Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 153 di giovedì 3 agosto 2023

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 9,35.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO COLUCCI , Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 71, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,43).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Deliberazione in merito alla costituzione in giudizio della Camera dei deputati in relazione a un conflitto di attribuzione elevato innanzi alla Corte costituzionale dal Tribunale di Salerno, di cui all'ordinanza della Corte costituzionale n. 154 del 2023.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la deliberazione in merito alla costituzione in giudizio della Camera dei deputati in relazione a un conflitto di attribuzione elevato innanzi alla Corte costituzionale dal Tribunale di Salerno, di cui all'ordinanza della Corte costituzionale n. 154 del 2023.

In proposito, comunico che l'Ufficio di Presidenza, nella riunione del 1° agosto 2023, preso atto dell'orientamento espresso dalla Giunta per le autorizzazioni nella seduta del 31 luglio scorso, ha deliberato di proporre alla Camera la costituzione in giudizio innanzi alla Corte costituzionale, ai sensi dell'articolo 37 della legge n. 87 del 1953, per resistere al conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato sollevato dal tribunale di Salerno, dichiarato ammissibile dalla Corte costituzionale con ordinanza n. 154 del 2023, in relazione alle deliberazioni della Camera del 27 luglio 2022, con le quali è stata dichiarata - ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione - l'insindacabilità delle opinioni espresse dagli onorevoli Giorgio Mulè e Roberto Occhiuto nei confronti della dottoressa Marisa Manzini, all'epoca dei fatti procuratore aggiunto presso la procura della Repubblica del tribunale ordinario di Cosenza.

Se non vi sono obiezioni, tale deliberazione si intende adottata dall'Assemblea.

(Così rimane stabilito).

Esame e votazione della questione sospensiva riferita alla proposta di legge: Conte ed altri: “Disposizioni per l'istituzione del salario minimo” (A.C. 1275​) e delle abbinate proposte di legge: Fratoianni e Mari; Serracchiani ed altri; Laus; Conte ed altri; Orlando; Richetti ed altri (A.C. 141​-210​-216​-306​-432​-1053​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame e la votazione della questione sospensiva Foti, Molinari, Barelli, Lupi ed altri n. 1 (Vedi l'allegato A) riferita alla proposta di legge n. 1275: “Disposizioni per l'istituzione del salario minimo” e alle abbinate proposte di legge nn. 141-210-216-306-432-1053.

A norma del comma 3 dell'articolo 40, la questione sospensiva può essere illustrata per non più di 10 minuti da uno solo dei proponenti. Potrà altresì intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi per non più di 5 minuti.

Illustra la questione sospensiva Foti, Molinari, Barelli, Lupi ed altri n. 1 il deputato Maurizio Lupi.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, a nome dei gruppi della maggioranza, spetta a me illustrare la questione sospensiva e vorrei partire con una premessa che non è banale, né formale.

L'articolo 40 del nostro Regolamento prevede che si possa porre la questione sospensiva laddove si verifichino le condizioni per rinviare una discussione generale a fronte di alcune scadenze. Siamo in una democrazia parlamentare e rientra nell'ambito di una normale dialettica tra maggioranza e opposizione, che l'opposizione ponga, attraverso gli strumenti che il Regolamento le consente, alcune questioni fondamentali, che appartengono al programma politico di ogni gruppo che la compone. Una di queste è stata, nel dibattito, certamente quella relativa al tema del salario minimo, in relazione alla quale l'opposizione ha presentato una proposta di legge. Quindi, è diritto dell'opposizione, di ogni gruppo parlamentare di opposizione, porre all'attenzione del Parlamento e quindi all'attenzione della maggioranza parlamentare alcune questioni che ritiene bandiere, che ritiene cioè punti fondamentali che appartengono al programma.

Dall'altra parte, credo sia assolutamente dovere della maggioranza e del Governo, non solo condividere - se si condividono - le questioni e i problemi posti, ma risolvere e dare risposte concrete a quei problemi perché alla maggioranza parlamentare e al Governo è affidato il compito di risolvere le questioni.

Perché questa premessa? Perché il punto non è se condividiamo, o non condividiamo, il tema posto dalle opposizioni - che era ed è presente anche nel programma della maggioranza e del Governo -, volto a introdurre un salario giusto, a combattere il salario povero, a constatare che in tutti questi anni i salari nel nostro Paese sono aumentati molto meno di quanto siano aumentati in Europa, a constatare che ci sono ancora delle sacche nelle quali non c'è un salario giusto. Il punto è quale strumento sia efficace per dare risposta a questo problema.

Allora, se questo è il tema, in una democrazia parlamentare il metodo certamente può essere - e deve essere - quello del confronto, della discussione e del dialogo, ribadito dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ribadito nelle tante sedute di Commissione riguardo alla proposta di tutta l'opposizione sull'introduzione del salario minimo. Però, permettetemi di dire che il dialogo deve essere sempre rivolto - proprio perché stiamo facendo una legge - alla soluzione del problema che viene posto e non implica il presupposto della condivisione assoluta di ciò che l'opposizione pone.

L'opposizione pone le questioni in un dibattito parlamentare e si arriva a una sintesi, ma è compito della maggioranza attuare quel programma e quello strumento per cui si è stati eletti e oggi si governa questo Paese.

Nella discussione in Commissione - ci sono qui il presidente e gli altri membri -, avevamo davanti due strade che si potevano percorrere.

La prima, molto semplice: è una proposta di legge dell'opposizione; non la si condivide, l'opposizione l'ha iscritta all'ordine del giorno e ha fissato, anche nell'opinione pubblica, il tema del salario minimo. La maggioranza fa un emendamento soppressivo e quindi si va avanti. L'altra strada, che è quella che poniamo qui proprio per la discussione importante che si è aperta, per il confronto che vogliamo, ma con la coscienza - e quindi poi sarà il secondo punto che tratterò - che strumenti per rispondere a questo problema e a questo tema possono essere diversi, entrambi legittimi, assolutamente entrambi legittimi, è che l'approvazione di un emendamento soppressivo avrebbe oggettivamente interrotto il dialogo e il confronto, anche impedendo giustamente alla maggioranza di proporre una sua soluzione nel merito.

A questo punto sta la questione sospensiva che noi poniamo. La questione sospensiva non è per un rinvio sine die, ma per la serietà del tema che è stato posto e per la possibilità di poterci confrontare. Veniamo, però, al merito della questione e al contenuto che è stato posto, anche perché nel dibattito politico, ma anche in quello pubblico, si sta propagando o stabilendo un'idea per cui l'unico strumento per rispondere al lavoro povero nel nostro Paese si chiama salario minimo. Non è così!

Intanto bisogna rivendicare, per chi conosce la storia di questo Paese, che l'Italia, rispetto a tutti gli altri Paesi, ha una storia delle relazioni industriali che ha un principio fondamentale che, come maggioranza di centrodestra e come Governo, ribadiamo. Il principio fondamentale non è una soluzione centralista ai problemi, ma è un'alleanza seria tra lavoratori e imprese.

Questa alleanza seria tra lavoratori e imprese nella storia di questo Paese si chiama: relazioni industriali (Applausi dei deputati dei gruppi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). E ha uno strumento importante - se non si vuole sventolare la bandiera ideologica semplicemente per acquisire un po' di consenso, assolutamente legittimo - che è la contrattazione collettiva, dove lo Stato, il pubblico, l'amministrazione interviene a regolamentare e a sollecitare, ma riconosce la funzione fondamentale di chi è protagonista nella società, non attraverso una concezione assistenzialista o centralista (Applausi dei deputati dei gruppi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE) che impone per legge una soluzione che dopo non ha i suoi effetti, non ha il suo caso, perché è talmente rigida che non va nella stessa direzione.

Perdonatemi, non è un caso - poi ci sono trasformazioni di posizione - che da sempre i sindacati sul salario minimo sono contrari. C'è stata poi, a un certo punto, un'evoluzione di alcuni dei sindacati nella posizione rispetto al salario minimo, legittima, assolutamente legittima, ma che non coglie il cuore della questione. Il cuore della questione è che, se abbiamo un 90 per cento cui arriva la contrattazione collettiva, vuol dire che quella è la strada da percorrere ed eventualmente si lavora in quella strada per rispondere a quelle sacche che esistono.

E nessuno di noi, neanche il centrodestra pensa diversamente, anche qui il tema della superiorità morale: basta con il fatto che la sinistra aiuta i poveri e invece la destra è per le imprese affamatrici (Applausi dei deputati dei gruppi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)! Abbiamo tutti un unico obiettivo: quello di un'alleanza tra lavoratori e imprese, non di un contrasto tra lavoratori e imprese, perché sono le imprese che danno il lavoro, ma perché il lavoratore è la risorsa fondamentale che un'impresa ha.

Allora la nostra strada qual è ? E concludo, signor Presidente. È molto semplice e ci vogliamo confrontare con serietà in Commissione e in quest'Aula: la strada per noi è innanzitutto che il salario povero va combattuto con un salario giusto.

Il primo tema fondamentale è quello, ovviamente, che abbiamo percorso tutti. Tutti lo abbiamo percorso. Si chiama - intanto, la premessa - politiche attive del lavoro. La dignità di una persona avviene attraverso un lavoro, un lavoro dignitoso e un lavoro retribuito giustamente e stiamo percorrendo questa strada, ne avremo parlato tante volte, revisione del reddito di cittadinanza e altro.

Secondo, intanto una seria diminuzione del costo del lavoro. La riduzione del cuneo fiscale, che questa maggioranza ha voluto fortemente, ma che era condivisa da tutti anche in campagna elettorale, va nella direzione giusta.

Non bisogna aumentare il costo del lavoro per le imprese, bisogna dare più risorse e aumentare gli stipendi reali a tutti. Questo avviene diminuendo il cuneo fiscale e la tassazione. Per la prima volta questa riduzione, che addirittura è andata al 7 per cento, va integralmente a carico dei lavoratori. Non è una bandiera che sventoliamo, è una risposta concreta esattamente a quel tema. Terzo, è una richiesta, costo zero per gli aumenti di stipendio che le imprese danno. È un segnale che incentiva, secondo un modello sussidiario, le imprese ad aiutare, in tutti i settori, il lavoratore ad avere più risorse a disposizione.

Quarto, un'alleanza, come ho detto, tra lavoratori e imprese. Credo che su questi temi sia giusto aprire un dibattito, credo che su questi temi non dobbiamo avere alcun pregiudizio. Non a caso abbiamo scelto la strada non dell'approvazione, e poteva essere assolutamente corretta e legittima. Da sempre nel dibattito parlamentare avviene questo, da sempre nel dibattito parlamentare avviene che le opposizioni chiedano l'iscrizione di alcune proposte di legge che sono fondamentali per loro e la maggioranza non è che le deve approvare. La maggioranza ritiene che quella proposta di legge non sia una risposta adeguata.

Non abbiamo seguito quella strada, vogliamo la sospensiva, vogliamo un dibattito serio, con la condizione che non ci sia alcun pregiudizio, né da una parte né dall'altra, perché strumentalizzare questi temi non serve a nessuno. Perché, come ha dimostrato tante volte la storia di questo Paese, affacciarsi al balcone e dire che con una legge si è sconfitta la povertà (Commenti)e la povertà non viene sconfitta, si creano ancora più nuovi poveri e disillusione nei confronti delle istituzioni e della politica (Applausi dei deputati dei gruppi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Grazie, signor Presidente. Abbiamo ascoltato le ragioni che l'onorevole Lupi ha offerto all'Aula per motivare questa richiesta di rinvio. “La strada scelta” ha detto l'onorevole Lupi; bene, la strada scelta è la strada di una fuga. Avete scelto di scappare, ma non di scappare da noi, dalle opposizioni, che naturalmente sono minoranza, non vi fanno sufficiente paura. Avete scelto la strada della fuga dalla realtà, dal Paese. E non è, per la verità, la prima volta che accade, anzi, in questi giorni ne avete dato più di un esempio.

Ce lo avete dato ieri, durante la seduta del question time, con la Ministra Calderone in fuga dalla realtà per provare a spiegare come fosse stato possibile liquidare 169.000 famiglie con un sms. Ce lo avete ricordato oggi, in queste settimane, provando a fare del salario minimo legale una macchietta. È tornata anche qui, seppure solo a tratti, questa discussione; eppure ne abbiamo sentite di tutti i colori. Abbiamo sentito che ci voleva il salario ricco e non il salario minimo, abbiamo sentito che rischiavamo di finire in URSS, 32 anni dopo lo scioglimento dell'Unione sovietica. Eppure, signori e signore della maggioranza, vogliamo dirvi una cosa: qualche risultato è già arrivato con questa proposta di legge.

Il primo, straordinario, è che abbiamo scoperto una destra particolarmente sensibile al ruolo dei sindacati. Per la destra italiana questa è una straordinaria notizia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), siamo contenti e contente, finalmente ve ne siete accorti! I sindacati sono uno strumento essenziale per la democrazia. Grazie!

Vi prego, però, ricordatevene anche quando scioperano (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle), perché dire che i sindacati sono fondamentali e poi con il Ministro delle Infrastrutture precettarli, dopo che avevano convocato uno sciopero con tutti i crismi della legge, francamente è un po' indecente. Quindi ricordatevelo sempre.

Insomma, scappate. Scappate dalla realtà: dalla realtà di un mercato del lavoro che costringe a un paradosso insopportabile: lavoro e povertà, lavoro e povertà, due parole che non devono e non possono stare insieme. E invece stanno insieme per milioni di italiani e italiane, milioni di cittadini che lavorano con un contratto regolare, che ogni mattina si alzano, si spaccano la schiena, ma che, quando tornano a casa e fanno i conti con quello che hanno in tasca, hanno il problema che non riescono ad arrivare non alla fine del mese, ma alla fine della settimana, a mettere insieme il pranzo con la cena, a costruire dignità e speranza per loro, per i loro figli, per il futuro, questo è il problema. (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).

Di fronte a questo problema, noi cosa abbiamo fatto? Abbiamo detto: abbiamo un'idea, non è la soluzione di tutti i problemi, onorevole Lupi, signor Sottosegretario, non è la soluzione di ogni problema, ma è uno strumento in grado di dire una cosa semplice; intanto, finiamola con questa storia della contrattazione, vi prego, l'ho già detto e lo ripeto qui, capisco che a un certo punto parta una moda e tutti le corrano dietro, il Ministro Sangiuliano ha detto che non si legge più, neanche quando si vota in una giuria per un premio letterario e, quindi, nessuno legge più niente. Però, questa è una legge breve, ci vuole un attimo, per favore, leggetela. La storia che questa legge deprime la contrattazione è ridicola, non ci crede neanche un bambino, è scritto chiaro (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle), lo ripeto, è scritto chiaro. Per giusta retribuzione - articolo 2 della legge - cosa intendiamo? Intendiamo l'insieme… e via, via, non ve la faccio lunga… definite dal contratto collettivo nazionale di lavoro sottoscritto dalle organizzazioni maggiormente rappresentative (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). In tale ambito fissiamo il principio, proprio perché riconosciamo alla contrattazione un ruolo decisivo, ma diciamo che in ogni caso - e quel “in ogni caso” è il punto -, dove il contratto collettivo nazionale non arriva a una certa soglia, sotto i 9 euro non si può scendere, perché sotto i 9 euro non è lavoro, ma è sfruttamento (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).

Allora, è inutile continuare a dire: faremo, faremo… è un po' come con il reddito ieri: faremo, renderemo stabile il cuneo…. Farete tutto, ma a quei lavoratori vogliamo dare una risposta? Avete avuto mesi, mesi e mesi, c'era la possibilità di discutere, di confrontarsi, avete provato con l'agguato e il soppressivo, cioè una pietra tombale, poi, però la realtà vi sbatte in faccia il problema e avete capito che era un problema pure per voi, per il vostro elettorato, perché la stragrande maggioranza degli italiani pensa che sia giusto, che sia una questione di dignità (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

Allora, ci rivediamo, ma sappiate che voi oggi rinviate e noi da oggi rilanciamo, perché nel Paese questa campagna, che è questione di dignità, di giustizia sociale, di equità e perfino di buonsenso, guadagnerà lo spazio che merita, poiché è una risposta concreta, lo ripeto, concreta, non risolutiva di ogni problema, a questioni che riguardano la vita di milioni di italiani. Noi a quei milioni di italiani continueremo a parlare; con loro costruiremo, attorno a questa proposta, un pezzo di speranza per questo Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Elly Schlein. Ne ha facoltà.

ELLY SCHLEIN (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, quella che oggi ci troviamo a discutere non è una semplice sospensiva, ma è la rappresentazione plastica della fuga della maggioranza, come l'ha descritta il collega Fratoianni. La maggioranza di destra, posta di fronte a un tema reale, un tema che brucia sulla pelle dei cittadini, dei lavoratori e delle lavoratrici, un tema che il Governo non può coprire con i soliti artifici mediatici e con le fake news, messa di fronte a una proposta unitaria delle opposizioni, fugge, ma almeno abbiamo fermato il vostro proposito di votare l'emendamento soppressivo per cancellare questa nostra proposta.

Purtroppo per voi, però, dalla realtà non si può fuggire, dai 3 milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori che, secondo l'Istat, sono poveri, anche se lavorano, non si può scappare. Esiste una questione salariale enorme, in Italia, che non può essere ignorata, che non può essere sospesa, che non può essere rinviata. La povertà non va in vacanza, la povertà non conosce pause e la questione salariale attraversa e divide questo Paese, ruba il futuro e deprime le prospettive di crescita.

L'Italia è l'unico Paese europeo in cui negli ultimi decenni i salari, non solo non sono aumentati, ma sono diminuiti di 3 punti percentuali. I dati di Svimez mostrano che al Sud un dipendente su quattro prende sotto i 9 euro all'ora e non potete nascondervi dietro a scuse o scaricando le responsabilità sugli altri, non potete sperare che qualcuno vi creda quando dite che avete bisogno di tempo per approfondire il tema.

Quella sul salario minimo è stata la prima proposta di legge presentata dal Partito Democratico in questa legislatura e sono passati sette mesi da quando, in questa stessa Aula, avete votato contro le mozioni di tutte le opposizioni sul salario minimo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra), di tutte le opposizioni, e sono quattro mesi che in Commissione ascoltiamo gli esperti nelle audizioni ed è stata poi presentata una proposta unitaria delle opposizioni; dicevate di essere pronti, ma non vi vediamo pronti.

Se votate a favore di questa sospensiva, voi oggi voltate le spalle a quei 3 milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori che hanno salari da fame, con paghe da 4 o 5 euro l'ora. State dicendo loro: la vostra sofferenza non ci interessa, non ci riguarda, riparliamone dopo l'estate.

Noi non ci stiamo, perché se ci fosse la volontà politica, da parte di questo Governo e di questa maggioranza, di far fare questo salto in avanti al Paese, alla dignità del lavoro, ci sarebbe stato tutto il tempo per approvare già oggi, insieme, questa nostra proposta (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra). E l'abbiamo detto, siamo aperti al dialogo sul merito, ma non alle prese in giro e non ai rinvii sine die, oggi, che l'inflazione morde forte alle caviglie delle famiglie e non basta intervenire sul taglio del cuneo fiscale, che peraltro è temporaneo, mentre noi lo vorremmo strutturale. Gli studi dimostrano che per ottenere lo stesso effetto di aumento salariale del salario minimo attraverso il taglio del cuneo servirebbero molti miliardi e tutti a carico della fiscalità generale. Bisogna, invece, affrontare a viso aperto il lavoro povero che voi fingete di non vedere; i lavoratori poveri ci sono e pur lavorando 8, 9 o 10 ore al giorno non arrivano alla fine del mese, non riescono a pagare le bollette e l'affitto, non riescono a far fronte a una spesa sanitaria imprevista, rinunciano a curarsi, non sono in grado di programmare un futuro. Pensate a quella lavoratrice, cameriera in un albergo, che ha visto, in questi anni, aumentare di 3 volte, triplicare, il costo delle stanze che pulisce, ma il suo salario è rimasto sempre al palo, a 8 euro l'ora (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra). Pensate a questi lavoratori.

Allora, la domanda è semplice per voi: perché continuate a fare finta di non vederli, perché non parlate mai di precarietà e di lavoro povero, che colpisce ancora più duramente le donne e i giovani, in particolare al Sud di questo Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra)? Come fai a costruirti un futuro dignitoso, a uscire di casa, come fai a fare una famiglia, se non riesci a mettere insieme il pranzo con la cena?

Come non si vede il nesso tra la crisi della natalità e la precarietà. Le opposizioni hanno unito le forze per dire, su questa proposta, due cose: rafforzare la contrattazione collettiva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra), facendo valere verso tutti i lavoratori e le lavoratrici di un settore la retribuzione complessiva prevista dal contratto firmato dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative, vuol dire livellare verso l'alto e non certo verso il basso le retribuzioni (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra), ma dire pure che sotto i 9 euro di minimo tabellare non si può andare, perché sotto quella soglia si calpesta la dignità del lavoro (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra).

Questo dice questa proposta. Votatela insieme a noi, allora. È una proposta che contrasta i contratti pirata, che non solo precarizzano il lavoro, ma sono un elemento di evidente concorrenza sleale verso quelle imprese che non cercano di aumentare la produttività sulla pelle di lavoratrici e lavoratori, strizzandoli fino all'osso. E voi cosa volete fare? Abbiamo constatato, nel decreto del 1° maggio, che avete scelto di aumentare la precarietà, avete scelto di fare sconti alle grandi imprese energetiche, avete fischiettato sugli extraprofitti, avete dilazionato i tempi di pagamento, avete tolto il reddito di cittadinanza, rendendo i poveri più poveri con un sms (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra). Diciamo che nel mettervi seduti vi è caduta la maschera. Vi sbagliate, vi sbagliate di grosso, perché il lavoro povero esiste e lo vivono sulla pelle milioni di persone. Noi saremo al loro fianco; ogni giorno, in quest'Aula e nelle piazze, chiederemo alle cittadine e ai cittadini di portare avanti insieme questa battaglia con le altre opposizioni, per un salario giusto, per un salario dignitoso, contro lo sfruttamento di donne e uomini che lavorano in quella che è una Repubblica – ricordate? Avete letto la Costituzione? - che è fondata sul lavoro, sì, ma sul lavoro di qualità e dignitoso, non sullo sfruttamento (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Presidente Conte. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CONTE (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, oggi, siamo qui per ricordarvi che mentre aumentano i mutui, la benzina…

MAURO ROTELLI (FDI). Tu vai a Cortina!

GIUSEPPE CONTE (M5S). …il prezzo del carrello della spesa, ci sono persone che, lo chiariamo, lavorano da mattina a sera per 3, 4 o 5 euro lordi l'ora. Fuori c'è un ceto medio che si impoverisce, ci sono contratti che ormai sono diventati sempre più precari, sì, come piace a voi, l'avete scritto nel decreto del 1° Maggio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

In queste settimane si è fatto anche un gran parlare dell'apertura al dialogo da parte della Presidente Meloni, da parte della maggioranza.

Sono rimaste al momento solo parole, alcuni fatti però ci hanno colpito e sono, in particolare, le espressioni adoperate dal Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Tajani: questa è una misura sovietica, ha detto, eppure è il nostro Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, dovrebbe conoscere almeno la geografia europea, 21 Paesi su 27 hanno adottato questa soluzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Abbiamo ascoltato e siamo rimasti sconcertati il Ministro Musumeci, un Ministro della Repubblica, che ha detto che questa sarebbe una misura assistenzialista. E, da ultimo, abbiamo anche sentito ripetere dalla maggioranza: “no” al salario minimo, “sì” al salario ricco.

Confesso, io inizialmente non avevo capito qual era il significato di questa espressione: poi ce l'avete chiarita. Oggi sul salario minimo legale rimandate a dopo l'estate, sperando che gli italiani se ne dimentichino, ma il salario ricco è invece quello che avete riservato a parlamentari ed ex parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È un pacchetto non ricco, ricchissimo, perché, in piena estate, sono stati ripristinati i vitalizi al Senato e un ordine del giorno di ieri apre la strada a un possibile aumento degli stipendi dei deputati. Allora, fateci capire: “no” al salario minimo per i cittadini in difficoltà sottopagati, “sì” agli stipendi massimi per i politici! Così interpretate il mandato che vi hanno conferito gli elettori? Non ve lo permetteremo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Onorevoli deputati, vi prego di lasciare parlare il Presidente Conte (Una voce dai banchi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia: “ex Presidente”).

GIUSEPPE CONTE (M5S). Rimane un mistero in questa vicenda, un mistero inglorioso: il vero pensiero della Presidente Meloni, la quale, in un passato recente, ha detto che il salario minimo legale è uno specchietto per le allodole, mentre, più di recente, ha ribadito che è uno slogan.

Allora, fateci capire: davvero siete convinti, come sembra alludere la Presidente Meloni, che la fissazione del salario minimo potrebbe far abbassare gli stipendi? Davvero volete creare confusione dicendo che compromette la contrattazione collettiva? Permettetemi di dirlo: la Presidente Meloni, se intende questo, non ha letto una riga della nostra proposta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Sarò didascalico: se la nostra proposta, domani mattina, fosse approvata, se un contratto collettivo oggi ha una retribuzione media di 7 euro, viene portato automaticamente a 9 euro l'ora; se, invece, è fissato a 11 euro rimane a 11 euro. Tutti i Paesi che hanno introdotto questa misura - tutti, a partire dalla Germania, l'esempio forse più clamoroso - hanno registrato complessivamente un aumento degli stipendi e del PIL e una maggiore occupazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

La verità è che ormai sono 9 mesi che governate: a noi non sembra che vi interessi l'interesse del Paese, migliorare la qualità di vita dei cittadini. A voi interessa rispondere alle vostre corporazioni e sotto-corporazioni, padroni e padroncini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che avete assunto a riferimento della vostra azione di Governo.

Il MoVimento 5 Stelle sono 10 anni che propone il salario minimo: anno dopo anno, abbiamo convinto sempre più forze politiche e sociali; negli ultimi mesi, si sono convinte anche le forze di opposizione più scettiche. Resta da convincere solo Giorgia Meloni; pertanto, preannuncio il voto contrario del MoVimento 5 Stelle sulle vostre meline, sui vostri rinvii e vi chiediamo - ve lo diciamo già adesso - di non presentarvi a ottobre con proposte furbe, dirette a spaccare la platea dei lavoratori sottopagati. Sono il nostro obiettivo, sono 3.600.000 lavoratori, di cui molte donne, di cui molti giovani.

La Meloni ha dimostrato di non conoscere, diciamo così, di non ricordare il significato del tricolore: noi speriamo che, invece, rilegga e riconosca il principio costituzionale dell'articolo 36, che garantisce al lavoratore il diritto per sé e la propria famiglia a un'esistenza libera e dignitosa. Il significato è semplice e riassumibile nell'idea del salario minimo legale, subito (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Matteo Richetti. Ne ha facoltà.

MATTEO RICHETTI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Insomma, ci proponete di rinviare l'analisi della nostra proposta sul salario minimo. Ci chiedete di sospendere, come avete fatto sul MES, come avete fatto sul disegno di legge delega sul voto ai fuori sede, prendendovi 18 mesi per la delega. Ci chiedete di sospendere il salario minimo; diciamo che a questa maggioranza non manca la linearità: l'importante è che se ne discuta più avanti.

Però, c'è un punto che vorrei porre alla vostra attenzione, in questa discussione: voi non dite di sospendere o di parlarne più avanti alle opposizioni; voi dite che affronteremo questo tema più avanti a quei lavoratori che oggi - e penso soprattutto a quel 20 per cento che è il quintile che soffre di più l'inflazione, i lavoratori più fragili le famiglie meno abbienti - subiscono un'inflazione che non è quella dei tassi riportati dalle tabelle, già alti dell'8, 9 10 per cento, ma un'inflazione reale, che sfiora il 20 per cento! A questi soggetti dite: ne parliamo più avanti, senza neanche sapere in quali termini ne parleremo, non credo che sia un atto di responsabilità. Non dite a noi “ne parliamo più avanti”, lo dite a quei ragazzi che domani mattina, dopodomani o fra tre giorni firmeranno un contratto regolare a 5, 6, 7 euro l'ora, checché ne dica un atteggiamento di propaganda. A loro dite: ne parliamo più avanti. Vi chiederei anche di utilizzare questo dibattito per provare a delineare cosa volete fare, perché non stiamo parlando di anni; vi siete presi alcune settimane, alcuni mesi. Li passate dicendo perché non l'avete fatto quando governava Conte 1? Li passate dicendo perché non l'avete fatto quando governava Conte 2? E a chi non c'era né al Conte 1, 2, 3 e 4, cosa dite? Gli dite una cosa nel merito? Che volete fare? Infatti, ho partecipato ai lavori in Commissione e lo stimato collega Rizzetto ha messo in fila le seguenti affermazioni. In primo luogo: ma dovete poi dirlo che sono 9 euro lordi, perché sono lordi e non sono tutti questi soldi. Un minuto dopo ci ha spiegato che era la cifra più alta mai vista rispetto alle mediane e gli standard europei. Quindi, 9 euro sono pochi o sono tanti? Prima risposta. In secondo luogo: signori, la strada maestra - ci avete risposto - è la contrattazione; un minuto dopo, Rizzetto mi ha spiegato che non è colpa sua se i sindacati firmano i contratti a 5, 6, 7 euro l'ora. Mettiamoci d'accordo: perché se la strada maestra è la contrattazione e vi presentate con una proposta che dice che la strada maestra è la contrattazione - esattamente l'impostazione che ricordava il collega Fratoianni -, ci stiamo a dire che, poiché la contrattazione è fra parti, vogliamo rafforzarla? Perché il sindacato lo si rispetta tutti i giorni e non solo quando fa comodo scomodare il tema della contrattazione.

E, allora, diciamo che al sindacato diamo una mano, Sottosegretario Durigon, e che gli diamo una mano a mettere un pavimento sotto quella contrattazione che mette in sicurezza il fatto che nessuno lavori in maniera sottopagata, che nessuno lavori senza condizioni di dignità. Perché quando noi abbiamo fatto questa proposta - e ci siamo arrivati, Presidente Conte, tutti, anche quelli che erano più diffidenti (c'è chi l'ha messo nel programma elettorale esattamente come voi), l'abbiamo resa sostenibile da tutti i punti di vista e l'abbiamo resa sostenibile, calcolando che non c'è lavoro in questo Paese di 8 ore al giorno per 40 ore alla settimana, che non abbia la dignità di prendere 1.100 euro al mese. Di questo dovete rispondere agli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe) e non del gioco che mettiamo le braghe al mondo, che siamo l'Unione Sovietica. La terza “chicca” che ha regalato il collega Rizzetto è stata: ma le aziende dove li prendono i soldi per aumentare gli stipendi? Un minuto dopo, ha affermato: ma con questa legge paga Pantalone, paga lo Stato. Ma voi, come pensate di sostenere i maggiori oneri che le imprese avranno? Perché noi abbiamo fatto una proposta, che avete deriso, senza mettere in campo nulla! Ossia, si può avere un processo che accompagna gli oneri delle imprese in maniera graduale e responsabile, che non lascia da solo chi il lavoro lo genera, chi il lavoro lo produce e, soprattutto, si può fare in modo che, come accompagniamo i processi di transizione ecologica e digitale, accompagni anche una condizione dignitosa dei lavoratori italiani? Allora, nei prossimi mesi, dovrete dimostrare se l'interlocuzione che avete promesso e che noi attendiamo, è fatta ancora di una modalità propaganda, che però è la modalità peggiore per produrre soluzioni per il Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Riccardo Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). La ringrazio, Presidente. Io non so se, nell'enfasi dello scontro politico e parlamentare, qualcuno abbia letto il testo di questa sospensiva. Però, sono sicuro di una cosa, avendolo letto: che le motivazioni alla base della sospensiva sicuramente non sono quelle scritte in premessa a questo atto. La motivazione vera è che il Governo e la maggioranza non sanno cosa pensano del salario minimo e non sanno cosa fare su questo punto.

Lo abbiamo già visto in altre occasioni importanti e la sospensiva è diventata praticamente l'atto preferito da questo Esecutivo. Lo abbiamo visto in occasione della discussione sulla ratifica del MES. Il Governo arriva, arriva in extremis, non sa cosa pensare - il ritardo nella decisione già produce un danno al Paese - e alla fine decide di non decidere.

Guardate colleghi, questa non è una situazione normale. Io non ricordo di altri Governi che non sanno cosa pensare sulle questioni centrali che riguardano la postura del nostro Paese a livello internazionale. Escono fuori voci dall'Esecutivo, come è accaduto sul MES, che dicono l'opposto di quello che dice il Presidente del Consiglio o che dicono i capigruppo. Lo abbiamo visto col Ministro Giorgetti.

PRESIDENTE. Concluda.

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Questa proposta è perfettamente rispettosa del ruolo del sindacato e della contrattazione collettiva nazionale. Questo strumento, questa proposta di salario minimo rappresenta una stampella per la contrattazione collettiva di qualità e, a maggior ragione, voi, che oggi scoprite il ruolo e l'importanza…

PRESIDENTE. Chiuda, per favore.

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Ho già esaurito il tempo, Presidente?

PRESIDENTE. Sì, mi dispiace.

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Allora, concludo davvero rapidamente - mi scusi: pensavo avessi 5 minuti - dicendo semplicemente che voi oggi avete dato un'altra dimostrazione di non essere affatto pronti al Governo di questo Paese e di creare danni ai cittadini di questo Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa , Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulla questione sospensiva.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla questione sospensiva Foti, Molinari, Barelli, Lupi ed altri n. 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1) (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE - Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Dai banchi dei deputati dei gruppi di opposizione: “Ver-go-gna!”).

La discussione della proposta di legge n. 1275 e delle abbinate proposte di legge nn. 141-210-216-306-432-1053 è pertanto sospesa nei termini previsti dalla questione sospensiva testé approvata.

Inversione dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Boschi. Ne ha facoltà.

MARIA ELENA BOSCHI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Per chiedere, anche a nome della collega Marrocco, l'inversione dell'ordine del giorno, per quanto riguarda il testo unificato sull'oblio oncologico, perché abbiamo bisogno di approfondire il testo di un emendamento e mi risulta, Presidente, che ci sia già l'accordo di tutti i gruppi su questa proposta di inversione.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la richiesta di inversione dell'ordine del giorno, nel senso di passare direttamente al punto n. 4, si intende accolta dall'Assemblea.

(Così rimane stabilito).

Seguito della discussione della proposta di legge: Lupi e Alessandro Colucci: Introduzione dello sviluppo di competenze non cognitive e trasversali nei percorsi delle istituzioni scolastiche e dei centri provinciali per l'istruzione degli adulti nonché nei percorsi di istruzione e formazione professionale (A.C. 418-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 418-A: Introduzione dello sviluppo di competenze non cognitive e trasversali nei percorsi delle istituzioni scolastiche e dei centri provinciali per l'istruzione degli adulti nonché nei percorsi di istruzione e formazione professionale.

Ricordo che nella seduta del 10 luglio 2023 si è conclusa la discussione sulle linee generali e la relatrice e la rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 418-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A).

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 418-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

GIORGIA LATINI , Relatrice. Sull'emendamento 1.5 Orrico il parere è contrario e sull'emendamento 1.7 Piccolotti si propone l'invito al ritiro.

PRESIDENTE. Il Governo?

PAOLA FRASSINETTI, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.5 Orrico, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi, vi ricordo che abbiamo una serie di votazioni abbastanza ravvicinate. Quindi, siete pregati di non allontanarvi dalla vostra postazione.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.7 Piccolotti.

Ha chiesto di parlare la deputata Piccolotti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Solo due parole per difendere questo emendamento, che fa riferimento alle prerogative del collegio dei docenti delle istituzioni scolastiche coinvolte in questa sperimentazione.

Il Governo e la relatrice mi chiedono di ritirare l'emendamento ma, invece, io insisto e credo che vada mantenuto e anche votato, perché stiamo parlando di una sperimentazione che riguarda le competenze non cognitive - poi dirò cosa pensa il mio gruppo di questo approccio pedagogico - e, però, si rischia di ledere la libertà di insegnamento e la libertà di ogni istituto, di ogni collegio dei docenti e di ogni insegnante di utilizzare i metodi e gli approcci pedagogici che si ritengono maggiormente utili rispetto anche alla tipologia di studenti e di allievi che si hanno davanti.

Quindi, io credo che la legge debba chiarire che questa autonomia non viene lesa e l'unico modo per farlo è inserire una disposizione all'interno dell'articolato.

Per questo, chiedo alla relatrice e al Governo di riflettere e di votare a favore, perché, appunto, non si cambia il senso della legge ma si tutela l'autonomia d'insegnamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.7 Piccolotti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 418-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 418-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere.

GIORGIA LATINI , Relatrice. Sull'emendamento 3.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, parere favorevole.

Sull'emendamento 3.15 Orrico, parere contrario, mentre sull'emendamento 3.1000 Manzi, invito al ritiro.

PRESIDENTE. Il Governo?

PAOLA FRASSINETTI, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.15 Orrico, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'emendamento 3.1000 Manzi: c'è un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Manzi. Ne ha facoltà.

IRENE MANZI (PD-IDP). Non ritiriamo l'emendamento e ne approfitto per evidenziare, forse, quella che è la principale criticità del provvedimento che arriva oggi in quest'Aula e lo ribadiremo nella nostra dichiarazione di voto. Fermi restando il valore e l'importanza delle competenze non cognitive, soprattutto come strumento di contrasto alla dispersione scolastica e alla povertà educativa, questa proposta di legge, anche rispetto al testo originario che il collega Lupi aveva ridepositato in quest'Aula dopo la scorsa legislatura, manca drammaticamente qualunque tipo di previsione finanziaria per sostenere qualunque attività formativa, anche del corpo docente, riferita proprio a questa misura e alle attività che devono essere compiute all'interno delle scuole. Già le risorse stanziate nel testo Lupi originario, pari ad 1,5 milioni, erano, per la verità, insufficienti; qui chiediamo di incrementarle. Quindi, non ritireremo l'emendamento e rilanceremo, anche negli emendamenti successivi, questo tema con forza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1000 Manzi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 418-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere.

GIORGIA LATINI , Relatrice. Sugli emendamenti 4.500 e 4.501, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, parere favorevole.

Sull'emendamento 4.11 Orrico parere contrario, mentre sull'emendamento 4.1000 Manzi vi è un invito al ritiro.

Sugli articoli aggiuntivi 4.02, 4.03 e 4.04 Piccolotti vi è un invito al ritiro.

PRESIDENTE. Il Governo?

PAOLA FRASSINETTI, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito. Parere conforme alla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.501, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

Passiamo all'emendamento 4.11 Orrico.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Orrico. Ne ha facoltà.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per perorare la causa di questo emendamento, con il quale chiediamo al Governo di investire risorse su questa proposta di legge, la quale si prefigge l'obiettivo di sperimentare una nuova metodologia didattica per il contrasto alla dispersione scolastica senza metterci alcun tipo di risorsa economica e, soprattutto, senza incrementare l'organico scolastico. Sappiamo tutti già quale peso sopportino i docenti e l'intero personale: chiedergli di dedicare ulteriore tempo, ulteriori energie a questa sperimentazione, senza incrementare l'organico e senza investire dal punto di vista economico e finanziario, non ci sembra dare molto respiro a questa proposta di legge, soprattutto, rispetto ad una sua concreta attuazione.

Tra l'altro, in questo emendamento ci permettiamo anche di suggerire dove prendere le risorse, perché facciamo riferimento alla Missione 4-Componente 1 del PNRR, dalla quale chiediamo di investire 2 milioni di euro. Quindi, visto che il Governo è anche un po' in affanno, soprattutto sui temi che riguardano l'istruzione rispetto all'attuazione del PNRR, mi sento di chiedere un supplemento di riflessione alla relatrice e al Governo, perché, come si dice in questi casi, senza soldi non si cantano messe (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.11 Orrico, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'emendamento 4.1000 Manzi: c'è un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ferrari. Ne ha facoltà.

SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Per sottolineare l'insensatezza della richiesta di ritiro di questo emendamento, perché nessuna sperimentazione si fa senza un soldo.

In una scuola, come quella italiana, che, certo, non brilla per risultati - non brillano i suoi studenti e le sue studentesse per risultati nei confronti dei coetanei europei -, stiamo pensando, e lo condividiamo tutti, di introdurre un metodo didattico (sperimentato senz'altro nella mia regione con grande successo) per valorizzare le competenze non cognitive degli studenti, quelle relazionali, quelle psicologiche, quelle individuali - che, la prova ce l'abbiamo, valorizzano e promuovono anche quelle cognitive - per contrastare l'abbandono scolastico, l'insuccesso formativo. Siamo tutti d'accordo su questo, ma stiamo immaginando - in quella scuola italiana che, dicevo, è in grande difficoltà - di andare a promuovere questa innovazione senza un soldo, sulla base del semplice volontariato o dei fondi delle autonomie scolastiche. Bene, denuncio che l'operazione che si sta facendo qui, oggi, se non ci si mettono le risorse, è un bluff, è una scatola vuota, è un'operazione che inganna i giovani e le giovani italiane (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la relatrice, deputata Latini. Ne ha facoltà.

GIORGIA LATINI , Relatrice. Grazie, Presidente. Come relatrice, d'accordo con il Governo, volevamo tranquillizzare le opposizioni, perché in questa legge le risorse non mancano. La legge stessa non ha bisogno di avere fondi specifici al suo interno, poiché, siccome si parla di formazione dei docenti che dovranno insegnare le competenze non cognitive agli studenti, i fondi vengono presi nel capitolo sulla formazione, quindi, in modo specifico, nella legge n. 107 del 2005, dove ci sono le risorse destinate al Piano nazionale di formazione del personale docente di cui all'articolo 1, comma 125.

Voglio dire a chi mi ha preceduto che anch'io ho molto a cuore - così come tutta la maggioranza, il Governo e il Ministro Valditara -, tutti noi abbiamo a cuore che questa legge sia concreta e venga attuata. Quando ero assessore all'Istruzione, anche io ho investito molto sui metodi didattici innovativi e, quindi, sicuramente l'interesse di questa maggioranza è far sì che gli insegnanti vengano formati con opportune risorse.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Manzi. Ne ha facoltà.

IRENE MANZI (PD-IDP). Ringrazio la relatrice per la precisazione, resta però un fatto: nella versione precedente, anche la relazione dell'Ufficio di bilancio lo attesta, nel testo originario di questa legge, all'interno di quel Fondo previsto dalla legge n. 107 del 2005, venivano stanziate risorse specifiche per queste attività di formazione. Nel testo attuale della legge, quel Fondo a parte non si ravvisa. Quindi, non ritireremo questo emendamento e continueremo, in realtà, a sollecitare la maggioranza e il Governo, anche nel successivo passaggio al Senato, affinché si individuino, in modo ancora più specifico e particolareggiato, e magari si incrementino anche le risorse per avviare questa sperimentazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Dopo questa riflessione incrociata, mi pare che l'invito al ritiro venga disatteso. Passiamo, quindi, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1000 Manzi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 4.02 Piccolotti, su cui c'è un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare la deputata Piccolotti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Io non ritiro gli articoli aggiuntivi che seguono - il 4.02, il 4.03 e il 4.04 - perché sono, per noi di Alleanza Verdi e Sinistra, quelle proposte emendative che indicano la strada di una concreta ed efficace lotta all'abbandono scolastico.

Abbiamo già ascoltato le colleghe e la relatrice, la collega Manzi e anche la collega Orrico, discutere del tema delle risorse economiche associate a questa legge per concludere che la suddetta legge non avrà risorse economiche e che non c'è un reale investimento nemmeno su quelle metodologie che la maggioranza ritiene utili.

Francamente ho qualche dubbio a immaginare percorsi di coinvolgimento e inclusione dei ragazzi che hanno problemi di abbandono scolastico. Si tratta, quindi, di una scuola povera. E dico: è povera in questa legge ed è povera anche in generale, perché è abbastanza ridicolo immaginare di contrastare la dispersione scolastica, che è la più grande piaga del Paese, con le competenze non cognitive, continuando ad avere, ad esempio, e questa è la proposta emendativa di cui stiamo discutendo, le classi pollaio in tantissimi istituti della penisola. Ci sono classi iper affollate, pericolose anche dal punto di vista sanitario, pericolose soprattutto dal punto di vista della destrutturazione della qualità dell'insegnamento che si può fare in queste aule. Si parla tanto dell'insegnamento personalizzato, si parla tanto della didattica innovativa, abbiamo sentito anche la deputata Manzi citarla proprio or ora, però non si mettono in condizione gli insegnanti di fare alcuna didattica, né personalizzata, né innovativa, perché le classi sono sovraffollate. Quindi, noi diciamo da molti anni: basta classi pollaio! È qualcosa che va affrontato perché si tratta di una vera emergenza e questo articolo aggiuntivo sarebbe un primo passo perché fissa il numero massimo di studenti per classe e riprende una nostra proposta di legge più complessiva, che abbiamo depositato e che sarebbe davvero utile per provare a salvare tanti giovani che abbandonano la scuola prima del tempo, anche perché la scuola non offre loro opportunità, attenzioni e dimensioni a loro congeniali.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.02 Piccolotti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.03 Piccolotti… Deputata Piccolotti, vuole parlare? Mi scusi, avevo capito che il suo intervento di prima fosse cumulativo sui tre articoli aggiuntivi. Prego, ne ha facoltà.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). No, insisto. Io so che l'Aula vuole correre, che siamo alla penultima seduta prima delle vacanze, però io insisto (Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia)… Sì, insisto…

PRESIDENTE. Non abbiamo fretta, ho frainteso io, perché lei all'inizio aveva parlato dei tre articoli aggiuntivi assieme.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Ma non ho parlato di lei, ho parlato dell'Aula, Presidente. Dicevo, insisto e chiedo di portare pazienza, perché stiamo parlando di cose davvero importanti per le giovani generazioni e per le famiglie italiane.

In questa seconda proposta emendativa, proponiamo di istituire il tempo prolungato pomeridiano nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado, basato sull'istituzione di cattedre-orario comprensive delle ore di insegnamento e del tempo mensa, per almeno 3 giorni alla settimana. Anche questo è un grave, gravissimo problema del Paese.

Il tempo prolungato e il tempo pieno sono poco diffusi, in particolare nel Meridione d'Italia, che è proprio quell'area geografica dove la dispersione scolastica è più forte e più preoccupante. Qualche settimana fa sono stata a Catania, la tanto martoriata Catania. Segnalo che a Catania sono 1 su 4 i ragazzi che abbandonano la scuola: abbiamo una percentuale di dispersione scolastica del 25 per cento.

Mi rivolgo anche alla Sottosegretaria Frassinetti che so essere sensibile su questo tema.

Ma veramente noi pensiamo di recuperare questi ragazzi con le competenze non cognitive e relazionali, e non attraverso, invece, il tempo pieno e il tempo prolungato nelle scuole, una presenza più massiccia dell'istituzione scolastica nella vita di questi giovani, la riduzione delle classi pollaio e l'aumento del numero di insegnanti che operano per salvare i ragazzi dall'abbandono?

Io penso davvero che si stia perdendo un'occasione e che sia davvero grave quello che accade nel nostro Paese. Il Ministro Valditara non fa nulla per tentare di recuperare i ragazzi che stanno lasciando la scuola: si preoccupa della repressione, si preoccupa di istituire nuove pene e nuovi reati, si preoccupa di qualsiasi forma di irreggimentazione della comunità scolastica, ma non c'è, dall'inizio dell'attività di questo Governo, una sola azione che sia andata nella direzione dell'inclusione e dell'attenzione alla fascia più fragile della popolazione scolastica.

Poi, si viene qui e si dice che la soluzione sono le competenze non cognitive, cioè la capacità di sorridere agli altri, di essere di buon umore la mattina e di relazionarsi con buona educazione dentro la classe. Francamente, è davvero un po' insultante per l'intelligenza degli elettori e delle elettrici, dei cittadini e delle cittadine di questo Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Manzi. Ne ha facoltà.

IRENE MANZI (PD-IDP). Intervengo per preannunciare il voto favorevole del Partito Democratico su questa proposta emendativa e anche per aggiungere alcune considerazioni alle riflessioni fatte dalla collega Piccolotti.

Devo dire che si tratta di una proposta di legge il cui titolo originario era: “Disposizioni per la prevenzione della dispersione scolastica, anche mediante l'introduzione delle competenze non cognitive”; quindi, i temi e le proposte che questi emendamenti portano con sé sono in realtà molto attuali e molto attinenti. Spiace anzi che, nel titolo definitivo di questo testo, sia sparita l'espressione “dispersione scolastica” perché forse questo incide, in modo non secondario, sugli intenti che la maggioranza di Governo assume nel momento in cui si va ad approvare questa legge.

Io penso che il tema delle competenze non cognitive e dello sviluppo delle competenze trasversali sia importante, ma che non possa essere affrontato - come spesso questa maggioranza ci ha abituato a vedere - con interventi separati e, soprattutto, con dichiarazioni spot o assunte sull'onda dell'emotività del momento.

Servono azioni più strutturate, a cominciare proprio dai temi urgenti che sono stati affrontati: quello della dispersione scolastica, quello della povertà educativa e quello del numero di alunni per classe. Purtroppo, di fronte a questa necessità, noi assistiamo invece a una misura come quella del dimensionamento scolastico, adottata per far cassa e con intenti ragionieristici più che per andare realmente incontro ai bisogni delle istituzioni scolastiche.

Mi auguro che il metodo adottato su questa proposta di legge - che nella legislatura passata era stata firmata anche dalla Sottosegretaria Frassinetti e sulla quale c'è stato, tra l'altro, un ampio lavoro di convergenza tra le forze politiche - possa rappresentare un'opportunità e un metodo da attuare anche su queste tematiche, che sono trasversali ai partiti, ai rapporti tra maggioranza e opposizione e soprattutto sono urgenti e necessarie, se andiamo a vedere anche gli ultimi dati Invalsi diffusi un paio di settimane fa sulla distanza sempre più forte e sempre più acuta che si determina tra le parti del Paese, tra il Nord ed il Sud del Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sasso. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Io capisco che su un argomento ormai abbandonato da anni, qual è la scuola, dalla sinistra e dal MoVimento 5 Stelle ogni tanto i colleghi debbano dare un segnale di vita - lo capisco, è il gioco delle parti, è l'opposizione -, però mi fa specie che su un provvedimento che rappresenta appunto le soft skills, le competenze non cognitive, sul quale dovrebbe esserci una sorta di unanimità intellettuale, da parte degli addetti ai lavori, dei pedagogisti e degli insegnanti, si colga l'occasione per attaccare il Ministro Valditara (Commenti), che di certo non ha bisogno di difese.

Visto che non è in quest'Aula, però, mi corre l'obbligo di ricordare ai fautori della Buona scuola, prima, e ai sostenitori del Ministro Azzolina, dopo, che sinceramente in 8 mesi di Governo hanno fatto molto di più la Lega e tutto il centrodestra al Ministero dell'Istruzione (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Se volete, vi ricordo che, in appena 8 mesi, abbiamo introdotto per esempio - e si inserisce in questo contesto - la figura del docente tutor. Presidente, per suo tramite, mi rivolgo ai colleghi del Movimento 5 Stelle affinché non facciano confusione tra il navigator e il tutor: il tutor è quella particolare figura di docente che, dal prossimo anno scolastico, servirà - e ci sono state ben 30.000 richieste di adesione a questa figura - ad orientare meglio i ragazzi in entrata, in itinere e in uscita.

Ricordo che il Governo Meloni, con il Ministro Valditara, in 8 mesi ha inoltre adeguato il contratto, investendo centinaia di milioni di euro per retribuire in maniera maggiormente dignitosa la professione più bella al mondo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ricordo, ancora, quanto accaduto negli ultimi anni, a occhio e croce circa una decina, con il PD e il MoVimento 5 Stelle. Per esempio, nel 2013 l'ex Presidente del Consiglio Letta firmò il blocco degli scatti stipendiali: quindi, noi aumentiamo lo stipendio, mentre voi bloccate la progressione retributiva (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Potrei dilungarmi per ore e ore, ma avremo modo di ovviare a quello che abbiamo ereditato dall'Europa e dal Governo Draghi.

Per quanto concerne il dimensionamento scolastico, cui faceva riferimento la collega Manzi, non chiuderà nessun istituto, state tranquilli. Smettetela di fare propaganda terroristica sui territori! Non chiuderanno le scuole dei paesi. Abbiamo stanziato 7 giorni fa - capisco che questa cosa vi mandi ai matti - 50 milioni di euro nell'ultimo decreto PA-bis per assumere ancora più personale ATA che, da quando ha visto che il centrodestra al Governo dalle parole passa ai fatti, vi ha fatto “ciao, ciao” con la manina (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Non siete più credibili nemmeno nella scuola che è stata per tanti anni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)… Presidente, sento un ronzio che proviene dalla parte superiore dell'Aula. Capisco che ciascuno di voi voglia dire la sua però, quando parlate di scuola, ricordatevi quello che avete fatto in 50 anni. Ve lo ribadisco, ve l'ho già detto qualche mese fa: la vostra egemonia nella scuola è finita perché, quando avevate la possibilità di fare qualcosa di buono, non avete fatto nulla (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la relatrice, onorevole Latini. Ne ha facoltà.

GIORGIA LATINI (LEGA). Grazie, Presidente. Per unirmi all'onorevole Sasso e, facendo il punto su quello che il Governo e il Ministro Valditara hanno fatto in pochissimi mesi, voglio ricordare - visto che vivo nell'area del cratere e lì c'era stata una grande battaglia da parte di tutti i sindaci dei piccoli borghi del cratere perché venivano soppresse le classi - che il Ministro Valditara, approvando un ordine del giorno e facendo dopo una circolare all'Ufficio regionale scolastico ha fatto sì che lì si estendesse la deroga al numero minimo degli studenti per fare in modo che queste classi non venissero soppresse. Questo significa avere a cuore la scuola, avere a cuore il territorio (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), avere a cuore l'identità dei nostri territori, che non si devono spopolare.

Poi, voglio anche aggiungere che sicuramente va benissimo il tempo pieno, ridurre i numeri delle classi pollaio, ma noi ci dobbiamo chiedere perché gli studenti abbandonano la scuola. Ecco, sicuramente perché il sistema…

PRESIDENTE. Deputata Latini, chiedo scusa, siccome lei sta svolgendo un intervento di merito e non sta parlando come relatrice, il tempo a sua disposizione è esaurito.

GIORGIA LATINI (LEGA). Però, stavo intervenendo nello specifico sulla proposta emendativa, perché parlavo del tempo pieno…

PRESIDENTE. Sta intervenendo a titolo personale in realtà, comunque concluda.

GIORGIA LATINI (LEGA). Quindi, noi ci dobbiamo chiedere il motivo per cui gli studenti abbandonano la scuola, perché magari dobbiamo innovare i metodi educativi e i metodi didattici, che devono essere sempre innovati, integrati ed essere al passo con i tempi: è questo che si meritano le nuove generazioni. Questa proposta di legge sta andando proprio in questa direzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Orrico. Ne ha facoltà.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. Mi domando se il collega Sasso viva in questo momento storico e in questo Paese e se, soprattutto, ricordi di aver fatto il Sottosegretario all'Istruzione (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), perché evidentemente anche lui ha fatto parte del Governo Draghi ed evidentemente non ricorda che già qualcuno prima di lui, nei Governi precedenti, e mi riferisco al Governo “Conte 2”, ha investito ben 10 miliardi di euro sul sistema scolastico italiano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Dai banchi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia si grida: “I banchi a rotelle!”)!

Sarebbe anche opportuno che, quando un collega della maggioranza interviene, visto che avete i numeri per decidere quello che sarà il mondo dell'istruzione da qui ai prossimi anni, non intervenisse per dire che le opposizioni, per perorare le loro cause, si limitano ad attaccare il Ministro Valditara, perché le colleghe Piccolotti e Manzi non hanno attaccato il Ministro Valditara. Hanno messo in evidenza l'inconsistenza dell'azione sui temi dell'istruzione del Ministro Valditara, al quale sarebbe il caso di consigliare che, prima degli annunci roboanti, tipo l'annuncio fatto a Lamezia Terme, nella povera Calabria, su questa fantomatica Agenda Sud, magari, prima si realizzano le cose e dopo si vanno a fare le dichiarazioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Per non parlare dei roboanti annunci sugli aumenti degli stipendi ai docenti, 80 euro netti all'anno, tra l'altro previsti dal Governo Draghi, e quindi non da questo Governo. Infine, anzi, prima della fine, tocco un altro tema, e cioè l'azzeramento del fondo destinato ai tirocini dei docenti prima dell'immissione in ruolo. Quindi, altro che investimenti sulla scuola (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra)! Voi state sfruttando il PNRR, che noi, come MoVimento 5 Stelle, abbiamo portato in questo Paese, per recuperare i fondi che non state mettendo sul mondo dell'istruzione!

Infine, Presidente, sul dimensionamento scolastico, ma veramente fate e dite? Ma veramente? Perché vi do una notizia: quando si ridimensiona il numero dei dirigenti e il numero del personale amministrativo che deve gestire gli istituti scolastici, si riduce l'efficienza, si riduce la capacità di fare un'offerta scolastica adeguata e qualitativamente efficace (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Azione-Italia Viva-Renew Europe - Commenti). Perché mi dovete spiegare come fa quel dirigente scolastico campano che andrà a dirigere 30 istituti scolastici! Me lo dovete spiegare come fa a garantire la qualità dell'istruzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

E, allora, veramente finiamola qui di attaccare, in maniera strumentale, le opposizioni. Noi abbiamo cercato di fare il nostro lavoro con questa proposta di legge, abbiamo proposto tutta una serie di interventi migliorativi. Molti di questi interventi migliorativi, anzi, quasi tutti sono stati cassati, perché volete andare avanti senza ascoltare chi ha voluto e vuole provare a lavorare insieme a voi su un tema che dovrebbe unire questo Paese, e non dividerci, come quello dell'istruzione delle generazioni future (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - I deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle si levano in piedi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Amato. Ne ha facoltà.

GAETANO AMATO (M5S). Grazie, Presidente. Eviterò di ripetere le cose che ha detto già l'onorevole Orrico sullaa partecipazione dell'onorevole Sasso a Governi precedenti e che continua a tirare in ballo. Mi soffermerò soltanto su alcuni dei provvedimenti che ha fatto il Ministro Valditara.

PRESIDENTE. Ha solo un minuto.

GAETANO AMATO (M5S). Certo, sarò brevissimo. L'onorevole Sasso si vanta del personale ATA. Sono emendamenti che noi abbiamo presentato a dicembre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Ha perduto 8 mesi per farlo! Otto mesi! La stessa cosa vale per i docenti idonei ai concorsi: ha perduto 8 mesi per metterli in condizione di entrare in ruolo! Quindi, all'onorevole Sasso, a cui voglio bene, tramite lei, Presidente, dico: non faccia più queste affermazioni, altrimenti dimentichiamo quello che ci siamo detti fuori da quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Mi faccia dire che la biografia delle persone è importantissima, ci racconta più di tante cose. Nella biografia dell'onorevole Sasso c'è il fatto che è un insegnante. Credo agli insegnanti. C'è un altro insegnante in quest'Aula, è l'onorevole Mari, che mi ha fatto un lavoro, si chiama “sbugiardino”. Lo “sbugiardino” ci racconta due cose. Uno, l'onorevole Sasso oggi è al Governo. Ho appreso che l'onorevole Sasso fosse già Sottosegretario di un Governo, ma nel Governo precedente, quello appena passato.

Vorrei anche dire all'onorevole Sasso che ha due gruppi a fianco, mi pare uno sia Forza Italia e l'altro Fratelli d'Italia. Negli ultimi 20 anni, dal “Berlusconi 2”, Forza Italia ha governato per 4.533 giorni, il 57,7 per cento di tutti questi ultimi 20 anni. Aspetti. Fratelli d'Italia…

PRESIDENTE. Non la voglio interrompere, ma il suo ragionamento mi sembra che sia un po' lungo. Il suo intervento è a titolo personale e deve chiudere.

MARCO GRIMALDI (AVS). Ho finito, ho finito. Fratelli d'Italia ha governato per il 46 per cento (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Lo dico a lei per riferirmi all'onorevole Sasso. La Lega ha governato, negli ultimi 20 anni, per il 53 per cento di tutti i giorni.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.03 Piccolotti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 4.04 Piccolotti, con il parere contrario della Commissione e del Governo. Ha chiesto di parlare la deputata Piccolotti. Ne ha facoltà.  

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Vedo che questa proposta di legge ci sta dando l'occasione di discutere un po' di scuola in quest'Aula, dove, purtroppo, si fa troppo poco, perché, invece, di istruzione davvero dovremmo molto discutere, essendo uno degli asset fondamentali dello sviluppo del Paese.

Intervengo per illustrare l'articolo aggiuntivo 4.04, perché anche questa proposta emendativa, come le due precedenti, rappresenta uno dei cardini fondamentali della nostra strategia per la lotta alla dispersione scolastica.

È un articolo aggiuntivo che abbiamo ripreso dalla nostra proposta di legge sulla scuola, che si chiama Promossa, e propone l'istituzione delle zone di educazione prioritaria e solidale, denominate ZEP, nelle quali ci sono scuole con un maggiore indice di disagio socioeconomico, a cui assegnare una percentuale aggiuntiva di personale, cioè docenti e anche personale ATA, non inferiore al 40 per cento dell'organico. Questo perché siamo convinti e convinte che sia necessario prendere il toro per le corna, come si dice in gergo, e provare ad affrontare la situazione vergognosa di abbandono in cui vivono le scuole di alcune aree del Paese.

Mi ha stupito che ci si sia scaldati - lo dico all'onorevole Sasso - così tanto, quando ho nominato l'inefficienza e l'inefficacia del Ministro Valditara e delle sue politiche, perché prima ho pronunciato una frase precisa. Ho detto: il Ministro Valditara, dall'inizio del suo mandato, non ha fatto nulla per la fascia più fragile della popolazione scolastica.

È una frase che ho detto prima e che ribadisco, anche dopo avervi ascoltato, perché quella del docente tutor - la farsa del docente tutor - non è un'attività a favore della fascia più debole della popolazione scolastica; anzi, il docente tutor, nell'impostazione che Valditara ha illustrato in questi mesi, altro non è che una figura che rischia di accompagnare questa fascia della popolazione scolastica verso un lavoro povero, verso una situazione di sfruttamento e di precariato lavorativo, verso mansioni che, appunto, non hanno bisogno di competenze cognitive. E, guarda caso, voi fate avanzare parallelamente due tipi di interventi, quello che dice ai ragazzi: non iscrivetevi ai licei, non puntate alla laurea, non puntate al potenziamento delle vostre competenze cognitive e professionali, perché il lavoro c'è e ce n'è tanto - a Natale, Valditara prende carta e penna e manda questa fantastica letterina dove dice: andate a lavorare nei ristoranti, che in qualche modo è un invito, quasi, a lasciare la scuola prima del tempo -, andate a lavorare dove si prende pochissimo, andate a lavorare in tutti i settori a basso contenuto di innovazione tecnologica e scientifica, fate questo…

PRESIDENTE. Concluda.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Ho finito, Presidente. Votate contro il salario minimo perché vi interessa che vadano a lavorare da sfruttati e, poi, venite qui e avanzate questa proposta di legge che dice di investire non sulle competenze cognitive e, quindi, sui saperi e sulle conoscenze dei ragazzi, ma sulle competenze non cognitive, ossia le competenze che servono a rendere più mansueti questi giovani rispetto all'ingiustizia che emerge clamorosa nel mondo del lavoro e dell'istruzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Orrico. Ne ha facoltà.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle sull'emendamento della collega Piccolotti. In effetti, non mi stupisce il parere contrario della relatrice e del Governo, perché ho scoperto che anche se nel titolo della proposta di legge inizialmente si citava, in maniera importante, l'utilizzo di questa nuova metodologia didattica per la prevenzione della dispersione scolastica, di fatto, il tema della dispersione scolastica sembra non essere più centrale tra gli obiettivi della stessa proposta.

Eppure, la dispersione scolastica è veramente importante nel nostro Paese e la proposta emendativa della collega Piccolotti di istituire le zone di educazione prioritaria e solidale ci sembra veramente calzante, anche rispetto ad alcuni dati che ci riporta, ad esempio, Il Sole 24 Ore su elaborazione di Save the Children e relativi ai dati Istat. Alla domanda su quanto può spendere una famiglia con minore capacità di spesa e residente nel Mezzogiorno, per costi legati all'istruzione dei figli, rispetto, ad esempio, ad una famiglia che vive nella stessa area, ma appartiene al quintile più ricco della popolazione, si scopre che, in media, sono circa 5 euro al mese, a fronte dei 33 euro spesi da una famiglia più abbiente.

Quindi, ci sono zone nel nostro Paese, non riguardano soltanto il Sud, ma penso anche alle aree periferiche all'interno delle grandi città, alle nostre aree interne, dove effettivamente lo Stato dovrebbe fare molto di più ed intervenire, non solo, con una maggiore capacità di investimento in termini di risorse economiche, ma soprattutto in termini di risorse umane. Ecco perché sarebbe importante, sempre nell'ottica di partecipare in maniera positiva, come opposizioni, al miglioramento di questa proposta di legge, che il Governo e la relatrice facessero un supplemento di riflessione rispetto a questa proposta emendativa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Manzi. Ne ha facoltà.

IRENE MANZI (PD-IDP). Presidente, intervengo brevemente per sostenere l'emendamento della collega Piccolotti e anche sollecitare una breve, piccola riflessione su alcuni dati. Capisco che ci si scaldi molto sul tema, ma, magari, sarebbe più opportuno, anziché limitarci alla propaganda, cercare di scendere più nel dettaglio e lavorare con quel clima, che auspicavo poco fa, di lavoro comune.

Vi cito alcuni dati, relativi alla povertà culturale dei bambini e delle bambine, che non solo ci lasciano preoccupati, ma forse non dovrebbero farci dormire la notte in questo caso: il 76 per cento dei minori non svolge attività ricreativa e sportiva a livello quotidiano, il 43 per cento non ha a casa libri adatti alla propria età, non ha partecipato a visite al patrimonio culturale, a teatri, a luoghi ambientalmente rilevanti. Ebbene, con questi dati, in realtà, non ci si può limitare soltanto alla propaganda. Anch'io provengo dalla stessa regione della relatrice Latini, però, quella misura giusta - che anche noi avevamo sostenuto e su cui abbiamo presentato più volte emendamenti, finalmente accolti, riguardo alle deroghe alla costituzione delle classi - però va in netto contrasto e in netta rottura - mi dispiace citarlo nuovamente - con quel dimensionamento scolastico che il PNRR aveva posto come obiettivo, ma non con quei criteri e quei parametri numerici che sono, purtroppo, in quella norma della legge di bilancio che le regioni hanno impugnato davanti alla Corte costituzionale, il cui decreto i sindacati stanno pesantemente contestando e che anche le regioni di centrodestra, in sede di Conferenza Stato-regioni, hanno contestato perché produce effetti negativi proprio su quelle aree interne; perché quando i dirigenti scolastici avranno plessi scolastici molto distanti, in aree interne del Paese, non solo al Sud, ma anche nel Centro e nel Nord Italia, difficilmente si potrà svolgere un servizio efficace.

La dispersione non dipende soltanto dal fatto che i ragazzi non trovano, purtroppo, come si ricordava, la modalità per centrare le proprie scelte, le proprie scelte didattiche e formative; a volte dipende anche dalle condizioni sociali, economiche e territoriali in cui i ragazzi vivono. Penso che quei dati e quelle emergenze siano temi a cui dobbiamo far fronte, contrastando - e chiudo, anche - una misura spacca Paese qual è la misura di riforma costituzionale che si sta discutendo in questo momento al Senato e che tocca proprio l'istruzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) e che andrà ad infierire in modo ancora più forte e negativo proprio su quei divari che ci stanno a cuore e sono sinceramente convinta che stiano a cuore a tutte le forze politiche. Ma alle parole si dovrebbero poi far seguire fatti ben diversi da quelli a cui assistiamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.04 Piccolotti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 418-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

Passiamo agli articoli aggiuntivi. Invito la relatrice ad esprimere i pareri.

GIORGIA LATINI , Relatrice. Sugli articoli aggiuntivi 5.0100 e 5.01 Orrico il parere è contrario, mentre sull'articolo aggiuntivo 5.0500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

PAOLA FRASSINETTI, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito. Parere conforme alla relatrice.

PRESIDENTE. Allora, passiamo all'articolo aggiuntivo 5.0100 Orrico.

Ha chiesto di parlare la deputata Orrico. Ne ha facoltà.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. Allora, mi stupisce il parere contrario sull'articolo aggiuntivo 5.0100, perché era una proposta di modifica che le colleghe, in Commissione bilancio, avevano concordato con il Governo, ovvero la possibilità per le istituzioni scolastiche di promuovere forme di collaborazione con le famiglie degli studenti e tutta la comunità educante, comunità educante che noi riteniamo fondamentale soprattutto quando si parla di offrire ai nostri giovani la possibilità di percorsi, anche extra-didattici, per sviluppare i propri interessi e i propri talenti.

Sempre all'interno della stessa proposta emendativa, si ribadisce una proposta che abbiamo fatto all'inizio di questa proposta di legge, ovvero di modificare il termine competenze non cognitive e trasversali - tra l'altro, sul non cognitive, io continuo effettivamente a non comprendere molto bene cosa voglia dire non cognitive. Diciamo che sono termini - non cognitive e trasversali - che ormai sono diventati anche un po' demodé per chi si occupa di progetti che riguardano lo sviluppo di competenze diverse, oltre a quelle scolastiche, dei nostri giovani. Quindi, avevamo proposto di modificare questo termine con uno che ci viene anche suggerito dall'OCSE, a seguito di un'indagine molto importante, sulla rilevanza che ha lo sviluppo di alcune competenze, come lo sviluppo della curiosità, lo sviluppo della capacità di adattarsi al cambiamento, della capacità di collaborare, di condividere e di partecipare attivamente alla società. Dunque, si proponeva di utilizzare il termine di “competenze sociali ed emotive” e d'altronde, come MoVimento 5 Stelle, abbiamo anche depositato una proposta di legge, a prima firma della collega Ascari, sull'educazione sessuale e affettiva, proprio per la rilevanza che dovrebbe avere il tema dello sviluppo e della capacità di incanalare correttamente le emozioni, l'emotività e i sentimenti dei nostri giovani, in una società che è molto complessa, a volte, molto confusa, e che non riesce a dare punti di riferimento ai quali i nostri giovani possano, in qualche modo, ispirarsi.

Mi dispiace per questo parere negativo, ne prendo atto, così come prendo atto che questa proposta di legge che, nella passata legislatura, aveva avuto un certo sviluppo e aveva raccolto l'unanimità di tutti i gruppi, adesso ha preso una strada completamente diversa e, sinceramente, ciò mi dispiace.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Orrico 5.0100, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Orrico 5.01, con il parere contrario della Commissione e del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.0500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 418-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno.

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo, Sottosegretaria Frassinetti, a esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

PAOLA FRASSINETTI, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito. Signor presidente, gli ordini del giorno n. 9/418-A/1 Berruto, n. 9/418-A/2 Piccolotti, n. 9/418-A/3 Ghirra e n. 9/418-A/4 Grimaldi sono accolti come raccomandazione; sull'ordine del giorno n. 9/418-A/5 Bonelli il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di”; sull'ordine del giorno n. 9/418-A/6 Mari il parere è contrario; sull'ordine del giorno n. 9/418-A/7 Zanella il parere è contrario; sull'ordine del giorno n. 9/418-A/8 Fratoianni è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di”; l'ordine del giorno n. 9/418-A/9 Evi viene accolto come raccomandazione.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/418-A/1 Berruto, accolto come raccomandazione. Si accetta? Sì. Ordine del giorno n. 9/418-A/2 Piccolotti: accolto come raccomandazione. Va bene? Sì. Ordine del giorno n. 9/418-A/3 Ghirra: accolto come raccomandazione. Va bene. Ordine del giorno n. 9/418-A/4 Grimaldi: accolto come raccomandazione. Va bene.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/418-A/5 Bonelli: c'è una proposta di riformulazione, da parte del Governo. Chiedo al deputato Angelo Bonelli se accoglie la proposta di riformulazione da parte del Governo del suo ordine del giorno.

ANGELO BONELLI (AVS). Chiedo di metterlo ai voti.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/418-A/5 Bonelli, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/418-A/6 Mari, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/418-A/7 Zanella, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Sull'ordine del giorno n. 9/418-A/8 Fratoianni ricordo che c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, che viene accettata.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/418-A/9 Evi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Onorevoli Colleghi, prima di passare alle dichiarazioni di voto finale sul provvedimento, vi ricordo che, nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo di ieri, è stato convenuto che i lavori dell'Assemblea nella giornata odierna si concludano alle ore 13. Pertanto, ove i rappresentanti dei gruppi intendano passare oggi anche al seguito della discussione delle proposte di legge in materia di oblio oncologico, dovrebbero fare in modo che la durata dei futuri interventi sia conseguentemente contenuta, al fine di rispettare l'orario di conclusione dei lavori stabilito.

Si riprende la discussione.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 418-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare la deputata Martina Semenzato. Ne ha facoltà.

MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)-M). Signor Presidente, grazie. Onorevoli colleghi, se l'educazione è il pilastro su cui si costruisce il Paese, migliorare il sistema scolastico è un dovere a cui il Parlamento è chiamato a rispondere con serietà e dedizione.

La presente proposta di legge, a prima firma proprio del nostro presidente Maurizio Lupi, che prevede una fase di sperimentazione che auspichiamo possa condurre all'introduzione a regime delle competenze non cognitive nei processi scolastici, vuole essere un contributo in tal senso e intende rappresentare un aiuto a superare le problematiche afferenti alla povertà educativa e alla dispersione scolastica.

Conoscete anche voi il contesto delicato in cui il nostro sistema educativo cerca di trasmettere il suo patrimonio di conoscenze e di competenze alle giovani generazioni. Non è questo il momento di elencare le ragioni per cui, purtroppo, spesso i risultati reali non rispettano gli auspici e le aspettative della programmazione nazionale. In questo scenario, voglio rinnovare il riconoscimento al Ministro Valditara di un impegno importante, che ha visto il suo Dicastero compiere passi decisivi, anche recentemente. Si pensi, ad esempio, al lavoro, che prenderà forma compiuta nei prossimi mesi, per la valorizzazione della formazione tecnico-professionale.

Per quanto riguarda la proposta di legge che votiamo oggi, alcuni di voi sanno che è un progetto che non nasce in questa legislatura, ma in quella precedente. È una proposta presentata alla Camera dei deputati il 6 febbraio 2020, poco dopo che gli effetti della pandemia portassero il Governo a imporre il lockdown. La proposta mirava a introdurre quelle competenze non cognitive che, oggi, alla luce delle conseguenze delle chiusure e delle misure di isolamento introdotte durante il periodo COVID, sono ancora più importanti da introdurre nei percorsi scolastici.

Il testo, presentato allora, era ed è tuttora, con le modifiche conseguenti all'esame della Commissione competente, un esempio positivo del ruolo che il Parlamento, il luogo principe del potere legislativo, può e deve riconoscere al nostro sistema d'istruzione. È un esempio ancora più degno di nota, se si pensa che è frutto di una delle collaborazioni trasversali tra parlamentari di schieramenti diversi all'interno dell'attività dell'Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà. Proprio il lavoro dell'Intergruppo per la sussidiarietà, supportato dalla Fondazione per la sussidiarietà, ha considerato soprattutto gli studi del professor James Heckman, docente dell'università di Chicago e premio Nobel per l'economia nel 2000, che ha ottenuto il prestigioso riconoscimento per i suoi studi che hanno rivelato quanto lo sviluppo in età precoce di competenze sociali ed emotive adeguate abbia un peso nella capacità che la persona rileva in età adulta.

L'impegno politico dei parlamentari, che hanno preso a cuore la proposta di legge sin dal 2020, è stato sostenuto anche dalla letteratura italiana sul tema, in particolare da un volume pubblicato nel 2021, Viaggio nelle character skills, a cura dei professori Giorgio Chiosso, Anna Maria Poggi e Giorgio Vittadini, che, approfondendo gli studi internazionali che hanno definito e sviluppato il concetto di competenze non cognitive, è divenuto uno degli strumenti di grande utilità per la relazione dell'iniziativa legislativa.

Dopo essere stato approvato dalla Camera dei deputati nel gennaio 2022, il progetto di legge è stato ripresentato in questa legislatura.

Per le ragioni già citate in apertura del mio intervento, siamo convinti che i contenuti siano oggi ancora più attuali e possano aiutare gli studenti della scuola italiana a sviluppare pienamente i propri talenti (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE), che non si esprimono unicamente nella conoscenza di nozioni, ma anche nella piena valorizzazione delle proprie abilità come amicalità, coscienziosità, stabilità emotiva e apertura mentale.

Attraversiamo, in questi anni, una fase di transizione epocale. Per questo, dobbiamo rispondere, con senso di responsabilità, alle nuove sfide, anche e soprattutto in campo educativo. Ripartiamo dall'educazione, che - non ci stancheremo di ripeterlo - costituisce il pilastro in cui è possibile costruire un Paese dignitoso, in grado di offrire a tutti i giovani le stesse opportunità. Per questo motivo, annuncio, con convinzione, il voto favorevole di Noi Moderati (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Elisabetta Piccolotti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Parlerò pochi minuti, perché molte cose le ho dette nella discussione sugli emendamenti e, in particolare, ho sottolineato quanto sia frutto di una discrasia il fatto che la proposta di legge si intitoli “Introduzione dello sviluppo di competenze non cognitive e trasversali nei percorsi delle istituzioni scolastiche e dei centri provinciali per l'istruzione degli adulti”, mentre prima si riferiva direttamente al tema della dispersione scolastica.

È stato cambiato il titolo, sono stati cambiati anche alcuni aspetti che riguardano l'articolato e credo che questo sia stato fatto, perché la prima versione di questa proposta di legge, che era stata anche approvata dallo scorso Parlamento, sostanzialmente, rischiava di suscitare un gigantesco dibattito fra i pedagogisti, in primis perché le cosiddette competenze non cognitive non sono lo strumento principe più adatto e più efficace attraverso cui si mette in campo una vera e propria politica di contrasto alla dispersione scolastica e, in secondo luogo, perché la definizione di queste competenze non cognitive rischia di provocare molti problemi.

In particolare, il rischio è che si passi dalle soft skill, cioè sostanzialmente dalle competenze relazionali, che già oggi fanno parte del mondo della scuola e dell'approccio con cui molti insegnanti costruiscono la formazione a tutto campo degli studenti, a una specie di definizione di alcune character skill, cioè competenze che riguardano, più che altro, un elemento di forgiatura del carattere degli studenti.

Infatti, nel primo testo, su cui il Parlamento aveva lavorato, queste competenze erano enunciate. C'era l'amicalità, la coscienziosità, la stabilità emotiva, l'apertura mentale, come se queste attitudini fossero insegnabili dalla cattedra e non fossero, invece, frutto del processo di maturazione e di crescita complessiva degli alunni. A tal proposito, quando la legge, nella scorsa legislatura, è stata approvata all'unanimità da questo Parlamento, Giuseppe Bagni, che era il Presidente del CIDI, il Centro di iniziativa democratica degli insegnanti, un'organizzazione con una grande storia, scrisse un articolo, cominciandolo così (voglio ripercorrere le sue parole, perché sono molto efficaci): “Si fa fatica a commentare il DDL approvato alla Camera (…) che vuole l'introduzione di competenze non cognitive nei percorsi formativi. Verrebbe voglia di fermarsi a un'alzata di spalle, scuotere la testa in sala insegnanti e continuare il proprio lavoro nella scuola reale. Quella che evidentemente è sconosciuta nelle sedi parlamentari”. Poi, va avanti e anche lui affronta il tema della difficile definizione di queste competenze e dell'inutilità di una legge di questo tipo. Poi, aggiunge che, naturalmente, bisogna parlare delle soft skill, che sono quelle che la scuola deve anche sviluppare “perché importanti per il successo scolastico e fondamentali per la formazione del cittadino. Ma altra cosa è saccheggiare la psicologia della personalità per proporre character skills che fanno riferimento alla personalità di ciascuno”.

Vogliono i parlamentari che la scuola insegni in base ai “giusti” livelli di estroversione, creatività, stabilità emotiva degli allievi? E chi li stabilisce? Questa è un'ipotesi degna di un film distopico». E va avanti: «Colpisce l'unanimità del voto in favore del disegno di legge perché dimostra una volta di più quanto sia diffusa l'ignoranza sulle norme della scuola, ma, soprattutto, allarma che non ci si sia resi conto che in gioco qui non è la riaffermazione, abbastanza scontata, che vi sia la necessità di curare la persona nella sua interezza e integrità, ma una precisa visione di scuola che vuole l'abbandono della cosiddetta “egemonia del cognitivo”, seguendo le tesi di alcuni teorici che vorrebbero la scuola centrata sulle character skills, integrate con un “cognitivo” limitato al classico saper leggere, scrivere e far di conto, con l'aggiunta dell'informatica e dell'inglese». Ancora: «La scuola non può essere il luogo della normalizzazione e omologazione. Non può darsi l'obiettivo di un loro adattamento al “possibile” - qui ed ora -, che disperda l'immensa risorsa del “pensabile” per il loro futuro».

Io credo che siano parole davvero importanti e credo di aver già detto del perché noi, per dare anche un segnale al Paese, voteremo contro questa proposta. Noi voteremo contro perché quello che emerge non ci piace. Non ci piace l'idea che a qualcuno, ai più deboli, debbano essere date le competenze non cognitive e un lavoro precario e sfruttato e, invece, ad altri, i più forti, quelli che vengono da famiglie più colte e più istruite, venga data l'eccellenza del cognitivo.

Quello che voi provate a spacciare per merito in questo Paese, in realtà, è una grande linea che divide, sulla faglia di classe, gli studenti più deboli, le famiglie più deboli, gli studenti più ricchi e le famiglie più ricche. E, in qualche modo, l'approccio che proponete per la scuola, quando parlate di persone che la abbandonano, che sono in difficoltà, che vengono da territori difficili, è un approccio così povero, così minimale, così riduttivo, per cui a questi studenti non bisogna dare il sogno, la forza, la voglia di conquistare i campi del sapere, ma bisogna solo dare la buona educazione e le competenze di livello minore.

A noi questo non piace, per noi la scuola della Costituzione è ben altro. Vogliamo parlare di didattica innovativa e inclusiva? Facciamolo, facciamo una proposta di legge seria, ma la scuola della Costituzione è la scuola che non lascia indietro nessuno, è quella scuola che dà di più a chi è più in difficoltà e accompagna anche, invece, chi è più bravo verso i suoi traguardi. Ma voi state facendo il contrario: volete dare di più a chi ha già avuto di più dalla vita, a chi è già più avanti e volete togliere a chi è rimasto indietro, consegnandolo a un destino di sfruttamento.

Io, Sottosegretaria - lo dico anche per il tramite del Presidente -, faccio politica da quando avevo 16 anni e penso una cosa, una soltanto della sinistra: penso che la sinistra abbia un senso quando si batte prima di tutto contro la predeterminazione delle esistenze, contro l'idea che, se nasci povero, resti povero e che, se nasci ricco, resti ricco (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Se la sinistra non si batte contro questo in ogni campo, in ogni settore, in ogni piega di ogni proposta di legge, non è più sinistra, diventa altra cosa, diventa quella destra liberista, che accetta l'ingiustizia come un destino già scritto contro il quale non si può fare nulla. Noi a questo destino ci ribelliamo, ci siamo ribellati da giovani e ci ribelliamo anche oggi. Per questa ragione, vi diciamo: fermatevi, ricostruite una scuola capace di prendersi cura di tutti e tutte (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bonetti. Ne ha facoltà.

ELENA BONETTI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi, Sottosegretaria, io confesso che sono rimasta un po' stupita dal dibattito che ha segnato l'approvazione degli emendamenti e degli articoli di questa proposta di legge e anche un po' questo inizio di dichiarazioni di voto. Infatti, mi sarei aspettata che, su un impegno ad aumentare l'offerta formativa e il ventaglio di approfondimento di educazione e di proposta educativa nei confronti dei giovani, si potesse, almeno su questo tema, trovare un dialogo di sintesi e di ricomposizione anche di sfumature diverse che ciascuno di noi giustamente ha. Lo dico per il fatto che questo metodo di dialogo dovrebbe essere prioritariamente interpretato sul tema dell'educazione, che è - e non può essere altro che questo - una sfida trasversale che tutti noi dobbiamo interpretare, consapevoli che l'educare è, per la nostra democrazia, un'azione primariamente costitutiva, che ci deve impegnare tutti.

È l'educazione che ricompone e costruisce l'unità anche della Nazione. Lo dico a chi, da destra, ha usato toni forti di conflittualità nel dibattito, lo dico altrettanto anche ad alcuni colleghi delle opposizioni. Se abbiamo imparato una cosa durante l'esperienza del COVID, è quanto fosse fragile il nostro sistema, anche istituzionale, di consapevolezza di dare voce e protagonismo ai più piccoli, ai giovani. Quanta fatica ho fatto e abbiamo fatto per porre nel dibattito di quest'Aula l'esigenza educativa di quelle ragazze e di quei ragazzi lasciati soli e, nella loro solitudine, privati di accompagnamenti educativi. E da quella esperienza, noi abbiamo costruito proposte concrete, maturato una maggiore consapevolezza.

Questa proposta di legge - che riprende proprio quel percorso, quel filo che durante la pandemia ha anche avuto una sua particolare incisività - è nata, tra l'altro, da un'esperienza trasversale, quella dell'Intergruppo della sussidiarietà. Per questo, ringrazio il collega Lupi, per essersene fatto portavoce e carico, a nome anche di tutti noi, in quest'Aula.

Già i colleghi e le colleghe del mio gruppo che partecipavano a quell'Intergruppo nella scorsa legislatura avevano dato, in modo significativo ed incisivo, un loro contributo, ma ricordo il lavoro importante che abbiamo fatto trasversalmente nell'ambito, per esempio, dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza all'interno della Commissione bicamerale, nella scorsa legislatura, che ha portato finalmente alla redazione del 5° Piano nazionale per la tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, promulgato dal Presidente della Repubblica lo scorso gennaio. Un Piano che si focalizza su equità, educazione ed empowerment: queste tre “E” che sono le nuove linee di sfida con cui dobbiamo restituire voce, protagonismo e competenze alle nuove generazioni.

Arrivo, quindi, al merito. Le competenze non cognitive, a cui si allarga, oggi, anche l'azione educativa e formativa nelle scuole, fanno parte di un percorso che riconosce nell'integrità della persona umana la necessità di dare risposte e strumenti ai più giovani per valorizzare in modo armonico, ma totale e omnicomprensivo, la loro dimensione identitaria di persone. Questo fa un educatore, questo fa una società educante: libera le opportunità, le potenzialità dei più giovani perché possano contribuire a un cammino condiviso comune, perché possano fare delle loro competenze strumenti e ali di trasformazione in progetti di vita partendo dai loro desideri e dalle loro attese. Questo è il compito di una democrazia matura, è un compito cui non ci possiamo sottrarre ed è per questo che annuncio già il voto favorevole del nostro gruppo.

Certo, è un primo passo, ce lo dobbiamo dire: colleghe e colleghi, questa legge è un primo passo, perché introduce un principio, qualche azione formativa nei confronti delle scuole - peccato che non sia stato allargato maggiormente il dialogo con il Terzo settore e le famiglie -, ma la valorizzazione dei percorsi dell'educazione non formale è una priorità, fa parte di quel Piano di cui dicevo prima.

Tra l'altro, mi sono fatta carico di presentare in questo senso una proposta di legge, che ha raccolto - e ne sono grata - anche convergenza e interesse da parte di tanti colleghi di tutti i partiti politici. Quindi, è un primo passo su cui dobbiamo andare avanti convintamente, riconoscendo anche che la scuola è un luogo di educazione, ma che, accanto alla scuola, ci sono luoghi e soggetti importanti: penso, in particolare, al mondo del Terzo settore.

Ma arriviamo al dunque anche del dibattito, il tema delle risorse.

È chiaro, Sottosegretaria, lo sa meglio di me, che non possiamo usare tutto per fare tutto. Quindi, dire che si fa un'azione formativa degli insegnanti, senza metterci un euro in più di risorse, effettivamente non è di buon auspicio per la realizzazione e l'implementazione della legge. Ma qui arriva la vera sorpresa della giornata: la notizia di questa giornata è che il Governo ha accolto un ordine del giorno per valutare l'opportunità di introdurre la tassa patrimoniale sul bene delle famiglie con redditi medi o medio-alti, per poter, eventualmente, finanziare azioni nei confronti della formazione e dell'educazione. Sottosegretaria, noi eravamo favorevoli ad aumentare le risorse di questa legge, perché noi saremo e siamo al fianco di chiunque voglia aumentare le risorse per l'educazione e la crescita delle nuove generazioni, ma non lo si fa imponendo una tassa patrimoniale alle famiglie del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe)! Lo dico ai colleghi e alle colleghe dei banchi della maggioranza: ma come potete aver dichiarato, oggi, che accogliete un ordine del giorno che introduce una patrimoniale? Io, onestamente, un Paese che deve sempre mettere gli uni contro gli altri, i giovani contro i vecchi, i ricchi contro i poveri, penso che non faccia il suo buon compito. Io inviterei la maggioranza a fare un'ulteriore riflessione su questa decisione che oggi ha assunto e ci ha comunicato.

Torno, invece, al merito di questa proposta di legge proprio nell'ottica di una composizione e di quella sfida importante per il futuro del Paese - e chiudo - per riportare quel senso di consapevolezza e di unità che dobbiamo rianimare e saper rianimare. Uso delle parole, che vorrei citare, dette, tra l'altro, nell'agosto 2020, dal Presidente Draghi, in un luogo, quello del meeting, dove anche il dibattito dell'Intergruppo sulla sussidiarietà su questi temi si è sviluppato negli anni: “Dobbiamo essere vicini ai giovani investendo nella loro preparazione. Solo allora, con la buona coscienza di chi assolve al proprio compito, potremo ricordare ai più giovani che il miglior modo per ritrovare la direzione del presente è disegnare il tuo futuro”. Ecco, vale anche per noi, questo, oggi: trovare la direzione del nostro presente, per disegnare il nostro futuro. Con questo, confermo convintamente il voto a favore da parte del gruppo di Azione-Italia Viva-Renew Europe (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Rita Dalla Chiesa. Ne ha facoltà.

RITA DALLA CHIESA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Ho sentito parlare tutte le mie colleghe, quindi c'è poco da dire su questo perché, come diceva prima l'onorevole Manzi, dovremmo essere tutti concordi quando si parla della scuola e del futuro dei nostri ragazzi. Sono meno d'accordo con l'onorevole Piccolotti - mi dispiace che non sia qui in Aula - quando dice che, comunque, il centrodestra, in qualche modo, è per le ingiustizie: chi nasce povero deve rimanere povero, chi nasce ricco deve rimanere ricco. Non è vero, perché noi pensiamo che il destino ognuno di noi, da un punto di vista personale, lo può fare da solo.

Passiamo, invece, alle competenze non cognitive trasversali. Che cosa sono? Sono delle competenze non riconducibili direttamente all'ambito scolastico specifico, come possono essere le materie di scuola - scienza, letteratura, eccetera - ma hanno a che fare con il carattere, con le motivazioni, con l'approccio, con i compagni, con l'amicizia, con le emozioni, con le motivazioni e i contesti familiari, soprattutto, in cui questi ragazzi si muovono e imparano a misurarsi con gli altri. È questa una cosa che, nella vita, dobbiamo sempre imparare a fare, perché ci troviamo ogni giorno dei muri da dover affrontare.

Il provvedimento arriva in Aula parzialmente ridotto, però, rispetto alla versione originaria. L'obiettivo iniziale, infatti, era quello di introdurre nelle scuole secondarie di primo e secondo grado un nuovo metodo didattico che fosse più ampio rispetto alla sola nozionistica. Quest'obiettivo è stato riformulato fino a prevedere, nella prima fase, una sperimentazione di tre anni, che dovrà gradualmente introdurre lo sviluppo delle competenze non cognitive trasversali nelle attività educative delle scuole di ogni ordine e grado, da realizzare sulla base di linee guida definite dal Ministro dell'Istruzione e del merito.

Ricordiamo tutti che, nel 2020, l'emergenza sanitaria provocata dalla pandemia del Coronavirus ha accelerato e accresciuto le sfide dell'istruzione e ha determinato delle nuove emergenze formative. Questo, naturalmente, richiede interventi di modernizzazione del sistema educativo e anche l'introduzione di metodi didattici fino ad oggi trascurati o, comunque, lasciati alla sensibilità del singolo insegnante o del singolo istituto. Poi non è detto che, magari, il singolo insegnante sia sempre in grado. Ma le innovazioni tecnologiche e i cambiamenti rapidissimi a cui stiamo assistendo richiedono anche un modo diverso che riporti al centro il carattere e la personalità degli studenti più che la loro capacità di rapportarsi con un tablet, perché con quello sono bravissimi fin da quando nascono, fin da bambini.

Io non so se sia davvero compito della scuola educare un ragazzo all'utilizzo della tecnologia. È importante, ma in un mondo in cui la tecnologia è parte integrante della vita dei bambini, come dicevamo prima, fin dalla nascita, forse la scuola deve fare esattamente l'opposto, cioè riconquistare un ruolo nella formazione dell'aspetto umano dei ragazzi. Questa sarebbe la vera rivoluzione, molto più che ridurre la scuola a un luogo dove si impari a essere bravi utilizzatori di terminali digitali. Lo vediamo anche dalla cronaca: la capacità di relazionarsi con gli altri non sembra trarre grandi miglioramenti dalla possibilità di connettersi in qualsiasi momento e con chiunque. Anzi, quelle capacità relazionali sembrano peggiorare e venir meno, soprattutto quando vengono applicate solo in contesti virtuali. Comunque, le nostre scuole sono spesso più avanti di quanto si possa immaginare e soprattutto molto più avanti e più formative di quanto ho sentito dire in quest'Aula oggi. Credo che sarebbe giusto prendere come esempio le pratiche già attivate a livello locale, sui territori. I docenti lo sanno bene e, infatti, le esperienze sul territorio rivelano che, dove i programmi scolastici mirano anche a sviluppare la qualità personale dello studente, le ragazze e i ragazzi hanno una crescita positiva nel corso degli anni, soprattutto laddove ci si confronti con soggetti che abbiano storie e problematiche alle spalle e tendano all'insuccesso scolastico. Inoltre, imparano ad avere rispetto per se stessi e per gli altri. Intervenire in questo senso restituisce alla scuola quel ruolo sociale che, in questo periodo, purtroppo, sembra essersi perso ma che in questo momento noi stiamo cercando di recuperare in tutti i modi.

Riteniamo che l'intervento che stiamo per votare rappresenti un'occasione unica. Abbiamo la grande occasione di promuovere, finalmente, cambiamento e sviluppo. Uno studente che, nel suo percorso scolastico, sarà pienamente coinvolto da questo nuovo approccio diventerà molto più difficilmente un analfabeta funzionale, proprio perché avremo investito sulla sua singolarità di individuo, su quello che questo ragazzo è davvero. Un ragazzo vedrà nella scuola un luogo che guarda a lui, alla sua persona, un'esperienza scolastica che si pone lo scopo di individuare, esprimere e realizzare il suo talento. Questo ci aiuterà a migliorare il rapporto e la comunicazione fra le generazioni e a contrastare la povertà educativa e la dispersione scolastica di cui tanto abbiamo parlato oggi, che purtroppo è vera.

La proposta di legge che oggi ci accingiamo ad approvare rappresenta un buonissimo punto di partenza e spero che possa diventare un punto di partenza anche con le opposizioni. Per tutto quanto ho detto, annuncio con forza il voto favorevole del gruppo Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Anna Laura Orrico. Ne ha facoltà.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, questa proposta di legge - purtroppo devo esordire così - è un'occasione mancata per ragionare e attivare concretamente un percorso innovativo nella scuola italiana che possa aiutare, non solo a contrastare la dispersione scolastica, ma a fornire alle nostre giovani studentesse e ai nostri giovani studenti un percorso per poter realmente sperimentare i propri talenti e i propri interessi.

Abbiamo provato a fare moltissime proposte migliorative su questa proposta di legge, il cui testo, già nella precedente legislatura, era stato approvato addirittura all'unanimità.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE' (ore 12)

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Purtroppo, in questa legislatura dobbiamo constatare che il testo è stato progressivamente modificato dalla maggioranza, tant'è che nel titolo della proposta di legge è addirittura scomparso l'obiettivo principale, per il quale era stata fatta, ovvero contribuire a contrastare la dispersione scolastica.

Nel tentativo di migliorare questa proposta di legge - come dicevo -, siamo partiti innanzitutto dalla locuzione utilizzata, che è quella di “competenze non cognitive e trasversali”, cercando di suggerire alla maggioranza e al Governo di aggiornarsi rispetto a come oggi invece queste competenze vengono definite a livello internazionale. Un'organizzazione tanto importante, quale l'OCSE, ha proprio realizzato recentemente un'indagine sul valore che ha lo sviluppo delle competenze sociali ed emotive nel percorso formativo dei nostri studenti, affinché diventino dei cittadini in grado di partecipare in maniera attiva e consapevole alla società e ai tempi che vivono. Quindi, avevamo proposto di sostituire la locuzione: “competenze non cognitive e trasversali” con la seguente: “competenze sociali ed emotive”, facendo riferimento alla necessità che questi percorsi innovativi, da un punto di vista della metodologia didattica, potessero aiutare i nostri ragazzi a sviluppare alcune abilità sociali, come per esempio la capacità di lavorare in gruppo, di collaborare con gli altri, di condividere le proprie idee e di mettere a disposizione i propri talenti, di sviluppare la curiosità e di essere in grado di adattarsi al cambiamento continuo e costante che vive la nostra società. Questo perché abbiamo cercato di mettere al centro della logica di questa proposta di legge, non solo i desiderata e le aspettative dei nostri studenti e delle nostre studentesse, ma anche il loro benessere psicologico. Proprio per questa ragione, voglio ricordare che qualche settimana fa ho avuto l'onore di presentare una proposta di legge frutto del lavoro di un gruppo di 40 giovani studentesse under 18 che, in diversi passaggi, hanno sottolineato quanto ad oggi non si sentano parte della scuola, pur avendo molto chiara l'importanza che la scuola ha, non solo nel loro presente, ma anche nel loro futuro. Queste giovani studentesse mi hanno chiesto di essere maggiormente coinvolte nella programmazione e nei piani dello Stato italiano rispetto al tema dell'istruzione. Dicevo che abbiamo fatto diverse proposte migliorative del testo; una, ad esempio, è stata accettata ed è volta a realizzare una mappatura di tutte le progettualità che già esistono sul territorio nazionale e che riguardano appunto iniziative di contrasto alla povertà educativa e alla dispersione scolastica, perché vorremmo mettere finalmente un punto a quello che è il solito modo di agire dello Stato italiano, che cala dall'alto cose che magari già esistono nel nostro Paese e che spesso sono molto più avanti di quello che la politica è in grado di pensare, di percepire e poi addirittura di normare. Abbiamo posto l'accento sulle comunità educanti, non fosse altro per il fatto che, nella passata legislatura, nel 2020, con il Governo Conte 2, abbiamo istituito i Patti educativi, consapevoli che, nella formazione dei nostri giovani, abbia un ruolo importantissimo tutta la comunità che li circonda quindi, non solo ovviamente il personale scolastico e le famiglie, ma anche le organizzazioni del terzo settore, le università, le associazioni di categoria e tutti quei soggetti che possono essere protagonisti, insieme alle scuole, di percorsi formativi extra didattici o integrativi di quello che i nostri giovani fanno all'interno delle scuole. Questo perché siamo profondamente convinti che la scuola sicuramente debba connettersi con il mondo esterno e con il mondo del lavoro, ma non vogliamo che la scuola formi soltanto i futuri lavoratori, i futuri dipendenti ed i futuri imprenditori, vogliamo che la scuola sia formativa di una coscienza pubblica dei nostri giovani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), di una coscienza civica e che i nostri giovani siano consapevoli di quella che è la memoria storica del nostro Paese, di cos'è oggi il nostro Paese, frutto di un percorso fatto, in alcuni frangenti, anche del sacrificio di vite umane.

Abbiamo proposto soprattutto di investire sull'istruzione e, quindi, di stanziare un budget, una copertura economico-finanziaria, per questa proposta di legge. Il Governo, purtroppo, ha risposto picche. Alla luce di quanto detto, Presidente, e anche dell'attualità stringente, mi si consenta una digressione che, solo in apparenza, potrebbe non essere pertinente. Vorrei leggere alcune righe di una lettera che una giovane studentessa di 24 anni ha scritto e che è stata pubblicata ieri su un noto quotidiano nazionale. Cito: “Sono una ventiquattrenne, studentessa universitaria, lavoratrice occasionale. Vengo da una famiglia povera e, sin dalle elementari, ho avvertito il senso di inferiorità rispetto alle mie compagne. Non ho mai potuto fare sport, ricevuto regali come libri. Alle medie non avevo un euro per il panino. Non ho mai potuto fare gite di classe. A volte mi sembra di non aver vissuto, di non avere ricordi se non quelli passati a piangere chiedendomi che cosa avessi fatto di male per esser capitata in una famiglia povera. Mio padre ha 59 anni, è invalido e ha ricevuto l'sms di sospensione del reddito di cittadinanza, quel reddito di cittadinanza che mi ha permesso di avere i libri, di pagare le tasse, nonostante fossi in fascia 1, di vivere senza preoccuparmi mentre studiavo, di sentirmi normale, di non sentirmi in colpa perché fossi povera” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ecco, Presidente, noi oggi discutiamo di una proposta di legge che dovrebbe mirare a contrastare la dispersione scolastica, mentre il Governo cancella definitivamente, con un becero sms, il reddito di cittadinanza, strumento di supporto al lavoro povero.

PRESIDENTE. Liberiamo i banchi del Governo.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Guardando a quanto il Governo ha fatto per la scuola fino ad ora, sinceramente non nutriamo molto ottimismo, basti pensare al dimensionamento scolastico fin qui portato avanti, che si è tradotto in una sensibile riduzione dell'attenzione verso gli studenti e il personale scolastico, poiché ha tradito la fiducia di entrambe le categorie. Avere un dirigente per 5 o 10 scuole non è affatto indice di efficienza, ma di noncuranza. Allora, Presidente, nell'annunciare il voto di astensione del MoVimento 5 Stelle, voglio fare un monito a chi ci governa in questo momento: saremo vigili e continueremo a batterci affinché la scuola sia davvero inclusiva e rimetta al centro le studentesse e gli studenti, che sono il vero cuore pulsante di quello che la nostra Costituzione sancisce come un diritto, ma che sempre di più rischia di diventare un privilegio per pochi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Latini. Ne ha facoltà.

GIORGIA LATINI (LEGA). Grazie Presidente. Sono particolarmente orgogliosa oggi che questa proposta di legge, a prima firma dell'onorevole Lupi, di cui sono anche relatrice, giunga in Aula. Una proposta di legge che contrasta le problematiche, di cui abbiamo trattato prima, della povertà educativa e della dispersione scolastica. Attraverso l'introduzione delle competenze non cognitive, sicuramente possiamo contrastare i dati preoccupanti che successivamente indicherò. Dobbiamo essere consapevoli che i metodi didattici devono essere innovati e integrati, devono essere al passo con i tempi, se lo meritano i nostri studenti. Bisogna ritornare al significato originario, al significato etimologico della parola “educare”. Educare deriva dal latino ex-ducere, che significa tirar fuori, tirar fuori ciò che è già presente nei nostri ragazzi, quindi i loro talenti, che di solito poi coincidono con le loro passioni. Da assessore all'Istruzione, mi sono occupata molto dell'innovazione didattica e sono contenta che il Ministro Valditara stia andando proprio in questa direzione.

PRESIDENTE. Scusi, onorevole. Bisogna tenere liberi i banchi del Governo.

GIORGIA LATINI (LEGA). Grazie, Presidente. I dati, dicevo, sono preoccupanti. Sia gli ultimi risultati Invalsi, purtroppo, ma anche i dati del 2022 ci dicono che i giovani tra i 18 e i 24 anni che hanno abbandonato precocemente la scuola sono l'11,5 per cento, e al Sud il dato è del 15,1 per cento. Quindi, siamo ben lontani, purtroppo, dall'obiettivo del 9 per cento dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Sempre parlando, poi, dei dati del 2022, parlando dei NEET, che sono i giovani che non lavorano e non studiano di età compresa tra i 15 e i 29 anni, i dati sono ancora più allarmanti, perché parliamo del 19 per cento, e raddoppiano, purtroppo, al Sud. Bisogna che iniziamo a lavorarci e a farci delle domande, e sicuramente questa proposta di legge può essere un inizio concreto, Presidente. Però, per capire di cosa parliamo, che cosa sono le competenze non cognitive, voglio citare uno dei cataloghi più completi, quello fornito dall'Organizzazione mondiale della sanità nel 1993, dove, nel novero di queste competenze, rientrano il processo decisionale, la capacità di risoluzione dei problemi, il pensiero creativo, il pensiero critico, l'efficacia comunicativa, l'efficacia delle relazioni interpersonali, la consapevolezza di sé, l'empatia, la gestione delle emozioni e dello stress. Quindi, da ciò si comprende quanto siano importanti queste competenze, perché sono competenze sociali e relazionali che permettono ai ragazzi di affrontare in modo efficace le esigenze della vita quotidiana, rapportandosi con fiducia a se stessi, agli altri e alla comunità. Anche l'OCSE ci dice che le competenze non cognitive migliorano le prestazioni scolastiche e lavorative, ma incidono anche positivamente sul comportamento sociale. C'è realmente bisogno di questo, perché, dopo gli episodi di bullismo e di violenza contro gli insegnanti, bisogna intervenire. Questo lo sta facendo la Lega, Presidente, perché stiamo portando avanti una proposta di legge di iniziativa della Lega a prima firma dell'onorevole Sasso, che ringrazio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Posso poi citare altri studi, come quello dell'economista Heckman, che nel 2000 è stato insignito del premio Nobel, che ci dice che tali abilità possono essere non solo valutate, ma anche insegnate e fatte crescere. Quindi, la finalità è rendere la persona pronta ad affrontare le sfide della vita quotidiana.

Durante i lavori della Commissione sono stati approvati emendamenti importanti, che hanno arricchito e rafforzato la proposta di legge. Abbiamo introdotto la parola “trasversale” perché queste competenze non sono solo nell'ambito del lavoro e della società, ma proprio della vita. Inoltre, ci sono stati altri emendamenti importanti proprio sulla finalità di sperimentazione di queste competenze, per innovare queste metodologie didattiche, attraverso le quali si valorizzano e si potenziano le motivazioni e i talenti degli studenti, e poi si coinvolgono anche i partenariati con le organizzazioni del Terzo settore e del volontariato.

Concludendo, questo Governo ha dato avvio a una nuova stagione con il Ministro dell'Istruzione e del merito. Proprio la parola “merito” è stata messa al centro, perché il Ministro Valditara torna spesso a dire che gli studenti devono avere tutti le stesse chance di successo formativo, e questo lo si fa anche prevedendo percorsi non omologanti, perché dobbiamo tenere a mente che siamo tutti esseri unici e irripetibili, e la diversità è una ricchezza. Il docente tutor, per esempio, è sicuramente un'introduzione importante fatta dal Ministro, perché il docente va proprio in questa direzione, personalizzando il metodo didattico, che si basa sulle singole abilità dello studente. Come sono importanti anche le modifiche suggerite dal Ministro Valditara sui provvedimenti disciplinari della sospensione perché, se prima lo studente sanzionato veniva lasciato a casa, d'ora in poi sarà coinvolto in attività sociali e scolastiche legate ai comportamenti che hanno causato il provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), e mi sembra che questo faccia ritornare l'autorevolezza della scuola al centro.

Concludo dicendo che, attraverso questo provvedimento, si incentiva una scuola che non si limita a misurare solo i risultati di quel ragazzo, ma che cerca il suo talento, le sue potenzialità, il suo entusiasmo. Solo così potremo avere una scuola autorevole. Dobbiamo riaffermare, dopo anni in cui si è tentato di imporre un egualitarismo per legge nelle aule e nel sistema educativo, che c'è l'autorevolezza alla base della didattica e dell'insegnamento, quell'autorevolezza in base alla quale chi sta in cattedra non ti assegna un punteggio e nemmeno si mette alla pari dei propri studenti, ma ti aiuta a crescere. Quindi, annuncio il voto favorevole del mio gruppo, ossia della Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Manzi. Ne ha facoltà.

IRENE MANZI (PD-IDP). La ringrazio, Presidente. Onorevoli colleghi, come già altre colleghe e colleghi hanno ricordato, questa proposta di legge parte da lontano, parte dalla scorsa legislatura, ed era nata con un intento positivo, ossia voler gestire anche concretamente gli effetti dei difficili anni della pandemia e della post-pandemia, e, soprattutto, le conseguenze che quei giorni e quei mesi hanno prodotto sulle generazioni più giovani, sulla gestione dell'emotività, su fenomeni già preoccupanti nei loro dati, come la dispersione scolastica e la povertà educativa, proprio perché non possiamo nasconderci, lo abbiamo ribadito più volte in quest'Aula, che la pandemia ha fatto realmente e concretamente emergere e reso ancora più evidenti i gap, le distanze, le diseguaglianze che ci sono nel nostro Paese.

Quindi, quella proposta di legge era nata con quell'intento, grazie proprio all'Intergruppo per la sussidiarietà, grazie a un lavoro veramente completo e di grande confronto e dialogo tra tutte le forze politiche che c'erano in quell'aula. Voglio citare, proprio per rimarcare lo spirito con cui ci siamo posti rispetto a questo provvedimento, e che vorremmo in realtà fosse accolto, soprattutto per impostare un lavoro comune intorno a un tema così importante come quello dell'istruzione, quello che diceva l'allora relatore, il collega del PD Paolo Lattanzio: sul tema della scuola è possibile dialogare, è possibile farlo in maniera costruttiva, entrando nel merito di temi importanti e di sensibilità sulle quali la scuola italiana ha mostrato, negli anni, una qualche forma di mancanza di aggiornamento rispetto al livello europeo, e, soprattutto, è possibile farlo dialogando in maniera costruttiva tra le forze politiche. Quello dovrebbe essere l'obiettivo a cui dovremmo tendere, in quest'Aula. Purtroppo oggi ci sono stati momenti non positivi di confronto. Oggi, però, stando al tema di questa legge, quelle disposizioni che noi accogliamo con favore, che elencano soprattutto un'attività di sperimentazione, nel triennio, relativa proprio alle competenze non cognitive, mirano, in questo caso, alla riscoperta di relazioni e valori che permettano agli studenti e alle studentesse di affrontare in maniera maggiormente completa e consapevole la sfida che la scuola e il mondo attuale pongono loro davanti.

Abbiamo citato dati preoccupanti, i dati Istat sono stati ricordati. Gli intenti, proprio per questo motivo, di questa legge per noi sono positivi, ma c'è un elemento che manca, e qui viene la nota dolente. Lo abbiamo ricordato, nei nostri interventi: mancano le risorse, le risorse che c'erano nel provvedimento arrivato in quest'Aula, le risorse che purtroppo ci costringono a dire, un'altra volta, che questo è il Governo del vorrei, ma non posso. È il Governo che vorrebbe sostenere le politiche per la natalità e la genitorialità, ma che poi si trova a pasticciare sugli obiettivi del PNRR relativi ai nidi, e su questo vorremmo anche sapere quelle risorse aggiuntive che sono state annunciate dal Ministro Fitto, in quest'Aula, per questa misura, da dove verranno recuperate, da dove proverranno. È il Governo che, nella legge di bilancio, taglia le risorse e i fondi per lo 0-6, che taglia i progetti previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza - lo certifica, del resto, l'Ufficio parlamentare di bilancio -, ma che non ci dice poi come queste risorse saranno coperte in futuro. È il Governo che fa cassa sul dimensionamento scolastico, che non interviene nuovamente sulle misure relative al numero degli alunni per classe e che spacca l'Italia in due, con il progetto di autonomia differenziata. Le belle parole, le belle intenzioni e gli obiettivi ambiziosi poi devono fare i conti con una dura e nuda realtà, proprio perché è una realtà con cui facciamo i conti e con cui vogliamo porci rispetto a questa proposta di legge. Voglio ringraziare, tra l'altro, il collega Lupi, per aver riproposto in questa legislatura un lavoro importante compiuto nella XVIII legislatura.

Ci rendiamo conto che, con il peggiorare delle condizioni di povertà - e abbiamo citato i dati nella discussione precedente -, peggiorano anche le capacità emotive e relazionali degli studenti, con una difficoltà anche concreta a esprimere i propri sentimenti, la felicità e a gestire le frustrazioni, la rabbia e lo stress.

Proprio per questo, riteniamo che prevedere una forma di sperimentazione diffusa a livello nazionale - perché, in realtà, non nascono oggi attività di questo tipo, relative proprio alle competenze non cognitive - possa essere una misura importante da avviare in questo senso.

Ed è questo, forse, il senso che vogliamo cogliere, tra l'altro, all'interno di questa proposta di legge, quello di incentivare e di valorizzare la scuola italiana, affinché questa sperimentazione si ampli a livello nazionale, anche dove pratiche di questo tipo non vengono messe in campo e non vengono realizzate, proprio perché la crescita della stabilità emotiva e la crescita della coscienza di sé, delle capacità relazionali e del desiderio di cooperare tra gli studenti sono tutte dimensioni che emergono all'interno di un cammino che i giovani e i giovani adulti fanno di fronte ai dati e ai fatti della realtà.

Si tratta di dati, fatti e competenze che possono aiutare a cooperare, a curare anche le relazioni interculturali, a saper sviluppare un pensiero critico che può essere una, soltanto, non l'unica, badate bene, misura per contrastare le diseguaglianze, per contrastare quel dramma della povertà educativa e delle differenze, delle distanze che ci sono nel nostro Paese.

Quindi, ben venga quel profilo innovativo del provvedimento, ben vengano gli intenti che vogliono garantire, in questo caso, ai ragazzi, la possibilità di affrontare le sfide della quotidianità, le difficoltà di comprendere, di avere maggiori strumenti per comprendere la complessità del mondo. Però, come diceva anche la collega Orrico, pensiamo che questa sia una grande occasione persa, perché si è mancata un'occasione, e non solo per le risorse, ma anche per la possibilità di accogliere alcune proposte e interventi migliorativi; è stato citato il Fondo per il sostegno e lo sviluppo della comunità educante, sono stati citati i Patti educativi di comunità, su questo ci sono proposte di legge in discussione al Senato, ma depositate anche alla Camera, su cui ci auguriamo che il Governo finalmente sia attento e capace di ascoltare i bisogni forti presenti all'interno delle nostre comunità.

Il voto del Partito Democratico su questo provvedimento sarà di astensione, perché, colleghi, vogliamo di più, vogliamo maggiori investimenti nel settore della scuola, maggiori risorse, interventi mirati, che ascoltino anche le esperienze provenienti dalle realtà concrete, dalle associazioni che si occupano di questi temi della dispersione scolastica e della povertà educativa.

Ebbene, sì, vogliamo il pane, ma vogliamo anche le rose, in questo caso, e, soprattutto, vogliamo che, a quella che è una grancassa della propaganda, cui assistiamo quotidianamente, seguano finalmente la concretezza e la realtà dei fatti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cangiano. Ne ha facoltà.

GEROLAMO CANGIANO (FDI). Presidente, il mondo delle competenze non cognitive è qualcosa di singolarmente interessante, oltre ad essere indubbiamente utile, se rapportato al contesto scolastico. Quando parliamo di competenze non cognitive, infatti, parliamo di emozioni, sentimenti, inclinazioni personali e mi è dispiaciuto, credetemi, che l'Aula abbia approfittato di questo provvedimento così delicato per innescare una sterile polemica politica, che nulla ha a che fare con la proposta di legge in oggetto.

Questa proposta di legge, nel centrare pienamente la necessità di rendere l'ambiente scolastico sempre più dinamico e sempre più slegato da un'impostazione solo ed esclusivamente contenutistica, fornisce un ulteriore strumento per continuare ad innovare l'azione formativa, valorizzando il ruolo dello studente, protagonista primario di questa azione educativa.

Si ipotizza un legame di causa-effetto tra la mancanza di affettività, socialità e stabilità emotiva e la povertà educativa che è anche all'origine del triste fenomeno della dispersione scolastica.

Senza nulla togliere a nessuna materia e a nessuna disciplina scolastica, siamo convinti che la scuola abbia, anche e soprattutto, il compito di formare cittadini e di aiutarli a garantire lo sviluppo armonico della propria persona. Questo compito non può prescindere dal mettere gli alunni in relazione con il proprio “io” interiore, a conoscerlo, a comprenderlo, a vederlo come una ricchezza e non come una debolezza, a capire che è nel rapporto con gli altri che si cresce e nel dialogo sereno e amicale che si acquisisce sicurezza e consapevolezza di ciò che si vuol fare e diventare, appunto, nel futuro.

È un percorso graduale, non senza ostacoli, a volte forse doloroso per il trascorso personale che ognuno si porta dentro, ma è un percorso necessario, una risposta alla confusione esistenziale di una società che corre a ritmi frenetici e che questi ritmi frenetici li impone. È una sfida per contribuire a formare le future generazioni nel modo più completo, autonomo e responsabile.

Proprio per questo, le competenze non cognitive vanno introdotte già durante gli anni della scuola secondaria di primo grado, per continuare poi in quella secondaria di secondo grado, perché questi sono i momenti più significativi della crescita umana, sono questi i momenti in cui intervenire per aiutare gli studenti ad acquisire quegli strumenti che potranno utilizzare per raggiungere la piena consapevolezza di se stessi, per ottimizzare la loro capacità di giudizio e la loro capacità di organizzazione e di interazione, abilità che potranno essere utilizzate in futuro per fare, appunto, le scelte giuste.

Con la certezza, la convinzione e la speranza che questa proposta di legge possa essere un ulteriore passo in avanti nel raggiungere l'obiettivo di garantire l'effetto e il totale sviluppo di ogni giovane, non posso che esprimere il nostro apprezzamento e il voto favorevole di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 418-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 418-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 418-A: “Introduzione dello sviluppo di competenze non cognitive e trasversali nei percorsi delle istituzioni scolastiche e dei centri provinciali per l'istruzione degli adulti nonché nei percorsi di istruzione e formazione professionale”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

Colleghi, adesso passiamo al prossimo punto all'ordine del giorno. Vi ricordo che le intese tra i gruppi prevedono la chiusura della seduta alle ore 13.

In virtù di questo impegno - ovviamente, possiamo sforare di qualche minuto, ma, come sapete, ci sono concomitanti Commissioni convocate -, pregherei i delegati d'Aula e chi deve intervenire, intanto di stare al proprio posto, perché adesso voteremo gli emendamenti e gli articoli e, poi, nelle dichiarazioni di voto finale, eventualmente, valutare se e come comprimere i vostri interventi.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Marrocco ed altri; Boschi ed altri; Rizzetto ed altri; Bicchielli ed altri; Furfaro ed altri; Sportiello; Gardini ed altri; Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro; Panizzut ed altri; Zanella: Disposizioni per la prevenzione delle discriminazioni e la tutela dei diritti delle persone che sono state affette da malattie oncologiche (A.C. 249​-413​-690​-744​-885​-959​-1013​-1066​-1182​-1200-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 249-413-690-744-885-959-1013-1066-1182-1200-A: Disposizioni per la prevenzione delle discriminazioni e la tutela dei diritti delle persone che sono state affette da malattie oncologiche.

Ricordo che nella seduta del 27 luglio si è conclusa la discussione generale e la relatrice Marrocco e il rappresentante del Governo sono intervenuti in sede di replica.

(Esame degli articoli - Testo unificato - A.C. 249-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato delle proposte di legge e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A).

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

(Esame dell'articolo 1 - Testo unificato - A.C. 249-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

(Esame dell'articolo 2 - Testo unificato - A.C. 249-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sull'unico emendamento riferito all'articolo 2.

MARIA ELENA BOSCHI, Relatrice. Il parere è favorevole.

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Il parere è conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1000 Cappellacci, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

(Esame dell'articolo 3 - Testo unificato - A.C. 249-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

(Esame dell'articolo 4 - Testo unificato - A.C. 249-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli identici emendamenti 4.1000 Benigni e 4.0001 Loizzo riferiti all'articolo 4.

MARIA ELENA BOSCHI, Relatrice. Il parere è favorevole.

PRESDENTE. IL Governo?

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Il parere è conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 4.1000 Benigni e 4.0001 Loizzo, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

(Esame dell'articolo 5 - Testo unificato - A.C. 249-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 249​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di intervenire il deputato Steger. Ne ha facoltà.

DIETER STEGER (MISTO-MIN.LING.). Presidente, colleghe e colleghi, il riconoscimento del diritto all'oblio oncologico è un gesto di civiltà.

Oggi qui scriviamo una bella pagina di politica: finalmente, dopo un percorso articolato, arriviamo a dare dignità e pari diritti a oltre 900.000 persone che oggi in Italia sono guarite da una malattia oncologica, persone che hanno avuto difficoltà ad accedere ad alcuni servizi del quotidiano, servizi concreti, che sono parte integrante di un percorso di vita normale. Già altri Paesi europei hanno emanato specifiche leggi e oggi anche l'Italia finalmente si adegua.

Se mi permette, Presidente, un grazie va all'onorevole Boschi, che è stata il traino per arrivare a questo provvedimento in maniera trasversale e condivisa da tutti i gruppi parlamentari (Applausi), con un gioco di squadra che io mi auguro possa in futuro vedersi in maniera continuativa su tanti provvedimenti. Il diritto a non dichiarare informazioni sulla propria malattia da parte di ex pazienti è una conquista. Purtroppo, chi ha avuto una malattia oncologica o chi vive il quotidiano di un proprio caro uscito da un percorso difficile e, per tanti versi, psicologicamente mai terminato, spesso e volentieri ha incontrato difficoltà ad accedere alle cose più semplici, come, ad esempio, fare un'assicurazione o accendere un mutuo in banca, difficoltà che portano l'individuo a scontrarsi quotidianamente col suo status di ex malato oncologico e a convincersi, con il passare del tempo, di essere un cittadino di serie B.

Finalmente, con questa legge, il Parlamento pone fine a questo vuoto legislativo e ritorna a dare a tante donne e uomini una dignità vera, una libertà di essere cittadini come tutti gli altri cittadini che possono guardare con serenità al loro futuro.

Dal punto di vista legislativo e scientifico, il percorso non è stato semplice: il concetto di guarigione per un paziente oncologico è molto variegato in termini temporali, termini che variano in funzione delle neoplasie (ad esempio, meno di 5 anni per il cancro alla tiroide fino ad arrivare ai 20 anni circa per alcuni tumori frequenti, come quello della mammella e della prostata). Nel nostro Paese sono circa 3 milioni e mezzo le persone che hanno avuto una diagnosi di cancro: di questi, il 27 per cento, pari a circa un milione, può essere considerato guarito e molti di loro, ad oggi, subiscono, hanno subito o subiranno discriminazioni legate alla malattia. Con questa legge finalmente questo sarà molto limitato: un tassello importante per una reale riabilitazione, per la qualità della vita e per garantire ai pazienti oncologici che sopravvivono alla malattia una vita lunga e soddisfacente.

Convintamente, come SVP e come Union Valdôtaine, voteremo a favore di questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bicchielli. Ne ha facoltà.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare il voto favorevole a questa legge di civiltà del gruppo Noi Moderati. Considerato che avevamo inteso, in capigruppo, di chiudere per le 13 chiedo di essere autorizzato a depositare il mio intervento.

PRESIDENTE. La ringrazio per la sensibilità, onorevole Bicchielli. È autorizzato.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Signor Presidente, chiedo di essere autorizzata alla pubblicazione in calce al resoconto stenografico del mio intervento.

PRESIDENTE. Grazie infinite. È autorizzata.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Boschi.

MARIA ELENA BOSCHI (A-IV-RE). Anch'io cercherò di contenere l'intervento, anche se questo voto finale nell'Aula sinceramente è stato lungamente atteso. Un lavoro che parte da lontano, dalla scorsa legislatura, quindi ringrazio anche i colleghi che ci avevano lavorato nella scorsa legislatura, senza poi riuscire ad arrivare al voto finale e devo ringraziare anche il mio gruppo Italia-Viva-Azione per aver sempre sostenuto questa iniziativa, anche nelle varie riunioni delle capigruppo per porlo come priorità all'attenzione dell'Assemblea.

Ḗ stato un lavoro condiviso anche fuori da quest'Aula: noi, come gruppo, abbiamo preso l'iniziativa nei vari consigli regionali e vari consigli regionali, all'unanimità, hanno votato mozioni che invitavano il Parlamento a intervenire a livello legislativo. Devo dire che il Parlamento ha risposto in modo positivo, perché abbiamo lavorato insieme alla correlatrice, onorevole Marrocco, che ringrazio, in piena sintonia, con ampia condivisione di tutti i gruppi parlamentari, di maggioranza e opposizione, in Commissione, con il Governo che ci ha accompagnato in questo percorso. Siamo arrivati anche ad apportare alcune modifiche rispetto ai vari testi e alle varie proposte iniziali presentate, sempre all'unanimità. Credo che questo sia anche un segnale molto positivo per chi ci guarda da fuori, considerato che in quest'Aula spesso - dico anche giustamente - ci sono divisioni e contrapposizioni, posizioni diverse su alcuni temi, però credo vada sottolineato quando, invece, si trova un'unanimità di consenso e un impegno condiviso, che spero rapidamente possa avere lo stesso esito adesso che il lavoro passerà ai nostri colleghi del Senato, perché l'obiettivo principale è approvare questa legge il prima possibile.

Sinteticamente, perché è una proposta di legge a cui tengo molto, è stato il primo atto che ho presentato a inizio di questa legislatura, con le firme dei colleghi di vari gruppi parlamentari di maggioranza e opposizione; serve a dare una risposta concreta per la vita delle persone. Noi abbiamo oltre un milione di persone, nel nostro Paese, che sono definitivamente guarite da una malattia oncologica; sono guarite per la scienza - e questo tengo a sottolinearlo, quindi da un punto di vista medico, sono guarite hanno gli stessi rischi di ammalarsi o di morire che ha ciascuna persona che non ha mai avuto una malattia oncologica -, eppure hanno un trattamento diverso quando devono andare a chiedere il mutuo per comprare casa, banalmente un prestito per acquistare la macchina o, addirittura, se vogliono essere padre e madre, chiedendo l'adozione di un bambino. Ḗ una vera e propria ingiustizia, che finora la nostra legislazione ha tollerato; altri Paesi in Europa sono già intervenuti per cancellare questa ingiustizia. Oggi è un passo in avanti importante perché questo avvenga anche in Italia, avvenga nel nostro Paese.

È importante soprattutto perché questa legge - e lo abbiamo sentito anche nei vari interventi in discussione generale - per ciascuno di noi ha un nome e un volto, perché ciascuna famiglia ha fatto esperienza, purtroppo, della malattia, qualcuno con esiti negativi - non c'è colpa o responsabilità né nell'ammalarsi né per chi, purtroppo, non ce la fa - ma, d'altra parte, ci sono anche tante persone che guariscono e io credo che questa sia una speranza.

Oggi approviamo una legge che dà una buona notizia, che conferma che oggi in Italia, per fortuna, si guarisce dalle malattie oncologiche e che, una volta guariti, si può ricominciare la propria vita senza dover avere il peso ulteriore di confrontarsi con banche, compagnie di assicurazione o, addirittura, con uno Stato che sembra ostacolarti anziché agevolarti. Torneremo probabilmente sui tempi previsti, perché la legge dà un termine di 10 anni dall'ultimo trattamento per essere considerati del tutto guariti e di 5 anni per chi si è ammalato prima dei 21 anni, ma abbiamo affidato al Governo - al Ministero della Salute - il compito di ridurre questi termini per alcune malattie oncologiche in cui, per fortuna, il decorso è più rapido, e credo che questa sia una responsabilità importante che affidiamo al Governo su cui noi saremo di supporto e di sostegno, perché abbiamo bisogno di dare risposte rapidamente. Tutti noi qui, credo, nel nostro impegno cerchiamo, con le scelte che facciamo in quest'Aula, di lavorare nell'interesse del Paese e in quello dei cittadini, a volte ci riusciamo e a volte meno. Io credo che oggi tutti noi sentiamo la consapevolezza di approvare una legge che davvero e concretamente va a dare una mano a tante persone, semplicemente riconoscendo un diritto che è loro. Quindi, ringrazio tutti i colleghi, ovviamente, per aver contribuito all'approvazione di questa legge e credo che, se facciamo politica, non sia per migliorare la nostra vita ma per cercare di migliorare quella degli altri. Con questa legge credo che lo dimostreremo concretamente (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Patrizia Marrocco. Ne ha facoltà.

PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Oggi è un giorno importante per milioni di persone e non le nascondo neanche, Presidente, la commozione di questo momento. Nel corso degli anni ho avuto modo di ascoltare e, purtroppo, anche di vivere, anche se indirettamente come tanti di noi, le discriminazioni che molte persone, forse troppe, hanno subito dopo aver lottato contro una patologia oncologica. A volte mi sono anche dovuta soffermare a spiegare che cos'è l'oblio oncologico. Ecco perché credo che dobbiamo partire proprio da questo. Una persona guarita dal tumore non sempre può chiedere un mutuo, accedere a un finanziamento, avere un'assicurazione, partecipare a concorsi per un posto di lavoro o persino adottare un bambino, negando anche il diritto alla famiglia per un minore. Una discriminazione che diventa ostacolo per il reinserimento nella società: persone che possono fare la metà delle cose che vorrebbero fare. Reclamare questo diritto, appunto, si chiama oblio oncologico. Gli interventi, la chemioterapia, la radioterapia, le paure, come se il tumore non ti avesse già provato abbastanza, tornano come un incubo senza fine. Quando ti senti apostrofare come “soggetto a rischio”, “soggetto fragile”, “tu non puoi, hai avuto il cancro”, come se là fuori, nel mondo, non ci fosse spazio per chi si è assentato per prendersi cura di sé, in attesa di recuperare le forze e tornare più forte di prima. Guarire, infatti, significa avere la stessa aspettativa di vita, uguale a quella di una persona della stessa età che non ha mai dovuto affrontare la stessa battaglia. Io oserei dire, probabilmente anche più forte. Invece, oggi cosa accade? Laura, 34 anni, si è vista negare un finanziamento per acquistare una macchina di 22.000 euro. Oggi Laura lotta in prima linea: è un'attivista in oncologia, disabilità e diritti. Alessandro ha 27 anni e a 18 anni ha avuto un tumore al testicolo. Voleva realizzare il sogno di avere uno studio tutto proprio e, quindi, ha chiesto un mutuo, ma gli è stato negato. Oggi ha trovato la donna della sua vita e vorrebbe adottare un figlio. A Patrizia, 58 anni, non è stato concesso un finanziamento per ristrutturare casa. È riuscita a ristrutturarla grazie all'aiuto della famiglia e ha dovuto anche lottare per il reinserimento al lavoro. Sono tante, quindi, anzi troppe le persone che si sono sentite calpestate e umiliate. E poi cosa vogliamo raccontare ai nostri bambini? Cosa vogliamo raccontare a quei bambini che ogni giorno lottano per sconfiggere il drago cancro? Raccontiamo loro delle favole bellissime, raccontiamo loro che i draghi esistono e che si possono sconfiggere. Io vorrei raccontare loro che da grandi vivranno in un mondo migliore che li accoglierà a braccia aperte, un mondo senza discriminazioni che non li farà mai sentire soli, perché, in fondo, i veri supereroi sono loro.

È una battaglia di civiltà che permetterà a ogni paziente oncologico guarito di poter vivere una vita normale senza nessuna discriminazione, una norma che permette all'ex paziente di non dichiarare più la malattia, pratica, invece, obbligatoria per molti contratti. Lo scopo, infatti, di questa normativa è quello di stabilire dei termini temporali oltre i quali, dopo la guarigione, gli operatori finanziari e altre realtà non possono più esigere informazioni in merito alla storia clinica pregressa, trascorsi appunto, come ha detto la collega Boschi, 10 anni, se si è superato il ventunesimo anno, o trascorsi 5 anni, se si è al di sotto del ventunesimo anno. Nel nostro Paese mancava questo testo normativo, che disciplina, appunto, quanto detto. Bisogna ricordare, però, che, nel corso degli anni, diverse associazioni - tra cui AIOM, con la raccolta firme #iononsonoilmiotumore, e FAVO, con l'impegno del presidente De Lorenzo, che qui voglio ricordare, per la risoluzione del Parlamento europeo che essenzialmente invitava i Paesi membri ad adeguarsi alle direttive europee - hanno lottato tanto per questa battaglia di civiltà. Il testo - è vero - è già attivo in altri Paesi europei, ma mi permetto di sottolineare, Presidente, che quello che noi presentiamo oggi qui all'Aula è all'avanguardia rispetto agli altri Paesi dove la legge è già vigente, perché noi, inserendo gli articoli 3 e 4, discipliniamo tutto quello che riguarda le questioni legate anche alle adozioni e al lavoro. Per quanto riguarda, invece, le diverse neoplasie, facciamo riferimento al Ministero della Salute. Ricordiamo che esistono delle patologie da cui si può essere dichiarati guariti anche in meno tempo. Alcuni esempi sono il tumore alla tiroide o, appunto, il tumore al testicolo. Quindi, siamo arrivati a un testo unificato, votato all'unanimità in Commissione, che ci ha visto tutti dalla stessa parte, che ci ha visto tutti dalla parte giusta. Però, cari colleghi, lasciatemi dire che per Forza Italia questa battaglia di civiltà ha radici lontane. Nel 2006 il Presidente Silvio Berlusconi, da Presidente del Consiglio, istituì la Giornata nazionale del malato oncologico, proprio per mettere in luce gli aspetti diretti e indiretti della malattia e del paziente. Nel 2010, rivolgendosi, in una lettera, alle associazioni impegnate nell'assistenza dei malati oncologici, scriveva questo: “Voi siete l'espressione di un'Italia generosa e altruista, di un'Italia che ama il prossimo e al prossimo si dona. Voi siete una bandiera dell'Italia migliore, di quell'Italia che mi fa pensare che l'amore vince sempre sull'invidia e sull'odio”. Poi, concludeva così: “Su questa strada dobbiamo continuare a lavorare insieme con impegno, con fiducia e con speranza, per arrivare alla vittoria completa su una malattia che non deve essere più sinonimo di morte, bensì un ostacolo, certo impegnativo, ma superabile per poter tornare a condurre una vita normale”. Ecco perché è stata la prima proposta di legge che ho subito ridepositato appena rieletta in questa legislatura.

Oggi, cari colleghi, noi siamo l'espressione di quell'Italia altruista che ama il prossimo, di cui parlava il Presidente Berlusconi. Oggi noi siamo quella bandiera dell'Italia migliore. Variamo una norma che mette al centro l'individuo e la salute, perché in fondo possiamo legiferare su tutto, ma, se non mettiamo al centro il benessere dell'essere umano, non ha senso tutto il resto. È un momento storico che cambierà la vita di milioni di persone: trasformiamo il “tu non puoi” in “tu puoi” (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marianna Ricciardi. Ne ha facoltà.

MARIANNA RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Finalmente è arrivato il giorno per consegnare al Paese una legge di civiltà, che darà ai guariti di tumore la possibilità di tornare davvero alla propria vita con il diritto all'oblio. Il voto positivo del MoVimento 5 Stelle su questa legge è deciso e pienamente voluto, perché noi sappiamo che abbiamo come faro i diritti dei cittadini. Oggi, oltre a rimarcare l'importanza di aver lavorato, maggioranza e opposizione, con unità di intenti, voglio ringraziare anche le associazioni, senza le quali in questo momento non saremmo qui. Questa sinergia ha permesso di costruire una soluzione che rispetti le esigenze e i diritti di tutti i soggetti coinvolti.

Comprendo quanto possa essere una questione delicata e complessa per molte persone coinvolte ed è cruciale considerare gli aspetti emotivi e psicologici dei pazienti che spesso vivono esperienze molto intense e personali durante il loro percorso di lotta contro la malattia.

Ci troviamo, inoltre, ad affrontare un argomento riguardante la tutela della privacy e dei dati personali: in ballo ci sono equilibri delicati tra la privacy dei pazienti e la necessità di ricerca medica. Ed è essenziale considerare l'importanza della ricerca medica e della condivisione delle informazioni per migliorare le terapie e le cure dei pazienti futuri. Individuare il giusto equilibrio tra la tutela della privacy e la promozione della ricerca rappresenta ad oggi una sfida importante per la società e per i legislatori.

Se, da un lato, la tutela della privacy è di cruciale importanza per garantire che le informazioni personali dei pazienti siano trattate con rispetto, dall'altro, la condivisione di dati e informazioni tra scienziati e professionisti della salute può aiutare a identificare nuovi approcci terapeutici, individuare fattori di rischio e migliorare la prevenzione e la cura delle patologie.

Per raggiungere un equilibrio tra tutela della privacy e ricerca medica, è necessario adottare norme e protocolli rigorosi: penso all'anonimizzazione dei dati prima di condividerli con la comunità scientifica, all'implementazione di robuste politiche di sicurezza informatica per proteggere le informazioni sensibili e alla creazione di consensi informati chiari per la partecipazione alla ricerca.

Continuamente, la ricerca ci restituisce nuove conquiste per quanto riguarda la conoscenza delle cause e le terapie. E, dunque, possiamo sperare che un giorno - spero non molto lontano nel tempo - possiamo sconfiggere questo male, che provoca tanto dolore e spezza troppe vite.

L'ultimo rapporto AIRC ci dice che migliorano le percentuali di sopravvivenza soprattutto delle persone che sono ancora in vita a 10-15 anni da una diagnosi di cancro. Grazie ai progressi della ricerca, il cancro sta sempre più diventando una patologia cronica, più prevenibile e curabile rispetto al passato. Ed è particolarmente estesa la sopravvivenza dopo 5 anni dalla diagnosi in persone che hanno avuto tumori molto diffusi, come quelli del seno e della prostata.

Purtroppo, però, gli investimenti pubblici per la ricerca, in Italia, non sono neanche lontanamente paragonabili a quelli di altre realtà, per esempio quella statunitense. Ogni Paese dovrebbe impegnarsi a investire in ricerca e sviluppo almeno il 3 per cento del PIL, secondo gli obiettivi raccomandati dall'Unione europea e, in Italia, siamo fermi all'1,53 per cento, meno della media continentale e molto meno dei Paesi che spingono la ruota dell'innovazione, come Svezia, Austria, Belgio e Germania, che superano l'auspicato 3 per cento.

Eppure, la ricerca accademica italiana produce importanti risultati, che vanno doppiamente apprezzati se rapportati agli investimenti. Quindi, oggi, permettetemi di ribadire questo concetto: dobbiamo assolutamente aumentare gli investimenti in ricerca, perché non sono una spesa, ma il trampolino di lancio per una società in cui tutti possiamo stare meglio. Se alla competenza e alla passione dei nostri ricercatori si unisse anche un adeguato sistema pubblico di finanziamenti, la ricerca italiana, probabilmente, non sarebbe seconda a nessuno, mentre oggi parecchi dei nostri ricercatori li regaliamo agli altri Paesi e lì brillano, perché sono indiscutibilmente delle eccellenze, delle eccellenze italiane (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Io sono felice oggi, perché con questa legge raggiungiamo un triplice risultato: abbiamo colmato un vuoto legislativo che aveva determinato discriminazioni sociali inaccettabili in categorie di persone che, invece, hanno il diritto, dopo tante sofferenze, di vivere una quotidianità normale e una progettualità, perché queste persone hanno nomi e storie di cui riappropriarsi, non solo un tumore.

In secondo luogo, abbiamo dimostrato ai cittadini che, se ci mettiamo volontà e anima, sappiamo ancora fare buona politica, e non mi stancherò mai di ribadirlo. Il nostro compito in quest'Aula non dovrebbe essere quello di litigare come bambini all'asilo. Sicuramente, il dibattito politico tra maggioranza e opposizione prevede posizioni diverse, perché diverse sono le ideologie, ma il nostro dovere è lavorare per fare una sintesi e ottenere un risultato, altrimenti, poi, non ci dobbiamo lamentare quando la gente non va a votare. Se ricostruiamo la fiducia con atti politici concreti e con buone leggi, allora, man mano, ricostruiremo il rapporto di fiducia che è stato infranto.

In terzo luogo, abbiamo messo in luce la valenza della ricerca scientifica, perché, se oggi siamo qui a votare questa legge, è soprattutto merito dei ricercatori che, con le loro scoperte e la loro dedizione, hanno reso possibili i grandi progressi, per i quali si può guarire dopo una diagnosi infausta di patologia oncologica.

E, quindi, nell'annunciare il voto favorevole del mio gruppo, vi esorto a guardare al prossimo risultato, perché ce ne saranno sempre di obiettivi comuni che potranno unirci per il bene del Paese (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Loizzo. Ne ha facoltà.

SIMONA LOIZZO (LEGA). Grazie, Presidente. Volevo dedicare il mio intervento a chi al cancro non è sopravvissuto, alla mia amica, deputata Jole Santelli (Applausi – L'Assemblea e i membri del Governo si levano in piedi). Volevo ringraziare l'intergruppo “Insieme per un impegno contro il cancro” e Vanessa Cattoi per l'enorme lavoro fatto in questi anni (Applausi).

Votiamo convintamente questa legge, e lo facciamo per 4 milioni di persone sopravvissute al cancro, soggetti ancora in vita dopo 5 anni dalla diagnosi e in condizioni di remissione completa della malattia. Stiamo parlando, per di più, del 6 per cento dei residenti in Italia, una quota rilevante, ma stiamo parlando anche di noi, dei nostri familiari, dei nostri figli e di tutti coloro che, oggi, stamattina, ricevono una diagnosi di cancro. Dal cancro si può guarire, lo dicono le statistiche, lo dice soprattutto l'esperienza di vita delle persone e, a volte, quando non si guarisce, con il cancro si può convivere, come si fa con le malattie croniche. La cronicizzazione del cancro è la vera, grande sfida del Terzo millennio.

Tornando ai numeri e tornando ai 4 milioni di persone sopravvissute al cancro, circa un terzo di questi soggetti - oltre un milione di persone, il 2 per cento della popolazione italiana - si può considerare completamente guarito dal tumore, un numero in costante aumento grazie ai progressi diagnostici e terapeutici che aumentano le possibilità di sopravvivenza. Parliamo di persone, la cui aspettativa di vita è pari a quella della popolazione generale, persone che, però, non per colpa, ma per essere state vittima di una malattia, vengono discriminate: vengono discriminate nell'acquisizione di un semplice certificato attestante lo stato di salute, vengono discriminate quando devono stipulare un mutuo o un'assicurazione, vengono discriminate quando sostengono un colloquio di lavoro o quando avviano le pratiche per adottare un figlio.

Approvando questa proposta di legge, ci adeguiamo al quadro già tratteggiato in Europa, ma, soprattutto, diamo una risposta concreta a centinaia di migliaia di cittadini che, oggi, ma anche in futuro, si troveranno nella condizione di essere sopravvissuti ad una malattia oncologica.

La legge che approveremo tocca tutti i punti più problematici e che più stanno a cuore anche alle associazioni delle persone guarite dal cancro: dall'accesso ai servizi finanziari e bancari, alle assicurazioni, alle norme in materia di adozione, passando per le norme contenute nel nostro testo, tutte rispondono a questa necessità. A queste associazioni deve andare il nostro personale plauso di Lega-Salvini Premier; un plauso (Applausi) e un ringraziamento per il lavoro che svolgono e per averci sempre spronati - vero, Vanessa? - verso quest'obiettivo.

Presidente, per oggi mi fermo qui. Ci sarà molto tempo e modo più avanti per entrare nel dettaglio tecnico del provvedimento da noi varato oggi con i decreti attuativi. Quello che voglio ribadire in questa sede è solo un concetto: la politica, quando si mette d'impegno, sa dare risposte, anche condivise, ai problemi delle persone. Oggi è una giornata felice per Jole Santelli e per tutti noi, oggi è una di quelle volte (Applausi).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Loizzo, anche per il ricordo di quella grande persona che è stata l'onorevole Santelli.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Furfaro. Ne ha facoltà.

MARCO FURFARO (PD-IDP). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, passiamo molto tempo della nostra attività politica a differenziarci, a polemizzare, persino a inveirci contro; ogni giorno ci dividono scelte politiche, leggi, atti e dichiarazioni, legittimamente, perché, senza dubbio, abbiamo visioni del mondo e un'idea di società completamente diverse.

Purtroppo, a volte, non diamo un grande spettacolo, andando sopra le righe e non dimostrando di essere un buon esempio per chi rappresentiamo, ma ci sono momenti in cui la vita umana, la quotidianità materiale e pure la sofferenza delle persone pongono delle questioni talmente grandi e profonde che non si può che fermarsi e cercare di cooperare anche tra diversi, senza porre bandierine e distinguo, per rendere giustizia e nobiltà alla politica e alle istituzioni.

Siamo chiamati a fare in modo che la democrazia non sia enunciata ma compiuta, e ad adoperarci, ogni volta che la Costituzione viene minimamente tradita, per sanare quel vulnus che si frappone fra un cittadino e la sua partecipazione alla vita attiva del Paese.

L'articolo 3 della Costituzione recita che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge. Il comma successivo, forse ancora più importante, invita a rimuovere ogni ostacolo che limita di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini e impedisce il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione alla democrazia.

Per milioni di persone, che già hanno dovuto vivere con il dramma di una malattia grave come il cancro, la nostra democrazia non solo non è stata in grado di rimuovere, ma, anzi, ha prodotto ostacoli tra queste persone e i loro diritti, ostacoli diventati discriminazione, stigma, impedimento, senso di colpa.

Parliamo di persone guarite da una malattia oncologica, ma che hanno dovuto convivere non solo con un passato, per fortuna superato, ma anche con lo stigma: cancro uguale morte, oppure cancro uguale malattia incurabile e inguaribile. Uno stigma alimentato spesso da ignoranza e da messaggi errati dei media, perché di cancro si guarisce, eccome se si guarisce. In Italia, sono circa 3,6 milioni i cittadini che hanno ricevuto una diagnosi di cancro, ma di questi, per fortuna, 900.000 persone possono considerarsi guarite.

Tuttavia, nel nostro Paese, superare la malattia a livello clinico non ha significato smettere di essere considerati pazienti. Infatti, per accedere ad alcuni servizi finanziari, bancari e assicurativi, spesso le persone sono formalmente costrette a dichiarare le neoplasie da cui sono state affette in passato. Possono, di conseguenza, essere classificate e, quindi, discriminate come clienti a rischio, con peggioramenti vari delle condizioni proposte o addirittura frequenti dinieghi di questo o di quel servizio. Così, fino ad oggi, per milioni di persone tutto diventava difficile, a volte impossibile: accedere a un mutuo, a un finanziamento, a polizze assicurative, a un percorso di adozione di un figlio o all'affidamento di un minore, difficile persino non essere discriminati sul lavoro. E questo accadeva, pensate, anche dopo 10 anni dall'aver completato l'iter terapeutico. Discriminazioni, però, che non hanno alcun fondamento medico e che, finalmente, oggi, ci spingono a colmare questo vuoto.

Negli ultimi anni, diversi Paesi europei hanno deciso di approvare leggi a favore del riconoscimento del diritto all'oblio oncologico. Lo scopo di queste norme è di stabilire termini temporali oltre i quali, dopo la guarigione, gli operatori finanziari e altre realtà non possano più esigere informazioni in merito alla storia clinica pregressa di chi è guarito da un tumore. In questa legislatura, il nostro partito, il Partito Democratico, ha presentato una proposta sull'oblio oncologico a mia prima firma e di altre colleghe e colleghi. Altre colleghe e colleghi di altro partito hanno fatto lo stesso.

Ringrazio di cuore le due relatrici, Maria Elena Boschi e Patrizia Marrocco, per aver fatto da raccordo e costruito un clima collaborativo tra tutte le forze politiche, per arrivare a un testo così importante e condiviso. Per una volta, possiamo dire che la politica ha dato un bello spettacolo, perché oggi, finalmente, approviamo una legge di civiltà, che porrà fine a tante discriminazioni. Si chiama diritto all'oblio oncologico e devono garantirlo tutti, da oggi: dagli enti pubblici ai datori di lavoro privati. Lo dobbiamo alle migliaia di storie di persone che non solo hanno dovuto combattere contro la malattia, ma anche contro il muro sociale che li aspettava, una volta sconfitta. Lo dobbiamo a chi, per un vuoto normativo, ha vissuto sulla propria pelle le conseguenze di una discriminazione che gli ha impedito di realizzare i propri sogni o, semplicemente, di avvalersi di un servizio.

Lo dobbiamo a Laura, 45 anni, di Roma: a 20 anni, ha avuto un tumore al seno, curato in 5 anni. Ballerina da sempre, che, dopo anni, decide di lasciare il lavoro in ufficio per aprire una scuola di ballo. Ha scelto il nome, ha trovato la struttura giusta, poi ha preso appuntamento in banca per capire che tipo di mutuo potevano concederle. Le hanno illustrato le possibili opzioni e ha dovuto compilare alcuni documenti. Ma a un certo punto le sono state chieste informazioni sulle sue condizioni di salute passate, per poi comunicarle che, probabilmente, un mutuo a lungo termine non le sarebbe stato concesso per via del tumore: una vera ingiustizia, il ritorno della malattia a 15 anni dalla guarigione. Grazie alla legge che stiamo approvando, Laura potrebbe richiedere quel mutuo e realizzare il suo sogno (Applausi).

Lo dobbiamo a Francesco, 33 anni, che, qualche settimana dopo aver compiuto la maggiore età, ha scoperto un tumore alla tiroide. È stato in cura per 26 mesi, è guarito. Lo scorso anno, con la sua ragazza, ha deciso di intraprendere la strada dell'adozione, dopo aver provato ad avere un figlio. Non gli è stato possibile: Francesco non è potuto diventare padre per via della malattia, nonostante fosse guarito da oltre 10 anni. Con questa legge, una famiglia potrà diventare tale e Francesco, finalmente, potrà diventare babbo.

Ecco, quindi, finalmente una legge che restituisce speranza a centinaia di migliaia di persone e anche nelle istituzioni. Oggi impediamo che una malattia, tanto più quando si è guariti, rappresenti un confine, un muro, un ostacolo tra i cittadini, tra i cittadini e le istituzioni, tra i cittadini e la possibilità di partecipare alla vita pubblica o di usufruire di servizi come tutti gli altri. La malattia non è una colpa, la malattia non è la persona che l'ha avuta. E oggi, soprattutto, torniamo a stabilire che la politica, quando mette al centro le persone e non se stessa, è capace di approvare leggi di civiltà, che tornano a dare speranza a chi pensa che il mondo possa essere migliore di così. Voteremo convintamente e felicemente a favore, perché con questa legge da oggi l'Italia sarà un Paese migliore (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi, questo è un tema di fondamentale importanza, che con il Sottosegretario Gemmato abbiamo iniziato a trattare già dalla XVII legislatura, ossia da quando ho iniziato a far parte dell'Intergruppo parlamentare che citavano prima i colleghi.

Abbiamo presentato negli anni alcune proposte, assieme ai colleghi Lucaselli, Foti e Zucconi. Colleghi, in seno a questa legislatura, abbiamo cercato di amalgamare tutto quello che, sino ad oggi, era stato scritto e fatto, cercando, Sottosegretario, di andare oltre a quelle che, tecnicamente, erano difficoltà in termini di burocrazia e di cavilli, perché, colleghi, di questo si parla.

In questi anni, Presidente, penso che non ci siano stati una deputata o un deputato, seduti qui oggi, che non abbiano avuto un contatto con familiari, con amici o con molti colleghi che hanno sofferto di queste patologie. E devo dire che, guardando negli occhi questi colleghi, molto spesso, Sottosegretario, in questi anni, ho visto un coraggio che, a tratti, è stato eroico (Applausi).

L'hanno già detto i colleghi e vado rapido, Presidente: la scienza dice che di tumore si può guarire. Serviva un ultimo miglio. Serviva, evidentemente, cercare di colmare quella sorta di ingiustizia, che non poteva dare la possibilità, ai malati che sono guariti definitivamente di tumore, soprattutto rispetto al loro lavoro e rispetto alla loro condotta quotidiana, anche di vita familiare, di richiedere mutui, prestiti, polizze, ma anche adottare - e non è banale - un figlio o cercare di procedere con le pratiche di adozione, che, secondo me, è una cosa bellissima.

Presidente, chi ha un tumore sa di averlo, ma spesso non lo vede, fisicamente non lo vede, ne sente gli effetti devastanti, ma non lo tocca, neppure se ne accorge, ogni tanto, fisicamente, ma ce ne accorgiamo noi, perché spesso vediamo, ad esempio, qualcuno girare con un foulard in testa, che nasconde un capo senza capelli e ce lo fa sospettare. E ci siamo chiesti, tutta l'Aula e tutti i deputati e le deputate che se ne sono occupati si sono chiesti: ha ancora senso parlare di questo, quando tutto, fortunatamente, è passato? La nostra risposta è stata un “no” ed è per quello che, assieme, abbiamo cercato di procedere uniti rispetto a questa proposta, che oggi fortunatamente si celebra in modo importante in quest'Aula.

Il Parlamento europeo aveva già cercato di normare e approvare, attraverso una risoluzione che chiede agli Stati membri di garantire, entro il 2025, quindi ci arriviamo prima, il diritto all'oblio per i pazienti oncologici. Oggi - e possiamo dirlo, colleghe e colleghi - abbiamo avuto la possibilità di introdurre un testo che, da parte di tutte le associazioni, è stato definito di assoluta avanguardia rispetto al tema.

E allora, oltre alle domande - e concludo, Presidente - che ci siamo fatti in questi anni, soprattutto in seno a questa legislatura ci siamo chiesti perché ripetere il tormento, quando tutto è alle spalle. Il cancro, lo sappiamo, fa male ai malati e fa male quasi allo stesso modo anche alle famiglie e agli amici dei malati. Perché farlo diventare uno stigma, una lettera scarlatta? E ci siamo chiesti, perché, forse, una persona che non ha il cancro non riesce a dare delle possibilità, invece, ad una persona che, il cancro, l'ha superato, fortunatamente. Su queste basi poggia e di queste basi è figlia la nostra la nostra proposta.

Nessuno, Presidente, sa quanta vita ci resta, perché molto banalmente è così, però nessuno sa, parimenti, quanta vita resta, esattamente come alle altre persone, a una persona che ha sconfitto il cancro, perché ha sconfitto il cancro e, fortunatamente, ha un'aspettativa di vita che è uguale alle altre persone (Applausi), e questo è un passaggio di assoluta importanza.

E ciò grazie alla medicina, grazie alla scienza, grazie alle cure e grazie - e io vorrei veramente unire l'Aula in un applauso - anche ai medici, agli infermieri e alle persone che tutti i giorni seguono i malati di cancro (Applausi) e molto spesso, oltre che da medici, fanno da amici, da parenti e da familiari e lo fanno molto spesso con degli abbracci. Accedere ai servizi finanziari, a mutui e ad assicurazioni - abbiamo parlato, in precedenza, delle adozioni -, a contratti di lavoro e a procedure concorsuali, alla formazione professionale: questo - Sottosegretario, lei lo sa - consente questa legge, cercando di scavalcare una volta per tutte, anche normativamente, pregiudizi ancora, purtroppo, radicati nell'opinione pubblica.

Ringrazio, Presidente, il presidente Cappellacci, i vicepresidenti Ciocchetti e Zanella, le due relatrici, l'onorevole Boschi e l'onorevole Marrocco, e la nostra capogruppo Vietri, che ha seguito da vicino questo testo, che abbiamo cercato evidentemente di migliorare. Chiudo, annunciando il voto favorevole del gruppo parlamentare che oggi mi pregio di rappresentare, con la frase di una famosa attrice che diceva: “Ho sconfitto il cancro, ma non ne ho mai parlato perché non volevo si ricordassero solo di me per quello”. Noi oggi vogliamo ricordare persone e non malattie (Applausi).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare, per un ringraziamento, l'onorevole Gemmato. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. Un ringraziamento all'onorevole Boschi, all'onorevole Marrocco, a tutti i gruppi parlamentari per l'idem sentire che si è determinato in Commissione e in Aula e per l'unanimità che si sta delineando, che è figlia di un sentimento comune nei confronti di chi oggi supera questa patologia. Voglio ricordare - lo ricordava il collega Rizzetto - che oggi noi, in realtà, facciamo confluire in questo testo 12 diverse proposte di legge, frutto di una sintesi importante, che ha avuto come promotrici appunto l'onorevole Marrocco e l'onorevole Boschi, ma poi tutti quanti noi. Il tema oggi è quello di una ricerca avanzata della farmaceutica e del fatto che oggi molte patologie oncologiche si cronicizzano - penso ai tumori al seno, penso ai tumori al testicolo, penso a tanti tumori che hanno una percentuale di cura superiore all'80 o al 90 per cento -; andiamo incontro alla cronicizzazione, abbiamo strumenti fondamentali dei quali ci dotiamo e la scienza e l'evoluzione dei farmaci fanno in modo che queste patologie possano essere affrontate in maniera serena. Giustamente, la legislazione si adegua alla scienza e quindi rendiamo giustizia alle persone malate, che malate non sono più, e che hanno un orizzonte di vita uguale al nostro, uguale a quello di chi non è affetto da patologie e che può guardare al futuro con la speranza che anche questa legge assicura (Applausi).

PRESIDENTE. Colleghi, prima di passare all'ultima votazione, do una notizia che farà felici molti. A partire dalla seduta di domani, l'indicatore acustico - volgarmente detto “sirena” - che segnala che sono in corso votazioni in Assemblea, resterà attivo solo per i 10 minuti successivi all'inizio del voto e, invece, l'indicatore luminoso sarà attivo per tutta la durata.

(Coordinamento formale - Testo unificato - A.C. 249-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - Testo unificato - A.C. 249-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge n. 249-413-690-744-885-959-1013-1066-1182-1200-A: “Disposizioni per la prevenzione delle discriminazioni e la tutela dei diritti delle persone che sono state affette da malattie oncologiche”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 34) (Generali applausi – L'Assemblea si leva in piedi).

Avverto che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, nella seduta di domani, venerdì 4 agosto l'inizio delle votazioni avrà luogo non prima delle ore 11, contrariamente a quanto stabilito in precedenza.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole De Maria. Ne ha facoltà.

ANDREA DE MARIA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ieri sera, a fine seduta, l'onorevole Antoniozzi, di Fratelli d'Italia ha preso la parola in Aula, qui alla Camera definendo intimidatorio e stalinista l'intervento del sindaco di Bologna, Matteo Lepore, tenuto in occasione dell'anniversario della strage del 2 agosto. Voglio manifestare tutta la mia solidarietà al sindaco di Bologna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Lepore, nel suo intervento, argomentato e articolato, ha espresso opinioni assolutamente legittime, che corrispondono ai sentimenti di tanti cittadini di Bologna, che chiedono verità e giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Si può ovviamente non condividerle, ma si tratta di democrazia, non di stalinismo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.

IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. Sono qui per denunciare la situazione gravissima della sanità in provincia di Agrigento, dove si è dimesso il primario del pronto soccorso, già fortemente sotto organico - ci sono soltanto 6 medici per 4.500 accessi al mese -, che si occupa dell'assistenza a tutti i migranti provenienti da Lampedusa, perché è il nosocomio più vicino. Di recente, è stato nominato, al suo posto, il primario di cardiologia d'emergenza, senza aumentare l'organico, quindi, in realtà, si dimezza la possibilità di assistenza. In buona sostanza, non vengono ad Agrigento assicurati i livelli minimi di prestazione in merito al diritto alla salute dei cittadini, che è anche diritto alla vita.

Chiedo al Ministro della Salute di intervenire con tutti i suoi poteri, perché è vero che la competenza amministrativa è regionale, ma il diritto alla salute dei cittadini è un diritto costituzionale, che va garantito dal Ministro della Salute, con parità di condizioni per tutti i cittadini.

Non si può continuare a morire - perché di questo si tratta - in carenza di assistenza, in una provincia già fortemente disagiata. Oggi c'era il sit-in dei sindaci della provincia di Agrigento. Lo Stato deve, a questo punto, intervenire, con tutte le sue possibilità e con tutte le misure adatte a garantire la vita dei cittadini italiani, siciliani e della provincia Agrigento in particolare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Frijia. Ne ha facoltà.

MARIA GRAZIA FRIJIA (FDI). Grazie, Presidente e onorevoli colleghi. Oggi, con questo mio intervento, vorrei sensibilizzare l'Aula verso un problema che in queste settimane sta suscitando preoccupazione e che riguarda il territorio ligure de La Spezia.

La mitilicoltura nella mia provincia è sinonimo di tradizione, di innovazione, di cultura e di rispetto dell'ambiente, il tutto accompagnato da sapori eccezionali. Oggi questa attività corre un forte rischio: i produttori hanno lamentato una perdita di fatturato di decine di migliaia di euro, correndo il rischio di dover diminuire il lavoro e razionare la consegna ai clienti. L'aumento della temperatura del mare e le scarse precipitazioni, in grado di abbassarne la temperatura e ossigenare l'acqua, stanno mettendo a dura prova l'attività ultrasecolare dei mitilicoltori spezzini. I muscoli vengono allevati in vivai grandi fino a 2.000 metri quadrati, su reticolati di corde ancorate sul fondale piatto e sabbioso e sorrette da boe di plastica per alimenti, rigorosamente riciclabile. Ciò avviene nei fondali delle acque calme del golfo protetto dalla diga foranea e nel canale che separa il borgo di Portovenere dall'isola Palmaria, in acque ricche di plancton, ma povere di sale, per la presenza di numerose polle di acqua dolce. Le attuali condizioni di stagnazione, rilevate dai sensori di profondità presenti nelle acque del golfo, messe dagli operatori in collaborazione con numerosi enti di ricerca, oltre a rallentare la produzione, aumentano il metabolismo delle orate che, ghiotte di muscoli, riescono a infilarsi nelle reti di protezione e a devastare le colture. A questo proposito, il Ministero dell'Agricoltura ha già mostrato grande sensibilità e attenzione al problema, concedendo deroghe per la pesca straordinaria di orate.

Tuttavia, l'impegno richiesto e messo in campo deve continuare a tendere a preservare un virtuoso circolo naturale, che non deve essere interrotto, sia dal punto di vista occupazionale - l'allevamento dei muscoli vede impiegate direttamente oltre 200 persone, oltre all'indotto, raggruppate in 87 aziende -, sia dal punto di vista ambientale. È stato infatti dimostrato che 3 tonnellate di muscoli freschi catturano circa una tonnellata di CO2, che viene trasformato in carbonato di calcio e fissato sui loro gusci. Un vero e proprio biosequestro, utile nella lotta contro i cambiamenti climatici (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marianna Ricciardi. Ne ha facoltà.

MARIANNA RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei fare una riflessione su quanto è accaduto ieri, quando abbiamo parlato del bilancio della Camera dei deputati. Ieri ho presentato un ordine del giorno che mirava alla sostenibilità ambientale di questo ente pubblico, e come questo ce ne erano circa altri 5 su questa linea. Sono stati accolti, senza però spendere nessuna parola nel dibattito parlamentare, perché il dibattito si è concentrato su altro. Abbiamo parlato del decoro dei parlamentari, gli uomini devono indossare la giacca, la cravatta, se le donne possono indossare le scarpe da ginnastica. Non ricordo però, da ottobre ad oggi, di avere visto persone vestite in maniera indecorosa, quindi credo che abbiamo sostanzialmente parlato di aria fritta. In secondo luogo, abbiamo parlato degli stipendi dei parlamentari, ed è stato addirittura presentato un cedolino. Allora sinceramente non ci ho visto più, perché non solo stavamo parlando del nulla, ma addirittura siamo arrivati a parlare di cose fuori dalla realtà. Vi voglio mostrare, quindi, il cedolino di un medico specializzando in medicina di emergenza e urgenza. Parliamo di circa 1.650 euro al mese, con cui deve fare notti, festivi, straordinari non pagati, non ha il TFR e non ha nemmeno la tredicesima. Quindi, con questi deve addirittura pagarci le tasse universitarie, senza considerare poi le responsabilità che ha un medico, perché un medico ha tra le sue mani la vita delle persone, e con circa 1.650 euro al mese deve tirare avanti. È giusto anche che i parlamentari abbiano magari uno stipendio decoroso, ma che almeno si occupino dei problemi reali delle persone, emergenza ambientale, difesa del Servizio sanitario nazionale, reddito di cittadinanza, salario minimo, e non delle scarpe da ginnastica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Tramite la sua persona vorrei chiedere che venisse di nuovo qui, in Aula, a parlarci del PNRR il Ministro Fitto, perché noi abbiamo assistito a un dibattito surreale nei giorni scorsi in cui il Ministro Fitto ci diceva che era tutto a posto, i fondi erano a posto, non c'era nessuna sottrazione alle regioni, e oggi leggiamo dai giornali che il presidente della Conferenza delle regioni, che non è un esponente della minoranza, ma è un esponente della maggioranza, fa parte dei partiti della maggioranza, è estremamente preoccupato perché addirittura i fondi levati, sottratti dal Ministro alle regioni e agli enti locali dovrebbero essere addirittura compensati da fondi delle regioni stesse. Il che significherebbe levare ai cittadini delle risorse. Voglio ricordare a tutti che sia il Servizio studi della Camera sia quello del Senato hanno smentito il Ministro. E allora, Presidente, mi domando una cosa: nel nostro territorio, in diverse aree, c'è il gioco delle tre carte, in cui alla fine, gira e rigira, perde sempre il giocatore. Non vorrei che il Ministro Fitto stesse facendo con il Paese e con questo Parlamento il gioco delle tre carte.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 4 agosto 2023 - Ore 8,30:

(ore 8,30, con votazioni non prima delle ore 11)

1. Discussione del disegno di legge:

Delega al Governo per la riforma fiscale (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato). (C. 1038-B​)

Relatori: GUSMEROLI e SALA.

La seduta termina alle 13,25.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: PINO BICCHIELLI E LUANA ZANELLA (A.C. 249-A​)

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). (Dichiarazione di voto finale - A.C: 249-A). Grazie sig. Presidente, on.li colleghi, signori del Governo

Oggi con l'approvazione di questa legge inseriremo nel nostro ordinamento una norma di grande civiltà.

Con questa legge colmeremo finalmente un vuoto normativo che come legislatori non potevamo più ignorare.

Una norma che colpisce la sensibilità di ognuno di Noi in questa Aula e che ha visto tutti i gruppi parlamentari presentare una propria proposta di legge sul tema.

Proposta presentata e fortemente voluta e sostenuta anche dal gruppo Noi Moderati a mia prima firma.

E proprio per il prezioso lavoro di sintesi e coordinamento di tutti i testi voglio ringraziare a nome mio personale e di tutto il gruppo di Noi Moderati le relatrici le on.li Patrizia Marrocco e Maria Elena Boschi.

Sig. Presidente, con questa norma abbiamo affrontato quella che ormai da tempo viene considerata una questione di civiltà, vale a dire, la necessità di assicurare il cosiddetto «diritto all'oblio» dell'ex malato di cancro, secondo cui un paziente oncologico non è tenuto a dichiarare la pregressa patologia, trascorso un certo periodo di tempo dalla data di conclusione dei trattamenti terapeutici, in assenza di recidive o ricadute della malattia.

In Italia, nel 2022, sono state stimate 390.700 nuove diagnosi di cancro, in aumento rispetto al dato 2020, anno in cui sono state 376.600.

Sappiamo da studi scientifici che il 51 per cento delle donne e il 39 per cento degli uomini europei che hanno avuto un tumore guariscono e in meno di dieci anni la gran parte delle persone guarite, a parità di condizioni, torna ad avere un'aspettativa di vita analoga a quella di chi non si è mai ammalato.

Dopo cinque anni dalla diagnosi possono ritenersi guarite le persone a cui era stato diagnosticato un tumore del testicolo o della tiroide; dopo meno di dieci anni, le persone con tumori dello stomaco, del colon retto e il melanoma.

Lo studio coordinato dal Centro di Riferimento Oncologico di Aviano in collaborazione con l'Istituto superiore di sanità, evidenzia che sono molti i tumori dai quali si può guarire.

Tale percentuale in Italia si aggira attorno al 27 per cento e corrisponde al numero di quasi 1 milione di persone.

Tuttavia, costoro, pur risultando guariti, subiscono discriminazioni sul piano economico-sociale, in particolar modo per ciò che concerne l'accesso ai servizi bancari (ad esempio per ottenere un prestito, o un mutuo) e assicurativi (si pensi alla necessità di sottoscrivere o mantenere una copertura assicurativa), senza considerare, peraltro, quanto concerne la valutazione del rischio da parte delle compagnie assicurative, nonché quella della solvibilità da parte degli istituti di credito: è una prassi molto diffusa tra le banche, infatti, quella di subordinare la concessione di un mutuo alla sottoscrizione di una polizza assicurativa sulla vita da parte del richiedente.

L'impossibilità di accedere a quest'ultimo servizio determina il rigetto della richiesta di mutuo.

Quale è la loro colpa? Essere guariti da una malattia dura come il cancro.

Ciò si pone in aperto contrasto con alcuni principi fondamentali della nostra Costituzione.

Su tutti, basti richiamare il dovere di solidarietà (anche) economico-sociale di cui all'articolo 2 della Costituzione, o il principio di uguaglianza di cui all'articolo 3 della Costituzione, nella sua doppia accezione: formale, dato che è riconosciuta la « pari dignità sociale » e l'uguaglianza davanti alla legge, senza distinzione, tra l'altro, « di condizioni personali e sociali »; sostanziale, avendo la Repubblica il compito (indubbiamente infinito) di «rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese ».

Di fatto, oggi alla guarigione non corrisponde ancora il pieno ripristino di tutte le condizioni della persona preesistenti alla malattia, non solo sul piano clinico, ma soprattutto su quello sociale, economico e professionale.

Sig. Presidente, le persone guarite dal cancro, trascorso un certo numero di anni dall'ultima evidenza di malattia, non devono subire alcuna discriminazione in virtù della loro pregressa diagnosi, tenuto conto che, con il trascorrere del tempo in assenza di recidive, il rischio per la salute diminuisce progressivamente fino a scomparire.

La malattia non può essere uno stigma che pesa sulla vita quotidiana ancor di più quando si tratta di patologie superate.

Dal tumore si può guarire e si può tornare ad una vita normale, è necessario che anche nei confronti degli istituti assicurativi e finanziari coloro che sono guariti possano tornare a relazionarsi in modo normale.

Senza l'approvazione di questa legge, la guarigione non coinciderebbe ancora con il ripristino di tutte le condizioni della persona preesistenti alla malattia, non solo sul piano clinico, ma anche su quello sociale, economico e professionale.

La concezione più evoluta di «guarigione», speculare a quella di «salute» quale stato completo di benessere fisico, psichico e sociale, trova quindi ancora molti ostacoli alla sua piena affermazione.

Sig. Presidente con il provvedimento che approviamo oggi assicureremo un reale ed effettivo ritorno alla vita, dopo il cancro, delle persone che vivono in Italia e che possono essere definite guarite, e che non saranno più discriminate e vedranno pienamente tutelati i loro diritti.

E, proprio in considerazione dei numeri delle persone affette da tumore e del suo elevatissimo impatto sociale, la Commissione europea, con comunicazione al Parlamento ed al Consiglio del 3 febbraio 2021, ha adottato il «Piano europeo di lotta contro il cancro».

Il documento di pianificazione, fortemente innovativo nell'approccio alla malattia proposto, indica tra i problemi più rilevanti cui devono far fronte gli ex malati di cancro l'iniquità nell'accesso ai servizi finanziari: sebbene siano guariti da molti anni, se non addirittura da decenni, infatti, spesso vengono loro applicati premi proibitivi. La Commissione europea si impegnerà – nella fase di attuazione del Piano – ad esaminare attentamente le pratiche nel settore dei servizi finanziari (comprese le assicurazioni) e ad avviare un dialogo con le imprese. Il risultato atteso consiste nell'elaborazione un codice di condotta volto « a garantire che le pratiche commerciali dei fornitori di servizi finanziari tengano conto dei progressi nei trattamenti contro il cancro e della migliore efficacia di questi ultimi, in modo da assicurare che, nella valutazione dell'idoneità di coloro che richiedono prodotti finanziari (in particolare il credito e l'assicurazione legata ai contratti di credito o di prestito), siano utilizzate esclusivamente informazioni proporzionate e necessarie ».

E, ancora sig. Presidente, il 16 febbraio 2022 il Parlamento europeo in sessione plenaria ha adottato il progetto di relazione della Commissione speciale sulla lotta contro il cancro che al paragrafo 125 dispone: «Il Parlamento (...) chiede che entro il 2025, al più tardi, tutti gli Stati membri garantiscano il diritto all'oblio a tutti i pazienti europei dopo dieci anni dalla fine del trattamento e fino a cinque anni dopo la fine del trattamento per i pazienti per i quali la diagnosi è stata formulata prima dei 18 anni di età».

Ma non solo di diritti assicurativi e finanziari parliamo in questa legge In particolare si interviene anche sulla disciplina per l'adozione e l'affidamento dei minori: lo facciamo in tema di indagini riguardanti coloro che intendono adottare un bimbo limitando l'ambito delle indagini relative allo stato di salute di coloro che intendono adottare un minore, perché per questi cittadini sig. Presidente oggi è anche più difficile adottare un bimbo.

Poi nel mondo del lavoro nelle procedure concorsuali quando nel loro ambito sia previsto l'accertamento di requisiti psico-fisici o comunque concernenti lo stato di salute dei candidati, inseriamo il divieto di richiedere informazioni sullo stato di salute degli interessati concernenti patologie oncologiche da cui essi siano stati precedentemente affetti e il cui trattamento attivo si sia concluso. Perché per questi cittadini non deve essere più difficile trovare un lavoro.

Per tutti questi motivi, sig. Presidente, ed è ancora più bello farlo in una Camera tutta tesa verso un unico obiettivo che è un segnale positivo della politica verso i cittadini annuncio e lo faccio con emozione, pensando che riusciremo finalmente a restituire a centinaia di migliaia di persone - e purtroppo tanti di loro sono giovani - una vita normale e il diritto sacrosanto di guardare con serenità al proprio futuro, senza essere più considerati cittadini “diversi” il voto convintamente favorevole del gruppo “Noi Moderati”.

LUANA ZANELLA (AVS). (Dichiarazione di voto finale – A.C: 249-A). Onorevoli colleghe e colleghi, la proposta di legge che oggi ci apprestiamo ad approvare, mi auguro con voto unanime, è uno di quegli atti che restituiscono un senso alto del lavoro parlamentare, della nostra funzione.

Si tratta di dare una risposta, una soluzione concreta ed efficace ad una questione cruciale, che andava affrontata già da tempo, va detto, e che riguarda le discriminazioni insopportabili cui sono sottoposte le 900.000 persone definitivamente guarite da malattia oncologica, su oltre 3 ,5 milioni cui è stata diagnosticata questo tipo di patologia.

Le discriminazioni, come ampiamente illustrato nella discussione sulle linee generali, riguardano i rapporti con gli istituti bancari, finanziari e assicurativi, ma anche ricorrono costantemente nei procedimenti per l'adozione di minori.

Un vuoto normativo, quindi, più volte denunciato, e che ora finalmente colmiamo. Lo stimolo è venuto anche dalla Risoluzione del Parlamento europeo del 16 febbraio 2022 su Rafforzare l'Europa nella lotta contro il cancro - Verso una strategia globale e coordinata. In particolare al paragrafo 125, nell'enunciare i campi d'azione, il Parlamento “chiede che entro il 2025, al più tardi, tutti gli Stati membri garantiscano il diritto all'oblio a tutti i pazienti europei dopo dieci anni dalla fine del trattamento e fino a cinque anni dopo la fine del trattamento per i pazienti per i quali la diagnosi è stata formulata prima dei 18 anni di età”.

La prevenzione, la diagnosi e la cura del cancro sono tra le principali priorità dell'UE nell'ambito della salute, con particolare riguardo alla qualità della vita dei pazienti oncologici. L'Europa, nonostante rappresenti solamente un decimo della popolazione mondiale, conta un quarto dei casi di tumori di tutto il mondo. Malgrado l'aumento dell'incidenza del cancro sulla popolazione, ma anche la loro sopravvivenza a lungo termine, un malato oncologico ormai guarito può vedersi negare l'accesso ad un mutuo, la stipula di polizze assicurative, l'assunzione a un posto di lavoro e l'adozione di un figlio, una figlia. In queste situazioni, infatti, le e gli ex-pazienti oncologici in Italia sono costretti a dichiarare la patologia pregressa.

Invece l'oblio oncologico deve essere riconosciuto come un diritto soggettivo secondo il quale le persone guarite da un tumore possono scegliere di non fornire informazioni sulla loro malattia pregressa anche in determinate circostanze. Con l'approvazione di questa proposta di legge si intende affermare che dopo una guarigione accertata e definitiva da una patologia oncologica ogni persona ha il diritto di tornare alla propria vita, senza che questa sia per sempre compromessa sulla base della storia clinica, oltretutto superata.

Presidente, il Parlamento italiano, ne sono certa, non attenderà il 2025 per l'approvazione definitiva di questo provvedimento, ma procederà sicuramente in tempi rapidi, dopo il necessario passaggio nell'altro ramo del parlamento.

Nell'esprimere il voto favorevole del gruppo AVS alla proposta di legge, rinnovo i miei ringraziamenti alle relatrici, per il prezioso e coscienzioso impegno profuso, alle colleghe e colleghi della XII Commissione, al sottosegretario Gemmato. Una bella pagina della nostra attività legislativa è stata oggi scritta, auguriamoci che altre ne possiamo insieme produrre.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 4 il deputato Paolo Emilio Russo ha segnalato che non è riuscito a votare;

nelle votazioni nn. 5, 6 e 7 il deputato Paolo Emilio Russo ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 10 la deputata Grippo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 11 la deputata Comaroli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 13 la deputata L'Abbate ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 22 la deputata Matone ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 23 il deputato Mascaretti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 30 i deputati Piccolotti e Penza hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 32 il deputato Stefani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 33 il deputato De Corato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale PDL 1275 E ABB - QUEST SOSP N. 1 298 295 3 148 168 127 46 Appr.
2 Nominale PDL 418-A - EM 1.5 288 288 0 145 109 179 46 Resp.
3 Nominale EM 1.7 295 295 0 148 128 167 46 Resp.
4 Nominale ARTICOLO 1 296 186 110 94 186 0 46 Appr.
5 Nominale ARTICOLO 2 297 288 9 145 288 0 46 Appr.
6 Nominale EM 3.500 300 188 112 95 188 0 45 Appr.
7 Nominale EM 3.15 300 297 3 149 111 186 45 Resp.
8 Nominale EM 3.1000 303 303 0 152 131 172 45 Resp.
9 Nominale ARTICOLO 3 302 190 112 96 190 0 45 Appr.
10 Nominale EM 4.500 302 302 0 152 302 0 45 Appr.
11 Nominale EM 4.501 287 287 0 144 287 0 45 Appr.
12 Nominale EM 4.11 303 286 17 144 116 170 45 Resp.
13 Nominale EM 4.1000 301 301 0 151 131 170 45 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale ARTICOLO 4 303 192 111 97 192 0 45 Appr.
15 Nominale ART AGG 4.02 301 285 16 143 112 173 45 Resp.
16 Nominale ART AGG 4.03 285 268 17 135 108 160 45 Resp.
17 Nominale ART AGG 4.04 283 268 15 135 105 163 45 Resp.
18 Nominale ARTICOLO 5 285 182 103 92 182 0 45 Appr.
19 Nominale ART AGG 5.0100 285 283 2 142 122 161 45 Resp.
20 Nominale ART AGG 5.01 288 286 2 144 122 164 45 Resp.
21 Nominale ART AGG 5.0500 288 271 17 136 158 113 45 Appr.
22 Nominale ODG 9/418-A/5 RIF 266 264 2 133 264 0 45 Appr.
23 Nominale ODG 9/418-A/6 273 270 3 136 116 154 45 Resp.
24 Nominale ODG 9/418-A/7 278 275 3 138 116 159 45 Resp.
25 Nominale ODG 9/418-A/9 285 285 0 143 125 160 45 Resp.
26 Nominale PDL 418-A - VOTO FINALE 274 178 96 90 168 10 45 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 34)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale TU PDL 249 E ABB-A - ARTICOLO 1 279 279 0 140 279 0 45 Appr.
28 Nominale EM 2.1000 283 283 0 142 283 0 45 Appr.
29 Nominale ARTICOLO 2 277 277 0 139 277 0 45 Appr.
30 Nominale ARTICOLO 3 279 279 0 140 279 0 45 Appr.
31 Nominale EM 4.1000 E 4.1001 282 282 0 142 282 0 45 Appr.
32 Nominale ARTICOLO 4 282 282 0 142 282 0 45 Appr.
33 Nominale ARTICOLO 5 278 278 0 140 278 0 45 Appr.
34 Nominale TU PDL 249 E ABB-A - VOTO FINALE 281 281 0 141 281 0 44 Appr.