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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 171 di mercoledì 4 ottobre 2023

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA

La seduta comincia alle 13.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO COLUCCI , Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 82, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Chiara Gribaudo. Ne ha facoltà.

CHIARA GRIBAUDO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ho chiesto di intervenire perché la giornata di ieri è stata segnata, purtroppo, da violenti scontri tra le Forze dell'ordine e un gruppo di studenti che contestavano le politiche del Governo, in occasione della presenza della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a Torino, al Festival delle regioni e delle province autonome.

Credo che ciascuno di noi abbia visto i video, che ormai hanno assunto una dimensione virale. Da quelle immagini si vede con chiarezza la carica nei confronti degli studenti che manifestavano a volto scoperto e senza oggetti e certamente non erano una minaccia per la sicurezza e per l'ordine pubblico.

Ricorderete che, circa un anno fa, nel suo primo intervento da Presidente del Consiglio, in quest'Aula, Giorgia Meloni rivendicò il fatto di essere cresciuta nelle manifestazioni di piazza. Io credo che anche quei 300 ragazzi abbiano tutto il diritto di crescere nelle piazze, senza cadere nelle violenze. Da questo punto di vista, credo che sia importante che, da parte del Governo, ci sia una risposta anche nelle Aule parlamentari.

Noi, come Partito Democratico, certamente, presenteremo un'interrogazione al Ministro Piantedosi, perché l'uso della forza da parte delle Forze dell'ordine, guardando quelle immagini, è totalmente sproporzionato rispetto al contesto. Era davvero necessario arrivare alle cariche per fermare un corteo di 300 studenti a volto scoperto? Perché lo scontro era, magari, anche aspro dal punto di vista dialettico, certo, ma non era violento da parte di quei ragazzi.

Allora, vogliamo sapere dal Ministro chi ha scelto e chi ha autorizzato la carica, perché lo ha fatto e sulla base di quali elementi. È doveroso che il Governo risponda a queste domande in quest'Aula, davanti a tutto il Paese, e che si assuma la responsabilità di verificare fino in fondo cosa è successo a Torino ieri. Anche perché, Presidente, questi episodi non sono rari nel nostro Paese e riaprono il tema, più volte sollevato dalle organizzazioni internazionali, tra le tante penso ad Amnesty International, del numero identificativo per gli agenti.

Non dimentichiamo - e la mia generazione non lo dimentica - che siamo la generazione del G8 di Genova, di Aldrovandi e di Cucchi. Per 10 anni, c'è stato un segnale che le violenze delle Forze dell'ordine non sarebbero state tollerate.

Non vorrei, invece, che il Governo, con i suoi atti e le sue parole, stia dando a qualcuno l'impressione che servano il pugno duro e la repressione del consenso. Non si può perdere l'equilibrio al punto di picchiare studenti evidentemente disarmati in piazze. Non è saggio, non è possibile, soprattutto perché ci sarà un autunno legittimamente di critica alle politiche del Governo e nessuno può permettersi di alzare così la tensione. Lo dico: vale per tutti. E, soprattutto, lo dico con chiarezza: noi questo non lo permetteremo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra)!

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 854 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104, recante disposizioni urgenti a tutela degli utenti, in materia di attività economiche e finanziarie e investimenti strategici (Approvato dal Senato) (A.C. 1436​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1436: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104, recante disposizioni urgenti a tutela degli utenti, in materia di attività economiche e finanziarie e investimenti strategici.

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1436​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Oggi siamo chiamati a esprimere, o meno, la fiducia su un provvedimento, uno dei tanti provvedimenti omnibus e potremmo stare a discutere - tanto poi, visto che siamo alla Camera avremo anche la possibilità di esprimere un voto di merito nella votazione finale del provvedimento - delle marce indietro di questo Governo su alcuni dei punti qualificanti di questo decreto: penso alla normativa sulle banche, alla nuova tassa sui cosiddetti extraprofitti, su cui Meloni ha fatto rapidamente marcia indietro, al tema del controllo dei prezzi, agli algoritmi dei prezzi dei voli aerei, e penso alla questione dei taxi sempre più drammatica (Roma va verso il Giubileo e non ci sono taxi) e, anche su questo punto, si è fatto marcia indietro. Signor Presidente, lo dico direttamente a lei, oltre che al rappresentante del Governo: penso che dovremo porci il tema, visto che siamo in sede di voto di fiducia, dell'uso e dell'abuso del voto di fiducia da parte di questa maggioranza, come sempre un voto di fiducia che, peraltro, definisce un bicameralismo alternato, per cui in un ramo del Parlamento più o meno si esaminano i provvedimenti, che vengono blindati e spediti all'altro ramo del Parlamento, che può solo votare la fiducia. Signor Presidente, credo che questo sia inaccettabile.

È vero - e chi ha esperienza come me lo sa - che è una deriva iniziata tempo fa, legislature fa, ma oggi siamo di fronte a un salto di qualità, perché, signor Presidente, se anche il Governo che rivendica di essere il primo Governo - non è il primo Governo della storia della Repubblica -a godere, dopo molti Esecutivi, di una maggioranza parlamentare solidissima, che è la stessa maggioranza che si è presentata davanti agli elettori, quindi una maggioranza inscalfibile, in una situazione di ordinarietà assoluta (non è un Governo tecnico o un Governo che nasce da movimenti parlamentari) … se anche questo Governo, guidato da Meloni, che rivendica due volte al giorno di essere il primo Presidente eletto non direttamente, ma che gode del consenso elettorale degli italiani, opera questa forzatura continua - che sta diventando una regola -, allora, signor Presidente, siamo di fronte a una trasformazione di fatto della Costituzione Italiana e ad una mortificazione continua del ruolo del Parlamento. E questo non può essere accettabile. Il Governo Meloni ha già il record assoluto di leggi che sono passate con il voto di fiducia e chiudo, signor Presidente: il 50 per cento, mai successo neanche con l'Esecutivo Draghi o con l'Esecutivo Monti, per citare due Governi tecnici con maggioranze allargate. Il resto è rappresentato da ratifiche di trattati internazionali e poco altro.

Ecco, signor Presidente, su questo tema abbiamo pensato che si debba dire “basta”, non può essere un fenomeno che va de plano, che diventa routinario e noi proporremo anche alle altre opposizioni che, quando la maggioranza compirà un anno, si vada dal Presidente della Repubblica a sottoporre questa questione, che ormai è di emergenza democratica.

La Costituzione è cambiata de facto, nel silenzio, e non può essere accettato. E mi rivolgo a lei, signor Presidente, e alla sua sensibilità democratica e di parlamentare su questo tema, che va posto con forza, innanzitutto al Governo, perché non c'è una sola ragione per questi voti di fiducia, avete la maggioranza, a meno che, ad esempio, nel caso specifico, non avevate paura di uno o di due emendamenti sulla questione banche, su cui magari rischiavate di non essere d'accordo. Ma allora si tratta di un tema politico e allora la cosa diventa, se possibile, ancora peggiore. Per queste ragioni, signor Presidente della Camera, +Europa non parteciperà a questo voto di fiducia (Applausi dei deputati dei gruppo Misto-+Europa e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cavo. Ne ha facoltà.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e signori del Governo, questa è una fiducia importante: siamo quasi a un anno dall'insediamento del Governo Meloni, un anno in cui è apparso evidente come non ci siano, per questo Governo e per questa maggioranza di cui facciamo parte, emergenze di serie A e di serie B. Non ci sono più temi che si possono toccare e temi che è meglio lasciare da parte, perché è impossibile trovarne la quadra. Il Governo Meloni affronta, di volta in volta, le emergenze che si presentano, senza dimenticare i progetti di legislatura da portare avanti. Lo fa sempre cercando di realizzare due condizioni essenziali di qualsiasi intervento legislativo: efficienza e tempestività. Sembrano banalità, ma gran parte della propaganda dell'opposizione, quest'anno, si è concentrata proprio sul negare il principio di buon senso che sottostà all'esigenza di intervenire quando un problema si presenta.

Nella prassi di attribuire un titolo ai provvedimenti, a quello in discussione oggi è toccato quello di DL Asset, ma troviamo più corretto chiamarlo DL Cittadini, perché è dal punto di vista dei cittadini che si è guardato per trovare una soluzione a molti dei problemi che oggi ci troviamo ad affrontare, cittadini che sono utenti, lavoratori ed imprenditori.

Mi concentrerò in questo intervento su alcuni dei temi affrontati in questo provvedimento, che ovviamente è ampio e vasto, esemplificativi appunto dell'impostazione complessiva.

Parto da uno di quelli più discussi - è già stato citato -, quello che dà l'immagine alle nostre città quando si arriva nelle stazioni e negli aeroporti, ovvero le lunghe file per attendere un taxi; ormai non è più tollerabile. Ebbene, trovare una soluzione - e questo decreto trova e dà una soluzione - era inderogabile. Ovviamente sappiamo quello che prevede questo decreto, ovvero la possibilità per i comuni - quelli capoluogo di provincia e quelli in cui hanno sede gli aeroporti - di innalzare fino al 20 per cento le autorizzazioni per aumentare le licenze con una procedura appunto semplificata. Ciò si traduce, per una città come Roma dove circolano 7.838 taxi, in un incremento di 1.568 nuove autorizzazioni. E poi ancora semplificazioni, accelerazioni per le licenze temporanee per gli altri comuni, che vanno da un minimo di 12 mesi, prorogabili fino a un massimo di 24 mesi, ed il raddoppio dell'ecobonus per l'acquisto dei taxi necessari all'esercizio delle nuove richieste, valido anche per gli NCC. Basterà tutto questo? Avremo modo ovviamente di valutarlo e lo monitoreremo - come gruppo di Noi Moderati e peraltro proprio oggi anche su questo tema presenteremo un question time -, ma sicuramente è un segnale e un primo passo importante a cui diamo fiducia, sostenendo la fiducia e anticipo già questo voto a questo decreto.

L'attenzione poi, sempre nell'ottica dei cittadini e dei loro diritti, è data al tema della trasparenza dei prezzi, per quanto riguarda i voli aerei (proprio all'articolo 1 con cui si apre questo provvedimento); è un altro obiettivo importante che questo decreto si dà.

Un altro degli interventi cruciali, direi identitari, è la cosiddetta tassa sugli extraprofitti nella versione modificata che consente di riportare equilibrio, laddove gli interventi delle banche centrali per contrastare l'inflazione hanno creato margini per quegli istituti bancari che non hanno adeguato anche gli interessi attivi. Quei profitti saranno tassati o andranno a rafforzare il sistema bancario a beneficio degli utenti. Un sistema solido è quello che può garantire liquidità a cittadini e imprese.

Poi, il superbonus. Se ne prevede una proroga limitatamente agli interventi sugli edifici unifamiliari e sulle unità immobiliari indipendenti e autonome anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023, rispetto al previgente termine del 30 settembre 2023. Quanto al PNRR, per realizzarlo concretamente è necessario un adeguamento, un aggiornamento, correzioni e affinamenti dovuti al cambiamento delle condizioni nelle quali “arrivano a terra” i progetti elaborati ormai tre anni fa. Il contesto è cambiato radicalmente e l'inflazione ha colpito soprattutto il settore delle grandi opere. Ecco perché si interviene destinando quasi un miliardo per compensare i maggiori costi dei general contractor impegnati sulle linee ad alta velocità ferroviaria ancora da portare a termine, come il Terzo valico e la Brescia-Padova. Nello specifico, si tratta di un massimo di 157 milioni di euro per il 2023 e 841 milioni per il 2024 a valere sulle somme anche nei conti dei residui del Fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche. Il Fondo, creato per esigenze temporanee di insufficienza di disponibilità finanziaria, è stato finalizzato anche alla compensazione dei prezzi dei materiali e delle lavorazioni degli appalti pubblici. Una circostanza, quella degli aumenti successivi in corso di realizzazione, che forse poteva anche essere prevista in sede di elaborazione del Piano, visto il periodo di crisi di approvvigionamenti in cui ha visto la luce. Ma oggi, di certo, è un problema che non si può più eludere e a cui questo Governo sta costantemente dando una risposta garantendo che il PNRR non rimanga solo un acronimo ma si sostanzi in opere per la collettività, per i cittadini, con l'obiettivo che tutte le misure contenute in questo testo si stanno dando.

Progettualità e concretezza - dicevamo - anche di risorse, con uno sguardo agli enti locali. Penso al Fondo investimenti stradali nei piccoli comuni istituito presso il MIT, con una dotazione di 18 milioni per il 2023, 20 milioni per il 2024 e ancora 12 milioni per il 2025. Oltre alle spese per i lavori di manutenzione, saranno ammessi alla copertura del fondo anche i costi di progettazione, con priorità per i comuni colpiti dalle calamità. Quella della progettazione è una misura attesa e non incidentale, assolutamente importante.

Permettetemi di toccare un tema che mi è vicino geograficamente, da deputata ligure e genovese: approfitto per fare gli auguri di buon lavoro a Marco Bucci, il sindaco di Genova, a cui questo provvedimento proroga la durata dell'incarico di commissario straordinario per la ricostruzione, attribuendogli anche compiti relativi al coordinamento e al monitoraggio dell'attività di soggetti attuatori del tunnel subportuale e della diga foranea di Genova, opera fondamentale per la città. La Liguria è segnata da carenze infrastrutturali che minano la sicurezza del territorio, la viabilità e i trasporti, con criticità ancora più gravi, essendo meta turistica e regione di confine, ma è anche la regione che ha saputo trasformare la tragedia del ponte Morandi nella rinascita di Genova. Il cosiddetto modello Genova parte da un punto essenziale, la grande conoscenza del territorio che, coniugata all'efficienza, può fare la differenza. Il “modello Genova” ci dà un insegnamento preciso: la necessità di sburocratizzare. Quindi, bene le semplificazioni di cui all'articolo 16 di questo testo che prevede che, qualora per i progetti esecutivi di interventi autostradali di preminente interesse nazionale - fra i quali ci tengo a ricordare la Gronda di Genova, opera essenziale per la viabilità della città - sia già stata effettuata la trasmissione al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e siano scaduti i termini per l'approvazione previsti dal piano economico finanziario, la relazione che li accompagna deve essere verificata da appositi organismi accreditati, ma non è più necessario il parere del comitato speciale del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Ovviamente, questa è una norma nel senso della sburocratizzazione e della semplificazione. Sono tante le opere pubbliche che ricevono da questo provvedimento impulso, risorse e appunto semplificazioni. La cifra di fondo è la concretezza totalmente volta allo sviluppo infrastrutturale ed economico del Paese.

In questo senso, permettetemi di toccare altri due punti importanti: quello che riguarda l'inasprimento delle norme per il contrasto alla delocalizzazione e il focus sulla produzione di microchip. Su questo terreno si gioca non solo la competitività europea nel mondo ma anche il rischio di dipendenza totale dall'estero, una dipendenza che potrebbe essere ancora più pericolosa economicamente di quella energetica. Bene, dunque, gli interventi a sostegno dei progetti europei per realizzare una filiera produttiva nel settore e il credito di imposta. Servono materie prime specifiche, competenze, innovazione tecnologica.

Ci sarebbe tanto ancora da citare: gli interventi nei settori strategici del made in Italy, nelle filiere agroalimentari, la pesca, il supporto ai comuni in dissesto, gli interventi in tema di produzione energetica. Sono tutti temi da me toccati come relatrice del provvedimento nella Commissione attività produttive, che ovviamente ha dato parere favorevole.

Concretezza - dicevamo - efficacia e tempestività per lo sviluppo e sguardo nell'ottica dei cittadini: questo è il filo conduttore di un provvedimento che noi del gruppo Noi Moderati sosteniamo, per tutti i motivi che sono stati esposti. Siamo accanto al Governo nell'affrontare i problemi, concordando le modalità nell'individuare le risposte e le soluzioni e nel farlo, appunto, con rapidità, pronti anche in questo caso a dare il nostro contributo.

A nome del gruppo Noi Moderati, quindi, per tutto quanto esposto, dichiaro il voto favorevole sulla questione di fiducia posta dal Governo sul decreto Asset (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Eccoci all'appuntamento, ormai quasi settimanale, di richiesta della fiducia, già graziosamente concessa dalla maggioranza al Senato, per l'approvazione dell'ennesimo decreto legge. In questo caso, si prevedono disposizioni urgenti a tutela degli utenti, in materia di attività economiche e finanziarie e investimenti strategici, noto ormai come decreto Asset. Chissà perché, forse per farlo apparire più pop, più accattivante, si utilizza un termine in lingua inglese, peraltro di derivazione latina: ad satis.

Ieri, in Aula, signor Presidente, i rappresentanti di tutti i gruppi di opposizione hanno posto, in modo forte e argomentato, la questione del continuo, imperturbabile ricorso alla decretazione d'urgenza, decreti-legge che, nel corso dell'esame e della cura parlamentare, per soddisfare pressioni, assecondare interessi, accontentare richieste, anche discutibili, della compagine di maggioranza, diventano un insieme sconclusionato e di dubbia costituzionalità di norme eterogenee e incoerenti che nulla hanno a che fare con l'orizzonte politico e strategico di misure e interventi davvero necessari per affrontare la situazione a rischio in cui versa il Paese. L'abbiamo già detto più e più volte, l'ha detto con forza anche il collega Della Vedova pochi minuti fa. L'uso eccessivo di decreti-legge compromette l'equilibrio tra potere esecutivo e potere legislativo e inibisce il pieno esercizio dell'attività di formazione delle leggi, un vulnus all'articolo 70 della Costituzione. La continua interferenza del Governo sulla regolare produzione normativa di fonte parlamentare, sorretta o meno da urgenze reali o dichiarate, comporta una grave lesione alla certezza del diritto nonché un elevato livello di entropia normativa a cui si accompagna l'alterazione della gerarchia delle fonti e la difficoltà di dare attuazione a una legislazione divenuta oramai alluvionale, instabile e disordinata. Ma qui si ripropone anche un altro tipo di scorrettezza normativa, quella - lo spiegava bene la collega Ghirra ieri nel suo intervento - dei cosiddetti decreti-legge omnibus, categoria nella quale rientra il provvedimento in questione, a pieno titolo.

È un impianto che disattende il monito del Capo dello Stato, più volte indirizzato al Governo e al Parlamento a una maggiore attenzione al profilo dell'omogeneità di contenuto dei decreti-legge, consiglio di rileggere o leggere, se già non l'avete fatto, la lettera di accompagnamento alla promulgazione della legge di conversione del decreto-legge n. 198 del 2022, il cosiddetto Milleproroghe, soltanto del 24 febbraio di quest'anno.

In questo provvedimento, Presidente, si passa dalle tariffe aeree ai granchi blu, dai taxi agli extraprofitti delle banche, dal trasporto pubblico locale alla ricostruzione post-alluvione, dalla microelettronica alla pesca, dalla depenalizzazione dell'utilizzo nelle zone umide dei pallini da caccia al taglio degli alberi, dall'Alitalia alla TIM, come bene argomentato - lo ripeto - dalla collega Ghirra nel suo intervento di ieri. Ovviamente, la Commissione referente e le Commissioni in sede consultiva della Camera non sono state messe in condizione di esaminare il provvedimento, consolidando ancora una volta la prassi, che si è andata sempre più affermando in questo anno di legislatura, di una deriva, di fatto, del nostro ordinamento in senso monocamerale, in aperta violazione della nostra Carta costituzionale.

Quanto al contenuto del provvedimento, proseguo con alcune osservazioni: riuscirà l'imposta sugli extraprofitti bancari, dopo il suo ridimensionamento, se non stravolgimento, in itinere, a garantire le maggiori entrate derivanti da tale imposta destinate al finanziamento del Fondo di garanzia mutui per la prima casa e per interventi volti alla riduzione della pressione fiscale di famiglie e imprese? Ne dubito fortemente.

Anche in relazione - articoli 1 e 2 - alle tariffe applicate dalle compagnie aeree sui voli nazionali che, nel corso dell'estate, hanno raggiunto picchi altissimi, colpendo in modo pesante e inaccettabile il diritto di movimento delle persone, in particolare delle isole di Sardegna e Sicilia, il Governo, che avrebbe dovuto porre limiti alle speculazioni tariffarie, ha fatto dietro front. Ora, le compagnie aeree tornano a essere libere di modificare il costo dei biglietti, parametrandolo in base al numero di tagliandi già prenotati. A modifiche avvenute, il decreto si limita a rafforzare i poteri dell'Antitrust.

Anche rispetto alle croniche criticità che interessano il servizio di taxi delle nostre città, si autorizzano i comuni a rilasciare, in via sperimentale, licenze aggiuntive a carattere temporaneo o stagionale, di durata, comunque, non superiore a 12 mesi, prorogabili per altri 12. Bene, però, in realtà, le norme previste non apportano sostanziali novità in grado di dare soluzioni, ma rischiano di creare una flotta di sfruttati. Molto ci sarebbe da dire, davvero molto, sull'articolo 13-bis, frutto di un emendamento del Governo, che così trasferisce, nel corpo del provvedimento, il decreto-legge n. 118 del 2023, attraverso il quale si consente l'acquisizione o la riacquisizione di partecipazioni azionarie, definite con uno o più DPCM; a tal fine, è autorizzata la spesa nel limite massimo di 2.525 milioni per l'anno 2023. Si tratta, con tutta evidenza, delle risorse necessarie per acquistare azioni della compagnia TIM Spa e per consentire l'ingresso del Ministero dell'Economia e delle finanze nella compagine societaria e partecipare, quindi, tramite il MEF, alla cordata guidata del fondo americano KKR, che, entro il 15 ottobre, dovrebbe presentare a TIM l'offerta per la rete. Si tratta di un'operazione finanziaria complessa che condurrà a un ridimensionamento di TIM Spa, con lo scorporo di rami di azienda che sarebbero acquisiti da altre società, con importanti conseguenze sul piano occupazionale. La questione attinente alle garanzie occupazionali per il personale attualmente in forza alla società TIM dovrà avere un peso rilevante nell'ambito delle trattative. Ecco, solo quest'articolo 13-bis avrebbe richiesto un confronto alla Camera e al Senato all'altezza della crucialità della scelta che il Governo si appresta, anzi, ha già fatto, di fatto, ma, come sappiamo, l'operazione finanziaria è tutt'altro che finita…

PRESIDENTE. Concluda.

LUANA ZANELLA (AVS). Concludo, Presidente, dicendo che, in questo ennesimo provvedimento omnibus, sono introdotte norme che hanno un impatto negativo sul territorio, sul paesaggio, sui beni culturali, sull'ambiente e sulle finanze pubbliche. Tra l'altro, ancora una volta, proprio l'articolo 13 prevede la possibilità per il Consiglio dei ministri di dichiarare il preminente interesse strategico nazionale di grandi programmi d'investimento esteri sul territorio italiano e per la celere realizzazione di ciò, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, d'intesa con il presidente della regione coinvolta, sono nominati Commissari straordinari che, a tal fine, si possono avvalere dell'Unità di missione “attrazione e sblocco investimenti”. A tal proposito, sarà presentato un ordine del giorno, a prima firma del collega Zaratti, e speriamo che il Governo lo possa accogliere, perché l'introduzione delle figure di Commissari straordinari ad ogni piè sospinto è veramente pericolosa per la governance del Paese.

PRESIDENTE. Deve concludere.

LUANA ZANELLA (AVS). Sono state respinte proposte emendative molto ragionevoli e non vado oltre, per non prendere altro tempo, ma mi limito a dichiarare scandalosa la soppressione del tetto dei 240.000 euro di stipendi di amministratori, titolari e componenti degli organi di controllo e dirigenti, che questo Governo ha voluto fare come regalo ai dirigenti della società Stretto di Messina Spa. Quindi, dichiaro il nostro voto contrario al voto di fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sottanelli. Ne ha facoltà.

GIULIO CESARE SOTTANELLI (A-IV-RE). Presidente Fontana, onorevoli colleghi, signora Sottosegretario, oggi siamo qui per discutere della conversione in legge - oserei dire - dell'“ennesimo” decreto, noto come decreto Asset, il trentanovesimo in undici mesi. È il Governo che, in assoluto, ricorre di più alla decretazione d'urgenza, continuando, in questo modo imperterrito, a delegittimare il Parlamento e, come si continua a fare, chiedendo, come Governo, il voto di fiducia al Parlamento. In assoluto, è il Governo che ha emanato più decreti d'urgenza: di media 3,6 decreti al mese, il numero più alto in assoluto rispetto a tutti i Governi, compresi quelli tecnici, che, a causa di una loro non omogeneità di maggioranza, potrebbero anche avere l'esigenza della decretazione d'urgenza, con la conseguente richiesta del voto di fiducia. Invece, qui, c'è un Governo che si è presentato al Paese con una maggioranza omogenea, i cittadini gli danno fiducia, e, puntualmente, ricorre al voto di fiducia. E pensare che solo un anno fa, il capogruppo di Fratelli d'Italia in quest'Aula e ora Ministro del Governo Meloni, l'onorevole Lollobrigida, dichiarava: il ricorso alla fiducia distorce il processo legislativo naturale. Ricorrere a questo strumento significa saltare il popolo, significa segnare un disprezzo per il popolo e delegittimare il sistema democratico. Ebbene, questo era quello che dichiarava, poco più di un anno fa, il Ministro Lollobrigida e purtroppo, in questo primo anno, il Governo Meloni ha battuto tutti i record.

Quindi, mi associo a quello che poco fa ha detto il collega Della Vedova, cioè che le opposizioni si uniranno e chiederanno al Presidente della Repubblica di agire e di far rispettare il più possibile la Costituzione che, invece, questa maggioranza e questo Governo stanno calpestando.

Invece, entrando nel merito del provvedimento e ripensando anche ai roboanti annunci della stessa Meloni, in sede di conferenza stampa, ma anche di altri membri del Governo, successivamente, il decreto-legge dovrebbe - uso non a caso il condizionale - tutelare gli utenti in materia di attività economiche, finanziarie e di investimenti strategici. Tuttavia, credo che sia fondamentale iniziare sottolineando come di strategico purtroppo in questo provvedimento non c'è nulla. Non c'è nulla di tutto quello che oggi serve alle famiglie italiane, alle imprese e al mondo produttivo. Il nome decreto Asset suona pomposo. Gli asset per un Governo sono i cittadini, le imprese, il mondo produttivo, le società che quotidianamente investono, crescono e creano ricchezza. Quindi, è importante parlare di asset per un Governo ma, purtroppo, questo decreto-legge manca della cosa più importante in questo decreto, cioè una strategia definita che possa raggiungere gli obiettivi. Purtroppo per l'Italia, questo provvedimento è caratterizzato più da tutto ciò che manca che da ciò che effettivamente contiene. Infatti, ciò che manca è una visione di Paese, una visione che renda il processo di nascita delle norme chiaro e non, come ci state abituando, un “taglia e cuci” legato agli ultimi episodi nazionali che toccano le coscienze degli italiani. Questo Governo ci ha abituati solo a questi decreti-legge che io chiamo emotivi, sostenuti da una comunicazione che ha il solo effetto di provare a ingannare i cittadini con titoli altisonanti sui giornali, in TV e sui social, ma i cittadini sono molto più svegli di quello che invece il Governo crede. Allora, voglio ricordare alcuni di questi decreti emanati nell'emotività del momento. Voglio ricordare che al primo Consiglio dei Ministri fu varato il decreto-legge sui rave party. Poi siamo passati, nel momento in cui l'immigrazione stava crescendo in maniera spropositata, al decreto-legge Anti-ONG e, successivamente, al decreto-legge che obbliga all'esposizione del prezzo medio regionale dei carburanti i distributori. Ne potrei aggiungere tanti altri. A distanza di un anno, possiamo affermare che questi ultimi due decreti-legge sono stati un completo fallimento perché, come abbiamo visto, il prezzo della benzina continua a crescere e il Governo non fa nulla e, per quanto riguarda l'immigrazione, questa è raddoppiata rispetto a un anno fa. Anche qui, il decreto emanato dal Governo e, soprattutto, quello che il Governo pensa di fare in futuro ci preoccupano molto, perché riteniamo che non ci sia una strategia che possa risolvere il problema ma c'è sempre il solito effetto slogan a livello populistico. Quindi, l'obiettivo del Governo continua a rimanere lo stesso: utilizzare i decreti-legge per giustificare annunci e titoli di giornale su diversi temi. Dunque, io oserei dire una distrazione di massa.

Divertente rimane il fatto che in alcuni casi, come, ad esempio, quello che riguarda il decreto-legge pubblicato il 31 agosto in Gazzetta Ufficiale, il provvedimento tende a perdersi tra Palazzo Chigi, Montecitorio e Palazzo Madama, non arrivando neanche a essere convertito. Questo è un peccato, perché i problemi individuati per le famiglie e le imprese sono reali, come l'inflazione che mina il potere d'acquisto, le lunghe code per i taxi e i prezzi elevati sui voli per le mete estive, ma le misure proposte sono impraticabili e incompatibili spesso con il quadro normativo italiano e addirittura con quello europeo. La norma sugli extraprofitti bancari è stata presentata come una vera e propria manovra del tipo Robin Hood, ossia rubare ai ricchi per dare ai poveri. È una misura che, però, non ha fatto i conti con i mercati finanziari che hanno mostrato sfiducia nei confronti del nostro Paese, costringendo il Governo a diluire questa imposta in una tassazione che, dopo diversi tira e molla all'interno della maggioranza, diventa insignificante per il bilancio dello Stato e per quelli delle banche. Sono rimasti solo gli annunci e gli slogan e abbiamo perso, purtroppo, quella credibilità che in una democrazia viene fondata principalmente sulla certezza del diritto. Altre misure, come quelle sul caro voli e sulle licenze dei taxi, sembrano seguire lo stesso schema: annunci enfatici seguiti da ritiri o stralci.

Noi di Azione, insieme al collega Marattin, abbiamo presentato una soluzione concreta, vera e pragmatica, così come piace a noi, quindi facendo un'opposizione che propone. Per quanto riguarda le licenze dei taxi, proponiamo di aggiungere un'altra licenza a chi già è proprietario di una. In questo modo, si raddoppia il numero dei taxi disponibili e allo stesso tempo si tutela il lavoro e il patrimonio di chi oggi già ha un taxi.

Riconosciamo, invece, il gesto positivo di estendere il Fondo per i danni causati dagli incendi a tutte le regioni interessate. Tuttavia, dobbiamo essere realisti sulle risorse disponibili e sulle necessità di ricostruzione in seguito a calamità naturali come le alluvioni e gli incendi. Anche qui, io auspico che tutte le forze politiche riescano, una volta per tutte, a fare una legge che affronti il problema delle calamità naturali, purtroppo sempre più presenti con i cambiamenti climatici, e magari varare un provvedimento unitario tra maggioranza e opposizione.

In conclusione, è fondamentale agire in modo concreto per affrontare le crisi aziendali e tutelare gli investimenti veramente strategici per l'interesse nazionale. Chiamiamo questo decreto per quello che è: un decreto - dico sempre purtroppo - dietrofront, così come lo ha chiamato il collega Marco Lombardo al Senato. Le istituzioni hanno l'obbligo di essere responsabili, oneste e leali verso i cittadini e di rispondere, quindi, alle esigenze vere, alle esigenze che in questo momento hanno le famiglie italiane, quali gli interessi sui mutui e le accise sulle benzine. Occorre fare delle norme che diano certezze per atterrare in maniera definitiva sul 110, dove molte imprese stanno soffrendo e c'è molta incertezza. Occorre poi risolvere veramente il problema dei taxi, del caro affitti e della crescita dell'inflazione. Sono speranze che, purtroppo, il Governo non sta dando ai cittadini e noi per questo motivo, come Azione-Italia Viva, non voteremo la fiducia al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mazzetti. Ne ha facoltà.

ERICA MAZZETTI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Sottosegretario, onorevoli colleghi, il provvedimento in esame, originariamente composto da 29 articoli, a seguito dell'esame in Senato risulta composto da 41 articoli di necessità e di urgenza consistenti in interventi in settori strategici per il nostro Paese: tutela degli utenti dei servizi di trasporto aereo, in particolare per la Sicilia e la Sardegna; interventi nel trasporto pubblico locale, in particolare nel settore dei taxi; potenziamento dei servizi per la connettività; realizzazione di opere infrastrutturali strategiche e di opere pubbliche; razionalizzazione dei canoni di concessione delle aree gestite dalle autorità portuali; bonifica dei siti e smaltimento dei rifiuti; revisione degli incentivi per l'efficienza energetica e semplificazione in termini di installazione di impianti da fonte rinnovabile. A tutte queste misure si sono aggiunti interventi altrettanto urgenti sul finanziamento di investimento di interesse strategico, come quello alla rete TIM.

L'azione di Forza Italia ha consentito di rivedere, rendendole più consone alle regole euro-unitarie, norme di fondamentale importanza quali quelle sulle tariffe aeree, nell'ambito delle quali si assegnano all'Autorità garante della concorrenza e del mercato poteri istruttori e regolatori in materia di trasporto aereo in presenza di condotte restrittive della concorrenza o di abuso di posizione dominante da parte delle compagnie, imponendo alle amministrazioni competenti la fissazione dei livelli massimi tariffari praticabili dai vettori aerei destinatari di oneri di servizio pubblico, ove vi sia il rischio di un sensibile rialzo delle tariffe aeree.

Anche l'articolo 3, che reca un consistente intervento sulla disciplina delle licenze per i taxi, realizza un importante punto di equilibrio consentendo ai comuni di rilasciare in via sperimentale licenze aggiuntive a carattere temporaneo per l'esercizio del servizio taxi in favore di chi sia già titolare di licenza.

Per i comuni capoluoghi di regione, sede di città metropolitana o di aeroporto, invece, sarà consentito incrementare il numero di licenze con un concorso straordinario, riconoscendo un incentivo finanziario all'acquisto di veicoli a basso livello di emissione.

Di rilievo sono gli articoli 8 e 13. Il primo contrasta la delocalizzazione prevedendo, in relazione alle grandi imprese che beneficiano di aiuti di Stato per l'effettuazione di investimenti produttivi, la decadenza dal beneficio e l'irrogazione di una sanzione pari a un importo da 2 a 4 volte lo stesso aiuto utilizzato in caso di delocalizzazione dell'attività interessata all'esterno dell'Unione europea e dello Spazio economico europeo.

Il secondo prevede la possibilità per il Consiglio dei ministri di dichiarare il preminente interesse strategico nazionale nei confronti di grandi programmi di investimenti esteri sul territorio italiano, anche con commissari straordinari e ordinanze in deroga.

Altrettanto importanti sono le disposizioni in materia di infrastrutture. L'articolo 14 introduce disposizioni urgenti per garantire l'operatività della società Stretto di Messina Spa, con l'autorizzazione alla sottoscrizione di un aumento di capitale da parte del Ministero dell'Economia, e le condizioni per fare acquistare efficacia ai contratti decaduti.

L'articolo 16 reca disposizioni volte ad accelerare i progetti esecutivi relativi agli interventi autostradali di preminente interesse nazionale.

L'articolo 17 attribuisce al commissario straordinario per la linea C della metropolitana di Roma anche i compiti relativi alla programmazione, progettazione, affidamento e realizzazione di tutti gli investimenti per completare le linee della metropolitana di Roma funzionali alla celebrazione del Giubileo 2025.

L'articolo 18 reca alcune disposizioni volte a garantire il cronoprogramma dei progetti ed investimenti in infrastrutture ferroviarie finanziati.

L'articolo 19 istituisce il Fondo per investimenti stradali nei piccoli comuni con l'obiettivo di realizzare gli interventi urgenti di messa in sicurezza di tratti stradali, ponti e viadotti.

L'attività di Forza Italia si è rivelata fondamentale nelle disposizioni relative al settore creditizio, con le modifiche apportate all'articolo 27, che ha istituito un'imposta straordinaria per l'anno 2023 sui margini di interesse, cosiddetti extraprofitti, delle banche operanti nel territorio dello Stato derivanti dagli aumenti dei tassi di interesse legati alle decisioni della BCE per contrastare l'inflazione. Voglio precisare che non si è trattato di un favore alle banche, ma di riportare le previsioni nell'alveo delle regole internazionali, e chi ha letto la stampa specializzata ha avuto modo di rilevare come, a livello eurounitario, venisse paventato un rischio per il credito.

Potevamo certamente approvare la disposizione così com'era stata concepita, ma questa sarebbe stata bloccata dai ricorsi dei soggetti interessati, che, per tutelare i propri interessi, si sarebbero trincerati dietro a una stretta del credito.

Per effetto delle modifiche apportate dal Senato, ferma restando l'applicazione di un'aliquota del 40 per cento, è modificata la base imponibile e, in luogo dell'effettuazione del versamento, le banche possono destinare un determinato importo, non inferiore a due volte e mezzo l'imposta, a riserva non distribuibile. È fatto divieto alle banche di scaricare gli oneri derivanti dall'attuazione delle norme sui costi dei servizi erogati nei confronti di imprese e clienti finali. L'Autorità garante della concorrenza e del mercato vigila sull'osservanza del decreto.

L'imposta non è deducibile da Ires e IRAP e il relativo gettito è destinato al finanziamento delle misure per la concessione della garanzia pubblica sui mutui prima casa, nonché a ulteriori interventi volti alla riduzione della pressione fiscale di famiglie e imprese.

Voglio qui proprio ricordare l'intervento sui mutui prima casa del Governo Berlusconi durante la crisi 2007-2008. Anche in quell'occasione ci si trovava di fronte a un rialzo dei tassi di interesse di mercato a seguito delle politiche monetarie adottate dalla BCE, e lo stesso, appena insediatosi, intervenne nel maggio 2008, uno dei primi decreti adottati, che, peraltro, conteneva l'esenzione totale dall'ICI della prima casa, rubricato “Rinegoziazione mutui per la prima casa”, in cui si prevedeva la stipula di una convenzione fra il Ministero dell'Economia e delle finanze e l'ABI, al fine di definire i criteri e le modalità di rinegoziazione dei mutui prima casa che consentisse una pianificazione finanziaria più soddisfacente per i mutuatari.

Sempre in materia di credito, l'articolo 27 ridefinisce i termini di applicazione delle disposizioni in materia di estinzione anticipata dei crediti al consumo, prevedendo la restituzione di tutti i costi sostenuti in relazione al contratto al credito.

Concentrerò il mio intervento finale su questo provvedimento sulla parte del decreto in esame relativa all'attuazione, in Emilia-Romagna, in Toscana e nelle Marche, nel maggio scorso, del decreto Alluvione. L'articolo 23 sull'alluvione era volto principalmente a consentire l'utilizzo delle risorse stanziate per l'anno 2023. Con l'emendamento approvato al Senato, per il 2023 sono aumentati i fondi per la ricostruzione privata nelle zone alluvionate. Gli stanziamenti già previsti passano da 120 a 490 milioni. Abbiamo dovuto rispondere quest'estate alle accuse della sinistra circa i ritardi dei ristori delle aree alluvionate. È vero l'esatto contrario: in questi giorni, il commissario Figliuolo, che ringraziamo per il grande lavoro svolto, ha presentato l'ordinanza delle attività produttive, che coinvolgerà circa 16.000 imprese. L'obiettivo finale è il completo ristoro entro pochi mesi.

In questo momento, abbiamo oltre 600 milioni di euro in parte corrente e vogliamo fare il più presto possibile, cosa che non è accaduta nella giunta emiliana per l'alluvione di Villafranca nel 2019, dove i soldi sono arrivati dopo 4 anni, quando, nel settembre 2023, Bonaccini ha approvato il decreto, e si prevede di liquidarli da qui al 2025. L'agricoltura delle aree alluvionate è uno dei settori principali delle eccellenze italiane.

Grazie all'azione del Ministro, abbiamo ottenuto dall'Unione europea oltre 60 milioni sulle voci calamità, alluvioni e siccità, che ci hanno permesso di attivare un cofinanziamento di circa 180 milioni, cifra che verrà erogata molto rapidamente. Con il decreto-legge Alluvione sono stati stanziati 100 milioni di euro e, per i danni alle produzioni vegetali, indennizzi fino al 100 per cento. Il Ministro competente ha già trasferito 8 milioni di euro alla regione Emilia-Romagna a titolo di anticipo per la realizzazione degli interventi più urgenti e per assicurare la continuità produttiva.

Nello stesso decreto-legge si è anche stabilito che 75 milioni di euro su 225 del Fondo innovazione in agricoltura sono riservati alle imprese delle zone alluvionate. È, inoltre, prevista la concessione di contributi a fondo perduto, variabili dal 45 al 100 per cento, alle imprese dei settori dell'agricoltura, della pesca, dell'acquacoltura e che investono per la realizzazione di progetti di innovazione. Per tutta la durata dello stato di emergenza, è prevista la sospensione dei pagamenti delle rate dei mutui e dei finanziamenti con scadenza 2023, la sospensione dei termini per la redazione dei piani aziendali, per la realizzazione degli investimenti finanziari e per la richiesta degli stati di avanzamento lavori.

Altra misura fortemente voluta da Forza Italia sono le disposizioni volte a favorire la produzione di biometano attraverso l'aggiornamento all'inflazione dei valori della tariffa incentivante, misura attesa da tutto il settore, che ne favorirà il forte sviluppo, contribuendo a liberarci dalla dipendenza energetica da fonti estere. Quanto ai bonus edilizi, l'articolo 24 proroga il termine per avvalersi della detrazione del 110 per cento al 31 dicembre 2023, rispetto al 30 settembre 2023, per gli interventi realizzati sugli edifici unifamiliari. Gli emendamenti volti a prorogare, con analoghe condizionalità, il termine dei lavori per i condomini non sono stati accolti in questo provvedimento, ma il Governo ha però accolto due ordini del giorno al Senato proposti da Forza Italia. Il primo inerente la possibilità di percorrere, da qui a fine anno, questa opzione per coloro che già hanno iniziato delle opere al solo fine di poterle terminare, sia per evitare drammi economici, sia per una questione di sicurezza.

Il secondo contenente un'ulteriore ipotesi di lavoro volta a sbloccare i crediti incagliati, nel quale si impegna il Governo a escludere dall'azione revocatoria le cessioni di crediti fiscali effettuata dal debitore insolvente qualora tali cessioni siano avvenute a un prezzo non inferiore all'attualizzazione del valore del credito stesso, misura volta a garantire soprattutto i cessionari delle banche.

Concludendo, per tutto quanto esposto, il gruppo di Forza Italia voterà convintamente a favore del decreto-legge n. 104, emanato nel pieno delle ferie estive per porre rimedio a una serie di problemi urgenti e indifferibili, che va nella direzione di un mercato libero sempre più necessario, a tutela dell'impresa, dello Stato e dell'utente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fenu. Ne ha facoltà.

EMILIANO FENU (M5S). Grazie, Presidente. Nel mese di agosto, quando è stato presentato il decreto Asset, abbiamo assistito a diverse esternazioni da parte di alcuni esponenti del Governo, i principali esponenti del Governo, sulla tassa sugli extraprofitti bancari, esternazioni che vado a leggere per ricordarcele. Salvini: indietro non si torna, sulle banche noi andiamo dritti.

Il Presidente del Consiglio Meloni: “Non difendo rendite di posizione”, “Utili da record e margini ingiusti, intervento per aiutare le famiglie”. Di nuovo, dagli Appunti di Giorgia: “Stiamo registrando utili record e abbiamo deciso di intervenire introducendo una tassazione del 40 per cento sulla differenza ingiusta del margine d'interesse”. Ancora, il Ministro Giorgetti da Cernobbio diceva che tassare gli extra profitti delle banche è giusto.

Oggi, invece, siamo chiamati a votare la fiducia su un testo che al Senato è stato modificato con un emendamento del Governo di cui i tre protagonisti citati sono, di fatto, i più importanti esponenti. È un emendamento che, oltre a consentire alle banche di non pagare neanche un centesimo se decidono di accantonare quelle risorse a patrimonio - quindi, se decido di tenerle in tasca, non pago - e oltre a ridurre il tetto massimo dell'imposta a una percentuale di cui - questo è scritto nella relazione tecnica - nemmeno il Governo è in grado di stimare il gettito, modifica anche il periodo di riferimento dell'imposta che si calcolerà se si supera del 10 per cento il margine d'interesse del 2023 rispetto al 2021. Peccato che il 2023 è ancora in corso e che le banche hanno tutto il tempo per fare degli artifici contabili, anche legali, senza pagare neanche una sanzione. Infatti, nella relazione tecnica è scritto che, in caso di errori, ci sarà la garanzia che tutto verrà ricondotto nell'abuso del diritto senza sanzioni. Questo è il risultato. La procedura sembra complessa ma l'effetto è molto semplice e ricorda la procedura che il Marchese del Grillo spiegò all'ebanista Aronne Piperno quando si presentò per chiedere il compenso per il lavoro fatto (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista): vuoi sapere la procedura? Io i soldi non li caccio e tu non li becchi. Molto semplice. In questo caso, lo Stato, i cittadini, noi siamo l'ebanista Aronne Piperno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma l'aspetto ancora più singolare è che chi, ad agosto, si sgolava e lanciava strali contro gli ingiusti extraprofitti delle banche oggi non ne parla più, parla delle pesche della Esselunga. Anche negli Appunti di Giorgia l'argomento extraprofitti bancari è sparito dall'ordine del giorno.

Questo è, e non è tutto. Infatti, questo decreto Asset è stato un capolavoro di retromarce e tutto per guadagnare un paio di titoli di giornale sui temi più scottanti di agosto. Ad esempio, riguardo al caro voli sappiamo quanto esso abbia inciso sulle vacanze degli italiani e so quanto abbia penalizzato il turismo nella mia regione, la Sardegna. Il Governo e in particolare il Ministro Urso hanno annunciato il tetto massimo alle tariffe del 200 per cento sulla tariffa media, senza specificare, tra l'altro, a quale periodo sulla media si riferisse. Questa decisione ha provocato la reazione dei principali vettori low cost e Ryanair, per ritorsione, ha tagliato 9 rotte invernali proprio nella mia regione. Il Ministro Urso ha risposto dicendo che il Governo non si sarebbe assolutamente fatto ricattare. Oggi, invece, dal testo modificato dal Governo possiamo evincere che il Governo si è fatto ricattare, eccome! Ha battuto miseramente in ritirata eliminando il tetto massimo e prevedendo un controllo dell'Authority in seguito al superamento di non chiari limiti di tariffa. Il risultato - l'unico risultato ottenuto - è che Ryanair ha tagliato 9 rotte invernali nella mia regione.

Scelte sbagliate, insomma, come quella di far esporre i prezzi medi regionali nei distributori di carburanti. Una scelta che - noi l'avevamo capito, l'avevamo detto e avevamo presentato degli emendamenti al riguardo - avrebbe paradossalmente causato l'effetto contrario, cioè avrebbe fatto aumentare i prezzi del carburante. Infatti, chi stava applicando prezzi inferiori al prezzo medio era incentivato ad alzare i prezzi per adeguarsi al prezzo medio. Il risultato - questo è emerso anche dalle notizie di stampa - è che il prezzo del carburante sta aumentando anche a causa di questa decisione del Governo. Noi abbiamo presentato un emendamento al Senato per abolire questa norma stupida, però l'emendamento è stato dichiarato inammissibile. Forse perché le retromarce riguardano solo i provvedimenti condivisibili e non quelli sbagliati.

Veniamo al superbonus. Sul superbonus il Governo ha fatto bene a consentire a chi ha iniziato i lavori sulle case singole di poterli portare a termine entro il 31 dicembre, sperando che questo nuovo termine sia sufficiente, mentre ha bocciato gli emendamenti che consentivano di portare a termine anche i lavori sui condomini. Noi lo abbiamo chiesto con un emendamento ma l'ha chiesto anche un partito che sostiene il Governo: Forza Italia. Avete detto che non ci sarebbe stata nessuna ulteriore proroga per i lavori sui condomini ma avete dato parere favorevole all'ordine del giorno, sempre di Forza Italia, che chiede un'ulteriore proroga per i lavori sui condomini. Quindi, mettetevi d'accordo con voi stessi e tra voi stessi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Soprattutto, mettetevi d'accordo con i numeri. Nella NADEF il superbonus è citato 26 volte ed è indicato come causa di tutti i mali, ma non si può non evidenziare una stranezza, Presidente. Sapete come funzionano i crediti d'imposta? È molto semplice: il beneficiario, il titolare del credito che deve pagare 100 allo Stato, se ha un credito di 20, paga 80, ossia paga la differenza, quindi lo Stato incassa 20 in meno. Questo ha un effetto sulle entrate. Se davvero il superbonus fosse un problema per lo Stato dal punto di vista delle entrate, noi avremmo dovuto vedere dei drammi, avremmo dovuto vedere delle conseguenze negative sulle entrate. Teoricamente, i crediti d'imposta dovrebbero rappresentare un problema per le entrate, ossia minori entrate per lo Stato. Allora, dovreste spiegarci per quale motivo, dal rendiconto dello Stato che abbiamo approvato un paio di settimane fa, emerge che le entrate sono aumentate di 98 miliardi nel biennio 2021-2022 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), anni in cui il superbonus è andato pienamente a regime. Dovete spiegarci perché nella NADEF emerge che, nei primi 7 mesi del 2023 - quindi, fino a luglio - le entrate tributarie continuano ad aumentare in modo considerevole: più 7,9 per cento le entrate tributarie, più 4,8 per cento quelle contributive. Dovete spiegarci perché, tra le principali imposte, l'Ires quest'anno aumenta ancora del 40 per cento e l'IVA e le imposte indirette aumentano del 30 per cento, percentuali che vanno ben oltre il tasso d'inflazione. Quindi, Presidente, il Governo dovrebbe spiegarci perché non c'è un problema sulle entrate; non c'è un problema sulle entrate e, quindi, non c'è un problema legato al superbonus. Il problema legato al superbonus riguarda, invece, il PIL che è cresciuto del 12 per cento nei due anni di funzionamento del superbonus e ora crollato allo “0 virgola” già quest'anno. Stamattina, l'Istat ci ha confermato la riduzione del PIL per il secondo trimestre dello 0,4 per cento. Si tratta esattamente del secondo trimestre, cioè da quando è entrato in vigore il decreto Crediti che ha posto fine alla misura.

Quindi, è inutile nella NADEF ripetere all'infinito la parola superbonus, se poi i numeri ci dicono un'altra cosa, completamente diversa. Il vero problema, il vero demone, le parole che dovete scrivere 26 volte, e anche di più, nella NADEF non è superbonus ma sono stagnazione e recessione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Presidente, non sono un tifoso dello spread ma l'impressione è che ai mercati non gliene freghi assolutamente nulla del superbonus. Gli investitori sono preoccupati perché non vedono nel nostro Paese, nella nostra economia, prospettive di crescita. Sono preoccupati perché il Governo dimostra assoluta inaffidabilità - il decreto di oggi è solo l'ultimo esempio - e non si fidano. Non si fidano i mercati, non si fidano i cittadini e non ci fidiamo noi. Per questo non accorderemo alcuna fiducia a questo Governo e voteremo “no” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cattoi. Ne ha facoltà.

VANESSA CATTOI (LEGA). Grazie, Presidente e grazie, Sottosegretario. Colleghi, oggi ci troviamo qui per il voto di fiducia al decreto-legge n. 104, un provvedimento che, nella sua eterogeneità, cerca di dare risposte concrete e, soprattutto, mette in atto una visione strategica che per taluni colleghi di opposizione sembra mancare. Andrò a spiegare velocemente quanto, invece, sia presente all'interno di questo provvedimento e lo farò cercando di concentrare il mio intervento soprattutto su quattro macro temi che sono stati affrontati all'interno del decreto-legge n. 104, ovverosia i problemi della delocalizzazione delle imprese, del sostegno agli enti locali, della tassa sugli extraprofitti e, soprattutto, dell'approvvigionamento delle materie prime critiche.

Partendo in ordine, vorrei soffermarmi, dapprima, sul problema della delocalizzazione delle imprese. Ebbene, questo Governo, fin dal proprio insediamento, ha cercato di combattere fin da subito la continua progressione di queste imprese che decidono di delocalizzare all'estero. Fonti Istat certificano che, tra il 2018 e il 2020, ben 594 aziende italiane con più di 50 addetti hanno delocalizzato.

Noi dobbiamo frenare questa emorragia che abbiamo e nel farlo abbiamo deciso di intervenire, già a partire dall'anno scorso, con un decreto puntuale, dove avevamo cercato di aumentare e inasprire le pene di coloro che decidevano di delocalizzare. Andiamo a inserirle ancora in modo più deciso e convinto all'interno di questo provvedimento. E come? Se lo Stato dà incentivi alle aziende, le aziende devono garantire di rimanere sul nostro territorio almeno per 10 anni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questa, Presidente, non è solo una questione legata al fatto che noi, con la delocalizzazione, andiamo a perdere in termini di occupazione, di gettito e di PIL nazionale, ma soprattutto vorrei ricordare che ogni impresa che delocalizza, porta via un pezzetto del know-how delle maestranze italiane, valore che non è quantificabile e, soprattutto, non è monetizzabile. Quindi noi, con questo provvedimento, riteniamo importante e fondamentale cercare di trattenere sul nostro territorio le aziende che fanno crescere la nostra Nazione. Noi pensiamo che sia importante intervenire e lo stiamo facendo nel medio e lungo termine anche sotto un altro aspetto. Con questo Governo, si sta finalmente parlando della questione atavica che porta le aziende ad andarsene dal nostro Paese: la questione energetica. Infatti, noi possiamo mettere in atto tutte le politiche che vogliamo, ma, di fatto, i Governi che hanno preceduto il nostro non hanno mai affrontato il tema dell'indipendenza energetica del nostro Paese, cosa che è molto importante, soprattutto in questi periodi, in questo anno, nei tempi della guerra in Ucraina, che, di fatto, ha messo in ginocchio più di tutti il nostro Paese. Proprio per questi motivi, nell'ultimo Consiglio dei ministri il Governo ha messo a disposizione delle famiglie e a sostegno soprattutto del caro energia ulteriori 1,3 miliardi per cercare di sostenere le aziende. Ma, ripeto, la visione, la strategia del Governo per cercare di sostenere l'attrattività economica del nostro Paese c'è ed è ben chiara, a differenza di quanto ho sentito prima da altri colleghi, i quali sembrano ritenere che questa manchi anche all'interno di questo provvedimento.

Andando avanti nell'affrontare i temi che dicevo prima, quindi, noi cerchiamo di sostenere le aziende, ma cerchiamo anche di occuparci degli enti locali, perché, ricordiamocelo, un tema caro, soprattutto al gruppo della Lega, è l'attenzione che noi abbiamo - in quanto amministratori all'interno degli enti locali di parecchi comuni italiani - nei confronti degli amministratori e dei piccoli comuni. Cosa troviamo in questo provvedimento? Innanzitutto, un'attenzione particolare ai comuni delle regioni e dei territori che sono stati gravati dall'alluvione e che, quindi, sono stati fortemente danneggiati. Noi mettiamo a loro disposizione oltre mezzo miliardo di euro, perché, se pensiamo che abbiamo a disposizione oltre 235 milioni che vengono anticipati da parte della regione per far fronte alle prime emergenze e poi andiamo ad incrementare di altri 370 milioni di euro il Fondo dedicato per la ricostruzione, si parla di oltre mezzo miliardo di euro, che noi andiamo ad inserire e mettiamo a disposizione soprattutto per quella parte di enti locali che sono maggiormente gravati dalle necessità legate alle tragedie ambientali. E poi andiamo a inserirci nuovamente sui piccoli comuni: un sostegno che va avanti e che, come Lega, avevamo iniziato nel passato Governo, nel Governo “Conte 1”. La Lega si era mossa fin da subito cercando di sostenere gli investimenti, soprattutto per la messa in sicurezza di strade e scuole. Noi, sul solco di quanto già fatto, andiamo avanti anche in questo provvedimento ed inseriamo un Fondo ad hoc, dedicato soprattutto ai piccoli comuni, ossia quei comuni la cui popolazione è inferiore ai 5.000 abitanti. E andiamo ad inserirci come? Con un Fondo di 50 milioni di euro dal 2023 al 2025, per cercare di investire maggiormente sulle opere stradali e per sostenere soprattutto loro, perché ricordiamoci che sono soprattutto i comuni più piccoli ad essere carenti di disponibilità finanziarie per provvedere a quello che chiedono tutti gli italiani, ossia avere delle strade ordinate e sicure, e i ponti e i viadotti che siano oggetti e soggetti di opportuna manutenzione, perché questo ci permette di garantire la loro sicurezza. E poi, sempre sugli enti locali, non dimentichiamo l'attuazione dei propri piani assunzionali, che viene messa a disposizione dei comuni, anche per i quelli che si trovano in condizione di esercizio provvisorio. Questo è un emendamento che è stato richiesto da ANCI, da tutti i comuni italiani, che noi abbiamo accolto e inserito al Senato e che riteniamo fondamentale proprio per dare ulteriore risposte agli amministratori locali.

Un'altra questione molto importante è la tassa sugli extraprofitti. Ne hanno già parlato altri miei colleghi. Su questa tassa c'è da fare chiarezza, perché io ho sentito alcuni colleghi che l'hanno definita la Robin Hood Tax. C'è un principio di fondo che ha ispirato questa forma di coraggio che ha avuto il Governo: noi abbiamo registrato quest'anno un aumento dei tassi pari al 4,5 per cento. Al pari di questo, sapete di quanto sono aumentati gli interessi sui conti correnti delle famiglie italiane? Dello 0,28 per cento. Sapete, invece, cari colleghi, lo chiedo per il tramite suo, Presidente, quando avevamo assistito, anche nel 2008, a un aumento dei tassi d'interesse del 4,25 per cento da parte della BCE, a quanto aumentava il tasso di interesse sui conti correnti delle famiglie italiane? Lì si parlava addirittura dell'1,87 per cento. Noi riteniamo che questo gap non sia giustificabile. Noi abbiamo voluto fare in modo che gli extraprofitti delle banche - che, ovviamente, non vanno ad intaccare la parte degli investimenti degli istituti di credito, ma agiamo meramente sulla partita corrente - vengano restituiti per finanziare cosa? Innanzitutto per finanziare il Fondo mutui per l'acquisto della prima casa. Questo è importante e fondamentale, e noi ne siamo orgogliosi. E, in secondo luogo, per cercare di rafforzare anche il Fondo per il medio credito delle piccole e medie imprese italiane. Anche qua, andiamo a sostenere il nostro tessuto economico e i nostri giovani, e lo facciamo andando ad aggredire dove? Gli istituti di credito, che, di fatto, in questi anni e, soprattutto, in quest'anno in cui c'è stato un aumento vertiginoso dei tassi di interesse, hanno potuto godere di un introito, che negli anni precedenti non c'è stato e che non è stato redistribuito. Quindi, a differenza di chi prima ci accusava di avere inserito, con questi extraprofitti, una Robin Hood Tax, io rispondo dicendo che, forse, rispetto al passato, quando in passato si prendevano i soldi dai conti correnti degli italiani per ripianare i bilanci delle banche, questo Governo ha il coraggio, invece, di fare una cosa più coraggiosa: togliere agli istituti di credito quella parte di extraprofitti per redistribuirli tra i cittadini e le piccole imprese. Su questo, io penso che possiamo essere tutti d'accordo e mi stupisce, invece, il fatto che alcuni colleghi, soprattutto di opposizione, si siano resi contrari anche nei confronti di una misura, che, dal mio punto di vista, è una misura coraggiosa che ha preso questo Governo.

Un altro punto importante da non scordare, sempre relativo alla tassa sugli extraprofitti, è che qualcuno potrebbe dire: non ha un approccio liberale. Ma secondo voi, è liberale che la BCE imponga un aumento dei tassi di interesse così vertiginoso? Dal mio punto di vista, no. E quindi, anche qua, andiamo ad approfondire e ad analizzare: gli istituti di credito o monetizzano e quindi pagano subito la tassa sugli extraprofitti, oppure vanno a creare un valore. Il valore è la patrimonializzazione degli istituti di credito. E questo, ragazzi, è un valore soprattutto per quanto concerne la tenuta del sistema finanziario nazionale. Infatti, andando a patrimonializzare i nostri istituti di credito, noi diamo la garanzia che, se un cittadino deve rivolgersi a un istituto di credito, possa avere l'affidabilità di ricevere il credito di cui ha bisogno. Noi riteniamo che questo aspetto sia importante e fondamentale.

Chiudo, Presidente, sulla questione legata all'approvvigionamento delle materie prime critiche. Su questo vorrei ricordare che è importante avere una visione strategica di dove vogliamo andare e su quali settori principali l'Italia deve puntare. Gli assi strategici ce li dice l'Europa, ma ce li dice anche un po' il trend economico di tutte le partite, sia europee che internazionali. Noi dobbiamo cercare, a seguito anche della pandemia, di riportare sul nostro territorio la produzione di quelle materie prime. Noi abbiamo, purtroppo, una richiesta, che va sull'esterno, esagerata. Noi dobbiamo cercare di riappropriarci delle materie prime e con questo provvedimento lo facciamo andando ad inserirci soprattutto su quelle materie prime critiche, che però sono fondamentali per garantire il nostro asse strategico. E lo facciamo incentivando soprattutto la filiera dei microchip andando a inserirci, con un credito d'imposta, sullo sviluppo della ricerca per la parte che attiene alla microelettronica.

Infine concludo, Presidente, dicendo che un altro asse strategico che noi andiamo a tutelare - soprattutto per chi abita e arriva, come me, da un territorio del Nord Italia - sono le aziende legate alla filiera del legno: un altro asse strategico per una parte del nostro territorio, che noi andiamo a tutelare e a garantire all'interno di questo provvedimento, garantendo una sburocratizzazione soprattutto sulla parte attuativa e la messa a terra delle loro finalità. Per tutti questi motivi, Presidente, concludo e dichiaro il voto favorevole alla fiducia di questo provvedimento da parte del gruppo della Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lai. Ne ha facoltà.

SILVIO LAI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi, rappresentante del Governo, oggi l'Autorità della regolazione dell'energia commenta gli aumenti del 4,8 per cento della bolletta del gas di settembre comunicando che siamo solo all'inizio di una stagione di aumenti.

Continua a crescere il costo di benzina e gasolio, cresce il costo della spesa, cresce il costo dei libri scolastici, cresce il numero di persone che rinunciano alle cure sanitarie, cresce il peso dell'inflazione sulle famiglie. E noi, oggi - quasi un evento da replicare in bianco e nero -, parliamo di un decreto agostano, emanato poco prima delle vacanze pugliesi e albanesi della Premier, totalmente superato dagli eventi e dalle vostre marce indietro, pensato, Presidente, per dare l'impressione di un Governo particolarmente attivo anche ad agosto. Questo decreto diventa, invece, l'ennesimo decreto omnibus, privo di qualunque requisito di urgenza - quelli richiesti dalla Costituzione -, tanto che questo ramo del Parlamento ho dovuto affrontare in 4 giorni la lettura e l'approfondimento di questa normativa, senza alcuna possibilità di esercitare il proprio ruolo legislativo. Insomma, nonostante la solida – così, perlomeno, vuole apparire - maggioranza parlamentare di cui siete dotati, per far passare le norme, anche le più banali, il Governo deve utilizzare una prassi tipica - in quel caso, giustificata - dei Governi tecnici, fatta di richieste di fiducia necessitate - quelle sì - per mettere insieme forze politiche opposte e in concorrenza. Siamo a un monocameralismo di fatto, Presidente, e la responsabilità è di questa maggioranza, che pure avrebbe la forza per consentire un normale andamento del potere legislativo. Dov'è la potente e coesa macchina della maggioranza scelta dagli italiani – peraltro, vi ricordo che vi ha votato la minoranza -, se siete costretti a silenziare il Parlamento e anche a silenziarvi? Prima c'era un motivo, nel Governo tecnico, ma ora qual è il motivo? Siete una maggioranza politica, che, da un anno, non fa altro che forzare la Costituzione con decreti che non ne rispettano il dettato, che non sono urgenti e coerenti per materia, che vengono alterati da emendamenti incoerenti per tema o da riversamenti di altri decreti - anch'essa prassi illecita -, nel silenzio anche di chi dovrebbe garantire la praticabilità di questo Parlamento. E poi sono decreti spot, fatti di norme della serie “vorrei, ma non posso”, arroganti quando nascono e inutili quando finiscono. Fate i bulli e poi venite bullizzati, una volta dalle multinazionali, un'altra volta dal mercato, talvolta anche dalle regole che sono più forti di voi. E quanto vi infastidisce quando qualcuno vi fa notare che anche le leggi che voi approvate devono rispettare norme superiori, come è successo anche in questi giorni a carico di un magistrato di Catania? Se non lo faceste in nome e per conto del Paese, sarebbe solo materiale per la satira politica e, invece, ledete e giocate con la credibilità del nostro Paese ed è alquanto esemplare, da questo punto di vista, il documento che vi accingete ad approvare. È passato un anno da quando la Premier Meloni praticava le piazze, dicendo che eravate pronti, pronti a promettere tutto e di tutto, dal taglio delle accise ai carburanti, ai blocchi navali, alla riduzione delle tasse, alla cancellazione della legge Fornero, sino all'aumento diffuso di stipendi, pensioni ed esenzioni e poi tanti, tanti, tanti condoni. Ecco, per ora, sono apparsi frequentemente solo questi ultimi; di tagli delle accise e di aumenti di pensioni se ne parla solo per negare che facevano parte del programma e per rimandare gli impegni, perché il mondo brutto e cattivo ve lo impedisce, in una perenne caccia alle streghe. Dopo un anno, il bilancio è molto povero, nonostante i vostri dépliant celebrativi: promesse tradite, una quarantina di decreti farsa, un'economia a picco, un Governo che è forte con i deboli e debole con i forti, un Robin Hood al contrario. Lo conferma anche questo decreto: doveva ridimensionare gli ingiusti profitti delle banche e le compagnie aeree che facevano cartello contro i consumatori; è bastato qualche giorno per vedere il Governo fuggire dalla realtà con la coda tra le gambe. Doveva servire per aiutare gli utenti - c'è scritto anche nel titolo - e, invece, è servito solo per aiutare gli utenti che voi avete nominato ai vertici della società per il ponte di Messina, ai quali - loro sì - aumentate gli stipendi. È un Governo affetto da bullismo, capace solo di dare risposte securitarie che non portano sicurezza - neanche la sensazione, come a Caivano - o per la modalità con cui si trattano tanti aggravamenti di pene che già potevano essere applicati senza nuove norme, oppure perché minaccia gli scafisti, per poi finire per abusare delle vittime di questi, a cui chiedete un pizzo di Stato - questo sì, davvero un pizzo di Stato -, meglio se minori da mettere nei CPR, sadismo puro senza giustificazioni.

Pronti per cosa dunque? Un anno fa siete stati solo pronti ad approfittare di eventi e di scelte sconsiderate per lanciarvi a capofitto, come nelle commedie all'italiana si fa con un buffet, per assumervi irresponsabilmente un compito più grande di voi, più gravoso delle vostre capacità, più importante dei vostri destini, senza un senso dei limiti, che si sono già mostrati e che continuano a mostrarsi nell'evidente assenza di una strategia di Governo per questo Paese.

Prima che prendeste le redini, solo un anno fa, l'Italia era il Paese che guidava il rilancio economico dell'Unione europea, aveva una credibilità e un'autorevolezza riconosciuta in tutto il mondo, guidava i processi di cambiamento istituzionale, quelli economici, andando più veloce e più lontano di altri. E ora? Ora ci presentate una Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza le cui previsioni e i cui impegni sanciscono la fine di quella corsa, un fragoroso fallimento della destra italiana, che non è per la prima volta al Governo - in questi 20 anni avete governato più voi di qualunque altro -, perché la crisi che stiamo attraversando, al netto di condizioni internazionali, che però anche gli altri Paesi vivono e sopportano, vi mostra incapaci e anche banali nelle vostre reazioni e iniziative per il Paese, quando non esplicitamente cattivi animatori e interpreti dei peggiori sentimenti. Oggi, tornate in quest'Aula, chiedendo un'altra fiducia a questo Parlamento per un provvedimento assolutamente confuso quanto inadeguato.

Guardate, ne abbiamo parlato nel dibattito: il decreto Asset parla di tutto, salvo che di asset strategici per il Paese e, quando ne parla, ne parla per cedere a una società americana l'85 per cento di un asset fondamentale come la fibra in questo Paese. C'è da essere orgogliosi davvero. È un decreto da dilettanti allo sbaraglio, come chi gioca al piccolo chimico o al piccolo banchiere senza conoscere niente di quello che sta facendo, in maniera irresponsabile. Avevate twittato orgogliosi, sotto l'ombrellone, di voler togliere gli utili ingiusti delle banche? Beh, sembra un colpo di sole, perché, dopo un mese, vi siete rimangiati tutto. Lo dico ai colleghi che hanno parlato prima, Presidente: non siamo contrari a quell'iniziativa, ci vergogniamo di come è stata fatta e di come è stato in qualche modo più facile per il Governo fare un passo indietro che un passo in avanti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Nel frattempo, per un prelievo che valeva 2 miliardi e che oggi è inquantificabile - altro che certezze per i cittadini - gli istituti di credito hanno perso 10 miliardi di euro in borsa in un paio di giorni, ma quelli erano soldi dei risparmiatori e degli investitori italiani, i cittadini a cui guardate, in teoria, nelle vostre iniziative. Per non parlare della crociata agostana del Ministro Urso contro le compagnie aeree che hanno reso impossibile viaggiare verso le isole quest'estate. Pensava di essere Attila e, invece, ha fatto solo l'armata Brancaleone, anche, in questo caso, una montagna che partorisce un topolino. Davanti alle minacce, anche umilianti, delle compagnie, avete tirato il freno a mano e ritirato la norma, rendendola innocua, eppure vi avevamo avvertito, vi avevamo chiesto, se si trattava di una norma su cui c'era stato un confronto con l'Unione europea, con le regole sulla concorrenza alla base dei rapporti nel mercato comune e se la norma era stata studiata o solo partorita nella fantasia di qualche addetto alla propaganda. Ma anche qui dilettanti sulla pelle di sardi e siciliani in particolare. Chissà se chi vi ha votato, ogni volta che va al distributore e trova prezzi sopra i 2 euro al litro, si ricorda dei teatrini che pubblicavate sui social per qualche like: il Ministro con la lavagnetta, che cancellava con il pennarello rosso le accise sulla benzina una ad una - mi raccomando, anche quella sulla guerra in Abissinia, per rendere tutto ridicolo - o la Presidente che dava 15 euro al benzinaio e 35 euro a un signore scuro, vestito con gli occhiali scuri, che rappresentava lo Stato, tra IVA e accise. Oggi tutti e due sono al Governo. Ma, invece, di sopprimere le accise - o anche di sospenderle, come ha fatto il Governo precedente in una situazione altrettanto grave - danno sfogo alla fantasia: prima un decreto Trasparenza, che tendeva a colpevolizzare i distributori ha sortito il solo effetto di allineare al rialzo i prezzi del carburante e ora i bonus elemosina. Insomma, se prima si chiedeva ai Governi di mettere a terra e rendere disponibili i maggiori incassi di IVA e accise, ora questi miliardi sono manna dal cielo per chi guarda al bilancio dello Stato come a una mucca da mungere.

Lo stesso vale per i mutui: qui ci sono soltanto dichiarazioni controproducenti e un assordante silenzio. E poi per l'Emilia-Romagna è vero che avete stanziato quasi 500 milioni in questo decreto, ma sono milioni che erano già stati stanziati in capitoli di bilancio inutilizzabili; mancano altri 9 miliardi, altro che 500 milioni! E dove sono (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)?

Oppure, con quanto sadismo - e vado a concludere Presidente - aspettate e trattate anche la questione del superbonus, ma intanto ci sono 8 mesi, 300.000 famiglie, migliaia di imprese con cantieri aperti e quasi 800.000 persone che rischiano il baratro per colpa vostra, senza dire niente.

Ecco, questo decreto è un piatto immangiabile, preparato da chi non ha la minima idea di cosa stia facendo, da chi vive la responsabilità di Governo con superficialità, senza il peso e la prospettiva del Paese, da chi guarda alla sofferenza delle persone, come se scrollasse noiosamente su un social. Il prossimo video cancella il precedente, un problema, irrisolto, è cancellato da un nuovo nemico o da un nuovo complotto, senza mai risolvere un'emergenza, aumentando la confusione e invocando problemi causati ad altri.

Noi temiamo, signor Presidente, e chiudo il mio intervento, che questa confusione sia solo l'antipasto della prossima manovra di bilancio: una manovra fatta già di tagli al welfare, alla scuola, alla sanità, alle pensioni e agli stipendi.

Voi siete il peggio che potesse capitare al nostro Paese, ma sapete anche voi che non può durare per molto, perché si possono ingannare poche persone per molto tempo, ma molte persone possono essere ingannate per poco tempo. E il tempo sta passando, le bugie emergono con evidenza; è la realtà a renderle evidenti e il nostro impegno è per smascherarle; un impegno che continua senza tentennamenti.

Per questo sulla richiesta di fiducia a questo Governo per questo provvedimento convintamente il voto del Partito Democratico sarà un “no” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Malaguti. Ne ha facoltà.

MAURO MALAGUTI (FDI). Grazie, signor Presidente. Approvato dal Senato nella seduta del 28 settembre 2023, il testo di conversione del decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104, chiamato decreto Asset o omnibus-bis, contiene misure urgenti a tutela degli utenti in materia di attività economiche, in materia di investimenti strategici e disposizioni finanziarie.

Ho sentito i commenti delle opposizioni su questo decreto che parlano di tutto un po': “marmellata”, “uso e abuso del voto di fiducia” e, contestualmente, arrivano le accuse di tempi lunghi per i provvedimenti, ritardi del Governo e così via. È semplicemente la risposta ad esigenze reali e urgenti dei cittadini con lo strumento utile per fare ciò: è uno strumento che ha utilizzato chi è stato al Governo, sia di destra sia di sinistra.

Le voci su cui parlare sono tante, ma vorrei cominciare proprio dal superbonus: il decreto prevede una proroga del superbonus 110 per cento per abitazioni unifamiliari fino al 31 dicembre 2023. È notizia letta questa mattina su Il Sole 24 Ore, quindi non su un giornale credo di parte: 2 miliardi di bonus casa bloccati solo nel 2022, grazie a controlli preventivi antifrode dell'Agenzia delle entrate. Ma siccome questo è, forse, l'ultimo capitolo della saga o della sagra del superbonus, mi rimarranno punti interrogativi che probabilmente nessuno riuscirà mai a spiegarmi. Mi sono chiesto: quando è stato partorito questo provvedimento del 110 per cento perché non il 120 per cento o il 130 per cento? E mi sono chiesto: perché applicarlo solamente al comparto dell'edilizia? Si poteva applicare a tanti altri comparti: per esempio, dopo il COVID, erano in crisi anche le case automobilistiche. Allora, si poteva dire agli italiani: visto che anche le auto vecchie inquinano, andatevi a comprare un'auto nuova, costa 50 mila euro, ve ne daremo 55 mila, così magari fate un pieno e una gitarella fuori porta. E magari, visto che con l'edilizia abbiamo assistito al restauro di sei castelli, si sarebbe anche vista qualche Ferrari in più, chi lo sa! Si sarebbe potuto fare, ma poi certamente ci sarebbe stato qualche problemino; ad esempio, anche il mercato delle auto sarebbe stato “drogato” come quello dell'edilizia.

Oggi ci sono imprenditori che lavorano nel comparto dell'edilizia e che pagano il 30 per cento in più su tutti i materiali edili e certamente anche le case automobilistiche avrebbero alzato i prezzi. Poi ci sarebbe stato forse anche un altro problemino: dove reperire i soldi per fare tutto ciò, perché, non credo esista ancora un Governo che li possa fabbricare di notte.

Ma questo decreto-legge interviene su tutta una serie di voci: ad esempio, interviene sugli incendi, un reato odioso che colpisce particolarmente fauna e flora, oltre ai danni a case e aziende del Paese più bello del mondo e con la più alta biodiversità. Viene aumentato il minimo edittale per chi causa un incendio in boschi, selve e foreste ovvero su vivai forestali, destinati al rimboschimento: si passa da quattro a sei anni. La pena può passare da uno a due anni di reclusione, se l'incendio è di natura colposa; si prevede un aumento da un terzo alla metà quando il fatto è commesso al fine di trarne profitto per sé o per altri o con abuso dei poteri o con la violazione dei doveri inerenti all'esecuzione di incarichi o allo svolgimento di servizi nell'ambito della prevenzione e della lotta attiva contro gli incendi boschivi. È un problema cui assistiamo tutte le estati e a cui bisognava dare una risposta.

Poi questo provvedimento interviene sull'agricoltura. Con i veloci cambiamenti climatici cui assistiamo è chiaro che questi ultimi hanno una ricaduta sul comparto agricolo a cui dovremo far fronte.

Io provengo da una regione in cui la frutticoltura era il fiore all'occhiello: oggi i nostri frutticoltori fanno una grande fatica a produrre. La frutta si comincia a produrre nei Paesi dell'Est, dove un tempo, con inverni a meno 40 gradi, le piante esplodevano: oggi producono la frutta e noi produciamo i pomodori che si piantavano nel Meridione.

Questi cambiamenti climatici comportano tutta una serie di questioni alle quali bisogna dare risposte veloci, perché non è possibile continuare a buttare soldi a pioggia su aziende che ne hanno diritto, perché sono state effettivamente danneggiate, ma bisogna studiare soluzioni a cambiamenti che dobbiamo in qualche modo trovare il modo di cavalcare.

Quanto alla questione del granchio blu, proprio ieri in Commissione sentivo dire che il Governo è intervenuto tardivamente e con pochi fondi rispetto alla regione Emilia-Romagna. La regione Emilia-Romagna ha versato un milione di euro solo mercoledì scorso, quindi i tempi non mi sembrano così allungati: il Ministro Lollobrigida è immediatamente accorso sul territorio e alla fine vedremo quanti fondi ci saranno, perché ha già annunciato che saranno diversi gli interventi per salvaguardare i coltivatori di mitili. Però bisogna anche capire come risolvere questo problema, perché il granchio blu è presente da decenni sul nostro territorio e solo quest'anno si è moltiplicato con questi numeri: una femmina di granchio blu può produrre fino a 2 milioni di larve; prima non era mai successo. Allora, bisogna approntare studi bio-marini per capire e trovare una soluzione definitiva: i danni alle coltivazioni di vongole, probabilmente i più importanti, saranno il prossimo anno, perché il granchio blu ha triturato le nursery, quindi i danni maggiori li avremo il prossimo anno, ma bisogna comprendere queste problematiche e trovare soluzioni definitive. Non si può provvedere solamente a stanziare fondi, che arrivino presto o tardi come dice la sinistra.

Quanto alla vite da vino e agli attacchi di peronospora, non si tratta solo di un comparto che produce grande economia: è un emblema del nostro made in Italy e il nostro made in Italy è la più grossa risorsa che noi abbiamo. Quindi, bisognava intervenire anche in questo settore.

Poi si prevede uno stanziamento di fondi ai comuni per la messa in sicurezza di strade, ponti e viadotti: anche in questo caso prima o poi dovremo mettere mano al declassamento delle province, perché questi problemi ci sono. E questo declassamento ha lasciato un vuoto amministrativo, non colmato, che con il tempo occorrerà rivedere; è un provvedimento che si è dimostrato figlio solo di un'ansia ingiustificata di smantellamento della politica.

Vi è lo stop all'isolamento per i positivi del COVID-19: leggevo proprio questa mattina sul giornale che i pionieri dei vaccini, i vincitori del Nobel, Karikò e Weissman, fin dall'inizio paventavano alcuni effetti avversi, come la miocardite. E adesso non mi si vada ad iscrivere nell'elenco dei no-vax perché io i vaccini li ho fatti tutti, perché siamo stati accusati anche di questo: di essere no-vax, semplicemente perché chiedevamo di assumere una maggiore prudenza nei provvedimenti in quel contesto.

Si prevede un obbligo di comunicazione dei crediti edilizi non utilizzati: l'articolo 25 introduce importanti novità in materia di crediti edilizi; in particolare, l'articolo in esame obbliga all'ultimo cessionario titolare dei crediti edilizi non ancora utilizzati di inviare una comunicazione all'Agenzia delle Entrate entro 30 giorni dalla data in cui si viene a conoscenza del fatto specifico che ha determinato la mancata fruizione dei crediti derivanti da cessione del credito o sconto in fattura. La mancata comunicazione comporterà una sanzione amministrativa tributaria.

Quanto all'accelerazione del PNRR, un'altra cosa di cui veniamo accusati è di non riuscire a spendere i soldi del PNRR. Quest'ultimo non rappresenta solo un investimento economico per il nostro Paese, ma anche un impegno fondamentale per l'ambiente e per il futuro del nostro pianeta.

Grazie al PNRR, il nostro Paese ha l'opportunità di lavorare attivamente per raggiungere gli obiettivi stabiliti nell'ambito degli accordi internazionali sul clima. In virtù di ciò, l'Italia, così come i 27 Stati membri dell'Unione europea, ha l'importante impegno di accelerare la realizzazione degli interventi previsti dal PNRR. Ci sarebbero tanti altri argomenti di cui parlare, ma ovviamente i tempi non me lo consentono. Sul prelievo sugli extraprofitti delle banche e sulle intercettazioni ci sarebbe molto da dire, così come sui taxi; sui rincari dei voli vi sono misure di estensione del golden power, però, alla fine, le accuse di queste opposizioni sono sempre le stesse: pochi soldi all'agricoltura, pochi soldi alla sanità. Mi si consenta una piccola parentesi sulla sanità che è di competenza delle regioni. Io vengo dalla regione Emilia-Romagna e il bilancio della regione Emilia-Romagna è di 13 miliardi; la regione ne spende oltre l'80 per cento in sanità. È colpa del Governo? Io capisco che sia affascinante ritrovare sempre quel vecchio detto popolare: “piove, Governo ladro”, però bisognerebbe anche andare a vedere le cause di questi problemi e, purtroppo, la verità è che quando la sinistra va a cercare le cause di questi problemi trova semplicemente se stessa. Per tutti questi motivi, il gruppo di Fratelli d'Italia voterà convintamente la fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato convenuto che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 16,25, sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata e alle ore 16,25 per la votazione per appello nominale.

La seduta, sospesa alle 14,40, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro della Giustizia, il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti e il Ministro delle imprese e del made in Italy.

Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Intendimenti in ordine alla riforma della giustizia e ai rapporti tra Esecutivo e magistratura, alla luce di dichiarazioni relative a una recente decisione del tribunale di Catania – n. 3-00695)

PRESIDENTE. Il deputato Magi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Della Vedova e Magi n. 3-00695 (vedi l'Allegato A) di cui è cofirmatario.

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). La ringrazio, Presidente. Ministro Nordio, siamo profondamente allarmati dallo scontro istituzionale che si è aperto nel Paese nei giorni scorsi, ad opera del Governo, a seguito della pronuncia del tribunale di Catania che ha disapplicato alcune norme che l'Esecutivo aveva emanato in materia di immigrazione, in particolare in materia di trattenimento di cittadini stranieri richiedenti asilo. La Presidente del Consiglio Meloni, ma anche il Vicepresidente del Consiglio Salvini, che siede al suo fianco, hanno definito la decisione del giudice di Catania un attacco a un Governo democraticamente eletto, lasciando intendere che le decisioni di un giudice debbano necessariamente conformarsi ai provvedimenti dell'Esecutivo, anche quando questi risultino palesemente illegittimi o in contrasto con il diritto europeo, come in questo caso.

Noi, invece, ci aspettiamo che lei ribadisca l'indipendenza della magistratura e lo faccia proprio in questo momento, per rassicurare il Paese e non far ripiombare il Paese in anni di scontri fra potere politico e magistratura.

PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

CARLO NORDIO, Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente, grazie, collega. Per l'amor del cielo, nessuno vuole ripetere quegli anni, quasi di piombo, dei conflitti tra magistratura e politica. Non mi pare nemmeno, peraltro, che sia in atto uno scontro istituzionale o che le espressioni della Presidente del Consiglio abbiano come oggetto uno scontro istituzionale.

La magistratura, alla quale io mi onoro di aver appartenuto per quarant'anni, costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere, come statuito dalla Costituzione, ma ho avuto mille e una occasioni di ribadire che nessuno vuole mettere in discussione il patrimonio irrinunciabile della sua autonomia e della sua indipendenza. Aggiungo ancora, in prospettiva anche di una - com'è nel programma - separazione delle carriere, che mai e poi mai nessuno ha pensato di poter sottomettere il pubblico ministero a qualsiasi forma di controllo dell'Esecutivo. Lo dico da magistrato e lo dico da Ministro.

Per quanto riguarda il provvedimento assunto dal giudice del tribunale di Catania, sicuramente non possiamo entrare, qui, nel merito della questione ma è una situazione estremamente complessa, molto più complessa di quanto, poi, possa essere riassunta nell'ordinaria polemica politica che spesso ha connotati anche abbastanza effervescenti. La stessa magistratura ha usato nei confronti del Governo e del Parlamento, anche di recente, delle espressioni che non erano propriamente pacifiste o ireniste.

Si tratta di un approfondimento tecnico la cui risoluzione noi devolveremo alla Corte suprema di cassazione. Abbiamo esaminato questo provvedimento con attenzione, abbiamo trovato delle criticità, soprattutto nell'interpretazione di alcune norme, che sono complesse, perché come voi sapete la disapplicazione dell'atto amministrativo da parte del giudice risiede addirittura in una norma del 1865, la famosa abolizione del contenzioso amministrativo. Qui è stata citata una sentenza della Corte costituzionale del 1988 su un conflitto di attribuzione e, in un obiter dictum, è stato definito il rapporto tra la legislazione nazionale e la legislazione sovranazionale - all'epoca era la CEE - ed effettivamente si dice che il giudice può disapplicare questa norma. Però, è anche vero che nella parte motiva di questo provvedimento vi è una serie di distonie di ordine tecnico che noi stiamo valutando e abbiamo già valutato, assieme al Ministero dell'Interno, e il Ministero dell'Interno proporrà, di concerto con noi, il ricorso per Cassazione. Quindi, è un problema squisitamente tecnico che non mette minimamente in discussione l'autonomia e l'indipendenza della magistratura. Il resto fa parte di quelle modalità di dialettica politica, per così dire. Sicuramente questo Ministro è perfettamente allineato e in perfetta sintonia con il sentire e l'indirizzo della Presidente del Consiglio, che esprime, come è scritto nella Costituzione, l'indirizzo politico del Governo.

PRESIDENTE. Ministro, deve chiederle di concludere.

CARLO NORDIO, Ministro della Giustizia. Quindi, io sono perfettamente consapevole e perfettamente in linea con quello che ha detto la Presidente Meloni.

PRESIDENTE. Il deputato Della Vedova ha facoltà di replicare per due minuti.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, signora Presidente, un po' oltre i due minuti, visto che si è esteso anche il Ministro.

Vede, signor Ministro, noi siamo totalmente insoddisfatti. Lei ha elaborato da un punto di vista giuridico sulla decisione del tribunale di Catania ma noi non stiamo discutendo di questo. Anzi, vedo che nella sua elaborazione c'è la problematicità perché, come hanno notato molti costituzionalisti, non è totalmente infondata, anzi probabilmente è molto fondata. Giustamente, lei dice: abbiamo chiesto il ricorso per Cassazione. Ma questo è lo Stato di diritto e va benissimo. Nessuno contesta che il Governo ricorra in Cassazione avverso una decisione del giudice che disapplica la vostra normativa. Non è questo in contestazione. Quello che è in contestazione è altro. Signor Ministro, badi, è un pessimo viatico per la sua riforma sulla giustizia quello che sto per dire e lo dico da garantista e da liberale a una persona che si è sempre dimostrata, almeno prima di accettare l'incarico, garantista e liberale. In discussione è il Ministro e Vicepresidente del Consiglio Salvini che ha detto: sbarcano e accettano il ricorso, riforma della giustizia subito. Le parole gravissime del Presidente del Consiglio Meloni hanno contestato non il merito della disapplicazione ma hanno palesemente contestato il potere del giudice di farlo e questo significa andare dritti come un treno contro lo Stato di diritto e contro la separazione liberale dei poteri.

Non possiamo dire che il Presidente del Consiglio può dire quello che vuole perché è polemica politica. È il Presidente del Consiglio. Se si esprime contro la facoltà di un giudice di disapplicare una legge, anziché entrare nel merito, questo cozza con lo Stato di diritto e inficia qualsiasi possibilità della sua maggioranza e del suo Governo, signor Ministro, di portare a casa una riforma basata sullo Stato di diritto, sulla Costituzione italiana e sulle regole europee (Applausi del deputato Magi).

(Iniziative volte a potenziare lo strumento del «bonus trasporti», al fine di promuovere modalità di trasporto sostenibili e alternative - n. 3-00696)

PRESIDENTE. Il deputato Barbagallo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Ghio ed altri n. 3-00696 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, sin dall'inizio della legislatura il Partito Democratico ha chiesto a gran voce la proroga del bonus trasporti. Come è noto, il Governo, anziché prorogare la vecchia forma di bonus, ha introdotto - per la verità, dopo la protesta di innumerevoli associazioni e di cittadini, perché il bonus riguardava circa 3 milioni di utenti - una nuova forma di bonus, dimezzando sostanzialmente lo stanziamento e riducendo in modo sensibile il numero dei beneficiari.

Da ultimo, la scorsa settimana, col decreto-legge n. 131, l'ulteriore incremento di 12 milioni di euro si è esaurito in poche ore. È chiaro che l'esaurimento in poche ore delle risorse pone un tema vero di credibilità del Governo nei confronti dei cittadini. Di fronte a questa figuraccia del Governo, le chiediamo se e in che modo intenda intervenire, con la massima urgenza, per ripristinare la misura che viene incontro sia alle esigenze del trasporto pubblico locale sia al trasporto sostenibile.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie. Innanzitutto, esprimo il mio cordoglio e sicuramente di tutto il Governo e di tutta l'Aula per le vittime del terribile incidente di Mestre, sperando che i feriti, che stanno ancora lottando per la vita, ce la facciano. Quindi, il mio e il nostro pensiero va alle famiglie e a coloro che stanno ancora lottando per la vita in queste ore, con l'auspicio che venga fatta chiarezza il prima possibile su questa impensabile tragedia.

Venendo a quello di cui lei parlava, le posso rispondere per quello che è competenza del mio Ministero, visto che il bonus trasporti dipende da un altro Ministro e da un altro Ministero, cioè dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, che decide come erogare, quando erogare e via di conseguenza. Io rispondo di quello che stiamo facendo noi, visto che i trasporti sono la spina dorsale del nostro Paese.

Il decreto-legge Energia, da lei citato, ha previsto, oltre all'incremento del fondo destinato al bonus, anche la possibilità di utilizzare il contributo previsto per la social card per l'acquisto di abbonamenti per gli autobus, oltre ai beni alimentari o ai carburanti.

Però, approfitto della sua interrogazione, che girerò alla collega Calderone, per entrare nel merito del bonus di cui lei parlava, per fare il punto su quello che il mio Ministero sta facendo in ottica di trasporto e di trasporto pubblico locale.

L'incentivo dei mezzi pubblici deve essere accompagnato da investimenti mirati. Ieri ho avuto l'onore di inaugurare Expo Ferroviaria e il sistema ferroviario e del trasporto pubblico italiano è all'avanguardia in Europa e nel mondo e questo è qualcosa di cui tutti dovremmo essere orgogliosi. Entro il 2026 con i fondi PNRR sono previsti 3.000 nuovi autobus a zero emissioni per il trasporto pubblico locale nelle città, per un investimento di circa 2 miliardi, e in più per il trasporto rapido di massa (quindi, metropolitane a Roma, Milano e in tante altre città) altri miliardi: più 3 miliardi per filobus, tram e metrotranvie e 650 milioni per il rinnovo dei treni adibiti al trasporto regionale. Ho poi tutta un'altra serie di numeri su cui stiamo lavorando con i sindaci di tutta Italia di tutti i colori politici.

La ringrazio per il quesito posto, che mi permette di ribadire l'impegno mio e di tutto il Governo per intervenire strutturalmente sulla qualità dei servizi, in alcuni casi con mezzi vecchi di decenni, e garantire una spesa pubblica mirata ed efficiente.

PRESIDENTE. La deputata Ghio ha facoltà di replicare, per due minuti.

VALENTINA GHIO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Ci uniamo, come gruppo del Partito Democratico, al cordoglio per le vittime. In realtà, rispetto alla questione specifica è curioso che il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti abbia scelto di non rispondere su un tema che riguarda, appunto, il trasporto pubblico locale. Non ci ha soddisfatto rispetto alla sostanza della questione, ovvero che non sono state messe risorse sufficienti per sostenere due necessità e obiettivi: le famiglie e gli studenti, che hanno bisogno di sostegno adeguato per riuscire a raggiungere il lavoro e la scuola, e un trasporto pubblico locale efficiente, accessibile, non più rinviabile, per dare corpo alla transizione ecologica.

Noi pensiamo che sottrarre risorse a un Fondo così importante, com'è accaduto, appunto, per la mobilità pubblica di chi va a scuola e al lavoro, non sia la scelta giusta a tutela delle famiglie e dell'ambiente. Passare da un finanziamento statale della misura di 190 milioni di euro dello scorso anno ai 100 milioni attuali, per poi rimpinguarlo con 12 milioni soltanto in zona Cesarini e accorgersi, solo dopo una manciata di ore dalla riapertura del sistema, che non sono risorse sufficienti per la domanda, nonostante si fosse già ristretto il bacino degli aventi diritto alle persone con reddito annuo fino a 20.000 euro rispetto a 35.000 euro, vuol dire, a nostro avviso, non supportare il trasporto pubblico delle persone.

Ci auguriamo che si sia presa coscienza di questo mancato sostegno e che si rimedi, questa volta con la giusta capienza, di modo che accedere al bonus trasporti non sia una gara da incubo dove vince il bonus chi clicca per primo, ma sia uno strumento realmente rivolto ai bisogni delle persone in difficoltà e della mobilità sostenibile. Ci auguriamo lo facciate adesso per il pieno utilizzo per l'anno scolastico e in sede di bilancio per il prossimo anno. Noi saremo lì a verificarlo, a tutela delle famiglie e degli studenti che utilizzano i mezzi pubblici. (Applausi del deputato Barbagallo).

(Chiarimenti in merito ai costi e al cronoprogramma per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina – n. 3-00697)

PRESIDENTE. Il deputato Iaria ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00697 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Anche noi, come gruppo, ci uniamo al cordoglio per le vittime della tragedia di Mestre. Il nostro quesito riguarda il finanziamento del ponte sullo Stretto. Da una parte, abbiamo una manovra lacrime e sangue e, dall'altra parte, abbiamo 13 miliardi stimati per il ponte. Il capogruppo di Fratelli d'Italia dubita che, nel 2024, partiranno gli appalti per il ponte. Ad oggi, avete solo resuscitato la società Stretto di Messina, con annesso aumento dello stipendio dei manager, ed è per questo che le chiediamo dove prenderà i soldi, e, ancora più importante, quali opere prioritarie e misure prioritarie saranno sacrificate per questo progetto faraonico, non necessario?

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Ringrazio gli interroganti per il quesito posto, che mi consente di ribadire per l'ennesima volta alcuni punti, visto che se ne leggono di tutti i colori. Innanzitutto l'obiettivo è chiaro, far partire i cantieri entro l'estate del 2024. È un obiettivo sicuramente ambizioso dopo 50 anni di chiacchiere, vista la complessità dell'opera, a cui stanno lavorando centinaia di ingegneri. Il ponte lo fanno gli ingegneri, non lo fanno i Ministri e i parlamentari.

Sicuramente, è una sfida per l'Italia, che ci porterà un valore aggiunto a livello nazionale e internazionale con pochi precedenti nella storia della Repubblica. Ricordo oltretutto che questo è un impegno che chi c'era prima di me prese con l'Unione europea, visto che riguarda un corridoio che non è quello fra Messina e Villa San Giovanni, ma da Palermo arriva al Nord Europa, e ricordo che c'era nel programma elettorale che gli italiani hanno scelto ad ampia maggioranza.

Ricordo che per ogni miliardo speso in opere pubbliche si creano almeno 17.000 posti di lavoro veri in due terre affamate di lavoro, speranza, velocità e infrastrutture, come Sicilia e Calabria. Quindi, è un'opera, dal mio punto di vista, assolutamente necessaria, che si inserisce in un contesto, dopo anni di incuria, grazie a chi c'era prima, in cui stiamo investendo 18 miliardi su strade, autostrade e ferrovie in Sicilia e altri 18 miliardi su strade, autostrade e ferrovie in Calabria.

Il costo che il DEF prevedeva di 13 miliardi e mezzo contiamo che possa essere inferiore ai 12 miliardi, con un contributo da parte delle regioni Sicilia e Calabria e con un contributo da parte delle istituzioni europee. Soprattutto nessuna opera sarà definanziata per costruire il ponte sullo Stretto, che alcune ricerche portano a un incremento del PIL, solo per le regioni Sicilia e Calabria, di 3 miliardi di euro all'anno. Noi ci stiamo battendo per completare tutte le opere che da decenni, non per colpa del ponte, che non c'è, o di Salvini, che non era Ministro, non si fanno in Sicilia, in Calabria e in tutta Italia, e la aspetto l'anno prossimo per inaugurare i lavori veri che una terra straordinaria come la Sicilia aspetta da decenni.

PRESIDENTE. Il deputato Riccardo Ricciardi ha facoltà di replicare.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Ministro, grazie per non avere risposto alla domanda. Noi le abbiamo chiesto dove prenderà i soldi per questa opera e lei non ci ha detto niente. Nel frattempo, lei può permettersi di andare a fare la spesa con il carrello pieno all'Esselunga - Esselunga che, tra l'altro, in passato, finanziò illegalmente Radio Padania e oggi il Ministro Salvini gli fa un bello spot in tutti i social network -, ma gli italiani no. Gran parte degli italiani non può andare a fare la spesa come lei fa. Lei cita il suo programma elettorale: nel suo programma elettorale c'era anche scritto che avreste eliminato le accise; invece, le accise le avete rimesse, e, quindi, gli italiani pagano la spesa due volte: una volta quando prendono la macchina e fanno benzina, due volte per i rincari che ci sono, soprattutto grazie all'accisa, su quel carrello della spesa.

Lei non ci dice niente, Ministro, e, in questo momento in cui gli italiani non hanno i soldi per fare la spesa, lei rilancia su un'opera dove metterete dei soldi, chissà. Nel frattempo, in Commissione dite che togliete i soldi ai fondi di sviluppo e coesione per il Sud. Quindi, con un Sud che ha bisogno di investimenti sulla sanità e sulla scuola, voi cosa fate?

Nel frattempo, date i soldi ad alcuni manager, a 240.000 euro l'anno, per progettare una roba che non si sa bene cos'è (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e, notizia degli ultimi giorni, togliete anche la legge che prevedeva che non si potevano cumulare compensi. Quei manager, anche se in pensione con pensioni d'oro, possono comunque avere soldi di questa società, che già in passato è stata liquidata, a 240.000 euro l'anno. Ma tutto questo serve solo a una cosa, serve alla sua perenne campagna elettorale.

Ministro, noi ci siamo abituati, ci siamo passati qualche anno fa da questo suo modo di fare il Ministro. Noi lo diciamo non per lei ma per il bene dell'Italia: esca dal Papeete una volta per tutte e faccia davvero il Ministro, perché non se ne può più di questa propaganda continua sulla pelle degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Elementi e iniziative in merito al potenziamento della tratta ferroviaria Napoli-Bari – n. 3-00698)

PRESIDENTE. Il deputato Di Mattina ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00698 (Vedi l'allegato A).

SALVATORE MARCELLO DI MATTINA (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha previsto la realizzazione di circa 62 miliardi di euro di investimenti in infrastrutture entro il 2026, di cui quasi 25 miliardi di euro dedicati a infrastrutture per l'alta velocità e alta capacità ferroviaria. Gli investimenti in infrastrutture rappresentano anche un'opportunità di grande rilievo per il rilancio dell'intero Mezzogiorno, dove si concentrano circa 34,7 miliardi di euro su un totale di 62 miliardi contenuti all'interno delle Missioni del PNRR.

La Missione 3 del PNRR, dal titolo “Infrastrutture per una mobilità sostenibile”, indica l'obiettivo di rafforzare ed estendere l'alta velocità ferroviaria nazionale e, in particolare, di potenziare l'alta velocità al Sud attraverso vari interventi, tra i quali è prevista la conclusione della direttrice Napoli-Bari. Il progetto prevede il potenziamento e la velocizzazione dell'itinerario Napoli-Bari, che consentirà di integrare l'infrastruttura ferroviaria del Sud del Paese con il core corridor Scandinavia-Mediterraneo.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

SALVATORE MARCELLO DI MATTINA (LEGA). L'obiettivo principale è la velocizzazione del collegamento attuale e il miglioramento dell'accessibilità al servizio nelle aree attraversate, sia per servizi nazionali di lunga percorrenza sia per il servizio regionale e delle merci. Tale tracciato rappresenta un elemento fondamentale per il turismo e lo sviluppo economico delle comunità interessate e per i tanti pendolari. Le chiedo, quindi, se intenda fornire maggiori dettagli relativi all'utilizzo del servizio ferroviario sulla tratta in questione da parte degli utenti nonché ulteriori informazioni circa lo stato di avanzamento dell'opera citata in premessa.

PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere, è un minuto oltre il suo tempo. Avrà i due minuti in replica.

Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie per la domanda precisa, che mi permette di dare una risposta precisa, che supera qualche decennio di ritardo e di mancato investimento, a chi evidentemente preferiva il monopattino all'alta velocità ferroviaria (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Peraltro, superando anche vecchi impegni mai presi, dallo scorso 10 luglio c'è anche il collegamento diretto fra Bari e Napoli, in attesa dell'alta velocità, che ha già coinvolto più di 16.000 persone dall'inizio della sua entrata in servizio.

Per quanto attiene, invece, ai lavori sulla linea Napoli-Bari, l'opera, dal costo di 6 miliardi, checché ne dica qualcuno, è interamente finanziata e già realizzata per il 60 per cento dei lavori. Per gli interventi collegati al PNRR si prevede la conclusione entro il primo semestre 2026; per gli interventi non finanziati dal PNRR si prevede la conclusione per il 2027. Quindi, l'obiettivo è di andare in 2 ore da Bari a Napoli e in 3 ore da Bari a Roma entro il 2027. Già da dicembre 2024 comunque si registreranno significative riduzioni dei tempi di percorrenza. Infatti, con la prima attivazione prevista, relativa alla tratta Cancello-Frasso Telesino, sarà possibile percorrere la distanza tra Napoli e Bari in 2 ore e 40 minuti, senza necessità di effettuare cambio treno a Caserta. Completata interamente l'opera, ripeto, il treno sarà una valida alternativa all'aereo per la tratta Bari-Roma.

Inoltre, l'opera consentirà un aumento della capacità da 4 a 10 treni all'ora e una valorizzazione commerciale della tratta. Tale intervento - insieme all'Alta Velocità Brescia-Verona-Vicenza, agli interventi sulle ferrovie fra Palermo, Catania e Messina, alla progettazione della Salerno-Reggio Calabria e al passante di Firenze - alla fine di questo mandato di Governo, ci consegnerà un'Italia più veloce, più ricca, più moderna e più sicura (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il deputato Di Mattina ha facoltà di replicare, per due minuti.

SALVATORE MARCELLO DI MATTINA (LEGA). La ringrazio, signor Ministro, per la risposta, per la quale mi posso ritenere pienamente soddisfatto, e la ringrazio ancora per il lavoro che il suo Ministero e lei state facendo anche per il Mezzogiorno. Progetti come questi sono di fondamentale importanza per lo sviluppo dell'intero Mezzogiorno perché garantiscono un'occasione di rilancio e di crescita sotto l'aspetto sia economico sia commerciale e turistico e danno maggiore attenzione ai pendolari interessati nei territori in cui queste opere vengono realizzate.

Oltretutto, quest'opera è di fondamentale importanza anche per i collegamenti europei, in quanto tutto questo unisce il Nord Europa al Sud Europa. Grazie ancora per il lavoro che lei ogni giorno sta portando avanti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative di competenza in relazione alle carenze del servizio di trasporto taxi nelle principali città italiane – n. 3-00699)

PRESIDENTE. La deputata Cavo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-00699 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria, per un minuto.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Signor Ministro, le sottoponiamo un problema che è sotto gli occhi di tutti, sotto gli occhi di chi arriva a Roma, in aeroporto, in stazione. Parlo di Roma ma questo vale per le principali città italiane, nonché mete turistiche. Mi riferisco all'impossibilità di usufruire di un servizio taxi in tempi accettabili, immagini inaccettabili, code infinite, lunghissime. Evidentemente, facciamo questa interrogazione mettendoci dalla parte dell'utenza e del cittadino e riteniamo che anche lei condivida tutto questo.

Il decreto-legge Asset prevede misure importanti: aumento delle licenze per i comuni a livello di licenze temporanee, aumento del 20 per cento nei comuni capoluoghi di provincia e sede di aeroporto, doppia guida. Una misura, quest'ultima, di cui, però, ha usufruito finora soltanto l'1 per cento. È stata colta una possibilità su dieci, quindi vi è stata una bassa adesione.

Le chiediamo, pertanto, come intenda affrontare nell'immediato questo tema, ovviamente in uno spirito assolutamente costruttivo, per dare risposta ai cittadini, ai loro diritti e per garantire all'Italia quella reputazione di meta turistica di eccellenza nel mondo.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Vi ringrazio perché anche il tema taxi non è affrontato nelle dovute maniere da troppo tempo. Le disposizioni del decreto Infrastrutture strategiche rappresentano solo un punto di partenza. Ci abbiamo lavorato con il collega Urso, ascoltando tutte le associazioni di categoria. Adesso, vedremo chi passerà dalle parole ai fatti.

Nessun comune ha ancora pubblicato i bandi per le licenze incrementali. Ricordo che abbiamo dato la possibilità ai comuni di aumentare fino al 20 per cento le licenze. A questo punto, spetta ai sindaci. Io attendo di capire se il sindaco di Roma lo farà, visto che qui c'è un'evidente carenza di mezzi pubblici in servizio, oltre ai problemi legati al traffico locale e a una gestione non sempre particolarmente attenta e brillante del traffico locale a livello romano. Però, adesso non ci sono più scuse. I sindaci che ritengono che le loro città abbiano bisogno di più taxi possono emettere il bando. Ciò vuol dire che i sindaci che non lo faranno sono contenti del servizio che mettono a disposizione dei loro cittadini.

In chiave strutturale, oltre ad aver demandato ai territori nel nome dell'autonomia la possibilità di crescere del 20 per cento, come detto, siamo al lavoro su altri fronti, come l'istituzione presso il mio Ministero del Registro delle Imprese taxi-NCC, della disciplina del foglio di servizio elettronico nonché delle piattaforme tecnologiche di intermediazione. Da utente, sono perfettamente d'accordo con lei, il servizio non è all'altezza, soprattutto se pensiamo alle grandi città e alle grandi sfide: il Giubileo, le Olimpiadi invernali, Roma candidata all'Expo.

Però, adesso diciamo che abbiamo messo in mano ai sindaci la possibilità di aiutare i loro cittadini, prendendosi la responsabilità delle loro iniziative; chi non lo farà, poi non vada a cercare in case altrui la responsabilità di un servizio ad oggi assolutamente insoddisfacente.

PRESIDENTE. Il deputato Bicchielli ha facoltà di replicare, per due minuti.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signora Presidente e grazie signor Ministro. Ci riteniamo soddisfatti perché ancora una volta questo Governo dimostra come un approccio serio e pragmatico nei confronti dei problemi possa essere la soluzione. Però, come diceva lei, basta cercare un taxi per capire che non ci sono taxi. È un problema che può sembrare semplice da risolvere, che è sempre esistito, ma negli ultimi mesi è diventato insostenibile. Tre grandi città: Roma, Milano, Napoli. Tre sindaci: Gualtieri, Sala, Manfredi. Sono tre città allo sbando e, quando parliamo di taxi, non ci riferiamo a un mezzo di trasporto per i vip o per le élite: queste ultime hanno la macchina con l'autista. Parliamo di gente che va a lavorare, parliamo di professionisti che perdono appuntamenti di lavoro, parliamo di persone anziane che non si possono spostare e parliamo anche - me lo faccia dire - di sicurezza. In queste notti, ho visto file lunghissime in piazza del Popolo, davanti alla stazione, con gente abbandonata, in una città insicura, e questi problemi non sono responsabilità di questo Governo ma, come diceva lei, sono responsabilità dei sindaci che non fanno nulla per risolverli (Applausi della deputata Cavo e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

(Iniziative per la salvaguardia delle realtà produttive e dei livelli occupazionali del gruppo Marelli Holdings in Italia – n. 3-00700)

PRESIDENTE. Il deputato Benzoni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00700 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

FABRIZIO BENZONI (A-IV-RE). Grazie Presidente e grazie Ministro. Questa interrogazione porta in Aula un tema d'attualità come quello della chiusura dello stabilimento di Crevalcore da parte di Marelli Holdings; uno stabilimento che occupa oggi 229 dipendenti oltre a un importante indotto. Abbiamo letto di quanto accaduto ieri e, quindi, della sospensione ma non del ritiro della procedura di chiusura da parte di Marelli Holdings. A parte questo, più in generale, rispetto alle politiche industriali sull'automotive, le chiediamo se, nell'ambito della cessione di Magneti Marelli a KKR, sia stata concordata una strategia di salvaguardia delle realtà produttive e dei livelli occupazionali del nuovo gruppo in Italia, considerato che non si utilizzò il golden power, e quali iniziative il Governo abbia assunto o intenda assumere per affrontare la problematica della chiusura di questo stabilimento, l'ennesimo passaggio di un processo di deindustrializzazione molto importante nel settore automotive in Italia.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Sì, lo confermo. Nel tavolo che abbiamo prontamente convocato ieri, l'azienda si è impegnata a sospendere senza data l'annunciata chiusura dello stabilimento. Abbiamo ottenuto che si confronti con noi al tavolo insieme ai sindacati, alla regione e agli altri attori sul processo di reindustrializzazione del sito, e impiegheremo tutti gli strumenti a nostra disposizione affinché sia garantita la continuità produttiva. Tra l'altro, aggiungo che non è necessaria alcuna forma di cassa integrazione perché il sito di Magneti Marelli continuerà a produrre sino a quando non troveremo un'altra soluzione insieme alla stessa Marelli. Il tavolo è già stato convocato dal Sottosegretario Bergamotto per l'8 novembre e, in quella sede, inizieremo il percorso che ci porterà a dare una soluzione produttiva industriale e certamente anche occupazionale a questo sito strategico, un'azienda leader del made in Italy e della nostra filiera dell'automotive. In merito a cosa sia accaduto allora, lo sapete anche voi: non è stato fatto alcun contratto che potesse in qualche misura garantire il proseguimento dell'attività da parte di coloro che hanno ceduto l'attività; anzi, debbo aggiungere che quando è stato creato il gruppo Stellantis, ossia nel gennaio 2021, qualche Governo fa, nella scorsa legislatura non è stato nemmeno contrattato con l'azienda cosa potesse fare in merito al mantenimento delle grandi filiere produttive italiane nell'indotto. Anzi, il Gruppo ha scelto di utilizzare la piattaforma produttiva francese, quella di Peugeot, rinunciando alla piattaforma produttiva italiana, quella che derivava dall'esperienza della FIAT, poi FCA. Noi siamo qui per recuperare rispetto alla disattenzione e agli errori fatti in tutto questo lungo percorso dell'automotive italiana dai precedenti Governi e siamo impegnati a farlo.

PRESIDENTE. Il deputato Benzoni ha facoltà di replicare, per due minuti.

FABRIZIO BENZONI (A-IV-RE). Grazie, Ministro. Sicuramente felici di questa sospensione e che si cerchi una soluzione per questi dipendenti e questo stabilimento. È gravissimo quello che lei ci dice rispetto alla mancanza di garanzie del contratto, perché ci sono le dichiarazioni sui giornali di quell'epoca che dicono esattamente il contrario, cioè dicono come la proprietà annunciava questa grande cessione, peraltro a un prezzo molto più alto di quello che il mercato si aspettava, spuntando al compratore l'impegno a non ridurre gli stabilimenti produttivi in Italia e il mantenimento delle clausole occupazionali, cosa che, è evidente, non è avvenuta. E non è avvenuta visto che dai 10.000 dipendenti, già oggi siamo a 7.000. Ed è grave proprio perché sono le dichiarazioni sui giornali che lo riportano. Noi speravamo di sapere, dalla proprietà, da lei e dal Governo, quali clausole fossero inserite e il fatto di comprendere oggi che non ci sono rende ancora più urgente la nostra richiesta di audire l'allora proprietà, per comprendere meglio tutto ciò. E in più aggiungo alle sue parole: è vero, Stellantis ha deciso di tirare via la filiera italiana dell'automotive, preferendo quella francese, lo dicono gli stessi manager di Magneti Marelli. Il fatto di preferire i prodotti Forvia e, quindi, di un'azienda francese rispetto a quelli italiani, è una delle cause di questa chiusura. Ma ancora, qui, chiediamo a lei una maggiore forza di questo Governo nel difendere questa filiera produttiva, che è molto importante perché 229 dipendenti, uno stabilimento, è solo la prima parte che vediamo di un indotto molto importante che sta soffrendo, in questi anni, una crisi industriale davvero forte e grande. E quindi speriamo di avere notizie, nei prossimi mesi, di un'attenzione maggiore rispetto a questo settore industriale.

(Iniziative per il rilancio delle aree industriali di Brindisi e Civitavecchia, con particolare riferimento al finanziamento della riconversione delle centrali a carbone di Cerano e di Torrevaldaliga Nord – n. 3-00701)

PRESIDENTE. Il deputato Battilocchio ha facoltà di illustrare l'interrogazione D'Attis ed altri n. 3-00701 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Ministro, la ringraziamo innanzitutto perché con solerzia ha promosso l'avvio del Comitato interministeriale, nato dall'iniziativa legislativa del collega D'Attis e mia per impostare le dinamiche di sviluppo dei territori di Civitavecchia e Brindisi nella fase post carbone. Il 26 luglio si è riunito quel tavolo, luogo istituzionale preposto a discutere e soprattutto a proporre in maniera concreta ed efficace. Le chiediamo quali saranno i prossimi step, anche in relazione alla necessaria ricerca di fondi e risorse adeguate per dimostrare nei fatti che queste aree, che tanto hanno dato nei decenni in termini di approvvigionamento energetico nell'interesse nazionale, ricevano la giusta attenzione e considerazione. Le comunità locali di Civitavecchia e Brindisi hanno fiducia e siamo certi che questa speranza, grazie a questo Governo, non verrà disattesa.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Sì, confermo. Dopo la sollecitazione avvenuta in quest'Aula, ho subito convocato il tavolo per il 26 luglio scorso e in quell'occasione sono state discusse le possibili soluzioni per la riconversione dei poli energetici di Civitavecchia e di Brindisi. Il tavolo si è concentrato sul progetto eolico offshore, oltre a progetti relativi al fotovoltaico e batteria.

Però, abbiamo anche appurato che non è possibile far ricorso agli IPCEI per finanziare questi progetti. Stiamo valutando la possibilità di ricorrere a ulteriori strumenti agevolativi, dal regime d'aiuto della legge n. 181 del 1989, dedicato al finanziamento di programmi per la reindustrializzazione e riconversione delle aree di crisi industriali, allo strumento agevolativo dei contratti di sviluppo, misura a supporto di programmi di investimento produttivi, strategici e innovativi, di grandi dimensioni, finalizzati al rafforzamento delle filiere produttive.

Per questo, ovviamente, ci servirà la collaborazione delle due regioni interessate e su questo sarà finalizzato il prossimo tavolo, affinché appureremo finalmente se esistono e come esistono, utilizzando questi strumenti, le potenzialità per finanziare l'opera necessaria di riconversione dei poli energetici. Nelle prossime settimane, convocheremo il nuovo tavolo per giungere a una conclusione, mi auguro, positiva.

PRESIDENTE. Il deputato D'Attis ha facoltà di replicare, per due minuti.

MAURO D'ATTIS (FI-PPE). Grazie, Ministro. Come sa, apprezziamo molto il fare concreto che avete voluto dare, lei e il Governo, su questa norma, nata da un'iniziativa estemporanea di due parlamentari che sono qui, ma che, evidentemente, è stata opportuna.

Brindisi e Civitavecchia sono state escluse, dai Governi di centrosinistra, dal Just Transition Fund, cioè dalla possibilità di essere considerate anche dall'Unione europea territori di transizione vera del post carbone. Assurdo, quando proprio Brindisi e Civitavecchia hanno ospitato per decenni le centrali più grandi d'Europa, a carbone naturalmente. Quindi, grazie per questo ulteriore elemento di aggiornamento della riunione del comitato. È ovvio che è un momento difficile, perché lei sa che le comunità di Civitavecchia e di Brindisi sono parecchio preoccupate. È un momento difficile, che, però, può diventare strategico.

Insieme all'elenco dei fondi ai quali sta guardando con attenzione il Governo, ci sono, ovviamente, anche gli investimenti dei privati. Guardiamo, Ministro, con grande attenzione alle risultanze del Piano industriale che ENEL prevede di presentare in autunno. E guardiamo anche con grande interesse all'utilizzo delle opportunità che il decreto Sud, in discussione proprio in questi giorni alla Camera, potrà offrire. Confidiamo molto nell'attività di raccordo del suo Ministero e della sua persona, e le chiediamo di continuare così, magari non fissando soltanto una data, ma fissando una data ad oltranza finché non si arrivi a una soluzione giusta per i territori di Brindisi e Civitavecchia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

(Iniziative di competenza volte a favorire il processo di reindustrializzazione della ex-Gkn di Campi Bisenzio (Firenze) - n. 3-00702)

PRESIDENTE. Il deputato Grimaldi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00702 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Ministro, ho deciso di interrogarla mentre camminavo nello stabilimento vuoto della Gkn a Campi Bisenzio. Chi ha rilevato l'attività, probabilmente, non c'è mai stato, come il Governo. Ed è grazie a chi è insorto, è grazie agli operai, che quello stabilimento non è stato svuotato. Se ci entrerà, lo troverà intatto come allora, quando hanno ricevuto quelle 400 mail di licenziamento. Dall'inizio di questa storia, i lavoratori si sono spesi per restituire allo stabilimento un futuro e una prospettiva industriale.

La Sottosegretaria Bergamotto ha dichiarato che non ci sono proposte di reindustrializzazione, che i lavoratori dovrebbero liberare la fabbrica, che l'unico gesto da tenere in conto sarebbe la liquidazione volontaria dell'azienda: senza vergogna, una vera provocazione reazionaria. Non si può accettare che il Governo nasconda la sua assenza di politiche industriali mettendo sotto esame l'azione dei lavoratori, dovrebbe ringraziarli per aver lavorato al suo posto. Com'è possibile che il Governo sostenga di non conoscere il progetto dei lavoratori? Perché da marzo scorso non è convocato un tavolo nazionale? Lo Stato può permettere a un prenditore di comportarsi come un pirata?

PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. La Gkn è un'impresa in stato di liquidazione volontaria dal febbraio 2023. È in stato di liquidazione volontaria, il che vuol dire che, a norma di legge, non è possibile istituire un tavolo di crisi.

Il 24 febbraio 2023 è stato convocato con celerità un tavolo tecnico - questo sì - di confronto per affrontare le implicazioni connesse alla divisione dell'azienda e alla messa in liquidazione della stessa. In tale vertenza, tutte le istituzioni centrali e locali presenti al tavolo si sono allineate in sintonia - come deve essere -, nella piena e leale collaborazione tra gli organi istituzionali, per avviare un percorso di reindustrializzazione del sito e si è invocata la piena collaborazione dell'azienda affinché fosse ritirata la citata procedura di liquidazione, altrimenti è preclusiva. Allo stesso tempo, è stato chiesto alla società di redigere e formalizzare il Piano necessario per la richiesta di cassa integrazione, passo fondamentale per il futuro industriale dello stabilimento nell'interesse comune e, certamente, soprattutto dei lavoratori.

Il Governo ha poi concesso, in favore dei 230 dipendenti della società, il trattamento di integrazione salariale fino al 31 dicembre di quest'anno, con una specifica norma di legge, realizzata nel decreto-legge del 4 maggio 2023. Il Governo è presente, come mai lo è stato nei casi precedenti in Governi passati.

Lo scorso 11 settembre è stato richiesto ufficialmente dalla regione Toscana di riconvocare il tavolo di crisi - ripeto: l'11 settembre -, tavolo che – lo ribadisco - non c'è e non vi può essere perché sussiste una procedura di liquidazione, che impedisce, a norma, di convocare uno stato di crisi. Quello che sarà possibile è quello che abbiamo già fatto in precedenza e annuncio qui che il Sottosegretario Bergamotto, che segue questa, come altre vicende, in maniera assidua, continuativa e con estrema competenza, ha convocato per la prossima settimana, per il 12 ottobre, il tavolo tecnico preliminare con la regione nel quale si parlerà ovviamente di reindustrializzazione. Il nostro auspicio è che presto sia presentato un progetto concreto, credibile e sostenibile, poiché lo Stato ha, sì, gli strumenti per finanziare i progetti di reindustrializzazione e per entrare anche nel capitale, ma serve un business plan affidabile; allo stato purtroppo non c'è. E noi rispondiamo, a nome dei cittadini italiani, che non possono ovviamente intervenire, se non c'è un progetto fondato di reindustrializzazione. Se ci verrà presentato, in data 12 ottobre, cioè la prossima settimana, saremo pronti ad esaminarlo e a convalidarlo, ove risponda ai requisiti fondamentali della reindustrializzazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Grimaldi ha facoltà di replicare, per due minuti.

MARCO GRIMALDI (AVS). Vorrei iniziare, ricordando al Ministro che noi eravamo all'opposizione e che, prima di lui, al suo posto c'era Giorgetti, ma mi viene veramente da chiedere: dove avete delocalizzato il cervello (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Qui siamo davanti a un prenditore senza progetti e capitali, che un bel giorno è arrivato e ha comprato la fabbrica a una cifra che nessuno sa - il Governo non gliel'ha nemmeno chiesto e il Ministro Urso sta lì da un anno - e adesso non si capisce perché ha comprato quella fabbrica, magari appunto dopo una delocalizzazione, che già profumata di truffa. A che scopo l'ha comprata? Viene il legittimo dubbio, o no, che lo scopo fosse solo quello di trasformarla in un'operazione immobiliare, licenziando tutti? Quando l'ha fatto, ha assicurato l'imminente ingresso di un nuovo proprietario, ma nessuno si è presentato. Allora ha messo l'azienda in liquidazione volontaria, solo allora. Per mesi i lavoratori sono stati lasciati senza retribuzione, fino all'arrivo appunto della cassa integrazione; molti, in assenza di stipendio, hanno deciso di mollare. Ora la società comunica appunto di cessare definitivamente qualsiasi attività e fa capire che intende avviare la procedura di licenziamento collettivo per i 180 dipendenti. E il Governo sta zitto, neanche un comunicato stampa, almeno per dire che ci sono operai in quella fabbrica. Eppure, in assenza di aiuto e di sostegno, quei lavoratori della Gkn hanno realizzato un progetto per la produzione di pannelli fotovoltaici di ultima generazione, batterie e cargo bike a ridotto impatto ecologico e lei non l'ha nemmeno citato. L'unico progetto di reindustrializzazione oggi esistente è proprio quello ed è consultabile - vada a leggerselo -, l'unico strumento per scongiurare i licenziamenti e garantire la continuità occupazionale e produttiva. Rispondendo a un'interrogazione, tra l'altro, Durigon si era pure detto disponibile - e dove è finito? È sempre del suo Governo - addirittura a garantire il supporto qualora si fosse formata una cooperativa di lavoratori. Sono pronti e lei nemmeno lo sa. Allora, da chi bisogna liberare la fabbrica? Dopo i manganelli agli studenti, adesso volete pure sgomberare gli operai? Ma cosa state facendo? Glielo chiedo. Il Governo dica come intende accompagnare il processo di reindustrializzazione di quell'immobile, di quell'area ed evitare ogni atto unilaterale dell'azienda, volto, tra l'altro, solo a ostacolarlo.

Si riconvochi il tavolo nazionale - ho concluso - sospeso appunto da mesi. Si chieda di analizzare il progetto che, invece, esiste; si prendano sul serio gli unici soggetti che hanno a cuore quello stabilimento e il suo futuro, gli unici che da mesi, anzi da anni sono lì dentro, ma che nessuno ascolta (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Grazie onorevole. Manteniamo sempre toni e modi consoni all'Aula nella quale ci troviamo.

(Misure a sostegno delle piccole e medie imprese italiane in relazione all'attuale fase economica – n. 3-00703)

PRESIDENTE. La deputata Giorgianni ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Foti ed altri n. 3-00703 (Vedi l'allegato A), che ha sottoscritto in data odierna.

CARMEN LETIZIA GIORGIANNI (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il tessuto produttivo italiano è costituito da una rilevante presenza di piccole e medie imprese che danno lavoro a circa 17 milioni di persone. In particolare, le PMI contribuiscono in maniera rilevante all'occupazione e al fatturato totale della filiera del made in Italy, con un contributo medio del 42 per cento tra agroalimentare, moda e design. È necessario pertanto valorizzare il loro ruolo determinante nel superamento della crisi innescata dal COVID-19 e dal conflitto in Ucraina, con la riduzione, ad esempio, degli oneri burocratici e con interventi pubblici. Per restare competitive, poi necessitano di politiche di ampio respiro indirizzate a comparti strategici come l'innovazione. L'Outlook ABI-Cerved sui crediti deteriorati delle imprese ha messo in luce gli effetti negativi che hanno colpito il nostro tessuto produttivo, in particolare l'alta inflazione e il forte rialzo dei tassi stanno provocando una riacutizzazione dei rischi.

Sono qui pertanto a chiedere quali iniziative il Governo intenda assumere al fine di risolvere le problematiche sopra esposte e a tutelare la forza produttiva e occupazionale delle piccole e medie imprese italiane.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Grazie. Condivido l'analisi: in Italia abbiamo 4.192.789 micro imprese a fronte di 214.060 medio-grandi imprese. Sono queste 4.192.789 piccole imprese, 3.000 delle quali nicchie di eccellenza nel mondo, l'orgoglio del nostro sistema e del made in Italy. Hanno, però, ovviamente con sé anche elementi di fragilità che in precedenza sono stati messi in evidenza, aggravati dal COVID e certamente anche dalle conseguenze dell'invasione russa in Ucraina e, ancor di più, dall'alto costo del denaro determinato dalle decisioni, direi improvvide, della Banca centrale europea. Questo, secondo il report dell'ABI, porta al deterioramento del credito alle imprese: se il tasso di deterioramento del credito alle imprese era, nel 2022, del 2,2 per cento, sarà quest'anno del 3,1 per cento e giungerà nel 2024, secondo l'ABI, al 3,8 per cento, il valore più alto dal 2016.

Come vogliamo intervenire? Per quanto riguarda la sofferenza delle imprese, c'è un dibattito in Parlamento, molte proposte di legge suggeriscono di intervenire in sostegno e a tutela dei creditori in sofferenza. Il Governo ha avviato un dialogo con tutti gli operatori e con tutte le istituzioni competenti per giungere a una soluzione condivisa ed equilibrata, che non intralci, ma sia di impulso alle dinamiche di mercato e che possa dare, al contempo, una chance ulteriore ai piccoli imprenditori, alle centinaia di migliaia di artigiani che lo meritano e che, a causa di situazioni contingenti, non sono riusciti a onorare i loro debiti.

Il secondo punto di intervento è quello che avete messo in campo voi, in questi giorni, il disegno di legge Incentivi, che finalmente razionalizza, sfoltisce ed omogenea gli incentivi che vi sono nel nostro Paese, soprattutto a tutela delle piccole e medie imprese e, in più, il Piano Transizione 5.0, con il quale destineremo oltre 4 miliardi di euro agli investimenti delle imprese, nella duplice transizione green e digitale.

Ma è il terzo punto che volevo sottoporre alla vostra attenzione, particolarmente emblematico e significativo. L'articolo 18 dello Statuto delle imprese, una legge del 2011, prevedeva che ogni anno il Governo, su proposta del Ministro delle Imprese e del made in Italy, presentasse un disegno di legge annuale per la tutela e lo sviluppo delle micro piccole e medie imprese. Tale provvedimento, adottato dal Governo Berlusconi nel 2011, non è stato mai realizzato da tutti i Governi, con la presenza anche degli altri attuali partiti di opposizione in questi 10 e più anni.

Bene, non è stato realizzato dai precedenti Governi, lo faremo noi.

Faremo quello che ritengo importante per realizzare un disegno di legge annuale, come era previsto nella legge sullo statuto delle imprese del 2011, per la tutela e lo sviluppo delle micro, piccole e medie imprese. Come abbiamo fatto per il disegno di legge annuale sulla concorrenza, attualmente in esame in Parlamento, che era stato disatteso da tanti Governi per oltre un decennio - e soltanto il Governo Draghi lo aveva fatto - nello stesso modo faremo quello che era stato istituito dal Governo Berlusconi nel 2011, ovvero una legge annuale per la tutela e lo sviluppo della micro, piccola e media impresa. Questo credo sia importante, perché dà un segnale significativo di un impegno non occasionale, ma continuativo, appunto annuale, a tutela di questo patrimonio straordinario dell'impresa italiana (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Tremaglia ha facoltà di replicare, per due minuti.

ANDREA TREMAGLIA (FDI). Grazie, signor Ministro, anche per la bella notizia che ci ha dato, perché noi del gruppo di Fratelli d'Italia abbiamo una convinzione, ovvero che siano i lavoratori e le imprese a creare la ricchezza, non lo Stato. E questa ricchezza in Italia è, per la gran parte, per una grandissima parte, prodotta dalle micro, piccole e medie imprese: sono imprese che hanno costruito la nostra Nazione, e che sono il vero e proprio motore diffuso dell'Italia. Hanno plasmato non solo la nostra economia, ma hanno anche un impatto sociale e culturale, hanno disegnato i nostri territori, hanno informato le nostre abitudini e i nostri costumi. Senz'altro questi ultimi anni sono stati molto sfidanti per tutto il tessuto produttivo italiano e, soprattutto, per quelle imprese che, come ricordava il Ministro, sono le più fragili, purtroppo, della nostra filiera e per questa ragione riteniamo che sia ancora più importante che ci sia uno Stato alleato delle imprese.

Per tutti questi motivi, siamo soddisfatti della risposta del Ministro e siamo orgogliosi del lavoro che sta svolgendo il Governo in questo senso. Fratelli d'Italia è orgogliosamente al fianco del Governo e del Ministro, in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16,25.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 16,25.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 82, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1436.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1436​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indìco la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata già effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri. La chiama avrà, quindi, inizio dal deputato Maurizio Casasco.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti: ……………….. 334

Votanti: …………………330

Astenuti: …………….,.……4

Maggioranza: …………... 166

Hanno risposto : ……… 202

Hanno risposto no: …….. 128

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Albano Lucia

Almici Cristina

Ambrosi Alessia

Amich Enzo

Amorese Alessandro

Andreuzza Giorgia

Antoniozzi Alfredo

Bagnasco Roberto

Baldelli Antonio

Barabotti Andrea

Barelli Paolo

Battilocchio Alessandro

Battistoni Francesco

Bellomo Davide

Bellucci Maria Teresa

Benigni Stefano

Benvenuti Gostoli Stefano Maria

Benvenuto Alessandro Manuel

Bergamini Davide

Bergamini Deborah

Bicchielli Pino

Billi Simone

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Bof Gianangelo

Bruzzone Francesco

Buonguerrieri Alice

Caiata Salvatore

Calovini Giangiacomo

Cangiano Gerolamo

Cannata Giovanni Luca

Cannizzaro Francesco

Caparvi Virginio

Cappellacci Ugo

Caramanna Gianluca

Caretta Maria Cristina

Caroppo Andrea

Carra' Anastasio

Casasco Maurizio

Cattaneo Alessandro

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Cavo Ilaria

Cecchetti Fabrizio

Centemero Giulio

Cerreto Marco

Cesa Lorenzo

Chiesa Paola Maria

Ciaburro Monica

Ciancitto Francesco Maria Salvatore

Ciocchetti Luciano

Cirielli Edmondo

Coin Dimitri

Colombo Beatriz

Colosimo Chiara

Colucci Alessandro

Comaroli Silvana Andreina

Comba Fabrizio

Congedo Saverio

Coppo Marcello

Cortelazzo Piergiorgio

Crippa Andrea

Dara Andrea

D'Attis Mauro

De Bertoldi Andrea

De Corato Riccardo

De Palma Vito

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Di Maggio Grazia

Di Mattina Salvatore Marcello

Dondi Daniela

Donzelli Giovanni

Filini Francesco

Fitto Raffaele

Foti Tommaso

Frassinetti Paola

Frassini Rebecca

Frijia Maria Grazia

Furgiuele Domenico

Gardini Elisabetta

Gatta Giandiego

Gava Vannia

Gemmato Marcello

Giaccone Andrea

Giagoni Dario

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Antonio

Giorgianni Carmen Letizia

Giovine Silvio

Iaia Dario

Iezzi Igor

Kelany Sara

La Porta Chiara

La Salandra Giandonato

Lampis Gianni

Lancellotta Elisabetta Christiana

Lazzarini Arianna

Leo Maurizio

Loizzo Simona

Longi Eliana

Lucaselli Ylenja

Lupi Maurizio

Maccanti Elena

Maccari Carlo

Maerna Novo Umberto

Maiorano Giovanni

Malagola Lorenzo

Malaguti Mauro

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Marchetti Riccardo Augusto

Marchetto Aliprandi Marina

Marrocco Patrizia

Mascaretti Andrea

Maschio Ciro

Matera Mariangela

Matone Simonetta

Matteoni Nicole

Mattia Aldo

Maullu Stefano Giovanni

Mazzetti Erica

Mazzi Gianmarco

Michelotti Francesco

Miele Giovanna

Milani Massimo

Molinari Riccardo

Mollicone Federico

Molteni Nicola

Montaruli Augusta

Montemagni Elisa

Morgante Maddalena

Morrone Jacopo

Mule' Giorgio

Mura Francesco

Nevi Raffaele

Nisini Tiziana

Osnato Marco

Ottaviani Nicola

Padovani Marco

Pagano Nazario

Palombi Alessandro

Panizzut Massimiliano

Patriarca Annarita

Pella Roberto

Pellicini Andrea

Perissa Marco

Pierro Attilio

Pietrella Fabio

Pisano Calogero

Pittalis Pietro

Pizzimenti Graziano

Polidori Catia

Polo Barbara

Pozzolo Emanuele

Pretto Erik Umberto

Prisco Emanuele

Pulciani Paolo

Raimondo Carmine Fabio

Rampelli Fabio

Ravetto Laura

Rixi Edoardo

Rizzetto Walter

Roccella Eugenia

Romano Francesco Saverio

Roscani Fabio

Rossi Angelo

Rossi Fabrizio

Rosso Matteo

Rotondi Gianfranco

Rubano Francesco Maria

Ruspandini Massimo

Russo Gaetana

Russo Paolo Emilio

Saccani Jotti Gloria

Sala Fabrizio

Sasso Rossano

Sbardella Luca

Schiano Di Visconti Michele

Schifone Marta

Semenzato Martina

Silvestri Rachele

Siracusano Matilde

Sorte Alessandro

Stefani Alberto

Tassinari Rosaria

Tenerini Chiara

Testa Guerino

Toccalini Luca

Tosi Flavio

Trancassini Paolo

Tremaglia Andrea

Tremonti Giulio

Urzi' Alessandro

Varchi Maria Carolina

Vietri Imma

Vinci Gianluca

Volpi Andrea

Ziello Edoardo

Zinzi Gianpiero

Zoffili Eugenio

Zucconi Riccardo

Zurzolo Immacolata

Hanno risposto no:

Aiello Davide

Alifano Enrica

Appendino Chiara

Ascani Anna

Ascari Stefania

Auriemma Carmela

Bakkali Ouidad

Baldino Vittoria

Barbagallo Anthony Emanuele

Barzotti Valentina

Benzoni Fabrizio

Berruto Mauro

Boldrini Laura

Bonafe' Simona

Bonelli Angelo

Borrelli Francesco Emilio

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Bruno Raffaele

Cafiero De Raho Federico

Cantone Luciano

Cappelletti Enrico

Caramiello Alessandro

Care' Nicola

Carfagna Maria Rosaria

Carmina Ida

Caso Antonio

Castiglione Giuseppe

Casu Andrea

Cherchi Susanna

Ciani Paolo

Colucci Alfonso

Costa Enrico

Cuperlo Gianni

Curti Augusto

D'Alessio Antonio

D'Alfonso Luciano

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Monte Isabella

Del Barba Mauro

Dell'Olio Gianmauro

Di Biase Michela

Di Lauro Carmen

Di Sanzo Christian Diego

Donno Leonardo

Dori Devis

D'Orso Valentina

Evi Eleonora

Faraone Davide

Fede Giorgio

Fenu Emiliano

Ferrari Sara

Fontana Ilaria

Forattini Antonella

Fornaro Federico

Fossi Emiliano

Fratoianni Nicola

Gadda Maria Chiara

Gallo Francesco

Ghio Valentina

Ghirra Francesca

Giachetti Roberto

Gianassi Federico

Girelli Gian Antonio

Giuliano Carla

Gnassi Andrea

Graziano Stefano

Gribaudo Chiara

Grimaldi Marco

Gruppioni Naike

Gubitosa Michele

Guerini Lorenzo

Guerra Maria Cecilia

Iacono Giovanna

Iaria Antonino

L'Abbate Patty

Lacarra Marco

Lai Silvio

Laus Mauro Antonio Donato

Lomuti Arnaldo

Lovecchio Giorgio

Madia Maria Anna

Malavasi Ilenia

Manzi Irene

Mari Francesco

Marino Maria Stefania

Mauri Matteo

Merola Virginio

Morassut Roberto

Morfino Daniela

Orfini Matteo

Orlando Andrea

Orrico Anna Laura

Pagano Ubaldo

Pavanelli Emma

Pellegrini Marco

Penza Pasqualino

Piccolotti Elisabetta

Porta Fabio

Provenzano Giuseppe

Quartapelle Procopio Lia

Quartini Andrea

Raffa Angela

Ricciardi Riccardo

Ricciardi Toni

Roggiani Silvia

Rossi Andrea

Ruffino Daniela

Santillo Agostino

Sarracino Marco

Scarpa Rachele

Scerra Filippo

Scotto Arturo

Serracchiani Debora

Simiani Marco

Sottanelli Giulio Cesare

Soumahoro Aboubakar

Speranza Roberto

Stefanazzi Claudio Michele

Stumpo Nicola

Tabacci Bruno

Todde Alessandra

Traversi Roberto

Vaccari Stefano

Zanella Luana

Zaratti Filiberto

Zingaretti Nicola

Si sono astenuti:

Gebhard Renate

Manes Franco

Schullian Manfred

Steger Dieter

Sono in missione:

Amato Gaetano

Bagnai Alberto

Bignami Galeazzo

Brambilla Michela Vittoria

Calderone Tommaso Antonino

Carloni Mirco

Costa Sergio

Ferrante Tullio

Formentini Paolo

Freni Federico

Giorgetti Giancarlo

Grippo Valentina

Gusmeroli Alberto Luigi

Lollobrigida Francesco

Loperfido Emanuele

Magi Riccardo

Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo

Meloni Giorgia

Minardo Antonino

Nordio Carlo

Orsini Andrea

Pastorella Giulia

Peluffo Vinicio Giuseppe Guido

Pichetto Fratin Gilberto

Richetti Matteo

Rotelli Mauro

Silvestri Francesco

Sportiello Gilda

Squeri Luca

Tajani Antonio

PRESIDENTE. Secondo quanto già comunicato ai gruppi, vi sarà adesso una breve sospensione dell'esame del provvedimento.

Commemorazione delle vittime dell'incidente di Mestre.

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea). Care colleghe e cari colleghi, nella serata di ieri, martedì 3 ottobre, un pullman con a bordo turisti stranieri è precipitato da un cavalcavia a Mestre, provocando la morte di 21 persone - tra cui due bambini - e il ferimento di 15. Questo tragico incidente ha suscitato sgomento e profondo dolore in tutti gli italiani. Desidero dunque rivolgere, a nome dell'Assemblea e mio personale, l'espressione del più sentito cordoglio ai familiari delle vittime. Voglio inoltre esprimere la nostra vicinanza alle persone ferite, cui auguriamo una pronta guarigione. Rivolgiamo un particolare ringraziamento ai Vigili del fuoco, alle Forze dell'ordine, al personale sanitario e a tutti coloro che si sono subito prodigati nelle operazioni di soccorso e di assistenza. Invito ora l'Assemblea a osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Applausi).

Ha chiesto di parlare l'onorevole Caretta. Ne ha facoltà.

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie, Presidente. Da ieri sera il nostro pensiero è a Mestre, dove un incidente che ha coinvolto un autobus ha portato a un bilancio di 21 persone decedute e di 15 persone ferite. Le immagini di questa tragedia ci spezzano il cuore. Davanti all'intensità di questa strage c'è ben poco da dire e da pensare, se non la natura profondamente ingiusta di tutto questo. Una tragedia crudele e imprevedibile che ha visto precipitare un autobus da una strada sopraelevata, sfondando il guardrail, con un volo di una decina di metri, e successivamente prendere fuoco, dando luogo a un tragico scenario di difficile gestione, per il quale è doveroso ringraziare tutti gli uomini e i mezzi di soccorso, le Forze dell'ordine, la Polfer, i Vigili del fuoco e le oltre 40 ambulanze che sono prontamente arrivate sul posto, limitando il più possibile un peggioramento del tenore di questa tragedia. Un doveroso ringraziamento va al prefetto, al patriarca, nonché al sindaco di Venezia, che si è subito recato sul posto e ha disposto il lutto cittadino. Questo è il momento del lutto, della vicinanza ai familiari delle vittime e a tutti i feriti, ma è anche il momento della riflessione, una riflessione nella quale non possiamo non ringraziare i medici intervenuti sul campo e attivi negli ospedali per i soccorsi, un'azione che vede il Veneto fare sistema per aiutare i feriti, da Mestre a Treviso, fino a Padova e in tutte le strutture coinvolte a seguito dell'attivazione del protocollo delle grandi emergenze da parte dell'ULSS 3 di Venezia. Davanti all'immensità di questa tragedia, la politica non può che porsi l'interrogativo sul se e come può e potrà intervenire per garantire sempre più sicurezza, un interrogativo che deve essere cosciente del fatto che a volte ci sono dinamiche che non possono essere prevedibili e tantomeno cristallizzabili nelle righe scritte in una legge. Dobbiamo, per serietà, assumere l'impegno di porci questa riflessione, lo dobbiamo ai nostri cittadini, ai feriti e a chi non è sopravvissuto a questa tragedia. In questo momento di lutto, di memoria, di pensiero e di preghiera, non posso che esprimere, a nome mio e di tutto il gruppo Fratelli d'Italia, il commosso cordoglio ai familiari delle vittime, la vicinanza e l'augurio di pronta guarigione a tutti i feriti (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scarpa. Ne ha facoltà.

RACHELE SCARPA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, non è semplice trovare le parole di fronte a tragedie immani come quella verificatasi ieri sera presso Mestre, per la quale, al momento, il bilancio accertato è di 21 morti e 15 feriti, di cui alcuni in gravi condizioni.

Alle vittime e alle loro famiglie, ai loro affetti e ai popoli a cui appartengono - c'erano infatti ucraini, spagnoli, francesi, tedeschi, austriaci e croati in quel pullman, un pezzo d'Europa praticamente - così come alla comunità di Venezia tutta, profondamente scossa da quanto accaduto, voglio esprimere, in quanto rappresentante del territorio e a nome di tutto il gruppo parlamentare Partito Democratico, profondo dolore, vicinanza e le più sentite condoglianze.

La speranza è che, per coloro che ora sono ricoverati in gravi condizioni negli ospedali della nostra regione, sia presto scongiurato il pericolo di vita e inizi un percorso di pronta guarigione ma anche che, per quanto presto arriverà il tempo di accertare le dinamiche dell'incidente, si arrivi con celerità ed efficacia a una ricostruzione precisa e veritiera dei fatti, in modo da rendere giustizia alla memoria delle vittime.

Un sentito ringraziamento va, come sempre, alla macchina dei soccorsi, al personale sanitario, ai Vigili del fuoco, alle Forze dell'ordine e alla Protezione civile ma anche alle tante e ai tanti cittadini che si sono immediatamente attivati per prestare e chiamare soccorso, con tempestività, instancabile generosità e grande spirito di solidarietà. Tutte le istituzioni sono e saranno chiamate a svolgere la loro parte e sono sicura che, di fronte a tragedie come questa, nessuno si tirerà indietro (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Andreuzza. Ne ha facoltà.

GIORGIA ANDREUZZA (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sono ad esprimere, a nome di tutto il gruppo Lega-Salvini Premier il nostro più sentito cordoglio alle famiglie delle 21 persone che purtroppo ieri hanno perso la vita nel tragico incidente a Mestre. Assieme a loro, anche l'autista Alberto Rizzotto. Sappiamo che erano turisti venuti nel nostro Paese per passare un momento felice ma purtroppo si è trasformato davvero in una tragedia. Siamo vicini alle famiglie e siamo vicini anche alle quindici persone che oggi sono gravemente ferite. Ringrazio, sempre a nome di tutto il gruppo anche tutta la rete di operatori, persone, volontari, civili, Vigili del Fuoco e tutti coloro che sono accorsi davvero immediatamente attivando tutta la rete del territorio, oltre il confine della provincia, proprio per mettere a disposizione la massima capacità per riuscire a dare soccorso. Ieri sera abbiamo appreso la notizia, quasi diciamo nel momento in cui avveniva. Già le prime testimonianze che potevamo vedere, i riscontri delle immagini, le notizie che ascoltavamo in televisione ci hanno fatto rimanere con il fiato sospeso e con il cuore in gola. Speravamo fino all'ultimo che non ci fossero così tante vittime e che in qualche modo si potesse limitare la portata di questo incidente drammatico. Purtroppo, in questo momento non ci sono molte parole. Penso che in tutti noi, in tutto il Paese, ci sia un profondo dolore per una tragedia veramente grande. Il sindaco Brugnaro ha indetto subito il lutto cittadino. Tutto il Paese è scosso, la comunità di Venezia e tutti noi siamo profondamente addolorati e per questo sono a rinnovare il profondo e sentito cordoglio di tutto il gruppo Lega-Salvini Premier (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). A nome del MoVimento 5 Stelle, la nostra vicinanza a tutti coloro che hanno perso un amico in questo tragico incidente. Questo pullman si ribalta e spezza la vita a ben 21 persone, abbiamo decine di feriti e speriamo che l'elenco delle vittime non si allunghi. In questi momenti è difficile dire qualsiasi parola, non ci sono parole, colleghi, la strada miete ancora vittime, veramente tantissime vittime. Noi siamo in guerra con la strada.

E, purtroppo, non sembra che l'intensità e la frequenza di incidenti e tragedie simili accennino a diminuire. Eppure, questa strage ricorda quanto accaduto forse dieci anni fa, sempre su un ponte questa volta autostradale, in provincia di Avellino, dove sul vallone Acqualonga persero la vita quaranta persone. Non si può morire così, non si deve morire così, è una tragedia assurda: la nostra vicinanza va anche a chi sta vivendo drammaticamente ore di angoscia. Il nostro ringraziamento va ai soccorritori, ai Vigili del Fuoco, alle Forze dell'ordine e a tutti coloro che, anche in via del tutto volontaria, hanno prestato aiuto nei tragici momenti del soccorso. Alle vittime va la nostra preghiera (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tosi. Ne ha facoltà.

FLAVIO TOSI (FI-PPE). Signor Presidente, colleghi e colleghe, in questo momento non c'è spazio per altre considerazioni, per altri ragionamenti, se non quelli del dolore, dell'affetto e della vicinanza alle famiglie di chi è caduto in questa tragedia, di chi è trapassato in questa enorme tragedia che ha colpito la nostra regione, come, purtroppo, è successo anche recentemente in altre regioni del nostro Paese. E, quindi, un sincero abbraccio da parte nostra e dell'intero gruppo di Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE alle famiglie di chi è venuto a mancare; un sincero in bocca al lupo per la pronta guarigione a chi è rimasto ferito e coinvolto in questo incidente; un ringraziamento di cuore sentitissimo a tutti i soccorritori che hanno operato al meglio, come sempre, per tutta la notte, per cercare di limitare le conseguenze di questa immane tragedia. E quindi ci associamo alle parole del Presidente di questa Assemblea nell'esprimere il cordoglio a tutte le famiglie e ai loro cari (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pastorella. Ne ha facoltà.

GIULIA PASTORELLA (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, a nome del gruppo di Azione-Italia Viva-Renew Europe esprimo il nostro cordoglio per le vittime del terribile incidente avvenuto ieri sera a Mestre. Tra le oltre venti vittime risultano esserci due minorenni, di cui un neonato, cosa che, se possibile, rende questo disastro ancora più doloroso. La nostra vicinanza va alle famiglie e agli amici delle vittime, ma anche ai feriti, alcuni dei quali stanno tuttora lottando per la propria vita.

In attesa che si determinino le cause e la dinamica dell'incidente, mi permetto di invitare tutti quanti qui, presenti e non, a non trasformare quanto accaduto in un terreno di scontro e a sospendere eventuali commenti, ora oltremodo superflui, riguardo la dinamica dell'incidente e il mezzo coinvolto. Dobbiamo porre invece la nostra attenzione sulla necessità di rendere sempre più sicure le infrastrutture stradali del nostro Paese. Riflettiamo sull'opportunità di intervenire per fare in modo che le nostre strade siano dotate di sistemi, tecnologici e non, per prevenire tragedie come quella di ieri e di arginare quanto più possibile i danni. Come classe politica, non possiamo limitarci a commemorare le vittime di questa tragedia: è nostro dovere impegnarci anche per prevenirne nel futuro. Porgo nuovamente, quindi, le condoglianze alle famiglie delle vittime, alla comunità di Venezia, al sindaco e a tutte le persone colpite da questo tragico evento. Ringrazio il personale sanitario che, come sempre, ha risposto all'emergenza con grande prontezza, dedizione e solidarietà. Ringrazio, infine, i soccorritori, i pompieri, le Forze dell'ordine e chiunque sia intervenuto sul luogo per il loro impegno nel tentativo di salvare quante più persone possibile (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Esprimo a nome del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra il più profondo cordoglio, il sentimento di solidale vicinanza alle famiglie delle vittime, alle persone ferite a causa del tragico incidente verificatosi ieri sera nella mia città. Esprimo altresì gratitudine al Corpo dei Vigili del Fuoco, alle Forze dell'ordine, al personale sanitario, alle autorità, a tutti coloro che hanno contribuito, con coraggio e generosità, come gli operai della Fincantieri di Porto Marghera e come il giovane ghanese Boubacar Touré che si è buttato nel fuoco nel tentativo di salvare vite umane. E queste persone, insieme, hanno dato prova di grande generosità, di grande coraggio. Hanno cercato, così, di limitare ulteriori danni e, soprattutto, di soccorrere in un momento di atroce sofferenza.

Condividiamo e ringraziamo, per la sua scelta, il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che ha disposto il lutto cittadino. Dispiace che, in questo frangente di lutto, di dolore, si siano alzate voci polemiche e strumentali sui motori elettrici. È, invece, doveroso, che tutti e tutte ci uniamo, ci stringiamo in questo momento intorno alla comunità di Venezia, Mestre e Marghera, colpita in modo così drammatico e violento (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Semenzato. Ne ha facoltà.

MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Ieri sera ho sentito il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ma quando mi ha detto: “Martina, è successa una cosa gravissima”, non parlava il sindaco o l'istituzione, parlava l'uomo, il padre di famiglia. Io vivo a Venezia, lavoro a Mestre e Marghera, avrò fatto migliaia di volte quel pezzo di strada, non riesco a capacitarmi. Era un pullman di turisti ucraini, tedeschi, croati, polacchi; solo Alberto, l'autista, era trevigiano; persone che non abitano a Venezia, ma che avevano scelto la nostra città. Questo non cambia il dolore per queste vite spezzate, alcune giovanissime. Per me loro sono comunque i miei cittadini. Non siamo solo amministratori ma uomini e donne che amano i loro territori e che lavorano con cuore per le persone che su questi territori abitano e lavorano, ma anche per tutti quei turisti che da tutto il mondo rendono, con la loro presenza, speciali le nostre città.

Il mio dolore è grande e grande è il dolore della mia città, Venezia, di Mestre. Il sindaco Brugnaro ha dichiarato il lutto cittadino fino a venerdì 6 ottobre. Grazie a tutte le Forze dell'ordine, ai soccorritori, ai sanitari, ai medici, ai sindaci dell'area metropolitana e ai Vigili del fuoco che sono intervenuti sul luogo con tempestività, ma grazie anche ai due operai della Fincantieri, Godstime e Boubacar, che non hanno esitato ad aiutare, scalzi.

Una grande comunità è tale soprattutto nella sofferenza. Grazie ai tanti attestati di solidarietà ricevuti dal Presidente della Repubblica Mattarella e dalla Premier Meloni; a lei, Presidente Fontana, ai Ministri e a tutti voi, colleghi, per la personale vicinanza. Da quest'Aula arrivi forte, partecipe e sentito un abbraccio a tutti i familiari delle vittime e un augurio di pronta ripresa ai feriti, soprattutto, quelli più piccoli. È il momento del dolore (Applausi).

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1436.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1436.

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 17,45).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo la seduta per 5 minuti.

La seduta, sospesa alle 17,45, è ripresa alle 17,55.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1436.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1436​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A). Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il Vice Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, deputato Edoardo Rixi, ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Sugli ordini del giorno n. 9/1436/1 Mattia e n. 9/1436/2 Vinci, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1436/3 Fossi il parere è favorevole se riformulato nel senso di espungere le premesse dei capoversi 6° e 12° e riformulando l'impegno come segue: “a valutare ulteriori concrete proposte di reindustrializzazione che pervengano nell'ambito dei tavoli tecnici già attivati”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1436/4 Todde, il parere è favorevole se riformulato, espungendo la premessa contenuta nel 2° capoverso e riformulando l'impegno come segue: “a monitorare l'impatto della legislazione proposta all'articolo 1, a continuare il tavolo già avviato con le compagnie aeree e a valutare ulteriori misure e iniziative a tutela dell'insularità”.

L'ordine del giorno n. 9/1436/5 Iaria è accolto come raccomandazione, se riformulato come segue: “a dare attuazione, quanto prima, al registro elettronico nazionale, a promuovere una gestione dell'incremento delle licenze sulla base dell'effettiva necessità, analizzando e recuperando i dati sul trasporto pubblico locale non di linea, in collaborazione con gli enti locali, a dare attuazione ai provvedimenti sulla regolamentazione delle attività del noleggio con conducente”. Sull'ordine del giorno n. 9/1436/6 Fede il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare il possibile rifinanziamento del bonus trasporti, compatibilmente con le risorse che si renderanno disponibili”. Il parere sull'ordine del giorno n. 9/1436/7 Cafiero De Raho è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1436/8 Santillo il parere è favorevole con riformulazione dell'impegno come quello dell'ordine del giorno n. 9/1436/20 Zinzi.

Gli ordini del giorno n. 9/1436/9 Dell'Olio e n. 9/1436/10 Francesco Silvestri sono accantonati.

Il parere sugli ordini del giorno n. 9/1436/11 Appendino, n. 9/1436/12 Riccardo Ricciardi e n. 9/1436/13 Fenu è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1436/14 Cappelletti il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare di adottare misure per sbloccare i crediti incagliati”. Il parere sugli ordini del giorno n. 9/1436/15 L'Abbate, n. 9/1436/16 Sergio Costa, n. 9/1436/17 Caramiello, n. 9/1436/18 Ilaria Fontana e n. 9/1436/19 Enrico Costa è contrario. Il parere sugli ordini del giorno n. 9/1436/20 Zinzi, n. 9/1436/21 Cavandoli, n. 9/1436/22 Bruzzone e n. 9/1436/23 Furgiuele è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1436/24 Comaroli il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con la massima tutela possibile in materia ambientale, che i limiti di accettabilità dei rifiuti in discarica siano riportati, per un periodo di tempo limitato, al triplo del valore consentito e concedendo un ulteriore periodo di transizione alle filiere industriali interessate”.

Il parere sugli ordini del giorno n. 9/1436/25 Zaratti e n. 9/1436/26 Evi è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1436/27 Ghirra il parere è favorevole con l'espunzione delle premesse e la riformulazione dell'impegno: “a valutare ulteriori iniziative da attivarsi a favore dei residenti in Sardegna e Sicilia, compatibilmente con le risorse disponibili”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1436/28 Cherchi il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare, nell'ambito dell'imminente modifica del codice della strada, una diversa disciplina del trasporto persone attraverso il servizio di piazza con veicoli a trazione animale o con slitte, tenendo in considerazione il benessere dell'animale”. Sull'ordine del giorno n. 9/1436/29 Ascani il parere è favorevole, con riformulazione che espunge: le premesse dalla n. 7 alla n. 16; la premessa n. 18, cioè l'ultima; gli impegni n. 2, n. 3 e n. 4 e che riformula l'impegno n. 3 come segue: “a proseguire nell'adozione di implementazione di (…)”. Sull'ordine del giorno n. 9/1436/30 Merola il parere è favorevole con riformulazione che espunge le premesse e riformula l'impegno come segue: “a valutare l'adozione di misure che consentano di risolvere le problematiche degli istituti autonomi case popolari - IACP”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1436/31 Bonelli il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare misure per garantire la messa in sicurezza e l'ammodernamento della rete ferroviaria siciliana e del Mezzogiorno”.

L'ordine del giorno n. 9/1436/32 Zanella è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1436/33 Barabotti c'è un invito al ritiro, in quanto sulla proroga delle concessioni sono in corso i lavori del tavolo tecnico presso la Presidenza del Consiglio e occorrerà attendere i risultati derivanti dal suddetto tavolo, in base ai quali il Governo determinerà le scelte adottate in merito al rinnovo di tutte le concessioni demaniali. Il parere sugli ordini del giorno n. 9/1436/34 Giagoni e n. 9/1436/35 Iezzi è favorevole. L'ordine del giorno n. 9/1436/36 Scarpa è accolto come raccomandazione.

Il parere sull'ordine del giorno n. 9/1436/37 Fornaro è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1436/38 Ferrari il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a provvedere all'emanazione del nuovo decreto ministeriale relativo alla nomina del nuovo comitato Ecolabel-Ecoaudit, in considerazione anche dello stato di incertezza in cui versano le imprese che hanno intrapreso il percorso di certificazione Ecolabel”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1436/39 Ciaburro il parere è favorevole con riformulazione che espunge il primo impegno e riformula come segue il secondo e il terzo: “assumere iniziative finalizzate a completare l'infrastruttura strategica nell'area della Valle Stura di Demonte e in tutto il territorio, così come già indicato in premessa, lo stanziamento delle risorse utili per consentire l'avvio dei lavori di installazione di paravalanghe sul tracciato della SS21, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica; contestualmente alle attività di sviluppo dell'infrastrutturazione della SS21 di cui alla presente premessa, promuovere iniziative finalizzate a consentire l'avvio dei lavori per l'opera di raddoppio del ponte dell'Olla, nel rispetto delle disponibilità della finanza pubblica”.

Il parere sugli ordini del giorno n. 9/1436/40 Iacono, n. 9/1436/41 Barbagallo, n. 9/1436/42 Casu e n. 9/1436/43 Marino è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1436/44 Simiani il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare di adottare misure per il riordino del bonus edilizio e sbloccare i crediti incagliati”.

Il parere sull'ordine del giorno n. 9/1436/45 Bakkali è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1436/46 Ubaldo Pagano il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di un approfondimento in ordine alle categorie dei lavori usuranti e di adottare ogni misura utile in favore del lavoro del gruppo Ilva”. Il parere sull'ordine del giorno n. 9/1436/47 Raimondo è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1436/48 Curti il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare le necessarie iniziative di competenza volte a prevedere la possibilità che il Commissario straordinario alla ricostruzione, nominato ai sensi del decreto-legge n. 61 del 2023, avvalendosi della medesima struttura di supporto, possa provvedere anche alla gestione delle emergenze legate agli eventi alluvionali verificatisi nei giorni dal 22 al 27 luglio, in considerazione del fatto che si tratta in larga parte delle medesime province e comuni già colpiti dall'alluvione di maggio 2023”.

L'ordine del giorno n. 9/1436/49 Ghio è accolto come raccomandazione con l'espunzione della penultima premessa. Il parere sull'ordine del giorno n. 9/1436/50 Grimaldi è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1436/51 Caretta c'è un invito al ritiro. Il parere sull'ordine del giorno n. 9/1436/52 Bonafe' è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1436/53 Cangiano c'è un invito al ritiro. Il parere sull'ordine del giorno n. 9/1436/54 Frijia è favorevole.

Il parere sull'ordine del giorno n. 9/1436/55 De Monte è contrario. L'ordine del giorno n. 9/1436/56 Mari è accolto come raccomandazione con riformulazione che espunge le premesse n. 6, n. 7, n. 8 e n. 9.

PRESIDENTE. I pareri sugli ordini del giorno accantonati saranno espressi alla ripresa dell'esame degli ordini del giorno, al termine della commemorazione del Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI (ore 18,03)

Commemorazione del Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano.

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lei, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Colleghe, colleghi, il Presidente emerito Giorgio Napolitano ci ha lasciato il 22 settembre scorso. Con lui è scomparso un prezioso testimone e un protagonista assoluto della nostra storia repubblicana. Uomo delle istituzioni e, credo possa dirsi, innamorato della politica. “Ci hanno fatto credere che la politica è sporcizia o è lavoro da specialisti. E invece la politica, la cosa pubblica, siamo noi stessi”. Così scrive alla madre un giovane partigiano condannato a morte dai nazifascisti. Era una delle citazioni preferite da Giorgio Napolitano, come ci ha detto, in quest'Aula, il Presidente emerito della Corte, Giuliano Amato, la scorsa settimana.

Sempre in occasione della cerimonia ospitata in quest'Aula, dove è stato eletto la prima volta a 28 anni, nel 1953 e che ha presieduto dal 1992 al 1994, suo figlio Giulio ha voluto sottolineare: “Per mio padre la politica non era solo un'attività intellettuale, era una scelta etica e motivazionale, era un'attività di partecipazione, con cittadini, lavoratori, nelle campagne, nelle fabbriche, nelle assemblee, nelle piazze, a cominciare da quella della sua amata Napoli, nelle sezioni di partito e nelle aule parlamentari”. E ancora: “Il suo lavoro era la politica, che per lui come per molti di quella generazione eccezionale, era una cosa seria, richiedeva analisi, responsabilità, non sopportava la demagogia”.

Sono convinta che tra i principali insegnamenti che compongono il lascito di Giorgio Napolitano ci sia proprio questo: il valore della politica, la sua centralità all'interno di una visione che si pone l'obiettivo di far avanzare la società sul terreno della democrazia, della libertà, della giustizia.

Se desideriamo che il ricordo che ci apprestiamo a sviluppare oggi e le riflessioni che verranno su di lui e il ruolo svolto in un tempo che prende il via dalla nascita stessa della Repubblica non sia incompleto, dobbiamo guardare e concentrare l'attenzione proprio sull'importanza affidata alla politica. Ed è oggi dovere della politica rendere omaggio e guardare alle generazioni che ci hanno preceduto e che hanno costruito l'edificio democratico e repubblicano che abitiamo e che è nostro compito rendere sempre più giusto e solido. Dall'adesione alla causa antifascista alla militanza nel Partito Comunista e nella sinistra, ai numerosi incarichi parlamentari in Italia e a Bruxelles, ai ruoli di Governo e, poi, ai due mandati come Capo dello Stato, ma anche dalle sue battaglie per il Mezzogiorno, come dall'europeismo convinto e dall'amore coltivato per la cultura: tanto abbiamo da imparare dal magistero civile e politico di questa straordinaria personalità, che ha avuto come stella polare i valori democratici e la Costituzione, di cui, in particolare, da Capo dello Stato, è stato custode rigoroso, svolgendo con saggezza e autorevolezza il proprio compito anche nei momenti più turbolenti.

È stato evidenziato quanto avesse avuto a cuore il centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia e quanta energia, passione ed impegno profuse in quell'occasione per alimentare le radici di un patriottismo tanto orgoglioso quanto genuino, elemento essenziale del sentimento di unità nazionale. Così infatti, il 17 marzo 2011, in un discorso al Teatro Regio di Torino, volle sottolineare la sua insistenza sul “tema della necessità stringente, imperativa di coesione nazionale. Il che significa” - disse - “avere un rinnovato senso della Patria e della Costituzione, riconoscerci, identificarci con il senso della Patria, con l'appartenenza alla Patria, con la lealtà alla Costituzione repubblicana come quadro di principi e di regole per il nostro vivere comune, con quella coesione nazionale indispensabile per far fronte alle prove che ci attendono, e non saranno lievi”. Penso che siano parole di immutata forza e attualità. Il suo esempio sia fonte di ispirazione per quanti scelgono di servire il Paese nella politica e nelle istituzioni.

Alla signora Clio, al figlio Giulio e ai suoi collaboratori, oggi presenti nelle tribune, rinnovo, a nome della Camera dei deputati, il cordoglio e la vicinanza.

Invito l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio – Prolungati applausi). Ha chiesto di parlare il deputato Orlando. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO (PD-IDP). Signora Presidente, colleghi deputati, il Paese ha perduto una personalità politica di assoluta grandezza. Il gruppo del PD saluta un leader politico, un uomo delle istituzioni, e oggi, ancora una volta, vuole rinnovare il proprio cordoglio e la propria vicinanza alla famiglia e a tutti coloro che, in questi anni, hanno collaborato con il Presidente Napolitano. Se non apparisse segno di presunzione, vorrei dire che saluto un maestro. Dirò, più sobriamente, un riferimento essenziale, che mi ha fatto l'onore della sua considerazione. Proprio in quest'Aula ne sono state ricordate le doti, la capacità di leggere i processi storici sia nella dimensione interna sia in quella internazionale, lo stile, l'equilibrio, la sagacia e la sapienza politica, la cultura e l'amore per la cultura, la cultura del diritto, di cui sono stato diretto testimone.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA (ore 18,10)

ANDREA ORLANDO (PD-IDP). Ma credo che la semplice somma delle sue qualità non sia sufficiente a definirne la statura, perché esse sono state insieme la condizione e la conseguenza dell'esercizio costante, e talvolta improbo, che ha segnato quasi tutto il corso della sua vita: tenere insieme le idee e le domande profonde che la sua parte politica poneva con l'interesse generale. Proprio per questo Giorgio Napolitano è stato forse il dirigente che più di ogni altro si è battuto per la trasformazione della comunità politica alla quale apparteneva, il Partito Comunista Italiano.

E nell'agire per andare oltre le sicurezze dei vecchi confini si intravedono i tratti dell'uomo di Stato. Sa che solo una forza profondamente innervata nella democrazia liberale è in grado, sfuggendo così al rischio della marginalità e dell'esclusione, di far pesare adeguatamente i bisogni e le istanze delle classi subalterne, ed è consapevole che una democrazia che non sa coinvolgere appieno i settori popolari della società si fa fragile ed esposta ai rischi di involuzione. Questa analisi troverà una eloquente e drammatica conferma nella storia del nostro Paese, tanto nelle conquiste civili e sociali che a partire dagli anni Sessanta cambiarono il volto della nostra società, quanto nei tentativi di sovversione che colpirono la Repubblica sin dai suoi primi passi e che furono respinti proprio grazie all'unità del popolo italiano.

Il cambiamento, dunque, di una parte come condizione per il consolidamento democratico e il progresso sociale di tutto il Paese. Nella Napoli europea che si sente erede di Vico e Filangieri, forte delle ragioni di Croce, matura l'insofferenza per la dittatura fascista, ma questa consapevolezza si fa piena assieme ad un gruppo di giovani intellettuali ed artisti della sua generazione che avverte l'insostenibile ipoteca sul futuro rappresentata dalla dittatura e il gravame che essa ha imposto sul Mezzogiorno. Nella sua città, squassata dalla guerra e piegata dalla miseria, Napolitano comprende che le ambizioni riformatrici non possono affermarsi soltanto per la via del pensiero.

Senza il riscatto dei ceti popolari, senza la saldatura tra gli obiettivi di riforma e i bisogni delle classi subalterne, la critica dell'esistente resta un nobile, ma ininfluente esercizio. E così segue una via che era già stata tanti anni prima seguita dal suo maestro Giorgio Amendola. Cerca un confronto con le domande del popolo e lo trova nella forza che con più intransigenza ha saputo resistere e con più efficacia combattere il fascismo, e che, nell'Italia del primo dopoguerra, a partire dal Mezzogiorno, organizza molte delle forze intellettuali e sociali più vive: il Partito Comunista Italiano.

Una forza, ma anche una contraddizione. Vive nella democrazia italiana e ad essa dà forza, ma è sospinto dalla divisione del mondo in blocchi in un campo dove l'involuzione del socialismo ha prodotto regimi dispotici. Dal momento in cui quest'ultimo aspetto si fa evidente, il suo cruccio costante diventa il superamento di questa contraddizione, senza lacerare la sua comunità, ma senza mai rinunciare a un punto di vista. La ricerca di uno stretto rapporto con il socialismo italiano prima, con quello europeo poi e con le forze progressiste del mondo atlantico diventano un segno della sua attività.

L'impegno premiato da indubbio successo per inserire il PCI nel processo di costruzione europea, l'attenzione al movimento sindacale e a quella culla del riformismo che fu la CGIL di Luciano Lama, la lotta contro il settarismo, contro tutte le chiusure ideologiche e dogmatiche, il fastidio per ogni vuota demagogia: sono tutte declinazioni di questa lotta, che approda a un convincimento che lo guida nelle istituzioni. Quando esse si indeboliscono, quando non riescono più ad interpretare la società che cambia, quando, di conseguenza, si fa strada un pensiero antipolitico, sono i più deboli a pagare il prezzo più alto e i poteri di fatto a rafforzare la loro influenza.

Di qui il suo costante richiamo all'esigenza di rinnovare in modo condiviso le istituzioni della Repubblica, un richiamo che non dovremmo far cadere. La traiettoria politica di Napolitano però potrebbe essere anche narrata come la manifestazione per il fastidio per la sciatteria e per l'approssimazione nel discorso pubblico, e questo tratto fu spesso scambiato per pignoleria. In verità, era la naturale conseguenza di una profonda fiducia nel confronto, a partire da quello parlamentare. Il Parlamento che Napolitano ha auspicato fino all'ultimo è un luogo diverso da quello nel quale si fronteggiano in modo impermeabile gli slogan di maggioranza e opposizioni e ci si limita a misurare i rapporti di forza, e non è una questione di bon ton.

In Napolitano c'era la convinzione, che, peraltro, aveva come alto riferimento l'antefatto della Costituente, che le buone ragioni fossero in grado di modificare anche gli orientamenti degli avversari, se vi era la necessaria capacità persuasiva e la necessaria capacità di ascolto, e che anche i più profondi convincimenti non fossero incompatibili con la ricerca di ragionevoli punti di incontro nell'interesse generale. Sarebbe bello che sapessimo raccogliere questo lascito, sarebbe un degno tributo a un uomo che ha saputo incarnare in modo nobile e alto il primato della politica (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Schiano Di Visconti. Ne ha facoltà.

MICHELE SCHIANO DI VISCONTI (FDI). Signor Presidente, colleghi, siamo qui riuniti nel breve e intenso ricordo di una persona, il senatore Giorgio Napolitano, che ha scritto sicuramente una significativa pagina della storia della nostra Nazione, a partire dalla sua prima legislatura in quest'Aula, dall'impegno profuso, dalla passione e dall'attenzione per i lavori parlamentari che non lo hanno mai abbandonato durante tutto il suo cursus honorum fino alla fine dei suoi giorni. Un atteggiamento coscienzioso e attento, un impegno colto e preparato, mostrato nei vari ruoli istituzionali ricoperti, che è stato, probabilmente, il tratto distintivo e una delle caratteristiche principali del suo incessante impegno politico.

Il pensiero di noi tutti e il raccoglimento dell'intera Assemblea va oltre quello della sua parte politica e dei suoi muri ideologici entro i quali il Presidente Napolitano ha militato. Lo diciamo dai banchi di quella destra che, secondo verità, non ebbe mai a contribuire alla sua elezione a Presidente della Camera e alle due elezioni a Presidente della Repubblica; e ciò in ragione non di valutazioni o acrimonie personali, ma di un'inconciliabilità tra le opposte appartenenze politiche. Anzi, proprio il rispetto della verità ci suggerisce di ricordare alcune pagine della vita politica di Giorgio Napolitano, dal suo appoggio all'invasione russa dell'Ungheria nel 1956 alle critiche che ebbe a rivolgere allo scrittore Aleksandr Solzenicyn, internato nei gulag sovietici, che furono dalla destra politica duramente contestate e dalle quali, con rigore intellettuale, ebbe a prendere successivamente le distanze in modo inequivoco. Tuttavia, come sempre succede, ed è sempre accaduto per l'appunto, sarà la storia a tracciare la linea dei meriti e degli errori, dei pregi e dei difetti di una personalità che ha segnato così profondamente gli ultimi decenni della nostra Repubblica, cui si deve, tra l'altro (lo sottolineiamo, perché fortemente da noi apprezzato), se il centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia sia stato celebrato con grande partecipazione popolare e profondo scandaglio culturale e sociale.

In conclusione, il gruppo di Fratelli d'Italia rivolge un pensiero affettuoso ai familiari del Presidente Napolitano, qui presenti, e a coloro che sono stati particolarmente vicino a lui nell'impegno che ha contraddistinto il suo profilo istituzionale e la sua irreprensibile vita civile. Buon viaggio, Presidente (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Zinzi. Ne ha facoltà.

GIANPIERO ZINZI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sarebbe arduo racchiudere in una sola parola o in una sola frase la vita politica e istituzionale di Giorgio Napolitano. Né sarebbe intellettualmente onesto appiattire la complessità e l'importanza che la sua figura ha avuto nella vita democratica italiana degli ultimi trent'anni esclusivamente sui sentimenti di commozione e di vicinanza alla famiglia, sentimenti che la Lega ha già espresso nei giorni scorsi e che oggi, con convinzione e viva partecipazione, rinnova.

Il Presidente Napolitano è stato un uomo politico a tutto tondo e, come tale, è giusto ricordarlo e onorarne la memoria. Un uomo politico di parte, voglio aggiungere, senza dare però alla sua partigianeria un'accezione negativa. La politica, ancor prima che l'arte del possibile, è lotta per l'affermazione delle proprie idee, della propria visione del mondo.

In quest'epoca di finte morbidezze, anche linguistiche, se vogliamo, in quest'epoca in cui il politicamente corretto ha soverchiato il desiderio e la necessità di chiarezza e libertà, essere orgogliosamente di parte, come era il Presidente Napolitano, è un privilegio raro. Far finta che non sia così, ridurre, smussare, sradicare la sua appartenenza politica e ideologica è un torto alla verità, alla storia e anche - permettetemelo - alla sua memoria. Questo nulla toglie all'autonomia, all'indipendenza cui il Presidente Napolitano è stato chiamato in questi lunghi anni.

Certo, abbiamo abitato pianeti completamente diversi, la nostra storia è stata caratterizzata da evidenti e chiare distanze politiche, ma questa è la natura dialettica che anima chi crede in una politica che sia al servizio della collettività e che cerca di offrire soluzioni reali, adeguate ai bisogni del Paese, insomma di chi vive la politica non solo come pensiero, ma come azione. E questo porta a un'altra considerazione. Il Presidente Napolitano non è stato certamente un Capo dello Stato che ha interpretato il suo ruolo da notaio della Repubblica. Al contrario, ha esercitato con determinazione e passione i poteri conferitigli dalla Costituzione, mantenendo però un'attenzione e una cura per la forma che, nella sua visione, era anche sostanza. Di Napolitano rammento ancora con gratitudine la sua vicinanza alla Campania, alla sua terra che è anche la mia, e il suo vivo interesse per i nostri territori. Ha infuso speranza e coraggio a tanti concittadini costretti a vivere situazioni di difficoltà, e di questo lo ringrazio. Ricordarlo oggi con onestà, senza rinunciare alla serenità di una valutazione più complessiva, che non intacca minimamente le qualità dell'uomo, significa riconoscerne il valore di politico capace, appassionato e competente che ha lasciato un segno audace nella nostra storia recente (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO EMILIO RUSSO (FI-PPE). Sembrerà strano, ma a Giorgio Napolitano è legato uno dei primissimi ricordi della mia vita. Era il 1980 e qualcosa: benché molto piccolo, mio padre, Emilio, decise di portarmi con sé a Bellinzona, in Svizzera, a pochi chilometri da Como dove vivevamo. Era atteso Giorgio Napolitano, allora responsabile esteri del Partito Comunista Italiano. Doveva essere un incontro con la comunità italiana, ma sulla stampa di allora non ho trovato traccia di cosa fosse. Ricordo, però, una sala piena, un piccolissimo palco. Ricordo gli altoparlanti a tromba e ricordo il silenzio rispettoso della platea, densa di fumatori: molti operai emigrati che, a dispetto del luogo, parlavano con inflessioni del Sud. Spinto non so da chi, devo avergli stretto la mano e giurerei che mi abbia anche chiesto che mestiere volessi fare da grande. Quel ricordo rimase lì nella mia mente fino a quando, 13 anni dopo, lo ritrovai qui alla Camera dove avevo iniziato a lavorare come giornalista. Era il 2001 e lui si palesava di tanto in tanto, spesso con il suo amico Emanuele Macaluso, anche se a quei tempi era soltanto un eurodeputato; cioè, molti lo consideravano a fine carriera. Infatti, ricordo bene che non fosse circondato dai soliti capannelli di colleghi suoi e miei di allora.

Gli raccontai di quella storia, di averlo incontrato e ascoltato da piccolissimo e per giunta all'estero e mi rispose, ridendo, che forse avrei dovuto denunciare mio padre al Telefono azzurro. Bene, da quei 10 minuti sul divanetto del Transatlantico uscì anche un'intervista che, per la ragione che dicevo prima, divenne non più di una spalla, un pezzettino piccolissimo, senza alcuna evidenza, per il giornale per cui lavoravo. Dopo qualche anno, un po' a sorpresa, la classe politica di allora lo scoprì riserva della Repubblica e Giorgio Napolitano fu Presidente e poi il primo Capo dello Stato a essere rieletto per un secondo mandato. Diede un'interpretazione nuova, estensiva, a quel ruolo, utilizzando le possibilità che gli offriva il nostro ordinamento. È stato per questo anche molto criticato, ma sul tema è stato chiarissimo il dottor Gianni Letta. Oggi ricordiamo un uomo e un leader politico che non c'è più, e mi dispiace per i suoi cari, per le istituzioni che ha servito, ma anche per me, che perdo il protagonista del primo ricordo politico, l'ultimo testimone di quella mattina di fine secolo, a Bellinzona, con papà (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Boschi. Ne ha facoltà.

MARIA ELENA BOSCHI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Per chi ha avuto l'onore di conoscere Giorgio Napolitano e di poter trascorrere del tempo con lui al Quirinale o a Palazzo Giustiniani, di imparare da lui, oggi il senso della perdita è politica, ma anche personale.

Quello che forse è stato l'autore più amato dal Presidente Napolitano, Thomas Mann, scriveva che l'anti-politicità non esiste, tutto è politica. E io credo che questa frase, meglio di tante altre, possa racchiudere il senso della vita pubblica di Giorgio Napolitano, di una vita per la politica, dedicata alla politica e all'impegno politico. E forse non poteva essere diversamente per chi, come lui, è nato e cresciuto durante il ventennio fascista, proprio quando la libertà politica era negata, quando non era consentito organizzare l'attività politica, eppure tutto era politica. La politica c'era, in clandestinità, nelle prigioni, al confino, nelle cantine, a rischio della propria vita. La politica c'era ed era l'unica soluzione possibile quando, dopo la fine del conflitto mondiale, c'era da disegnare una nuova Italia. C'era politica nel referendum per la Repubblica, c'era politica, ovviamente, nell'Assemblea costituente che ha dato vita alla nostra Costituzione, che il Presidente Napolitano non solo amava, ma conosceva profondamente.

E proprio rispondendo a una chiamata laica, poco più che ventenne, aderì al Partito Comunista e per tutta la vita è stato uomo di partito e dirigente di partito nella sinistra di questo Paese. E per tutta la sua vita politica, da uomo delle istituzioni, avendo ricoperto gli incarichi più importanti, ha difeso la politica nel senso più alto e più nobile del termine, come servizio verso gli altri, non solo come riformista, come europeista, ma anche come uomo delle istituzioni. E lo ha fatto anche in quest'Aula, da Presidente della Camera, quando, ai tempi di Tangentopoli, impedì alla Guardia di finanza di accedere al Parlamento. E lo ha fatto anche negli anni più recenti, contro la retorica anti-casta, antipolitica, contro il populismo, rivendicando l'importanza della politica, della buona politica come unica soluzione all'antipolitica. E forse, proprio vedendo le immagini dei cittadini chiamati a raccolta dai populisti, qui intorno a Montecitorio, nei giorni in cui, nel 2013, non riuscivamo a eleggere il suo successore al Quirinale, accettò un secondo mandato, nonostante le sue riserve istituzionali e personali. Ma proprio in occasione del giuramento, qui, in quest'Aula, sferzò tutti noi politici, ci invitò a dare risposte a questo disagio che si avvertiva nella società e nei cittadini attraverso le riforme costituzionali, perché solo una democrazia che funziona, soltanto istituzioni che funzionano possono essere l'antidoto contro l'antipolitica, soprattutto a sostegno dei più deboli.

Ma, accanto al Presidente, al Ministro, al parlamentare, c'è stato un marito, un amico, un padre, un nonno, una persona che, oltre alla politica, all'impegno e al lavoro, ha sempre saputo coltivare le relazioni umane e i rapporti di affetto. Lo abbiamo sentito in quest'Aula, attraverso le parole di tanti amici e compagni del Presidente Napolitano, ma soprattutto attraverso le parole della sua famiglia, del figlio Giulio, della nipote. Ed è proprio alla famiglia del Presidente Napolitano, a nome del gruppo di Azione-Italia Viva, che voglio esprimere il nostro cordoglio, un pensiero di vicinanza affettuosa e, proprio ricordando la consapevolezza dell'importanza dei rapporti umani che lo stesso Presidente Napolitano ha coltivato per tutta la vita, ricordare come lo stesso Thomas Mann diceva: “è l'amore, non la ragione, che è più forte della morte” (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Comunista europeo, figura emblematica del migliorismo, uomo chiave delle istituzioni repubblicane e di un'interpretazione nuova - e diciamo anche eccezionale - del ruolo del Presidente della Repubblica. Con la morte del Presidente emerito Giorgio Napolitano, la Repubblica italiana deve prendere atto, tutti noi dobbiamo prendere atto, definitivamente, della fine del lungo Novecento, perché se ne va un pilastro della storia della nostra Repubblica. Nel corso degli anni, dopo aver studiato sui temi del Mezzogiorno ed essersi molto applicato sulle questioni che riguardavano il Sud, Giorgio Napolitano ha cominciato a costruire da protagonista una politica forte per l'Europa e per il rafforzamento delle istituzioni europee. La sua reputazione e la sua visibilità in Italia e all'estero ne uscirono rafforzate e, conseguentemente, rafforzò l'istituzione della Presidenza della Repubblica, che diventò un punto di riferimento e stabilità nel contesto internazionale. E lo diventò anche per le diplomazie e i Governi internazionali. Di questo ne è prova la presenza del Presidente della Repubblica francese, Macron, del Presidente della Repubblica Federale Tedesca, Steinmeier, e di tutti i Capi di Governo e le rappresentanze che sono intervenute qui, in quest'Aula, per la commemorazione del Presidente durante il giorno del suo funerale laico.

Ricordo questo tratto di profonda umanità rispetto a ciò che poteva sembrare dal ruolo molto rigoroso, severo, del Presidente Napolitano, io che ho avuto modo, insieme ad alcuni colleghi, di poter votare nel maggio 2006, lo votai Presidente della Repubblica, ne ricordo questo tratto veramente di grande umanità e di grande capacità di dialogo. Un giorno ricevetti la sua telefonata, pensavo si trattasse di uno scherzo, invece era il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che parlava con me. Io, che venivo da una lontana periferia di Roma, Casal Bernocchi, mai avrei potuto immaginare che il Presidente della Repubblica mi chiamasse direttamente al telefono. E devo dire, erano lunghe le conversazioni che ho avuto, con la collega Luana Zanella, presso il Quirinale, proprio sulla grande questione del rapporto - l'ecologia era un tema che il Presidente Napolitano ci pose più di una volta - su come l'ecologia potesse rafforzare le istituzioni sovranazionali e le politiche europee, e come le politiche europee potessero diventare più forti attraverso le politiche che guardavano al futuro. Vedeva lontano. Vedeva lontano, aveva questa grande capacità di guardare lontano.

Lo voglio dire con molta chiarezza: abbiamo trovato molto ingiusto - ed è giusto che si dica, anche per onore nei confronti del Presidente emerito e della sua famiglia - questo scatenarsi di hater, questo odio, questi speech di odio che su molti social sono comparsi nel denigrare, di fatto, la famiglia del Presidente emerito su informazioni e dati totalmente falsi. Penso che questo Paese debba recuperare un elemento di rispetto fondamentale del convivere civile, in particolar modo per una personalità che ha fatto molto per il nostro Paese.

Quindi, a nome del gruppo parlamentare Alleanza Verdi e Sinistra, inviamo un caloroso abbraccio affettuoso alla moglie Clio, ai figli Giulio e Giovanni, ai nipoti Sofia e Simone, che hanno avuto il privilegio di condividere momenti importanti della loro vita con una personalità importante della storia della Repubblica italiana (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, signor Presidente. Nel rendere oggi il nostro omaggio alla memoria del Presidente emerito, Giorgio Napolitano, ho cercato in lui e nella sua storia recente le parole adatte. Se è vero, come scriveva Thomas Mann, nei cui confronti Napolitano riconosceva di avere un debito intellettuale, che “la morte di un uomo è meno affar suo che di chi gli sopravvive”, appare oggi affar nostro l'accoglierne il lascito politico, culturale e istituzionale, raccoglierne le sfumature ed esaminare con lucidità i contorni di un uomo che, comunque la si pensi e si giudichi il suo profilo politico, è stato senza dubbio un protagonista indiscusso della storia repubblicana.

Come forza politica, abbiamo più volte espresso il nostro giudizio sull'uomo politico, dovuto all'osservazione di alcune sue scelte e determinazioni che hanno, in qualche modo, cercato di condizionare la traiettoria politica e istituzionale, una traiettoria che i tempi stavano ormai irrimediabilmente tracciando, e la forza irrimediabilmente innovatrice del sentire popolare rispetto alle degenerazioni della tradizione politica che lui stesso interpretava e intendeva preservare e tutelare da quello che, in un primo momento, considerava fanatismo moralizzatore, malattia mortale della vita democratica, addirittura un rischio per la tenuta delle istituzioni, invece non era altro che “una forte spinta democratica” - cito testualmente – “scaturita da forti motivi sociali: disuguaglianze, ingiustizie, impoverimenti e arretramenti nella condizione di vasti ceti comprendenti famiglie del popolo e della classe media. In modo particolare dovuta agli squilibri tra Nord e Sud. Una spinta democratica di forte contestazione rispetto all'autoesaltazione di gruppi politici da tempo stancamente governanti, dediti ad una vana autoesaltazione dei risultati ottenuti negli anni precedenti”.

Queste ultime che ho citato, Presidente, non sono parole mie, ma le stesse parole pronunciate dal Presidente Napolitano il giorno dell'inaugurazione della XVIII legislatura, quando seppe riconoscere nel dirompente voto espresso dagli italiani il 4 marzo un forte elemento di rottura. Continuo con la citazione: “quel forte mutamento nei rapporti tra gli italiani e la politica, e soprattutto nei rapporti tra gli italiani e i vecchi partiti, i partiti tradizionali lontani e chiusi rispetto alle sofferte vicende personali di tanti e a diffusi sentimenti di insicurezza e di allarme”. Ecco, signor Presidente, nel prendere atto che questo fu forse l'ultimo significativo discorso alla Nazione del senatore a vita Giorgio Napolitano, voglio immaginare che questo sia e rimanga il suo testamento politico, di un uomo che, seppure nelle sue contraddizioni che magari non tutti giudicano tali, abbia, in fondo, riconosciuto come la classe politica abbia e conservi la più profonda vocazione di confrontarsi con le proteste e le ragioni di chi, anche clamorosamente, l'attacca. Una necessità su cui pose l'accento anche nel suo preziosissimo saggio introduttivo dell'ultima edizione dei Moniti all'Europa di Thomas Mann.

Ecco, con questo suo ultimo monito ai partiti e alla politica dei suoi ultimi tempi, voglio ricordare Giorgio Napolitano e unirmi, a nome del gruppo del MoVimento 5 Stelle, al cordoglio della sua famiglia, della signora Clio, dei suoi amati figli e nipoti e di tutti coloro che l'hanno amato e stimato (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). Signor Presidente, onorevoli colleghi, anche il nostro gruppo vuole ricordare in questo luogo la figura del Presidente Napolitano e lo vogliamo fare attraverso tre sottolineature. La prima: Giorgio Napolitano fu un grande, è stato un grande uomo delle Istituzioni. Che vuol dire? Un uomo di partito, orgoglioso della propria parte politica e di un'identità chiara e forte, ma che ha testimoniato come le identità, le storie, possano essere una ricchezza per il Paese, perché messe al servizio del bene comune. Questa è una grande lezione perché a volte dimentichiamo proprio il fatto che la ricchezza di un Paese sta nella sua pluralità, nel suo pluralismo, nella sua ricchezza, nella sua diversità e il Parlamento è il luogo dove i partiti, con la loro identità, si confrontano e lavorano per la costruzione del bene comune. La politica è questo.

Il secondo ricordo che noi vogliamo evocare è il seguente: Napolitano è stato il Presidente dell'unità nazionale. Qui, in quest'Aula, il cardinal Ravasi ha ricordato quell'incontro alla Pinacoteca Ambrosiana, davanti a quella reliquia laica di Cesare Beccaria: io ricordo il 2011, quando insieme ad Enrico Letta, con l'Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà, in un momento difficilissimo per il nostro Paese, fece un grande discorso, prodromo poi a tutto quello che accadde negli anni successivi e al Meeting di Rimini dell'Amicizia. In un luogo esattamente di quell'altra parte che aveva sempre richiamato e rispettato: dobbiamo trovare - il rapporto con Benedetto XVI - quelle forme giuste di collaborazione tra la convivenza civile e la convivenza religiosa. In quell'anno, fece un richiamo forte a tutta la classe politica: voglio solo citare una piccola parte del suo discorso, davanti a migliaia di giovani. “La classe dirigente del Paese deve liberarsi da approcci e angustie strumentali”; lanciò un monito alla classe dirigente del Paese, alla maggioranza di Governo e anche all'opposizione, come alle parti sociali. Fu lo stimolo e lo spunto per ricordare che, sempre, dobbiamo mettere davanti all'interesse dell'impegno politico di ognuno di noi il bene comune, il bene dell'Italia.

E, infine, voglio ricordarlo anche con un ricordo mio personale: sono stato Ministro delle infrastrutture negli anni in cui il Presidente Napolitano era nel suo secondo mandato. Fu un orgoglioso uomo del Sud.

Mi ricordo ancora della telefonata che gli feci e poi dell'esito di quella telefonata, perché da Ministro delle infrastrutture gli feci una domanda molto semplice: mi scusi, mi sa dire Presidente, perché in questo Paese si nominano commissari, io uomo del nord di Milano, per le grandi opere - la galleria del Brennero, l'Alta velocità, il terzo valico, eccetera - e non è mai stato nominato un commissario o adottata una procedura straordinaria per realizzare una grande opera del Sud? C'era un'opera bloccata da anni - la Bari-Napoli - con 4 miliardi stanziati e mai realizzati; c'era un'altra opera, sempre ferroviaria, la Palermo-Messina-Catania. Vinciamo insieme - gli dissi - questa sfida, se lei è d'accordo per adottare un decreto che, per la prima volta, dia un segnale importante dell'unità del Paese.

Fu il decreto “sblocca Italia” e nominammo un commissario straordinario nella figura dell'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato per realizzare queste due opere: è stato grazie a lui, e lo voglio ricordare qui, che ci ha testimoniato cosa vuol dire essere Presidente di tutta l'Italia, ma anche uomo attento e attentissimo al sud di questo Paese, perché era intollerabile la divisione tra Nord e Sud (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gebhard. Ne ha facoltà.

RENATE GEBHARD (MISTO-MIN.LING.). Vogliamo ricordare il Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano attraverso pochi punti, a nostro avviso fondamentali, del suo percorso politico e istituzionale.

Giorgio Napolitano si sentiva europeo e credeva nel progetto dell'integrazione europea. In questa visione di Europa ha collocato l'interesse generale del Paese e ha rivendicato il comune destino italiano ed europeo. Giorgio Napolitano era un uomo delle istituzioni: la Costituzione e il ruolo insostituibile della politica, delle sue responsabilità, per lui erano punti di riferimento essenziali di tutte le riforme delle istituzioni rappresentative e dunque della partecipazione democratica. Le riforme, al fine di rafforzare le istituzioni e la democrazia parlamentare, sono state un richiamo costante anche come Presidente della Repubblica.

Come ultimo punto, vorrei sottolineare la sua attenzione e amicizia nei confronti dell'autonomia speciale, nella difesa delle sue prerogative costituzionali e del modello di convivenza pacifica civile e politica, che ha indicato come esempio nel confronto europeo. Non dimenticheremo la sua sensibilità nei nostri confronti, sensibilità non a margine, ma come tratto distintivo del suo pensiero.

A nome del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche-Südtiroler Volkspartei  e Union Valdôtaine - voglio ribadire la nostra massima stima nei suoi confronti ed esprimere le più sentite condoglianze alla sua famiglia (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Le esequie straordinarie cui abbiamo assistito in quest'Aula hanno restituito, nelle testimonianze di chi l'ha conosciuto, nelle testimonianze intense dei familiari, il profilo di un politico appassionato e intelligente come pochi; un politico che ha attraversato i decenni seguiti alla guerra, alla fine del regime fascista, con le contraddizioni di un uomo di partito, il suo partito, il Partito Comunista Italiano.

Giorgio Napolitano ha testimoniato, a partire da un'identità forte e mai rinnegata, la capacità di evoluzione del pensiero e della prassi politica in un Paese e in un mondo che evolvevano.

Un repubblicano convintamente leale alla Costituzione, un europeista convinto che il futuro non solo obbligato ma migliore del nostro Paese sia quello da protagonista di una sempre maggiore integrazione europea. E per chi, come me, ha avuto la possibilità, facendo il parlamentare europeo nello stesso periodo, di avere discussioni e confronti su questo con lui, lo faceva nella sua chiave, che era una chiave assolutamente antiretorica, che è quella con cui poi in altre occasioni, durante il suo ruolo di Presidente della Repubblica, abbiamo avuto possibilità di confronto su questo tema che, per lui, era una priorità: l'europeismo, la costruzione di una sempre maggiore integrazione europea per far fronte a quello che sta accadendo o che accadeva nel mondo.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI (ore 18,46)

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Voglio chiudere, ricordando il suo unico messaggio da Presidente della Repubblica alle Camere, un messaggio scaturito dalle sue convinzioni, certamente, ma anche dalle sue interlocuzioni con Marco Pannella sulle carceri, interlocuzioni che avevano trovato un punto di positiva convergenza dopo tanti anni di discussione. Ecco, tra i tanti modi attraverso i quali il Parlamento potrebbe, anzi può, fare tesoro della straordinaria esperienza repubblicana di Giorgio Napolitano ci sarebbe, anzi c'è, quello di dare seguito a quell'unico importantissimo, ma inascoltato messaggio del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alle Camere (Applausi).

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1436.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1436​)

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1436 per la fase della votazione degli ordini del giorno.

Passiamo ai voti. Sull'ordine del giorno n. 9/1436/1 Mattia, il parere è favorevole, così come sull'ordine del giorno n. 9/1436/2 Vinci. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1436/3 Fossi: il parere è favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fossi. Ne ha facoltà.

EMILIANO FOSSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non accetto e chiedo di metterlo in votazione, anche perché alla luce di quello che è successo oggi pomeriggio, cioè la convocazione del tavolo al MISE il 12 ottobre prossimo sulla vicenda ex Gkn, credo che la riformulazione sia superata. Quindi, chiedo di ripensare a quel tipo di riformulazione e di mettere al voto così com'è l'ordine del giorno che fa riferimento naturalmente al tema delle delocalizzazioni, che è un altro dei temi che non vengono affrontati in questo decreto omnibus dove si parla di tutto, ma, di fatto, non si danno risposte. Le delocalizzazioni si contrastano sia legiferando in questo senso, con leggi che disincentivino questi processi, e credo che a breve incardineremo anche una nostra proposta di legge su questo tema e ci confronteremo nel merito, sia sostenendo e dando cittadinanza a quegli sforzi sui territori che provano a reindustrializzare siti che sono stati de-industrializzati o sono a rischio di deindustrializzazione proprio in seguito a processi di delocalizzazione, com'è successo, appunto, nel territorio fiorentino, nella ex Gkn.

In questi mesi, dopo alterne vicende, c'è un barlume di speranza che si riaccende, grazie all'impegno che le istituzioni locali e la regione, in particolar modo, hanno messo e grazie all'impegno che i lavoratori hanno portato avanti, proponendo un piano industriale, con la costituzione di una cooperativa che miri a produrre cargo bike e pannelli solari di nuova generazione e, quindi, si poggi sui due pilastri fondamentali che hanno a che vedere anche con il tema della transizione ecologica ed ambientale. Questo è fondamentale, perché eviterebbe la chiusura definitiva e il licenziamento di 137 lavoratori, che sono i lavoratori che sono rimasti dei 422 iniziali che furono licenziati di botto, in una notte del luglio di due anni fa, con una e-mail dai proprietari dell'allora ex Gkn.

Allora, siccome la Sottosegretaria Bergamotto ha convocato il tavolo per il 12 ottobre, quindi, di fatto, recependo anche alcune cose che sono poste in questo ordine del giorno - e, quindi, credo che lì discuteranno anche di questo piano industriale proposto dalla regione, dal sindacato e dai lavoratori - chiedo di votare così com'è l'ordine del giorno senza riformulazioni, che mi paiono, appunto, superate anche dagli eventi di oggi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Presidente, intervengo per ringraziare l'onorevole Fossi e per annunciare la sottoscrizione dell'ordine del giorno da parte del gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra. Come sapete, abbiamo chiesto durante un question time quale fosse il punto di vista del Governo e il Governo mi pare che abbia cincischiato, soprattutto sull'unico progetto di reindustrializzazione presente. Il Ministro Urso ha fatto addirittura finta di non conoscere il piano portato avanti dai lavoratori e dalle lavoratrici che, ricordiamo, come diceva il collega, sono gli unici che hanno fatto sì che quel luogo non si svuotasse, che quella fabbrica non venisse spolpata. È grazie a loro che c'è un progetto di reindustrializzazione, una cooperativa pronta, anche da parte di quei lavoratori e lavoratrici, a riprendere cura di quello stabilimento.

Ricordiamo che l'attuale proprietà non c'è nemmeno ancora stata in quello stabilimento, non vi ha mai messo piede e credo che la cosa più assurda sia sentire un Governo che dice di aver sospeso i tavoli per mesi, perché era davanti a una liquidazione. Ecco, è proprio davanti a quella liquidazione, all'ennesima speculazione, che chiediamo di aprire quel tavolo, di cui parlavamo, con la regione Toscana, che non può essere solo un tavolo tecnico, ma deve essere un tavolo in cui si valutino le possibilità di reindustrializzazione del sito dell'ex Gkn, soprattutto, per fare politiche industriali in cui ci sia davvero un punto di vista anche da parte di questo Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Presidente, intervengo solo per chiedere di sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Fossi e annunciare il voto favorevole su questo ordine del giorno da parte del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Non vedo segni da parte del Governo, quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/3 Fossi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1436/4 Todde, su cui vi è un parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Todde. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA TODDE (M5S). Presidente, non accetto la riformulazione, perché credo che la condizione della continuità territoriale in Sardegna sia sotto gli occhi di tutti. Abbiamo visto quello che è accaduto quest'estate, abbiamo visto quanto impatti il costo dei biglietti aerei su chi vuole venire in Sardegna.

In particolare, quest'ordine del giorno chiedeva una cosa molto semplice, ossia che i nati in Sardegna, quindi, gli studenti che magari sono fuori per motivi legati all'università, famiglie che si devono riunire, potessero avere un trattamento particolare. La riformulazione chiaramente non va incontro a questi obiettivi e, soprattutto, poiché siamo un'isola e la Sardegna ha problemi sostanziali per essere in qualche modo raggiungibile e parliamo sempre di spopolamento, vedere anche l'insensibilità rispetto a un tema così importante, che riguarda un ragazzo e una famiglia nati in Sardegna, ma che per motivi di lavoro, di studio sono fuori, è una cosa che non ci può ritenere soddisfatti, ma sicuramente non siamo sorpresi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lai. Ne ha facoltà.

SILVIO LAI (PD-IDP). Presidente, intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno che - vorrei segnalare - è perfettamente coerente con l'istituzione della Commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall'insularità e sulla necessità di approfondire rapidamente le carenze e gli effetti dell'insularità sulle due regioni Sicilia e Sardegna, in particolare, e sulle piccole isole. Per cui, sottoscrivo l'emendamento e penso di poterlo fare anche a nome del resto del gruppo del PD (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Presidente, intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno a nome del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, di cui condividiamo appieno gli intenti, come sottolineavano anche i colleghi. La Commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall'insularità sta affrontando il tema, ma sappiamo quanto sia complicato raggiungere le isole e la Sardegna in particolare, e come il decreto emanato il 10 agosto, molto tardivamente, dal Governo, comunque, non abbia avuto alcun effetto, tanto che il Governo è dovuto tornare sui propri passi con le modifiche in Senato. Nella revisione delle modalità che saranno individuate, per garantire il diritto alla mobilità ai sardi e, spero, anche agli altri abitanti delle isole - ai siciliani, in primo luogo -, chiedo che si valuti anche di estendere la continuità territoriale a tutti coloro che sono nati in Sardegna, ma che, per varie ragioni, risiedono fuori dall'isola.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alfonso. Ne ha facoltà.

LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). Presidente, grazie. Intervengo per dare sottolineatura a questa iniziativa parlamentare e per condividere, poiché l'Europa - e con l'Europa ogni Stato membro - dovrebbe battersi per garantire, da una parte, ciò che è nelle cose, cioè la competizione e, dall'altra parte, la coesione. Dire coesione per territori dispari, differenti per opportunità, vuol dire continuità territoriale attraverso l'acqua, continuità territoriale attraverso il cielo, cioè i voli aerei, e, siccome questo evoca partecipazione finanziaria a favore delle regioni, da parte delle regioni nei confronti delle compagnie aeree, che, molte volte, sono low cost, dobbiamo, su questo punto, aprire un dossier per fare in modo che le regioni, che garantiscono per la propria parte il contributo alla continuità territoriale, non si trovino giuridicizzate dalla Corte dei conti o da dossier europeisti. Allora, apra il Governo, per tempo e in anticipo, questo dossier, per fare in modo che il diritto allo spostamento sia un diritto fondativo del progetto di vita della persona. Bene hanno fatto i colleghi che hanno concepito questa iniziativa e coloro i quali hanno partecipato al dibattito per evitare che questa iniziativa parlamentare sia soltanto estetica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/4 Todde, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

L'ordine del giorno n. 9/1436/5 Iaria è accolto come raccomandazione, ove riformulato. Ha chiesto di parlare il collega Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Accolgo la riformulazione, ma chiedo che venga messo al voto. Sono contento che la proposta che aveva fatto allora il Ministro Toninelli su questa problematica della gestione delle licenze del trasporto pubblico locale su auto, cioè taxi e NCC, sia rimessa all'attenzione del Governo. Quindi, chiedo semplicemente di metterlo al voto, accettando la riformulazione.

PRESIDENTE. Quindi, accetta la riformulazione. Siccome, però, era una raccomandazione, devo chiedere al Vice Ministro Rixi, avendo il collega Iaria accolto la riformulazione e avendo lei proposto la raccomandazione, se, a questo punto, il parere del Governo sull'ordine del giorno n. 9/1436/5 Iaria, come riformulato, sia favorevole, contrario o si rimetta all'Aula.

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Presidente, l'ordine del giorno era accolto come raccomandazione con la riformulazione…

PRESIDENTE. Esatto. La riformulazione è accolta, solo che, dovendolo mettere al voto, perché l'onorevole Iaria ha chiesto di metterlo al voto, lei dovrebbe dirmi, a questo punto, se è il parere del Governo sull'ordine del giorno riformulato è favorevole, contrario o si rimette all'Aula. Il presentatore ha accolto la sua riformulazione, ma non è più una raccomandazione, perché lo votiamo.

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Esattamente. Quindi, mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/5 Iaria, come riformulato dal Governo. Il Governo si rimette all'Aula.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Sull'ordine del giorno n. 9/1436/6 Fede il parere è favorevole con riformulazione. Accoglie la riformulazione, onorevole Fede? Mi fate un cenno? Ha chiesto di parlare l'onorevole Fede, ne ha facoltà. Mi scusi, ma c'erano i suoi colleghi in piedi e non la vedevo.

GIORGIO FEDE (M5S). Non si preoccupi. Grazie mille, Presidente. No, non accolgo la riformulazione e vorrei intervenire in dichiarazioni di voto.

Questo è un caso molto particolare e, devo dire, purtroppo abbastanza emblematico in questo periodo. Perché? Perché parliamo del bonus trasporti e il Governo ha reso disponibile un click day per dare un bonus di 60 euro a ogni cittadino, per contenere i costi del trasporto per studenti e lavoratori. Ora siamo in un momento di grande difficoltà economica del Paese, dovuto anche al caro carburanti, che ha innescato tante problematiche, fra cui quella delle persone più fragili economicamente che devono combattere contro l'aumento dei costi delle spese dei trasporti.

Innanzitutto, non possiamo che stigmatizzare il fatto che questo Governo ha dimezzato le risorse disponibili: nel 2022 erano 190 milioni e adesso sono 100 milioni. Ciò nonostante, è stato fatto questo click day con 12 milioni, un'adesione delle persone massiccia, seppure in un campo ancora più ristretto, di 857.000 persone, ma solamente 213, nei primi minuti dell'avvio di questo click day, hanno avuto accesso. Dunque, io immagino la triste considerazione di chi non è riuscito ad accedere a questo click day e a loro, ma anche all'Aula, voglio ricordare che la Meloni, il 28 marzo 2020, esaltava la necessità di un click day da 1.000 euro al giorno. Qui, invece, siamo con 60 miseri euro e chiamarli bonus è veramente un eufemismo, perché non rappresentano alcun tipo di aiuto se non pochi centesimi nella spesa quotidiana. Allora, perché non si accetta una proposta per chiedere di aumentare di solo 50 milioni di euro l'ammontare di questo bonus? Tra l'altro, questo bonus fa rima con altri bonus, come il bonus carburanti e sugli effetti dell'aumento del prezzo medio dei carburanti. Ricordo che in questi giorni in autostrada il prezzo dei carburanti ha superato i 2 euro e ricordo quando, all'epoca, si venivano proprio a esaltare le difficoltà ma anche la necessità di interventi coraggiosi. Allora, qui vediamo che l'atteggiamento della Premier, prima all'opposizione, era spavaldo, mentre ora è diventato timoroso e pavido. Credo che sia veramente un atto di poco coraggio che si continua a manifestare.

Poi cito semplicemente le parole di ieri, in cui dinanzi alla richiesta, peraltro fatta dal Ministro Schillaci, di aumentare le risorse sulla sanità il Governo ha dimezzato quelle richieste e ha ridotto notevolmente le percentuali rispetto a necessità che sono sotto gli occhi di tutti, dicendo che non si può spendere se non si è capaci di spendere. Io immagino che facesse riferimento ai 15 governatori che gestiscono la sanità in Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che sono quelli della sua stessa parte politica, e, quindi, se anche lei lo riconosce un giudizio più valido di questo non poteva essere dato. Però, ciò nonostante, è innegabile che questa Nazione abbia difficoltà e le soluzioni non vengono da un Governo che è pavido. Quindi, chiedo di mettere al voto il mio ordine del giorno e chiaramente noi siamo contrari a questa riformulazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghio. Ne ha facoltà.

VALENTINA GHIO (PD-IDP). Presidente, per sottoscrivere l'ordine del giorno, condividendone le finalità e, anzi, chiedendo anche ulteriori finanziamenti per il bonus.

Su un lutto del deputato Novo Umberto Maerna.

PRESIDENTE. Comunico che il collega Novo Umberto Maerna è stato colpito da un grave lutto: la perdita della madre.

La Presidenza della Camera ha fatto pervenire al collega le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea (Applausi).

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1436.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1436​)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/6 Fede, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Sull'ordine del giorno n. 9/1436/7 Cafiero De Raho il parere è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno trova fondamento in quello che è stato un inserimento del Senato nell'ambito del decreto-legge n. 104 del 2023, in relazione a una normativa particolarmente delicata, perché attiene alla prevenzione del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo; è stato inserito all'articolo 16, cioè in materia di procedure di mitigazione del rischio, un comma 2-bis, in cui si afferma che i soggetti obbligati assicurano che le procedure adottate ai sensi del presente articolo - stiamo parlando delle procedure di mitigazione del rischio, cioè quelle procedure che tendono a rendere meno forte il rischio, e quindi invitano le autorità di vigilanza a porre discipline in questa materia - non escludano in via preventiva e generalizzata determinate categorie di soggetti dall'offerta di prodotti e servizi esclusivamente in ragione della loro potenziale elevata esposizione al rischio di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo.

Guardate che di per sé già la norma sembra contraddittoria. Se la disciplina è posta per prevenire il riciclaggio e il finanziamento, come si interviene? Per dire: guardate che, laddove c'è un problema di elevata esposizione a riciclaggio o di finanziamento del terrorismo di alcune categorie, voi non dovete intervenire. Ma questa non è un'agevolazione a intervenire in questa materia, e quindi a rendere molto meno efficace la normativa in materia di riciclaggio. Ecco perché il nostro ordine del giorno mirava unicamente a che il Governo volesse intervenire con monitoraggi al fine di evitare che alcune autorità di vigilanza potessero mal interpretare questa norma ed effettivamente depotenziare quella disciplina che fino a oggi ha avuto un grandissimo valore.

Parliamo delle segnalazioni per operazioni sospette. Pensate che l'Ivass in materia proprio di procedure di mitigazione, con l'articolo 28-ter, ha introdotto una serie di criteri attraverso i quali escludere categorie di soggetti, quali i titolari effettivi di polizze stipulate tramite società fiduciarie, quali la presenza di succursali situate in Paesi terzi ad alto rischio, il numero e il corrispondente ammontare dei premi versati e prestazioni liquidate di clienti classificati nelle più elevate fasce di rischio, proprio questo dice l'Ivass in relazione al campo assicurativo.

A questo punto, vorrei chiedere al rappresentante del Governo se per caso il parere contrario non è rappresentato dal “considerato che la modifica introdotta potrebbe attenuare i blocchi bancari”. Forse non è felice questa indicazione, per cui, se eliminassimo il “considerato che”, l'impegno del Governo sarebbe effettivamente quello sollecitato da chi vi parla per il MoVimento 5 Stelle? Ecco qual è la richiesta che faccio al rappresentante del Governo. Al tempo stesso, è evidente che, se il parere del rappresentante del Governo dovesse essere negativo, chiederei che si metta ai voti l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Non vedo segnali da parte del Governo. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/7 Cafiero De Raho, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Sull'ordine del giorno n. 9/1436/8 Santillo il parere è favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Presidente, ero talmente convinto di questo tema importante dell'ordine del giorno che l'ho presentato da solo e ho sottoscritto anche il n. 9/1436/20 del collega Zinzi. Accetto la riformulazione, come mi è sembrato di capire dalla proposta di parere del Governo, però chiedo di mettere ai voti l'ordine del giorno così riformulato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Graziano. Ne ha facoltà.

STEFANO GRAZIANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Vorrei sottoscrivere quest'ordine del giorno, perché avevamo già presentato il n. 9/1436/20. Quindi, se questo è riformulato e messo ai voti, ovviamente sottoscrivo questo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/8 Santillo, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Chiedo al rappresentante del Governo se gli ordini del giorno n. 9/1436/9 Dell'Olio e n. 9/1436/10 Francesco Silvestri restano accantonati.

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Sì, Presidente.

PRESIDENTE. Benissimo, allora passiamo all'ordine del giorno n. 9/1436/11 Appendino, su cui c'è parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Appendino. Ne ha facoltà.

CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo in dichiarazione di voto, perché vorrei che fosse chiaro a tutti, in particolare alla maggioranza, che il Governo sta colpevolmente e consapevolmente condannando questo Paese alla crescita zero, cioè tagli e austerità (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E quale sarebbe il motivo secondo la maggioranza? Il copione da recitare è sempre lo stesso: vorremmo fare, ma la coperta è corta.

Presentate una NADEF con un taglio da 2 miliardi alla sanità, che diventano 8 miliardi, se consideriamo il taglio della spesa sanitaria in rapporto al PIL. Poco importa se in questo Paese ci sono donne che aspettano magari fino a 700 giorni per una mammografia, ci tocca addirittura sentire Giorgia Meloni dichiarare che è miope concentrare l'attenzione sulle risorse investite. Ma tanto, colleghi, voi vi lavate la coscienza dicendo la solita cosa, la coperta è corta.

Non solo, tagliate anche sulla scuola. Non potevamo pretendere che spendeste le risorse del PNRR, figuriamoci, e pazienza se una donna su tre con figli rinuncia al lavoro, perché magari non ha un nido, in particolare al Sud, che può utilizzare. Pazienza, per voi è normale. E perché è normale? Certo, perché la coperta è corta. Fate cassa sulla pelle delle donne, eliminando Opzione donna. Per voi le lavoratrici devono solo fare figli per meritarsi la pensione, la pensate così in questo Paese. E, allora, poco importa se state togliendo loro un diritto che hanno acquisito. Cosa fate? Vi guardate allo specchio e vi dite: la coperta è corta.

Tagliate lasciando l'Italia priva di uno strumento di protezione sociale per chi è in difficoltà. Per voi la colpa è di chi per sopravvivere prendeva il reddito di cittadinanza, e pazienza se in questo Paese ancora oggi un italiano su quattro è a rischio povertà. Alla fine dite che è giusto così. Perché? Perché la coperta è corta.

Eliminate il superbonus: evidentemente, erano vostri sosia quelli che lo hanno sostenuto per mesi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e pazienza se mettete in difficoltà migliaia di famiglie e imprese con i crediti fiscali incagliati. Certamente sappiamo che la colpa è del Presidente Conte, però, per non sbagliarvi, la coperta è corta.

Ma non solo, tagliate lo sconto sulle accise, facendo aumentare i costi dei carburanti. È colpa dei benzinai, lo abbiamo capito. E poco importa se i cittadini hanno subito rincari per 11 miliardi sulla benzina, hanno contribuito, pagando tasse aggiuntive per 7 miliardi alle entrate dello Stato, ma niente, per voi, anche qui, la coperta è corta.

Siete immobili davanti ai mutui che schizzano alle stelle. Scordiamoci, non ricordo più la Giorgia Meloni che prometteva di alzare la voce in Europa, quella è sparita. E pazienza se le persone rischiano di perdere la casa, va bene così, la coperta è corta.

Colleghi, vi do una notizia: la coperta è corta, perché voi avete deciso di tenerla corta, è colpa vostra se è corta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Dite che la coperta è troppo corta per scaldare tutti, ma è evidente che, per scaldare i più potenti, la coperta è sempre abbastanza lunga. Perché non state colpendo i privilegi delle élite? Perché continuate ad aumentare le spese militari? Perché trovate in 48 ore 500 milioni per spalmare in comode rate i debiti delle società di calcio? Perché lasciate che i colossi del web godano di regimi fiscali agevolati? Perché non tassate gli extraprofitti del settore farmaceutico, di quello energetico e assicurativo? Perché avete scritto, per tre volte - per tre volte -, la norma per tassare gli extraprofitti bancari, rendendola alla fine facoltativa, con prospettive di gettito ridicole? Ve lo dico io perché. Perché avete un atteggiamento vigliacco, perché siete forti con i deboli e deboli con i forti, lo abbiamo visto sempre in questi dodici mesi di Governo.

E, allora, con le vostre politiche ci state condannando alla crescita zero: meno consumi e più tagli. Siccome sapete bene che la scusa della coperta corta non regge, doveste trovarne un'altra, quindi, usate, come propaganda, un capro espiatorio e chi se non il presidente Conte, il Movimento 5 Stelle? Lo voglio dire in quest'Aula. Siamo orgogliosi dell'eredità lasciata dal Movimento 5 Stelle (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia): 209 miliardi di PNRR, che state buttando al vento; una crescita del PIL del 12 per cento in due anni, che state dilapidando; una riduzione del rapporto tra debito pubblico e PIL di 15 punti.

E voi - e vado a chiudere Presidente -, invece di costruire su queste basi, su quello che avevamo lasciato, avete deciso di fare marcia indietro. Abbiate un briciolo di buon senso: votate questo ordine del giorno. Cosa chiede? Chiede appunto di estendere la tassa sugli extraprofitti bancari anche al 2024, riportandola alla versione originaria, almeno prevedendo un piccolo introito per lo Stato. Una cosa buona avevate fatto in dodici mesi: vi siete rimangiati pure quella. E voi non la fate, a fronte dell'inflazione, del caro bollette e dei mutui alle stelle la vostra risposta è il nulla più totale, perché la coperta, appunto, è corta e voi non la volete allungare e lo mostrate anche con questo voto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/11 Appendino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1436/12 Riccardo Ricciardi sul quale il parere è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ricciardi.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. A volte, mi viene in mente l'immagine di quei guinzagli a distanza. Li avete in mente? Il padrone ha il guinzaglio a distanza, il cane può andare avanti un pochino, poi, quando si allontana troppo, si richiama all'ordine, perché si sta allontanando troppo. A volte, quando penso a come questo Governo si comporta, mi viene in mente questa immagine: quando ci si allontana dai dettami dei padroni di questo Governo - che sono la BCE, la Troika e tutte le istituzioni europee che dovevate contestare -, allora, si torna, pian piano, dai padroni.

Il 9 agosto, Giorgia Meloni dice: Io faccio una norma sulle banche, perché c'è troppo squilibrio, si sono arricchite troppo, le famiglie non riescono ad arrivare alla fine del mese. Due giorni dopo le dicono: Ma è sicura di questa norma? Le fa: Sì, mi prendo io la responsabilità politica, la rifarei. Si era allontanata e poi qualche settimana dopo torna indietro. Questa cosa meravigliosa, che doveva essere una guerra alle banche da parte della destra, amica del popolo, è diventata una consulenza alle banche. Siete diventati consulenti delle banche, perché la tassa, che doveva essere del 25 o del 30 per cento, è diventata dello 0,2 per cento, che però, se le banche vanno a destinare per consolidare il loro patrimonio, allora, va bene così. Siete diventati consulenti delle banche.

Mi viene da dire: voi fate i vostri proclami sulla natalità, sull'inverno demografico: c'è un inverno demografico, ma una coppia come fa a prendere una casa? Andate in giro in questo Paese? Se c'è una coppia appena sposata o una coppia che vuole mettere su famiglia e vuole comprare una casa, sapete cosa gli dice la banca? Sapete che non possono prendere un mutuo? Sapete che ci sono imprese, aziende, bar e chi più ne ha più ne metta che non riescono a arrivare alla fine del mese per quello che sta accadendo? Non lo dico io, basta uscire di casa; l'ha ammesso la vostra Premier, ad agosto, quando ha rivendicato questa tassa che non esiste. Non esiste!

Allora, per decenza, dovreste smetterla di fare i proclami: in primo luogo, perché siete al Governo; in secondo luogo, perché c'è gente a casa che soffre, sta soffrendo tantissimo per questa situazione, e crede, a volte, alle vostre cose e dice: “La Presidente del Consiglio ha detto che interverrà; magari, mi aiutano, io che devo pagare una rata, che prima era di 400 euro e ora di 900 euro, non ce la faccio”. “L'ha detto la Presidente del Consiglio, allora ci credo e mi fido”. Questa persona è disperata! Allora, per decenza nei confronti di queste persone, che non sanno più come andare avanti: smettetela con i proclami, perché negli “Appunti di Giorgia” abbiamo sentito questa cosa. Allora, quegli appunti li metta in bella, ma seriamente perché se, dagli appunti alla bella copia, si passa dal 25 per cento di tassazione allo 0,2, allora, c'è qualcosa che non funziona (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Quindi, continuate pure, trovate sempre nemici continui, lo state facendo su tutto, sulle banche, sulle accise, che avete reinserito, sull'immigrazione, con riferimento alla quale, ogni giorno, avete un nemico, ora la Francia, ora la Germania, ora le ONG, ora gli scafisti, tutti quanti. La responsabilità è vostra. Siete al Governo: governate! Il problema è che non lo sapete fare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/12 Riccardo Ricciardi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1436/13 Fenu, su cui il Governo ha espresso parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fenu. Ne ha facoltà.

EMILIANO FENU (M5S). Grazie, Presidente. È stato detto dai colleghi: dopo i proclami estivi, che tutti abbiamo sentito, dei più importanti esponenti di questo Governo sulla tassazione giusta degli extraprofitti bancari, abbiamo assistito a una riscrittura che, di fatto, è una grandissima rassicurazione alle banche. È un messaggio alle banche del tipo: “State tranquilli, facciamo finta di tenere in piedi la tassazione sugli extraprofitti per tenere un po' di titoli e per tenere un minimo di apparenza, di coerenza rispetto a quello che avevamo detto questa estate, però c'è una serie di clausole di salvaguardia che sono state citate, ma le ripeto: la prima clausola è la possibilità per le banche di accantonare a riserva un multiplo dell'imposta eventualmente calcolata; poi la seconda, con riferimento al nuovo tetto massimo dell'imposta, il limite passa dallo 0,1 dell'attivo patrimoniale allo 0,26 per cento dell'importo complessivo delle attività ponderate per il rischio; ossia c'è un importo che, nella relazione tecnica, lo stesso Ministero dell'Economia ha scritto di non essere in grado di stimare il gettito. Poi vi è la terza clausola di salvaguardia che è quella che modifica la base imponibile, perché non si confronta più il valore più alto tra il margine degli interessi 2021-2022 e margine degli interessi 2021-2023, ma ci si riferisce soltanto al margine degli interessi 2021-2023, quindi un anno in corso. Cerco di sintetizzare: l'effetto viene evidenziato dallo stesso Governo che, nella sua relazione tecnica, scrive che c'è il rischio di condotte elusive nelle disposizioni. Nella relazione tecnica si afferma infatti che, a differenza della norma vigente, le banche praticamente possono effettuare operazioni contabili che consentano loro, negli ultimi 3 mesi del 2023, di modificare la base imponibile. Però, il Governo rassicura comunque, in qualche modo, le banche, perché indica - sempre nel provvedimento e lo spiega anche nella relazione tecnica - che ad eventuali violazioni si applicano le norme antielusive, quindi richiama l'articolo 10-bis dello statuto del contribuente che non prevede sanzioni. Vi è, pertanto, tutta una serie di rassicurazioni alle banche per far contenta l'opinione pubblica e per rassicurare, allo stesso tempo, gli istituti di credito.

Quindi, in quest'ordine del giorno abbiamo chiesto di rimettere l'accertamento delle eventuali irregolarità all'Agenzia delle entrate, assicurando l'applicazione delle sanzioni amministrative e penali previste dall'ordinamento tributario. Ci sembrava una richiesta assolutamente ragionevole, però evidentemente il Governo vuole tenere la linea della propaganda estiva, rassicurando, al contempo, gli istituti di credito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/13 Fenu, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1436/14 Cappelletti: parere favorevole con riformulazione, che non è accolta. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente. Non possiamo accettare la riformulazione perché, in termini di crediti incagliati, è venuto il tempo delle scelte; il tempo di valutare se intervenire o se fare è già passato. D'altra parte, non avevate detto di essere pronti? Ricordo al Vice Ministro Rixi che il Ministro Giorgetti, già nel marzo scorso, aveva assunto un impegno per la soluzione del problema ed era stata definita anche una scadenza: settembre 2023. Attraverso un annuncio, aveva anche comunicato l'apertura di una piattaforma per la cessione dei crediti.

Ora, è evidente ai colleghi che settembre è passato e non è stato fatto nulla. E questa richiesta di riformulazione, che è un passo indietro rispetto all'impegno del Ministro Giorgetti, dimostra che, al di là delle promesse, non intendete fare nulla per risolvere questo problema. Almeno venga detto chiaramente al Paese, ai cittadini e alle imprese coinvolte; almeno assumetevene le responsabilità, perché ricordo che vi sono ancora 30 miliardi di crediti fiscali incagliati che stanno portando gradualmente al fallimento migliaia di aziende.

Sappiamo tutti che il Ministro Giorgetti attribuisce ogni responsabilità di questa situazione al superbonus. Ovviamente non è vero. Ma anche se questa fosse una convinzione sincera, ci potete spiegare perché a sostenere il superbonus 110 per cento è stato mezzo Governo Meloni? Perché il Ministro Giorgetti non ebbe nulla da eccepire quando il segretario del suo partito, Matteo Salvini, definì questa misura fondamentale per l'edilizia e presentò una modifica legislativa per estendere il 110 addirittura agli edifici di culto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Dov'era il Ministro Giorgetti quando il Ministro Pichetto Fratin, da senatore, presentò emendamenti per prorogare il superbonus? Dov'era il Ministro Giorgetti quando il Ministro Lollobrigida, da capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, presentò diversi emendamenti per supportare il superbonus 110, nonché addirittura per estendere il bonus facciate? Dov'era quando il Ministro Ciriani e il Ministro Bernini, da ex capigruppo di Fratelli d'Italia e Forza Italia, volevano estenderlo fino al 2025 per i condomini? Dov'eravate? Dov'era il Ministro Giorgetti quando il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Fazzolari presentò emendamenti alla legge di bilancio 2022 per prorogare il superbonus? Dov'era quando il presidente Foti e il Sottosegretario alla Giustizia Delmastro Delle Vedove volevano renderlo strutturale fino al 2025 o quando i Sottosegretari all'Economia e al Lavoro, Albano e Bellucci, volevano la proroga del superbonus di ulteriori due anni? E mi limito solo ai componenti del Governo, perché, se dovessi fare l'elenco dei senatori e dei deputati che hanno presentato emendamenti per la proroga nel tempo e per l'estensione dell'applicazione del superbonus, staremmo qui un'altra mezz'ora (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Quindi, Presidente, concludo.

Credo che il minimo che si possa fare ora sia votare quest'ordine del giorno nella sua attuale formulazione, che impegna il Governo a introdurre misure per rendere risolutivo il problema dei crediti incagliati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei sottoscrivere l'ordine del giorno del collega e fare un piccolo intervento, se possibile.

PRESIDENTE. Solo per sottoscrivere, bene.

ANTONINO IARIA (M5S). No, volevo anche fare un piccolo intervento. Posso ancora intervenire in dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Per il secondo intervento ha 4 minuti e mezzo. Mi perdoni, ma non riuscivo a capire quanto tempo residuo avesse.

ANTONINO IARIA (M5S). La ringrazio. Allora, il vostro accanimento terapeutico sul superbonus ha creato anche un altro problema di cui si parla poco. Avete messo in cattiva luce tutta una serie di categorie professionali: imprese edili, architetti, ingegneri, geometri che con il superbonus hanno lavorato molto bene, hanno fatto bellissimi progetti e, per la prima volta dopo tanto tempo, venivano anche pagati il giusto.

Questo è veramente un grande problema perché il vostro mood ha creato tra le persone l'idea che siamo tutti dei truffatori, e non è vero. Pensate che, se qualcuno mi chiede “mi scusi, lei è un architetto?”, io sarei tentato di dire “no, sono un evasore fiscale, perché le tasse sono un pizzo di Stato”. Il vostro mood ha colpito nel segno, ha creato questa idea che in Italia i truffatori sono quelli che prendevano il reddito, quelli che lavoravano con il superbonus e non gli evasori fiscali e non i truffatori che ci sono sempre stati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Voi siete contenti di questo, noi non lo siamo.

Tra l'altro, adesso le regioni governate dal centrodestra tornano alla carica chiedendo di comprare i crediti fiscali, proponendo leggi regionali in tal senso. Quindi, avevamo ragione noi: questa cosa si poteva risolvere. Avete creato ancora più problemi agli esodati, avete bloccato un settore, avete bloccato il PIL e continuate a raccontare palle su palle su questo tema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/14 Cappelletti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Ordine del giorno n. 9/1436/15 L'Abbate, su cui vi è un parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.

PATTY L'ABBATE (M5S). Grazie, Presidente. Volevo porre l'attenzione su una cosa che mi sembra veramente assurda. Con quest'ordine del giorno stiamo cercando di far capire che non troviamo proprio positivo che l'articolo 11-bis ponga sullo stesso piano il parere dell'ISPRA e quello del Comitato tecnico faunistico venatorio. Quello che stiamo cercando di dire è: evitiamo di contrapporre quella che può essere la caccia con l'esigenza di tutelare la biodiversità. Cito la biodiversità perché chiaramente, quando parliamo di specie particolari che vengono cacciate, stiamo parlando di fauna selvatica e di biodiversità. E, a livello europeo, i principi istituzionali europei ci stanno dicendo esattamente il contrario. Perché noi in Italia facciamo questo? Perché stiamo declassando a questo punto l'ISPRA che, sappiamo, ha delle competenze in merito, sulla biodiversità, sull'ambiente, su tutta una serie di tematiche. Troviamo assurdo, quindi, dover equiparare quelli che possono essere i loro giudizi in merito rispetto a quelli di chi predispone i vari calendari per la caccia.

Riteniamo assurdo, quindi, da una parte, affermare di portare avanti la transizione ecologica e di tutelare il nostro ambiente, la biodiversità: sono grandi parole che vengono spese ogni giorno in questa direzione, ma forse sono solo slogan per attirare quella parte di persone che magari crede ancora in questo, quando invece il Governo sta andando assolutamente dalla parte opposta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/15 L'Abbate, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Ordine del giorno n. 9/1436/16 Sergio Costa su cui vi è un parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/16 Sergio Costa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Sull'ordine del giorno n. 9/1436/17 Caramiello il parere del Governo è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caramiello. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Grazie, signora Presidente. All'interno del decreto in esame sono presenti alcuni interventi specifici per il settore agricolo. In particolare, l'articolo 11 reca misure urgenti in favore delle produzioni vitivinicole e, in special modo, utili a sostenere le imprese che hanno subìto danni da attacchi di peronospora.

Inizialmente era stato stanziato un milione di euro. Successivamente, al Senato sono stati presentati una serie di emendamenti e ne sono stati aggiunti altri sei: onorevoli colleghi, ancora troppo poco rispetto ai danni che ha subito il comparto. Le stime di perdita sono molto più alte. Presidente, il comparto vitivinicolo è duramente provato dalla diffusione di questo fungo e le produzioni italiane, specialmente alcuni segmenti, si trovano a dover far fronte ad una crisi nelle vendite tradizionali, oltre alla gestione di grandi quantità di giacenze che rischiano di restare invendute nei magazzini.

Presidente, viste le problematiche che sta vivendo il comparto a causa anche dei cambiamenti climatici - tra l'altro, credo che la Francia quest'anno abbia superato l'Italia in termini di produzione, facendoci perdere il primato -, bisogna fornire alle produzioni vitivinicole una nuova possibilità di fare impresa e di fare business.

Presidente, è arrivato il momento di considerare, tra le altre cose, che la recente riforma della PAC, la politica agricola comune, ha introdotto tra le produzioni vitivinicole europee i cosiddetti vini dealcolati, prodotti ottenuti da processi di dealcolizzazione parziale o totale, già disciplinati in Europa dal regolamento n. 2117 del 2021.

Onorevoli colleghi, circa la metà della popolazione mondiale non consuma bevande alcoliche per motivi religiosi o alimentari, ma, in ogni caso, la tendenza ai prodotti low alcohol si sta affermando anche nei Paesi considerati grandi consumatori di vino, come Stati Uniti, Regno Unito, Germania o Cina. Le associazioni italiane del mondo vitivinicolo, signora Presidente, ritengono importante la possibilità di entrare in questo nuovo mercato, specie considerando che altri principali produttori di vini europei, tra cui Francia, Spagna e Germania, hanno adeguato la propria normativa e sono sul mercato con diversi brand di vini no alcohol, mentre i produttori italiani sono bloccati a causa di una legislazione che è necessario allineare. I vini dealcolati, signora Presidente, potrebbero, infatti, costituire uno sbocco per diverse importanti quantità di vini generici, le cui giacenze destano preoccupazione sugli equilibri di mercato. Aprire alla produzione di vino dealcolato, con una giusta regolamentazione, corrette limitazioni e la necessaria tutela per DOP e IGP, significherebbe garantire alle aziende di aggredire una fetta di mercato ormai ampia, senza compromettere una delle eccellenze più importanti del nostro Paese.

Presidente, è fondamentale mantenere questa fetta di mercato nelle mani dei viticoltori, scongiurando che altre industrie si impadroniscano di un prodotto che ha un legame innegabile con l'uva e con la produzione vinicola e che potrebbe garantire un nuovo futuro al settore.

Per concretizzare tale opportunità, appare necessario, quindi, al di là della regolamentazione europea, al momento alle prese con la discussione sulle pratiche enologiche e sulle regole di etichettatura, un intervento sulla normativa italiana, in quanto la legge quadro del settore, il testo unico del vino, parliamo della legge n. 238 del 2016, non contempla l'elaborazione di questi prodotti all'interno degli stabilimenti vitivinicoli.

Presidente, vado a concludere. Per questo motivo, l'ordine del giorno, di buonsenso, impegnava il Governo a intervenire sulla normativa nazionale del settore, anche in accordo con le principali associazioni rappresentanti del comparto vitivinicolo nazionale, al fine di chiarire le modalità di gestione della produzione di vini dealcolati o parzialmente dealcolati, anche in Italia, facendo fronte al problema delle crescenti giacenze.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Vado a concludere, Presidente. Quindi, non si capisce il parere contrario di questo Governo e chiedo di rivederlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Non vedo cenni da parte del Governo. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/17 Caramiello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1436/18 Ilaria Fontana, che chiede di parlare. Ne ha facoltà.

ILARIA FONTANA (M5S). Grazie, Presidente. In realtà, non posso dire che mi aspettavo un parere diverso. Però, visto che la speranza è l'ultima a morire, noi fino all'ultimo abbiamo provato a farvi correggere il tiro. E invece, purtroppo, stiamo assistendo all'ennesimo schiaffo che questa maggioranza e questo Governo… Mi dispiace che di entrambi i membri del Governo, Presidente, stiano uno al telefono e l'altro neanche ascolti l'intervento… l'unica voce che abbiamo sono gli ordini del giorno, ditemi voi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

PRESIDENTE. Colleghi, vi chiedo di liberare i banchi del Governo. Prego, collega.

ILARIA FONTANA (M5S). Io capisco che non sono argomenti che interessano, visto quello che hanno fatto, ma almeno l'educazione di ascoltare un altro collega…

PRESIDENTE. Abbiamo chiesto di liberare i banchi e adesso sono certa che il Vice Ministro la ascolterà. Prego, collega.

ILARIA FONTANA (M5S). Grazie. Dicevo che, nell'indifferenza di questa maggioranza e di questo Governo, si sta dando un ennesimo schiaffo all'ambiente e, quindi, alla salute delle persone. Cosa si introduce nel decreto Asset? Perché poi ci avete abituato, purtroppo, ad avere decreti omnibus, in cui si inserisce di tutto, così come è successo alle 6,25 di mattina, durante la legge di bilancio, con due emendamenti del collega Foti sulla caccia, così è stato fatto sul decreto Asset, esattamente la stessa metodologia.

Questa volta, però, io entro solo nel merito del disboscamento selvaggio che state mettendo in atto, che deroga praticamente a tutte le autorizzazioni paesaggistiche della Soprintendenza: praticamente un vero e proprio colpo contro le foreste. Nessuno dice che le foreste non vanno gestite. Vanno gestite, però, in maniera sostenibile, con regole sostenibili che vanno applicate. Questo, purtroppo, è ciò che fate ed è quello che avete fatto in questo decreto Asset, che adesso purtroppo sarà legge e che è contro la biodiversità e il nostro capitale naturale, perché le foreste sono il nostro patrimonio, quindi niente di più assurdo e più miope.

Anche in questa occasione, purtroppo, questo Governo e questa maggioranza confermano di obbedire a logiche che sono estranee al contesto. Quindi, io chiedo ai singoli colleghi - non tanto al partito che rappresentano, ma al singolo collega - di votare in maniera favorevole su questo ordine del giorno, di leggerlo, di rendersi conto di ciò che è stato approvato nel decreto Asset e, con il proprio voto, dichiarare apertamente da che parte stanno: se dalla parte di logiche prettamente individualistiche, oppure dalla parte dell'ambiente, a difesa di quegli articoli della Costituzione che tanto vengono sbandierati, ossia l'articolo 9, ma anche l'articolo 32, di cui anche in quest'Aula si deve iniziare a parlare insieme - diritto all'ambiente e diritto alla salute - come un unico filo diretto. Ora potete passare dalle parole ai fatti. Lo dico soprattutto ai colleghi di maggioranza, perché noi, come MoVimento 5 Stelle, sappiamo benissimo da che parte stare: voteremo in maniera favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/18 Ilaria Fontana, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1436/19 Enrico Costa. Ha chiesto di parlare l'onorevole Enrico Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (A-IV-RE). Allora, io non mi illudo che questo ordine del giorno venga approvato ma invito i colleghi ad ascoltare questa storiella, che è la storiella del Guinness dei primati della marchetta. Perché è la storiella di un magistrato, integerrimo, che è ai vertici di un Ministero e si trova una legge, approvata nella scorsa legislatura, che vieta le porte girevoli tra magistratura e politica. I colleghi che c'erano nella scorsa legislatura ricorderanno che noi abbiamo approvato una norma puntuale. Perché? Perché si è detto che chi fa il Capo di Gabinetto o il Capo dipartimento ed è scelto direttamente dalla politica non può ritornare in magistratura alla fine del mandato come se niente fosse. Deve fare un periodo di 4 anni in cui non può fare il procuratore capo o il presidente di tribunale; ma si è detto anche, se l'incarico dura poco, meno di un anno, questa tagliola non deve scattare. Ora, è una norma, secondo me, di buonsenso sostenuta da tutto il centrodestra, nella scorsa legislatura. Voi direte: cosa c'entra questa norma con questo decreto sul PNRR? Ebbene, al Senato, questa manina ministeriale ha abusato della fiducia di alcuni senatori ignari della Commissione infrastrutture e, all'articolo 18, che recita “Misure urgenti per la realizzazione degli interventi del PNRR, di competenza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti”, ha inserito la seguente norma: “al fine di consentire la continuità nella gestione delle attività amministrative connesse all'attuazione del PNRR…” Cosa si fa? Quel termine di un anno per non far scattare la tagliola, viene prorogato a due anni. Quindi, quel capo di Gabinetto che dovesse tornare in ruolo adesso, perché siamo alla scadenza di un anno e, ovviamente, è libero di farlo, avrà una scadenza raddoppiata a due anni. Il punto è che questa norma è stata scritta da colui che se ne avvale: è stata traghettata sui senatori; colui che se ne avvale ha dato i pareri al Governo - pareri positivi - e quindi costui potrà farlo. Ma vi dico un'altra chicca. Guardate che coincidenze: proprio in questi giorni, il Capo di Gabinetto del Ministero della giustizia ha fatto domanda per presiedere il tribunale di Firenze e per fare il presidente della Corte d'appello di Brescia: domande che dovranno essere evase quando sarà scattato l'anno. È una coincidenza? È una coincidenza che oggi non ci sia il Ministro della Giustizia a dirci che lui non sa assolutamente niente di questa norma? Ma io vi dico che se andiamo avanti così, a forza di marchette, i magistrati a capo dei ministeri saranno onnipotenti. A meno che ci sia il Parlamento che li fermi e dica: abbiamo approvato una legge, voi non potete fare quello che vi pare, e io lo dico a questa maggioranza, al di là di come uno la pensi. Lei, Ministro per i Rapporti con il Parlamento, dovrebbe tenere i rapporti tra questo Parlamento e gli organi, anche apicali, del Governo. Dovrebbe trasmettere queste considerazioni: non verrà approvato questo ordine del giorno, tutti diranno eh, beh, Costa ha ragione, però il Vice Ministro Rixi gli ha dato parere contrario.

Chiedo all'amico e collega Rixi, che stimo, perché questo parere è contrario? Mi spiegate cosa c'entra il PNRR e lo sviluppo del PNRR con questa norma e con questa marchetta? È un abuso del PNRR. A voi interessa soltanto “sfruttarlo” come velocizzazione: si rallenta da una parte, ma si favoriscono queste strutture ministeriali che diventano onnipotenti.

A me non interessa che si chiami Storto o si chiami in un altro modo - però si chiama Storto - colui che ha veicolato questa norma.

Però guardate, ad ogni provvedimento cercherò di fare una norma contraria rispetto a questa.

Lo dico anche per la dignità del Governo che lavora magari su questi temi, ma si trova a essere utilizzato, sfruttato e strumentalizzato, da questi personaggi che, ragazzi, se tornano e anche non diventano procuratore capo o presidente del tribunale non è che cambia qualcosa ai fini del PNRR. Questo dobbiamo capirlo e spero che quest'Aula possa comprenderlo.

PRESIDENTE. Gli onorevoli Lacarra e Serracchiani intendono sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/1436/19 Costa Enrico.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/19 Costa Enrico con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Ricordo che gli ordini del giorno n. 9/1436/20 Zinzi, n. 9/1436/21 Cavandoli, n. 9/1436/22 Bruzzone e n. 9/1436/23 Furgiuele sono accolti dal Governo. Chiedo all'onorevole Comaroli se accetta la riformulazione al suo ordine del giorno n. 9/1436/24.

SILVANA ANDREINA COMAROLI (LEGA). Accetto la riformulazione.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1436/25 Zaratti su cui vi è un parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Negli ultimi tempi, una delle cose che più spesso fanno le pubbliche Amministrazioni a tutti i livelli, è quella di nominare commissari. Si nominano commissari straordinari praticamente per tutto in questo Paese, come se i procedimenti ordinari, quelli previsti della legge, fossero ormai totalmente inutili. Ora, che si nomini un commissario per quanto riguarda un'emergenza di protezione civile o un'emergenza legata al fatto che un'opera che si deve realizzare, non si possa più realizzare, questo può essere nell'ordine delle cose. Ma quando, per qualunque tipo di operazione, per qualunque tipo di opera, per qualunque tipo di intervento, è necessario nominare un commissario, viene il dubbio circa l'utilità delle strutture ordinarie.

A cosa servono le giunte regionali, con gli assessori? A cosa servono i Ministri, con i Sottosegretari? A cosa servono i direttori generali, peraltro ben pagati, del ministero o delle regioni, se, quando bisogna realizzare un'opera, occorre nominare un commissario? Si arriva all'assurdo della questione degli europei di calcio del 2032, quando per realizzare gli stadi che saranno necessari fra nove anni, addirittura si vuole nominare un commissario adesso. Nove anni prima. Allora mi spiegate a cosa servono le strutture ordinarie della pubblica amministrazione? A cosa servono i direttori? A cosa servono i responsabili (Applausi di deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), se non sono in grado di mettere in campo una proposta per realizzare le opere? Si sta esagerando. Guardate negli ultimi anni abbiamo nominato commissari per tutto. E non soltanto ovviamente questa maggioranza di centrodestra, anche quelle precedenti. Ecco, io penso che sia necessario ritornare all'origine delle cose, affrontare i problemi per quello che sono e utilizzare gli strumenti ordinari. Utilizzare gli abili e preparati funzionari pubblici che devono realizzare le opere necessarie.

Penso che dobbiamo fare questo, perché guardate che i commissari hanno un problema, sono sottoposti soltanto al controllo della Corte dei conti, vivaddio, ma chi li nomina? Il Parlamento, le regioni, i consigli regionali non hanno più titolo neanche per invitarli a una riunione per sapere cosa stanno facendo. Credo che sia un'espropriazione anche dei diritti costituzionali delle Assemblee legislative di poter controllare quello che si sta facendo. Credo che questo sia anche un dovere, ovviamente.

Noi pensiamo che i Commissari possano essere utili quando ci sono problemi di Protezione civile, quando ci sono emergenze che vanno affrontate e, quindi, è necessario utilizzare strumenti che vadano anche al di là dell'ordinaria amministrazione, strumenti che possano anche andare in deroga, perché c'è un'emergenza vera per salvare vite, per salvare persone, per salvare cose. Ma per quale ragione, mi spiegate, noi dobbiamo derogare alle leggi che questo Parlamento ha fatto in merito alla tutela paesaggistica, archeologica, artistica, per realizzare delle opere che si devono realizzare attraverso gli strumenti ordinari? Ma per quale ragione, lo ripeto, per quale ragione non si può essere come qualunque altro Paese civile che realizza opere, che realizza strutture, che realizza stadi, che realizza qualunque tipo di intervento sia necessario, utilizzando le proprie leggi? Noi facciamo le leggi e poi nominiamo i Commissari per derogare alle nostre leggi, credo che sia una cosa assolutamente assurda. Sull'utilizzo di questo istituto è necessario un serio ripensamento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/25 Zaratti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1436/26 Evi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Evi. Ne ha facoltà.

ELEONORA EVI (AVS). Grazie, Presidente. Come il collega Zaratti, anch'io intervengo su quest'ordine del giorno sul tema dell'istituzione dei Commissari. Un ennesimo Commissario straordinario, in questo caso, come previsto dall'articolo 13 di questo decreto Asset, viene introdotto per la realizzazione di programmi di investimento esteri di interesse strategico nazionale che - in questo caso viene scritto in maniera molto precisa - abbiano un valore complessivo non inferiore al miliardo di euro.

Questo articolo a noi pare abbastanza evidente che si riferisca, in particolare, a un progetto che potenzialmente potrebbe essere realizzato nel nostro Paese e mi riferisco a una nuova Ilva, la nuova acciaieria che potrebbe essere insediata nella laguna friulana, in un contesto di assoluta delicatezza dal punto di vista della biodiversità ecologica. Questo è il motivo per cui andare a individuare, a istituire un Commissario che, come si diceva prima, può andare in deroga anche alla normativa nazionale e, quindi, spingere l'acceleratore sull'insediamento di progetti di questo tipo che hanno, potenzialmente, un enorme impatto ambientale, è un qualche cosa di assolutamente incomprensibile.

Oggi, ce lo ricorda anche Papa Francesco, con la sua nuova enciclica, Laudate Deum, che ci dice in maniera molto, molto chiara che non abbiamo più tempo da perdere e che il nostro impegno nei confronti della difesa della natura deve essere prioritario; dobbiamo riuscire a invertire la rotta, il tempo perso fino ad oggi non può continuare ad essere perso e, quindi, bisogna intervenire ed agire.

Ecco, perché è ingiusto istituire un Commissario che vada in deroga alle leggi nazionali e che spinga l'acceleratore sull'introduzione di progetti di questo tipo, che hanno questo potenziale effetto devastante sulla natura e non soltanto sugli ecosistemi fragilissimi della laguna friulana. Mi riferisco, non solo all'acciaieria, non solo all'impianto stesso dell'acciaieria, ma anche a tutte le infrastrutture che verrebbero realizzate collegate ad esso; pensiamo alle azioni di dragaggio del canale che dovrebbero essere fatte in un'area che, già oggi, vede livelli di mercurio e di cromo esavalente preoccupanti che, quindi, con un'operazione di questo tipo, di movimentazione dei fondali, verrebbero ulteriormente aggravati, quindi, con danni ecologici. Ma pensiamo anche ad altri settori, come il turismo e la pesca, ad altri settori e alle altre attività industriali che ci sono in quel territorio.

Istituire, quindi, una figura di questo tipo di Commissario straordinario è assolutamente ingiusto, perché scavalca la democrazia dei territori e noi, con questo ordine del giorno, chiediamo, invece, di dare voce agli enti territoriali, di ascoltare i tanti sindaci che già oggi sono contrari rispetto a questa proposta, a questa decisione, e di mettere in atto tutte le iniziative legislative, al fine di prevedere che il suddetto Commissario venga nominato previo assenso, ad esempio, dell'organo regionale e, quindi, delle regioni coinvolte: un de minimis di democrazia, che questo Governo sembra non voler nemmeno prendere in considerazione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/26 Evi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1436/27 Ghirra, parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Presidente, questo ordine del giorno, così come quello presentato in precedenza dalla collega Todde, chiede una cosa molto semplice: che venga ripristinato il diritto alla mobilità per chi risiede o è nato in Sardegna e in Sicilia, attingendo alle risorse del Fondo nazionale per il contrasto degli svantaggi dell'insularità. Io comprendo che il Governo non possa accettare le premesse di quest'ordine del giorno, in cui si mette in evidenza la scelta fallimentare di proporre un tetto alle tariffe, su cui si è tornati indietro, però, non accetto la riformulazione e chiedo che venga messo ai voti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Todde. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA TODDE (M5S). Presidente, intervengo per chiedere di sottoscrivere l'ordine del giorno della collega Ghirra.

PRESIDENTE. Prendo atto che anche l'onorevole Lai intende sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/1436/27 Ghirra. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/27 Ghirra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1436/28 Cherchi, parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Cherchi. Ne ha facoltà.

SUSANNA CHERCHI (M5S). Presidente, prendo atto del parere favorevole al mio ordine del giorno…

PRESIDENTE. Quindi, accoglie la riformulazione? Deve dirmi se accoglie o meno la riformulazione…

SUSANNA CHERCHI (M5S). Lo sto dicendo. Cionondimeno, la riformulazione, non prevedendo il divieto di utilizzare i cavalli e le botticelle, non viene accettata. Io non accetto la riformulazione, perché non prevede il divieto di utilizzare cavalli, quindi, il tema della sofferenza dei cavalli non viene minimamente toccato. Siccome ho presentato quest'ordine del giorno per gli animali, per i cavalli, voglio fare la dichiarazione di voto.

Ormai nelle grandi metropoli, come Roma, Napoli, Firenze, Palermo, la convivenza tra le botticelle e il traffico cittadino è impossibile, soprattutto nei centri storici.

L'anacronistico impiego dei cavalli obbliga gli stessi a compiere giri turistici in un centro cittadino con substrato stradale sconnesso, viscido e scivoloso e, a mio avviso, non possono essere considerati incidenti quelli che li vedono coinvolti in quanto utilizzati nella trazione di carrozze pubbliche allo scopo di intrattenere i turisti. La lista degli eventi nefasti è lunga, impietosa, crudele e inumana e non è più accettabile che al giorno d'oggi un cavallo possa rimanere ferito e morire perché costretto a trainare una carrozza pesante anche 500 chili in un centro storico invaso da automobili, autobus, motorini, monopattini e biciclette. Non so se voi, colleghi presenti, avete mai visto con i vostri occhi un cavallo che cade per stanchezza, stremato, che sbatte la testa sulla strada o su una superficie dura; il rumore delle ossa della testa che si spaccano, il sangue che esce a fiotti e la zampe una sull'altra mentre, stramazzando, cercano invano di rimettersi in piedi. Io li ho visti!

Inoltre, vi sono alcuni fattori ambientali che danneggiano gravemente la salute di questi animali. Sto parlando dell'inquinamento atmosferico, che è estremamente dannoso per l'animale, in quanto la concentrazione di gas e polveri sottili potrebbe causare patologie all'apparato respiratorio e i cambiamenti climatici, con le recenti ondate di calore di carattere eccezionale, spesso associate a tassi elevati di umidità, forte irraggiamento solare e assenza di ventilazione, rappresentano un grave rischio per il povero quadrupede, che, per le sue caratteristiche fisiche e fisiologiche, è sensibile alle temperature elevate. Troppo spesso vediamo video e foto di cavalli che stramazzano al suolo per via dei cosiddetti colpi di calore, che provocano un innalzamento della temperatura corporea fino a oltre 42 gradi, tanto da determinare gravi conseguenze e la morte dell'animale. A Oristano i cavalli camminano sull'asfalto e le zampe subiscono dei traumi pesantissimi. A Oristano, durante la Sartiglia, per evitare che i cavalli si possano far male le strade vengono riempite di sabbia per evitare, appunto, microfratture o danni agli zoccoli.

Sembra, dunque, d'obbligo prevedere un cambiamento culturale e civile in relazione alla visione degli animali nella società moderna. Il recente mutamento del quadro normativo nazionale ed europeo, con il riconoscimento delle esigenze in materia di benessere degli animali in quanto esseri senzienti - articolo 13 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea - e l'introduzione delle parole “ambiente” e “animali” nell'articolo 9… Io parlo a voce più alta perché state disturbando l'intervento sul mio ordine del giorno. Quindi, più parlano e più io urlo.

PRESIDENTE. Collega, prego, continui.

SUSANNA CHERCHI (M5S). L'introduzione delle parole “ambiente” e “animali” nell'articolo 9 della nostra Carta costituzionale, stavo dicendo, ci indica la giusta strada da percorrere. Le città non sono più quelle di prima e per questo il calesse o le carrozze… Presidente, se lei non interviene…

PRESIDENTE. Colleghi! Ho suonato più volte per non interromperla, collega…

SUSANNA CHERCHI (M5S). …allora io urlo di più. Io urlo di più!

PRESIDENTE. No, non deve urlare di più. I colleghi devono fare silenzio…

SUSANNA CHERCHI (M5S). Le carrozze non possono più esistere come realtà, nemmeno turistica.

PRESIDENTE. No, collega, si fermi un attimo. Si fermi un attimo!

Colleghi, per cortesia, lasciamo svolgere gli ultimi secondi del suo intervento alla collega Cherchi. Prego, collega.

SUSANNA CHERCHI (M5S). Le strade, stavo dicendo, non sono più quelle di prima e per questo il calesse e le carrozze non possono più esistere come realtà, nemmeno turistica. In tal senso, ho depositato, infatti, anche una proposta di legge che va proprio in questa direzione, ma c'è bisogno dell'aiuto di voi tutti, perché questa battaglia è trasversale e non ha colori politici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! So che in quest'Aula ci sono tanti animalisti che la pensano esattamente come me, ma poi nei fatti, quando arriva il momento di attivarsi e di attuare politiche a favore del benessere degli animali si ritraggono e non so per quale ragione!

PRESIDENTE. Collega, deve concludere. Ora ha esaurito il suo tempo.

SUSANNA CHERCHI (M5S). Si dice che tra il dire e il fare ci sia di mezzo il mare.

PRESIDENTE. Collega Cherchi, collega Cherchi, collega Cherchi…

SUSANNA CHERCHI (M5S). Colleghi, colleghi, abbiamo più coraggio. Dovete avere coraggio!

PRESIDENTE. Collega Cherchi, mi ascolti un attimo. Collega, ha esaurito il suo tempo; vada alla conclusione.

SUSANNA CHERCHI (M5S). Dovete avere coraggio! Quindi, aiutatemi ad aiutare gli animali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia: quando un collega svolge il suo intervento in Aula dobbiamo farglielo fare in un clima di silenzio, altrimenti non siamo in grado di sentire quello che i colleghi stanno dicendo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle). Quindi, mi scuso con la collega Cherchi per il caos che ha accompagnato il suo intervento.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/28 Cherchi. Il parere del Governo è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Sull'ordine del giorno n. 9/1436/29 Ascani, c'è un parere favorevole con riformulazione. Non accoglie la riformulazione. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/29 Ascani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Sull'ordine del giorno n. 9/1436/30 Merola, c'è un parere favorevole con riformulazione. Accoglie la riformulazione, collega? No e chiede che sia messo ai voti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere l'ordine del giorno e per intervenire in dichiarazione di voto, affinché il Governo si ravveda. È una ghiotta opportunità, questa, perché mi dà la possibilità di chiarire, forse, un'incomprensione che c'è ancora nella maggioranza e di ricordare una possibile amnesia.

Qual è l'incomprensione? Stamattina, nella dichiarazione di voto, ho ascoltato un collega di Fratelli d'Italia che si chiedeva come mai il superbonus fosse stato applicato al settore dell'edilizia e come mai il 120 per cento non fosse applicato, invece, ad esempio, all'automotive. È una domanda che fa capire che, forse, ancora non hanno capito di cosa stanno parlando. Allora bisogna ricordargli qual è il motivo. Il motivo è questo, e ce l'ha detto l'Ufficio parlamentare di bilancio: il PIL è aumentato tra il 2021 e il 2022 del 12 per cento; per il 40 per cento quell'incremento è dovuto al bonus edilizio e alla cessione del credito d'imposta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo è il motivo. Noi lo sapevamo. Sapevamo dell'indotto pari a tre volte l'investimento, che ci è stato confermato da Nomisma proprio in audizione nella Commissione bilancio, che ci ha detto che, a fronte di 85 miliardi di investimento da superbonus, al 31 agosto 2023, dal territorio ne ritorneranno più di 200 nei prossimi anni. Bastasse questo. Istat non smette più di rivedere le sue rivalutazioni del PIL, sempre in crescita, per gli anni passati però: pensate, nel 2021 era previsto al 7 per cento, adesso l'ha dovuto rivedere all'8,3 per cento. Invece, cosa accade con la sciagurata politica economica di questo Governo? Che Istat deve, purtroppo, rivedere al ribasso. C'è un calo del PIL, l'ultimo dato confermato stamattina: secondo trimestre del 2023, meno 0,4 per cento rispetto al trimestre precedente. Questi sono i vostri risultati.

Ora, vi domando: secondo voi, è così difficile fare l'identikit di qual è stato il vostro più grande errore, se non quello di cancellare la cessione dei crediti di imposta, il superbonus 110 per cento e Transizione 4.0 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

Poi, secondo me, dovreste fare un complimento al collega Merola, sapete perché? Perché consente di ravvedervi, avete capito bene! C'era un ordine del giorno, cara Presidente, di Fratelli d'Italia, alla Legge di bilancio 2022, nel dicembre 2021, che arrivava ad osare ben oltre le prospettive anche del MoVimento 5 Stelle. Nemmeno il Governo Conte ci avrebbe mai pensato. Era un ordine del giorno che all'epoca era firmato anche dal Vicepresidente Fabio Rampelli e da Mollicone. Che cosa chiedeva Fratelli d'Italia in questo ordine del giorno? Testualmente, leggo: prorogare fino al 2025 tutti bonus edilizi: superbonus, sisma bonus, bonus facciate, bonus ristrutturazioni, ecobonus, bonus verde e bonus mobili, per tutte le tipologie di abitazioni oggi consentite, condomini privati, case unifamiliari, plurifamiliari, edilizia residenziale pubblica e cooperative di abitazioni a proprietà indivisa.

Guardi, Presidente, forse è l'occasione per gli amici, i colleghi di Fratelli d'Italia: non li accontenteremo fino al 2025, ma con l'emendamento del collega Merola almeno fino a giugno del 2024, ci sembra una cosa più che decorosa, soprattutto per gli IACP, dove abitano le persone che sono in maggiore difficoltà economica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno del collega Merola noi non solo abbiamo dato l'opportunità di essere consequenziali rispetto a quanto avete già chiesto a più riprese nel corso della precedente legislatura, ma anche in questa legislatura, anche all'interno di questo stesso anno solare, come ricordiamo nella premessa dell'ordine del giorno, voi avete fatto accogliere un ordine del giorno per risolvere un problema che ritenevate evidentemente essere cogente.

Dopo che abbiamo utilizzato delle risorse - ora non entriamo nel merito se in maniera corretta, fruttuosa ed efficace - per fare rifare le case a tantissima gente - dal mio punto di vista in maniera meritoria, probabilmente con meccanismi che andavano regolamentati meglio e con un décalage che forse avrebbe dovuto prevedere delle scadenze differenti - ma adesso stiamo parlando delle case di coloro i quali occupano l'edilizia residenziale pubblica.

I proprietari di questi immobili sono gli enti territoriali, e cioè il pubblico. Permettere a quegli enti territoriali, che non hanno mai risorse a sufficienza e non le avranno mai, di efficientare quegli immobili, dando non solo delle case più dignitose a degli esseri umani, a famiglie a bassissimo reddito, ma facendo anche una grande operazione di rivalutazione del patrimonio immobiliare pubblico, non è semplicemente una cosa giusta, è anche una cosa conveniente.

Noi con quest'ordine del giorno ve lo ricordiamo, sapendo che non solo con l'eliminazione della cessione del credito avete reso questa misura più regressiva - non lo dice Ubaldo Pagano o il Partito Democratico, ma lo dice l'Ufficio parlamentare di bilancio - ma avete addirittura fatto un qualcosa che è in controsenso rispetto a quanto solo pochi mesi fa voi stessi avevate accettato. Quindi provate a fare pace con il cervello, se ci riuscite (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, signora Presidente, per sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Merola.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/30 Merola, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Sull'ordine del giorno n. 9/1436/31 Bonelli il parere è favorevole con riformulazione. Collega, accoglie la riformulazione?

ANGELO BONELLI (AVS). Se posso riascoltare, gentilmente, la riformulazione.

PRESIDENTE. Vice Ministro, può rileggerci la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1436/31 Bonelli?

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. “A valutare l'opportunità di adottare misure per garantire la messa in sicurezza e l'ammodernamento della rete ferroviaria siciliana e del Mezzogiorno”.

PRESIDENTE. Onorevole Bonelli?

ANGELO BONELLI (AVS). Rimane così in toto?

PRESIDENTE. Mi pare di capire di sì, la riformulazione è quella che ha letto il Vice Ministro. Accoglie la riformulazione?

ANGELO BONELLI (AVS). Sì, la accetto, se vogliamo anche votarlo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/31 Bonelli, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22) (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1436/32 Zanella, accolto come raccomandazione. Ha chiesto di parlare la collega Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Sì, Presidente, anche per ringraziare il Governo per avere accolto, seppure come raccomandazione, quest'ordine del giorno, che impegna…

PRESIDENTE. Chiede che sia comunque votato, per fare la dichiarazione?

LUANA ZANELLA (AVS). Sì, chiedo che sia votato.

PRESIDENTE. Prego, allora, poi chiediamo il parere al Governo.

LUANA ZANELLA (AVS). Anche perché si tratta di escludere la dichiarazione di preminente interesse nazionale per i programmi di investimento che vadano a pregiudicare la conservazione e la tutela degli habitat delle specie animali e vegetali delle Zone speciali di conservazione e delle Zone di protezione speciale della Rete Natura 2000 dell'UE.

PRESIDENTE. Collega Zanella, mi ha detto che accetta la raccomandazione, però, se chiede che sia messo al voto, devo chiedere al Governo il parere. A questo punto, Vice Ministro, deve dirmi se, sull'ordine del giorno n. 9/1436/32 Zanella, che lei aveva accolto come raccomandazione e che, invece, votiamo, il parere è favorevole, contrario o se si rimette all'Aula.

EDOARDO RIXI, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Presidente, allora è contrario.

PRESIDENTE. Quindi, il parere diventa contrario, a questo punto, perché lo poniamo in votazione. Onorevole Zaratti, vuole intervenire ma ha esaurito il suo tempo, soprattutto ha fatto già due interventi, quindi, proprio per un secondo.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Soltanto per riprenderci i ringraziamenti che avevamo fatto al Governo.

PRESIDENTE. Bene, perfetto, immaginavo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, per suo tramite, la prima cosa che mi sento di dire alla collega Zanella e al gruppo che ha presentato quest'ordine del giorno, che, in realtà, come il Governo sa, nelle fattispecie che avete iscritto rispetto all'esclusione di questo tipo di dichiarazione in relazione all'interesse nazionale - che probabilmente è un passaggio figlio di un decreto che, qualche settimana fa, è stato emanato - è che quel decreto non fu emanato rispetto ad investimenti nel nostro Paese (ce ne siamo informati) nel caso specifico della Laguna di Marano. Dopodiché, ritengo - penso, Vice Ministro, di interpretare quello che lei ha appena recitato, rispetto a quest'ordine del giorno - che le fattispecie che (giustamente, secondo me, attenzione) andate a citare - le Zone di protezione speciale, la direttiva 92/43/CEE "Habitat" - già la legge dice che fondamentalmente non si possono toccare. Quindi, di fatto, questo dispositivo esclude le premesse rispetto a un rischio che, comunque, oggi, secondo la direttiva vigente e secondo le Zone speciali di conservazione - Vice Ministro, me lo confermi, anche con un cenno - non possono essere minimamente toccate, nemmeno in fase progettuale.

Ricordo - e mi taccio, Presidente, ringraziandovi, lo dico veramente, per suo tramite, al gruppo che ha presentato quest'ordine del giorno, semplicemente, per allargare un po' la conoscenza rispetto a questo tema specifico, che, non soltanto io, ma anche il Ministro Luca Ciriani, che vedo in Aula, e il collega Graziano Pizzimenti hanno seguito da vicino in regione Friuli-Venezia Giulia - che rispetto a questi temi dovreste parlare un po' anche con l'attuale Sindaco di Udine, che è espressione del Centrosinistra, che, invece, ha aperto le porte per iniziare i lavori di questo tipo di progetto esattamente a qualche metro dal centro della città, ma non lo dico come critica. Lo dico semplicemente perché magari non conoscete questo passaggio ed è di qualche ora fa la dichiarazione del Sindaco di Udine che evidentemente apre rispetto a quello che in questo momento è in forte dubbio rispetto a questo tipo di installazione in seno alla Laguna di Marano. Anzi la regione si è già espressa in modo contrario per bocca del presidente Massimiliano Fedriga e dell'assessore all'attività produttive, ma un sindaco comunque della città di Udine ha riaperto questa possibilità, non in quella zona, ma in un'altra.

Questo per dire che mi faccio interprete, spero, e veramente concludo, del Governo, quando afferma che queste zone non possono, già a monte, ex lege, essere toccate da investimenti e da infrastrutture del genere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo solo per fare chiarezza all'Aula rispetto a una vicenda che è sicuramente locale, anche se, in realtà, si tratta di un investimento molto importante che riguarda il Paese. Vorrei che fosse chiaro che il punto non è la contrarietà all'investimento in sé, anche perché non siamo mai stati contrari a quel tipo di investimenti, né siamo contrari, naturalmente, alle vicende legate al fatto che si tratta di investimenti che creerebbero anche un'economia, un volano economico locale. Il punto però è che i sindaci del territorio, peraltro non soltanto del centrosinistra, dove ahimè siamo in misura ridotta, ma anche e soprattutto del centrodestra, hanno espresso la loro contrarietà a che l'impianto sia in laguna, cioè nell'area dell'Aussa-Corno, perché si tratta di un'area particolarmente delicata e in tantissime occasioni ci si è espressi sull'inopportunità di porre quell'impianto proprio in quella zona. Tra l'altro, l'hanno detto anche i cittadini, c'è stata un'imponente raccolta di firme, ma quello che è importante è che la contrarietà è stata espressa dalla regione Friuli-Venezia Giulia con una delibera di giunta. Vorrei ricordare che il presidente si chiama Massimiliano Fedriga e l'assessore si chiama Bini: non sono del centrosinistra e non sono del Partito Democratico. Quello che è accaduto poche ore fa è una vicenda del tutto diversa: il sindaco di Udine ha semplicemente detto che non è contrario a che venga fatta un'acciaieria pulita. Nessuno è contrario a che venga fatta un'acciaieria pulita e, magari, ricordo a chi sta dall'altra parte che abbiamo un enorme problema che si chiama ex Ilva, di cui sembra non interessare a nessuno il fatto che non si faccia la decarbonizzazione e non si facciano gli investimenti che, per anni, sono stati promessi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) e si continuino, invece, a dare soldi a privati, senza che non vi sia alcuna prospettiva né di lavoro né di salute né in termini di ambiente.

Ma voglio anche dire che il sindaco di Udine ha semplicemente detto: se c'è un impianto, un'acciaieria pulita che crea posti di lavoro e che in qualche modo permetta all'Italia di continuare a dire qualcosa sulla produzione dell'acciaio, noi ci stiamo, ma lo facciamo in un'area industriale in cui non c'è una laguna da rovinare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

WALTER RIZZETTO (FDI). Lo facciamo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1436/32 Zanella, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Essendo giunti in prossimità delle ore 20,30, secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, tenutasi ieri, sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento che riprenderà nella seduta di domani, giovedì 5 ottobre, a partire dalle ore 9.

Dovremmo passare agli interventi di fine seduta, avendo chiesto di parlare l'onorevole Lomuti, ma non intende più intervenire. Benissimo, come non detto.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 5 ottobre 2023 - Ore 9:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 854 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104, recante disposizioni urgenti a tutela degli utenti, in materia di attività economiche e finanziarie e investimenti strategici (Approvato dal Senato). (C. 1436​)

Relatrice: LUCASELLI.

2. Seguito della discussione delle mozioni Manzi ed altri n. 1-00177, Caso ed altri n. 1-00185, Grippo ed altri n. 1-00186, Sasso, Amorese, Dalla Chiesa, Lupi ed altri n. 1-00187 e Piccolotti ed altri n. 1-00188 concernenti iniziative a favore del comparto della scuola e del diritto allo studio .

3. Seguito della discussione della proposta di legge:

SASSO ed altri: Modifiche agli articoli 61, 336 e 341-bis del codice penale e altre disposizioni per la tutela della sicurezza del personale scolastico. (C. 835-A​)

Relatore: SASSO.

La seduta termina alle 20,30.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 il deputato Morrone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 2 la deputata Montaruli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 11 il deputato Morassut ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 19 il deputato Laus ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 22 il deputato Zoffili ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 1436 - ODG N 3 296 292 4 147 128 164 31 Resp.
2 Nominale ODG 9/1436/4 305 301 4 151 132 169 31 Resp.
3 Nominale ODG 9/1436/5 RIF 304 299 5 150 295 4 31 Appr.
4 Nominale ODG 9/1436/6 309 306 3 154 132 174 31 Resp.
5 Nominale ODG 9/1436/7 307 303 4 152 131 172 31 Resp.
6 Nominale ODG 9/1436/8 RIF 308 304 4 153 301 3 31 Appr.
7 Nominale ODG 9/1436/11 307 303 4 152 116 187 31 Resp.
8 Nominale ODG 9/1436/12 311 249 62 125 56 193 31 Resp.
9 Nominale ODG 9/1436/13 306 300 6 151 114 186 31 Resp.
10 Nominale ODG 9/1436/14 307 306 1 154 133 173 31 Resp.
11 Nominale ODG 9/1436/15 301 294 7 148 95 199 31 Resp.
12 Nominale ODG 9/1436/16 303 247 56 124 56 191 31 Resp.
13 Nominale ODG 9/1436/17 307 300 7 151 127 173 31 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 23)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale ODG 9/1436/18 299 225 74 113 55 170 31 Resp.
15 Nominale ODG 9/1436/19 304 281 23 141 138 143 31 Resp.
16 Nominale ODG 9/1436/25 301 241 60 121 54 187 31 Resp.
17 Nominale ODG 9/1436/26 298 241 57 121 70 171 31 Resp.
18 Nominale ODG 9/1436/27 299 296 3 149 123 173 31 Resp.
19 Nominale ODG 9/1436/28 294 221 73 111 56 165 31 Resp.
20 Nominale ODG 9/1436/29 293 290 3 146 121 169 31 Resp.
21 Nominale ODG 9/1436/30 279 266 13 134 100 166 31 Resp.
22 Nominale ODG 9/1436/31 RIF 281 279 2 140 270 9 31 Appr.
23 Nominale ODG 9/1436/32 281 270 11 136 105 165 31 Resp.