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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Martedì 6 febbraio 2024

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:


   ASCARI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   fonti accademiche attestano che l'Argentina, fin dal periodo post-peronista, svolge una funzione di sbocco per la cocaina prodotta in America Latina, rappresentando già allora sia un luogo di consumo ma anche un luogo di transito tramite le reti di contrabbando all'estero gestite da mafiosi italiani ed ebrei (The «Pre-Colombian» Era of Drug Trafficking in the Americas: Cocaine, 1945-1965 - di Paul Gootenberg, su «The Americas», Cambridge University Press, 2007);

   il procuratore generale Nicola Gratteri e il professore Antonio Nicaso, nella ricerca sul campo confluita nella pubblicazione del 2022 «Oro bianco. Storie di uomini, traffici e denaro dall'impero della cocaina», affermano che il traffico internazionale di cocaina che transita dall'Argentina rimane florido e che, per una parte significativa, viene gestito dalla 'ndrangheta attraverso raffinate operazioni finanziarie e la compiacenza della classe dirigente;

   gli autori della pubblicazione riportano i dati della Direzione centrale dei servizi antidroga (Dcsa) specificando che, dagli anni '90 ad oggi, la prima destinazione della cocaina in uscita dai porti di Puerto Madryn, Buenos Aires e Zarate è l'Europa e che i carichi che si dirigono principalmente verso Spagna, Italia e Olanda vengono occultati in container che trasportano gamberetti e porfido;

   la consistenza del fenomeno descritto da Gratteri e Nicaso è stata confermata dal Global Report on Cocaine 2023 prodotto dall'United Nations Office on Drugs and Crime;

   nell'ottobre del 2014 la stampa argentina informava che, presso il porto di Valencia in Spagna, la Guardia Civil sequestrava 380 chilogrammi di cocaina nascosti in un container che trasportava pietra inviata dalla società argentina United Stone SA. Gli inquirenti argentini ipotizzavano il coinvolgimento nell'operazione «Piedras Blancas» di Alfredo Ferrucci e della rappresentante della società, la trentina Stella Maris Colombini (Inédito: para eludir los escáneres ocultan droga en mármol - La Nacion, 18 ottobre 2014);

   Ferrucci e Colombini, nei giorni successivi al sequestro dichiaravano la loro estraneità rispetto al traffico di droga internazionale (Aseguran que el contenedor de pórfidos salió de la Argentina libre de cocaína - El Chubut, 8 maggio 2014);

   il 29 ottobre 2014 alla Camera dei deputati veniva presentata l'interrogazione parlamentare 4-06633 sulla vicenda del carico di cocaina che sarebbe stato destinato, almeno in parte, alla città di Trento e sul fatto che alcuni imprenditori trentini sarebbero stati comproprietari della società coinvolta. Nell'atto si chiedevano informazioni in merito alla natura degli scambi commerciali tra le società trentine coinvolte e gli esportatori argentini e se il Ministro interrogato intendesse intervenire per far luce sulla vicenda. L'atto, tuttavia, nel corso della legislatura XVII non riceveva alcuna risposta;

   da quanto risulta all'interrogante l'allora procuratore di Trento, Giuseppe Amato, riteneva di non intraprendere alcuna iniziativa con riguardo alle possibili connessioni con la realtà locale confermando le dichiarazioni pronunciate poco prima secondo le quali il Trentino sarebbe stato un «territorio assolutamente sano» (L'uomo del clan. Le infiltrazioni della criminalità in Trentino secondo Luigi Bonaventura, ex 'ndranghetista - Questo Trentino, ottobre 2013);

   a dispetto delle dichiarazioni dei soggetti coinvolti, Ferrucci nel 2022 veniva condannato dalla giustizia argentina a una detenzione di cinque anni e dieci mesi. Alla United Stone rappresentata da Stella Maris Colombini veniva revocata la personalità giuridica e disposta la cancellazione dell'iscrizione dal registro delle imprese (Mármol bianco. Condenan a un empresario por un contrabando de 380 kilos de cocaína a España y su compañía perdió todos los permisos - La Nación, 23 marzo 2022);

   sul fronte europeo, la giustizia spagnola faceva, invece, il suo corso già nel 2015 condannando tre rappresentanti dell'impresa importatrice, la Imexeval Representaciones s.r.l. di Barcellona, a cui era destinato il carico di droga pura al 77 per cento e che sul mercato avrebbe potuto fruttare circa 15 milioni di euro (Un viejo proveedor de la Casa Rosada quedó a un paso de ser condenado por enviar 380 kilos de cocaína a España - Tribuna de periodista, 9 novembre 2021) –:

   quali siano le iniziative adottate dal Governo italiano per studiare e contrastare l'imponente traffico internazionale di stupefacenti proveniente dall'Argentina;

   quali siano state le iniziative e l'esito degli accertamenti volti a investigare i possibili collegamenti con soggetti operanti sul territorio italiano in relazione all'operazione Piedras Blancas, con particolare riferimento alle verifiche svolte dalla procura di Trento.
(4-02277)


   CAFIERO DE RAHO, ASCARI, QUARTINI, SCERRA, ORRICO, CAROTENUTO, AMATO, BARZOTTI, PAVANELLI, ILARIA FONTANA, L'ABBATE, CARMINA, DONNO, TORTO, AURIEMMA, ALFONSO COLUCCI, PENZA, FEDE, IARIA, AIELLO, CASO, CAPPELLETTI e GUBITOSA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il 25 gennaio 2024, il procuratore generale presso la Corte di cassazione – per l'inaugurazione dell'anno giudiziario – ha testualmente affermato che «l'esigenza di una sistematica evoluzione del “diritto vivente” delle confische si ricollega al profondo rinnovamento che, negli anni più recenti, ha investito la materia in esame, anche nel contesto giuridico europeo, dove emergono un'evidente centralità del tema del “recupero dei patrimoni” (asset recovery) e una precisa tendenza verso l'unificazione delle legislazioni nella disciplina della confisca non basata sulla condanna (non-conviction based confiscation)»;

   alla luce di questa importante posizione, desta preoccupazione l'esame, da parte della Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu), della vicenda di alcuni imprenditori siciliani nel settore del gas (i fratelli Cavallotti); il tema più spinoso riguarda la confisca del patrimonio di coloro che sono stati assolti nei rispettivi processi per associazione mafiosa;

   le misure di prevenzione patrimoniali sono uno strumento straordinario di contrasto alle mafie e l'acquisizione da parte dello Stato delle loro ricchezze, con successiva riutilizzazione sociale dei beni, costituisce un pilastro fondamentale e irrinunciabile della normativa antimafia, in particolare per l'alto valore simbolico del messaggio positivo di legalità e contro le mafie che attraverso essa viene trasmesso alla collettività;

   la Corte Edu sinora si è orientata nel senso di ritenere infondati o inammissibili i ricorsi contro le misure di prevenzione italiane (sentenza Raimondo c. Italia del 22 febbraio 1994 e le decisioni Arcuri c. Italia, del 5 luglio 2001 e Morabito c. Italia del 2005);

   in particolare, nel caso Arcuri c. Italia, la Corte Edu ha ritenuto manifestamente infondate le doglianze, in ragione della pericolosità delle mafie e dei loro enormi patrimoni, il contrasto della quale è rimesso alla discrezionalità legislativa nazionale. In tale contesto, la legge italiana non consente di basarsi su meri sospetti ma richiede concreti elementi di fatto che possano fondare ragionevoli presunzioni;

   vi sono poi numerosi precedenti nei quali la Corte Edu ha ritenuto lecito per gli Stati sottoscrittori adottare misure preventive di acquisizione patrimoniale a carico di soggetti sospettati di fatti illeciti, a prescindere dalla condanna penale, anche nell'esercizio della discrezionalità legislativa nazionale volta al perseguimento di interessi legittimi della collettività;

   si veda per esempio il caso Yldirim c. Italia, decisione del 10 aprile 2003, in cui si trattava del proprietario di un pullman, che era stato locato a una ditta di trasporto di persone. Il veicolo era stato poi confiscato per essere stato il locatario colto nell'atto di trasportare immigrati irregolari, ai sensi dell'articolo 12 decreto legislativo n. 286 del 1998. La Corte Edu ha ritenuto il ricorso del locatore inammissibile, perché l'Italia ha un legittimo interesse alla repressione dell'immigrazione irregolare e ben può invertire l'onere della prova circa la buona fede del terzo sull'uso illecito della cosa;

   nel caso Gogitidze e altri c. Georgia, sentenza del 12 maggio 2015, veniva in questione la confisca di beni a carico di un soggetto che era indiziato dei reati di estorsione e di corruzione, i quali tuttavia non erano stati accertati. La Corte Edu ha dichiarato insussistenti le violazioni della Convenzione lamentate dai ricorrenti, in ragione del superiore interesse collettivo nella lotta alla corruzione, i cui mezzi devono essere ritenuti rimessi alla discrezionalità nazionale, ivi compresa l'inversione dell'onere della prova circa la provenienza dei beni (paragrafo 108);

   nel caso Telbis e Vitizeu c. Romania (sentenza del 26 giugno 2018) veniva in rilevo un uomo condannato per corruzione, le cui moglie e nipote lamentavano la confisca di danaro e altri beni, a loro dire, non appartenenti al condannato ma a loro medesime. La Corte ha respinto ogni argomento delle ricorrenti, poiché nel corso della procedura di confisca esse si erano potute difendere. La Corte ha ripetuto anche che la sua stessa giurisprudenza «incoraggia la confisca dei beni collegata alla repressione di reati seri quali la corruzione, il riciclaggio e il traffico di stupefacenti, anche senza la previa condanna penale» (paragrafo 76);

   risulta che nel caso Cavallotti all'esame della Corte di Strasburgo, l'Avvocatura generale dello Stato si sia costituita a difesa dell'Italia e abbia svolto ampi argomenti;

   sussiste l'esigenza urgente che a tutte le autorità del Consiglio d'Europa sia ben chiara quale sarebbe la conseguenza grave dell'eventuale accoglimento del ricorso, vale a dire la messa in discussione del pilastro fondamentale del contrasto delle mafie in Italia e in Europa (l'attacco ai patrimoni illeciti);

   significherebbe tornare indietro di 70 anni e calpestare l'eredità di Paolo Borsellino, che contro l'accumulo di ricchezze illegali tramite gli appalti ha speso la sua attività fino al sacrificio della vita –:

   quali iniziative di competenza intendano assumere presso le debite sedi del Consiglio d'Europa per assicurarsi che quanto in premessa sia adeguatamente rappresentato.
(4-02282)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:

   Filippo Mosca, 29enne originario di Caltanissetta, si trova, dall'aprile 2023, detenuto nel carcere di Porta Alba di Costanza in Romania, in seguito ad una condanna in primo grado a otto anni e sei mesi per traffico internazionale di sostanze stupefacenti;

   lo scorso aprile 2023 aveva partecipato ad un festival musicale che si svolge ogni anno nel teatro estivo di Costanza ed è stato arrestato per avere – così si apprende – trasportato un pacco affidatogli da una conoscente contenente droga;

   sua madre, Ornella Matraxia, residente a Londra con altre due figlie, denuncia alla stampa le gravi condizioni detentive, inumane e di degrado, di suo figlio, che «vive in una cella di circa 30 mq con altri 24 detenuti, che hanno a disposizione un buco sul pavimento come bagno. Le condizioni igienico-sanitarie sono a dir poco disastrose», e riporta, inoltre di una cella invasa da ratti e insetti, autorizzato a fare una sola doccia a settimana, senza una coperta, senza alcuna assistenza sanitaria e con cibo scarso e insano; Filippo stesso racconta che una detenuta si è suicidata e che altri spesso tentano di fare lo stesso;

   l'udienza per ottenere gli arresti domiciliari, chiesti dai legali di Filippo Mosca, si terrà il prossimo 12 febbraio 2024 e ad aprile inizierà il processo d'appello;

   si apprende che in questi nove mesi il legale romeno avrebbe chiesto più volte gli arresti domiciliari che, però, sarebbero sempre stati sempre negati, e che la famiglia avrebbe tentato ripetutamente di trovare assistenza dall'ambasciata italiana, ma che le risposte sarebbero state insoddisfacenti;

   il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (Cpt), istituito ai sensi dell'articolo 1 della Convenzione per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti, è un organo del Consiglio d'Europa che ha il compito di esaminare, per mezzo di sopralluoghi, il trattamento delle persone private di libertà allo scopo di rafforzare la loro protezione dalla tortura e dalle pene o trattamenti inumani o degradanti;

   il Cpt ha chiesto alle autorità rumene «di proseguire con determinazione la riforma del sistema penitenziario, al fine di porre rimedio ad alcune gravi e persistenti lacune»; nel suo rapporto relativo ad una visita ad hoc effettuata in Romania dal 10 al 21 maggio 2021, dedicata essenzialmente alla valutazione del trattamento delle persone private della libertà nelle carceri e stazioni di polizia, ha infatti esortato le autorità ad adottare misure prioritarie volte a migliorare le condizioni di vita e proporre ai detenuti una gamma di attività motivanti per aiutarli a preparare il loro reinserimento nella società, ad aumentare l'organico della polizia penitenziaria e ad accertarsi che i servizi sanitari corrispondano alle esigenze di cura dei detenuti;

   il rapporto del Cpt sulle carceri romene denuncia, inoltre, che il sovraffollamento carcerario continua a costituire un grave problema, che incide negativamente non soltanto sulle condizioni di vita, ma anche sulle attività proposte ai detenuti, sulle cure mediche e sul tasso di violenza; due degli istituti penitenziari visitati, le carceri di Craiova e di Mărgineni, superavano il 150 per cento della loro capacità, garantendo a numerosi detenuti soltanto uno spazio vitale di 2 metri quadri all'interno della loro cella; le condizioni materiali erano inoltre generalmente scadenti in tutte le carceri visitate: celle fatiscenti e prive di mobilio, materassi e lenzuola consunti e infestati dalle cimici; come sottolineato dalla stessa Commissione europea, ogni anno decine di migliaia di cittadini sono sottoposti a procedimenti penali per presunti reati o condannati in un altro Stato membro dell'Unione europea, e l'intervento delle Istituzioni europee, e il rispetto del significativo quadro normativo di cui l'Unione europea si è dotata a tal fine, è necessario per realizzare e garantire uno spazio comune europeo di giustizia basato sulla fiducia reciproca, nel pieno rispetto delle garanzie dei diritti umani, processuali e detentivi di tutti i cittadini –:

   quali iniziative di competenza i Ministri interpellati abbiano intrapreso nonché intendano intraprendere con sollecitudine al fine di garantire il pieno rispetto dei diritti umani fondamentali del cittadino italiano Filippo Mosca attualmente detenuto in Romania, anche in osservanza della Convenzione europea dei diritti dell'uomo così come modificata dai protocolli nn. 11 e 14, e dei protocolli nn. 1, 4, 6, 7, 12 e 13, nonché delle decisioni quadro 2008/909/GAI e 2009/829/GAI del Consiglio europeo.
(2-00323) «Serracchiani, Gianassi, Di Biase, Zan, Lacarra».

Interrogazione a risposta in Commissione:


   BOLDRINI, AMENDOLA, PROVENZANO, PORTA e QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il 10 gennaio 2024 è entrata in vigore la decisione assunta il 30 novembre 2023 dalla Corte suprema russa di vietare le attività del «movimento LGBT internazionale», etichettato come «estremista»;

   non esiste in Russia e nel mondo un'organizzazione che reca questa denominazione, il che lascia intendere che le autorità russe intendano perseguire qualunque persona e qualunque associazione si impegni per i diritti delle persone LGBTQIA+;

   è stato il Governo russo, e precisamente il Ministero della giustizia, il 17 novembre 2023 a chiedere alla Corte suprema di deliberare in questa direzione, proseguendo così nell'intensa attività messa in campo dal partito di Putin contro le minoranze sessuali che minerebbero i presunti «valori tradizionali» della società: corrispondono a questa attività le decisioni politiche già assunte recentemente di divieto della cosiddetta «propaganda gay» e della transizione di genere;

   questi atti discriminatori e illiberali hanno il pieno sostegno della chiesa ortodossa russa, il cui portavoce Vakhtang Kipishidze ha dichiarato che il risultato delle attività del movimento LGBTQIA+ sarebbe «la distruzione dell'idea tradizionale del matrimonio e della famiglia», e il Patriarcato di Mosca ha difeso il bando del «movimento internazionale Lgbt» in Russia, deciso dalla Corte suprema, definendolo «autodifesa morale della società»;

   la sentenza della Corte suprema russa è stata criticata dall'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk, il quale ha affermato che «Nessuno dovrebbe essere incarcerato per aver svolto attività a favore dei diritti umani o vedersi negare tali diritti per il proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere»;

   è diffusa la preoccupazione sul fatto che questa decisione della Corte suprema – assunta peraltro a porte chiuse alla sola presenza dei rappresentanti del Ministero della giustizia – possa portare ad un aumento dell'odio e del bullismo contro la comunità LGBTQIA+ e a crescenti azioni di persecuzione nei suoi confronti, oltre a determinare il fatto che chiunque affermi o promuova la parità di diritti per le persone LGBTQIA+ affronterà conseguenze penali;

   con questa decisione la Russia si schiera di fatto con i 70 Paesi che criminalizzano l'omosessualità nel mondo –:

   quali iniziative di competenza intendano adottare i Ministri interrogati per garantire alle persone LGBTQIA+ e a chi difende i diritti umani in Russia la più ampia possibilità di protezione e di accoglienza nel nostro Paese, compresi il supporto psicologico e legale;

   se non intendano adottare iniziative di competenza volte ad escludere dalla lista dei cosiddetti «Paesi di origine sicuri», ai sensi dell'articolo 2-bis del decreto legislativo 28 gennaio 2008, n. 25, quelli nei quali è in atto una discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere.
(5-01967)

AFFARI EUROPEI, SUD, POLITICHE DI COESIONE E PNRR

Interrogazione a risposta scritta:


   LACARRA, STEFANAZZI e UBALDO PAGANO. — Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:

   dal 19 al 21 giugno 2024 avrebbe dovuto tenersi a Bari l'edizione 2024 dell'Annual International Conference Exhibition (Aice) della World Free Zones Organization, la conferenza mondiale che riunisce le circa 5000 zone economiche speciali (Zes) e le 2260 zone franche di oltre 140 Paesi e rappresenta un tavolo strategico per il confronto tra autorità politiche e istituzionali, investitori, Ceo di importanti multinazionali, esperti del settore e attori economici e sociali di livello globale;

   l'iniziativa, volta a raccogliere e diffondere le best practices sperimentate in tutte le zone economiche speciali e le zone franche del mondo, avrebbe rappresentano un'opportunità molto significativa per l'Italia e la Puglia;

   la designazione di Bari quale sede per l'edizione 2024 dell'Aice ha rappresentato uno dei risultati più rimarchevoli conseguiti dal commissario della Zes adriatica interregionale Puglia-Molise;

   con una nota del presidente dell'organizzazione, Mohammed Al Zarooni, è stata resa nota la decisione di trasferire la sede della nostra decima edizione della conferenza da Bari a Dubai, Emirati Arabi Uniti;

   secondo quanto si apprende da organi di stampa, la decisione è derivata dal «vuoto istituzionale» in cui si sono imbattuti i referenti dell'organizzazione a partire dal 1° gennaio 2024, in concomitanza con l'entrata in vigore della Zes unica. In particolare, Cesare Zingone, membro del board della Wfzo, ha dichiarato di «non aver ricevuto risposta» alle richieste rivolte al Ministro Fitto sul punto, vedendosi dunque costretto a trasferire altrove la manifestazione per garantirne il buon esito;

   con un ordine del giorno (approvato nel testo riformulato dal Governo) a firma degli interroganti, presentato il 30 ottobre 2023 in Assemblea, nell'ambito della conversione in legge del decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124 il Governo si era impegnato a valutare l'opportunità di garantire l'effettivo svolgimento in Italia dell'edizione 2024 dell'Annual International Conference Exhibition della World Free Zones Organization (in sede di presentazione, si chiedeva un impegno a garantire il mantenimento dell'iniziativa a Bari);

   il trasferimento della sede dell'Aice 2024 si tradurrà in un danno incalcolabile per il Paese e per il territorio che avrebbe dovuto ospitare l'evento –:

   se intenda fornire le dovute spiegazioni in merito alle ragioni del trasferimento della sede dell'Aice 2024 da Bari a Dubai;

   se ritenga di aver posto in essere tutte le azioni occorrenti di propria competenza per garantire il rispetto dell'impegno assunto con l'approvazione dell'ordine del giorno di cui in premessa.
(4-02280)

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazione a risposta immediata:


   GADDA, FARAONE, DEL BARBA, DE MONTE, MARATTIN, BONIFAZI, BOSCHI, GIACHETTI e GRUPPIONI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   con legge n. 232 del 2016 il Governo Renzi introdusse l'esenzione Irpef per i redditi dominicali e agrari;

   la misura, poi rinnovata fino al 2023 anche dal Governo in carica, era diretta ai coltivatori diretti e agli imprenditori agricoli professionali iscritti alla previdenza agricola e ai familiari coadiuvanti il coltivatore;

   l'abolizione dell'Irpef agricola e di altre imposte, insieme ad altre misure di sostegno come gli sgravi contributivi per l'insediamento di giovani e donne, avevano consentito di riconoscere all'agricoltura il suo ruolo strategico dal punto di vista economico, occupazionale e di presidio del territorio;

   l'esenzione Irpef non troverà più applicazione nel 2024; pertanto, i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali, dovranno dichiarare i redditi dominicali e agrari derivanti dalle risultanti catastali con rivalutazione dell'80 per cento per il reddito dominicale e del 70 per cento per quello agrario;

   la Presidente del Consiglio dei ministri, rispondendo ad un'interrogazione a risposta immediata in Assemblea del gruppo Italia Viva, ha dichiarato che la misura era stata «istituita in via temporanea nel 2016» sebbene sia stata sempre prorogata fino al 2023; ha altresì aggiunto che «non è stata prorogata da questo Governo perché (...) abbiamo constatato che andava a beneficio di chi ne aveva meno bisogno (...) le imprese con grande estensione di terreno e redditi elevati (...) la misura rischiava di diventare un privilegio»;

   le affermazioni della Presidente del Consiglio dei ministri, secondo gli interroganti, sembrano tradire la mancata conoscenza delle modalità di calcolo dell'Irpef agricola e, soprattutto, del mondo agricolo in generale, oggetto di continue variabilità nell'andamento di prezzi e costi di produzione a causa di fattori di mercato, geopolitici e climatici;

   le decisioni del Governo hanno di fatto inserito una patrimoniale di 250 milioni di euro nel settore, non compensata da altri interventi del Governo sul fronte fiscale in termini generali o di filiera;

   sono molte le micro-tasse inserite nella legge di bilancio che gravano su consumatori e imprese e altre misure come il decreto legislativo n. 184 del 2023, che introduce l'obbligo di assicurazione per i mezzi agricoli non circolanti, rischiano di penalizzare gli operatori;

   in queste ore, forse su pressione della protesta degli agricoltori, le posizioni del Governo sembrano essere mutate;

   il Ministro interrogato, stando agli organi di informazione, avrebbe aperto al rinnovo dell'esenzione dell'Irpef agricola messa in campo dal Governo Renzi e alcune indiscrezioni giornalistiche sembrerebbero ventilare la probabile «marcia indietro» sulla misura da parte del Governo –:

   come il Ministro interrogato, in considerazione delle sofferenze in atto nel mondo agricolo, intenda ripristinare l'esonero Irpef in termini di beneficiari e di adeguate coperture finanziarie.
(3-00964)

Interrogazione a risposta in Commissione:


   MARINO, VACCARI, FORATTINI, ANDREA ROSSI, IACONO e PORTA. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   in Sicilia è allarme siccità, ma lo è in particolare per la provincia di Enna, interessata da un andamento climatico anomalo segnato da alte temperature e scarsità di precipitazioni. A subire gli effetti di questo caldo anomalo di inizio inverno è soprattutto il comparto agricolo, che, in questa fetta di territorio, rappresenta una quota importante dell'economia locale;

   in Sicilia, la seconda metà del 2023 è stata la più arida da oltre un secolo: da settembre a dicembre, l'ammanco complessivo è di circa 220 millimetri di pioggia, mentre il solo ultimo mese dell'anno ha registrato deficit di precipitazioni fino al 96 per cento su alcune località, tra le province di Enna (-81,5 per cento mediamente sull'intera provincia) e Catania (-80 per cento in media);

   la condizione degli invasi siciliani, la cui capacità è limitata dal sedime accumulato sui fondali e che si stima occupi fino al 40 per cento della capacità totale di stoccaggio, non consente più di assolvere pienamente, né alla loro funzione calmieratrice delle piene, né tantomeno a quella di riserva di acqua. Gennaio è il quinto mese consecutivo che fa registrare precipitazioni inferiori alla norma del periodo, con un deficit di circa 200 millilitri di acqua;

   la fotografia complessiva è preoccupante, si passa da zone colpite da fenomeni di siccità estrema ad aree interessate da fenomeni di siccità severa. Una situazione che sta danneggiando agricoltori e allevatori, già gravati dalle conseguenze dei fenomeni atmosferici anomali che hanno colpito l'isola per tutto il 2023;

   l'assessore regionale all'agricoltura ha annunciato che presto dichiarerà lo stato di calamità naturale per l'emergenza siccità. Un segnale concreto per il comparto agricolo e per i nostri agricoltori in difficoltà –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere, con somma urgenza, per rispondere all'emergenza idrica che sta interessando la Sicilia ed in particolare il territorio ennese, se non intenda sostenere programmi finalizzati a finanziare nuovi impianti di dissalazione e se non valuti opportuno adottare iniziative di competenza finalizzate a sospendere alcuni termini tributari e contributivi nei confronti degli imprenditori impegnati nel comparto agroalimentare siciliano.
(5-01971)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta orale:


   TONI RICCIARDI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   Enel spa, società quotata a partecipazione pubblica, ha annunciato la volontà di avviare un processo di esternalizzazione delle attività di core business come ad esempio quelle riguardanti le manovre in cabina secondaria (attività altamente strategiche nonché pericolosissime sul versante della sicurezza) e al tempo stesso ha prospettato un cambio di orario e una riorganizzazione di carichi di lavoro;

   questi annunci però non hanno visto alcun confronto preliminare con le organizzazioni sindacali, che hanno già lanciato l'allarme circa questa modalità unilaterale di procedere da parte del player energetico;

   le organizzazioni sindacali temono, e a ragione, che questa volontà aziendale possa tradursi in un ridimensionamento dei livelli occupazionali e dei diritti dei lavoratori;

   anche sullo smart working, strumento importante di flessibilità, l'azienda per il momento non ha formulato alcuna proposta alle organizzazioni sindacali;

   i sindacati hanno chiesto, senza ricevere risposta, la possibilità di avere un confronto sulle attività aziendali, sulla riorganizzazione interna, sulla verifica dei modelli organizzativi, sulla sicurezza, sulle articolazioni territoriali, sulla messa a terra degli investimenti PNRR, su orario di lavoro e settimana corta;

   questa incertezza sta facendo sì che l'azienda veda andare via importanti e preziose professionalità attratte dalla concorrenza in un settore in espansione –:

   se il Governo risulti a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative intenda assumere al fine di promuovere un tavolo di confronto tra azienda e sindacati con l'obiettivo di preservare professionalità e livelli occupazionali in un processo di modernizzazione interno che aumenti la capacità competitiva anche sulla base del riconoscimento di diritti e prestazioni come appunto richiesto dalle rappresentanze dei lavoratori.
(3-00975)

GIUSTIZIA

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:

   il tirocinio formativo ex articolo 73 del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69 presso gli uffici giudiziari è un'attività che prevede per gli studenti, che al termine del loro percorso universitario hanno raggiunto un voto superiore al 105 o che hanno una media pari o superiore al voto 27 nelle materie principali, l'affiancamento per 18 mesi ad un magistrato al fine di collaborare nello svolgimento della funzione giudiziaria;

   il bando prevede che il tirocinante svolga l'affiancamento al magistrato un minimo di due giorni a settimana seguendo il proprio affidatario nella redazione di sentenze, ordinanze e decreti, dello studio di fascicoli, della scrittura dei verbali d'udienza ecc.;

   all'interno del bando è previsto un rimborso spese per il tirocinante di 400 euro lordi al mese, che verranno erogati solo al termine del tirocinio compilando la relativa domanda di borsa di studio. Tale borsa di studio viene erogata ai tirocinanti sulla base dei fondi stanziati dal Ministero della giustizia anno per anno e assegnati in base alla graduatoria basata sull'Isee;

   dal 2013 al 2021 i fondi stanziati dal Ministero della giustizia hanno coperto interamente tutte le domande di borsa di studio; nell'anno 2022, che fa riferimento alle domande di borsa dell'anno di tirocinio presentate nel 2021, le risorse messe a disposizione non sono state sufficienti escludendo così 1200 richiedenti;

   il Ministero, edotto della situazione, ha stanziato l'anno scorso un'integrazione di fondi per 5 milioni di euro (con decreto interministeriale del 6 marzo 2023, integrazione delle risorse destinate alle borse di studio per i tirocini formativi svolti nell'anno 2021 presso gli uffici giudiziari, Gazzetta Ufficiale serie generale n. 95 del 22 aprile 2023) per poter coprire tutte le borse rimaste fuori in riferimento all'anno di tirocinio del 2021;

   il contenuto di tale decreto riporta quanto segue: L'ammontare delle risorse destinate agli interventi di cui all'articolo 73, comma 8-bis, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, di cui al decreto interministeriale 24 dicembre 2021, è incrementato dell'importo di euro 5.500.000;

   alla fine dell'anno 2023, in attesa della nuova graduatoria per le domande di tirocinio presentate nell'anno 2022, i fondi stanziati non sono stati sufficienti e le richieste escluse dal rimborso sono risultate 714, poi diminuite a 350 grazie alle rimanenze finanziarie dell'anno precedente;

   lo svolgimento del tirocinio e l'esclusione dalla possibilità del rimborso sono in contrapposizione con la risoluzione del Parlamento europeo del 14 giugno 2023 «recante raccomandazioni alla Commissione concernenti tirocini di qualità nell'Unione», in merito a nuove regole anti-sfruttamento in tutta l'Unione che obbliga gli Stati membri a normare la retribuzione obbligatoria per gli stage e tirocini;

   in data 7 luglio 2023, è stata pubblicata la graduatoria definitiva degli aventi diritto all'assegnazione delle borse di studio, pari a 400 euro mensili lordi, di cui al decreto interministeriale 30 dicembre 2022, recante la determinazione annuale delle risorse destinate all'attuazione degli interventi di cui all'articolo 73 del decreto-legge n. 69 del 2013, convertito con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013 n. 98, nonché l'individuazione dei requisiti per l'attribuzione delle borse di studio per l'attività di tirocinio espletata durante l'anno solare 2022 dai cosiddetti tirocinanti giudiziari, di cui all'articolo 73 del decreto-legge n. 69 del 2013;

   si evidenzia che l'importo complessivo liquidabile, al netto di Irap e come da specificazione resa dalla Direzione bilancio e contabilità, ammonta a complessivi euro 8.287.389,86 netti (pari a lordi euro 8.991.818,00) e che, a fronte di 3586 domande di borsa di studio validate nel software ministeriale, ne sono state accolte 2872 (per cui verrà erogata la borsa di studio), pari all'80,09 per cento delle domande ricevute e validate;

   sono, pertanto, rimasti esclusi dall'assegnazione della borsa di studio, 714 tirocinanti giudiziari i quali non percepiranno alcun rimborso per lo svolgimento delle mansioni espletate nel 2022;

   il reddito Isse-U risultato idoneo per l'attribuzione del beneficio è all'incirca a euro 68.990,66;

   con successivo decreto interministeriale del 29 agosto 2023 sono stati destinati i fondi rimanenti dell'integrazione precedente per le borse escluse in riferimento all'anno 2022;

   si rappresenta che l'importo complessivo liquidabile, al netto di Irap e come da specificazione resa dalla Direzione bilancio e contabilità del Ministero della giustizia, ammonta a complessivi euro 1.223.687 (pari a lordi euro 1.327.700) e che, grazie a tale importo, sono state accolte ulteriori 385 domande di borsa di studio;

   sono, pertanto, rimasti esclusi dall'assegnazione della borsa di studio, 329 tirocinanti giudiziari i quali non percepiranno alcun rimborso per lo svolgimento delle mansioni espletate nel 2022;

   di contro, nel 2019 sono state accolte il 92,53 per cento delle domande e nel 2020 il 99,69 per cento delle domande, dati che hanno creato nei tirocinanti la legittima aspettativa di ricevere un rimborso;

   inoltre, il meccanismo di assegnazione del rimborso non presenta gradualità, con la conseguenza che chi non rientra nella graduatoria definitiva perde l'intero rimborso –:

   se stia valutando delle soluzioni in extremis, come già avvenuto nel 2023 attraverso iniziative di stanziamento apposito di fondi;

   se consideri una riorganizzazione generale dell'intero sistema che superi la logica dei tirocini e degli stage non retribuiti e che risolva tutte le gravi criticità giuridiche ed economiche del sistema de quo;

   se, a seguito della risoluzione del Parlamento europeo del 14 giugno 2023 prima citata, intenda prevedere una nuova regolamentazione che migliori la situazione di coloro che svolgano il tirocinio presso gli uffici giudiziari dall'inizio e per tutta la durata del percorso di stage.
(2-00321) «Ciocchetti».

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta immediata:


   MANES. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il 16 gennaio 2024 è stata fornita risposta ad un atto di sindacato ispettivo dell'interrogante avente per oggetto la tematica dell'adeguamento strutturale del viadotto «Camolesa», tra l'interscambio A4/A26 di Santhià e lo svincolo di Albiano;

   il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti si era impegnato a monitorare il rispetto del cronoprogramma dei lavori indicati, al fine di poter garantire la realizzazione dei necessari lavori di adeguamento e messa in sicurezza;

   dalla metà del mese di gennaio 2024, per la realizzazione dei lavori di adeguamento del viadotto «Camolesa», sarebbe stato necessario istituire il doppio senso di marcia sulla carreggiata in direzione Ivrea, con divieto di transito imposto ai mezzi con massa a pieno carico superiore alle 3,5 tonnellate in entrambe le direzioni;

   nelle comunicazioni effettuate da Ativa spa in data 18 gennaio 2024, si prospettava «l'interruzione del collegamento autostradale da Torino per la regione Valle d'Aosta e i trafori internazionali del Monte Bianco e del Gran San Bernardo, con uscita obbligatoria allo svincolo di Scarmagno dal quale i mezzi con massa non superiore alle 19 tonnellate potranno utilizzare la viabilità secondaria fino allo svincolo di Ivrea, considerate le limitazioni imposte su dette viabilità»;

   in seguito alle risultanze emerse nella riunione del Comitato operativo viabilità del 22 gennaio 2024, la concessionaria «ha adottato la configurazione di transito che contempla l'interdizione delle corsie di sorpasso in entrambe le carreggiate e della pista di svincolo di interscambio di Pavone in direzione Torino»;

   tale soluzione tecnica, definita e applicata dalla concessionaria, non ha risolto la problematica della fluidità del traffico e, nella riunione del Comitato operativo viabilità del 2 febbraio 2024, Ativa spa si è impegnata ad allargare i restringimenti della corsia durante i fine settimana con modalità «ad elastico»;

   tale ennesima soluzione tecnica non ha risolto il problema; si sono formate code di quasi 17 chilometri sul tratto autostradale interessato nello scorso fine settimana, con importanti disagi per i comuni valdostani e il canavese;

   ai tavoli sopra richiamati sarebbe opportuno e auspicabile far sì che anche la Regione autonoma della Valle d'Aosta possa essere presente, come parte attiva –:

   quali siano le soluzioni, innanzitutto politiche e poi tecniche, da attuarsi immediatamente, a partire dal fine settimana prossimo venturo, per scongiurare strutturalmente e in maniera continuativa il disagio per i territori della Valle d'Aosta, del canavese e dell'area metropolitana di Torino, garantendo un adeguato scorrimento dei flussi di traffico commerciale nazionale, internazionale, turistico e locale.
(3-00965)


   SARRACINO, BRAGA, AMENDOLA, BARBAGALLO, CASU, CURTI, D'ALFONSO, DE LUCA, FORNARO, FOSSI, GHIO, GRAZIANO, GRIBAUDO, GUERRA, IACONO, LACARRA, LAUS, MADIA, MANZI, MARINO, UBALDO PAGANO, PROVENZANO, QUARTAPELLE PROCOPIO, TONI RICCIARDI, SCARPA, SCOTTO, SPERANZA, STEFANAZZI e STUMPO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 119, quinto comma, della Costituzione stabilisce che lo Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati comuni, province, città metropolitane e regioni per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, rimuovere gli squilibri economici e sociali, favorire l'effettivo esercizio dei diritti della persona o provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni;

   il Governo Conte II, con l'articolo 1, comma 815, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, ha istituito il «Fondo perequativo infrastrutturale», con una dotazione complessiva pari a 4.600 milioni di euro per gli anni dal 2022 al 2033, di cui 100 milioni di euro per l'anno 2022, 300 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2023 al 2027, 500 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2028 al 2033;

   tali risorse dovevano finanziare interventi per colmare il deficit infrastrutturale tra le diverse aree geografiche, anche infra-regionali, a seguito di una ricognizione riguardante le strutture sanitarie, assistenziali, scolastiche, la rete stradale, autostradale, ferroviaria, portuale, aeroportuale, idrica, elettrica, digitale e di trasporto e distribuzione del gas;

   il Governo Draghi ha successivamente effettuato la suddetta ricognizione e selezionato le opere da finanziare tramite uno schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, il cui iter di approvazione non si è potuto concludere per la prematura caduta dell'Esecutivo;

   nella sezione II della legge 30 dicembre 2023, n. 213 (legge di bilancio per il 2024), il «Fondo perequativo infrastrutturale» è stato azzerato per il triennio 2024-2026 e definanziato per 2,6 miliardi di euro negli anni dal 2027 al 2033;

   questo taglio di circa 3,5 miliardi di euro rappresenta un colpo durissimo per il Mezzogiorno, privato delle risorse necessarie per le scuole, gli ospedali, le strade, le ferrovie e tutti gli asset strategici, e costituisce l'ennesima penalizzazione dopo la sottrazione delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione per il finanziamento dei progetti cancellati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, l'inconsistente dotazione finanziaria del credito di imposta nella zona economica speciale unica e la proposta sull'autonomia differenziata senza la definizione e il finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni –:

   quali siano le ragioni che hanno indotto il Governo a definanziare il Fondo perequativo infrastrutturale di cui all'articolo 1, comma 815, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, e se non si ritenga invece urgente e necessario ripristinarne per intero la dotazione.
(3-00966)


   TENERINI, DEBORAH BERGAMINI e MAZZETTI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   del «caso» dell'Autostrada tirrenica si discute da decenni;

   nel 2017 si è deciso di ridimensionare l'originario progetto dell'Autostrada tirrenica Livorno-Civitavecchia, cancellando la costruzione di un'arteria sui 90 chilometri tra Grosseto sud e Ansedonia e adeguando l'Aurelia;

   nel giugno 2020 il Governo pro tempore ha inserito il corridoio tirrenico tra le priorità nazionali e gli interventi del piano «Italia veloce»: al fine di ridurre i tempi di realizzazione del tratto viario Tarquinia-San Pietro in Palazzi, è stato deciso l'acquisto da parte di Anas dei progetti elaborati dalla Autostrada tirrenica s.p.a., verso un corrispettivo per i costi di progettazione e i diritti sulle opere dell'ingegno;

   con il «decreto milleproroghe» per l'anno 2020, si è decretato il passaggio delle competenze da Sat ad Anas, procrastinandolo tuttavia al 2028;

   a fine 2023, il Consiglio superiore dei lavori pubblici ha validato il progetto definitivo del lotto 6A dell'Autostrada tirrenica, relativo al tratto fra Tarquinia e Pescia Romana: conseguentemente, la progettazione esecutiva potrà ora essere inserita nel contratto di programma di Anas, unitamente alla realizzazione di quel tratto;

   nelle more della definizione delle modalità e dei tempi di realizzazione del corridoio, continua a esistere, in una strada non completata, non definibile autostrada e quindi non sottoponibile a pedaggio ai sensi del codice della strada, articoli 1 e 2, gestita da una società cui è stata revocata la concessione, il casello di Vada;

   si sottolinea che originariamente la creazione di tale casello fosse propedeutica al successivo investimento infrastrutturale;

   nel 2014 e nel 2021 la regione Toscana ha approvato due mozioni per richiederne la soppressione, tuttavia tale casello è ancora attivo e i suoi costi continuano ad aumentare fino a raggiungere i sessanta centesimi per 4 chilometri;

   bisogna evidenziare come tale balzello non contribuisca assolutamente allo sviluppo e alla crescita del territorio e crei solo un danno a chi è costretto a transitarvi e non può usufruire dell'esenzione, riconosciuta solamente agli abitanti di 10 comuni della Val di Cecina –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza degli ulteriori e recenti aumenti del costo del pedaggio presso il casello di Vada e quali iniziative intenda adottare al fine di risolvere una questione fortemente penalizzante per gli abitanti e l'economia del territorio.
(3-00967)


   GHIRRA, ZANELLA, BONELLI, BORRELLI, DORI, EVI, FRATOIANNI, GRIMALDI, MARI, PICCOLOTTI e ZARATTI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   i dati Istat sull'incidentalità stradale in Italia ci dicono che oltre il 73 per cento degli incidenti stradali avviene su strade urbane e l'eccesso di velocità è la prima causa in assoluto degli incidenti mortali;

   gli studi dimostrano che, in uno scontro frontale, abbassare la velocità da 50 chilometri all'ora a 30 può ridurre la mortalità dal 90 per cento allo 0,5 per cento;

   si tratta di numeri che il Ministro interrogato conosce bene, ma a cui finora ha risposto unicamente con un disegno di legge sulla sicurezza stradale che si concentra principalmente sull'aumento delle sanzioni, sul disincentivo all'utilizzo di biciclette e mezzi di micromobilità elettrica, oltre che limitando enormemente le competenze dei comuni;

   l'aumento delle sanzioni e una maggiore severità sono, però, solamente alcuni degli strumenti che possono essere messi in atto per ridurre le morti e gli incidenti sulla strada. La sicurezza stradale deve, invece, basarsi soprattutto sul potenziamento delle misure di prevenzione;

   è del tutto incomprensibile, quindi, l'attacco del Ministro interrogato all'iniziativa promossa dal comune di Bologna che, prima grande città italiana, ha introdotto il limite dei 30 chilometri orari sulle strade urbane (eccetto gli assi di scorrimento), proprio con la finalità di ridurre drasticamente il numero delle vittime della strada;

   il Ministro interrogato ha criticato la decisione del sindaco, sostenendo che questa limitazione di velocità penalizza i tanti cittadini che quotidianamente devono andare a lavorare. La realtà è che gli spostamenti urbani e i tempi di percorrenza sono condizionati, soprattutto, dalle condizioni del trasporto pubblico locale nelle nostre città, il cui fondo è fortemente sotto finanziato;

   anche Olbia, città amministrata da un sindaco di centrodestra, è «città 30» già dal giugno 2021 e altri comuni stanno lavorando per adottare questa politica. Anche le associazioni per la sicurezza stradale e la mobilità sostenibile difendono l'esperienza bolognese;

   il Ministro interrogato ha però adottato una direttiva valida su tutto il territorio nazionale per smontare la «città 30», dimenticando paradossalmente che la stessa «città 30» è tra le misure chiave del Piano nazionale per la sicurezza stradale 2030, elaborato dallo stesso Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e supportato da linee guida internazionali –:

   se, al fine di ridurre l'incidentalità nelle aree urbane, non ritenga opportuno sostenere le iniziative dei comuni a favore della «città 30», in coerenza con lo stesso Piano nazionale per la sicurezza stradale 2030 elaborato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, e di rifinanziare il fondo nazionale del trasporto pubblico, al fine di rendere il trasporto pubblico locale più efficiente.
(3-00968)

Interrogazione a risposta orale:


   BONELLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il 20 ottobre del 2019 il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha approvato il progetto esecutivo del nuovo collegamento autostradale Campogalliano-Sassuolo tra la A22 e la SS 467 per un importo complessivo pari a 406.444.674,80 euro, diventati 422 milioni nel 2022;

   Autostrada Campogalliano-Sassuolo s.p.a. (AutoCS s.p.a.), nel 2014 si è aggiudicata la concessione per la progettazione e la realizzazione della Campogalliano-Sassuolo, che doveva essere realizzata in 1281 giorni, al più tardi entro la fine del 2023;

   i lavori non sono mai iniziati in quanto AutoCS s.p.a. il 10 settembre 2020 ha chiesto al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di sospendere tutti i termini previsti dalla convenzione e dagli atti presupposti, comprese le numerose delibere Cipe e di rivedere il piano economico finanziario, a seguito della riduzione dei volumi di traffico causata dall'epidemia da COVID-19;

   nonostante la fine dell'emergenza Covid e la ripresa del settore dei trasporti, i lavori sono ancora bloccati e la richiesta di rivedere il piano economico finanziario relativo alla concessione della Campogalliano-Sassuolo non risulta ritirata;

   sul blocco dei lavori pesa e in modo determinante anche il mancato rinnovo della concessione dell'A22, scaduta nel 2014, ad Autobrennero s.p.a., socio di maggioranza di AutoCS s.p.a. Per rinnovare ad Autobrennero la concessione, evitando la gara europea, sono state provate diverse soluzioni che però si sono sempre dimostrate impraticabili;

   il Ministro interrogato avrebbe più volte dichiarato il pieno sostegno alla realizzazione della bretella, senza volere prendere in esame alcuna modifica al progetto approvato e a dicembre 2022, dagli organi di stampa, si è appreso che lo stesso Ministero delle infrastrutture e dei trasporti avrebbe dato parere favorevole alla proposta di project financing con diritto di prelazione, per il progetto dell'Autostrada del Brennero spa per 7,2 miliardi di investimenti necessari per procedere con le opere collegate all'A22 tra cui, appunto, Cispadana e Bretella, oltre che il rinnovo della concessione autostradale della A22 per 50 anni;

   il dibattito politico sulla bretella Campogalliano-Sassuolo dura da oltre 30 anni e in molteplici occasioni i diversi stakeholder istituzionali e politici hanno espresso dubbi in merito al progetto e richieste di approfondimento, non solo per i grandi cambiamenti economici e sociali intercorsi nel territorio, ma anche per le nuove strategie europee volte a promuovere adeguate infrastrutture al servizio di un nuovo modello di mobilità di persone e merci, moderna e sostenibile, in grado di contribuire in modo determinante alla riduzione della dipendenza dalle fonti fossili e al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione condivisi;

   in data 5 dicembre 2023 il sindaco di Modena ha trasmesso al Ministero un atto d'indirizzo approvato dal Consiglio comunale del comune di Modena con il quale si chiede di modificare il progetto esecutivo della «Bretellina» di collegamento tra la tangenziale di Modena e la Campogalliano-Sassuolo, che impedisce l'ampliamento del polo logistico intermodale di Cittanova Marzaglia, e l'istituzione di un tavolo di confronto con il Governo e le diverse autorità interessate, al fine di valutare proposte alternative al collegamento stradale, rivedendo il progetto secondo parametri di sostenibilità e utilità pubblica –:

   se risulti a conoscenza dei fatti richiamati in premessa, se abbia ricevuto la richiesta avanzata dal comune di Modena e quali iniziative di competenza intenda assumere sia per la modifica del progetto esecutivo sia per l'istituzione di un tavolo di confronto al fine di valutare alternative al collegamento autostradale Campogalliano-Sassuolo tra la A22 e la SS 467, dando priorità al trasporto su ferro di persone e merci, contribuendo alla riduzione della dipendenza dalle fonti fossili nel settore dei trasporti, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione assunti dal nostro Paese nelle sedi internazionali.
(3-00974)

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:


   DORI, ZARATTI e GRIMALDI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende, il giorno 17 gennaio 2024 la Digos della questura di Roma ha sottoposto a perquisizione locale nella sua abitazione il cittadino algerino Bensouibat Seif ai sensi dell'articolo 41 Tulps alla ricerca di armi ed esplosivi;

   Bensouibat è regolarmente soggiornante in Italia e titolare di permesso di soggiorno, essendogli stato riconosciuto lo status di rifugiato politico, è incensurato, privo di carichi pendenti, e presta regolare attività lavorativa da oltre nove anni con contratto a tempo indeterminato come pedagogo;

   la perquisizione sarebbe sorta in relazione al fatto che Bensouibat ha pubblicato, in una chat condivisa con colleghi di lavoro, le immagini di bambini palestinesi mutilati dai bombardamenti a Gaza accompagnate da espressioni di sdegno e risentimento;

   all'esito della perquisizione negativa condotta dagli agenti di polizia Bensouibat è stato condotto in questura allo scopo di redigere il verbale di perquisizione negativa e «per controllare la posizione sul territorio nazionale»;

   nel frattempo il datore di lavoro gli comunicava la sospensione dal lavoro e l'indicazione di non recarsi in sede fino a nuova indicazione;

   il 26 gennaio 2024 gli veniva altresì notificato l'avvio del procedimento di revoca dello status di rifugiato ex articolo 13, comma 1, lettera a), del decreto legislativo n. 251 del 2007 con contestuale invito di convocazione per il 1° febbraio 2024 presso la Commissione nazionale per il diritto di asilo, nonché verbale di elezione di domicilio per il reato ex articolo 612 del codice penale e l'articolo 604-ter del codice penale;

   il regio decreto n. 773 del 1931, articolo 41, attribuisce agli ufficiali e agli agenti di polizia giudiziaria il potere di perquisizione «in qualsiasi locale pubblico o privato o in qualsiasi abitazione» soltanto allorché «abbiano notizia, anche se per indizio, dell'esistenza di armi, munizioni o materie esplodenti, non denunziate o non consegnate o comunque abusivamente detenute»;

   tale norma non conferisce alla polizia giudiziaria un potere illimitato, ma il dovere di immediata attivazione in presenza di un determinato presupposto: la notizia, anche se per indizio, dell'esistenza di armi;

   l'inviolabilità del domicilio privato è presidiata da garanzia costituzionale: l'articolo 14 della Costituzione vieta la perquisizione domiciliare «se non nei casi e modi stabiliti dalla legge secondo le garanzie prescritte per la tutela della libertà personale»;

   pur considerando che la tutela accordata alla libertà di domicilio non è assoluta, ma trova dei limiti stabiliti dalla legge ai fini della tutela di preminenti interessi costituzionalmente protetti, il rango di tutela accordatogli impone un'interpretazione rigorosa dell'articolo 41 del citato regio decreto, da cui sia bandita qualsiasi libera iniziativa e valutazione discrezionale degli organi di polizia giudiziaria e quindi negata la possibilità che la perquisizione possa essere effettuata sulla base di un mero sospetto dovendo ricorrere indefettibilmente l'esistenza di un dato oggettivo che costituisca «notizia, anche per indizio» (Corte costituzionale, sentenze nn. 173 del 1974 e 261 del 1983 e l'ordinanza n. 332 del 2001). Al di fuori di tale presupposto, la perquisizione domiciliare è non soltanto illegittima, ma anche arbitraria, sconfinando nell'indebita incisione della libertà domiciliare, tutelata per Costituzione nei confronti di chiunque, anche e innanzitutto nei confronti del potere pubblico, (Cassazione penale sezione VI – 18 novembre 2009, n. 48552);

   in questo caso risulta, all'evidenza, carente la giustificazione richiesta dalla disposizione legislativa speciale, difettando il presupposto dell'acquisizione di notizia, anche per indizio, dell'esistenza di armi, munizioni o materie esplodenti –:

   se siano al corrente delle circostanze esposte in premessa, se intendano promuovere verifiche, per quanto di competenza, in relazione alla perquisizione domiciliare in questione e se si intenda adottare le iniziative di competenza volte ad annullare la procedura di revoca dello status di rifugiato in relazione alla vicenda descritta.
(4-02276)


   FRATOIANNI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi al campo di Pian Due Torri, vicino a Magliana, a Roma, si è tenuta una partita di calcio tra gli studenti del liceo Kennedy, del quartiere Monteverde, e quelli del liceo Virgilio, dove diversi giovani militano nel collettivo di sinistra;

   alcuni studenti appartenenti all'organizzazione giovanile di CasaPound, Blocco Studentesco, hanno deciso di presentarsi, seppur non invitati, sugli spalti;

   un video postato sul canale ufficiale Telegram del gruppo Blocco Studentesco, accompagnato dal messaggio «travolgiamo tutti quanti, porci rossi e benpensanti» mostra gli studenti appartenenti al Blocco mentre sventolano bandiere nere, fanno saluti romani e lanciano fumogeni in campo;

   ciò che non emerge dal video ma che viene riportato dalla stampa e da alcune testimonianze è che gli studenti del Blocco Studentesco presenti sugli spalti, oltre a urlare slogan tipo: «boia chi molla», a fine partita avrebbero inseguito alcuni giocatori in una sorta di «caccia all'antifascista», minacciandoli con catene, bastoni e pistole scacciacani;

   Blocco Studentesco negli ultimi mesi si è contraddistinto per la propria presenza fuori le scuole, in particolare dove sono presenti dei collettivi di sinistra, dove attraverso minacce e intimidazioni provano ad ottenere visibilità;

   il raid compiuto dall'organizzazione studentesca di Casapound è avvenuto a distanza di pochi giorni da un altro episodio di violenza e intolleranza che si è consumato contro gli uffici del Gay Center di Testaccio a Roma, vandalizzato e imbrattato con svastiche e minacce di morte da un gruppo di giovanissimi, tutti minorenni, che hanno agito con mazze da baseball, vestiti di nero e incappucciati;

   ad avviso dell'interrogante esistono organizzazioni neofasciste che stanno creando e alimentando a Roma un clima di violenza e intolleranza potenzialmente pericoloso, e ciò è inaccettabile anche perché il livello di guardia appare ormai ampiamente superato –:

   se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative abbiano assunto, o stiano assumendo, la prefettura e la questura di Roma, per individuare chi, tra gli studenti di Blocco Studentesco presenti alla partita, ha partecipato alle aggressioni avvenute dopo l'incontro e se il comportamento tenuto sugli spalti dagli appartenenti al Blocco Studentesco possa presentare profili di tale gravità da essere segnalati all'autorità giudiziaria, quali ad esempio l'apologia del fascismo;

   quali iniziative intenda assumere, anche tramite la prefettura e la questura di Roma, per monitorare e prevenire le azioni violente di gruppi, più o meno organizzati, di ispirazione neofascista presenti nella Capitale e nel resto del Paese, che si rendono protagonisti, sempre più spesso indisturbati, di azioni violente, xenofobe e razziste come quelle condotte recentemente contro gli uffici del Gay Center e degli studenti.
(4-02278)


   SERRACCHIANI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nella serata del 2 febbraio 2024 nel Centro di permanenza per il rimpatrio di Gradisca di Isonzo si è verificata un'altra violenta protesta; si apprende infatti che un gruppo, tra i molti giovani ristretti nella struttura, avrebbe dato fuoco ai materassi nelle camerate, mentre una decina di loro raggiungeva il tetto forse per tentare la fuga;

   un uomo di 34 anni, arrivato nel Cpr da alcuni giorni, nel tentativo di saltare per raggiungere la recinzione esterna, è caduto ed è stato trasportato in elicottero in ospedale in gravi condizioni; non sarebbe però in pericolo di vita;

   le Forze dell'ordine, in particolare il 13° Reggimento Carabinieri Friuli Venezia Giulia, impegnate durante l'evento, sono immediatamente intervenute, e hanno trattato con gli altri migranti per far rientrare la situazione;

   la struttura adibita a Cpr, l'ex Caserma Polonio, presenta, attualmente, seri danneggiamenti strutturali e varchi nelle recinzioni, stratificatisi nel tempo che, di fatto, ne hanno compromesso l'integrità e l'adeguatezza;

   l'inadeguatezza strutturale ormai cronica mette continuamente e seriamente a rischio sia l'incolumità delle Forze dell'ordine, sia degli operatori all'interno che, come dimostrato anche da quest'ultimo evento, quella degli ospiti del centro;

   tale recente recrudescenza di tensione culminata con un ferito grave rappresenta l'ennesimo segnale d'allarme sulle condizioni-limite del Cpr di Gradisca d'Isonzo, un centro che, considerando la compresenza del permanentemente sovraffollato Cara, il sindacato dei Carabinieri Unarma (al Tgr Fvg del 12 dicembre 2023) ha definito una «bomba a orologeria», denunciando di aver più volte segnalato alle autorità preposte la questione sicurezza ma di essere sempre rimasto inascoltato –:

   se non si ritenga di dover fornire urgentemente gli elementi necessari a fare chiarezza in merito ai fatti anche violenti che si verificano all'interno del Cpr di Gradisca di Isonzo;

   quali siano le misure e gli interventi che si intendano adottare al fine di ridurre la situazione di tensione interna della struttura, nel rispetto dell'articolo 14 del decreto legislativo n. 286 del 1998, che prevede che in tali strutture lo straniero debba essere trattenuto con modalità tali da assicurare la necessaria assistenza ed il pieno rispetto della sua dignità, e per garantire sicurezza e adeguate condizioni di lavoro per gli operatori delle forze dell'ordine e gli operatori civili che in situazioni ordinarie e di emergenza, sono chiamati a lavorare in un ambiente stressante tra le note difficoltà di gestione di una quantità di persone che, tra Cpr e Cara, non accenna a diminuire, situazione che si ripercuote, peraltro, in modo pesantissimo sul territorio.
(4-02281)


   SOUMAHORO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   all'alba del 4 febbraio 2024, Ousmane Sylla, originario della Guinea, è stato trovato impiccato con un lenzuolo a una grata che divide i settori all'interno del Cpr di Roma Ponte Galeria;

   a scoprire il suo corpo sono stati i compagni di settore che subito avrebbero provato a soccorrerlo, ma, nonostante l'intervento dell'infermeria e del 118, Ousmane non ce l'ha fatta a sopravvivere;

   Ousmane Sylla, secondo quanto si apprende, era arrivato a Roma il 27 gennaio 2024 da Trapani dopo l'incendio del Cpr «Milio» dello scorso 22 gennaio;

   gli operatori del Cpr hanno raccontato che: «Ousmane era triste, voleva tornare in Africa. Sentiva la nostalgia e piangeva spesso». Il giovane avrebbe dovuto ricevere terapie per contrastare l'epilessia, ma dal suo arrivo a Ponte Galeria non avrebbe mai richiesto i farmaci a lui riservati;

   prima di compiere l'estremo gesto ha voluto lasciare un messaggio, una sorta di testamento. Ha scritto sul muro:

    «Sylla Ousmane, Casa famiglia di Sant'Angelo a Cassino. Signor sindaco, vorrei che mandassero il mio corpo in Africa. Mia madre mi manca, ne sarebbe lieta. I militari italiani non conoscono nulla, solo i soldi. La mia Africa mi manca molto. Mia madre non fa che piangere a causa mia. Pace alla mia anima. Che io possa riposare in pace.»;

   dopo aver appreso la notizia della morte del ragazzo, decine di stranieri detenuti nel Cpr, già provati da sovraffollamento e condizioni che vengono definiti «poco dignitosi» dagli stessi operatori, hanno dato vita a una serie di incidenti. La polizia è stata costretta a utilizzare anche i lacrimogeni per respingere i ripetuti tentativi di sfondare le porte che dividono un settore dall'altro. Alcuni giovani hanno sfondato due grate di ferro nella parte anteriore del complesso e poi hanno cercato anche di abbattere la porta. Da lì hanno poi tentato di incendiare l'auto della polizia parcheggiata ma le fiamme sono state spente dagli agenti. A quel punto è cominciato il fitto lancio di sassi contro poliziotti e operatori interni;

   Ousmane Sylla non aveva commesso alcun reato ma era in attesa dell'espulsione. Tuttavia l'Italia non ha alcun accordo di rimpatrio con la Guinea. Sylla era quindi disperato e voleva tornare a casa, in Guinea, ma sapeva che non avrebbe potuto;

   Sylla aveva ricevuto il decreto di espulsione il 13 ottobre 2023. Il 13 gennaio 2024 sarebbe scaduto secondo la vecchia norma, ma a seguito del «decreto Cutro» sarebbe dovuto rimanere nel centro per altri 10 mesi;

   l'interrogante si è recato diverse volte presso il Cpr di Ponte Galeria e in tutte le visite ha trovato i detenuti in condizioni disumane, in una struttura fatiscente, sovraffollata e con pochi operatori;

   ad opinione dell'interrogante i Cpr sono luoghi infernali, gestiti in maniera opaca e talvolta criminale, come testimoniato da diverse inchieste e condanne della magistratura e andrebbero chiusi con effetto immediato –:

   quale sia l'opinione del Ministro interrogato rispetto ai fatti esposti in premessa e in particolare se non ritenga di adottare iniziative di competenza volte a chiudere definitivamente i Cpr presenti sul territorio italiano.
(4-02283)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazioni a risposta immediata:


   PASTORELLA, GRIPPO, RICHETTI, BENZONI, BONETTI, D'ALESSIO e SOTTANELLI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende, il consiglio d'istituto dell'Ites «Jacopo Barozzi» di Modena il 18 gennaio 2024 avrebbe deciso di sospendere per dodici giorni uno dei rappresentanti degli studenti a causa di alcune sue dichiarazioni rilasciate il 28 novembre 2023 durante una videointervista alla Gazzetta di Modena, con le quali argomentava le motivazioni poste alla base della manifestazione studentesca svolta quel giorno, senza l'autorizzazione della dirigente scolastica, lamentando peraltro l'atteggiamento conflittuale della presidenza, oltre a varie problematiche relative, ad esempio, ai viaggi di istruzione;

   tale manifestazione si sarebbe poi svolta in modo ordinato e corretto;

   da quanto risulta, lo stesso studente sarebbe stato destinatario anche di una nota di condotta per aver inoltrato agli altri rappresentanti di classe e d'istituto una mail della vicepreside riguardo eventuali modifiche logistiche necessarie per l'apertura anticipata dei cancelli della scuola;

   lo studente, quindi, avrebbe agito nell'esercizio della sua funzione di rappresentante di istituto e avrebbe liberamente esercitato il proprio diritto di opinione e critica;

   ove questo fosse confermato, i relativi provvedimenti disciplinari paiono quantomeno esagerati, se non immotivati. Il comportamento della presidenza, infatti, oltre a tradire il rapporto di fiducia che deve esistere alla base del patto educativo, si porrebbe in contrasto con i principi di accoglienza e inclusione che la scuola deve favorire, nonché con il mantenimento di un clima democratico, di partecipazione, di scambio di idee e di libertà di espressione con spirito critico e costruttivo –:

   quali iniziative di competenza intenda prevedere, anche alla luce dei fatti esposti, affinché le sanzioni disciplinari all'interno del percorso formativo degli studenti non siano mai tali da compromettere lo sviluppo di un pensiero critico basato sulla libertà di espressione garantita dalla Costituzione.
(3-00969)


   MOLINARI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, IEZZI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MINARDO, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   gli episodi che hanno coinvolto la comunità scolastica nell'ultima settimana sono raccapriccianti: a Varese una docente è stata accoltellata da uno studente all'ingresso della scuola (per fortuna non è in pericolo di vita); a Taranto un preside è stato picchiato e umiliato dai genitori di un alunno;

   l'allarmante aumento degli episodi di violenza di cui gli insegnanti e il personale scolastico sono sempre più spesso vittime da parte degli alunni e persino delle loro famiglie, che ne sostengono in modo sorprendente le ragioni, ha reso urgente e necessaria una ferma risposta da parte delle istituzioni perché tali episodi non determinano soltanto una lesione dei diritti del personale aggredito, bensì colpiscono al cuore la vita collettiva nella scuola;

   quello dell'insegnante deve tornare ad essere il lavoro prestigioso e riconosciuto che era fino a qualche anno fa e per questo è indispensabile rinsaldare il patto scuola-famiglia, ma anche prevedere misure che tutelino i lavoratori della scuola, inasprendo le pene per chi commette atti di violenza fisica o morale nei loro confronti, come previsto dalla proposta di legge del gruppo Lega–Salvini Premier, già approvata dalla Camera dei deputati e di cui si auspica una rapida calendarizzazione presso il Senato della Repubblica;

   i giovani italiani hanno bisogno di ritrovare modelli genitoriali e istituzionali che sappiano infondere loro senso di sicurezza, ma soprattutto che suscitino il desiderio di emularli. Il senso di appartenenza alla comunità dovrebbe stimolare pensieri e azioni volti alla condivisione, alla solidarietà e, soprattutto, all'accettazione delle regole;

   per risolvere quello che a tutti gli effetti è un problema di natura antropologica occorrono, a parere degli interroganti, ulteriori azioni, come, ad esempio, la previsione che la scuola possa costituirsi parte civile in un processo per vedersi riconosciuto il danno di immagine arrecato dall'aggressione, secondo il principio per cui chi aggredisce un docente ha aggredito lo Stato stesso e ne deve rispondere;

   occorre un deciso cambio di passo per affermare la cultura del rispetto, ripristinare l'autorevolezza di tutto il personale scolastico e rimettere al centro il principio di responsabilità, restituendo piena serenità alla comunità educante –:

   quali iniziative si intendano intraprendere affinché sia ristabilita la cultura del rispetto dell'istituzione scolastica e dunque di tutto il personale scolastico e se non si ritenga opportuno l'intervento immediato dei servizi sociali in episodi come quelli richiamati in premessa.
(3-00970)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta immediata:


   FOTI, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, RIZZETTO, SCHIFONE, COPPO, GIOVINE, MALAGOLA, MASCARETTI, VOLPI e ZURZOLO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   le politiche messe in campo dal Governo a sostegno del lavoro stanno dimostrando la loro efficacia. Al riguardo, i dati Istat riferiscono numeri da record per l'occupazione in Italia: a novembre 2023 gli occupati hanno raggiunto quota 23 milioni e 743 mila unità, di cui 30 mila in più rispetto al mese di ottobre 2023. La crescita riguarda, soprattutto, le donne e i lavoratori over 50;

   in particolare, le donne occupate raggiungono 10 milioni 49 mila unità, con un aumento di 24 mila unità rispetto al mese di ottobre 2023 e di 258 mila rispetto a novembre 2022. Per le donne tra i 20 e i 64 anni si registra un tasso sorprendente: oltre il 52 per cento;

   l'andamento positivo dell'occupazione è confermato anche dai dati pubblicati dall'Inps, il 18 gennaio 2024, dell'Osservatorio sul precariato, che vanno da gennaio a ottobre 2023. Il report attesta che le trasformazioni da tempo determinato sono risultate 653.000, fino a ottobre 2023, in aumento rispetto allo stesso periodo del 2022 (+3 per cento). Le attivazioni di rapporti di lavoro incentivati nel corso dei primi dieci mesi del 2023 presentano nel complesso una variazione pari al +2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022. Nel dettaglio, l'esonero contributivo totale giovani registra una variazione percentuale positiva (+7 per cento), trainata dalle trasformazioni, mentre l'agevolazione «decontribuzione Sud» segna ancora una crescita (+6 per cento) attestandosi come l'agevolazione di maggior impatto, soprattutto per il numero di dipendenti coinvolti;

   ad ottobre 2023 il report segnala la conferma di un andamento «continuo e significativo di incremento delle posizioni di lavoro dipendente nel settore privato», trend attestato – dopo il rimbalzo post Covid – attorno alle 500.000 unità. Per il tempo indeterminato la variazione tendenziale annua risulta pari a +371.000 unità (oltre i tre quarti dell'incremento complessivo), mentre per quanto concerne tutte le altre tipologie contrattuali la variazione è pari a +136.000 unità;

   uno scenario confortante dovuto alle politiche attive sul lavoro a cui si uniscono le misure che stanno favorendo un incremento in busta paga, come il taglio del cuneo contributivo confermato anche per il 2024 –:

   quali iniziative di competenza intenda portare avanti per dare un ulteriore slancio al trend positivo registrato su lavoro e occupazione.
(3-00971)


   LUPI, ROMANO, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CAVO, CESA, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il patronato è una persona giuridica di diritto privato, il cui scopo è lo svolgimento di un servizio di utilità pubblica;

   le attività del patronato consistono nell'informazione, assistenza, consulenza e tutela, anche con poteri di rappresentanza, di lavoratori dipendenti e autonomi, pensionati, cittadini italiani, stranieri e apolidi presenti sul territorio italiano;

   in base all'articolo 13 della legge n. 152 del 2001, il decreto ministeriale 10 ottobre 2008, n. 193, dispone che il finanziamento degli istituti di patronato e di assistenza sociale è corrisposto sulla base della valutazione della loro attività svolta e della loro organizzazione, in relazione all'estensione e all'efficienza dei servizi offerti dagli istituti medesimi;

   nel corso degli anni molti patronati hanno lamentato i ritardi con cui vengono erogati i saldi delle annualità, arrivando al caso limite in cui alcuni istituti non hanno ancora ricevuto i saldi spettanti dell'anno 2016;

   occorre promuovere il sostegno ai patronati che svolgono correttamente il proprio lavoro, riconoscendo loro anche il dovuto contributo per le attività realizzate a beneficio di milioni di cittadini;

   è quanto mai necessario che il personale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali sia nelle condizioni di servire le istituzioni e i cittadini, garantendo efficacia ed efficienza nello svolgimento delle loro mansioni –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione e quali iniziative intenda intraprendere al fine di garantire la vigilanza sui patronati, il rispetto delle scadenze dei versamenti e il corretto funzionamento delle attività del Ministero.
(3-00972)


   AIELLO, BARZOTTI, CAROTENUTO, TUCCI, D'ORSO, MORFINO, GUBITOSA, TRAVERSI, CANTONE, IARIA, PAVANELLI, ASCARI, GIULIANO, CARAMIELLO, BRUNO e SCUTELLÀ. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   l'Istat certifica 6 milioni di poveri nel nostro Paese; il beneficio del reddito di cittadinanza raggiungeva circa 3 milioni di persone, mentre l'assegno di inclusione raggiunge circa un quarto dei beneficiari del reddito di cittadinanza (circa 750.000 persone). I criteri per l'accesso, infatti, risultano a giudizio degli interroganti del tutto irragionevoli e fortemente restrittivi, con particolare riguardo a famiglie con minorenni, a persone con una grave disabilità, ad anziani ultra-sessantenni;

   l'assegno di inclusione è una misura nazionale di contrasto alla povertà, alla fragilità e all'esclusione sociale delle fasce deboli istituita a decorrere dal 1° gennaio 2024 dall'articolo 1 del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, convertito con modificazioni, dalla legge 3 luglio 2023, n. 85;

   prevede un beneficio erogato, mensilmente, su carta di pagamento elettronica;

   da fonti stampa (https://www.palermotoday.it) risulta che numerosi uffici postali della città di Palermo abbiano esaurito le carte per usufruire dell'assegno di inclusione, introdotto dal Governo Meloni in luogo del reddito di cittadinanza;

   questo ha fatto registrare, oltre a evidenti disagi, anche momenti di tensione determinati da lunghe attese e dal mancato ottenimento delle carte attraverso cui godere della misura, sfociati anche in episodi di aggressione nei confronti degli operatori di Poste italiane;

   risultano 71.311 – sulle 287.704 in tutta Italia – le domande di assegno di inclusione che hanno avuto esito positivo in Sicilia. L'isola è seconda dietro alla Campania per numero di beneficiari;

   risulta urgente modificare i requisiti dell'assegno di inclusione al fine di raggiungere una platea di poveri molto più ampia –:

   quali iniziative urgenti si intendano intraprendere per risolvere la grave situazione di cui in premessa che, di fatto, inibisce un diritto a tutela delle fasce sociali più deboli e pone gli operatori di Poste italiane a rischio di incolumità.
(3-00973)

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XI Commissione:


   SCOTTO, GRIBAUDO, SARRACINO, LAUS, FOSSI e GUERRA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la produzione del gruppo Stellantis in Italia nel 2023 si è fermata a 751.384 modelli, tra vetture (521.104) e veicoli commerciali (230.280), registrando un incremento del 9,6 per cento rispetto al 2022, ma ancora lontana dai volumi del 2017;

   parallelamente è calata anche l'occupazione negli impianti italiani del gruppo;

   nel 2021, anno della fusione tra Fiat-Chrysler e Groupe Psa, in Italia si contavano 51.300 occupati, oggi 42.700, a cui si aggiunge una filiera della componentistica che per il 60 per cento è legata alle produzioni del Gruppo;

   la competitività degli impianti italiani è senza dubbio un elemento chiave, soprattutto in una fase di grandi cambiamenti tecnologici e di sempre più forte interconnessione tra i mercati, tuttavia, non può prescindere da investimenti significativi e mirati a una visione strategica che superi i ritardi conseguenti le scelte dei passati management di non puntare sui modelli elettrici;

   in tale contesto, le dichiarazioni dell'amministratore delegato di Stellantis appaiono particolarmente gravi, di fatto condizionando il futuro degli stabilimenti italiani, specificatamente quelli di Mirafiori e Pomigliano, alla concessione di nuovi sussidi per l'acquisto di veicoli elettrici;

   lo strumento degli incentivi non può essere disgiunto da un reale confronto sulle politiche industriali dell'automotive, volto a garantire produzioni, lavoro per tutti gli impianti del nostro Paese e occupazione;

   sotto questo profilo, non si può non registrare l'orientamento ondivago, quando non del tutto di retroguardia, assunto dal nostro Governo sul tema della transizione ecologica e sulla necessità di puntare sulle energie non fossili;

   la situazione degli impianti ex Fiat preoccupa migliaia di lavoratori, soprattutto degli stabilimenti di Mirafiori e Pomigliano, e dovrebbe suscitare solidarietà e rispetto da parte di tutti e non certo le infelici battute del Ministro dell'economia;

   nel corso degli ultimi anni, i lavoratori hanno dovuto fare i conti con un continuo calo dell'occupazione e il significativo ricorso alla cassa integrazione, con inevitabili e consistenti perdite di reddito, da ultimo l'annuncio dello stop degli impianti di Mirafiori fino al 30 marzo;

   non appare più rinviabile un serrato confronto con i vertici di Stellantis per invertire il processo di progressivo ridimensionamento della produzione e dell'occupazione negli impianti italiani –:

   quali urgenti iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare al fine di salvaguardare l'occupazione negli impianti italiani del gruppo Stellantis, nonché per monitorare l'applicazione e gli effetti degli ammortizzatori sociali nei medesimi impianti.
(5-01968)


   MARI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   dopo mesi di confronti i sindacati di categoria Filctem Cgil, Flaei Cisl, Uiltec Uil, con un duro comunicato hanno deciso di aprire la vertenza con Enel e il lancio di due hashtag: #EnelSmobilita #ilSindacatoMobilita, annunciando di fatto lo stato di agitazione;

   a detta dei sindacati Enel lancia una sfida senza precedenti a lavoratori e sindacato, annunciando esternalizzazioni di attività core e un cambio epocale di orario di lavoro per gli operativi di e-distribuzione senza alcun accordo con il sindacato;

   le immissioni nel triennio 2024-2026 produrranno addirittura una contrazione degli organici, se si tiene conto delle previste fuoriuscite. Enel, azienda centrale per il Paese e fondamentale per guidare la transizione energetica, è ormai solo concentrata a contenere la spesa, con un arretramento sul piano delle tutele, senza una visione per il bene del Paese, e incapace di creare valore;

   Enel gestisce una concessione pubblica, vive di costi riconosciuti, ha ricavi altissimi (particolarmente in e-distribuzione) e un costo del lavoro che incide pochissimo sul bilancio. Enel è una S.p.A. a controllo pubblico e, anche se fortemente partecipata da privati, di fatto gestisce i soldi delle bollette degli italiani per erogare un servizio pubblica utilità;

   Enel è l'azienda italiana con la maggiore capitalizzazione in Borsa ed ha il compito centrale di sviluppare, all'interno di una transizione energetica epocale, un piano industriale espansivo ed utile al bene del Paese;

   Enel ha il preciso dovere di affrontare questi anni difficili, ma di espansione del proprio business, con senso di responsabilità, avendo ben chiara la propria missione sociale, ancor prima di quella finanziaria, in particolare garantendo tutele ai lavoratori;

   non può esistere una vera transizione ecologica senza garantire tutele ai lavoratori e un continuo coinvolgimento delle organizzazioni sindacali in particolare laddove vi è da parte dell'Enel la volontà di esternalizzare o di apportare modifiche all'orario di lavoro –:

   se sia a conoscenza della vertenza aperta dai sindacati di categoria Filctem Cgil, Flaei Cisl, Uiltec Uil in merito sia alle decisioni di esternalizzare le attività core che in materia di orario di lavoro e in tale contesto se non ritenga necessario procedere alla convocazione di un tavolo presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali finalizzato ad agevolare il confronto tra sindacati ed Enel con particolare riferimento alle tutele dei lavoratori e alle prerogative dei sindacati.
(5-01969)


   CAROTENUTO, BARZOTTI, AIELLO e TUCCI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   i geometri, iscritti al relativo albo e non esercenti in maniera continua l'attività libero professionale, denunciano il comportamento posto in essere nei loro confronti dalla Cassa italiana di previdenza e assistenza geometri (Cipag). L'ente iscrive alla cassa previdenziale tutti i professionisti iscritti all'albo, indipendentemente dall'attività lavorativa da questi svolta o dalla loro registrazione presso altro ente previdenziale. Una volta iscritti, la Cipag reclama con efficacia retroattiva il versamento dei relativi contributi previdenziali, e in mancanza del pagamento, attiva il recupero coattivo del presunto credito previdenziale a mezzo di esecuzione esattoriale;

   la condotta della Cipag è stata censurata da numerose pronunce della Corte di cassazione, secondo cui la necessità del requisito dell'esercizio con carattere di continuità dell'attività libero professionale è espressamente prevista dall'articolo 22 della legge n. 773 del 1982, nel testo risultante dalla modifica introdotta dall'articolo 1, comma 14, della legge n. 236 del 1990;

   tra l'altro, la Cipag ha avuto conferma, fin dal 2005 con la sentenza della Corte di cassazione, sezione lavoro, n. 7010 del 2005, che non le venivano attribuiti i poteri di derogare all'articolo 22 della legge n. 773 del 1982, ma solo di adottare provvedimenti di variazione delle aliquote contributive, di riparametrazione dei coefficienti di rendimento o di ogni altro criterio di determinazione del trattamento pensionistico, non potendo modificare i presupposti per il riconoscimento del diritto al trattamento pensionistico, innovando i presupposti dell'iscrizione obbligatoria alla cassa e, pertanto, modificando l'estensione della platea degli assicurati. Ciò in virtù dell'articolo 3, comma 12, della legge n. 335 del 1995, inerente solo i criteri di determinazione della misura dei trattamenti pensionistici, e non anche i requisiti per l'accesso ai medesimi o per la loro concreta fruizione (Cassazione, sezione lavoro, 22 febbraio 2019 n. 5375);

   in sostanza, il comportamento assunto dalla Cipag appare contrario alle finalità istituzionali, strettamente connotate da un interesse pubblico, cui l'ente dovrebbe tendere, oltre a ledere gravemente i diritti patrimoniali dei professionisti iscritti all'albo dei geometri e non esercitanti in maniera continuativa la relativa attività professionale ovvero già iscritti presso altre casse previdenziali –:

   di quali elementi disponga e se non ritenga di adottare ogni iniziativa di competenza, anche di carattere ispettivo, affinché si pervenga ad una soluzione effettivamente conforme alle disposizioni di legge vigenti.
(5-01970)

Interrogazione a risposta scritta:


   GIRELLI e GRAZIANO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   con il decreto legislativo n. 117 del 3 luglio 2017 è stato istituito il Registro unico nazionale del Terzo settore (Runts) che ha anche la funzione di garantire la trasparenza e il controllo delle associazioni che usufruiscono di agevolazioni fiscali, fra cui in particolare il 5 per mille;

   il decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali n. 106 del 2020, che disciplina fra l'altro le procedure per l'iscrizione e per la cancellazione degli enti nel Runts, nonché le modalità di comunicazione dei dati tra il registro imprese e il Runts stesso, all'articolo 3, comma 1, lettera d), prevede che per le imprese sociali di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 112, e successive modificazioni e integrazioni, ivi comprese le cooperative sociali di cui alla legge 8 novembre 1991, n. 381, il requisito dell'iscrizione nella apposita sezione del Runts è soddisfatto attraverso l'iscrizione nella sezione «imprese sociali» del registro imprese;

   secondo le indicazioni fornite dal Ministero le cooperative sociali e le imprese sociali incluse nell'elenco permanente di cui all'articolo 8 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 23 luglio 2020 per il 5 per mille dovevano essere considerate accreditate al beneficio anche per l'anno 2022 «senza necessità di alcun ulteriore adempimento»;

   le imprese sociali nell'elenco permanente del 5 per mille venivano iscritte d'ufficio al Runts con il trasferimento delle anagrafiche delle stesse imprese sociali in possesso dell'Agenzia delle entrare che gestiva gli elenchi del 5 per mille, al fine ed esclusivamente per il pagamento delle competenze del 5 per mille;

   in data 19 gennaio 2024 il Ministero ha comunque pubblicato un avviso in cui segnala che oltre 16.000 enti su 40.000, beneficiari del 5 per mille, risultano non aver inserito le proprie coordinate bancarie all'interno del Runts, impedendo così all'amministrazione di provvedere al pagamento, e si invitano tutti gli enti interessati ad entrare in piattaforma Runts e inserire le proprie coordinate per consentire all'amministrazione di pagare il beneficio;

   da informazione rilasciate dal Runts risulterebbe che non è possibile accreditare le somme spettanti alle 16.000 imprese sociali che nel frattempo hanno confermato i dati al Runts perché non ci sono per ora fondi disponibili e l'accreditamento slitterà quindi di molti mesi;

   il mancato pagamento delle somme dovute mette in difficoltà i 16.000 enti che non potranno fare l'attività di beneficenza già programmata e incontreranno difficoltà nella futura rendicontazione delle somme accreditate che dovranno poi effettuare dopo 12 mesi, in quanto la stessa si accavallerà con le somme spettanti per il 2023 –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di garantire il celere pagamento delle somme dovute agli enti in questione, anche in considerazione del fatto che il ritardo nella comunicazione dell'Iban non può essere ascritto a loro negligenza ed è comunque stato superato.
(4-02279)

SALUTE

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   gli organi di informazione hanno segnalato che il Ministero della salute avrebbe inviato gli ispettori a Firenze, all'ospedale di Careggi, per verificare le attività del centro che si occupa di disforia di genere e che somministra a una parte dei giovani pazienti una terapia per sospendere lo sviluppo dei caratteri sessuali;

   «Abbiamo ritenuto opportuno far partire un audit con l'ospedale per fare chiarezza sulle dinamiche e l'iter del percorso di transizione — spiega il capo della segreteria tecnica del Ministero della salute — Non c'è alcun intento punitivo, bensì di conoscenza dei percorsi messi in atto»;

   l'ispezione sembrerebbe conseguire a un'interrogazione parlamentare del senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, secondo cui il farmaco incriminato, la triptorelina, verrebbe somministrata a bambini di 11 anni senza alcuna assistenza psicoterapeutica e psichiatrica e il via libera ai farmaci sarebbe basato sul presupposto, evidentemente ritenuto inaccettabile, che «con la pubertà bloccata i bambini hanno tempo di esplorare la loro identità di genere e decidere se proseguire il percorso di transizione»;

   il Ministero della salute ha fatto sapere di aver chiesto al Comitato nazionale di bioetica e ad Aifa, che in passato avevano rilasciato parere favorevole sul farmaco, una «rivalutazione» sul suo uso;

   la triptorelina, i cui effetti sono reversibili in caso di interruzione della terapia, viene somministrata agli adolescenti con disforia e solo col consenso di entrambi i genitori, in modo che possano decidere una volta maggiorenni se ricorrere alla transizione di genere: un modo per sospendere la scelta e ridurre gli effetti esteriori determinati dallo sviluppo;

   con determina Aifa n. 21756/2019 del 25 febbraio 2019 la triptorelina è erogabile a totale carico del Servizio sanitario nazionale per l'impiego in casi selezionati in cui la pubertà sia incongruente con l'identità di genere (disforia di genere), con diagnosi confermata da una équipe multidisciplinare e specialistica e in cui l'assistenza psicologica, psicoterapeutica e psichiatrica non sia risolutiva, nel rispetto delle condizioni per esso indicate nell'allegato 1 che fa parte integrante della determinazione stessa;

   i presidenti della Società italiana di endocrinologia, Paolo Vitti, della società italiana di andrologia e medicina della sessualità, Giovanni Corona, della Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica, Stefano Cianfarani e dell'Osservatorio nazionale sull'identità di Genere, Paolo Valerio, hanno riconosciuto, in una nota congiunta del 2019, il valore medico ed etico dell'estensione della prescrivibilità della triptorelina da parte di Aifa negli adolescenti con disforia di genere;

   il centro dell'ospedale Careggi, composto da una équipe multidisciplinare di professionisti, svolge un'attività integrata assistenziale e di ricerca relativamente all'incongruenza/disforia di genere e agli stati intersessuali in età adulta e in età evolutiva;

   il Centro opera in accordo con le linee guida della World professional association transgender health (Wpath) e della Endocrine society (Es), attraverso un team multidisciplinare composto da endocrinologi, psicologi, psicoterapeuti e psichiatri che lavora in stretta collaborazione con tutte le figure professionali che possono essere coinvolte nel percorso; il personale dedicato riveste un ruolo attivo nel consiglio direttivo delle principali società scientifiche internazionali e nazionali dedicate alla materia;

   qualora ci sia il sospetto di una condizione intersessuale o sia già stata diagnosticata una condizione intersessuale nelle varie fasce di età, l'équipe offre una valutazione endocrinologica volta all'inquadramento diagnostico e/o alla gestione medica eventuale, nonché un supporto psicologico qualora richiesto, volto anche ai genitori nel caso di minore;

   secondo quanto si evince nel sito istituzionale dell'Azienda ospedaliera, a seconda dell'età sono previsti percorsi differenziati: nell'infanzia, la presa in carico riguarda prevalentemente i genitori, che potranno usufruire di colloqui psicologici finalizzati a comprendere i significati dei comportamenti cross-gender del bambino, monitorarne lo sviluppo, aiutare nella gestione del quotidiano e lavorare costantemente con la rete, affinché il bambino cresca in un ambiente accettante, con particolare attenzione al lavoro sullo stigma; laddove la pubertà sia iniziata, e qualora l'incongruenza di genere persista e l'adolescente lo desideri, è possibile intraprendere una terapia medica (triptorelina) finalizzata alla sospensione dei cambiamenti puberali che in alcuni casi possono essere fonte di intensa sofferenza; questo trattamento, totalmente reversibile, consente all'adolescente di continuare ad esplorare in maniera più serena la propria identità di genere e di maturare una decisione più consapevole rispetto al proprio percorso; solo successivamente, qualora l'adolescente lo desideri, in accordo con i genitori o tutori legali, è possibile accedere alla terapia ormonale di affermazione di genere, sempre previa valutazione dei rischi e benefici da parte del team multidisciplinare –:

   quali siano gli esiti dell'ispezione condotta presso il centro descritto in premessa che vanta, tra l'altro, una collaborazione anche con l'Istituto superiore di sanità;

   come intenda escludere, a beneficio e tutela di tutti i soggetti in cura presso il Centro dell'azienda ospedaliera Careggi di Firenze o altri centri e servizi analoghi, ogni intento improprio delle ispezioni richiamate in premessa, volte in sostanza a scoraggiare le pratiche in questione e come intenda tutelare i percorsi di affermazione di genere delle persone che intraprendono una terapia per sospendere lo sviluppo dei caratteri sessuali con uso di triptorelina.
(2-00320) «Sportiello, Quartini, Di Lauro, Marianna Ricciardi, Riccardo Ricciardi, Ascari, D'Orso, Giuliano, Cafiero De Raho, Bruno, Scutellà, Scerra, Amato, Caso, Orrico, Carotenuto, Baldino, Aiello, Appendino, Auriemma».

Interrogazione a risposta orale:


   SPORTIELLO. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'università e della ricerca, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   in occasione del dibattito «Colmare le distanze», tenutosi a Scampia (Napoli) lo scorso 13 gennaio 2024, con il presidente della VIII municipalità, le animatrici di comunità della Rsa «Alda Merini» hanno rappresentato che dal 1° gennaio 2024 l'Asl Napoli 1 ha deciso di sospendere il servizio di animazione all'interno di 4 Rsa, sostituendo le figure di animatori di comunità con educatori socio-sanitari dipendenti dell'azienda sanitaria, figure professionali in realtà non previste nell'organico delle Rsa come previsto nel decreto della regione Campania regionale n. 97 del 16 novembre 2018;

   gli animatori di comunità sono dunque stati sostituiti da figure professionali riconducibili alle professionali sanitarie e non sovrapponibili a quelle sociali, privare gli assistiti della non meno necessaria componente sociale significa condannarli ad una dimensione ospedalizzata e ad un'inevitabile e progressivo e pericoloso decadimento cognitivo;

   la scelta effettuata sacrifica la continuità assistenziale e decenni di relazioni significative che il personale delle Rsa ha costruito con gli ospiti e in collaborazione con associazioni di volontariato, rappresentando non di rado, soprattutto durante la pandemia da COVID-19, l'unico ponte affettivo e relazionale tra ospiti e famiglie; sono specialisti che da oltre 20 anni assistono queste persone che ora perderanno punti di riferimento importanti; si tratta di circa 1300 specialisti che quotidianamente si fanno carico di salvaguardare l'umanizzazione e l'etica dell'assistenza, assicurando agli ospiti di mantenere relazioni con il mondo esterno attraverso videochiamate, pet education e musicoterapia;

   con una nota del 18 gennaio 2024 è stata comunicata la parziale riassegnazione delle ore per gli animatori di comunità, ma con un taglio del 50 per cento delle risorse;

   successivamente, con una nuova nota del 24 gennaio 2024, è stata fatta una ulteriore integrazione di ore per gli animatori di comunità, che verranno ricollocati per implementare servizi del Dipartimento dipendenze;

   con la predetta precarietà la regione Campania mette a rischio il know how che gli operatori sociali hanno accumulato nel corso degli anni e rischia di impoverire un servizio di assistenza ai soggetti più fragili che invece andrebbe potenziato senza se e senza ma;

   la scelta di trasferire un anziano in una Rsa consegue generalmente alla difficoltà della persona di prendersi cura di se stessa, a cui può aggiungersi la presenza di patologie difficili da gestire in casa;

   è una scelta non facile, per il rischio concreto di sacrificare l'equilibrio psicofisico;

   per questo motivo tali strutture contemplano anche un sostegno socio-pedagogico e relazionale, consistente in un'offerta variegata di iniziative come la pet therapy, l'animazione professionale, il teatro, le terapie mediante musica e arte per consentire alle persone di esprimere la propria socialità, emotività e affettività; in questo contesto la figura dell'animatore diventa dunque fondamentale;

   l'animatore di comunità promuove e tutela i processi di attivazione del potenziale ludico, culturale, espressivo e relazionale sia dell'individuo che del gruppo, che fa riferimento ad una determinata collettività, con lo scopo di sviluppare attività di prevenzione e di integrazione sociale;

   sebbene non sia una professione regolamentata l'animatore di comunità è generalmente in possesso di una laurea, in scienze dell'educazione o della formazione con indirizzo di educatore socio-pedagogico; in Italia la figura dell'educatore professionale socio-pedagogico ha ottenuto di recente un riconoscimento giuridico, tuttavia permane ancora una sottovalutazione della professionalità acquisita –:

   se siano a conoscenza dei fatti descritti in premessa e se intendano adottare le iniziative di competenza, anche di carattere normativo, volte a disciplinare e riconoscere la professionalità degli animatori di comunità, incentivando la stabilizzazione nei luoghi di lavoro ed intervenendo, per quanto di competenza, nelle realtà in cui la componente sociale nell'assistenza agli anziani e ai soggetti più fragili sia erroneamente sacrificata.
(3-00976)

SPORT E GIOVANI

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro per lo sport e i giovani, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:

   gli organi di Aci hanno costituito nel tempo due strutture di missione, temporanee, attraverso la regolamentazione adottata nel regolamento di organizzazione nel mese di gennaio 2019, in cui è stata prevista la possibilità di istituire, oltre alle previste unità di progetto temporanee per realizzare progetti strategici complessi, innovativi o di studio e ricerca all'interno della propria dotazione organica di personale, fuori dagli ordinari assetti ordinamentali, anche strutture di missione specifiche a carattere temporaneo per particolari compiti che determinano risultati o realizzano programmi particolari, nel rispetto di quanto previsto in Aci in tema di adeguamento ai princìpi di razionalizzazione della spesa, con budget specifico, ma fuori dalla previsione della dotazione organica del personale, fuori dalle previsioni normative di assunzione e mobilità, e fuori dalle percentuali riguardanti gli incarichi dirigenziali conferiti a esterni rispetto a dirigenti vincitori di concorso o interni, ovvero fuori dall'articolo 19, comma 6, del decreto n. 165 del 2001;

   su questo solco quindi Aci nel 2019 istituisce la struttura di missione per i progetti comunitari per l'automotive e il turismo e nel 2023 la struttura di missione per investimenti autodromo di Monza;

   la struttura per i progetti comunitari per automotive e turismo nata su proposta del segretario generale dell'Aci, dottor Gerardo Capozza, con lo scopo di svolgere il ruolo di Autorità di gestione dei fondi strutturali e dei fondi europei, secondo le previsioni di cui all'articolo 60 del regolamento CE 1083/2006 e del regolamento CE del 2006, n. 1828, inoltre può stringere accordi con enti pubblici e privati sulla mobilità e il turismo, assumendo la funzione di impulso e coordinamento nell'accesso ai fondi comunitari gestiti direttamente dalla Unione europea, fondi azionali e regionali, con possibilità di finanziamento per progetti complessi nel campo della ricerca, dello sviluppo territoriale e dello scambio di buone prassi. Inoltre, è previsto che svolga conseguenti attività di monitoraggio e valutazione dei bandi europei, progettazione, attuazione e gestione dei progetti, amministrazione e rendicontazioni collegate. L'organizzazione data per la struttura ha previsto la nomina di un coordinatore, con livello dirigenziale generale e due dirigenti di livello non generale. È stata designata anche una sede estera, oltre quella presso Roma, a Bruxelles per favorire i contatti e lì sono stati individuati, in locazione novennale, dei locali con arredi adeguati. È stata assegnata una specifica retribuzione per i dirigenti e per il personale che opera presso la sede di Bruxelles, con indennità speciali aggiuntive per funzioni disagiate, parificate al personale diplomatico delle sedi estere, in analogia con il Ministero degli affari esteri, che va ben oltre quella di un dirigente e di un impiegato ordinariamente applicati in strutture pubbliche, con costi aggiuntivi anche di trasferte e logistica;

   i dirigenti e i dipendenti tutti esterni all'Aci, individuati e nominati direttamente dal segretario generale, sono stati già prorogati una seconda volta per altri tre anni. L'insieme di questa struttura, quanto a costi diretti e indiretti, ha generato budget e voci di spesa giustificabili solo a fronte di entrate o ricavi derivanti dai risultati e dalle performance collegate ai fondi ed ai progetti/accordi cui la Struttura avrà aderito o procurato nell'interesse di Aci;

   ad oggi non sembrerebbero tuttavia rinvenibili voci in attivo, dichiarate e specifiche, giustificabili i costi e le spese, nei bilanci di Aci. I revisori di Aci, in occasione dei consigli di amministrazione dell'ente, avrebbero più volte chiesto informazioni di dettaglio al presidente e al segretario generale sugli output effettivi della struttura. Anche durante il periodo Covid la struttura di missione ha continuato ad operare, mantenendo a dipendenti e dirigenti lo stesso livello retributivo e tenendo attive le sedi estere di lavoro. Successivamente al periodo Covid e tenuto conto delle crescenti difficoltà che Aci ha incontrato in questi anni, economicamente e finanziariamente, per la contrazione del mercato automobilistico, l'ente ha la necessità di ridurre e razionalizzare le spese ed è tuttora al punto di dover rincorrere, come sempre accaduto, negli ultimi anni, ai dividendi della società Sara per arrivare al pareggio di bilancio, ma la struttura temporanea è stata confermata nel 2022;

   se i Ministri interrogati, anche in considerazione dei poteri di vigilanza del Governo, siano a conoscenza:

    a) dei costi complessivi prodotti dalla citata struttura;

    b) di quali siano i fondi strutturali ed europei erogati cui la struttura ha avuto accesso per il finanziamento delle iniziative;

    c) dei risultati ottenuti dall'Autorità di gestione facente parte della citata struttura di missione, di quanto siano i ricavi o le possibili entrate e i reali benefìci per Aci derivanti dalle attività esecutive dei progetti e degli accordi sottoscritti, anche al fine di motivare la proroga della struttura di missione dopo gli accertati risultati dei primi tre anni.
(2-00322) «Amato».

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  L'interrogazione a risposta in Commissione Amorese n. 5-01954, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 31 gennaio 2024, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Fabrizio Rossi.

  L'interrogazione a risposta in Commissione Morassut e Simiani n. 5-01959, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 5 febbraio 2024, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Curti, Ferrari.

  L'interrogazione a risposta in Commissione Quartapelle Procopio e Fossi n. 5-01961, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 5 febbraio 2024, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Di Biase.

  L'interrogazione a risposta in Commissione De Luca e altri n. 5-01966, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 5 febbraio 2024, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Bonafè, Barbagallo.

Pubblicazione di un testo riformulato.

  Si pubblica il testo riformulato dell'interpellanza urgente Quartapelle Procopio n. 2-00318, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 236 del 30 gennaio 2024.

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:

   il 25 gennaio 2024, quasi in concomitanza con la celebrazione del Giorno della Memoria, il Consiglio dei ministri ha deliberato alcune nomine al grado di ambasciatore dei Ministri plenipotenziari, tra cui Mario Andrea Vattani, già commissario generale per l'Italia ad Expo 2025 Osaka;

   in merito alla nomina di Mario Andrea Vattani, un gruppo di diplomatici ha scritto una lettera aperta al Ministro degli esteri e pubblicata a mezzo stampa, nella quale apostrofano la suddetta nomina come «gravissima, che mortifica la diplomazia italiana e prefigura il rischio che l'Italia venga rappresentata in Paesi di primaria importanza da un funzionario indegno di ricoprire tale ruolo. Infatti, il novello Ambasciatore di grado si è sempre distinto per la sua fede neofascista per non dire neonazista attestata da vari episodi, ribadita nel tempo e mai sconfessata.»;

   invero, l'ambasciatore Mario Andrea Vattani, «console fascio-rock», così passato alle cronache giusto dieci anni fa, nelle vesti di Katanga (il suo nome d'arte), partecipò alla testa del gruppo Sottofasciasemplice, sul palco di una kermesse organizzata da CasaPound, ricambiando il saluto romano del pubblico;

   per questo episodio, l'ambasciatore Vattani subì il richiamo con effetto immediato a Roma, un ammonimento disciplinare e una sospensione di quattro mesi dal servizio senza stipendio;

   dunque, pur appartenendo al corpo diplomatico italiano e avendo giurato fedeltà alla Costituzione, Vattani non ha mai desistito dall'esibirsi con il suo gruppo musicale «fascio-nazi-rock» in raduni di gruppi affiliati a CasaPound, cantando canzoni violentemente contro la Resistenza e la Repubblica italiana, ricambiando più volte il saluto fascista con la chiara dichiarazione di appartenenza politico-ideologica, ma soprattutto valoriale, evidentemente in netto contrasto con i fondamenti costituzionali della nostra Repubblica;

   da notizie a mezzo stampa, parrebbe inoltre che il compenso di Vattani per Expo Osaka 2025, sia stato aumentato di 240 mila euro – il massimale previsto per la PA – a 360 mila euro;

   gli interpellanti sono consapevoli che la funzione di ambasciatore presso uno Stato estero racchiude in sé, nel suo carattere di rappresentanza dello Stato, nell'esercizio delle funzioni diplomatiche, il senso completo delle basi giuridiche e morali della Repubblica, che sono raccolte nella Costituzione italiana, che è incompatibile con qualsiasi professione di fede fascista;

   la nomina di un ambasciatore, pur nella discrezionalità che un Ministro ha nel momento di proporre una nomina al Consiglio dei ministri, non dovrebbe prescindere da un elemento di valutazione circa la meritevolezza di quella persona, che rappresenta il nostro popolo, la nostra comunità, i suoi valori fondanti, morali, politici, democratici scritti nella Costituzione, a essere elemento di interfaccia con comunità estere, con Stati esteri, con popoli esteri, che ospitano le sedi diplomatiche;

   la vicenda all'ambasciatore Vattani è stata già, in qualche maniera, sottoposta all'esame del Parlamento in vari atti di sindacato ispettivo, sia nel 2012 che nel 2021, sempre per sollevare l'opportunità che un membro dell'organizzazione dello Stato di alto livello e che non ha mai smentito le sue professioni di fede dichiaratamente fasciste e dichiaratamente contrastanti con i fondamenti della Costituzione italiana, sia il rappresentante più alto in grado della nostra Repubblica in uno Stato estero –:

   quali siano le motivazioni che hanno portato alla nomina di Vattani e se non ritenga necessario valutare l'opportunità che l'ambasciatore rappresenti la Repubblica italiana in sede di corpo diplomatico;

   se il compenso di Vattani sia superiore al massimale previsto per i dipendenti PA come riportato a mezzo stampa.
(2-00318) «Quartapelle Procopio, Provenzano, Porta, Fornaro, Boldrini».

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta in Commissione Ghio n. 5-00270 del 24 gennaio 2023;

   interrogazione a risposta scritta Tenerini n. 4-02022 del 13 dicembre 2023;

   interpellanza urgente Sarracino n. 2-00311 del 23 gennaio 2024.

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore: interrogazione a risposta scritta Boldrini e altri n. 4-02181 del 22 gennaio 2024 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-01967.

ERRATA CORRIGE

  Interrogazione a risposta scritta Stefani n. 4-02260 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta n. 238 del 5 febbraio 2024, alla pagina 6841, seconda colonna, dalla riga quarantesima alla riga quarantunesima deve leggersi: «penalizza molto le persone con disabilità-:» e non come stampato.