XIX LEGISLATURA
ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME: DOC. LVII, N. 1- BIS
Doc. LVII, n. 1- bis - Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2023
Tempo complessivo: 3 ore e 30 minuti.
Relatore | 20 minuti |
Governo | 20 minuti |
Tempi tecnici | 10 minuti |
Interventi a titolo personale | 30 minuti |
Gruppi | 2 ore e 10 minuti |
Fratelli d'Italia | 26 minuti |
Partito Democratico – Italia democratica e progressista | 18 minuti |
Lega – Salvini premier | 18 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 16 minuti |
Forza Italia – Berlusconi presidente – PPE | 15 minuti |
Azione – Italia Viva – Renew Europe | 11 minuti |
Alleanza Verdi e Sinistra | 9 minuti |
Noi Moderati (Noi Con L'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) – MAIE | 9 minuti |
Misto: | 8 minuti |
Minoranze Linguistiche | 5 minuti |
+Europa | 3 minuti |
COMUNICAZIONI
Missioni valevoli nella seduta
del 2 ottobre 2023.
Albano, Amato, Ascani, Bagnai, Barbagallo, Barelli, Bellucci, Benvenuto, Bignami, Bitonci, Braga, Brambilla, Cappellacci, Carloni, Carrà, Cavandoli, Cecchetti, Cirielli, Colosimo, Enrico Costa, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferrante, Fitto, Foti, Frassinetti, Freni, Gava, Gebhard, Gemmato, Giachetti, Giglio Vigna, Giorgetti, Gribaudo, Gruppioni, Guerini, Gusmeroli, Leo, Lollobrigida, Lupi, Magi, Mangialavori, Mazzi, Meloni, Minardo, Molinari, Mollicone, Molteni, Morrone, Mulè, Nordio, Nazario Pagano, Pastorella, Pichetto Fratin, Prisco, Rampelli, Richetti, Rixi, Roccella, Rotelli, Scerra, Schullian, Francesco Silvestri, Siracusano, Sportiello, Tabacci, Trancassini, Tremonti, Vaccari, Zoffili.
Annunzio di proposte di legge.
In data 28 settembre 2023 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa dei deputati:
PITTALIS ed altri: «Modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, in materia di misure di prevenzione patrimoniali» (1434).
In data 29 settembre 2023 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
DE MARIA ed altri: «Conferimento della medaglia d'oro al valor militare o al valor civile alla memoria al personale delle Forze armate, di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, al personale medico-sanitario, al personale dipendente e ai volontari del Servizio nazionale della protezione civile e al personale dei corpi di polizia locale caduto a causa dell'emergenza epidemiologica del COVID-19» (1438);
PORTA: «Disposizioni di semplificazione amministrativa per favorire il rientro dei giovani italiani e degli italici dall'estero al fine di contrastare i fenomeni di spopolamento e denatalità e di favorire la ripresa economica» (1439).
Saranno stampate e distribuite.
Annunzio di disegni di legge.
In data 28 settembre 2023 è stato presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge:
dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti:
«Interventi in materia di sicurezza stradale e delega per la revisione del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285» (1435).
In data 29 settembre 2023 è stato presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge:
dal Presidente del Consiglio dei ministri e dai Ministri dell'economia e delle finanze e dell'ambiente e della sicurezza energetica:
«Conversione in legge del decreto-legge 29 settembre 2023, n. 131, recante misure urgenti in materia di energia, interventi per sostenere il potere di acquisto e a tutela del risparmio» (1437).
Saranno stampati e distribuiti.
Adesione di deputati a proposte di legge.
La proposta di legge SEMENZATO ed altri: «Istituzione della Giornata nazionale contro la denigrazione dell'aspetto fisico delle persone (body shaming)» (1049) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Cesa.
La proposta di legge CAVO ed altri: «Disposizioni concernenti l'indicazione del comune di nascita, ai fini della formazione dell'atto di nascita, per i figli di genitori residenti in comuni sprovvisti di punti nascita» (1137) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Cesa.
La proposta di legge LUPI ed altri: «Istituzione di presìdi sanitari nei plessi scolastici e negli istituti scolastici paritari» (1192) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Cesa.
La proposta di legge VARCHI ed altri: «Modifiche agli articoli 585 del codice di procedura penale e 10 del codice di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, in materia di termini per l'impugnazione» (1211) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Palombi.
La proposta di legge BICCHIELLI ed altri: «Istituzione del Registro delle associazioni nazionali delle città di identità per la valorizzazione delle produzioni agricole di pregio» (1242) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Cesa.
La proposta di legge MOLLICONE ed altri: «Istituzione e disciplina dei consigli aziendali di gestione, in attuazione dell'articolo 46 della Costituzione» (1310) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Amorese e Ciaburro.
Adesione di deputati a proposte
di inchiesta parlamentare.
La proposta di inchiesta parlamentare ROMANO ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull'aumento dei prezzi delle materie prime, dei beni di consumo e dei servizi» (Doc. XXII, n. 27) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Cesa.
La proposta di inchiesta parlamentare BICCHIELLI ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul rischio idrogeologico e sismico del territorio italiano, sull'attuazione delle norme di prevenzione e sicurezza e sugli interventi di emergenza e di ricostruzione a seguito degli eventi calamitosi verificatisi dall'anno 2009» (Doc. XXII, n. 31) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Cesa.
Trasmissione dal Senato.
In data 29 settembre 2023 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge:
S. 854. – «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104, recante disposizioni urgenti a tutela degli utenti, in materia di attività economiche e finanziarie e investimenti strategici» (approvato dal Senato) (1436).
Sarà stampato e distribuito.
Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.
A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
II Commissione (Giustizia):
TRANCASSINI ed altri: «Modifiche al titolo II della legge 4 maggio 1983, n. 184, per la semplificazione e l'accelerazione delle procedure di adozione dei minori» (1248) Parere delle Commissioni I, V, XII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
IV Commissione (Difesa):
BALDINO e PELLEGRINI: «Disposizioni in materia di idoneità fisica al servizio nelle Forze armate per i soggetti affetti da celiachia e da intolleranze alimentari» (1243) Parere delle Commissioni I, V, XI e XII.
IX Commissione (Trasporti):
TRAVERSI: «Modifiche al codice della navigazione e altre disposizioni recanti misure di semplificazione in materia di ordinamento amministrativo della navigazione, lavoro marittimo e disciplina delle Autorità di sistema portuale» (919) Parere delle Commissioni I, II, IV, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, VIII, XI, XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
DEIDDA ed altri: «Modifiche all'articolo 198-bis del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, in materia di illeciti reiterati e relative sanzioni» (1258) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni) e V.
XII Commissione (Affari sociali):
PANIZZUT ed altri: «Disposizioni in favore dei soggetti affetti da sensibilità chimica multipla» (264) Parere delle Commissioni I, V, VII, VIII, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Commissioni riunite II (Giustizia) e III (Affari esteri):
ONORI ed altri: «Ratifica ed esecuzione del Protocollo addizionale alla Convenzione del Consiglio d'Europa sulla criminalità informatica, riguardante la criminalizzazione degli atti di razzismo e xenofobia commessi a mezzo di sistemi informatici, fatto a Strasburgo il 28 gennaio 2003, nonché modifica all'articolo 604-bis del codice penale» (1197) Parere delle Commissioni I, V, IX e XIV.
Commissioni riunite VIII (Ambiente) e XII (Affari sociali):
SERGIO COSTA ed altri: «Modifiche alla legge 27 marzo 1992, n. 257, recante norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto» (1077) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), X, XI, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Commissioni riunite XI (Lavoro) e XII (Affari sociali):
SCOTTO ed altri: «Introduzione dell'articolo 14-bis del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di relazione annuale sullo stato della sicurezza nei luoghi di lavoro» (1389) Parere delle Commissioni I, V, X, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Trasmissione dal Ministro per la pubblica amministrazione.
Il Ministro per la pubblica amministrazione, con lettera in data 29 settembre 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2, comma 6, del decreto legislativo 25 novembre 2016, n. 218, la relazione concernente gli esiti del monitoraggio sull'attuazione delle prescrizioni del medesimo decreto legislativo n. 218 del 2016, recante semplificazione delle attività degli enti pubblici di ricerca, da parte dell'Istituto nazionale di statistica, riferita all'anno 2022 (Doc. CXXXII, n. 4).
Questa relazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali).
Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.
La Commissione europea, in data 28 e 29 settembre 2023, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali (COM(2023) 533 final), corredata dal relativo documento di lavoro dei servizi della Commissione – Sintesi della relazione sulla valutazione d'impatto (SWD(2023) 313 final), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite V (Bilancio) e X (Attività produttive);
Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione da adottare a nome dell'Unione alla quinta riunione della conferenza delle parti della convenzione di Minamata sul mercurio con riguardo all'adozione di una decisione che stabilisce una soglia per i rifiuti di mercurio in conformità all'articolo 11, paragrafo 2, della convenzione (COM(2023) 541 final), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione da adottare a nome dell'Unione europea alla quinta riunione della conferenza delle parti della convenzione di Minamata sul mercurio con riguardo all'adozione di una decisione che modifica gli allegati A e B di tale convenzione (COM(2023) 542 final), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione da adottare a nome dell'Unione europea in sede di gruppo di lavoro sulle questioni doganali relative ai trasporti per quanto riguarda la proposta di modifica del mandato del gruppo (COM(2023) 548 final), corredata dal relativo allegato (COM(2023) 548 final – Annex), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Proposte di decisione del Consiglio relative rispettivamente alla firma, a nome dell'Unione europea, e all'applicazione a titolo provvisorio, nonché alla conclusione, a nome dell'Unione europea, dell'accordo tra l'Unione europea e il Principato del Liechtenstein su disposizioni complementari in relazione allo Strumento di sostegno finanziario per la gestione delle frontiere e la politica dei visti, nell'ambito del Fondo per la gestione integrata delle frontiere (COM(2023) 549 final e COM(2023) 550 final), corredate dai rispettivi allegati (COM(2023) 549 final – Annex e COM(2023) 550 final – Annex), che sono assegnate in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – 16a relazione finanziaria della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sul Fondo europeo agricolo di garanzia – Esercizio finanziario 2022 (COM(2023) 551 final), che è assegnata in sede primaria alla XIII Commissione (Agricoltura);
Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – 16a relazione finanziaria della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) – Esercizio 2022 (COM(2022) 552 final), che è assegnata in sede primaria alla XIII Commissione (Agricoltura);
Proposta di decisione di esecuzione del Consiglio che modifica la decisione di esecuzione (UE) (ST 10149/2021; ST 10149/2021 ADD 1), del 6 luglio 2021, relativa all'approvazione della valutazione del piano per la ripresa e la resilienza del Portogallo (COM(2023) 555 final), corredata dal relativo allegato (COM(2023) 555 final – Annex), che è assegnata in sede primaria alla V Commissione (Bilancio).
La Commissione europea, in data 29 settembre 2023, ha trasmesso un nuovo testo della proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione dell'accordo tra l'Unione europea e il Montenegro relativo alle attività operative svolte dall'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera in Montenegro (COM(2023) 261 final/2), che sostituisce il documento COM(2023) 261 final, già assegnato, in data 2 maggio 2023, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla III Commissione (Affari esteri), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
La Commissione europea, in data 29 settembre 2023, ha trasmesso un nuovo testo degli allegati della relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – 15ª relazione finanziaria della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sul Fondo europeo agricolo di garanzia – Esercizio finanziario 2021 (COM(2022) 449 final/2 – Annexes 1 to 4), che sostituisce i documenti COM(2023) 449 final – Annexes 1 to 4, già assegnati, in data 15 settembre 2022, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla XIII Commissione (Agricoltura), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 28 settembre, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
Con la predetta comunicazione, il Governo ha inoltre richiamato l'attenzione sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Settima relazione annuale sullo strumento per i rifugiati in Turchia (COM(2023) 543 final), già trasmessa dalla Commissione europea e assegnata alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento.
Trasmissione di documenti connessi ad atti dell'Unione europea.
Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 28 settembre 2023, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 4, commi 3 e 6, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, le relazioni predisposte dalla Rappresentanza permanente d'Italia presso l'Unione europea, riferite al periodo dal 18 al 25 settembre 2023.
Questi documenti sono trasmessi alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) e alle Commissioni competenti per materia.
Trasmissione dalla Commissione europea.
La Commissione europea, in data 27 settembre 2023, ha trasmesso il documento C(2023) 6563 final, recante la risposta della Commissione europea al documento della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) (Doc. XVIII-bis, n. 9), approvato nell'ambito della verifica di sussidiarietà di cui all'articolo 6 del protocollo n. 2 allegato al Trattato di Lisbona, in merito alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un quadro atto a garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche e che modifica i regolamenti (UE) n. 168/2013, (UE) 2018/858, (UE) 2018/1724 e (UE) 2019/1020 (COM(2023) 160 final).
Questo documento è trasmesso alla X Commissione (Attività produttive) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
Atti di controllo e di indirizzo.
Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.
MOZIONI MANZI ED ALTRI N. 1-00177, CASO ED ALTRI N. 1-00185, GRIPPO ED ALTRI N. 1-00186 E SASSO, AMORESE, DALLA CHIESA, LUPI ED ALTRI N. 1-00187 CONCERNENTI INIZIATIVE A FAVORE DEL COMPARTO DELLA SCUOLA E DEL DIRITTO ALLO STUDIO
Mozioni
La Camera,
premesso che:
1) a pochi giorni dall'inizio dell'anno scolastico il settore è fortemente colpito dalla gravità degli effetti prodotti dalle cosiddette riforme realizzate con i primi provvedimenti governativi sulla scuola;
2) tra i primi interventi, l'Esecutivo, con l'approvazione della legge 29 dicembre 2022, n. 197 (legge di bilancio 2023) ha operato importanti tagli, che hanno impattato negativamente sul settore dell'istruzione: è risultata una riduzione di 5 milioni di euro per il 2023, di 13,4 milioni di euro per il 2024 e di 20,2 milioni di euro per il 2025 del Fondo nazionale per il sistema integrato di educazione e di istruzione, prefigurando altresì – a partire dal 2026 – un taglio permanente del medesimo Fondo pari a 18,2 milioni di euro annui;
3) tale Fondo, istituito dall'articolo 12 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, è destinato in particolare, tra l'altro, al finanziamento e al sostegno delle azioni relative ai servizi educativi per l'infanzia (nella fascia 0-6 anni): l'offerta di servizi educativi per l'infanzia occupa una posizione strategica e centrale nell'ambito più generale del sistema educativo poiché la disponibilità di servizi educativi di qualità per l'infanzia rappresenta una leva significativa ed importante per la prevenzione della povertà educativa e per lo sviluppo delle giovani generazioni sin dai primi anni di vita;
4) ancora, il Governo, introducendo, nel disegno di legge di bilancio 2023, una nuova disciplina relativa alla determinazione dei criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi e la sua distribuzione tra le regioni, ha approvato un piano di riduzione del contingente dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi che passeranno dai 6.490 del 2024-2025, ovvero il primo anno in cui entreranno in vigore le norme della manovra 2023, fino ai 3.144 del 2031-2032, con il rischio di un'ulteriore riduzione delle sedi, che rischieranno inevitabilmente di essere accorpate andando ad impattare negativamente su territori già in difficoltà come le aree interne ed il Mezzogiorno;
5) i sindacati di categoria prevedono che questo nuovo anno scolastico inizierà con almeno 200 mila precari, e non verranno coperti tutti i posti vacanti e disponibili. Mancherebbero all'appello oltre 50 mila posti, a cui si aggiungono, tra docenti e Ata, circa 150 mila posti in organico di fatto di cui almeno 117 mila sono per il sostegno agli alunni con disabilità. E le circa 11 mila assunzioni autorizzate per il nuovo anno per il personale Ata, sempre secondo i sindacati, non risolveranno il problema del precariato: le nomine autorizzate, infatti, coprono a malapena il 30 per cento dei posti vacanti;
6) tali dati non rappresentano solo l'avvilente incertezza per il futuro professionale dei lavoratori coinvolti, ma denunciano anche la mancata continuità didattica che viene negata a migliaia di studenti;
7) ad avviso dei sottoscrittori del presente atto di indirizzo, tali politiche avranno, già da questo anno scolastico, effetti molto gravi sulla quantità dell'offerta e sulla qualità del funzionamento delle scuole di ogni ordine e grado;
8) il 2 agosto 2023 – con grande ritardo rispetto ai tempi previsti – è stato firmato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri – previsto dal decreto-legge n. 36 del 30 aprile 2022, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 giugno 2022, n. 79 – che definisce i nuovi percorsi di formazione iniziale degli insegnanti della scuola secondaria di I e II grado;
9) tale decreto, che non è stato ancora pubblicato, prevederebbe l'aumento fino al 50 per cento della possibilità di erogare la formazione in modalità on-line contro la previsione originaria del 20 per cento, e prevederebbe oneri particolarmente gravosi a carico dei futuri docenti che prendono parte ai percorsi universitari di formazione iniziale, essendo state respinte misure dirette a garantire l'applicazione della cosiddetta no tax area anche a tale ambito, così da contenerne i costi;
10) la formazione, soprattutto se effettuata in modo prevalente in presenza, costituisce una leva strategica fondamentale per lo sviluppo professionale del personale, per il necessario sostegno agli obiettivi di cambiamento, per un'efficace politica di sviluppo delle risorse umane;
11) il ritardo nella pubblicazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri – atteso per il 31 luglio 2022 – rischia di compromettere il corretto e puntuale avvio dei nuovi percorsi di formazione iniziale a cui si collega l'obiettivo – previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza – relativo all'assunzione di 70.000 nuovi docenti;
12) a fronte della chiusura e definizione del contratto scuola 2019/2021 nel luglio 2023, al momento non sono ancora definite dal Governo le risorse a disposizione per il nuovo contratto 2022/2024, che dovrebbero già essere inserite nella prossima legge di bilancio;
13) a fianco dei problemi che riguardano il regolare avvio dell'anno scolastico, molti genitori stanno affrontando le spese per l'acquisto dei libri di testo e del materiale necessario, in un contesto di forti aumenti generalizzati;
14) a pochi giorni dall'inizio delle scuole, le famiglie italiane spenderanno 1,45 miliardi di euro per l'acquisto dei libri scolastici per i 4.313.300 studenti iscritti alle scuole secondarie superiori di primo e secondo grado;
15) per ogni studente l'incremento va moltiplicato per il numero dei libri di testo, a cui occorre sommare i costi dei prodotti di cancelleria e dei trasporti, in un contesto socioculturale dove la povertà educativa tocca 1,2 milioni di minori;
16) i dati diffusi da Asso-Utenti riportano le prime stime sul «caro scuola», che costerà tra l'8 e il 10 per cento in più a studente, ma secondo il Sindacato italiano librai e cartolibrai il rialzo medio potrebbe toccare punte del 12 per cento. I prodotti di cartoleria registrano un incremento medio del 9,2 per cento su base annua, a causa dei rincari delle materie prime e dei maggiori costi di produzione;
17) le famiglie che dovranno acquistare da zero il corredo (zaino, diario, astuccio, penne, matite, quaderni e altro) dovranno spendere circa 50 euro in più rispetto al 2022. La spesa per i libri scolastici rappresenta un carico che grava in misura rilevante sulle famiglie italiane e che, nel mese di settembre, arriva ad assorbire circa un terzo della retribuzione di un lavoratore medio. In particolare, per l'acquisto dei libri del primo anno, la spesa per un figlio è di 322 euro per le scuole medie e di 501 euro per le scuole superiori di secondo grado. È quanto emerge da un'indagine realizzata da Adoc ed Eures in tre grandi aree metropolitane del Nord, del Centro e del Sud: Milano, Roma e Napoli;
18) considerando una «famiglia media» con due figli (che frequentano i due differenti cicli scolastici di secondo grado), la spesa che dovrebbe sostenere per l'acquisto dei libri di testo e del materiale scolastico si attesterebbe a circa 800 euro, mentre sarebbe pari a 442 euro per un figlio che frequenti la prima media e a 621 euro per un figlio iscritto al primo anno di una scuola superiore di secondo grado: in quest'ultimo caso la spesa per i libri e per il materiale corredo scolastico di due figli a inizio ciclo andrebbe ad attestarsi a 1.060 euro, senza considerare i costi aggiuntivi;
19) complessivamente, quindi, le famiglie sosterranno in media una spesa pari a circa 2.300 euro per l'intero ciclo scolastico, spendendo 601 euro per i libri di testo nei 3 anni delle scuole medie e circa 1700 euro nei 5 anni delle scuole secondarie superiori;
20) le parole di Eshter Lynch, segretaria generale della Ces (Confederazione europea dei sindacati) evidenziano bene tale dato: «L'inizio del nuovo anno scolastico è sempre impegnativo per le famiglie, ma quest'anno è particolarmente duro a causa dell'inflazione. I tagli ai budget scolastici hanno già imposto un ulteriore onere ai genitori e ora l'aumento del costo del materiale scolastico di base significherà che a un numero maggiore di bambini mancheranno gli elementi essenziali per l'apprendimento. Le persone hanno un disperato bisogno di un aumento salariale per far fronte al costo della vita e tutti i dati mostrano che l'inflazione è guidata da profitti in eccesso e non dai salari. Oltre al sostegno mirato per assistere i genitori, i governi devono anche agire per sostenere il diritto alla contrattazione collettiva in modo che i lavoratori ricevano una giusta quota dei profitti che creano»;
21) l'aumento del costo dei libri scolastici – come riportato dall'analisi dei dati Eurostat da parte della Confederazione europea dei sindacati Ces – oltre a gravare in modo significativo sui bilanci delle famiglie italiane, rischia di avere degli effetti particolarmente gravi nel contesto della crescente povertà infantile europea: in un contesto socioculturale dove la povertà educativa tocca 1,2 milioni di minori ed il numero di minori di 18 anni che vivono a rischio di povertà è aumentato dal 23 per cento al 25 per cento; tra il 2019 e il 2022, il costo per l'istruzione è aumentato due volte più velocemente dei salari di tutta Europa e il prezzo del materiale utile agli studenti come penne, matite, carta, gomme, temperamatite e forbici è salito del 13 per cento tra gennaio e maggio 2023. Un aumento che segue quello dello scorso anno pari all'8 per cento Nel 2019 era stato dell'1,7 per cento;
22) nel 2022, il Ministro pro tempore Bianchi convocò un tavolo sull'editoria scolastica per esaminare gli elementi critici della filiera e offrire risposte concrete ai tanti problemi e disservizi sull'utenza finale osservati negli ultimi anni. Le proposte ufficializzate in quella sede, che richiamano la necessità di vedere riconosciuto a librerie e cartolibrerie un ruolo di partnership con il Ministero per la distribuzione dei libri di testo, offrono una piattaforma importante su cui proseguire un'interlocuzione con il settore;
23) nel luglio 2023 – a più di un anno di distanza – il Ministero ha finalmente riconvocato il tavolo relativo all'editoria scolastica che ha visto la partecipazione delle associazioni rappresentative del settore, nel corso del quale sono state annunciate possibili misure di sostegno al settore editoriale e alle famiglie, senza, però, specificare nel dettaglio gli interventi e le risorse che verranno messe a disposizione, mentre dalle prime indiscrezioni apparse nei maggiori organi di stampa riguardo alla prossima manovra si accenna, ancora, a generali misure di spending review;
24) ai sensi dell'articolo 27 della legge 23 dicembre 1998, n. 448, le regioni disciplinano le modalità di ripartizione ai comuni delle risorse per la fornitura dei libri di testo; sono quindi gli enti locali a garantire la gratuità, totale o parziale, dei libri di testo in favore degli alunni che adempiono all'obbligo scolastico in possesso dei requisiti richiesti nonché alla fornitura dei libri di testo da dare anche in comodato alle studentesse e agli studenti della scuola secondaria superiore in possesso dei requisiti richiesti;
25) politiche di welfare in tal senso risultano avviate da alcune amministrazioni che hanno introdotto misure a sostegno delle famiglie. Le regioni Emilia-Romagna e Toscana, ad esempio, hanno previsto buoni libro per l'anno scolastico 2023/24. La regione Toscana, in particolare, ha introdotto un «Pacchetto scuola», misura economica individuale di sostegno di studentesse e studenti delle scuole secondarie provenienti da famiglie a basso reddito per affrontare le spese necessarie alla frequenza, all'acquisto di libri scolastici, materiale didattico di vario tipo ed altri servizi scolastici, finanziato con risorse statali e risorse proprie della regione;
26) analoghe misure di sostegno a favore degli studenti e delle loro famiglie sono state adottate anche riguardo al trasporto pubblico per venire incontro ai costi da essi sostenuti per recarsi presso il proprio istituto scolastico; si fa riferimento, ad esempio, al progetto «Salta su», promosso dalla regione Emilia-Romagna, diretto a garantire l'abbonamento gratuito agli studenti delle scuole elementari, medie, superiori e degli istituti di formazione professionale, residenti in regione che scelgono di andare a scuola utilizzando bus e treni regionali con un risparmio per le famiglie compreso tra i 300 e i 600 euro a figlio in base all'abbonamento;
27) queste misure di welfare scolastico riescono concretamente a venire incontro a situazioni legate al caro libri e al caro trasporti e all'incremento dei costi a carico delle famiglie che, spesso, rischiano di produrre degli effetti particolarmente penalizzanti, in particolare, per i nuclei familiari che vivono condizioni di maggiore disagio e permettono di affrontare la più generale emergenza educativa che caratterizza il nostro Paese, come testimoniano anche i drammatici dati relativi alla povertà educativa, all'abbandono e alla dispersione scolastica;
28) in Italia la dispersione scolastica registra una delle incidenze più elevate d'Europa (12,7 per cento), dopo la Romania (15,3 per cento) e la Spagna (13,3 per cento). Nonostante i progressi registrati si è ancora lontani dall'obiettivo del 9 per cento entro il 2030 stabilito dall'Unione europea;
29) secondo il rapporto Save the children del 2022 sulla povertà educativa in Italia, il 67,6 per cento dei minori di 17 anni non è mai andato a teatro, il 62,8 per cento non ha mai visitato un sito archeologico e il 49,9 per cento non è mai entrato in un museo. Il 22 per cento non ha praticato sport e attività fisica e solo il 13,5 per cento dei bambini e delle bambine sotto i tre anni ha frequentato un asilo nido;
30) un'emergenza educativa che si accompagna quest'anno all'avvio di un anno scolastico su cui pesano i terribili fatti di cronaca delle ultime settimane, che ci impongono l'impegno di avviare interventi strutturali mirati che diffondano l'educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le forme di discriminazione al fine di informare e sensibilizzare gli studenti, i docenti, i genitori e che accompagnino la costruzione e il rafforzamento su tutto il territorio nazionale della comunità educante, anche attraverso il potenziamento dei patti educativi di comunità con la costruzione di reti tra scuole, terzo settore, parrocchie, enti locali, fondazioni e il supporto di educatori e assistenti sociali;
31) «non lasciare nessuno indietro» – «Leaving no one behind», è il motto dell'Agenda Onu 2030 e richiama un approccio integrato al problema della povertà educativa affermando che ciascuno può essere agente concreto di cambiamento. Questo è possibile se si costruisce una nuova idea di sviluppo sociale e culturale che veda un continuo scambio tra famiglia, territorio e agenzie educative e formative attraverso un processo di collaborazione. Spesso la scuola fa fatica nel coinvolgere in modo continuativo le famiglie appartenenti ai ceti sociali più svantaggiati. Bisogna promuovere l'allargamento di responsabilità pedagogica all'intera comunità territoriale, nei confronti di quei soggetti che vi appartengono e a vario titolo svolgono compiti educativi. La scuola deve essere non solo il luogo di insegnamento e ricerca ma, in prospettiva pedagogica, assumere la promozione di opportunità sociali e culturali inclusive per il proprio territorio attraverso il dialogo con giovani e famiglie;
32) l'abbandono scolastico è un fenomeno sociale che provoca danni sul lungo periodo: un'ipoteca sul futuro di un Paese che ha bisogno di giovani che ricevano una formazione umana e culturale di qualità per far fronte alle crescenti complessità. Investire su giovani e scuola significa porre basi solide per il futuro delle nostre comunità e dell'intero Paese. Supportare le famiglie perché possano consentire ai figli di crescere umanamente e istruirsi è una questione di giustizia sociale, ma anche di investimento per la crescita e lo sviluppo;
33) il Partito democratico ha depositato, sia alla Camera dei deputati che al Senato della Repubblica, proposte di legge dirette a contrastare il caro libri ed il caro trasporti e a valorizzare interventi a sostegno della comunità educante e dell'educazione all'affettività;
34) l'insieme dei dati sopra riferiti richiede, quindi, l'avvio di azioni strutturali e non episodiche a sostegno del settore dell'istruzione, delle studentesse e degli studenti italiani e delle loro famiglie per sostenere i costi connessi all'inizio del prossimo anno scolastico e per affrontare l'emergenza educativa che caratterizza settori significativi dell'istruzione,
impegna il Governo:
1) a adottare iniziative volte a reperire, già nel prossimo disegno di legge di bilancio, risorse adeguate e permanenti a sostegno dell'istruzione, al fine di tutelare il diritto allo studio e valorizzare la professionalità del personale scolastico;
2) a rivedere, attraverso ulteriori iniziative normative, le disposizioni di cui all'articolo 1, comma 557, di cui alla legge 29 dicembre 2022, n. 197 (legge di bilancio 2023) relative al dimensionamento scolastico, al fine di sostenere la rete e i servizi scolastici ed evitare la conseguente riduzione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi, rivedendo i criteri di cui alla medesima disposizione così da evitare le penalizzazioni che riguarderanno aree interne e Mezzogiorno;
3) ad adottare iniziative volte a prevedere, già nel prossimo disegno di legge di bilancio, risorse economiche dirette al rinnovo del contratto collettivo nazionale 2022/2024 del comparto «Istruzione e ricerca» per il quale non sono, al momento, previsti stanziamenti specifici;
4) a favorire, nell'ambito del lavoro del tavolo sull'editoria scolastica costituito presso il Ministero dell'istruzione e del merito, un lavoro complessivo diretto a monitorare e garantire l'avvio di un accordo di filiera finalizzato a valorizzare il ruolo di tutti gli operatori del settore (librerie, cartolibrerie, rappresentanti e promotori) che consenta di affrontare e superare le criticità che attengono al settore;
5) ad intervenire con misure per il sostegno al diritto allo studio nella direzione di un'omogeneizzazione delle condizioni di accesso alla gratuità dei libri di testo nelle diverse aree del Paese, anche aumentando le risorse nazionali a tal fine destinate, fino all'estensione della gratuità dei libri a tutta la scuola dell'obbligo per le famiglie meno abbienti;
6) ad intervenire con iniziative di competenza dirette a garantire, in forma graduale e progressiva, la gratuità dei costi legati alla mobilità delle studentesse e degli studenti del sistema nazionale di istruzione nel tragitto dall'abitazione alla sede scolastica, anche attraverso l'istituzione di un fondo specifico diretto a coprire i costi da essi sostenuti sia per il trasporto scolastico erogato dagli enti locali sia per il trasporto pubblico locale;
7) ad adottare iniziative di competenza volte a favorire un'applicazione costante ed omogenea delle disposizioni contenute nell'articolo 1, comma 16, della legge n. 107 del 2015, nel Piano contro la violenza e le discriminazioni per l'educazione al rispetto, nelle Linee guida nazionali, promuovendo azioni dirette alla diffusione di un'educazione all'affettività ed avviando interventi strutturali mirati a diffondere l'educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le forme di discriminazione al fine di informare e sensibilizzare gli studenti, i docenti, i genitori;
8) ad adottare iniziative volte a reperire risorse adeguate e permanenti, già nel prossimo disegno di legge di bilancio, finalizzate a garantire un maggior numero di insegnanti, presìdi territoriali e l'istituzionalizzazione della comunità educante e dei patti educativi di comunità diretti alla costruzione di reti tra scuole, terzo settore, parrocchie, enti locali, fondazioni e il supporto di educatori e assistenti sociali.
(1-00177) «Manzi, Braga, Orfini, Zingaretti, Berruto, Casu, Vaccari, Amendola, Ghio, Carè, Simiani, Curti, Andrea Rossi, Toni Ricciardi, Di Sanzo, Malavasi, Girelli, Fornaro, Serracchiani, Sarracino, Scarpa, Lacarra, Ubaldo Pagano, Stefanazzi, Bakkali, Ascani, Marino».
La Camera,
premesso che:
1) lo studio è un diritto, e come tale, dev'essere garantito universalmente a tutte le bambine e i bambini, ragazze e ragazzi in età scolastica. Un'istruzione adeguata e completa rappresenta uno degli strumenti più importanti per rendere finalmente concreta l'uguaglianza sostanziale tra cittadini, principio fondamentale garantito dalla nostra carta costituzionale all'articolo 3, comma 2, perché permette di compiere scelte consapevoli e di costruire un'esistenza dignitosa;
2) i settori della conoscenza rappresentano il volano per il progresso di una società e, di conseguenza, investire sulla scuola dovrebbe essere la priorità di ogni governo. Tuttavia, in Italia ciò non accade, così come mostrano i dati Istat, che certificano una spesa pubblica per istruzione di circa il 4,1 per cento del PIL, a fronte di una media europea del 4,9 per cento, con le percentuali più alte registrate rispettivamente per Svezia (6,7 per cento), Belgio (6,3 per cento) e Danimarca (6 per cento). Solo la Romania e l'Irlanda spendono di meno (3,2 per cento e 3 per cento rispettivamente). Il ritardo rispetto al resto dell'Unione europea è evidente anche esaminando altri indicatori: come certificato da Eurostat, a fronte di una media UE del 20,7 per cento, la percentuale di adulti poco istruiti è del 37,3 per cento e la percentuale di giovani che hanno abbandonato precocemente gli studi è del 12,7 per cento, superiore a quella europea che si attesta al 9,7 per cento. Su entrambi gli indicatori, l'Italia si trova al terzultimo posto nella graduatoria dei Paesi UE;
3) i dati ci mostrano come l'Italia non sconti soltanto forti ritardi rispetto agli altri stati europei, ma anche internamente tra le diverse aree geografiche del Paese. Secondo l'Istat, infatti, per quanto riguarda gli abbandoni scolastici, vi è una distanza di 5,7 punti percentuali tra Centro-Nord e Mezzogiorno, dove l'incidenza raggiunge il 15,1 per cento. Tra le regioni, la percentuale più alta di giovani che abbandonano gli studi senza aver conseguito un titolo secondario superiore si registra in Sicilia (18,8 per cento) e in Campania (16 per cento);
4) la dispersione scolastica è uno strumento in grado di misurare il grado di uguaglianza ed equità presente in una determinata società. I giovani lasciano la scuola o la frequentano in maniera irregolare, per mancanza di stimoli o per motivi socioeconomici, quali l'originario stato di povertà della famiglia, il territorio di provenienza, le differenze culturali e di genere, nonché le incertezze delle prospettive occupazionali. La dispersione scolastica comporta un costo per lo Stato in termini di misure di protezione sociale e criminalità, oltre ad una minore ricchezza nazionale poiché l'investimento realizzato dallo Stato nei confronti delle ragazze e dei ragazzi che poi non terminano gli studi si traduce in minore risorsa lavoro e, di conseguenza, minore sviluppo economico e crescita del sistema Paese;
5) i dati in questo senso sono allarmanti: nel 2022, la quota di giovani che non lavorano e non studiano (i cosiddetti Neet) sulla popolazione di età tra i 15 ed i 29 anni è stimata al 19 per cento, ed è più elevata tra le femmine (20,5 per cento) che tra i maschi (17,7 per cento), rischiando di aumentare ulteriormente quel gap generazionale, culturale e salariale ancora troppo diffuso in Italia;
6) inoltre, le già ampie divergenze registrate rischiano di aumentare nel corso dei prossimi anni a causa di alcuni fenomeni non direttamente legati al settore dell'istruzione ma che incidono su di esso, come la denatalità, l'inflazione e la crisi economica;
7) il Governo Conte II aveva cercato di invertire la rotta, stanziando quasi 10 miliardi di euro per il solo comparto istruzione, il più grande investimento nella scuola degli ultimi trent'anni. Agli investimenti bisogna affiancare interventi mirati a combattere tali fenomeni non solo riportando l'istruzione al centro delle priorità della spesa pubblica, ma accompagnando la stessa con politiche pubbliche dirette a garantire realmente e universalmente il diritto allo studio;
8) è necessario più che mai venire incontro alle famiglie che dovranno sostenere economicamente i propri figli durante il percorso scolastico, pertanto l'istituzione di una dote educativa rappresenta una misura fondamentale finalizzata a contrastare l'abbandono e della dispersione scolastica;
9) inoltre, per garantire il successo formativo dei frequentanti della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, è necessario implementare il tempo prolungato pomeridiano ed il conseguente servizio mensa;
10) ad oggi a livello nazionale solo il 39 per cento delle scuole primarie è dotato di questo servizio ed esiste, ancora una volta, una profonda disuguaglianza territoriale: per il Sud e le Isole, la cui media è 21,6 per cento, nessuna regione è sopra la media nazionale, mentre nel Nord, che detiene una media del 50,1 per cento, solo il Friuli-Venezia Giulia è sotto la media. Alla luce di questi dati, occorre sanare queste disuguaglianze affiancando maggiori risorse pubbliche a quelle già allocate dal Pnrr, al fine di garantire alle alunne e agli alunni della scuola primaria, nonché alle studentesse e agli studenti della scuola secondaria di primo grado, non contemplati dal Pnrr, il diritto a godere del tempo pieno in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale;
11) occorre rimettere al centro delle priorità di investimento la scuola quale comunità educante, soprattutto al fine di combattere la povertà educativa che, a causa della pandemia da Covid-19, si è largamente acuita nel nostro Paese. Le comunità educanti possono e devono diventare una misura strutturale di contrasto all'abbandono scolastico e alla povertà culturale, dove le studentesse e gli studenti possono vivere esperienze dirette di scoperta della comunità di riferimento, quali discipline sportive, competenze artistico-creative, educazione civica e professionale;
12) in un momento storico in cui sono sempre più diffusi nei bambini e negli adolescenti problemi individuali legati a depressione, violenza, carenza di un clima adatto alla crescita e all'apprendimento, è necessario più che mai mettere a disposizione risorse per il territorio affinché vengano avviati progetti locali destinati a prevenire e a recuperare i fenomeni di vulnerabilità sociale;
13) la dispersione scolastica dice molto di più di altri fenomeni su quanto sia equa una società e quanto abbia a cuore valori come l'uguaglianza sostanziale; peraltro la mancanza di un titolo di studio condannerà i giovani che hanno abbandonato la scuola ad avere meno opportunità, perpetuando le disuguaglianze che hanno generato il fenomeno stesso;
14) i terribili fatti di cronaca di Caivano e Palermo, che vede gruppi di ragazzini minorenni rendersi protagonisti di atti di violenza sessuale a danno di coetanee, non sono purtroppo casi isolati e se per il primo fatto teatro è la periferia degradata di una grande città, per il secondo rileva l'assenza totale di valori;
15) occorre restituire ai giovani i valori su vari aspetti della sessualità e dell'affettività che sembrano perduti, e la scuola, attraverso l'insegnamento dell'educazione affettiva e sessuale, può diventare il luogo dove, ognuno possa imparare a conoscersi e a conoscere l'altro, diverso da sé, ad avere rispetto di sé e dell'altro, ad avere la capacità di sentire le proprie emozioni e di gestirle; i provvedimenti normativi di questo Governo sulla scuola non sembrano tener conto delle evidenti problematiche da affrontare, anzi cominciano a produrre, già da questo anno scolastico, effetti negativi sulla qualità del funzionamento della scuola;
16) la legge 29 dicembre 2022, n. 197 (legge di bilancio 2023), all'articolo 1, comma 557, ha introdotto – a decorrere dall'anno scolastico 2024/2025 – una nuova disciplina relativa al dimensionamento della rete scolastica e alla determinazione dei criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi (DSGA);
17) un dimensionamento così perseguito – attraverso la diminuzione di figure centrali quali quella del dirigente scolastico e del direttore dei servizi generali e amministrativi e per il tramite di numerosi «accorpamenti», basato su finalità restrittive e su un'economia di risparmio – rischia di essere fortemente divisivo e comporta inevitabilmente una sensibile riduzione delle istituzioni scolastiche, con gravi conseguenze sulla vita di studenti e studentesse;
18) l'accorpamento degli istituti si configura, pertanto, come un vero e proprio «taglio» che (ancora una volta) andrà a colpire le regioni e i territori più deboli, incentivando lo spopolamento dei piccoli centri e finendo per incrementare i divari territoriali. Si tratta di una scelta politica precisa, in continuità con quanto già realizzato in passato, un accanimento dettato da una visione «deformata» ed «economicistica» della Scuola;
19) tra i primi obiettivi di questo Governo rientra quello di approvare il disegno di legge quadro sull'autonomia differenziata, all'esame al Senato; con l'autonomia differenziata singole regioni potranno chiedere allo Stato il trasferimento delle funzioni e competenze definite dagli articoli 116 e 117 della Costituzione; dunque le regioni possono essere destinatarie di ulteriori condizioni e forme particolari di autonomia in diversi ambiti, compresa la scuola;
20) l'attribuzione di funzioni è subordinata alla determinazione dei Lep (livelli essenziali delle prestazioni), ma in ambito scolastico, per la specificità del sistema di istruzione, risulta difficile ragionare di Lep, in quanto la scuola, non produce beni materiali o prestazioni facilmente misurabili e i bisogni variano da un contesto territoriale all'altro;
21) lo scenario che si presenta è: un organico regionale del personale scolastico, bandi di concorsi regionali, regionalizzazione della Dirigenza scolastica, contratti regionali, differenziazione degli stipendi su base territoriale, conseguenze sulla mobilità;
22) sarebbe inoltre negato l'esercizio del diritto allo studio in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale e si realizzerebbe un doppio regime, nazionale e regionale; le scuole si differenzierebbero più radicalmente, il divario Sud-Nord non potrebbe che aumentare, la diffusione uniforme di scuole dell'infanzia e tempo pieno sarebbe definitivamente negata, il valore legale del titolo di studio sarebbe compromesso e le regioni potrebbero decidere autonomamente su programmi, strumenti e risorse;
23) per il sistema istruzione, più che di livelli essenziali, si dovrebbe parlare di livelli uniformi delle prestazioni su tutto il territorio nazionale, al fine di sottolineare l'unità del sistema di istruzione e non una variazione regionale dei valori minimi dei Lep;
24) tra l'altro la regionalizzazione si inserirebbe in un contesto dove le diseguaglianze del sistema scolastico sono da tempo ampiamente registrate e aumenterebbe solo le differenze che già esistono, ad esempio in riferimento alla dispersione scolastica, ai Neet;
25) in sintesi, l'autonomia scolastica differenziata e il dimensionamento immaginato dalla nuova «riforma», presupposto o conseguenza l'uno dell'altro, porteranno all'eliminazione di centinaia di posti, di cattedre, di personale. E comunque, laddove non si proceda alla chiusura dei plessi, se ne modificano le «dimensioni», eliminando di fatto quelle «sedi sottodimensionate» in favore di sedi scolastiche più grandi, ma con personale ridotto;
26) il piano di dimensionamento della rete scolastica e l'autonomia differenziata contribuiranno a diminuire la qualità del servizio scolastico, soprattutto nelle situazioni di maggiore disagio sociale e lavorativo;
27) in una fase di accresciuta complessità dei compiti attribuiti alle scuole, a partire dall'attuazione delle riforme previste dal Pnrr, la scelta di accorpare gli istituti scolastici, aumentando il numero complessivo degli alunni per istituto senza diminuire il numero degli alunni per classe, oppure attuare l'autonomia differenziate negando l'esercizio del diritto allo studio in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale, non appaiono certamente la soluzione più indicata per dare centralità alla scuola, migliorare la qualità dei processi formativi e combattere la dispersione, ovvero il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr;
28) investire nella Scuola e nel sistema d'istruzione significa investire in «futuro» e proprio il decremento demografico – invocato come causa-prima e ragione strutturale nelle esigenze di dimensionamento – poteva e doveva viceversa costituire l'occasione per sdoppiare le classi, affrontare finalmente il problema delle classi sovraffollate (cd «classi pollaio», riducendo il numero degli alunni per singola classe), e aumentare l'organico docente e Ata;
29) inoltre, critico appare, nel quadro disegnato dalla riforma della governance economica europea, il mantenimento dei parametri quantitativi massimi di riferimento del 3 per cento per il disavanzo – che resterebbe come è adesso e che sarebbe vincolante per tutti i Paesi – e dell'obiettivo del 60 per cento per il rapporto debito su prodotto interno lordo, nonché l'assenza della previsione di una golden rule per escludere determinati investimenti dalle norme fiscali dell'Unione europea, in modo particolare quelli destinati a sostenere l'istruzione;
30) l'avvio nel nuovo anno scolastico purtroppo si caratterizza per la permanenza di problemi atavici e carenze che nell'ultimo anno non hanno fatto registrare alcun miglioramento, anzi per le politiche attuate sono addirittura aumentati, come il fenomeno del sovraffollamento delle classi, all'interno di edifici fatiscenti e spesso privi delle necessarie certificazioni di agibilità;
31) con l'inizio del nuovo anno scolastico, molti genitori stanno affrontando le spese per l'acquisto dei libri di testo e del materiale necessario; quest'anno, in un contesto di forti aumenti generalizzati rientrano anche i materiali tipicamente dedicati alla scuola;
32) dal monitoraggio effettuato dall'O.N.F. – Osservatorio nazionale federconsumatori, i costi del materiale scolastico e dei libri registrano rispettivamente un aumento medio del +6,2 per cento e del +4 per cento rispetto al 2022; complessivamente la spesa per il corredo scolastico ammonterà quest'anno a circa 606,80 euro per ciascun alunno e, per ogni studente, in media si spenderanno 502,10 euro per l'acquisto dei libri, con variazioni a seconda del grado scolastico;
33) rispetto all'anno scorso, si registra un incremento del 2 per cento per le scuole superiori e addirittura del 10 per cento per le scuole medie. In generale, per l'anno scolastico 2023/2024, si stima per gli studenti delle superiori, l'acquisto dei libri di testo più quattro dizionari, al netto di zaini e altro materiale, costerà ben 695 euro; che diventano 1.300 euro aggiungendo tutto il resto. Un po' meno per chi va alle medie: 488 euro circa, o 1.095 euro se aggiungiamo l'intero corredo per l'anno scolastico;
34) importi che risultano proibitivi per molte famiglie, a cui si aggiungono i costi ancor più onerosi da sostenere per l'acquisto di un pc, dei programmi e dei dispositivi necessari per un utilizzo didattico di tale strumento, divenuto ormai indispensabile;
35) dallo studio effettuato dall'Osservatorio Nazionale Federconsumatori emerge, infatti, che tra computer, webcam, microfono, antivirus, programmi base una famiglia, dovendosi dotare di tali dispositivi, arriva a spendere da 393,88 euro a 3.844,90 euro, con un rincaro del +2,3 per cento rispetto al 2022;
36) costi così elevati incidono significativamente sul diritto allo studio dei ragazzi e non tutti gli istituti sono in grado di sopperire a tali carenze; inoltre, le misure esistenti per aiutare le famiglie ad affrontare tali spese, a livello comunale e regionale (buoni, agevolazioni o gratuità dei testi scolastici per le famiglie con basso reddito), non sono sufficienti a dare un aiuto concreto alle famiglie in difficoltà;
37) basti pensare al fondo ministeriale per l'erogazione di borse di studio destinate agli studenti a basso reddito della scuola secondaria di secondo grado, per contrastare la dispersione scolastica, istituito con il Decreto legislativo n. 63 del 2017, articolo 9; ad oggi, come si evince dal sito dedicato «Io studio», non risulta ancora effettuata l'erogazione delle borse relative all'anno scolastico 2021/2022, pur essendo stati comunicati, ormai da molti mesi, gli elenchi degli aventi diritto da parte delle Regioni. Pertanto gli studenti beneficiari non hanno potuto riscuotere la borsa relativa all'anno scolastico trascorso; inoltre, l'importo di tali borse risulta in molti casi non adeguato a sostenere le spese che le famiglie si trovano ad affrontare;
38) riguardo lo stato degli edifici scolastici, secondo un censimento di Cittadinanzattiva, sono 61 gli episodi di crollo o distacchi di intonaco avvenuti nelle scuole fra settembre 2022 e agosto 2023, un numero mai raggiunto in questi ultimi sei anni. Del totale, 24 sono avvenuti al Sud e nelle Isole (39 per cento), 23 nel Nord (38 per cento), 14 nelle regioni del Centro (23 per cento) ed hanno provocato il ferimento di sei studenti, un insegnante e una collaboratrice scolastica, oltre che danni e interruzione della didattica;
39) in riferimento al personale scolastico, il problema del precariato non accenna ad essere risolto: oltre 200mila docenti saranno i supplenti annuali anche quest'anno, 30 mila sono invece i precari tra il personale Ata, oltre mille istituti sono senza dirigente scolastico e le procedure concorsuali volte al reclutamento di 30.216 docenti, di cui 21.101 su posto comune e 9.115 su posto di sostegno sono in evidente ritardo;
40) il personale scolastico tutto lavora dunque tra mille difficoltà e con stipendi tra i più bassi in Europa; un dato su tutti registra che gli stipendi degli insegnanti delle medie di tutti i Paesi dell'Ocse, tranne sei, sono aumentati l'1 per cento all'anno dal 2015; in Italia sono addirittura diminuiti del 4 per cento;
41) il Gruppo M5S ha denunciato con numerosi atti di sindacato ispettivo, con atti di indirizzo, con emendamenti, tutti i rischi delle politiche di questo Governo e ha depositato proposte di legge che mettono al centro il diritto allo studio, come l'istituzione della dote educativa, l'implementazione del tempo pieno, sostegno e sviluppo della comunità educante, sulla riduzione del numero degli alunni per classi, sull'organizzazione della rete scolastica, sull'importanza dell'insegnamento all'educazione sessuale ed affettiva, avvertendo l'esigenza di intervenire con urgenza per offrire una scuola inclusiva e un'istruzione di qualità per tutti,
impegna il Governo:
1) ad adottare iniziative di competenza volte a reperire adeguate risorse da destinare alla scuola pubblica e portare gli investimenti in istruzione, educazione e formazione al 5 per cento del PIL come il resto d'Europa, al fine di restituire peso e valore all'istruzione scolastica, per promuovere la formazione degli insegnanti, per valorizzare la professionalità docente e per sostenere l'innovazione didattica e organizzativa, nella consapevolezza che la scuola debba rappresentare uno dei più importanti fattori di crescita del Paese, garantendo il diritto allo studio e la garanzia di accesso per tutti e a tutti i livelli di istruzione;
2) ad intraprendere ogni iniziativa utile, in sede europea, al fine di pervenire allo scorporo degli investimenti destinati all'istruzione dal calcolo del deficit;
3) ad intervenire con politiche di sostegno per affrontare e risolvere il problema della dispersione scolastica, che vede un giovane su 10 abbandonare precocemente gli studi e con percentuale maggiore al Sud, anche alla luce di provvedimenti come l'autonomia differenziata e il dimensionamento della rete scolastica che di fatto penalizzano oltremodo le regioni del Sud, in quanto si inseriscono in un contesto dove le diseguaglianze del sistema scolastico sono da tempo ampiamente registrate e aumenterebbero dunque solo le differenze che già esistono;
4) ad intervenire, con iniziative forti e immediate, per sostenere le famiglie, in estrema difficoltà per questo anno scolastico, nell'acquisto dei libri scolastici e garantire il diritto allo studio in modo uniforme su tutto il territorio nazionale;
5) alla luce degli enormi ritardi nella distribuzione delle borse di studio per secondarie superiori, che mettono ulteriormente in difficoltà studenti ma anche librerie, ad adottare iniziative di competenza affinché le borse di studio, di cui al decreto legislativo n. 63 del 2017, articolo 9, siano erogate tempestivamente prima dell'inizio dell'anno scolastico, siano aumentati adeguatamente gli importi e sia aumentata la platea degli aventi diritto;
6) al fine di sostenere economicamente le famiglie durante tutto il percorso educativo dei figli e contrastare le diseguaglianze socio-culturali e territoriali, anche per prevenire e contrastare l'abbandono e la dispersione scolastica, ad adottare iniziative volte a istituire il beneficio della dote educativa da destinare a tutte le alunne e alunni, studentesse e studenti del primo e secondo ciclo di istruzione;
7) ad adottare iniziative normative volte a rivedere la riforma approvata inerente al dimensionamento scolastico, in particolare al fine di abrogare la disciplina introdotta, anche alla luce dei rischi e delle criticità che potrebbero derivare dalla controversa riforma dell'autonomia differenziata da riconsiderare integralmente, con particolare riguardo al sistema di istruzione, che deve mantenere i caratteri di uniformità ed eguaglianza su tutto il territorio nazionale;
8) a procedere a contrastare l'eccessivo affollamento delle classi e la povertà educativa, diminuendo il numero degli alunni per classe e garantendo la formazione delle classi nei territori disagiati, montani, nelle piccole isole, nelle aree interne;
9) ad adottare iniziative a sostegno e sviluppo della comunità educante, anche al fine di fronteggiare la dispersione scolastica, l'abbandono e la rinuncia agli studi, a incentivare lo sviluppo di una coscienza civica ispirata a princìpi di cittadinanza attiva e solidale attraverso la consapevolezza dei diritti e dei doveri;
10) ad adottare iniziative volte a valorizzare economicamente tutto il personale scolastico, mediante iniziative volte a reperire risorse adeguate e ad innalzare le retribuzioni, portandole al livello europeo, e a definire una progressione di carriera del personale scolastico;
11) ad adottare iniziative volte a reperire risorse adeguate a garantire il diritto all'istruzione per tutte le bambine e i bambini, in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, al fine di colmare il divario tra Nord e Sud ed assicurare la costruzione di una scuola realmente inclusiva, che coinvolga tutti gli alunni con particolare attenzione agli alunni in situazioni di disagio socio-economico ovvero ai bambini con disabilità, introducendo strumenti di supporto indirizzati alle famiglie quali la garanzia del tempo pieno, l'implementazione dei servizi di mensa scolastica, la gratuità dei libri di testo e dei servizi di trasporto;
12) a sfruttare compiutamente e ottimizzare le risorse messe a disposizione dal Pnrr per la creazione e la trasformazione delle istituzioni scolastiche in ambienti d'apprendimento innovativi, anche dal punto di vista dell'edilizia scolastica, della metodologia d'insegnamento e dei linguaggi, fornendo direttive e linee guida chiare ed efficaci e supportando gli enti locali e le istituzioni scolastiche nel processo di attuazione del Piano;
13) ad adottare iniziative di competenza volte a prevedere l'introduzione dell'insegnamento dell'educazione affettiva e sessuale, nel primo e nel secondo ciclo di istruzione, finalizzato alla crescita e alla maturazione psico-affettiva e socio relazionale degli studenti improntata alla conoscenza e al rispetto di sé e dell'altro, alla responsabilità sociale e alla valorizzazione della diversità di genere.
(1-00185) «Caso, Orrico, Amato, Cherchi, Ascari, Auriemma».
La Camera,
premesso che:
1) l'ultimo rapporto Education at a glance di Ocse, pubblicato il 12 settembre 2023, ha ribadito che «la partecipazione a un'educazione della prima infanzia di alta qualità influisce positivamente sul benessere, sull'apprendimento e sullo sviluppo dei bambini nei primi anni di vita» e che in Italia solo il 13 per cento dei bambini di due anni è iscritto a programmi di educazione della prima infanzia, a fronte di una media nei Paesi Ocse pari al 43 per cento, con punte del 90 per cento in Islanda, Corea, Norvegia e Svezia;
2) il rapporto Invalsi 2023 ha posto in evidenza che il sistema nazionale di istruzione, tradizionalmente con esiti uniformi almeno nei primi anni di scolarizzazione, ha iniziato a evidenziare i primi segnali di una divaricazione precoce del successo formativo tra i territori più ricchi e quelli caratterizzati da indicatori socio-economici e culturali più deboli;
3) nonostante i progressi registrati in questi ultimi anni, il tasso di dispersione scolastica in Italia nel 2022, con il 12,7 per cento, è tra i più alti in Europa, con picchi in Sicilia (21,1 per cento), Puglia (17,6 per cento), Campania (16,4 per cento) e Calabria (14 per cento);
4) i dati più preoccupanti riguardano le differenze rilevate tra le scuole del Nord e quelle del Sud, sia a livello di dispersione esplicita che implicita, come pure di emersione delle eccellenze, dati che ci interrogano drammaticamente sull'efficacia e sul livello di equità del nostro sistema di istruzione, che negli ultimi 15 anni ha visto consolidarsi una diffusa, inerziale accettazione di fallimenti educativi, sia per quanto riguarda le competenze culturali, che per quelle socio-relazionali e di cittadinanza, proprio nelle aree del Paese dove il disagio socio-economico delle famiglie richiederebbe una forte presenza dello Stato e delle regioni, negli ambiti di rispettiva competenza;
5) il Piano nazionale di ripresa e resilienza non a caso ha posto tra i suoi obiettivi più importanti quello del contrasto ai divari territoriali, prevedendo ingenti investimenti su misure di contrasto alla dispersione, di profonda revisione dell'orientamento scolastico e lavorativo e sulla realizzazione di nuovi posti per gli asili nido, con particolare riguardo alle regioni del Mezzogiorno che ne sono particolarmente sguarnite;
6) si colloca correttamente in questo contesto l'azione governativa volta per esempio a istituire – in attuazione della riforma 1.4 della missione 4, componente 1, del Piano nazionale di ripresa e resilienza – le figure del docente tutor e del docente orientatore e la revisione delle linee guida sull'orientamento pubblicate nel dicembre 2022, misure che però al momento risultano finanziate solo per il triennio della secondaria di secondo grado e solo per un anno;
7) soprattutto nel primo ciclo di istruzione ma non solo, sia per venire incontro alle esigenze delle famiglie, sia per rafforzare il ruolo della scuola come presidio di legalità e come luogo di aggregazione, nonché per contrastare il disagio giovanile, appare fondamentale incentivare momenti di educazione anche non formale nelle scuole in orario extracurricolare, in collaborazione con gli enti locali e gli enti del terzo settore;
8) l'opportunità dell'apertura delle scuole anche nelle ore pomeridiane, nonché nei periodi di sospensione della didattica, rappresenterebbe altresì l'occasione per dare vita a iniziative di potenziamento e di recupero, in particolare nelle discipline fondamentali, quali matematica, scienze, informatica, italiano e inglese, contribuendo in questo modo a ridurre i divari territoriali non solo tra regioni, ma anche tra realtà diverse della stessa regione e della stessa città;
9) i dati sull'inflazione, che destano preoccupazione in ogni ambito della vita quotidiana delle famiglie italiane, dimostrano la necessità di un'attenzione speciale da parte del Governo, in particolare per quel che riguarda l'istruzione, al fine di evitare il rischio di espellere dal sistema formativo (o comunque renderne più difficoltosa la partecipazione) di un sempre maggior numero di studentesse e studenti a causa dell'impossibilità da parte delle famiglie di far fronte alle spese connesse, quali, in particolare, i libri di testo, i trasporti, il materiale didattico in genere e la mensa;
10) in questo contesto, risulta quanto mai urgente completare celermente l'attuazione alla legge 7 aprile 2022 , n. 32 (cosiddetto «Family act»), con particolare riferimento all'articolo 2, recante deleghe per il riordino e il rafforzamento delle misure di sostegno all'educazione dei figli;
11) l'attuale normativa sui libri di testo (legge n. 719 del 1964) prevede la gratuità per i cinque anni della primaria, malgrado l'obbligo di istruzione sia stato innalzato più di quindici anni fa ai primi due anni dell'istruzione secondaria di secondo grado, che rappresenta peraltro proprio il livello di istruzione nel quale i costi sono maggiori: secondo il monitoraggio effettuato nel 2022 dall'Osservatorio nazionale Federconsumatori, per esempio, le spese per gli alunni delle classi prime della secondaria di primo e secondo grado ammontano rispettivamente a più di 1.000 euro e a circa 1.250 euro, calcolando il costo dei libri, dei dizionari, del corredo scolastico (cartella, diario, astuccio ed altro) e dei ricambi durante l'intero anno;
12) i rimborsi previsti dalla normativa sono largamente insufficienti e vengono erogati spesso con anni di ritardo, mettendo in difficoltà alternativamente i comuni, in particolare quelli più piccoli, o le famiglie; nei casi in cui le regioni aggiungono risorse si registrano, inoltre, disparità territoriali significative;
13) il tetto di spesa imposto alle scuole viene spesso aggirato, ricorrendo alla surrettizia – e spesso incongrua – distinzione tra libri adottati e libri consigliati, portando a situazioni paradossali e ad inutili attriti tra la scuola e le famiglie;
14) l'Associazione nazionale dei comuni italiani ha più volte denunciato come il finanziamento, pari per l'anno scolastico 2023/2024 a 133 milioni di euro, del fondo destinato alla gratuità dei libri e al sostegno al diritto allo studio sia ampiamente insufficiente a coprire le spese delle regioni e dei comuni sui libri di testo e che, per coprire quanto meno i costi delle famiglie che secondo le tabelle Istat sono in difficoltà economica, servirebbero circa 300 milioni di euro annui,
impegna il Governo:
1) a dare piena e celere attuazione alla legge 7 aprile 2022, n. 32 (cosiddetto «Family act»), con particolare riferimento all'articolo 2, recante delega al Governo per il riordino e il rafforzamento delle misure di sostegno all'educazione dei figli;
2) ad adottare le iniziative di competenza volte a incrementare le risorse destinate al finanziamento del sistema integrato da 0 a 6 anni di cui al decreto legislativo n. 65 del 2017, con particolare attenzione alle cosiddette sezioni primavera, rivolte ai bambini tra i 24 e i 36 mesi, il cui potenziamento necessita di minori risorse in quanto aggregate alle scuole dell'infanzia o ai nidi;
3) a potenziare gli investimenti per tutte le misure avviate in attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, al fine di contrastare la dispersione scolastica e i divari territoriali e garantire il successo formativo di tutti e di ciascuno;
4) a dare piena attuazione alle linee guida per l'orientamento, rafforzando un sistema di orientamento diffuso, a tutti i livelli scolastici a partire dalla scuola primaria e, in particolare, per la scelta della scuola secondaria di secondo grado e dell'istruzione terziaria, per dare vita a percorsi di orientamento strutturati che tengano conto delle aspirazioni professionali dei giovani, ma anche delle nuove competenze per i settori emergenti del lavoro, delle filiere formative e delle esigenze specifiche delle imprese e dei territori;
5) a valorizzare in tutti gli ordini di scuola il docente tutor e il docente orientatore, investendo nella formazione iniziale e continua prevista dal recente decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 giugno 2022, n. 79, e dai decreti attuativi, introducendo, attraverso la Scuola di alta formazione di recente istituzione, percorsi di sviluppi di carriera per favorire la creazione di una nuova generazione di docenti qualificati e con differenziazioni di funzioni per rompere l'uniformità delle prestazioni e della retribuzione degli insegnanti, così come avviene da tempo a livello europeo;
6) a garantire su tutto il territorio nazionale l'apertura delle scuole sia al pomeriggio che nei mesi estivi, affiancando a quelle obbligatorie già previste anche attività opzionali e facoltative, con particolare riguardo ai seguenti obiettivi:
a) il prolungamento del tempo scuola in tutto il primo ciclo di istruzione, ove non previsto dall'offerta formativa attuale;
b) l'implementazione in modo uniforme sul territorio nazionale di iniziative finalizzate al recupero e al potenziamento delle competenze chiave di cittadinanza, quali italiano, matematica, inglese e informatica;
c) la promozione di attività culturali e sportive extracurricolari in collaborazione con gli enti del terzo settore e le altre realtà associative presenti sui territori, anche valorizzando le esperienze di educazione non formale;
d) la creazione, nel rispetto del principio di sussidiarietà orizzontale, di campus per realizzare filiere orizzontali e verticali dove studenti di età diversa scelgono di apprendere in luoghi predisposti per le attività disciplinari, ma anche di recupero e sviluppo per valorizzare i talenti e non lasciare indietro nessuno;
7) a rafforzare l'offerta dell'istruzione e della formazione professionale sul piano nazionale per garantire ai giovani di avere accesso nel proprio territorio a percorsi professionalizzanti per conseguire livelli di qualificazione professionale con importanti momenti di formazione on the job, perseguendo l'obiettivo che nessun giovane possa abbandonare i percorsi formativi senza aver almeno raggiunto una qualifica professionale di primo livello;
8) a potenziare lo studio delle Stem e l'innalzamento delle competenze digitali;
9) ad adottare iniziative normative per aggiornare la disciplina sui libri di testo e, per quanto di competenza, avviare un confronto con le regioni, al fine di venire incontro alle esigenze delle famiglie colpite dall'aumento dell'inflazione, in particolare adottando le iniziative di competenza volte a perseguire i seguenti obiettivi:
a) incrementare già nel prossimo disegno di legge di bilancio le risorse destinate alla fornitura dei libri di testo in favore delle famiglie in difficoltà socio-economica degli alunni che adempiono all'obbligo scolastico e a quelli della scuola secondaria di secondo grado, portandole ad almeno 300 milioni di euro annui;
b) rendere i libri gratuiti nelle scuole secondarie di primo e secondo grado per le famiglie in situazione di svantaggio socio-economico e prevedere contributi proporzionali al reddito familiare per le altre;
c) prevedere la detraibilità fiscale del costo dei libri, degli altri materiali scolastici e di ogni altra spesa sostenuta dalle famiglie con figli in età scolare, quale quelle per i trasporti o per la mensa;
d) stabilire che il previsto adeguamento periodico dei tetti di spesa non possa mai essere superiore all'inflazione programmata e che gli eventuali aggiornamenti delle edizioni di ciascun titolo possa avvenire solo dopo un congruo numero di anni dall'edizione precedente;
e) prevedere, se necessario con uno specifico strumento normativo e un accordo in Conferenza Stato-regioni, che il sostegno al diritto allo studio abbia finanziamenti e meccanismi di erogazione omogenei su tutto il territorio nazionale, superando le disparità di cui in premessa;
f) avviare un confronto che coinvolga tutta la filiera (rappresentanti di autori, editori, distributori, librai, dirigenti, docenti e famiglie) perché siano individuate le innovazioni anche legislative necessarie per raggiungere l'obiettivo di ridurre sensibilmente sia il peso dei libri quotidianamente portato da casa a scuola e viceversa, sia i costi a carico delle famiglie.
(1-00186) «Grippo, Giachetti, Boschi, Bonetti, Richetti, Castiglione, Rosato, Ruffino».
La Camera,
premesso che:
1) l'attuale Esecutivo, sin dal primo giorno del suo insediamento, ha lavorato con grande determinazione per gestire in maniera sinergica ed efficiente le risorse messe a disposizione dall'Unione europea e ottimizzare nel miglior modo possibile tutte le opportunità di sviluppo offerte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza;
2) grazie all'attuale Governo con la legge di bilancio per il 2023 le risorse per l'istruzione sono state incrementate in maniera significativa, grazie a finanziamenti pari a 623 milioni di euro per il 2023, 632 milioni di euro per il 2024 e 598 milioni di euro per il 2025, per assicurare alle nostre studentesse e ai nostri studenti un innalzamento della qualità dell'offerta formativa, senza dimenticare l'esigenza di garantire la continuità didattica, oltre che il più alto numero possibile di docenti di ruolo altamente qualificati, in modo da ridurre progressivamente il fenomeno del precariato;
3) con l'obiettivo di garantire al personale del mondo della scuola il giusto riconoscimento per la dignità del lavoro svolto quotidianamente, il Ministro dell'istruzione e del merito, appena insediato, ha rinnovato, in poche settimane, il contratto nazionale dei docenti, a condizioni migliorative, introducendo gli incrementi da parecchio tempo attesi da oltre 1 milione e 200 mila lavoratori. È, questo, un primo incontrovertibile dato di fatto che testimonia l'attenzione del Governo circa l'esigenza di valorizzare le straordinarie professionalità del mondo della scuola;
4) la modesta riduzione del Fondo nazionale per il sistema integrato 0-6, operata con la legge di bilancio per il 2023 e dovuta alla necessità di adempiere ad altra misura del Piano nazionale di ripresa e resilienza in tema di revisione della spesa, è stata ampiamente compensata dalle risorse indicate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, investimento 1.1 della missione 4 – componente 1;
5) con il proficuo contributo delle forze politiche della maggioranza è stata introdotta la nuova disciplina sul dimensionamento scolastico che, a differenza di quanto inizialmente prospettato, consente di generare risparmi di spesa, certificabili anno per anno, da far confluire in un fondo, costituito nello stato di previsione del Ministero dell'istruzione e del merito, da reinvestire in modo strutturale a favore del sistema scolastico;
6) in particolare, la norma non prevede chiusure di plessi scolastici, né riduce l'offerta formativa, ma accresce il potere programmatorio delle regioni e la loro capacità di risposta alle specificità dei territori, riducendo le reggenze che incidono in modo negativo sulla qualità del servizio erogato dalle istituzioni scolastiche;
7) nell'ambito della riforma del reclutamento prevista dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, è stato adottato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri – non concluso in tempo dal precedente Governo – che definisce i nuovi percorsi di formazione iniziale degli insegnanti della scuola secondaria di I e II grado. I nuovi percorsi, in linea con gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, garantiscono una formazione disciplinare e pedagogica di alto livello, la cui omogeneità su tutto il territorio nazionale è assicurata da un rigoroso sistema di accreditamento e di monitoraggio affidato all'Anvur;
8) accanto al nuovo modello di reclutamento dei docenti previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, si è intervenuti con una pluralità di misure normative finalizzate a valorizzare l'esperienza professionale maturata dal personale docente nell'ambito dei precedenti rapporti di lavoro a tempo determinato. In particolare, si è inteso favorire l'accesso ai nuovi percorsi di abilitazione ai precari, sia della scuola pubblica che delle paritarie, attraverso la previsione per loro di percorsi specifici, ridotti a soli 30 crediti formativi universitari e accademici (cfu/cfa), e accessibili attraverso una significativa quota di riserva;
9) con specifiche disposizioni di legge, inoltre, si è provveduto a dare una risposta ad una platea molto numerosa, risultata idonea ai concorsi ordinari banditi prima della riforma del Piano nazionale di ripresa e resilienza, trasformando le graduatorie dei concorsi ordinari in graduatorie ad esaurimento;
10) le scuole paritarie sono parte integrante del sistema nazionale di istruzione e, al fine di riconoscere loro pari dignità rispetto alle scuole statali, anche in merito alla partecipazione ai programmi comunitari, il Ministro dell'istruzione e del merito ha annunciato la possibilità per le medesime scuole di accedere ai fondi europei del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del Programma operativo nazionale (Pon);
11) nell'ambito del decreto-legge cosiddetto «PA-bis» il Governo ha varato importanti misure volte all'accelerazione delle procedure concorsuali per il reclutamento del personale docente volte al raggiungimento delle 70.000 assunzioni (target PNRR M4C1-14), salvaguardando il rigore delle procedure stesse;
12) al fine di dare una tempestiva risposta alle esigenze degli studenti con disabilità, garantendo maggiore continuità didattica, si è appena conclusa la procedura per le immissioni in ruolo, per l'anno scolastico 2023/2024, dei docenti inseriti nella I fascia da graduatorie provinciali per le supplenze su posto di sostegno, prevista dal decreto-legge «assunzioni». Gli ulteriori posti di sostegno vacanti e disponibili sono stati coperti mediante la procedura a chiamata diretta per le immissioni in ruolo (cosiddetta call veloce);
13) in tema di immissioni in ruolo, da un raffronto con l'anno scolastico 2022/2023 si evidenziano i seguenti dati:
a) 2.656 nomine in ruolo in più effettuate (40.462 a fronte di 37.806 nell'anno scolastico 2022/2023), di cui 587 nomine in ruolo in più effettuate su sostegno (13.354 a fronte di 12.767 nell'anno scolastico 2022/2023);
b) 15.763 posti vacanti in meno al termine delle operazioni (40.561 a fronte di 56.324 nell'anno scolastico 2022/2023), di cui 3.798 posti vacanti in meno su sostegno (13.784 a fronte di 17.582 nell'anno scolastico 2022/2023);
c) 79,6 per cento di copertura dei posti del contingente rispetto al 47,4 per cento di copertura nell'anno scolastico 2022/2023;
14) per contrastare la dispersione scolastica e l'abbandono, il Ministero dell'istruzione e del merito ha adottato, con il decreto n. 328 del 22 dicembre 2022, le linee guida per l'orientamento, con lo scopo di aiutare docenti, studenti e famiglie a contribuire alla costruzione di una scuola capace di affrontare la crisi educativa del Paese e di costruire un percorso virtuoso, volto anche al superamento delle difficoltà frutto di diseguaglianze di natura sociale e territoriale;
15) con le medesime linee guida sono state istituite due nuove figure professionali: il docente tutor e il docente orientatore alle quali il Governo ha dedicato misure di valorizzazione sia economica, con uno stanziamento di 150 milioni di euro previsto dalla legge di bilancio per il 2023 e ripartito con decreto ministeriale 5 aprile 2023, n. 63, sia professionale, con il riconoscimento di un punteggio aggiuntivo ai fini della mobilità, oltre che di un'adeguata remunerazione economica. La misura ha avuto ampio successo, visto che sono state raccolte circa 60 mila candidature a fronte delle 40 mila previste;
16) ancora, nella consapevolezza della necessità di rafforzare le segreterie scolastiche in questa fase nella quale le scuole sono chiamate ad attuare la parte più consistente delle azioni previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, si è previsto uno stanziamento di 50 milioni di euro per il 2023, così che, già a partire da settembre 2023, le scuole potessero dotarsi di personale amministrativo aggiuntivo, ivi compreso quello ausiliario;
17) in aggiunta, il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede già importanti investimenti destinati alle regioni del Mezzogiorno; tuttavia, l'attuale Governo attraverso il Piano Agenda Sud intende introdurre una visione nuova per superare i divari negli apprendimenti, caratterizzata da percorsi di crescita e di accompagnamento mirato delle scuole. L'obiettivo è combattere la dispersione scolastica fin dalla scuola primaria, con interventi dedicati agli istituti del Mezzogiorno. Il piano avrà durata biennale e verrà applicato, con interventi più significativi, in 245 scuole insistenti in contesti particolarmente disagiati del Sud individuate dall'Invalsi e, con altri livelli di intervento, in ulteriori 2.000 scuole del Mezzogiorno;
18) ad integrazione degli interventi previsti nell'ambito di Agenda Sud, il Governo, con il decreto-legge recante «Misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale», ha individuato risorse aggiuntive in modo da realizzare ulteriori azioni e iniziative di contrasto alla fragilità educativa, finalizzate a contrastare la dispersione scolastica e a ridurre i divari territoriali e negli apprendimenti nelle istituzioni scolastiche del primo e del secondo ciclo di istruzione, non finanziabili dal suddetto piano;
19) un primo intervento permette di attivare, nelle scuole del Mezzogiorno, incarichi temporanei di personale amministrativo, tecnico e ausiliario fino al 31 dicembre 2023. A tal fine sono stanziati 12 milioni di euro per l'anno 2023;
20) una seconda azione è finalizzata a potenziare l'organico dei docenti impegnati nella realizzazione dei progetti pilota contro la dispersione e i divari territoriali e negli apprendimenti delle istituzioni scolastiche site in contesti caratterizzati da maggiore disagio educativo;
21) un terzo intervento è volto a supportare le istituzioni scolastiche statali, anche per progetti di rete, nella realizzazione di azioni finalizzate a realizzare le condizioni per definire un contesto educativo favorevole all'apprendimento per tutti e, in particolare, per le studentesse e gli studenti con fragilità nel processo di apprendimento;
22) un quarto intervento vuole rafforzare l'offerta educativa nelle scuole del Meridione caratterizzate da alta dispersione scolastica, attraverso il potenziamento dell'organico dei docenti delle istituzioni scolastiche statali con maggiore disagio educativo. Al fine di valorizzare i docenti che permangono nella stessa istituzione scolastica che insistono nelle zone più disagiate, garantendo la continuità didattica, si è previsto un incentivo economico attraverso l'incremento del Fondo per il miglioramento dell'offerta formativa e l'attribuzione di un punteggio aggiuntivo di 10 punti, a conclusione del triennio effettivamente svolto, e ulteriori 2 punti per ogni anno di permanenza dopo il triennio, ai fini della mobilità;
23) l'opportunità dell'apertura delle scuole anche nelle ore pomeridiane, nonché nei periodi di sospensione della didattica, rappresenterebbe l'occasione per dare vita a iniziative di potenziamento e di recupero, in particolare nelle discipline fondamentali, quali matematica, scienze, informatica, italiano e inglese, contribuendo in questo modo a ridurre i divari territoriali non solo tra regioni, ma anche tra realtà diverse della stessa regione e della stessa città;
24) l'obiettivo dell'attuale Governo è quello di fornire a tutte le studentesse e a tutti gli studenti una formazione che valorizzi i talenti e le potenzialità di ognuno e sia spendibile nel mondo del lavoro, garantendo competitività al sistema produttivo italiano, anche attraverso la costituzione di una vera e propria filiera formativa tecnologico-professionale;
25) in coerenza con tali obiettivi, sono state avviate numerose altre iniziative, quale il compimento della riforma dell'insegnamento delle materie Stem, tramite l'adozione di specifiche linee guida, l'avvio di un consistente piano di semplificazioni a beneficio della funzionalità delle istituzioni scolastiche, la proposta di una ambiziosa riforma della formazione tecnica e professionale, attraverso l'istituzione della filiera tecnologico-professionale;
26) la previsione di misure omogenee per l'accesso alla gratuità dei libri di testo è un obiettivo pienamente condivisibile per sostenere il diritto allo studio e superare, così, i divari e le disuguaglianze degli studenti;
27) il Ministero impegna annualmente ingenti risorse per garantire il diritto allo studio a tutti gli studenti e, in particolare, per assicurare la gratuità parziale o totale dei libri di testo in favore degli alunni che adempiono l'obbligo di istruzione, nonché la fornitura dei libri di testo da dare in comodato agli studenti della scuola superiore, al fine di sostenere concretamente anche le famiglie degli alunni e degli studenti meno abbienti,
impegna il Governo:
1) a potenziare l'utilizzo delle risorse messe a disposizione dal Piano nazionale di ripresa e resilienza per creare ambienti d'apprendimento innovativi, con particolare riferimento alle metodologie di insegnamento e dei linguaggi, fornendo direttive e linee guida chiare ed efficaci;
2) ad adottare iniziative di competenza volte a reperire risorse per consentire la piena realizzazione di un sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita sino a sei anni, con particolare attenzione alle cosiddette sezioni primavera, rivolte ai bambini tra i 24 e 36 mesi;
3) a bandire quanto prima il concorso riservato al personale precario della scuola statale, in vista dell'avvio della stagione di nuovi concorsi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, volti al raggiungimento delle 70.000 assunzioni;
4) ad avviare i percorsi universitari di formazione iniziale, già in questo anno accademico, per una nuova generazione di docenti fortemente strutturati, con alle spalle un importante percorso di formazione disciplinare e pedagogica e meccanismi di valutazione che garantiranno l'efficacia didattica, nell'ottica della qualità dell'insegnamento e della costruzione di una scuola che sia davvero punto di riferimento per le famiglie e per gli studenti;
5) a potenziare il processo di valorizzazione economica e professionale di tutto il personale scolastico;
6) ad adottare iniziative di competenza volte a reperire risorse adeguate ad assicurare il diritto all'istruzione alle studentesse e agli studenti di tutto il territorio nazionale, al fine di colmare i divari territoriali e garantire il successo formativo di tutti e di ciascuno, con particolare attenzione per gli alunni con disabilità;
7) a promuovere su tutto il territorio nazionale l'apertura delle scuole sia al pomeriggio che nei mesi estivi, affiancando a quelle obbligatorie già previste anche attività opzionali e facoltative, con particolare riguardo ai seguenti obiettivi:
a) il prolungamento del tempo scuola in tutto il primo ciclo di istruzione, ove non previsto dall'offerta formativa attuale;
b) l'implementazione in modo uniforme sul territorio nazionale di iniziative finalizzate al recupero e al potenziamento delle competenze chiave di cittadinanza, quali italiano, matematica, inglese e informatica;
c) la promozione di attività culturali e sportive extracurricolari in collaborazione con gli enti del terzo settore e le altre realtà associative presenti sui territori, anche valorizzando le esperienze di educazione non formale;
d) la creazione, nel rispetto del principio di sussidiarietà orizzontale, di campus per realizzare filiere orizzontali e verticali dove studenti di età diversa scelgono di apprendere in luoghi predisposti per le attività disciplinari, ma anche di recupero e sviluppo per valorizzare i talenti e non lasciare indietro nessuno;
8) a dare piena attuazione alle linee guida per l'orientamento, rafforzando un sistema di orientamento diffuso, a tutti i livelli scolastici a partire dalla scuola primaria e, in particolare, per la scelta della scuola secondaria di secondo grado e dell'istruzione terziaria, per dare vita a percorsi di orientamento strutturati che tengano conto delle aspirazioni professionali dei giovani, ma anche delle nuove competenze per i settori emergenti del lavoro, delle filiere formative e delle esigenze specifiche delle imprese e dei territori;
9) a valorizzare in tutti gli ordini di scuola il docente tutor e il docente orientatore, promuovendo la formazione iniziale e continua prevista dal recente decreto-legge 30 aprile 2022, n. 36, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 giugno 2022, n. 79, e dai decreti attuativi, introducendo, attraverso la Scuola di alta formazione di recente istituzione, percorsi di sviluppi di carriera per favorire la creazione di una nuova generazione di docenti qualificati e con differenziazioni di funzioni per rompere l'uniformità delle prestazioni e della retribuzione degli insegnanti, così come avviene da tempo a livello europeo;
10) a rafforzare l'offerta dell'istruzione e della formazione professionale sul piano nazionale per garantire ai giovani di avere accesso nel proprio territorio a percorsi professionalizzanti per conseguire livelli di qualificazione professionale con importanti momenti di formazione on the job, perseguendo l'obiettivo che nessun giovane possa abbandonare i percorsi formativi senza aver almeno raggiunto una qualifica professionale di primo livello;
11) a potenziare lo studio delle Stem e l'innalzamento delle competenze digitali;
12) a individuare, nel rispetto dei vincoli di bilancio, misure a sostegno delle famiglie per rafforzare il loro potere di acquisto in tema di libri di testo, nonché misure volte ad intervenire sul tema delle detrazioni delle medesime spese, sull'incremento dell'attuale stanziamento del contributo dello Stato per l'acquisto dei libri di testo e sull'adeguamento dei tetti di spesa;
13) ad avviare un confronto che coinvolga tutta la filiera (rappresentanti di autori, editori, distributori, librai, dirigenti, docenti e famiglie) perché siano individuate le innovazioni anche legislative necessarie per raggiungere l'obiettivo di ridurre sia il peso dei libri quotidianamente portato da casa a scuola e viceversa, sia i costi a carico delle famiglie;
14) a valutare l'opportunità di adottare iniziative, anche normative, affinché, soprattutto nelle realtà territoriali più disagiate e ad alto tasso di dispersione scolastica, si possa ridurre il tradizionale numero di alunni per classe;
15) a favorire iniziative volte ad agevolare le donazioni dei privati, al fine di mobilitare nuove risorse in favore delle istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione, da parte di persone fisiche, enti non commerciali e soggetti titolari di reddito d'impresa.
(1-00187) «Sasso, Amorese, Dalla Chiesa, Lupi, Latini, Mollicone, Mulè, Cavo, Loizzo, Cangiano, Tassinari, Miele, Di Maggio, Matteoni, Messina, Perissa, Roscani».