Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 19 giugno 2023

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    i Piani nazionali di ripresa e resilienza sono i programmi di riforme e investimenti per il periodo 2021-2026 che gli Stati membri definiscono per accedere ai fondi del Dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility, Rrf), nel quadro di NextGenerationEU (Ngeu);

    il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) dell'Italia è stato definitivamente approvato a livello europeo il 13 luglio 2021, con decisione di esecuzione del Consiglio dell'Unione europea (Cid). La Cid contiene un allegato con cui vengono definiti, in relazione a ciascun investimento e riforma, precisi obiettivi e traguardi, cadenzati temporalmente, al cui conseguimento si vincola l'assegnazione delle risorse, che è articolata in dieci rate entro il 30 giugno 2026;

    il PNRR italiano prevede 132 investimenti e 63 riforme, cui corrispondono 191,5 miliardi di euro finanziati dall'Unione europea attraverso l'Rrf, suddivisi tra 68,9 miliardi di euro di sovvenzioni a fondo perduto e 122,6 miliardi di euro di prestiti, da impiegare nel periodo 2021-2026 attraverso l'attuazione del Piano;

    l'Italia ha stanziato risorse nazionali aggiuntive (a debito) per 30,6 miliardi di euro, destinato all'attuazione del Piano per gli investimenti complementari al PNRR (Pnc);

    alla data del 23 ottobre 2022, data di insediamento dell'attuale Governo, risultavano conseguiti 25 dei 55 obiettivi da raggiungere entro il 31 dicembre 2022;

    il 30 dicembre 2022, ovvero a distanza di poco più di due mesi dal suo insediamento, il Governo ha comunicato di aver raggiunto i 55 traguardi-obiettivi del PNRR per il secondo semestre 2022 e ha inviato alla Commissione europea la richiesta di pagamento della terza rata del valore di 19 miliardi di euro;

    a seguito della formalizzazione della richiesta di pagamento della terza rata, la Commissione europea ha avviato un'intensa attività di verifica e controllo sui risultati conseguiti, caratterizzata da un costante dialogo con il Governo che ha sempre provveduto a fornire tutti i dati, i documenti, le informazioni e i chiarimenti richiesti;

    l'Italia, a differenza di altri Paesi, ha presentato regolarmente le richieste di pagamento entro i termini riportati nell'allegato riveduto della decisione di esecuzione del Consiglio relativa all'approvazione della valutazione del Piano per la ripresa e la resilienza dell'Italia (Cid) ed è uno dei pochissimi Stati membri (in totale tre su ventisette) ad aver presentato alla Commissione europea tre richieste di pagamento. Ciò, nonostante il PNRR italiano presenti un numero di scadenze complessive (527) ampiamente superiore a quello degli altri Paesi che maggiormente hanno beneficiato delle risorse messe a disposizione dall'Rrf (Spagna, 416 scadenze; Francia, 175 scadenze; Polonia, 283 scadenze; Grecia, 331 scadenze) e costituisca il Piano che, sia in termini assoluti che relativi, presenta la percentuale più elevata di indicatori relativi al risultato utilizzati per verificare il raggiungimento dei target;

    la tempistica relativa alla corresponsione della terza rata appare, dunque, condizionata dalle attività di verifica e controllo da parte della Commissione europea che hanno riguardato, con ogni evidenza, non solo gli obiettivi conseguiti dall'attuale Governo in poco più di due mesi ma anche quelli che risultavano già realizzati alla data del suo insediamento. Come avvenuto nei confronti di altri Stati membri in ragione del progressivo avanzamento dell'attuazione dei rispettivi piani, le attività di verifica e controllo da parte della Commissione europea hanno richiesto dei tempi di definizione più lunghi rispetto ai precedenti, da ascrivere alla numerosità ed all'intrinseca complessità degli obiettivi previsti per il 31 dicembre 2022;

    diversamente dalle milestone e dai target associati alle precedenti rate, quelli relativi alla terza rata e, ancor di più, quelli relativi alle rate successive riguardano la fase attuativa degli investimenti programmati e delle riforme approvate e, pertanto, presentano problematicità sensibilmente diverse dalle precedenti;

    in considerazione della rigida scansione temporale del PNRR, è indispensabile individuare per tempo le criticità e le possibili soluzioni, anche aggiornando e potenziando le semplificazioni di tipo normativo o amministrativo esistenti, nonché, ove necessario, aggiornando le previsioni del Piano medesimo;

    con il decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 aprile 2023, n. 41, sono state introdotte, con il parere favorevole della Conferenza unificata, disposizioni volte non solo a riorganizzare la governance per il PNRR, rafforzando il sistema di coordinamento, gestione, attuazione e monitoraggio delineato dal decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, ma anche a rafforzare la capacità amministrativa degli enti preposti all'attuazione del Piano ed a semplificare le procedure, con l'obiettivo di ridurre i tempi di realizzazione degli investimenti;

    la modifica di governance introdotta dal decreto-legge n. 13 del 2023 non ha determinato alcuna interruzione o rallentamento nella fase di esecuzione del Piano, in quanto tanto le disposizioni che hanno espressamente previsto la costituzione della Struttura di missione per il PNRR presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, quanto quelle che hanno consentito alle amministrazioni titolari delle misure di poter procedere alla riorganizzazione delle unità di missione per il PNRR, non solo contengono specifiche disposizioni finalizzate ad escludere qualsiasi soluzione di continuità nell'operatività, ma hanno finanche previsto il rafforzamento delle strutture preesistenti. Ciò, sia per quanto concerne le funzioni, sia per quanto riguarda le risorse umane disponibili, anticipando, tra l'altro, al corrente anno la stabilizzazione del personale assunto con contratti a tempo determinato;

    parallelamente alle iniziative di tipo legislativo, il Governo ha comunicato di aver svolto un'intesa attività di verifica dell'effettiva corrispondenza tra i cronoprogrammi originariamente previsti per gli investimenti inseriti nel PNRR e i cronoprogrammi aggiornati in considerazione dei recenti eventi geopolitici che hanno inciso notevolmente sui prezzi dell'energia, dei prodotti alimentari e dei materiali da costruzione ed hanno inoltre causato carenze nelle catene di approvvigionamento mondiali, provocando un aumento dell'inflazione oltre che generare nuove sfide, tra cui il rischio di povertà energetica e un incremento del costo della vita;

    il regolamento n. 2023/435 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 febbraio 2023 reca modifiche al regolamento n. 2021/241 ovvero al regolamento istitutivo del dispositivo per la ripresa e la resilienza, prevedendo l'inserimento del capitolo dedicato al piano REPowerEU nel PNRR, sulla base della considerazione che: «Dopo l'adozione del regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio, che ha istituito il dispositivo per la ripresa e la resilienza, gli eventi geopolitici senza precedenti provocati dalla guerra di aggressione da parte della Russia nei confronti dell'Ucraina e l'aggravarsi delle conseguenze dirette e indirette della crisi COVID-19 hanno avuto ripercussioni considerevoli sulla società e sull'economia dell'Unione, sulla sua popolazione e sulla sua coesione economica, sociale e territoriale. In particolare, è più che mai evidente che per una ripresa efficace, sostenibile e inclusiva dalla crisi COVID-19 sono indispensabili la sicurezza energetica e l'indipendenza energetica dell'Unione, essendo queste tra i principali fattori che contribuiscono alla resilienza dell'economia dell'Unione» (considerando n. 1). Inoltre, l'inserimento nei piani per la ripresa e la resilienza di un capitolo dedicato al piano REPowerEU è funzionale a «ottimizzare la complementarità, la coerenza e la coesione delle strategie e delle azioni intraprese dall'Unione e dagli Stati membri per promuovere l'indipendenza, la sicurezza e la sostenibilità dell'approvvigionamento energetico dell'Unione» (considerando n. 5);

    l'iniziativa REPowerEU è stata attuata dalla Commissione europea anche mediante l'introduzione di opportune modifiche ai programmi legati alle politiche di coesione allo scopo di renderli idonei a fronteggiare l'emergenza energetica. Al regolamento REPowerEU è, infatti, collegata la possibilità di utilizzare le risorse della programmazione 2014-20 per finanziare misure eccezionali per supportare le piccole e medie imprese colpite dall'aumento del prezzo dell'energia e sostenere le famiglie bisognose nell'affrontare le spese energetiche unitamente ad un uso flessibile del Fesr e del Fse (cosiddetta iniziativa Safe). Pertanto, l'introduzione del capitolo aggiuntivo PNRR relativo al REPowerEU consente di avviare l'allineamento dei quadri programmatori delle diverse fonti di finanziamento, sia europee che nazionali, in materia di coesione e di assicurarne il coordinamento per una gestione maggiormente efficace ed efficiente;

    avendo l'Italia già utilizzato tutta la quota dei contributi a fondo perduto di 122 miliardi di euro sotto forma di prestiti resi disponibili dal dispositivo di ripresa e resilienza, la quota italiana dei fondi REPower è pari a 2,7 miliardi di euro, ai quali si può aggiungere fino al 7,5 per cento dei fondi relativi alla programmazione 2021-2027 della politica di coesione. Conseguentemente, è indispensabile che il capitolo REPower del PNRR italiano sia costituito da riforme e investimenti non solo realizzabili entro l'arco temporale del dispositivo di ripresa e resilienza, ma anche in grado di contribuire effettivamente a realizzare gli obiettivi di diversificazione dell'approvvigionamento energetico, in particolare dei combustibili fossili, nonché di aumentare la resilienza, la sicurezza e la sostenibilità del sistema energetico, così come declinati dall'articolo 21-quater, paragrafo 3, del regolamento n. 241 del 2021;

    il Governo ha comunicato di aver avviato, così come previsto dalla comunicazione della Commissione europea 2023/C 80/01, pubblicata in data 3 marzo 2023 e recante gli «Orientamenti sui piani per la ripresa e la resilienza nel contesto di REPowerEU», costanti interlocuzioni con la Commissione europea in ordine all'avanzamento dell'istruttoria relativa all'aggiornamento del PNRR e al capitolo REPowerEU finalizzate a concordarne preventivamente i contenuti, nonché i tempi e i modi della loro presentazione entro il termine legale del 31 agosto 2023 previsto dai regolamenti europei;

    nella cabina di regia sul PNRR del 31 maggio 2023 è stata approvata la terza relazione sullo stato di attuazione del PNRR, trasmessa al Parlamento in data 7 giugno 2023, nella quale sono indicati i contenuti preliminari del capitolo REPower del PNRR italiano, nonché descritte le macro-tipologie di proposte formulate dalle amministrazioni ai fini della modifica del PNRR in termini di: rimodulazione delle milestone e dei target per effetto dell'aumento dei prezzi o ad altri fattori oggettivi; rimodulazione delle scadenze delle milestone e dei target intermedi, senza modifica delle milestone e dei target finali; revisioni di denominazione/descrizione/meccanismi di verifica delle milestone e dei target intermedi, dirette a chiarire meglio gli obiettivi (Cid e Oa); revisioni collegate a criticità oggettive connesse al mutato contesto attuativo; riallocazione delle risorse per un utilizzo più efficiente delle stesse,

impegna il Governo:

1) a proseguire nell'attività di attuazione delle riforme e degli investimenti previsti dal PNRR, come aggiornato anche con l'inserimento del capitolo REPowerEU, assumendo tutte le iniziative ritenute necessarie al fine di assicurare il tempestivo raggiungimento entro il 2026 delle milestone e dei target;

2) a informare il Parlamento sullo stato di attuazione del PNRR, sugli investimenti e sulle riforme inserite nella proposta di aggiornamento del PNRR, comprensiva del capitolo REPowerEU, consentendo un adeguato ed approfondito esame;

3) a garantire il coinvolgimento delle principali società a partecipazione pubblica statale, delle parti sociali, delle organizzazioni della società civile, degli enti locali e regionali, ai fini dell'elaborazione della proposta di aggiornamento del PNRR e del capitolo REPowerEU italiano, in coerenza con le indicazioni contenute nella comunicazione della Commissione europea al Parlamento e al Consiglio COM (2023) 99 final, del 21 febbraio 2023;

4) ad assicurare la piena coerenza della proposta di aggiornamento del PNRR, comprensivo del capitolo REPowerEU, con le finalità del piano, garantendo l'attuazione delle riforme previste dal PNRR, nonché il conseguimento degli obiettivi trasversali relativi alla parità di genere, al miglioramento delle competenze, della capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani, al riequilibrio territoriale e sviluppo del Mezzogiorno;

5) ad inserire nel capitolo REPowerEU del PNRR italiano proposte di investimento e di riforme che riguardino, in particolare: le reti di trasmissione e di distribuzione dell'energia; la produzione di energie rinnovabili, la riduzione della domanda di energia e la sua riqualificazione verso fonti rinnovabili; la transizione verde e l'efficientamento energetico del settore produttivo; gli investimenti in favore di famiglie e imprese; il sostegno alle filiere produttive green;

6) al fine di assicurare la piena realizzazione del PNRR e il raggiungimento di tutti gli obiettivi qualitativi e quantitativi dallo stesso previsti, ad elaborare una proposta di aggiornamento del Piano che si focalizzi specificatamente su misure che hanno registrato un notevole ritardo nella fase di avvio o un rilevante incremento dei costi a causa dell'inflazione, della mancanza di materie prime ovvero di altre circostanze oggettive e non preventivabili;

7) in linea con le raccomandazioni sul PNRR italiane formulate nell'ambito della comunicazione del 24 maggio 2023 della Commissione europea «Semestre europeo 2023 – pacchetto di primavera», a salvaguardare gli interventi esclusi dal PNRR all'esito dell'aggiornamento del Piano, utilizzando altre fonti di finanziamento nazionali disponibili a legislazione vigente, anche mediante la riprogrammazione del Piano nazionale complementare, e ricorrendo alle risorse messe a disposizione dalla programmazione 2021-2027 dei Fondi strutturali e del Fondo sviluppo e coesione 2021-2027;

8) al fine di realizzare un miglioramento tangibile e duraturo dell'Italia, a garantire un utilizzo sinergico, più razionale ed efficiente delle risorse europee e nazionali destinate alla realizzazione degli investimenti pubblici, con particolare riguardo al rafforzamento dell'autonomia energetica, al sostegno alle attività produttive, alla transizione green e digitale, nonché all'attuazione delle politiche di coesione.
(1-00158) «Foti, Molinari, Barelli, Lupi, Mantovani, Bagnai, Pella, Romano, Lucaselli, Candiani, Cannizzaro, Ambrosi, Giglio Vigna, D'Attis, Caiata, Mangialavori, Cannata, Di Maggio, Donzelli, Giordano, Giorgianni, Mascaretti, Pietrella, Rampelli, Angelo Rossi, Rotondi, Trancassini, Tremaglia».

ATTI DI CONTROLLO

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazione a risposta orale:


   FOSSI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   nella zona della Valdelsa (tra le province di Siena e di Firenze e in particolare nei comuni di Firenze, Siena, Poggibonsi, San Gimignano, Colle Val d'Elsa, San Casciano Val di Pesa, Tavarnelle) viene attualmente realizzato circa il 90 per cento dei camper prodotti in Italia, con 3.000 mila addetti diretti e 5.000 circa nell'indotto (8.000 in tutto);

   dopo un periodo di crisi acutizzato dalla diffusione della pandemia, la richiesta di camper ha avuto una crescita costante nell'ultimo biennio; il 2021 è stato infatti un anno da record per la camperistica in Europa: basti pensare che per la prima volta è stato superato il tetto dei 180.000 veicoli di nuova immatricolazione di cui il 13 per cento prodotto in Toscana, a fronte di un parco circolante di 6 milioni di veicoli;

   nonostante questo trend favorevole le aziende di camperistica della Valdelsa sono state costrette, nel corso della prima metà del 2022, a ricorrere alla cassa integrazione per circa 500 lavoratori (un dipendente su 5) prevalentemente a causa della cronica e prolungata carenza di materie prime, della componentistica e dei microchip che vengono prodotti quasi esclusivamente nelle nazioni del sud-est asiatico e la cui disponibilità è stata ridotta notevolmente a seguito della diffusione del Covid;

   queste criticità, aggravate anche dalle conseguenze della crisi energetica causata dalla guerra in Ucraina, hanno portato il tempo di attesa per un veicolo di nuova produzione dai 18 ai 24 mesi;

   tale crisi è stata certificata anche dall'ultimo report di Intesa San Paolo sull'andamento dei distretti toscani, che ha reso noto come il settore della camperistica (nonostante un trend positivo di tutti gli altri comparti territoriali) abbia registrato nel primo semestre del 2022 una riduzione delle esportazioni (che valgono l'80 per cento del business) del 28 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021;

   nella seconda metà del 2022 le problematiche relative alla mancanza di componenti non sono state risolte e continuano a mettere a rischio la continuità produttiva delle aziende ed i livelli occupazionali, nonostante la paradossale crescita della domanda stimata in 3,5 miliardi di euro nei prossimi 24 mesi;

   anche ad agosto e settembre 2022 molte aziende hanno richiesto la cassa integrazione e negli ultimi mesi sono stati persi oltre 250 posti di lavoro mentre sono 420 i dipendenti con un contratto in scadenza: «È una fase davvero complicata da gestire, sia sul fronte sindacale che imprenditoriale. Se consideriamo che un camper è fatto da 3.500-4.000 componenti realizzati da fornitori esterni, dalla domotica alle luci, dagli elettrodomestici alle finestre, diventa difficile organizzare una filiera come questa», continuano a denunciare le associazioni sindacali;

   «stiamo perdendo un'occasione incredibile – dichiarano dall'associazione produttori camper – perché col Covid tante persone si sono avvicinate al mondo del camper e tutte le aziende hanno un portafoglio ordini ben nutrito che purtroppo non riescono a evadere per carenza di materiali»;

   i sindacati unitariamente rimarcano da mesi la necessità di salvaguardare i posti di lavoro lanciando l'idea di istituire un tavolo a livello nazionale (e poi europeo) per rendere la produzione indipendente dalle componenti e dalle materie prime provenienti dai Paesi dell'est asiatico. È stato richiesto, in questa direzione, l'inserimento del settore della camperistica nel tavolo di lavoro, attivato nei mesi scorsi presso il dicastero dello sviluppo economico e dedicato all'automotive e alla transizione energetica: tale istanza è stata condivisa e sostenuta anche dalla regione Toscana –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in permessa e quali iniziative di competenza urgenti intenda assumere al fine di salvaguardare la continuità produttiva ed occupazionale delle imprese del distretto della camperistica nella Valdelsa;

   se si intenda riattivare in tempi brevi il tavolo sull'automotive e sulla transizione ecologica inserendo al suo interno anche le istanze della camperistica, anche al fine di definire politiche nazionali e comunitarie per rendere la produzione indipendente dalle componenti e dalle materie prime provenienti dai paesi dell'est asiatico.
(3-00471)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta orale:


   RUBANO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   nel comune di Buonalbergo (BN) da diversi anni una frana sta mettendo a rischio l'abitato. Il movimento franoso è in corso in contrada Cuozzi Pasciariello, sul torrente Santo Spirito;

   la frana, di nuovo in itinere, era stata oggetto di consolidamento grazie all'accordo di programma del novembre 2010, relativo ad interventi urgenti per la mitigazione del rischio idrogeologico da effettuarsi nel territorio della regione Campania, sottoscritto dal Ministero dell'ambiente e dalla regione medesima, nonché grazie alle risorse ex delibera Cipe n. 8 del 2012;

   completati i lavori, l'amministrazione comunale aveva trasmesso nel novembre 2019 il piano di monitoraggio delle opere realizzate, mentre il collaudatore nel giugno 2020 aveva rilasciato il certificato di collaudo. Con decreto n. 336 del 7 agosto 2020 la regione trasferiva al comune le opere realizzate;

   tuttavia con nota n. 393 del 24 gennaio 2023 il sindaco di Buonalbergo ha segnalato la riattivazione del movimento franoso sottostante l'abitato. Il successivo sopralluogo dei competenti uffici regionali ha evidenziato che l'intero versante immediatamente a valle del centro abitato e della strada statale n. 90-bis, per una larghezza di 450 metri e una larghezza di 100 metri, presenta un'area di frana con rottura di pendenze rigonfiamenti e affossamenti;

   a peggiorare il quadro, si è constatata un'abbondante circolazione idrica, con l'istaurarsi di una direzione preferenziale di deflusso delle acque nel corpo della frana. Danneggiate anche le stesse precedenti opere di consolidamento;

   occorre rilevare che si trovano in situazione di rischio, in quanto anch'esse a monte della frana, sia la strada statale; sia le reti idriche, elettriche, fognarie e del gas metano;

   già nel 2021, appena un anno dopo la consegna dei precedenti lavori, si era evidenziato un inizio di riattivazione della frana, con fratture lungo tutta la precedente lunghezza, con danni alle strutture limitrofe e al piano stradale e con un preoccupante quadro fessurativo anche nei fabbricati del centro storico di Buonalbergo, compresi la stessa casa comunale, la chiesa madre di San Nicola e un'ala di Palazzo Angelini;

   l'area interessata è classificata con rischio/pericolosità R4 – a rischio molto elevato – nell'ambito del piano di assetto idrogeologico dell'autorità di bacino distrettuale dell'Appennino meridionale;

   la relazione sul sopralluogo effettuato dalla direzione generale per i lavori pubblici e la protezione civile della regione Campania non ha rilevato gli estremi per l'intervento di somma urgenza di competenza, tuttavia ha considerato necessario sia un attento monitoraggio, sia la programmazione a breve un intervento che integri quello già realizzato, per la stabilizzazione dell'intero versante –:

   se non si ritenga opportuno, anche in considerazione degli effetti che potrebbero avere eventi atmosferici estremi che si verificano sempre più con maggiore frequenza, adottare le iniziative di competenza volte a una ricognizione dell'area individuata in premessa, ai fini della verifica dei rischi relativi alle infrastrutture di competenza statale e alla generale incolumità pubblica.
(3-00472)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   ROGGIANI, MAURI e PELUFFO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   l'opera di riqualificazione della metrotranvia Milano-Limbiate è finanziata con risorse dello Stato e precisamente euro 59.000.000,00 con fondi FSC 2014-2020, euro 8.840.000,00 con il decreto ministeriale n. 587 del 2017 ed euro 40.000.000,00 con il decreto ministeriale n. 86 del 2018, e da regione e comuni per un importo totale pari a euro 45.384.972;

   sorta l'esigenza di aggiornare il quadro economico dell'opera a fronte dell'aumento dei prezzi, la Giunta comunale ha approvato il progetto definitivo dell'opera ai fini della richiesta di finanziamento per la parte eccedente, pari a euro 26.000.000,00, rispetto a quella già finanziata;

   lo stesso sindaco del comune di Milano, con propria nota del 23 gennaio 2023, ha confermato come la mancanza delle risorse finanziarie aggiuntive non abbia consentito di rispettare il cronoprogramma convenuto, precisando che in mancanza del finanziamento aggiuntivo le procedure non avrebbero potuto proseguire e il percorso volto alla realizzazione dell'opera si sarebbe interrotto vanificando risorse ed energie già impiegate;

   non essendoci più i tempi necessari per bandire la gara e stipulare il contratto con l'aggiudicatario della stessa entro il termine previsto del 30 giugno 2023, ove non venisse concessa una proroga l'opera rischierebbe di essere definanziata da parte dello Stato dei fondi FSC 2014-2020;

   se il Ministro interrogato sia al corrente della situazione descritta e quali iniziative di competenza intenda intraprendere e in quali tempi per evitare di veder sfumare il piano di rilancio di una linea fondamentale del trasporto pubblico del quadrante nord dell'area metropolitana di Milano e non veder sprecate risorse pubbliche già investite.
(5-00997)

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


   VIETRI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   il comune di Castel San Giorgio (SA) con decreto del 6 marzo 2019 emesso dal Capo Dipartimento per gli affari interni e territoriali del Ministero dell'interno di concerto con il Capo Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato del Ministero dell'economia e delle finanze, è stato assegnatario di un finanziamento di 2.459.390,00 di euro per i lavori di abbattimento e ricostruzione della caserma dei carabinieri con un impegno dello stesso ente della somma di euro 500.000,00;

   tale progetto vede la sua ragion d'essere nella necessità di potenziare il servizio di ordine e sicurezza su un territorio vasto, interessato sia da fenomeni di microcriminalità, che da attività riconducibili alla criminalità organizzata: è di questi giorni, infatti, la notizia del nuovo inquietante episodio incendiario, dinanzi all'attività di un imprenditore edile; ad aprile 2023, un ordigno era stato fatto esplodere dinanzi all'abitazione del sindaco e a dicembre 2022 un'altra bomba fu posta presso la casa di un consigliere comunale;

   in data 2 giugno 2022, si svolgeva una cerimonia solenne in cui l'amministrazione annunciava alla cittadinanza l'avvio di inizio dei lavori per la realizzazione della struttura la cui consegna veniva fissata per il giorno 25 luglio 2024;

   dal mese di ottobre 2022 i lavori si sono completamente arrestati per motivi sconosciuti e, a rendere la situazione ancora più incomprensibile, una delibera della giunta comunale dello scorso 23 febbraio 2023 con cui è stata affidata a un avvocato esterno una consulenza legale inerente le difficoltà di realizzazione dell'opera;

   l'Arma dei carabinieri, quale forza di polizia a competenza generale e in servizio permanente di pubblica sicurezza, è impegnata nello svolgimento di tutte le attività a tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica: dal controllo del territorio, ai servizi di ordine pubblico, alla tutela degli interessi diffusi della collettività, cui sono dedicati reparti specializzati. In casi di pubbliche calamità, inoltre, l'Arma provvede ad assicurare la continuità del servizio d'istituto e concorre alla tutela del bene della collettività;

   l'estensione delle sue funzioni rende questo corpo fondamentale per la sicurezza delle nostre città ed essenziale per il presidio di legalità che offre ai nostri territori. Una sua presenza efficace e funzionale nei comuni permette il contenimento del livello di criminalità nelle realtà locali, con ovvi benefici per la cittadinanza;

   a parere dell'interrogante, non è più procrastinabile la necessità di dare una degna sistemazione ai rappresentanti della Benemerita attualmente relegati in locali non idonei, anche sotto il profilo della sicurezza, e costretti a fornire, per limiti logistici a loro certamente non imputabili, un servizio non informato a parametri di efficienza –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali siano le motivazioni alla base del ritardo nella realizzazione della caserma dei carabinieri di Castel San Giorgio;

   se e quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere ai fini della tempestiva esecuzione dell'opera, in maniera tale che sia rispettata la data di completamento dei lavori fissata per il 25 luglio 2024, assicurando così alla cittadinanza il pieno funzionamento della caserma e l'efficiente espletamento da parte dei carabinieri dei loro importanti compiti di presidio di legalità sul territorio salernitano.
(4-01179)


   URZÌ e ANTONIOZZI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   a Villandro, comune della provincia autonoma di Bolzano, nei giorni scorsi il comune ha sottoposto un questionario sul programma di sviluppo del paese per i prossimi 15 anni ai cittadini con età superiore a 14 anni, per raccoglierne le opinioni, stampando e inviando la documentazione esclusivamente in lingua tedesca e invitando, solo dopo l'eco negativa avuta sul differenziato trattamento riservato agli appartenenti al gruppo di lingua italiana, a recarsi presso il municipio per la versione tradotta o a inviare un WhatsApp al sindaco Walter Baumgartner (quotidiano Alto Adige del 14 giugno 23) per ottenere il riconoscimento di un diritto ineludibile;

   la vicenda è stata denunciata da alcuni cittadini e da un consigliere comunale del comprensorio. La società, alla quale il comune si era rivolto per la realizzazione e somministrazione del questionario, si sarebbe giustificata sostenendo che per ragioni di privacy non avrebbe potuto conoscere la lingua di appartenenza e dunque differenziare i testi e che la scelta di stampare la documentazione in una sola lingua fosse dipesa dalla necessità di risparmiare carta;

   lo statuto di autonomia e relative norme di attuazione dello Statuto di autonomia prevedono che, in provincia di Bolzano, le comunicazioni da parte di enti pubblici rivolte alla generalità dei cittadini siano redatte obbligatoriamente nelle due lingue;

   i maggiori oneri derivanti dal bilinguismo prevedono una specifica previsione di finanziamento per gli enti pubblici;

   se ci fosse stata realmente l'intenzione di risparmiare della carta, sarebbe stato sufficiente somministrare il questionario online nella doppia lingua;

   il risparmio effettivo appare irrisorio e le giustificazioni di quella che, a parere dell'interrogante, è una vera e propria discriminazione, appaiono pretestuose e destituite di fondamento, costituendo al contrario una lesione del principio del bilinguismo posto a tutela di tutte le popolazioni residenti in Alto Adige;

   la pretesa di ritenere insignificante o ridotta la minoranza di lingua italiana nell'ambito del comune di Villandro vìola il principio assoluto dell'uguaglianza dei cittadini a prescindere dal gruppo linguistico di appartenenza, il medesimo principio posto a fondamento della stessa autonomia provinciale –:

   alla luce di quanto in premessa, quali iniziative il Ministro interrogato intenda intraprendere, per quanto di competenza, per garantire il rispetto del bilinguismo per le comunicazioni rivolte alla generalità dei cittadini, con particolare riferimento al caso del comune di Villandro, e per evitare discriminazioni nei confronti di cittadini italiani appartenenti al gruppo linguistico italiano.
(4-01177)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta scritta:


   PICCOLOTTI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   si apprende che nei giorni scorsi il Governo ha approvato un decreto che avrebbe come obiettivo «la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy»;

   tra le misure, è prevista anche l'istituzione del liceo del made in Italy che, nelle intenzioni del Governo, dovrebbe promuovere le conoscenze e le abilità connesse all'eccellenza dei prodotti e della tradizione italiana attraverso un percorso liceale in grado di dare competenze storico-giuridiche, artistiche, linguistiche, economiche e di mercato idonee alla promozione e alla valorizzazione dei singoli settori produttivi nazionali che tengano conto delle specifiche vocazioni dei territori;

   dall'anno scolastico 2024/2025, l'opzione economico sociale del liceo delle scienze umane si fonderà nel percorso liceale made in Italy;

   a parere dell'interrogante, l'istituzione del percorso liceale «made in Italy» rappresenta un provvedimento di bandiera che ha il duplice scopo di distrarre l'attenzione dell'opinione pubblica dai problemi reali che affliggono il sistema scolastico nazionale e, soprattutto, di far passare in sordina gli altri provvedimenti previsti nello stesso disegno di legge che, invece, costituiscono la più grave minaccia messa in atto negli ultimi anni contro il modello di scuola inclusiva disegnato nella nostra Costituzione;

   il percorso formativo previsto per il liceo del made in Italy risulta esclusivamente centrato sul bisogno di sviluppare nelle alunne e negli alunni competenze imprenditoriali idonee alla promozione e alla valorizzazione degli specifici settori produttivi di un made in Italy esaltato in chiave quasi-autarchica;

   l'istituzione di tale liceo rappresenta plasticamente quanto l'obiettivo del Governo sia quello di subordinare la formazione culturale del futuro cittadino esclusivamente alle esigenze delle imprese e del mercato del lavoro, per formare il futuro lavoratore «ambasciatore» delle eccellenze del made in Italy nel mondo;

   l'istituzione poi, di un fondo istituito e gestito dal Mef per il «programma di risparmio e investimento per l'istruzione e la formazione avanzata», così come delineato, di fatto delegherebbe alla responsabilità del Mef e degli istituti di credito la lotta alla dispersione scolastica e, ancora una volta, misure così radicali e di cambiamento verrebbero assunte senza alcun confronto con le parti sociali rappresentanti del mondo del lavoro, delle famiglie e degli organismi di rappresentanza delle studentesse e degli studenti;

   la cancellazione dell'opzione economico-sociale del liceo delle scienze umane (Les), inoltre, annullerebbe tredici anni di arricchimento per studenti e docenti e di grande impegno per far sì che il Les fornisse un solido bagaglio culturale agli studenti;

   la nascita del liceo economico-sociale ha colmato un vuoto nella scuola italiana proponendo un percorso liceale, centrato sulle discipline economiche, giuridiche e sociali, già presente nei sistemi scolastici europei, attento alla comprensione delle rapide trasformazioni economiche, sociali, culturali e ambientali del mondo contemporaneo e l'attuale contesto ha posto il Les in una posizione centrale e necessaria all'interno dell'offerta formativa del nostro Paese;

   la fusione nel percorso liceale made in Italy cancellerà quasi quattrocento Les e la loro peculiarità, riconosciuta nel tempo anche da associazioni di economisti come l'Aee Italia, la fondazione Rosselli e le università con le quali si sono instaurati rapporti di intensa collaborazione volti a favorire l'ingresso degli studenti nel mondo universitario;

   l'identità del Les diverge radicalmente da quella del liceo del made in Italy perché poggia in particolare sul connubio tra scienze giuridiche ed economiche e scienze umane, mentre il disegno di legge del liceo made in Italy eliminerebbe dal quinquennio scienze umane e dal triennio scienze giuridiche;

   il Les è oggi uno dei pochi licei in costante progressione, come confermato dai suoi tassi di crescita negli ultimi anni –:

   se il Ministro interrogato non intenda adottare le iniziative di competenza volte a rivedere la scelta di istituire il liceo del made in Italy, mantenendo in ogni caso attivo l'indirizzo economico-sociale del liceo delle scienze umane.
(4-01178)

Apposizione di una firma
ad una mozione.

  La mozione Gebhard e altri n. 1-00157, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 giugno 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Soumahoro.

Apposizione di una firma
ad una interrogazione.

  L'interrogazione a risposta orale Casu n. 3-00470, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 giugno 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Barbagallo.

Pubblicazione di un testo riformulato.

  Si pubblica il testo riformulato della mozione Braga n. 1-00143, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 109 del 26 maggio 2023.

   La Camera,

   premesso che,

    la piena attuazione del PNRR rappresenta una prova fondamentale per la credibilità e l'affidabilità dell'Italia nel contesto internazionale. La rinuncia, anche parziale, come recentemente prefigurato dal Ministro per gli affari europei, il sud, le politiche di coesione e il PNRR, Fitto, e da altri esponenti del Governo, al conseguimento degli obiettivi e delle riforme del PNRR avrebbe ricadute negative per il nostro Paese, a partire dalle trattative in corso nelle sedi istituzionali dell'Unione europea relativamente al nuovo Patto di stabilità, sulle previsioni programmatiche relative al prodotto interno lordo e alle altre variabili macroeconomiche e di finanza pubblica come descritte nel Documento di economia e finanza 2023, nonché sui mercati finanziari internazionali per la collocazione dei titoli del debito pubblico;

    al nostro Paese sono stati riconosciuti oltre 191 miliardi di euro per l'attuazione del PNRR, di cui 68,9 miliardi di euro in sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro in prestiti. La sua attuazione prevede un percorso serrato fino al 30 giugno 2026, con scadenze concordate con la Commissione europea a cui sono legate le 10 rate di erogazione di risorse fondamentali per il raggiungimento di tutti gli obiettivi qualitativi e quantitativi (milestones e target) obbligatori del PNRR, irrinunciabile occasione per dare slancio alla nostra economia già a partire dal corrente anno;

    le prime due Relazioni al Parlamento sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza hanno certificato il pieno conseguimento di tutti gli obiettivi e le riforme concordate entro i termini previsti. Conseguentemente, sono state erogate le due rate del PNRR, per un ammontare complessivo di 42 miliardi di euro;

    le incertezze del Governo in carica sull'attuazione del PNRR hanno determinato nel breve volgere di pochi mesi una situazione di stallo che potrebbe compromettere il raggiungimento degli obiettivi previsti per l'anno in corso e il conseguente ottenimento della terza e della quarta rata spettante all'Italia per complessivi 35 miliardi di euro;

    il 30 dicembre 2022 il Governo ha comunicato di aver raggiunto i 55 traguardi-obiettivi del PNRR per il secondo semestre 2022 e ha inviato alla Commissione europea la richiesta di pagamento della terza rata del valore di 19 miliardi di euro. Allo stato attuale, tuttavia, in conseguenza dell'incerta gestione del PNRR da parte dell'Esecutivo in carica, sono tuttora in corso le valutazioni della Commissione europea, che si stanno lungamente protraendo. La quarta rata in scadenza a giugno 2023, legata al raggiungimento di ulteriori 27 obiettivi, e alla conseguente assegnazione di 16 miliardi di euro, per stessa ammissione dell'Esecutivo, è a fortissimo rischio;

    in pochi mesi la positiva dote, anche reputazionale, lasciata dal Governo Draghi è stata dilapidata attraverso vaghi annunci circa la «impossibilità» di raggiungere gli obiettivi entro il 2026, «spostamenti» di opere sulle altre fonti di finanziamento e «smantellamenti» cui non è seguito nessun atto ufficiale;

    l'evidenza di tale cambiamento è emersa con chiarezza il 28 marzo 2023, quando le sezioni unite in sede di controllo della Corte dei conti hanno presentato al Parlamento la terza relazione semestrale sullo stato di attuazione del PNRR. Tale relazione ha evidenziato numerose criticità che, qualora non opportunamente e tempestivamente affrontate, avrebbero messo a repentaglio il raggiungimento degli obiettivi europei e nazionali connessi al piano. In particolare, relativamente ai profili di attuazione del Piano, rispetto agli obiettivi europei, che risultano tutti conseguiti alla scadenza del secondo semestre del 2022, per gli obiettivi nazionali risulta un conseguimento pari solo al 62 per cento, nella misura in cui «le attività inerenti a 7 target risultavano solo avviate, 5 target figuravano ancora in via di definizione, mentre per ulteriori 8 obiettivi emergevano ritardi rispetto alla scadenza programmata». Per quanto concerne l'attuazione finanziaria, la Corte dei conti ha sottolineato come oltre la metà delle misure interessate dai flussi sulle specifiche contabilità di tesoreria e da quelli del bilancio mostri ritardi o sia ancora in una fase sostanzialmente iniziale dei progetti, e in particolare l'avanzamento dei pagamenti nelle missioni legate alle politiche agricole, all'istruzione scolastica e agli interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l'efficienza energetica dei comuni stia procedendo a rilento;

    con l'avanzare del cronoprogramma, la relazione della Corte dei conti ha evidenziato un atteso aumento del peso relativo dei target rispetto alle milestone, a cui dovrebbe associarsi un maggiore impegno del Governo, delle strutture preposte alla governance e dei diversi livelli istituzionali coinvolti;

    anziché monitorare costantemente l'avanzamento dell'attuazione del Piano da parte delle amministrazioni pubbliche e velocizzare le procedure, anche riconsiderando pochi e limitati obiettivi con il concorso di tutte le forze politiche alla luce del mutato quadro internazionale, il Governo ha scelto la strada della discontinuità politica e amministrativa rispetto al passato perseguita, a giudizio dei firmatari del presente atto di indirizzo, attraverso infantili ricerche di responsabilità pregresse e intempestivi e dannosi cambiamenti nella governance che stanno generando, come previsto, ulteriori rallentamenti;

    a seguito dell'approvazione del decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13, la nuova governance prevista dall'Esecutivo è ancora in fase di avvio, con conseguenti ricadute sull'intero processo di attuazione degli interventi già previsti e da attuare e, in relazione agli evidenti ritardi che si stanno accumulando, l'Esecutivo sta ripetutamente tentando di addossare le responsabilità sui precedenti Governi;

    fatto ancora più grave è che risultano assolutamente insufficienti le attività di relazione e confronto con le istituzioni europee, come chiaramente indicato nella recente nota informativa del Parlamento europeo sullo stato di avanzamento dell'attuazione dei PNRR nazionali. Nonostante la Commissione europea abbia reso chiaro che la revisione dei piani nazionali sia possibile, purché all'interno dei binari tracciati dai regolamenti dell'Unione europea, ad oggi risulta che dal Governo non è giunta alle sedi istituzionali dell'Unione europea alcuna formale richiesta di revisione del PNRR, e ciò in netto ritardo rispetto a quanto già fatto da altri Stati membri;

    in tale contesto di grave incertezza e ritardo, risulta assolutamente necessario che il Governo ponga in essere, con urgenza, un costruttivo dialogo anche con le Camere, garantendo corretta informazione, fornendo relazioni e schede-progetto che rendano chiare le prospettive del Piano;

    l'articolo 1, commi da 2 a 7, della legge 29 luglio 2021, n. 108, garantisce un incisivo coinvolgimento del Parlamento in ogni fase attuativa del PNRR anche con riferimento alle singole misure, con particolare attenzione al rispetto e al raggiungimento degli obiettivi inerenti alle priorità trasversali del medesimo Piano, quali la riduzione dei divari territoriali, la parità di genere e i giovani;

    il Parlamento sinora non è stato coinvolto in alcun modo né sulle modifiche che il Governo intenderebbe apportare al PNRR né tantomeno sull'inserimento, ai sensi del nuovo regolamento (UE) 2023/435, di un apposito capitolo dedicato al piano REPowerEU, adottato a seguito dell'invasione russa dell'Ucraina e che ha come obiettivo quello di rendere l'Europa indipendente dai combustibili fossili russi ben prima dell'anno 2030;

    l'inserimento di tale capitolo consentirà all'Italia di avere a disposizione ulteriori risorse, pari a 2,76 miliardi di euro, derivanti dal trasferimento delle risorse Ets, oltre alla possibilità di trasferire fino al 7,5 per cento delle dotazioni dei fondi relativi alla programmazione 2021-2027 della politica di coesione, e di ricevere ulteriori disponibilità finanziarie;

    come indicato nella comunicazione della Commissione europea 2023/C 80/01, gli Stati membri sono stati fortemente invitati a presentare i PNRR modificati con il capitolo REPowerEU entro il 30 aprile 2023, e cioè prima del termine legale del 31 agosto 2023, al fine di consentirne la verifica e la valutazione da parte della Commissione stessa senza ritardi;

    ciononostante, il Governo a metà aprile 2023 comunicava di non essere ancora in grado di fornire nemmeno un'indicazione dei progetti che dovrebbero essere inclusi nel nuovo capitolo REPowerEU e, al contempo, rendeva noto di avere intenzione di rivedere alcuni investimenti del PNRR, per mutate condizioni ed esigenze o per difficoltà di realizzazione nei tempi previsti;

    nella raccomandazione specifica per il nostro Paese – COM(2023) 612 del 24 maggio 2023 – presentata nel quadro del pacchetto di primavera del semestre europeo, la Commissione europea afferma che l'Italia dovrebbe finalizzare rapidamente il capitolo REPowerEU del suo PNRR al fine di avviarne l'attuazione;

    è necessario, anche alla luce della discussione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio COM (2023) 237 final 2023/0140 (COD), confermare la destinazione delle risorse già impegnate del PNRR esclusivamente alla realizzazione delle misure previste in relazione agli assi strategici della digitalizzazione e innovazione, della transizione ecologica e dell'inclusione sociale, riducendo, al contempo, i divari territoriali, generazionali e di genere,

impegna il Governo:

1) ad adempiere con urgenza, al fine di salvaguardare la credibilità e l'affidabilità del nostro Paese nel contesto internazionale, nonché la stabilità dei fondamentali economici e di finanza pubblica, all'attuazione di tutti gli impegni previsti dal PNRR e concordati con le istituzioni europee;

2) in merito alla terza tranche di risorse del PNRR, a garantire la piena e totale collaborazione con la Commissione europea attraverso uno scambio costruttivo e continuo ed un'informazione efficace e completa, che permetta di dare soluzione al ritardo nel pagamento della terza rata in tempi rapidi e utili per il Paese;

3) ad adottare iniziative volte a garantire il conseguimento, entro il 30 giugno 2023, dei traguardi e degli obiettivi – 27 interventi tra riforme e investimenti – necessari all'ottenimento, senza ritardi, dell'erogazione della quarta rata del PNRR;

4) ad improntare le proprie relazioni con le istituzioni europee, soprattutto in vista della prospettata revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, alla massima trasparenza, alla massima condivisione e alla chiarezza di proposte e prospettive di cambiamento del PNRR;

5) a mantenere costantemente informato il Parlamento circa lo stato di attuazione del PNRR, e a dar conto dell'utilizzo delle risorse e dei risultati raggiunti e delle eventuali misure necessarie per accelerare l'avanzamento dei progetti o per una migliore efficacia degli stessi rispetto agli obiettivi, garantendo, per quanto di competenza, altresì il pieno coinvolgimento del Parlamento sulle modifiche da apportare al PNRR, comunque rimanendo nel solco tracciato dal Next Generation Eu e dal Dispositivo per la ripresa e la resilienza, individuandole in maniera puntuale e dettagliata, fornendo un'informazione piena e tempestiva, mediante le relative schede-progetto, sulle ragioni di tali cambiamenti e sugli effetti che questi determinerebbero sull'utilizzo delle risorse e sulla crescita complessiva del Paese;

6) a mettere al centro della prospettata revisione del PNRR gli interventi sul fronte del dissesto idrogeologico e del consumo del suolo che, come dimostrano i recenti accadimenti nelle Marche e in Emilia-Romagna, necessitano di un ulteriore rafforzamento e di una rapida esecuzione;

7) a garantire la centralità degli interventi per la transizione green e digitale, quali elementi strutturali del processo di ammodernamento del Paese e precondizione per la sua crescita;

8) ad adottare iniziative volte a garantire la realizzazione degli obiettivi inerenti alle priorità trasversali e, in particolare, a rispettare la riserva d'impiego del 40 per cento delle risorse del PNRR allocabili territorialmente per le regioni del Mezzogiorno;

9) a procedere tempestivamente alla presentazione del capitolo dedicato al piano REPowerEU all'interno del PNRR, come raccomandato dalla Commissione europea, comunque garantendo, per quanto di competenza, il coinvolgimento del Parlamento sulla definizione dei programmi ivi ricompresi e sull'utilizzo delle relative risorse, anche al fine di assicurare la coerenza con gli obiettivi fissati dal PNRR e la piena sostenibilità economico-sociale, territoriale e ambientale;

10) a trasmettere alle Camere, in tempo utile e comunque non oltre il 30 giugno 2023, le schede descrittive di revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del nuovo capitolo dedicato al REPowerEU, al fine di consentirne un tempestivo e completo esame da parte dei competenti organi parlamentari, così come avvenuto in occasione della predisposizione delle Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e successivamente della Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza;

11) a non utilizzare, alla luce della discussione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio COM(2023) 237 final 2023/0140 (COD), le risorse di pertinenza del PNRR per la produzione di munizioni e armamenti in conseguenza degli aiuti forniti all'Ucraina.
(1-00143) (Nuova formulazione) «Braga, Amendola, De Luca, Ubaldo Pagano, Ascani, Bakkali, Barbagallo, Berruto, Boldrini, Bonafè, Carè, Casu, Ciani, Cuperlo, Curti, D'Alfonso, De Maria, De Micheli, Di Biase, Di Sanzo, Fassino, Ferrari, Forattini, Fornaro, Fossi, Furfaro, Ghio, Gianassi, Girelli, Gnassi, Graziano, Gribaudo, Guerini, Guerra, Iacono, Lacarra, Lai, Laus, Letta, Madia, Malavasi, Mancini, Manzi, Marino, Mauri, Merola, Morassut, Orfini, Orlando, Peluffo, Porta, Provenzano, Quartapelle Procopio, Toni Ricciardi, Roggiani, Andrea Rossi, Sarracino, Scarpa, Schlein, Scotto, Serracchiani, Simiani, Speranza, Stefanazzi, Stumpo, Tabacci, Vaccari, Zan, Zingaretti».

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo (ex articolo 134, comma 2 del Regolamento).

  Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore: interrogazione a risposta scritta Roggiani e altri n. 4-00915 del 28 aprile 2023 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-00997.

Trasformazione di un documento
del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore: interrogazione a risposta in Commissione Fossi n. 5-00016 del 9 novembre 2022 in interrogazione a risposta orale n. 3-00471.