XIX LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 147 di mercoledì 26 luglio 2023
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI
La seduta comincia alle 9.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
STEFANO VACCARI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato) .
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 74, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,05).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 9,25.
La seduta, sospesa alle 9,05, è ripresa alle 9,25.
Esame del Documento approvato dalla XIV Commissione nell'ambito della verifica di sussidiarietà di cui all'articolo 6 del protocollo n. 2 allegato al Trattato di Lisbona (Doc. XVIII-bis, n. 10).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del Documento approvato dalla XIV Commissione nell'ambito della verifica di sussidiarietà di cui all'articolo 6 del protocollo n. 2 allegato al Trattato di Lisbona (Doc. XVIII-bis, n. 10), a seguito della richiesta formulata dal presidente del gruppo MoVimento 5 Stelle lo scorso 20 luglio.
(Discussione - Doc. XVIII-bis, n. 10)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione.
Ricordo che, secondo quanto previsto dal parere della Giunta per il Regolamento del 14 luglio 2010, la discussione del documento consiste negli interventi del relatore e del rappresentante del Governo, per 10 minuti ciascuno, e di un rappresentante per gruppo, per 5 minuti.
La Presidenza assegnerà tempi ulteriori per gli interventi dei rappresentanti delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ai sensi del medesimo parere, dopo la discussione, si procederà direttamente al voto del documento della Commissione, senza dichiarazioni di voto.
Ricordo, infine, che, sempre secondo quanto previsto dal richiamato parere della Giunta per il Regolamento, non sono ammesse questioni pregiudiziali e sospensive, emendamenti, richieste di votazioni per parti separate e ordini del giorno di istruzione al Governo.
Ha facoltà di parlare il relatore, deputato Antonio Giordano.
ANTONIO GIORDANO , Relatore. Grazie, Presidente. Colleghi, colleghe e membri del Governo, alla Commissione politiche dell'Unione europea della Camera dei deputati è stato conferito l'incarico…
PRESIDENTE. Collega, mi perdoni, provi ad avvicinarsi un po' al microfono perché si sente molto male, altrimenti magari cambiamo microfono.
ANTONIO GIORDANO , Relatore. Forse mi devo spostare leggermente.
PRESIDENTE. Forse è un po' meglio. Poi chiediamo di alzare il volume. Prego, onorevole.
ANTONIO GIORDANO (FDI), Relatore. Dicevamo, quindi, che la Commissione politiche dell'Unione europea ha ricevuto l'incarico di redigere un parere in ordine alla coerenza della proposta di direttiva dell'Unione europea sull'anticorruzione al criterio di sussidiarietà.
La Commissione ha svolto 5 audizioni di professori universitari di chiara fama, nonché l'audizione del presidente dell'Anac, dottor Busia, e della vicepresidente delle camere penali, avvocato Rubini. Devo dire che le nostre audizioni sono state molto interessanti; forse avrei preferito che i colleghi dell'opposizione, che poi hanno ritenuto di rimettere la questione all'Aula, le avessero sentite veramente tutte (Applausi del deputato Candiani) perché, mentre, ovviamente, il dottor Busia, per mandato, non poteva che perseguire nei migliori termini possibili la lotta alla corruzione, senza curarsi di altri aspetti che non competono a quel tipo di autorità, tranne un penalista che, nel definirci “legislatori di terzo livello”, non ci ha fatto un grande servizio, tutti gli altri interventi hanno rilevato criticità nella proposta.
Però, vorrei anche chiarire una cosa: subito dopo questo parere, c'è stato chi ha detto che la maggioranza che lo aveva votato era contro la lotta alla corruzione; vorrei chiarire, una volta per tutte che non ci sono dubbi - e chiunque era in quell'aula, chiunque, maggioranza e opposizione, lo ha chiaro - sul fatto che la lotta alla corruzione è un enorme valore, anche se, ovviamente, possono esserci percorsi diversi.
Vorrei anche dire che un parere motivato non è una bocciatura; il parere motivato è lo strumento con cui si segnalano ravvisati difetti di valutazione di determinati aspetti e, sostanzialmente, è un auspicio di miglioramento.
Vorrei dire anche che non siamo i soli in Europa: anche la Svezia ha approvato un parere motivato riguardo a questa proposta, in quanto ha ritenuto che la circostanza che alcune delle sanzioni e delle misure supplementari possano privare persone del diritto di elettorato passivo ecceda assolutamente i criteri del principio di sussidiarietà e vada oltre quanto necessario per raggiungere l'obiettivo.
Inoltre, sostiene il Parlamento svedese che la competenza dell'UE in materia di diritto penale non deve estendersi fino a stabilire le condizioni per l'esercizio della democrazia e dubbi ci sono anche sulla compatibilità di alcune sanzioni, che introdurrebbero la cessazione o l'interdizione dal pubblico impiego.
Anche il Senato della Repubblica Ceca ha rilevato, in una risoluzione dello scorso 13 luglio, la violazione del principio di attribuzione sulla base di questa proposta.
Vorrei dire che, in questa proposta, abbiamo ravvisato delle cose interessanti: per esempio gli articoli 3 e 6 - che insistono sull'avvio di un sistema di formazione permanente rivolto, non solo alla cittadinanza tutta, ma a tutti i corpi dello Stato e, in particolare, alle autorità e alle funzioni responsabili della lotta alla corruzione - sono sicuramente di elevato valore. Altrettanto l'articolo 4, che prevede l'istituzione di autorità indipendenti, cosa peraltro in cui l'Italia è già avanti, perché noi già abbiamo l'Anac che è perfettamente funzionante.
Vorrei tornare però all'oggetto della riflessione. Questa direttiva ha un'ampiezza vastissima, si occupa di moltissime fattispecie di reato, in materia di pene principali e accessorie, di circostanze attenuanti ed aggravanti, di responsabilità degli enti, di prescrizione, di privilegi e immunità e di eleggibilità. Allora, il nostro compito - deve essere chiaro che è un compito eminentemente tecnico - è capire se questa proposta ci porta nelle condizioni migliori per la lotta alla corruzione, considerato l'impatto che avrà sui singoli Stati, a partire poi peraltro dall'Italia.
Già, a prima vista, risulta abbastanza difficile ricorrere alla coerenza con il principio di attribuzione, in virtù del quale l'Unione agisce esclusivamente nei limiti delle competenze che le sono attribuite dagli Stati membri nei trattati. La Commissione evoca l'articolo 83 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea che legittima le istituzioni europee alla previsione di sole norme minime relative alla definizione dei reati e delle sanzioni. Al contrario, dalla lettura della proposta, emerge nitida l'impressione quasi di un intervento di codificazione, sembrerebbe l'inizio di un progetto di codice penale europeo, che disciplina non solo istituti di parte generale, ma anche settori quali i delitti contro la pubblica amministrazione, contro il patrimonio e le connesse sanzioni, che sono dei settori peraltro già efficacemente regolamentati da tutti gli Stati membri.
L'articolo 5 poi, in termini di valutazione di sussidiarietà, identifica due criteri sui quali ci dobbiamo confrontare per verificare la coerenza e sono ambedue necessari, non sono criteri alternativi. Il primo richiede che gli obiettivi dell'azione prevista non possano essere conseguiti in misura sufficiente dagli Stati membri e quindi postula la necessità dell'intervento; il secondo prevede che i suddetti obiettivi possano, a motivo della portata o degli effetti dell'azione in questione, essere conseguiti meglio a livello di Unione e, quindi, viene definito il criterio di vantaggio.
Il protocollo sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e proporzionalità che è contenuto nell'allegato al Trattato di Lisbona impone l'effettuazione di ampie consultazioni preventive - ed è questa la sede in cui siamo - e un generale onere di motivazione che deve esplicarsi nell'indicazione di elementi circostanziati, indicatori qualitativi e - ove possibile - quantitativi comprovanti il rispetto del principio in esame. Quindi, questo è il lavoro che tocca alla Commissione: cercare di capire se questa attività è fatta bene o è migliorabile e a quale costo.
Quindi, interviene un ragionamento sui tre elementi principali, cioè capire qual è l'interesse che si vuole tutelare, capire quali sono gli strumenti già esistenti e quelli che si ritiene di implementare e l'impatto del costo.
I beni giuridici che la Commissione pone come interessi da tutelare sono “la democrazia, la stabilità e la sicurezza della società, i valori universali su cui si fonda l'Unione europea e lo Stato di diritto”, li sto citando tra virgolette. I beni economici invece sono connessi al fatto che la corruzione ostacola la crescita economica sostenibile, sottrae risorse agli impieghi produttivi, indebolisce l'efficienza della spesa pubblica, aggrava le sperequazioni sociali, intralcia l'efficace e regolare funzionamento del mercato unico, provoca incertezza nelle attività economiche, scoraggia gli investimenti e rappresenta uno strumento per le ingerenze straniere nei processi democratici.
Ovviamente si tratta di un pannello di valori così ampio, onnicomprensivo, fin troppo imponente, che non permette alcun tipo di misurazione; sono stati quasi presi i contenuti dell'enciclopedia relativi ai titoli. Oltretutto, questi elementi non hanno una base scientifica così solida, perché la maggior parte degli indicatori sono connessi alla percezione della corruzione o della stima del rischio. Vi faccio solo un esempio. Uno degli studi, peraltro citato nell'ambito del documento della Commissione, indica costi della corruzione oscillanti fra 180 miliardi e 990 miliardi, quindi un range incredibile, enorme. Poi va capito perché 179 miliardi, se sono stime, e 990 miliardi e non 1.000 miliardi, ma questo fa capire che c'è mancanza di consapevolezza del valore degli interessi da difendere.
Devo abbreviare necessariamente. Per quanto riguarda gli strumenti, ne esistono numerosissimi: la Convenzione di Merida, la Procura europea, a cui abbiamo aderito, ad esempio. Quindi, la quantità di strumenti esistenti è elevata. Gli Stati, in realtà, non hanno tutta questa differenziazione di fattispecie criminali, perché, nella stessa relazione, è riportato che, sostanzialmente, tutti gli Stati hanno, più o meno, gli stessi tipi di fattispecie incriminatrici.
Un passaggio sulla prescrizione: il termine, in alcuni casi, diventa di 15 anni. Quale certezza del diritto di difesa può avere una persona che viene chiamata a rispondere dopo 15 anni, a fronte di tempi del processo che, come sappiamo, possono essere ancora di 6, 7, 8 anni?
PRESIDENTE. Collega, siccome il tempo è scaduto, se vuole la autorizzo a consegnare il resto del suo intervento in qualità di relatore e, magari, lei va alle conclusioni.
ANTONIO GIORDANO, Relatore. Va bene, leggo l'ultima conclusione: l'impatto del costo, perché bisogna capire quanto vale questo vantaggio che si viene a percepire. La Commissione, candidamente, dichiara che la proposta in esame eccezionalmente non è accompagnata da una valutazione di impatto. Quindi, non abbiamo alcuna idea di quanto possa valere l'impegno che tutti i singoli Stati dovranno sostenere per ottenere questo risultato e non sappiamo nemmeno se già non lo ottengano in maniera adeguata. Siamo per la lotta alla corruzione senza quartiere, però cerchiamo di essere sicuri di intraprendere una strada ragionevole e ponderata e della quale tutti possano effettivamente sopportare l'impatto, altrimenti corriamo il rischio di avere un'operazione, forse, riuscita, come spesso succede, ma il paziente non starà per niente bene (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo, che rinuncia.
È iscritto a parlare il deputato Pisano. Ne ha facoltà.
CALOGERO PISANO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Il parere motivato che ci apprestiamo a votare questa mattina è frutto di un duro lavoro della Commissione politiche europee di cui faccio parte. Per questo motivo, ci tengo a ringraziare il presidente e tutti i colleghi componenti della Commissione. La Commissione ha lavorato lungamente, avvalendosi anche di numerose audizioni di autorevoli rappresentanti della società civile, in particolare il mondo accademico, che ci hanno aiutato a giungere a questo parere motivato.
Lotta alla corruzione: sono parole di estrema importanza, forse ripetute troppo spesso e senza soffermarsi realmente sul loro valore. Sono parole che caratterizzano uno scenario estremamente ampio e normato in maniera differente nei Paesi che compongono l'Unione europea. Se, da un lato, infatti, la lotta alla corruzione è un tema chiave per tutti gli Stati membri, è pur vero che ogni Stato ha tradizioni e sistemi giuridici differenti.
La proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla lotta alla corruzione che ci è pervenuta, da un lato, è assolutamente condivisibile nel merito, dall'altro, risulta poco chiara nel metodo con cui vuole giungere al risultato. Tra i temi che riteniamo condivisibili ci sono quelli degli articoli 4 e 6 che puntano ad una maggiore informazione e formazione di tutte le tipologie di corruzione e anticorruzione. Ci sono anche articoli che dimostrano come il nostro Paese sia già avviato verso un percorso virtuoso alla lotta alla corruzione. Mi riferisco, in particolare, all'articolo 4 che obbliga gli Stati membri a dotarsi di organismi specializzati nella prevenzione e nella repressione della corruzione, un aspetto che l'Italia ha già affrontato istituendo l'Autorità nazionale anticorruzione.
Che l'Italia stia già svolgendo un buon lavoro nella lotta alla corruzione è anche dimostrato dalla classifica pubblicata a marzo 2023 che vede il nostro Paese acquisire ben 14 posizioni all'interno del rapporto annuale di Transparency International. Se, infatti, è di notevole importanza che il nostro Paese metta in campo politiche che possano contribuire alla lotta alla corruzione, è giusto anche che i reati siano ben definiti, identificati e, soprattutto, comportino sanzioni giuste. Troppe volte, infatti, il nostro Paese si è trovato davanti a casi di abuso d'ufficio mai risolti o conclusi, rilevando l'inesistenza di elementi sostanziali, casi che hanno colpito duramente il diritto dei soggetti coinvolti.
Per questo motivo abbiamo reso il nostro parere motivato che, peraltro, è in linea anche con i pareri di altri Stati membri, come la Svezia e la Repubblica Ceca. Pertanto, nel rispetto dei valori fondanti dell'Unione europea, annuncio il voto favorevole.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Mentre l'Europa chiede a tutti i Paesi dell'Unione europea di potenziare la propria normativa anticorruzione e di armonizzarla con quella degli altri Paesi per un'efficace lotta alla corruzione, che vada oltre i singoli confini nazionali, la maggioranza di Governo va in direzione opposta. La XIV Commissione, nel parere che ha approvato la settimana scorsa, ha di fatto accusato la Commissione europea di non sapere adeguatamente argomentare i motivi per i quali la corruzione rappresenterebbe un problema per l'intera Unione europea. Nel parere si legge espressamente: “Le diverse argomentazioni utilizzate dalla Commissione europea non si fondano su un'analisi rigorosa dei dati relativi alle fattispecie criminali oggetto della proposta, ma su indici di percezione del livello di corruzione o del livello di rischio di corruzione da parte di cittadini e imprese”. Per dirla, quindi, con parole semplici, la Commissione europea non sarebbe stata in grado di convincere la maggioranza che la corruzione sia un problema oggettivo.
Quindi, il problema non sarebbe la corruzione in sé, ma la sua percezione. Seguendo il ragionamento della maggioranza, i cittadini e le imprese avrebbero una super-percezione ingiustificata del fenomeno corruttivo. Quindi viene da chiedersi: se il problema della corruzione non è la corruzione in sé, ma la sua eccessiva percezione, la soluzione quale sarebbe? Abbassare per caso la guardia in modo che cittadini e imprese possano avere meno sensibilità sulla pericolosità della corruzione?
La proposta di direttiva europea prende in considerazione 7 fattispecie di reato, quelle ritenute particolarmente gravi, ovvero corruzione nel settore pubblico, corruzione nel settore privato, appropriazione indebita, traffico di influenza, abuso d'ufficio, intralcio alla giustizia, arricchimento mediante reato di corruzione. Ed eccolo lì, abuso d'ufficio. È comprensibile, capiamo la difficoltà della maggioranza a dover affrontare questo tema proprio nel momento in cui si sta abrogando il reato di abuso d'ufficio con la cosiddetta riforma Nordio. Si usano, quindi, in modo strumentale i principi di sussidiarietà e proporzionalità per evitare di entrare nel merito per non affrontare la questione.
Se andiamo, poi, a leggere la relazione introduttiva della proposta di direttiva, l'Italia diventerebbe l'unico Paese dell'Unione europea a non punire penalmente l'abuso d'ufficio e, pochi giorni fa, il presidente dell'Anac, Giuseppe Busia, in audizione ha detto: “L'abrogazione del reato di abuso d'ufficio non è conforme al progetto di direttiva europea e va in direzione diversa rispetto alle Convenzioni del Consiglio d'Europa e delle Nazioni Unite”.
Il professor Gatta, in audizione alla Camera a maggio aveva, inoltre, affermato: “Rinunciare all'abuso d'ufficio significa, all'indomani della proposta di direttiva europea, prefigurare una procedura di infrazione per il nostro Paese che, sul piano internazionale, veicolerebbe un messaggio opposto a quello del rigore nel contrasto dell'illegalità nella pubblica amministrazione. Per non tacere poi dell'obbligo di incriminazione dell'abuso di vantaggio che deriva dalla citata Convenzione ONU”, contro la corruzione entrata in vigore nel dicembre 2005, “un obbligo internazionale, il cui rispetto è imposto dall'articolo 117, primo comma, della Costituzione”.
Che la corruzione non sia solo una percezione teorica lo ricorda anche la Corte dei conti che, nel suo ultimo piano di prevenzione della corruzione, afferma: “La corruzione ha nel tempo assunto natura sistemica, pertanto la risposta deve essere articolata ed anch'essa sistemica. La corruzione non soltanto lede il prestigio, l'imparzialità, il buon andamento della pubblica amministrazione, ma pregiudica anche l'economia pubblica e la stessa legittimazione delle pubbliche amministrazioni: crisi economica e corruzione procedono di pari passo, in un circolo vizioso (…)”. Queste sono parole della Corte dei conti.
Nel parere di maggioranza approvato in XIV Commissione si sostiene che la proposta di direttiva sarebbe contraria ai principi di sussidiarietà e proporzionalità e ciò verrebbe motivato affermando che la direttiva detterebbe una disciplina pervasiva che incide su normative quali quelle contenute nel codice penale. Tuttavia, va ricordato che le disposizioni dei Trattati attribuiscono agli organi dell'Unione europea il potere di intervenire nella materia della giustizia, seppure in termini concorrenti. Da questo punto di vista, a nostro parere, la proposta di direttiva è pienamente conforme ai Trattati.
Alla luce di quanto esposto, quindi, come Alleanza Verdi e Sinistra ci esprimiamo in senso contrario al parere di maggioranza e, quindi, al Documento della Commissione.
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata De Monte. Ne ha facoltà.
ISABELLA DE MONTE (A-IV-RE). Presidente, signor Sottosegretario, è bene ricordare fin dall'inizio che il voto di oggi riguarda il rispetto o meno della sussidiarietà che sussiste o quando c'è una competenza esclusiva in materia da parte del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea oppure quando si ritenga che la finalità sia meglio perseguita a livello europeo piuttosto che a livello degli Stati membri. È bene sottolineare che, nella stessa premessa della proposta di direttiva, c'è proprio la pacifica ammissione che in 25 Paesi, cioè tutti quelli che hanno risposto al quesito, ci sono le fattispecie incriminatrici relative a questa corruzione, intesa in senso ampio. Per quanto riguarda l'Italia, sappiamo bene che il nostro Paese ha un'apposita disciplina sui delitti dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione e questo non da ieri, ma addirittura dal 1930.
Se, poi, facciamo riferimento alla finalità, alla mission - se vogliamo dire così - che nasce dalla Convenzione di Merida, possiamo dire che da nessuna parte si attribuisce la competenza di attuazione all'Unione europea ma si parla, appunto, degli Stati.
Poi, c'è il discorso dell'abuso d'ufficio, cioè il fatto che non ci sia un obbligo di punibilità ma solamente una raccomandazione. Io non mi sottraggo a questo tipo di obiezione. È evidente che alcune forze politiche vogliono utilizzare questo percorso, cioè la discussione sulla sussidiarietà, per anticipare una discussione riguardante l'abuso d'ufficio. Però, dico anche che dobbiamo chiederci effettivamente se vi sia l'opportunità di mantenere nel nostro ordinamento questa fattispecie di reato, perché i dati - ce lo può confermare il Governo - ci dicono che nel 97 per cento dei casi - lo ripeto, 97 per cento - in cui c'è un esposto oppure un avvio di azione legale non c'è una condanna. Allora, è evidente, come dicono peraltro gli avvocati penalisti, che la peggior condanna è il processo e non possiamo non interrogarci su questo punto.
Andiamo addirittura oltre, perché nella proposta di direttiva c'è un'anticipazione della punibilità della finalità di perseguire un vantaggio, peraltro generico e non solamente di tipo patrimoniale.
Evidenzierei, però, in questa sede alcune contraddizioni, andando anche un po' più nel merito. Innanzitutto, una direttiva dovrebbe porre degli obiettivi e, invece, abbiamo un articolato veramente molto, molto dettagliato.
Il secondo punto è quello della prescrizione. Come ha già ricordato il collega prima, si arriva dagli 8 ai 15 anni quando, a livello europeo, ricordiamoci bene, c'è invece la richiesta di ridurre la durata del processo, di avere una ragionevole durata del processo (Applausi di deputati del gruppo Fratelli d'Italia e del deputato Candiani). Sappiamo bene che questo è un elemento di attrattività del Paese, non possiamo permetterci di avere processi infiniti.
C'è poi un altro aspetto. Si arriva addirittura a prevedere la sanzione della revoca dell'immunità. Io qui pongo il quesito se siamo nell'ambito, addirittura, dell'attribuzione perché, comunque, un principio costituzionale, l'articolo 68 della nostra Costituzione, riserva allo Stato il riconoscimento dell'immunità parlamentare.
Tuttavia, la ciliegina sulla torta ce l'abbiamo a proposito dell'eleggibilità, un'altra sanzione prevista. Permettetemi, nell'unica istituzione elettiva europea, il Parlamento europeo, abbiamo un coacervo di leggi elettorali, cioè ogni Stato ha la propria, con la propria soglia, con la lista fissa o le preferenze, la circoscrizione unica oppure più circoscrizioni. Qui si entra addirittura nel merito del possesso o meno del requisito dell'eleggibilità nelle elezioni politiche nazionali.
Secondo me, si è veramente debordato rispetto a quanto doveva essere previsto in questa proposta di direttiva. Però, lo ripeto, la questione fondamentale è verificare se vi sia o meno questa sussidiarietà e, di conseguenza, anche la proporzionalità.
Vorrei concludere con questo tipo di ragionamento, Presidente, e lo dico da persona fortemente europeista: essere europeisti non significa accettare supinamente qualsiasi tipo di proposta che venga dal livello europeo ma significa veramente distinguere tra i casi in cui ci deve essere una competenza europea e i casi in cui deve essere mantenuta una competenza nazionale. Io penso che in questo caso ci debba essere una competenza nazionale, anche perché è giusto che ogni Paese si regoli in base al proprio ordinamento, alla percezione del disvalore e anche a una struttura decisamente più complessiva che vada al di là della stretta previsione penale, ma che comprenda una serie di elementi tra cui anche quello, ovviamente, processuale.
Quindi, annuncio il voto favorevole al parere motivato che è stato adottato in sede di XIV Commissione (Applausi del deputato Candiani).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Pittalis. Ne ha facoltà.
PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Signora Presidente, colleghe e colleghi, anche in ambito europeo, come spesso accade nel nostro Paese, notiamo la tendenza alla mobilitazione sull'onda di qualche scandalo o di qualche vicenda giudiziaria. La proposta di direttiva europea al nostro esame nasce proprio sull'onda delle ben note vicende giudiziarie che hanno interessato eminenti personaggi politici della sinistra europea, in particolare la Vicepresidente del Parlamento europeo, diversi parlamentari europei del Partito Democratico e loro stretti collaboratori. Si tratta di uno scandalo legato a presunte tangenti e corruzioni, probabilmente il più grande nella storia delle istituzioni comunitarie.
Da garantisti quali noi siamo, sempre e comunque, abbiamo evitato in passato ed eviteremo anche oggi di trasformare quest'Aula, come si è invece soliti fare da una certa parte politica, in una sorta di tribunale per formulare o anticipare giudizi di condanna. Il principio della presunzione di innocenza vale sempre e per tutti e non voglio pensare che le polemiche, davvero speciose, alimentate da una parte dell'opposizione e la fraudolenta narrazione secondo cui il centrodestra avrebbe bocciato in Commissione la direttiva europea anticorruzione siano state determinate proprio dall'imbarazzo di chi è uso predicare bene in casa degli altri ma a razzolare male in casa propria (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
Siamo d'accordo, senza se e senza ma, che bisogna contrastare con ogni mezzo ogni forma di criminalità che attenti al bene e all'interesse pubblico, siamo d'accordo che la corruzione è un fenomeno transnazionale che investe tutte le società e le economie e che è necessario adottare misure, anche a livello di Unione, mettendo in campo strumenti per un'efficace cooperazione e un efficace coordinamento. Dobbiamo, però, stare attenti a non creare sovrapposizioni tra fonti che rischiano di determinare incertezze applicative. Ad esempio, com'è stato ricordato, sull'abuso d'ufficio, la proposta di direttiva, ancorché la richiami, si pone in netto contrasto con la Convenzione ONU di Merida che, com'è noto, facoltizza e non obbliga - lo ripeto, facoltizza e non obbliga - gli Stati a prevedere detta fattispecie criminosa. Peraltro, com'è stato efficacemente osservato, si tratta di un documento dall'ampiezza vastissima, con una disciplina di dettaglio in evidente contrasto con la disposizione di cui all'articolo 83 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, che legittima le istituzioni europee alla previsione di sole norme minime relative alla definizione dei reati e delle sanzioni.
Sulla prescrizione, certo, l'Europa ci ricorda che è un istituto di sistema e che non va abrogato, come sostenuto allora dal Ministro Bonafede e dal MoVimento 5 Stelle. Anzi, io approfitto dell'occasione per ricordare che il gruppo Forza Italia ha presentato una proposta di legge per ripristinare la prescrizione sostanziale, perché nessun cittadino debba restare eternamente in balìa della pretesa punitiva dello Stato, con un fine processo mai (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).
Abbiamo messo in evidenza, al riguardo, che proprio quanto delineato dalla proposta di direttiva sull'eccessiva dilatazione dei termini per alcune fattispecie di reati rischia di realizzare pericolosi squilibri nei singoli sistemi nazionali, contraddicendo le stesse indicazioni dell'Unione europea in materia di processo penale che, voglio ricordare, ha peraltro subordinato l'erogazione di cospicui fondi proprio alla riduzione dei tempi dei processi penali e, più in generale, all'efficientamento della giustizia.
Queste sono alcune delle criticità che giustamente sono state evidenziate nel parere, che condividiamo pienamente. A nome del gruppo di Forza Italia, preannuncio il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Scutella'. Ne ha facoltà.
ELISA SCUTELLA' (M5S). Presidente, vorrei sinceramente fare i complimenti a questo Governo: complimenti per il tempismo, il senso del tempismo davvero non vi manca. Infatti, il 1° maggio, il giorno della Festa dei lavoratori, avete approvato il decreto Precariato, che condanna milioni di giovani a una vita di lavori precari. Il giorno della strage di Capaci avete eletto, come presidente della Commissione antimafia, una persona che ha suscitato alcune critiche da parte dei familiari delle vittime. Il giorno della strage di via D'Amelio avete votato contro la direttiva europea anticorruzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Bene, complimenti, complimenti davvero.
Non so cosa farete in futuro, perché ammetto i miei limiti, non ho tutta questa fantasia e quindi non lo so, però una cosa reale c'è e la conosco: questo Governo non vuole combattere la corruzione, anzi, questo Governo, il sistema anticorruttivo, che il MoVimento 5 Stelle ha messo in piedi grazie alla legge Spazzacorrotti, lo sta smantellando, minuto dopo minuto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E, adesso, come se non bastasse, l'abrogazione dell'abuso d'ufficio. Porto alcuni casi concreti, reali, non cose che ho appuntato stanotte, mentre guardavo il soffitto.
L'abuso d'ufficio è quando un sindaco, la sua giunta e alcuni dirigenti comunali annullano il pagamento dell'ICI alcuni giorni prima delle elezioni. L'abuso d'ufficio è quando un carabiniere, che si è visto rifiutare alcune avance nei confronti di due ragazze, le costringe ad identificarsi e ad attendere una pattuglia. L'abuso d'ufficio è quando un magistrato, per vendetta, condanna la sua ex e la rinvia a giudizio. Questo è abuso d'ufficio, questi sono casi reali, e questo noi lo dobbiamo combattere.
Ma, cari cittadini e cittadine, questo Governo non vuole solo smantellare l'abuso di ufficio, violando la Convenzione di Merida, che è stata sottoscritta dal nostro Paese, non vuole solamente votare contro la proposta direttiva europea sulla lotta alla corruzione, ma se ne frega anche delle raccomandazioni della Commissione europea, che dice: attenzione, mai, come in questo momento storico, in cui ci sono un sacco di soldi del PNRR da gestire, dove abbiamo anche moniti da parte di alcuni procuratori - quindi, non lo sto inventando io in questo momento - bisogna allestire un sistema di anticorruzione importante ed efficiente.
E voi come rispondete? Smantellando la Spazzacorrotti e volendo abrogare l'abuso d'ufficio. Questa è la vostra risposta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! E tutto questo si accompagna ad alcune parole - che, veramente, se non ci fosse da piangere, ma da piangere, uno potrebbe anche riderci - di un esponente di questo Governo molto importante. Per noi chi ruba è un traditore, perché la corruzione è una tassa sui più poveri e sulla povera gente: queste sono le parole di Giorgia Meloni, attuale Premier. Allora, mi viene da chiedere alla Premier: quindi la corruzione non è più una tassa, adesso c'è il reddito di cittadinanza, che è il metadone di Stato, assistenzialismo mafioso, contro il salario minimo?
Poi, ovviamente, però, votiamo, votate per reinserire il vitalizio: questa è la vostra coerenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E allora, se non vi interessa niente della lotta alla corruzione, della giustizia, vi parlo anche di numeri, perché gli auditi, che sono stati in Commissione, e, in particolar modo, il presidente dell'Anac, ci dicono che la corruzione costa al nostro Paese il 13 per cento del PIL. Quindi, dovete fare bene attenzione, soprattutto con i soldi del PNRR. Questo Governo lavora per limitare i controlli nella pubblica amministrazione, per introdurre norme di favore di corrotti ed evasori, per limitare uno strumento investigativo fondamentale come le intercettazioni.
Del resto, Sottosegretario, ce lo ricordiamo il suo Ministro quando diceva che i mafiosi non usano il cellulare, e poi abbiamo trovato che i mafiosi, invece, utilizzavano il cellulare. Il suo Ministro dice anche che questo reato, che è l'abuso d'ufficio, è un reato evanescente, che non esiste. Ho riportato casi concreti.
E allora, Presidente, ovviamente, annunciamo un voto contrario, come abbiamo fatto anche in Commissione, però mi permetto di concludere, citando le parole del presidente dell'Anac, durante l'anniversario della strage di Capaci dell'anno scorso: “Ci viene data l'opportunità di stare sulle spalle dei giganti e il miglior modo di onorare la loro memoria non è solo ricordarli in cerimonie come questa, ma lavorare concretamente e impegnarsi per prevenire mafia e corruzione”.
E, allora, un invito che vi fa la sottoscritta e tutto il MoVimento 5 Stelle: non partecipate alle commemorazioni se poi votate questa roba qui; non ci andate davvero, perché voi non siete un Governo pronto, siete solamente pronti ad andare a casa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti - Applausi ironici di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Candiani. Ne ha facoltà.
STEFANO CANDIANI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Avrei voluto fare un intervento, che mi ero preparato, su aspetti tecnici relativi al provvedimento, ma, dopo quello che abbiamo appena sentito, consentitemi una divagazione politica, perché qui ci sono quelli che si mettono a fare la predica, avendo i parenti incarcerati o che vanno d'accordo con quelli che vengono messi dentro per corruzione, poi prendono e fanno la predica e i moralisti con gli altri (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).
Qui non stiamo parlando di abuso d'ufficio, qui stiamo parlando di una direttiva europea che nulla c'entra con l'abuso d'ufficio direttamente, ma che va a fare un grande calderone riguardo a tutto quello che è la corruzione, che abbiamo visto svilupparsi a Bruxelles tra coloro che vengono poi qui dentro a fare la predica, e mette insieme tutte cose che non c'entrano nulla con il nostro sistema e il nostro ordinamento nazionale. Quindi, anche qui, diamo un po' di ordine alle cose, perché stiamo parlando di una direttiva contro la corruzione e, se c'è un Governo impegnato nella lotta contro la corruzione, è proprio questo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)!
È ora di finirla, anche qui, con gli slogan, venire qui in Aula e attaccare coloro che dicono al Parlamento europeo: attenzione, perché, in Italia, abbiamo già delle esperienze che si sono consolidate, abbiamo l'Anac, abbiamo un corpus normativo ben fatto riguardo alla lotta alla corruzione. Attenzione a non esorbitare rispetto ai compiti di una direttiva europea, di un Parlamento europeo, di una Commissione europea, andando a creare una sovraesposizione rispetto alle normative, che diventa poi difficile da applicare con omogeneità in tutti i Paesi europei.
Chi va a dire queste cose lo fa nell'interesse di combattere la corruzione e chi viene a dire oggi in quest'Aula che questo Governo e questa maggioranza fanno il contrario mente sapendo di mentire! Quella relazione, che è stata approvata in Commissione - lo leggo testualmente e ringrazio l'onorevole Giordano per il lavoro fatto - specifica, mandandola alla Commissione europea, che la proposta in esame esorbita dalla base giuridica richiamata a suo fondamento nella misura in cui essa disciplina reati ulteriori rispetto a quello di corruzione in senso stretto, privi, peraltro, del requisito di transnazionalità.
Si sottolinea, in ogni caso, l'opportunità di operare, nel corso del prosieguo dell'esame della proposta a livello di Unione europea, un'analisi più approfondita dei numerosi profili di criticità richiamati in precedenza. Questo non è altro che dire: vogliamo che ci siano norme europee anticorruzione efficaci e non in grado di essere automaticamente bloccate fin dalla partenza. Se non è chiaro questo, mi chiedo di che cosa stiamo parlando. Sosterremo e ovviamente daremo un parere favorevole ulteriormente a questo provvedimento, approvato dalla XIV Commissione, però, Presidente, onestamente, ritengo anche indegne le parole di chi, generalizzando, come nell'intervento che mi ha preceduto, accomuna i sindaci alla corruzione, i carabinieri alla corruzione e all'abuso in atti d'ufficio, i magistrati alla corruzione e all'abuso in atti d'ufficio.
Basta generalizzare con queste categorie, basta mettere le etichette sugli altri solo per guadagnarsi qualche consenso e qualche like in più (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)! Non è degno di chi fa attività parlamentare!
Noi siamo qui dentro per affermare la necessità del diritto e il dovere di combattere la corruzione in maniera corretta, evitando questioni che esorbitano rispetto alla norma giuridica e che entrano, invece, squisitamente in azioni fatte per fare una sorta di panacea politica e giustificare magari i propri errori in casa, come quelli che certa sinistra ha sulla coscienza (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato De Luca. Ne ha facoltà.
PIERO DE LUCA (PD-IDP). Grazie, Presidente. La settimana scorsa, la maggioranza ha deciso di esprimere, in Commissione politiche europee, un parere motivato contrario all'approvazione della proposta di direttiva sulla lotta contro la corruzione.
Nel formulare questo parere avete commesso, a nostro avviso, un grave errore di impostazione, un errore di metodo prima ancora che di merito, che vi invitiamo oggi a superare in Aula.
Nella vostra smania demagogica avete preferito adottare una decisione utile più alla vostra propaganda che alla discussione in corso a livello europeo e nazionale, evitando, in realtà, e non realizzando un confronto nel merito sui contenuti concreti della proposta.
Avreste potuto dare un contributo utile in vista del procedimento legislativo europeo presentando osservazioni, indicazioni specifiche o attivando un dialogo politico con la Commissione, che avrebbe rafforzato e arricchito il dibattito. Ancora una volta vi siete limitati, invece, a girare la testa dall'altra parte, ancora una volta avete fatto quello che vi riesce meglio, cioè avete piantato una bandierina ideologica da sventolare ai vostri elettori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). È l'unica cosa che avete fatto approvando il parere motivato contrario sulla proposta di direttiva.
L'invito che ci sentiamo di rivolgervi oggi è chiaro e semplice: uscite da questa vostra insopportabile campagna elettorale permanente, mettete da parte atteggiamenti demagogici e pregiudiziali. Su questi temi vi invitiamo davvero alla serietà, all'equilibrio e all'attenzione.
Chiusi nella vostra impostazione ideologica, siete stati costretti, nel parere che ha letto anche oggi il relatore, a delle acrobazie argomentative clamorose. Per noi sono inaccettabili e, guardate, non vi consentiamo, nello spirito, pur collaborativo, che c'è stato in Commissione, di dire che non abbiamo ascoltato le audizioni. Noi le abbiamo ascoltate bene! Avreste forse dovuto ascoltarle voi un po' meglio, perché avete avuto il coraggio di fare le affermazioni che leggiamo di seguito. Avete detto, infatti, che non si ravvisa la necessità e il valore aggiunto della proposta di direttiva, avete detto che le valutazioni della Commissione sono, in misura non trascurabile, di natura meta-giuridica, avete avuto il coraggio di dichiarare che i valori posti a fondamento della proposta, cioè Stato di diritto, democrazia, stabilità e sicurezza della società, sono beni giuridici troppo ampi e generici, che non giustificano la direttiva. Avete avuto il coraggio di affermare, inoltre, che l'Europa non ha competenze in materia e, da ultimo, avete avuto anche il coraggio di dire che la direttiva contrasta con le convenzioni internazionali del settore. Sono le vostre proposte, semmai, e non quelle europee a contrastare con le convenzioni internazionali in questo settore.
Fate attenzione. È del tutto evidente, alla luce dell'istruttoria della Commissione, che l'iniziativa europea sia più efficace e produca un valore aggiunto rispetto a possibili interventi dei singoli Stati membri, per il valore a dimensione transnazionale della corruzione ma anche per la frammentarietà delle discipline interne. Allo stesso modo, sono evidenti i dati sulla corruzione riportati, secondo stime prudenziali, dalla Commissione nella sua proposta di direttiva. La corruzione ha un costo per l'economia di almeno 120 miliardi di euro l'anno e il costo negli appalti pubblici è di oltre 6 miliardi di euro l'anno. Che cosa dovremmo aggiungere di più a questi dati per motivare una proposta di direttiva in questo settore?
Ci dispiace ricordarvi, poi, che l'Europa ha piena competenza in materia. Basti ricordare che l'articolo 83, paragrafo 1, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, autorizza il Parlamento e il Consiglio a stabilire norme minime sulla definizione dei reati e delle sanzioni in sfere di criminalità transnazionale particolarmente gravi, come proprio la corruzione.
Ricordiamo, peraltro, che in questo ambito, cioè la lotta alla corruzione, la frode e il riciclaggio, sono stati adottati finora già numerosi atti a livello europeo, che ci permettiamo di ricordarvi in via assolutamente esemplificativa: nel 2003 è stata adottata la decisione quadro n. 568; nel 2014 la direttiva n. 42; nel 2015 la direttiva n. 849; nel 2017 la direttiva n. 1371; nel 2018 la direttiva n. 1673 e, da ultimo, nel 2019 la direttiva n. 1937. Allora, come si fa a dire che l'Europa non ha competenze in materia secondo i principi di attribuzione riconosciuti dal Trattato? È una falsità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!
Tale competenza, peraltro, è stata espressa con l'approvazione di una direttiva che lascia margini di apprezzamento nella trasposizione agli Stati membri. Allo stesso modo, è falso dire nel parere che la direttiva non recepisce correttamente i contenuti della Convenzione di Merida. L'invito a considerare punibili come reati alcune fattispecie, pur senza imporre un obbligo, è pienamente coerente con l'approccio più ambizioso e stringente adottato dalla Commissione, mentre sarebbe stato problematico il contrario. Allora, nonostante i vostri sforzi dialettici, il dato è evidente: la proposta di direttiva è pienamente coerente e compatibile con la Convenzione di Merida, pienamente coerente e compatibile con la convenzione internazionale sul settore.
Allora vi invitiamo - e chiudo - a porre rimedio all'errore tecnico e politico che avete commesso in Commissione, anche per cancellare una ferita che avete aperto la settimana scorsa. Il parere negativo, adottato in Commissione, è giunto in una giornata particolare, in cui avreste dovuto lanciare messaggi completamente differenti. Il 19 luglio è il giorno della commemorazione di Paolo Borsellino, cui rivolgiamo un pensiero commosso, il giorno in cui rendiamo onore a uno straordinario servitore dello Stato che ha dato la vita per difendere la legalità e la giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Il vostro voto contrario ha lanciato un segnale devastante di lassismo e di indebolimento degli strumenti di contrasto alla criminalità.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
PIERO DE LUCA (PD-IDP). Non perseverate nell'errore commesso. Date un parere favorevole sulla proposta di direttiva e lanciamo tutti insieme, come sistema Paese, un messaggio importante circa la volontà di non abbassare la guardia rispetto alla lotta alla corruzione e alla criminalità a livello nazionale ed europeo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Saluto una delegazione di bambini e bambine saharawi ospitati in alcuni comuni del Lazio, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
È iscritto a parlare il deputato Rotondi. Ne ha facoltà.
GIANFRANCO ROTONDI (FDI). Presidente, colleghi, mi atterrò al profilo rigorosamente tecnico di una questione che è molto lontana dagli scenari apocalittici che sono stati evocati da alcuni interventi che mi hanno preceduto, rispetto ai quali, con diritto d'anzianità di servizio, esorterei a una maggiore cautela, perché tutte le parti politiche che hanno cavalcato battaglie moralistiche e legalitarie hanno scontato un curioso destino ed eterogenesi dei fini. Cito i partiti che hanno istituito il voto di scambio e ci sono finiti dentro, ma gli esempi possono essere innumerevoli.
Quanto all'accusa che questo sarebbe un Governo che difende i corrotti, recuperando una statistica a spanne di tutti i casi di corruzione di cui si sono occupate le cronache, noi siamo stati garantisti e abbiamo sempre osservato il medesimo contegno rispetto a tali casi, sia che fossero di una parte politica o dell'altra. Dunque, non so se siamo un Governo che difende i corrotti, ma statisticamente so che abbiamo molti accusati di corruzione contrari (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), per cui esorterei tutti a un atteggiamento di maggiore prudenza.
Il Trattato di Lisbona, entrato in vigore il 1° dicembre 2009, prevede espressamente che i Parlamenti nazionali contribuiscano attivamente al buon funzionamento dell'Unione vigilando sul rispetto dei principi di sussidiarietà e proporzionalità. A proposito di questi ultimi due principi, i Parlamenti nazionali hanno, quindi, la possibilità di esaminare tutti i progetti di atti legislativi con riguardo al principio di sussidiarietà, secondo la procedura prevista dall'articolo 6 del Protocollo 2 allegato al Trattato di Lisbona, e di presentare opposizione, attraverso pareri motivati, inviati ai Presidenti del Parlamento europeo, del Consiglio, della Commissione, esponendo le ragioni, appunto, per le quali ritengono che il progetto in causa non sia conforme a tale principio.
Nel dettaglio, il principio di sussidiarietà è quel principio in virtù del quale l'Unione europea, nei settori che non sono di sua esclusiva competenza, interviene soltanto se e in quanto gli obiettivi dell'azione prevista non possono essere conseguiti in misura sufficiente dagli Stati membri. Il principio di proporzionalità, invece, consiste in un principio in virtù del quale il contenuto e la forma dell'azione dell'Unione si limitano a quanto necessario per il conseguimento degli obiettivi dei trattati.
Per quanto riguarda la questione in oggetto, il parere motivato, approvato dalla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), tiene conto dell'esame della proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio riguardante la lotta contro la corruzione. Da tale proposta si evince che la Commissione europea intende introdurre un quadro giuridico organico dell'Unione europea in materia di lotta contro la corruzione, vincolando gli Stati membri all'adozione di un complesso di disposizioni relative a tre profili: l'armonizzazione minima di una serie di fattispecie di reato, le misure per la prevenzione della corruzione e gli strumenti per rafforzare la cooperazione nelle relative attività di contrasto.
La Commissione europea giustifica l'intervento legislativo rilevando che il quadro normativo europeo in materia è attualmente frammentato e parziale, essendo riconducibile ad atti che riguardano specifici assetti del fenomeno.
La Commissione sottolinea, altresì, la necessità di un nuovo strumento che tenga conto, in particolare, della Convenzione dell'ONU contro la corruzione, siglata a Merida.
Nel parere approvato dalla XIV Commissione si rileva che tale Convenzione impone la penalizzazione di un insieme determinato di fattispecie criminali, segnatamente la corruzione di pubblici ufficiali nazionali e altri. Tuttavia, la stessa Convenzione prevede un'incriminazione meramente facoltativa per ciò che riguarda l'abuso d'ufficio, la corruzione nel settore privato e l'arricchimento illecito, nonché altre fattispecie disciplinate dalla proposta della Commissione europea.
Appare, quindi, difficilmente giustificabile la sovrapposizione tra fenomenologie criminali radicalmente dissimili, che potrebbe alimentare il rischio di realizzare squilibri non trascurabili in termini di proporzionalità del sistema. La stessa diversificazione, operata dalla Convenzione, sottende, infatti, la consapevolezza delle parti contraenti in ordine all'adozione di un approccio regolatorio prudenziale. Ne discende che l'intervento normativo a livello comunitario, obbligando alla criminalizzazione di una serie eterogenea di fattispecie di reato, corre il rischio di porre sullo stesso piano veri e propri obblighi convenzionali insieme a semplici raccomandazioni.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
GIANFRANCO ROTONDI (FDI). Concludo, signor Presidente. Per quanto concerne il reato di corruzione, anche laddove si volesse ritenere che la disciplina ulteriore rispetto alla corruzione medesima sia riconducibile all'articolo 83 del Trattato, la proposta risulterebbe palesemente in contrasto.
Per questi motivi, il parere motivato della proposta di direttiva sulla lotta alla corruzione ha ravvisato la non conformità di essa ai principi di sussidiarietà e proporzionalità previsti dal Trattato di Lisbona (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e, pertanto, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
(Votazione - Doc. XVIII-bis, n. 10)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul documento approvato dalla XIV Commissione nell'ambito della… Revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Giglio Vigna. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO GIGLIO VIGNA, Presidente della XIV Commissione. Grazie, Presidente, intervengo solo per ringraziare tutti i colleghi della XIV Commissione, in particolare il relatore, i capigruppo di maggioranza e opposizione, il prezioso lavoro dei nostri uffici e, ovviamente, il supporto del Governo nella fase, sia di Commissione, sia di Aula.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul documento approvato dalla XIV Commissione nell'ambito della verifica di sussidiarietà di cui all'articolo 6 del protocollo n. 2 allegato al Trattato di Lisbona.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 1).
Saluto l'ambasciatore in Italia della Repubblica di Uzbekistan Otabek Akbarov che assiste ai nostri lavori dalle tribune (Applausi – I deputati si levano in piedi).
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori, perché noi, ieri, per due volte, abbiamo fatto una richiesta al Governo di venire a riferire in Aula su quello che sta succedendo nel nostro Paese, da Nord a Sud. Vedo che la sensibilità del Governo non è stata particolarmente smossa da questa richiesta, perché non solo non si è presentato a riferire, ma non ci ha fatto nemmeno sapere quando verrà a riferire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Ora, non vedendo, in alcun modo, il Consiglio dei ministri convocato - abbiamo semplicemente un'agenzia del Ministro Calderoli -, a questo punto, vorrei chiedere la convocazione della Capigruppo per sapere dal Ministro quando hanno intenzione di venire in Parlamento, per far sapere alle opposizioni e alla maggioranza come si sta organizzando il Governo per supportare queste terre martoriate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
C'è una sensibilità, immagino sia da parte della maggioranza, che però ha un canale con il Governo, sia da parte dell'opposizione, che è completamente all'oscuro su come ci si sta organizzando.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole. Naturalmente, abbiamo trasferito le richieste al Governo, che è presente ed era presente anche ieri. Trasferiremo al Presidente la sua richiesta di convocazione di una Capigruppo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi, sempre sullo stesso tema. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Mentre l'emergenza si manifesta in tutta la sua forza, i “climafreghisti” si divertono a insultare la scienza, le opposizioni, gli ecologisti. Se la prendono e pensano di cavarsela con qualche battuta.
Salvini continua a parlare del ponte su Messina, mentre Catania è senz'acqua, senza energia elettrica e Palermo, come tutta la Sicilia, brucia. Non so davvero, colleghi, che cosa altro volete aspettare. Siamo davanti a un giudizio universale climatico e voi potete negarlo, potete fregarvene, potete dire che il caldo ci è sempre stato, così come la grandine. Io non so a che dimensioni esattamente volete che arrivino quei chicchi di grandine: oggi sono palline da tennis, domani delle mele. Io non so davvero cosa debba ancora succedere in questa Italia per chiedere a Giorgia Meloni di venire a riferire in Aula per dirci dov'è finito il Piano di adattamento climatico di questo Paese!
Siamo in uno stato di emergenza, ma un'emergenza che durerà anni! E se questa è l'estate più calda di sempre, state tranquilli che rischia di essere la più fresca dei prossimi anni. Chiediamo una cosa da tempo: di invertire le politiche di questo Governo, di questo Paese, che va dritto contro il clima, che va a tutto gas contro il clima.
Chiediamo questa Conferenza dei presidenti di gruppo, ma chiediamo soprattutto che Giorgia Meloni venga qui, a riferire in aula! Altro che Piano Mattei! Vogliamo sapere esattamente cosa pensa questo Governo dei fatti e delle tragedie che ogni giorno viviamo, perché i cambiamenti climatici sono già qui. Non è questione di futurologi: è la scienza dircelo, è il tempo a dircelo, è il cielo a dircelo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Richetti, sullo stesso tema Ne ha facoltà.
MATTEO RICHETTI (A-IV-RE). Presidente, solo perché ritengo particolarmente importante lasciare agli atti di questa discussione che la richiesta che il collega Silvestri ha avanzato ieri e reiterato oggi è una richiesta sacrosanta.
Non ci metto il carico di polemiche e di pretestuosità in un momento nel quale non credo che questo Parlamento se lo possa permettere, però, in questo momento, uomini dello Stato, Vigili del fuoco e uomini delle Forze dell'ordine descrivono la situazione del nostro Paese come un inferno. E, allora, il Parlamento deve essere informato, prima di ogni elemento polemico di contrapposizione. Siamo al lavoro in quest'aula da giorni e ci rimarremo. I lavori vanno aggiornati con un'informativa del Governo su ciò che sta accadendo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Provenzano. sullo stesso tema. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE PROVENZANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ieri, dai banchi del Partito Democratico, la nostra collega, onorevole Valentina Ghio, ha chiesto un'informativa urgente al Governo, in particolare sui fatti che si stanno verificando in Sicilia. Ieri la Sicilia bruciava. Abbiamo pianto altre vittime. Per noi non è questo il momento di fare polemiche. Ci è stato detto che sono stati eventi inattesi e così non è, perché arrivano a un anno esatto dal disastro degli incendi siciliani, dopo una mancata prevenzione, che noi paghiamo in quel territorio. Ma adesso sono accaduti, quindi, non c'è più niente di inatteso. E abbiamo il dovere di chiedere al Governo quali siano le iniziative che sta mettendo in campo per aiutare quella terra a superare il dramma e l'emergenza. Lo dico perché la Sicilia è nel caos, dopo giorni di trasporti e di traffico aereo allo sbando. È un'emergenza nazionale e il Governo, i ministri siciliani, il Ministro Musumeci, hanno il dovere di venire in quest'Aula a dire come e quanto il Governo si stia assumendo la responsabilità di non dare una risposta alla Sicilia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Come ho detto rispondendo all'intervento dell'onorevole Silvestri, naturalmente trasferiremo al Presidente la richiesta dell'onorevole Silvestri, che riguarda il Governo. Il Governo è presente, ma naturalmente faremo presente le richieste arrivate anche oggi dai gruppi.
Seguito della discussione della proposta di legge: Varchi ed altri: “Modifica all'articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero da cittadino italiano” (A.C. 887-A) e delle abbinate proposte di legge: Candiani ed altri; Lupi ed altri (A.C. 342-1026).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 887-A: “Modifica all'articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero da cittadino italiano” e delle abbinate proposte di legge nn. 342-1026.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi per il seguito della discussione è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (Vedi l'allegato A).
Ricordo che nella seduta del 18 luglio sono state respinte le questioni pregiudiziali di costituzionalità Gianassi ed altri n. 1 e Magi e Della Vedova n. 2.
(Esame dell'articolo unico - A.C. 887-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico della proposta di legge e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 89, comma 1, del Regolamento, in quanto estranei rispetto ai contenuti del provvedimento in esame, gli emendamenti 1.1050 Gianassi, gli identici emendamenti 1.1002 Grimaldi e 1.1051 Gianassi, gli identici emendamenti 1.1003 Ghirra e 1.1052 Gianassi, nonché gli identici emendamenti 1.1004 Ghirra e 1.1053 Gianassi, non previamente presentati in Commissione.
Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per princìpi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
In proposito, avverto che, constando il testo di un unico articolo, al fine di consentire una più ampia valutazione delle questioni poste dal provvedimento, la Presidenza ha ritenuto di ammettere alla discussione e al voto un numero maggiore di emendamenti, pari al doppio di quelli che sarebbero consentiti.
Essendone stata fatta specifica richiesta, la Presidenza, in considerazione del rilevante numero di emendamenti presentati, ha inoltre ritenuto di ammettere alla discussione e al voto un emendamento aggiuntivo della componente +Europa del gruppo Misto.
A tal fine, i gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra e la componente +Europa del gruppo Misto sono stati, dunque, invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 1 segnalati per la votazione.
MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice per la maggioranza. Sugli identici emendamenti 1.2 D'Orso, 1.1001 Grimaldi e 1.1024 Zan, nonché sugli emendamenti 1.7 Appendino, 1.1025, 1.1026 e 1.1027 Zan, e 1.8 Appendino, invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. L'emendamento 1.1050 Gianassi è inammissibile.
MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice per la maggioranza. Sugli emendamenti 1.1023 Magi, 1.9 Quartini, 1.1013 Magi, 1.14 Quartini e 1.1010 Magi, invito al ritiro o parere contrario.
Sull'emendamento 1.1008 Montaruli il parere è favorevole.
Sugli emendamenti 1.15 e 1.16 D'Orso, invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Passiamo agli articoli aggiuntivi.
MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice per la maggioranza. Sugli articoli aggiuntivi 1.01 e 1.02 D'Orso, 1.03 Appendino, invito al ritiro o parere contrario.
Sugli articoli aggiuntivi 1.01015, 1.01012, 1.01011, 1.01013, 1.01014, 1.01008, 1.01007, 1.01006 e 1.01004 Zan, invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Gli identici emendamenti 1.1002 Grimaldi 1.1051 sono inammissibili…
MARIA CAROLINA VARCHI , Relatrice per la maggioranza. Questi non sono segnalati.
PRESIDENTE. Invito adesso il relatore di minoranza a esprimere il parere.
RICCARDO MAGI , Relatore di minoranza. Grazie Presidente, parere favorevole su tutti gli emendamenti, ad eccezione, dell'emendamento 1.1008 Montaruli (a pagina 10 del fascicolo), su cui mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Anche sugli articoli aggiuntivi, si intende che il parere favorevole?
RICCARDO MAGI , Relatore di minoranza. Esatto.
PRESIDENTE. Il Governo?
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia.
I pareri sono tutti contrari, ad eccezione dell'emendamento 1.1008 Montaruli, su cui c'è parere favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti 1.2 D'Orso, 1.1001 Grimaldi e 1.1024 Zan.
Ha chiesto di parlare il deputato Zan. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO ZAN (PD-IDP). Grazie, Presidente. È evidente a tutti che quest'obbrobrio giuridico - che oggi la maggioranza di destra vuole approvare in questa Camera - sia una grande arma di distrazione di massa, proprio in un momento in cui l'Italia brucia al Sud ed è vittima di nubifragi violenti senza precedenti al Nord, che, peraltro, questo Governo continua a non vedere, con un atteggiamento di negazionismo davvero vergognoso rispetto a quello che sta accadendo nel nostro Paese. E, allora, perché, oggi, si approva un provvedimento, dove si vuole rendere la GPA reato universale, quando è già reato nel nostro Paese? Evidentemente, perché, Presidente, c'è un disegno preciso di questa destra, il quale non nasce solo oggi, ma che fa parte di un attacco sistematico alle famiglie arcobaleno e ai loro figli, attraverso una serie di provvedimenti.
Mi riferisco, in primo luogo, alla circolare del Ministro Piantedosi, che ha impedito ai sindaci di trascrivere i figli delle famiglie arcobaleno, non solo gli atti di nascita dei figli nati da gravidanza per altri, ma anche dei figli di coppie di donne. Questo dimostra che il tema della GPA è solo strumentale, oggi. In secondo luogo, c'è la questione del regolamento europeo sui figli bocciato dal Senato, che dovrebbe dare a tutti i figli dell'Unione europea gli stessi diritti in tutti i Paesi dell'Unione, ripeto: bocciato dalla destra. In terzo luogo, l'appoggio del Governo Meloni alle leggi omotransfobiche di Orbán, che in Ungheria ottiene il consenso politico attraverso la discriminazione di una parte dei suoi cittadini. Dunque, noi non vogliamo, Presidente, che l'Italia finisca come l'Ungheria e la Polonia, perché questo è il disegno politico della destra. Ricordo a tutti che discriminare una parte dei cittadini non fa parte di una democrazia. Una democrazia solida è quella che tutela tutti i suoi cittadini e, soprattutto, tutela le minoranze di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). La destra dovrebbe averlo capito, la storia penso che ci abbia insegnato che una democrazia solida passa dalla tutela dei diritti delle minoranze e non dalla discriminazione di esse. Evidentemente però - e mi rivolgo a un partito politico che oggi mantiene la fiamma del Movimento Sociale Italiano dentro il suo simbolo (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) -, colleghi, la storia non vi ha insegnato abbastanza.
SALVATORE CAIATA (FDI). Forse a voi non ha insegnato!
ALESSANDRO ZAN (PD-IDP). Qui non si può approvare una legge strumentale che ha l'obiettivo di colpire e di rendere la vita impossibile a una parte dei suoi cittadini perché, se la GPA è già vietata nel nostro Paese, perché renderla reato universale? Ci rendiamo conto che il Parlamento avrebbe il compito di tutelare le figlie e i figli che oggi continuano a essere discriminati (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle)? Perché non affrontiamo il tema della loro tutela, come hanno chiesto la Corte costituzionale e i sindaci, non solo di sinistra, ma anche di centrodestra? Voi vi state girando dall'altra parte, quei sindaci non si girano dall'altra parte; avete figli anche voi, eppure vi girate dall'altra parte e strumentalizzate la GPA reato universale come clava ideologica. È evidente il vostro disegno e, Presidente - a parte il brusio abbastanza fastidioso su un tema che dovrebbe essere, invece, all'attenzione, perché è un tema molto delicato -, ricordo che, chi commette atti di tortura all'estero, in Italia non è punibile. La stessa cosa vale per chi si macchia del delitto di riduzione in schiavitù e anche per il delitto di prostituzione minorile. Dovrebbe essere, invece, punito in Italia, secondo la maggioranza di destra, chi fa ricorso alla gestazione per altri all'estero negli Stati in cui ciò è regolamentato ed è legittimo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle). Allora, voi dite…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
ALESSANDRO ZAN (PD-IDP). …voi dite “no” alla tortura reato universale, “no” alla schiavitù reato universale e dite “sì” alla gestazione per altri reato universale (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle). Allora, Giorgia Meloni deve avere il coraggio di guardare negli occhi Elon Musk, che ha avuto una figlia nata da GPA e dire a Elon Musk che lui è un criminale. Invece, gli ha aperto le porte di Palazzo Chigi con tanto di fanfara dei Carabinieri e siccome Elon Musk è di destra e anche ricco, Giorgia Meloni non ha chiuso solo un occhio, ma ne ha chiusi due (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle)…
PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere.
ALESSANDRO ZAN (PD-IDP). …perché evidentemente, se sei di destra e se sei ricco, la GPA non è più un problema (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Sarò velocissimo, visto il contingentamento dei tempi. La proposta che discutiamo chiede, di fatto, di sottoporre alla giurisdizione italiana le condotte compiute all'estero: significherebbe poter comminare a quei genitori che hanno agito in maniera legale in Paesi democratici pene di reclusione da 3 mesi a 2 anni e sanzioni da 600.000 a un milione di euro.
Come sapete, l'articolo 6, comma 1, del codice penale, stabilisce che, in base al principio di territorialità, il diritto penale italiano è applicabile solo entro i limiti del confine dello Stato. Dico ai sovranisti dei nostri tempi che questo principio può essere derogato solo in alcuni casi gravissimi: lesioni di fondamentali interessi dello Stato, crimini di genocidio, terrorismo, crimini punibili con l'ergastolo o con la reclusione non inferiore a 3 anni. Ecco perché non c'è traccia del reato di tortura, della lotta alle mafie e nemmeno della prostituzione femminile. Può la gestazione per altri essere ricompresa tra questi reati? Io credo che sia giuridicamente infondato e dobbiamo stare nel merito, in questo merito. Come si può ammettere la deroga al principio di territorialità e il riconoscimento a livello universale del disvalore della GPA per una pratica legale in diversi Paesi in Europa e nel mondo? Come si può? È una legge irragionevole, a rischio di incostituzionalità, ma anche, secondo noi, inapplicabile, che vedrebbe i tribunali impegnati per anni finché non sarà cancellata. Per questo, vi chiediamo di fermarvi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Valentina D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. La proposta che è oggi all'esame si compone di sole tre righe - lo potete vedere tutti -, ma che avranno un impatto devastante sulla vita delle persone. Mira a punire, infatti, il cittadino italiano che ricorre alla surrogazione di maternità anche in Paesi in cui tale pratica, non solo è ammessa e lecita, ma anche rigorosamente regolamentata in ogni suo aspetto. Questa proposta di legge sarà destinata a divenire una legge dannosa, inutile, inapplicabile e con profili di forte incostituzionalità, che abbiamo già sviscerato, anche in altra sede. Sarà dannosa perché l'introduzione del reato universale indurrà il genitore intenzionale o la coppia che abbia fatto ricorso a tale pratica negli Stati in cui è consentita a rinunciare alla trascrizione dell'atto di nascita del proprio bambino o della propria bambina, rinunciando così ad un titolo giuridico utile ai fini del riconoscimento dello status di genitore e quindi verrà inevitabilmente leso e compromesso il superiore interesse del minore ad avere un legame giuridico con entrambi i genitori. Questa proposta di legge - dobbiamo dirlo, dobbiamo dirlo forte - è una proposta contro i bambini e contro le bambine. Rischia di criminalizzare anche le coppie che ricorrano alla fecondazione eterologa, che è lecita in Italia dopo la sentenza della Corte costituzionale, quando per praticarla sarà necessario importare i gameti dai Paesi in cui magari ai donatori viene riconosciuta una forma di rimborso o di ristoro economico perché - attenzione - la fecondazione eterologa, resa legittima dalla pronuncia della Corte costituzionale, non è ancora regolamentata nel nostro Paese, le strutture fanno fatica a portarla avanti su richiesta dei cittadini italiani e, soprattutto, vi è necessità di importare i gameti dai Paesi esteri. Sarà inutile e superflua perché - lo hanno già ricordato anche altri colleghi - noi abbiamo un articolo 9, rubricato “delitto comune del cittadino all'estero” nel codice penale, che già prevede che il delitto del cittadino italiano in territorio estero, quando sia punito con la pena dell'ergastolo o della reclusione non inferiore nel minimo a 3 anni, è anche perseguibile in Italia, ma se si tratta di un delitto per cui è stabilita una pena minore comunque il colpevole può essere punito a richiesta del Ministro della Giustizia. Quindi, il reato di surrogazione di maternità, che prevede una pena da 3 mesi a 2 anni, rientra in quest'ultima previsione. Il Ministro della Giustizia, se ritiene, potrebbe richiedere anche oggi che il cittadino italiano che ricorra a tale pratica all'estero venga perseguito. Mi vien da dire che evidentemente non vi fidate del vostro Ministro Nordio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Sarà inapplicabile perché ci hanno detto tanti auditi che ci saranno difficoltà probatorie per accertare la realizzazione di una condotta commessa all'estero, dove c'è un contesto ordinamentale che, invece, riconosce come legittima la pratica in esame. Infine, sarà incostituzionale perché è una norma del tutto incoerente e irragionevole rispetto al nostro sistema penale, per cui la punibilità del cittadino per azioni o omissioni commesse all'estero costituisce una eccezione rispetto alla regola che prevede di punire solo i reati commessi in Italia.
Tali eccezioni sono previste dall'articolo 7 del codice penale e riguardano le ipotesi in cui i reati commessi in territorio estero producono effetti pregiudizievoli su preminenti interessi dello Stato - e non è questo il caso -, quando sono perseguibili anche negli Stati esteri per effetto di apposite convenzioni internazionali, la cosiddetta doppia incriminazione, per cui c'è un'incriminazione sia in Italia sia nel Paese dove viene commesso - e non è questo il caso, l'abbiamo detto -, oppure sono previsti come tali da speciali disposizioni di legge in ragione della loro particolare gravità, che giustifica l'applicabilità della legge penale italiana anche quando lo Stato estero non li riconosce come reati.
Ripeto, il reato di maternità surrogata è punito solo con una pena che è bassa, quindi possiamo dire che neanche nel nostro Paese il disvalore di questa condotta ha un'elevata rilevanza. Questa norma rappresenterà, quindi, un unicum nella legislazione italiana, che, difficilmente, passerà il vaglio di costituzionalità.
Questa maggioranza e questo Governo avrebbero fatto meglio, come suggerito da tanti auditi, invece, a fare un intervento di tipizzazione della condotta penalmente perseguita, in ossequio ai principi di legalità, tassatività e determinatezza, evitando parificazioni che potrebbero un domani essere giudicate irragionevoli.
Noi abbiamo presentato un emendamento soppressivo proprio perché questa proposta di legge di tre righe, che al massimo poteva andare bene per fare un tweet, va ad impattare sulla vita delle persone. Quindi, questa maggioranza e questo Governo non fanno altro che sottrarsi alla riflessione e all'approfondimento, scegliendo sempre le soluzioni più facili, per l'assoluta incapacità di affrontare la complessità dei problemi. Noi voteremo favorevolmente su tutti gli emendamenti soppressivi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Anche noi abbiamo definito questa proposta un abominio giuridico, perché l'ordinamento nazionale consente l'introduzione di fattispecie penali di tipo universale solo quali eccezioni al più generale principio di territorialità espresso nell'articolo 6, comma 1, del codice penale: quindi, lesione dei fondamentali interessi dallo Stato, genocidio, pirateria, terrorismo, reati gravemente lesivi dei diritti e interessi. Ricomprendere tra tali reati la surrogazione di maternità è giuridicamente del tutto infondato.
Ci sorprende l'inammissibilità degli emendamenti che abbiamo proposto per ritenere reati universali la tortura, lo sfruttamento della prostituzione minorile e la riduzione in schiavitù. Il fatto che questa maggioranza consideri la GPA un reato più grave, criminalizzando chi ha fatto ricorso o intende ricorrere alla GPA rendendola reato universale, non solo è un abominio giuridico, ma è un atto di grande disumanità verso quei genitori e quei bambini in carne ed ossa a cui non volete riconoscere alcun diritto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il relatore di minoranza, deputato Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Questo reato universale di gestazione per altri, ormai lo hanno capito tutti, sotto il profilo giuridico è una scemenza. Ci sorprende, anzi, il silenzio del Ministro Nordio. È un reato che contrasta con il codice penale italiano, negli articoli 7 e 9, laddove si indicano quali sono i reati commessi all'estero su cui può esservi una pretesa punitiva da parte dello Stato italiano.
Quindi ci chiediamo in quest'Aula e chiediamo, rivolgendoci a lei e a tutti i colleghi: come ci si può definire ancora garantisti non opponendosi all'istituzione di questo reato universale? Ma anche: come ci si può definire ancora europeisti non opponendoci all'istituzione di questo reato universale? Perché questo reato universale, così formulato, è in contrasto con la Carta dei diritti dell'Unione europea, che sancisce in maniera chiara che nessun cittadino europeo può essere condannato per un'azione che non sia reato in base al diritto interno del Paese in cui viene commessa o in base al diritto internazionale.
Allora, colleghi, pensateci bene prima di votare questo reato universale. Non vi potrete più definire europeisti: state votando una legge che ci porrà in contrasto con altri Paesi sovrani. Nessuna autorità giudiziaria potrà rispondere all'autorità giudiziaria italiana che chiederà una rogatoria o chiederà un'estradizione: verrà opposto all'autorità giudiziaria italiana, prima di tutto, un principio di privacy rispetto ai trattamenti sanitari che in quel Paese sono legali. State facendo una bruttissima figura e, ripeto, è incredibile, in quest'Aula, in questa discussione, il silenzio del garantista Ministro Nordio (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Sono naturalmente d'accordo con tutto quanto ha detto Magi. Si tratta di un'insensatezza giuridica. Il mese scorso, il Primo Ministro Meloni ha ricevuto il Presidente della Knesset, ha ricevuto Elon Musk: se, per caso, un cittadino italiano lavorasse in una delle strutture in cui Elon Musk o il Presidente della Knesset hanno praticato la gravidanza per altri, rientrando in Italia per le vacanze, voi lo arrestereste? È una roba totalmente folle e insensata.
Poco più di un anno fa, da Sottosegretario per gli Affari esteri, ho assistito, con l'ambasciatore Zazo, con gli uomini e le donne della Farnesina, alcune coppie italiane che stavano portando avanti la GPA in Ucraina, a Kiev, dove è legale. Coppie ordinarie, eterosessuali, sposate, perché così prevede la legge ucraina, affette da inguaribile sterilità e animate da un fortissimo desiderio di genitorialità. Possiamo essere d'accordo o non d'accordo, ma è una cosa che c'è, che esiste e che ha queste basi. Che quelle coppie vengano salvate da una condanna penale solo perché, per fortuna, nemmeno questa legge può essere retroattiva e che su di loro e sui loro figli venga a pesare, per la vostra cattiveria, lo stigma della criminalità è una cosa inaccettabile. Pensateci, è inaccettabile. Sono famiglie che cercano la genitorialità, come in Italia è stato fatto in tanti modi, con tante pratiche non legali.
Toglietevi dalla testa questa idea, è una grida manzoniana, non funzionerà. Sarà solo un modo per favorire chi, avendo tante disponibilità, troverà un modo o l'altro per fare quello che insopprimibilmente desidera. A pagare le conseguenze saranno solo le coppie con meno mezzi, i figli che già ci sono, con il rischio che, poi, voi vi troviate a condannare persone che cercano solo di fare i genitori.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.2 D'Orso, 1.1001 Grimaldi e 1.1024. Zan, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
Passiamo all'emendamento 1.7 Appendino. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento è un aggiuntivo ed è stato suggerito, durante le audizioni in Commissione giustizia, per garantire una tutela ai minori. La situazione è molto, molto seria, perché la norma che si vuole approvare si pone proprio al di fuori di un contesto giuridico; si pone come inapplicabile, incostituzionale, ma, soprattutto, al di fuori di quello che è anche il contesto dell'Unione europea. Quello che ci tengo a dire con la massima sincerità è che la norma, scritta in questo modo, purtroppo, non è altro che un altro tentativo di colpire la comunità LGBT, e lo si fa nel modo più subdolo, perché si punta ai bambini per renderli invisibili.
Questo è un fatto molto grave. Esistono le famiglie arcobaleno? Sì. Esistono i figli e le figlie delle famiglie arcobaleno? Sì. Meritano di essere tutelati? Sì. Allora, iniziate a farvene una ragione, questo in primis, perché ciò può anche bastare, nel 2023 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Vi si chiede di fermare questa guerra ideologica, che avete messo in atto, perché, purtroppo, a pagarne il prezzo sono i diritti delle persone, i diritti dei minori che dovranno fare i conti proprio con lo stigma di essere considerati figli di un reato, così come venivano considerati quelli nati da uno stupro, e questo è inaccettabile. Fermatevi veramente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.7 Appendino, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
Sui lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Colleghi, sulla richiesta di informativa urgente riguardo agli eventi climatici drammatici di questi giorni, informo che il Presidente della Camera ha personalmente contattato i rappresentanti del Governo che hanno garantito una sollecita risposta. Non appena tale risposta sarà disponibile, la Presidenza ne darà comunicazione all'Assemblea.
Si riprende la discussione della proposta di legge n. 887-A e abbinate.
(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 887-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.1025 Zan. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà.
FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Presidente, questo è il primo di tre emendamenti con i quali chiediamo all'Aula di impegnarsi per il riconoscimento dello stato di figlio in favore dei minori. È una richiesta che proviene dal territorio e che è stata manifestata più volte e con grande intensità da molti sindaci, di orientamento politico diverso, che hanno richiesto un intervento normativo nazionale che consenta il riconoscimento dei minori; ed è stato chiesto dalla Corte costituzionale con le sentenze gemelle del 2021, con le quali la Corte ha evidenziato l'urgenza di un intervento del Parlamento per colmare un vuoto di tutela.
In effetti, lo strumento che ad oggi può essere considerato utilizzabile, cioè l'adozione per casi particolari, è inadeguato e inefficace nell'assicurare la tutela dei minori, i quali non hanno alcuna responsabilità rispetto all'origine del rapporto genitoriale e, dunque, devono essere tutelati indipendentemente dal fatto che il Parlamento dichiari l'illegittimità del ricorso alla maternità surrogata e che quelle illegittimità costituiscano fattispecie penale, perché quell'interesse a prevenire il ricorso alla maternità surrogata non può arrivare a sacrificare il diritto dei minori.
L'adozione per casi particolari presenta caratteristiche che sono inadeguate rispetto a questa esigenza di tutela. Si tratta di un percorso molto lungo e, quindi, inidoneo a garantire una tutela immediata e pronta; si tratta di un procedimento che non costituisce un'adozione ai sensi di legge e non garantisce, quindi, i diritti che scaturiscono dall'adozione ed è consentito al genitore biologico esercitare un veto rispetto all'adozione del genitore intenzionale. Dunque, la Corte costituzionale ha detto che è urgente un intervento del legislatore che vada a colmare questo vuoto di tutela.
Noi ci siamo impegnati, con questo primo emendamento, ma anche con i successivi, ad assicurare una tutela mediante un procedimento che garantisca la trascrizione dell'atto di nascita e l'invio immediato di tale trascrizione al pubblico ministero per l'impugnazione, con l'apertura di un procedimento giurisdizionale che si chiuda con una decisione del giudice circa la legittimità della trascrizione ed eventualmente anche la revoca della trascrizione quando sia stato verificato che non vi è l'interesse preminente del minore. È, dunque, un riconoscimento di tutela che passa dal vaglio giurisdizionale e che consente di assicurare tutela a quei bambini e a quelle bambine che altrimenti ne restano privi. Non possiamo permetterci di vivere in un Paese nel quale i bambini, i minori subiscono una lesione dei propri diritti e delle proprie aspettative in ragione di un “no” alla maternità surrogata.
Per questo chiediamo all'Aula di votare a favore di questo primo emendamento che consentirebbe di colmare questo vuoto di tutela, che è molto grave e che non può essere prorogato oltre (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1025 Zan, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).
Passiamo all'emendamento 1.1026 Zan. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scarpa. Ne ha facoltà.
RACHELE SCARPA (PD-IDP). Presidente, credo che il collega Gianassi abbia già puntualmente illustrato le motivazioni e gli aspetti giuridici per cui questi tre emendamenti sulla trascrizione dei figli nati da gestazione per altri dovrebbero essere approvati. Io volevo concentrarmi sulle ragioni un po' più umane e un po' più politiche, perché credo sia nostro compito, all'interno di quest'Aula, considerare anche questi aspetti.
Con questi emendamenti andiamo a sanare il vuoto legislativo che ha consentito in questi mesi un vero e proprio accanimento. Io provengo dal Veneto, ho studiato e ho vissuto diversi anni a Padova e proprio a Padova, anche sulla scia della discussione di questa proposta di legge e anche in conseguenza di questo vuoto normativo, la procura ha ritenuto di impugnare gli atti di nascita di 33 bambini e bambine, figli di coppie di donne, mettendo in discussione la legittimità di uno dei loro genitori, quello non biologico.
Ora, c'è chi, in questi mesi, ha voluto sottolineare come sia un aspetto meramente burocratico, legale, un cavillo che, di fatto, non toglie alcun diritto a questi bambini, ma ci tengo ad osservare che sono piccole cose della quotidianità se tua mamma può accompagnarti a scuola, se tua mamma può portarti da sola in aeroporto per andare in vacanza in un viaggio, se tua mamma può o meno firmare per procedure mediche o venire a trovarti in ospedale se ti fai male. Ecco, mi sembrano passaggi importanti rispetto a cosa vuol dire essere un genitore o avere un genitore e mi sembra che, sulla scia della discussione che si è voluta forzosamente aprire con questa proposta di legge, i diritti di questi bambini e di queste bambine stiano venendo messi sotto attacco.
Ora, penso che sarebbe cieco e pretestuoso fingere di non accorgersi del profondo legame che c'è stato tra la discussione sul reato universale di surrogazione di maternità e questo tipo di mosse da parte delle procure, così come di tutta una serie di spinte reazionarie, omofobe e discriminatorie che ci sono state e che stanno tuttora attraversando il nostro Paese.
Quindi, di fronte a questo, chiederei a quest'Aula semplicemente di aprire gli occhi e di non lasciare che la reazione etica, più o meno legittima, a un feticcio che si è voluto creare, ovvero quello dell'utero in affitto, arrivi a danneggiare la vita di questi bambini e di queste bambine. Ricordo che alcuni di loro hanno sei o sette anni, sono bambini che sono già qui. Si parla tanto di tutela e di difesa dei bambini, quando si discute di questa proposta di legge, e ci dimentichiamo che ce ne sono almeno 30, forse di più, in tutta Italia, che sono già qui, hanno dei nomi, dei cognomi, delle storie, vanno a scuola, delle mamme e che vedono messi in discussione i loro diritti anche sulla scia della discussione creata su questa proposta di legge, insistendo su questo vuoto normativo, a cui ora si propone di votare contro, nel momento in cui cerchiamo di sanarlo.
Vogliamo veramente dimostrare che non si è in malafede nel proporre questa proposta di legge; vogliamo veramente dimostrare che non fa parte di un disegno più ampio che punta a criminalizzare la comunità LGBT e a farci regredire anche solo nella qualità della discussione che affrontiamo in quest'Aula. Votiamo questi emendamenti, tuteliamo questi bambini, tutti quanti i bambini, saniamo questo vuoto normativo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Sulla scia di quanto diceva la collega, vorrei ribadire che oggi la definizione più frequente in quest'Aula sarà quella di obbrobrio giuridico, perché noi ci troviamo di fronte a un obbrobrio giuridico, a una vera e propria mistificazione. Questa destra vuole far credere che, siccome lei decide che una condotta è un reato universale, questa diventa reato universale. Allora, dico fermatevi, fermatevi almeno sui bambini, fermatevi perché l'impatto che questo avrà sulla vita di questi bambini sarà devastante. Potete immaginarvi cosa vuol dire sapersi figli di un reato universale? Ma avete pensato a queste conseguenze? Perché volete accanirvi sulle vite dei bambini e delle bambine? Questo, Presidente, è l'interrogativo a cui non so dare una risposta. Cosa li porta a fare questo a tanti bambini e a tante bambine (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1026 Zan, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
Annuncio della costituzione della Commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall'insularità.
PRESIDENTE. Comunico che la Commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall'insularità ha proceduto in data odierna alla propria costituzione.
Sono risultati eletti: presidente, il deputato Tommaso Antonino Calderone (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).
; vicepresidenti, la senatrice Antonella Zedda e il deputato Silvio Lai; segretari, il senatore Antonino Germanà e la deputata Alessandra Todde.
Si riprende la discussione della proposta di legge n. 887-A e abbinate.
(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 887-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.1027 Zan. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zan. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO ZAN (PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi sono sempre posto il problema di cosa racconterà questa legge, se verrà malauguratamente approvata, alle migliaia di persone nate nel nostro Paese grazie alla gestazione per altri. Davvero vogliamo dire a queste persone, all'Italia e al mondo intero che esistono persone la cui nascita è frutto di un reato universale? Davvero volete esprimere questa crudeltà nei confronti di questi bambini? Ma non solo nei confronti di bambini, lo diceva in precedenza la collega, che oggi hanno 6 anni e che si sono visti impugnare gli atti di nascita delle loro famiglie, ma parliamo anche di ragazzi di 15 e 16 anni, che oggi sono adolescenti, che vivono nel nostro Paese, che si apprestano a diventare maggiorenni, cittadini maggiorenni, e a cui voi raccontate di essere dei figli della colpa, di essere dei figli di un reato universale.
E, allora, di fronte a queste cittadine e questi cittadini, mi vergogno per voi, perché è totalmente disumano e crudele mettere al primo posto una strumentalità ideologica per fare un bieco consenso elettorale, discriminando una parte dei cittadini, mettere al primo posto questo rispetto alla loro dignità e alla loro vita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Le famiglie omogenitoriali e i loro figli, colleghi, vivono, in questo Paese, un vero e proprio calvario. Dal giorno in cui nascono, le bambine e i bambini con genitori dello stesso sesso devono affrontare l'assenza di un riconoscimento giuridico, hanno due genitori nella vita, quelli sono le loro famiglie, ma ne hanno solo uno, per la legge. L'altro genitore, quello non biologico, deve preoccuparsi, in attesa di un calvario giuridico lunghissimo e costoso, che richiede anni – e, nel frattempo, un bambino potrebbe rimanere orfano del genitore biologico, e dunque orfano di tutti e due i genitori, per la legge - di avere sempre una delega in tasca per potersi prendere cura del proprio figlio, e a volte nemmeno è sufficiente, come, ad esempio, nel caso del consenso per le cure salvavita, non basta nemmeno la delega. Questi bambini, fortunatamente, non hanno incontrato voi nel loro percorso, ma hanno incontrato sindaci coraggiosi, anzi, sindaci che fanno il proprio dovere, che, nel corso degli anni, hanno scavato nelle pieghe della legge, grazie alle associazioni, ma anche a tanti giudici e anche giuristi, per dare loro tutela, perché oggi, con questa legge, voi introducete uno stigma nei confronti di questi bambini, un marchio di infamia, che condizionerà per sempre le loro vite. Il Partito Democratico si è opposto fin da subito compattamente a questo obbrobrio giuridico e politico, e questo lo rivendico come un grande atto di civiltà. All'ideologia della proposta di legge Varchi e della destra il Partito Democratico ha contrapposto la vita, la voce delle esperienze, che, ancora una volta, non ha trovato ascolto in questo Parlamento. La risposta del Partito Democratico anche in questo caso è la cura: la cura per le bambine e i bambini con genitori dello stesso sesso, che attendono tutela; cura per il tessuto sociale e culturale di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), che deve essere ricucito; cura per le lavoratrici e i lavoratori in difficoltà, e su questo attendiamo, magari, una risposta su una misura di civiltà, che è quella del salario minimo, che voi vedete come una cosa stravagante; la cura per l'ambiente.
Insomma, cura e responsabilità di fronte a un disegno che vuole disgregare il Paese e annegare nell'odio e nell'intolleranza le coscienze (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Siamo consapevoli che in fondo a questo piano inclinato, Presidente, non ci sono soltanto i diritti delle persone della comunità LGBTQIA+ e delle loro famiglie, ci sono i diritti di tutte e di tutti; e non c'è, soprattutto, l'indebolimento della democrazia italiana, che, ricordo, senza i diritti non può chiamarsi democrazia. L'articolo 3 della nostra Costituzione è chiaro: la Repubblica rimuove gli ostacoli. Purtroppo voi state aggiungendo altri ostacoli a queste cittadine e cittadini che pagano le tasse e che meritano il nostro rispetto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1027 Zan, con il parere contrario di Commissione e Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.8 Appendino, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).
Passiamo all'emendamento 1.1023 Magi. Ha chiesto di parlare il relatore di minoranza, onorevole Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI, Relatore di minoranza. La ringrazio, Presidente. Oggi, in quest'Aula, il Parlamento italiano discute di un provvedimento che, se sarà approvato, porterà le nostre istituzioni democratiche a definire dei bambini e delle bambine figli di un reato universale. Credo che non vi sia nulla di più odiosamente discriminatorio, da parte di istituzioni democratiche, di arrivare a questo punto, che si segna oggi in quest'Aula.
Noi siamo, invece, convinti che delle istituzioni democratiche dovrebbero operare quotidianamente contro ogni discriminazione, dovrebbero accogliere e aiutare le famiglie, dovrebbero sostenerle, soprattutto quelle che attraversano i percorsi più difficili, perché attraversano magari patologie, patologie molto gravi, che le portano all'impossibilità, ad esempio, di avere figli.
Dico questo perché, con l'emendamento in discussione, siamo convinti di proporre la reale e concreta alternativa al reato universale, che non può essere: andiamo contro il reato universale ma teniamoci il reato nazionale. E quindi, sostanzialmente diciamo alle persone: andate a farlo all'estero, dove si può fare, noi ci voltiamo dall'altra parte. Poi tornerete in Italia con i vostri bambini; e poi sarà il caos, perché, ovviamente, è tutta una situazione diversa a seconda che si tratti di una coppia eterosessuale o di una coppia omogenitoriale, a seconda che si arrivi da un Paese o da un altro.
Quindi, siamo convinti che l'alternativa vera a questo obbrobrio giuridico sia una regolamentazione della gestazione per altri in forma solidale, che è quello che già avviene in molte democrazie avanzate. La constatazione che in molte democrazie avanzate sia già così pone nel ridicolo questa maggioranza e questo Governo che vogliono prevedere un reato universale, perché è nella realtà dei fatti che quel reato non sarà universale e le istituzioni americane, le istituzioni canadesi o le istituzioni di altri Stati membri dell'Unione europea vi faranno - scusate tanto - una pernacchia, quando uscirete da quest'Aula avendo approvato il reato universale.
Eppure, serve di più, serve dire chiaramente che non si può aspettare, perché la società italiana, come è accaduto in molti altri casi, è andata avanti e, quindi, serve governare e regolare queste situazioni. È proprio con una regolamentazione che si combatte lo sfruttamento e la commercializzazione. È sempre stato così nella storia delle battaglie per i diritti civili: dove c'è clandestinità e proibizione c'è mancanza di trasparenza e sfruttamento.
Concludo, Presidente, chiedendo il voto favorevole su questo emendamento. Abbiamo ascoltato molti, in queste settimane, ergersi a coloro che difendono e tutelano la dignità della donna, ma quasi sempre non hanno voglia di ascoltare la volontà della donna, prima di ergersi a difensori della sua dignità. Abbiamo ascoltato davanti al Parlamento le storie di molte famiglie nate grazie alla gestazione per altri, di situazioni nelle quali le prime donne a offrirsi per portare avanti una gravidanza sono state le sorelle, le madri, le cognate di altre donne che avevano avuto gravissime patologie che rendevano impossibile portare avanti una gravidanza. Allora, un po' più di rispetto, quando sistematicamente si parla di questa tecnica di procreazione medicalmente assistita come “utero in affitto”. Lo si fa quotidianamente, giornalisticamente e ovunque ed è già un modo di orientare un'opinione pubblica che è molto più avanti di questo Parlamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. In questi giorni questo nostro emendamento è stato in qualche modo definito e stigmatizzato come una provocazione. Io credo che invece questo emendamento sia una grande occasione per riflettere sulle cose che diceva prima il collega Magi e sul fatto che qui non siamo chiamati a decidere se la pratica della gestazione per altri ci piaccia oppure no, se noi la faremmo oppure no, se in base alle nostre personali convinzioni etico-religiose sia una pratica da qualificare positivamente o negativamente. Dobbiamo semplicemente prendere atto che questa pratica c'è e si sta diffondendo sempre di più in Paesi fondati sulla libertà, sul rispetto delle regole e sullo Stato di diritto.
Quindi, cosa facciamo rispetto all'onda reazionaria che ci ha portato qui a discutere oggi del reato universale? Ci limitiamo semplicemente a dire “no” - e non ci siamo neanche riusciti - o rilanciamo sul tema della libertà e dei diritti di libertà? Credo che l'unico strumento che abbiamo, quale che sia la nostra convinzione - lo ripeto - religiosa o etica, sia rilanciare, perché sul tema dei diritti non si può stare fermi. Se accettiamo di andare indietro, non rilanciamo proponendo di andare avanti, saremo sconfitti politicamente e porteremo la responsabilità di questa sconfitta. Noi oggi abbiamo presentato questo emendamento, che è una regolamentazione della gravidanza per altri solidale con tutte le garanzie, perché vorremmo evitare che le coppie italiane, come quelle che sono andate in Ucraina sotto le bombe, debbano espatriare, perché solo chi ha i soldi lo fa, mentre chi ha difficoltà non lo fa. Noi vogliamo solo questo e vogliamo creare una condizione di parità.
Chiudo, Presidente. Non ce l'ho con Elon Musk, ma ho letto che lui sta costruendo una casa in Trentino-Alto Adige. Lui sarà lì con sua figlia, con la sua famiglia, coi suoi figli da procreazione assistita e chi lavora nella sua casa vedrà cosa può fare un ricco americano, mentre, magari, quella famiglia, quel padre e quella madre, affetti da sterilità, dovranno arrendersi al fatto che, in Italia, questo resta vietato perché non abbiamo avuto il coraggio di reagire all'onda reazionaria della destra (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare il voto contrario su questa proposta emendativa del collega Magi che introduce, rispetto al dibattito su questa delicatissima, peraltro, ma importantissima questione relativa al reato cosiddetto universale di maternità surrogata, l'alternativa della gravidanza per altri solidale e altruistica.
Presidente, secondo me questa è una grande mistificazione. È una grande mistificazione perché, attorno alla cosiddetta generosità e all'altruismo di una donna, che presta il proprio corpo, la propria mente e se stessa per una gravidanza per altri, c'è profitto da parte di tutte e tutti i soggetti coinvolti (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier), in particolare le agenzie che, anche a livello europeo e mondiale, agiscono in questo ambito, che è diventato un vero e proprio settore produttivo in cui la donna si presenta e viene ovviamente sfruttata per la propria capacità produttiva e su tale capacità si fanno gli affari (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).
Il controllo mercantile, il dominio della natura umana femminile, la forza pervasiva del capitale e del mercato, i simboli che vengono utilizzati, il linguaggio, l'indirizzo nuovo che viene dato alle relazioni sociali sulla linea della produzione, della riproduzione e delle funzioni naturali umane, a cui viene dato un nuovo senso, insomma questa proposta emendativa, a prima firma del collega Magi, delinea una qualità della maternità che nulla ha a che fare con la maternità così come si è evoluta, radicata, affermata e significata per secoli e, direi, per millenni (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole. No, mi scusi: pensavo avesse concluso. Mi perdoni, è stato un mio errore. Prego collega, ha ancora tempo.
LUANA ZANELLA (AVS). Si tratta non di solidarietà, ma di un accordo di gravidanza per altri (Commenti del deputato Sasso)…
PRESIDENTE. Onorevole Sasso!
ROSSANO SASSO (LEGA). Dicevo solo che è una vera femminista!
PRESIDENTE. Se vuole intervenire chieda la parola. Prego, collega Zanella.
LUANA ZANELLA (AVS). Scusate, per me questo intervento significa molto, sia a livello personale che a livello politico.
Non intendo essere strumentalizzata, voglio dire la mia parola di verità (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier), e la mia parola di verità, a partire anche dalla mia esperienza come madre e come nonna di due bambine, è questa: che la maternità non può essere ridotta ad un mezzo di produzione a vantaggio di altri e altre (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Azione-Italia Viva-Renew Europe - I deputati dei gruppi di maggioranza si levano in piedi).
Con questa proposta - e chiudo veramente, Presidente - in realtà, la donna cosiddetta “gestante” - non viene neanche definita madre, per carità! - rinuncia con un accordo, con un negozio giuridico, con un contratto di fatto, al proprio corpo e all'autodeterminazione. Durante la gravidanza sentirà questa creatura muoversi nel proprio corpo, ma alla fine ad ogni costo dovrà consegnarla a chi l'ha commissionata (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Azione-Italia Viva-Renew Europe – I deputati dei gruppi di maggioranza si levano in piedi – Dai banchi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia: “Brava!”).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole. Ha chiesto di parlare la deputata Braga, ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Noi oggi siamo chiamati a esprimerci sulla perseguibilità della surrogazione di maternità come reato universale, cioè siamo chiamati ad esprimerci su quello che più volte, anche questa mattina, abbiamo definito un obbrobrio giuridico di cui questa maggioranza porterà la responsabilità. A margine di questa stortura, l'emendamento che stiamo esaminando apre una questione di grande spessore e di delicatissimo valore, ossia la regolazione della gestazione solidale per altri.
Va detto, innanzitutto, che si tratta di un emendamento monster: più di 2000 parole, tre pagine di bollettino, un impianto dettagliato che ne fanno, di fatto, una proposta di legge vera e propria. Un emendamento che, a nostro avviso, viene presentato non per emendare una proposta di legge che si ritiene ingiusta quanto inutile e inapplicabile, ma che apre invece una questione che meriterebbe ben altra sede, ben altro approfondimento.
Con questo emendamento si sposta l'asse della nostra discussione su un terreno che, proprio a fronte dell'iniziativa violenta della maggioranza, non vede di fatto nessuna possibilità di discussione compiuta e tanto meno di eventuale avanzamento. Per questo abbiamo sempre detto e ribadito, anche con i nostri emendamenti, tutti presentati nella sede propria che è la Commissione referente, che in questo provvedimento non può trovare spazio alcuna ipotesi di modifica della legge n. 40. Insomma, contestiamo una questione di metodo che rende difficile decifrare il contributo di questo emendamento alla discussione, una legge nella legge che apre una questione immensa senza offrire soluzioni per tutte le fattispecie e le sue conseguenze. Un emendamento di questa natura e complessità che apre un dibattito che mette al centro la dignità delle donne, la funzione riproduttiva, l'uso del corpo e della scienza, il potere della genitorialità, ma anche i rapporti familiari; insomma, quanto c'è di più vicino alla vita.
Lo si fa senza quel percorso di elaborazione che dovrebbe sempre accompagnare l'operato di noi legislatori e che prescrive un attento lavoro sui testi, un confronto tra ipotesi, l'approfondimento, lo studio di precedenti, di buone pratiche e fallimenti ed anche la consapevolezza che serve, l'apertura all'ascolto di esperti e società.
Con questa iniziativa tutto questo non ci è concesso. Di fatto, ci viene chiesto di accettare a scatola chiusa, o tutto o niente, senza la possibilità di un vero approfondimento e di un confronto tra noi. È una forzatura che tocca il punto sempre delicato della generazione della vita e dell'autodeterminazione delle donne.
Questa iniziativa per noi rappresenta una forzatura parlamentare che non siamo disponibili ad accettare. Ci dispiace che questa discussione avvenga con un emendamento che non ha nessuna possibilità di approvazione, vista la distanza siderale rispetto all'iniziativa ideologica e sbagliata che è il cuore di questa proposta di legge, piuttosto che con un'iniziativa tesa a rafforzare, invece, un terreno comune per le uniche e vere battaglie di cui tutta quest'Aula dovrebbe sentirsi responsabile: opporsi all'iniziativa violenta della destra sull'istituzione del reato universale e, soprattutto, garantire ai figli delle coppie omogenitoriali gli stessi diritti di tutti i bambini e le bambine, cioè garantire a tutti i minori, fin dalla nascita, una tutela reale, materiale ed effettiva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Ma siccome questo non è l'intento dell'emendamento che aprirebbe di fatto una revisione della legge n. 40 senza nessuna discussione e confronto tra noi, dopo che la Corte costituzionale l'ha depotenziata nei suoi aspetti più problematici, annuncio che il gruppo del Partito Democratico non parteciperà al voto su questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista – Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Ho solo un minuto per cui, purtroppo, dovrò riassumere molto quello che voglio dire. Innanzitutto, intervengo per annunciare il voto favorevole di Sinistra italiana all'emendamento Magi. Il nostro è un voto favorevole perché vede il pericolo che dietro il divieto, il reato universale, la criminalizzazione della gestazione per altri si crei solo una gigantesca area buia in cui quel mercato, che altri vorrebbero cancellare, potrebbe prosperare senza regole e senza alcuna norma.
Tutelare le donne significa difendere la libertà di scelta delle donne sul proprio corpo, non significa mai scegliere al loro posto e per loro.
Per questo - e chiudo - vorrei sottolineare che la mia personale esperienza di donna e di madre e qualsiasi singola esperienza di donna e di madre non può mai assurgere a paradigma filosofico con cui leggere, interpretare e costringere le esperienze delle altre donne (Applausi della deputata Scarpa). Non siamo in uno Stato etico, siamo in uno Stato che deve garantire diritti, libertà, sicurezza e tutele per tutte le persone coinvolte in queste pratiche (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e della deputata Scarpa).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Presidente, colleghe e colleghi, durante le audizioni in Commissione giustizia abbiamo ascoltato anche storie di vita vera, di relazioni, di legami d'amore che vanno al di là di classificazioni. Abbiamo raccolto testimonianze di donne che, a causa di gravi patologie rare, non possono portare avanti una gravidanza; abbiamo fatto i conti con la sofferenza, ma anche con la gioia di diventare genitori nonostante tutto. Credo che tutti siamo rimasti sinceramente colpiti da queste storie e ritengo che, quando in un'aula parlamentare entra la vita nella sua dimensione più intima e più profonda, e vi entra in modo così tanto dirompente, occorrerebbe fermarsi ed interrogarsi. Ripeto: fermarsi e interrogarsi.
Per fare questo non può essere sufficiente lo spazio di riflessione e di dibattito offerto da un emendamento – presentato, tra l'altro, per la prima volta qui in Aula e mai discusso in Commissione - che non consente neppure la possibilità di apportare dei correttivi rispetto al testo proposto. Si tratta di un tema così complesso e così delicato che impone e merita un dibattito serio, ampio, approfondito, ma non solo in quest'Aula: forse, prima ancora, fuori da questo palazzo.
Sappiamo bene, infatti, che il tema è molto sentito dai cittadini, c'è interesse, ma al contempo c'è anche necessità di tanta informazione, di confronto, di condivisione. Come Movimento 5 Stelle, non ci sottraiamo a questo dibattito, anzi siamo disponibili a costruire spazi ed occasioni di approfondimento e di confronto sul tema, dentro e fuori da quest'Aula.
Per questi motivi, in questo momento, il Movimento 5 Stelle esprimerà oggi un voto di astensione sull'emendamento in esame (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Grimaldi Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Solo per dire una cosa semplice. Una legge che metta regole alla gestazione per altri, per proteggere le donne da forme di sfruttamento e mercificazione credo sia molto più urgente di una legge che la impedisca. È vero, oggi chi decide di accedere alla gravidanza solidale deve recarsi all'estero e spendere risorse altissime, soprattutto in mancanza di una disciplina. È un percorso che espone donne e minori a un alto rischio di assenza di tutele. Per questo una legge che riconosca tutto ciò che una gravidanza comporta - tempo, alterazione fisica, rischi -, una legge sulla gravidanza per altri, solidale, che garantisca i diritti di tutti i soggetti coinvolti in un percorso di fecondazione medicalmente assistita con GPA, sarebbe più urgente di questa criminalizzazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1023 Magi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
Passiamo all'emendamento 1.9 Quartini. Ha chiesto di parlare la deputata Marianna Ricciardi. Ne ha facoltà.
MARIANNA RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento vogliamo cercare di porre rimedio a quel vuoto normativo che riguarda la fecondazione eterologa. Al momento, è una pratica lecita in Italia, ma non è normata. Di conseguenza, questo determina una difficoltà nel reperire gameti, che difficilmente vengono donati qui in Italia e bisogna farli arrivare dall'estero, e determina difficoltà per quelle coppie che cercano di intraprendere questo percorso di fecondazione eterologa e che non hanno le giuste informazioni. Quindi, con questo emendamento, cercavamo di porre rimedio e seguire anche l'invito della Corte costituzionale, che ha invitato il legislatore a porre le dovute conseguenze, nel rispetto dei paletti fissati dalla stessa Corte.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zan. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO ZAN (PD-IDP). Grazie, Presidente. Anch'io per sottolineare, a titolo personale, come questo emendamento sia davvero importante…
PRESIDENTE. No, è per il gruppo. È il primo del Partito Democratico che interviene, quindi ha 5 minuti e interviene per il gruppo.
ALESSANDRO ZAN (PD-IDP). Allora, rinuncio all'intervento.
PRESIDENTE. Va bene. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.9 Quartini, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).
Passiamo all'emendamento 1.1013 Magi. Ha chiesto di parlare il deputato Magi. Come relatore? Allora ha 3 minuti residui. Prego.
RICCARDO MAGI , Relatore di minoranza. La ringrazio, Presidente. Questo emendamento ci consente di intervenire in maniera puntuale su una normativa, che è quella in oggetto, quella della legge n. 40 del 2004, che è quanto mai vaga, e la maggioranza avrebbe dovuto utilizzare questa occasione per precisarla. Infatti, la normativa dice: “chiunque realizza, organizza e pubblicizza la commercializzazione di gameti o la pratica di surrogazione di maternità (…)”. Non è mai stato definito bene se questo “chiunque” si riferisca al personale medico-sanitario, a chi realizza concretamente la pratica, alla donna gestante, oppure alla persona o alla coppia di persone che intendano diventare genitori. Di fronte alla vaghezza di questa norma, anche per la vaghezza di questa norma, noi proponiamo un emendamento. E mi rivolgo in particolare, attraverso lei, Presidente, alla collega Braga e all'intervento che ha fatto poco fa: le proposte emendative si fanno - altrimenti si smetterebbe di fare opposizione - anche e soprattutto quando non hanno chance di essere approvate, altrimenti non vi sarebbero proposte emendative dalle opposizioni; si fanno quando si vuole segnare un punto di un'alternativa chiara, netta e precisa. Con questo emendamento, noi proponiamo - ed è un emendamento che è già stato votato e presentato in Commissione - la depenalizzazione della gestazione per altri, chiedendo che sia eliminata la sanzione penale del carcere e che resti una sanzione pecuniaria, quella già prevista dalla norma attuale, che è una sanzione penale pecuniaria. In questo caso, di fronte a questo emendamento, ricorrono tutti i requisiti che - ascoltando la collega capogruppo del Partito Democratico - dovrebbe avere un emendamento per essere votato. Quindi, noi speriamo davvero che questo emendamento, che segnerebbe un punto di civiltà giuridica innanzitutto, riceva il voto più ampio possibile da parte di quest'Aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Intervengo per ribadire che questo emendamento cerca almeno di togliere non solo lo stigma, ma anche l'onta della galera alle donne che, diversamente da altre donne, scelgono - o scegliessero - di portare avanti la gravidanza per altri. Le donne che, a differenza di altre donne, scelgono di portare avanti la gravidanza per altre persone, così come le donne che scelgono di fare proprio il figlio portato in grembo da altre donne, sono donne. Io sarei molto più attento di altri nel gettare lo stigma definitivo e assoluto sul comportamento di centinaia di migliaia di donne al mondo.
Io credo che questa sia una opportunità, di nuovo, quantomeno, di togliere l'onta del carcere: deve rimanere lo stigma del reato universale che non ci sarà mai, come una grida manzoniana? Serve solo a penalizzare le persone che hanno meno mezzi. Ma almeno togliamo l'onta del carcere. È sufficiente. Togliamo l'onta del carcere e anche lo stigma sui bambini, perché poi, magari - e lo dico al Sottosegretario per la Giustizia - le donne dovrebbero stare “al gabbio”, senza nemmeno poter vedere questi figli. Togliamo almeno l'onta del carcere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Su questo emendamento io condivido quanto ha detto il collega Magi, quando diceva che bisognava - ma l'avevo detto anche io, precedentemente - cogliere l'occasione per fare un intervento, eventualmente, di tipizzazione delle condotte. Questa poteva essere l'occasione per diversificare fattispecie che uguali non sono. Abbiamo parlato della maternità per fini solidali, quindi con finalità altruistica, poi abbiamo però anche il fenomeno - che comunque sussiste, non possiamo negarlo - di una maternità per finalità commerciali o che, comunque, sottende una finalità commerciale e che, in qualche modo, si pone in contrasto con la libertà della donna, perché ne consente una mercificazione del corpo. Fintanto che non c'è una distinzione tra queste due fattispecie all'interno della legge n. 40 del 2004, è assai complicato prevedere anche una depenalizzazione. Noi avremmo potuto depenalizzare, tipizzando cosa sarebbe dovuto rimanere penalmente rilevante. Fare questo tipo di operazione sarebbe stato più saggio e sarebbe stato più chiaro anche nei confronti dei cittadini.
Qui stiamo facendo o meglio il collega Magi ci suggerisce e ci propone un'operazione che, in realtà, è un'operazione lineare di depenalizzazione della pratica della maternità surrogata tout court, che a noi mette in forte difficoltà, devo dirvi la verità, perché non possiamo assolutamente consentire che restino fuori dal penalmente rilevante tutte quelle condotte cui è sottesa la mercificazione del corpo della donna: non lo possiamo permettere. Quindi, a nome del mio gruppo parlamentare, con queste motivazioni voteremo contrariamente a questo emendamento. Avremmo gradito una tipizzazione, avremmo gradito riperimetrare le fattispecie penalmente rilevanti e quelle che penalmente non devono rilevare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1013 Magi, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).
Passiamo all'emendamento 1.14 Quartini. Ha chiesto di parlare il collega Zan. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO ZAN (PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi permetto di intervenire su questo emendamento perché quello della donazione di gameti e di embrioni è un problema enorme per il nostro Paese per rendere di fatto praticabile la fecondazione eterologa che - ricordo - è stata introdotta di fatto dalla Corte Costituzionale attraverso lo smantellamento della legge n. 40, ritenuta incostituzionale. Poi mi permetta di dire che ho sentito un intervento sicuramente legittimo, ma profondamente reazionario da parte di una collega dell'opposizione, che mi ha fatto molto male e che, tra l'altro, ha trovato applausi fragorosi da parte della destra. Io vorrei ricordare sempre che l'autodeterminazione dell'individuo, in particolar modo della donna, è di rango costituzionale (articolo 32) e, dunque, va sempre rispettato il volere della donna che, liberamente, senza ricatto di alcun tipo, sceglie della propria vita e del proprio corpo. Ce l'ha insegnato la battaglia sull'aborto; non vorrei che ripetessimo lo stesso errore e vorrei soprattutto che su un tema così delicato, come la gravidanza per altri solidale ed altruistica, dove la relazione avviene attraverso il dono e la solidarietà da un punto di vista etico, ci fosse un linguaggio non violento, diversamente da come ho sentito, perché stiamo parlando di persone, di bambine, di bambini, di ragazzi e di famiglie che non meritano questo sciacallaggio e queste offese quotidiane. Dunque, ciascuno la può pensare chiaramente come vuole e ogni intervento è legittimo, ma chiedo che venga usato un linguaggio rispettoso della vita di queste persone, un linguaggio non violento, un linguaggio consono a quest'Aula (Applausi della deputata Scarpa).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marattin. Ne ha facoltà.
LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Non mi fate foto, per favore. Presidente, non capisco cosa propone questo emendamento. Sta emendando la legge in discussione e, se lo leggete, prevede: dopo le parole n. 40, aggiungere le seguenti: “o di embrioni”. Ma quindi il testo risultante è il seguente: “al comma 6, dell'articolo 12 della legge n 40, o di embrioni, a eccezione” (…)? Stiamo emendando un richiamo con un contenuto proprio, quindi non capisco cosa stiamo votando.
PRESIDENTE. Gli uffici mi dicono che è corretto. Adesso magari lo spieghiamo; visto che il collega Marattin ha posto un problema è giusto che chiariamo i termini del problema. Scusate colleghi: giustamente il collega Marattin ha posto un problema, adesso gli uffici ce lo chiariranno a beneficio di tutta l'Aula. È un tema che attiene al fascicolo degli emendamenti, ma adesso chiariamo a beneficio dell'Aula, in modo che tutti comprendano cosa stiamo votando. Grazie collega Marattin, un attimo di pazienza. La cosa migliore è sospendere per due minuti la seduta per dare il tempo agli uffici di dare una risposta, per tranquillità. Abbiate pazienza, colleghi. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 11,55. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 11,52, è ripresa alle 12.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Colleghi, prima di passare alla votazione dell'emendamento 1.14 Quartini, faccio presente che, dopo la verifica richiesta dal deputato Marattin, l'emendamento risulta correttamente formulato e volto ad anteporre a quella già prevista dall'articolo 1 una ulteriore novella al comma 6 dell'articolo 12 della legge n. 40 del 2004. Credo così di aver chiarito la questione. Ora daremo il tempo ai colleghi di rientrare. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Io, francamente, sono stupita del parere contrario dato dal relatore e dal Governo, perché il collega Quartini, con questo emendamento, che vorrei sottoscrivere, non fa altro che anticipare quello che, poi, la maggioranza sta facendo con l'emendamento Montaruli, ovverosia escludere dal perimetro del penalmente rilevante, sia in Italia sia all'estero, la punibilità della fecondazione eterologa allorquando sia necessario importare gameti ed embrioni da Paesi in cui sia prevista una forma di rimborso o ristoro dei donatori. Stiamo facendo esclusivamente questa operazione che, di qui a poco, anche la maggioranza andrà a compiere.
Pertanto, la prendo come una posizione ideologica e di parte: state difendendo soltanto una vostra posizione di parte, in realtà, potreste benissimo già approvare questo emendamento con noi. Forse ha infastidito la collocazione dell'emendamento perché, venendo prima dell'emendamento Montaruli, avrebbe, in qualche modo, assorbito anche l'emendamento Montaruli. Ripeto, facciamo esclusivamente un'operazione che la Corte costituzionale, tra l'altro, ci impone, nel momento in cui ha reso legittima in Italia, a determinate condizioni, la fecondazione assistita di tipo eterologo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.14 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Diamo un attimo di tempo ai colleghi di rientrare, poiché abbiamo sospeso, però affrettatevi, colleghi.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).
Passiamo all'emendamento 1.1010 Magi. Ha chiesto di parlare il relatore di minoranza, deputato Magi. Ne ha facoltà, per un minuto.
RICCARDO MAGI, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. In tutta la discussione, sia in Commissione che qui in Aula, la maggioranza e il Governo non hanno mai risposto alle domande accorate, ai rilievi che gli sono stati rivolti su come questa normativa impatterà sui bambini e sulle bambine, sui figli. Questa risposta non è mai arrivata.
Con questo emendamento, che è analogo ad altri emendamenti che sono già stati messi in votazione, noi chiediamo che, in ogni caso, i nati a seguito di applicazione di surrogazione di maternità in altri Paesi, in Paesi esteri, assumano lo stato di figli della persona o della coppia di persone coniugate, unite civilmente o conviventi, la cui volontà di ricorrere a queste tecniche e di assumersi la responsabilità genitoriale è desumibile da atti concludenti.
Questo per garantire almeno una tutela rispetto ai bambini e alle bambine.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1010 Magi, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).
Passiamo all'emendamento 1.1008 Montaruli. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marrocco. Ne ha facoltà.
PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Proprio a riprova che con questo emendamento non c'è nessun smantellamento della legge n. 40 del 2004, chiedo a nome del gruppo di Forza Italia di poter firmare l'emendamento, a nome di tutti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà. Onorevole Della Vedova, prima di darle la parola, avverto che la componente del gruppo Misto-+Europa ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale componente un tempo aggiuntivo pari ad un terzo rispetto al tempo originariamente assegnato alla componente medesima dal contingentamento. La sua componente ha, quindi, complessivamente tre minuti di tempo a disposizione. Prego, onorevole.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Noi voteremo a favore di questo emendamento e tengo a fare una precisione. Questo emendamento salva la legge n. 40 del 2004 nella parte che riguarda la fecondazione eterologa. Ricordo a me stesso e a qualche collega interessato che, quando si discusse della legge n. 40 del 2004, l'eterologa era vietata, ci fu un referendum, noi proponemmo questo referendum, e la discussione fu tutta sull'eterologa. Arrivò una sentenza, finalmente, della Corte costituzionale e, oggi, la destra, che aveva fatto una legge contro la fecondazione assistita in generale e contro la fecondazione eterologa, giustamente, presenta un emendamento per salvaguardare la fecondazione eterologa. Questo succederà anche per quello di cui abbiamo discusso oggi. Dovremo aspettare che una coppia e una madre si autodenuncino e arrivino alla Corte costituzionale - speriamo presto, prima che diventi come quella americana - per dare giustizia a queste donne, a queste coppie e a questi bambini.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Vorrei chiedere al Sottosegretario per la Giustizia, e chiudo telegraficamente su questo, poiché ci sono centinaia di migliaia, probabilmente anche di più, di italiani con doppia cittadinanza, alle persone con doppia cittadinanza applicherete il reato universale oppure no (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa)?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle su questo emendamento, perché noi facevamo la medesima operazione in modo anche più puntuale, devo dire la verità, con l'emendamento del collega Quartini che ho precedentemente illustrato. Chiaramente, lo dico con forza, questo va letto in un'ottica di riduzione del danno rispetto a questa proposta di legge, che per noi continua ad essere un obbrobrio giuridico, come ho sentito più volte dire. Però, quantomeno, sottraiamo dal perimetro del penalmente rilevante la pratica della fecondazione assistita di tipo eterologo, che era chiaramente una preoccupazione che abbiamo portato noi per primi, perché emendamenti in tal senso li abbiamo presentati solo noi del MoVimento 5 Stelle e questo lo rivendico con orgoglio. È una preoccupazione che per primi e unicamente avevamo portato all'esame anche della Commissione. Ci fa piacere che quantomeno su questo ci sia stata una riflessione, un minimo di approfondimento da parte della maggioranza e del Governo.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1008 Montaruli, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 13).
Passiamo all'emendamento 1.15 D'Orso. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scutella'. Ne ha facoltà.
ELISA SCUTELLA' (M5S). Grazie, Presidente. Io vorrei intervenire, perché con questa proposta emendativa chiediamo semplicemente di tutelare i minori, vi stiamo chiedendo di fermarvi dinanzi a questa furia ideologica che vi contraddistingue e cercare di capire che ci sono dei minori, dei bambini. Non tutti hanno la fortuna di poter avere dei figli e, quindi, noi chiediamo di tutelarli. Abbiamo trovato un muro in Commissione ed, oggi, vi stiamo chiedendo che non venga preclusa la possibilità, in caso di violazione del divieto di surrogazione di maternità, di adottare i figli nati a seguito di fecondazione assistita o di maternità surrogata all'estero. Per voi questa è una colpa. Allora, se è davvero una colpa, non commettete l'errore di far trasmettere la colpa ai figli. Pertanto, vi chiediamo di dare un parere favorevole e di ripensarci (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.15 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.16 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).
Passiamo ora alla votazione dell'articolo 1. Ha chiesto di parlare la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo sull'articolo 1 di questa proposta di legge o, meglio, di questo obbrobrio giuridico o, meglio, di questa cattiva e nociva propaganda o, ancora, di questo provvedimento che si rivela essere una crociata per contrastare la gestazione per altri come reato universale. Si vorrebbe rendere perseguibile questo reato anche nei casi in cui la gestazione per altri venga effettuata in uno Stato nel quale questa pratica è regolata per legge, dove dunque non è reato. Ma sanno tutti, Presidente, anche voi della destra, colleghe e colleghi, lo sapete, che per punire un'azione compiuta all'estero quell'azione deve essere reato anche nel Paese dove è stata commessa, è il principio della doppia incriminazione.
Presidente, vogliamo dire un'altra cosa: ci sono reati il cui disvalore è riconosciuto dall'intera comunità internazionale sulla base di convenzioni e di trattati che sono stati, peraltro, sottoscritti anche dall'Italia, per esempio, il genocidio, la pirateria, i reati sessuali ai danni dei minori. Insomma, tutto questo per dire che di fronte a crimini contro l'umanità o a gravissimi reati contro lo Stato o contro la persona può invocarsi eccezionalmente l'universalità della giurisdizione, ma non altrettanto si può dire di fronte a un reato sproporzionalmente meno grave, anche per la pena detentiva che è prevista - lo sa, Presidente, che la pena massima è di due anni? Quando siamo all'universalità della giurisdizione la pena è massima - e, quindi, quando non è universalmente riconosciuto, come appunto nel caso della gestazione per altri.
Colleghi e colleghe, per la gestazione per altri, qui, non c'è alcuna cornice giuridica internazionale, non c'è nessun trattato, non c'è nessuna convenzione. Del resto, come è possibile ipotizzare che debba essere reato universale una condotta che in altri Stati è legale e regolata? E parliamo, Presidente, degli Stati Uniti, del Canada, del Regno Unito, del Belgio, dell'Olanda, del Portogallo e di altri ancora, cioè parliamo di democrazie consolidate.
E poi vogliamo provare a immaginare cosa accadrebbe ai bambini e alle bambine, se questa universalità del reato di GPA passasse? E, purtroppo, i numeri ci portano a dire che passerà. Per questi bambini e per queste bambine sarebbe un marchio di infamia, che non meritano. Dunque, la situazione è questa: cittadini italiani rientrano in Italia con i figli nati regolarmente all'estero per gestazione per altri, secondo le leggi di quel Paese, con un certificato di nascita, che è un atto ufficiale.
Si aprirebbe subito un procedimento giudiziario su questi genitori. Dopo un processo e una sentenza di condanna, la coppia potrebbe dover scontare una reclusione fino a 2 anni e pagare una multa da 600.000 a 1 milione di euro. Mentre che succede ai bambini e alle bambine? Verranno allontanati dalla coppia. Ma vi rendete conto che cosa può significare? Ma come fate a essere insensibili? Perché vi accanite contro questi bambini e queste bambine? Ed è paradossale che questo avvenga, Presidente, quando la Corte costituzionale e la Corte di giustizia dell'Unione europea sottolineano che il nostro Paese continua a violare il diritto di figli e figlie delle coppie omogenitoriali a essere riconosciuti dall'anagrafe, nel rispetto del prevalente interesse del minore.
Devo chiudere, Presidente, ma voglio dire questo: siamo di fronte alla deriva ideologica alla polacca, che intende affermare la legittimità di un solo modello di famiglia, che, peraltro, non deve avere problemi di procreazione, comprimendo i diritti e la dignità dei minori. Per questo, noi riteniamo che sia un provvedimento che veramente getta discredito e vergogna su quest'Aula e sul nostro Parlamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 16).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.01 D'Orso. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Chiedo davvero un po' di attenzione su questo emendamento e un supplemento di riflessione da parte della relatrice e del Governo, perché questo emendamento è il minimo sindacale rispetto alla tutela dei diritti dei bambini e delle bambine nati da maternità surrogata all'estero, ed è il minimo che possiamo fare per rispondere al monito - ripeto, al monito - della Corte costituzionale. La pronuncia n. 33 del 2021 della Corte costituzionale ha messo nero su bianco che il possibile ricorso all'adozione in casi particolari, di cui all'articolo 44 della legge n. 184 del 1983, non costituisce una forma di tutela degli interessi del minore adeguata al metro dei principi costituzionali e sovranazionali.
Perché questo? Perché, in realtà, l'adozione, in casi particolari, non attribuisce la genitorialità all'adottante, perché è ancora controverso, e, anzi, c'è un orientamento per cui non si instaura un vincolo di parentela tra il bambino e coloro che appaiono socialmente, e il bambino stesso percepisce, come i propri nonni, zii, fratelli e sorelle nel caso in cui l'adottante abbia già altri figli propri.
E poi, ancora, l'adozione, in casi particolari, richiede l'assenso obbligatorio del genitore biologico, “che potrebbe non essere prestato in situazioni di sopravvenuta crisi della coppia, nelle quali il bambino finisce per essere così definitivamente privato del rapporto giuridico con la persona che ha sin dall'inizio condiviso il progetto genitoriale, e si è di fatto preso cura di lui sin dal momento della nascita”. Queste sono le parole della Corte costituzionale, non sono parole mie. Al fine di assicurare al minore nato da maternità surrogata la tutela giuridica richiesta dai principi convenzionali e costituzionali attraverso l'adozione essa dovrebbe dunque essere disciplinata in modo più aderente alle peculiarità della situazione in esame (ed era proprio un caso di maternità surrogata all'estero). Il compito di adeguare il diritto vigente alle esigenze di tutela degli interessi di bambini e bambine, dice la Corte costituzionale, non può che spettare al legislatore, al quale deve essere riconosciuto un margine di manovra nell'individuare una soluzione che si faccia carico di tutti i diritti e i principi in gioco.
Quindi, il monito della Corte costituzionale è di darsi una svegliata, ci dice di darci una svegliata. Chiaramente ci dà questa grande responsabilità, perché il tema è complesso, ma ci impone di apprestare una tutela.
Questo emendamento, al quale tengo molto, in realtà non fa altro che disciplinare un nuovo procedimento, molto più celere, molto più agevole, che comporti un'adozione con effetti pieni. Quindi, che sia un ulteriore procedimento che nulla ha più a che fare con l'adozione in casi particolari, che ha tutte quelle criticità e quei limiti che ho appena illustrato, e che, quindi, risponde esattamente a quello che la Corte costituzionale ci ha chiesto. Non ci sottraiamo a questa occasione per fornire finalmente tutela.
Ripeto, è il minimo sindacale, perché stiamo parlando di un procedimento comunque di adozione, che non dovrebbe neanche trovare quelle resistenze meramente ideologiche e di pura propaganda che ci sono nella maggioranza e nel Governo.
Pertanto, chiedo formalmente che sia accantonato, che si faccia una riflessione, che magari si interpelli anche il Ministro Roccella, perché un'apertura in tal senso l'ho sentita dalle parole della Ministra Roccella. Forse non è stato letto bene questa proposta emendativa, che, ripeto, è un articolo aggiuntivo, non va a sostituire la vostra proposta di legge, ma quantomeno va a fornire una tutela minima, il minimo sindacale, come dicevo prima, ai bambini e alle bambine nati da maternità surrogata all'estero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. La relatrice Varchi dovrebbe dirmi se sia favorevole o meno alla richiesta di accantonamento, che è arrivata adesso dalla deputata D'Orso.
MARIA CAROLINA VARCHI, Relatrice per la maggioranza. Grazie, Presidente, parere contrario.
PRESIDENTE. Collega, insiste per l'accantonamento? Sì.
Allora votiamo. Do la parola a un deputato a favore e a uno contro. Chi vuole intervenire contro? A favore? Nessuno.
Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'articolo aggiuntivo 1.01 D'Orso.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 47 voti di differenza.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.01 D'Orso, con il parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione (Bilancio) e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.02 D'Orso. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scutella'. Ne ha facoltà.
ELISA SCUTELLA' (M5S). Grazie, Presidente. Con questa proposta emendativa, noi, come ha già sottolineato precedentemente la collega D'Orso, vi stiamo chiedendo di ascoltare il monito della Corte costituzionale. La Corte costituzionale, in soldoni, ci sta chiedendo di intervenire, perché questa è una materia così importante e non possiamo lasciare spazi normativi. So che a voi non interessa quello che pensa, ad esempio, la Corte dei conti, poiché la avete imbavagliata recentemente, non v'interessa quello che dicono i procuratori in base al sistema anticorruttivo, ne abbiamo parlato prima, ma almeno dinanzi a minori, dinanzi a bambini, dinanzi a creature innocenti, veramente cercate di fare qualcosa e cercate di cambiare il parere su questo articolo aggiuntivo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.02 D'Orso, con il parere contrario di Commissione e Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1.03 Appendino. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Questo è un emendamento a cui noi teniamo moltissimo e riguarda la trascrizione dell'atto di nascita formato all'estero in caso di procreazione medicalmente assistita. Questa è veramente una norma di civiltà ed è un massimo esempio di tutela dei bambini e delle bambine. Dare un parere contrario è veramente un esempio di irresponsabilità politica, ma, soprattutto, un esempio del fatto di voler continuare a mantenere la testa sotto la sabbia e non rendersi veramente conto della realtà effettiva che riguarda la tutela dei minori, volendo continuare a prendere di mira tutti quei sindaci che procedono alla trascrizione, ricordando che la prima città a farlo è stata Torino.
Qui si chiede veramente un ripensamento, un gesto di responsabilità, anche perché quello che vi chiediamo è innanzitutto cosa si vuole fare di questi bambini, che non si possono chiudere in una casa famiglia, che non sono fantasmi, ma esistono. Soprattutto, noi dobbiamo rispettare tutte le sentenze della Corte costituzionale, della CEDU e le altre presenti nel nostro ordinamento, che dicono espressamente che i bambini nati mediante maternità surrogata devono ottenere, anche negli Stati che vietano il ricorso a tali pratiche, un riconoscimento giuridico del legame di filiazione con entrambi i componenti della coppia che ne ha voluto la nascita e che se ne prende cura. Quindi, chiediamo veramente che ci siano un approfondimento e una maggiore riflessione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.03 Appendino, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).
Passiamo ora all'esame di 5 proposte emendative che costituiscono una serie a scalare, dall'articolo aggiuntivo 1.01015 Zan sino all'articolo aggiuntivo 1.01014 Zan. Ai sensi dell'articolo 85, comma 8, primo periodo, del Regolamento, e secondo la prassi consolidata, la Presidenza porrà in votazione la prima proposta emendativa, 1.01015 Zan, la proposta emendativa intermedia, 1.01011 Zan, e l'ultima proposta emendativa della serie, 1.01014 Zan, dichiarando assorbite le altre proposte emendative.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 1.01015 Zan. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Sanzo. Ne ha facoltà.
CHRISTIAN DIEGO DI SANZO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con questo emendamento vogliamo salvaguardare le famiglie che oggi si sono già incamminate in un percorso di maternità surrogata all'estero, indicando una data precisa per la perseguibilità del reato e portando almeno un po' di chiarezza in questa scellerata legge che oggi la Camera si accinge ad approvare.
Con questa legge non vi rendete conto del danno che state provocando a tante famiglie italiane. Il reato universale è una violenza ideologica, che non considera la realtà attuale in molti Paesi all'estero riguardo al tema della maternità surrogata. In questi giorni tanti cittadini e cittadine italiani che hanno fatto la scelta di vivere all'estero, integrandosi nei Paesi dove vivono, e hanno fatto ricorso alla maternità surrogata solidale, che è legale, ad esempio, in molti Stati degli Stati Uniti, così come in Canada e in altri Paesi del mondo, si domandano oggi se saranno considerati criminali la prossima volta che si troveranno in Italia. Si tratta cittadini e cittadine italiani e italiane che ogni estate e ogni Natale tornano in Italia con le loro famiglie, felici di tornare nel loro Paese, che li ha sempre accolti e dove mai avrebbero pensato di trovarsi a essere considerati dei criminali. Con questo abominio giuridico non sappiamo cosa succederà a queste famiglie. Volete forse arrestare i genitori all'aeroporto, una volta che atterrano sul suolo italiano? Volete dire voi a quei minori che i loro genitori hanno commesso un reato e che loro sono frutto di un atto criminale, e non di un atto di amore? Si tratta di bambini e di bambine concepiti secondo le leggi del luogo, che non costituiscono una stranezza, ma una normalità in quei Paesi. È facile affrontare questi argomenti in maniera retorica e guardando ai principi ideologici, ma troppo spesso ci si dimentica dell'umanità, delle vite, dei sentimenti e delle famiglie che si vanno a colpire, delle vite coinvolte, di coloro che sono dietro a queste parole che oggi, in modo spensierato, avete messo in queste tre righe, accecati dalla vostra ideologia e senza pensare all'impatto che avranno sulle vite di tanti, troppi italiani e italiane. Cosa dovranno fare? Evitare di tornare in Italia, che è il loro Paese? Evitare di rivedere le loro famiglie? Impedire per sempre a questi bambini e bambine di conoscere i loro nonni e le loro nonne? Queste famiglie non hanno commesso nulla di illegale nel Paese dove risiedono e vivono la loro vita in modo normale. Mai avrebbero pensato che tornare in Italia, nel loro Paese natale, potesse un giorno vederli classificati come criminali, separando i bambini dai genitori, che è una delle pratiche più barbariche che si possa pensare.
Proteggere i minori dovrebbe essere un obiettivo comune a tutti noi, i bambini che, a loro volta, sono i nuovi italiani, assicurando loro l'amore di una famiglia, che non può essere distrutto solo per una furia ideologica attraverso questo rocambolesco appiglio giuridico, che trova dubbia applicazione. Nella legge avete limitato l'applicazione ai cittadini italiani, dimenticando forse che molti cittadini italiani oggi vivono all'estero e sono in possesso della doppia cittadinanza e, secondo le leggi del loro Paese di residenza, non hanno commesso alcun reato. Rischiate, dunque, di provocare controversie internazionali perseguendo tanti cittadini con doppia cittadinanza, cittadini di Paesi in cui la maternità surrogata è legale.
Vi chiediamo, quindi, di ripensarci, finché siete in tempo. Ci sono tanti problemi che il nostro Paese deve affrontare, con le famiglie colpite da una spirale inflazionistica, con i danni ancora da gestire derivanti dalle alluvioni in Emilia-Romagna, con gli incendi in Sicilia, con una sanità pubblica in costante emergenza. L'Italia ha problemi più seri da gestire e oggi fate perdere al Parlamento una giornata per una legge di cui nessuno sentiva la necessità, che avrà solo l'effetto di spezzare le famiglie, di distruggere la vita dei minori, una legge senza cuore, che non risolve nulla, ma crea solo problemi, una legge partorita da una cieca ideologia di cui, temo, oggi stiamo assistendo solo al primo passo di un'agenda ben più grande contro i diritti civili.
Gli italiani vi hanno dato il compito di governare questo Paese. Allora, governatelo e non perdete tempo con la vostra agenda ideologica, che non farà altro che riportare l'Italia indietro nel tempo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Mi pare chiaro che - in maggioranza - coloro che fanno ricorso alla GPA vorrebbero essere considerati dei genitori e non dei criminale, se così abbiamo compreso. Voi dite loro, invece: siete criminali, criminali della peggior specie, colpevoli di reato universale (mi pare che l'articolo 1 cristallizzi questo). Ma cosa immaginate debba accadere a tutti i bambini figli di questo crimine universale? Che restino nell'ombra? Che rimangano all'estero? Almeno questo emendamento dice che voi siete per l'effetto deterrente, ma quelli che nasceranno nei prossimi mesi che fine faranno? I minori, le bambine e i bambini, sono invisibili o no per voi? Il senso di questa discussione è solo non aprire un dibattito sulle trascrizioni dei figli delle coppie omogenitoriali o vi sta, comunque, a cuore almeno l'esito, diciamo, dei figli che già esistono?
Quindi, vi chiediamo di pensare, e di riflettere su questo emendamento, anche perché si dividono, le due vicende e almeno quei bimbi già nati all'estero o che nasceranno nei prossimi mesi avranno un futuro e potranno essere iscritti nei nostri registri.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.01015 Zan, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).
Passiamo ora all'articolo aggiuntivo intermedio della serie a scalare, 1.01011 Zan. Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Su questa proposta di legge noi abbiamo già detto molto questa mattina e ripetiamo quello che abbiamo già detto e cioè che si tratta oggettivamente di un nonsenso. Oggi voi approverete, in quest'Aula, una norma di legge che non avrà alcuna possibilità di sopravvivere a una impugnazione di legittimità costituzionale, ciò nonostante siete andati e state andando dritti verso la meta. Allora, il suggerimento di questi emendamenti cosiddetti di disciplina transitoria è quello di evitare almeno di fare del male a chi già c'è e mi riferisco ai bambini, mi riferisco a quelle coppie che hanno già iniziato procedure di gravidanza per altri, mi riferisco a chi già in questo momento è nel mezzo di una vicenda che voi colpireste in modo disumano a tal punto da mettere in difficoltà, non chi magari non ricorrerà più alla gravidanza per altri perché spaventato anche da questa previsione, ma ve la state prendendo con chi già c'è. Se devo dire a cosa somiglia un po' questa norma a me sembrano tanto i decreti Sicurezza di Salvini i quali facevano finta che non vi fossero delle persone in questo Paese e che quelle persone andassero in qualche modo accolte. Peccato che quelle persone c'erano, rimanevano, semplicemente diventavano invisibili agli occhi di tutti noi. Bene, state facendo la stessa cosa con quei bambini e quelle bambine che già esistono, sono vivi, hanno già una famiglia, avevano già, in qualche modo, un'appartenenza anche alla loro comunità e state facendo lo stesso anche a quelle famiglie, tante famiglie, che in questo momento sono nel guado, perché non sanno più come comportarsi. Allora, vi chiediamo almeno di fare entrare in vigore queste norme un po' più in là, almeno di dare la garanzia di chiudere quelle procedure che sono già aperte, almeno di non colpire quelle famiglie che hanno avviato questa iniziativa e che oggi si trovano, appunto, in quel guado di fronte a una previsione di tale enormità.
Quindi, vi chiediamo veramente di mettervi una mano sulla coscienza e al di là di quello che pensiate, ognuno di voi, sulla gravidanza per altri pensate però che ci sono bambini e bambine in carne e ossa ci sono genitori o aspiranti tali che in qualche modo, in questo momento, vengono colpiti da queste previsioni e quindi è giusto dare loro la possibilità di riorganizzare la loro vita, di completare queste procedure e di non sentirsi stranieri in Patria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.01011. Zan, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).
Avverto che il gruppo Partito Democratico ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari ad un terzo rispetto al tempo originariamente assegnato al gruppo medesimo dal contingentamento.
Passiamo all'ultimo articolo aggiuntivo della serie a scalare, 1.01014. Zan. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà.
FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Anche questa proposta emendativa si prefigge lo scopo di procrastinare l'entrata in vigore della norma. In effetti, l'utilizzo così strumentale, invasivo e ideologico del diritto penale può produrre conseguenze molto dannose nei confronti di cittadini che, nel rispetto di leggi straniere, sono ricorsi alla gestazione per altri.
Per quanto nel corso dei lavori preparatori rispetto a quelli dell'Aula e in Commissione la stessa maggioranza abbia cercato di restringere la portata del provvedimento, prevedendo che esso si applichi soltanto ai cittadini italiani, come è già stato detto in altri interventi, non è escluso che questa proposta di legge, quando diventerà legge, si applicherà anche nei confronti di cittadini che hanno doppia cittadinanza italiana e straniera, ad esempio quella di un Paese nel quale il ricorso alla gestazione per altri è legittimo oppure, come è stato detto da altri colleghi in precedenza, si applicherà a cittadini italiani che vivono all'estero e prestano attività sanitaria professionale in strutture nelle quali è previsto il ricorso alla gestazione per altri. Oppure potrebbe valere ancora nei confronti di cittadini che, nel rispetto della legge nazionale e di quella del Paese straniero, hanno già iniziato le pratiche per il ricorso alla gestazione per altri. Insomma senza una norma transitoria che rinvii l'entrata in vigore del provvedimento potrebbero crearsi ulteriori e dannosissimi effetti rispetto a persone che hanno operato sino ad oggi nel rispetto della normativa da un lato nazionale e di quella del Paese straniero.
Per scongiurare questi effetti proponiamo l'approvazione di una disposizione transitoria, che cerca, in qualche modo, di ridurne la portata.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Intervengo su questo che, nella disposizione transitoria, individua la data più vicina e mi rivolgo alla relatrice e al Governo. Al di là di come la pensiamo e come è emerso nel dibattito di oggi, questa è oggettivamente una norma di civiltà, che non impatta, ripeto, sulle opinioni di ognuno rispetto al reato universale che viene introdotto, quindi chiedo davvero alla relatrice un supplemento di riflessione su questa disposizione transitoria che, ripeto, sarebbe una norma ponte e una norma di civiltà. Quindi chiedo se c'è la disponibilità della relatrice e del Governo ad accantonare, per una riflessione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà.
LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Presidente, i miei colleghi hanno già espresso benissimo il concetto, ma anch'io mi sento di unire la mia voce alla loro, perché questo è un principio fondamentale. Noi non possiamo lasciare in una situazione veramente di sconforto totale persone che hanno già avviato un iter e hanno diritto di portarlo a termine, perché stanno facendo qualcosa che nel Paese in cui viene fatto non è reato. E adesso l'introduzione di questo cosiddetto reato universale, , sarebbe drammatico nella vita di queste persone. C'è chi non sa più quello che gli succederà: se rientro in Italia che succede, mi arrestano? Allora non rientro più in Italia perché quello non può essere il mio Paese!
Quindi, io spero che ci sia un supplemento di riflessione da parte della relatrice in merito a questo. Ci deve essere una disposizione transitoria che dia un minimo di certezza a famiglie che già sono nello sconforto più totale e che hanno anche il timore di quello che le aspetta.
PRESIDENTE. Chiedo alla relatrice se sia a favore dell'accantonamento, tenendo presente che trattandosi di disposizioni transitorie, qualora venisse accantonato, dovremmo accantonare anche le altre.
MARIA CAROLINA VARCHI, Relatrice per la maggioranza. Esprimo parere contrario all'accantonamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.01014 Zan, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).
Passiamo ora all'esame di tre proposte emendative che costituiscono una serie a scalare, da 1.01008 Zan a 1.01006 Zan. Ai sensi dell'articolo 85, comma 8, primo periodo, del Regolamento, secondo la prassi consolidata, la Presidenza porrà in votazione il primo emendamento 1.01008 Zan e l'ultimo emendamento della serie 1.01006 Zan, dichiarando assorbito l'altro.
Passiamo all'emendamento 1. 01008 Zan. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zan. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO ZAN (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questa è ancora una proposta emendativa che cerca di far riflettere la maggioranza sui danni che questa legge, da subito applicata, produrrà per le tante coppie, non solo dello stesso sesso. Infatti noi dimentichiamo che la gravidanza per altri è accolta soprattutto da coppie di sesso diverso per oltre il 90 per cento dei casi, però è diventata oggetto di attenzione politica solo quando si sono palesate le coppie dello stesso sesso. Da qui viene da pensare che ci sia un approccio discriminatorio e che questo tema venga utilizzato per colpire le famiglie omogenitoriali.
Io torno a riflettere sull'uso simbolico e ideologico del diritto penale, colleghi, e su quanto sia pericoloso per la democrazia. Dove condurrà l'approvazione di questa proposta di legge? Pensiamoci bene. Rotto questo argine della gestazione per altri come reato universale, qualunque condotta potrà essere annoverata tra quelle punibili all'estero. Ogni qualvolta qualcosa a una maggioranza di Governo non andrà bene potrà utilizzarla come condotta punibile all'estero. Qualunque ideologia potrà trovare riparo nel diritto penale. È questa la cosa pericolosissima che state mettendo in campo oggi. E non ci sarà via di fuga, nemmeno all'estero, salvo rinunciare per sempre a rimettere piede nel nostro Paese. Insomma, si parla di reati universali, colleghi, solo quando serve alla propaganda ideologica e mai quando si tratta di risolvere problemi reali. Così voi state allineando l'Italia al peggiore oscurantismo, anziché avvicinarla alle Nazioni più avanzate che dei diritti fanno un punto di forza, come è l'Europa sognata da Altiero Spinelli, come è l'Europa della civiltà giuridica, che è un grande vanto per tutto il mondo.
Assistiamo, piuttosto, ad un uso del diritto penale, colleghi, più consono al codice penale del 1930, dove si pensava che i principi dell'ordinamento fascista fossero universalmente giusti e, pertanto, dovessero essere applicati ovunque, secondo il principio di universalità. Insomma, una scelta iper sovranista che oggi, fortunatamente, non trova forte consenso, visto i risultati anche di Vox in Spagna, che, però, ci mette in ridicolo di fronte agli Stati molto vicini. E allora bisognerebbe che la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, avesse il coraggio di dire a Joe Biden che gli Stati Uniti sono uno Stato con leggi criminali. Dovrebbe avere il coraggio di dire a Trudeau che il Canada è uno Stato con leggi criminali. Dovrebbe avere il coraggio di dire al Premier portoghese Costa che il Portogallo ha leggi criminali. Dovrebbe avere il coraggio di dire alla Danimarca, al Regno Unito, ai Paesi Bassi e al Belgio, quando li riceve con grandi parate e grandi onori, che i loro Stati hanno leggi criminali. Perché questo è il reato universale. E perché sia applicato il reato universale, colleghi, ci vuole la doppia incriminazione. Ecco perché questa appare, anzi, non appare, è una scelta totalmente ideologica e strumentale per colpire alcuni cittadini nel nostro Paese. Lo si fa solo per stigmatizzare delle persone. Lo si fa solo per stigmatizzare quelle famiglie che a voi non piacciono. Ebbene, queste famiglie esistono e non ci possono essere solo le famiglie che piacciono a voi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Siamo in un Paese libero e democratico e ciascuno ha diritto ad un progetto di vita e ad una famiglia, perché, dove c'è famiglia, c'è amore, non c'è odio e non c'è discriminazione, come volete voi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.01008 Zan, con il parere contrario di Commissione e Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.01006 Zan, con il parere contrario di Commissione e Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.01004 Zan.
Ha chiesto di parlare il deputato Gianassi. Ne ha facoltà.
FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con questa proposta emendativa - si tratta di una disposizione transitoria - proponiamo di prevedere, all'interno della legge, che la presente legge non si applichi alle condotte dei cittadini italiani che sono già poste in essere alla data di entrata in vigore, ivi comprese quelle consistenti in atti iniziali e preparatori. È esplicitato il caso di cittadini che - nel rispetto delle leggi esistenti, nel rispetto della legge italiana che sino ad ora vieta il ricorso alla gestazione, peraltro in Italia, e della legge del Paese straniero che, invece, la regolamenta e la ammette - hanno fatto ricorso, in quel Paese, alla gestazione per altri.
Con l'entrata in vigore di questa nuova norma, che stabilisce un irragionevole e assurdo reato universale, quel cittadino italiano diviene perseguibile nel caso in cui ricorra alla gestazione per altri nei Paesi in cui essa è ammessa. Dunque, con questa disposizione transitoria cerchiamo di affermare un principio di ragionevolezza, ossia che nessuno possa essere sostanzialmente punito per un'applicazione, non necessariamente formalistica, ma sostanzialmente retroattiva, della legge penale, laddove, appunto, si andasse a punire chi avesse già iniziato a compiere un percorso nel rispetto delle leggi vigenti. In alternativa, ancora una volta, questa normativa - che usa strumentalmente il diritto penale - finirebbe per avere effetti abnormi, spregiudicati e totalmente irragionevoli, nonché, poiché si tratta di diritto penale, anche estremamente pericolosi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.01004 Zan, con il parere contrario di Commissione e Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 887-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89 del Regolamento, in quanto estranei rispetto ai contenuti del provvedimento in esame, gli ordini del giorno n. 9/887-A/13 Dori, n. 9/887-A/14 Borrelli e n. 9/887-A/15 Bonelli, volti ad intraprendere iniziative normative volte ad estendere la punibilità anche all'estero, per fatti commessi anche da cittadini non italiani, dei reati di: tortura, riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù e prostituzione minorile.
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il Sottosegretario di Stato per la Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, ad esprimere il parere.
Diamo un attimo di tempo ai colleghi che stanno recuperando i fascicoli degli ordini del giorno, così tutti ci predisponiamo a prendere appunti.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Mi è stato consegnato trenta secondi fa l'ordine del giorno n. 9/887-A/19 Zan. Gli altri li ho esaminati tutti…
PRESIDENTE. Quindi ha bisogno di una sospensione?
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. …però il n. 9/887-A/19 Zan, purtroppo, mi è stato consegnato proprio trenta secondi fa e, quindi, devo guardarlo.
PRESIDENTE. Se vuole possiamo dare i pareri sui primi 18 e poi mi darà l'ultimo parere sull'ordine del giorno n. 9/887-A/19 Zan alle ore 16, come vuole lei.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Come preferisce l'Aula, però l'ordine del giorno n. 9/887-A/19 Zan devo sicuramente guardarlo.
PRESIDENTE. Potrebbe esprimere il parere sui primi ordini del giorno e poi sull'ultimo, che è arrivato ora, lo esprimerà dopo.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Va bene.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.
AUGUSTA MONTARULI (FDI). Visto che anche noi abbiamo la necessità di guardare gli ordini del giorno in maniera attenta, chiederei un rinvio.
PRESIDENTE. Noi acquisiamo solo il parere del Governo…
AUGUSTA MONTARULI (FDI). Il Governo può esprimere i pareri successivamente.
PRESIDENTE. Chiedete che si esprimano i pareri successivamente?
AUGUSTA MONTARULI (FDI). Visto che il Governo ha detto che si rimetteva all'Aula, la nostra preferenza…
PRESIDENTE. Aspetti. Il Governo è pronto ad esprimere il parere sui primi 18 ordini del giorno. Il diciannovesimo è arrivato all'ultimo momento e, quindi, il Governo mi chiede di poter dare il parere dopo. Se l'Aula è d'accordo, procediamo con l'espressione del parere sui primi 18 ordini del giorno. Prego, Sottosegretario.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/887-A/1 Orrico, n. 9/887-A/2 D'Orso, n. 9/887-A/3 Giuliano e n. 9/887-A/4 Appendino. Gli ordini del giorno n. 9/887-A/5 Quartini e n. 9/887-A/6 Marianna Ricciardi, se riformulati espungendo le premesse, sono accolti come raccomandazione. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/887-A/7 Sportiello. L'ordine del giorno n. 9/887-A/8 Di Lauro, se riformulato espungendo le premesse, si accoglie come raccomandazione. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/887-A/9 Magi. L'ordine del giorno n. 9/887-A/10 Piccolotti, se riformulato espungendo le premesse, si accoglie come raccomandazione. Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/887-A/11 Grimaldi e n. 9/887-A/12 Ghirra. Gli ordini del giorno n. 9/887-A/13 Dori, n. 9/887-A/14 Borrelli e n. 9/887-A/15 Bonelli sono inammissibili. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/887-A/16 Zanella. Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/887-A/17 Carfagna e n. 9/887-A/18 Gianassi.
PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/887-A/19 Zan darà il parere successivamente.
Sospendiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 16.
La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
La seduta, sospesa alle 13, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra del Lavoro e delle politiche sociali e il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti.
Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.
(Iniziative di competenza per la tutela del diritto di sciopero e per garantire condizioni di lavoro dignitose in relazione alle manifestazioni di protesta dei lavoratori in appalto per Mondo Convenienza – n. 3-00551)
PRESIDENTE. La deputata Chiara Appendino ha facoltà di illustrare l'interrogazione Quartini ed altri n. 3-00551 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie, Presidente. Ministra, lei conosce le gravissime condizioni denunciate dai lavoratori di Mondo Convenienza? Lo sa che a Campi Bisenzio sono in sciopero dal 30 maggio e si sono uniti i lavoratori di Bologna, Pisa, Torino e Venezia? Lo sa che i lavoratori non hanno sottoscritto il contratto della logistica, ma hanno un contratto relativo al settore pulizia e multiservizi, con una paga base di 6,80 euro lordi l'ora? Quindi, oltre a uno stipendio da fame, hanno turni massacranti, senza pause né straordinari, e spesso non lavorano neanche in condizioni di sicurezza. I sindacati denunciano repressioni interne e controproteste organizzate da caporali delle cooperative che gestiscono gli appalti di Mondo Convenienza. Questo non è lavoro, Ministra, questo è sfruttamento legalizzato e, se lo sa, il suo silenzio e la sua inerzia sono inaccettabili. Dopo oltre due mesi di proteste, non abbiamo sentito una sua parola. Se non lo sa, è peggio. Ma questo non ci stupisce - almeno, fino a un certo punto - perché lo sappiamo che a voi del lavoro povero e degli stipendi da fame interessa poco.
Allora, oggi prendetevi tempo, Ministra, prenda tempo, parli con i lavoratori che sono presenti qui, oggi, e senta con le sue orecchie che cosa vivono ogni giorno. La prego di rispondere in dettaglio alle domande che le abbiamo posto perché lo deve, non a noi, ma a questi lavoratori e a queste lavoratrici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha facoltà di rispondere.
MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo con cui si chiede quali iniziative di competenza si intende assumere per assicurare le opportune tutele ai lavoratori delle aziende in appalto per Mondo Convenienza dello stabilimento di Campi Bisenzio, si rappresenta che sono state acquisite informazioni presso l'Ispettorato nazionale del lavoro, il Ministero dell'Interno e la regione Toscana. Al riguardo, segnalo che l'Ispettorato nazionale del lavoro ha attivato, sin dal 2021, anche a seguito di segnalazioni, una vigilanza speciale su diverse società addette alla logistica e al trasporto che gravitano intorno all'insegna Mondo Convenienza. Le segnalazioni riguardavano asserite condizioni di sfruttamento degli addetti al trasporto e montaggio di mobili, costretti a carichi e turni di lavoro non tollerabili e soggetti a comportamenti intimidatori da parte del datore di lavoro, operando in condizioni di precaria sicurezza e percependo salari inadeguati. Gli accertamenti hanno interessato, all'epoca, 34 magazzini riconducibili al marchio, per lo più gestiti da realtà aventi natura di cooperativa e operanti su buona parte del territorio nazionale, risultati localizzati in 12 regioni. Gli accessi hanno permesso di accertare illecite esternalizzazioni, l'elusione della normativa sugli appalti, la sussistenza di violazioni in materia di salute e sicurezza, contributiva e di orario di lavoro, ai sensi della legge n. 66 del 2003, nonché profili di irregolarità concernenti l'applicazione del contratto collettivo di lavoro e di formalizzare le contestazioni di rito.
Nel corso del 2023, sono emersi ulteriori elementi di interesse in relazione al medesimo gruppo imprenditoriale. La prefettura di Firenze ha comunicato che, dal 30 maggio, presso lo stabilimento della società Iris Mobili di Campi Bisenzio sono in atto iniziative di protesta sindacale nei confronti dell'RL2 Srl, società appaltatrice del servizio di trasporto e montaggio di mobili e arredi per la casa per conto della committente. Per queste ragioni, la prefettura ha organizzato, lo scorso 6 giugno, una riunione di coordinamento delle Forze di Polizia, allargata all'Ispettorato territoriale del lavoro, al Nucleo degli ispettori dei carabinieri presso l'Ispettorato e alla Guardia di finanza, nel corso della quale è stata programmata l'intensificazione dell'attività ispettiva nel settore della logistica. Il successivo 8 giugno, l'Ispettorato territoriale del lavoro di Firenze, congiuntamente al Nucleo carabinieri presso l'Ispettorato del lavoro e in collaborazione con la Polizia di Stato, ha eseguito un nuovo accesso ispettivo per la verifica dell'orario di lavoro e delle mansioni nei confronti di RL2 Srl che, presso l'unità di Campi Bisenzio, occupa attualmente 162 lavoratori dipendenti, di cui 21 addetti al carico e scarico, 133 al trasporto e montaggio.
L'Ispettorato ha comunicato che sono in corso le convocazioni dei lavoratori coinvolti nell'attività di trasporto e montaggio che non è stato possibile intervistare in sede di accesso ispettivo per ragioni di ordine pubblico. Anche di recente, come ancora comunicato dalla prefettura, si è svolta a Campi Bisenzio una manifestazione che ha visto la partecipazione di 800 persone, nel corso della quale i manifestanti hanno impedito il transito dei mezzi della società, bloccando l'operatività del sito.
Lo scorso 13 giugno, la società RL2 ha diramato una nota, nella quale ha comunicato di aver proceduto al licenziamento di 25 dipendenti responsabili del blocco illegale, anche tramite atti violenti, del servizio di consegna nel deposito di Campi Bisenzio, in quanto i dipendenti in questione con le loro condotte avrebbero messo a rischio l'attività produttiva.
Rappresento che, il 19 luglio scorso, si è svolta presso la presidenza della regione Toscana una riunione alla quale hanno partecipato le istituzioni e i sindacati. Al contrario, la parte datoriale, sebbene invitata, non è comparsa. I soggetti partecipanti al tavolo di crisi hanno concordato sulla necessità di revocare i licenziamenti disciplinari e astenersi da atti ritorsivi nei confronti dei lavoratori che vogliono esercitare il diritto di sciopero e, più in generale, sulla necessità di effettuare approfondimenti dei rapporti di appalto dell'intera filiera di Mondo Convenienza.
Concludo, affermando che il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali è consapevole delle criticità emerse e, nel rispetto delle competenze attribuite, è disponibile a collaborare e confrontarsi con tutte le istituzioni interessate per garantire i diritti e la tutela dei lavoratori coinvolti e seguirà con la massima attenzione gli sviluppi dell'attività ispettiva in corso.
PRESIDENTE. L'onorevole Riccardo Ricciardi ha facoltà di replicare.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Vede, Ministra, noi facciamo dei question time per avere delle risposte, non per avere la cronaca di quello che già sappiamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e di quello che già sanno i lavoratori che sono in sciopero da 57 giorni, per strada, a luglio, sotto questo caldo, con tutta la città e anche con l'amministrazione comunale di Campi Bisenzio, che ha partecipato al loro sciopero.
Sono persone che chiedono semplicemente il rispetto del proprio lavoro, non chiedono la luna. Noi qui vorremmo risposte, vorremmo fatti, non vorremmo un Governo che il 1° maggio fa un decreto Lavoro come se, da quel momento in poi, si risolvessero le cose. Intanto, da due mesi abbiamo lavoratori che si spaccano la schiena per vedere riconosciute le trasferte e guadagnano 6 euro l'ora. Questo è il tema.
Allora, zero risposte oggi e, soprattutto, questa è la direzione verso la quale ci state portando, perché le esternalizzazioni saranno sempre più frequenti. Queste ditte faranno contratti in questo modo e il salario minimo, di cui non vi frega nulla, ora è semplicemente un discorso di propaganda, perché vedete nei sondaggi che il salario minimo gli italiani lo vogliono e, allora, prendete tempo. Ma è questa la direzione verso cui ci state portando. Mondo Convenienza è solo l'ultima delle vertenze e sarà solamente la prima di tante e sempre peggiori. Allora, se è questo il Paese che ci volete regalare, che volete regalare alle future generazioni, altro che scioperi vedrete. Questo noi lo diciamo perché ci teniamo al benessere del nostro Paese.
Quindi, siamo assolutamente insoddisfatti di questa risposta perché, ribadisco, per la cronaca, leggiamo i giornali e parliamo con i lavoratori. Noi, qui, vorremmo dai Ministri non degli spettatori che passano di qua e commentano, come se fossero in televisione, quello che accade, noi vorremmo delle risposte. Purtroppo non ne abbiamo mai e, quando le abbiamo, quelle risposte sono terrificanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
(Iniziative volte ad incrementare la sicurezza sulla rete stradale, autostradale e ferroviaria, con particolare riferimento ad un efficace monitoraggio strutturale di ponti e viadotti, da parte degli enti gestori, mediante l'impiego di tecnologie a fibra ottica – n. 3-00552)
PRESIDENTE. La deputata Mazzetti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00552 (Vedi l'allegato A).
ERICA MAZZETTI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Con il decreto ministeriale n. 204 del 1° luglio 2022 sono state emanate le linee guida riguardanti monitoraggio e classificazione della gestione del rischio di ponti, viadotti e cavalcavia esistenti su strade statali e autostrade, con lo scopo di consentire una maggiore sicurezza e diffusione di verifiche delle stesse.
Nella parte III, in relazione ai sistemi di sorveglianza e monitoraggio, viene precisato che: “Nella progettazione deve essere posta particolare attenzione ai problemi di durabilità, robustezza e manutenzione dei sensori e delle apparecchiature elettroniche per acquisizioni di dati” e che, per tale scopo, sono in genere da preferire tecnologie a fibra ottica, come dice la direttiva. Ad oggi, nei bandi di gara di infrastrutture non si è riscontrato alcun richiamo a tali tecnologie di monitoraggio in fibra ottica, quale massima garanzia per la sicurezza strutturale delle infrastrutture, con conseguenti rischi di crolli di ponti e viadotti.
Chiedo al Ministro quali iniziative intenda porre in essere al fine di richiamare i soggetti gestori, in primis ANAS e Ferrovie dello Stato, ad un approccio sempre più attento e responsabile al tema della sicurezza delle infrastrutture, invitando gli stessi ad ogni opportuna valutazione circa l'impiego di tecnologie di monitoraggio strutturale, ai sensi delle linee guida di cui al decreto ministeriale n. 204 del 2022.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, senatore Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie. Il monitoraggio della gestione dei rischi infrastrutturali è un'attività essenziale, di cui ci siamo occupati fin dal primo giorno dell'insediamento, nove mesi fa. Perché io ricordo a quest'Aula che noi siamo qui da nove mesi: se c'è una carenza di manutenzione che risale a qualche decennio passato, evidentemente bisogna andare a bussare ad altre porte. Ma non mi interessa quello che non hanno fatto gli altri, mi interessa quello che stiamo facendo noi in questi mesi e, quindi, mi ricollego alle linee guida di cui lei parlava.
Per le infrastrutture ferroviarie, RFI, nel piano industriale 2023-2032 - di cui rispondiamo noi - ha investito in ricerca e sviluppo per sistemi di attrezzaggio di ponti e viadotti che affidano la connettività e la trasmissione dei dati prevalentemente alla fibra ottica, con l'obiettivo di incrementare sicurezza della circolazione anche in condizioni ambientali estreme. (Se a qualcuno non interessa quello di cui stiamo parlando, magari… grazie).
Per le infrastrutture stradali e autostradali è stato di recente approvato un programma di finanziamento riferito al monitoraggio dinamico di ponti e viadotti, con un importo complessivo di 450 milioni di euro. Perché le belle parole senza i soldi non vanno da nessuna parte. Tutte le società concessionarie hanno presentato un programma di interventi sottoposto all'approvazione del Ministero e di ANSFISA. L'obiettivo prevede il controllo di circa - questi sono i numeri - 19.000 manufatti, di cui 6.500 già integrati con strumentazioni in monitoraggio dinamico, inclusa la fibra ottica, e altri 200, modellati con il BIM, da completarsi entro il 2026. Nei bandi realizzati nell'ambito del Piano nazionale complementare “Strade sicure”, ANAS ha optato per l'utilizzo di sensori e apparati basati sui principi di misura elettrica. Con una recente lettera al direttore di ANSFISA, che si occupa della sicurezza delle infrastrutture, ho, inoltre, personalmente sollecitato un'analisi puntuale di tutti gli ultimi incidenti correlati alla qualità e alle condizioni delle infrastrutture stradali. L'ultimo riferimento è al recente evento verificatosi, lo scorso 9 luglio, nella galleria sulla A12 fra Genova e Sestri Levante.
Garantisco, quindi, che in questi mesi l'impegno del Ministero e di tutte le istituzioni interessate per potenziare il programma di verifiche e avere un approccio al monitoraggio delle infrastrutture capillare e costante è una delle priorità che abbiamo sulla scrivania (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. La deputata Mazzetti ha facoltà di replicare.
ERICA MAZZETTI (FI-PPE). Grazie, Ministro. Siamo certi e sicuri, e lo riscontriamo nei fatti, che, da quando il Governo di centrodestra da nove mesi è al governo di questa importante Nazione e lei è Ministro, stanno cambiando molte cose. È vero, approviamo tutti la sensibilità che lei ha proprio nella sicurezza e su questo siamo molto favorevoli. Il fatto è che abbiamo riscontrato - chi lavora in tale settore - che, ancora oggi, alcuni enti, come ANAS, non stanno portando avanti le tecnologie della fibra ottica. Mi fa piacere che, invece, negli ultimi nove mesi, da quando lei è al Ministero e il Governo di centrodestra è al potere in questo Paese, si possa essere soddisfatti di questa nuova tecnologia, una tecnologia fondamentale, soprattutto, per le sollecitazioni, perché sappiamo benissimo che le strade, con il passaggio dei mezzi, subiscono sollecitazioni particolari che solo tramite la fibra ottica possono essere rilevate. Con molta soddisfazione sento le sue parole, che danno speranza, tranquillità anche a tutti coloro che vanno su questi mezzi, sui trasporti. Sicuramente, è fondamentale continuare su questa linea; so benissimo che per lei, come per tutto il centrodestra, è fondamentale la sicurezza, abbiamo visto troppe tragedie nell'ultimo periodo; so benissimo quante siano le risorse a disposizione e anche che in 9 mesi non si possono risolvere i problemi di non manutenzione di molte infrastrutture, soprattutto stradali, come ponti e viadotti, ma sono certa che d'ora in poi cambierà il sistema e con lei, Ministro, e il centrodestra potremo stare più sicuri, benché sappiamo tutti le difficoltà a cui va incontro questa tipologia di infrastrutture (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Lega-Salvini Premier).
(Iniziative volte ad affrontare le carenze evidenziate nel settore dei trasporti nel corso dell'attuale stagione estiva, anche in prospettiva dei grandi eventi che si svolgeranno nei prossimi anni in Italia – n. 3-00553)
PRESIDENTE. Il deputato Fabrizio Benzoni ha facoltà di illustrare l'interrogazione Gadda ed altri n. 3-00553 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
FABRIZIO BENZONI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Ministro, gli ultimi mesi hanno sicuramente decretato una situazione di caos generalizzato per i trasporti nel nostro Paese, parto da quelli ferroviari con continui ritardi, anche cronici, dovuti a guasti, interruzione e incendi e a una rete che, come dicono le stesse Ferrovie dello Stato, necessiterebbe di un potenziamento. A questi dati si aggiungono gli scioperi che accomunano il settore ferroviario a quello aereo che, con continue cancellazioni, sta vedendo grosse difficoltà per chi deve muoversi, con un aumento dei prezzi che mette davvero in difficoltà chi si muove per turismo e per lavoro. Aggiungiamo il caos dei traghetti, che hanno le medesime difficoltà, e quello dei taxi, ormai introvabili nelle principali città italiane, per dire che la situazione è davvero critica rispetto anche alle future manifestazioni che l'Italia ospiterà e che la vedranno protagonista nei prossimi anni, dal Giubileo alle Olimpiadi. Allora, noi le chiediamo quali siano gli interventi che lei, come Ministro, intende fare per risolvere questa situazione.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, senatore Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. La ringrazio, anche se avrei bisogno di mezz'ora per rispondere su tutto quello che stiamo facendo, vedrò di contenere in due minuti la risposta alla sua precisa e articolata interrogazione.
Parto dal trasporto ferroviario, perché, ad esempio, proprio domani, partono i lavori della fresa per il passante sotto Firenze, 7 chilometri, che eviterà che un guasto lungo la linea in Italia blocchi tutta l'alta velocità. Quindi, colgo l'occasione per anticipare a quest'Aula che domani, finalmente, dopo anni di attesa, partono i lavori per questo benedetto passante di Firenze. Nei prossimi dieci anni, Rete ferroviaria italiana ha in budget 125 miliardi di euro in manutenzione ordinaria, straordinaria e nuova progettazione, mentre ANAS ha a budget altri 50 miliardi di euro; 24 di questi miliardi per le ferrovie sono a voce PNRR e intendiamo non solo spenderli tutti, ma spenderli bene. Ovviamente, buona parte della nostra attenzione va anche al trasporto regionale, pendolare e intercity, perché sono in corso di acquisto centinaia di carrozze per quelli che il treno non lo usano una volta ogni tanto per andare in vacanza, ma lo usano tutti i giorni per andare a lavorare. Per quello che riguarda la rete viaria, sono in corso manutenzioni ordinarie e straordinarie, non solo di ANAS, ma anche di AspI, penso al nodo ligure, penso al passante di Bologna, penso alla dorsale adriatica, per cui non sono più rinviabili alcuni grandi interventi, come il passante di Bologna, il passante di Firenze e la Gronda di Genova. Ho chiesto ai concessionari autostradali di ridurre al minimo l'impatto dei cantieri, che vanno fatti per la messa in sicurezza di gallerie, viadotti e autostrade, per aiutare l'esodo estivo. Per quello che riguarda l'aeroporto di Catania ho altre tre interrogazioni dopo, quindi, se si ferma un'altra ventina di minuti entro nel merito, altrimenti non riesco a rispondere a tutto il resto.
Per quello che riguarda l'annoso problema taxi e NCC, abbiamo già fatto due riunioni al mio Ministero, conto di farne un'altra la settimana prossima e con il coinvolgimento di comuni e regioni arrivare, dopo anni, alla firma dei decreti attuativi che mancano da troppo tempo e ad avere un miglior servizio per tutti gli utenti e per tutti i cittadini. In nove mesi miracoli non ne facciamo, ma penso che si sia notato il fatto che vogliamo chiudere i troppi problemi che abbiamo trovato sul tavolo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. La deputata Maria Chiara Gadda ha facoltà di replicare.
MARIA CHIARA GADDA (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, come dite spesso, l'Italia è il Paese del made in Italy, è il Paese del turismo e noi siamo d'accordo con lei rispetto a questo, però, i ritardi che si stanno accumulando, soprattutto sul fronte ferroviario, anche dell'alta velocità, stanno davvero mettendo in difficoltà, non soltanto, come ricordava lei, chi si muove per turismo, ma anche le persone che si devono muovere per necessità, per motivi di salute - sappiamo anche quanto il turismo sanitario sia presente nel nostro Paese -, ma anche per motivi di lavoro e noi dobbiamo evitare che questi fenomeni diventino cronici. Questi malfunzionamenti, i problemi di queste ore non sono dovuti a fattori esterni, come la tragedia che sta avvenendo per il maltempo nel Nord Italia o gli incendi negli aeroporti, ma sono elementi cronici, legati al malfunzionamento della rete e a una cattiva manutenzione. Quindi, noi di Azione-Italia Viva diciamo bene se si fanno investimenti in manutenzione, bene se si fanno investimenti su nuovi mezzi, ma serve davvero, e lo mettiamo sul tavolo in un'ottica collaborativa, un piano strategico, che veda nel nostro Paese una sinergia tra tutti i mezzi di trasporto, l'alta velocità, il trasporto pubblico locale, il trasporto marittimo, perché in questo momento chi vive la situazione insulare, davvero, non sa come raggiungere il continente, perché i traghetti funzionano male, il trasporto aereo ha i problemi che abbiamo visto in queste ore e il trasporto ferroviario, soprattutto, rende impossibile il movimento. Noi siamo sicuramente per le grandi opere, ne ha citata una, la Gronda, aggiungo il cantiere dell'alta velocità TAV; diamo un'accelerazione anche alle grandi opere, però mettiamo attenzione, nei tavoli che lei farà, al tema dei taxi, che è una priorità; occorre una riforma, perché nessuna grande città in questo momento ha a disposizione un sistema adeguato e pronto ai grandi eventi, ma soprattutto pensiamo ai costi per le famiglie, perché oggi muoversi in Italia con qualsiasi mezzo è diventato inaccessibile in termini economici. Quindi, noi monitoreremo; lei ha citato tante risorse, ma monitoreremo un'attuazione efficace e rapida.
(Iniziative di competenza in relazione all'emergenza abitativa, con particolare riferimento all'annunciato piano casa – n. 3-00554)
PRESIDENTE. Il deputato Luca Pastorino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00554 (Vedi l'allegato A).
LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Cambiamo argomento, quindi, signor Ministro, grazie anche a lei. Il tema è l'azzeramento del Fondo nazionale per il contributo affitto e morosità incolpevole. Il 22 febbraio, in risposta a un'interrogazione del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra era stato annunciato - queste sono le sue parole - un “nuovo ambizioso, rivoluzionario e visionario piano casa”, e lo stop comunque a iniziative spot, quali il contributo per l'affitto. A marzo 2023, una mia stessa interrogazione di tenore simile in Commissione aveva avuto una risposta sostanzialmente analoga, nel frattempo, poi, la settimana scorsa o due settimane fa, qui, in quest'Aula, è stata approvata una mozione sul tema dell'emergenza abitativa, approvata da questa maggioranza, di iniziativa parlamentare, che al punto 8) impegnava il Governo ad adottare iniziative volte ad individuare risorse di carattere pluriennale per rifinanziare il Fondo per il sostegno dell'affitto e per la morosità incolpevole e per sostenere la locazione da parte di soggetti in condizioni di difficoltà economica. Quindi, le premesse che ho fatto prima e questo impegno del Parlamento sono due cose che vanno in direzioni diverse, quindi, volevamo capire se avessimo capito bene. La domanda è: quali iniziative di competenza ritenga di adottare nell'immediato, al fine di fronteggiare l'emergenza abitativa e andare incontro alla parte più fragile della cittadinanza italiana, così come dice la mozione approvata anche dalla maggioranza in questo Parlamento e, al riguardo, se intende fornire maggiori e più precisi dettagli con riferimento al piano casa di cui non si ha ancora traccia, sebbene sia stato annunciato a febbraio 2023.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, senatore Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Ringrazio per la stima e la fiducia. In nove mesi abbiamo approvato un nuovo codice dei contratti pubblici, che sta dimostrando nei primi 20 giorni di applicazione quanto erano sbagliati e infondati i timori che bloccasse tutto. Ci sono già più di 30.000 CIG per nuove gare depositati, ci sono quasi 3.000 stazioni qualificate già operative. Al piano casa stiamo lavorando al Ministero. Sono alcuni decenni - non voglio dare numeri inesatti, però mi limito ad alcuni decenni - che non si mette mano organicamente al tema casa. Lo vogliamo fare con i sindacati, con le associazioni, con le imprese, con gli enti locali e con i territori. Porterò in quest'Aula un progetto organico, che non insegua, evidentemente, l'emergenza della tenda o della protesta del singolo. Intanto noi abbiamo il dovere di spendere bene e spendere tutti i 2 miliardi e 700 milioni di euro per i piani di riqualificazione urbana. Dico solo che l'Europa ci chiedeva di sistemare 10.000 alloggi popolari, il nostro obiettivo è di sistemarne 15.000 di alloggi popolari, che sicuramente non sono una risposta alla domanda, non solo dell'affitto per le fasce bisognose, ma soprattutto nelle grandi città, penso a Roma e a Milano, dell'affitto anche per i tutori dell'ordine, gli insegnanti, i medici, i liberi professionisti, gli operai e i pendolari. Il piano casa non è un annuncio e men che meno fantasioso. Se dovessimo fare un piano casa fantasioso ci metteremmo con i pastelli a disegnare sulla lavagna. Sicuramente è ambizioso, perché nei decenni passati nessuno ha messo mano a questo tema. Abbiamo cominciato a farlo coinvolgendo gli enti locali, coinvolgendo la cooperazione, che è un settore assolutamente fondamentale, e stiamo lavorando allo sviluppo di nuovi modelli di cohousing e cohousing intergenerazionale, per evitare - questo è il mio parere - quegli obbrobri architettonici che in alcune città italiane danno il peggio della dimostrazione di quella che è ovviamente un'architettura non degna di nessuna fascia sociale. Quindi, sarò ben contento di coinvolgerla, a partire dall'autunno, chiuso, mi auguro, da quest'Aula parlamentare anche il nuovo codice della strada, che è altrettanto urgente come il codice degli appalti e come il piano casa, per arrivare, nell'arco della legislatura, a qualcosa che non c'è da troppo tempo. Per quello che riguarda il Fondo per il sostegno all'accesso alle abitazioni e il Fondo morosità incolpevole, sarà una delle voci che chiederemo di finanziare in legge di bilancio nel prossimo autunno (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. L'onorevole Pastorino ha facoltà di replicare.
LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). Grazie, signor Presidente. Grazie, signor Ministro. La parola che aveva usato lei era visionario, non era fantasioso. Ho sbagliato io, mi sono corretto. Dopodiché non ho motivo di non credere al fatto che lei procederà nella redazione di questo piano, di questo progetto organico, così come lo ha definito. Lo ha annunciato a febbraio, siamo ad agosto, anche perché sono tanti anni che non si fa, come dice lei, però non bisogna fare neanche troppa confusione. Ho sentito in questi giorni parlare, bisogna distinguere un po' le cose. Si parla di alloggi di ERP, nell'interrogazione in Commissione mi è stato risposto che era in previsione la ristrutturazione di 44.000 alloggi di ERP, che sicuramente è una notizia positiva, ma che è accompagnata da questo vulnus che lei oggi mi conferma, ovvero il fatto che comunque il Fondo per la morosità incolpevole e le persone in difficoltà quest'anno non ci sarà, e questo è un problema. Lei lo sa bene, credo che sappia che vengo dalla Liguria. Proprio nella regione Liguria ci saranno 10 milioni di euro in meno da destinarsi all'emergenza abitativa e migliaia di famiglie, solo a Genova 2.000, non avranno né aiuti né risposte. Queste sono parole non mie o di esponenti dell'opposizione, ma dell'assessore Scajola, che di recente ha dichiarato la sua preoccupazione per la perdita di questo salvagente rilevante, affermando che, pur avendolo segnalato ai Ministri competenti, non ha avuto risposte che gli diano garanzia di soddisfazione. Questo lo ha scritto sui giornali. Sapete bene che la Liguria è amministrata dal centrodestra, quindi l'assessore Scajola fa parte della compagine che è maggiormente rappresentata all'interno del Parlamento, di cui fa parte anche il suo partito.
Quindi questo è un problema al quale da febbraio chiediamo risposte e oggi ci viene ribadito il fatto che per queste persone, per le quali gli amministratori locali di destra, bianchi, rossi, gialli e verdi lamentano un problema di fondo, non si farà nulla. Quindi le manifesto tutta la mia soddisfazione per la parte finale della risposta. Ripeto, non ho pregiudizi circa il fatto che lei possa, e anzi me lo auguro, fare il migliore piano e progetto organico per l'edilizia residenziale e per il sostegno all'abitazione.
Resta il fatto che queste due cose potevano andare in parallelo, quindi, non definanziare questo Fondo, molto utile, a detta di amministratori locali anche di centrodestra, e, in parallelo, sviluppare un Piano casa visionario, come ha detto lei, che attendiamo tutti con grande aspettativa, ma, per il resto, il buco rimane e mi dispiace prendere atto di questa cosa, in quest'Aula.
(Iniziative di competenza per introdurre, nell'ambito della riforma del codice della strada, sanzioni adeguate per chi abbandona animali su strada, nonché per agevolare il trasporto degli animali da compagnia sugli aerei – n. 3-00555)
PRESIDENTE. L'onorevole Furgiuele ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-00555 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, è una vera e propria strage di animali abbandonati quella che si evince dallo studio approfondito dell'ENPA. Ogni anno più di 80.000 gatti e più di 50.000 cani vengono abbandonati, e l'80 per cento di questi poi rischiano di morire in incidenti stradali, che inevitabilmente vanno poi a ricadere sulla vita dell'uomo, oppure muoiono di stenti, muoiono di fame. Esiste il reato di abbandono, che può arrivare ad una pena di 1 anno, però evidentemente questo reato, che doveva fare da deterrente, ha fallito il suo compito.
Quindi, chiedo al signor Ministro quali iniziative intenda intraprendere per limitare la strage di questi animali abbandonati e se non reputi necessario intervenire magari sul codice della strada per prevedere iniziative e sanzioni molto più dure relativamente a chi si macchia del reato, del crimine di abbandono.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie per la domanda e vedo di essere puntuale, perché ridurre il numero degli incidenti sulle strade, da padre oltre che da Ministro, è una mia priorità, però lo è anche ridurre il fenomeno incivile dell'abbandono degli animali, che ha raggiunto numeri, almeno nelle violazioni accertate, già di per sé inaccettabili. Nel 2020 sono state 580 le persone denunciate per abbandono di animale lungo un asse stradale, nel 2021 sono state 687, nel 2022 sono state 741. Sono degli infami. Le bestie sono quelli che abbandonano, non sono gli animali abbandonati (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Dal 1° gennaio al 31 maggio di quest'anno sono 190 le persone denunciate.
È chiaro ed evidente che l'arresto fino a 1 anno e la stessa ammenda fino a 10.000 euro non sono un deterrente sufficiente. Credo, peraltro, che sia necessario arrivare a un testo unico delle leggi che tutelano il benessere degli animali. So che alcuni gruppi parlamentari ci stanno meritevolmente lavorando e spero che il Parlamento trovi un'uniformità e unanimità su questo testo unico a difesa degli animali. Per quello che riguarda il Ministero dei Trasporti stiamo valutando alcune iniziative di nostra diretta competenza. Ne ricordo alcune, poi quest'Aula potrà emendare il disegno di legge sulla sicurezza stradale che abbiamo approvato in Consiglio dei ministri.
Nel merito, riterrei utile che, qualora l'abbandono di animali domestici avvenga su strada, la pena prevista sia aumentata di un terzo rispetto a quello che oggi è già previsto; nel caso di accertamento del reato di abbandono, ove il fatto sia commesso mediante l'uso di veicoli, si possa prevedere - questa è la novità - la sospensione della patente di guida da 6 mesi fino a 1 anno, perché probabilmente la multa economica non è sufficiente. Se ti porto via la patente per 1 anno, magari ci pensi un pochino di più. Qualora dall'abbandono consegua un incidente stradale, come spesso accade, la sanzione della sospensione della patente è da 1 a 2 anni e, in caso di recidiva, vi sarebbe la revoca della patente. Se il fatto è commesso da persona non munita di patente di guida, perché purtroppo a volte capita anche questo, si applicherà il divieto di conseguirla per un periodo da 1 a 2 anni.
Ovviamente, è solo una risposta, manca tutto il lato educativo, perché abbandonare, magari per farsi le vacanze comodamente, l'animale lungo la strada è qualcosa di assolutamente criminale. Mi auguro che questi provvedimenti possano avere un effetto deterrente rispetto a pratiche che confermo barbare, pericolose e criminali (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premiere di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. L'onorevole Furgiuele ha facoltà di replicare.
DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, signor Ministro, per la sua risposta puntuale e per gli impegni assunti, che crediamo, come Lega, siano fondamentali, soprattutto a fronte delle informazioni che quotidianamente riceviamo rispetto all'abbandono degli animali. Ogni anno si tratta di un bollettino di guerra, che impone provvedimenti seri, provvedimenti energici, come quelli di cui lei ha parlato. Ogni anno vengono abbandonati più animali, con un incremento del 20 per cento di abbandono. C'è la diminuzione dell'accoglienza e, quindi, dell'adozione degli animali del 10 per cento.
Salvare gli animali non è soltanto un momento di sensibilità nei confronti di questi straordinari amici dell'uomo, che hanno anche una funzione importante dal punto di vista sociale, ma è soprattutto, come diceva lei, importante per la sicurezza stradale. Ce lo dicono i fatti e gli incidenti causati proprio dagli abbandoni, incidenti che spesso, purtroppo, sono anche mortali. Un animale che viene abbandonato in strada, che è spaesato, è come una mina pronta a esplodere in ogni momento. Dunque, ben vengano queste iniziative, che lei ci ha preannunciato, e ben venga l'impegno di tutti coloro che, in modo trasversale, vorranno appoggiare queste iniziative, volte a limitare queste stragi degli animali e a punire coloro che si macchiano di questo grave reato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
(Chiarimenti in ordine al mancato ripristino della operatività dell'aeroporto internazionale di Catania danneggiato da un gravissimo incendio, anche in relazione alle rilevanti carenze infrastrutturali della Sicilia – n. 3-00556)
PRESIDENTE. L'onorevole Bonelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00556 (Vedi l'allegato A).
ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, come lei ben sa, il 16 luglio 2023 nell'area noleggio dello scalo aereo di Catania è divampato un incendio, che ha provocato ingenti danni. Lei ha convocato, dopo 7 giorni, un tavolo per capire come procedere e riattivare la funzionalità di questo scalo, che si inserisce, tra l'altro, in un contesto, come lei ben sa, di grave situazione in queste ore, nella Sicilia assediata dagli incendi e con lo scalo aeroportuale di Palermo che ieri è stato chiuso proprio a causa degli incendi. Le faccio presente, però, che altri scali aeroportuali, che pure hanno avuto problemi drammatici, ahimè, come questi, dopo poche ore erano riaperti.
Quindi, le chiedo quali iniziative intenda adottare e la ragione per la quale lei ha ritenuto di dover intervenire solo dopo 7 giorni dall'incendio che era avvenuto nell'aeroporto di Catania.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, senatore Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie. Rispondo all'interrogante partendo dal presupposto che il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti non ha la gestione dell'aeroporto di Catania. Questo penso e spero che lei lo sappia, però, ovviamente, mi occupo di tutto quello che accade in Italia e, se richiesto, possiamo dare una tutela, una consulenza, un appoggio, e mandare, tramite ENAC, un'ispezione, perché l'aeroporto di Catania non dipende dal Ministero.
Fatta salva questa precisazione e ritenendo mio dovere intervenire ovunque sia necessario - e oggi stesso ho sentito, ad esempio, i sindaci di Valverde e di Aci Catena e sono in contatto coi sindaci di Palermo e di Catania per lo stato di emergenza, che non dipende dal mio Ministero - non mi limito, ovviamente, a fare il compitino del mio Ministero. Quindi, ho acquisito le informazioni che mi permettono di risponderle. Prima, però, intendo ringraziare tutti gli operatori, a partire dai Vigili del fuoco e dai volontari del primo soccorso (Applausi), che sono prontamente intervenuti e stanno intervenendo in queste ore. Ovviamente, c'è un'inchiesta che immagino si aprirà e non spetta a me giudicare. Posso solo dire che mi risulta che il gruppo della Lega abbia presentato un progetto di legge per aumentare le pene in caso di piromani e di incendi appiccati dolosamente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e mi sembra assolutamente opportuno farlo.
Per quello che riguarda i due incontri che abbiamo fatto sull'aeroporto di Catania, noi siamo a sostegno, tramite ENAC. Al momento, l'aeroporto catanese consente la movimentazione di 20.000 passeggeri, cui si aggiungono 6.000 dirottati su Comiso. L'obiettivo è, entro l'inizio della settimana prossima, ripristinare il 90 per cento del traffico passeggeri sulla rete Catania, Comiso e resto d'Italia. Quindi, siamo assolutamente a disposizione per supportare l'ente gestore, che non dipende dal Ministero, la regione, gli enti locali e tutti quelli che hanno diritto di utilizzare l'aeroporto di Catania, così come l'aeroporto di Palermo, che è stato chiuso per un incendio evidentemente non dipendente dalla volontà del Ministero. Però, viaggiare sicuri in Italia, a prescindere dalle responsabilità, è uno dei miei compiti e, quindi, anche oggi sono in contatto con la società di gestione.
Non spetta a me far emergere eventuali colpe e mancanze, perché sono altre autorità che lo faranno. Spetta a me cercare di accelerare il ritorno alla normalità e prospettare il 90 per cento dei voli in arrivo e in partenza all'inizio della settimana prossima è qualcosa che mi tranquillizza. Grazie e buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. L'onorevole Angelo Bonelli ha facoltà di replicare.
ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. È ovvio che siamo assolutamente insoddisfatti. Del resto, noi eravamo abituati al Ministro Salvini che interveniva su tutto, sapeva tutto e dava una risposta su tutto. Fatto strano, oggi non è in grado di dare una risposta. Però, le ricordo, Ministro, che i poteri di controllo spettano a lei, spettano a lei attraverso l'ENAC. Non è che lei “se qualcuno mi chiede un consiglio, io gli do un consiglio”. Ha capito che c'era il quarto scalo aeroportuale più importante d'Italia che era fermo? Non si tratta del fatto che qualcuno le chiede un consiglio. Lei non doveva convocare dopo 7 giorni il tavolo. Lei ha i poteri di controllo e non li ha voluti esercitare e oggi viene qui dicendo: “Se qualcuno mi chiede un consiglio (…)”.
Detto questo, le faccio presente, però, che tutto ciò accade mentre la Sicilia è devastata dagli incendi. Guardi, ieri il suo collega Ministro Musumeci, chiedeva di avere più Canadair, perché ce ne sono pochi. A lei, che parla sempre di follie green, chiedo se sia più folle approvare un piano antincendi quando gli incendi sono in corso, come ha fatto la regione Sicilia, se sia più folle sperperare 15 miliardi di euro per il ponte sullo Stretto quando la Sicilia ha bisogno di un sistema antincendi, di avere treni, depuratori e ospedali - sono contento che rida, mi fa piacere che le faccio questo effetto - e se sia più folle non agire sulle cause della crisi climatica, che tanti danni sta procurando al nostro Paese. Le ricordo che Catania, signor Ministro, è stata senza acqua e luce per giorni, perché i cavi interrati si sono fusi per il caldo.
Le voglio dire una cosa, però, davanti agli italiani che ci stanno vedendo. Lei ieri ha attaccato un prete invitandolo a lasciare l'Italia perché ha osato criticare la realizzazione del ponte. Questo prete si chiama don Luigi Ciotti (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Per cortesia.
ANGELO BONELLI (AVS). Questo prete si chiama don Luigi Ciotti e lei ha detto che, se espatria, fa un favore a tutti. Io la invito a non usare più questo linguaggio, perché don Luigi Ciotti è uno che contrasta la mafia ed è uno che la mafia lo vorrebbe all'estero (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Mi scusi, signor Presidente…
PRESIDENTE. Per cortesia, colleghi!
ANGELO BONELLI (AVS). Io la invito, pertanto, a non usare più questo linguaggio, perché don Luigi Ciotti è una persona che contrasta la mafia ed è la mafia che lo vorrebbe o in un altro mondo o all'estero. Non usiamo più questo linguaggio e, da parte nostra, la solidarietà a don Luigi Ciotti e a tutto il popolo siciliano, a quello lombardo e agli italiani che stanno subendo gli effetti della crisi climatica (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Per cortesia! Per cortesia, onorevole Carrà, la prego! Per cortesia, recuperiamo la tranquillità.
(Iniziative di competenza volte al commissariamento della società di gestione dell'aeroporto di Catania in relazione alla situazione di emergenza originata da un gravissimo incendio - n. 3-00557)
PRESIDENTE. La deputata Giovanna Iacono ha facoltà di illustrare l'interrogazione Barbagallo ed altri n. 3-00557 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
GIOVANNA IACONO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, la Sicilia è nel caos. Dieci giorni fa, un incendio, divampato all'interno dell'aeroporto di Catania, ha messo in ginocchio l'intera mobilità dell'isola. Una situazione aggravata, in queste ore, dall'emergenza roghi che ha interessato Palermo e dal vasto incendio che ha lambito lo scalo “Falcone e Borsellino”, causandone la chiusura.
Gravissimi sono i disagi per i passeggeri: migliaia di siciliani e turisti lasciati allo sbando senza informazioni e senza assistenza, nonostante il gran lavoro dei Vigili del fuoco, delle Forze dell'ordine e degli operatori della Protezione Civile, che ringraziamo anche noi, naturalmente. I passeggeri sono stati costretti a percorrere centinaia di chilometri da Catania e si sono ammassati a migliaia all'interno degli scali aeroportuali. Fatti, questi, che hanno reso evidenti le carenze della governance dell'aeroporto di Fontanarossa nella gestione dell'emergenza. Ad oggi, non vi è alcuna data certa sul riavvio delle attività dell'aeroporto di Catania e, anzi, si perde tempo con ipotesi senza fondamento.
Per tutti questi motivi, si interroga il Ministro se non ritenga urgente commissariare la società di gestione dell'aeroporto di Catania per governare una situazione disastrosa, ormai fuori controllo, e per garantire il ritorno alla normalità nel più breve tempo possibile.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, senatore Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. In merito all'ipotesi di commissariamento, le indagini per accertare cause e responsabilità sono tuttora in corso, per cui è assolutamente prematura ogni mia valutazione nel merito, visto che faccio un altro mestiere.
Attualmente, l'aeroporto di Catania opera i voli esclusivamente presso il terminal C, con una regolazione dei flussi, da oggi, pari a 5 partenze e a 5 arrivi l'ora. Per consentire una più agevole attività operativa, il terminal è stato potenziato mediante la realizzazione di una tensostruttura installata all'ingresso dello stesso, un nuovo gate d'imbarco, che si aggiunge ai quattro esistenti, due ulteriori tensostrutture che fungono da aree di preimbarco. La messa in esercizio di tale opera infrastrutturale temporanea ha consentito di incrementare la capacità dello scalo, arrivando a circa 60 voli totali al giorno.
Inoltre, sono in corso ulteriori attività di potenziamento attraverso l'installazione di altri tre banchi di accettazione, la realizzazione di un basamento per il montaggio della tensostruttura di 500 metri quadri che sarà realizzata dall'Aeronautica militare, che ringrazio, il montaggio di due altri banchi check-in all'interno della nuova tensostruttura, il posizionamento di due macchine radiogene per il bagaglio a mano e la realizzazione di un ulteriore gate d'imbarco. L'obiettivo, come dicevo, è arrivare, la settimana prossima, al 90 per cento dei passeggeri trasportati dal sistema aeroportuale di Catania e Comiso.
Una riflessione: quando qualcuno dice che il ponte sullo Stretto di Messina unisce due cosche, non manca di rispetto al Ministro Salvini (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE - Dai banchi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier: “Bravo!”), manca di rispetto a milioni di siciliani e calabresi che la mafia la combattono tutti i giorni, e dovrebbe aver vergogna di pronunciare queste parole (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).
PRESIDENTE. L'onorevole Antony Emanuele Barbagallo ha facoltà di replicare.
ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. La situazione attuale è totalmente inaccettabile, è evidente la mancata programmazione e le verifiche sui programmi infrastrutturali annunciati e mai realizzati sono state carenti: queste parole, signor Ministro, che non necessitano di ulteriori commenti, non vengono dalle opposizioni ma da un autorevolissimo esponente del Governo Meloni.
Non siamo soddisfatti della sua risposta. Serve fare presto e serve agire immediatamente. Il tavolo insediatosi al Ministero non ha sortito alcun effetto concreto. Al suo Ministero, come lei ha ribadito poc'anzi, sono attribuite per legge la vigilanza e il controllo su ENAC ed ENAV e, allora, noi ci aspettiamo che questo controllo lo eserciti, signor Ministro.
Poc'anzi, ha definito il quadro prematuro. Per noi - le assicuro, lo dico da siciliano e da catanese - è già sufficientemente circostanziato. Non serve, in questo momento, continuare con la politica dell'annuncio. L'annuncio del presidente Schifani di aprire Sigonella per gestire l'emergenza è una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), perché quell'aeroporto non si poteva aprire con la guerra a 1.500 chilometri da Trieste.
Noi le chiediamo di esercitare il controllo e commissariare l'aeroporto con una nota, una lettera, persino con una telefonata.
In questi dieci giorni, è emersa tutta l'inadeguatezza, l'incapacità e l'inettitudine della società di gestione dell'aeroporto di Catania, anche con specifico riferimento alla gestione dell'aeroporto di Comiso, che viene operata dalla stessa società e che appare sempre più appiattita su Catania stessa. Migliaia e migliaia di passeggeri sono vittime di un'approssimazione, di una leggerezza e di una sufficienza senza precedenti, che stride con ogni precetto del buon governo. I danni alle imprese, al turismo, all'immagine della Sicilia sono incalcolabili. Una Sicilia attanagliata nella morsa del caldo, degli incendi e della mancanza di luce ed acqua, con un governo regionale immobile, non merita questo ulteriore flagello del disastro all'aeroporto di Catania e delle nefaste conseguenze sui trasporti nell'isola.
Infine, signor Ministro, non ci soddisfa neanche la sua risposta sulle compagnie aeree che meritavano una sua considerazione. Alcune delle compagnie aeree, infatti, in queste ore, stanno operando speculazioni spregiudicate sulla pelle dei passeggeri, con cancellazioni improvvise e nuovi voli a prezzi elevatissimi.
Ho finito, signor Presidente. I siciliani sono stremati e pretendono - anzi, pretendiamo - misure efficaci, come il commissariamento, che siano in grado di ripristinare prontamente la normalità nell'isola (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
(Iniziative di competenza per favorire lo sviluppo della concorrenza nel sistema portuale italiano – n. 3-00558)
PRESIDENTE. La deputata Ilaria Cavo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-00558 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il sistema portuale italiano costituisce un patrimonio strategico per il nostro Paese. Alcuni numeri: 490 milioni di tonnellate di merci movimentate nel 2022 e 61,4 milioni di passeggeri trasportati. Il PNRR prevede 9,2 miliardi di euro di investimenti per la portualità, soprattutto destinati alla transizione ecologica e alla digitalizzazione. Questo per rimarcare con i numeri quanto sia considerato strategico il sistema portuale per il sistema Paese. Di qui la nostra interrogazione che riguarda il tema della tutela della concorrenza. Ricordiamo che è la Costituzione, all'articolo 117, a tutelarla, e noi abbiamo notato che, negli ultimi mesi, organi di stampa hanno riportato preoccupazioni per la tutela della concorrenza nel settore per i cambiamenti negli assetti societari dei terminal portuali di Genova, Livorno, Catania, Gioia Tauro e Civitavecchia. Siccome si tratta di rotte marittime importanti, fondamentali per la continuità territoriale, siamo, quindi, a chiedere quali iniziative intenda assumere per favorire la tutela della concorrenza, evitando quelle concentrazioni che potrebbero incrementare i prezzi per l'intera catena logistica e per i consumatori del mercato marittimo.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, senatore Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Ringrazio per l'interrogazione che mi consente di illustrare, seppur rapidamente, visti i tempi concessi, le politiche a sostegno del sistema marittimo, settore di rilevanza strategica per il nostro Paese dal punto di vista economico e geopolitico.
La diga foranea di Genova, di cui ho avuto l'onore di inaugurare l'avvio lavori, è la più grande opera di ingegneria idraulica al mondo. Anche lì c'è qualche comitato del “no”, come si usa per ogni grande opera in Italia, però le posso assicurare che faremo di tutto per arrivare al completamento dell'opera, affinché Genova diventi uno dei punti di riferimento della logistica e dei container a livello non italiano, ma mondiale. I porti, infatti, sono un punto d'accesso fondamentale per l'approvvigionamento delle materie prime e la commercializzazione dei prodotti finiti. La sfida è duplice: da un lato, dobbiamo superare, come lei accennava, le criticità esistenti, puntando sulla semplificazione degli iter amministrativi, e il Vice Ministro Rixi, entro l'anno, porterà all'approvazione il piano di riforma dei porti italiani; parallelamente, è necessario garantire la tutela della concorrenza. In tale prospettiva, con il decreto a mia firma del 28 dicembre scorso, è stato approvato il regolamento per il rilascio di concessioni di aree e banchine. Il regolamento introduce un sistema di monitoraggio che consente all'autorità concedente di verificare eventuali modificazioni negli assetti societari responsabili della gestione dei porti per prevenire concentrazioni e garantire una reale concorrenza del mercato. Va ricordato che le procedure di acquisto e cessione di quote societarie sono sempre oggetto di verifica da parte del gruppo di coordinamento della golden power. Negli ultimi sei mesi, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato si è già pronunciata favorevolmente su alcune operazioni che interessavano l'acquisizione di quote societarie in ambito portuale. È il caso, ad esempio, del porto di Trieste. A questo primo intervento intendiamo affiancare una riforma organica del sistema dei porti, a cui sta lavorando il Vice Ministro e a cui facevo riferimento prima. Concludo, osservando che la gloriosa storia delle nostre Repubbliche marinare ci indica la strada da perseguire anche in futuro. I porti italiani devono continuare a essere asset strategici nazionali in termini di infrastrutture, trasporto merci, traffico passeggeri e connessioni intermodali sostenibili. Tutelare la concorrenzialità del settore e aprire a tutti gli operatori è il primo passo per un'economia del mare realmente competitiva. Aggiungo un post scriptum: i grandi risultati che sta portando a casa il porto di Gioia Tauro sono una delle più grandi operazioni contro la mafia, la camorra e la 'ndrangheta (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE), perché, laddove c'è lavoro, non ci sono mafia, camorra e 'ndrangheta. E spero che, almeno su quel porto, nessuno parli di cosche perché altrimenti non ci siamo capiti (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).
PRESIDENTE. L'onorevole Maurizio Lupi ha facoltà di replicare.
MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, come lei sa e lo ha illustrato bene, per noi i porti, le autostrade del mare, la logistica, l'intermodalità sono asset strategici del Paese. E l'impegno che il Governo sta mettendo in questi nove mesi va esattamente in quella direzione. Ci siamo accorti - lo dico per chi ci ascolta - durante un periodo drammatico, quale quello del COVID, quanto siano importanti i nostri porti e la nostra logistica. Bene ha fatto a ricordare il lavoro di sviluppo che il Ministero sta facendo. Aspettiamo le conclusioni del lavoro del Vice Ministro Rixi su tutto il tema della portualità e dell'intermodalità.
Abbiamo presentato questa interrogazione proprio perché noi accompagniamo la guida saggia dello Stato, che dà indicazioni e indirizzi, ma per noi è importante accompagnare la libera iniziativa privata: le risorse vere sono quelle messe a disposizione dai nostri cittadini e dalle nostre imprese. Ha fatto bene a ricordare il porto di Gioia Tauro e ha fatto bene a ricordare che, per noi, la riqualificazione e la lotta migliore alla povertà e alla criminalità avvengono solo creando lavoro, creando opportunità e dando opportunità a tutti (Applausi dei deputati dei gruppi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e Lega-Salvini Premier). Questa è la filosofia con cui noi ci muoviamo.
La tutela della concorrenza è fondamentale - io le faccio un esempio, perché lei è sensibile quanto me - per quanto accade nei nostri porti per il trasporto delle merci; quindi, benissimo il monitoraggio continuo e l'affermazione che lei ha fatto sulla libera concorrenza nel passaggio delle transazioni di proprietà, ma anche per quanto riguarda i passeggeri. Abbiamo sott'occhio due esempi molto chiari: la linea che da Genova va ad Olbia e la linea che da Livorno va ad Olbia. In un caso, indipendentemente da chi sono gli attori - a noi, contrariamente che ad altri, non interessano gli attori, le imprese sono tutte uguali, qualunque nome portino -, per quanto riguarda la Genova-Olbia, i passeggeri conoscono i prezzi, a fronte di un parziale, se non completo, monopolio. Nell'altro caso, sulla linea che va da Livorno ad Olbia, dove la concorrenza esiste effettivamente, il passeggero si trova a pagare esattamente la metà del prezzo. Questo vuol dire intervenire, perché la portualità, l'intermodalità e il trasporto dei passeggeri non riguardano un settore tecnico, ma riguardano il futuro di questo Paese, riguardano il patrimonio principale che noi abbiamo, che si chiama mare, che si chiama porti. E il porto di Genova, come ha sottolineato la collega Cavo, non è il porto di Genova - e l'investimento sulla diga è l'investimento più importante che abbiamo fatto -, è il grande porto del Nord-Ovest, è il grande porto che farà concorrenza ai porti del Nord. Prosegua in questo lavoro e noi andremo avanti, perché per noi la tutela della concorrenza e la libertà di impresa sono un principio cardine con il controllo dello Stato, che è solo per moltiplicare le risorse dei privati (Applausi dei deputati dei gruppi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e Lega-Salvini Premier).
(Iniziative di competenza volte a contrastare gli aumenti dei prezzi delle tariffe aeree - n. 3-00559)
PRESIDENTE. Il deputato Carmine Fabio Raimondo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti ed altri n. 3-00559 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
CARMINE FABIO RAIMONDO (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, anche per il settore dei trasporti aerei, l'anno in corso ha segnato la fine dell'emergenza legata alla pandemia. Il numero dei passeggeri degli aerei è raddoppiato rispetto al 2022 ed è triplicato rispetto al 2021, tuttavia non c'è stato un contestuale aumento dell'offerta, cosa che ha determinato una forte impennata dei costi. Nell'ultimo anno, i biglietti aerei per le tratte nazionali hanno subìto rincari in media del 40 per cento, con picchi anche fino al 70 per cento. In particolare, questi aumenti si stanno verificando durante questa estate e, soprattutto, per i collegamenti con le isole, che, godendo del regime di continuità territoriale, dovrebbero invece garantire e tutelare i prezzi delle tariffe aeree per i residenti. Peraltro, questi aumenti, segnalati anche dalle associazioni dei consumatori, riguardano soprattutto le compagnie low cost, che ormai non sono più vantaggiose e competitive, ed infatti, per questa stagione, hanno prezzi superiori anche al 15 per cento delle compagnie di linea. Non bisogna nemmeno sottovalutare l'aspetto della trasparenza del prezzo dei biglietti per consentire ai viaggiatori di fare scelte consapevoli e di non avere brutte sorprese.
Signor Ministro, chiediamo quali iniziative di competenza intenda assumere al fine di contrastare in tempi rapidi e in via definitiva gli aumenti esorbitanti dei prezzi delle tariffe aeree, perché questo perpetuarsi di pratiche commerciali scorrette da parte di numerose compagnie di trasporti sta causando evidenti danni economici ai viaggiatori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, senatore Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.
MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Ringrazio per la domanda. La questione del caro voli è all'attenzione dell'intero Governo. Purtroppo, il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti non ha diretta competenza in materia, quindi le posso dire quello che, con il Ministro Urso, che ne è competente, abbiamo discusso, come linee di indirizzo.
Va chiarito che, in base alla normativa dell'Unione europea di settore, i vettori aerei comunitari possono fissare liberamente le tariffe di trasporto per passeggeri e merci. Allo stesso tempo, però, in base al Trattato sul funzionamento dell'Unione, sono vietate le pratiche commerciali concordate, che impediscono, restringono o falsano la concorrenza, i cosiddetti cartelli, e mi sembra che i prezzi di queste settimane rientrino in questa fattispecie.
In questa prospettiva, è stata svolta dal Garante per la sorveglianza dei prezzi una prima indagine esplorativa sulle tariffe dei biglietti aerei per il trasporto di persone. Il Garante ha inteso verificare se gli aumenti che si sono registrati derivino solo da logiche ordinarie di mercato o se siano legati a comportamenti anomali delle compagnie aeree. Tale istruttoria, purtroppo, si concluderà alla fine di quest'anno. Comunque, dalle analisi svolte finora, è emersa la presenza di anomalie nell'andamento dei prezzi, evidentemente non collegate all'aumento del costo del carburante. L'ENAC sta anche lavorando alla definizione di algoritmi per individuare tali alterazioni. Sulla base di tali verifiche, il Governo intende intervenire con forza, senza pregiudicare la libera iniziativa imprenditoriale dei vettori, per contrastare pratiche scorrette e speculazioni che danneggiano l'intero comparto economico correlato al trasporto aereo. Infatti, con il collega Urso stiamo ragionando su un possibile inasprimento delle sanzioni in caso di pratiche commerciali scorrette. Io non voglio sostituirmi all'Autorità che sta esaminando i dati, però mi sembra chiaro ed evidente che l'aumento del costo dei biglietti su alcune tratte, in alcune giornate e in alcune fasce orarie, non abbia alcun legame con l'aumento del costo carburante e si configuri come pratica commerciale scorretta, da sanzionare come previsto dalla norma, e su questo stiamo lavorando (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. L'onorevole Salvatore Deidda ha facoltà di replicare.
SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, signor Ministro. Come Fratelli d'Italia, siamo sicuramente soddisfatti della sua risposta. Bisogna, infatti, ricordare che ci aspetta un grande lavoro, perché in questi 9 mesi, lei, con il Presidente Giorgia Meloni e con il Vice Ministro Bignami, avete dovuto rincorrere emergenze che abbiamo, purtroppo, ereditato: il bando di continuità della Sardegna, i problemi della scarsità dei voli della Sicilia, i bandi di continuità in Friuli e nelle Marche, e abbiamo inaugurato e aperto bandi di continuità anche in Calabria. Ma ricordo anche che, nella scorsa legislatura, quando c'era il Governo PD-5 Stelle, sono fallite due compagnie storiche, Alitalia e Meridiana, senza che alcuno intervenisse (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Il mercato aereo - l'abbiamo denunciato sin dall'inizio della legislatura - era in una forte crisi e abbiamo dovuto rimboccarci le maniche, con il Governo, con tutta la Commissione e anche con l'aiuto dell'opposizione, per aprire un'indagine conoscitiva, al fine di rilanciare e chiedere alle compagnie aeree di garantire prezzi equi in tutto il territorio italiano e, soprattutto, garantire la risoluzione dei disservizi rispetto ai prezzi. Infatti, con voi, finalmente, il Governo sta andando in Europa per chiedere un cambio delle norme, per garantire, ad esempio, rimborsi in caso di ritardi aerei, cancellazione di voli o dell'odiosa pratica dell'overbooking, per cui si vendono più biglietti, con passeggeri che rimangono a terra, perché tutti i posti sono occupati, e soprattutto per garantire alle isole quelle deroghe di cui altre isole europee godono e fare in modo che si applichino criteri per cui non vi siano, ad esempio, troppe differenze di prezzo tra residenti e non residenti. Questa, infatti, non è concorrenza; si falsa la concorrenza, perché adesso, con il caro biglietti aerei, in Sicilia e in Sardegna non stanno più venendo i turisti.
Quindi grazie, perché dobbiamo cambiare le norme europee e dobbiamo garantire una vera continuità territoriale su tutto il territorio nazionale, anche con le compagnie low cost, le quali devono rispettare il diritto della mobilità di tutti gli italiani e, soprattutto, non devono far fuggire i turisti dall'Italia, ma devono farli arrivare con prezzi equi, perché è impossibile che andare da Milano a Olbia o da Milano a Cagliari, costi più che andare a New York (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 16,15.
La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,20.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 75, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.
Annuncio della costituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere.
PRESIDENTE. Comunico che la Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, ha proceduto, in data odierna, alla propria costituzione.
Sono risultate elette: presidente la deputata Martina Semenzato, vicepresidenti le senatrici Elena Leonardi e Cecilia D'Elia, segretarie le deputate Laura Ravetto e Luana Zanella.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Cantone. Ne ha facoltà.
LUCIANO CANTONE (M5S). Grazie Presidente. Intervengo per stigmatizzare quanto accaduto oggi in quest'Aula, perché riteniamo assolutamente vergognoso che un Ministro della Repubblica utilizzi questa sede istituzionale per sponsorizzare una proposta di legge appartenente al proprio partito politico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Con questo intervento sull'ordine dei lavori approfitto, per la terza volta, dopo ieri pomeriggio e questa mattina, per richiedere un'informativa urgente al Ministro Musumeci (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cantone. Riferisco che, già questa mattina, la Presidenza ha preso contatti con il Governo per avere al più presto un'informativa. Qualora, nel corso del pomeriggio, avrò ulteriori informazioni, le comunicherò all'Aula.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie Presidente. Ci associamo alle parole poc'anzi dette dai deputati del MoVimento 5 Stelle e riteniamo davvero inaccettabile che il Ministro Salvini abbia scambiato il question time per una sua conferenza stampa. Non funziona così: le risposte al question time devono essere sull'oggetto del question time.
Salvini si è permesso di spiegarci (Commenti del deputato Sasso) che la crisi climatica e i roghi che vediamo, forse, sono figli solo dei piromani e la soluzione al problema è aumentare le pene. Questa è una scelta politica; se vuole, il Ministro Salvini faccia i suoi comizi fuori da quest'Aula! Il senso però è che è inaccettabile che si utilizzi il tempo a disposizione per rispondere, nei fatti, in un altro modo. Se il Governo vuole fare un'informativa su quello che sta succedendo oggi in Italia, ha tutto il tempo per farlo. Venga la Premier a riferire, come abbiamo chiesto in queste ore, e, per favore, si smetta di utilizzare il question time a proprio piacimento, perché non è questo l'oggetto in base al Regolamento di questa Camera.
Si riprende la discussione della proposta di legge n. 887-A e abbinate.
(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 887-A e abbinate)
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione della proposta di legge n. 887-A: “Modifica all'articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero da cittadino italiano” e delle abbinate proposte di legge nn. 342 e 1026.
Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta il rappresentante del Governo ha espresso il parere sugli ordini del giorno, riservandosi di esprimere il parere sull'ordine del giorno Zan n. 19 alla ripresa pomeridiana della seduta. Pertanto, invito il Sottosegretario al Ministero della Giustizia, onorevole Andrea Delmastro Delle Vedove, ad esprimere il parere su tale ordine del giorno. Prego Sottosegretario.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Il parere sull'ordine del giorno n. 9/887-A/19 Zan è contrario. Ne approfitto anche per rivedere alcuni pareri. Segnatamente, sull'ordine del giorno n. 9/887-A/17 Carfagna, vi era un parere contrario, ma il parere diventa favorevole, con riformulazione, espungendo le seguenti parole del dispositivo: “riconoscere pienamente il rapporto di filiazione con il genitore di intenzione”.
PRESIDENTE. Chiedo scusa, Sottosegretario, quindi sull'ordine del giorno n. 9/887-A/17 Carfagna, il parere è favorevole, previa riformulazione. Giusto?
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sì. Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/887-A/8 Di Lauro, viene tenuto fermo l'accoglimento come raccomandazione, previa espunzione della parte delle premesse, ma così riformulato: “impegna il Governo ad attivarsi con ogni strumento utile, affinché, nel superiore interesse del minore, ne siano salvaguardati i diritti di non discriminazione”.
PRESIDENTE. Quindi, parere favorevole, come ri-riformulato, ma come raccomandazione.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Anche sull'ordine del giorno n. 9/887-A/5 Quartini, vi è una melius re perpensa e, previo concerto con gli altri Ministeri interessati, viene, invece, formulato un parere contrario da parte del Governo.
PRESIDENTE. Quindi, sull'ordine del giorno n. 9/887-A/5 Quartini, il parere è contrario?
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sì.
PRESIDENTE. Quindi non è più accolto come raccomandazione.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/887-A/1 Orrico, parere contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Orrico. Ne ha facoltà.
ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. Per chiedere di metterlo in votazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/887-A/1 Orrico, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).
Ordine del giorno n. 9/887-A/2 D'Orso, parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare la deputata D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei un attimo di attenzione da parte del Governo, perché questa è la trasposizione dell'emendamento, in cui provavo a scrivere un procedimento celere, che potesse garantire l'adozione con effetti pieni, così come ci impone la Corte costituzionale. Qui, in realtà, essendo un ordine del giorno, essendo un impegno, è più generica la formulazione, nel senso che, in qualche modo, si delega il Governo a provvedere in tal senso. Quindi è un impegno che risulta meno stringente di un emendamento, molto più sfumato.
Quindi, solleciterei un ripensamento, perché davvero non comprendo perché irrigidirsi su una posizione. Sappiamo benissimo che dobbiamo legiferare, c'è un vuoto di tutela, è una cosa che si deve fare e avete la possibilità di intervenire voi perché vi impegnate, ma a cosa? A scrivere voi una procedura in tal senso. Non vedo davvero un motivo che possa essere valido, se non una furia ideologica, per non dare un parere favorevole su questo ordine del giorno. Quindi, chiedo un supplemento di riflessione e una rivalutazione di questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Il Sottosegretario conferma il parere contrario.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/887-A/2 D'Orso, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).
Ordine del giorno n. 9/887-A/3 Giuliano, parere contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/887-A/3 Giuliano, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).
Ordine del giorno n. 9/887-A/4 Appendino, parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Appendino. Ne ha facoltà.
CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo in dichiarazione di voto perché sia io sia, credo di poter dire, tutto il mio gruppo siamo stufi. Sono mesi che sentiamo, Presidente, questa maggioranza prendere in giro il Paese e lo ha fatto sui propri slogan della campagna elettorale, quelli con cui, peraltro, ha vinto le elezioni. Faccio qualche esempio a caso: penso ai migranti, con riferimento ai quali siamo passati dal blocco navale agli sbarchi sopra gli 80.000; penso alla sicurezza, che era giustamente un tema che riguarda un diritto dei cittadini e che, però, poi si è infranto contro la realtà delle periferie delle nostre tante città che continuano a vivere un senso profondo di insicurezza; penso alle accise che andavano abolite ma, poi, avete abolito lo sconto e, no, non è colpa dei benzinai se i prezzi aumentano.
Però, Presidente, io non pensavo che questa maggioranza sarebbe arrivata a prendere in giro il Paese anche sulla pelle dei bambini. Voi mischiate adozione, maternità surrogata, adozione in casi particolari e genitorialità con un intento preciso, specifico e, cioè, non parlare di ciò che davvero è in gioco. Quel che è in gioco ed è in ballo qui sono i diritti dei bambini, e sono loro che noi dovremmo tutelare. Noi parliamo di bambini che esistono, che hanno nomi e cognomi, nonni, sogni e che hanno - lo ricordo in quest'Aula - dei genitori, genitori, che vi piaccia o no (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Sono mesi che noi vi sentiamo raccontare che non avete nulla contro questi bambini - ci mancherebbe - e che non avete nulla contro le coppie omosessuali. Ce ne rallegriamo. Benvenuti, siamo nel 2023! Ma la verità è che voi dite queste cose per lavarvi la coscienza, perché a voi queste famiglie non piacciono, questi bimbi e queste bimbe non piacciono e questi papà e queste mamme non piacciono (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, cosa fate? Lanciate questa proposta, che è un obbrobrio giuridico, che è inattuabile, per non affrontare il tema reale, per fuggire dalle vostre responsabilità. Sono mesi che vi sentiamo raccontare che è sbagliato riconoscere i figli delle coppie omogenitoriali alla nascita perché favorirebbe il ricorso alla maternità surrogata. È falso, falso! Il 90 per cento della procedura è praticato da coppie eterosessuali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Voi dite, per lavarvi la coscienza, che tanto le coppie omogenitoriali possono già adottare i loro figli. In sostanza, lo Stato - qui è l'assurdità - sceglie di non riconoscere automaticamente a un certo tipo di genitori i diritti e i doveri nei confronti dei loro figli. Perché? Perché tanto possono adottarli. Ma vi pare normale? Io chiedo a voi genitori - ci sono sicuramente dei genitori qui, in Aula - come pensate che si sentirebbero i vostri figli se, per essere riconosciuti come vostri, dovessero passare da una sentenza e chiedo a padri e madri come vi sentireste se, per essere riconosciuti come genitori, doveste affrontare avvocati, sentenze e tutto quello che comporta un processo in tribunale. Intanto, i bambini restano in attesa del riconoscimento dei propri diritti.
Ma per voi non ci sono problemi, perché le sentenze della Cassazione e della Corte costituzionale hanno già previsto le adozioni in casi particolari. Questo - lo dico con una certa consapevolezza - è un atteggiamento da vigliacchi, perché voi vi nascondete dietro alle sentenze perché non avete il coraggio di approvare leggi chiare. Non solo, colleghi e colleghe, voi mentite spudoratamente, perché sapete benissimo che le coppie dello stesso sesso, in Italia, non possono davvero ricorrere all'adozione. Cosa dice, infatti, la stessa sentenza della Corte costituzionale che voi usate come paravento? Che l'adozione in casi particolari non è sufficiente per tutelare appieno i diritti dei bimbi e delle bimbe e che è urgente che il legislatore - cioè noi, anzi, voi, in particolare, che siete maggioranza - si faccia carico e intervenga per colmare questa lacuna.
Allora - chiudo, Presidente - vi dico questo: noi ci siamo, ma voi siete disponibili a colmare una lacuna inaccettabile che sta lasciando migliaia di bambini e genitori in un limbo di incertezze? Se lo siete - mi pare di no - dovreste approvare immediatamente una legge che consenta l'adozione piena da parte di coppie dello stesso sesso, come vi impegnerebbe a fare questo ordine del giorno, per il quale, ovviamente, dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle. Vede, Presidente - il parere contrario del Governo lo conferma - questa maggioranza non lo farà e questo Governo non lo farà. Sa perché, Presidente? Perché deve piantare una bandierina ideologica da rivendicare con il suo elettorato che sta sistematicamente tradendo su ogni fronte della campagna elettorale e non si fa scrupoli a farci andare di mezzo i cittadini più piccoli di questo Paese. Questo è inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/887-A/4 Appendino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/887-A/5 Quartini, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Io vorrei attrarre un attimo l'attenzione sua, Presidente, del Governo e, nello specifico, anche dei membri della Commissione affari sociali di questa Camera perché trovo abbastanza sconcertante che sia stato espresso un parere contrario a questo ordine del giorno. Infatti, questa proposta di legge, originariamente, in maniera direi assolutamente scandalosa, stava prevedendo come reato universale anche la procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo, quando la Corte costituzionale aveva dichiarato illegittimo che fosse proibita dalla legge n. 40 del 2004. Quindi, di fatto, la PMA, la procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo, in questo Paese, si può fare e si poteva fare.
Questa operazione originaria è stata per fortuna scongiurata con un emendamento che, in qualche modo, riformulava il nostro emendamento che cercava di normare e regolamentare l'eterologa, finalmente, come richiesto dalla Cassazione, e in questo senso, per fortuna, si è salvata la possibilità di proseguire nella pratica della procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo, con l'emendamento della collega Montaruli.
In questo ordine del giorno quello che noi chiediamo è di adottare ogni strumento utile al fine di scongiurare che la fecondazione eterologa sia limitata o circoscritta, consentendo di accedere alla donazione dei gameti anche quando la stessa preveda forme di ristoro o di rimborso spese. Perché noi stiamo presentando questo ordine del giorno, Presidente? Colleghi della Commissione affari sociali, con cui abbiamo concordato, all'unanimità, l'importanza di fare un ragionamento approfondito rispetto al tema della fertilità e anche al tema della fecondazione eterologa, perché noi presentiamo questo ordine del giorno? Lo facciamo perché, ad oggi, i gameti per la fecondazione eterologa vengono quasi tutti dall'estero. Il 90 per cento dei gameti femminili per la fecondazione eterologa viene, infatti, dalla Spagna e il 60 per cento dei gameti maschili per la fecondazione eterologa viene, anche quello, dalla Spagna. Nell'ambito della PMA di tipo eterologo stiamo assistendo a una sostituzione etnica. Scusi la battuta ma, di fatto, è quello che sta succedendo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
La domanda che noi facciamo è legata al fatto che lo stesso tavolo tecnico sulla PMA suggeriva di fare campagne di comunicazione, di attenersi alle normative europee e di individuare forme di ristoro per le donazioni, per incoraggiare la possibilità in Italia di portare avanti fecondazioni eterologhe con banche di gameti e con la possibilità per i centri per la procreazione medicalmente assistita di procedere in tal senso senza troppa burocrazia.
Siamo rimasti praticamente tutti d'accordo, sia in Commissione giustizia sia in Commissione affari sociali, che il mio emendamento fosse un ottimo emendamento - lo hanno detto tutti -, ma che non si poteva normare in questa proposta di legge, perché evidentemente è una proposta di legge bandiera, di tipo ideologico, e si è anche concordato che si sarebbe approfondito in questo senso. Allora, io non capisco perché venga rigettato un ordine del giorno che va in questa direzione, che ci consente di fare un certo tipo di operazione.
Io invito il Sottosegretario Delmastro Delle Vedove a ripensarci, ad accantonare questa ipotesi, perché partiva da una sorta di unanimità, da parte della maggioranza con l'opposizione, rispetto a questa possibilità. Quindi, impegnare il Governo con un ordine del giorno che va in questa direzione, credo sia del tutto pacifico e del tutto ben orientato, in maniera laica, senza posizioni ideologiche e, davvero, ci dispiace se viene rigettato, con questo tipo di pregiudizio, da parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Sottosegretario, intende intervenire sulla richiesta di accantonamento? No, quindi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/887-A/5 Quartini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).
Avverto che il gruppo MoVimento 5 Stelle ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari ad un terzo rispetto al tempo originariamente assegnato al gruppo medesimo dal contingentamento.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/887-A/6 Marianna Ricciardi, accolto come raccomandazione previa riformulazione.
Onorevole? Insiste per la votazione. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/887-A/6 Marianna Ricciardi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/887-A/7 Sportiello, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/887-A/8 Di Lauro, accolto come raccomandazione, previa riformulazione. Insiste per la votazione, passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/887-A/8 Di Lauro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/887-A/9 Magi, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Noi siamo convinti che con questo provvedimento vi sarà anche una lesione maggiore dei diritti dei figli, che vedranno più difficilmente riconosciuto appunto il loro status di figli, i propri diritti e i doveri dei genitori nei loro confronti. Il Governo e la maggioranza sono convinti che non sarà così.
Ora, non capisco cosa porti il Governo a non accettare questo ordine del giorno, che chiede semplicemente al Governo - mi rivolgo, ovviamente, al Sottosegretario Delmastro Delle Vedove - di valutare gli effetti applicativi della normativa. Perché non vi potete impegnare a valutare quali effetti avrà questa normativa, e se del caso, cioè, se constaterete che ha effetti negativi, di pregiudizio nei confronti dei diritti dei figli, a intervenire? Quindi, chiedo al Sottosegretario di riconsiderare il parere dato a questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Sottosegretario?
Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/887-A/9 Magi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).
L'ordine del giorno n. 9/887-A/10 Piccolotti è accolto come raccomandazione, previa riformulazione. Onorevole Piccolotti?
ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Presidente, scusi, mi può rileggere la riformulazione?
PRESIDENTE. Sottosegretario?
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Era: accolto come raccomandazione, espunte le premesse.
PRESIDENTE. Esatto, accolto come raccomandazione, previa riformulazione. L'onorevole Piccolotti chiede se può dire da quale parte delle premesse, credo di avere intuito. Tutte le premesse, perfetto. Onorevole Piccolotti?
ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. In tutta franchezza, vorrei chiedere al Sottosegretario Delmastro di accantonare un attimo questo ordine del giorno e di rileggerlo con cura, perché non ravvedo davvero alcuna ragione per l'espunzione delle premesse.
PRESIDENTE. Quindi, non accetta.
ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). L'ho riletto tutto con attenzione, è un ordine del giorno che interviene sul problema della procreazione medicalmente assistita, sostanzialmente ripercorrendo, con una descrizione, le condizioni in cui la PMA viene erogata in Italia. La PMA è ormai entrata nei LEA, è inclusa nei LEA, eppure vi è una serie di problemi che rendono molto difficile per le coppie avere accesso a questa tecnica.
Segnalo che è stato approvato all'unanimità un emendamento della collega Montaruli che era volto esattamente a impedire che il reato universale di gestazione per altri e surrogazione di maternità potesse espandersi fino alla procreazione medicalmente assistita. Quindi, non vedo ragioni per espungere le premesse e chiedo gentilmente se può essere accantonato e rivisto.
PRESIDENTE. Sottosegretario? No. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/887-A/10 Piccolotti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione. No, chiedo scusa, revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà. Scusi, onorevole, non l'avevo vista.
GIOVANNI DONZELLI (FDI). Molto semplicemente, per chiedere la votazione per parti separate.
PRESIDENTE. Mi vuole spiegare cortesemente in che termini? Come le immagina le parti separate, chiedo scusa?
GIOVANNI DONZELLI (FDI). Il dispositivo rispetto alle premesse.
PRESIDENTE. Sottosegretario, chiedo scusa, quindi il parere sulle parti separate è sull'impegno, da una parte, e sulla premessa, dall'altra. Se, cortesemente, si alza, così sentiamo tutti.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere favorevole per quanto riguarda il dispositivo e parere contrario per quanto riguarda le premesse.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul dispositivo dell'ordine del giorno n. 9/887-A/10 Piccolotti, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 35).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle premesse dell'ordine del giorno n. 9/887-A/10 Piccolotti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).
Sull'ordine del giorno n. 9/887-A/11 Grimaldi il parere del Governo è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Forse dovremmo spiegare il perché di questa discussione sulla GPA. Secondo me, la vicenda è molto semplice: per spostare il dibattito, rimuovere un grande tema, che è necessario quanto mai. Avete di fatto trasformato le minoranze, a cui negavate diritti, in colpevoli, come si fa spesso con le vittime, con chi è oppresso, con chi è escluso, emarginato, pur di non concedere nulla. E, invece, ci sarebbe un bisogno enorme, un'urgenza, quella di un intervento normativo per regolamentare il riconoscimento dei diritti per i figli delle coppie omogenitoriali, non solo quelli nati grazie alla gestazione per altri. E c'è bisogno, subito, di una legge che permetta le adozioni ai single e alle coppie omosessuali, che ovviamente darebbe anche alle persone LGBT+ la possibilità di scegliere un percorso per diventare genitori al pari delle persone eterosessuali. Invece, cosa è successo, Presidente? Una circolare del prefetto di Milano, interpellato proprio dal Ministro dell'Interno, ha costretto il comune di Milano a interrompere le trascrizioni dei certificati di nascita esteri dei figli nati da coppie omogenitoriali in Italia.
Noi crediamo che promuovere la natalità dovrebbe significare intanto non opporre ostacoli a persone che sono già famiglia e che desiderano essere genitori, nella consapevolezza che il desiderio di prendersi cura di un'altra persona non ha niente a che fare con l'orientamento sessuale. Perciò questo ordine del giorno chiede una cosa molto semplice, di iniziare un percorso, di modificare la legge n. 184 del 1983, consentendo l'adozione, anche individuale, a persone di stato libero, nonché ai conviventi, purché la convivenza duri da almeno 3 anni, ai coniugi uniti in matrimonio da almeno 3 anni e alle parti dell'unione civile costituita da almeno 3 anni, prevedendo altresì che il consenso del genitore non possa essere rifiutato se l'adozione risponde all'interesse del minore, anche considerato il legame instauratosi tra questi e l'adottante.
Molte volte, anche dai banchi della maggioranza, ho sentito dire: perché non adottano? Ve la dico in un modo semplice, perché non è possibile farlo, in Italia. Quindi, se siete coerenti con quello che ci avete detto in tanti mesi, cambiate parere, accantonatelo, ripensateci, ma votate a favore di questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Sottosegretario, rispetto alla richiesta di accantonamento? No. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/887-A/11 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).
Sull'ordine del giorno n. 9/887-A/12 Ghirra c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Vorrei che venisse messo ai voti, e le chiedo di intervenire in dichiarazione di voto. Questo ordine del giorno riguarda la trascrizione di atti di nascita formati all'estero di minori nati da coppie che hanno fatto ricorso alla tecnica della gestazione per altri. Con la sentenza n. 38162 del 30 dicembre 2022, la Corte di cassazione ha affermato l'impossibilità di trascrivere automaticamente atti di nascita formati all'estero, creando una situazione di grave incertezza giuridica, incompatibile con l'imprescindibile tutela dell'interesse primario del minore. Sulla scorta di tale pronuncia, il Ministero dell'Interno ha emanato la circolare n. 3 del 19 gennaio 2023, con la quale ha richiesto a tutti i prefetti di vigilare sull'attuazione di tale decisione e fare analoga comunicazione ai sindaci, ai fini di assicurare una puntuale e uniforme osservanza degli indirizzi giurisprudenziali espressi dalla Corte. Il prefetto di Milano è andato oltre la richiesta ministeriale, ottenendo la sospensione della trascrizione di tutti gli atti di nascita di bambini nati da coppie dello stesso sesso, a prescindere dalla tecnica procreativa impiegata. La procura di Padova ha impugnato 33 atti di nascita di bambini figli di coppie omogenitoriali registrati tra il 2017 e oggi. Questo mutato approccio politico al tema della tutela dei minori nati mediante il ricorso a pratiche riproduttive non riconosciute in Italia o riconosciute entro certi limiti comporta una gravissima e preoccupante violazione dei loro diritti, oltre che conseguenze sul piano pratico alquanto allarmanti. Basti pensare alla circostanza che il figlio di una coppia omogenitoriale, secondo questa impostazione, potrebbe essere riconosciuto esclusivamente dal genitore biologico, rimanendo legalmente estraneo al genitore intenzionale e, conseguentemente, privato di tutti i diritti esercitabili nei confronti di quest'ultimo. Eppure la Corte costituzionale, con le sentenze nn. 32 e 33 del 2021, aveva lanciato un monito al legislatore italiano, invitandolo a colmare il vuoto di tutela esistente ed evidenziando come l'adozione non sia comunque uno strumento idoneo a garantire la tutela sufficiente al minore. La Corte costituzionale evidenzia che l'unico ed effettivo strumento di tutela da attuare non può che essere il riconoscimento dello status di figlio. Per questo motivo, con questo ordine del giorno, chiediamo un impegno al Governo per un intervento organico che ponga definitivamente fine alla disparità di trattamento dei figli nati da coppie omoaffettive o da coppie anche eterosessuali che abbiano fatto ricorso alla gestazione per altri e che si consenta, quindi, la trascrizione e l'iscrizione degli atti di nascita di tutti i bambini per cui venga fatta richiesta.
Colleghe e colleghi, mostrate un minimo di umanità e salvaguardate almeno i diritti dei bambini già nati.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/887-A/12 Ghirra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/887-A/16 Zanella, con il parere favorevole del Governo. Andiamo oltre, onorevole Zanella?
LUANA ZANELLA (AVS). Presidente, accolgo la proposta del Governo e mi auguro che effettivamente vengano assunte quelle iniziative necessarie per arrivare a livello dell'ONU e, in particolare, della Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna, in modo che, a livello internazionale, venga assunta un'azione forte e determinata in relazione alla surrogata.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zanella. Quindi, non è una dichiarazione di voto e l'accetta.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.
AUGUSTA MONTARULI (FDI). Durante questa giornata noi abbiamo plaudito alle parole della collega e anche a mantenere una nostra adesione…
PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Montaruli. Non si vota. Quindi, qual è il titolo del suo intervento?
AUGUSTA MONTARULI (FDI). Voglio sottoscrivere l'ordine del giorno e spiegare perché lo sottoscrivo.
PRESIDENTE. Prego.
AUGUSTA MONTARULI (FDI). In adesione alle sue parole, lo sottoscrivo e chiedo alle colleghe di quest'Aula, considerato che l'abbiamo applaudita tutte, di sottoscriverlo, a loro volta.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Montaruli. Quindi, diamo per acquisito che lo sottoscrivete tutti. Sull'ordine del giorno n. 9/887-A/17 Carfagna c'è parere favorevole con riformulazione. Accetta la riformulazione, onorevole Bonetti?
ELENA BONETTI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Anche a nome della collega Carfagna, ringrazio il Governo per il parere favorevole e accogliamo la riformulazione.
Chiedo, però, di poterlo mettere al voto e brevemente motivo l'importanza di questo ordine del giorno, augurandomi anche che ci sia un voto trasversale da parte dell'Aula.
È un ordine del giorno che impegna il Governo alla riforma della legge che regola le adozioni nei casi di tutela dei figli anche di coppie omogenitoriali, con il riconoscimento del genitore di intenzione e con la piena tutela di quei diritti dei bambini che tanto sono stati oggi citati nel dibattito dell'Aula. Credo e auspico che possano trovare una ricomposizione le posizioni polarizzate, troppo polarizzate, che in questo dibattito purtroppo abbiamo visto. Tra l'altro, è presente in Aula la Ministra Roccella, che si era fatta carico anche di un'assunzione di responsabilità. Noi, come parte dell'opposizione, siamo a disposizione per lavorare. Un nostro collega, l'onorevole Rosato, ha presentato un testo che prevede una riforma. Facciamola e facciamola insieme, in quel dialogo necessario che mette in prevalenza i diritti delle bambine e dei bambini che sempre dovrebbero guidare qualsiasi nostra decisione, da prendere nel loro primario interesse.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/887-A/17 Carfagna, come riformulato dal Governo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 39).
Sull'ordine del giorno n. 9/887-A/18 Gianassi c'è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà.
FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Presidente, con questo ordine del giorno riproponiamo la richiesta all'Aula di raccogliere le istanze prospettate dalla Corte costituzionale per colmare il vuoto di tutela dei bambini. Non è sufficiente - ha detto la Corte costituzionale - la procedura dell'adozione per casi particolari e chiediamo di raccogliere anche l'appello dei sindaci che hanno chiesto al Parlamento di farsi carico di una tutela.
Nel nostro dispositivo, in realtà, chiedevamo e chiediamo di impegnare il Governo ad adottare misure normative urgenti che riconoscano lo status di figlio al minore nato da procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo o da surrogazione di maternità, lasciando poi al legislatore il compito di individuare la disciplina tecnica. Quello che non si può fare è non raccogliere l'appello della Corte costituzionale e dei sindaci e invece mi pare che con il parere contrario del Governo senza riformulazione, come invece ha fatto per l'ordine del giorno del Terzo polo, si vada in questa direzione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/887-A/18 Gianassi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).
Sull'ordine del giorno n. 9/887-A/19 Zan vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zan. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO ZAN (PD-IDP). Grazie, Presidente. Noi abbiamo posto al Governo, con questo ordine del giorno, semplicemente una richiesta di riflessione. Abbiamo scritto, addirittura con parole molto prudenti, “se non ritenga maturo il momento di discutere”. Più di così non potevamo venire incontro al Governo.
La nostra idea è di aprire una riflessione su una legge organica sul diritto di famiglia che riguardi il tema, ad esempio, del matrimonio egualitario, che riguardi il tema delle adozioni anche per i single, che riguardi il tema, che oggi è stato al centro di questo dibattito, relativo, non alla GPA, ma all'urgenza di riconoscere alla nascita le figlie e i figli di tutte le famiglie. Questi tre punti non riguardano minimamente la questione della GPA. Sono temi, quelli che ho citato, sui quali la maggioranza degli italiani è a favore, la stragrande maggioranza degli italiani è a favore, anche la maggioranza dei vostri elettori. Ci sono molti vostri elettori che sono a favore di questi temi, perché vivono nella contemporaneità, perché stanno in mezzo alle persone.
Ricordo a tutti che il matrimonio egualitario è approvato in tutta Europa: Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Spagna, Svezia, Svizzera e ne ho tralasciati tantissimi. Noi siamo, invece, in compagnia dell'Ungheria, della Polonia, della Romania, della Serbia, della Moldavia e della Bulgaria. Allora, chiedo al Governo: ma non vi suona male che il nostro Paese non sia tra i grandi Paesi europei ma sia assieme a quelli per cui i diritti sono un problema, come, appunto, la “democratura” di Orbán? Evidentemente, no.
È vero, anch'io ho la sensazione che sia caduta un po' la foglia di fico, perché in tantissime occasioni noi, come Partito Democratico, abbiamo cercato di essere propositivi. Sia in Commissione sia in Aula, abbiamo proposto un emendamento per riconoscere i figli alla nascita e voi l'avete sempre bocciato, e boccerete anche questo ordine del giorno. Però, quello che traspare da questo vostro continuo girarsi dall'altra parte è che è vero che le famiglie omogenitoriali non vi piacciono e non vi piacciono i loro figli. Vedo che c'è la Ministra Roccella, a cui pure non piacciono le famiglie omosessuali e i loro figli visto che più volte ha ribadito che, secondo lei, l'unica famiglia è quella costituita da una mamma e un papà. Benissimo, però se ci guardiamo attorno, esistono tante famiglie nel nostro Paese, esistono le famiglie con genitori single, esistono le famiglie allargate, esistono le famiglie ricomposte dopo separazioni e divorzi, esistono tante forme familiari. Penso che uno Stato laico, democratico e civile come il nostro dovrebbe guardare in faccia la realtà e tutelare le forme familiari che sono luoghi di amore, di progetti di vita e di crescita. Il vostro “no” ossessivo sui diritti è un problema per il Paese e per la qualità della nostra democrazia. Voi siete ossessionati dal tema dei diritti e mi piacerebbe in Italia avere una destra liberale, avere una destra laica, non una destra che utilizza le minoranze per discriminarle e per cercare un bieco consenso elettorale, un bieco dividendo elettorale.
Mi rivolgo al Sottosegretario: questo ordine del giorno non chiede alcun impegno al Governo, chiede di aprire una riflessione sulla necessità di riformare il diritto di famiglia per venire incontro alle esigenze e ai bisogni di tante persone che oggi sono escluse. Un Paese che si dice civile non può escludere dall'alveo della tutela e dei diritti una parte importante dei propri cittadini. Ecco perché abbiamo presentato questo ordine del giorno, per chiedere al Governo non un impegno prescrittivo ma un impegno per aprire una riflessione. Speriamo almeno che cambi parere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/887-A/19 Zan, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 887 e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Riccardo Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Care colleghe, cari colleghi, cosa volete che vi dica? Purtroppo, non ci aspettavamo nulla di diverso. Quando si parla di diritti civili, la destra fa la destra da sempre. Solo che ora governa e c'è sempre qualcuno che ti dice che quello non è un diritto, che quella non è una questione che attiene alla libertà di scelta.
E te lo dicono non solo da destra, ovviamente. Lo dicevate per il divorzio…
PRESIDENTE. Abbia pazienza, onorevole. Vi prego, colleghi, ascoltiamo oppure usciamo senza fare “caciara”. Onorevole Magi, recuperiamo il tempo dell'interruzione.
RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Dicevo che c'è sempre qualcuno che ti dice che quello non è un diritto. Lo dicevate per il divorzio, per l'aborto, per le unioni civili, per il testamento biologico, per la cannabis terapeutica: cose che ora da tutti vengono date per scontate. Poi, c'è chi dice che non è il momento. Chissà perché non è mai il momento dei diritti in Italia: non lo era con Eluana Englaro, non lo era con dj Fabo, non lo era quando c'era il Governo giallo-verde, non lo era neppure quando c'era il Governo giallo-rosso. La nostra storia è la dimostrazione che per conquistare un diritto servono anni, a volte decenni. Credetemi, sappiamo quanto sia difficile. Sappiamo anche che le questioni di metodo, le questioni procedurali, che sono state avanzate oggi da una parte di quest'Aula con la quale siamo stati alleati alle ultime elezioni, non sono il punto del problema. Il punto del problema è il quoziente…
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, per cortesia, altrimenti non si capisce niente. Onorevole Magi, le chiedo scusa a nome dell'Assemblea.
RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Mi fermo, me lo dice lei quando posso ricominciare.
PRESIDENTE. Teniamo sempre fermo il tempo. Cortesemente, colleghi. Onorevole Magi, prego, le chiedo di nuovo scusa.
RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Grazie. Dicevo che il punto del problema non è rappresentato dalle questioni procedurali, di opportunità, di tempi, di tempi per discutere. Il punto è il quoziente di conservazione all'interno delle forze politiche maggiormente rappresentate in questo Parlamento che si esercita esattamente sulle questioni delle libertà individuali e dei diritti civili.
Non è il momento: lo diciamo noi. Non è il momento di arrendersi alla visione di questo Governo che vede in alcuni genitori dei criminali. Non è il momento di vedere strappati dei figli a chi li ha desiderati solo perché il modo in cui sono nati non piace a chi è al potere.
Oggi quest'Aula tocca un punto bassissimo perché, attraverso questo scempio giuridico del reato universale, si umilia la nostra civiltà giuridica, si umiliano i figli, le bambine e i bambini che sono nati con la gestazione per altri e le loro famiglie.
Si creerà un problema e un contrasto con quei Paesi nei quali la gestazione per altri è una pratica legale. Di questo il Governo si deve assumere la responsabilità. Non avete risposto nulla, Ministra Roccella, nel corso di tutta la discussione, né in Commissione né in quest'Aula.
Chiudo davvero Presidente, ringraziando tutti i colleghi che hanno votato per il nostro emendamento che promuoveva e metteva ai voti, per la prima volta all'interno di quest'Aula, una regolamentazione della gestazione per altri in forma solidale. Non ci spaventa essere in pochi qui, ci siamo abituati. Ci rassicura essere in tanti fuori di qui e le battaglie che iniziano con dieci voti, dopo quindici o vent'anni vedranno una maggioranza in questo Parlamento, come ora vi è già una maggioranza nel Paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pino Bicchielli. Ne ha facoltà.
PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo, in questo mio intervento apro subito le virgolette: “Indipendentemente dal titolo, oneroso o gratuito, e dalla situazione economica in cui versa la madre gestante (…), la riduzione del corpo della donna ad incubatrice meccanica, a contenitore di una vita destinata ad altri, ne offende la dignità, anche in assenza di una condizione di bisogno della stessa e a prescindere dal concreto accertamento dell'autonoma e incondizionata formazione del suo processo decisionale”.
Non lo dico io, non lo dice il gruppo di Noi Moderati, non lo dice la maggioranza, non lo dice il Governo: lo dice la Suprema Corte di cassazione a sezioni unite. E, sempre per la Cassazione, l'utero in affitto significa usare le donne come strumento per funzioni riproduttive, con i loro diritti inalienabili annullati o sospesi dentro procedure contrattuali. Significa esporre i bambini a una pratica che determina incertezza sul loro status e, quindi, sulla loro identità nella società.
Colleghi, se dunque a qualcuno non è sufficiente ricorrere al buon senso, se non basta una considerazione elementare per la dignità della donna e per i diritti dei bambini, se non si avverte nemmeno il rifiuto, che dovrebbe essere istintivo per la commercializzazione della genitorialità, valgano almeno quelle sentenze della magistratura che, da sempre, la sinistra ha considerato il Vangelo e che, invece, in questo caso, vengono misconosciute.
Scorrendo i pronunciamenti dei massimi organi della giurisdizione ordinaria e costituzionale del nostro Paese, si potranno rinvenire ampie argomentazioni a sostegno non solo dell'illiceità, ma anche dell'intollerabilità della pratica di cui oggi andiamo a determinare la perseguibilità, anche se messa in atto in un territorio estero. E le stesse sentenze, corroborate peraltro da pronunciamenti anche recenti della Corte europea dei diritti dell'uomo, chiariscono che in Italia tutti i bambini godono di pieni diritti. Sicché, lo schieramento a favore dell'utero in affitto dovrebbe smetterla di farsi scudo dei bambini per avallare qualcosa che è un'autentica barbarie. Del resto, ancora la Cassazione ci dice che riconoscere in Italia rapporti di filiazione sulla base di contratti di maternità surrogata e di atti stranieri che li avallano “non è funzionale alla realizzazione del miglior interesse del minore attuando semmai quello degli adulti che aspirano ad avere un figlio a tutti i costi”.
E quindi, da cosa deriva la necessità di questa proposta di legge? Signor Presidente, dai numeri. Dai numeri, perché questa è una legge che punisce con la reclusione da 3 mesi a 2 anni e con la multa, da 600.000 a 1 milione di euro, chiunque, in qualsiasi forma, realizzi, organizzi o pubblicizzi la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità. Questa è una legge che è in vigore in Italia da 19 anni: 19 anni sono 232 mesi, sono più di 7.000 giorni. E in questi 7.000 giorni, 232 mesi, 19 anni, decidete voi, nonostante le tante situazioni conclamate, questo reato commesso all'estero è rimasto sostanzialmente senza sanzione, molto praticato, mai perseguito, sostanzialmente avallato e legittimato da atti di sindaci in contrasto con la legge dello Stato e da una cultura dell'assuefazione che si è ormai impadronita del dibattito pubblico. E a proposito di assuefazione, diceva François de La Rochefoucauld che “l'ipocrisia è un omaggio che il vizio rende alla virtù”. E fino a qualche anno fa, una buona dose di ipocrisia caratterizzava la discussione sul tema della cosiddetta omogenitorialità.
Si propugnavano interventi indiretti che, di fatto, avrebbero legittimato l'utero in affitto, ma l'esplicita accettazione di questa pratica, in quanto tale, restava un tabù.
Oggi non è più così. Ne è prova questo dibattito parlamentare su una proposta di legge che avrebbe meritato l'approvazione all'unanimità. Ne è prova la posizione, ad esempio, della segretaria del principale partito di opposizione. Ne è prova una narrazione giornalistica che tende a rappresentare il mercato del corpo e la compravendita dei bambini come la favola solidale del migliore dei mondi possibili. Ma, se è diventato persino un problema affermare che gli uteri delle donne non si affittano, se si viene tacciati di oscurantismo quando si dice che i bambini non si comprano, se si viene accusati di essere retrogradi nel condannare una pratica che in Italia è reato e se, in una coltre opprimente di politicamente corretto per la quale tutto è razzismo e tutto è discriminazione, non si può nemmeno provare pubblicamente ribrezzo per cataloghi - sono cataloghi! - che fissano un prezzo agli ovociti in base al colore della pelle della fornitrice ed espongono prezziari più modesti per le donne povere, usate come macchine gestatorie, se tutto questo, che dovrebbe essere assolutamente evidente e quasi banale, è diventato un fatto quasi rivoluzionario, vuol dire che di un intervento legislativo c'era estremamente bisogno. Un intervento, signor Presidente, che agisce sul piano del diritto, ponendo fine alla vanificazione, di fatto, di quella che, da quasi vent'anni, è una legge dello Stato, ma anche sul piano della cultura e, speriamo, della deterrenza.
Io invito i colleghi a farsi un giro su Internet: scandagliate fra quel poco che si riesce a trovare in chiaro, senza bisogno di clausole contrattuali e vincoli di segretezza. Quello che si può trovare è poco, rispetto all'intera realtà sommersa del mercato della genitorialità, ma è abbastanza per farsi un giudizio e per non avere dubbi. E non fatevi ingannare dalle interviste strappalacrime delle coppie di uomini con un bambino in braccio in collegamento Skype con la gestante surrogata, con la quale viene ostentato un rapporto idilliaco, e dove la cancellazione della madre dalla vita del bambino viene liquidata con frasi tipo “lei ci chiede notizie e noi le mandiamo la foto ogni mese”. Anche questa narrazione è un vincolo contrattuale. Basterebbe imporre l'esibizione del contratto e tante falsità cadrebbero all'istante. Il mercato transnazionale della genitorialità apparirebbe in tutta la sua crudeltà.
E allora di cosa stiamo parlando? Non dei diritti dei bambini, che, come ho già detto, in Italia sono pienamente garantiti a tutti, e neanche dell'assunzione di responsabilità da parte del partner del genitore biologico, per la quale esiste una strada legale che la Cassazione ha chiaramente indicato con l'adozione in casi particolari, perché oggi, per le leggi italiane, nessun bambino corre il rischio di essere discriminato. Noi, ovviamente, questo, non lo consentiremo e lo stesso sarà anche dopo l'approvazione di questa legge, per cui noi siamo - e saremo sempre - dalla parte dei bambini e delle donne. Stiamo parlando di persone in carne e ossa, ridotte a merce da catalogo. Pare però - io, questo, voglio dirlo - che i costi più bassi siano in Iran, con una forchetta che va da 12.000 a 20.000 dollari. Forse questo dovrebbe indurre qualche interrogativo in coloro che dicono di avere a cuore i diritti delle donne. Comunque, buoni prezzi - voglio dirlo - si trovano anche in Nepal e a Kathmandu. New York, ovviamente, è la più cara. Ma se si punta al meglio e non si dispone di risorse cash, non c'è problema: in rete si rintraccia anche il servizio per la stipula dei mutui - dei mutui, signori - per acquistare un bambino. Troviamo, per l'acquisto di esseri umani, vere e proprie offerte, con pacchetti base e pacchetti di lusso, e addirittura garanzie della serie “soddisfatti o rimborsati”. Siamo davvero di fronte a una follia. Una follia di cui, in relazione a questo tema, noi dobbiamo discutere e su cui, forse, alla fine, dovremo anche dividerci. Come si arriva a determinare il prezzo finale, che sia sotto forma di pagamento esplicito o di un ipocrita rimborso spese, è ben ricostruito da diverse fonti, attraverso le quali si comprende facilmente anche a quali trattamenti devastanti siano sottoposte le donne che forniscono l'ovocita e a quali restrizioni siano soggette le gestanti. Neanche a dirlo: a queste donne arriveranno le briciole. Vite e corpi acquistati à la carte, per poi strappare via e privare un bambino delle figure materne, sì, le figure materne, perché a quel bambino noi togliamo immediatamente due mamme: quella che ha donato l'ovocita e quella che l'ha portato in grembo. La frammentazione della maternità è una vera barbarie. Oltre al fatto che, e lo dico con emozione, a quel bambino toglieremo le sue origini e la sua identità: un bambino che, da adulto, inizierà a cercare le sue vere mamme. E vi posso assicurare che cercare le proprie origini e la propria identità è la cosa più dolorosa: per un bimbo, per un adolescente o per un uomo che tu sia, se non conosci la tua identità, soffrirai per sempre.
Presidente, colleghi, a me una sola cosa stupisce di questo dibattito. Mi stupisce che ci sia da dibattere, mi stupisce che ci sia da discutere. In un'epoca nella quale tutti si riempiono la bocca della parola diritti, donne bambini, in questo caso, sembrano non averne. E poiché, invece, a noi di Noi Moderati i diritti delle persone e la dignità delle donne stanno a cuore davvero, annuncio con convinzione il voto favorevole del gruppo di Noi Moderati a questa proposta di legge, che non a caso vede abbinato anche il nostro progetto di legge, il n. 1026, presentato da tutto il nostro gruppo, a prima firma del nostro presidente Lupi (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Devis Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, sul tema della maternità surrogata, come si è palesato anche qui in Aula, ha aperto al suo interno un importante dibattito, che ha evidenziato posizioni diverse e sfumature diversificate. Non abbiamo alcun problema ad ammetterlo, anzi lo riteniamo un arricchimento, perché nessuno deve avere mai la pretesa di possedere la verità in tasca, ma ognuno, con umiltà, porta la sua sensibilità politica e umana.
Ad ogni modo, Alleanza Verdi e Sinistra compattamente voterà contro questo provvedimento, perché riteniamo, unanimemente, che, al di là delle singole posizioni, il provvedimento finisca per accentuare alcune distonie normative, a cui il legislatore nuovamente non ha voluto dare soluzioni.
Prima di entrare nel merito è però doveroso, seppur apparentemente scontato, ribadire che qui, oggi, noi non stiamo discutendo se introdurre oppure no il reato di surrogazione di maternità, perché a oggi in Italia è già reato, quindi non siamo di fronte a un referendum pro o contro maternità surrogata; noi stiamo discutendo se trasformare quello che in Italia è già reato in un reato universale, cioè punibile penalmente anche qualora la condotta sia posta in essere all'estero e in quei Paesi in cui è lecito. Ora, al di là della posizione che ognuno può avere rispetto alla maternità surrogata, ci chiediamo: perché non concentrare l'attenzione e le energie anche su gravissimi reati che, ad oggi, non trovano altrettanto trattamento rigoroso? Pensiamo ad esempio al reato di tortura, al reato di induzione alla prostituzione di minorenne o di sfruttamento della prostituzione minorile e al reato di riduzione o mantenimento in schiavitù o servitù. Se – ripeto, se – con questo provvedimento si fossero volute introdurre misure normative atte a garantire il preminente interesse del minore, allora avremmo potuto svolgere ulteriori valutazioni anche rispetto al voto finale. Ma, così com'è, abbiamo una sola possibilità: votare contro.
A nostro parere, il testo di legge come formulato, senza introdurre ulteriori misure normative atte a garantire il preminente interesse del minore, di fatto contrasta con l'articolo 117 della Costituzione. Lo argomento proprio a partire da alcuni passaggi contenuti nella citata sentenza della Cassazione a sezioni unite, la n. 38.162 del 30 dicembre 2022, che rileva il problema della configurabilità della surrogazione di maternità come reato, se non accompagnata da un'espressa disposizione normativa sullo status del minore, comunque nato da detta pratica. Con il provvedimento in esame il problema non viene risolto, anzi pare aggravato, perché non si regola la sorte del nato, malgrado il divieto. Testualmente, la Cassazione a sezioni unite afferma: “Si profila, una volta che il bambino è nato, l'esigenza di proteggere il diritto fondamentale del minore alla continuità del rapporto affettivo con entrambi i soggetti che hanno condiviso la decisione di farlo venire al mondo, senza che vi osti la modalità procreativa”. Nella sentenza si legge anche: “C'è una parte debole del rapporto, che potrebbe risultare fortemente danneggiata, pur senza alcuna responsabilità. Il nato non è mai un disvalore e la sua dignità di persona non può essere strumentalizzata allo scopo di conseguire esigenze generalpreventive che lo trascendono”. Il nato non ha colpa della violazione del divieto di surrogazione di maternità ed è bisognoso di tutela, come e più di ogni altro. Non c'è spazio per piegare la tutela del bambino alla finalità dissuasiva di una pratica penalmente sanzionata. Occorre separare la fattispecie illecita, cioè il ricorso alla maternità surrogata - che ricordo a oggi in Italia è già vietata - dagli effetti che possono derivarne sul rapporto di filiazione. Quindi, mentre si trasforma la surrogazione di maternità in reato universale, che fine fa lo status giuridico del nato? La Cassazione, nel 2019, con la sentenza 12.193 aveva dato una sua soluzione, cioè il ricorso all'adozione in casi particolari, una soluzione che non opera sin dalla nascita, ma solo dal momento in cui l'adozione è pronunciata. Con la sentenza citata le sezioni unite indicherebbero, nel silenzio della legge, senza una regolamentazione esplicita, nell'adozione in casi particolari la modalità attraverso la quale riconoscere il rapporto di filiazione costituito all'estero tra il minore e il genitore di intenzione, che potrebbe ricevere continuità nel nostro ordinamento. A seguito di quella pronuncia è poi intervenuta la Corte costituzionale, con la sentenza n. 33 del 2021, che però ha ammesso che il ricorso all'adozione in casi particolari non è completamente adeguato rispetto alla piena tutela degli interessi del minore. La Consulta ha ritenuto che il possibile ricorso all'adozione in casi particolari costituisce una forma di tutela degli interessi del minore certo significativa, ma non ancora del tutto adeguata al metro dei principi costituzionali e sovranazionali. La Corte costituzionale ha elencato le insufficienze che la disciplina dell'adozione in casi particolari presenta nella tutela dei diritti fondamentali del bambino, ma la Consulta non si è fermata qui: ha ribadito che spetta al legislatore il compito di adeguare il diritto vigente alle esigenze di tutela degli interessi dei bambini nati da maternità surrogata, nel bilanciamento - e questo lo dice la Corte - tra la legittima finalità di disincentivare il ricorso a tale pratica e l'imprescindibile necessità di assicurare il rispetto dei diritti del minore.
Sempre nella sentenza n. 33 del 2021 la Corte costituzionale ribadisce che è compito del legislatore individuare una soluzione che si faccia carico di tutti i diritti e i principi in gioco. Ecco, in questa proposta di legge, nulla c'è rispetto a questo rilevante aspetto, ci si concentra sull'ordine pubblico, sulle finalità general-preventive ma nulla si prevede rispetto ai diritti del minore. C'è uno squilibrio che provoca, quindi, una violazione dei diritti costituzionali del nato, squilibrio già esistente a legislazione vigente ma che ora viene accentuato. Questo non significa che la Corte abbia certificato un effettivo vuoto normativo ma ha rivolto un invito forte al legislatore a disciplinare un procedimento di adozione idoneo a realizzare proprio il superiore interesse del minore. La Consulta ha invitato il legislatore a disciplinare l'adozione del bambino nato da maternità surrogata, nonostante il divieto. Per la Consulta - sempre nella sentenza n. 33 del 2021 - l'adozione in casi particolari non è infatti adeguata ai principi costituzionali e sovranazionali e ciò anche a seguito della sentenza n. 79 del 2022, che non ha risolto tutte le questioni. Il problema quindi è che con la norma in esame il legislatore continua a restare inerte. Concludo, ribadendo che questo è un tema che non si può affrontare, al di là delle differenti posizioni, con la sola deterrenza. Si investe invece sulla deterrenza della norma penale senza guardare nella sua complessità la questione. Per tutti i motivi appena esposti, quindi io dichiaro, a nome di Alleanza Verdi e Sinistra, il voto contrario a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Matteo Richetti. Ne ha facoltà.
MATTEO RICHETTI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. In questa dichiarazione di voto proverò a spiegare le ragioni per cui il nostro gruppo ha lasciato ai deputati libertà di coscienza nell'espressione del voto di oggi. Ha lasciato libertà di coscienza perché noi oggi discutiamo una modifica del diritto penale di cui parlerò in seguito ma che sottintende un reato che riguarda la pratica della maternità surrogata. Di conseguenza, noi oggi non dibattiamo solo sulla congruità e sull'appropriatezza della sanzione collegata a questo reato - valutazione che tra l'altro, in maniera abbastanza impietosa, è stata espressa nelle audizioni da molti giuristi e da molti esperti di diritto costituzionale - ma dibattiamo di una pratica, quella sì, che interpella le coscienze, non certo l'adeguatezza della pena. La pratica, sì, interpella eccome le coscienze e interroga ciascuno di noi sulle domande fondamentali che affiancano, non solo l'impegno politico, ma anche le convinzioni più profonde attorno alla vita e al suo concepimento, attorno al corpo della donna e ad un'idea compiuta della libertà e all'idea dei diritti. E' un diritto avere un figlio? È un diritto averlo nelle forme e nei modi che io stabilisco? Sono domande alle quali solo una discreta presunzione pensa di porre risposte definitive e attengono alle responsabilità che ci prendiamo come legislatori in quest'Aula. I comportamenti che rendiamo leciti o illeciti sono sempre in grado di tutelare il minore e la madre? Sono queste le cose che dovrebbero orientare un comportamento di voto. Guardate, la faglia che divide, l'angolatura differente da cui diamo queste risposte, non è solo una faglia importante come quella tra laici e cattolici, che c'è e va rispettata. L'intervento della collega Zanella, oggi, così sentito e appassionato, dimostra infatti che la sensibilità e la profondità di questa discussione sta anche dentro all'esperienza del femminismo italiano, compreso quello di sinistra, ma non solo. Ecco, queste cose meritano di essere ricomprese e riattualizzate. Ci sono domande di fronte alle quali io, francamente, avrei avuto tempi, atteggiamenti e modi differenti.
Per cui, la libertà di coscienza che ci diamo oggi non è una scelta solo necessaria, è anche una scelta di rispetto, di piena agibilità della funzione parlamentare. Oggi, Presidente, avremo chi di noi voterà o si asterrà su questa legge, e lo farà perché è fermamente e convintamente contrario alla pratica della maternità surrogata. Ci sarà chi, a titolo personale, come me, è contrario alla GPA e voterà contro questa legge e voterà non perché questa legge afferma l'introduzione della GPA ma, al contrario, perché è stanco, anzi, oserei dire esausto dal vedere umiliato il nostro ordinamento, il diritto penale, il dibattito parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe). La vera obiezione di coscienza che io esercito oggi è quella che dice “no” a consentire che tutto venga piegato alla necessità di propaganda, perché questo è il punto. Ci sarà chi voterà contro questa legge perché è, invece, favorevole alla GPA in forma solidale, in forma regolamentata. Per noi è importante precisare che non si va in ordine sparso, ma si esercita il ruolo di parlamentare nella sua più alta prerogativa costituzionale e, se questa maggioranza appiccica un post-it con uno slogan su un tema così delicato, è compito dell'opposizione non accedere a questa superficialità ma entrare dentro alla profondità di questo dibattito (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).
Allo stesso modo, ai colleghi dell'opposizione, ai tanti amici tra i banchi dell'opposizione dico: stiamo attenti, però, a trasformare tutto nella nuova dimensione dei diritti individuali, perché rischiamo di saltare un percorso che rafforza le nostre comunità. Provo a spiegarmi meglio. Stiamo attenti ad occuparci del solo punto di arrivo senza preoccuparci di come arriviamo a quella meta. Come possiamo non cogliere, prima di una discussione assolutamente legittima sulla cosiddetta pratica dell'utero in affitto, il sacrosanto tema del pieno riconoscimento di tutte le relazioni affettive, sentimentali, di amore, compreso l'amore filiale? Perché noi oggi ci siamo occupati di trascrizioni, ma non della questione del genitore di intenzione, e ci siamo occupati di GPA e lasciamo intatto un sistema di adozioni che non funziona (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe). Non cediamo all'idea che, poiché ragioniamo sul diritto, non ci preoccupiamo della esigibilità di quel diritto, soprattutto su un tema così delicato che attraversa la tutela dei minori. Ci sono processi di adozione che vanno cambiati radicalmente. Va estesa la platea dei beneficiari dell'adozione affrontando il tema delle coppie omosessuali, affrontando il tema delle adozioni per i single. Non saltiamo nessuna tappa e, soprattutto, allo stesso modo, dico alla maggioranza: sia chiaro, non accetteremo di travestire una legge priva di efficacia da strumento di contrasto di una pratica discutibile, perché ci avete portato su un terreno che io, personalmente, respingo con forza (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe). Io penso che abbiate fatto un errore molto grave.
Nel prepararci ai lavori della giornata di oggi mi sono guardato tutte le audizioni fatte dalla Commissione. Sono audizioni che esprimono un giudizio abbastanza omogeneo su questo provvedimento. Ho scelto le parole, che ho trovato di grande equilibrio, della professoressa ordinaria di diritto costituzionale Marilisa D'Amico che, nell'audizione, dice: “La proposta di rendere la maternità surrogata un reato universale è irrealizzabile e anche controproducente”. Non lo dice Matteo Richetti e neanche il gruppo di Azione-Italia Viva. Ancora: “Siamo di fronte all'ennesimo caso di utilizzo meramente simbolico del diritto penale, cioè di un intervento legislativo che, lungi dall'assolvere alla funzione di prevenire e reprimere la condotta oggetto di sanzione, si risolve in una mera proclamazione di disvalore nei confronti della pratica oggetto di censura, sprovvista però di reale efficacia sul piano concreto”.
Allora, delle due l'una: o chi parla è una convinta ed accanita sostenitrice della GPA oppure pone un monito che viene prima del merito. Direi che il primo caso è da escludersi, perché, continua la professoressa D'Amico: “Sul fatto che per lo Stato italiano il ricorso alla maternità surrogata sia meritevole di punizione penale non c'è alcun dubbio”. Ma non solo non c'è alcun dubbio perché è previsto nella legge n. 40 del 2004, non c'è alcun dubbio perché la Corte costituzionale, a più riprese e in più occasioni, si è espressa con queste parole e si è espressa affermando che la maternità surrogata costituisce un'intollerabile offesa alla dignità della donna. Quello che manca oggi è la risposta del perché siamo in discussione su questa legge. E la risposta che voi ci date, perché bisogna far diventare reato universale ciò che è perseguito solo in Italia non sta in piedi.
“La novità” - continua D'Amico - “è costituita dal fatto che ora qualcuno vorrebbe rendere questa pratica punibile anche se commessa all'estero”. La giurisprudenza, inclusa quella della Cassazione” (non è un partito politico) - spiega la costituzionalista - “ha tuttavia più volte stabilito che l'estensione della punibilità di determinati reati commessi all'estero è possibile solo quando c'è la doppia incriminazione, cioè quando quel comportamento è reato anche nel Paese in cui viene commesso dal cittadino italiano. (…) Oltre a risultare inefficace, la soluzione suggerita potrebbe addirittura essere controproducente”. Io mi fermo qui.
C'era bisogno di un intervento del legislatore che parlasse della protezione degli interessi dei minori. Ci siamo occupati di fare un po' di propaganda. E lo dico - queste sono considerazioni totalmente personali -, ribadisco il fatto che i deputati del nostro gruppo voteranno in piena libertà di coscienza. Io ho l'impressione, però - e anche questo a titolo personale -, che abbiate messo le mani su una questione piuttosto delicata, che impatta sulla vita delle persone, l'avete fatto alla vostra maniera, nella maniera sguaiata, propagandistica e disorganica, come siete capaci di fare e, ancora una volta, più che essere pronti, avete dimostrato di essere un po' un disastro (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Patriarca. Ne ha facoltà. Prego, onorevole.
ANNARITA PATRIARCA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, la proposta di legge in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero da cittadino italiano di cui oggi discutiamo è un tema di vasta e complessa estrazione, che incrocia diritti, doveri e principi etici. È necessaria, quindi, una dose supplementare di prudenza e di attenzione nel maneggiare una materia che impatta così profondamente sulla vita di uomini e donne e sull'assetto della loro esistenza. Ma, malgrado il tentativo dei sostenitori di tale pratica di anteporre la mozione degli affetti alle ragioni del buonsenso e del diritto, non possiamo che ritenere la maternità surrogata incompatibile con il nostro ordinamento, in quanto manifestamente contraria alla tutela della dignità umana, ossia di quell'entità morale, e quindi giuridica, che è indisponibile per definizione, indisponibile e non commercializzabile, appunto. Sottovalutare o, addirittura, a incentivare il ricorso alla maternità surrogata ad opera di cittadini italiani all'estero, trasformando madre biologica e figlio in un prodotto di libero scambio tra acquirente e venditore è insostenibile da un punto di vista giuridico, bioetico e sociale. Un figlio non può essere mai, e dico mai, oggetto di una compravendita economica. Né vale l'escamotage del prestito - e uso il termine “prestito” tra molte virgolette - dell'utero a fini solidaristici, pratica a cui spesso i sostenitori della maternità surrogata si aggrappano per tentare di giustificarne le finalità, perché aprirebbe uno scenario imprevedibile. Nella variante “altruistica” - sempre tra virgolette - la gratuità è raramente presente, come dimostra l'ampia contrattualistica di settore diffusa nei Paesi in cui è legalizzata. Ci sono stati numerosi articoli di giornali su trattative imbastite da finti acquirenti che sono facilmente reperibili in rassegna stampa o sul web. Leggeteli, non riuscirete a trovare soltanto una sfumatura di altruismo in quegli accordi, in cui accanto a parole come maternità e gestazione compaiono termini come bonifico e saldo. Né la maternità surrogata rientra tra le cosiddette donazioni samaritane, legate, invece, all'urgenza e alla necessità di salvaguardare il diritto alla vita di chi riceve l'organo donato. La maternità surrogata non ha caratteristiche di urgenza; la maternità per conto terzi si programma con largo anticipo e si porta a compimento con l'assistenza di avvocati e agenzie di mediazione. Il nostro approccio non è panpenalistico, perché Forza Italia ha nel suo DNA una concezione di assoluto rispetto e di assoluta tutela per le libertà dell'individuo, a patto, però, che queste non confliggano con quelle di altri.
L'introduzione della perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero da cittadino italiano pone al centro non solo il semplice interesse del minore, ma il suo diritto di essere riconosciuto sempre e comunque come persona e non come un oggetto che può essere compravenduto, scambiato, permutato o consegnato. Per quanto possano essere forti, i desideri di genitorialità, non possono e non devono mai prevalere sulla dignità e sui diritti fondamentali di ogni persona e l'introduzione di tale previsione di reato è una difesa anche per le donne deboli che sono al centro di questo mercimonio.
Non possono esistere in una società democratica zone d'ombra che resistano alla luce della giuridicità. Peraltro, è importante specificarlo per sgomberare il campo dagli equivoci, l'incriminazione per gestazione per altri in Italia esiste già e fa riferimento alla fattispecie considerata reato dal nostro ordinamento all'articolo 12 della legge n. 40 del 2004. Ciò che questa maggioranza oggi sostiene è la necessità di estendere la punibilità di questa condotta anche alle ipotesi di atti compiuti all'estero, in ossequio al dettato dell'articolo 7 del codice penale che ne rappresenta la cornice normativa. Il legislatore, oggi, interviene per proteggere la coerenza interna del suo ordinamento giuridico, contro quelle systemic abusive practice del mercato della discendenza.
Che queste preoccupazioni non siano strumentalizzazioni politiche lo dimostra la pronuncia dei giudici della Corte di cassazione che, nella sentenza resa a sezioni unite, n. 38162 del 2022, difende la dignità della donna e del concepito, ribadendo che il riconoscimento del provvedimento straniero che attesta il rapporto di filiazione con il genitore di intenzione di un bambino nato da maternità surrogata è contrario all'ordine pubblico.
Ma voglio sottolineare un aspetto ancora più importante: se questa proposta di legge sarà approvata, per il principio di irretroattività della legge penale nessuno che si trovi nelle condizioni del fatto compiuto oggi, genitori, ma soprattutto minori, sarà in alcun modo discriminato dall'applicazione di questa integrazione normativa, e questa non è un'opinione, ma è un fatto.
Nella gestazione per altri non ci sono solo i desideri di genitorialità, ci sono persone concrete, donne usate come strumento per funzioni riproduttive, contrattualizzate, ci sono bambini mercificati, a prescindere, questo, dalle ragioni e dalle aspirazioni che sono dietro il ricorso a una gestazione per altri. Non possiamo non vedere questo, non possiamo barattare la dignità umana come cifra della persona, per alcuna ragione e, condividendo queste riflessioni e queste finalità, Forza Italia esprime parere favorevole alla proposta di legge (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Stefania Ascari. Ne ha facoltà. Prego, onorevole.
STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, la proposta del centrodestra che esaminiamo quest'oggi per rendere reato universale la maternità surrogata, e cioè perseguibile in Italia anche quando effettuata all'estero, è un enorme pasticcio giuridico, incostituzionale e inapplicabile, ma, soprattutto, è fortemente lesiva dei diritti dei minori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), in primo luogo, perché in Italia si possono punire le condotte avvenute dentro i confini nazionali. Esiste una ristrettissima casistica, prevista dal codice penale, che deroga a questo principio, ma sono casi di eccezionale gravità, sono, per esempio, il genocidio, i crimini di guerra, il terrorismo, i reati sessuali ai danni di minori.
E io vi chiedo se pensate davvero di poter inserire la maternità surrogata in questa lista. La surrogazione di maternità fatta all'estero non può diventare un reato universale, perché, sebbene in Italia sia un reato, in molti altri Paesi non lo è; anzi, è legale e regolata da specifica normativa. La norma che avete scritto è dunque giuridicamente inapplicabile. Diciamo, però, di che cosa si tratta. È solo una bandierina politica che voi volete sventolare al vostro elettorato per nascondere tutte le altre promesse che avete tradito e poco importa se questo delirio ideologico ha un prezzo: i diritti delle persone e i diritti dei bambini senza colpe.
Allora, spiegateci come intendete applicare la legge. Farete arrestare subito i genitori appena rientrano in Italia? E invece i bambini? A loro non pensiamo? Che cosa sarà di loro? Volete rinchiuderli dentro a case famiglia? Queste sono domande a cui bisogna dare risposte, perché questa è l'altra questione cruciale, la più importante: una norma del genere colpisce gravemente i diritti dei bambini. Un bambino nato da maternità surrogata all'estero, che arriva in Italia, si troverebbe i genitori incriminati e condannati a scontare una pena. Questi bambini dovranno fare i conti con lo stigma di essere considerati figli di un reato, così come venivano considerati i figli nati da uno stupro.
È bene che ci ricordiamo in quest'Aula del Parlamento che la Corte costituzionale e una consolidata giurisprudenza italiana ed europea hanno affermato che i bambini nati mediante maternità surrogata devono ottenere anche negli Stati che vietano il ricorso a tali pratiche un riconoscimento giuridico del legame di filiazione con entrambi i componenti della coppia che ne ha voluto la nascita e che se ne prende cura. Nel 2014, la CEDU, più volte intervenuta sull'argomento, ha condannato la Francia per non aver trascritto un certificato di nascita di un minore nato all'estero da maternità surrogata.
La norma che volete far approvare si pone, quindi, fuori dall'Unione europea e diciamo che cos'è: è solo un altro tentativo di colpire la comunità LGBT, nel modo però più subdolo, puntando ai bambini per renderli invisibili, come palesato con il vostro “no” al certificato europeo di filiazione proposto dall'Unione europea e lo stop alla trascrizione automatica sul registro dell'anagrafe per i figli delle coppie omogenitoriali, come reso evidente da ciò che è accaduto qualche settimana fa a Padova, dove la procura ha impugnato gli atti di nascita di 33 bambini e bambine, figli di due madri; 33 minori senza colpa resi orfani dalla legge; 33 madri che dall'oggi al domani scompaiono per lo Stato e rischiano di non poter andare a prendere i propri figli all'uscita dall'asilo o all'uscita da scuola senza una delega.
Colleghi e colleghe, diamo un nome a tutto questo: si chiama violenza istituzionale che vuole cancellare i legami (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che vuole cancellare i diritti ed è violenza praticata per puro scopo di propaganda.
Perché secondo voi essere genitori deve essere un privilegio solo eterosessuale, perché secondo voi esiste un'unica famiglia, la famiglia che definite tradizionale. Un modello, a cui molti di voi nel privato non sono nemmeno in grado di aderire, ma che vorreste imporre agli altri.
Per noi è famiglia ovunque ci sia amore, ovunque ci sia rispetto, ovunque ci siano persone che si amano e che scelgono di compiere insieme il viaggio della vita. I bambini devono restare al di fuori della vostra guerra ideologica; l'interesse dei bambini deve prevalere su tutto. Voi state creando discriminazioni tra bambini e questo è vergognoso.
C'è infine una terza questione: con questa norma si rende universalmente perseguibile chiunque ricorra alla maternità surrogata all'estero senza porre alcuna distinzione tra finalità solidaristiche e quelle commerciali, il che può comportare violazioni dei principi di uguaglianza, di ragionevolezza e proporzionalità nell'intervento penale. In molti Paesi esiste anche un tipo di gravidanza per altri gratuita, solidale, rigorosamente regolamentata, in cui l'ultima parola è affidata alla gestante, e rappresenta una soluzione per le coppie che, a causa dell'infertilità, non possono portare a termine una gravidanza.
È una pratica consentita in diversi Paesi membri dell'Unione europea, pensiamo al Belgio, ai Paesi Bassi, a Cipro, al Portogallo, alla Grecia e non credo che questi Paesi tutelino i diritti umani in modo più arretrato rispetto al nostro Paese. Colleghi e colleghe, ci sono altre emergenze di cui l'Italia dovrebbe farsi carico, se vogliamo davvero tutelare i diritti fondamentali delle persone, dei minori, delle donne. Bisogna legiferare per garantire una tutela immediata dei diritti dei bambini, anche se figli di coppie dello stesso sesso e anche in presenza di maternità surrogata all'estero.
Bisogna legiferare perché una donna che vuole abortire non debba ancora trovarsi davanti un percorso ad ostacoli, pieno di pregiudizi, per esercitare un proprio diritto. Bisogna legiferare per risolvere le falle del sistema affidi, affinché meccanismi ingiusti e distorti non si ripercuotano proprio ai danni dei bambini. Bisogna legiferare per contrastare le discriminazioni, le disuguaglianze di genere, l'omolesbotransfobia. Bisogna legiferare per contrastare la violenza di genere, dal momento che questo fenomeno criminale provoca la morte ogni 3 giorni di una donna.
Quindi, è fondamentale introdurre l'educazione affettiva e sessuale nelle scuole di ogni ordine e grado per educare al rispetto di se stessi, al rispetto della persona in generale e al rispetto della legalità e fornire un alfabeto gentile delle emozioni. È così che si tutela la dignità umana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La vostra proposta di legge è solo il frutto di una grande ignoranza legislativa e di un'inutile e pericolosa propaganda ideologica. E' una crociata che si abbatte sui bambini e sulle bambine e su persone perbene. Per tutte queste ragioni annuncio il voto contrario del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Loizzo. Ne ha facoltà.
SIMONA LOIZZO (LEGA). Grazie, Presidente. Innanzitutto volevo ringraziare l'onorevole Zanella per la sua grande onestà intellettuale che le ha consentito di dissociarsi da certa sinistra ideologica e difendere i diritti delle donne (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Votiamo “sì” a questa legge e lo facciamo convintamente.
Riteniamo che l'utero in affitto sia da considerarsi un reato universale. Riteniamo che sia un reato ricorrere all'utero in affitto all'estero per poi rimpatriare e ottenere di essere riconosciuti falsamente genitori di quel bambino. Riteniamo che l'utero in affitto sia una pratica che altera le relazioni, riducendo a cose donne e bambini. Riteniamo che sia una pratica legata a una distorsione organizzata e pianificata della maternità e della filiazione, inserite in una logica assurda di una catena di montaggio aperta allo scarto, vedi l'aborto volontario contrattuale previsto dalle assicurazioni per bambini non rispondenti alle aspettative di salute o in numero esagerato, come nei parti plurigemellari.
Riteniamo la maternità surrogata una pratica di sfruttamento, in cui chi trae maggiore vantaggio sono le cliniche, gli intermediari, i consulenti legali di pretesi diritti inesistenti che abbattono i veri diritti di mamme e bambini. Siamo contro il tentativo di far passare termini edulcorati, quali gestazione solidale. Ma qualcuno mi spieghi come si possa dire gestazione solidale o gestazione per altri o gestazione di sostegno: tutti termini che tendono ad abolire la crudezza che invece la pratica racchiude.
E che cosa penseremmo, allora, se facessimo un trapianto d'organo a pagamento e lo chiamassimo trapianto solidale? Perché l'utero non è un organo come gli altri organi che trapiantiamo?
L'articolo 3 della Carta dei diritti umani dell'Unione europea vieta di fare del corpo e delle sue parti una fonte di lucro, e già questo nella risoluzione del dicembre 2015. Il Parlamento europeo condanna la gestazione surrogata. E perché la condanna? Perché compromette la dignità della donna - grazie, onorevole Zanella, per averlo ricordato alla sua parte politica - poiché il suo corpo e le sue funzioni sono utilizzati come merce.
Secondo la Corte costituzionale la maternità surrogata offende la dignità delle donne, indebolisce le relazioni umane. La Lega-Salvini Premier per ogni bambino riconosce il diritto a conoscere i propri genitori, ad essere da loro allevato, a preservare la propria identità, comprensiva delle relazioni familiari (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). La speranza è che questa legge non sia un punto di arrivo, perché noi non intendiamo fermarci qui, ma una tappa nel cammino di riflessione che va portato a tutti i livelli sul senso del figlio, dal concepimento alla maternità e alla paternità.
Non basta solo dire “no” all'utero in affitto, bisogna mettere d'ora in avanti il figlio e l'embrione al riparo da ogni abuso, discriminazione e sfruttamento prepotente. Bisogna trovare il coraggio di proteggere la vita nella sua interezza, la genitorialità nella sua unicità, la gravidanza nella sua miracolosa essenza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Braga. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA (PD-IDP). Presidente, care colleghe e cari colleghi, siamo qui oggi a discutere e votare la più strana delle leggi. Una legge che ha la pretesa di far valere la sua forza fuori dai nostri confini, nel globo terracqueo, come direbbe qualcuno, dove si pensa che sia più facile fare i duri e la faccia cattiva, salvo poi accorgersi che diventa impossibile applicare le regole e che, se tocchi in maniera così scomposta certi temi, capita pure che in un vertice internazionale ti facciano la lezione sui diritti civili e su come si vive in una moderna democrazia occidentale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Ma tant'è voi volete rendere universale un reato per una pratica che nel nostro Paese non è ammessa e che non è legale, che è già reato. La vostra è pura propaganda. Si tratta di una pratica che, tuttavia e comunque la si consideri, è regolata in alcuni Paesi europei e in molte democrazie avanzate e questo ci impedisce di renderla, con questo provvedimento, un reato universale alla stregua di crimini di guerra, genocidi o di altri delitti riconosciuti dal diritto internazionale. Ma per voi, per quelli a cui rimane un certo gusto megalomane autarchico, ha prevalso la pretesa di poter insegnare al mondo come si sta, l'idea di avere la verità in tasca e anche il mandato elettorale per imporre convinzioni e pregiudizi alla totalità degli individui e agli elementi di una società complessa, spesso conflittuale, certo non gestibile attraverso l'invenzione di nuovi reati. Come si viene al mondo, per dire, non è un rave party. Avete promosso una legge che per avere appigli deve essere il più possibile vaga e imprecisa, una legge manifesto dove la feroce determinazione che ostentate nasconde soprattutto la sua inapplicabilità. Lo hanno spiegato in molti prima di me, anche nell'iter che avete imposto per portarla in Aula.
La vanità di legiferare per l'universo intero si scontrerà contro il muro della realtà, con un mondo globalizzato che non si lascia intimidire da 5 righe inserite in una legge che esiste da quasi 20 anni e che già è stata modificata per interventi, cancellazioni e precisazioni voluti dalla Corte costituzionale.
Di fronte a tanta evidenza, perché avete deciso di intervenire su un tema così delicato, un tema che attraversa le coscienze, forzando tempi e modi, offendendo la civiltà giuridica? Ve lo diciamo noi il perché. Perché dietro questa legge impresentabile si nasconde, in primo luogo, il desiderio di imporre una visione ideologica al Paese, di imporre un modello di società che ci porta indietro nel tempo. Voi, con questa legge, volete rimettere in discussione il potere della genitorialità, i rapporti familiari e poi, soprattutto, i diritti dei figli nati da coppie omogenitoriali. Voi, ancora una volta, dopo esservi riempiti la bocca di belle parole e i profili social magari di belle foto di quei bambini, usate questa legge e i richiami della Corte costituzionale per sottrarre diritti ai minori figli di coppie arcobaleno, per arrivare all'aberrazione di bambini che, non più iscrivibili all'anagrafe comunale, verrebbero privati dell'affetto e delle cure dei genitori. Qualsiasi sia il modo in cui lo siano diventati, quelli sono i loro genitori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista): anche due mamme, anche due papà. Così va il mondo! Non si può sanare, non si può neanche condonare, cosa che a voi piacerebbe molto, perché i figli arcobaleno non sono irregolarità, sono una realtà. Fatevene una ragione. I figli non sono solo quelli di Giorgia, madre, donna, cristiana. La maternità non è il luogo dove confinerete le donne e la famiglia non è il supplemento al welfare che voi non sapete proteggere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Eppure, un lavoro da fare ci sarebbe dopo le sentenze della Corte, ovvero dare certezza legale ai bambini, a prescindere dalla nascita e dall'orientamento sessuale dei loro genitori, perché la tutela dei bambini non può essere sacrificata in nome del “no” alla maternità surrogata. Poi c'è da mettere mano alla legge per le adozioni, procedimento troppo lungo e faticoso per tante famiglie. Sono le ragioni per cui la Corte costituzionale ha chiesto in più occasioni l'intervento del legislatore. Su tutto questo noi saremo pronti a collaborare, raccogliendo l'appello di tante famiglie, di tante associazioni e di tanti sindaci di ogni colore politico che hanno cercato di supplire alle carenze della legge. A tutte queste proposte voi avete detto “no”.
Voi fate un uso strumentale del tema delicatissimo della maternità surrogata, nascondendo, dietro l'appello umanitario della protezione delle donne e delle madri, l'intento chiarissimo di colpire le famiglie formate da due individui dello stesso sesso. La vostra legge è un'arma contro tutte le famiglie omogenitoriali, contro tutti i modelli che si discostano da quello che voi considerate normale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Così avremo una scala di valori che distingue le famiglie e, quindi, i bambini, punendo con uno stigma sociale quelli che nascono e crescono in quelle che voi - e solo voi -, con la vostra ottusità, considerate famiglie di serie B. Il reato è universale ma nel mirino ci sono loro e, così facendo, incidete sulla vita e sulla formazione delle persone con l'avallo di leggi assurde che costituiscono un pericolo non solo per chi ne è direttamente colpito, ma per tutti, mentre i tempi, invece, sarebbero maturi per fare passi in avanti e non indietro. Penso, dunque, al matrimonio egualitario, a una legge per le adozioni, al riconoscimento pieno dei figli delle coppie omogenitoriali.
Ma quella di oggi per voi è solo un'operazione di propaganda, fatta per distogliere l'attenzione da altro, dalla mancanza di risposte sul terreno economico e sociale a quelle persone a cui avete tolto il reddito di cittadinanza sostituendolo con un caffè al giorno con la social card (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), quelle a cui non riconoscete il diritto a una casa, quelle a cui non date gli asili perché non siete in grado di spendere i fondi europei, quelle a cui fate pagare l'inflazione e il caro energia e a cui volete negare un salario minimo per vivere dignitosamente, quelle che non sapete proteggere da una crisi climatica che è sotto gli occhi di tutti e che vi ostinate a negare.
Allora, occupatevi di questi problemi, preoccupatevi dei guai giudiziari dei vostri Ministri e Sottosegretari e lasciate stare i diritti civili, i diritti di tutti. Sì, perché si tratta anche di noi, di tutti e di tutte, dell'idea di famiglia e di vita su cui noi vogliamo investire, con libertà e responsabilità.
Per questo motivo non possiamo accettare questa legge, una legge che vuole istituire un reato penale universale e colpire, attraverso di esso, proprio i diritti dei bambini e delle bambine. Per questo motivo voteremo convintamente contro questa legge (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Maria Carolina Varchi. Ne ha facoltà. Prego, onorevole.
MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, onorevoli colleghe, siamo all'ultimo miglio di una proposta di legge che Fratelli d'Italia ha avviato nel corso della precedente legislatura con un'analoga proposta a prima firma del Presidente Meloni e che oggi portiamo a compimento. Un impegno, dunque, al quale, come sempre, non siamo venuti meno, perché riteniamo che certe posizioni si debbano abbracciare non per convenienza, ma per convinzione e noi così facciamo. Non facciamo come chi quando è maggioranza si nasconde dietro alibi, pur di non fare ciò che dice di voler fare, e poi, quando è all'opposizione, fa proposte per salvare l'Italia e migliorare la qualità della vita di tutti. Noi semplicemente portiamo avanti le stesse battaglie, sia che siamo all'opposizione sia che siamo in maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Vede Presidente, oggi il dibattito pubblico che si è svolto in quest'Aula ha rivelato plasticamente la grande confusione che alberga tra le opposizioni e ovviamente lo comprendo, perché è un tema molto spinoso, un tema che non è facile affrontare per chi ha fatto la campagna elettorale sventolando bandiere arcobaleno e avallando aspettative, magari indossando una fascia tricolore e facendo trascrizioni pur sapendo che erano contra legem (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Io comprendo ovviamente l'imbarazzo di chi, appena eletto segretario del Partito Democratico, è costretta, come prima cosa, a fare un passo indietro proprio su questo tema, perché forse qualcuno ha spiegato che non tutto il Partito Democratico è esattamente allineato sulle stesse posizioni (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Bene ha fatto l'onorevole Magi a svelare, con il suo emendamento, tutta l'ipocrisia del Partito Democratico, che fugge, non votando l'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ma perché fugge? Perché fugge, Presidente? Perché noi abbiamo il dovere di chiarezza, perché dobbiamo far capire di cosa stiamo parlando. Noi parliamo di un reato, perché è già tale in Italia, e tranne il MoVimento 5 Stelle delle origini, che nel 2013 presentò una proposta di legge per abolire questo reato e poi, ovviamente, ha cambiato idea, perché c'è sempre tempo per migliorarsi, mai nessuno ha ipotizzato di abrogare questo reato, in Italia. Perché? Perché, Presidente, la maternità surrogata è una pratica abominevole, è una pratica aberrante. Questo non lo dico io, ma la Corte costituzionale, che lo ha ricordato fino al 2021, ribadendo che è una pratica aberrante, che lede la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Presidente quali sono queste relazioni alle quali fa riferimento la Corte costituzionale? Una è la relazione sulla quale si fonda la civiltà. Presidente, è un approccio laico, perché lo dice la natura che noi siamo una specie bisessuata e che, dove c'è un bambino, devono esserci una mamma e un papà. Allora, qual è quella relazione che la Corte costituzionale ha ritenuto messa in pericolo da questa pratica? È la maternità, sulla quale si fonda la nostra civiltà. La maternità unica, insostituibile, non surrogabile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che si cerca di cancellare anche nell'utilizzo delle parole, parlando di progetto genitoriale. Presidente, noi riconosciamo come relazione la maternità: quella è la relazione che vogliamo proteggere. Il diritto del bambino è il diritto ad avere una mamma e un papà.
Colgo l'occasione anche per smentire una serie di falsità messe in giro ad arte su questa proposta di legge per cambiare il focus del dibattito. Ogni bambino ha un genitore biologico. Quel genitore biologico può, in qualsiasi momento, trascrivere all'anagrafe il proprio figlio, che immediatamente viene dotato di un codice fiscale, di un documento di identità e, dunque, immediatamente ha gli stessi diritti di tutti. Ma se quel genitore biologico, per una sua libera scelta, decide di non trascrivere l'atto di nascita del proprio figlio perché pretenderebbe di avere accesso alla trascrizione di un atto falso - falso -, formato all'estero, ma falso - e lo dice, ancora una volta, il massimo grado della nostra giurisdizione, ossia la Cassazione -, quel genitore combatte una battaglia politica. Allora, è nella libertà di non trascrivere da solo l'atto di nascita del proprio figlio perché non vuole mortificare il proprio compagno o la propria compagna, ma è una sua scelta. Non parlate di discriminazioni, non parlate di diritti violati: è una libera scelta e, come tale, non può assurgere a diritto. Non tutti i desideri possono diventare diritti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Decenni e decenni di lotta femminista per avallare la schiavitù del terzo millennio, per avallare una pratica in cui, in virtù del dio denaro, una donna viene trasformata in una sorta di forno da noleggiare per dare alla luce un bambino; una creatura che ne riconosce l'odore, la temperatura corporea, il ritmo del cuore, la voce, e che le verrà inesorabilmente strappata un minuto dopo la nascita (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). In questo, Presidente, c'è tutta l'ipocrisia della sinistra italiana, che si straccia le vesti per evitare che cuccioli di cani e di gatti vengano strappati ai propri genitori prima dei settanta giorni e lo stesso non fa per gli esseri umani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)…
PRESIDENTE. Per cortesia, facciamo proseguire la collega.
MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Allora, il tema qual è? Il tema è che si vuole edulcorare la narrazione su questo reato. Veniamo criticati perché lo chiamiamo “utero in affitto”, ma questo è, perché c'è un contratto, perché c'è un accordo commerciale, perché ci sono avvocati di mezzo per assicurarsi che la gestante non abbia alcun diritto, per assicurarsi che quel bambino non debba mai sapere chi è la mamma (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), salvo che non lo decidano i committenti. Allora questo è, Presidente: utero in affitto. Non c'è solidarietà, c'è soltanto lo stato di bisogno.
Ecco perché bene ha fatto il Parlamento europeo, nella risoluzione del maggio 2022 sugli effetti della guerra in Ucraina, ad evidenziare che quel contesto, come molte inchieste giornalistiche hanno raccontato, aumenta lo stato di bisogno delle donne che si ritrovano senza casa, senza lavoro, senza marito, e decidono di prestarsi a questa pratica orribile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Questa è schiavitù, non è libertà, non è la libertà delle donne per la quale tante donne prima di noi hanno lottato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questa pratica commerciale - perché di questo si tratta, Presidente - muove in tutto il mondo, soprattutto negli Stati Uniti e in India, posti dove questo mercato è maggiormente sviluppato, miliardi e miliardi ogni anno.
Presidente, noi crediamo che non tutto debba avere un prezzo. Noi crediamo che la vita sia un bene non commerciabile, noi crediamo che la maternità non possa avvenire dietro compenso, noi crediamo che un bambino non possa essere considerato merce da selezionare, come un prodotto personalizzabile su Internet, noi crediamo che questo orribile mercato debba avere una fine. E siccome in Italia il divieto penale ha ben operato, tanto è vero che non si è sviluppato questo mercato, noi approfittiamo di quella finestra lasciata dall'articolo 7, comma 5, del nostro codice penale in virtù del quale, a dispetto di quanto hanno affermato in quest'Aula tanti autoproclamatisi giureconsulti, poiché il nostro ordinamento lo prevede, questa legge supererà ogni vaglio di costituzionalità e la maternità surrogata sarà reato universale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Concluda, per favore.
MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Concludo, Presidente, con un invito a chi non sostiene questa proposta di legge: abbiate il coraggio delle vostre idee, abbiate il coraggio delle vostre azioni, non nascondetevi dietro i bambini, mettete la faccia in quello che fate e che dite (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!
Con questa maggioranza di centrodestra, con questa legge nessun bambino sarà discriminato e nessun bambino sarà comprato da ricchi committenti (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Coordinamento formale - A.C. 887 e abbinate)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale e approvazione - A.C. 887 e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 887-A: “Modifica all'articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero da cittadino italiano”.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 42) (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).
Dichiaro così assorbite le proposte di legge n. 342 e n. 1026.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori l'onorevole Francesco Emilio Borrelli.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, oggi abbiamo ascoltato anche al question time il Ministro Salvini che parlava di norme più dure per chi abbandona gli animali. Ovviamente, siamo assolutamente d'accordo su queste proposte. Però, vorrei far presente che oggi, per la prima volta, nel nostro Paese, un presidente di regione, lo stesso che ha chiesto l'abbattimento - e ha, poi, perso a tutti i livelli di giudizio, sia al TAR, sia al Consiglio di Stato - dell'orsa JJ4, ha chiesto l'abbattimento di due lupi. Allora, noi vogliamo chiedere che venga a riferire e che si apra una discussione in Parlamento, perché non possiamo continuare ad assistere all'ipocrisia per cui diciamo che vogliamo salvare gli animali e, autonomamente, presidenti di regione decidono di ammazzare o di far uccidere lupi e orsi. Noi dobbiamo convivere ed esistono le metodologie per convivere con questi animali, senza prevederne l'abbattimento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
Tengo a specificare anche un'altra cosa. Nel nostro Paese è la prima volta che un presidente di regione chiede l'abbattimento di due lupi. Presidente, noi crediamo che, coerentemente con le battaglie che vengono portate anche in Aula, non possiamo non mettere un faro sul fatto che la biodiversità è una cosa seria e da salvaguardata (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
Seguito della discussione del disegno di legge: S. 453 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sulla protezione degli investimenti tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica socialista del Vietnam, dall'altra, fatto ad Hanoi il 30 giugno 2019 (Approvato dal Senato) (A.C. 1039) (ore 18,28).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1039: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sulla protezione degli investimenti tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica socialista del Vietnam, dall'altra, fatto ad Hanoi il 30 giugno 2019.
Ricordo che nella seduta del 19 luglio si è conclusa la discussione generale e la relatrice e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica
(Esame degli articoli - A.C. 1039)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Poiché non sono state presentate proposte emendative, li porrò direttamente in votazione.
Passiamo all'articolo 1. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 43).
Passiamo all'articolo 2. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 44).
Passiamo all'articolo 3. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 45).
Passiamo all'articolo 4. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 46).
Annunzio di un'informativa urgente.
PRESIDENTE. Prima di passare al voto finale, avverto che, come già comunicato all'inizio della seduta - per le vie brevi - ai rappresentanti dei gruppi, l'informativa urgente del Governo sulle recenti emergenze derivanti da eventi calamitosi eccezionali, avrà luogo nella seduta di domani, giovedì 27 luglio, alle ore 16, con la partecipazione del Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare, Nello Musumeci.
Conseguentemente, ove non precedentemente concluso, lo svolgimento delle discussioni generali già previste per la seduta di domani sarà sospeso alle ore 16 e riprenderà al termine di tale informativa urgente.
Si riprende la discussione del disegno di legge di ratifica n. 1039.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1039)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calogero Pisano. Ne ha facoltà.
CALOGERO PISANO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Noi, come gruppo Noi Moderati, siamo a favore di questa ratifica dell'Accordo e depositiamo il testo (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Prenderò pochi secondi solo per annunciare il nostro voto favorevole (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Naike Gruppioni. Ne ha facoltà.
NAIKE GRUPPIONI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Colleghi, esponenti del Governo, il disegno di legge in questione, già approvato al Senato, riveste notevole rilevanza per l'Italia e l'Unione europea, poiché si tratta dell'Accordo che stabilisce le linee guida per la tutela degli investimenti tra l'Unione europea e il Vietnam.
L'Accordo si propone di promuovere e facilitare gli investimenti reciproci, creando un quadro giuridico stabile e prevedibile. Esso fornisce un ambiente sicuro e favorevole per gli investitori europei che desiderano operare nel mercato vietnamita, e viceversa, consentendo di superare le barriere e le incertezze che possono sorgere in contesti economici internazionali complessi.
Un aspetto cruciale da sottolineare riguarda la posizione strategica del Vietnam all'interno dell'ASEAN. Essendo membro di questa associazione, il Paese si colloca al centro di una regione dinamica e in forte crescita economica, che comprende alcuni dei mercati emergenti più promettenti del Sud-Est asiatico. Ciò rende il Vietnam un potenziale attore chiave negli equilibri economici globali, con prospettive interessanti per gli investitori e gli operatori internazionali.
Oltre a favorire l'interscambio di investimenti, esso contribuirà a promuovere lo sviluppo sostenibile, la crescita economica e la creazione di posti di lavoro, sia nell'Unione europea, che nel Vietnam.
Inoltre, l'Accordo stabilisce un quadro di cooperazione bilaterale, che permette alle due parti di affrontare sfide comuni e promuovere una crescita inclusiva e responsabile.
Pertanto, sia dal punto di vista politico che economico, è auspicabile guardare con fiducia alle prospettive di questo accordo euro-vietnamita e sostenere la sua ratifica.
Per questo motivo, il gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe voterà a favore di questa ratifica (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Patrizia Marrocco. Ne ha facoltà.
PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole di Forza Italia e deposito il testo (Applausi).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Marrocco. Ha chiesto di parlare la deputata Federica Onori. Ne ha facoltà.
FEDERICA ONORI (M5S). Grazie, Presidente. Gentili colleghe e colleghi, oggi in quest'Aula ci apprestiamo a votare la ratifica dell'Accordo sulla protezione degli investimenti tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica socialista del Vietnam, dall'altra, fatto ad Hanoi il 30 giugno 2019.
Questo disegno di legge è stato già votato al Senato, ma credo e reputo che, anche in questo ramo del Parlamento, valga la pena sottolineare alcuni aspetti di questo atto.
L'intesa, innanzitutto, si colloca in un processo di intensificazione delle relazioni economiche tra l'Unione europea e il Vietnam. Dal punto di vista complessivo, la ratio su cui si basa l'architettura dell'Accordo è senza dubbio il miglioramento del contesto normativo in cui si collocano gli investimenti dei Paesi europei in Vietnam, garantendo che gli investitori europei non siano oggetto di discriminazioni e dispongano di una serie di tutele, ad esempio in tema di espropriazioni e nazionalizzazioni.
In tale contesto, infatti, risulta di rilievo il fatto che l'intesa preveda pure un nuovo meccanismo di risoluzione delle controversie, includendo anche la costituzione di un tribunale bilaterale ad hoc: l'Investment Court system.
È importante inoltre rilevare che, nel Preambolo, si fa riferimento al rispetto dei diritti fondamentali, allo sviluppo sostenibile e alla trasparenza nel commercio, concetti collegati all'esigenza di evidenziare il radicamento della politica commerciale comune nell'alveo degli strumenti di politica estera dell'Unione europea, nonché alla conseguente subordinazione della stessa al rispetto dei principi fondamentali cui si ispira l'Unione europea e al raggiungimento delle finalità di sviluppo sostenibile.
Aggiungo, infine, una breve riflessione. Tale intesa è stata siglata nel 2019, sono quindi trascorsi 4 anni in cui il mondo ha vissuto eventi e cambiamenti tanto inaspettati quanto profondi e forieri di ricadute di lungo termine per la regione europea, così come per il mondo tutto. Chiaramente, mi riferisco ad accadimenti traumatici per la collettività nel suo complesso, come la pandemia da COVID e la guerra di aggressione russa ai danni dell'Ucraina alle porte dell'Europa, che comportano implicazioni incredibilmente serie su molteplici livelli: energetico, economico e commerciale.
Ecco, tenendo conto dello scenario globale attuale, acquisisce, se possibile, ancora più rilevanza e significato l'attenzione strategica economico-commerciale dell'Unione europea verso aree del mondo come quella in cui il Vietnam si colloca.
Alla luce di quanto esposto, annuncio quindi il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Formentini. Ne ha facoltà.
PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Ci accingiamo a votare una ratifica che riveste una grande importanza per il nostro Paese e che, tra l'altro, viene votata proprio durante la visita del Presidente del Vietnam, che oggi ha incontrato le più alte cariche del nostro Stato, il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio e i Presidenti delle Camere.
Questo fatto non è casuale perché tutto il Parlamento, tutti i capigruppo, la Conferenza dei presidenti di gruppo ed il Presidente della Camera si sono impegnati perché si arrivasse a calendarizzare questa ratifica, gesto apprezzato dal Presidente della Repubblica socialista del Vietnam, che l'ha definita una grandissima notizia.
Perché è importante rafforzare le relazioni con questo Paese? Il Presidente Mattarella l'ha definito “perno dell'Indo-Pacifico”: è un Paese in forte crescita, un Paese in cui la nostra presenza a livello industriale sta aumentando continuamente, un Paese importante anche dal punto di vista geostrategico.
Noi oggi, ricevendo qui alla Camera il Presidente della Repubblica socialista del Vietnam, ribadiamo che l'Indo-Pacifico deve rimanere un mare libero e aperto, free and open, aperto al commercio e aperto alle idee. Un Indo-Pacifico aperto e un Vietnam che è il principale partner ASEAN.
Quindi, con le due nuove intese siglate oggi tra i nostri due Paesi, si rafforza ancora la cooperazione, e si rafforzerà ancor più con l'apertura di “Casa Italia” ad Hanoi. Quindi noi, come Lega, sosteniamo fortemente l'approvazione di questa ratifica, l'abbiamo voluta con forza perché siamo convinti che quell'area, il Vietnam in particolare, sia strategica per il futuro del mondo. Quindi, voteremo favorevolmente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fabio Porta. Ne ha facoltà.
FABIO PORTA (PD-IDP). Presidente, colleghi e rappresentante del Governo, l'Accordo che oggi ci accingiamo a ratificare si pone nell'ambito di un processo di intensificazione delle relazioni economiche tra l'Unione europea e il Vietnam, che - ricordo - è un Paese e un popolo al quale siamo legati da profondi e storici vincoli di amicizia.
Il rilievo di questo Accordo si evince dalla circostanza secondo cui il Vietnam è il secondo partner commerciale dell'Unione europea dopo Singapore tra i Paesi dell'ASEAN, cioè le Nazioni del Sud-Est asiatico.
È un accordo importante perché rivolto a garantire sicurezza negli investimenti in un'area che è di rilevante interesse nel settore della geopolitica economica contemporanea, un'area nella quale si prevede uno sviluppo tecnologico importante al quale l'Italia, in accordo con altri Paesi europei, può dare un contributo fondamentale in vari settori tecnologici, tra cui quelli legati alle tecnologie agroalimentari e alla filiera della pesca.
Tralascio ovviamente l'esame dei singoli contenuti degli articoli dell'accordo, ma ritengo soltanto doveroso condividere alcune brevissime riflessioni di carattere generale, sottolineando che non si tratta di un accordo singolo, isolato, ma rientra tra gli sviluppi di un accordo di partenariato e cooperazione firmato nel 2012, entrato in vigore nel 2016, di cui fa parte anche un accordo di libero scambio.
L'accordo, ratificato dal Vietnam l'8 giugno del 2020, per quanto ci riguarda, andrà a sostituire i trattati bilaterali esistenti tra il Vietnam e gli Stati membri dell'UE, incluso quello con l'Italia del 18 maggio 1990. Pertanto, l'approvazione di questo disegno di legge di ratifica va incontro alle esigenze delle nostre imprese e dei singoli che investiranno in Vietnam, assicurando condizioni di tutela e di non discriminazione. In tale ottica, riteniamo quindi, come gruppo parlamentare, positiva l'istituzione di un nuovo meccanismo di risoluzione delle controversie, che contempla la costituzione di un apposito tribunale bilaterale che - come indica l'Unione europea - riteniamo più adatto alle esigenze attuali rispetto agli antichi meccanismi di risoluzione delle controversie tra Stato e investitori.
Signor Presidente, si tratta quindi di un accordo che si inquadra in uno scenario di sviluppo improntato alla sostenibilità e al rispetto dei diritti fondamentali, un accordo che potremmo definire win-win, all'insegna del pragmatismo, della fiducia e, quindi, in linea con il nostro sentire politico ed istituzionale. Per questo, annuncio il voto convintamente favorevole del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Emanuele Loperfido. Ne ha facoltà.
EMANUELE LOPERFIDO (FDI). Grazie, Presidente. Ringrazio anche e soprattutto i colleghi della Commissione affari esteri, gli uffici ed i funzionari per aver contribuito a fare in modo che proprio oggi venisse esaminato in Aula questo trattato, perché il Vietnam oggi è stato ospite del nostro Paese per celebrare quei 50 anni di collaborazione che ci sono stati, facendo in modo che ci sia un punto fermo all'interno di quell'area del Pacifico, con la quale l'Italia, gli imprenditori italiani e gli imprenditori europei possono appunto cercare di liberare al meglio le loro risorse all'interno di un contesto normativo che consente la tutela degli investimenti.
Una delle cose più difficili per gli imprenditori è che, quando manca la tutela degli investimenti, viene messa a rischio la loro capacità imprenditoriale. Ecco allora che si interviene, aderendo a questo trattato, proprio per proteggerne gli investimenti. Questo accordo prevede e assicura un nuovo meccanismo di risoluzione delle controversie che tutela gli investimenti e gli investitori in una situazione di non discriminazione. Ecco allora che, essendo già il primo partner commerciale della nostra Nazione ed essendo oggi la giornata campale, epocale e simbolica, visto che il Presidente della Repubblica socialista del Vietnam ha incontrato, non soltanto il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ma anche il Presidente della Camera ed il Presidente del Senato, vogliamo proprio, con questo atto conclusivo della giornata odierna, rimarcare come, dietro ai nostri imprenditori italiani, alle loro spalle e a loro supporto, ci sia un vero e proprio sistema Italia che si può vedere anche dai Ministeri che contribuiscono alla realizzazione di questo trattato, il Ministero degli Affari esteri, il Ministero della Giustizia. Il Ministero dell'Economia e delle finanze, il Ministero delle Imprese e del made in Italy, il Ministero dell'Ambiente ed il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Un vero e proprio sistema Italia che, con il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e questo Governo è a supporto del made in Italy. È anche per questo che, come gruppo di Fratelli d'Italia, sosteniamo fortemente questo accordo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1039)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 1039: S. 453 - "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sulla protezione degli investimenti tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica socialista del Vietnam, dall'altra, fatto ad Hanoi il 30 giugno 2019" (Approvato dal Senato).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 47).
Sui lavori dell'Assemblea e organizzazione dei tempi di esame di progetti di legge
PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, il seguito dell'esame degli ulteriori argomenti all'ordine del giorno della seduta odierna è rinviato alla settimana prossima, nella quale saranno iscritti all'ordine del giorno delle sedute a partire da martedì 1° agosto, dopo il seguito dell'esame del disegno di legge n. 1239, di conversione del decreto-legge 22 giugno 2023, n. 75.
Avverto altresì che, nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna, sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame dei seguenti provvedimenti: proposta di legge n. 1275 e abbinate, recante disposizioni per l'istituzione del salario minimo; testo unificato delle proposte di legge n. 249-A e abbinate, recante disposizioni per la prevenzione delle discriminazioni e la tutela dei diritti delle persone che sono state affette da malattie oncologiche (Vedi l'allegato A).
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare l'onorevole Antoniozzi. Ne ha facoltà.
ALFREDO ANTONIOZZI (FDI). Grazie, signor Presidente. Intervengo per ricordare la figura…
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, ascoltiamo il collega Antoniozzi. Mi scusi, prego.
ALFREDO ANTONIOZZI (FDI). Ieri notte è deceduto l'onorevole Raniero Benedetto, esponente della Democrazia Cristiana di Roma e del Lazio. Lo voglio ricordare perché la sua figura, oltre ad essere un grande amico e amico di tante persone anche qui presenti, è certamente atipica, che ha rappresentato un punto di riferimento per intere generazioni.
Uno dei politici più sofisticati, più colti che abbia mai incontrato: basti pensare che parlava correntemente in latino, parlava in greco antico, interveniva nei dibattiti capitolini facendo citazioni e, a volte, qualcuno, che voleva prendere in giro, diceva che coloro che erano citati spesso non esistevano, ma non era vero. Un uomo di grande cultura, un filosofo, un teologo, uomo delle istituzioni. Per lunghi anni assessore al comune di Roma, assessore alla regione Lazio, in tante responsabilità, per più di 20 anni, segretario politico della Democrazia Cristiana del Lazio.
A lui si devono tante scelte coraggiose, alcune delle quali non ho condiviso, ma che, comunque, segnavano il cambiare dei tempi, il mutare delle condizioni politiche generali, un uomo che ha saputo guardare oltre il contingente. Era di ispirazione morotea, pur non essendo moroteo, ma pur assomigliando incredibilmente ad Aldo Moro, con quella sua frezza bianca. Raniero Benedetto ha attraversato la vita politica romana con grande autorevolezza, quindi ci tenevo a ricordarlo in questa importante assise.
Una cosa curiosa dell'amico Benedetto era che lui aveva scelto di non essere mai candidato alla Camera, pur avendo tanti suffragi nelle elezioni regionali. Poteva benissimo, magari, ascendere a questo importante incarico, ma diceva che il servizio per la politica va effettuato dal basso. Anche questo fa di lui un grande uomo. Quindi, alla sua famiglia, ai tanti amici che lo ricordano - sabato ci sarà il funerale -, il senso di cordoglio e il grande ricordo del gruppo di Fratelli d'Italia (Applausi).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Antoniozzi. Anche la Presidenza si unisce al cordoglio alla famiglia. Ha chiesto di parlare l'onorevole Anastasio Carrà. Ne ha facoltà.
ANASTASIO CARRA' (LEGA). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi…
PRESIDENTE. Onorevole Carrà, cambi microfono, per cortesia, c'è un ritorno…
ANASTASIO CARRA' (LEGA). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, in questo 26 luglio ci troviamo a fare la conta dei danni che da nord a sud hanno coinvolto il nostro Paese, un vero dramma per i tanti cittadini che da giorni cercano in ogni modo e con ogni mezzo di superare le criticità causate da eventi climatici tanto diversi quanto, nello stesso tempo, devastanti.
Le alluvioni al Nord e le alte temperature del Meridione sono certamente fenomeni eccezionali che tuttavia diventano sempre più frequenti. A tutto questo si aggiunge la gravissima emergenza dell'assenza di servizi essenziali come l'erogazione delle forniture di luce e di acqua, alla quale si aggiunge la drammatica crisi dei trasporti causata, prima, dall'incendio che ha coinvolto l'aeroporto di Catania, che è il più grande dell'isola, con più di 40.000 utenze giornaliere, e, poi, quello del capoluogo.
Nello specifico, ho vissuto in prima persona a Catania i problemi vissuti da migliaia di passeggeri, operatori e amministratori coinvolti ed esasperati dai gravi e tristi episodi verificatisi a seguito dell'incendio. A tal proposito, vorrei oggi ringraziare tutti gli addetti ai lavori che si sono spesi con tutte le loro forze ed energie, affinché il danno fosse il minore possibile e anche i Ministri Salvini, Crosetto e Musumeci, in particolare, e tutto il Governo. Salvini perché subito ha convocato un tavolo tecnico, dove è emerso che l'80 per cento della normalità sarà ripristinata non più tardi dei primi di agosto; il Ministro Crosetto, perché ho visto in prima persona che ha fatto installare delle tensostrutture climatizzate, così facendo, ampliando un po' il gate e affievolendo le sofferenze dei numerosi passeggeri che si trovavano in transito; il Ministro Musumeci per aver messo subito tutta la sua volontà affinché la Protezione civile si adoperasse in questo straordinario e tragico evento che si è verificato.
Il loro impegno, quello dei Ministri e del Governo tutto, dimostra un vero cambio di rotta rispetto alle politiche del passato. In Sicilia, da giorni, donne, uomini, anziani e bambini vivono il dramma di contrastare le elevatissime temperature, fino a 50 gradi, con l'assenza di energia elettrica che ha coinvolto non solo dimore private, ma anche strutture ospedaliere e servizi pubblici di prima necessità. La realtà è che il Sud sta vivendo un vero e proprio disastro ambientale, forse senza precedenti, e le eventuali responsabilità non possono essere rintracciate nell'attuale Governo, ma nelle scelte criminali e nei tagli scellerati fatti dai Governi che lo hanno preceduto.
In questi giorni, i Vigili del fuoco, le squadre antincendio, la Protezione civile, le Forze dell'ordine, i volontari e i comuni cittadini hanno dimostrato il volto migliore di questa splendida Italia, fronteggiando e aiutando in ogni modo e con ogni mezzo le centinaia di richieste di aiuto. Lo hanno fatto anche senza i mezzi adeguati, senza le risorse umane necessarie e non si sono mai fermati; lo hanno fatto nonostante le sofferenze fisiche e morali per salvare donne, uomini, case e monumenti; lo hanno fatto con spirito di sacrificio e senso del dovere. A loro questa Camera deve inchinarsi e mostrare tutta la nostra gratitudine (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Oggi, lo devo per forza sottolineare, mi dispiace per certa sinistra, ma non è il momento della speculazione o della sterile demagogia, questo è il momento in cui la politica deve rispondere al dolore e alle sofferenze della gente e la Lega, così come le altre forze di maggioranza, non intende lasciarsi incantare da chi specula su eventi drammatici, ma preferiamo spenderci e rimanere vicini ai tanti che da Nord a Sud stanno soffrendo e subendo quanto accaduto. In conclusione, ma solo per dovere d'informazione, ai colleghi che per mesi si sono interrogati sulla necessità della realizzazione del ponte, a chi con comunicati abominevoli ha ipotizzato l'utilità più come una strategia criminale che come strutturale, e ancor di più a chi ha avallato e difeso le affermazioni folli di qualcuno che ha offeso la dignità di circa 7 milioni di persone, abitanti siciliani e calabresi, regioni come la Sicilia e la Calabria, asserendo che il ponte non unisce due coste, ma due cosche, dico solo: siete una vergogna, siete una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Giovedì 27 luglio 2023 - Ore 9,30:
(ore 9,30 e al termine del punto 6)
1. Discussione sulle linee generali della proposta di legge:
CONTE ed altri: Disposizioni per l'istituzione del salario minimo. (C. 1275)
e delle abbinate proposte di legge: FRATOIANNI e MARI; SERRACCHIANI ed altri; LAUS; CONTE ed altri; ORLANDO; RICHETTI ed altri. (C. 141-210-216-306-432-1053)
2. Discussione sulle linee generali del testo unificato delle proposte di legge:
MARROCCO ed altri; BOSCHI ed altri; RIZZETTO ed altri; BICCHIELLI ed altri; FURFARO ed altri; SPORTIELLO; GARDINI ed altri; CONSIGLIO NAZIONALE DELL'ECONOMIA E DEL LAVORO; PANIZZUT ed altri; ZANELLA: Disposizioni per la prevenzione delle discriminazioni e la tutela dei diritti delle persone che sono state affette da malattie oncologiche. (C. 249-413-690-744-885-959-1013-1066-1182-1200-A)
Relatrici: BOSCHI e MARROCCO.
3. Discussione sulle linee generali delle mozioni Semenzato ed altri n. 1-00132, Furfaro ed altri n. 1-00163 e Quartini ed altri n. 1-00170 concernenti iniziative volte alla prevenzione e alla cura dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione .
4. Discussione sulle linee generali della mozione De Maria ed altri n. 1-00144 concernente iniziative di competenza in relazione alla strage di Bologna, con particolare riferimento al processo di desecretazione degli atti .
5. Discussione sulle linee generali della proposta di legge:
DONZELLLI ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità 'Il Forteto'. (C. 336-A)
Relatrici: LA PORTA, per la II Commissione; LOIZZO, per la XII Commissione.
(ore 16)
6. Informativa urgente del Governo sulle recenti emergenze derivanti da eventi calamitosi eccezionali.
La seduta termina alle 19.
TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: CALOGERO PISANO E PATRIZIA MARROCCO (A.C. 1039)
CALOGERO PISANO (NM(N-C-U-I)-M). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1039). Signor Presidente, Onorevoli colleghi, Signori del governo, tutelare le imprese italiane vuole dire accompagnarle in ogni fase del business, anche e soprattutto all'estero, a maggior ragione in Paesi dove il confronto fra regole e leggi può essere più complesso. È questa la funzione di accordi quali quello di cui oggi discutiamo la ratifica. Un testo articolato e complesso che prevede una cornice più strutturata e maggiori tutele per gli investitori europei che intendano operare in Vietnam. L'Accordo, infatti, s'inserisce in un processo di intensificazione delle relazioni economiche tra l'Unione europea e il Vietnam, in quanto secondo partner commerciale - dopo Singapore - fra i Paesi dell'ASEAN, l'Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico. Oltre al Vietnam, ne fanno parte Filippine, Indonesia, Malesia, Thailandia, Brunei, Singapore, Laos, Cambogia, Birmania. Per l'UE, il Vietnam è il diciassettesimo partner commerciale di merci al mondo.
Il rilievo di questo accordo nasce dal livello di relazioni già in essere e dalle potenzialità di sviluppo. Per l'Italia è il principale partner commerciale tra paesi dell'ASEAN e l'Italia è il quarto partner commerciale UE del Vietnam.
Con oltre 97 milioni di abitanti, il Vietnam è un importante mercato di esportazione dell'UE in Asia, ma è anche una fondamentale fonte di materie prime e altri fattori produttivi per le merci, un elemento essenziale per un Paese trasformatore come il nostro. Nel 2022 l'interscambio commerciale tra Italia e Vietnam ha raggiunto i 6,2 miliardi di dollari, il massimo dall'inizio delle relazioni fra i due Paesi, un dato in crescita dell'11% rispetto al 2021. L'obiettivo oggi è ancora la crescita delle relazioni economiche, tanto che il Governo ha inserito il Vietnam nell'elenco dei 20 Paesi prioritari per la promozione del commercio e degli investimenti fino al 2030. Un obiettivo condiviso anche in seno all'ASEAN, che per lo sviluppo complessivo delle proprie relazioni ha fondato l'ASEAN dialogue partners, a cui partecipano Australia, Canada, Repubblica Popolare Cinese, Corea del Sud, Stati Uniti d'America, India, Giappone, Mongolia, Nuova Zelanda, Russia, e Unione europea. Uno dei punti della strategia delineata dall'ASEAN è proprio quello di rafforzare i legami tra Asia ed Europa.
Le relazioni economiche e commerciali tra Unione europea e Vietnam sono inquadrate nell'Accordo di partenariato e cooperazione siglato nel 2012 ed entrato in vigore nel 2016. Da questo atto sono nati un Accordo di libero scambio e, appunto, un Accordo sulla protezione degli investimenti. Il primo, occupandosi di materie di competenza esclusiva Ue, non ha richiesto la ratifica da parte dei Parlamenti nazionali, ed è entrato in vigore il 1° agosto 2020. L'Accordo in esame, invece, rientra nella competenza concorrente tra Ue e Stati membri, per il quale è dunque necessaria la ratifica dei parlamenti nazionali. Ecco cosa siamo chiamati a fare oggi. Il trattato è stato già ratificato dal Vietnam 1'8 giugno del 2020. Una volta che sarà entrato in vigore, il nuovo Accordo sostituirà i trattati bilaterali esistenti tra il Vietnam e Paesi dell'Unione europea, tra cui quello con l'Italia, firmato il 18 maggio 1990, e consentirà di migliorare ulteriormente il clima degli investimenti e di offrire maggiore certezza agli investitori europei e vietnamiti, assicurando agli investitori Ue una condizione di non discriminazione e fissando maggiori tutele, ad esempio in tema di espropriazioni e nazionalizzazioni.
L'accordo comprende anche un nuovo meccanismo di risoluzione delle controversie, prevedendo la costituzione di un tribunale bilaterale (ICS), in sostituzione del tradizionale meccanismo ISDS (Risoluzione delle controversie tra investitore e Stato), giudicato dall'Unione inaffidabile e superato.
La promozione delle imprese italiane all'estero e la tutela dell'interesse nazionale devono rappresentare sempre la bussola delle relazioni internazionali. Considerando la ratifica dell'accordo sulla protezione degli investimenti tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica socialista del Vietnam dall'altra, utile al perseguimento di questi scopi, Noi Moderati voteremo a favore.
PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1039). Signor Presidente! L'Accordo sulla protezione degli investimenti che ci accingiamo a votare è fondamentale per il nostro Paese, uno dei principali esportatori al mondo. Il Vietnam, va ricordato, ha come secondo partner commerciale - dopo Singapore - proprio l'Unione europea nel suo complesso. Hanoi registra una crescita significativa e un aumento degli investimenti diretti esteri con un interscambio in aumento proprio con l'Italia.
Quest'accordo non solo assicura un elevato grado di tutela per gli investimenti, garantendo agli investitori europei, e quindi italiani, un trattamento non discriminatorio, ma si inserisce all'interno di una serie di accordi simili che esplicitano la volontà dell'Europa di rafforzare la sua posizione e la sua presenza in un quadrante dello scacchiere mondiale assai importante, quello dell'Indo-Pacifico.
Si tratta, quindi, di un accordo di notevole rilevanza, perché rafforza le relazioni economico-commerciali già in essere tra l'Unione europea e il gruppo dei Paesi dell'ASEAN.
In un quadro generale che vede la Cina aumentare le sue mire sull'area è fondamentale per l'Unione europea instaurare forti relazioni con quei Paesi che vogliono mantenere un forte rapporto con l'Occidente e con l'Europa in particolare.
Per queste ragioni annuncio quindi il voto favorevoli del Gruppo di Forza Italia.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nella votazione n. 1 la deputata Matone ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 5 il deputato Ziello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 8 il deputato Alfonso Colucci ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;
nella votazione n. 9 la deputata Ravetto ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;
nella votazione n. 10 la deputata Colombo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 14 la deputata Braga ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 26 i deputati Loperfido e Matone hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 29 il deputato D'Alessio ha segnalato che si è erroneamente astenuto mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;
nella votazione n. 38 la deputata Zanella ha segnalato che non è riuscita ad astenersi dal voto;
nella votazione n. 42 i deputati Matone e Testa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 42 il deputato Di Sanzo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 47 il deputato Deidda ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | DOC. XVIII-BIS, N. 10 | 290 | 287 | 3 | 144 | 187 | 100 | 56 | Appr. |
2 | Nominale | PDL 887-A E ABB.- EM. 1.2,1001,1024 | 294 | 284 | 10 | 143 | 112 | 172 | 52 | Resp. |
3 | Nominale | EM. 1.7 | 294 | 286 | 8 | 144 | 118 | 168 | 52 | Resp. |
4 | Nominale | EM. 1.1025 | 297 | 293 | 4 | 147 | 109 | 184 | 52 | Resp. |
5 | Nominale | EM. 1.1026 | 297 | 287 | 10 | 144 | 110 | 177 | 52 | Resp. |
6 | Nominale | EM. 1.1027 | 297 | 284 | 13 | 143 | 111 | 173 | 52 | Resp. |
7 | Nominale | EM. 1.8 | 298 | 284 | 14 | 143 | 114 | 170 | 52 | Resp. |
8 | Nominale | EM. 1.1023 | 244 | 200 | 44 | 101 | 9 | 191 | 51 | Resp. |
9 | Nominale | EM. 1.9 | 290 | 267 | 23 | 134 | 99 | 168 | 51 | Resp. |
10 | Nominale | EM. 1.1013 | 284 | 277 | 7 | 139 | 3 | 274 | 50 | Resp. |
11 | Nominale | EM. 1.14 | 286 | 267 | 19 | 134 | 94 | 173 | 50 | Resp. |
12 | Nominale | EM. 1.1010 | 291 | 279 | 12 | 140 | 104 | 175 | 50 | Resp. |
13 | Nominale | EM. 1.1008 | 293 | 293 | 0 | 147 | 293 | 0 | 50 | Appr. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | EM. 1.15 | 287 | 280 | 7 | 141 | 118 | 162 | 50 | Resp. |
15 | Nominale | EM. 1.16 | 291 | 280 | 11 | 141 | 116 | 164 | 50 | Resp. |
16 | Nominale | ARTICOLO 1 | 287 | 278 | 9 | 140 | 167 | 111 | 50 | Appr. |
17 | Nominale | ART. AGG. 1.01 | 290 | 278 | 12 | 140 | 111 | 167 | 50 | Resp. |
18 | Nominale | ART. AGG. 1.02 | 286 | 276 | 10 | 139 | 106 | 170 | 50 | Resp. |
19 | Nominale | ART. AGG. 1.03 | 293 | 284 | 9 | 143 | 113 | 171 | 50 | Resp. |
20 | Nominale | ART. AGG. 1.01015 | 287 | 284 | 3 | 143 | 110 | 174 | 50 | Resp. |
21 | Nominale | ART. AGG. 1.01011 | 290 | 287 | 3 | 144 | 114 | 173 | 50 | Resp. |
22 | Nominale | ART. AGG. 1.01014 | 287 | 283 | 4 | 142 | 112 | 171 | 50 | Resp. |
23 | Nominale | ART. AGG. 1.01008 | 286 | 281 | 5 | 141 | 109 | 172 | 50 | Resp. |
24 | Nominale | ART. AGG. 1.01006 | 289 | 286 | 3 | 144 | 114 | 172 | 50 | Resp. |
25 | Nominale | ART. AGG. 1.01004 | 284 | 280 | 4 | 141 | 109 | 171 | 50 | Resp. |
26 | Nominale | ODG 9/887-A E ABB./1 | 257 | 253 | 4 | 127 | 107 | 146 | 64 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nominale | ODG 9/887-A E ABB./2 | 268 | 258 | 10 | 130 | 104 | 154 | 62 | Resp. |
28 | Nominale | ODG 9/887-A E ABB./3 | 267 | 252 | 15 | 127 | 97 | 155 | 62 | Resp. |
29 | Nominale | ODG 9/887-A E ABB./4 | 275 | 267 | 8 | 134 | 110 | 157 | 59 | Resp. |
30 | Nominale | ODG 9/887-A E ABB./5 | 280 | 267 | 13 | 134 | 101 | 166 | 59 | Resp. |
31 | Nominale | ODG 9/887-A E ABB./6 | 281 | 270 | 11 | 136 | 108 | 162 | 59 | Resp. |
32 | Nominale | ODG 9/887-A E ABB./7 | 282 | 269 | 13 | 135 | 105 | 164 | 59 | Resp. |
33 | Nominale | ODG 9/887-A E ABB./8 | 282 | 271 | 11 | 136 | 110 | 161 | 59 | Resp. |
34 | Nominale | ODG 9/887-A E ABB./9 | 280 | 277 | 3 | 139 | 116 | 161 | 59 | Resp. |
35 | Nominale | ODG 9/887-A E ABB./10 IMP. | 275 | 273 | 2 | 137 | 272 | 1 | 59 | Appr. |
36 | Nominale | ODG 9/887-A E ABB./10 PREMESSA | 285 | 267 | 18 | 134 | 103 | 164 | 58 | Resp. |
37 | Nominale | ODG 9/887-A E ABB./11 | 286 | 280 | 6 | 141 | 116 | 164 | 58 | Resp. |
38 | Nominale | ODG 9/887-A E ABB./12 | 276 | 268 | 8 | 135 | 105 | 163 | 58 | Resp. |
39 | Nominale | ODG 9/887-A E ABB./17 RIF. | 281 | 280 | 1 | 141 | 280 | 0 | 58 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 47) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nominale | ODG 9/887-A E ABB./18 | 283 | 274 | 9 | 138 | 111 | 163 | 58 | Resp. |
41 | Nominale | ODG 9/887-A E ABB./19 | 275 | 262 | 13 | 132 | 103 | 159 | 58 | Resp. |
42 | Nominale | PDL 887-A E ABB.- VOTO FINALE | 279 | 275 | 4 | 138 | 166 | 109 | 53 | Appr. |
43 | Nominale | DDL 1039 - ARTICOLO 1 | 266 | 266 | 0 | 134 | 266 | 0 | 52 | Appr. |
44 | Nominale | ARTICOLO 2 | 268 | 268 | 0 | 135 | 268 | 0 | 52 | Appr. |
45 | Nominale | ARTICOLO 3 | 268 | 268 | 0 | 135 | 268 | 0 | 52 | Appr. |
46 | Nominale | ARTICOLO 4 | 270 | 270 | 0 | 136 | 270 | 0 | 52 | Appr. |
47 | Nominale | DDL 1039 - VOTO FINALE | 261 | 261 | 0 | 131 | 261 | 0 | 51 | Appr. |