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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Venerdì 11 agosto 2023

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta orale:


   BONELLI e ZARATTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'8 giugno 2023 (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri) è stato approvato il programma dettagliato degli interventi connessi alle celebrazioni del Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025, la rivisitazione degli interventi essenziali ed indifferibili, approvati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 15 dicembre 2022 e l'inserimento degli ulteriori interventi essenziali, con l'indicazione degli interventi di parte corrente resi possibili dall'applicazione dell'articolo 31 del decreto-legge 13 febbraio 2023, n. 13;

   nel programma di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, è ricompreso l'intervento essenziale il n. 146 – Porto turistico-crocieristico di Fiumicino Isola Sacra per un costo totale stimato in 439.600.000 a carico di «altre forme di finanziamento» e con l'amministrazione proponente e soggetto attuatore il comune di Fiumicino;

   il soggetto esecutore dell'intervento è la Fiumicino Waterfront S.r.l., società di diritto italiano partecipata al 100 per cento dal Royal Caribbean Group, secondo gruppo crocieristico a livello mondiale, che ha acquisito all'asta la concessione del porto turistico di Fiumicino-Isola Sacra, in seguito alla procedura concorsuale della società in liquidazione Iniziative portuali;

   l'intervento prevede l'introduzione della funzione crocieristica come variante al progetto originale del porto della Concordia di Fiumicino – Isola Sacra, nell'ambito dell'esistente concessione novantennale, a suo tempo presentato dalla società Iniziative portuali;

   il cronoprogramma dell'intervento prevede la realizzazione dell'opera in due fasi, una prima per la realizzazione delle opere marittime e quelle relative alla funzione crocieristica da completare entro il dicembre 2024 e una seconda, per il completamento della marina di diporto e per i mega-yacht, la messa in esercizio del cantiere nautico e la realizzazione dell'edificio servizi e dell'hotel/aparthotel, con consegna e collaudo finale previsto nel IV trimestre 2026;

   il porto con l'approdo crocieristico verrebbe costruito di fronte al nuovo argine realizzato dalla regione Lazio per contenere il rischio idraulico, con lo scopo di far espandere l'area golenale in caso di piena del fiume Tevere, determinando il libero deflusso delle acque verso il mare;

   la realizzazione di un nuovo terminal crociere a poca distanza dalla vecchia darsena e non lontano dal porto di Civitavecchia rischia di compromettere ulteriormente gli habitat e gli ecosistemi marini a ridosso delle aree costiere, già fortemente caratterizzate da fenomeni erosivi;

   il porto di Fiumicino non dispone attualmente del pescaggio adeguato per la ricezione delle mega navi di crociera e per la realizzazione dell'intervento si rende necessario un piano di drenaggio altamente invasivo, con l'escavazione dei fondali del porto che dovranno passare dagli attuali 5/6 metri a 12,5 metri, con oltre 3 milioni di metri cubi di sabbia e argilla da rimuovere;

   l'approdo delle grandi navi alla foce del Tevere, i cui fondali sono bassi e fangosi, può rappresentare un serio rischio per la sicurezza della navigazione e sempre in tema di sicurezza l'autorità per la sicurezza del volo del vicino aeroporto Leonardo da Vinci ha fissato in 48 metri l'altezza massima nell'area destinata al porto, mentre le grandi navi indicate da progetto superano i 70 metri;

   la realizzazione di una banchina a Fiumicino per il terminal crocieristico andrà in diretta concorrenza con il vicino porto di Civitavecchia, definito peraltro «Port of Rome», secondo scalo crocieristico d'Europa per il numero di passeggeri, con un servizio integrato al sistema ferroviario tramite la linea Civitavecchia Express, il nuovo treno no-stop Civitavecchia-Roma-Civitavecchia dedicato proprio ai crocieristi, con unica fermata intermedia nella stazione di Roma San Pietro –:

   quali siano le valutazioni del Governo in merito all'interesse pubblico dell'intervento, se non ritenga di dover adottare iniziative volte a escludere la realizzazione anche alla luce dell'esistenza del vicino porto di Civitavecchia, secondo scalo crocieristico d'Europa e del grave impatto ambientale sugli habitat e gli ecosistemi marini e costieri.
(3-00600)

AFFARI EUROPEI, SUD, POLITICHE DI COESIONE E PNRR

Interrogazioni a risposta scritta:


   ILARIA FONTANA. — Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge n. 121 del 2021 «infrastrutture» ha istituito il «Fondo concorsi progettazione e idee per la coesione territoriale»;

   con l'articolo 12, comma 4, del decreto-legge n. 121 del 2021 l'Agenzia per la coesione territoriale è autorità responsabile per il Fondo, con il ruolo di assicurare «ogni utile supporto agli enti beneficiari per il celere ed efficace accesso al Fondo»;

   i termini per l'accesso al Fondo sono stati successivamente prorogati con il decreto-legge «aiuti bis» al 18 febbraio 2023, ultimo termine utile per gli enti al fine di avviare le procedure previste dal Fondo, pubblicandone i bandi o gli affidamenti. Con il medesimo decreto-legge hanno avuto accesso alle risorse del Fondo anche i comuni fino a 20.000 abitanti per l'affidamento di incarichi per la redazione di progetti di fattibilità tecnica ed economica;

   l'articolo 6 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 17 dicembre 2021 prevede che le erogazioni siano disposte in favore degli enti beneficiari direttamente dall'Agenzia per la coesione territoriale, su richiesta degli stessi singoli enti;

   non sono disponibili aggiornamenti in merito a quanti enti abbiano portato a termine gli adempimenti previsti per accedere al fondo, nonché non risulta presente riscontro circa le tempistiche medie per i trasferimenti dall'Agenzia agli enti e degli importi erogati –:

   se siano stati pubblicati rapporti circa la gestione del Fondo concorsi progettazione e idee per la coesione territoriale;

   quale sia l'ammontare delle risorse erogate dall'Agenzia per la coesione territoriale in merito al Fondo di cui in premessa e con quali tempistiche siano state trasferite agli enti destinatari.
(4-01489)


   ZARATTI. — Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro della cultura, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   una specifica parte dell'investimento missione 1 – componente 3 – identificativo 3.2: Sviluppo industria cinematografica (Progetto Cinecittà) del Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede lo stanziamento di circa 300 milioni di euro di fondi (di cui 262 milioni di euro di cofinanziamento europeo), con l'obiettivo di rafforzare la competitività del settore cinematografico e audiovisivo italiano;

   in riferimento alla componente A1 dell'investimento, che prevede l'aumento della capacità produttiva degli studios di Cinecittà spa, la società, in qualità di ente attuatore dell'investimento, ha previsto nel proprio progetto industriale, fra altre azioni, l'acquisizione di 31 ettari del Pratone di Torre Spaccata, il cui attuale proprietario è Cassa depositi e prestiti immobiliare, per la realizzazione di impianti (strade e servizi) per un totale di 42.112.000 euro e l'edificazione di nuovi 8 teatri di posa da realizzare con altre risorse ancora da reperire;

   il Pratone è un corridoio ecologico che, grazie ad una vegetazione spontanea di circa 200 specie, offre riparo e ristoro a oltre 60 specie di uccelli, mammiferi e rettili tra cui alcune come il falco pellegrino e la luscengola;

   costruire sul Pratone ridurrebbe significativamente la biodiversità e comprometterebbe l'adattamento ai cambiamenti climatici;

   l'area del Pratone risulta di notevole importanza anche dal punto di vista storico e culturale. Nel corso di indagini archeologiche effettuate nel 1997-1998 e nel 2005-2006 da parte della sovrintendenza capitolina, sono state rivenute numerose emergenze, in grado di ricostruire un arco temporale che va dal Neolitico al Medioevo; in particolare, tra gli altri: una serie di siti preistorici, quattro ville di epoca, un insediamento medievale e il lahar, una colata di fango tracimata dal Lago Albano intorno al IV secolo avanti Cristo, le cui tracce sono un'importante testimonianza di carattere geologico;

   dopo un lungo percorso è stato di recente apposto il vincolo archeologico con divieto di edificazione su una parte dell'area;

   nel piano regolatore generale in vigore, l'area del Pratone venne resa edificabile ma come centralità urbana: un modello urbanistico dimostratosi inattuale e fallimentare; le poche centralità realizzate, delle 18 previste, hanno fatto emergere che la crescita demografica immaginata per la città non sarà mai raggiunta;

   lo stesso piano regolatore generale definisce l'area come «componente secondaria» della rete ecologica per cui sono «previste azioni prevalentemente di ripristino e riqualificazione ambientale delle aree compromesse o degradate»;

   da oltre due anni una rete di associazioni conduce una campagna per reclamare tutela e salvaguardia del Pratone dalla cementificazione. Il Pratone è una delle poche aree verdi dell'Agro romano (area rurale in parte pianeggiante e in parte collinare) che si estende intorno alla città di Roma;

   il Pratone ha resistito fino ad oggi alle varie ondate edificatorie che hanno reso il quadrante di Roma Est fra i più densamente abitati della città: una città che da anni consuma suolo, arrivando a impermeabilizzare 100 ettari l'anno, senza essere in grado di garantire ai cittadini il rispetto della quota verde di 9 metri quadri per abitante, standard minimo stabilito per legge. A tal proposito il Wwf, in collaborazione con il Comitato per il Pratone di Torre Spaccata, all'interno di una campagna contro il consumo di suolo, ha segnalato il caso del Pratone come emblematico della progressione dell'impermeabilizzazione in aree di interesse naturalistico e culturale –:

   se i Ministri interrogati non ritengano che il Pratone di Torre Spaccata sia un territorio da salvaguardare per la sua valenza ambientale, archeologica e sociale, e quali iniziative di competenza intendano assumere per garantirne la tutela.
(4-01495)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta orale:


   GIAGONI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare. — Per sapere – premesso che:

   il bilancio degli incendi che negli ultimi due giorni hanno devastato la Sardegna è pesantissimo ed è destinato a peggiorare ora dopo ora;

   al 10 agosto 2023, 42 sono stati gli incendi sviluppatisi in Sardegna, 4 dei quali hanno richiesto l'impiego dei mezzi aerei del Corpo forestale; i roghi più gravi nelle province di Nuoro e Cagliari;

   in particolare a Posada, nel nuorese, sulla costa nord-orientale dell'isola, il bilancio è drammatico: quattro persone ferite e circa 600 persone evacuate da abitazioni e resort, un migliaio di persone, molte delle quali turisti, terrorizzate dalla furia del fuoco, circa 700 ettari di territorio divorati dalle fiamme;

   anche a Sud diverse sono le zone in stato di emergenza. Alla periferia di Quartu Sant'Elena, nel cagliaritano, l'incendio ha riguardato aree continue: si è propagato fra via Fiume e via San Benedetto, a ridosso della laguna e di fronte alle case, e poi si è spostato verso la spiaggia, dov'è stato distrutto un campeggio, a causa di un «salto» del fuoco favorito dal fortissimo maestrale;

   secondo Coldiretti, Cia e Confartigianato, si stimano danni per milioni di euro –:

   se e quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare al fine di riconoscere aiuti straordinari e immediati nei confronti dei comuni colpiti dagli incendi dolosi dell'estate 2023;

   se il Governo non ritenga opportuno adottare iniziative volte a prevedere la sospensione dei pagamenti per tutti coloro che da tale situazione hanno subito danno economico e/o patrimoniale, così come già previsto per i soggetti colpiti da eventi catastrofici come alluvioni e terremoti;

   se il Governo non convenga sulla necessità ed urgenza di ampliare i mezzi di soccorso e di protezione civile in Sardegna, terra fortemente attaccata dal fenomeno di incendi boschivi in zone frequentemente colpite da venti forti.
(3-00604)

Interrogazioni a risposta scritta:


   SCUTELLÀ. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   i siti d'interesse nazionale, ai fini della bonifica, sono individuabili in relazione alle caratteristiche del sito, alle quantità e pericolosità degli inquinanti presenti, al rilievo dell'impatto sull'ambiente circostante in termini di rischio sanitario ed ecologico, nonché di pregiudizio per i beni culturali ed ambientali (articolo 252, comma 1 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modifiche e integrazioni);

   il progetto Sentieri (Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti Esposti a Rischio da inquinamento) ha l'obiettivo di aggiornare annualmente l'analisi di mortalità e di ospedalizzazione riguardante i 6.227.531 abitanti (10,4 per cento della popolazione italiana) residenti in 46 siti contaminati (39 di interesse nazionale e 7 di interesse regionale). I siti includono 316 comuni così ripartiti: 15 nel Nord-Est (20,3 per cento della popolazione indagata); 104 nel Nord-Ovest (12 per cento della popolazione indagata), 32 nel Centro (12,6 per cento della popolazione indagata), 165 al Sud e Isole (55,5 per cento della popolazione indagata);

   il Sito di interesse nazionale (S.I.N.) di «Crotone – Cassano – Cerchiara» è stato incluso nell'elenco dei siti di bonifica di interesse nazionale dal decreto ministeriale n. 468 del 2001 ed è stato perimetrato con il decreto ministeriale 26 novembre 2002, poi sottoposto a nuova perimetrazione del sito con decreto ministeriale 9 novembre 2017;

   il «Progetto Sentieri: implementazione del sistema permanente di sorveglianza epidemiologica delle popolazioni residenti nei siti di interesse per le bonifiche» nel suo sesto rapporto, promosso e finanziato dal Ministero della salute (Centro per il Controllo e la prevenzione delle malattie – Progetto CCM 2018), restituisce una fotografia allarmante per quanto attiene al SIN calabrese;

   il 61,1 per cento degli abitanti del sito risiede nelle sezioni di censimento ad alto livello di deprivazione, il tasso standardizzato di mortalità prematura per malattie croniche mostra, rispetto al riferimento regionale, un aumento pari al +6,7 per cento nei maschi e +10,8 per cento nelle femmine;

   le principali contaminazioni rilevate nell'ambito del Sin calabrese sono da metalli pesanti come arsenico, cadmio, mercurio, piombo, zinco e non, composti inorganici, composti organici dei vari natura, ivi inclusi gli alifatici clorati, materie prime di natura chimica e metallurgica, residui di lavorazione ad elevato contenuto di radioattività;

   nel 2019 è stato stipulato il Progetto operativo di bonifica (POB) Fase 2 che prevedeva, da parte di ENI, l'asporto ed il trasferimento, fuori dalla regione Calabria, di tutti i rifiuti della bonifica pericolosi per la salute pubblica;

   nonostante tale accordo, ENI ha proposto di «tombare» parte del sito industriale trasferendo il resto a distanza di pochi chilometri, ovvero in una discarica privata detta Columbra, adiacente tre zone, abitate: il centro della città di Crotone, il quartiere conosciuto come Papanice, il comune di Cutro;

   il Ministero ha convocato una Conferenza dei servizi per il 9 febbraio 2023 avente ad oggetto «Variante al POB fase 2 – realizzazione di una discarica di scopo per rifiuti tenorm con amianto derivante dalle operazioni di bonifica della discarica ex Fosfotec “Farina-Trappeto” all'interno del sito Eni Rewind di Crotone»;

   a conclusione della conferenza le istituzioni locali (regione, comune e provincia di Crotone) e gli enti tecnici hanno confermato il deliberato preso con la conferenza dei servizi decisoria ovvero che i rifiuti debbano essere trasportati fuori dal territorio regionale. A seguito di tale decisione ENI ha contestato il verbale di diniego alla modifica dell'intervento già deliberato –:

   quali iniziative di competenza i Ministri interrogati intendano intraprendere per controllare e sollecitare l'avanzamento dell'iter di bonifica del Sin Crotone-Cassano-Cerchiara ed evitare che le richieste avanzate da Eni di stravolgere quanto deliberato della conferenza di servizi possa compromettere la salute dei cittadini e la tutela dell'ambiente nella zona interessata;

   se condividano le criticità in premessa specificate e, pertanto, se non intendano nominare con urgenza il commissario Sin per la Calabria.
(4-01481)


   L'ABBATE, FENU e CARAMIELLO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   l'Ente parco nazionale dell'Arcipelago de La Maddalena è stato istituito con decreto del Presidente della Repubblica del 17 maggio 1996 ed è un'area geo-marina protetta, sito di interesse comunitario e zona di protezione speciale per la presenza di habitat di importanza comunitaria e di una straordinaria biodiversità;

   secondo quanto riferito dalla Corte dei conti nella «Relazione sul risultato del controllo sulla gestione finanziaria 2021 dei 23 Enti parco nazionali» (determinazione 14 marzo 2023, n. 32), trasmessa alle Presidenze delle due Camere del Parlamento, l'Ente, nonostante alcuni tentativi che non hanno trovato il consenso del Ministero vigilante, è ancora privo degli strumenti di programmazione previsti dalla legge quadro n. 394 del 1991;

   sempre secondo la suddetta relazione, va rilevato, come già nei precedenti referti degli anni 2018, 2019 e 2020, che la procedura di redazione del piano e del regolamento del parco, oggetto anche di rilievo in sede di verifica amministrativo-contabile dei servizi ispettivi di finanza pubblica del Ministero dell'economia e delle finanze – Ragioneria generale dello Stato (relazione del 14 febbraio 2019), a distanza di molti anni versa ancora in una situazione di assoluto stallo, pur avendo comportato un'elevata spesa per esternalizzare la relativa attività ad una società;

   sul punto, la Corte dei conti evidenzia la necessità che le suddette procedure si definiscano in tempi rapidi, tenendo conto che si tratta di oneri gravanti sul bilancio dell'Ente per attività istituzionali proprie del Parco;

   è quanto mai necessario adoperarsi per raggiungere gli obiettivi prefissati dalla normativa di cui alla legge quadro n. 394 del 1991, al fine di garantire e di promuovere la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale dell'intero arcipelago;

   in particolare, risulta necessario tutelare le praterie di posidonia oceanica, controllare l'intenso carico antropico dei mesi estivi e la pressione di natanti così da salvaguardare le risorse naturali del Parco ed evitare pregiudizio per l'ambiente marino e costiero;

   così come è importante tutelare le zone di massima tutela come Cala Coticcio e Isola di Mortorio, in quanto si tratta di aree di rilevante interesse naturalistico e che necessitano di alta protezione, potendovi accedere con esclusiva autorizzazione dell'Ente per soli scopi didattici e scientifici;

   è altresì necessario rispettare quanto deliberato dal consiglio direttivo del Parco nazionale dell'Arcipelago de La Maddalena nel 2022, ovvero che i permessi per le attività di noleggio e locazione di unità da diporto siano riservati per il 75 per cento ai residenti alla Maddalena e per il 25 per cento a non residenti, in conformità con esigenze di salvaguardia ambientale;

   inoltre, occorre tutelare i fondali a posidonia oceanica, specie protetta dalla «direttiva habitat», al fine di evitare ancoraggi selvaggi, implementando il numero di sistemi di ancoraggio presenti (boe) così da garantire la loro salvaguardia e al fine di scongiurare un'eventuale procedura di infrazione comunitaria –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative di competenza intenda assumere al fine di garantire la completa salvaguardia del patrimonio naturale dell'intero arcipelago, anche mediante l'attuazione degli strumenti di gestione previsti dalla legge n. 394 del 1991, quali il regolamento, il piano del parco e il piano pluriennale economico e sociale, di cui oggi l'Ente è ancora sprovvisto;

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dell'imminente nomina del nuovo presidente del Parco e come intenda procedere, per quanto di competenza, per selezionare figure di alto profilo, con adeguate competenze volte a ripristinare l'immediata funzionalità di indirizzo programmatico e gestionale del Parco, e, qualora la procedura richiedesse tempi lunghi, in alternativa se il Ministro interrogato intenda procedere alla nomina di un commissario straordinario.
(4-01485)


   ILARIA FONTANA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   l'impianto di depurazione delle acque reflue situato ad Anagni (Frosinone), concesso dalla regione Lazio con delibera di giunta n. 93 del 2017 al Consorzio per lo sviluppo industriale di Frosinone (Asi) è stato nel tempo oggetto di finanziamenti erogati al fine di garantire il completamento dei lavori, come l'accordo di programma quadro per la tutela delle acque e la gestione integrata delle risorse idriche (APQ8) del 23 dicembre 2002 e il secondo atto integrativo del citato accordo sottoscritto il 2 maggio 2006, che prevedeva il completamento della rete fognaria e dei collettori nella vasta maglia comunale del centro storico di Anagni e delle frazioni limitrofe;

   tale depuratore risulta ad oggi ancora non a servizio dell'agglomerato urbano di Anagni. Tale agglomerato, avente carico generato pari a 20.267 abitanti equivalenti, è stato interessato dalla procedura di infrazione europea di cui al parere motivato 2014/2059, emessa a marzo 2015. Ai fini dell'aggiornamento sullo stato di attuazione degli interventi relativi agli agglomerati oggetto di contenzioso che il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica periodicamente invia alla Commissione europea, la regione Lazio, con una nota del 9 agosto 2016, comunicava che era prevista la realizzazione di fognature e collettamento di tutto l'agglomerato presso il depuratore, realizzato con fondi regionali ma inattivo;

   nel mese di marzo 2018, regione Lazio e il Consorzio Asi di Frosinone risultavano essere in procinto di operare il collaudo operativo e la messa in funzione del depuratore di Anagni, con termini previsti entro la fine del 2018;

   nel mese di gennaio 2019, rispondendo ad un'interrogazione a risposta in Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici, il rappresentante del Governo ha fatto sapere che la regione Lazio e il Consorzio Asi devono ancora attuare gli interventi sulla rete fognaria e che Anagni non uscirà dalle procedure di infrazione aperte dall'Unione europea per mancata depurazione delle acque reflue non prima del 2021;

   a fronte dei continui ritardi e rimpalli nella messa in esercizio dell'impianto di depurazione, nel mese di luglio 2019 l'interrogante ha protocollato un esposto alla procura generale regionale del Lazio presso la Corte dei conti, riguardante il danno erariale per la mancata messa in funzione del depuratore industriale di Anagni;

   ad agosto 2023 il depuratore è ancora in attesa di essere attivato, comportando complicazioni a cascata sullo sviluppo dell'area e sul contenzioso comunitario in essere –:

   quali iniziative di competenza abbia messo in atto il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica per assicurare la conclusione dei lavori e l'avvio del depuratore dell'agglomerato di Anagni, nonché in relazione alla procedura di infrazione europea relativa al trattamento delle acque reflue urbane che coinvolge l'agglomerato stesso.
(4-01487)


   ILARIA FONTANA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   con gara «CUP J69F20000180001 – CIG 9417366046» del 30 settembre 2022 il consorzio di bonifica Brenta ha pubblicato un bando avente oggetto «Progettazione definitiva, studi specialistici multidisciplinari, indagini e rilievi in sito, prove di laboratorio, servizi accessori di progettazione partecipata, assistenza nei procedimenti autorizzativi del progetto “Serbatoio del Vanoi – Realizzazione di un invaso sul torrente Vanoi e tutela dell'irrigazione nel comprensorio del consorzio di bonifica Brenta”» per un importo di 1,17 milioni di euro. Gli esiti di detta gara sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale il 27 gennaio 2023;

   tale opera, per un costo di circa 150 milioni di euro, riguarderebbe la realizzazione di un invaso dal volume utile di 33 milioni di metri cubi d'acqua e con un volume medio annuo di 119 milioni di metri cubi. L'opera in questione sarebbe edificata per garantire lo sfruttamento idroelettrico del torrente Vanoi e per raccolta acqua a fini irrigui. La struttura, che si intenderebbe realizzare in Val Coltella, ricadrebbe quasi interamente nel comune trentino di Canal San Bovo (Trento) e più marginalmente sui territori dei comuni di Cinte Tesino (Trento) e di quello veneto di Lamon (Belluno);

   dalla stampa locale risultava, nell'aprile 2023, che di tale progettazione non siano stati informati, né tantomeno siano stati coinvolti, i comuni trentini potenzialmente interessati dall'opera, ovvero Canal San Bovo e Cinte Tesino. Non risultava, inoltre, un riscontro circa il coinvolgimento della provincia autonoma di Trento;

   in risposta all'interrogazione n. 4484/XVI a risposta scritta del Consiglio della provincia autonoma di Trento, l'assessore all'urbanistica, ambiente e cooperazione rispondeva che «l'amministrazione provinciale non è stata in alcun modo informata della procedura in corso, così come anche i comuni interessati dalla futura costruzione dell'opera» e che inoltre «il progettando serbatoio si troverebbe per la maggior parte della sua superficie in provincia di Trento, ad essa spetterebbe la competenza nel rilascio delle necessarie autorizzazioni sia urbanistiche che ambientali, nonché concessione delle acque»;

   la Val Cortella, contesto in cui si colloca l'opera, è inserita nella Carta di sintesi della pericolosità della provincia autonoma di Trento nella classe di penalità P4 (elevata);

   il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica ha competenza in materia di autorizzazione e valutazione di impatto ambientale per progetti che riguardano impianti destinati a trattenere, regolare o accumulare le acque in modo durevole, di altezza superiore a 15 metri o che determinano un volume d'invaso superiore ad 1.000.000 di metri cubi ai sensi dell'allegato II alla parte seconda del decreto legislativo n. 152 del 2006 e che quindi la competenza delle regioni e province autonome sarebbe incentrata su compiti di protezione civile –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se siano state depositate richieste di valutazione di impatto ambientale statale per la progettazione dell'invaso;

   quali iniziative, per quanto di competenza, abbia messo in atto il Ministero per assicurare il più corretto iter procedurale circa il progetto di cui in premessa, nonché il coinvolgimento delle amministrazioni e delle autorità competenti, come la provincia autonoma di Trento nel rispetto delle prerogative che lo Statuto di autonomia del Trentino-Alto Adige le riconosce.
(4-01488)

CULTURA

Interrogazione a risposta orale:


   CURTI. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   presso l'amministrazione provinciale di Pesaro e Urbino, in data 18 aprile 2023, è stato avviato su istanza della società Aurora s.r.l. l'iter autorizzativo per un impianto polifunzionale complesso di discarica destinato a rifiuti speciali non pericolosi, in località Riceci nel comune di Petriano (Pesaro e Urbino);

   relativamente al soggetto richiedente, occorre segnalare che si configura come una neo costituita società di scopo e finalizzata alla realizzazione di detta discarica;

   il capitale sociale è stato sottoscritto per il 60 per cento da Ecoservizi s.r.l., un soggetto giuridico avente sede legale nella Repubblica di San Marino ed il cui rappresentante risulta essere una signora di 90 anni, mentre il 40 per cento da Marche multiservizi s.p.a., società per azioni a partecipazione e controllo pubblico i cui soci pubblici, complessivamente rappresentanti la maggioranza delle quote, sono costituiti principalmente dai comuni della provincia di Pesaro e Urbino, oltre che dall'amministrazione provinciale;

   dall'analisi del progetto emerge come, in un'area di circa 268.000 metri quadri contigua a due comparti territoriali di assoluta rilevanza naturistici, come il sito di importanza comunitaria IT5310012 e la zona a protezione speciale IT5310025 della Rete europea «Natura 2000», sia previsto il conferimento di cinque milioni di metri cubi di rifiuti speciali;

   più in particolare, l'iniziativa va ad impattare su un prezioso ecosistema di assoluto pregio paesaggistico, nel contesto del quale si produce il latte utilizzato per la produzione della casciotta Dop di Urbino;

   l'estrema vicinanza al pregevole centro storico di Urbino rischia inoltre di generare una ricaduta fortemente negativa su uno dei siti culturali più importanti d'Italia, iscritto nella lista del Patrimonio mondiale Unesco;

   l'immagine del centro storico di Urbino, peraltro, è oggetto di una politica di sostegno organica che prevede anche vincoli di tutela integrale, normati dal piano regolatore generale, gravanti sull'intero complesso collinare visibile dalla cinta muraria;

   in tale contesto le uniche iniziative consentite sono rappresentate da interventi di riqualificazione in ambito botanico oppure sul patrimonio storico/culturale;

   appare necessario valutare le condizioni per sottoporre le aree intorno alla città di Urbino alla dichiarazione d'interesse pubblico, affinché non si consenta che il paesaggio circostante e la prospettiva ne risultino pregiudicati –:

   se il Ministro interrogato risulti a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative urgenti, per quanto di competenza, intenda avviare per tutelare il paesaggio circostante la città di Urbino ed evitare, altresì, che l'iniziativa di cui in premessa possa cagionare un danno incommensurabile ed irreparabile a uno dei siti culturali più importanti d'Italia.
(3-00601)

Interrogazione a risposta scritta:


   DORI e BONELLI. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   la sera del 7 agosto 2023 a Roma numerosi cittadini, in particolare dei rioni Celio e San Giovanni, hanno chiamato allarmati il 118 dopo aver avvertito più volte oscillare pericolosamente le proprie abitazioni;

   i vigili del fuoco telefonicamente hanno ipotizzato la connessione tra il concerto del rapper Travis Scott al Circo Massimo e le vibrazioni sugli edifici di un'area piuttosto vasta del centro romano;

   il 30 giugno 2023, a Milano, un concerto dello stesso rapper aveva provocato altrettante oscillazioni con conseguente «allarme terremoto» da parte dei cittadini del quartiere San Siro;

   il Circo Massimo è collocato in una delle aree archeologiche più importanti del mondo, nel centro storico dichiarato dall'Unesco quale sito Patrimonio mondiale;

   il concerto è stato pertanto autorizzato in un'area fragilissima adiacente al Colle Palatino, ai Fori imperiali, al Colosseo e alla Domus aurea, che potrebbero rivelare nel tempo dei danni irreparabili;

   sui rischi per il patrimonio archeologico è intervenuta anche Alfonsina Russo, direttrice del Parco archeologico del Colosseo, affermando: «il Circo Massimo è un monumento, non è uno stadio, né una sala concerti. Questi mega concerti lo mettono a rischio, come a rischio in prospettiva è anche il Palatino che è lì accanto»;

   la direttrice Russo ha, inoltre, sottolineato l'importanza di selezionare gli eventi da poter svolgere nell'area archeologica: «gli eventi musicali si possono realizzare ma ben selezionati, come l'opera e i balletti. I concerti rock andrebbero tenuti negli stadi anche per non mettere a repentaglio la pubblica incolumità»;

   la stessa direttrice ha anche riferito che «la richiesta di concedere lo spazio per il concerto è arrivata all'inizio di agosto 2023 ed è stato fatto il tavolo tecnico. Noi avevamo delle riserve su questo tipo di evento e abbiamo dato una serie di prescrizioni visto che Roma capitale si era già impegnata (...) Queste prescrizioni non sono state rispettate per cui abbiamo mandato una nota a Roma capitale di richiesta di riscontro urgente per capire come mai non lo siano state»;

   lo svolgimento di concerti musicali che coinvolgono decine di migliaia di spettatori che ballano e saltano contemporaneamente e che spesso non osservano il limite dei decibel previsto dalla normativa è un inaccettabile azzardo per il patrimonio storico-artistico italiano;

   destano preoccupazione le affermazioni dell'assessore ai grandi eventi della giunta capitolina, Alessandro Onorato, che ha minimizzato l'accaduto definendolo una «polemica del tutto strumentale, ma che non esiste», senza spiegare per quale motivo non siano state eseguite le prescrizioni del Parco archeologico del Colosseo e quali accertamenti sarebbero stati svolti per verificare i possibili danni provocati dal concerto all'area archeologica;

   lo stesso assessore avrebbe giustificato l'autorizzazione del concerto del 7 agosto 2023, affermando che il Circo Massimo «è il luogo più costoso in Europa che genera indotto economico», anteponendo pertanto il profitto all'effettiva azione di conservazione preventiva del patrimonio storico-artistico italiano –:

   se il Ministro interrogato non intenda effettuare urgenti verifiche nel Parco archeologico del Colosseo e in tutta l'area adiacente al fine di riscontrare eventuali danni provocati in occasione del concerto del 7 agosto 2023 e se non intenda farsi promotore, anche col coinvolgimento dell'Unesco, di un'interlocuzione con l'amministrazione comunale di Roma capitale, finalizzata ad impedire lo svolgimento nel Circo Massimo di eventi musicali incompatibili con la fragilità delle aree archeologiche coinvolte.
(4-01492)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:


   ASCARI, CARAMIELLO e PAVANELLI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   si è appreso da fonti di stampa dell'ennesimo ed evitabile femminicidio: M. F. aveva 63 anni, era un'infermiera in pensione ed è stata uccisa a Rovereto a colpi di accetta da un vicino di casa, S. Z. I., davanti agli occhi del figlio e dell'anziana madre;

   in data 15 marzo 2023, la signora M. F. aveva denunciato per stalking quel vicino, recidivo, che poi l'ha assassinata; aveva, altresì, richiesto l'applicazione di misure cautelari fondamentali per la tutela della propria incolumità e dei suoi familiari;

   consta agli interroganti che la procura della Repubblica di Rovereto, in data 22 marzo 2023, a distanza di 7 giorni dal deposito della denuncia, abbia richiesto l'archiviazione del procedimento sull'assunto che «è compromessa l'attendibilità complessiva della F. in quanto la vicenda viene ricondotta in un più ampio teatro di contrasto di vicinato condominiale»;

   sembrerebbe che nessuna attività d'indagine sia stata svolta: né l'audizione della querelante, né dei testi indicati nella denuncia, né l'analisi della documentazione depositata, tra cui i certificati del pronto soccorso;

   avverso la richiesta di archiviazione è stata presentata opposizione e per il 26 settembre 2023 è stata fissata la relativa udienza;

   la signora M. F. ha denunciato, non è stata ascoltata ma è stata ritenuta inattendibile ed è stata uccisa;

   quanto verificatosi non è accettabile; è necessario che le autorità competenti facciano rapidamente luce sull'accaduto –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti;

   se e quali iniziative, nell'ambito della propria competenza, anche di carattere ispettivo e disciplinare, abbia già intrapreso o intenda intraprendere nei confronti delle autorità interessate, al fine di evitare in futuro che per simili negligenze vengano assassinate altre donne.
(4-01483)


   ASCARI e CARAMIELLO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   si è appreso da fonti di stampa del gravissimo episodio di violenza verificatosi il 3 aprile 2023 all'interno del carcere di Reggio Emilia;

   sembrerebbe che un detenuto quarantenne di origine tunisina, una volta uscito dall'ufficio del direttore, nel corridoio sia stato incappucciato con una federa, tenuto faccia a terra sul pavimento, denudato e picchiato da quattordici agenti di polizia penitenziaria;

   questi, dopo averlo pestato, avrebbero camminato con gli scarponi sul detenuto, mentre gli bloccavano mani e piedi e lo avrebbero condotto in una cella di isolamento, dove, dopo un'ora di urla, sarebbe stato soccorso da un medico e da un altro detenuto;

   per tali fatti, il detenuto ha riportato 20 giorni di prognosi ed è stato trasferito in un altro istituto di pena;

   gli agenti di polizia penitenziaria risultano formalmente indagati in concorso e a vario titolo, di tortura, lesioni e falso ideologico;

   quanto verificatosi è gravissimo; è necessario che le autorità competenti facciano rapidamente luce sull'accaduto;

   la certezza sulle reali condizioni e sul rispetto dei diritti all'interno degli istituti penitenziari è una priorità che non riguarda solo i detenuti ma tutti i cittadini –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti;

   se e quali misure, nell'ambito della propria competenza, anche di carattere ispettivo e disciplinare, abbia già intrapreso o intenda intraprendere nei confronti del personale interessato all'interno del carcere di Reggio Emilia;

   se e quali iniziative di carattere normativo e organizzativo, con particolare riguardo alla formazione del personale di polizia penitenziaria, intenda adottare per garantire il pieno rispetto della legge e dei diritti dei detenuti, tutelati dalla Costituzione e dalle convenzioni internazionali, al fine di evitare in futuro il ripetersi dei gravi fatti riportati in premessa.
(4-01484)


   MALAGUTI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   Iris Setti, una donna di sessantuno anni, pensionata da due, mentre attraversava il parco di Nikolajewka a Rovereto, in Trentino, è stata massacrata a pugni da un nigeriano di 40 anni senza fissa dimora, probabilmente a causa d'un tentato stupro. Sul cittadino extracomunitario era già pendente un ordine di custodia con obbligo di firma a causa di precedenti atti violenti compiuti contro cittadini e forze dell'ordine;

   poco dopo lo spietato omicidio l'uomo, in evidente stato di alterazione, è stato fermato dai carabinieri con un taser;

   si tratta dell'ennesimo episodio di barbarie che si iscrive nel lungo elenco di crimini commessi da extracomunitari presenti illegalmente sul territorio italiano;

   nelle città italiane si sono moltiplicati i casi di aggressioni immotivate e casuali, utilizzando anche pericolosi corpi contundenti – bottiglie rotte, coltelli e bastoni – ai danni di innocui passanti e membri delle forze dell'ordine. Si tratta di fatti divenuti ormai abituali, in particolare nelle stazioni ferroviarie e persino nelle prigioni, dove sono accaduti numerosi casi di aggressioni perpetrate ai danni di agenti della polizia penitenziaria;

   a ciò si aggiunga il fatto che, sovente, gli agenti di pubblica sicurezza non possono difendersi efficacemente facendo uso delle armi in dotazione per evitare il rischio di incorrere nel reato di eccesso di legittima difesa, ponendo quindi a rischio la propria stessa vita perché privi di strumenti idonei alla soluzione del problema;

   in molti malviventi, a causa della reiterazione di tali fatti, si è oramai ingenerato un diffuso senso di impunità, fatto che acuisce ulteriormente il conseguente senso di insicurezza e di vulnerabilità sociale diffuso tra i cittadini, di cui ben si comprendono anche i timori per la propria incolumità, rendendo intollerabile una situazione sociale già molto difficile;

   naturalmente sono in corso le indagini sull'omicidio della donna a Rovereto in attesa del giusto processo, mentre è stata annunciata l'emanazione in autunno di un nuovo «pacchetto sicurezza» –:

   se si ritenga necessario adottare iniziative volte a estendere l'uso di strumenti di dissuasione, dotando tutte le forze dell'ordine che operano su tutti i territori della nazione e, in particolare, la polizia penitenziaria e quella ferroviaria di pistole elettriche, poiché appaiono lo strumento idoneo, utile e necessario per interrompere comportamenti criminali, garantendo contemporaneamente la sicurezza, sia dei malviventi che delle forze dell'ordine, durante gli interventi necessari a frenare i reiterati episodi di aggressioni violente compiuti ai danni di chiunque, sia privati cittadini che appartenenti alle forze dell'ordine;

   se intendano considerare l'ipotesi di adottare iniziative normative al fine di prevedere l'immediata espulsione delle persone extracomunitarie illegalmente presenti sul territorio nazionale, compresi quelli in attesa di processo per il compimento di reati come, ad esempio, quelli contro il patrimonio o quelli per comportamenti violenti, considerando che tali individui, se rilasciati in libertà ed essendo senza lavoro e fissa dimora, come dimostrato dai tanti casi già verificatisi, giungono sovente al compimenti di ulteriori, più gravi e pericolosi reati.
(4-01491)


   ASCARI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   si è appreso da fonti di stampa della recente intervista al quotidiano La Verità del pubblico ministero della procura di Rovereto, V.D.T., titolare delle indagini sull'omicidio di I.S., aggredita, massacrata con calci e pugni e violentata nel parco Nikolajevka del quartiere Santa Maria a Rovereto, in provincia di Trento, da C.N., uomo senza fissa dimora, con precedenti penali;

   sembrerebbe che il pubblico ministero, in ordine alla pericolosità sociale dell'omicida, abbia dichiarato che lo stesso non avesse dei precedenti penali gravi né tali da giustificare un'espulsione, né altre misure restrittive;

   nessuna precedente condotta sarebbe stata tale da destare allarme sociale, eppure una donna è stata violentata e massacrata da un uomo già segnalato per episodi di violenza;

   invero, tra le dichiarazioni rese dal pubblico ministero sul conto dell'omicida, si citano le seguenti: «aveva una puntualità nel fare la firma che se gli studenti di oggi fossero così puntuali a scuola saremmo a cavallo. Era anche collaborativo, una persona assolutamente corretta»; «che poi la droga... quella roba lì, bisogna vedere... è vero, non è vero... arrestato in flagranza con 56 dosi la responsabilità... bisogna vedere... soprattutto in quelle indagini lì... si fa il nome... poi bisogna vedere...»; «se si va in Olanda non è nemmeno considerato reato (ride, ndr) io non so... dai manager ai bancari, tutti...»;

   e ancora: «Questa non era una posizione né pericolosa... lo vedevano... adesso tutti dicono... ma lo si vedeva al parco che si allenava... e poi io non lo so cosa sia successo...», aggiungendo: «è un uomo che fisicamente è spettacolare. Quello lì doveva andare a fare le Olimpiadi, a fare i mondiali di pugilato, non lo so... mi capisce? Quello lì doveva andare in pista!»;

   a parere dell'interrogante tali dichiarazioni costituiscono fatti gravissimi e potenzialmente pericolosi, non potendosi certamente ritenersi ammissibile e condivisibile, come nel caso di specie, la minimizzazione di ipotesi di reato, tanto più se operata da un procuratore della Repubblica;

   a parere dell'interrogante, simili esternazioni e le ancor più gravi manifestazioni che appaiono come di apprezzamento sulla persona indagata per omicidio non sono accettabili né tollerabili –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti;

   se e quali iniziative abbia adottato o intenda adottare per verificare l'esistenza di presupposti per l'esercizio dell'azione disciplinare nei confronti dell'autorità giudiziaria coinvolta nella vicenda.
(4-01493)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazione a risposta in Commissione:


   ROGGIANI, PELUFFO e FOSSI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   Fimer è un'azienda italiana con sede principale a Vimercate e che possiede uno stabilimento sito in Terranuova Bracciolini (Arezzo) specializzato nello sviluppo e nella produzione di soluzioni per la conversione di energia – in particolare colonnine di ricarica elettrica e pannelli fotovoltaici – che da tempo versa in una situazione di crisi. La crisi riguarda oltre 300 lavoratori – che arrivano a 500 con l'indotto – che da mesi subiscono ritardi o assenza di pagamento degli stipendi e continuano, insieme alle loro famiglie, a vivere in una condizione di perenne incertezza riguardo il loro futuro;

   la società si trova da tempo in una condizione di dissesto finanziario per cause di malagestione. Dopo una prima procedura di concordato presso il tribunale di Arezzo – dove la società e il suo consiglio di amministrazione attualmente in carica ha rifiutato di sottoscrivere offerte che avrebbero consentito il salvataggio e il rilancio della società – in data 2 giugno 2023 il tribunale ha chiuso il concordato accogliendo l'istanza mossa dal consiglio di amministrazione di Fimer di riconoscere come competente il tribunale di Milano. Lunedì 19 giugno 2023 Fimer ha depositato presso il tribunale di Milano una richiesta di pre-concordato in bianco che è stata accettata dal tribunale in data 27 giugno 2023, accordando a Fimer due mesi di tempo per presentare un piano entro la scadenza del 21 agosto 2023;

   successivamente la proprietà ha sottoscritto un accordo vincolante con la società di investimenti GreyBull insieme a McLaren applied per l'acquisizione del 100 per cento di Fimer. Offerta del valore complessivo di 50 milioni di euro, di cui 10 immediatamente disponibili per la continuità finanziaria dell'azienda, e che prevede la nomina di un nuovo consiglio di amministrazione. Il consiglio di amministrazione, in disallineamento con la proprietà, ha invece notificato al tribunale di Milano la disponibilità ad investire da parte di un altro operatore, quale Clementy. Il tribunale ha preso atto di questa disponibilità e richiesto che Clementy versi i primi 5 milioni di euro offerti per la continuità aziendale entro e non oltre il 6 agosto 2023, di cui ad oggi non è stata fornita alcuna evidenza da parte dell'investitore;

   il dilungarsi dei tempi per la risoluzione di questa crisi sta depauperando l'azienda non solo dal punto di vista finanziario, ma anche di know how e di competenze, oltre che distruggendo la capacità produttiva dell'azienda ormai incapace di sostenere turni standard di produzione per assenza di pezzi e componenti;

   desta quindi preoccupazione la possibilità che, a fronte di una solida offerta e con fondi verificati e immediatamente disponibili come quella presentata da GreyBull – che mette sul piatto 50 milioni di euro, di cui 10 di finanza immediata e che nel progetto ha un partner industriale verificato e autorevole come McLaren applied – il consiglio di amministrazione di Fimer stia – con ulteriore dispendio di tempo – facendo prevalere l'offerta del family office Clementy, che non ha fornito prove di disponibilità dei fondi, non offre nessuna garanzia di trasparenza, né tantomeno prospettive di un reale rilancio aziendale per un'azienda impegnata nella produzione di beni strategici per l'economia nazionale e per lo sviluppo del piano di transizione ecologica –:

   se siano a conoscenza di quando indicato in premessa;

   se non ritengano opportuno intervenire, per quanto di competenza, per tutelare in questa delicata fase i lavoratori della Fimer e la produttività di un'azienda che opera e produce beni strategici per la competitività italiana e per sostenere il processo di transizione ecologica in atto.
(5-01244)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta scritta:


   ILARIA FONTANA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il Sistema nazionale di ciclovie turistiche è stato definito dal decreto interministeriale del 29 novembre 2018 ed è stato finanziato per 361 milioni di euro;

   la Ciclovia del Garda, oggetto del protocollo di intesa sottoscritto in data 9 agosto 2017 tra il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, e la regione Veneto, la regione Lombardia e la provincia autonoma di Trento (capofila), è un progetto che fa parte del Sistema nazionale di ciclovie turistiche e interessa un ambito interregionale;

   tra gli obiettivi di tale struttura ad anello, regolamentata a livello nazionale-interregionale-territoriale, sono stati definiti, oltre allo sviluppo del ciclo-turismo e all'incentivazione del sistema di intermodalità di trasporto auto-treno-autobus-bicicletta-battello, anche la promozione del patrimonio storico-artistico, la valorizzazione del territorio, delle sue emergenze storiche, architettoniche e naturalistiche. La sua realizzazione deve, quindi, essere strettamente collegata alla valorizzazione del territorio, da perseguire tenendo conto della conformazione naturale dei siti;

   la sezione del tracciato della ciclovia in territorio trentino, pari a 19 chilometri, prevede lunghe tratte a sbalzo su rocce per un totale complessivo di quasi 5 metri di sporgenza dalle pareti rocciose, circostanza che richiederà la realizzazione di pesanti strutture metalliche agganciate alle pareti mediante trivellazioni, scassi e gettate di cemento armato, oltre alla necessaria copertura per il pericolo di caduta massi;

   tale proposta progettuale richiede alti costi di manutenzione, oltre a produrre un impatto ambientale notevole sulla biodiversità;

   secondo l'articolo 7 del decreto interministeriale del 29 novembre 2018 la realizzazione degli interventi del Sistema nazionale delle ciclovie turistiche deve comunque rispettare, ai fini dell'ammissione al finanziamento, i requisiti di pianificazione e gli standard tecnici di progettazione di cui all'allegato 4 del decreto stesso;

   l'articolo 8 del decreto interministeriale del 29 novembre 2018 prevede un tavolo permanente di monitoraggio per il raggiungimento degli obiettivi in termini di fattibilità tecnica ed economica, nonché supportare i decisori in merito ad eventuali azioni correttive –:

   quali attività siano state svolte per assicurare la sussistenza dei criteri di salvaguardia e valorizzazione paesaggistica ed ambientale, di sicurezza e di sostenibilità economica, nonché del rispetto degli standard di progettazione citati in premessa;

   quali alternative tecniche siano state prese in considerazione nel tratto di ciclovia citato in premessa e quali indicazioni abbia fornito in merito il tavolo tecnico previsto dal citato decreto interministeriale del 29 novembre 2018.
(4-01490)


   GIRELLI, GHIO, FERRARI, FORATTINI e MALAVASI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   la linea alta velocità Milano-Roma-Napoli risulta essere uno delle direttrici commerciali più importanti della nostra penisola e in questo periodo risulta essere molto utilizzata non solo dagli abituali clienti che si spostano per lavoro, ma anche e soprattutto da turisti italiani e stranieri che vorrebbero usufruire di uno strumento comodo, veloce, anche se non sempre economico, quale alternativa all'uso del veicolo privato o dell'aereo di linea;

   risulta agli interroganti che nel mese di luglio e nei primi giorni di agosto 2023 numerose sono state le interruzioni e i ritardi, anche di ore, che hanno coinvolto treni e linea dell'alta velocità in questione;

   si considera la strategicità della tratta in questione, che, pure essendo linea commerciale, rappresenta per il sistema Paese Italia un'autentica cartina al tornasole relativamente alla possibilità di dimostrare di essere al passo con i Paesi più moderni ed efficienti –:

   quali siano i dati relativi ai ritardi del mese di luglio e dei primi giorni di agosto 2023, anche a confronto con lo stesso periodo del 2022, e, più in generale, un report sull'indice di puntualità mensile della tratta relativo agli ultimi dieci mesi;

   quali iniziative il Ministro interrogato abbia messo o intenda mettere in campo per sollecitare sia il gestore della linea che i vettori interessati in merito alla risoluzione dei disagi che gli utenti/utilizzatori stanno subendo in questo periodo.
(4-01494)

INTERNO

Interrogazioni a risposta orale:


   CATTOI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   sconcerto e rabbia ha destato nell'opinione pubblica la tragedia di Rovereto, che ha visto una donna, Iris Setti, vittima della furia omicida di un extracomunitario, un 37enne nigeriano, Chukwuka Nweke, già protagonista di diversi atti violenti in città; l'aggressore ha ucciso a pugni e sassate la 61enne Iris Setti dopo una tentata violenza sessuale nel parco Nikolajewka di Rovereto;

   l'episodio è avvenuto il 6 agosto 2023, a soli otto giorni dal massacro di un'altra donna, Mara Fait, infermiera 63enne in pensione, uccisa a colpi d'accetta davanti al portone di casa e agli occhi dell'anziana madre per mano di un vicino di casa di origini albanesi;

   gli episodi accendono i riflettori sull'emergenza sicurezza nella città di Rovereto e, più in generale, sui problemi derivanti da malagiustizia e immigrazione incontrollata nel nostro Paese;

   nel caso di Iris Setti sembra si tratti di una tragedia annunciata; le sorelle del killer avevano denunciato le violenze del senzatetto diversi giorni prima del delitto, mostrando i lividi sui rispettivi corpi e chiedendo per lui addirittura il trattamento sanitario obbligatorio;

   i precedenti di Nweke, infatti, erano diversi: tre arresti, reati che vanno dallo spaccio alla violenza privata, dalla resistenza al pubblico ufficiale alle lesioni, dal danneggiamento agli atti osceni e persino all'evasione; ma nonostante questo lungo elenco, la questura di Trento non è riuscita a farlo espellere dall'Italia, anche perché la madre ha la cittadinanza italiana;

   ad alimentare le polemiche anche le dichiarazioni della pubblico ministero Del Tedesco, che a mezzo stampa a giudizio dell'interrogante di fatto difende il killer, definendo i precedenti «robetta», e dichiarando «è un uomo fisicamente spettacolare (...) doveva andare a fare le olimpiadi, a fare i mondiali di pugilato, non lo so (...) doveva andare in pista»; «aveva una puntualità nel fare la firma che se gli studenti di oggi fossero così puntuali a scuola saremmo a cavallo» –:

   se e quali iniziative di competenza il Ministro dell'interno intenda adottare per migliorare la sicurezza nella città di Rovereto e, nello specifico, se non ritenga urgente rafforzare la presenza delle forze dell'ordine nella Bassa Vallagarina;

   se e quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, il Ministro della giustizia intenda adottare in merito alla vicenda esposta in premessa, al fine di evitare il protrarsi nel delinquere di persone attenzionate, anche alla luce delle dichiarazioni della pubblico ministero sopra menzionate;

   se quali misure urgenti il Governo intenda porre in essere per velocizzare e garantire l'espulsione dall'Italia degli immigrati criminali.
(3-00602)


   BATTILOCCHIO, NEVI, BAGNASCO e PELLA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 4 agosto 2023 Medici senza frontiere ha presentato il rapporto «Vietato passare – La sfida quotidiana delle persone in transito respinte e bloccate alla frontiera franco-italiana» sulle condizioni dei migranti in transito nella città di Ventimiglia sistematicamente respinti dalla polizia francese, talvolta con violenza, trattamenti inumani e degradanti e privazione temporanea della libertà personale;

   molte delle persone incontrate e assistite da Medici senza frontiere (tra le quali anche persone vulnerabili, come minori non accompagnati, donne incinte o con bambini, anziani e individui con patologie mediche) hanno raccontato di violazioni da parte delle autorità francesi durante le procedure di notifica del refus d'entré (rifiuto d'ingresso), menzionando, ad esempio, trascrizioni imprecise dei dati personali, la fornitura imparziale o insufficiente di informazioni da parte delle autorità o l'assenza di mediatori interculturali;

   sempre secondo Medici senza frontiere, solo nella prima metà del 2023, si sarebbero registrati almeno quattro casi di separazione familiare durante i respingimenti;

   questa situazione sta mettendo in seria difficoltà le autorità locali di Ventimiglia. Non è possibile lasciare alle nostre regioni, a cominciare da Piemonte e Liguria, e ai comuni l'onere della gestione di persone (anche donne e bambini) che vengono respinte e che si ritrovano a vagare nelle città senza una dimora, spesso anche in condizioni igieniche molto precarie;

   in questo contesto va salutata positivamente l'approvazione, con relativo finanziamento, da parte del Ministero dell'interno, il 2 agosto 2023, del progetto volto alla realizzazione di un punto di assistenza diffusa che sorgerà presso la struttura della Caritas Intemelia a Ventimiglia;

   vi è l'esigenza di procedere in tempi brevi alla realizzazione dei lavori al fine di rendere al più presto fruibile il punto di assistenza diffusa a favore di donne, famiglie e a soggetti vulnerabili, nell'ambito del quale possa essere assicurata l'assistenza sanitaria, l'assistenza legale e quanto occorre per garantire la permanenza, a durata limitata, degli ospiti;

   contestualmente, occorre celermente portare a termine la predisposizione del «Patto per la sicurezza di Ventimiglia», utile strumento di accordo e programmazione delle attività sui temi della sicurezza delle città;

   il flusso migratorio in arrivo in Italia è per lo più costituito da migranti che desiderano in realtà spostarsi in altri Paesi d'Europa. Respingerli nottetempo alla frontiera, anche con la forza dell'esercito, ad avviso degli interroganti non solo è disumano, ma non rappresenta una soluzione adeguata;

   quello che si ripete da anni alla frontiera italo-francese di Ventimiglia è inaccettabile principalmente per due motivi: da un lato si scardinano i valori fondamentali della solidarietà e della cooperazione intergovernativa su cui si fonda l'Unione europea e, dall'altro, si mette in discussione la tutela dei diritti umani e si mette a rischio la sicurezza pubblica –:

   quali ulteriori misure il Ministro interrogato intenda porre in essere per un'ordinata gestione del flusso migratorio al confine con la Francia e quali passi intenda muovere presso le istituzioni europee affinché questi respingimenti cessino e inizi da subito la costruzione di una politica comunitaria per controllare questo fenomeno, senza lasciare sola l'Italia nella gestione dei cosiddetti spostamenti secondari.
(3-00603)

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   SERRACCHIANI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il prefetto di Trieste ha ribadito sulla stampa che esiste un progetto per realizzare un nuovo hotspot in Friuli Venezia Giulia e che una decisione è stata già assunta, assicurando che, fatti salvi i termini di concreta fattibilità e i tempi di realizzazione, l'idea precisa esiste già;

   la situazione regionale è nota dal punto di vista della pressione migratoria esercitata dagli arrivi dalla rotta balcanica ed è paragonabile all'emergenza del 2016, con la differenza che all'orizzonte non si prospettano soluzioni di alleggerimento;

   come dichiarato dal prefetto di Trieste, i trasferimenti dal Ministero dell'interno sono diminuiti ed è ragionevole supporre che le altre regioni avranno difficoltà a ricollocare i richiedenti asilo dal Friuli Venezia Giulia, come da allarme del Veneto, dove il presidente Anci paventa la necessità per i prefetti di ricorrere all'utilizzo di tendopoli per l'accoglienza. Anche in Friuli Venezia Giulia il problema è il medesimo;

   il commissario del Governo in Friuli Venezia Giulia Valenti e il prefetto di Udine Marchesiello hanno dichiarato, in relazione all'ipotesi Jalmicco (Palmanova), che non è stata individuata ancora una struttura e che ci sono diverse possibili soluzioni;

   sono insistenti e non formalmente smentite le ipotesi della stampa sull'intenzione di collocare nuove strutture proprio a Jalmicco, mentre le smentite del sindaco Dipiazza su un hotspot a Trieste non sono corroborate da fonti del Ministero dell'interno;

   sono note le sofferenze che da anni patisce Gradisca d'Isonzo per la presenza di un centro di accoglienza per richiedenti asilo e di un centro di permanenza per i rimpatri, con l'amministrazione comunale che ha più volte chiesto a larga e trasversale maggioranza la chiusura della struttura –:

   se il Ministro interrogato ritenga di rendere pubblica quanto prima la decisione sul luogo in cui dovrebbe sorgere la struttura o almeno la rosa ristretta delle ipotesi che certamente sono in mano ai rappresentanti del Governo in Friuli Venezia Giulia;

   se il Ministro interrogato intenda confrontarsi con i territori potenzialmente coinvolti dall'impianto di un hotspot o calerà dall'alto questa decisione sugli enti locali, senza preavviso, dialogo né possibilità di trattativa;

   se intenda rendere noti con la massima precisione e tempestività dettagli e impatto di tutta l'operazione, a cominciare dal fare chiarezza sulla natura o meno di centro di detenzione per centinaia di persone;

   se sia in grado di indicare i tempi previsti per il suo completamento e piena operatività, il numero massimo di persone che si prevede possano esservi ospitate, le misure che saranno adottate nel frattempo per gestire i flussi dei migranti in arrivo, quale contingente di nuovo personale delle forze dell'ordine sarà assegnato alla struttura, quante unità di personale amministrativo saranno assegnate al disbrigo delle pratiche, se si prevede di assegnare la gestione della struttura tramite bando e quali soluzioni siano pianificate per i richiedenti asilo nei tempi brevi, posto che al momento vi sono centinaia di persone che dormono all'addiaccio o in strutture inadeguate come il silos di Trieste, per le quali si prospetta lo sgombero ma nessuna alternativa di accoglienza temporanea;

   se corrisponda al vero che si ritiene di equiparare Trieste e il Friuli Venezia Giulia a Lampedusa come punto di primo approdo, nonostante il Friuli Venezia Giulia non sia confine Schengen ma sia coinvolto dai movimenti secondari, su cui il Governo ad avviso dell'interrogante non ha ottenuto alcun risultato a livello di coordinamento di Unione europea;

   se siano intercorsi contatti con la regione Friuli Venezia Giulia al fine di individuare l'area per la realizzazione della struttura e comunque se le modalità di approccio all'emergenza migranti e all'hotspot siano condivise;

   se in Friuli Venezia Giulia sia mai stata prospettata da parte delle prefetture la soluzione proposta alla regione Veneto, dov'è stato firmato un protocollo condiviso tra regione, Anci e prefetture per sperimentare un'accoglienza diffusa.
(5-01245)


   FERRARI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   sabato 4 agosto 2023, intorno alle 22.30 nella città di Rovereto si è consumato un barbaro omicidio. Una donna di 61 anni, attraversando un parco urbano in una zona né isolata né degradata della città, per andare a trovare la madre, è stata aggredita e colpita a morte con pugni e forse con una pietra da un uomo di origine nigeriana senza fissa dimora e con chiari segni di disturbo mentale. Alcuni residenti hanno assistito alla scena dalle proprie abitazioni e, udite le grida della donna, hanno potuto dare l'allarme. Pare che in tale circostanza vi sia stato anche un tentativo di violenza sessuale e di furto. Il responsabile di tale spaventosa aggressione è stato rintracciato poco dopo dai carabinieri in una strada vicina e arrestato. Risultano in possesso degli inquirenti filmati che lo inchiodano senza alcun dubbio. La donna, giunta già esanime e in condizioni disperate all'ospedale Santa Chiara di Trento, è spirata nella notte;

   l'uomo era già noto alle cronache locali perché nel 2022 aveva creato il caos in città dopo aver aggredito un ciclista, essersi scagliato contro i carabinieri, essere saltato sul tettuccio dell'auto di servizio e sul cofano di un'altra auto. Pare che, a seguito di queste violenze, fosse stato già arrestato e sottoposto a misure cautelari e gli fosse stato ritirato il permesso di soggiorno. Ciò nonostante, si trovava al momento a piede libero in attesa di processo. È necessario fare massima chiarezza su che cosa non ha funzionato nella macchina della sicurezza e della prevenzione per capire come tale delitto potesse essere evitato. Questo interrogativo deve trovare risposte nella catena delle responsabilità –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare al fine di predisporre ogni necessario approfondimento e una dettagliata ricostruzione della vicenda per capire che cosa non abbia funzionato e perché un soggetto già noto per la sua violenza e i suoi conclamati disturbi mentali abbia potuto agire nuovamente e in modo così tragico.
(5-01248)

Interrogazioni a risposta scritta:


   PENZA, CARAMIELLO e CAFIERO DE RAHO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la criminalità organizzata nella città di Afragola negli ultimi tempi continua a balzare agli onori delle cronache per diversi preoccupanti episodi;

   è notizia recente di un'ennesima sparatoria che vede ferito un uomo, raggiunto da alcuni colpi di pistola a pochi metri dal commissariato di Afragola nel quartiere Salicelle, quartiere popolare, nato nell'ambito della legge n. 219 del 1981, post terremoto, per dare un tetto ai meno abbienti e/o terremotati;

   nei giorni precedenti erano stati già esplosi 12 colpi nei pressi della Torre A sempre delle palazzine popolari delle Salicelle;

   dalle testate giornalistiche si legge che «le indagini sono ancora in corso ed è presto per avanzare ipotesi, ma l'evento sembra essere legato alla guerra per il traffico di droga che si è creata dopo l'abbandono delle piazze da parte dei vecchi clan (i cui vertici sono ora tutti in carcere)»;

   settimane prima si sono registrati momenti di terrore nella piazza Gianturco, dove due gruppi si erano affrontati, pistole alla mano, nel cuore della movida della piazza, causando il panico generale;

   ormai si vive in un clima di terrore dal centro alla periferia della città e ciò comporta l'aumento della sfiducia dei cittadini nei confronti delle stesse autorità;

   questi episodi di allarmante spinta criminogena vanno ad aggiungersi ad un già precario controllo del territorio da parte delle istituzioni e delle forze di polizia, ove, purtroppo, si registrano un aumento del fenomeno dei furti delle autovetture, in special modo nei luoghi della movida (piazza Gianturco, rione Sportiglione, strada Statale Sannitica 87 e trav.), e di altri reati di microcriminalità, andando a minare la sicurezza pubblica;

   la città di Afragola conta oltre 65.000 abitanti con un'atavica carenza di servizi e di politiche attive a tutela del territorio e del cittadino. Per cui la città oggi non può essere vissuta appieno dai cittadini, che, sempre più frequentemente, lamentano il disagio di una diffusa illegalità senza alcuna tutela;

   la salvaguardia dell'ordine pubblico, oltre ad avere una funzione repressiva, deve ricomprendere ogni determinazione capace di evitare l'insorgere dei conflitti e il loro degenerare in episodi di turbativa e di tutelare l'ordine pubblico. Ciò significa soprattutto prevenire le cause che potrebbero minare l'ordine pubblico e, in tale ottica, svolgono un ruolo fondamentale le istituzioni e, in particolare, il prefetto a servizio delle istituzioni e del cittadino;

   la città necessita di una variazione di tutela di ordine pubblico quale prevenzione degli atti collettivi di violenza ed arbitrio, ma anche come garanzia dell'ordine sociale come quieto svolgimento della vita comunitaria;

   ad oggi, nonostante la presenza di un commissariato di Polizia di Stato, di una stazione dei Carabinieri e della polizia locale, servizio attivo fino alle 21, non si riesce a garantire la tutela e la garanzia dell'ordine pubblico. Le forze deputate al controllo del territorio lamentano carenza di personale e, talvolta, di fondi per garantire lo straordinario alla polizia locale;

   l'interrogante si unisce ai tanti cittadini in un accorato appello di salvaguardia dell'ordine pubblico e della sicurezza –:

   se il Ministro interrogato intenda avere un continuo contatto con tutti i livelli istituzionali e sociali, prestando un'attenzione costante ad emergenti tensioni sociali e conflitti, mirato ad attivare, ove necessario, iniziative idonee a garantire il normale svolgimento della vita di relazione e la libera operatività delle istituzioni;

   se sia prevista, con urgenza, unitamente al prefetto di Napoli, quale responsabile provinciale dell'ordine e della sicurezza pubblica, e al procuratore della direzione distrettuale antimafia di Napoli, avvalendosi del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, la predisposizione dei piani coordinati di controllo del territorio.
(4-01480)


   ASCARI, CARAMIELLO e FEDE. — Al Ministro dell'interno, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   si apprende da fonti di stampa e dalla pubblica denuncia del Sindacato italiano unitario dei lavoratori della polizia (Siulp) dell'ennesima aggressione occorsa ai danni del personale ferroviario;

   l'atto di violenza denunciato, che aggrava il quadro di un fenomeno in forte crescita e sempre più preoccupante, sarebbe stato compiuto il 18 luglio 2023, sul convoglio partito dalla stazione di Roma Termini e diretto all'aeroporto di Fiumicino. In particolare, alla richiesta di esibire il biglietto, un gruppo, composto da sei ragazzi, essendone sprovvisto, avrebbe iniziato a picchiare con pugni e calci il capotreno, costretto al ricovero in pronto soccorso;

   successivamente identificati dal personale di polizia in servizio all'interno dell'aeroporto, i sei aggressori sarebbero stati denunciati a piede libero;

   secondo il sindacato, i dati segnalano un'aggressione ogni pochi minuti, decine nell'ultimo mese in danno del personale delle Ferrovie dello Stato, anche e soprattutto in ragione del fatto che tali violente azioni sarebbero alimentate da un senso di impunità;

   si tratta di numeri inaccettabili: non è più procrastinabile l'intervento e l'adozione da parte delle istituzioni di misure urgenti volte a reprimere tali comportamenti –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa;

   se e quali iniziative, nell'ambito delle proprie competenze, anche di carattere normativo, ritengano opportuno adottare al fine di risolvere le criticità rappresentate in premessa, garantendo la dovuta sicurezza e tutela dei lavoratori del settore, estendendone l'applicazione anche alle helping profession, per scongiurare il rischio dell'intensificarsi del fenomeno.
(4-01482)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SIMIANI, FOSSI, BONAFÈ, FURFARO, BOLDRINI, GIANASSI, DI SANZO e SCOTTO. — Al Ministro dell'istruzione e del merito, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   con il decreto ministeriale 2 agosto 2022, n. 203, il Ministero dell'istruzione e del merito ha stanziato nuove risorse per la realizzazione dell'investimento 1.3 «Piano per le infrastrutture per lo sport nelle scuole» – missione 4 – componente 1 del Piano nazionale di ripresa e resilienza, per un totale di euro 331.780.036,90;

   una parte di tali risorse, pari a euro 29.764.262,75, è stata destinata alle province, alle città metropolitane, agli enti di decentramento regionale e alla regione autonoma Valle d'Aosta per gli interventi di messa in sicurezza e per la realizzazione di nuove costruzioni;

   con il decreto ministeriale 7 dicembre 2022, n. 320, sono stati destinati 255.619.430,52 euro al finanziamento degli interventi sulle palestre scolastiche candidati da province, città metropolitane ed enti di decentramento regionale nell'ambito dell'avviso pubblico protocollo n. 48040 del 2 dicembre 2021, non finanziati in precedenza;

   sulla base di tali atti sono stati ammessi al finanziamento anche i seguenti progetti presentati dalle province della Toscana per la riqualificazione/realizzazione ex novo di aree all'aperto destinate ad attività sportive scolastiche:

    a) provincia di Arezzo:

     1. CUP I75E22000130006 per un importo richiesto di euro 2.279.700,00;

    b) provincia di Grosseto:

     1. CUP F59I22000010006 per un importo richiesto di euro 4.351.820;

     2. CUP F39I22000110006 per un importo richiesto di euro 3.086.840;

    c) provincia di Livorno:

     1. CUP J27H22000480001 per un importo richiesto di euro 2.013.946,88;

     2. CUP J47H22000200001 per un importo richiesto di euro 1.165.225,28;

    d) provincia di Massa-Carrara:

     1. CUP H31B22001070006 per un importo richiesto di euro 1.183.200,00;

     2. CUP H81B22000670006 per un importo richiesto di euro 2.040.000,00;

    e) provincia di Pistoia:

     1. CUP H59I22000050009 per un importo richiesto di euro 650.000,00;

     2. CUP H53D21002750006 per un importo richiesto di euro 291.000,00;

     3. CUP H35F22000070006 per un importo richiesto di euro 170.000;

   le menzionate province della Toscana, a più di un mese di distanza dall'aver avanzato le richieste di anticipazione, non hanno ancora ricevuto gli acconti relativi ai progetti richiamati, nonostante in alcuni casi abbiano trasmesso richieste ufficiali all'unità di missione e si siano attivate per mettere a conoscenza della situazione anche le strutture dirigenziali del Ministero dell'economia e delle finanze –:

   quale sia lo stato di attuazione degli interventi riconducibili agli investimenti 1.3 «Piano per le infrastrutture per lo sport nelle scuole» e 3.3 «Piano di messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole» – missione 4 – componente 1 del Piano nazionale di ripresa e resilienza;

   quali siano le ragioni che finora non hanno consentito l'accredito da parte del Ministero dell'istruzione e del merito delle somme richieste agli enti suddetti;

   quando verranno accreditate le somme spettanti alle province di cui sopra.
(5-01243)

Interrogazione a risposta scritta:


   L'ABBATE. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   come è noto, l'articolo 12 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 60, ha previsto interventi sui percorsi a indirizzo musicale delle scuole secondarie di primo grado, la cui disciplina è stata definita con il decreto ministeriale 1° luglio 2022, n. 176, emanato di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, registrato dagli organi di controllo;

   l'istituto comprensivo «De Gasperi-Pende» in Noicattaro (Bari) ha aderito al bando per l'autorizzazione dei percorsi ad indirizzo musicale di cui alla nota n. 10313 del 17 aprile 2023 e in data 18 aprile 2023 ha presentato regolare documentata domanda;

   in data 29 aprile 2023 veniva pubblicato sul sito uspbari.it il decreto n. 11806 del 28 aprile 2023 di autorizzazione dei nuovi percorsi ad indirizzo musicale - anno scolastico 2023/2024 nel quale l'istituto comprensivo «De Gasperi-Pende» di Noicattaro (Bari) non risultava inserito, nonostante avesse, a quanto risulta all'interrogante, tutti i requisiti richiesti nel suddetto bando di autorizzazione;

   il territorio di Noicattaro, Rutigliano e Cellamare non ha alcun percorso musicale attivato, nonostante si tratti di territori interessati da forti flussi migratori per i quali sarebbe auspicabile un ampliamento dell'offerta formativa, riconoscendo, come finalità prioritaria, la valenza educativa e formativa dell'avvio alla pratica di uno strumento musicale;

   peraltro, sulla vicenda si è già espresso con ordinanza cautelare il tribunale amministrativo regionale della Puglia del 21 luglio 2023, il quale, su ricorso presentato da alcuni genitori di alunni esclusi, ha evidenziato la necessità del riesame, sottolineando un'inesatta applicazione dei criteri di cui al decreto ministeriale 1° luglio 2022, n. 176, nonché una totale assenza di motivazione nell'ambito della procedura espletata per autorizzare i percorsi ad indirizzo musicale per l'anno scolastico 2023/2024 da parte dell'ufficio scolastico regionale per la Puglia ufficio III - ambito territoriale per la provincia di Bari;

   è quanto mai necessario, a parere dell'interrogante, incentivare l'attivazione del percorso di orientamento musicale, che rappresenta un valido strumento didattico che consente all'alunno di vivere effettivamente l'esperienza musicale e di avere in comune con i compagni le attività di musica d'insieme che danno, inevitabilmente, vita a momenti di straordinaria crescita emotiva e culturale;

   presso l'istituto comprensivo «De Gasperi-Pende» l'inizio delle attività didattiche è previsto per il 12 settembre 2023 e si rischia, quindi, di cominciare l'anno scolastico non avendo l'attivazione del percorso musicale –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione sopra descritta e quali iniziative di competenza intenda assumere al fine di ovviare alle criticità evidenziate, con particolare riguardo all'attivazione del percorso ad indirizzo musicale nell'istituto comprensivo «De Gasperi-Pende» in Noicattaro (Bari), di cui è rimasto sprovvisto nonostante la sussistenza dei requisiti richiesti nel suddetto bando.
(4-01486)

PROTEZIONE CIVILE E POLITICHE DEL MARE

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   L'ABBATE, PAVANELLI, CARAMIELLO e FEDE. — Al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare. — Per sapere – premesso che:

   la legge 17 maggio 2022, n. 60, recante «Disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell'economia circolare» (cosiddetta «legge Salvamare»), rappresenta una delle leggi più importanti varate in Italia in tema di tutela dell'ambiente, delle biodiversità e per la lotta ai rifiuti plastici;

   la «legge Salvamare» è fondamentale per contribuire al risanamento dell'ecosistema marino, sensibilizzando la collettività per prevenire gli abbandoni di rifiuti nelle acque italiane, oltre ad essere indispensabile per la salute pubblica, consentendo ai pescatori di portare a terra la plastica recuperata con le reti, invece di scaricarla in mare, e di poter installare sistemi di raccolta di rifiuti in linea con i principi dell'economia circolare, come richiesto dall'Unione europea;

   la quantità di plastica che ogni giorno finisce in mare continua ad aumentare, provocando danni permanenti all'ambiente e all'uomo: ricerche scientifiche dimostrano che la plastica, sotto forma di microplastiche, è entrata nella catena alimentare ed è presente nell'aria che si respira e nei cibi che si assumono;

   i numeri sono drammatici se si considera che circa il 90 per cento degli animali acquatici ingerisce dei frammenti di plastica e che salirà al 99 per cento se entro il 2050 non si cambierà rotta. Più di 3 miliardi di persone dipendono dalla biodiversità marina e costiera per il loro sostentamento; il pesce fornisce il 20 per cento di proteine animali. Le industrie ittiche marine danno impiego, direttamente o indirettamente, a più di 200 milioni di persone. I prodotti della pesca sono sempre più richiesti nell'alimentazione umana, ma sono sempre meno sani;

   bastano questi numeri per comprendere la centralità di una legge che introduce elementi normativi qualificanti, come un patentino verde per i pescatori che si rendono protagonisti del recupero e del conferimento dei rifiuti in porto, la possibilità, estesa anche ai laghi, fiumi e lagune, di raccogliere liberamente i materiali, ma soprattutto il coinvolgimento di una vasta rete civica e del mondo della scuola per campagne di sensibilizzazione e buone pratiche ambientali;

   ad oggi, ad oltre un anno dalla sua entrata in vigore, questa legge così importante ancora non è operativa perché mancano i decreti attuativi necessari per poterle permettere di intervenire con decisione –:

   quali siano le tempistiche per l'adozione dei provvedimenti attuativi previsti dalla legge n. 17 maggio 2022, n. 60, al fine di garantire la piena operatività delle disposizioni in essa contenute, necessarie per contribuire al risanamento dell'ecosistema marino, alla tutela dell'ambiente, delle biodiversità e per la lotta ai rifiuti plastici, e se il Ministro interrogato intenda avviare, con sollecitudine, un'interlocuzione con il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica al fine di avviare tutte le iniziative necessarie per la compiuta attuazione della legge n. 17 maggio 2022, n. 60.
(5-01246)


   ORFINI. — Al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare. — Per sapere – premesso che:

   nei prossimi giorni, al consiglio della regione Lazio si discuterà l'assestamento in bilancio dove l'assessore Giancarlo Righini ha annunciato l'abolizione dell'agenzia regionale della Protezione civile (istituita con legge bipartisan nel 2014), accorpandola insieme al numero unico per le emergenze 112, in un'unica direzione;

   l'agenzia regionale della Protezione civile rappresenta sin dalla sua istituzione strumento fondamentale per rispondere alle varie emergenze del territorio regionale e, soprattutto, ha sempre risposto in maniera tempestiva ed efficace;

   con questa decisione dell'amministrazione, il presidente Rocca la elimina trasferendo le funzioni ad un'altra direzione regionale, anziché rafforzarla, rischiando così di rallentare la prontezza di intervento in caso di calamità –:

   di quali elementi disponga il Ministro interrogato circa quanto esposto in premessa e se e quali effetti possano derivarne in rapporto all'unitario indirizzo delle funzioni di protezione civile sul territorio nazionale.
(5-01247)