Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Giovedì 23 febbraio 2023

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha prorogato il mandato della missione Minurso per il Sahara Occidentale per un anno, fino al 29 ottobre 2023; riaffermato la sua volontà di aiutare le parti a pervenire ad una soluzione politica giusta, durevole e mutuamente accettata che garantisca l'autodeterminazione del popolo del Sahara Occidentale secondo i princìpi enunciati dalla Carta delle Nazioni Unite; chiesto alle parti e agli Stati vicini di cooperare con le Nazioni Unite, al fine di superare l'impasse in cui si trovano da tempo i negoziati, e di adoperarsi per una soluzione politica capace di rinforzare la cooperazione tra gli stati del Maghreb e di contribuire a garantire stabilità e sicurezza nella regione del Sahel; richiesto un maggiore impegno nel garantire il rispetto dei diritti umani nel Sahara Occidentale e ha incoraggiato le parti a collaborare con la comunità internazionale per mettere a punto ed applicare misure credibili che garantiscano pienamente il rispetto dei diritti umani; accolto con soddisfazione l'impegno preso dalle parti di proseguire i negoziati diretti sotto l'egida delle Nazioni Unite, che considerano inaccettabile il consolidamento dello status quo nel Sahara Occidentale;

    l'inviato speciale delle Nazioni Unite, Staffan de Mistura, ha sentito le parti e incontrato l'Algeria e la Mauritania;

    diverse risoluzioni del Parlamento europeo ed italiano chiedono da tempo il rispetto dei diritti umani nel Sahara Occidentale;

    le risoluzioni delle Nazioni Unite, del Consiglio di sicurezza e dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sul conflitto nel Sahara Occidentale hanno ribadito più volte il diritto all'autodeterminazione del popolo saharawi, da realizzarsi attraverso un referendum, al fine di arrivare ad una «soluzione politica giusta, durevole e mutuamente accettabile», che possa garantire la stabilità, lo sviluppo e l'integrazione nella regione del Maghreb;

    la Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi (RASD) è stata riconosciuta come stato libero ed indipendente dall'Unione africana e da più di ottanta Paesi nel mondo, anche nell'ottica di assicurare un adeguato sostegno al processo di ammissione della RASD alle Nazioni Unite;

    la difficile situazione nel Sahel rischia di accrescere l'instabilità e l'insicurezza nell'area e rende la soluzione del conflitto del Sahara Occidentale più urgente che mai;

    le gravi violazioni dei diritti umani perpetrate dal Regno del Marocco nel Sahara Occidentale, così come evidenziato dai rapporti di Amnesty International, di Human Rights Watch, dall'Organizzazione mondiale contro la tortura, dall'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani e dalla fondazione Rober F. Kennedy, suscitano viva preoccupazione per il possibile degenerare della situazione dei diritti umani in quest'area;

    i civili saharawi, all'interno dei territori occupati dal Marocco, sono privati dei diritti più elementari (diritto di associazione, di espressione, di manifestazione) e la repressione nei loro confronti continua tuttora, come denunciano le organizzazioni internazionali di difesa dei diritti umani;

    l'ufficio delle Nazioni Unite dell'Alto commissario per i diritti umani ha espresso preoccupazione per le durissime sentenze emesse il 17 febbraio 2013 dal tribunale militare di Rabat nei confronti di venticinque civili saharawi, arrestati la notte tra l'8 e il 9 novembre 2010, dopo lo smantellamenti del «campo della dignità» di Gdeim Izik, nei pressi di El Aioun, la capitale del Sahara Occidentale, senza aver tentato di fare chiarezza sui fatti e senza avere reali prove di colpevolezza, come hanno testimoniato i rapporti degli osservatori internazionali presenti al processo;

    la riduzione degli aiuti ai profughi saharawi, dovuta alla crisi economica mondiale, da parte di tutti i soggetti internazionali, sta determinando effetti devastanti sulla popolazione saharawi nei campi di rifugiati di Tindouf (Algeria);

    la questione del Sahara Occidentale è stata oggetto, il 21 dicembre 2016, di una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea (C/104/16P) che ha escluso il Sahara Occidentale dall'accordo di libero scambio tra l'Unione europea e il Marocco, in considerazione dello status separato e distinto del Sahara Occidentale, in forza della Carte delle Nazioni Unite e del principio di autodeterminazione dei popoli. Ciò significa che i prodotti agricoli e della pesca con i quali il Regno del Marocco invade i mercati europei, che provengono in massima parte dallo sfruttamento del Sahara Occidentale, derivano nei fatti da un'attività illegale;

    il 27 febbraio 2018 una seconda sentenza dell'Alta corte europea (Grande sezione-causa C-266/16) ha dichiarato che, in considerazione del fatto che il territorio del Sahara Occidentale non fa parte del territorio del Regno del Marocco, le acque adiacenti al territorio del Sahara Occidentale non rientrano nella zona di pesca marocchina;

    tutto ciò premesso e considerato,

impegna il Governo:

1) ad adottare ogni iniziativa utile volta a sostenere i negoziati diretti sotto l'egida delle Nazioni Unite, tra il Regno del Marocco e il Fronte Polisario, al fine di realizzare al più presto il referendum di autodeterminazione come previsto dal piano di pace del 1991 e ad avviare un cessate il fuoco;

2) ad attivarsi nelle opportune sedi affinché il nuovo inviato speciale ONU sia messo nelle condizioni d'avviare dei negoziati tra le parti e il mandato della missione Minurso sia ampliato al monitoraggio dei diritti umani in Sahara Occidentale;

3) ad intraprendere ogni utile iniziativa in ambito europeo che favorisca il superamento dello stallo in cui verte il negoziato internazionale nel rispetto del diritto all'autodeterminazione del popolo del Sahara Occidentale in conformità con le risoluzioni delle Nazioni Unite e dell'Unità africana con indubbi benefìci nelle relazioni tra Italia e i Paesi del Nordafrica;

4) a chiedere alle autorità di Rabat la liberazione immediata di tutti i prigionieri politici saharawi ancora nelle carceri marocchine e il rispetto dei diritti fondamentali in conformità con quanto stabilito dall'articolo 12 comma 4 del Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici delle Nazioni Unite;

5) ad adottare iniziative per assicurare il rispetto delle sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea che attestano la non applicabilità di qualsiasi tipologia di accordo tra Unione europea e Marocco al Sahara Occidentale in quanto territorio distinto e separato dal Marocco, a meno che ciò non avvenga con l'esplicito consenso del popolo saharawi;

6) a chiedere in ogni sede europea ed internazionale di incrementare lo stanziamento fondi destinati agli aiuti umanitari per i rifugiati che dal 1975 vivono in esilio nei campi di Tindouf in Algeria;

7) a continuare la collaborazione attiva con la rappresentanza del Fronte Polisario, in qualità di legittimo rappresentante del popolo saharawi e riconoscere alla rappresentanza del Fronte Polisario in Italia lo status diplomatico come è stato fatto in passato per altri movimenti di liberazione riconosciuti dalle Nazioni Unite come interlocutori ufficiali in processi di pace.
(1-00074) «Vaccari, Fossi, Furfaro, Lai, Malavasi, Zaratti, Scotto».

ATTI DI CONTROLLO

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta scritta:


   GRIMALDI e FRATOIANNI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   in Tunisia stiamo assistendo al progressivo deterioramento della condizione dei diritti umani, contestualmente al pericoloso degradarsi della situazione politica, economica e sociale;

   nel 2021 Saied ha sciolto il Parlamento e assunto i pieni poteri, invocando un «pericolo imminente per il Paese». Da allora Saied ha fatto approvare una nuova costituzione e un nuovo controverso sistema elettorale, utilizzato per la prima volta alle elezioni dello scorso dicembre, alle quali ha votato solo l'8,8 per cento degli aventi diritto e a seguito delle quali le opposizioni hanno chiesto le dimissioni di Saied;

   la Tunisia sta vivendo una crisi economica e sociale di enorme portata: scarseggiano da mesi beni di prima necessità come il petrolio, lo zucchero, il latte e il burro. Il tasso di inflazione viaggia ormai sulla doppia cifra e la disoccupazione giovanile è in sensibile crescita;

   nel Paese si stanno svolgendo vaste manifestazioni che chiedono le dimissioni di Saied; in risposta le autorità hanno messo in campo misure repressive che il Paese non vedeva da tempo con l'accusa di cospirazione contro la sicurezza interna ed esterna dello Stato. Tra gli arrestati ci sono attivisti politici come Khayam Turki e Lazhar Akremi, membri del Parlamento tunisino come Nourdine Bhiri e Walid Jalled, magistrati come l'ex pubblico ministero Bechir Akremi, e l'ex primo presidente della Corte di cassazione Taieb Rached, sindacalisti come il funzionario dell'UGTT Anis Al-Kaabi e molte altre persone tra cui l'uomo d'affari Kamel Letaief, il capo della stazione radio Mosaique FM, Noureddine Boutar;

   l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk, ha espresso la sua preoccupazione per l'inasprimento della repressione contro gli oppositori politici e la società civile in Tunisia, anche attraverso misure adottate dalle autorità che continuano a minare l'indipendenza della magistratura;

   il 17 febbraio 2023 Esther Lynch, Segretaria generale della Confederazione europea dei sindacati, recatasi in Tunisia per partecipare alle manifestazioni organizzate dal sindacato locale e portare loro solidarietà, è stata espulsa dal Paese, in continuità con le crescenti intimidazioni condotte da Saied contro i sindacati;

   il 19 gennaio 2023 Antonio Tajani, Ministro degli esteri e Vicepresidente del Consiglio dei ministri e Matteo Piantedosi, Ministro dell'interno, sono stati in visita a Tunisi. Tra i temi del confronto, si legge in una nota del Ministero dell'interno, «il rafforzamento della cooperazione bilaterale sui temi della sicurezza, dello sviluppo e delle politiche migratorie». Italia e Tunisia hanno firmato diversi accordi per la gestione congiunta della migrazione, il controllo delle frontiere e l'espulsione dei cittadini irregolari e l'accordo di rimpatrio tra Italia e Tunisia è sistematicamente attuato al punto che i rimpatri forzati in Tunisia rappresentano il 73,5 per cento del totale dei rimpatri effettuati dall'Italia;

   il 22 febbraio 2023 il Ministro Tajani ha espresso la disponibilità dell'Italia a continuare a sostenere economicamente la Tunisia e le organizzazioni finanziarie internazionali –:

   quali iniziative intenda intraprendere il Governo, di concerto con i partner europei ed internazionali, per fare pressione sul Presidente Saied affinché cessi immediatamente la repressione in Tunisia e per il rilascio di tutti i prigionieri politici;

   se ritenga che sussistano le condizioni di rispetto dei diritti umani tali da considerare la Tunisia un Paese sicuro per il rimpatrio dei migranti.
(4-00540)

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazione a risposta scritta:


   BRUZZONE. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   in Italia l'attività di allevamento di esemplari faunistici a scopo di ripopolamento, amatoriale, ornamentale viene praticata generalmente in forma di impresa agricola o privata;

   gli animali allevati oggetto di selezione artificiale in allevamento captivo vengono poi liberati se trattasi di selvaggina da ripopolamento o utilizzati come richiami nel caso di uccelli appartenenti a specie cacciabile;

   secondo l'attuale giurisprudenza, la fauna allevata a scopo di ripopolamento, una volta liberata in natura, acquisendo lo stato di naturale libertà, potrebbe essere ricompresa nel regime giuridico della fauna selvatica;

   diversamente, gli esemplari allevati e detenuti a scopo amatoriale ed ornamentale o utilizzati come richiami passano la propria vita in cattività, non essendo concessa la loro liberazione in natura, in quanto il pericolo sarebbe quello di contaminare geneticamente le popolazioni selvatiche, mettendo a rischio la conservazione della specie d'origine, come avvenuto nel caso del colombo selvatico, che ha subito l'ibridazione nel tempo con il piccione torraiolo, di origine domestica, o come potrebbe avvenire nel caso del lupo, che può accoppiarsi con il cane dando origine a ibridi fertili;

   la giurisprudenza in materia ha colmato il vuoto normativo circa la classificazione delle specie allevate a fenotipo ancestrale (esemplari le cui caratteristiche morfologiche esterne sono simili agli esemplari selvatici), in quanto difettava di un chiaro distinguo normativo;

   tale distinzione appare importante e necessaria per gli allevatori, al fine di definire con certezza lo status giuridico degli animali allevati (fauna selvatica-proprietà indisponibile dello Stato, fauna allevata, proprietà dell'allevatore/detentore), che trova di fatto diretto riscontro nella giurisprudenza in materia (Cass. Sez. III Sent. n. 18893 dd. 13 maggio 2011, Cass. Sez. IV Sent. n. 3062 dd. 26 settembre 1997, Cass. Sez. III Sent. n. 8877 dd. 8 maggio 1997) e fornirebbe, quindi, un'utile indicazione al fine di uniformare e/o aggiornare coerentemente la normativa in materia;

   infatti, le suddette sentenze hanno statuito che per «esemplari di specie selvatica ci si intende riferire ad esemplari di origine selvatica, mentre laddove si tratti di animali di prima generazione nati in cattività questi non possono più essere definiti di provenienza selvatica» –:

   se non ritenga opportuno chiarire la tematica di cui alle premesse, adottando iniziative normative volte a recepire gli indirizzi della giurisprudenza, differenziando, anche ai fini dell'utilizzo, le specie di origine selvatica da quelle di allevamento da una o più generazioni.
(4-00538)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SIMIANI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   la laguna di Orbetello è una zona di rilevante valore ambientale oltre a rappresentare un volano irrinunciabile per l'economia e l'occupazione territoriale;

   la particolare conformazione della laguna ne fa un sistema ambientale molto delicato e vulnerabile, che necessita di una serie continuativa di interventi manutentivi e gestionali tali da conservare e migliorare progressivamente l'attuale stato di equilibrio;

   nella laguna è presente il Sin (Sito di interesse nazionale) di Orbetello, per una estensione pari a circa 200 ettari nei comuni di Orbetello e di Monte Argentario. Il sito comprende sia aree di competenza pubblica, sia aree di competenza privata;

   all'interno del Sin sono presenti i ruderi della «ex Sitoco», fabbrica di concimi chimici costruita nel 1908 e chiusa definitivamente nel 1991: nonostante siano passati decenni dalla dismissione industriale emergono ancora criticità legate all'inquinamento dell'area;

   le attività di caratterizzazione delle matrici ambientali evidenziano ancora lo stato di contaminazione dei suoli e dei sedimenti lagunari, con presenza di metalli pesanti e ceneri di pirite;

   nel corso degli anni sono stati numerosi gli interventi ricompresi nell'accordo di programma sottoscritto tra il Ministero dell'ambiente, la regione Toscana e i comuni di Orbetello e di Monte Argentario siglato nel 2018;

   nel 2021 tale atto è stato ampliato con il potenziamento degli interventi di bonifica al fine di ottenere una messa in sicurezza permanente dell'area;

   i progetti riguardano la bonifica dell'area che restituirà alla laguna oltre 6 ettari, che attualmente sono occupati da scarti della passata attività industriale. I lavori, finanziati con le risorse del Fondo di solidarietà e coesione 2014-2020, saranno seguiti da un'attenta analisi delle contaminazioni dei sedimenti e riguarderanno anche le aree private;

   con tali finalità la regione Toscana ha siglato una convenzione con Ispra (ente controllato dal Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica) per individuare i valori di riferimento dei sedimenti della Laguna. Ispra ha comunicato che nel mese di febbraio 2023 inizieranno le attività di «attualizzazione e completamento delle indagini per la determinazione dei valori di riferimento nell'are lagunare»;

   la regione Toscana ha inoltre siglato due convenzioni con Sogesid (società in house del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica) che riguardano la progettazione degli interventi;

   l'accordo di programma, che individua infatti Sogesid quale soggetto attuatore, prevedeva la conclusione delle operazioni di affidamento dei lavori entro il 31 dicembre 2022, e la loro conclusione entro il 2025;

   risulta all'interrogante che il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica abbia concordato con la regione Toscana di rifinanziare l'accordo di programma con apposite risorse del Fondo di solidarietà e coesione 2021-2027 –:

   quali iniziative di competenza urgenti intenda assumere al fine di promuovere la prosecuzione dei necessari interventi di bonifica del Sin di Orbetello, ad oggi in progettazione, garantendo risorse adeguate per mettere in sicurezza un'area estremamente significativa dal punto di vista ambientale, sociale ed occupazionale.
(5-00429)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CURTI, MANZI, ASCANI, D'ALFONSO, SIMIANI, BRAGA, DI SANZO e FERRARI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la risoluzione 28/E del 23 aprile 2021 dell'Agenzia delle entrate ha chiarito la possibilità di cumulare i contributi pubblici per la riparazione o ricostruzione per i danni occorsi in seguito ad eventi sismici e le detrazioni previste dal cosiddetto Sismabonus di cui all'articolo 16, commi, da 1-bis a 1-sexies del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n. 90 e dal cosiddetto Superbonus di cui all'articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 (cosiddetto decreto Rilancio), convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, prevedendo in particolare che la quota residua a carico del cittadino, il cosiddetto «accollo obbligatorio», sia coperta mediante l'applicazione del Superbonus;

   in particolare mentre il Sismabonus copre i lavori di ricostruzione, il Superbonus riguarda gli interventi aggiuntivi riguardanti l'efficientamento energetico e l'adeguamento antisismico che è particolarmente cruciale in un territorio ad alto rischio di scosse telluriche;

   come denunciato da molte associazioni di categoria, cittadini residenti e imprese del settore edile, gli ultimi interventi legislativi del Governo metterebbero a rischio la possibilità di utilizzare il Superbonus rallentando il processo di ricostruzione, con particolare riguardo a quello post-sisma del Centro Italia del 2016, paventando la cessazione delle attività per almeno 20 mila aziende dell'edilizia e mettendo a repentaglio oltre 100 mila posti di lavoro;

   verrebbero in particolare penalizzate soprattutto le abitazioni dei paesi più pesantemente travolti dalle scosse sismiche, dove le procedure per richiedere il Superbonus non sono ancora partite proprio perché l'entità della devastazione ha allungato i tempi di avvio della ricostruzione; sarebbero infatti circa 25 mila, cioè poco meno della metà delle 52 mila complessive le pratiche per i Superbonus ancora da presentare nelle aree colpite dal terremoto del 2016, corrispondenti a circa 12 miliardi di euro in termini di valore degli investimenti interessati;

   l'impossibilità pratica di accedere al Superbonus mette a rischio la percorribilità effettiva dei lavori di ricostruzione e quindi alla garanzia del diritto alla casa quale bene primario e fa implodere un sistema strategico per la nostra economia e per l'occupazione che aveva ritrovato slancio dopo anni durissimi proprio grazie ai bonus fiscali edilizi e al PNRR –:

   quali iniziative urgenti si intenda intraprendere, per quanto di competenza, al fine di salvaguardare, attraverso incentivi fiscali, l'iniziativa di ricostruzione, nelle aree del cratere sismico del 2016, a beneficio delle famiglie terremotate in particolare per quelle che non hanno sufficienti disponibilità economiche e finanziarie per affrontare la spesa di completamento delle opere.
(5-00426)

Interrogazione a risposta scritta:


   PAVANELLI, PELLEGRINI, AMATO, MORFINO, CHERCHI, ASCARI e FEDE. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   in un'ottica di razionalizzazione del patrimonio pubblico e di contenimento della spesa, il legislatore ha limitato l'utilizzo dello strumento della locazione passiva nella gestione del patrimonio immobiliare;

   in effetti, già in passato, il ricorso a tale tipologia contrattuale da parte delle pubbliche amministrazioni è stato limitato ad opera del decreto-legge n. 95 del 2012, nonché, in seguito, per tramite del decreto-legge n. 66 del 2014 che puntava a raggiungere una riduzione di almeno il 50 per cento della spesa per locazioni;

   del tutto in contrasto con tali previsioni appare la decisione, comunicata con «Informativa preliminare rilascio compendio demaniale sito in Roma, Via A. Soldati, 80» a firma del Ministero dell'economia e delle finanze – Dipartimento dell'amministrazione generale del personale e dei servizi – Ufficio relazioni sindacali – prot. 0093460/2022 del 27 luglio 2022, con la quale il Ministero ha manifestato la volontà di dismettere sedi demaniali, apprestandosi, al contempo, ad acquisire nuovi immobili in locazione;

   con riferimento all'immobile demaniale in oggetto, peraltro, occorre evidenziare che l'intero complesso immobiliare «La Rustica» è stato sede dell'ispettorato generale per l'informatica e l'innovazione tecnologica della Guardia di Finanza fino al 30 novembre 2022, e che da sempre ha rappresentato un polo di eccellenza. Più nel dettaglio, si tratta di un immobile all'avanguardia dotato di ambienti ed uffici sostenibili, smart, professionali che tengono in forte considerazione il benessere dei dipendenti, con ricadute positive in tema di produttività, come servizi di ristorazione, bunker antisismico e antinucleare, spazi green con giardini e terrazzi, presidio medico e ambulanza, ampie aree di parcheggio sorvegliate dotate di colonnine di ricarica per auto elettriche;

   l'informativa ha evidenziato «considerazioni inerenti agli elevati costi di gestione del compendio» senza tuttavia rappresentare motivazioni coerenti e prove documentali su studi di fattibilità;

   secondo quanto riportato nella sezione «Amministrazione trasparente» del sito istituzionale del Ministero dell'economia e delle finanze, i costi annui di locazione passiva per le sedi MEF dislocate nel territorio di Roma e provincia ammontano a circa 5 milioni di euro di cui 3.669.450 euro per la sola sede di Via dei Normanni. Il complesso immobiliare «La Rustica» presenta nel Conto del patrimonio un valore pari a 72 milioni di euro secondo una stima effettuata nel 2010 dall'Agenzia del demanio. Valutazione che, tuttavia, non tiene conto degli ingenti e recenti investimenti in manutenzione straordinaria;

   la vendita di tale complesso immobiliare a prezzi inferiori al suo valore effettivo, unitamente alla mancata ammortizzazione degli investimenti effettuati negli anni, determinerebbe una gravosa perdita patrimoniale e un conseguente ingente danno erariale;

   in data 30 novembre 2022, si è concluso il trasferimento del personale Sogei presso la sede di Via Carucci (RM). Quest'ultima sede, oltre ad essere situata in una delle aree più congestionate di Roma, risulta essere in locazione. I canoni passivi di affitto pertanto andrebbero commisurati agli esborsi attualmente richiesti per la gestione della sede «La Rustica» già di proprietà dello Stato –:

   se non intenda, il Ministro interrogato, fornire spiegazioni in merito alla decisione di procedere al rilascio di un edificio pubblico all'avanguardia come quello del complesso immobiliare «La Rustica»;

   quali siano le motivazioni poste alla base della decisione di alienare edifici demaniali talvolta a un prezzo inferiore al reale valore di mercato, in luogo di un'auspicabile valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico e del contestuale incremento della quota di contratti in locazione passiva, in aperto contrasto con le norme di legge orientate al contenimento della spesa che hanno disincentivato l'utilizzo di tale tipologia contrattuale da parte delle pubbliche amministrazioni.
(4-00542)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:


   DORI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   nella Gazzetta Ufficiale dell'8 ottobre 2019, 4a Serie speciale Concorsi ed Esami n. 80, è stato pubblicato un avviso di selezione, mediante avviamento degli iscritti ai Centri per l'impiego, finalizzato all'assunzione a tempo pieno e indeterminato di 616 operatori giudiziari per la copertura di posti vacanti in uffici giudiziari presenti nelle regioni Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana e Veneto;

   secondo quanto previsto dall'avviso e dalle annesse FAQ pubblicate sul sito del Ministero della giustizia, ciascun Centro per l'impiego ha provveduto a formare la graduatoria dalla quale vengono definiti gli elenchi da trasmettere alle singole Corti d'appello secondo la competenza territoriale;

   è inoltre previsto che le Corti d'appello procedano a sottoporre i lavoratori inseriti negli elenchi alla prova di selezione per accertare l'idoneità del lavoratore a svolgere le mansioni previste dal profilo professionale di operatore giudiziario, consistente in un colloquio e in una prova pratica di idoneità;

   l'articolo 9 dell'Avviso specifica che, alla sostituzione dei lavoratori che non hanno risposto alla convocazione o non hanno superato la prova di idoneità o non hanno sottoscritto il contratto individuale di lavoro o non si sono presentati per l'immissione in servizio senza giustificato motivo, ovvero non siano in possesso dei requisiti richiesti, si provvede, fino alla scadenza della graduatoria, con ulteriori avviamenti;

   nel Piano integrato di attività e organizzazione 2022-2024 (PIAO) del Ministero della giustizia di cui al decreto 30 giugno 2022, più precisamente nell'Allegato relativo al Piano di pianificazione dei fabbisogni di personale, è stato rilevato che, con riferimento alle scoperture individuate alla data di pubblicazione del Piano, le maggiori vacanze sono concentrate, tra gli altri, nella categoria degli operatori giudiziari, attestandosi a 1.397 unità mancanti;

   nello stesso Piano è stata conseguentemente evidenziata la necessità di provvedere a un nuovo concorso per ulteriori 1.400 operatori giudiziari;

   ad oggi risultano utilmente collocati in graduatoria, in quanto idonei allo svolgimento della professione, ancora un numero importante di soggetti –:

   se il Ministro interrogato intenda prorogare le graduatorie in scadenza a fronte delle vacanze evidenziate dallo stesso Ministero e se intenda destinare per i soggetti già risultati idonei nelle graduatorie della selezione indetta nel 2019 una quota di riserva o, in subordine, un punteggio aggiuntivo nel prossimo bando di concorso per operatori giudiziari.
(4-00544)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazione a risposta scritta:


   SERRACCHIANI, LAUS e PELUFFO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   a Porcia (Pordenone) ha sede legale Electrolux Italia, ex Industrie Zanussi Spa, storica azienda produttrice di elettrodomestici fondata nel 1916 e leader mondiale nel settore, passata sotto il controllo della multinazionale svedese nel 1984;

   il Gruppo Electrolux conta sedi sparse in tutto il mondo, dove operano quasi 50.000 persone, di cui circa quasi 5.000 dipendenti soltanto in Italia dislocati su cinque stabilimenti e con sede legale italiana a Porcia;

   in data 17 febbraio 2023 è apparsa la notizia sul giornale Firstonline di un possibile interesse del colosso cinese Midea ad acquistare la multinazionale svedese e dell'Electrolux a vendere. Midea, dopo aver tentato fallendo l'acquisizione del gruppo americano Whirpool, ora punterebbe l'azienda svedese di cui è tra l'altro il primo fornitore;

   nonostante le forti preoccupazioni espresse dai sindacati alle voci di una presunta vendita, l'azienda non ha rilasciato alcuna dichiarazione o smentita fino alla tarda sera del 21 febbraio 2023, a cinque giorni di distanza dalla pubblicazione della notizia, per il tramite di un portavoce di Electrolux, che in una e-mail senza ulteriori commenti ha dichiarato che «Si tratta di voci e speculazioni infondate, che per nostra politica non commentiamo mai»;

   già in data 16 novembre 2022 l'interrogante segnalava attraverso ulteriore interrogazione le preoccupazioni dei territori e delle categorie sindacali relative alla volontà della multinazionale svedese di procedere con un piano di ristrutturazione aziendale, dopo le forti perdite dell'elettrodomestico registrate nel terzo trimestre dell'anno (con perdite di 55,3 milioni di euro dovute al calo della domanda), i rincari energetici e delle materie prime e la difficoltà di rifornimento;

   un calo delle vendite che ancora non si è arrestato e che continua a colpire duramente il settore dell'elettrodomestico, tanto da aver indotto la proprietà a richiedere un nuovo accesso alla cassa integrazione anche nel mese di marzo, in aggiunta ai quattro giorni di chiusura del mese di febbraio (in aumento rispetto a fine 2022); nella giornata di domani, 23 febbraio 2023, al si terrà un'assemblea dei lavoratori avente all'ordine del giorno il calendario del mese di marzo e la necessità di trovare un punto di unione sugli orari della cassa integrazione per marzo –:

   se i Ministri interrogati stiano monitorando la situazione e abbiano già aperto, o siano in procinto di aprire, interlocuzioni con il gruppo per chiarire in termini definitivi e al di là di dichiarazioni stampa se vi siano ipotesi di vendita a multinazionali o di ingressi nella compagine azionaria di Electrolux, eventualmente incontrando i soggetti industriali interessati, analogamente a quanto fatto dal Ministro delle imprese e del made in Italy il 21 febbraio 2023 con i rappresentanti di Whirlpool Emea e di Arcelik;

   se i Ministri interrogati stiano valutando iniziative normative specifiche di accompagnamento e rafforzamento al bonus grandi elettrodomestici a sostegno del settore del «bianco» e dell'indotto a esso correlato, al fine di contenere la perdurante crisi produttiva e i riflessi sul piano occupazionale.
(4-00539)

INTERNO

Interrogazione a risposta scritta:


   RUBANO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   lunedì 20 febbraio 2023 nel comune di Molinara si è svolta la sfilata dei carri allegorici carnevaleschi organizzata, stando a quanto riportato da alcuni organi di stampa, dalla Protezione civile locale;

   tra i tanti ha sfilato un carro che rappresentava allegoricamente il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, che al termine della manifestazione è stato incendiato;

   ad avviso dell'interrogante, gesti così violenti di dissenso politico possono generarne altri e magari più gravi. Si è trattato infatti di un'iniziativa fortemente oltraggiosa che nulla ha a che fare con la libertà di manifestare per il proprio credo politico, il quale non può trovare spazio attraverso gesti del tutto privi di valore educativo e comunicativo –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare in ordine alla reale dinamica dei fatti riportati in premessa, anche al fine di scongiurare l'ipotesi che simili episodi oltraggiosi possano verificarsi nuovamente.
(4-00543)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   MALAVASI, FURFARO, CIANI, GIRELLI, STUMPO e MARINO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la legge di bilancio 2023 (legge 29 dicembre 2022 n. 197) prevede una serie di modifiche restrittive al diritto di poter percepire il reddito di cittadinanza in vista della sua totale abrogazione entro il 2024 senza che, al contempo, siano state individuate misure alternative di contrasto alla povertà e di aiuto alle famiglie e ai cittadini;

   in particolare, oltre alla riduzione del periodo da 18 a 7 mesi per il quale è possibile beneficiare del sussidio, l'articolo 1 comma 315 della legge n. 197 del 2022 prevede che le persone cosiddette occupabili, ovvero famiglie in cui non siano presenti bambini, disabili o anziani, per non perdere tale misura devono frequentare corsi di formazione professionale per un periodo di sei mesi;

   ad oggi, però, a quasi due mesi dall'approvazione della legge di bilancio, a livello centrale ancora si attende la predisposizione da parte del Governo dei piani formativi e solo con il Programma di politiche attive del lavoro Garanzia occupabilità dei lavoratori (Gol) 198 mila percettori del reddito di cittadinanza considerati «occupabili» sono stati presi in carico dai centri per l'impiego;

   se, quindi, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ancora non ha varato i piani formativi, a livello territoriale si sono mosse le regioni per rispettare i target individuati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza che destina 4,4 miliardi alle politiche attive del lavoro (4,9 miliardi considerando anche i 500 milioni del programma React Eu);

   in definitiva a cinque mesi dal termine dell'erogazione del reddito di cittadinanza per gli occupabili ancora il Governo non ha varato misure ed informazioni concrete sui corsi di formazione;

   con il nuovo limite di 7 mesi e la mancanza dell'avvio dei corsi di formazione, in estate molte persone potrebbero perdere il beneficio del reddito di cittadinanza –:

   quale sia, ad oggi, l'iter dei corsi di formazione previsti dall'articolo 1, comma 315 della legge di bilancio 2023, con particolare attenzione ai tempi di attivazione, alle procedure per parteciparvi, alla normativa nel caso in cui tali corsi non venissero attivati o non fossero sufficienti per coloro che dovrebbero parteciparvi e alle possibili misure alternative di supporto per contrastare la povertà, al fine di evitare che le persone più svantaggiate della nostra società si vedano togliere un sussidio per la mancata attivazione dei corsi di formazione professionale.
(5-00427)


   SCOTTO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   sono tanti i lavoratori in Italia che sono annoverabili tra i cosiddetti «working poors», in contrasto con i principi della nostra costituzione che all'articolo 36, primo comma dell'articolo 36 dispone «Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa»;

   in data 20 dicembre 2022, l'Università degli studi di Milano ha approvato l'esperimento di una procedura a evidenza pubblica per l'affidamento del servizio di vigilanza, portierato, guardiania, assistenza presso i settori didattici, portinerie e biblioteche nelle differenti sedi dell'Università degli Studi di Milano per un periodo di due anni, con previsione di una opzione di proroga di un anno;

   la procedura adottata si conforma al criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto qualità prezzo, ai sensi degli articoli 60 e 95 del Codice dei contratti pubblici di cui al decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50;

   nel bando in questione si stabilisce che i ribassi offerti in sede di gara, da applicarsi agli importi complessivi posti a base d'appalto (un ribasso per l'importo diurno e notturno per il profilo A e un ribasso per l'importo diurno e notturno per il profilo B), verranno applicati anche al costo orario che, per quanto concerne il profilo A, prevede un costo pari 13,00 euro orari per i turni diurni;

   sulla base di tali importi, al netto dei possibili ribassi, si può fondatamente prevedere che la retribuzione oraria effettivamente riconosciuta ai lavoratori con livelli di qualifica F impiegati per i suddetti servizi non supererà i 5 euro orari lordi, ovvero retribuzioni complessive mensili inferiori ai 900 euro lordi, per un tempo pieno di 40 ore settimanali;

   secondo il metodo di calcolo utilizzato dall'Istat per l'anno 2021, una famiglia di tre componenti, di cui due adulti di età tra i 18 e i 59 anni e un minore di età compresa tra i 4 e i 10 anni, residenti in una città metropolitana, viene considerata «assolutamente povera» se sostiene una spesa mensile per consumi pari o inferiore a 1.434 euro mentre, se il nucleo è composto di un solo adulto di età tra i 18 e i 59 anni, la soglia è pari a 852 euro;

   se si considera che nel corso dell'anno passato in media i prezzi al consumo sono aumentati di oltre 8 punti percentuali, con percentuali ancor più significative per i generi alimentari e l'energia, ovvero le voci che incidono in maniera più pesanti per i redditi medio-bassi;

   il caso in questione rappresenta solo uno dei tanti esempi di un approccio che vede anche le pubbliche amministrazioni responsabili di politiche salariali che producono lavoro povero –:

   quali urgenti iniziative intendano adottare, per quanto di competenza, al fine di assicurare gli opportuni indirizzi affinché le amministrazioni scolastiche ed universitarie, ma più in generale, tutte le amministrazioni pubbliche non indicano bandi pubblici per beni e servizi che implicitamente prevedano retribuzioni non all'altezza di assicurare un'esistenza libera e dignitosa per i lavoratori.
(5-00430)

Interrogazione a risposta scritta:


   ZANELLA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   i familiari di Giuliano De Seta, lo studente di 18 anni morto il 16 settembre 2022 per un incidente sul lavoro mentre stava svolgendo uno stage all'interno della Bc Service, fabbrica di Noventa di Piave (Venezia), non potranno ottenere nessun risarcimento economico;

   secondo Enza Scarpa, direttrice dell'Inail del Veneto, le ragioni sarebbero le seguenti: «I genitori non hanno avuto diritto a una rendita per la morte di Giuliano perché il reddito familiare supera la soglia minima di legge, calcolata in base alla composizione del nucleo familiare». E ancora: «Ci siamo occupati dell'incidente sul lavoro di Giuliano dal giorno in cui è accaduto per dare alla famiglia tutto il supporto possibile. Abbiamo riconosciuto l'infortunio mortale sul lavoro subito e questo sarà importante anche ai fini processuali»;

   nonostante la questione sia controversa, la norma per l'indennizzo Inail prevede che venga elargita una somma di denaro solo nel caso in cui la vittima sia inquadrata come operaio della ditta. Non come stagista, a meno che non abbia un reddito familiare basso o una famiglia a carico. Ma visto che solitamente partecipano ai progetti di alternanza scuola-lavoro gli studenti delle scuole superiori è poco probabile che le condizioni coincidano;

   Giuliano De Seta frequentava il quinto anno all'Itis di Portogruaro e si trovava alla Bc Service, azienda specializzata nella piegatura metalli con sede a Noventa di Piave (VE) come stagista con un progetto di alternanza scuola-lavoro;

   l'incidente probatorio, nell'ambito del processo per omicidio colposo nei confronti delle quattro persone di cui sarebbe stato chiesto il rinvio a giudizio per l'accaduto – il titolare della ditta Brugnerotto, la preside dell'Istituto Zago, il responsabile della sicurezza Boron e il tutor della scuola Sguerzi – è in programma il 10 marzo 2023;

   nel 2022 in Italia sono morti tre studenti durante gli stage di alternanza scuola-lavoro: un sistema che ora più che mai va profondamente cambiato, mettendo al centro del nuovo progetto i diritti delle studentesse e degli studenti nel loro percorso formativo;

   gli altri due ragazzi che hanno perso la vita sono: nel gennaio 2022 Lorenzo Parelli, nel suo ultimo giorno di stage alla Burimec in Friuli; mentre a febbraio 2022 un 16enne, Giuseppe Lenoci, è morto durante un incidente occorso al furgone di una ditta di termoidraulica;

   quello delle morti sul lavoro è un fenomeno inaccettabile per un Paese moderno, così si espresso anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo messaggio all'Anmil-onlus in occasione della Giornata nazionale per le vittime sul lavoro: «lavorare non può significare porre a rischio la propria vita (...) i numeri delle vittime, nonostante i numerosi provvedimenti normativi con i quali si è cercato, nel tempo, di prevenirli, sono allarmanti e drammatici e raccontano storie di vite spezzate, di famiglie distrutte, di persone gravemente ferite, di uomini e donne che invocano giustizia» –:

   se i Ministri interrogati, ognuno per le proprie competenze, non ritengano urgentemente di rivedere le modalità dell'alternanza scuola-lavoro, al fine di tutelare la vita degli studenti, predisponendo una nuova normativa più giusta che rafforzi le tutele sanitarie, assistenziali e assicurative, dando così ai giovani maggiori garanzie affinché l'alternanza scuola lavoro si svolga in totale sicurezza;

   se non ritengano di adottare iniziative volte ad abolire i Pcto (Percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento) finché ogni ragazzo non sia prima di tutto formato riguardo alla sicurezza sul lavoro e i loro tutor scolastici abbiano una adeguata formazione e abbiano superato specifici corsi di formazione professionale;

   se non ritengano di avviare urgentemente un confronto con le parti sociali, le rappresentanze degli studenti e dei docenti al fine di predisporre insieme una Carta dei diritti delle studentesse e degli studenti per la loro formazione professionale.
(4-00541)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:


   LA SALANDRA. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il 29 marzo 2020 con ordinanza della Protezione civile, venivano assegnati al comune di Troia (Foggia) 58.482,72 euro, sulla base della popolazione residente e della distanza del reddito pro capite comunale rispetto a quello medio nazionale, per buoni spesa da distribuire tra i nuclei più esposti agli effetti economici dell'emergenza COVID-19;

   il 30 marzo 2020 la giunta comunale di Troia approvava, con delibera n. 40, un disciplinare per la concessione di buoni spesa a maglie larghe (come affermato dallo stesso sindaco durante una diretta social), senza la necessaria presentazione della documentazione ISEE e di tetto di reddito da sussidi pubblici o da lavoro dipendente o autonomo, contrariamente agli altri 8 mila comuni italiani. Sebbene la scadenza per la presentazione delle domande fosse fissata alle ore 12 di martedì 7 aprile, risulta che siano state accettate successive istanze fino ad esaurimento fondi (euro 58.482,72);

   con delibera di giunta n. 42 del 9 aprile 2020 (pubblicata in data 21 aprile 2020) e la determinazione n. 83 del 10 aprile 2020 (pubblicata in data 30 aprile 2020), si assegnavano ai 187 beneficiari di buoni spesa ulteriori 30 euro sforando di circa 500 euro le somme a disposizione. Solo il 16 aprile 2020 il comune sulla sua pagina Facebook faceva sapere che la proroga per la presentazione delle domande, mai annunciata né pubblicata all'Albo pretorio, era scaduta;

   con la delibera n. 43 del 16 aprile 2020 e la determinazione del I settore n. 87 del 17 aprile 2020, inoltre, si prendeva atto dell'elenco dei beneficiari di bonus che avevano presentato domanda entro il 16 aprile 2020, approvando a sanatoria l'impegno di spesa e la variazione al bilancio comunale di 29.222,4 euro. Dei 29 mila euro complessivamente stanziati, per la soddisfazione degli ulteriori 48 richiedenti servivano solo 14 mila euro; i restanti 15 mila euro sarebbero stati utilizzati nel successivo bando. Complessivamente le istanze esaminate in 2 settimane sono state 249 con 14 richiedenti esclusi, per un totale di 235 beneficiari. Stando alle varie voci riportate all'interno degli elenchi predisposti dai Servizi sociali, i 235 richiedenti ammessi conviverebbero con 497 persone per un totale di 733. Un numero elevato di ammessi, se consideriamo che a Troia abitano 48 percettori di Reddito regionale di dignità, e 90 di quello di cittadinanza (dati Regione Puglia e Piano Sociale di Zona Ambito di Troia), ai quali era stato richiesto l'ISEE come consueto;

   ne consegue che, pur essendo uno dei comuni più estesi e ricchi del distretto di Capitanata, circa il 21 per cento della popolazione residente (6.785 all'ultimo censimento) sarebbe in grave difficoltà socio economica, circa il triplo della media nazionale. Un fatto anomalo, che la dice lunga non solo sul disciplinare e sull'avviso di proroga non pubblicato, ma anche sulla mancata richiesta di presentazione di ISEE o di tetto reddituale;

   il 19 novembre 2022, infatti, la Guardia di finanza di Lucera ha accertato 152 illeciti su 235 domande evase, sulla base di autocertificazioni false o vere, ma senza diritto al bonus, ponendo il comune di Troia al centro della cronaca locale (l'Attacco 26 novembre 2022), la quale ha sottolineato che i «Furbetti del bonus Covid» fossero più del 64 per cento dei beneficiari –:

   di quali elementi disponga il Governo in merito ai fatti esposti in premessa, in particolare in ordine alle modalità di ammissione delle domande e di erogazione delle somme relative ai bonus COVID-19 da parte del comune di Troia, e se non intenda, per quanto di competenza, valutare, ove del caso, la possibilità di disporre ulteriori approfondimenti in proposito.
(4-00545)

SALUTE

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   MARIANNA RICCIARDI, DI LAURO, ASCARI, SPORTIELLO, AMATO, PAVANELLI, FEDE, MORFINO e CHERCHI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il disturbo dello spettro autistico è un insieme eterogeneo di disturbi del neuro sviluppo, caratterizzato da esordio precoce di difficoltà nell'interazione reciproca e nella comunicazione sociale associata a comportamenti e interessi ripetitivi e ristretti (come definito nei manuali «DSM-5» e «ICD-11»). La posizione scientifica, condivisa a livello internazionale, considera l'autismo una sindrome comportamentale associata a un disturbo dello sviluppo del cervello e della mente, con esordio nei primi tre anni di vita, alla cui insorgenza contribuiscono fattori eziopatogenetici sia genetici che ambientali;

   la legge 18 agosto 2015 n. 134 prevede interventi finalizzati a garantire la tutela della salute, il miglioramento delle condizioni di vita e l'inserimento nella vita sociale delle persone con disturbi dello spettro autistico; la legge dispone l'aggiornamento, da parte dell'Iss, della linea guida sul trattamento dei disturbi dello spettro autistico in tutte le età della vita;

   secondo quanto riportato sul sito Superando.it a gennaio 2023, «i dati di prevalenza italiani segnalati nella fascia di età 7-9 anni sono pari a 1,35 per cento – circa 1 su 74 nati e si riferiscono a 4 anni fa (2018), ma non riguardano tutte le regioni né tutte le età (solo il Piemonte e l'Emilia-Romagna hanno il registro con dati aggiornati al 2021). Un corretto e aggiornato registro permetterebbe di avere dati di prevalenza reali, classificazione di bisogni di salute e sociali che servirebbero per orientare la presa in carico, i servizi, gli stanziamenti economici e la programmazione/aggiornamento della formazione delle risorse umane»;

   l'istituto superiore di sanità ha aperto la consultazione pubblica, chiusa il 27 dicembre 2022, per l'aggiornamento della linea guida n. 21 sull'autismo;

   come reso noto da diversi organi di stampa, decine di associazioni e centinaia di cittadini che si occupano di pazienti affetti da disturbi dello spettro autistico hanno rivolto, a fine gennaio 2023, un appello all'istituto superiore di sanità, esprimendo i propri timori sulle possibili conseguenze dell'aggiornamento della linea guida n. 21 sull'autismo in età evolutiva. Nell'appello, promosso dall'associazione Cimadori e da Fida, si sottolineava il rischio di tagliare, come scriveva a gennaio 2023 Sanità Informazione, «il diritto alla cura di migliaia di bambini autistici». Da quanto riportato si evincerebbe che nella nuova proposta di aggiornamento si «esonera di fatto le aziende sanitarie locali dall'obbligo del “trattamento intensivo precoce”, una decisione che rischia di ridurre gravemente gli interventi riabilitativi per decine di migliaia di bambini con ASD (Disturbi dello spettro autistico)» –:

   quali siano le principali evidenze scientifiche nazionali ed internazionali da cui l'aggiornamento della linea guida n. 21 sull'autismo trarrebbe una sua nuova evoluzione;

   quali siano le iniziative di competenza che si intenda intraprendere affinché la linea guida n. 21 sull'autismo comprenda le prestazioni della diagnosi precoce, della cura e del trattamento individualizzato, mediante l'impiego di metodi e strumenti basati sulle più avanzate evidenze scientifiche disponibili;

   se risponda al vero che la nuova linea guida n. 21 sull'autismo comprenderebbe norme che esonerano le aziende sanitarie locali dall'obbligo del trattamento intensivo precoce per le persone affette da disturbi dello spettro autistico;

   se la nuova linea guida n. 21 sull'autismo non preveda l'istituzione di un registro nazionale dei disturbi dello spettro autistico;

   quali misure preveda la linea guida n. 21 sull'autismo per i ricoveri ospedalieri e se conosca casi di difficoltà nell'erogazione delle prestazioni ospedaliere per le persone autistiche;

   quali siano le iniziative di competenza che intenda intraprendere, tenuto conto di quanto l'articolo 60 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017 prevede, in tema di garanzie alle persone con disturbi dello spettro autistico;

   quali siano i tempi per la pubblicazione definitiva dell'aggiornamento della linea guida n. 21 sull'autismo.
(5-00425)


   VIETRI. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, al fine di rafforzare l'offerta sanitaria delle regioni e combattere la pandemia, ha stanziato fondi per la riorganizzazione e il potenziamento delle attività in regime di ricoveri e in terapia intensiva e di emergenza;

   in particolare, l'articolo 2 del citato decreto sancisce che le regioni e le province autonome, allo scopo di rafforzare strutturalmente il Servizio sanitario nazionale in ambito ospedaliero, adottano appositi piani di riorganizzazione, garantendo l'incremento di attività in regime di ricovero in terapia intensiva e in aree di assistenza ad alta intensità di cure. Tali piani di riorganizzazione sono monitorati congiuntamente dal Ministero della salute e dal Ministero dell'economia e delle finanze. Al fine di dare attuazione alle indicate disposizioni, è stato istituito per l'anno 2020 apposito capitolo nello stato di previsione del Ministero della salute per un importo pari a 1.467.491.667 di euro, ripartito per le regioni e le province autonome secondo una tabella contenuta nell'Allegato D al medesimo decreto n. 34 del 2020;

   la regione Campania, come si evince dalla suddetta tabella, risulta assegnataria, per il potenziamento ospedaliero, di risorse pari a euro 163.813.544 che, tuttavia, ad oggi non sembrano essere state ancora utilizzate, se non in minima parte;

   stando alle dichiarazioni del sindacato delle professioni infermieristiche e, soprattutto, alla lettera di una nota del Dipartimento della salute regionale in risposta a un'interrogazione presentata da alcuni consiglieri regionali, l'80 per cento delle risorse messe a disposizione a livello centrale non sono state impiegate;

   tutti gli interventi programmati nel Piano organizzativo della regione Campania, approvato nel 2020 dal Ministero della salute, che prevedevano l'ampliamento delle disponibilità nei reparti di terapia intensiva, l'incremento delle dotazioni elettromedicali, la ristrutturazione del pronto soccorso, sono ancora lontani dalla loro realizzazione: basti considerare che a fine ottobre 2022, il 53 per cento dei lavori nel pronto soccorso erano ancora da avviare, l'11 per cento ancora in corso, il 7 per cento in corso di affidamento;

   la situazione della regione Campania, al pari di quella di altre regioni poco efficienti nell'utilizzo delle risorse stanziate dallo Stato, rischia di compromettere un progetto nazionale di potenziamento della capacità sanitaria del nostro Paese, che aspira a fronteggiare nel futuro eventuali pandemie come il Covid, senza dover adottare misure altamente erosive per la nostra economia;

   con decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 (articolo 1, comma 7) è stata sancita l'individuazione dei livelli essenziali di assistenza, aggiornati con l'ultimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 12 gennaio 2017;

   il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 29 novembre 2001, nel definire i livelli essenziali di assistenza sanitaria, considera tali anche l'assistenza ospedaliera –:

   quali iniziative di competenza il Governo abbia promosso o intenda assumere al fine di promuovere, anche in virtù di quanto disposto dall'articolo 2 del decreto-legge n. 34 del 2020, un'attività conoscitiva volta a comprendere le ragioni del mancato o ritardato utilizzo da parte della regione Campania delle risorse assegnate per il potenziamento sanitario;

   se non si ritenga necessario assumere iniziative di competenza al fine di garantire l'opportuno potenziamento delle attività in regime di ricoveri e in terapia intensiva e di emergenza da parte della regione Campania, come previsto per legge.
(5-00428)

Interrogazione a risposta scritta:


   PAVANELLI, MORFINO, CHERCHI e AMATO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   con decreto ministeriale 2 aprile 2015 n. 70, è stato adottato il regolamento recante la «definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera»;

   nel dettaglio, per effetto del citato provvedimento, è stato operato il riassetto strutturale e di qualificazione della rete ospedaliera, al fine di offrire ai cittadini prestazioni sanitarie qualitativamente appropriate, in linea con i livelli essenziali di assistenza nonché per conseguire, al contempo, una significativa riduzione dei costi;

   in altri termini, il decreto ministeriale n. 70 stabilisce dei parametri – come, ad esempio, il numero minimo di posti letto – per tenere aperto un presidio ospedaliero;

   il citato regolamento, affianco a una disciplina di carattere generale, contiene specifiche misure finalizzate a prevedere un trattamento differenziato nelle «zone particolarmente disagiate» o «realtà territoriali disagiate». Queste ultime, ai sensi del decreto ministeriale n. 70 ricorrono nell'ipotesi di isole, zone montane, comunità isolate o aree disagiate. Nello specifico, il punto 9.2.2 dell'allegato 1 reca la disciplina dei presidi ospedalieri nelle zone particolarmente disagiate;

   la normativa, per converso, non prevede un trattamento sufficientemente differenziato per talune aree del Paese, il cui svantaggio territoriale risulta derivato da calamità naturali. Il riferimento è, in particolare, alle aree del Paese colpite dal sisma del Centro Italia del 2016, nelle quali molti cittadini sono ancora in attesa della ricostruzione e in taluni casi hanno già provveduto a trasferire altrove la propria residenza rendendo conseguentemente più gravosi i requisiti previsti dal decreto ministeriale n. 70 –:

   se non intenda, il Ministro interrogato, adoperarsi per una revisione del decreto ministeriale n. 70 finalizzata a prevedere parametri meno rigorosi per l'organizzazione della rete ospedaliera territoriale anche per le zone disagiate interessate dal sisma del Centro Italia del 2016;

   se non ritenga di dovere intervenire al fine di prevedere l'inserimento delle aree del cratere sismico del Centro Italia e delle aree interne tra le aree disagiate ai sensi del decreto ministeriale n. 70.
(4-00537)

Apposizione di una firma ad una risoluzione.

  La risoluzione in Commissione Frijia e altri n. 7-00038, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 27 gennaio 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Deidda.

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta in Commissione Toni Ricciardi n. 5-00301, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 27 gennaio 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Simiani.