reato di resistenza passiva, anche all'interno dei centri di permanenza per il rimpatrio, si renda conto di che luoghi stiamo parlando. Nei CPR in Italia, che sono peggio delle prigioni, vengono trattenute, grazie alla Lega e a Matteo Salvini, fino a un tempo di un anno e mezzo, persone la cui colpa principale è quella di essere state trovate senza documenti. Non sono trattenute perché sono autori di un qualche reato e stanno scontando una pena a cui sono stati condannati; sono trattenuti in condizioni disumane perché non erano in possesso dei documenti, in un Paese in cui non è così semplice, né così automatico riuscire a regolarizzarsi.
All'interno dei CPR, persone di grande fragilità vengono trattenute peggio di come tratteniamo gli animali, probabilmente. Io ho visitato diversi CPR (ricordo Ponte Galeria, Palazzo San Gervasio); sono grossi spiazzi di cemento con gabbie e sbarre alte cinque metri, dove si perde completamente il senso della persona. Le persone non vengono chiamate per nome, vengono chiamate con un numero identificativo e il loro scopo, essendo solo quello di stare lì per essere rimpatriati, diventa il nulla, tutto il giorno; giornate completamente svuotate di senso. Sono recise per loro tutte le forme di comunicazione con l'esterno, con i familiari, con gli amici. È spesso molto complesso per loro ottenere un vero diritto all'assistenza legale ed è spesso veramente al limite della non dignità umana il livello di assistenza medica che ricevono.
Quindi, anche a fronte della presenza di persone così fragili, scompare completamente la possibilità di rivendicazione dei diritti e non è infrequente vedere come questa cosa si manifesti attraverso l'utilizzo del corpo ferito come richiesta di aiuto. Si entra in un CPR e la prima cosa che si nota sono tutti tagli su tutte le parti del corpo di tutte le persone che sono lì trattenute, con l'utilizzo massiccio di psicofarmaci e, in generale, l'annullamento completo a cui sono sottoposte queste persone.
Stabilire che una qualsiasi forma di resistenza passiva in un luogo come questo, che della dignità umana si dimentica completamente, va a costituire un reato, per cui, magari, si prolunga un'altra forma di detenzione in carcere successivamente, significa non capire che cosa lo Stato in questo momento sta promuovendo e utilizzando come strumento di gestione dell'immigrazione.
Significa non capire che, quando le persone sono portate a questo livello di annullamento e a questa completa distruzione della loro dignità, non solo sono pronte a ferire se stesse, ma sono pronte a fare qualsiasi cosa pur di richiamare l'attenzione. Qui si sta dicendo che è reato punibile con ulteriori anni di detenzione, anche quando fanno questo tipo di dimostrazione in modo non violento. Quindi, lo dicevo prima, in luoghi in cui si vive facendo nulla, rinchiusi in gabbia 24 ore su 24, in cui l'unica alternativa spesso sembra essere quella di ferirsi pur di richiamare l'attenzione, se succede qualcosa in questi luoghi in cui non ci sono, come dovrebbero esserci, dei campanelli per suonare un allarme, se, in questo caso, durante un evento critico, qualcuno sbatte sulle sbarre, qualcuno si agita, qualcuno cerca in qualsiasi modo di richiamare soccorso e di rivendicare la propria dignità come persona con dei diritti, probabilmente, visto che spesso è anche nebulosa la ricostruzione che si può fare di questi eventi ed è sempre molto parziale, queste persone potranno essere condannate ad altri anni di detenzione.
È un'ingiustizia che si somma a un'ingiustizia. Un sistema che può produrre solo morte, violenza e autodistruzione, in questo momento diventa anche oggetto di reato di resistenza passiva. Siamo ai limiti dello Stato di diritto, ai limiti dell'indecenza e vi chiediamo seriamente un ripensamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Intervengo solo per dichiarare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Pellegrini. Ne ha facoltà.
MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. Anche in questo articolo la furia ideologica di questa destra è assolutamente manifesta. Si vogliono punire i deboli, gli ultimi, quelli più fragili, quelli che è più facile colpire. Anche chi esercita il legittimo diritto costituzionale di resistenza passiva, di disobbedienza civile, in maniera non violenta, in questo modo viene ad essere colpito da una condanna e si viene a creare un nuovo reato. Siamo veramente senza parole e siamo convinti che anche questa norma sarà travolta dalla Corte costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà, per 1 minuto.
MARCO GRIMALDI (AVS). Siamo davvero a un paradosso. In molti non sanno, nemmeno in quest'Aula, che la gran parte delle persone detenute - altro che trattenute - nei CPR, in realtà sono lì non per scontare reati penali, anzi! E lo dico guardando i dati. Qualora avessero commesso dei reati, hanno già scontato la pena nelle carceri italiane. Questo che cosa vuol dire? Vuol dire che l'identificazione ed espulsione non sono state fatte lì, quando dovevano essere fatte. Hai scontato la pena, poi sei uscito e ti mettono nel CPR per essere identificato ed espulso. Fai un'ingiusta protesta e cosa succede? Come un gioco dell'oca infame, ritorni di nuovo, da capo, nel carcere. Siamo davvero davanti ad un'anomalia giuridica e ad un'infamia che non si vedono in nessun posto del mondo occidentale (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lacarra. Ne ha facoltà.
MARCO LACARRA (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Siamo davvero di fronte ad una norma abominio. Io sono stato nel CPR della mia città e ho potuto riscontrare delle condizioni igienico-sanitarie, ma anche delle infrastrutture, assolutamente disumane. Questi ragazzi, che molto spesso sono anche di giovane età, non sono in grado neppure di comunicare perché non conoscono la nostra lingua. Ebbene, di fronte a situazioni di così grave disagio, non è consentito loro neppure di manifestare qualsiasi forma di dissenso, che poi si può tradurre in una nuova condanna penale e, quindi, nel trasferimento in carcere. Vi rendete conto di quale norma state approvando? Vi prego, riflettete bene, perché è una norma che, davvero, creerà un ulteriore sovraffollamento delle nostre carceri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lomuti. Ne ha facoltà.
ARNALDO LOMUTI (M5S). Grazie, Presidente. Io credo che siamo di fronte a un paradosso. Io credo che il Governo non abbia veramente inteso gli effetti di questa norma. La collega Scarpa e gli altri colleghi hanno toccato il tema dei CPR e io voglio invitare i legislatori di maggioranza a farsi un giro nei CPR. Ebbene, quelli sono più canili che luoghi dove poter detenere amministrativamente delle persone. Ora, il paradosso qual è? È che se io già vengo condannato in un carcere per un reato per una manifestazione pacifica, voglio capire come il Governo voglia affrontare il problema del sovraffollamento delle carceri. A questo aggiungiamo quelli che vivono come bestie nei CPR. E, Presidente, se io fossi detenuto amministrativamente in un CPR, questo reato lo commetterei, perché non vedrei l'ora di andarmene da un luogo del genere per andare in un carcere, perché le carceri sono tenute in maniera molto più civile. Invito, quindi, il Governo a rivedere questa normativa. Per un senso di civiltà, per un senso di umanità, un segnale, penso che debba darlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre a titolo personale, l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI (M5S). Signora Presidente, io credo che con questo articolo, ormai, siamo al degrado dell'umanità istituzionale, non credo che si possano trovare altre parole. Pensiamo a un povero ragazzo minorenne, che ha un problema di barriera linguistica, che ha un problema importante all'interno di una situazione drammatica. Sappiamo benissimo che, spesso, in questi centri la situazione è davvero di disagio, anche strutturale, molto significativo, perché si vive ai limiti delle condizioni igienico-sanitarie sufficienti. Ebbene, tra barriere linguistiche e tutto il resto, pensiamo che decida di fare uno sciopero della fame o uno sciopero della sete, etichettabili come resistenza passiva: questa persona rischia di andare in carcere. Siete cinicamente disumani!
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
ANDREA QUARTINI (M5S). C'è poco da discutere su questo! Io credo che voi stiate utilizzando davvero la segregazione come strumento di repressione. Siamo in un sistema reazionario e autoritario, che è inaccettabile, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Cuperlo. Ne ha facoltà.
GIANNI CUPERLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi rivolgo al Sottosegretario Molteni, di cui conosco la sensibilità, con una domanda, se avrà la compiacenza di darci e darmi una risposta. Qualche anno fa, ho visitato il CPR di Ponte Galeria, durante una protesta di alcuni giovani migranti che si erano letteralmente cuciti le labbra con del filo e dell'ago come forma di protesta, non violenta naturalmente, nei confronti delle condizioni e del trattamento che stavano subendo. Ecco, la domanda, Sottosegretario Molteni, è se, applicando la vostra norma, quei giovani migranti sarebbero stati perseguibili per un reato di resistenza passiva all'interno di quella struttura e, facendo appello alla sua cortesia e sensibilità, se lei ritenga che questo possa essere definito un atteggiamento, un comportamento, una norma di civiltà, in un Paese che ha dato i natali a Cesare Beccaria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Soumahoro. Ne ha facoltà.
ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. Vorrei condividere questa testimonianza, alla luce dell'emendamento in discussione. Lo scorso 8 settembre mi trovavo a fare una visita ispettiva presso il CPR di Ponte Galeria, qui a Roma, e a un certo punto sento una persona, un giovane migrante, che mi dice: qualcuno sta morendo, vieni subito, qualcuno sta morendo, vieni subito, qualcuno sta morendo, vieni subito…
A quel punto, Presidente, vado di corsa, mi metto a inseguire Fatty, il giovane che mi ha chiamato, che mi porta fino al bagno del CPR e lì ho trovato un uomo, un uomo che teneva un lenzuolo bianco legato al collo, fissato a una sporgenza della finestra. L'ho dunque sollevato con tutte le mie forze per allentare la morsa del nodo che stringeva il suo collo, Presidente. Questa persona mi ha detto, con le sue parole, che, quando gli capita, dopo sei mesi che è lì rinchiuso, di andare in bagno, esce del sangue: ha perso oltre dieci chili. È un rifugiato del Pakistan, che da 22 anni non torna in Pakistan. Gli hanno ucciso il papà. Lui, insieme a tanti altri, è lì rinchiuso, Presidente. Presidente, questo signore si chiama Zaman. Zaman io sono riuscito a salvarlo, mentre cercava di impiccarsi, ma nello stesso centro si è tolto la vita, Ousmane Sylla, 22 anni, dalla Guinea…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Ancora, quest'estate, Presidente, e vado a concludere, si è ucciso Oussama Darkaoui, del Marocco, di 22 anni.
Allora, Presidente, questo emendamento che stiamo discutendo è per dire: poniamo fine a questa tortura di Stato, a questa disumanità di Stato. I CPR vanno chiusi, quelli che si trovano in Italia e anche quelli che si trovano in Albania. Quindi: no ai CPR, né in Italia, né altrove (Applausi di deputati del gruppo Misto).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà, per un minuto.
EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente, a titolo personale. Vorrei intanto associarmi agli appelli fatti dai colleghi di opposizione. Già a proposito dell'articolo 26 dico che vi dovreste vergognare per aver votato quell'articolo, che fa sì che a chi è già in carcere e cerca passivamente di protestare venga aumentata la pena, ma qui addirittura stiamo parlando non di carcerati, perché questi centri, come scrivete voi, sono di trattamento e accoglienza per migranti, ma di quale accoglienza stiamo parlando? Ma non vi vergognate di dire che questi signori, queste donne e questi uomini, se decidono, per protesta, di non mangiare avranno una pena? Ma io chiedo ai colleghi un po' di coscienza. Mettetevi la mano sulla coscienza e leggete quello che state votando, leggetelo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 27.1001 Giuliano, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).
Passiamo agli identici emendamenti 26.1002 Alfonso Colucci e 26.1011 Mauri.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.
TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Se mi consente, per suo tramite, vorrei porre una domanda di cancelleria d'ufficio al Sottosegretario Molteni, se, lo ripeto, mi dà la facoltà di farlo. Ora, Sottosegretario, non so se al Viminale le calcolatrici sono finite o se ne avete ancora in dotazione, perché questa è la domanda, e le spiego il perché, se può darmi gentilmente una risposta. In sostanza, voi state introducendo il massimo di pena possibile, fino a 8 anni, per coloro che si trovano in un CPR, e fin qui spero di aver detto cose corrette. Ora, voi siete gli stessi che li mettete nei CPR, immaginando e dicendo all'opinione pubblica che state difendendo i confini della Patria e che non vedete l'ora di rimandare via queste persone, perché sono: “clandestini, clandestini, clandestini”, come il suo segretario nazionale ha ripetuto tre volte, ieri sera.
Ora, la domanda della calcolatrice, Sottosegretario, è: ma se questi devono starci un anno e mezzo, voi state aprendo la possibilità di tenerli altri 8 e, quindi, un anno e mezzo più 8 fanno 9 anni e mezzo; cioè, nel momento in cui immaginate di tenerli chiusi in quel tipo di strutture, vi state assumendo una responsabilità rispetto a persone che non conoscono la lingua e che fanno fatica a interagire anche semplicemente verbalmente. Lei ci sta dicendo, in questo preciso istante, che voi state autorizzando la permanenza di clandestini, clandestini, clandestini 8 anni in più, cioè 9 anni e mezzo. Se questo è il Governo che contrasta l'immigrazione clandestina, complimenti.
Aggiungo, Sottosegretario, rispetto alla questione dei CPR, tema che viene sempre affrontato marginalmente - un po' quello che avete fatto in Albania - visto che si tratta di questioni prioritarie di sicurezza nazionale, voi andate in deroga a qualsiasi norma: cioè domani mattina il piano urbanistico, le cubature, gli appalti in affidamento diretto e quant'altro sono leciti e autorizzati, perché stiamo parlando di sicurezza nazionale. Ora, io mi pongo una domanda, colleghe e colleghi - poi, Sottosegretario, se mi vuole dire se le calcolatrici sono sparite dal Viminale, mi fa una cortesia - e cioè vorrei capire se vi state rendendo conto che, non approvando e non accettando alcuno di questi emendamenti, voi state, in primo luogo, prorogando la permanenza di queste persone da un anno e mezzo a potenziali 9 anni e mezzo e, in secondo luogo, soprattutto, ci ritroveremo esattamente qui a discutere dell'ennesimo sovraffollamento delle carceri, semplicemente perché al Viminale non hanno saputo usare la calcolatrice.
Allora, io l'invito che faccio - suo tramite, Presidente, e chiudo - è di ripensarci, colleghi e colleghe, lo dico semplicemente per l'economia di scala della gestione o, meglio, della non gestione, che state compiendo rispetto alla questione della migrazione, dell'accoglienza, ma, soprattutto, alla questione del sovraffollamento delle carceri. L'assurdo degli assurdi è che noi abbiamo una persona che può stare un anno e mezzo e, se fa resistenza passiva, può esser caricato di 8 anni e, chiudo Presidente, quindi sta 9 anni e mezzo. Finisce in carcere, fa resistenza passiva in carcere e tecnicamente, per assurdo, potrebbe avere altri 8 anni in carcere. Complimenti, da che dovevano stare un anno e mezzo rischiano di starci almeno 16 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà, per un minuto.
FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Questo articolo dimostra un dato certissimo e cioè che voi equiparate le carceri ai CPR. Non si può fare! Non si può fare perché le persone detenute nei CPR non hanno commesso alcun reato in questo Paese e non si può finire in galera, di fatto, come voi fate con i CPR per una questione che non è stata neanche sentenziata dalla magistratura. Siete voi che le mettete lì dentro (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), illegalmente! Quelle sono persone libere e voi non le potete trattare in questo modo, non hanno commesso alcun reato, di alcun tipo, non sono accusate di alcun reato.
Voi, invece, scrivete un articolo che riguarda le carceri italiane e poi nello stesso modo, identico, lo riproponete per i CPR, perché, nella vostra testa, il CPR è un carcere per delle persone che non hanno fatto reato. Io uso poco spesso questa parola, ma, da questo punto di vista, vi dovete vergognare, perché, in un Paese civile e democratico, si finisce in galera se si è commesso un reato (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), se si è accusati di un reato, non semplicemente perché si è una persona di un altro colore che non vi piace (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 27.1002 Alfonso Colucci e 27.1011 Mauri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 71).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 27.1006 Penza, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 72).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 27.1005 Alfonso Colucci, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 27.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 74).
(Esame dell'articolo 28 - A.C. 1660-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 28 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
PIETRO PITTALIS, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Parere contrario su tutti gli emendamenti.
RICCARDO MAGI , Relatore di minoranza per la I Commissione. Parere favorevole su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Parere conforme al relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti soppressivi 28.1 Serracchiani, 28.1001 Zaratti e 28.2 Alfonso Colucci. Trattandosi di emendamenti soppressivi, si vota il mantenimento dell'articolo 28.
Ricordo che chi intende sopprimere l'articolo 28 deve votare contro il mantenimento, chi invece intende mantenerlo deve votare a favore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 28.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 75).
(Esame dell'articolo 29 - A.C. 1660-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 29 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
PIETRO PITTALIS, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Il parere è contrario.
RICCARDO MAGI , Relatore di minoranza per la I Commissione. Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Il parere è contrario, Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento soppressivo 29.1000 Dori. Trattandosi anche in questo caso di un emendamento soppressivo, porrò in votazione il mantenimento dell'articolo 29. Quindi, come prima: chi vuole mantenerlo vota a favore, gli altri contro.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 29.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 76).
(Esame dell'articolo 30 - A.C. 1660-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 30 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
PIETRO PITTALIS, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Il parere sugli emendamenti è contrario.
RICCARDO MAGI , Relatore di minoranza per la I Commissione. Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Il parere è contrario su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 30.1 Pellegrini.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 30.1 Pellegrini, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 77).
Passiamo all'emendamento 30.2 Mauri.
Ha chiesto di parlare il deputato Mauri. Ne ha facoltà.
MATTEO MAURI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Noi qui abbiamo presentato un emendamento che, in realtà, abbiamo già discusso in Commissione ed io, sinceramente, faccio fatica a capire come il Governo o la maggioranza o ogni singolo parlamentare non si possa porre il tema di una approvazione. Infatti, sostanzialmente, questo articolo dà la possibilità o riconosce, diciamo così, in vario modo, che - come è giusto che sia - i militari possano essere impegnati in operazioni all'estero, anche molto delicate, e che abbiano bisogno di autorizzazioni particolari. Per capirci e per semplificare, stiamo parlando sostanzialmente, delle stesse modalità che vengono utilizzate anche dai servizi segreti italiani all'estero. Cosa succede? I servizi, quando all'estero danno alcune autorizzazioni molto delicate, poi rispondono al Copasir, cioè al soggetto istituzionale… Se proprio non interessa a nessuno, possiamo anche votare senza la presenza in Aula della maggioranza, Presidente.
PRESIDENTE. Colleghi, i banchi del Governo devono restare liberi.
MATTEO MAURI (PD-IDP). Io non richiamavo il Governo. Richiamavo l'attenzione dell'Aula…
PRESIDENTE. No, non lei ma un collega me lo ha fatto notare e aveva ragione. Prego.
MATTEO MAURI (PD-IDP). Stavo dicendo, per chi non ha avuto - diciamo così - la possibilità di leggersi l'articolo, che stiamo ragionando di questo: cioè garanzie, tutele democratiche nell'interesse di tutti. Stavamo dicendo che, quando un componente dei servizi svolge alcune funzioni molto delicate e che hanno bisogno di autorizzazioni speciali (non andiamo oltre perché il terreno è particolarmente delicato), poi i servizi segreti devono rispondere, per legge, al Copasir, cioè al soggetto che, nella rappresentanza di tutto il Parlamento, cioè di tutti gli italiani, ha questo compito molto delicato.
Attribuendo questa possibilità o comunque normandola in questo modo anche verso i militari, manca un pezzo: cioè, i militari, nella stessa identica condizione dei servizi, a chi rispondono? E cioè, sostanzialmente: chi rappresenta i militari, a chi deve rispondere? Noi diciamo che deve rispondere al Parlamento. Come? In seduta comune ed en plein air? No, in maniera assolutamente riservata. E, perciò, diciamo: così come i servizi rispondono al Copasir in via riservata, allo stesso modo si stabilisca come i militari debbano rispondere - noi diciamo - alle Commissioni competenti. Non scriviamo neanche nello specifico a chi e come, dando in qualche modo delega anche al Governo di stabilire chi e come; ma non si può non stabilire. Qui ne va degli equilibri democratici su questioni che attengono alla sicurezza nazionale e alle libertà individuali.
Per tale motivo, io faccio, noi facciamo, sinceramente molta fatica a capire come il Governo e la maggioranza possano affrontare questo tema con una scrollata di spalle. Qui stiamo parlando di questioni che io credo debbano interessare tutti, perché attengono al tema della democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 30.2 Mauri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 78).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 30.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 79).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 30.01 Mauri, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 80).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 30.02 Serracchiani, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 81).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 30.03 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 82).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 30.04 Mauri, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 83).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 30.05 Gianassi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 84).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 30.06 Mauri, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 85).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 30.07 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 86).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 30.021 Di Biase, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 87).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 30.022 Di Biase, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 88).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 30.023 Gianassi, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 89).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 30.024 Mauri, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 90).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 30.025 Serracchiani, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 91).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 30.026 Serracchiani, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 92).
(Esame dell'articolo 31 - A.C. 1660-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 31 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
PIETRO PITTALIS, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Presidente, il parere è contrario su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Onorevole Magi?
RICCARDO MAGI , Relatore di minoranza per la I Commissione. Parere favorevole, Presidente.
PRESIDENTE. Governo?
NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Parere contrario.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 31.1 Pellegrini, che ha chiesto di parlare. Ne ha facoltà.
MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. Questo articolo interviene, in maniera che noi giudichiamo sgarbata, inappropriata e inaccettabile, sulla legge n. 124 del 2007, che disciplina il comparto della sicurezza nazionale e dei servizi di informazione.
È la seconda volta, in questa legislatura, che si interviene su questa legge, che è una legge particolarmente significativa e delicata. La volta precedente è stata nel dicembre 2022 - lo ricorderemo tutti - in sede di legge di bilancio, quindi, ancora una volta, in un provvedimento che nulla c'entra con la sicurezza nazionale. Si interveniva sulle intercettazioni preventive, cioè quelle effettuate dai servizi di informazione e sicurezza, quindi non dall'autorità giudiziaria, quando non c'è un reato e non c'è nemmeno una notizia di reato.
Ebbene, anche in questo caso, si interviene su due fattispecie altrettanto delicate, se non ancora più delicate. Le racconto molto velocemente. Si rende permanente la possibilità di richiedere l'autorizzazione, per i componenti dei nostri servizi, per porre in essere condotte che sono previste come reato. Fino ad oggi, era un'autorizzazione temporanea; invece, questa proposta, che viene avanzata dalla maggioranza, la rende permanente. Voglio citare soltanto alcuni di questi reati, per farvi capire la gravità delle fattispecie di cui parliamo: partecipazione ad associazioni sovversive; arruolamento con finalità di terrorismo anche internazionale; organizzazione di trasferimenti per finalità di terrorismo. Oltre a rendere permanenti quelle che ho appena letto, ed altre, ne introduce di nuove, come: direzione e organizzazione di associazioni con finalità di terrorismo, detenzione di materiale con finalità di terrorismo, fabbricazione o detenzione di materie esplodenti.
È del tutto evidente, signora Presidente, che stiamo parlando di aspetti delicatissimi e, quindi, noi ci saremmo aspettati che di questi aspetti se ne parlasse nell'ambito della legge n. 124, che è una legge - lo ricordo - nata in modo bipartisan, cioè è stata approvata a larga maggioranza, alla quale ha concorso l'intero Parlamento. Invece, ora ci troviamo, in questa legislatura, che questa maggioranza di destra cambia alcuni aspetti della legge n. 124, a maggioranza.
Quindi, non c'è la possibilità, per l'attuale opposizione, di intervenire e di cercare di correggere il tiro, che può essere giusto o sbagliato. In più, con queste modifiche, si rafforzano i poteri e le capacità penetrative e di informazione dei Servizi, ma, d'altro canto, non si rafforza l'organismo di controllo, che è appunto il Copasir, e lo dico con cognizione di causa perché ne sono - indegnamente - componente. Noi riteniamo che questo tipo di approccio sia completamente sbagliato. Ripeto, si può essere d'accordo o meno con il singolo provvedimento e con l'introduzione della singola fattispecie, ma è sbagliato il metodo e, siccome è una deriva potenzialmente e astrattamente pericolosa, noi innanzitutto lo segnaliamo a tutto il Parlamento, e, in maniera netta e decisa, con questo emendamento, proponiamo l'abrogazione dell'intero articolo 31, ma poi sottoporremo la questione, vista la sua importanza e delicatezza, al Presidente della Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 31.1 Pellegrini, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 93).
Mi è arrivata da più gruppi la richiesta di fare una pausa tecnica. Quindi, a questo punto, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 18,15.
La seduta, sospesa alle 18,07, è ripresa alle 18,17.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1660-A: Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario.
Ricordo che è stato, da ultimo, respinto l'emendamento 31.1 Pellegrini.
Avverto che il gruppo MoVimento 5 Stelle ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari ad un terzo rispetto al tempo originariamente assegnato al gruppo medesimo dal contingentamento.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 31.3 Pellegrini.
Ha chiesto di parlare la collega D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Solo per dichiarare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà, per un minuto.
MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. Nell'intervento precedente facevo riferimento a due fattispecie che questo articolo 31 toccava. L'altra fattispecie è quella che sostanzialmente obbliga le società a controllo pubblico e financo quelle in concessione e le università, sostanzialmente, a stipulare convenzioni con i nostri servizi di informazione e di sicurezza e di trasmettere anche informazioni sensibili, in barba alla riservatezza a cui avrebbe diritto ogni cittadino. È chiaro che anche in questo caso si tratta di previsioni che, secondo questa proposta normativa, vengono a essere peggiorate perché attualmente era data la possibilità e non c'era la previsione di convenzioni, mentre ora, invece, si è in un regime di obbligo di prestare questa assistenza ai nostri servizi.
Noi crediamo che siano materie talmente invasive per cui sia necessario che il Copasir possa esprimersi preventivamente in merito a queste convenzioni e, quindi, in tal senso abbiamo presentato questo emendamento che, dal nostro punto di vista, rappresenta davvero il minimo sindacale. Quindi, speriamo che venga approvato dall'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 31.3 Pellegrini, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 94).
Passiamo all'emendamento 31.1000 Alfonso Colucci.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà.
MARCO PELLEGRINI (M5S). Solo per esprimere una posizione favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 31.1000 Alfonso Colucci, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 95).
Passiamo all'emendamento 31.1001 Alfonso Colucci.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Solo per preannunziare il voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Vedete, nel momento in cui ho letto questo articolato, che prevede queste convenzioni tra le università, gli enti di ricerca e i nostri servizi di sicurezza, con lo scambio, anzi la comunicazione, da parte di queste università ed enti di ricerca, di informazioni a questi organismi, ho pensato subito che c'era una possibile deriva, un rischio che si poteva correre.
Allora, questo emendamento che vi stiamo sottoponendo è proprio per mettere nero su bianco che quel rischio di limitazione alla libertà di insegnamento e alla libertà di ricerca, all'autonomia di queste istituzioni o, addirittura, una sorta di raccolta di dati o schedatura dei professori universitari venga, appunto, assolutamente scongiurato. Se voi non approverete questo emendamento vuol dire che vi state assumendo esattamente questo rischio e lo state in qualche modo promuovendo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 31.1001 Alfonso Colucci, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 96).
Passiamo all'emendamento 31.4 Pellegrini.
Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Per dichiarare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà, per un minuto.
MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. Ribadisco che riteniamo assolutamente sbagliato intervenire sulla legge n. 124 del 2007 in questo modo, ma - ripeto - cerchiamo di porre riparo a un gravissimo errore che è stato fatto, dal nostro punto di vista, dalla maggioranza. Sempre in tema di convenzioni tra società pubbliche concessionarie e università e in merito, quindi, all'attività, che ci sarà, di cooperazione con i servizi di informazione e sicurezza e alle informazioni, che saranno anche sensibili, che trasmetteranno le università ai nostri servizi noi almeno chiediamo che sia informato il Copasir, in maniera che possa esercitare il potere di controllo che la legge n. 124 del 2007 assegna allo stesso Copasir (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 31.4 Pellegrini, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 97).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 31.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 98).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 31.01000 Pellegrini.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Boschi. Ne ha facoltà.
MARIA ELENA BOSCHI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Ovviamente, per annunciare che sosterremo questo emendamento e voteremo a favore dell'emendamento del collega Pellegrini, perché affronta un tema di cui abbiamo a lungo discusso in Commissione, quando abbiamo affrontato, sempre in Affari costituzionali, il disegno di legge sulla cybersicurezza, ossia l'esigenza di accompagnare quelli che sono i nuovi obblighi e doveri, che il Governo ha imposto con il disegno di legge Sicurezza a molti soggetti che rientrano nel perimetro, anche con dotazioni strumentali e con le risorse necessarie per far fronte a questi nuovi impegni. Attraverso questo emendamento ci si propone proprio di aumentare le risorse, peraltro con una cifra tutto sommato anche esigua.
Quindi, credo che il collega abbia voluto proprio anche segnalare un'esigenza specifica, pur consapevole che questo sarebbe semplicemente un primo passo rispetto alle esigenze del settore, ma, comunque, un aiuto che rappresenterebbe almeno un'attenzione da parte del Parlamento e dal Governo che, invece, ha respinto tutti gli emendamenti che alla Camera e al Senato avevamo proposto, nella stessa direzione, sul disegno di legge di legge sulla cybersicurezza. Questo perché è evidente che, purtroppo, gli attacchi, anche al nostro Paese, in ambito cybersecurity sono in aumento. È evidente che questo aumento non riguarda soltanto l'Italia. Questo lo sappiamo bene, ma purtroppo, nel nostro Paese, questi sono aumentati in misura sicuramente più significativa rispetto ad altri Paesi del G7 o a Paesi dell'Unione europea. E, quindi, dobbiamo essere in grado di apprestare anche le difese necessarie. Questo non soltanto attraverso una legislazione diversa e più moderna, ma soprattutto facendo un investimento nella competenza, nella formazione delle risorse umane che saranno necessarie a far fronte a queste nuove esigenze di sicurezza, ma anche nelle dotazioni strumentali, che richiedono sempre nuove tecnologie, che sono in continua evoluzione e che, spesso, sono anche particolarmente costose. Per cui, segnare un primo punto di attenzione, credo, vada nella giusta direzione.
Forse non troverà accoglimento in questa sede, ma io chiedo al Governo di assumere un impegno fin da adesso, perché noi sappiamo che a breve avremo la legge di bilancio. Sappiamo che nella legge di bilancio si possono fare scelte più significative, anche di programmazione da un punto di vista economico-finanziario per i prossimi anni. Ecco, questo è uno dei temi su cui, a mio avviso, il Governo, in legge di bilancio, dovrebbe dare una risposta (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Solo per annunciare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU (PD-IDP). Per ribadire il pieno sostegno a questa proposta emendativa e ricordare a quest'Aula che, in tante occasioni, abbiamo avuto modo di confrontarci sull'importanza della cybersicurezza. In un disegno di legge come questo, che si occupa della sicurezza pubblica, immaginare che anche gli investimenti negli spazi digitali non debbano essere protagonisti è un errore, un limite. Dato che abbiamo votato molti ordini del giorno che andavano nella direzione, servendosi del primo provvedimento utile, di dotare le imprese, le italiane e gli italiani di quelle risorse che sono necessarie ad adempiere ai nuovi obblighi che abbiamo introdotto. Ecco, non perdiamo l'occasione attraverso questo emendamento di impegnarci a fare sì che non scriviamo solo sulle norme impegni per le nostre imprese e per il nostro Paese; mettiamo tutti nelle condizioni di alzare il livello di difesa cibernetica nel nostro Paese. Da questo punto di vista, non votare questo articolo aggiuntivo significa perdere l'ennesima occasione in tal senso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Solo per dichiarare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà.
MARCO PELLEGRINI (M5S). Devo aggiungere poco a quello che hanno già detto i colleghi che mi hanno preceduto e che ringrazio per il voto favorevole che esprimeranno su questa proposta emendativa a mia prima firma e del MoVimento. Poche parole bastano, dal mio punto di vista, per far capire qual è la situazione. La tecnologia corre velocissima, la bravura di chi porta attacchi cyber e hacker ai nostri sistemi corre ancora più veloce. Occorrono risorse per contrastare questi attacchi. Se non mettiamo risorse sufficienti, e questo dovrebbe essere solo l'inizio perché 10 milioni di euro è davvero una somma piccolissima ma segnala un'inversione di tendenza, se quest'Aula, questo Parlamento non decide di mettere nemmeno 10 milioni, allora tutte le parole che sentiamo dire nei confronti del dovere di intensificare le nostre difese nei confronti di questi attacchi, sono parole al vento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 31.01000 Pellegrini, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 99).
(Esame dell'articolo 32 - A.C. 1660-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 32 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
PIETRO PITTALIS, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Il parere è contrario.
PRESIDENTE. Onorevole Magi?
RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA), Relatore di minoranza per la I Commissione. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo?
NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Parere contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Per dichiarare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mauri. Ne ha facoltà.
MATTEO MAURI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo articolo, pur molto breve, dimostra plasticamente una cosa. Dimostra come dentro la maggioranza ci sia una continua rincorsa a chi la fa peggio e a chi scavalca gli altri a destra, soprattutto sul tema dell'immigrazione. E se si può rendere la vita il più possibile difficile agli immigrati sono ancora più contenti. In questo caso, siamo di fronte, diciamo così, a un livello ancora più alto del videogioco. Cioè, il Governo fa la gara con la maggioranza per fare sempre peggio, per cui prende un emendamento, già di per sé su alcune cose discutibile e lo porta a livelli estremi. Sostanzialmente, toglie la possibilità, per uno straniero non comunitario, di prendere una SIM con il passaporto, toglie questa possibilità e impone la presentazione del permesso di soggiorno. Cosa accadrà? Come accade sempre con ogni scelta proibizionista, si aprirà il mercato nero. Chi se ne avvantaggerà? La criminalità organizzata. Questa è l'idea di sicurezza che hanno quei signori lì (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI (AVS). Guardi, Presidente, questa è una delle norme più odiose di questo provvedimento, che è già particolarmente odioso per conto suo. Noi abbiamo gli irregolari che lavorano in questo Paese, nelle campagne del nostro Paese, che raccolgono i pomodori, che raccolgono gli ortaggi e abbiamo visto che spesso sono oggetto degli imprenditori più spregiudicati del nostro Paese, dei veri e propri schiavisti. Il 19 giugno, Satnam Singh è morto in un modo orribile. Questi ragazzi hanno attraversato il deserto e il mare per venire qui da noi a raccogliere i nostri ortaggi, i nostri pomodori. Ebbene, voi volete anche togliere il diritto di telefonare alle loro famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)! Volete togliere loro il diritto di comprare una SIM card. Voi ci avete accusato spesso di essere buonisti, ma io sono orgoglioso di essere buonista, di essere buono. Perché un Governo così cattivo come il vostro non si è mai visto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciani. Ne ha facoltà.
PAOLO CIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Volevo, per suo tramite, chiedere al Governo se hanno pensato, a seguito di questo provvedimento, a mandare alle società che si occupano di telefonia mobile qualche esperto di diritto dell'immigrazione che possa spiegare agli operatori come si applica questo provvedimento. C'è un cittadino statunitense, non comunitario dunque, che arriverà in Italia per il Giubileo e non ha il permesso di soggiorno e vuole comprare una SIM, potrà acquistarla? Chi glielo spiega? Un nostro cittadino non italiano, in fase di rinnovo del permesso di soggiorno o in fase di rilascio, che non ha in mano il permesso di soggiorno, potrà acquistare una SIM? Non è chiaro. Chi glielo spiega alle società di telefonia? Perché dobbiamo complicare la vita non solo dei nostri concittadini senza cittadinanza, ma anche degli operatori economici? Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente, solo per chiedere ai rappresentanti del Governo qual è effettivamente l'obiettivo di questa misura. Se voi volete aumentare le condizioni per la sicurezza e per i controlli sui titolari di SIM, in questo modo voi otterrete l'effetto contrario, perché, ovviamente, ci sarà uno sviluppo del mercato nero, del mercato clandestino di SIM, che sfuggirà al controllo, molto più di quanto non sia ora.
Inoltre, il Sottosegretario Molteni, che è un grande esperto delle questioni amministrative anche del funzionamento dei settori dell'amministrazione del Viminale che hanno a che fare con il rilascio dei permessi di soggiorno, sa che molte volte, nella maggior parte dei casi, passano molti mesi prima di avere l'appuntamento per andare a fare la domanda o per andare a ritirare il permesso di soggiorno.
Allora, in quella condizione, in cui non c'è una irregolarità di fatto, ma c'è un'attesa dei tempi dell'amministrazione, qual è la ratio di impedire a un cittadino straniero, che non è formalmente irregolare ma non ha in mano il permesso di soggiorno, di poter comunicare, ad esempio, con i propri familiari? Questa resterà - temo - una delle domande senza risposta. E questa è l'ultima bestialità, in ordine cronologico e in ordine di fascicolo, in questo DDL sicurezza (Applausi di deputati dei gruppi Misto e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Per dichiarare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.
EMMA PAVANELLI (M5S). La ringrazio, signora Presidente. Io vorrei chiedere al Governo se non trovi questo articolo discriminatorio. Penso, per esempio, ai numerosi cittadini britannici che oggi sono extracomunitari e che negli anni passati hanno investito nel nostro Paese, acquistando case, ristrutturandole, e che, comunque, oggi, hanno il diritto di soggiornare nel nostro Paese fino a 90 giorni. Questi cittadini, in quel periodo di 90 giorni, magari vorrebbero avere una SIM per poter comunicare con amici magari di lungo corso che hanno nel nostro Paese. Mi rivolgo soprattutto ai colleghi delle regioni che ospitano tantissimi britannici come, ad esempio, la Toscana, ma penso anche alla mia regione, l'Umbria. Pertanto, Sottosegretario Prisco, io credo che questo articolo dovrebbe riguardarla quanto me (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo DDL contiene veramente forme varie di violenza contro il diritto penale. Dopo aver stabilito che fare un blocco stradale con il proprio corpo è più grave che farlo con un trattore, dopo l'aggravante di luogo - che è un caso unico nella storia del nostro diritto penale - per cui i reati saranno più gravi solo se fatti in una stazione ferroviaria e dopo la resistenza passiva come forma di punizione penale all'interno del carcere, si arriva all'apoteosi del permesso di soggiorno mancante. Questa, Presidente, è solo una fattispecie di cattiveria e non ha nulla a che vedere con il diritto penale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Auriemma. Ne ha facoltà.
CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. In realtà, tutto questo complesso di norme, e questa in maniera specifica, ha un sottile livello di crudeltà, perché è evidente che questa norma non serve ad impedire l'arrivo di extracomunitari, ma serve soltanto a rendere più difficile la vita di queste persone. Infatti, togliere la possibilità di avere un telefono, di poter parlare con gli altri, significa costringere quella persona alla marginalità, a rompere i rapporti familiari. Quindi, questa norma ha un sottile profilo di crudeltà, che veramente è inaccettabile e il motivo per cui viene proposta è solo questo: rendere ancora più marginali queste persone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scarpa. Ne ha facoltà.
RACHELE SCARPA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Quello che propone questo articolo è di legare l'acquisto di una SIM telefonica all'esibizione del permesso di soggiorno. Questo accade, peraltro, in un Paese che - lo ricordiamo - non facilita l'ottenimento, la richiesta, il processo burocratico che dovrebbe portare una persona da irregolare a regolare, in modo tale da far parte di quell'immigrazione che tutti auspichiamo possa essere positiva e di cui, in più occasioni, ci ripetiamo di aver bisogno.
Viceversa, si sceglie di frapporre un ostacolo, un qualcosa che fa perdere il tracciamento di quella persona, che la isola e la marginalizza. Io pensavo che la direzione che ci indicava - almeno in termini di principio - la nostra Costituzione fosse quella di rimuovere gli ostacoli alla libertà e all'uguaglianza delle persone; mi sembra che qui, invece, il gioco sia crearli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonafe'. Ne ha facoltà.
SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questa è una norma che avete approvato nel blitz notturno con cui ci avete costretto ad approvare questo provvedimento in Commissione. È un provvedimento che dovrebbe aumentare la sicurezza e, invece, sta andando nella direzione esattamente contraria, cioè quella di aumentare l'insicurezza. Impedite gli iter legali e favorite circuiti illegali. Lo fate con le SIM e lo avete fatto anche proibendo la canapa legale: anche in quel modo farete chiudere tante aziende che pagano le tasse e che operano nella legalità, favorendo, di converso, la criminalità e l'illegalità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire... C'è l'onorevole Quartini... Colleghi, per favore, segnalate in anticipo che volete prendere la parola.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. A titolo personale. Io, a differenza della collega Pavanelli, credo che i britannici e gli statunitensi vengano in Italia con le loro schede SIM: non hanno bisogno di acquistarle nel nostro Paese. Quindi, è evidente che qui l'obiettivo è quello di punire e rendere difficile la vita delle persone extracomunitarie ma, soprattutto, di rendere difficile la vita anche rispetto a quel poco di famiglia e di capacità relazionale che loro hanno. Infatti, non si tratta di non avere documenti, che è assolutamente utile per un discorso di tracciabilità, ma si tratta di un permesso di soggiorno che, magari, sta per arrivare, che dev'essere rinnovato o che è scaduto. Ma veramente questo cinismo vi porta ad un livello, così, di discriminazione razziale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire... C'è l'onorevole Alfonso Colucci... Colleghi, per favore, se segnalate in anticipo che volete prendere la parola, mi evitate di ripetere la stessa frase 100 volte. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.
ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Questo articolo, in realtà, svela una concezione dell'immigrazione che è il contrario di quello che noi pensiamo. L'immigrazione deve essere vissuta come fenomeno di inclusione, cioè come occasione di arricchimento e addirittura di competitività per il nostro Paese. Invece, queste disposizioni, che marginalizzano e mortificano la persona, non solo negano il fattore aggiuntivo che queste persone possono portare alla nostra vita sociale, ma, nel marginalizzarle, alimentano anche fenomeni di esclusione e, addirittura, il compimento di fattispecie di reato. Quindi è esattamente il contrario di quello che serve al nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Io rimango veramente stupita da un emendamento di questo tipo, perché davvero dimostra di non conoscere il sistema immigrazione, e questo è veramente un fatto di ignoranza da parte di chi siede sui banchi del Governo. Soprattutto, dimostra di non sapere come funziona la procedura per il rilascio del permesso di soggiorno, dal momento che il primo contatto che hanno i cittadini extracomunitari è attraverso il telefono, il quale rappresenta l'unico modo con cui possono essere avvisati qualora ci siano modifiche, integrazioni o il ritiro all'interno di questure dell'immigrazione, in cui, tra l'altro, sono sguarniti di personale. Quindi, questa è una norma che non fa altro che produrre illegalità, nonché un possibile inserimento nella criminalità organizzata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carotenuto. Ne ha facoltà.
DARIO CAROTENUTO (M5S). Grazie, Presidente. Io sono basito anche un po' dall'incompetenza. Infatti, quello che si produrrà è che queste persone, probabilmente, cercheranno dei punti Wi-Fi liberi e cercheranno di comunicare attraverso quelli. Quindi, non otterrete proprio niente; anzi, complicherete loro semplicemente la vita. Tra l'altro, la complicate a chi, magari, ha chiesto il permesso di soggiorno perché fugge da una guerra e vorrebbe comunicare a casa che è sopravvissuto. E invece no, questo non lo potrà fare. Voi complicate loro persino questo per una semplice cattiveria. Veramente, sono basito, non ho parole. Ogni giorno ci stupite con qualcosa che va a colpire chi è in difficoltà e questa ne è l'ennesima prova (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.
IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. Qua sempre si sente risuonare “donna, madre, cristiana”. Ebbene, io, quando accoglievo le bare degli immigrati con scritto “X” e un numero, mi chiedevo che cosa pensasse quella madre che non sapeva che fine avesse fatto il figlio. Ebbene, chiedo a voi: come potete impedire a delle persone di comunicare con le proprie famiglie? Non sanno dove sono finiti i figli, i minori!
I migranti economici che non hanno diritto di restare qui, ma che cercano solo la speranza di un lavoro e di un futuro in Italia, almeno questo. Cui prodest? Perché? Qual è la ratio di questa norma, se non un'immensa crudeltà punitiva, per chi cerca una speranza in Italia? Davvero, dico: noi siamo l'Italia, l'Italia solidale, cristiana, lo dite tante volte. Ebbene, voi rinnegate questo principio base: non fare agli altri ciò che non vorreste fosse fatto a voi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e pensate…
PRESIDENTE. Concluda.
IDA CARMINA (M5S). …immedesimatevi, per una volta, in quelle povere persone che sono al di là del mare…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
IDA CARMINA (M5S). …e non sanno che fine hanno fatto i propri parenti propri e i figli…
PRESIDENTE. Grazie.
IDA CARMINA (M5S). … che non capiti mai a nessuno di voi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 32.1000 Giuliano, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 100).
Passiamo all'articolo 32.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà, per un minuto.
MARCO GRIMALDI (AVS). Immaginatevi, cento anni fa, se avessero detto ai nostri nonni, ai nostri avi, di non poter scrivere una lettera dall'Argentina o dal resto d'Europa. Qui siamo oltre l'obbrobrio, siamo alla perfidia, alla ferocia, e lo dico perché, dietro questo provvedimento, non c'è niente di deterrente, c'è un'offensiva psicologica contro l'uomo nero, contro le persone, che possono essere solo merce (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), più ricattabili ancora dopo questo provvedimento! Allora, io ve lo dico, noi saremo pure buonisti, ma voi siete malvagi, e dietro a questo provvedimento non c'è altro che malvagità, una cosa molto più grave, soprattutto perché ci rende ridicoli davanti a tutta la comunità internazionale (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 32.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 101).
(Esame dell'articolo 33 - A.C. 1660-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 33 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
Prego, onorevole Pittalis.
PIETRO PITTALIS, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Il parere è contrario su tutti gli emendamenti, Presidente.
PRESIDENTE. Onorevole Magi?
RICCARDO MAGI , Relatore di minoranza per la I Commissione. Il parere è favorevole su tutti gli emendamenti, ad esclusione dell'emendamento 33.8 Francesco Silvestri, su cui vi è astensione.
PRESIDENTE. Governo?
NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Parere conforme al relatore per la maggioranza per la II Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 33.1 Francesco Silvestri, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 102).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 33.2 Francesco Silvestri, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 103).
Passiamo all'emendamento 33.1001 Serracchiani.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Intervengo per annunciare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo emendamento tende a un allargamento della fattispecie prevista nell'articolo 33, che riguarda, appunto, l'usura. Noi chiediamo che possa riguardare anche le ipotesi di vittime dei casi di estorsione, anche perché parliamo di vicende - quelle legate all'usura - che spesso hanno un collegamento neppure tanto velato con i temi della estorsione.
Avevamo chiesto che questo fondo, questa possibilità venisse data anche alle vittime di estorsione, siamo rimasti abbastanza sorpresi della non volontà di estendere anche a queste persone la possibilità che viene data dall'articolo 33.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, la domanda sorge spontanea: perché una scelta di questo tipo? Come diceva la collega Serracchiani, non si comprende il motivo di un tale diniego, e non si comprende se si vuole avere un'azione coerente e costante, che vada al di là del Governo pro tempore, nei confronti della criminalità organizzata (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 33.1001 Serracchiani, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 104).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 33.3 Francesco Silvestri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 105).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 33.4 Francesco Silvestri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 106).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 33.5 Francesco Silvestri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 107).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 33.8 Francesco Silvestri, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e con l'astensione del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 108).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 33.9 Francesco Silvestri, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 109).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 33.10 Francesco Silvestri, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 110).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 33.11 Francesco Silvestri, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 111).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 33.12 Francesco Silvestri, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza per la I Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 112).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 33.13 D'Orso, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 113).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 33.14 Francesco Silvestri, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 114).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 33.15 Francesco Silvestri, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 115).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 33.1000 Francesco Silvestri, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 116).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 33.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 117).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 33.01000 Serracchiani.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questa modifica che noi chiediamo, che può sembrare ad alcuni provocatoria e ad altri pleonastica, non è, in realtà, neppure tanto simbolica: mi riferisco al fatto di estendere i benefici in favore dei cittadini vittime del dovere, del terrorismo e della criminalità organizzata, di cui alla legge n. 466 del 1980 e successive modificazioni, anche con riferimento agli eventi verificatisi a decorrere dal 2 giugno 1946. Non è una data a caso ed è - ripeto - non un intervento simbolico ma penso possa essere un intervento, invece, che dovrebbe trovare l'accoglimento di tutto il Parlamento, perché sarebbe un segnale importante anche per la storia di questo Paese.
Credo che, rispetto a quella storia, estendere quei benefici alle vittime del terrorismo, della criminalità organizzata e alle vittime del dovere, a quei cittadini che hanno perso la vita e far decorrere questa possibilità dal 2 giugno 1946 sarebbe anche un modo per fare i conti con la nostra storia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 33.01000 Serracchiani, con il parere contrario delle Commissione, del Governo e V Commissione (Bilancio) e favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 118).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 33.02 Bonafè.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Boschi. Ne ha facoltà.
MARIA ELENA BOSCHI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Intervengo solo per chiedere alle colleghe se posso aggiungere la firma all'articolo aggiuntivo che ovviamente appoggeremo. Sappiamo che verrà respinto, come del resto quasi tutte le proposte che abbiamo presentato come opposizione, non soltanto in Aula, ma anche in Commissione, perché, ancora una volta, ha la presunzione di stanziare risorse, di fronte ad un Governo che fa tutti i provvedimenti a costo zero.
Ora, se è vero che questo è un provvedimento che ha almeno l'ambizione, nella parte meno deteriore dello stesso, che noi abbiamo avversato in tutti i modi e che continueremo ad avversare in quest'Aula e al Senato, di contenere alcune previsioni che possono avere anche elementi di ragionevolezza rispetto alla disciplina antimafia o all'antiterrorismo, allora noi chiediamo - almeno su alcuni temi che possono avere elementi di convergenza più trasversali - di dare un segnale ulteriore di attenzione, in modo particolare mettendo risorse per ampliare le dotazioni che vanno a risarcire le vittime; le vittime non solo dei reati legati alla mafia, ma in questo caso anche le vittime in qualche modo secondarie dei reati di femminicidio.
È chiaro che non possono essere risarcite le prime vittime, le donne che rimangono uccise a causa del loro compagno, ma, grazie a una previsione legislativa che abbiamo introdotto con una maggioranza trasversale alcuni anni fa, quindi a prescindere dai ruoli di maggioranza e opposizione, almeno i figli di quelle vittime possono ottenere un piccolo riconoscimento economico, che sicuramente non è in alcun modo compensativo rispetto alla perdita che subiscono, ma consente, in alcuni casi, di avere almeno gli strumenti minimi per far fronte alle proprie esigenze.
Purtroppo, in questi anni, abbiamo visto che non è nemmeno così raro che vi siano situazioni in cui i figli di queste vittime si trovano ad affrontare difficoltà non soltanto di carattere psicologico, umano, ma anche di carattere sostanziale, per la propria sopravvivenza, perché non sempre c'è, magari, una famiglia della madre in grado di accompagnarli in questo percorso; tantomeno questo avviene rispetto al padre nella maggior parte dei casi.
Allora, prevedere risorse in più che non siano soltanto simboliche, ma che possano sopperire a esigenze vere e proprie credo sia un impegno che tutti sentiamo in modo trasversale; di questo sono assolutamente convinta. Penso, però, che allora serva un po' di buona volontà da parte del Governo, anche con una cifra non enorme, anche con una cifra che possa essere compatibile con il bilancio dello Stato, ma che possa essere un segnale di attenzione.
Il fatto che, anche di fronte a un tema, sicuramente condiviso a livello trasversale, non si sia trovata la possibilità di stanziare qualche milione di euro credo sia proprio indicativo di come abbia lavorato il Governo, di come abbia lavorato la maggioranza in questo provvedimento, che pure abbiamo affrontato in Commissione anche per diverse settimane, cioè senza la volontà di ascoltare davvero l'opposizione, ma solo con l'obiettivo di poter fare dei tweet e annunciare in conferenza stampa norme liberticide che, però, possono accarezzare il pelo al populismo che, latente, in qualche modo permea questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonafe'. Ne ha facoltà.
SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Grazie, Presidente. Noi abbiamo avversato in tutti i modi questo provvedimento, lo abbiamo fatto durante i lavori di Commissione, lo stiamo facendo anche qui in Aula e continuiamo a considerare questo provvedimento pessimo e propagandistico. Però, tra un aumento di pena e l'altro, tra un inserimento di nuovi reati e l'altro, potevate almeno mettere un occhio alla richiesta che abbiamo fatto con questo emendamento, che in fondo chiede solo di aumentare il fondo e di provare a dare una risposta anche agli orfani di crimini domestici e agli orfani di femminicidi.
Non ci sembrava una cosa da rifiutare, magari, avrebbe reso un po' meno questo provvedimento pessimo e leggermente più potabile, una cosa rispetto alla quale potevamo anche discutere. Magari, invece della dotazione che vi abbiamo chiesto noi, potevamo discutere su un importo inferiore, però, rifiutarla, insomma, dà proprio l'idea che su queste cose non avete nessun tipo di attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). La ringrazio, Presidente. Mi richiamo all'articolo 37, comma 1, del Regolamento. Potrà non crederci e insieme a lei le persone a cui mi rivolgo, ma premetto che non è un intervento polemico, è solo il tentativo di una riflessione, perché l'articolo 37 disciplina la presenza del Governo in Aula e ne disciplina due fattispecie: una, rispetto alla presenza fisica, che, se richiesta, è obbligatoria, e l'altra, invece, riguarda l'intervento, che non è obbligatorio, ma una facoltà del Governo.
Perché faccio questo, signor Presidente? E mi rivolgo al collega Molteni, col quale sono in dissenso praticamente su tutto, forse anche sulla squadra di calcio, anzi sicuramente, che però io ho sempre stimato e apprezzato anche per l'attenzione e la cura con cui segue i lavori, in questo modo rispettando anche un po' l'istituzione, l'Aula e la Commissione.
Voglio semplicemente sollevare una questione: siamo davanti a un provvedimento che è ormai agli sgoccioli, i tempi contingentati sono finiti, quindi non ci sarebbe una ragione di ostruzionismo, neanche nel guadagnare due minuti di una seduta che finirà alle 19,30, però, io le voglio chiedere una cosa onorevole Molteni. Di fronte ad alcune questioni ci siamo già scontrati, siamo assolutamente contrari e non ci ritorno sopra, ma in relazione al dibattito che si è caratterizzato su questo argomento, sul quale io ho addirittura la sensazione che probabilmente in linea di partenza non ci sia una divisione nella sensibilità rispetto al risarcimento di determinate categorie, come avviene per altre categorie e via dicendo, siccome a me appare totalmente illogico che il Governo sia contrario, mi domando: in determinate situazioni non sarebbe, non dico, doveroso, ma naturale che il Governo prendesse la parola, al limite semplicemente per spiegarci il perché non è una cosa anomala, cioè che in punto di partenza probabilmente è una cosa condivisibile ma la ragione di un parere contrario è legata a un altro argomento che noi non possiamo immaginare?
Perché non li leggerà nessuno gli stenografici, onorevole Molteni, fuori di quest'Aula probabilmente sono tutti attenti ad altre cose, però, se un marziano ascoltasse il dibattito che si è svolto su questo articolo aggiuntivo, in modo particolare, penso che farebbe fatica a capire perché il Governo è contrario. Facciamo fatica noi, sicuramente farebbe fatica anche un marziano.
È un invito che le faccio, se non vuole su questo, sullo scorcio che abbiamo, per dire che in determinate situazioni, dove non c'è niente che possa caratterizzare un'inopportunità di intervento da parte del Governo, magari un chiarimento sarebbe anche un modo di rispettare un dibattito su un argomento sul quale non c'è stata acrimonia, ma c'è stato, secondo me, un ragionamento fondato, e che forse meriterebbe ogni tanto che il Governo si facesse sentire (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Onorevole, Giachetti, mi consta la risposta, ma era già nella domanda, il Governo ha l'obbligo di essere presente, ove richiesto, e la facoltà di intervenire, ove lo ritenga. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, intervengo solo per lasciare agli atti e chiedere, da parte del gruppo AVS, di sottoscrivere questo articolo aggiuntivo. Faccio solo una constatazione a nome del nostro gruppo: ci sembra incredibile che su una vicenda del genere non ci sia stata una richiesta di modifica da parte della maggioranza né, tantomeno, del Governo. Non comprendiamo davvero cosa ci sia di negativo nel chiedere misure in favore di orfani di crimini domestici e di femminicidi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciani. Ne ha facoltà.
PAOLO CIANI (PD-IDP). Presidente, noi abbiamo espresso in molte maniere e su molti punti un disappunto profondo su questo provvedimento, ma parlando di sicurezza, parlando della sicurezza del nostro territorio e del nostro Paese, pensavamo importante, in un momento grave come quello che stiamo vivendo, di diffusione della violenza, della violenza domestica, come purtroppo episodi quotidiani di cronaca ci ricordano, che in questo provvedimento potessero trovare spazio delle misure in favore di orfani di crimini domestici e di femminicidio. La vicinanza concreta, in queste situazioni, purtroppo è decisiva per persone che hanno subito una violenza così profonda e speravamo che il Governo accogliesse la nostra proposta, anche discutendone, anche modificandola, per poter intervenire in favore di queste persone. Ci rammarichiamo che non l'abbia fatto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Nel rammaricarmi, come hanno fatto i colleghi, del fatto che non ci sia stato nessun tentativo di ragionare insieme anche su emendamenti di questo tipo, che sono emendamenti sui quali francamente non avremmo potuto, dovuto e neppure voluto dividerci, quello che ci pare un po' strano, e che in qualche modo ci ha fatto anche faticare nel tentare di ragionare anche in Commissione su questi emendamenti, è che non ci sia stato, davvero, nessun tentativo, neppure una richiesta di ritirare l'emendamento e trasformarlo in un ordine del giorno. Anche in vista della prossima manovra di bilancio, sarebbe stato il modo per dire: ci penseremo nella prossima manovra di bilancio. Invece, neppure questo, il che ci fa pensare che di queste persone, di queste vittime non interessi molto a questo Governo. Mi permetta di aggiungere, Presidente, che sono anche un po' delusa dall'assenza di un rappresentante del Governo del Ministero della Giustizia. Credo che se il Ministro Nordio e qualcuno dei suoi Sottosegretari fossero stati presenti forse avrebbero reso questo provvedimento un provvedimento anche utile in un confronto col Governo che, come vede, manca. Del resto, se parliamo di diritto penale, se parliamo di norme, dovremmo confrontarci con il Governo e, in particolare, con il Ministero della Giustizia, qualora vi fosse qualcuno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI (M5S). Presidente, veramente non comprendo come possiate parlare di contrasto alla violenza di genere bocciando questo emendamento. Tra l'altro, non comprendo il fatto che noi ne avessimo presentato uno pressoché identico che è stato dichiarato inammissibile, ma è veramente scandaloso, perché nel nostro Paese viene ammazzata una donna ogni due giorni per mano, in 9 casi su 10, di mariti, compagni, ex, lasciando vittime collaterali, gli orfani, i bambini, che sono costretti a crescere senza una mamma e senza un padre, che il più delle volte è in carcere, in assenza totale di risorse, con danni psicologici che si porteranno dietro e che tendono, purtroppo, a segnare la vita per sempre. Quindi, mettetevi una mano sulla coscienza, perché questo è un fatto gravissimo. Veramente, si vede il distacco della politica dalla realtà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonetti. Ne ha facoltà.
ELENA BONETTI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare il voto favorevole del nostro gruppo e, se mi posso permettere, per fare un ulteriore appello, anche riprendendo gli argomenti che i colleghi hanno già introdotto precedentemente. La questione della presa in carico dei bambini e delle bambine, orfani di vittime di femminicidio e di violenza domestica, come è stato richiamato, ha visto una convergenza trasversale, ricordo, anche nella recente approvazione del provvedimento che ha ulteriormente rafforzato gli strumenti di prevenzione e di contrasto alla violenza contro le donne. Lo abbiamo fatto in modo anche, mi sembra, significativo nella Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, tra l'altro assumendoci l'impegno, ancora a livello informale, di procedere con forza e determinazione in modo congiunto nella prossima legge di bilancio, anche inserendo il tema di un maggiore sostegno per gli orfani di vittime di femminicidio.
Che al primo provvedimento utile la maggioranza confermi, con un approccio del tutto ostativo, un'iniziativa parlamentare che ha e raccoglie una sensibilità che nella Commissione femminicidio è stata riconosciuta trasversale nel lavoro che abbiamo fatto di predisposizione del testo unico, mi lascia non solo stupita, ma del tutto pessimista rispetto al fatto che noi possiamo tradurre in fatti quelli che, finora, rimangono soltanto degli annunci. Su questa materia, come su tante altre materie, ma su questa in particolare, che tocca la vita, così delicata, ed è una piaga nel nostro Paese che colpisce tante famiglie, penso che non ce lo possiamo permettere.
Quindi io, di nuovo, vorrei invitare non solo il Governo ad un moto di coscienza, ma anche la maggioranza, le colleghe e i colleghi, che con noi hanno fatto questa battaglia. Mi chiedo come si possa votare “no” a questo emendamento, se non per una ragione di bilancio. Almeno bisognerebbe assumersi un impegno forte e congiunto di arrivare, nella prossima legge di bilancio, a riprendere esattamente questo articolato proposto dai colleghi del Partito Democratico e farne una battaglia comune da portare avanti. Lo chiedo, veramente, nell'ottica di trovare una trasversalità, sulla quale noi abbiamo sempre lavorato e sulla quale speravo di poter trovare una sensibilità ancora viva, anche oggi, da parte della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. La collega Morfino ha chiesto di sottoscrivere. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro… No, Fornaro lei ha già parlato.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Presidente, intervengo solo per formulare una richiesta di accantonamento.
PRESIDENTE. Quindi chiedo ai relatori il parere sull'accantonamento. Pittalis?
PIETRO PITTALIS, Relatore per la maggioranza per la II Commissione. Contrario.
PRESIDENTE. Magi?
RICCARDO MAGI , Relatore di minoranza per la I Commissione. Parere favorevole sull'accantonamento.
PRESIDENTE. Devo dare la parola ad un deputato a favore e ad uno contrario.
Ha chiesto di parlare contro l'accantonamento l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Questa cosa non mi ha convinto. Purtroppo ho riflettuto molto sull'utilità di proseguire nei nostri lavori, ho rivolto anche un appello al Governo, il quale, legittimamente, ha ritenuto che non fosse utile neanche un piccolo chiarimento. A questo punto, data questa proposta un po' malsana, avanzata dall'opposizione, di accantonamento in questa fase della seduta, che quasi sembra l'occasione per sfruttare qualche minuto per allungare la seduta, mi domandavo come potessi perdere l'occasione, atteso che già c'erano dei colleghi che si erano prenotati a favore dell'accantonamento, per esprimere il mio giudizio riguardo la contrarietà su questo accantonamento e, in questo modo, cercare di argomentare meglio le ragioni della nostra opposizione a questo provvedimento, che si è manifestata in tutte le varie fasi, in tutti i diversi orientamenti e le diverse questioni che sono state aggredite e anche un po' maltrattate da questo provvedimento, che, come avevamo già spiegato all'inizio della discussione, non ha una sua omogeneità. È un provvedimento che ha oggetti diversi: ragione per la quale avevamo detto - anche lì, cercando di venire incontro a un accantonamento o, quantomeno, a un rinvio del dibattito, a causa del fatto che non c'erano stati… nonostante il provvedimento fosse iniziato nei mesi scorsi e ci siano state le forzature in Commissione che tutti conosciamo -: perlomeno presentatevi qui con tutti i pareri sugli emendamenti e non cominciamo un dibattito a vanvera, con il parere su qualche emendamento e non su un altro. E anche lì, ricordo perfettamente, onorevole Fornaro, avevamo insistito perché ci fosse quantomeno l'accantonamento di una parte degli emendamenti: no, perché si doveva andare avanti a tappe forzate, neanche fosse un decreto che avesse la possibilità di produrre un ostruzionismo o non so quale tipo di valutazione. No, non c'era alcuna ragione, così come non vi è alcuna ragione per un atteggiamento così silente da parte del Governo.
E allora perché io penso che la richiesta dell'accantonamento fatta dall'opposizione, per la quale io voterò convintamente contro, sia una richiesta fuori luogo? Perché, se noi non teniamo conto di quello che è stato l'atteggiamento del Governo dall'inizio di questo provvedimento fino alla fine, rischiamo di apparire, noi, all'esterno, come delle persone schizzate di testa. Che senso ha adesso, quando siamo arrivati alla fine del provvedimento, chiedere l'accantonamento dopo che il Governo, anche nei minimi particolari di questo provvedimento, si è sempre espresso contro qualunque tipo di richiesta avanzata dal punto di vista materiale, nel merito di ciascun emendamento, e contro qualunque tipo di valutazione di tipo formale, che fosse un Comitato dei nove, che potesse riesaminare delle proposte, che fosse, come ha ricordato adesso la collega Serracchiani, quella pratica, ormai anche un po' insopportabile, della richiesta di un ritiro di un emendamento per la predisposizione di un ordine del giorno? C'è stato un atteggiamento talmente chiuso e inaccettabile, anche sotto un certo punto di vista (Commenti)… Non mi dica che sono già arrivato a 5 minuti, Presidente, perché ho appena iniziato il ragionamento, la prego...
PRESIDENTE. Ha 1 minuto, collega.
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). No, la prego. Cerco di concludere l'argomentazione non sforando troppo rispetto ai tempi. Di fronte a tutto questo - vorrei rivolgermi al collega Fornaro e ai colleghi dell'opposizione - che senso ha, adesso, chiedere l'accantonamento, quando siamo arrivati alla fine di un provvedimento sul quale il Governo ha dimostrato che non solo gli non interessa nulla di accantonare o di confutare determinate opinioni, ma, fondamentalmente, non gli interessa nulla neanche di imbastire un ragionamento che ridia a quest'Aula un minimo di dignità e anche un senso alle cose che facciamo, atteso che, spesso e volentieri, le cose che il Governo fa, sicuramente un senso non ce l'hanno, e che, quando va bene, anzi, quando va male, hanno un senso deteriore. Potrei elencare tutte le questioni e ricominciare l'intervento, magari utilizzando la sua pazienza per qualche secondo in più. No, non è possibile. Allora io, comunque, confermo che voterò contro l'accantonamento (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a favore l'onorevole Mauri. Ne ha facoltà.
MATTEO MAURI (PD-IDP). Io non so se posso, ma intervengo solo per dire una cosa. Io penso che abbia ragione sia il collega…
PRESIDENTE. No, collega Mauri, adesso devo dare la parola a favore. Lei può parlare a favore dell'accantonamento, se vuole. Altrimenti si vota l'accantonamento e poi interviene come vuole, dopo.
Ha chiesto di parlare a favore dell'accantonamento l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signora Presidente. Convintamente a favore, per il tema di questo emendamento: si parla di vittime di reati di tipo mafioso, di reati di estorsione, di orfani per crimini domestici e, ovviamente, del conseguente tema delle risorse. Io ho seguito con attenzione l'intervento del collega Giachetti, il quale dice: a che serve mai riportare in Aula questo tema, questa discussione, quando probabilmente non c'è la volontà di ascoltare né di prendere in considerazione, quindi non soltanto ascoltare ma poi agire, dei temi così importanti, con dei “no” a prescindere? Fino ad ora è stato così. Forse un segnale avrebbe potuto dare la percezione che su qualche cosa si può e si deve dialogare, almeno su temi così importanti.
Dicevamo delle risorse e della sensibilità del gruppo di Azione su questo tema: sicuramente non ci fermiamo a questo respingimento, lo abbiamo dimostrato in più occasioni: poiché questo è un tema di grande interesse, presenteremo in Aula, in Commissione, ovunque, in un dibattito pubblico, in una conferenza stampa, delle proposte, che sempre di più permettano al Governo di razionalizzare che, almeno su questi aspetti, non è possibile dire “no”.
Rubo ancora qualche minuto, andando un po' oltre la richiesta dell'accantonamento a favore di questo emendamento.
Mi rifaccio ad una mia recente visita in carcere, signora Presidente, alle Vallette, alla Casa Circondariale Lorusso e Cotugno di Torino, alla situazione che ho vissuto e che ho visto e ad alcuni numeri, che sono stati riportati sia dalle guardie carcerarie che dai detenuti. Ed in particolare mi ha preoccupato il 68,7 per cento delle recidive. Allora, mi chiedo: che cosa vogliamo che sia il carcere? Che sia soltanto punitivo e che non sia rieducativo? Non arriveremo all'emendamento di cui volevo parlare sul 41-bis, dove si parla di case, di strutture per il reinserimento; si parla di tanto ma poi, in realtà, oltre al carcere c'è il poco o il nulla. Oltre al carcere, abbiamo le vittime che rimangono tali, soprattutto quelle dei reati mafiosi, abbiamo chi subisce reati di estorsione che non riesce a risollevarsi e abbiamo gli orfani di crimini domestici che vivono la loro esistenza con segni che sono indelebili (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
A questo punto pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'articolo aggiuntivo 33.02 Bonafe', con il parere contrario del relatore per la maggioranza e favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge [per 59 voti di differenza].
Ha chiesto di parlare a titolo personale il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). A titolo personale, io non sono intervenuto, intanto, e, quindi, non ho un titolo personale…
PRESIDENTE. Sì, perché è intervenuta la deputata Boschi. Collega, su questo emendamento è intervenuta la collega Boschi per cinque minuti, quindi, lei ha uno minuto.
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Benissimo. Scusi. Le volevo dire, però…
PRESIDENTE. Abbia pazienza.
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). …Le volevo dire, scusi Presidente, ha ragione, ma non cambia il senso del discorso. È che, essendo le 19,30 - e credo che parecchi di noi vogliano intervenire a titolo personale -, temo che, purtroppo, dobbiamo rinviare, altrimenti rischiamo di votarlo tra 20 minuti, 25 minuti e siamo molto fuori i tempi. Quindi, la pregherei, visto che lei, in base all'articolo 8, deve organizzare i lavori…
PRESIDENTE. Collega, avendo iniziato le dichiarazioni di voto…
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). No, no, no, guardi, su questo, Presidente, le chiedo scusa. Le chiedo scusa, non abbiamo ancora iniziato le dichiarazioni di voto perché abbiamo votato l'accantonamento, quindi, se noi vogliamo, adesso possiamo parlare in dichiarazione di voto più volte. È successo tante volte, prenda tutti i precedenti - se vuole glieli porto io - in cui noi abbiamo iniziato le dichiarazioni di voto e, addirittura, abbiamo sospeso la seduta per votare il giorno dopo. Quindi, siccome l'accordo era che si chiudeva alle 19,30 e lei non può stabilire quanti di noi vogliono intervenire - sicuramente nel nostro gruppo ci sono alcuni che vogliono intervenire -, io penso che lei, non avendo ancora iniziato le dichiarazioni di voto, non può iniziare con le dichiarazioni di voto…
PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, guardi, io naturalmente prendo atto di quello che lei sta dicendo e valuteremo se ci sono, effettivamente, altri iscritti a parlare che vogliono parlare. Vedremo. Abbiamo già fatto nove dichiarazioni di voto su questo emendamento…
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Sì, certo, ma non dopo l'accantonamento…
PRESIDENTE. No, le abbiamo fatte prima.
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Abbiamo votato l'accantonamento e, adesso, dopo l'accantonamento si può continuare a fare dichiarazioni di voto.
PRESIDENTE. Collega Giachetti, non può diventare un dibattito tra me e lei. Certo che si può continuare, assolutamente, ed è una valutazione della Presidenza…
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Benissimo, siccome ci sono 60.000 precedenti secondo i quali abbiamo sospeso le dichiarazioni di voto e poi abbiamo votato…
PRESIDENTE. Collega, ovviamente, se qualcuno chiede di parlare, ha tutto il diritto di parlare e io non lo interromperò. Adesso andiamo avanti con le dichiarazioni di voto.
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). No, Presidente, finisco. Non è che ognuno non abbia il diritto, ci mancherebbe solo che non abbiamo il diritto di parlare…
PRESIDENTE. Collega…
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Io le sto dicendo che c'è un impegno a chiudere alle 19,30.
PRESIDENTE. Però, collega Giachetti, deve far parlare la Presidenza, va bene? Allora, collega Giachetti, io, ad ora, non ho altri interventi in dichiarazioni di voto. C'è qualcuno che intende intervenire su questo articolo aggiuntivo 33.02 Bonafe'? Se nessuno intende intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 33.02 Bonafe', con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 119).
Secondo le intese intercorse tra i gruppi, interrompiamo l'esame del provvedimento che riprenderà nella seduta di domani a partire dalle ore 9,30.
Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2.
PRESIDENTE. Comunico che, in data 17 settembre 2024, il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2 i deputati Giuseppe Conte e Alfonso Colucci, in sostituzione dei deputati Francesco Silvestri e Vittoria Baldino, dimissionari.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare il deputato Graziano. Ne ha facoltà.
STEFANO GRAZIANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Egidio Lombardi (36 anni, brigadiere); Emilio Ammaturo (41 anni, appuntato); Ciro Alvino (32 anni, carabiniere); Antonio Carbone (21 anni, carabiniere); Domenico Franco (19 anni, carabiniere); Martino Manzo (49 anni, carabiniere); Giuseppe Covino (28 anni, carabiniere); Michele Covino (31 anni, carabiniere); Giuseppe Pagliuca (28 anni, carabiniere); Giuseppe Rocca (23 anni, carabiniere); Nicola Cusatis (30 anni, carabiniere); Domenico Dubini (30 anni, carabiniere); Giovanni Russo (29 anni, carabiniere); Emiddio Scola (40 anni, carabiniere); Carmine Ciaramella (civile); e Francesco Russo (civile).
Colleghe e colleghi, questi sono i nomi di coloro i quali, il 13 settembre del 1943, a Teverola, nella mia città, offrirono la propria vita, divenendo simboli eterni della Resistenza. Quattordici Carabinieri e 2 civili, uomini comuni, ma che, in quel tragico giorno, si elevarono a martiri di una brutalità che non possiamo e non dobbiamo mai dimenticare.
L'armistizio dell'8 settembre del 1943 segnava la fine delle ostilità con gli alleati, ma apriva immediatamente un nuovo fronte contro l'esercito tedesco. Nei giorni successivi, in un contesto di grande confusione, molti reparti italiani scelsero di opporre una strenua resistenza. A Napoli, già dal 9 settembre, i tedeschi, assumendo un atteggiamento ostile, avviarono l'occupazione militare. Tra i numerosi atti di resistenza, i Carabinieri della stazione di Napoli-Porto si distinsero nella difesa della caserma Pastrengo e, l'11 settembre, parteciparono alla protezione del Palazzo dei telefoni, un obiettivo strategico per il controllo delle comunicazioni. Malgrado il loro valore, le truppe tedesche, numericamente superiori e meglio equipaggiate, riuscirono a prevalere. Il 12 settembre, i Carabinieri della stazione di Napoli-Porto subirono un nuovo assalto, questa volta dalla forza delle SS, e, nonostante una resistenza coraggiosa, l'esaurimento delle munizioni li costrinse alla resa.
Dichiarati prigionieri di guerra, vennero ingannati, con la consegna di fucili privi di caricatori e condotti fuori città, insieme ad altri prigionieri. La marcia si concluse a Teverola, dove il 13 settembre i Carabinieri furono condotti, insieme a due civili. Vennero allineati e fucilati a sangue freddo dai soldati tedeschi. Dopo l'eccidio, i documenti delle vittime furono bruciati e alcuni civili furono costretti a scavare una fossa per seppellire i cadaveri; prima della sepoltura, i corpi furono depredati; un ultimo atto di coraggio, che rese ancora più dolorosa questa tragedia.
Ecco, ricordare questo eccidio, per noi, non è solo un dovere, è un monito universale e necessario. Per queste ragioni, oggi, nel ricordo di questi eroi, di tutte le vittime di guerra, eleviamo un inno alla pace, una pace che non è soltanto assenza di conflitti, ma la vera conquista di chi crede nella libertà e nella giustizia, perché, se c'è una lezione che il passato ci ha insegnato, è che le barbarie possono tornare se abbassiamo la guardia. Per questo, dobbiamo vigilare, affinché la storia non si ripeta.
L'Italia, Teverola: per sempre riconoscenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Iaria. Ne ha facoltà.
ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Il 9 settembre scorso un gruppo di cittadini e comitati ha protestato contro un progetto impattante che riguarda un parco molto importante della città di Torino, il parco del Meisino. Questo parco è oggetto di un progetto che andrà a cambiare notevolmente le capacità ambientali del parco e ne modificherà notevolmente anche l'aspetto.
Ma il tema che vorrei portare all'attenzione dell'Aula stasera è il fatto che la protesta, seppur pacifica, è stata sedata con metodi chiaramente molto violenti anche da parte della Polizia. Io sto vedendo che per questo tipo di proteste questo atteggiamento, cioè il fare in modo che le proteste non possano più esserci e che i cittadini che protestano pacificamente abbiano paura di farlo perché si sta instaurando un clima in cui la protesta viene sempre sedata in maniera violenta e anche molto pericolosa per i cittadini stessi, sta diventando una prassi. Io ricordo che protestare pacificamente è un diritto costituzionale e ricordo anche che una protesta di questo genere ha diritto di essere portata anche nelle sale comunali, per far ripartire un dialogo con l'amministrazione che non ha ascoltato questi cittadini e che poi è andata dritta su questo progetto, senza valutarne né l'impatto, né le considerazioni che i cittadini hanno fatto, sempre in maniera civile e pacifica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, grazie. Per suo tramite, vorrei che la Presidenza contattasse e riferisse ai Ministri Schillaci e Piantedosi, che in queste ore - leggo testualmente - stanno studiando quali interventi fare per arginare il numero impressionante di aggressioni al personale medico, in particolare a quello dei pronto soccorso, che esattamente un anno fa avevano annunciato che avrebbero aumentato i presìdi di Forze dell'ordine e di militari all'interno dei pronto soccorso. Vorrei far presente che come l'aumento dei poliziotti e degli uomini delle Forze dell'ordine è stato soltanto una cosa annunciata e non avvenuta, perché tutti i numeri ci fanno capire che sostanzialmente sono stati sostituiti gli uomini e le donne che sono andati in pensione, così i presìdi sono stati o pro forma, poche ore al giorno, o mai aperti, in particolare nelle ore più difficili. Noi crediamo che la difesa del sistema sanitario, del personale medico e dei diritti dei cittadini debba essere fatta in due modi, cioè aumentando i fondi per la sanità e aumentando gli uomini e le donne delle Forze dell'ordine che sono presenti nei presìdi ospedalieri.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Mercoledì 18 settembre 2024 - Ore 9,30:
(ore 9,30 e ore 16,15)
1. Seguito della discussione del disegno di legge:
Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario. (C. 1660-A)
Relatori: ALESSANDRO COLUCCI e MONTARULI (per la I Commissione) e BISA e PITTALIS (per la II Commissione), per la maggioranza; MAGI (per la I Commissione), di minoranza.
2. Seguito della discussione dei disegni di legge:
S. 613 - Ratifica ed esecuzione del Trattato di assistenza giudiziaria in materia penale tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Senegal, fatto a Dakar il 4 gennaio 2018 (Approvato dal Senato). (C. 1149)
Relatrice: MARROCCO.
S. 563 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Ghana in materia di cooperazione nel settore della difesa, fatto ad Accra il 28 novembre 2019 (Approvato dal Senato). (C. 1150)
Relatore: COIN.
S. 676 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica d'Armenia inteso a facilitare l'applicazione della Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959, fatto a Roma il 22 novembre 2019 (Approvato dal Senato). (C. 1260)
Relatore: BILLI.
S. 694 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Kosovo sulla cooperazione di polizia, fatto a Roma il 12 novembre 2020 (Approvato dal Senato). (C. 1388)
Relatore: LOPERFIDO.
3. Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 924-bis - Revisione della disciplina in materia di valutazione delle studentesse e degli studenti, di tutela dell'autorevolezza del personale scolastico nonché di indirizzi scolastici differenziati (Approvato dal Senato). (C. 1830)
Relatrice: DI MAGGIO.
4. Seguito della discussione delle mozioni Bakkali ed altri n. 1-00314, Zanella ed altri n. 1-00317, Baldino ed altri n. 1-00320 e Faraone ed altri n. 1-00323 concernenti iniziative per una riforma della disciplina in materia di cittadinanza .
5. Seguito della discussione delle mozioni Caso ed altri n. 1-00315, Manzi ed altri n. 1-00318, Faraone ed altri n. 1-00319 e Sasso, Amorese, Tassinari, Pisano ed altri n. 1-00321 concernenti iniziative volte a garantire il diritto allo studio .
6. Seguito della discussione della proposta di legge
MULÈ ed altri: Istituzione della Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi durante la seconda Guerra mondiale. (C. 1835-A)
e dell'abbinata proposta di legge: CAVANDOLI ed altri (C. 1851)
Relatore: MULÈ.
7. Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulle richieste di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Vittorio Sgarbi (deputato all'epoca dei fatti). (Doc. IV-ter, n. 3-A)
Relatrice: DONDI.
8. Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento civile nei confronti di Vittorio Sgarbi (deputato all'epoca dei fatti). (Doc. IV-ter, n. 8-A)
Relatrice: CAVANDOLI.
(ore 15)
9. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .
La seduta termina alle 19,40.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nelle votazioni nn. 16, 24 e 58 la deputata Matone ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nelle votazioni n. 20 il deputato De Corato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 28 il deputato Scotto ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;
nelle votazioni nn. 27, 28, 29 e 30 la deputata Loizzo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nelle votazioni nn. 34, 35, 39, 40, 41, 69 e 88 il deputato Dell'Olio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 36 il deputato Prisco ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nelle votazioni nn. 39 e 64 la deputata L'Abbate ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nelle votazioni nn. 42 e 53 il deputato Ruspandini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 44 la deputata Longi ha segnalato che non è riuscita a votare;
nella votazione n. 46 la deputata Longi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 48 la deputata Morfino ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;
nelle votazioni nn. 56 e 66 il deputato Fede ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 63 il deputato Molteni ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;
nelle votazioni nn. 71 e 99 il deputato Maullu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 74 il deputato Soumahoro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 74 il deputato Dell'Olio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 76 il deputato Amato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 80 la deputata Marianna Ricciardi ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 87 il deputato Amorese ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 98 il deputato Maullu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 98 il deputato De Maria ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;
nella votazione n. 103 il deputato Amich ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 109 la deputata Montaruli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 111 il deputato Soumahoro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 118 il deputato De Corato ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | DDL 1660-A - EM 20.1 | 284 | 206 | 78 | 104 | 35 | 171 | 62 | Resp. |
2 | Nominale | EM 20.2 | 281 | 267 | 14 | 134 | 105 | 162 | 61 | Resp. |
3 | Nominale | EM 20.1002 | 284 | 264 | 20 | 133 | 100 | 164 | 61 | Resp. |
4 | Nominale | ARTICOLO 20 | 286 | 275 | 11 | 138 | 161 | 114 | 61 | Appr. |
5 | Nominale | EM 21.1004 | 290 | 177 | 113 | 89 | 12 | 165 | 60 | Resp. |
6 | Nominale | EM 21.1 | 288 | 283 | 5 | 142 | 117 | 166 | 60 | Resp. |
7 | Nominale | EM 21.1005 | 288 | 248 | 40 | 125 | 84 | 164 | 60 | Resp. |
8 | Nominale | ARTICOLO 21 | 288 | 275 | 13 | 138 | 162 | 113 | 60 | Appr. |
9 | Nominale | ART AGG 21.01 | 292 | 178 | 114 | 90 | 13 | 165 | 60 | Resp. |
10 | Nominale | ART AGG 21.01003 | 282 | 227 | 55 | 114 | 68 | 159 | 60 | Resp. |
11 | Nominale | ART AGG 21.01005 | 289 | 283 | 6 | 142 | 120 | 163 | 60 | Resp. |
12 | Nominale | ART AGG 21.01006 | 286 | 282 | 4 | 142 | 121 | 161 | 60 | Resp. |
13 | Nominale | ART AGG 21.01007 | 288 | 284 | 4 | 143 | 121 | 163 | 60 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | ART AGG 21.01008 | 288 | 285 | 3 | 143 | 122 | 163 | 60 | Resp. |
15 | Nominale | ART AGG 21.01000 | 290 | 288 | 2 | 145 | 125 | 163 | 59 | Resp. |
16 | Nominale | ART AGG 21.01001 | 289 | 286 | 3 | 144 | 123 | 163 | 59 | Resp. |
17 | Nominale | ART AGG 21.01002 | 292 | 290 | 2 | 146 | 125 | 165 | 59 | Resp. |
18 | Nominale | EM 22.1000 | 293 | 290 | 3 | 146 | 125 | 165 | 59 | Resp. |
19 | Nominale | ARTICOLO 22 | 289 | 275 | 14 | 138 | 162 | 113 | 59 | Appr. |
20 | Nominale | ART AGG 22.01000 | 283 | 283 | 0 | 142 | 122 | 161 | 59 | Resp. |
21 | Nominale | EM 23.1000 | 288 | 284 | 4 | 143 | 121 | 163 | 59 | Resp. |
22 | Nominale | ARTICOLO 23 | 295 | 282 | 13 | 142 | 165 | 117 | 58 | Appr. |
23 | Nominale | ART AGG 23.01001 | 294 | 293 | 1 | 147 | 128 | 165 | 58 | Resp. |
24 | Nominale | EM 24.1, 24.2, 24.3, 24.1002 | 291 | 277 | 14 | 139 | 115 | 162 | 58 | Resp. |
25 | Nominale | EM 24.5 | 290 | 268 | 22 | 135 | 108 | 160 | 58 | Resp. |
26 | Nominale | EM 24.1000 | 285 | 264 | 21 | 133 | 104 | 160 | 58 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nominale | EM 24.1001 | 292 | 278 | 14 | 140 | 114 | 164 | 58 | Resp. |
28 | Nominale | ARTICOLO 24 | 292 | 279 | 13 | 140 | 164 | 115 | 58 | Appr. |
29 | Nominale | EM 25.1 | 288 | 276 | 12 | 139 | 117 | 159 | 58 | Resp. |
30 | Nominale | EM 25.12, 25.13 | 291 | 287 | 4 | 144 | 126 | 161 | 58 | Resp. |
31 | Nominale | ARTICOLO 25 | 292 | 279 | 13 | 140 | 164 | 115 | 58 | Appr. |
32 | Nominale | EM 26.1012, 26.2, 26.3, 26.1005 | 297 | 294 | 3 | 148 | 124 | 170 | 56 | Resp. |
33 | Nominale | EM 26.1013 | 286 | 282 | 4 | 142 | 119 | 163 | 55 | Resp. |
34 | Nominale | EM 26.36 | 288 | 285 | 3 | 143 | 121 | 164 | 55 | Resp. |
35 | Nominale | EM 26.5 | 286 | 283 | 3 | 142 | 120 | 163 | 55 | Resp. |
36 | Nominale | EM 26.6 | 285 | 281 | 4 | 141 | 119 | 162 | 55 | Resp. |
37 | Nominale | EM 26.7 | 291 | 288 | 3 | 145 | 123 | 165 | 55 | Resp. |
38 | Nominale | EM 26.8 | 292 | 289 | 3 | 145 | 123 | 166 | 55 | Resp. |
39 | Nominale | EM 26.9 | 291 | 287 | 4 | 144 | 120 | 167 | 55 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nominale | EM 26.10 | 286 | 282 | 4 | 142 | 117 | 165 | 55 | Resp. |
41 | Nominale | EM 26.11 | 288 | 284 | 4 | 143 | 119 | 165 | 55 | Resp. |
42 | Nominale | EM 26.13, 26.14 | 290 | 286 | 4 | 144 | 122 | 164 | 55 | Resp. |
43 | Nominale | EM 26.20 | 295 | 291 | 4 | 146 | 121 | 170 | 54 | Resp. |
44 | Segreta | SUBEM 0.26.500.2, 0.26.500.3 | 302 | 301 | 1 | 151 | 133 | 168 | 54 | Resp. |
45 | Nominale | SUBEM 0.26.500.4 | 304 | 300 | 4 | 151 | 126 | 174 | 54 | Resp. |
46 | Nominale | SUBEM 0.26.500.1 | 303 | 299 | 4 | 150 | 126 | 173 | 54 | Resp. |
47 | Nominale | EM 26.500 | 304 | 296 | 8 | 149 | 172 | 124 | 54 | Appr. |
48 | Nominale | ARTICOLO 26 | 302 | 299 | 3 | 150 | 175 | 124 | 54 | Appr. |
49 | Nominale | ART AGG 26.01 | 302 | 298 | 4 | 150 | 131 | 167 | 54 | Resp. |
50 | Nominale | ART AGG 26.03 | 300 | 296 | 4 | 149 | 123 | 173 | 54 | Resp. |
51 | Nominale | ART AGG 26.04 | 300 | 297 | 3 | 149 | 125 | 172 | 54 | Resp. |
52 | Nominale | ART AGG 26.011 | 300 | 296 | 4 | 149 | 125 | 171 | 54 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 5 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
53 | Nominale | ART AGG 26.012 | 297 | 293 | 4 | 147 | 124 | 169 | 54 | Resp. |
54 | Nominale | ART AGG 26.01004 | 299 | 294 | 5 | 148 | 124 | 170 | 54 | Resp. |
55 | Nominale | ART AGG 26.020 | 296 | 292 | 4 | 147 | 122 | 170 | 54 | Resp. |
56 | Nominale | ART AGG 26.01005 | 300 | 296 | 4 | 149 | 123 | 173 | 54 | Resp. |
57 | Nominale | ART AGG 26.01006 | 303 | 299 | 4 | 150 | 125 | 174 | 53 | Resp. |
58 | Nominale | ART AGG 26.01008 | 299 | 294 | 5 | 148 | 123 | 171 | 53 | Resp. |
59 | Nominale | ART AGG 26.01009 | 302 | 297 | 5 | 149 | 124 | 173 | 53 | Resp. |
60 | Nominale | ART AGG 26.01007 | 300 | 295 | 5 | 148 | 123 | 172 | 53 | Resp. |
61 | Nominale | ART AGG 26.01010 | 302 | 297 | 5 | 149 | 122 | 175 | 53 | Resp. |
62 | Nominale | ART AGG 26.09 | 302 | 297 | 5 | 149 | 122 | 175 | 52 | Resp. |
63 | Nominale | ART AGG 26.01050 | 303 | 298 | 5 | 150 | 126 | 172 | 52 | Resp. |
64 | Nominale | ART AGG 26.01011 | 298 | 293 | 5 | 147 | 122 | 171 | 52 | Resp. |
65 | Nominale | ART AGG 26.018 | 302 | 297 | 5 | 149 | 123 | 174 | 52 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 6 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
66 | Nominale | ART AGG 26.01015 | 303 | 299 | 4 | 150 | 123 | 176 | 52 | Resp. |
67 | Nominale | ART AGG 26.01012 | 302 | 298 | 4 | 150 | 124 | 174 | 52 | Resp. |
68 | Nominale | ART AGG 26.01013 | 302 | 297 | 5 | 149 | 124 | 173 | 52 | Resp. |
69 | Nominale | EM 27.6 | 291 | 287 | 4 | 144 | 119 | 168 | 52 | Resp. |
70 | Nominale | EM 27.1001 | 294 | 290 | 4 | 146 | 120 | 170 | 52 | Resp. |
71 | Nominale | EM 27.1002, 27.1011 | 290 | 289 | 1 | 145 | 118 | 171 | 52 | Resp. |
72 | Nominale | EM 27.1006 | 286 | 274 | 12 | 138 | 110 | 164 | 52 | Resp. |
73 | Nominale | EM 27.1005 | 285 | 281 | 4 | 141 | 113 | 168 | 52 | Resp. |
74 | Nominale | ARTICOLO 27 | 287 | 285 | 2 | 143 | 169 | 116 | 52 | Appr. |
75 | Nominale | MANTENIMENTO ARTICOLO 28 | 288 | 284 | 4 | 143 | 176 | 108 | 52 | Appr. |
76 | Nominale | MANTENIMENTO ARTICOLO 29 | 291 | 287 | 4 | 144 | 177 | 110 | 52 | Appr. |
77 | Nominale | EM 30.1 | 290 | 216 | 74 | 109 | 45 | 171 | 52 | Resp. |
78 | Nominale | EM 30.2 | 277 | 273 | 4 | 137 | 111 | 162 | 52 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 7 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
79 | Nominale | ARTICOLO 30 | 278 | 268 | 10 | 135 | 164 | 104 | 52 | Appr. |
80 | Nominale | ART AGG 30.01 | 278 | 274 | 4 | 138 | 109 | 165 | 52 | Resp. |
81 | Nominale | ART AGG 30.02 | 283 | 279 | 4 | 140 | 111 | 168 | 52 | Resp. |
82 | Nominale | ART AGG 30.03 | 289 | 285 | 4 | 143 | 116 | 169 | 52 | Resp. |
83 | Nominale | ART AGG 30.04 | 289 | 285 | 4 | 143 | 116 | 169 | 52 | Resp. |
84 | Nominale | ART AGG 30.05 | 290 | 286 | 4 | 144 | 116 | 170 | 52 | Resp. |
85 | Nominale | ART AGG 30.06 | 288 | 283 | 5 | 142 | 113 | 170 | 52 | Resp. |
86 | Nominale | ART AGG 30.07 | 288 | 284 | 4 | 143 | 117 | 167 | 52 | Resp. |
87 | Nominale | ART AGG 30.021 | 289 | 284 | 5 | 143 | 117 | 167 | 52 | Resp. |
88 | Nominale | ART AGG 30.022 | 287 | 282 | 5 | 142 | 114 | 168 | 52 | Resp. |
89 | Nominale | ART AGG 30.023 | 289 | 284 | 5 | 143 | 113 | 171 | 52 | Resp. |
90 | Nominale | ART AGG 30.024 | 294 | 289 | 5 | 145 | 117 | 172 | 52 | Resp. |
91 | Nominale | ART AGG 30.025 | 297 | 292 | 5 | 147 | 119 | 173 | 52 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 8 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
92 | Nominale | ART AGG 30.026 | 295 | 292 | 3 | 147 | 118 | 174 | 52 | Resp. |
93 | Nominale | EM 31.1 | 281 | 222 | 59 | 112 | 52 | 170 | 52 | Resp. |
94 | Nominale | EM 31.3 | 260 | 248 | 12 | 125 | 105 | 143 | 52 | Resp. |
95 | Nominale | EM 31.1000 | 272 | 270 | 2 | 136 | 117 | 153 | 52 | Resp. |
96 | Nominale | EM 31.1001 | 274 | 270 | 4 | 136 | 116 | 154 | 52 | Resp. |
97 | Nominale | EM 31.4 | 277 | 273 | 4 | 137 | 117 | 156 | 52 | Resp. |
98 | Nominale | ARTICOLO 31 | 276 | 273 | 3 | 137 | 163 | 110 | 52 | Appr. |
99 | Nominale | ART AGG 31.01000 | 279 | 276 | 3 | 139 | 117 | 159 | 51 | Resp. |
100 | Nominale | EM 32.1000 | 286 | 283 | 3 | 142 | 114 | 169 | 51 | Resp. |
101 | Nominale | ARTICOLO 32 | 287 | 277 | 10 | 139 | 167 | 110 | 51 | Appr. |
102 | Nominale | EM 33.1 | 281 | 278 | 3 | 140 | 112 | 166 | 51 | Resp. |
103 | Nominale | EM 33.2 | 283 | 280 | 3 | 141 | 113 | 167 | 51 | Resp. |
104 | Nominale | EM 33.1001 | 282 | 279 | 3 | 140 | 111 | 168 | 51 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 9 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 117) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
105 | Nominale | EM 33.3 | 280 | 277 | 3 | 139 | 111 | 166 | 51 | Resp. |
106 | Nominale | EM 33.4 | 280 | 264 | 16 | 133 | 98 | 166 | 51 | Resp. |
107 | Nominale | EM 33.5 | 283 | 266 | 17 | 134 | 100 | 166 | 51 | Resp. |
108 | Nominale | EM 33.8 | 285 | 212 | 73 | 107 | 38 | 174 | 51 | Resp. |
109 | Nominale | EM 33.9 | 284 | 281 | 3 | 141 | 112 | 169 | 51 | Resp. |
110 | Nominale | EM 33.10 | 285 | 282 | 3 | 142 | 114 | 168 | 51 | Resp. |
111 | Nominale | EM 33.11 | 282 | 265 | 17 | 133 | 99 | 166 | 51 | Resp. |
112 | Nominale | EM 33.12 | 287 | 284 | 3 | 143 | 116 | 168 | 51 | Resp. |
113 | Nominale | EM 33.13 | 285 | 269 | 16 | 135 | 103 | 166 | 51 | Resp. |
114 | Nominale | EM 33.14 | 283 | 280 | 3 | 141 | 113 | 167 | 51 | Resp. |
115 | Nominale | EM 33.15 | 283 | 273 | 10 | 137 | 109 | 164 | 51 | Resp. |
116 | Nominale | EM 33.1000 | 285 | 275 | 10 | 138 | 108 | 167 | 51 | Resp. |
117 | Nominale | ARTICOLO 33 | 288 | 286 | 2 | 144 | 176 | 110 | 51 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 10 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 118 AL N. 119) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
118 | Nominale | ART AGG 33.01000 | 287 | 283 | 4 | 142 | 119 | 164 | 51 | Resp. |
119 | Nominale | ART AGG 33.02 | 272 | 269 | 3 | 135 | 108 | 161 | 51 | Resp. |