XIX LEGISLATURA
COMUNICAZIONI
Missioni valevoli
nella seduta del 16 maggio 2023.
Albano, Ascani, Barelli, Bellucci, Benvenuto, Bignami, Bitonci, Boldrini, Braga, Caiata, Candiani, Cappellacci, Carloni, Cirielli, Colosimo, Enrico Costa, Sergio Costa, De Monte, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Evi, Ferrante, Ferro, Fitto, Foti, Frassinetti, Freni, Gava, Gebhard, Gemmato, Giglio Vigna, Giorgetti, Grippo, Guerini, Gusmeroli, Leo, Lollobrigida, Lupi, Magi, Mangialavori, Maschio, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Molteni, Mulè, Nordio, Osnato, Nazario Pagano, Pichetto Fratin, Prisco, Rampelli, Richetti, Rixi, Rizzetto, Roccella, Rosato, Rotelli, Scerra, Schullian, Francesco Silvestri, Rachele Silvestri, Siracusano, Sportiello, Tajani, Trancassini, Tremonti, Zaratti, Zoffili, Zucconi.
(Alla ripresa pomeridiana della seduta).
Albano, Ascani, Barelli, Bellucci, Benvenuto, Bignami, Bitonci, Braga, Caiata, Candiani, Cappellacci, Carloni, Cirielli, Colosimo, Alessandro Colucci, Enrico Costa, Sergio Costa, De Monte, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Evi, Ferrante, Ferro, Fitto, Foti, Frassinetti, Freni, Gava, Gebhard, Gemmato, Giglio Vigna, Giorgetti, Grippo, Guerini, Gusmeroli, Leo, Lollobrigida, Lupi, Magi, Mangialavori, Maschio, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Molteni, Mulè, Nordio, Osnato, Nazario Pagano, Pichetto Fratin, Prisco, Rampelli, Richetti, Rixi, Rizzetto, Roccella, Rosato, Rotelli, Scerra, Schullian, Francesco Silvestri, Rachele Silvestri, Siracusano, Sportiello, Tajani, Trancassini, Tremonti, Zaratti, Zoffili, Zucconi.
Annunzio di proposte di legge.
In data 15 maggio 2023 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
TORTO: «Norme in materia di reclutamento e stato giuridico dei ricercatori universitari di ruolo a tempo indeterminato e dei ricercatori a tempo determinato e sulla programmazione del fabbisogno organico delle università nonché modifiche alla disciplina relativa all'assunzione del personale» (1154);
TORTO: «Modifiche al decreto legislativo 29 marzo 2012, n. 68, e altre disposizioni in materia di diritto allo studio universitario e di tasse e contributi universitari» (1155);
PADOVANI ed altri: «Introduzione dell'articolo 2-bis della legge 5 febbraio 1998, n. 22, in materia di tutela del decoro nell'esposizione delle bandiere della Repubblica italiana e dell'Unione europea» (1156).
Saranno stampate e distribuite.
Adesione di deputati a proposte di legge.
Le seguenti proposte di legge sono state successivamente sottoscritte dalla deputata Frassini:
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE GUSMEROLI ed altri: «Modifica all'articolo 53 della Costituzione in materia di princìpi generali della legislazione tributaria per la garanzia dei diritti del contribuente» (91);
GUSMEROLI ed altri: «Istituzione di un'imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e delle relative addizionali per gli incrementi di reddito» (92);
GUSMEROLI ed altri: «Agevolazione fiscale concernente la deduzione dei costi per il personale dalla base imponibile delle imposte sui redditi e dell'imposta regionale sulle attività produttive» (93);
GUSMEROLI ed altri: «Disposizioni in materia di termini e rateizzazione dei versamenti del saldo e degli acconti d'imposta nonché abolizione della ritenuta a titolo di acconto sui compensi per prestazioni di lavoro autonomo» (94);
GUSMEROLI ed altri: «Disposizioni in materia di utilizzazione dei crediti d'imposta compensabili per i pagamenti tra privati» (95);
GUSMEROLI ed altri: «Modifica all'articolo 182 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, in materia di obbligo dell'uso del casco protettivo da parte dei ciclisti fino al quattordicesimo anno di età» (96);
FURGIUELE ed altri: «Disposizioni per lo sviluppo economico del Mezzogiorno e interventi per l'area industriale di Lamezia Terme» (98);
CATTOI ed altri: «Disposizioni concernenti l'obbligo di motivazione per la richiesta di certificati anagrafici riguardanti terzi e la comunicazione del rilascio al soggetto titolare dei dati richiesti» (99);
CATTOI ed altri: «Modifiche alla tabella A allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, per la riduzione dell'aliquota dell'imposta sul valore aggiunto relativa alle cessioni di pellet per uso domestico» (100);
BILLI ed altri: «Modifiche al codice della proprietà industriale, di cui al decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30, in materia di diritto di brevetto per le invenzioni dei ricercatori delle università, degli enti pubblici di ricerca, delle pubbliche amministrazioni e degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico» (101);
BILLI ed altri: «Introduzione dell'articolo 200-bis del codice della proprietà industriale, di cui al decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30, in materia di procedura di opposizione nazionale» (102);
CENTEMERO ed altri: «Disciplina dell'emissione di buoni del Tesoro poliennali speciali riservati alle persone fisiche residenti in Italia» (105);
CENTEMERO ed altri: «Modifiche all'articolo 162 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, in materia di definizione della sede fissa di affari e di esclusione della rilevanza dell'utilizzo di un gestore di investimenti per il riconoscimento della stabile organizzazione dell'impresa non residente» (106);
CENTEMERO ed altri: «Disposizioni per la promozione e lo sviluppo delle start-up e delle piccole e medie imprese innovative mediante agevolazioni fiscali e incentivi agli investimenti» (107);
CENTEMERO ed altri: «Modifiche agli articoli 1 e 31 del testo unico di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, in materia di esercizio dell'attività di consulente finanziario, abilitato all'offerta fuori sede, da parte di soggetti costituiti in forma societaria» (108);
COIN ed altri: «Modifica all'articolo 66 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, in materia di accordi integrati di filiera» (109);
PANIZZUT ed altri: «Modifica all'articolo 5 della legge 3 marzo 1951, n. 178, in materia di revoca delle onorificenze dell'Ordine al merito della Repubblica italiana» (110);
PANIZZUT ed altri: «Introduzione degli articoli 18-bis e 18-ter della legge 1° aprile 1999, n. 91, in materia di anonimato dei donatori di organi e di tessuti a scopo di trapianto e di coloro che li ricevono» (111);
PANIZZUT ed altri: «Disposizioni in favore delle persone affette da fibromialgia e riconoscimento di essa come malattia invalidante» (112);
PANIZZUT ed altri: «Disposizioni per il riconoscimento e la promozione della mototerapia» (113);
BITONCI ed altri: «Disposizioni in materia di elezione e di indennità degli organi degli enti locali e delega al Governo per il riordino e la razionalizzazione degli uffici periferici dell'amministrazione dello Stato» (116);
BITONCI ed altri: «Modifiche all'articolo 2 del codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza, di cui al decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, in materia di definizione della nozione di “impresa minore”» (118);
BITONCI ed altri: «Modifiche all'articolo 11 della legge 27 luglio 2000, n. 212, in materia di termini ed effetti della risposta dell'amministrazione finanziaria all'interpello del contribuente» (119);
BITONCI ed altri: «Disposizioni in materia di determinazione del reddito d'impresa e di destinazione di una quota del gettito dell'imposta sul reddito delle società alle regioni» (120);
BITONCI ed altri: «Disposizioni temporanee in materia di detraibilità e deducibilità delle spese e del costo di acquisto dei veicoli aziendali» (121);
BITONCI ed altri: «Modifica all'articolo 35 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, concernente la prestazione di garanzia fideiussoria per l'attribuzione del numero di partita IVA a soggetti stranieri» (122);
BITONCI ed altri: «Modifica alla tariffa allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 642, in materia di soppressione dell'imposta di bollo sugli estratti conto dei rapporti regolati in conto corrente o conto corrente postale e sui rendiconti dei libretti di risparmio, anche postali» (123);
BITONCI ed altri: «Abrogazione degli articoli 23, 24 e 25 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600. Abolizione del sostituto d'imposta» (124);
BORDONALI ed altri: «Disposizioni per il coordinamento in materia di politiche integrate per la sicurezza e di polizia locale» (125);
BORDONALI ed altri: «Modifiche al testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di circoscrizioni di decentramento comunale» (126);
BORDONALI ed altri: «Modifiche al testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, in materia di rinnovo del permesso di soggiorno» (127);
BORDONALI ed altri: «Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale, in materia di introduzione dei delitti di omicidio nautico e lesioni personali nautiche, nonché disposizioni concernenti la condotta da tenere in caso di incidente nautico» (128);
BORDONALI ed altri: «Modifiche agli articoli 625 e 640 del codice penale e 380 del codice di procedura penale, in materia di introduzione di una circostanza aggravante, per i reati di furto e di truffa, concernente lo sfruttamento o la simulazione di una situazione di emergenza sanitaria» (129);
BORDONALI ed altri: «Modifiche all'articolo 35 del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, in materia di gestione dei rifiuti urbani» (130);
CAVANDOLI ed altri: «Disposizioni concernenti l'istituzione e il funzionamento dei punti di accoglienza del neonato e modifica all'articolo 591 del codice penale, in materia di abbandono di persona minore» (131);
CAVANDOLI ed altri: «Modifica all'articolo 4 della legge 4 maggio 1983, n. 184, e altre disposizioni concernenti l'iscrizione dei provvedimenti relativi all'affidamento di minori nei registri dello stato civile e l'inserimento dei dati nell'Anagrafe nazionale della popolazione residente» (132);
CAVANDOLI ed altri: «Istituzione di un Fondo per l'acquisto di impianti di ventilazione e climatizzazione per gli ambienti scolastici» (133);
CAVANDOLI ed altri: «Disposizioni per la tutela, la promozione e lo sviluppo dell'industria ceramica nazionale» (134);
GIGLIO VIGNA ed altri: «Modifica all'articolo 11 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, in materia di ambito di applicazione delle norme attenuative di vincoli derivanti dalla fruizione dei benefìci per la proprietà coltivatrice» (135);
BRUZZONE ed altri: «Modifiche alla legge 11 febbraio 1992, n. 157, in materia di revisione dei piani faunistico-venatori regionali, di valutazione di incidenza ambientale e di controllo della fauna selvatica» (136);
BITONCI ed altri: «Modifica degli scaglioni e delle aliquote dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, con l'introduzione di un'area esente da tassazione, nonché delega al Governo per il riordino delle deduzioni e delle detrazioni fiscali» (137);
BITONCI ed altri: «Introduzione del capo IV-bis del titolo I del decreto legislativo 19 giugno 1997, n. 218, in materia di transazione finalizzata alla conciliazione degli accertamenti tributari» (138);
BITONCI ed altri: «Disposizioni concernenti la definizione agevolata di carichi affidati all'agente della riscossione, per favorire la ripresa economica nazionale» (139);
CAVANDOLI ed altri: «Norme per la tutela dei minori che accedono alla rete internet e istituzione del registro dei provider aderenti al codice di autoregolamentazione “Internet e minori”» (140);
RAVETTO ed altri: «Modifica all'articolo 1 del decreto-legge 6 maggio 2002, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 luglio 2002, n. 133, in materia di protezione delle vittime di atti persecutori» (148);
RAVETTO ed altri: «Modifica alla tabella A allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, per la riduzione dell'aliquota dell'imposta sul valore aggiunto relativa ai prodotti di prima necessità per l'infanzia» (149);
RAVETTO ed altri: «Introduzione dell'obbligo di indicazione dei dati identificativi dell'aeromobile nei contratti di trasporto aereo di passeggeri» (150);
RAVETTO ed altri: «Istituzione di un emolumento mensile di maternità e delega al Governo in materia di riconoscimento dei servizi educativi essenziali per l'infanzia» (151);
CAVANDOLI ed altri: «Dichiarazione di monumento nazionale del Teatro Regio di Parma» (155);
TOCCALINI ed altri: «Modifiche alla legge 2 agosto 1999, n. 264, e altre disposizioni in materia di accesso ai corsi universitari, con particolare riguardo a quelli delle professioni mediche e dell'area sanitaria» (160);
CATTOI ed altri: «Modifiche alla legge 24 dicembre 2004, n. 313, in materia di attività didattiche concernenti le api e l'apicoltura, nonché alla tabella A allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, per la riduzione dell'aliquota dell'imposta sul valore aggiunto relativa a servizi e prodotti del settore apistico» (161);
IEZZI ed altri: «Modifiche al testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, in materia di permesso di soggiorno per motivi umanitari, di disciplina dei casi speciali di permesso di soggiorno temporaneo per esigenze di carattere umanitario nonché di divieti di espulsione e respingimento» (162);
PANIZZUT ed altri: «Modifiche al testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, in materia di ricongiungimenti familiari» (163);
CATTOI ed altri: «Modifica all'articolo 37 della legge 23 luglio 2009, n. 99, concernente l'istituzione del Dipartimento per la promozione e lo sviluppo della filiera dell'idrogeno presso l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile – ENEA» (166);
CATTOI ed altri: «Conferimento alle regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano della facoltà di adottare, per la fauna carnivora, le misure di deroga previste dalla direttiva 92/43/CEE, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche» (167);
ANDREUZZA ed altri: «Disposizioni e delega al Governo per la salvaguardia di Venezia e della sua laguna» (168);
ANDREUZZA ed altri: «Norme riguardanti il trasferimento al patrimonio disponibile e la successiva cessione a privati di aree demaniali nel comune di Caorle» (169);
CATTOI ed altri: «Norme per la valorizzazione della castanicoltura da legno, delle filiere derivate di prodotti non legnosi e delle attività culturali collegate alla presenza storica del castagno sul territorio» (170);
BENVENUTO ed altri: «Disposizioni per la realizzazione di interventi di rigenerazione urbana e ambientale» (171);
BENVENUTO ed altri: «Modifica all'articolo 178 del codice dei contratti pubblici, di cui al decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, in materia di procedure per l'affidamento delle concessioni autostradali scadute o in scadenza» (172);
BENVENUTO ed altri: «Modifiche all'allegato 5 alla parte terza del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, in materia di valori limite di emissione dell'alluminio in acque superficiali e in fognatura» (173);
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE COMAROLI ed altri: «Modifica all'articolo 33 della Costituzione in materia di finanziamento della scuola non statale» (175);
COMAROLI ed altri: «Disposizioni per il trasferimento delle competenze del prefetto al presidente della regione, al presidente della provincia, al sindaco, al questore e alle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura» (176);
COMAROLI ed altri: «Modifica all'articolo 2 della legge 15 dicembre 1999, n. 482, in materia di tutela delle lingue storiche regionali» (178);
COMAROLI e CATTOI: «Disposizioni in materia di porto del kirpan da parte dei cittadini e degli stranieri di confessione sikh legalmente residenti nel territorio della Repubblica» (179);
COMAROLI ed altri: «Modifiche al codice penale, alla legge 7 marzo 1996, n. 108, in materia di determinazione del tasso usurario, e al testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, in materia di decreto ingiuntivo per crediti bancari» (180);
COMAROLI ed altri: «Modifica all'articolo 490 del codice di procedura civile, concernente la pubblicità delle aste giudiziarie» (181);
COMAROLI ed altri: «Disposizioni in materia di insequestrabilità delle opere d'arte prestate da Stati esteri o da enti o istituzioni culturali straniere, durante la permanenza in Italia per l'esposizione al pubblico» (182);
COMAROLI ed altri: «Istituzione della Procura nazionale della Repubblica per i reati in materia agroalimentare» (183);
COMAROLI ed altri: «Modifica all'articolo 15 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, in materia di detraibilità degli oneri connessi a mutui contratti per la costruzione dell'abitazione principale» (184);
COMAROLI ed altri: «Deducibilità, agli effetti dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, delle spese sostenute dalle persone disabili per i mezzi e i supporti necessari alla loro deambulazione, locomozione e sollevamento nonché per l'adeguamento edilizio delle loro abitazioni» (185);
COMAROLI ed altri: «Disposizioni in materia di abolizione del canone di abbonamento alle radioaudizioni e alla televisione» (188);
COMAROLI ed altri: «Disposizioni per la tutela, la valorizzazione e lo sviluppo economico delle città murate» (190);
COMAROLI ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sugli appalti pubblici e sui fenomeni di corruzione e di collusione ad essi correlati» (191);
COMAROLI ed altri: «Disposizioni per l'esecuzione di interventi urgenti di pulizia degli alvei e di regimazione dei corsi d'acqua nei territori montani per la prevenzione di eventi alluvionali» (192);
COMAROLI ed altri: «Istituzione di zone franche urbane per promuovere l'insediamento di esercizi commerciali nei piccoli comuni» (193);
COMAROLI ed altri: «Trasferimento delle sedi della Commissione nazionale per le società e la borsa e dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato nella città di Milano» (194);
COMAROLI ed altri: «Modifica all'articolo 41 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, in materia di segnalazione acustica o tattile degli attraversamenti stradali per agevolare i soggetti con disabilità visiva» (195);
COMAROLI ed altri: «Disposizioni per la trasparenza dei prezzi del mercato della distribuzione dei carburanti» (197);
COMAROLI ed altri: «Norme per la tracciabilità dei prodotti in commercio e per il contrasto della contraffazione dei prodotti italiani» (198);
COMAROLI ed altri: «Disposizioni per la valorizzazione delle attività artigianali di interesse storico e degli antichi mestieri» (199);
COMAROLI ed altri: «Norme in materia di bilancio dei sindacati e delle loro associazioni nonché in materia di trattenute sindacali» (201);
COMAROLI ed altri: «Modifica all'articolo 13 del regio decreto-legge 14 aprile 1939, n. 636, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 luglio 1939, n. 1272, e altre disposizioni in materia di erogazione e di cumulabilità dei trattamenti pensionistici di reversibilità» (203);
COMAROLI ed altri: «Disposizioni per favorire la qualità della vita delle persone non autosufficienti» (205);
COMAROLI ed altri: «Disposizioni concernenti l'indicazione obbligatoria del termine minimo di conservazione o della data di scadenza sulle confezioni dei prodotti alimentari preimballati» (207);
GUSMEROLI ed altri: «Disposizioni e delega al Governo in materia di semplificazione e abolizione di adempimenti fiscali per le persone fisiche e le imprese» (209);
LAZZARINI ed altri: «Disposizioni per la diagnosi e la cura dell'endometriosi nonché per la tutela dei diritti delle donne affette da tale malattia» (213);
CAVANDOLI ed altri: «Disposizioni in materia di accesso ai concorsi pubblici per dirigente medico odontoiatra e alle funzioni di specialista odontoiatra ambulatoriale del Servizio sanitario nazionale» (222);
CAVANDOLI ed altri: «Introduzione dell'articolo 175-bis del codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, in materia di tutela della concorrenza nell'ambito dei contratti di assicurazione sanitaria» (223);
PANIZZUT ed altri: «Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, per la semplificazione e l'accelerazione delle procedure di adozione dei minori» (262);
PANIZZUT ed altri: «Modifiche alla legge 24 giugno 2010, n. 107, recante misure per il riconoscimento dei diritti delle persone sordocieche» (263);
MORRONE ed altri: «Modifiche al codice penale, al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, e altre disposizioni concernenti la tutela dell'ordine e della sicurezza negli istituti penitenziari» (265);
MORRONE ed altri: «Riorganizzazione dei dipartimenti del Ministero della giustizia competenti in materia di esecuzione penale e istituzione del Dipartimento per la sicurezza della giustizia» (267);
MORRONE ed altri: «Modifica all'articolo 5 della legge 15 dicembre 1990, n. 395, in materia di compiti istituzionali del Corpo di polizia penitenziaria» (268);
MORRONE ed altri: «Istituzione della carriera dei funzionari tecnici del Corpo di polizia penitenziaria nei ruoli dei medici, degli psicologi e dell'amministrazione e del commissariato» (269);
BOF ed altri: «Introduzione dell'articolo 633-bis del codice penale, in materia di occupazione abusiva di alloggi pubblici o privati» (332);
CANDIANI ed altri: «Modifiche all'articolo 3 della legge 14 gennaio 1994, n. 20, e altre disposizioni riguardanti le funzioni di controllo e consultive e l'organizzazione della Corte dei conti» (340);
CANDIANI ed altri: «Delega al Governo per la revisione del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e altre disposizioni per favorire la funzionalità degli enti locali» (341);
CANDIANI ed altri: «Modifica all'articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, concernente il divieto di ricorso alla surrogazione di maternità all'estero da parte del cittadino italiano» (342);
CANDIANI ed altri: «Istituzione di una zona economica speciale nelle aree della Lombardia confinanti con la Svizzera» (343);
CANDIANI ed altri: «Norme in materia di caregiver familiare e deleghe al Governo per la piena integrazione della figura del caregiver familiare nell'ordinamento giuridico della Repubblica» (344);
MOLINARI ed altri: «Modifiche all'articolo 1 della legge 23 dicembre 2014, n. 190, in materia di regime forfetario per le persone fisiche esercenti attività d'impresa, arti o professioni» (359);
CENTEMERO ed altri: «Introduzione dell'insegnamento dell'educazione finanziaria nella scuola primaria e secondaria» (363);
COMAROLI: «Disposizioni per la manutenzione degli alvei dei fiumi e dei torrenti» (364);
COMAROLI ed altri: «Disposizioni per la semplificazione e l'accelerazione delle procedure di intervento e di ricostruzione in caso di calamità naturali» (365);
COMAROLI ed altri: «Modifiche alla legge 2 gennaio 1989, n. 6, e altre disposizioni riguardanti l'ordinamento delle professioni del turismo montano» (366);
COMAROLI ed altri: «Disposizioni per l'introduzione di un sistema di tracciabilità dei prodotti finalizzato alla tutela del consumatore» (367);
COMAROLI e CATTOI: «Introduzione dell'articolo 711-bis del codice penale, in materia di acquisto di merce contraffatta o di origine e provenienza diversa da quella indicata» (368);
COMAROLI ed altri: «Disposizioni concernenti il finanziamento e la realizzazione di edifici destinati all'esercizio dei culti ammessi» (369);
COMAROLI ed altri: «Incentivi fiscali per il recupero dei fabbricati rurali» (370);
COMAROLI ed altri: «Incentivi fiscali per la rigenerazione del suolo edificato» (371);
COMAROLI ed altri: «Disposizioni in materia di cessione dei crediti relativi all'imposta sul valore aggiunto e per il sostegno della liquidità delle imprese» (372);
BITONCI ed altri: «Introduzione dell'articolo 48-quater del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546, in materia di definizione autonoma delle controversie tributarie su istanza del ricorrente» (377);
ZIELLO ed altri: «Modifiche all'articolo 156 del codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, in materia di attività dei periti assicurativi» (378);
BISA ed altri: «Modifiche al codice civile e al codice penale in materia di tutela della famiglia e dei minori, alla legge 4 maggio 1983, n. 184, in materia di affidamento dei minori, e istituzione dell'Osservatorio nazionale sulle comunità di tipo familiare» (381);
ZIELLO ed altri: «Modifica all'articolo 95 del codice dei contratti pubblici, di cui al decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, concernente l'applicazione del criterio della territorialità nella valutazione delle offerte» (386);
MOLINARI ed altri: «Disposizioni per la disciplina, la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico» (389);
GIGLIO VIGNA e CAVANDOLI: «Istituzione della Giornata dedicata alla memoria dei caduti del “Grande Torino”» (390);
BITONCI ed altri: «Esenzione delle società in nome collettivo, delle società in accomandita semplice e degli studi professionali dal pagamento dell'imposta regionale sulle attività produttive» (427);
BITONCI ed altri: «Istituzione di un'imposta sostitutiva dell'imposta sul reddito, delle relative addizionali e dell'imposta regionale sulle attività produttive dovute dalle persone fisiche esercenti attività di impresa, arti o professioni con ricavi o compensi tra 65.001 euro e 85.000 euro» (428);
BITONCI ed altri: «Disposizioni in materia di tassazione agevolata sul reddito derivante dalla locazione di immobili ad uso commerciale e artigianale» (429);
ANDREUZZA ed altri: «Modifica all'articolo 284 del codice di procedura penale, in materia di determinazione del luogo di esecuzione degli arresti domiciliari» (431);
BAGNAI ed altri: «Disposizioni concernenti il regime e i limiti dell'utilizzo del denaro contante e dei titoli al portatore» (467);
CATTOI ed altri: «Disposizioni per l'istituzione, il potenziamento e l'integrazione dei servizi di psiconcologia nell'ambito del percorso di assistenza e di cura dei pazienti oncologici e oncoematologici» (481);
MOLINARI: «Modifica all'articolo 27 del decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31, in materia di procedimento per l'individuazione dell'area destinata alla realizzazione del Parco tecnologico e del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi a bassa e media intensità» (492);
ZIELLO ed altri: «Modifica all'articolo 255 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, in materia di sanzioni per l'abbandono di rifiuti e di impiego di sistemi di videosorveglianza per l'accertamento delle violazioni» (517);
CAPARVI ed altri: «Disposizioni concernenti la compartecipazione dello Stato alle spese sostenute dagli enti locali per i minori collocati in comunità di tipo familiare o in istituti di assistenza ai sensi della legge 4 maggio 1983, n. 184» (522);
BISA ed altri: «Modifica all'articolo 590-bis del codice penale, concernente il delitto di lesioni personali stradali gravi o gravissime, in materia di punibilità a querela della persona offesa» (537);
ZINZI ed altri: «Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, e altre disposizioni in materia di disciplina dell'accesso alle informazioni sulle proprie origini biologiche da parte del figlio non riconosciuto alla nascita» (562);
BISA ed altri: «Introduzione dell'articolo 624-ter del codice penale, in materia di tutela dell'inviolabilità del domicilio da occupazione arbitraria, nonché disposizioni concernenti la reintegrazione del proprietario o detentore legittimo nel possesso» (566);
SASSO ed altri: «Modifiche agli articoli 336 e 341-bis del codice penale in materia di violenza, minaccia e oltraggio al personale scolastico» (573);
NISINI e CAPARVI: «Modifiche all'articolo 1, commi 804 e 806, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, e altre disposizioni per la celebrazione del quinto centenario della morte di Pietro Vannucci, detto il Perugino, e di Luca Signorelli» (586);
DARA ed altri: «Delega al Governo per la semplificazione normativa in materia di pubblici spettacoli o intrattenimenti di portata minore in luoghi pubblici o aperti al pubblico» (588);
TOCCALINI ed altri: «Disposizioni per la celebrazione del pensiero e dell'opera di Guglielmo Marconi nel periodo compreso tra l'anno 2022, ottantacinquesimo anniversario della morte, e l'anno 2024, centocinquantesimo anniversario della nascita» (740);
CARLONI ed altri: «Disposizioni in materia di denominazione dei prodotti alimentari contenenti proteine vegetali» (746);
PIERRO ed altri: «Interventi per il settore ittico e in materia di politiche sociali nel settore della pesca professionale. Delega al Governo per il riordino e la semplificazione normativa nel medesimo settore» (747);
CARLONI ed altri: «Disposizioni per la promozione e lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile nel settore agricolo» (752);
LAZZARINI ed altri: «Istituzione della Giornata nazionale di sensibilizzazione sul tumore della mammella» (756);
MARCHETTI ed altri: «Abrogazione del comma 21 dell'articolo 23 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, concernente l'addizionale erariale sulla tassa automobilistica per le autovetture e gli autoveicoli destinati al trasporto promiscuo di persone e cose, aventi potenza superiore a 185 chilowatt» (760);
NISINI ed altri: «Disposizioni concernenti l'applicazione del contratto di espansione nelle piccole imprese, incentivi per l'autoimprenditorialità e piani a gestione aziendale per la formazione e il ricollocamento dei lavoratori» (762);
TOCCALINI ed altri: «Disposizioni concernenti il valore legale delle scansioni digitali certificate dei documenti d'identità e l'acquisizione dei dati sensibili mediante dispositivi mobili di telecomunicazione» (768);
GIACCONE ed altri: «Modifica all'articolo 2 della legge 15 dicembre 1999, n. 482, in materia di riconoscimento, tutela e valorizzazione del patrimonio linguistico, risorgimentale, letterario e filologico della lingua regionale piemontese» (773);
BAGNAI ed altri: «Modifiche all'articolo 518-duodecies del codice penale, concernente il delitto di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento o uso illecito di beni culturali o paesaggistici, e all'articolo 381 del codice di procedura penale, in materia di arresto facoltativo in flagranza» (789);
CAPARVI ed altri: «Disposizioni in materia di manifestazioni di rievocazione storica» (799);
COMAROLI ed altri: «Modifiche all'articolo 40 della legge 28 luglio 2016, n. 154, in materia di contrasto del bracconaggio ittico nelle acque interne» (830);
SASSO ed altri: «Modifiche agli articoli 336 e 341-bis del codice penale e altre disposizioni per la tutela della sicurezza del personale scolastico» (835);
MOLINARI ed altri: «Disposizioni in materia di partecipazione popolare alla titolarità di azioni e quote delle società sportive, nonché delega al Governo per l'introduzione di agevolazioni per la gestione di strutture sportive» (836);
GUSMEROLI ed altri: «Incentivi per l'acquisto di grandi elettrodomestici ad elevata efficienza energetica con contestuale riciclo degli apparecchi obsoleti» (855);
ANDREUZZA: «Modifica all'articolo 2 della legge 20 dicembre 2012, n. 238, concernente la concessione di un contributo al comune di Portogruaro per la realizzazione del Festival internazionale di musica» (870);
LOIZZO: «Riconoscimento dell'interesse storico, culturale e ambientale dell'area della Magna Grecia e disposizioni per la tutela e la promozione del suo territorio» (882);
ANDREUZZA ed altri: «Istituzione di un fondo destinato alla concessione di contributi ai comuni per il finanziamento delle attività di rimozione e smaltimento dei rifiuti abbandonati o depositati abusivamente e di bonifica dei siti inquinati» (901);
CENTEMERO ed altri: «Modifiche all'articolo 127-sexies del testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, in materia di emissione di azioni a voto plurimo da parte delle società con azioni quotate in mercati regolamentati» (906);
BOF ed altri: «Modifiche alla legge 21 novembre 1967, n. 1185, in materia di presentazione delle domande per il rilascio del passaporto» (962);
CENTEMERO ed altri: «Disposizioni concernenti l'adozione di una disciplina temporanea per la sperimentazione dell'impiego di sistemi di intelligenza artificiale» (1084).
Assegnazione di progetti di legge
a Commissioni in sede referente.
A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
I Commissione (Affari costituzionali):
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE LAUS: «Istituzione dell'Autorità nazionale per i diritti umani» (580) Parere delle Commissioni II, III e XIV.
III Commissione (Affari esteri):
«Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di San Marino concernente il riconoscimento e l'esecuzione delle decisioni giudiziarie di sequestro e confisca, nonché la destinazione dei beni confiscati, fatto a Roma il 26 maggio 2021» (1124) Parere delle Commissioni I, II, V e XIV;
S. 563. – «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Ghana in materia di cooperazione nel settore della difesa, fatto ad Accra il 28 novembre 2019» (approvato dal Senato) (1150) Parere delle Commissioni I, II, IV, V, X e XII.
VI Commissione (Finanze):
LAUS: «Disposizioni per l'istituzione di zone franche urbane in circoscrizioni o quartieri periferici delle città metropolitane» (220) Parere delle Commissioni I, V, X, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale) e XIV;
FRANCESCO SILVESTRI ed altri: «Istituzione di un fondo per l'erogazione di contributi ai titolari di mutui per l'acquisto o la ristrutturazione di unità immobiliari adibite ad abitazione, in relazione all'incremento dei tassi di interesse, nonché introduzione di un contributo temporaneo di solidarietà a carico degli istituti bancari» (996) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VIII, XII e XIV;
DI GIUSEPPE ed altri: «Modifica all'articolo 1, comma 741, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, in materia di applicazione dell'imposta municipale propria agli immobili posseduti nel territorio nazionale da cittadini iscritti nell'Anagrafe degli italiani residenti all'estero» (1099) Parere delle Commissioni I, III, V e VIII.
VII Commissione (Cultura):
MORGANTE ed altri: «Modifiche alla legge 14 novembre 2016, n. 220, in materia di accessibilità della fruizione delle opere cinematografiche alle persone con disabilità» (1044) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), X, XI, XII e XIV;
MARCHETTO ALIPRANDI ed altri: «Introduzione dell'insegnamento dell'educazione alimentare nei corsi scolastici del primo e del secondo ciclo di istruzione» (1055) Parere delle Commissioni I, V, XI, XII e XIII.
XI Commissione (Lavoro):
RIZZETTO e LUCASELLI: «Delega al Governo per la modifica della normativa sul diritto alla conservazione del posto di lavoro per i lavoratori dipendenti e sull'indennità di malattia per i lavoratori autonomi affetti da patologie oncologiche o altre gravi malattie temporaneamente invalidanti» (1128) Parere delle Commissioni I, V, X e XII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento).
XII Commissione (Affari sociali):
LAUS: «Disposizioni per garantire l'erogazione delle prestazioni domiciliari alle persone non autosufficienti» (581) Parere delle Commissioni I e V;
ROSSO ed altri: «Disposizioni per la prevenzione e il controllo delle infezioni correlate all'assistenza sanitaria» (928) Parere delle Commissioni I, II, V, XI e XIV.
Trasmissione di documenti connessi
ad atti dell'Unione europea.
Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 14 maggio 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 4, commi 3 e 6, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, le relazioni predisposte dalla Rappresentanza permanente d'Italia presso l'Unione europea, riferite al periodo dal 3 all'8 maggio 2023.
Questi documenti sono trasmessi alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) e alle Commissioni competenti per materia.
Annunzio di progetti di
atti dell'Unione europea.
La Commissione europea, in data 15 maggio 2023, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione che dovrà essere assunta, a nome dell'Unione europea, nel Consiglio di associazione UE-America centrale riguardo alle modifiche dell'appendice 2 e dell'appendice 2A dell'allegato II dell'accordo che istituisce un'associazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e l'America centrale, dall'altra (COM(2023) 254 final), corredata dal relativo allegato (COM(2023) 254 final – Annex), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni su un quadro di monitoraggio riveduto per l'economia circolare (COM(2023) 306 final), che è assegnata in sede primaria alla VIII Commissione (Ambiente).
Trasmissione dall'Autorità garante
per l'infanzia e l'adolescenza.
L'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, con lettera in data 10 maggio 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 18, comma 3, del regolamento di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 20 luglio 2012, n. 168, il conto finanziario della medesima Autorità per l'anno 2022, corredato dalla relazione illustrativa, approvato in data 10 maggio 2023.
Questo documento è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali), alla V Commissione (Bilancio) e alla XII Commissione (Affari sociali).
Trasmissione dal Consiglio regionale dell'Emilia-Romagna.
La Presidente del Consiglio regionale dell'Emilia-Romagna, con lettera in data 11 maggio 2023, ha trasmesso il testo di una risoluzione, approvata dal medesimo Consiglio regionale il 9 maggio 2023, concernente indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell'Unione europea (sessione europea 2023).
Questo documento è trasmesso alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
Richiesta di parere parlamentare
su proposta di nomina.
Il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, con lettera in data 10 maggio 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1 della legge 24 gennaio 1978, n. 14, la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina dell'avvocato Raffaele De Luca a presidente dell'Ente parco nazionale del Vesuvio (11).
Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla VIII Commissione (Ambiente).
Richiesta di parere parlamentare
su atti del Governo.
Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 16 maggio 2023, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 1 e 15 della legge 4 agosto 2022, n. 127, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2021/784 relativo al contrasto della diffusione di contenuti terroristici online(45).
Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla II Commissione (Giustizia) nonché, ai sensi del comma 2 dell'articolo 126 del Regolamento, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), che dovranno esprimere i prescritti pareri entro il 25 giugno 2023. È stata altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del Regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro il 5 giugno 2023.
Atti di controllo e di indirizzo.
Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.
ERRATA CORRIGE
Nell'Allegato A ai resoconti della seduta del 15 maggio 2023, a pagina 4, prima colonna, trentanovesima e quarantesima riga, le parole da: «, VII» fino a: «legislazione» devono intendersi soppresse.
Nell'Allegato A ai resoconti della seduta del 15 maggio 2023, a pagina 4, seconda colonna, sesta riga, dopo la parola: «I,» deve intendersi inserita la seguente: «III,».
DISEGNO DI LEGGE: CONVERSIONE IN LEGGE, CON MODIFICAZIONI, DEL DECRETO-LEGGE 31 MARZO 2023, N. 35, RECANTE DISPOSIZIONI URGENTI PER LA REALIZZAZIONE DEL COLLEGAMENTO STABILE TRA LA SICILIA E
LA CALABRIA (A.C. 1067-A)
A.C. 1067-A – Ordini del giorno
ORDINI DEL GIORNO
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame prevede, all'articolo 1, disposizioni in materia di assetto societario e governance dello Stretto di Messina S.p.a.;
risulta necessario, visto l'impatto che l'opera del Ponte sullo Stretto di Messina avrà sui territori e sulla vita dei cittadini, coinvolgere direttamente le comunità locali attraverso la creazione di un Osservatorio permanente che preveda la presenza dei sindaci di Messina e di Villa San Giovanni;
tale presenza, a parere del proponente, è opportuna per favorire l'attiva partecipazione delle comunità locali alle decisioni che verranno assunte in relazione alla costruzione del Ponte sullo stretto di Messina e consentirà un collegamento diretto tra i cittadini e le istituzioni, anche per affrontare le problematiche che potrebbero insorgere in sede di realizzazione dell'opera, considerata strategica per la nostra Nazione;
i sindaci di Messina e di Villa San Giovanni rappresentano, infatti, gli interpreti fondamentali delle istanze dei territori e delle comunità dei cittadini interessati alla realizzazione del ponte;
l'articolo 4, comma 9-bis, del provvedimento al nostro esame, prevede che la società concessionaria sottoscriva un'apposita convenzione con i Comuni di Messina e di Villa San Giovanni per l'adozione di un «Piano di comunicazione per la realizzazione del Ponte sullo Stretto», volto ad assicurare l'attuazione di iniziative permanenti di informazione e di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza, sullo stato di avanzamento dell'opera, da svolgere in collaborazione con i competenti organi territoriali;
proprio questa disposizione, inserita nel corso dell'esame in Commissione in sede referente, rende necessario e fondamentale che i Sindaci di Messina e di Villa San Giovanni possano assumere una rappresentanza non simbolica, ma effettiva, che permetta agli amministratori dei territori di essere parte delle decisioni, per poter al meglio effettuare le suddette iniziative di informazione e di sensibilizzazione della cittadinanza e programmare i necessari interventi urbanistici conseguenti al forte impatto che l'opera avrà sui territori da molteplici punti di vista;
si ritiene che solo un coinvolgimento diretto dei Sindaci possa permettere la conoscenza effettiva dello stato di avanzamento dell'opera e rendere, pertanto, comunicazioni più congrue e precise alle comunità dei cittadini,
impegna il Governo
a disporre la costituzione di un Osservatorio permanente sulle attività propedeutiche e sullo stato di avanzamento dei lavori per il collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria, prevedendo la partecipazione, tra gli altri, dei sindaci di Messina e di Villa San Giovanni, con funzione consultiva, per garantire la rappresentanza diretta dei cittadini nell'intero percorso della realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina, opera fondamentale per la nostra Nazione.
9/1067-A/1. Gallo.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame prevede, all'articolo 1, disposizioni in materia di assetto societario e governance dello Stretto di Messina S.p.a.;
è opportuno favorire l'attiva partecipazione delle comunità locali alle decisioni che verranno assunte in relazione alla costruzione del Ponte sullo stretto di Messina per consentire un collegamento diretto tra i cittadini e le istituzioni;
i sindaci di Messina e di Villa San Giovanni rappresentano, infatti, gli interpreti fondamentali delle istanze dei territori e delle comunità dei cittadini interessati alla realizzazione del ponte;
l'articolo 4, comma 9-bis, del provvedimento al nostro esame, prevede che la società concessionaria sottoscriva un'apposita convenzione con i Comuni di Messina e di Villa San Giovanni per l'adozione di un «Piano di comunicazione per la realizzazione del Ponte sullo Stretto», volto ad assicurare l'attuazione di iniziative permanenti di informazione e di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza, sullo stato di avanzamento dell'opera, da svolgere in collaborazione con i competenti organi territoriali;
proprio questa disposizione, inserita nel corso dell'esame in Commissione in sede referente, rende necessario e fondamentale che i Sindaci di Messina e di Villa San Giovanni possano assumere una rappresentanza non simbolica, ma effettiva, che permetta agli amministratori dei territori di essere parte delle decisioni, per poter al meglio effettuare le suddette iniziative di informazione e di sensibilizzazione della cittadinanza e programmare i necessari interventi urbanistici conseguenti al forte impatto che l'opera avrà sui territori da molteplici punti di vista,
impegna il Governo
a valorizzare il ruolo degli enti territoriali competenti a partire dai comuni di Villa San Giovanni e Messina, per garantire la rappresentanza diretta dei cittadini nell'intero percorso della realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina, opera fondamentale per la nostra Nazione.
9/1067-A/1. (Testo modificato nel corso della seduta)Gallo.
La Camera,
premesso che:
in Sicilia, per percorre il tratto da Palermo a Messina (193 km) tramite il servizio Regionale Veloce, si impiega una media di 3 ore. Per il tratto da Agrigento a Messina (199 Km) tramite il servizio Regionale Veloce si impiega una media di 5 ore. Infine, per il tratto da Agrigento a Palermo si impiega una media di 2 ore tramite il servizio Regionale Veloce (90 km);
percorrendo gli stessi tratti sulla rete autostradale si impiega una media di 2.30 ore;
interi lotti della Palermo-Catania sono ancora in fase di progettazione esecutiva, come i 47 chilometri della Caltanissetta-Lercara che saranno tutti su un nuovo tracciato;
in Sicilia non sono presenti servizi ferroviari ad Alta Velocità e vi sono solamente Autostrade a due corsie di marcia;
risulta di fondamentale importanza, al fine di completare l'opera di collegamento tra la Sicilia e la Calabria, tramite il Ponte sullo stretto di Messina, rendere agevole l'arrivo da tutte le Città dell'isola all'imbocco del Ponte e viceversa;
la Sicilia risulta notevolmente svantaggiata, rispetto al resto d'Italia, soprattutto nel settore del commercio e delle esportazioni, dalla mancanza di rete ferroviaria ad Alta Velocità, e dalla mancanza di manutenzione delle Autostrade che renderebbero i percorsi più agevoli e di veloce percorrenza;
in Sicilia ogni anno si registrano numerosi arrivi di turisti ed operatori del commercio che giungono sull'isola in automobile e lamentano la qualità dei servizi, provocando un enorme danno al comparto turistico;
la Sicilia ospiterà numerosi eventi di caratura nazionale ed internazionale, tra cui l'evento Capitale della Cultura, nel 2025, assegnata recentemente alla Città di Agrigento;
stante l'importanza della realizzazione dell'opera di collegamento tra la Sicilia e la Calabria,
impegna il Governo
a valutare di inserire, in maniera prioritaria, una serie di opere correlate utili ad un maggiore completamento dell'opera di collegamento della Sicilia alla Calabria tra cui il potenziamento della rete ferroviaria con Alta Velocità per i tratti Palermo/Agrigento Messina e Agrigento-Palermo.
9/1067-A/2. Pisano, Romano, Lupi, Bicchielli, Brambilla, Cavo, Cesa, Alessandro Colucci, Semenzato, Tirelli, Carmina.
La Camera,
premesso che:
in Sicilia, per percorrere il tratto da Palermo a Messina (193 km) tramite il servizio Regionale Veloce, si impiega una media di 3 ore. Per il tratto da Agrigento a Messina (199 Km) tramite il servizio Regionale Veloce si impiega una media di 5 ore. Infine, per il tratto da Agrigento a Palermo si impiega una media di 2 ore tramite il servizio Regionale Veloce (90 km);
percorrendo gli stessi tratti sulla rete autostradale si impiega una media di 2.30 ore;
interi lotti della Palermo-Catania sono ancora in fase di progettazione esecutiva, come i 47 chilometri della Caltanissetta-Lercara che saranno tutti su un nuovo tracciato;
in Sicilia non sono presenti servizi ferroviari ad Alta Velocità e vi sono solamente Autostrade a due corsie di marcia;
risulta di fondamentale importanza, al fine di completare l'opera di collegamento tra la Sicilia e la Calabria, tramite il Ponte sullo stretto di Messina, rendere agevole l'arrivo da tutte le Città dell'isola all'imbocco del Ponte e viceversa;
la Sicilia risulta notevolmente svantaggiata, rispetto al resto d'Italia, soprattutto nel settore del commercio e delle esportazioni, dalla mancanza di rete ferroviaria ad Alta Velocità, e dalla mancanza di manutenzione delle Autostrade che renderebbero i percorsi più agevoli e di veloce percorrenza;
in Sicilia ogni anno si registrano numerosi arrivi di turisti ed operatori del commercio che giungono sull'isola in automobile e lamentano la qualità dei servizi, provocando un enorme danno al comparto turistico;
la Sicilia ospiterà numerosi eventi di caratura nazionale ed internazionale, tra cui l'evento Capitale della Cultura, nel 2025, assegnata recentemente alla Città di Agrigento;
stante l'importanza della realizzazione dell'opera di collegamento tra la Sicilia e la Calabria,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di inserire nei contratti di programma con RFI, in maniera prioritaria, una serie di opere correlate utili ad un maggiore completamento dell'opera di collegamento della Sicilia alla Calabria tra cui la velocizzazione per i tratti Palermo/Agrigento Messina e Agrigento-Palermo.
9/1067-A/2. (Testo modificato nel corso della seduta)Pisano, Romano, Lupi, Bicchielli, Brambilla, Cavo, Cesa, Alessandro Colucci, Semenzato, Tirelli, Carmina.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame reca disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria;
nell'anno 2017 è stato concesso dal Comune di Messina l'appalto per l'ampliamento del porto di Tremestieri, nell'ambito del progetto di realizzazione di una piattaforma logistica intermodale;
i lavori sono ormai fermi da quasi due anni con conseguente rallentamento della realizzazione dell'opera di fondamentale importanza per l'economia della città di Messina, ancor di più oggi in previsione dell'apertura dei cantieri del Ponte,
impegna il Governo
a valutare la nomina di un commissario straordinario per il completamento del porto di Tremestieri, anche considerando l'ipotesi di inserimento dell'opera tra quelle connesse alla realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria.
9/1067-A/3. Marrocco, Gallo.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame reca disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria;
nell'anno 2017 è stato concesso dal Comune di Messina l'appalto per l'ampliamento del porto di Tremestieri, nell'ambito del progetto di realizzazione di una piattaforma logistica intermodale;
i lavori sono ormai fermi da quasi due anni con conseguente rallentamento della realizzazione dell'opera di fondamentale importanza per l'economia della città di Messina, ancor di più oggi in previsione dell'apertura dei cantieri del Ponte,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di procedere alla nomina di un commissario straordinario per il completamento del porto di Tremestieri, anche considerando l'ipotesi di inserimento dell'opera tra quelle complementari connesse alla realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria.
9/1067-A/3. (Testo modificato nel corso della seduta)Marrocco, Gallo.
La Camera,
considerato che,
il provvedimento in esame al comma 7-bis dell'articolo 4 dispone il Commissariamento dell'autostrada A19 Palermo-Catania, resosi necessario per il coordinamento degli interventi indicati nel piano di adeguamento e riqualificazione, quale intervento funzionale alla completa operatività dell'opera. 11 Commissario è nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da adottarsi entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto;
l'autostrada A 20 Palermo Messina è gestita, come la A19 Palermo-Catania, dal Consorzio per le autostrade siciliane (Cas) costituito nel 1997 dalla unificazione dei tre distinti Consorzi concessionari Anas operanti in Sicilia per la costruzione e la gestione, delle autostrade Messina-Catania-Siracusa, Messina-Palermo e Siracusa-Gela; tale gestione scade nel 2030;
l'autostrada Messina Palermo, lunga circa 180 chilometri, versa in gravi situazione di sicurezza: gallerie parzialmente illuminate, viadotti e cavalcavia pericolosi, carreggiata ridotta a una corsia, doppi sensi di marcia, barriere e guard-rail divelti e chiusure notturne. Nel 2021 una relazione del Ministero dei trasporti aveva segnalato la pericolosità di circa 30 strutture tra viadotti, gallerie e cavalcavia della Messina-Palermo chiedendone la chiusura;
la legge di bilancio per il 2021 (legge n. 178 del 2020), all'articolo 1, comma 177, ha disposto una prima assegnazione di risorse aggiuntive in favore del Fondo per lo sviluppo e la coesione per il ciclo di programmazione 2021-2027, nell'importo di 50 miliardi. La legge di bilancio 2022 (legge n. 234 del 2021) ha disposto un rifinanziamento del FSC di 23,5 miliardi per le annualità dal 2022 al 2029, per un complesso di risorse pari a 73,5 miliardi di euro,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di procedere al Commissariamento della tratta autostradale A 20 Palermo Messina e a individuare nella programmazione in corso del Fondo sviluppo e coesione le risorse necessarie per la sua messa in sicurezza.
9/1067-A/4. Calderone.
La Camera,
premesso che:
il ponte di collegamento fra la Sicilia e la Calabria rappresenta un'infrastruttura prioritaria e strategica per lo sviluppo del Paese in quanto necessaria sia per il completamento del Corridoio TEN-T scandinavo-mediterraneo, funzionale sotto il profilo dell'integrazione europea e della libera circolazione di cittadini e merci, sia sotto il profilo della politica europea di coesione economica, sociale e territoriale e della riduzione del divario tra le regioni del Sud Italia e il Nord europeo;
per il raggiungimento dei medesimi obiettivi il nostro Paese occorre accelerare la realizzazione e riqualificazione delle proprie infrastrutture inseriti nei piani di sviluppo aeroportuale;
come noto, il Piano Nazionale degli Aeroporti, approvato con decreto del Presidente della Repubblica del 17 settembre 2015 n. 201, auspica la creazione di sistemi aeroportuali di rango regionale. In particolare, per la Regione Campania, il Piano qualifica 1 Aeroporto Internazionale di Napoli-Capodichino tra quelli di rilevanza strategica e lo scalo di Salerno-Pontecagnano, all'interno dello stesso bacino, tra quelli di interesse nazionale, purché si realizzino le condizioni di specializzazione dello scalo e del raggiungimento dell'equilibrio economico-finanziario, anche tendenziale, in un arco temporale ragionevole e di adeguati indici di solvibilità patrimoniali;
il citato Piano prevede che il bacino di traffico della Campania generi una domanda di circa 12,0 milioni di passeggeri/anno con un orizzonte temporale del 2030. Tale domanda non verrebbe soddisfatta con la strategia di sviluppo attualmente prevista nel Piano Nazionale: infatti, lo strumento di pianificazione sopra citato prevede per il bacino della Campania al 2030, nello scenario massimo, un volume di passeggeri pari a 8,8 di cui 7,0 sullo scalo di Napoli e 1,8 sull'aeroporto di Salerno;
il sistema campano degli aeroporti di Napoli e Salerno, la cui gestione unitaria è di recente costituzione, soffre della saturazione di Capodichino il cui traffico passeggeri nel 2019 è stato pari a 10,8 milioni pax/anno e la crescila registrata nel triennio è stata +26,6 per cento (nel 2017), +15,8 per cento (nel 2018), +9,3 per cento (nel 2019); mentre per l'aeroporto di Salerno, nella sua massima configurazione, la capacità di servizio è stimata in circa 1,5-2,0 milioni di pax/anno, che costituisce il 15 – 20 per cento del traffico 2019 di Capodichino;
al fine di individuare una soluzione alle esigenze di sviluppo del trasporto aereo della Regione Campania, era stata sviluppata una serie di attività ed atti programmatici del Governo, finalizzati alla realizzazione di un nuovo aeroporto Civile localizzato a Grazzanise in provincia di Caserta, ove è presente un aeroporto militare. Tra gli atti programmatici la rilevanza della realizzazione del nuovo scalo di Grazzanise era stata ribadita nello «Studio Strategico per lo sviluppo del sistema aeroportuale nazionale» elaborato dall'ENAC nel 2009 ed approvato dal Ministro dei Trasporti, pro tempore Tale studio aveva trovato poi attuazione nella proposta al Ministro di Piano Nazionale degli Aeroporti elaborato dall'ENAC nel 2012;
lo scalo di Grazzanise è uno scalo militare non strategico per le forze armate in quanto non rientra tra quelli classificati M.O.B. (Main Operating Base) dal decreto del Ministero della difesa del 25 gennaio 2008. L'aeroporto, dotato di una pista di volo di lunghezza pari a 3000 metri, è ubicato in un'area agricola, pianeggiante e scarsamente urbanizzata, e sporadicamente viene utilizzato anche per scopi civili come accaduto ultimamente per l'arrivo della squadra del Napoli. Nelle preliminari ipotesi di sviluppo, che avrebbero poi dovuto trovare conferma in un apposito master plan aeroportuale, erano stati ipotizzati scenari alternativi sia con l'utilizzo dell'attuale infrastruttura di volo che con la realizzazione di una nuova pista. Il nuovo aeroporto di Grazzanise era stato programmato anche valutando una serie di opere infrastrutturali di complemento sulle altre modalità di trasporto che avrebbero migliorato la sua connessione con il territorio;
la procedura attualmente in corso di aggiornamento e revisione del vigente Piano Nazionale degli Aeroporti potrebbe essere l'occasione per riconsiderare l'integrazione dello scalo di Grazzanise all'interno del sistema aeroportuale del Sud Italia,
impegna il Governo
al fine di soddisfare le esigenze di sviluppo infrastrutturale del sud Italia e sostenere la politica di coesione economica, sociale e territoriale del bacino mediterraneo, a valutare l'opportunità di riconsiderare, nell'ambito delle misure volte a completare la rete europea TEN-T, per la quale risulta funzionale anche la realizzazione del ponte di collegamento tra la Sicilia e la Calabria, la destinazione per usi civili e per il trasporto merci dell'aeroporto militare di Grazzanise, nell'ambito dell'aggiornamento e della revisione del Piano nazionale aeroporti.
9/1067-A/5. Zinzi, Cangiano, Cerreto, Santillo, Patriarca, Rubano, Giorgianni, Graziano.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge all'esame dell'Assemblea n. 35/2023 prevede misure relative alla realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina;
il progetto è attualmente sprovvisto delle necessarie coperture finanziarie, né tantomeno è prevista alcun coinvolgimento delle popolazioni loculi attraverso un dibattito pubblico che si ritiene fondamentale per rendere effettiva la partecipazione delle comunità locali alla realizzazione dell'opera che ha un elevato impatto negativo sui territori;
non è previsto alcun controllo del Parlamento sugli investimenti, sulla sicurezza e sulle manutenzioni il controllo del Parlamento deve essere invece effettivo e deve contenere le valutazioni tecniche, ambientali ed economico-finanziarie dell'opera che hanno gravi problematiche;
il collegamento stabile stradale e ferroviario fra la Calabria e la Sicilia è un'opera d'arte complessa che ricade in aree con elevata pericolosità sismica, ricomprese nella Zona sismica 1 (secondo la Classificazione sismica) e come risulta dalla recente Mappa di pericolosità sismica d'Italia MPS19 elaborata da INGV su incarico del Dipartimento di Protezione Civile;
per ogni progetto ingegneristico, l'approccio adottato dovrebbe essere determinato dalle caratteristiche sismo-tettoniche e dal livello di sismicità dell'area, dalla natura e dal costo del progetto, dalle conseguenze di un collasso in caso di terremoto, dalle caratteristiche del progetto, dai requisiti delle leggi e dalla percezione dell'opinione pubblica;
il ponte di collegamento tra il continente e l'isola Siciliana, ha un rilevante impatto ambientale. L'intervento ricade in prossimità di aree di rilevante e delicato pregio ambientale, in zone di protezione speciale ZPS (sul lato calabrese la ZPS della Costa Viola e su quello siciliano dalla ZPS dei Monti Peloritani, Dorsale Curcuraci, Antenna a Mare e area marina dello Stretto) e Siti di Importanza Comunitaria come i Laghi Ganzirri e ben 11 ZSC (Zone Speciali di Conservazione), ai sensi della Direttiva Habitat;
già in passato il progetto non ebbe mai un giudizio positivo di VIA, ma invece riportò un parere negativo di Valutazione di Incidenza per le ricadute sui siti della Rete Natura 2000 Europea. Il previsto utilizzo di 800.000 Mc di cemento comporterà l'apertura di nuove cave, che produrranno effetti devastanti a livello paesaggistico;
per lo scavo di circa 8 milioni di Mc di roccia e terreni, sulle due sponde durante le varie fasi del cantiere, dovrà essere prevista la caratterizzazione e la destinazione dei materiali prodotti in siti idonei da individuare. L'opera prevista comporterà inoltre stravolgimenti all'orografia superficiale e alle falde acquifere sotterranee locali;
l'articolo 3 del decreto-legge prevede il riavvio delle attività di programmazione e progettazione dell'opera con una relazione contenente alcune prescrizioni tra cui quella della compatibilità ambientale. È opportuno che si adottino misure che permettano un'analisi approfondita al fine di limitare gli impatti ambientali negativi a tutela dei territori e delle comunità locali anche attraverso l'istituzione di un osservatorio ambientale;
la realizzazione dell'opera pertanto avrà effetti negativi sotto il profilo ambientale e sismico e non produrrà effetti benefici sul trasporto e sarà insostenibile e inutile per le comunità,
impegna il Governo:
ad avviare un più approfondito studio di carattere sismico, ambientale ed economico sulla realizzazione dell'opera anche tramite enti pubblici di ricerca, dal momento che le gravi criticità sotto vari profili soprattutto ambientali e sismici rendono di fatto la medesima opera difficile da realizzarsi;
a trasmettere al Parlamento ogni nove mesi una relazione sullo stato di avanzamento dei lavori della costruzione del Ponte sullo Stretto al fine di verificare, tramite un costante ed efficace monitoraggio, le condizioni della costruzione dell'opera ed informare le comunità locali sullo stato dell'opera con particolare riferimento alle forti criticità dal punto di vista ambientale e sismico;
a costituire un osservatorio ambientale per verificare l'impatto dell'opera sulla vita dei cittadini e sui territori, anche al fine di adottare eventuali misure correttive che possano tutelare la vita delle comunità locali, in considerazione del fatto che l'impatto ambientale dell'opera produrrà ricadute negative sui territori e sulle comunità locali.
9/1067-A/6. Soumahoro.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge in esame, che prevede disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria, si inserisce nel contesto di una serie di iniziative legislative volte a consentire la realizzazione di opere infrastrutturali ferroviarie e stradali strategiche per il Sud Italia;
lo scorso 3 maggio a causa di un forte temporale si è verificato un crollo di una parte del viadotto Ortiano 2 della strada statale 177 Sila-Mare, nel tratto che collega il comune di Longobucco alla costa jonica;
si tratta di una struttura realizzata meno di dieci anni fa. Anas, che nel ruolo di gestore della rete stradale e autostradale di interesse nazionale è tenuta a garantire la viabilità e la sicurezza della rete, ha disposto un'inchiesta interna per verificare tutti i dettagli della vicenda per individuare eventuali responsabilità, istituendo una commissione tecnica con il compito di chiarire le cause del cedimento;
la strada statale 177, attualmente in fase di completamento, è un'arteria strategica sia per lo sviluppo turistico che per la pianificazione di una mobilità più eco-sostenibile, che consenta di decongestionare il traffico che ogni giorno insiste sul tratto che da Corigliano-Rossano collega al capoluogo di provincia, Cosenza, e alla Sila e da Rende alla costa tirrenica;
l'opera collegherebbe la costa ionica con l'interno della Sila grazie a una strada a scorrimento veloce, coniugando quindi la possibilità di un turismo marino con quello montano, oltre che a facilitare di molto la mobilità del traffico locale,
impegna il Governo
al fine di soddisfare le esigenze di sviluppo infrastrutturale del Sud Italia, a monitorare gli esiti degli accertamenti svolti dalla Commissione tecnica, istituita da Anas, sulle cause del cedimento e a valutare l'opportunità di procedere, sulla base di tali valutazioni, a promuovere un percorso di ripristino dell'opera.
9/1067-A/7. Furgiuele, Antoniozzi.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge all'esame dell'Assemblea, contiene importanti disposizioni per il riavvio dell'iter realizzativo del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria, la cui opera prioritaria e di preminente interesse nazionale, si ritiene avrà un ruolo essenziale per il potenziamento della rete infrastrutturale del Sud Italia e il rilancio economico e sociale;
l'applicazione effettiva delle misure previste nel medesimo provvedimento, determinerà un impatto significativo sotto il profilo della politica di coesione europea, contribuendo a colmare il gap infrastrutturale dei territori interessati, in considerazione che la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, si inquadra più in generale nel potenziamento infrastrutturale di tutto il territorio nazionale nel contesto della rete infrastrutturale europea;
la realizzazione del collegamento stabile fra la Sicilia e la Calabria è stata prevista inizialmente dalla legge 17 dicembre 1971, n. 1158, che ha affidato la concessione per la realizzazione dell'opera, nonché la gestione e la manutenzione del solo collegamento viario dell'opera medesima ad una società a totale capitale pubblico e che in attuazione di tale legge, sulla quale interviene il provvedimento in esame;
l'articolo 1 al riguardo, reca norme concernenti l'assetto societario e della governance della società Stretto di Messina Spa, prevedendo che la quota di maggioranza (51 per cento) spetta al Ministero dell'economia e delle finanze (MEF), mentre la quota restante è attribuita a R.F.I. S.p.a., Anas Spa e alle regioni Sicilia e Calabria; a tal fine si prevede altresì che il MEF eserciti i diritti dell'azionista d'intesa con il MIT (Ministero delle infrastrutture e dei trasporti) e che al MIT siano attribuite funzioni di indirizzo, controllo, vigilanza tecnica e operativa sulla società in ordine alle attività oggetto di concessione;
la lettera d) del predetto articolo 1, che sostituisce l'articolo 3-bis della legge n. 1158 del 1971, che qualificava la società Stretto di Messina Spa organismo di diritto pubblico, dispone che la stessa costituisce società in house, (ai sensi dell'articolo 16 del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175) ed inoltre la medesima lettera d), al fine di garantire il pieno rispetto dei princìpi di legalità e trasparenza nell'esercizio delle attività connesse alla realizzazione del Ponte, attribuisce (con decreto del Ministero delle infrastrutture e i trasporti) le funzioni di responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, consentendo anche la nomina, qualora se ne ravvisi la necessità, di un commissario straordinario che opera secondo specifiche disposizioni dell'articolo 12 del decreto-legge n. 77 del 2021;
in relazione alle suesposte disposizioni connesse alla vigilanza e alla trasparenza legate alle procedure per la realizzazione dell'opera infrastrutturale, (considerata strategica dal Governo) ad avviso dei sottoscrittori del presente atto, occorre innalzare il livello di monitoraggio, al fine di assicurare l'alta sorveglianza sul progetto e l'attuazione di tutte le necessarie iniziative, ed impedire infiltrazioni da parte della criminalità organizzata, attraverso la definizione di una convenzione a carico del contraente generale, in grado di garantire che la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina Spa, avvenga nel più completo rispetto delle necessarie misure di trasparenza e controllabilità dell'opera,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di prevedere nel corso dei prossimi provvedimenti, l'introduzione di una norma ad hoc, volta a stabilire nei rapporti convenzionali, gli obblighi da assumere in modo dettagliato dalla società dello Stretto di Messina Spa, per garantire ogni tipo di controllo e sorveglianza e di tutti gli altri elementi utili a prevenire le infiltrazioni della criminalità, come riportato in premessa.
9/1067-A/8. Dondi, Mollicone.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge all'esame dell'Assemblea, contiene importanti disposizioni per il riavvio dell'iter realizzativo del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria, la cui opera prioritaria e di preminente interesse nazionale, si ritiene avrà un ruolo essenziale per il potenziamento della rete infrastrutturale del Sud Italia e il rilancio economico e sociale;
l'applicazione effettiva delle misure previste nel medesimo provvedimento, determinerà un impatto significativo sotto il profilo della politica di coesione europea, contribuendo a colmare il gap infrastrutturale dei territori interessati, in considerazione che la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, si inquadra più in generale nel potenziamento infrastrutturale di tutto il territorio nazionale nel contesto della rete infrastrutturale europea;
la realizzazione del collegamento stabile fra la Sicilia e la Calabria è stata prevista inizialmente dalla legge 17 dicembre 1971, n. 1158, che ha affidato la concessione per la realizzazione dell'opera, nonché la gestione e la manutenzione del solo collegamento viario dell'opera medesima ad una società a totale capitale pubblico e che in attuazione di tale legge, sulla quale interviene il provvedimento in esame;
l'articolo 1 al riguardo, reca norme concernenti l'assetto societario e della governance della società Stretto di Messina Spa, prevedendo che la quota di maggioranza (51 per cento) spetta al Ministero dell'economia e delle finanze (MEF), mentre la quota restante è attribuita a R.F.I. S.p.a., Anas Spa e alle regioni Sicilia e Calabria; a tal fine si prevede altresì che il MEF eserciti i diritti dell'azionista d'intesa con il MIT (Ministero delle infrastrutture e dei trasporti) e che al MIT siano attribuite funzioni di indirizzo, controllo, vigilanza tecnica e operativa sulla società in ordine alle attività oggetto di concessione;
la lettera d) del predetto articolo 1, che sostituisce l'articolo 3-bis della legge n. 1158 del 1971, che qualificava la società Stretto di Messina Spa organismo di diritto pubblico, dispone che la stessa costituisce società in house, (ai sensi dell'articolo 16 del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175) ed inoltre la medesima lettera d), al fine di garantire il pieno rispetto dei princìpi di legalità e trasparenza nell'esercizio delle attività connesse alla realizzazione del Ponte, attribuisce (con decreto del Ministero delle infrastrutture e i trasporti) le funzioni di responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, consentendo anche la nomina, qualora se ne ravvisi la necessità, di un commissario straordinario che opera secondo specifiche disposizioni dell'articolo 12 del decreto-legge n. 77 del 2021,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di promuovere, nel percorso di realizzazione dell'opera, come previsto dall'articolo 4, comma 8-bis, del decreto-legge, ogni tipo di controllo e sorveglianza e di tutti gli altri elementi utili a prevenire le infiltrazioni della criminalità.
9/1067-A/8. (Testo modificato nel corso della seduta)Dondi, Mollicone.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 31 marzo 2023, n. 35, recante disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria, si inserisce nel contesto di una serie di iniziative legislative volte a consentire la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina e delle connesse opere di adduzione del traffico ferroviario e stradale;
l'opera di collegamento stabile fra la Sicilia e la Calabria rappresenta un'opera prioritaria e di preminente interesse nazionale. Essa è strategica per il completamento delle reti transeuropee di trasporto di cui al regolamento (CE) n. 1315/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2013, nell'ambito del Corridoio scandinavo-mediterraneo. La sua realizzazione appare funzionale al processo di integrazione europeo sotto il profilo della libera circolazione dei cittadini e della politica comune dei trasporti (disciplinata all'articolo 4, paragrafo 2, lettera g), e nel titolo VI del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, articoli 90-100);
il comma 1-ter dell'articolo 4 prevede che la Regione Siciliana e la regione Calabria adottino, sentiti gli enti locali interessati, un Piano integrato condiviso finalizzato ad adeguare il sistema del trasporto pubblico locale e regionale nell'area dello stretto di Messina alle esigenze di mobilità derivanti dalla realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria;
la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina comporta la necessità di una riorganizzazione complessiva della mobilità dello stretto alla luce dei nuovi scenari di mobilità, anche al fine di fungere da supporto alla nuova opera e alle sue funzioni di continuità territoriale;
in tale contesto appare necessario attuare iniziative che promuovano l'utilizzo di navi a basso impatto ambientale, anche in considerazione del fatto che da uno studio pubblicato da ISPRA nel 2021 risulta che nel 2019 il traffico navale in Italia ha emesso 4,5 Mt CO2 di gas serra, pari all'1,1 per cento delle emissioni nazionali complessive: tale dato include esclusivamente le rotte interamente effettuate in territorio italiano, a cui vanno aggiunte le emissioni relative al trasporto marittimo internazionale, stimate in 8,5 Mt CO2;
l'abbattimento delle emissioni in questo settore dipenderà principalmente dallo sviluppo di navi più efficienti dal punto di vista energetico e dalla transizione verso vettori decarbonizzati;
appare indispensabile perseguire l'obiettivo di migliorare l'efficienza energetica di navi esistenti e delle nuove navi, promuovendo anche modifiche progettuali di ottimizzazione strutturale, riduzione della resistenza/attrito con l'acqua, miglioramento dell'efficienza delle eliche e dei motori principali e ausiliari;
molte navi moderne utilizzano già motori elettrici, alimentati con energia elettrica prodotta da generatori diesel o turbine, e pertanto si prestano bene a operazioni di retrofitting con batterie o combustibili decarbonizzati,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare ogni utile iniziativa, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, al fine di promuovere, per i collegamenti tra la Sicilia e il continente, l'utilizzo di navi ibride per i servizi di trasporto passeggeri per garantire migliori performance ambientali e un significativo abbattimento delle emissioni inquinanti delle navi, anche nei porti, con interventi quali sistemi di propulsione di ultima generazione, batterie elettriche, soluzioni ibride o comunque innovative sotto il profilo idrodinamico, sistemi digitali di controllo o della sostenibilità dei materiali.
9/1067-A/9. Rotelli, Mollicone.
La Camera,
premesso che:
il decreto in oggetto prevede la realizzazione di un'opera, il Ponte sullo stretto, che assorbirà una rilevante quantità di risorse ma non risolverà il problema della grave carenza infrastrutturale del Mezzogiorno;
la viabilità minore in questi territori evidenzia gravi criticità in particolare quella gestita dalle amministrazioni provinciali;
per la particolare orografia territoriale le Province di Potenza e Matera presentano una sempre crescente difficoltà nella manutenzione delle strade a causa della mancanza di risorse che si ripercuote anche sulla sicurezza stessa degli automobilisti;
tale situazione si è ancor di più aggravata a seguito di una stagione invernale e soprattutto primaverile particolarmente piovosa con molte arterie, anche di strategica rilevanza per la mobilità interna, interessate da frane, smottamenti e deterioramento del manto stradale;
occorrerebbe che Anas riacquistasse competenza su alcune di esse, almeno su quelle ritenute di interesse comprensoriale e che collegano anche siti industriali,
impegna il Governo
al fine di soddisfare le esigenze di sviluppo infrastrutturale del sud Italia, ad attivare entro 30 giorni dalla conversione in legge del presente decreto un tavolo istituzionale di confronto con le Province di Potenza e Matera e con la presenza di Anas, allo scopo di promuovere adeguati trasferimenti per interventi di messa in sicurezza della viabilità provinciale e per individuare le arterie ulteriori da trasferire per competenza ad Anas.
9/1067-A/10. Amendola, Lomuti.
La Camera,
considerato che:
autorevolmente è stato osservato che per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, sarà utilizzato acciaio prodotto in Italia;
l'articolo 30 del decreto-legge 21 marzo 2022, n. 21, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 maggio 2022, n. 51, prevede, in considerazione delle tensioni geopolitiche, del crescente prezzo delle materie prime e delle difficoltà di approvvigionamento, che i rottami ferrosi siano considerati materie prime critiche, soggetto a obbligo di notifica in caso di esportazione oltre le 250 tonnellate (ovvero oltre le 500 tonnellate mensili se l'esportazione è effettuata in più operazioni inferiori a 250 tonnellate);
tale notifica va fatta almeno 20 giorni prima dell'operazione ai Ministeri delle imprese e del made in Italy e al Ministero degli affari esteri. La misura più volte prorogata, scade il 31 dicembre 2023;
per soddisfare la futura e crescente domanda di metalli di base è essenziale mantenere la produzione all'interno dell'Unione europea, sia di primario che di materiali riciclati, ai fini di ridurre la dipendenza da approvvigionamenti esteri e conseguire benefici sia dal punto di vista economico che ambientale;
l'articolo 57 del nuovo codice appalti (decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36) prevede al comma 2 l'applicazione delle Clausole di sostenibilità energetica e ambientale nel bando di gara e negli avvisi. In tale ambito le stazioni appaltanti valorizzano economicamente le procedure di affidamento di appalti e concessioni conformi ai criteri ambientali minimi;
l'articolo 40-ter del decreto-legge 16 luglio 2020 n. 76, con modificazioni, dalla legge 11 settembre 2020, n. 120 promuove una gestione sostenibile, efficiente e razionale del recupero di materiali metallici secondo i principi dell'economia circolare;
questi metalli se recuperati, consentirebbero un ingente risparmio di emissione di anidride carbonica. Il consumo energetico per la a produzione di materia prima riciclata rappresenta appena il 5 per cento di quella necessaria per la produzione del materiale primario;
anche i rottami di metalli non ferrosi sono materie prime critiche strategiche per il Paese ed in particolare l'alluminio, il rame e le leghe di nichel in sostituzione delle ferroleghe. Essi rappresentano un serbatoio di risorse essenziali per il raggiungimento degli obiettivi europei e nazionali di economia circolare;
dal 2002 l'Europa è un esportatore netto di rottami di alluminio – più di 1 milione di tonnellate all'anno, l'80 per cento esportato in Asia (Cina, India, Pakistan, Corea) – e di rottame di rame per circa 900.000 tonnellate anno. Di rottame di nichel ne sono uscite nel 2021 15.238 tonnellate dall'Unione Europea, di cui 345 dall'Italia;
nonostante 1'esistenza del citato articolo 30 del decreto-legge n. 21 del 2022, l'export di rottami ferrosi, in particolare verso la Turchia, non appare avere avuto flessioni,
impegna il Governo:
nell'ambito delle attività di programmazione e di progettazione del Ponte sullo Stretto di Messina, a valutare la possibilità di inserire tra le prescrizioni relative ai criteri di valutazione dell'offerta, l'approvvigionamento di materiali metallici prodotti da impianti appartenente ad un Paese ricadente in ambito EU/ETS di cui al decreto legislativo 9 giugno 2020, n. 47, privilegiando, in attuazione dei criteri ambientali minimi di cui al comma 2 dell'articolo 57 del decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36, la minore distanza dal luogo di produzione di detti materiali;
ad adottare norme più stringenti in materia di export di materiali metallici in particolare;
a) estendendo l'obbligo di notifica anche ai metalli non ferrosi;
b) aumentando il termine entro il quale occorre notificare l'export al fine di incrementare i controlli;
c) ampliare il periodo di applicazione degli obblighi di notifica oltre il 31 dicembre 2023.
9/1067-A/11. Casasco.
La Camera,
premesso che:
è con l'istituzione della Società Stretto di Messina avvenuta in data 11 giugno 1981, in attuazione dell'articolo 1 della legge n. 1158 del 1971 recante «Collegamento viario e ferroviario fra la Sicilia ed il continente», che l'attività di progettazione del cosiddetto Ponte sullo Stretto prende avvio;
con il promulgamento della Legge Obiettivo n. 443 del 2001 e la stesura del 1° Programma delle Opere strategiche 21 dicembre 2001, il ponte venne inserito tra le diciannove grandi opere nazionali;
nel 2012 lo Stato ha avviato un percorso finalizzato a verificare, la sostenibilità del piano economico finanziario del collegamento stabile viario e ferroviario tra Sicilia e Calabria. All'esito di tale verifica, l'articolo 34-decies del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179 ha previsto la caducazione della Convenzione di concessione affidata alla Stretto di Messina, nonché di tutti i rapporti contrattuali dalla medesima stipulati;
la relazione della Corte dei conti ricorda inoltre che nel corso degli anni, la concessionaria ha richiesto, nei confronti delle amministrazioni statali, per le proprie pregresse attività, più di 300 milioni;
considerato che:
attraverso quanto disposto all'articolo 1, comma 493, del Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e del bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025, al fine di sostenere i programmi di sviluppo e il rafforzamento patrimoniale della società Stretto di Messina, le società Rete ferroviaria italiana Spa e Anas Spa sono autorizzate, a sottoscrivere aumenti di capitale idonei al rafforzamento patrimoniale, fino a un importo complessivo di 50 milioni di euro;
il provvedimento in esame dispone all'articolo 4, comma 9-bis che la società concessionaria debba sottoscrivere una apposita convenzione con i comuni di Messina e di Villa San Giovanni per l'adozione di un «Piano di comunicazione per la realizzazione del Ponte sullo Stretto», la stessa avrà un costo per la collettività di 7 milioni di euro,
impegna il Governo
a prevedere la sottoscrizione di un accordo di programma tra la Regione Calabria, la città metropolitana di Reggio Calabria e il Comune di Villa San Giovanni volto a prevedere lo sviluppo integrato del territorio del Comune di Villa San Giovanni sotto il profilo urbanistico, trasportistico e ambientale, con particolare riguardo alla ridefinizione dei servizi di mobilità intermodale, viabilità congruente con le opere di collegamento e di mobilità dinamica, allo sviluppo del porto turistico, delle attività commerciali e fieristiche, alla riqualificazione dell'area costiera, nonché alla riqualificazione e valorizzazione delle aree collinari cittadine.
9/1067-A/12. Iaria.
La Camera,
premesso che:
è con l'istituzione della Società Stretto di Messina avvenuta in data 11 giugno 1981, in attuazione dell'articolo 1 della legge n. 1158 del 1971 recante «Collegamento viario e ferroviario fra la Sicilia ed il continente», che l'attività di progettazione del cosiddetto Ponte sullo Stretto prende avvio;
con il promulgamento della Legge Obiettivo n. 443 del 2001 e la stesura del 1° Programma delle Opere strategiche 21 dicembre 2001, il Ponte venne inserito tra le diciannove grandi opere nazionali;
nel 2012 lo Stato ha avviato un percorso finalizzato a verificare, la sostenibilità del piano economico finanziario del collegamento stabile viario e ferroviario tra Sicilia e Calabria. All'esito di tale verifica, l'articolo 34-decies del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179 ha previsto la caducazione della Convenzione di Concessione affidata alla Stretto di Messina, nonché di tutti i rapporti contrattuali dalla medesima stipulati;
la relazione della Corte dei conti ricorda inoltre che nel corso degli anni, la concessionaria ha richiesto, nei confronti delle amministrazioni statali, per le proprie pregresse attività, più di 300 milioni;
considerato che:
attraverso quanto disposto all'articolo 1, comma 493, del Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e del bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025, al fine di sostenere i programmi di sviluppo e il rafforzamento patrimoniale della società Stretto di Messina, le società Rete ferroviaria italiana Spa e Anas Spa sono autorizzate, a sottoscrivere aumenti di capitale idonei al rafforzamento patrimoniale, fino a un importo complessivo di 50 milioni di euro;
il provvedimento in esame è volto a ripristinare assetto e governance della società Stretto di Messina, nonché a riavviare la progettazione dell'opera fermo restando la variabilità dei costi, secondo la relazione tecnica, dell'impossibilità di aggiornarne i costi all'incidenza effettiva dell'incremento dei materiali;
all'interno del Documento di economia e finanza 2023, approvato, non senza difficoltà, il 28 aprile 2023, si configura l'ipotesi di un costo pluriennale di circa 15 miliardi tra opera principale e opere accessorie;
nello stesso Documento non si evidenziano particolari interventi infrastrutturali per la Regione Sardegna, che sconta anche un numero esiguo di interventi, previsti nell'ambito del Pnrr,
impegna il Governo
a dare reale attuazione al dettato costituzionale previsto all'articolo 119, sesto comma, con riferimento anche alla regione Sardegna, evitando inoltre di accrescere con i propri provvedimenti la sperequazione infrastrutturale tra le isole maggiori del Paese.
9/1067-A/13. Todde, Deidda, Ghirra, Giagoni, Zoffili.
La Camera,
impegna il Governo
a dare attuazione al dettato costituzionale previsto all'articolo 119, sesto comma, con riferimento alla regione Sardegna, contrastando la sperequazione infrastrutturale tra le isole maggiori del Paese.
9/1067-A/13. (Testo modificato nel corso della seduta)Todde, Deidda, Ghirra, Giagoni, Zoffili.
La Camera,
premesso che:
è con l'istituzione della Società Stretto di Messina avvenuta in data 11 giugno 1981, in attuazione dell'articolo 1 della legge n. 1158/1971 recante «Collegamento viario e ferroviario fra la Sicilia ed il continente», che l'attività di progettazione del cosiddetto Ponte sullo Stretto prende avvio;
con il promulgamento della Legge Obiettivo n. 443 del 2001 e la stesura del 1° Programma delle Opere strategiche 21 dicembre 2001, il Ponte venne inserito tra le diciannove grandi opere nazionali;
nel 2012 lo Stato ha avviato un percorso finalizzato a verificare, la sostenibilità del piano economico finanziario del collegamento stabile viario e ferroviario tra Sicilia e Calabria. All'esito di tale verifica, l'articolo 34-decies del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179 ha previsto la caducazione della Convenzione di Concessione affidata alla Stretto di Messina, nonché di tutti i rapporti contrattuali dalla medesima stipulati;
la relazione della Corte dei conti ricorda inoltre che nel corso degli anni, la concessionaria ha richiesto, nei confronti delle amministrazioni statali, per le proprie pregresse attività, più di 300 milioni;
considerato che:
all'articolo 3, con riferimento al riavvio della programmazione e progettazione dell'opera, il progetto definitivo risulta essere quello approvato nel 2011 ai sensi del decreto legislativo 20 agosto 2002, n. 190. Il comma 2 del medesimo articolo prevede che il progetto esecutivo sia adeguato;
con riferimento al passaggio navale, l'altezza unica navigabile è prevista in 65 metri, che al momento sembra un'altezza congrua tuttavia, è noto che si stia andando verso il cd. gigantismo navale, si costruiscono delle navi sempre più grandi e sempre più alte, e quindi potrebbe darsi che anche questa altezza si rivelerà insufficiente. Questa problematica rientrava tra i venti punti di criticità che aveva sollevato l'allora Governo Monti, rendendo quel progetto non proseguibile e la situazione tal quali ad oggi,
impegna il Governo
a sottendere l'avvio dei lavori ad un reale ed approfondito studio relativo al fenomeno del cosiddetto gigantismo navale, evitando che il progetto esecutivo non tenga conto di questo fattore e che dunque il Ponte, una volta costruito, rappresenti un ostacolo al trasporto delle merci via mare o per le crociere turistiche.
9/1067-A/14. Traversi.
La Camera,
premesso che:
è con l'istituzione della Società Stretto di Messina avvenuta in data 11 giugno 1981, in attuazione dell'articolo 1 della legge n. 1158 del 1971 recante «Collegamento viario e ferroviario fra la Sicilia ed il continente», che l'attività di progettazione del cosiddetto Ponte sullo Stretto prende avvio;
con il promulgamento della Legge Obiettivo n. 443 del 2001 e la stesura del 1° Programma delle Opere strategiche 21 dicembre 2001, il Ponte venne inserito tra le diciannove grandi opere nazionali;
nel 2012 lo Stato ha avviato un percorso finalizzato a verificare, la sostenibilità del piano economico finanziario del collegamento stabile viario e ferroviario tra Sicilia e Calabria. All'esito di tale verifica, l'articolo 34-decies del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179 ha previsto la caducazione della Convenzione di Concessione affidata alla Stretto di Messina, nonché di tutti i rapporti contrattuali dalla medesima stipulati;
la relazione della Corte dei conti ricorda inoltre che nel corso degli anni, la concessionaria ha richiesto, nei confronti delle amministrazioni statali, per le proprie pregresse attività, più di 300 milioni;
considerato che:
il costo dell'opera è stato in prima analisi delineato nell'ambito del documento di economia e finanza 2023, all'interno del focus dedicato nel cosiddetto allegato infrastrutture alla voce «fondi destinati alla realizzazione dell'opera» si legge che: al finanziamento dell'opera si intende provvedere mediante: le risorse messe a disposizione dalle Regioni a valere, in particolare, sui Fondi per lo Sviluppo e la Coesione; l'individuazione, in sede di definizione della legge di bilancio 2024, della copertura finanziaria pluriennale a carico del bilancio dello Stato; i finanziamenti privati contratti sul mercato nazionale e internazionale; l'accesso alle sovvenzioni di cui al programma Connecting Europe Facility – CEF (bando entro settembre 2023);
l'unica misura certa, ossia nella immediata disponibilità del Governo, è rappresentata dalla ancora indefinita quota parte relativa alla legge di bilancio 2024, posto che non è noto, né con quante risorse le regioni Calabria e Sicilia possano provvedere nell'ambito dei fondi FSC, né tanto meno quali e quanti finanziamenti privati si potranno reperire sul mercato, né da ultimo si può considerare tra le fonti certe l'accesso alle sovvenzioni CEF, non avendo ancora neanche partecipato al bando,
impegna il Governo
a fornire, nel più breve tempo possibile, alle Camere una dettagliata analisi, non solo dei costi previsti ma soprattutto delle risorse economiche e finanziarie iscritte in modo certo e definito nella contabilità pubblica, si da non incorrere in ambiguità previsionali.
9/1067-A/15. Cantone.
La Camera,
premesso che:
è con l'istituzione della Società Stretto di Messina avvenuta in data 11 giugno 1981, in attuazione dell'articolo 1 della legge n. 1158/1971 recante «Collegamento viario e ferroviario fra la Sicilia ed il continente», che l'attività di progettazione del cosiddetto Ponte sullo Stretto prende avvio; con il promulgamento della Legge Obiettivo n. 443/2001 e la stesura del 1° Programma delle Opere strategiche 21 dicembre 2001, il Ponte venne inserito tra le diciannove grandi opere nazionali; nel 2012 lo Stato ha avviato un percorso finalizzato a verificare, la sostenibilità del piano economico finanziario del collegamento stabile viario e ferroviario tra Sicilia e Calabria. All'esito di tale verifica, l'articolo 34-decies del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179 ha previsto la caducazione della Convenzione di Concessione affidata alla Stretto di Messina, nonché di tutti i rapporti contrattuali dalla medesima stipulati;
la relazione della Corte dei conti ricorda inoltre che «nel corso degli anni, la concessionaria ha richiesto, nei confronti delle amministrazioni statali, per le proprie pregresse attività, più di 300 milioni»;
considerato che:
la continuità territoriale, assume oggi un valore costituzionale, posto che il nuovo articolo 119, comma 6, reca dispone che «La Repubblica riconosce le peculiarità delle Isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità»;
considerato inoltre che:
il Ponte non potrà rappresentare l'unica modalità di attraversamento di fatti in ragione delle particolari condizioni climatiche, geologiche e ambientali dello Stretto questa potrebbe non essere fruibile 365 giorni l'anno, e comunque per i prossimi dieci anni circa, la struttura dovrebbe essere in progettazione/costruzione;
nell'ambito del Contratto di Programma stipulato tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e Rfi Spa, il programma Al008 prevede iniziative volte al rinnovo e upgrading della flotta, con l'acquisto di due nuove navi idonee al traghettare treni completi di 200 metri senza operazioni di scomposizione con l'obiettivo di velocizzazione le operazioni di attraversamento dinamico dello Stretto di Messina,
impegna il Governo
a proseguire le iniziative di rinnovo e upgrading della flotta in servizio presso lo Stretto di Messina, attraverso l'integrale copertura finanziaria dell'investimento necessario a Rete ferroviaria italiana ad avviare le suddette procedure negoziali pianificate.
9/1067-A/16. Fede.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame disciplina il riavvio delle attività di programmazione e progettazione dell'opera, redatto ai sensi del decreto legislativo 20 agosto 2002, n. 190;
considerato che:
il Ponte «della Becca» lungo la S.S. 617 «Bronese» rappresenta un'opera fondamentale per la Regione Lombardia e in particolare per la provincia di Pavia;
l'opera, ubicata alla confluenza tra il Po ed il Ticino, ha una lunghezza complessiva di 1.081 metri suddivisa in n. 13 campate sorrette da pile in muratura. L'impalcato, a via inferiore, è realizzato con una travatura metallica con pareti reticolari a doppia diagonale. La larghezza dell'impalcato è pari a 8,20 metri di cui 7,00 metri per carreggiata centrale e ulteriori 0,60 metri per travi laterali;
la provincia di Pavia ha acquisito un finanziamento dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili pari a 3 milioni di euro e sta redigendo il progetto di fattibilità tecnico-economica; Anas, una volta inserito l'intervento nel prossimo CdP procederà ad acquisire il PFTE e a sviluppare le successive fasi progettuali,
impegna il Governo
al fine di soddisfare le esigenze di sviluppo infrastruttuale del Paese, cui risulta funzionale la realizzazione del ponte di collegamento tra Sicilia e Calabria, a introdurre il nuovo ponte sulla Becca tra le opere prioritarie da finanziare integralmente all'interno dell'emanando Contratto di Programma 2021-2026 tra Anas Spa e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
9/1067-A/17. Barzotti.
La Camera,
premesso che:
è con l'istituzione della Società Stretto di Messina avvenuta in data 11 giugno 1981, in attuazione dell'articolo 1 della legge n. 1158 del 1971 recante «Collegamento viario e ferroviario fra la Sicilia ed il continente», che l'attività di progettazione del cosiddetto Ponte sullo Stretto prende avvio; con il promulgamento della Legge Obiettivo n. 443 del 2001 e la stesura del 1° Programma delle Opere strategiche 21 dicembre 2001, il Ponte venne inserito tra le diciannove grandi opere nazionali; nel 2012 lo Stato ha avviato un percorso finalizzato a verificare, la sostenibilità del piano economico finanziario del collegamento stabile viario e ferroviario tra Sicilia e Calabria. All'esito di tale verifica, l'articolo 34-decies del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179 ha previsto la caducazione della Convenzione di Concessione affidata alla Stretto di Messina, nonché di tutti i rapporti contrattuali dalla medesima stipulati;
la relazione della Corte dei conti ricorda inoltre che «nel corso degli anni, la concessionaria ha richiesto, nei confronti delle amministrazioni statali, per le proprie pregresse attività, più di 300 milioni»;
considerato che:
durante l'esame nelle commissioni riunione VIII e IX, è stato introdotto all'articolo 4 il comma 9-bis che prevede che la società concessionaria sottoscriva una apposita convenzione con i comuni di Messina e di Villa San Giovanni per l'adozione di un «Piano di comunicazione per la realizzazione del Ponte sullo Stretto» volto ad assicurare l'attuazione di iniziative permanenti di informazione e di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza sullo stato di avanzamento dell'opera, da svolgere in collaborazione con i competenti enti territoriali. In base a quanto stabilito dal comma in esame, la convenzione individua le modalità attuative per lo svolgimento delle citate iniziative e ne garantisce la realizzazione a partire dal 2024 durante tutta la fase di realizzazione dell'opera fino al collaudo della stessa, e comunque non oltre il 2030. Per lo svolgimento di tale attività viene autorizzata la spesa complessiva di 7 milioni di euro;
ritenuto che, nell'ambito delle ingenti risorse previste, a legislazione vigente si possa provvedere anche all'informazione dei cittadini senza per questo dover ridurre le risorse accantonate dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti,
impegna il Governo
a prevedere, anche con futuri provvedimenti normativi, di utilizzare le risorse stanziate all'articolo 4, comma 9-bis per il piano di comunicazione del cantiere Ponte sullo Stretto, per sostenere la mobilità degli studenti universitari calabresi e siciliani, con particolare riferimento alla drastica riduzione dei costi per gli spostamenti aerei, navali e ferroviari extraregionali.
9/1067-A/18. Francesco Silvestri, D'Orso, Amato, Pellegrini, Ascari, Orrico, Penza, Morfino.
La Camera,
premesso che:
è con l'istituzione della Società Stretto di Messina avvenuta in data 11 giugno 1981, in attuazione dell'articolo 1 della legge n. 1158 del 1971 recante «Collegamento viario e ferroviario fra la Sicilia ed il continente», che l'attività di progettazione del cosiddetto Ponte sullo Stretto prende avvio; con il promulgamento della Legge Obiettivo n. 443 del 2001 e la stesura del 1° Programma delle Opere strategiche 21 dicembre 2001, il Ponte venne inserito tra le diciannove grandi opere nazionali; nel 2012 lo Stato ha avviato un percorso finalizzato a verificare, la sostenibilità del piano economico finanziario del collegamento stabile viario e ferroviario tra Sicilia e Calabria. All'esito di tale verifica, l'articolo 34-decies del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179 ha previsto la caducazione della Convenzione di Concessione affidata alla Stretto di Messina, nonché di tutti i rapporti contrattuali dalla medesima stipulati;
la relazione della Corte dei conti ricorda inoltre che «nel corso degli anni, la concessionaria ha richiesto, nei confronti delle amministrazioni statali, per le proprie pregresse attività, più di 300 milioni»;
considerato che:
durante l'esame nelle commissioni riunione VIII e IX, è stato introdotto all'articolo 4 il comma 9-bis che prevede che la società concessionaria sottoscriva una apposita convenzione con i comuni di Messina e di Villa San Giovanni per l'adozione di un «Piano di comunicazione per la realizzazione del Ponte sullo Stretto» volto ad assicurare l'attuazione di iniziative permanenti di informazione e di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza sullo stato di avanzamento dell'opera, da svolgere in collaborazione con i competenti enti territoriali. In base a quanto stabilito dal comma in esame, la convenzione individua le modalità attuative per lo svolgimento delle citate iniziative e ne garantisce la realizzazione a partire dal 2024 durante tutta la fase di realizzazione dell'opera fino al collaudo della stessa, e comunque non oltre il 2030. Per lo svolgimento di tale attività viene autorizzata la spesa complessiva di 7 milioni di euro;
ritenuto che, nell'ambito delle ingenti risorse previste, a legislazione vigente si possa provvedere anche all'informazione dei cittadini senza per questo dover ridurre le risorse accantonate dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
considerato inoltre che:
in data 3 maggio 2023 il fiume Trionto, dopo un giorno di pioggia, ha fatto collassare uno dei piloni del viadotto provocando il crollo della strada nel tratto che attraversa il comune di Longobucco, tra il bivio di Ortiano e quello di Destro/Manco;
la strada Mirto Crosia-Longobucco, nota anche come strada Sila-mare, è un'infrastruttura strategica per i cittadini residenti nelle zone dello Ionio cosentino e per i comuni dei medesimi territori in quanto, una volta ultimata, consentirà di collegare in sicurezza e in tempi brevi le aree interne dell'altopiano silano con la fascia costiera ionica cosentina;
la strada Sila-mare è fondamentale per l'ammodernamento e la sicurezza dei collegamenti delle aree interne con le zone costiere. Il completamento dell'asse Mirto Crosia-Longobucco riuscirebbe a collegare le sponde dello Ionio di Corigliano-Rossano con il Parco nazionale della Sila in meno di 20 minuti mentre ad oggi, dopo 30 anni, vede percorribili appena 11 chilometri su 25 totali,
impegna il Governo:
a sottoscrivere una apposita convenzione con l'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, l'Anas Spa e la regione Calabria per attività di ispezione delle infrastrutture, in particolare di ponti e viadotti della regione Calabria, al fine di garantire la sicurezza delle infrastrutture calabresi e assicurare il diritto alla mobilità;
a prevedere con urgenza, anche con un decreto-legge ad hoc, alla messa in sicurezza dell'infrastruttura citata in premessa, con particolare riferimento alla ricostruzione del viadotto crollato ed ogni altra azione volta a togliere i cittadini di Longobucco dall'isolamento.
9/1067-A/19. Baldino, Simiani, D'Orso, Iaria, Amato, Pellegrini, Stumpo, Morfino.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 1 del provvedimento in esame modifica l'assetto societario della società Stretto di Messina S.p.a. e ridefinisce la composizione degli organi di amministrazione e controllo della medesima; in particolare, la predetta società, in liquidazione, torna in bonis e si trasforma in una società in house ai sensi dell'articolo 16 del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175. L'assetto societario prevede la partecipazione di Rfi, Anas, delle Regioni Sicilia e Calabria e per una quota non inferiore al 51 per cento del Ministero dell'economia e delle finanze e del Ministero delle infrastrutture e trasporti;
considerato che:
con il decreto-legge in esame il Governo intende riavviare l'iter approvativo interrotto da oltre dieci anni, mediante modifiche alla legge n. 1178 del 1971 volte a definire una nuova compagine societaria della SdM Spa, riprendendo l'originario rapporto di concessione, previa definizione stragiudiziale delle controversie, revoca dello stato di liquidazione e ridefinizione degli organi di amministrazione e controllo, e prevedendo il complessivo riavvio dell'attività di programmazione e progettazione dell'opera, al fine di pervenire, mediante un procedimento accelerato e semplificato, che si articola in una conferenza di servizi istruttoria e in una VIA semplificata, all'approvazione del progetto definitivo da parte del CIPESS;
l'articolo 3-bis della legge n. 1158 del 1971, come novellato dal decreto-legge in esame, prevede la nuova definizione della SdM S.p.a. come società in house, ai sensi dell'articolo 16 del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175, e che la durata residua della concessione è stimata in trenta anni dall'entrata in esercizio dell'opera, al netto delle proroghe per la realizzazione;
dal contenuto del provvedimento non emerge la ratio di contenimento della spesa pubblica, sottesa all'articolo 4 del citato decreto legislativo n. 175 del 2016 e ai principi di cui all'articolo 192 del Codice dei contratti pubblici, nella parte in cui il mancato ricorso al mercato richiede che siano evidenti i benefici per la collettività anche con riferimento agli obiettivi di universalità e socialità, di efficienza, di economicità e di qualità del servizio, nonché di ottimale impiego delle risorse pubbliche;
l'Allegato Infrastrutture al Documento di economia e finanze quantifica il costo aggiornato dell'opera in 13,5 miliardi di euro, il doppio rispetto al costo presunto riportato nel DBF 2011 e all'importo contrattuale presentato al CIPE nel 2011 in sede di approvazione del progetto definitivo, pari a 6,7 miliardi di euro;
il comma 8-bis dell'articolo 2, introdotto in sede referente, nel dichiarato intento di garantire la piena coerenza del processo di aggiornamento del costo complessivo dell'opera con i documenti di finanza pubblica, precisa che il predetto costo comprende l'aggiornamento dei prezzi dei contratti caducati ai sensi dell'articolo 34-decies, comma 3, secondo periodo, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, al netto degli oneri finanziari funzionali alla remunerazione dei capitali apportati dall'investitore privato e degli oneri funzionali all'adeguamento del progetto esecutivo alle prescrizioni dettate in sede di approvazione del progetto preliminare, che sono previsti nell'aggiornamento complessivo del costo del progetto. La perdurante incertezza in ordine alla fattibilità dell'opera che si basa su una progettazione definitiva non conclusa e carente sotto numerosi profili, primo fra tutti la valutazione di compatibilità ambientale in ordine alle parti variate rispetto ad un progetto preliminare, risalente al 2002, rende, di fatto, inadeguata la stima in ordine ai costi attesi e ai tempi di entrata in esercizio dell'infrastruttura,
impegna il Governo
ad adottare ogni iniziativa, anche di carattere normativo, affinché il riavvio delle attività di programmazione e progettazione dell'opera affidato alla società Stretto di Messina S.p.a. e la stipula degli atti contrattuali con il contraente generale e gli altri affidatari siano subordinati allo sviluppo della progettazione di fattibilità tecnico-economica delle possibili alternative progettuali e localizzative, al fine di garantire gli approfondimenti tecnici necessari a dare soluzione alle persistenti criticità e carenze riguardanti la fattibilità e la sostenibilità del progetto, sotto il profilo economico e finanziario e dell'impatto sul territorio, e di salvaguardare gli equilibri della finanza pubblica in rapporto alle risorse disponibili.
9/1067-A/20. Donno, Ilaria Fontana, L'Abbate, Morfino, Santillo.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 4 del provvedimento in esame introduce disposizioni finali e di coordinamento al fine di consentire, in tempi rapidi, la riattivazione della società e la ridefinizione dei rapporti contrattuali dalla medesima stipulati;
l'area per la costruzione del Ponte sullo Stretto è ad elevatissimo rischio sismico presentando caratteristiche geologiche di singolare complessità in quanto ubicata al confine tra settori litosferici che si allontanano mediamente di circa un centimetro all'anno;
se da un lato le maggiori conoscenze tecnico-scientifiche e le innovazioni tecnologiche consentono di indagare il territorio con livelli di dettaglio sempre più avanzati, dall'altro si manifestano condizioni particolarmente impegnative per l'esecuzione di rilievi e prospezioni, trattandosi di esplorazioni in tratti in gran parte sommersi;
il tasso di sollevamento del tratto di costa siciliana stimato è pari a circa 0,5 millimetri/anno, contro quello della parte continentale che è circa quattro volte in più; in altre parole, il ponte a campata unica più lungo al mondo collegherà settori che si allontanano reciprocamente (margini divergenti) e che si sollevano con velocità differenti;
lo Stretto è attraversato da un complesso sistema di faglie attive responsabili del catastrofico terremoto del 1908 (magnitudo 7.1 Richter) che distrusse Reggio Calabria e Messina. In occasione di tale evento sismico, le coste della Calabria e della Sicilia si allontanarono in pochi secondi di circa 70 centimetri, con abbassamento di 55 centimetri per la costa calabrese e di 75 centimetri per quella siciliana;
per tali problematiche legate a sollevamenti differenziali (accentuati in occasione di spostamenti maggiori registrabili in occasione di terremoti più o meno violenti), saranno impiegate adeguate soluzioni ingegneristiche sulla base di conoscenze puntuali e circostanziate che vanno al di là delle problematiche connesse al terremoto, come quelle inerenti alla stabilità dei versanti, soprattutto per quanto riguarda le cosiddette «grandi frane» o «deformazioni gravitative profonde»;
considerato che:
è quanto mai necessario condurre una valutazione dell'impatto del ciclo di vita (Lca) del Ponte sullo Stretto per quantificare le emissioni che produrrà lungo tutto il suo arco di utilizzo, a partire dalla produzione dei materiali e dai cantieri, atteso che è innegabile che la costruzione di un'infrastruttura di questo tipo avrà un impatto ambientale non trascurabile,
impegna il Governo
ad adottare, nel primo provvedimento utile, le opportune iniziative volte ad introdurre, tra i requisiti indispensabili ai fini della stipulazione di atti aggiuntivi di cui all'articolo 4, comma 3 del provvedimento in esame, anche la valutazione del ciclo di vita (Lca) dell'intera opera, nonché l'aggiornamento, da parte del Consiglio nazionale dei geologi, dei modelli geologico, geomorfologico e sismotettonico dell'area dello Stretto di Messina, formulati nel 2011, data di approvazione del progetto definitivo.
9/1067-A/21. L'Abbate, Ilaria Fontana, Morfino, Santillo.
La Camera,
premesso che:
in data 12 gennaio 2021 il Consiglio dei ministri e, nelle sedute del 26 e 27 aprile il Parlamento, hanno approvato il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) che attua il programma NextGenerationEU, varato ad integrazione del Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027, alla luce delle conseguenze economiche e sociali della pandemia;
il Regolamento UE 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 febbraio 2021 istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza, esso stabilisce gli obiettivi del dispositivo, il suo finanziamento, le forme di finanziamento dell'Unione erogabili nel suo ambito e le regole di erogazione di tale finanziamento;
nell'ambito del Missione 3 del PNRR (interventi sull'Infrastruttura Ferroviaria Nazionale, interventi sulle Ferrovie Regionali, per il monitoraggio e la sorveglianza digitale delle opere d'arte e per i Raccordi ferroviari), è stato messo a disposizione del Gestore dell'Infrastruttura ferroviaria un ammontare complessivo di risorse pari a 23,86 miliardi di euro, rendicontabili nel periodo 2020-2026, di cui 12,66 miliardi allocati su «nuovi progetti» e 11,2 miliardi di euro allocati su «progetti in essere»; i numerosi interventi di adeguamento e potenziamento della linea si sommano ai molteplici interventi manutentivi straordinari e ordinari, producendo, nel breve e medio periodo, l'inevitabile limitazione nell'uso della Rete Ferroviaria per le Imprese Ferroviarie del trasporto merci;
sulla base delle comunicazioni effettuate dal Gestore dell'Infrastruttura alle Imprese Ferroviarie, si stima che, nel corso del solo anno 2023, il complesso dei vari interventi programmati sulla rete produca un totale di oltre 1.300 giorni di indisponibilità totale di linea e circa 1.260 giorni di indisponibilità di binario per il segmento merci;
le restrizioni della capacità della rete impattano sull'operatività delle imprese, traducendosi in cancellazioni dei treni e deviazioni in orario con conseguenti allungamenti di percorrenza: dalle cancellazioni deriva un mancato fatturato, mentre dalle deviazioni scaturiscono extracosti legati ai servizi prestati dal GI (come pedaggio ed energia), dai servizi autoprodotti (come trazione e manovra) e dal maggiore impiego di risorse proprie,
impegna il Governo
al fine di soddisfare le esigenze di sviluppo infrastrutturale del Paese, a destinare parte delle risorse destinate ai lavori infrastrutturali sulla rete ferroviaria al ristoro degli effetti negativi subiti dalle Imprese Ferroviarie per la conseguente riduzione della capacità di rete e a convocare un tavolo tecnico, aperto alla partecipazione degli interlocutori del sistema ferroviario, al fine di determinare puntualmente l'effettivo impatto economico derivante dalle limitazioni di rete e il relativo impegno di spesa necessario al fine di assicurare un adeguato ristoro e la conseguente competitività del settore.
9/1067-A/22. Santillo, Ilaria Fontana, L'Abbate, Morfino.
La Camera,
premesso che:
la ripresa dell'iniziativa volta a realizzare il Ponte sullo Stretto di Messina può essere letta positivamente a condizione che sia inserita nell'ambito di un progetto più vasto di infrastrutturazione del Mezzogiorno, a fronte di un puntuale piano economico-finanziario e di un altrettanto chiaro cronoprogramma, nonché della garanzia che questo intervento non vada a scapito di altri, pur importanti interventi di cui necessita il Mezzogiorno per uscire dalla sconfortante condizione attuale, definita dall'ISTAT come «il territorio arretrato più esteso dell'area euro»;
vaste aree del Sud del Paese rimangono caratterizzate da una scarsissima accessibilità di rete ad alta velocità e ad alta capacità, oltre ad avere una rete convenzionale arretrata, obsoleta e poco efficiente, quasi sempre ad unico binario e senza elettrificazione;
in Calabria sono 686 i chilometri a binario unico su 965 chilometri totali di rete ferroviaria, ossia il 69,6 per cento; mentre la rete non elettrificata conta 477 chilometri, ossia il 49,4 per cento del totale;
l'elettrificazione della ferrovia Jonica tra Sibari e Catanzaro Lido e quella della trasversale Catanzaro Lido-Lamezia Terme Centrale si sarebbe dovuta completare entro il 2023 tuttavia i ritardi accumulati hanno posticipato la fine lavori al 2026;
la rete ferroviaria del Centro-Nord ha una densità di 6,3 km ogni 100 kmq, mentre nel Mezzogiorno si scende a 4,6 km. Nel Centro-Nord l'elettrificazione arriva la 79,3 per cento delle linee mentre al Sud non va oltre il 58,2 per cento;
la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina non può essere letta a sé stante ma come un anello che consenta di promuovere la realizzazione anche, e soprattutto, di altre opere e di portare a termine quelle già in programma nel Sud attraverso una catena di interventi che aiuti a superare l'isolamento economico e sociale del Mezzogiorno,
impegna il Governo
al fine di soddisfare le esigenze di sviluppo infrastrutturale del Sud Italia, a considerare urgenti e prioritari gli interventi di elettrificazione della rete ferroviaria jonica e ad attivare ogni intervento utile affinché tali opere non debbano subire ulteriori ritardi nella fase programmatica e realizzativa.
9/1067-A/23. Scutellà, Ilaria Fontana, L'Abbate, Morfino, Santillo, Tucci.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 4, comma 3, conferisce alla concessionaria, al contraente generale e agli altri affidatari di servizi connessi alla realizzazione dell'opera la facoltà di dichiarare, mediante la stipulazione di atti aggiuntivi ai contratti caducati ai sensi dell'articolo 34-decies, comma 3, del decreto-legge n. 179 del 2012, che i rispettivi contratti riprendano a produrre i propri effetti;
avuto riguardo alla complessità dell'opera in esame e al ruolo riconosciuto al contraente generale, è quanto mai opportuno prevedere, anche negli atti aggiuntivi ai contratti caducati, disposizioni che ridefiniscano, in modo puntuale e ineludibile, le obbligazioni, gli impegni e le responsabilità che gravano sul contraente generale e sugli altri soggetti affidatari;
si sottolinea, in particolare, l'importanza di prevedere la perentorietà dei termini di ultimazione dell'opera e le relative penali, la verifica in ordine al mantenimento da parte del contraente generale dei requisiti di idoneità tecnica e moralità previsti dalle disposizioni del nuovo Codice dei contratti pubblici di cui al decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36, con riferimento al piano degli affidamenti, delle espropriazioni, delle forniture di materiale e di tutti gli altri elementi utili a prevenire le infiltrazioni della criminalità;
il comma 8-bis dell'articolo 2, introdotto in sede referente, nel dichiarato intento di garantire la piena coerenza del processo di aggiornamento del costo complessivo dell'opera con i documenti di finanza pubblica, precisa che il predetto costo comprende l'aggiornamento dei prezzi dei contratti caducati ai sensi dell'articolo 34-decies, comma 3, secondo periodo, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179. In particolare, a decorrere dal 1° gennaio 2022 è riconosciuto l'adeguamento dei prezzi ai corrispettivi del contraente generale per far fronte all'eccezionale aumento dei prezzi dell'energia e dei materiali da costruzione registrato a partire dall'anno 2022, in conformità all'articolo 72, paragrafo 1, lettera c), della citata direttiva 2014/24/UE;
la disciplina eurounitaria risulta, sul tema, particolarmente stringente, prevedendo precisi limiti quantitativi, collegati all'aumento non superiore al 50 per cento del costo originario;
considerato che, in sede di aggiudicazione, il costo dell'opera era stimato in circa 4,3 miliardi, poi ridefinito nel 2011 e a seguito della stipula del terzo atto aggiuntivo, per 8,5 miliardi, per essere da ultimo quantificato nell'Allegato Infrastrutture del DEF in 13,5 miliardi di euro, riferito ad un progetto ancora in una fase di revisione e integrazione, emergono forti perplessità in ordine alla sussistenza dei presupposti di cui all'articolo 72 della citata Direttiva che consentono la modifica dei contratti pendenti senza ricorrere ad una nuova procedura d'appalto, in difetto dei quali è necessario procedere alla selezione di un nuovo contraente generale,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a verificare il rispetto delle condizioni e dei vincoli previsti dall'articolo 72 della direttiva 2014/24/UE di cui in premessa, anche al fine di evitare distorsioni della concorrenza, assicurare un adeguato livello di trasparenza in tutte le fasi di realizzazione dell'opera ed evitare potenziali procedure di infrazione comunitaria.
9/1067-A/24. Ilaria Fontana, L'Abbate, Morfino, Santillo.
La Camera,
premesso che:
la disposizione di cui all'articolo 4, comma 9-bis del provvedimento in esame, introdotto in sede referente, prevede che la società concessionaria sottoscriva una apposita convenzione con i comuni di Messina e di Villa San Giovanni per l'adozione di un Piano di comunicazione volto ad assicurare l'attuazione di iniziative permanenti di informazione e di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza sullo stato di avanzamento dell'opera, da svolgere in collaborazione con i competenti enti territoriali. Per lo svolgimento di tale attività, che verrà avviata nel 2024 e si concluderà non oltre il 2030, sono stanziati 7 milioni di euro;
è tuttavia evidente che la citata disposizione, nonostante il considerevole stanziamento di risorse, esaurisca la propria ratio nella mera funzione di comunicazione e sensibilizzazione, mentre l'iter di approvazione dell'opera continua ad essere connotato dall'assenza di qualsiasi forma di partecipazione effettiva dei portatori di interessi e dei cittadini;
nei procedimenti di realizzazione delle grandi opere infrastrutturali che presentano implicazioni socio-economiche o hanno impatti significativi sull'ambiente o sul territorio, come nel caso de quo, il coinvolgimento dei portatori di interessi diffusi non può ridursi ad un mero processo di informazione e sensibilizzazione, ma deve essere declinato nelle più ampie forme di partecipazione e confronto pubblico, definendo il contesto in cui sia possibile discutere l'opportunità di realizzare il progetto, gli obiettivi e le caratteristiche principali dello stesso, le implicazioni socio-economiche e i principali impatti sull'ambiente e sulla gestione del territorio;
tale partecipazione, perché sia effettiva, deve svolgersi nella fase iniziale di elaborazione dell'opera che si intende realizzare, in relazione ai contenuti del progetto di fattibilità, ovvero del documento di fattibilità delle alternative progettuali e presuppone che sia garantito l'accesso ai documenti e la possibilità di disporre di tempi ragionevoli per formulare osservazioni e proposte, delle quali tenere conto nella decisione di autorizzazione o di approvazione del progetto. A tal fine, come noto, l'ordinamento italiano si è dotato di uno specifico strumento, il dibattito pubblico, attualmente disciplinato dall'articolo 40 del nuovo Codice dei contratti,
impegna il Governo
ad adottare idonee misure volte a garantire l'effettiva partecipazione da parte dei cittadini e dei portatori di interessi, fin dalle fasi di riavvio dell'attività di programmazione e progettazione dell'opera, nelle forme previste per il dibattito pubblico di cui all'articolo 40 del decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36.
9/1067-A/25. Morfino, Ilaria Fontana, L'Abbate, Santillo.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge in esame muove dall'obiettivo di adeguare tutti gli atti e le disposizioni inerenti alla realizzazione dell'opera al quadro normativo vigente, nonché di assicurare il rispetto delle migliori e più moderne tecniche ingegneristiche, delle garanzie della sicurezza e degli odierni standard di tutela ambientale;
tale assunto è, tuttavia, contraddetto dal contenuto del provvedimento in esame che definisce un quadro normativo palesemente inidoneo ad offrire adeguate garanzie di tutela dell'ambiente;
ai sensi dell'articolo 3, il riavvio dell'iter di approvazione dell'opera avrà ad oggetto un progetto definitivo risalente al 2011, redatto ai sensi del decreto legislativo n. 190 del 2002, che verrà integrato con una relazione del progettista riferita alla mera rispondenza al progetto preliminare e alle eventuali prescrizioni. In sede di conferenza dei servizi, eventuali valutazioni istruttorie potranno essere limitate ai contenuti progettuali interessati dalle predette prescrizioni, e, in sede di VIA, ai soli aspetti che non siano stati valutati o siano stati oggetto di valutazioni negative nel procedimento riferito al progetto definitivo, i cui effetti sono comunque fatti salvi. La complessiva procedura istruttoria dovrà essere peraltro conclusa nel termine di novanta giorni dalla ricezione della documentazione, decorsi i quali il Ministero è autorizzato a procedere alla trasmissione al CIPESS per l'approvazione definitiva;
è di tutta evidenza che, a fronte di un'attività istruttoria così limitata nelle possibilità di indagine e approfondimento, così come nei termini concessi per apportare modifiche migliorative, le numerose problematiche e carenze riguardanti gli impatti del progetto sotto il profilo territoriale, ambientale, economico e trasportistico rimangono irrisolte;
come noto, la realizzazione dell'opera interessa ecosistemi marini prioritariamente protetti dalla direttiva habitat (92/43/CE) in merito ai quali gli studi di fattibilità e le relazioni tecniche fino ad ora elaborate non hanno fornito alcun elemento di adeguata tutela. L'attuale progetto del ponte a campata unica coinvolgerebbe, direttamente e indirettamente, ben 11 Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e due Zone di Protezione Speciale (ZPS);
a tale riguardo, è opportuno ricordare che la Commissione Tecnica VIA-VAS nel 2013 ha trasmesso al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti il proprio parere (n. 1185 il 15 marzo 2013) con l'esito «Compatibilità ambientale non esprimibile» e che sulla verifica di ottemperanza del progetto definitivo del 2011, in ordine alle prescrizioni della delibera CIPE numero 66 del 2003 di approvazione progetto preliminare, ha indicato le numerose prescrizioni non ottemperate. Inoltre, per le aree protette (SIC e ZPS) interferite dall'opera, l'istruttoria della VINCA ha ravvisato un'incidenza negativa su alcuni habitat prioritari,
impegna il Governo
a valutare gli effetti applicativi della norma in premessa, al fine di adottare le opportune iniziative volte a garantire, in sede di riavvio dell'attività di programmazione e progettazione dell'opera di cui in premessa, adeguati approfondimenti istruttori in merito al pieno rispetto delle prescrizioni di cui al parere numero 1185 del 15 marzo 2013 della Commissione Tecnica di Verifica dell'Impatto Ambientale VIA-VAS e a rinnovare la valutazione di compatibilità ambientale in ordine al progetto definitivo nella sua interezza, tenuto conto del mutato contesto ambientale, territoriale e trasportistico.
9/1067-A/26. Auriemma, Ilaria Fontana, L'Abbate, Morfino, Santillo.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento de quo introduce disposizioni per la realizzazione del collegamento stabile tra Sicilia e Calabria;
in particolare si interviene, in modo complessivo, in differenti ambiti (ad esempio sull'assetto societario e di governance della Stretto di Messina S.p.a., sulla ridefinizione dei rapporti contrattuali dalla medesima stipulati e sul riavvio delle attività di programmazione e progettazione dell'opera), al fine di consentire, nei tempi più celeri, il riavvio della procedura di progettazione esecutiva del ponte sullo Stretto di Messina;
considerato che:
dalle audizioni rese dinanzi alle Commissioni riunite Ambiente-Trasporti nell'ambito dell'esame del presente decreto-legge in sede referente, è emersa in modo palese l'insostenibilità ambientale dell'opera, soprattutto con riferimento agli impatti negativi che la stessa arrecherebbe al paesaggio e agli ecosistemi esistenti, già oggetto di specifica tutela e vincoli ambientali;
la realizzazione della stessa, infatti, interessa ecosistemi marini prioritariamente protetti dalla direttiva Habitat (92/43/CE) in merito ai quali gli studi di fattibilità e le relazioni tecniche, fino ad ora elaborate, non hanno fornito alcun elemento di adeguata tutela né hanno consentito una lettura delle reali interferenze del progetto con le zone SIC, ZPS, e ZSC; circostanza, questa, già costata allo Stato italiano una procedura di infrazione da parte della Comunità europea nel corso del 2004;
l'attuale progetto del ponte a campata unica coinvolgerebbe, direttamente e indirettamente, ben 11 Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e due Zone di Protezione Speciale (ZPS). Si tratta di un unicum nel Mediterraneo, con caratteristiche peculiari dal punto di vista oceanografico e delle biocenosi dei fondali. La valenza ecologica dell'ambiente marino è testimoniata dal passaggio dei cetacei, dalle migrazioni del tonno rosso e dei pesce spada, dalle specie abissali oltre che dalle ampie praterie di Posidonia oceanica e delle ricchissime biocenosi di ambiente estremo, in un'area dove le correnti superficiali arrivano sino a 18 km/h;
valutato, inoltre, che:
nella bozza di decreto, approvata del Consiglio dei Ministri il 16 marzo scorso, era previsto che il servizio di monitoraggio ambientale dell'opera fosse affidato dalla concessionaria alla società Sogesid Spa, la società di ingegneria «in house providing» del Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica e del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti; parte successivamente espunta dal testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale,
impegna il Governo
a istituire un Osservatorio ambientale, di supporto alle attività di monitoraggio ambientale e di verifica dell'ottemperanza delle prescrizioni ambientali contenute nel provvedimento di VIA, che possa identificare tempestivamente gli impatti ambientali significativi e negativi imprevisti derivanti dalla realizzazione dell'opera e adottare le opportune misure correttive atte a salvaguardare l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi esistenti.
9/1067-A/27. Pellegrini, Ilaria Fontana, L'Abbate, Morfino, Santillo.
La Camera,
premesso che:
il provvedimento de quo introduce disposizioni per la realizzazione del collegamento stabile tra Sicilia e Calabria;
in particolare, si interviene in modo complessivo in differenti ambiti, quali ad esempio l'assetto societario e governance della Stretto di Messina S.p.a., ridefinizione dei rapporti contrattuali dalla medesima stipulati, riavvio delle attività di programmazione e progettazione dell'opera, al fine di consentire, nei tempi più celeri, il riavvio della procedura di progettazione esecutiva del ponte sullo Stretto di Messina;
considerato che:
il contenuto del provvedimento in esame definisce un quadro normativo palesemente inidoneo a garantire la tutela dell'ambiente nei termini riconosciuti dal novellato articolo 9 della Costituzione, considerato che l'iter di approvazione dell'opera avrà ad oggetto un progetto definitivo risalente al 2011, integrato con una relazione del progettista che si limita ad attestare la rispondenza al progetto preliminare e alle eventuali prescrizioni di cui all'articolo 3, comma 2, del presente decreto;
in sede di conferenza dei servizi, poi, eventuali valutazioni istruttorie potranno essere limitate ai contenuti progettuali interessati dalle predette prescrizioni, e, in sede di VIA, ai soli aspetti che non siano stati valutati o siano stati oggetto di valutazioni negative nel procedimento riferito al progetto definitivo redatto ai sensi del decreto legislativo numero 190 del 2002, i cui effetti sono comunque fatti salvi;
valutato, altresì, che:
un'infrastruttura di tale dimensione, di tale impatto sull'ambiente e sull'ecosistema marino richiede inevitabilmente che la stessa risponda al principio del «non arrecare danno significativo» (DNSH),
impegna il Governo
ad adottare ogni iniziativa, anche di carattere normativo, affinché tra le ulteriori prescrizioni tecniche, di sicurezza e ambientali alle quali il progetto definitivo del 2011 deve essere adeguato ai sensi dell'articolo 3, comma 2, del presente decreto, sia inserita anche la conformità del medesimo con il Regolamento UE 2020/852 sulla tassonomia e con il principio del «non arrecare danno significativo» in relazione alla protezione delle risorse marine.
9/1067-A/28. Quartini, Ilaria Fontana, L'Abbate, Morfino, Santillo.
La Camera,
premesso che:
con il provvedimento all'esame il Governo modifica l'assetto societario della Stretto di Messina S.p.a.; ridefinisce il rapporto di concessione fra il MIT e la SdM in considerazione delle modifiche apportate alla governance della Società; dispone che l'opera è inserita nell'Allegato infrastrutture del DEF, con l'indicazione del costo stimato, pari a circa 15 miliardi di euro, delle risorse disponibili e del fabbisogno residuo e prevede la presentazione di una relazione sul progetto definitivo dell'opera su cui è chiamato ad esprimersi il Consiglio di amministrazione della concessionaria;
i recenti studi di fattibilità condotti da un gruppo di esperti su commissione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti nel 2020 hanno evidenziato numerose criticità ambientali, geologiche, sociali ed economiche tali da rendere non fattibile la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina;
considerato che:
il livello di infrastrutturazione della Calabria è decisamente deficitario rispetto a quello delle altre regioni italiane con gravi conseguenze che si ripercuotono sulla vita dei cittadini, sulle attività delle imprese e di conseguenza sulle possibilità reali di sviluppo economico e sociale;
esiste un solo collegamento autostradale che percorre esclusivamente la fascia tirrenica della Calabria;
che la fascia Ionica della Calabria è priva di infrastrutture stradali, ferroviarie e aeroportuali in grado di collegare in modo efficiente questa area con il resto della regione e dell'Italia;
sulla Statale 106 Ionica il Governo ha deciso di stanziare 3 miliardi in 15 anni per i lavori di ammodernamento e realizzazione di nuovi tratti decisamente più sicuri e moderni;
non sono stati previsti adeguati finanziamenti per il completamento dell'alta capacità ferroviaria in Calabria;
nella sola provincia di Cosenza esiste un lungo elenco di infrastrutture che necessitano di interventi di messa in sicurezza e completamento, ovvero:
il recente cedimento della campata centrale del viadotto Ortiano 2, lungo la strada statale 177 Dir di Longobucco sulla Statale nota come Sila-mare, un'infrastruttura realizzata appena 9 anni fa;
il mancato ripristino della viabilità provinciale, a distanza di 18 anni dalla sua interruzione, della Strada provinciale SP 94, ex Strada provinciale appennina che collega Cerzeto e Mongrassano, franata nel 2005 nei pressi di Cavallerizzo;
il mancato completamento della Superstrada Piano Lago-Due Mari, a cavallo delle province di Cosenza e Catanzaro, nonostante le innumerevoli varianti;
il tratto di Autostrada A2 fra Cosenza Sud e Altilia/Grimaldi soggetto a continue e ripetute interruzioni e/o deviazioni di carreggiata per lavori di manutenzione straordinaria avviati spesso nei periodi di esodo e contro esodo;
la SS 107 Paola-Crotone che, in prossimità dello svincolo di San Fili ha una sola uscita, solo dal lato est della superstrada, produce pericolo per la viabilità;
il tratto della Sp 242 (Ex 535 del Savuto) che conduce da Rogliano a Parenti presenta un elevato grado di deterioramento ambientale (piccoli smottamenti, caduta massi, deformazione della sagoma stradale) con necessità di risanamento urgente;
la Strada provinciale 248 Rose-Moccone è quasi del tutto priva di segnaletica orizzontale e verticale, di segnalatori di neve, con guard rail rotti, ha subìto smottamenti di cui quello più significativo all'altezza di contrada Cupone;
il viadotto Cannavino, fra gli svincoli di Rovito e Celico sulla statale 107, afflitto da atavici problemi strutturali;
nella Provincia di Vibo, invece, possiamo annoverare, le seguenti problematiche:
la mancanza di una arteria adeguata che congiunga il Palazzetto dello sport Borsellino di Vibo Valentia alla strada statale più vicina;
la Sp 33, versante San Calogero-bivio SS 18, interrotta per frana;
la Sp 33, versante San Calogero-Rombiolo, afflitta da continui lavori in corso e da dissesto del manto stradale;
la Vallelonga/Vazzano della trasversale delle Serre-Vibo Soverato, impraticabile;
la messa in sicurezza della strada da Pizzo a Maierato a rischio frana;
la strada ex ss 522 che da Vibo Marina conduce a Porto Salvo direzione Tropea afflitta da dissesto del manto stradale;
la SP87 San Marco-San Cono-Briatico a rischio frana;
la SP82 Briatico-Cessaniti, in diverse zone la strada è dissestata diventando pericolosissima;
la SS 522, tratto dalla ex Pratura fino alla stazione ferroviaria di Pizzo, in condizioni di scarsa sicurezza;
la SP 10, nel tratto tra Dinami e ingresso autostrada E45, chiusa per dissesto da anni;
nella Provincia di Crotone si rende necessaria l'accelerazione del completamento dell'elettrificazione della linea ferroviaria per quanto attiene Catanzaro Lido/Crotone/ Sibari nonché dare impulso alla progettazione e avvio dei lavori per elettrificazione Catanzaro Lido/Melito Porto Salvo mentre la SS 107 Crotone-Cosenza necessita di un sostanziale ammodernamento;
nella provincia di Reggio Calabria è da considerarsi urgente il reperimento di risorse per la nuova statale 106 nel tratto Locri-Reggio Calabria, poiché ad oggi non è previsto alcun finanziamento; mentre necessitano di adeguata messa in sicurezza e riqualificazione le aste arginali del torrente Calopinace, il completamento della strada di collegamento veloce Gallico-Gambarie e, nei pressi di Reggio Calabria, all'altezza del torrente Sant'Agata, la mancata realizzazione di collegamento con Aeroporto, ponte con Ciccarello ed uscita su autostrada a Modena,
impegna il Governo
a monitorare gli effetti applicativi del provvedimento in esame, al fine di investire le risorse attualmente previste per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, per programmare e attivare con urgenza gli interventi utili a migliorare ed efficientare il sistema delle infrastrutture e dei collegamenti viari, autostradali, ferroviari, aeroportuali e portuali presenti nella regione Calabria.
9/1067-A/29. Orrico, Tucci, Scutellà.
La Camera,
premesso che:
con il provvedimento all'esame il Governo modifica l'assetto societario della Stretto di Messina S.p.a.; ridefinisce il rapporto di concessione fra il MIT e la SdM in considerazione delle modifiche apportate alla governance della Società; dispone che l'opera è inserita nell'Allegato infrastrutture del DEF, con l'indicazione del costo stimato, pari a circa 15 miliardi di euro, delle risorse disponibili e del fabbisogno residuo e prevede la presentazione di una relazione sul progetto definitivo dell'opera su cui è chiamato ad esprimersi il Consiglio di amministrazione della concessionaria;
i recenti studi di fattibilità condotti da un gruppo di esperti su commissione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti nel 2020 hanno evidenziato numerose criticità ambientali, geologiche, sociali ed economiche tali da rendere non fattibile la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina;
considerato che:
il livello di infrastrutturazione della Sicilia è decisamente deficitario rispetto a quello delle altre regioni italiane con gravi conseguenze che si ripercuotono sulla vita dei cittadini, sulle attività delle imprese e di conseguenza sulle possibilità reali di sviluppo economico e sociale;
con riferimento alle infrastrutture siciliane, si elencano quelle che attualmente presentano da anni problemi legati alla mancata o insufficiente manutenzione, lavori di modifiche viarie o lavori programmati e mai effettuati che le rendono non percorribili. Tale situazione ha risvolti sia nei tempi di percorrenza notevolmente elevati in rapporto ai chilometri percorsi, che sulla sicurezza;
autostrade: A19 PA-CT; A20 PA-ME; A29 Dir, Palermo-Trapani;
strade statali: 113 Settentrionale Sicula; 118 Corleonese Agrigentina; 120 dell'Etna e delle Madonie; 120 racc. di Tremonzelli; 121 Catanese; 186 di Monreale; 187 di Castellammare del Golfo; 188 Centro Occidentale Sicula; 188 dir/C Centro Occidentale Sicula; 189 della Valle del Platani; 285 di Caccamo; 286 di Castelbuono; 290 di Alimena; 386 di Ribera; 624 Palermo-Sciacca; 643 di Polizzi G.-Scillato; 118 Agrigento-Corleone;
strade provinciali: SP 1 «Di Montelepre» Borgo Nuovo-Montelepre-Partinico; SP 1 bis di Giardinello; SP n. 2 «di Fellamonica»: Partinico-S.Cipirello; SP n.4 «di Portella di Poira»: S. Cipirello-Corleone; SP 4 bis della Patria; SP 5 bis di Piana; SP 7 Cerda-Aliminusa-Montemaggiore-Sclafani-Valledolmo; SP 8 Caltavuturo-Sclafani-Valledolmo; SP 9 Castelbuono-Isnello-Collesano-Campofelice; SP 9 bis «Di Cammisini»: Collesano-Buonfornello; SP 10 «Di Sella Rimedio»; SP 11 Giaia-Blufi-Locati; SP 12 «di Contessa»; SP 13; SP 14 Casalgiordano-Gangi; SP 18 di Ponte Murana; SP 20 Di San Giuseppe e Camporeale; SP 20 Sutera-Mussomeli; SP 21 Termini I.-Sciara-Caccamo; SP 24 Scillato-Caltavuturo; SP 26 «di Godrano»; SP 27 «di Roccamena»; SP 28 di Lascari e Gratteri: B° Piletto-Lascari-Gratteri-B° Piano delle Fate; SP 29 Petralia Sottana-Petralia Soprana;
SP 30 «di De Sisa»: B° Fellamonica-B° De Sisa-B° Rapitalà; SP 31 «Della Margana»; SP 32 «Di Bompietro»; SP 34 «Di Portella della Ginestra»: «Piana degli Albanesi-Bivio S. Antonio verso S. Giuseppe Jato e diramazione verso S.S.V. 624 Palermo-Sciacca»; S.P 40 «del Saraceno»; SP 42 di Tagliavia; S.P 44 «DI PONTE ALVANO» ; S.P 45 di Ponte Aranci; S.P 47 Di Giammartino-Bivio Gianmartino (su S.P. 20)-Bivio Croce di Fratacchia (su S.P. 46); SP 47 bis «di Ravanusa»; SP 48 del Platani; SP 50 «di Giuliana» ; SP 52 «Di San Mauro» ; S.P 52 bis CONVENTO-SAN MAURO C.; SP 53 ALIA-VALLEDOLMO; SP 54 Isnello-Piano Battaglia-Petralia Sottana; SP 54 bis GIBILMANNA-GRATTERI-ISNELLO; SP 55 di Mezzojuso; SP 58 di Sclafani Bagni; SP 60 San Mauro-Calabrò-Gangi; SP 63 di Madonna del Ponte; SP 64 CALTAVUTURO-POLIZZI GENEROSA; SP 65 ter di Kaggio; SP 72 Valledolmo-Castellana; SP 74 «della Litoranea di Aspra» ; SP 81 di Valgurnera; SP 82 del Giardo; SP 84 di Vicari; SP 87 «Vanellone del Fonditore»; SP 95 «Di Monteaperto» ; SP 98 «del Vaccarizzo»; SP 102 Ponte; SP 102 bis della Galleria Cerasa; SP 106 «Del Cancelliere»; SP 107 «di Capparini»; SP 108 «di Ruggirello»; SP 112 «del Landro»: Bivio Catenavecchia-Landro-Bivio Santa Caterina; SP 113 Petralia S.-Isnello; SP 118 «di Piscopo»; SP 119 Portella Colla: Polizzi Generosa-Portella Colla; SP 128 «Del Bosco e Margifuto»; SP 129 CAMPOFELICE DI ROCCELLA-COLLESANO; SP 133 «di Finocchiaro»; SP 134 «di Cozzo Scozzari» ; SP 130 «Di Montenero»; SP 135 del Monastero; SP 136 «Di Gallizza e Campella»; SP 138; S.P 140; Circonvallazione Palermo svincolo Perpignano; Circonvallazione Palermo raddoppio Ponte Corleone;
con particolare riferimento alla Provincia di Messina: S.P 168 Caronia Capizzi frana dopo il Km 31; SS 120 Fiumefreddo-BivioCerda; SS 289 Sant'Agata/San Fratello-Cesarò; SS 116 Capo D'orlando-Randazzo; SS 185 Terme Vigliatore-Trappitello; SP 176 Pettineo-Mistretta-Castel di Lucio; SS 117S NORD SUD, SANTO STEFANO DI CAMASTRA-GELA; SS 113 Palermo-Messina; strada provinciale Alcara Sant'Agata di Militello; S.P Patti-Taormina-Catania; S.P 157; SP 140/bis Sant'Angelo di Brolo; SS 113; SP 173 Motta D'affermo Mistretta;
con riferimento alla provincia di Enna: SP 85a/b Nicosia-Agira-Gagliano Castelferrato; SP 43 Nicosia MUSA-SP 68-Nicosia MUSA-SP34 Troina-Agira;
tra le strade che ancora devono essere completate e che risultano fondamentale per la logistica e i trasporti della provincia di Trapani, compaiono altresì la A29, Sp52, Sp 22; SS 113, Sp35; Sp21, SS 188;
tale situazione comporta un pregiudizio per lo sviluppo e la crescita economica della Regione Siciliana,
impegna il Governo
a monitorare gli effetti applicativi del provvedimento in esame, al fine di investire le risorse attualmente previste per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, per programmare e attivare con urgenza gli interventi utili a migliorare ed efficientare il sistema delle infrastrutture e dei collegamenti viari, autostradali, ferroviari, aeroportuali e portuali presenti nella Regione Siciliana.
9/1067-A/30. Scerra, Morfino, D'Orso, Cantone, Aiello, Carmina, Raffa.
La Camera,
premesso che:
è con l'istituzione della Società Stretto di Messina avvenuta in data 11 giugno 1981, in attuazione dell'articolo 1 della legge n. 1158/1971 recante «Collegamento viario e ferroviario fra la Sicilia ed il continente», che l'attività di progettazione del cosiddetto Ponte sullo Stretto prende avvio;
con il promulgamento della Legge Obiettivo n. 443 del 2001 e la stesura del 1° Programma delle Opere strategiche 21 dicembre 2001, il Ponte venne inserito tra le diciannove grandi opere nazionali;
nel 2012 lo Stato ha avviato un percorso finalizzato a verificare, la sostenibilità del piano economico finanziario del collegamento stabile viario e ferroviario tra Sicilia e Calabria. All'esito di tale verifica, l'articolo 34-decies del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179 ha previsto la caducazione della Convenzione di Concessione affidata alla Stretto di Messina, nonché di tutti i rapporti contrattuali dalla medesima stipulati;
la relazione della Corte dei conti ricorda inoltre che «nel corso degli anni, la concessionaria ha richiesto, nei confronti delle amministrazioni statali, per le proprie pregresse attività, più di 300 milioni»;
considerato che:
attraverso quanto disposto all'articolo 1, comma 493, del Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e del bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025, al fine di sostenere i programmi di sviluppo e il rafforzamento patrimoniale della società Stretto di Messina, le società Rete ferroviaria italiana Spa e ANAS Spa sono autorizzate, a sottoscrivere aumenti di capitale idonei al rafforzamento patrimoniale, fino a un importo complessivo di 50 milioni di euro;
il provvedimento in esame è volto a ripristinare assetto e governance della società Stretto di Messina, nonché a riavviare la progettazione dell'opera fermo restando la variabilità dei costi, alla luce dell'impossibilità di aggiornarne i costi all'incidenza effettiva dell'incremento dei materiali;
il comma 7-bis prevede il Commissariamento dell'autostrada A-19 Palermo-Catania;
considerato inoltre che:
in base all'articolo 119, comma 6, della Costituzione «La Repubblica riconosce le peculiarità delle Isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità» e, ad oggi, permangono gravissimi ritardi infrastrutturali in tutta la Sicilia, in particolare nella provincia di Agrigento, priva di collegamento autostradale , connessa solo in alcune parti da un binario unico e con Strade Statali tutte oggetto di lavori di manutenzione o di rifacimento da parte di ANAS, con cantieri fermi e alcune situazioni irrisolte da decenni, come nel caso della SS 189 denominata Palermo/Agrigento , a cui si aggiunge la sospensione dei lavori sulla tratta di collegamento della SS 640 , detta Strada degli Scrittori, con il porto di Porto Empedocle, principale struttura portuale nella Sicilia Sud Occidentale, nonché essenziale nella risoluzione della questione migratoria di provenienza dal Mar Mediterraneo, atteso che costituisce l'unico collegamento diretto via mare con le isole di Lampedusa e Linosa;
la situazione risulta aggravata dallo stato degradato delle strade provinciali spesso impraticabili;
i cittadini della provincia di Agrigento scontano questa carenza e disparità infrastrutturale sia in termini di grave lesione dei diritti della persona, anche con riferimento alla sicurezza della circolazione e alla tutela del diritto alla salute, rispetto ai cittadini del resto d'Italia, sia in termini di ridotte opportunità di crescita economica per la difficoltà di trasporto dei prodotti agroalimentari, delle merci e dello sviluppo del settore turistico a causa della carenza infrastrutturale e della distanza da tutti gli altri aeroporti della Sicilia;
invero a livello trasportistico la provincia di Agrigento rappresenta una realtà ancora problematica. Difatti, mentre tutti gli altri cittadini siciliani impiegano al più un'ora per raggiungere l'aeroporto più vicino, gli agrigentini impiegano almeno due ore circa, viaggiando in auto;
mentre con riferimento agli scali aeroportuali, raggiungerli con i mezzi pubblici produce almeno un ulteriore raddoppio dei tempi o non è addirittura praticabile,
impegna il Governo
al fine di soddisfare le esigenze di sviluppo infrastrutturale del Sud Italia e, in particolare, della Sicilia, ad istituire con urgenza un tavolo presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti volto alla verifica della fattibilità tecnico economica dell'aeroporto di Agrigento quale volano fondamentale per lo sviluppo economico della Provincia medesima e ad attivarsi ponendo in essere ogni strategia possibile per restituire e garantire il diritto alla mobilità agli abitanti della provincia di Agrigento.
9/1067-A/31. Carmina.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 01, numero 1) della lettera c) del provvedimento aggiorna il riferimento contenuto nel primo comma dell'articolo 3 della legge 17 dicembre 1971 n. 1158, nei riguardi dell'Azienda autonoma delle ferrovie dello Stato;
in base alla novella prevista, gli impianti ferroviari, ad ultimazione e collaudo del Ponte, passeranno in esercizio, gestione e manutenzione a RFI Spa;
la realizzazione del collegamento stabile, viario e ferroviario, tra la Sicilia e la Calabria, contribuisce alla programmazione europea dei corridoi plurimodali che integra la rete europea dei trasporti e della logistica e promuove gli obiettivi di coesione e sviluppo;
l'opera nel suo complesso punta a migliorare e rendere più veloce e sostenibile il trasporto di merci e persone in Sicilia e a connettere l'isola al Corridoio Scandinavo- Mediterraneo della rete transeuropea TEN-T, prospettando nuove opportunità di crescita economica e lavoro nel Sud Italia, per tutta la filiera;
in tale ambito, si evidenzia la necessità di imprimere maggiore impulso al sistema produttivo della Regione Siciliana, mediante l'adozione di misure volte a stabilire un percorso accelerato per la realizzazione degli interventi infrastrutturali che possano migliorare la libera circolazione di cittadini e merci anche all'interno del territorio regionale,
impegna il Governo
al fine di soddisfare le esigenze di sviluppo infrastrutturale del Sud Italia e, in particolare, della Sicilia, a valutare l'opportunità, compatibilmente con il quadro di finanza pubblica e i vincoli di bilancio, di prevedere nel corso dei prossimi provvedimenti utili, l'introduzione di misure normative volte a garantire l'avvio delle opere di ammodernamento e di potenziamento della rete ferroviaria regionale siciliana, al fine di consentire la realizzazione della linea ad alta velocità per il collegamento delle nove province siciliane, nonché l'avanzamento e il completamento delle opere stradali e autostradali regionali.
9/1067-A/32. Cannata, Mollicone.
La Camera,
premesso che:
l'articolo 01, numero 1) della lettera c) del provvedimento aggiorna il riferimento contenuto nel primo comma dell'articolo 3 della legge 17 dicembre 1971 n. 1158, nei riguardi dell'Azienda autonoma delle ferrovie dello Stato;
in base alla novella prevista, gli impianti ferroviari, ad ultimazione e collaudo del Ponte, passeranno in esercizio, gestione e manutenzione a RFI Spa;
la realizzazione del collegamento stabile, viario e ferroviario, tra la Sicilia e la Calabria, contribuisce alla programmazione europea dei corridoi plurimodali che integra la rete europea dei trasporti e della logistica e promuove gli obiettivi di coesione e sviluppo;
l'opera nel suo complesso punta a migliorare e rendere più veloce e sostenibile il trasporto di merci e persone in Sicilia e a connettere l'isola al Corridoio Scandinavo- Mediterraneo della rete transeuropea TEN-T, prospettando nuove opportunità di crescita economica e lavoro nel Sud Italia, per tutta la filiera;
in tale ambito, si evidenzia la necessità di imprimere maggiore impulso al sistema produttivo della Regione Siciliana, mediante l'adozione di misure volte a stabilire un percorso accelerato per la realizzazione degli interventi infrastrutturali che possano migliorare la libera circolazione di cittadini e merci anche all'interno del territorio regionale,
impegna il Governo
al fine di soddisfare le esigenze di sviluppo infrastrutturale del Sud Italia e, in particolare, della Sicilia, a valutare l'opportunità, compatibilmente con il quadro di finanza pubblica e i vincoli di bilancio, di promuovere l'avvio delle opere di ammodernamento e di potenziamento della rete ferroviaria regionale siciliana, al fine di consentire la realizzazione di progetti di velocizzazione e miglioramento delle linee per il collegamento delle nove province siciliane, nonché l'avanzamento e il completamento delle opere stradali e autostradali regionali.
9/1067-A/32. (Testo modificato nel corso della seduta)Cannata, Mollicone.
La Camera,
premesso che:
la legge di bilancio stanzia 15 milioni di euro dal 2023 al 2027 per la metropolitana di Napoli e 15 per la metropolitana di Milano;
suddetta previsione è finalizzata a consentire l'estensione della rete di trasporto rapido di massa relativa al nuovo collegamento tra Afragola e la rete metropolitana di Napoli, lotto 1, stralci 2 e 3, nonché per la fornitura di treni per la linea metropolitana;
per la città metropolitana di Napoli, il collegamento con la stazione dell'alta velocità di Afragola consente il decongestionamento del traffico e lo sviluppo economico dell'area;
a seguito della presentazione, da parte del comune di Milano di un quadro completo e aggiornato sul fabbisogno derivante dalla realizzazione delle tratte della linea M4 che distingua quello emergente dall'incremento dei prezzi e quello derivante dalla realizzazione dell'intervento, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, siano assegnati contributi pari a 15 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2027;
si tratta, in entrambi i casi, di stanziamenti del tutto inadeguati, in entrambe le realtà anche in relazione all'aumento dell'utenza e alla conseguente necessità di ridurre l'impatto ambientale dell'uso del mezzo privato,
impegna il Governo
al fine di soddisfare le esigenze di sviluppo infrastrutturale del Paese, a prevedere un congruo incremento delle risorse da trasferire, a partire dall'anno in corso, per il nuovo collegamento tra la stazione AV di Afragola e la rete metropolitana di Napoli nonché per la gestione delle linee metropolitane in favore del comune di Napoli e del comune di Milano, in considerazione dell'aumentata domanda di mobilità in entrambe le realtà.
9/1067-A/33. Sarracino, Roggiani.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge di conversione in esame è finalizzato a riproporre la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, riavviando l'iter dell'opera che si è interrotto nel 2012 (quando è stata disposta la caducazione ex lege della convenzione di concessione affidata alla Stretto di Messina, nonché di tutti i rapporti contrattuali dalla medesima stipulati), attraverso la ripresa e prosecuzione del rapporto concessorio con la Società Stretto di Messina S.p.A., la ripresa dei rapporti contrattuali tra la medesima società concessionaria, il contraente generale e gli altri soggetti affidatari dei servizi connessi alla realizzazione dell'opera;
il disegno di legge riavvia quindi l'iter per la realizzazione di questa infrastruttura, nonostante vi sia una evidente indeterminatezza circa il suo costo complessivo, e soprattutto su dove saranno individuati i tanti miliardi necessari alla copertura finanziaria della sua costruzione; l'unico riferimento ai possibili oneri complessivi dell'opera è riportato nel documento di economia e finanza 2023, laddove si specifica che le risorse saranno reperite successivamente con la legge di bilancio, e che il costo dell'opera risulterebbe di 13,5 miliardi a cui aggiungere circa 1,1 miliardi di euro per le opere complementari e di ottimizzazione alle connessioni ferroviarie, lato Sicilia e lato Calabria;
il totale del costo previsto dal DEF 2023 per la realizzazione dell'opera è quindi di almeno 14,6 miliardi di euro, in netto aumento rispetto alle stime precedenti. Vale la pena ricordare che le ultime cifre ufficiali risalivano al progetto approvato nel 2011 con un costo stimato di 8,5 miliardi (già più che raddoppiato rispetto alla gara del 2004 aggiudicata al consorzio Eurolink guidato da Webuild per 3,9 miliardi), mentre nelle settimane precedenti al varo del medesimo DEF, si erano ipotizzati costi intorno ai 10 miliardi;
sempre in tema di quantificazione dei costi dell'opera, il provvedimento in esame introduce quindi ulteriori norme volte a prevedere l'aggiornamento dei prezzi del contratto con il contraente generale; gli stessi uffici del Servizio Bilancio della Camera hanno evidenziato come «risulti necessario acquisire elementi conoscitivi circa gli effetti finanziari che le disposizioni in esame produrranno sul costo complessivo dell'opera»;
ricordiamo che il gruppo di lavoro della struttura tecnica di missione del Ministero delle infrastrutture istituito con determina n. 26 del 2020 con il compito di valutare le diverse alternative sotto il profilo tecnico nonché l'impatto ambientale e urbanistico di un attraversamento stabile dello stretto di Messina, nella relazione conclusiva del 30 aprile 2021, ha posto in evidenza tra le molteplici criticità della soluzione a unica campata, che questa soluzione comporta la necessità di realizzare un ponte sospeso con una luce maggiore del 50 per cento di quella del ponte più lungo realizzato al mondo, ossia il ponte di Akashi in Giappone con 1991 metri di campata centrale. Si rileva che il progetto iniziale del ponte giapponese, prevedeva anche il traffico ferroviario che successivamente fu soppresso per evidenti criticità sismiche che caratterizzano l'area del Giappone, al pari della zona dello Stretto di Messina;
le enormi risorse destinate alla futura realizzazione del Ponte sullo Stretto, potrebbero essere più proficuamente finalizzate al recupero del fortissimo ritardo infrastrutturale della rete ferroviaria e viaria che interessa gran parte dei territori del Mezzogiorno;
la regione Sardegna è tra le regioni del Mezzogiorno una delle più penalizzate per la carenza di infrastrutture stradali e soprattutto ferroviarie con tutto quello che questo comporta in termini di lesione del diritto alla mobilità dei cittadini, e sviluppo e crescita socio-economica della regione; Nuoro è uno dei pochi capoluoghi di provincia del nostro Paese dove manca qualsivoglia servizio ferroviario degno di questo nome che lo colleghi al resto della regione, e dove è attiva solo una ferrovia a scartamento ridotto costruita quasi due secoli fa, che da Nuoro arriva a Macomer. In pratica Nuoro è l'unico capoluogo di provincia a non essere ancora servito da una linea della Rete Ferroviaria Italiana,
impegna il Governo
ad adottare tutte le iniziative necessarie, e le opportune risorse, finalizzate al potenziamento della rete infrastrutturale ferroviaria e stradale del Mezzogiorno, con particolare riferimento alle infrastrutture ferroviarie della Sardegna, anche dando finalmente soluzione alla linea ferroviaria Nuoro-Macomer, prevedendone, previa intesa con la regione Sardegna, il suo trasferimento a titolo gratuito a Rete ferroviaria italiana S.p.A. per il suo inserimento nella rete nazionale italiana in quanto linea di interesse nazionale.
9/1067-A/34. Ghirra, Bonelli, Zanella, Piccolotti, Fratoianni, Borrelli, Dori, Zaratti, Grimaldi, Evi, Mari.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge di conversione in esame, è finalizzato a riproporre la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, riavviando l'iter dell'opera che si è interrotto nel 2012 (quando è stata disposta la caducazione ex lege della convenzione di concessione affidata alla Stretto di Messina, nonché di tutti i rapporti contrattuali dalla medesima stipulati), attraverso la ripresa e prosecuzione del rapporto concessorio con la Società Stretto di Messina S.p.A., la ripresa dei rapporti contrattuali tra la medesima società concessionaria, il contraente generale e gli altri soggetti affidatari dei servizi connessi alla realizzazione dell'opera;
il disegno di legge riavvia quindi l'iter per la realizzazione di questa infrastruttura, nonostante vi sia una evidente indeterminatezza circa il suo costo complessivo, e soprattutto su dove saranno individuati i tanti miliardi necessari alla copertura finanziaria della sua costruzione; l'unico riferimento ai possibili oneri complessivi dell'opera è riportato nel documento di economia e finanza 2023, laddove si specifica che le risorse saranno reperite successivamente con la legge di Bilancio, e che il costo dell'opera risulterebbe di 13,5 miliardi a cui aggiungere circa 1,1 miliardi di euro per le opere complementari e di ottimizzazione alle connessioni ferroviarie, lato Sicilia e lato Calabria;
il totale del costo previsto dal DEF 2023 per la realizzazione dell'opera è quindi di almeno 14,6 miliardi di euro, in netto aumento rispetto alle stime precedenti. Vale la pena ricordare che le ultime cifre ufficiali risalivano al progetto approvato nel 2011 con un costo stimato di 8,5 miliardi (già più che raddoppiato rispetto alla gara del 2004 aggiudicata al consorzio Eurolink guidato da Webuild per 3,9 miliardi), mentre nelle settimane precedenti al varo del medesimo DEF, si erano ipotizzati costi intorno ai 10 miliardi;
sempre in tema di quantificazione dei costi dell'opera, il provvedimento in esame introduce quindi ulteriori norme volte a prevedere l'aggiornamento dei prezzi del contratto con il contraente generale; gli stessi uffici del Servizio Bilancio della Camera hanno evidenziato come «risulti necessario acquisire elementi conoscitivi circa gli effetti finanziari che le disposizioni in esame produrranno sul costo complessivo dell'opera»;
ricordiamo che il gruppo di lavoro della struttura tecnica di missione del ministero delle infrastrutture istituito con determina n. 26 del 2020 con il compito di valutare le diverse alternative sotto il profilo tecnico nonché l'impatto ambientale e urbanistico di un attraversamento stabile dello stretto di Messina, nella relazione conclusiva del 30 aprile 2021, ha posto in evidenza tra le molteplici criticità della soluzione a unica campata, che questa soluzione comporta la necessità di realizzare un ponte sospeso con una luce maggiore del 50 per cento di quella del ponte più lungo realizzato al mondo, ossia il ponte di Akashi in Giappone con 1991 metri di campata centrale. Si sottolinea che il progetto iniziale del ponte giapponese, prevedeva anche il traffico ferroviario che successivamente fu soppresso per evidenti criticità sismiche che caratterizzano l'area del Giappone al pari della zona dello Stretto di Messina;
la Sicilia e il Mezzogiorno, si trovano da sempre in una situazione di ritardo infrastrutturale drammatico, sia stradale che ferroviario: per andare da Messina a Trapani, un percorso di 300 chilometri, si impiegano 9 ore di treno; per percorre in treno la tratta Trapani Siracusa, si impiegano 11,30 ore; Trapani-Agrigento la cui distanza è di 137 chilometri sono necessarie oltre 4 ore di ferrovia; per coprire Trapani Palermo che distano 107 chilometri di strada ferrata, 4,10 ore; buona parte della rete ferroviaria è a binario unico e non è elettrificata. A colmare questo divario infrastrutturale si dovrebbero concentrare risorse e iniziative del Governo,
impegna il Governo
al fine di soddisfare le esigenze di sviluppo infrastrutturale del Sud Italia e, in particolare, della Sicilia, a predisporre un piano di investimenti per garantire la messa in sicurezza e l'ammodernamento della rete ferroviaria siciliana e del Mezzogiorno, per incrementare la dotazione di rete ferroviaria elettrificata e a doppio binario, e per ridurre il forte gap infrastrutturale che ancora oggi caratterizza troppe aree del nostro Paese.
9/1067-A/35. Fratoianni, Ghirra, Bonelli, Zanella, Piccolotti, Borrelli, Dori, Zaratti, Grimaldi, Mari, Evi.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge di conversione in esame è finalizzato a riproporre la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, riavviando l'iter dell'opera che si è interrotto nel 2012 (quando è stata disposta la caducazione ex lege della convenzione di concessione affidata alla Stretto di Messina, nonché di tutti i rapporti contrattuali dalla medesima stipulati), attraverso la ripresa e prosecuzione del rapporto concessorio con la Società Stretto di Messina S.p.A., la ripresa dei rapporti contrattuali tra la medesima società concessionaria, il contraente generale e gli altri soggetti affidatari dei servizi connessi alla realizzazione dell'opera;
il disegno di legge riavvia quindi l'iter per la realizzazione di questa infrastruttura, nonostante vi sia una evidente indeterminatezza circa il suo costo complessivo, e soprattutto su dove saranno individuati i tanti miliardi necessari alla copertura finanziaria della sua costruzione;
l'unico riferimento ai possibili oneri complessivi dell'opera è riportato nel documento di economia e finanza 2023, laddove si specifica che le risorse saranno reperite successivamente con la legge di bilancio, e che il costo dell'opera risulterebbe di 13,5 miliardi a cui aggiungere circa 1,1 miliardi di euro per le opere complementari e di ottimizzazione alle connessioni ferroviarie, lato Sicilia e lato Calabria;
il totale del costo previsto dal DEF 2023 per la realizzazione dell'opera è quindi di almeno 14,6 miliardi di euro, in netto aumento rispetto alle stime precedenti. Vale la pena ricordare che le ultime cifre ufficiali risalivano al progetto approvato nel 2011 con un costo stimato di 8,5 miliardi (già più che raddoppiato rispetto alla gara del 2004 aggiudicata al consorzio Eurolink guidato da Webuild per 3,9 miliardi), mentre nelle settimane precedenti al varo del medesimo DEF, si erano ipotizzati costi intorno ai 10 miliardi;
sempre in tema di quantificazione dei costi dell'opera, il provvedimento in esame introduce quindi ulteriori norme volte a prevedere l'aggiornamento dei prezzi del contratto con il contraente generale; gli stessi uffici del Servizio Bilancio della Camera hanno evidenziato come «risulti necessario acquisire elementi conoscitivi circa gli effetti finanziari che le disposizioni in esame produrranno sul costo complessivo dell'opera»;
ricordiamo che il gruppo di lavoro della struttura tecnica di missione del Ministero delle infrastrutture istituito con determina n. 26/2020 con il compito di valutare le diverse alternative sotto il profilo tecnico nonché l'impatto ambientale e urbanistico di un attraversamento stabile dello stretto di Messina, nella relazione conclusiva del 30 aprile 2021, ha posto in evidenza tra le molteplici criticità della soluzione a unica campata, che questa soluzione comporta la necessità di realizzare un ponte sospeso con una luce maggiore dei 50 per cento di quella del ponte più lungo realizzato al mondo, ossia il ponte di Akashi in Giappone con 1991 metri di campata centrale. Si rileva che il progetto iniziale del ponte giapponese, prevedeva anche il traffico ferroviario, che successivamente fu soppresso per evidenti criticità sismiche che caratterizzano l'area del Giappone al pari della zona dello Stretto di Messina;
la Sicilia e il Mezzogiorno, si trovano da sempre in una situazione di ritardo infrastrutturale drammatico, sia stradale che ferroviario: per andare da Messina a Trapani, un percorso di 300 chilometri, si impiegano 9 ore di treno; per percorre in treno la tratta Trapani-Siracusa, si impiegano 11,30 ore; Trapani-Agrigento la cui distanza è di 137 chilometri sono necessarie oltre 4 ore di ferrovia; per coprire Trapani-Palermo che distano 107 km di strada ferrata, 4,10 ore;
buona parte della rete ferroviaria è a binario unico e non è elettrificata. A colmare questo divario infrastrutturale si dovrebbero concentrare risorse e iniziative del Governo;
riguardo al diritto alla mobilità, è comunque necessario rafforzare sempre di più il trasporto pubblico, incentivando quello su ferro rispetto al trasporto su gomma, e garantendo il servizio in maniera omogenea sul territorio nazionale anche nelle aree più «difficili» da servire,
impegna il Governo
al fine di soddisfare le esigenze di sviluppo infrastrutturale del Paese, ad adottare tutte le iniziative volte a garantire il trasporto pubblico e i collegamenti ferroviari tra aree a domanda debole o comunque poco servite dai servizi a mercato, rafforzando a tal fine il regime di obblighi di servizio pubblico.
9/1067-A/36. Zanella, Bonelli, Ghirra, Fratoianni, Piccolotti, Borrelli, Dori, Zaratti, Grimaldi, Mari, Evi.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge di conversione in esame è finalizzato a riproporre la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, riavviando l'iter dell'opera che si è interrotto nel 2012 (quando è stata disposta la caducazione ex lege della convenzione di concessione affidata alla Stretto di Messina, nonché di tutti i rapporti contrattuali dalla medesima stipulati), attraverso la ripresa e prosecuzione del rapporto concessorio con la Società Stretto di Messina S.p.A., la ripresa dei rapporti contrattuali tra la medesima società concessionaria, il contraente generale e gli altri soggetti affidatari dei servizi connessi alla realizzazione dell'opera;
il disegno di legge riavvia quindi l'iter per la realizzazione di questa infrastruttura, nonostante vi sia una evidente indeterminatezza circa il suo costo complessivo, e soprattutto su dove saranno individuati i tanti miliardi necessari alla copertura finanziaria della sua costruzione;
l'unico riferimento ai possibili oneri complessivi dell'opera è riportato nel documento di economia e finanza 2023, laddove si specifica che le risorse saranno reperite successivamente con la legge di bilancio, e che il costo dell'opera risulterebbe di 13,5 miliardi a cui aggiungere circa 1,1 miliardi di euro per le opere complementari e di ottimizzazione alle connessioni ferroviarie, lato Sicilia e lato Calabria;
il totale del costo previsto dal DEF 2023 per la realizzazione dell'opera è quindi di almeno 14,6 miliardi di euro, in netto aumento rispetto alle stime precedenti. Vale la pena ricordare che le ultime cifre ufficiali risalivano al progetto approvato nel 2011 con un costo stimato di 8,5 miliardi (già più che raddoppiato rispetto alla gara del 2004 aggiudicata al consorzio Eurolink guidato da Webuild per 3,9 miliardi), mentre nelle settimane precedenti al varo del medesimo DEF, si erano ipotizzati costi intorno ai 10 miliardi;
sempre in tema di quantificazione dei costi dell'opera, il provvedimento in esame introduce quindi ulteriori norme volte a prevedere l'aggiornamento dei prezzi del contratto con il contraente generale; gli stessi uffici del Servizio Bilancio della Camera hanno evidenziato come «risulti necessario acquisire elementi conoscitivi circa gli effetti finanziari che le disposizioni in esame produrranno sul costo complessivo dell'opera»;
ricordiamo che il gruppo di lavoro della struttura tecnica di missione del Ministero delle infrastrutture istituito con determina n. 26/2020 con il compito di valutare le diverse alternative sotto il profilo tecnico nonché l'impatto ambientale e urbanistico di un attraversamento stabile dello stretto di Messina, nella relazione conclusiva del 30 aprile 2021, ha posto in evidenza tra le molteplici criticità della soluzione a unica campata, che questa soluzione comporta la necessità di realizzare un ponte sospeso con una luce maggiore del 50 per cento di quella del ponte più lungo realizzato al mondo, ossia il ponte di Akashi in Giappone con 1991 metri di campata centrale. Si rileva che il progetto iniziale del ponte giapponese, prevedeva anche il traffico ferroviario, che successivamente fu soppresso per evidenti criticità sismiche che caratterizzano l'area del Giappone al pari della zona dello Stretto di Messina;
il riavvio dell'attività della Società Stretto di Messina S.p.A. e delle procedure di progettazione e realizzazione dell'opera, previsti dal disegno di legge in esame, comporta la necessità di ridefinire una serie di impegni. Per tale motivo, l'articolo 2, comma 8, autorizza il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e il Ministro dell'economia a stipulare con la medesima Società uno o più atti aggiuntivi alla Convenzione di concessione, che devono prevedere tra l'altro la durata della concessione. Infatti, la lettera a), comma 8, articolo 2, recita: «la durata residua della concessione, secondo quanto stabilito nella convenzione di concessione e nei relativi atti aggiuntivi, fermo restando che la concessione per la gestione ha una durata di trent'anni decorrenti dall'entrata in esercizio dell'opera e che eventuali proroghe dei termini per la realizzazione dell'opera comportano corrispondenti proroghe della durata della concessione»,
impegna il Governo
a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni di cui all'articolo 2, comma 8, lettera a), al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a prevedere che eventuali proroghe dei termini per la realizzazione dell'opera con corrispondenti proroghe della durata della concessione non siano concesse laddove i ritardi nell'esecuzione dell'opera siano attribuibili a responsabilità del contraente generale.
9/1067-A/37. Borrelli, Ghirra, Bonelli, Zanella, Fratoianni, Grimaldi, Mari, Zaratti, Piccolotti, Dori, Evi.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge di conversione in esame, è finalizzato a riproporre la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, riavviando l'iter dell'opera che si è interrotto nel 2012 (quando è stata disposta la caducazione ex lege della convenzione di concessione affidata alla Stretto di Messina, nonché di tutti i rapporti contrattuali dalla medesima stipulati), attraverso la ripresa e prosecuzione del rapporto concessorio con la Società Stretto di Messina S.p.A., la ripresa dei rapporti contrattuali tra la medesima società concessionaria, il contraente generale e gli altri soggetti affidatari dei servizi connessi alla realizzazione dell'opera;
il disegno di legge riavvia quindi l'iter per la realizzazione di questa infrastruttura, nonostante vi sia una evidente indeterminatezza circa il suo costo complessivo, e soprattutto su dove saranno individuati i tanti miliardi necessari alla copertura finanziaria della sua costruzione;
l'unico riferimento ai possibili oneri complessivi dell'opera è riportato nel documento di economia e finanza 2023, laddove si specifica che le risorse saranno reperite successivamente con la legge di bilancio, e che il costo dell'opera risulterebbe di 13,5 miliardi a cui aggiungere circa 1,1 miliardi di euro per le opere complementari e di ottimizzazione alle connessioni ferroviarie, lato Sicilia e lato Calabria;
il totale del costo previsto dal DEF 2023 per la realizzazione dell'opera è quindi di almeno 14,6 miliardi di euro, in netto aumento rispetto alle stime precedenti. Vale la pena ricordare che le ultime cifre ufficiali risalivano al progetto approvato nel 2011 con un costo stimato di 8,5 miliardi (già più che raddoppiato rispetto alla gara del 2004 aggiudicata al consorzio Eurolink guidato da Webuild per 3,9 miliardi), mentre nelle settimane precedenti al varo del medesimo DEF, si erano ipotizzati costi intorno ai 10 miliardi;
sempre in tema di quantificazione dei costi dell'opera, il provvedimento in esame introduce quindi ulteriori norme volte a prevedere l'aggiornamento dei prezzi del contratto con il contraente generale; gli stessi uffici del Servizio Bilancio della Camera hanno evidenziato come «risulti necessario acquisire elementi conoscitivi circa gli effetti finanziari che le disposizioni in esame produrranno sul costo complessivo dell'opera»;
ricordiamo che il gruppo di lavoro della struttura tecnica di missione del Ministero delle infrastrutture istituito con determina n. 26/2020 con il compito di valutare le diverse alternative sotto il profilo tecnico nonché l'impatto ambientale e urbanistico di un attraversamento stabile dello stretto di Messina, nella relazione conclusiva del 30 aprile 2021, ha posto in evidenza tra le molteplici criticità della soluzione a unica campata, che questa soluzione comporta la necessità di realizzare un ponte sospeso con una luce maggiore del 50 per cento di quella del ponte più lungo realizzato al mondo, ossia il ponte di Akashi in Giappone con 1991 metri di campata centrale. Si rileva che il progetto iniziale del ponte giapponese, prevedeva anche il traffico ferroviario, che successivamente fu soppresso per evidenti criticità sismiche che caratterizzano l'area dei Giappone al pari della zona dello Stretto di Messina;
riguardo all'affidamento senza gara previsto dal provvedimento in esame, va evidenziata la necessità di inserire un meccanismo di garanzia grazie al quale, qualora il valore della concessione registri un incremento superiore a una determinata percentuale rispetto al valore risultante dal progetto approvato nel 2011, si debba necessariamente procedere alla selezione di un nuovo contraente generale, come previsto dall'articolo 72 della direttiva 2014/24/UE,
impegna il Governo
a chiarire, e comunque a prevedere, che, conformemente alla normativa europea in materia di contratti pubblici, si applichi la disciplina prevista per le modifiche dei contratti in corso di validità di cui all'articolo 72 della Direttiva 2014/24/UE, al fine di specificare che, qualora il costo complessivo dell'opera registri un incremento superiore al 50 per cento rispetto al valore del costo originario in sede di prima aggiudicazione, si provvede alla selezione di un nuovo contraente generale nel rispetto delle procedure di cui all'articolo 205 del decreto legislativo n. 36/2023, della Direttiva 2014/24/UE e delle disposizioni normative dell'UE in materia di contratti pubblici e gare internazionali, nel rispetto dei principi di libera concorrenza e di non discriminazione.
9/1067-A/38. Evi, Ghirra, Bonelli, Zanella, Fratoianni, Grimaldi, Mari, Zaratti, Piccolotti, Dori, Borrelli.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge di conversione in esame, è finalizzato a riproporre la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, riavviando l'iter dell'opera che si è interrotto nel 2012 (quando è stata disposta la caducazione ex lege della convenzione di concessione affidata alla Stretto di Messina, nonché di tutti i rapporti contrattuali dalla medesima stipulati), attraverso la ripresa e prosecuzione del rapporto concessorio con la Società Stretto di Messina S.p.A., la ripresa dei rapporti contrattuali tra la medesima società concessionaria, il contraente generale e gli altri soggetti affidatari dei servizi connessi alla realizzazione dell'opera;
il disegno di legge riavvia quindi l'iter per la realizzazione di questa infrastruttura, nonostante vi sia una evidente indeterminatezza circa il suo costo complessivo, e soprattutto su dove saranno individuati i tanti miliardi necessari alla copertura finanziaria della sua costruzione;
l'unico riferimento ai possibili oneri complessivi dell'opera è riportato nel documento di economia e finanza 2023, laddove si specifica che le risorse saranno reperite successivamente con la legge di bilancio, e che il costo dell'opera risulterebbe di 13,5 miliardi a cui aggiungere circa 1,1 miliardi di euro per le opere complementari e di ottimizzazione alle connessioni ferroviarie, lato Sicilia e lato Calabria;
il totale del costo previsto dal DEF 2023 per la realizzazione dell'opera è quindi di almeno 14,6 miliardi di euro, in netto aumento rispetto alle stime precedenti. Vale la pena ricordare che le ultime cifre ufficiali risalivano al progetto approvato nel 2011 con un costo stimato di 8,5 miliardi (già più che raddoppiato rispetto alla gara del 2004 aggiudicata al consorzio Eurolink guidato da Webuild per 3,9 miliardi), mentre nelle settimane precedenti al varo del medesimo DEF, si erano ipotizzati costi intorno ai 10 miliardi;
sempre in tema di quantificazione dei costi dell'opera, il provvedimento in esame introduce quindi ulteriori norme volte a prevedere l'aggiornamento dei prezzi del contratto con il contraente generale; gli stessi uffici del Servizio Bilancio della Camera hanno evidenziato come «risulti necessario acquisire elementi conoscitivi circa gli effetti finanziari che le disposizioni in esame produrranno sul costo complessivo dell'opera»;
l'articolo 3, dispone che l'opera è inserita nell'Allegato infrastrutture del DEF, con l'indicazione del costo stimato, delle risorse disponibili e del fabbisogno residuo, e prevede la presentazione di una relazione sul progetto definitivo dell'opera su cui è chiamato ad esprimersi ai fini dell'approvazione, il Consiglio di amministrazione della concessionaria;
ricordiamo che il gruppo di lavoro della struttura tecnica di missione del ministero delle infrastrutture istituito con determina n. 26/2020 con il compito di valutare le diverse alternative sotto il profilo tecnico nonché l'impatto ambientale e urbanistico di un attraversamento stabile dello stretto di Messina, nella relazione conclusiva del 30 aprile 2021, ha posto in evidenza tra le molteplici criticità della soluzione a unica campata, che questa soluzione comporta la necessità di realizzare un ponte sospeso con una luce maggiore del 50 per cento di quella del ponte più lungo realizzato al mondo, ossia il ponte di Akashi in Giappone con 1991 metri di campata centrale. Si rileva che il progetto iniziale del ponte giapponese, prevedeva anche il traffico ferroviario, che successivamente fu soppresso per evidenti criticità sismiche che caratterizzano l'area del Giappone al pari della zona dello Stretto di Messina,
impegna il Governo
a prevedere, attraverso ulteriori iniziative normative, che il progetto definitivo dell'opera, di cui all'articolo 3, commi 2 e 3, che deve essere approvato dal Consiglio di amministrazione della concessionaria entro trenta giorni dalla ricezione, venga inviato alle Camere e al Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile per le eventuali valutazioni, anche in relazione agli aspetti di finanza pubblica.
9/1067-A/39. Zaratti, Ghirra, Bonelli, Zanella, Fratoianni, Grimaldi, Dori, Evi, Mari, Piccolotti, Borrelli.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge di conversione in esame, è finalizzato a riproporre la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina e le relative opere di adduzione del traffico ferroviario e stradale, riavviando l'iter dell'opera che si è interrotto nel 2012 (quando è stata disposta la caducazione ex lege della convenzione di concessione affidata alla Stretto di Messina, nonché di tutti i rapporti contrattuali dalla medesima stipulati), attraverso la ripresa e prosecuzione del rapporto concessorio con la Società Stretto di Messina S.p.A., la ripresa dei rapporti contrattuali tra la medesima società concessionaria, il contraente generale e gli altri soggetti affidatari dei servizi connessi alla realizzazione dell'opera;
il disegno di legge riavvia l'iter per la realizzazione di questa infrastruttura, nonostante vi sia una evidente indeterminatezza circa il suo costo complessivo, e soprattutto su dove saranno individuati i tanti miliardi necessari alla copertura finanziaria della sua costruzione;
l'unico riferimento ai possibili oneri complessivi dell'opera è riportato nel documento di economia e finanza 2023, laddove si specifica che le risorse saranno reperite successivamente con la legge di bilancio, e che il costo dell'opera risulterebbe di 13,5 miliardi a cui aggiungere circa 1,1 miliardi di euro per le opere complementari e di ottimizzazione alle connessioni ferroviarie, lato Sicilia e lato Calabria;
nel corso dell'esame del provvedimento in sede referente è stato poi precisato (comma 8-bis, articolo 2) che il costo complessivo dell'opera, come determinato nell'Allegato Infrastrutture al DEF, comprende l'aggiornamento dei prezzi dei contratti caducati ai sensi dell'articolo 34-decies, comma 3, secondo periodo, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, al netto: degli oneri finanziari funzionali alla remunerazione dei capitali apportati dall'investitore privato e degli oneri funzionali all'adeguamento del progetto esecutivo alle prescrizioni espressamente indicate, comma 2 dell'articolo 3 del decreto;
con le disposizioni previste al comma 3, dell'articolo 4, il Governo decide, forzosamente, di far rivivere i rapporti contrattuali tra la società concessionaria Stretto di Messina SpA (SdM SpA) e il contraente generale Eurolink (capeggiato da Webuild), mediante la stipula di atti aggiuntivi ai contratti caducati a suo tempo ai sensi dell'articolo 34-decies, comma 3, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modificazioni dalla legge 17 dicembre 2012 n. 221;
l'ANAC sottolinea come il ruolo del contraente generale, sia connotato da un ampio margine di libertà nella realizzazione dell'opera, senza che sia fissato dal decreto una puntuale definizione delle obbligazioni, degli impegni e delle responsabilità, in termini chiari ed ineludibili, in considerazione della maggiore ampiezza degli obblighi e dei rischi che egli assume;
secondo il comma 3 dell'articolo 4 la Società concessionaria e il contraente generale, nonché gli altri soggetti affidatari dei servizi connessi alla realizzazione dell'opera, possono, mediante la stipula di atti aggiuntivi ai contratti caducati ai sensi dell'articolo 34-decies, comma 3, secondo periodo, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, manifestare, entro 30 giorni dalla conversione in legge del presente provvedimento, la volontà che ciascun contratto riprenda a produrre i propri effetti subordinatamente alla delibera di approvazione del progetto definitivo,
impegna il Governo
nella non auspicabile ipotesi in cui si proceda a riavviare l'iter per la realizzazione dell'infrastruttura, ad adottare ulteriori iniziative normative volte a garantire in ogni caso che la manifestazione della volontà che il contratto tra Società SdM e contraente generale riprenda a produrre i propri effetti sia subordinata all'obbligo di prevedere nelle procedure relative ai sub-affidamenti il rispetto dei principi dell'evidenza pubblica, mediante la formulazione di clausole tese a garantire la massima trasparenza e controllabilità dei processi, anche prevedendo la completa digitalizzazione delle procedure, con interconnessione alla BDNCP.
9/1067-A/40. Dori, Bonelli, Ghirra, Zanella, Borrelli, Evi, Fratoianni, Grimaldi, Mari, Piccolotti, Zaratti.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge di conversione in esame, è finalizzato a riproporre la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina e le relative opere di adduzione del traffico ferroviario e stradale, riavviando l'iter dell'opera che si è interrotto nel 2012 (quando è stata disposta la caducazione ex legge della convenzione di concessione affidata alla Stretto di Messina, nonché di tutti i rapporti contrattuali dalla medesima stipulati), attraverso la ripresa e prosecuzione del rapporto concessorio con la Società Stretto di Messina S.p.A., la ripresa dei rapporti contrattuali tra la medesima società concessionaria, il contraente generale e gli altri soggetti affidatari dei servizi connessi alla realizzazione dell'opera;
il disegno di legge riavvia l'iter per la realizzazione di questa infrastruttura, nonostante vi sia una evidente indeterminatezza circa il suo costo complessivo, e soprattutto su dove saranno individuati i tanti miliardi necessari alla copertura finanziaria della sua costruzione;
l'unico riferimento ai possibili oneri complessivi dell'opera è riportato nel documento di economia e finanza 2023, laddove si specifica che le risorse saranno reperite successivamente con la legge di Bilancio, e che il costo dell'opera risulterebbe di 13,5 miliardi a cui aggiungere circa 1,1 miliardi di euro per le opere complementari e di ottimizzazione alle connessioni ferroviarie, lato Sicilia e lato Calabria;
nel corso dell'esame del provvedimento in sede referente è stato poi precisato (comma 8-bis, articolo 2) che il costo complessivo dell'opera, come determinato nell'Allegato Infrastrutture al DEF, comprende l'aggiornamento dei prezzi dei contratti caducati ai sensi dell'articolo 34-decies, comma 3, secondo periodo, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, al netto: degli oneri finanziari funzionali alla remunerazione dei capitali apportati dall'investitore privato e degli oneri funzionali all'adeguamento del progetto esecutivo alle prescrizioni espressamente indicate, comma 2 dell'articolo 3 del decreto;
con le disposizioni previste al comma 3, dell'articolo 4, il Governo decide, forzosamente, di far rivivere i rapporti contrattuali tra la società concessionaria Stretto di Messina SpA (SdM SpA) e il contraente generale Eurolink (capeggiato da Webuild), mediante la stipula di atti aggiuntivi ai contratti caducati a suo tempo ai sensi dell'articolo 34-decies, comma 3, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modificazioni dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221;
l'ANAC sottolinea come il ruolo del contraente generale, sia connotato da un ampio margine di libertà nella realizzazione dell'opera, senza che sia fissato dallo stesso decreto una puntuale definizione delle obbligazioni, degli impegni e delle responsabilità, in termini chiari ed ineludibili, in considerazione della maggiore ampiezza degli obblighi e dei rischi che egli assume;
secondo il comma 3 dell'articolo 4 la Società concessionaria e il contraente generale, nonché gli altri soggetti affidatari dei servizi connessi alla realizzazione dell'opera, possono, mediante la stipula di atti aggiuntivi ai contratti caducati ai sensi dell'articolo 34-decies, comma 3, secondo periodo, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, manifestare, entro 30 giorni dalla conversione in legge del presente provvedimento, la volontà che ciascun contratto riprenda a produrre i propri effetti subordinatamente alla delibera di approvazione del progetto definitivo,
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative normative volte a garantire che la manifestazione della volontà che il contratto tra Società SdM e contraente generale riprenda a produrre i propri effetti sia subordinata all'obbligo che le prestazioni o lavorazioni oggetto del contratto di appalto, ove subappaltabili, non potranno formare oggetto di ulteriore subappalto, in ragione delle specifiche caratteristiche delle lavorazioni e dell'esigenza – tenuto conto della natura o della complessità delle prestazioni o delle lavorazioni da effettuare – di rafforzare il controllo delle attività di cantiere e più in generale dei luoghi di lavoro e di garantire una più intensa tutela delle condizioni di lavoro e della salute e sicurezza dei lavoratori nonché di prevenire il rischio di infiltrazioni criminali.
9/1067-A/41. Mari, Ghirra, Bonelli, Zanella, Fratoianni, Zaratti, Evi, Borrelli, Piccolotti, Dori, Grimaldi.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge di conversione in esame, è finalizzato a riproporre la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina e le relative opere di adduzione del traffico ferroviario e stradale, riavviando l'iter dell'opera che si è interrotto nel 2012 (quando è stata disposta la caducazione ex legge della convenzione di concessione affidata alla Stretto di Messina, nonché di tutti i rapporti contrattuali dalla medesima stipulati), attraverso la ripresa e prosecuzione del rapporto concessorio con la Società Stretto di Messina S.p.A., la ripresa dei rapporti contrattuali tra la medesima società concessionaria, il contraente generale e gli altri soggetti affidatari dei servizi connessi alla realizzazione dell'opera;
il disegno di legge riavvia l'iter per la realizzazione di questa infrastruttura, nonostante vi sia una evidente indeterminatezza circa il suo costo complessivo, e soprattutto su dove saranno individuati i tanti miliardi necessari alla copertura finanziaria della sua costruzione;
l'unico riferimento ai possibili oneri complessivi dell'opera è riportato nel documento di economia e finanza 2023, laddove si specifica che le risorse saranno reperite successivamente con la legge di Bilancio, e che il costo dell'opera risulterebbe di 13,5 miliardi a cui aggiungere circa 1,1 miliardi di euro per le opere complementari e di ottimizzazione alle connessioni ferroviarie, lato Sicilia e lato Calabria;
il totale del costo previsto dal DEF 2023 per la realizzazione dell'opera è quindi di almeno 14,6 miliardi di euro, in netto aumento rispetto alle stime precedenti. Vale la pena ricordare che le ultime cifre ufficiali risalivano al progetto approvato nel 2011 con un costo stimato di 8,5 miliardi (già più che raddoppiato rispetto alla gara del 2004 aggiudicata al consorzio Eurolink guidato da Webuild per 3,9 miliardi), mentre nelle settimane precedenti al varo del medesimo DEF, si erano ipotizzati costi intorno ai 10 miliardi;
nel corso dell'esame del provvedimento in sede referente è stato poi precisato (comma 8-bis, articolo 2) che il costo complessivo dell'opera, come determinato nell'Allegato Infrastrutture al DEF, comprende l'aggiornamento dei prezzi dei contratti caducati ai sensi dell'articolo 34-decies, comma 3, secondo periodo, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, al netto: degli oneri finanziari funzionali alla remunerazione dei capitali apportati dall'investitore privato e degli oneri funzionali all'adeguamento del progetto esecutivo alle prescrizioni espressamente indicate, comma 2 dell'articolo 3 del decreto;
tra le modifiche introdotte in sede referente c'è anche la realizzazione di una campagna informativa per sensibilizzare i territori, che stanzia 7 milioni per la copertura dal 2024 al 2030 con l'obiettivo di creare centri d'informazione e organizzare giornate in cui la popolazione può visitare i cantieri;
il comma 2 dell'articolo 3 prevede che il progetto definitivo dell'opera, redatto ai sensi del decreto legislativo 20 agosto 2002, n. 190, ed approvato dal Consiglio di amministrazione della società concessionaria il 29 luglio 2011, è integrato da una relazione del progettista, attestante la rispondenza al progetto preliminare e alle eventuali prescrizioni dettate in sede di approvazione dello stesso, con particolare riferimento alla compatibilità ambientale e alla localizzazione dell'opera;
il successivo comma 6 stabilisce che la valutazione d'impatto ambientale è limitata ai contenuti progettuali interessati dalle prescrizioni di cui al comma 2, mentre sugli ulteriori contenuti progettuali è limitata agli aspetti che non siano stati valutati o siano stati oggetto di valutazioni negative nel procedimento attivato sul progetto definitivo redatto ai sensi del decreto legislativo 20 agosto 2002, n. 190, i cui effetti sono fatti salvi;
ricordiamo che il gruppo di lavoro della struttura tecnica di missione del ministero delle infrastrutture istituito con determina n. 26/2020 con il compito di valutare le diverse alternative sotto il profilo tecnico nonché l'impatto ambientale e urbanistico di un attraversamento stabile dello stretto di Messina, nella relazione conclusiva del 30 aprile 2021, ha posto in evidenza tra le molteplici criticità della soluzione a unica campata, che questa soluzione comporta la necessità di realizzare un ponte sospeso con una luce maggiore del 50 per cento di quella del ponte più lungo realizzato al mondo, ossia il ponte di Akashi in Giappone con 1991 metri di campata centrale. Si rileva che il progetto iniziale del ponte giapponese, prevedeva anche il traffico ferroviario, che successivamente fu soppresso per evidenti criticità sismiche che caratterizzano l'area del Giappone al pari della zona dello Stretto di Messina;
in merito al Progetto definito la commissione Via-Vas del ministero dell'Ambiente con atto del 15 marzo 2013, ha espresso il seguente parere: «Per effetto di quanto esposto, ai fini della verifica di ottemperanza sul progetto definitivo “attraversamento stabile dello Stretto di Messina” e della Valutazione di compatibilità ambientale delle varianti sostanziali, la commissione, valutato che le risposte fornite dal proponente alla richiesta di integrazione avanzata dal ministero dell'Ambiente sono state parziali, lacunose e non sempre esaustive riguardo alle criticità ambientali, esprime il seguente parere: in primis per la compatibilità ambientale delle opere di variante sostanziali allo stato non si può esprimere valutazione (...) Per le aree protette interferite dall'opera, l'istruttoria ha evidenziato una incidenza negativa sugli habitat prioritari e sull'avifauna appartenente a specie di interesse conservazionistico comunitario»;
come posto in evidenza dall'ANAC, mentre il decreto-legge n. 179 del 2012 prevedeva espressamente che gli atti che regolavano il rapporto concessionario fossero vincolati al vaglio di mercato sulla sostenibilità economica dell'opera da parte della società SdM, con eventuali effetti caducatori degli stessi, l'articolo 2, comma 8, del decreto in esame che disciplina ora il contenuto degli atti aggiuntivi conseguenti all'accordo, non prevede invece che l'intervento sia collegato a vincoli di sostenibilità economica con la conseguenza che i costi dell'opera potrebbero subire notevoli aumenti anche in ragione di ulteriori richieste e prescrizioni;
mentre si sceglie di finanziare il Ponte sullo Stretto, giova ricordare ancora una volta che la Sicilia e il Mezzogiorno, si trovano da sempre in una situazione di ritardo infrastrutturale drammatico, sia stradale che ferroviario: per andare da Messina a Trapani, un percorso di 300 chilometri, si impiegano 9 ore di treno; per percorre in treno la tratta Trapani-Siracusa, si impiegano 11,30 ore; Trapani-Agrigento la cui distanza è di 137 chilometri sono necessarie oltre 4 ore di ferrovia; per coprire Trapani-Palermo che distano 107 chilometri di strada ferrata, 4,10 ore;
buona parte della rete ferroviaria è a binario unico e non è elettrificata. Le risorse e le iniziative del Governo si dovrebbero concentrare nel colmare questo divario infrastrutturale,
impegna il Governo:
a valutare gli effetti applicativi della disciplina in esame, al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a:
garantire che in sede di valutazione di impatto ambientale dell'opera l'analisi venga svolta sull'intero progetto definitivo e non sia limitata a singole parti o a contenuti parziali del medesimo progetto, in relazione agli aspetti rilevanti e ai mutamenti intervenuti negli strumenti pianificatori e programmatici e del delicato contesto paesaggistico e ambientale, anche al fine di evitare l'apertura di una nuova procedura d'infrazione comunitaria per violazione delle Direttive 2009/147/CE e 92/43/CEE;
garantire che le procedure autorizzative finalizzate alla realizzazione dell'opera non possano essere approvate finché non sia reso pubblico il piano tecnico economico di fattibilità dell'opera e definite le necessarie coperture finanziarie dell'intero intervento;
destinare il 50 per cento delle risorse per la campagna informativa per sensibilizzare i territori, alle associazioni e comitati dei cittadini da anni impegnate nella promozione di uno sviluppo sostenibile dell'area dello Stretto.
9/1067-A/42. Bonelli, Ghirra, Zanella, Grimaldi, Borrelli, Zaratti, Fratoianni, Dori, Piccolotti, Evi, Mari.
La Camera,
premesso che:
il disegno di legge di conversione in esame, è finalizzato a riproporre la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina e le relative opere di adduzione del traffico ferroviario e stradale, riavviando l'iter dell'opera che si è interrotto nel 2012 (quando è stata disposta la caducazione ex legge della convenzione di concessione affidata alla Stretto di Messina, nonché di tutti i rapporti contrattuali dalla medesima stipulati), attraverso la ripresa e prosecuzione del rapporto concessorio con la Società Stretto di Messina S.p.A., la ripresa dei rapporti contrattuali tra la medesima società concessionaria, il contraente generale e gli altri soggetti affidatari dei servizi connessi alla realizzazione dell'opera;
il disegno di legge riavvia l'iter per la realizzazione di questa infrastruttura, nonostante vi sia una evidente indeterminatezza circa il suo costo complessivo, e soprattutto su dove saranno individuati i tanti miliardi necessari alla copertura finanziaria della sua costruzione;
l'unico riferimento ai possibili oneri complessivi dell'opera è riportato nel documento di economia e finanza 2023, laddove si specifica che le risorse saranno reperite successivamente con la legge di Bilancio, e che il costo dell'opera risulterebbe di 13,5 miliardi a cui aggiungere circa 1,1 miliardi di euro per le opere complementari e di ottimizzazione alle connessioni ferroviarie, lato Sicilia e lato Calabria;
nel corso dell'esame del provvedimento in sede referente è stato poi precisato (comma 8-bis, articolo 2) che il costo complessivo dell'opera, come determinato nell'Allegato Infrastrutture al DEF, comprende l'aggiornamento dei prezzi dei contratti caducati ai sensi dell'articolo 34-decies, comma 3, secondo periodo, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, al netto: degli oneri finanziari funzionali alla remunerazione dei capitali apportati dall'investitore privato e degli oneri funzionali all'adeguamento del progetto esecutivo alle prescrizioni espressamente indicate, comma 2 dell'articolo 3 del decreto;
con le disposizioni previste al comma 3, dell'articolo 4, il Governo decide, forzosamente, di far rivivere i rapporti contrattuali tra la società concessionaria Stretto di Messina SpA (SdM SpA) e il contraente generale Eurolink (capeggiato da Webuild), mediante la stipula di atti aggiuntivi ai contratti caducati a suo tempo ai sensi dell'articolo 34-decies, comma 3, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modificazioni dalla legge 17 dicembre 2012 n. 221;
l'ANAC sottolinea come il ruolo del contraente generale, sia connotato da un ampio margine di libertà nella realizzazione dell'opera, senza che sia fissato dallo stesso decreto una puntuale definizione delle obbligazioni, degli impegni e delle responsabilità, in termini chiari ed ineludibili, in considerazione della maggiore ampiezza degli obblighi e dei rischi che egli assume;
secondo il comma 3 dell'articolo 4 la Società concessionaria e il contraente generale, nonché gli altri soggetti affidatari dei servizi connessi alla realizzazione dell'opera, possono, mediante la stipula di atti aggiuntivi ai contratti caducati ai sensi dell'articolo 34-decies, comma 3, secondo periodo, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, manifestare, entro 30 giorni dalla conversione in legge del presente provvedimento, la volontà che ciascun contratto riprenda a produrre i propri effetti subordinatamente alla delibera di approvazione del progetto definitivo;
il collegamento ferroviario transfrontaliero dell'alta velocità Torino Lione, (TAV) al pari del collegamento stabile Ponte sullo stretto, è un'opera mastodontica ed anacronistica, del tutto incompatibile con la crisi ambientale e climatica in atto, sulla quale lo stesso Governo francese starebbe pensando di rinviare di 10 anni la realizzazione della linea che porterà al nuovo tunnel del Moncenisio, previsto tra la fine del 2032 e l'inizio del 2033 e che non esiste alcuna garanzia che la Francia dopo il 2043 realizzi l'opera,
impegna il Governo:
ad adottare ulteriori iniziative normative volte a garantire che la manifestazione della volontà che il contratto tra Società SdM e contraente generale riprenda a produrre i propri effetti, sia subordinata alle condizioni che restano a totale carico del contraente generale gli oneri riconducibili a carenze progettuali e che lo stesso faccia fronte ad eventuali criticità che dovessero sorgere nel corso dell'intervento;
a riconsiderare la realizzazione della TAV, così da soddisfare le esigenze di sviluppo infrastrutturale del Paese indirizzando le risorse previste al potenziamento delle linee ferroviarie esistenti in modo tale da sopportare i volumi di traffico merci registrati negli ultimi vent'anni, nonché alla mobilità sostenibile ed intermodale in tutto il Paese.
9/1067-A/43. Grimaldi, Ghirra, Bonelli, Zanella, Zaratti, Fratoianni, Mari, Piccolotti, Borrelli, Dori, Evi, Iaria.
La Camera,
premesso che:
il decreto-legge 31 marzo 2023, n. 35, recante disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria, si inserisce nel contesto di una serie di iniziative legislative volte a consentire la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina e delle connesse opere di adduzione del traffico ferroviario e stradale;
l'opera di collegamento stabile fra la Sicilia e la Calabria rappresenta un'opera prioritaria e di preminente interesse nazionale. Essa è strategica per il completamento delle reti transeuropee di trasporto di cui al regolamento (CE) n. 1315/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2013, nell'ambito del Corridoio scandinavo-mediterraneo. La sua realizzazione appare funzionale al processo di integrazione europeo sotto il profilo della libera circolazione dei cittadini e della politica comune dei trasporti (disciplinata all'articolo 4, paragrafo 2, lettera g), e nel titolo VI del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, articoli 90-100);
il Ponte sullo Stretto cambierà inevitabilmente il Comune di Villa San Giovanni destinato ad accogliere la più grande opera ingegneristica di tutti i tempi e che dunque vivrà un momento di profondo cambiamento;
il comune Villa San Giovanni ambisce a diventare una città trasportistica all'avanguardia e turistica di eccellenza, qualora verranno assicurate alla città gli interventi per garantire la sua vocazione trasportistica ed eco-turistica,
impegna il Governo:
a valutare l'opportunità di:
definire, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, anche attraverso un accordo di programma quadro, interventi per il comune di Villa San Giovanni al fine di renderla una città innovativa ed ecostenibile per i trasporti, la salvaguardia delle risorse culturali e ambientali dello Stretto ed il turismo sostenibile;
assumere interventi per garantire la continuità territoriale in relazione alla realizzazione del Ponte sullo stretto.
9/1067-A/44. Antoniozzi, Mollicone.
La Camera,
premesso che:
gli articoli 1 e 2 del decreto in esame modificano alcuni articoli della legge n. 1158 del 1971, intervenendo in particolare sull'assetto societario e sulla governance della società «Stretto di Messina» che viene qualificata come società in house;
l'articolo 2 prevede, in particolare, che il consiglio di amministrazione e il collegio sindacale della Società Stretto di Messina S.p.A. siano composti da 5 membri ciascuno e la remunerazione dei componenti del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale è determinata ai sensi, rispettivamente, dell'articolo 2389 e dell'articolo 2402 del codice civile;
si prevede, quindi, che la definizione dei compensi non sia più soggetta alla disciplina prevista per gli amministratori e i dipendenti delle società controllate dalle pubbliche amministrazioni, bensì dal codice civile, senza previsione di tetto alcuno;
la disciplina vigente ai sensi del decreto ministeriale n. 166 del 2013 prevede, in generale, l'applicazione di un tetto massimo agli emolumenti pari a 240 mila euro annui per gli organi delle società in house;
si ricorda che la Società Stretto di Messina, posta in liquidazione il 15 aprile 2013, ha mantenuto un onere annuo elevato, sceso sotto i due milioni di euro solo nel 2015, a fronte di assenza di attività, se non quella di resistenza in giudizio, peraltro affidata ad avvocati esterni (Delibera 23/2018 Corte dei conti),
impegna il Governo:
a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate in premessa, al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a prevedere che i componenti del consiglio di amministrazione della SdM svolgano l'incarico a titolo gratuito fino alla data di inizio lavori dell'opera e ad applicare in ogni caso, a decorrere da tale data, i limiti previsti dal decreto ministeriale n. 166 del 2013, disciplina vigente per le società in house.
9/1067-A/45. Bakkali, Barbagallo, Simiani, Casu, Ghio, Morassut, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Iacono, Marino, Stumpo.
La Camera,
premesso che:
il decreto in esame interviene per rimettere in bonis la società Stretto di Messina, trasformarla in una società in house, regolare il rapporto concessorio, porre le basi giuridiche per chiudere il contenzioso con il contraente generale e riavviare la progettazione dell'opera partendo da un progetto del 2011, su cui pendono criticità e dubbi di ordine sia tecnico, sia ambientale;
su tale progetto non è stato svolto alcun tipo di dibattito pubblico che potesse prendere in considerazione anche altre ipotesi progettuali e manca altresì la valutazione di impatto ambientale;
dubbi sono stati altresì posti sulla reale entità dei costi che, ad oggi, non è dato conoscere, considerato che la loro quantificazione resta rinviata al futuro piano economico finanziario della concessione;
si ricorda che, per l'opera oggetto del decreto, ad oggi non esistono coperture finanziarie disponibili a legislazione vigente (DEF 2023 allegato infrastrutture);
in tale contesto, nel corso della audizioni sul decreto in esame sono stati ascoltati il sindaco di Messina e la sindaca di Villa San Giovanni, che avevano chiesto non solo di essere auditi, ma, anche in virtù del fatto che quei territori sarebbero interessati profondamente dalla realizzazione del ponte, di essere coinvolti per potere dare un contributo in via preliminare, per capire come trasformare le loro città e preparare, in modo ragionato, le necessarie varianti urbanistiche per poterlo realizzare,
impegna il governo
a prevedere, attraverso ulteriori iniziative normative, che i sindaci di Villa San Giovanni e di Messina, i due comuni maggiormente coinvolti dall'eventuale realizzazione dell'opera, possano prendere parte ai CDA della società Stretto di Messina, senza oneri aggiuntivi per gli enti e per la società, e rappresentati direttamente al tavolo del gruppo di lavoro del progetto Ponte sullo Stretto.
9/1067-A/46. Iacono, Braga, Simiani, Barbagallo, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, Casu, Ghio, Morassut, Marino, Stumpo.
La Camera,
premesso che:
il decreto in esame interviene per rimettere in bonis la società Stretto di Messina, trasformarla in una società in house, regolare il rapporto concessorio, porre le basi giuridiche per chiudere il contenzioso con il contraente generale e riavviare la progettazione dell'opera partendo da un progetto del 2011, su cui pendono criticità e dubbi di ordine sia tecnico, sia ambientale;
su tale progetto non è stato svolto alcun tipo di dibattito pubblico che potesse prendere in considerazione anche altre ipotesi progettuali e manca altresì la valutazione di impatto ambientale;
dubbi sono stati altresì posti sulla reale entità dei costi che, ad oggi, non è dato conoscere, considerato che la loro quantificazione resta rinviata al futuro piano economico finanziario della concessione;
si ricorda che, per l'opera oggetto del decreto, ad oggi non esistono coperture finanziarie disponibili a legislazione vigente (DEF 2023 allegato infrastrutture);
l'articolo 1 del decreto in esame prevede che, con decreto ministeriale si provveda alla costituzione, con oneri a carico della società concessionaria, di un Comitato scientifico, con compiti di consulenza tecnica, anche ai fini della supervisione e dell'indirizzo delle attività tecniche progettuali. Il Comitato deve esprimere parere al Consiglio di amministrazione della società in ordine al progetto definitivo ed esecutivo dell'opera e delle varianti;
detto Comitato scientifico è composto da 9 membri, scelti – si legge nella norma – «tra soggetti dotati di adeguata specializzazione ed esperienza»;
grazie ad un emendamento del PD approvato in sede referente, è stato posto un tetto massimo al costo annuo di tale comitato, rimanendo però indeterminati, vaghi e non stringenti i requisiti di professionalità ed esperienza richiesti ai suoi componenti;
inoltre, i suddetti componenti sono scelti esclusivamente con decreto del Ministro delle infrastrutture e trasporti, scelti d'intesa con la Regione Siciliana e la Regione Calabria, escludendo il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica e il Ministero della cultura, amministrazioni competenti in materia ambientale e paesaggistica, di preminente interesse in caso di realizzazione dell'opera:
impegna il Governo:
a scegliere i componenti del Comitato scientifico esclusivamente tra esperti dotati di adeguata e comprovata specializzazione ed esperienza nella realizzazione di lavori caratterizzati da particolare complessità in relazione alla tipologia delle opere, alle particolari problematiche geotecniche, idrauliche, geologiche e geologiche marine, ambientali e paesaggistiche, all'utilizzo di materiali e componenti innovativi e alla esecuzione in luoghi che presentano difficoltà logistiche, consultando a tal fine gli ordini professionali di riferimento.
9/1067-A/47. Di Sanzo, Simiani, Barbagallo, Curti, Ferrari, Bakkali, Casu, Ghio, Morassut, Iacono, Marino, Stumpo.
La Camera,
impegna il Governo
a scegliere i componenti del Comitato scientifico esclusivamente tra esperti dotati di adeguata e comprovata specializzazione ed esperienza nella realizzazione di lavori caratterizzati da particolare complessità in relazione alla tipologia delle opere, alle particolari problematiche geotecniche, idrauliche, geologiche e geologiche marine, ambientali e paesaggistiche, all'utilizzo di materiali e componenti innovativi e alla esecuzione in luoghi che presentano difficoltà logistiche.
9/1067-A/47. (Testo modificato nel corso della seduta)Di Sanzo, Simiani, Barbagallo, Curti, Ferrari, Bakkali, Casu, Ghio, Morassut, Iacono, Marino, Stumpo.
La Camera,
premesso che:
il decreto in esame interviene per rimettere in bonis la società Stretto di Messina, trasformarla in una società in house, regolare il rapporto concessorio, porre le basi giuridiche per chiudere il contenzioso con il contraente generale e riavviare la progettazione dell'opera partendo da un progetto del 2011, su cui pendono criticità e dubbi di ordine sia tecnico, sia ambientale;
su tale progetto non è stato svolto alcun tipo di dibattito pubblico che potesse prendere in considerazione anche altre ipotesi progettuali e manca altresì la valutazione di impatto ambientale;
dubbi sono stati altresì posti sulla reale entità dei costi che, ad oggi, non è dato conoscere, considerato che la loro quantificazione resta rinviata al futuro piano economico finanziario della concessione;
si ricorda che, per l'opera oggetto del decreto, ad oggi non esistono coperture finanziarie disponibili a legislazione vigente (DEF 2023 allegato infrastrutture);
i territori interessati maggiormente dall'impatto dell'eventuale realizzazione dell'opera avevano chiesto di poter avviare un percorso con metodo scientifico che vedesse parte attiva i due comuni di Villa San Giovanni e Messina, in quanto fortemente soggetti all'impattato dell'opera, e che riguardasse la preventiva valutazione dell'utilità dell'opera stessa, della sua realizzabilità dal punto di vista strutturale, della sostenibilità ambientale ed anche economica;
niente di tutto ciò è stato accolto e il Governo ha deciso di riavviare il percorso di progettazione dell'opera partendo da un progetto vecchio risalente al 2011 senza svolgere il dibattito pubblico che, l'allegato 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 76 del 2018, prevede espressamente per le opere superiori a 500 milioni di euro;
per seguire il «metodo scientifico» richiesto dai territori il progetto del collegamento stabile viario e ferroviario tra Sicilia e continente e opere connesse dovrebbe essere realizzato solo in funzione dello sviluppo della progettazione di fattibilità tecnico-economica delle possibili alternative progettuali e localizzative;
in tal senso, onde consentire un processo decisionale che consenta in via preliminare di verificare (ed eventualmente scartare) da un punto di vista sia tecnico, sia di accettazione pubblica quante più possibili soluzioni progettuali, si ritiene che sia fondamentale lo svolgimento del dibattito pubblico al termine della redazione del Documento di fattibilità delle alternative progettuali;
tale schema infatti è il più adatto per la selezione di un'opera a così alto impatto economico, sociale e territoriale e permetterebbe di tenere in conto, per gli approfondimenti progettuali, oltre alle considerazioni tecniche (quali alternative approfondire) anche le valutazioni politiche che scaturiranno a valle del dibattito pubblico in merito a quante alternative progettuali approfondire tramite progetto di fattibilità (con il relativo livello di dettaglio);
Il decreto in esame, invece, trascura o sottovaluta fortemente quanto intervenuto negli oltre dieci anni dalla sospensione del procedimento realizzativo nel 2012 e nei circa 20 anni dalla redazione del progetto preliminare;
nel decreto non è fatto cenno alcuno al rapporto «La valutazione di soluzioni alternative per il sistema di attraversamento stabile dello stretto di Messina» della commissione nominata dal Ministro protempore nel 2020 i cui lavori conclusi nel 2021 sono stati trasmessi in Parlamento e discussi nella Commissione Trasporti della Camera. Il rapporto citato sottolinea che il progetto va considerato come sistema, in cui i collegamenti terrestri formano parte sostanziale e perfino equivalente in termini di costi e tempi di realizzazione. Il rapporto suggerisce inoltre che la valutazione formale della utilità del sistema dei collegamenti andrà definita al termine di un processo decisionale che preveda inizialmente la redazione di un progetto di fattibilità tecnico economica, ovvero la redazione del documento di fattibilità delle diverse soluzioni tecniche possibili, da sottoporre ad un successivo dibattito pubblico. Tale valutazione dovrà essere effettuata anche sulla base di elementi di natura economico-sociale, trasportistica, territoriale e ambientale, e tramite il confronto delle diverse soluzioni alternative con una soluzione di riferimento che dovrà tener conto di tutti i miglioramenti dell'attraversamento dinamico dello Stretto di Messina in via di definizione;
nell'ambito del dibattito pubblico deve essere, altresì, valutata la compatibilità di ciascuna alternativa progettuale con le opere finanziate in tutto o in parte con il PNRR e PNC relative all'adeguamento delle infrastrutture portuali soprattutto in termini di pescaggi e ormeggi, onde consentire a vettori di maggiori dimensioni di operare in condizioni di piena funzionalità e sicurezza:
impegna il Governo:
a prevedere il preliminare svolgimento del dibattito pubblico ai sensi dell'articolo 22 del decreto legislativo n. 50 del 2016 e del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 76 del 2018 volto a verificare (ed eventualmente scartare) da un punto di vista sia tecnico, sia di accettazione pubblica quante più possibili soluzioni progettuali;
a garantire la compatibilità di ciascuna alternativa progettuale con le opere finanziate in tutto o in parte con il PNRR e PNC relative all'adeguamento delle infrastrutture portuali soprattutto in termini di pescaggi e ormeggi, onde consentire a vettori di maggiori dimensioni di operare in condizioni di piena funzionalità e sicurezza.
9/1067-A/48. Curti, Simiani, Barbagallo, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, Casu, Ghio, Morassut, Iacono, Marino, Stumpo.
La Camera,
premesso che:
il decreto in esame interviene per rimettere in bonis la società Stretto di Messina, trasformarla in una società in house, regolare il rapporto concessorio, porre le basi giuridiche per chiudere il contenzioso con il contraente generale e riavviare la progettazione dell'opera partendo da un progetto del 2011, su cui pendono criticità e dubbi di ordine sia tecnico, sia ambientale;
su tale progetto non è stato svolto alcun tipo di dibattito pubblico che potesse prendere in considerazione anche altre ipotesi progettuali e manca altresì la valutazione di impatto ambientale;
dubbi sono stati altresì posti sulla reale entità dei costi che, ad oggi, non è dato conoscere, considerato che la loro quantificazione resta rinviata al futuro piano economico finanziario della concessione;
si ricorda che, per l'opera oggetto del decreto, ad oggi non esistono coperture finanziarie disponibili a legislazione vigente (DEF 2023 allegato infrastrutture);
i territori interessati maggiormente dall'impatto dell'eventuale realizzazione dell'opera avevano chiesto di poter avviare un percorso con metodo scientifico che vedesse parte attiva i due comuni di Villa San Giovanni e Messina, in quanto fortemente soggetti all'impattato dell'opera, e che riguardasse la preventiva valutazione dell'utilità dell'opera stessa, della sua realizzabilità dal punto di vista strutturale, della sostenibilità ambientale ed anche economica;
niente di tutto ciò è stato accolto e il Governo ha deciso di riavviare il percorso di progettazione dell'opera partendo da un progetto vecchio risalente al 2011 senza svolgere il dibattito pubblico che, l'allegato 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 76 del 2018, prevede espressamente per le opere superiori a 500 milioni di euro;
oltre a non avere previsto il dibattito pubblico, nel corso dell'esame in sede referente, (comma 9-bis dell'articolo 4) è stato introdotto un surrogato dello stesso prevedendo che la società concessionaria sottoscriva una apposita convenzione con i comuni di Messina e di Villa San Giovanni per l'adozione di un «Piano di comunicazione per la realizzazione del Ponte sullo Stretto» volto ad assicurare l'attuazione di iniziative permanenti di informazione e di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza sullo stato di avanzamento dell'opera, da svolgere in collaborazione con i competenti enti territoriali;
per tale campagna di comunicazione sono stanziati 7 milioni di euro per il periodo 2024 – al 2030;
per un'opera di siffatta complessità e impatto sui territori, la valutazione formale della utilità del sistema dei collegamenti doveva essere definita al termine di un processo decisionale che prendesse in considerazione tutte le diverse soluzioni tecniche possibili, da sottoporre ad un successivo dibattito pubblico;
in tal senso, è evidente che una semplice campagna di comunicazione è assolutamente insufficiente e non idonea perché non sostituisce in alcun modo quello che doveva essere un processo decisionale che consentisse in via preliminare di verificare (ed eventualmente scartare) da un punto di vista sia tecnico, sia di accettazione pubblica quante più possibili soluzioni progettuali:
impegna il Governo
ad avviare quanto prima il dibattito pubblico sull'opera oggetto del decreto ai sensi dell'articolo 22 del decreto legislativo n. 50 del 2016 e del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 76 del 2018.
9/1067-A/49. Barbagallo, Simiani, Bakkali, Casu, Ghio, Morassut, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Iacono, Marino, Stumpo.
La Camera,
premesso che:
il decreto in esame interviene per rimettere in bonis la società Stretto di Messina, trasformarla in una società in house, regolare il rapporto concessorio, porre le basi giuridiche per chiudere il contenzioso con il contraente generale e riavviare la progettazione dell'opera partendo da un progetto del 2011, su cui pendono criticità e dubbi di ordine sia tecnico, sia ambientale;
su tale progetto non è stato svolto alcun tipo di dibattito pubblico che potesse prendere in considerazione anche altre ipotesi progettuali e manca altresì la valutazione di impatto ambientale;
dubbi sono stati altresì posti sulla reale entità dei costi che, ad oggi, non è dato conoscere, considerato che la loro quantificazione resta rinviata al futuro piano economico finanziario della concessione;
si ricorda che, per l'opera oggetto del decreto, ad oggi non esistono coperture finanziarie disponibili a legislazione vigente (DEF 2023 allegato infrastrutture);
il decreto in esame prevede che il progetto definitivo sarà sottoposto ad un percorso che prevede tre passaggi fondamentali: adeguamento e aggiornamento tecnico ad eventuali sopravvenienze di fatto e di strumenti e/o conoscenze tecniche; esame in conferenza di servizi e VIA; approvazione in CIPE;
si ricorda che, in relazione al progetto del 2011, dall'esame del parere della Commissione Tecnica VIA/VAS del 15/03/2013, n. 1185, si evince che, in relazione al progetto delle parti variate sottoposto a procedura VIA, vi siano numerosi approfondimenti e chiarimenti su diversi aspetti. Per tali motivi la Commissione ha ritenuto di non poter esprimere parere sulla compatibilità ambientale delle parti variate del progetto;
in particolare, l'articolo 3, comma 6, prevede che la VIA debba essere concentrata solo sugli elementi di novità del progetto;
un progetto di tale portata necessita di una procedura VIA adeguata e completa,
impegna il Governo
a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate in premessa, al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a garantire che la valutazione di impatto ambientale sia effettuata su tutti i contenuti del progetto definitivo integrato e che preveda pertanto un giudizio complessivo ed unitario inclusivo sia dell'impianto originario, sia delle prescrizioni nuove e aggiornate.
9/1067-A/50. Ferrari, Braga, Simiani, Barbagallo, Curti, Di Sanzo, Bakkali, Casu, Ghio, Morassut, Iacono, Marino, Stumpo.
La Camera,
premesso che:
il decreto in esame interviene per rimettere in bonis la società Stretto di Messina, trasformarla in una società in house, regolare il rapporto concessorio, porre le basi giuridiche per chiudere il contenzioso con il contraente generale e riavviare la progettazione dell'opera partendo da un progetto del 2011, su cui pendono criticità e dubbi di ordine sia tecnico, sia ambientale;
su tale progetto non è stato svolto alcun tipo di dibattito pubblico che potesse prendere in considerazione anche altre ipotesi progettuali e manca altresì la valutazione di impatto ambientale;
dubbi sono stati altresì posti sulla reale entità dei costi che, ad oggi, non è dato conoscere, considerato che la loro quantificazione resta rinviata al futuro piano economico finanziario della concessione;
si ricorda che, per l'opera oggetto del decreto, ad oggi non esistono coperture finanziarie disponibili a legislazione vigente (DEF 2023 allegato infrastrutture);
i territori interessati maggiormente dall'impatto dell'eventuale realizzazione dell'opera avevano chiesto di poter avviare un percorso che vedesse parte attiva i due comuni di Villa San Giovanni e Messina, in quanto fortemente soggetti all'impattato dell'opera;
nel corso dell'esame in sede referente è stato introdotto il comma 7-ter dell'articolo 4, in base al quale entro sessanta giorni dall'approvazione del progetto definitivo la Regione Siciliana e la regione Calabria adottano, sentiti gli enti locali interessati, un Piano integrato condiviso finalizzato ad adeguare il sistema del trasporto pubblico locale e regionale nell'area dello Stretto di Messina alle esigenze di mobilità derivanti dalla realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria e delle relative opere a terra e ad assicurare adeguati livelli di servizio del trasporto pubblico locale e regionale in considerazione delle esigenze logistiche e trasportistiche dei cantieri previsti per la realizzazione dell'opera;
ai territori interessati occorrono però opere preliminari che consentano di promuoverli come città innovative per i trasporti, la salvaguardia delle risorse culturali e ambientali e lo sviluppo turistico, programmando grandi interventi,
impegna il Governo
a valutare gli effetti applicativi della disciplina in esame, al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a subordinare la realizzazione dell'opera alla sottoscrizione di appositi accordi di programma con la Regione Calabria, la Regione Siciliana, la città metropolitana di Reggio Calabria, la Città metropolitana di Messina, il comune di Villa San Giovanni finalizzati a prevedere, coerentemente con gli obiettivi di decarbonizzazione, interventi straordinari che promuovano i territori interessati come città innovative per i trasporti, la salvaguardia delle risorse culturali e ambientali, lo sviluppo turistico, riqualificazione sociale e la formazione dei lavoratori coinvolti nella realizzazione dell'opera al fine di valorizzare al massimo la partecipazione del territorio in termini di forniture di beni e servizi.
9/1067-A/51. Simiani, Barbagallo, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, Casu, Ghio, Morassut, Iacono, Marino, Stumpo.
La Camera,
premesso che:
il decreto in esame interviene per rimettere in bonis la società Stretto di Messina, trasformarla in una società in house, regolare il rapporto concessorio, porre le basi giuridiche per chiudere il contenzioso con il contraente generale e riavviare la progettazione dell'opera partendo da un progetto del 2011, su cui pendono criticità e dubbi di ordine sia tecnico, sia ambientale;
su tale progetto non è stato svolto alcun tipo di dibattito pubblico che potesse prendere in considerazione anche altre ipotesi progettuali e manca altresì la valutazione di impatto ambientale;
dubbi sono stati altresì posti sulla reale entità dei costi che, ad oggi, non è dato conoscere, considerato che la loro quantificazione resta rinviata al futuro piano economico finanziario della concessione;
si ricorda che, per l'opera oggetto del decreto, ad oggi non esistono coperture finanziarie disponibili a legislazione vigente (DEF 2023 allegato infrastrutture);
in sede di audizione dinanzi le commissioni riunite in sede referente, l'Anac ha svolto diverse considerazioni e osservazioni con particolare riferimento ai vincoli europei esistenti in relazione alla scelta di non svolgere una gara, ai vincoli finanziari conseguenti a tale scelta e alla necessità di prevedere delle cautele volte ad evitare un eccessivo rafforzamento della posizione della parte privata contraente generale;
occorre infatti rimarcare la necessità di salvaguardare sempre e comunque l'interesse pubblico sotteso alla realizzazione di una importante opera non solo a livello nazionale ma anche a livello internazionale, anche nei confronti delle parti private e di garantire il rispetto delle necessarie procedure di trasparenza e controllabilità dell'opera;
le proposte emendative che recepivano, condividendole, tali osservazioni, sono state respinte e il general contractor che dovrà realizzare il Ponte sullo Stretto, in base al disposto del decreto in esame, godrà di una posizione di vantaggio rispetto al soggetto pubblico laddove, tra le rinunzie e le condizioni per chiudere il contenzioso, non figurano la previsione che saranno a totale carico del contraente generale gli oneri riconducibili a carenze progettuali, che eventuali maggiori costi e tempi saranno riconosciuti unicamente se conseguenti a varianti rese necessarie da forza maggiore, sorpresa geologica o sopravvenute prescrizioni di legge o di enti terzi; non è stato previsto l'obbligo per il contraente generale di fare fronte a eventuali criticità che dovessero sorgere nel corso dell'intervento, non è stato inserito l'obbligo di prevedere nelle procedure relative ai sub-affidamenti il rispetto dei principi dell'evidenza pubblica, mediante la formulazione di clausole tese a garantire la massima trasparenza e controllabilità dei processi, anche prevedendo la completa digitalizzazione delle procedure, con interconnessione alla BDNCP, non è stato previsto il divieto di subappalto a cascata;
si ricorda infatti che il nuovo codice dei contratti pubblici (decreto legislativo n. 36 del 2023) ha introdotto il cosiddetto «subappalto a cascata», che desta particolare preoccupazione fra gli stessi operatori, non soltanto per gli aspetti applicativi, ma per i controlli non adeguatamente disciplinati in particolare sul fronte delle prestazioni di lavoro e dei controlli sull'esecuzione dei lavori. Il subappalto a cascata rischia infatti di dare origine a fenomeni di infiltrazione e ad una difficile garanzia di tutela delle condizioni di lavoro e sicurezza sul lavoro lungo l'intera filiera;
in particolare, l'articolo 119, comma 17 del nuovo codice dei contratti pubblici prevede che: «Le stazioni appaltanti indicano nei documenti di gara le prestazioni o lavorazioni oggetto del contratto di appalto che, pur subappaltabili, non possono formare oggetto di ulteriore subappalto, in ragione delle specifiche caratteristiche dell'appalto e dell'esigenza, tenuto conto della natura o della complessità delle prestazioni o delle lavorazioni da effettuare, di rafforzare il controllo delle attività di cantiere e più in generale dei luoghi di lavoro o di garantire una più intensa tutela delle condizioni di lavoro e della salute e sicurezza dei lavoratori oppure di prevenire il rischio di infiltrazioni criminali. Si prescinde da tale ultima valutazione quando i subappaltatori ulteriori siano iscritti nell'elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori di cui al comma 52 dell'articolo 1 della legge 6 novembre 2012, n. 190, ovvero nell'anagrafe antimafia degli esecutori istituita dall'articolo 30 del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 dicembre 2016, n. 229»,
impegna il Governo
ad adottare idonee iniziative volte a garantire che, negli atti contrattuali da stipulare per la realizzazione dell'opera, le prestazioni o lavorazioni oggetto del contratto di appalto, ove subappaltabili, non potranno formare oggetto di ulteriore subappalto, in ragione delle specifiche caratteristiche delle lavorazioni e dell'esigenza, tenuto conto della natura o della complessità delle prestazioni o delle lavorazioni da effettuare, di rafforzare il controllo delle attività di cantiere e più in generale dei luoghi di lavoro e di garantire una più intensa tutela delle condizioni di lavoro e della salute e sicurezza dei lavoratori nonché di prevenire il rischio di infiltrazioni criminali.
9/1067-A/52. Braga, Simiani, Barbagallo, Laus, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, Casu, Ghio, Morassut, Iacono, Marino, Stumpo.
La Camera,
premesso che:
il decreto in esame interviene per rimettere in bonis la società Stretto di Messina, trasformarla in una società in house, regolare il rapporto concessorio, porre le basi giuridiche per chiudere il contenzioso con il contraente generale;
quanto al tema del costo e dei fondi destinati alla realizzazione dell'opera, l'articolo 3 del decreto in esame prevede che l'opera sia inserita nell'Allegato infrastrutture del DEF con l'indicazione del costo stimato, delle coperture finanziarie disponibili a legislazione vigente, ovvero accordate dai soggetti e dalle amministrazioni pubbliche coinvolte, e del fabbisogno residuo;
si ricorda che, per l'opera oggetto del decreto, ad oggi non esistono coperture finanziarie disponibili a legislazione vigente e che al finanziamento dell'opera si intende provvedere mediante:
le risorse messe a disposizione dalle Regioni a valere, in particolare, sui Fondi per lo Sviluppo e la Coesione;
l'individuazione, in sede di definizione della legge di bilancio 2024, della copertura finanziaria pluriennale a carico del bilancio dello Stato;
i finanziamenti all'uopo contratti sul mercato nazionale e internazionale: saranno a tal fine considerate prioritarie le interlocuzioni con finanziatori istituzionali quali la Banca europea degli investimenti e Cassa depositi e prestiti;
l'accesso alle sovvenzioni di cui al programma Connecting Europe Facility – CEF (partecipazione al bando entro settembre 2023) (cit. DEF 2023 allegato infrastrutture);
in una recente intervista all'ANSA (2 dicembre 2022), la commissaria europea per i Trasporti, Adina Valean ha dichiarato che: «È importante che il governo italiano non abbia fretta e presenti un progetto» per il Ponte sullo Stretto di Messina «molto ben fatto. E lo dico perché c'è molta concorrenza» tra i Paesi Ue «per ottenere i soldi della Connecting Europe Facility (Cef), abbiamo molte domande e progetti molto importanti in tutta Europa». «Per avere un rating ottimo e una posizione competitiva, il progetto deve essere solido. Non consiglierei dunque» all'Italia «di fare in fretta, quanto piuttosto di fare un'ottima proposta», ha evidenziato;
si ricorda che il decreto in esame riavvia la progettazione dell'opera partendo da un progetto del 2011, su cui pendono criticità e dubbi di ordine sia tecnico, sia ambientale e che necessita di aggiornamenti per motivazioni tecniche, ambientali, ed economiche;
su tale progetto non è stato svolto alcun tipo di dibattito pubblico che potesse prendere in considerazione anche altre ipotesi progettuali e manca altresì la valutazione di impatto ambientale;
si ricorda che per potere accedere ai bandi europei CEF occorre in ogni caso che l'opera sia realizzata entro il 2030, circostanza che, pur con le più ottimistiche previsioni, rischia di non essere realistica;
i Fondi per lo sviluppo e la coesione (FSC) sono, congiuntamente ai Fondi strutturali europei, lo strumento finanziario principale attraverso cui vengono attuate le politiche per lo sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale e la rimozione degli squilibri economici e sociali in attuazione dell'articolo 119, comma 5, della Costituzione italiana e dell'articolo 174 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
impegna il Governo
a escludere dalle fonti di finanziamento dell'opera le risorse messe a disposizione dalle regioni a valere sui fondi per lo sviluppo e la coesione.
9/1067-A/53. Marino, Simiani, Barbagallo, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, Casu, Ghio, Morassut, Iacono, Stumpo.
La Camera,
premesso che:
il decreto in esame interviene per rimettere in bonis la società Stretto di Messina, trasformarla in una società in house, regolare il rapporto concessorio, porre le basi giuridiche per chiudere il contenzioso con il contraente generale e riavviare la progettazione dell'opera partendo da un progetto del 2011, su cui pendono criticità e dubbi di ordine sia tecnico, sia ambientale;
su tale progetto non è stato svolto alcun tipo di dibattito pubblico che potesse prendere in considerazione anche altre ipotesi progettuali e manca altresì la valutazione di impatto ambientale;
dubbi sono stati altresì posti sulla reale entità dei costi che, ad oggi, non è dato conoscere, considerato che la loro quantificazione resta rinviata al futuro piano economico finanziario della concessione;
si ricorda che, per l'opera oggetto del decreto, ad oggi non esistono coperture finanziarie disponibili a legislazione vigente (DEF 2023 allegato infrastrutture);
il dibattito sulla necessità di un attraversamento stabile dello Stretto, per colmare il gap infrastrutturale tra Nord e Sud del Paese, ha una storia di oltre 40 anni e si intreccia, inevitabilmente, con i limiti di un carente e vetusto sistema infrastrutturale stradario e ferroviario nel Mezzogiorno che impedisce una efficiente connessione con l'Alta velocità del resto del Paese ed anche di inserire il Mezzogiorno nel disegno sul trasporto intermodale di livello europeo (il sistema TEN);
come rilevato nel corso delle audizioni «il decreto-legge sembra trascurare e sottovalutare quanto intervenuto negli oltre dieci anni dalla sospensione del procedimento realizzativo nel 2012 e nei circa 20 anni dalla redazione del progetto preliminare»;
in particolare per quanto attiene alla realizzazione delle opere connesse e di contesto necessarie alla realizzazione del collegamento stabile, il rapporto della commissione Mit per «La valutazione di soluzioni alternative per il sistema di attraversamento stabile dello stretto di Messina» sottolinea che «il progetto va considerato come sistema, in cui i collegamenti terrestri formano parte sostanziale e perfino equivalente in termini di costi e tempi di realizzazione»;
la caducazione dell'intero processo di realizzazione dell'Attraversamento Stabile nel 2011 è avvenuta a seguito della verifica di mancanza di sostenibilità economica e finanziaria del PEF. Elementi centrali richiesti per il nuovo PEF (2023) sono: ricavi complessivi previsti sulla base di uno studio di traffico aggiornato e canone di utilizzo dell'infrastruttura ferroviaria;
sulla base degli esperti auditi in commissione, «esiste un grave rischio che il percorso possa di nuovo interrompersi a causa di una nuova mancanza di sostenibilità economica e finanziaria connessa con i ricavi da flussi di traffico, in particolare ferroviari e dai canoni di utilizzo» derivante «da quanto sta accadendo alle reti ferroviarie di Sicilia e Calabria» perché in Sicilia si sta realizzando una ferrovia ordinaria e non una AV, ed in Calabria si sta realizzando una linea AV che invece di ridurre la lunghezza rispetto al tracciato esistente la aumenta, passando da 393 a 445 chilometri;
allo stato attuale i tempi di percorrenza dalla Sicilia a Roma realizzando il collegamento stabile dello Stretto sarebbero di 6 ore e 39 minuti a causa della vetustà dei collegamenti ferroviari anche se da tutti gli studi e le ricerche svolte a livello mondiale nei contesti dove è stata realizzata l'AV emerge che la domanda esistente (deviata) si sposta da altre modalità di trasporto all'AV per percorrenze inferiori a 5 ore, e quella nuova (indiretta e indotta) si genera sempre per percorrenze inferiori a 5 ore; stessi limiti temporali per le crescite significative di PIL;
per questo nelle audizioni è stato indicato come necessario per il successo dell'opera la realizzazione in Sicilia di una vera AV per collegare Palermo-Catania e Messina in 90 minuti e un diverso itinerario dell'AV in Calabria con caratteristiche di tracciato simili alle altre linee italiane ed a tutte le altre a livello mondiale;
senza la realizzazione delle opere infrastrutturali di trasporto di contesto il rischio è di realizzare un'opera che sia «una cattedrale nel deserto», senza realizzare una effettiva continuità territoriale per la Sicilia che su 1.369 chilometri di linea ferrata solo 791 chilometri sono elettrificati, 223 chilometri possono contare su un doppio binario e ben 568 chilometri sono invece a binario unico;
oggi per fare 314 km in treno da Catania a Trapani si impiegano fino a 5 ore, mentre per andare da Roma a Milano e percorrerete 514 km si impiegano solo 3 ore;
la questione è quindi quella di realizzare la soluzione migliore, sviluppata in una visione integrata del sistema dei trasporti del Sud che dia la possibilità ai territori e alla gente che li vive di realizzare un'opera utile soprattutto per loro,
impegna il Governo
a monitorare gli effetti applicativi del provvedimento in esame, al fine di destinare le risorse che saranno indicate dal DEF per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria all'integrazione del sistema dei trasporti nel Mezzogiorno allo standard qualitativo del resto del Paese, prevedendo la realizzazione di una progettazione esecutiva per la Sicilia con caratteristiche di Alta Velocità al fine di consentire la percorrenza della linea Palermo-Catania-Messina secondo gli standard nazionali di AV ed il completamento della linea AV/AC Salerno-Reggio Calabria garantendone la realizzazione in tempi certi.
9/1067-A/54. Stumpo, Simiani, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, Casu, Ghio, Morassut.
La Camera,
premesso che:
il decreto in esame interviene per rimettere in bonis la società Stretto di Messina, trasformarla in una società in house, regolare il rapporto concessorio, porre le basi giuridiche per chiudere il contenzioso con il contraente generale e riavviare la progettazione dell'opera partendo da un progetto del 2011, su cui pendono criticità e dubbi di ordine sia tecnico, sia ambientale;
su tale progetto non è stato svolto alcun tipo di dibattito pubblico che potesse prendere in considerazione anche altre ipotesi progettuali e manca altresì la valutazione di impatto ambientale;
dubbi sono stati altresì posti sulla reale entità dei costi che, ad oggi, non è dato conoscere, considerato che la loro quantificazione resta rinviata al futuro piano economico finanziario della concessione;
si ricorda che, per l'opera oggetto del decreto, ad oggi non esistono coperture finanziarie disponibili a legislazione vigente (DEF 2023 allegato infrastrutture);
con il decreto si ridefinisce il rapporto di concessione fra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e la Stretto di Messina S.p.A. in considerazione delle modifiche apportate alla governance della Società e sono disciplinati i profili relativi all'attività di indirizzo e vigilanza da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
in tale contesto risulta fondamentale prevedere espressamente la vigilanza ed il controllo sulle attività di gestione dell'opera da parte della concessionaria in relazione, in particolare, agli investimenti per manutenzione e sicurezza e sull'esercizio finanziario della concessione nel quadro di un comprovato interesse pubblico;
tale interesse pubblico può essere assicurato attraverso la istituzione di una specifica Direzione presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e presso il Ministero dell'economia e delle finanze o altro specifico organismo ministeriale per lo svolgimento del controllo sugli investimenti per manutenzione e sicurezza e sull'esercizio finanziario della concessione,
impegna il Governo:
ad individuare idonee modalità, nell'ambito del rapporto tra MIT e concessionaria, per le attività di vigilanza e di controllo sugli investimenti per manutenzione e sicurezza e sull'esercizio finanziario della concessione nel quadro di un comprovato interesse pubblico;
a prevedere apposita relazione annuale sulla attività di vigilanza e controllo sulla manutenzione, la sicurezza e sull'esercizio finanziario della concessione da presentare alle Camere.
9/1067-A/55. Morassut, Barbagallo, Simiani, Bakkali, Casu, Ghio, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Iacono, Marino, Stumpo.
La Camera,
premesso che:
il decreto in esame interviene per rimettere in bonis la società Stretto di Messina, trasformarla in una società in house, regolare il rapporto concessorio, porre le basi giuridiche per chiudere il contenzioso con il contraente generale e riavviare la progettazione dell'opera partendo da un progetto del 2011, su cui pendono criticità e dubbi di ordine sia tecnico, sia ambientale;
su tale progetto non è stato svolto alcun tipo di dibattito pubblico che potesse prendere in considerazione anche altre ipotesi progettuali e manca altresì la valutazione di impatto ambientale;
dubbi sono stati altresì posti sulla reale entità dei costi che, ad oggi, non è dato conoscere, considerato che la loro quantificazione resta rinviata al futuro piano economico finanziario della concessione;
si ricorda che, per l'opera oggetto del decreto, ad oggi non esistono coperture finanziarie disponibili a legislazione vigente (DEF 2023 allegato infrastrutture);
con l'articolo 3, si dispone il riavvio delle attività di programmazione e progettazione dell'opera prevedendo che alla relazione di aggiornamento del progetto definitivo da parte della società concessionaria faccia seguito la conferenza di servizi istruttoria sul progetto definitivo e sulla relazione in questione e successivamente l'approvazione del CIPESS con la determinazione conclusiva in materia di pianificazione urbanistica ed espropriazione, di cantierizzazione dell'opera e di approvazione del progetto esecutivo e delle relative varianti;
in tale contesto risulta importante prevedere che il Ministero delle infrastrutture e trasporti trasmetta il piano economico finanziario e le eventuali prescrizioni formulate all'esito del procedimento di valutazione di impatto ambientale alle Camere, ai fini dell'espressione di un parere da parte delle competenti commissioni parlamentari,
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative normative volte a prevedere nell'ambito della procedura l'espressione di un parere parlamentare sul Piano economico finanziario dell'opera e sulla VIA preliminare all'invio al CIPESS.
9/1067-A/56. Casu, Braga, Simiani, Barbagallo, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, Ghio, Morassut, Iacono, Marino, Stumpo.
La Camera,
premesso che:
il decreto in esame interviene per rimettere in bonis la società Stretto di Messina, trasformarla in una società in house, regolare il rapporto concessorio, porre le basi giuridiche per chiudere il contenzioso con il contraente generale e riavviare la progettazione dell'opera partendo da un progetto del 2011, su cui pendono criticità e dubbi di ordine sia tecnico, sia ambientale;
su tale progetto non è stato svolto alcun tipo di dibattito pubblico che potesse prendere in considerazione anche altre ipotesi progettuali e manca altresì la valutazione di impatto ambientale;
dubbi sono stati altresì posti sulla reale entità dei costi che, ad oggi, non è dato conoscere, considerato che la loro quantificazione resta rinviata al futuro piano economico finanziario della concessione;
si ricorda che, per l'opera oggetto del decreto, ad oggi non esistono coperture finanziarie disponibili a legislazione vigente (DEF 2023 allegato infrastrutture);
con il decreto si ridefinisce il rapporto di concessione fra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e la Stretto di Messina Spa in considerazione delle modifiche apportate alla governance della società e sono disciplinati i profili relativi all'attività di indirizzo e vigilanza da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
in relazione alla possibilità di un incremento dei costi dell'opera è necessario ribadire la responsabilità del contraente generale in ordine al rispetto delle tempistiche di esecuzione dei lavori, nella parte in cui si disciplina il contenuto degli atti aggiuntivi in merito alla durata della concessione,
impegna il Governo
a chiarire, nell'ambito del rapporto concessorio, la responsabilità del contraente generale per eventuali ritardi nell'esecuzione dell'opera nella parte in cui si disciplina il contenuto degli atti aggiuntivi in merito alla durata della concessione.
9/1067-A/57. Girelli, Simiani, Barbagallo, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Bakkali, Casu, Ghio, Morassut, Iacono, Marino, Stumpo.
La Camera,
premesso che:
il decreto in esame interviene per rimettere in bonis la società Stretto di Messina, trasformarla in una società in house, regolare il rapporto concessorio, porre le basi giuridiche per chiudere il contenzioso con il contraente generale e riavviare la progettazione dell'opera partendo da un progetto del 2011, su cui pendono criticità e dubbi di ordine sia tecnico, sia ambientale;
su tale progetto non è stato svolto alcun tipo di dibattito pubblico che potesse prendere in considerazione anche altre ipotesi progettuali e manca altresì la valutazione di impatto ambientale;
dubbi sono stati altresì posti sulla reale entità dei costi che, ad oggi, non è dato conoscere, considerato che la loro quantificazione resta rinviata al futuro piano economico finanziario della concessione;
si ricorda che, per l'opera oggetto del decreto, ad oggi non esistono coperture finanziarie disponibili a legislazione vigente (DEF 2023 allegato infrastrutture);
in tale contesto desta profonda preoccupazione l'allarme lanciato dai sindacati del settore dei trasporti su una serie di dubbi avanzati dalla Corte dei conti in relazione ad una parte del finanziamento – previsto dal PNRR-PNC – per il rinnovo della flotta di mezzi veloci che collegano le due sponde dello Stretto di Messina;
in una nota i sindacati dei trasporti indicano criticità legate alle procedure seguite, alla tempistica che renderebbe alcuni dei progetti non attuabili o non ben ponderati e che tra le motivazioni sia evidenziata anche la non compatibilità di alcuni progetti con la prossima costruzione del Ponte sullo Stretto;
alla luce di tutte le incertezze esposte fino ad ora in relazione alla tempistica di realizzazione del Ponte nonché a tutti gli altri profili che necessitano ancora di essere chiariti e ben definiti, con particolare riferimento alla sostenibilità economico finanziaria dell'opera ed alla compatibilità con le prescrizioni VIA, è da escludere in maniera perentoria la possibilità di perdere investimenti nella mobilità marittima sullo Stretto, già oggi molto penalizzata;
il servizio di collegamento marittimo di Rete Ferroviaria Italiana per il passaggio dei treni tra le due sponde dovrà comunque essere assicurato, sia per tutti gli anni necessari alla realizzazione dell'attraversamento stabile, sia per garantire la continuità territoriale nei periodi di possibile inagibilità del ponte, ove questo venga costruito, mentre dovrà comunque proseguire l'attuale collegamento marittimo veloce utilizzato da migliaia di pendolari dell'area metropolitana dello Stretto;
è forte la preoccupazione che una rimodulazione del PNRR-PNC sottragga risorse alla riqualificazione della flotta pubblica. Non rinnovare e non rendere più sostenibile la flotta pubblica per l'attraversamento dello Stretto significherebbe mantenere un servizio inefficiente e rinunciare a un importante intervento funzionale alla transizione ecologica,
impegna il Governo
a definire tempestivamente le linee strategiche che garantiscano l'impiego dei fondi del PNRR-PNC per l'effettivo rinnovo della flotta di RFI, scongiurando il rischio che gli stessi siano dirottati su altri progetti.
9/1067-A/58. Ghio, Barbagallo, Simiani, Bakkali, Casu, Morassut, Curti, Di Sanzo, Ferrari, Iacono, Marino, Stumpo.
La Camera,
Premesso che:
il provvedimento in esame reca disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria;
da oltre 50 anni si parla della realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina; in questi anni il progetto del ponte ha subito più volte avanzamenti e frenate;
rispetto agli anni '70 il territorio nazionale ha visto realizzate grandi infrastrutture, tra le quali autostrade a tre corsie, l'alta velocità ferroviaria e l'alta capacità per le merci; questo ha accorciato decisamente la distanza tra il nord Italia e l'Europa centrale, ma non altrettanto può dirsi per le regioni del Mezzogiorno che, al contrario, non sono riuscite a intercettare la ricchezza proveniente dai mercati asiatici a causa del ritardo infrastrutturale, ancora più incomprensibile in un mondo globalizzato dove il fattore velocità gioca un ruolo centrale per i mercati;
il progetto potrebbe finalmente diventare esecutivo in pochissimo tempo e tra le sfide più grandi rientra sicuramente il coinvolgimento di progettisti nazionali e internazionali che possano imprimere all'opera solidità, sicurezza e una elevata qualità formale, unitamente al richiamo alle preesistenze storiche, archeologiche, paesaggistiche e naturalistiche del territorio in modo da trarre ispirazione anche dalle forti identità culturali tipiche delle regioni Sicilia e Calabria. Sensibilità che adeguatamente valorizzate possono dare una forte riconoscibilità e contribuire all'affermazione dell'Italia come ponte, non solo ingegneristico, tra la cultura mediterranea e quella continentale;
il Ponte sullo Stretto rappresenta, oggi più che mai, una infrastruttura fondamentale per il futuro dell'Italia, ma anche la cerniera che unirà il Mediterraneo all'Europa, attraverso cui sarà più facile rilanciare gli investimenti da e per il Sud d'Italia,
impegna il Governo
a inserire nel bando per l'ideazione e la realizzazione del progetto esecutivo del Ponte sullo Stretto, quale opera prioritaria e strategica di interesse nazionale, un piano di risanamento dei territori su cui impattano le porte d'accesso del ponte e precisi parametri architettonici che possano garantire all'opera un'identità culturale nazionale, europea e mediterranea.
9/1067-A/59. Rampelli, Mollicone.
La Camera,
Premesso che:
il provvedimento in esame reca disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria;
da oltre 50 anni si parla della realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina; in questi anni il progetto del ponte ha subito più volte avanzamenti e frenate;
rispetto agli anni '70 il territorio nazionale ha visto realizzate grandi infrastrutture, tra le quali autostrade a tre corsie, l'alta velocità ferroviaria e l'alta capacità per le merci; questo ha accorciato decisamente la distanza tra il nord Italia e l'Europa centrale, ma non altrettanto può dirsi per le regioni del Mezzogiorno che, al contrario, non sono riuscite a intercettare la ricchezza proveniente dai mercati asiatici a causa del ritardo infrastrutturale, ancora più incomprensibile in un mondo globalizzato dove il fattore velocità gioca un ruolo centrale per i mercati;
il progetto potrebbe finalmente diventare esecutivo in pochissimo tempo e tra le sfide più grandi rientra sicuramente il coinvolgimento di progettisti nazionali e internazionali che possano imprimere all'opera solidità, sicurezza e una elevata qualità formale, unitamente al richiamo alle preesistenze storiche, archeologiche, paesaggistiche e naturalistiche del territorio in modo da trarre ispirazione anche dalle forti identità culturali tipiche delle regioni Sicilia e Calabria. Sensibilità che adeguatamente valorizzate possono dare una forte riconoscibilità e contribuire all'affermazione dell'Italia come ponte, non solo ingegneristico, tra la cultura mediterranea e quella continentale;
il Ponte sullo Stretto rappresenta, oggi più che mai, una infrastruttura fondamentale per il futuro dell'Italia, ma anche la cerniera che unirà il Mediterraneo all'Europa, attraverso cui sarà più facile rilanciare gli investimenti da e per il Sud d'Italia,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di promuovere un piano di risanamento dei territori su cui impattano le porte d'accesso del ponte e a valorizzare i parametri architettonici che possano garantire all'opera un'identità culturale nazionale, europea e mediterranea.
9/1067-A/59. (Testo modificato nel corso della seduta)Rampelli, Mollicone.