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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 72 di martedì 21 marzo 2023

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ROBERTO TRAVERSI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 72, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.

(Elementi e iniziative di competenza in relazione a notizie circa limitazioni all'accesso di minori presso strutture ricettive e di ristorazione, alla luce di una vicenda verificatasi in un albergo di Taormina nel gennaio 2023 – n. 3-00094)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Antoniozzi n. 3-00094 (Vedi l'allegato A).

La Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella, ha facoltà di rispondere.

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Grazie Presidente. Ringrazio particolarmente l'onorevole Antoniozzi per aver richiamato l'attenzione su un episodio del gennaio scorso, quando una famiglia con un bambino piccolo sarebbe stata invitata a uscire da un locale di Taormina, in quanto l'ingresso sarebbe stato precluso ai minori di 12 anni.

Più in generale, lo ringrazio per aver posto l'attenzione sulla crescente tendenza di vietare l'accesso ai pubblici esercizi ai bambini al di sotto di una certa età per evitare il pericolo di schiamazzi e di disturbo agli adulti.

Per quanto riguarda l'episodio specifico, va premesso che la vicenda, riportata da diversi organi di informazione, è stata segnalata al Garante per l'infanzia e l'adolescenza della Calabria. Il presidente, Antonio Marziale, ha dunque contattato la direzione del locale, la quale avrebbe motivato il divieto anche con ragioni di sicurezza, dovute ad una balconata a ridosso di un dirupo sul mare, nonché con l'intralcio della carrozzina per il personale di sala.

Al riguardo, ricordiamo che le norme vigenti consentono di rifiutare prestazioni solo a fronte di un legittimo motivo, in assenza del quale si è passibili di sanzione pecuniaria, se il fatto viene accertato.

Premesso che l'autorità di competenza per la valutazione di un eventuale legittimo impedimento è il Ministero dell'Interno, per quanto riguarda questo Ministero non si può che richiamare, in termini generali, il necessario rispetto del principio di non discriminazione, sancito in primis dalla Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza dell'ONU, principio da ritenersi valido anche per ragioni anagrafiche.

Ad ogni modo, sulla vicenda specifica, vorrei ringraziare il presidente dell'Associazione albergatori di Taormina, Gerardo Schuler, che, a nome della categoria, si è scusato per l'accaduto, sottolineando, giustamente, che le strutture ricettive della sua splendida città si sono sempre contraddistinte per lo spirito di accoglienza, a dimostrazione che non si può criminalizzare un'intera categoria che vive di e per l'ospitalità.

Questo Governo è impegnato sul fronte della natalità e delle politiche a sostegno della famiglia - come testimonia anche la nuova titolazione del mio Ministero, a cui, in questa legislatura, è stata, appunto, aggiunta la “natalità” - e ciò a cui puntiamo è il coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali, sociali ed economici per la costruzione di un clima favorevole alla famiglia. Questo vale anche per le attività ricreative e di socialità, per le quali è importante lo sviluppo di spazi family friendly.

Favorire l'esistenza di contesti favorevoli alla famiglia, nella composizione familiare più varia, con figli, anziani e soggetti disabili, è fondamentale per lo sviluppo armonioso delle relazioni sociali; significa non soltanto non discriminare, ma scommettere sul futuro della nostra società. Da parte nostra, abbiamo messo in campo importanti strumenti in questa direzione e altre iniziative arriveranno. Sono già operativi gli aumenti dell'assegno unico e la certificazione per le imprese che rispettano e promuovono la conciliazione fra lavoro e famiglia.

Abbiamo promosso, allo stesso scopo, un codice deontologico per le aziende ad adesione volontaria. Abbiamo, inoltre, destinato, nell'ambito dell'avviso pubblico per il finanziamento dei progetti per la famiglia, una specifica linea di intervento per la promozione di contesti sociali ed economici family friendly, finalizzata proprio a favorire la partecipazione alla vita sociale delle famiglie con minori. L'avviso ha finanziato, complessivamente, 45 progetti, per un totale di 8 milioni di euro, di cui 1.350.000 specificamente dedicati all'ambito di cui stiamo parlando.

Con riferimento alla ristorazione, si segnalano due progetti, uno promosso dal Movimento italiano genitori, per la mappatura degli esercizi attrezzati ad accogliere famiglie, l'altro, avanzato dal Forum nazionale delle associazioni familiari, intitolato Spazio famiglia, finalizzato a indicare alle famiglie i luoghi più idonei per la fruizione di beni e servizi.

Per contrastare l'inverno demografico che affligge il nostro Paese, è necessario concorrere tutti alla creazione di un clima favorevole e accogliente per i bambini e le famiglie. È nostra specifica intenzione coinvolgere a pieno in questo sforzo le piccole, medie e grandi imprese, con la consapevolezza che per gli operatori economici investire sul futuro della società significa investire sul proprio futuro.

PRESIDENTE. Il deputato Antoniozzi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

ALFREDO ANTONIOZZI (FDI). Signor Ministro, grazie per la sua risposta assolutamente esauriente. Grazie per la sollecitudine con cui questo è avvenuto, grazie per aver colto che la questione non era limitata solamente al fatto accaduto - con riferimento al quale prendiamo atto delle scuse, naturalmente, e questo è un fatto positivo - ma per aver colto che il tema è molto più ampio. E, se di per sé questo fatto accaduto, comunque, è stato un fatto increscioso, ho voluto cogliere questa occasione perché si parlasse dell'infanzia, si parlasse dei bambini, si parlasse della famiglia, qui, nel Parlamento, nel luogo deputato ad assumere la responsabilità delle decisioni. Ringrazio il professor Marziale, Garante per l'infanzia e l'adolescenza della Calabria, che ha sollecitato questo intervento. Come dicevo, il fatto di per sé non è un fatto grave, ma lo può diventare, perché alimenta certamente una coscienza sbagliata rispetto al tema dei bambini, della natalità e della famiglia, fulcro della società intorno alla quale, a cerchi concentrici, si allarga la società medesima. Episodi del genere non devono accadere, ma per un fatto di crescita sociale e morale del nostro Paese.

Nel ringraziarla, dichiarandomi naturalmente soddisfatto, vorrei che questa occasione fosse di stimolo per cogliere un altro aspetto, che è quello dell'educazione della società ad alcuni temi. La discriminazione dell'infanzia è un tema gravissimo, che in questo episodio può apparire marginale, ma che può riverberarsi in maniera molto più negativa se non c'è una presa di coscienza di questo Parlamento, della società tutta, rispetto al tema dell'infanzia. Quindi, aver lei colto questo dato mi fa dichiarare soddisfatto, naturalmente. Forse potremmo fare qualcosa in più - oltre a quello che ha dichiarato e che sicuramente è encomiabile - nell'immaginare anche delle campagne informative, perché non sempre le famiglie sono messe in condizioni di sapere. Accadono fatti che possono apparire marginali, ma che poi incidono sulla vita medesima dell'infanzia. Io credo che ognuno di noi abbia nella pelle, nel DNA, i ricordi dell'infanzia. Quei ricordi sono vivi e sono fatti di momenti: momenti di gioia, ma anche momenti di delusione. Dobbiamo informare meglio i nostri cittadini riguardo ai diritti fondamentali e, andando sopra i diritti, alla coscienza da acquisire complessivamente: magari con una campagna informativa del Ministero, o qualcosa del genere, che possa dare quella informazione, che non è banale e che incide direttamente sulla coscienza delle persone. Quindi nel dichiarare la mia soddisfazione, la ringrazio per questa risposta e la ringrazio per il lavoro che sta svolgendo.

(Interrogazione Iezzi n. 3-00263)

PRESIDENTE. Dovremmo ora passare all'interrogazione n. 3-00263 del deputato Iezzi.

Avverto che, in data odierna, su richiesta del presentatore, l'interrogazione è stata trasformata in interrogazione a risposta scritta.

(Iniziative in relazione ai progetti di rigenerazione urbana, con particolare riferimento al criterio dell'indice di vulnerabilità sociale e materiale e all'effettiva ed equilibrata ripartizione territoriale dei finanziamenti - n. 2-00001)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Forattini ed altri n. 2-00001 (Vedi l'allegato A). Chiedo alla deputata Forattini se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

ANTONELLA FORATTINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intendo illustrarla anche perché è un'interpellanza datata ottobre, quindi ne vorrei ripercorrere un po' la cronistoria. È stata depositata all'indomani della mia nomina qui a parlamentare.

Il 27 dicembre 2019 sono stati previsti e assegnati dei contributi per investimenti in progetti di rigenerazione urbana, nel limite di 150 milioni di euro per il 2021, di 250 per il 2022, di 550 per il 2023 e il 2024, oltre a 700 milioni di euro per gli anni dal 2025 al 2034. Cifra che è stata successivamente integrata di 100 milioni di euro per l'anno 2022 e di 200 milioni di euro per gli anni 2023 e 2024. Per quanto riguarda i criteri con i quali sono stati assegnati questi fondi, a seguito anche di un'intesa che è stata portata in sede di Conferenza Stato-città e autonomie locali con ANCI, si è stabilito che il criterio dovesse essere quello dell'indice di vulnerabilità sociale e materiale definito dall'Istat. Si tratta di un criterio che trova applicazione quando l'entità delle richieste che arrivano su un determinato bando supera l'ammontare delle risorse finanziarie disponibili e che deriva anche dalla necessità di riconoscere una preferenza alle realtà locali più svantaggiate, in coerenza con la finalità dell'intervento legislativo.

Per garantire, poi, lo scorrimento della graduatoria e il finanziamento di tutti i progetti ammissibili, sono stati stanziati ulteriori 905 milioni di euro per il periodo 2022-2026. In particolare, si è stabilito che i fondi, integrati di ulteriori 300 milioni, potessero essere assegnati anche ai progetti presentati dai comuni con una popolazione inferiore ai 15.000 abitanti (criterio che prima era stato escluso). Nell'ottobre del 2022 sono stati individuati questi comuni e, come rilevato dall'ANCI a seguito della graduatoria che è stata pubblicata, sono stati esclusi parecchi comuni. Si è criticato tale indice di vulnerabilità perché, di fatto, lo stesso ha escluso molte realtà che potevano comunque beneficiare di questi finanziamenti.

Alla luce di quanto sopra, chiediamo: se si ritiene fondamentale lo stanziamento di ulteriori risorse per garantire lo scorrimento di questa graduatoria, che, ripetiamo, è una graduatoria relativa ai progetti di rigenerazione urbana; a quanto ammontino le ulteriori somme necessarie per finanziare eventualmente tutti quei progetti di rigenerazione urbana che sono stati presentati e dichiarati ammissibili, ma che non sono stati finanziati in quanto le risorse non sono state sufficienti; se si intendano verificare, ferma restando la necessità di dispiegare una determinata quota di risorse a beneficio dei comuni del Mezzogiorno, le forme più opportune ed efficaci per una modulazione e utile coerenza e concordanza tra il criterio dell'indice di vulnerabilità sociale e materiale e quello di un'effettiva ed equilibrata ripartizione territoriale dei finanziamenti tra tutte le aree del Paese: Nord, Sud e Centro.

PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per l'Interno, Nicola Molteni, ha facoltà di rispondere.

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Signor Presidente, onorevoli deputati, gli onorevoli interpellanti chiedono al Governo di assumere iniziative al fine di integrare le risorse attualmente stanziate per i progetti in materia di rigenerazione urbana per l'anno 2022, con l'obiettivo di finanziare tutte le richieste presentate dai comuni e dichiarate ammissibili.

Nel richiamare preliminarmente la cornice legislativa di riferimento, evidenzio che la legge 27 dicembre 2019, n. 160 ha previsto specifiche linee di finanziamento per i comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti, dedicate a progetti di rigenerazione urbana volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale. In particolare, sono stati stanziati - come, tra l'altro, è stato appena detto dalla deputata - 150 milioni di euro per il 2021, 250 milioni per il 2022, 550 milioni per gli anni 2023 e 2024, 700 milioni per ciascuno degli anni dal 2025 al 2034.

Nella precedente legislatura, l'erogazione dei contributi in questione è stata attuata con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 21 gennaio 2021, a seguito di un'intesa sancita con l'ANCI, in sede di Conferenza Stato-città ed autonomie locali, il 26 novembre 2020.

Rammento anche che, per corrispondere alle esigenze di ampliare la platea dei beneficiari, il legislatore è intervenuto successivamente con il decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17, grazie al quale sono state stanziate ulteriori risorse, pari a 905 milioni di euro, che hanno consentito di finanziare tutte le opere che erano state ammesse alla graduatoria finale.

Come evidenziato correttamente dagli onorevoli interpellanti, ulteriori interventi in materia sono stati disposti dalla legge 30 dicembre 2021, n. 234 che, nell'estendere la categoria dei possibili beneficiari dei contributi, ha previsto per l'anno 2022 l'assegnazione di risorse per progetti di rigenerazione urbana pari a 300 milioni di euro in favore dei comuni con popolazione inferiore ai 15.000 abitanti che, in forma associata, superano detta soglia. Con il recente decreto interministeriale del 19 ottobre 2022 sono stati individuati i comuni beneficiari dei predetti contributi per un importo complessivo di circa 297 milioni di euro, a fronte di istanze trasmesse da 5.268 enti locali e relative a progetti il cui importo complessivo è risultato ampiamente superiore alle risorse stanziate dalla legge.

Pertanto, allo stato, risultano presenti in graduatoria ulteriori progetti non finanziati. Assicuro che le criticità segnalate dagli onorevoli interpellanti sono all'attenzione del Governo. In particolare, informo che il Ministero dell'Interno, unitamente al Ministero dell'Economia e delle finanze e in collaborazione con ANCI, ha valutato la possibilità di recuperare risorse da destinare a interventi di rigenerazione urbana. Sono state anche vagliate possibili soluzioni per individuare un correttivo all'utilizzo del criterio dell'indice di vulnerabilità sociale e materiale, con l'obiettivo di assicurare una più equilibrata distribuzione regionale delle risorse disponibili in relazione alle istanze presentate.

Proprio al fine di corrispondere a tali esigenze, con la legge 13 gennaio 2023, n. 6, in sede di conversione del decreto-legge 18 novembre 2022, n. 176, è stato introdotto l'articolo 14-quinquies, che istituisce nello stato di previsione del Ministero dell'Interno un fondo per investimenti in rigenerazione urbana a favore dei comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti, con una dotazione di 115 milioni di euro per l'anno 2025 e 120 milioni di euro per l'anno 2026. I criteri di riparto del predetto fondo saranno individuati con decreto del Ministero dell'Interno, di concerto con il Ministero dell'Economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza Stato-città e autonomie locali, da adottare entro il 30 giugno 2023, assicurando in ogni caso l'attribuzione delle risorse in proporzione al fabbisogno espresso da ciascuna regione e tenendo conto delle risorse assegnate ai sensi dell'articolo 1, comma 534, della legge 30 dicembre 2021, n. 234.

PRESIDENTE. La deputata Forattini ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.

ANTONELLA FORATTINI (PD-IDP). Grazie, Sottosegretario. Fa piacere il fatto che il Governo abbia a cuore i progetti di rigenerazione urbana e quindi abbia posto l'attenzione al fatto di poter recuperare risorse per soddisfare le richieste che sono arrivate dai comuni, e anche il fatto di valutare la possibilità di rimodulare il criterio della vulnerabilità. Non sfugge a nessuno, infatti, che le risorse su questi progetti sono parecchie, perché c'è un bisogno conclamato di ridare un volto alle aree degradate delle nostre città e occorre portare nelle periferie nuova edilizia popolare, cosa della quale oggi stanno soffrendo molte città: comuni capoluogo, ma non solo.

Soprattutto, occorre ridare servizi e ridare sicurezza ed è per questo che, in questa direzione, sono arrivati molti dei progetti che sono stati presentati, ma non sfugge che le richieste relative a questo bando oggi siano tardive. Quindi noi dobbiamo vedere di dare una risposta a tutti quei comuni che oggi faticano ad accedere a questi bandi, che faticano, di fatto, a portare avanti le procedure richieste dai bandi stessi. Si è fatta una semplificazione per quanto riguarda l'edilizia scolastica ma devo dire che non è stato fatto altrettanto per quanto riguarda i bandi della rigenerazione urbana. Quindi, occorrerebbe porre attenzione anche in questa direzione, perché i ritardi sulle procedure di espletamento delle gare sono sotto gli occhi di tutti; invece, sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, soprattutto su questi progetti, noi dovremmo poter accelerare. Quello che chiedo al Governo è anche di porre attenzione riguardo all'assunzione del personale. Ieri il presidente dell'ANCI ha chiesto di poter attingere alle graduatorie pubbliche già presenti in alcuni enti pubblici - quello che di fatto è successo anche per altre situazioni come, ad esempio, per il reperimento del personale per quanto riguarda i comuni terremotati - perché oggi non si riesce a trovare il personale interessato a svolgere gli incarichi per un tempo così breve. Per cui, poter accedere a graduatorie pubbliche già formate potrebbe quanto meno agevolare la procedura. Oggi noi dobbiamo spendere queste risorse; dobbiamo spenderne anche molte di più di quelle che oggi ci sono, perché noi dobbiamo far ripartire il nostro Paese. In gioco c'è la crescita del Paese e, quindi, chiedo che si ponga molta attenzione al Piano nazionale di ripresa e resilienza e magari un po' di meno al ponte sullo Stretto di Messina.

(Iniziative volte a garantire la competitività, la produzione e il mantenimento dei livelli occupazionali nello stabilimento ex Sevel di Atessa (Chieti) – n. 3-00176)

PRESIDENTE. La Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy, Fausta Bergamotto, ha facoltà di rispondere all'interrogazione D'Alfonso n. 3-00176 (Vedi l'allegato A).

FAUSTA BERGAMOTTO, Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy. Grazie Presidente, grazie onorevole interrogante. Con l'atto in parola si chiede di conoscere quali iniziative il Governo intenda adottare a presidio della competitività, della produzione e del mantenimento dei livelli occupazionali dello stabilimento ex Sevel di Atessa, di fondamentale importanza per il territorio della regione Abruzzo. In proposito, sottolineo che in data 14 febbraio scorso si è tenuto, presso la sede del Ministero delle Imprese e del made in Italy un tavolo di confronto tra il Governo, Stellantis e le organizzazioni sindacali. I lavori del citato incontro hanno riguardato, come auspicato anche dall'onorevole interrogante, la verifica del piano industriale Dare Forward 2030 di Stellantis, in Italia e all'estero, e i temi dello sviluppo, del rilancio e della salvaguardia dei livelli occupazionali dello stabilimento Sevel di Atessa.

I temi in discussione sono numerosi, complessi e di grande portata. Essi si innestano su uno scenario in cui il comparto automotive registra ancora difficoltà nell'approvvigionamento delle materie prime, microchip e semiconduttori, e una domanda ancora debole di auto elettriche sul mercato italiano. Come è stato ribadito in quella sede dal Ministro Urso, il Governo mira, da una parte, alla rinegoziazione presso le istituzioni europee di condizioni migliori e funzionali ad accompagnare la riconversione industriale in tempi e modalità che consentano di garantire la sostenibilità occupazionale e sociale in modo progressivo e che non strangoli il comparto produttivo; dall'altra, questo Governo si sta preoccupando di creare le migliori condizioni infrastrutturali, strutturali e di mercato adatte a stimolare la ricerca, lo sviluppo e l'attrazione degli investimenti, per mantenere la produzione in Italia.

A questo proposito, occorre garantire il principio di neutralità tecnologica e riformulare gli incentivi a sostegno della domanda in questo settore. Gli incentivi, infatti, devono aiutare soprattutto a salvaguardare la produzione italiana e contribuire a creare un volano per l'economia, con effetti positivi sul territorio nazionale in termini di sviluppo, ricadute produttive e occupazionali. È altresì necessario che, a monte della filiera automotive, si implementino gli investimenti nella rete infrastrutturale di ricarica in Italia e si incentivi lo sviluppo di aziende per l'autoproduzione di energia.

Da parte sua, Stellantis ha confermato il ruolo di leadership della Sevel di Atessa nella business unit dei veicoli commerciali con la piattaforma del Ducato, ampliando la produzione con il brand Opel e con l'accordo per la produzione di veicoli commerciali Toyota.

Il Ministro Urso, in occasione del tavolo, ha dunque confermato la piena attenzione che il Governo riserva al settore automotive e il ruolo centrale delle aziende italiane per la filiera nazionale.

Obiettivi prioritari dell'Esecutivo sono il rilancio della produzione nazionale, l'innovazione tecnologica e la tutela dell'occupazione. Per questo motivo, presso il Ministero delle Imprese e del made in Italy, è stato altresì istituito un tavolo permanente sull'automotive - con aggiornamento periodico - che coinvolge tutti gli operatori del settore.

Per affrontare la difficile congiuntura, si ribadisce anche in questa sede che un confronto continuo tra le parti coinvolte e i loro rappresentanti sarà utile a tutti per verificare gli sviluppi degli investimenti e le ricadute sul sistema industriale e in questo contesto verrà sicuramente avviato un raccordo con la regione Abruzzo per le imprese dell'indotto legate al territorio. L'impegno del Governo avverrà, dunque, con continuità operativa e temporale, con la più stretta condivisione degli obiettivi con le parti coinvolte e in modo coordinato, in ciascuno dei comparti e dei tavoli sopramenzionati.

PRESIDENTE. Il deputato D'Alfonso ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Do contezza della consapevolezza del Sottosegretario che ha risposto, perché ne conosco il radicamento territoriale - è abruzzese come me -, quindi, ho visto uno sforzo di volontà nel descrivere fotograficamente la situazione. Il punto che manca, per il quale intervengo e utilizzo questo tempo, è mettere proprio i termini all'interno di un'agenda che precisi le cose da fare.

Voglio ricordare all'Aula, in uno spirito anche deliberativo di quest'Aula, che il sito industriale di Atessa è gran parte del PIL della regione Abruzzo. Parliamo di una capacità di assorbimento di forza lavoro, tra diretti e indiretti, sulle 30.000 unità. La maggior parte della ricchezza economica, della capacità di attrattiva, dell'affidabilità economica dell'Abruzzo e di questo rettangolo, che vede l'Abruzzo al centro, deriva e coincide proprio con il sito produttivo di Atessa, ex FIAT, attuale Stellantis.

Quali sono gli elementi negativi che dobbiamo fronteggiare con adeguatezza e appropriatezza? Abbiamo perso 1.000 unità di lavoro, tra prima della pandemia e dopo, e questo fa riferimento alla perdita di un certo numero di unità produttive dal punto di vista del tempo annuo. Noi avevamo circa 300.000 furgoni l'anno; siamo scesi, dopo la pandemia, a meno di 250.000 furgoni annui. Noi sappiamo che c'è una competizione anche nello scenario internazionale con la Polonia.

Allora, quali sono le misure che dobbiamo mettere in esercizio? Il tavolo permanente, che chiami a sé il Ministero delle Imprese e del made in Italy, le rappresentanze sindacali, quelle delle imprese e dell'indotto, che tanta ricchezza attrattiva hanno rappresentato, e gli enti locali. Negli enti locali dobbiamo metterci potentemente, oltre alla regione, anche i comuni; inoltre, dobbiamo concepire, riconcepire e ricoltivare quello che si chiama lo strumento del Contratto istituzionale di sviluppo che faciliti l'adeguatezza infrastrutturale tradizionale, la viabilità che riesca a “cucire” il mare Adriatico con il Tirreno, che va a servire proprio Atessa. Ci sono 190 milioni di euro in giacenza che devono produrre il completamento del cantiere. Lo chiese anche Marchionne, quando ricevette il riconoscimento dalla regione Abruzzo. Aggiungo, inoltre, la copertura digitale 4G, la copertura dell'energia elettrica industriale, come richiede il fabbisogno produttivo di quell'azienda e, poi, l'autosufficienza energetica, in maniera tale che vi possano essere, in un tempo dato, la neutralità energetica, l'investimento tecnologico, per farle recuperare terreno rispetto agli sfidanti del circuito internazionale.

Allora, mettiamo in agenda le intenzioni, le preoccupazioni, la consapevolezza, ma anche le date degli investimenti, le risorse. Facciamo in modo che, nei piani riguardanti il potenziamento produttivo, ci siano le risorse finanziarie.

Cara Sottosegretaria, conosco, come ho detto prima, la sua appartenenza territoriale: dovremmo immaginare un documento impegnativo, a valenza istituzionale, a valenza normativa, amministrativa, che preveda anche le risorse finanziarie. Stiamo per delineare il DEF e gli obiettivi del DEF: sull'automotive facciamo in modo che vi sia appropriatezza di strumenti. Non siamo chiamati a fare convegnistica, ma ad essere decisori e decisione vuol dire collocazione di risorse. Io su questo faccio affidamento anche sulla sua “abruzzesità” istituzionale.

(Iniziative volte a rilanciare il settore termale, con particolare riferimento a Montecatini Terme - n. 3-00203)

PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato, Alberto Barachini, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Barabotti ed altri n. 3-00203 (Vedi l'allegato A).

ALBERTO BARACHINI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Con riferimento all'interrogazione in oggetto, che concerne lo stato di avanzamento delle iniziative volte a sostenere il comparto termale e la ripresa delle Terme di Montecatini, faccio presente, in via preliminare, che il Ministero del Turismo ha sempre mostrato grande attenzione, anche nel Governo precedente, alle problematiche inerenti al turismo termale. Per quanto concerne le iniziative volte a sostenere la ripresa delle Terme di Montecatini, la questione è estremamente delicata, stante la situazione in cui versa attualmente la società Terme di Montecatini Spa, e coinvolge più attori, in primis, la regione Toscana e il comune di Montecatini.

La complessità della problematica non rende agevole una pronta soluzione, bensì richiede tempi di valutazione delle strategie attuabili necessariamente ampi. Al riguardo, è certamente apprezzabile l'iniziativa della regione che, con propria legge 29 dicembre 2022, n. 48, ha autorizzato la giunta regionale a formulare una proposta di acquisizione al patrimonio regionale degli immobili denominati Terme Tettuccio, Terme Regina e Terme Excelsior, tutti immobili dichiarati di interesse culturale particolarmente importante.

A testimonianza dell'interesse e dell'impegno profusi nella salvaguardia del settore termale, ho recentemente partecipato, insieme al presidente di Federterme, Massimo Caputi, alla fiera Les Thermalies 2023 e in tale sede ho presentato l'offerta turistica termale italiana e la piattaforma ItalCares, ideata e promossa da Federterme con il cofinanziamento del Ministero del Turismo. La piattaforma ItalCares, cofinanziata per 1.500.000 di euro, a valere sul Fondo unico nazionale del turismo, genererà flussi organizzati di turismo sanitario, termale e del benessere in Italia, colmando l'attuale divario rispetto ad altri Paesi europei dove il turismo sanitario-termale è un pilastro fondamentale del comparto.

Il turismo sanitario-termale rappresenta un'opportunità da sfruttare, considerando l'immenso patrimonio di acque termali presenti sul territorio nazionale, nonché la qualità dell'assistenza sanitaria che favorisce la destagionalizzazione e la differenziazione dell'offerta turistica.

A tal riguardo, peraltro, il Governo ha recentemente valorizzato il turismo del benessere anche prevedendo, nel disegno di legge recante deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane, all'articolo 3, comma 2, lettera a), n. 9, tra i principi e criteri direttivi indicati per l'esercizio della delega: “promozione di programmi e percorsi volti a favorire il turismo del benessere e il turismo lento come attività che agevolano la ricerca di tranquillità fisiologica e mentale per il raggiungimento e il mantenimento di uno stato di benessere psico-fisico, mentale e sociale, come obiettivo ulteriore rispetto a quello della cura delle malattie ovvero delle infermità”.

Quanto detto manifesta tutta la mia intenzione di individuare le migliori strategie e le più efficaci modalità di intervento per la soluzione delle problematiche in cui versa il comparto termale, tra i più colpiti dalla pandemia, di cui è un chiaro esempio la società Terme di Montecatini Spa.

PRESIDENTE. Il deputato Billi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

SIMONE BILLI (LEGA). Ringrazio il Sottosegretario per l'impegno e l'attenzione su questo importante comparto, in particolare per la regione Toscana e ancora più in particolare per Montecatini. Continuiamo nell'impegno, è importante rilanciare questo comparto, non solo, come ha detto lei, Sottosegretario, per la regione Toscana e per Montecatini, ma per tutta l'Italia. Sono tante le terme e i centri termali in tutta Italia. Bisogna fare di più per rilanciare questo settore.

(Iniziative volte alla prevenzione del rischio idrogeologico e alla messa in sicurezza del territorio, con particolare riferimento alla situazione della regione Campania - n. 3-00150)

PRESIDENTE. La Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy, Fausta Bergamotto, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Rubano n. 3-00150 (Vedi l'allegato A).

FAUSTA BERGAMOTTO, Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy. Grazie, Presidente. Onorevole interrogante, rispondo a nome del Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica. In merito a quanto rappresentato dall'interrogante, appare opportuno premettere che questo Ministero concretizza le proprie funzioni, in materia di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico, attraverso atti di programmazione e finanziamento di interventi strutturali proposti dalle regioni e dalle province autonome. Viceversa, non ha competenza nell'intervenire durante le situazioni di emergenza, come definite dal vigente codice della Protezione civile. Per la definizione del Piano degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, a valere sulle risorse di bilancio del MASE, si applicano i criteri e le procedure dettate dal DPCM 27 settembre 2021, recante aggiornamento dei criteri, delle modalità e dell'entità delle risorse destinate al finanziamento degli interventi in materia di mitigazione del rischio idrogeologico. In particolare, il richiamato DPCM, nell'allegato 1, suddivide la procedura di selezione degli interventi in cinque specifiche fasi tra loro consequenziali. La prima fase consiste nell'inserimento da parte delle regioni della richiesta di finanziamento all'interno della piattaforma web ReNDiS, che consente il caricamento sia dei documenti progettuali sia di informazioni sulla classificazione dell'area in termini di pericolosità/rischio e sulla tipologia ed entità degli elementi esposti a rischio. Una volta validato dalle regioni, l'intervento passa alla seconda fase, in cui la competente Autorità di bacino distrettuale valuta l'intervento in termini di compatibilità con gli strumenti pianificatori vigenti, in relazione al rischio da frana (Piano di assetto idrogeologico) e al rischio da alluvioni (Piano di gestione del rischio da alluvioni) nonché valuta l'incidenza delle opere previste in progetto sulla mitigazione della pericolosità o del rischio idraulico ed idrogeologico rispetto alle aree interessate. Ottenuto tale parere, la terza fase contempla la generazione automatica, da parte del sistema ReNDiS, per ciascuna amministrazione territoriale, di un elenco di interventi ordinati per punteggio, ovvero la graduatoria regionale delle richieste di finanziamento.

Le ultime due fasi si svolgono come di seguito illustrato. Il Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, sulla base delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente, comunica alle regioni l'avvio della programmazione degli interventi, chiedendo alle stesse, sulla base della graduatoria ReNDiS, di presentare la propria proposta di finanziamento, ovvero l'elenco di interventi in cui si richiedono risorse. Ricevute le proposte, il MASE procede alla verifica del rispetto della rispondenza della graduatoria presente in ReNDiS con le liste di interventi presentati dal soggetto responsabile della programmazione regionale, oltre che della completezza e coerenza dei rispettivi dati economici e di quelli relativi alle caratteristiche dell'appalto.

Pur tuttavia, va evidenziato che, al fine di consentire alle regioni di fronteggiare situazioni di rischio considerate urgenti e indifferibili, il DPCM prevede che il soggetto responsabile della programmazione regionale, nell'ambito delle risorse disponibili e fino alla concorrenza del 20 per cento del finanziamento ministeriale, possa proporre interventi in deroga rispetto alla graduatoria generata dal sistema ReNDiS ma pur sempre sottoposti al parere dell'Autorità di bacino distrettuale e alla verifica del MASE.

Tanto premesso, si rappresenta che, con il decreto ministeriale n. 531 del 16 dicembre 2022 è stato approvato l'elenco degli interventi prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico da realizzarsi nel territorio della regione Campania, integralmente finanziati con risorse ministeriali ammontanti a quasi 17 milioni di euro. Detto elenco, proposto dalla regione Campania e approvato previa acquisizione della formale intesa del presidente della stessa regione, è composto da quattro interventi, che incidono nei comuni di Cetara, Volturara Irpina, Roccadaspide e Francolise.

Si specifica, altresì, che è di imminente avvio l'attività di programmazione delle risorse disponibili nel bilancio 2023 del MASE per il finanziamento degli interventi di mitigazione dei rischi idrogeologici.

Per quanto concerne le risorse finanziarie a valere sui fondi del PNRR, si evidenzia come la misura M2C4 - sub-investimento 2.1a, “Misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico”, come stabilito dal decreto MEF del 6 agosto 2021, è destinata solo al finanziamento di progetti in essere ovvero già inclusi in precedenti programmazioni. Pur tuttavia appare doveroso evidenziare come, nell'ambito del PNRR, è stata prevista una specifica misura (M2C4-Riforma 2.1) di “Semplificazione e accelerazione delle procedure per l'attuazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico”. In particolare, la riforma, il cui impianto trova fondamento in un complesso di norme approvate nel corso del 2021 e del 2022, è finalizzata a rafforzare il coordinamento tra i diversi livelli di governo coinvolti, razionalizzando i flussi di informazione oltre a definire un piano per aumentare la capacità amministrativa degli organi responsabili dell'attuazione dei progetti, quali le Autorità di bacino distrettuali e le strutture commissariali.

PRESIDENTE. Il deputato Rubano ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

FRANCESCO MARIA RUBANO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor Sottosegretario, sono particolarmente soddisfatto dei dati che, in nome e per conto del Ministero dell'Ambiente, lei ci ha illustrato e che noi abbiamo recepito in quest'Aula. Sono soddisfatto perché abbiamo preso atto che, a dicembre scorso, il Governo ha erogato alla regione Campania circa 17 milioni di euro per interventi di messa in sicurezza relativi al rischio di dissesto idrogeologico. Sono soddisfatto, ancora, perché prendiamo atto di ulteriori attività in via di definizione, le quali genereranno ulteriore erogazione di finanziamento alla regione Campania sempre su questo tema.

Esprimo, in verità, soltanto qualche preoccupazione, sul piano locale, rispetto alle logiche e, quindi, alla mala gestio che governa in regione Campania, e, in particolare, in provincia di Benevento, da parte di soggettività politiche, partitiche, giochi di cordate e di correnti interne al PD e componenti civiche alleate, che pure, purtroppo, gestiscono ancora in provincia di Benevento qualche istituzione.

L'interrogazione era incentrata sul rischio frana del comune di Arpaise, nello specifico sulla strada provinciale n. 1. È una vicenda decennale e la provincia di Benevento ancora non perfeziona il dovuto iter amministrativo, propedeutico al caricamento, da parte della regione Campania, sulla piattaforma ReNDiS del relativo progetto. Ancora, per i comuni di Durazzano e di Sant'Agata de' Goti, soltanto a seguito di molteplici diffide pervenute dal sottoscritto e dal sindaco di Durazzano, Crisci, e destinate alla provincia di Benevento, è stato caricato solo qualche giorno fa il progetto in piattaforma ReNDiS. Ancora, i comuni di Faicchio e della mia Puglianello, che sono a rischio esondazione per il fiume Volturno, e anche una parte di territorio dell'alto casertano non hanno ancora il riscontro necessario da parte della provincia.

Lei ci ha rappresentato che, tra i comuni destinatari di finanziamenti su questo tema, spiccano, guarda caso, realtà della provincia di Salerno, perché questa è la logica che vige in regione Campania: la spartizione in nome e per conto di dinamiche correntizie del Partito Democratico e non in base alle vere necessità, ai veri rischi. Sarà mio compito, a questo punto, sollecitare, fare ulteriormente battaglia, presso la provincia e presso la regione, per rivedere riconosciuti i giusti diritti a questi comuni che, non partecipando, non essendo commensali di alcune logiche, vedono posta a rischio la vita dei relativi residenti.

Quindi, farò immediatamente un incontro, un tavolo tecnico con il sindaco di Arpaise, con il suo assessore alle opere pubbliche Giovanni Lizza, il consigliere provinciale dell'area, Cataudo, per determinare una strategia e un'interlocuzione tra provincia e regione per arrivare al primo obiettivo, al primo step. Poi, daremo battaglia affinché il buon governatore De Luca si renda conto che egli è il governatore della Campania e non della provincia di Salerno.

Non voglio immaginare che possa accadere quanto accaduto, ad esempio, a Faicchio e a Puglianello nel 2019, a dicembre, in quella che fu un'importante esondazione del fiume Volturno e i soccorritori, i vigili del fuoco dovettero addirittura far evacuare gli abitanti di quell'area con i canotti.

PRESIDENTE. Deputato, dovrebbe concludere.

FRANCESCO MARIA RUBANO (FI-PPE). Quindi, dobbiamo contare i morti, poi sapremo assegnare le opportune responsabilità, perché non è fondamentale, non è esclusivo in uno stato di diritto avere una tessera di partito in tasca per vedere riconosciuti i propri diritti, la tutela della vita. Questa sarà la mia battaglia e quella sicuramente del centrodestra (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

(Iniziative volte alla tutela della salute dei cittadini e dell'ambiente in relazione al progetto per la realizzazione di un impianto di trattamento dei fanghi a ridosso della laguna di Venezia – n. 3-00151)

PRESIDENTE. La Sottosegretaria di Stato, Fausta Bergamotto, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Cappelletti n. 3-00151 (Vedi l'allegato A).

FAUSTA BERGAMOTTO, Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy. Grazie, Presidente. Grazie all'onorevole interrogante. Anche a quest'interrogazione rispondo per il Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica.

In merito alle questioni poste dall'onorevole interrogante, innanzitutto, si deve rilevare come la competenza in materia di autorizzazione degli impianti di gestione dei rifiuti è in carico alle amministrazioni regionali.

A tale proposito, pertanto, la regione Veneto rappresenta che la società proponente ENI Rewind Spa ha trasmesso l'istanza relativa all'impianto in questione lo scorso 10 novembre 2022, finalizzata all'ottenimento del provvedimento di valutazione di impatto ambientale, nonché degli ulteriori titoli abilitativi necessari alla realizzazione e all'esercizio della struttura.

La regione, in qualità di autorità competente, ha avviato la verifica della documentazione al fine di richiedere a tutte le amministrazioni ed enti interessati di verificarne la completezza sotto i profili di rispettiva competenza, fase che si è conclusa lo scorso 8 febbraio.

Ad oggi sono in corso le opportune verifiche da parte degli uffici regionali al fine di giungere alla comunicazione di avvio del procedimento, sul sito Internet regionale dedicato, preliminare all'avvio della procedura istruttoria, durante la quale saranno condotte tutte le valutazioni in merito alla proposta progettuale, anche in relazione ai principi dell'economia circolare e di tutela dell'ambiente.

Nell'ambito dell'istruttoria, per cui l'organo deputato all'espressione del parere è il Comitato tecnico regionale VIA, saranno considerate e opportunamente valutate le osservazioni che il pubblico interessato potrà presentare.

Relativamente alle emissioni, si evidenzia che la normativa attualmente vigente sulle autorizzazioni degli impianti di trattamento dei rifiuti recepisce le normative comunitarie, anche riguardo all'incenerimento e al coincenerimento.

Pertanto, le autorizzazioni ed i controlli sul funzionamento devono fondarsi sull'adozione delle migliori tecniche disponibili - le cosiddette BAT -, come disposto dall'articolo 29-bis del decreto legislativo n. 152 del 2006, ovvero quelle soluzioni tecniche impiantistiche, gestionali e di controllo, che interessano tutte le fasi di progetto, fino alla chiusura di un impianto.

Le BAT intervengono per evitare o per ridurre le emissioni nell'aria, nell'acqua e nel suolo e sono periodicamente aggiornate in funzione dei progressi tecnologici raggiunti.

Con il recepimento nell'ordinamento italiano della direttiva 2010/75/UE, i valori limite di emissione e tutte le altre condizioni dell'autorizzazione vengono, dunque, stabiliti in conformità alle BAT emanate, che restano periodicamente aggiornate sotto forma di “decisioni” dalla Comunità europea. Qualunque aggiornamento delle disposizioni europee sui limiti emissivi divengono pertanto automaticamente vincolanti, anche nelle fasi di revisione periodica delle autorizzazioni precedentemente rilasciate.

Inoltre, atteso che la procedura è ancora in una fase preliminare, è da considerare anche che l'impianto possa essere funzionale alla chiusura del ciclo regionale di gestione dei rifiuti, dato che i fanghi di depurazione delle acque reflue potrebbero non trovare completa collocazione nelle operazioni di riciclaggio in attività di ambito agricolo.

È altresì da rilevare che il recupero energetico, prima dello smaltimento, rientra, comunque, all'interno dei criteri di priorità nella gestione dei rifiuti, di cui all'articolo 179 del testo unico dell'ambiente.

Peraltro, le ceneri residuali della combustione dei fanghi possono utilmente permettere il recupero del fosforo, elemento che risulta tra le 30 “materie prime critiche per l'Europa”, ovvero le materie prime di importanza economica caratterizzate da alto rischio di fornitura, per via dell'ampia dipendenza dall'importazione extra Unione europea, essenziali per lo sviluppo dei settori strategici, quali le energie rinnovabili, la mobilità elettrica e le tecnologie digitali.

Infine, si evidenzia che l'impianto in parola rientra tra le attività previste da ENI Rewind Spa all'interno di siti di interesse nazionale assoggettate alla disciplina di cui all'articolo 242-ter del decreto legislativo n. 152 del 2006, ovvero alla preventiva valutazione da parte del Ministero dell'Ambiente dello stato di potenziale contaminazione del sito e, con un maggior dettaglio, dell'area di intervento, accertato attraverso un piano di indagini preliminari, da concordare preliminarmente con le agenzie ambientali territorialmente competenti.

Al riguardo, l'ISPRA ha comunicato di aver fornito valutazione positiva in merito alla compatibilità della struttura oggetto dell'intervento con le matrici ambientali, nonché con le attività di bonifica del suolo già avviate o di quelle sulle acque sottostanti eventualmente in fase di ultimazione, esplicitando altresì determinate osservazioni e raccomandazioni di tipo operativo.

Attesa l'assenza di diretta competenza di questo Ministero sul rilascio del provvedimento autorizzatorio unico regionale, così come evidenziato, saranno condotte tutte le ulteriori dovute interlocuzioni con gli enti e le amministrazioni locali preposte per quanto di pertinenza riguardo l'impianto di gestione dei rifiuti.

PRESIDENTE. Il deputato Cappelletti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente. Grazie, Sottosegretario Bergamotto per la risposta, però mi devo dichiarare non soddisfatto e le spiego perché.

Innanzitutto, nell'area in cui si andrà a insediare questo impianto c'è un doppio vincolo. Uno è di carattere paesaggistico - ci troviamo a meno di 300 metri dalla laguna di Venezia e non serve dilungarmi sui motivi per cui è una zona tutelata - e l'altro è di natura urbanistica. Però, non è questo il problema principale. Il problema principale è un altro, ed è di natura sanitaria. Per questo abbiamo interrogato il Governo, perché c'è una competenza dello stesso nella tutela della salute.

Non sfuggirà al Governo il dato che l'area di Marghera è già, di per sé, fortemente inquinata e questo non da adesso, ma da decenni. Solo poche settimane fa, proprio l'Istituto superiore di sanità ha presentato la sesta edizione del Rapporto sullo stato di salute delle popolazioni nei siti SIN.

Ebbene, da questo rapporto emerse che a Marghera c'era già una situazione alquanto critica, che potremmo sintetizzare in questo modo: un eccesso di mortalità per la probabile associazione tra fonti di inquinamento ambientale e malattie dei cittadini residenti, in particolare tutti i tumori maligni e quelli del colon, del fegato e dei dotti biliari - cito, naturalmente, il report recentemente pubblicato dall'Istituto superiore di sanità -, i tumori maligni della trachea, dei bronchi e del polmone, il mesotelioma, i tumori maligni del tessuto connettivo e degli altri tessuti molli, i tumori maligni della vescica, i linfomi di Hodgkin, le leucemie, i tumori maligni della mammella, le malattie respiratorie acute e l'asma.

Per cui, è veramente opportuno in quest'area aggiungere un impianto potenzialmente cancerogeno, in una situazione che è già drammatica? Si pensi che in questa zona sono stati rilevati metalli pesanti addirittura nel latte materno, metalli che vengono trasferiti dalla madre al figlio.

È di tutta evidenza che le ricadute ambientali dovute all'inquinamento da combustione dei fanghi deterioreranno ulteriormente la qualità dell'aria, in un territorio che, come sappiamo, ha già pagato un costo altissimo da questo punto di vista, mentre, ahimè, l'attenzione prestata dalle istituzioni rispetto a questo dramma appare del tutto scarsa o inesistente. Basti pensare che il primo provvedimento - proprio il primo - posto in essere dalla giunta Zaia, appena dopo le elezioni regionali, è stato l'ampliamento dell'inceneritore Veritas, che è lì a pochi metri e che è attualmente in fase di realizzazione. Per la regione Veneto Marghera è stata designata come la capitale dei rifiuti, eppure, ipocritamente, avevano dichiarato di voler fare di Venezia la capitale della sostenibilità.

Alla luce della risposta alla mia interrogazione, dunque, mi chiedo se relegare Marghera a pattumiera d'Italia non rientri pure negli obiettivi di questo Governo.

(Iniziative di competenza a tutela della salute dei cittadini del comune di Ciampino (Roma), in relazione all'inquinamento acustico e atmosferico prodotto dalle attività dell'aeroporto civile ivi ubicato - n. 2-00069)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Sergio Costa ed altri n. 2-00069 (Vedi l'allegato A).

Il deputato Alfonso Colucci ha facoltà di illustrare l'interpellanza, di cui è cofirmatario.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Signora Sottosegretaria, la popolazione di Ciampino ha urgente necessità di azioni di risanamento dell'inquinamento acustico prodotto dal locale aeroporto. Nel 2014 l'aeroporto di Ciampino fu oggetto del caso EU Pilot 6876/14 ENVI, nell'ambito del quale la Commissione europea ha chiesto chiarimenti sull'applicazione della direttiva 2011/92/UE.

Per soddisfare le richieste della Commissione europea, in data 16 dicembre 2016 ENAC trasmetteva documentazione integrativa nell'ambito del procedimento di valutazione di impatto ambientale del nuovo masterplan, contenente uno specifico elaborato finalizzato a rispondere ai quesiti posti.

La commissione tecnica si esprimeva sul masterplan con parere positivo, con prescrizioni del 2017. Nello stesso parere la commissione ha ritenuto di non potersi esprimere in relazione ai pregressi impatti ambientali prodotti dall'esercizio dell'opera e di dover demandare alle competenze della direzione del Ministero dell'Ambiente la definizione degli effetti della procedura in corso. La commissione tecnica successivamente suggeriva di chiedere un parere all'Avvocatura dello Stato e di avviare un procedimento di valutazione postuma sugli interventi realizzati in passato in relazione al procedimento EU Pilot. In accoglimento del parere dell'Avvocatura, in data 23 aprile 2019 si apriva un supplemento di istruttoria concluso con parere del 2020.

Con decreto del Ministro dell'Ambiente n. 345 del 2018, dell'allora Ministro Sergio Costa, veniva approvato il piano di contenimento e di abbattimento acustico dell'aeroporto di Ciampino, i cui elementi salienti prevedono: riduzione del 30 per cento del numero di voli commerciali (da circa 100 al giorno attuali a 65 al giorno); distribuzione dei voli in 100 per cento diurni e zero per cento notturni; graduale sostituzione dei velivoli Boeing 737-800 con nuovi velivoli Boeing a minore impatto acustico.

Il suddetto piano prevede altresì interventi di risanamento acustico presso gli edifici scolastici esposti alle emissioni acustiche dei velivoli, sia in fase di atterraggio che di decollo. La Commissione europea, con un parere emesso nel 2021, procedeva a un articolato esame delle richieste contenute dalla commissione tecnica, della documentazione ENAC e della correlata valutazione, concludendo per la relativa inadeguatezza e insufficienza a espletare la valutazione degli impatti delle opere realizzate nell'aeroporto, nel rispetto dei principi enunciati dalla giurisprudenza europea in ordine ai requisiti della valutazione postuma e indicando puntualmente le carenze riscontrate.

Nel 2021 il Ministero dell'Ambiente chiedeva a ENAC di fornire documentazione in riscontro ai contenuti nel citato parere n. 3346 del 2020, stante l'urgenza di archiviare il caso EU Pilot da parte della Commissione europea.

A seguito delle successive interlocuzioni tra il Ministero, ENAC e la commissione tecnica, emergeva la necessità di seguire un iter procedurale e di analisi ambientale che, anche tenendo conto dei rilievi formulati dalla Commissione europea, consentisse di percorrere le fasi essenziali della valutazione di impatto ambientale. In sostanza, l'attuale Commissione europea si è espressa negativamente sulla compatibilità ambientale dell'aeroporto di Ciampino, nel rispetto dei principi enunciati dalla giurisprudenza europea sui requisiti della VIA postuma e relativamente alla valutazione degli impatti arrecati dalle opere già realizzate nel periodo 1999-2013, per la presenza di impatti negativi e rilevanti in relazione specifica agli effetti arrecati ai fattori oggetto di considerazione all'interno della VIA, attraverso l'aumento dei voli operati.

La commissione acustica aeroportuale, considerate le criticità generate dall'aeroporto sul territorio, sta svolgendo i propri compiti al fine di definire nuove procedure antirumore, e tali lavori sono ancora in corso. Allo stato attuale, l'aeroporto di Ciampino ancora sta generando un forte dibattito a livello istituzionale, con recenti sentenze del TAR e del Consiglio di Stato che hanno sancito la necessità di procedere con le azioni di risanamento acustico.

Le analisi eseguite dal Dipartimento di epidemiologia del servizio sanitario regionale Lazio nello studio “SERA” e nello studio “Samba” hanno fatto emergere evidenze statistiche di effetti sulla salute dei residenti nell'area circostante l'aeroporto, con un'associazione tra rumore ambientale misurato all'esterno delle scuole e difetti nella discriminazione uditiva e delle capacità di apprendimento da parte dei bambini.

Per quanto sopra rilevato, è evidente che l'incremento dell'operatività dell'aeroporto ha inequivocabilmente generato un importante impatto acustico sul territorio, con conseguenze sulla salute della popolazione.

In merito allo studio del proponente, si evidenziano importanti criticità: la ricostruzione dell'impatto acustico dell'aeroporto non è accoglibile sul piano metodologico, visto che le ricostruzioni modellistiche di riferimento per i diversi scenari temporali e il calcolo della popolazione esposta non presentano omogeneità di procedura metodologica e di base dati; ne consegue che anche le conclusioni non possono essere accolte.

Anche in merito alla componente salute, il profilo epidemiologico connesso con l'esposizione all'inquinamento acustico e atmosferico fornito dal proponente presenta limiti metodologici che ne minano la validità.

Pertanto, le chiediamo: se il Ministero interpellato intenda fornire adeguate garanzie a tutela della popolazione di Ciampino e quali iniziative di competenza intenda intraprendere nei confronti dell'ente gestore in relazione alla mancata riduzione del 30 per cento del numero dei voli commerciali, da circa 100 al giorno a 65, e alla mancata distribuzione dei voli in 100 per cento diurni e zero per cento notturni; se il Ministro interpellato intenda fornire adeguate garanzie a tutela della popolazione di Ciampino e quali iniziative di competenza intenda intraprendere nei confronti dell'ente gestore in relazione alla graduale sostituzione degli attuali Boeing con Boeing di nuova generazione, meno inquinanti. La popolazione di Ciampino lo chiede a gran voce.

PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato Fausta Bergamotto ha facoltà di rispondere.

FAUSTA BERGAMOTTO, Sottosegretaria di Stato per le Imprese e il made in Italy. Grazie, Presidente e grazie, onorevole Colucci. Con decreto ministeriale n. 345 del 18 dicembre 2018 è stato approvato il piano degli interventi di contenimento e abbattimento del rumore prodotto dall'infrastruttura aeroportuale, predisposto dal gestore Aeroporti di Roma Spa, che ha individuato le azioni di mitigazione acustica più idonee al raggiungimento dell'obiettivo del risanamento, che consiste nel garantire il rispetto dei limiti normativi.

I soggetti preposti alla verifica delle prescrizioni contenute nel piano sono la regione Lazio e l'ARPA Lazio. Preliminarmente, è opportuno evidenziare che il DM n. 345 del 2018 è stato impugnato dinanzi al TAR Lazio da parte del vettore Ryanair e la relativa sentenza del Consiglio di Stato, che ne ha confermato la piena legittimità, è stata emanata nell'ottobre 2021, pregiudicando fino a quella data l'operatività dell'implementazione delle azioni previste. Per quanto concerne il masterplan dell'aeroporto di Ciampino, si rappresenta che è in corso una procedura di VIA presentata da ENAC e scaturita dall'esigenza di ridimensionare, a partire dal 2021, il volume di traffico per renderlo compatibile con la collocazione dello scalo sul territorio, per le caratteristiche dell'infrastruttura, verso il modello tipologico del secondary airport. Suddetta procedura di VIA comprende la valutazione postuma degli interventi realizzati dal 2002 in poi all'interno del sedime aeroportuale e dell'aumento significativo del traffico aereo oggetto del caso EU Pilot 6876/14/ENVI, ad oggi chiuso. L'istruttoria tecnica presso la CTVA si è conclusa con parere n. 2476 del 2017, positivo con prescrizioni, nel quale la commissione stessa ha ritenuto di non potersi esprimere in relazione ai pregressi impatti ambientali prodotti dall'esercizio dell'opera. Successivamente, il 23 aprile 2019, si è aperto un supplemento di istruttoria per la valutazione degli interventi pregressi, che si è concluso con parere interlocutorio n. 3346 del 2020, con il quale la CTVA ha sostanzialmente indicato la documentazione integrativa necessaria per la valutazione degli interventi già realizzati. Il parere è stato trasmesso a ENAC che, il 23 settembre 2020, ha fornito le integrazioni richieste. La CTVA, valutata la documentazione integrativa, si è espressa con ulteriore parere interlocutorio, il n. 60 del 2021, con il quale ha indicato le carenze riscontrate e le modalità per sopperire alle stesse, a cui ha fatto seguito, a novembre 2021, ENAC con la trasmissione della documentazione a riscontro delle carenze evidenziate. La commissione tecnica ha concluso la propria valutazione con il parere n. 331 del 13 aprile 2022, in relazione agli impianti derivanti dalle opere già realizzate nel periodo 1999-2013 e agli effetti arrecati ai fattori oggetto di considerazione all'interno della VIA attraverso l'aumento dei voli operati. Attualmente, la commissione tecnica VIA-VAS sta verificando le valutazioni espresse nel parere n. 2476 del 2017 e le relative condizioni ambientali, al fine di integrarlo con i contenuti del parere n. 331 del 2022. Si ritiene che le criticità emerse e rappresentate, già oggetto di valutazione nell'istruttoria di VIA e dei successivi pareri della Commissione tecnica VIA-VAS, saranno opportunamente prese in considerazione anche nel nuovo parere della commissione stessa. Per quanto concerne le azioni prescritte di risanamento intraprese dal gestore riguardo alla riduzione dei voli commerciali alla soglia di 65 voli giornalieri, atteso che è stato possibile operare solo a partire dall'ottobre 2021, si specifica che tale soglia è attualmente rispettata, essendosi registrata, nel corso del 2022, una media di 62 voli giornalieri. Riguardo alla distribuzione dei voli solo nelle fasce diurne, si specifica che l'aeroporto di Ciampino è stato chiuso nel periodo notturno dal 2019 e che sono stati rendicontati tutti i voli che hanno operato durante la fascia notturna in quanto voli di Stato, ambulanza, trasporto organi o per cause di forza maggiore, in recepimento dell'ordinanza del TAR Lazio n. 2369 del 2020, che ha ammesso l'atterraggio oltre le ore 23 per le suddette cause. In merito, regione Lazio e ARPA comunicano che effettivamente si registra, per ogni anno, la mancata distribuzione del totale dei voli solo nella fascia diurna. Con riferimento alla graduale sostituzione dei veicoli con altrettanti a minore impatto acustico, si rappresenta che Ryanair, in quanto vettore dominante, ha sostituito 2 dei 6 aeromobili con nuovi velivoli del tipo “Boeing 737-8-200 Gamechanger” a partire dal 1° dicembre 2022, come da comunicazione di Aeroporti di Roma.

La stessa società rappresenta che il vettore ha comunicato l'intenzione di raggiungere il 50 per cento del piano entro la fine dell'anno in corso o all'inizio del 2024 e, al momento, opera con un 25 per cento di aeromobili acusticamente più performanti basati sullo scalo di Ciampino. Va evidenziato come la sostituzione sia stata ritardata da fattori esogeni di pubblica evidenza e oggettiva rilevanza; in particolare gli aeromobili inizialmente prescelti, ovvero i “B 737-8-200 Max”, sono stati coinvolti, nel 2018 e nel 2019, in due disastri, per cui fu stabilito il blocco delle consegne per verifiche di sicurezza, oltre che il divieto di utilizzo in Europa fino al gennaio 2021. La stessa Aeroporti di Roma, al fine di agevolare la sostituzione degli aeromobili, ha predisposto azioni volte a facilitare l'utilizzo di quelli più performanti, prevedendo, ad esempio, per i vettori che li utilizzano, l'applicazione, da marzo 2019, di corrispettivi d'approdo fortemente ridotti. Inoltre, la stessa società informa che, nell'ambito di tutte le attività avviate e necessarie all'ottemperanza di quanto previsto dal DM n. 345 del 2018, ha investito oltre 9 milioni di euro per opere di isolamento acustico degli edifici scolastici presenti. Infine, anche in coordinamento con il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, verranno ulteriormente esplicitate le azioni di raccordo con gli enti preposti all'ottemperanza dei controlli, ovvero la regione Lazio e ARPA Lazio, sia nell'attività di verifica del rispetto delle prescrizioni, anche alla luce delle normative tecniche cogenti in campo aeronautico, come interpretate dalla normativa sia nazionale che comunitaria, sia nelle attività volte ad accertare che l'eventuale mancata ottemperanza delle prescrizioni discenda da un'esplicita responsabilità del gestore.

PRESIDENTE. Il deputato Alfonso Colucci ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, signora Presidente. Signora Sottosegretaria, la ringrazio per la risposta, della quale tuttavia non posso dirmi soddisfatto, e cercherò di illustrare le ragioni. Per poterlo fare, è necessario ripercorrere, pur brevemente, i punti salienti di questa vicenda, peraltro da lei ricordati puntualmente. Va ricordato che l'aeroporto Pastine di Ciampino, con i suoi livelli di inquinamento acustico, rappresenta il primo caso in Italia di approvazione del Piano degli interventi di contenimento e abbattimento del rumore da parte del Ministero dell'Ambiente, ai sensi del decreto ministeriale 29 novembre 2000, con il quale sono stati introdotti i criteri per la predisposizione dei piani degli interventi di contenimento e abbattimento del rumore. L'iter di approvazione del decreto è stato lungo e articolato e siamo molto orgogliosi, con il Ministro Sergio Costa, di essere riusciti a portare avanti quel provvedimento pur tra mille difficoltà e ostacoli, perché ritenevamo importante riuscire ad approvare una norma di tutela per la salute della cittadinanza esposta all'impatto acustico dell'aeroporto. Il procedimento istruttorio ha visto il coinvolgimento del Ministero, della regione Lazio, dell'ISPRA, dell'ARPA Lazio e dei comuni interessati. A conferma della resistenza incontrata, ricordo che il decreto ministeriale di approvazione fu oggetto di ricorso al TAR e al Consiglio di Stato da parte dei principali operatori di volo coinvolti, oltre che dal gestore aeroportuale, ma possiamo dire - e lo diciamo con un pizzico di soddisfazione - che la sentenza n. 6976 del 2021 del Consiglio di Stato, peraltro da lei ricordata, ha definitivamente sancito la validità del decreto ministeriale in tutti i suoi aspetti, rendendo cogente il Piano degli interventi di contenimento e abbattimento del rumore dell'aeroporto di Ciampino e confermando la prevalenza dell'interesse alla salute dei cittadini. Perché l'aeroporto di Ciampino rappresenta un caso particolare? Perché in passato detto aeroporto, che ricade nell'ambito territoriale ricompreso tra i comuni di Roma, Ciampino e Marino, non aveva mai rappresentato una preoccupazione per gli abitanti. Infatti, fino al 1998, in qualità di aeroporto militare aperto al traffico civile, era interessato prevalentemente da voli militari o istituzionali, con un numero limitato di voli cosiddetti charter.

Con lo sviluppo vigoroso dei voli low-cost, a partire dagli anni Novanta, si è determinata una crescita esponenziale del numero dei voli e dei passeggeri.

L'aumento dell'operatività ha stimolato investimenti sull'infrastruttura da parte degli operatori coinvolti, soprattutto le compagnie aeree, al punto di aumentarne l'importanza strategica sul piano infrastrutturale, con la conseguenza di determinare la riclassificazione dell'aeroporto quale aeroporto di interesse nazionale. Il rovescio della medaglia è stato l'aumento dei problemi legati all'inquinamento acustico che ha provocato disagi alla popolazione residente nella zona. Ne sono nati importanti contenziosi sul territorio da parte di cittadini, comitati e associazioni ambientalistiche.

Dal 2008 l'ARPA Lazio ha avviato un meritorio lavoro di monitoraggio in continuo del rumore generato dall'aeroporto, con l'ausilio di stazioni fisse di rilevamento, supportando diversi studi, tra cui quelli svolti dal Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio, che hanno mostrato evidenze statistiche di effetti sulla salute dei residenti nell'area circostante l'aeroporto e una possibile associazione tra rumore ambientale, misurato all'esterno delle scuole, e difetti sia nella discriminazione uditiva dei bambini, sia nella capacità di apprendimento. Soltanto nel 2010 è stata approvata la caratterizzazione acustica dell'intorno aeroportuale, delimitando l'area di pertinenza aeroportuale con i relativi limiti acustici da non superare, espressi in livello di valutazione del rumore aeroportuale e livello equivalente, come definiti dai decreti ministeriali del 1997 e dalla legge quadro del 1995.

Dal 2010, i risultati del monitoraggio hanno evidenziato costanti superamenti dei parametri acustici rilevati presso alcune stazioni. Conseguentemente, il gestore aeroportuale ha redatto il Piano di contenimento e abbattimento del rumore, secondo quanto prescritto dal decreto del Ministro dell'Ambiente del 29 novembre 2000.

Ai sensi della legge n. 447 del 1995, a causa del superamento di determinati valori, il gestore di Aeroporti di Roma Spa, a dicembre 2013, aveva trasmesso il primo Piano degli interventi di contenimento e abbattimento del rumore dell'aeroporto. Il Piano era stato trasmesso alla regione Lazio, ai comuni interessati (Roma, Ciampino e Marino) e al Ministero dell'Ambiente. L'istruttoria di approvazione fu seguita dalla regione secondo la propria regolamentazione vigente che delegava ai comuni la funzione di approvazione.

Nel marzo 2014 i comuni avevano rigettato il piano redatto da ADR. Nel novembre 2015 ADR aveva trasmesso un nuovo Piano, ma, a seguito della nuova classificazione dell'aeroporto di interesse nazionale, la competenza autorizzativa venne trasferita al Ministero dell'Ambiente. Il nuovo Piano prevedeva le seguenti proposte di risanamento: la riduzione del 30 per cento del numero dei voli commerciali, la distribuzione dei voli 0 per cento notturni, l'abbiamo già detto, la graduale sostituzione di Boeing con velivoli di nuova generazione meno inquinanti.

Il nuovo Piano, dopo la complessa istruttoria a cui ho accennato all'inizio, che ha coinvolto Ministero, regione, ARPA, ISPRA e comune, è stato finalmente approvato con decreto del Ministro dell'Ambiente n. 345 del 2018.

Il decreto si compone di 6 articoli, più l'allegato contenente le prescrizioni, strumento individuato per delineare un percorso metodologico di attuazione del Piano, consentendone al tempo stesso una continua verifica di attuazione.

L'articolo 1 approva il Piano. L'articolo 2 definisce l'obiettivo del risanamento, prevedendo che l'aeroporto debba garantire il rispetto dei limiti previsti dal decreto ministeriale del 31 ottobre 1997 e dal DPCM del 14 novembre 1997. L'articolo 3 definisce i tempi di esecuzione del Piano entro 5 anni dalla data di presentazione. L'articolo 4 stabilisce le modalità di controllo, assegnando alla regione Lazio, col supporto ARPA, il compito di verificare l'ottemperanza delle prescrizioni. L'articolo 5 prevede le sanzioni applicabili. L'articolo 6 reca le disposizioni finali.

Questo decreto ministeriale n. 345 del 2018 rappresenta il primo Piano degli interventi di contenimento e abbattimento del rumore approvato dal Ministero dell'Ambiente ed è il risultato di un intenso lavoro di studio e di collaborazione messo in campo da parte di tutti gli enti coinvolti. Allo stato attuale, al netto dei contenziosi, che hanno sospeso temporaneamente i tempi di attuazione di qualche ritardo imputabile alla crisi pandemica da COVID-19, va registrata la sostanziale mancata attuazione di molte delle prescrizioni del Piano. In particolare, bisogna ricordare che i cittadini lamentano il mancato rispetto del completo divieto di voli notturni e il mancato adeguamento tecnologico dei velivoli che andrebbero sostituiti con tipologie con minori livelli di emissioni acustiche. Inoltre, non risulta che siano stati del tutto completati gli interventi compensativi sugli edifici scolastici, per i quali si attende la verifica di ottemperanza da parte di regione e ARPA.

Insomma, signora Sottosegretaria, dopo oltre 20 anni dall'emanazione della normativa che prevede l'obbligo di predisposizione dei Piani per il contenimento e l'abbattimento del rumore negli aeroporti e soprattutto dopo che un Piano era stato finalmente approvato, crediamo sia giusto che questo Piano venga pienamente attuato e rispettato, perché solo in questo modo potremo garantire ai cittadini, che abitano in prossimità dell'aeroporto di Ciampino, il fondamentale diritto alla tutela della salute, diritto sancito dall'articolo 32 della nostra Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze e delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 14.

La seduta, sospesa alle 12,25, è ripresa alle 14,10.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 72, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,10).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione delle mozioni Foti, Candiani, Rossello, Tirelli ed altri n. 1-00071, Francesco Silvestri ed altri n. 1-00084, Zanella ed altri n. 1-00085 e Serracchiani ed altri n. 1-00089 concernenti iniziative di competenza in relazione alla vicenda nota come "Qatargate".

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Foti, Candiani, Rossello, Tirelli ed altri n. 1-00071 (Seconda ulteriore nuova formulazione), Francesco Silvestri ed altri n. 1-00084, Zanella ed altri n. 1-00085 e Serracchiani ed altri n. 1-00089 concernenti iniziative di competenza in relazione alla vicenda nota come "Qatargate" (Vedi l'allegato A).

Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 6 marzo 2023, sono state presentate le mozioni Francesco Silvestri ed altri n. 1-00084, Zanella ed altri n. 1-00085 e Serracchiani ed altri n. 1-00089 e una seconda ulteriore nuova formulazione della mozione Foti, Candiani, Rossello, Tirelli ed altri n. 1-00071, che sono già state iscritte all'ordine del giorno.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Intanto volevo preliminarmente scusarmi con i colleghi per il ritardo, ma purtroppo avevo un impegno contestuale in Commissione, che è stato ritardato.

Sulla mozione Foti, Candiani, Rossello, Tirelli ed altri n. 1-00071 (Seconda ulteriore nuova formulazione) il parere è favorevole. Sulla mozione Francesco Silvestri ed altri n. 1-00084 il parere è favorevole con riformulazione. Occorre sopprimere il secondo e il terzo capoverso del dispositivo ed espungere dalle premesse i capoversi 5, 6, 10, 12, 13, 14, 15 e 16.

PRESIDENTE. Mi chiedono, cortesemente, se può ripeterli più lentamente.

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Sulla mozione Francesco Silvestri ed altri n. 1-00084 il parere è favorevole con riformulazione. Occorre sopprimere il capoverso 2 e 3 del dispositivo, quindi si mantiene il parere favorevole soltanto sul primo, e anche dalle premesse vanno espunti alcuni capoversi, che sono il 5, il 6, il 10, il 12, il 13, il 14, il 15 e il 16. Dal capoverso 3, invece, vanno espunte le parole: “di associazione a delinquere, riciclaggio di denaro e corruzione da parte”. Sulla mozione Zanella ed altri n. 1-00085 il parere è favorevole con la seguente riformulazione del dispositivo: “a mettere in campo la massima collaborazione alle indagini della procura federale belga e ad ogni altra azione volta alla ricostruzione di quanto accaduto”. Occorre espungere dalle premesse i capoversi 2, 5, 6, 7, 8 e 9.

Sulla mozione Serracchiani ed altri n. 1-00089 il parere è anch'esso favorevole con riformulazione. Dal primo capoverso dell'impegno si espungono le parole da “considerato” fino a “agito”. Quindi, rimane intatta la prima parte, da “ad operare” fino a “dell'Italia”, su quella parte il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Sottosegretaria, ripeta di nuovo il parere per la mozione Serracchiani ed altri n. 1-00089, per cortesia.

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Il parere è favorevole con riformulazione. Ci sono varie riformulazioni da fare nei vari paragrafi, quindi li elenco uno per uno. Per quanto riguarda il dispositivo, nel primo capoverso bisogna espungere le parole da “considerato” fino a “agito”. Nel secondo punto del dispositivo parere favorevole con la seguente riformulazione: “a favorire, nell'ambito delle proprie competenze, in ogni utile sede europea, l'adozione di misure più efficaci finalizzate a contrastare ogni forma di collusione tra interessi economici e politici, nonché a rafforzare le misure a presidio delle regole democratiche, tra cui, in particolare, quella della trasparenza”.

Sul terzo punto del dispositivo, invece, il parere è favorevole. Poi occorre espungere dalle premesse i capoversi 6, 7, 10, 11 e 12.

PRESIDENTE. Sottosegretaria, chiedo scusa, per la mozione Serracchiani ed altri n. 1-00089 può ripetere, cortesemente, il secondo impegno del dispositivo?

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Sul secondo punto del dispositivo parere favorevole con la seguente riformulazione: “ a favorire, nell'ambito delle proprie competenze, in ogni utile sede europea, l'adozione di misure più efficaci finalizzate a contrastare ogni forma di collusione tra interessi economici e politici, nonché a rafforzare le misure a presidio delle regole democratiche, tra cui, in particolare, quella della trasparenza”.

PRESIDENTE. Quindi, la parte successiva resta, da: “che devono ispirare”?

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. No, finisce così. Questa è la riformulazione completa, finisce così. Invece, sul terzo punto del dispositivo il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Per il futuro, mentre le riformulazioni riferite agli impegni sono ovviamente riferite a punti numerati, e quindi è molto più facile seguire, quando il Governo riformula dei paragrafi delle premesse sarebbe opportuno, per il futuro, che almeno dia l'incipit iniziale del paragrafo a cui si fa riferimento, oppure modifichiamo le impostazioni e diamo a ogni paragrafo un numero, perché altrimenti, francamente, è molto difficile seguire.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Quella dell'onorevole Fornaro è un'osservazione corretta, quindi riferirò, eventualmente, per la formulazione del testo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Enrico Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Volevo chiedere alla Presidenza, laddove i pareri del Governo siano tra di loro contrastanti, cioè laddove passasse la mozione Foti, che è una chiara strumentalizzazione dell'inchiesta giudiziaria, se non fosse precluso il primo punto della proposta del Partito Democratico, dove si chiede di operare affinché si eviti ogni forma di strumentalizzazione a fini politici. Perché o passa la mozione Foti o ci si impegna a non strumentalizzare l'inchiesta. Vorrei soltanto capire questo profilo dalla Presidenza.

PRESIDENTE. Dalla verifica effettuata sembrerebbe che non ci sia una preclusione perché non c'è una esplicitazione in questo senso. Quindi, non c'è un'esplicita contraddizione.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benedetto Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Noi, come +Europa, non parteciperemo al voto di queste mozioni per una ragione molto semplice. Io prendo la mozione della maggioranza, a prima firma Foti, che nelle premesse a un certo punto dice: “fermo restando il diritto alla presunzione di innocenza nei confronti delle singole persone coinvolte fino ad eventuale condanna definitiva e al pieno rispetto delle garanzie per gli imputati, impegna il Governo (…)”, ma impegna il Governo a cosa? Come si può impegnare il Governo rispetto a fattispecie penali che, ovviamente, sono individuali? Non ci sono fattispecie penali collettive o presunte, sono fattispecie penali, reati che se fossero stati commessi sarebbero reati individuali. Se voi scrivete: “fermo restando il diritto alla presunzione di innocenza”, allora ci fermiamo qui, cari colleghi, aspettiamo le autorità giudiziarie belghe e, magari, discutiamo sulla modalità con cui questa inchiesta viene condotta da parte delle autorità competenti belghe se vogliamo discuterne, discutiamo ad esempio della carcerazione preventiva a cui è sottoposta la ex Vicepresidente del Parlamento, Eva Kaili, in carcere da mesi, una mamma con bambini piccoli, discutiamo di questo, ma non possiamo discutere, partendo dal presupposto che violiamo e, cari colleghi, violate quello che dite in premessa.

Se partiamo dalla presunzione sacrosanta di innocenza per tutti gli imputati, anche perché non mi risulta nemmeno che ci sia stato un dibattimento, non mi risulta che ci sia stato un processo pubblico, siamo ancora nella fase delle indagini, se partiamo dal presupposto sacrosanto - lo ripeto - della presunzione di innocenza e non viene messo lì come una clausola di stile generica, allora, ci si ferma lì.

Vogliamo fare, volete fare una generica mozione perché il Governo si impegni in sede europea alla regolarizzazione delle lobby? Magari dovremmo partire a farlo dal Parlamento e dalle istituzioni italiane. Ma come si può dire che bisogna impegnare il Governo ad attivare le procedure previste dalla giurisdizione belga, al fine di costituirsi come parte civile nel procedimento penale in essere? E perché? Per la salvaguardia e la tutela dell'immagine dell'Italia nel contesto internazionale? Ma da cosa, dai sospetti? O vogliamo capire, almeno, prima di prendere parola come Parlamento della Repubblica italiana qualcosa di più di questa indagine? Io non voglio scomodare le decine, le centinaia di persone che nel corso degli ultimi decenni - parlo di politici, di politici italiani di tutti gli schieramenti - sono finite sui giornali e diventate elemento di discussione pubblica nel circuito mediatico giudiziario, tante volte indicate al pubblico ludibrio, cari colleghi del centrodestra, proprio da parte vostra. Abbiamo nelle orecchie e negli occhi tutto questo e noi scriviamo questa roba qui, a partire da un procedimento giudiziario di un Paese terzo?

Io sono indignato quanto voi, sarei indignato quanto voi e più di voi se alla fine di quel procedimento alcune delle fattispecie, oggi semplicemente disponibili negli articoli di stampa, fossero confermate, ma vi prego - e questa, signor Presidente, è la ragione per cui noi non parteciperemo a questo voto - la presunzione di innocenza o c'è o non c'è, il garantismo o lo si vive con sincerità per gli amici e per i non amici, oppure non è garantismo.

Concludo, citando quello che ha detto sull'ordine dei lavori il collega Costa poco fa: c'è una evidente contraddizione, signora Sottosegretario, tra dire “sì” alla non strumentalizzazione e dire “sì” alla mozione Foti, che è una palese, evidente, annunciata e preannunciata, nelle interviste degli esponenti del centrodestra, strumentalizzazione che fa strame del principio di non colpevolezza fino a sentenza, come voi scrivete, e soprattutto fa strame del fatto che fino a che non ci sono i processi, cara Sottosegretaria e cari colleghi, è inutile dire che è in gioco l'onore dell'Italia. Poi, in un altro momento, discuteremo quando è in gioco l'onore dell'Italia, l'immagine dell'Italia e quando viene chiamata in causa. Se uno delinque, in Italia o all'estero, delinque lui, io non mi sento coinvolto come italiano.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ilaria Cavo. Ne ha facoltà.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, ciò che colpisce e fa riflettere di quanto sta emergendo nel cosiddetto “Qatargate”, non è l'insieme di responsabilità individuali, che solo la magistratura potrà accertare, ma l'ipotesi di un sistema che sta inquinando l'istituzione Parlamento europeo e il suo funzionamento. Siamo garantisti da sempre e a maggior ragione quando a essere imputato è un esponente di un altro partito, ancor di più se questo partito fa parte della minoranza parlamentare. Dunque, qui non vogliamo discutere delle accuse mosse, ci auguriamo che tutti i coinvolti siano in grado di dimostrare la loro estraneità ai fatti, ma di certo non accettiamo che le eventuali colpe che saranno accertate possano in qualche modo offuscare l'immagine del nostro Paese.

Se il problema esiste, è un problema di regole, di assenza di limiti netti. I reati ipotizzati sono gravissimi: illeciti quali riciclaggio di denaro, corruzione, contiguità tra politici e lobby, anche attraverso l'utilizzo di Organizzazioni non governative finalizzate alla promozione dei diritti. Se quanto presumono gli inquirenti è vero, siamo di fronte ad atti gravissimi, in cui gli interessi delle Nazioni e delle istituzioni sono stati barattati con il denaro. Sarà la magistratura belga a fare il suo corso e l'auspicio è che siano accuse infondate, ma come Paese fondatore dell'Unione europea, come europeisti convinti, siamo tenuti a chiederci se ci sia o meno un sistema corruttivo e come questo sistema possa essersi insinuato nelle istituzioni europee. Su questo dobbiamo essere fermi e pronti a porre in atto ogni misura necessaria a rendere meno permeabili le istituzioni. A questo proposito, per Noi Moderati è sempre più urgente e necessario avviare un percorso legislativo per una norma che regolamenti in maniera chiara e trasparente le lobby e l'esercizio dei gruppi portatori di interessi. Lasciare questa materia in un'area grigia potrà sempre essere fonte di storture. Come Noi Moderati sosteniamo, dunque, la mozione della maggioranza di cui siamo firmatari e chiediamo al Governo di agire nelle competenti sedi europee a sostegno di ogni iniziativa utile al contrasto della corruzione e di farsi promotore di una necessaria regolamentazione delle attività di lobby; inoltre, di agire nelle sedi opportune e, se del caso, secondo le procedure previste dalla giurisdizione belga, al fine di costituirsi come parte civile nel procedimento penale in essere, per la salvaguardia e la tutela dell'immagine dell'Italia nel contesto internazionale (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marco Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Presidente, colleghe e colleghi, è notizia proprio di oggi che il Presidente di FederPetroli ha appena incontrato l'ambasciatore del Qatar proprio qui, in Italia, cui ha espresso la vicinanza dell'indotto dell'Oil&Gas italiano al Qatar, Paese strategico del Golfo Persico per le politiche energetiche internazionali, e che ha ringraziato per l'importante contributo che il Qatar sta portando nello sviluppo dei progetti petroliferi e nello sfruttamento dei giacimenti di gas, che vedono le maggiori aziende italiane e partecipate di Stato coinvolte.

È stato un incontro all'insegna del rafforzamento delle relazioni bilaterali tra i due Paesi. Nel frattempo, appena due giorni fa, il Premier ad interim libanese Mikati ha interloquito con la Presidente Meloni, fra le altre cose, a proposito del gas e dello sfruttamento del giacimento Leviathan, che si trova, appunto, nelle acque al confine fra Israele e Libano; sono QatarEnergy, Total ed Eni a esplorare il giacimento, per estrarre il gas che sarà esportato verso l'Europa. D'altra parte, proprio la famosa Golar Tundra, arrivata domenica al porto di Piombino, è destinata a ricevere gas liquido proprio dal Qatar, fra gli altri. Più che la nave della libertà è la nave della dipendenza infinita.

Colleghi, io non riesco a non sentire delle forti dissonanze fra tutto questo e il testo che ci troviamo a discutere in Aula, in cui si chiede al Governo, a proposito del cosiddetto Qatargate, di sostenere ogni iniziativa utile al contrasto della corruzione e di costituirsi parte civile nel processo penale che vede indagati, tra gli altri, Antonio Panzeri, Francesco Giorgi e Eva Kaili. La vicenda è senz'altro gravissima. Sono emersi i contorni di una vera e propria organizzazione criminale che avrebbe influenzato le scelte del Parlamento, un totale di un milione e mezzo di euro trovati in possesso degli imputati, accusati di corruzione, riciclaggio e associazione a delinquere. Ad ottenere favori sarebbero stati Qatar e Marocco; il Qatar, in particolare, non solo per aver la garanzia di una posizione di rilievo nell'export di gas naturale, ma anche per porre sotto silenzio le condizioni dei lavoratori impiegati nella costruzione degli stadi per il mondiale. Condizioni lavorative - fatemi dire, colleghi - che mesi fa, in quest'Aula, in grande solitudine, solo il nostro gruppo ha denunciato, proprio alla vigilia dei Mondiali, insieme alle gravissime violazioni dei diritti umani, civili e politici esistenti in Qatar. Già prima dell'assegnazione dei Mondiali al Qatar, organizzazioni umanitarie e sindacali avevano ribadito l'assoluta precarietà e la privazione dei diritti alle quali erano sottoposti i lavoratori in un Paese in cui persino l'attività sindacale è proibita. Scegliendo quella sede, la FIFA non poteva non prevedere il grave sfruttamento e il pericolo a cui sarebbero stati sottoposti i lavoratori utilizzati nella realizzazione delle faraoniche infrastrutture per l'evento, anche considerando che i lavoratori migranti costituiscono il 95 per cento della forza lavoro di quel Paese. Questo era solo uno dei volti della violazione e della negazione dei diritti umani e civili in Qatar, dove sono duramente represse le libertà politiche e di opinione, dove le donne e le persone appartenenti alla comunità LGBTQ+ subiscono pesanti discriminazioni. Abbiamo ricordato, proprio in quest'Aula, che il Qatar applica il sistema di tutela maschile, in base al quale una donna deve ottenere l'approvazione di un uomo per studiare all'estero, per sposarsi, lavorare in posizioni pubbliche, viaggiare, accedere anche solo a un pap test o a una visita prenatale. Abbiamo parlato delle persecuzioni nei confronti delle persone LGBTP in un Paese in cui, per gli atti omosessuali fra maschi adulti e consenzienti, è prevista una pena da 1 a 3 anni di reclusione.

Soprattutto, sempre in quest'Aula, nel silenzio del Governo, abbiamo denunciato gli oltre 6.500 migranti morti sul lavoro in circa 10 anni, 12 a settimana, le cui famiglie non hanno ricevuto alcun risarcimento. Abbiamo sottolineato anche i 3,6 milioni di tonnellate di emissioni dirette e indirette di CO2 che l'evento avrebbe generato, pari al consumo annuale dell'Islanda moltiplicato per 8. Abbiamo segnalato che il Paese stava ricorrendo alla desalinizzazione dei mari, con un elevatissimo impatto per l'ecosistema marino, un giro d'affari da 17 miliardi di dollari, con un introito superiore ai 6,5 miliardi di dollari per la FIFA e oltre 3 milioni di biglietti per le partite venduti in tutto il mondo, per un Paese che è tra i maggiori destinatari del sistema militare made in Italy, per 958 milioni solo lo scorso anno, e primo destinatario delle nuove licenze per armamenti italiani, con oltre 813 milioni di euro l'anno. Abbiamo chiesto con un'interrogazione al Ministro per lo Sport e i giovani di avviare iniziative, di concerto con il CONI e le federazioni affiliate, affinché gli eventi sportivi siano organizzati e realizzati nel rispetto del lavoro, del riconoscimento dei diritti umani e civili e nel segno della sostenibilità e di istituire un fondo di risarcimento per le vittime del lavoro in Qatar. Presidente, glielo dico nel modo più semplice: nulla, nulla di questo è stato fatto da questo Governo! Lo Stato può costituirsi parte civile in questo processo ma, senza nemmeno il bisogno di essere corrotto da qualcuno, stava già ignorando le innumerevoli storture e violazioni che circondavano quell'evento sportivo e che rendevano il Qatar un Paese con cui non era possibile una collaborazione. E oggi? Oggi continua a fare affari con quello Stato, in una corsa all'indietro verso le fonti fossili, che continuerà ad allontanare transizione ecologica, indipendenza energetica e, soprattutto, contrasto alla crisi climatica. Come diceva qualcuno, continuiamo così, facciamoci del male! Ma c'è poco da scherzare. Noi vorremmo davvero maggiore onestà intellettuale da parte di chi ha presentato questa mozione. Vorremmo intanto, anche se tardivamente, che quella mozione chiedesse anche al Governo di assumere l'impegno di non ripetere mai più questo genere di eventi in luoghi che non rispettano i diritti umani, civili e politici. C'è questa disponibilità? Lo chiedo al Governo. C'è, anche se tardiva? C'è la volontà di dire che è stato un grave errore da parte della FIFA scegliere quel luogo? Altrimenti, l'omissione sarebbe stridente. Vorremmo che ci fosse sempre coerenza di pensieri e azioni quando si parla di rispetto dei diritti umani, cosa che - ci spiace constatare - non avviene sempre. Anzi, i floridi rapporti con Paesi come l'Egitto stanno lì a dirci il contrario e lo stesso vale per i rapporti con un altro grande protagonista di quello scandalo, il Marocco. Anche qui, a fondo della corruzione c'è un sopruso, in questo caso giocato sulla pelle del popolo sahrawi, del suo diritto di autodeterminazione e dei suoi legittimi rappresentati, con accordi commerciali ingiusti e illegali, sottoscritti anche dall'Unione europea. In conclusione, Presidente, più in generale, dovremmo renderci conto anche della permeabilità dei nostri processi democratici. Non solo i soldi del Qatar hanno invaso la democrazia, ma anche altri attori dell'area, non certo più democratici e non certo rispettosi dei diritti umani, praticano forme - forse pur legalissime - di lobbismo e ingerenza. Servono, quindi, una nuova consapevolezza e anche nuove regole per assicurare trasparenza e integrità nei processi democratici. Serve uscire dall'era fossile e vivere e produrre energia con la luce del sole, alla luce del sole (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Enrico Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (A-IV-RE). Signor Presidente, abbiamo inaugurato, nel silenzio generale, una prassi, una consuetudine, molto pericolosa, quella di utilizzare indagini della magistratura, atti giudiziari, misure cautelari, perquisizioni, sequestri come fondamenta, come basi esclusive per un atto di indirizzo al Governo. Basta leggere la mozione Foti per comprendere questo: la premessa è tutta una cornice legata ad un procedimento penale in corso. E ripeto le parole: in corso.

Allora, da un lato, noi abbiamo votato, nella scorsa legislatura, all'unanimità, il recepimento della direttiva sulla presunzione di innocenza. Questa direttiva recitava non soltanto degli obblighi o degli impegni per i magistrati, ma per le autorità pubbliche, e io penso che il Parlamento e i parlamentari siano autorità pubbliche. In buona sostanza, laddove ci siano indagini, queste indagini non possono essere trasferite all'opinione pubblica come fossero oro colato, ma ci dovrà essere un processo e dovrà essere evidente tutto questo. Ebbene, nella mozione Foti questo non compare.

Ma una cosa divertente - l'ho scoperto casualmente - è che la mozione Foti ha almeno un paio di versioni. La prima versione della mozione Foti è stata modificata dalla seconda versione. La seconda versione ha aggiunto un comma alle premesse, che io chiamo il comma salva-coscienza: “fermo restando il diritto alla presunzione di innocenza nei confronti delle singole persone coinvolte fino ad eventuale condanna definitiva (…)”. Ebbene, nella prima stesura della mozione Foti queste parole non c'erano, perché era una sentenza, non era neanche citata la presunzione di innocenza. Si sono salvati la coscienza? No, perché i peggiori garantisti sono i “garantisti, ma”: io sono garantista, ma quello l'ha fatta grossa e si deve dimettere, come, ad esempio, il nostro amico Bonelli, che ha chiesto le dimissioni di Delmastro perché era indagato. Anche noi abbiamo chiesto le dimissioni di Delmastro, ma per altre ragioni, diverse, politiche. Non c'è un collegamento diretto e immediato tra un'indagine e le dimissioni. I peggiori garantisti sono quelli che sono garantisti con il compagno di banco e sono forcaioli con l'avversario politico. Ma mi rivolgo anche al Partito Democratico, perché, se questa indagine europea fosse avvenuta a parti inverse, saremmo qui ad assistere ad uno spettacolo esattamente e diametralmente su basi opposte.

Molto divertente leggere il parere del Governo, perché il Governo si è fatto risucchiare da questa logica. Il Governo ha dato parere favorevole alla mozione forcaiola Foti, ma, poi, ha dato parere contrario alla norma…ovviamente i 5 Stelle andavano a nozze, i 5 Stelle hanno letto questa mozione e hanno detto “cavolo, non ci abbiamo pensato prima, cerchiamo di rilanciare” e hanno rilanciato citando un altro caso giudiziario - perché ognuno ne ha un pezzo, ognuno ne ha uno di caso giudiziario -, il caso di una deputata europea leghista, la Zambelli, per alcune frodi europee. Ovviamente il Governo, che è un Governo non neutro sotto il profilo della giustizia e del sistema complessivo dell'equilibrio tra i poteri, ha detto “sì” alla norma, alla proposta, alla mozione che tocca l'indagine Qatar, ma ha detto “no” alla parte in cui si toccano quelli della Lega. Perché qui non conta il principio sostanziale di giustizia, di presunzione di innocenza, ma tocca a chi capita: se sei in maggioranza, sei fortunato, perché la mozione contro di te sarà respinta (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe), se sei all'opposizione, per tutto il tempo dell'opposizione, devi prendere pesci in faccia, la presunzione di innocenza non esiste. Ebbene, io penso che questo sia veramente triste, ma, soprattutto, perché forze politiche che hanno espresso un Ministro liberale e garantista, come Carlo Nordio, non possono fare esattamente l'opposto di quello che farebbe Carlo Nordio di fronte a una situazione di questo genere (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

Lo ripeto, a parti invertite, probabilmente, sarebbe esattamente successa la stessa cosa. Ma è giusto usare le inchieste a fini politici? È giusto che questo Parlamento abbia mozioni con i capi di imputazione stampati, in cui si chiede al Governo, a indagini in corso, non ancora concluse, di costituirsi parte civile nel procedimento penale, in Belgio? Quel Governo che, giustamente, ha revocato le costituzioni di parte civile nei confronti di Silvio Berlusconi - e dico, lo ripeto giustamente (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe) -, oggi non può pensare di farsi indirizzare, dando parere favorevole a una mozione che dice “costituiamoci parte civile in Belgio”.

E questo Governo - mi piacerebbe sapere cosa ne pensa il Ministro Nordio - dice “no”, fa espungere dalla mozione del Partito Democratico le seguenti parole: “(…) considerato che le contestazioni della magistratura inquirente riguardano unicamente comportamenti personali, la cui responsabilità penale, qualora definitivamente accertata, ricade unicamente su chi ha agito”. Cosa c'è di sbagliato, Sottosegretaria Siracusano in queste parole? Le avete espunte. Avete detto che la responsabilità penale non è personale? C'è la responsabilità politica, in questo Paese? E, quindi, ai 5 Stelle dico: c'è la responsabilità perché Beppe Grillo è accusato dello stesso reato che ha potenziato? Oggi devo dire che su quel tema diventa garantista, ma noi continuiamo a essere garantisti. Quindi, il MoVimento 5 Stelle è attratto da questa responsabilità? Oppure, se toccasse a un vostro parlamentare o a un vostro esponente - lo dico ai colleghi di Fratelli d'Italia -, la responsabilità sarebbe politica, ma non personale? Io penso che, forse, il Ministro Carlo Nordio non concorderebbe, collega Siracusano, con questo suo parere, perché la responsabilità penale è personale.

Detto questo, noi non ci vogliamo far risucchiare da questo dibattito. Chiederemo, forse, anche alla giunta del Regolamento, un giorno, di esprimersi in merito, perché non è possibile che, per replicare alla polemica su Delmastro e Donzelli, la maggioranza presenti una mozione di questo tenore (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe). Non è un botta e risposta che deve attuarsi in questo Parlamento. I temi della giustizia sono temi sensibili, liberali, forse anche scomodi, perché è scomodo, oggi, andare a dire le cose che vado dicendo, fa più piacere la ricerca del sangue e dire che questi sono tutti ladri, hanno frodato, hanno rubato, saranno condannati. Fa piacere, però, per piacere, non dite che siete garantisti durante le indagini. Avete detto “siamo garantisti durante le indagini, siamo giustizialisti dopo la condanna definitiva”: siete giustizialisti durante le indagini, chiaramente e limpidamente. Quindi, io spero ancora che queste mozioni vengano tutte ritirate.

E dico ancora una cosa. Queste mozioni sono contraddittorie fra di loro: da un lato, abbiamo una chiara strumentalizzazione di un'indagine in corso da parte della maggioranza, dall'altro lato, abbiamo il Governo che dà parere favorevole ad un impegno della mozione del Partito Democratico a operare affinché si eviti ogni forma di strumentalizzazione a fini politici di un'indagine giudiziaria. Se passa la mozione Foti, è chiaro che si crea una contraddizione pesante con la mozione del Partito Democratico. Noi non accettiamo questo contraddittorio, non accettiamo che il Parlamento venga risucchiato in queste dinamiche, non parteciperemo al voto (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Colleghi, quanto è avvenuto a Bruxelles dal 9 dicembre scorso si profila come uno degli scandali di maggiore dimensione che abbiano mai riguardato il Parlamento europeo. Utilizzare la parola scandalo non significa, però, almeno per Forza Italia, voler utilizzare vicende giudiziarie, che al momento sono ancora in fase di indagine, per strumentalizzazioni politiche, perché si tratta di un metodo che non ci appartiene.

Per noi, ovviamente, rimane ferma la presunzione di innocenza fino a sentenza passata in giudicato per tutte le persone già coinvolte nell'inchiesta e per quelle che eventualmente vi entreranno in futuro. Nella mozione che verrà posta al voto è specificato chiaramente un passaggio: “fermo restando il diritto alla presunzione di innocenza nei confronti delle singole persone coinvolte fino ad eventuale condanna definitiva e al pieno rispetto delle garanzie per gli imputati”.

Certamente - sempre in base a ciò che abbiamo appreso dai media - il quadro indiziario è di un certo rilievo. Allo stesso tempo, però, non possiamo astenerci da alcune riflessioni che vogliamo condividere in quest'Aula. La prima è che l'operazione della magistratura belga parte da una segnalazione dei servizi di intelligence, che si introducono all'interno delle abitazioni di alcune persone che solo successivamente diventano indagate. Altro tema sul quale non possiamo far tacere la nostra voce riguarda le modalità di utilizzo della custodia cautelare in carcere nei confronti non di colei che al momento dell'arresto era la Vicepresidente del Parlamento europeo, bensì di una indagata madre di una bambina molto piccola.

C'è, poi, un altro aspetto che merita una riflessione il più possibile scevra da pulsioni di parte. I processi, quando e se ci saranno, accerteranno le responsabilità penali degli imputati e forse potranno fornire elementi utili per capire se si sia trattato di casi isolati o di un sistema più ampio. Però, una cosa al momento è certa: questa vicenda sta già producendo - e continuerà a produrre - conseguenze negative che riguardano la politica in generale, la credibilità del Parlamento europeo come istituzione e, conseguentemente, la politica europea. A nostro avviso, non è questo il momento di puntare il dito e di attribuire colpe. Al contrario, nell'attesa degli sviluppi dell'inchiesta, c'è bisogno di capire, a livello politico e di procedure parlamentari relative all'Europarlamento, che cosa non ha funzionato e per quale motivo. Bisogna capire quale sia stato il baco che potrebbe aver consentito comportamenti e operazioni in grado di alterare o eventualmente di inquinare alcune procedure parlamentari e alcune deliberazioni. Si tratta di una ricognizione che, per essere davvero efficace, non deve essere la clava con cui una parte politica prova a colpire l'altra, ma deve essere condotta insieme e in maniera seria. Si dovrebbe provare a capire se le regole al momento attuate a Bruxelles, relative al rapporto tra politica e rappresentanza di interessi, siano ancora valide ed efficaci o se debbano essere cambiate; si dovrebbe provare a capire se le procedure parlamentari europee siano dotate di efficaci difese nei confronti di azioni che qualche Stato extraeuropeo potrebbe porre in atto per favorire o indirizzare decisioni a proprio vantaggio; dovremmo valutare se l'attuale sistema dei collaboratori dei parlamentari europei, con ex deputati che passano a svolgere tale ruolo, debba essere sottoposto a verifica o, se del caso, anche a modifica.

Presidente, Forza Italia ritiene, dal suo punto di vista, che in questo dibattito non ci sia molto altro da dire. Alla luce di queste brevi considerazioni, che ho avuto modo di svolgere, dichiaro il voto favorevole di Forza Italia sulla mozione del collega Foti e, comunque, in base ai pareri espressi dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Devo fare una precisazione sulla mozione Zanella ed altri n. 1-00085, perché ho omesso di riferire la riformulazione del terzo punto dell'impegno. Per cui, lo ripeto da capo. Sul primo punto del dispositivo il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a mettere in campo la massima collaborazione alle indagini della procura federale belga e ad ogni altra azione volta alla ricostruzione di quanto accaduto”. Quindi, si chiede di espungere le parole da “anche” fino a “Paesi”. Sul secondo punto del dispositivo il parere è favorevole. Sul terzo punto del dispositivo bisogna eliminare la parte finale, a partire dalle parole “con particolare riguardo” sino alla fine del periodo, quindi, dalle parole “con particolare riguardo” fino a “incompatibilità”.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Elisa Scutella'. Ne ha facoltà.

ELISA SCUTELLA' (M5S). Grazie, Presidente. La sconcertante vicenda cosiddetta “Qatargate” ha svelato un possibile intreccio corruttivo che riguarda una delle istituzioni più importanti - stiamo parlando di altissimi livelli, del Parlamento europeo - inficiandone così il buon nome e la credibilità. Se noi derubricassimo questa vicenda a un fatto che poteva accadere, a un fatto come un altro, commetteremmo un grave errore: quello di creare dei precedenti. Tutto quello che è successo è inaccettabile: le ipotesi sono quelle di associazione a delinquere e di corruzione. Alcuni Stati avrebbero influenzato le decisioni politiche ed economiche del Parlamento con ingenti somme di denaro e regali nei confronti di soggetti terzi che rivestono determinati ruoli all'interno del Parlamento europeo.

Tutto questo è inaccettabile e crea un duplice danno. Innanzitutto, quello di aver minato il processo democratico e politico, che è sacrosanto e deve essere libero; in secondo luogo, di aver minato - cosa che forse è anche più importante - il rapporto tra istituzioni e cittadini. Immaginate un attimo: in un momento storico come questo, dove ci sono cittadini che faticano ad arrivare a fine mese, un cittadino ritorna a casa dopo una giornata di lavoro, accende la TV e vede le immagini del Parlamento europeo associate a quelle di una valigetta piena di soldi. Ma che fiducia possono avere i cittadini nei confronti delle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Che amore, che passione per la politica può avere un cittadino nei confronti delle istituzioni? E quale credibilità possono avere le istituzioni?

Questa vicenda, Presidente, non riguarda solamente l'Europa ma tocca anche il nostro Paese, perché vi sono alcuni esponenti italiani. E sa che cosa fa il nostro Governo? Glielo dico io! Da una parte rivolge a parole una doverosa condanna verso queste azioni, ma nei fatti allarga le maglie ai reati contro la pubblica amministrazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). In un momento come questo, in cui c'è il “Qatargate” e in cui ci sono i soldi del PNRR, che sono attenzionati dalle mafie - e questo non lo dico io, ma lo dice il procuratore Gratteri -, il centrodestra decide di allargare le maglie ai reati contro la pubblica amministrazione. Mi sembra giusto! E che cosa fa? Vuole mettere mano anche al sistema delle intercettazioni. Ci ricordiamo tutti quando il Ministro della Giustizia, Nordio, ha affermato che le intercettazioni andavano modificate, perché alla fine un boss mafioso il cellulare non lo usa. Dopo alcuni giorni, a seguito dell'arresto del boss Matteo Messina Denaro, mi sento di dire al Ministro che aveva ragione, perché il boss Matteo Messina Denaro non aveva un cellulare: ne aveva due (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Questo Governo allarga le maglie, come ho già detto, ai reati contro la pubblica amministrazione, vuole mettere mano alle intercettazioni e strizza l'occhio all'evasione fiscale. Sapete quanto ci costa l'evasione fiscale ogni anno? Cento miliardi! Però, poi la Meloni dà la colpa al reddito di cittadinanza e al superbonus e non si indigna, invece, nei confronti dei colletti bianchi e dell'evasione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questa maggioranza, insieme a Renzi e Calenda, vuole metter mano al trojan, alla prescrizione, al reato di abuso d'ufficio e a tutto quello che di buono ha fatto il MoVimento 5 Stelle. Io ricordo in quest'Aula che il MoVimento 5 Stelle è stata la forza politica che ha portato, ha compiuto e ha messo in atto la legge Spazzacorrotti, la prima legge anticorruzione dai tempi di Mani pulite (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) che risponde completamente a tutto quello che ci chiede la Convenzione europea sulla corruzione. Questo l'ha fatto il MoVimento 5 Stelle e il centrodestra decide di smantellare tutto.

Presidente, cosa chiediamo noi, con la nostra mozione? Innanzitutto, chiediamo di introdurre subito nel nostro ordinamento il divieto di accettazione di denaro o altre prestazioni erogate, direttamente o indirettamente, da Governi o enti pubblici stranieri; questo divieto deve valere nel corso del mandato ricoperto e anche in un periodo successivo alla sua cessazione, con la previsione di sanzioni chiare e forti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Chiediamo, inoltre, che il Governo si faccia promotore, nelle competenti sedi europee, di ogni azione utile a individuare le carenze di strumenti di prevenzione e di regole sulla trasparenza, l'integrità, la responsabilità e il contrasto alla corruzione. Ancora: il nostro Paese deve farsi promotore in Europa della nascita di un organismo per la valutazione, la condivisione e l'adozione, da parte del Parlamento europeo, delle migliori discipline per la regolamentazione delle attività di lobbying: anche su questo vi aiuta il MoVimento 5 Stelle, perché, Presidente, c'è una proposta di legge a prima firma del presidente Conte che riguarda proprio questo, il conflitto di interessi e il contrasto alle lobby (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E, considerato che nella mozione di maggioranza un impegno riguarda proprio questo e che, quindi, abbiamo qualcosa in comune che anche voi condividete, allora vi invito a esaminare subito, al più presto, questa proposta di legge: dobbiamo farla diventare legge, dobbiamo lavorarci subito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! In conclusione, Presidente, dico che questo Governo si è presentato agli italiani dicendo di essere pronto; i membri del Governo erano pronti; a cosa ancora non lo abbiamo capito, o, meglio, lo sappiamo: ai tradimenti, a dire una cosa e a farne un'altra, soprattutto sulla giustizia. Quindi, invitiamo la maggioranza ad approvare e il Governo a esprimere un parere favorevole sulla nostra mozione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stefano Candiani. Ne ha facoltà.

STEFANO CANDIANI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Facciamola breve e partiamo direttamente dagli impegni che chiediamo al Governo: La nostra mozione “impegna il Governo, nelle competenti sedi europee, a sostenere ogni iniziativa utile al contrasto della corruzione e a una necessaria regolamentazione delle attività di lobby”. Come si può non essere d'accordo su un'affermazione così importante? Poi “impegna il Governo ad agire nelle sedi opportune e, se del caso, secondo le procedure previste dalla giurisdizione belga, al fine di costituirsi come parte civile nel procedimento penale in essere per salvaguardare e tutelare l'immagine dell'Italia nel contesto internazionale”. Forse qualcuno non se ne sarà accorto, ma noi abbiamo avuto un danno da quelle situazioni, un danno di credibilità, che deve essere ripristinata e fa bene il Parlamento a impegnare il Governo in tale direzione. Infine, la mozione “impegna il Governo ad aggiornare il Parlamento in merito agli sviluppi della vicenda di cui in premessa”, proprio per evitare strumentalizzazioni e che una situazione che ci ha creato imbarazzo possa, invece, essere esterna ed estranea rispetto al dibattito parlamentare. Ebbene, Presidente, questi non sono impegni per i quali mancare alla votazione o ai quali sottrarsi - come abbiamo sentito in qualche intervento precedente -, ma sono impegni in relazione ai quali procedere alla votazione e dare un chiaro e pieno mandato al Governo.

Tutti noi ci siamo sentiti scossi - ne sono certo -, ovviamente anche le parti politiche a cui i soggetti incriminati facevano riferimento, però lascia un certo stupore, Presidente, assistere al dibattito con una costante deviazione rispetto al tema principale: qui ci sono persone che facevano parte di un partito politico da cui si sono tirate fuori iniziando a fare i lobbisti e mettendosi a fare affari contro l'interesse dei cittadini che, fino al giorno prima, hanno rappresentato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ci sono componenti di quel Parlamento europeo, che ci viene presentato come l'esempio da seguire che, anziché rappresentare i cittadini che li hanno eletti in quella istituzione, ne tradivano la fiducia, andando a vendere il proprio consenso - come abbiamo constatato -, spinti dalla corruzione e dal desiderio di denaro, e questa cosa ci ha molto colpito. Certo che le responsabilità sono sempre personali - ci mancherebbe altro: la responsabilità penale è personale -, ma deve essere fatta una riflessione sul quadro politico, perché - come dicevano gli antichi - non deve avere vizi chi si appresta a elencare quelli degli altri.

Presidente, mentre tutti questi fatti accadevano, nel Parlamento europeo c'era una sinistra che voleva la costituzione di una Commissione speciale per le indagini sulle ingerenze esterne, nascondendo dietro a questo strumento istituzionale una volontà di persecuzione politica nei confronti di quella destra, di quel centrodestra che oggi governa l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e che gli esponenti di sinistra volevano, invece, colpevolizzare e accusare di cose con cui non aveva a che fare: si parlava, in quel momento, delle questioni russe, delle questioni ucraine e di altre cose. Se non si trattasse degli stessi soggetti che si sono messi poi ad accusare il centrodestra e la Lega di azioni scorrette nei confronti dell'immigrazione, delle ONG, eccetera, questa potrebbe essere una questione squisitamente limitata al fatto personale, ma, invece, c'è indubbiamente anche una questione politica.

Noi siamo garantisti e vogliamo, ovviamente, che la giustizia faccia il suo corso velocemente - ci auguriamo che quella belga non dia esempi peggiori di quelli che purtroppo, in alcuni casi, ha dato quella italiana, con tempi che si dilatano a tal punto da perdere poi il senso dei fatti -, ma vogliamo vedere ripristinata quella credibilità che deve appartenere a un'istituzione come il Parlamento europeo. Però, diciamo anche a chi in questo senso - come ho detto in precedenza - si è fatto giudice degli altri, anche andando ad argomentare in ordine a una sorta di malcelata e inesistente superiorità morale, di volare basso e di guardare bene a quelli che sono i rappresentanti del Parlamento europeo, di considerare sempre che la responsabilità politica ci appartiene sia quando le cose vanno bene che quando le cose vanno male (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e che fare l'accusa agli altri utilizzando gli strumenti delle istituzioni solo per colpire l'avversario non è certamente un esempio degno di alta politica.

Poi c'è anche un'altra questione, Presidente, che dovremmo porci su questa istituzione europea: oggi si diceva che bisogna normare il meccanismo lobbistico; a noi sembra una cosa così strana questo meccanismo lobbistico, perché il nostro è un Parlamento eletto dal popolo, un Parlamento con suoi rappresentanti che si confrontano col popolo. Per quanto concerne le istituzioni europee, invece, sappiamo che c'è una Commissione europea nominata dai Governi, che, quindi, risponde a interessi differenti rispetto a quelli del popolo; sappiamo che c'è un Consiglio europeo fatto dagli stessi Governi, che rispondono a interessi differenti rispetto a quelli diretti del popolo, e un Parlamento europeo che è sostanzialmente sotto la pressione costante delle lobby e degli interessi che a Bruxelles sono istituzionalmente presenti. Anche qui faccio una riflessione per coloro che indicano sempre questo modello europeo come il modello da seguire: non mi sembra che questo sia proprio il caso, anzi, facciamo una riflessione seria su cosa siano la democrazia e la capacità dell'istituzione europea di rappresentare i popoli che hanno dato mandato ai parlamentari europei e ai nostri Paesi di rappresentarli a Bruxelles. Quello che è avvenuto con la vicenda “Qatargate” non vorrei fosse l'antipasto di un futuro “Chinagate” e su questo, Presidente, dobbiamo essere molto chiari (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Noi siamo molto perplessi rispetto ad alcune scelte che vengono prese nell'ultimo spicchio di legislatura del Parlamento europeo, scelte che - come stiamo vedendo nel campo ambientale - nulla c'entrano realmente con la tutela dell'ambiente, ma che intrecciano ampi interessi economici esterni all'Unione europea. Non vorrei che questa del “Qatargate” fosse solo l'anticipo di altre questioni legate agli interessi di altri Paesi esterni all'Unione europea, che hanno, invece, fatto forte pressione sulle istituzioni europee e sui rappresentanti eletti in Parlamento europeo per fare i propri interessi.

Noi, con questa mozione, vogliamo che ci sia una presa di posizione chiara, che il Parlamento italiano dica chiaramente che nulla hanno a che fare i propri rappresentanti politici con quei soggetti lobbistici che si sono introdotti nella politica a livello europeo, ma vogliamo anche che ci sia una riflessione a livello europeo sui reali interessi che debbono essere difesi in quell'istituzione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che non sono quelli della Cina o di altri Paesi che fanno il proprio comodo a spese dei cittadini europei (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Morassut. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT (PD-IDP). Le indagini in corso presso il Parlamento europeo su casi di corruzione di alcuni esponenti politici non hanno prodotto nel Partito Democratico alcuna incertezza nel chiedere da subito un passo indietro alle responsabilità pubbliche delle persone coinvolte e che vi fosse, da parte della magistratura, un'azione immediata per accertare i fatti ed assumere tutte le decisioni conseguenti.

Come delegazione italiana presente nel gruppo del Partito socialista europeo, abbiamo aderito all'iniziativa assunta dalla Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, con la presentazione di un piano in 14 punti per contrastare la corruzione e le ingerenze esterne. Già il 13 dicembre il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, aveva affermato con chiarezza il carattere scandaloso e terribile dei fatti emersi, denunciando il danno che essi producono per tutti noi, per i nostri ideali e per l'Europa che amiamo, e chiesto una reazione immediata e inflessibile delle istituzioni e della magistratura.

Sempre il 13 dicembre, il PD ha annunciato l'intenzione di costituirsi in giudizio come parte lesa.

Noi siamo il partito di David Sassoli, che affonda le sue radici in una storia di culture politiche di cui fanno parte Enrico Berlinguer, Aldo Moro, Pio La Torre, Piersanti Mattarella, Sandro Pertini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Per noi la corruzione costituisce il tradimento di un mandato che va esercitato con disciplina e onore. In questo caso, con l'aggravante che i fenomeni corruttivi avrebbero come oggetto questioni attinenti alla tutela dei diritti umani e dei diritti dei lavoratori in Qatar, in Marocco, e dei diritti del popolo Sahrawi, questioni vitali per la nostra idea di Europa, di politica e di impegno civile.

Ricordo in particolare l'impegno che il Parlamento ha sviluppato dalla XVII legislatura con l'attività dell'intergruppo parlamentare sul Sahrawi, promosso e guidato dall'onorevole Stefano Vaccari del nostro gruppo. Questo non impedisce che si presentino situazioni individuali gravi, con la tentazione per alcuni di approfittare di posizioni di potere per tradire il dettato costituzionale di principi politici e morali che sono alla base della nostra comunità. Ma questo tema - ammesso che sia così al termine dei procedimenti in corso - non può consentire a nessuno di descrivere un sistema, come fanno i rappresentanti della destra con la loro mozione, per puntare l'indice contro il Partito Democratico, i suoi rappresentanti in Parlamento europeo e, ancora una volta, il mondo delle organizzazioni non governative. Questo non lo accettiamo e lo rispediamo con forza al mittente, che non ha titolo per avanzare queste critiche, per due motivi. Il primo è di carattere generale e riguarda tutte le forze politiche: la tutela delle istituzioni pubbliche e dei partiti dai rischi di infiltrazione, di compromissione, di sudditanza ad interessi economici geopolitici ristretti.

È un problema che può riguardare tutti. Ricordo il caso dell'onorevole Luca Volonte', esponente dell'allora Casa delle Libertà, condannato a 4 anni dal tribunale di Milano per corruzione e per aver favorito, attraverso l'azione di lobbisti, gli interessi dello Stato dell'Azerbaijan in seno al Parlamento europeo.

Parliamo di un problema serio che non può essere usato come una clava, in modo strumentale. Ma alla resa dei conti e dei fatti non tutti stanno sullo stesso piano. Noi non solo abbiamo aderito al piano della Presidente Roberta Metsola, ma voglio ricordare che, già dalla XVII legislatura, su impulso della Presidente della Camera, Laura Boldrini, fu introdotto alla Camera il primo regolamento per la gestione delle attività di lobbying, con un preciso codice di condotta dei deputati, che tutti i colleghi conoscono perché ancora tuttora vigente. Ma su un piano più generale, che riguarda il ruolo dei partiti e dei loro rappresentanti nella vita pubblica, noi poniamo da anni il tema della piena applicazione dell'articolo 49 della Costituzione, attraverso una legge dello Stato che definisca con maggiore chiarezza il ruolo e anche i limiti che i partiti devono assumere all'interno dell'ordinamento democratico, in particolare per quello che riguarda gli aspetti legati ai rischi di occupazione dello Stato e delle istituzioni, tema sul quale intendiamo tornare. Così come il tema che riguarda tutti in Italia è l'approvazione, finalmente, di una legge elettorale che restituisca ai cittadini il potere e il diritto di scegliere i propri rappresentanti, liberandoli il più possibile dal peso delle sovrastrutture che spesso imprigionano i partiti e li rendono più facilmente attraversabili dalla forza delle lobby, perché non hanno base democratica e adeguati contrappesi popolari.

Si deve chiudere la stagione della “legge porcata”, inaugurata nel 2008 dal Ministro Calderoli, che ha conformato per 15 anni, con la selezione dall'alto dei membri del Parlamento, la vita di tutti i partiti. Sono temi che riguardano tutti, quindi, se davvero vogliamo che la gente torni a votare, a farsi parte della vita pubblica, a riempire i partiti con le proprie idee e il proprio entusiasmo, cosa che rappresenta il primo e più efficace antidoto a ogni forma invadente e corrosiva di lobbismo.

Ma c'è un altro motivo per il quale non accettiamo i contenuti della mozione di Fratelli d'Italia, e questo riguarda la differenza tra destra e sinistra in termini di trasparenza. Una differenza che si evince dai fatti, senza inutili strumentalità, ma citando un dato nudo, statistico: è un fatto che il partito di Fratelli d'Italia sia quello con il record assoluto, in proporzione, di esponenti con procedimenti penali o con condanne che siedono in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), o in altre aule, e che molti di questi esponenti sarebbero stati eletti, per lo più, in zone ad altissima densità di attività illecite solo grazie alla loro capacità di raccogliere voti e preferenze attraverso l'uso spregiudicato di sistemi clientelari (Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Prendiamo atto che, a un certo punto, il fenomeno è diventato talmente imbarazzante che la leader di quel partito, l'onorevole Meloni, ha dovuto nominare un commissario per rimettere in qualche modo ordine in questo vespaio di situazioni e lo ha fatto indicando l'onorevole Donzelli. Ma intanto quei voti erano stati incassati e sono serviti non poco a sospingere il consenso elettorale della destra. L'onorevole Donzelli, dalla sua, si è messo subito al lavoro e per prima cosa è inciampato, invece, nel pasticcio sulla rivelazione di atti non divulgabili in merito alla vicenda Cospito. E questa mozione - che è stato imposto di discutere subito in Parlamento - è assurda e trasuda di propaganda e di strumentalità.

Intanto ci state costringendo impropriamente a trattare un tema che riguarda un'altra assemblea elettiva, un fatto tanto singolare quanto rischioso e tutto ciò mentre c'è un procedimento penale in corso e non concluso.

Attraverso lei, Presidente, mi rivolgo ai colleghi di Fratelli d'Italia per dire che la stessa Farnesina vi ha fatto notare, in questi giorni, costringendovi a modificare parte del testo, come con il vostro iniziale documento si rischiasse un clamoroso caso di conflitto diplomatico con lo Stato del Marocco. Già questo la dice lunga sul vostro senso delle istituzioni e sulla rozzezza con la quale vi muovete nei luoghi della democrazia.

Il dispositivo del testo è vapore acqueo. Chiedete che il Governo italiano sostenga tutte le misure in sede europea per contrastare la corruzione e che si costituisca parte civile. Ma il PD questo lo ha già fatto, come ho ricordato, dal 13 dicembre, e non ha aspettato la vostra mozione. Per pura propaganda avete voluto a tutti i costi discutere questa mozione prima di altri ben più importanti e urgenti provvedimenti e mozioni, come quella sulla siccità, che, invece, rappresenta davvero un'emergenza e una grave preoccupazione per milioni di famiglie e di imprese.

Cosa c'è di importante per il Paese? La vostra propaganda o queste drammatiche emergenze? Di cosa dovrebbe occuparsi il Parlamento? Noi aspettiamo ancora le comunicazioni del Ministro Valditara sulla feroce aggressione squadrista di Firenze, per la quale egli non ha ancora speso una sola parola di condanna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Il Ministro Salvini ha scelto di non affrontare il Parlamento per rispondere alle sue responsabilità sulla strage di Cutro. Di fronte a tutto questo - e ho concluso, Presidente - voi scappate, vi presentate con la propaganda e preferite un karaoke, piuttosto che rendere omaggio alle vittime innocenti del naufragio di Cutro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Ma avete sbagliato strada. Il Paese vi aspetta sui fatti e, a pochi mesi dal vostro insediamento, già oltre la metà degli elettori considera inadeguato il vostro operato. Noi non abbiamo problemi. Siamo e saremo sempre inflessibili, senza mai giustizialismi, rispetto a quanto può accadere, in primo luogo tra le nostre fila, in termini di trasparenza. Fate lo stesso voi, con la stessa nostra nettezza, senza alibi e senza strumentalizzazioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolo Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, con questa mozione parliamo del più grande scandalo del Parlamento europeo, 16 perquisizioni, 8 arresti di personaggi tutti legati al mondo della sinistra, un milione e mezzo di denaro contante sequestrato; tutto questo per tacere sui diritti umani. Quindi, veramente un grandissimo scandalo: le ipotesi di reato sono corruzione, riciclaggio, associazione a delinquere. Fratelli d'Italia e il centrodestra su questo grandissimo scandalo chiedono l'attenzione del Parlamento e chiedono l'approvazione di una mozione che, Presidente, devo sinteticamente ricordare. Ne ho sentite tante in queste dichiarazioni di voto e sono molto sorpreso perché, in realtà, sfido i colleghi a trovare errato sostenere ogni iniziativa utile al contrasto della corruzione, che è il nostro primo punto. Al secondo punto si chiede di verificare, secondo la giurisdizione belga, la possibilità di costituirsi parte civile. Non si capisce perché, se lo può fare il Partito Democratico, non lo possa fare il Governo - questo è veramente un paradosso - per salvaguardare l'immagine dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Poi abbiamo chiesto di essere aggiornati sul più grande scandalo della storia del Parlamento europeo. Vede, Presidente, quanto alla centralità del Parlamento, lo abbiamo detto tante volte, non è che il Parlamento è centrale quando bisogna fare inciuci di palazzo e siamo una democrazia parlamentare per quel motivo. Noi siamo sempre una democrazia parlamentare e, quindi, con buona pace del Partito Democratico, noi chiediamo di essere aggiornati su questa vicenda. Però non le nascondo che sono molto, molto sorpreso da quello che ho ascoltato, al punto di dover rivedere l'intervento che in qualche modo avevo preparato. La prima sorpresa me la dà l'onorevole Della Vedova, che ci chiede di aspettare le sentenze per costituirci parte civile. Leggermente tardiva la costituzione di parte civile dopo una sentenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Quindi, diciamo che - anche dal tono da professore - noi lo invitiamo a ripassare gli elementi fondamentali del diritto. Ma sono molto sorpreso anche dall'intervento dell'onorevole Morassut, il collega e amico Morassut, che ho trovato molto eccitato e molto accalorato; penso che sia la conseguenza della sconfitta nel derby, voglio pensare questo e non altro. È un paradosso che il Partito Democratico condanni l'accaduto - lo ha fatto anche con toni forti - e rivendichi il diritto di potersi costituire parte civile - ci sono dei passaggi forti anche nella mozione dell'allora segretario Letta - e che il primo punto della mozione del Partito Democratico, però, sia impegnarsi a non strumentalizzare. Vorrei capire, innanzitutto, che cos'è la strumentalizzazione. Ma una volta che mi venisse spiegato nei particolari, noi lezioni di questo tipo dai campioni del mondo della strumentalizzazione non ne prendiamo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Il Partito Democratico è ridotto ai minimi termini perché ha smesso di scrivere programmi, di parlare con la gente, di fare le campagne elettorali come vanno fatte, perché ha soltanto inseguito le strumentalizzazioni in questi anni. Voi vi siete buttati famelici sulla strage di Cutro, senza avere la capacità di condannare “senza se e senza ma” i mercanti di morte; voi strumentalizzate una festa di compleanno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); voi strumentalizzate la vita privata, come avete fatto con il candidato Rocca ma vi è andata malissimo; voi strumentalizzate l'abito della Presidente del Consiglio. Onorevole Morassut, ricordo un suo post memorabile sugli abiti scuri quando la Presidente del Consiglio è andata a giurare. Insomma, ce n'è davvero tanta di strumentalizzazione da parte del vostro partito, strumentalizzazione dalla quale non avete nemmeno tenuto indenni i minori, perché ricordo la pessima pagina della strumentalizzazione del viaggio a Bali della Presidente del Consiglio con la propria figlia. Allora è divertente, Presidente, come una parte politica possa fare tutto, possa strumentalizzare tutto, e un'altra parte politica no, l'altra parte politica deve tacere. Si arriva al paradosso per cui, come relatore della legge di bilancio, sono costretto a subire ore di interventi, anche notturni, perché elevare il tetto del contante a 5.000 euro significava fare sponda ai mafiosi, ai camorristi, agli spacciatori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), e oggi troviamo esponenti del Partito Democratico con le borse piene di soldi e noi dobbiamo tacere. Noi non possiamo dire una parola, perché altrimenti strumentalizziamo la vicenda.

Ce ne sarebbero tante di cose da dire su questo aspetto. Anche sulla storia del contante devo dire che il Partito Democratico è l'unico che ha la capacità di allevare i cani da riporto del contante, che sono così bravi che li sistemano anche all'interno delle cucce (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); questa è una specializzazione che noi non abbiamo. Anche lì, voglio immaginare: se un esponente politico di centrodestra avesse avuto la sfortuna di avere questo capace cane, chissà quante ne avreste dette e quante richieste avreste fatto.

Mi ha interessato, Presidente, anche il passaggio della discussione generale, un po' ripreso anche dall'onorevole Morassut, nel quale il Partito Democratico, nel condire la propria posizione, si meraviglia dicendo che ci sono tante urgenze in Italia e le elenca, fa l'elenco di tutti i grandi problemi che ha questa Nazione. Allora, per rispetto dei colleghi del Partito Democratico, e anche perché siamo persone serie, riconosco che quell'elenco è giusto, è vero, hanno scritto e hanno detto il giusto. Non hanno aggiunto che li hanno lasciati loro, non hanno aggiunto che tutte quelle emergenze sulle quali sta lavorando oggi il Governo Meloni sono emergenze lasciate principalmente dal Partito Democratico, che ha governato negli ultimi 10 dieci anni questa Nazione. Sbagliate a non pensare che anche questa sia un'emergenza, ma questo è un tratto distintivo fra il Partito Democratico, Fratelli d'Italia e il centrodestra. Noi pensiamo che l'immagine dell'Italia sia una cosa importante, siamo convinti che questa Nazione, che si sta rialzando, abbia il diritto/dovere di difendere la propria immagine e la nostra immagine, signor Presidente, non può essere quella di gente che scappa con le valigie piene di soldi, di gente che si volta dall'altra parte, a pagamento, per non parlare dei diritti umani, di gente che fa affari con lobbisti.

Non pensiamo nemmeno, Presidente, e concludo, che la strada sia quella, solo quella, di elevare al massimo i controlli. Noi non rubiamo al supermercato non perché all'uscita c'è qualcuno che ci controlla, oppure non pensiamo che alle persone che frequentano le nostre abitazioni dobbiamo nascondere le cose per evitare che rubino. Noi siamo convinti che il tema dell'onestà sia un tema culturale, sul quale dobbiamo lavorare e lavorare tutti quanti insieme. Il tema dell'onestà passa anche per un ritrovato orgoglio nazionale e, che piaccia o meno al Partito Democratico, noi riteniamo che l'immagine dell'Italia non possa essere quella di questo gravissimo scandalo. L'immagine dell'Italia è l'immagine di un grande Presidente del Consiglio che va a testa alta e sta facendo rialzare la Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Prima di passare ai voti ho un bel messaggio da riportare in Assemblea. Ho il piacere di informare l'Assemblea che il nostro collega Gianluca Vinci è diventato papà della piccola Flaminia (Applausi). Esprimiamo al papà e alla mamma gli auguri più sinceri della Presidenza e di tutta l'Aula.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Avverto che il gruppo Partito Democratico ha chiesto la votazione per parti separate della mozione Foti, Candiani, Rossello, Tirelli ed altri n. 1-00071 (Seconda ulteriore nuova formulazione), nel senso di votare il dispositivo distintamente dalla premessa.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Foti, Candiani, Rossello, Tirelli ed altri n. 1-00071 (Seconda ulteriore nuova formulazione), limitatamente al dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

A seguito dell'approvazione del dispositivo della mozione Foti, Candiani, Rossello, Tirelli ed altri n. 1-00071 (Seconda ulteriore nuova formulazione), ne verrà ora posta in votazione la premessa.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Foti, Candiani, Rossello, Tirelli ed altri n. 1-00071 (Seconda ulteriore nuova formulazione), limitatamente alla premessa, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Passiamo alla votazione della mozione Francesco Silvestri ed altri n. 1-00084.

Avverto che i presentatori non hanno accettato la riformulazione del 3° capoverso della premessa e l'espunzione dei capoversi 5°, 6°, 10°, 12°, 13°, 14°, 15° e 16° della premessa.

Pertanto, il parere del Governo deve intendersi contrario alla premessa nella sua interezza. Avverto, altresì, che è stata chiesta la votazione per parti separate nel senso di votare: dapprima, distintamente i capoversi del dispositivo; a seguire - ove il dispositivo venga in tutto in parte approvato - la premessa.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Francesco Silvestri ed altri n. 1-00084, limitatamente al 1° capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Francesco Silvestri ed altri n. 1-00084, limitatamente al 2° capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Francesco Silvestri ed altri n. 1-00084, limitatamente al 3° capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

A seguito dell'approvazione di parte del dispositivo della mozione Francesco Silvestri ed altri n. 1-00084, ne verrà ora posta in votazione la premessa.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Francesco Silvestri ed altri n. 1-00084, limitatamente alla premessa, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo alla votazione della mozione Zanella ed altri n. 1-00085.

Avverto che i presentatori hanno accettato la riformulazione del 1° capoverso del dispositivo, mentre non hanno accettato la riformulazione del 3° capoverso del dispositivo e l'espunzione del 2°, 5°, 6°, 7°, 8° e 9° capoverso della premessa.

Avverto, altresì, che ne hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, distintamente ciascun capoverso del dispositivo; infine - ove il dispositivo venga in tutto o in parte approvato - la premessa.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Zanella ed altri n. 1-00085, limitatamente al 1° capoverso del dispositivo, come riformulato su richiesta del Governo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Zanella ed altri n. 1-00085, limitatamente al 2° capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Zanella ed altri n. 1-00085, limitatamente al 3° capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

A seguito dell'approvazione di parte del dispositivo della mozione Zanella ed altri n. 1-00085, ne verrà ora posta in votazione la premessa.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Zanella ed altri n. 1-00085, limitatamente alla premessa, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo ora alla votazione della mozione Serracchiani ed altri n. 1-00089.

Avverto che i presentatori non hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo e, pertanto, il parere del Governo deve intendersi contrario alla mozione nella sua interezza.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Serracchiani ed altri n. 1-00089, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, la deputata Rita Dalla Chiesa. Ne ha facoltà.

RITA DALLA CHIESA (FI-PPE). Grazie Presidente e grazie colleghi. Vorrei soltanto ricordare - ma immagino già lo sappiate - che oggi è la Giornata della memoria delle vittime di mafia, di tutte le mafie. Stamattina a Milano, in piazza Duomo, c'erano 50.000 persone e qui, a Montecitorio, continua a esserci la mostra. Tutto ciò è importantissimo, perché nel 2017 quest'Aula ha promosso questa Giornata della memoria. Credo che oggi tutti ci dobbiamo stringere alle famiglie che hanno subìto un lutto così forte (Applausi - Il Presidente si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Sono 1.069 le famiglie (Applausi), sono tante e, stamattina, sono stati detti i nomi in piazza Duomo, uno per uno, nel silenzio generale. Grazie, questo è il vostro abbraccio a queste persone, grazie davvero (Generali Applausi).

PRESIDENTE. Colleghi, essendosi concluso solo pochi minuti fa il dibattito al Senato, sospendo a questo punto brevemente la seduta, in attesa dell'arrivo del signor Presidente del Consiglio dei ministri - che appare imminente - che procederà alla consegna del testo delle Comunicazioni in vista della riunione del Consiglio europeo del 23 e 24 marzo 2023.

Pertanto, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 15,45, è ripresa alle 16,04.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa, ma comunico all'Assemblea che la sospendo nuovamente, fino alle ore 16,15, in quanto ci è stato comunicato che il signor Premier è in arrivo e occorre qualche minuto ancora. Chiedo scusa: il signor Presidente del Consiglio.

La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,18.

Consegna del testo delle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 23 e 24 marzo 2023.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la consegna del testo delle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 23 e 24 marzo 2023.

Ha facoltà di parlare il signor Presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Giorgia Meloni.

GIORGIA MELONI, Presidente del Consiglio dei ministri. La ringrazio, Presidente. Solo per consegnare il testo delle comunicazioni che ho reso questa mattina al Senato in vista della riunione del Consiglio europeo prevista per i prossimi giovedì e venerdì, sul quale, ovviamente, rimando al dibattito previsto per domani mattina. Vi ringrazio (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE)).

PRESIDENTE. Grazie, signor Presidente del Consiglio dei ministri. Prendo atto della consegna del testo delle comunicazioni da lei rese nella giornata odierna al Senato della Repubblica in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 marzo 2023, che saranno pubblicate integralmente in calce al resoconto della seduta odierna.

Come previsto dal calendario dei lavori, la discussione su tali comunicazioni avrà inizio nella seduta di mercoledì 22 marzo, alle ore 9,30.

Come da prassi, le relative risoluzioni potranno essere presentate nel corso della discussione.

Saluto gli alunni e i docenti del liceo statale Galileo Galilei di Dolo, in provincia di Venezia, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Grazie di essere qui, grazie ai vostri dirigenti e docenti.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 506 - Deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane (Approvato dal Senato) (A.C. 977​) (ore 16,20).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 977: Deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane.

Ricordo che, nella seduta del 20 marzo 2023, si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e la rappresentante del Governo sono intervenuti in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 977​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A).

Avverto che, fuori dalla seduta, gli emendamenti 1.3 e 1.6 Bonetti e 2.20, 4.16. 4.47, 5.1 e 8.4 Ruffino sono stati ritirati dalle presentatrici.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Informo altresì l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.

A tal fine, i gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 977​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo, Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, deputata Maria Teresa Bellucci, ad esprimere il parere sulle proposte emendative segnalate per la votazione.

LUCIANO CIOCCHETTI, Relatore. Grazie, Presidente. In merito agli emendamenti sull'articolo 1, il relatore esprime un invito al ritiro o, altrimenti, parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIA TERESA BELLUCCI, Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Quartini 1.4.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, collega, colleghe, rappresentante del Governo, non è semplicissimo intervenire su un disegno di legge delega al Governo, che ha subìto diverse problematiche di compressione del dibattito, perché alla Camera è arrivato blindato e sono stati rifiutati tutti gli emendamenti.

Quest'emendamento all'articolo 1 riguarda una figura: il caregiver familiare, che, nei fatti - scusate l'estensione che voglio dare a questa figura -, è l'“I care” di don Milani. Il caregiver familiare è una figura che non si occupa solo del proprio congiunto non autosufficiente, anziano o meno che sia, ma è il centro esatto, il punto di riferimento e di coesione dell'intero nucleo familiare, talvolta di un intero condominio, talaltra, addirittura, dell'intera collettività, dell'intera comunità che sta attorno a lui, o a lei, più spesso. Il caregiver familiare si assume un ruolo straordinario, fondamentale: alleggerisce il peso di un intero sistema e, fino ad oggi, lo sta facendo in modo gratuito.

La funzione sociale e assistenziale del caregiver è impareggiabile. Con quest'emendamento chiediamo di definire tale figura, di valorizzarla, di qualificarla, di renderla consapevole del proprio ruolo e di tutelarla anche dai rischi di burnout e di isolamento e segregazione.

Quando si assiste una persona non autosufficiente, con disabilità, un anziano non autosufficiente, la nostra vita è completamente annullata e la figura del caregiver familiare, che avrebbe avuto l'unanimità dei consensi già nella scorsa legislatura, ancora oggi, in questo disegno di legge delega, è completamente, anzi no, sarei esagerato, sostanzialmente trascurata. Allora, nell'emendamento che noi presentiamo oggi vogliamo disciplinare compiutamente il caregiver familiare, dandone una definizione più articolata, prevedendo l'individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni nel campo sociale anche per il caregiver familiare, che devono essere garantiti sostenendo il processo di miglioramento delle loro condizioni di vita, prevedendo disposizioni per il riconoscimento e il sostegno dell'attività del caregiver familiare con benefici specifici di carattere economico e sociale.

La scelta di bocciare, sostanzialmente, tutti gli emendamenti ci addolora chiaramente, perché trascurare questa figura ci sta pesando come un macigno dal punto di vista dell'Assemblea. Questa era una grande occasione per poter rimediare a questa lacuna umana che esiste nella nostra società. Quindi, proprio per tale motivo abbiamo deciso di riproporre quest'emendamento in Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'emendamento 1.5 Quartini.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi e colleghe, in quest'emendamento si parla di progetti di vita indipendente e autodeterminata. Noi sappiamo che la normativa sovrastante, sotto il profilo della disabilità, è rappresentata dalla Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità, ratificata nel 2009, dalla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea del 2007 ma, soprattutto, dalla nostra grande Costituzione, agli articoli 2, 3, 4, 32, 34 e 38.

La Costituzione più bella del mondo - pensate - non contiene l'affermazione che gli uomini nascono uguali. Questa omissione ha una spiegazione molto semplice, perché non è vero che gli uomini nascono tutti uguali. Dappertutto, nel mondo, essi hanno, fin dalla nascita, caratteristiche diverse: è diverso il colore della pelle, il sesso, il regime politico cui appartengono e la religione dei padri e sono diverse le capacità personali e le condizioni economiche. Non c'è bisogno di spiegare che i ricchi, sempre più ricchi, e i poveri, sempre più poveri, non trascorrono la loro vita all'insegna dell'eguaglianza. E chi potrà sostenere che chi nasce affetto da tetraparesi spastica, per esempio, è uguale agli altri e può speditamente camminare? Tuttavia, proprio per questo motivo la nostra Carta costituzionale dice felicemente che tutti hanno pari dignità sociale. Quindi, non si nasce uguali, ma abbiamo tutti parità sociale.

Un punto fondamentale, che non viene affrontato normativamente, è che gran parte delle prestazioni necessarie alle persone con disabilità servono non solo per la qualità della vita o per esigenze assistenziali, bensì, prima di tutto, per consentire in concreto l'esercizio dei diritti inviolabili assolutamente esigibili. Quindi, in misura nettamente prevalente, non si tratta di una questione di welfare, ma di diritti fondamentali, di diritti che sono inviolabili, come recita l'articolo 2 della Costituzione, vale a dire diritti di cui il Parlamento e le stesse regioni non possono limitare l'esercizio, diritti che devono essere considerati perfetti, non opzionabili e incomprimibili. Rientrano a pieno titolo tra questi diritti quelli alla vita indipendente e all'autodeterminazione delle persone con disabilità.

È in questa logica che noi proponiamo che venga assolutamente finanziato, a livello nazionale e regionale, tutto il pacchetto dei progetti per la vita indipendente e autodeterminata per le persone con disabilità. Anticipo che sullo stesso argomento affronteremo, successivamente, l'esame anche di un altro emendamento, di cui considero già espletata l'illustrazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.7 Malavasi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 977​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

LUCIANO CIOCCHETTI, Relatore. Signor Presidente, sugli emendamenti riferiti all'articolo 2 c'è un invito al ritiro oppure il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIA TERESA BELLUCCI, Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.4 Zanella.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Presidente, parlo a lei, ma mi voglio riferire al vicepresidente che ha or ora comunicato l'invito al ritiro degli emendamenti. Devo dire che questi emendamenti sono arrivati in Aula in un numero molto ridotto e, tuttavia, noi, rispetto a un dibattito che sarebbe stato anche molto più lungo e articolato, almeno sugli emendamenti che riteniamo centrali vogliamo dire la nostra, sapendo che abbiamo poche speranze - ciò va detto - che questo nostro intervento vada allo scopo e raggiunga l'obiettivo.

L'articolo 2 ha per oggetto i princìpi e i criteri generali di delega. Istituisce il Comitato interministeriale per le politiche in favore della popolazione anziana, e questo è sicuramente un bene. Al comma 2 dell'articolo 2 si specifica che, nell'esercizio delle deleghe, il Governo si attiene ai princìpi e ai criteri direttivi generali, alla promozione del valore umano, psicologico, sociale, culturale ed economico in ogni fase della vita delle persone, specificando che ciò avviene indipendentemente dall'età anagrafica e dalla presenza di menomazioni, limitazioni e restrizioni dell'autonomia. Per questo motivo all'emendamento, che si riferisce alle persone anziane, si aggiunge anche quello che si riferisce alle persone non autosufficienti, in quanto gli interventi riferiti solo agli anziani o agli anziani non autosufficienti creerebbero un vulnus alla legge delega stessa e non rappresenterebbero in pieno quanto affermato al comma 2, lettera a), dell'articolo 2.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.4 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'emendamento 2.15 Zanella.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Rispetto alla promozione degli interventi idonei a contrastare i fenomeni della solitudine e della deprivazione relazionale delle persone anziane, indipendentemente dal luogo ove si trovino a vivere, l'emendamento prevede apposite attività di ascolto, di supporto psicologico e alla socializzazione, anche con il coinvolgimento attivo e diretto delle formazioni sociali, del volontariato, del servizio civile universale e degli enti del terzo settore.

Si propone che questi soggetti non siano coinvolti in modo strumentale e a valle di decisioni e di indirizzi già assunti, ma che venga sancito invece il coinvolgimento nell'attività di progettazione e programmazione. Quindi, anche rispetto al terzo settore e ad altri soggetti coinvolti, parliamo di un percorso di co-progettazione e di co-programmazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.15 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo all'emendamento 2.17 Di Lauro.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Lauro. Ne ha facoltà.

CARMEN DI LAURO (M5S). Grazie, Presidente. Quest'emendamento vuole sancire un principio sacrosanto, ossia il diritto della persona anziana di poter scegliere, sempre e liberamente, dove e con chi vivere e dove ricevere, in caso di necessità, le giuste cure. Succede, infatti, purtroppo, che, per le più svariate circostanze, a volte, ci si trovi costretti a cambiare abitazione, spesso con un peggioramento dell'umore, con un decadimento cognitivo e, di conseguenza, anche fisico. Di questo, si parla anche nella Carta europea dei diritti e delle responsabilità delle persone anziane, precisamente all'articolo 2, dove possiamo leggere: “Qualora nell'invecchiamento ci si trovi a dover dipendere dall'aiuto e dalla cura di altri, permane il diritto a fare le proprie scelte di vita e al rispetto della libera volontà”. Si evince, quindi, la necessità di incoraggiare le persone anziane a fare le proprie scelte, esprimere la propria volontà, i propri desideri ed opinioni. Infatti, la Carta dichiara che: “Hai diritto a che le tue opinioni desideri e scelte siano rispettate, anche se non sei in grado di comunicarle in modo facile. Hai diritto ad essere consultato e a prendere parte a qualsiasi decisione che ti riguarda. Hai diritto a scegliere il luogo di vita che si adatta ai tuoi bisogni, sia nella tua abitazione, che in una residenza di cura”. È, quindi, per noi sacrosanto ribadire questo concetto ed è quello che stiamo esprimendo attraverso quest'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.17 Di Lauro, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.24 Ruffino, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.26 Zanella, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.29 Ruffino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo all'emendamento 2.32 Sportiello.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie Presidente. È stato evidenziato, praticamente da tutti i soggetti auditi, che il vulnus principale di questo provvedimento risiede proprio nell'assenza di ulteriori risorse, nella precisazione, più volte ripetuta, dell'invarianza finanziaria. La disposizione che si emenda, ad esempio, prevede che il miglioramento delle condizioni materiali e di benessere psicosociale delle famiglie degli anziani fragili o non autosufficienti e di tutti coloro i quali sono impegnati nella loro cura avvenga mediante un'allocazione più razionale ed efficace delle risorse disponibili, a legislazione vigente. Invece, con l'emendamento, prevediamo un incremento strutturale delle risorse.

Credo - poi ne parleremo anche in dichiarazione di voto - che questo sia un vulnus parecchio significativo, perché rimandare tutto alle leggi di bilancio, per quanto riguarda il finanziamento di una legge così significativa e così importante, è sicuramente sbagliato. Questo intervento vale come illustrazione anche per i prossimi emendamenti che riguardano lo stesso tipo di argomento nei vari capitoli, quindi, mi asterrò dall'illustrarli.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.32 Sportiello, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.34 Malavasi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Passiamo all'emendamento 2.37 Quartini.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, quest'emendamento è, dal nostro punto di vista, assolutamente qualificante, perché è vero che nel disegno di legge si parla di monitoraggio, ma non si parla sostanzialmente della valutazione dei risultati degli erogatori che rivelino gli esiti dei trattamenti forniti all'utente in termini di esiti di salute. Quello che noi proponiamo è che si vada non solo, quindi, a monitorare, ma anche a valutare, finalmente, con tecniche e metodologie rigorose, gli esiti degli interventi che vengono fatti e i soggetti che erogano. In un emendamento successivo - che mi asterrò di nuovo dall'illustrare - si chiede anche che le valutazioni le facciano direttamente gli utenti, quindi, in questo caso, gli anziani, perché quando lo Stato eroga denaro è giusto che misuri e che controlli che questo denaro sia speso virtuosamente, nell'interesse della collettività (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.37 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo all'emendamento 2.41 Quartini.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. In quest'emendamento, effettivamente, anche in Commissione ho colto positivamente la disponibilità della maggioranza ad adottare un ordine del giorno che rimedi al fatto che è equivoco, nella legge, che il Piano per la non autosufficienza della persona anziana possa addirittura sostituire il Piano generale della non autosufficienza, non garantendo, quindi, adeguata tutela anche ai soggetti non autosufficienti che non sono anziani. Il rilevamento di questo equivoco è stato condiviso da tutti i membri della Commissione. È stato detto che rimedieremo con un ordine del giorno - spero che questo avvenga, naturalmente - che abbiamo presentato noi, ma penso anche la stessa maggioranza. Quindi, da questo punto di vista, è un emendamento che va in quella direzione e probabilmente si trasformerà in ordine del giorno, ma ci sembrava assolutamente doveroso che rimanesse agli atti l'equivocità dell'articolo di legge.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.41 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.47 Marianna Ricciardi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.48 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.49 Malavasi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 977​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

LUCIANO CIOCCHETTI, Relatore. Grazie, Presidente. Sul complesso degli emendamenti riferiti all'articolo 3 c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo? Vice Ministra Bellucci, prego.

MARIA TERESA BELLUCCI, Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Il parere è conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 3.3 Zanella.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Siamo all'articolo 3, in cui vengono dettati i criteri in materia di invecchiamento attivo, promozione dell'inclusione sociale e prevenzione della fragilità. L'emendamento propone che si tenga in considerazione quanto è emerso dalla Conferenza della Commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite (UNECE), che si è tenuta a Roma dal 15 al 17 giugno del 2022 e che ha riunito ben 365 partecipanti e 44 delegazioni nazionali, con oltre 30 Paesi presenti a livello ministeriale, nonché rappresentanti di organizzazioni europee internazionali, ricercatori, persone anziane e organizzazioni non governative che le rappresentano. Mi limito a riportare i tre principali obiettivi indicati dalla Dichiarazione di Roma dell'anno scorso, 2022: promuovere un invecchiamento attivo e sano per tutto il corso della vita (la cosa mi interessa!); garantire l'accesso all'assistenza a lungo termine e il sostegno ai caregiver e alle famiglie; integrare l'invecchiamento per far crescere una società adatta a tutte le età. E noi sappiamo bene quanto in Italia gli over 65 ormai rappresentino una percentuale molto importante della popolazione.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.3 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Passiamo all'emendamento 3.6 Di Lauro.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Lauro. Ne ha facoltà.

CARMEN DI LAURO (M5S). Grazie, Presidente. In quest'emendamento ritroviamo, se vogliamo, un richiamo all'articolo 3 della nostra Carta costituzionale, quando si parla di rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana.

Con quest'emendamento chiediamo di rimuovere ogni tipo di barriera che ostacoli la fruizione dei percorsi integrati, di cui si parla. Sono barriere visibili e invisibili, di tipo sociale, ambientale e architettonico; soprattutto, le barriere architettoniche sono ancora un problema, purtroppo molto presente e sentito, che condiziona ancora moltissimo la vita di molti anziani e molti disabili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.6 Di Lauro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.13 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.14 Sportiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.17 Marianna Ricciardi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Passiamo all'emendamento 3.18 Quartini.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Quest'emendamento vorrebbe incentivare il valore della famiglia. Si parla sempre dell'importanza della famiglia, di questo nucleo così significativo rispetto alla tenuta delle relazioni, nei contesti sociali. Allora, in tema di non autosufficienza degli anziani, si cerca di prevedere misure fiscale in favore degli ascendenti che si prendono cura di uno o più nipoti, al fine di consentire agli intermedi, ai genitori di questi ultimi, di svolgere la propria attività lavorativa.

In termini di vantaggi fiscali, si tratta dare un contributo anche alla famiglia espansa che, nella sua caratterizzazione, è compartecipe nell'assistenza. Quando in casa, in famiglia, c'è una persona con grave disabilità, siamo tutti un po' caregiver. Quindi, se il caregiver principale andasse identificato con una normativa specifica, come avevamo anticipato anche per gli altri soggetti, quelli più coinvolti, soprattutto nella capacità di alleggerire il lavoro di ciascuno all'interno del nucleo, sarebbe molto importante avere detrazioni in questo senso. L'emendamento va in questa direzione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.18 Quartini, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.19 Quartini, con il parere contrario di Commissione, Governo e V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Passiamo all'emendamento 3.20 Di Lauro.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Lauro. Ne ha facoltà.

CARMEN DI LAURO (M5S). Grazie, Presidente. Troppo spesso, ci si dimentica che una percentuale significativa di persone e dei loro familiari non autosufficienti vive in condizioni di grave disagio sociale ed economico. Molto spesso, vivono addirittura al di sotto della soglia di povertà. Quindi, in questo contesto, crediamo sia fondamentale garantire l'accesso ai percorsi di invecchiamento attivo anche agli anziani in condizioni di fragilità, non solo tramite l'erogazione di contributi, ma anche attraverso la creazione di opportunità di accesso ai vari ambiti di invecchiamento attivo, sfruttando le caratteristiche specifiche del territorio e, non da ultimo, favorendo anche lo sviluppo delle competenze digitali tra le persone anziane.

Con il progressivo invecchiamento della popolazione, aumenterà, di conseguenza, anche il numero di indigenti over 65, e il nostro sistema rischia di crollare sotto questa pressione.

In un contesto del genere, portare avanti il progetto dell'autonomia differenziata è, a nostro parere, assolutamente pericoloso, perché l'autonomia differenziata non farà altro che aggravare situazioni già difficili. Ecco perché non è possibile prescindere per noi dal contenuto di quest'emendamento, ossia il contrasto alla povertà e alle disuguaglianze, essenziale se vogliamo portare avanti quel progetto di crescita economica equa e sostenibile di cui tanto si parla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.20 Di Lauro, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.21 Marianna Ricciardi, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Passiamo all'emendamento 3.22 Quartini.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Una delle qualità significative di questo disegno di legge è il fatto finalmente di lavorare attentamente, o comunque dare una delega al Governo perché lo faccia, sulla questione dell'invecchiamento attivo, che è una grande capacità che abbiamo di misurare la resilienza delle persone anziane. Tuttavia, abbiamo il vulnus dell'assenza di finanziamenti. In questo caso, chiediamo non il denaro, ma che venga istituito un fondo per il finanziamento di progetti in favore dell'invecchiamento attivo. Lavorare e prevedere fondi e finanziamenti per l'invecchiamento attivo, significa anche investire in rigenerazione urbana attraverso misure di silver cohousing.

Il cohousing dell'anziano, soprattutto in contesti dove vengono eliminate barriere architettoniche, dove vengono messi gli anziani in condizione di sviluppare aspetti di empowerment, è dimostrato scientificamente che riesce a rallentare, in maniera significativa, la progressione dalla condizione di autosufficienza a quella di non autosufficienza. Abbiamo studi significativi nel Regno Unito, in Francia, in Germania, in Svezia, dove addirittura la deistituzionalizzazione dell'anziano passa proprio attraverso queste metodologie di cohousing sociale, di cohousing abitativo, che non sono elementi di segregazione.

Nel nostro caso c'era un emendamento che non abbiamo illustrato, ma il cui contenuto tengo a narrare in questa sede, perché prevedeva anche una formula di questo tipo, per esempio, per ri-abitare i bellissimi borghi delle aree interne del nostro Paese. Quindi, da questo punto di vista, ecco che questo emendamento che dice: istituiamo un Fondo per l'invecchiamento attivo, ha un significato importante. L'invecchiamento attivo non è l'orto sociale, per intendersi, è qualcosa di più significativo, può avere una valenza enorme. Possono dare ancora dei contributi importantissimi, i nostri anziani e, quindi, da questo punto di vista io dico che un emendamento come questo andrebbe assolutamente valorizzato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.22 Quartini, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Passiamo all'emendamento 3.23 Di Lauro.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Lauro. Ne ha facoltà.

CARMEN DI LAURO (M5S). Grazie, Presidente. Come abbiamo già evidenziato, in questo testo mancano riferimenti sostanziali alla figura del caregiver. È un'occasione mancata, come abbiamo detto, dal momento che sappiamo bene che durante la scorsa legislatura erano stati compiuti, invece, numerosi sforzi per arrivare a un accordo.

Io, però, mi voglio soffermare, in questo momento, su un altro aspetto, che riguarda un tema a me molto caro, quello del genere, perché quello del caregiver si lega anche al tema delle differenze di genere. Ciò perché, molto spesso, nelle famiglie che vivono condizioni di disagio, nelle famiglie dove ci sono persone di cui ci si deve prendere cura, le donne sono quelle che più di frequente assolvono a questo ruolo e sono quelle che, a volte, rinunciano anche alla propria vita, al proprio lavoro.

Quindi, crediamo che sia assolutamente urgente procedere al riconoscimento e a una valorizzazione della figura del caregiver; lo chiediamo e lo richiederemo ancora (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.23 Di Lauro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.24 Di Lauro, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.25 Marianna Ricciardi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.26 Sportiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.27 Sportiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Passiamo all'emendamento 3.30 Ciani.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciani. Ne ha facoltà.

PAOLO CIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Anche se è piuttosto chiaro che non riusciremo ad apportare alcun miglioramento a questa norma, ci terrei a sottolineare il motivo di quest'emendamento, perché in questo comma la legge parla di offerta progressiva della possibilità di accedere a una valutazione multidimensionale e l'emendamento parlava di sistematicità di accesso alla valutazione multidimensionale per gli anziani ultraottantenni. In questi anni ci sono stati in Italia diversi progetti e programmi sperimentali sulla presa in carico, sulla valutazione e sul monitoraggio degli anziani ultraottantenni, che hanno dimostrato risultati molto importanti, non solo per il contrasto all'isolamento sociale, pensiamo ad alcuni anziani che muoiono nella dimenticanza di tanti, perché nessuno li va a cercare, ma pensiamo anche ai tanti accessi impropri ai pronto soccorso degli anziani ultraottantenni.

Quindi, il tema della progressività della possibilità di accedere, secondo noi, dovrebbe essere sostituito con una sistematicità, almeno per gli anziani ultraottantenni, di cui dovremmo provare a tener conto nel prosieguo dell'applicazione della legge.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.30 Ciani, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Passiamo all'emendamento 3.32 Di Lauro.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Lauro. Ne ha facoltà.

CARMEN DI LAURO (M5S). Grazie, Presidente. La disposizione in esame prevede che sia disposta la possibilità, per la persona di età superiore a 80 anni e per la persona anziana affetta da patologie croniche suscettibili di aggravarsi con l'invecchiamento e che determinino il rischio di perdita dell'autonomia, di accedere a una valutazione multidisciplinare delle sue capacità e dei suoi bisogni - e questo è un passaggio molto importante - da effettuare nell'ambito dei PUA, da parte di équipe, per l'appunto, multidisciplinari, sulla base della segnalazione dei medici di medicina generale, della rete ospedaliera, dei comuni e degli ATS.

Il punto è che si circoscrive quest'offerta di valutazione multidimensionale solo per chi ha patologie croniche e questo rischia di limitare l'attività di prevenzione in maniera eccessiva. Quindi, noi chiediamo, anche alla luce della mozione che abbiamo approvato pochissimi giorni fa in quest'Aula, di aggiungere anche le malattie rare, che spesso, ma non sempre, sono qualificate come croniche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.32 Di Lauro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.33 Sportiello, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 48).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 977​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

LUCIANO CIOCCHETTI, Relatore. Grazie, Presidente. Sul complesso degli emendamenti all'articolo 4, invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Vice Ministra Bellucci?

MARIA TERESA BELLUCCI, Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.3 Marianna Ricciardi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Passiamo all'emendamento 4.4 Di Lauro.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Lauro. Ne ha facoltà.

CARMEN DI LAURO (M5S). Grazie, Presidente. Nel provvedimento in esame si parla di un riordino delle risorse. Di fatto, non sappiamo se ci saranno tagli, non sappiamo dove e come queste risorse verranno allocate. In pratica, il Governo potrà disporre direttamente di una nuova regolamentazione delle risorse finanziarie, senza passare attraverso un vero e proprio iter parlamentare. Dal momento che parliamo di risorse destinate a persone in condizioni di fragilità, visto che il rischio è che vengano intaccate e svuotate norme importanti, che hanno costituito pilastri fondamentali nella gestione della disabilità e nel contrasto delle diseguaglianze sociali, la nostra preoccupazione è estrema. Per questo, nell'emendamento, chiediamo che le risorse non vengano toccate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.4 Di Lauro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.5 Zanella, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Passiamo all'emendamento 4.7 Quartini.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. In quest'emendamento, ai fini di una più efficiente gestione delle risorse, chiediamo che si preveda l'esplicita introduzione di un unico centro di spesa e di responsabilità, nell'ambito della gestione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali. Oltre a sapere che i centri unici di spesa garantiscono risparmi e meno sprechi, in questo caso a noi sta particolarmente a cuore, perché può rappresentare comunque un argine importante al rischio delle diseguaglianze regionali. È un aspetto significativo, a maggior ragione se si paventa il rischioso atteggiamento di voler perseguire l'autonomia differenziata che rischia davvero di aumentare fortemente le disuguaglianze nel territorio nazionale tra le varie regioni. Quindi, l'emendamento, dal punto di vista contenutistico, va anche in questa direzione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.7 Quartini, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.10 Marianna Ricciardi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.13 Ruffino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.14 Sportiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.18 Malavasi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Passiamo all'emendamento 4.19 Zanella.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). L'emendamento propone, nell'ottica di garantire coerenza e armonizzazione tra i LEPS (livelli essenziali di prestazioni sociali) e i LEA (livelli essenziali di assistenza), che il sistema nazionale per la popolazione anziana non autosufficiente individui e coordini i livelli essenziali di erogazione degli interventi sanitari e di quelli sociali, considerati indispensabili. Si propone anche che, in relazione a ogni gruppo di livelli essenziali, siano definiti contenuti, parametri e standard che qualifichino e definiscano ogni singolo livello essenziale, tenuto conto dell'articolazione statale, regionale e locale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.19 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.22 Malavasi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Passiamo all'emendamento 4.101 Sportiello.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Lauro. Ne ha facoltà.

CARMEN DI LAURO (M5S). Grazie, Presidente. Con quest'emendamento si chiede di inserire nella delega l'adozione di un sistema di monitoraggio volto a garantire l'attribuzione della residenza - in realtà già obbligatoria per legge - per le persone senza fissa dimora. L'iscrizione all'anagrafe comunale è un diritto soggettivo, riconosciuto dal nostro ordinamento a tutti i cittadini che ne hanno facoltà. Ogni comune, per il tramite del proprio ufficio anagrafe, tiene il registro delle posizioni dei singoli, delle famiglie e delle convivenze e registra le posizioni relative alle persone senza dimora che hanno stabilito in quel comune il proprio domicilio. L'iscrizione all'anagrafe comunale è importantissima in quanto consente di fare richiesta anche della tessera sanitaria e, dunque, consente di accedere alle prestazioni sanitarie e sociosanitarie.

Quindi, quest'emendamento, di assoluto buonsenso, contribuisce a rinforzare il dovere di solidarietà politica, economica e sociale (articolo 2 della Costituzione), il diritto all'uguaglianza formale e sostanziale (articolo 3), il diritto al lavoro (articolo 4) e, in ultimo, ma non da ultimo, il diritto alla salute (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.101 Sportiello, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.25 Marianna Ricciardi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.27 Malavasi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.29 Di Lauro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.32 Ruffino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.33 Di Lauro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.35 Marianna Ricciardi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.39 Malavasi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.42 Bonetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.43 Ruffino, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).

Passiamo all'emendamento 4.44 Di Lauro.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Lauro. Ne ha facoltà.

CARMEN DI LAURO (M5S). L'emendamento in oggetto si propone di intervenire nell'ambito dell'assistenza domiciliare integrata, creando un servizio unificato di assistenza domiciliare integrata, sociosanitaria e sociale.

Questa proposta, in realtà, deriva da una constatazione molto evidente e semplice, ovvero che spesso, a livello territoriale, si registrano un mancato coordinamento e una mancata comunicazione fra i vari livelli e tipologie di assistenza, arrecando disagi alla persona che ne usufruisce. È importante che vi siano i servizi, certamente, ma è altrettanto importante che siano coordinati, altrimenti si rischia, nonostante gli sforzi, di non soddisfare realmente le necessità della persona (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.44 Di Lauro, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.46 Marianna Ricciardi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.52 Ruffino, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 71).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.53 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 72).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.54 Girelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.59 Marianna Ricciardi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 74).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.64 Malavasi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 75).

Passiamo all'emendamento 4.65 Quartini.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Quest'emendamento va a specificare che i diritti fondamentali della persona anziana devono essere necessariamente garantiti e messi al centro dell'interesse collettivo. Per garantire tutto ciò, si cerca di dare stabilità al personale impiegato nei servizi sociali, nei servizi sanitari, nelle RSA, perché sappiamo bene che il personale precario più facilmente offre servizi di qualità inferiore rispetto a quella offerta da chi ha la certezza del lavoro.

E, spesso, chi lavora in questi contesti lo fa in maniera precaria, attraverso cooperative, attraverso lavori che vengono forniti a prestazione, qualche volta, a somministrazione, e quindi, non possono garantire continuità e qualità. In questo senso garantire i lavoratori vuol dire anche garantire il benessere degli utenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.65 Quartini, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 76).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.68 Sportiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 77).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.69 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 78).

Passiamo all'emendamento 4.70 Quartini.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Nella moderna era della digitalizzazione il fatto che non sia prevista la possibilità di un incrocio fra database e piattaforme nel contesto del sistema anziani non autosufficienti credo sia una lacuna importantissima. Quest'emendamento va proprio in quella direzione. Occorre un sistema di incrocio fra database e piattaforme, in modo da poter ottimizzare le procedure di presa in carico, di assistenza e supporto alle misure sanitarie, sociosanitarie e sociali per gli anziani previste dall'articolo 4, nonché per la massima efficienza delle stesse e un loro adeguato monitoraggio in termini di specifici percorsi e di possibili miglioramenti del sistema.

Credo si debba assolutamente implementare questo sistema, proprio perché favorirebbe la presa in carico in maniera rapida e immediata. È inutile che ci siano i punti unici di accoglienza se poi il sistema infrastrutturale di tipo digitale non funziona.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.70 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 79).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.71 Ruffino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 80).

Passiamo all'emendamento 4.72 Zanella.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Presidente, con quest'emendamento si propone che i decreti legislativi finalizzati a riordinare, semplificare, coordinare e rendere più efficaci le attività di assistenza sociale, sanitaria e sociosanitaria per le persone anziane non autosufficienti, siano adottati tenendo conto e in coordinamento con quanto stabilito dai decreti legislativi relativi alla delega al Governo in materia di disabilità, ossia i decreti attuativi della legge n. 227 del 2021. Si tratta, quindi, di un'integrazione e di buonsenso legislativo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.72 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 81).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 82).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 977​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

LUCIANO CIOCCHETTI , Relatore. Grazie, signor Presidente. Sul complesso degli emendamenti riferiti all'articolo 5 invito al ritiro altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIA TERESA BELLUCCI, Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.2 Di Lauro, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 83).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.10 Malavasi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 84).

Passiamo all'emendamento 5.17 Quartini.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Gli operatori sanitari hanno garantito la tenuta sociale del Paese durante la pandemia. Gli operatori sanitari sono stati chiamati eroi. Tante volte ho detto: “beato quel Paese che non ha bisogno di eroi”. Invece, ne abbiamo avuto bisogno durante la pandemia (Commenti). Non ho detto che era mia…

PRESIDENTE. Per cortesia, facciamo finire il collega. Onorevole Quartini, prego.

ANDREA QUARTINI (M5S). Per il suo tramite, Presidente, voglio far notare al collega Marattin - che giustamente dice che non è opera mia - che non ho detto sia opera mia, anzi è una citazione presente nell'opera Vita di Galileo di Bertolt Brecht e, tra l'altro, ha anche sbagliato il collega, il quale diceva che si trattava di una citazione di Bertrand Russell (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Però, apprezzo il fatto che volesse puntualizzare quest'elemento, perché ci consente di ribadire che abbiamo avuto bisogno di eroi e sarebbe stato meglio non averne bisogno.

In questo disegno di legge una delle cose che ci sembra più critica è proprio il fatto di non riuscire a dare valore e a qualificare persone fondamentali nell'assistenza agli anziani, che sono gli OSS, cioè gli operatori sociosanitari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Addirittura, in questo disegno di legge viene posta una figura, che è l'assistente domiciliare, quasi in competizione con gli OSS. Questa parte non riusciamo a digerirla e da questo punto di vista vogliamo presentare quest'emendamento che mira a riformare la figura degli OSS, che chiedono da anni di essere configurati in maniera specifica anche attraverso la realizzazione almeno di un registro, se non addirittura di un albo. Pensate che ci sono gli OSSS con tre S, cioè che hanno un livello di specializzazione ulteriore.

Quindi, il presente emendamento vuole riformare questa figura attraverso uno specifico percorso di istruzione e di formazione, fornendo linee di indirizzo nazionali per la qualificazione del lavoro di cura e il relativo iter formativo, sia a livello nazionale che regionale, che definiscano un repertorio di competenze e qualificazioni oltre che criteri univoci di valutazione delle competenze pregresse comunque acquisite, in linea coi livelli di inquadramento presenti nella contrattazione collettiva nazionale di lavoro sulla disciplina del rapporto di lavoro domestico comparativamente più rappresentativo.

Credo che noi, come Aula, lo dobbiamo a queste figure, che hanno veramente garantito tanto durante la fase pandemica e stanno garantendo altrettanto nell'assistenza alle persone anziane (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.17 Quartini, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 85).

Passiamo all'emendamento 5.18 Zanella.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Con quest'emendamento proponiamo che la definizione e la revisione di idonei percorsi di studio e di formazione vengano circoscritti alle figure professionali attualmente esistenti nel sistema sanitario, sociosanitario e sociale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.18 Zanella, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 86).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.20 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 87).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.23 Malavasi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 88).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.24 Bonetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 89).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.26 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 90).

Passiamo all'emendamento 5.28 Marianna Ricciardi.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Marianna Ricciardi. Ne ha facoltà.

MARIANNA RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Quest'emendamento è stato proposto da 52 associazioni - 52, non una - che hanno lavorato al patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza. Queste associazioni rappresentano 10 milioni di cittadini che, per l'ennesima volta, vedranno le istituzioni procedere senza ascoltare chi certe problematiche le vive ogni giorno. Quando la politica si chiude nei palazzi, nascondendosi dietro la mancanza di copertura, ormai atavica in questo Paese, allora sta dicendo a quei cittadini che è inutile andare a votare, tanto le azioni dei decisori legislativi tutto faranno tranne che cambiare la loro vita reale. Dunque, io mi chiedo e vi chiedo: allora, questo volete? Allora, perché ci lamentiamo della distanza della gente dalle nostre decisioni e perché poi pretendiamo che gli italiani credano in chi li rappresenta?

La pandemia ci ha fatto piangere lacrime amare, per la perdita dei nostri cari anziani, uno scrigno prezioso, un tesoro di sapienza, i nostri nonni, che sono stati padri e madri dei nostri genitori e che hanno sulle spalle vite di sacrifici per sostenere le generazioni che oggi sono adulte e che dovrebbero cambiare il mondo di domani. Pensavamo di aver imparato la lezione, ma non è così. Erano lacrime di coccodrillo? Siamo, nei fatti, un Paese dove un anziano, quando non è più autosufficiente, resta abbandonato a se stesso, se non può pagare o non ha familiari che possono pagare per lui.

La proposta delle associazioni, di revisione della compartecipazione delle rette per gli anziani era di buonsenso ed era stata pensata per tre ragioni: lo stato di incertezza giuridica, la numerosità dei contenziosi e le rilevanti implicazioni, sia per anziani e famiglie sia per il bilancio pubblico. Queste ragioni indicano la necessità di una revisione complessiva della materia della compartecipazione alla spesa. Questo tema è assai rilevante per le strutture residenziali e, in alcuni casi, per quelle semiresidenziali. È necessario migliorare l'equità verticale, secondo cui individui in condizioni diverse devono pagare rette diverse, sia incrementando la capacità di tutelare chi sta peggio sia assicurandosi che chi ha più possibilità contribuisca maggiormente.

È necessario migliorare l'equità orizzontale, secondo cui individui in condizioni simili devono pagare le stesse rette, innanzitutto uniformando i criteri delle risorse economiche da prendere in considerazione nella determinazione della retta.

È necessario individuare un criterio equo e uniforme in merito all'eventuale coinvolgimento dei familiari. Il contenzioso amministrativo in merito è significativo e costante, attestando che il quadro normativo è incompleto e confuso.

Colleghi e colleghe, sono 3.900.000 gli anziani non autosufficienti, ma nessuno pare occuparsi veramente di loro. Sopravvivono con fatica ai rincari delle RSA e all'assenza di cure domiciliari. Se possono permetterselo, hanno una badante a casa, il più delle volte “in nero”, per motivi di natura intuitiva. Il rapporto Domina rivela che, grazie a una spesa familiare di 15.000.000.000 l'anno per le badanti, di cui 7.000.000.000 pagati cash, le casse pubbliche risparmiano, ogni anno, circa 10.000.000.000 di euro, ovvero l'importo di cui lo Stato dovrebbe farsi carico se gli anziani accuditi in casa fossero ricoverati in una struttura. Accade perché, ormai, pagare una retta è addirittura più costoso, anche in compartecipazione. Sì, perché le famiglie non sono tutti uguali, non hanno tutte le stesse possibilità e voi, colleghe e colleghi della maggioranza, dovete, una buona volta, capire che bisogna adottare il principio di gradualità, progressività e opportunità. Equità verticale ed equità orizzontale devono essere migliorate e ottimizzate. Guardate che non è un'opzione dare a tutti la possibilità di usufruire di un diritto perché, se lo pensate, allora non avete ben messo a fuoco le proiezioni per il futuro. L'Italia sta invecchiando velocemente, e tra 20 anni, gli anziani saranno più di 19 milioni, il 34 per cento della popolazione. Bisognerà inventarsi nuovi servizi, investire in tecnologia e innovazione e programmare bene qualsiasi intervento, per ridurre i costi. Pensatevi, voi, anziani e non autosufficienti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.28 Marianna Ricciardi, con parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 91).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 92).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 977​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 93).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 977​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 94).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 977​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

LUCIANO CIOCCHETTI , Relatore. Grazie, Presidente. Sul complesso degli emendamenti all'articolo 8, vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MARIA TERESA BELLUCCI, Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 8.2 Malavasi.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.2 Malavasi, con il parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 95).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.5 Malavasi, con il parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 96).

Passiamo all'emendamento 8.8 Sportiello.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Lauro. Ne ha facoltà.

CARMEN DI LAURO (M5S). Grazie, Presidente. Con quest'emendamento chiediamo che il Governo provveda a individuare i LEPS in un'ottica di integrazione con i LEA.

Voglio ricordare, in questa sede, che, grazie a un emendamento del MoVimento 5 Stelle, è stata introdotta la necessità di adottare un sistema di monitoraggio dell'erogazione dei LEPS per le persone anziane non autosufficienti e di valutazione dei risultati, con un correlato sistema sanzionatorio e interventi sostitutivi in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi di servizio o LEPS.

La legge di bilancio 2022 ha previsto che i livelli essenziali delle prestazioni sociali (LEPS), siano costituiti dagli interventi, dai servizi, dalle attività e dalle prestazioni integrate che la Repubblica assicura, sulla base di quanto previsto dall'articolo 117 della nostra Carta costituzionale, con carattere di universalità su tutto il territorio nazionale, per garantire qualità della vita, pari opportunità, non discriminazione, prevenzione, eliminazione e riduzione delle condizioni di svantaggio e di vulnerabilità. In sostanza, i LEPS devono essere garantiti sul territorio nazionale proprio come i LEA. Si sottolinea e si ricorda come la determinazione di un LEA sia stata sempre accompagnata da un adeguato finanziamento.

Il provvedimento all'esame, invece, nonostante si ponga l'obiettivo della definizione dei LEPS per le persone anziane, ribadisce l'invarianza finanziaria che, parlando di livelli essenziali delle prestazioni in ambito sociale, è assolutamente un paradosso. Come è impossibile immaginare un LEA ad invarianza finanziaria, è impossibile immaginare una prestazione sociale senza un adeguato finanziamento. Questo è il vulnus, a nostro avviso, più rilevante del provvedimento, che questo Governo giustifica, rinviando il problema.

Chiudo, chiedendo risorse appositamente per i LEPS (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.8 Sportiello, con il parere contrario di Commissione, Governo e V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 97).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.9 Malavasi, con il parere contrario di Commissione, Governo e V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 98).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.11 Marianna Ricciardi, con il parere contrario di Commissione, Governo e V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 99).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 100).

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 977​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 101).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 977​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

MARIA TERESA BELLUCCI, Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Chiedo la sospensione per 20 minuti, in maniera tale da poter offrire i pareri sugli ultimi ordini del giorno arrivati in questi minuti.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta fino alle ore 18,25.

La seduta, sospesa alle 18,05, è ripresa alle 18,30.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Invito la rappresentante del Governo, Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, onorevole Maria Teresa Bellucci, ad esprimere il parere sugli ordini del giorno.

MARIA TERESA BELLUCCI, Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/977/1 Ruffino il parere è favorevole sui primi tre impegni, mentre è contrario sul quarto.

PRESIDENTE. Quindi, il parere è favorevole con riformulazione.

MARIA TERESA BELLUCCI, Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Sull'ordine del giorno n. 9/977/2 Ciani, il parere è favorevole.

Sugli ordini del giorno n. 9/977/3 Girelli, n. 9/977/4 Malavasi e n. 9/977/5 Stumpo, il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/977/6 Furfaro, il parere è favorevole con la seguente riformulazione; nell'impegno sostituire le parole “nell'esercizio delle deleghe di cui al disegno di legge in oggetto”, con le seguenti: “a valutare la possibilità di prevedere, compatibilmente con i vincoli di bilancio e le risorse finanziarie disponibili”.

Sull'ordine del giorno n. 9/977/7 Di Lauro, il parere è favorevole con riformulazione; al primo impegno, sostituire le parole “con sollecitudine e nel primo provvedimento utile”, con le seguenti: “a valutare la possibilità di individuare, compatibilmente con i vincoli di bilancio e le risorse finanziarie disponibili”.

Sugli ordini del giorno n. 9/977/8 Sportiello, n. 9/977/9 Alfonso Colucci, n. 9/977/10 Aiello, n. 9/977/11 Onori, n. 9/977/12 Torto, n. 9/977/13 Scutella' e n. 9/977/14 Pellegrini, il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/977/15 Ilaria Fontana, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione; nell'impegno sostituire le parole “a chiarire nel primo provvedimento utile”, con le seguenti: “a valutare l'opportunità di chiarire ulteriormente, conformemente a quanto già precisato nella relazione tecnica di passaggio relativa al provvedimento in oggetto”.

Sugli ordini del giorno n. 9/977/16 Fenu, n. 9/977/17 Pavanelli, n. 9/977/18 Iaria, n. 9/977/19 Marianna Ricciardi, n. 9/977/20 Cherchi, n. 9/977/21 Quartini, n. 9/977/22 Caramiello e n. 9/977/23 Giuliano, il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/977/24 Andreuzza, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/977/25 Guerra, il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/977/26 Bonetti, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare la possibilità di incrementare, compatibilmente con i vincoli di bilancio e le risorse finanziarie disponibili, di nuove risorse da destinare all'incremento dei fondi previsti per le misure a sostegno della non autosufficienza delle persone anziane, anche al fine di consentire un potenziamento dei sistemi di assistenza e dei servizi territoriali e di prossimità”.

Sull'ordine del giorno n. 9/977/27 Grimaldi, il parere è favorevole con riformulazione, sostituendo il primo impegno con il seguente: “a valutare la possibilità di incrementare, compatibilmente con i vincoli di bilancio e le risorse finanziarie disponibili, sin dalla prossima legge di bilancio, le risorse per l'attuazione delle deleghe di cui alla presente legge delega”; e sostituendo il secondo impegno con il seguente: “a garantire l'efficienza, l'efficacia e la sostenibilità complessiva dei programmi e attività dei decreti legislativi derivanti dalla presente legge delega, valutando la possibilità di procedere a ulteriori assunzioni da parte degli enti interessati”.

Sugli ordini del giorno n. 9/977/28 Zaratti, n. 9/977/29 Ghirra, n. 9/977/30 Piccolotti, n. 9/977/31 Dori e n. 9/977/32 Zanella, il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/977/33 Mari, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/977/34 Fede, il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/977/35 Colosimo il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/977/36 Laus, il parere è favorevole con riformulazione, premettendo all'impegno: “a valutare la possibilità”. Sull'ordine del giorno n. 9/977/37 Vietri, il parere è favorevole con la riformulazione, premettendo all'impegno: “a valutare la possibilità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/977/38 Ciocchetti, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare la possibilità di”, premessa agli impegni. Sull'ordine del giorno n. 9/977/39 Foti, parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/977/40 Ciancitto, il parere è favorevole, espungendo: “degli OSS e”; quindi, l'ultima parte della frase è: “l'obiettivo di regolarizzare la figura degli OSS specializzati”.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/977/1 Ruffino. Onorevole Ruffino, accetta la riformulazione? Sì, bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/977/2 Ciani il parere è favorevole.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/977/3 Girelli. Onorevole Girelli?

GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Chiedo che venga messo al voto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/977/3 Girelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 102).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/977/4 Malavasi. Onorevole Malavasi? Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/977/4 Malavasi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 103).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/977/5 Stumpo. Onorevole Stumpo?

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/977/5 Stumpo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 104).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/977/6 Furfaro. Onorevole, accoglie la riformulazione? Sì, bene.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/977/7 Di Lauro. Onorevole, accoglie la riformulazione? Sì, bene.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/977/8 Sportiello. Lo poniamo in votazione?

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/977/8 Sportiello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 105).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/977/9 Alfonso Colucci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 106).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/977/10 Aiello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 107).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/977/11 Onori, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 108).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/977/12 Torto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 109).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/977/13 Scutellà, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 110).

Ordine del giorno n. 9/977/14 Pellegrini: parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà.

MARCO PELLEGRINI (M5S). Sì, Presidente, per metterlo ai voti.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/977/14 Pellegrini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 111).

Ordine del giorno n. 9/977/15 Ilaria Fontana: accetta la riformulazione del Governo? Ha chiesto di parlare l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.

PATTY L'ABBATE (M5S). Grazie, Presidente. Accettiamo la riformulazione.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/977/16 Fenu: parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonetti. Ne ha facoltà.

ELENA BONETTI (A-IV-RE). Presidente, ne approfitto per fare una dichiarazione di voto, nel senso che noi ci asterremo su quest'ordine del giorno, per la motivazione sul tema della preparazione al pensionamento, mentre ovviamente avremmo sostenuto il tema dell'invecchiamento attivo. Ne approfitto anche per mettere in evidenza che il Governo ha dato parere contrario - e la maggioranza ha votato contro - al fatto che l'Italia applichi l'Accordo internazionale siglato, tra l'altro sotto la Presidenza italiana, nell'ambito dell'UNECE, cioè delle Nazioni Unite, nella Conferenza che si è tenuta nel nostro Paese lo scorso anno. Quindi, il Governo italiano è contrario alla strategia per l'invecchiamento attivo, che le Nazioni Unite, nella regione europea, hanno promosso nell'ambito dell'UNECE, sottoscritta all'unanimità da tutti gli altri Stati. Mi sembra una questione piuttosto grave, da porre all'attenzione di quest'Aula.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/977/16 Fenu, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 112).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/977/17 Pavanelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 113).

Ordine del giorno n. 9/977/18 Iaria: parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Un breve intervento. Ha detto parere contrario?

PRESIDENTE. Parere contrario.

ANTONINO IARIA (M5S). Vorrei, invece, chiedere al Governo di cambiare idea e di prendere l'esempio del comune di Torino che, per quanto riguarda i due impegni, ha già attuato tutta una serie di attività che permettono sia l'indicazione della residenza delle persone senza fissa dimora - che viene indicata come “Via della Casa comunale n. 1” - sia anche di valutare tutta una serie di operazioni che abbiamo promosso per migliorare il welfare cittadino, che riguardano anche l'intercettazione degli anziani in difficoltà. Ricordo, altresì, una grande pratica, molto interessante, legata anche al reddito di cittadinanza. Si chiamava “INPS per tutti” e non solo intercettava gli anziani e le persone senza dimora in difficoltà, ma riusciva anche ad aiutarli a prendere il reddito di cittadinanza. Capisco che il reddito di cittadinanza è una bestemmia, detta in quest'Aula, per la maggioranza, però inviterei il Governo a cambiare idea sul mio ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/977/18 Iaria, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 114).

Ordine del giorno n. 9/977/19 Marianna Ricciardi, con il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marianna Ricciardi. Ne ha facoltà.

MARIANNA RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Cari colleghi, io mi aspettavo il vostro “no” al mio ordine del giorno. Me lo aspettavo, perché mi pare evidente che soffriate di una grave idiosincrasia nei confronti di tutto quello che contempla l'espressione centralità pubblica. Me lo aspettavo perché, con la legge finanziaria, avete dimostrato che i diritti sociali non sono una vostra priorità, attaccando tutti i settori più fragili della società. Alla sanità pubblica avete elargito un'elemosina, 2 miliardi di euro, contro i 30 miliardi di euro in Francia. Poi, però, sventolate il patriottismo, come le bandiere allo stadio.

E cito lo stadio non a caso, perché davvero sono rimasta sbigottita - e credo che non lo dimenticherò mai - per il fatto che abbiate trovato risorse per le squadre di calcio di serie A, ma non per il nostro Servizio sanitario nazionale (Commenti), per le armi e il Carnevale e non per chi si deve curare e non può. Vi nascondete dietro la mancanza di risorse, ma fingete di non sentire quando vi diciamo, e ve lo diciamo da mesi, che, per reperirle, potete e dovreste tassare gli extraprofitti e combattere la grande evasione fiscale. Nemmeno 1 euro per abbattere i tetti di spesa per l'assunzione del personale, nella completa insipienza del fatto che serve una dotazione adeguata di organico. E chi ci metterete nelle strutture territoriali ad assistere gli anziani? I fantasmi? La verità, colleghi, è che la sanità pubblica continua a rimanere fuori dalle priorità del Paese, nonostante le enormi criticità esplose con la pandemia. Nei momenti più bui di quei lunghissimi anni, mentre tornavo a casa con i segni della mascherina sul viso, tutte le forze politiche convergevano sulla necessità di rilanciare il Servizio sanitario nazionale, ma con la fine dell'emergenza le buone intenzioni si sono disintegrate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

E così, tutte le vostre arringhe dai banchi dell'opposizione, si sono arenate nel mancato incremento del finanziamento della legge di bilancio presentata dall'Esecutivo, ovvero nessun ulteriore investimento per la salute delle persone, nessun reale investimento pubblico per gli anziani che piangevate tutti, ma che, oggi, tornano nei ranghi ad essere anziani di serie A e di serie B. Allora, è proprio vero, no? All'opposizione leoni, al Governo Meloni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/977/19 Marianna Ricciardi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 115).

Ordine del giorno n. 9/977/20 Cherchi: onorevole Cherchi, lo pongo in votazione?

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/977/20 Cherchi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 116).

Ordine del giorno n. 9/977/21 Quartini: parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Sono un po' amareggiato e un po' deluso dal Governo, dalla Vice Ministra, dagli stessi membri e colleghi della Commissione affari sociali, perché, dopo aver riconosciuto, comunque, la compressione della democrazia in quest'Aula, perché è arrivata una proposta di legge completamente blindata, su cui non era assolutamente possibile intervenire, avevano ventilato l'ipotesi che, almeno sugli ordini del giorno, ci sarebbe stata una qualche apertura. Li hanno bocciati praticamente tutti! E la cosa più grave è che se ne sono assolutamente infischiati degli operatori sociosanitari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Tali operatori meritano dignità, meritano rispetto. In quest' ordine del giorno, non si chiedeva altro che questo. Addirittura, vengono squalificati rispetto a nuove figure o, addirittura, declassati al ruolo di semplici osservatori, stile badanti.

A cosa serve tutto questo? Forse alle scuole di formazione? Forse alle cooperative, che continuano a sfruttare il lavoro precario dei loro dipendenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Questa è una domanda. Che comportamento è questo, che non valorizza il pubblico, che non valorizza la capacità professionale e il rispetto di chi lavora in sanità? Questo è quello che avete fatto e vi assumete una grande responsabilità nei confronti di tutti gli operatori sanitari, sociali, socioassistenziali di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/977/21 Quartini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 117).

Ordine del giorno n. 9/977/22 Caramiello: parere contrario del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/977/22 Caramiello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 118).

Ordine del giorno n. 9/977/23 Giuliano: parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà.

CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei chiedere al Governo di ripensare il suo parere su quest'ordine del giorno. Il parere contrario ci lascia estremamente sconcertati. Quest'ordine del giorno riguarda i livelli essenziali delle prestazioni sociali, i LEPS.

Per capire l'importanza di quest'ordine del giorno, do alcuni dati: in Italia, la popolazione che supera i 65 anni di età è pari circa al 23 per cento e gli ultraottantenni, dal 2001 al 2020, sono quasi raddoppiati, si tratta di circa 4 milioni di persone.

Con quest'ordine del giorno, chiedevamo tre impegni fondamentali. Con il primo impegno chiedevamo che i livelli essenziali delle prestazioni sociali non potessero rientrare nella cosiddetta autonomia differenziata richiedibile dalle regioni. Perché? Perché questi livelli essenziali delle prestazioni sociali, Presidente, devono essere ancorati ai LEA. Se li includiamo nell'autonomia differenziata, sappiamo benissimo, però, che essa comporterà un'Italia a due velocità, comporterà una spaccatura dell'Italia. Presidente, vengo da una regione che ha un'emigrazione sanitaria molto alta. I cittadini pugliesi, con l'autonomia differenziata e con il fatto che il Governo ci dice che anche i LEPS andranno a ricadere sull'autonomia differenziata, secondo lei, Presidente, come potranno vivere con dignità ed esercitare compiutamente il loro diritto alla salute?

Chiedevamo, inoltre, di escludere i LEPS dall'autonomia differenziata, proprio per evitare - in ambito sanitario, purtroppo, sta già accadendo - che questo determinasse ulteriori disuguaglianze tra le persone anziane e le persone, in particolare, non autosufficienti, che, poi, sono quelle più fragili del nostro Paese.

Ultima richiesta e ultimo impegno che chiedevamo al Governo - che, evidentemente, non vuole accogliere nessuno e non vuole impegnarsi su nessuno dei fronti che sto illustrando - è l'effettiva attuazione e il finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni sociali. Infatti, Presidente, se in ambito sanitario, così come negli ambiti fondamentali del nostro Paese, facciamo le leggi, ma per le stesse non stanziamo 1 euro, andiamo a declinare un libro dei sogni - in questo caso, per i LEPS, è un libro degli incubi -, che renderà molto difficile la vita degli italiani, che, ovviamente, non vedranno messo 1 euro sulle prestazioni sociali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/977/23 Giuliano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 119).

Sull'ordine del giorno Andreuzza n. 9/977/24 il parere è favorevole.

Passiamo all'ordine del giorno Guerra n. 9/977/25, sul quale vi è il parere contrario del Governo. L'onorevole Guerra chiede di intervenire, prego.

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Presidente, volevo chiedere, tramite lei, alla rappresentante del Governo la possibilità di rivedere il parere. Capisco che non possa accettare l'impegno nella formulazione attuale, però una riformulazione del tipo “valutare l'opportunità di”, “nell'ambito degli equilibri della finanza pubblica”, cioè aperta a tutte le cautele del caso, che posso ben comprendere, me l'aspettavo. In quest'ordine del giorno si chiede semplicemente di individuare le risorse necessarie affinché questo Piano non sia, in parte almeno, un semplice libro dei sogni, ma abbia la possibilità effettiva di essere attuato. Pertanto, una bocciatura mi sembra un pochino eccessiva.

PRESIDENTE. La Vice Ministra chiede di intervenire. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI, Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente, il Governo cambia parere, che diventa favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità di individuare, compatibilmente con i vincoli di bilancio e le risorse finanziarie disponibili, nuove e ulteriori risorse finanziarie volte a dare concreta attuazione alla riforma in materia di politiche in favore delle persone anziane, così come previsto dalla nuova legge”.

PRESIDENTE. Onorevole Guerra, accetta? Grazie.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/977/26 Bonetti sul quale vi è il parere favorevole del Governo con riformulazione. Onorevole Bonetti, accetta? No.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/977/26 Bonetti con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 120).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/977/27 Grimaldi, sul quale vi è il parere favorevole del Governo con riformulazione. Onorevole Grimaldi, accetta? Prego.

MARCO GRIMALDI (AVS). No, Presidente, non accettiamo e utilizzo pochi secondi per dire perché. Noi crediamo che la non autosufficienza è sempre conseguente alla perdita di salute a causa di malattie croniche invalidanti irreversibili. La valutazione delle persone malate croniche non autosufficienti deve essere necessariamente sanitaria o clinico-sanitaria. Chi assicura, come la Vice Ministra, che le risorse nell'ambito di questo disegno di legge siano sufficienti? Per ben 9 volte viene ribadito che le prestazioni sono erogate con le risorse previste a legislazione vigente. Se si vuole contrastare l'istituzionalizzazione, pur tenendo come riferimento il modello di compartecipazione sanitaria previsto dai LEA per la prestazione residenziale e prendere in carico a domicilio gli anziani malati non autosufficienti, bisogna dire che non viene prevista, come sarebbe, invece, doverosa e come chiesto dalle famiglie dei malati, l'erogazione di un contributo universalistico per le prestazioni di cura domiciliare per i malati non autosufficienti. Per questo noi pensiamo che il finanziamento, senza vincolo di ISEE, dell'assegno di cura per queste prestazioni potrebbe essere quantificato almeno nel doppio dell'indennità di accompagnamento. Pensiamo che il contributo dovrebbe essere riconosciuto affinché l'interessato o chi lo rappresenti sia messo nelle condizioni di potersi avvalere dell'aiuto di assistenti personali e di operatori sociosanitari. Per questi motivi non possiamo accogliere positivamente la riscrittura e chiediamo il voto.

PRESIDENTE. Quindi non accetta, onorevole Grimaldi.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/977/27 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 121).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/977/28 Zaratti sul quale vi è il parere contrario del Governo. Lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/977/28 Zaratti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 122).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/977/29 Ghirra, sul quale vi è il parere contrario del Governo. Chiede di intervenire, prego.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Devo dire che siamo stupiti di questo parere contrario su quest'ordine del giorno, che ci sembrava del tutto accoglibile, dato che si chiede di valutare la possibilità di invitare alle sedute del Comitato interministeriale per le politiche in favore della popolazione anziana le parti sociali e le rappresentanze del Terzo settore in materia sociosanitaria, che riteniamo possano fornire un contributo in termini di elaborazioni di decisioni. L'abbiamo detto durante l'esame in Commissione, l'abbiamo ribadito in Aula; i princìpi di questo provvedimento sono condivisibili, ma, ancora una volta, non condividiamo il metodo, perché sarebbe dovuto essere il Parlamento e non il Governo a dare loro seguito, invece ci troviamo in questo paradosso per cui il Parlamento delega il Governo, che decide anche il contenuto della legge delega. Come sottolineava anche il collega Grimaldi, si prevedono, peraltro, provvedimenti da portare avanti a risorse invariate, con una dotazione finanziaria del tutto inadeguata; inoltre, la definizione di un Fondo specifico è, a nostro avviso, discriminatoria. Pertanto, Vice Ministra, le chiediamo di rivedere almeno il parere su quest'ordine del giorno per poter coinvolgere, come detto, le parti sociali e i rappresentanti del Terzo settore almeno all'interno del CIPA. Chiedo, quindi, di mettere ai voti l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/977/29 Ghirra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 123).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/977/30 Piccolotti, sul quale vi è il parere contrario del Governo. Lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/977/30 Piccolotti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 124).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/977/31 Dori, sul quale vi è il parere contrario del Governo. Lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/977/31 Dori, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 125).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/977/32 Zanella, sul quale vi è il parere contrario del Governo. Lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/977/32 Zanella, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 126).

Sull'ordine del giorno n. 9/977/33 Mari il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/977/34 Fede c'è il parere contrario del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/977/34 Fede, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 127).

Sull'ordine del giorno n. 9/977/35 Colosimo il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/977/36 Laus il parere è favorevole con riformulazione. Onorevole Laus, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno? Prendo atto che l'onorevole Laus accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/977/36.

Sull'ordine del giorno n. 9/977/37 Vietri il parere è favorevole con riformulazione. Prendo atto che l'onorevole Vietri accetta la riformulazione del suo ordine del giorno.

Sull'ordine del giorno n. 9/977/38 Ciocchetti il parere è favorevole con riformulazione. Prendo atto che l'onorevole Ciocchetti accetta la riformulazione del suo ordine del giorno.

Sull'ordine del giorno n. 9/977/39 Foti il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/977/40 Ciancitto il parere è favorevole con riformulazione. Prendo atto che l'onorevole Ciancitto accetta la riformulazione del suo ordine del giorno.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Colleghi, essendo giunti alle ore 19,10 e tenuto conto che il vigente calendario dei lavori prevede che la seduta si debba concludere alle ore 20, chiedo ai rappresentanti dei gruppi se intendano procedere comunque allo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale, riducendone ovviamente la durata, al fine di non andare troppo oltre l'orario già previsto, ovvero rinviarne lo svolgimento alla seduta di domani, a partire dalle ore 16. Che volete fare? Mi pare di cogliere che ci sia l'intenzione di voler andare avanti. C'è unanimità?

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ziello. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Presidente, per dire, che, tra l'altro, c'è un accordo tra i gruppi di maggioranza per ridurre gli interventi in dichiarazione di voto, per andare nella direzione che lei ha chiesto.

PRESIDENTE. Allora procediamo.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 977​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare il deputato Pino Bicchielli. Ne ha facoltà.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo, credo che la parola chiave di questo provvedimento sia alleanza: alleanza fra le generazioni, alleanza fra gli attori istituzionali, sociali e socioeconomici, alleanza tra i territori, alleanza fra un passato da custodire, un presente da vivere e un futuro da costruire.

Non è un mistero che questa discussione parlamentare cada nel pieno di un inverno demografico che coinvolge tutto l'Occidente - anzi, ormai non più il solo Occidente - e che, nel nostro Paese, si fa sentire con particolare durezza. Una crisi che, per le caratteristiche dei processi demografici, procede a ritmi esponenziali, come un avvitamento in una spirale sempre più stretta e per invertire la quale, a parere di tutti gli esperti, resta davvero poco tempo, un tempo ristretto trascorso il quale la crisi non sarà più reversibile.

I dati dell'Istat sono, a tal proposito, impietosi. La popolazione residente è in decrescita. Il rapporto tra persone in età lavorativa e non appare destinato a passare dai circa 3 a 2 del 2021, a circa 1 a 1 nel 2050, con tutto ciò che ne consegue in termini di sostenibilità del welfare.

La popolazione, in generale, è in calo e nelle zone rurali questo fenomeno arriva a riguardare 9 comuni su 10. Diminuiscono le coppie con figli e aumentano le coppie senza figli, con la previsione che, nel giro di meno di 20 anni, la proporzione diventerà allarmante.

A questo punto, si potrebbe obiettare, signor Presidente, quale sia il nesso tra l'allarme demografico, che riguarda i nuovi nati, e un dibattito parlamentare sulla terza età. Eppure il nesso c'è, eccome se c'è! Innanzitutto, il panorama demografico ci aiuta ad avere un quadro più completo, ma, soprattutto, la vitalità di una società non si misura da un solo indicatore e la capacità di includere la popolazione più anziana è un parametro importantissimo, oltre che un fattore di civiltà.

Una società, infatti, si misura anche - e direi soprattutto - dalla qualità delle sue relazioni, dalla capacità di tessere un'alleanza intergenerazionale che, oggi, appare sfilacciata e che, invece, è fondamentale per la trasmissione dei saperi, per la dimensione dell'aiuto e del sostegno reciproco, per riannodare la trama di quelle relazioni comunitarie che, nel nostro tempo, rischiano di disperdersi e di lasciare spazio a una società atomizzata e, di conseguenza, infeconda.

Il provvedimento che ci accingiamo a votare non riguarda una minoranza o una specie protetta. Dà una risposta organica a una fascia di popolazione che, oggi, calcolando dai 65 anni in più, ha una consistenza di circa 14 milioni di persone e rappresenta il 23,5 per cento della popolazione totale. Se questo dato viene parametrato alle altre fasce di popolazione, in particolare a quella in età attiva, implica un aumento dell'indice di dipendenza, che consiste nel rapporto tra la popolazione in età da lavoro e quella non ancora occupabile (giovani fino ai 14 anni o persone già in pensione). È questo l'indice della sostenibilità del welfare. Nella media dell'Unione europea, il tasso di dipendenza è del 29,9 per cento, pari a 3,3 persone che producono reddito per una persona in pensione o, comunque, non attiva. In Italia, invece, sono meno di 2 le persone attive per ogni non attivo e questo rapporto, purtroppo, continua a peggiorare.

In aumento, poi, sono gli anziani soli, signor Presidente. Nel 2021, la metà delle persone sole aveva più di 65 anni: anziani oggi privi di quella rete familiare che tuttora copre gran parte dei bisogni di cura e di assistenza dei non autosufficienti.

Di qui, l'urgenza e l'importanza di questo provvedimento. Il combinato disposto degli elementi che abbiamo fin qui enumerato, il rovesciamento della piramide demografica, l'aumento dell'indice di dipendenza e la crescita del numero delle famiglie monocomponente disegnano una situazione difficile da sostenere a lungo per il sistema del welfare. È vero che si tratta di tendenze demografiche di lungo periodo e non certo di un fenomeno imprevisto e inatteso. Nonostante ciò, fino ad oggi, non si era mai agito con un approccio organico.

È, dunque, con grande favore che sosteniamo questo provvedimento ampio, articolato e in grado di coprire un vasto spettro di esigenze, che vanno da quella dell'assistenza a quella dell'inclusione sociale, passando per necessarie misure di semplificazione. I nostri anziani sono scrigni preziosi. La terza età non deve essere il momento di rinchiudersi in casa, ma il momento di dare piena realizzazione alle proprie passioni e alle proprie attitudini, senza più il vincolo del lavoro per necessità.

Spesso, con estrema miopia, ci si riferisce al coinvolgimento degli anziani come a un qualcosa che toglie spazio ai giovani. Nulla di più falso, nulla di più sbagliato! L'invecchiamento attivo è un fattore di vitalità per l'intera società e un sigillo dell'alleanza fra le generazioni.

Nell'annunciare il voto favorevole del gruppo Noi Moderati, dichiaro fin d'ora il nostro impegno a essere propositivi nella definizione dei contenuti e delle misure di attuazione di quanto previsto dalla legge delega.

Ci faremo portatori di una sensibilità e anche di una visione, con tutte le rivisitazioni del caso affinché sia adattata alla realtà italiana, della possibile ispirazione a un modello adottato in un Paese che, sul tema demografico, ha iniziato a lavorare da tempo. Parlo del modello francese e dei servizi alla persona, uno strumento che può aiutare a ridisegnare il sistema dell'assistenza ai non autosufficienti, promuovendo l'emersione del lavoro nero, molto diffuso in questo settore, e a integrare assistenza pubblica e welfare aziendale, contribuendo anche alla riduzione del cuneo fiscale.

Un altro punto irrinunciabile per noi, come detto, è la promozione della longevità attiva. Essere uno dei cinque Paesi con la più alta speranza di vita non deve diventare un buco di bilancio da colmare; deve essere, invece, un fiore all'occhiello del nostro stile di vita.

Questo Governo e questa maggioranza, che hanno fatto della vitalità sociale la cifra del proprio operato, lavorano in questa direzione e noi saremo in prima linea a dare il nostro contributo.

Per questo, ribadisco il voto favorevole di Noi Moderati su questo provvedimento, sapendo che è un passo che l'Italia aspettava da tanto tempo (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Luana Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Annuncio il voto di astensione del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra. Tempi troppo stretti hanno impedito, non solo alla Camera, dove il provvedimento è stato consegnato blindatissimo, com'è noto, ma anche al Senato, un esame e un confronto adeguati all'importanza cruciale di queste deleghe.

Certo, non possiamo disconoscere il lungo travaglio che ha preceduto la redazione del testo, il percorso e il dibattito che si sono sviluppati nel corso della passata legislatura.

Sappiamo bene quanto decisiva sia stata la pressione da parte delle forze sociali e sindacali, del Terzo settore, da parte del Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza, che unisce la maggior parte delle realtà impegnate sul fronte della non autosufficienza delle persone anziane, affinché la riforma entrasse nel corpo del PNRR, ora prevista dalle Missioni 5 e 6. Diversamente, questo provvedimento, già sufficientemente finanziato, sarebbe stato improponibile.

Ricordo anche la Commissione per la riforma dell'assistenza agli anziani, istituita nel settembre 2021 dal Ministro Speranza. Le tantissime morti e le sofferenze patite a seguito della pandemia da COVID-19 dalla popolazione più anziana chiedevano e chiedono una risposta forte e un'inversione di rotta. La strage delle persone molto anziane, le più fragili e bisognose, ospiti nelle RSA, la maggior parte donne, è uno scandalo di cui non ci si può dare pace. Non si tratta solo di compensare, anche simbolicamente, i danni irreparabili inferti dal sistema sanitario e sociosanitario, rivelatosi strutturalmente inadeguato e colpevolmente ingiusto, ma soprattutto di rilanciare le politiche sociali e sanitarie riferite alle persone anziane. La pandemia ha fatto emergere le carenze e le distorsioni del Servizio sanitario e delle politiche sociosanitarie, che hanno sacrificato la sanità pubblica, la prevenzione, l'assistenza domiciliare, con tagli, privatizzazioni, aziendalizzazioni, riduzioni di posti letto negli ospedali, specie nei reparti a bassa redditività come quelli di cura intensiva. Se siamo ora al punto di dover ricorrere a personale medico e infermieristico a gettone, bisogna pur interrogarci su errori e omissioni compiuti nel corso di molti anni, se non di decenni. A monte, l'ideologia neoliberale e l'ossequio all'individualismo più sfrenato, che hanno prodotto, tra l'altro, la dismissione, da parte del settore pubblico, della funzione di governo del mercato, perfino in un settore cruciale quale quello della sanità, assecondandone logiche e interessi.

Quattordici milioni sono gli over 65, il 23 per cento della popolazione. Basta dare un'occhiata alla cosiddetta piramide dell'età, che piramide non è più, agli indici di vecchiaia e dipendenza, per capire che dobbiamo ripensare profondamente il sistema di welfare, reperire le risorse necessarie, investire convintamente in questo ambito, che significa anche crescita occupazionale, badate - l'economia sociale -, nonché realizzare pienamente la giustizia sociale e fiscale. È giusto che al centro della legge delega si ponga il diritto delle persone anziane a permanere presso la propria abitazione, organizzando prestazioni sociali e sanitarie, e assistenza in caso di non autosufficienza, mediante punti di accesso unici di una valutazione multidimensionale finalizzata a definire un processo assistenziale individualizzato. Bisognerà, però, che il Governo abbia la pazienza e la disponibilità ad aprire un confronto più serio e concreto con il Parlamento, come è garantito a parole nel corso della discussione in Commissione, ma finora non realizzato. Ed è necessario questo in relazione ai decreti legislativi delegati, che dovranno, tra l'altro, dare forma al sistema nazionale per la popolazione anziana non autosufficiente e, quindi, superare la separazione attuale - non sarà semplice - tra le politiche sanitarie, quelle sociali e i trasferimenti monetari dell'INPS.

L'unitarietà dovrebbe essere la cifra del sistema, a livello di programmazione, gestione, monitoraggio e presa in carico, pur mantenendo le competenze e i soggetti istituzionali attuali preposti. Tuttavia, va definita un'articolazione specifica e precisa del nuovo welfare, che è chiamato ad affrontare la realtà del presente invecchiamento della popolazione, la longevità soprattutto femminile, accompagnata ovviamente da una progressiva fragilità e perdita di autonomia. La domiciliarità rappresenta lo snodo del nuovo welfare per le persone anziane e bisognose di assistenza. Ma, osserviamo: è scandaloso che le ore dell'assistenza domiciliare integrata non arrivino al numero di 20 l'anno, in rapporto alla popolazione degli over 65, e che si investano 12.000.000.000 annui per 280.000 anziani ricoverati nelle RSA e meno di 2.000.000.000 per i 2.800.000 assistiti a casa. Da qui è indispensabile la sussidiarietà, il coordinamento tra Stato, regioni e comuni, cui devono essere conferite risorse sufficienti per il rilancio del welfare sul territorio, in accordo con le rispettive ASL.

È indispensabile la predisposizione di misure per intervenire nel contesto di vita della persona anziana fragile, ritardandone il più possibile la non autosufficienza, sostenendo famiglie, caregiver e reti relazionali. Da qui la necessità di intervenire anche con le politiche abitative innovative, ripensando le strutture residenziali e la loro collocazione nel contesto urbano, ripensando l'architettura stessa, l'urbanistica della cura, che hanno bisogno di nuovi sguardi. Fondamentale è la formazione del personale, che deve essere adeguato in termini qualitativi e quantitativi. Coerenza e armonizzazione tra i livelli essenziali di prestazioni sociali e i livelli essenziali di assistenza sanitaria. Ogni singolo livello deve essere ben definito per contenuti, parametri e standard, tenuto conto dell'articolazione statale, regionale e municipale. Importante per la non autosufficienza è sicuramente la scelta dell'universalità della prestazione, ma questa deve aumentare in relazione alle necessità di assistenza, e su questo siamo d'accordo, ma è anche necessario che venga previsto un aumento di risorse, perché, altrimenti, quanto prevediamo non sarà possibile assolutamente che trovi luce. Anche per quest'aspetto, chiediamo al Governo l'impegno al confronto serio e approfondito in funzione dei previsti decreti legislativi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Elena Bonetti. Ne ha facoltà.

ELENA BONETTI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, Vice Ministra, è un passaggio importante quello che accade all'inizio di questa legislatura, con l'approvazione di questa legge delega, della quale credo vada ricordata la genesi, per comprenderne fino in fondo il significato e anche la potenzialità nella parte attuativa, che competerà alla responsabilità del Governo.

Questa legge delega nasce da un impegno che il nostro Paese ha preso, all'interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza, con la Commissione europea, impegnandosi a dare attuazione a un processo di riforma per il sistema integrato sociosanitario della presa in carico e della cura delle persone anziane e delle persone anziane non autosufficienti. Questo fa parte di uno di quei pilastri fondamentali del PNRR che vorrei richiamare con forza qui, in quest'Aula.

Non ci si può limitare, nemmeno nel dibattito in quest'Aula, a quella elencazione di opere infrastrutturali, di investimenti, certamente importanti, se questi stessi investimenti non sono collocati all'interno di un impianto organico, stabile e strutturale di riforme.

La presa in carico delle persone anziane è un pezzo di queste riforme, ed è per questo che questa legge oggi rappresenta un passo importante. Nasce da un lavoro integrato, inizialmente presieduto, in una commissione presso il Ministero della Salute con l'allora Ministro Speranza, da monsignor Paglia, e dalla proposta relativa a una presa in carico integrale della persona, colta nella sua integrità e nella sua dignità, come prevede la Costituzione.

È stato poi ampliato in quella parte delle politiche sociali che ha visto una visione integrata e coordinata all'interno della Presidenza del Consiglio anche con la parte riguardante l'invecchiamento attivo; proprio quella parte che la maggioranza attuale oggi sembra aver voluto negare con un voto contrario - maldestramente contrario, lasciatemelo dire – rispetto al richiamo (invece per noi fondamentale) all'impianto di strategia internazionale UNECE per l'invecchiamento attivo, che l'Italia ha convintamente sostenuto nella sua revisione.

Questo impianto di legge prevede finalmente un'integrazione della presa in carico sanitaria e di quella sociale, un coordinamento dei servizi, una valorizzazione della persona nella sua piena dignità, nel contributo che in qualsiasi condizione può e deve dare alla nostra società, come da principio costituzionale. E, allora, anche forme di sperimentazione, anche di carattere finanziario, il tema della prestazione universalistica, un'innovazione complessiva e integrata.

Sto parlando di un provvedimento che personalmente conosco bene, come lo conoscono bene gli altri colleghi che con me erano in maggioranza, ma che, in realtà, ha visto un coordinamento ampio e trasversale. Infatti, il testo che ci apprestiamo a votare sostanzialmente è lo stesso che abbiamo varato come ultimo atto del Governo Draghi, con piena corrispondenza in termini di impegno e di riforma.

Allora passo alla parte più politica, che credo sia importante richiamare.

Primo, mi colpisce l'astensione delle altre opposizioni, lo dico davvero con grande serenità e rispetto per qualsiasi posizione politica. Ma oggi astenersi nell'assunzione di responsabilità su un provvedimento che noi stessi abbiamo contribuito a scrivere credo dia un segnale di debolezza nei confronti del Paese. Infatti, questa riforma, come tutte le altre riforme serie che sono state fatte in questo Paese, non può e non deve appartenere ad un lato del Parlamento, che sia della sinistra, che sia della destra o che sia del centro (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

Agli anziani, alle famiglie, ai bambini, alle donne, ai disabili noi dobbiamo dare una coralità di risposta che deve essere unitaria. Non è stato possibile raggiungere questo obiettivo, lasciatemelo dire. Ciò anche perché questo Governo - che ha deciso sostanzialmente di prendere ancora una volta un provvedimento del Governo Draghi e di mischiare le carte per far finta di avere una discontinuità, che di fatto è una continuità, con qualche correttivo peggiorativo - non ha aperto quel dialogo necessario con le opposizioni.

Vice Ministra, lei è stata all'opposizione quando ero al Governo; lei sa la fatica che abbiamo fatto nelle Commissioni per trovare una composizione che davvero imponesse a tutte le parti politiche di assumersi l'onere e la responsabilità delle riforme, ed è quella che oggi, giustamente - io sono all'opposizione, lei è al Governo - porta avanti lei.

Questo poteva essere fatto. Bastava che il Governo non arrivasse tardi con i tempi, bastava che il Governo aprisse anche negli ordini del giorno all'assunzione di un impegno. In merito alle deleghe che noi approvavamo e a cui ricorrevamo, com'è corretto, e a cui voi avete ricorso, in ordine al fatto che non ci fosse una copertura già definita nell'ambito della delega, ma si rimandasse pienamente la copertura nell'ambito dei decreti attuativi, lei stessa richiamava il Governo alla responsabilità di un impegno, che noi ci siamo sempre assunti.

Perché oggi avete votato contro gli ordini del giorno che vi impegnavano a trovare non tot risorse, ma le risorse necessarie a fare quello che questo Parlamento si appresta a votare? Credo che questo sia stato un atto che ha in qualche modo ostacolato, invece, una coesione di voto da parte di questo Parlamento.

Nonostante ciò, noi rimaniamo fermamente convinti dello stile e del metodo di una politica che guarda alla concretezza delle cose.

Questo è un provvedimento che serve al Paese di oggi e serve al Paese di domani, quello dei nostri figli. Un Paese che non si accontenta di prendere atto che la popolazione anziana diventa sempre più numerosa, ma che disegna quei servizi necessari perché la società sappia dare risposte positive e costruttive. Ed è per queste motivazioni che con convinzione annuncio il voto a favore del gruppo di Azione-Italia Viva-Renew Europe (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappellacci. Ne ha facoltà.

UGO CAPPELLACCI (FI-PPE). Presidente, signora Vice Ministro, colleghi, colleghe, nei giorni scorsi un pensionato è stato trovato senza vita nella sua casa ad Oristano, in Sardegna. La scoperta è stata fatta dai vicini che, preoccupati perché da molti giorni non avevano notizie, hanno verificato cosa fosse accaduto e purtroppo si sono trovati davanti a un dramma.

Dramma della solitudine, così lo chiamano normalmente i giornali, così viene riportato sui quotidiani. Succede a Lecce, a Monreale, a Terni, solo per citare gli esempi più recenti. Ma cosa c'è di nuovo? Di nuovo c'è che queste tragedie, questi drammi non capitano più solo nelle grandi metropoli, come accadeva un tempo, ma capitano anche nelle piccole comunità.

E allora, se andiamo a vedere i dati che danno un'idea dello spaccato della situazione del nostro Paese, vediamo che nel 2021 gli over 65 rappresentavano la metà delle persone che vivevano da sole. Nel 2041, dopo 20 anni, si stima che questo dato possa raggiungere il 60 per cento. In termini assoluti, le persone sole arriverebbero a 10,2 milioni, di cui 6,1 milioni di 65 anni e più. Nel 2021, tra gli uomini che vivono soli, uno su tre ha più di 65 anni, mentre tra le donne il rapporto sale a oltre tre su cinque, e negli anni le previsioni mostrano uno scenario in cui l'incidenza di uomini e donne di 65 anni e più nel complesso delle famiglie unipersonali aumenta sostanzialmente, per cui gli uomini arriverebbero nel 2041 a costituirne il 42,5 per cento, le donne ben il 72,2 per cento.

L'aumento della vita media degli anziani, molti dei quali soli, sicuramente determinerà un incremento rilevante del fabbisogno dell'assistenza. Ecco perché chiamerei questa legge delega con un nome che sia significativo di questa realtà e del cambiamento che noi vogliamo percorrere, perché questa è una sfida veramente epocale. La legge si potrebbe chiamare “mai più soli” (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE) per dare proprio il senso del valore che vogliamo dare ai nostri anziani, per immaginare che, come anche il Papa ha detto, la terza età non costituisca lo scarto della società, ma, al contrario, costituisca una risorsa importante. Negli anziani c'è la nostra storia, c'è anche la continuità. Pensiamo, per esempio, al fatto che ancora oggi molti anziani, molti over 65 costituiscono un riferimento importante e sono la colonna anche per i figli e per i nipoti.

Allora, cosa vogliamo fare? Vogliamo assumere un'iniziativa forte? Vogliamo raccoglierla questa sfida epocale e giocarla oppure no? L'Italia è il secondo Paese più vecchio al mondo, e all'interno dell'Italia c'è un primato, che è della mia Sardegna: quello della longevità. Ebbene, sono stati fatti molti studi su questo primato e sono stati individuati i fattori che determinano la longevità. Tra questi c'è certamente una componente genetica, c'è certamente una componente legata all'alimentazione, ma ce n'è una, che è molto importante, ossia la qualità della vita.

Perché gli anziani vivono più a lungo da noi? Perché normalmente stanno tra gli affetti familiari, stanno nelle famiglie, sono accuditi, sono coccolati, e questo consente loro di avere una vita più lunga, di vivere in modo più sereno e più felice.

La legge delega che ci apprestiamo a votare, la delega che ci apprestiamo a conferire al Governo parte proprio da questo presupposto. È una sfida epocale che vuole cambiare proprio la visione, vuole cambiarla in modo radicale.

Ed è fondamentale e importante, perché, in questo cambiamento radicale, sono confluite più componenti, più forze: c'è il mondo dell'associazionismo, ci sono i sindacati, ci sono diverse realtà e ci sono la volontà e il desiderio di attivare risorse, di mettere in campo nuovi strumenti che possano consentire di realizzare quello che gli anglosassoni chiamano il continuum nell'assistenza e nella vita degli anziani, affinché gli anziani possano avere una prospettiva di vita, possano vedere che loro vita è presa in custodia e in considerazione e curata nel loro ambiente, nella situazione ideale, nella situazione ottimale.

D'altra parte, tutti abbiamo assistito al dramma del COVID, che ci ha dimostrato che il sistema attuale non è stato in grado di proteggere quella componente, non è stato in grado di proteggere quelle fragilità, perché proprio tra gli anziani abbiamo avuto il più grande numero di vittime. Questo è molto significativo del fatto che l'attuale architettura non è stata e non è sufficiente per assicurare questo tipo di assistenza e condizione.

“Mai più soli”: chiamiamo così questo disegno di legge e andiamo verso questa riforma complessiva delle politiche destinate alla categoria degli anziani e dei non autosufficienti per realizzare, peraltro, uno degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che fissa, al primo trimestre del 2023, il traguardo per l'adozione di questa legge delega, che prende le mosse dal riconoscimento del diritto degli anziani a una continuità di vita e di cura presso il proprio domicilio e dal principio di semplificazione e integrazione delle procedure di valutazione della persona anziana non autosufficiente.

Questo lo si fa attraverso una nuova architettura istituzionale e una serie di provvedimenti, molti dei quali, peraltro, devono ancora essere co-decisi e co-costruiti. Dunque, c'è ancora la possibilità di dare un contributo.

Forza Italia - e concludo, per cercare di restare nei tempi ridotti che ci siamo dati - voterà convintamente a favore di questo provvedimento, perché siamo convinti che potrà realizzare una condizione fondamentale, ovverosia che quella terza età non sia un tramonto, non sia solo una parentesi triste e difficoltosa della vita, ma possa costituire una nuova alba, un nuovo momento di vita felice, partecipata e attiva.

Credo che questo sia un traguardo fondamentale per il Paese, non solo per i nostri anziani e non solo per il Paese, ma per l'intero mondo, perché non dimentichiamo che gli anziani, da qui a poco, costituiranno una grande quota - 2 miliardi - delle persone che abitano il pianeta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Andrea Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, rappresentante del Governo, prima di addentrarmi nello specifico di questa importante legge delega, vorrei rappresentare a lei, Presidente, e all'Aula una preoccupazione, cioè la preoccupazione del modus operandi della maggioranza e del Governo, che, in questi primi 6 mesi, a suon di continui voti di fiducia e, nei fatti, a suon di monocameralismo imperfetto, come in questo caso, svilisce e squalifica, non solo, il ruolo dell'opposizione, ma dell'intero Parlamento. Non è accettabile trasformare i membri delle due Camere in meri passacarte.

Non solo. Troppo spesso questa maggioranza si è proposta anche in modo assolutista, talvolta in modo denigratorio nei confronti delle opposizioni, evitando accuratamente di discutere alcuni temi, contenuti e proposte.

Luciano De Crescenzo, parlando di punteggiatura, diceva che il punto interrogativo che arricchisce la curiosità della vita stessa, attraverso domande e implementando la dialettica, è un simbolo efficace di espressione della democrazia; viceversa, il punto esclamativo, che non ammette repliche, perentorio e assertivo, è simbolo efficace di espressione di certezza, di fede incrollabile che rischia di produrre elementi antidemocratici.

Ecco, Presidente, temo che il modello di riferimento culturale di questa maggioranza sia proprio il punto esclamativo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Lo abbiamo visto anche nel rifiuto di approvare ordini del giorno assolutamente blandi, assolutamente disponibili, assolutamente di apertura da parte delle opposizioni.

Il presente disegno di legge “Deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane” è un provvedimento atteso da tempo, voluto da tutte le forze politiche e legato ai finanziamenti del PNRR. Si tratta di un provvedimento nato per dare risposta ai più fragili, agli anziani non autosufficienti. Ebbene, dopo quello che è successo a causa della pandemia, dove abbiamo verificato tristemente l'impotenza di fronte ai tanti anziani che ci hanno lasciato, in particolare nelle RSA, questa delega investe quest'Aula di una forte responsabilità nell'affrontare un tema così importante e delicato.

Presidente, dobbiamo dircelo: questa responsabilità non l'abbiamo per niente riscontrata durante il passaggio in Commissione, né al Senato, dove si è premuto sull'acceleratore senza dare il tempo necessario per approfondire i vari emendamenti, né alla Camera, dove il testo è arrivato blindato e inemendabile per un posizionamento rigido, direi, esclamativo, della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Detto questo, preme dire che si tratta di un disegno di legge voluto anche dal MoVimento 5 Stelle fin dalla scorsa legislatura, con Paola Taverna che organizzò un intergruppo parlamentare volto proprio alla garanzia della migliore assistenza possibile alle persone anziane non autosufficienti.

In questo disegno di legge ci sono aspetti apprezzabili e, purtroppo, alcuni nodi critici che ci auguriamo vengano sciolti in fase di decretazione attuativa, rispetto alla quale, in Commissione, la stessa maggioranza ha garantito il coinvolgimento delle opposizioni.

Alla base del disegno di legge c'è la volontà di riconoscere il diritto delle persone anziane alla continuità di vita e di cure presso il proprio domicilio e di implementare così la deistituzionalizzazione delle condizioni di disabilità. Viene affermato il principio di semplificazione e integrazione delle procedure di valutazione della persona anziana non autosufficiente. Grazie a tale semplificazione e all'istituzione dei punti unici di accesso, diffusi sul territorio, si potrà effettuare, in una sede unica, una valutazione multidimensionale, finalizzata a definire un processo assistenziale individualizzato che indicherà tutte le prestazioni sanitarie, sociali e assistenziali necessarie per la persona anziana.

Nella legge delega è prevista anche la creazione del Comitato interministeriale per le politiche della terza età (CIPA), con il compito di promuovere il coordinamento e la programmazione integrata delle politiche nazionali in favore delle persone anziane, con particolare riguardo alle politiche per la presa in carico delle fragilità e della non autosufficienza.

Altro aspetto significativo del disegno di legge è l'implementazione dell'invecchiamento attivo, definito all'articolo 3 nelle sue molteplici articolazioni, strategia essenziale per rallentare la progressione dall'autosufficienza alla non autosufficienza.

Detto questo, Presidente, colleghi, vorrei rappresentare questioni che potevano e dovevano essere affrontate e che rendono imperfetta questa legge delega rispetto ai perimetri che questo Parlamento avrebbe dovuto fornire al Governo, con alcuni significativi nodi irrisolti. Mi riferisco al fatto che il provvedimento è strettamente collegato al PNRR nella Missione 5 “Inclusione e coesione” e nella Missione 6 “Salute”. Nel provvedimento, però, non si cita la Missione 6, punto per noi critico che rischia di squalificare gli aspetti sanitari del problema, cioè quelli esigibili.

Il disegno di legge omette di specificare che un anziano non autosufficiente è un soggetto con patologie che vanno curate attraverso il sistema sanitario gratuito e universalistico. Il disegno di legge perde di vista un cardine della Missione 6 del PNRR, ossia l'identificazione della casa come primo luogo di cura. Sulla non autosufficienza, articolo 4 e 5, riscontriamo numerose lacune dovute a una mancanza di lungimiranza e di visione politica nella scarsa integrazione sistemica sociosanitaria e nella scarsa e insufficiente radicazione nel territorio per la presa in carico domiciliare dell'anziano.

Questo disegno di legge delega ha visto la chiusura a emendamenti che andavano a completare le parti che, a nostro avviso, mancano: personale sociosanitario, OSS, fisioterapisti, assistenti sociali e pedagogisti, che sono l'anello fondamentale per il funzionamento del sistema integrato di interventi, e la formazione di queste figure professionali, in questo modo sbattendo la porta in faccia a quel personale sociosanitario che ha retto l'urto della pandemia.

Questo provvedimento dimentica completamente il lavoro fatto nella XVIII legislatura, da parte di tutte le forze politiche che hanno lavorato a un testo condiviso, per il riconoscimento giuridico del caregiver familiare, provvisto, peraltro, anche di coperture finanziarie.

Sulle strutture residenziali RSA, anello debole dell'assistenza agli anziani, ci saremmo aspettati una riforma. L'unica, a livello nazionale, risale al secolo scorso e, invece, in questo provvedimento, si liquidano le RSA con una semplice revisione delle linee guida, tra l'altro, linee guida che potrebbero essere realizzate in Conferenza unificata.

In relazione al silver cohousing, si doveva fare di più, con proposte di progetti di valorizzazione di esperienze positive e di realizzazione di opere di rigenerazione urbana di edifici da adibire a villaggi e comunità, privi di barriere architettoniche e favorenti empowerment e socializzazione. Altro nodo critico è, infine, la previsione di finanziamenti e garanzie di continuità per i progetti di vita indipendente e autodeterminata per le persone con disabilità. Viene tralasciato totalmente il tema dei finanziamenti. Non si può pensare di migliorare i servizi, riorganizzando le risorse attuali e unificando le erogazioni economiche attuali sotto il nome rinnovato di prestazione universale. Per offrire realmente più servizi e rispondere alle esigenze servono più risorse.

Per tutte queste ragioni, il voto del MoVimento 5 Stelle sarà un voto di astensione. Potevamo migliorarlo, potevamo fare di più! In questo senso, la maggioranza si è arroccata su una posizione rigida, blindata! Non ha permesso dialogo e punti interrogativi. È un punto esclamativo per noi inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Loizzo. Ne ha facoltà.

SIMONA LOIZZO (LEGA). Onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, quel che andiamo a votare oggi è, più degli altri, un atto che attraversa il tempo, ancorato al passato, definito nel presente, ma, soprattutto, proiettato sul futuro del nostro Paese.

A partire dal 1960, il nostro Paese ha visto crescere il dato sull'aspettativa di vita alla nascita, da 69,12 anni agli 84 attuali, un aumento che ci colloca alla quinta posizione a livello mondiale, una scelta progressiva determinata, a livello globale, dai progressi della scienza e della ricerca e, nel nostro Paese, dalla qualità della vita e - diciamolo - anche dal buon funzionamento dell'assistenza sanitaria.

Ciò comporta che la popolazione di 65 anni e più oggi rappresenta il 23,5 per cento del totale, con la previsione che, entro il 2050, questa fascia di popolazione potrebbe rappresentare ben il 35 per cento del totale (oltre 1 cittadino su 3). Al contempo, negli ultimi 15 anni, registriamo un significativo calo delle nascite, diminuite di oltre il 30 per cento dal 2008 ad oggi.

Fermiamoci al dato relativo all'articolazione della popolazione e all'aumento del numero degli anziani. Questo ci mette finalmente davanti ad una sfida epocale, anche in termini economici, perché l'età, oggi, è considerata il driver della spesa sanitaria. È fin troppo scontato affermare che, all'aumentare degli anni, aumentano le patologie e, conseguentemente, la necessità di farmaci esami, interventi e ricoveri.

Nel 2021, oltre 300.000 anziani hanno registrato almeno un episodio di ricovero presso una RSA, con compartecipazione alle rette che incidono sul bilancio regionale, comunale e ovviamente su quello delle famiglie.

È evidente a tutti come sia necessario mettere le famiglie in condizioni di affrontare, con maggiore serenità, il carico assistenziale, compresi gli oneri economici e non, che comporta il seguire una persona anziana e non autosufficiente. Oltre all'aspetto sanitario e assistenziale, mi pare giusto sottolineare anche l'aspetto sociale, al netto delle patologie: favorire l'inclusione degli anziani e coinvolgerli in progetti in grado di farli sentire protagonisti attivi. Stiamo parlando, finalmente, dell'invecchiamento attivo dei nostri anziani. Questa legge delega, con i decreti attuativi che il Governo varerà nei prossimi mesi, prende atto del quadro presente e futuro e interviene su uno spettro ampio, che va dall'inclusione sociale all'assistenza sanitaria per gli anziani non autosufficienti, ai servizi di cura, anche grazie alle integrazioni apportate da questo Parlamento al decreto approvato dal Governo precedente. Due aspetti su tutti: il cohousing intergenerazionale e il riconoscimento del diritto alla somministrazione di cure palliative e domiciliari.

Permettetemi di aggiungere - vengo all'aspetto culturale - che dobbiamo compiere un ulteriore sforzo, per il ruolo istituzionale che rivestiamo, ma anche per quello personale e individuale che ognuno di noi ha al di fuori di questo palazzo, uno sforzo che deve tradursi in una battaglia culturale, con un approccio non residuale e non pietistico. Passatemi la durezza, ma la frenesia della modernità ha imposto un approccio usa e getta e, in taluni casi, sono vittime gli anziani.

Ci dobbiamo domandare, in tutta sincerità, se collocare gli anziani, specie se fragili, nelle RSA risponde veramente all'impossibilità di prendersene cura per la gravità del quadro sociosanitario oppure spesso sia a dettare legge c'è altro: famiglie sempre più piccole, più impegnate, ma anche un individualismo che non possiamo genericamente condannare, ma che non va trascurato.

Nel primo caso, le misure e gli indirizzi contenuti in questa legge vanno proprio nella direzione di sostenere e agevolare chi ha un anziano, specialmente non autosufficiente, in famiglia, cercando di creare le condizioni per una sua permanenza a casa tra i suoi affetti.

In questo paradigma, è necessario, quindi, marciare su due binari: da un lato, sostenere in famiglia anziani che necessitano di cure e assistenza continue, dall'altro, avvicinare le generazioni e consolidare il ruolo degli anziani nella società - per dirla in musica -, anche “quando gli anni son fucili contro”.

C'è una frase, di sicuro importante, che recita: “Non è mai troppo tardi per avere un'infanzia felice”. È il momento di invertire l'approccio. Ecco, l'obiettivo di questa legge e dei decreti attuativi che la seguiranno, è far sì che non sia troppo tardi per garantire un invecchiamento sereno e felice.

Concludo, dando il mio voto favorevole, come gruppo Lega-Salvini, a questo decreto, che rappresenta veramente un baluardo di civiltà (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Malavasi. Ne ha facoltà.

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi, Vice Ministra, ho l'onore e l'onere di intervenire adesso, a nome del Partito Democratico, nel merito dell'approvazione di un importante disegno di legge. È un provvedimento necessario, nel quale crediamo, atteso dal Paese da circa vent'anni, sulla non autosufficienza, per la tutela della dignità e la promozione delle condizioni di vita indipendente delle persone, ma anche di cura e di assistenza delle persone anziane non autosufficienti.

Questa legge - vale la pena ricordarlo - nasce da una proposta approvata dal Governo Draghi, come hanno ricordato in tanti, nell'ultima seduta di quel Governo, il 10 ottobre 2022, grazie al lavoro di confronto e di collaborazione tra tanti Ministeri e attori sociali, come la rete per la non autosufficienza, e con l'apporto fondamentale dei Ministri Speranza e Orlando, a cui va il nostro applauso e il nostro ringraziamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Apprezziamo che questo Governo abbia raccolto tanta parte del testo e riconosca l'elaborazione sviluppata dal Governo precedente, seppure con alcune modifiche, per noi sostanziali e di merito, che ci preoccupano e su cui orienterò il mio intervento. Sta, infatti, in noi la consapevolezza dell'importanza della centralità di questo atto legislativo, una legge che riteniamo di civiltà e di maturità per un Paese come il nostro, una legge cui arriviamo solamente oggi, ma che nasce da una storia importante, una lunga storia, cui ha dato un contributo fondamentale anche la forza politica cui appartengo, con il protagonismo di donne e di uomini che hanno contribuito e sempre difeso la cultura del welfare pubblico, della cura, dell'assistenza, del diritto alla felicità e del diritto al rispetto e ad un'esistenza dignitosa in ogni età della vita, una cultura che trae origine e nutrimento dalla nostra Costituzione. Una civiltà - uso le parole di Papa Francesco - si giudica da come gli anziani vengano trattati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) e da quale posto riserviamo loro nella nostra società.

Per questo, per la profondità di questo significato, per la bellezza di queste parole, il provvedimento è così importante. È una legge che si pone l'obiettivo di assicurare un sistema unico ed universale, per provare a superare distanze, divari territoriali, privilegiando servizi e presa in carico delle persone, una legge che, per la prima volta, affronta, in maniera organica, il tema del diritto alla salute, al benessere, alla cura e all'assistenza delle persone anziane in un Paese, come il nostro, in cui il livello della popolazione anziana è uno dei più elevati al mondo e il tasso della non autosufficienza è tra i peggiori.

È una riforma dunque importante per garantire la presa in carico della condizione di fragilità delle persone anziane, in una cornice più generale di norme a tutela di tutti coloro che si trovano in una condizione di non autosufficienza che riguarda milioni di persone.

È chiaro che una riforma così importante deve mettere a sistema una vera integrazione tra il Servizio sanitario nazionale e il sistema socioassistenziale per rimettere al centro il diritto alla cura per tutti e per tutte e deve definire, prima di tutto, una platea di persone e di utenti alla quale si vuole riferire. Di questo, purtroppo, non c'è traccia.

Avremmo certamente preferito un maggior confronto tra maggioranza e opposizione, anche per apportare qualche miglioria che riteniamo necessaria, ma in Commissione tutti i nostri emendamenti sono stati bocciati senza alcuna spiegazione e alcun confronto, con un semplice invito al ritiro o un voto contrario. Una mancanza di dialogo e di confronto su temi così importanti non è un buon modo di fare politica o di lavorare, ma semplicemente un'inutile prova di forza, di numeri, di una maggioranza non interessata a ragionare insieme per fare il bene del nostro Paese. Del resto, siamo abituati, perché non è una novità che spesso abbiamo proceduto in quest'Aula a suon di fiducia.

Stiamo discutendo una legge che si rivolge a una platea - udite, udite - di 13 milioni di uomini e di donne che hanno oltre 65 anni, il 22 per cento della popolazione, 7 milioni con più di 75 anni, 6,4 milioni di persone non totalmente autonome, 3,8 che hanno una grave non autosufficienza, a fronte di poco più di 300.000 persone che sono ricoverate nelle nostre RSA. Certamente è un dato positivo l'allungamento della vita, ma questi numeri descrivono anche un quadro poco rassicurante, dove una parte maggioritaria di persone anziane vive in profonda solitudine, affidata spesso esclusivamente alla cura dei familiari e gli assistiti a domicilio tra il Servizio sanitario nazionale e i servizi sociali dei comuni sono solo 185.970.

Se, da un lato, dunque, questo richiede un maggiore investimento nel Servizio sanitario nazionale e sulla necessaria, quanto indispensabile, integrazione tra Servizio sanitario, sociale e socioassistenziale, è anche vero che è necessario investire in servizi di prossimità, in medicina territoriale. Ringrazio il Ministro Speranza per il decreto ministeriale n. 77 che ci orienta in questa direzione. È necessario anche promuovere l'invecchiamento attivo, con una visione non solo assistenziale degli anziani, sostenendo persone fragili, ma anche chi vive in una condizione di non autosufficienza e chi si prende cura di loro. Serve, dunque, una nuova visione, una presa in carico multidimensionale della persona, che veda il riconoscimento del diritto delle persone anziane alla continuità di vita e di cura presso il proprio domicilio, perseguendo il principio della semplificazione e dell'integrazione delle procedure di valutazione della persona tramite punti di accesso unici, diffusi sul territorio, per effettuare una valutazione unica, completa, che possa definire un progetto assistenziale individualizzato che deve contenere prestazioni sanitarie, sociali, assistenziali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Nel sostenere, dunque, l'importanza della domiciliarità, è necessario riorganizzare il frammentato quadro normativo dell'assistenza domiciliare per riconoscere il ruolo e le attività dei soggetti pubblici, privati e no profit, compreso il Terzo settore, che operano come erogatori di servizi di assistenza e cura domiciliare.

Sono stati quasi interamente eliminati - e lo dico con rammarico - i riferimenti alla figura del caregiver - cosa che ci rammarica - e rimarchiamo in questa sede l'urgenza di una legge che tuteli e sostenga il caregiver familiare. Spesso il caregiver si occupa e si prende cura di un familiare o di un convivente che necessita di un intervento assistenziale temporaneo o permanente. Spesso è un impegno continuativo che comporta scelte o rinunce che rischiano di penalizzare, in primis, le donne - come è accaduto nel periodo pandemico, con la chiusura dei servizi -, spesso costrette a lasciare la propria attività lavorativa, perdendo così anche la propria indipendenza economica.

Non è una questione di singoli individui: è una questione pubblica, di protezione sociale, che riguarda l'intera comunità, perché è l'intera comunità che deve riconoscere un nuovo modello di welfare, il valore della cura, del lavoro di cura, del prendersi cura, della persona, della relazione, dell'ambiente, perché il “care” deve diventare fondativo per un nuovo modello sociale, equo, inclusivo, solidale, dove i diritti dei caregiver vengono riconosciuti.

Per questo è urgente e non più procrastinabile una definizione di una nuova legge mirata al ruolo sociale del caregiver, che venga riconosciuto, perché necessita di diritti, di coperture assicurative, previdenziali, pensionistiche, rapportate al PAI, di certificazione di competenze acquisite, di pari opportunità, di rispetto e di conciliazione di vita e di lavoro.

Sono tanti i nodi irrisolti, oltre a quelli che ho già ricordato, ma, certamente, vogliamo ragionare insieme, perché manca la revisione dei criteri minimi di autorizzazione ed accreditamento dei soggetti erogatori di servizi, pubblici e privati, così come non sono chiari i criteri per l'introduzione della misura universale e la revisione dell'indennità di accompagnamento. Così come siamo preoccupati sui LEPS: siamo preoccupati per la prevista procedura per la definizione dei LEPS, che rischia di escludere il Parlamento, proprio con il rischio di fare presto e di fare male, male soprattutto al Paese, andando a cristallizzare i divari territoriali. Sappiamo che il nostro Paese è attraversato da profondi divari territoriali che interessano non solo le differenze tra Nord e Sud, ma anche le aree interne, le montagne e le periferie.

Nel Titolo V della nostra Costituzione, i livelli essenziali delle prestazioni che riguardano diritti civili e sociali devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale; non possono essere lasciati all'autonomia delle singole regioni. È per questo che è così importante definire i livelli essenziali delle prestazioni, prima di parlare di autonomia differenziata.

Non ci possiamo permettere un mero procedimento di ricognizione per fotografare standard esistenti e finanziamenti storici, perché questa ipotesi di definire così i livelli essenziali delle prestazioni rischia unicamente di cristallizzare ingiustizie, ignorando la necessità di perequazione delle risorse finanziarie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Per questo chiediamo un percorso serio per definire i livelli essenziali delle prestazioni, individuando un finanziamento adeguato e monitorandone l'attuazione.

Concludo su un ultimo punto: le risorse. Mancano le risorse. Nel testo è scritto in più passaggi “con le risorse esistenti”, “a spesa invariata”. Non si può certamente pensare di fare in questo modo una riforma così importante. Lo diciamo chiaramente: non è sufficiente, servono più risorse per il Servizio sanitario nazionale, ma più risorse per attuare le misure previste dalla legge delega, che porti al consolidamento dei LEPS e alla loro integrazione con i livelli di assistenza sanitaria.

Per queste motivazioni e anche con queste preoccupazioni, riconoscendo l'importanza di questa legge, abbiamo lavorato in Commissione con disponibilità e generosità, senza raccogliere alcuna apertura, né alla Camera né al Senato. Peccato: resta il rammarico, ma più forte in noi è la responsabilità di continuare a spronare questo Governo, consapevoli del fatto che gli impegni, le scadenze e le risorse del PNRR riguardano tutti noi.

Per questo motivo abbiamo deciso di astenerci, ma ci prendiamo oggi un impegno davanti al Paese: quello di continuare a combattere per garantire agli anziani una vita degna di essere vissuta fino alla fine, possibilmente nel proprio nucleo familiare, con i propri cari, sentendosi parte di una comunità, che hanno contribuito a costruire e alla quale, spesso, possono ancora dare un contributo.

Nessuna delega in bianco, dunque, ma una vigilanza ferrea, perché ci saremo per dare il nostro contributo per una buona attuazione dei principi della delega, per verificare che ci siano le risorse necessarie e che vengano messe, che venga dato valore al lavoro di cura, che venga garantita la qualità dell'assistenza, che vengano rispettati i LEA e definiti i LEPS, con un monitoraggio costante, superando i divari territoriali e definendo, anche in questo caso, la cosa più importante per noi: l'uniformità e l'universalità dei diritti e l'unità del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Morgante. Ne ha facoltà.

MADDALENA MORGANTE (FDI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, desidero innanzitutto ringraziare il relatore, il collega Ciocchetti, e tutti i colleghi della XII Commissione per il lavoro svolto insieme. Il presente disegno di legge - che prende spunto dai lavori svolti dalla precedente legislatura nella Commissione presieduta da monsignor Paglia, che ringrazio -, di iniziativa governativa, è volto ad attuare la riforma del sistema degli interventi in favore degli anziani non autosufficienti prevista dalla Missione 5-Componente 2 del PNRR. La riforma è attesa da quasi 3 milioni di anziani non autosufficienti che diventeranno quasi 5 milioni entro il 2030.

Sul piano dell'assistenza e della cura dell'anziano si può e si deve fare di più. Dobbiamo, però, prendere coscienza del grande pregio di questa legge delega che segna un decisivo cambio di passo e un diverso modo di prendersi cura della persona anziana, non solo in termini di intervento assistenziale, ma anche e, soprattutto, in termini di risorsa da valorizzare e sostenere.

Per questo, signor Presidente, vorrei davvero ringraziare di cuore il nostro Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ma anche l'intero Governo perché in tempi record, nei primi cento giorni, ha dato una risposta forte, chiara e precisa a questa tematica, che per noi è molto importante (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), mediante l'approvazione di un disegno di legge che rappresenta la base da cui partire per una riforma complessiva delle politiche in favore degli anziani e contro la loro marginalizzazione.

Anziani sì, come una risorsa, innanzitutto; anziani come custodi di valori, di esperienze e di contenuti culturali da trasfondere alle generazioni future. L'anziano come possessore di abilità da sostenere e impiegare nel reinserimento sociale, nel volontariato sociale e nei servizi civici.

Nel programma elettorale di Fratelli d'Italia ruolo centrale - lo sappiamo tutti - ha assunto la famiglia, e viene anche sottolineato come gli anziani rappresentino la storia nel nostro Paese: un patrimonio di esperienze, un patrimonio di competenze, un patrimonio anche di talenti, che ha contribuito a far nascere e anche a far crescere la nostra Nazione, il collante delle famiglie, una sicurezza, anche economica in tempo di crisi.

Come i giovani, signor Presidente, rappresentano il nostro futuro, così gli anziani rappresentano la nostra storia, i nostri valori, le nostre tradizioni, e così i nonni aiutano i nipoti a fare tesoro del passato e i nipoti aiutano i nonni ad entrare nel futuro.

Questa legge delega rappresenta l'inizio di una rivoluzione perché prevede prevenzione della disabilità, indennità di accompagnamento e presa in carico globale della persona anziana, ma affronta anche temi delicati quali, ad esempio, il contrasto alla solitudine sociale. Unisce il sociale al sanitario che per la cura dell'anziano non possono essere divisi; prevede la valutazione dello stato funzionale dell'anziano, ma traccia anche un diverso approccio alla cura globale, affrontando anche temi come i centri diurni e le strutture residenziali.

Tutto questo, signor Presidente, inserito in un coordinamento unico che prevede la continuità assistenziale attraverso una vera rete di servizi che in Italia non c'è mai stata. Ecco perché questo disegno di legge rappresenta un vero e proprio patto per la terza età, che tende una mano agli anziani più fragili ma anche alle loro famiglie.

Si tratta, dunque, di una legge molto ambiziosa negli obiettivi da raggiungere e che modifica in profondità gli attuali assetti organizzativi. In particolare, questa legge si fonda su tre pilastri fondamentali: l'organizzazione, l'invecchiamento attivo e l'integrazione sociosanitaria.

L'organizzazione si fonda sull'istituzione del Sistema nazionale assistenza anziani e si articola a livello centrale nel CIPA, un Comitato interministeriale che è l'organo di governo del sistema con compiti di pianificazione ma anche di monitoraggio. Il modello di assunzione in carico della persona anziana appoggia anche su un altro pilastro essenziale - l'integrazione sociosanitaria - indispensabile per assicurare prestazioni di assistenza sanitaria integrata con interventi di protezione sociale. Un approccio alla persona di tipo biopsicosociale la cui sintesi è nel piano individualizzato di assistenza redatto a seguito di una valutazione multidisciplinare e multidimensionale, da attuarsi all'interno di una rete di servizi e strutture in grado di assicurare la presa in carico globale ma anche a lungo termine della persona anziana, privilegiando, come sta a noi molto a cuore, il domicilio.

L'invecchiamento attivo è l'ultimo pilastro, il terzo pilastro della legge delega: dobbiamo invecchiare nell'autosufficienza, perché preservare l'autosufficienza nella persona significa non solamente ridurre i costi sociali, come, ad esempio, l'invalidità, l'accompagnamento e il caregiver, ma anche i costi sanitari. Preservare l'autosufficienza significa anche sostenere il benessere di intere famiglie che supportano costantemente l'anziano.

Quello di assicurare a tutti i cittadini il diritto ad una vecchiaia serena è sempre stato un impegno che Fratelli d'Italia ha assunto; e lo ha assunto anche quando si è candidato a governare questa Nazione: detto in campagna elettorale, fatto nei primi cento giorni.

Attraverso gli impegni contenuti nel patto per la terza età, il Governo Meloni getta le fondamenta di una riforma strutturale delle politiche rivolte agli anziani, che va nella direzione di una maggiore inclusione, di una maggiore protezione ma anche di una maggiore valorizzazione della categoria.

Noi, e non solo noi, crediamo che questa sia una buona legge, che si ispira ai princìpi di eticità, di equità, di universalità e di uguaglianza. Disegna un nuovo modello organizzativo che è innovativo, ispirato ad efficienza, efficacia ed economicità del sistema, ma soprattutto - cosa che a noi sta molto a cuore - pone al centro il rispetto della dignità della persona, che va ben oltre la cura e l'assistenza.

Gli anziani, come ha ricordato poco fa la Premier, non sono solo parte delle nostre famiglie, ma rappresentano il cuore stesso della società e un patrimonio di valori, di tradizioni e conoscenze preziose per la nostra Nazione. Avere cura degli anziani significa avere cura di tutti noi.

Per questo, signor Presidente, sono davvero onorata di rappresentare il voto del gruppo di Fratelli d'Italia. Il nostro voto è convintamente favorevole, perché essere a favore di questa legge delega significa contribuire a favorire la crescita culturale e sociale della nostra collettività (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 977​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 977: S. 506 - "Deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 128) (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

In morte dell'onorevole Giorgio Bornacin.

PRESIDENTE. Comunico che, purtroppo, è deceduto l'onorevole Giorgio Bornacin, già membro della Camera dei deputati nella XIV legislatura.

La Presidenza della Camera ha già formulato ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il deputato Francesco Emilio Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie Presidente, tramite lei rinnoviamo la richiesta di un'informativa in Aula del Ministro Piantedosi. L'altro giorno a Napoli, a Mergellina, è stato ucciso per strada l'ennesimo ragazzo, qualche giorno prima c'è stato l'assalto degli ultras, e qualche giorno prima sono stati ammazzati dei criminali. È una situazione diventata insostenibile. Ci aspettavamo per questa settimana che, in un question time, il Ministro venisse a riferire in Aula su quello che è successo con gli ultras di Francoforte, che hanno messo a ferro e fuoco la città, e sugli ultimi avvenimenti criminali. Non è possibile vedere morire le persone per strada, uccise in modo assurdo. Addirittura, sembrerebbe che l'ultima vittima, un ragazzo, sarebbe stato ucciso per sbaglio, in una stesa, per una vendetta, su cosa? Sul fatto che due gruppi avrebbero litigato perché uno aveva versato sulla scarpa di un altro qualche goccia di birra. Ma stiamo scherzando? C'è bisogno di un impegno forte da parte del Governo e da parte del Ministro, che non può non venire qui in Aula a riferire, a spiegare e a dare risposte, soprattutto ai familiari delle vittime che piangono e molto spesso non hanno nessuno che le ascolta (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gerolamo Cangiano. Ne ha facoltà.

GEROLAMO CANGIANO (FDI). Grazie, Presidente. Consentitemi di rubarvi qualche secondo di tempo per rivolgere un pensiero e un ricordo a un uomo della mia terra che, con il suo esempio, è diventato simbolo di questa Nazione che non si arrende mai. Consentitemi di ricordare don Peppe Diana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), prete coraggioso che la camorra uccise sull'altare della sua chiesa il 19 marzo di 29 anni fa, ucciso per chiudergli la bocca e per fermare quel linguaggio di libertà e di ribellione che aveva portato nella comunità di Casal di Principe, quel prete coraggioso che forse ha dovuto aspettare fin troppo affinché gli venisse riconosciuto il merito di aver riportato a Casal di Principe l'orgoglio di essere casalesi per nascita e non per affiliazione a un clan camorristico.

Nel giorno in cui si celebra la Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, un sentito ringraziamento va al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che, proprio oggi a Casal di Principe e proprio nel segno di don Peppe Diana, ha deciso di portare la sua presenza e la sua testimonianza sia istituzionale che personale. Da quel 19 marzo 1994 a Casal di Principe è partito un sentimento di vita e di speranza che da allora la mia terra si porta dentro. Questo è il pensiero con cui voglio ricordare don Peppe Diana, come un eterno miracolo d'amore che è riuscito a tirar fuori la vita anche dinanzi alla propria morte e anche a costo, appunto, della propria morte. Per amore del suo popolo, don Peppe Diana non ha taciuto ed è stato ucciso. È lo stesso amore che dopo 29 anni ci vede insieme a combattere una battaglia che vinceremo anche nel suo nome (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Anna Ascani. Ne ha facoltà.

ANNA ASCANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Dal 9 marzo una parte dell'Umbria, la mia regione, quella dell'Alta Valle del Tevere, in particolare il comune di Umbertide, nelle frazioni di Pierantonio e Pian D'Assino, ma anche di Perugia, con le frazioni di Sant'Orfeto e Cenerente, è interessata da eventi sismici. L'ultima scossa appena ieri, con epicentro ancora nel territorio comunale di Umbertide. Sono centinaia le persone sfollate da edifici che hanno subito lesioni di diversa gravità. Scuole, cimiteri e chiese hanno subito danni e necessitano di interventi di ripristino. Per alcune attività economiche si è resa necessaria la chiusura. La scorsa settimana la giunta regionale, una giunta regionale di centrodestra - lo ricordo -, cioè dello stesso colore del Governo nazionale, ha inviato al Dipartimento nazionale della Protezione civile la richiesta di riconoscimento dello stato di emergenza. Essa quantifica in 350 milioni di euro l'importo complessivo degli interventi: 4 milioni per l'autonoma sistemazione, 9 milioni per il ripristino di beni culturali, chiese e cimiteri, 6 milioni per le scuole e 500.000 per la delocalizzazione delle aziende, nonché 330 milioni per la ricostruzione. Di particolare importanza è il Fondo per il sostegno all'autonoma sistemazione, nell'ottica di evitare lo spostamento degli abitanti in altre aree e, quindi, il conseguente spopolamento delle zone colpite e la perdita del senso di comunità che in quei territori, i miei territori, è particolarmente importante. In conseguenza di questi eventi, ritengo non sia più rinviabile la necessità e l'urgenza e che, quindi, il Governo proclami lo stato di emergenza, che valuti la possibilità, attraverso adeguati provvedimenti, di un allargamento del cratere del sisma del 2016, che individui al più presto un piano di interventi straordinari necessari per dare risposte rapide ai territori umbri colpiti dagli eventi sismici, territori che, purtroppo, hanno avuto tante volte, nella loro storia, a che fare col terremoto e hanno bisogno di avere una risposta seria e immediata da parte delle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Roberto Morassut. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT (PD-IDP). Grazie, Presidente. In questo breve tempo di fine seduta voglio ricordare qui l'onorevole Silvio Di Francia, scomparso nei giorni scorsi dopo una lunga malattia (Applausi). Silvio Di Francia, come possono ricordare molti colleghi di tutte le forze politiche e, in particolare, quelli che hanno operato a Roma e nel Lazio negli ultimi anni, è stato un importante esponente politico di Roma e del Lazio del Partito Democratico. Proveniva dal popolare quartiere romano di Torre Maura ed era stato un campione di judo, raggiungendo importanti risultati a livello nazionale. Poi la sua vita aveva intrecciato la militanza politica, prima in Lotta Continua e poi nei Verdi. Consigliere comunale dei Verdi a Roma dal 1993 al 2006, assessore alla Cultura nella seconda giunta Veltroni a Roma dal 2006 al 2008, poi ancora presidente di Zètema, la società del Campidoglio di Acea per la gestione dei servizi culturali, e infine assessore alla Cultura presso il comune di Latina. Un lungo e virtuoso percorso di amministratore, condotto sempre con grande rigore, onestà, con capacità amministrativa da tutti riconosciuta. Lo ricordiamo qui con affetto e partecipazione, abbracciando i suoi familiari e gli amici più stretti, sapendo che anche chi ne è stato avversario negli anni ha saputo apprezzarne le qualità politiche e, soprattutto, umane. Roma e il Lazio perdono un protagonista della vita amministrativa degli ultimi trent'anni, un esempio della classe dirigente che ha saputo essere un punto di riferimento per come ha considerato la politica, facendosi rispettare e voler bene anche dal punto di vista della competenza, soprattutto, e della capacità di dialogo con tutti. Doveroso, quindi, è l'abbraccio del Parlamento, l'ultimo omaggio degno per la sua vita di sportivo, di lottatore, di combattente, nello sport, nella politica e nella vita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Caramiello. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sono nuovamente qui ad affrontare la situazione annosa dei lavoratori del parco archeologico di Ercolano. La legge Ronchey ha consegnato le chiavi del nostro patrimonio culturale a società e cooperative, che, in regime di proroga, gestiscono da trent'anni i servizi aggiuntivi dei nostri siti culturali. Presidente, solo nel 2019, a fronte di circa 70 milioni di euro di incassi derivanti dai servizi aggiuntivi museali, solo il 12 per cento è finito nelle casse statali. Questo sistema ha generato un clima di incertezza, che ha reso i lavoratori del comparto in perenne attesa delle proprie proroghe contrattuali, ostaggio di queste lobby della cultura che monopolisticamente si spartiscono i nostri anfiteatri e i nostri scavi, quando la cosa più ovvia sarebbe affidare alla gestione diretta dello Stato i nostri millenni di storia.

Ebbene, nella sacralità di quest'Aula, porto nuovamente il grido di dolore di decine di lavoratori del parco archeologico di Ercolano, che rischiano di perdere il proprio posto di lavoro. Nelle scorse settimane abbiamo affrontato la problematica delle guide turistiche, oggi sono i lavoratori che gestiscono i servizi integrati, come la biglietteria e tanto altro. Presidente, il bando è lo stesso, tuttavia, se, da un lato, il cosiddetto passaggio di cantiere riguarderà appena 8 lavoratori del precedente concessionario, dall'altro, il bando comporterà una compressione economica delle retribuzioni di circa 300 euro mensili. Ho depositato due interrogazioni, in cui ho chiesto al Ministro Sangiuliano come vorrà affrontare queste problematiche e salvaguardare i posti di lavoro. Il Ministro - Presidente, vado a concludere - vuole continuare il lavoro del suo predecessore, così come sta facendo per Palazzo Fuga a Napoli, vuole continuare a lasciare il campo libero alle cooperative amministrate dai suoi avversari politici o vuole agire in discontinuità e gestire i beni culturali per creare nuovo sviluppo, indotto e posti di lavoro?

Il 1° aprile si svolgerà una manifestazione organizzata dai lavoratori proprio all'esterno del parco, per difendere un sacrosanto diritto sancito dalla Costituzione. E noi saremo con loro per difendere il loro posto di lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare Andrea Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Tramite lei, mi duole dover denunciare e segnalare un attacco sessista vergognoso che si è in qualche modo realizzato oggi stesso nel consiglio regionale toscano. Il consigliere regionale Petrucci di Fratelli d'Italia si è rivolto alla consigliera Silvia Noferi, del MoVimento 5 Stelle, apostrofandola e deridendola in primis con l'appellativo femminile di “consigliera” e poi, scherzando su questo e deridendola, ha aggiunto: “Quando lei va via all'ora di pranzo o all'ora di cena, perché c'ha da buttare la pasta, io rimango qui in aula”. Credo che sia un comportamento semplicemente schifoso, è un atteggiamento da Ottocento, da Medioevo. In un'Aula come questa, che ha da poco approvato l'istituzione di una Commissione d'inchiesta sulla violenza sulle donne, questi messaggi culturali sono da rigettare.

Vorrei, tramite la sua Presidenza, che questa denuncia arrivasse alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, perché vorrei che per prima fosse lei a stigmatizzare un comportamento così vergognoso dei suoi consiglieri regionali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È una cosa assolutamente inaccettabile e da stigmatizzare con tutte le nostre forze (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 22 marzo 2023 - Ore 9,30:

1. Discussione sulle Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 23 e 24 marzo 2023.

(ore 15)

2. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

(ore 16)

3. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

MACCANTI ed altri; MOLLICONE: Disposizioni per la prevenzione e la repressione della diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d'autore mediante le reti di comunicazione elettronica. (C. 217​-648-A​)

Relatori: DI MAGGIO, per la VII Commissione; DARA, per la IX Commissione.

4. Seguito della discussione della proposta di inchiesta parlamentare:

RIZZETTO ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi. (Doc. XXII, n. 7-A)

Relatrici: VARCHI, per la II Commissione; CAVANDOLI, per la VI Commissione.

5. Seguito della discussione della proposta di legge:

FRANCESCO SILVESTRI e ASCARI: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori. (C. 665-A​)

e delle abbinate proposte di legge: ZARATTI; MORASSUT ed altri. (C. 879​-880​)

Relatrice: KELANY.

6. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di inchiesta parlamentare:

BATTILOCCHIO ed altri; ZARATTI; DE MARIA e MORASSUT; ALFONSO COLUCCI ed altri; LUPI e ALESSANDRO COLUCCI; DE CORATO ed altri; RAMPELLI ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie. (Doc. XXII, nn. 11-14-16-19-20-21-22-A)

Relatore: NAZARIO PAGANO.

La seduta termina alle 20,35.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI IN VISTA DEL CONSIGLIO EUROPEO DEL 23 E 24 MARZO 2023

GIORGIA MELONI, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, onorevoli senatori, il prossimo Consiglio europeo, che è il terzo dal giuramento del Governo, ha nella sua agenda sfide prioritarie per l'Unione europea, sfide che sono state anche al centro del dibattito dell'ultimo Consiglio europeo straordinario lo scorso 9-10 febbraio: l'Ucraina, la competitività, il mercato unico, l'economia, l'energia, l'emigrazione.

In questa fase complessa per il sistema internazionale, l'Unione europea è probabilmente chiamata al compito più arduo degli ultimi decenni: garantire la sicurezza del nostro Continente di fronte alla minaccia rappresentata dalla guerra di aggressione russa verso l'Ucraina; proteggere e sostenere il nostro tessuto socio-economico rispetto all'impatto che da quella aggressione deriva; predisporsi ai cambiamenti radicali che potrebbero profilarsi negli equilibri globali. Tutto questo ovviamente nel rispetto e nel sostegno dei valori di democrazia e libertà che ispirano il nostro percorso, ma che questo tempo necessariamente ci ha insegnato, una volta di più, a non dare necessariamente per scontati.

L'Europa e l'intero Occidente sono chiamati a rispondere a questa grande sfida con visione, strategia, efficacia e tempestività. E l'Italia, che ho l'onore di rappresentare nel Consiglio europeo, ha oggi tutte le carte in regola per recitare in Europa un ruolo da protagonista e non da comprimaria. È esattamente quello che intendiamo fare, forti della nostra storia, della nostra collocazione geostrategica, della stabilità delle nostre istituzioni e del nostro Governo e della forza delle nostre idee.

Un primo banco di prova è certamente rappresentato dal tema dell'immigrazione, a cui il nostro Governo ha ottenuto che venisse dedicata gran parte della riunione del Consiglio straordinario di febbraio. Noi siamo di fronte a un'emergenza che potrebbe diventare - e sta diventando - strutturale. Questa definizione, che potrebbe sembrare un ossimoro, è invece la più realistica fotografia del contesto che attualmente ci circonda. Alla frontiera meridionale marittima dell'Europa stiamo assistendo a una pressione migratoria senza precedenti e anche la rotta marittima orientale, sebbene con numeri che sono oggi più contenuti, non è meno complicata da gestire, come ben dimostra la tragedia di Cutro. Come voi sapete, all'indomani di questa disgrazia, ho scritto al Presidente della Commissione europea, al Presidente del Consiglio europeo, al Presidente di turno del Consiglio dell'Unione europea e agli altri leader europei per ribadire che noi non possiamo attendere oltre. Non possiamo aspettare inermi il prossimo naufragio, che è inevitabilmente un pericolo insito nei viaggi organizzati da criminali e scafisti senza scrupoli.

Le frontiere marittime dell'Italia sono frontiere dell'Europa e l'Europa è chiamata a difendere quelle frontiere, perché la posta in gioco sono la vita e la dignità di tantissimi esseri umani, vittime di una tratta ignobile, e allo stesso tempo la sicurezza dell'intero Continente.

Noi siamo di fronte ad organizzazioni criminali che lucrano sugli esseri umani e vogliamo contrastare con forza questo traffico, come dimostrano i provvedimenti che abbiamo preso proprio in un Consiglio dei ministri che si è svolto a Cutro negli scorsi giorni. Fermare le partenze, collaborare con i principali Paesi di origine e transito dei migranti, aumentare i rimpatri, rendere efficienti i percorsi per la migrazione legale e la protezione umanitaria, dedicare risorse finanziarie che siano adeguate a questi obiettivi; sono queste le priorità che ci siamo dati e sono anche le priorità che abbiamo portato al tavolo dei leader europei.

Un ruolo chiave dovrà quindi averlo il rafforzamento della collaborazione con i principali Paesi di origine e di transito dei migranti, con risorse finanziarie adeguate agli obiettivi da raggiungere. Quante volte in quest'Aula abbiamo richiamato la risposta europea alla crisi migratoria del 2015 e l'onerosissimo accordo che ne derivò con la Turchia perché collaborasse a frenare i flussi lungo la rotta balcanica. Ecco io ritengo che pari attenzione e adeguati stanziamenti debbano oggi essere dedicati a contrastare i flussi irregolari lungo le rotte del Mediterraneo centrale e a creare nei Paesi di partenza alternative concrete alle migrazioni in termini di formazione, lavoro e sviluppo economico. Voglio infatti ribadire ancora una volta che prima di ogni ipotetico diritto a migrare, ogni essere umano ha il diritto di non essere costretto a migrare in cerca di una vita migliore. Questo è esattamente l'aspetto che Europa e Occidente hanno, a nostro avviso, in questi anni colpevolmente trascurato. Non solo; per lungo tempo - spesso è accaduto anche a Governi precedenti - l'Italia è stata rimproverata di non fare abbastanza per contrastare i cosiddetti movimenti secondari, cioè gli spostamenti di immigrati irregolari da uno Stato all'altro dell'Unione europea. Al Consiglio europeo di febbraio noi abbiamo lavorato per ribaltare questa prospettiva secondo un ragionamento semplice e logico e, cioè, che c'è un modo solo per fermare i movimenti secondari ed è fermare, a monte, i movimenti primari e, quindi, le partenze irregolari.

Questo ragionamento comincia finalmente a fare breccia tra i nostri partner ed è per questo che io credo sia il momento di spingere con forza su un nuovo modello di gestione delle frontiere esterne, in particolar modo di quelle marittime, la cui specificità è stata finalmente riconosciuta grazie al lavoro e all'insistenza del Governo italiano. È frutto di questa stessa azione politica e diplomatica, recepita nelle conclusioni dell'ultimo Consiglio, la presentazione da parte della Commissione europea di un nuovo piano pluriennale di gestione delle frontiere esterne, con particolare attenzione proprio al Mediterraneo centrale. Il piano contiene affermazioni importanti, probabilmente impensabili fino a qualche mese fa, che sono state tradotte in una comunicazione e in una raccomandazione.

La comunicazione ha l'obiettivo di assicurare un quadro rafforzato di sorveglianza e controllo delle frontiere esterne dell'Unione attraverso un pieno ed efficace dispiegamento delle risorse operative di Frontex. È una scelta che io considero condivisibile, che fa finalmente giustizia dei tentativi di alcune famiglie politiche europee di indebolire e snaturare il mandato di Frontex. Il piano pone anche, per la prima volta in maniera compiuta, il principio del coinvolgimento degli Stati di bandiera delle navi ONG nelle operazioni SAR, che non possono e non devono più gravare esclusivamente sugli Stati di approdo. Gli Stati di bandiera, che finanziano le organizzazioni non governative, devono assumersi le responsabilità che il diritto del mare attribuisce loro.

La raccomandazione invece ha l'obiettivo di portare in tempi rapidi al mutuo riconoscimento, tra i 27 Stati membri, dei provvedimenti di espulsione degli immigrati irregolari, in modo che un ordine di allontanamento emesso dalle autorità italiane sia riconosciuto valido anche negli altri Stati e viceversa.

Questa impostazione, unita - come dicevo - al rafforzamento del ruolo di Frontex nel supportare gli Stati membri, vorrebbe portare a rendere finalmente effettive le procedure di rimpatrio degli irregolari: un tema che noi abbiamo posto con forza e che sta molto a cuore al Governo italiano. Sono certamente tutti passi che vanno nella giusta direzione e che segnano un cambio di paradigma rispetto alla narrazione che abbiamo conosciuto finora, ma voglio dire che non possiamo ancora dirci soddisfatti. Nel prossimo Consiglio europeo, la Presidenza svedese e la Commissione europea presenteranno lo stato di attuazione delle misure decise cinque settimane fa, tra cui alcune di quelle che ho citato, e l'Italia in quella sede intende ribadire che non c'è più un solo minuto da perdere. Questo è il momento di agire: è ora di tradurre in fatti concreti quelle soluzioni, sulle quali il Consiglio europeo ha lavorato e ha trovato un accordo. Intendiamo vigilare affinché questo processo sia effettivo, rapido e incisivo, perché non vogliamo più piangere vittime innocenti nel Mediterraneo, perché non vogliamo più accettare che la selezione all'ingresso dell'Italia e dell'Europa la facciano gli scafisti e le mafie che li gestiscono, perché vogliamo un'immigrazione legale, regolamentata e compatibile e perché l'immigrazione illegale di massa penalizza soprattutto chi, scappando davvero dalla guerra e dalla violenza, avrebbe diritto alla protezione internazionale e spesso non trova aiuto, perché le quote di immigrazione possibile sono coperte da chi arriva illegalmente.

Di fronte a questa urgenza sono certa di avere con me la maggioranza degli italiani e mi auguro di avere con me anche la più ampia rappresentanza possibile delle forze parlamentari, anche di opposizione. Onorevoli colleghi, la battaglia politica, per chi ha idee credibili, si può efficacemente condurre senza dover dipingere il proprio avversario come un mostro. Anche nella più feroce polemica politica c'è, a mio avviso, un limite che non dovrebbe mai essere oltrepassato, il limite oltre il quale, per colpire un avversario, si mette in cattiva luce la Nazione intera, gettando ombre addirittura sugli uomini e le donne della nostra Guardia costiera e sulle nostre Forze dell'ordine che invece dobbiamo ringraziare, perché da sola l'Italia si sta caricando un peso e una responsabilità, che dovrebbero essere condivisi anche da altri. Alla fine addirittura si finisce con il danneggiare la posizione negoziale dell'Italia sui tavoli internazionali. Lo dico da persona che non ha mai fatto mancare le proprie parole forti e la propria opposizione serrata ai Governi che mi hanno preceduto. Colleghi, criticate ferocemente il Governo, criticate ferocemente me, le scelte che facciamo, i provvedimenti che prendiamo, le nostre eventuali mancanze, ma vi prego: fermatevi un secondo prima di danneggiare l'Italia, perché questo fa la differenza.

A questo proposito, per concludere il tema della migrazione e passare a quello geopolitico, in queste settimane ho visto molte polemiche su vari fronti, compresi alcuni richiami che sono stati fatti e alcune attenzioni che sono state raccontate, sul ruolo che il conflitto in Ucraina può assumere nella destabilizzazione anche del Continente africano. Credo invece che queste siano valutazioni sulle quali bisogna avere concentrazione e attenzione, perché abbiamo già visto come, a volte, i flussi migratori siano stati utilizzati come uno strumento di ricatto geopolitico: penso a quello che accadeva ai confini tra Polonia e Bielorussia, soltanto poche settimane prima dell'aggressione all'Ucraina.

Credo quindi che la particolare situazione geopolitica nella quale ci troviamo richieda un approccio molto approfondito alle materie che stiamo seguendo, e, come per la migrazione, l'unità dell'Unione europea è, a mio avviso, altrettanto indispensabile proprio di fronte alla guerra di aggressione russa all'Ucraina.

Come ho già ribadito molte volte, il popolo ucraino non sta difendendo solamente la propria terra; esso sta difendendo anche i valori di libertà e di democrazia sui quali si fonda la nostra civiltà, sui quali si fonda lo stesso progetto europeo. Sta difendendo le fondamenta stesse del diritto internazionale, senza il quale sostituiremmo la forza del diritto con il diritto del più forte: non esattamente una buona notizia, neanche per noi.

Pochi giorni dopo l'ultimo Consiglio europeo, come sapete, ho testimoniato personalmente, con la mia presenza a Kiev, il pieno sostegno italiano all'Ucraina e alla sua popolazione, in coerenza con l'impegno dell'Unione europea, della NATO e delle altre Nazioni vicine e affini. Un sostegno che sarà assicurato in ogni ambito: politico, umanitario, civile, militare e finché sarà necessario, in coordinamento con i nostri partner e con i nostri alleati.

Continueremo a farlo senza badare all'impatto che queste scelte possono avere nel breve periodo sul gradimento, sul consenso della sottoscritta, del Governo, delle forze politiche di maggioranza. Continueremo a farlo semplicemente perché è giusto farlo sul piano dei valori e su quello della difesa dell'interesse nazionale.

L'aiuto militare all'Ucraina è necessario per garantire la legittima difesa di una Nazione aggredita, in linea con la Carta delle Nazioni Unite. Abbiamo formalizzato un sesto pacchetto di aiuti con misure che rafforzano soprattutto le difese aeree. Che significa, signori? Proteggere la vita dei civili. Significa fornire uno scudo di fronte ai bombardamenti indiscriminati che attaccano infrastrutture vitali per la popolazione, sperando che il popolo ucraino si pieghi dopo essere stato privato di acqua, di luce o di riscaldamento.

In questo quadro voglio dire con franchezza che considero puerile la propaganda di chi racconta che l'Italia starebbe spendendo soldi per mandare armamenti in Ucraina sottraendoli di fatto alle tante necessità dei nostri concittadini. Questo è falso, e in quest'Aula lo sappiamo tutti.

L'Italia sta inviando all'Ucraina materiali e componenti già in suo possesso, che, per fortuna, noi non abbiamo necessità di utilizzare e che inviamo agli ucraini anche per prevenire la possibilità di doverli un giorno utilizzare noi. Infatti noi inviamo armi all'Ucraina anche per poter tenere la guerra lontana dal resto d'Europa e da casa nostra. Dunque, raccontare agli italiani che se non fornissimo le armi all'Ucraina si potrebbero aumentare le pensioni o si potrebbero tagliare le tasse è una menzogna che intendo chiamare con il suo nome.

Dico di più. Questo Governo, che, come sapete, è abituato a fare tutto ciò che considera giusto per difendere l'interesse nazionale dell'Italia, non ha mai fatto mistero - neanche quando eravamo all'opposizione, per quello che riguarda Fratelli d'Italia - di voler aumentare i propri stanziamenti in spese militari, come del resto hanno fatto i Governi precedenti un po' di soppiatto, senza, cioè, avere il coraggio di metterci la faccia.

Noi crediamo, invece, che su queste cose si debba mettere la faccia e non abbiamo paura di dire che rispettare gli impegni assunti è vitale per la nostra credibilità internazionale e per la nostra stessa sovranità nazionale, perché banalmente la libertà ha un prezzo e, se non sei in grado di difenderti, qualcun altro lo farà per te, ma non lo farà gratuitamente. Imporrà i suoi interessi anche a discapito dei tuoi, e non mi pare sia mai stato un grande affare per nessuno. Sul piano geopolitico e diplomatico, le pressioni esercitate su Mosca dal nostro punto di vista sono fondamentali per assicurare il rispetto del diritto internazionale, ma lo sono ancora di più per creare le condizioni migliori per l'avvio di un percorso negoziale per il raggiungimento di una pace giusta; condizioni che finora non sono maturate, ma che dobbiamo ancora perseguire con tenacia, come stiamo facendo ogni giorno.

L'aggressione russa ha avuto anche ripercussioni sulla sicurezza alimentare globale, contribuendo alla fragilità dello scacchiere africano e mediterraneo, quindi anche ai flussi migratori illegali. Ribadisco pertanto che sosteniamo l'accordo sull'export di grano nel mar Nero che è appena stato rinnovato e crediamo sia centrale anche il tema della futura ricostruzione dell'Ucraina, sulla quale credo che il sistema Italia sia pronto a dare il suo contributo. A questo obiettivo lavoriamo anche con la conferenza sulla ricostruzione che ospiteremo proprio a Roma il prossimo 26 aprile.

Naturalmente la situazione che stiamo vivendo ha un impatto molto forte anche sui temi economici che verranno affrontati nel Consiglio europeo di giovedì e venerdì prossimi. Rimane fondamentale l'obiettivo del rafforzamento della competitività e della produttività dell'economia europea, in stretta relazione con la doppia transizione digitale ed ecologica. Su quest'ultima vorrei fare un passaggio e provare a essere ancora una volta chiara. In questa fase geopolitica internazionale non ci sono soluzioni semplici. Per quanto riguarda noi, il processo verso un'economia verde deve essere sostenibile dal punto di vista sociale ed economico. Per questo ci opponiamo a proposte come il regolamento sulle emissioni di anidride carbonica delle auto o la revisione della direttiva per l'efficientamento energetico degli edifici, perché, così come concepite, si traducono in una penalizzazione dei nostri cittadini e delle nostre imprese e rischiano di esporci a nuove dipendenze strategiche, proprio quando stanno andando in porto gli sforzi per liberarci dalla dipendenza dal gas russo.

Sul tema delle dipendenze la Commissione ha presentato proprio in questi giorni un piano articolato e ambizioso sulle materie prime critiche, che si pone l'obiettivo di ridurre la dipendenza europea, particolarmente dalla Cina, diversificando i fornitori e rilanciando le capacità estrattive proprie. Il commissario Breton, nel presentare il piano, ha dichiarato che in Europa abbiamo il 30-40 per cento di quasi la totalità dei minerali necessari al nostro fabbisogno interno ed evidentemente è arrivato il momento di dare i mezzi per estrarli e non accettare più che in Europa si consumi e basta, lasciando la produzione agli altri. Sono parole che sottoscrivo dalla prima all'ultima. Non intendo soffermarmi e non mi soffermerò sul ritardo con cui l'Unione europea approccia questo tema dopo decenni in cui ha rinunciato a questa visione, finendo per consegnarsi a nuove dipendenze, il cui prezzo rischiamo di pagare in questi e nei prossimi mesi; né mi soffermo sul fatto che finalmente si arrivi a queste soluzioni dopo anni nei quali chi sottolineava che ci fosse questa necessità veniva, nella migliore delle ipotesi, definito come autarchico. Vorrei invece dire che il Governo italiano è pronto a fare la sua parte; è assolutamente convinto di dover fare la sua parte e che anche in questo caso un piano di tale ambizione necessita di un quadro finanziario e politico che sia chiaro e coerente. Sul piano finanziario è anche in questo caso necessario comprendere come finanziare queste misure con strumenti che ancora una volta non dovranno limitarsi solo a una maggiore flessibilità sugli aiuti di Stato, mentre sul piano politico questa ambizione chiama in causa gli stessi tempi e i modi della nostra duplice transizione: quanto più questa si accelera con target spesso di difficile raggiungimento, in assenza della necessaria diversificazione delle forniture, tanto più si aumenta la nostra dipendenza verso fornitori che oggi detengono quasi un monopolio sulle risorse necessarie ad alimentare la nostra transizione.

Porre questi problemi, come stiamo cercando di fare in queste settimane su alcuni importanti dossier del green deal, non vuol dire certo rinunciare agli obiettivi della sostenibilità ambientale; vuol dire invece rendere quegli obiettivi compatibili con la sostenibilità economica e sociale, da un lato, e con la piena sovranità politica ed economica, dall'altro lato.

In questo contesto, la strategia commerciale dell'Unione europea deve tenere in debita considerazione anche concetti come nearshoring e friendshoring, vale a dire la rilocalizzazione di produzioni nei Paesi vicini o nei Paesi amici. È essenziale mantenere un approccio di ampio respiro e un pieno sostegno europeo che garantiscano parità di condizioni e pieno funzionamento del mercato unico. Questa priorità è ancor più valida anche alla luce del nuovo quadro temporaneo per gli aiuti di Stato, che non deve creare disparità e deve prevedere aiuti circoscritti e temporanei.

Anche il completamento dell'Unione del mercato dei capitali costituisce parte integrante della nostra risposta comune. Un mercato dei capitali europei integrato è fondamentale per facilitare gli investimenti privati e colmare le lacune di finanziamento della transizione verde e della transizione digitale. Le conclusioni dell'ultimo Consiglio europeo riconoscono, grazie anche all'impulso italiano, l'importanza della flessibilità sui fondi europei esistenti. È essenziale anche qui mantenere l'attenzione politica sull'attuazione concreta di queste priorità, a maggior ragione perché non c'è ancora consenso tra i ventisette Stati membri su una strategia a lungo termine di sostegno finanziario europeo alla competitività nella forma di un fondo per la sovranità europea volto a sostenere gli investimenti strategici, sostenuto fortemente anche dall'Italia.

La flessibilità necessaria sull'utilizzo dei fondi esistenti, PNRR compreso, si accompagna all'altro grande tema oggi sul tavolo, decisivo per l'Italia, che è la revisione del Patto di stabilità e crescita. C'è ancora del lavoro da fare per finalizzare la revisione, ma riteniamo fondamentale arrivare entro il 2023 a nuove regole per dotarsi di principi credibili, realistici e coerenti con la situazione post-COVID. Stabilità e crescita meritano finalmente un equilibrio effettivo. Abbiamo avuto un Patto di stabilità e crescita che negli anni passati era molto più attento al tema della stabilità; oggi abbiamo bisogno di attenzione al tema della crescita: questa deve essere la nostra priorità.

Le vecchie regole sarebbero oggi assolutamente irrealistiche e quelle nuove devono invece sostenere con efficacia i considerevoli investimenti pubblici necessari in questi anni in tutti i settori strategici, compresi l'ambiente, la difesa, la digitalizzazione. Il tempo dell'austerità è finito e il percorso di riequilibrio dei bilanci pubblici degli Stati maggiormente indebitati non dovrà sacrificare la dimensione dello sviluppo economico, non solo per evitare di colpire ulteriormente famiglie e imprese, ma perché la crescita economica stabile e duratura è anche l'unica vera garanzia di sostenibilità del debito pubblico.

Il Consiglio europeo affronterà nuovamente anche il tema della sicurezza energetica, con l'obiettivo principale di valutare 1'efficacia delle azioni intraprese finora e di verificare lo stato di preparazione in vista del prossimo inverno. L'Italia, fin dal principio, ha sostenuto l'importanza di una risposta a ventisette, con strumenti e obiettivi comuni tesi a rafforzare il sistema energetico nel suo complesso; la diversificazione delle fonti, in particolare del gas naturale; la lotta contro la speculazione e le disfunzioni del mercato del gas, volta a ripristinare un livello di prezzi ragionevoli per famiglie e aziende europee; la riduzione della domanda energetica; l'accelerazione dello sviluppo e della diffusione delle rinnovabili; il rapido riempimento degli impianti di stoccaggio.

La decisione dell'Unione europea, fortemente “lavorata” e perseguita dall'Italia, di fissare un tetto massimo al prezzo del gas ha interrotto i fenomeni speculativi ai quali avevamo assistito nei mesi scorsi, con un enorme beneficio per le famiglie e le imprese italiane ed europee.

È in gran parte un merito dell'Italia che, una volta tanto, è riuscita a lavorare insieme a 360 gradi. Ed io penso che su questo tutti quanti dobbiamo essere fieri di noi.

Nelle conclusioni del Consiglio europeo vi sarà, infine, un riferimento allo sforzo europeo per le popolazioni colpite in Turchia e Siria dal recente terremoto. L'Italia, come sapete, ha prontamente risposto con l'invio di squadre di soccorso della Protezione civile e dei Vigili del fuoco, di beni e di contributi finanziari. Ha partecipato, ieri, alla Conferenza dei donatori, in uno spirito di vicinanza e solidarietà, nei confronti sia del popolo turco che di quello siriano. Continueremo, anche qui, a fare il nostro lavoro.

In conclusione, colleghi, la voce dell'Italia è e sarà sempre più una voce forte in Europa. È questo il mandato che abbiamo ricevuto dai cittadini ed è questo il mandato che intendiamo portare avanti nei prossimi cinque anni. L'Italia vuole tornare a essere una nazione protagonista nel contesto europeo, anche per fare la sua parte nel rafforzare e migliorare la casa comune europea. Questo è quanto intendo rappresentare al Consiglio europeo, ovviamente col sostegno del Parlamento italiano e con il mandato che ci darete oggi.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 5 il deputato Trancassini ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 9 il deputato Fede ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 12 il deputato Maerna ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 18 il deputato Graziano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 19 il deputato Alfonso Colucci ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;

nella votazione n. 24 il deputato Marchetti ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 31 alla n. 33 il deputato Morrone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 33 il deputato Candiani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 34 il deputato Morrone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 35 e 59 la deputata Montaruli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 36 la deputata De Monte ha segnalato che non è riuscita ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 48 il deputato Giordano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 62 il deputato Penza ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 64 i deputati Grimaldi e Alfonso Colucci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 70 il deputato Marchetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 84 il deputato Carotenuto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 90 la deputata Vietri ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 93 il deputato Carrà ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 127 il deputato Rotondi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

nella votazione n. 128 il deputato Testa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale MOZ. 1-71 - SEC. U.N.F. - P. 1 269 170 99 86 170 0 61 Appr.
2 Nominale MOZ. 1-71 - SEC. U.N.F. - P. 2 272 228 44 115 167 61 61 Appr.
3 Nominale MOZ. 1-84 - P. 1 271 215 56 108 215 0 61 Appr.
4 Nominale MOZ. 1-84 - P. 2 271 215 56 108 49 166 61 Resp.
5 Nominale MOZ. 1-84 - P. 3 271 215 56 108 49 166 61 Resp.
6 Nominale MOZ. 1-84 - P. 4 273 208 65 105 40 168 61 Resp.
7 Nominale MOZ. 1-85 - P. 1 RIF. 273 271 2 136 270 1 61 Appr.
8 Nominale MOZ. 1-85 - P. 2 270 268 2 135 267 1 61 Appr.
9 Nominale MOZ. 1-85 - P. 3 270 266 4 134 100 166 61 Resp.
10 Nominale MOZ. 1-85 - P. 4 272 268 4 135 100 168 61 Resp.
11 Nominale MOZ. 1-89 274 270 4 136 101 169 61 Resp.
12 Nominale DDL 977 - EM. 1.4 273 256 17 129 100 156 60 Resp.
13 Nominale EM. 1.5 275 257 18 129 100 157 60 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale EM. 1.7 277 275 2 138 116 159 60 Resp.
15 Nominale ARTICOLO 1 275 216 59 109 215 1 60 Appr.
16 Nominale EM. 2.4 274 273 1 137 115 158 60 Resp.
17 Nominale EM. 2.15 280 278 2 140 116 162 60 Resp.
18 Nominale EM. 2.17 281 278 3 140 116 162 60 Resp.
19 Nominale EM. 2.24 276 238 38 120 78 160 61 Resp.
20 Nominale EM. 2.26 278 276 2 139 114 162 60 Resp.
21 Nominale EM. 2.29 279 276 3 139 115 161 60 Resp.
22 Nominale EM. 2.32 279 276 3 139 113 163 60 Resp.
23 Nominale EM. 2.34 277 274 3 138 112 162 60 Resp.
24 Nominale EM. 2.37 282 278 4 140 114 164 60 Resp.
25 Nominale EM. 2.41 282 279 3 140 115 164 60 Resp.
26 Nominale EM. 2.47 281 279 2 140 116 163 60 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale EM. 2.48 281 278 3 140 100 178 60 Resp.
28 Nominale EM. 2.49 276 275 1 138 116 159 60 Resp.
29 Nominale ARTICOLO 2 285 224 61 113 221 3 60 Appr.
30 Nominale EM. 3.3 278 275 3 138 113 162 60 Resp.
31 Nominale EM. 3.6 279 277 2 139 112 165 60 Resp.
32 Nominale EM. 3.13 285 283 2 142 116 167 60 Resp.
33 Nominale EM. 3.14 283 282 1 142 118 164 60 Resp.
34 Nominale EM. 3.17 282 279 3 140 113 166 60 Resp.
35 Nominale EM. 3.18 280 277 3 139 114 163 60 Resp.
36 Nominale EM. 3.19 283 267 16 134 101 166 60 Resp.
37 Nominale EM. 3.20 281 278 3 140 112 166 60 Resp.
38 Nominale EM. 3.21 278 275 3 138 109 166 61 Resp.
39 Nominale EM. 3.22 281 278 3 140 111 167 61 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale EM. 3.23 283 281 2 141 115 166 61 Resp.
41 Nominale EM. 3.24 282 279 3 140 113 166 61 Resp.
42 Nominale EM. 3.25 281 265 16 133 98 167 61 Resp.
43 Nominale EM. 3.26 276 274 2 138 112 162 61 Resp.
44 Nominale EM. 3.27 282 279 3 140 113 166 61 Resp.
45 Nominale EM. 3.30 278 275 3 138 110 165 61 Resp.
46 Nominale EM. 3.32 274 271 3 136 111 160 61 Resp.
47 Nominale EM. 3.33 276 273 3 137 110 163 61 Resp.
48 Nominale ARTICOLO 3 273 218 55 110 216 2 61 Appr.
49 Nominale EM. 4.3 277 275 2 138 112 163 61 Resp.
50 Nominale EM. 4.4 271 269 2 135 51 218 61 Resp.
51 Nominale EM. 4.5 270 268 2 135 105 163 61 Resp.
52 Nominale EM. 4.7 268 265 3 133 104 161 61 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale EM. 4.10 270 267 3 134 106 161 61 Resp.
54 Nominale EM. 4.13 272 270 2 136 107 163 61 Resp.
55 Nominale EM. 4.14 274 271 3 136 106 165 61 Resp.
56 Nominale EM. 4.18 271 270 1 136 109 161 61 Resp.
57 Nominale EM. 4.19 276 273 3 137 109 164 61 Resp.
58 Nominale EM. 4.22 274 271 3 136 107 164 61 Resp.
59 Nominale EM. 4.101 275 272 3 137 109 163 61 Resp.
60 Nominale EM. 4.25 276 272 4 137 95 177 61 Resp.
61 Nominale EM. 4.27 275 271 4 136 95 176 61 Resp.
62 Nominale EM. 4.29 267 264 3 133 104 160 61 Resp.
63 Nominale EM. 4.32 277 275 2 138 109 166 61 Resp.
64 Nominale EM. 4.33 271 268 3 135 107 161 61 Resp.
65 Nominale EM. 4.35 276 272 4 137 108 164 61 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale EM. 4.39 279 276 3 139 109 167 61 Resp.
67 Nominale EM. 4.42 275 272 3 137 108 164 61 Resp.
68 Nominale EM. 4.43 277 241 36 121 77 164 61 Resp.
69 Nominale EM. 4.44 273 269 4 135 108 161 61 Resp.
70 Nominale EM. 4.46 275 223 52 112 61 162 61 Resp.
71 Nominale EM. 4.52 276 237 39 119 74 163 61 Resp.
72 Nominale EM. 4.53 271 268 3 135 106 162 61 Resp.
73 Nominale EM. 4.54 277 274 3 138 110 164 61 Resp.
74 Nominale EM. 4.59 277 274 3 138 110 164 61 Resp.
75 Nominale EM. 4.64 276 272 4 137 110 162 61 Resp.
76 Nominale EM. 4.65 273 270 3 136 109 161 61 Resp.
77 Nominale EM. 4.68 276 259 17 130 99 160 61 Resp.
78 Nominale EM. 4.69 271 268 3 135 112 156 61 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nominale EM. 4.70 272 269 3 135 113 156 61 Resp.
80 Nominale EM. 4.71 271 269 2 135 114 155 61 Resp.
81 Nominale EM. 4.72 266 263 3 132 113 150 61 Resp.
82 Nominale ARTICOLO 4 269 211 58 106 173 38 61 Appr.
83 Nominale EM. 5.2 267 249 18 125 97 152 61 Resp.
84 Nominale EM. 5.10 261 257 4 129 108 149 61 Resp.
85 Nominale EM. 5.17 269 253 16 127 97 156 61 Resp.
86 Nominale EM. 5.18 273 258 15 130 101 157 61 Resp.
87 Nominale EM. 5.20 272 267 5 134 114 153 61 Resp.
88 Nominale EM. 5.23 272 269 3 135 115 154 61 Resp.
89 Nominale EM. 5.24 272 269 3 135 116 153 61 Resp.
90 Nominale EM. 5.26 271 269 2 135 115 154 61 Resp.
91 Nominale EM. 5.28 269 266 3 134 108 158 61 Resp.


INDICE ELENCO N. 8 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nominale ARTICOLO 5 273 217 56 109 181 36 61 Appr.
93 Nominale ARTICOLO 6 276 181 95 91 180 1 61 Appr.
94 Nominale ARTICOLO 7 271 213 58 107 211 2 61 Appr.
95 Nominale EM. 8.2 276 273 3 137 116 157 61 Resp.
96 Nominale EM. 8.5 271 268 3 135 112 156 61 Resp.
97 Nominale EM. 8.8 275 272 3 137 113 159 61 Resp.
98 Nominale EM. 8.9 271 268 3 135 110 158 61 Resp.
99 Nominale EM. 8.11 274 261 13 131 39 222 61 Resp.
100 Nominale ARTICOLO 8 275 214 61 108 175 39 61 Appr.
101 Nominale ARTICOLO 9 271 270 1 136 269 1 61 Appr.
102 Nominale ODG 9/977/3 245 241 4 121 101 140 59 Resp.
103 Nominale ODG 9/977/4 243 202 41 102 66 136 59 Resp.
104 Nominale ODG 9/977/5 248 245 3 123 103 142 59 Resp.


INDICE ELENCO N. 9 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 117)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nominale ODG 9/977/8 250 247 3 124 105 142 59 Resp.
106 Nominale ODG 9/977/9 247 243 4 122 102 141 59 Resp.
107 Nominale ODG 9/977/10 246 242 4 122 103 139 59 Resp.
108 Nominale ODG 9/977/11 245 242 3 122 104 138 59 Resp.
109 Nominale ODG 9/977/12 246 244 2 123 105 139 59 Resp.
110 Nominale ODG 9/977/13 248 244 4 123 103 141 59 Resp.
111 Nominale ODG 9/977/14 249 233 16 117 91 142 59 Resp.
112 Nominale ODG 9/977/16 248 231 17 116 89 142 59 Resp.
113 Nominale ODG 9/977/17 244 236 8 119 95 141 60 Resp.
114 Nominale ODG 9/977/18 249 245 4 123 101 144 60 Resp.
115 Nominale ODG 9/977/19 250 234 16 118 91 143 59 Resp.
116 Nominale ODG 9/977/20 251 186 65 94 39 147 59 Resp.
117 Nominale ODG 9/977/21 248 246 2 124 100 146 60 Resp.


INDICE ELENCO N. 10 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 118 AL N. 128)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
118 Nominale ODG 9/977/22 252 194 58 98 35 159 60 Resp.
119 Nominale ODG 9/977/23 248 191 57 96 45 146 60 Resp.
120 Nominale ODG 9/977/26 243 239 4 120 93 146 60 Resp.
121 Nominale ODG 9/977/27 242 239 3 120 92 147 60 Resp.
122 Nominale ODG 9/977/28 237 234 3 118 91 143 60 Resp.
123 Nominale ODG 9/977/29 243 240 3 121 93 147 60 Resp.
124 Nominale ODG 9/977/30 242 239 3 120 93 146 60 Resp.
125 Nominale ODG 9/977/31 239 236 3 119 91 145 60 Resp.
126 Nominale ODG 9/977/32 241 237 4 119 93 144 60 Resp.
127 Nominale ODG 9/977/34 240 186 54 94 30 156 60 Resp.
128 Nominale DDL 977 - VOTO FINALE 222 150 72 76 150 0 60 Appr.