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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Martedì 11 giugno 2024

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzioni in Commissione:


   La VII Commissione,

   premesso che:

    i terribili fatti di cronaca che vedono gruppi di ragazzi, spesso minorenni, rendersi protagonisti di atti di violenza non sono purtroppo casi isolati e rilevano l'importanza di restituire ai giovani i valori su vari aspetti della sessualità e dell'affettività;

    dall'indagine sulla violenza di genere onlife in adolescenza realizzata in collaborazione con IPSOS, «Le Ragazze Stanno Bene?» si evince che il 58 per cento degli adolescenti dichiara che negli ultimi tempi è diventato più sensibile ai temi di genere e il 43 per cento ritiene che sarebbe utile uno sportello psicologico a scuola per sensibilizzare sul tema della violenza di genere;

    dalla ricerca è evidente l'importanza di cogliere l'attenzione e la voglia di approfondire queste tematiche da parte di ragazzi e ragazze e fare in modo che l'educazione alla affettività, alla sessualità e alle relazioni non violente divengano parte integrante di tutti i percorsi di crescita;

    la convenzione di Istanbul (ratificata dall'Italia con la legge 27 giugno 2013, n. 77), all'articolo 14, comma 1 prevede che i Paesi contraenti pongano in essere tutte le azioni necessarie per includere «nei programmi scolastici di ogni ordine e grado dei materiali didattici sui temi quali la parità tra i sessi, i ruoli di genere non stereotipati, il reciproco rispetto, la soluzione non violenta dei conflitti nei rapporti interpersonali, la violenza contro le donne basata sul genere e il diritto all'integrità personale, appropriati al livello cognitivo degli allievi» (...);

    negli ultimi anni, molte scuole attente ai fenomeni della prevenzione della violenza, usufruendo dell'autonomia scolastica, hanno avviato progetti didattici incentrati, oltre che sull'educazione sessuale, sulla scoperta e consapevolezza del proprio corpo, nonché sull'educazione sentimentale degli alunni e degli studenti;

    secondo un recente rapporto l'Unesco sottolinea poi l'importanza del diritto all'educazione affettiva e sessuale non solo in quanto diritto alla salute, ma anche al fine di realizzare il pieno rispetto dei diritti umani e favorire l'uguaglianza di genere, essendo questi parte degli obiettivi dell'Agenda 2030 dell'Onu. Un diritto che come dimostrato dall'Osservatorio «Giovani Sessualità», svolto da Durex in collaborazione con Skuola.net – i ragazzi pretendono, una delle poche attività di ricerca con cadenza annuale esistenti in Italia sul tema, evince, infatti, che il 93,7 per cento degli intervistati crede che l'educazione alla sessualità e all'affettività dovrebbe essere offerta come materia nel curriculum scolastico;

    nei vari ordinamenti europei emerge l'importanza attribuita alla formazione e all'educazione scolastica nel processo di eradicazione degli stereotipi e dei pregiudizi di genere, che, per vari aspetti, si possono considerare alla base del fenomeno della violenza contro le donne;

    in sede di esame del disegno di legge al Senato per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica (A.S. 923), in seguito all'approvazione di un ordine del giorno a firma del Gruppo del Partito Democratico (G/923/6/2) il Governo si è impegnato a promuovere, d'intesa con gli Uffici di Presidenza di Camera e Senato e le rispettive Conferenze dei Capigruppo, la calendarizzazione dei disegni di legge che intervengono sulla prevenzione e sul contrasto della violenza sulle donne e la violenza domestica, a completamento della normativa vigente, al fine di iniziare il loro iter parlamentare entro la data del 31 gennaio 2024;

    l'attività conoscitiva svolta dalla Commissione femminicidio, nella XVIII legislatura, ha evidenziato nella relazione conclusiva, come «educare al rispetto e alle emozioni fin dalla più tenera età rappresenti uno strumento efficace per contrastare la violenza. Le famiglie e la scuola rappresentano i luoghi in cui si formano i nostri bambini, ed in cui possono e devono essere veicolati i contenuti culturali fondamentali del loro percorso di crescita. (...)»;

    in particolare la legge 13 luglio 2015, n. 107, che all'articolo 1, comma 16, e le successive linee guida adottate nel 2017, dispone che: «Il piano triennale dell'offerta formativa assicura l'attuazione dei princìpi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l'educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori»;

    la stessa presenza di esperti all'interno delle istituzioni scolastiche viene determinata democraticamente previa approvazione da parte del Consiglio di istituto;

    le scuole, dunque, nell'applicare quanto previsto dalla legge vanno sostenute nella realizzazione di tali obiettivi anche attraverso la formazione della comunità educante, in particolare del corpo docente e nell'ambito universitario,

impegna il Governo:

   a promuovere, anche attraverso il confronto con gli enti locali, con le associazioni del territorio impegnate nella prevenzione e nel contrasto delle discriminazioni e impegnate sulle tematiche dell'educazione affettiva e sessuale, iniziative presso le istituzioni scolastiche e universitarie finalizzate alla prevenzione e al contrasto del disagio giovanile;

   a promuovere campagne informative sul disagio giovanile ed in particolare sulle tematiche legate all'educazione affettiva e sessuale, nonché all'acquisizione di competenze digitali e di una maggiore consapevolezza nell'utilizzo della rete internet e dei social network;

   a promuovere, presso le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, giornate e momenti dedicati, con il supporto di competenze specifiche, per favorire il riconoscimento delle problematiche legate all'eguaglianza, alle pari opportunità, all'educazione alla parità tra i sessi e al rispetto delle differenze di sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere;

   a favorire, alla luce degli impegni di cui sopra e per quanto di competenza, un rapido iter dei progetti di legge volti a introdurre tematiche dell'educazione affettiva e sessuale nel primo e nel secondo ciclo di istruzione.
(7-00227) «Manzi, Orfini, Berruto, Zingaretti».


   La VII Commissione,

   premesso che:

    un'istruzione adeguata, esauriente e completa rappresenta uno degli strumenti essenziali per rendere concreta l'uguaglianza sostanziale tra cittadini e rispondere così al principio fondamentale garantito dalla nostra Carta costituzionale, previsto all'articolo 3, comma 2, poiché consente di poter compiere scelte consapevoli e di poter costruire un'esistenza dignitosa;

    la scuola, dopo la famiglia, assume un ruolo essenziale non solo nell'istruzione quale trasmissione di conoscenze e saperi, ma soprattutto nella formazione delle bambine, dei bambini e degli adolescenti, con l'obiettivo di fornire loro gli strumenti necessari per una crescita culturale, psicologica e sociale, promuovendo la responsabilità e l'autonomia di giudizio;

    appare necessario rimettere al centro delle priorità di investimento di risorse pubbliche la scuola quale comunità educante, nella quale vivono più soggetti, uniti da un obiettivo comune: assumere una responsabilità condivisa per la crescita dei bambini, delle bambine e degli adolescenti; una sorta di educazione diffusa, in grado di trasformare il territorio in una grande risorsa di apprendimento, di scambio e di sperimentazione;

    la scuola dovrebbe affiancare al compito dell'«insegnare ad apprendere» anche quello dell'«insegnare a essere» così come stabilito dalle indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione;

    la scuola deve rappresentare, inoltre, un luogo inclusivo, dove tutte le diversità vengono valorizzate così da dare ad ognuno pari possibilità di crescita in un sistema equo e coeso in grado di prendersi cura di tutti i cittadini, assicurandone la loro dignità, il rispetto delle differenze e le pari opportunità;

    è da stigmatizzare ogni tentativo di strumentalizzazione della scuola quale terreno per la diffusione di qualsiasi tipo di propaganda ideologica, finalizzata a distorcere la realtà delle cose, generando confusione e disinformazione;

    un tema che ancora appare difficile da affrontare a scuola come quello dell'educazione affettiva e sessuale, ovvero la conoscenza di sé e dell'altro, appare invece fondamentale per agevolare la crescita dei giovani nonché per contrastare qualsiasi forma di discriminazione e violenza;

    il dibattito sul tema dell'introduzione dell'educazione affettiva e sessuale come percorso nelle scuole è iniziato in Italia già nel secolo scorso e da allora sono stati presentati numerosi progetti di legge da parte di parlamentari di diversi orientamenti politici, senza tuttavia giungere ad un risultato concreto;

    anche nell'ambito della riforma conosciuta come «la buona scuola», di cui alla legge 13 luglio 2015, n. 107 , all'articolo 1, comma 16, si prevede che: «Il piano triennale dell'offerta formativa assicura l'attuazione dei princìpi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l'educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall'articolo 5, comma 2, del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93», ossia le tematiche relative alla violenza contro le donne, all'educazione alla relazione e alla discriminazione di genere, sebbene le linee guida per l'attuazione di questi princìpi non siano state sempre recepite integralmente dai singoli istituti scolastici;

    da un'indagine nazionale del Ministero della salute riguardante la salute sessuale e riproduttiva degli adolescenti, pubblicata il 19 febbraio 2019, è emerso che in un contesto in cui l'educazione sessuale è assente, frammentaria, approssimativa e geograficamente disomogenea, la stragrande maggioranza degli adolescenti italiani (l'89 per cento dei ragazzi e l'84 per cento delle ragazze) è costretta a informarsi ricorrendo alla rete internet, meno della metà si rivolge agli amici, e solo uno su quattro ai familiari;

    oggi, purtroppo, attraverso la rete, può capitare che i bambini si confrontino con i contenuti della pornografia, alimentando la confusione e i falsi miti sulla sessualità e senza aver ricevuto dal sistema educativo né dalla famiglia gli strumenti per saper distinguere tra realtà e finzione;

    l'introduzione di un percorso di educazione affettiva e sessuale può essere utile anche per aiutare i nostri giovani e le famiglie a non incorrere in assurde paure riguardanti l'esistenza di teorie astratte e puramente ideologiche, come ad esempio la cosiddetta «ideologia gender», e che questa possa essere pericolosamente diffusa. Tale teoria di fatto non esiste e viene solo citata in modo strumentale nel dibattito politico, e ad oggi è priva di evidenza scientifica;

    i termini «teoria Gender» o «ideologia del gender» rappresentano, in realtà, un modo improprio di riferirsi agli «studi di genere», proponendone, però, una versione distorta e volutamente falsata, con l'obiettivo di deviare il dibattito pubblico e rafforzare una pericolosa propaganda contro la libertà di amare senza alcuna discriminazione e la libertà di scegliere la propria identità di genere;

   al contrario, gli studi di genere rappresentano un settore della ricerca molto importante per comprendere quanto siano radicate alcune forme di violenza e discriminazione nel nostro sistema culturale. Gli studi di genere, soprattutto quelli incentrati sull'approccio intersezionale, ad esempio, richiamano l'attenzione su come eterosessismo, abilità, patriarcato, xenofobia, oppressione di classe interagiscono tra loro nei sistemi istituzionali, politici e sociali e con effetti visibili in termini di esclusione e marginalizzazione di una popolazione crescente;

   alla luce di quanto sopra esposto, il dibattito su una ipotetica «ideologia gender» è totalmente fuori dalla realtà, inutile e controproducente rispetto ai compiti affidati alla scuola; così come non esiste il pericolo che chicchessia si rechi nelle scuole cercando di convincere ragazzi e ragazze a cambiare sesso, a minare i valori della famiglia, ad eliminare il confine tra uomini e donne dal punto di vista biologico e sociale, né a minacciare le donne e i loro diritti,

impegna il Governo:

   a promuovere un necessario confronto con tutti i soggetti interessati, sulle tematiche dell'educazione affettiva e sessuale al fine di rispondere al bisogno delle allieve e degli allievi del primo e del secondo ciclo di istruzione di crescere e svilupparsi in modo armonioso, rendendoli maggiormente consapevoli nell'assunzione delle proprie scelte e condurre i ragazzi alla scoperta dei rapporti affettivi e al rispetto dell'altro genere;

   ad adottare iniziative volte a reperire adeguate risorse finalizzate alla promozione di una scuola aperta, quale laboratorio permanente di partecipazione e di educazione alla cittadinanza attiva in modo da consentire un tempestivo ed efficace sostegno e sviluppo della comunità educante, anche al fine di prevenire e contrastare la dispersione scolastica, promuovere reti di sussidiarietà e corresponsabilità socioeducativa, garantire il benessere educativo e psicologico della comunità scolastica, collaborare con i docenti, il personale ATA e i genitori nelle relazioni con gli studenti, potenziare le reti educative con enti locali, Terzo settore e tutte le realtà che agiscono negli ambiti educativi;

   a promuovere campagne di informazione finalizzate ad un uso consapevole degli strumenti informatici al fine di supportare le studentesse e gli studenti nel riconoscere non solo le potenzialità delle informazioni a disposizione, ma anche gli eventuali rischi correlati e il diffondersi di un dibattito puramente astratto e strumentale, non supportato dai fatti e dall'evidenza scientifica, sulla cosiddetta «ideologia gender» diffusa irresponsabilmente da chi vuole screditare la ricerca e gli studi di genere.
(7-00228) «Orrico, Caso, Amato».


   L'VIII Commissione,

   premesso che:

    con riferimento al decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36, recante «Codice dei contratti pubblici in attuazione dell'articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78», entrato in vigore il 1° aprile 2023, sono state riscontrate difficoltà applicative e interpretative, dovute anche ad interventi di autorità terze e dell'Unione europea che ne rendono più complessa l'applicazione, determinando quindi l'opportunità di valutare la necessità di una modifica articolata;

    per l'appunto, la legge 21 giugno 2022, n. 78, recante «Delega al Governo in materia di contratti pubblici», prevede, all'articolo 1, comma 4, che entro due anni dalla data di entrata in vigore del decreto o dei decreti attuativi della legge, il Governo può apportare ad essi le correzioni e integrazioni che l'applicazione pratica renda necessarie od opportune, nel rispetto dei medesimi princìpi e criteri direttivi;

    all'articolo 46, «Concorsi di progettazione» il Codice li individua di regola in una sola fase e, con adeguata motivazione, in due fasi, con possesso da parte di tutti i partecipanti, al momento di iscrizione al concorso, dei requisiti di ordine speciale di tipo economico-finanziario e tecnico-professionale di cui all'articolo 100;

    la «stagione» di grande diffusione dei concorsi di progettazione che si è avuta con il precedente Codice (208 Concorsi transitati sulla piattaforma concorsi del Cnappc nel periodo 2018-2023, oltre ai 212 concorsi per scuole promossi nel 2022 dal Ministero dell'istruzione), ha dimostrato che la forma migliore di concorso è quella in due fasi che, rispetto alla fase unica, garantisce una maggiore apertura alla concorrenza ed una notevole semplificazione delle attività della commissione giudicatrice, con conseguentemente risparmio sui tempi;

    con tale procedura, infatti, durante la prima fase vengono acquisite idee progettuali, mentre viene richiesto un approfondimento progettuale solo ai concorrenti ammessi alla seconda fase;

    inoltre, l'opzione, già prevista nel precedente Codice, di dimostrare il possesso dei requisiti di ordine speciale (economico-finanziari e tecnico-professionali) indicati nel bando solo da parte del vincitore nella fase di affidamento della progettazione esecutiva, con la possibilità di implementare i componenti del gruppo di progettazione, di fatto ha finora rilanciato l'accesso ai concorsi dei giovani;

    si ritiene pertanto opportuno rivalutare l'articolato del Codice, proponendo che il concorso di progettazione, di regola, si svolga in due fasi, con in capo al vincitore lo sviluppo, entro il termine indicato nel bando, di tutti gli elaborati previsti per il progetto di fattibilità tecnica ed economica, nonché la dimostrazione dei requisiti di ordine speciale eventualmente previsti nel bando per l'affidamento dei restanti servizi di progettazione esecutiva e direzione dei lavori, mediante procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando;

    all'articolo 50, «Procedure per l'affidamento» il comma 1, lettera c), prevede la procedura negoziata senza bando. A questo proposito si ritiene necessario disporre che la stazione appaltante sia vincolata a dare adeguata pubblicità preventiva e successiva all'adozione di tale procedura, per scongiurare eventuali abusi nel suo utilizzo, anche valutando che il possibile aggravio di adempimenti e costi per le stazioni appaltanti sarebbero compensati con minori rischi di contenzioso;

    all'articolo 60, «Revisione prezzi» l'attuale previsione necessita di specifici chiarimenti soprattutto in relazione al meccanismo della revisione dei prezzi. Risulta necessario chiarire e disciplinare con puntualità che: a) nei documenti di gara iniziali delle procedure di affidamento è obbligatorio l'inserimento delle clausole di revisione prezzi; b) tali clausole non apportano modifiche tali da alterare la natura generale del contratto o dell'accordo quadro; si attivano al verificarsi di particolari condizioni di natura oggettiva, che determinano una variazione del costo dell'opera, della fornitura o del servizio, in aumento o in diminuzione, superiore al 5 per cento dell'importo complessivo, quale soglia di attivazione del meccanismo revisionale, e operano nella misura dell'80 per cento della variazione stessa, in relazione alle prestazioni da eseguire; c) proprio in questo senso, sarebbe fondamentale chiarire che il già citato 5 per cento indicato dalla norma non costituisce un'alea ma una soglia di attivazione. Ovvero, se l'aumento dell'importo supera il 5 per cento si applica la revisione prezzi su tutto l'importo e non detraendo il 5 per cento, altrimenti vi sarebbero due alee (il 5 per cento e l'80 per cento);

    all'articolo 66, «Operatori economici per l'affidamento dei servizi di architettura e di ingegneria» risulta necessario chiarire che, indipendentemente dalla natura giuridica del soggetto affidatario di servizi di architettura e ingegneria, le prestazioni professionali specialistiche devono essere:

     rese da soggetti competenti per materia, dotati di apposite qualifiche professionali;

     integrate da una persona fisica, in possesso di idonei requisiti professionali, individuata nell'offerta presentata dall'Operatore Economico concorrente;

    si ritiene quindi opportuno implementare l'articolato riportando che, indipendentemente dalla natura giuridica del soggetto affidatario, l'incarico sia espletato da professionisti iscritti negli appositi albi previsti dai vigenti ordinamenti professionali, personalmente responsabili e nominativamente indicati già in sede di presentazione dell'offerta, con la specificazione delle rispettive qualificazioni professionali, e che nell'offerta sia inoltre indicata la persona fisica, in possesso di idonei requisiti professionali, incaricata dell'integrazione tra le varie prestazioni specialistiche;

    all'articolo 100, «Requisiti di ordine speciale» l'articolo estende anche agli affidamenti a professionisti esterni di incarichi di servizi di architettura e ingegneria le indicazioni del comma 11, che prevedono la possibilità per le stazioni appaltanti di richiedere «quale requisito di capacità tecnica e professionale di aver eseguito nel precedente triennio dalla data di indizione della procedura di gara contratti analoghi a quello in affidamento anche a favore di soggetti privati.»;

    tale indicazione risulta difforme da quella del precedente Codice (decreto legislativo n. 50 del 2016) che, all'Allegato XVII, prevedeva, per i requisiti di tipo economico-finanziario, la possibilità di sostituire al fatturato il possesso di comprovata copertura assicurativa contro i rischi professionali, mentre, per i requisiti di capacità tecnico-professionale, consentiva di prendere «in considerazione la prova relativa a forniture o a servizi forniti o effettuati più di tre anni prima»;

    per i servizi di architettura e ingegneria, la stessa Anac, nelle linee guida n. 1 e nel bando tipo 3, aveva adottato entrambe le possibilità, prevedendo la polizza in alternativa al fatturato ed estendendo il limite temporale a dieci anni;

    lo stesso decreto legislativo n. 36 del 2023 stabilisce che l'introduzione di requisiti è una possibilità e non un obbligo e che gli stessi devono essere attinenti e proporzionati all'oggetto del contratto, tenendo presente l'interesse pubblico al più ampio numero di potenziali concorrenti e favorendo l'accesso al mercato e la possibilità di crescita per le micro, piccole e medie imprese (articolo 10, comma 3);

    indipendentemente dal periodo di svolgimento dei servizi, la formazione continua obbligatoria dell'operatore economico costituisce garanzia che quest'ultimo stia al passo con l'innovazione tecnologica e con le esigenze di adeguare ogni soluzione tecnica agli obiettivi di resilienza e sostenibilità ambientale;

    i suddetti requisiti di ordine speciale costituiscono esclusivamente requisiti di accesso alla gara da parte dell'operatore economico e non di sua valutazione;

    pertanto, al fine di garantire un'apertura del mercato alle piccole e medie strutture professionali ed «assicurare un livello adeguato di concorrenza», si ritiene opportuno che nelle procedure di affidamento di servizi di architettura e ingegneria:

     fermo restando il possesso dei requisiti di idoneità professionale, i requisiti economico-finanziari possano essere dimostrati tramite una copertura assicurativa con massimale rapportato all'importo delle opere (10 per cento) o, in alternativa, con adeguata motivazione, mediante un fatturato globale non superiore al valore stimato del servizio in affidamento, maturato nei migliori tre esercizi dei dieci anni antecedenti la pubblicazione del bando;

     i requisiti di capacità tecnico-professionale possano essere dimostrati con l'avvenuta esecuzione, anche a favore di soggetti privati, di contratti analoghi a quelli in affidamento, per le classi e categorie di cui all'articolo 41, comma 15, del Codice, indipendentemente da limiti temporali;

    all'articolo 114, «Direzione dei lavori» risulta necessario stabilire che il direttore dei lavori rappresenta il garante «in toto» dell'esecuzione dei lavori, e quindi assume tale responsabilità anche rispetto alle proposte tecniche o di migliorie presentate dall'appaltatore in fase di gara. Tali proposte, se accolte, vanno integralmente recepite nel contratto, in base al principio della responsabilità da parte della stazione appaltante, anche allo scopo di contrastare la prassi diffusa della discrezionalità nell'effettuazione di modifiche tecniche o di migliorie in fase attuativa;

    si ritiene fondamentale che si definiscano con chiarezza i «confini» delle migliorie che: a) devono riguardare l'opera oggetto di appalto nei limiti di quanto indicato nel bando di gara; b) non devono richiedere l'acquisizione di nuove autorizzazioni e/o pareri; c) devono essere progettate con livello di approfondimento esecutivo da parte di professionisti regolarmente abilitati; d) devono essere approvate dalla stazione appaltante; e) devono essere recepite nel contratto e dirette, in fase di esecuzione, dalla direzione dei lavori, come da suo compito naturale;

    all'articolo 117, «Garanzie definitive» rispetto a quanto disposto dal comma 1, si sottolinea l'opportunità di sopprimere la previsione relativa alla cauzione del 2 per cento per gli Accordi quadro (AQ) e di rivalutare la congruità generale di tutte le forme di cauzione o fideiussione a «garanzia definitiva» in capo all'appaltatore aggiudicatario dell'accordo quadro, per evitare il verificarsi di una immobilizzazione di risorse eccessivamente gravosa;

    all'articolo 119, «Subappalto» è fondamentale stabilire in modo più puntuale le regole per il ricorso al subappalto a cascata. Nell'attuale formulazione il rischio di un uso improprio dell'istituto è alto. A fronte della previsione secondo cui la stazione appaltante è tenuta ad individuare la categoria di lavori o le prestazioni che, sebbene subappaltabili, non possono formare oggetto di ulteriore subappalto, risulta rilevante chiarire alcuni aspetti: a) la possibilità di ricorrere al subappalto a cascata non oltre il «secondo livello»; b) la necessità che anche il subappalto a cascata venga autorizzato dalla stazione appaltante per il tramite dell'appaltatore; c) la specificazione che contratti non qualificabili come subappalto non possono essere oggetto di ulteriore sub-affidamento da parte del subappaltatore;

    all'articolo 186, «Affidamenti dei concessionari» per garantire il potenziamento delle infrastrutture autostradali nei tempi certi dei piani di investimento, è necessario prevedere una maggiore flessibilità in capo al concedente nella individuazione delle quote di esternalizzazione di lavori, anche in considerazione delle specificità del singolo rapporto concessorio, del volume del piano di investimenti e della strategicità degli stessi per il rilancio del Paese;

    va sottolineata l'importanza di garantire contestualmente la concorrenza e la capacità dei concessionari di rispettare il cronoprogramma degli investimenti nell'arco temporale concordato con il concedente,

impegna il Governo:

   ad adottare, ai sensi dell'articolo 1, comma 4, della legge 21 giugno 2022, n. 78, un decreto legislativo correttivo del decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36, valutando la possibilità di inserirvi le seguenti modificazioni:

    a) prevedere che i concorsi di progettazione si svolgano preferibilmente in due fasi e che il progetto di fattibilità tecnico-economica sia completato dal solo vincitore entro i termini indicati nel bando;

    b) incrementare le forme di pubblicità preventiva e successiva con la duplice finalità di assicurare una maggiore trasparenza delle procedure e di ridurre i rischi di contenzioso;

    c) prevedere che, per i contratti ad esecuzione periodica o continuativa, la revisione sia annuale e sia adottata sulla base di una istruttoria condotta dai dirigenti responsabili della acquisizione di beni e servizi, applicando ai corrispettivi gli indici Istat Foi, ovvero assumendo a riferimento altro indice individuato dal Ministero di concerto con l'Istat per la specifica categoria merceologica. In tale ambito, a specificare altresì che il corrispettivo offerto sia aumentato o diminuito applicando le variazioni Istat all'indice basato su quello in essere alla data di presentazione dell'offerta;

    d) precisare che, per servizi di architettura e ingegneria eseguiti in raggruppamento temporaneo di professionisti, è necessaria la presenza di un professionista incaricato dell'integrazione tra le varie prestazioni specialistiche;

    e) prevedere che per i servizi di ingegneria e architettura il requisito economico-finanziario possa essere dimostrato con polizza assicurativa e il requisito di capacità tecnica e professionale non faccia riferimento a limiti temporali;

    f) prevedere, nelle procedure aventi ad oggetto accordi quadro, la soppressione della garanzia del 2 per cento posta a carico degli operatori economici aggiudicatari;

    g) in tema di subappalto, prevedere:

     1. che non siano ammessi ulteriori subappalti oltre a quelli stabiliti dal primo subappaltatore;

     2. che i contratti non qualificabili come subappalto non possano essere oggetto di ulteriore affidamento da parte del subappaltatore;

    h) prevedere che la possibilità di stabilire un aumento o una diminuzione delle prestazioni nei contratti in corso di esecuzione sia limitata al 10 per cento dell'importo da contratto;

    i) prevedere che per i concessionari autostradali le quote di affidamento esternalizzato siano fissate in una misura variabile tra il 40 per cento e il 60 per cento, da determinarsi anche in ragione delle specificità del singolo rapporto concessorio.
(7-00229) «Manes».

ATTI DI CONTROLLO

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

III Commissione:


   ONORI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   nel contesto delle appena concluse elezioni europee, in Francia il partito di estrema destra Rassemblement National si è imposto con circa il 32 per cento dei consensi. Renaissance del Presidente Macron si è invece fermato intorno al 15 per cento;

   in ragione degli esiti elettorali nel Paese, il Presidente francese ha, quindi, sciolto il Parlamento e convocato elezioni anticipate da svolgersi il 30 giugno e il 7 luglio 2024 –:

   come intenda porsi il Governo, in ambito europeo, rispetto all'alleanza storica con il partito della Le Pen alla luce delle attuali diverse posizioni su numerosi dossier chiave, in primis quello relativo al sostegno all'Ucraina.
(5-02462)


   PROVENZANO, BOLDRINI, QUARTAPELLE PROCOPIO, PORTA e AMENDOLA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   sabato 11 maggio 2024 Sonia Dahmani, avvocata e nota giornalista tunisina, è stata arrestata, durante una trasmissione televisiva nazionale, nella sede dell'Ordine degli avvocati a Tunisi. È indagata per «false informazioni con l'obiettivo di nuocere alla sicurezza pubblica» e «incitamento all'odio», in base a una polemica legge «anti-fake news», per commenti fatti una trasmissione radiofonica;

   difatti, grazie al decreto-legge n. 54 del 2022 contro la diffusione di informazioni false, promulgato dal presidente Saïed, è possibile arrestare le persone colpevoli di avere espresso un'opinione. In particolare, questa misura prevede cinque anni di reclusione per chiunque «utilizzi deliberatamente reti di comunicazione e sistemi informativi per produrre, promuovere, pubblicare o inviare informazioni o voci false». Una pena che può arrivare fino a dieci anni nel caso riguardi un funzionario di Stato;

   nella serata di lunedì 13 maggio 2024, la polizia ha fatto irruzione nuovamente nella sede e arrestato l'avvocato Mehdi Zaghrouba, noto per le posizioni critiche nei confronti del presidente tunisino Kaïs Saïed;

   intanto, una manifestazione si è svolta nel centro di Tunisi domenica 12 maggio 2024 per chiedere la liberazione degli arrestati, mentre l'ordine degli avvocati di Tunisi ha dichiarato uno sciopero nazionale e il boicottaggio delle udienze fino a giovedì, giorno in cui è prevista una protesta di fronte al palazzo di giustizia;

   sette arresti in meno di due settimane. In Tunisia il regime del presidente Saïed sta dimostrando con i fatti che le maglie della repressione nel Paese si sono ufficialmente ristrette. Difatti, questi ultimi episodi di cronaca si inseriscono all'interno di un momento molto delicato per la Tunisia. Siamo di fronte ad un ulteriore passo in avanti in termini di repressione della società civile;

   tutto ciò avviene a pochi giorni dall'ultima visita della Presidente del Consiglio Meloni e mentre il Governo italiano approfondisce i termini della cooperazione con la Tunisia nell'ambito del controllo delle frontiere –:

   se il Governo non intenda rivedere i propri accordi con il Governo tunisino, anche alla luce delle violazioni dei diritti umani che avvengono in Tunisia e della repressione nei confronti della società civile, come dimostrano anche gli arresti citati in premessa, includendo quanto prima clausole e condizionamenti sul rispetto dei diritti umani, delle libertà civili e dello Stato di diritto e se intenda adoperarsi, nei rapporti bilaterali con la Tunisia, per chiedere l'immediato rilascio di tutti i prigionieri politici.
(5-02463)


   FORMENTINI, BILLI, COIN e CRIPPA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il Parlamento europeo sostiene «con forza la piena partecipazione di Taiwan in qualità di osservatore alle riunioni, ai meccanismi e alle attività degli organismi internazionali, quali ad esempio l'organizzazione mondiale della sanità, l'Organizzazione per l'aviazione civile internazionale, l'Organizzazione internazionale della polizia criminale (Interpol) e la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici» (Risoluzione 15 settembre 2022);

   Taiwan ha dimostrato una capacità notevole di gestione delle emergenze sanitarie, come durante l'epidemia di Sars nel 2003 e la pandemia COVID-19;

   rispondendo all'interrogazione Formentini 4-00983, il Governo ha sostenuto che «l'Italia – in linea con i Paesi dell'unione europea, del G7 e con altri Paesi che condividono la stessa impostazione – adotta un approccio inclusivo al tema della salute globale in ambito multilaterale.» «In questa prospettiva, dal 2020 l'Italia aderisce alle iniziative promosse da un gruppo di Paesi a sostegno della partecipazione di Taipei all'Assemblea mondiale della salute in qualità di osservatore. Il sostegno all'iniziativa è stato riaffermato anche nelle recenti dichiarazioni ministeriali G7 esteri e salute. L'obiettivo è ribadire l'appello a favore della partecipazione dei delegati taiwanesi ai lavori a livello tecnico dell'Assemblea e, più in generale, ampliare le occasioni di coinvolgimento di esperti dell'isola nell'attività dell'organizzazione»;

   il Comitato permanente sulla politica estera per l'indo-pacifico, istituito presso la III Commissione, il 16 novembre 2023 ha audito il MAECI sulla strategia dell'Italia nell'area indo-pacifica. Il Governo ha dichiarato che l'Indo-Pacifico sarà tra le priorità della presidenza italiana del G7, nonché che l'Italia sta intensificando gli sforzi per rafforzare la presenza italiana nella regione con un approccio inclusivo, ovvero di cooperazione con tutti i partner dell'area comprese le organizzazioni regionali;

   la regione indo-pacifica è di rilevante importanza geostrategica e in questa zona transita il 90 per cento del traffico marittimo commerciale del pianeta: tale area affronta rilevanti sfide che riguardano la libertà e la sicurezza dei mari, le catene di approvvigionamento e l'impatto dei cambiamenti climatici –:

   se abbia intrapreso iniziative al fine di sostenere la piena partecipazione di Taiwan alle agenzie e ai meccanismi specializzati delle Nazioni Unite, tra cui l'Organizzazione mondiale della sanità, l'Organizzazione internazionale per l'Aviazione civile internazionale e la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, anche al fine di far cessare l'isolamento diplomatico di Taiwan.
(5-02464)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, per sapere – premesso che:

   il Sin Crotone-Cassano-Cerchiara è stato istituito con il decreto ministeriale 468 del 2001, ed il procedimento di bonifica delle aree ex Pertusola, ex Agricoltura, ex Fosfotec e le due discariche ex Pertusola ed ex Fosfotec, tutte site nel territorio crotonese, è iniziato nel 2008;

   nella Conferenza dei servizi decisoria del 24 ottobre 2019, tenutasi presso il Ministero per l'ambiente per approvare il progetto operativo di bonifica fase 2, la regione Calabria, la provincia ed il comune di Crotone hanno richiesto e ottenuto che i rifiuti venissero smaltiti fuori dal territorio regionale per esigenze di tutela del territorio e della salute dei cittadini, conclusioni cristallizzate nel decreto direttoriale n. 7 del 2020 del Ministero dell'ambiente;

   dalla data del decreto la Società Eni Rewind, pur avendo presentato un prospetto riepilogativo delle aree in cui avrebbe smaltito i rifiuti in Italia e all'estero, non ha mai iniziato le operazioni nello stesso previste, avviando una serie di iniziative mirate a sottrarsi ai suoi obblighi;

   il 23 ottobre 2023, presente anche il commissario straordinario per la bonifica, Eni Rewind ha pubblicamente comunicato che non esisterebbero in Italia discariche atte alla ricezione dei rifiuti della bonifica se non quella di Baracalla a Torino e quella di Columbra a Crotone;

   tutti gli elementi raccolti, secondo Eni Rewind, deporrebbero per l'utilizzo della discarica privata di Columbra in Crotone, sebbene la stessa non possa accogliere in toto i rifiuti sia per la residua volumetria disponibile sia perché non autorizzata per lo smaltimento dei rifiuti contenenti matrici d'amianto;

   ostative alla soluzione proposta da Eni Rewind, erano le previsioni dell'allora vigente piano regionale di gestione dei rifiuti della Calabria, delibera del Consiglio regionale n. 156 del 19 dicembre 2016 che, distinguendo tra i rifiuti urbani ed i rifiuti speciali, quali quelli derivanti dalla bonifica del sito di Crotone, aveva introdotto un limite stringente da porre alla localizzazione di nuove discariche sul territorio e all'aumento di quelle esistenti mediante l'introduzione del cosiddetto «fattore di pressione» areale;

   coerentemente, il provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur), adottato con decreto dirigenziale n. 9539 del 2 agosto 2019, prevedeva esplicitamente che i rifiuti della bonifica venissero smaltiti in impianti dislocati fuori dal territorio calabrese anche nell'ottica di preservare i crotonesi ed i calabresi tutti avendo già pagato un prezzo molto elevato in termini di inquinamento ambientale e di salute;

   la regione Calabria, in risposta ad una interrogazione ad ottobre 2023 scriveva «La Regione, per la salvaguardia delle matrici ambientali e la tutela del proprio territorio, deturpato ormai per troppi anni, intende confermare la posizione assunta sin dall'inizio del procedimento sul destino dei rifiuti, ossia che i rifiuti derivanti dalla bonifica del SIN Crotone, devono essere smaltiti al di fuori del territorio regionale, preservandone così la bellezza e l'originalità dei luoghi e dei paesaggi»;

   in netta contraddizione, la regione Calabria ha approvato il 12 marzo 2024 un nuovo piano di gestione dei rifiuti nel quale, sparisce ogni riferimento al fattore di pressione, vengono individuati nuovi criteri localizzativi per l'individuazione di aree idonee per gli impianti di trattamento e smaltimento da applicare indifferentemente ai rifiuti urbani ed ai rifiuti speciali pericolosi, e addirittura al paragrafo 32.2 lettera n) si prevede che gli stessi criteri non si applichino, fra le altre fattispecie, «alle discariche per la messa in sicurezza permanente e impianti di trattamento dei rifiuti realizzati nell'area oggetto di bonifica e destinati esclusivamente alle operazioni di bonifica dei siti contaminati secondo le procedure del decreto legislativo n. 152 del 2006 fermo restando l'obbligo di rimozione degli impianti di trattamento a bonifica conclusa»;

   tale totale cambiamento di prospettiva spalanca le porte alla permanenza dei rifiuti sul territorio crotonese. Già il 15 marzo 2024, la stessa società si affrettava a trasmettere al Ministero l'aggiornamento del piano dei rifiuti e quindi, in data 16 aprile 2024, lo studio di fattibilità e la relazione tecnica della variante al piano operativo di bonifica fase2 a seguito della quale veniva indetta la nuova conferenza dei servizi per il giorno 3 maggio 2024;

   il nuovo piano di gestione dei rifiuti supporta ENI nella sua richiesta, spalanca le porte a nuovi provvedimenti in merito alla discarica di Columbra che non solo potrebbe essere autorizzata a ricevere i rifiuti speciali pericolosi provenienti dalla bonifica, ma addirittura ampliata e offre lo spazio per la realizzazione di nuove discariche finora negate anche in virtù delle limitazioni previste dal piano di gestione dei rifiuti precedente;

   appare assurdo che la regione Calabria abbia ritenuto di eliminare completamente il cosiddetto fattore di pressione che avrebbe consentito un contemperamento ed una mitigazione tra gli interessi pubblici in gioco evitando la concentrazione di attività pericolose nello stesso territorio crotonese già provato da una lunga e tragica storia di inquinamento ambientale con inevitabili nefaste conseguenze sulla salute dei cittadini;

   la regione Calabria non può ignorare di avere autorizzato nel territorio crotonese la realizzazione di un impianto di gassificazione da 25 tonnellate al giorno per trattare rifiuti organici pericolosi e non pericolosi e la realizzazione di un nuovo termovalorizzatore per gestire 65mila tonnellate di rifiuti industriali anche farmaceutici;

   si assiste, pertanto, ad una evoluzione drammatica della situazione ambientale crotonese «condannata» dal principio di prossimità per lo smaltimento dei rifiuti della bonifica, principio che sembra non valere per bloccare il flusso del turismo dei rifiuti speciali in entrata nella discarica di Columbra e di quelli che verranno smaltiti negli impianti realizzandi a Crotone –:

   se il Ministro interpellato sia a conoscenza dei fatti in premessa e quali iniziative di competenza intenda adottare perché vengano confermate le determinazioni che obbligano Eni a smaltire i rifiuti della bonifica fuori dal territorio calabrese;

   se non ritenga di valutare la sussistenza dei presupposti per promuovere, anche per il tramite del commissario straordinario delegato per il SIN di Crotone ed eventualmente in via sostitutiva, alla luce dell'articolo 120 della Costituzione e del decreto legislativo n. 152 del 2006, l'adozione di tutti gli interventi necessari a far fronte al rischio di pericolo grave per l'incolumità e la sicurezza pubblica, come appunto nel caso de quo, anche attraverso la revisione immediata del piano di gestione dei rifiuti, così come aggiornato con delibera del 12 marzo 2024, e la reintroduzione del cosiddetto fattore di pressione a tutela del territorio, dei cittadini e della loro salute.
(2-00394) «Baldino, Ilaria Fontana, Cappelletti».

DIFESA

Interrogazione a risposta immediata:


   LUPI, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CAVO, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, ROMANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   le Forze armate rappresentano una garanzia fondamentale per la sicurezza e la difesa del Paese, soprattutto nel contesto attuale di instabilità e incertezza internazionale, come si evince dai recenti conflitti scoppiati in Europa, Medio Oriente e Sahel;

   l'articolo 2 della legge 28 novembre 2023, n. 201, recante «Disposizioni in materia di associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale, nonché disposizioni in materia di termini legislativi», introduce il rinnovo di ventiquattro mesi per la delega al Governo ad adottare uno o più decreti legislativi per la revisione dello strumento militare nazionale;

   le deleghe danno la possibilità di reclutare personale destinato alle attività operative, introducendo una maggiore gradualità nel conseguimento degli obiettivi di riduzione del personale che erano stati stabiliti dalla legge 31 dicembre 2012, n. 244;

   il 3 maggio 2024 il generale di corpo d'armata Carmine Masiello, capo di stato maggiore dell'Esercito italiano, ha dichiarato a Il Corriere della Sera: «L'Esercito attuale deve essere rivisto sotto diversi profili. (...) Vanno rivisti soprattutto i principali sistemi d'arma, potenziati gli strumenti, ma anche adeguate le strutture, i sistemi addestrativi, le procedure d'impiego»;

   il 12 maggio 2024 il Ministro interrogato ha dichiarato all'Ansa: «le Forze armate non possono essere pensate come un luogo per educare i giovani, cosa che deve essere fatta dalla famiglia e dalla scuola. Le Forze armate servono per fare professionisti, che difendono le istituzioni e la pace» –:

   quali ulteriori iniziative intenda assumere per garantire il reclutamento del personale delle Forze armate in misura e con criteri adeguati all'evoluzione dei sistemi di difesa e del contesto internazionale.
(3-01253)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

X Commissione:


   PAVANELLI, APPENDINO, CAPPELLETTI e FERRARA. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   in Italia il mercato dell'auto è in calo, come dimostrato dai dati che evidenziano una flessione del 6,6 per cento nelle immatricolazioni rispetto al 2023. Ad incidere sul mercato, ricorda il Sole24Ore, è stato anche l'«effetto attesa» rispetto ai nuovi incentivi, diventati operativi il 25 maggio 2024 con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 121 del 2024 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 20 maggio 2024 relativo alla «Rimodulazione degli incentivi per l'acquisto di veicoli a basse emissioni inquinanti»;

   dalle ore 10 del 3 giugno 2024, è stato possibile prenotare, inter alia, i contributi per l'acquisto di veicoli elettrici. Tuttavia, gli oltre 200 milioni di euro stanziati per le prenotazioni dei medesimi sono andati esauriti in meno di nove ore dall'apertura della piattaforma Ecobonus, a causa di un «portafoglio ordini» molto corposo, sia da parte dei privati sia da parte delle aziende, che attendeva da mesi l'emanazione del citato provvedimento;

   per il presidente di Federauto, sebbene «l'apertura della piattaforma favorirà sicuramente un recupero dette vendite», senza una visione d'insieme e di prospettiva sarà difficile raggiungere gli obbiettivi di vendite prefissati e consolidare nel tempo i risultati;

   quanto sopra richiede in primis la creazione, per l'acquisto di autoveicoli di fascia 0-20 g/km di CO2, di un quadro certo e strutturale (non episodico o a pioggia), su base pluriennale, che sia davvero efficace affinché il mercato non proceda a ritmo altalenante e gli obiettivi di vendita delle auto elettriche siano raggiunti e consolidati nel tempo, un ripensamento generale del sistema di erogazione dei fondi, il miglioramento nella gestione delle piattaforme online dedicate alle prenotazioni degli incentivi nonché una riforma della fiscalità dell'auto, in particolare in materia di aumento della deducibilità fiscale e del limite di detraibilità dell'Iva per tutti i veicoli a zero emissioni, al fine di garantire un accesso equo agli incentivi e favorire la crescita del mercato delle auto elettriche nel nostro Paese;

   secondo calcoli effettuati dall'Associazione Motus-e, dovrebbero avanzare più di 200 milioni di euro, provenienti dagli incentivi non utilizzati negli anni scorsi e dal fondo automotive per il 2024 –:

   quali iniziative di competenza intenda intraprendete per incrementare le risorse, attualmente esaurite, destinate all'acquisto di auto elettriche, al fine di adeguarle al crescente trend di prenotazioni, anche valutando di utilizzare le risorse già stanziate e destinate all'acquisto di auto endotermiche.
(5-02465)


   BENZONI e PASTORELLA. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   l’«Ecobonus» è un incentivo istituito dalla legge di bilancio 2019 e rinnovato da ultimo per l'anno 2024 con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 20 maggio 2024: consiste in un contributo messo a disposizione dal Ministero volto a favorire l'acquisto di veicoli a basse emissioni di CO2, come le auto elettriche, ibridi plug-in motore termico con un livello di emissioni di CO2 fino a 135 gr/km, nonché di motocicli e ciclomotori elettrici e non elettrici e di veicoli commerciali leggeri;

   le richieste per l'assegnazione dell'ecobonus, con risorse disponibili pari a circa 950 milioni di euro, sono state inviate tramite click day attraverso una piattaforma online gestita da Invitalia per conto del Ministero a partire dalle ore 10 del 3 giugno 2024;

   per le auto elettriche nella fascia di emissioni 0-20 gr/km di CO2 le risorse disponibili prima dell'apertura dello sportello erano 201.042.172 euro;

   a fronte di una capacità di assorbimento da parte del mercato sulla fascia 0-20 gr/km finora sempre modesta, le suddette risorse risultavano esaurite già dopo circa 9 ore dall'apertura della piattaforma online;

   tale velocità di esaurimento ha sorpreso molti operatori e associazioni del settore, molti dei quali hanno sollevato perplessità sul corretto funzionamento del sistema di richiesta ed assegnazione dell'ecobonus e su un andamento anomalo delle prenotazioni. In particolare, si rileva che la mancata separazione delle risorse destinate alle persone giuridiche e fisiche abbia favorito i primi nel sistema di prenotazione del contributo;

   si sottolinea che queste anomalie e problematiche non sono state riscontrate nell'assegnazione dello stesso bonus relativo agli anni 2022 e 2023, definiti dal Governo Draghi con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 6 aprile 2022 attuativo del Fondo di cui all'articolo 22 del decreto-legge n. 17 del 2022;

   peraltro, il ritardo nell'erogazione del bonus per veicoli a basse emissioni inquinanti rispetto ai numerosi annunci del Governo negli ultimi mesi ha avuto un impatto negativo sul mercato automobilistico fino al momento dell'apertura delle prenotazioni, essendo questa stata più volte annunciata e poi rimandata –:

   quali verifiche ordinarie e straordinarie abbia effettuato e intenda effettuare per appurare la regolarità e la trasparenza del processo di prenotazione dell'Ecobonus 2024 e per monitorarne gli effetti sul mercato e sulla reale accessibilità dei veicoli meno inquinanti a tutti i cittadini, nell'ambito di una più ampia redazione di un report dettagliato sulle prenotazioni effettuate, che tenga conto della distinzione tra persone fisiche e giuridiche e delle eventuali anomalie riscontrate.
(5-02466)


   SQUERI e CASASCO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   recentemente il Ministro interrogato ha nuovamente ribadito la volontà del Governo di rilanciare l'industria mineraria nazionale, introducendo una legislazione nazionale specifica sulla scia della legge sulle materie prime critiche (Crma) approvata a marzo 2024 dalla Commissione europea;

   è prevista la presentazione di un testo di legge governativo che dovrebbe consentire l'approvvigionamento di «metalli critici» come litio, cobalto, rame, argento, nichel, titanio, terre rare;

   è noto come la Cina abbia un controllo dominante su molti di questi metalli, uno strumento potente di negoziato nel quadro delle tensioni in essere tra Occidente e Oriente e un rischio di impatti catastrofici sulle supply chain nel caso ci fosse un taglio nelle esportazioni;

   l'abbandono delle miniere in Italia ha comportato la perdita delle necessarie competenze scientifiche, tecnologiche e gestionali, a cominciare dai soppressi corsi di laurea di ingegneria mineraria e dalla praticamente estinta figura professionale di perito minerario;

   rilanciare l'industria estrattiva italiana significa ricostruire un bacino di competenze minerarie, ma anche superare l'ostilità della popolazione che si opporrà fermamente a qualsiasi ipotesi di apertura di una miniera «In My Backyard»;

   è bastato che la regione Liguria concedesse un permesso di ricerca nei pressi del Parco del Beigua, dov'è nota la presenza di uno dei giacimenti di titanio più importanti al mondo, per scatenare le associazioni ambientaliste che, spalleggiate dai cittadini dell'area, di fatto hanno bloccato ogni iniziativa;

   una possibilità si apre con la riapertura di siti dismessi, i cui giacimenti sono tornati sfruttabili grazie a nuove tecnologie, ma anche in questo caso sono andate disperse le competenze per produrre del minerale arricchito nonché quelle relative alla raffinazione. In questo settore è la Cina a disporre quasi in esclusiva della tecnologia necessaria;

   un'altra possibilità proviene dalle cosiddette miniere urbane (urban mining), cioè dal recupero delle materie prime direttamente dai prodotti scartati, in particolare quelli costituiti dai rifiuti elettronici Raee, in modo che siano riutilizzabili in nuovi prodotti –:

   stante l'urgenza di assicurare al sistema produttivo nazionale i necessari approvvigionamenti di materie prime critiche, quali iniziative di carattere normativo si intendano assumere per attuare gli indirizzi dell'Unione europea e se siano disponibili dati sulle effettive potenzialità delle miniere urbane.
(5-02467)

INTERNO

Interrogazioni a risposta immediata:


   PAOLO EMILIO RUSSO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 62 del decreto legislativo n. 82 del 2005, recante codice dell'amministrazione digitale, ha istituito presso il Ministero dell'interno l'Anagrafe nazionale della popolazione residente – Anpr;

   tra le finalità previste vi è l'integrazione, all'interno dell'Anagrafe nazionale della popolazione residente, delle liste elettorali e dei dati relativi all'iscrizione nelle liste di sezione, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1967, n. 223;

   dal 4 marzo 2024 sul portale dell'Anagrafe nazionale della popolazione residente è possibile consultare in modalità telematica i propri dati elettorali e scaricare, in formato digitale, il certificato di iscrizione nelle liste elettorali e di godimento dei diritti politici;

   un'ulteriore finalità che si vuole raggiungere è quella dell'attivazione di un certificato elettorale digitale in grado di sostituire le attuali tessere elettorali cartacee;

   la semplificazione per l'accesso alla documentazione necessaria all'esercizio del diritto di voto e la digitalizzazione di tale documentazione può contrastare, in parte, il crescente astensionismo elettorale, che purtroppo sta raggiungendo livelli sempre più preoccupanti, come ha da ultimo ulteriormente dimostrato l'affluenza alle ultime elezioni per l'elezione del Parlamento europeo –:

   quali siano i tempi previsti per la sostituzione dell'attuale tessera elettorale con un documento in formato digitale e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare a tal fine il Ministro interrogato.
(3-01250)


   IEZZI, MOLINARI, ANDREUZZA, ANGELUCCI, BAGNAI, BARABOTTI, BELLOMO, BENVENUTO, DAVIDE BERGAMINI, BILLI, BISA, BOF, BORDONALI, BOSSI, BRUZZONE, CANDIANI, CAPARVI, CARLONI, CARRÀ, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, COIN, COMAROLI, CRIPPA, DARA, DI MATTINA, FORMENTINI, FRASSINI, FURGIUELE, GIACCONE, GIAGONI, GIGLIO VIGNA, GUSMEROLI, LATINI, LAZZARINI, LOIZZO, MACCANTI, MARCHETTI, MATONE, MIELE, MINARDO, MONTEMAGNI, MORRONE, NISINI, OTTAVIANI, PANIZZUT, PIERRO, PIZZIMENTI, PRETTO, RAVETTO, SASSO, STEFANI, SUDANO, TOCCALINI, ZIELLO, ZINZI e ZOFFILI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   nel 2024 il numero degli immigranti giunti illegalmente in Italia attraverso la rotta del Mediterraneo ha registrato un drastico calo rispetto al 2023: secondo i dati pubblicati sul «Cruscotto statistico giornaliero» del Ministero dell'interno, alla data del 10 giugno 2024, sarebbero complessivamente 22.944 gli arrivi registrati rispetto ai 54.308 dello stesso periodo del 2023;

   si tratta di un oggettivo e importante risultato che si conferma ormai da oltre otto mesi e che attesta la validità delle politiche migratorie messe in atto finora dal Governo per contrastare l'immigrazione irregolare e il traffico di esseri umani;

   ad ulteriore conferma dell'efficacia di tali misure anche i più recenti dati resi noti dall'Unhcr: l'Italia è, infatti, l'unico tra i Paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo ad aver registrato in questi mesi una netta riduzione degli sbarchi, pari a oltre il 60 per cento, continuando invece negli altri Paesi un aumento esponenziale degli arrivi via mare;

   con riguardo invece ai flussi migratori irregolari provenienti dalla cosiddetta rotta balcanica, già il 21 ottobre 2023 vennero attivati i controlli lungo il confine italo-sloveno in deroga al Accordo di Schengen e in questi giorni si è avuta notizia della decisione di farli proseguire per ulteriori sei mesi;

   considerato il grave impatto che un'immigrazione senza alcun controllo può avere per la sicurezza dei cittadini e la stabilità sociale, sin dal suo insediamento il Governo ha affrontato la questione migratoria in modo rigoroso, con provvedimenti e iniziative volte a gestire il fenomeno anziché subirlo –:

   quali eventuali ulteriori iniziative il Governo intenda adottare per contrastare i flussi migratori irregolari verso l'Italia.
(3-01251)


   FOTI, DONZELLI, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, URZÌ, DE CORATO, KELANY, MICHELOTTI, MURA e SBARDELLA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   recenti rilevazioni fanno emergere un deciso miglioramento nei tempi di rinnovo e rilascio dei passaporti: situazione confortante attese le imminenti vacanze estive, con vantaggio dei cittadini;

   dalle ultime notizie sui tempi di attesa per il passaporto effettuate a fine maggio 2024 su 19 città (Ancona, Bari, Bergamo, Bologna, Bolzano, Cagliari, Catania, Firenze, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Pordenone, Potenza, Reggio Calabria, Roma, Torino, Trento) è confermato un migliore standard nel rilascio del detto documento;

   l'analisi su 19 capoluoghi di regione e provincia evidenzia che nella metà dei casi vi sono infatti tempi accettabili; in alcuni si è scesi da valori in mesi a valori in giorni; inoltre, un ulteriore alleggerimento sarà dato dalla possibilità di richiedere il documento presso gli uffici postali;

   tuttavia, l'indagine pre-vacanze di Altroconsumo evidenzia che ancora troppe città hanno liste di attesa che possono anche superare i 3 mesi;

   si rilevano ancora tempi di attesa troppo lunghi per un documento essenziale per l'espatrio in alcune città, soprattutto quelle più popolose e i capoluoghi di regione: oltre 3 mesi a Milano (dove però sei mesi fa non c'era disponibilità) e a Cagliari, tra i due e i tre mesi a Napoli, Bologna, Firenze e Torino –:

   quali siano le ulteriori misure previste atte a garantire la velocizzazione dell'iter nel rilascio e rinnovo dei passaporti, nelle città dove ancora si riscontrano problemi.
(3-01252)

Interrogazione a risposta orale:


   KELANY. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'attacco perpetrato il 7 ottobre 2023 dall'organizzazione terroristica Hamas ai danni di Israele ha determinato un innalzamento dei livelli di allerta per la sicurezza in tutta Europa e la crescita del numero degli obiettivi sensibili sul territorio nazionale;

   tra gli obiettivi considerati a rischio di attentati terroristici ci sono anche obiettivi ebraici e israeliani;

   dalla data del 7 ottobre 2023 i militanti jihadisti del gruppo terroristico Isis hanno messo a segno due gravi attentati: a Bruxelles, dove sono rimasti uccisi due cittadini svedesi, e nella sala concerti Crocus City Hall di Mosca, mietendo 145 vittime;

   è necessario assicurare la sicurezza monitorando chi, nei luoghi di aggregazione o sul web, propaga idee estremiste o volte a incentivare la violenza e il terrorismo, eventualmente prendendo provvedimenti di allontanamento dal territorio nazionale;

   considerato che:

    l'imam Zulfiqar Khan, cittadino pakistano, attivo presso il centro islamico Iqraa di Bologna, frequentato in gran parte da cittadini pakistani o di origine pakistana, da diversi anni è noto per le sue esternazioni antisemite ed anti-israeliane, contro gli Stati Uniti e altri Paesi europei e mediorientali, e di sostegno ad organizzazioni terroristiche come Hamas ed Hezbollah, pronunciate pubblicamente, in particolare durante i sermoni trasmessi sulla pagina Facebook del centro islamico Iqraa e visibili da tutti;

    in un sermone pronunciato il 23 febbraio 2024 il suddetto imam affermava: «Coloro che si schierano con Israele e l'America faranno una brutta fine»;

    in un successivo sermone del 12 aprile 2024 rivolto contro Israele e Stati Uniti, in cui elogiava il leader di Hamas, dichiarava: «perpetrate la jihad contro questi bugiardi, questi assassini». E ancora: «lottate contro chi comincia a lottare contro di voi»;

    in un video del 16 aprile 2024 l'imam Khan attaccava la Giordania per aver difeso Israele, accusando il Re di Giordania di essere «infedele», utilizzando il termine «Kufr»;

    il 19 aprile 2024 lo stesso predicatore in un nuovo video pubblicato sui social affermava: «Quel castigo che stiamo aspettando che viene da parte di Allah, con le mani di Hamas e Hezbollah». Dichiarava inoltre: «Se qualcuno dice a me “sei estremista islamico” dico sì perché estremismo vuole dire seguire i fondamenti»;

    il 25 maggio 2024 in una lezione dal titolo «storia del terrorismo» tenuta nel centro islamico Nonantola (Modena) Khan affermava che: «Hamas non è un'organizzazione terrorista. Loro stanno difendendo il loro territorio»;

    in un sermone del 18 aprile 2022 intitolato «Omosessualità e il suo danno», definisce gli omosessuali «un gruppo che Allah castigherà con un castigo molto forte»;

    Quelle fin qui citate sono solo alcune delle gravi esternazioni che si ritrovano nei discorsi di Zulfiqar Khan e che molte altre sono state omesse per brevità;

    l'imam in questione ha pubblicato sui suoi social a più riprese immagini di mujahiddin armati e a volto coperto, ritratti in preghiera o nell'atto di puntare armi contro obiettivi civili –:

    se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto e abbia intrapreso o intenda intraprendere iniziative a riguardo.
(3-01259)

Interrogazione a risposta scritta:


   FRANCESCO SILVESTRI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   le elezioni europee si sono svolte nelle giornate dell'8 e 9 giugno 2024;

   nella città di Roma si è registrato un astensionismo elevato, in linea con la media nazionale, difatti su 2.315.113 elettori hanno votato circa 946 mila. Un altro dato piuttosto allarmante che sta rimbalzando velocemente su tutte le testate locali e nazionali, riguarda il caos dello scrutinio dei dati;

   secondo quanto previsto dall'articolo 16, comma 3 della legge 24 gennaio 1979, n. 18, le operazioni di scrutinio hanno inizio subito dopo la chiusura dei seggi elettorali e proseguono senza interruzione e sono ultimate entro 12 ore dal loro inizio;

   già dalla giornata di sabato 8 giugno, è stato sollevato il caso dal consigliere capitolino De Santis, per cui a poche ore dall'apertura dei seggi elettorali il sistema messo in piedi dall'amministrazione era già in grave crisi;

   i dipendenti capitolini sono stati costretti ad una lunga ed inspiegabile fila sotto il sole in via Petroselli, mentre successivamente ad essere in crisi è stato il sistema informatico comunale per l'inserimento dei dati, nonché la difficoltà a surrogare i presidenti dei seggi;

   alla radice parrebbe esserci un problema al sistema informatico nei seggi della città, che avrebbe mandato in tilt lo spoglio, costringendo di fatto operatori comunali addetti all'inserimento dati a restare nelle sezioni fino alle 4 di notte. Terminato lo scrutinio «a vista» delle schede depositate nelle urne, infatti, tutti i seggi dovevano trasferire i risultati nel sistema informatico. Il software avrebbe però registrato seri rallentamenti, impedendo per ore di completare le operazioni. Una situazione che i sindacati Fp Cgil Roma Lazio e Uil Fpl Roma Lazio hanno bollato addirittura come «disastro senza precedenti». Secondo i sindacati, presidenti di seggio e scrutatori «sono stati letteralmente sequestrati e hanno dovuto rimanere presso i seggi elettorali fino a tarda notte in quanto non era possibile inserire i risultati dello spoglio a causa di un problema tecnico sul sistema informatico, ricevendo disposizione di attendere presso il seggio la risoluzione del problema»;

   il Campidoglio durante la notte avrebbe dunque deciso di consegnare a mano il materiale elettorale, affittando centinaia di taxi, alla fiera di Roma, dove si sta procedendo ancora all'inserimento dei risultati –:

   di quali elementi disponga in merito alla vicenda, con particolare riguardo alle cause dei ritardi e dei disservizi che ad avviso dell'interrogante hanno comportato una ingiustificata interruzione del regolare svolgimento delle procedure elettorali e quali iniziative di competenza ritenga utili al fine di evitare il ripetersi di simili accadimenti;

   se non ritenga, nell'ambito delle proprie competenze, di dover valutare l'adozione di iniziative volte ad indennizzare i dipendenti capitolini per lo sforzo e lo stress che hanno subito per i problemi suddetti.
(4-02944)

ISTRUZIONE E MERITO

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione e del merito, per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende da notizie di stampa una professoressa di lettere del liceo scientifico Moro di Reggio Emilia avrebbe consegnato ai propri studenti di quinta materiale didattico di stampo revisionista, in particolare, sulla Resistenza, definita «un'invenzione», con uno spregevole attacco alle donne partigiane che, a suo dire, non sarebbero mai esistite;

   avrebbe, inoltre, proposto un inaccettabile stravolgimento ideologico dei temi e degli obiettivi «green» dell'Agenda 2030, elaborata dall'Assemblea generale dell'Onu nel 2015, definendoli «strumenti di manipolazione e controllo»;

   come si apprende sempre dai quotidiani, non sarebbe la prima volta che la docente si lascerebbe andare a prese di posizione molto gravi e basate su inquietanti falsi storici suscitando la comprensibile indignazione non solo della comunità scolastica, ma dell'intera comunità reggiana;

   nella mattinata del 6 giugno 2024, numerosi insegnanti del liceo hanno pubblicamente preso le distanze dai volantini, definiti «negazionismo storico»;

   mentre il dirigente scolastico sta svolgendo approfondimenti per accertare l'accaduto, l'Ufficio scolastico provinciale attende l'esito dell'indagine interna per esprimersi;

   si tratta di una vicenda molto grave che nulla ha a che fare con la presunta libertà di pensiero e sviluppo del senso critico – invocati dalla docente – ma con la diffusione agli studenti di materiale didattico che contiene teorie revisioniste e negazioniste e palesi falsi storici;

   il Ministro interpellato nel corso del suo incarico è stato molto solerte nell'indirizzare alle scuole letture sui fatti più importanti della storia e nel disporre accertamenti ed ispezioni a vari istituti scolastici del Paese –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interpellato intenda attuare al fine di svolgere tutti gli approfondimenti del caso affinché sia valutato l'operato della docente.
(2-00392) «Malavasi, Braga, Manzi».

Interrogazioni a risposta immediata:


   PICCOLOTTI, ZANELLA, BONELLI, BORRELLI, DORI, FRATOIANNI, GHIRRA, GRIMALDI, MARI e ZARATTI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   nell'ottobre 2023 il Ministero dell'istruzione e del merito ha avviato il cosiddetto «Piano di welfare» rivolto a dirigenti scolastici, docenti, educatori, personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola e ai dipendenti del Ministero. La collaborazione ha visto la partecipazione di grandi operatori economici, come Coldiretti, Trenitalia, Italo, Ita airways e gli aeroporti di Roma Fiumicino e Ciampino, i quali hanno offerto sconti fino al 30 per cento sui loro beni e servizi ai lavoratori coinvolti nel cosiddetto «Piano di welfare»;

   nei giorni scorsi, attraverso una lettera pubblica, il Ministro interrogato ha reso noto l'estensione delle misure agevolative al settore bancario e, prossimamente, a quello sanitario. Ad offrire condizioni agevolate, rispetto a quelle ordinariamente praticate sul mercato dall'operatore medesimo, sono Banco Bpm e UniCredit che hanno sottoscritto apposita convenzione con il Ministero dell'istruzione e del merito, dopo avere risposto, avendone i requisiti, alla manifestazione di interesse pubblicata dal Ministero;

   nella lettera si legge che «a tale iniziativa, nei prossimi giorni, si aggiungerà la pubblicazione di una manifestazione di interesse per il settore sanitario, rivolta a operatori che siano disponibili ad offrire, al personale della scuola e del Ministero dell'istruzione e del merito, condizioni agevolate per l'erogazione e la fruizione di servizi nel settore delle prestazioni di cura»;

   nell'anno scolastico 2023/2024 le lavoratrici e i lavoratori precari tra personale docente e ata superano quota 250.000. Sono 87.803 i contratti stipulati a tempo determinato su posto comune e 117.560 quelli sul sostegno: un docente curricolare su sette è precario, mentre nel sostegno è precario un docente su due. Per quanto riguarda il personale ata sono 22.000 i contratti al 31 agosto 2024 e 15.000 quelli al 30 giugno 2024. A questi si aggiungono 6.800 incarichi temporanei relativi al Piano nazionale di ripresa e resilienza e Agenda Sud;

   i lavoratori della scuola non hanno bisogno di scontistica, ma di interventi strutturali. Dal Ministro interrogato ci si aspetterebbero lettere pubbliche in cui si annuncia un nuovo contratto di lavoro, con risorse aggiuntive che coprano almeno il tasso di inflazione, che sta erodendo gli stipendi dei lavoratori della scuola –:

   quali iniziative urgenti intenda mettere in campo per dare risposte concrete ai lavoratori della conoscenza, prevedendo aumenti alle retribuzioni dei docenti italiani, tra le più basse in Europa, e un piano di assunzioni stabili in tutti gli ordini e gradi, per garantire la giusta qualità del lavoro e la giusta qualità del servizio.
(3-01254)


   MANZI, BERRUTO, ORFINI, ZINGARETTI, GHIO, FERRARI, CASU, FORNARO e ROGGIANI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   la terza relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza ha certificato un grave ritardo accumulato dal Governo e l'insufficiente informazione e trasparenza dello stato di avanzamento dei progetti;

   l'attuazione della missione 4 del Piano nazionale di ripresa e resilienza, quella che avrebbe dovuto dare sostegno e spinta al sistema di istruzione, è tra le voci in notevole ritardo;

   da un recente dossier reso pubblico dalla Fondazione Agnelli e da Astrid, che analizza i diversi dati e le misure previste per la scuola, emerge che la misura relativa agli asili è tra quelle che hanno scontato una difficile fase di avvio, legata, principalmente, alle criticità gestionali e amministrative che hanno messo in crisi la possibilità di raggiungere gli obiettivi prefissati già per fine giugno 2023;

   obiettivi che, come denunciato dal settore, non verranno raggiunti nonostante il nuovo «Piano asili nido», avviato dal decreto interministeriale 30 aprile 2024, n. 79;

   l'intervento iniziale mirava a raggiungere l'obiettivo europeo del 33 per cento di copertura nei servizi per la prima infanzia, colmando il divario che esiste, in particolare, per la fascia 0-2 anni, come previsto anche dai livelli essenziali delle prestazioni;

   la ripartizione iniziale delle risorse prevedeva: 3 miliardi di euro per nuovi progetti: 2,4 miliardi di euro per 0-2 anni (nidi e servizi integrativi) e 600 milioni di euro per scuola dell'infanzia; 700 milioni di euro per «progetti in essere»; 900 milioni di euro per spese di gestione; almeno il 40 per cento delle risorse destinate al Sud;

   nella revisione sono stati stralciati, in quanto non rendicontabili a fini del Piano nazionale di ripresa e resilienza, i 900 milioni di euro per le spese di gestione e 455 milioni di euro di «progetti in essere», perché non destinati a nuovi posti, ma a riqualificazioni;

   la Commissione europea non ha ammesso riqualificazioni di asili e scuole dell'infanzia già esistenti, ma solo riqualificazioni di edifici destinati ad altro uso e riconvertiti come asili e scuole dell'infanzia –:

   quale sia lo stato di avanzamento dei singoli progetti del piano per asili nido, dove effettivamente questi posti siano stati attivati, anche al fine di perseguire l'obiettivo di coprire i divari tra Nord e Sud rispetto alla copertura del servizio.
(3-01255)


   FARAONE. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   l'ordinanza ministeriale n. 88 del 2024, che riguarda l'aggiornamento delle graduatorie provinciali per le supplenze e le graduatorie di istituto per il personale docente ed educativo per il biennio 2024/2026, ha sollevato preoccupazioni significative tra i docenti, soprattutto tra i «precari storici», a causa di una notevole disparità nell'attribuzione dei punti per i percorsi abilitanti che ha svantaggiato gli insegnanti con anni di esperienza;

   i percorsi abilitanti di 30, 36 e 60 crediti formativi universitari non sono stati avviati uniformemente. I corsi per i soggetti già specializzati sono stati introdotti prima di quelli destinati ai docenti precari con almeno tre anni di esperienza, per i quali invece sono state introdotte restrizioni;

   il Ministero dell'istruzione e del merito aveva annunciato l'intenzione di aprire le graduatorie provinciali per le supplenze a fine marzo 2024, il che avrebbe impedito ai punteggi acquisiti tramite i percorsi abilitanti di influenzare le graduatorie. Tuttavia, le operazioni si sono bloccate fino al 20 maggio 2024, generando ulteriori disparità. La situazione di disuguaglianza nell'accesso alle opportunità formative è aggravata dal fatto che solo alcuni docenti avevano i fondi necessari per iscriversi ai corsi, migliorando così le loro opportunità occupazionali, mentre altri sono rimasti svantaggiati;

   Italia Viva ha proposto un emendamento, poi approvato, con cui è stato aggiunto all'articolo 20 del decreto-legge 22 giugno 2023, n. 75, il comma 6-quater, che assegna 3 punti per ogni anno di servizio ai docenti di sostegno specializzati, ma il regolamento attuativo, ad avviso degli interroganti immotivatamente, non è ancora stato adottato;

   vi è inoltre controversia sull'inserimento nelle graduatorie provinciali per le supplenze di titoli di specializzazione esteri non riconosciuti in Italia;

   la situazione esposta evidenzia l'inadeguatezza delle normative e dei criteri applicati nell'aggiornamento delle graduatorie, che non hanno considerato la complessità del mondo della scuola, né tantomeno le implicazioni di queste politiche sulla stabilità professionale e sulla fiducia dei docenti nel sistema educativo nazionale. È fondamentale valorizzare il significativo apporto professionale di questi educatori che dispongono di una consolidata formazione e specializzazione nel sostegno didattico, essenziali per migliorare la qualità dell'insegnamento, specialmente per gli studenti con disabilità –:

   se non intenda adottare iniziative volte a rivedere tempestivamente le recenti decisioni adottate sull'aggiornamento delle graduatorie provinciali per le supplenze 2024-2026, intervenendo sulla tabella titoli per la graduatoria del sostegno, prima del termine ultimo per l'inserimento delle domande (24 giugno 2024) e, nel contempo, adottare iniziative al fine di garantire una corretta informativa sui percorsi abilitanti per l'apertura delle graduatorie provinciali per le supplenze del prossimo biennio e correggere le ingiustizie che i docenti precari scontano a causa delle disparità di trattamento e del mancato rispetto delle pari opportunità.
(3-01256)


   ONORI, BONETTI, BENZONI, D'ALESSIO, GRIPPO e SOTTANELLI. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   in base a dati Unicef, dopo oltre 2 anni di guerra, la vita di 3,3 milioni di bambini ucraini è sempre più a rischio, intrappolati o sfollati nel Paese, in fuga o rifugiati in quelli di arrivo. Vittime di violenze e distruzioni, traumi, sfollamento e veri e propri rapimenti, sono stati privati della loro infanzia, dei giochi e della scuola, quando non dei familiari, degli amici e delle persone a loro care. In due anni di violenze, sono stati costretti a vivere rifugiandosi sotto terra anche fino a 5.000 ore, l'equivalente di 7 mesi della loro vita;

   tuttavia, come riportato da diversi media, la propaganda russa riesce a penetrare anche le aule scolastiche italiane. Ad aprile 2024, a Milano, nelle aule della scuola pubblica sperimentale «Rinascita – A. Livi» dell'Istituto comprensivo «Nazario Sauro» ha avuto luogo una vera e propria operazione di disinformazione filorussa, volta a confondere la percezione della differenza nella guerra in corso tra aggressore e aggredito sotto il cappello del furbesco slogan «Tutte le guerre sono contro i bambini – Io mi disarmo»;

   come riportato da diversi media, promotore e relatore dell'evento è il giornalista italiano Andrea Lucidi, le cui posizioni sono già note da tempo, dato l'impegno a sostegno della propaganda russa. Scorrendo il suo canale Telegram si apprende che quello milanese è addirittura il terzo collegamento tra la scuola «Beregovoy» – nella Lugansk illegalmente occupata – e una scuola italiana. Si legge: «I ragazzi italiani hanno fatto una sorpresa ai ragazzi di Lugansk esponendo in classe i colori della Repubblica popolare di Lugansk»;

   l'Unione europea e i suoi Stati membri hanno condannato fermamente la condotta della Russia nei confronti dell'Ucraina, a partire dall'annessione illegale delle regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson;

   l'Italia ha sempre manifestato il suo pieno sostegno all'integrità territoriale dell'Ucraina, alla sua piena sovranità e indipendenza entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti. Nel contesto, l'Italia ha condannato con forza i referendum farsa della Russia e l'annessione delle regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia, dichiarando contestualmente che mai riconoscerà tali atti illegali –:

   se sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative di competenza intenda intraprendere al fine di evitare il possibile ripetersi di analoghe situazioni negli istituti scolastici italiani.
(3-01257)


   CASO, AMATO e ORRICO. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   la missione 4, componente 1, riforma 2.1 del Piano nazionale di ripresa e resilienza riguarda la riforma del sistema di reclutamento dei docenti e l'assunzione di settemila unità con il nuovo sistema, il cui raggiungimento è stato distribuito numericamente in tre target: 20.000 assunzioni entro la fine del 2024, ulteriori 20.000 assunzioni entro il 2025 e 30.000 assunzioni entro il 2026;

   tuttavia, il concorso attualmente in corso, indetto con decreto del direttore generale n. 2575 del 6 dicembre 2023, rischia di protrarsi molto a lungo a causa della mancanza di esaminatori per la fase degli orali;

   infatti, secondo i calcoli dei sindacati, ad aprile 2024 mancavano più di cinquemila commissari per permettere agli oltre 44 mila aspiranti docenti della scuola dell'infanzia e della primaria e ai 197 mila candidati per la scuola secondaria di terminare le prove, ma, alla data del 31 maggio 2024, delle 467 commissioni totali da costituire, 85 mancavano ancora all'appello;

   se queste 85 commissioni non saranno prontamente costituite e se, considerando le ferie estive e gli esami di Stato, non si concluderanno in tempo utile le prove orali e gli adempimenti seguenti, i relativi posti (circa 4.662) non verranno assegnati ai vincitori il 1° settembre 2024;

   la mancanza di commissari è dovuta in larga parte ai compensi irrisori e alla mancata dispensa dal servizio, che disincentivano maestri e professori a candidarsi; inoltre, i sindacati hanno segnalato una differenza di retribuzione tra chi corregge le prove della scuola dell'infanzia e primaria e chi invece quelle della secondaria, nonostante il carico di responsabilità e le innumerevoli pratiche burocratiche a cui sono soggetti –:

   quali iniziative il Ministro interrogato, per quanto di competenza, intenda intraprendere per incentivare gli insegnanti a candidarsi al ruolo di commissari, anche reperendo le risorse necessarie per aumentarne i compensi, al fine di scongiurare l'ipotesi di non riuscire ad assumere per tempo più di cinquemila docenti vincitori, mettendo a rischio il raggiungimento del target del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
(3-01258)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XI Commissione:


   BARZOTTI, AIELLO, CAROTENUTO e TUCCI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   quello della creator economy rappresenta oramai un settore di assoluto rilievo, se si pensa che solo negli ultimi due anni oltre 165 milioni di persone sono entrati a far parte della cosiddetta creator economy, con una crescita significativa negli Usa (+34 milioni), in Spagna (+10 milioni), nella Corea dei Sud (+11 milioni) e in Brasile (+73 milioni). In Italia, solo la piattaforma Youtube ha generato nel 2020 un impatto economico sul PIL Italiano di 190 milioni di euro. La creator economy è, peraltro, una costante nelle logiche aziendali e il suo consolidamento e sviluppo appare in forte crescita secondo i dati elaborati lo scorso anno dall'ONIM – Osservatorio nazionale influencer marketing;

   l'articolo 27 della legge 5 agosto 2022, n. 118, cosiddetta «Legge sulla Concorrenza» ha peraltro previsto che il Governo debba: i) individuare specifiche categorie per i creatori di contenuti digitali rispetto all'attività economica svolta; ii) prevedere meccanismi dedicati alla risoluzione alternativa delle controversie tra creatori di contenuti digitali e relative piattaforme;

   a fronte di un quadro normativo che, specialmente a livello continentale, è in continua evoluzione, nel nostro Paese manca ancora una soddisfacente ricostruzione del fenomeno della creazione di contenuti digitali basata su dati amministrativi o statistici ufficiali. Inoltre, le categorie esistenti sono desuete e inadatte a classificare le nuove professioni;

   il rapporto tra piattaforma digitale e creatori è difficilmente sussumibile nella tradizionale dicotomia tra lavoro subordinato e lavoro autonomo: il lavoratore nella creator economy non è solo il prestatore di un'opera intellettuale o di un servizio di creazione, ma è al tempo stesso un utilizzatore della piattaforma, ancorché lo faccia (anche) a scopo lavorativo;

   non deve, inoltre, sottovalutarsi l'esistenza di un forte squilibrio nella forza contrattuale delle parti del rapporto, che si traduce innanzitutto nell'impossibilità per i creatori che non abbiano un proprio potere contrattuale legato al numero dei follower di incidere sulla regolazione del rapporto stesso, che è stabilita, in modo unilaterale, dalla piattaforma –:

   quali iniziative, anche di carattere normativo, il Governo intenda porre in essere al fine di regolare la figura del creatore digitale, con particolare riferimento alle tutele di carattere previdenziale e contrattuale, includendo i profili della sicurezza sul luogo di lavoro.
(5-02472)


   SCOTTO, ORLANDO, GRIBAUDO, FOSSI, LAUS, SARRACINO e FURFARO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   relativamente ai prepensionamenti dei lavoratori poligrafici l'articolo 1, comma 154, della legge di bilancio 2018 n. 205 del 2017 ha introdotto importanti innovazioni rispetto al quadro giuridico indicato dalla legge n. 416 del 1981;

   in particolare si prevede che le disposizioni in materia di requisiti di accesso ai trattamenti pensionistici vigenti prima della data di entrata in vigore del decreto del Presidente della Repubblica n. 57 del 2013 continuano ad applicarsi, ancorché maturino i requisiti per l'accesso al pensionamento successivamente alla predetta data, ai dipendenti di imprese del settore editoriale e stampatrici di periodici che hanno cessato l'attività, anche in costanza di fallimento, per le quali è stata accertata la causale di crisi aziendale e collocati in cigs, in forza di accordi sottoscritti tra il 1° gennaio 2014 e il 31 maggio 2015, «ancorché» siano stati successivamente collocati in mobilità;

   l'utilizzo del termine «ancorché» ha un evidente accezione inclusiva con riferimento ai periodi di mobilità ai fini dei requisiti per accedere alla salvaguardia;

   l'Inps non vuole riconoscere tale lettura nonostante sia esplicitato in maniera chiara nella deroga pensionistica e ha impugnato i provvedimenti nonostante i lavoratori avessero avuto ragione sia in primo grado che in Corte di appello nel merito della questione;

   alla luce di tali impugnazioni, diversi lavoratori si trovano dinnanzi al rischio più che concreto a dover restituire i ratei di pensione percepiti dal marzo 2018;

   il licenziamento collettivo ha interessato i lavoratori in combinato ai sensi della legge n. 223 del 1991 disposto con la legge n. 416 del 1981;

   come da nota del Ministero del lavoro e delle politiche sociali n. 3182 del 17 maggio 2016, la salvaguardia di ulteriori soggetti meritevoli di tutela tendenzialmente svantaggiati, alla luce di situazioni sostanziali egualmente meritevoli, emerge in bonam partem delle disposizioni di cui trattasi;

   nella precedente salvaguardia prevista in legge di bilancio 2016, è stata fatta valere la mobilità ai fini dei requisiti per accedere al prepensionamento dei poligrafici –:

   quanti lavoratori siano rimasti colpiti dal fenomeno e quali iniziative intenda adottare per porre rimedio a questa situazione in maniera celere e immediata, in modo da garantire a tutti i lavoratori e le lavoratrici in questione il diritto al mantenimento della pensione, computando ai fini dei requisiti per l'accesso anche i periodi di fruizione del trattamento di mobilità.
(5-02473)

Interrogazioni a risposta scritta:


   BENZONI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   i lavoratori del comparto marittimo sono al centro delle attività svolte dalle industrie connesse al mare: queste incidono fortemente sull'economia globale e nazionale, sulla ricerca scientifica, sull'approvvigionamento alimentare e sulla sicurezza nazionale, e svolgono ruoli vitali che garantiscono il funzionamento efficiente e sicuro delle operazioni in mare aperto, nei porti e lungo le coste;

   l'articolo 1, comma 156, della legge n. 213 del 2023, ha operato un intervento emendativo sul regio decreto-legge n. 1773 del 1933, in materia di accertamento dell'idoneità fisica della gente di mare di prima categoria, modificando l'importo dell'indennità giornaliera cui ha diritto la gente di mare per gli eventi di malattia insorti dal 1° gennaio 2024 – nei casi in cui la malattia impedisca totalmente a di fatto al soggetto assicurato di attendere al lavoro, prevedendone una diminuzione dal 75 al 60 per cento della retribuzione;

   inoltre, la Circolare Inps n. 55 del 4 aprile 2024 ha fissato nuovi criteri per la determinazione della misura della prestazione di malattia, prevedendo che dal 1° gennaio 2024 «la determinazione della base di calcolo per la liquidazione in modalità diretta delle prestazioni di malattia avviene utilizzando i valori contenuti nell'elemento “retribuzione teorica” e nel “numero mensilità” annue del flusso Uniemens»;

   ad oggi, però, i sistemi informatici dell'Inps non risultano aggiornati alle nuove disposizioni in materia; pertanto, non è stata ancora riconosciuta la liquidazione dovuta ai lavoratori soggetti a evento morboso a partire dal 1° gennaio 2024;

   occorre, poi, considerare come spesso il periodo di malattia goduto dai lavoratori del comparto abbia un mero scopo preventivo: allo sbarco a seguito di periodi lavorativi che vanno dai 60 ai 100 giorni i lavoratori non di rado si sottopongono ad accertamenti di routine, anche per gestire preventivamente situazioni che potrebbero incidere negativamente sulla visita biennale a cui sono sottoposti per ottenere l'idoneità fisica al lavoro;

   va attenzionato anche il trattamento economico ad essi riconosciuto: la retribuzione oraria è pari a 7 euro, per giornate lavorative anche di 12 ore durante le quali il lavoratore deve assicurare la continua disponibilità in caso di emergenze, non percependo il compenso di reperibilità (come invece previsto per altre categorie di lavoratori);

   nonostante i numerosi corsi di formazione e aggiornamento frequentati e le abilitazioni conseguite, i lavoratori marittimi non sono considerati operai specializzati;

   inoltre, l'ultimo Ccnl del comparto, scaduto in data 31 dicembre 2022, non prevede la possibilità di assunzione di lavoratori marittimi a tempo indeterminato: a quanto consta all'interrogante solo il 10 per cento di essi è titolare della continuità di rapporto di lavoro, la quale consente di essere pagati anche durante il periodo trascorso sulla terraferma; il 40 per cento è composto da lavoratori iscritti al servizio di collocamento della gente di mare, che risponde alle chiamate numeriche in alta stagione; il 50 per cento è iscritto nei turni particolari, per i quali l'azienda garantisce lo svolgimento dell'attività lavorativa per sette o otto mesi l'anno: questo comporta che alla fine di ogni periodo lavorativo, il lavoratore viene liquidato e licenziato, permanendo in uno stato di precarietà lavorativa anche dopo aver accumulato numerosi anni di anzianità di servizio;

   infine, ai lavoratori marittimi è precluso il godimento di diritti universalmente riconosciuti ai cittadini italiani che vivono e lavorano sulla terraferma: pur avendo la cittadinanza e la residenza italiana, trovandosi imbarcati, temporaneamente all'estero o in acque internazionali, in ragione dello svolgimento della propria attività lavorativa, non hanno la possibilità di esercitare il diritto di voto; la loro attività lavorativa non è considerata usurante, pur svolgendosi in navi con ambienti con luci sintetiche, aria forzata, acqua trattata chimicamente, alloggi condivisi in spazi ristretti e in assenza di privacy; non è prevista l'assistenza sanitaria domiciliare se costretti a letto dalla malattia –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, intenda porre in essere per risolvere le problematiche esposte in premessa e prevedere misure strutturali a tutela dei lavoratori del comparto marittimo.
(4-02943)


   MATONE. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:

   con decreto n. 5 del 15 febbraio 2022 il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha adottato l'avviso pubblico n. 1/2022 per la presentazione di proposte di intervento da parte degli ambiti sociali territoriali da finanziare con risorse PNRR (Missione 5, Componente 2, Investimenti 1.1, 1.2 e 1.3);

   in relazione al suddetto avviso, Roma Capitale ha formulato domanda di candidatura per 68 progetti, 65 dei quali sono stati ammessi al finanziamento. Tra questi ultimi, si inseriscono i progetti denominati «Housing first - Un tetto con cura» (Linea di attività 1.3.1);

   i progetti citati hanno lo scopo di «fornire un'assistenza temporanea a lungo termine, fino a 24 mesi, attraverso la disponibilità di alloggio in appartamenti situati in piccoli gruppi sul territorio. Questa soluzione è rivolta a singoli individui, piccoli gruppi o nuclei familiari in situazioni di estrema difficoltà, che non possono accedere immediatamente all'edilizia residenziale pubblica e richiedono un supporto continuo»;

   per la realizzazione dei progetti in esame, l'amministrazione capitolina ha individuato i seguenti immobili:

   Villa Glori, Viale di Villa Glori 27;

   Via Comisso 23, ex Casa di Heidi;

   Ex Colonia Vittorio Emanuele, Lungomare Paolo Toscanelli 176;

   Via del Casaletto 400;

   Via Baldassarre Longhena 98;

   Via Giolitti 239;

   Via IV Novembre 98;

   Via Boccea 932;

   per ciascun progetto è previsto un finanziamento di 710.000 euro e la data stimata di fine lavori è il primo trimestre 2026;

   sono emersi, da più parti, forti dubbi in merito alla coerenza tra gli obiettivi dell'avviso ministeriale citato, i vincoli di destinazione delle risorse PNRR e quanto, invece, intende realizzare Roma Capitale attraverso i suddetti progetti di accoglienza sociale;

   l'obiettivo dell'avviso ministeriale, in effetti, non è quello di formare «ghetti» nei quali collocare persone e nuclei familiari in condizioni di povertà estrema, peraltro con modalità (hot spot) per attirare ulteriori situazioni di disagio, come sembrerebbero prevedere, invece, i progetti presentati dall'Amministrazione capitolina;

   inoltre, si registrano preoccupazioni tra i residenti per quello che concerne l'individuazione degli immobili operata, in concreto, da Roma Capitale;

   a titolo di esempio, si segnala l'immobile di Via Comisso 23, situato in una strada chiusa adiacente ad un parco giochi. Nell'indicare l'immobile suddetto, Amministrazione non ha considerato che lo stesso è ubicato a ridosso del Liceo Scientifico Aristotele e che questo già si avvale di alcune aule presso detta struttura per le funzioni didattiche;

   è chiara la non compatibilità dell'immobile in questione con gli usi previsti dal progetto in via di realizzazione, posto che si andrebbe a generare una promiscuità di funzioni nel medesimo contesto e a privare anche il quartiere di una struttura importante, da sempre destinata alle attività educative e scolastiche;

   analogamente, si registrano polemiche relativamente al progetto di accoglienza sociale da realizzare presso l'immobile Ex Colonia Vittorio Emanuele di Lungomare Paolo Toscanelli n. 176;

   i residenti del quartiere esprimono perplessità sulla scelta di realizzare un centro di accoglienza per i senza fissa dimora in detta struttura, la quale, sita nel cuore di Ostia, rappresenta un bene di pregio che potrebbe, invece, essere valorizzato diversamente –:

   se non ritenga di adottare iniziative di competenza atte a verificare, nella fattispecie, la corretta destinazione delle risorse PNRR e l'effettiva rispondenza dei progetti presentati da Roma Capitale ai criteri e alle finalità dell'avviso ministeriale citato;

   se intenda considerare l'adozione di provvedimenti volti a promuovere, per quanto di competenza, la realizzazione dei progetti suddetti in contesti compatibili e idonei, scongiurando situazioni (che avrebbero l'effetto di pregiudicare gli obiettivi dei progetti medesimi e di generare preoccupazione e malcontento tra i residenti.
(4-02945)

SALUTE

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   con delibera n. 178 del 2 febbraio 2024 dell'ASL di Salerno è stato indetto il «Concorso unico regionale, per titoli ed esami, per il reclutamento di dirigenti medici in medicina emergenza urgenza, per la copertura, a tempo indeterminato, di n. 363 posti di dirigente medico, disciplina di medicina d'emergenza-urgenza (ex Mcau)»;

   tra i requisiti specifici di ammissione previsti figurano «Laurea in medicina e chirurgia; specializzazione in medicina d'emergenza-urgenza ovvero in una delle discipline riconosciute equipollenti o affini ai sensi del decreto ministeriale del 30 gennaio 1998 e del decreto ministeriale del 31 gennaio 1998, iscrizione al corso di formazione specialistica, a partire dal secondo anno»;

   l'articolo 1, comma 547, della legge di bilancio per il 2019 (legge n. 145 del 2018) prevede che «a partire dal secondo anno del corso di formazione specialistica, i medici, i medici veterinari, gli odontoiatri, i biologi, i chimici, i farmacisti, i fisici e gli psicologi regolarmente iscritti sono ammessi alle procedure concorsuali per l'accesso alla dirigenza del ruolo sanitario nella specifica disciplina bandita e collocati, all'esito positivo delle medesime procedure, in graduatoria separata»;

   all'esito dell'accertamento del possesso dei requisiti di accesso alla selezione, venivano esclusi 157 candidati in quanto «non in possesso di almeno uno dei requisiti specifici di ammissione e/o iscritto in scuole di specializzazione diverse dalla scuola Medicina di Emergenza Urgenza»;

   tra i candidati esclusi figurano, a quanto consta agli interroganti, nominativi di candidati iscritti a corsi di formazione specialistica in discipline riconosciute equipollenti o affini ai sensi del decreto ministeriale del 30 gennaio 1998 e del decreto ministeriale del 31 gennaio 1998 e loro successive modificazioni e integrazioni;

   quanto descritto in premessa ricorda quanto avvenuto in occasione di una precedente procedura concorsuale indetta dall'Azienda sanitaria locale Napoli 1 Centro, che con deliberazione del 21 febbraio 2024, n. 313, procedeva all'esclusione dei candidati iscritti frequentanti corso di specializzazione in disciplina affine e/o equipollente, e non nella disciplina oggetto del concorso; tale esclusione richiamava la nota del 21 novembre 2023, protocollo 560502, della Giunta regionale della Campania – direzione generale per la tutela della salute e il coordinamento del Servizio sanitario regionale che specificava «che il procedimento di cui alla legge n. 145 del 2018, prevede che gli specializzandi concorrano nelle procedure concernenti la stessa branca specialistica oggetto di specializzazione, restando esclusa la possibilità di partecipazione nelle discipline affini e/o sociali equipollenti»;

   con nota dell'8 agosto 2019, protocollo n. 40367, la Direzione generale del Ministero della salute forniva chiarimenti circa l'interpretazione dell'articolo 1, comma 547 della richiamata legge n. 145 del 2018;

   la direzione generale del Ministero della salute chiariva che «Il legislatore, nel fare riferimento alla “specifica disciplina bandita” ha inteso peraltro assicurare che gli specializzandi potessero partecipare alla medesima disciplina cui possono attualmente accedere gli specialisti, secondo quanto previsto dai decreti ministeriali 30 e 31 gennaio 1998, nulla innovando in ordine alla disciplina delle equipollenze e delle affinità ivi prevista. Pertanto, in virtù di quanto disposto dall'articolo 1, comma 547 della legge n. 145 del 2018 e successive modificazioni i medici e i medici veterinari, iscritti all'ultimo anno del corso di formazione specialistica, nonché qualora questo abbia durata quinquennale, al penultimo anno del relativo corso, possono partecipare alle procedure concorsuali per l'accesso alla dirigenza del ruolo sanitario nella disciplina concorsuale di riferimento, secondo le disposizioni dettate in materia dai decreti ministeriali 30 e 31 gennaio 1998» –:

   se il Ministro interpellato sia a conoscenza della problematica esposta e se non intenda adottare iniziative di competenza, anche di carattere normativo, per chiarire la portata delle disposizioni richiamate in premessa e risolvere le criticità esposte.
(2-00393) «Marianna Ricciardi, Carotenuto, Caso, Caramiello, Alifano, Auriemma, Di Lauro, Penza, Sportiello».

Interrogazione a risposta orale:


   SPORTIELLO, QUARTINI, MARIANNA RICCIARDI e DI LAURO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'Organizzazione mondiale della sanità definisce le cure palliative pediatriche come «l'attiva presa in carico globale del corpo, della mente e dello spirito del bambino e che comprende il supporto attivo alla famiglia»;

   è di qualche settimana fa l'allarme di molti esperti del settore che hanno rappresentato la grave situazione che riguarda le cure palliative pediatriche nel nostro Paese, con famiglie costrette a fare lunghi viaggi lontani da casa per ricevere i trattamenti necessari;

   secondo quanto segnalato dai predetti esperti ben sette regioni non hanno centri o strutture dedicate alle cure palliative e l'accesso alle cure palliative pediatriche è garantito solo al 15 per cento dei 30 mila minori che ne avrebbero bisogno, con una sperequazione regionale inaccettabile;

   l'inserimento nel percorso delle cure palliative è complesso sia per la percezione di fallimento da parte del personale sanitario coinvolto sia per la difficoltà di accettazione da parte delle famiglie che si sentono «abbandonate» e richiede quindi un'équipe completa per soddisfare tutti i bisogni del paziente e della famiglia, e all'interno del percorso diventa fondamentale anche riconoscere il valore della figura del caregiver, attivamente coinvolta nel fornire le cure e nel garantire il benessere emotivo e psicologico dei piccoli pazienti;

   la legge n. 38 del 2010, oltre a sancire che ogni cittadino, indipendentemente dall'età, ha il diritto di accedere alle cure palliative e alla terapia del dolore, afferma che queste devono essere considerate obiettivi prioritari del nostro sistema sanitario e sono quindi cure inserite nei LEA;

   la citata legge, ancorché datata nel lontano 2010, ha richiesto in realtà un lungo e articolato percorso attuativo fino ad arrivare ai fondamentali Accordi della Conferenza Stato-regioni del 27 luglio 2020 sull'accreditamento della rete di cure palliative nonché del 25 marzo 2021 sull'accreditamento della rete di terapia del dolore e cure palliative pediatrica;

   la legge n. 38 pone particolare attenzione ai soggetti in età neonatale/pediatrica sancendo la «peculiarità» e la necessità di una risposta ai bisogni di tali soggetti specifica e dedicata sia a livello clinico-organizzativo che formativo ed informativo; da un punto di vista organizzativo il modello assistenziale proposto è quello di una unica Rete specialistica di terapia del dolore (TD) e cure pediatriche (CP), realizzata su ampi bacini d'utenza e coordinata da un Centro di riferimento regionale da dove una équipe multispecialistica e dedicata risponda, in maniera continuativa e competente, integrandosi con tutti i servizi e le istituzioni, a tutti i bisogni di salute dei minori che necessitano di terapia del dolore e cure palliative pediatriche;

   secondo le indicazioni del Ministero della salute, con le cure palliative pediatriche è possibile offrire un'assistenza a domicilio, o eventualmente, in strutture residenziali dedicate (hospice pediatrici) e rispondere ai principali bisogni del bambino malato e di tutta la sua famiglia, anche a livello organizzativo e sociale: la propria stanza dei giochi, la festa di compleanno, i compagni di scuola, il mantenimento del lavoro e la vita di coppia –:

   se sia a conoscenza delle problematiche descritte in premessa e se intenda documentare la presenza in ciascuna regione italiana della Rete specialistica di terapia del dolore (TD) e cure pediatriche (CP) e dell'esistenza in ciascuna regione del Centro di riferimento regionale;

   quali iniziative intenda porre in essere per dare completa attuazione alla legge n. 38 del 2010 e agli accordi da ultimo sanciti durante la scorsa legislatura ed indicati in premessa, avendo particolare riguardo all'Accordo del 25 marzo 2021 sull'accreditamento della rete di terapia del dolore e cure palliative pediatrica.
(3-01260)

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XII Commissione:


   ZANELLA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il diabete è tra le patologie croniche più diffuse e impattanti per numero di pazienti, caregiver coinvolti e costi associati. Per dare dei riferimenti, il rapporto Italian diabetes barometer 2023 ha stimato una prevalenza del diabete del 6,8 per cento nella popolazione italiana, pari a circa 4 milioni di persone, con un trend collegato strettamente all'invecchiamento della popolazione e, quindi, in costante aumento;

   il diabete è una delle principali cause di comorbilità e, in questo senso, è la principale causa di malattia renale cronica, nonché fattore di rischio dell'aumento di complicanze cardiovascolari;

   la gestione integrata del diabete avviene tramite dispositivi di monitoraggio della glicemia, capaci di rispondere alle esigenze di misurazione dei livelli glicemici dei pazienti senza dover ricorrere alla «puntura del dito» per la rilevazione dei dati e in grado di mettere in costante collegamento medico e paziente;

   le tecnologie nel campo del monitoraggio del diabete sono in costante evoluzione, offrendo soluzioni per la verifica dei parametri sempre più puntuali e diversificate;

   le nuove soluzioni per la misurazione della glicemia «in continuo», recentemente introdotte sul mercato, grazie alla semplicità di utilizzo, affidabilità e costo-efficacia, riescono a superare le attuali categorizzazioni tra dispositivi Fgm (Flash glucose monitoring) «intermittente» e Cgm (Continuous glucose monitoring) «in tempo reale»;

   la prescrizione e la dispensazione di questi dispositivi ai pazienti diabetici è regolata da linee guida o di indirizzo regionali;

   al netto di poche eccezioni, sono ancora numerose le regioni che non hanno aggiornato le proprie disposizioni in materia per consentire il superamento delle categorizzazioni Fgm/Cgm costo-efficace e limitando quindi l'ingresso di nuove tecnologie. Tra queste, di particolare rilievo è il caso dei Veneto, le cui linee di indirizzo sono risalenti al 2017;

   il mancato aggiornamento delle linee guida regionali ha portato diverse regioni ad affidare ad un unico operatore la gran parte dei dispositivi per il monitoraggio dei livelli glicemici, compromettendo di fatto la concorrenzialità tra aziende che producono dispositivi equivalenti –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto nelle premesse e, in tale contesto, se non ritenga opportuno assumere, per quanto di competenza, iniziative tese ad un rapido aggiornamento delle linee di indirizzo regionali, al fine di mettere a disposizione del personale sanitario e dei pazienti tutte le tecnologie disponibili per il monitoraggio dei livelli glicemici e favorire la concorrenza tra le aziende che operano nel settore.
(5-02468)


   SPORTIELLO, QUARTINI, DI LAURO e MARIANNA RICCIARDI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   è del 4 maggio 2024 la notizia di un rilevante furto di farmaci tumorali, per un valore di circa un milione di euro, nell'Azienda sanitaria locale Napoli 1; sembra che i ladri abbiano avuto facile accesso e che la farmacia non fosse dotata di sistema di videosorveglianza e fosse priva di porte blindate e infissi sicuri tanto che i ladri hanno avuto un agevole accesso ai locali della farmacia distrettuale;

   un ulteriore furto è avvenuto nei primi giorni di giugno nella farmacia dell'azienda ospedaliera universitaria Federico II, dove è sparito un grosso quantitativo di medicinali ematologici, biologici, di quelli che si usano per fa cura della sclerosi multipla e di malattie rare; tutti farmaci costosissimi e salva-vita, del valore complessivo di oltre un milione e 400 mila euro;

   già pregresse indagini hanno portato alla luce ripetuti furti di farmaci particolarmente costosi, quasi sempre commissionati da organizzazioni criminali a danno di farmacie, ospedali e trasportatori oppure con la collusione di operatori del settore che sottraggono farmaci alla filiera legale per poi riciclarli nelle diverse reti illegali;

   i farmaci oggetto di furto, da un punto di vista legale e regolatorio, una volta usciti dal circuito legale che ne garantisce la corretta conservazione, non sono più vendibili, tuttavia le organizzazioni criminali riescono a rivendere i medicinali rubati a farmacie e ospedali esteri attraverso il ricorso a documentazione che ne falsifica l'origine legale; per contrastare questo riciclaggio, l'Aifa ha predisposto un sistema di segnalazione ad hoc;

   oltre ad un necessario ed efficace sistema di segnalazione dell'avvenuto furto, volto ad impedire che i farmaci rubati siano reintrodotti nella filiera legale di altri Paesi, occorre introdurre azioni più incisive per prevenire i furti di farmaci e mettere in sicurezza i luoghi in cui questi farmaci sono erogati;

   furto dei farmaci, oltre a rappresentare un enorme danno economico per il Servizio sanitario nazionale, determina anche un'ulteriore carenza o ritardo nell'approvvigionamento per i pazienti che ne hanno bisogno e, dunque, rappresenta un grave problema di salute pubblica al quale occorre porre rimedio –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda porre in essere affinché nelle farmacie distrettuali e ospedaliere, quali fondamentali presìdi di salute pubblica territoriale, siano garantite tutte le necessarie misure di sicurezza sia di processo e sia di infissi, protezioni perimetrali e impianti di videosorveglianza, al fine di assicurare che i farmaci destinati alla salute dei pazienti siano messi in sicurezza.
(5-02469)


   GIRELLI, SCARPA, ZAN, FURFARO, MALAVASI, CIANI e STUMPO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   notizie di stampa informano che il centro di sanità privato BMed Me.di.ca Group intende offrire un servizio simile a quello del medico convenzionato con il Servizio sanitario nazionale, ma a pagamento;

   motivazione di questa scelta sarebbe quella di offrire un servizio a coloro che non hanno un medico di medicina generale, come accade per molti cittadini stranieri, o per chi, comunque, non riesca ad usufruire delle prestazioni del medico di medicina generale;

   il medico di medicina generale, detto anche «medico di famiglia», è un professionista che non agisce a prestazione, ma si occupa della persona che ha un problema di salute, affrontandolo in modo complessivo, cercando anche di comprendere i problemi che la persona non riesce a definire con chiarezza, distinguendo le situazioni acute da quelle croniche, oltre alle urgenze ed alle fragilità della persona;

   non si tratta di affrontare solo la malattia, ma anche di tenere conto delle condizioni nelle quali, la persona che si è rivolta al medico, vive. Ad esempio, si può decidere di curare a casa una persona che abbia una famiglia di sostegno, anche qualora la malattia sia grave. Oppure assicurare le cure in ospedale;

   peculiarità del medico di medicina generale è quella di mettere al centro il problema della salute della persona, favorendo la prevenzione e la collaborazione con altri specialisti di cura, cercando di fornire le cure necessarie attraverso un utilizzo appropriato delle visite specialistiche e dagli altri servizi sanitari, tutte funzioni che sono impossibili da svolgersi fuori dal Servizio sanitario nazionale. Inoltre, secondo gli interroganti, non è questa la risposta adatta alle gravi difficoltà di accedere alle cure;

   si tenga anche presente che i medici di medicina generale hanno ad oggi in carico circa 2000 pazienti, in gran parte anziani e fragili, non avendo alcun adeguato supporto di personale di studio ed infermieristico –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto sopra esposto e, in caso positivo, visto che il medico di medicina generale è un professionista che ha svolto un percorso specifico in medicina generale e che ha preso servizio ai sensi della convenzione che rientra nell'accordo collettivo nazionale (Acn), se intenda, per quanto di competenza, fornire chiarimenti in ordine alla compatibilità tra l'esercizio di tale professione e lo svolgimento di simili prestazioni presso strutture, come il centro di sanità privato citato in premessa.
(5-02470)


   BENIGNI, PATRIARCA e BAGNASCO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il G7 salute, il 10 e 11 ottobre 2024, sarà l'occasione per definire i piani di azione e le strategie globali per contrastare le minacce sanitarie, tra le quali risalta la sicurezza alimentare, alla quale anche il Governo ha dichiarato di voler dedicare particolare attenzione;

   la sovralimentazione è una delle cause dell'obesità, patologia cronica, progressiva e recidivante con tassi di crescita che raggiungono proporzioni epidemiche nel mondo e in Italia. Le proiezioni stimano un rischio diffusione che raggiungerà il 70 per cento della popolazione entro il 2030, portando l'Organizzazione mondiale della sanità a coniare il nuovo termine «Globesità» per descriverne la portata;

   tale fenomeno non è limitato ai Paesi più industrializzati, ma colpisce fortemente anche i Paesi in via di sviluppo in cui già oltre 115 milioni di persone ne soffrono e si prevede che entro il 2035 il 79 per cento degli adulti obesi e in sovrappeso vivrà nei Paesi a basso e medio reddito (dati World obesity federation), il che suggerisce l'urgenza di una strategia e un piano d'azione globale di contrasto;

   anche in Italia il quadro è allarmante e in espansione: secondo l'Italian barometer obesity report 2022, 6 milioni di cittadini soffrono di obesità, mentre oltre 23 milioni sono in eccesso di peso, potenziali futuri pazienti obesi;

   l'obesità, patologia complessa con cause multifattoriali (alimentazione, stili di vita, ambiente), ma anche con determinanti genetiche ed endocrino-metaboliche, determina notevoli costi diretti e indiretti e rappresenta una minaccia crescente, in quanto patologia che incide profondamente sulla salute pubblica, fattore di rischio delle patologie croniche e oncologiche più diffuse e pericolose tra la popolazione, nonché fonte di stigma sociale che può portare a più gravi problematiche psicologiche;

   ad oggi non è riconosciuta come patologia sociale e cronica, non è inclusa nei Lea, e non è considerata patologia prioritaria da discutere durante il prossimo G7 salute, occasione fondamentale per porre delle solide basi alle future azioni da intraprendere e individuare una strategia nazionale e globale di prevenzione ma anche diagnosi, cura e servizi di prossimità –:

   se il Ministro interrogato non intenda adottare iniziative di competenza sul tema, al fine di garantire ai soggetti affetti da obesità l'accesso alle prestazioni contenute nei Lea erogati dal Servizio sanitario nazionale quale strategia nazionale e globale di prevenzione ma anche di diagnosi, cura, anche affrontando il tema dell'obesità nell'ambito del G7 Salute, in modo da definire una strategia internazionale condivisa e azioni efficaci per il contrasto di questa patologia con l'Italia come capofila.
(5-02471)

SPORT E GIOVANI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

VII Commissione:


   BERRUTO, MANZI, ORFINI e ZINGARETTI. — Al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:

   con sentenza del 26 luglio 2022, n. 1, il giudice monocratico Asi applicava nei confronti del dottor Fabio Caiazzo, nella sua qualità di consigliere nazionale dell'Asi e delegato del comitato zonale Asi, nonché dirigente e tesserato Asi, la sanzione più rigorosa e severa contenuta nell'articolo 34 del regolamento organico Asi, ovvero quella della radiazione (...) e ciò per aver esposto l'Ente di appartenenza ad un grave e rilevante pregiudizio e/o a un probabile danno conseguente (...);

   ad un anno dal processo di radiazione il dottor Fabio Caiazzo veniva nominato nel consiglio di amministrazione della società Sport e Salute S.p.a.;

   al momento della nomina, l'interrogante ribadiva il voto contrario sulla nomina del dottor Fabio Caiazzo a componente del consiglio di amministrazione, ricordando come egli sia stato radiato dall'Asi e dichiarava, inoltre, che il Partito democratico avanzava la richiesta, necessaria, di effettuare ulteriori verifiche, relative al casellario giudiziale e all'eventuale iscrizione sul registro degli indagati;

   in seguito alla richiesta avanzata dal gruppo Pd, il Ministro interrogato, nella seduta del 2 agosto 2023, si rendeva disponibile a fornire, ritenendolo indispensabile al fine della nomina dottor Fabio Caiazzo, il certificato di iscrizione su registro degli indagati, dichiarando testualmente: «avendo verificato il casellario giudiziale»;

   ad oggi il certificato del casellario giudiziale non risulta presentato, lasciando dubitare della correttezza dei passaggi e delle procedure di tale nomina –:

   se il Ministro interrogato non ritenga, anche alla luce di quanto esposto, di dovere, per quanto di competenza, fare chiarezza sulla questione della mancata presentazione del casellario giudiziale, relativamente alla nomina di Fabio Caiazzo quale componente del consiglio di amministrazione di Sport e Salute S.p.a. e nelle more sospenderlo cautelativamente dall'incarico.
(5-02474)


   AMATO, CASO e ORRICO. — Al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:

   l'Italia si è aggiudicata i giochi olimpici e paraolimpici di Milano-Cortina 2026, anche presentando un dossier di candidatura che aveva alcuni punti saldi: Olimpiadi sostenibili sia da un punto di vista ambientale che economico, utilizzo di impianti sportivi già esistenti, solo due nuove strutture permanenti ma finanziate da investitori privati;

   dalla trasmissione televisiva di Report, nella puntata del 19 maggio 2024 emerge invece che le cose sono decisamente cambiate, infatti già l'ultimo piano delle opere olimpiche, che risale al settembre 2023, prevedeva 3,6 miliardi di costi, finanziati per la maggior parte dallo Stato, non solo per gli impianti sportivi, ma anche per opere infrastrutturali, soprattutto strade;

   al momento si parla di un totale di 5,72 miliardi di euro, di cui 1,6 miliardi per la realizzazione dei Giochi e altri 4,12 miliardi per le opere connesse; si tratta soltanto di stime, anche al ribasso, dal momento che nessuno è in grado di dire con certezza quante siano le infrastrutture connesse ai giochi olimpici invernali, visto che non esiste un unico database dove reperire questi dati, non si conosce il numero effettivo delle opere, né il loro costo complessivo;

   la mancanza di trasparenza su opere e infrastrutture ha portato 20 associazioni a lanciare la campagna di monitoraggio civico «Open Olympics 2026», con l'obiettivo di rendere i «Giochi invernali Milano Cortina trasparenti, legali e rendicontabili» e chiamando in causa Ciò, Coni, Fondazione, Simico e Ministero dello sport e giovani;

   i promotori del monitoraggio civico sostengono che «solo la trasparenza integrale, che abilita a un effettivo rispetto del diritto di sapere, garantirà che le Olimpiadi e Paraolimpiadi invernali di Milano Cortina 2026 siano una vera festa dello sport e dei suoi valori»;

   la maggiore trasparenza inoltre scoraggerà ogni volontà di infiltrazione criminale, anche di stampo corruttivo, e garantirà che vengano evitate spese inutili, assicurando che esse non si disperdano a causa di opacità o inefficienza; non da ultimo il monitoraggio sarà particolarmente utile sulle ricadute ambientali delle opere, il cui numero elevato rischia di cambiare il volto dei territori –:

   come il Ministro interrogato, per quanto di competenza, intenda intervenire per garantire che il rispetto dei principi guida dei Giochi, trasparenza integrità e lealtà e i massimi valori dello sport come sanciti nell'«Agenda Olimpica 2020+5», siano anche le precondizioni alla realizzazione delle opere connesse ai Giochi, mediante una maggiore trasparenza delle spese relative all'organizzazione e promozione degli stessi.
(5-02475)

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta in Commissione Berruto n. 5-01882 del 22 gennaio 2024;

   interrogazione a risposta scritta Onori n. 4-02736 del 3 maggio 2024;

   interrogazione a risposta immediata in Commissione Cappelletti n. 5-02363 del 14 maggio 2024;

   interrogazione a risposta in Commissione Provenzano n. 5-02376 del 15 maggio 2024;

   interrogazione a risposta in Commissione Marianna Ricciardi n. 5-02388 del 17 maggio 2024;

   interrogazione a risposta immediata in Assemblea Lupi n. 3-01222 del 21 maggio 2024;

   interpellanza urgente De Corato n. 2-00385 dei 28 maggio 2024;

   interrogazione a risposta in Commissione Scotto n. 5-02452 del 29 maggio 2024;

   interrogazione a risposta scritta Pastorella n. 4-02934 del 10 giugno 2024.