XIX LEGISLATURA
ATTI DI INDIRIZZO
Risoluzione in Commissione:
La IV Commissione,
premesso che:
lo Stato Maggiore dell'Esercito, in data 2 giugno 1999, ha formalizzato l'istituzione dell'iter di qualificazione per «Ranger» e «Acquisitori Obiettivi»;
nello stesso 1999 sono iniziati i primi corsi di qualificazione mentre dal 2000 il 4° Reggimento Alpini Paracadutisti ed il 185° Reggimento Acquisitori Obiettivi hanno cominciato ad attribuire la Qualifica di «Ranger» ed «Acquisitori Obiettivi» al personale effettivo al rispettivo reparto che di volta in volta aveva completato con esito positivo l'iter;
dopo circa 10 anni, con l'articolo 9 comma 6 del decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2009, n. 52 è stata istituita, a decorrere dal 1° gennaio 2009, una «indennità supplementare mensile nella misura del 20 per cento (riferita al valore dell'indennità operativa di base per il rispettivo grado indossato) per il personale in possesso della qualifica di "acquisitore obiettivi" e di "Ranger" ed in servizio rispettivamente presso il 185° Reggimento Paracadutisti e il 4° Reggimento Alpini Paracadutisti»;
il 16 giugno 2020, lo Stato Maggiore dell'Esercito ha emanato una nuova direttiva del Comando delle forze operative terrestri e Comando operativo esercito, recante «Iter selettivo e formativo per gli operatori delle Forze Speciali dell'Esercito», con la quale veniva sancito che al termine dell'iter di qualificazione per «ranger» e «acquisitori obiettivi», istituito nel 1999, il personale conseguiva il brevetto di «ranger» e «acquisitori obiettivi», in luogo della qualifica, prevedendo nello stesso documento l'equipollenza di titoli tra la qualifica (pre 2020) e il brevetto (post 2020);
successivamente, nel 2022, con l'articolo 13, comma 4 del decreto del Presidente della Repubblica 20 aprile 2022, n. 56 recante «Recepimento del provvedimento di concertazione per il personale non dirigente delle Forze Armate relativo al triennio normativo ed economico 2019-2021», è stato previsto che, a decorrere dal 31 dicembre 2021 e a valere dal 2022, al personale militare in possesso dei brevetti di «acquisitore obiettivi» o di «ranger» rispettivamente in servizio presso il 185° reggimento paracadutisti ricognizione ed acquisizione obiettivi ed il 4° reggimento alpini paracadutisti, ovvero in servizio presso i reparti, le strutture di comando e le posizioni organiche delle forze speciali, competa un'indennità supplementare mensile nella misura del 170 per cento dell'indennità di impiego operativo di base;
al comma 5 del già citato articolo 13 del decreto del Presidente della Repubblica 20 aprile 2022, n. 56 è stato altresì previsto che, a decorrere dal 31 dicembre 2021 e a valere dal 2022, al personale militare in possesso del brevetto militare di «incursore» o di «acquisitore obiettivi» o di «ranger» ed in servizio presso i reparti, le strutture di comando e le posizioni organiche delle Forze speciali, individuati con apposite determinazioni del Capo di Stato Maggiore della Difesa, oltre all'indennità supplementare mensile di cui all'articolo 9, comma 2, della legge 23 marzo 1983, n. 78 e di cui all'articolo 9, comma 6, del decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2009, n. 52, nelle misure rideterminate ai commi 3 e 4, competa un'indennità supplementare mensile per operatore di forze speciali nella misura mensile di euro 120;
al comma 6 del medesimo articolo 13 decreto del Presidente della Repubblica 20 aprile 2022, n. 56 è stato inoltre previsto che il personale militare in possesso del brevetto di «incursore» o di «acquisitore obiettivi» o di «ranger», mantenga il trattamento di cui all'articolo 9, comma 2, della legge 23 marzo 1983, n. 78 e di cui all'articolo 9, comma 6, del decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2009, n. 52, nelle misure rideterminate ai commi 3 e 4, anche se impiegato, per finalità ed in operazioni/esercitazioni che richiedano l'espletamento delle attività tipiche delle forze speciali, presso altri comandi ed unità operative delle Forze armate nonché presso altre amministrazioni;
dalla disamina del contesto normativo appena descritto emerge una lacuna laddove, nei commi 4, 5 e 6 dell'articolo 13 del decreto del Presidente della Repubblica 20 aprile 2022, n. 56 sopra citati, le nuove indennità e/o le modifiche all'indennità già in vigore non contengono anche il termine qualificato, facendo invece riferimento ai soli brevettati,
impegna il Governo
a provvedere, con proprie iniziative di carattere normativo-regolamentare, alla modifica dei commi 4, 5, 6 dell'articolo 13 del decreto del Presidente della Repubblica 20 aprile 2022, n. 56, con l'obiettivo di equiparare il requisito della «qualifica» a quello del brevetto militare di «incursore» o di «acquisitore obiettivi» o di «ranger».
(7-00119) «Zoffili, Pretto, Bossi, Giglio Vigna, Carrà».
ATTI DI CONTROLLO
AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Interrogazione a risposta in Commissione:
QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
recentemente è stata votata a larga maggioranza al Parlamento europeo la relazione sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune (Psdc) civile e di altre forme di assistenza dell'Unione in materia di sicurezza civile;
come ricorda la relazione: «l'Unione europea attualmente conduce 12 missioni civili, in 20 anni di gestione civile delle crisi, ha avviato 24 missioni in tre diversi continenti» e attualmente in Ucraina c'è una missione civile dell'Unione europea Euam Ucraina con 79 membri;
le missioni civili sono fondamentali nel più ampio quadro della risposta dell'Unione europea alle sfide in materia di sicurezza con ricorso a mezzi non militari e richiedono una formazione e capacità operative efficaci per stare al passo con l'evolversi del contesto di minaccia a Est e a Sud dell'Europa; le missioni civili sono un braccio essenziale della Psdc (Politica di sicurezza e difesa comune);
sempre stando alla relazione di cui sopra, «in Europa, di recente la spesa dell'Ue per la difesa è aumentata in modo significativo, ma si rammarica che i finanziamenti per la Psdc civile non abbiano fatto altrettanto». E per questo si «chiede che la nuova bussola strategica doti le missioni della Psdc di ambizione politica e strategica e delle capacità e delle risorse necessarie per dare vita a cambiamenti positivi» –:
quali iniziative intenda intraprendere il Governo per sostenere, nelle sedi europee, che, quanto prima, l'Unione europea ampli maggiormente la sua capacità di un corpo civile di pace;
se il Governo intenda sostenere nelle sedi europee la convocazione, a breve raggio, di una «Conferenza Europea sui criteri per la istituzione e per la operatività dei Corpi Civili di Pace Europei» in una città ucraina, con protagonisti i costruttori di pace sia istituzionali che non governativi con esperienze significative sul campo, per ascoltarli e capire come sviluppare un quadro forte di azioni civili per la pace.
(5-00957)
AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
VIII Commissione:
MAZZETTI, SQUERI, CORTELAZZO e BATTISTONI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
le inondazioni delle ultime settimane in Emilia hanno reso attuali gli allarmi sul rischio idrogeologico in Italia;
nel deposito nucleare di Saluggia in provincia di Vercelli (provincia nota per le sue risaie) sono ospitati 270mc di rifiuti radioattivi liquidi e acidi dell'ex impianto Eurex di riprocessamento del combustibile nucleare, che rappresentano il 75 per cento della radioattività italiana;
se ci fosse un allagamento in quest'area e queste sostanze dovessero contaminare il sistema fluviale fino al Po, ci sarebbe un disastro ambientale che nel 2001 il Nobel Carlo Rubbia paragonò ai «maggiori incidenti nucleari della storia recente»: la zona diverrebbe inabitabile bisognerebbe evacuarla;
le operazioni di decommissioning delle nostre centrali nucleari sono in gravissimo ritardo. La Sogin, nata negli anni '90, avrebbe dovuto mettere in sicurezza i rifiuti nucleari entro il 2014 e smantellare tutte le ex centrali nucleari entro il 2019;
a causa delle criticità nell'operato di Sogin, il decreto-legge 21 giugno 2022, n. 73, ne ha disposto il commissariamento, ma a oggi non si vedono progressi significativi, il consorzio Cemex 2023, cui era stato 2021 il progetto di cementificazione di rifiuti liquidi a Saluggia ha svolto poco più dell'1 per cento dei lavori;
dall'ultimo inventario, elaborato dall'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare (Isin) si evince che, nel 2021 il volume dei rifiuti radioattivi italiani è di oltre 30mila mc, sparsi in 19 siti temporanei e in parte in corso di processamento all'estero;
in Europa, buona parte degli Stati si è dotata di un'infrastruttura per la sicurezza delle scorie nucleari. La normativa europea prescrive di risolvere la questione dei rifiuti radioattivi entro il 2025: il nostro Paese è sotto procedura d'infrazione (n. 2018 del 2021);
secondo i dati pubblicati dall'Arera, dal 2010 al 2020, il decommissioning è costato ben 3,7 miliardi di euro, cui aggiungere 514 milioni per le misure di compensazione a favore delle aree dei siti di stoccaggio;
rispondendo ad atti di sindacato ispettivo, il Ministero interrogato ha dichiarato che l'emissione dei provvedimento di autorizzazione unica del Dnpt potrebbe avvenire nel 2026 e la sua messa in esercizio nel 2030 con un possibile ulteriore slittamento fino a 12 mesi delle diverse fasi qualora non si raggiunga una intesa con le regioni –:
quale sia lo stato di messa in sicurezza dei rifiuti nucleari e quali iniziative urgentissime intenda adottare rispetto alle problematiche esposte in premessa.
(5-00958)
SIMIANI, BRAGA, CURTI, DI SANZO e FERRARI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
secondo quanto riportato da agenzie di stampa (Dire ambiente 5 giugno 2023) il Ministro Pichetto Fratin ha affermato che entro il 2030 dobbiamo arrivare a produrre dalle rinnovabili i due terzi del fabbisogno energetico nazionale: «puntiamo su idroelettrico, geotermico, fotovoltaico ed eolico, anche offshore. Il gas è il vettore per accompagnare questo cambiamento. Mentre mi aspetto di abbandonare il carbone entro il 2025 o anche prima, se i prezzi del gas tengono. Il Governo ha poi messo anche in chiaro la scelta di stare nella ricerca e nella sperimentazione del nucleare»;
nonostante le rassicurazioni circa il rispetto delle tempistiche del 30 giugno 2023 per l'invio della proposta di revisione del Pniec alla Commissione europea, ad oggi non si ha traccia del testo, né si conoscono i contenuti;
si tratta del piano strategico a cui saranno consegnate le sorti della competitività internazionale del nostro Paese, degli investimenti da fare e da attrarre e dal quale dovranno derivare la pianificazione di territorio, filiere industriali, infrastrutture, rilancio dell'economia e nuovi posti di lavoro;
per adeguare il Paese alle fonti rinnovabili, che sono la più economica fonte di produzione di energia, bisogna infetti costruire le filiere che mancano, porre le basi di un nuovo piano industriale del Paese e investire nella ricerca su tecnologie e sistemi di accumulo, sulla formazione delle competenze e professionalità che servono;
nella revisione del Pniec si dovranno fare delle scelte. Per farle è necessario comprendere l'impatto di tali scelte, oltre alle risorse e alle esigenze necessarie per affrontare il cambiamento. Una sfida epocale che rischia di essere persa in partenza, se non si è in grado di mobilitare tutti alla partecipazione, per assicurare un percorso di ampiezza, visione e trasparenza nella scrittura della revisione del Pniec;
risulta indispensabile quindi che, anche in questa fase preliminare di invio della proposta di revisione del Pniec alla Commissione europea, il Parlamento sia edotto di quali siano le linee strategiche e gli strumenti per raggiungere gli obiettivi climatici fissati a livello europeo –:
quali siano le linee guida e le strategie attuative che si stanno seguendo nella redazione della proposta di revisione del Pniec per la definizione della strategia di decarbonizzazione del Paese al 2030, e il percorso che si intende tracciare verso le emissioni nette nulle al 2050, attraverso il progressivo abbandono delle fonti fossili.
(5-00959)
BONELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
secondo la valutazione «Air quality in Europe 2022» dell'Agenzia europea dell'ambiente (Aea) l'inquinamento atmosferico continua a rappresentare un rischio significativo per la salute in Europa, causando malattie croniche e decessi prematuri. Nel 2020 il 96 per cento della popolazione urbana dell'UE è risultata esposta a concentrazioni di particolato fine (Pm2,5) superiori alla soglia di 5 microgrammi per metro cubo d'aria stabilito dalle linee guida dell'Oms;
tra gli obiettivi del Green Deal europeo vi è quello di migliorare la qualità dell'aria, allineando maggiormente le norme dell'UE alle linee guida aggiornate dell'Oms;
la Commissione europea, per ridurre l'inquinamento e la conseguente mortalità in tutto il continente, ha proposto una revisione della direttiva sulla qualità dell'aria con soglie più rigorose, anche se ancora lontane dei valori più precauzionali suggeriti dall'Oms;
il passaggio dalle soglie della direttiva del 2008 alle nuove dovrebbe avvenire entro il 2030, lasciando tempo anche alle regioni più inquinate, come la Pianura Padana di adeguarsi ai nuovi valori, confidando anche sulle misure di decarbonizzazione che andrebbero comunque prese per contrastare il cambiamento climatico;
secondo quanto si apprende da organi di stampa, con una posizione comune, Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna, si sono dichiarate contrarie alla nuova direttiva, chiedendo valori limite degli inquinanti meno stringenti rispetto a quanto proposto dall'UE, una deroga temporale e una condivisione delle responsabilità che non vogliono sostenere;
in una lettera aperta indirizzata tra l'altro al Ministro interrogato, numerosi medici ed esperti di discipline che si occupano del tema ambientale e salute affermano come, «...ogni ulteriore flessibilità e deroga nell'attuazione di misure, anche radicali ove necessario, per la riduzione delle emissioni di inquinanti non fa altro che aggravare i danni per la salute dei cittadini in termini di malattia e morte, acuire la crisi ambientale, quella del clima e degli eventi estremi che ne derivano»;
la risposta dell'Italia ai problemi legati all'inquinamento atmosferico è del tutto insoddisfacente, tanto che l'Italia è stata ripetutamente condannata dalla Corte di giustizia dell'Unione europea per aver violato la direttiva sulla qualità dell'aria e ha ancora una procedura di infrazione aperta –:
quale posizione, per conto del Governo italiano, il Ministro intenda assumere in sede europea, sulla proposta di direttiva per l'adozione dei nuovi valori limite di concentrazione degli inquinanti atmosferici ritenuti dannosi per la salute umana, anche nella prospettiva di lotta al cambiamento climatico.
(5-00960)
SANTILLO, ILARIA FONTANA, SPORTIELLO, L'ABBATE e MORFINO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
agli inizi del 1990 viene formalizzato il trasferimento alla regione Campania, unitamente al relativo progetto e agli atti contrattuali stipulati con il consorzio Fugist, affidatario dell'appalto, dell'impianto di depurazione Napoli Est, costruito tra il 1984 ed il 2001 a cura della ex-Cassa Mezzogiorno;
l'agglomerato di Napoli Est è tra quelli per i quali, nel 2004, è stata aperta una procedura di infrazione contro il nostro Paese per violazione della direttiva 91 /271/CE, sul trattamento delle acque reflue, e per il quale l'Italia è stata sanzionata dalla Corte di giustizia europea (sentenza 19 luglio 2012);
il mancato rispetto dei tempi di attuazione (inizio lavori 31 dicembre 2015 e entrata in esercizio gennaio 2020) da parte della regione, soggetto attuatore, ha portato all'avvio della procedura di nomina di un commissario straordinario;
come noto, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 26 aprile 2017, è stato nominato il commissario straordinario unico (professor Rolle) per l'adeguamento alle sentenze di condanna della Corte di giustizia UE (causa C-565/10 e causa C-85/13) in materia di collettamento, fognatura e depurazione delle acque reflue;
a luglio 2018, il commissario straordinario ha disposto l'aggiudicazione della progettazione esecutiva del depuratore ricevendo il relativo progetto nei termini previsti (15 maggio 2019);
con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 maggio 2020, si è proceduto alla nomina di un secondo commissario straordinario (professor Giugni) sostituzione del primo. Tuttavia dal 15 maggio 2019 al giugno 2021 il progetto è rimasto in attesa del decreto regionale di non assoggettabilità a procedura VIA;
a giugno 2021 il nuovo commissario ha indetto la conferenza dei servizi, conclusa il 21 luglio 2022, dopo il superamento del dissenso espresso dalla Soprintendenza del comune di Napoli, per motivi paesaggistici;
risalgono al febbraio 2023 la redazione del rapporto finale di verifica dalla società Rina Check e l'approvazione del progetto esecutivo da parte del commissario straordinario unico;
il commissario straordinario unico è decaduto dal mandato il 10 maggio 2023;
per il mancato adeguamento del depuratore de quo alla normativa comunitaria, lo Stato italiano è costretto a pagare una multa semestrale di oltre 4,4 milioni di euro, con effetti negativi sulla finanza pubblica e sui contribuenti –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di eventuali condizioni ostative alla pubblicazione del bando di gara per l'adeguamento funzionale dell'impianto e delle tempistiche per la realizzazione dell'intervento atteso da oltre dieci anni.
(5-00961)
ZINZI, BENVENUTO, BOF, MONTEMAGNI e PIZZIMENTI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
il Consorzio idrico Terra di Lavoro (Citl) è stato costituito, ai sensi dell'articolo 31 del decreto legislativo n. 267 del 2000, tra alcuni comuni della provincia di Caserta per svolgere il servizio idrico per 30 comuni consorziati (rispetto ai ben 104 comuni della provincia) e il Sii in solo 4 enti. Il servizio è stato affidato direttamente mediante convenzioni con ogni singolo comune ovvero senza gara; inoltre il consorzio ha effettuato milioni di debiti, mancando completamente le garanzie per i cittadini contribuenti;
nel settembre 2022 Citl completa la trasformazione in Itl spa. Con deliberazione 1 del 29 settembre 2022, il consiglio di distretto dell'Eic ha confermato la gestione tutta pubblica individuando Itl spa come soggetto affidatario e, con deliberazione 2 del 24 ottobre 2022, ha approvato il «preliminare» di piano d'ambito distrettuale «Terra di Lavoro», con cronoprogramma scaglionato in 5 anni per il completo subentro del futuro gestore del Sii nelle diverse gestioni esistenti (quelle in economia, Acquedotti scpa e Italgas spa);
la trasformazione in Spa è stata impugnata dai comuni Portico di Caserta e Raviscanina con ricorsi al Tar Campania;
la deliberazione di affidamento del Sii ad Itl spa è stata impugnata al Tar Campania sezione di Napoli con autonomi ricorsi da AcquedottiScpa, ItalgasSpa e OttogasSrl;
le criticità riguardano:
in difformità dall'articolo 149-bis, comma 1, del decreto legislativo n. 152 del 2006, Itl spa rispetta i requisiti di gestione in house solo per alcuni comuni ricadenti nell'Ato;
non è stato stabilito con chiarezza il meccanismo di variazione del capitale sociale in seguito alla modifica del perimetro dei comuni gestiti;
il consiglio di distretto non si è limitato a definire la forma di gestione ma ha individuato anche il soggetto interessato Itl spa, in difformità alla legge regionale n. 15 del 2015 che assegna quest'ultima competenza gestionale al direttore generale;
l'Eic ha approvato esclusivamente il «preliminare» di piano d'ambito distrettuale, privo di definitività, ancora soggetto a Vas che potrebbe cambiare notevolmente l'atto. Secondo il Tua e la legge regionale tale piano (in versione definitiva) ha natura propedeutica rispetto alla scelta della forma di gestione e del conseguenziale affidamento;
l'affidamento del servizio per 5 anni mette a rischio eventuali forme di finanziamento bancario e il Pef (con particolare riferimento all'ammortamento degli investimenti) è difficilmente sostenibile e compatibile con lasso di tempo così breve;
l'articolo 152 del decreto legislativo n. 152 del 2006 prevede l'esercizio di poteri di controllo e sostitutivi in alcuni casi di inadempienze del gestore –:
se il Ministro interrogato, per quanto di competenza, alla luce delle criticità anche finanziarie sopra evidenziate, non intenda adottare iniziative, eventualmente anche attraverso l'esercizio di poteri di controllo e sostitutivi, affinché sia garantita ai cittadini l'efficienza del servizio idrico integrato.
(5-00962)
GIUSTIZIA
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
il Tribunale di sorveglianza di Roma soffre da tempo di una seria carenza di organico e di risorse finanziarie: la carenza di magistrati di ruolo, soprattutto in relazione alla mole di lavoro, e di personale amministrativo comporta gravi conseguenze sia in termini organizzativi sia di risposta efficiente alla domanda di giustizia dei cittadini, con riflessi sull'attività giudicante e di istruttoria delle pratiche;
capita inoltre che, in occasione delle sedute pubbliche, gli avvocati abbiano l'obbligo di ridurre al massimo i loro interventi, a causa del numero eccessivo di cause da trattare nell'arco della stessa giornata; operare in tali condizioni di contingentamento dei tempi può condurre ad una limitazione dell'effettivo diritto di difesa, oltre a compromettere il funzionamento dell'ordinamento penitenziario e l'applicabilità delle misure alternative alla detenzione, dei permessi premio, a causare ritardi nelle decisioni sulla liberazione anticipata, violando, nei fatti, i diritti dei detenuti che avrebbero i requisiti e dunque il diritto di avere accesso alle pene alternative e ad espiare dunque la propria pena in modo alternativo al carcere;
la magistratura di sorveglianza è, infatti, un organo giurisdizionale che ha il compito di vigilare sull'esecuzione della pena, di intervenire in materia di applicazione di misure alternative alla detenzione, di esecuzione di sanzioni sostitutive (semidetenzione, libertà controllata), di applicazione ed esecuzione di misure di sicurezza, nella fase dell'esecuzione della pena per i ricoveri dei condannati in ospedali psichiatrici giudiziari; si compone di due organi giurisdizionali, il magistrato di sorveglianza, organo monocratico, e il tribunale di sorveglianza, organo collegiale, che opera sia come giudice di primo grado sia come giudice di secondo grado rispetto al magistrato di sorveglianza; la competenza territoriale è estesa all'intero distretto di Corte d'appello di Roma e, per alcune materie – collaboratori di giustizia e reclami ex articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario – all'intero territorio nazionale, mentre la competenza del magistrato è determinata dalla vigilanza sugli istituti penitenziari ubicati nel territorio di competenza dell'ufficio di sorveglianza di Roma e dall'assegnazione secondo lettere dei procedimenti nei confronti di condannati non detenuti;
dunque le gravissime criticità che affiggono il Tribunale di sorveglianza di Roma riguardano un ganglio centrale del sistema giurisdizionale che investe l'intero distretto e, sul tema della sospensione trattamentale ex articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario l'intero sistema giustizia nazionale;
la permanente condizione di dissesto nella quale operano gli uffici di Sorveglianza di Roma determina una quotidiana gravissima lesione dei diritti dei cittadini che con quegli uffici devono relazionarsi, e la situazione rischia di aggravarsi ulteriormente a causa del paventato trasferimento in una sede posta a via Triboniano delle udienza monocratiche e collegiali della sorveglianza; tale dislocazione determinerebbe un grave disagio nella gestione delle attività difensive, costringendo gli avvocati, anche viste le lunghe attese per le chiamate delle udienze, a peregrinazioni tra le diverse sedi giudiziarie;
il decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 151 «Norme sull'ufficio per il processo in attuazione della legge 26 novembre 2021, n. 206, e della legge 27 settembre 2021, n. 134.», prevede che, fra i tribunali di merito che possono essere dotati del personale dell'ufficio del processo, sono ricompresi anche i Tribunali di sorveglianza –:
se il Ministro interpellato non ritenga di dover intervenire con urgenza sulle gravi criticità riguardanti il Tribunale di sorveglianza di Roma evidenziate in premessa, adottando iniziative di competenza, anche organizzative e che prevedano lo stanziamento di risorse finanziarie, volte a colmare con sollecitudine le carenze di organico e le difficoltà amministrative, anche individuando soluzioni alternative al dislocamento della sede, al fine di garantire un efficiente erogazione del servizio di giustizia per tutti i cittadini e per gli operatori, migliori condizioni di lavoro per gli uffici coinvolti, e al contempo assicurare il diritto di difesa e contribuire al decongestionamento dei sovraffollati istituti penitenziari del territorio, nonché se il Ministro non intenda usufruire dell'opportunità di dotare anche il Tribunale di sorveglianza di Roma del personale e del modello organizzativo dell'ufficio del processo.
(2-00173) «Serracchiani, Gianassi, Di Biase».
Interrogazione a risposta scritta:
D'ORSO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
nel marzo 2019 i risultati del concorso a 360 posti di magistrato ordinario, indetto con decreto ministeriale 19 ottobre 2016 (Gazzetta Ufficiale n. 17 del 1° marzo 2019), ci dicono che solo 339 candidati sono risultati idonei alle prove, lasciando quindi 21 posti scoperti;
nel maggio 2022 sono usciti i dati del penultimo concorso per l'accesso alla magistratura che riportano di oltre il 95 per cento di candidati risultati non idonei, in particolare su 3800 candidati sono risultati idonei solo in 220, lasciando 90 posti scoperti;
con decreto ministeriale del 18 ottobre 2022 sono stati messi a concorso 400 posti per l'accesso alla magistratura, i partecipanti sono risultati 7374 dei quali solo 3147 hanno consegnato al terzo giorno delle prove scritte;
risulta inoltre che durante la terza prova scritta sono stati riscontrati degli errori gravi in una delle tracce della prova (non sorteggiata) in uno dei tre temi di diritto penale preparati dalla commissione nominata dal Consiglio superiore della magistratura;
anche il tema di diritto amministrativo è stato contestato, poiché era previsto un caso sul quale le ultime sentenze risalgono agli anni settanta;
risulta ormai evidente l'inadeguatezza del percorso universitario che non prepara i candidati a cimentarsi nella trattazione scritta di istituti giuridici e casi concreti, come pure è evidente l'inadeguatezza delle tipologie di prove scritte sottoposte ai candidati;
secondo alcuni esponenti della dottrina inoltre questo tipo di prove premia chi impara a memoria le sentenze, mentre è assolutamente inidoneo a verificare la preparazione e soprattutto le capacità di ragionamento, di rigore logico e valutazione critica del candidato;
ciò accade mentre la scopertura dell'organico della magistratura negli uffici giudiziari è di circa 1.500 unità su 10.900 –:
quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere per risolvere i problemi descritti in premessa al fine di consentire che la selezione dei futuri magistrati avvenga con modalità che garantiscano reale meritocrazia, nonché al fine di sopperire alla grave scopertura di organico della magistratura negli uffici giudiziari.
(4-01132)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazione a risposta in Commissione:
TONI RICCIARDI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
a seguito delle intense precipitazioni atmosferiche che si sono registrate nella giornata di sabato 3 giugno 2023 il comune di Castelfranci, in provincia di Avellino, è praticamente isolato dal resto del comprensorio dell'Alta Irpinia;
infatti un vasto movimento franoso articolato in cinque punti diversi ha interdetto al traffico la ex strada statale 400 attualmente di competenza provinciale tra Torella dei Lombardi e appunto Castelfranci;
la chiusura al traffico di questo segmento stradale costringe gli abitanti del comprensorio a dover affrontare gravi disagi per raggiungere Avellino, con ripercussioni sulla mobilità pendolare per motivi di studio e lavoro;
di fatto il comune di Castelfranci è isolato e non vi sono certezze sulla riapertura;
sono stati effettuati dei sopralluoghi da parte dei tecnici della provincia e posti in essere i primi interventi per scongiurare l'ampliamento del raggio del movimento franoso;
è del tutto evidente che l'attuale situazione di estrema criticità pone la necessità per i cittadini di Castelfranci e di tutto il comprensorio di avere risposte in tempi congrui;
se il Governo, per quanto di competenza, considerata la rilevanza dell'arteria in oggetto, non intenda attivare un tavolo istituzionale in sede ministeriale con la presenza anche di Anas al fine di valutare un subentro dell'ente per quel che riguarda la competenza, con l'obiettivo di avere tempestivamente interventi di messa in sicurezza e ripristino della percorribilità e consentendo ai cittadini di Castelfranci e del comprensorio di uscire dall'isolamento.
(5-00956)
Interrogazioni a risposta scritta:
TUCCI e RAFFA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:
l'Enac ha ricevuto dall'allora Mims il mandato per procedere con l'aggiornamento e revisione critica del vigente Piano nazionale degli aeroporti, su cui si attende ancora qualche notizia certa da parte del Governo;
tra le strategie enunciate da Enac vi è quella di sviluppare ogni moderno scalo italiano attraverso la piena integrazione funzionale rispetto al territorio di competenza ed alle proprie reti dei trasporti in una logica intermodale, al fine di ridurre le differenze tra zone del Paese con differenti livelli di accessibilità ai servizi di trasporto;
l'aeroporto dello Stretto «Tito Minniti» di Reggio Calabria è stato recentemente oggetto di notevoli finanziamenti (circa 60 milioni di euro) per l'adeguamento, la riqualifica e l'ampliamento dell'aerostazione, mentre nulla è attualmente previsto con riferimento all'intermodalità, ecosostenibilità ambientale-sociale-economica, vulnerabilità sismica;
l'attività dell'attuale società di gestione Sacal (Sistema aeroportuale calabrese) ha avuto come conseguenza, dopo sei anni di attività e l'elaborazione di un ritardato piano industriale, una notevole diminuzione del traffico passeggeri (dai 700.00 pax/anno del precedente gestore Sogas agli attuali 120.000 pax/anno) con conseguente disagio per l'utenza e la chiusura di quasi tutti gli esercizi commerciali insistenti all'interno di uno scalo declassato ad «Aeroporto cittadino»;
l'aeroporto «Tito Minniti» serve un bacino di utenza di oltre un milione di persone che abitano l'area integrata dello Stretto e, per tale motivo, potrebbe avere una dimensione interregionale;
la Zes (zona economica speciale – nodo di trasporto aeroportuale) della città metropolitana di Reggio Calabria, istituita con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri su proposta del Ministro per il sud e la coesione territoriale, ha un perimetro che cade anche all'interno del recinto aeroportuale, sulle piste di decollo/atterraggio (lettere a) e m), comma 1 articolo 6 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 12 del 2018 –:
se non si ritenga, alla luce di quanto in premessa circa l'ingente disponibilità finanziaria prevista dal contratto istituzionale di sviluppo (Cis), di istituire un tavolo ministeriale partecipato da tutti gli enti interessati, al fine di assicurare un reale beneficio per l'aeroporto di Reggio Calabria con particolare riguardo all'intermodalità;
se, inoltre, sia mai stata presa in considerazione la possibilità di istituire un tavolo interistituzionale volto alla verifica della fattibilità in ordine alla costruzione, sempre nella città di Reggio Calabria, di un nuovo, ecosostenibile ed intermodale aeroporto del Mediterraneo a natura interregionale corredato da un sistema di bigliettazione integrata per le aree metropolitane di Reggio Calabria e Messina;
se, al fine di accrescere le potenzialità dello scalo medesimo, si voglia valutare di agevolare una nuova «governance» attraverso una subconcessione quinquennale da parte di Sacal alle istituzioni locali reggine e messinesi, anche al fine di modificare il prima possibile la gestione di questi ultimi anni, ad avviso dell'interrogante fallimentare;
per quale ragione, la zona Zes della città metropolitana di Reggio Calabria (nodo di trasporto aeroportuale) non abbia individuato anche la più logica zona industriale di San Gregorio-Pellaro San Leo al fine di sviluppare aree innovative per la produzione di velivoli ultraleggeri e droni di nuova generazione, oltre che incubatori d'impresa per attività turistiche, aeronautiche, tecnologiche e diportistiche, in luogo dell'attuale perimetrazione;
con quali tempistiche si intenda attuare la continuità territoriale ed applicare la normativa sulle tariffe sociali rendendo, allo stesso tempo, attrattivo volare da e per Reggio Calabria.
(4-01133)
BONELLI e ZANELLA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
l'allegato IV al decreto-legge 77 del 2021 inserisce la circonvallazione ferroviaria di Trento, terzo lotto delle tratte di accesso al tunnel di base del Brennero, tra le 10 opere più significative del Pnrr;
il tracciato della circonvallazione attraversa il sito di interesse nazionale di Trento Nord, ovvero le aree inquinate della ex Sloi ed ex Carbochimica, dove L'Appa (Azienda provinciale di protezione ambientale) nel 2003-2004 ha rilevato un massiccio inquinamento da piombo tetraetile, mercurio e Ipa (idrocarburi policiclici aromatici);
a parere dell'interrogante la delega di Rete ferroviaria italiana (Rfi) al vincitore del bando di gara per la realizzazione dell'opera a compiere gli studi e la bonifica delle aree attraversate rappresenta un rischio per la città perché, di fatto, il disinquinamento dell'area verrebbe sottratto al controllo pubblico;
ancora oggi, dopo decenni, tali aree inquinate, che hanno causato morti, e malati, producono pesanti riflessi sulla città, come dimostra anche lo studio epidemiologico Sentieri realizzato dal Ministero della salute, che rileva nella città di Trento anomalie riferibili all'inquinamento di quelle aree sia relativamente ai malati di cancro che a quelli di Parkinson e di Alzheimer;
a dimostrazione di quanto sia delicata la situazione in quel territorio, l'articolo 84-ter delle «norme tecniche di attuazione del Piano Regolatore di Trento» prevede che «gli interventi edilizi che comportano operazioni di scavo sono subordinati a indagine analitica anche degli inquinanti tipici del sito di bonifica di interesse nazionale “Trento Nord”. Nel caso di interferenze con la falda dette analisi sono estese anche a quest'ultima. Gli esiti analitici di suolo e falda corredano la valutazione certificando della qualità dei suoli e delle acque»;
la cartografia del piano regolatore generale comprende tutte le aree oggetto di interventi per la realizzazione delle suddette opere ferroviarie, dall'ex scalo Filzi fino a Nord dei siti inquinati di interesse nazionale;
le opere della circonvallazione ferroviaria progettate nel tratto adiacente alle due aree inquinate prevedono la realizzazione di uno scavo in trincea per la posa dei nuovi binari, della profondità di circa 11-12 metri, confinato lateralmente da due diaframmi di spessore di 1,20 metri e profondità di 21 metri;
la legge di bilancio per il 2023 stanzia un milione di euro per il 2023 e un milione di euro per il 2024 per la realizzazione di monitoraggi per stabilire il grado di inquinamento delle aree di proprietà Rfi che fino ad ora sono state, dalla stessa Rfi, considerate come non inquinate, nonostante la caratterizzazione dei terreni del 2003-2004 dicesse il contrario;
i lavori per la circonvallazione sono già iniziati in zona Sud nonostante la mancata caratterizzazione dei terreni in zona Nord, sotto la ferrovia che attraversa il Sin e ciò potrebbe determinare la probabile sospensione dei lavori con conseguente perdita del finanziamento europeo nonché una richiesta di risarcimento danni da parte dell'impresa aggiudicataria del bando –:
se i Ministri interrogati non intendano concordare, in una riunione urgente con Appa e provincia, modalità e tempi di realizzazione dello studio sull'inquinamento delle aree ferroviarie che attraversano il Sin, valutando al contempo di promuovere presso Rfi e provincia autonoma di Trento, l'esecuzione, da parte di un soggetto indipendente e sotto la supervisione di Appa, delle analisi del terreno all'interno dell'area ferroviaria, compresa tra i due Sin ex Carbochimica ed ex Sloi, attraverso un campionamento sufficientemente esteso in superficie e profondità così da permettere una valutazione reale dell'attuale estensione degli inquinanti presenti sotto i binari;
se intendano attivarsi affinché Rfi subordini la realizzazione dell'opera all'esito dello studio dando immediata notizia di tale determinazione sia agli aggiudicatari della gara sia ai concorrenti alla stessa.
(4-01134)
INTERNO
Interrogazioni a risposta scritta:
URZÌ, ALMICI, MATERA, MAIORANO, POLO e AMICH. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
presso la Direzione centrale della polizia criminale, il Servizio analisi criminale effettua, anche attraverso l'estrapolazione di dati statistici, l'analisi di tutti gli episodi delittuosi che integrino fattispecie riconducibili alla violenza di genere;
alla data odierna, relativamente al periodo 1° gennaio – 28 maggio 2023 sono stati registrati 129 omicidi, con 45 vittime donne, di cui 37 uccise in ambito familiare/affettivo. Di queste, 22 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner;
allo stato attuale la piaga dei femminicidi e dalla violenza domestica non è stata debellata nonostante l'introduzione del Codice rosso e delle misure di protezione delle vittime di violenza;
stando a quanto si apprende, nel novembre 2022 i Carabinieri del comando provinciale di Napoli, la Sezione fasce deboli della Procura della Repubblica partenopea, la fondazione Vodafone Italia e la Soroptimist International Club Napoli hanno annunciato l'avvio del progetto pilota «Mobile Angel», poi esteso anche alle città di Torino e Milano. Si tratta di un progetto pilota che prevede l'assegnazione di un orologio da polso digitale, cosiddetto Smartwach antiviolenza, alle vittime di maltrattamenti per richiedere, in caso di pericolo, l'intervento delle forze dell'ordine premendo semplicemente un tasto sullo schermo. L'orologio è provvisto di un sistema di allarme collegato direttamente alla centrale operativa dell'arma dei Carabinieri e di un sistema di geolocalizzazione in tempo reale che, attraverso le coordinate geografiche, guidano le forze dell'ordine nel luogo in cui si trova la donna in difficoltà, probabilmente oggetto di violenza, inviando immediatamente la pattuglia dei Carabinieri presso l'abitazione o la strada ovvero il luogo ove viene consumata la violenza;
attualmente nel napoletano, oltre al comando provinciale dei Carabinieri di Napoli, questo dispositivo è stato installato presso la stazione Carabinieri di Napoli Capodimonte, presso la tenenza Carabinieri di Ercolano e presso la tenenza Carabinieri di Caivano;
la prima assegnazione del dispositivo a una donna è avvenuta nella caserma Pastrengo di Napoli. La vittima, che subiva abitualmente violenza per mano del marito, è riuscita a salvarsi dall'ennesima aggressione grazie a questo dispositivo –:
quali informazioni risultino al Ministro interrogato in merito all'efficacia dello Smartwach antiviolenza e della prima applicazione del progetto pilota «Mobile Angel»;
se intenda agevolare l'estensione dello Smartwach antiviolenza a tutta Italia e, nel caso, quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare al fine di dotare tutte le forze dell'ordine degli strumenti necessari per l'entrata a pieno regime di questo strumento.
(4-01130)
SERRACCHIANI, GIANASSI, ORLANDO, BRAGA, MARINO, FORNARO, ROGGIANI, VACCARI, MORASSUT, QUARTAPELLE PROCOPIO, DI BIASE, ORFINI, GIRELLI, BARBAGALLO, PORTA, GRIBAUDO, ANDREA ROSSI, TONI RICCIARDI, FURFARO, MADIA, FOSSI, IACONO, D'ALFONSO, PROVENZANO, BAKKALI, BERRUTO, CURTI, GHIO, MALAVASI, STEFANAZZI, SARRACINO, SCARPA, CASU, ZAN, CUPERLO, BOLDRINI, FASSINO, FORATTINI, MAURI, SIMIANI, PELUFFO, DI SANZO, LAI, LACARRA, CARÈ, LAUS, MANZI, SCOTTO e FERRARI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
si apprende che la mattina del 6 giugno 2023 la polizia di Stato di Verona ha eseguito una ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dalla Gip del Tribunale di Verona, a carico di un ispettore e quattro agenti della polizia per presunti atti di violenza avvenuti nel periodo compreso tra il luglio 2022 e il marzo 2023, nei confronti di persone sottoposte, a vario titolo, alla loro custodia;
gli arrestati sono accusati di atti di violenza e di tortura commessi nei confronti di persone che avevano legittimamente fermato, e che erano in custodia in questura: si parla di calci, pugni ed umiliazioni contro stranieri o senzatetto, persone in stato di fermo costrette a subire la violenza degli agenti di polizia; azioni che, secondo l'ordinanza della Gip, avvenivano nei confronti di chi veniva fermato e portato negli uffici per l'identificazione;
in alcuni casi, emergerebbe sempre dalla ordinanza, oltre alle botte e agli insulti razzisti e xenofobi, gli agenti avrebbero infierito utilizzando anche lo spray al peperoncino, e i soprusi, le vessazioni e le prevaricazioni poste in essere dagli indagati risultano aver coinvolto, in misura pressoché esclusiva, persone di nazionalità straniera, senza fissa dimora, ovvero affetti da gravi dipendenze da alcol o stupefacenti, dunque soggetti «deboli»;
le violenze sarebbero emerse da un'indagine di altri poliziotti, quelli della squadra mobile di Verona, su delega della Procura, e sarebbero avvenute in un periodo compreso tra il luglio del 2022 e il marzo del 2023;
i reati contestati sono tortura, lesioni, falso, omissioni di atti d'ufficio, peculato e abuso d'ufficio: il questore di Verona avrebbe deciso anche di rimuovere dai loro incarichi una ventina di altri poliziotti, che, secondo le indagini, non avrebbero preso parte materialmente alle violenze ma ne sarebbero stati a conoscenza e non avrebbero fatto nulla per impedirle o denunciarle –:
quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare al fine di fare luce e, nel rispetto dell'azione della magistratura, di intervenire adeguatamente su una vicenda dai contorni gravissimi, che, qualora verificata, vedrebbe gli indagati avere tradito la propria funzione, comprimendo i diritti e le libertà di soggetti sottoposti alla loro autorità, nonché danneggiando gravemente con le loro azioni il rapporto di fiducia tra cittadini e forze dell'ordine.
(4-01131)
LAVORO E POLITICHE SOCIALI
Interrogazione a risposta orale:
DORI e BONELLI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
la legge n. 179 del 2002 ha individuato il Sin di «Brescia-Caffaro» come intervento di bonifica di interesse nazionale in virtù delle condizioni ad alto rischio ambientale determinate dalle passate attività industriali svolte nell'area dello stabilimento chimico Caffaro posto nel territorio bresciano;
nel luglio 2021, con decreto del Ministero della transizione ecologica, è stato nominato commissario straordinario del sito l'ingegner Mario Nova;
a ottobre 2021, dopo la sottoscrizione nel 2020 dell'accordo di programma «Per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica del S.I.N. Brescia Caffaro», è stata raggiunta l'intesa con la Caffaro Brescia per garantire la messa in sicurezza del sito: la società si fa carico delle spese di potenziamento del sistema di barrieramento idraulico esistente mediante l'aggiunta di nuovi pozzi di emungimento e nuovi filtri per limitare la diffusione dei contaminanti dallo stabilimento verso l'esterno;
come già sottolineato nell'interrogazione a risposta scritta 4-00879 presentata il 20 aprile 2023 dagli interroganti, ad aprile la società aveva comunicato ai rappresentanti sindacali di voler procedere entro breve tempo al licenziamento di tutto il personale attualmente operante sul sito, motivando tale decisione con la «difficoltà a sostenere tutti gli impegni e oneri relativi alla attività ordinaria (gestione barriera idraulica, presidio e sicurezza del sito) oltre alle altre attività in essere»;
il 2 maggio 2022 sono state consegnate le lettere di licenziamento ai primi due dipendenti, con decorrenza del preavviso dal 16 maggio;
a distanza di poco più di un mese dai primi due licenziamenti, il 5 giugno la società ha consegnato ad altri due lavoratori le lettere di licenziamento;
con i nuovi licenziamenti è stato ridotto all'osso il numero dei dipendenti operanti nel sito: da 9 lavoratori presenti a inizio anno si è passati a cinque dipendenti, accelerando repentinamente il piano di chiusura senza aspettare qualche mese per trovare possibili soluzioni per i lavoratori rimasti;
nei fatti significa che dal 6 giugno 2023 nessun elettro-strumentista sarà in servizio e quindi quei compiti la società li affiderà a chiamata, in caso di urgenza, ad una ditta esterna;
i rappresentanti sindacali di Filctem Cgil e Femca Cisl hanno affermato che «ormai è chiaro da molto che, in poco tempo, l'azienda licenzia tutti, incurante delle ricadute sociali e senza aspettare qualche mese per trovare possibili soluzioni per i pochi lavoratori rimasti»;
le ultime decisioni della Caffaro Brescia comportano una grave mancanza di personale specializzato nel far funzionare la barriera idraulica, fondamentale per evitare l'inquinamento dell'area circostante l'azienda e il territorio di Brescia, mettendo così a rischio la continuità nella corretta gestione della barriera –:
se il Ministro del lavoro e delle politiche sociali non intenda avviare con urgenza un dialogo con la società Caffaro Brescia srl, il Commissario straordinario e le organizzazioni sindacali, al fine di trovare immediatamente delle soluzioni per scongiurare la riduzione del personale operante nell'attività di gestione della barriera idraulica del SIN;
se il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica intenda adottare le iniziative di competenza volte a promuovere una verifica da parte del nucleo operativo ecologico dei carabinieri al fine di valutare la gravità della situazione e scongiurare che un mancato completo monitoraggio della barriera idraulica possa mettere in pericolo l'ambiente e la salute dei cittadini.
(3-00462)
Interrogazioni a risposta scritta:
FOTI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
la drammatica situazione circa le problematiche di organico che caratterizza le sedi Inps di tutto il territorio italiano desta forti preoccupazioni su aspetti fondamentali quali la regolare e corretta tenuta dei servizi, la qualità e l'efficienza degli stessi che l'Istituto ha il compito di garantire a cittadini e imprese, oltre che sulla performance delle strutture stesse;
nello specifico, le sedi Inps del Nord Italia, tra cui quelle dell'Emilia-Romagna, della Lombardia e del Veneto, presentano una pesante carenza di personale: l'analisi della consistenza anagrafica dello stesso, infatti, prefigura una sostanziale diminuzione di personale a seguito dei futuri pensionamenti, la quale – in assenza di un ulteriore massiccio piano di assunzioni – potrebbe condurre, nel breve periodo, il centro-sud in grave difficoltà ed il nord ai limiti di una paralisi;
il comitato provinciale Inps di Piacenza, il 28 marzo 2023, ha espresso all'interno di un ordine del giorno una certa apprensione circa la situazione occupazionale della sede di riferimento, nella quale la forza lavoro è palesemente sottodimensionata rispetto alla mole di lavoro e alle necessità operative;
ad oggi, secondo quanto risulta all'interrogante, la dotazione organica della summenzionata sede comprende ottantacinque impiegati amministrativi, di cui uno in comando, un dirigente, un avvocato, quattro medici e tre collaboratori sanitari, di cui uno in comando, per un totale di novantaquattro unità, a fronte di un fabbisogno stimato di ulteriori venti. Di tredici funzionari assunti nel luglio del 2019, poi, uno di questi ha ottenuto l'assegnazione ad altra sede ed un altro ha rassegnato le dimissioni poco dopo la presa di servizio, mentre dei rimanenti undici, quattro hanno presentato domanda di mobilità e sono tutti collocati utilmente in graduatoria, e di questi tre sono già in assegnazione provvisoria nelle sedi di destinazione. Le mobilità in ingresso, infine, sono soltanto due a fronte di cinque pensionamenti, previsti tra i mesi di aprile e agosto;
tre le maggiori cause di natura oggettiva che negli anni hanno provocato e che continuano a provocare questo disastroso scenario si colloca ad avviso dell'interrogante l'irrisolta questione meridionale, con lo squilibrio tra nord e sud a livello di reddito, occupazione, infrastrutture, investimenti e qualità dei servizi. Proprio in relazione a questa problematica si è registrata, negli anni, pertanto, una netta prevalenza nella partecipazione ai concorsi pubblici nazionali di cittadini meridionali, con la legittima aspirazione a lavorare nelle loro terre di origine;
un ruolo non secondario, inoltre, è stato svolto dalle politiche di blocco prolungato delle assunzioni nonché dai salari bassi e poco attrattivi;
lavorare in una tale condizione di carenza di organico è inaccettabile, a prescindere dalla collocazione geografica della sede di riferimento: tale situazione, pertanto, richiede la necessità che siano varati piani di assunzioni in grado di garantire in tutti i territori la possibilità di colmare tali carenze, guardando in una prospettiva futura oltre che all'impellenza del momento, bandendo concorsi, eventualmente mirati esclusivamente verso i territori in grave carenza di organico, con indicazione preventiva della zona di destinazione, in modo da rendere chiare sin da subito ai concorsisti le sedi con maggiore mancanza di personale –:
quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, al fine di arginare il problema della carenza di organico all'interno della sede Inps di Piacenza e delle altre città interessate, al fine di garantire sia ai cittadini piena efficienza nei servizi, sia congrue condizioni lavorative ai dipendenti dell'ente.
(4-01128)
BORRELLI e MARI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
alcune decine di dipendenti dello stabilimento Cosit di Acerra hanno manifestato in questi giorni scorsi davanti ai cancelli del gruppo San Giorgio, nella zona industriale della città, contro il licenziamento di alcuni operai;
la Cosit è un'azienda del gruppo San Giorgio specializzata in progettazione e prototipazione tridimensionale e conta una quarantina di dipendenti;
secondo l'azienda i quattro dipendenti sarebbero stati licenziati per ridurre attività e costi a fronte della permanente crisi, mentre la Fiom che definisce i licenziamenti operati dall'azienda «provvedimenti gravissimi», denuncia come l'azienda non solo avrebbe recentemente fatto ricorso all'assunzione di altri lavoratori con diverse tipologie contrattuali ma avrebbe anche un aumento di commesse che non giustificherebbe il licenziamento per crisi;
i giorni di protesta hanno coinvolto non solo i lavoratori licenziati ma anche i lavoratori e le lavoratrici delle tre aziende del gruppo San Giorgio: Insit, Cosit e It Wash che, uniti, hanno protestato contro quello che considerano un sopruso nei confronti dei loro quattro colleghi;
da quanto denunciato dalla segretaria provinciale della Fiom, durante le giornate di protesta, davanti a uno degli stabilimenti del gruppo San Giorgio un delegato della Fiom di origini nigeriane è stato anche vittima di un'aggressione razzista verbale da parte di uno dei proprietari;
gli esponenti della Fiom di Napoli hanno dichiarato inoltre che i lavoratori sono stati anche minacciati per la loro appartenenza sindacale;
le frasi di odio e rancore pronunciate nei confronti dei lavoratori confermano come l'azienda sia indisponibile a qualsiasi confronto con le organizzazioni sindacali per giungere a soluzioni alternative ai licenziamenti;
è inoltre inaccettabile la discriminazione operata da rappresentanti dell'azienda nei confronti del delegato Fiom e l'auspicio dell'interrogante è che l'autore di tali offese razziste venga individuato e sanzionato dalle autorità preposte;
dal momento che la San Giorgio non è un'azienda in crisi ma un'impresa che sta vedendo crescere il proprio fatturato, i quattro licenziamenti e i successivi atteggiamenti assunti dalla San Giorgio rappresentano un fatto ancor più grave di quando le aziende, per sopperire alle fasi di crisi, scaricano ingiustamente i costi sui lavoratori e le lavoratrici, riducendo l'occupazione, specialmente se fosse confermato che l'azienda abbia sostituito i lavoratori licenziati con personale assunto con diverse tipologie contrattuali peggiorative rispetto a quelle dei loro colleghi;
infine, da quanto risulta all'interrogante, che ha partecipato ad una delle manifestazioni indette dai lavoratori della San Giorgio, le motivazioni reali alla base dei licenziamenti operati dall'azienda sarebbero legate ad alcune rivendicazioni riguardanti il miglioramento delle condizioni ambientali di lavoro, come la richiesta dell'aria climatizzata, calda d'inverno, dato che i capannoni sono esposti alle intemperie e fresca d'estate, e condizioni igienico-sanitarie decorose nei bagni;
per tutte le motivazioni esposte, occorre un deciso intervento da parte delle istituzioni locali regionali e nazionali affinché l'azienda ritiri i licenziamenti e apra un confronto con le organizzazioni sindacali –:
quali iniziative urgenti il Ministro interrogato intenda assumere affinché il Gruppo San Giorgio revochi immediatamente il licenziamento dei quattro dipendenti dello stabilimento Cosit di Acerra e avvii una normale interlocuzione con le organizzazioni sindacali;
quali iniziative di competenza intenda assumere per evitare che vengano assunti atteggiamenti razzisti e discriminatori nei luoghi di lavoro specialmente da parte dei proprietari e dei dirigenti di azienda.
(4-01129)
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Interrogazione a risposta orale:
TODDE. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:
nella Gazzetta Ufficiale, 4a Serie speciale «Concorsi ed esami» n. 41 del 30 maggio 2023 è stato pubblicato il diario della prova pre-selettiva del concorso pubblico, per esami, per l'ammissione di trecentocinquantadue allievi al corso-concorso selettivo di formazione dirigenziale per il reclutamento di duecentonovantaquattro dirigenti nelle amministrazioni statali, anche ad ordinamento autonomo, e negli enti pubblici non economici, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – 4a Serie speciale «Concorsi ed esami» n. 103 del 30 dicembre 2022;
suddetto diario prevede che la prova selettiva, che si terrà il 27 giugno 2023, si tenga in delle sedi contigue alle regioni di appartenenza dei candidati al concorso medesimo sulla base di un criterio di vicinitas. Tuttavia i candidati che nella domanda di partecipazione hanno dichiarato di essere residenti in Sardegna, sono convocati presso la sede di Roma. Nella medesima sede sono stati convocati i candidati residenti all'estero e nella regione Lazio mentre i candidati residenti nella Regione Siciliana sono convocati presso la sede di Catania;
la situazione insulare delle regioni di Sicilia e Sardegna richiederebbe che, ai sensi dell'articolo 119, sesto comma della Costituzione, lo Stato si adoperi al fine di ridurre gli svantaggi derivanti dalla condizione di insularità mediante azioni non solo di natura finanziaria ma anche mediante interventi che assicurino una par condicio per i cittadini residenti nelle regioni insulari;
nel caso di specie, per i candidati al concorso in oggetto residenti in Sicilia è stata prevista la possibilità di svolgere la prova selettiva del medesimo nella propria regione di residenza, mentre per i candidati al concorso residenti nella regione Sardegna è stata individuata, per lo svolgimento della prova pre-selettiva, una sede in una regione diversa;
lo spostamento dei candidati residenti nella regione Sardegna presso una sede diversa da quest'ultima comporta ingenti costi in termini economici e di tempo, tali per cui non tutti i cittadini possono permetterseli tale onere;
il combinato disposto dell'articolo 119, sesto comma, e l'articolo 3 della Costituzione prevede, da parte dello Stato, una particolare attenzione agli svantaggi territoriali, nonché l'obbligo per la Repubblica di adottare tutte le iniziative idonee per ridurre gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese –:
se i Ministri interrogati fossero a conoscenza di quanto esposto;
quali iniziative urgenti vogliano porre in essere al fine di evitare che vi sia un trattamento non paritario tra i cittadini della regione Sardegna e quelli della Regione Siciliana;
quali iniziative, anche di carattere normativo, si intendano porre in essere al fine di favorire un trattamento agevolato per i cittadini residenti nella regione Sardegna in materia di svolgimento di concorsi pubblici.
(3-00461)
Apposizione di una firma ad una interpellanza.
L'interpellanza urgente Scerra e altri n. 2-00172, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 6 giugno 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Morfino.
Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.
I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:
interrogazione a risposta scritta Grippo n. 4-00768 del 31 marzo 2023;
interrogazione a risposta scritta Sportiello n. 4-01060 del 26 maggio 2023.