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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 103 di martedì 16 maggio 2023

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI

La seduta comincia alle 10,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO COLUCCI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 71, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 marzo 2023, n. 35, recante disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria (A.C. 1067-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1067-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 marzo 2023, n. 35, recante disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria.

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame, nel testo delle Commissioni.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - A.C. 1067-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pino Bicchielli. Ne ha facoltà.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signor Sottosegretario, la storia degli ultimi anni del nostro Paese, soprattutto del suo Mezzogiorno, di grandi città italiane, a cominciare dalla capitale che ci ospita, è costellata di grandi occasioni mancate. Occasioni mancate perché, si è detto, ci sono ben altre priorità. Occasioni mancate perché, si è detto, girano troppi soldi e quindi c'è il rischio di corruzione. Occasioni mancate perché, si è detto, ci vorranno anni per completare i lavori. Occasioni mancate perché, si è detto, con le grandi opere la mafia fa festa. E così, per paura di distrarsi dalle “ben altre priorità”, per paura di non saper prevenire la corruzione, per paura di non saper rispettare i tempi, per paura di non saper impedire le infiltrazioni mafiose, l'Italia ha perso grandi, grandissime opportunità di sviluppo; ha rinunciato a grandi eventi sportivi, ha archiviato grandi progetti, ha dismesso il sogno di grandi infrastrutture all'altezza del Paese che siamo. Noi, signor Presidente, la pensiamo diversamente e oggi siamo qui, in quest'Aula, a dimostrarlo. Noi riteniamo che il compito della politica sia cogliere le occasioni, crearle, se possibile, prevenendo i problemi e contrastando eventuali tentativi di utilizzare progetti di sviluppo per il Paese, per perseguire fini illegali.

Signor Presidente, colleghi, il provvedimento sul quale il Governo ha chiesto la fiducia di quest'Aula segna il calcio d'inizio di un'intrapresa storica, che può cambiare il volto del nostro Mezzogiorno e dare impulso all'economia dell'intera Nazione, a cominciare ovviamente dal grande indotto che deriverà dalla sua realizzazione e dal cambiamento epocale che quest'opera potrà imprimere al trasporto delle merci e delle persone. L'Italia ha dimostrato più volte che, quando vuole, sa fare cose grandi. Lo ha dimostrato, ad esempio, con la ricostruzione del ponte di Genova dopo il crollo del ponte Morandi. Lo ha dimostrato di fronte a calamità importanti. Lo ha dimostrato quando ha impedito che una burocrazia elefantiaca e ipertrofica strozzasse la capacità d'iniziativa e la necessità operativa. Lo ha fatto quando ha saputo coniugare il necessario rigore e la più ferrea prevenzione con la determinazione e la tempestività. Altre volte, invece, quando a prevalere sono state la pavidità e l'insipienza, quando non proprio l'ideologia, il nostro Paese ha perso treni che difficilmente passeranno di nuovo, è stato condannato a una lunga arretratezza infrastrutturale, è stato condannato alla dipendenza energetica, è stato condannato a uno sviluppo frenato.

Ebbene, come è noto, il treno del ponte sullo Stretto di Messina è passato già tante volte, è passato tantissime volte, nella storia d'Italia