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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 15 aprile 2024

ATTI DI CONTROLLO

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   VACCARI, MARINO, FORATTINI e ANDREA ROSSI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:

   la produzione di foie gras tramite alimentazione forzata in Italia è vietata dal 2001, ma avviene ancora in cinque dei 27 Stati dell'Unione europea: Francia, Ungheria, Bulgaria, Spagna e Belgio (solo nella Vallonia). Si tratta di un prodotto di nicchia venduto ancora oggi in Europa e nel nostro Paese, che provoca la sofferenza estrema di milioni di animali in Europa, dove vengono prodotte più di 19 mila tonnellate di foie gras, circa il 90 per cento della produzione globale;

   attualmente, il Regolamento (CE) n. 543 del 2008 relativo alle norme di commercializzazione per le carni di pollame prevede che, per produrre foie gras, il fegato di un'anatra debba pesare almeno 300 grammi e quello di un'oca almeno 400. Ma si tratta di pesi che questi animali non raggiungono in natura e che è possibile realizzare a livello industriale solo attraverso l'alimentazione forzata, come stabilito nel 1991 dalla Commissione europea. Tale requisito sui pesi minimi non ha alcuna base scientifica o tradizionale. La stessa produzione di foie gras è stata fortemente condannata da un rapporto del Comitato scientifico veterinario dell'Unione europea, che giudica l'alimentazione forzata «nociva per il benessere degli animali». Tuttavia, nonostante anche la Fao ritenga la pratica dell'alimentazione forzata nociva per gli animali, nel 2022 il Parlamento europeo ha approvato una relazione in cui si afferma che questa produzione è basata su procedure di allevamento rispettose dei criteri di benessere animale;

   l'Unione europea continua a permettere che una pratica così atroce venga perpetrata nei confronti di milioni di animali allevati –:

   quali iniziative intendano intraprendere nelle sedi europee al fine di avviare in tempi brevi l'iter per l'eliminazione del requisito dei pesi minimi del fegato di anatre e oche di cui al Regolamento (CE) n. 543 del 2008, nonché al fine di tutelare i produttori che non utilizzano alimentazione forzata e, per questo, fortemente penalizzati.
(5-02275)

Interrogazione a risposta scritta:


   ZANELLA. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:

   con il decreto legislativo n. 146 del 2001 recante «attuazione della direttiva 98/58/CE relativa alla protezione degli animali negli allevamenti» è stata vietata nel nostro Paese la produzione di «fegato grasso» di oche e anatre mediante alimentazione forzata (o gavage), che consiste nell'inserire un tubo nella gola degli animali, costringendoli ad ingurgitare in pochi secondi e per più volte al giorno una quantità eccessiva di cibo;

   tuttavia, nella Unione europea il foie gras tramite alimentazione forzata viene ancora prodotto in Francia, Ungheria, Bulgaria, Spagna e Belgio (solo nella Vallonia);

   durante tale pratica, non di rado, gli animali subiscono gravi lesioni o muoiono soffocati dal proprio vomito;

   l'obiettivo dell'allevatore è ingrassare il fegato dell'animale al punto di arrivare ad indurre la «steatosi epatica», una vera e propria patologia del fegato che poi viene immesso sul mercato col nome di foie gras;

   il requisito dei pesi minimi del fegato di anatre e oche, attualmente previsto dal regolamento (CE) n. 543 del 2008 relativo alle norme di commercializzazione per le carni di pollame, non ha alcuna base scientifica o tradizionale e, di fatto, impedisce la produzione di foie gras senza ricorrere al gavage o alimentazione forzata;

   Animal Equality e numerose altre associazioni animaliste, da sempre si battono con forza per il rispetto del benessere animale e contro il requisito dei pesi minimi del fegato di anatre e oche e contro la pratica dell'alimentazione forzata;

   il tema è già da tempo all'attenzione della Commissione europea (Direzione generale dell'agricoltura e dello sviluppo rurale) che, nell'ambito della revisione delle norme sulla commercializzazione per la carne di pollame, ad aprile 2023 ha lanciato una consultazione pubblica. Il 90 per cento di questi chiede l'eliminazione del requisito dei pesi minimi del fegato, per permettere ai consumatori di scegliere foie gras prodotto senza alimentazione forzata. Tra i feedback contro l'alimentazione forzata, spicca quello di Coop Italia, azienda leader nel settore della GDO;

   si rammenta inoltre che il 30 giugno 2023, al Parlamento europeo è stata presentata un'interrogazione a risposta scritta, firmata da ben 84 Europarlamentari, 15 di questi italiani e appartenenti ad ogni schieramento politico, con la quale si richiede l'eliminazione del requisito dei pesi minimi del fegato di anatre e oche, e quindi di permettere la produzione di foie gras senza gavage –:

   se non si intendano avviare in sede UE e nei confronti del Commissario europeo per l'Agricoltura, tutte le iniziative di competenza volte a ottenere la soppressione del requisito dei pesi minimi del fegato di anatre e oche, attualmente presente nel suddetto regolamento (CE) n. 543 del 2008.
(4-02654)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:


   BENZONI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   durante il periodo emergenziale legato all'epidemia da COVID-19, per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022 sono state erogate risorse a carattere straordinario in favore degli enti locali, al fine di fronteggiare l'emergenza;

   nel triennio di riferimento, gli enti locali hanno utilizzato tali risorse per le diverse finalità consentite, secondo le indicazioni, tempistiche e modalità individuate dalle norme di riferimento, nel rispetto del previsto obbligo di rendicontazione di quanto ricevuto;

   tale rendicontazione, da inviare perentoriamente entro il 31 maggio dell'anno successivo a quello di assegnazione, seguiva regole ben specifiche, fornite tramite circolari della Ragioneria generale dello Stato; in particolare, era previsto che le risultanze di ciascuna confluissero in quella successiva, così da determinare un saldo finale complessivo in esito alla rendicontazione finale del 31 maggio 2023;

   in particolare, i saldi relativi al Fondo per l'esercizio delle funzioni fondamentali degli enti locali (cosiddetto «Fondone») sono stati oggetto di correttivi apportati a posteriori, ad avviso dell'interrogante inattesi ed estranei rispetto alle indicazioni precedentemente fornite. Ne è derivata una mancata corrispondenza, nella valutazione svolta da parte del Ministero dell'economia e delle finanze, tra i calcoli effettuati e trasmessi dagli enti locali;

   di conseguenza, molti enti locali si sono trovati costretti ad attingere dall'avanzo di amministrazione disponibile o, in caso di avanzo incapiente, a dover subire trattenute – in quattro rate annuali – sul Fondo di solidarietà; altri hanno beneficiato di ulteriori risorse in aggiunta a quelle originariamente concesse; altri ancora sono in situazione di pareggio, e tra questi vi sono parecchi comuni che hanno beneficiato di correttivi correlati a situazioni di difficoltà finanziaria o dissesto;

   ad oggi, quindi, si è creata una situazione di disparità per cui alcuni enti devono restituire gran parte delle risorse assegnate in origine; altri enti più virtuosi, che hanno puntualmente speso le risorse assegnate tempo per tempo, si trovano oggi in ogni caso puniti a vantaggio di altri che invece hanno accumulato ritardi nella capacità di spesa e nella puntualità di rendicontazione; inoltre, le trattenute che ora verranno operate incideranno significativamente sulla capacità degli enti di sostenere le spese legate alle conseguenze del periodo pandemico che proprio in questi mesi si stanno manifestando – in particolare sull'assistenza educativa scolastica e sulle spese per il sociale –:

   quali iniziative, anche di carattere normativo, intenda assumere al fine di apportare i necessari correttivi per porre fine alle situazioni di disparità descritte.
(4-02652)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta scritta:


   BENZONI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il raccordo autostradale Tirreno-Brennero (Ti-Bre) è un'infrastruttura cruciale, parte del Corridoio tirrenico della rete europea Ten-T comprehensive, che attraversa cinque regioni italiane – Liguria, Toscana, Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto – collegando i principali hub portuali tirrenici, lo snodo interportuale di Parma, la maggior parte del tracciato lombardo e il terminale nord verso il nord Europa;

   nonostante il Governo abbia riconosciuto l'importanza strategica dell'opera, la quale garantirebbe un alleggerimento della viabilità in Lombardia ed Emilia-Romagna, e l'abbia inserita nei programmi di sviluppo delle due regioni, il finanziamento per il completamento del secondo lotto del raccordo non è ancora stato assicurato, con pesanti ripercussioni sulla viabilità ordinaria;

   della questione è stato già investito il Ministro interrogato, con una lettera a lui indirizzata da parte degli assessori regionali alle infrastrutture di Lombardia ed Emilia-Romagna, in cui si chiede che venga completato il raccordo autostradale Tirreno-Brennero e che siano garantiti i fondi necessari, cui non è stato dato riscontro –:

   quali siano gli orientamenti circa la realizzazione del progetto richiamato in premessa e con quali modalità e tempistiche si intenda intervenire per garantire il completamento di un'infrastruttura ritenuta essenziale non solo per i territori interessati, ma per il Paese intero e come ponte verso il nord Europa.
(4-02653)

INTERNO

Interrogazione a risposta scritta:


   FRATOIANNI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi il quotidiano Il Mattino di Padova ha denunciato che un proprio collaboratore è stato sottoposto a fermo e condotto in questura mentre si trovava, per lavoro, ad un'iniziativa di Ultima Generazione, che avrebbe dovuto seguire e raccontare il proprio quotidiano;

   il cronista sarebbe stato trattenuto in questura per diverse ore senza che gli venisse concessa la possibilità di contattare la redazione, né il legale della testata giornalistica, né tantomeno i familiari;

   secondo quanto riportato dal Mattino di Padova il giornalista è stato rilasciato in serata, intorno alle 20 senza che gli venisse rilasciato alcun verbale di contestazione;

   non è dunque dato sapere per quale motivo o fatto o contestazione di reato il cronista sia stato trattenuto per ore in questura;

   il sindacato giornalisti del Veneto ha denunciato immediatamente la gravità dei fatti e chiesto immediata chiarezza, sottolineando come il diritto di cronaca sia «un valore per la comunità e un presidio di democrazia che non può essere in alcun modo limitato o soppresso»;

   secondo le ricostruzioni il cronista del Mattino di Padova era presente nel momento in cui un gruppo di attivisti di Ultima Generazione è stato fermato dalla polizia e allontanato dal luogo dell'iniziativa;

   non appena i poliziotti hanno chiesto i documenti di identità ai presenti, il cronista si è qualificato come giornalista, spiegando di essere in servizio e ha consegnato il proprio documento di identità;

   avvertendo preventivamente gli agenti, il giornalista ha deciso di filmare quanto stava accadendo;

   già nel novembre 2023 un episodio analogo era accaduto ad un collaboratore de La Repubblica a Messina, anche lui fermato e trattenuto arbitrariamente per ore nella locale questura perché anche lui presente, per esigenze di lavoro, ad una manifestazione ambientalista promossa da Ultima Generazione;

   ad avviso dell'interrogante quanto avvenuto a Padova rappresenta un ulteriore episodio incomprensibile, che colpisce di fatto l'esercizio della libera stampa nel nostro Paese;

   il fermo e il successivo trattenimento in questura appaiono all'interrogante pretestuosi e intimidatori, una misura assolutamente ingiustificata e non degna di una forza di polizia di un Paese democratico, che di fatto ha impedito l'esercizio del diritto di cronaca procedendo ad un ingiustificato fermo;

   esercitare appieno il diritto di svolgere il mestiere di giornalista è uno dei punti qualificanti di una democrazia e va tutelato in ogni contesto –:

   se non si intenda acquisire ogni informazione utile a chiarire quanto accaduto a Padova anche in ordine alle motivazioni che hanno indotto gli agenti di polizia a trattenere per diverse ore il cronista in questura senza che gli venisse concessa la possibilità di contattare il proprio avvocato, i colleghi della redazione o la famiglia, peraltro senza alcuna apparente motivazione;

   quali iniziative di competenza si intenda adottare affinché, ove ne sussistano i presupposti, possano essere assunti i provvedimenti necessari nei confronti degli autori del fermo, dal momento che lo stesso sembra configurarsi in sostanza come un impedimento, da parte delle forze dell'ordine, all'esercizio dell'attività giornalistica e di informazione garantita dalla Costituzione, anche al fine di evitare che si ripetano in futuro simili gravi episodi.
(4-02655)

SALUTE

Interrogazione a risposta scritta:


   MALAVASI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il Comitato progetti sociali Ets è una associazione senza scopi di lucro, con sede in Roma, che persegue finalità di solidarietà sociale e promozione sociale del territorio, come scritto nell'atto costitutivo, attiva in numerose e meritorie attività di interesse generale, tra cui «educazione istruzione e formazione professionale; organizzazione e gestione di attività culturali, artistiche e ricreative di interesse sociale; formazione extrascolastica; servizi destinati all'inserimento o reinserimento lavorativo; organizzazione e gestione di attività sportive dilettantistiche; riqualificazione di beni pubblici inutilizzati o confiscati alla criminalità organizzata»;

   il suddetto comitato ha inviato lettere a molti sindaci della regione Emilia-Romagna, chiedendo un appuntamento, per proporre alle amministrazioni comunali programmi gratuiti di prevenzione sanitaria che può essere «personalizzata sul territorio in base alle esigenze manifestate delle singole amministrazioni comunali»;

   nella mail inviata alle amministrazioni, si allegano due missive, una del Corpo delle infermiere volontarie, che esprimono ammirazione per le attività svolte dal Comitato e una del Sottosegretario di Stato al Ministero della salute (prot. n. 2023/GM/00066), che esprime «vivo apprezzamento per le iniziative che il Comitato Progetti Sociali realizza in favore della collettività, promuovendo un approccio di massima collaborazione fra enti del terzo settore, pubbliche amministrazioni e singoli cittadini in un circuito virtuoso di solidarietà»;

   questa ultima missiva citata viene usata a parere dell'interrogante come referenza per promuovere le attività presso gli enti pubblici, facendo intendere che si tratti di un'attività sostenuta dal Ministero competente, tanto che la mail inviata ai sindaci inizia nel seguente modo: «Egr. sig. Sindaco, in allegato trova una lettera del Sottosegretario di Stato al Ministero della salute»;

   si apprende che il Comitato, nel corso dell'appuntamento con i sindaci, avrebbe chiesto una lettera di sostegno alle proprie attività da utilizzare, unitamente a quella del Sottosegretario, come referenze nella successiva attività di crowdfunding presso soggetti economici del territorio, attività utile per finanziare i progetti proposti creando molta commistione di ruoli, con poca chiarezza sia verso le aziende coinvolte che la cittadinanza;

   il Comitato si avvale inoltre di una società denominata Progetti Speciali Srl, costituita nel 2022, con sede a Bologna, che ha come attività prevalente l'ideazione di campagna pubblicitarie, che risulta la destinataria dell'attività di crowdfunding (si parla di raccolte di decine di migliaia di euro, in base alle informazioni rilasciate da diversi imprenditori coinvolti, che sono stati raccolti senza una adeguata e trasparente informazione circa i rapporti con le Asl, compresa la piena separazione ed autonomia delle attività messe in campo dal Comitato suddetto, senza alcun raccordo con le aziende medesime e l'associazione promotrice);

   l'attività dell'Ets si configura, seppur nei suoi meritevoli obiettivi, come un sistema collaterale di prevenzione sanitaria che non si articola in un necessario quanto indispensabile rapporto con la Asl di pertinenza, visto che questa non viene né informata, né coinvolta, a discapito di una garanzia sulla attività di prevenzione che viene messa in campo, quale ad esempio attività di screening mammografico realizzate in ambulatori mobili, senza nessuna informazione sulla qualità delle tecnologie utilizzate, né sulla professionalità del personale impiegato, attività che hanno visto la partecipazione di numerose donne residenti nei comuni coinvolti –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dell'attività portata avanti dalla suddetta associazione, anche grazie al «vivo apprezzamento» espresso dal Sottosegretario, se sia a conoscenza che la lettera a firma dell'onorevole Gemmato su propria carta intestata venga utilizzata per l'attività di raccolta fondi presso aziende private, nonché che tali progetti vengano portati avanti senza nessun coinvolgimento dell'Asl e quindi senza alcuna effettiva garanzia per i cittadini coinvolti, con possibili rischi a danno sia della salute dei cittadini, sia del sistema sanitario che il Ministero della salute dovrebbe tutelare.
(4-02651)