Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 27 novembre 2023

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:


   La Camera,

   premesso che:

    la 28ª Conferenza delle Parti della Convenzione quadro sul cambiamento climatico (Unfccc, COP28), che si terrà a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre 2023, dovrà considerare l'avanzamento degli impegni derivanti dall'Accordo di Parigi siglato nel 2015 a seguito della 21a Conferenza delle Parti (COP21) e ratificato dall'Italia con la legge n. 204 del 2016;

    in tale accordo gli Stati parte dell'Accordo di Parigi si sono impegnati in un'azione collettiva globale per limitare l'aumento della temperatura globale al di sotto dei 2 gradi centigradi e perseguire ogni sforzo per limitarla a 1,5 gradi centigradi, rispetto ai livelli preindustriali, entro il 2050, per agire per adattarsi agli effetti già esistenti del cambiamento climatico e per rendere i flussi finanziari coerenti con un percorso verso basse emissioni di gas serra e uno sviluppo resiliente al clima;

    alla COP28 saranno valutati i progressi fatti verso gli obiettivi dell'Accordo di Parigi, il cosiddetto Global stocktake, primo resoconto dell'impatto delle azioni per il clima adottate dai Paesi membri dell'Unfcc, che include anche una verifica della loro validità per raggiungere gli obiettivi. Saranno quindi esaminate tutte le scelte volte a frenare il riscaldamento globale, diminuendo le emissioni in atmosfera dei gas serra che ne sono responsabili, e le misure di adattamento adottate consistenti nelle tecnologie e nei processi che limitano i danni provocati dagli eventi meteorologici estremi e i flussi finanziari e mezzi di attuazione, a sostegno dei Paesi in via di sviluppo. Questo potrà creare le basi per guidare l'accelerazione dell'ambizione nella prossima tornata dei piani d'azione per il clima nazionali, prevista per il 2025;

    dovrebbero essere rese operative le nuove modalità di finanziamento delle azioni per affrontare perdite e danni correlati agli effetti avversi dei cambiamenti climatici, incluso un fondo (loss and damage fund), richiesto dalla COP27, per supportare i Paesi in via di sviluppo particolarmente vulnerabili alle perdite e ai danni correlati agli effetti avversi dei cambiamenti climatici. Saranno inoltre affrontate le tematiche sulla conservazione della biodiversità e sulla neutralità climatica dei sistemi alimentari;

    la COP28 dovrà adottare le decisioni conseguenti ai contenuti del sesto rapporto di valutazione sui cambiamenti climatici (AR6) pubblicato a marzo 2023 dall'Intergovernmental panel on climate change (Ipcc), nel quale si confermano i dati sul cambiamento climatico e sulle attività umane che hanno per conseguenza la sua accelerazione, con i conseguenti impatti, consistenti nell'aumento della temperatura globale e nell'intensificazione degli eventi meteorologici estremi, nonché, per l'interconnessione dei sistemi, in danni alla biodiversità, desertificazione, degrado delle acque anche marine e innalzamento degli oceani;

    secondo l'Intergovernmental panel on climate change le azioni poste in essere a livello nazionale per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, considerate collettivamente, non sono sufficienti per mantenere il limite di aumento della temperatura globale entro 1,5 gradi centigradi, dato confermato dall'Organizzazione meteorologica mondiale (World meteorological organization-Wmo) secondo la quale, in base alle proiezioni decennali, si stima una probabilità del 66 per cento che la temperatura globale media annuale della superficie terrestre tra il 2023 e il 2027 sarà superiore di oltre 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali per almeno un anno;

    a settembre 2023 il Segretariato della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc) ha pubblicato un rapporto tecnico, propedeutico ai lavori della COP28, che segnala come, malgrado gli impegni assunti dai Paesi firmatari dell'Accordo di Parigi e le risorse impegnate, si è lontani dai risultati sperati. I livelli d'investimento sono troppo bassi, frammentati e non coordinati a livello internazionale, con impatti negativi sulla loro efficacia generale;

    il rapporto Unfccc sottolinea l'importanza di una gestione oculata del territorio, in quanto gli ecosistemi possono offrire un contributo considerevole nella lotta al cambiamento climatico. In particolare, un ruolo di fondamentale importanza è attribuito alla protezione delle foreste, che per la loro capacità di assorbimento dell'anidride carbonica rappresentano un alleato naturale nella lotta al cambiamento climatico;

    in merito a questo, con l'adozione del Kunming-Montreal global biodiversity framework, i Paesi partecipanti alla COP15 di Montreal (dicembre 2022) hanno stabilito l'obiettivo di garantire che entro il 2030 almeno il 30 per cento delle aree degradate degli ecosistemi terrestri, umidi, costieri e marini siano sottoposti a un efficace ripristino, al fine di rafforzare la biodiversità, le funzioni e i servizi ecosistemici, nonché l'integrità e la connettività ecologica e l'obiettivo di aumentare le risorse finanziarie internazionali totali legate alla biodiversità ai Paesi in via di sviluppo ad almeno 30 miliardi di dollari l'anno entro il 2030;

    il Consiglio dell'Unione europea ha approvato il 16 ottobre 2023 le conclusioni che fungeranno da posizione negoziale generale dell'Unione europea per la COP28, nelle quali, in particolare, si chiede con un'azione più determinata e maggiore ambizione a livello mondiale in questo decennio critico, in linea con le relazioni del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc), sottolineando che per limitare il riscaldamento a circa 1,5 gradi centigradi sarebbe necessario raggiungere il picco globale delle emissioni di gas a effetto serra al più tardi entro il 2025 e ridurle del 43 per cento entro il 2030 e del 60 per cento entro il 2035 rispetto ai livelli del 2019;

    nelle conclusioni si sottolinea, altresì, che il passaggio a un'economia climaticamente neutra richiede la graduale eliminazione a livello mondiale dei combustibili fossili non soggetti ad abbattimento e il raggiungimento di un picco nel loro consumo; in tale contesto è stata ribadita l'importanza di eliminare i combustibili fossili dal settore energetico prima del 2050, progredendo verso un sistema energetico climaticamente neutro già negli anni 2030;

    a livello nazionale, lo strumento per il raggiungimento degli obiettivi internazionali ed europei, climatici ed energetici è il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), la cui versione definitiva dovrà essere trasmesso alla Commissione europea entro il primo semestre del 2024;

    il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Ipcc) ha pubblicato nella sua sesta relazione di valutazione la conclusione secondo cui sono necessarie importanti riduzioni delle emissioni antropogeniche di metano entro il 2030 per rimanere al di sotto di 1,5 gradi centigradi;

    il Parlamento europeo ha adottato la sua posizione su una nuova legge per ridurre le emissioni di metano dal settore energetico, per raggiungere gli obiettivi climatici dell'Unione europea e migliorare la qualità dell'aria;

    si tratta della prima legge dell'Unione europea per ridurre le emissioni di metano e comprende le emissioni dirette di metano provenienti dai settori del petrolio, del gas fossile e del carbone, oltre che dal biometano una volta immesso nella rete del gas. I parlamentari europei chiedono che le nuove norme includano anche il settore petrolchimico;

    l'Italia condivide l'orientamento comunitario per incrementare la decarbonizzazione dell'economia promuovendo un patto verde con le imprese e i cittadini che consideri l'ambiente come motore economico del Paese. In tale contesto la normativa europea, recentemente novellata dalla direttiva (Ue) 2023/959 del Parlamento europeo e del Consiglio del 10 maggio 2023 recante modifica della direttiva 2003/87/CE, che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nell'Unione, e della decisione (UE) 2015/1814, relativa all'istituzione e al funzionamento di una riserva stabilizzatrice del mercato nel sistema dell'Unione per lo scambio di quote di emissione dei gas a effetto serra, tra le considerazioni, definisce le disposizioni in materia di cattura e stoccaggio del carbonio, come «obsolete»;

    a tal proposito si consideri che l'innovazione tecnologica per la decarbonizzazione gode di un diffuso consenso tra cittadini e imprese, che può crescere accompagnando la transizione con attività di ricerca e innovazione che, in coerenza con gli orientamenti europei e con le necessità di decarbonizzazione, sviluppino soluzioni tecniche idonee a promuovere la sostenibilità, la sicurezza, la continuità e l'economicità di forniture di energia. Tra le migliori soluzioni proposte dalla comunità scientifica si segnala la «carbon capture utilization and storage» (ccus), una serie di tecnologie che prevedono non solo la cattura di anidride carbonica, ma anche il suo trasporto e riutilizzo nei processi industriali, contribuendo vantaggiosamente al raggiungimento dell'obiettivo;

    l'Agenzia internazionale per l'energia (Iea) ritiene fondamentale l'intervento dei Governi nazionali per promuovere un uso sistematico della ccus, giungendo a dichiarare che: «Dobbiamo adottare misure urgenti per garantire che questa soluzione sia disponibile a contribuire al raggiungimento degli obiettivi “net zero”. Nel prossimo decennio è necessaria un'importante accelerazione dello sviluppo di ccus per mettere il sistema energetico globale sulla strada delle zero emissioni nette»;

    il sistema finanziario globale non è sufficientemente impegnato nel sostegno alla transizione verso un sistema economico climaticamente neutro e appare ancora troppo legato alle tecnologie fossili. Non sono sufficientemente coinvolte le banche multilaterali di sviluppo e le istituzioni internazionali, tra cui la Banca mondiale, il Fondo monetario internazionale e la Banca europea per gli investimenti, sia nel contribuire agli accordi di finanziamento per la transizione, sia per quanto riguarda il finanziamento del meccanismo di risposta a loss and damage;

    la necessità dei maggiori impegni sopra delineati è emersa con forza nel summit africano sul clima, tenutosi a Nairobi all'inizio del mese di settembre 2023, nel summit Medio Oriente-Nordafrica sul clima, tenutosi a Riad, e negli incontri della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale che si sono svolti nella settimana del 9 ottobre 2023;

    nelle relazioni con il Sud del mondo, l'Italia ha un ruolo di primo piano essendo uno dei principali attori economici in Africa. Il Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni, nel discorso tenuto all'Assemblea generale dell'Onu il 20 settembre 2023, ha riconosciuto il legame fra il riscaldamento globale e l'incremento dei migranti ambientali provenienti in particolare dall'Africa;

    analoga posizione ha espresso durante l'incontro del 10 ottobre 2023 con il Presidente della COP28, sottolineando la necessità di aumentare gli sforzi globali per l'attuazione dell'agenda sul cambiamento climatico. Lo scambio di buone pratiche, raccomandato dall'Onu nel quadro di una maggiore cooperazione internazionale in particolare a livello regionale, potrebbe rendere l'Italia protagonista in ambito mediterraneo;

    le misure di contrasto al cambiamento climatico e quelle destinate a favorire la transizione energetica, se sviluppate con un corretto cronoprogramma, possono essere un'opportunità economica per il Paese con l'aumento degli investimenti, della competitività e dell'innovazione, nel quadro di una meditata e progressiva riconversione dei posti di lavoro;

    ridurre la vulnerabilità ai cambiamenti climatici è fondamentale per la sicurezza del Paese. Durante tutto il 2022 e nei primi cinque mesi del 2023, secondo la Società italiana di medicina ambientale (Sima), in Italia si sono registrati 432 eventi climatici estremi di elevata gravità, con un aumento, rispetto al periodo precedente, del 135 per cento di eventi legati a fenomeni meteorologici. A causa di questi negli ultimi 43 anni nel nostro Paese si sono contati 22 mila morti e danni economici per 100 miliardi di euro,

impegna il Governo:

1) a promuovere il dialogo tra le Parti per innalzare l'ambizione globale sui contributi determinati a livello nazionale (nationally determined contributions, ndc), consistenti in piani nazionali, contenenti le azioni per il cambiamento climatico adottati per il raggiungimento degli obiettivi globali stabiliti nell'Accordo di Parigi, al fine di colmare il divario tra gli obiettivi ivi dichiarati e lo stato dei fatti emerso dagli ultimi contributi scientifici, con particolare riferimento all'obiettivo di mantenere l'innalzamento della temperatura media globale entro 1,5 gradi;

2) a sostenere l'iniziativa volta ad attuare il meccanismo del loss and damage fund, istituito nella COP27, per rispondere alle perdite e ai danni provocati dal cambiamento climatico subiti dai Paesi in via di sviluppo particolarmente vulnerabili;

3) in tale ambito ad adottare iniziative volte a incrementare entro il 2025, in ossequio alla richiesta della COP26 di Glasgow 2021 rivolta ai Paesi sviluppati, i finanziamenti per l'adattamento nei Paesi in via di sviluppo rispetto ai livelli del 2019, anche in considerazione della potenziale capacità di contribuire finanziariamente agli obiettivi climatici da parte di tutte le grandi economie maggiormente responsabili delle emissioni di gas serra;

4) a farsi promotore di iniziative per contribuire a raggiungere l'obiettivo dei Paesi sviluppati di mobilitare collettivamente finanziamenti per il clima pari a 100 miliardi di dollari fino al 2025 e dell'adozione di un nuovo obiettivo di finanziamento per il clima post 2025 con una riformulazione dell'architettura dei fondi legati al clima, soprattutto in virtù della partecipazione dell'Italia al loss and damage fund;

5) ad adottare iniziative per il raggiungimento dell'obiettivo di una quota pari allo 0,7 per cento del prodotto interno lordo in aiuti allo sviluppo, destinando il 50 per cento di queste risorse alla lotta al cambiamento climatico;

6) a farsi promotore di iniziative nelle sedi internazionali, volte a indirizzare il sistema finanziario globale e le sue istituzioni a sostenere investimenti coerenti con gli obiettivi climatici o a introdurre clausole climatiche nei finanziamenti concessi – anche sulla scorta del principio di neutralità tecnologica – su cui introdurre un controllo di tracciabilità, anche con riferimento alle banche multilaterali di sviluppo;

7) a valutare la possibilità che le garanzie pubbliche agli investimenti privati all'estero siano allineate all'impegno della COP26 di Glasgow 2021 e, più in generale, contengano clausole climatiche;

8) a sostenere la posizione che il passaggio a un'economia climaticamente neutra, in linea con l'obiettivo di 1,5 gradi centigradi, richiederà la graduale eliminazione a livello mondiale dei combustibili fossili non soggetti ad abbattimento e il raggiungimento di un picco nel loro consumo già in questo decennio per conseguire la necessaria mitigazione, come indicato dall'Intergovernmental panel on climate change (Ipcc);

9) ad attuare l'obiettivo dell'articolo 2.1, lettera c), dell'Accordo di Parigi, anche attraverso l'avvio di un percorso nazionale di graduale riduzione ed eliminazione dei sussidi alle fonti fossili, da realizzare secondo modalità compatibili con lo sviluppo economico e sociale del Paese, promuovendo tale percorso anche a livello internazionale, anche con riferimento all'agenda della Presidenza italiana del G7 nel 2024, promuovendo la ricerca e l'utilizzo di bio-combustibili che giocano un ruolo cruciale nella riduzione del riscaldamento globale, offrendo una fonte energetica sostenibile e a basse emissioni di carbonio, contribuendo così a mitigare l'impatto ambientale e traghettare verso l'azzeramento delle emissioni di gas serra al 2050;

10) a promuovere e sostenere la prosecuzione del Programma di lavoro sulla mitigazione (Mwp) per accelerare con urgenza l'azione globale di riduzione delle emissioni climalteranti;

11) ad adottare le iniziative di competenza per incentivare le sperimentazioni volte all'abbattimento delle emissioni e allo stoccaggio a lungo termine dell'anidride carbonica, in tale ambito riaffermando gli impegni presi nell'ambito del Quadro globale per la biodiversità di Kunming-Montreal (COP15) e della Dichiarazione dei leader di Glasgow sulle foreste e sull'uso del suolo;

12) a integrare nei piani nazionali di mitigazione il rafforzamento dei piani per la difesa della biodiversità, nel quadro della relativa strategia al 2030, la piena attuazione delle misure sui serbatoi di carbonio agroforestali, le incentivazioni per la sostenibilità del sistema agricolo e per lo sviluppo delle buone pratiche agronomiche, in modo da tutelare le risorse sotto il profilo qualitativo e quantitativo, aumentare e mantenere la qualità del territorio e la fertilità organica del suolo, favorire il sequestro di carbonio, mitigare gli impatti della zootecnia e ridurre l'utilizzo della chimica nel suolo, come indicato dalla legge europea sul clima e dal Green new deal;

13) a garantire la piena operatività del fondo mutualistico nazionale Agricat, al fine di aumentare la capacità di risposta delle aziende agricole ai cambiamenti climatici, favorendo inoltre una più ampia adesione da parte delle stesse aziende ai programmi di gestione del rischio;

14) a individuare, in particolare, le azioni e le politiche di mitigazione e adattamento del territorio con considerazione specifica per quelle aree del Paese sottoposte a più forte rischio idrogeologico o soggette con frequenza a eventi meteorologici estremi;

15) ad adottare le opportune iniziative per stimolare la coscienza critica dei cittadini, nonché la loro partecipazione ai processi decisionali in ambito ambientale, soprattutto dei giovani, perseguendo le priorità trasversali e il raggiungimento dei target quantitativi previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza relativamente ai giovani, alla parità di genere e alla riduzione dei divari territoriali;

16) a favorire regolarmente ogni elemento utile sui progressi compiuti in relazione agli impegni assunti in vista della COP28, coinvolgendo attivamente il Parlamento, le parti sociali e la società civile nel processo decisionale e nella realizzazione degli impegni assunti;

17) ad adottare le iniziative ritenute opportune finalizzate a sviluppare ulteriormente i settori della cattura, trasporto e stoccaggio di anidride carbonica, con particolare riguardo per filiera carbon capture utilization and storage (ccus), per garantire l'effettivo sviluppo della filiera stessa e ridurre conseguentemente i livelli e la concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera, anche attraverso ogni opportuna iniziativa volta al rilevamento e alla riparazione delle fuoriuscite di metano.
(1-00219) «Cortelazzo, Mattia, Zinzi, Semenzato, Battistoni, Benvenuti Gostoli, Benvenuto, Alessandro Colucci, Mazzetti, Foti, Bof, Iaia, Montemagni, Lampis, Pizzimenti, Milani, Fabrizio Rossi, Rotelli, Rachele Silvestri».

ATTI DI CONTROLLO

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CURTI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   negli ultimi giorni ha ottenuto una grande eco a mezzo stampa la notizia secondo la quale, con decreto del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, nel registro nazionale della vite, accanto al termine «Montepulciano» è stato reintrodotto il suo sinonimo «Cordisco». Tale denominazione, in questo modo, torna a poter essere utilizzata nella designazione di vini a base Montepulciano;

   la notizia ha generato enorme preoccupazione presso i produttori marchigiani di «Rosso Piceno DOC», «Rosso Piceno DOC Superiore» e «Offida Rosso DOCG». Sembrerebbe infatti che la denominazione «Montepulciano» possa essere di conseguenza riservata ai soli vini abruzzesi mentre, per tutti gli altri, risulterà obbligatorio fare riferimento al sinonimo «Cordisco»;

   qualora tale impostazione fosse confermata, il danno che emergerebbe a carico dei produttori marchigiani dei vini interessati, segnatamente quelli della provincia di Ascoli, sarebbe incalcolabile;

   occorre infatti considerare che, sulla base delle disposizioni del disciplinare di riferimento, i vini sopra citati vengono realizzati utilizzando almeno per l'85 per cento uve «Montepulciano». Tale dicitura caratterizza il prodotto (nel caso del Rosso Piceno da oltre 50 anni) e, per questo, lo rende riconoscibile ai consumatori che ne apprezzano da sempre la qualità e le proprietà;

   impedire pertanto l'utilizzo in etichetta della tradizionale denominazione, sostituendola con un sinonimo pressoché sconosciuto alla platea dei consumatori, non può che ingenerare confusione;

   «Montepulciano», infatti, è una denominazione che certifica formalmente il rango enologico dei vini sopracitati. Si tratta di un vero e proprio fattore di marketing, in particolare di un elemento di riconoscibilità e posizionamento, che permette a questo splendido rosso di essere collocato tra le eccellenze nazionali e internazionali. Rinunciarvi, pertanto, significherebbe pregiudicare il richiamo commerciale di prodotti che rappresentano il Piceno, penalizzando di conseguenza un intero territorio;

   è necessario poi richiamare quanto disposto dall'articolo 44 comma 6 del «testo unico del vino» che demanda ad apposito decreto del Ministro la disciplina di eventuali forme di ulteriore informazione, resa al consumatore, nei casi in cui il prodotto sia composto dai vitigni che contengono o sono costituiti da una DOP o da una IGP italiana. Tale impostazione parrebbe infatti in contrasto con la disciplina introdotta dal sopracitato decreto del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, rispetto alla quale si sollevano pertanto dubbi di legittimità –:

   se non si ravvisino profili di contrasto a carico della disciplina introdotta dall'ultimo decreto del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, rispetto a quanto stabilito all'articolo 44, comma 6, del «testo unico del vino» e quali iniziative di somma urgenza intenda avviare il Governo per garantire ai produttori marchigiani di vini «Rosso Piceno DOC», «Rosso Piceno Superiore DOC» e «Offida Rosso DOCG» la facoltà di continuare ad utilizzare in etichetta la denominazione «Montepulciano».
(5-01672)

CULTURA

Interrogazione a risposta orale:


   ZANELLA. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   i gravi eventi alluvionali di maggio 2023 e soprattutto quello del 16 maggio 2023, oltre a provocare vittime, distruggere abitazioni e infrastrutture e determinare danni per milioni di euro, hanno causato l'allagamento di ben 32 archivi e biblioteche, dove è rimasto sommerso da acqua e fango un ingente patrimonio bibliotecario e archivistico, in particolare quello posto nei piani interrati degli edifici;

   l'alluvione nella città di Forlì ha investito i due maggiori siti, l'archivio storico di Forlì e l'antica Biblioteca del Seminario vescovile, dove erano collocati centocinquantamila volumi, un terzo dei quali antichi e di grande valore storico;

   una straordinaria mobilitazione di volontari specializzati nel recupero di beni culturali, insieme al nucleo speciale dei carabinieri e ai vigili del fuoco, ha permesso di raccogliere e recuperare dal fango, in due mesi e mezzo di estenuante lavoro, oltre cinquantamila volumi, tra i più antichi e di maggior valore;

   quanto accaduto avrebbe dovuto indurre immediatamente il Ministero della cultura a dettare disposizioni ai propri organi affinché non venga più autorizzata la collocazione di beni culturali, bibliotecari e archivistici in locali interrati o seminterrati;

   da quanto si apprende da organi di stampa proprio nella città di Forlì, dove sarebbero state smaltite nell'inceneritore oltre trecento tonnellate di scarti di documenti e libri non recuperabili, sarebbero stati approvati dalla Soprintendenza due progetti, per la collocazione nei sotterranei di due palazzi, l'ex Santarelli e Palazzo Romagnoli, di 125 mila libri;

   la Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini avrebbe addirittura autorizzato, poche settimane fa, dopo gli eventi calamitosi del maggio 2023, la realizzazione dell'edificio di chiusura del secondo chiostro dell'ex chiesa e convento di San Domenico, costituenti il complesso museale della città, prevedendo la collocazione di un intero museo archeologico in locali che possono essere sommersi dalle acque, non considerando i rischi cui potrebbero essere esposti preziosi beni archeologici;

   l'associazione Italia Nostra ha invitato la Soprintendenza speciale per il PNRR, la Soprintendenza Abap di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini e la Soprintendenza archivistica dell'Emilia-Romagna ad annullare in autotutela le proprie autorizzazione riguardanti l'utilizzo dei locali interrati di palazzo Romagnoli e dell'ex Santarelli;

   le tre autorizzazioni rilasciate riguardano edifici che durante l'alluvione sono stati lambiti dalle acque, fermatesi a poche decine di metri, mentre nel caso del complesso museale della città, è stato allagato il parcheggio seminterrato, nonostante la sua pavimentazione sia posta ad una quota più alta di 1 metro rispetto quella del futuro museo archeologico –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa, se sia stata autorizzata dopo gli eventi alluvionali di maggio 2023 da parte delle Soprintendenze la collocazione di beni culturali, bibliotecari o archivistici in locali interrati o seminterrati di nuovi edifici od esistenti e, nel caso, se non ritenga di adottare autorizzazioni in merito e se non ritenga di adottare iniziative di competenza per annullare in autotutela eventuali autorizzazioni in merito e se non ritenga di dover agire prontamente con precise direttive al fine di impedire il ripetersi dell'uso improprio di locali interrati, o seminterrati dove collocare archivi, biblioteche o musei, a tutela del patrimonio storico e culturale del Paese.
(3-00822)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

VI Commissione:


   FENU e BARZOTTI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   Poste Italiane spa, società partecipata dal Ministero dell'economia e delle finanze e da Cassa depositi e prestiti, a sua volta controllata MEF, colloca in via esclusiva sul mercato i buoni fruttiferi postali (di seguito «bfp») emessi da Cdp;

   con il provvedimento 30346/2022 del 18 ottobre 2022, l'Agcm ha sanzionato Poste per pratiche commerciali scorrette nel collocamento e nel rimborso di bfp «a termine» emessi a partire dagli anni 2000;

   secondo l'Autorità, Poste ha omesso e/o formulato ingannevolmente informazioni essenziali relative ai termini di scadenza e di prescrizione di tali titoli, inducendo in errore i consumatori sui tempi in cui esercitare i propri diritti creditori;

   la conseguenza della condotta di Poste è stata il mancato rimborso dei buoni; secondo l'archivio informatico del Ministero dell'economia e delle finanze, dal 2017 al febbraio 2020 la vicenda ha riguardato 153.406 rapporti per circa 235.291.437 euro e, per quanto riportato nel provvedimento del Garante, i casi complessivi coinvolgerebbero circa trentamila risparmiatori, per più di 404 milioni di euro;

   il provvedimento del Garante è stato impugnato dinanzi al Tar Lazio. Il procedimento è al momento in attesa che la Corte di giustizia UE si pronunci su una questione meramente procedurale, senza alcuna conseguenza sulle risultanze di merito;

   rimangono ancora irrisolte criticità anche relative al collocamento – dal 1986 al 1996 – dei bpf «Q/P» in relazione ai quali Poste ha omesso di modificare il modulo nella parte in cui riconosce per il periodo dal 21° al 30° anno rendimenti maggiori di oltre il 50 per cento rispetto a quelli concretamente erogati all'atto della liquidazione;

   anche al riguardo si prevede un nuovo contenzioso di massa, di esito incerto per le parti e dunque anche per Poste che, come dichiarato in sede di approvazione del bilancio 2020, ha versato dal 2016 al 2020 – a seguito di sentenze arbitrali e giudiziali – oltre 28 milioni di euro;

   inoltre, sempre con riferimento ai buoni emessi dal 1986 al 1996, molti risparmiatori hanno contestato l'errata applicazione della ritenuta fiscale. Numerosi contenziosi pendono dinanzi alla giustizia ordinaria ed arbitrale, con decisioni contrastanti in favore di una o dell'altra parte –:

   quale sia il numero di controversie pendenti con riferimento alle problematiche segnalate (specificando, ove possibile in base alla contestazione, l'ammontare di bfp e il numero di risparmiatori coinvolti), e quali iniziative, per quanto di competenza, il Ministro interrogato intenda assumere al riguardo per tutelare tutti i titolari rimasti coinvolti.
(5-01664)


   MEROLA e VACCARI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la delega fiscale (legge n. 111 del 2023) prevede princìpi e criteri direttivi per il riordino delle disposizioni sui giochi pubblici, con specifico riguardo alla tutela dei soggetti maggiormente vulnerabili, anche attraverso l'impiego di forme di comunicazione del gioco legale coerenti con l'esigenza di tutela di detti soggetti, alla prevenzione dei fenomeni di disturbi da gioco d'azzardo, alla dislocazione territoriale degli esercizi, alla riserva statale nella organizzazione ed esercizio dei giochi, alla partecipazione degli enti locali al procedimento di autorizzazione e di pianificazione e, grazie ad un emendamento approvato alla Camera voluto fortemente dai PD-IDP, all'accesso, da parte dei soggetti pubblici e privati che svolgono attività di prevenzione e cura della patologia da gioco d'azzardo, ai dati concernenti la diffusione territoriale, la raccolta, la spesa e la tassazione dei giochi autorizzati di qualsiasi tipologia e classificazione;

   secondo rapporto 2022 dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli il gioco legale in Italia, è tornato ai livelli prepandemia del 2019 e ha raggiunto 136 miliardi di euro nel 2022 con un aumento del 22,3 per cento rispetto il 2021. Al netto delle vincite nel 2022 la spesa dei giocatori è stata di 20,34 miliardi con un incremento del 31,3 per cento rispetto all'anno precedente e il gettito erariale è stato di 11,2 miliardi di euro;

   il settore del gioco cresce nonostante le difficoltà economiche e le tensioni sociali; innumerevoli sono i luoghi in cui si può giocare d'azzardo;

   secondo agenzie di stampa la riforma del Governo prevederebbe tra l'altro una sorta di regolarizzazione del punti vendita e ricarica (Pvr) attraverso l'iscrizione ad un albo presso l'Agenzia, senza bandire una gara, per cui saranno abilitati a offrire gioco d'azzardo non solo gli esercizi con licenza specifica ma anche esercizi pubblici commerciali; in tal modo si aumenta l'offerta di gioco e vengono depotenziati i presìdi contro le dipendenze;

   sarebbe utile sapere se sia in corso un confronto con i soggetti interessati dal riordino del settore dei giochi in particolare se vi sia il coinvolgimento degli enti territoriali per un intervento organico di riparto delle competenze e razionalizzazione della normativa –:

   quale sia la raccolta complessiva stimata per il 2023 – anche fornendo una suddivisione per tipologia di gioco e per regione – e le relative entrate erariali, nonché quali siano le previsioni della raccolta per il 2024 alla luce della annunciata riforma.
(5-01665)


   CENTEMERO, BAGNAI, CAVANDOLI e GUSMEROLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nel corso degli anni, è noto come gli incentivi fiscali per gli investimenti sul mercato dei capitali abbiano determinato un impatto rilevante sullo sviluppo del sistema finanziario e sull'economia nel suo complesso, favorendo anche il ricorso a strumenti di finanza alternativa;

   il rafforzamento dei vigente sistema normativo in materia di agevolazioni alle operazioni di investimento sul mercato dei capitali, anche con specifico riferimento all'attività di start-up e Pmi innovative, rappresenta un tema centrale nell'attività parlamentare del Gruppo della Lega, come dimostrato dalle diverse iniziative normative e d'indirizzo assunte già durante la XVIII legislatura;

   pur considerandone il limitato perimetro applicativo, l'attuale regime agevolativo per gli amministratori, i dipendenti e i collaboratori di start-up innovative e cosiddetti «incubatori certificati», di cui all'articolo 27 del decreto-legge n. 179 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 221 del 2012, ha dotato tali aziende di uno strumento di fidelizzazione e incentivazione del management, favorendo l'apporto di opere o servizi qualificati alle medesime, nell'ottica di sostenere le Pmi ad alto potenziale sul mercato di capitali;

   nel merito, è prevista la non imponibilità a fini fiscali e contributivi di quella parte di reddito di lavoro che deriva dall'attribuzione di azioni, quote, strumenti finanziari partecipativi o diritti (anche di opzione);

   rispetto alla possibilità di estendere le suddette agevolazioni previste per i piani di incentivazione al management nell'ambito di start-up innovative anche agli emittenti negoziati su sistemi multilaterali di negoziazione, il Governo, nella seduta n. 142 del 19 luglio 2023, ha assunto un impegno di merito, accogliendo favorevolmente l'ordine del giorno 9/00107/003;

   quanto al livello del prelievo in ambito finanziario, l'articolo 13, comma 2-ter, Allegato A-Tariffa, del decreto del Presidente della Repubblica n. 642 del 1972 ha introdotto un'imposta di bollo sui prodotti finanziari e di investimento, la cui aliquota è stata peraltro aumentata da 1 fino all'attuale 2 per mille dall'articolo 1, comma 581, della successiva legge n. 147 del 2013;

   in generale, proprio con riferimento al settore finanziario, tra i principi direttivi contenuti nella recente legge n. 111 del 2023, l'articolo 5, comma 1, lettera d), reca l'armonizzazione della disciplina sui redditi di natura finanziaria –:

   se e quali iniziative di carattere normativo intenda adottare, nell'attuazione del principio di delega di cui in premessa, in linea con l'atto di indirizzo innanzi citato, nonché includere un superamento dell'imposta di bollo sui prodotti finanziari e di investimento.
(5-01666)


   BORRELLI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi il Ministero dell'economia e delle finanze ha avviato un'operazione-lampo cedendo, tramite accelerated bookbuilding – un meccanismo secondo cui l'offerta viene rivolta esclusivamente a investitori istituzionali selezionati – il 25 per cento delle azioni detenute in BMPS, applicando uno sconto del 4,9 per cento rispetto all'ultimo prezzo di borsa a fronte di una domanda pari a cinque volte l'offerta;

   all'indomani dell'avvio dell'operazione, a trainare il listino principale di Piazza Affari erano i titoli bancari con a capo quelli di BMPS con una performance pari a +2,7 per cento;

   tra gli investitori istituzionali che hanno acquistato parte delle azioni oltre alle italiane Anima Holding, Eurizon, Fideuram, Mediolanum, Azimut e Kairos, figurano quelli esteri come Blackrock, Fidelity, Amundi, Capital Group, D.E. Shaw, Vanguard, Wellington, il fondo sovrano norvegese Norges Bank, anche se nessuno tra essi ha acquisito partecipazioni rilevanti che superano la soglia del 3 per cento;

   la suddetta transazione è stata vagliata settimane addietro insieme ai consulenti UBS e Jefferies e confortata dal lusinghiero giudizio dell'agenzia di rating Moody's che ha riconosciuto i progressi compiuti dalla banca attraverso la ristrutturazione, una maggiore capacità di generare utili e la riduzione del portafoglio di rischio;

   vi sarebbero, pertanto, concrete condizioni per indirizzare ogni futura strategia di gestione della Banca verso un suo definitivo e più completo rilancio, salvaguardandone l'integrità e l'identità, evitando assolutamente azioni che possano invece andare verso aggregazioni con altre realtà a danno dei suoi dipendenti, auspicando l'ingresso nel capitale della banca di investitori italiani con il ruolo di anchor investitor e prendendo in seria considerazione la possibilità, visti i dati di bilancio, che la BMPS possa diventare capofila per la costituzione di un terzo polo bancario, tramite operazioni di sistema finalizzate ad evitare una svendita a spezzatino ed una programmazione del futuro che contempli un'innovativa e importante partecipazione dei dipendenti alla gestione dell'impresa;

   con la riduzione della sua partecipazione azionaria, il Ministero dell'economia e delle finanze detiene ora il 39 per cento dei capitale di MPS e soprattutto conduce lo Stato verso il percorso, tracciato insieme alle autorità europee, di dismettere totalmente la quota di controllo entro la metà del 2024 –:

   se non ritenga di dover adottare una strategia di mercato che oltre al consolidamento aziendale salvaguardi anche il mantenimento di uno stretto collegamento dell'istituto al suo territorio.
(5-01667)

FAMIGLIA, NATALITÀ E PARI OPPORTUNITÀ

Interrogazione a risposta in Commissione:


   GRIBAUDO, BONETTI, ASCARI, BAKKALI, BOLDRINI, CASU, FERRARI, FORATTINI, GEBHARD, GHIO, GHIRRA, GUERRA, GRIMALDI, MALAVASI, MARINO, ROGGIANI, SERRACCHIANI e ZAN. — Al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. — Per sapere – premesso che:

   l'Italia si colloca al 79esimo posto nella graduatoria di 146 Paesi del Global gender gap report 2023, con un arretramento di 16 posizioni rispetto al 2022 mentre l'European institute for gender equality assegna al nostro Paese un valore di 3,6 punti in meno rispetto alla media europea. In particolare, il tasso di occupazione femminile rimane significativamente più basso rispetto alla media europea (nel 2021 inferiore di 14,4 punti percentuali);

   una spinta significativa all'occupazione femminile può arrivare dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, che individua la parità di genere come una delle tre priorità trasversali perseguite in tutte le missioni e prevede l'adozione della strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026;

   la missione 5 «Inclusione e coesione», componente 1 «Politiche attive del lavoro e sostegno all'occupazione», investimento 1.3 «Sistema di certificazione della parità di genere», prevede come obiettivo l'ottenimento della certificazione della parità di genere da parte di almeno 800 imprese (di cui almeno 450 micro, piccole e medie imprese), entro il secondo trimestre 2026 e di almeno 1000 imprese sostenute attraverso l'assistenza tecnica entro il secondo trimestre 2026;

   per il raggiungimento degli obiettivi sopra citati è fondamentale il monitoraggio e il rispetto delle quote di assunzione per donne e giovani nei progetti appaltati, ma i dati sulle gare d'appalto e sugli affidatari sono disponibili al pubblico in misura molto limitata e vengono pubblicati con notevole ritardo;

   secondo i think thank Period e EquALL il 96 per cento delle gare d'appalto relative al PNRR non prevedeva alcuna misura premiale prevista dal decreto-legge n. 77 del 2021, articolo 47 –:

   se la Ministra interrogata sia in possesso di dati aggiornati sull'ottenimento della certificazione di genere, sull'avanzamento rispetto agli obiettivi posti dal PNRR e quali iniziative di competenza intenda adottare affinché le clausole premiali di genere non siano sistematicamente derogate dalle stazioni appaltanti.
(5-01669)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazione a risposta orale:


   VACCARI e GUERRA. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la Holostem terapie avanzate, nata grazie al prezioso connubio tra l'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e le capacità industriali di Chiesi Farmaceutici, è la prima azienda biotecnologica interamente dedicata allo sviluppo, alla produzione, alla registrazione e alla distribuzione di prodotti per terapie avanzate (ATMPs) basati su colture di cellule staminali epiteliali per terapia cellulare e genica;

   vanto della ricerca italiana nel campo della medicina rigenerativa e della terapia genica, Holostem sta per chiudere definitivamente e disperdere il patrimonio rappresentato oggi dai suoi 43 ricercatori e tecnici rimasti a tenere accesa la speranza per le migliaia di «bambini farfalla» nel mondo (si calcola 800 solo in Italia) o in attesa di ricostruzione della cornea a seguito di ustione (decine ogni anno in Italia) attraverso la terapia genica, che possono già usufruire di un farmaco, Holoclar, autorizzato in ambito europeo, che si produce a Modena;

   a seguito della messa in liquidazione, deliberata dall'assemblea dei soci della Holostem terapie avanzate, la fondazione Enea Tech e Biomedical ha recentemente sottoposto al Ministero delle imprese e del made in Italy un progetto volto all'acquisizione della stessa;

   Holostem sembra essere l'investimento perfetto per la fondazione Enea Tech e Biomedical, creata dal Governo nel 2020 per «sostenere la sperimentazione pre-clinica e clinica». La fondazione ha a disposizione 500 milioni di euro per «partecipare, concorrere e investire anche in start-up e PMI ad alto potenziale innovativo e spin-off universitari e di centri di ricerca e sviluppo per offrire soluzioni tecnologicamente avanzate, processi o prodotti innovativi, ovvero per rafforzare le attività di ricerca, consulenza e formazione»;

   con queste premesse Holostem ed Enea Tech hanno avviato una trattativa interrotta dall'opposizione del Ministero delle imprese e del made in Italy. Il Ministero sostiene che questo investimento possa essere considerato un aiuto di Stato, una forma di concorrenza sleale vietata dalle direttive europee;

   secondo gli interroganti, in questo preciso caso, non esiste concorrenza perché Holostem è l'unica azienda in Europa che fa ricerca su questa terapia. I regolamenti europei, inoltre, prevedono che l'aiuto di Stato possa essere concesso quando rappresenta uno strumento per correggere i cosiddetti fallimenti del mercato, cioè quando lo Stato interviene per garantire la produzione di un bene necessario. La fondazione Enea Tech ha infatti presentato un ricorso argomentato alla mancata autorizzazione del Ministero, anche perché da quando è stata creata non è riuscita a spendere nemmeno un euro dei 500 milioni messi a disposizione dal Governo;

   il 30 novembre 2023 è l'ultimo giorno disponibile per ottenere l'autorizzazione del Ministero: senza una prospettiva economica, dal 1° dicembre 2023 la Holostem sarà liquidata e per i ricercatori inizierà la procedura di licenziamento;

   la scorsa settimana davanti alla sede del centro di medicina rigenerativa «Stefano Ferrari», che ospita Holostem, si sono riuniti in tanti, malati, famigliari, ricercatori, rappresentanti, per portare la loro testimonianza. Le associazioni che assistono i pazienti affetti da epidermolisi bollosa hanno organizzato una raccolta firme per sostenere la causa di Holostem;

   la chiusura di Holostem sarebbe un fatto devastante per i pazienti poiché non avrebbero altra possibilità di cura e rappresenterebbe una sconfitta per il mondo della ricerca e per quanto è stato investito in Holostem –:

   quali urgenti iniziative di competenza si intendano adottare per scongiurare la perdita di un patrimonio scientifico e di cura come quello rappresentato da Holostem.
(3-00821)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   FOSSI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   in data 6 novembre 2023 l'amministrazione straordinaria di Sanac s.p.a. ha pubblicato l'invito a manifestare interesse all'acquisto dei complessi aziendali;

   Sanac s.p.a. è una società attiva nel settore della estrazione, produzione e commercializzazione di materie prime e materiali refrattari ed è indirettamente controllata da Ilva s.p.a., società in amministrazione straordinaria;

   l'azienda è stata ammessa nel 2015 alla procedura di amministrazione straordinaria ai sensi dell'articolo 3 del decreto-legge n. 347 del 2003 e dichiarata successivamente insolvente con sentenza del 5 marzo 2015 emessa dal tribunale di Milano;

   l'azienda, operante con quattro stabilimenti in Sardegna, Toscana, Piemonte e Liguria, riforniva di materiali refrattari gli impianti dell'ex Ilva ed è partecipata dallo Stato tramite Invitalia;

   Acciaierie d'Italia, partecipata dallo Stato attraverso Invitalia, però da tempo si rifornisce all'estero e i lavoratori della Sanac, pur in grado di produrre quanto necessario, sono costretti alla cassa integrazione (nel solo stabilimento di Vado si tratta di 80 lavoratori);

   tre bandi, predisposti dalla struttura commissariale, sono andati deserti e diverse sigle sindacali richiedono a gran voce che, prima che si concludi la (quarta) presentazione delle manifestazioni di interesse in data 10 gennaio 2024, il Governo si attivi per vincolare Acciaierie d'Italia alla ripresa degli ordini nei confronti di Sanac;

   la partecipazione alla gara da parte di Acciaierie d'Italia si rende necessaria fin da subito, secondo le associazioni di categoria, nelle more della conoscenza dei soggetti che parteciperanno al bando;

   per di più, ArcelorMittal nel 2019 vinse il bando per l'acquisizione di Sanac ma non ne perfezionò l'acquisizione e una volta esperito il termine triennale, il processo è dovuto ricominciare daccapo;

   l'erogazione di ulteriori fondi pubblici (230 milioni di euro) deve essere contestuale all'assunzione di responsabilità di ArcelorMittal, che dovrebbe partecipare all'investimento, pena un ulteriore spreco di denaro pubblico (come riportano le sigle sindacali, si tratta di un totale di 2 miliardi e 300 milioni di fondi pubblici) –:

   se il Governo intenda adottare le iniziative di competenza per assicurare la partecipazione di Acciaierie d'Italia al bando predisposto dalla struttura commissariale;

   se e come si intenda intervenire per vincolare Acciaierie d'Italia alla ripresa degli ordini nei confronti di Sanac, ponendo fine alla situazione di cassa integrazione in cui versano centinaia di lavoratori.
(5-01671)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   AMATO e CASO. — Al Ministro dell'istruzione e del merito, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   il Ministero dell'istruzione e del merito, nel 2021, si è attivato per bandire due procedure concorsuali per la copertura dei posti vacanti di Dsga. Per una prima procedura concorsuale ordinaria, in virtù delle previsioni contenute nel decreto-legge n. 146 del 21 ottobre 2021, convertito con modificazioni, dalla legge n. 215 del 17 dicembre 2021 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 301 del 20 dicembre 2021, veniva adottato il regolamento dedicato al personale esterno all'amministrazione scolastica. La suddetta procedura, dopo aver acquisito i pareri dei consessi competenti, attende solo l'emanazione del bando concorsuale; una seconda procedura, prevista dal decreto-legge del 29 dicembre 2022, n. 198 convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2023, n. 14 (cosiddetta milleproroghe), veniva invece riservata al personale interno all'amministrazione scolastica, fermo restando il possesso dei requisiti di base: laurea magistrale specialistica in discipline giuridiche ed economiche; tre anni di servizio nel ruolo di Dgsa;

   risulta anche che per oltre il 30 per cento dei posti vacanti (938) il Ministero dell'economia e delle finanze abbia garantito e reso già disponibile la copertura economica per l'assunzione immediata in sede di conferimento dei contratti a tempo determinato per il corrente anno scolastico 2023-2024 –:

   quali iniziative di competenza si intendano adottare per l'emanazione dei bandi di cui sopra e se la mancata emanazione dei bandi concorsuali non abbia provocato uno spostamento dei fondi stanziati in altri capitoli di spesa.
(5-01670)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SIMIANI, FOSSI, BONAFÈ, BOLDRINI, GIANASSI, SCOTTO, DI SANZO e FURFARO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   lo stabilimento siderurgico Jsw di Piombino si trova in uno stato di prolungata inattività, nonostante l'acquisizione 5 anni fa degli impianti da parte del gruppo indiano Jindal;

   l'accordo sottoscritto il 24 luglio 2018 tra le parti pubbliche e la Jsw Steel Italy srl, dove Jsw si impegnava ad attuare un complesso piano industriale, non è stato infatti mai concretizzato; ad oggi il piano industriale è stato totalmente disatteso e lo stabilimento si trova in una situazione di grave carenza manutentiva e produttiva, incluso il grave stato di decadimento delle infrastrutture portuali attualmente in concessione demaniale marittima (concessione peraltro scaduta il 31 marzo 2023);

   per queste ragioni, Jsw fruisce dalla Cassa integrazione in deroga per le aree di crisi complessa ai sensi dell'articolo 44 comma 11-bis del decreto legislativo n. 148 del 2015, la cui scadenza è prevista per il 7 gennaio 2024. Come riportano tutte le più importanti associazioni sindacali provinciali, nell'estate 2022, vi è stato un interessamento avanzato dal gruppo ucraino Metinvest nello sviluppare, in joint-venture con la società Danieli, un'acciaieria elettrica e un impianto per la produzione di laminati piani sulle aree concesse al gruppo Jsw;

   la conseguente necessità, da parte di ambedue le società, di sviluppare i relativi business plans ha inevitabilmente dilatato i tempi, e, secondo le associazioni sindacali, questo impedisce il ricorso alle singole causali di intervento di integrazione salariale straordinaria di cui al decreto legislativo n. 148 del 2015, in mancanza dei requisiti richiesti per le singole fattispecie di intervento di crisi o riorganizzazione aziendale o solidarietà;

   stante questa circostanza, l'azienda, le parti sociali e le istituzioni locali concordano sulla necessità di una proroga del già menzionato ammortizzatore, nelle more della definizione delle partite di ingresso di Metinvest-Danieli con gli attesi piani industriali;

   in questo contesto è utile sottolineare come il disegno di legge di bilancio 2024 sembrerebbe includere lo stanziamento di ulteriori 63,3 milioni di euro, utilizzabili dalle regioni per le finalità dell'articolo 44 comma 11-bis del decreto legislativo n. 148 del 2015 al fine di consentire alle imprese d'interesse strategico nazionale con più di mille lavoratori e con piani di organizzazione ancora incompleti, una proroga della Cigs fino al 31 dicembre 2024;

   da quanto si apprende dalle sigle sindacali, il presidente della regione Toscana ha condiviso anch'egli la necessità di proseguire con l'attuale ammortizzatore e si è impegnato a richiedere al Ministero le risorse necessarie;

   le organizzazioni sindacali, tramite documento del 22 novembre 2023, hanno inoltrato allo stesso Ministro del lavoro e delle politiche sociali la richiesta di un incontro per illustrare in modo dettagliato la situazione e far emergere le forti preoccupazioni dei lavoratori;

   data l'imminente scadenza del gennaio 2024, infatti, 1400 lavoratori delle acciaierie di Piombino sono angosciati da una mancata proroga dell'ammortizzatore sociale in questione –:

   se, stanti queste premesse, non si intenda rapidamente adottare le iniziative di competenza per assicurare il rinnovo della cassa integrazione per i lavoratori della Jsw;

   se e quando verranno incontrate le associazioni sindacali affinché possano dare un'illustrazione dettagliata della complicata situazione dell'azienda e dei lavoratori.
(5-01668)

Interrogazione a risposta scritta:


   BARBAGALLO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   Blujet srl, società controllata da Rete ferroviaria italiana, è operativa dal 1° maggio 2019 nello Stretto di Messina per garantire, ai sensi della legge n. 96 del 2017 e ai sensi dell'articolo 89-bis del decreto-legge n. 104 del 2020, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 126 del 2020, il servizio di continuità territoriale ferroviaria attraverso mezzi veloci per il trasporto pubblico di persone ed espleta tale servizio in ragione del contratto di programma Stato-rete ferroviaria italiana;

   ai lavoratori di Blujet è applicato il contratto collettivo nazionale di lavoro per marittimi imbarcati su navi superiori a 151 tonnellate, piuttosto che il contratto collettivo nazionale di lavoro della mobilità area contrattuale attività ferroviaria, come richiesto dai sindacati, stante il servizio di continuità territoriale che garantiscono;

   in data 28 giugno 2022, su richiesta dei sindacati, il direttore generale del dipartimento regionale del lavoro, presso la Regione Siciliana, si era pronunciato sostenendo che – considerato che la Blujet srl è soggetta alla direzione e al coordinamento da parte di Rete ferroviaria italiana che ne detiene la proprietà – si può ragionevolmente affermare che il servizio espletato dai lavoratori della Blujet srl rientri a tutti gli effetti nell'alveo del contratto collettivo nazionale di lavoro della mobilità area contrattuale attività ferroviaria;

   a oggi, al fine di rivendicare il diritto all'applicazione del contratto di riferimento, non si è ancora aperto alcun tavolo di trattativa, né si è mai avviata alcuna interlocuzione –:

   quali ulteriori iniziative di competenza si intenda assumere al fine di giungere all'applicazione, nel più breve tempo possibile, della tipologia contrattuale adeguata alle mansioni svolte dai lavoratori di Blujet e ai massimi livelli di sicurezza.
(4-01951)

Apposizione di una firma ad una interpellanza.

  L'interpellanza urgente Matone e altri n. 2-00276, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 22 novembre 2023, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Boschi.

INTERROGAZIONI PER LE QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA


   ASCARI e CARAMIELLO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   si è appreso da fonti di stampa del gravissimo episodio di violenza verificatosi il 3 aprile 2023 all'interno del carcere di Reggio Emilia;

   sembrerebbe che un detenuto quarantenne di origine tunisina, una volta uscito dall'ufficio del direttore, nel corridoio sia stato incappucciato con una federa, tenuto faccia a terra sul pavimento, denudato e picchiato da quattordici agenti di polizia penitenziaria;

   questi, dopo averlo pestato, avrebbero camminato con gli scarponi sul detenuto, mentre gli bloccavano mani e piedi e lo avrebbero condotto in una cella di isolamento, dove, dopo un'ora di urla, sarebbe stato soccorso da un medico e da un altro detenuto;

   per tali fatti, il detenuto ha riportato 20 giorni di prognosi ed è stato trasferito in un altro istituto di pena;

   gli agenti di polizia penitenziaria risultano formalmente indagati in concorso e a vario titolo, di tortura, lesioni e falso ideologico;

   quanto verificatosi è gravissimo; è necessario che le autorità competenti facciano rapidamente luce sull'accaduto;

   la certezza sulle reali condizioni e sul rispetto dei diritti all'interno degli istituti penitenziari è una priorità che non riguarda solo i detenuti ma tutti i cittadini –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti;

   se e quali misure, nell'ambito della propria competenza, anche di carattere ispettivo e disciplinare, abbia già intrapreso o intenda intraprendere nei confronti del personale interessato all'interno del carcere di Reggio Emilia;

   se e quali iniziative di carattere normativo e organizzativo, con particolare riguardo alla formazione del personale di polizia penitenziaria, intenda adottare per garantire il pieno rispetto della legge e dei diritti dei detenuti, tutelati dalla Costituzione e dalle convenzioni internazionali, al fine di evitare in futuro il ripetersi dei gravi fatti riportati in premessa.
(4-01484)

  Risposta. — Con l'atto di sindacato ispettivo in esame, riferito di un caso di violenza a un detenuto da parte di agenti del corpo di polizia penitenziaria in servizio presso gli istituti penali di Reggio Emilia, si sollevano specifici quesiti in ordine alle eventuali iniziative di natura ispettivo e/o disciplinare da adottare, nonché circa le attività formative previste per il personale del corpo.
  Orbene, l'evento critico indicato risulta verificatosi presso gli istituti penali di Reggio Emilia in data 3 aprile 2023 ed è riferibile al detenuto K.L. e riguarda atti di violenza subiti da parte di agenti della polizia penitenziaria.
  In particolare, in data 7 aprile 2023, il detenuto K.L., per il tramite del proprio difensore di fiducia, presentava formale querela.
  Il 7 luglio 2023, veniva emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Reggio Emilia l'ordinanza n. 3290/2023 del Registro generale delle notizie di reato – 2112 Registro generale giudice per le indagini preliminari di applicazione della misura coercitiva e interdittiva dall'esercizio di un pubblico ufficio o servizio nei confronti di dieci unità appartenenti al corpo di polizia penitenziaria in servizio presso la casa circondariale di Reggio Emilia, per i reati di cui agli articoli 110, 613-
bis, commi 1, 2 e 4, 61, n. 2, 479, per fatti commessi il 3 aprile 2023 presso il medesimo istituto.
  Il 13 luglio 2023, a seguito della predetta ordinanza, tutto il personale coinvolto a vario titolo veniva obbligatoriamente sospeso dal servizio ai sensi dell'articolo 7, comma 1, del decreto legislativo 30 ottobre 1992, n. 449.
  Pertanto, nessun cedimento da parte dell'amministrazione, assolutamente ferma a sanzionare, secondo legge, i dipendenti infedeli che pongano in essere condotte illecite ed antitetiche al dovere di giuramento effettuato ed all'alta funzione ricoperta.
  Il tutto, non solo a doverosa tutela delle vittime, ma altresì della restante e stragrande maggioranza del corpo della polizia penitenziaria e degli operatori tutti che quotidianamente svolgono opera meritoria nelle carceri in condizioni, come è noto, affatto semplici.
  In seguito, in ragione della revoca della misura interdittiva emessa il 25 luglio 2023 dal giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Reggio Emilia in favore di un appartenente al corpo coinvolto nei fatti descritti, quest'ultimo, con decreto 1° agosto 2023, è stato reintegrato in servizio e attualmente presta servizio presso la casa circondariale di Enna, in posizione di distacco.
  Allo stato, il procedimento penale risulta pendente in indagine.
  Quanto alla formazione del personale del corpo, iniziale e di aggiornamento circa i propri compiti e doveri, conoscenza dell'ordinamento penitenziario e della legge in generale, Costituzione e convenzioni internazionali in materia di diritti dei detenuti, in concreto, questa attenzione viene espressa sia attraverso la previsione di tematiche d'insegnamento afferenti al tema della centralità e dignità della persona e dei suoi diritti fondamentali, sia attraverso l'approfondita selezione dei formatori esperti e competenti, sia attraverso l'adozione di metodologie didattiche interattive che consentano non solo la trasmissione di «sapere», ma anche di «saper fare», di modelli operativi incentrati sul rispetto dei valori fondamentali della persona.
  Nei corsi di formazione iniziale, come nei percorsi di avanzamento di grado e di aggiornamento, nutriti moduli sono dedicati ai principi fondamentali della Costituzione, alle convenzioni internazionali sui diritti umani e alla normativa penitenziaria conseguente.
  Nel 2022 è stato erogato a tutti i comandanti di reparto del corpo di polizia penitenziaria in servizio negli istituti penitenziari del territorio un corso in tema di «Etica e sicurezza», il cui obiettivo formativo è stato quello di approfondire in linea teorica e pratica l'imprescindibile connubio tra l'etica del pubblico servizio, la deontologia professionale, il rispetto dei diritti fondamentali dei detenuti e la conservazione della sicurezza negli istituti, quale condizione per attuare il trattamento penitenziario rieducativo.
  Nel mese di ottobre 2023, ad esempio, si è svolto il corso di approfondimento sulle
Nelson Mandela Rules a cura dell'OSCE/ODIHR (Office for democratic institutions and human rights) e PRI (Penal reform international), con il coinvolgimento di ruoli multiprofessionali, quali il direttore, il funzionario giuridico pedagogico e il personale di ogni ruolo della Polizia penitenziaria, di più istituti penitenziari.
  Detto corso ha rappresentato un'occasione unica di riflessione sui principi e sulle tematiche delle
Mandela Rules, stimolando la condivisione e lo scambio di buone prassi.
  La metodologia formativa fortemente orientata alla partecipazione attiva ha reso il corso particolarmente dinamico e coinvolgente.
  Ciò si è potuto realizzare grazie al ruolo dei
trainers che hanno seguito e guidato le tematiche affrontate dal gruppo dei partecipanti e promosso esercizi e brainstorming coadiuvati dai facilitatori.
  Il corso sulle
Nelson Mandela Rules ha previsto la partecipazione del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, attraverso un apprezzato contributo sul ruolo del Garante e sull'approfondimento di alcune importanti sentenze della corte di Strasburgo.
  I suddetti percorsi formativi sono confermati anche nella programmazione dell'anno in corso.
  Non solo relativamente alla programmazione a livello centrale sono pianificati percorsi di approfondimento sui diritti dei detenuti, ma anche con riguardo alla formazione erogata sul territorio; presso le articolazioni provveditoriali, infatti, si persegue il medesimo obiettivo di consolidare le conoscenze e l'operatività improntate al rispetto dei principi fondamentali della persona.
  Anche nell'erogazione della formazione di tipo addestrativo (istruttori di tecniche di difesa personale, istruttori di tiro, scorte e tutela), spazio e attenzione sono dedicati ai moduli sul rispetto della persona, sulla condivisione di modelli operativi altamente ispirati al principio di legalità e umanità, prediligendo tecniche di autocontrollo, nonché di gestione dello
stress da lavoro correlato.
  La programmazione e progettazione formativa, inoltre, contempla la trasmissione al personale di Polizia penitenziaria di tecniche mediative e di
problem solving, per la soluzione dei conflitti e il controllo dell'aggressività; anche per effetto di questa scelta, viene in concreto perseguito il rispetto dei diritti fondamentali della persona detenuta.
  Inoltre, con l'obiettivo di rendere efficace la formazione, costante è l'attenzione profusa nel trasformare le conoscenze erogate in strumenti concreti di lavoro, cercando di rivolgere la formazione stessa al maggior numero possibile di operatori penitenziari di polizia, così da rendere il cambiamento culturale azione di sistema, pervasiva di ogni contesto e capillarmente penetrante in ogni realtà lavorativa del territorio.

Il Ministro della giustizia: Carlo Nordio.


   DORI. — Al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   a Vaiano Cremasco, in provincia di Cremona, in via 1° Maggio è presente un complesso di palazzine popolari risalenti agli anni '70, di proprietà dell'Azienda lombarda per l'edilizia residenziale (Aler) di Cremona, in cui vivono attualmente almeno 50 famiglie;

   il complesso residenziale risulta situato di fronte a due edifici scolastici, una scuola materna e una scuola media, ed è confinante con uno dei principali parchi pubblici del paese;

   da anni i residenti delle case popolari di via 1° Maggio protestano per l'indecorosa situazione in cui sono costretti a vivere, in particolare a causa delle condizioni in cui versano le fosse biologiche e gli scarichi di collegamento, ricettacolo anche di topi e scarafaggi;

   la situazione è stata più volte denunciata dal consigliere nazionale di Europa Verde, Andrea Ladina;

   in particolare, il problema dei reflussi fognari si ripete ormai nel tempo e l'ultimo recente episodio risale al periodo pasquale quando gli abitanti delle case popolari hanno assistito all'abbondante fuoriuscita sotto le finestre e vicino alle porte delle abitazioni al piano terra di acque nere maleodoranti e infettive provenienti dalle fosse biologiche, che andrebbero eliminate dopo 40 anni di utilizzo, con conseguente sversamento delle acque nere nelle fognature comunali;

   solo dopo diverse proteste e denunce degli abitanti, e non solo, è stato previsto l'intervento di un'azienda addetta allo spurgo incaricata tuttavia di provvedere allo svuotamento di una sola delle fosse presenti nell'area, lasciando le restanti – ormai anch'esse stracolme – in procinto di poter tracimare da un momento all'altro;

   le condizioni ormai fatiscenti delle fosse biologiche si affiancano alle già presenti situazioni disastrose degli immobili che pongono nel totale degrado l'intero complesso residenziale;

   gli interventi ad oggi posti in essere appaiono sporadici e insufficienti alla concreta e definitiva risoluzione della problematica che necessiterebbe piuttosto di una programmazione manutentiva periodica delle fosse biologiche seguita da un vero e proprio piano di risanamento dal punto di vista ambientale del complesso abitativo –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza e in accordo con gli enti preposti, intenda porre in essere affinché si provveda a un rapido risanamento delle plurime criticità ambientali delle case ALER di Vaiano Cremasco, con particolare riguardo al sistema fognario, a tutela del diritto degli abitanti di vivere in condizioni igienico-sanitarie dignitose.
(4-00925)

  Risposta. — L'atto di sindacato ispettivo in riguardo le condizioni in cui versano le fosse biologiche e gli scarichi di collegamento in relazione ad un complesso di palazzine popolari di proprietà dell'azienda lombarda per l'edilizia residenziale (Aler) di Cremona.
  Premesso che le questioni poste dall'interrogante esulano dagli ambiti di specifica competenza del dipartimento della protezione civile e del dipartimento casa Italia della Presidenza del Consiglio dei ministri, sulla scorta degli elementi pervenuti si rappresenta quanto segue.
  Il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica è impegnato costantemente, e con la massima attenzione, a vigilare e ad intraprendere e portare avanti tutte le azioni di competenza volte alla risoluzione delle problematiche inerenti al settore fognario depurativo.
  Alla luce della normativa vigente in materia, tuttavia, la depurazione e, conseguentemente, la gestione degli impianti si inserisce nel processo verticale del servizio idrico integrato (S.I.I.) composto da acquedotto, fognatura e depurazione: in particolare, l'articolo 149, comma 1, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 affida agli enti di governo d'ambito – in sede di predisposizione e/o aggiornamento del piano d'ambito – il compito di condurre le attività di ricognizione delle infrastrutture, di programmazione degli interventi e di redazione del piano economico finanziario.
  La corretta gestione del servizio idrico integrato, secondo le norme vigenti, prevede pertanto una struttura decisionale locale che fa capo agli enti di Governo d'ambito a cui spetta la scelta del modello organizzativo del servizio idrico integrato, la pianificazione degli interventi necessari a fornire un servizio di qualità, la redazione del piano economico e finanziario della gestione e l'affidamento del servizio ad un gestore unico, oltre che il controllo e la vigilanza sulla gestione.
  Nel caso specifico, il comune di Vaiano Cremasco ricade nell'ambito territoriale ottimale di Cremona. I servizi di acquedotto, fognatura e depurazione risultano gestiti dalla società
in house Padania Acque spa. Tale ente, pertanto, è il soggetto preposto al risanamento delle criticità segnalate.
  Gli aspetti igienici ed urbanistici associati alla situazione segnalata rientrano, parimenti, nella competenza delle amministrazioni locali e delle autorità sanitarie.

Il Ministro per la protezione civile e le politiche del mare: Nello Musumeci.


   FRATOIANNI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   in data 19 novembre 2023 è iniziata l'offensiva turca nei territori del Kurdistan denominata «Spada ad artiglio», contro la Siria del nord e dell'est;

   questa operazione di invasione, la quarta in dieci anni, mira a distruggere il progetto sociale dell'Amministrazione autonoma della Siria del nord e dell'est, che difende i diritti di tutti e tutte, si fonda sul pluralismo politico, culturale e religioso e rappresenta un esempio di democrazia e di soluzione di pace per il conflitto in Siria e i popoli del Medio Oriente;

   oltre a colpire villaggi e civili, gli attacchi turchi sono mirati a distruggere infrastrutture come ospedali, centrali elettriche e riserve di grano;

   l'aggressione della Turchia sta massacrando quei popoli che da anni sacrificano la loro vita contro il terrorismo, partecipando e vincendo la guerra contro l'Isis a nome del mondo intero;

   lo Stato turco, secondo esercito più grande della Nato, sta continuando a lanciare attacchi servendosi di diversi tipi di strumenti di guerra, come droni e aerei;

   nello specifico è stato attestato l'uso di sei differenti armi chimiche durante le operazioni militari turche nelle montagne del Kurdistan iracheno (Iraq del nord), come evidenziato dai report dell'Ippnw (Fisici internazionali per la prevenzione della guerra nucleare), del Cacwk (Coalizione contro le armi chimiche in Kurdistan), del centro stampa dell'HP e del giornalista britannico Steve Sweney;

   bombe vietate e armi chimiche sono state utilizzate almeno 2.476 volte negli ultimi sei mesi, in aperta violazione della Convenzione sulle armi chimiche;

   a parere dell'interrogante tale utilizzo di strumenti che rientrano nella lista delle armi di distruzione di massa (Cbrn weapons) dovrebbe essere perseguito legalmente dalla comunità internazionale;

   la Turchia è sull'orlo del default finanziario e per proseguire le sue aggressioni militari continua a fare affidamento su solidi rapporti commerciali in cui l'Italia assume un ruolo chiave;

   il nostro Paese è infatti il primo importatore di filati e tessuti a maglia: tra gennaio e ottobre 2021 ha importato per un valore di 295 milioni di dollari e 31,9 milioni nel settore delle calzature;

   nei primi mesi del 2020, l'Italia ha esportato verso la Turchia armi per 60 milioni di dollari, in particolare tramite l'azienda italiana «Leonardo», partecipata pubblica;

   a tal proposito si evidenzia che la legge n. 185 del 1990 «Norme sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento», vieta esportazioni di armi ai Paesi in stato di conflitto armato e la cui politica contrasti con i principi dell'articolo 11 della Costituzione italiana –:

   quali urgenti iniziative di competenza intenda assumere nei confronti della Turchia per condannare le ripetute offensive militari nei territori del Kurdistan e l'utilizzo di armi chimiche da parte dell'esercito turco sulle popolazioni curde;

   se, anche in considerazione dell'appartenenza dell'Italia all'Opcw (Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche) non intenda attivarsi presso le Nazioni Unite e ogni altro organismo europeo e internazionale al fine di promuovere una inchiesta internazionale che faccia luce sui crimini di guerra che si stanno consumando nei territori del Kurdistan per mano della Turchia.
(4-00328)

  Risposta. — L'Italia attribuisce primaria importanza al rispetto delle norme internazionali che vietano l'uso di armi chimiche e ne condanna l'utilizzo da parte di chiunque, ovunque e in ogni circostanza.
  Per quanto riguarda l'asserito uso di armi chimiche da parte della Turchia in Siria e Iraq, non si dispone di elementi che possano confermarne l'impiego. In tal senso si sono espressi anche l'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza/Vicepresidente della Commissione, Josep Borrell e il Consiglio dell'Unione europea in risposta ad analoghe interrogazioni del Parlamento europeo. Né risulta che, ad oggi, l'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC) abbia avviato indagini sul tema, in assenza di elementi certi.
  La Turchia è uno degli Stati parte della convenzione per la proibizione delle armi chimiche (CWC) e come tale è soggetta agli obblighi e ai meccanismi di ispezione e verifica da essa previsti.
  In linea con le posizioni assunte dall'Unione europea, sosteniamo con forza la piena attuazione della convenzione e l'operato dell'OPAC, l'organizzazione deputata a verificarne il rispetto da parte di tutti gli Stati parte, come testimonia, da ultimo, la nostra attiva partecipazione ai lavori della V conferenza di riesame della convenzione svoltasi nello scorso mese di maggio 2023 all'Aja.
  L'Italia ha piena fiducia nella professionalità, imparzialità e indipendenza dell'OPAC e del suo segretariato tecnico nel condurre le attività di verifica previste dalla convenzione e continuerà a monitorare con attenzione ogni sviluppo in questo delicato settore.

Il Viceministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale: Edmondo Cirielli.


   ONORI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (Maeci) organizza periodicamente delle sessioni di tirocini da svolgersi presso le ambasciate, consolati, delegazioni ed istituti di cultura italiani all'estero;

   tale programma è organizzato dalla Conferenza dei rettori delle Università italiane (Crui), la quale permette la partecipazione al bando di selezione solamente a studenti che siano iscritti ad un percorso di laurea magistrale presso un'università italiana, in accordo con quanto sancito dalla specifica convenzione dell'8 giugno 2017 tra Maeci, Miur e Fondazione Crui;

   la menzionata convenzione all'articolo 4, punto 1, prevede che: «Ciascuna Università che intende partecipare al Programma stipula con la Fondazione Crui una convenzione che fissa compiti, oneri e responsabilità dei contraenti» e all'articolo 5, recante i requisiti, nel caso di tirocini presso le rappresentanze diplomatiche o presso i consolati, prevede che possano partecipare al Programma gli studenti iscritti a uno dei corsi di laurea magistrale o a ciclo unico previsti dall'articolo 3, comma 1, lettera c) del decreto del Presidente della Repubblica 1° aprile 2018 n. 72, recante la disciplina per il concorso di accesso alla carriera diplomatica;

   la paradossale conseguenza è che gli studenti italiani che decidano di intraprendere un percorso di studi all'estero restano privi della possibilità di partecipare ai descritti tirocini del Maeci;

   inoltre, stando alla menzionata convenzione, tali tirocini sono anche finalizzati alla partecipazione al concorso diplomatico, unico canale di accesso alla carriera diplomatica italiana;

   un motivo ricorrente per cui i giovani intraprendono un percorso di studi all'estero è per frequentare università particolarmente prestigiose per taluni ambiti di studio, ad esempio quello delle relazioni internazionali;

   la circostanza che gli studenti italiani iscritti a percorsi di laurea all'estero siano esclusi a priori dai menzionati tirocini genera anche una perdita di fatto a livello di sistema-Paese. Infatti, da una parte un consistente numero di studenti italiani decide di studiare all'estero, dall'altra si verifica una sorta di indiretto incentivo in ragione del quale la quasi totalità dei futuri diplomatici italiani avrà studiato in Italia, senza precedenti e importanti esperienze all'estero –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa;

   se e quali iniziative, per quanto di competenza, si intenda intraprendere per porre fine alla descritta situazione di iniquità.
(4-01623)

  Risposta. — I partner della invenzione quadro per la realizzazione del programma di tirocini curriculari presso la rete diplomatico-consolare e gli istituti italiani di cultura sono il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (MAECI), il Ministero dell'università e della ricerca (MUR) e la Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI).
  Dal 2017, la convenzione gestisce in modo centralizzato lo svolgimento di questi tirocini, affidando la selezione e l'assegnazione degli studenti ai lavori di una commissione congiunta composta da rappresentanti del MAECI, del MUR e della fondazione CRUI.
  La convenzione riguarda esclusivamente gli atenei aderenti alla CRUI, che – per definizione – non possono essere che italiani. Un'eventuale apertura gli atenei stranieri non potrebbe essere fatta attraverso una mera estensione della convenzione.
  Il MAECI attribuisce grande valore alla gestione unificata delle candidature, in quanto la convenzione MAECI – MUR – CRUI garantisce un'offerta di tirocini curriculari stabile, sistematica e ampia, che coinvolge tutte le Sedi all'estero, compresi gli istituti italiani di cultura. La centralizzazione mira, inoltre, ad ottenere la più estesa partecipazione delle università italiane ai tirocini offerti dal MAECI, garantendo al contempo la parità di accesso a tutti gli studenti meritevoli.
  In base alla convenzione, agli studenti viene garantito un rimborso spese a carico delle università, a valere su fondo per il sostegno dei giovani e la mobilità degli studenti, introdotto dalla legge n. 170 del 2003 e riservato solamente agli atenei italiani. L'eventuale allargamento di partecipazione non consentirebbe quindi agli studenti di atenei stranieri di usufruire di tale rimborso, creando una disuguaglianza di trattamento tra i candidati selezionati.
  Quanto al concorso per l'accesso alla carriera diplomatica, il relativo regolamento (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1° aprile 2008 n. 72, come modificato dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28 gennaio 2013, n. 17) non contempla lo svolgimento di un tirocinio MAECI-MUR-CRUI tra i requisiti d'accesso alla procedura, né tale tirocinio è considerato come esperienza valutabile ai fini del conferimento di punteggio aggiuntivo.
  Al concorso diplomatico possono partecipare candidati in possesso di titolo straniero riconosciuto in Italia. Viene inoltre assegnato punteggio ai titoli universitari stranieri
post-laurea.
Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale: Maria Tripodi.


   PORTA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   la scuola legalmente riconosciuta e paritaria italiana Antonio Raimondi di Lima, in Perù, è un'istituzione importante per la promozione della lingua e cultura italiana in Perù e simbolo di amicizia tra l'Italia e questo Paese andino;

   tale scuola rappresenta un biglietto da visita importante per il nostro Paese essendo espressione della nostra tradizione culturale;

   risulta all'interrogante che vi siano alcune irregolarità nella gestione di tale Istituto, che ha la parità in tutti i suoi ordini di studio, rinvenibili nella qualifica dei docenti, nella nomina degli organi collegiali, per cui non esiste un rappresentante degli studenti e dei genitori, e nella gestione degli organi collegiali anche in occasione dello svolgimento degli scrutini, in difformità dalle prescrizioni del decreto legislativo n. 297 del 1994 e della legge n. 27 del 3 febbraio 2006 (conversione in legge del decreto-legge n. 250 del 5 dicembre 2005 – articolo 1-bis – norme in materia di scuole non statali);

   inoltre, risulta che le due scuole facenti parte dell'istituzione Antonio Raimondi abbiano la stessa coordinatrice didattica e che dette scuole siano entrambe in carico allo stesso ente gestore, in difformità alle indicazioni previste nella normativa concernente la parità scolastica;

   oltre questi aspetti generali, risulta all'interrogante che vi siano state irregolarità nella gestione dei contratti, come nel caso di quello del dirigente M.L., e nei diritti da assicurare ai docenti italiani come quello al biglietto aereo per il rimpatrio;

   si tratta di aspetti che mettono a rischio lo status di scuola paritaria dell'Istituto Raimondi di Lima, sul quale non vi è stata una reale attività di vigilanza da parte dell'Ambasciata italiana, nonostante le sollecitazioni pervenute –:

   se i Ministri interrogati intendano adottare iniziative di competenza in ordine a quanto descritto in premessa, anche con l'avvio di una ispezione da parte di una commissione mista del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e del Ministero dell'istruzione e del merito per verificare le irregolarità denunciate ai fini di un'eventuale sospensione del riconoscimento legale dei titoli di studio e della parità scolastica, al fine di ripristinare presso la scuola Raimondi di Lima il rispetto della legalità e della trasparenza, salvaguardando il buon nome dell'Italia e della sua tradizione culturale.
(4-01658)

  Risposta. — Il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (MAECI), attraverso il competente ufficio V della direzione generale per la diplomazia pubblica e culturale (DGDP), è in costante contatto con l'ambasciata d'Italia a Lima, che fornisce regolari informazioni sulla scuola paritaria Istituto comprensivo «Antonio Raimondi».
  Sono ad esempio noti i problemi causati, fra la fine del 2022 e l'inizio del 2023, dalla precedente consiliatura dell'ente gestore AEAR (Associazione educativa Antonio Raimondi), che ha disposto la nomina di un nuovo coordinatore didattico dell'Istituto comprensivo «Antonio Raimondi» senza informare previamente l'ambasciata. Che, pertanto, non ha potuto esercitare tempestivamente i previsti compiti di indirizzo e vigilanza.
  In ogni caso, a seguito del licenziamento senza giustificato motivo dell'allora coordinatrice didattica, professoressa M.M., e della nomina del nuovo coordinatore didattico, professore M.L., il cui profilo non appariva in linea con i requisiti previsti, anche di residenza nel paese, il MAECI ha richiesto l'inserimento dell'Istituto «Raimondi» nell'elenco delle scuole oggetto di visita ispettiva da parte del Ministero dell'istruzione e del merito (MIM). Questo al fine di verificare i fatti e la sussistenza dei requisiti per il mantenimento della parità
ex articolo 5.7 del decreto interministeriale n. 4716 del 2009.
  Successivamente, in ragione dell'elezione dei nuovi organi direttivi dell'ente gestore AEAR e della nomina di un nuovo rappresentante legale, si è deciso di posticipare momentaneamente la già programmata visita ispettiva, per dare tempo alla nuova amministrazione di cercare di risolvere le criticità pendenti relative alla sostituzione del coordinatore didattico.
  Il 23 maggio 2023 l'ambasciata ha ricevuto dall'ente gestore la comunicazione di avvenuta risoluzione unilaterale del contratto con il professore M.L. per mancato superamento del periodo trimestrale di prova previsto dalla normativa contrattuale peruviana. Ha anche ricevuto la comunicazione di nomina come nuova coordinatrice didattica della professoressa S.M. (già coordinatrice didattica della scuola «Dante Alighieri», gestita dallo stesso ente AEAR). Si è trattato, a detta dell'ente, di una nomina dettata da circostanze del tutto eccezionali, temporanee e legate alla necessità di non interrompere le attività didattiche durante le procedure di scelta di un nuovo coordinatore didattico, che risultano essere tutt'ora in corso.
  Il 18 agosto 2023 l'ambasciata ha trasmesso al MAECI la documentazione relativa alla richiesta di mantenimento della parità didattica da parte dell'Istituto «Raimondi». Il MAECI ha valutato favorevolmente le prime misure poste in essere dalla nuova direzione e ha espresso, limitatamente all'anno scolastico 2023, parere favorevole al mantenimento della parità, assicurando che avrebbe provveduto a monitorare attentamente la situazione in vista della richiesta per l'anno successivo.
  Il MAECI, dopo verifica anche con il MIM, non ritiene che sia contraria alla normativa vigente la circostanza che le due scuole facenti parte dell'istituzione «Antonio Raimondi» abbiano la stessa coordinatrice didattica, e che dette scuole siano entrambe in carico allo stesso ente gestore.
  Il Ministero non è invece a conoscenza di eventuali irregolarità nella gestione dei contratti di lavoro dei docenti reclutati dall'Italia. Tali rapporti, regolati in base alla legislazione peruviana, sono gestiti direttamente dall'AEAR, che comunica periodicamente all'ambasciata i nominativi dei docenti italiani abilitati, così come i bilanci annuali, preventivo e consuntivo, per le verifiche previste.
  Il MAECI sta verificando, insieme ai competenti uffici del MIM, la possibilità di inviare quanto prima una visita ispettiva presso l'Istituto per verificare lo stato di avanzamento delle iniziative poste in essere dal nuovo legale rappresentante dell'ente gestore, al fine di verificare la sussistenza delle condizioni per il mantenimento della parità scolastica.
  Infine, appare opportuno precisare che l'attività di indirizzo e sorveglianza svolta dal MAECI, di concerto con l'ambasciata a Lima, è funzionale alla verifica delle condizioni per il mantenimento della parità scolastica richiesta annualmente dall'ente gestore ed è sempre stata esente da giudizi di merito sull'attività dell'ente stesso e sui risultati accademici degli studenti. In tale ambito circoscritto, MAECI e ambasciata hanno ripetutamente sollecitato l'ente AEAR a una maggiore tempestività nelle azioni di informazione preventiva.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale: Maria Tripodi.