XIX LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 77 di martedì 28 marzo 2023
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA
La seduta comincia alle 12.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
RICCARDO ZUCCONI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 67, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Svolgimento di interrogazioni.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.
(Iniziative a sostegno degli enti del Terzo settore, con particolare riferimento al rincaro dei costi dell'energia - n. 3-00005)
PRESIDENTE. La Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Appendino ed altri n. 3-00005 (Vedi l'allegato A).
MARIA TERESA BELLUCCI, Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole interrogante per aver posto attenzione alle misure di sostegno in favore degli enti del terzo settore.
Al riguardo, rappresento che l'articolo 8 del decreto-legge n. 144 del 2022, per sostenere economicamente gli enti del terzo settore, ha costituito due fondi. Il primo, istituito nello stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle finanze, con una dotazione di 120 milioni di euro per il 2022, è finalizzato al riconoscimento di un contributo straordinario in favore degli enti del terzo settore, delle organizzazioni di volontariato, delle associazioni di promozione sociale che erogano servizi sociosanitari e socioassistenziali svolti in regime di residenzialità o semi residenzialità per persone con disabilità. Il secondo, invece, istituito presso il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, con una dotazione di 50 milioni di euro per il 2022, prevede, per gli enti del terzo settore diversi rispetto a quelli sopra menzionati, il riconoscimento di un contributo straordinario, calcolato in proporzione all'incremento dei costi sostenuti per la componente energia e gas naturale nei primi 3 trimestri dell'anno 2022, rispetto all'analogo periodo dell'anno 2021.
Il nuovo Governo, tra i primi atti emanati, ha dato risposte concrete alle sofferenze economiche degli enti del terzo settore mediante l'emanazione del decreto-legge 18 novembre 2022, n. 176, il quale prevede, all'articolo 3, comma 12, lettere a) e b), un incremento sostanziale dei fondi sopra individuati di 50 milioni ciascuno; quindi, sia per il primo sia per il secondo fondo. Questo Governo, inoltre, con la legge di bilancio 2023 (articolo 1, comma 366, della legge n. 197 del 2022) ha previsto anche un incremento per il 2023 della dotazione del primo fondo, per un importo di 5 milioni.
Per l'attuazione delle disposizioni contenute nel decreto-legge n. 144 del 2022 è prevista l'adozione di un apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, che è stato già predisposto e sottoscritto in data 8 febbraio 2023.
Segnalo che, lo scorso 7 marzo, l'ufficio del bilancio e per il riscontro di regolarità amministrativo-contabile presso la Presidenza del Consiglio dei ministri ha vistato il DPCM relativo al riconoscimento di contributi in favore degli enti del terzo settore, in attuazione della misura prevista dall'articolo 8 del decreto-legge n. 144 del 2022. Il provvedimento, pertanto, è stato trasmesso alla Corte dei conti per il controllo preventivo di legittimità, propedeutico alla sua successiva pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Pertanto, a breve, il decreto esplicherà i suoi effetti.
Nelle more del perfezionamento del provvedimento, al fine di assicurare l'attuazione delle misure di competenza del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, con apposito decreto direttoriale n. 486 del 30 dicembre 2022 è stata impegnata la complessiva somma di 100 milioni di euro, coprendo l'intera capienza del fondo.
Si coglie l'occasione - grazie proprio all'interrogazione presentata - per rappresentare che, oltre alle menzionate misure di carattere economico, il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha dato impulso ad attività di promozione e di governo complessivo degli enti del terzo settore mediante una fitta calendarizzazione di incontri del Consiglio nazionale del terzo settore, unitamente all'insediamento di specifici tavoli di lavoro. Il primo, già costituitosi ed insediatosi in data 27 marzo 2023, ha per oggetto la materia della fiscalità inerente agli enti del terzo settore e viene svolto d'intesa con il Ministero dell'Economia e delle finanze. Il secondo, già approvato dal Consiglio nazionale del terzo settore, riguarda le tematiche della rendicontazione sociale e dei modelli di valutazione dell'impatto sociale, con l'obiettivo di accompagnare l'attuazione delle linee guida per la redazione del bilancio sociale. Nell'ambito del PNRR, inoltre, è stato promosso e calendarizzato un incontro interministeriale con il Ministero per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR volto al rafforzamento del ruolo degli enti del terzo settore nella realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Concludo, assicurando l'impegno del Governo nel mantenere alta l'attenzione sulle problematiche in oggetto, legate a un quadro più ampio che riguarda gli enti del terzo settore, mettendo in campo ogni utile strumento per evitare di pregiudicare servizi essenziali e lo svolgimento di attività la cui compromissione avrebbe una ricaduta sul complessivo tessuto socioeconomico della Nazione.
Inoltre, l'impegno del Governo è finalizzato a portare a compimento la riforma del Terzo settore, varata nel 2017, che da anni tarda a compiersi e che quindi lascia in grande instabilità e anche in ampi margini di incertezza proprio le centinaia di migliaia di organizzazioni e i milioni di volontari e operatori che lavorano costantemente all'interno degli enti del Terzo settore. Con l'impegno proprio di compiere questa riforma, ormai lontana dagli anni nel suo varo, il Governo vuole garantire stabilità e certezza a un mondo complesso e impegnato in prima linea nella promozione sociale e, in particolare, nella difesa dei più fragili. Nell'interesse più generale dello Stato, l'azione politica che questo Governo intende realizzare è una tutela sempre più efficace del settore, motore importante della nostra economia e fondamentale risposta ai bisogni reali dei cittadini, in quanto legato a finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale condivise.
PRESIDENTE. La deputata Appendino ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.
CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio la Vice Ministra, ma non posso sentirmi soddisfatta, per un semplice motivo, e la Vice Ministra lo sa, certamente: io, francamente, non ho capito, dalla risposta, quando e come i soggetti interessati potranno ricevere queste risorse, e so che lei, su questo punto, è sensibile almeno quanto me per il lavoro che svolge. L'inverno è passato, sono passati 5 mesi, quest'interrogazione è di settembre e ormai, per fortuna, siamo in primavera, ma queste realtà, ad oggi - per quello che ho potuto capire io, che mi sembra perfettamente coerente con quello che ha detto lei rispetto ai tempi burocratici -, non hanno ricevuto queste risorse. Il punto non è la singola realtà da cui sono partita, che è di Torino e che lavora e opera nel settore da 37 anni, ma – secondo me -, un altro, ossia che la situazione, in questi 5 mesi, si è aggravata. È vero che forse non dovremo accendere il riscaldamento in queste giornate e nei prossimi mesi, ma al caro bollette e al caro energia, che si sono già configurati, si è aggiunta l'inflazione e per queste realtà sta diventando impossibile rimanere aperte e sostenere le nostre fragilità.
Alla luce di quello che lei ha appena dichiarato, anche sul tema della riforma del Terzo settore, credo che non possiamo che essere d'accordo, ossia che stiamo facendo fronte a una situazione di povertà crescente. È di oggi, proprio di qualche ora fa, un dato estremamente preoccupante: Nomisma ci evidenzia che il 13 per cento delle famiglie, con il proprio reddito, non riesce a soddisfare i fabbisogni primari che riguardano cibo, bollette, mutuo e affitto; a queste famiglie si aggiunge un 43 per cento di altre che sono proprio al limite, il che significa che, se arriva loro una spesa imprevista, hanno bisogno di aiuto. E ciò ancor più perché questo Governo - e su questo punto non siamo assolutamente d'accordo - sta smantellando ogni forma di sussidio e di protezione sociale di questo Paese, trasformando il reddito cittadinanza nella Mia, riducendo la platea dei beneficiari, nonché la cifra, pari a 375 euro, mentre la situazione che dobbiamo fronteggiare è quella di un aumento delle fasce di povertà. Questo cosa significa? Queste persone a chi si rivolgeranno? Lo dico da ex sindaca - l'ho vissuto sul mio territorio -: nei momenti di difficoltà, chi finisce in fragilità e non ha una struttura dietro, si rivolge a queste realtà, che sono i nostri presidi, nelle periferie esistenziali, non solo fisiche. Allora, se voi smantellate gli strumenti, da una parte, e non mettete in protezione questi soggetti, che sono parte integrante del nostro sistema di welfare, come facciamo? Ormai, distinguere tra sanitario e sociale è molto complesso, distinguere - lo sa benissimo - tra competenze di un comune, di una regione o dello Stato è molto complicato ed è per questo che la sfida è collaborare e far sì che questi soggetti siano parte integrante del nostro sistema di welfare capillare nelle nostre realtà. Però, hanno bisogno di aiuto e non possono più aspettare altrimenti rischiano di chiudere; qualcuno - e lei lo sa benissimo - ha gettato la spugna, perché sono realtà che si basano molto spesso sul volontariato, sul tempo sottratto alle proprie famiglie, per cercare di dare una mano a chi non riesce ad attivarsi tramite gli strumenti più reali, concreti e istituzionali che esistono.
Concludo dicendo che mi auguro che queste risorse arrivino, ma l'emergenza non è finita - lei lo sa benissimo - e ci troverà a far fronte a due questioni.
La prima è l'aumento del numero delle persone richiedenti aiuto, persone che, spesso, purtroppo - lo ripeto - finiscono in povertà dall'oggi al domani e, quindi, non sono nemmeno abituate a gestire una situazione così complessa.
La seconda attiene a quelle realtà che fanno fatica a stare in piedi. Se lo Stato non interviene - in tutte le sue parti, dallo Stato centrale a quello territoriale - non riusciremo ad aiutare queste persone, che non solo vivranno situazioni psicologiche ed economiche francamente non dignitose, ma rischieranno di finire in povertà assoluta e, quindi, rappresenteranno anche un costo maggiore per lo Stato. È su questo che dobbiamo intervenire, in quella fascia di povertà grigia, ed è lì che servono realtà, come quella di cui oggi parliamo. Dunque – e concludo davvero, Presidente -, la prego, Vice Ministra: ponete attenzione su queste realtà - non apro il capitolo della Mia e del reddito di cittadinanza, non è l'oggetto di questa interrogazione -, non lasciatele sole. Convocatele, discutete con loro e costruite una rete capillare, in cui la co-progettazione sia il punto fondamentale, perché altrimenti lasceremo le persone ancora più sole di quanto oggi già siano.
PRESIDENTE. Prima di passare alla successiva interrogazione, saluto l'Istituto di Istruzione Superiore Statale Blaise Pascal, di Pomezia, in provincia di Roma. Grazie di essere qui. Segnalo all'Istituto che siamo in pochi perché questa mattinata è destinata esclusivamente alle interrogazioni (Applausi).
(Chiarimenti e iniziative, anche in sede europea, in ordine alla tutela del benessere degli animali durante il trasporto a fini commerciali – n. 3-00178)
PRESIDENTE. La Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Cherchi n. 3-00178 (Vedi l'allegato A).
MARIA TERESA BELLUCCI, Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Onorevole deputata, in merito all'interrogazione concernente il benessere degli animali vivi durante il trasporto, rilevo, in premessa, che la materia è di primaria competenza del Ministero della Salute, che segue l'elaborazione della normativa a livello europeo, dandone poi attuazione a livello nazionale, con disposizioni specifiche e relativi piani di controllo.
L'Italia è uno dei pochi Paesi europei ad aver vietato il trasporto di animali vivi sul territorio nazionale ed estero durante i periodi in cui si registrano alte temperature, oltre i 30 gradi. Infatti, il Ministero della Salute ha diramato da tempo una specifica nota, rinnovata negli anni, che prescrive una pianificazione corretta e adeguata per i lunghi viaggi, ponendo particolare attenzione all'idoneità degli animali al trasporto, alla densità, al rispetto delle soste e dei tempi di riposo, di abbeverata e alimentazione. I viaggi devono essere organizzati nelle ore più fresche della giornata, possibilmente in quelle notturne, tenendo in considerazione lo stato fisiologico degli animali e le temperature durante tutto il tragitto programmato. Peraltro, nel 2011, è stato stipulato un protocollo d'intesa tra il Ministero dell'Interno e il Ministero della Salute, ora in via di revisione, per garantire controlli efficienti ed efficaci sul benessere degli animali vivi durante il trasporto su strada. Tali controlli hanno rappresentato un valido deterrente per i trasportatori, essendo queste attività effettuate sulle più importanti direttrici stradali nazionali e, in particolare, sugli snodi strategici. Annualmente, le autorità territorialmente competenti forniscono al Ministero della Salute i dati sui controlli eseguiti e le eventuali irregolarità rilevate, compresi i controlli su strada effettuati dalla Polizia stradale, dagli uffici periferici del Ministero della Salute e dalle autorità veterinarie locali. Nel 2022, il predetto Dicastero ha disposto un'intensificazione dei controlli su strada e sulle strutture adibite alla macellazione durante il periodo pasquale, ove si riscontra una movimentazione cospicua di animali, prevalentemente agnelli, provenienti dall'estero.
Nello specifico, sono stati previsti controlli congiunti, in collaborazione con la Polizia stradale, anche su rotte eventualmente diverse da quelle tradizionali provenienti dall'Est Europa, ponendo particolare attenzione alla densità di carico, alla presenza di animali non idonei al trasporto (animali troppo giovani, femmine gravide), alla funzionalità e idoneità del sistema di abbeveraggio in relazione alle specie e all'età degli animali trasportati, al rispetto dei tempi di viaggio e sosta. Tali indicazioni sono state diramate anche quest'anno.
Inoltre, nel 2023 è stato istituito un apposito gruppo di lavoro con rappresentanti delle regioni, dei Ministeri, degli istituti zooprofilattici sperimentali e delle autorità veterinarie locali, con l'obiettivo di poter ridurre/annullare le eventuali carenze nei controlli ufficiali, uniformando le modalità operative a livello nazionale.
Anche il Ministero dell'Agricoltura pone particolare attenzione al benessere degli animali. L'attuale legislazione dell'UE in materia di benessere animale ha mostrato i suoi limiti e il documento portoghese citato dall'onorevole interrogante contiene importanti elementi e considerazioni che, dal punto di vista di questa amministrazione, non possono essere sottovalutati per i risvolti socioeconomici, produttivi e di tutela dei consumatori che evidenziano. Infatti, la dichiarazione congiunta proposta dal Portogallo è orientata a garantire un incremento del livello di protezione animale nell'Unione europea e una maggiore sostenibilità del comparto zootecnico.
In tale direzione l'informativa invita la Commissione a procedere alla revisione della normativa vigente per garantire un trasporto più rispettoso del benessere animale, sia nel mercato unico che nelle esportazioni verso i Paesi terzi, sollecitando un giusto equilibrio attraverso i seguenti punti: adeguare la normativa attuale alla luce delle ultime evidenze scientifiche sul trasporto degli animali; uniformare l'applicazione in tutto il territorio dell'Unione europea ed anche per i trasporti destinati ai Paesi terzi, tenendo comunque in considerazione le caratteristiche specifiche degli Stati membri; garantire norme proporzionate nel trasporto degli animali vivi considerato, generalmente, come spostamento verso la macellazione o l'introduzione in allevamento, ma comprendente anche altre attività fondamentali, quali la movimentazione verso i pascoli; incentivare il trasporto di carne e materiale germinale in alternativa agli animali vivi, purché lo Stato di spedizione e il trasportatore garantiscano la catena del freddo; utilizzare le nuove tecnologie (ad esempio, GPS e navigatore satellitare) per rendere più efficaci e aumentare i controlli ufficiali.
Da quanto detto emerge che le proposte portate dal Portogallo al Consiglio Agrifish del 30 gennaio ultimo scorso vanno esattamente nel senso chiesto dall'onorevole interrogante.
Alla luce delle predette considerazioni, l'Italia ha condiviso il citato documento portoghese in quanto finalizzato al miglioramento dell'attuale legislazione in materia di trasporto di animali vivi (peraltro anche per la sezione relativa alle navi stalla, pur non avendone l'obbligo). Assicuro che il Governo concorda sulla necessità di un aggiornamento della normativa sul trasporto di animali vivi e continuerà a seguire con attenzione la riforma auspicata, diretta a garantire pienamente il benessere degli animali.
PRESIDENTE. La deputata Cherchi ha facoltà di replicare.
SUSANNA CHERCHI (M5S). Grazie, Vice Ministra. Mi perdoni, ma ero sicura delle parole che lei mi avrebbe detto: anche se non sono Cassandra, quindi non prevedo il futuro, era una risposta che avrei dato anche io al posto suo, ed è talmente scontata che è disarmante.
Sarebbe stato bello se lei mi avesse stupito e mi avesse detto: “sì, è vero, purtroppo, c'è ancora il problema del trasporto di animali vivi in questo modo così barbaro, che non fa onore ad uno Stato occidentale, ricco di cultura come il nostro, che ha sensibilità verso i più deboli, ad uno Stato civile”.
Avrei voluto che lei mi avesse messo con le spalle al muro, dicendomi: “ha ragione, onorevole, le prometto che l'Italia si farà capofila nell'appoggiare questa revisione del regolamento europeo”, perché lei lo sa benissimo che la verità è un'altra, “sul trasporto degli animali vivi, affinché si arrivi, alla fine del 2023, all'abolizione di questa insostenibile e ormai anacronistica pratica”.
Avrebbe dato prova di un Governo forte, maturo, lungimirante; un Governo attento ai bisogni dei cittadini che chiedono da anni una maggiore sensibilità nei confronti degli animali. Invece, mi ha detto cose che ho anche scritto - e, ripeto, non sono Cassandra -, ma sono scontate. E avrei detto, lo ribadisco, le stesse cose.
Come ho sottolineato nell'interrogazione, sulle strade che collegano l'Italia ad altri Paesi europei viaggiano migliaia di animali che vengono trasportati su camion dentro e fuori il nostro Paese. Lei dice che sono tanto attenti: noi sappiamo benissimo che queste creature arrivano anche con le gambe spezzate, con il collo spezzato, per come sono messe. Spessissimo l'associazione Animal Equality, che ringrazio infinitamente in quest'Aula per le inchieste e le lotte che ha portato avanti in questi anni per tutelare i diritti di queste creature, ha documentato come, in realtà, tutte le discussioni e le decisioni intraprese durante questi incontri europei vengono quotidianamente disattese dalla realtà dei fatti. In realtà, degli animali non gliene frega niente a nessuno! La normativa in vigore, infatti, non prevede controlli sufficienti: è inutile girarci intorno, non ci sono controlli. Quindi, i trasportatori non si fanno problemi a violare le norme, già minime, a tutela degli animali.
A questo si collega la mancanza sistematica di Forze dell'ordine e di veterinari competenti per effettuare i controlli. Il trasporto di animali vivi è una delle pratiche più cattive e più crudeli dell'industria alimentare. È un'industria che, pur di raggiungere il maggior profitto possibile, sacrifica la salute di questi esseri viventi. Colgo l'occasione per ricordarle che in questo periodo gli agnellini - li ho visti, li ho visti! - sono costretti a viaggi estenuanti, stipati in camion non a norma. Una volta arrivati a destinazione, li prendono, li sgozzano, li mettono a testa in giù, gli legano le zampine per farli dissanguare piano piano. Urlano, piangono, soffrono, e poi il silenzio. È la tortura descritta benissimo da Jodie Foster nel film Il silenzio degli innocenti, quello succede. La verità non è quella di cui parla lei, è questa la realtà.
Ma quello che mi chiedo e chiedo soprattutto agli animalisti che siedono sugli scranni della maggioranza è come si può accettare tutto questo. Ma come fate a definirvi animalisti e accettare queste cose? Non lo so!
Il Governo attuale deve trarre profitto e non vuole scontentare le lobby. È il Governo che ha partorito anche quella legge che si nasconde dietro il bisogno di tutelare l'incolumità dei cittadini e che ha aperto, di fatto, le porte al Far West nostrano, per cui tutti i possessori di un'arma, pseudocacciatori - lo sa benissimo che succede questo - possono sparare sempre, comunque, dovunque, a tutte le ore del giorno e della notte, perché quello c'è scritto, in parchi protetti, perché quello c'è scritto, e in giardini pubblici, giardini privati, strade e quant'altro su una preda – la fauna selvatica: perché c'è forse in giro fauna selvatica? - per far finta di preservare l'incolumità dei cittadini.
Taglio, dicendo che, se non vogliamo che queste creature innocenti viaggino in questi camion orribili… non lo vogliamo fare per loro? Facciamolo per noi stessi, visto che non rispettare le normative in materia di trasporto di animali non comporta un pericolo soltanto per questi ultimi, ma rappresenta soprattutto una minaccia per la salute di tutti quei cittadini, compreso lei, Vice Ministro, che quella carne se la trovano sul piatto.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno. Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 12,30, è ripresa alle 15,04.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI
Preavviso di votazioni elettroniche.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo, pertanto, la seduta, che riprenderà alle ore 15,25.
La seduta, sospesa alle 15,05, è ripresa alle 15,25.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 69, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.
Modifica nella composizione dell'ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare.
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 28 marzo 2023, il deputato Paolo Barelli ha reso noto che l'assemblea del gruppo parlamentare Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE ha proceduto in pari data alla sua elezione a presidente del gruppo medesimo.
Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 2 marzo 2023, n. 16, recante disposizioni urgenti di protezione temporanea per le persone provenienti dall'Ucraina (A.C. 939-A).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 939-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 2 marzo 2023, n. 16, recante disposizioni urgenti di protezione temporanea per le persone provenienti dall'Ucraina.
Ricordo che nella seduta del 27 marzo si è conclusa la discussione generale e il relatore e la rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.
Colleghi, è necessario fare silenzio per poter proseguire i nostri lavori. Colleghi deputati, evitiamo cortesemente di obbligarmi a fare l'elenco delle persone che stanno parlando. Mi pare evidente che, in queste condizioni, non si possano proseguire i lavori dell'Aula. Quindi, se ognuno, anche facendo conto sul proprio senso di responsabilità, ci consentisse di lavorare, anche evitando di dare le spalle alla Presidenza, sarebbe cosa gradita.
(Esame dell'articolo unico - A.C. 939-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).
Avverto che, fuori della seduta, l'emendamento Auriemma 1.2 è stato ritirato dalla presentatrice.
La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
RICCARDO DE CORATO, Relatore. Grazie, Presidente, do lettura di alcune proposte di correzione di forma …
PRESIDENTE. Adesso deve dare il parere sugli emendamenti.
RICCARDO DE CORATO, Relatore. Va bene: invito al ritiro su tutti gli emendamenti, altrimenti parere contrario.
PRESIDENTE. Perfetto. Il Governo?
GIUSEPPINA CASTIELLO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.
Grazie, Presidente. Parere conforme al relatore.
PRESIDENTE. Il primo emendamento sarebbe l'1.2 Auriemma ma, come già segnalato, è stato ritirato. Quindi, passiamo alla votazione del successivo emendamento 1.5 Ascari, con parere contrario della Commissione e del Governo. Ha chiesto di parlare la deputata Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Io sono intervenuta più volte su quest'aspetto e non capisco perché ci sia parere contrario. Mi auguro veramente una maggiore riflessione alla luce, come è stato detto, dell'apertura del nuovo decreto Flussi e delle pratiche che devono ancora concludersi relativamente ai flussi precedenti e alle sanatorie del 2020 - per alcune, addirittura, è stato ricevuto adesso il primo appuntamento per l'effettuazione del fotosegnalamento in questura - e alla luce delle pratiche di protezione internazionale e della chiusura delle pratiche di protezione speciale. È fondamentale che ci sia il supporto, negli uffici delle questure, delle prefetture, del Ministero dell'Interno e della commissione territoriale per il riconoscimento dello status di rifugiato, di persone competenti, ormai formate, che danno un supporto fondamentale grazie alla loro professionalità, ed è necessario che questo contributo rimanga all'interno degli uffici immigrazione. Spero che ci sia un ripensamento alla luce dell'importanza del lavoro che svolgono (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 Ascari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.6 Merola, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione. Chiedo scusa, revochiamo la votazione.
Ha chiesto di parlare il deputato Merola. Ne ha facoltà.
VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarazione di voto. Siamo tutti d'accordo, mi sembra, in quest'Aula, ad assicurare un'accoglienza, com'è dovuta, alla popolazione ucraina e, più generale, pensiamo che l'accoglienza sia la cifra vera del nostro Paese. Tuttavia, qui parliamo di accoglienza e di integrazione. Come sapete, non basta avere la disponibilità di posti letto; come i comuni sanno bene, occorre anche avere disponibilità e risorse per i servizi.
In questo senso, il nostro emendamento chiedeva di prevedere un aumento di risorse del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo, altrimenti, ancora una volta, scaricheremo sui comuni l'accoglienza e non li metteremo nelle condizioni di riuscire davvero a esercitare il loro ruolo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Anche se stanno andando via, colgo l'occasione per salutare gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto professionale per i servizi sociosanitari Galvani-Iodi di Reggio Emilia, che assistono ai nostri lavori dalle tribune per una giornata di formazione (Applausi). Li ringraziamo per l'attenzione che ci dedicano.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.6 Merola, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
Passiamo all'emendamento 1.7 Auriemma. Ha chiesto di parlare la deputata Auriemma. Ne ha facoltà.
CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. Quest'emendamento vuole incrementare il Fondo per le politiche e i servizi dell'asilo, in modo particolare con riguardo a una fascia molto debole, ossia i minori stranieri non accompagnati da genitori. Abbiamo ritenuto opportuno aumentare le risorse proprio perché si tratta non solo di minori, ma di minori presenti sul territorio senza l'accompagnamento dei genitori. Quindi chiedo, gentilmente, di metterlo in votazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.7 Auriemma, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.8 Auriemma, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.9 Auriemma, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.10 Auriemma, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).
Passiamo all'emendamento 2.3 Ciani. Ha chiesto di parlare il deputato Ciani. Ne ha facoltà.
PAOLO CIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con quest'emendamento vorremmo provare a migliorare ulteriormente la vita delle persone a cui si rivolge questo provvedimento, quindi, i cittadini ucraini che hanno ottenuto la protezione presso il nostro Paese. Come prevediamo l'automatico rinnovo del permesso di soggiorno e, quindi, il fatto che non debbano recarsi personalmente presso le questure per rinnovare il loro permesso di soggiorno, allo stesso modo, con quest'emendamento chiederemo l'automatismo nel rinnovo della loro iscrizione presso le ASL e presso tutti gli uffici che si occupano di assistenza sanitaria, altrimenti, si dovrebbero recare personalmente a rinnovare i propri documenti ed è qualcosa che potremmo sinceramente risparmiargli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.3 Ciani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 Auriemma, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
Si è così concluso l'esame degli emendamenti.
Dovremmo passare agli ordini del giorno. Tuttavia, poiché taluni ordini del giorno sono stati presentati pochi minuti fa e il Governo e i deputati non ne hanno potuto prendere visione, anche perché è ancora in corso il vaglio di ammissibilità, sospendo la seduta che riprenderà alle ore 16,10.
La seduta, sospesa alle 15,40, è ripresa alle 16,10.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la Sottosegretaria Castiello. Ne ha facoltà.
GIUSEPPINA CASTIELLO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Solo per chiedere ancora 10 minuti di sospensione.
PRESIDENTE. Colleghi, un attimo di attenzione per favore. Dieci minuti?
GIUSEPPINA CASTIELLO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Dieci minuti bastano, grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Presidente, volevo sapere se la Presidenza ha già dato l'ammissibilità sugli ordini del giorno e se sono tutti ammissibili.
PRESIDENTE. Tutti ammissibili…
ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Tutti ammissibili? Siccome abbiamo sospeso dicendo che la Presidenza doveva visionare gli ordini del giorno, volevo sapere se erano stati esaminati e se era stata data l'ammissibilità su tutti.
PRESIDENTE. L'ammissibilità è stata data su tutti, collega Giachetti. Si sta lavorando sui pareri. Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 16,25.
La seduta, sospesa alle 16,11, è ripresa alle 16,25.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 939-A.
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
Per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Presidente, per un richiamo al Regolamento, in particolare per quanto riguarda le ammissibilità.
In questo caso, davvero non me ne vogliano i colleghi del MoVimento 5 Stelle, però la pregherei, Presidente, atteso che ho preso atto delle decisioni della Presidenza, di trasferire al Presidente della Camera l'esigenza, a mio avviso, che, nel momento in cui ci troviamo ad affrontare la riforma del Regolamento, per tutta una serie di ragioni, sia presa in considerazione anche la questione delle ammissibilità. Di volta in volta, infatti, si costituiscono non so se precedenti o, comunque sia, si allarga la maglia dell'ammissibilità e, attraverso una specie di cavallo di Troia, si considerano ammissibili ordini del giorno che, a mio avviso, sono palesemente inammissibili, perché non riguardano, se non speciosamente e in modo artefatto, il merito del provvedimento che abbiamo all'ordine del giorno.
Le leggo semplicemente, se lei mi ascolta, signor Presidente, uno qualunque di questi che sono in batteria e che a un certo punto afferma: “impegna il Governo a monitorare gli effetti applicativi delle disposizioni che, al fine di provvedere alle attività di assistenza e accoglienza delle persone in fuga dall'Ucraina” - e, quindi, si prende a pretesto il decreto che noi abbiamo all'ordine del giorno - “prevedono la variazione compensativa, in termini di competenza e di cassa, nello stato di previsione della spesa del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, per lo stanziamento dei programmi indicati in premessa, a tal fine adottando iniziative normative volte ad individuare risorse finanziarie pari a 20 milioni di euro per l'anno 2023 nell'ambito dell'articolo 1 (…) contenenti diverse disposizioni volte a riavviare l'attività della società Stretto di Messina Spa”. Ma che cosa c'entra un argomento del genere, signor Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe)? E questo lo ritroviamo in tutte le tabelle.
Paradossalmente, il fatto che la Presidenza dichiara ammissibili questi dispositivi porta l'Aula a pronunciarsi su questioni che non dovrebbero essere all'ordine del giorno, perché non c'entrano assolutamente nulla con il merito di questo decreto.
Ora io già so cosa mi risponderà e cosa le hanno detto gli uffici. Conosco già tutta la solfa. Visto che ormai sta prendendo forma ripetuta questo strumento, che, a mio avviso, non è perfettamente calzante con le regole di ammissibilità, la invito - e la prego - di porre il problema al Presidente della Camera affinché verifichi, con la Giunta per il Regolamento, se non stiamo esagerando (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).
PRESIDENTE. Deputato Giachetti, so a cosa fa riferimento, ma nel caso di specie l'ordine del giorno che lei ha citato è pertinente, perché a pagina 22 c'è una tabella e su questa tabella c'è una competenza del Ministero delle Infrastrutture con alcune poste, appunto, e l'ordine del giorno riguarda le coperture. Quindi, penso che l'espressione di ammissibilità da parte del Presidente Fontana sia stata corretta.
Si riprende la discussione.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 939-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
GIUSEPPINA CASTIELLO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sull'ordine del giorno n. 9/939-A/1 Ciani il parere è favorevole.
L'ordine del giorno n. 9/939-A/2 Zinzi è accolto come raccomandazione.
L'ordine del giorno n. 9/939-A/3 Quartapelle Procopio è accolto con le seguenti riformulazioni: premettere al primo impegno: “a valutare l'opportunità di (…)”; sostituire la parola: “rifugiato” con la parola: “protezione”; sostituire il secondo impegno con il seguente: “a sostenere i cittadini russi richiedenti protezione internazionale che arrivino o siano già in Italia e includerli nei programmi di accoglienza che sono previsti per gli altri rifugiati dalle normative in atto qualora ne sussistano i requisiti”.
Sull'ordine del giorno n. 9/939-A/4 Merola il parere è favorevole con riformulazione: al primo impegno sostituire le parole da: “a reperire” fino alla parola: “finanziamento”, con le parole: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di garantire il finanziamento”.
Sugli ordini del giorno n. 9/939-A/5 Pellegrini, n. 9/939-A/6 Baldino e n. 9/939-A/7 Iaria il parere è contrario.
L'ordine del giorno n. 9/939-A/8 Sergio Costa è accolto come raccomandazione.
Sugli ordini del giorno n. 9/939-A/9 Onori, n. 9/939-A/10 Alfonso Colucci, n. 9/939-A/11 Pavanelli, n. 9/939-A/12 Ilaria Fontana, n. 9/939-A/13 Cherchi, n. 9/939-A/14 Caso, n. 9/939-A/15 Amato, n. 9/939-A/16 Caramiello, n. 9/939-A/17 Aiello, n. 9/939-A/18 Carmina e n. 9/939-A/19 Zaratti il parere è contrario.
PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/939-A/1 Ciani il parere è favorevole.
L'ordine del giorno n. 9/939-A/2 Zinzi è accolto come raccomandazione. Va bene? Sì. Sull'ordine del giorno n. 9/939-A/3 Quartapelle Procopio c'è una riformulazione da parte del Governo. Ha chiesto di parlare la deputata Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD-IDP). Presidente, non accetto la riformulazione per una ragione molto semplice. Ci sono centinaia di migliaia di cittadini russi che si stanno opponendo al regime di Putin, alcuni dicendo di “no” alla leva militare e altri rischiando in prima persona, e penso che il Governo italiano debba quantomeno iniziare a impegnarsi a riconoscerne lo status di rifugiati.
Il fatto che il Governo chieda di cancellare la parola “rifugiato” da quest'ordine del giorno, mettendo semplicemente un vago riferimento a una protezione, vuol dire che il Governo non ha capito e non ha intenzione di sostenere chi, a rischio della propria vita, si oppone al regime di Putin. Abbiamo visto in tanti Paesi come la situazione dei dissidenti russi richieda un'attenzione specifica. Quindi, non basta un semplice riferimento alla protezione.
Chiedo al Governo eventualmente di accantonarlo e di ripensarci. Si tratta di un ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Il Governo ha ascoltato e non mi pare abbia avuto ripensamenti.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/939-A/3 Quartapelle Procopio, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).
Sull'ordine del giorno n. 9/939-A/4 Merola c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Merola. Ne ha facoltà.
VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Torno sull'argomento sottolineando che quest'ordine del giorno, suggerito dall'ANCI, quindi da tutti i comuni italiani di ogni colore, interviene per ribadire che siamo una Repubblica, cioè un insieme di istituzioni che non comprendono solo lo Stato. Soprattutto quando parliamo di accoglienza e di integrazione dovremmo tener presente che sono i comuni a doversi far carico dei servizi e di tutte le necessità dell'accoglienza e dell'integrazione. Quindi, non posso essere d'accordo con la riformulazione proposta, perché rende vago un impegno che già oggi è molto necessario. Quindi, ne chiedo la votazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/939-A/4 Merola, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/939-A/5 Pellegrini con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare il deputato Pellegrini. Ne ha facoltà.
MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. Come è noto, la legge 27 gennaio 2023, n. 8, ha autorizzato la cessione di mezzi, di materiali ed equipaggiamenti all'Ucraina fino al 31 dicembre 2023 e, con il successivo decreto interministeriale del 31 gennaio 2023, è stato disposto l'invio di altri mezzi di arma, e mi riferisco in particolare al sistema missilistico delle batterie SAMP/T, che hanno un costo notevolissimo, che arriva a 700 milioni di euro.
In seguito a questa decisione è stato necessario addestrare le truppe ucraine all'utilizzo di questi mezzi e questo addestramento sta avvenendo in Italia. Tale circostanza delinea, in tutta evidenza, un coinvolgimento sempre più grande del nostro Paese nel conflitto in corso, che potrebbe accrescere i rischi di una ulteriore e gravissima escalation militare, la quale ostacolerebbe, di fatto, ogni tentativo diplomatico.
Noi riteniamo che perseverare in questo comportamento sia assolutamente deleterio; come dicevo in precedenza, allontana ogni ipotesi di un cessate il fuoco immediato e ogni ipotesi di un percorso negoziale, prima, e di pace, dopo.
Invece, a nostro giudizio, noi dobbiamo continuare ad assicurare pieno sostegno e solidarietà al popolo ucraino e alle sue istituzioni, intensificando ogni tipo di aiuto dal punto di vista umanitario e anche finanziario, facendo sì che siano ulteriormente accresciute le ipotesi di aiuto alle popolazioni in fuga, con particolare riferimento ai minori.
Con quest'ordine del giorno, vogliamo impegnare il Governo a interrompere immediatamente la fornitura di materiali di armamento alle autorità ucraine (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) - lo ripeto, immediatamente - e assicurare, come dicevo in precedenza, pieno sostegno e solidarietà al popolo ucraino, intensificando tutte le azioni, che fin qui sono state poste in campo, di assistenza umanitaria e accoglienza dei profughi. Questa è l'urgenza di questo momento.
Ma non solo: vogliamo impegnare il Governo a promuovere tutte le iniziative di pace di cui il nostro Paese si può fare interprete - e, sperabilmente, diventarne leader, sia in Europa sia in ambito NATO -, iniziative che auspicabilmente porteranno, nel più breve tempo possibile, alla fine di questa carneficina che sta avvenendo a pochi chilometri da noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Le chiedo scusa, deputato Pellegrini: conferma la richiesta di votazione per parti separate?
MARCO PELLEGRINI (M5S). Sì.
PRESIDENTE. Sta bene. Allora, è stato chiesto di votare l'ordine del giorno n. 9/939-A/5 Pellegrini per parti separate, nel senso di votare: dapprima, la premessa e il 1° capoverso del dispositivo; successivamente, i capoversi nn. 2 e 3 del dispositivo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/939-A/5 Pellegrini, limitatamente alla premessa e al 1° capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/939-A/5 Pellegrini, limitatamente ai capoversi 2° e 3° del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/939-A/6 Baldino, con il parere contrario del Governo. Lo votiamo? Sta bene. Lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/939-A/6 Baldino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/939-A/7 Iaria, con il parere contrario del Governo. Lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/939-A/7 Iaria, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).
Sull'ordine del giorno n. 9/939-A/8 Sergio Costa c'è un accoglimento con la formula della raccomandazione. Viene accolta? Prego. Prendo atto che il deputato Carotenuto chiede di sottoscrivere l'ordine del giorno.
Ma la raccomandazione viene accolta? Accolta. Prendo atto che lo sottoscrive anche l'onorevole Zaratti.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/939-A/9 Onori, su cui c'è il parere contrario del Governo. Lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/939-A/9 Onori, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/939-A/10 Alfonso Colucci, su cui il parere del Governo è contrario. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Torto. Ne ha facoltà.
DANIELA TORTO (M5S). Con quest'ordine del giorno noi chiedevamo semplicemente una cosa, perché all'articolo 5, comma 2, si parla di coperture per questo provvedimento ed è prevista una copertura di quasi 300 milioni. Per sovvenire a questo, si rimanda a una riduzione di spese, nell'allegato 1, al comma 3, in cui si prevede che, con un decreto del Ministro dell'Economia e delle finanze, Giorgetti, ci siano disposizioni di variazioni finanziarie che vanno a pesare su Missioni e Programmi di diversi Ministeri. Quindi si dice, fondamentalmente, che per coprire questo provvedimento andremo a ridurre le risorse a disposizione delle nostre prefetture, delle nostre strutture centrali e, quindi, anche dei presidi di sicurezza dei nostri territori, cosa che non è giusta, secondo noi, ma credo anche per l'intero Paese e per i cittadini che si sentono tutelati dal lavoro dei prefetti dei nostri territori.
Noi chiedevamo di impegnare il Governo a monitorare queste spese e, soprattutto, anche a coinvolgere le Commissioni competenti nel momento in cui queste risorse verranno ridistribuite, per farlo nella maniera più opportuna. Ci dispiace che, ancora una volta, questo Governo volta la faccia dall'altra parte rispetto alle esigenze dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/939-A/10 Alfonso Colucci, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/939-A/11 Pavanelli, con il parere contrario del Governo. Nessuno chiedendo di parlare, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/939-A/11 Pavanelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/939-A/12 Ilaria Fontana, con il parere contrario del Governo. Lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/939-A/12 Ilaria Fontana, con il parere contrario del Governo…
Revoco l'indizione della votazione perché aveva chiesto la parola il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI (AVS). Mi scuso per il ritardo. Volevo domandare se gli ordini del giorno vengono approvati o respinti in base al nome di chi li presenta o se, invece, è il contenuto che determina il parere. Infatti, l'ordine del giorno n. 9/939-A/2 a firma Zinzi e l'ordine del giorno n. 9/939-A/12 a firma Ilaria Fontana nel dispositivo dicono la stessa cosa (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Dicono esattamente che bisogna valutare l'opportunità di tenere conto, nell'ambito degli schemi di decreto con cui potranno essere disposte le variazioni compensative, delle esigenze del Paese di rispettare i programmi in essere per la diversificazione delle fonti energetiche e le agevolazioni già approvate per il rilancio delle energie rinnovabili, al fine di garantire la risposta dell'Italia alla crisi energetica; questo è l'ordine del giorno Zinzi.
L'ordine del giorno Ilaria Fontana: “A monitorare gli effetti applicativi delle disposizioni (…) nello stato di previsione della spesa del Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica”. Ora, francamente, le due cose hanno un contenuto identico, ma non si spiega perché l'ordine del giorno Zinzi sia accolto come raccomandazione, mentre invece su questo ci sia un parere negativo. Mi stupivo della cosa e mi piacerebbe avere una risposta (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Deputato Zaratti, intanto non le sfuggirà che gli ordini del giorno possono avere impegni simili, ma non identici. Le premesse sono, invece, dissimili. E, comunque, c'è il Governo, qui, presente, che, se ritiene, potrà intervenire al riguardo.
Passiamo, dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/939-A/12 Ilaria Fontana, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/939-A/13 Cherchi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione… La votazione è revocata.
Ha chiesto di parlare la deputata Cherchi. Vi chiedo, magari, di prenotarvi con anticipo, tanto già sapete quando è il turno del vostro ordine del giorno. Prego, a lei la parola.
SUSANNA CHERCHI (M5S). Grazie, Presidente. Ovviamente, l'assistenza e l'accoglienza dei rifugiati ucraini è una necessità. È, quindi, ovvio reperire le risorse per rispondere a questa necessità. Però i soldi da dove li prendiamo? Dagli extraprofitti? No! Dai tributi da parte delle società sportive? No! Li prendiamo soltanto ed esclusivamente dalla scuola. Infatti, per far fronte a questi oneri previsti dal provvedimento, si è deciso di ridurre, addirittura, di 15 milioni gli stanziamenti finalizzati al trattamento di alcune politiche pubbliche concernenti l'istruzione scolastica. In particolare, la prima riduzione di spesa è di 1 milione e mezzo. La scuola non è un bancomat, ma è un pilastro fondamentale per la crescita di un Paese ed è per questo motivo che chiediamo al Governo di riconsiderare il parere e di individuare altre risorse al di fuori della scuola (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/939-A/13 Cherchi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/939-A/14 Caso, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/939-A/15 Amato. Ha chiesto di parlare il deputato Amato. Ne ha facoltà.
GAETANO AMATO (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, è cosa buona e giusta accogliere i profughi. È cosa buona e giusta accogliere i profughi di qualsiasi parte del mondo, così come, tanti anni fa, hanno accolto i nostri profughi. È meno cosa buona e giusta tagliare la cultura. Come diceva l'onorevole Tremonti quando era Ministro, con la cultura non si mangia. Non si mangia nemmeno con le armi. Perché con le armi si creano altri profughi, che dovremo accogliere. Gli ordini del giorno, lo sapete, non servono a granché. Si impegna il Governo, ma non sono vincolanti. Chiedo a quest'Aula di dare un indirizzo al Governo e far capire che, forse, sarebbe il caso di fermarci con le armi. Cito una frase non mia, purtroppo: “La vita è pace. Coltivala”, Madre Teresa di Calcutta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/939-A/15 Amato, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/939-A/16 Caramiello, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/939-A/17 Aiello, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/939-A/18 Carmina, su cui c'è un parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare la deputata Carmina. Ne ha facoltà.
IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. Francamente, mi stupisce che il Governo abbia dato un parere negativo su un ordine del giorno, perché chiede semplicemente di monitorare le variazioni compensative che si possano effettuare nel caso in cui non siano necessarie tutte quelle somme a copertura dell'esigenza di protezione temporanea dei rifugiati provenienti dall'Ucraina.
Mi piace ricordare che la protezione temporanea, che è misura di carattere eccezionale, riguarda il soggiorno, l'accesso al mercato del lavoro, gli alloggi, l'assistenza medica, l'accesso all'istruzione per i minori. Per fare ciò, tagliamo molte spese essenziali, come la salute, l'istruzione, la cultura, l'innovazione. E tutto questo, perché c'è una guerra che sta proseguendo, forse, in modo inappropriato e che non sappiamo a cosa ci condurrà.
Tante volte, quando ero sindaco, sentivo ripetere lo slogan “prima gli italiani”. Ebbene, vi posso dire che tanti cittadini italiani non hanno diritti, non hanno queste stesse protezioni. Penso sia il caso di monitorare almeno che, se questi soldi non vengono immediatamente e tempestivamente spesi per esigenze di protezione temporanea, possano tempestivamente essere rimessi a disposizione del popolo italiano, secondo la procedura prevista in quest'articolo, quindi, con decreto del MEF, su proposta dei Ministri competenti, e, soprattutto, con i pareri delle Commissioni competenti per materia e di carattere finanziario, cioè la Commissione bilancio. Penso, infine, che sarebbe il caso che il Governo rivedesse questo suo parere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Il Governo è presente e non cambia il proprio parere.
Passiamo, quindi, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/939-A/18 Carmina, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/939-A/19 Zaratti. Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Fatecelo dire, non senza qualche imbarazzo evidente. Siamo preoccupati. Siamo preoccupati per un dibattito intriso di bellicismo. Siamo preoccupati, perché anche, in quest'Aula, appare del tutto normale che, in un anno, si sia passati a discutere di giubbotti anti-proiettili, di munizioni, di armi difensive. Eppure, sapete bene che le armi son sempre armi. Ormai è normale parlare di missili, di carri armati.
Addirittura, nella scorsa settimana, il Vice Ministro di una grande potenza di questa Europa, anche se non più dell'Unione europea, ha sdoganato l'idea di poter inviare in quel conflitto munizioni addirittura con uranio impoverito, dimostrando - fatemelo dire - che a molti attori non interessi davvero cosa ne sarà anche della popolazione ucraina. Allora, da figlio di un'Europa che si è sempre ritenuta attrice di pace e fondata per la pace, fatemi dire che sono davvero preoccupato - così come la collega Ghirra e come i nostri colleghi di Alleanza Verdi e Sinistra, che hanno depositato un'interrogazione proprio per sapere cosa succede, per esempio, a pochi chilometri da qui, se sia vero che ci siano decine di militari ucraini che si stanno addestrando proprio a Santa Barbara, nel comune pontino di Sabaudia - perché ormai sembra normale, a un anno di distanza, che nessuno parli di processi negoziali, come proviamo a fare in questo documento. Non si intravedono di fatto né condizioni concrete, né alternative messe in campo da questo Governo, così come dall'Europa stessa. La parola “pace”, escluso l'impegno di Papa Francesco e delle organizzazioni non governative, è drammaticamente scomparsa dal dibattito pubblico prevalente nelle istituzioni europee.
È per noi urgente mettere in campo un'altra escalation, un'escalation diplomatica che provi in tutti i modi a mettere al centro, in tempi brevi, il tema del cessate il fuoco e costruisca un solido processo di pace che determini, non solo la fine del conflitto, ma anche una prospettiva di sicurezza nell'area vasta dell'Europa dell'Est.
Per questo, chiediamo a questo Governo l'impegno, nell'ambito delle iniziative volte a individuare una soluzione definitiva ai problemi posti alla base di questo provvedimento in esame, di avviare una forte iniziativa diplomatica per la richiesta di un cessate il fuoco e per l'avvio di un processo duraturo di pace in un contesto multilaterale. Per questo, continuiamo a sostenere l'impegno europeo volto a garantire supporto e aiuto umanitario alle popolazioni colpite dai conflitti armati, a sospendere appunto la fornitura nazionale di equipaggiamenti militari pesanti e porre al Consiglio europeo la necessità di interrompere anche il ricorso all'European Peace Facility. Per questo, chiediamo di rafforzare lo sforzo di definire canali sicuri e legali per la migrazione, soprattutto per i richiedenti asilo, i rifugiati, le donne e i minori. Per questo continuiamo a chiedere e a sostenere le iniziative della Corte penale internazionale. Per questo siamo qui a chiedervi, dopo un anno dall'inizio di questo dibattito, se oggi la pace sia più lontana o no di ieri (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Il gruppo del Partito Democratico ha chiesto la votazione per parti separate dell'ordine del giorno n. 9/939-A/19 Zaratti, nel senso di votare: dapprima, le premesse e gli impegni, ad eccezione del 3°; e, quindi, di votare il 3° impegno.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/939-A/19 Zaratti, limitatamente alle premesse e ai capoversi 1°, 2°, 4° e 5° del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/939-A/19 Zaratti, limitatamente al 3° capoverso del dispositivo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 939-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Ha chiesto di parlare, per dichiarazione di voto, il deputato Alessandro Colucci. Ne ha facoltà. Colleghi, lasciamo parlare il deputato Colucci. Prego.
ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. La posizione di Noi Moderati sul conflitto in Ucraina è sempre stata netta e chiara, ovvero il massimo sostegno al Governo e all'Ucraina. Però, Presidente, aspetto perché credo sia meglio.
PRESIDENTE. Sì, aspettiamo qualche secondo. Nel frattempo comunque continuiamo a raccomandare ai colleghi deputati, ancorché in deflusso dall'Aula, di fare silenzio per consentire all'Aula stessa di proseguire il proprio lavoro. Mi pare che ora ci siano le condizioni per proseguire, comunque avrà il mio supporto. Prego.
ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie Presidente. La posizione di Noi Moderati sul conflitto in Ucraina è sempre stata netta e chiara, ovvero il massimo sostegno al Governo e all'Ucraina. Abbiamo sostenuto - e sosteniamo - il Governo, convinti del ruolo che il nostro Paese può svolgere nello scacchiere internazionale, un ruolo di primo piano con lo storico posizionamento euroatlantista, certi che in questo modo l'Italia sia più forte e possa rendere più forte l'Unione europea.
È certo che l'obiettivo che noi vogliamo venga perseguito è quello della pace. Per questo non si può restare inermi di fronte a persone costrette ad abbandonare le proprie case, ad anziani che, con gli occhi pieni di angoscia, lasciano quello che hanno costruito con i sacrifici di una vita e a bambini con gli sguardi smarriti. Ma credo che in quest'Aula tutti noi dobbiamo ricordarci le immagini terribili, alle quali rischiamo di abituarci, dopo un anno di conflitto, che arrivano da un Paese che oggi è nel cuore dell'Europa, a pochi chilometri di distanza dai confini dell'Italia.
Allora, dobbiamo lavorare per un cessate il fuoco nel senso letterale e definitivo e dobbiamo lavorare all'obiettivo della pace per la popolazione ucraina e per l'Ucraina.
I danni che ci sono oggi in quel Paese sono enormi e ancora non sono stati quantificati e rimarremo impressionati quando questo accadrà. Ma la pace è necessaria anche per il nostro Paese. Se ricordiamo tutti con attenzione, i problemi più gravi che abbiamo registrato in Italia coincidono con l'inizio del conflitto in Ucraina: il costo dell'energia, il caro energia, l'aumento delle bollette per le imprese e per le famiglie italiane, così come l'aumento del costo delle materie prime. Certo, lo scenario oggi non è confortante - basti pensare alle più recenti dichiarazioni che sono vere e proprie minacce all'uso di armi nucleari - ma la strada non può che essere la pacificazione. In modo complementare, bisogna garantire gli aiuti alla popolazione ucraina.
Il decreto che oggi è all'attenzione dell'Aula va esattamente in questa direzione: prevede la proroga al 31 dicembre dello stato di emergenza, al fine di assicurare alle popolazioni ucraine un'accoglienza temporanea e, affianco all'accoglienza temporanea, è importante rafforzare i servizi sociali per i comuni che ospitano i beneficiari di protezione temporanea e anche garantire l'assistenza sanitaria necessaria per queste persone.
Allora, Presidente, il provvedimento all'attenzione dell'Aula è la naturale prosecuzione di tutte le misure adottate per andare incontro alle esigenze del popolo ucraino, che non ha scelto di lasciare la propria terra e, nel momento in cui è costretto a partire, è ben consapevole e crede nella temporaneità della permanenza in Paesi stranieri, anzi questo è proprio lo spirito che anima le popolazioni che vengono, ad esempio, in Italia, con la certezza di voler tornare nel Paese che amano, ma che, per necessità, a causa della guerra, sono costrette ad abbandonare.
Allora questo provvedimento, questo decreto è un vero e proprio atto di civiltà, è una risposta forte e chiara, che si aggiunge ad altre, da parte dell'Italia, rispetto alla barbarie commessa di chi ha deciso di invadere un Paese sovrano, di seminare morte e distruzione e di creare quel disastro, che a tutti i nostri occhi è molto chiaro, delle distruzioni delle città; tutto questo definendolo un atto dovuto, che è la cosa più aberrante e che non avremmo mai pensato potesse accadere nella nostra Europa.
Allora, per queste ragioni, Presidente, il gruppo Noi Moderati oggi vota convintamente a favore del decreto, e su questo tema Noi Moderati sarà sempre a fianco del Governo, a sostegno del nostro Paese, perché l'Italia possa essere protagonista; ma protagonista di una pace che speriamo arrivi presto grazie anche al nostro lavoro e al contributo del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Siamo davvero molto preoccupati di quello che accade. Ovviamente, voteremo a favore di questo decreto-legge, perché come si fa, come sarebbe possibile non votare a favore di un decreto che mette a disposizione le risorse per i rifugiati, per coloro che scappano dalla guerra, per coloro che soffrono. Saremo certamente d'accordo, anche se qualche dubbio lo abbiamo rispetto a dove vengono trovate le risorse. I soldi per finanziare queste spese sono stati sottratti alla spesa sociale, all'ambiente; abbiamo cercato di evidenziarlo con il nostro ordine del giorno. Credo che sia una scelta sbagliata. Questo Paese ha bisogno di sostenere ancora di più la spesa sociale, questo Paese ha necessità di sostenere ancora di più le scelte legate alla transizione ecologica. Forse sarebbe stato preferibile trovare queste risorse eliminando qualche cifra alle spese militari, che sono così importanti. Forse sarebbe stato possibile reperire il giusto finanziamento, le risorse necessarie per i rifugiati dagli extraprofitti sull'energia. ENI ha guadagnato più di 10 miliardi, lo scorso anno, senza che questo Governo abbia avuto il coraggio di far recuperare questi soldi, questi denari, che sono degli italiani, alle casse pubbliche. Forse in tale ambito si potevano prendere le risorse necessarie per sostenere quanto serve per i rifugiati dell'Ucraina, per quelle donne, per quei bambini, in gran parte donne e bambini, ma anche uomini che sono fuggiti dalla guerra, che scappano dalle torture, dai bombardamenti.
Noi siamo preoccupati non soltanto, ovviamente, per l'Ucraina, perché riteniamo che il nostro Paese abbia il dovere morale, prima di tutto, di mettere in campo programmi di protezione per i rifugiati, da tutte le guerre, non soltanto dalla guerra dell'Ucraina, ma anche per coloro che scappano dai conflitti del Centrafrica, che scappano dalla fame, dalle catastrofi climatiche. Abbiamo il dovere di accoglierli e non di farli morire in mezzo al Mediterraneo.
Abbiamo cercato, in Commissione, di emendare questo provvedimento, per cercare di migliorare le scelte sbagliate e illogiche del Governo, da quando si è insediato, in termini di accoglienza e di solidarietà. Non siamo riusciti, ma continueremo con questo nostro impegno, perché pensiamo che sia dovere morale, che sia dovere etico, prima che politico, sostenere tutti coloro che scappano dai conflitti, dalle guerre, dai bombardamenti, dalla fame, dalle alluvioni. Intanto, abbiamo una guerra drammatica alle porte del nostro Paese, ai confini dell'Europa. Ma, dopo un anno dall'inizio della guerra, ci preoccupa non poco l'assenza di qualunque percorso negoziale, non si vede alcuna condizione concreta e realistica in cui tale negoziato possa avere luogo. La parola pace è scomparsa dal dibattito pubblico, non se ne parla più, non sono più previste, in alcun modo, iniziative per mettere fine a un conflitto così drammatico e così terribile, non soltanto dal punto di vista politico e della geopolitica, ma dal punto di vista delle persone che soffrono quel conflitto.
Noi, Presidente, signori colleghi e colleghe, abbiamo finanziato, e continuiamo a finanziare, militarmente l'Ucraina. Qualche giorno fa, la Presidente Meloni si è indignata, perché ha detto: ma non è vero che i soldi che servono a finanziare le armi in Ucraina saranno coperti dall'aumento delle tasse. Credo che la Presidente dica il vero, non penso che dica una bugia, però ci dovrebbe spiegare intanto questo miliardo di euro da dove viene, perché da qualche parte questi soldi vengono pescati; questi soldi che servono a finanziare armi molto sofisticate, lo diceva il collega Grimaldi, poc'anzi. Non sono soltanto armi di difesa, per quanto le armi possano essere di difesa, ma sistemi d'arma molto sofisticati, che al nostro Paese sono costati più di un miliardo di euro, nell'anno passato. Questi soldi, Presidente Meloni, da dove arrivano? Questi soldi dove li prendete? Questi soldi non sarebbe stato più efficace, più giusto, più utile, spenderli per i rifugiati dell'Ucraina? Quello sì, costruire qualche ospedale da campo, fornire di energia tutte quelle persone che nei quartieri di Kiev e delle altre città non hanno più il riscaldamento, non hanno più luce. Questi soldi non sarebbe stato più utile investirli e utilizzarli in questo modo, piuttosto che incrementare ancora di più quella spirale di violenza che porta all'uso delle armi?
Siamo preoccupati di questa escalation militare. Presidente, care colleghe e colleghi, siamo preoccupati perché, qualche giorno fa, il Ministro Crosetto ci ha detto che non ci dobbiamo preoccupare soltanto della difesa aerospaziale, ma addirittura di quella sottomarina, e quindi intendeva aumentare ancora di più gli investimenti per le armi del nostro Paese. Ma come si può essere talmente ciechi? Come si può essere così offuscati, da non vedere che il ricorso alle armi non serve a nulla?
Quello che chiediamo noi è che ci sia immediatamente un cessate il fuoco che ci permetta di prestare assistenza alle persone, che permetta al nostro Paese di continuare quell'opera giusta di solidarietà e di accoglienza che è stata rivolta ai profughi ucraini. Qui voglio ricordare che all'inizio di questo conflitto le associazioni dei cittadini e delle cittadine, i volontari si sono alzati tutti in piedi e hanno dato accoglienza nelle proprie case ai profughi, le stesse persone che sono partite con automobili private, con furgoni, per cercare di portare soccorso a quelle persone così sofferenti. A questo mondo noi ci vogliamo rivolgere, per dire che deve essere il segnale su come il nostro Paese si deve comportare in occasione di queste guerre. Chiediamo un cessate il fuoco, chiediamo che immediatamente cessino i combattimenti e che si aprano dei negoziati. Ricordo la nostra Costituzione, ovviamente, che rinnega la guerra come strumento per la soluzione dei conflitti internazionali. Noi crediamo nel dialogo, nel confronto. Dobbiamo spezzare questa spirale di violenza, dobbiamo spezzare questa corsa al riarmo che sta caratterizzando non solo il nostro Paese, ma l'insieme della politica mondiale, di coloro che pensano di risolvere i problemi della crisi economica attraverso il ricorso alla produzione di armi, alla distruzione di armi e alla distruzione di vite.
Non vogliamo dimenticare - lo abbiamo scritto anche nel nostro ordine del giorno - di chi è la responsabilità di una guerra così brutta, così drammatica. La responsabilità è di Putin, perché, se invadi, uccidi e deporti, sei un criminale di guerra.
Ha ragione la Corte penale internazionale nel lanciare il suo mandato d'arresto per tali reati nei confronti di Putin. Su questo, non ci sono dubbi, ma va altrettanto detto, con forza, che, se davvero vogliamo aiutare i rifugiati, se davvero vogliamo svolgere una funzione positiva, dobbiamo fare di più e di meglio. Non dobbiamo avere una politica asservita agli interessi internazionali delle grandi potenze, ma dobbiamo svolgere noi una funzione di pace! Chiedo che questo Governo, questa maggioranza e questo Parlamento svolgano una funzione di pace anche in Europa.
Pertanto, Presidente, ribadisco con forza che noi diciamo “sì” alla solidarietà, “sì” all'accoglienza, ma diremo sempre “no” alle armi e “no” alla guerra (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Roberto Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Grazie, signor Presidente. Vorrei preliminarmente dichiarare il nostro voto favorevole su un provvedimento che riteniamo complementare a quello che abbiamo approvato solo qualche giorno fa, riguardante l'invio delle armi all'Ucraina: è l'altra faccia della medesima medaglia.
Abbiamo un Paese invaso ed aggredito, un Paese nel quale è stata scatenata una guerra da un Paese e dal suo leader, che ne sono i responsabili. Per quanto riguarda il nostro compito, signor Presidente, sottoscrivo e circoscrivo a questo le parole della Presidente del Consiglio sul cercare di comprendere che cosa si intenda con l'espressione raggiungere la pace. Anche adesso il collega Zaratti parlava dell'esigenza di un cessate il fuoco, come se, da qualche parte, ci fosse un signore, che, girando un interruttore, automaticamente ci facesse arrivare al cessate il fuoco. Tutti, ovviamente, vorremmo che si arrivasse a un cessate il fuoco, tutti vorremmo che si arrivasse a una pace, tutti sappiamo perfettamente che, se non fosse stata percorsa la strada che abbiamo percorso, in questo momento, non avremmo l'esigenza di raggiungere la pace, perché avremmo un popolo sottomesso e nelle condizioni in cui, purtroppo, in tante altre occasioni, ci si è trovati (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).
Non voglio affrontare qui il discorso; sarebbe interessantissimo e penso che, un giorno, bisognerebbe trovare l'occasione per un dibattito pubblico approfondito su cosa significhi difendere la pace e procurare la pace, ma non è questa la sede. Qui dobbiamo, invece, occuparci dell'altra faccia della medaglia. Dopo aver assicurato al popolo ucraino di non dover soccombere - almeno fino adesso - all'aggressione russa, dobbiamo capire quale supporto possiamo dare a quanti si sono trovati nell'esigenza di scappare. Sappiamo che una parte è rimasta a combattere, ma un'altra parte è scappata, è transitata e arrivata soprattutto in Europa e, ovviamente, anche nel nostro Paese.
Il provvedimento in esame, sostanzialmente, proroga un decreto emanato nel 2022 dal Governo Draghi, nel quale - vorrei sottolineare -, per la prima volta, l'Europa attuava la direttiva 2001/55/CE sulla concessione della protezione temporanea. Vorrei ricordarlo, perché la direttiva è in vigore dal 2000 e viene utilizzata per la prima volta nel 2022. Non lo dico a caso e ci tornerò tra poco.
Come ha perfettamente illustrato la collega Grippo, intervenuta nella discussione generale, è un provvedimento di proroga di norme già previste nel decreto Draghi, che proroga lo stato di emergenza e che, in particolare, autorizza, fino al 31 dicembre 2023, le misure assistenziali previste dalle persone richiedenti o beneficiarie della protezione temporanea, che proroga, fino al 31 dicembre, lo stato di emergenza per l'intervento all'estero in seguito agli accadimenti in corso in Ucraina, che proroga, al 31 dicembre, i permessi di soggiorno scaduti il 4 marzo del 2023, rilasciati ai profughi provenienti dall'Ucraina. C'è un'aggiunta, rispetto sia al decreto Draghi, sia al testo predisposto dal Governo: grazie al lavoro della collega Gadda (me lo lasci rivendicare) e grazie al Governo che ha accolto l'emendamento, siamo riusciti a inserire nel provvedimento la proroga, fino al 31 dicembre del 2023, delle deroghe, scadute il 4 marzo, previste dalla normativa vigente sul riconoscimento delle qualifiche professionali del personale medico e sanitario ucraino, consentendo così l'esercizio temporaneo di operatori sociosanitari e di qualifiche professionali sanitarie nel nostro Paese.
Purtroppo, dal 4 marzo (purtroppo, dobbiamo aspettare che il decreto passi al Senato e che la legge di conversione sia pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale), tante persone preziose all'interno delle amministrazioni comunali e locali, sono sospese, perché è sospeso il riconoscimento delle suddette qualifiche. Ripeto, è un emendamento che siamo riusciti a inserire grazie al lavoro di Maria Chiara Gadda e dei colleghi del Terzo polo. Inoltre, ci sono le misure di assistenza per i minori non accompagnati. Questi sono i principali elementi presenti nel decreto-legge.
Signor Presidente, come ha ricordato la collega Grippo, sempre nella discussione generale, al 17 febbraio 2023, gli ucraini, che hanno beneficiato del meccanismo della protezione temporanea, sono 173.684. Forse, ci dovremmo fare una domanda, colleghi e Presidente: perché tutto è andato liscio, senza una sola polemica e, invece, per qualche migliaio di migranti, che arriva sulle nostre coste, o per qualche decina di migliaia di migranti, si scatenano il putiferio, la polemica, le accuse e via dicendo? Eppure, gli ucraini sono 173.000! Forse - e se ci facessimo la domanda, saremmo costretti anche a darci una risposta -, perché, per queste oltre 170.000 persone, ci siamo fatti carico anche di un lavoro, affinché vi fosse una vera integrazione nel nostro Paese e nei nostri territori.
Infatti, non mi risulta che si siano scatenate polemiche o che, sui giornali, sia successo chissà che. Tutto ciò ci sia di insegnamento su che cosa vuol dire non solo salvare vite, non solo accogliere persone, ma fare in modo di evitare che ci sia poi una ripulsa, dal punto di vista territoriale, garantendo un'effettiva integrazione.
Nel provvedimento, però, rimangono domande e carenze. Per esempio, noi, come Italia, signor Presidente, abbiamo scelto l'interpretazione più restrittiva della direttiva 2001/55/CE, perché l'abbiamo attuata esclusivamente in riferimento ai cittadini ucraini che sono scappati dall'Ucraina e venuti in Europa. In realtà, nel contesto ucraino, dal Paese ucraino, sono scappate tante persone, che erano lì per lavoro o per altre ragioni, che non erano cittadini ucraini. Non si capisce per quale motivo non abbiano avuto la stessa protezione. È successo nel nostro Paese, come anche in altri Paesi europei, che non abbiano avuto la stessa protezione che hanno avuto gli ucraini. Uscivano e scappavano dallo stesso contesto, erano ormai integrati nel tessuto e nella vita ucraini e non si capisce che senso abbia interpretare quella forma di protezione soltanto per i cittadini ucraini. Qualcuno ha detto, perché, magari, avevano il colore di una pelle diversa; non abbiamo preso quelli, ma quegli altri sì. È un qualcosa su cui sicuramente, con il tempo, dovremmo provare a riflettere.
Presidente, qual è la ratio in funzione della quale abbiamo la direttiva europea sulla protezione temporanea e l'abbiamo utilizzata? È perché fa riferimento a persone e a cittadini che scappano dalle guerre. La ragione per la quale è stata adottata la decisione (UE) 2022/382 di attivare finalmente la direttiva 2001/55/CE è perché ci sono persone che scappano dalla guerra. Ci sarebbe da domandarsi: perché, se questa direttiva è del 2001, non è stata attivata prima, quando si è trattato di occuparsi dei siriani nel 2015, o degli afgani nel 2021? Per quale ragione? Vorrei aggiungere un'ulteriore riflessione. Presidente e colleghi, poiché le nuove rotte dell'immigrazione, come abbiamo visto nella tragedia di Cutro, partono dalla Turchia e portano con sé siriani ed afgani, perché quelle persone non hanno diritto all'applicazione della protezione temporanea, esattamente come la prevediamo per gli ucraini?
Questa è una domanda che, probabilmente, ci dovremo fare. Ho finito, signor Presidente.
Vorrei aggiungere anche un'altra cosa per chiudere, perché, ogni tanto, ritornano nel dibattito frasi del tipo: questi sono profughi veri e poi ci sarebbero i profughi falsi, perché noi consideriamo profughi o aventi diritto all'asilo soltanto le persone che scappano dalla guerra.
Presidente, ci sono persone di Paesi dell'Africa, quali l'Etiopia, il Mozambico, l'Uganda, che scappano da guerre e sono coloro che, spesso, attraverso la Libia o attraverso la Tunisia, vengono in Italia. E perché quelle persone non sono considerate nella protezione temporanea? Davvero c'è da pensare che è solo perché hanno la pelle di un colore diverso? Perché quelle persone scappano dalla guerra. Concludo, Presidente. Lo dico a beneficio del fatto che si parla dei migranti economici, di una distinzione: Presidente, tante persone che scappano dall'Africa - ho finito - e che ci troviamo nelle rotte che arrivano dalla Libia e ora, ancor di più, dalla Tunisia sono persone che, oltre a scappare dalla guerra, scappano dalla fame, scappano dai cambiamenti climatici, che non comportano problemi, per quanto importanti, come quelli che si sono verificati in alcune parti dell'Italia, ma comportano problemi che distruggono completamente i raccolti, la vita delle persone, che già vivono in povertà. Sono persone e concludo che devono avere la stessa dignità di aiuto che hanno le persone che scappano dalla guerra. I migranti economici non sono signori che vengano a fare shopping o turismo nei nostri Paesi. Sono persone che scappano da tragedie, cercando una vita migliore. Forse, dovremmo tenere conto anche di questo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cappellacci. Ne ha facoltà.
UGO CAPPELLACCI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Signor Presidente, rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, vorrei mostrarvi, idealmente, due documenti importanti, per me molto importanti. Sono due disegni realizzati da alcuni bambini che, nelle ore immediatamente successive allo scoppio del conflitto, si trovavano su un pullman, erano orfani che provenivano dalla regione del Donbass che, con una missione dell'Unione interparlamentare, stavamo portando in Italia, nel caso specifico in Sardegna. Erano due disegni che rappresentavano due situazioni opposte: uno, riportava i carri armati, che sputavano fuoco, che colpivano le case, quindi case distrutte, con omini che avevano sul petto la bandiera russa; l'altro, riportava un grande pullman nel quale dai finestrini erano affacciati dei bambini, delle facce di bambini e, fuori dal pullman, dei fiori giganteschi. La paura e la speranza: sembra una scena irreale tirata fuori da libro Cuore, ma è la realtà alla quale ho assistito con i miei occhi.
Erano poche decine di bambini, ma la loro vicenda riguarda moltissimi minori che sono le prime vittime di una guerra feroce ed ingiusta. E molti di loro sono stati meno fortunati, perché, se pensiamo, per esempio, ai rapimenti di massa di bambini messi in campo dall'invasore, possiamo immaginare quale tragedia, quale crudeltà, quale destino orrendo abbiamo dovuto incontrare questi bambini.
Ma la loro storia ha un significato più ampio, universale, perché, se è vero che è necessario trovare un canale diplomatico che possa far tacere le armi, è altresì vero che non si può fingere che non esista un invasore che, con la sua furia, sta coinvolgendo migliaia di vittime innocenti. Questo è un aspetto che riguarda tutti, riguarda tutti noi e deve smuovere le nostre coscienze, le coscienze di coloro i quali vogliono vivere un'Europa libera, in un mondo libero. La nostra generazione ha beneficiato di un'opera di ricostruzione non solo materiale ma morale, culturale e ideale, compiuta con il sudore e con il sangue dei nostri padri nel dopoguerra.
Siamo la generazione che ha visto nel crollo del muro di Berlino la speranza di un mondo più libero. Sono trascorsi più di 30 anni da quell'evento e quella fiaccola di speranza sembra essersi spenta o, comunque, sembra dare cenni di debolezza e di spegnimento, perché, ancora una volta, la guerra è tornata, è tornata nel cuore dell'Europa, spargendo sangue innocente.
Credo che il compito della nostra generazione sia riaccendere quel lume, quella fiaccola di speranza, per consegnarla a chi verrà dopo. Per questo occorre proseguire e, se possibile, rinforzare quell'opera di accoglienza e di solidarietà che è stata promossa dall'Italia fin dalle prime settimane del conflitto.
Secondo i dati dell'Agenzia ONU per i rifugiati, ad un anno dall'inizio del conflitto, sono 13 milioni le persone che sono state sradicate dalla propria terra, di cui 8 milioni sono fuggite in tutta Europa e 5 milioni sono gli sfollati all'interno del Paese, che si trovano, forse, in situazioni ancora più drammatiche. Secondo due nuovi rapporti, pubblicati sempre dalla stessa Agenzia a fine febbraio, le loro prospettive di fare ritorno a casa nell'immediato sono minime e lo sono a causa della prosecuzione del conflitto.
Il provvedimento che esaminiamo oggi proroga le misure di protezione temporanea e mette a punto alcune disposizioni relative ad un'accoglienza che deve essere rispettosa della dignità delle persone.
Nella mia esperienza, essendomi impegnato per portare in Italia alcune centinaia di orfani, ho potuto toccare con mano - purtroppo, forse, sarà una voce che parla fuori dal coro - che non sempre l'accoglienza per questi bambini e per queste famiglie è stata adeguata ai loro bisogni, non sempre è stata adatta alla situazione drammatica che vivevano: bambini che avevano subito già un trauma, perché erano bambini orfani che si trovavano in case famiglia, e, poi, bambini che hanno subito il trauma della guerra.
Durante il dibattito della scorsa settimana, si è molto discusso sulla linea da sostenere in Europa, in particolare proprio con riguardo alla questione relativa all'invio delle armi. Si teorizza una via diplomatica e questo sarebbe l'auspicio di tutti: tutti noi desideriamo, desidereremmo che questa potesse essere a portata di mano e in tempi più rapidi possibili, però, purtroppo, ancora non è aperta una via in termini concreti. Da ciò deriva che cosa? Che, senza l'invio delle armi, l'unico sbocco sarebbe quello della resa e questo, ovviamente, è inaccettabile. Lo ha ricordato anche il Santo Padre quando ha detto, lo dico testualmente: “Difendersi è non solo lecito, ma anche un'espressione di amore alla Patria. Chi non si difende, chi non difende qualcosa, non la ama, invece chi difende, ama. Qui si tocca un'altra cosa che io ho detto” - ancora dice il Pontefice - “in uno dei miei discorsi e, cioè, che si dovrebbe riflettere più ancora sul concetto di guerra giusta”.
Allora, il nostro scopo, insieme al mantenimento degli impegni assunti per il sostegno dei nostri fratelli e sorelle ucraini, è quello di non deporre quella che potrebbe essere l'arma più efficace di tutti: l'arma della diplomazia. Questo è un compito gravoso che coinvolge tutti noi, al di sopra delle distinzioni partitiche. E' un tema che non può avere colore, perché, esattamente come abbiamo detto dopo il COVID, ossia che l'Italia deve ripartire da dove si è fermata a causa della pandemia, altrettanto dobbiamo dire, in questo caso, che l'Europa deve ripartire esattamente da dove si è fermata con l'Ucraina, che è nel cuore del nostro continente.
Talvolta si ode una voce che dice: “perché questo impegno a favore di questi bambini e dimentichiamo i nostri? Prima gli italiani”. Ebbene, così facendo, non stiamo dimenticando gli italiani, anzi, questa realtà, questo conflitto, ma ancora di più la pandemia hanno dimostrato che quello che succede a fianco a casa, quello che succede in Europa, quello che succede a pochi chilometri da casa nostra impatta direttamente sulle nostre vite, impatta direttamente sulle vite dei nostri figli. Allora, sostenere questi fratelli, sostenere questi bimbi, sostenere queste famiglie significa fare qualcosa di buono e costruire qualcosa di buono anche per il futuro dei nostri figli, per la pace dei nostri figli e per la pace nel nostro Paese.
Allora, è per questo motivo che noi di Forza Italia abbiamo sempre sostenuto queste posizioni. Lo abbiamo fatto senza tentennamenti, senza riserve mentali e ponendoci sempre dalla parte della libertà, dalla parte della pace e dalla parte del diritto. È un compito che abbiamo esercitato sia quando abbiamo avuto responsabilità di Governo, sia quando siamo stati all'opposizione, lo abbiamo fatto sempre convintamente.
E, allora, per questo motivo, oggi, noi votiamo a favore di questo provvedimento e lo facciamo convintamente con la speranza nel nostro cuore, nella nostra testa e nel nostro animo che questa guerra ingiusta, questa situazione orrenda, perché forse questo è l'unico termine corretto - e lo dice chi è stato in Ucraina, è stato a Kiev, ha visto con i propri occhi dove si trovano le fosse comuni, ha visto la distruzione di tanti obiettivi civili colpiti, i drammi di tante famiglie -, abbia fine. Noi speriamo che questo possa servire di ulteriore auspicio per tornare alla pace e alla libertà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Enrica Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO (M5S). Presidente, colleghi, io vorrei partire da qualche numero, perché il conflitto che si sta consumando alle porte dell'Europa, in Ucraina, deve avere corpo, non deve essere solamente demandato a parole che non danno la dimensione effettiva di quello che sta succedendo.
Oltre 8 milioni sono i profughi rifugiati, che, quindi, sono scappati dall'Ucraina: rappresentano il 18 per cento della popolazione ucraina; 13 milioni di ucraini sono stati sradicati dalla loro terra, sono sfollati, si sono dovuti trasferire e rappresentano un terzo della popolazione ucraina. The New York Times agli inizi di febbraio ha pubblicato una stima sui morti tra i militari russi pari a 200.000 unità, probabilmente una stima al rialzo; nello stesso tempo o, meglio, qualche mese prima, cioè a novembre dell'anno scorso, il Capo di stato maggiore congiunto delle forze statunitensi, Mark Milley, parlava di 200.000 morti, 100.000 morti per parte. Sono cifre enormi che ancora non ci danno, però, la dimensione della cosa tragica che si sta consumando, di quello che sta succedendo, perché noi la guerra la viviamo attraverso la televisione, non la viviamo nella fame, nel freddo, nell'aver perso un congiunto, nel ferimento, nell'essere sfollato, nell'aver perso tutto.
C'è un altro dato che voglio sottolineare: parliamo adesso di armi nucleari tattiche. Che cosa sono? Sono ordigni nucleari: gittata di 500 chilometri, potenziale distruttivo di 59 chilometri quadrati, fall out, cioè l'espansione della nube tossica che esploderebbe a seguito, per l'appunto, del lancio di uno di questi ordigni, di 2.800 chilometri quadrati.
La minaccia nucleare esiste, anche se forse si cerca di non parlarne, ma purtroppo esiste, ed è di pochi giorni fa una dichiarazione di Putin, che è stata in parte smentita dal Pentagono, di voler completare il deposito di armi nucleari tattiche in Bielorussia, quindi, al confine anche della Polonia.
Ora, questo è il quadro. Noi, qui, adesso stiamo discutendo della conversione in legge del decreto che dispone gli aiuti umanitari, di fatto, di accoglienza e di protezione temporanea per i rifugiati ucraini. Vengono stanziate cospicue risorse per alleviare i comuni dalle problematiche derivanti dall'ingresso dei profughi ucraini; vengono stanziati fondi cospicui che andranno ad arricchire i fondi già previsti per l'accoglienza, per i centri di accoglienza governativi ordinari e straordinari, delle misure importanti; viene prorogato il permesso di soggiorno agli ucraini che sono sul territorio nazionale, viene riconosciuta la qualifica professionale per il personale medico e sanitario ucraino.
Sono misure importanti, ma nello stesso tempo incideranno sul bilancio dello Stato italiano: si parla di 300 milioni di euro. Come si recuperano questi soldi? Con dei tagli lineari: verrà tagliata la spesa sociale, verrà tagliata la spesa per l'istruzione, verrà tagliata la spesa per l'amministrazione della giustizia, verrà tagliata la spesa per il coordinamento delle Forze di polizia. Dunque, meno servizi per i cittadini.
Ma ben venga, ben venga sicuramente. E, infatti, preannuncio per il MoVimento 5 stelle un voto favorevole, perché la tragedia dell'Ucraina è troppo grande, anche se questo comporterà un ulteriore aggravio per le casse dello Stato e minori servizi per i cittadini italiani, ma sicuramente nulla rispetto alla tragedia che si sta consumando in territorio ucraino.
Vorrei ricordare, a questo punto, anche le parole di Pascale Moreau, la direttrice del Bureau per l'Europa dell'Alto Commissariato per i rifugiati, che recentemente ha detto: “L'entità delle sofferenze e delle privazioni causate dalla guerra va oltre l'umana comprensione”. Io spero che si senta questo, che si percepisca che è qualcosa di inimmaginabile. E, ancora: “Con un terzo della popolazione dell'Ucraina costretto a fuggire dalla propria casa, la situazione resta imprevedibile. È necessario continuare a rispondere alle esigenze delle persone in fuga e assicurarne l'incolumità e la protezione fino a quando potranno fare ritorno a casa”.
Per questo, nonostante l'aggravio che ricadrà sui cittadini - perché ovviamente si provvederà attraverso questo provvedimento a operare un taglio lineare che colpirà servizi essenziali e anche la tutela della salute verrà compromessa - noi comunque annunciamo un voto favorevole.
Ma non dobbiamo dimenticare che questa non è la soluzione. La strategia non è questa, non è l'invio delle armi e l'accoglienza, non è questa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! E lo dico a gran voce: bisogna fermare questo scempio della guerra, che ha causato morte, distruzione, che ha fatto alzare oltre misura i prezzi dei generi alimentari, ma anche i prezzi dell'energia, che sta sconvolgendo il mondo intero. Ed è necessario riprendere sicuramente quanto prima - l'ho sentito anche da altri colleghi in quest'Aula - delle trattative.
Naftali Bennett, all'inizio del conflitto, disse: Israele ha l'obbligo morale di cercare di porre fine alla sofferenza umana della guerra in Ucraina. Io vorrei sentire da quest'Aula che l'Italia e l'Europa hanno l'obbligo morale di porre fine alla sofferenza umana che si sta consumando in Ucraina (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Ho riportato la dichiarazione di Bennett; il problema è che proprio noi siamo fermi su questo, sul cercare la strada diplomatica, che si può fare. Io ho sentito degli interventi che hanno contestato questa linea, ma cosa è stato fatto, cosa? Nulla! E con questo concludo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Igor Iezzi. Ne ha facoltà.
IGOR IEZZI (LEGA). Grazie, Presidente. Noi, oggi, con convinzione diciamo “sì” a questo provvedimento che, purtroppo, ha le sue origini in una terribile tragedia, ma che permette al nostro Paese di mostrare uno dei suoi lati migliori, il grande cuore della sua popolazione.
L'accoglienza, la solidarietà e la generosità sono tratti distintivi della nostra gente, del nostro popolo, delle nostre comunità che sanno aprire le braccia quando si trovano di fronte a persone che scappano dalla guerra, dalla morte, dalla distruzione di tutta la propria vita. Su questo dubbi non ce ne sono, perché il nostro Paese ha sempre dato prova di essere solidale e altruista con i profughi e, qui, a differenza di altre situazioni - checché se ne dica - abbiamo a che fare con veri profughi, con persone che abbandonano il proprio Paese, perché davvero temono per la propria vita.
Per questo credo che, prima di tutto, vadano ringraziati tutti quei comuni, tutti quei sindaci, tutte quelle comunità che, soprattutto nelle regioni del Nord che spesso vengono tacciate di egoismo, hanno immediatamente, senza tentennamenti, dato la propria disponibilità per accogliere uomini, ma soprattutto famiglie, donne e bambini ucraini che scappano dalla guerra (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E lo hanno fatto nella consapevolezza che mai e poi mai il nostro Paese e il nostro popolo potrebbero dire “no” a chi chiede aiuto.
Mai potranno girarsi dall'altra parte di fronte al dolore degli esuli che fuggono dall'aggressione russa. Con questo provvedimento noi mettiamo a disposizione una serie di misure per l'accoglienza. Ad oggi si parla di circa 180.000 ucraini che sono scappati dalle bombe e dalla morte per venire nel nostro Paese. Confermiamo il via libera alla protezione temporanea, una misura di carattere eccezionale, dovuta alla gravità del momento, che permette di garantire a tutti i profughi una tutela immediata, senza il rischio di ingolfare il sistema d'asilo. Visto che parliamo di veri profughi - cosa ben diversa dai clandestini che in questi giorni sbarcano nel nostro Paese - che, quindi, avranno il diritto di ottenere asilo, rinforziamo con nuove assunzioni la commissione nazionale per il diritto di asilo, proprio per affrontare l'incremento di lavoro dovuto al massiccio arrivo di cittadini ucraini.
Non è assolutamente vero, come è stato detto prima, che potranno usufruire della protezione temporanea solo i cittadini ucraini. Infatti, l'articolo 2 del provvedimento europeo che istituisce la protezione temporanea prevede che quest'ultima venga concessa anche ad apolidi e a cittadini di Paesi terzi, diversi dall'Ucraina, che beneficiavano di protezione internazionale e di protezione nazionale equivalente in Ucraina prima del 24 febbraio 2022. Questo cosa vuol dire? Che è scorretto e irrispettoso, oltre che falso, dire il contrario adducendo questioni sul colore della pelle (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché il colore della pelle non c'entra nulla. Noi stiamo salvando, aiutando e accogliendo coloro che hanno bisogno di essere accolti.
Ma non solo. Ci impegniamo anche ad aumentare e a finanziare l'accoglienza diffusa, incentivando la collaborazione tra i comuni, gli enti e le associazioni del Terzo settore e il privato, con un occhio di riguardo per i minori non accompagnati. Lo facciamo con norme nuove, ma anche mettendo a disposizione fondi, perché la solidarietà non si fa con le parole ma con i fatti e, soprattutto, con i soldi. Per questo motivo aumentiamo gli stanziamenti per i contributi di sostentamento dedicati ai profughi ucraini che hanno provveduto a una sistemazione autonoma. Lo facciamo anche aumentando i fondi dati agli enti locali, spesso lasciati soli ad affrontare problemi analoghi, ma che rivestono un ruolo fondamentale ed essenziale; senza dimenticarci, ovviamente, di tutto il sistema della prima accoglienza a carico delle strutture governative.
Colleghi, la giornata di oggi può essere l'occasione anche per due ulteriori riflessioni che nascono da questo provvedimento, grazie al quale si capisce la necessità, proprio per reperire i fondi indispensabili a garantire un'accoglienza dignitosa a chi scappa dalla guerra, di fermare al più presto l'invasione di clandestini nel nostro Paese, contrastando la criminalità organizzata (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), i trafficanti di esseri umani e chi antepone il profitto e il business dell'accoglienza al diritto, alla dignità e alla vita degli stessi immigrati. Infine, credo che la fuga di tante famiglie e di tanti bambini dall'inferno della guerra e del conflitto, la loro sofferenza e questa incredibile tragedia ci facciano capire anche l'importanza di pronunciare un po' più spesso la parola “pace” rispetto alla parola “armi”. Abbiamo un obbligo morale: porre fine al conflitto e non alimentare una pericolosa escalation (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la presidente Laura Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Signora rappresentante del Governo, colleghi e colleghe, le deputate e i deputati del Partito Democratico voteranno convintamente a favore della conversione di questo decreto-legge che proroga fino al prossimo 31 dicembre le misure di assistenza e di accoglienza nei confronti delle persone che hanno dovuto lasciare l'Ucraina, sconvolta da una guerra che dura ormai da più di un anno.
Secondo i dati della Protezione civile, alla quale è affidata la gestione di questa emergenza, sono oltre 173.000 i rifugiati ucraini che hanno attraversato le nostre frontiere dal 24 febbraio 2022 e di questi circa 169.000 - quindi, siamo ad oltre il 98 per cento - hanno chiesto la protezione temporanea nel nostro Paese. È stato già ricordato - ma anch'io ci tengo a evidenziare questo aspetto - che questa è la prima volta che è stata attivata la direttiva europea del 2001 che conferisce - cito testualmente - “protezione temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati” e cittadini non comunitari che non possono rientrare nel loro Paese soprattutto a causa di guerre, violenze e di violazione dei diritti umani. Presidente, questa direttiva è stata attivata per la prima volta. Vede, non è che mancassero o fossero mancate altre occasioni, però non è accaduto neanche di fronte al più che massiccio - dico io - afflusso di rifugiati siriani, che nel decennio scorso fuggivano da una guerra devastante, che ancora perdura. Sì, collega Iezzi, sì! Guardi un po', c'è anche un'altra guerra e tante altre ancora che sono devastanti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). C'è la guerra in Siria. Forse, le suggerirei di fare una missione in Siria per prendere atto di cosa è successo in quel Paese: la più grande emergenza umanitaria probabilmente mai vista rispetto al livello di distruzione e di sfollamento della popolazione.
La maggior parte dei rifugiati ucraini, quindi, che sono giunti in Italia ha trovato accoglienza da privati, soprattutto amici e parenti. In pochi, infatti, si sono sistemati nei centri di accoglienza straordinaria, i cosiddetti CAS, nel sistema di accoglienza e integrazione, il SAI, o negli alberghi. Chi ha scelto di non entrare nel circuito pubblico di accoglienza ha ricevuto un contributo annuo una tantum di 900 euro. Sono 900 euro! Ha ragione il collega Cappellacci quando dice che forse si poteva fare di più, perché sono 75 euro al mese! Allora, Presidente, mi vuole spiegare lei come si fa a vivere, avendo dei bambini, con 75 euro al mese? Me lo dica, perché io la risposta non ce l'ho. È davvero poca cosa e bisogna riconoscerlo che è poca cosa.
Il Governo come ha pensato di far fronte a questa spesa? Ha pensato bene di coprire gli oneri complessivi di questo provvedimento - parliamo di circa 300 milioni - sottraendoli a progetti di altri Ministeri, in particolare al già modesto stanziamento destinato alla cooperazione allo sviluppo. Il piano Mattei me lo spiegherete un'altra volta come lo farete, perché io non l'ho ben capito. Andiamo a sottrarre i fondi alla cooperazione allo sviluppo, che già sono fondi esigui, e voi parlate, poi, di piano Mattei. Ovviamente, Presidente, questa scelta non ci trova affatto d'accordo.
Colleghi e colleghe, quando divampa un conflitto la parola, come si dice, passa alle armi e di armi si discute dal giorno in cui Vladimir Putin ha deciso di aggredire l'Ucraina e di violare la sovranità di quel Paese. Ma questo lungo anno è stato anche segnato da molte iniziative di solidarietà, che, però, non fanno notizia e di cui non si è parlato, nei confronti di chi in Ucraina è stato costretto a lasciare tutto. Dunque, abbiamo visto anche come i nostri concittadini e le nostre concittadine hanno reagito. Allora, colgo questa occasione, Presidente, perché alle tante associazioni del Terzo settore, alle famiglie, alle scuole e ai comuni, che si sono impegnati fin dai primi giorni ad accogliere e a dare ospitalità ai rifugiati ucraini, deve andare il nostro grazie più sentito, perché il nostro Paese ha dato una buona prova di sé e ha dimostrato che accogliere chi è costretto a fuggire da guerre e da persecuzioni non è solo giusto ma è anche possibile e che l'Italia può farcela senza grandi problemi, Presidente. Questo deve valere sempre, colleghi della Lega, e non solo per i cittadini ucraini, perché, vedete, la guerra è un evento devastante, traumatico, ed è tremendo in Ucraina come lo è in Siria, in Yemen, in Eritrea e in Somalia; la lista sarebbe lunghissima. Guerre eternizzate le ha definite il collega Paolo Ciani, ieri, in discussione generale.
Sì, eternizzate, guerre di cui non si intravede la fine, dove c'è anche il donor fatigue: vuol dire che i Paesi donatori non investono più risorse negli aiuti essenziali, umanitari, perché non si intravede la fine. E, poi, Presidente, c'è anche il diritto d'asilo - guardi un po' - che dalla nostra Costituzione, all'articolo 10, è previsto con molta chiarezza. E, vedete, colleghi della Lega, l'articolo 10 non dipende dal colore della pelle o dall'area geografica di provenienza; no, l'articolo 10 della nostra Costituzione vale per tutti e le vittime della strage di Cutro venivano da Paesi come la Somalia - dove imperversano i gruppi di Al-Shabaab e di altri signori della guerra -, venivano dall'Afghanistan - che abbiamo tradito due volte! -, venivano dall'Iran - dove vengono schiacciate le libertà civili e umane! -, venivano dalla Palestina occupata, e dunque da tutti i luoghi dove queste persone non potevano più stare e avrebbero avuto buon titolo di ricevere la protezione internazionale; anzi, mi spingo oltre, il riconoscimento pieno dello status di rifugiato, come dalla Convenzione di Ginevra del 1951 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), perché il doppio standard, signora del Governo, non è tollerabile in questa materia!
La guerra in Ucraina non accenna a finire; emergono, al contrario, le notizie inquietanti, come quella secondo la quale il Regno Unito fornirebbe all'Esercito ucraino munizioni all'uranio impoverito e quella della dislocazione di armi nucleari in Bielorussia, annunciata da Putin; due notizie che hanno prodotto una forte preoccupazione anche tra i nostri concittadini e le nostre concittadine. Ma nei giorni scorsi - voglio passare a una nota positiva, Presidente - ha finalmente iniziato a muoversi l'Unione europea, con un'azione diplomatica volta esplorare la strada per giungere finalmente a una pace giusta. E, allora, signora del Governo, sarebbe bene che l'Italia sostenesse, con forza, questo tentativo europeo.
Presidente, voteremo a favore di questo decreto e lo faremo anche se la maggioranza e il Governo non hanno voluto accogliere i nostri emendamenti, che definirei di buon senso, come quello che consentiva ai titolari di permesso di soggiorno derivante dalla protezione temporanea - prorogato, come è noto, al 31 dicembre 2023 - di accedere automaticamente all'assistenza erogata dal Servizio sanitario nazionale e alla relativa iscrizione presso le ASL. Ma perché non si deve semplificare? Che cosa vi impone di rendere la vita di queste persone più difficile?
Voteremo a favore, Presidente, di questo decreto, perché c'è ancora bisogno di solidarietà concreta nei confronti dei cittadini ucraini che sono venuti e che continueranno a venire in Italia, per mettere se stessi e le loro famiglie al riparo dalla guerra e, dunque, in sicurezza. E la solidarietà è un dovere inderogabile, dice la nostra Costituzione! E lo è sempre, sempre, sempre: ricordiamocelo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare - è l'ultima dichiarazione di voto - il deputato Calovini. Ne ha facoltà.
GIANGIACOMO CALOVINI (FDI). Grazie, Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo. A oltre un anno dall'invasione russa nei confronti dell'Ucraina, il tema della guerra è, purtroppo, ancora all'ordine del giorno, è più attuale che mai. Nonostante la ferma e decisa controffensiva attuata dalle Forze militari ucraine, l'Esercito russo colpisce senza sosta, non più solo obiettivi militari, ma anche quartieri residenziali, scuole e ospedali.
Prima di entrare nel merito, Presidente, del decreto-legge del quale ci apprestiamo oggi alla conversione, è doveroso fare alcune brevi considerazioni politiche. Il 24 febbraio dello scorso anno non è stato solo l'inizio di una inaccettabile guerra di confine. Con l'invasione delle Forze militari di Mosca su un territorio sovrano e riconosciuto da tutta la comunità internazionale si è rotto un equilibrio; è una rottura a cui tutti noi dobbiamo opporci, sottolineando le atrocità, non solo sotto il profilo geopolitico, che questo conflitto comporta, ma, ancor prima, sotto l'aspetto umanitario, che è, e deve, rimanere il nostro primo pensiero.
Ecco perché è fondamentale ribadire ancora una volta il sostegno dell'Italia all'Ucraina, un sostegno e un supporto che il Presidente del Consiglio Meloni e tutti i Ministri dell'Esecutivo non hanno mai fatto mancare, in questi mesi. Ecco perché il Governo ha sempre avuto una posizione chiara e decisa sulla gravità e, soprattutto, sulle responsabilità dell'invasione russa in Ucraina. Ecco perché - ed è ancor più importante ricordarlo, colleghi - è doveroso sottolineare la visita del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a Kiev, dello scorso febbraio, quando la Premier, davanti a una fossa comune, quella di Bucha, città ormai simbolo della resistenza ucraina, ha deposto un mazzo di fiori, tra le lacrime di tutti i presenti.
Ma la guerra che l'Europa sta vivendo è, tuttavia, anche un dramma umanitario che non può lasciarci indifferenti, un dramma umanitario che penso abbia colpito tutti noi, ognuno di noi in quest'Aula, ogni rappresentante del Governo, così come, a onor del vero, anche ogni rappresentante della Commissione affari esteri, di cui faccio parte, la quale più volte, in questi mesi, si è espressa, in modo unanime, vicina al popolo ucraino; un segnale di responsabilità da parte delle istituzioni del nostro Paese, che da tutti deve essere sottolineato.
Queste decisioni, tuttavia, che sono pacifiche e doverose a livello di solidarietà, devono poi tramutarsi in un concreto sostegno al popolo ucraino, attraverso alcune scelte fatte in passato e che farà in futuro il Governo, con la speranza che le opposizioni si dimostrino responsabili, come Fratelli d'Italia ha sempre fatto in passato. In caso contrario, si avrà l'impressione che qualcuno, oltre a una vicinanza di facciata, non abbia il coraggio o la volontà di sostenere con forza la popolazione ucraina, lasciando solo il nostro Paese, a livello internazionale e, cosa forse ancor più grave, il popolo di quella Nazione.
Oggi l'Italia ha un ruolo fondamentale sullo scenario politico internazionale e questo ruolo da protagonista non è certo mancato sotto il profilo della solidarietà e della vicinanza alla popolazione, e non mancherà in futuro. Siamo stati, sin da subito, tutti protagonisti per quanto concerne gli aiuti umanitari e l'accoglienza ai cittadini in fuga, e il decreto-legge oggetto della discussione di oggi ne è l'ennesima prova. Non è certo un caso, quindi, che, secondo i dati dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, come è stato citato più volte durante questi minuti, l'Italia abbia accolto già più di 170.000 profughi dall'Ucraina. È un dato significativo, che prova come gli attacchi di una certa opposizione, che vuole screditare la nostra Nazione a livello internazionale, oltre che essere palesemente ideologici, sono, soprattutto, falsi. È inutile negarlo: più qualcuno dice che l'Italia viene isolata nei contesti geopolitici internazionali e più l'Italia, al contrario, con il nuovo Esecutivo guidato dal Presidente Meloni, svolge un ruolo sempre più da protagonista, in Europa e nel mondo intero (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Siamo fortemente convinti della necessità di dover affrontare la conversione in legge di questo decreto per la protezione temporanea delle persone provenienti dall'Ucraina. E, come detto precedentemente, non abbiamo timore nel sottolineare che questo Governo non solo si impegna sotto il profilo politico, ma si adopera, con convinzione e concretezza, per far fronte alla grave crisi umanitaria che sta attualmente colpendo il Paese dell'Ucraina. Come è noto, questa crisi ha portato, infatti, a una massiccia ondata di sfollati e rifugiati, che, da mesi, cerca protezione e assistenza all'estero. La situazione è estremamente critica e, pertanto, richiede una risposta urgente e coordinata da parte della comunità internazionale, e ogni Paese deve attivarsi in questa direzione. L'Italia ha fatto sin da subito la propria parte e continuerà a farla, affinché possa essere fornita una protezione temporanea per i cittadini ucraini che si trovano in Italia, una protezione fondamentale che consentirà loro di rimanere nel nostro Paese, seppur per un tempo limitato, nel quale potranno ricevere assistenza medica, sociale e legale.
Ma non solo. Il compito del nostro Paese non è solo l'accoglienza, ma anche l'integrazione. Mi permetta, Presidente, quindi, di far riferimento e di ringraziare, come è stato fatto poc'anzi, i tanti amministratori locali - penso, ad esempio, alla mia provincia di Brescia - che, tra le mille difficoltà di ogni giorno, hanno dedicato e dedicano ancora oggi parte del loro tempo prezioso a migliorare la sinergia tra le comunità ucraine e le nostre realtà locali. È una sinergia che funziona, colleghi, e proprio per questo deve essere ancora più compito della nostra Nazione garantire a tutti i diritti di chi fugge dalla guerra. È fondamentale, infatti, dare il primo supporto alle persone che si trovano in situazioni di difficoltà. È importantissimo adoperarsi affinché vengano attuate politiche che siano il primo passo per soluzioni durature. È indispensabile, tuttavia, che siano solo le istituzioni a farlo.
Nei giorni scorsi, la Commissione affari esteri e comunitari della Camera dei deputati, insieme ai colleghi del Senato, ha audito l'ambasciatore dell'Ucraina in Italia, Melnyk, che, sollecitato sull'atteggiamento delle istituzioni italiane, ha detto testualmente: siamo profondamente grati all'Italia per quello che ha fatto, per quello che sta facendo e per quello che farà in futuro. È una testimonianza simbolica che ci fa comprendere quanto sia apprezzato il lavoro che stiamo facendo. Ma permettetemi di portare anche un'altra testimonianza, e cioè quella di una associazione culturale italo-ucraina della mia città, che si chiama Nadiya, che in ucraino vuol dire speranza.
È un'associazione nata nel 2002 che da sempre si adopera per l'integrazione della comunità ucraina in Italia, in collaborazione con le istituzioni locali. All'indomani del conflitto dello scorso anno, ha organizzato assistenza ai rifugiati sul territorio bresciano e li ha supportati con corsi di italiano per integrarsi meglio tra la popolazione locale.
Nelle scorse ore, una sua rappresentante, la signora Lina, mi ha raccontato di una giovane mamma, Olena che, con il figlio Oleg di 12 anni, è fuggita dalla città di Zaporizhzhia; grazie alle istituzioni e all'accoglienza degli italiani Olena e Oleg hanno trovato un enorme sostegno in Italia; hanno trovato casa grazie alle istituzioni religiose e la possibilità di curarsi per alcuni problemi di salute. Oggi, entrambi sollecitati sulla possibilità di un rientro a casa, hanno risposto: “La nostra casa è l'Italia” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Presidente, la presenza in Italia dei profughi ucraini esisteva già in parte prima del conflitto dello scorso febbraio, poiché molti cittadini si erano da tempo mobilitati per lasciare la propria terra in seguito ad insostenibili tensioni e conflitti etnici sul proprio territorio. La situazione ovviamente è peggiorata con l'inizio dell'invasione e dell'occupazione in gran parte del territorio e, secondo il già citato Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, l'organo più autorevole in materia, circa 8 milioni di persone sono state colpite dal conflitto, compresi gli oltre 2,8 milioni di sfollati interni e i circa 2 milioni di rifugiati, o forse molti di più, che hanno cercato protezione all'estero.
Diversi Paesi hanno adottato politiche per l'accoglienza dei rifugiati ucraini in seguito all'invasione, fra cui la Polonia, Paese che spesso è stato oggetto di critiche anche da qualcuno in quest'Aula, ma che oggi ha dato a tutta l'Europa una grande lezione di umanità. Non solo: la notizia di questi giorni della deportazione in Russia di migliaia di bambini ucraini non può passare inosservata e una grande Nazione come l'Italia può e deve aiutare a portare in salvo quei bambini, sia mediante la diplomazia, sia mediante l'invio di armamenti e di aiuti umanitari (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Concludo, Presidente, riportando alcune parole dette a margine dell'importante visita del Presidente Meloni a Kiev al Presidente Zelensky: “Chi sostiene anche militarmente l'Ucraina è chi lavora per la pace” e, se in quest'Aula, qualcuno sbagliando, ritiene che il Governo italiano non debba mandare in Ucraina armamenti di alcun tipo, sono certo che converrete tutti con me nel ritenere che, invece, dobbiamo fare tutto il possibile per aiutare ogni cittadino ucraino in difficoltà. Per questo e perché crediamo nella libertà dei cittadini ucraini il gruppo di Fratelli d'Italia voterà “sì” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Correzioni di forma - A.C. 939-A)
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento, il relatore, deputato Riccardo De Corato. Prego, a lei la parola.
RICCARDO DE CORATO, Relatore. Grazie Presidente. Ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento, propongo le seguenti correzioni di forma riferite agli articoli del decreto-legge:
All'articolo 1:
al comma 1:
alla lettera a), le parole: «dei requisiti di servizi» sono sostituite dalle seguenti: «dei requisiti dei servizi»;
alla lettera b), dopo le parole: «comma 1, lettera b)» è inserito il seguente segno d'interpunzione: «,»;
al comma 3, le parole: «di cui all'articolo 44 del» sono sostituite dalle seguenti: «previsto dall'articolo 44 del codice di cui al»;
al comma 4, dopo le parole: «nei centri» sono inserite le seguenti: «e nelle strutture»;
al comma 6:
al primo periodo, le parole: «risultanti al sistema» sono sostituite dalle seguenti: «risultanti nel Sistema», le parole: «per fronteggiare il quale» sono sostituite dalle seguenti: «, per far fronte ai quali» e le parole: «con modificazioni dalla legge 20 maggio» sono sostituite dalle seguenti: «con modificazioni, dalla legge 20 maggio»;
al secondo periodo, le parole: «fabbisogno sanitario standard» sono sostituite dalle seguenti: «fabbisogno sanitario nazionale standard»;
al comma 7, le parole: «articolo, si provvede» sono sostituite dalle seguenti:
«articolo si provvede».
All' articolo 2:
al comma 1, dopo le parole: «2022/382 del Consiglio» è inserito il seguente segno d'interpunzione: «,» e dopo le parole: «200l/55/CE del Consiglio) è inserito il seguente segno d'interpunzione: «,».
All' articolo 3:
al comma 4, le parole: «articolo, si provvede» sono sostituite dalle seguenti: «articolo si provvede».
All'articolo 4:
al comma 1, la parola: «volume» è sostituita dalla seguente: «numero», le parole: «Sistema nazionale» sono sostituite dalle seguenti: «sistema nazionale».
All'articolo 5:
al comma 1, le parole: «di cui all'articolo 44 del» sono sostituite dalle seguenti: «previsto dall'articolo 44 del codice di cui al».
All'allegato 1:
alla rubrica: Ministero dell'economia e delle finanze, voce: 17. Organismi costituzionali, a rilevanza costituzionale e Presidenza del Consiglio dei ministri, la parola: «Organismi» è sostituita dalla seguente: «Organi»:
alla rubrica: Ministero delle imprese e del made in ltaly, voce: 5.2. Servizi di Comunicazione Elettronica, di Radiodiffuzione e Postali, la parola: «Radiodiffuzione» è sostituita dalla seguente: «Radiodiffusione»;
alla rubrica: Ministero del lavoro e delle politiche sociali, voce: 3.2. Trasferimenti assistenziali a enti previdenziali, finanziamento spesa sociale, programmazione, monitoraggio e valutazione politiche sociali e di inclusione attiva, le parole: «finanziamento spesa sociale» sono sostituite dalle seguenti: «finanziamento nazionale spesa sociale»;
alla rubrica: Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, voce: 1.4. Promozione della pace e della sicurezza internazionale, le parole: «e della sicurezza» sono sostituite dalle seguenti: «e sicurezza»;
alla rubrica: Ministero dell'istruzione e del merito, voce:1. Istruzione scolastica, la parola: «istruzione» è sostituita dalla seguente: «Istruzione»;
alla rubrica: Ministero dell'Infrastrutture e dei trasporti, le parole: «dell'Infrastrutture» sono sostituite dalle seguenti: «delle infrastrutture» (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ricordo, comunque, che la proposta di correzioni di forma che abbiamo ascoltato fin qui sono state approvate dal Comitato dei nove e sono state comunque distribuite. Se non vi sono obiezioni, la proposta di correzioni di forma testé formulata dal relatore si intende accolta dall'Assemblea.
(Così rimane stabilito).
(Coordinamento formale - A.C. 939-A)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 939-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 939-A: "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 2 marzo 2023, n. 16, recante disposizioni urgenti di protezione temporanea per le persone provenienti dall'Ucraina".
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 27).
Modifica nella composizione dell'ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare.
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 28 marzo 2023, la deputata Chiara Braga ha reso noto che l'assemblea del gruppo parlamentare Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista ha proceduto in pari data alla sua elezione a presidente del gruppo medesimo (Applausi).
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Federico Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. È necessario sottoporre all'attenzione dell'Aula una questione che riteniamo di estrema gravità: il cambiamento dei criteri di valutazione di validità e di nullità dei voti nelle elezioni del settembre 2022. Esponenti della maggioranza hanno presentato, in sede di Giunta delle elezioni, emendamenti per la modifica dei criteri di valutazione della validità di determinati voti. Ricordiamo che il Ministero dell'Interno, in occasione delle elezioni del settembre 2022, aveva diffuso istruzioni molto chiare, nelle quali aveva altresì precisato che la scheda era nulla, se l'elettore tracciava segni di voto sul contrassegno di più liste, anche se collegate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle): una regola chiara!
Ebbene, la maggioranza ha presentato, invece, un emendamento in cui, modificando totalmente questa regola, stabilisce che il voto è valido anche se sono stati posti segni su liste collegate, ma diverse! Si sovverte totalmente una regola che era stata posta dal Ministero e che gli scrutatori hanno seguito per valutare la nullità o la validità. Una regola che hanno seguito gli elettori! È evidente che chi ha seguito e ha segnato più simboli lo ha fatto anche per rendere riconoscibile la propria scheda (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! A nostro avviso, è di una gravità assoluta!
Al di là di questo, Presidente, il principio di legalità prevede che la regola si scriva prima. Non è pensabile cambiare la regola dopo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Fare questo, significa mettersi sotto i piedi la nostra Costituzione e, soprattutto, la nostra democrazia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Non è pensabile che si vada avanti a colpi di maggioranza in questo modo. Allora, la scorrettezza diventa la regola! Presidente, su questo non ci siamo e siamo convinti che la maggioranza, su questi punti, tornerà a riflettere nuovamente, perché un principio di questo tipo non può passare nemmeno per la maggioranza che lo sta portando avanti. Siamo convinti che, su questo, farà marcia indietro. Al momento, ci fermiamo, ma è certo che pensiamo di adire tutti gli strumenti a nostra disposizione per andare avanti, se questa regola dovesse trovare, ancora una volta, affermazione (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare il deputato Casu. Ne ha facoltà, per 1 minuto e 20 secondi.
ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, intervengo, purtroppo, in quest'Aula per denunciare l'ennesimo attacco ai presidi democratici sul territorio. È successo a Roma, a viale Ignazio Silone, presso il primo ponte, dove c'è la sede della CGIL Roma Centro Ovest Litoranea, insieme alla sede del circolo del Partito Democratico. Rivolgiamo forte la nostra totale vicinanza e solidarietà alla comunità democratica, a tutta la CGIL, al segretario Maurizio Landini, che, ieri, era con noi per cancellare le scritte, alla segretaria del circolo del Partito Democratico, Francesca Villani. Le scritte erano deliranti: “Nazisti, traditori del popolo”. Non ricorderò qui, per non fare pubblicità, la sigla del movimento squadrista no-vax, che ha portato avanti questo attacco, ma voglio fare una denuncia molto forte: in queste ore, negli spazi, non fisici, ma digitali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), i post di solidarietà e di vicinanza vengono attaccati da centinaia e centinaia di insulti e di offese. È un'organizzazione che, evidentemente, ha risorse, che sta facendo una campagna contro il Partito Democratico e contro la CGIL.
Chiediamo al Governo di vigilare ed intervenire, perché chi attacca gli spazi fisici e digitali, sul territorio, al Laurentino, come online, non sta attaccando un partito, non sta attaccando un sindacato, ma tutta la democrazia e, quindi, tutte le istituzioni devono reagire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a deputata Irene Manzi. Ne ha facoltà, per 1 minuto e 20 secondi.
IRENE MANZI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Perché un Nobel per la pace? Cosa trasforma infermieri, medici e agguerriti logisti in strumenti di pace? “Davanti ai microfoni possiamo urlare che il premio non è per noi, ma per l'idea che salute e dignità sono indistinguibili nell'essere umano”: era il 1999, e, con queste parole, Carlo Urbani ritirava, a nome di Medici senza frontiere, il premio Nobel per la pace, usando parole che rappresentano un manifesto ideale del modo in cui ha inteso la sua professione di medico.
Nato a Castelplanio, nelle Marche, infettivologo, Carlo Urbani ha speso la sua vita personale e professionale al servizio delle popolazioni più disagiate, in Africa, in Asia, in particolare, portando loro assistenza e cure sanitarie, fino a quel 29 marzo del 2003, 20 anni fa, in cui ci ha lasciato, dopo aver contratto il virus della SARS, un virus alla cui cura e al cui studio si era dedicato proprio in quegli anni. La sua segnalazione precoce, la sua richiesta di misure radicali e drastiche, come la quarantena, riuscirono a mettere in allarme il sistema di sorveglianza globale, evitando un contagio planetario. Un lavoro che è stato di esempio e di ispirazione nella gestione della pandemia da COVID-19.
“Sono cresciuto inseguendo il miraggio di incarnare i sogni. Ho fatto dei miei sogni, la mia vita ed il mio lavoro”: un medico del mondo, sempre a fianco dei più deboli, da presidente italiano di Medici senza frontiere, come da consulente dell'Organizzazione mondiale della sanità, Carlo Urbani ci ha insegnato la necessità degli investimenti a favore della sanità pubblica ed il valore e la centralità di una medicina forte e radicata sul territorio.
Nel mandare da quest'Aula un messaggio commosso di vicinanza e di ricordo alla sua famiglia, voglio far mie le parole pronunciate ieri, nell'aula del consiglio regionale delle Marche, dal figlio Tommaso: “Oggi avere accesso alle cure, spesso, in Italia è considerato un privilegio. Se si vuole davvero onorare la memoria di mio padre, le istituzioni hanno il dovere di garantire un accesso alla salute equo per tutti” e “(…) battersi perché il soccorso in mare venga assicurato e ogni vita umana salvata”. Una lezione, 20 anni dopo quel giorno di marzo in cui ci ha lasciato, più attuale potente che mai (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bakkali. Ne ha facoltà.
OUIDAD BAKKALI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Domenica, si è spento Ivano Marescotti, attore, autore, regista, nato a Villanova di Bagnacavallo e divenuto ambasciatore della Romagna e del romagnolo nel mondo. Aveva lavorato in teatro con giganti del calibro di Leo de Berardinis, Mario Martone, Carlo Cecchi, Giampiero Solari, Giorgio Albertazzi, Marco Martinelli e ha preso parte a film diventati i capisaldi del cinema mondiale diretti da Anthony Minghella, Ridley Scott, Marco Risi e Pupi Avati. Sei volte candidato al Nastro d'Argento, che ha vinto nel 2004, è stato il dottor Randazzo in Johnny Stecchino e sono memorabili le sue scene nei film di Checco Zalone.
Con la perdita di Ivano Marescotti, noi tutti perdiamo un grande artista, che ha saputo interpretare grandi ruoli e piccole parti, un grande istrione, così come una efficacissima spalla comica. I romagnoli tutti, i ravennati in particolare, perdono un concittadino capace di raccontarli con delicatezza e arguzia. A Ravenna, Marescotti è stato protagonista di Zitti tutti! nel Teatro delle Albe, dove il testo del poeta Raffaello Baldini guidava un personaggio interpretato da un magistrale Marescotti, metà in luce e metà in ombra, in un racconto minuzioso del nostro spaesamento di creature del XX secolo, utilizzando la lingua del Paese, il dialetto romagnolo a entrambi caro.
PRESIDENTE. Concluda.
OUIDAD BAKKALI (PD-IDP). Sempre a Ravenna, negli anni più recenti, Marescotti aveva dato vita al Teatro Accademia Marescotti, una scuola di teatro e cinema aperta a tutti e tutte, dove chiunque poteva provare a prendere parte al processo creativo dell'attore.
Oggi, ci stringiamo intorno alla sua famiglia e piangiamo un grande artista. In queste ore, tanti cittadini e tante cittadine stanno salutando Ivano Marescotti nella sala ardente allestita nella sala Oriani, nell'ex convento di San Francesco, nella sua amata Bagnacavallo. E anche da qui, da quest'Aula, lo salutiamo e lo ricordiamo. Ciao Ivano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Non so se stamattina ha letto i giornali, è notizia di oggi, di questa mattina: 2.000 lavoratori irregolari nei cantieri navali di Venezia, una truffa da oltre 6 milioni di euro. Lo ripeto: 2.000 lavoratori irregolari, con retribuzioni indecenti e fuori busta, senza ferie, malattie o diritti. Un contratto lo avevano, prima, ma era scaduto, serviva alle aziende per sottrarre ancora più soldi pubblici alle casse dello Stato. Ecco, il poco che questi lavoratori ricevevano era da tempo in nero, mentre nelle tasche dei datori di lavoro finivano i contributi per la pensione, il TFR e tutto quello che non veniva corrisposto ai dipendenti. Me lo faccia dire, Presidente, credo che lo direbbe anche lei: una profonda vergogna, che purtroppo sappiamo non essere isolata.
Ecco, la vicenda di cui parlo accade a Venezia, ma, purtroppo, potrebbe accadere in ogni parte d'Italia, visto che gli stipendi da fame riguardano diversi milioni di persone, anche quando l'illegalità non c'entra nulla.
L'ultima relazione annuale dell'Ispettorato nazionale del lavoro non lascia spazio a fraintendimenti: oltre il 62 per cento delle imprese controllate sono risultate irregolari. Avete capito bene, più di 6 aziende su 10. E la cosa drammatica è che, anche se fosse tutto in regola, non saremmo comunque di fronte a del lavoro dignitoso, ma spesso a sfruttamento. Già, perché come afferma un dossier pubblicato proprio oggi, sono più di 6 milioni i lavoratori poveri in Italia. Ecco, 6 milioni di cittadine e cittadini che ogni giorno si alzano e faticano per meno di 10 euro l'ora, il minimo sindacale perché non si parli di sfruttamento…
PRESIDENTE. Concluda.
MARCO GRIMALDI (AVS). Ho finito. Siamo di fronte a un'emergenza nazionale, l'inflazione si mangia tutto, eppure in quest'Aula non riusciamo a parlare di adeguamento di quei salari, di decenza, di dignità. Per questo noi vorremmo parlarne, continueremo a farlo e continueremo a chiedere che i Ministri competenti vengano qui in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Mercoledì 29 marzo 2023 - Ore 9,30:
(ore 9,30 e ore 16)
1. Discussione del disegno di legge (con votazioni non prima delle ore 16):
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 febbraio 2023, n. 11, recante misure urgenti in materia di cessione dei crediti di cui all'articolo 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77. (C. 889-A)
Relatore: DE BERTOLDI.
(ore 15)
2. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .
La seduta termina alle 18,30.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nelle votazioni nn. 5 e 11 il deputato Carrà ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 9 il deputato Rizzetto ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 13 il deputato De Maria ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;
nella votazione n. 14 la deputata Madia ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;
nelle votazioni nn. 18 e 19 la deputata Marino ha segnalato che non è riuscita ad astenersi dal voto;
nella votazione n. 21 la deputata Malavasi ha segnalato che non è riuscita ad astenersi dal voto;
nella votazione n. 22 il deputato Zoffili ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | DDL 939-A - EM. 1.5 | 292 | 288 | 4 | 145 | 120 | 168 | 53 | Resp. |
2 | Nominale | EM. 1.6 | 293 | 289 | 4 | 145 | 122 | 167 | 53 | Resp. |
3 | Nominale | EM. 1.7 | 297 | 293 | 4 | 147 | 122 | 171 | 51 | Resp. |
4 | Nominale | EM. 1.8 | 295 | 291 | 4 | 146 | 121 | 170 | 51 | Resp. |
5 | Nominale | EM. 1.9 | 297 | 293 | 4 | 147 | 123 | 170 | 51 | Resp. |
6 | Nominale | EM. 1.10 | 298 | 294 | 4 | 148 | 123 | 171 | 51 | Resp. |
7 | Nominale | EM. 2.3 | 298 | 294 | 4 | 148 | 123 | 171 | 51 | Resp. |
8 | Nominale | EM. 4.2 | 299 | 295 | 4 | 148 | 123 | 172 | 51 | Resp. |
9 | Nominale | ODG 9/939-A/3 | 301 | 280 | 21 | 141 | 107 | 173 | 50 | Resp. |
10 | Nominale | ODG 9/939-A/4 | 299 | 294 | 5 | 148 | 120 | 174 | 50 | Resp. |
11 | Nominale | ODG 9/939-A/5 - P. 1 | 295 | 295 | 0 | 148 | 51 | 244 | 50 | Resp. |
12 | Nominale | ODG 9/939-A/5 - P. 2 | 300 | 296 | 4 | 149 | 109 | 187 | 50 | Resp. |
13 | Nominale | ODG 9/939-A/6 | 297 | 240 | 57 | 121 | 49 | 191 | 50 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | ODG 9/939-A/7 | 293 | 235 | 58 | 118 | 46 | 189 | 50 | Resp. |
15 | Nominale | ODG 9/939-A/9 | 300 | 296 | 4 | 149 | 122 | 174 | 50 | Resp. |
16 | Nominale | ODG 9/939-A/10 | 302 | 223 | 79 | 112 | 49 | 174 | 50 | Resp. |
17 | Nominale | ODG 9/939-A/11 | 297 | 233 | 64 | 117 | 47 | 186 | 50 | Resp. |
18 | Nominale | ODG 9/939-A/12 | 299 | 241 | 58 | 121 | 50 | 191 | 50 | Resp. |
19 | Nominale | ODG 9/939-A/13 | 300 | 239 | 61 | 120 | 49 | 190 | 50 | Resp. |
20 | Nominale | ODG 9/939-A/14 | 298 | 234 | 64 | 118 | 47 | 187 | 50 | Resp. |
21 | Nominale | ODG 9/939-A/15 | 298 | 238 | 60 | 120 | 49 | 189 | 50 | Resp. |
22 | Nominale | ODG 9/939-A/16 | 295 | 232 | 63 | 117 | 48 | 184 | 50 | Resp. |
23 | Nominale | ODG 9/939-A/17 | 301 | 221 | 80 | 111 | 47 | 174 | 50 | Resp. |
24 | Nominale | ODG 9/939-A/18 | 301 | 239 | 62 | 120 | 49 | 190 | 50 | Resp. |
25 | Nominale | ODG 9/939-A/19 - P. 1 | 299 | 297 | 2 | 149 | 117 | 180 | 50 | Resp. |
26 | Nominale | ODG 9/939-A/19 - P. 2 | 298 | 298 | 0 | 150 | 51 | 247 | 50 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 27) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nominale | DDL 939-A - VOTO FINALE | 273 | 272 | 1 | 137 | 272 | 0 | 49 | Appr. |