Sulla pubblicità dei lavori:
Saccani Jotti Gloria , Presidente ... 3
INDAGINE CONOSCITIVA SUI DISTURBI DELL'ALIMENTAZIONE IN ETÀ INFANTILE E ADOLESCENZIALE E SULLE STRATEGIE DI PREVENZIONE
Audizione, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui disturbi dell'alimentazione in età infantile e adolescenziale e sulle strategie di prevenzione, di: Gian Luigi de'Angelis, Professore ordinario di gastroenterologia e direttore della Scuola di Specializzazione in malattie dell'apparato digerente dell'Università di Parma, in videoconferenza; Giovanni Monteleone, Professore ordinario di gastroenterologia, Dipartimento di Medicina dei sistemi, Università Tor Vergata di Roma e direttore dell'U.O.C. di gastroenterologia del Policlinico Tor Vergata; Massimiliano Caprio, Professore ordinario di endocrinologia, Università San Raffaele di Roma e responsabile del Laboratorio di endocrinologia cardiovascolare dell'IRCCS San Raffaele di Roma.
Saccani Jotti Gloria , Presidente ... 3 ... 3 ... 4 ... 6
Monteleone Giovanni ... 6
Saccani Jotti Gloria , Presidente ... 8
Caprio Massimiliano ... 8
Saccani Jotti Gloria , Presidente ... 10
Marchetto Aliprandi Marina (FDI) ... 10
Saccani Jotti Gloria , Presidente ... 10
Allegato 1: Documentazione depositata da Gian Luigi de' Angelis, Professore ordinario di gastroenterologia e direttore della Scuola di Specializzazione in malattie dell'apparato digerente dell'Università di Parma ... 11
Allegato 2: Documentazione depositata da Giovanni Monteleone, Professore ordinario di gastroenterologia, Dipartimento di Medicina dei sistemi, Università Tor Vergata di Roma e direttore dell'U.O.C. di gastroenterologia del Policlinico Tor Vergata ... 33
Allegato 3: Documentazione depositata da Massimiliano Caprio, Professore ordinario di endocrinologia, Università San Raffaele di Roma e responsabile del Laboratorio di endocrinologia cardiovascolare dell'IRCCS San Raffaele di Roma ... 51
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE
GLORIA SACCANI JOTTI
La seduta comincia alle 14.30.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Buongiorno a tutti. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
(Così rimane stabilito).
Audizione, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui disturbi dell'alimentazione in età infantile e adolescenziale e sulle strategie di prevenzione, di: Gian Luigi de'Angelis, Professore ordinario di gastroenterologia e direttore della Scuola di Specializzazione in malattie dell'apparato digerente dell'Università di Parma, in videoconferenza; Giovanni Monteleone, Professore ordinario di gastroenterologia, Dipartimento di Medicina dei sistemi, Università Tor Vergata di Roma e direttore dell'U.O.C. di gastroenterologia del Policlinico Tor Vergata; Massimiliano Caprio, Professore ordinario di endocrinologia, Università San Raffaele di Roma e responsabile del Laboratorio di endocrinologia cardiovascolare dell'IRCCS San Raffaele di Roma.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui disturbi dell'alimentazione in età infantile e adolescenziale e sulle strategie di prevenzione, l'audizione del professor Giovanni Monteleone, ordinario di gastroenterologia, Dipartimento di Medicina dei sistemi, Università Tor Vergata di Roma e direttore dell'U.O.C. di gastroenterologia del Policlinico Tor Vergata; del professor Massimiliano Caprio, ordinario di endocrinologia, Università San Raffaele di Roma e responsabile del Laboratorio di endocrinologia cardiovascolare dell'IRCCS San Raffaele di Roma e l'audizione, in videoconferenza, del professor Gianluigi de'Angelis, ordinario di gastroenterologia e direttore della Scuola di Specializzazione in malattie dell'apparato digerente dell'Università di Parma nonché pediatra.
A nome di tutti i commissari do il benvenuto ai nostri ospiti, che ringrazio per la disponibilità a intervenire all'odierna seduta.
Comunico che il professor Monteleone ha già messo a disposizione della Commissione la documentazione, che sarà distribuita. Gli altri auditi provvederanno a inviarla alla Commissione che la farà pervenire ai commissari.
Iniziamo con il professore Gianluigi de'Angelis, collegato in videoconferenza, a cui do subito la parola.
GIAN LUIGI de'ANGELIS (intervento in videoconferenza). Buongiorno a tutti. Grazie, Presidente, professoressa Saccani, e cari colleghi. Ho preparato una velocissima disamina sull'obesità principalmente del bambino. Non so se posso condividere delle diapositive.
PRESIDENTE. I tecnici mi dicono di sì. Serve aiuto, abbiamo problemi?
GIAN LUIGI de'ANGELIS (intervento in videoconferenza). Sì, ho problemi.
Pag. 4PRESIDENTE. Eventualmente parliamo e poi le farà pervenire successivamente. Grazie.
GIAN LUIGI de'ANGELIS (intervento in videoconferenza). I dati del 2016 danno una prevalenza di obesità in età pediatrica. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sono oltre 340 milioni i bambini e gli adolescenti tra i 5 e i 9 anni che sono in sovrappeso o obesi.
I dati del National Health Nutrition Examination Survey mostrano che il 16,1 per cento dei giovani tra 2 e 19 anni sono in sovrappeso, il 19,3 sono obesi e il 6,1 dimostrano un'obesità di classe terza, ovverosia l'obesità più importante, quella che è obbligatoriamente legata a complicanze cliniche.
Il problema clinico richiede non solo un'attenzione e un'applicazione delle misure preventive, ma è sempre più una necessità di misure terapeutiche data anche la prevalenza in età pediatrica.
I dati del Childhood Obesity Surveillance Initiative (COSI) 2015-2017 fanno vedere che l'Italia a questo livello è la quarta in Europa come prevalenza di obesità sopra al 30 per cento.
Sempre uno studio dell'OMS nei bambini tra 7 e 9 anni fa vedere che l'Italia è addirittura al terzo posto con una percentuale di obesità superiore al 20 per cento.
Le ultime stime dell'OMS rilevano che il 50 per cento degli adulti è obeso e il 30 per cento dei bambini e degli adolescenti è obeso.
È stato istituito il World Obesity Day, che quest'anno si è svolto il 4 marzo e che è stato in pratica celebrato in tutte le Nazioni, compresa l'Italia, con iniziative regionali, cittadine e a livello nazionale.
Dal 2008, se non sbaglio, abbiamo questa organizzazione, «OKkio alla salute», voluta dal Ministero della sanità, che ha fatto quattro grosse raccolte di dati, la prima nel 2008-2009 e l'ultima nel 2019, che dimostra come ormai c'è un'assoluta consapevolezza dell'importanza del problema. L'ultimo campione è stato fatto su 53 mila bambini iscritti di 2700 classi con altrettanti genitori e questo fa vedere lo sforzo che si comincia a fare a tutti i livelli.
Per parlare di prevenzione e cura dell'obesità, dobbiamo innanzitutto avere la consapevolezza del problema e conoscere scientificamente il problema. Dopodiché la prevenzione va fatta con l'istruzione e i progetti scolastici, con il riconoscimento a livello clinico precoce degli stati patologici, con l'attuazione di misure correttive che possano evitare lo sviluppo dell'obesità, tipo lo sport e l'alimentazione. Occorre chiaramente abolire quelle abitudini scorrette che ormai culturalmente, spesso e volentieri, si associano all'obesità, cioè in primis il fumo e l'alcol.
Come arrivare, adesso parlando in termini proprio generici, a quest'obiettivo? Innanzitutto partendo dall'istruzione, con i progetti scolastici. Sappiamo che la scuola ha un'assoluta importanza nel rapportare il bambino tra la famiglia dove nasce e la società dove vivrà. La prevenzione primaria va fatta in età infantile, bisogna parlare di vera e propria malattia dell'obesità e non aver paura di urtare la suscettibilità del futuro bambino obeso. Bisogna far capire anche alle famiglie che una grossa conoscenza del problema è fondamentale per conoscerlo e sapere che l'istruzione è una consapevolezza da questo punto di vista, anche perché una popolazione colta è chiaramente una popolazione libera e attenta.
Bisogna riconoscere precocemente gli stati patologici, la consapevolezza degli stili di vita che possano comportare delle evoluzioni differenti e la fondamentale importanza dell'ambiente familiare. Non abbiamo studi specifici, però sappiamo che le famiglie dove il papà e la mamma sono obesi sono famiglie dove non c'è una cultura del cibo e della quantità del cibo, che spesso e volentieri viene tradotta ai figli in maniera assolutamente spontanea.
Poi abbiamo misure correttive come, ad esempio, lo sport, che ancora adesso, specie in Europa, è visto dai genitori come un qualcosa che dovrà portare il bambino piccolo a essere un futuro campione. Lo sport deve essere inteso, invece, come un qualcosa di assolutamente fondamentale per la salute metabolica. Bisogna avere la prevenzione della sedentarietà.Pag. 5
I mass media attuali, i video e i computer cercano di portare il bambino alla sedentarietà, ovverosia a far sfogare tutti i suoi lati di vivacità all'interno di uno schermo, stando fermi. Bisogna invece far capire che lo sport, ad esempio, è fondamentale per il corretto accrescimento osteomuscolare, per cui è fondamentale anche per la prevenzione di malattie dell'età adulta avanzata, basti pensare all'osteoporosi. Bisogna insistere sul concetto che anche lo sport è un insegnamento di socialità, cioè il bambino con lo sport deve imparare a relazionarsi con gli altri nella giusta maniera, senza aggressività, senza vittimismo, ma con la consapevolezza di fare qualcosa di utile.
Bisogna peraltro avere una cultura dell'alimentazione per abituare il gusto del bambino. Il bambino ha dei gusti che geneticamente possono essere in qualche modo preordinati, però si può adattare specie con un'alimentazione sana.
L'alimentazione sana è obbligatoriamente un'alimentazione varia ed equilibrata dal punto di vista calorico. Anche qui bisogna abituare il bambino alle corrette porzioni. È chiaro che, per abituare il bambino, anche l'adulto la deve conoscere.
La corretta alimentazione deve essere una finalità da ricercare dentro e fuori le mura di casa, anche perché, con i nuovi metodi di insegnamento, i bambini ormai precocemente vanno fuori dall'ambiente familiare e si devono alimentare anche al di fuori.
Occorre abolire le abitudini scorrette, cosa fondamentale, perché le abitudini scorrette aumentano sicuramente la tendenza all'obesità. In pratica stiamo parlando di fumo e di alcol.
Il fumo, dopo un periodo secondario e dopo le grosse scoperte dal 1960 in poi in cui è stato giustamente condannato, ha avuto una ripresa a tutti i livelli, specie nelle classi sociali meno abbienti. Bisogna educare a evitare il fumo di tutti i tipi, fumo attivo e passivo, e fare delle campagne di sensibilizzazione, con la consapevolezza dei danni, e non limitarsi soltanto al fatto di indicare i danni del fumo sui pacchetti di sigarette.
Ci sarebbe anche da far applicare le leggi antifumo. Personalmente sono stato uno di coloro che l'ospedale ha incaricato di non far fumare all'interno dei locali, ma è un qualcosa per un professionista, al di fuori da determinati schemi, assolutamente non facile da attuare.
Anche l'alcol ha messo in un allarme adesso veramente importante. Il binge drinking, ad esempio nei ragazzi, ormai si ha anche all'età di 14/15 anni, cioè della prima post pubertà. Il fatto di ingerire grossissime quantità di alcol in poco tempo è ancora più destruente.
Il problema è che l'alcol ancora adesso nelle pubblicità viene considerato, anche per motivi economici, alla base del divertimento. È chiaro che un esercizio guadagna di più vendendo l'alcol che l'acqua, ecco perché bisognerebbe controllare la vendita degli alcolici in maniera importante. Ad esempio, gli alcolici venduti in bottiglia non dovrebbero girare nei centri storici delle città, invece questa è una legge che viene totalmente elusa sia dai venditori sia dai giovani.
Occorre stigmatizzare il pericolo dell'alcol alla guida non soltanto soggettivamente – purtroppo il giovane soggettivamente non ha così presente il concetto di morte – però bisognerebbe far capire il concetto di uccidere altre persone e, da quel punto di vista, l'omicidio stradale dovrebbe essere insegnato, a mio parere, anche nelle scuole secondarie, nelle medie e nei licei.
Riguardo le campagne di sensibilizzazione, nell'approccio alle scorrette abitudini alimentari è necessario che le istituzioni coinvolgano i professionisti, che in vari luoghi e a vari livelli si intendono di sanità, per la creazione di percorsi di istruzione, ma anche di limitazione.
Le campagne di sensibilizzazione debbono essere parte integrante dei programmi scolastici e, nei casi in cui c'è la necessità, bisogna coinvolgere anche l'intero nucleo familiare.
Concludo dicendo che gli Stati Uniti stanno entrando in una consapevolezza delle complicanze, per cui si stanno lanciando in iter terapeutici che sono veramente pericolosi, ad esempio i percorsi della chirurgia Pag. 6bariatrica anche nel bambino. È stato approvato il bypass gastrico, attualmente la sleeve gastrectomy, ovvero l'asportazione del fondo gastrico con le cellule ormonali, che sta dando i maggiori risultati, mentre il banding per fortuna è quasi abolito.
Abbiamo delle linee guida dell'American Academy of Pediatrics che considera questo tipo di intervento importante per le classi di obesità seconda, cioè al di sopra del 35 per cento di indice di massa corporea (BMI), e terza al di sopra del 40.
Quello che dobbiamo dire è che abbiamo già parecchie casistiche: ce n'è una sempre dell'American Academy of Pediatrics che è fatta su circa 300/350 ragazzi, che non hanno ancora però un follow up abbastanza importante.
La cosa che ci fa più riflettere è che è vero che i criteri sono abbastanza restrittivi, sei mesi di intervento in centri specializzati con complete maturazioni – queste ve le manderò con le diapositive – però è altrettanto vero che non conosciamo la problematica a lungo termine di questo tipo di interventi, che potrebbe avere delle conseguenze veramente distruttive.
Anche i tentativi endoscopici di mettere palloni intragastrici possono dare delle conseguenze negative, non solo dal punto di vista strettamente fisico, ma anche dal punto di vista psichico, perché in pratica è un condizionamento in negativo.
Per concludere, l'obesità va considerata una patologia severa anche in età pediatrica. Nel momento in cui si instaura è di estrema difficoltà, come nell'individuo adulto del resto, riportare i parametri nutrizionali alla normalità. C'è anche da dire che nel bambino, come nell'adulto, la tendenza poi alla recidiva è velocissima e in un'elevata percentuale.
È necessario rimandare, a mio parere, il più possibile metodi invasivi come quelli che abbiamo visto (chirurgici ed endoscopici) per le ancora limitate conoscenze a lungo termine di queste manovre e il ruolo assolutamente insostituibile attualmente è quello della prevenzione a tutti i livelli, primaria, secondaria e terziaria nei casi in cui abbiamo già le complicanze.
Io mi fermerei qui e vi ringrazio.
PRESIDENTE. Grazie al professor de'Angelis. Restiamo in attesa della memoria con le slides da distribuire ai membri della Commissione.
Do la parola al professor Monteleone.
GIOVANNI MONTELEONE. Grazie, Presidente, per l'invito. Avrei una presentazione, con delle slides.
Vorrei iniziare questo intervento ricordando che l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente modificato la descrizione di quelli che sono i disturbi connessi all'alimentazione.
Oggi vengono raggruppati sotto il nome di malnutrizione sia i disturbi del comportamento alimentare, che sono a impronta psicologica o psichiatrica più frequenti nel genere femminile; sia i disturbi che sono collegati a un eccesso di introito calorico, come il sovrappeso e l'obesità e poi i quadri di denutrizione.
Per motivi di tempo mi limiterò semplicemente a descrivere i dati epidemiologici, le misure preventive adottate e quelle che si potranno adottare per combattere lo stato di sovrappeso e di obesità.
In Italia abbiamo degli ottimi sistemi di sorveglianza epidemiologica. Uno lo vedete qui indicato, si chiama «OKkio alla salute», è un sistema promosso dal Ministero della salute e coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità con la partecipazione di alcune regioni.
Questo sistema fin dal 2008 ci dà una fotografia ben precisa di quello che è lo stato ponderale dei bambini tra 8 e 9 anni, descrivendone anche la variabilità geografica e quelli che sono gli stili di vita dei bambini.
Il dato che emerge, fin dalla prima valutazione nel 2008, è un dato alquanto allarmante, perché vedete che oltre il 30 per cento dei bambini era in uno stato di sovrappeso o di obesità. Per questo motivo sono state adottate una serie di misure correttive o preventive, tra cui introdurre l'educazione alimentare nell'attività curriculare, migliorare la dieta scolastica, incrementare le ore di attività fisica, anche con vari programmi di sensibilizzazione delle famiglie.Pag. 7
Queste misure hanno garantito un progressivo declino delle percentuali di frequenza di obesità e sovrappeso, ma l'ultima valutazione ci fa capire che il problema è ancora importante, perché in Italia un bambino su tre continua a essere in sovrappeso o francamente obeso, cifra che pone l'Italia purtroppo al quarto posto tra i Paesi europei per percentuali di frequenza di sovrappeso e di obesità.
Come avete sentito nella precedente relazione, questo è un problema preoccupante, in quanto l'obesità oggi è considerata una vera e propria patologia, che può essere gravata da tante complicanze. È un fattore di rischio importante per il diabete di secondo tipo nell'età pediatrica, ma è un fattore di rischio per malattie infettive, malattie immunomediate, malattie neoplastiche.
I dati che emergono dall'ultimo rapporto Istat, che considera lo stato di sovrappeso e obesità stratificati per età dei bambini, ci fa capire che il picco maggiore di incidenza si ha tra i 6 e i 10 anni. Ma un altro picco che, a mio avviso, è molto più preoccupante, è quello che compare tra i 3 e i 5 anni, perché l'obesità in questa fascia d'età si complica maggiormente ed è l'obesità che risponde di meno ai trattamenti dietetici nella fase adulta.
Il dato ci fa anche ipotizzare che i meccanismi patogenetici che portano a questa precoce obesità si instaurino molto prima nella fase di vita, quindi nella prima infanzia o addirittura durante la gravidanza. Questa premessa ha indotto molti Paesi europei ad adottare una serie di misure preventive, tra cui quello di ridurre l'introito calorico giornaliero e aumentare l'attività fisica durante la gravidanza, durante i primi due anni di vita o durante l'età prescolare.
Purtroppo va detto che gran parte di queste misure hanno avuto un risultato nullo o un risultato inefficace in termini di riduzione di percentuale di casi di obesità o di bambini in sovrappeso.
Quali sono le ragioni di fronte a una situazione così allarmante e negativa per quanto riguarda le misure preventive?
Di ragioni ce ne sarebbero tante, mi limito a sottolinearne alcune.
La prima è che l'azione è limitata a un periodo di vita o a una fascia di età – avete sentito che si parla di interventi durante la gravidanza o l'età prescolare o l'età scolare – senza tener conto che le alterazioni che portano a queste problematiche sono azioni che possono in qualche modo perdurare nel tempo.
Gli interventi finora sono in gran parte interventi settoriali o interventi di prevenzione primaria o secondaria. Il dato che avete sentito nel precedente intervento è che spesso si tratta di misure che mirano a correggere uno o pochi fattori predisponenti, senza tenere in considerazione il fatto che stiamo parlando di una patologia purtroppo multifattoriale, in cui molteplici fattori contribuiscono a determinare lo stato di sovrappeso e obesità.
Vi ho indicato alcuni dei fattori importanti durante la gravidanza. Va sottolineato che ancora oggi non diamo e non è stato mai dato alcun rilievo a questo aspetto che può comparire durante la prima fase di vita, ossia che l'uso di antibiotici possa essere un importante fattore di rischio per lo stato di sovrappeso e obesità. Esistono fattori di rischio connessi al comportamento del bambino, ma forse quello più difficile, anche da un punto di vista politico, da gestire, è lo stato socio-economico e culturale della famiglia.
Un bambino ha un maggior rischio di sovrappeso o di diventare obeso se nasce in una famiglia in cui i genitori sono obesi, se nasce in una famiglia in cui le condizioni socio-economiche purtroppo sono estremamente disagiate o se nasce in una famiglia in cui il livello culturale è basso. Tutte queste situazioni spesso vengono documentate e registrate nelle regioni del Sud Italia.
Esistono anche fattori non modificabili, quale può essere l'assetto genico.
Va sottolineato che le linee di indirizzo per la prevenzione e la cura dell'obesità del Ministero della salute per gli anni 2020-2025 tengono conto di queste criticità. Ma ciò di cui non si tiene conto è essenzialmente un aspetto che, a mio avviso, è molto importante, che riguarda non soltanto l'obesità,Pag. 8 ma riguarda tutte le patologie croniche, ossia l'eterogeneità della condizione.
Questo significa che, se consideriamo l'insieme di individui e lo esponiamo a un determinato fattore di rischio, non tutti i soggetti che sono normopesi diventeranno in sovrappeso, non tutti quelli che sono in sovrappeso diventeranno obesi e, per fortuna, non tutti gli obesi svilupperanno le complicanze.
Qual è la conseguenza di questa riflessione? Se eseguiremo un intervento curativo preventivo sul fattore di rischio, alla fine purtroppo risponderanno soltanto alcuni individui, non tutti. Questo per quale motivo? Perché lo stato di cronicità e di eterogeneità dell'obesità, come di tutte le patologie croniche, è sempre il risultato di una fitta rete di interazioni, che deve abbracciare non soltanto i fattori di rischio, ma anche i parametri biologici che sono in quel momento presenti negli individui.
L'interpretazione di questa rete di interazioni non può essere sicuramente affidata esclusivamente alla mente umana. Anche per noi medici diventa difficile, attraverso l'analisi descrittiva di questo fenomeno, capire chi svilupperà il sovrappeso o l'obesità e chi avrà delle complicanze.
Ecco perché, secondo me, in questo momento storico l'aiuto maggiore potrebbe venire dai sistemi di intelligenza artificiale, perché, attraverso la creazione di algoritmi e di network, sarebbe possibile creare in qualche modo dei modelli che ci aiutano a predire chi effettivamente andrà in sovrappeso e chi diventerà obeso.
Ecco, questi sono i vantaggi che l'intelligenza artificiale ci potrebbe garantire, quindi individuare il soggetto a maggior rischio e personalizzare gli interventi.
A questo proposito vi volevo far vedere i risultati di questo interessante lavoro che è stato appena pubblicato su questa prestigiosa rivista scientifica. Questo è uno studio condotto in adulti obesi candidati all'intervento chirurgico bariatrico, di cui avete sentito prima.
Ebbene, l'intelligenza artificiale, attraverso la combinazione di queste variabili, che sono variabili semplici, presenti nelle cartelle cliniche di tutti i pazienti, ma che se presi singolarmente non aiutano a capire chi effettivamente perderà peso, l'intelligenza artificiale con questo modello ci dice chi perderà peso dopo l'intervento, ma ci dice anche chi non perderà peso. Quindi immaginate quale potrebbe essere il risparmio, non soltanto in termini di salute, ma anche economico, a inviare spesso a un intervento demolitivo pazienti che non ne avrebbero beneficio. A meno che non vengano curati o trattati alcuni dei fattori di rischio che, in qualche modo, contribuiscono a stabilire questo rischio per i pazienti, basti pensare al fumo di sigaretta o essenzialmente al diabete. Con questo ho finito. Grazie.
PRESIDENTE. Ringrazio il professor Monteleone per il suo intervento e do ora la parola al professor Caprio.
MASSIMILIANO CAPRIO. Buonasera. Intanto ringrazio i colleghi per aver già brillantemente esposto tutte le problematiche relative all'obesità, soprattutto in età pediatrica. Io aspetto la presentazione delle slides.
Un concetto importante è che oggi c'è la necessità di modificare radicalmente la narrativa dell'obesità che, sino a poco tempo fa, non veniva considerata una malattia, non solo una malattia grave qual è, ma neanche uno stato patologico. Per fortuna sono stati tanti gli interventi nell'ambito dell'obesità nell'adulto. Trovo tuttora scarsa però l'informazione relativa a quella che è l'obesità pediatrica, perché è più difficile fare diagnosi di obesità pediatrica e perché probabilmente manca ancora la consapevolezza che un bambino con sovrappeso o con obesità si trova in una condizione di enorme rischio per la salute. Anche per il fatto stesso che se un'obesità si viene a instaurare in un'età estremamente precoce, come diceva il professor Monteleone, in un'età compresa tra i 3 e i 5 anni, la storia di obesità sarà maggiore.
L'obesità è un accumulo di tessuto adiposo. Avevo presentato qualche slides per far capire come il tessuto adiposo, che è un organo straordinario che permette l'adattamento a diversi stati energetici, a diversi Pag. 9stati metabolici, alla presenza o meno di nutrienti.
L'organo adiposo è un organo particolare perché è composto da depositi discontinui tra di loro: abbiamo depositi sottocutanei, depositi viscerali, quindi depositi che sono anche lontani tra di loro, ma comunicano, ed è un organo estremamente eterogeneo, non è formato solo da adipociti, ma da un'eterogeneità cellulare che ne fa un organo estremamente complesso.
Ricordo che, quando mi sono laureato, all'anatomia del tessuto adiposo erano dedicate pochissime pagine, quando invece è lui il principale responsabile della patologia di cui stiamo parlando oggi.
Succede che quando il tessuto adiposo non è più in grado di svolgere il proprio ruolo, che è quello di conservare in modo sicuro le riserve energetiche, inizia questo fenomeno, che poi è relativamente semplice da capire, uno spillover di acidi grassi liberi verso il fegato che danneggia il fegato, in prima istanza, e il pancreas ed è la causa del diabete mellito di tipo 2, di cui non si parla.
Il diabete mellito di tipo 2 è una patologia che sta devastando il Sistema sanitario nazionale, soprattutto dopo il COVID-19. È una patologia che – sempre quando io mi sono laureato in medicina – si pensava fosse confinata all'adulto e oggi la vediamo nei bambini. Non è il diabete mellito di tipo 1 dei bambini, è il diabete di tipo 2, che oggi si identifica come justa epitis, ed è una diretta conseguenza dell'obesità e dell'eccesso di introito calorico. Proprio perché l'accumulo di grassi a livello del pancreas danneggia la beta cellula, si instaurano dei meccanismi per cui la beta cellula non è più in grado di produrre insulina in modo efficace e adeguato all'alimentazione.
Questo però ci dà anche molta speranza, perché, grazie a questi meccanismi fisiopatologici, abbiamo capito che il diabete mellito di tipo 2 può essere una condizione reversibile, può guarire, semplicemente con la restrizione calorica e con l'esercizio fisico. Quindi, oltre ai farmaci, ci troviamo in un'era in cui, per fortuna, la farmacologia dell'obesità e del diabete mellito di tipo 2 è nettamente migliorata e avremo a disposizione a breve dei farmaci estremamente efficaci anche in questo senso. Però basta un'adeguata dieta e un tuo stile di vita corretto che sono in grado di revertire – non in tutti i casi, non quando la beta cellula è ormai danneggiata – una patologia che sino a qualche anno fa si pensava fosse irreversibile e soprattutto una patologia pericolosissima che ha dei costi sociali enormi.
Dicevo che l'obesità pediatrica è difficile da diagnosticare, ma con una misurazione adeguata del peso e dell'altezza esistono delle curve, dei centili del BMI, che ci permettono di fare diagnosi per diverse fasce di età di obesità e di sovrappeso. Quindi, sulla base del posizionamento relativamente alla curva dei centili, oggi fare diagnosi di obesità in un bambino è possibile.
Altra cosa importante, bisogna misurare la pressione ai bambini in sovrappeso o obesi, perché obesità, ipertensione e diabete fanno parte di uno spettro comune di patologie. Purtroppo vediamo che anche questa è una condizione che si fa poco, cioè è rarissimo che un bambino abbia la misurazione della pressione arteriosa, quando sappiamo che già tre misurazioni alterate – e ci vuole poco per essere alterate perché i limiti sono molto bassi per un bambino – definiscono una condizione di ipertensione arteriosa. E quella è già una complicanza molto grave. Quindi alla fine credo che sia possibile identificare quei famosi soggetti che hanno maggior rischio di sviluppare complicanze a lungo termine.
Altro organo importante è il fegato. La situazione del rischio cardiometabolico è spesso localizzata nel fegato. Non solo negli adulti, sappiamo oggi come le condizioni di fegato grasso per cause non alcoliche (NAFLD) e steatoepatite non alcolica (NASH) siano situazioni estremamente gravi e le aziende farmaceutiche stanno lavorando tantissimo. Credo che oggi in pipeline ci sia un numero elevatissimo di farmaci per cercare di trattare questa patologia orfana di terapia. Ma è da bambini che si inizia ad avere queste problematiche, quindi l'intervento sullo stile di vita può bloccare all'inizioPag. 10 le conseguenze metaboliche dannose per il parenchima epatico, che possono anch'esse essere monitorate semplicemente attraverso la misurazione delle transaminasi, dell'emocromo e dei trigliceridi con un banale esame del sangue.
Quindi è possibile intervenire per fare diagnosi, per far capire ai genitori dei bambini con sovrappeso o con obesità che il loro figlio ha un problema, ha una patologia che potenzialmente è gravissima e fare riferimento ai centri specialistici, ai centri di secondo livello, dove possono essere prese le relative cure del caso. Spesso, purtroppo, non basta solo dire «mangia di meno e muoviti di più», ma ci vogliono degli interventi personalizzati, e per fortuna oggi le terapie farmacologiche stanno migliorando in modo molto rapido.
Vi ringrazio per l'attenzione, mi spiace per il mancato supporto informatico, ma è stato comunque possibile, spero, trasmettere questi concetti.
PRESIDENTE. Ringrazio il professor Caprio per l'intervento. Adesso chiedo ai colleghi presenti, nonché a quelli collegati in videoconferenza, se intendano intervenire per porre domande e formulare osservazioni.
Prego, l'onorevole Marina Marchetto Aliprandi chiede la parola.
MARINA MARCHETTO ALIPRANDI. Intanto vi ringrazio come mamma e come nonna di queste delucidazioni. Essendo figlia di un medico e avendo fatto anch'io medicina, sono particolarmente attenta a tutto questo.
Sottolineo l'importanza di aver ampliato l'articolo 33 della nostra Costituzione, introducendo lo sport nella carta costituzionale. Alle 15 avremo in aula il question time con l'intervento del Ministro Abodi e sarà mia premura informarlo di questi vostri interventi. Senz'altro troverà supporto anche umano, perché abbiamo bisogno anche di sentirci supportati nelle decisioni che prendiamo, perché sentiamo molto la responsabilità. Lo sport, lo stile di vita e, se permettete, la famiglia, sono importanti. Ho saputo da mio padre, che era ostetrico ginecologo, l'importanza, durante la gravidanza, della conoscenza, da parte della futura mamma, di un'adeguata alimentazione e di un'adeguata mobilità, perché la gravidanza è un momento particolare della nostra vita, non è certamente come la menopausa.
Deve esserci proprio un'inversione culturale e un approfondimento a tutti i livelli, e, se permettete, ho presentato un disegno di legge sull'educazione alimentare, facendo parte della Commissione agricoltura. L'ho impostato non solo da un punto di vista nutrizionale, ma anche sull'esigenza di far conoscere ai bambini i prodotti stagionali territoriali con minori emissioni di CO2, quindi anche con un'adeguata conoscenza delle problematiche che adesso coinvolgono l'atmosfera. Prevede norme contro lo spreco del cibo, perché bisogna essere grati di quello che madre natura ci dà e dobbiamo conoscerlo, apprezzarlo e non buttarlo via, perché lo spreco del cibo ci costa 22,9 miliardi e il 10 per cento di emissioni in atmosfera. Quindi dobbiamo riflettere tutti quanti assieme e far conoscere e veicolare le informazioni per il raggiungimento di questi obiettivi.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Marchetto Aliprandi per il suo intervento. Ringrazio i nostri ospiti per la partecipazione all'odierna seduta ed essendo imminenti votazioni al Senato, dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 15.15.
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Documentazione depositata da Gian Luigi De' Angelis, Professore ordinario di gastroenterologia e direttore della Scuola di Specializzazione in malattie dell'apparato digerente dell'Università di Parma
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Documentazione depositata da Giovanni Monteleone, Professore ordinario di gastroenterologia, Dipartimento di Medicina dei sistemi, Università Tor Vergata di Roma e direttore dell'U.O.C. di gastroenterologia del Policlinico Tor Vergata
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ALLEGATO 3
Documentazione depositata da Massimiliano Caprio, Professore ordinario di endocrinologia, Università San Raffaele di Roma e responsabile del Laboratorio di endocrinologia cardiovascolare dell'IRCCS San Raffaele di Roma
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