XIX LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 96 di mercoledì 3 maggio 2023
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA
La seduta comincia alle 15.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
CHIARA COLOSIMO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 19 aprile 2023.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, il Ministro delle Imprese e del made in Italy, il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e il Ministro dell'Istruzione e del merito.
Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.
(Iniziative di competenza ai fini dell'erogazione gratuita della pillola anticoncezionale, alla luce della recente decisione del comitato prezzi e rimborsi dell'Agenzia italiana del farmaco - n. 3-00360)
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Zanella ed altri n. 3-00360 (Vedi l'allegato A).
Chiedo alla deputata Piccolotti se intenda illustrare l'interrogazione, di cui è cofirmataria, o se si riservi di intervenire in sede di replica.
ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Signor Ministro, oggi le chiediamo di confermare una buona notizia: una buona notizia per noi di Alleanza Verdi e Sinistra e anche per tutte le donne, perché, come lei saprà, il comitato prezzi e rimborsi dell'AIFA ha approvato, con una decisione di portata storica, la gratuità della contraccezione ormonale per tutte le donne. Si tratta di una svolta attesa da tempo e che rappresenta un passo avanti importante per la tutela della salute sessuale e riproduttiva. Ora il consiglio di amministrazione dell'AIFA è chiamato, speriamo in tempi rapidi e senza azioni dilatorie, a ratificare la decisione definitiva sulla gratuità e il CDA dell'AIFA sta valutando la documentazione in merito. Per questa ragione le chiediamo se il Governo non ritenga indispensabile sostenere, per quanto di vostra competenza, la decisione del comitato prezzi e rimborsi dell'AIFA, anche individuando, se necessario, le risorse, che sono pari a 140 milioni di euro, al fine di consentire al CDA dell'AIFA di approvare in tempi rapidi la gratuità della pillola anticoncezionale.
PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, senatore Luca Ciriani, ha facoltà di rispondere.
LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, signor Presidente. Colleghi deputati, rispondo all'interrogazione presentata sulla base anche degli elementi che mi ha fornito il Ministro della Salute che, purtroppo, è impossibilitato a partecipare alla seduta odierna.
In via preliminare, nell'esame del merito della questione posta, si osserva che l'AIFA, sin dal 2003, nel rispetto delle disposizioni di cui al decreto-legge n. 269 del 2003, opera nell'ambito dell'autonomia ad essa riconosciuta e nel rispetto dell'autonomia della commissione tecnico-scientifica e del comitato prezzi e rimborsi che svolgono le funzioni consultive prescritte dalle disposizioni vigenti.
Alla luce delle considerazioni generali di contesto svolte, emerge con ogni evidenza che, in ordine alla questione in esame, non vi sono profili di diretta competenza del Ministro della Salute che ha, tuttavia, provveduto ad acquisire elementi informativi da parte dell'AIFA.
A fronte dell'importanza sociale della procreazione consapevole, soprattutto in alcune fasce di età e in alcune fasce di condizione socio-economica e sulla base delle istanze pervenute all'Agenzia da parte delle aziende produttrici dei farmaci in esame, la commissione tecnico-scientifica e il comitato prezzi e rimborsi hanno ritenuto di formulare un parere favorevole all'ammissione alla rimborsabilità dei contraccettivi orali. Ciò in ragione del livello di efficacia e del profilo beneficio/rischio favorevole, confermati dalle evidenze scientifiche disponibili, nonché dall'esperienza acquisita dalla pratica clinica. L'AIFA ha precisato che il parere della commissione si riferisce esclusivamente ai contraccettivi cosiddetti daily.
Ineludibile appare, tuttavia, anche in relazione alle attribuzioni del Ministero dell'Economia e delle finanze, la questione della compatibilità della tenuta finanziaria delle scelte operate nel settore farmaceutico per l'impatto sulla relativa spesa a carico del Fondo sanitario nazionale, come ricordava anche l'interrogante, stimato in circa 140 milioni di euro.
In conclusione, le valutazioni e gli approfondimenti che il consiglio di amministrazione dell'AIFA è chiamato a svolgere in questi giorni, nel rispetto delle funzioni e prerogative allo stesso attribuite dall'ordinamento, sono finalizzati a garantire che la scelta tecnica operata dalle commissioni consultive sia in linea con il tetto programmato della spesa farmaceutica e non concorra ad alcun sfondamento del medesimo.
PRESIDENTE. La deputata Zanella ha facoltà di replicare.
LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Ci viene comunicato or ora che non c'è stata un'assunzione di responsabilità da parte del Governo e che, quindi, non è stata effettuata una scelta tale da garantire la gratuità degli anticoncezionali. Ritengo che questo sia un vero attacco alla salute e alle donne stesse. Infatti, il Governo deve garantire la copertura finanziaria dei 140 milioni necessari. Allo stato attuale, le donne spendono ben 230 milioni in contraccettivi. E non nascondo nemmeno la preoccupazione rispetto alla decisione definitiva del consiglio di amministrazione dell'AIFA, perché sappiamo che è in corso la riforma della governance di questa importante istituzione. Quindi, non vorrei che anche questo fosse un ostacolo alla definizione definitiva.
Tornando al Governo, io ritengo, noi riteniamo indispensabili le misure per affrontare il problema della salute sessuale e riproduttiva delle donne attraverso l'implementazione della rete dei consultori su tutto il territorio in modo omogeneo - per essere vicini alle donne che hanno bisogno di avere uno specialista che le indirizzi anche nella scelta del contraccettivo - e, soprattutto, un'informazione e una formazione delle giovani donne che hanno bisogno di avere un rapporto ravvicinato continuo con chi le consiglia rispetto a questa importante decisione.
Ultima cosa: informazione e formazione d'accordo, ma anche innovazione. Anche mentalmente bisogna orientarsi un po' - e chiudo, Presidente - perché della contraccezione maschile non si parla mai e siamo veramente alle calende greche come ricerca e anche come proposta politica e istituzionale. Infatti, anche gli uomini possono essere oggetto di contraccezione o, meglio, soggetto di contraccezione.
(Iniziative per l'operatività del comitato di gestione del fondo di garanzia per i mediatori di assicurazione e riassicurazione - n. 3-00361)
PRESIDENTE. Il deputato Pastorino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00361 (Vedi l'allegato A).
LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Grazie, signor Ministro. Il tema è quello del Fondo di garanzia per i mediatori di assicurazione e riassicurazione, costituito presso la Concessionaria dei servizi assicurativi pubblici (Consap), amministrata da un comitato di gestione nominato dal Ministero dello Sviluppo economico, per la durata di 3 anni. I mediatori sono obbligati a riversare lo 0,08 per cento delle provvigioni. Ora ci hanno segnalato che accade che Consap neghi le proprie prestazioni, rispondendo, a chi le richiede, con PEC di questo tenore: il comitato di gestione non sarebbe ancora operativo in attesa della nuova costituzione prevista per decreto del Ministro delle Imprese e del made in Italy.
Quindi, la domanda è se intenda dare indicazioni precise circa i tempi di emanazione del decreto con le nomine relative alla nuova costituzione del comitato di gestione del fondo di garanzia, indispensabile per provvedere al risarcimento del danno patrimoniale causato agli assicurati e alle imprese di assicurazione o riassicurazione, derivante dall'esercizio dell'attività di mediatore assicurativo e riassicurativo.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, senatore Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.
ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Grazie, signor Presidente, grazie, onorevole interrogante. L'atto in discussione fa riferimento al comitato cui spetta l'amministrazione del Fondo di garanzia per i mediatori di assicurazione e di riassicurazione, costituito quale patrimonio separato presso la Consap, sotto la vigilanza del Ministero delle Imprese e del made in Italy.
Come correttamente ricorda l'onorevole interrogante, il CAP stabilisce che il comitato in parola venga nominato con decreto del MIMiT e che sia composto da un dirigente dello stesso Ministero con funzioni di presidente, da un dirigente del Ministero dell'Economia e delle finanze da un rappresentante dell'Ivass, da un rappresentate della Consap, da due rappresentanti degli intermediari iscritti nella corrispondente sezione del registro e da un rappresentante delle imprese di assicurazione e di riassicurazione.
Com'è noto, in data 20 aprile 2022, è terminato il periodo di prorogatio della precedente composizione del comitato, con definitiva cessazione delle sue funzioni.
Ai fini dell'adozione del decreto ministeriale per la ricostituzione del suddetto comitato, con riferimento al triennio 2022-2025, è stato richiesto alle amministrazioni e alle associazioni più rappresentative del settore assicurativo di nominare il proprio esponente.
Dopo l'acquisizione delle prime proposte di designazione - specificatamente, del MEF, della Consap, dell'ANIA e dell'Ivass - si è resa necessaria un'integrazione istruttoria per consentire una maggiore rappresentanza.
Posso riferire, comunque, che, al termine dell'iter istruttorio, ieri ho firmato il decreto in parola. Con la sua comunicazione ai componenti del comitato, lo stesso sarà pienamente operativo e si potrà dare avvio alla procedura di risposta alle richieste di risarcimento richiamate dall'interrogante.
PRESIDENTE. Il deputato Pastorino ha facoltà di replicare.
LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente, grazie Ministro. È una risposta che ci soddisfa, quindi confidiamo in tempi rapidi per l'entrata in operatività di questo comitato, che è un esempio pratico di tutela della collettività, siano essi privati siano altri intermediari.
Intorno a Consap ruotano anche tanti altri strumenti di importanza, direi, molto grande per gli utenti in generale, quale, per esempio, il Fondo vittime della strada; tutti strumenti posti a garanzia di un sistema di tutela del cittadino, e non solo del cittadino, quando le cose non vanno nei binari giusti. Quindi, esprimendo ancora la soddisfazione per questa risposta, nell'attesa di vedere operativo questo comitato, la ringrazio nuovamente.
(Iniziative di competenza in relazione alla vertenza relativa allo stabilimento siderurgico JSW di Piombino, con particolare riferimento alla presentazione del piano industriale da parte della proprietà - n. 3-00362)
PRESIDENTE. La deputata Boldrini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Braga ed altri n. 3-00362 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
LAURA BOLDRINI (PD-IDP). La ringrazio, Presidente. Signor Ministro, il tema che solleviamo con questa interrogazione è, per così dire, un banco di prova per capire se il lavoro è per questo Governo una cosa importante oppure è solo uno spot del 1° maggio.
Parliamo dello stabilimento siderurgico di Piombino acquistato 4 anni fa dal gruppo indiano Jindal. La Jindal, rispetto agli impegni di investimento e di sviluppo assunti al momento dell'acquisizione, è del tutto inadempiente, tanto che 1.500 lavoratrici e lavoratori sono, ormai, da anni in cassa integrazione.
Nonostante queste inadempienze, la Jindal ha ricevuto da Rete Ferroviaria Italiana commesse per costruire rotaie per 1.400.000.000 di euro, senza alcuna garanzia che questo avverrà nello stabilimento di Piombino. Si sta, quindi, lasciando deperire un patrimonio industriale importante per la nostra economia e si mortificano le competenze di centinaia di lavoratrici e lavoratori.
Allora, Presidente, la domanda è semplice: che cosa ha intenzione di fare il Governo nei confronti di questa situazione, visto che finora non ha dato prova veramente di grande impegno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)?
PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, senatore Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.
ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. La crisi dello stabilimento citato dura, di fatto, da oltre 10 anni, 10 anni, 10 anni: quanti Governi si sono succeduti?
La società, infatti, è stata ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria il 21 dicembre del 2012 e il subentro della Jindal al gruppo algerino è avvenuto nel luglio del 2018. Altri governavano. Il piano industriale alla base dell'accordo di programma sottoscritto nel 2018 cioè 5 anni fa, era privo di cronoprogrammi - privo di cronoprogrammi - di realizzazione degli investimenti, nonché delle normali clausole rescissorie in caso di inadempienza da parte dell'azienda. Chi ha autorizzato? Chi ha sottoscritto quell'accordo che non aveva clausole rescissorie né precisi impegni dell'azienda? Si è trattato di un grave errore che perdura, purtroppo, sulle spalle anche oggi.
Il mancato avvio degli investimenti ha già addotto il Ministro Giorgetti, lo scorso anno, a ridiscutere il contenuto dell'accordo, nell'intento di introdurre clausole - finalmente, clausole - che prima non erano state previste.
Rispetto all'interrogazione e rispetto alle commesse di Ferrovie dello Stato, a ottobre 2022, solo una di queste commesse, del valore di 153 milioni di euro, e non di circa 400 milioni di euro, è stata fatta senza gara. L'altra commessa, ben superiore, di 236 milioni di euro, è stata fatta a gara con il miglior prezzo.
Però aggiungo che l'ulteriore affidamento diretto di rotaie alla società, per un valore complessivo di 768 milioni di euro, è vincolato, finalmente, alla sottoscrizione di un nuovo accordo di programma che sostituisca quello capestro realizzato 5 anni fa, introducendo, stavolta sì - perché questo è un Governo serio, che difende il lavoro -, impegni stringenti a carico dell'impresa, che non c'erano quando governavano altri.
La sottoscrizione del nuovo accordo avverrà solo a seguito dell'approvazione da parte delle istituzioni di un nuovo piano industriale inclusivo del rilancio dell'area a caldo, come abbiamo ribadito con chiarezza nel tavolo di crisi convocato il 27 di aprile.
Nessuna ulteriore agevolazione pubblica sarà concessa all'azienda, se non sulla base - stavolta sì - di un piano industriale che preveda il riavvio del forno elettrico. Lo Stato non è un bancomat, non lo è per noi, lo è stato per altri.
L'accordo, inoltre, conterrà stringenti scadenze in merito allo stato di avanzamento degli impegni, con apposite clausole risolutive espresse in casi di inadempienza da parte della società. È vero, nell'ultimo mese, hanno lavorato appena 600 persone, la gran parte è in cassa integrazione, si alterna in cassa integrazione da dieci anni.
Noi, che crediamo davvero nel lavoro, realizzeremo - e questo è il nostro impegno - un accordo che sia assolutamente vincolante, senza il quale non siamo disponibili a concedere alcun sostegno all'azienda (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. L'onorevole Simiani ha facoltà di replicare.
MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ministro, mi sembra che siamo ancora in campagna elettorale e credo che questa sua dichiarazione sia veramente assurda, soprattutto, con riferimento all'inizio del suo ragionamento, anche perché quel Ministro che lei citava prima, legato proprio alla questione delle commesse, era il Ministro che oggi è Ministro del MEF, sicché non ci racconti cose che non sono vere.
Secondo: con riferimento alla questione che oggi abbiamo di fronte, a noi interessano i lavoratori e non fare polemica, a noi interessano i lavoratori, e vogliamo che oggi sia rispettato l'accordo di programma che, comunque, l'azienda ha firmato e che doveva essere vincolato all'accordo di programma in base alle commesse che, in base, soprattutto, alle leggi che riguardano le aree di crisi complessa, sappiamo benissimo essere gare o, comunque, trattative che riguardano sistemi agevolati, soprattutto, nell'ambito delle relazioni fra committente e azienda.
L'altro aspetto fondamentale che a noi interessa è proprio l'accordo, che va ragionato. Sicché, solleciteremo sempre di più il Governo affinché quest'accordo si faccia su principi e basi che riguardano non solo rilancio del polo siderurgico di Piombino, ma, soprattutto, le clausole sociali che dovranno essere inserite in quell'accordo. Infatti, si dovrà rispettare il lavoro, ma si dovrà rispettare anche il fatto che oggi a Piombino si faccia siderurgia, si lavori l'acciaio, perché oggi è il nostro obiettivo, legato anche alle tante e tante azioni che sono state fatte sicuramente anche dai Governi precedenti.
Noi abbiamo bisogno che questa città abbia un rilancio complessivo, legato anche alle energie rinnovabili, all'ambiente ma soprattutto al rilancio di un porto che oggi è sempre più commerciale, ma che ha bisogno di un'azienda che possa commercializzare, in questo caso, acciaio in tutto il mondo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
(Misure a sostegno delle imprese italiane sui mercati esteri, in particolare tramite il supporto della rete diplomatica - n. 3-00363)
PRESIDENTE. La deputata Marrocco ha facoltà di illustrare l'interrogazione Barelli ed altri n. 3-00363 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Nei primi due mesi del 2023 le esportazioni italiane hanno segnato un aumento del 13 per cento. La crescita ha riguardato sia i mercati extra Unione europea e sia quelli dell'Unione europea. Si conferma, quindi, la tendenza positiva cominciata nel 2022, anno in cui si è registrata la cifra record di 624,6 miliardi di euro. Il commercio estero è una leva fondamentale per la crescita dell'intera economia italiana e bene fa questo Governo a metterlo fra le priorità della sua attività. Lo scorso febbraio sono state adottate le linee di indirizzo strategico in materia di promozione e internazionalizzazione delle imprese sui mercati esteri.
Nell'attuale congiuntura internazionale, numerose sono le sfide che le imprese italiane sono chiamate a fronteggiare: rallentamento del commercio globale, necessità di diversificazione dei mercati di approvvigionamento, lotta alla contraffazione e all'italian sounding. Chiediamo al Ministro quali iniziative siano previste per sostenere le nostre imprese sui mercati esteri nell'affrontare queste sfide e come si intenda valorizzare il ruolo della rete diplomatica come presidio del made in Italy.
PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, onorevole Antonio Tajani, ha facoltà di rispondere.
ANTONIO TAJANI, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, Presidente. Fin dall'inizio del mandato ho avviato un'intensa diplomazia della crescita, con l'obiettivo di internazionalizzare le aziende italiane e sostenere le esportazioni. Come ha detto l'onorevole Marrocco, l'export è cresciuto in Italia del 13 per cento nei primi due mesi di quest'anno e vale ormai più di un terzo del PIL. Se il PIL aumenta, crescono le entrate e si riduce il debito; se un'economia funziona, anche grazie all'export, si crea ricchezza e, quindi, benessere sociale. Per redistribuire dobbiamo prima generare ricchezza, non possiamo comprarla con nuovo debito. Ecco perché l'export è un obiettivo primario del Governo.
Abbiamo definito una strategia economica, per esempio, per i Balcani, con la Conferenza nazionale di Trieste di gennaio, due mesi dopo il business forum di Belgrado. Ha radunato 400 aziende italiane e serbe, con focus su innovazione tecnologica, transizione digitale, energetica, infrastrutture e agritech. L'11 maggio si terrà a Roma la presentazione del Kosovo e delle opportunità che offre questo Paese per un futuro business forum che si svolgerà entro la fine dell'anno. La missione in Egitto, a marzo, con rappresentanti della filiera agroalimentare, ha individuato progetti congiunti. L'Italia è in prima linea nella ricostruzione dell'Ucraina; alla Conferenza del 26 aprile hanno partecipato un migliaio di aziende e i vertici politici dei due Paesi. La diplomazia economica lavora, però, ad ampio raggio, come dimostrano la missione a New York di febbraio, con la tappa a Wall Street, e l'incontro con la comunità imprenditoriale italiana. In India abbiamo organizzato a marzo un forum con gli amministratori delegati delle più importanti aziende dei due Paesi e, poco più di un mese fa, a Roma, il ministro del commercio indiano ha presieduto con me un altro forum con imprese italiane e indiane. A metà aprile, in Giappone, ho discusso con il ministro dell'economia e con l'amministratore delegato di Mitsubishi il rafforzamento della cooperazione commerciale, industriale e scientifica, a partire dal programma congiunto per il nuovo caccia multiruolo.
Abbiamo in cantiere missioni per la crescita in America latina e in Africa e un business forum con l'Uzbekistan in occasione della visita a Roma del Presidente, a giugno. L'Europa naturalmente rimane il nostro mercato principale. Il 15 di questo mese sarò in Olanda al tavolo politico Vanvitelli con gli amici olandesi e ho voluto affiancare per la prima volta una sessione B2B con una nutrita rappresentanza di aziende italiane. Intendiamo poi potenziare gli strumenti finanziari a sostegno delle imprese, soprattutto le PMI. La Simest ha appena aperto il portale dedicato ai finanziamenti agevolati per le aziende più esposte alle conseguenze della guerra. Il Governo sta lavorando per accrescere l'efficacia del Fondo 394/81 per l'internazionalizzazione.
Poi, sfrutteremo tutti i grandi appuntamenti, compresi quelli sportivi, dagli Internazionali di tennis a quelli di nuoto, alla Ryder Cup, ma anche il vertice all'ONU sui sistemi alimentari per favorire il business. Obiettivo finale è la candidatura di Expo 2030, che dovrà essere il luogo dove si dovranno concludere anche affari tra le grandi imprese di tutto il mondo, e quindi favorire la crescita del nostro Paese. In conclusione, visto che la diplomazia economica è una priorità, intendo presto convocare gli stati generali dell'export per analizzare i risultati ottenuti e rafforzare la strategia di internazionalizzazione del nostro sistema produttivo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. L'onorevole Marrocco ha facoltà di replicare.
PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). Grazie, signor Ministro. La sua risposta ci soddisfa appieno perché mette in luce un ulteriore aspetto della politica e della diplomazia economica e della crescita, che vedono un lavoro sinergico tra il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, con il sostegno della rete diplomatica - ricordo che abbiamo 450 uffici sparsi in tutto il mondo -, gli altri Ministeri interessati, a partire da quello delle Imprese e del made in Italy, gli enti che compongono il sistema pubblico a sostegno dell'internazionalizzazione e i rappresentanti del mondo delle imprese, per sostenere le nostre esportazioni, favorendo così la crescita del Paese in differenti aspetti. Siamo un Paese manifatturiero, abbiamo bisogno di mercati liberi da cui importare materie prime e verso i quali indirizzare il nostro export. Per questo quotidianamente occorre operare, sostenendo le aziende nella penetrazione commerciale nei mercati emergenti e nel consolidamento di quelli tradizionali, per attrarre in Italia investimenti produttivi e flussi turistici e promuovere gli investimenti italiani all'estero. Bene, quindi, voler rafforzare la diplomazia della crescita, a cominciare dal Mediterraneo allargato, dall'Africa e dall'Indo-Pacifico. In quest'ottica, le iniziative nei Balcani, quali il recente business forum italo-serbo, sono tasselli fondamentali, perché abbiamo il dovere di essere presenti in questa regione, soprattutto a livello imprenditoriale.
Su 5 milioni di imprese, ben 140.000 sono esportatrici. L'export è quindi uno dei principali asset della nostra politica estera, l'export è vita per il nostro Paese. Non c'è Paese al mondo dove non siamo e dove comunque non si cerchino i nostri prodotti. Per questo dobbiamo sostenere le nostre imprese, a partire da quelle medio-piccole e a cominciare da quelle più piccole, essendo certi che la nostra rete diplomatica sarà in prima fila. La ringraziamo, Ministro, per il lavoro che lei svolge con abnegazione, a partire da quando era Presidente del Parlamento europeo ad oggi, che fa il Ministro, perché con il suo lavoro lei rende il nostro Paese protagonista nel mondo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
(Iniziative di competenza volte a favorire le adozioni internazionali, con particolare riferimento a Cina e Bielorussia - n. 3-00364)
PRESIDENTE. La deputata Cavo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-00364 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Quando si scorrono le tabelle pubblicate dalla commissione per le adozioni internazionali negli ultimi tre anni ciò che spicca è che, per ogni Paese di origine, la colonna più consistente è quella delle procedure pendenti. Vite sospese di bambini che aspettano di diventare di nuovo figli e di coppie che ambiscono a diventare genitori. Occasioni rinviate, per motivi burocratici, di far diventare quei minori adulti, forti del sostegno familiare. A fronte di 742 minori entrati in Italia per adozioni nel 2020, se ne sono registrati 705 nel 2022. La pandemia ha influito sul calo, ma ci sono Paesi che più di altri presentano criticità ancora oggi. Cito la Cina e la Bielorussia, su cui si concentra il question time, perché presentano il maggior numero di procedure in attesa di risoluzione.
Sappiamo che il Ministero degli Affari esteri è attivo su questo tema e che il Ministro Tajani lo ha posto al centro dell'incontro con il consigliere di Stato cinese, nel quale si è espressa unanime intenzione per creare una soluzione per completare le procedure già avviate. Noi Moderati, dunque, ci rivolgiamo a lei, Ministro, per conoscere quali iniziative il Governo intenda mettere in atto per facilitare le adozioni internazionali e per sbloccare le procedure pendenti, con attenzione alle situazioni in essere in Cina e Bielorussia.
PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, onorevole Antonio Tajani, ha facoltà di rispondere.
ANTONIO TAJANI, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, Presidente. Il tema ovviamente sta a cuore al Governo. Purtroppo, la pandemia ha determinato un rallentamento generalizzato nelle pratiche di adozione internazionale.
Per quanto riguarda la Cina, l'effetto congiunto di chiusura delle frontiere, del drastico rallentamento dell'attività degli uffici nelle regioni di origine dei minori e l'interruzione dei collegamenti aerei hanno provocato effetti ancora più gravi. Le famiglie italiane, abbinate con minori cinesi, non hanno potuto completare la procedura di adozione. Per perfezionarla, infatti, le autorità cinesi richiedono che gli adottanti trascorrano un periodo di convivenza con il minore proprio in Cina. Fin dal primo momento, insieme al Ministero per la Famiglia e alla Commissione per le adozioni internazionali, abbiamo lavorato incessantemente con il centro cinese per il benessere e le adozioni dei bambini, in un primo momento, per richiedere il rilascio dei visti speciali in favore delle famiglie già abbinate, quando il rilascio dei visti turistici era sospeso. Dopo l'apertura alla mobilità internazionale da parte della Cina, abbiamo chiesto con più forza la definizione delle procedure adottive e non ancora concluse, a partire da quelle in fase più avanzata.
Ho sollevato la questione, come ricordava l'onorevole interrogante, con Wang Yi, il numero 2 della Repubblica popolare cinese. Anche i nostri diplomatici hanno lavorato in questo senso nelle numerose interlocuzioni a livello tecnico con le controparti cinesi, una richiesta portata avanti insieme ai principali Paesi europei. Non desisteremo nel farci portatori delle attese delle famiglie italiane.
Mi soffermo ora sull'altro Paese richiamato dagli interroganti, la Bielorussa. Le adozioni internazionali con Minsk sono regolate da un protocollo bilaterale del 2017. Da tre anni la Bielorussia rifiuta di esaminare la lista di minori abbinati alle nostre famiglie italiane, inviata dalla commissione adozioni italiana, perché accompagnata dalla lettera di garanzia del Ministro per la Famiglia e non del Presidente del Consiglio, come vorrebbe la controparte. Il protocollo prescrive che la lista debba essere inviata con una lettera - cito testualmente - indirizzata al Presidente della Repubblica di Bielorussia, firmata dai vertici della Repubblica italiana. Rispetto a quando è stato concluso l'accordo, occorre inoltre considerare che il Ministro per la Famiglia è oggi presidente della Commissione per le adozioni internazionali e, quindi, massima autorità in tema di adozioni internazionali, delegata dal Presidente del Consiglio. Nonostante questi chiarimenti, la controparte bielorussa mantiene una posizione di ferma contrarietà a procedere. Stiamo, quindi, lavorando per rivedere il protocollo bilaterale sulle adozioni, in modo da prevedere esplicitamente che la lettera di garanzia possa essere indirizzata anche a una persona diversa dal Presidente della Repubblica di Bielorussia. In questo nostro impegno in materia di adozioni internazionali, non limitato ovviamente a Cina e Bielorussia, continueremo sempre ad anteporre l'interesse primario e superiore dei minori.
PRESIDENTE. La deputata Semenzato, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.
MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Accogliamo con favore le parole del Ministro che ringraziamo insieme al Sottosegretario Silli per l'ottimo lavoro che stanno svolgendo alla Farnesina e per la grande sensibilità mostrata sul tema delle adozioni internazionali, un tema che tocca nel profondo i sentimenti di adulti e bambini e che, proprio per questo motivo, abbiamo voluto nuovamente porre all'attenzione del Governo.
Vogliamo dare voce a tutte quelle famiglie che aspettano lo sblocco delle adozioni internazionali, persone disposte a prendersi seriamente cura di bambini che, purtroppo, non hanno una famiglia, ma che sono stati frenati prima dalla pandemia e dopo dalla guerra. Dobbiamo supportare famiglie e bambini durante ogni fase del processo adottivo, offrendo un servizio più capillare, articolato, efficace e puntuale nella consapevolezza dei cambiamenti che il settore sta affrontando.
Serve un forte senso di responsabilità nei confronti delle coppie che si affacciano all'adozione, spesso messi a dura prova dai tempi biblici, dai costi non irrisori e dalla tanta burocrazia. Occorre creare sinergie e non disperdere quel patrimonio prezioso fatto di relazioni istituzionali, di percorsi di accompagnamento e di sostegno e di progetti di formazione. Serve una vera e propria cultura dell'adozione.
Adottare non è dare un cognome o uno spazio, l'adozione è qualcosa di molto più complesso nella forma e nella sostanza: è ciò che permette a un bambino di realizzare il suo diritto di avere una famiglia adeguata ai suoi bisogni. Serve più rispetto per la vita, per quella che ci è stata data, ma anche e soprattutto per quelle che ci vengono affidate. Concludo, sottolineando come il primario obiettivo delle nostre azioni e di quelle del Governo debba rimanere la tutela dell'infanzia, anche perché i bambini di oggi sono gli adulti di domani ed è a loro che noi, come politici, saremo un giorno chiamati a render conto: i bambini ci giudicheranno (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
(Iniziative volte al contrasto del fenomeno dell'abbandono scolastico, con particolare riferimento alle regioni del Mezzogiorno, anche in relazione alla riorganizzazione scolastica e alle implicazioni derivanti dal progetto di autonomia differenziata - n. 3-00365)
PRESIDENTE. La deputata Cherchi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Amato ed altri n. 3-00365 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
SUSANNA CHERCHI (M5S). Grazie, Presidente. Signor Ministro, lei mi ricorda un po' il personaggio pirandelliano del romanzo “Uno, nessuno e centomila”, il cui protagonista vive una crisi di identità fortissima. Ci aiuti a capire: ieri proponeva, sulla scia dell'autonomia differenziata, stipendi diversi in base al costo della vita, penalizzando di fatto il Sud; oggi dichiara che lancerà - più avanti, non si sa bene quando - una mirabolante agenda del Sud per valorizzare economicamente il personale scolastico che lavora in aree disagiate del Mezzogiorno. Questa è la prima contraddizione.
Seconda contraddizione: decide di accorpare gli istituti, andando a colpire proprio le aree più fragili. Per contro, cosa afferma? Afferma di volere contrastare l'abbandono scolastico. È inquietante! Ci faccia capire come si concilia la fantomatica agenda del Sud con l'autonomia differenziata, il dimensionamento scolastico e le gabbie salariali che lei ha annunciato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione e del merito, professor Giuseppe Valditara, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'Istruzione e del merito. Signor Presidente, gentili onorevoli, lei ha detto una falsità (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), perché lei ha detto quanto io non ho mai dichiarato. In quest'Aula, a un suo collega risposi già a suo tempo. La invito ad andare ad ascoltare il mio intervento, dove non ho mai citato le parole “gabbie salariali”. Ho detto testualmente: “senza alcuna differenza tra Nord, Centro e Sud”. Dalle regioni arriva una richiesta di capire come fare per affrontare il tema del costo della vita. Punto (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)! Quindi, lei sia più attenta quando usa certe parole, perché, altrimenti, inganna i cittadini.
Detto questo, il contrasto alla dispersione scolastica è una sfida molto importante per questo Governo. Infatti, i livelli di dispersione registrati nel nostro Paese sono ancora troppo alti e il traguardo posto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, per il 2026, è la loro riduzione al 10,2 per cento. I dati in nostro possesso dimostrano indubbiamente come tale fenomeno abbia dimensioni inaccettabili nel nostro Mezzogiorno.
La lettura congiunta dei dati sulla dispersione scolastica, classicamente intesa, e di quelli sulla dispersione implicita mostra che la popolazione studentesca in condizioni di fragilità degli apprendimenti si attesta a oltre il 20 per cento, con forti differenze fra una regione e l'altra e con picchi in molte regioni meridionali.
È l'analisi di questi dati che mi ha spinto, subito dopo il mio insediamento, a istituire uno specifico gruppo di lavoro, composto da esperti qualificati e con la collaborazione di Invalsi, per individuare una serie di interventi definiti come “agenda Sud”, che partiranno da una sperimentazione in 150 scuole.
Voglio anche ricordare che il Ministero, dal momento del mio insediamento, ha già destinato, a beneficio delle regioni del Mezzogiorno, risorse molto consistenti. Mi riferisco ai 381 milioni per l'edilizia scolastica e la messa in sicurezza degli istituti, ai 102 milioni per le palestre, al miliardo e 200 milioni per la formazione e il potenziamento delle competenze, oltre a un intervento iniziale, pari a 180 milioni di euro, per gli ITS. Pertanto, complessivamente, in pochi mesi abbiamo ripartito a favore del Mezzogiorno oltre 1 miliardo e 900 milioni di risorse. Sono inoltre fortemente convinto che un ruolo strategico per il contrasto alla dispersione sia attribuito all'orientamento.
Per questo motivo abbiamo subito adottato le linee guida per l'orientamento e abbiamo stanziato 150 milioni di euro per l'istituzione di due nuove figure professionali, il docente tutor e il docente orientatore.
La riforma del dimensionamento scolastico non prevede chiusure di plessi né riduce l'offerta formativa scolastica, in particolare al Sud. Essa è stata concepita dal PNRR, che questo Governo è chiamato ad attuare, al solo fine di assicurare una migliore programmazione pluriennale della rete scolastica. Su questa impostazione, rigidamente prevista dal PNRR, l'impegno di questo Governo è stato quello di migliorare il modello ereditato dal precedente Governo, utilizzando parametri non discutibili, quali la popolazione studentesca regionale, e accentuando il margine di autonomia regionale nella dislocazione delle autonomie scolastiche sul territorio, a tutela proprio di quella marginalità e di quei divari sociali e territoriali evocati dalla vostra interrogazione.
PRESIDENTE. L'onorevole Gaetano Amato ha facoltà di replicare.
GAETANO AMATO (M5S). Grazie, Presidente. Signor Ministro, lei si è trincerato dietro la denatalità, trasformando una drammatica situazione in una catastrofe, perché il dimensionamento scolastico consentirà un maggior numero di abbandoni scolastici. L'anno scorso sono stati 80.000. Io la invito ad andare in provincia di Reggio Calabria. Vada a San Luca e ad Africo e vada a vedere quanti sono i ragazzi negli istituti comprensivi.
Lei parla di soldi destinati alla scuola. Signor Ministro, quei soldi erano del PNRR. Erano dedicati a compensare la sperequazione che c'era tra le scuole del Nord e quelle del Sud (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Lei ha una visione piramidale della scuola, ha una visione gentiliana della scuola, malgrado lei dica che non è così (Commenti del Ministro Valditara). Signor Ministro, sto parlando io (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Signor Ministro, lei ha una visione sbagliata di quello che è la scuola!
PRESIDENTE. Per cortesia, per cortesia, colleghi! Ascoltiamo l'oratore.
GAETANO AMATO (M5S). Io mi fermo e aspetto di avere il tempo che mi è stato concesso.
PRESIDENTE. Prego, onorevole.
GAETANO AMATO (M5S). Lei ha una visione sbagliata della scuola, signor Ministro. C'è gente che sta aspettando, gente che ha vinto concorsi, 20.000 idonei al concorso che non possono essere immessi in ruolo perché non ha prorogato una graduatoria. Ci sono gli “ingabbiati”, gente che potrebbe passare di classe di concorso e non avete dato un'abilitazione. Ci sono i laureati all'estero. La legge europea ci dice che lei deve valutare quei titoli. Lei ha dato un appalto triennale per valutare quei titoli, quando un'adunanza plenaria le dà 120 giorni di tempo. Fioccheranno i ricorsi, fioccheranno i ricorsi amministrativi e le richieste di risarcimenti che cadranno sul popolo italiano, signor Ministro. Se non si vuole fare aiutare dall'opposizione si faccia aiutare dai colleghi della maggioranza, perché tra coloro che stanno in questi banchi ce ne sono di alcuni bravi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
(Tempi di attuazione del Piano per la semplificazione nel settore della scuola - n. 3-00366)
PRESIDENTE. Il deputato Alessandro Amorese ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti ed altri n. 3-00366 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
ALESSANDRO AMORESE (FDI). Grazie, Presidente. Ministro, di recente ha illustrato i contenuti del piano triennale di semplificazione per la scuola e uno degli ostacoli più rilevanti, rispetto alla piena efficienza del sistema di istruzione in Italia, è rappresentato dalla complessità burocratica delle procedure, che si ripercuote costantemente sulla gestione della macchina amministrativa delle istituzioni scolastiche. Con sempre maggiore frequenza il personale scolastico è chiamato a svolgere compiti che non rientrano in alcun modo nel profilo di appartenenza e che sono resi ancora più complicati da sistemi gestionali complessi e non immediatamente intuitivi.
Come Fratelli d'Italia, chiediamo di sapere in che modo il piano triennale potrà migliorare il funzionamento del sistema scolastico italiano nel suo complesso e semplificare la vita di studenti, famiglie e insegnanti e quali sono i tempi previsti per l'attuazione delle misure più urgenti e significative individuate nel piano, con particolare riguardo a quelli in materia di reclutamento del personale scolastico.
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione e del merito, professor Giuseppe Valditara, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'Istruzione e del merito. Signor Presidente, gentili onorevoli, uno degli impegni principali che ho assunto, fin dal momento del mio insediamento, è stato quello di realizzare un serio intervento di sburocratizzazione della scuola, perché questa possa concentrarsi esclusivamente sulla sua missione educativa. Per questo motivo ho adottato uno specifico piano per la semplificazione della scuola in ben 20 punti. Abbiamo delineato un insieme di azioni quali: l'aumento e il miglioramento dei servizi scolastici per studenti e famiglie, la riduzione degli adempimenti burocratici a carico degli istituti scolastici e, infine, la riorganizzazione dei processi funzionali all'avvio dell'anno scolastico. Un ulteriore effetto atteso dal piano consiste, inoltre, nell'opportunità di sollevare i dirigenti scolastici e il personale delle segreterie amministrative da numerosi adempimenti resi ormai anacronistici dai processi di innovazione tecnologica e organizzativa, che devono riguardare a pieno titolo anche l'amministrazione scolastica.
Quanto alle tempistiche, ricordo che gli interventi avranno un'attuazione graduale diversificata in funzione della loro complessità e saranno articolati su un orizzonte temporale tendenzialmente triennale, ma i primi effetti si vedranno già entro la fine dell'anno.
In considerazione del tempo a disposizione, mi limito a segnalare alcune delle 20 azioni del piano: la riorganizzazione delle procedure connesse all'avvio dell'anno scolastico, in modo da assicurare il maggior numero di docenti in cattedra fin dal primo giorno; l'attivazione di un'unica piattaforma che consentirà a famiglie e studenti l'accesso alle informazioni utili per una scelta consapevole del percorso scolastico, nonché di fruire di tutti i servizi digitali per l'orientamento, le iscrizioni, le comunicazioni e i pagamenti; l'istituzione del fascicolo digitale del docente, che consentirà l'eliminazione di flussi documentali ormai non più necessari a beneficio di più efficienti meccanismi di interoperabilità in ambiente sicuro di tutti i dati relativi alla carriera dei docenti - insomma, il docente non dovrà più compilare documentazione -, semplificando anche le operazioni utili a garantire pensionamenti più rapidi; nuove procedure digitali per facilitare e velocizzare l'erogazione dei contributi statali alle famiglie per l'acquisto dei libri di testo (questa misura è molto importante soprattutto per le famiglie indigenti); riduzione dei tempi di pagamento degli stipendi a beneficio dei supplenti, che ad oggi avvengono a non meno di quattro mesi e che noi vogliamo drasticamente ridurre.
Questa è solo una rapida sintesi delle tante azioni che stiamo già svolgendo, i cui dettagli abbiamo voluto rendere pubblici sul sito del Ministero affinché vi sia un controllo da parte di tutti sullo stato di avanzamento di queste misure davvero importanti per l'intera comunità scolastica.
PRESIDENTE. L'onorevole Cangiano ha facoltà di replicare.
GEROLAMO CANGIANO (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, noi la ringraziamo per la completezza e la puntualità del suo intervento, che credo abbia chiarito la portata di questa ennesima piccola rivoluzione gentile che interessa tutto il comparto scuola in Italia. Ormai sono tanti i provvedimenti, che il suo Ministero ha emanato in questi mesi, che vanno proprio in questa direzione. Basti pensare, per esempio, al rinnovo del contratto e al ritorno economico che da esso è disceso, alle centinaia di milioni di euro destinati alle istituzioni scolastiche in Italia, nonché agli interventi tesi a ridurre i divari territoriali tra regioni e le disparità economiche tra alunni degli stessi istituti.
Questo piano triennale di semplificazione ci conferma l'attenzione del Governo Meloni verso il mondo della scuola e verso le richieste che arrivano dagli operatori scolastici. Il viaggio è appena iniziato e forse è più un percorso ad ostacoli, perché - dobbiamo dirlo - sono ancora tante le storture ereditate a cui bisognerà mettere mano nei prossimi mesi, e questo è un dato oggettivo. Penso - lo dobbiamo dire - anche ai docenti inseriti in graduatorie sature, che non hanno prospettive a breve, e al personale ATA precario, ancora in attesa di capire quali prospettive si apriranno su una situazione che è decisamente preoccupante per migliaia di uomini e donne. Penso, poi, alla necessità di strutturare organicamente quelle competenze trasversali che afferiscono al vivere civile e al benessere psicofisico e armonico delle persone, di cui così tanta urgenza si avverte soprattutto nelle scuole secondarie di secondo grado, riguardo a quella fascia di età compresa tra i 13 e i 16 anni la cui fragilità è spesso causa di tante tragedie.
In questi mesi, Ministro, lei ci ha dimostrato che alla scuola tiene molto e che sa bene in quale direzione deve andare. Noi di Fratelli d'Italia saremo ben contenti di poter essere suoi compagni di viaggio per ridare dignità alla scuola italiana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
(Iniziative per il raggiungimento degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza in materia di asili nido e per l'attuazione delle disposizioni del Family Act relative ai servizi educativi - n. 3-00367)
PRESIDENTE. La deputata Maria Chiara Gadda ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bonetti ed altri n. 3-00367 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
MARIA CHIARA GADDA (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, sappiamo quanto sia importante il sistema integrato di istruzione ed educazione nella fascia 0-6; è importante per contrastare la povertà educativa ma, soprattutto, per consentire ai nostri ragazzi, ai nostri bambini e alle nostre bambine di avere un percorso educativo importante e per offrire alle famiglie un servizio in grado di conciliare i tempi di vita e di lavoro.
Il nostro è un Paese di grandi eccellenze. Per questo dobbiamo ringraziare moltissimi sindaci, il Terzo settore e le scuole paritarie che, in questa fascia 0-6, hanno aperto strutture e garantito un servizio. Però, insieme alle eccellenze, i numeri consegnano appunto un quadro insoddisfacente, soprattutto per i servizi alle famiglie: la media nazionale del 27 per cento non ci può bastare. Abbiamo passi importanti da fare: 4,6 miliardi di risorse, che devono essere attuate attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza, e il Family Act da attuare.
La domanda è molto semplice. Il Ministro Fitto ha mostrato alcune preoccupazioni rispetto allo stato di attuazione di questi 4,6 miliardi e, quindi, le chiediamo quali sono i passi per raggiungere gli obiettivi destinati al mese di giugno ma, soprattutto, quali sono i percorsi che il suo Ministero intende mettere in atto per rispondere a un altro collo di bottiglia, la carenza strutturale di oltre 32.000 educatori, che sono fondamentali per mantenere e per gestire questo tipo di strutture (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione e del merito, professor Giuseppe Valditara, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'Istruzione e del merito. Signor Presidente, gentili onorevoli, l'investimento del PNRR è destinato a garantire alle famiglie italiane 264.000 nuovi posti negli asili nido e 1.880 interventi di edilizia, un obiettivo che il nostro Paese e questo Governo non possono e non vogliono mancare.
Dobbiamo tuttavia prendere atto di un'impostazione della misura prevista dal PNRR che non ha tenuto adeguatamente conto delle difficoltà organizzative in cui versano i comuni, che sono i veri soggetti attuatori di questo investimento.
Il nostro obiettivo, com'è noto, è quello di prevedere che in ciascun comune o bacino territoriale sia garantito un numero di posti pari al 33 per cento della popolazione compresa fra 3 e 36 mesi. Per questo, stiamo lavorando per trovare soluzioni compatibili sia con la Commissione europea sia con i comuni, per mettere in sicurezza quell'obiettivo di 4,6 miliardi a cui lei faceva riferimento. A conferma dell'intenzione di questo Governo di voler attuare tutti gli interventi del PNRR, ricordo che con l'ultimo decreto PNRR siamo intervenuti con un pacchetto di semplificazioni amministrative davvero eccezionale, che ha riservato agli interventi in materia di edilizia scolastica misure finora previste, tutte insieme, solo nel cosiddetto modello Genova. In particolare, proprio al fine di rispettare le tempistiche indicate, è stata riconosciuta a sindaci e presidenti di province e città metropolitane la possibilità di operare come commissari straordinari, nonché di avvalersi di specifico supporto tecnico anche esterno alle proprie amministrazioni, perché altrimenti non riuscivano ad operare. Quest'ultima disposizione favorisce specificatamente gli enti locali di minori dimensioni, i quali non sempre hanno nel proprio apparato le professionalità tecniche necessarie per seguire lo svolgimento degli appalti. Ancora, è stata innalzata la soglia per procedere all'affidamento diretto per servizi e forniture, ivi compresi i servizi di ingegneria o architettura e attività di progettazione.
Quindi, mi sento di affermare che, proprio grazie a queste misure, abbiamo registrato un recupero della capacità amministrativa degli enti locali - di cui anche il Presidente dell'ANCI ha dato atto - di colmare i ritardi accumulati in precedenza, circostanza che stiamo offrendo alla Commissione europea come prova della ferma determinazione di non voler rinunciare a questi interventi strategici. Una volta compiuta l'azione di realizzazione di nuovi asili, non vi è dubbio che dovranno seguire ulteriori azioni di sistema, finalizzate a rendere sostenibile nel tempo la gestione di queste strutture da parte dei comuni. Su questo ulteriore obiettivo, che non compete primariamente al Ministero dell'Istruzione e del merito, posso tuttavia assicurare, fin da ora, il massimo impegno del Governo, che sta dimostrando in ogni provvedimento di spesa la massima attenzione, in particolare, ai temi del sostegno alle famiglie e alla natalità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. La deputata Elena Bonetti ha facoltà di replicare.
ELENA BONETTI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, per questa risposta e, soprattutto, per avere confermato la volontà - che, invece, le parole del Ministro Fitto avevano un po' messo in dubbio - da parte del vostro Governo di dare piena attuazione a una misura storica, strategica per il nostro Paese, quella del raddoppio del numero dei posti disponibili per i bambini tra 0 e 3 anni, con un raggiungimento della media regionale - mi permetto di sottolinearlo - del 33 per cento, sapendo che nelle regioni del Sud questo significa triplicare i posti disponibili. Mi lasci però dire, Ministro, che non possiamo ritenerci soddisfatti perché, dalle sue parole, è stato dato, oltre a questo quadro di volontà, riconoscibile in modo positivo, un non altrettanto chiaro quadro dell'attuazione.
Vede, Ministro, il tema non è quello dei ritardi accumulati; in una nota del Ministero di cui lei oggi è responsabile, del 6 ottobre 2022, vi è la conferma da parte degli uffici del pieno raggiungimento di tutti i target previsti fino a quel momento. Oggi siamo nella fase dell'esecuzione e dell'attribuzione degli appalti. Quindi, il tema non è quello dei ritardi accumulati, il tema è la capacità di governare una fase, quella dell'esecuzione, che compete al vostro Governo. Quindi, più che concentrarmi su ciò che, in realtà, era stato fatto e fatto bene - lei si trova con questi progetti perché qualcuno, prima di lei, li ha resi possibili e li ha attuati – mi concentrerei sul fatto che vanno resi esecutivi. Quindi, ci attendiamo che le misure di cui lei ha parlato portino i frutti. Però, mi permetto di suggerire una maggiore regia con il Ministero dell'Università e della ricerca per quanto riguarda gli educatori. Dalle sue parole, non abbiamo capito che cosa intendete fare. Così come, di nuovo, siccome lei è responsabile del concerto dell'articolo 2 della legge n. 32 del 2022, che esattamente fa quello che lei ha detto che vorrebbe fare, scrivete i decreti attuativi e solleciti i Ministri che sono responsabili della parte della proponenza, perché lei di questo articolo ha un concerto e, quindi, se ne assume pienamente la responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).
(Chiarimenti in ordine alla procedura di reclutamento dei docenti prevista dal decreto-legge n. 44 del 2023, nell'ottica del raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza - n. 3-00368)
PRESIDENTE. La deputata Giorgia Latini ha facoltà di illustrare l'interrogazione n. 3-00368, di cui è cofirmataria.
GIORGIA LATINI (LEGA). Grazie, Presidente. Buonasera, Ministro. Sappiamo quanto sia importante migliorare la qualità dei percorsi educativi per offrire agli studenti sempre migliori livelli di conoscenze e capacità interpersonali e quanto sia importante anche coprire con regolarità e stabilità le cattedre dei docenti assunti a tempo indeterminato e investire sulla loro formazione. Questo è l'obiettivo della riforma del reclutamento degli insegnanti previsto nel PNRR, riforma che prevede l'assunzione di 70.000 docenti entro dicembre 2024, reclutati secondo il nuovo sistema. Però, purtroppo, siamo ancora in attesa del decreto che definisca i contenuti e la strutturazione dell'offerta formativa e questo ritardo allontana il nostro Paese dall'obiettivo fissato dal PNRR. Nel decreto-legge n. 44 del 2023 è stato introdotto un regime transitorio per procedere alle assunzioni dei docenti, anche in deroga alle procedure del decreto-legge n. 36 del 2022.
Quindi, come gruppo Lega, le chiediamo a che punto siamo di questo percorso per raggiungere questi importanti obiettivi, perché è arrivato veramente il momento, Ministro, di dare una vera e propria svolta al mondo della scuola. Se lo meritano gli insegnanti e, soprattutto, i nostri studenti, che sono il futuro del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione e del merito, professor Giuseppe Valditara, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'Istruzione e del merito. Signor Presidente, gentili onorevoli, colgo l'occasione per una brevissima replica anche all'onorevole Bonetti, perché è noto che i ritardi accumulati dal precedente Governo hanno avuto un'influenza molto significativa proprio sulla procedura di costruzione degli asili nido e, senza quegli interventi di semplificazione che noi abbiamo adottato fin da febbraio, probabilmente non saremmo mai riusciti a rispettare i tempi previsti.
Detto questo, sono particolarmente grato per l'interrogazione dell'onorevole Latini ed altri e rimarco l'impegno di questo Governo, e mio personale, ad affiancare alle misure previste dal Piano nazionale un'assai rilevante Piano di assunzioni del personale docente. Rispondo quindi anche alle preoccupazioni dell'onorevole Amato.
Questo piano comprenderà circa 56.000 insegnanti per il prossimo anno scolastico 2023-2024.
Premetto che, con questo piano, intendiamo dare anzitutto una risposta significativa e tempestiva alle esigenze degli studenti con disabilità, garantendo maggiore qualità dell'insegnamento e continuità didattica e riducendo, al contempo, il fenomeno del precariato degli insegnanti di sostegno.
Si tratta, infatti, della più rilevante immissione in ruolo su posti di sostegno degli ultimi anni - ripeto, la più rilevante immissione su posti di sostegno agli ultimi anni - pari cioè a circa 19.000 unità, destinata ad aspiranti docenti in possesso del titolo di specializzazione. Di questi, circa 17.000 saranno reclutati attraverso una procedura straordinaria di assunzione dalla prima fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze in esito al superamento dell'anno di prova e di una prova finale, che comprenderà anche una lezione simulata e che sarà valutata da una Commissione, con la presenza - a differenza del passato - anche di commissari esterni alla scuola di assegnazione. Nel piano straordinario previsto per il prossimo anno scolastico sono, altresì, ricomprese le assunzioni mediante lo scorrimento delle graduatorie vigenti per oltre 38.000 unità - in massima parte su posto comune - di cui 36.000 quali idonei dei concorsi di merito e 2.000 delle graduatorie ad esaurimento.
Con riferimento, invece, alle misure da adottare in attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, voglio evidenziare che, nonostante non si siano ancora avviati percorsi universitari di formazione iniziale - non certo per colpa di questo Governo -, bandiremo, prima dell'estate, una procedura concorsuale per l'assunzione di circa 35.000 docenti che abbiano maturato 36 mesi di servizio e che siano in possesso dei 24 crediti formativi.
Siamo consapevoli degli obiettivi che ci impone il Piano nazionale di ripresa e resilienza che prevede l'assunzione di 70.000 docenti entro il dicembre 2024. Tuttavia, questo Governo dimostra che, nonostante i ritardi maturati dal precedente Governo - i quali, peraltro, ci stanno imponendo una continua interlocuzione con la Commissione europea per concordare gli adeguamenti necessari ad assicurare l'attuazione della riforma -, siamo riusciti a costruire un ulteriore percorso di reclutamento del personale docente, dando risposta a chi insegna, da tempo, ma, soprattutto, ai nostri ragazzi che hanno il diritto di avere docenti qualificati in cattedra sin dal primo giorno di scuola (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Sono complessivamente quasi 100.000 i docenti che andremo ad assumere.
PRESIDENTE. Grazie, signor Ministro. Prima di dare la parola alla deputata Latini, la prego di non utilizzare il tempo di una risposta all'interrogazione per la replica a un'altra. Mi perdoni, ma chiariamolo.
Ha facoltà di replicare la deputata Georgia Latini.
GIORGIA LATINI (LEGA). Grazie, Presidente e grazie Ministro, siamo soddisfatti, come gruppo Lega, della sua risposta. Viviamo, da anni, un'emergenza vera e propria nella scuola e quelli attuali sono anni importanti, perché stiamo assistendo a una trasformazione. La scuola deve essere al passo con i tempi. La bandiera dell'uguaglianza, sventolata dalla sinistra, ha finito per danneggiare proprio chi voleva tutelare. Non c'è stato alcun ascensore sociale e la negazione del merito ha penalizzato gli studenti che provenivano da famiglie con meno risorse economiche (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), favorendo l'abbandono scolastico. Lei Ministro, su questo, sta facendo veramente tanto, perché ha puntato l'attenzione sul merito e sull'importanza dei talenti dei ragazzi che, lo dobbiamo ricordare, non sono tutti uguali, ma sono tutti diversi, perché tutte le persone sono esseri unici e irripetibili. Ha poi introdotto la figura del tutor che accompagna questi ragazzi nello scegliere la strada migliore per realizzare se stessi e questa è una misura molto importante. Ha, inoltre, aumentato gli stipendi degli insegnanti: è una cosa che non si faceva da anni, perché, ricordiamocelo, quella dell'insegnante è una delle professioni più importanti che abbiamo da tutelare. Infatti, è ovvio che, se gli educatori sono di alto livello, andiamo in una società in crescita. Soprattutto, ha affrontato questo tema degli insegnanti di sostegno, un problema che c'era da tempo, in modo da garantire, finalmente, questa continuità didattica. Questo è importante. Infatti, bisogna sottolineare che colui che ha bisogno di un insegnante di sostegno non deve avere solo una continuità didattica, ma deve avere una continuità anche in termini di rapporti umani. Ciò è importante per tutti gli studenti e soprattutto per quelli che hanno bisogno di un sostegno.
Voglio anche ricordare, Ministro, che tutti i fondi, che prima lei ha citato e che sono stati investiti adesso nella scuola, il Governo PD e 5 Stelle li investiva sui banchi a rotelle (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), mentre noi, invece, facciamo cose concrete per trasformare la scuola. Questo è grazie a lei che ci sta mettendo la faccia. Noi, come gruppo Lega, siamo al suo fianco per sostenerla e per supportarla in questo importantissimo e delicato lavoro.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Sospendiamo, a questo punto, la seduta che riprenderà alle ore 16,10. La seduta è sospesa.
La seduta sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,10.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 71, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Seguito della discussione del disegno di legge: S. 591 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 marzo 2023, n. 20, recante disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all'immigrazione irregolare (Approvato dal Senato) (A.C. 1112).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1112: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 marzo 2023, n. 20, recante disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all'immigrazione irregolare.
Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.
(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1112)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benedetto Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Signor Sottosegretario, questa maggioranza era arrivata alla vittoria, alle elezioni del 25 settembre, sull'onda dei proclami antimmigrazione: faremo il blocco navale, fermeremo gli sbarchi, basta clandestini, “dagli” alle navi dell'ONG. Il blocco navale ovviamente non c'è, era propaganda sulla pelle degli elettori italiani e sulla pelle degli stranieri. Gli arrivi dei migranti in Italia sono triplicati, Sottosegretario, lo sa meglio di me: nel 2022 (primi tre mesi, dati fino a marzo) erano 6.000, oggi (a marzo 2023) sono 20.000, più che triplicati. Non oso nemmeno immaginare cosa sarebbe accaduto da quei banchi se, a parti invertite, si fosse verificata una crescita esponenziale degli arrivi. E questo nonostante il vostro accanimento sulle ONG, perché voi sapete che le persone salvate in mare e portate sulle coste italiane dalle ONG, che voi volete spedire il più lontano possibile, sono il 10 per cento degli arrivi totali. Questa cosa delle ONG è sintomatica, perché in genere sono i regimi illiberali e le autocrazie in giro per il mondo che mettono nel mirino le ONG, non i sistemi democratici.
Attaccate la protezione speciale, ben sapendo, signor Sottosegretario, che l'unico esito di quest'articolo sarà di avere più clandestini. È scritto, possiamo ritrovarci fra sei mesi o fra un anno e vedrete che quello sarà l'unico risultato; eppure, ben sapendolo, pensate che sia un buon vessillo di propaganda. Siete al Governo, non siete in campagna elettorale, non siete all'opposizione, eppure straparlate di sostituzione etnica, quando sapete perfettamente che gli stranieri in Italia non crescono, che molti di coloro che hanno acquisito la cittadinanza italiana se ne stanno andando via, e sono i lavoratori più qualificati. Sapete perfettamente che coloro che arrivano in Italia, anche se arrivano in Italia, se sbarcano in Italia e dovrebbero rimanere in Italia, per almeno i due terzi se ne vanno altrove e casomai l'emergenza viene spostata immediatamente negli altri Paesi: Germania e Francia in testa. Eppure vi ostinate ad essere contrari alle proposte che noi abbiamo fatto, ad esempio, per garantire permessi di lavoro...
PRESIDENTE. Deve concludere.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente, chiudo tra poco. … permessi di lavoro, con tutti i crismi e tutte le garanzie, a chi, essendo in Italia, potrebbe trovare lavoro, a beneficio proprio naturalmente, ma a beneficio delle imprese e delle casse dello Stato nel breve e nel medio periodo, perché siete voi che avete scritto nel DEF, giustamente, che per rendere sostenibile il debito pubblico è necessario un aumento dei flussi netti di immigrati, netti anche al netto degli italiani che se ne vanno. Insomma, e chiudo, questo decreto è propaganda, contiene misure contrarie alla Costituzione italiana e al diritto internazionale, ed è contro l'interesse dell'Italia. Per questo +Europa voterà “no” alla fiducia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Romano, che però non vedo in questo momento in Aula, quindi passiamo oltre. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Onorevole Sottosegretario, colleghi e colleghe, 75 al minuto è il numero delle persone che, ogni 60 secondi, migrano per lavoro o per necessità, lasciano le campagne per le città, il proprio Paese per un altro. Questo, caro Sottosegretario, cari colleghi e colleghe, è il battito del cuore del mondo. Noi siamo stati un Paese di migranti, lo abbiamo raccontato più volte. Molti colleghi e colleghe hanno raccontato dei viaggi della disperazione, in tanti casi, dei nostri connazionali in America, in Sud America, in Europa, per cercare di scappare alla miseria che in quel momento regnava nel nostro Paese.
Ma noi non siamo stati solo un Paese di migranti, lo siamo tuttora. Tuttora i nostri concittadini, gli italiani e le italiane, migrano, così come il resto della popolazione mondiale. Negli ultimi dieci anni, cari colleghi della maggioranza, ben 580.000 italiane e italiani sono andati all'estero, e attualmente sono più numerosi i cittadini italiani all'estero di quanto non siano numerosi i cittadini stranieri in Italia. I primi, cioè gli italiani all'estero, sono 5.800.000, i residenti stranieri in Italia sono 5.200.000. Questo per dire che ciò che voi state cercando di raccontare, di narrare al nostro Paese, e cioè che c'è una terribile emergenza, una incredibile invasione nel nostro Paese, e che quindi sono necessarie leggi speciali, è necessario avere e mettere in campo provvedimenti straordinari, si basa su una gigantesca finzione, che non fa i conti con la realtà del nostro pianeta, con quello che è sempre accaduto e che sta accadendo.
Tra i 75 al minuto c'erano anche più di 200 persone che navigavano verso l'Italia e il cui viaggio si è interrotto a Cutro, a poche decine di metri dalle nostre coste. C'erano persone, c'erano uomini e bambini, donne, che sono morti non perché contro di loro si è accanito un destino cinico e baro. Sono morte perché è stata fatta una valutazione sbagliata, pensando che quello fosse un provvedimento di Polizia volto a impedire, diciamo così, l'ingresso clandestino di alcune persone, e non che invece si trattasse di un problema di salvezza di vite di persone.
Quel tragico errore è costato la morte di più di 94 persone. In quei giorni drammatici, quello che ha salvato la dignità del nostro Paese sono stati le cittadine e i cittadini di Cutro, di quel territorio, che, con grande spirito di abnegazione, con grande generosità, con solidarietà si sono stretti intorno alle persone salvate, ai parenti delle vittime, ai genitori, agli zii e alle zie di quei bambini che sono morti lì. Queste persone, Cutro, avrebbero meritato, meriterebbe la medaglia d'oro al valor civile per quello che è accaduto in quei giorni, salvando la dignità del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). In quelle ore, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni - penso di averle fatto una cortesia utilizzando l'articolo determinativo maschile, come lei preferisce - ebbe a dire che la lotta contro gli scafisti, questi criminali, trafficanti di esseri umani, si sarebbe svolta in tutto il globo terracqueo. Presidente Meloni, a che punto è questa caccia agli scafisti? Perché, a tutt'oggi, non ci risulta un'iniziativa italiana per realizzare rapporti internazionali tesi a permettere alle nostre forze di Polizia di intervenire nel globo terracqueo. Finora non avete catturato nessuno, non siete andati a prendere nessuno da nessuna parte, anzi, devo dire, colleghi e colleghe, che l'unico trafficante di esseri umani con cui siete riusciti ad arrivare in contatto è Emad Trabelsi, trafficante di persone arrestato in Francia, così come ha raccontato il collega Marco Grimaldi nel suo intervento, proprio ieri. La caccia ai trafficanti di esseri umani in tutto il globo terracqueo ha determinato semplicemente l'incontro ufficiale tra questo trafficante e il Ministro dell'Interno italiano. Ma questa è una vergogna che dovrebbe essere superata, io spero.
Ma chi sono questi migranti? Voi parlate di numeri, ma parlare di numeri è sempre una cosa che spersonalizza. Chi sono queste persone? Da dove vengono? Quali sono le ragioni che portano questi uomini, queste donne, questi bambini a lasciare le loro terre e le loro case? Su questo ci dobbiamo interrogare, altrimenti, signor Presidente, sembra che stiamo parlando di questioni statistiche. Non sono questioni statistiche, stiamo parlando di uomini, donne e bambini. Sono persone che hanno lasciato le loro terre e hanno attraversato il deserto e, dopo aver attraversato il deserto, sono state recluse, torturate, vilipese, violentate all'interno dei lager che noi finanziamo in Libia. E, mentre si consumava la tragedia di Cutro, qualche giorno prima, il Governo ha annunciato che darà 4 nuove motovedette alla Guardia costiera della Libia. Ma siete voi che state dando le barche agli scafisti! Questa è la realtà di quello che sta accadendo e su questo io penso che non vi possa essere alcun consenso da parte dell'opposizione.
Parliamo degli italiani, ma parliamo anche degli stranieri che sono in Italia. Voi vi dovreste interrogare sul fatto che la grandissima parte degli stranieri che approda sulle nostre coste non vuole rimanere in Italia; neanche loro ci vogliono stare: arrivano in Italia e cercano in tutti i modi di andare da qualche altra parte, in Germania, in Gran Bretagna, in Francia. È questa la loro aspirazione. Su ciò, ripeto, dovremmo porci delle domande.
Penso che voi vi dovreste chiarire un po' su quello che pensate di fare, perché, in questi mesi, avete lavorato ad una serie di decreti, come quello sulle ONG, che prevede che alle navi dei volontari, di coloro che vogliono salvare le persone in mare vengano frapposti ostacoli sempre più grandi, l'ultimo dei quali quello di avere come porto di approdo i porti più lontani possibili, in modo da evitare che queste navi possano salvare vite. Poi il decreto Cutro e, su questo, permettetemi una digressione, cari colleghi e colleghe.
Noi pensavamo che, dopo la tragedia di Cutro, ci fosse un ripensamento da parte della maggioranza, ci fosse l'idea di fare qualcosa per salvare vite, per permettere a queste persone di costruirsi un futuro. Non pensavamo assolutamente che avreste fatto un nuovo decreto ancora più stringente di quelli fin qui adottati, basato sulla necessità di non esprimere solidarietà alle persone che approdano, così come avete fatto quando il Governo si è recato a Cutro e si è chiuso dentro una stanza, senza incontrare gli amministratori, i cittadini, i superstiti del naufragio e i parenti delle vittime. Quel giorno è stata una giornata brutta per la Repubblica e, in quella giornata, avete elaborato un decreto che va contro quello che è necessario fare, cioè assicurare più solidarietà, assicurare più accoglienza, assicurare la salvezza di vite. È questo il nostro dovere.
Vado a concludere, Presidente. Voi ci avete detto che eravate pronti a governare, lo avete detto in tanti modi, ma questa è la dimostrazione che non solo non siete pronti, ma che state andando nella direzione sbagliata, in una direzione che è contro gli interessi del nostro Paese. Voi stessi avete detto nel DEF che è necessario che ci siano più migranti nel nostro Paese perché assicureranno un aumento del PIL. Allora, nella vostra maggioranza, la mano destra non sa che cosa fa la mano sinistra. In questo modo voi siete un danno per il Paese, voi siete un pericolo per il Paese e speriamo che questo lo possiate capire anche voi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Romano. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SAVERIO ROMANO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Mi scuso per il ritardo con lei, con l'Aula e con i rappresentanti del Governo. Noi affrontiamo la questione legata ai migranti da oltre 10 anni, perché ciascun Governo - e, certamente, nessun Governo di centrodestra ha avuto responsabilità in questi 10 anni - si è trovato a gestire un flusso regolare di migranti e richiedenti asilo, che cercano di raggiungere l'Italia via mare partendo dalle coste del Nordafrica. Io vorrei dare alcuni numeri, perché i Governi che si sono succeduti hanno sperimentato soluzioni estemporanee che hanno risposto più a ragioni di consenso che di efficacia reale. Fra il 1997 ed il 2010, sono arrivati ogni anno, via mare, dal Nordafrica verso l'Italia, 23.000 fra migranti e richiedenti asilo. Fra il 2011 e il 2013, a causa della Primavera Araba, sono arrivate 118.884 persone via mare. Con il famigerato provvedimento Mare nostrum sono morte in mare 3.126 persone, numero, più o meno, identico a quello del Governo Renzi con l'operazione “Triton”. Durante il Governo Gentiloni - Ministro dell'Interno, l'onorevole Minniti - si è sostenuta la linea di un approccio ostile alla negoziazione via mare al fine di preferire una linea più sistemica. Fra il 2017 e il 2018, sono morte in mare almeno 4.167 persone, mentre, tra il 2018 e il 2019 - Salvini era Ministro dell'Interno -, sono morte 1.314 persone.
Perché ho snocciolato questi dati, signor Presidente e onorevoli colleghi? Perché durante questo dibattito ho sentito tante cose che riguardano, più o meno a proposito, il provvedimento in esame, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia, ma non ho ancora compreso qual è la proposta dell'opposizione, posto che in questi ultimi 10 anni i dati che sono sotto gli occhi di tutti sono quelli che ho appena letto.
Questo Governo ha una visione, ha un'idea di come affrontare il tema; un'idea che, per l'enorme mole di problemi che sottende il tema dell'immigrazione, non potrà essere risolutiva tout court, ma un'idea che ha un aspetto che noi intendiamo in quest'Aula sottolineare. Sono bene accolti tutti coloro i quali vengono in maniera regolare nel nostro Paese, e venire in maniera regolare significa, tra le altre cose, accedere ai percorsi che sono previsti in questo decreto che è oggi al nostro esame. Il contenuto di questo decreto: il testo prevede la programmazione dei flussi d'ingresso in un duplice livello. Un documento programmatico, che determina l'orientamento nazionale in materia di immigrazione ed in particolare i flussi di ingresso, da adottare anno per anno.
Il secondo livello, invece, è costituito dal cosiddetto decreto Flussi vero e proprio. Il Governo riconosce una corsia preferenziale a quei Paesi che attiveranno campagne di sensibilizzazione sui rischi che derivano dall'immigrazione clandestina; ciò al fine di contrastare con tutti i mezzi disponibili questo fenomeno. Esattamente il contrario di quello di cui veniamo accusati da parte delle opposizioni. Noi vogliamo contrastare l'immigrazione clandestina, tant'è che nel provvedimento sono previste delle premialità per chi accede, invece, a un percorso di legalità. Si prevede di semplificare e velocizzare il rilascio di nulla osta conseguenti alle domande di ingresso per l'attività lavorativa, si pianificano corsi di istruzione e formazione professionale nei Paesi terzi, volti concretamente al raggiungimento almeno del livello A1 della lingua italiana.
E infine c'è una prelazione per i nostri datori di lavoro del settore agroalimentare che abbiano presentato istanza per assumere i lavoratori stranieri mediante il decreto-legge Flussi del 2022, ma che non sono riusciti ad accedere al click day, così come si prevede il contrasto al caporalato, indirettamente legato all'immigrazione clandestina.
All'articolo 6, infine, è previsto un controllo diretto sulle ditte appaltatrici di strutture dedicate agli stranieri al fine di tutelare i diritti fondamentali dei migranti.
Comprendo - e questo lo dico perché sono figlio di un immigrato, non in Italia, ma in un altro Paese - che non si può fermare il mare con le mani e non si può fermare chi anela a vivere una vita più dignitosa e lascia ogni cosa per raggiungere quel desiderio, quel sogno, ma capisco pure che se non c'è una politica seria, che dice esattamente come stanno le cose, la politica dell'accoglienza diventa soltanto una chimera, che finisce per penalizzare coloro i quali, invece, hanno diritto di scegliere la strada della legalità per accedere ad un percorso di vita che li porti anche nel nostro Paese.
È vero, qualcuno ha commesso l'errore di dire che, poiché nel DEF è possibile prevedere un incremento del prodotto interno lordo attraverso i cosiddetti flussi dell'immigrazione, è come se fosse messo da parte il tema della denatalità. Sono due cose distinte e separate. Nel nostro Paese abbiamo un problema serio, così come in tutti i Paesi occidentali, di denatalità, che non può essere risolto con i flussi migratori e in merito al quale dobbiamo porci il problema di come affrontarlo e risolverlo, e così sta facendo il Governo.
Cosa diversa, invece, è dare la possibilità a quanti vogliono venire a lavorare nel nostro Paese e scelgono di venire a vivere nel nostro Paese di farlo attraverso regole che tutelino loro e i cittadini italiani che già vivono in questo Paese. Per questa ragione, ritengo che questo provvedimento vada, insieme ad altri, inserito dentro questa cornice, molto chiara e visibile, perché questo decreto si pone l'ambizioso obiettivo di dare una soluzione seria e soprattutto dignitosa al fenomeno migratorio.
Si muove su due filoni, quello del contrasto fermo ed efficace all'immigrazione irregolare, ma, dall'altro lato, vuole agevolare gli stranieri che vogliono entrare nel nostro Paese in maniera regolare per lavorare. Il che non si traduce in posti di lavoro in meno per gli italiani, perché è provato che, anche a causa del reddito di cittadinanza, molti settori, come l'agricoltura o le cure di assistenza alla persona, sono in costante ricerca del personale. Abbiamo interi settori in ginocchio nel nostro Paese perché non si trova personale e la maggior parte dei lavoratori di questi comparti non sono italiani.
Andate in giro nei ristoranti ed entrate nelle cucine di quei ristoranti e vedete chi sono i cuochi, chi sono i lavapiatti, chi sono i camerieri. Non facciamo finta di non vedere, non giriamo la testa dall'altra parte. Se c'è una cosa che abbiamo imparato dal decreto Flussi del 2022 è che, durante il click day per la presentazione delle istanze di ingresso di lavoratori stranieri per motivi di lavoro subordinato, sono state presentate oltre 250.000 domande rispetto alle 82.000 quote previste. Un buon segnale, che risponde anche alle richieste di Coldiretti, che reclama una maggiore quantità di manodopera, l'aumento del numero e l'accoglimento delle istanze sospese. Questo è un ottimo segnale, che risponde alle esigenze del mondo del lavoro.
Un aumento delle quote di ingressi per lavoro regolare impone anche un'importante riflessione sulla lotta al caporalato, fenomeno che sempre di più colpisce soprattutto il Sud Italia. I dati ci indicano che sono stati circa 230.000 nel 2021 i lavoratori irregolari impiegati in agricoltura e l'obiettivo auspicabile è quello di fare un decreto Flussi per tre anni per almeno 160.000 quote l'anno. Questo decreto vuole, di fatto, restituire dignità e diritti ai migranti, dando un messaggio chiaro e importante agli scafisti, contrastando in maniera ferrea la tratta di esseri umani. Solo nelle ultime 48 ore, e mi avvio alla conclusione, sono approdate sulle coste di Lampedusa 132 persone, nonostante le condizioni meteo avverse in questi giorni, facendo arrivare a un totale di 42.206 il numero delle persone sbarcate dall'inizio dell'anno.
E pensate che un comune come quello di Lampedusa, piccolino, in questo momento ha un poliambulatorio assaltato, con oltre 2.000 presenze. L'Italia non può e non deve essere lasciata sola in questa battaglia. Se da un lato, infatti, vogliamo contrastare in tutti i modi le numerose e tragiche morti in mare, dall'altro dobbiamo lavorare affinché vi sia più collaborazione tra i Paesi. Dobbiamo fare in modo che si smetta di non vedere che tante navi, quando decidono di attraccare, guarda caso - mi riferisco alle ONG - hanno un solo porto di destinazione, che è l'Italia. Ci sarà una qualche ragione. Noi questa ragione la vogliamo fare emergere e contrastarla, perché il fenomeno dell'immigrazione clandestina va combattuto da tutti, in maniera seria e coerente (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Monte. Ne ha facoltà.
ISABELLA DE MONTE (A-IV-RE). Signor Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, sappiamo che ormai da anni ogni decreto viene soprannominato con un nome evocativo e simbolico. Questo decreto possiamo quindi definirlo il decreto Propaganda. C'è un elemento che condivido ed è la programmazione dei flussi di lavoratori, per cui, se si riesce ad avere una prospettiva temporale più lunga, ben venga, ma il tutto finisce qua. Stando al nome più noto, il decreto-legge Cutro, purtroppo, ricorda una tragedia, sulla quale deve essere ancora fatta chiarezza: decine di vittime, anche bambini, neonati.
Nessuno può togliersi da davanti agli occhi l'immagine di vite spezzate, l'immagine di quei giocattoli, di quei biberon.
Nessuno - e dico nessuno! - può voltare la faccia dinanzi a queste tragedie, dato che le vite sono vite, le persone sono persone, i bambini sono bambini e, davanti ad essi, non c'è Nazione o confine che possa segnare differenze. La differenza, Presidente, sta invece nella risposta che un Governo serio, un Governo nella pienezza dei suoi poteri, un Governo che ha i numeri parlamentari - fatta eccezione per lo scivolone sul DEF - è in grado di dare. Come detto, la soluzione non può essere la propaganda. Serietà vorrebbe che si mettesse davvero mano alla legge Bossi-Fini, perché è lì che risiede la vera fonte dell'immigrazione irregolare. Non volete farlo per due motivi e in questo vi possiamo comprendere. La prima è che modificare una legge che porta il nome di due esponenti simbolo della destra equivarrebbe a segnare il passo, a modernizzare il Paese, a finirla con il consenso a colpi di propaganda. Invece no, siamo sempre allo stesso punto.
La seconda ragione è collegata alla prima: il vostro consenso è strettamente legato alla creazione della paura dello straniero. E, così, via libera della maggioranza alla propaganda di quello che appare a tutti gli effetti essere l'azionista di maggioranza di questo Governo, ovvero la Lega, che oggi felicemente pone la sua ennesima bandierina. Ben presto, però, questa nuova legge si rivelerà per quello che è ossia una farsa, perché dovete prendere atto che serve un'azione ben più coraggiosa di questa per fronteggiare i flussi migratori. Non sarà certo una cornice di pena edittale aumentata di un anno per fare da spauracchio. Ammesso che chi delinque conosca davvero le pene edittali, i meccanismi di conteggio della pena e così via, poniamoci seriamente la domanda se le nuove pene edittali, minima e massima, siano tali da scatenare un effetto deterrente, quindi, la desistenza dal commettere il reato. Presidente, siamo seri. Ci sono soggetti delinquenti disposti a tutto, a portare le mamme e i neonati in mare grosso per i soldi. Si pensa davvero che le sanzioni penali possano risolvere il problema? Verrebbe da ridere, se non ci fosse da piangere.
A proposito di mare aperto, sì, siamo nel mare aperto degli slogan: abolizione della protezione umanitaria, porti chiusi, abolizione della protezione speciale. Una cosa però è vera - l'ho già detto anche in altre occasioni - del fenomeno migratorio: la richiesta di asilo deve essere riservata a chi ha bisogno di quel tipo di protezione e non per mascherare la migrazione economica. Siccome concordo con voi, mi auguro che sarete consequenziali, allorché si presenterà nuovamente la possibilità di modificare a livello europeo il regolamento di Dublino. Infatti, ricordo che la destra al Parlamento europeo non votò a favore del regolamento IV e questo è particolarmente grave, dato che quella modifica avrebbe eliminato la regola sfavorevole all'Italia della competenza del primo Paese di approdo (norma introdotta durante il Governo Berlusconi e oggi decisamente inopportuna) e avrebbe altresì introdotto la ricollocazione automatica, con lo screening immediato della destinazione del richiedente asilo. Allora, Presidente, bisogna rendersi conto che serve più Europa e non solo quando si tratta di prendere fondi europei - auspicabilmente senza poi restituirli al mittente perché non si riescono a spendere - ma anche quando si tratta di risolvere correttamente a livello europeo nelle istituzioni di cui fa parte il Governo, ovvero il Consiglio europeo e il Consiglio dell'Unione europea, i problemi di cui stiamo parlando. Un giorno - ben condividiamo il nome, che ci piace -, ci darete il privilegio di conoscere i contenuti, almeno di massima - ci accontentiamo -, dell'ormai famigerato Piano Mattei. Dopo di ciò, Presidente, chiediamo al Governo di fare il Governo, chiediamo di sapere come intenda realmente governare i flussi migratori. Ci permettiamo di dare il nostro contributo costruttivo al dibattito. Lavoro, accoglienza e cooperazione internazionale: non corrispondono esattamente al proposito che vediamo in questo decreto, dal quale arriveranno maggiori irregolarità, poca accoglienza e di cui non viene meno accenno alla cooperazione internazionale. Premesso che le persone non sono numeri, volete capire che la riduzione della clandestinità si fa con l'inserimento lavorativo mirato, con la formazione e non con il pallottoliere? Il nucleo di tutto, guarda caso, resta sempre l'Unione europea, in cui è decisiva la credibilità. Presidente, attraverso di lei, desidero rivolgere una domanda al Governo. Volete dirci, signora Presidente del Consiglio, che siede al Consiglio europeo, signori ministri, che sedete al Consiglio dell'Unione europea, che credibilità pretendete di avere, quando siamo l'unico Paese a non aver ratificato il MES, dopo avere - da Stato sovrano! - diligentemente e supinamente atteso la decisione della Germania? Che credibilità possiamo avere, se dopo avere ricevuto l'assegnazione di miliardi di euro - per essere stati, purtroppo, il Paese più colpito dalla pandemia - li restituiamo al mittente?
Che credibilità possiamo avere, come Paese e come Nazione, se dopo il richiamo al rispetto delle regole sulla concorrenza, che gli altri Stati membri applicano, facciamo orecchie da mercante, nonostante la sentenza del Consiglio di Stato, peraltro, istituzione tutta italiana? È vero, tra poco più di un anno ci saranno le elezioni europee, ma non possiamo permettere di temporeggiare un anno per le scelte, perché, se il Governo vuole raccogliere i frutti nell'interesse dell'Italia, è nel primo anno di mandato che deve piantare i semi.
Un'ultima considerazione, Presidente. Siamo all'ennesimo voto di fiducia: ho personalmente perso il conto. La cosa mi pare curiosa: il Governo e la maggioranza parlamentare hanno più volte sbandierato di avere ampiezza di numeri. Ci auguriamo, innanzitutto, che per questa fiducia abbiate fatto i conti meglio che sul DEF - a tal proposito anche il buon caro e vecchio pallottoliere, prima citato, fa ancora il suo lavoro - ma se fosse così, se la maggioranza volesse fare un lavoro organico e programmato, non dovremmo essere qui a votare fiducie, bensì a discutere di proposte di legge dei parlamentari qui incardinate. C'è ancora tempo - ci mancherebbe! - per correggere il tiro, affinché quest'Aula possa riprendere il suo ruolo, come ben delineato dalla nostra Costituzione. In conclusione, però, Presidente non posso che annunciare il voto contrario del gruppo al voto di fiducia, non tanto per essere qui imposto, perché, appunto, non è una novità, ma per la bocciatura dei contenuti di questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deborah Bergamini. Ne ha facoltà.
DEBORAH BERGAMINI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il decreto, sul quale oggi siamo chiamati a esprimere la nostra fiducia, merita riflessioni molto importanti e anche un linguaggio di verità. Innanzitutto, voglio ricordare i fatti che ne hanno accelerato l'approvazione da parte del Consiglio dei ministri, proprio nella città calabrese di Cutro. Sono ancora vivide le immagini strazianti della tragedia avvenuta tra il 25 e 26 febbraio scorso ed è ai familiari delle vittime e ai cittadini di Cutro che va il nostro pensiero. Quanto accaduto a Cutro è stato il culmine di un dramma umano e sociale che impone a tutti noi una forte responsabilità. Con questo decreto il Governo italiano si assume questa responsabilità e lo fa con un'intenzione seria - visto che abbiamo parlato molto di serietà -, quella di cambiare totalmente approccio rispetto agli ultimi anni e di uscire da una logica puramente emergenziale, per provare ad entrare in una logica di programmazione e di razionalizzazione delle politiche migratorie. Il tema è drammaticamente urgente e il Governo ha deciso di non voler subire questa urgenza ma di tentare di governarla. Per questo non sono d'accordo e faccio fatica a condividere i giudizi molto critici delle forze di opposizione che si sono espresse fin qui parlando di propaganda. Io non credo che ci sia della propaganda. Certamente, è giusto partire dai numeri, perché dobbiamo saper fotografare la realtà. I dati Frontex parlano di un incremento del traffico umano - perché di questo si tratta - di oltre il 100 per cento nel 2022. Ci sono tante ragioni: geopolitiche, sociali, economiche. Noi stiamo affrontando uno scenario in continua evoluzione. I numeri dicono che l'arrivo di migranti, dall'inizio di quest'anno, è quasi quadruplicato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L'anno scorso, un terzo degli arrivi sulle nostre coste è provenuto dall'Afghanistan, dal Bangladesh, dal Pakistan e dalla Siria, con un altissimo numero di minori non accompagnati. Oggi, rispetto allo scorso anno - quindi, a pochi mesi fa -, abbiamo il dramma della crisi in Tunisia, che sta spingendo migliaia di persone verso le nostre coste e c'è l'incognita del Sudan: le stime sono che un milione di persone potrebbero essere indotte a cercare di fuggire per salvarsi dal conflitto in atto in quel Paese. Registriamo, in ogni caso, un aumento esponenziale degli sbarchi, al quale è corrisposto un aumento delle vittime in mare, che dal 2013 sono 26.000, tra cui moltissimi bambini. Questo decreto, dunque, si impone la responsabilità di provare a dare delle risposte ad un fenomeno - che è comunque destinato ad aggravarsi e che muta forma - intervenendo su due cardini. Il primo è quello di puntare alla prevenzione e alla repressione dei trafficanti di vite umane.
Non sono d'accordo con l'intervento del collega Zaratti, perché ricordo che non è lo Stato italiano che prova ad opporsi al fenomeno del traffico di persone. Il traffico di persone, infatti, è la terza maggiore attività criminale al mondo, una delle più gravi violazioni dei diritti umani contro cui le risorse spese a livello globale sono ancora troppo poche. Ci sono 27 milioni di vittime della tratta e del lavoro forzato al mondo: il numero più alto di sempre è stato registrato l'anno scorso. Di queste, meno dell'1 per cento viene identificato e, dunque, può essere aiutato; le altre vittime - parliamo di numeri giganteschi - restano volti senza nome, destinate a finire nella disperazione, nello sfruttamento oppure nella delinquenza. Come lo vogliamo chiamare questo fenomeno? Dobbiamo dargli il suo nome e il suo nome è schiavitù (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)! Nel 2023, nel periodo dell'intelligenza artificiale e degli algoritmi predittivi, noi pratichiamo la schiavitù in questo mondo. Vale 150 miliardi di euro questo business e noi lo dobbiamo combattere con tutte le forze.
È chiaro che occorrono politiche coordinate fra gli Stati, ma a livello nazionale con questo decreto noi un primo passo lo facciamo, perché con l'articolo 8 introduciamo una norma anti-scafisti, prevedendo che chiunque, in violazione delle disposizioni del testo unico sull'immigrazione, promuova, diriga, organizzi, finanzi o effettui il trasporto di stranieri nel territorio dello Stato, facendolo in modo irregolare e pericoloso e mettendo a repentaglio la loro vita, è punito con pene da 20 a 30 anni se da tale azione deriva la morte. Questo inasprimento è in linea con le raccomandazioni dell'OCSE. L'OCSE ci dice che uno degli strumenti fondamentali per combattere la tratta di esseri umani è che si spezzi la sensazione di impunità in cui i trafficanti continuano ad operare. C'è troppa tolleranza nei loro confronti.
Come ci siamo impegnati a fare nel programma con cui ci siamo candidati a governare il Paese nello scorso settembre, noi vogliamo porre fine alle politiche dei porti aperti e spalancati. Vogliamo giungere ad una fase di tolleranza zero contro chi ruba la vita e le speranze di persone innocenti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE) e ci opponiamo con forza a chi specula e non riesce a comprendere che l'unico modo è questo: mettere delle regole chiare e a quelle regole attenersi, perché il buonismo generico non porta risultati ma determina sfracelli!
Voglio ricordare, a questo proposito, che proprio l'ultimo Governo Berlusconi aveva definito un'azione strutturata di controllo del Canale di Sicilia e stipulato fondamentali accordi bilaterali con gli Stati di provenienza dei migranti. Tutti ricordiamo - in particolare noi di Forza Italia - che risultò molto efficace l'accordo con la Libia, tant'è che nel 2010 in Italia si raggiunse il minimo storico degli sbarchi (sbarcarono sulle nostre coste 4.406 persone). Questa è l'umanità concreta che Forza Italia coltiva da sempre (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). L'umanità è controllare questi fenomeni e non limitarci a salvare le persone in mare, quando ci riusciamo, e poi abbandonarle in un pozzo nero di anonimità, di mancanza di lavoro, di autonomia e di mancanza di dignità. Voglio dire che, al di là di certe ricostruzioni fantasiose dell'opposizione, noi siamo pronti ad offrire ospitalità, rifugio e solidarietà a chi fugge da guerre e da regimi sanguinari oppure ai minori stranieri non accompagnati e faremo di tutto per garantirne l'integrazione, anche e soprattutto attraverso il lavoro, ove possibile, nel rispetto dei trattati internazionali.
E qui veniamo al secondo cardine di questo decreto, cioè al tema della programmazione. Anche qui parliamo di concreta umanità. Il decreto, all'articolo 1, stabilisce che le quote di stranieri da ammettere in Italia per lavoro subordinato sono definite per un intero triennio e non più solo per un anno. Inoltre, semplifica l'avvio del rapporto di lavoro degli stranieri con le aziende italiane. Prosegue, poi, accelerando la procedura di rilascio del nullaosta al lavoro subordinato, anche per esigenze di carattere stagionale, e cambiando la durata dei permessi di soggiorno per lavoro a tempo indeterminato, per lavoro autonomo o per ricongiungimento familiare, che possono durare tre anni anziché due, come è accaduto fino ad ora. È innegabile che queste misure siano configurabili come un netto miglioramento delle possibilità di integrazione degli immigrati.
Tuttavia, è diverso il discorso per chi fugge dalla povertà. Noi non riusciamo e non possiamo. Possiamo dirlo, ma se vogliamo essere veri e sinceri dobbiamo dire che non possiamo accogliere tutti. Non siamo in grado di farlo! Se qualcuno dai banchi dell'opposizione ha la ricetta per farlo e ci dice in che modi, in che tempi e con quali risorse è benvenuto e l'ascolteremo, ma noi non sentiamo ricette salvifiche. Allora, dobbiamo fare i conti con le risorse, i mezzi e le capacità che abbiamo. Non è possibile per noi oggi accogliere tutti indistintamente per poi costringere queste persone a vivere - vogliamo dire vivere? - in centri di accoglienza dove spesso non ci sono le condizioni che garantiscono la loro dignità e dove sono trattati come persone di serie B, con la conseguenza che le loro speranze si trasformano inevitabilmente in rabbia o in disperazione. Sono sempre più frequenti le denunce nei confronti di quanti proprio nei centri di accoglienza, contravvenendo a qualsivoglia forma di diritti umani, sfruttano il lavoro dei migranti giunti in Italia perché perseguitati o vittime di guerre e che dovrebbero, invece, essere tutelati e protetti.
Sono le coste europee e, a proposito di Europa, davanti a ciò che sta accadendo non possiamo essere lasciati soli. Come ha ribadito Papa Francesco in Ungheria pochi giorni fa, questo è un tema da affrontare assieme comunitariamente, anche perché, nel contesto in cui viviamo, le conseguenze prima o poi lambiranno tutti senza eccezioni. È necessario, dunque, che l'Unione si impegni ad assumere la responsabilità di governare il fenomeno migratorio e ad assumere l'impegno del sostegno alla cooperazione per lo sviluppo dei Paesi da cui i giovani sono costretti ad allontanarsi perché non hanno né prospettive né speranze.
In conclusione, signor Presidente, questo è un decreto-legge che noi di Forza Italia riteniamo molto importante. Non è un decreto di propaganda ma di concretezza e serietà, un decreto che prova davvero a cambiare approccio. È un provvedimento che ha molti punti di contatto - in un certo senso, vere e proprie radici - nel programma che, come Forza Italia insieme al centrodestra, abbiamo proposto ai nostri elettori. Per tutte queste ragioni annuncio il voto favorevole di Forza Italia su questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, ho sentito adesso parlare di Ungheria. Mi riservavo una chiosa finale proprio sull'Ungheria, ma la leggerò adesso. Queste sono le parole del professor Harari, uno storico di fama internazionale che in una recentissima intervista ha detto: “L'umanità, l'Europa, non saranno distrutte dalle ondate di immigrazione. Potrebbero essere distrutte dalla guerra nucleare, dai mutamenti climatici, dalla destabilizzazione tecnologica, non dall'immigrazione (…). Dall'altro lato è estremamente preoccupante constatare che in vari Paesi europei i politici estremisti stanno gonfiando la paura dell'immigrazione in maniera spropositata. La usano spesso per minare il sistema democratico, dicendo in pratica: dovete dare a me tutto il potere per salvare il Paese da questa minaccia esistenziale. Tutto ciò è estremamente pericoloso”. E adesso veniamo all'Ungheria: “E pensare che un Paese come l'Ungheria ha pochissimi immigrati. Nessuno vuole migrare in Ungheria. Ci sono molti più emigrati ungheresi che immigrati. Eppure gran parte della popolazione è convinta di avere di fronte una minaccia esistenziale, che viene sfruttata per minare il sistema democratico”. Dicevo che era una chiosa al mio discorso, ma è stato l'incipit.
Ora veniamo a discutere della conversione del decreto-legge, il cosiddetto decreto Cutro, che dovrebbe prevedere disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all'immigrazione irregolare (questo è l'oggetto del decreto). Ebbene, in questo caso effettivamente ci sono i requisiti della necessità e dell'urgenza. Sì, certo che ci sono: ci sono per rispondere a un elettorato, quello che ha votato coloro che siedono ora nei banchi della maggioranza, che ha visto adesso che la politica annunciata da Fratelli d'Italia e dagli altri alleati fa acqua da tutte le parti. Gli sbarchi dall'inizio dell'anno sono più che quadruplicati rispetto, invece, agli sbarchi che ci sono stati l'anno scorso. Infatti, non si vuole comprendere che il fenomeno dell'immigrazione ha una sua caratteristica strutturale: non ha una connotazione eminentemente emergenziale e non si può risolvere ricorrendo all'emergenza. È un fatto epocale che non può essere assolutamente affrontato con delle misure temporanee, anzi tutt'altro.
Quindi, viene partorito un decreto in fretta e frettoloso e che, di fatto, reca disposizioni inutili, per giunta piene di criticità.
Veniamo al sistema delle quote. Il 27 marzo - il click day - si è visto che le richieste di ingresso sono state tre volte superiori a quelle stabilite dalle quote: ci sono stati 240 mila invii per ottenere i permessi di soggiorno per motivi di lavoro. Evidentemente, il Governo non si rende conto della necessità del tessuto imprenditoriale italiano di avere lavoratori stranieri.
Veniamo poi al sistema delle asseverazioni. In questo decreto si stabilisce che consulenti del lavoro, commercialisti e avvocati - la categoria alla quale appartengo - dovrebbero non solo attestare la conformità del contratto di lavoro alle disposizioni dei contratti collettivi di categoria, ma, addirittura, la congruità delle risorse del datore di lavoro in ragione del numero dei lavoratori richiesti: una cosa semplicemente assurda da richiedere ai professionisti. Io dubito che ci saranno professionisti disposti ad attestare una cosa del genere, considerati, oltretutto, i rischi di una denuncia e di un procedimento penale.
Un'altra disposizione che ha dell'assurdo, secondo me, è la preferenza dei flussi da quei Paesi che attivano campagne di sensibilizzazione contro l'immigrazione irregolare: quali sono questi Paesi? Non è dato saperlo.
Un'altra disposizione che creerà criticità enormi è il fatto di prevedere che la questura può, sine die, revocare i permessi di soggiorno qualora ravvisi cause ostative al rilascio degli stessi, e questo farà precipitare in una sorta di incertezza sia i lavoratori - immigrati che potrebbero essere rimpatriati da un momento all'altro - sia anche i datori di lavoro che, a questo punto, sceglieranno il sottorganico.
Nella materia, poi, del diritto di asilo, con questo decreto - soprannominato, tra l'altro, decreto Cutro in relazione alla nota tragedia che si è consumata dinanzi alle coste italiane - cosa si fa? Si raggiunge l'apoteosi. Si compromette la protezione speciale, in contrasto - è stato detto in quest'Aula dal mio collega e anche in altri interventi - con le norme di rango costituzionale e con lo stesso articolo 8 della CEDU. Si decide di compromettere la protezione speciale, ma si compromette anche il diritto alla salute del migrante. Il migrante dovrà dimostrare - con una probatio, a mio avviso, assolutamente diabolica - di non poter ricevere adeguate cure nel Paese di origine per poter avere titolo all'ingresso nel territorio nazionale.
Tra le altre cose, è presente una disciplina assolutamente discriminatoria nei confronti dei minori non accompagnati, soli, rispetto alle altre categorie di minori.
Ma, secondo me, il massimo è stato raggiunto - a livello anche di lancio propagandistico - nel prevedere sanzioni penali elevatissime per gli scafisti. Orbene, gli scafisti sono l'ultimo anello della catena - e anche il più debole - che porta gli immigrati in Italia e spesso sono disperati fra i disperati, spesso annegano – ahimè - insieme a coloro che trasportano. Penso che una misura sanzionatoria di questo genere, nel modo più assoluto, non rappresenterà un deterrente ai viaggi che essi compiono.
Vorrei concludere ricordando un dato importante. Alla fine degli anni Ottanta, quando hanno cominciato a muoversi le masse di genti per venire in Occidente, sperando di avere un livello di vita migliore, la popolazione dei Paesi OCSE, ossia dei Paesi del primo mondo, dei Paesi sviluppati, rappresentava il 15 per cento - e solo il 15 per cento - della popolazione mondiale. Nel frattempo, da allora la popolazione mondiale, soprattutto quella dei Paesi poveri ovviamente, ha continuato a crescere, ha avuto un'impennata e il divario tra Paesi ricchi e Paesi poveri non può che aumentare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È, dunque, quello dell'immigrazione un problema strutturale, che va affrontato e risolto con misure strutturali, con la cooperazione internazionale e, in primo luogo, con la revisione del Trattato di Dublino.
C'è un'ultima cosa da fare, e questa è un po' una contraddizione che si rileva nella linea governativa. Nel DEF viene scritto che è necessaria forza lavoro, la forza lavoro che viene dal contributo degli immigrati, proprio per la riduzione del debito pubblico. Ora, pare strano questo provvedimento che risulta di frattura rispetto a quello che è detto nel DEF.
Per questi motivi il MoVimento 5 Stelle annuncia il voto contrario sulla fiducia posta dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ravetto. Ne ha facoltà.
LAURA RAVETTO (LEGA). Grazie, Presidente. Colleghi, oggi siamo chiamati a votare la fiducia per la conversione in legge del cosiddetto decreto Cutro, un provvedimento che arriva qui alla Camera dopo un ampio dibattito al Senato, ma soprattutto al termine di un percorso di coerenza che parte, per la Lega, da quei decreti Sicurezza voluti dal Ministro Salvini, con i quali si riaffermarono i principi di legalità, di contrasto all'immigrazione illegale, di sicurezza pubblica e che furono poi smantellati con i decreti Immigrazione del Governo “Conte 2” e Lamorgese, veri e propri manifesti di nuova immigrazione illegale.
Si tratta di un provvedimento che affonda le radici a pagina 92 del programma elettorale della Lega, ove si indica testualmente l'impegno a rivedere la protezione speciale allargata, a ripristinare i limiti al diniego di permesso di soggiorno, a rivedere la conversione dei permessi di soggiorno in permessi di lavoro.
E, in effetti, questo decreto cosa fa? Rivede la protezione speciale allargata riperimetrandola, elimina la convertibilità del permesso speciale in permesso di lavoro e nega il permesso di soggiorno a chi, ad esempio, torna nel Paese di origine, perché questo era un punto molto assurdo del decreto Lamorgese: un soggetto scappa da un territorio dove c'è una guerra e poi vi fa ritorno; è abbastanza chiaro che, in questo caso, un Governo serio dovrebbe revocare qualunque protezione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
In altre parole, questo decreto fa esattamente ciò che avevamo promesso in campagna elettorale e noi capiamo che per voi di sinistra questo sia un concetto difficile da metabolizzare. Ho sentito colleghi dire: “siete azionisti di maggioranza di questo Governo”; no, semplicemente, noi della Lega siamo coerenti e per noi quanto promesso e quanto già fatto è motivo di orgoglio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
La Lega ha saputo capire prima di altri, quando altri ancora non capivano - e per questo vi è stato un tentativo di relegarla a partito folkloristico, dalla faccia feroce o, addirittura, razzista - che il problema dell'immigrazione clandestina sarebbe stato tale, non solo in Italia, ma in Europa e nel mondo, e che sarebbe stato un problema non solo di pura legalità, di aderenza alle regole, ma di socialità, di tenuta dei conti pubblici, di sicurezza, di lotta al terrorismo e, soprattutto, di tutela dei penultimi.
Infatti, vedete colleghi, è abbastanza semplice per tutti i movimenti socialisti e progressisti in Italia e in Europa difendere gli ultimi. Gli ultimi stanno a cuore a tutti: come non avere a cuore, giustamente, persone che scappano da guerre, che muoiono di fame, che sono perseguitate, che sono molto distanti dalle città dei progressisti, dove questi ultimi hanno le loro case, dove si muovono in bicicletta nell'area ZTL (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ma è molto più difficile difendere i penultimi, e cioè tutte quelle persone che vivono vicino a noi, i nostri concittadini, che faticano per pagare l'affitto di case periferiche, che faticano per mantenere il lavoro, che faticano per far trovare un lavoro ai loro figli. Questi penultimi si aggrappano a quei concetti di regole, di protezione, di rispetto dei confini e, soprattutto, di non dispersione delle risorse pubbliche a favore di chi sbarca sulle nostre coste, perché – ricordiamocelo - nei gloriosi tempi dei Governi di sinistra la spesa per l'immigrazione è arrivata a toccare lo 0,26 per cento del PIL, 4 miliardi di euro l'anno. Dicevo che questi penultimi si aggrappano a quei concetti non perché siano chiusi di mentalità, non perché siano dei reietti che non comprendono il fascino della società aperta, con le porte spalancate alla multietnia spinta, ma semplicemente perché comprendono che il concetto di confini e di legalità sono gli unici indici protettivi della loro situazione economica e familiare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Abbiamo una capienza sociale, economica e di cassa dello Stato limitata, purtroppo, come tutti i Paesi europei, e noi crediamo che questa risorsa limitata debba andare prevalentemente a queste persone, perché a queste persone dobbiamo qualcosa, perché queste sono le persone che, a gran voce e con grande sforzo, contribuiscono a portare avanti la nostra società (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Ma, in quest'Aula, Presidente, diciamolo, oggi e anche ieri nel dibattito in discussione generale, alcune opposizioni hanno dato prova di un triste spettacolo.
Per anni, noi della Lega siamo stati accusati di trattare il tema dell'immigrazione per pura propaganda. Prendiamo atto che coloro che tentano di strappare un voto in più, speculando sulle tragedie nel nostro mare, sono proprio alcuni colleghi dell'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Presidente, prendiamo atto che, in quest'Aula, ci sono colleghi che, come piccoli avvoltoi, sono disposti a scagliare, come pietre, corpi senza vita contro il Governo, soprattutto contro lo Stato, soprattutto contro gli uomini dello Stato. Le vittime di Cutro devono essere onorate e non strumentalizzate e il miglior modo per onorarle sono anche provvedimenti legislativi come questo, volti a mettere i bastoni tra le ruote a quelle estese reti di criminali che agiscono sulle sponde del Mediterraneo e che, per soldi, muovono e sacrificano milioni di indifesi.
Poche sono state, invece, le critiche di merito, ma vediamole. Avete detto che, limitando e, come ha detto la collega del MoVimento 5 Stelle, compromettendo la protezione speciale, limiteremo l'integrazione. Beh, colleghi, oggi, la protezione speciale allargata c'è. Se andate nelle stazioni delle nostre città, cosa trovate? Soggetti perfettamente integrati oppure immigrati allo sbando titolari di un permesso di protezione speciale che non li rende integrati, ma li rende inespellibili (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Perché è questo che avete fatto! Avete riempito il Paese di inespellibili che rimangono nel nostro sistema di assistenza a spese dei contribuenti. Avete detto che la protezione speciale allargata c'è in tutti i Paesi europei: niente di più falso; non ce l'ha il nostro vicino di casa, la Francia, e, non a caso, questo ha comportato il respingimento alle frontiere da parte del progressista Macron di tutti quelli che la ottennero nel nostro Paese. Avete detto che sanare tutte queste posizioni con la protezione speciale allargata significava dare la possibilità di immetterli nel mondo del lavoro: niente di più falso. Il 20 per cento di tutte le richieste, ossia il 20 per cento che è stato attribuito di protezioni speciali, sapete a quanto ha dato, in percentuale, di immissione nel mondo del lavoro? Il 5,8 per cento. Ma voi sapete benissimo cosa significa questo, ossia che il restante 95 per cento permane nel sistema assistenziale a carico dello Stato e, quindi, dei cittadini italiani e, probabilmente, questo rimane il vostro ultimo obiettivo.
Avete criticato le procedure accelerate per costituire i CPR, ma, forse, dovreste far pace con voi stessi, perché i CPR - parlo al PD - li avete inventati voi, col Ministro Minniti. Un punto, effettivamente, non avete avuto il coraggio di toccarlo: la possibilità, portata da questo decreto, di commissariare i soggetti che amministrino cooperative e strutture di accoglienza in maniera non trasparente. Capiamo l'imbarazzo, soprattutto da parte di alcuni alleati del PD che sono stati toccati, ancorché indirettamente, dal tema. Farneticate di mancanza di strategia dell'immigrazione legale per colmare la necessità di manodopera, ma poi voterete contro questo decreto che crea i presupposti per il decreto flussi. Affermate che si smantella il sistema dell'accoglienza e del SAI. Non è vero, ma, semplicemente, si statuisce un principio sacrosanto, ovvero che i cosiddetti servizi secondari vengono elargiti solo a favore dei soggetti che avranno la possibilità reale di permanere sul nostro territorio, mentre per tutti gli altri rimarranno soltanto i servizi primari. Anche qui, non lo facciamo perché siamo brutti e cattivi, lo facciamo perché i servizi secondari costano e costano a tutti i cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Ci dite: avevate detto in campagna elettorale che avreste fatto questo e quello. Beh, vogliamo ricordarvi che la Lega ha già dimostrato in passato, con il ministro Salvini, che regolare l'immigrazione clandestina è possibile, ricordiamolo; si è passati da 105.000 sbarchi, del Governo precedente al suo Ministero, a 23.000 sbarchi e a 11.000 il secondo anno del suo Ministero. Ricordiamo anche che molte delle azioni poste in essere per questo obiettivo sono contenute in questo decreto. Sentenziate che quello dell'immigrazione sia un problema strutturale, certo, un'ovvietà, ma dimenticate di dire che, in questo momento storico, a questa situazione strutturale, si sono aggiunti fatti geopolitici tali da determinare anche una situazione acuta ed emergenziale sul nostro Paese: pensiamo alla situazione in Tunisia, nel Sudan, all'effetto della guerra sulla produzione del grano. Pertanto, con riferimento allo sforzo che questo Governo sta facendo in Europa, perché lo sta facendo, perché oggi l'agenda dell'Europa sull'immigrazione è l'agenda del Governo Meloni - sia gli accordi bilaterali, sia l'istituzione di un fondo, come quello fatto all'epoca, per finanziare, con 6 miliardi, la Turchia, sia la scelta di non lasciare sola l'Italia nell'effettuare interventi SAR nel Mediterraneo -, in attesa che si dia seguito a quest'agenda (è già però una svolta importante avere l'agenda come la vogliamo con questo nostro Governo), in attesa che si faccia, magari anche in attesa del voto imminente, questo Governo sta facendo cose anche a livello nazionale, cose in cui questo decreto si inserisce come percorso; pensiamo a tutte le azioni possibili, alla missione in Libia della Meloni, alla missione in Etiopia, alla missione del ministro Tajani in Egitto, alla dichiarazione dello stato di emergenza. Un modello opposto a quello voluto precedentemente dalla sinistra, troppo sbilanciato verso una politica filo-immigrazione, che più che ai diritti delle persone, più che ai diritti degli immigrati, guardava agli interessi di chi gli immigrati li voleva gestire (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Di fatto, si rendeva funzionale a quel business di migranti che procura agli scafisti - gli scafisti per cui, finalmente, in questo decreto, stabiliamo un reato specifico - 1,5 miliardi di euro l'anno. Ma voi, probabilmente, pensate che coloro che trafficano in esseri umani siano persone improvvisate, anzi, oggi, in quest'Aula, il MoVimento 5 Stelle ci dice che sono poveri Bamby sperduti, l'ultima ruota del carro. Sono criminali! Sono persone organizzate che conoscono le nostre leggi, che sanno benissimo quanto sia utile sbarcare su un territorio dove le maglie dei permessi sono più larghe, così come sanno benissimo che distribuire bambini innocenti e donne incinte sui barchini fatiscenti, senza farsi alcuno scrupolo di metterne a rischio la vita, muoverà le opinioni pubbliche. Allora, un Governo serio, un Governo come questo, fa politiche deterrenti all'immigrazione, non attraenti all'immigrazione. Noi saremmo questo deterrente. Noi siamo con i penultimi, noi siamo con le Forze dell'ordine, con i carabinieri, i poliziotti che contrastano l'immigrazione illegale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Noi siamo con le donne che vogliono rimanere nelle nostre stazioni in sicurezza! Noi siamo anche con gli immigrati regolari che sono entrati nel nostro Paese seguendo le regole. E perché vogliamo stare da questa parte, dalla parte giusta della storia, ancora oggi e anche oggi, voteremo la fiducia a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonafe'. Ne ha facoltà.
SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Grazie, Presidente. Siamo di fronte all'ennesima fiducia posta da questo Governo. Abbiamo perso il conto da quando la Presidente del Consiglio, in quest'Aula, ha detto che, invece, avrebbe rispettato i lavori del Parlamento. Ieri, in verità non siamo nemmeno riusciti a chiudere gli interventi in discussione generale. Quello sul quale oggi è stata posta la fiducia - mi permetto di sottolinearlo - non è un decreto qualsiasi, ma è un provvedimento nato dalla volontà del Governo di battere un colpo dopo la tragedia di Cutro che ha colpito e commosso il nostro Paese. Se questo era il motivo, con questo decreto ci saremmo aspettati un cambio di passo da parte del Governo, ci saremmo aspettati che, di fronte a quelle bare bianche, di fronte alle lacrime del pescatore di Cutro, di fronte al senso comune di sgomento degli italiani per questa tragedia, che si poteva evitare e che ancora non abbiamo capito perché non si sia evitata, beh, ci saremmo aspettati che, di fronte a tutto questo, il Governo mettesse da parte, una volta per tutte, la solita e consueta demagogia con la quale, in questi anni, le forze di maggioranza hanno trattato il tema dell'immigrazione. In tutti questi anni, ci avete raccontato di tutto. Ci avete raccontato che l'aumento degli arrivi dei migranti sulle nostre coste era dovuto alle politiche sbagliate del Partito Democratico. Ora, il Partito Democratico è all'opposizione, le politiche sono le vostre, siamo al vostro terzo provvedimento sull'immigrazione, ma, colleghi di maggioranza, vi do una notizia: gli sbarchi sono quadruplicati dall'inizio dell'anno. La dico chiara, così la capiamo tutti: da quando governa la destra, gli sbarchi nel nostro Paese sono aumentati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Avete raccontato, per anni, che il problema erano le organizzazioni non governative - ONG - accusate di fare da attrattori di migranti. Quindi, i migranti, secondo voi, partirebbero da un Paese a caso, che ne so, per esempio, dall'Afghanistan, dove le donne non possono nemmeno uscire di casa, partirebbero da lì, facendo chilometri e chilometri di viaggio, perché sanno - questo secondo voi - che le ONG, nel mar Mediterraneo, sono lì ad aspettarli, perché questo è quello che voi avete raccontato, quando invece le ONG fanno esattamente il lavoro che dovrebbe fare lo Stato, fanno esattamente il lavoro che dovrebbe fare lo Stato insieme all'Europa: salvare vite umane. E quando le persone, tratte in salvo dalle ONG, sono il 10 per cento dei migranti che arrivano sulle nostre coste, fa un po' ridere sentire che il problema sono le ONG. Avete fatto, comunque, un decreto contro le ONG, ma, anche in questo caso, guarda un po', non avete fermato gli sbarchi e, ciononostante, continuate con la favola del pull factor, del famigerato fattore che spinge, che incentiva i migranti ad arrivare nel nostro Paese e, questa volta, in questo nuovo decreto, vi siete inventati un nuovo pull factor, si chiama protezione speciale, un sistema di protezione internazionale che - lo dico alla collega Ravetto -, al contrario di quanto sostiene, esiste in gran parte dei Paesi europei. State smantellando, con questo decreto, la protezione speciale, ma vi propongo una scommessa: anche questa volta non ridurrete il flusso di migranti sulle nostre coste, perché la verità è che non sapete più che cosa dire e, purtroppo, non sapete nemmeno più che cosa fare. In tutti questi anni avete parlato di porti chiusi, di blocchi navali, di reato di immigrazione clandestina e avete dispensato soluzioni inapplicabili o inefficaci con dovizia di demagogia.
Adesso che siete voi al Governo, non siete capaci di mettere in campo uno straccio di proposta credibile sulle migrazioni e continuate, ahimè, a fare solo demagogia. Ogni tanto, però, fatevi anche qualche domanda in più. Magari, invece di chiedervi quali sono i pull factor e inventarvi nuovi pull factor, chiedetevi da che cosa queste persone scappano. Perché, mentre voi eravate impegnati a fare i sovranisti e a giocare a nascondino dietro la difesa dei confini nazionali, non vi siete accorti che il mondo, tutto intorno a noi, è in subbuglio. È in subbuglio in Africa, dove, ultimo Paese in ordine di tempo, il Congo, è piombato in una guerra intestina. Nell'area del Mediterraneo, in Tunisia, la crisi economica e finanziaria rischia di lasciare sul lastrico milioni di famiglie, di aumentare le tensioni politiche e, per questo, anche di aumentare i flussi migratori verso il Mediterraneo e verso il nostro Paese. E potrei continuare con le gravi crisi ambientali e climatiche che attraversano molti Paesi dell'Africa. Ma molti migranti che sono morti sulle coste di Steccato di Cutro provenivano dall'Afghanistan e dall'Iran, fuggivano da regimi che privano le persone delle loro libertà fondamentali. Ecco, non vi siete accorti di tutto questo, ma adesso correte ai ripari con la proposta del Piano Mattei per l'Africa. Se volete veramente investire in Africa - e noi siamo d'accordo che si investa in Africa -, non andate a tagliare 40 milioni dalla cooperazione internazionale, perché le cose, o le fai seriamente, o in Africa non se ne fanno niente delle nostre chiacchiere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!
Continuate a parlare di emergenza quando abbiamo davanti un fenomeno che è strutturale. E prima lo ammetterete, prima la finiremo di vedervi far finta di risolvere i problemi a suon di slogan. Un esempio? Meno protezione speciale, più sicurezza. Certo, è uno slogan da applausi per i comizi, ma segna anche la vostra distanza dalla realtà. L'effetto delle restrizioni sulla protezione speciale sarà esattamente l'opposto della sicurezza. Finirete per mettere nelle mani della criminalità un esercito di invisibili e finirete per alimentare lo sfruttamento e il lavoro nero. Voglio ricordare che le persone per le quali è prevista la protezione speciale sono già nel nostro Paese, sono qui, sono persone che non riuscirete a rimpatriare, perché i rimpatri sono complessi e sono persone che oggi, con la protezione speciale, lavorano regolarmente, pagano le tasse regolarmente, hanno figli che vanno nelle nostre scuole e fanno, peraltro, nella stragrande maggioranza dei casi, un percorso di integrazione in quelle reti di accoglienza diffusa che fanno capo agli enti locali e che voi, anche con questo decreto, come avete già provato a fare, volete smantellare per centralizzare tutto, con appalti, subappalti e affidamenti diretti.
Volete promuovere a parole la legalità e aumentate, invece, nei fatti, l'illegalità. Volete promuovere canali legali e poi mettete chi è già qui nell'illegalità, a meno che la vostra intenzione non sia proprio quella di continuare a parlare di immigrazione irregolare per distogliere l'attenzione dai ritardi del PNRR. E rischiamo con questo, per la vostra negligenza, di far perdere un'occasione storica al nostro Paese.
Volete distogliere l'attenzione dall'ultimo decreto che avete fatto, dal decreto Lavoro, dove, dopo tante promesse, metterete in tasca ai lavoratori a basso reddito 50 euro come bonus una tantum, a fronte però di un'inflazione che sta galoppando, e di fronte ai tagli della sanità non c'è niente per le famiglie e non c'è niente per le piccole e medie imprese. Avete dato in pasto al vostro elettorato un po' di inasprimento in più di pena agli scafisti, pene che peraltro già c'erano, che non sono mai state applicate e che non saranno applicate.
E non c'è un solo articolo, nemmeno un comma o un riferimento, neanche per sbaglio, nel decreto, ai corridoi umanitari: alternativa sicura e legale per garantire il diritto di protezione e d'asilo alle persone che fuggono da guerre, persecuzioni e carestie, ed evitare che questi si mettano nelle mani di trafficanti senza scrupoli.
Avete chiamato questo decreto “Disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri (…)”: ecco, ma regolateli davvero i flussi dei lavoratori! Cambiamo la Bossi-Fini, l'ha detto anche il padre di quella legge che non funziona. Vi diamo una mano. Il giorno del click day di quest'anno le domande per l'ingresso dei lavoratori stranieri in Italia erano più del triplo del limite massimo previsto. Se proprio non volete ascoltare il PD, date almeno retta alle associazioni datoriali, agli imprenditori, agli agricoltori, che chiedono lavoratori regolari. Del resto, forse vi è sfuggito, ma l'avete scritto voi, l'avete scritto nel DEF, che le politiche migratorie hanno un impatto importante sui conti pubblici in una popolazione che si riduce e che invecchia. L'avete scritto voi che servono 300.000 nuovi ingressi l'anno per rendere sostenibile il sistema pensionistico per le prossime generazioni. Se pensate davvero di risolvere il problema della denatalità, incentivando con sgravi fiscali le famiglie italiane a mettere al mondo i figli, immagino per scongiurare il rischio della sostituzione etnica, forse vi sfugge che sono in gran parte proprio le donne migranti a sostituire l'assenza di infrastrutture sociali di cura, che non permettono alle donne italiane di conciliare la famiglia e il lavoro. Anche perché, se le donne non lavorano, a nulla servono gli sgravi fiscali che avete promesso. Se continuerete così - e siamo sulla buona strada - perderete pure i soldi del PNRR per gli asili nido. Mi permetto poi di ricordarvi che, per i nuovi nati, prima di entrare nel mondo del lavoro devono passare almeno due decenni. Ma intanto, grazie al decreto Cutro, chi un permesso di protezione speciale ce l'ha e potrebbe essere convertito in lavoro, non lo potrà più fare. Una misura illogica, una misura che dà conto del vostro approccio ideologico e che finisce, però, proprio per condannare gli interessi degli italiani.
E anche sui tanto sbandierati interessi italiani avete costruito tutta una narrazione che alla prima curva di Governo ha sbandato. Non esiste interesse nazionale se non in un contesto europeo. Non c'è un solo grande problema, delle sfide che abbiamo davanti oggi, che possa essere risolto da un singolo Stato: non la salute, non l'energia, non il cambiamento climatico, ahimè nemmeno l'immigrazione. Per anni avete lavorato contro ogni tentativo di rafforzare la costruzione europea. Avete preferito guardare indietro per ripescare parole d'ordine sconfitte dalla storia. Vi siete alleati con chi era contro la redistribuzione obbligatoria dei migranti in Europa e ha bloccato col diritto di veto ogni tentativo di rivedere il Regolamento di Dublino, in senso peraltro favorevole al nostro Paese. E ora che siete al Governo, chiedete all'Europa di darvi una mano.
PRESIDENTE. Concluda.
SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Noi, Presidente, non voteremo contro la fiducia a questo Governo, e non solo perché riteniamo questo decreto sbagliato e ideologico, ma perché state dimostrando di non avere una visione all'altezza del ruolo che compete al nostro Paese. In questo decreto, però, c'è un'aggravante: non accetteremo mai che si usi il nome di una tragedia per coprire l'ennesima operazione di propaganda sulla pelle dei più deboli (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Messina. Ne ha facoltà.
MANLIO MESSINA (FDI). Grazie, Presidente. Governo, colleghi, ancora una volta, Presidente, purtroppo, devo rassegnare a lei, così come consuetudine vuole, che le opposizioni hanno perso l'ennesima occasione non per stare in silenzio - perché quest'Aula è fatta per discutere democraticamente e ognuno deve esprimere la propria opinione, è giusto che sia così. È giusto che il PD e le sinistre raccontino la loro visione del mondo e della vita, anche per far comprendere ancora di più, se ce ne fosse bisogno, agli italiani quanto siamo diametralmente opposti, per fortuna oserei dire. Invece, hanno perso l'occasione per raccontare la verità. Hanno perso l'ennesima occasione per poter dire finalmente agli italiani: scusate, abbiamo sbagliato, abbiamo governato questo Paese per oltre vent'anni e vi abbiamo consegnato un Paese distrutto, devastato, con uno dei tre fenomeni - il terzo fenomeno più importante dal punto di vista della illegalità, che è quello migratorio, su cui le mafie guadagnano miliardi e miliardi di euro - che non siamo stati capaci di governare. Questo è quello che ci saremmo aspettati, una volta per tutte, su questa argomentazione così importante.
Però, probabilmente, Presidente, i colleghi del PD sono troppo occupati a stare dentro i soliti salotti radical chic, probabilmente a decidere che colori utilizzare nel loro abbigliamento a 300 euro l'ora (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), piuttosto che andare in giro nelle nostre stazioni, nei quartieri periferici, a vedere e a raccontare la verità su quello che hanno lasciato! Andassero a raccontarlo alla ragazza che è stata violentata, pochi giorni fa, nella stazione, se la nostra è una narrazione fuori dal tempo. La narrazione fuori dal tempo, invece, cari colleghi dell'opposizione, è la vostra che, ancora una volta, come dicevo prima, non siete in grado di assumervi la responsabilità del disastro che avete fatto. Perché è chiara l'idea politica messa in piedi, Presidente, dai Governi delle sinistre.
Non lo dico io: lo diceva poco tempo fa l'onorevole Boldrini, che affermava esattamente che l'Italia è un Paese a crescita zero e per avere 66 milioni di abitanti dovremmo accogliere un numero congruo di migranti ogni anno. Ci sta. Noi non abbiamo mai detto che questo Paese non ha bisogno dell'immigrazione e dei migranti, abbiamo semplicemente detto e continuiamo a sostenere che questo non può essere l'unico sistema per far crescere questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Noi abbiamo bisogno, come priorità - questo è ciò che fa il Governo e siamo su posizioni diametralmente opposte rispetto a quello che dite voi -, di aiutare le famiglie italiane, di aiutare le madri, di aiutare le donne a fare figli, al fine di ridurre finalmente il fenomeno della denatalità, che continua a imperversare nel nostro Paese dopo le politiche volute dai Governi di sinistra e che noi stiamo cercando di combattere. Perché anche questo è un dato inequivocabile e nessuno può smentire i dati.
Potete narrare tutto quello che volete e raccontare qualsiasi tipo di bugia, ma l'occupazione femminile in Italia è diminuita: mentre vi allargate a dire, a definire, a capire se è meglio usare il termine “avvocata” o “avvocato”, le donne ancora, in questo Paese, dopo venti anni di Governo delle sinistre, non hanno gli stessi diritti degli uomini, soprattutto dal punto di vista salariale e questo è un dato certificato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia – Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Ma voi occupatevi dei vestiti, occupatevi di raccontarci se le dobbiamo chiamare “avvocata” o “avvocato”; noi preferiamo continuare a investire in un settore che deve essere e sarà determinante per lo sviluppo dell'Italia e, cioè, consentire alle donne di avere gli stessi diritti degli uomini dal punto di vista lavorativo, di avere lo stesso salario e di garantire loro la possibilità di lavorare e di mettere al mondo figli. Questo è ciò che noi vorremmo fare e, soprattutto, lo vorremmo raccontare, Presidente, se qualcuno all'opposizione ci consente di parlare, come abbiamo fatto noi in onesto silenzio.
Ciò di cui maggiormente queste opposizioni ancora non si rendono conto è che il decreto Cutro, il decreto sull'immigrazione, il decreto sull'emergenza, la protezione speciale sono tutti atti che questo Governo ha voluto mettere in piedi e concretizzare perché vi è un'effettiva emergenza. È chiaro che c'è un'emergenza ed è un'emergenza che va combattuta, presa dalle corna, perché abbiamo la necessità di rispondere, di dare a questo Paese risposte concrete, di dare agli italiani - che finora hanno sentito narrare tutta un'altra storia - un Paese degno di questo nome, una Nazione degna di questo nome, Presidente.
I dati sono inequivocabili. Anche in questo caso, Presidente, la narrazione del PD è assolutamente fuorviante per una semplice ragione: perché il tipo di politica immigratoria che hanno messo in campo è inevitabilmente fallita. E ci sono due ragioni per cui questa politica fallisce ed è fallita in maniera inesorabile: sono i dati, anche in questo caso, i numeri, purtroppo, che danno la netta sensazione che, ancora una volta, non si rendono conto di cosa realmente hanno fatto a questo Paese. Basta andare nel carcere di Milano dove il 75 per cento dei detenuti, ormai, è costituito da immigrati irregolari; i reati commessi da immigrati irregolari sono cresciuti, negli ultimi quindici anni, del 35 per cento.
Vede, Presidente, quello che non si comprende è che noi non abbiamo fatto e non dobbiamo fare una guerra contro i migranti. Noi vorremmo fare una guerra contro una politica che ha consentito, e che consente ancora oggi, purtroppo, perché ne paghiamo le conseguenze, che questi migranti che arrivano - se arrivano e non muoiono in mare - siano chiusi nelle casbe, in condizioni indegne. Infatti, quello che hanno voluto il PD e le sinistre al Governo non è altro che una politica migratoria dettata esclusivamente dalla loro incapacità e che ha consentito a taluni, probabilmente, di ingrassare le loro tasche (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Oltre questo, Presidente, non credo che si sia visto altro, perché, poi, la realtà qual è? Che i veri migranti, quelli specializzati, che riescono ad arrivare in Italia vanno in altri Paesi, non restano nemmeno qui, perché non siete stati capaci nemmeno di creare quelle condizioni economiche che avrebbero consentito a questi migranti almeno di rimanere qui a lavorare. Nemmeno questo è stato fatto, Presidente.
Questo, purtroppo, è quello che vogliamo combattere e che vogliamo, quantomeno, provare a risolvere, Presidente. Non abbiamo mai detto di avere la bacchetta magica. Abbiamo detto che abbiamo un'idea e una visione del mondo, della vita e del nostro Paese che potrebbero risolvere questo tipo di problemi e le abbiamo messe in pratica; le abbiamo messe nero su bianco, per esempio, con questo decreto, con il decreto Cutro, che, inequivocabilmente, cerca di risolvere problemi che non sono mai stati risolti e che vanno anche a favore dei migranti, Presidente. Questo si deve dire, perché prolunghiamo, per esempio, la possibilità di rimanere in Italia, se si trova un lavoro, da 2 a 3 anni.
Mi avvio alla conclusione, Presidente. Si prevedono, finalmente, pene severe per chi utilizza questo mercato a fini economici. Finalmente, abbiamo un Paese, una Nazione, un Governo che decidono di prevedere delle pene severe per gli scafisti. Abbiamo sentito dire dal MoVimento 5 Stelle che questi scafisti, poverini, muoiono con loro in mare. Siamo alla follia più totale, Presidente! Sono dei poverini gli scafisti, perché muoiono con loro in mare. Addirittura arriviamo a difendere gli scafisti. Ecco, noi gli scafisti non li difendiamo, li vogliamo mandare in galera (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Queste sono le ragioni - e potrei continuare per ore, Presidente, ma so che non è possibile e la ringrazio per la pazienza - per cui Fratelli d'Italia, ancora una volta, ringrazia questo Governo, nelle persone dei Sottosegretari e, ovviamente, del Ministro, ed è la ragione per cui voterà a favore della fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.
Su un lutto del deputato Alessandro Colucci.
PRESIDENTE. Comunico che il collega Alessandro Colucci è stato colpito da un grave lutto: la perdita della madre.
La Presidenza della Camera ha già formulato ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.
Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1112.
(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1112)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.
Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.
Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata già effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri.
La chiama avrà, quindi, inizio dalla deputata Ghirra.
Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino a un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei membri del Governo già pervenute.
Per agevolare le operazioni di voto, invito i deputati ad avvicinarsi al banco della Presidenza, seguendo il proprio turno di votazione, che è evidenziato sul tabellone elettronico, evitando, quindi, di stazionare nell'emiciclo e di rendere così più difficoltose le operazioni di voto.
Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.
(Segue la chiama).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:
Presenti: ………………… 351
Votanti: …………………. 346
Astenuti: …………………... 5
Maggioranza: …………... 174
Hanno risposto sì: ……… 213
Hanno risposto no: …….. 133
La Camera approva.
Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.
Hanno risposto sì:
Albano Lucia
Almici Cristina
Ambrosi Alessia
Amich Enzo
Amorese Alessandro
Andreuzza Giorgia
Antoniozzi Alfredo
Arruzzolo Giovanni
Bagnai Alberto
Bagnasco Roberto
Baldelli Antonio
Barabotti Andrea
Barelli Paolo
Battilocchio Alessandro
Battistoni Francesco
Bellomo Davide
Bellucci Maria Teresa
Benigni Stefano
Benvenuti Gostoli Stefano Maria
Benvenuto Alessandro Manuel
Bergamini Davide
Bergamini Deborah
Bicchielli Pino
Billi Simone
Bisa Ingrid
Bitonci Massimo
Bof Gianangelo
Brambilla Michela Vittoria
Bruzzone Francesco
Buonguerrieri Alice
Caiata Salvatore
Calderone Tommaso Antonino
Calovini Giangiacomo
Candiani Stefano
Cangiano Gerolamo
Cannata Giovanni Luca
Caparvi Virginio
Cappellacci Ugo
Caramanna Gianluca
Caretta Maria Cristina
Caroppo Andrea
Carra' Anastasio
Casasco Maurizio
Cattaneo Alessandro
Cattoi Vanessa
Cavandoli Laura
Cavo Ilaria
Cecchetti Fabrizio
Centemero Giulio
Cerreto Marco
Cesa Lorenzo
Chiesa Paola Maria
Ciaburro Monica
Ciancitto Francesco Maria Salvatore
Ciocchetti Luciano
Coin Dimitri
Colosimo Chiara
Comaroli Silvana Andreina
Comba Fabrizio
Congedo Saverio
Coppo Marcello
Cortelazzo Piergiorgio
Crippa Andrea
Dalla Chiesa Rita
Dara Andrea
D'Attis Mauro
De Bertoldi Andrea
De Corato Riccardo
De Palma Vito
Deidda Salvatore
Delmastro Delle Vedove Andrea
Di Maggio Grazia
Di Mattina Salvatore Marcello
Dondi Daniela
Donzelli Giovanni
Ferrante Tullio
Ferro Wanda
Filini Francesco
Fitto Raffaele
Formentini Paolo
Foti Tommaso
Frassinetti Paola
Frassini Rebecca
Freni Federico
Frijia Maria Grazia
Furgiuele Domenico
Gardini Elisabetta
Gatta Giandiego
Gemmato Marcello
Giaccone Andrea
Giagoni Dario
Giglio Vigna Alessandro
Giordano Antonio
Giorgianni Carmen Letizia
Giovine Silvio
Gusmeroli Alberto Luigi
Iaia Dario
Iezzi Igor
Kelany Sara
La Porta Chiara
La Salandra Giandonato
Lampis Gianni
Lancellotta Elisabetta Christiana
Latini Giorgia
Lazzarini Arianna
Leo Maurizio
Loizzo Simona
Longi Eliana
Loperfido Emanuele
Lucaselli Ylenja
Lupi Maurizio
Maccanti Elena
Maerna Novo Umberto
Maiorano Giovanni
Malagola Lorenzo
Malaguti Mauro
Mantovani Lucrezia Maria Benedetta
Marchetti Riccardo Augusto
Marchetto Aliprandi Marina
Marrocco Patrizia
Mascaretti Andrea
Maschio Ciro
Matera Mariangela
Matone Simonetta
Matteoni Nicole
Mattia Aldo
Maullu Stefano Giovanni
Mazzetti Erica
Mazzi Gianmarco
Messina Manlio
Michelotti Francesco
Miele Giovanna
Milani Massimo
Minardo Antonino
Molinari Riccardo
Mollicone Federico
Molteni Nicola
Montaruli Augusta
Montemagni Elisa
Morgante Maddalena
Mule' Giorgio
Mura Francesco
Nevi Raffaele
Nisini Tiziana
Nordio Carlo
Orsini Andrea
Osnato Marco
Ottaviani Nicola
Padovani Marco
Pagano Nazario
Palombi Alessandro
Panizzut Massimiliano
Patriarca Annarita
Pella Roberto
Pellicini Andrea
Perissa Marco
Pierro Attilio
Pietrella Fabio
Pisano Calogero
Pittalis Pietro
Pizzimenti Graziano
Polidori Catia
Polo Barbara
Pozzolo Emanuele
Pretto Erik Umberto
Prisco Emanuele
Pulciani Paolo
Rampelli Fabio
Ravetto Laura
Rizzetto Walter
Roccella Eugenia
Romano Francesco Saverio
Roscani Fabio
Rossello Cristina
Rossi Angelo
Rossi Fabrizio
Rosso Matteo
Rotelli Mauro
Rotondi Gianfranco
Rubano Francesco Maria
Ruspandini Massimo
Russo Gaetana
Russo Paolo Emilio
Saccani Jotti Gloria
Sala Fabrizio
Sasso Rossano
Sbardella Luca
Schiano Di Visconti Michele
Schifone Marta
Semenzato Martina
Silvestri Rachele
Siracusano Matilde
Sorte Alessandro
Squeri Luca
Sudano Valeria
Tajani Antonio
Tassinari Rosaria
Tenerini Chiara
Testa Guerino
Tirelli Franco
Tosi Flavio
Trancassini Paolo
Tremaglia Andrea
Tremonti Giulio
Urzi' Alessandro
Varchi Maria Carolina
Vietri Imma
Vinci Gianluca
Volpi Andrea
Zinzi Gianpiero
Zoffili Eugenio
Zucconi Riccardo
Zurzolo Immacolata
Hanno risposto no:
Aiello Davide
Alifano Enrica
Amato Gaetano
Amendola Vincenzo
Auriemma Carmela
Bakkali Ouidad
Baldino Vittoria
Barbagallo Anthony Emanuele
Barzotti Valentina
Berruto Mauro
Boldrini Laura
Bonafe' Simona
Bonelli Angelo
Bonetti Elena
Borrelli Francesco Emilio
Boschi Maria Elena
Braga Chiara
Bruno Raffaele
Cafiero De Raho Federico
Cappelletti Enrico
Caramiello Alessandro
Care' Nicola
Carfagna Maria Rosaria
Carmina Ida
Caso Antonio
Castiglione Giuseppe
Casu Andrea
Cherchi Susanna
Ciani Paolo
Colucci Alfonso
Costa Enrico
Cuperlo Gianni
Curti Augusto
D'Alessio Antonio
D'Alfonso Luciano
De Luca Piero
De Maria Andrea
De Micheli Paola
De Monte Isabella
Del Barba Mauro
Della Vedova Benedetto
Dell'Olio Gianmauro
Di Biase Michela
Di Sanzo Christian Diego
Donno Leonardo
Dori Devis
Faraone Davide
Fassino Piero
Fede Giorgio
Fenu Emiliano
Ferrari Sara
Fontana Ilaria
Forattini Antonella
Fornaro Federico
Fossi Emiliano
Furfaro Marco
Gadda Maria Chiara
Ghio Valentina
Ghirra Francesca
Giachetti Roberto
Gianassi Federico
Girelli Gian Antonio
Giuliano Carla
Gnassi Andrea
Graziano Stefano
Gribaudo Chiara
Grimaldi Marco
Grippo Valentina
Gubitosa Michele
Guerini Lorenzo
Guerra Maria Cecilia
Iacono Giovanna
Iaria Antonino
L'Abbate Patty
Lacarra Marco
Lai Silvio
Laus Mauro Antonio Donato
Letta Enrico
Lomuti Arnaldo
Madia Maria Anna
Magi Riccardo
Malavasi Ilenia
Mancini Claudio
Manzi Irene
Marattin Luigi
Mari Francesco
Marino Maria Stefania
Mauri Matteo
Merola Virginio
Morassut Roberto
Morfino Daniela
Onori Federica
Orfini Matteo
Orlando Andrea
Orrico Anna Laura
Pagano Ubaldo
Pastorella Giulia
Pastorino Luca
Pavanelli Emma
Pellegrini Marco
Peluffo Vinicio Giuseppe Guido
Penza Pasqualino
Piccolotti Elisabetta
Porta Fabio
Provenzano Giuseppe
Quartapelle Procopio Lia
Quartini Andrea
Raffa Angela
Ricciardi Riccardo
Ricciardi Toni
Richetti Matteo
Roggiani Silvia
Ruffino Daniela
Santillo Agostino
Sarracino Marco
Scarpa Rachele
Schlein Elly
Scotto Arturo
Scutella' Elisa
Serracchiani Debora
Silvestri Francesco
Simiani Marco
Sottanelli Giulio Cesare
Speranza Roberto
Stefanazzi Claudio Michele
Stumpo Nicola
Tabacci Bruno
Todde Alessandra
Traversi Roberto
Tucci Riccardo
Zanella Luana
Zaratti Filiberto
Zingaretti Nicola
Si sono astenuti:
Gallo Francesco
Gebhard Renate
Manes Franco
Schullian Manfred
Steger Dieter
Sono in missione:
Ascani Anna
Bignami Galeazzo
Carloni Mirco
Cirielli Edmondo
Colucci Alessandro
Costa Sergio
Evi Eleonora
Gava Vannia
Giorgetti Giancarlo
Lollobrigida Francesco
Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo
Meloni Giorgia
Pichetto Fratin Gilberto
Rixi Edoardo
Rosato Ettore
Rossi Andrea
Scerra Filippo
Sportiello Gilda
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA (ore 18,30)
Su un lutto della deputata Valentina D'Orso.
PRESIDENTE. Comunico che la collega Valentina D'Orso è stata colpita da un grave lutto: la perdita del papà.
La Presidenza della Camera ha già formulato ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori la deputata Maria Chiara Gadda, che rinuncia.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Marco Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, Governo, non so se avete letto le agenzie di qualche ora fa. Leggo l'oggetto: PNRR, utilizzabili i fondi per produrre le munizioni. Non è Lercio, Presidente. È Thierry Breton, Commissione europea per il mercato interno. Io le chiedo subito comunicazioni urgenti da parte della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, perché questa vicenda davvero è un segno del limite che ormai si è superato.
Lo dico così, retoricamente: ma non si trattava di transizione ecologica, transizione digitale, di resilienza? Certo, ha detto Thierry Breton. La difesa è parte della resilienza, ha aggiunto. Proprio così. Bisogna davvero avere scarsa considerazione dell'intelligenza di tutte e tutti noi per consentire un volo pindarico del genere. Ahimè, la guerra travolge davvero tutto, anche il vocabolario, e rischia di spazzare via anche una delle più felici idee e intuizioni che l'Unione europea ha avuto, dando quei fondi per uscire da una crisi sociale, ambientale e sanitaria.
Io lo dico così: credo che sarebbe davvero uno scandalo se anche solo un euro di quei fondi finisse in armamenti. Io non so - e chiudo così, Presidente - se vogliamo che i nostri nipoti, guardando la corsa agli armamenti, guardando questa escalation militare e l'assenza di un'alternativa diplomatica, ci guarderanno esterrefatti e ci diranno: vi eravate tanto armati. Ecco, vorrei dire, Presidente, che, in questo Parlamento, ci sarà sempre una forza che continuerà ad opporsi a questo lessico e alla possibilità che venga speso anche solo un euro dei fondi del PNRR per le munizioni (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Il Governo è presente, il Sottosegretario si farà sicuramente portavoce dell'istanza dell'onorevole Grimaldi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole De Maria. Ne ha facoltà. Sempre sull'ordine dei lavori?
ANDREA DE MARIA (PD-IDP). Sì, sull'ordine del giorno del provvedimento, ma anche sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Onorevole Silvestri, lei sull'ordine dei lavori? Sullo stesso argomento dell'onorevole Grimaldi? Sì, perfetto, allora prima l'onorevole Silvestri. Prego, onorevole Silvestri.
FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Assolutamente sì, grazie Presidente, perché il tema sottoposto dal collega Grimaldi è un tema sostanziale. Noi da molti mesi stiamo cercando di dare un contributo rispetto alla direzione o alla non direzione di questo Governo sui fondi del PNRR. Abbiamo offerto un contributo parlamentare, abbiamo offerto un contributo pubblico, ma non abbiamo ricevuto alcun tipo di risposta. E poi apprendiamo da determinate fonti, per quanto riguarda la destinazione dei sacrifici del nostro Paese, che tutti i fondi, da spendere per migliorare la vita reale delle persone, potranno invece essere direzionati su temi che nulla c'entrano con la motivazione per la quale questo Paese ha richiesto il PNRR. Quindi, continuiamo ad offrire, ovviamente, il nostro contributo, perché non è un tema che riguarda il Premier Giorgia Meloni o il Presidente Conte, ma è un tema che riguarda tutti gli italiani. Quello che abbiamo appreso ci preoccupa terribilmente, anche rispetto alla nostra posizione geopolitica sull'impiego degli armamenti e delle destinazioni in Ucraina. Quindi, chiediamo e ci uniamo all'appello di ascoltare il Ministro in Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sempre sull'ordine dei lavori l'onorevole Andrea De Maria. Ne ha facoltà.
ANDREA DE MARIA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Credo che tutti noi abbiamo assistito a quello che sta accadendo in Emilia-Romagna: eventi di calamità naturale gravissimi, ci sono vittime, ci sono danni molto rilevanti. La regione ha già chiesto il riconoscimento dello stato di emergenza, c'è un confronto in atto con il Governo. Penso sia giusto manifestare la solidarietà a chi è stato colpito, a chi è stato vittima di questa calamità naturale, ed essere vicini a chi sta operando sul territorio, ai sindaci, agli amministratori, agli operatori della Protezione civile, a tutte le Forze dell'ordine e a tutte le persone che, come lavoratori e come volontari, sono impegnate accanto ai cittadini, colpiti da questa emergenza. Credo che ci debba essere davvero un impegno di tutta la filiera istituzionale, dal Governo in giù, dal Governo alla regione e agli enti locali, per intervenire subito e mettere in campo tutti i ristori necessari per chi è stato colpito da questa emergenza (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rosaria Tassinari. Ne ha facoltà.
ROSARIA TASSINARI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Grazie, colleghi. Con questo mio intervento vorrei condividere con l'Assemblea le espressioni di solidarietà e vicinanza all'Emilia-Romagna, colpita duramente dal maltempo di questi giorni, e di cordoglio nei confronti delle famiglie delle vittime. In numerose province si registrano fiumi che rompono gli argini, chiusura delle scuole e sospensione della viabilità, treni compresi, frane, allagamenti e centinaia di evacuati, e oltre 400 interventi dei Vigili del fuoco, costringendo a scendere in campo persino l'Esercito, che ringrazio, insieme ai soccorritori che si stanno adoperando tempestivamente per risolvere le situazioni più complesse.
I danni, non ancora calcolati, saranno ingenti e per questo evidenzio l'importanza che vengano poste in essere tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza dei cittadini e chiedo la valutazione al Governo della dichiarazione dello stato di emergenza per tutta la regione. Ma di questo ho verificato dalle agenzie che c'è già un intendimento concreto, e di questo ringrazio, ovviamente, il Governo, la Protezione civile, tutti i volontari e i sindaci che si sono immediatamente attivati per fronteggiare la situazione, manifestando vicinanza e aiuto concreto alle popolazioni colpite.
Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1112.
PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1112)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).
Ricordo che, secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri, nella seduta odierna l'esame degli ordini del giorno sarà limitato alle fasi dell'illustrazione e del parere del Governo.
Avverto che è in distribuzione la versione corretta dell'ordine del giorno n. 9/1112/2 Candiani.
L'onorevole De Maria ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1112/46.
ANDREA DE MARIA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Noi stiamo utilizzando lo strumento degli ordini del giorno per continuare a discutere del contenuto di questo decreto, lo facciamo anche perché il Governo ha posto la fiducia. Vorrei sottolineare qui che il ricorso al voto di fiducia da parte di questo Governo e di questa maggioranza è molto più numeroso di quello dei Governi precedenti. Il voto di fiducia è sempre un'occasione che diminuisce le possibilità di discussione in Parlamento; non si possono, com'è noto, presentare emendamenti e, quindi, ricorriamo agli ordini del giorno per discutere di questo decreto.
Noi riteniamo che questo sia un decreto gravemente sbagliato, lo è perché non affronta davvero il problema serio e drammatico dei fenomeni migratori, dei fenomeni dei richiedenti asilo e dei rifugiati, anzi, le scelte che si fanno renderanno più difficile il governo di questo fenomeno. In particolare, le scelte che si stanno facendo, che mettono in discussione l'accoglienza diffusa, che hanno tolto la protezione speciale, non faranno che rendere più drammatica la situazione dei profughi, più difficile il lavoro dei comuni. Purtroppo, abbiamo già sotto gli occhi tendopoli che crescono nelle nostre città, che porteranno persone, che già hanno vissuto situazioni difficilissime, a non essere accolte nel modo giusto, a vivere condizioni di disagio, di degrado, di fragilità. E queste realtà, inevitabilmente, rischiano di diventare anche elementi pericolosi dal punto di vista della sicurezza, perché, se si spingono le persone alla disperazione, se si negano loro percorsi di accoglienza, se si mettono in contesti di questo tipo, poi, è molto facile che le si metta, in alcuni casi, anche nelle mani delle organizzazioni criminali e della criminalità. È, quindi, un decreto che non aiuta a risolvere i problemi, ma li rende più difficili, ed è così perché, purtroppo, ancora una volta, la destra, il Governo di destra utilizza il tema delle migrazioni per fare propaganda politica. Non è la prima volta che accade, ma si vede sempre di più che, quando un tema così delicato diventa uno strumento di propaganda politica, le azioni che si assumono sono controproducenti. E la cosa più terribile è che si fa propaganda su persone che vivono condizioni difficilissime, che scappano dalla guerra, dalla sofferenza, dalla povertà, dalle dittature, che accettano rischi terribili, attraversano il deserto, rischiano di essere imprigionati in quelli che sono campi di concentramento in Libia, attraversano il mare, magari con figli piccoli, rischiando la vita, spesso perdendola, perché cercano un futuro migliore. Purtroppo, si specula sulla tragedia di queste persone. Servirebbe tutt'altro, servirebbe un insieme di politiche all'altezza di un fenomeno drammatico, delicato e complesso come questo. Servirebbe lavorare a una politica europea di gestione dei flussi migratori, ma il problema che ha questa maggioranza di destra è che i suoi alleati di destra nazionalista e populista in Europa sono proprio quei partiti che sono al Governo di quei Paesi che non vogliono la solidarietà europea in materia di immigrazione. Servirebbe ragionare non solo dei profili dei richiedenti asilo, ma di una politica complessiva di integrazione, perché la grande sfida delle nostre società, delle nostre democrazie è proprio costruire una politica efficace di integrazione, in cui si tengano insieme i diritti e i doveri, in cui il riconoscimento dei diritti - penso ai provvedimenti sullo ius soli o sullo ius culturae - diventano anche la condizione per condividere i doveri, per ritrovarsi tutti nella nostra legislazione, nei principi della nostra Carta costituzionale. Servirebbe la consapevolezza di cosa significa per il Paese il governo dei processi migratori e le politiche di integrazione. Io, nel mio ordine del giorno, mi soffermo in particolare su quanto sia importante per il nostro sistema delle imprese avere flussi certi che garantiscano presenza di lavoratori, anche, prima di tutto, per garantire la nostra crescita economica. Invece di fare una politica seria che affronta i problemi, purtroppo, li si usa in modo propagandistico e li si aggrava. Questo è il motivo per cui noi contrastiamo questo decreto-legge e per cui continuiamo a tenere in campo con convinzione un'altra idea: l'idea di una politica che davvero risponda ai nostri valori costituzionali e all'interesse del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori, in relazione alle espressioni di solidarietà per il nubifragio in Emilia-Romagna, l'onorevole Davide Bergamini. Ne ha facoltà.
DAVIDE BERGAMINI (LEGA). Grazie, Presidente. Volevamo esprimere, come gruppo Lega, la nostra solidarietà alle popolazioni dei territori coinvolte nell'alluvione di ieri. In principal modo, nelle province di Bologna e di Ravenna, ci sono state parecchie zone dove i fiumi sono esondati e sono state oggetto di alluvione. Quindi, volevamo ringraziare anche tutto il personale della Protezione civile e delle Forze dell'ordine che è stato impegnato ed è ancora impegnato in queste ore per riuscire a ripristinare e mettere in sicurezza quei territori.
Siamo certi che anche da parte del Governo ci sia la capacità di intercettare le esigenze di questi territori: lo abbiamo già visto stamattina e ringraziamo anche il Ministro Salvini che, già dalle sue prime uscite sulla stampa, ha già convocato per il prossimo venerdì un tavolo relativo all'emergenza idrica. Sarà sempre più necessario lavorare in questa direzione proprio perché abbiamo, da una parte, il problema siccità e, dall'altra parte, il problema delle alluvioni, che mettono a repentaglio un territorio che si è già dimostrato in molte occasioni fragile. Sono territori, anche come quello emiliano, che, fino a qualche anno fa, non erano oggetto di questo tipo di problematiche, ma, a causa dei cambiamenti climatici, c'è la necessità di uno sforzo da parte della politica per riuscire ad intercettare le esigenze di questo momento storico, a cui, probabilmente, non eravamo pronti e non è mai stato vissuto prima. Esprimo ancora solidarietà, credo che ci sia sicuramente la volontà da parte di tutti, all'interno di quest'Aula, e da parte anche dei componenti del Governo, di stare vicini a queste popolazioni che in questo momento si trovano in una situazione di forte disagio e necessità di soccorsi. Come sempre, un grande plauso va a tutte le Forze dell'ordine e ai volontari che sono in campo per rimettere in sicurezza il territorio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1112.
(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1112)
PRESIDENTE. La deputata Bakkali ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1112/81.
OUIDAD BAKKALI (PD-IDP). Grazie, Presidente, tremo nel pensare al video in piano sequenza che questo Governo immaginerà per raccontare questo decreto, come quello che è stato fatto dopo il decreto del 1° maggio. Forse sarà ambientato con un ghigno cinico tra le vie di Cutro, forse in qualche centro di permanenza per il rimpatrio, forse a bordo del mezzo che vi porterà intorno al globo terracqueo ad inseguire i trafficanti. Come racconterete questo decreto e come lo avete raccontato in Commissione, nel dibattito che abbiamo avuto qui, alla Camera, non corrisponde e non corrisponderà alla realtà e agli effetti che produrrà, a partire dal titolo, che riformulerei con un “Disposizioni urgenti per aumentare i flussi di ingresso illegali e la prevenzione all'immigrazione regolare e all'ingresso legale per i lavoratori”. Infatti, il messaggio è arrivato chiaro, vi è arrivato chiaro dai territori e questo ordine del giorno tratta di un tema che avete deciso di ignorare, sul quale vi accanite, come sugli altri strumenti, tra l'altro, auto-sabotando gli strumenti che servono per gestire i flussi, per gestire gli arrivi, per mettere in condizione i territori di lavorare in maniera professionale e dignitosa, come l'accoglienza diffusa ha fatto in questi anni.
A fine marzo, 19.640 sono i minori non accompagnati arrivati in Italia, 16-17 anni l'età media di questi arrivi, non certamente un'invasione per un Paese da 60 milioni. E sono ragazzini che, secondo la legge n. 47 del 2017, dovrebbero essere trattati ugualmente rispetto agli altri giovani italiani, quindi nel rispetto dei diritti, a partire dall'articolo 1, in cui si dice che i minori non accompagnati sono titolari dei diritti in materia di protezione dei minori a parità di trattamento con i minori di cittadinanza italiana o dell'Unione europea. L'ANCI ve lo ha detto chiaro: il sistema sta collassando. Servono più investimenti nel sistema di integrazione e accoglienza, risorse, operatori specializzati. Negli emendamenti vi abbiamo chiesto 4.000 posti in più e questi sono stati bocciati. E in questo decreto, in maniera odiosa, vi siete accaniti sul tema dei minori stranieri, perché questo serve ad alimentare una propaganda che nulla ha a che fare poi con gli effetti di questo decreto. Quindi, questi provvedimenti faranno in modo che, per i minori stranieri non accompagnati, in particolare, il permesso di soggiorno avrà la durata massima di un anno e si restringeranno i requisiti.
L'ordine del giorno ovviamente è l'ultimo appello, l'ultimo prima del voto finale, dopo aver già votato la fiducia, ma lo chiediamo ancora una volta e non smetteremo di farlo; lo facciamo noi da quest'Aula, ma vi invito a leggere il report di Save the Children, che porta un titolo emblematico, ovvero Nascosti in piena vista, perché questi minori sono sul nostro territorio, a rischio di entrare nelle reti dell'abuso, della mercificazione sessuale.
Vi chiediamo di garantire il rispetto delle normative nazionali e sovranazionali che riguardano i diritti dei minori stranieri, rivedendo le norme sulla durata del permesso di soggiorno, garantendo il loro diritto all'accesso ai servizi di accoglienza, anche nel rispetto della normativa nazionale e sovranazionale, prevedendo che in ogni regione vi siano strutture adatte all'accoglienza di minori. Questo era previsto nella legge n. 47 del 2017 e vogliamo che questa sia attuata, perché è l'unico modo per regolare e governare questo fenomeno, nonché per rispettare i diritti umani e i diritti di questi ragazzi e di queste ragazze, perché possano accedere al Servizio sanitario nazionale, comprese le prestazioni del pediatra di libera scelta e del medico di medicina generale. Ve lo stiamo chiedendo da questo Parlamento. La Fondazione Migrantes ha appena presentato il report sui minori non accompagnati. Questo è un tema che sta allarmando i territori e sul quale questa stretta all'interno di questo decreto davvero risulta incomprensibile. Tornate indietro su questo punto, mettetevi nelle condizioni di poter gestire questo fenomeno e sostenete gli amministratori e le amministratrici locali che stanno facendo di ogni, senza risorse, senza strutture e senza quella rete capillare di sostegno tra tutti i livelli di governo che invece è necessaria per accogliere questi ragazzi e queste ragazze che arrivano da soli, non accompagnati, sul nostro territorio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. La deputata Barzotti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1112/10.
VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Ritengo questo decreto profondamente sbagliato e inefficace, ma, rimanendo sul contenuto del mio ordine del giorno, lo stesso si concentra su un settore che per noi del MoVimento 5 Stelle è particolarmente importante, quello del lavoro domestico. E' un settore in costante crescita, che vede coinvolte circa 2 milioni di famiglie e nel quale la domanda è sempre di più volta alla cura degli anziani e delle persone con disabilità. Quindi, riteniamo che un'attenzione particolare vada ricondotta proprio a questo settore. In particolare, noi riteniamo che, per questi lavoratori, venga prevista una deroga ai flussi d'ingresso, perché riteniamo che la domanda, essendo sempre crescente, non sia soddisfatta dalle quote attualmente in vigore.
Per cui, nel quesito che noi poniamo, chiediamo di riservare una quota di ingressi per il settore del lavoro domestico e della cura della persona, tenuto conto del fabbisogno nazionale e di svincolare le quote destinate al settore medesimo dalla sottoscrizione di accordi di cooperazione migratoria con il Paese di origine di questi lavoratori.
PRESIDENTE. L'onorevole Barbagallo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1112/40.
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ancora una volta assistiamo al combinato disposto della decretazione d'urgenza e della posizione della fiducia che certamente taglia il confronto e il dibattito parlamentare. Questo è il motivo: per alimentare il confronto, le nostre ragioni e la nostra ferma opposizione a questa logica di costruzione del consenso e della propaganda, questa sera stiamo illustrando gli ordini del giorno. Ciò, anche per alimentare fuori dal Palazzo il dibattito su questo modo scellerato di affrontare le questioni, non in linea con il buonsenso, con la logica e perfino con il dettato costituzionale.
Il numero delle decretazioni d'urgenza e le posizioni di fiducia spropositate di questi mesi stridono con la prassi degli ultimi anni e ci vedono costretti ad utilizzare ogni momento di Aula parlamentare per alimentare il dibattito.
Non rispondono ad alcun parametro logico l'atteggiamento e il modello adottati da questo Governo per costruire la propaganda sul tema dell'immigrazione. È stato detto prima e meglio anche da altri miei colleghi, ma certamente ormai si stanno raggiungendo livelli insopportabili. La svolta repressiva nei confronti dei migranti che viene utilizzata con questo decreto certamente produrrà ulteriori tensioni, ulteriori crisi, ulteriori conflittualità.
I dati sono sotto gli occhi di tutti: nel 2023 le presenze di minori non accompagnati sono già pressoché 20.000, i centri di accoglienza, i comuni stanno gestendo l'emergenza alla meno peggio. Il primo grido di allarme arriva proprio dai comuni, in particolare conosco bene la realtà di quelli del mio territorio, della Sicilia. Lampedusa rappresenta il punto di approdo più importante non solo in Italia, ma anche in Europa, ed è uno dei punti che soffre di più per presenze, gestione della crisi, e certamente i comuni vanno accompagnati, ma, soprattutto, i minori vanno assistiti, garantendo loro reali politiche di integrazione.
Con l'ordine del giorno n. 9/1112/40 chiedo al Governo di impegnarsi, nello specifico, concretamente, sulle reali politiche di integrazione, sul settore della logistica e dei trasporti, che oggi, Presidente, vale nel Paese circa 2 milioni e mezzo di posti di lavoro. Con un'integrazione opportuna, con un confronto sui titoli di studio, anche con riferimento ai percorsi formativi, garantendo l'adeguata assistenza da parte del servizio sanitario, con i medici e il pediatra di base, certamente può offrire a coloro che entrano nel nostro Paese tutte le condizioni per politiche reali di integrazione.
Piuttosto che utilizzare il tema e il problema dell'immigrazione come propaganda da parte delle forze politiche parlamentari, e in particolare dal Governo, se ci fosse la priorità a investire sui percorsi formativi e di integrazione, certamente dal problema potremmo passare prontamente alle soluzioni. Quindi, Presidente, insistiamo sull'accoglimento dell'ordine del giorno n. 9/1112/40.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, la deputata Buonguerrieri. Ne ha facoltà.
ALICE BUONGUERRIERI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo anche io, a nome di Fratelli d'Italia e come parlamentare eletta sul territorio, per esprimere solidarietà e vicinanza ai cittadini e alle imprese interessate dalla grave alluvione nella regione Emilia-Romagna e per esprimere, ovviamente, anche il cordoglio per le vittime che hanno tragicamente perso la vita in questa emergenza. Ringrazio il Governo Meloni che sta seguendo ai massimi livelli quanto sta avvenendo nelle zone interessate.
In particolare, ringrazio il Ministro Lollobrigida, oggi presente anche personalmente sui luoghi dell'alluvione, ringrazio il Ministro Musumeci, che anche attraverso la Protezione civile sta garantendo operatività sul campo e sta affrontando tutte le criticità che si sono verificate, ringrazio il Vice Ministro Bignami, che sta seguendo con Anas e con RFI la situazione trasportistica già da questa notte, e ringrazio, ovviamente, anche i sindaci e tutte le Forze dell'ordine impegnate sul territorio in queste ore. Rimarco e ribadisco il fatto che il Governo Meloni è e sarà impegnato per portare sui territori la migliore risposta possibile in favore di tutti i cittadini coinvolti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1112.
(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1112)
PRESIDENTE. Ritorniamo all'esame degli ordini del giorno. L'onorevole Alfonso Colucci ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1112/5.
ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno propone che l'abolizione dell'istituto della protezione speciale umanitaria non abbia efficacia retroattiva e cioè che coloro che oggi godono di questo permesso di soggiorno in Italia, avendo goduto dell'istituto - che con questo decreto, denominato Cutro, la maggioranza si accinge ad eliminare -, possano rimanere regolarmente nel territorio dello Stato in forza del permesso legittimamente conseguito. Evidentemente, qualora ciò non fosse, ossia qualora ad essi venisse negato il rinnovo del permesso di soggiorno in ragione dell'eliminazione dell'istituto della protezione speciale, noi ci troveremmo in breve tempo ad avere migliaia e migliaia di irregolari sul territorio dello Stato e questi irregolari finirebbero necessariamente per avere due opzioni, due strade possibili: o la strada del lavoro in nero o la strada di essere assoldati come manovalanza della criminalità organizzata. Fa specie che un Governo che vorrebbe fregiarsi del titolo della sicurtà voglia accedere a proposte normative che, invece, vanno a ridurre e alleggerire il senso di sicurezza delle nostre città, che legittimamente proviene dalla cittadinanza italiana e da coloro che risiedono nel territorio dello Stato. Almeno questo chiarimento sulla irretroattività della normativa attenuerebbe l'effetto criminogeno che il decreto, sapientemente elaborato dalla maggioranza, andrà ad assicurare.
Il secondo assunto dell'ordine del giorno mira a garantire che in Italia venga assicurato il rispetto dell'articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, articolo che riconosce rango di valore primario alla tutela della vita personale e familiare del soggetto, della persona. Si tratta di un diritto primario, che la Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU) ha riconosciuto e che l'Italia si vedrebbe a disattendere con l'abolizione della protezione speciale. Quindi, questo secondo assunto dell'ordine del giorno invita il Governo ad individuare nuove modalità procedurali, che assicurino la tutela del diritto alla vita privata e familiare dei cittadini europei.
PRESIDENTE. L'onorevole Gian Antonio Girelli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1112/71.
GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno si vuole mettere in risalto un aspetto di particolare gravità, che è la situazione abitativa - se così si può definire - dei migranti impiegati nel campo agroalimentare. È la ratifica di una situazione che, purtroppo, ci è stata presentata più volte anche in documenti, in filmati e in articoli di giornale, che dimostrano, da un lato, come queste persone siano ritenute di assoluta indispensabilità per mantenere in vita un settore così complesso e, d'altro lato, come chiediamo loro di prestare opera spesso sottopagata, spesso in condizioni che non rispettano il minimo delle regole di un lavoro dignitoso e le costringiamo a vivere in situazioni di precarietà assoluta, in baracche costruite alla bell'e meglio, senza nessun tipo di servizio e soprattutto sottoposte a tutte le incredibili situazioni che si verificano in contesti del genere. I dati sono drammatici. La denuncia di 35 comuni evidenzia la presenza di queste situazioni un po' in tutto il Paese, certo con una maggior frequenza al Sud, ma senza lasciare indenni da fenomeni del genere regioni come la Lombardia e lo stesso Piemonte. Il PNRR destina risorse ben definite a questo settore, volte a sanare una situazione che ha dell'incredibile. Risorse che necessariamente devono essere messe a disposizione per iniziare un percorso di superamento di una realtà di particolare vergogna per il nostro Paese, per un Parlamento e per un Governo che non dovessero cogliere l'occasione di avere risorse a disposizione, senza fare nulla.
È poi l'occasione per fare un ragionamento un pochettino più ampio, che credo sia alla base di tutto questo. Si tratta di essere veramente consapevoli che stiamo parlando di persone che vengono da noi da altri Paesi e fanno spesso quei lavori che, per fatica, molti italiani non vogliono più fare, ma che sono necessari per la sopravvivenza di alcuni settori, come quello agroalimentare. Noi non li consideriamo come persone da accogliere e da integrare, a cui garantire un lavoro, una situazione abitativa dignitosa e un'integrazione in un tessuto sociale; li consideriamo, invece, al pari di attrezzature e macchinari, che ci servono x ore al giorno, non 8 ore, ma spesso 10, spesso 12, spesso 14, senza nessun problema. Non ci interessa nulla di come vivono, di come stanno e in che contesto sono costretti ad abitare. Cambiare questo approccio e questa mentalità non è solo è un fatto politico, ma credo sia un fatto etico, perché è una vergogna che non possiamo permetterci. Certo, vedendo com'è contestualizzato il tema, ovvero in un provvedimento che ha poco di etico dal mio punto di vista, diventa difficile farlo, ma almeno, attraverso questi ordini del giorno, cerchiamo di riportare un po' di serietà, di dignità e anche di responsabilità etica all'interno del provvedimento stesso.
Un'ultima annotazione. Di tutto questo noi dovremo, prima o poi, rendere conto anche rispetto alla coerenza di quanto viene detto. Anche in quest'Aula ho sentito parlare spesso di farina di grilli, di agroalimentare e dell'eccellenza italiana rispetto a tutto questo. Ecco, vorrei ricordare che l'eccellenza italiana passa anche attraverso la situazione in cui vivono i lavoratori che ci consegnano la presunta eccellenza, perché, altrimenti, l'eccellenza rischia di diventare una vera e propria vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. L'onorevole Enrico Cappelletti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1112/14.
ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente. Se posso avere l'attenzione del Sottosegretario, che ringrazio per essere qui, prometto che sarò breve. L'ordine del giorno riguarda lo stato di emergenza. Io credo che ci troviamo di fronte a un ennesimo caso di ricerca di capro espiatorio, ci troviamo di fronte a un fallimento. Per dieci anni, una forza politica ha dichiarato che il problema dell'immigrazione e degli sbarchi clandestini nel nostro Paese è semplicissimo: serve il blocco navale. “Serve il blocco navale,” - con la giugulare che andava a 200 - “serve il blocco navale!”. Ebbene, qualche cittadino vi avrà anche votati per questo, perché avevate la soluzione ed era semplice: si passava da mille a 0 in un colpo solo.
A distanza di 7 mesi, oltre a tutta una serie infinita di promesse elettorali che non sono state mantenute e che sarebbe veramente lungo elencare, mi chiedo: gli sbarchi sono stati ridotti a zero perché c'è il blocco navale? No! Sono stati ridotti a zero perché abbiamo Salvini Ministro? No! Gli sbarchi sono quadruplicati! Sono quadruplicati e qualcosa ai cittadini bisognerà pur dire: stiamo facendo qualcosa, stiamo affrontando il problema.
Ma qui non si affronta il problema andando all'origine del problema stesso: qui si affronta il problema cercando un capro espiatorio. Questo decreto mi ricorda molto un precedente decreto per principio e per assonanza, anche se su una materia completamente diversa, ma mi pare che stia succedendo esattamente la stessa cosa, cioè occorre dare in pasto qualcosa ai cittadini. C'è un problema? Abbiamo fallito, sì, ma abbiamo posto rimedio con qualcosa che non funziona. Va bene, intanto prendiamo tempo. Si chiama decreto Carburanti. Dal 1° gennaio avete reintrodotto le accise, che erano state tolte dal Governo precedente, e i prezzi dei carburanti sono schizzati in alto. Chiaramente, le associazioni dei consumatori e molti cittadini hanno gridato allo scandalo. Bisognava correre ai rimedi e la cosa più facile, per questo Governo e per chi lo rappresenta, era cercare un capro espiatorio. Quindi, la colpa è dei benzinai: sono i benzinai che hanno alzato i prezzi. Mandiamo la Guardia di finanza a controllare i benzinai speculatori che hanno alzato i prezzi. Ma la Guardia di finanza, signori, il suo lavoro l'ha fatto. È andata a vedere i gestori delle pompe di benzina, ha rilevato che l'adeguamento del prezzo era pari e per certi versi addirittura inferiore all'aumento delle accise ed è andata a riferire al Governo che non c'era alcuna responsabilità. Quindi, non c'era speculazione. Dunque, questo tentativo di cercare un capro espiatorio era chiaramente inutile. Perché? Perché non c'è stata speculazione.
Però, qualcosa comunque ai cittadini dobbiamo dare da intendere, perché questo è il punto: bisogna dare da intendere ai cittadini che si fa qualcosa, non fare qualcosa per risolvere il problema. È quel qualcosa che cos'è? Prendiamocela comunque con i gestori delle pompe di benzina, che sono l'anello debole, e obblighiamoli ad esporre un prezzo, che non serve assolutamente a niente e, anzi, causerà un aumento medio dei prezzi in tutto il Paese. Non gliene frega nulla, però, diciamo ai cittadini: attenzione, sono aumentati i prezzi. È per causa nostra, però facciamo finta che non sia così e diamo la colpa ai benzinai. Comunque, i cittadini in questa maniera sanno che, rispetto al problema dell'aumento del costo della benzina, causato dal Governo, una soluzione è stata data.
Comunque, torniamo allo stato di emergenza, giusto per dare qualche dato. Certo, gli sbarchi sono quadruplicati, ma ci troviamo veramente in una situazione di emergenza. Dal 2014 al 2017 sono sbarcate 623.000 persone. Sono state presentate 400.000 domande di asilo e sono state registrate nel sistema di accoglienza 528.000 presenze, senza che sia stata dichiarata alcuna emergenza.
Quindi, concludo Presidente. Partendo dal presupposto che, comunque, la norma sullo stato d'emergenza è stata fatta, questo ordine del giorno cerca di attenuarne le conseguenze negative e, quindi, impegna il Governo, nonostante la deroga disposta per la realizzazione delle strutture per l'adeguamento dei centri destinati all'accoglienza e via seguitando, che ci sia quantomeno la garanzia del rispetto delle norme sulla sicurezza e sulla salute di chi lavorerà per adeguare queste strutture (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. L'onorevole Mauro Berruto ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1112/78.
MAURO BERRUTO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Questo decreto - lo sappiamo bene - si propone di governare, secondo l'opinione e la visione di società della destra di maggioranza, i flussi migratori. Naturalmente, parlando di flussi migratori occorre sottolineare e specificare che esistono due tipi di flussi migratori: quelli in ingresso e quelli in uscita. Lo ricordavo nel mio intervento in discussione generale: si stima che siano circa 40.000 o 50.000 le persone migranti che ogni anno vogliono uscire dall'Italia.
Lo fanno attraverso punti abbastanza identificabili del nostro territorio. Uno è Ventimiglia e l'altro è Bardonecchia, quindi due frontiere italo-francesi. Lo fanno a Trieste e lo fanno parzialmente alla frontiera fra Como e Chiasso, cioè fra l'Italia e la Svizzera. Io conosco bene una di queste situazioni che è legata al territorio che rappresento in questo Parlamento, che è la Val di Susa, quindi il punto di uscita che fa riferimento a Bardonecchia.
Io non torno sulle premesse e cerco veramente, per quanto posso, di fare una proposta costruttiva di governo di questi flussi migratori, perché rilevo un'ossessione di comunicazione che determina, poi, lo stato di emergenza, e via seguitando, dei numeri in arrivo. Però, rilevo un'attenzione molto minore rispetto ai numeri delle persone in partenza.
Dalla sola Bardonecchia nel 2022 sono uscite 16.000 persone migranti. È molto pericoloso passare da quel varco, specialmente d'inverno. I migranti attraversano in quota un colle che d'inverno è molto difficile da raggiungere e da superare e, qualche volta, purtroppo, l'esito è anche drammaticamente tragico.
Lì vicino a Bardonecchia, a Oulx, un paese a pochi chilometri di distanza, c'è un rifugio che offre ristoro fondamentalmente, degli abiti caldi e magari un letto per una notte e si prende cura di questi migranti in uscita. Tutto ciò è possibile grazie al lavoro e all'opera di un prete, che si chiama Don Luigi Chiampo, e dei suoi volontari. Don Chiampo è stato capace di interagire con istituzioni comunali, con i comuni di Oulx e di Bardonecchia, ed è lì a ospitare e a salvare vite umane. Offre, cioè, una soluzione a una situazione di potenziale problema di ordine pubblico. Oulx conta poco più di 3.200 abitanti e io ho citato - e lo ripeto - il numero delle persone che transitano da lì, che sono circa 16.000. Quindi, evidentemente il tema è chiaro. Questo lo fanno don Luigi Chiampo e i suoi volontari a Oulx, lo fa la Caritas a Ventimiglia in condizioni ancora peggiori, sotto un ponte della ferrovia, e lo fanno volontari e associazioni di volontariato a Trieste, in una piazza.
Allora, questa è la ragione - lo ribadisco - esclusivamente costruttiva di una proposta che è quella rappresentata da questo ordine del giorno, che chiede al Governo di impegnarsi per dare una mano a queste persone e a queste associazioni di volontari che offrono questo servizio alla nostra comunità. Risorse, una strategia o disponibilità economiche? È tutto da definire.
Come sappiamo, l'ordine del giorno è un impegno abbastanza blando, però lo ripeto: 16.000 persone - lo citavo nel mio intervento in discussione generale - contro 6 persone che erano ospiti del CPR di Torino in corso Brunelleschi poco prima della sua chiusura. I numeri in rapporto sono questi e l'impegno economico lo potete immaginare.
Allora, questo è l'impegno che chiediamo: garantire interventi di assistenza ai migranti che volontariamente transitano alla frontiera italo-francese e alle altre frontiere attraverso il sostegno alle associazioni di volontariato che operano in quelle zone, come il rifugio “Fraternità Massi” di Oulx, vicino a Bardonecchia, come la Caritas a Ventimiglia e come quei volontari che, a Trieste, in piazza della Libertà, curano e medicano i piedi dei migranti che arrivano da massacranti mesi di cammino lungo la rotta balcanica.
“Ero straniero e mi avete accolto” recita il Vangelo di Matteo, non quello di Salvini. Questo Governo ha più volte rivendicato la propria matrice cristiana. Noi chiediamo che uno Stato laico metta nelle condizioni questi operatori - che si prendono cura e si sostituiscono allo Stato nel governo dei flussi migratori in quei territori - di essere aiutati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. L'onorevole Andrea Quartini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1112/24.
ANDREA QUARTINI (M5S). Sì, grazie, Presidente. Ero già uscito dall'aula per un appuntamento e, considerato che ora intervengo, lo dico a tutti: per chi potesse partecipare, alle 20, in piazza dell'Esquilino c'è una fiaccolata in ricordo della psichiatra di Pisa che è stata uccisa in questi giorni, al pari di quelle organizzate, in questi giorni, un po' in tutta Italia dagli ordini dei medici e quindi ne approfitto per ricordarla (Applausi).
Io sono già intervenuto in discussione generale; ho posto l'accento su alcuni temi rispetto a questo decreto; in particolare, ho posto l'accento sul fatto che la Costituzione italiana, all'articolo 32, in maniera assolutamente opportuna, solidale e umana, dice che la tutela della salute è un diritto fondamentale, che riguarda tutti gli individui; non i cittadini, ma gli individui. Siccome le parole e il linguaggio hanno significato - sono il primo elemento di discriminazione, la parola e il linguaggio -, io credo che i padri e le madri costituenti, quando hanno detto che noi tuteliamo la salute di tutti gli individui e non di tutti i cittadini, volessero dire che non c'è alcun clandestino, in questo mondo; e, direi, di più non c'è nessuno che è irregolare, in questo mondo; e, quindi, almeno in chiave di umanità, in chiave umanitaria, nessun individuo dovrebbe essere dotato di passaporto per vivere in questo mondo, a maggior ragione per quanto riguarda la salute; la salute dovrebbe viaggiare senza passaporto. Nonostante questo, ci sono state alcune attività assolutamente virtuose che ho descritto; almeno una di queste l'ho descritta in discussione generale, che era il lavoro fatto da un'organizzazione non governativa, il Cuamm per l'Africa, un'organizzazione di medici, che si è occupata dei ghetti, dei lavoratori stagionali in Puglia, dove erano irregolari dove erano “clandestini”, dove vivevano in condizioni di ghettizzazione, di marginalizzazione e di sfruttamento, di vero e proprio sfruttamento e questa organizzazione è riuscita comunque ad avere, negli anni, una collaborazione con queste persone, assistendole da un punto di vista legale e da un punto di vista soprattutto sanitario, dotandole anche di materiale igienico-sanitario per potersi lavare, perché nei ghetti dove vivevano, anzi dove vivono, non ci sono i bagni, non c'è la luce, non c'è l'acqua calda, e questo nel nostro territorio nazionale. Allora, se un'organizzazione non governativa riesce a produrre risultati di questo tipo, da meritare l'encomio rispetto a 49 altre azioni che l'Organizzazione mondiale della sanità ha valutato, se riesce a farlo un'organizzazione non governativa, è possibile che non riesca a farlo lo Stato? È possibile che noi non riusciamo a organizzare un intervento strutturale rispetto al problema della migrazione? È un problema che non riusciremo a fermare; non si ferma il vento con le mani, non riusciremo a fermarlo; è assolutamente una diga che crollerà, lo sappiamo benissimo. Allora, se tutto questo è vero, è, a maggior ragione, vero per le persone vulnerabili.
In questo ordine del giorno noi chiediamo di dar luogo a quel progetto di corridoi umanitari che consenta alle persone vulnerabili di poter avere accoglienza vera nel nostro territorio. Chi sono le persone vulnerabili? Bambini, anziani; più in generale, ci si riferisce alle persone prive della loro autonomia o a migranti privi di dimora, alle vittime di tratta, ai colpiti da guerre e da conflitti. Ebbene, con la riduzione della protezione speciale in questo decreto, noi osserviamo una contrazione di diritti umani. Con questo emendamento almeno noi cerchiamo di riportare un po' di ordine, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. L'onorevole Augusto Curti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1112/65.
AUGUSTO CURTI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Come già detto anche dai colleghi che mi hanno preceduto, questo disegno di legge interviene nel dibattito sui flussi migratori come l'ennesimo atto repressivo nei confronti dei migranti che, in larga parte, sono in fuga da guerre o da persecuzioni. Il provvedimento, di fatto, prevede una significativa stretta in tema di protezione speciale, che avrà il solo esito di generare, nel nostro Paese, un corposo esercito di irregolari. Occorre, inoltre, considerare che, nel nostro Paese, tra l'altro, il SAI continua a rappresentare una parte limitata del totale dei posti di accoglienza; al contrario, abbiamo i centri di accoglienza straordinaria che fungono ormai da piattaforma di risposta ordinaria, assorbendo gran parte della richiesta nel nostro Paese. Tutto questo genera un costante e pericoloso squilibrio tra le disponibilità e l'offerta. Pertanto, noi ci ritroviamo nella situazione in cui l'incremento, da una parte, del numero di persone che, a causa del decreto, si troveranno nell'illegalità, unito al numero insufficiente di posti idonei ad accogliere dignitosamente chi entra in Italia legalmente, accrescerà inevitabilmente ancora di più e in maniera drammatica quella che è la tensione sociale.
Allora, è per questo, Presidente, che noi, con questo ordine del giorno, chiediamo un impegno al Governo: ad adottare ogni iniziativa utile, in stretto coordinamento con il sistema degli enti locali e le organizzazioni della società civile impegnate nel settore dell'accoglienza, volta proprio a reperire le risorse necessarie per ridurre il ruolo dell'accoglienza straordinaria, a favore del sistema di accoglienza e integrazione, con particolare riferimento ai centri che insistono sulla regione Marche (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. L'onorevole Antonio Caso ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1112/12.
ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Prima di entrare strettamente nel merito dell'ordine del giorno, sono doverose alcune premesse, perché anche nel caso del decreto Flussi questa maggioranza, questo Governo mostrano totalmente un'inadeguatezza abissale, nella gestione poi di argomenti così delicati, ma soprattutto perché poi, ovviamente, tutti - proprio tutti - ricordiamo le parole dette in campagna elettorale; non solo, ricordiamo la brutalità di tali parole, ricordiamo l'odio fomentato da una campagna elettorale spietata verso i più deboli, questo lo ricordiamo chiaramente; trovare il nemico a tutti i costi, trovarlo nell'invasore. Questo è quello che abbiamo visto in una campagna elettorale dai toni accesi, che portava anche fantomatiche soluzioni che poi, di fatto, non esistono; e non voglio ritornare a ricordare il blocco navale, la ricerca sul globo terracqueo di tutti i trafficanti di esseri umani, parole, in realtà, vuote, ma io ho la consapevolezza e la certezza che anche chi le pronuncia sa che sono tali, sa di mentire ai propri elettori, sa che, senza scrupoli, sta cercando di alimentare un odio, per un vantaggio elettorale. Ma ora siamo alla prova dei fatti e i fatti, chiaramente, hanno mostrato il re nudo, hanno mostrato che l'Italia è un colabrodo per l'Europa, per quanto riguarda l'immigrazione, hanno mostrato che assolutamente tutto quello che veniva raccontato - e che ancora viene raccontato - agli italiani da queste forze politiche di maggioranza è una mera falsità.
E, allora, cosa si fa? Si prova ancora a mentire, si prova a introdurre nuove pene per reati che sono già puniti, si prova a incanalare nuovamente l'odio, in questo caso verso gli scafisti, ignorando o facendo finta di ignorare che sono semplicemente la punta dell'iceberg e si propone tutto ciò come soluzione. Si mente sulla questione della protezione speciale, ma si mente sapendo di mentire; questo è il messaggio per me importante, ossia, pur di avere consenso, si va avanti, senza scrupoli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E vado al dunque, perché ci proviamo sempre a migliorare anche le cose che, ovviamente, non condividiamo e lo facciamo presentando emendamenti e ordini del giorno che, sistematicamente, vengono ignorati. Ci aspettiamo, ovviamente, che questo ordine del giorno, semplice e di buonsenso, domani, passerà in modo favorevole, proprio perché è semplicemente di buonsenso. All'articolo 3 del provvedimento si prevede che, al di fuori delle quote annuali di ingresso dei lavoratori stranieri nel nostro Paese, possano entrare, per motivi di lavoro subordinato, i lavoratori stranieri che abbiano svolto formazione in materia civico-linguistica. Si è disposto che tale formazione sia di competenza esclusiva del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Semplicemente, con quest'ordine del giorno, proponiamo di impegnare il Governo, affinché, nella definizione delle linee guida dei programmi e dei criteri di valutazione per la formazione professionale e civico-linguistica, rientri anche il Ministero dell'Istruzione e del merito, proprio per un messaggio chiaro, ossia che non solo dobbiamo creare lavoratori e farlo quando ci fa più comodo, ma dobbiamo mirare anche all'integrazione e a creare cittadini. È naturale che, parlando di materia civico-linguistica, il Ministero dell'Istruzione e del merito debba farne parte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. L'onorevole Christian Diego Di Sanzo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1112/51.
CHRISTIAN DIEGO DI SANZO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Il Governo, ancora una volta, ha fatto ricorso allo strumento della fiducia, usando, in maniera indegna, la strage di Cutro: è partito proprio da questa. Invece, di fare qualcosa con la scusa, almeno nelle intenzioni, almeno nelle parole, di tutelare le vittime della strage Cutro, cosa ha fatto? Ha usato questo episodio per fare una stretta repressiva nei confronti dei migranti; una stretta che, di fatto, non produrrà alcun risultato in termini di immigrazione, ma si rivelerà un altro modo per togliere la protezione alle persone che ne hanno bisogno. In particolare, la stretta con riferimento alla protezione speciale farà sì che ci saranno migliaia di persone, un esercito di persone illegalmente presente sul nostro territorio. Non so se ci rendiamo conto: un episodio gravissimo per il nostro Paese è stato usato dal Governo in maniera assolutamente propagandistica, facendo una legge che, di fatto, restringe la protezione a chi, in questo Paese, ne ha veramente bisogno. Quello che succederà sarà l'esasperazione della conflittualità sociale a svantaggio dei migranti che erano già qua, che erano in stato legale nel nostro Paese, mettendoli nell'illegalità, esagerando la conflittualità sociale, per usarla, probabilmente, per una mossa propagandistica di questo Governo. Quindi, cosa succede? Andiamo a inasprire la conflittualità sociale, senza dare alcuna vera soluzione al grande problema dell'immigrazione. Ci saremmo aspettati almeno un barlume di qualcosa che andasse nella direzione di un controllo del fenomeno dei flussi migratori, un qualcosa che, da questo punto di vista, potesse essere ragionevole. Invece, si tratta, semplicemente, dell'ennesima svolta repressiva fine a se stessa, per guadagnare qualche altro punto nei sondaggi e qualche altro sostegno elettorale. Quella che si va a creare è una situazione di persone che devono vivere nell'illegalità, con un numero assolutamente insufficiente di sistemi di accoglienza esistenti oggi nel nostro Paese. Si crea, quindi, una situazione assolutamente insostenibile sotto tutti i punti di vista, esasperando ancora di più una situazione già critica.
Quello che stiamo chiedendo, con quest'ordine del giorno e con gli ordini del giorno presentati dai colleghi del gruppo del Partito Democratico, è di trovare invece un sistema di politiche reali per un'integrazione vera del fenomeno migratorio, un'integrazione vera dei migranti, facendo politiche reali a vantaggio della comunità e del Paese, non politiche propagandistiche che non risolvono alcun tipo di problema, ma, anzi, inaspriscono la conflittualità sociale già presente nel Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)
PRESIDENTE. La deputata Carmina ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1112/23.
IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Governo, quello che noi patiamo non è l'accoglienza, è la dimenticanza: così, domenica 30 aprile, si esprimevano due coraggiose consigliere comunali di Lampedusa. Così, spesso, mi richiama il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino, cui va la mia solidarietà: la dimenticanza è il sentirsi non considerati, lasciati soli di fronte ad una questione epocale e, spesso, dai contorni drammatici. Gli eventi che, in questi giorni, hanno visto tutti fremere per la strage di Cutro, da noi, si susseguono senza sosta; alcuni dai numeri più rilevanti, altri con numeri minori, com'è accaduto in questi giorni, in cui una mamma è caduta dalla barchetta che la ospitava, lasciando solo, sulla barca, il bambino di sei mesi, accolto dalla Polizia, che ha cercato di confortarlo, perché ha pianto tutta la notte per la perdita della madre. All'operato della Polizia, che lì si impegna con tutte le sue forze, di tutte le Forze dell'ordine, della Guardia costiera, tutta l'Italia deve essere riconoscente. Provengo da quella zona, da quella costa siciliana che è frontiera d'Italia o meglio d'Europa, in cui però l'accoglienza non è mai stata messa in discussione, nonostante le difficoltà economiche del territorio, che vede, fra i nostri più grandi e dolorosi problemi, l'emigrazione dei nostri figli, più che l'immigrazione proveniente dal Mediterraneo, tanto che, da noi, è amatissimo San Calogero, un santo nero. Giusto oggi, 3 maggio, a Siculiana, si festeggia il Cristo nero miracoloso. Siculiana è un paese di 4.000 abitanti che, all'inizio del suo perimetro, ha uno dei più grandi centri di accoglienza di minori; pensate 4.000 abitanti e circa 400 minori ricoverati praticamente sempre.
Con quest'ordine del giorno, chiediamo di porre rimedio ad una dimenticanza, restituendo giustizia a questi paesi della costa siciliana, ma non solo, anche a quei comuni del Meridione - della Calabria, della Puglia e della Sardegna - interessati dal fenomeno migratorio proveniente dal mare (quindi, paesi costieri e non solo), che ne subiscono l'impatto. Infatti, è inutile nascondercelo, andiamo alla realtà dei fatti: questo Governo - noi ospitiamo in Italia circa 173.000 ucraini - ha riconosciuto - e nessuno contesta il fatto che questi rifugiati debbano essere aiutati - che essi costituiscono, però, un aggravio e un peso per quei comuni e per quegli enti locali che li ospitano.
E potrei dire, da ex sindaco di Porto Empedocle, che è uno dei Paesi che ha avuto maggiormente la questione migratoria come questione fondamentale da affrontare, che ci sono tanti aspetti, che vanno dalle piccole alle grandi cose, compresa quella di trovare posto nei cimiteri per le bare di coloro che subiscono l'annegamento o qualche altra triste evenienza.
Quindi dico: se il Governo ha riconosciuto questo peso, attribuendo 80 milioni di euro in due tranche, 40 milioni di euro con l'articolo 116 della manovra finanziaria e 40 milioni di euro poco tempo fa con il decreto Ucraina, ritengo che sia giusto che questo gap, questa discriminazione, sia al più presto possibile eliminati e che anche i comuni che subiscono questo impatto - che sono i comuni che danno questa grande accoglienza, tenendo anche alto il nome dell'Italia in Europa e nel mondo, perché le immagini vengono divulgate in tutto il mondo - abbiano lo stesso ristoro e lo stesso aiuto, e non siano dimenticati, non subiscano la dimenticanza da parte dello Stato italiano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. La deputata Sara Ferrari ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1112/72.
SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi rivolgo a lei, come interposta persona, per riferirmi poi alle uniche tre persone della maggioranza presenti in quest'Aula. Presidente, con questo decreto la maggioranza di destra porta il Paese definitivamente nell'Europa di Visegrád, in quel gruppo di Paesi europei le cui politiche fanno a pugni col manifesto fondativo dell'UE. Nell'Europa di chi prende il vantaggio e rifiuta le responsabilità, voi vi riempite la bocca delle radici cattoliche dell'Europa quando vi serve, ma poi dimenticate la lezione di umanità e fratellanza del cattolicesimo stesso. A voi, che avete l'impudenza di chiamare questo decreto, decreto Cutro, per riferirvi a quei morti annegati, io chiedo: ma che fine faranno quelli che a Cutro si sono salvati? Lo chiamate decreto Flussi di ingresso legale, ma non c'è nessun nuovo strumento di ingresso legale. Lo chiamate prevenzione e contrasto all'immigrazione irregolare, ma qual è il contrasto? La deterrenza? Come?
Colleghi, ho avuto l'onore di lavorare con la cooperazione internazionale e allora vi dico: siete mai stati, che so, in Africa? Andateci. Capirete cosa vuol dire, nel XXI secolo, vivere in capanne, avere l'acqua solo se qualcuno la va a prendere al pozzo, coltivare con agricoltura di sussistenza, che con la siccità non garantisce più nemmeno la sussistenza. Non costa molto per un parlamentare: in 6, 7, 8 ore di volo verrete catapultati nel neolitico. Se vi farete portare in qualche villaggio subsahariano, vi chiederete come sia possibile che oggi si viva così e vi risponderete, forse onestamente, che così è, perché così sta bene a chi nel mondo sta bene. E poi scoprirete che chi può, le famiglie più benestanti, magari i più talentuosi, scappano, raccogliendo i soldi dell'intera famiglia o del villaggio. Partono per una vita migliore per sé e i propri figli, perché lì speranze non ce ne sono. Non partono da una guerra o da persecuzioni: quindi sono migranti di “serie B”? Ma nemmeno i nostri nonni scappavano da una guerra, sono partiti con le valigie di cartone, ma la guerra era già finita, scappavano anche loro dalla miseria. Sono stati accolti a braccia aperte? No, eppure non sono tornati indietro. Davvero volete far credere agli italiani che maltrattare chi fugge non solo da guerre e persecuzioni, ma anche da miseria e cambiamenti climatici, li farà tornare sulle proprie decisioni e scoraggerà le partenze di altri? Dunque, nessuna reale prevenzione che scrivete in questo titolo. Dite agli italiani: sarete più tranquilli, non vedrete più dei poveracci per strada, magari neri, nessuno vi importunerà più, non ci saranno più sfaccendati o spacciatori nei giardini delle nostre città, perché voi finalmente controllerete i flussi. Come? Aumentando le pene degli scafisti, premesso che tutti sappiamo che le leggi vigenti già consentivano quelle pene? Pensate che quelli non partiranno?
Togliete la protezione speciale, che hanno 18 Paesi su 27 in Europa, perché se sono arrivati in Italia fuori dai percorsi regolari, chiedendo asilo e protezione internazionale, e magari si sono inseriti e stanno lavorando, è meglio, però, che non trasformiamo il loro permesso in un permesso per lavoro. Perché a lavorare ci verranno in 80.000, peccato che le imprese e le famiglie ce ne chiedono 240.000 e 300.000 per pagare le pensioni. Lo dite agli italiani che così create illegalità e insicurezza, e che state dando braccia e lavoro alla malavita? Di fatto, con questo decreto non fate gli interessi degli italiani. Non migliorate la sicurezza, perché aumentate gli irregolari. Non aiutate l'economia italiana, non aiutate la demografia italiana, non aiutate le famiglie italiane e i pensionati italiani. Non incidete affatto sulle partenze. Non fate contrasto all'illegalità, ma ne create altra. Non proponete alcun accordo con i Paesi di eventuale rimpatrio. Non incidete sulle motivazioni di partenza, perché non aumentate, ma tagliate i soldi alla cooperazione internazionale.
L'ordine del giorno che io presento vi chiede almeno di investire sui corridoi umanitari e di modellizzare quello strumento come misura di politica pubblica europea, anziché lasciare anche questi corridoi, questi strumenti, allo sforzo di associazioni private e della Chiesa, che di solito citate a sproposito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. La deputata Antonella Forattini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1112/77.
ANTONELLA FORATTINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, Governo, nell'illustrare questo ordine del giorno non riesco ad esimermi da un'analisi lessicale. Eh sì, perché devo ammetterlo subito, questo ordine del giorno dovrebbe coincidere pienamente con la forma lessicale con la quale avete deciso di descrivere la natura di questo provvedimento: flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all'immigrazione irregolare. Di fronte ad una tale descrizione, chiunque si aspetterebbe un provvedimento che dia risposte concrete alle esigenze che incontrano quotidianamente coloro che per voi sono diventati un bersaglio di propaganda, ma che per noi altro non sono che persone alle quali dare risposte. Chiunque, leggendo questa descrizione, si aspetterebbe un provvedimento che semplifichi il dialogo, l'interlocuzione con chi arriva nel nostro Paese, che intensifichi e potenzi il sistema di accoglienza e integrazione, che investa nella formazione e nell'inserimento lavorativo, che si impegni ad evitare sacche di immigrazioni irregolari. Semplicemente, si aspetterebbe un provvedimento che costruisca un sistema in grado di prendere in carico chi entra nel nostro Paese e chiede protezione internazionale, incentivando a studiare la nostra lingua, a cercare un lavoro, a pagare le tasse. Con questo provvedimento il risultato va praticamente nella direzione opposta, torniamo praticamente indietro, con il pericolo serio, concreto, reale, di generare l'effetto opposto: alimentare solo ed esclusivamente l'immigrazione irregolare.
Ed è profondamente triste che tutto ciò avvenga con un provvedimento nato qualche ora dopo una tragedia enorme. Io non lo dimentico, anzi, voglio ricordarlo in quest'Aula: mentre il mare restituiva ancora i corpi senza vita di bambini, donne e uomini, mentre i nostri concittadini a Cutro speravano e tentavano di salvare anche una sola vita umana, dopo quel naufragio, il Governo decideva di convocare una conferenza stampa per annunciare questo provvedimento. Lì, nello stesso luogo della tragedia. Lì, dove forse sarebbero serviti silenzio, rispetto e commemorazione.
In quello stesso luogo abbiamo assistito per l'ennesima volta ad uno spettacolo indegno: l'immigrazione usata come argomento di propaganda politica, la vita e la morte di esseri umani come oggetto delle mire della stessa maggioranza, come una ghiotta occasione per piazzare l'ennesima bandierina, per continuare ad alimentare odio, ma, soprattutto, per continuare a generare confusione in una materia delicata, come quella che disciplina i flussi migratori e che, invece, meriterebbe chiarezza e serietà.
E, allora, signor Presidente, io approfitto di questo intervento per ricordare che, su quella tragedia in cui hanno perso la vita quasi 100 persone, noi aspettiamo ancora che venga fatta chiarezza, aspettiamo di conoscere le ragioni per le quali non si sono attivati i soccorsi. Non siete stati in grado di dircele, eppure oggi vi presentate in quest'Aula per convertire un decreto che è la peggiore risposta che si poteva immaginare di fronte ad una tragedia, come quella di Cutro.
E, guardate, lo dico perché sia chiaro un punto: chi siede in questi banchi da questa parte dell'Aula ha tutto l'interesse a governare nel miglior modo possibile i flussi migratori. Sta qui la ragione di questo ordine del giorno, che io mi auguro possa trovare convergenza anche tra i colleghi che siedono nei banchi opposti, seppur vuoti in questo momento, nel tentativo, cioè, di impegnare il Governo ad adottare tutte le misure necessarie, a garantire che sia rispettato l'obbligo di fornire informazioni giuridiche e procedurali ai richiedenti protezione internazionale accolti nei centri di cui all'articolo 9, comma 1, e nelle strutture di cui all'articolo 11 del decreto legislativo n. 142 del 2015.
Concludo e torno da dove sono partita: dall'analisi lessicale. Approvare questo ordine del giorno significherebbe, infatti, non solo permettere al nostro Paese di salvaguardare il rispetto delle normative europee previste in materia, ma, quantomeno, di smussare il grande bluff che il Governo e la maggioranza che lo sostiene hanno tentato di nascondere dietro il titolo di un provvedimento inadeguato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. La deputata Ghio ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1112/63.
VALENTINA GHIO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Grazie, onorevoli colleghi, con questo ordine del giorno cerchiamo di sostenere almeno quello, mi viene da dire, in un decreto considerato urgente e necessario, ma che non ha le caratteristiche di urgenza né di necessità. Dicevo, cerchiamo di sostenere le iniziative che supportino gli enti locali nella gestione del tema dell'accoglienza. Un fenomeno strutturale, ma che questo Governo si ostina a trattare con un approccio emergenziale, anzi, con una vera e propria ossessione ideologica. Basti pensare che il primo atto di quest'anno, il primo decreto di quest'anno è stato il decreto contro le ONG. E questo è un altro dei primi, è uno di quelli su cui viene posta la fiducia e, come dicevano le colleghe che mi hanno preceduto, c'è stato anche il coraggio di chiamarlo con il nome della strage di Cutro, che ha visto morire così tante persone.
In realtà, non ci troviamo di fronte ad alcuna emergenza, anche rispetto a quanto sta accadendo, ai numeri che vediamo negli altri Paesi d'Europa, ma ci troviamo di fronte ad una necessità strutturale, non episodica, che richiede il sostegno ai territori, ai sindaci e alle sindache del nostro Paese che devono gestire il sistema di accoglienza di chi fugge da fame, povertà, talvolta anche guerra e persecuzioni.
Ci troviamo di fronte alla necessità di mettere in campo misure non emergenziali, non deterrenti, che non servono a nulla, ma, anzi, sono dannosi, ma di mettere in campo misure per sostenere i nostri dirigenti scolastici, che cercano di praticare concretamente l'integrazione, grazie alla quale si forma al vero presidio sociale di sicurezza per la nostra società.
Ci troviamo di fronte alla necessità di dare risposte alle aziende del nostro territorio, del nostro Paese, che richiedono con urgenza manodopera che non trovano nel nostro Paese.
In questo scenario, quello che sarà prodotto da quanto questo decreto prevede fa sì che anche i presidi di accoglienza che sono stati costruiti faticosamente, funzionalmente, in questi anni rischino il depotenziamento, e mi riferisco, appunto, al Sistema di accoglienza e integrazione (SAI), che dovrebbe rappresentare la modalità di accoglienza ordinaria e, invece, è ancora troppo spesso occupata dai Centri di accoglienza straordinaria (CAS).
E in Liguria, che è il territorio di cui tratta l'ordine del giorno che presento, tra poche ore ci sarà di nuovo, a La Spezia, un altro sbarco della Geo Barents, che ha salvato anche in questo caso molte persone dalla morte nel Mediterraneo centrale, che la decisione del Governo obbliga a sbarcare a oltre un migliaio di chilometri in più di navigazione, e ci sono 80 persone, fra cui bambini e donne incinte.
Questi provvedimenti che in questi mesi sono stati applicati non hanno ottenuto nemmeno l'effetto di deterrenza che si proponevano, perché, in questi mesi, gli sbarchi sono aumentati, gli arrivi sono aumentati. Dicevo, in Liguria ci sono 23 enti locali, alcuni molto piccoli, alcuni grandi, che gestiscono progetti di accoglienza SAI, per un totale di 1.154 persone accolte, oltre 230 minori. Progetti che danno strumenti e risorse ai sindaci, agli enti locali e a persone in carne ed ossa per vivere in modo dignitoso e gestire in modo dignitoso e integrato l'accoglienza.
Con questo ordine del giorno vi chiediamo di non smantellare questo sistema, ma, anzi, di andare a sostituire progressivamente la gestione emergenziale dei CAS. Non potete dire di voler promuovere gli arrivi legali, se, poi, costruite decreti che generano illegalità, con l'eliminazione della conversione dei permessi di soggiorno in permessi di lavoro e di salute o cercando di annullare la protezione speciale che protegge chi è in pericolo di vita nel proprio Paese.
Vi chiediamo, quindi, di applicare almeno le misure minime, le misure di soccorso, di accoglienza e di tutela del nostro territorio, dei nostri amministratori locali e delle persone che vengono per sfuggire alla miseria, alla povertà e alla fame nel nostro territorio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. La deputata Roggiani ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1112/49.
SILVIA ROGGIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Abbiamo già discusso ampiamente, anche ieri, sempre in un'Aula purtroppo vuota come oggi, in discussione generale, questo decreto e, anche oggi, con gli ordini del giorno vogliamo ribadire alcune cose.
Io, innanzitutto, vorrei dire al Governo che, sul sito del Ministero del Lavoro, compare un comunicato, datato 19 aprile 2023, che titola: “Imprese italiane: cresce la domanda di lavoratori immigrati”. Quindi, mi domando, oggi, se il Governo legga i comunicati che pubblica sul sito dei propri Ministeri. Perché me lo domando, e mi collego all'ordine del giorno che ho presentato? Perché, francamente, in questo decreto, non solo come hanno detto i colleghi e le colleghe che mi hanno preceduto, si crea più in sicurezza, ma, soprattutto, non si risponde alle domande vere di cui il Paese ha bisogno, che, ripeto, l'ho detto anche ieri, sono state da voi non solo messe nero su bianco in questo comunicato che abbiamo letto - più 37 per cento di richieste da parte delle imprese nel 2022, ma abbiamo anche visto i risultati del «click day», con 82.000 domande che non sono state assolutamente necessarie, le imprese stimano di aver bisogno di almeno 120.000 addetti in tantissimi settori, di cui, purtroppo, non si trovano le professionalità, quindi, c'è una richiesta fortissima, e lo dite anche voi, di lavoratori migranti -, ma, soprattutto, lo avete scritto anche nel DEF, in quel DEF che abbiamo avuto modo di approvare dopo un indecoroso spettacolo, sempre in quest'Aula. Avete detto che, con la forza lavoro dei migranti, l'economia italiana potrebbe crescere del 33 per cento.
E, allora, io mi domando dov'è la coerenza, la vostra coerenza, rispetto a quello che dite, quello che scrivete, quello che votate e, poi, quello che, invece, proclamate, perché questo decreto è fatto di slogan, è un decreto che, giustamente, usate come bandiera - giustamente dal vostro punto di vista - per nascondere e per coprire, invece, tantissime altre mancanze, soprattutto sul fronte economico e degli annunci vuoti, come quello di Giorgetti dei 7 miliardi sulla natalità che ancora non abbiamo visto.
E, oggi, purtroppo, abbiamo sentito dai banchi di Fratelli d'Italia irridere la collega Boldrini, che aveva raccontato di quanto le imprese avessero bisogno di lavoratori. Non avete usato più l'espressione “sostituzione etnica”, perché siete stati attaccati da tutti, anche da quel mondo cattolico che vorreste rappresentare e che, invece, non rappresentate, soprattutto su questi temi, quello dell'accoglienza, quello dell'integrazione, quello della sicurezza, perché state continuando a creare sempre più insicurezza e state continuando a creare marginalità.
Oggi è stato usato anche il tema della Stazione Centrale per parlare di questo decreto. Una vergogna in quest'Aula, perché francamente non si può solo fare propaganda. Voi siete al Governo e della propaganda le persone non se ne fanno niente. Volete rispondere sulla Stazione Centrale, che non c'entra niente con questo ordine del giorno? Visto che il collega prima ne ha parlato, allora mandateci più agenti. Noi lo abbiamo chiesto, la città di Milano lo ha chiesto.
Basta usare la sicurezza e la paura per continuare a non parlare dei veri temi delle persone, basta, non se ne può più (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), siete al Governo!
Ancora: non solo lasciate sole le imprese, che vi chiedono, come voi scrivete, più lavoratori, anche migranti. E tra l'altro non c'entra proprio niente, lo hanno detto oggi sempre dai banchi di Fratelli d'Italia, che “noi dobbiamo fare politiche per la natalità”. Le due cose non sono una alternativa all'altra, questo ve lo dice anche la Banca mondiale, magari possiamo andarci a leggere un po' degli ultimi rapporti che sono stati pubblicati; può essere utile. Non sono in contrasto una con l'altra, anzi, se le faceste tutte e due, magari fareste un favore anche al Paese.
L'ultima cosa sono gli amministratori locali. Dopo che avete detto durante la manovra finanziaria, anche lì non raccontiamo quello che è successo, “abbiamo fatto una manovra per gli enti locali”, avete approvato un emendamento, che poi avete cancellato per l'Aula, con soldi che avremmo potuto dare ai nostri amministratori locali. Ma adesso li lasciate soli, perché state decidendo deliberatamente di abbandonare quell'idea di accoglienza diffusa che faceva bene alle nostre comunità, per tornare, invece, agli hub grandi, e lo avete dimostrato con la lettera del prefetto agli amministratori locali della provincia di Milano, che crea solo più insicurezza e lascia soli i nostri amministratori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. La deputata Iacono ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1112/74.
GIOVANNA IACONO (PD-IDP). Presidente, colleghe e colleghi, Governo, con il decreto-legge n. 20 del 2023, non ci stancheremo mai di dirlo, il Governo ha deciso di affrontare un problema complesso con l'utilizzo di provvedimenti miopi, faziosi, punitivi e anticostituzionali.
Si è imposta immotivata urgenza su un tema che di certo non risponde al criterio di straordinaria necessità, richiesto dall'articolo 77 della Costituzione, cavalcando quella infima ondata di propaganda su una falsa evidenza. Una bugia consapevole, con la quale si è provato a distogliere le italiane e gli italiani dall'incapacità che sta dimostrando il Governo nel gestire le vere emergenze del nostro tempo. Una grave speculazione politica, che, partendo dalla vicenda drammatica del naufragio di Cutro, dove sono morte oltre cento persone, produce un testo normativo che restringe le garanzie dei richiedenti asilo e, più complessivamente, i diritti delle persone migranti. Nel testo non c'è assolutamente nulla che possa incidere in termini positivi sulle cause che hanno prodotto la tragedia di Cutro al fine di prevenirne altre, contrariamente a quello che è stato detto contestualmente alla predisposizione del decreto stesso.
Lo abbiamo ribadito in quest'Aula che questo è un decreto criminogeno, che impone l'omissione di soccorso, con cui il Governo utilizza le ONG per fare tiro al bersaglio, incurante e consapevole dell'aumento delle vittime che le nuove norme comportano, obbligando queste navi ad attraccare in porti definiti con criteri arbitrari e irragionevoli, costringendo i capitani a violare le convenzioni internazionali, la legge del mare e l'ordinamento italiano.
Come se non bastasse, con le modifiche in sede di conversione, e in particolare con l'articolo 6-ter, il Governo ha deciso di modificare il sistema dell'accoglienza in Italia, privando i richiedenti asilo di servizi essenziali, quali l'assistenza psicologica, l'informativa normativa e i corsi di lingua italiana, precludendo loro le opportunità nell'ambito del percorso di integrazione e creando, soprattutto, un corto circuito istituzionale, non potendo i servizi territoriali esterni sopperire a tali specifiche richieste, andando contro, tra le altre, le norme europee che disciplinano l'accoglienza dei richiedenti asilo internazionali.
Tale politica di accoglienza dovrebbe rifarsi al principio di solidarietà, in piena e completa applicazione della Convenzione di Ginevra relativa allo status dei rifugiati. Principio che il Governo continua non solo ad ignorare, ma, come abbiamo visto dal trattamento riservato alle ONG, a punire. Ultima di una lunga serie di ingiustizie è l'assegnazione ieri del porto di La Spezia per lo sbarco di 336 persone. Ancora una volta le autorità italiane assegnano un porto lontano centinaia di miglia nautiche, infliggendo ulteriore sofferenza alle sopravvissute e ai sopravvissuti del mare e violando le leggi internazionali.
Vorrei ringraziare tutte quelle associazioni che, come Medici Senza Frontiere, si occupano di sopperire alle mancanze del Governo, tutte le volontarie e i volontari che offrono assistenza e orientamento gratuiti ai servizi sociosanitari, e le sindache, i sindaci e gli amministratori locali che si fanno quotidianamente carico delle emergenze, dei bisogni dei migranti e delle persone in difficoltà.
Contrariamente a quanto provate a far credere attraverso questa vuota propaganda, gli sbarchi non diminuiscono, ma continuano ad aumentare. Solo la scorsa settimana, nella mia terra, la Sicilia, e nella mia provincia, a Lampedusa, isola di primo approdo e di generosa accoglienza, sono arrivate in un solo giorno 1.078 persone, donne e uomini, bambine e bambini, persone disperate, per le quali il sostegno psicologico, un'adeguata informativa normativa e l'apprendimento della lingua sono condizioni imprescindibili per la realizzazione di un percorso volto all'autonomia e all'integrazione del migrante richiedente protezione internazionale.
Con questo ordine del giorno, infatti, chiediamo al Governo di valutare l'opportunità di prevedere il mantenimento dei richiamati servizi essenziali all'interno delle strutture di accoglienza, al fine di garantire un corretto e adeguato percorso di integrazione, senza vedere in alcun modo precluso il diritto di difesa e di accesso alla giustizia del richiedente asilo, nonché un adeguato supporto psicologico, che deve trovare piena cittadinanza all'interno delle strutture di accoglienza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. L'onorevole Lai ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1112/68.
SILVIO LAI (PD-IDP). Presidente, colleghe, colleghi, mi sembra solo del mio partito - ma questo è - parto da questo: stiamo facendo un dibattito su un decreto a cui è stato dato un nome. I miei colleghi hanno già parlato di questo tema del nome; ricordo soltanto che è anche il nome dell'ultima località nella quale la Presidente del Consiglio ha fatto l'ultima conferenza stampa; da quel momento ha affidato le sue comunicazioni soltanto a video già pronti. Sarà anche per come è andata quella conferenza stampa, per quale successo ha avuto dal punto di vista della coerenza tra contenuti e quello che in qualche modo è stato rappresentato da parte del Governo.
Per questo il nostro giudizio su questo decreto è molto negativo, netto, a partire dal nome, perché accompagnare un decreto sul tema dell'immigrazione a quello di un luogo di una strage, che non sarà mai dimenticata, che ha turbato totalmente e profondamente non solo coloro che sono state vittime di quella strage, i loro familiari, quelli che sono sopravvissuti, ma soprattutto gli abitanti di quel luogo, quelli che hanno raccolto ad uno ad uno i 94 cadaveri, di cui 35 minori, che sono stati raccolti tra le onde del mare, sulla sabbia, restituiti anche a distanza di giorni, almeno per rispetto andava evitato, per non ricordare, legandolo a norme così negative, così violente, il nome di quel luogo.
In realtà questo decreto, però, sancisce soprattutto il fallimento, il tradimento dei vostri impegni elettorali, di tutta la vostra campagna elettorale. Avete parlato della fine degli sbarchi, di blocco navale, di porti chiusi, insomma con l'idea di fermare questa invasione africana. In realtà poi in questo decreto non c'è niente che produca questo risultato che volevate ottenere, nulla. Non c'è niente che fermi le stragi, niente che fermi gli scafisti, ma quando mai, niente che fermi il traffico di esseri umani, anche questo, niente di tutto questo. C'è solo un fondo di cattiveria, sino al sadismo, di volontà di umiliare le persone, perché, secondo voi, in questo modo si spaventano e non attraversano il mare per arrivare in Europa.
Guardate che arrivano in Europa, non soltanto da noi. Noi siamo soltanto un passaggio e quello che facciamo è rendere più umiliante - le norme sono queste e questo è il risultato - la vita di quanti passano nel nostro Paese. Li umiliamo, li trattiamo come merce umana, tradiamo la nostra cultura, tradiamo la nostra storia, tradiamo la nostra tradizione, tradiamo anche le storie recenti di quegli italiani che, alla fine del secolo scorso e in questo secolo, tra le due guerre, sono andati a cercare fortuna per sfuggire, come ha detto qualche collega, la miseria nel nostro Paese e non fuggivano dalle guerre. Sono norme che segnano la qualità negativa della nostra accoglienza civile. Noi non abbiamo bisogno - anche solo per interesse, dovreste valutarlo - di una natalità i cui effetti arriveranno tra vent'anni. Noi abbiamo bisogno di residenti nei prossimi dieci anni, perché il nostro Paese perde 300.00 residenti l'anno, 300.000 residenti l'anno! Con norme di questo genere non possiamo pensare di colmare, non è che tornano gli italiani che hanno fatto fortuna negli Stati Uniti, in Argentina o nei Paesi europei. Abbiamo bisogno, in questo Paese, di nuovi residenti. Poi, facciamo pure tutte le norme che vogliamo sulla natalità; sono certamente utili ma non risolvono il problema di questo Paese nei prossimi vent'anni. La mia collega ha ricordato il fatto che la cattiveria si vede proprio in quell'articolo nel quale si cancella la protezione speciale. Si cancella persino l'assistenza psicologica. Voi avete presente che cosa significa cancellare l'assistenza psicologica a gente che sfugge a stragi e a naufragi come quello avvenuto a Cutro? Lo prevedete proprio lì, nel decreto che richiamate su Cutro. In realtà, state soltanto producendo un risultato, che sarà un tentativo di nascondere i cocci sotto il tappeto.
In conclusione, in questo ordine del giorno a mia firma, noi tentiamo in qualche modo di dirvi che sbagliate a rappresentare il nostro Paese come un luogo dove bisogna finire dentro prigioni per essere accolti. Noi tentiamo di dirvi che non si può fermare questa migrazione di persone che fuggono dalle guerre e che questa migrazione ha bisogno di essere accolta, nei modi che segnano la civiltà del nostro Paese, in collaborazione con gli enti locali, con le forze sociali, con il volontariato, con il Terzo settore, in quei luoghi civili che consentono a questi nostri compagni di vita di diventare, se lo vogliono, se lo scelgono, anche cittadini del nostro Paese e cittadini europei, perché cittadini del mondo lo sono già (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. L'onorevole Ilenia Malavasi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1112/47.
ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, presento questo ordine del giorno rispetto a un tema importante, legato alla necessità che le nostre aziende, per professioni anche infermieristiche e sanitarie, possano reperire nel nostro territorio persone con competenze e anche in numero sufficiente. Infatti, il decreto, dal titolo così importante quale “disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all'immigrazione irregolare”, a dispetto delle intenzioni originariamente dichiarate dal Governo, all'indomani della gravissima strage di Cutro avvenuta la notte tra il 25 e il 26 febbraio, lungi dal tutelare le vittime di traffici illegali di esseri umani e dal riconoscere i diritti garantiti sul piano costituzionale o su quello delle norme europee o del diritto internazionale, ha costituito il principale veicolo per l'ennesima svolta repressiva nei confronti dei migranti in fuga – lo abbiamo sentito anche dagli interventi precedenti - da guerre, da miseria e da persecuzioni. Ci saremmo aspettati un decreto diverso, soprattutto per come era stato annunciato. Ci saremmo aspettati che il Governo intervenisse sulle modalità e sulle condizioni per evitare che accadessero ancora tragedie come quella di Cutro. Visto anche il nome con il quale è stato promosso e raccontato, questo decreto Cutro sembrava così attento a evitare queste tragedie.
Così pure pensavamo che intervenisse sulle modalità di intervento della Guardia costiera o, ancora, su aspetti legati a qualche norma, per dare seguito alle parole del Ministro Piantedosi, con le quali aveva promesso un pronto intervento nei luoghi dai quali i migranti partono. Credo invece che il decreto abbia tutt'altro scopo. Non c'entra assolutamente nulla, non contiene nessuna misura volta a scongiurare il rischio che fatti così gravi si ripetano. Io credo che sia un decreto molto ideologico, molto identitario, che ha l'obiettivo di tenere alta l'attenzione sulla sicurezza, un vessillo della propaganda politica di questo Governo e della sua maggioranza. Lo dico con dispiacere, perché è un tema importante e sappiamo bene quanto il problema degli ingressi vada regolamentato e quanto i migranti vadano aiutati, supportati. Penso invece che il provvedimento sia semplicemente ispirato a qualche logica punitiva nei confronti degli stessi migranti, poco lungimirante e per niente risolutivo dei problemi legati al fenomeno della migrazione che, invece, andrebbe affrontato con efficacia e con qualche riforma più profonda della normativa sugli ingressi, che organizzi meglio il sistema di accoglienza. Io personalmente credo molto nell'accoglienza diffusa, che abbiamo ben conosciuto nella mia terra, la provincia di Reggio Emilia, e in un sistema solido che presenti un supporto all'integrazione sociale e alla creazione di una cornice di diritti e di doveri per ogni migrante. Ricordiamo che sono persone e crediamo che sia giusto che ogni migrante abbia un riconoscimento di diritti e di doveri, anche per l'identità che porta con sé. È un decreto che io ritengo, invece, contraddittorio, inadeguato e che non tiene conto della necessità del sistema delle imprese di impiegare lavoratori stranieri. Questo è il tema dell'ordine del giorno in cui si parla, infatti, di lavoratori. È un problema molto serio che coinvolge il nostro sistema produttivo, dal settore manifatturiero a quello agroalimentare e a quello turistico, senza dimenticare quello dei servizi alla persona, di cui parlo in questo ordine del giorno. Le richieste di assunzione di lavoratori non appartenenti all'Unione europea presentate dai datori di lavoro nell'ultimo click day sono state oltre 240.000, più del triplo della quota prevista dal Governo. È evidente che c'è una richiesta, una necessità che va ascoltata, una situazione grave in cui versa il nostro sistema economico e produttivo, che è certamente nota. Allo stesso modo è crescente la domanda dei servizi di cura o di assistenza connessi all'invecchiamento progressivo della nostra popolazione. L'ordine del giorno, infatti, chiede di favorire politiche di reale sviluppo e politiche di integrazione al fine di soddisfare questa richiesta di lavoro nel nostro territorio, con particolare riferimento alle professioni infermieristiche e sanitarie, di cui conosciamo bene la carenza e di cui il nostro Paese ha tanto bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. L'onorevole Irene Manzi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1112/56.
IRENE MANZI (PD-IDP). La ringrazio, signor Presidente. Si chiama decreto Cutro, ma si dovrebbe leggere, in realtà, secondo noi, come decreto Propaganda. Infatti, il decreto-legge, adottato proprio a Cutro pochi giorni dopo quella tragedia che ha trasformato una parte di mare e una spiaggia in un cimitero, scuotendo profondamente la comunità locale, in realtà non ha l'obiettivo di regolamentare seriamente e in modo concreto e realistico il fenomeno migratorio, ma vuole soltanto alimentare un'emergenza perenne, in un clima di propaganda perenne.
Mi saltano agli occhi alcuni dati. Questo decreto vuole indebolire la protezione speciale, fino quasi ad annullarla, vuole focalizzare l'accoglienza solo sulla prima accoglienza e sugli hotspot, a scapito di uno strumento, per noi, importante e qualificante, che è proprio quel sistema di accoglienza e di integrazione su cui non si investono risorse e su cui non si mira ad intervenire. Servirebbe, invece, una strategia complessiva volta a favorire l'integrazione di chi giunge nel nostro territorio all'interno della comunità, attraverso l'offerta di opportunità di lavoro e strumenti, a partire dai corsi di lingua italiana, per integrarsi all'interno della comunità.
Ma, del resto, non è l'obiettivo dell'integrazione quello che ha a cuore questo Governo e quello che ha a cuore questo decreto.
Allora, in questo caso abbiate - abbiate? In realtà, siamo pochi per poter chiedere che ciò avvenga in quest'Aula - il coraggio di riconoscere che questo è soltanto uno strumento di propaganda e non attribuite in realtà al decreto effetti che esso non ha, proprio perché questo decreto non ha alcuna intenzione di tutelare le vittime dei traffici illegali di esseri umani, non ha alcuna volontà di riconoscere i diritti garantiti sul piano costituzionale e sul piano delle norme europee e, in realtà, vuol essere soltanto lo strumento per adottare, per l'ennesima volta, una svolta repressiva inefficace e inadeguata nei confronti dei migranti, che in massima parte arrivano nel nostro territorio - e non solo nel nostro territorio - in fuga da guerre e da persecuzioni.
Sì, abbiate il coraggio di ammettere che la stretta prevista proprio con riferimento alla protezione speciale vuole solo produrre un esercito di persone che sono e saranno presenti irregolarmente nel nostro territorio, senza diritti e senza tutele, e soprattutto, oltre a non favorire l'integrazione nel territorio, non si interverrà e non si accoglierà il grido di allarme e di grande responsabilità che tanti amministratori locali e i sindaci delle principali città italiane hanno rivolto al Governo, cioè sedersi intorno a un tavolo e affrontare seriamente e concretamente il fenomeno migratorio, potenziando, come ricordavo poco fa, con interventi concreti il sistema di accoglienza e di integrazione rispetto, invece, ai centri di accoglienza straordinaria, un sistema di accoglienza e di integrazione diffuso all'interno del nostro territorio.
Invece queste norme vanno proprio nel senso esattamente contrario, un senso esattamente contrario che non vuole offrire a chi arriva nel nostro territorio posti idonei per essere accolti dignitosamente, per essere accolti dignitosamente in un percorso all'interno della legalità. E arrivate quasi a smentire quello che è contenuto anche nel DEF - e non voglio tornare, in questa sede, sulle modalità con cui il DEF è stato approvato, tra l'altro pochi giorni fa in quest'Aula -, quel DEF che attribuisce alle efficaci politiche in materia di immigrazione l'obiettivo di garantire la sostenibilità economica del nostro Paese. Avete rifiutato ogni tipo di confronto al Senato, in Commissione affari costituzionali in questa sede e in quest'Aula.
I nostri ordini del giorno in questo caso, invece, vogliono proprio cercare - e lo hanno fatto i colleghi che mi hanno preceduto - di portare alla vostra attenzione le reali emergenze, la reale necessità - non quella che ponete voi - di affrontare e di gestire il fenomeno e di gestirlo a cominciare - questo è l'oggetto del mio ordine del giorno - non solo con progetti di accoglienza e di integrazione ma, in particolar modo, con quei progetti che sono destinati ai soggetti con disagio mentale e disabilità. Immaginate persone che arrivano nel nostro territorio, che hanno affrontato quello che hanno affrontato, e pensate a persone che soffrono condizioni di disagio. È un atto di grave responsabilità politica e morale anche non farsi carico di queste persone, di questi cittadini che arrivano nel nostro territorio. Il nostro ordine del giorno, che mi auguro vogliate accogliere in questa sede, è un grido d'allarme anche rispetto a questi fenomeni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. La deputata Maria Stefania Marino ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1112/69.
MARIA STEFANIA MARINO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi scusi, ma ho avuto un problema tecnico.
PRESIDENTE. Nessun problema. Partiamo da adesso. Prego.
MARIA STEFANIA MARINO (PD-IDP). Colleghe e colleghi, Karl Marx diceva: “La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa”. Nel nostro caso si è trattato di due farse assolute, ma questi sono dettagli che non poteva conoscere. Mi spiego meglio. Durante il Governo giallo-verde il Ministro Salvini, con un provvedimento alquanto discutibile, si era prefissato, a suo dire, di ridurre il numero di ingressi illegali in Italia, senza preoccuparsi, a mio avviso, delle condizioni di clandestinità nelle quali sarebbe rimasta intrappolata un'elevatissima percentuale di persone, anche coloro che, fino a qualche momento prima, avrebbero potuto avere qualche speranza di vedere riconosciuto il loro diritto a rimanere o che, comunque, avrebbero potuto beneficiare di un'adeguata protezione.
Questo quadro venne aggravato da un semplice dato. Il massiccio rimpatrio, decantato dall'allora Ministro Salvini, invero, si tradusse nell'1 per cento dei rimpatri promessi. La situazione divenne incommentabile - si potrebbe persino definire disumana - e al di fuori dei dettati costituzionali, tanto da richiedere vari interventi da parte di questo Parlamento e da parte della Corte costituzionale. Qui potrebbe dirsi sufficientemente conclusa la prima farsa, meglio sarebbe dire il primo atto di un'unica grande farsa teatrale.
Oggi assistiamo a quello che potremmo definire il secondo atto della farsa. Tra una quantomeno bizzarra dichiarazione su una presunta sostituzione etnica e una sconclusionata allusione a colpi di chissà chi per l'aumento del numero dei migranti, ancora una volta assistiamo al tentativo di far passare un decreto che non farà altro che relegare moltissimi immigrati ai margini della società, impedendo loro di integrarsi con ogni mezzo, privandoli quanto più possibile dei diritti, rendendo impossibile l'accesso a un corretto ed efficace sistema di accoglienza e integrazione e concentrando tutti gli sforzi a favore di un'accoglienza eterogenea gestita in emergenza dalle prefetture e dai centri di accoglienza straordinaria. In più si abolisce addirittura la protezione speciale, impedendo così il ricongiungimento delle tanto decantate famiglie.
Mi chiedo: ma non dicevate che la difesa della famiglia avrebbe avuto un ruolo di primo piano nelle vostre politiche? Evidentemente vi riferivate solo alle famiglie ricche e fortunate.
Rispetto ai decreti Sicurezza cambia la forma. Questo decreto interviene dopo la tragedia di Cutro, tanto da prenderne il nome e senza rendersi conto che ciò rappresenta quasi una beffa nei confronti di chi, in quella tragedia, ha perso la vita e nei confronti delle loro famiglie. È chiaro che il malfunzionamento dell'accoglienza di emergenza non è causato dai lavoratori del settore né tantomeno dalle prefetture, che, si badi bene, il più delle volte fanno tutto quello che è nel loro potere pur di rendere vivibile la situazione. I motivi di questo trattamento, in realtà, sono molto semplice e intuitivi: l'accoglienza di emergenza è, appunto, di emergenza e, quindi, non è progettata per gestire flussi così intensi di immigrati e dovrebbe teoricamente intervenire solo quando si dovessero presentare situazioni impreviste e straordinarie, tali da non poter essere gestite se non attraverso i centri di accoglienza straordinaria. La gran parte dell'accoglienza dovrebbe, invece, essere gestita dal sistema di accoglienza e integrazione, sistema più strutturato che è appositamente previsto per gestire flussi più ampi e stabili.
Oggi avviene l'esatto contrario, ahimè. Chi in questo momento mi ascolta al di fuori di quest'Aula sarà portato a pensare che io stia dicendo delle ovvietà. In realtà, anch'io pensavo lo fossero. Mio malgrado ho dovuto scoprire che questi assunti non sono così ovvi, tanto che la maggioranza, con il decreto in discussione, ha deciso di diminuire il flusso di migranti afferenti al sistema di accoglienza e integrazione per aumentare il numero dei soggetti gestiti dai centri di accoglienza straordinaria.
Alla luce di quanto finora detto, sono semplici da spiegare le ragioni sottostanti al mio ordine del giorno, che vuole chiedere al Governo di impegnarsi, in coordinamento con gli enti locali e con le organizzazioni sociali, al fine di ridurre progressivamente il ruolo attribuito al sistema dell'accoglienza di emergenza in favore del più strutturato e dignitoso sistema di accoglienza e integrazione.
Non ho null'altro da aggiungere, Presidente, se non che ritengo quasi scontato il parere favorevole su questo ordine del giorno, salvo eventuali preclusioni certamente imputabili a una preordinata preclusione nell'accettare l'apporto costruttivo delle forze di opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. L'onorevole Marco Sarracino ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1112/1.
MARCO SARRACINO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Diciamo che l'umanità non è certo uno dei tratti caratterizzanti di questa maggioranza. Il Governo, infatti, continua inspiegabilmente, ancora una volta, a prendersela con i più deboli. Si presenta un decreto Lavoro che aumenta la precarietà e smantella le forme di lotta alla povertà e un decreto Immigrazione che inasprisce le misure riguardanti persone che scappano dalle guerre e dalla miseria, persone che per venire in Europa rischiano la vita e che purtroppo, come è noto, troppe volte la perdono.
Ancora una volta, solo perché qualche forza della vostra maggioranza deve sventolare qualche bandierina, si costringe l'Italia a fare un passo indietro notevole sul versante dei diritti, perché per voi la priorità non è risolvere i problemi, ma, come hanno detto anche molti colleghi del Partito Democratico, la priorità è fare propaganda. Guardate che, però, poi la propaganda finisce; le contraddizioni di questo Governo iniziano a emergere ed emergono anche perché, ormai è noto a tutti, vi sono le operazioni di distrazione che voi provate a praticare ogni qualvolta scoppiano questioni delicate, soprattutto dal punto di vista economico e sociale; allora, ci si inventa qualche emergenza; prima l'emergenza era prendersela con i rave e avete fatto il DL rave, poi l'emergenza da prendersela con chi salva le vite in mare e avete fatto il DL ONG, oggi con chi richiede la protezione speciale e fate questo decreto, che non ha alcuna umanità.
E, se entriamo nel merito, non si può non vedere che, da un lato, dite di voler promuovere gli arrivi legali e dall'altro, producete illegalità e confusione con la soppressione, di fatto, della protezione speciale nei confronti di persone che possono dimostrare, invece, di avere legami nel nostro Paese.
Vengo, allora, all'ordine del giorno in questione, che presentiamo dopo aver raccolto le istanze dei lavoratori dello Stato, delle prefetture e delle questure. Sapete benissimo che, purtroppo, in Italia risultano pendenti migliaia di pratiche inevase, relative non solo al riconoscimento dello status di rifugiato, ma anche per migliaia di lavoratori e lavoratrici che, in attesa di quel benedetto permesso di soggiorno, si trovano in una sorta di limbo che non consente loro di uscire dalla condizione di sommerso e di precarietà, una situazione di oggettiva difficoltà, in cui o perdono occasioni di lavoro oppure entrano nel mondo del lavoro a nero e dello sfruttamento. E, mentre ancora ci sono in ballo numeri importanti, le nuove procedure del decreto Flussi costituiscono un nuovo aggravio per le strutture dello Stato, a parità di personale. Io provengo, Presidente, come lei, da una realtà meridionale e vi posso assicurare che le prefetture e le questure del Mezzogiorno sono in grave difficoltà, sono gravate in una maniera davvero incredibile; si tratta di criticità storiche, aggravate dal combinato disposto del mancato turnover che si somma alla mancata concessione di procedure di mobilità interna per non sguarnire gli uffici delle regioni del Nord; è una condizione questa, oggettiva, indiscutibile, denunciata con forza delle organizzazioni sindacali del pubblico impiego e così l'insieme delle procedure previste, se non supportate adeguatamente dal personale in servizio, finisce per bloccarsi e non andare avanti, e questa è la condizione nella quale appunto oggi ci troviamo con persone che rimangono in questo limbo per mesi, oltre il previsto. Per questo le associazioni e i sindacati hanno chiesto a questo Governo di intervenire con misure di semplificazione delle procedure di potenziamento del personale, proprio perché c'è l'urgenza di avere procedure e pratiche molto più rapide. Occorre procedere in tempi rapidi all'evasione delle domande pendenti e per fare questo noi crediamo che bisogna assumere, bisogna rafforzare il personale, bisogna potenziare le prefetture, bisogna potenziare le questure e stabilizzare il personale precario somministrato; si tratta di risorse umane, spesso giovani, che sono estremamente qualificati, di grande professionalità, che scelgono di lavorare per il nostro Paese e che non possono vivere in condizioni di precarietà esistenziale solo per l'inefficienza del Governo.
Per questo l'impegno che chiediamo con questo ordine del giorno è quello di attivare tempestivamente un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali del pubblico impiego e di procedere al potenziamento del personale delle prefetture e delle questure, garantendo continuità occupazionale e una successiva stabilizzazione anche del personale che ha operato in somministrazione.
Noi chiediamo di salvaguardare le competenze professionali e assicurare continuità al servizio, avendo presente che, in particolare nelle regioni meridionali, si registrano strutturali carenze di organico.
L'auspicio, quindi, Presidente, è che questo ordine del giorno possa essere accolto cercando di risolvere una delle più rilevanti criticità che aggravano i nostri uffici di prefetture e questure; aiutare lo Stato a funzionare meglio risponde anche a un principio di umanità, che farebbe bene anche proprio a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. La deputata Rachele Scarpa ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/1112/45.
RACHELE SCARPA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, membri del Governo, ho presentato questo ordine del giorno a partire, in realtà, da un dato concreto, di natura economica, ovvero che nel 2022 la difficoltà ad assumere lavoratori immigrati è stata di 8,2 punti maggiore rispetto ai lavoratori italiani e che, in questo momento, noi abbiamo 260.000 lavoratori stranieri di difficile reperimento in più rispetto al 2019, ciò anche con particolare riferimento ad alcuni settori come quello della metallurgia. È un'analisi di ANPAL e di Unioncamere, quindi sicuramente non sono dati tacciabili di faziosità. Questo per portare in primo piano una necessità che è economica, ma anche per estendere un po' il ragionamento attorno a questa necessità economica, di cui dobbiamo fare virtù, senza dimenticarci che stiamo parlando di persone e di processi di costruzione di cittadinanza, e non solo di reperimento di manodopera.
Occorre uscire da una visione possibilmente utilitaristica e deumanizzante dell'immigrato che lavora, concependo il lavoro come uno dei principali strumenti di integrazione che abbiamo a disposizione nel nostro Paese, per far sì che una persona entri a far parte del tessuto sociale di un territorio.
Dico “uno degli strumenti”, perché, chiaramente, non è l'unico, anzi. In questo decreto, desta grande preoccupazione la messa in discussione che viene, ad esempio, dallo smantellamento della protezione speciale e degli altri strumenti di integrazione per le persone nel nostro territorio. È un concetto contenuto anche nelle premesse del mio ordine del giorno: il timore è che il combinato disposto di un accresciuto esercito di invisibili, che si troveranno nell'illegalità, e dell'insufficienza, che peggiorerà, delle strutture idonee ad accogliere persone nella legalità, non solo accrescerà all'estremo il conflitto sociale, che già viviamo, come tema di sicurezza nelle nostre città, ma lascerà completamente inevasa la domanda molto chiara che ci arriva da parte del mondo del lavoro.
Quindi, con quest'ordine del giorno, chiedo quali iniziative il Governo intenda mettere in campo, per far fronte a questo aspetto del problema. Lo ribadisco e ne siamo profondamente consapevoli: abbiamo bisogno di lavoratori, ma la verità è che abbiamo bisogno di cittadini, di un grande innesto di persone che vogliano restare in Italia, e non solo transitarci, non solo lavorarci per una stagione, magari in condizioni precarie o poco trasparenti; abbiamo bisogno di persone che contribuiscano, insieme a noi, alla costruzione della nostra comunità, che partecipino alla vita nel nostro paese nel senso più alto che questa parola può avere e che rendono realtà vissuta i valori scritti nella nostra Carta costituzionale, che, lo ricordo, all'articolo 1, stabilisce che siamo una Repubblica democratica fondata sul lavoro.
In questo senso, con quest'ordine del giorno, voglio chiedere quali impegni si intendano assumere in questa direzione, perché, quello che riscontriamo, è che si sta andando nella direzione completamente opposta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il Sottosegretario di Stato al Ministero dell'interno, onorevole Nicola Molteni, ad esprimere il parere.
NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Sull'ordine del giorno n. 9/1112/1 Sarracino, il parere favorevole, con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità, anche tenuto conto delle ulteriori attività richieste dal presente provvedimento, ad attivare un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali del pubblico impiego e procedere al potenziamento del personale delle prefetture e delle questure” (le successive tre righe vanno tolte) e “a salvaguardare le competenze professionali e assicurare continuità al servizio, avendo presente che (si eliminano le parole: “in particolare nelle regioni meridionali”) si registrano strutturali carenze di organico e avendo l'obiettivo di velocizzare le procedure di cui in premessa, contrastando efficacemente il lavoro nero e sommerso”.
Sugli ordini del giorno n. 9/1112/2 Candiani e n. 9/1112/3 Rotondi, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1112/4 Magi, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di favorire (…)”; segue poi tutto il resto.
Sugli ordini del giorno n. 9/1112/5 Alfonso Colucci, n 9/1112/6 Auriemma e n. 9/1112/7 Amato, il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/8 Iaria, il parere favorevole, con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di interpretare la disposizione in premessa”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/9 Baldino, parere contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/10 Barzotti, parere favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di riservare delle quote (…)” e poi segue tutto il resto.
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/11 Tucci, parere contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/12 Caso, parere favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere la collaborazione (…)” e poi segue tutto il resto.
Sugli ordini del giorno n. 9/1112/13 Fede, n. 9/1112/14 Cappelletti e n. 9/1112/15 Ilaria Fontana, parere contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/16 Ascari, parere favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere, in ordine ai trasferimenti dei migranti nell'ambito del territorio nazionale, che per le donne vittime accertate di violenza ci sia la possibilità di disporre il trasferimento e l'accoglienza presso la rete dei centri di accoglienza antiviolenza nazionale, ovvero presso strutture in grado di fornire loro assistenza adeguata”.
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/17 Penza, parere favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità, compatibilmente con la sostenibilità finanziaria, di integrare con nuove risorse il Fondo nazionale (…)”, eccetera eccetera.
L'ordine del giorno n. 9/1112/18 Torto è accolto come raccomandazione.
Sugli ordini del giorno n. 9/1112/19 Carotenuto, n. 9/1112/20 Donno, n. 9/1112/21 Orrico e n. 9/1112/22 Onori, parere contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/23 Carmina, parere favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di riconoscere un contributo ulteriore per l'anno 2023 a ciascuno dei comuni interessati dal fenomeno migratorio e dai problemi relativi alla prima accoglienza, in particolare con riferimento a Lampedusa, Linosa, Porto Empedocle, Pozzallo, Caltanissetta, Messina, Siculiana, Augusta, Pantelleria e Trapani”, quindi espungendo le parole “delle regioni del Sud” ed inserendo la formula “a valutare l'opportunità di” nell'impegno.
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/24 Quartini, parere favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di intensificare la realizzazione di corridoi umanitari, attraverso il contributo e la collaborazione di ONG (…)” e poi segue tutto il resto dell'impegno, quindi espungendo le prime cinque righe del dispositivo.
L'ordine del giorno n. 9/1112/25 Marianna Ricciardi è accolto come raccomandazione.
Sugli ordini del giorno n. 9/1112/26 Sportiello, n. 9/1112/27 Di Lauro, n. 9/1112/28 Scutella', n. 9/1112/29 Riccardo Ricciardi, n. 9/1112/30 Cafiero De Raho, n. 9/1112/31 Zanella, n. 9/1112/32 Zaratti, n. 9/1112/33 Bonelli, n. 9/1112/34 Cuperlo, n. 9/1112/35 Lacarra, n. 9/1112/36 Mauri, n. 9/1112/37 Peluffo, n. 9/1112/38 Boldrini, n. 9/1112/39 Gnassi, n. 9/1112/40 Barbagallo, n. 9/1112/41 Furfaro, n. 9/1112/42 De Micheli, n. 9/1112/43 Casu, n. 9/1112/44 Vaccari, n. 9/1112/45 Scarpa, n. 9/1112/46 De Maria, n. 9/1112/47 Malavasi, n. 9/1112/48 Morassut, n. 9/1112/49 Roggiani, n. 9/1112/50 Ciani, n. 9/1112/51 Di Sanzo, n. 9/1112/52 Madia, n. 9/1112/53 Merola, n. 9/1112/54 Provenzano, n. 9/1112/55 Di Biase, n. 9/1112/56 Manzi, n. 9/1112/57 D'Alfonso, n. 9/1112/58 Amendola, n. 9/1112/59 Stumpo, n. 9/1112/60 De Luca, n. 9/1112/61 Andrea Rossi, n. 9/1112/62 Orfini, n. 9/1112/63 Ghio, n. 9/1112/64 Quartapelle Procopio, n. 9/1112/65 Curti, n. 9/1112/66 Gribaudo, n. 9/1112/67 Ubaldo Pagano, n. 9/1112/68 Lai, n. 9/1112/69 Marino, n. 9/1112/70 Fossi e n. 9/1112/71 Girelli, parere contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/72 Ferrari, parere contrario sul 2° e sul 3° capoverso delle premesse e, per quanto riguarda l'impegno, si propone la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di reperire, compatibilmente con la sostenibilità finanziaria, le risorse necessarie per istituire nuovi corridoi umanitari al fine di consentire”, lasciando, poi tutto il resto.
PRESIDENTE. Quindi è una riformulazione?
NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Sì, parere favorevole con riformulazione sull'impegno e parere contrario sulle premesse.
Sugli ordini del giorno n. 9/1112/73 Scotto, n. 9/1112/74 Iacono e n. 9/1112/75 Stefanazzi, parere contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/76 Bonafe', parere favorevole con riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di favorire un'accoglienza”.
Sugli ordini del giorno n. 9/1112/77 Forattini, n. 9/1112/78 Berruto, n. 9/1112/79 Gianassi, n. 9/1112/80 Serracchiani, n. 9/1112/81 Bakkali, n. 9/1112/82 Zan, n. 9/1112/83 Dori, n. 9/1112/84 Borrelli e n. 9/1112/85 Fratoianni, parere contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/1112/86 Grimaldi, parere contrario sulle premesse e, per quanto riguarda l'impegno, parere favorevole con riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di favorire un'accoglienza in strutture di piccole dimensioni, evitando la concentrazione di persone in grandi centri e investendo maggiormente nell'accoglienza diffusa”.
PRESIDENTE. Interrompiamo a questo punto l'esame degli ordini del giorno e, come convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri, nella seduta di domani, giovedì 4 maggio, avranno luogo, a partire dalle ore 9, la votazione degli ordini del giorno e, a partire dalle ore 13, con ripresa televisiva diretta, le dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti del gruppo Misto e la votazione finale.
Avverto che, come preannunciato ai gruppi per le vie brevi, il termine per la presentazione di emendamenti riferiti al disegno di legge n. 1115 di conversione del decreto-legge n. 25 del 2023, il cui esame avrà luogo nella seduta di lunedì 8 maggio, è fissato per le ore 10 di venerdì 5 maggio.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Giovedì 4 maggio 2023 - Ore 9:
1. Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 591 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 marzo 2023, n. 20, recante disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all'immigrazione irregolare (Approvato dal Senato). (C. 1112)
Relatori: DE CORATO, per la maggioranza; MAGI, di minoranza.
2. Seguito della discussione del progetto di legge:
S. 108-376 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI ALFIERI ed altri; D'INIZIATIVA DEL GOVERNO: Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera relativo all'imposizione dei lavoratori frontalieri, con Protocollo aggiuntivo e Scambio di lettere, fatto a Roma il 23 dicembre 2020, b) Protocollo che modifica la Convenzione tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera per evitare le doppie imposizioni e per regolare talune altre questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio, con Protocollo aggiuntivo, conclusa a Roma il 9 marzo 1976, così come modificata dal Protocollo del 28 aprile 1978 e dal Protocollo del 23 febbraio 2015, fatto a Roma il 23 dicembre 2020, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno (Approvato, in un testo unificato, dal Senato). (C. 859)
e dell'abbinata proposta di legge: QUARTAPELLE PROCOPIO e TONI RICCIARDI. (C. 567)
Relatori: FORMENTINI, per la III Commissione; OSNATO, per la VI Commissione.
La seduta termina alle 20,50.