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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 305 di mercoledì 12 giugno 2024

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata Segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MARIA CAROLINA VARCHI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 90, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 10.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 615 - Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione (Approvato dal Senato) (A.C. 1665​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1665: Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione.

Ricordo che, nella seduta di ieri, è stato da ultimo respinto l'emendamento 1.26 Alfonso Colucci.

(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 1665​)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Passiamo all'emendamento 1.31 Zaratti, sul quale il relatore per la maggioranza e il Governo hanno espresso parere contrario, mentre il relatore di minoranza ha espresso parere favorevole.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.31 Zaratti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza. Onorevole Gatta, chiede di intervenire o no? Non ho ancora aperto la votazione…

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione - Commenti ).

Colleghi, calma, pensavo che il collega volesse intervenire. Tranquilli che iniziamo… Dobbiamo aspettare che i colleghi entrino, è il primo voto.

MARCO SARRACINO (PD-IDP). Presidente, c'è il numero legale?

PRESIDENTE. Sì, onorevole Sarracino, c'è il numero legale, lo vedo da qui. Ci sono i colleghi che stanno prendendo la tessera, il numero legale c'è, quindi aspettiamo che i colleghi entrino. Prego, relatore, relatore di minoranza la aspettiamo a maggior ragione, tanto vedo che anche gli altri colleghi entrano con calma, collega Toni Ricciardi, quindi non è l'unico. Colleghi, i 20 minuti servono esattamente per prepararsi alla votazione, normalmente, comunque adesso aspettiamo. Colleghi, facciamo votare chi è in Aula in questo momento, poi chiudo, quindi aspetto che prendano le tessere. Una volta che chi è lì ha preso la tessera, chiudo la votazione. Lacarra, Di Biase... Carotenuto, si affretti se vuole votare perché siamo in votazione da diversi minuti…

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo all'emendamento 1.33 Zaratti.

Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. L'essenza stessa degli articoli 2, 3 e 5 della Costituzione sta nella dichiarata volontà di non ripetere più gli scenari cruenti e opprimenti che si sono verificati durante il periodo del fascismo, in cui le più elementari esigenze di libertà umane vennero oppresse violentemente.

Si ritenne di primaria importanza rivendicare la personalità umana, andando a formare quella sfera di diritti inviolabili, quelle posizioni giuridiche essenziali per qualsiasi forma di convivenza. Presidente…

PRESIDENTE. Sì, collega Grimaldi, ha ragione. Dobbiamo ripristinare il silenzio in quest'Aula, ascoltarci. La giornata sarà lunga, iniziamo bene, così finiremo al meglio. Aspetti, collega Grimaldi. Colleghi, finché non c'è silenzio, io non riprendo, quindi regoliamoci. Prego, collega Grimaldi.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Come dicevo, essi sono da considerarsi per noi tutelati a prescindere da qualsiasi legge o Costituzione. Per questo, chiediamo che dopo le parole: “una regione”, si aggiungano le seguenti: “tenuto conto del principio solidaristico di cui agli articoli 2, 3 e 5 della Costituzione”.

Il principio della parità di trattamento impone che sia assicurata una forma di uguaglianza fra tutte le forme di religiosità, compreso il credo ateo o agnostico, la cui violazione integra discriminazione. Ai sensi degli articoli 2, 3, 7, 8, 19 e 20 della Costituzione, dai quali si desume l'esistenza nell'ordinamento del principio supremo di laicità dello Stato, nonché ai sensi dell'articolo 10 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e dell'articolo 9 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo, deve essere garantita la pari libertà di ciascuna persona che si riconosca in una fede, quale che sia la confessione di appartenenza, anche se si tratta di un credo ateo o agnostico, di professarla liberamente. Dal riconoscimento del diritto di libertà di coscienza anche agli atei o agnostici discende il diritto di questi ultimi di farne propaganda nelle forme che ritengano più opportune.

Il cammino verso il perfezionamento dell'uguaglianza in tutti i rapporti civili, economici, sociali e politici non si è certamente fermato né possiamo, Presidente, ritenere di essere giunti al punto di arrivo. La forza espansiva e generativa del principio di uguaglianza è ancora attiva e sempre lo sarà di fronte alle sfide della storia. I progressi raggiunti devono servire ad alimentare i progressi successivi, non l'autocompiacimento che spesso funge da pretesto per giustificare tutte le ipocrisie e le rinunce. L'inesauribile patrimonio che la Costituzione ci dà è garanzia di futuro, in un perenne sforzo dinamico e innovativo, segnato dalla continua insoddisfazione verso le conquiste ottenute. Solo i regimi autoritari dicono di se stessi di essere perfetti, mentre le democrazie pluraliste sono destinate a un incessante travaglio, che le rende fragili, ma ne attesta la superiorità.

Presidente, ho concluso. Io credo che i costituenti abbiano esternato l'esigenza di sostituire il sistema fortemente accentrato dell'epoca fascista con il decentramento di competenze e funzioni a livello locale, che, invece, è il tratto caratterizzante di un nuovo Stato democratico. Ciò, però, nella consapevolezza di una maggiore prossimità degli enti territoriali alle istanze collettive, confidando, quindi, in una più agevole ed efficiente organizzazione della macchina statale, nell'interesse sia pubblico che privato.

Per questo, noi pensiamo che l'unità alluda a un'integrazione normativa tra i vari livelli di governo e ad una unitarietà di valori e principi condivisi. Unità, quindi, non solo dal punto di vista territoriale e strettamente politico, ma anche e, soprattutto, valoriale nel perseguimento di un processo di integrazione all'insegna dei principi solidaristici e dei diritti e dei doveri fondamentali (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.33 Zaratti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo all'emendamento 1.34 Torto.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Torto. Ne ha facoltà.

DANIELA TORTO (M5S). Grazie, Presidente. L'articolo 1 di questo provvedimento pasticciato, meglio conosciuto come “Autonomia differenziata”, ricorda, con un elenco posto all'inizio di questa proposta, i principi costituzionali e i principi ordinamentali, e tra questi, non so se per manifesta ignoranza o anche per sfacciata ipocrisia, si menziona l'unità nazionale. Presidente, lei sa perché metto in dubbio la buona fede di questo Governo quando si parla di unità nazionale? Perché, mentre l'incipit di queste pagine parla di una Nazione unita, il resto del testo, invece, propone in maniera grossolana e pericolosa la disgregazione del nostro Paese.

Con questo emendamento noi chiedevamo che, nel definire i principi generali per l'attribuzione alle regioni di condizioni di autonomia, non si toccassero tre punti fermi, e li elenco: il ruolo di indirizzo, il ruolo di controllo e il ruolo di coordinamento dello Stato. Ecco, dire “no” a questa nostra proposta, che oltre ad essere di buonsenso è anche di logica e di responsabilità, significa una sola cosa, e cioè che è arrivata la risposta al mio dubbio sulla buona fede di questo Governo. Infatti, il Governo di destra, oggi, annuncia praticamente l'inizio del processo di disgregazione dell'Italia e - Presidente - io invece oggi mi vergogno di avere una Premier che va per le piazze italiane a dire che è una di noi, una donna del popolo - così dice Giorgia Meloni, anzi, solo Giorgia, perché ormai i meloni sono frutta fuori stagione (Commenti) -, e, poi, però, spacca l'Italia, semplicemente - lo ripeto, semplicemente - per piegarsi a un capriccioso ricatto della Lega Nord di Matteo Salvini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo solo per rimarcare che, dal punto di vista strettamente istituzionale, gradirei, teoricamente, un rispetto diverso verso il Presidente del Consiglio. Mi riferisco al giocare sul “fuori stagione”, ma passi.

Detto questo, mi permetto invece, molto meno istituzionalmente e molto più parlamentarmente, di dire che definire, dopo le ultime elezioni europee, la Meloni “fuori stagione” da parte di uno dei 5 Stelle mi fa un po' sorridere (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Dopodiché, a proposito del “fuori stagione”, fatevi i vostri conti su chi è fuori stagione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.34 Torto, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'emendamento 1.36 Ilaria Fontana.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ilaria Fontana. Ne ha facoltà.

ILARIA FONTANA (M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, in realtà, vogliamo dare un suggerimento al Governo, perché veramente è un emendamento di buonsenso che andrebbe a colmare un vulnus che l'autonomia differenziata potrebbe creare e che sicuramente creerà.

Io lo leggo testualmente per poi approfondire con voi, perché stiamo parlando di procedure di infrazione e preinfrazione. Quindi, noi andiamo a chiedere che si aggiungano le parole: “ad esclusione delle materie nell'ambito delle quali siano pendenti procedure di infrazione e preinfrazione europea nei confronti dello Stato italiano (…)”. Infatti, quando si parla di autonomia differenziata è vero che si parla tanto di sanità, di scuola, ma anche la materia ambientale è sotto attacco. Quando, poi, andiamo ad affrontare concretamente e nel merito queste questioni, il rischio di incappare in continue procedure d'infrazione c'è, perché è ovvio che ci saranno differenziazioni tra regioni e regioni, però, se noi ci pensiamo, le infrazioni e le preinfrazioni sono e saranno materia nazionale. Quindi, come si andrà a colmare questo vulnus, questo vuoto? Accettando questo emendamento, che ovviamente vedrà il voto contrario, probabilmente, per una velocità politica di accettazione del testo.

Cosa si rischia? Si rischia di mandare il Paese in continua infrazione, di non avere più, poi, la capacità amministrativa di poterle in qualche modo recuperare. Purtroppo, stiamo continuando a incappare in continue infrazioni: penso a quella sulla caccia, ma veramente ce ne sono tantissime. E, poi, che cosa succederà, quale sarà la metodologia che andrà a recuperare e a non far pagare - perché poi in soldoni è questo il problema - i soldi ai cittadini e alle cittadine?

Veramente chiedo - tramite lei, ovviamente, Presidente - al Ministro e al relatore, in questo caso, se si possa ripensare a questo emendamento, perché veramente non è ostruzionistico, non è ideologico, ma vuole aiutarvi a colmare un vulnus che si creerà non appena l'autonomia differenziata diventerà legge e non appena si dovrà affrontare la materia delle infrazioni europee (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.36 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'emendamento 1.38 Morfino.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Morfino. Ne ha facoltà.

DANIELA MORFINO (M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento è chiaro: stiamo chiedendo il superamento dei divari territoriali delle prestazioni che devono essere effettivamente garantite sul territorio nazionale. Stiamo chiedendo che questo testo debba fondarsi su principi fondamentali che devono essere garantiti dalla nostra Costituzione, e mi riferisco al principio perequativo e al principio solidaristico, principi necessari affinché tutti i cittadini possano godere di prestazioni pubbliche alla stessa maniera. Senza questi due principi come capisaldi di questo disegno di legge, alcune materie di competenza esclusiva dello Stato, come istruzione, sanità, servizi pubblici, infrastrutture ed energia, rischiano di diventare diritti sperequativi, perché non verranno riconosciuti a tutti i cittadini nella stessa identica maniera (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Parliamo chiaro, la pandemia non vi ha insegnato proprio nulla. Questo disegno di legge rischia di frantumare il Paese e getta le premesse per accrescere ulteriormente le differenze tra regioni del Nord e regioni del Sud, ma anche tra aree e territori dello stesso Nord. Il rischio è, soprattutto, quello di cristallizzare e ampliare le disuguaglianze oggi esistenti tra cittadini che fruiscono di certi servizi a un certo livello e cittadini destinati a non beneficiarne o a beneficiarne in termini del tutto insufficienti. Tutto questo è inammissibile.

Noi del MoVimento 5 Stelle non siamo contrari pregiudizialmente al riconoscimento di maggiore autonomia territoriale. Siamo, però, fermamente contrari a questo progetto di autonomia, sia nel metodo che nel merito. Dal nostro punto di vista non è percorribile alcun progetto di autonomia senza prima aver non solo definito i livelli essenziali delle prestazioni da garantire in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, ma anche chiarito quali sono le fonti di finanziamento. I LEP non vanno definiti ma anche garantiti e per farlo ci vogliono risorse adeguate.

Non possiamo e non vogliamo trasformare la nostra Nazione in piccoli staterelli autonomi, ognuno lasciato ai destini di singole capacità amministrative territoriali. Si provocheranno delle gravi spaccature sociali, economiche e produttive.

Ministro Calderoli, tramite la Presidenza, forse se la smettesse di giocare con il cellulare potrebbe ascoltare le opposizioni (Commenti)

PRESIDENTE. Collega Morfino, prosegua.

DANIELA MORFINO (M5S). Ministro, state attuando con arroganza una forzatura in Parlamento che spaccherà definitivamente il nostro Paese. Fermatevi, e invito a riflettere tutti i deputati di centrodestra del Sud e della mia Sicilia: non si può votare favorevolmente questa riforma scellerata per il Mezzogiorno. Oggi state tradendo il vostro territorio, vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Una voce dai banchi del gruppo Fratelli d'Italia: “Vergognati tu!”)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.38 Morfino, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.39 Bonafe'.

Ha chiesto di parlare la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Presidente, mi rivolgo a lei: perché si fa una riforma? Questa è una domanda del tutto legittima in una circostanza come questa. Normalmente una riforma si fa per migliorare le cose, per dare nuovo slancio. Una riforma dovrebbe sempre andare a vantaggio del Paese, giusto? Ebbene, l'autonomia differenziata non va a vantaggio del Paese, non va a vantaggio dell'Italia, Ministro Calderoli, perché questa sua riforma frantumerà l'Italia, ne farà uno spezzatino di 20 staterelli semi-indipendenti in concorrenza tra loro, peggiorando la qualità della vita delle persone. Questo è il punto cruciale: peggiorerete la vita di tutti noi!

Nelle intenzioni del Ministro Calderoli l'autonomia differenziata nasce contro l'odiato Meridione, ma a farne le spese, Ministro, saranno tutti gli italiani e tutte le italiane, al Sud certamente ma anche al Centro e al Nord. Questa è una riforma che ci farà vivere peggio. Perché questo accanimento? Per quale motivo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Ce lo dovete spiegare! Che vi ha fatto di male l'Italia per accanirvi così tanto? Perché, vede, a risentirne per primo sarà il sistema Paese, che salterà, che è quello necessario ad attrarre nuovi investimenti, ma anche ad avere un peso internazionale.

Allora, l'altra domanda legittima è: a chi giova? Giova al Governo, giova alla sua sopravvivenza direi: tu dai una cosa a me e io do una cosa a te. Quindi, la Costituzione è usata come merce di scambio. Dunque, un'autonomia differenziata, tanto voluta dalla Lega, in cambio di un premierato, agognato da Giorgia Meloni, e costi quel che costi, come si dice adesso, non importa.

Presidente, con questo emendamento noi vogliamo mettere in sicurezza la centralità del Parlamento eletto dal popolo, che esercita la funzione legislativa - appunto gli articoli 70 e 72 della Costituzione -, proprio perché la procedura che voi avete previsto per il varo delle intese con le regioni taglia fuori il Parlamento, riduce il suo ruolo nell'espressione dei pareri, peraltro non vincolanti, e non consente al Parlamento neanche di modificare le intese tra Governo e regioni.

Cioè voi, Ministro, non consentite al Parlamento di modificare le intese tra il Governo e le regioni. Anche qui prendere o lasciare, in pieno stile “o la va o la spacca”, che oggi va molto di moda dalle vostre parti. In altre parole, lo Stato rinuncia ad alcuni suoi importanti poteri senza che il Parlamento possa proferire verbo. Ma voi vi rendete conto della gravità di questa cosa (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Vi rendete conto di cosa state facendo?

Allora, in conclusione, Presidente, l'autonomia differenziata insieme al premierato rappresentano due attacchi al carattere parlamentare della nostra Repubblica come voluta dai padri e dalle madri costituenti, e stupisce - veramente stupisce - che i due Presidenti delle Camere non abbiano avvertito il dovere - il dovere! - di far sentire le loro voci a difesa delle istituzioni che rappresentano (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.39 Bonafe', con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Saluto gli studenti e i docenti del liceo “Les Chartreux” di Lione, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.50 Quartini.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, signora Presidente. Io credo che l'unica cosa che noi vorremmo differenziare sono i rifiuti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e non certo incenerire il Paese, in maniera peraltro, come ho avuto modo di sottolineare, etimologicamente diabolica, perché diábolos in greco vuol dire separare, dividere, vuol dire calunniare, vuol dire inganno dell'effetto causato dalla separazione, vuol dire inimicizia.

Con questo scempio, dal nostro punto di vista, non si fa altro che spaccare il Paese. In realtà, invece di lavorare collaborando, metteremo 20 staterelli in competizione tra loro e questo farà solo male al Paese. Non è una questione di Nord o di Sud, non è una questione di Granducato di Toscana contro il Lombardo-Veneto o contro lo Stato Pontificio e, quindi, ritornare indietro ad ancora prima dell'Unità d'Italia. È un problema di mortificazione con questo provvedimento, mortificazione formale e sostanziale dell'assetto democratico del Paese.

In questo senso, noi sappiamo che il principio di universalità del Servizio sanitario nazionale ha garantito l'assetto democratico del Paese. Noi con questo emendamento chiediamo di escludere la materia della tutela della salute da questa autonomia differenziata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e ci basiamo sul fatto che le diseguaglianze sono state causate già dalla devolution del regionalismo differenziato. Noi abbiamo diseguaglianze straordinarie in questo Paese, con un'aspettativa di vita più bassa nelle regioni del Sud, con una mortalità evitabile più alta nelle regioni del Sud, con una speranza di vita in buona salute più bassa nelle regioni del Sud, con una mortalità infantile più alta nelle regioni del Sud, con una mortalità materna al parto più alta nelle regioni del Sud.

Allora, vi dico che il regionalismo differenziato ha fatto vedere tuttavia che proprio nelle regioni del Nord, proprio in Lombardia, la pandemia ha fatto danni inimmaginabili. Se noi non recuperiamo l'unità di questo Paese, a partire dal Servizio sanitario nazionale pubblico, noi collasseremo, e collasseremo anche in termini di assetto democratico.

Vi invito, almeno rispetto al tema della tutela della salute, ad accogliere questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Amendola. Ne ha facoltà.

VINCENZO AMENDOLA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere e per dare una brutta notizia al collega del MoVimento 5 Stelle. Le leggo un passo di un saggio importantissimo, pubblicato negli anni Novanta. Sentite qui, lo dico ai colleghi di Fratelli d'Italia: “due anni orsono ero partito per Roma con l'obiettivo di distruggere il sistema sanitario nazionale per costruire il sistema sanitario del Nord”. Sapete chi ha scritto questo libello, che ancora si trova, forse, in circolazione e che regaleremo ai colleghi di Fratelli d'Italia? È un saggio che si chiama Mutate Mutanda del qui presente Ministro Calderoli (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

Signori, questa è la Lega! Non vi è un altro obiettivo, se non spaccare questo Paese, svegliatevi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.50 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'emendamento 1.79 Bonafe'.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarracino. Ne ha facoltà.

MARCO SARRACINO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Non sarò all'altezza delle citazioni del collega Amendola, che ha citato un autorevole Ministro e un testo assolutamente di altissimo valore. Tuttavia, vorrei citare, con questo emendamento, il presidente della regione Calabria, Roberto Occhiuto, che dice che l'autonomia differenziata non crea opportunità. Quando dice ciò, fa qualcosa in più: con il consiglio regionale della Calabria, infatti, approva un testo in cui chiede al Governo - e quindi anche al Parlamento - di fare che cosa? Di fare ciò che noi abbiamo scritto in questo emendamento, ovvero che debbano essere determinati e garantiti prima i livelli essenziali delle prestazioni e poi si possa procedere con le intese.

Allora noi, Presidente, con questo emendamento, che cosa facciamo? Andiamo incontro alle richieste del presidente della regione Calabria Occhiuto, che non è un iscritto del Partito Democratico, è un iscritto di Forza Italia. Dunque, vogliamo ricordare ciò ai colleghi della maggioranza, e non solo a quelli di Forza Italia, perché quella richiesta del presidente Occhiuto è stata votata dai consiglieri regionali del consiglio regionale della Calabria non solo di Forza Italia, ma anche della Lega, di Fratelli d'Italia e anche di tutte le forze che siedono in questo momento tra i banchi della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Colleghi, mica volete smentire i vostri colleghi di partito e di coalizione della regione Calabria!

O, quantomeno, almeno coordinatevi, perché, ancora una volta, noi ci troviamo di fronte a delle incongruenze: a Roma fate una cosa e sui territori ne fate un'altra. Dunque, noi vi veniamo incontro con questo emendamento, vi chiediamo di parlarvi. Siate coerenti, siate coerenti! Fate quello che vi chiede il presidente della regione Calabria e non scaricate i vostri amministratori.

Presidente, faccio un appello e una richiesta: chiedo che venga accantonato questo emendamento per consentire ai colleghi, in particolar modo di Forza Italia, di riflettere e di non scaricare il vostro iscritto Occhiuto, presidente della regione Calabria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Sull'accantonamento ho bisogno del parere del relatore di maggioranza. Relatore?

Relatore, relatore, relatore? Come devo fare, come la posso chiamare? Mi deve dare il parere sull'accantonamento dell'emendamento 1.79 Bonafe'.

ALBERTO STEFANI (LEGA), Relatore per la maggioranza. Pare contrario.

PRESIDENTE. Relatore di minoranza?

TONI RICCIARDI , Relatore di minoranza. Grazie, signora Presidente. Non darò solo il parere, che è favorevole, ma non perché viene richiesto dal mio collega di partito, perché mi rivolgo alle forze…

PRESIDENTE. Collega Ricciardi, adesso deve darmi solo il parere, poi può intervenire a favore. Mi deve solo dare il tempo di chiederlo al Governo e poi le do nuovamente la parola.

TONI RICCIARDI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Governo?

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per gli Affari regionali e le autonomie. Parere conforme al relatore di maggioranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire a favore l'onorevole Toni Ricciardi. Ne ha facoltà. Prego, scusi.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Ottimizzavo i tempi, vista la stampella, tutto qua.

PRESIDENTE. Ha ragione.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Detto ciò, lei mi consentirà di fare appello alle colleghe e ai colleghi di maggioranza, perché questo emendamento necessita inevitabilmente, secondo me, di un ulteriore tempo di riflessione. Infatti, non è né un emendamento che stravolge la procedura, né un emendamento che inficia il quadro normativo dell'autonomia differenziata, ma dice e chiede una cosa di buonsenso: prima che vengano assegnate delle deleghe, vengano definiti adeguatamente i LEP, i livelli essenziali delle prestazioni.

Ora, mi rivolgo - non riesco a girarmi di più - ai colleghi di Forza Italia: credo che il presidente Occhiuto sia un esponente di primo piano e che la regione Calabria sia una delle regioni meridionali che, più di altre, abbia sofferto in passato e soffra oggi le divergenze e le diseguaglianze territoriali e in termini di servizi. Dunque, credo che sia il minimo essenziale il poter definire adeguatamente i LEP prima di dare un'ulteriore delega. Quindi, l'appello che faccio nuovamente, visto che, presumo, il collega Sarracino ci chiederà di votare l'accantonamento, è di chiedere veramente un ulteriore momento di riflessione a tutte e tutti voi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole. Qualcuno vuole parlare contro l'accantonamento? Mi pare di no.

Passiamo ai voti.

Onorevole Sarracino, insiste per la votazione, immagino. Scusi, onorevole Sarracino, ma direi che abbiamo parlato a favore, quindi sì.

MARCO SARRACINO (PD-IDP). Insisto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 1.79 Bonafe', con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 32 voti di differenza.

Se nessun altro chiede di intervenire, pongo in votazione l'emendamento 1.79 Bonafe'…

Onorevole Scotto? Avevo capito che non volesse intervenire. A titolo personale?

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). A titolo personale.

PRESIDENTE. Siete già intervenuti su questo, collega Fornaro, per questo lo dicevo. Questo intervento è a titolo personale.

Prego, onorevole Scotto, ha facoltà di parlare.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Intervengo a titolo personale solo per fare una riflessione e consegnarla a quest'Aula e soprattutto ai colleghi del Partito Democratico. Giustamente, loro hanno sottolineato il fatto che la maggioranza smentisce alcune dichiarazioni del presidente della regione Calabria. Che resti agli atti, signora Presidente, delle due l'una: o il presidente della regione Calabria non conta nulla nel suo partito e nella maggioranza o è un bugiardo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), che arriva nella sua regione e sostiene una cosa, e poi, a Roma, ai deputati di Forza Italia della Calabria e del Mezzogiorno fa fare esattamente l'opposto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.79 Bonafe', con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'emendamento 1.80 L'Abbate.

Ha chiesto di parlare l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.

PATTY L'ABBATE (M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi chiediamo un uniforme finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni, a livello nazionale. Vanno individuati e vanno calcolati i costi standard e, soprattutto, vanno finanziati. Questo devo ripeterlo anche per chi a casa ci segue, perché a tutt'oggi non è chiaro se ci sono i finanziamenti. I finanziamenti, poi, devono essere fatti in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, perché, lo ripeto, non sarà così e, purtroppo, non è così. Ministro, la richiesta di autonomia su specifiche materie deve includere - è andato via, mi spiace che il Ministro sia andato via (Commenti del deputato Amendola) - la puntuale dimostrazione del vantaggio che la comunità intera riceve dalla gestione delle materie. Ma questo deve essere fatto con metodi scientifici e non con un approccio ideologico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Lo ripetiamo, il vostro è un approccio ideologico. Sappiamo che questa frase vi piace molto, lo ripetete come slogan e, a quanto pare, la state applicando (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La state applicando perché porta un vantaggio solo a voi che siete al Governo: non vi importa dei cittadini, che saranno ancora più divisi; ci saranno cittadini di serie A e ci saranno cittadini di serie B. Non riesco a capire questo disagio che ci sarà sui territori e che continuerà ad aumentare, quindi, i divari. Non capisco tutti i colleghi - che, quando sono stati votati anche nelle regioni del Sud, sicuramente sono stati votati dai loro cittadini perché dovevano portare la loro voce in Parlamento e dovevano ascoltare i loro bisogni - in che modo torneranno sui loro territori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti)! Di questo non riesco a capacitarmi, in che modo tornerete sui vostri territori. Perché? Perché vi ricordo, cari colleghi, parole come superamento dei divari territoriali, esercizio dei diritti civili e sociali, ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione. Per voi queste sono solo parole, parole, parole, soltanto parole fra noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.80 L'Abbate, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo all'emendamento 1.88 Bonafe'.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Signora Presidente, con questo emendamento intendiamo saggiare la buona volontà del Governo e della maggioranza, laddove, in realtà, il rischio vero è che questi giorni vengano ricordati come quelli in cui muore l'unità della nostra Repubblica, in cui una volta per tutte si decreta, non solo larvatamente, la spaccatura di questo Paese, ma anche la più grande delle ingiustizie che si possano compiere. Vede, per fare questa autonomia differenziata, avete fatto strame di tutti i princìpi su cui si fonda la Costituzione italiana, anche dopo la riforma del Titolo V della Costituzione.

Evidentemente, un applauso molto, ma molto amaro, va fatto al Ministro Calderoli, che sognava questo momento da 30 anni. Ministro, evidentemente ce l'ha fatta, perché questa autonomia differenziata è molto più simile alla secessione che avete tanto promesso e, alla fine, con lei rischia di arrivare. Avete così distrutto una storia lunga 163 anni; ora può rimettere nel cassetto il tricolore e sventolare liberamente la bandiera di quell'egoismo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) che sta caratterizzando tutto il tratto distintivo di questa vostra esperienza di Governo. Guardate, smettetela anche con la retorica per cui era inserito nel programma elettorale del vostro Governo e su quel programma elettorale avete ricevuto i consensi per governare, perché in quel programma elettorale avevate inserito tante altre cose, come la conferma di “Quota 100”, come l'abolizione delle accise sui carburanti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), come la conferma di “Opzione donna”, come i contributi per gli affitti. Avevate promesso la flat tax per tutti.

Nulla di tutto questo avete fatto, ma avete trovato il tempo, in questi due anni, per fare l'autonomia differenziata. E questo provvedimento non è solo istituzionalmente una vergogna, ma lo è anche dal punto di vista tecnico, perché, pur di fare l'autonomia, avete calpestato i princìpi fondanti della nostra Costituzione: l'uguaglianza formale e sostanziale, l'unità della Repubblica, la natura solidaristica, solo per citarne alcuni. Proprio a proposito del maquillage normativo che è stato fatto per indorare la pillola, nel passaggio al Senato la capriola sui livelli essenziali delle prestazioni è l'esempio perfetto dell'inganno che si nasconde dietro questa legge. Già un anno e mezzo fa avevate pensato bene di togliere la questione dalle mani del Parlamento, per affidarla a una commissione tecnica. Sì, una scelta funzionale a ciò che avete visto poi procedere nel corso dell'esame di questo DDL, perché tra una materia LEP e una non LEP passa tutta la differenza di questo mondo. Chi ci garantisce che certe materie che hanno a che vedere con i diritti sociali e civili non siano ritenute tali dal comitato, facendole così passare per canali semplificati che prevede questa legge? Poi, c'è la grande questione del finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni, un grande buco che avete tentato in tutti i modi di far passare in sordina, che si accompagna, peraltro, con l'azzeramento del fondo perequativo e la presa in giro contenuta in questo DDL, di una presunta neutralità finanziaria dell'autonomia differenziata. E, allora, i LEP sono fatti per essere guardati o per dare loro concreta attuazione? Con questo emendamento noi chiediamo che venga scritto nero su bianco che non solo serve individuarli, ma serve anche garantirli dal punto di vista finanziario. Vede, dalle mie parti si dice che chi campa di speranza muore disperato e, nella speranza che vengano messi nero su bianco i soldi per i LEP e che prima o poi arrivino, nel frattempo moriremo tutti disperati. Con questo emendamento proviamo a darvi una prova d'appello (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). A titolo personale, Presidente, per dichiarare il voto favorevole…

PRESIDENTE. No, collega Colucci, non è a titolo personale. Ovviamente può parlare comunque un minuto, se vuole, ma è il primo intervento del suo gruppo. Quindi è per il gruppo.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Allora, il gruppo dichiara il voto favorevole rispetto a questo emendamento, e qui mi fermo, grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Provenzano.

GIUSEPPE PROVENZANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Approfitto del ritorno in Aula del Ministro Calderoli per segnalare ai colleghi che l'insieme di questi emendamenti non solo si propone l'obiettivo di rendere quelli che per voi sono diritti di carta in diritti costituzionalmente e sostanzialmente realizzati per le persone, ma anche di provare a sanare un'incongruenza dell'ordinamento avvenuta con la legge delega n. 42 del 2009 sul cosiddetto federalismo fiscale. Infatti, qui si sta introducendo una procedura differenziata per la determinazione dei LEP, secondo la Costituzione, cioè una determinazione accelerata per l'autonomia differenziata e, invece, rinviata sine die per gli altri, ma accelerata sempre sulla carta. Questa incongruenza scasserà i rapporti, già complicati, sul piano finanziario tra Stato e regioni a statuto ordinario. Sapete chi l'ha fatta quella legge, la 42 del 2009? L'ha fatta il qui presente Ministro Calderoli. Nemmeno un laureato in porcate parlamentari poteva rendersi protagonista di questo scempio della Costituzione (Proteste dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier)!

MANLIO MESSINA (FDI). Presidente!

PRESIDENTE. Collega Provenzano, concluda.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Auriemma. Ne ha facoltà.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. Su questo emendamento che sottoscrivo, poniamo la questione del termine “essenziale” dei LEP. Cos'è essenziale? Questo è il punto. Un diritto quando è essenziale? L'essenzialità del diritto che cos'è?

Abbiamo capito che, per esempio, per la Lega è essenziale dividere, nelle scuole, i ragazzi con disabilità dai ragazzi che non hanno disabilità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo per voi è essenziale! Questo è il punto: il concetto di diritto, di quando viene garantito e quando è veramente un diritto pieno e attuato.

Su questo abbiamo distinzioni enormi. Per questo chiediamo l'accantonamento di questo emendamento, per valutare nel merito e approfondire questa questione. Quindi, Presidente, chiediamo la votazione sull'accantonamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Chiedo ai relatori il parere sull'accantonamento dell'emendamento 1.88 Bonafe'.

Invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere.

ALBERTO STEFANI (LEGA), Relatore per la maggioranza. Contrario.

PRESIDENTE. Invito il relatore di minoranza ad esprimere il parere.

TONI RICCIARDI , Relatore di minoranza. Favorevole.

PRESIDENTE. Al Governo non va chiesto; prima si è trattato di un mio errore, chiedo perdono.

Se nessuno chiede di intervenire a favore o contro, passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 1.88 Bonafe', con parere contrario del relatore di maggioranza e parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 40 voti di differenza.

Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Signora Presidente, noi siamo preoccupati, per questo stiamo intervenendo in tanti, perché anche quello che è emerso dal voto, in queste settimane, ci dice che c'è una frattura sempre più profonda tra larghi strati della società meridionale e la politica e le istituzioni.

Ce lo dice il tasso di astensionismo gigantesco, che è una risposta alle politiche ignobili che la destra ha messo in campo, a partire dai tagli all'assistenza sociale, a partire dal taglio del reddito di cittadinanza, a partire da scelte che sono state animate, signora Presidente, da un cinismo insopportabile.

Il collega Provenzano, rivolgendosi al Ministro, ha utilizzato l'espressione “laureato in porcate parlamentari”. Per suo tramite, signora Presidente, vorrei chiedere al Ministro quale sia l'università in cui ci si laurea in porcate parlamentari…

PRESIDENTE. Grazie, onorevole, ha esaurito il tempo.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). …perché qui siamo davanti a una carriera duratura e costante che lo ha portato ad essere, più volte, il (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)

PRESIDENTE. Grazie, onorevole. Ricordo che gli interventi a titolo personale durano un minuto.

Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Penza. Ne ha facoltà.

PASQUALINO PENZA (M5S). Grazie, Presidente. A titolo personale, per suo tramite, vorrei porre una domanda al Ministro Calderoli, ossia se i fondi per i LEP saranno resi noti anche ai cittadini italiani, così come hanno fatto per il comune di Caivano, dove hanno messo manifesti ovunque, dicendo che hanno investito 52 milioni di euro e poi hanno preso una batosta elettorale a Caivano, la stessa batosta che riprenderete, sicuramente, dopo aver approvato questa legge, che non la definisco come l'hanno definita altri colleghi soltanto per rispetto di quest'Aula, ma sapete benissimo qual è la parola che si addice a questo provvedimento: un provvedimento che spacca l'Italia, che divide i cittadini e che crea classi sociali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.88 Bonafe', con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.89 Boschi, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo all'emendamento 1.90 Carfagna. Ha chiesto di parlare l'onorevole Richetti. Ne ha facoltà.

MATTEO RICHETTI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Questo, per noi, è il cuore del problema di questo provvedimento. Il cuore del problema di questo provvedimento, che si chiama “come vengono finanziati i LEP”, è la ragione per cui l'opposizione, che al Senato ha aperto con un voto di astensione, un'interlocuzione su questo provvedimento, oggi, in questa Camera, si opporrà con tutte le forze ad una presa in giro che non ha avuto risposta. La presa in giro che non ha avuto risposta si chiama “come finanziate i LEP” (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Infatti, ci avete spiegato che questa autonomia, alla quale non ci opponiamo in termini di principio, era seria quanto quella sulla quale lavorava il Governo Draghi, perché non ci sarebbe stato il trasferimento di funzioni senza la certezza delle risorse necessarie alle regioni e che i due termini, “definizione dei LEP” e “finanziamento dei LEP”, non sarebbero stati dissociati.

Questo emendamento dice: “Si fa l'autonomia quando sono fissate la quantificazione e il finanziamento dei LEP”. E l'emendamento viene bocciato. Lascio stare, Presidente - e mi assumo la responsabilità di questo termine -, l'ignobile gestione di questo provvedimento alla Camera, dalla Commissione all'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e MoVimento 5 Stelle). Perché quando un'opposizione vi dice “andiamo a guardare le carte”, la risposta non può essere: forzatura, compressione dei tempi e nessuna possibilità di toccare i provvedimenti.

Sarà una contrarietà assoluta, anche perché, guardate, c'è l'imbarazzo della scelta. Se aprite il dossier delle audizioni a caso - lo ripeto: a caso - qualunque soggetto pone una criticità: come verranno finanziati i LEP? Dove troveranno le risorse? Sarà mica che, alla fine, si ricorre all'unico criterio, cioè quello della spesa storica, che penalizza le regioni del Sud, senza alcun elemento di demerito?

Questo non è accettabile, non si procede in questo modo a fare le riforme ed è il motivo per cui il nostro gruppo, fino alla fine, voterà contro questo provvedimento ed è il motivo per cui vi richiamo ad un solo dato: ad oggi, quando parliamo di soldi e di risorse sui LEP, le uniche esistenti sono il miliardo sugli asili nido del Governo Draghi, messe lì dalla Ministra Carfagna, della Ministra Bonetti e dai Ministri che facevano parte di quella compagine. Dopo, solo un po' di propaganda, alla quale non cederemo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.90 Carfagna, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'emendamento 1.93 Sportiello.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Sportiello. Ne ha facoltà.

GILDA SPORTIELLO (M5S). Grazie, signora Presidente. Ci siamo; siamo arrivati in quest'Aula e adesso discutiamo addirittura della farsa della definizione dei LEP.

Una farsa, perché non ci avete messo un euro, dimostrando la mancanza di volontà di garantire davvero i diritti da Nord a Sud e in tutte le aree del Paese.

Una farsa, perché avete escluso completamente il Parlamento dalla definizione di questi LEP, visto che il Parlamento sarà uno spettatore che può soltanto esprimere osservazioni, tra l'altro neanche vincolanti per il Governo.

Siamo di fronte a una farsa perché sappiamo benissimo che fine hanno fatto i livelli essenziali di assistenza in sanità. Qualcuno, in quest'Aula, mi può dire con certezza che dopo l'approvazione e la definizione dei livelli essenziali della sanità, i LEA, abbiamo veramente lo stesso diritto alla salute garantito in tutto il Paese? Qualcuno davvero ha la faccia e il coraggio di dirmi questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Allora, se non lo sapete, se vi sfugge, se nonostante ci siano parlamentari eletti nelle aree interne e nelle regioni del Sud, evidentemente gli stessi non sanno cosa succede nelle loro regioni, ve lo dico io: non è così! La mobilità sanitaria sapete cosa genera? Uno squilibrio, che frutta 200 milioni di euro per le regioni del Nord e che, invece, accumula tutto il debito nelle regioni del Sud.

Vi do qualche altro dato, così magari ne fate tesoro, anche se ormai ho perso le speranze. La povertà minorile: nelle regioni del Sud, il 15,9 per cento dei minori sotto i 18 anni ha vissuto o vive una condizione di povertà assoluta. Significa che non ha i mezzi e i beni necessari per condurre una vita dignitosa, non ha il riscaldamento a casa, non può contare su un pasto intero durante la giornata che non sia quello della mensa. E, invece di risolvere questa emergenza, invece di guardare quei bambini e quelle bambine negli occhi e garantire quello che uno Stato civile dovrebbe garantire, voi state negando loro un futuro, perché, in un Paese dove la differenza tra l'aspettativa di vita di un bambino della Campania e quella di un bambino di Trento è di tre anni - tre! - c'è qualcosa che non quadra! E voi state voltando la faccia. Non può dirsi civile uno Stato che si comporta in questo modo. Non può dirsi civile uno Stato che, per anni, ha continuato a distribuire le risorse secondo un criterio della spesa storica, che ha dato di più a chi aveva di più e ha negato un futuro a chi aveva condizioni di maggiore fragilità e bisogno. Non può dirsi civile! Noi combattiamo questa visione di autonomia differenziata. Noi crediamo che per puri scopi elettorali continuiate ad usare le istituzioni tutte, a tutti i livelli, e questo Parlamento, soltanto per il vostro tornaconto elettorale, soltanto per il vostro tornaconto in quelle regioni dove siete stati eletti, perché il Sud vi ha voltato la faccia, il Sud vi ha conosciuto, il Sud sa chi siete.

Io ho proposto questo emendamento perché vorrei che, quanto meno, vi solleticasse l'idea di garantire dei diritti di prevenzione del disagio, di contrasto del disagio e delle fragilità, di discriminazioni da evitare e da combattere. Vi prego. Io non so neanche se posso fare appello più a un sussulto di dignità da parte di qualcuno, da parte della maggioranza, perché, se siamo arrivati a questo punto, evidentemente, non c'è proprio la volontà di pensare al benessere del Paese. Però, vi prego, siete ancora in tempo. Vi prego, fermatevi, perché da questo punto non si torna indietro e state calpestando, con questo mandato, un Paese intero e i diritti di tutti e di tutte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, signora Presidente. Io credo che qui si stia facendo un'operazione di attentato alla Costituzione, fondamentalmente, in maniera direi chirurgica. Tra autonomia differenziata, premierato e separazione delle carriere, si sta attentando all'assetto democratico dello Stato. Ma rispetto alla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, si sta mortificando completamente questo Parlamento. Non diamo a questo Parlamento alcuna delle competenze che dovrebbe avere, nello specifico anche rispetto al contrasto alla fragilità e alla vulnerabilità. Io chiedo che possa essere accantonato questo emendamento, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Prima di far intervenire il collega Cappelletti, intanto chiedo il parere al relatore per la maggioranza sull'accantonamento dell'emendamento 1.93 Sportiello.

ALBERTO STEFANI, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.

PRESIDENTE. Il relatore di minoranza?

TONI RICCIARDI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Colleghi, la prassi prevede che si possano avanzare, nel corso di una giornata, fino a tre richieste di accantonamento, se tutte e tre sono poi respinte. Quindi, nel caso in cui questa richiesta venisse respinta, non sarà possibile fare altre richieste di accantonamento.

Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento dell'emendamento 1.93 Sportiello con il parere contrario del relatore per la maggioranza e favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 37 voti di differenza.

Per richiami al Regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà. Su cosa, collega? Su questo, immagino.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Sì, Presidente, solo perché io ho bisogno di capire, ma sicuramente lei mi aiuterà, perché noi facciamo cose che poi, però, dobbiamo comprendere. Un conto è se uno stesso gruppo presenta tre richieste di accantonamento. Ma se noi facciamo passare questa tesi, se la maggioranza chiedesse per tre volte di seguito l'accantonamento e ci fosse, da parte della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)… O se un gruppo di finta opposizione chiedesse per tre volte l'accantonamento, che cosa faremmo, Presidente? Perché io capisco che ciò può avere una ratio se lo stesso gruppo chiede per tre volte l'accantonamento, ma il fatto che noi stabiliamo che non si possa chiedere l'accantonamento per più di tre volte… E se, per esempio, il Governo una volta accettasse l'accantonamento, quello andrebbe a scomputo delle tre volte? Che cosa succede? No, per sapere. Siccome non c'è una regola scritta, Presidente, ce la stiamo teoricamente inventando, cerchiamo di inventarla - sì, c'è la prassi, lo so -, però cerchiamo di inventarla con un po' di senso, perché, secondo me, così non ha molto senso (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Allora, intanto, ovviamente, solo se sono tutte e tre respinte, collega Giachetti - poi vi leggo i precedenti -, dopodiché, l'elasticità della Presidenza consente, ovviamente, di intervenire con il buon senso, che deve guidare l'andamento dei nostri lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per un richiamo al Regolamento, il collega Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Credo che non sia in discussione la prassi, quindi la riflessione è di altra natura. In primo luogo, credo che questa prassi vada e debba essere oggetto di una riflessione più meditata all'interno della Giunta del Regolamento, perché le motivazioni che ha prima illustrato il collega Giachetti sono assolutamente condivisibili e ragionevoli.

In secondo luogo, giusto perché lei sia maggiormente a conoscenza, signora Presidente, e non abbiamo dubbi sulla sua gestione flessibile e ragionevole dell'Aula, ma ad adiuvandum, questo provvedimento, di fatto, ha avuto, per quel che riguarda la discussione degli emendamenti, un iter molto travagliato, su cui non voglio ritornare qui, per ragioni di pudore istituzionale. Per cui, questa è un'ulteriore ragione che va a sostenere il fatto che, quando chiediamo un accantonamento, non è un tentativo ostruzionistico, ma è la reale necessità che su alcune questioni si possa fare quello che in Commissione non ci è stato consentito di fare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Stiamo parlando, lo ricordo, di un provvedimento dalle dimensioni e dalla portata epocale, che, a detta della maggioranza e anche a detta dell'opposizione, ovviamente con tono negativo, stiamo affrontando. Quindi, io credo che, da questo punto di vista, davvero, senza mettere in discussione la prassi, occorra avere un'elasticità maggiore rispetto al passato, anche perché - lo segnalo - il nostro non è un atteggiamento ostruzionistico. Abbiamo presentato un certo numero di emendamenti, che sono già stati “tagliati” sulla base del Regolamento. Insomma, credo e auspico - e poi chiudo, signora Presidente - che vi possa essere anche una motivazione, da parte del relatore per la maggioranza e del Governo, sul fatto che non si accettino richieste di accantonamento.

Noi siamo in una situazione in cui la maggioranza non parla e non risponde alle nostre osservazioni, il relatore per la maggioranza non parla e non risponde, il Governo non parla e non risponde. Io mi chiedo dove siamo finiti e dove stiamo finendo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Questa si chiama, in termini di diritto costituzionale, dittatura della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe)! Non siamo più disponibili a sopportare! Invito i colleghi ad intervenire! Discutiamo, convincetemi delle vostre buone ragioni e ascoltate quelle dell'opposizione! Siamo stati eletti per questo, non per fare altro! Non siete stati eletti per fare gli spettatori e noi non siamo stati eletti per intervenire sempre e comunque in opposizione.

Facciamo uno sforzo in questa direzione, se è vero come è vero che stiamo parlando di un provvedimento dalla portata epocale che tutti ricordate, voi della maggioranza, fuori da quest'Aula, e qui non avete il coraggio di ripeterlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Ma, allora, dov'è il problema? Ci dicono i colleghi di Forza Italia e di Fratelli d'Italia che sono d'accordo fino in fondo su ogni singolo aspetto e non si può, quindi, qui, emendare, ragionare, riflettere, correggere? Sarebbe così uno scandalo se si arrivasse alla terza lettura?

Che cosa impedisce una terza lettura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Accordi segreti fatti fuori da questo Parlamento? Ma dove siamo finiti? Dove siamo finiti (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle - I deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista si alzano in piedi)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Auriemma. Ne ha facoltà. Sempre per un richiamo al Regolamento. Prego, collega Auriemma.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. Anche noi riteniamo che questa regola dovrebbe in realtà essere disciplinata dal Regolamento, non solo per quello che ha detto Giachetti, nel senso che ogni gruppo può valutare quali sono gli emendamenti da accantonare, non è che sono 3 per tutta l'Aula. Ma, soprattutto, 3 rispetto a cosa? Una cosa è se ci sono 100 emendamenti, allora si capisce il numero di 3. Non ci può essere un numero assoluto: se ci sono 10 emendamenti, non vale lo stesso numero di 3. Quindi questa regola è estremamente limitativa.

Noi non abbiamo proprio sentito la maggioranza, in questo procedimento di elaborazione e di valutazione di questo provvedimento l'abbiamo sentita solo una volta per difendere l'indifendibile, cioè, quando è stato approvato un emendamento, la maggioranza, solo in quel caso, è intervenuta a difendere l'indifendibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Veramente vergognosi. State aspettando da 40 anni questa riforma: difendetela, dite qualcosa! È evidente che queste ragioni che voi vantate sono ormai anacronistiche; è evidente che i nostri colleghi del Sud non hanno la faccia di difendere questa cosa. Voi state tradendo il Sud e non avete neanche il coraggio di prendere una parola a livello formale, un minimo, ed è scandaloso veramente anche per il Paese che ci guarda, che vi guarda (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

ANDREA VOLPI (FDI). Non è per richiamo al Regolamento!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre per un richiamo al Regolamento, l'onorevole Foti. Poi c'è anche l'onorevole Zaratti. Colleghi, poi darò a tutti una sola risposta, anche citando i precedenti, le prassi, eccetera. Prego, collega Foti.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, proprio in relazione a quanto è stato detto nel corso della discussione, mi giova ricordare che non è che la Camera adotti procedure quando c'è questa maggioranza e non le abbia adottate in passato su provvedimenti ben più rilevanti di questo, che trattasi di legge di attuazione di una norma costituzionale, di un disegno di legge che era stato reclamato per primo e che aveva per primo posto all'attenzione della Commissione del Senato, e poi anche alla Camera, un Ministro di nome Boccia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che aveva presentato un pre-disegno di legge, che poi non è mai stato approvato, né portato in Consiglio dei ministri, ma di cui c'è lunga e dettagliata esposizione.

VINCENZO AMENDOLA (PD-IDP). Non è sul Regolamento questo!

PRESIDENTE. Colleghi! Collega Amendola, il collega Foti sta facendo riferimento a precedenti, la prego di farlo, di tornare al richiamo che sta facendo, diciamo che un po' tutti vi siete allontanati. Prego.

TOMMASO FOTI (FDI). Certo, sto argomentando. Capisco che vi sia qualcuno, come il collega Amendola…

PRESIDENTE. Ci sono qui io per questo, collega Foti.

TOMMASO FOTI (FDI). …che ha particolare noia che gli si dica cosa hanno fatto loro, ma io glielo metto in faccia (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), dicendo che ci sono decine di precedenti…

PRESIDENTE. Colleghi! Collega Amendola, colleghi! Collega Foti, usiamo, come siamo soliti…

TOMMASO FOTI (FDI). No, guardi, qui dentro han detto che il Ministro si era laureato in “porcate parlamentari”. Quello è un linguaggio parlamentare (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)?

PRESIDENTE. Assolutamente, collega, continui (Commenti del deputato Amendola). Collega Amendola, collega Amendola, collega Amendola (Commenti del deputato Scotto) … Collega Scotto! Tornate ai vostri posti (Commenti del deputato Scotto). Collega Scotto, non è un dibattito tra me e lei. Collega Scotto, la richiamo all'ordine. Colleghi, qui in Aula (Commenti del deputato Scotto)…Collega Scotto, l'ho già richiamata all'ordine, torni al suo posto.

Non è un dibattito tra di noi, in quest'Aula parla chi ha la parola e, in questo momento, ha la parola l'onorevole Foti. Prego tutti di utilizzare un linguaggio consono a quest'Aula, tutti. Da questo momento in poi vale per tutti, quindi vi prego di farlo. Collega Foti, prego, prosegua.

TOMMASO FOTI (FDI). Non penso di avere usato un linguaggio non parlamentare e procedo. Dato che capisco che non si vogliano far sapere all'Aula i precedenti, chiedo che lei, come Presidente, elenchi tutti i precedenti al riguardo.

PRESIDENTE. Lo avrei fatto comunque, collega Foti, ma la ringrazio per la richiesta.

Ha chiesto di parlare, per un richiamo al Regolamento, il collega Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, signora Presidente. Colleghi della maggioranza, appellarsi ai precedenti tutte le volte è diventata una cosa stucchevole… che quelli di prima hanno fatto una cosa piuttosto che un'altra, le responsabilità che ci sono state nella storia delle vicende parlamentari. Basta! Ci siamo stufati di ascoltarlo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

TOMMASO FOTI (FDI). Li hai applicati anche tu, Presidente Boldrini!

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Abbiamo capito: quelli di prima, collega Foti e colleghi della maggioranza, hanno fatto tante cose. A noi interessa capire che cosa volete fare voi e che cosa pensate voi sull'autonomia differenziata (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Non ci importa di quello di prima, perché adesso voi state cambiando la natura delle nostre istituzioni, adesso volete cambiare la natura della Repubblica in un modo che non consente ai parlamentari di questa Repubblica eletti democraticamente - tutti, sia quelli della maggioranza che quelli dell'opposizione - di svolgere il mandato che gli hanno dati gli elettori.

Ho il diritto, oltre che il dovere, di interloquire con il Governo, con il Ministro Calderoli; ho il diritto, oltre che il dovere, di interloquire con la maggioranza. E voi avete il diritto e il dovere di rispondere, di spiegare al Paese perché volete fare questa riforma, perché volete mettere in discussione l'unità nazionale, perché non volete affrontare il problema dei LEP, perché non volete affrontare il problema del Sud.

Ha fatto bene il collega Penza quando vi ha detto che siete andati a Caivano in pompa magna. Il Ministro Lollobrigida, per andare a Caivano, ha anche fatto fermare un treno, come è noto. Siete andati a Caivano, lo avete riempito di manifesti, peraltro alcuni anche abusivi, va detto (Commenti del deputato Osnato)

PRESIDENTE. Collega Osnato!

FILIBERTO ZARATTI (AVS). …per arrivare alla conclusione che il centrosinistra sta al 60 per cento lì. La gente non vi crede più, alle parate vostre non crede più nessuno e il Sud si sta ribellando…

PRESIDENTE. Grazie, collega, torni al Regolamento.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). …e dovete consentire a questo Parlamento di esercitare la sua funzione. Se avete il coraggio, parlate. Colleghi di Forza Italia, nei corridoi parlate dell'autonomia differenziata, delle vostre critiche, delle perplessità: ditele qui, abbiate il coraggio davanti al Paese, così come tutti gli altri colleghi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Penso che sia necessario andare avanti in questa direzione, come stiamo facendo. Parlate se avete voce, parlate se avete contenuti, parlate perché il Paese ha diritto di sentire la vostra voce (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Colleghi, intanto rispondo alle richieste di chiarimento sulle prassi e, giustamente, come si è sempre fatto, vi leggo i precedenti, che sono le sedute del 30 gennaio 2024, relativa al decreto superbonus (A.C. 1630​), dell'8 settembre 2021, relativa al decreto-legge Green Pass (A.C. 3223-A​), del 19 febbraio 2019, relativa al progetto di legge costituzionale in materia di iniziativa legislativa popolare (A.C. 1173-A​) e del 31 ottobre 2018, relativa al decreto-legge Genova.

Dopodiché, nelle interlocuzioni, mentre voi giustamente stavate facendo i vostri interventi, quello che mi è stato detto dal Presidente della Camera riguardo alla flessibilità, che può aiutarci a guidare con buonsenso i nostri lavori, è che possiamo fare nel corso dell'esame del provvedimento fino a 3 richieste per gruppo di accantonamento, nell'esame del provvedimento. Ora, però, procediamo.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 1665​)

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, pongo in votazione l'emendamento…Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti sull'emendamento 1.93 Sportiello. Ne ha facoltà.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente. Preliminarmente, suo tramite, volevo dire…

PRESIDENTE. È a titolo personale.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). …sì, a titolo personale, al collega Foti, che ha richiamato il disegno di legge…

PRESIDENTE. Tramite la Presidenza.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Presidente, ho premesso “suo tramite”.

PRESIDENTE. Non avevo sentito. Prego.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). …che ha richiamato alcuni provvedimenti, che sono stati depositati, di riforme istituzionali negli anni passati, che il suo Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, detta Giorgia, ha depositato un disegno di legge per l'abrogazione delle regioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), dicendo che sono carrozzoni inutili.

Ed è il Segretario di Fratelli d'Italia…

PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). E su questo dovreste intervenire, perché ciò non è avvenuto molti anni fa, è avvenuto l'altro ieri. Su questo dovreste intervenire, come anche dovreste intervenire sul fatto che sul vostro programma, sul programma di Fratelli d'Italia che avete presentato alle politiche del 2022, avete detto: sì, facciamo la riforma dell'autonomia differenziata, ma tutelando il Fondo di perequazione dell'articolo 119 della Costituzione, e adesso state bocciando, uno dietro l'altro, gli emendamenti che andrebbero a dare effettività al vostro programma. Avete tradito, una volta ancora, gli elettori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie Presidente. Noi abbiamo detto, dai banchi dell'opposizione, che la maggioranza o, almeno, il partito di maggioranza più grande non ha dato un giudizio su questo disegno di legge, ma il collega Foti lo ha dato, ha detto: un provvedimento così poco rilevante. Lo ha definito così, questo provvedimento, l'ha detto nelle sue parole: ci sono stati provvedimenti ben più rilevanti di questo. Io ho sentito bene le parole del collega Foti, quindi, per Fratelli d'Italia, questo provvedimento che spacca l'Italia non è così rilevante. O non lo avete letto, oppure, veramente, state facendo uno scambio mercificatore, elettorale, per dare il contentino alla Lega (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà.

MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. Questo provvedimento è davvero devastante per milioni di italiani, non solo per quelli del Sud, ma anche per quelli del Centro e del Nord: devasterà le vite di milioni di italiani, inciderà sulla carne viva di milioni di italiani ed è veramente paradossale che su un aspetto fondamentale come quello della definizione e del finanziamento dei LEP questo Governo non abbia fatto nulla. Svimez, che è un organismo indipendente - quindi, non lo diciamo noi -, ha quantificato il costo dei LEP in 80 miliardi. Questo Governo e questa maggioranza hanno messo zero risorse sui LEP! Come vogliamo andare avanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Non considerando che, poi, hanno esautorato il Parlamento sulla definizione dei LEP. Tutto ciò è inaccettabile e noi contrasteremo, sulle strade, nelle piazze, in tutta Italia, questo provvedimento, che è assurdo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Grazie, Presidente. Ascoltavo, poco fa, l'onorevole Cappelletti che tentava, temo inutilmente, di richiamare a una qualche coerenza di carattere programmatico. Temo, signora Presidente, colleghe e colleghi, che a forza di “mutare le mutande” la politica faccia fatica a ricostruire una qualche coerenza. Siamo passati, nel giro di pochi anni, dalla secessione del Nord alla secessione dei ricchi, ma forse questo è piuttosto coerente con l'intento di una Lega nata popolare e arrivata elitaria. Siamo di fronte a una maggioranza che spiega all'Italia che tanto ci sono i LEP e che non c'è nulla di cui preoccuparsi, ma che boccia ogni emendamento che ne chieda l'attuazione, e che rimuove sistematicamente il fatto evidente che per garantire i LEP servirebbero soldi, ma siccome i soldi non ci sono, perché ne servirebbero tanti, l'inganno di questo “Sfascia Italia” del Ministro Calderoli appare di ora in ora più chiaro, ma ciò che appare chiaro, e questo è il vero problema, è che per una larga parte della politica italiana la politica sia diventata una barzelletta. Infatti, colleghi e colleghe, la politica è una cosa più semplice di quel che si pensa: è l'esercizio, è la responsabilità di una scelta. In politica non si può fare tutto e il contrario di tutto, per cui lo dico subito anche a chi continua a rivendicare, ogni volta, ciò che è stato fatto prima: siccome in questo Parlamento ci sto da un po' di tempo, di cose che sono capitate ne ho viste tante e di quelle cose lì, però, non ne ho votata mai manco una (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Questo argomento attacca pochino.

Quello di cui dovremmo tutti preoccuparci è che se l'ipocrisia diventa il tema dominante della discussione pubblica, alla fine è la politica che ne è svilita (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Noi abbiamo una Presidente del Consiglio che, in questa campagna elettorale, si è definita, lo ha fatto più volte per la verità, orgogliosamente borgatara, poi, si è rivolta a noi, ad alcuni di noi, e ha detto: per voi della sinistra radical chic, questa è un'offesa.

Ora, io non mi sento radical chic, ma di sinistra, sì, e voglio dirvi che non è per niente un'offesa; tuttavia, se ti rivendichi orgogliosamente borgatara e la prima cosa che fai quando arrivi al Governo è svuotare il Fondo per gli affitti, per regalare 300 milioni alle squadre di serie A (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle), lo capite che non c'è più niente che faccia il paio tra ciò che si fa e ciò che si dice? Questa è la verità, per questo questa discussione va così, perché siete, tecnicamente, dei truffatori, lo ripeto, truffatori, state truffando il Paese, raccontate un imbroglio (Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Colleghi… colleghi, in quest'Aula abbiamo sentito questo termine più volte, quando la Presidenza lo ritiene, interverrà. Collega Mollicone…

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Tecnicamente, tecnicamente, politicamente… State calmi, state calmi, meno testosterone, che fa anche ragionare meno… meno testosterone… (Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Collega Fratoianni, aspetti un attimo. Colleghi, c'è la Presidenza per moderare il dibattito. Ho invitato tutti, e lo ripeto per il collega Fratoianni…

MANLIO MESSINA (FDI). Ha dato del truffatore e lei non interviene!

PRESIDENTE. Colleghi, però, almeno la Presidenza… Collega Messina non è un dibattito tra me e lei, l'ho detto prima al collega Scotto e vale anche per lei. Collega Messina, si sieda o la richiamo all'ordine (Commenti). Colleghi, silenzio… silenzio! Allora, ripeto per tutti: dovete usare terminologie e toni adatti a quest'Aula, dopodiché in quest'Aula ci sono termini che, ad alternarsi di maggioranza e opposizione, abbiamo sentito molte volte, quindi, comprendo che, a seconda di dove ci si trovi, naturalmente abbiano un impatto diverso su ciascuno di voi, dopodiché, c'è la Presidenza per moderare il dibattito. Quindi, vi prego di lasciare questo onere, che vi assicuro, in questo momento è un onere, alla Presidenza e di parlare se avete la parola. Ciascuno di voi ha il diritto di intervenire quando vuole, non di urlare mentre sta intervenendo un altro collega.

Quindi, d'ora in poi, veramente, sarò anche molto più netta con i richiami all'ordine. Però, colleghi, vi prego di utilizzare terminologie e toni adatti a quest'Aula. È un dibattito importante, teniamo i toni e i termini adeguati. Prego, collega Fratoianni, mi perdoni l'interruzione.

NICOLA FRATOIANNI (AVS). La ringrazio, Presidente, ma ho concluso. Dovrà riconoscermi che non sono aduso a usare termini impropri. Possono essere sgradevoli o faticosi per chi li ascolta (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), ma per ragioni di ordine politico, non legate all'uso della lettera dell'italiano, alla quale sono, peraltro, particolarmente legato. Finisco qui, ma il punto è questo: la verità a volte fa male, ma la verità è questa: state sfasciando il Paese e lo fate imbrogliando i vostri, che nelle regioni del Mezzogiorno si impegnano, a nome vostro, a garantire equità e uguaglianza nelle prestazioni, e lo fate imbrogliando l'intero Paese, raccontando che questa riforma lo renderà più competitivo, quando è evidente che, anche su questo fronte, produrrà un gigantesco disastro. È un imbroglio politico, questa è la verità e, se fa male, pazienza (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Toni Ricciardi. Come relatore di minoranza o per il gruppo?

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Relatore di minoranza. Signora Presidente, intervengo come relatore di minoranza e, per suo tramite, mi permetto di rivolgermi al collega Foti che, debbo dire, con dovizia di particolari, ricorda sempre i precedenti. Ora, io non utilizzerò l'espressione che egli ha utilizzato nei confronti del collega Amendola, ma porgerò dinanzi al suo intelletto i precedenti. Il primo: è vero, è stata depositata una proposta a prima firma Giorgia Meloni, scrittura Delmastro Delle Vedove, per l'abolizione delle regioni, e fin qui, è un fatto. Il secondo: io non ero nemmeno nato, il collega Foti, sì, e lo ricorderà, quando i Regolamenti, in quest'Aula, erano diversi e quando la politica e il dibattito parlamentare abitavano quest'Aula, tra il 26 e il 27 gennaio del 1970, seduto esattamente da queste parti, ci fu un esponente politico che redarguì quest'Aula sul pericolo che si stava vivendo, ossia che le regioni che stavano nascendo diventassero e si trasformassero in luoghi di spesa politicizzati. Ebbene, a partire dal 1975, il debito pubblico di questo Paese esplode.

La storia, l'economia e i fatti - non le chiacchiere, ma i fatti - hanno dato ragione a quel politico! E quel politico, Presidente, si chiamava Giorgio Almirante! Allora, abbiate la dignità e il rispetto della vostra storia. Abbiate il rispetto della vostra storia e la cura e la tutela dell'unità di questo Paese. Infatti, se nemmeno dinanzi a questi fatti e a questi precedenti non c'è un sussulto di orgoglio, ma c'è il silenzio e l'afonia totale, allora mi sia consentito dire - e credo che non sia una vergogna, Presidente - che vi dovete vergognare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Presidente, in realtà il mio è un intervento sul Regolamento, se lei mi consente, e, in particolare, sull'articolo 60, terzo comma.

PRESIDENTE. Allora, il suo intervento non è a titolo personale, ma è sul Regolamento. Prego.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Vede, Presidente, l'onorevole Cappelletti ha richiamato la maggioranza alla coerenza politica. Io, però, mi sento costretto a richiamare la maggioranza anche alla coerenza comportamentale e organizzativa e questo coinvolge la responsabilità della Presidenza, perché ieri, nel corso del mio intervento, sono stato ripetutamente interrotto, e questo andrebbe anche bene, ma sono stato anche minacciato.

PRESIDENTE. Collega, di questo, però, ne abbiamo già parlato ieri. Non possiamo riprendere quel dibattito, collega.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Abbia pazienza. Ne abbiamo parlato ieri, però è necessario, in questa sede, sottolinearlo, perché noi non accettiamo di avere lezioni di comportamento dalla maggioranza, quando io ieri…

PRESIDENTE. Collega Alfonso Colucci, grazie…

ALFONSO COLUCCI (M5S). …sono stato minacciato (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) di uscire fuori da quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

Quindi, chiedo che il Presidente della Camera, accertati i fatti…

PRESIDENTE. È stato già chiesto al Presidente della Camera.

ALFONSO COLUCCI (M5S). …assuma i provvedimenti, di cui all'articolo 60, comma 3, del nostro Regolamento, che prevede esattamente la censura con interdizione per un periodo da 2 a 15 giorni se un deputato fa appello alla violenza e chiedo di avere riscontro di questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

PRESIDENTE. Collega Colucci, grazie. Collega Colucci, di questo tema ha già parlato ieri il Presidente Costa, naturalmente. Come sapete, è l'Ufficio di Presidenza che, eventualmente, può valutare di accogliere la richiesta che lei ha fatto e non è in questa sede che si riprende questo dibattito, che, peraltro, è già stato affrontato ieri col Presidente Costa.

Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Alifano. Ne ha facoltà.

ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per rimarcare l'importanza di questo dibattito, che non può essere confinato ai cavilli del Regolamento. È un dibattito importantissimo, perché dobbiamo sfatare un equivoco che forse si è creato. Qui stiamo parlando del trasferimento di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, come recita il dettato costituzionale, o del trasferimento di intere materie? Questa è una cosa che bisogna ben precisare, perché se stiamo parlando del trasferimento di ulteriori condizioni e forme di autonomia, allora siamo nel solco della Costituzione e del dettato costituzionale, ma se parliamo, invece, del trasferimento di intere materie, dunque della sanità, dell'istruzione, del commercio con l'estero, delle grandi reti infrastrutturali, allora siamo fuori dalla Costituzione e il Parlamento di ciò deve rendersi conto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Colleghi, abbiate pazienza, ma, compatibilmente con le mie capacità visive e intellettive, io cerco di segnare tutti. Se l'ordine non è proprio quello preciso in cui avete alzato la mano, chiedo venia.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Provenzano. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE PROVENZANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Poiché io non vorrei che l'appello che ha qui rivolto a tutti noi l'onorevole Fornaro cada nel vuoto - e anche l'interpretazione data dalla Presidenza può agevolare un dibattito reale su questi temi -, vorrei chiarire, perché, nel riferire un'espressione irriguardosa nei confronti dell'onorevole Amendola, l'onorevole Foti ha citato una mia frase rivolta al Ministro Calderoli, “laureato in porcate parlamentari”. Diciamo che questa frase - e lo dico per svelenire il clima - non era un insulto; era una citazione. Infatti, a rivendicare questo curriculum è stato il Ministro Calderoli, la prima volta, il 1° novembre 2013. Poi, c'è tornato nel corso di questi anni, dicendo anche nell'Aula del Senato che lui, di porcate, se ne intende, il 27 ottobre 2021 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Non era un insulto, ma era una citazione! Se risuonano forti queste nostre parole dell'opposizione, caro onorevole Foti, per suo tramite, Presidente, è per il vostro imbarazzato, imbarazzante e inquietante silenzio in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Confrontatevi con noi, discutiamo sui temi e probabilmente eviteremo di ripetere una porcata, in questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, io sono dell'avviso che, giustamente, il relatore di minoranza abbia fatto riferimento a uno storico intervento dell'onorevole Giorgio Almirante pronunciato dai banchi della destra, quando si fece la legge sulle regioni. Certo, fu un intervento che costituì anche un record, per alcuni anni, sotto il profilo del numero di ore dell'intervento - 9 ore -, ma se si fossero letti tutti gli atti parlamentari di quella seduta, forse non si sarebbe evocato il caso. Infatti, mentre l'onorevole Almirante svolgeva quell'intervento sulle regioni, un illustre esponente dell'allora Partito comunista italiano, uscendo dall'Aula, disse: “E quando hai finito spegni la luce”. Si chiamava Giancarlo Pajetta.

Vedete, noi non diciamo a nessuno: quando avete finito di parlare spegnete la luce (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle). Se volete le citazioni, allora non dovete scandalizzarvi di chi le conosce (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Colleghi, sta parlando il collega Foti. Prego, collega.

TOMMASO FOTI (FDI). Io ritengo che l'esposizione degli emendamenti avrà adeguata risposta da tutti i banchi della maggioranza, con dovizia di citazioni - lo ripeto - con dovizia di citazioni, che posso anche anticipare. Infatti, se vi è stata una maggioranza che ha tentato di abolire l'articolo 116 della Costituzione è stato il centrodestra. Se c'è stata una maggioranza che ha tentato di cambiare l'articolo 116 della Costituzione, è stata la riforma Boschi-Renzi. Tutte e due queste riforme vennero bocciate dagli elettori. Quindi, l'articolo 116, in questa stesura, è figlio di un'approvazione da parte degli elettori, perché voglio ricordare ai docenti di diritto costituzionale qui presenti che, in quell'occasione, la Camera approvò una riforma costituzionale che riguardava tutto il funzionamento del sistema regionale - e non solo -, con quattro voti di scarto. A coloro i quali continuano a ricordare che questa riforma spaccherebbe il Paese consiglio di andare a vedere chi, in quella riforma, cancellò le parole “interesse nazionale” dalla Costituzione (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Vedo che i nostri appelli iniziano a produrre un risultato. Lo diciamo a chi urlava durante l'intervento di Fratoianni. Lo dico, scusandomi, ai colleghi Mollicone e Loperfido, che, in qualche modo, abbiamo provato a interrompere con le nostre parole, ad intervenire e a prendere la parola. Ci tengo, però, a ribadire al collega Foti un concetto: meglio, comunque, dire di spegnere la luce che “ti aspetto fuori” (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle). Quindi, quando volete parlamentare, noi siamo disponibili al confronto. Se l'alternativa sono i vostri “buuh” e poi le minacce, allora fidatevi che rimarrete tanto in Aula, perché questo provvedimento lo batteremo qui, ma, soprattutto, nel Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Tramite lei, mi permetto di fare una sottolineatura, perché questa mattina noi abbiamo continuato a intervenire sul merito di questo provvedimento. Abbiamo avuto il piacere, dopo tanto silenzio, di ascoltare due interventi dell'onorevole Foti, capogruppo del principale partito di maggioranza, uno sul Regolamento, in cui la invitava a renderci conto dei precedenti, e l'altro, un po' nostalgico, sulla ricostruzione di questo fatto. Onorevole Foti, ma quando ci dirà una parola su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidente.

CHIARA BRAGA (PD-IDP). Quando ci dirà dove prenderete i soldi per finanziare i LEP? Quando ci dirà se siete convinti di questo disegno pericoloso che spacca il Paese…

PRESIDENTE. Collega Braga, si rivolga alla Presidenza.

TOMMASO FOTI (FDI). In dichiarazione di voto!

PRESIDENTE. Collega Braga, si rivolga alla Presidenza.

CHIARA BRAGA (PD-IDP). … su cui siete stati puniti anche da queste elezioni. Di questo vogliamo discutere. Onori il Parlamento discutendo di questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole. Rivolgetevi sempre alla Presidenza. Collega Amendola? No. Ha chiesto di parlare l'onorevole Faraone. Ne ha facoltà.

DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Presidente, mi scusi, io sinceramente rimango abbastanza sorpreso dalle parole del collega Foti. Infatti, è vero ciò che lui ha detto ed è anche vero che qui nessuno, né nelle precedenti legislature né in questa legislatura, sta andando al di là del Regolamento, al di là del rispetto della Costituzione, quindi, l'atteggiamento che la maggioranza sta avendo su questo provvedimento sta assolutamente dentro le regole.

La contestazione che viene fatta è politica: se sia normale che, su un provvedimento così importante, vi sia l'assoluta sordità da parte del Governo e da parte della maggioranza, che non partecipano alla discussione. Però, Presidente, mi scusi: se è vero quello che ha detto il presidente Foti, e cioè che c'era una parte che si comportava in un certo modo, è anche vero, io lo ricordo, che, di fronte a quei comportamenti, l'onorevole Foti e tutti i suoi colleghi gridavano allo scandalo. Vi ricorderete quanto detto sull'uso della decretazione d'urgenza, sui Regolamenti parlamentari e su come venivano distorti dalla maggioranza, quanto schiamazzavano allora! Oggi, invece, sempre da parte dell'onorevole Foti - esponente di una maggioranza che dice sempre: per la prima volta nella storia -, ascoltiamo l'unico argomento: noi facciamo come voi. Quindi, coloro che dovevano cambiare tutto e che dovevano insegnarci come funziona la democrazia parlamentare oggi ci dicono: visto che l'avete fatto voi, lo facciamo anche noi. Io credo che ci saremmo aspettati un comportamento diverso, se proprio volessero iniziare a partecipare a questa discussione, noi ne saremmo contenti perché, probabilmente, potremmo migliorarlo questo provvedimento. La partecipazione, in questo modo, da parte della maggioranza, secondo noi, non è un modo rispettoso di affrontare la discussione su un provvedimento così importante. È vero, noi abbiamo provato a cambiare riguardo al sistema che concerne il rapporto Stato-Regioni, ma non ci siamo riusciti con un referendum che orgogliosamente ancora difendiamo, tuttavia sarebbe rispettoso, nei confronti degli italiani, se la maggioranza ascoltasse le tesi delle opposizioni, se ascoltasse quello che hanno detto nelle audizioni tutti quelli che abbiamo scomodato per venire a dirci qui come la pensavano, salvo poi fregarcene di tutto quello che è stato detto e discusso. Dunque, Presidente, io credo che sia rispettoso da parte dell'onorevole Foti, da parte soprattutto della Lega - che è la forza politica che più di tutte ha voluto questo provvedimento - e da parte del Ministro, dirci il perché lo difendano e lo reputino immodificabile. Questo atteggiamento è deprecabile, ripeto, soprattutto nei confronti degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Grazie Presidente. Intervengo solo per rimarcare che qui non si sta mettendo in dubbio il fatto che esista nella Costituzione un comma che preveda la possibilità che ci siano maggiori poteri destinati alle regioni, ma come questo disegno di legge declina, dal punto di vista del flusso economico, le risorse che servono per darne attuazione. Se lo si finanzia facendo trattenere ai territori più ricchi la maggior parte delle risorse che sono prodotte su quei territori, come si può garantire la possibilità che l'intero sistema nazionale non solo finanzi la perequazione, ma garantisca anche livelli minimi uniformi su tutto il territorio nazionale? A queste domande non dà risposta il collega Foti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! E non lo fa perché è in imbarazzo la sua forza politica, che si chiama Fratelli d'Italia, e così invece crea fratelli di uno Stato senza più alcun tipo di possibilità di recuperare i divari.

PRESIDENTE. Concluda.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Caramiello. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Visto che intervengo a titolo personale, “Sono quasi impaurito della Lega Lombarda”. Lo diceva, più di trent'anni fa, il compianto Massimo Troisi e poi, purtroppo, lui non ha potuto vedere che il leader storico di questo partito non abbia votato nemmeno la Lega, ma abbia votato Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ciò vi fa anche capire dove ci vuole portare questo partito. Io auspico un dibattito parlamentare, auspico un confronto soprattutto con i colleghi meridionali della Lega, per dirci perché sono d'accordo con questa riforma sull'autonomia differenziata, che spaccherà l'Italia, che andrà sempre a trazione nordista, anziché verso l'Italia unita (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Baldino. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, signora Presidente. Io non vorrei scomodare Almirante, né andare troppo lontano a quando, evidentemente, nemmeno io ero nata, ma vorrei leggervi una dichiarazione: “L'affollamento istituzionale, generato da una distorta e generosa interpretazione del principio del pluralismo istituzionale affermato dall'articolo 5 della Costituzione, ha determinato una costante frantumazione delle articolazioni funzionali. Ma il cosiddetto regionalismo differenziato ha generato una proliferazione di enti territoriali intermedi a geometria variabile, appesantendo ulteriormente l'iperterritorializzazione della maglia amministrativa, con frequenti sovrapposizioni di competenze territoriali e con moltiplicazione delle disfunzioni della politica amministrativa, tali da rendere difficoltosa la garanzia di standard adeguati e finanche minimi dei servizi”. Queste parole non sono mie, sono di Giorgia Meloni, nella relazione illustrativa della sua proposta di legge per abolire le regioni.

PRESIDENTE. Concluda.

VITTORIA BALDINO (M5S). Presidente, concludo. Noi abbiamo sentito la voce dei colleghi soltanto per opporsi e limitare l'attività dell'opposizione e per censurare le parole dei colleghi dell'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Deve concludere.

VITTORIA BALDINO (M5S). Non abbiamo sentito una parola a difesa di questo provvedimento. Ma di cosa vi vergognate? Parlate, difendetelo!

PRESIDENTE. Ricordo che gli interventi a titolo personale sono di un minuto. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Silvestri, per un minuto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie Presidente, ma intervengo sull'ordine dei lavori. È la quarta, quinta, sesta volta che ogni volta che un nostro collega - e per collega intendo tutti: di maggioranza e di opposizione, solo che, non parlando la maggioranza, non posso citarla - dell'opposizione esprime un'idea arrivano - non so definirli in altro modo - grugniti. Io non lo so, però si sentono oggettivamente dei rumori: nitriti, grugniti, non lo so, onestamente. Dunque, io credo che la maggioranza - e mi rivolgo ai capigruppo della maggioranza - debba, in qualche modo, contenere i propri gruppi parlamentari, perché noi ci troviamo davanti a manifestazioni - ed ho già scritto al Presidente della Camera in merito - che sono oggettivamente tribali.

Lo dico perché l'ultima volta che noi abbiamo fatto qui una manifestazione, ovviamente fuori dal Regolamento, esponendo una bandiera palestinese, ci siamo trovati su Internet tale Volpi, di Fratelli d'Italia, che non sapendo la differenza tra la bandiera palestinese e il popolo palestinese, definiva l'intervento del collega Riccardo Ricciardi - e qui, il merito dell'intervento sull'ordine dei lavori, ogni volta che interviene un collega troviamo questo livello - così: il MoVimento 5 Stelle invade la Camera dei deputati - poi, “invade”, non lo so, noi siamo stati eletti: nemmeno questo, nemmeno le regole democratiche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) - e inneggia ad Hamas. Il partito di Conte invade la Camera dei deputati e, dopo un intervento vergognoso pro terrorismo - pro terrorismo! -, sventola in Aula la bandiera palestinese.

Ieri ci siamo trovati - e seguirà, ovviamente, la lettera anche per tale motivo - in una situazione in cui, davanti a un punto di vista di un nostro collega, abbiamo avuto persone che dicevano: ti aspettiamo fuori. Io frequento la curva sud da tanti anni e il livello è molto meglio, glielo garantisco, è molto meglio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Dunque, siamo in un Parlamento e le assicuro che il mio richiamo non è rivolto ai gruppi perché una persona che dice che ti aspetta fuori lo dirà per tutta la vita, una persona che non riconosce la bandiera palestinese non può migliorare.

Non mi rivolgo a loro, mi rivolgo ai capigruppo che credo dovrebbero chiedere scusa per l'atteggiamento dei propri gruppi parlamentari ai gruppi di opposizione per questo comportamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Come dicevo prima, l'onere di tenere il dibattito nei giusti binari spetta alla Presidenza. Questa mattina spetta a me. Cercherò di farlo nel migliore dei modi possibili e, ad essere onesti, temo che spesso, sia quando è intervenuto l'onorevole Foti sia quando intervengono i deputati di opposizione, c'è oggettivamente un livello di caos che non è accettabile. Quindi, ripeto quello che ho detto prima: tentiamo, tutte e tutti, di tenere toni e modi consoni a quest'Aula per il bene del Parlamento.

Ha chiesto di parlare la deputata Bonetti. Ne ha facoltà.

ELENA BONETTI (AZ-PER-RE). Presidente, può essere che a questo punto il mio intervento risulti un po' marziano nel dibattito che si è attivato. Onestamente, però, vorrei fare, per suo tramite, un ulteriore appello a tutti noi, in particolare alla maggioranza. Al di là dei dibattiti, delle grida scomposte e degli insulti che profanano un luogo che ha una sacralità democratica e istituzionale, quale questa Camera, forse non ci rendiamo conto che stiamo definendo il destino dei nostri territori, delle nostre comunità, delle nostre famiglie. Ci siamo molto prodigati a cercare dei precedenti di accuse reciproche tra maggioranza e opposizione, in negativo. Io vorrei, invece, fare un richiamo ad alcuni precedenti invece positivi, rispetto ai quali penso che nessuno in quest'Aula potrà dire che dico menzogne. Guardate, colleghi, che le riforme, quelle che servono davvero al Paese, o le facciamo tutti insieme con un dialogo davvero costruttivo o sono riforme che non solo dividono quest'Aula in grida scomposte e indegne, ma non saranno utili dal giorno dopo e verranno smontate dal Governo successivo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). E non è questione che voi ve la potete approvare senza i nostri voti. Ve lo dico proprio netta: anche l'assegno unico universale, il “Family Act”, lo potevamo approvare senza i voti di Fratelli d'Italia con il Governo Draghi. Non l'abbiamo fatto: abbiamo cesellato ogni singola parola, ogni singolo comma di quel testo di legge per essere condiviso tra tutte le forze di maggioranza. E se oggi il Paese ha riforme che funzionano e che voi stessi state portando avanti è perché quella battaglia non era di una parte, era la battaglia tutta nostra (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e di deputati Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Siamo eletti tutti insieme per tutelare il bene dei cittadini.

Ma come si fa ad avere un Governo e una maggioranza che, di fronte ad una riforma epocale, si rifiuta di approvare qualche mezzo emendamento migliorativo, che gli stessi governatori della loro parte chiedono, solo per la tracotanza e l'arroganza di approvare questa legge prima dei prossimi ballottaggi e solo in due letture (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Altro che annichilimento dei processi democratici. E chi di voi ha la memoria ancora vivida di quello che è stato l'animo anche costituzionale di questo Paese abbia un moto di coscienza: si assuma la responsabilità che a voi per primi compete e richiami questo Parlamento a ritrovare un ruolo di centralità (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata L'Abbate. Ne ha facoltà.

PATTY L'ABBATE (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei leggere una cosa. Come MoVimento 5 Stelle, intervengo anche come economista; anche se solitamente vi parlo di ambiente, parliamo di economia.

“Con la spesa pubblica funziona un po' allo stesso modo: è tendenzialmente più economico avere pochi centri di produzione di beni e servizi che funzionino ad alto regime piuttosto che frammentare questi processi decisionali e produttivi in tante diverse aree del Paese o in diversi settori della pubblica amministrazione. Perché, così facendo, le spese per il personale e per i dirigenti pubblici, chiamati a occuparsi di questi processi, aumentano, i tempi di decisione si allungano e il coordinamento tra le varie strutture si fa più difficoltoso”. E chi l'ha detto questo? L'ha detto Banca d'Italia che esprime perplessità sull'effettiva convenienza di questo disegno di legge sull'autonomia differenziata per l'intero Paese e sono dubbi che non ha solo Banca d'Italia, ma ha anche la Commissione europea che, nelle sue raccomandazioni all'Italia, ci ha detto che, nel complesso, la riforma prevista dalla nuova legge quadro rischia di compromettere la capacità delle amministrazioni pubbliche di gestire la spesa pubblica.

Allarme conti, allarme conti. Ma a questo Governo non interessa nulla di affossare l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Cuperlo. Ne ha facoltà.

GIANNI CUPERLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Il Presidente Foti ha ricordato un aneddoto abbastanza noto. Giancarlo Pajetta esce dall'Aula e apostrofa un parlamentare residuo dicendo: “Quando esci, spegni la luce”. Ma, Presidente Foti, posso sbagliare - credo di no -, non si trattava dell'onorevole Giorgio Almirante; si trattava di un anonimo e sconosciuto esponente monarchico. Sa perché, per il suo tramite, Presidente, lo dico al Presidente Foti, Pajetta non avrebbe detto ad Almirante: “Quando esci, spegni la luce”? Perché Giancarlo Pajetta era consapevole che Giorgio Almirante aveva sostenuto un regime che quest'Aula l'aveva spenta davvero, per vent'anni, e la luce non era stata più riaccesa (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra). Giancarlo Pajetta, come esponenti della Democrazia Cristiana, del Partito Socialista, delle forze laiche repubblicane, aveva partecipato alla lotta per riaccendere la luce di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), nel nome di un'Italia unita, che voi oggi state drammaticamente mettendo in discussione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza e Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scutellà. Ne ha facoltà.

ELISA SCUTELLA' (M5S). Grazie, Presidente. Noi stiamo semplicemente chiedendo di lavorare, di discutere un provvedimento così importante, ma giustamente il centrodestra decide che questo provvedimento non deve essere discusso fino in fondo, a favore poi di altri provvedimenti molto più importanti come Masterchef d'Italia, che tutta l'Italia stava aspettando. I cittadini stavano aspettando con ansia il provvedimento Masterchef d'Italia. E allora, io vi dico una cosa: visto che non avete il coraggio di intervenire, perché molti di voi non vogliono questa riforma, ma non hanno il coraggio di dirlo e si nascondono dietro il silenzio e la vergogna, allora, vi chiedo coerenza. Lo stesso silenzio che oggi avete e la stessa vergogna la dovete portare, soprattutto i parlamentari del Sud, in campagna elettorale, quando poi verrete a chiedere voti sui territori del Sud. Dovrete dire che avete votato questa “schiforma” per consegnare il Sud al Nord. La stessa vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Dell'Olio. Ne ha facoltà.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Sì, Presidente, a titolo personale. Continuo a sentire interventi in cui non si parla di aspetti economici di questo provvedimento. Eppure, il problema è che voi stessi dite che in questo provvedimento, cioè lo spostamento delle funzioni si farà solo dopo aver approvato le leggi che stanzieranno i fondi. Quindi, voi state dicendo che questo provvedimento - e lo sapete perfettamente - avrà un costo. Sapete che questo provvedimento è in piena violazione della legge di contabilità che stabilisce che ci devono essere coperture destinate alle misure. Però, siete già abituati a gestire la legge di contabilità come volete, perché, nel caso del salario minimo, avete fatto una battaglia…

PRESIDENTE. È a titolo personale, collega. Ha un minuto.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Un minuto, allora.

PRESIDENTE. No, quindi ha cinque secondi.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Allora, chiudo. L'avete messo nella legge di bilancio perché sapete che non si può andare al referendum, poiché sapete che, se andassimo a referendum, verrebbe spazzato via dagli italiani. Ricordate che voi governate con il 28 per cento dei voti di questi italiani; il 72 per cento o non ha votato per voi o non ha proprio votato e dovreste ricordarlo quando si fanno le leggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo, a titolo personale, sempre per un minuto. Ne ha facoltà.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per evidenziare come l'incuria delle parole da parte di questo Governo, in questo provvedimento, fa capire che l'attenzione che hanno per gli italiani sia quella che qualifica i livelli delle prestazioni essenziali come minimali, una mancetta per gli italiani; non ottimali, non eccezionali.

Ma cosa accadrà quando, dopo questo sfacelo che state combinando, ci sarà un piano di Protezione civile nel territorio italiano? L'alluvione in Emilia-Romagna sarà gestita in maniera diversa da quella del Tevere o dal bradisismo dei Campi Flegrei. La tutela della vita umana non è la stessa e quella dell'ambiente altrettanto. Quindi, per cortesia, prendetevi tempo: si possono fare i tre passaggi nei rami del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il collega Borrelli ha chiesto di parlare, a titolo personale, sempre per un minuto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Volevo ricordare, tramite la sua persona, che l'intervento più lungo alla Camera dei deputati è stato di un collega dei Verdi, che sedeva qui, in quest'Aula, molti anni fa, che si chiamava Marco Boato, che nel 1981 fece un intervento - pensate un po' - di 18 ore e 5 minuti.

Lo dico, perché, quando si fanno le citazioni, bisogna farle in modo preciso e, all'epoca, la battaglia parlamentare…

TOMMASO FOTI (FDI). L'ho fatto in modo preciso!

PRESIDENTE. Collega Foti, per favore, sta parlando il collega Borrelli. Collega Foti, lei è già intervenuto su questo emendamento, se vuole, può intervenire sul prossimo. Collega Borrelli, concluda.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Mi dispiace che ci sia una reazione del genere. Io non sono certamente uno dei più scalmanati nell'Aula e, quindi, avere una reazione rispetto, semplicemente, a una citazione, mi sembra alquanto strano (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Non lo capisco, collega Foti, non lo capisco, né, tantomeno, mi stavo riferendo a lei. Mi sembra che i nervi a fior di pelle siano esagerati, anche rispetto a una citazione. Sto ricordando un collega del 1981, che è intervenuto in Aula, onestamente, mamma mia! Mamma mia! Lo ricordo perché, per fortuna, è ancora vivo ed è una persona che è molto stimata (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) e che faceva interventi straordinari, anche per 18 ore, che quest'Aula deve ricordare, con orgoglio (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a titolo personale la collega Torto. Ne ha facoltà.

DANIELA TORTO (M5S). Grazie, Presidente. Io sono imbarazzata dal silenzio del Presidente della I Commissione, così come dei colleghi abruzzesi, che portano in quest'Aula e consumano la fine dell'Unità d'Italia e condannano l'Abruzzo di Marco Marsilio - colleghi - alla fine della dignità degli abruzzesi.

Io vorrei sapere con che faccia tornano questi colleghi nella loro regione e cosa diranno agli abruzzesi, che li hanno anche votati.

Ecco, questo ha votato la regione Abruzzo: la fine di una democrazia e l'inizio di una disgregazione dell'Unità d'Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la collega Cherchi. Ne ha facoltà.

SUSANNA CHERCHI (M5S). Grazie, Presidente. Per suo tramite, vorrei chiedere al Ministro: dove sono i soldi? Ministro, mi può guardare, per cortesia?

PRESIDENTE. Collega Cherchi, vada avanti nel suo intervento.

SUSANNA CHERCHI (M5S). Io vorrei che mi guardasse (Commenti).

PRESIDENTE. Non è un dibattito tra lei e il Ministro.

SUSANNA CHERCHI (M5S). Io chiedo al Ministro: dove sono i soldi? Dove sono gli 80/100 miliardi? Ministro, dove sono i soldi per i LEP? Ministro, dove sono i soldi per i LEP? Ministro, dove sono i soldi per i LEP? Ministro, dove sono i soldi (Applausi dei deputati MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Li tiri fuori (Commenti)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Questa è un'anticipazione del favoloso Paese di Giorgia, dove, con il premierato, qualcuno deciderà e una maggioranza di maggiordomi silenti ratificherà le sue decisioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), con una riforma che permetterà, ad alcune regioni, di avere ancora più soldi e ancora più potere, per avere ancora più presidenti di regione che, magari, si sdraieranno nelle barche di qualche imprenditore per fare il loro porci comodi (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Perché questo accadrà: ci saranno sempre più centri di potere. Guardate, per noi sarà un momento critico, tutto quello che volete, ma il MoVimento 5 Stelle rivendicherà sempre di non avere mai avuto e non avrà mai un amministratore che siederà negli yacht degli imprenditori per chiedere favori, non ce l'avrà mai e non ce l'ha avuto mai (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Questi ce li avete voi (Commenti)! Un Presidente che ancora governa dagli arresti domiciliari, neanche in Uganda (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.93 Sportiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo all'emendamento 1.104 Bonafe'. Ha chiesto di parlare il collega Barbagallo. Ne ha facoltà.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, sta intervenendo il collega Barbagallo, non è che siamo in una seduta parallela e si fanno gli applausi preventivi, non so. Prego, collega Barbagallo.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Mi dispiace non vedere più il Ministro Calderoli. Poche settimane fa, in quest'Aula, è stato presentato il rapporto Istat 2024 e la relazione è inequivocabile, perché certifica l'aumento del divario fra il Nord e il Sud del Paese, certifica come, nel Mezzogiorno, sia quasi raddoppiato, negli ultimi anni, il numero di lavoratori poveri, certifica come nel Mezzogiorno, negli ultimi anni, sia aumentata la disoccupazione, la disoccupazione femminile, e certifica anche il disastro su alcune materie, proprio quelle materie su cui questo provvedimento…

PRESIDENTE. Collega Barbagallo, aspetti. Colleghi, vi prego… Collega Barbagallo, prego.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). E certifica che su alcune materie, come sanità pubblica, scuola pubblica, infrastrutture e trasporto pubblico il divario stia assumendo ritardi sempre più consistenti.

Nel momento in cui sulla sanità pubblica, in alcune regioni, le liste d'attesa continuano ad allungarsi, i pronto soccorso esplodono e, in alcune parti della mia regione, la Sicilia, addirittura fino al 30 giugno le visite specialistiche ordinarie sono sospese per mandare i medici nei pronto soccorso, perché non c'è più personale, il Governo, anziché mandare ulteriori risorse, anziché far atterrare trasferimenti adeguati per lenire le diseguaglianze, adotta una misura e avvia l'iter di questo provvedimento sull'autonomia differenziata, che spacca ulteriormente il Paese.

Servirebbe intervenire non soltanto sulla sanità pubblica, ma anche sulla scuola pubblica, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno, dove aumenta la dispersione scolastica, e nelle zone in cui aumenta la dispersione scolastica aumenta la criminalità organizzata.

Servono risorse e il Governo, anziché erogarle, le taglia con questa misura. Idem sul trasporto pubblico, sulle infrastrutture.

In questa legislatura, viene tagliato il Fondo per la perequazione infrastrutturale, viene snaturato e non si dà concreta attuazione al Fondo per l'insularità, previsto proprio dall'ultima modifica della Costituzione.

Per entrare nel merito del dibattito - perché l'impressione è che la maggioranza, come hanno detto bene i miei colleghi prima di me, sfugga al dibattito e al confronto, per utilizzare alcuni diversivi -, con l'emendamento 1.104 Bonafe', chiediamo di dare concreta attuazione al principio di insularità, principio che è stato inserito al comma 6 dell'articolo 119 della nostra Carta costituzionale e che chiediamo concretamente di attuare, in un tempo in cui al principio della continuità territoriale verso le due grandi isole non viene data risposta.

Il Governo, la scorsa estate, ha annunciato, con il decreto-legge Asset, l'addio al caro voli, ma basta fare la prova per una delle destinazioni del Mezzogiorno dai due grandi aeroporti italiani di Roma e Milano per vedere quanto costi un biglietto da e per il Mezzogiorno.

E, allora, in questo tempo, serve entrare nel merito delle risposte e ci aspettiamo un confronto proprio su questo aspetto concreto dell'insularità, così come anche sui temi delle risorse, del trasferimento e delle coperture sui LEP. È una misura spot. Servono le risorse e serve anche dare concreta attuazione a uno dei princìpi che è stato inserito in Costituzione e che serve a lenire le diseguaglianze.

Io chiedo - e mi rivolgo anche ai deputati della maggioranza eletti al Sud - che, in questo silenzio insopportabile di alcuni governatori, come Schifani, almeno la maggioranza si assuma la responsabilità di alimentare un confronto e attuare un principio costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Credo che sia chiaro a tutti, ormai, in quest'Aula, che stiamo cercando di far riflettere l'Aula, in particolare la destra, sul fatto che mancano risorse. Ora, però, Presidente, pregandola magari di far sì che si presti un po' di attenzione…

PRESIDENTE. Colleghi, Colleghi… Onorevole Serracchiani, aspetti un attimo. Colleghi, io vi prego, per quanto possibile, di non dare le spalle alla Presidenza, come si dice sempre, e vale per tutti, e di fare silenzio, ascoltandoci in questo dibattito. Aspetti un attimo, collega. Appena c'è silenzio, riprende. Però, colleghi, fate silenzio anche voi, altrimenti non riusciamo. Prego.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Lo dico, suo tramite, in particolare, al presidente Foti, all'onorevole Donzelli e anche all'onorevole Delmastro, che oggi ci onorano della loro presenza. So quanto siano attenti a questi temi. Ecco, noi non vorremmo che il calcolo dei soldi che servono per i LEP venisse fatto allo stesso modo con cui sono stati dati 6 milioni per prendere a noleggio una nave nella quale stipare oltre 2.500 agenti della Polizia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Invece di fare il controllo del G7 a Brindisi, in questo momento, quella nave, Presidente, la stanno sequestrando, perché ci sono alloggi sporchi e danneggiati, servizi igienici inutilizzabili, docce fatiscenti, cabine allagate! Ci avete messo dentro la Polizia perché potesse controllare il G7, dove invece le spese non mancano perché si abbia cura che tutti stiano bene. Non vorremmo che, allo stesso modo, si occupassero dei LEP che riguardano la riforma dell'autonomia differenziata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Grazie…

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). E vorremmo anche che qualcuno si scusasse per quello che è accaduto e sta accadendo ai tanti poliziotti che prestano tutti i giorni il loro dovere e che non meritano di essere trattati in questo modo…

PRESIDENTE. Concluda. Gli interventi a titolo personale sono di un minuto.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). È una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere di sottoscrivere questo emendamento. Non mi sorprende il parere contrario della maggioranza e del Governo, visto che è stato dato lo stesso parere anche rispetto ad altri importanti articoli della Costituzione, anche perché ciò rientra veramente nella contraddittorietà della maggioranza e del Governo, che caratterizza questo disegno di legge. Infatti, da un lato, si parla di rispettare l'unità nazionale e di rimuovere le discriminazioni e le disparità di accesso ai servizi essenziali del territorio, ma, dall'altro lato, si pretende che il superamento dei divari territoriali avvenga senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Sappiamo benissimo che questa norma spaccherà in due il Paese, contrariamente a ogni principio che riguardi l'unità nazionale e, soprattutto, la solidarietà. E sappiamo quanto inciderà anche sulle isole e sulle regioni a statuto speciale, perché è del tutto evidente che, nel momento in cui ogni regione potrà disporre come crede delle risorse per determinare la sanità, i trasporti e le disposizioni per la pubblica istruzione, anche le nostre regioni, che ora godrebbero in teoria di uno statuto speciale, saranno indebolite.

Questo lo voglio sottolineare soprattutto perché gli svantaggi che noi abbiamo già oggi sono di grande rilievo, l'ho detto più volte in Aula. Lo svantaggio della condizione di insularità determina per la Sardegna una sorta di tassa per l'insularità che si può quantificare in 5.700 euro l'anno per ogni residente nella nostra isola, che corrisponderebbe a una perdita di PIL pari a oltre 9 miliardi di euro.

Io credo che su alcune questioni sarebbe importante riflettere con maggiore serenità - è anche abbastanza incomprensibile l'atteggiamento della maggioranza, che non interviene o, quando interviene, lo fa in maniera piuttosto scomposta - e riflettere su quello che realmente serve alle nostre regioni e al nostro Paese per crescere e svilupparsi in maniera equa e uniforme (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Fenu. Ne ha facoltà.

EMILIANO FENU (M5S). Grazie, Presidente. In realtà, il termine insularità era stato inserito già prima nel disegno di legge con un emendamento, per cercare di dare una parvenza di attenzione alle nostre isole. Però, io, sinceramente, non vedevo l'esigenza di scrivere, in un disegno di legge, che occorre rispettare la Costituzione, perché il principio di insularità - ricordo - è un principio che abbiamo inserito in Costituzione nella scorsa legislatura.

Ma vorrei dire un'altra cosa, perché, secondo me, si sta prendendo un po' un granchio da un certo punto di vista. Questo disegno di legge difficilmente verrà attuato, perché il Ministro della Lega sarà il primo a chiamarvi e a incontrare, magari, i presidenti delle regioni, che stanno chiedendo maggiori funzioni e una maggiore compartecipazione ai tributi dello Stato. Il Ministro Giorgetti della Lega incontrerà i presidenti delle regioni richiedenti e dirà: scusate, ma c'è un problema, c'è il superbonus. E inizierà a elencare i vari stupefacenti che ha elencato anche già in passato, crack, MDMA, eccetera, eccetera. Quindi, questo disegno di legge non verrà mai attuato. Ma anche qualora dovesse essere attuato, il problema non riguarderà soltanto il Sud che, in caso di attuazione, verrà di fatto desertificato, come sta già avvenendo nel Sud, nel Meridione e nelle isole, ma riguarderà anche il Nord, perché i flussi e le migrazioni dei giovani più istruiti e più preparati dal Nord verso l'estero, compensati in parte dal Sud verso il Nord, questi scambi, non ci saranno più.

Come è stato detto ieri dalla collega, più il Sud si allontana dal Nord, più il Nord, come già sta avvenendo, si allontanerà dall'Europa. E questo è il vero problema di questo disegno di legge. Ed è bene che ciò venga compreso anche dai colleghi della Lega: questo sventolare vecchie bandierine di 30 anni fa causerà problemi anche al Nord dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il collega Scotto. Ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Io davvero non capisco alcune cose, a partire dal silenzio, lo abbiamo detto. Talvolta capita che i colleghi della Lega scelgano di non parlare, ma di parlare molto tra di loro, come si vede in questo momento, Presidente…

PRESIDENTE. Collega Scotto, ho appena mandato a richiamare i colleghi per la seconda volta, aspetti un attimo. Colleghi…

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Forse in mezzo a loro ci vorrebbe un generale che provi a mettere un po' di ordine (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)

PRESIDENTE. Collega Scotto, come le dicevo, c'è la Presidenza per questo. Colleghi… Collega Sasso…

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Evidentemente rispondono al generale e non alla Presidenza!

PRESIDENTE. Collega Billi, la prego, non dia le spalle alla Presidenza, per una questione estetica e istituzionale. Vale per tutti, ovviamente. Vale anche per Nevi, che in questo momento vedo, anche lui, di spalle alla Presidenza. Collega Scotto, prego, prosegua.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Detto questo - e ovviamente la ringrazio per il doveroso richiamo ai colleghi - io voglio porre una domanda ai colleghi della destra. In precedenza, la collega Serracchiani citava questo episodio, davvero increscioso e molto grave, che però dà la misura di quale sia la vostra idea di lavoro e di cura di chi deve occuparsi del lavoro della collettività: stipare come topi 1.800 poliziotti, che vanno a garantire l'ordine pubblico al G7 è una vergogna nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

E un Paese, signora Presidente, si fa rispettare nel mondo non per la qualità del menu che offre a sette Capi di Stato, ma per il modo in cui tratta i lavoratori di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Vi siete presentati come gli underdog, come gli outsider, siete quelli contro il salario minimo, siete quelli deboli con i forti e forti con i deboli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Per chiedere al collega di sottoscrivere l'emendamento e per fare un appello ai colleghi deputati di maggioranza, in particolare ai colleghi siciliani: votate questo emendamento; se non lo votate, certificate che state prendendo in giro i siciliani. Ma i siciliani non sono stupidi, non hanno l'anello al naso. Pensate davvero che sbandierare il mirabolante ponte sullo Stretto possa nascondere la scelleratezza di questa riforma, che, invece, renderà la Sicilia sempre più marginale? No, non lo può fare.

E vi dico un'altra cosa: ma che lo fate a fare il ponte sullo Stretto, se con questa riforma state alzando muri culturali, muri sociali, muri economici, che separeranno, di fatto, ancora di più la Sicilia dal resto dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? State buttando i soldi o, meglio, state facendo arricchire con i soldi degli italiani chissà quali vostri amici e potentati economici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente, a titolo personale, per un minuto. Ci siamo sentiti dire che, essendo le due maggiori isole italiane delle regioni a statuto speciale, non sono toccate dal progetto dell'autonomia differenziata. Non è vero, perché si perde il quadro. Queste due regioni a statuto speciale, così come le altre, sono inserite in un contesto unitario, e, se viene modificata la natura delle altre - le regioni a statuto ordinario diventeranno, di fatto, regioni a statuto speciale -, si modifica completamente anche lo status delle regioni a statuto speciale.

Questo in un duplice senso: sia nel senso di mortificare le ragioni storiche che hanno saggiamente portato i costituenti a riconoscere la specialità di quelle regioni, le quali, inevitabilmente, risentiranno di una forza centripeta - andremo ad alimentare gli autonomismi da questo punto di vista -, sia perché, ad esempio sul tema dell'insularità, immaginiamo i trasporti, la regione Sardegna - faccio un esempio - dovrà contrattare le proprie tariffe non all'interno di un quadro nazionale, bensì con la regione Toscana, con la regione Lazio. Quindi, è evidente che l'autonomia pregiudicherà anche le regioni a statuto speciale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.104 Bonafe', con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo all'emendamento 1.109 Ubaldo Pagano.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi rivolgo, tramite lei, al Ministro per chiedere perché non è possibile cambiare un errore palese che c'è in questa legge. L'errore è evidente, è stato rilevato in Commissione bilancio e confermato dal Governo: vi siete sbagliati, perché avete separato il momento dell'attribuzione delle funzioni LEP da quello del trasferimento, e per la prima, per l'attribuzione, non avete previsto che ci sia prima la necessità di determinare fabbisogni standard e finanziamento.

Questo, invece, sarebbe necessario, altrimenti questo Parlamento è inutile, approva una legge - la legge sull'intesa - in cui attribuisce delle funzioni, che poi, magari, non vengono trasferite, perché c'è un altro passaggio, quello dei DPCM, su cui il Parlamento, peraltro, non si esprime, che non si sa cosa dirà, se ci sarà, quali finanziamenti prevederà.

Il fatto che non si possa prevedere che questa Camera, che rappresenta più della metà del Parlamento, si possa esprimere neanche con un emendamento di correzione su una legge così importante è un atto di sfregio, è un atto di spregio nei confronti di questo Parlamento, così grave per cui direi, in termini moderni, che questo Parlamento è stato trasformato in un bivacco, come qualcuno si prometteva di fare in passato.

PRESIDENTE. Grazie.

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Non ho finito. Questa cosa del finanziamento è una cosa molto seria all'interno di questo provvedimento, ma ci sono altre cose gravissime che non riusciamo a correggere, molto più gravi di questa. In particolare, il fatto, che è già stato ricordato, che si vada a un federalismo differenziato senza avere sistemato il federalismo simmetrico, e quindi, la necessaria perequazione fra territori delle risorse finanziarie e non solo, che sarebbe assolutamente un prerequisito necessario e banale, come dice il Governo nel suo parere alla Commissione bilancio.

Poi, il fatto che non ci siano regole certe per stabilire come evolve il finanziamento delle funzioni decentrate diverse dai LEP nel tempo, per evitare che le regioni più ricche si approprino di quote crescenti del gettito delle imposte erariali, che sono imposte nazionali, che sono imposte di tutti. La terza e ultima cosa, un problema che non viene affrontato è quello della sostenibilità complessiva delle finanze pubbliche, su cui il Parlamento non avrà più alcuna possibilità di esprimersi, con un meccanismo che prevede tempi e criteri diversi da regione e regione, senza alcuna garanzia della tenuta complessiva.

Cosa vuol dire criteri diversi? La risolverete con il “metodo Bignami”? Abbiamo sentito Galeazzo Bignami cosa ci ha detto: se siete d'accordo con noi, i soldi arrivano, se non siete d'accordo, i soldi non arrivano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Sarà questo che succederà, regione per regione? Le regioni amiche avranno i soldi e prima degli altri e agli altri resteranno le briciole e nient'altro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)?

PRESIDENTE. Grazie, onorevole, mi scusi per l'interruzione, ma non avevo capito che non aveva finito. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.109 Ubaldo Pagano, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo all'emendamento 1.116 Zaratti.

Ha chiesto di parlare il collega Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, signora Presidente. Nonostante i molti appelli, la maggioranza continua ad essere silente rispetto a un provvedimento che, dispiace dirlo, oggi, o meglio domani, quando arriveremo al voto finale, nei prossimi giorni, cambierà un po' il volto del nostro Paese, lo cambierà nel profondo. L'autonomia è un bene prezioso, connaturato alle caratteristiche del nostro Paese, non soltanto l'autonomia delle regioni in verità, ma anche l'autonomia dei campanili, dei comuni. Nel nostro Paese ci sono molte identità, quindi non è in discussione questo. Quello che è in discussione è che noi ci troviamo di fronte, per la prima volta, a un provvedimento che, nel profondo, corre il rischio di spaccare il nostro Paese, di rovinare e determinare la distruzione dell'unità del nostro Paese.

Al di là anche delle questioni di natura storica, di identità, che sono molto, molto importanti e sulle quali parleremo ancora, naturalmente, c'è da affrontare un problema importante, il problema della tenuta economica. Lo dico ai colleghi della maggioranza: siamo nel 2024, con la situazione internazionale che c'è, con il nostro Paese che vede, al Nord delle proprie frontiere, una guerra terribile, che ha già determinato 500.000 morti, e, al Sud delle nostre frontiere, un'altra, altrettanto terribile guerra, che vede, di fatto, il genocidio dei palestinesi nella Striscia di Gaza.

Ciò in una situazione nella quale il mercato dell'energia è andato in crisi recentemente a causa delle guerre, determinando l'aumento dei prezzi per le nostre famiglie in modo insopportabile, con la difficoltà ad approvvigionarsi di materie prime.

Ecco, in una situazione internazionale come questa, voi pensate davvero che la soluzione sia quella di tornare all'Italia delle signorie, all'Italia delle piccole patrie, all'Italia delle 20, delle 21 piccole repubbliche autonome e indipendenti? Perché quello che voi avete scritto qui è esattamente questo e cioè che le nostre regioni si trasformeranno in piccoli Stati autonomi, perché è evidente che nel momento in cui uno Stato ha diritto di legiferare come vuole sulla materia fiscale, sulla sanità, sulla pubblica istruzione, sulle politiche energetiche, sul commercio estero, sul rapporto con l'Unione europea, di fatto - lo ripeto, di fatto - diventa una struttura autonoma.

Amici di Fratelli d'Italia - lo dico al collega Foti, che ascolto sempre con attenzione - come potete permettere che, nel momento in cui, dal vostro punto di vista, siete finalmente arrivati alla stanza dei bottoni, questo possa coincidere con la distruzione dell'unità d'Italia?

Io ho visto una scena commovente - lo dico anche ai colleghi della minoranza, dell'opposizione - quando, per festeggiare i risultati, i deputati del gruppo dirigente di Fratelli d'Italia (l'ho visto alla televisione, non ero presente, ma ho riconosciuto tanti colleghi che sono qui) cantavano tutti molto accoratamente le parole dell'inno: “Fratelli d'Italia (…)”. Io li ho visti davvero commossi.

Mi avvio a concludere, Presidente. In quel momento, non vi siete un po' vergognati (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra) del fatto che, mentre cantate l'inno d'Italia, venite qui e senza parlare, senza dire una parola, votate pedissequamente quello che dice il Ministro Calderoli, che sono vent'anni che cerca di spaccare l'Italia e stavolta ci riesce? Ma non vi vergognate un po'? Pensate a quell'unità.

Il collega Foti ripensa a quello che è accaduto prima, ma pensate a quello che avete detto voi, prima, rispetto all'Unità d'Italia. L'avete sempre difesa e rivendicata e adesso sarete voi che la distruggerete, senza neanche parlare, senza neanche avere il coraggio di rivendicarla in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). È veramente una brutta fine, mi consenta, collega (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessio. Ne ha facoltà.

ANTONIO D'ALESSIO (AZ-PER-RE). Presidente, intervengo solo per sottolineare, ancora una volta, che stiamo minando l'unità nazionale, stiamo sfuggendo a quelli che sono i doveri di solidarietà e di contrasto alle discriminazioni. Poi, ovviamente, ognuno ha una sua visuale, ognuno ha una sua idea su questo provvedimento che, secondo noi, è assolutamente devastante.

Però, in contemporanea, onestamente, l'atteggiamento di questo Parlamento e segnatamente della maggioranza sta destrutturando la dignità, la funzione e l'autorevolezza di questo Parlamento e tutto ciò è veramente terribile. Tutto il percorso di questi emendamenti, di questi interventi è proiettato, sì, a opporsi a un provvedimento che noi riteniamo non essere in linea con la meritevolezza e con l'opportunità; c'è chi ritiene naturalmente che sia il contrario, però, lo ripeto, l'atteggiamento silente di incapacità o di mancanza di volontà di andare ad aprire un dibattito reale sul provvedimento stesso e su questo disegno di legge sta facendo sì che, man mano, lo ripeto, con la destrutturazione dell'unità d'Italia, stiamo procedendo verso lo svilimento totale di questo Parlamento.

Quale migliore occasione, quale più importante occasione per un dibattito reale su un provvedimento che inciderà sul Paese, sull'organizzazione, sulle istituzioni, sulla Costituzione e sulla vita delle nostre famiglie? Quale occasione migliore per un dibattito reale? Invece, evidentemente, c'è chi sta raggiungendo un obiettivo storicamente ed evidentemente rincorso che spacca l'Italia e chi è in evidente imbarazzo e resta silente: parlo dei colleghi meridionali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà, per un minuto.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Io chiederei alla maggioranza e al Governo di rivalutare il parere su questo emendamento, perché vi stiamo dando una mano, nel senso che questo è uno dei problemi fondamentali dello “Spacca Italia” e cioè il fatto che non ci siano risorse adeguate a garantire LEP uniformi su tutto il territorio nazionale. Quindi, chiediamo che vengano stanziate le somme ogni anno attraverso un fondo nazionale di solidarietà e riequilibrio territoriale.

Presidente, visto che il nostro gruppo ancora non l'ha fatto, chiederei l'accantonamento di questo emendamento, perché è necessario, davvero, intervenire con risorse adeguate.

Ministro, lei sa bene quanto il rischio di creare sperequazioni e disuguaglianze aumenti con questo provvedimento e, quindi, vi chiediamo di valutare positivamente quantomeno l'accantonamento per ragionare insieme sulla possibilità di costituire questo Fondo.

PRESIDENTE. Chiedo al relatore di maggioranza il parere sull'accantonamento dell'emendamento 1.116 Zaratti…

TOMMASO FOTI (FDI). Stumpo dà le spalle alla Presidenza!

PRESIDENTE. Collega Stumpo, hanno ragione, neanche lei deve dare le spalle alla Presidenza. Collega Foti, non l'avevo visto. Adesso, l'ho visto e l'ho richiamato. Ha fatto bene.

Allora, come dicevo, invito il relatore di maggioranza a dare il parere sull'accantonamento dell'emendamento 1.116 Zaratti.

ALBERTO STEFANI, Relatore per la maggioranza. Il parere è contrario.

PRESIDENTE. Relatore di minoranza? Adesso richiamo tutti un'altra volta, ci proviamo… Collega Ricciardi, sull'accantonamento?

TONI RICCIARDI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 1.116 Zaratti, con il parere contrario del relatore di maggioranza e favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Mentre votiamo, colgo l'occasione per dire a tutte e a tutti che sarebbe bene non rivolgere le spalle alla Presidenza. Ciò vale per l'opposizione, per la maggioranza, per tutte e tutti. Me ne avete indicati diversi, lo abbiamo detto a tutti.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 38 voti di differenza.

Torniamo all'emendamento 1.116 Zaratti. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.116 Zaratti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'emendamento 1.121 Donno.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Donno. Ne ha facoltà.

LEONARDO DONNO (M5S). Grazie, Presidente. Siamo di nuovo in quest'Aula per parlare di un provvedimento, di un progetto, quello del Ministro Calderoli, questo vecchio progetto leghista, che rischia di spaccare e di dividere il nostro Paese.

In questi mesi di Governo Meloni, di Governo di Giorgia, quella del popolo, proprio Giorgia ha dimostrato che del popolo non si interessa, e dei problemi degli italiani, dei cittadini italiani non si interessa. Faccio un paio di esempi, giusto così, per capirci. Abbiamo, grazie a Giorgia, il record di cittadini italiani in povertà assoluta: sono 5,7 milioni gli italiani in povertà assoluta secondo l'Istat. Un altro record straordinario di Giorgia del popolo è il calo, da 15 mesi consecutivi, della produzione industriale, un disastro economico e sociale che pagheremo da qui ai prossimi mesi e lo vedranno, poi, i cittadini italiani, perché a subire questi danni saranno proprio loro. Complimenti, veramente complimenti per i grandi, grandissimi risultati.

E con l'autonomia differenziata, ovviamente, l'Italia va incontro a un'ulteriore frammentazione, a un ulteriore pericolo: la frammentazione dei territori, l'impoverimento dei territori. È un pericolo anche per settori fondamentali: penso, per esempio, alla sanità, che già avete colpito con una serie di tagli e di non azioni; penso, per esempio, alle liste d'attesa lunghissime, ai cittadini italiani che - ciò vale per chi se lo può permettere - sono costretti a pagarsi le cure di tasca propria rivolgendosi alla sanità privata. Ma chi non se lo può permettere non fa nemmeno un prestito, perché purtroppo ci sono degli italiani che devono ricorrere a dei prestiti e chi non si può permettere il prestito rinuncia a curarsi.

Sull'autonomia, ancora, non avete voluto ascoltare, perché non siete abituati ad ascoltare, andate avanti come treni, non quelli di Lollobrigida, purtroppo, altrimenti ogni tanto magari questo treno si fermerebbe (Commenti ironici di deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Collega, rida, rida, purtroppo a piangere sono gli italiani.

PRESIDENTE. Collega Donno, lei si deve rivolgere alla Presidenza. Colleghi, come sempre, evitiamo le reazioni… collega…

LEONARDO DONNO (M5S). Certo, tramite lei, Presidente… (Commenti)

PRESIDENTE. Collega, per cortesia. Il collega sta svolgendo il suo intervento. Prego.

LEONARDO DONNO (M5S). Loro ridono, mentre gli italiani purtroppo piangono, Presidente, e questa è la realtà. Non hanno voluto ascoltare autorevoli esponenti di associazioni dei sindacati e migliaia di amministratori locali, sindaci, presidenti di regione, consiglieri comunali e costituzionalisti.

Un altro punto critico sul quale si sono concentrate, appunto, tutte queste illustri figure sono i livelli essenziali delle prestazioni, che non vanno solo individuati e definiti, ma vanno soprattutto finanziati; ci dovete mettere i soldi, cosa che non avete fatto. Allora, bisogna mettere i cittadini nelle condizioni e quando solitamente parliamo con loro - siccome voi non spiegate quello che volete fare - per spiegare quello che sta succedendo io di solito faccio un esempio, che è quello della gara dei 100 metri. Secondo il Governo Meloni e secondo il Ministro Calderoli c'è una gara dei 100 metri che non è tradizionale e che prevede che sei corridori partano a cinque metri dal traguardo e altri quattro, invece, partano a 100 metri dal traguardo. Non c'è gara, perché i sei che stanno a cinque metri hanno già vinto la gara. Voi state facendo questo con le regioni del Sud e con i territori del Nord che sono periferici. Questo è il pericolo verso cui ci state portando.

Dal punto di vista della sostenibilità finanziaria - ed è il tema di questo emendamento - ci potrebbero essere ricadute per le opportunità di crescita del Paese se lo Stato dovesse, appunto, perdere parte rilevante della propria capacità di intervento, a vantaggio di una miriade di regioni sovrane. Non possiamo accettare che si vada incontro a squilibri economici, a un'Italia a due velocità, con cittadini di serie A e di serie B, alla secessione dei ricchi. Dobbiamo difendere la Costituzione in primis da voi, che la state mettendo in pericolo, e poi, ovviamente, da questo provvedimento scellerato.

Chiudo, Presidente, dicendo una cosa. Ho ascoltato prima il collega Donzelli dire che, in quest'Aula, ci vuole rispetto delle istituzioni, che bisogna avere rispetto delle istituzioni. Vorrei ricordare al collega Donzelli - tramite lei, Presidente - che il problema è che sono proprio loro che sviliscono e offendono le istituzioni. Abbiamo il Ministro della Cultura Sangiuliano che vota dei libri al Premio Strega senza nemmeno averli letti; abbiamo un ex Sottosegretario per la Cultura, Sgarbi, indagato per riciclaggio proprio per beni culturali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra); abbiamo la Ministra Santanche' accusata di truffa ai danni dello Stato con la cassa integrazione COVID; abbiamo il Sottosegretario Delmastro Delle Vedove che rivela segreti d'ufficio ai suoi amichetti - guarda caso, uno è Donzelli - e fa le feste di Capodanno con i botti di pistola, però, e non con i botti di Capodanno.

PRESIDENTE. Concluda.

LEONARDO DONNO (M5S). Poi, abbiamo Lollobrigida che ferma i treni a piacimento, alla faccia dei cittadini e dei pendolari italiani - milioni di persone che non lo possono fare -, e che pensa di poter fermare le guerre organizzando belle cene.

Allora, caro collega Donzelli, tramite lei, Presidente…

PRESIDENTE. Collega, si rivolga alla Presidenza. Ha esaurito il suo tempo.

LEONARDO DONNO (M5S). … quelli che sviliscono e offendono le istituzioni siete voi. Vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.121 Donno, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. So che tutto il Paese ha avuto l'attenzione per altro in queste ore. Si sono svolte le elezioni europee e forse in molti non si sono accorti che all'ex GKN sta succedendo una cosa molto grave. Noi chiediamo un'informativa urgente al Ministro Urso e alla Ministra Calderone (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle). Forse i colleghi non sanno, giustamente, che all'ex GKN di Campi Bisenzio gli operai hanno iniziato a fare uno sciopero, uno sciopero della fame, che è al nono giorno, e a loro va il nostro più caloroso abbraccio (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

La società QF, come sapete, al momento non paga gli stipendi a tutti i 140 lavoratori, perché molti sono andati via. Non ha fatto richiesta di cassa integrazione e ha pure revocato spontaneamente le procedure di licenziamento collettivo. L'azienda, che è in liquidazione volontaria da febbraio, non ritiene di dover pagare i salari nemmeno di fronte a precise sentenze della magistratura, anzi, ha ricusato la giudice che le ha dato torto, così guadagnando tempo. Ma come mai quando QF perde le cause paga spontaneamente? Vuol dire che ha crediti, che ha liquidità. Non c'è, però, più tempo, non solo perché siamo al nono giorno di sciopero, ma nemmeno per il progetto di reindustrializzazione della fabbrica, perché per partire serve un intervento pubblico o almeno un “via libera” da parte del Governo e, ovviamente, anche della regione Toscana e l'unica proposta in campo è quella elaborata dal collettivo di fabbrica.

Il presidente della regione Toscana è andato, l'altro giorno, lì, dai lavoratori in sciopero. Il Governo dov'è? Cosa fa, esattamente (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)? Perché il progetto, la fabbrica pubblica ecologica socialmente integrata è un progetto reale, l'unico. Ho finito.

Io lo dico al Governo: volete davvero abbandonare quel territorio a quella speculazione edilizia, perché è di ciò che si tratta, e a quei predatori? Io dico al Governo che tocca fare una cosa semplice: si chiama commissariamento in deroga (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), un commissariamento in deroga di QF, perché gli unici illegali non sono i lavoratori che occupano, ma sono loro, che impediscono qualsiasi progetto di reindustrializzazione (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Naturalmente, ci associamo alla richiesta di venire a riferire in Aula sulla vicenda dell'ex GKN di Campi Bisenzio. È una vicenda assolutamente significativa e importante, che peraltro andrebbe assolutamente valorizzata rispetto alla tenacia e alla volontà del collettivo di quella fabbrica, di permanere in assemblea, da due anni. È un'assemblea permanente, che sta cercando di rivendicare diritti che vengono negati. Vi voglio ricordare che, sì, alcuni di loro effettivamente sono da nove giorni in sciopero della fame. Quindi, a tutti loro dovrebbe andare la nostra solidarietà, perché stanno conducendo una battaglia assolutamente giusta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Non ci sono soltanto gli operai che sono, in questo momento, a fare lo sciopero della fame, ma ci sono anche gli operai che, purtroppo, non riescono a vedere il loro futuro e sono a rischio, a rischio anche di autolesionismo, a rischio suicidario e di depressione nelle proprie case, perché, dopo anni di lotte, non riescono a vedere un orizzonte possibile.

Noi abbiamo rivendicato di aver depositato e protocollato la proposta di legge regionale, che è stata prodotta anche grazie a un lavoro fatto di concerto tra Tridico e l'Istituto Sant'Anna, attraverso il professor Roventini. L'abbiamo depositata presso la regione Toscana. Mi sembrava di aver capito che ci fosse la volontà da parte del consiglio regionale toscano di procedere nella valutazione. Abbiamo fatto un tentativo non per metterci un cappello sopra, ma per cercare di accelerare questa operazione. Se non altro, la regione Toscana può fare qualcosa, può impegnarsi e io credo che, da questo punto di vista, si debba ragionare in termini di tutela di questi lavoratori - su questo non c'è discussione -, però il Governo deve fare la sua parte, non può voltarsi dall'altra parte. Sono mesi che non sta dando risposte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento l'onorevole Fossi. Ne ha facoltà.

EMILIANO FOSSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Anche noi ci associamo alla richiesta al Governo di riferire in Aula. Questa è una vicenda che dura da tanto tempo e che ha visto alterni momenti e passaggi, ma oggi siamo davvero di fronte a un bivio fondamentale. C'è in gioco il futuro di più di 100 lavoratori e delle loro famiglie e soprattutto di un pezzo importante di territorio, di un sito produttivo importante, per il quale abbiamo richiesto sempre continuità produttiva e occupazionale.

La differenza rispetto al passato è una: prima c'era un interessamento forte di tutte le istituzioni a tutti i livelli - territoriale, regionale e anche di Governo - perché non mi sfugge e non ci può sfuggire che, durante il precedente Governo, c'era un interessamento diretto dell'allora Ministro del Lavoro Orlando e della Sottosegretaria Alessandra Todde. La cosa che in questo passaggio è cambiata - tra le tante -, dopo un paio d'anni da quei momenti, è che l'interessamento delle istituzioni locali rimane, l'interessamento della regione Toscana rimane. Ricordo che, proprio due giorni fa, il presidente della regione Toscana, Eugenio Giani, ha incontrato una delegazione dei lavoratori e delle rappresentanze sindacali, e hanno preso in esame anche la proposta di legge regionale. Quindi c'è un confronto continuo nell'interesse dei lavoratori e di quel pezzo di territorio, confronto che si protrae e che mantiene la sua serietà.

Ciò che è cambiato è il disinteresse, in questi due anni, del Governo: non ci sono più lo stesso livello di attenzione e lo stesso pervicace interessamento nei confronti di una partita che è diventata una partita di livello nazionale.

Per tale motivo è importante il richiamo al Governo a riferire in Aula per capire cosa il Governo possa fare, cosa stia facendo e cosa potrebbe fare, perché le capacità e le possibilità di intervento sono tante e noi le richiediamo con forza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Naturalmente riferirò al Presidente della richiesta d'informativa giunta da diversi gruppi su questo argomento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 1 – A.C. 1665​)

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.122 Alifano. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alifano. Ne ha facoltà.

ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, signora Presidente. È risuonato più volte in quest'Aula un allarme: con questo scellerato disegno di legge muore l'unità della Repubblica. Ma, tramite lei, Presidente, voglio dare una notizia che sicuramente non sarà gradita al Ministro: la morte dell'unità della Repubblica non comporterà però la nascita della nazione padana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Infatti, voglio rammentare al Ministro, sempre tramite lei, signor Presidente, che la Nazione padana non esiste più. Questo disegno di legge è vecchio, è antico. Quella nazione padana, che lui vagheggiava, oramai è stata travolta dai mutamenti che ci sono stati negli ultimi trent'anni nella nostra società. Non ha resistito all'impatto della globalizzazione, questo è poco, ma è sicuro. Non ha resistito ai mutamenti che ci sono stati, alle trasmigrazioni e a agli spostamenti delle popolazioni. L'Italia, di per sé, è piccola, la Padania, signor Ministro - sempre tramite lei, Presidente - è invisibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

L'Italia deve essere unita per affrontare le sfide che la globalizzazione ci impone e tutti quanti noi dovremmo rammentarlo. Oltretutto, questo disegno di legge penalizza non solo il Sud, territorio dal quale provengo, ma anche il Centro e vaste aree del Nord (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) e se ne renderanno conto i cittadini del Nord. Così come la frammentazione territoriale, di sicuro, creerà disagio anche alle regioni del Nord. Tuttavia, oltre a morire l'unità della Repubblica, cari colleghi, oggi muore anche la democrazia, perché il centro della democrazia è il Parlamento e il Parlamento in questo disegno di legge è totalmente marginalizzato.

Nelle procedure d'intesa Governo-regioni, il Parlamento non esiste. Mi rendo conto che da parte della maggioranza, che siede dall'altra parte dell'emiciclo, c'è questo disegno di marginalizzare a tutti i costi il Parlamento. L'abbiamo visto in questo anno e mezzo, non ce lo nascondiamo, e continua su questo binario: ritenere che la discussione parlamentare sia un inutile orpello. Invece è il centro della democrazia (Commenti).

Io mi appello a tutti, non solo ai colleghi dell'opposizione, anche a voi, che siete in quest'Aula. Questo è il centro della democrazia.

Con questo emendamento, cosa chiediamo? Chiediamo che ci sia una legge dello Stato che detti criteri per stabilire l'accesso alle forme - così recita la Costituzione - e alle condizioni particolari di autonomia. Chiediamo che ci siano misure e criteri in relazione alla solidità finanziaria delle regioni richiedenti, in relazione alla possibilità di adempiere ai loro compiti, quindi che abbiano la capacità amministrativa e che tengano conto delle specificità regionali.

L'Umbria non potrà mai chiedere competenze in relazione ai porti, perché non ha porti, ma non può certo essere tagliata fuori dai traffici marittimi. Quindi, sono necessarie anche misure di coordinamento e in questo emendamento si chiede che ci sia una legge che stabilisca che ci siano misure di coordinamento tra i vari territori regionali. E ancora chiede che ci siano misure di monitoraggio continuo tra i servizi resi dei vari territori dei paesi, perché l'unità della Repubblica passa dall'unità dei diritti che devono essere resi a tutti i cittadini, indipendentemente dal luogo di residenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire, a titolo personale, l'onorevole Barzotti. Ne ha facoltà.

VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente, intervengo per sottoscrivere…

PRESIDENTE. Dovrebbe cambiare microfono, perché ha un problema di audio.

VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere questo emendamento e per parlare a titolo personale, come cittadina del Nord e rappresentante dei cittadini del Nord, in merito a quanto io ritenga sbagliata, controproducente e assolutamente dannosa questa riforma che questa maggioranza e questo Governo stanno portando avanti.

State distruggendo il nostro Paese. Siamo l'Italia unita. Come se non sia servito a nulla quello che è stato fatto con la riforma del Titolo V della Costituzione. Avete visto cosa è successo con il lavoro: le politiche attive in questo Paese non esistono (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! L'orientamento non esiste! Di cosa stiamo parlando? La sanità durante la pandemia: ma avete visto che fatica abbiamo fatto a coordinare quello che stava accadendo nei vari territori? La Lombardia è stata un disastro in quel periodo e noi eravamo lì, sul territorio. Quindi…

PRESIDENTE. Concluda.

VALENTINA BARZOTTI (M5S). …se ciò non ha insegnato niente, voglio che veramente rimanga agli atti di questo Parlamento che siamo totalmente contrari a quello che state facendo.

Sono certa che ne pagherete le conseguenze e, purtroppo, le pagheremo tutti, con voi. Infatti, a costruire muri non si risolve niente, anzi veramente…

PRESIDENTE. Concluda. Collega, ha esaurito il suo tempo.

VALENTINA BARZOTTI (M5S). …vi dovete solo vergognare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.122 Alifano, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Sospendiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che riprenderà nella parte pomeridiana della seduta, dopo gli interventi sull'ordine dei lavori, in ricordo della figura di Silvio Berlusconi, previsti a partire dalle ore 16,15.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15, per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 13, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata alle quali risponderanno il Ministro dell'Interno, il Ministro della Difesa e il Ministro dell'Istruzione e del merito. Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative volte all'introduzione del certificato elettorale in formato digitale – n. 3-01250)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Paolo Emilio Russo n. 3-01250 (Vedi l'allegato A). L'onorevole Paolo Emilio Russo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione.

PAOLO EMILIO RUSSO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Signor Ministro dell'Interno, l'articolo 62 del decreto legislativo n. 82 del 2005, chiamato codice dell'amministrazione digitale, ha istituito presso il Ministero dell'Interno l'Anagrafe nazionale della popolazione residente. Tra le finalità, vi è quella di integrare le liste elettorali e i dati relativi all'iscrizione nelle liste di sezione. Già dallo scorso 4 marzo è possibile consultare in modalità telematica sul portale dell'ANPR i propri dati elettorali e scaricare in formato digitale il certificato di iscrizione nelle liste elettorali e di godimento dei diritti politici.

Il Governo e questa maggioranza hanno già manifestato la volontà di attivare un certificato elettorale digitale, in grado di sostituire le attuali tessere elettorali cartacee. La semplificazione per l'accesso alla documentazione necessaria per votare e la digitalizzazione della tessera può contribuire a contrastare il crescente astensionismo. Chiediamo, dunque, a lei, signor Ministro, quali siano i tempi previsti per la sostituzione dell'attuale tessera elettorale con un documento in formato digitale.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.

MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente. Nell'ambito dei lavori parlamentari relativi alla conversione del decreto-legge n. 7 del 2024, il cosiddetto decreto Election day, a seguito dell'approvazione di un ordine del giorno, il Governo si è impegnato a valutare ogni utile iniziativa per poter procedere all'introduzione della tessera elettorale digitale, prevedendone anche una modalità di rilascio attraverso il portale dell'Anagrafe nazionale della popolazione residente. I dati attualmente disponibili nell'Anagrafe nazionale consentirebbero effettivamente il rilascio di un documento in formato digitale dell'attuale tessera elettorale.

E tuttavia, considerato che la tessera ha come principale finalità la registrazione dell'avvenuto voto da parte dell'elettore, anche per escludere la possibilità di un doppio voto, il rilascio del modello digitale deve essere accompagnato dall'identificazione dell'elettore attraverso l'uso di strumentazioni informatiche di lettura e di validazione da assegnare ad ogni singolo seggio. Questo ed altri profili tecnico-operativi, discendenti dalla possibile introduzione di tali innovazioni, e le eventuali implicazioni che ne derivano, sono già oggetto di approfondimento nell'ambito del tavolo di monitoraggio del Piano nazionale di ripresa e resilienza, coordinato dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri.

L'introduzione della tessera elettorale digitale si colloca, quindi, in una prospettiva di progressiva completa digitalizzazione degli adempimenti elettorali, cui il Governo tiene particolarmente per realizzare l'obiettivo di adeguare all'attuale sviluppo tecnologico una materia che trova la sua disciplina in normative ormai risalenti nel tempo.

L'esame di questa più generale prospettiva è affidato ai lavori di un tavolo interistituzionale coordinato dal Ministero dell'Interno, con il coinvolgimento del Ministero della Giustizia e del citato Dipartimento per la trasformazione digitale, nonché di ANCI ed ANUSCA.

PRESIDENTE. L'onorevole Paolo Emilio Russo ha facoltà di replicare.

PAOLO EMILIO RUSSO (FI-PPE). Grazie, Ministro. Siamo soddisfatti della sua risposta. Quante volte, ancora in questa ultima tornata elettorale, è capitato che singole persone o magari famiglie intere rinunciassero ad esercitare il diritto di voto perché non si sono ritrovate all'ultimo la tessera elettorale? Quanti meme, quanti pezzi comici sono stati fatti? Sembra che si nascondano da sole in fondo ai cassetti, negli anfratti più inesplorati delle nostre case, ma, scherzi a parte, perché stiamo parlando di una cosa molto seria, la nostra Repubblica è impegnata in un processo - che magari può apparire lento, ma è ineluttabile e costante - di digitalizzazione dei processi elettorali. Digitalizziamo in sicurezza senza consegnarci agli hacker o ai cyberterroristi.

Per la prima volta, nei giorni scorsi, migliaia di persone si sono preregistrate al voto, i fuori sede, i certificati elettorali sono già stati resi disponibili in via digitale o come QR Code e ora finalmente lei ci ha annunciato che toccherà alla tessera elettorale. Questo processo consentirà di presentarsi ai seggi con un foglio stampato o mostrando un codice sul telefono, e non rappresenta soltanto uno strumento per portare più gente al voto, quindi battere l'astensionismo cosiddetto involontario, ma consentirà anche di diminuire brogli e abusi e di diminuire costi per gli uffici che restano aperti per produrre nuove tessere nei fine settimana.

Con queste risorse, magari, Ministro, potremmo aumentare i compensi ai presidenti e agli scrutatori nei seggi, stipendi e compensi che si sono rivelati palesemente inadeguati. È una scelta di civiltà e di modernità, della quale la ringraziamo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

(Ulteriori iniziative per il contrasto dei flussi migratori irregolari verso l'Italia – n. 3-01251)

PRESIDENTE. L'onorevole Ziello ha facoltà di illustrare l'interrogazione Iezzi ed altri n. 3-01251 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, Presidente. Anzitutto, Ministro, mi permetta di ringraziarla, a nome della Lega, per la sua vicinanza e il suo pronto intervento di fronte ai fatti incresciosi che si sono registrati a Caivano, in particolare nei confronti di don Patriciello, che ha avuto delle intimidazioni da parte di un esponente della criminalità organizzata. Da questo punto di vista, lei non ha fatto mancare la vicinanza dello Stato e quindi la ringrazio a nome del gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Entro all'interno del merito del question time per chiederle questo. Di fronte ai dati dell'Alto rappresentante delle Nazioni Unite per le politiche dei rifugiati, che di fatto certifica che l'Italia è stato l'unico Paese dell'Unione europea ad avere avuto una riduzione del 60 per cento degli arrivi di immigrati, passando tra l'altro ad un numero di 22.944 immigrati arrivati dall'inizio dell'anno a fronte dei 54.308 dello scorso anno - facendole ovviamente un grande plauso per questo risultato -, le chiedo quali iniziative intenda intraprendere per potenziare le sue politiche volte al contrasto dell'immigrazione illegale in Italia.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.

MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Presidente, dall'inizio dell'anno alla data odierna gli arrivi via mare dei migranti segnano rispetto allo scorso anno - lo sottolineava l'interrogante - una diminuzione pari a circa il 60 per cento e quello in corso potrebbe essere il nono mese consecutivo di flessione degli arrivi. Sono risultati certamente riconducibili all'azione che il Governo sta portando avanti per contrastare il vergognoso traffico di migranti ed affermare un più rigoroso rispetto delle regole in materia di immigrazione.

Si tratta di una strategia che ha l'ambizione di intervenire con progetti concreti ed organici con i Paesi di origine e di transito dei flussi, in particolare con i Ministri dell'Interno di Algeria, Libia e Tunisia. Oltre al controllo delle partenze, stiamo coordinando azioni finalizzate a presidiare più efficacemente le frontiere nell'area del Sahel e a sviluppare progettualità per aumentare i rimpatri volontari assistiti, grazie al lavoro di una cabina di regia e alla collaborazione con OIM e UNHCR. A ciò va aggiunto l'incoraggiante dato sui rimpatri forzosi di coloro che non hanno titolo a rimanere in Italia.

Dall'inizio dell'anno al 10 giugno sono stati effettuati 2.242 rimpatri, in aumento del 15 per cento rispetto a quelli dello stesso periodo dello scorso anno, nonostante una significativa riduzione dei posti disponibili nei CPR, che sono fondamentali per le procedure di rimpatrio, i quali sono sovente vandalizzati dagli stessi ospiti. L'obiettivo è quello di rendere ancora più celeri le procedure di espulsione, aumentare il numero effettivo dei rimpatri e creare un effetto di deterrenza rispetto alle partenze dei migranti e rispetto anche a pretestuose richieste di asilo e a ricorsi privi di fondamento.

In questa direzione va anche il progetto di realizzazione di una struttura di trattenimento in Albania e noi siamo fortemente impegnati anche sul versante della rotta balcanica. Nell'attuale complesso scenario internazionale, rispetto all'evoluzione della minaccia terroristica, i controlli alla frontiera con la Slovenia hanno già restituito importanti risultati in termini di contrasto al traffico di esseri umani, consentendo anche di prevenire in modo più efficace l'ingresso nel nostro territorio di soggetti pericolosi per la sicurezza nazionale. Le Forze di Polizia, a partire dal ripristino dei controlli al confine avvenuto il 21 ottobre 2023, e di recente prorogato fino al 18 dicembre di quest'anno, hanno controllato oltre 419.000 persone, rintracciando 3.234 irregolari. Gli arresti sono stati 187, di cui 95 proprio per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Il Governo italiano è riuscito anche a riportare il tema dell'immigrazione al centro dell'agenda europea, grazie al ruolo da protagonista svolto dall'Italia.

Con il nuovo Patto migrazione e asilo è stato raggiunto quello che, al momento, è il migliore compromesso possibile che abbiamo accettato, pur di superare il vecchio Regolamento di Dublino, garantendo frontiere esterne più sicure, procedure efficienti per l'asilo ed espulsioni più veloci.

PRESIDENTE. L'onorevole Ziello, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie Presidente, grazie Ministro. La sua risposta, di fatto, ci soddisfa molto perché va in linea rispetto alla priorità che abbiamo sempre in cima alla nostra agenda politica, cioè quella di contrastare l'immigrazione clandestina e favorire gli ingressi di persone che veramente hanno diritto di stare in Italia.

Le voglio fare un plauso anche per avere riallacciato i rapporti con il Governo tunisino, perché, grazie alla sua interlocuzione, finalmente c'è un tavolo di lavoro tra la Repubblica italiana e quel Paese per creare finalmente un'area SAR in quelle acque territoriali, che di fatto ha una grande funzione, cioè quella di permettere un contrasto più serio, più efficace e più coordinato all'immigrazione clandestina, la quale ogni anno crea e genera migliaia di morti in quel mare; quel mare che rappresenta un confine non soltanto per l'Italia, ma un confine dell'intera Unione europea, sul quale tutti i Paesi dell'Unione hanno il dovere di mettere la massima attenzione, soprattutto di fronte allo scenario geopolitico a livello internazionale che stiamo vivendo.

Un altro plauso, signor Ministro, per l'aumento dei rimpatri: il 12 per cento in più rispetto all'anno scorso significa, comunque sia, un'azione più efficace e più efficiente da un punto di vista amministrativo, sempre condotta da lei.

Non possiamo quindi - lo ripeto - che essere soddisfatti e la invitiamo, da questo punto di vista, anche a valutare una modifica con riferimento alla questione del diritto d'asilo in termini di contrasto all'abuso che in alcuni casi si fa di tale diritto, perché deve essere effettivamente un qualcosa che garantisca una vita nuova, una vita perfettamente compatibile con gli standard occidentali e non un modo per implementare l'immigrazione illegale nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Ulteriori misure per velocizzare l'iter di rilascio e rinnovo dei passaporti, con riferimento alle città in cui persistono lunghi tempi di attesa – n. 3-01252)

PRESIDENTE. L'onorevole Donzelli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti e altri n. 3-01252 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie Presidente, grazie Ministro. Noi volevamo oggi porre all'attenzione e chiederle notizie ulteriori su un problema, che è uno dei tanti problemi pratici che ha verificato questo Governo, cioè i tempi di rilascio dei passaporti, che sono inaccettabili e insostenibili.

Nel frattempo, il Governo ha già posto rimedio, in alcuni casi è già è riuscito a migliorare notevolmente questi tempi di attesa, sia per i rinnovi che per i rilasci.

Un'indagine recente, fatta a fine maggio su 19 comuni capoluogo, ha previsto che in almeno la metà i tempi sono diventati accettabili, ma ci sono ancora alcuni capoluoghi di provincia o di regione in cui i tempi di rilascio e di rinnovo non sono accettabili, non sono sostenibili.

Quindi, chiedo che cosa ha intenzione di fare e cosa sta facendo il Governo per cercare di andare incontro ai cittadini, anche in vista della pausa estiva e dei viaggi che ci potrebbero essere durante i prossimi mesi.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.

MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente. Lo straordinario impegno profuso per superare le criticità connesse alla tempistica del rilascio dei passaporti ha già consentito, come è stato detto, di raggiungere risultati molto positivi.

Nel corso dei primi cinque mesi dell'anno sono stati emessi più di 1.400.000 passaporti, circa 220.000 in più rispetto a quelli emessi nello stesso periodo del 2023.

Con questi ritmi, prevediamo di rilasciare circa 3.400.000 passaporti entro la fine dell'anno, rispetto ai 2.750.000 del 2023, che già avevano costituito un incremento del 57 per cento rispetto al 2022.

Un analogo trend positivo si registra sul fronte delle prenotazioni, che nei primi cinque mesi dell'anno in corso hanno raggiunto il numero di 1.640.000, a fronte delle 715.000 circa del 2023.

Questi risultati sono il frutto del notevole sforzo organizzativo richiesto alle questure e degli ulteriori interventi di potenziamento delle risorse umane e strumentali a disposizione degli uffici e di una ristrutturazione del sistema delle prenotazioni online.

Ma, come ho già avuto modo di riferire in Parlamento in altre precedenti sedute e occasioni di question time, un notevole contributo per rispondere in modo sempre più efficace alle esigenze dei cittadini è rappresentato dal Progetto Polis, che consente di richiedere o rinnovare il passaporto direttamente agli sportelli delle Poste italiane, senza doversi recare in questura e con la possibilità di ricevere il documento a domicilio.

Il Governo, dal marzo scorso, ha dato avvio sperimentalmente al progetto e lo sta progressivamente estendendo sul territorio nazionale, con l'attuale coinvolgimento di 122 sportelli, dislocati in altrettanti comuni con popolazione inferiore ai 15.000 abitanti e con la previsione di attivare un totale di 213 sportelli entro il mese di luglio.

Per accelerare ulteriormente il rilascio dei passaporti nei centri più popolosi, come quelli indicati dall'onorevole interrogante, è in fase di definizione una convenzione che consentirà a Poste italiane di assicurare i medesimi servizi anche nei comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti.

Credo che le iniziative intraprese rappresentino un'autentica svolta nella direzione auspicata da tutti e per le quali abbiamo riscontrato apprezzamenti da parte dei cittadini e delle organizzazioni del comparto turistico.

PRESIDENTE. L'onorevole Donzelli ha facoltà di replicare.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Ministro. Ci riteniamo soddisfatti della risposta, sicuramente gli sforzi profusi hanno iniziato a portare dei risultati importanti e la disponibilità che ha offerto oggi il Governo di ampliare l'esperimento, il coinvolgimento degli uffici postali, anche in città di dimensioni maggiori, aiuterà a snellire ulteriormente questi tempi d'attesa.

Sicuramente ci sono anche molti cittadini a cui è utile spiegare che - approfitto anche della diretta televisiva - se non è necessario chiedere il passaporto, farlo per la preoccupazione, poi, di non fare in tempo in caso di emergenza, rischia di allungare anche i tempi.

Però, sicuramente il Governo è riuscito a dare delle risposte che si attendevano da tanto tempo.

Ancora, forse per tutti i cittadini non sembra sufficiente, ma la strada intrapresa è quella giusta e quindi mi auguro che presto si riesca a riportare il tempo di rilascio e di rinnovo dei passaporti come era prima di questa crisi.

(Iniziative volte a promuovere il reclutamento nelle Forze armate anche in relazione all'evoluzione dei sistemi di difesa e del contesto internazionale – n. 3-01253)

PRESIDENTE. L'onorevole Bicchielli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi e altri n. 3-01253 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Signor Ministro, le Forze armate sono una garanzia fondamentale per la sicurezza e la difesa del Paese, soprattutto nel contesto attuale di instabilità e incertezza internazionale, come si evince dai recenti conflitti scoppiati in Europa, Medio Oriente e Sahel.

La legge n. 201 del 2023 introduce il rinnovo di 24 mesi per la delega al Governo ad adottare uno o più decreti legislativi per la revisione dello strumento militare nazionale.

Il 3 maggio scorso, il generale di corpo d'armata, Carmine Masiello, Capo di stato maggiore, ha dichiarato al Corriere della Sera: “L'esercito attuale deve essere rivisto sotto diversi profili. Vanno rivisti, soprattutto, i principali sistemi d'arma, potenziati gli strumenti, ma anche adeguate le strutture, i sistemi addestrativi e le procedure d'impiego”.

Lei stesso, il 12 maggio, ha dichiarato: “Le Forze armate non possono essere pensate come un luogo per educare i giovani, cosa che deve essere fatta dalla famiglia e dalla scuola. Le Forze armate servono per fare professionisti, che difendono le istituzioni e la pace”.

Le chiediamo, pertanto, quali ulteriori iniziative intenda assumere per garantire il reclutamento delle Forze armate, in misura e con criteri adeguati all'evoluzione dei sistemi di difesa nel contesto internazionale.

PRESIDENTE. Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha facoltà di rispondere.

GUIDO CROSETTO, Ministro della Difesa. Grazie Presidente e ringrazio l'onorevole interrogante.

Oggi ci confrontiamo con uno scenario sfidante, nel quale vecchie e nuove potenze operano per ridisegnare le loro sfere di influenza e anche il contesto sociale, economico e culturale è profondamente mutato.

Tutto ciò rende necessario effettuare scelte strategiche per rendere il nostro sistema di difesa attuale, credibile ed efficace, sia in termini quantitativi che qualitativi, come lei ha richiamato citando le parole del generale Masiello, ma anche quelle del Capo di stato maggiore delle Forze armate, l'ammiraglio Cavo Dragone.

Oggi, più che mai, sono indispensabili competenze importanti e la professionalizzazione delle Forze armate appare una scelta inevitabile, coerente, che rimane pienamente valida.

Occorre proseguire in questa direzione, superando le logiche della legge n. 244 del 2012, reclutare professionisti anche nel campo dei nuovi domini, per abilitare il pieno uso delle nuove tecnologie.

Per raggiungere questo obiettivo, è necessario, ad esempio, adottare una policy di formazione del personale difesa orientata ai nuovi domini, come cyber, spazio, subacqueo, o alle nuove tecnologie, come l'intelligenza artificiale e quelle quantistiche; proseguire nell'evoluzione in chiave interforze dello strumento militare, sul piano ordinativo, logistico, tecnologico e normativo per renderlo ancora più integrato.

Nel solco di queste linee di indirizzo, la Difesa ha già fatto qualcosa, ha realizzato una serie di iniziative: la riconfigurazione dello strumento militare dal modello 150.000 a quello 160.000, che però non è ancora sufficiente, voglio dirlo con chiarezza; l'emanazione di bandi specifici concorsuali per il 2023-2024, programmati anche per il 2025, finalizzati al reclutamento di personale a elevata specializzazione, da destinare all'impiego negli ambiti a maggiore connotazione tecnologica; nuove iniziative in corso di sviluppo al fine di dotare il Paese di una riserva di personale impiegabile in diversi contesti, compreso quello operativo e delle tecnologie avanzate. Queste azioni consentiranno di rendere la Difesa pronta per le sfide future, potendo contare su personale altamente professionale e specializzato, formato per gestire uno strumento tecnologicamente all'avanguardia, operante in un contesto instabile, sempre più complesso e potenzialmente conflittuale? No, è solo un piccolo passo avanti, ma c'è ancora molta strada da fare. Dovremo affrontare, in futuro, in modo strutturale il tema del dimensionamento dello strumento militare, della professionalità stipendiale e pensionistica, per adeguarla alla specificità degli impieghi, il tema della formazione continua e dell'osmosi con la società civile, affinché lo sforzo operativo che chiediamo ai nostri uomini e alle nostre donne possa essere sostenibile nel medio e lungo termine per tutelare gli interessi della Nazione, in uno scenario internazionale sempre più difficile.

PRESIDENTE. L'onorevole Bicchielli ha facoltà di replicare.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Ministro. Ci riteniamo pienamente soddisfatti della sua risposta, perché lei ribadisce di avere una visione, un'idea di futuro per le nostre Forze armate e anche un approccio chiaro sul modello. Sono dati per noi importantissimi, la situazione attuale - lo abbiamo ribadito e lo ha ribadito anche lei, nella sua risposta - rende sempre più pressante l'esigenza di una Difesa tecnologica, soprattutto per i nuovi domìni (il dominio cyber, il dominio spazio, il dominio subacqueo) dove la tecnologia la fa da padrona. Purtroppo, i venti di guerra di questi ultimi anni ci vedono impegnati, e mi faccia cogliere l'occasione per ringraziare i tanti nostri ragazzi che, in giro per il mondo, sono impegnati per portare la pace e credo che a tutti loro vada un ringraziamento per quello che fanno. Tuttavia, per avere più pace e più attenzione, noi dobbiamo avere un Esercito tecnologicamente più adeguato. Abbiamo bisogno di grande professionalità e, quindi, fa bene questo Governo a puntare non solo sull'incremento del dato quantitativo, ma, soprattutto, sull'incremento della capacità tecnologica e qualitativa - come dicevamo per i nuovi domini - e, per questo, noi riteniamo che vi sia l'esigenza di lavorare, il Parlamento tutto insieme e il Governo, per giungere velocemente all'obiettivo che - come sappiamo - per il tema della sicurezza è fondamentale, del 2 per cento del PIL (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

(Iniziative a favore dei lavoratori del comparto scuola, con particolare riferimento al rinnovo del contratto e al contrasto strutturale al precariato – n. 3-01254)

PRESIDENTE. La deputata Piccolotti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01254 (Vedi l'allegato A).

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Signor Ministro, lei ha presentato, nell'ottobre 2023, un cosiddetto Piano di welfare, che altro non è se non una serie di iniziative per offrire al mondo e ai lavoratori della scuola una scontistica su determinati servizi privati. Ecco, noi siamo, invece, molto preoccupati della condizione salariale di questo personale, perché - come si sa - gli insegnanti italiani - e, in generale, tutti i lavoratori - hanno uno stipendio molto più basso rispetto a quello di tanti altri colleghi europei, che è stato ulteriormente eroso dall'inflazione e dai processi che sono avanzati negli ultimi anni.

Quindi le chiediamo se, oltre a fare la scontistica, il volantino del supermercato, abbia anche intenzione di investire risorse per il rinnovo contrattuale e l'aumento dei salari.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'Istruzione e del merito. Grazie Presidente. Premetto che si deve a questo Governo il merito di aver sbloccato, dopo un grave ritardo maturato dai Governi precedenti, il contratto collettivo 2019-2021, grazie al quale abbiamo raggiunto importanti risultati in relazione all'incremento delle retribuzioni del personale scolastico. Ricordo, infatti, che il contratto si è potuto concludere grazie all'accordo da me raggiunto con le organizzazioni sindacali, che ha reso disponibili, per la retribuzione del personale, i 300 milioni di euro stanziati dalla legge di bilancio per l'anno 2022 e finalizzati, invece, nell'intenzione del precedente Governo, a vari progetti di minore rilevanza. Ciò ha contribuito a determinare un aumento medio mensile, per il personale ATA, compreso tra circa 61 e 191 euro e, per il personale docente, di circa 124 euro al mese. Secondo lo studio Invalsi, questi aumenti hanno fatto scalare alcune posizioni nella classifica europea del potere d'acquisto dei salari dei docenti italiani. I dati sono pubblici e facilmente consultabili.

Abbiamo subito dimostrato, dunque, come la nostra priorità fosse indiscutibilmente quella di agire sull'aumento della retribuzione tabellare dei docenti, nella piena consapevolezza che il rispetto e l'autorevolezza che vogliamo loro garantire dipende innanzitutto da un giusto riconoscimento economico del loro impegno. Il contratto collettivo 2019-2021 incrementa anche le indennità fisse previste per il personale ATA e per i docenti. L'indennità di direzione per il DSGA raggiunge un valore annuo pari a circa 2.760 euro, con un incremento di circa 930 euro. A ciò si aggiunge che sono stati incrementati del 10 per cento tutti i compensi accessori per prestazioni aggiuntive all'orario d'obbligo da liquidare a carico del Fondo MOF e innalzati compensi relativi alle indennità di bilinguismo, trilinguismo, di lavoro notturno e/o festivo. Non ci siamo fermati qui: l'ultima legge di bilancio ha previsto, infatti, 3 miliardi per il nuovo contratto della scuola e non si è mai visto, nella storia della scuola italiana, che, non appena chiuso un contratto, siano previste, già nell'anno successivo, le risorse necessarie a chiudere un nuovo contratto. Grazie a tali nuove risorse, l'aumento medio per i docenti sarà pari a circa 160 euro al mese.

Insomma, tra l'anno scorso e il 2024 saranno quasi 300 euro al mese di aumenti per i docenti, mentre per il personale ATA si stima un aumento medio mensile da 173 a 303 euro.

Desidero anche rimarcare l'importanza del Piano welfare, che costituisce un ulteriore strumento di sostegno concreto per i nostri docenti e del personale ATA, peraltro già molto apprezzato dai beneficiari.

Ricordo, infine, che, grazie a varie iniziative da noi assunte, come quelle sui docenti tutor, orientatori sul potenziamento dell'attività extracurricolari, o l'Agenda Sud e l'Agenda Nord, sono aumentate le possibilità di ulteriori retribuzioni per i docenti.

PRESIDENTE. La deputata Piccolotti ha facoltà di replicare.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Ministro, ma davvero non siamo soddisfatti. In primis, perché lei insiste nel chiamare Piano welfare qualcosa che non lo è, e le consiglio di leggere le definizioni, basta il sito della Treccani, perché il welfare è una serie di interventi e prestazioni, erogati dalle istituzioni pubbliche e finanziati grazie alle entrate fiscali, per aiutare le persone che hanno bisogno. Si dà il caso che il suo cosiddetto Piano non investa nemmeno un euro derivante dalle entrate fiscali, ma è semplicemente l'offerta, per l'appunto, di una scontistica che si reperisce sul mercato privato. Quindi, il primo problema è questo.

Secondo problema: lei ha lungamente illustrato azioni che ha messo in campo grazie a risorse che erano nella legge finanziaria del Governo precedente, che - come sa - noi non appoggiavamo, che ritenevamo essere troppo poche e siamo qui, di nuovo, a dire a lei, in continuità, che sono troppo poche, così come lo dice il sindacato, che ha calcolato che le risorse finora stanziate nella scorsa legge finanziaria sono sufficienti solo a coprire il 5,7 per cento dell'aumento contrattuale, mentre l'inflazione è stata del 18 per cento. Questo significa che quelle risorse non sono sufficienti nemmeno a coprire l'aumento del costo della vita. Non si tratta quindi di un reale aumento dello stipendio degli insegnanti, ma si tratta, come al solito, di piccola e poca cosa, che fate soprattutto per ragioni di campagna elettorale.

La invito, quindi, Ministro, a fare in modo che nella prossima legge finanziaria ci siano risorse sufficienti quantomeno a coprire l'aumento del costo della vita.

Questo continuo impoverimento di fatto del personale della scuola fa male, fa male a questi lavoratori, che fanno sempre più fatica ad avere una vita dignitosa e piena, fa male alla qualità dell'istruzione e al futuro dei nostri ragazzi, e, in qualche modo, fa male al Paese tutto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), perché un Paese che tratta così le persone che dovrebbero dare istruzione e che sono i capisaldi della nostra democrazia è un Paese ingiusto e incivile (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

(Stato di avanzamento dei progetti del "Piano asili nido", anche con riferimento alla copertura territoriale del relativo servizio – n. 3-01255)

PRESIDENTE. La deputata Ferrari ha facoltà di illustrare l'interrogazione Manzi ed altri n. 3-01255 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Egregio Ministro, la interroghiamo per sapere quale sia lo stato di avanzamento dei singoli progetti del Piano per gli asili nido, dove effettivamente siano posti quelli davvero attivati, anche al fine di perseguire l'obiettivo di coprire i divari tra Nord e Sud rispetto alla copertura del servizio. Sì, perché sappiamo che l'ultimo dato del 2022 ci dà una copertura al Sud soltanto del 16 per cento, contro il 33 del Centro e il 37 del Nord.

La revisione che avete fatto al PNRR nel novembre scorso ha tagliato 114.000 posti di asilo nido e avete posto l'asticella al 2026, anziché al 2025, con un taglio di un miliardo e 300 milioni. Avete assicurato che non sarà definanziato alcun intervento, ma oggi sulla piattaforma governativa l'informazione pubblica manca o è incompleta. Mancano i dati sulle risorse assegnate, sullo stato dell'arte di questi investimenti, sulla spesa sostenuta e i dati fondamentali per valutare l'impatto di ogni progetto sul raggiungimento dell'obiettivo, che è quello del 33 per cento di copertura.

Sappiamo che c'è una graduatoria a scorrimento di quasi 1.900 comuni che sono idonei, dei quali però solo i primi 387 saranno davvero finanziati, gli altri solo in caso di rinunce. Ministro, noi speriamo che davvero non pensiate di sostenere la natalità facendo stare le donne a casa a fare le massaie come una volta, ma di investire invece sui servizi pubblici (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'Istruzione e del merito. Grazie, Presidente. Consentitemi di evidenziare preliminarmente come sorprenda che nell'interrogazione si discuta di un documento che è stato pubblicato a maggio del 2023. Mi riferisco alla terza relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del PNRR, che addirittura precede la stessa revisione del Piano. In ogni caso, in quel documento non erano contenute, come invece voi affermate, criticità riferite alle misure adottate da questo Ministero.

Nella relazione, infatti, non si parla di ritardi e vi è un solo passaggio sugli asili nido e le scuole dell'infanzia, nel quale si enfatizza, in senso positivo, il ruolo del Ministero nella semplificazione delle procedure per supportare i comuni, sulle quali abbiamo peraltro ricevuto il pieno plauso da parte di ANCI, e nel monitoraggio costante che ha poi consentito di raggiungere la milestone europea dell'aggiudicazione dei lavori nell'assoluto rispetto delle tempistiche.

Ciò detto, ribadisco anche in questa sede quanto già ho avuto modo di affermare in altre sedi: il dossier della Fondazione Agnelli e di Astrid, a cui anche qui fate riferimento nell'interrogazione, ha riportato dati palesemente parziali o comunque incompleti. Basti pensare che quel dossier formula analisi sulla spesa riferita ad una dotazione di 20 miliardi di euro, che comprende anche il MUR, mentre il PNRR Istruzione ha una dotazione complessiva di 17 miliardi e mezzo, e i ricavati precedenti a quelli del corrente anno scolastico, nel corso del quale sono stati fatti avanzamenti di spesa rilevantissimi, come nel caso degli investimenti sui divari territoriali e sul contrasto alla dispersione scolastica.

Con particolare riferimento agli asili nido, la revisione del Piano non ha abbassato le ambizioni del PNRR Istruzione, né ha ridotto gli investimenti complessivi. Abbiamo appena adottato un nuovo Piano asili del valore di 734,9 milioni di euro, finanziato con risorse nazionali ulteriori rispetto a quelle del PNRR. Con questo Piano attiviamo una significativa e aggiuntiva offerta di nuovi posti, superando l'obiettivo del 33 per cento - che voi, invece, considerate ancora da raggiungere - e avvicinandoci significativamente al raggiungimento del nuovo obiettivo di Barcellona, fissato al 45 per cento rispetto al numero di bambini residenti, e saremmo ai primi posti in Europa.

Fermo restando quanto previsto dal Piano, aggiungo che il Ministero ha già chiesto ad altri Ministeri competenti le ulteriori risorse necessarie per raggiungere l'obiettivo, concordato con la Commissione europea, di 150.000 posti. Voglio precisare che con questo Piano siamo intervenuti in modo del tutto innovativo rispetto al passato, proprio al fine di intercettare quei comuni e quelle realtà territoriali che presentavano i parametri più distanti rispetto all'obiettivo di Barcellona, proprio per colmare i divari esistenti e adeguarci ai livelli essenziali delle prestazioni.

Abbiamo, inoltre, messo a disposizione delle 14 città metropolitane una quota di risorse per attivare e potenziare gli asili nido, a prescindere dal livello di copertura del servizio già raggiunto per la fascia di età 0-2 anni. Il monitoraggio procedurale ci restituisce i dati che tutti i lavori sono stati consegnati, i cantieri risultano avviati, e anche l'avanzamento finanziario della misura è oggi significativo e si attesta nella media dell'avanzamento complessivo del PNRR a circa il 26 per cento del totale delle risorse stanziate per questo investimento.

Concludo confidando che quanto fin qui illustrato serva finalmente a stabilire un punto di verità, che dovrebbe essere responsabilmente condiviso da chiunque abbia a cuore davvero le sorti della nostra scuola, che parta dalla consapevolezza che questo Governo ha raggiunto puntualmente gli obiettivi e i target previsti sul tema degli asili nido, impiegando, peraltro, risorse aggiuntive rispetto a quanto previsto dal PNRR.

PRESIDENTE. La deputata Manzi ha facoltà di replicare.

IRENE MANZI (PD-IDP). La ringrazio, signor Presidente, e ringrazio anche il Ministro, ma non posso purtroppo dichiararmi soddisfatta, perché poche settimane fa avevamo cercato di ottenere chiarimenti e risposte dal Governo su questi aspetti e anche questa volta c'è un dato che manca. Mancano i dati, sostanzialmente, mancano gli obiettivi e la localizzazione, soprattutto, degli interventi. Dove sono stati realizzati fino ad ora? A che punto sono gli interventi? Quali sono le disparità territoriali, individuate dal PNRR, relative proprio agli asili nido? L'obiettivo originariamente ammontava a più di 260.000 posti e ora è stato ridotto - è un dato di fatto anche questo - a 150.000. Dove sono localizzati?

Penso che non sia solo il gruppo del Partito Democratico che meriti una risposta, sono i cittadini a meritare una risposta. Una risposta in linea, tra l'altro, con quell'appello che proprio poche settimane fa Alleanza per l'Infanzia ha rivolto a tutte le forze politiche in merito al riconoscimento dell'investimento nei servizi per la prima infanzia come servizio essenziale da riconoscere ad ogni bambino e ad ogni bambina all'interno del nostro Paese. Questo vuol dire non solo raggiungere quegli obiettivi, perché conosciamo il contenuto del Piano asili nido e apprezzo anche le modifiche relative al superamento del criterio del bando, per esempio, che è stato inserito.

Però, questo non toglie che quei dati che ricordava poco fa la collega Ferrari, ovvero il fatto che su 1.900 comuni individuati come idonei solo i primi 387 beneficeranno di un finanziamento, vogliono dire che, in qualche modo, quegli obiettivi non saranno raggiunti. Diritti essenziali che passano anche dalla garanzia dei costi di gestione che devono essere assegnati ai comuni per far sì che quegli edifici nuovi che verranno costruiti - quando verranno costruiti - non si trovino a rimanere vuoti perché i comuni non hanno le risorse e i fondi per poter garantire un servizio essenziale ai bambini e alle bambine, per poter garantire un servizio e un'occupazione anche di qualità agli educatori e alle educatrici che operano in quelle realtà.

Quindi, noi continueremo - in questo caso lo anticipo - a chiedere chiarezza al Governo e a sollecitare il Governo su questi punti e su questi aspetti, perché non è solo una questione delle relazioni tra maggioranza e opposizione, è un diritto essenziale che va riconosciuto alla nostra infanzia e che non può prescindere dal futuro, soprattutto, del nostro Paese e da cui non si può in alcun modo prescindere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

(Iniziative volte a rivedere le recenti decisioni sull'aggiornamento delle graduatorie provinciali per le supplenze, al fine di evitare disparità di trattamento a danno dei docenti precari – n. 3-01256)

PRESIDENTE. Il deputato Faraone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01256 (Vedi l'allegato A).

DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, ho soltanto un minuto per illustrare un'interrogazione su un tema abbastanza delicato. Voglio semplicemente chiederle se abbia intenzione di tenere in considerazione le sollecitazioni che le sono arrivate da docenti e forze politiche rispetto ad un provvedimento che deve mirare soltanto a due cose: da un lato, puntare sulla qualità del corpo docente (quindi, lavorare affinché non vi siano specializzazioni CEPU), e, dall'altro, lavorare affinché vi siano valorizzazioni di chi ha percorsi di specializzazione.

Noi avevamo presentato una proposta di 3 punti in più per i precari specializzati sul sostegno, che non è stata mai recepita, perché non è stato approvato il regolamento e, al tempo stesso, valutare i titoli esteri per quello che sono, perché, altrimenti, rischiamo di mandare in classe insegnanti di sostegno non all'altezza.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'Istruzione e del merito. Grazie, Presidente. In via preliminare ritengo necessario specificare che il ritardo nell'attivazione dei nuovi percorsi abilitanti previsti dalla riforma del reclutamento del PNRR non dipende in alcun modo dal Ministero dell'Istruzione e del merito, che ha comunicato al Ministero dell'Università e della ricerca il fabbisogno di docenti abilitati tra agosto e ottobre 2023.

Inoltre, il Ministero dell'Istruzione e del merito non ha alcuna possibilità di incidere sui tempi di organizzazione e di svolgimento delle procedure abilitanti, che sono posti in capo esclusivamente alle singole università.

Per quanto concerne la paventata disparità di trattamento nell'attribuzione dei punteggi, osservo che, sulla determinazione dei criteri di quantificazione degli stessi, vi è stato un ampio confronto con le organizzazioni sindacali e con il CSP, proprio in relazione all'attribuzione dei 24 punti aggiuntivi ai nuovi percorsi di abilitazione. In accoglimento di un'indicazione del CSP, si è pervenuti alla scelta che tali percorsi avessero un'incidenza uniforme rispetto alle altre procedure di abilitazione. La disparità che viene denunciata dall'onorevole interrogante, lungi dal derivare dalle regole contenute nell'ordinanza di questo Ministero, discende in concreto dalla circostanza per la quale le università non hanno avviato contestualmente i nuovi percorsi abilitanti, non offrendo, dunque, le medesime opportunità a tutti i docenti in attesa di abilitazione.

Peraltro, il punteggio di 24 punti assegnato ai nuovi percorsi non può neanche considerarsi alto, tenuto conto che in passato alle abilitazioni conseguite per i percorsi universitari tirocinio formativo attivo, sempre di durata annuale, sono stati attribuiti 42 punti aggiuntivi.

Con riferimento, invece, alla questione relativa all'inserimento a pettine degli aspiranti in attesa di riconoscimento del titolo abilitante conseguito all'estero, rappresento che tale misura deve essere letta alla luce delle recenti disposizioni del decreto-legge n. 71 del 2024, che, prendendo atto dei più recenti e cogenti orientamenti giurisprudenziali, ha introdotto un nuovo meccanismo di specializzazione per i possessori di titolo conseguito all'estero, che prevede percorsi formativi dedicati dal contenuto mirato e differenziato, in ragione della tipologia del titolo, in grado di far acquisire a tali docenti quelle nozioni sicuramente non già acquisite all'estero, dopo aver escluso tutti coloro che non abbiano conseguito un titolo idoneo presso università europee accreditate.

Quanto, infine, alla norma che prevede l'attribuzione di ulteriori 3 punti ai docenti di sostegno specializzati, faccio presente che la stessa andava attuata per espressa previsione legislativa nell'ambito del regolamento generale sulle supplenze, al quale si è temporaneamente derogato in favore dello strumento dell'ordinanza, per effetto di altra successiva disposizione di legge adottata su richiesta dei sindacati.

Pertanto, alla luce del quadro sopra ricostruito, si ritiene che non vi sia necessità di un ulteriore intervento sulla tabella dei titoli per le graduatorie provinciali per le supplenze sul sostegno, alla cui definizione - come detto - questo Ministero è pervenuto in esito ad un lungo e partecipato processo di ascolto di tutti i soggetti coinvolti.

PRESIDENTE. L'onorevole Faraone ha facoltà di replicare.

DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Ministro, a me dispiace che lei dica che va bene così, andiamo avanti. Quando lei dice che sono stati ascoltati i sindacati, ritengo che abbia fatto bene ad ascoltarli, ma quando ascolterete i genitori dei bambini e dei ragazzi con disabilità? Quando ascolterete coloro che vivono sulla propria pelle un'esperienza di mancata formazione legata all'insegnante di sostegno che non è specializzato? Purtroppo, ci sono 136.000 bambini che, ogni anno, sono accompagnati nel percorso formativo da insegnanti che non hanno alcuna specializzazione, con percorsi improvvisati, come dicevo poco fa, che concernono le specializzazioni CEPU, questi titoli farlocchi che nascono all'improvviso, in pochi minuti, con corsi online, con l'accettazione di titoli esteri in maniera assolutamente superficiale, non tenendo conto minimamente dell'esperienza professionale acquisita di chi ha titoli specializzati e, soprattutto, non prevedendo una classe di concorso specifica.

Qui serve una riforma seria e complessiva. Non è possibile che si acceda al sostegno per diventare insegnanti curriculari delle materie. Chi fa sostegno deve sapere che accede ad un concorso per il sostegno, almeno per qualche anno, e deve formarsi specificatamente per singole disabilità. Tutto questo oggi non accade e si agisce per improvvisazione. Poi mi dice che i 3 punti, che dovevano essere un elemento cardine di questa ordinanza, non vengono applicati, perché manca il regolamento. Io credo che quei 3 punti sarebbero stati già un primo momento di valorizzazione del merito, rispetto a chi una specializzazione non ce l'ha, e in classe non è formato per stare accanto a una persona con disabilità.

Per cui, signor Ministro, ci confronteremo sul decreto in discussione e le chiederò di essere più aperto e di valutare alcune modifiche, perché credo siano utili (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

(Iniziative di competenza in relazione ad un evento a sostegno della propaganda russa svoltosi presso una scuola di Milano – n. 3-01257)

PRESIDENTE. La deputata Onori ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01257 (Vedi l'allegato A).

FEDERICA ONORI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, ad aprile 2024, presso l'Istituto pubblico A. Livi, di Milano, si è svolto un collegamento da remoto tra studenti italiani e studenti di territori illegalmente occupati da Mosca.

Il giornalista Andrea Lucidi, sui suoi canali Telegram, ci fa sapere che questo sarebbe addirittura il terzo collegamento tra la scuola Beregovoy e una scuola italiana. Gli studenti italiani avrebbero poi esposto in classe i colori della Repubblica popolare di Lugansk.

Ministro, non ci sarebbe niente di male se non fosse che la Repubblica popolare di Lugansk non esiste e che, anzi, considerata la ferma condanna dell'Unione europea e dei suoi Stati membri all'annessione illegale delle regioni ucraine che la Federazione Russa ha occupato attraverso l'aggressione militare - e, tra queste, quella che viene chiamata Repubblica di Lugansk -, abbiamo motivo di temere che questa iniziativa rientri a pieno titolo in un'operazione di disinformazione rivolta ai giovani nelle scuole italiane. Chiediamo, quindi, se il Ministro sia a conoscenza di questi fatti e che iniziative intenda intraprendere per evitare che succedano nel futuro (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'Istruzione e del merito. Grazie, signor Presidente. Desidero premettere che condivido lo spirito di questa interrogazione nella parte in cui intende far emergere la necessità di un pieno sostegno alla comunità ucraina. Infatti, voglio far presente che, in qualità di Ministro dell'Istruzione e del merito responsabile della sessione del G7 dell'istruzione, che si svolgerà dal 27 al 29 giugno a Trieste-Lignano, ho voluto invitare il corrispondente Ministro ucraino, al fine di valutare in quel consesso le iniziative di sostegno alla ricostruzione delle scuole in Ucraina, ed è la prima volta che questo accade in Europa.

In merito alla questione posta dagli onorevoli interroganti, premesso che, come noto, il Ministro dell'Istruzione e del merito non ha poteri di intervento circa le iniziative che le istituzioni scolastiche, nella loro autonomia, promuovono, rispondo con gli elementi forniti, per questa occasione, dall'ufficio scolastico regionale per la Lombardia.

L'istituzione scolastica “Rinascita-A. Livi” è una scuola sperimentale che ha sempre promosso, nell'ambito del piano triennale dell'offerta formativa, iniziative volte a favorire una riflessione su temi quali la pace, l'equità, il rispetto, la tolleranza e l'ascolto.

Circa l'iniziativa contestata nella presente interrogazione, svoltasi in occasione della giornata della pace, preciso che la dirigente scolastica dell'Istituto in argomento ha provveduto ad inviare segnalazione al competente ufficio dei procedimenti disciplinari nei riguardi della docente referente del progetto, che ha dato luogo, dunque, all'iniziativa in esame per la individuazione di possibili elementi di rilevanza disciplinare: nel senso che è stata attivata una procedura di carattere disciplinare. Il procedimento disciplinare, avviato con convocazione della docente per la relativa audizione, accerterà le eventuali responsabilità della medesima.

PRESIDENTE. La deputata Onori ha facoltà di replicare.

FEDERICA ONORI (AZ-PER-RE). Grazie, signor Ministro. Inizio subito dicendo che - chiaramente - l'esempio, che qui abbiamo portato, voleva essere il pretesto per aprire un discorso più ampio e sollevare un tema molto importante: quello delle ingerenze straniere, anche attraverso forme di disinformazione. Questo può avvenire anche a scapito di docenti di scuole, che sono inconsapevoli degli effetti che alcuni progetti potrebbero avere.

Ciononostante, nella mia controreplica, vorrei provare a fare un passo avanti e a capire cosa si può fare in merito. Quindi, da questo punto di vista più generale, non posso ritenermi soddisfatta, Ministro. Cercherò di illustrarle il motivo della mia insoddisfazione attraverso il seguente esempio.

Ministro, noi abbiamo votato alle elezioni europee solo pochi giorni fa. Ministro, lei lo sa che, tra i Paesi sottoposti ad approfondita analisi, in quanto percepiti particolarmente nel mirino di certe azioni di propaganda, l'Italia risulta quello raggiunto dal maggior numero di messaggi di propaganda russa? Vede, Ministro, questo dimostra che non stiamo facendo abbastanza. La scuola di Milano - come ho detto - è un esempio, ma potremmo citarne, a dire il vero, anche altri. Ad esempio, quello della scuola di Aprilia: in quel caso - addirittura - erano stati utilizzati fondi europei.

Io spero che su questo argomento si possa fare un lavoro davvero trasversale. E ho ragione di poter ambire a questo tipo di collaborazione perché, ad esempio, il Copasir, nel 2022, quando era presieduto da un membro di Fratelli d'Italia, così diceva in una sua relazione: in Italia si ravvisa “una sostanziale debolezza degli interventi per il contrasto alla disinformazione e alle diverse forme di ingerenza. Un chiaro deficit e ritardo del nostro Paese rispetto ad impegni, strumenti, strategie e misure che da diverso tempo sono già operativi tanto nel contesto internazionale quanto in quello dell'Unione europea”.

In Italia, siamo in ritardo su questo tema: pertanto, non le porremmo questo tema se non pensassimo che sia incredibilmente importante. Un recente studio - il Media Literacy for Democracy, cofinanziato dall'Unione europea - ci dice che la disinformazione è pericolosa perché va ad erodere la fiducia nelle istituzioni democratiche e nelle fonti autorevoli di informazione; inoltre, indebolisce le fondamenta della democrazia e la tutela dei diritti umani.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

FEDERICA ONORI (AZ-PER-RE). Concludo in questo modo. Per completezza di informazione, l'evento alla scuola di Milano aveva anche un titolo: “Tutte le guerre sono contro i bambini. Io mi disarmo”. Presidente, “pace” e “disarmo” sono parole nobili che dovrebbero essere usate con cautela. Questo, a mio giudizio, invece, è uno di quei casi in cui si può citare quella frase che dice: “c'è chi marcia sulla pace e c'è chi, sulla pace, ci marcia” (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

(Iniziative di competenza per incentivare gli insegnanti a candidarsi al ruolo di commissari nelle procedure di reclutamento dei docenti volte al raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza – n. 3-01258)

PRESIDENTE. Passiamo all'ultima interrogazione. Il deputato Caso ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01258 (Vedi l'allegato A).

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, grazie al PNRR - ricordiamolo sempre - sono previste 70.000 assunzioni di docenti nelle scuole: di queste, 20.000 erano previste per questo 2024. Però, accumulando ritardi su ritardi e problemi su problemi, alcune di queste assunzioni sembrano a rischio. Quasi sicuramente non si riuscirà ad assumere tutti i docenti previsti entro l'inizio del prossimo anno scolastico. Questo, quindi, che significa? Ancora supplenze e precariato.

Secondo i sindacati, ad aprile mancavano 5.000 commissari per le prove per il concorso; invece, dagli ultimi dati che abbiamo - risalenti al 31 maggio - delle 467 commissioni, ne mancavano all'appello 85. Questo significa il rischio di 5.000 cattedre in meno per il prossimo anno scolastico. Le motivazioni vengono subito al pettine: disorganizzazione, compensi irrisori per i commissari, differenze tra le varie retribuzioni.

Quindi, Ministro, qui le chiediamo: pensa di lasciare tutto com'è o, per scongiurare l'ipotesi di perdere 5.000 assunzioni in tempo, immaginiamo di cambiare qualcosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'Istruzione e del merito. Signor Presidente, siamo al primo anno di applicazione di una riforma molto innovativa per tutto il nostro sistema scolastico - prevista nel suo dettaglio dal PNRR - che ha coinvolto tutte le componenti del mondo della scuola in un grande sforzo collettivo, per assicurare il corretto svolgimento delle prove concorsuali.

È importante considerare gli aspetti organizzativi e logistici, connessi all'espletamento dei concorsi in parola che richiede l'individuazione di un numero di commissioni, oltre che di sedi, adeguato all'elevato numero di candidati. Basti considerare che, per il concorso per la scuola dell'infanzia e primaria, bandito su un totale di circa 15.000 posti, sono state presentate 115.830 domande e che i candidati ammessi all'orale sono risultati 78.108. Per il concorso per la scuola secondaria di primo e secondo grado, invece, a fronte di circa 29.000 posti, sono state presentate 437.358 domande con un numero di candidati ammessi all'orale pari a 302.424.

Pertanto, posto che le prove concorsuali vengono svolte presso le aule informatiche delle istituzioni scolastiche, è necessario operare un giusto bilanciamento fra le esigenze organizzative connesse al reclutamento del personale docente e la necessità di garantire il regolare esercizio dell'attività didattica. Tutte esigenze, queste, invero, non ben ponderate nell'impostazione originaria della stessa riforma del reclutamento del PNRR, sulla quale, infatti, questo Governo è dovuto intervenire per ottenere almeno regole nuove e più semplici per lo svolgimento dei concorsi. Quindi, c'erano regole sbagliate con il passato Governo.

Aggiungo che c'è stata l'esigenza di concertare con la Commissione europea tutte le misure connesse alla riforma, anche per questi cambiamenti: mi riferisco alla necessità di definire i regolamenti delle procedure concorsuali ordinarie, che sono stati inviati alla Commissione europea già a luglio 2023 e che sono stati restituiti solo ad ottobre del 2023, con un ritardo di ben tre mesi.

Inoltre, per evitare il ripetersi dei notevoli ritardi di precedenti concorsi - legati alla difficoltà nel reperire personale disponibile a far parte delle commissioni d'esame - e per assicurare, quindi, la conclusione delle operazioni concorsuali nei termini stabiliti dal PNRR, abbiamo previsto proprio l'aumento dei compensi per i membri delle commissioni dei concorsi connessi all'attuazione del PNRR, attraverso una disposizione di legge eccezionale rispetto ai parametri previsti per tutte le altre pubbliche amministrazioni. L'aumento dei compensi, dunque, è già stato approvato.

Concludo ricordando che il termine temporale previsto dal PNRR è quello del 31 dicembre 2024, entro il quale saranno certamente completate le procedure assunzionali, volte a garantire il target intermedio previsto dal medesimo PNRR, pari a 20.000 assunzioni.

Grazie a questo sforzo, dunque, si potrà confermare lo straordinario impegno - assunto fin dall'inizio della legislatura - volto a dare continuità alle assunzioni a tempo indeterminato, con un sostenuto ritmo annuale, a differenza di quanto avvenuto in precedenza, quando si preferivano concorsi straordinari destinati - in buona parte - a non concludersi, come nell'emblematico caso dei concorsi per le discipline STEM banditi dal Ministro Azzolina.

PRESIDENTE. L'onorevole Caso ha facoltà di replicare.

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, insomma, come sempre, voi siete quelli bravi; tutto quello che è stato sbagliato, era stato fatto prima; noi stiamo facendo il possibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non so, forse non accende il computer da un po' o non sta ricevendo - come noi tutti - le migliaia e migliaia di mail e messaggi di docenti che si lamentano. Le do una notizia: nelle tante chat dei docenti lei ha un nuovo nome che è “Valdisastro”, perché è un po' quello che sta accadendo.

Con tutta l'onestà di questo mondo, senza alcuna ipocrisia, abbiamo la piena consapevolezza che il mondo della scuola è assolutamente complesso. Però, forse non vi rendete conto che qualsiasi cosa state toccando la state, in realtà, peggiorando. Lei diceva che avete migliorato le regole ma non è così. Non è così.

Andiamo a vedere cosa sta accadendo, andiamo a vedere cosa dicono i sindacati e andiamo a vedere cosa scrivono tutte le riviste di settore. Non ci ha dato la certezza, non è stato chiaro, in realtà: lei dice sì, fidatevi, sì ci saranno tutte le assunzioni. Ma quindi la risposta su queste commissioni mancanti ce l'ha data? No. Sono stati trovati i commissari? Non mi sembra che sia stato chiaro su questo. Insomma, state lì a dire: fidatevi di noi, in base a quello che abbiamo visto assolutamente non è fattibile.

Per non parlare poi - non è solo questo, dicevo e l'hanno detto i colleghi prima - di tutto e di quello che avete combinato con le graduatorie provinciali di supplenza. Siamo stati inondati tutti dalle critiche rispetto al vostro operato: ritardi, inefficienze, passi indietro, pezze messe qui e lì. Vi avevamo avvisato a tempo debito, mesi fa, in Commissione in un question time con il suo Sottosegretario, vi abbiamo palesemente detto: “se continuate così, andremo a sbattere” e quello è stato, quello è stato.

Mi lasci dire che non è proprio bello ciò che ha fatto prima (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ossia dire non è colpa mia, è colpa del Ministro Bernini, dell'Università: siete al Governo insieme, fate funzionare le cose (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). L'università e la scuola sono il futuro di questo Paese e devono funzionare: in mano a voi non stanno funzionando (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16,15, a partire dagli interventi sull'ordine dei lavori per ricordare la figura di Silvio Berlusconi ad un anno dalla sua scomparsa.

La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 16,15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 91, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Commemorazione di Silvio Berlusconi nell'anniversario della morte.

PRESIDENTE. Colleghi, come già anticipato ai presidenti dei gruppi parlamentari, nella giornata di ieri ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il deputato Paolo Barelli, per ricordare la figura di Silvio Berlusconi, a un anno dalla sua scomparsa. Ne ha facoltà.

PAOLO BARELLI (FI-PPE). Grazie, signor Presidente. Cari colleghi è inutile negarlo: quella di oggi per noi di Forza Italia è la data di una tristezza infinita. Il nostro fondatore, il nostro leader, il nostro Presidente un anno fa ci ha lasciati. Ricordarlo oggi suscita una commozione profonda, una profonda emozione. Un'emozione e una commozione che so di condividere con ciascuno dei colleghi del gruppo che ho l'onore di guidare. A nome di tutti loro, faccio mie le parole del nostro Segretario, Antonio Tajani: il nome di Berlusconi sarà sempre nel nostro simbolo e anche nel nome del nostro gruppo parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché è scolpito a caratteri di fuoco nel nostro cuore.

Ma vorrei tentare, cari colleghi, anche se mi costa molta fatica, di mettere da parte le emozioni e riflettere con voi su quello che ha significato Berlusconi nella storia del nostro Paese. Per questo lo ricordiamo nell'Aula della Camera, nella quale per molti anni è stato protagonista sui banchi del nostro gruppo e, soprattutto, su quelli del Governo.

I giudizi politici su Berlusconi sono, naturalmente, diversi e per i giudizi della storia troppo poco tempo è passato: le passioni sono ancora troppo vive. Credo, anzi, si possa dire che, oggi come non mai, Silvio Berlusconi è protagonista dell'attualità e del futuro della politica ed è per questo che abbiamo dedicato a lui il grande successo di Forza Italia alle elezioni europee (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Però, obiettivamente nessuno, pur nella diversità delle valutazioni politiche, può negare in buona fede un dato fondamentale, che è, poi, la ragione oggi per cui le istituzioni lo ricordano: Berlusconi ha cambiato per sempre la storia del nostro Paese; senza di lui quella che chiamiamo “Seconda Repubblica” non sarebbe mai nata o sarebbe nata con caratteristiche del tutto diverse; senza di lui il bipolarismo non esisterebbe; senza di lui un centrodestra di Governo, un centrodestra europeo non sarebbe mai nato; senza di lui il linguaggio stesso della politica non sarebbe cambiato radicalmente; senza di lui interi settori della società sarebbero rimasti ai margini della partecipazione politica; senza di lui, ancora, temi importantissimi, dal premierato al garantismo, alla riduzione della pressione fiscale non sarebbero protagonisti del dibattito politico e dei programmi di Governo; così come senza di lui non sarebbe cambiata la storia dell'edilizia, dell'informazione, dello sport nel nostro Paese e molto altro ancora (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Questa è stata la capacità straordinaria di Silvio Berlusconi: di sognare il futuro, di saperlo delineare, di impegnarsi con tutto se stesso per realizzarlo sfidando, senza paura, lo scetticismo, i sarcasmi, le incomprensioni e sfidando anche una persecuzione giudiziaria senza precedenti nella storia della democrazia dell'Occidente.

Oggi ricordiamo il Presidente Berlusconi con la commozione di un anniversario ma, soprattutto, lo ricordiamo per il suo messaggio sempre rivolto al futuro. Un messaggio, quello che ci ha lasciato anche negli ultimi giorni della sua vita, nel quale si parla di amore, di pace, di libertà, di garanzie, di difesa degli ultimi, di fede in Dio e di amore per il prossimo.

Nessuno può sostituire un uomo come Silvio Berlusconi, ma tutti noi - so con assoluta l'assoluta certezza di poter parlare a nome di ciascuno dei colleghi del nostro gruppo - abbiamo preso l'impegno solenne di lavorare assieme al Segretario Antonio Tajani con tutte le nostre energie, le nostre capacità e la nostra dedizione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), per seguire la strada che il nostro fondatore ci ha indicato. La strada di un grande centro politico, che sia al tempo stesso liberale, cristiano, garantista, europeista e atlantista. La strada della serietà e della competenza. La strada di un centrodestra ancorato all'Europa e all'Occidente.

Grazie, Presidente Berlusconi, per aver tracciato questo percorso e per averci offerto gli strumenti per realizzarlo. Senza di lui sarà molto più difficile, ma continueremo a impegnarci al meglio di noi stessi per essere degni della sua eredità, perché dal cielo possa essere fiero di noi (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE) e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - I deputati dei gruppi parlamentari di centrodestra e i rappresentanti del Governo si levano in piedi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Saverio Romano. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAVERIO ROMANO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, quando penso a ciò che è stato Silvio Berlusconi, mi vengono in mente due aggettivi qualificativi: principalmente, leader carismatico e amico sincero, non soltanto per me, ma per tutti coloro che hanno avuto il privilegio di incontrarlo, di conoscerlo e di stringere con lui un rapporto di amicizia. Berlusconi è stato un visionario, che ha lasciato un'impronta indelebile sulla politica italiana. La sua determinazione, il suo carisma e la sua passione per il nostro Paese lo hanno reso un punto di riferimento per molti.

Come ex Ministro del suo ultimo Governo, posso testimoniare la sua capacità di ispirare e di guidare le persone. La sua visione per l'Italia era sempre rivolta al futuro, puntando alla crescita economica, alla realizzazione di posti di lavoro, al benessere dei cittadini, con grande attenzione sempre verso gli ultimi. Aveva mutuato dalle esperienze umane e professionali precedenti questo modo di essere anche in politica. Con l'esperienza precedente al suo ingresso e, per certi versi, prima, queste sue visioni sembravano fantasiose, ma allo stesso tempo lui riusciva a dare credito a prospettive ritenute impossibili, perché era solito realizzarle.

Berlusconi ha lasciato un'impronta indelebile nella storia italiana, attraverso le sue molteplici imprese. Come politico, ha guidato l'Italia con determinazione, inclusività e visione, dimostrando la sua grande capacità nel confrontarsi con le sfide globali e di negoziare con i leader internazionali per il bene del Paese. Oltre alla politica, Berlusconi ha avuto un impatto straordinario nel nostro Paese, ha avuto un impatto straordinario come uomo di sport, con il suo amato Milan. Durante la sua gestione, quella squadra vinse numerosi titoli, ma era la cifra di un uomo vincente, che, in ogni campo, sapeva affrontare con dedizione e serietà il suo impegno per conseguire il successo.

Non possiamo dimenticare il contributo di Berlusconi come editore e costruttore dell'editoria moderna in Italia. Attraverso il suo gruppo editoriale, ha dato voce a numerosi autori e ha contribuito allo sviluppo della cultura e della letteratura nel Paese. La sua visione imprenditoriale e la capacità di anticipare le tendenze lo hanno reso un pioniere in ogni settore in cui si è misurato, compreso, appunto, quello dell'editoria. È stato - dicevamo - un leader carismatico, un amico sincero, un uomo dal cuore gentile. Berlusconi era noto per essere sempre amichevole e ottimista, anche nelle circostanze più complesse della sua vita. Amante della musica, portava con sé un'energia giovane e vitale, che lo ha tenuto forte anche quando tutto sembrava contro di lui.

Tutto questo, insieme alle sue straordinarie capacità di comunicazione, ha cambiato profondamente la politica in Italia e ne ha determinato la sua evoluzione. È riuscito a mettere insieme le forze popolari, liberali e riformiste, e ha fondato il centrodestra nel nostro Paese. Ai Popolari, in particolare, ha anche indicato una strada, che non è solo l'ancoraggio ai valori europeistici e all'Alleanza atlantica, ma lo è in funzione dialogante con le altre culture e gli altri mondi, con il solo e unico obiettivo della pace e della prosperità dei popoli. Alle ultime elezioni europee abbiamo fatto un primo passo in questa direzione. Seguire le sue intuizioni e inverare le politiche del suo Governo, questo ci renderà capaci di affrontare, anche in suo nome, le nuove sfide con coraggio e determinazione.

Personalmente, ricorderò sempre Silvio come un amico leale e premuroso. Le nostre conversazioni, i momenti di condivisione e il suo sostegno durante i momenti difficili: tutto ciò resterà per sempre nel mio cuore. La sua eredità umana e politica vivrà per sempre, continuando ad ispirare le generazioni future a perseguire i propri sogni con passione e dedizione, proprio come lui aveva insegnato (Applausi dei deputati dei gruppi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE), Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Silvia Roggiani. Ne ha facoltà.

SILVIA ROGGIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Siamo qui, oggi, a ricordare, a un anno dalla scomparsa, Silvio Berlusconi. Un uomo che ha segnato la storia recente, che ha forgiato per anni l'immagine del nostro Paese nel mondo, plasmando l'immaginario collettivo di una Nazione. Come ha detto l'arcivescovo di Milano in Duomo, proprio un anno fa, quando un uomo è un uomo politico, allora cerca di vincere, ha sostenitori e oppositori, c'è chi lo esalta e chi non può sopportarlo. Un uomo politico nei nostri tempi è sempre un uomo di parte.

Quando un uomo è un personaggio, allora è sempre in scena, ha ammiratori e detrattori, ha chi lo applaude e chi lo detesta. Silvio Berlusconi è stato certo un uomo politico, è stato certo un uomo d'affari, è stato certo un personaggio alla ribalta della notorietà. Io sono figlia di quella stagione, una generazione nata negli anni Ottanta, che si affaccia alla politica dalla metà degli anni Novanta, negli anni della sua discesa in campo, del fulgore e di quella che, in effetti, potremmo chiamare egemonia berlusconiana. Quella del Paese che raccontava, dalle sue TV, la sua idea d'Italia: forte, libera e liberata dai comunisti.

E mentre lui, negli anni di Governo, ha continuato a combattere un comunismo immaginario e a farsi paladino di un presunto liberalismo, la realtà del nostro Paese era un po' un'altra: vedeva crescere stentatamente l'occupazione e peggiorare, anno dopo anno, le condizioni del lavoro, mentre lievitavano ancora di più debito pubblico ed evasione fiscale. Berlusconi è certamente stato un uomo che ha segnato la storia non solo dell'Italia, ma anche di Milano e della Lombardia. Un imprenditore innovatore, dal grande talento.

Tra i pregi, certamente vi è quello di aver portato tante e tanti della mia generazione e delle successive a impegnarsi in politica: chi dalla sua parte, chi per contrastarne il potere, mobilitati su due idee opposte di società. In quegli anni, con Berlusconi maturava e si costruiva un'idea di società orientata a un individualismo sfrenato. Con Berlusconi nasceva una TV alternativa a quella pubblica, che non voleva solo raccontare la realtà, ma farla a sua immagine. Una stampa meno libera, controllata da chi detiene il potere. Si rafforzava con lui l'idea di poter plasmare costantemente l'opinione pubblica italiana attraverso i mezzi di comunicazione di sua proprietà.

Negli anni del berlusconismo, la scuola, il luogo del riscatto sociale, delle opportunità per tutti, diventa la scuola dell'individuo solo contro tutti, meglio se più attrezzato grazie a una famiglia facoltosa. Una scuola con risorse ridotte e una concorrenza con la privata mai raggiunta prima. Con Berlusconi si fanno ancora più forti gli attacchi violenti di un alto potere dello Stato ai magistrati, al pool di Milano ed al resto d'Italia. Sono gli anni delle leggi ad personam, del conflitto di interessi mai risolto. Abbiamo visto Berlusconi portare avanti un modello antiquato e a tratti offensivo dell'universo femminile, che limita lo sguardo alle differenze e alla costruzione di una società più paritaria e più inclusiva (Commenti)

PRESIDENTE. Per favore, colleghi. Stiamo commemorando un Presidente del Consiglio che non c'è più. Prego.

SILVIA ROGGIANI (PD-IDP). La mia parte politica (Commenti)

PRESIDENTE. Scusate, la collega Roggiani intende ricordarlo così. Prego.

SILVIA ROGGIANI (PD-IDP). La mia parte politica ha sempre pensato che ci fosse un modello alternativo possibile, dove il bene comune fosse superiore a quello individuale, dove una società aperta e unita fosse il vero valore da difendere. Per queste ragioni, pur riconoscendo il suo significativo impatto nel plasmare la politica e la società italiana, con altrettanta onestà ho il dovere di ricordare e di rivendicare la nostra totale alterità rispetto alla sua idea di società e alla sua visione politica. E per questo oggi, rivolgendo un pensiero rispettoso alla famiglia, lo ricordiamo come un avversario, perché qui non siamo chiamati a esercitare il dubbio o la sospensione del giudizio; qui siamo chiamati, ogni giorno, a decidere e a scegliere.

E, come allora, da 30 anni a questa parte, la storia ci vede su campi opposti a difendere la nostra visione dell'Italia, quella del lavoro, della scuola pubblica come strumento di riscatto, dell'emarginazione che chiede rispetto, dell'emancipazione, del protagonismo femminile, di chi chiede risposte ai bisogni, coesione e risorse per affrontare un futuro che noi vogliamo di uguaglianza e di diritti. E, scusate, ma, siccome ho sentito, giustamente, comprensibilmente, dai banchi della maggioranza un po' di clamore, chiudo di nuovo con le parole dell'arcivescovo, un anno fa, a Milano: “Quando un uomo è un uomo politico, allora cerca di vincere.

Ha sostenitori e oppositori. C'è chi lo esalta e chi non può sopportarlo. Un uomo politico, nei nostri tempi, è sempre un uomo di parte. Quando un uomo è un personaggio, allora è sempre in scena. Ha ammiratori e detrattori, ha chi lo applaude e chi lo detesta. Silvio Berlusconi è stato certo un uomo politico, è stato certo un uomo d'affari, è stato certo un personaggio alla ribalta della notorietà” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gruppioni. Ne ha facoltà.

NAIKE GRUPPIONI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Prima di portare il mio contributo, volevo dire dall'opposizione che oggi sono onorata di contribuire, di commemorare il Presidente Berlusconi. Silvio Berlusconi non è stato solo un leader, uno statista, un uomo politico. Il Presidente Berlusconi è stato un istrione, un imprenditore, un politico, un Capo di Governo, ma, soprattutto, un generoso, un eclettico, un empatico. In una parola, un grande tra i grandi, in tutte le vite che ha vissuto e in tutti i numerosi ruoli che in queste vite ha interpretato, sempre con signorilità, educazione e quello stile inconfondibile che ha segnato l'impronta di un grande italiano.

Certamente era schietto e sincero nelle sue posizioni, che difendeva e per cui combatteva con la fermezza e la forza di un leone, e per questo era amato profondamente o fortemente odiato. Da imprenditore e da uomo di Stato ha attraversato da protagonista assoluto fasi cruciali, esaltanti, tristi e complesse della vita del Paese, sempre riuscendo a imprimere un segno forte, caratteristico e indelebile nella storia economica, industriale e politica italiana, europea e internazionale.

Imprenditore e comunicatore di talento inarrivabile, politico abilissimo e carismatico, ha saputo prevedere e anticipare le profonde trasformazioni che si stavano producendo nella società, sempre intuendo, intercettando e interpretando le nuove esigenze e le nuove pulsioni che da essa emergevano. Ha sempre difeso e si è sempre battuto in ogni suo ruolo per la libertà e la democrazia liberale, mantenendo, nel suo impegno politico, coerenza ideale e profonda umanità.

Non si può non ricordare la grande dignità del Presidente Berlusconi. Rispettò con disciplina, ma mai con rassegnazione, una sentenza che reputava ingiusta. Scontò la sua pena stando fra i più deboli, cercando di lenire le loro sofferenze e dimostrando una statura che soltanto i grandi della storia sanno dimostrare. Ha lottato fino all'ultimo con fermezza e coraggio contro la grave malattia che lo affliggeva, continuando a lavorare con tutte le sue energie nell'interesse dell'Italia, sempre con lo scopo di contribuire alla costruzione di un futuro migliore per il proprio Paese.

Oggi, a un anno di distanza dalla sua scomparsa, dobbiamo riconoscere che ci manca, manca a noi moderati, ai liberali di tutti gli schieramenti dell'emiciclo, ma anche - ne sono certa - a chi non si riconosce nella sua collocazione politica e ideale, perché, nel trentennio che lo ha visto protagonista indiscusso della scena istituzionale del Paese, le forze politiche si sono divise tra pro e contro Silvio Berlusconi. Possiamo dire che tutta la politica, non solo italiana, si è plasmata a favore o in contrasto al Presidente, alle sue idee, alle sue battaglie, a ciò che rappresentava e a ciò che oggi, pur scomparso, ancora rappresenta.

Da imprenditrice, da parlamentare, da liberale, da donna cresciuta nel trentennio che Silvio Berlusconi ha segnato, posso fare solo mia una frase che rende molto l'idea del vuoto che ha lasciato, ma anche dell'incancellabile presenza di lui: è stato un uomo che ha vissuto troppe vite per andarsene del tutto. Grazie, Presidente, per il contributo alla Nazione, la sua visione e il suo coraggio continueranno ad ispirarci (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva-il Centro-Renew Europe, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE – I deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE si levano in piedi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gardini. Ne ha facoltà.

ELISABETTA GARDINI (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi, membri del Governo, oggi ricordiamo Silvio Berlusconi, una figura straordinaria della nostra storia recente nel primo anniversario della sua scomparsa. È un momento per riflettere sulla sua vita, sulle sue conquiste e sull'eredità che ha lasciato.

Silvio Berlusconi è stato un uomo di grande visione, la sua vita è stata caratterizzata da successi straordinari in molti e disparati campi, dall'imprenditoria allo sport, dall'editoria alla comunicazione, alla politica. A tutti questi mondi ha impresso un'autentica svolta, dettata dal coraggio, dalla passione e dalla determinazione che hanno caratterizzato sempre ogni sua azione.

Tutti ricordiamo il discorso della sua discesa in campo e le parole pronunciate in quel famoso discorso del 1994: “L'Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti (…). Qui ho appreso la passione per la libertà”. Con quel discorso dava una casa politica a una larga parte di italiani che l'avevano perduta e fermava la “gioiosa macchina da guerra” di Achille Occhetto. Anche lui, all'epoca, non l'avevano visto arrivare e con lui, allora, nel lontano 1994, è iniziata, per una sua straordinaria, coraggiosa e folle intuizione, la storia del centrodestra.

Libertà, amore, follia: parole che sono state la bussola di una vita fuori dall'ordinario, una vita, appunto, straordinaria. Follia. Quante volte ha citato l'Elogio della follia di Erasmo da Rotterdam, il libro che aveva ricevuto, ancora studente universitario, da un amico. Come non ritrovare in quel capolavoro della letteratura mondiale lo spirito di questo combattente della vita? Quanti aneddoti, a partire dai suoi primi anni di imprenditore, quando i suoi amici lo sconsigliavano di avventurarsi in progetti che, poi, invece, si rivelavano quelli di maggiore successo. Ma c'è un'altra parola che completa il quadrante della sua bussola nella vita ed è il sorriso. Il sole in tasca, come diceva lui, gliel'aveva detto il suo papà Luigi: “Devi avere il sole in tasca e devi saperlo donare agli altri con un sorriso” (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

Tutto questo ha fatto di lui il leader carismatico che ha saputo parlare agli italiani come ai leader del mondo. Il discorso pronunciato da Presidente del Consiglio al Congresso degli Stati Uniti nel 2006, il discorso alla Knesset, il Parlamento israeliano, nel 2010. La sua politica estera è racchiusa nella foto di Pratica di Mare. Certo, era un altro mondo, ma, all'epoca, fu un risultato straordinario che tutti, ancora oggi, indicano come riferimento per la costruzione di un mondo di pace.

Nonostante tutto questo o, forse, proprio per tutto questo, come ricordato, in queste ore, dalla figlia Barbara, è stato “il leader politico più perseguitato al mondo, con più di 4.000 udienze, 86 processi. Un accanimento” - parole della figlia - “da parte di una parte della magistratura politicizzata che è durato quasi 30 anni e che ne ha gravemente compromesso la salute”.

Forse è stato proprio il clima creato intorno alla figura del politico Berlusconi che ha portato a due aggressioni - una nel 2004, qui, a Roma, a piazza Navona, e un'altra nel 2009, in piazza del Duomo a Milano -, ma questo non gli impedì mai di stare tra la gente. Chi lo incontrava, incontrava l'uomo, Silvio: Silvio, prima che il Presidente del Consiglio, Silvio, prima che l'imprenditore di successo. L'uomo Silvio prevaleva sempre sul ruolo, perché è stato prima di tutto un uomo, un uomo che ha amato la vita e ha saputo viverla intensamente (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e di deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe). Tuttavia, devo aggiungere anche generosità, libertà, amore, follia e sorriso, perché fu straordinariamente generoso e lo fu in modo sempre discreto e riservato.

Silvio Berlusconi era una persona di grande passione e impegno, ha affrontato le sfide con coraggio e ha lavorato instancabilmente per realizzare la sua visione di un'Italia più prospera e dinamica. Ma come già detto, al di là dei successi e delle polemiche, oggi, vogliamo ricordare anche l'uomo e allora mi sento di dire, citando le parole dell'editoriale pubblicato oggi da un quotidiano nazionale, che un lascito straordinario - non so se il più consistente, come ha scritto l'autore dell'articolo - è la sua famiglia e basterebbe questo per stracciare la narrazione prevalente e scrivere daccapo la vera storia di Silvio Berlusconi, mettere le tante tessere della sua intera vita nel giusto posto, dare a ognuna il giusto peso e valore.

Allora, permettetemi di rinnovare ai figli, ai nipoti, a tutti gli amici, alle persone care, a tutti coloro che lo hanno amato, la nostra vicinanza in questo primo anniversario della sua scomparsa. E voglio chiudere con le parole della persona che oggi guida il centrodestra con lo stesso coraggio, la stessa passione, lo stesso spirito libero, il nostro Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha detto: con lui, noi abbiamo combattuto, vinto e perso molte battaglie e anche per lui porteremo a casa gli obiettivi che insieme ci eravamo dati. A nome di tutti noi, grazie, Silvio, non ti dimenticheremo (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e di deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe - I deputati dei gruppi parlamentari di centrodestra si levano in piedi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Toccalini. Ne ha facoltà.

LUCA TOCCALINI (LEGA). Grazie, Presidente. Mai avrei pensato, qualche anno fa, di essere qui, oggi, a ricordare la scomparsa, dopo un anno, del Presidente Berlusconi in quest'Aula. Sono cresciuto e vivo in una delle sue innumerevoli fortune imprenditoriali che è Milano 3, un posto magico, un luogo incredibile, che dimostra ancora una volta la lungimiranza, che già 40 anni fa ebbe il Presidente Berlusconi. È un luogo in cui spero che l'attuale amministrazione comunale possa fare un passo indietro dopo aver negato l'intitolazione di una piazza al Presidente Berlusconi (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE), perché credo che il rispetto e la riconoscenza per colui che ha fondato una città, come questa e come Milano 2, vengano prima di ogni aspetto politico, anche se purtroppo, oggi, quest'Aula, ancora una volta, ha dato la dimostrazione, da parte di alcuni gruppi politici, che, evidentemente, il rispetto vale solo se sei di sinistra (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE). Questo mi dispiace, ma mi dà l'ennesima conferma di chi si riempie la bocca della parola “democrazia”.

Dopodiché, da juventino, non nego che, negli anni, ho invidiato molto i risultati sportivi raggiunti dal Presidente Berlusconi con il suo Milan. Da spettatore, come tanti altri, ho passato e continuo a passare ore sulle reti che lui ha fondato e potenziato nel corso degli anni, ma da appassionato della politica, ancora una volta, non posso che dire grazie al Presidente Berlusconi per aver dedicato la propria vita e la propria salute per cambiare questo Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

Sono stati decenni in cui sono state tante le gioie, tante le emozioni e poche le delusioni e le sconfitte; una di quelle che ricordo, forse la più dolorosa, è stata quando fu costretto a dimettersi nel 2011, con qualche pressione di troppo da parte dell'Unione europea, per lasciare spazio a qualcun altro che non aveva vinto le elezioni per governare. Sono stati decenni, com'è stato ricordato da qualche collega, anche di processi politici che, evidentemente, hanno condizionato la salute del Presidente Berlusconi, ma sono stati tutti processi dai quali il Presidente Berlusconi è sempre uscito più forte, ma soprattutto più amato dai cittadini e questo lo testimoniano i risultati elettorali e i Governi che poi sono stati fatti negli anni.

È stato un politico con la P maiuscola, è stato un grande imprenditore, come hanno ricordato tanti colleghi, ma, soprattutto, è stato anche un gentiluomo, è stato una di quelle persone che non si tirano mai indietro nell'aiutare il prossimo o nell'aiutare chi, in quel momento, magari soffriva o era in difficoltà (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE). E tra i centomila esempi che potrei fare, ne voglio citare uno che ricordo, in un periodo drammatico del nostro Paese, l'epoca del COVID-19, quando il Presidente Berlusconi, nel momento più drammatico della nostra Lombardia, decise di destinare una parte importante del proprio patrimonio per aprire una terapia intensiva di emergenza, che ha salvato tante vite dei lombardi (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE) e noi dobbiamo rendergli onore per questo e per tutto il resto che ha fatto.

Nella scorsa legislatura, ho avuto anche il grande onore di passare qualche ora insieme al Presidente Berlusconi. Sono ore che non dimenticherò mai, per quello che mi ha trasmesso in quei momenti, a partire dalla capacità del Presidente Berlusconi di mettere a proprio agio il proprio interlocutore, chiunque esso fosse. Poteva essere un Presidente di un altro Paese, poteva essere un semplice cittadino, ma la capacità che aveva di mettere a proprio agio il proprio interlocutore non era una cosa così scontata e, soprattutto, ricordo quegli occhi lucidi, quando raccontava tutti i suoi successi, quello che aveva fatto, quello che aveva in mente di fare, perché il Presidente Berlusconi ragionava sempre non al giorno dopo, ma ai vent'anni successivi, e questo è stato uno dei punti di forza che l'hanno accompagnato per tutta la vita. Soprattutto, mi ha trasmesso la determinazione di chi nel proprio vocabolario personale non ha mai avuto la parola “sconfitta”, non ha mai avuto la parola “rassegnazione” e non ha mai mollato, nonostante le tante difficoltà che qualcuno gli ha messo davanti (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

Quindi, rivolgo un grazie di cuore al Presidente per questo e per il fatto che - ed è la cosa che mi ha commosso di più l'ultima volta che ho avuto l'onore di parlarci - ci ha augurato buona fortuna, a me e alla mia compagna, perché, da lì a poche settimane, sarebbe nata nostra figlia. Da come raccontava la gioia non solo dei suoi figli, ma anche dei suoi 17 nipoti di allora, faceva capire di essere stato un grande padre e un grande nonno per la propria famiglia (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

Concludo, dicendo che il Presidente Berlusconi ci ha lasciato una grande eredità con la sua scomparsa, tanti progetti da cominciare e tanti progetti da compiere, penso alla riforma della giustizia, su cui ha fatto la battaglia della vita, penso al ponte sullo Stretto di Messina, a Matteo Salvini, a cui oggi spetta l'onere di portare avanti questa sacrosanta opera e penso anche alla grande diplomazia internazionale che il Presidente Berlusconi ha avuto negli anni della sua carriera. Ecco, magari, di questo dovremmo fare tesoro, in questo momento drammatico di guerre, nel nostro Paese, perché credo che il Presidente Berlusconi abbia dimostrato, negli anni, cosa significhi la parola “diplomazia” e cosa significhi risolvere i problemi (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

Ringrazio i figli, ringrazio l'amica Marta, mando un abbraccio alla comunità di Forza Italia. E grazie, Presidente, perché manchi davvero tanto (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE) e di deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe - I deputati dei gruppi di centrodestra si levano in piedi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Noi, oggi, rinnoviamo il nostro cordoglio personale alla famiglia per la perdita umana di Silvio Berlusconi, a tutta la comunità, ovviamente, di Forza Italia e alle persone che hanno voluto bene a Silvio Berlusconi. Questo cordoglio personale credo sia dovuto e necessario. Oggi, però, a distanza di un anno sentiamo, anche dalle parole del capogruppo di Forza Italia, che, legittimamente, si è voluta fare una ricostruzione storica e politica di quella che è stata la figura di Silvio Berlusconi. Noi dobbiamo rispettare il luogo in cui siamo e quello che rappresentiamo e anche il fatto che quello che diciamo oggi, magari tra qualche anno, verrà letto nei resoconti e verrà riportato e, quindi, noi non ci possiamo sottrarre, per questo motivo, dal dire quella che è la nostra posizione sulla figura storica e politica di Silvio Berlusconi e dal farlo oggi, come abbiamo sempre fatto anche quando era in vita.

Noi riteniamo che l'eredità di Silvio Berlusconi in questo Paese sia stata politicamente e moralmente disastrosa. Noi riteniamo che non sia mai esistito un Presidente, in un Paese occidentale, condannato per frode fiscale e che abbia legittimato, quindi, tutti gli evasori fiscali a sentirsi impuniti se una persona così di prestigio non si prendeva mai una responsabilità e dava sempre le colpe ai giudici. Berlusconi ha inquinato il rapporto tra politica e magistratura, perché ricordiamo tutti quando, all'inizio di Tangentopoli, lui cercò di cavalcare quella vicenda e, addirittura, promettere ad Antonio Di Pietro un Ministero; poi, quando hanno cominciato a indagare su di lui, allora è cambiato tutto, allora sono cominciati gli attacchi ai giudici. Allora, vogliamo capire quale sia stata la rivoluzione politica e liberale di Berlusconi, io voglio sapere qual è stata una riforma che ha fatto Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti), voglio sapere… voglio sapere, Presidente (I deputati dei gruppi di centrodestra lasciano i banchi ed escono dall'Aula - Una voce: “Vergognati!”).

PRESIDENTE. Colleghi, per favore! Colleghi, vi prego.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Voglio sapere perché è sempre stata colpa degli altri: è sempre stata colpa degli alleati, è sempre stata colpa dei giudici, è sempre stata colpa di un sistema mediatico, che era completamente al suo servizio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti).

PRESIDENTE. Per favore, colleghi.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Noi non accettiamo, non accettiamo - mi dispiace - una beatificazione di una persona che ha definito un eroe Vittorio Mangano, che era un pluriomicida mafioso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti)!

PRESIDENTE. Colleghi.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). …e che se la Presidente del Consiglio dice di ispirarsi a Paolo Borsellino deve sapere che Borsellino definì Mangano una delle teste di ponte dell'organizzazione mafiosa nel Nord Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti)! Noi non accettiamo il messaggio che è stato lasciato a tutte le donne di questo Paese, che se studi e se lavori devi faticare; se, invece, sei carina e sei a disposizione del capo, puoi fare i soldi e puoi avere una posizione, in questo Paese!

PRESIDENTE. Onorevole Riccardo Ricciardi, meno male che è una commemorazione. Abbia pazienza… onorevole Ricciardi, come dire? È inutile. Prego.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Noi non accettiamo una persona che ha sdoganato un messaggio devastante, che è molto più importante, cioè dire cosa si ha e non cosa si è, perché questo ha lasciato a queste generazioni. Dunque, noi non ci mettiamo a fare l'innumerevole elenco dei procedimenti giudiziari di Berlusconi - non ci sarebbe tempo - e, soprattutto, lo svilimento di questo Parlamento, perché noi non possiamo pensare, in quest'Aula, che un Parlamento ha votato, per ordine di Berlusconi, che Ruby era la nipote di Mubarak (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), non possiamo non ricordare che la corte di appello di Napoli ha certificato la compravendita di senatori per far cadere un Governo legittimamente eletto, e questa è l'Aula e la democrazia a cui dobbiamo portare rispetto! Dunque, noi non possiamo, per il rispetto che dobbiamo a quest'Aula, non giudicare il contributo che Berlusconi ha dato a questo Paese, in termini politici, etici e morali, disastroso, per quell'epoca e anche per le nostre generazioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessio. Ne ha facoltà (I deputati dei gruppi di centrodestra rientrano in Aula e siedono nei propri banchi).

ANTONIO D'ALESSIO (AZ-PER-RE). Siamo a una commemorazione e non a un giudizio politico, né in un tribunale. Quattro volte Presidente del Consiglio, dopo aver iniziato la sua attività imprenditoriale nel campo dell'edilizia, realizzando Milano 2, nel 1975 costituì la holding Fininvest e, nell'ambito di quest'ultima, la società di produzione multimediale Mediaset nel 1993, rivoluzionando il mondo della televisione. Ex presidente del Milan dal 1986 e ideatore di Forza Italia, Berlusconi è morto il 12 giugno 2023, dopo l'improvviso aggravarsi delle sue condizioni di salute, che lo avevano costretto a un ricovero all'ospedale San Raffaele di Milano. Aveva 86 anni e da tempo combatteva contro una leucemia cronica, ultima di una lunga serie di malattie a cui non aveva alcuna intenzione di arrendersi. Nell'imminenza delle elezioni del 1994 Berlusconi entrò in politica fondando Forza Italia, partito politico di centrodestra confluito nel Popolo delle Libertà nel 2008 e poi rifondato nel 2013.

Le sue politiche hanno segnato la vita pubblica italiana dalla metà degli anni Novanta ai primi anni del 2010. È il politico che è rimasto in carica più a lungo nel ruolo di Presidente del Consiglio dell'Italia repubblicana. Ha sicuramente impresso, da protagonista, un forte e indelebile segno nella storia economica, sportiva, industriale e politica italiana, europea e internazionale con la sua idea di centrodestra, a onor del vero moderata ed europeista. Per 30 anni ha vissuto e inciso fortemente sullo scenario politico.

Oggi anche chi l'ha affrontato da avversario politico ha il dovere di riconoscerne l'indiscutibile peso nella storia recente. Con la sua scomparsa si è ovviamente chiusa una fase storica, le cui valutazioni e il cui giudizio si differenziano inevitabilmente, ma che è stata da lui segnata da protagonista vero. Ai familiari e alla comunità politica di Forza Italia rinnoviamo, ancora una volta, un doveroso e sentito abbraccio (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Se non vi sono altri deputati che intendono intervenire, do la parola al Vicepresidente del Consiglio dei Ministri, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, l'onorevole Antonio Tajani, che ne ha fatto richiesta. Ne ha facoltà.

ANTONIO TAJANI, Vicepresidente del Consiglio dei ministri. Grazie, signor Presidente. Da questi banchi vorrei ricordare l'azione di governo di Silvio Berlusconi, che è stato il Presidente del Consiglio più longevo nella storia della Repubblica. Ricordo anche, da Ministro degli Affari esteri, il suo ruolo svolto come capo della nostra diplomazia, azione sempre svolta a sostegno della pace, guardando sempre al continente africano con uno sguardo quasi anticipatorio. Oggi si parla di Piano Mattei e lui parlava di un Piano Marshall per far crescere il continente africano. Ricordo il suo ruolo di Ministro che cercò di trasformare tutte le nostre ambasciate in luogo di promozione delle nostre imprese nel mondo. Voglio ricordare il suo discorso al Congresso degli Stati Uniti, dove venne invitato a ricordare il ruolo delle relazioni transatlantiche, dove lui ricordò il sacrificio di tanti giovani americani morti per la libertà dell'Europa. Ricordo il suo europeismo, la sua presenza al Parlamento europeo, dove in due occasioni dimostrò veramente di guardare ai valori e agli ideali nei quali credeva. Ricordo una richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dell'onorevole Massimo D'Alema, di fronte alla Commissione giuridica del Parlamento europeo. All'epoca, io ero capo della delegazione di Forza Italia e lui mi chiamò e mi disse: “Comportatevi con D'Alema come se fossi io, perché si è garantisti con tutti” (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e di deputati dei gruppi Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e Italia Viva-il Centro-Renew Europe). Ricordo anche - e per lui non fu facile, perché doveva condannare la scelta di una persona che era stata sua amica - quando votò contro al Parlamento europeo sull'invasione dell'Ucraina insieme a tutta la famiglia politica.

L'Europa e gli Stati Uniti erano i suoi punti di riferimento e voglio anche ricordare il Presidente del Consiglio vicino al popolo e non vicino ai ricchi. Ricordo l'incontro nel 1994 con i minatori del Sulcis Iglesiente, che chiedevano aiuto perché le miniere erano in grave difficoltà, e lui risolse il problema per i minatori del Sulcis Iglesiente (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

Lo ricordo in visita a Bari vecchia tra la gente più povera, donne che vivevano con 200.000 o 300.000 lire al mese, e da quella visita decise poi di aumentare le pensioni fino a un milione di lire al mese (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

Lo ricordo, lo ricordo con il consiglio di fabbrica della Gilera che stava chiudendo. Accolse il consiglio di fabbrica a casa sua come avrebbe accolto e come accoglieva i primi del mondo, perché per lui non c'erano differenze tra persone ricche e persone meno ricche, erano sempre delle persone (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE). E anche ebbe alto il senso delle istituzioni. Partecipò anche all'ultimo Governo Draghi, del quale faceva parte il MoVimento 5 Stelle. Se andava bene allora, non vedo perché non vada bene adesso. Se il giudizio morale era così negativo, perché accettare di stare insieme (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE – I deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE si levano in piedi – Deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle escono dall'Aula)?

E non ci fu mai un atteggiamento, anche quando era all'opposizione, quindi non capo del Governo, non l'uomo di Governo, anche nei confronti dell'allora Presidente del Consiglio Conte, usò sempre parole gradevoli e mai offensive nei suoi confronti, pur essendo all'opposizione, garantendo sempre e comunque - ricorderete tutte le vicende legate al COVID - un atteggiamento sempre e comunque costruttivo, nell'interesse dell'Italia che era la sua patria.

Non fece mai prevalere l'interesse di partito sull'interesse nazionale, questo credo che debba essere comunque ricordato. E lo ricordo Presidente del Consiglio in mezzo al popolo abruzzese, al popolo de L'Aquila, città devastata dal terremoto (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE), e fece per quella gente quello che nessuno mai fece per loro. Ricordiamo la ricostruzione de L'Aquila, ricordiamo anche il discorso di Onna, alto discorso, di grande valore, per ricordare la battaglia della libertà di tanti italiani, in un Paese riunificato che, in nome della libertà, doveva guardare al futuro. Con il fazzoletto della Brigata Maiella al collo, pronto anche lui sempre a difendere la libertà che era il valore principale nel quale credeva.

Certamente, è lecito in politica criticare gli avversari. Anche lui criticò tante idee degli avversari, tante proposte, anche in maniera ferma, ma non mancò mai il rispetto nei confronti dell'avversario politico, mai, neanche una volta (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE) – I deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE si levano in piedi). Questo è il grande insegnamento: in ogni democrazia si combattono le idee, non si combattono gli uomini e non si combattono le donne che la pensano diversamente (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE). Questo è il bello della democrazia. Ci sono tanti esempi che potremmo ricordare.

Io ricordo un insegnamento, e questo poi è ritornato sempre, - concludo Presidente - del Presidente Berlusconi: sempre attenzione agli altri. In questo Parlamento - io forse ero nato da poco - ricordo l'onorevole Pajetta, autorevole deputato comunista, accompagnare lungo le scale di Montecitorio, all'epoca c'erano gli scalini per scendere fino in piazza, il deputato monarchico Carlo Delcroix, cieco di guerra: Pajetta gli offriva il braccio, a dimostrazione che anche lì c'erano uomini che combattevano le idee, che combattevano i pensieri, ma non combattevano mai gli avversari politici come persone. Questo insegnamento è stato anche l'insegnamento di Silvio Berlusconi (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE) e di deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe - I deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE si levano in piedi).

PRESIDENTE. La Presidenza, colleghi, si associa a quello che, anche con palpabile commozione, alcuni di voi hanno ricordato del Presidente Berlusconi.

Chi presiede in questo momento non può fare a meno di ricordare l'uomo d'impresa, capace di mille imprese, l'uomo di Stato, lo statista, un italiano fiero e orgoglioso della sua patria. Grazie a tutti (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE) e di deputati dei gruppi Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1665.

(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 1665​)

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1665: Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario, ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione.

Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato, da ultimo, respinto l'emendamento 1.122 Alifano.

Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, la deputata Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Chiedo un attimo al Presidente di garantire l'attenzione dell'Aula e mi permetto, tramite lei, di chiedere anche al Vicepresidente Tajani, che è ancora qui in Aula, di poter ascoltare il mio intervento, perché mi riferisco proprio alle sue parole, alle parole che abbiamo letto poco fa in un'agenzia. Vicepresidente Tajani, lei, a conclusione dei lavori della segreteria di Forza Italia, ha annunciato che “Forza Italia sta lavorando ad avere il maggior numero di voti agli ordini del giorno perché non possiamo accettare che la riforma dell'autonomia differenziata non sostenga anche il Sud”.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA (ore 17,07)

CHIARA BRAGA (PD-IDP). Lei stamattina non ha seguito - era impegnato, giustamente, in altri adempimenti - i lavori di quest'Aula, ma siccome queste parole non sono solo le parole del segretario di Forza Italia, ma del Vicepresidente del Consiglio, che sarebbe gentile se finisse di ascoltare il mio intervento, ci chiediamo e siamo sicuri che lei non pensa, da Vicepresidente del Consiglio, che si possano garantire i LEP per i cittadini italiani con un ordine del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

Serve approvare uno dei nostri emendamenti, uno dei tanti che abbiamo discusso, sui quali abbiamo ascoltato il silenzio totale della maggioranza. Vi chiediamo di discutere nel merito, di fermarvi, di votare questi emendamenti, ma anzi, ancora di più, Presidente, di fare in modo (Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

SALVATORE DEIDDA (FDI). Stai intervenendo sull'ordine dei lavori!

CHIARA BRAGA (PD-IDP). Mi rivolgo…

PRESIDENTE. C'è il Governo presente, comunque.

CHIARA BRAGA (PD-IDP). Capisco che crea un certo fastidio ascoltare un richiamo alla coerenza delle parole che sono state pronunciate, perché noi vorremmo semplicemente che ci fosse un po' di coerenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Se questo provvedimento ha bisogno di un intervento del Governo e del Parlamento che garantisca che i LEP salvaguardino i cittadini del Sud, è perché questo provvedimento che state approvando non lo fa (Una voce dai banchi del gruppo Fratelli d'Italia: “Stai zitta!”). Cosa ha detto, scusi? Stai zitta? Si è rivolto a me, dicendo stai zitta? Presidente, la prego di garantire (Vive proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)

PRESIDENTE. Vi prego, qua nessuno può dire a nessuno di stare zitto. No, onorevole no, aspetti… Per favore, un attimo. Onorevole Deidda, la prego, non dica stia zitta. No, non può dirlo. Non si può dire. La prego, la prego, la prego (Il deputato Amendola scende al centro dell'emiciclo dirigendosi verso i banchi del gruppo Fratelli d'Italia, seguito dai deputati Casu, Sarracino, De Luca e Grimaldi - Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Per cortesia, richiamo cortesemente alla serenità.

Ritornate nei banchi. Onorevole Amendola, ritorni al posto, per favore. Onorevole Casu, ritorni al posto, per favore. Per favore, onorevole Amendola, la prego, ritorni al posto, insieme all'onorevole Casu. Per favore, se i capigruppo possono intervenire, facendo riacquisire ai gruppi tranquillità, per favore. Vista la situazione, sospendiamo per 10 minuti la seduta.

La seduta, sospesa alle 17,10, è ripresa alle 17,15.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Mi pare di aver capito, onorevole Deidda, che lei vuole intervenire per precisare quanto avvenuto, forse dalla Presidenza abbiamo capito noi male, se ho capito male io, mi fa piacere ascoltare la sua versione.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Presidente, io voglio chiarire che non mi rivolgevo alla collega Braga, assolutamente, io interloquivo con lei, chiedendole quale fosse il motivo dell'ordine dei lavori, poi ho sentito un urlo di un collega, ho detto “stai zitto!”, ma non all'onorevole Braga, non mi sarei mai permesso, quindi questo per chiarire ai colleghi che non mi sarei mai permesso (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ringraziamo l'onorevole Deidda e facciamo terminare l'intervento all'onorevole Braga. Onorevole Braga, ha ancora tre minuti, se vuole continuare.

CHIARA BRAGA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole Deidda, per il chiarimento. La mia solidarietà va all'altro collega che si è sentito rivolgere questo invito, ma comunque chiudiamo qui l'incidente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Chiudiamo la vicenda, chiudiamo la vicenda.

CHIARA BRAGA (PD-IDP). Intendo continuare, Presidente, sul merito del mio intervento, perché davvero è una questione di sostanza. Ricordavo le parole del Segretario di Forza Italia, nonché Vicepresidente del Consiglio.

Noi non possiamo credere - dicevo - che davvero il Vicepresidente del Consiglio, che rappresenta il Governo, che conosce questo provvedimento - perché su questo provvedimento abbiamo visto come tutte le forze di maggioranza, fino a questo momento, non hanno, in qualche modo, mostrato volontà di aprire una discussione -, ripeto: non posso credere che il Vicepresidente del Consiglio non sappia che è un ordine del giorno, vista la rilevanza e la gravità della questione che stiamo ponendo e che, guardate, è il cuore della nostra critica su questo provvedimento, ossia la mancanza di risorse per finanziare i LEP.

Se c'è una questione su cui non possiamo transigere è questa, e questa si risolve solo modificando questa legge, approvando uno degli emendamenti dell'opposizione o, se non c'è questa volontà, riaprendo una discussione tra le forze politiche.

Mandiamo questa discussione nella sede propria, che è la Commissione, facciamo in modo che si possa definire insieme come garantire quell'obiettivo, che anche il Vicepresidente Tajani ha sottolineato, cioè che i LEP, quando mai dovesse essere attivata la procedura dell'autonomia differenziata, garantiscano il riconoscimento e il finanziamento dei servizi fondamentali.

Per questo motivo, proprio perché prendiamo molto sul serio le parole del Vicepresidente Tajani, le chiediamo, Presidente, le chiediamo… scusi Presidente… le chiediamo, Presidente Costa… (Commenti)

PRESIDENTE. La ascolto, la ascolto.

CHIARA BRAGA (PD-IDP). Siccome ho una richiesta specifica da rivolgerle, Presidente, alla luce di queste parole le chiediamo di avanzare, anche all'attenzione del Presidente della Camera, la convocazione di una Conferenza dei Presidenti di Gruppo, perché noi vogliamo capire in quella sede se le parole che ha pronunciato Tajani sono parole che hanno una coerenza con il comportamento e con il prosieguo dell'esame di quest'Aula, in modo da riaprire una discussione su questo punto. Non possiamo ritardare questo momento, questa discussione, perché è in questa fase, su questi emendamenti che si sta definendo esattamente il cuore della questione, cioè il finanziamento dei LEP. Quindi io, formalmente, le avanzo la richiesta di convocare una Conferenza dei Presidenti di Gruppo e di riportare la discussione in quella sede per riaprire la discussione e fare in modo che si possa dare conto e seguito agli intendimenti di cui abbiamo sentito esprimere l'orientamento dal Vicepresidente Tajani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Prima di inoltrare la richiesta che lei ha formulato, sentiamo l'onorevole Silvestri, magari intende fare la medesima richiesta. Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Sempre sull'ordine dei lavori, Presidente. A questo punto lo divido in due, prima di associarmi alla richiesta della collega Braga.

Vede, io oggi sono intervenuto proprio per sottolineare l'atteggiamento che quest'Aula sta prendendo. Non ci sono stati interventi a difesa dell'autonomia differenziata. I testi che leggeranno nei prossimi anni della maggioranza a difesa dell'autonomia differenziata - cito testualmente - saranno: “Ti aspettiamo fuori”, “vaffanculo” e “stai zitto!” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ora, sinceramente, a questi contributi importantissimi nel dibattito (Commenti)… io ho solo citato voi, quindi se vi scaldate, perché vi sto citando, c'è un problema.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Silvestri, chiedo scusa, ovviamente noi su queste cose abbiamo già l'Ufficio di Presidenza, che valuterà le eventuali distonie col Regolamento dell'Aula.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Guardi, seguirà lettera, ma…

PRESIDENTE. Non lo so cosa seguirà, però è l'Ufficio di Presidenza, ecco.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Seguirà lettera. Mi scuserà sulla volgarità, ma la aggiorno sul “vaffanculo”, perché era di pochi minuti fa.

PRESIDENTE. La prego di evitare di ribadire.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Detto questo… e vi sto citando, quindi non vi scaldate, perché vi sto citando, dovreste essere orgogliosi.

TOMMASO FOTI (FDI). Ti stai autocitando!

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Detto questo, vengo alla questione politica, perché a questi contributi che le ho elencato giustamente la collega Braga chiede una Conferenza dei Presidenti di Gruppo. Perché chiede una Conferenza dei Presidenti di Gruppo? Perché - leggo l'ANSA - Tajani: “Non accettiamo che la riforma non sostenga anche il Sud”.

Ora, c'è una premessa. Il Vicepresidente del Consiglio ha ammesso - per rilanciare politicamente, dal punto di vista elettorale - ha ammesso che questa riforma non sostiene il Sud (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Quindi, noi le chiediamo una Conferenza dei Presidenti di Gruppo, perché siamo in tempo per intervenire, anche qui cito Tajani - io, guardi, dei 5 Stelle non sto dicendo niente, sto solo citando loro - prendendo le parole di Tajani e apprendendo che il Vicepresidente del Consiglio, su una riforma del genere, dice che questa riforma non sostiene il Sud - buongiorno? buongiorno? - e quindi vuole intervenire con… gli ordini del giorno?

Cioè, c'è una riforma che non sostiene il Sud, isola le regioni, isola i loro problemi, crea più solitudine e tu come intervieni? Con gli ordini del giorno?

Allora, io rispetto la presa di coscienza del Vicepresidente Tajani, la rispetto e addirittura la condivido, e addirittura la rilancio e chiedo, insieme alla collega Braga, una Conferenza dei Presidenti di Gruppo per determinare - preso atto della condizione politica dove un Vicepresidente prende atto dei problemi che creerà questa riforma - di poter intervenire nuovamente, sulla base di quello che il Vicepresidente dice, di tornare in Commissione e non affidarsi agli ordini del giorno, perché chiunque fa il parlamentare sa che un ordine del giorno non si nega mai a nessuno, quindi figuratevi l'importanza degli ordini del giorno. Ma, se il Sud è in difficoltà grazie a questa riforma, andiamo in Commissione, affrontiamola nel merito e risolviamo tutto quello che, a questo punto, anche Forza Italia vuole risolvere, perché se no sarà l'ordine del giorno più ipocrita della storia, più ipocrita della storia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Anche noi chiediamo una Conferenza dei Presidenti di Gruppo. Tra l'altro, come è già stato richiesto ieri, nella scorsa Conferenza dei Presidenti di Gruppo, noi dovremmo svolgere la nostra riunione in serata.

Eravamo disponibilissimi a spostare l'inizio dalle ore 19, dalle 20, anche alle 22 per lavorare ancora un po', ma mi faccia dire che l'intervento scomposto di Tajani ci crea qualche imbarazzo. Qualche imbarazzo perché la seduta non è finita, abbiamo almeno altre 16 ore, 18 ore, poi dipenderà anche se parleranno, se parlerà a maggioranza, a quel punto ne avremo anche 20, 24 davanti. Apprendiamo che Tajani - leggo un'agenzia - dice: “Manteniamo impegni con i LEP”. Anzi, dice esattamente: “I nostri gruppi parlamentari sono al lavoro sulla questione dell'autonomia differenziata”. Non li abbiamo visti, in questi minuti, né prendere parola sugli emendamenti - probabilmente lo faranno - e dice: “Per noi sarà una fotografia fondamentale, perché non accettiamo che la riforma non sostenga anche il Sud”. Cioè, il Vicepremier dice che non accetta che questa riforma non aiuti anche il Sud, anzi, non sostenga anche il Sud. Non lo accettiamo neanche noi ed è l'oggetto degli emendamenti che stiamo facendo. Quindi, noi chiediamo, semplicemente, di venirci incontro. Non è possibile pensare che in una seduta così importante non si abbia la possibilità di esprimersi, che nessun emendamento venga accolto, che non si possa andare in terza lettura.

Non è possibile pensare davvero che vi siano forze così autorevoli in maggioranza, qualsiasi siano, autorevoli per modo di dire. Se avete - qualsiasi di voi - veramente a cuore l'interesse del Paese, se pensate davvero che, senza rivedere i LEP, senza rivedere il sostegno finanziario a questa norma ci potrebbe essere un'ulteriore divaricazione in questo Paese, vi chiediamo sommessamente di fermarvi. Incontriamoci, vediamoci in una Conferenza dei presidenti di gruppo. Nessuno ha scritto sulla pietra che questo provvedimento debba passare entro la prossima settimana. Nessuno ha scritto sulla pietra che questo provvedimento non possa avere una terza lettura. Per questo ci uniamo alle opposizioni e vi chiediamo, appunto, di interrompere la seduta (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Comunico che ovviamente abbiamo avvisato immediatamente il Presidente Fontana, che ci farà sapere le sue valutazioni che, ovviamente, non dipendono da me.

(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 1665​)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori e passiamo ora all'emendamento Auriemma 1.123, sul quale il relatore per la maggioranza e il Governo hanno espresso parere contrario, mentre il relatore di minoranza ha espresso parere favorevole. Ribadisco: Auriemma 1.123. Ha chiesto di parlare l'onorevole Auriemma. Ne ha facoltà.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento vuole porre un freno rispetto al trasferimento delle materie. Facciamo presente una cosa: se è pur vero che per le materie LEP è necessaria l'individuazione, con riferimento alle materie non LEP queste verranno immediatamente trasferite alle regioni e, quindi, di fatto, a cascata, cadranno sui nostri comuni, sugli amministratori.

Questo che cosa comporta? È evidente che comporta un aggravio di funzioni ai comuni. Ebbene, questa maggioranza non si preoccupa dei propri amministratori perché i comuni - come sappiamo - soprattutto i comuni al Sud, hanno un deficit di personale. Come si può pensare di trasferire, anche indirettamente, delle funzioni amministrative, senza però rafforzare la pianta organica?

Tutti gli emendamenti che sono stati presentati dal MoVimento 5 Stelle anche a provvedimenti precedenti, che riguardavano la possibilità, per i comuni, di rafforzare la pianta organica e le figure all'interno dei comuni - anche, per esempio, per la progettazione del PNRR - sono sempre stati bocciati.

Quindi, ci troviamo ancora una volta che i comuni, nonostante siano i protagonisti e siano l'ente più vicino ai cittadini, non vengono di fatto considerati. Non vengono considerati proprio dalle forze di questa maggioranza. Penso proprio alla Lega che ha tanti amministratori locali che, però, nel concreto, non vengono aiutati. Per questo, noi chiediamo innanzitutto di bloccare il trasferimento delle funzioni amministrative, anche per evitare una lesione dell'articolo 118 della Costituzione. Poi, chiediamo soprattutto un rafforzamento delle piante organiche dei comuni.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Auriemma 1.123, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo all'emendamento Fenu 1.125. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fenu. Ne ha facoltà.

EMILIANO FENU (M5S). Grazie, Presidente. Ora, con questo emendamento noi chiediamo una cosa che sarebbe normale se non ci volessimo prendere in giro, soprattutto nel caso in cui, tra di voi, non vi vogliate prendere in giro.

Chiediamo che, nel caso in cui le regioni richiedano un consistente numero di funzioni al Governo, il Governo trasmetta alle Camere una relazione con cui valuta la capienza della compartecipazione di quelle regioni sui tributi statali e la proiezione nel tempo dell'andamento del gettito ai fini della sostenibilità. In sintesi, il Governo, in caso di richiesta di trasferimento di funzioni, deve dire, dovrebbe dire al Parlamento se i soldi ci sono per pagare i servizi e se i soldi ci sono per rinunciare alla compartecipazione al gettito dello Stato. È una cosa normale, è una cosa che anche la Ragioneria fa in ogni provvedimento, però, evidentemente, si vuole evitare di affrontare questo argomento perché le risorse per attuare questa riforma non ci sono, ma, in ogni caso, il disegno di legge lo si vuole portare avanti, lasciando nel nostro sistema normativo un provvedimento molto pericoloso.

A me dispiace perché i due principali partiti, che sostengono il Governo e che fanno parte della maggioranza, portano il nome dell'Italia nel nome del loro partito e il problema è che, con quest'approvazione, con questo disegno di legge, che si sta cercando di portare avanti, si sta distruggendo il Paese, non soltanto il Sud, ma anche il Nord (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Senza considerare, Presidente, quello che stiamo vivendo in quest'ultimo anno, si sta portando a conclusione una guerra mondiale, divisa per aree, e l'Europa, in queste varie guerre, soprattutto in quella che riguarda la nostra area, cioè quella ucraina, non aveva e non ha alcun interesse. Tuttavia, poiché l'Europa è divisa e non riesce a influire sull'interesse di un altro Paese, anche con riferimento a interessi economici ben precisi di un altro Paese, poiché è divisa e non conta nulla - e l'Italia e il Governo italiano, in Europa, non contano nulla -, nonostante questo, stiamo dividendo ulteriormente il nostro Paese in modo da contare ancora meno rispetto ad adesso. Quindi, chiedo di prendere in considerazione l'emendamento, ma, soprattutto, di abbandonare questa strada che ci porterà davvero al disastro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fenu 1.125, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo all'emendamento Ubaldo Pagano 1.126. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stefanazzi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo emendamento interviene, peraltro a pieno sostegno delle dichiarazioni appena rese dal compagno Tajani, sul tema dei livelli essenziali delle prestazioni, cioè di quegli standard che - come dovrebbero sapere soprattutto i miei colleghi meridionali - garantiscono, dovrebbero garantire a tutti i cittadini, indipendentemente dal luogo dove sono nati, lo stesso livello di diritti sociali e civili. I LEP sono infatti nati con uno scopo preciso, quello di garantire a chiunque viva in uno degli 8.000 e più comuni del nostro Paese di godere degli stessi diritti e dello stesso livello di prestazioni.

Ora, però, come è noto - ancora una volta, soprattutto ai miei colleghi meridionali - i LEP non sono garantiti in maniera uniforme in questo Paese e spesso, molto spesso, nascere al di sotto di Roma crea qualche problema e rende un po' complicata la vita. Di fronte a questa evidenza, la maggioranza, purtroppo, con la complice e sconcertante partecipazione dei deputati meridionali, anziché preoccuparsi di perequare i LEP o di iniziare la perequazione dei LEP, accelera, assecondando questa smania di una parte della maggioranza di arrivare a questa benedetta autonomia.

Non è ancora tutto, perché, oltre a questo oltraggio nei confronti dei cittadini meridionali, il Governo ha ulteriormente deciso di umiliare il Parlamento, privandolo della prerogativa, che credo gli sia riconosciuta in quanto intermediario del popolo sovrano, di determinare questi benedetti LEP, affidando la determinazione a un comitato che, indipendentemente dalla preparazione dei suoi componenti, è comunque un comitato tecnico terzo. Quindi, oltre ad avere condannato all'irrilevanza il Parlamento, avete di fatto privato il popolo sovrano di un diritto che gli è riconosciuto dalla Costituzione.

Con questo emendamento, in particolare, la legge individua due percorsi per l'individuazione dei LEP ai fini della devoluzione delle competenze alle regioni. Uno è quello delle materie LEP individuate dalla commissione, che è molto tortuoso, lento e non sta riuscendo, di fatto, per mancanza di risorse, a far salve le posizioni dei cittadini del Mezzogiorno. L'altro, invece, è quello immediato, com'è noto, che riguarda tutte le altre materie: procedure semplificate, nessuna attesa e zero costi.

Allora, il dubbio nasce proprio dal combinato disposto di questi due articoli, perché chi ci garantisce, Presidente, che in questo modo non si faranno nuove e più importanti forzature proprio sui LEP, scambiando diritti per non diritti, a seconda della necessità di chiudere il negoziato tra regione e Governo sulle materie devolute, aprendo di fatto alla possibilità di creare nuove disuguaglianze, nuovi divari e nuove differenze fra cittadini e cittadini, tra un territorio e l'altro?

Questo emendamento vuole intervenire proprio in questa area grigia che avete creato ad hoc, chiedendo che la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni non sia riconosciuta alle sole funzioni oggetto di trasferimento, ma riguardi tutte le funzioni che attualmente lo Stato svolge. Prego, suo tramite, Presidente, la maggioranza di uscire dall'ombra con cui coprite questo provvedimento mostruoso e mortale per il Mezzogiorno, avendo il coraggio delle vostre azioni e dichiarando - questo lo chiedo davvero con enorme umiltà ai miei colleghi meridionali - che l'obiettivo finale, almeno il vostro, è quello di spezzare l'unità del Paese e umiliare i poveri cittadini del Mezzogiorno. Abbiate il coraggio di dirlo! Uno di voi si alzi e difenda questo benedetto provvedimento, abbiate il coraggio di farlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.126 Ubaldo Pagano, con il parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo all'emendamento 1.179 Alfonso Colucci.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento noi intendiamo mitigare gli effetti dell'autonomia differenziata che quest'Aula, la maggioranza, si appresta ad approvare. Cerchiamo di limitarli escludendo che oggetto di devoluzione possano essere particolari materie. Ne elenco solamente alcune, ad esempio la materia dell'istruzione. Ho già espresso ieri i pericoli che derivano dalla regionalizzazione sia dei programmi, sia delle forme organizzative dell'istruzione, sia anche dei contratti a favore del comparto dell'istruzione, ma anche, aggiungo, la materia della Protezione civile e la ricerca scientifica e tecnologica, parliamo anche della sanità, la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell'energia.

Ci chiediamo e continuiamo a chiederci come sia possibile pensare che si possa attuare un'efficace politica energetica regionalizzandola (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), com'è possibile che, ad esempio, una piccola regione come la regione Molise possa effettuare un'efficace politica energetica nelle ristrettezze, naturalmente, del proprio territorio. Pensiamo che ci siano delle materie strategiche per il nostro Stato e per la nostra organizzazione statuale che necessitano per definizione di una dimensione centrale e non possono essere efficacemente svolte in una dimensione così particolaristica e localistica.

Possiamo dire che questo provvedimento risente anche di una concezione provinciale e anche limitata e particolaristica, nel senso che andiamo verso una legislazione che progressivamente tende a superare anche il concetto di statualità e diventa sempre più una dimensione normativa e organizzativa sovranazionale, in questo caso europea, abbiamo appena affrontato le elezioni europee. Qui, invece, assistiamo a un regionalismo particolaristico e provinciale, per il quale singole unità, che sono atomistiche, potrebbero incidere, secondo questo progetto, su settori strategici, ad esempio anche la sanità, che è molto importante.

Voi della maggioranza pensate che una progettazione infrastrutturale e strategica sui porti, sui trasporti, sul trasporto ferroviario e sul trasporto aereo possa essere organizzata da ciascuna regione fino a quel confine, fino a quel punto lì, perché oltre, poi, subentra la competenza della regione vicina, e non debba, invece, essere costruita una rete nazionale di esercizio. Per cui è un emendamento che potrei dire di intuibile banalità, ma che invito quest'Assemblea ad approvare, perché improntato a coerenza logica e sistematica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Presidente Ascani. Ne ha facoltà.

ANNA ASCANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ringrazio il collega Colucci di questo emendamento, che mi consente di parlare di due temi: il primo è la centralità del Parlamento, il rispetto del Parlamento. In queste ore, come tutti sappiamo, si sta operando un baratto vero e proprio. Un baratto tra l'autonomia, votata qui, e il premierato, votato al Senato. Però, è un baratto strano, perché la merce di scambio non è cosa vostra, la merce di scambio che state usando sono le istituzioni, che sono cosa dei cittadini. In tutto questo, il Parlamento è ridotto al silenzio.

Spaccate l'Italia in 20 Stati in competizione fra di loro, rendendoli, di fatto, impossibilitati a garantire sanità e scuola pubblica di qualità. Dall'altra parte, incoronate un Premier con i pieni poteri, che spazza via persino la figura di riferimento del Presidente della Repubblica, e fate tutto questo chiedendo a questo Parlamento di fare solo da passacarte e di esercitare un ruolo notarile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Tutti noi non dovremmo consentirlo, siamo prima di tutto parlamentari, prima di essere esponenti di maggioranza e di opposizione.

In questo emendamento c'è una cosa in più, che riguarda la scuola, è la cosa a cui tengo di più. D'ora in poi accadrà alla scuola quello che, purtroppo, abbiamo visto accadere alla sanità. Sorgeranno in giro per l'Italia, al Sud come al Nord, numerosissimi e costosissimi istituti privati che garantiranno, a chi può permettersela, una straordinaria istruzione di qualità, che pagheranno gli insegnanti molto di più di quanto può pagarli la scuola pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

E allora noi avremo distrutto anche il diritto universale all'istruzione, quella che la nostra Costituzione agli articoli 33 e 34, ma anche all'articolo 3, garantisce a tutti i bambini e le bambine. Per questo vi dico fermatevi, ma, se non vi fermerete voi, neppure di fronte alla bocciatura che è arrivata ai secessionisti dalle urne, noi continueremo a batterci, in Parlamento come nel Paese, perché l'Italia è e si vuole una e indivisibile, come dice la nostra Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Per chiedere la sottoscrizione dell'emendamento del collega Colucci, riprendendo le considerazioni della collega Ascani, perché è l'interesse di tutte e di tutti che le proposte legislative, soprattutto quelle più importanti, come la riforma della struttura stessa del nostro sistema istituzionale, abbiano al centro e abbiano cura degli interessi di tutte le italiane e di tutti gli italiani. Allora, la prima domanda che dovremmo farci noi tutte e tutti è questa: questa riforma servirà ad elevare il benessere, soprattutto delle regioni meno fortunate, meno sviluppate e con servizi meno efficienti?

Quali materie possono essere devolute? In quali regioni del Meridione? Quali sono le risorse istituzionali, di personale, economiche e finanziarie a disposizione di quei territori? Questa dovrebbe essere la domanda: cui prodest, appunto? Non può essere oggetto di uno scambio elettorale o di un patto tra i partiti della maggioranza, o, ancora, la soddisfazione immensa di un partito come la Lega - che, insomma, non è stato premiatissimo a livello nazionale - laddove venisse accolta la sua proposta rispetto all'ambizione di un federalismo portato anche in quest'Aula, con ragionamenti e argomentazioni nel corso di tantissimi anni.

Si tratta di una proposta dove vedo un'idea di federalismo molto, molto, molto debole in realtà, per nulla solidale e che potrà soltanto soddisfare l'egoismo e, forse, nemmeno gli interessi di certe regioni, perché anche gli interessi delle regioni più ricche, in cui c'è più industrializzazione e in cui l'economia è più fiorente e le esportazioni più spinte, sono quelli di avere tutto uno Stato nazionale forte.

È l'idea centrale del nostro Risorgimento. Invece qui torniamo indietro, anche culturalmente, di secoli. Si parlava di signorie, ma le signorie avevano già un senso e, per questo, ascoltate anche la coscienza che emerge dalle parole di Tajani. Fermatevi un attimo prima di fare danni irrecuperabili a tutte le regioni e allo Stato, nel suo complesso (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà per un minuto.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Sì grazie, Presidente. Solo un minuto per un inciso, per dare un contributo con riferimento alla ricerca scientifica e tecnologica. Come possiamo contenere la ricerca scientifica e tecnologica all'interno dei confini di una regione, quando oggi la sfida vera è quella di ampliarne la portata, di creare reti transnazionali e internazionali? Perché uno Stato, un Paese come l'Italia non è sufficiente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), si alzerà la sfida dell'intelligenza artificiale per lo sviluppo della ricerca scientifica e tecnologica. Ne abbiamo parlato, in Commissione attività produttive, con il Ministro Bernini. In più occasioni, l'abbiamo trovata estremamente imbarazzata, perché ogni intervento del Ministro Bernini in Commissione, durante le audizioni, è stato per presentare i progetti, che sono progetti su base nazionale. Le abbiamo chiesto: ma cosa dovremmo fare dopo questa riforma? Dovremmo avere 22 fettine di CNR, per esempio? Imbarazzatissima, ha detto di no, la ricerca non si tocca, rimane nazionale. E, allora, votate a favore di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà, per un minuto.

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Intanto, chiedo di poter sottoscrivere l'emendamento del collega Colucci.

Stiamo chiedendo da settimane, da mesi, in Commissione - anche in Commissione attività produttive, visto che è la Commissione alla quale appartengo - ai colleghi, al Ministro, ai Sottosegretari: ma come pensate che potremo andare avanti se l'energia viene spezzettata in 20 regioni? Come pensate che questa materia possa diventare materia regionale, quando oggi in tutta Europa si chiede di fare politiche di integrazione tra un Paese e l'altro? Ora, è incredibile, Presidente, che ad oggi non abbiamo mai ricevuto una risposta, non abbiamo mai avuto nemmeno un minimo di ipotesi di risposta da parte di questa maggioranza, che difende questo provvedimento: ci dica fattivamente come faranno, le nostre regioni, a essere approvvigionate di energia elettrica, nonché di energia tramite gas o altre metodologie…

PRESIDENTE. Concluda.

EMMA PAVANELLI (M5S). …Sì, chiudo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Alifano. Ne ha facoltà, per un minuto.

ENRICA ALIFANO (M5S). Sì, grazie, Presidente. Dobbiamo stare attenti a trasferire e a quello che trasferiamo, perché ci sono rischi concreti nell'autonomia differenziata, e sono tre, semplici: o c'è un aumento del debito pubblico, o c'è una differente erogazione dei servizi, una differente qualità dei servizi nelle diverse regioni, oppure c'è un aumento della pressione fiscale. Allarme che poi è stato lanciato dalla stessa Corte dei conti. Come andrà a finire? Nessuno lo sa, perché non sono state fatte previsioni specifiche, non è stata fatta alcuna istruttoria, e tutto questo si risolverà in un pericolosissimo - e bisogna ripeterlo fino alla noia - salto nel buio, che pagheranno cittadini e imprese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà per un minuto.

MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. L'approssimazione con cui è stato redatto e pensato questo disegno di legge davvero mette i brividi, perché l'elenco di materie di cui è prevista la devoluzione alle regioni, secondo questa autonomia differenziata, sono materie eminentemente statali, che le regioni non potranno trattare in maniera proficua. Ne leggo alcune, che sono tratte, appunto, dall'elenco dell'emendamento di cui stiamo trattando. Innanzitutto, i rapporti internazionali. Io vorrei capire con quale criterio le regioni potranno tenere proficuamente rapporti internazionali facendo del bene ai propri cittadini, quando è del tutto evidente che su una serie di materie è importante avere la massa critica e, quindi, avere interlocuzioni a livello statuale. Poi ci sono quelle dell'energia, dell'istruzione, della sicurezza sul lavoro. Mi spiegate che senso ha avere 20 staterelli italiani e in ognuno di essi si fa una sicurezza del lavoro diversa? Tutto ciò è assurdo, e dobbiamo combatterlo con tutte le nostre forze (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.179 Alfonso Colucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.181 Sarracino. Ha chiesto di parlare l'onorevole Morassut. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT (PD-IDP). Grazie, Presidente. Devo dire che fa una certa impressione voltarsi da questo lato dell'Aula e vedere questi pannelli lignei, che ci ricordano il cammino della nostra comunità dai plebisciti svolti negli Stati preunitari per arrivare all'Unità d'Italia, fino al pannello che ci ricorda il referendum per la monarchia e la Costituzione. È il cammino dell'Italia migliore, che ci ha fatto camminare verso il progresso e ha reso possibile il fatto che oggi noi siamo qui, a discutere, con pieno esercizio dei diritti democratici, in una Repubblica parlamentare.

Fa impressione pensare che, magari, lavorando con la fantasia, al posto di quei pannelli ci possano essere, tra un po', delle raffigurazioni, dei gonfaloni delle regioni. Sarebbe paradossale, assurdo. Ma sicuramente, o probabilmente, questo non avverrà. Quello che avverrà sicuramente però, è che noi avremmo, dopo questo provvedimento - se verrà approvato così com'è - un Paese più diviso, più lacerato, più difficile e più complesso, non soltanto per il Sud, ma anche per il Nord avanzato, perché voglio segnalare ai colleghi della Lega che le elezioni non hanno segnato soltanto un insuccesso della maggioranza nel Mezzogiorno, ma, soprattutto, anche nelle città avanzate del Nord, perché a Milano la Lega è il settimo partito e a Torino ha il 5 per cento. Vuol dire che questa roba non funziona, non comunica, non parla.

È un provvedimento indigesto anche alle forze avanzate e produttive, che si rendono conto che quello che avverrà sarà di avere un Paese molto più complesso. Con questo emendamento noi poniamo la questione di fare in modo che le attribuzioni, per quello che riguarda la giustizia civile e, per esempio, il paesaggio, avvengano contestualmente alla definizione dei LEP, questo sconosciuto. Ma come si fa a pensare che la giustizia civile si possa dislocare, spacchettare? La giustizia civile, invece, va verso la necessità di una semplificazione e di una velocizzazione, come ci chiede l'Unione europea e come sta scritto nelle riforme Cartabia.

Noi siamo una grande potenza, Ministro Calderoli. Siamo un Paese di 60 milioni di abitanti, con 4 milioni e mezzo di imprese. Siamo la seconda potenza manifatturiera d'Europa e la prima per numero di imprese, un'impresa ogni 15 abitanti. Ma abbiamo un contenzioso enorme, abbiamo 400.000 contenziosi ancora. Si sono ridotti nel corso dei 20 anni passati, ma ancora sono un peso enorme per il Paese. Pensiamo che questa strada possa migliorare la possibilità della semplificazione e della trasparenza per far camminare le nostre forze produttive? Questo è assurdo.

E lo stesso vale, per esempio, per il tema, che è stato più volte richiamato, dei beni culturali e del paesaggio. Noi siamo un Paese difficile, siamo un Paese fragile, ma siamo la regina del mondo per quello che riguarda la concentrazione dei beni culturali e artistici: sta qui il 70 per cento delle risorse mondiali di beni artistici e culturali. Siamo la regina d'Europa del capitale naturale, abbiamo il 50 per cento delle specie naturali viventi vegetali e il 30 per cento di quelle animali. Tutto questo ci rende un Paese straordinario, ma che ha bisogno di un grande coordinamento.

Abbiamo un Paese fragile, con il 90 per cento delle comunità a rischio e il 19 per cento delle comunità ad altissimo rischio. Come si può credere che 20 sistemi di protezione e di valorizzazione di questa enorme ricchezza possano portare avanti il Paese? Questa è una domanda che dovete porvi. Lei - è stato detto e non può negarlo, non è un'offesa - si è caratterizzato negli anni per essere l'alfiere della porcata della legge elettorale, una legge che ha distrutto i partiti e che ha reso impossibile la rappresentanza. Adesso, nella tenaglia tra premierato e autonomia differenziata, si vuole svuotare questo Parlamento, si vuole portare il Parlamento ad essere nulla, come piano piano sta diventando.

Questo vorrebbe dire lo svuotamento completo della nostra democrazia e sarebbe, ancora una volta, una legge porcata, così la possiamo definire. La domanda la faccio ai colleghi di Fratelli d'Italia: voi potete pensare che un partito in declino, come la Lega, che sta perdendo consensi anche nelle sue terre d'origine e nelle sue terre di adozione, possa tenere la bandiera di un provvedimento che danneggia e distrugge la democrazia e l'Unità d'Italia, con la quale voi, retoricamente, vi definite (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Quello che sta accadendo in quest'Aula, nel Parlamento della Repubblica italiana, è ovvio che è un qualcosa che rimarrà scritto in modo indelebile nella storia di questo Paese. Perché quello che sta accadendo, signor Presidente, è che la Premier Giorgia Meloni, patriota, sta vendendo questo Paese all'egoismo di una forza politica che, a questo punto, nemmeno in maniera camuffata, ma ormai in maniera evidentemente esplicita, realizza il sogno della nascita della Lega Nord, ovvero la secessione.

Ebbene, Giorgia Meloni si è prestata e si presta a un'operazione di questo tipo, vendere il Sud alla Lega di Salvini, in nome di un orribile mercimonio: autonomia differenziata in cambio del premierato. Questo è un fatto di una gravità inaudita, con il Sud che, devo dire, alle elezioni si è espresso in maniera abbastanza chiara, punendo la Lega, che ovviamente si è ridotta nei suoi risultati elettorali, e portando così la maggioranza di Governo a non essere maggioranza nel Sud, questo dicono i dati.

Coloro i quali si sono definiti patrioti - mi riferisco a Fratelli d'Italia - oggi, purtroppo, signor Presidente, sono diventati i disertori della difesa della Costituzione della Repubblica italiana. Ed è un problema drammatico, se pensiamo che con la vendita del Sud, questo territorio dovrà subire problemi seri dal punto di vista dell'efficacia dell'erogazione di servizi importanti: penso alla sanità, al trasporto pubblico, alla scuola, alla difesa dell'ambiente.

Come si fa a pensare che l'ambiente - un fiume, ad esempio - possa essere tutelato in base a dei confini amministrativi e non in base a una visione che consenta, nella sua integrità, di difendere l'ambiente; oppure avere una scuola e un'istruzione differenziata tra Nord e Sud, favorendo, ovviamente, chi ha più soldi, proprio come accade nella sanità, rispetto alla quale vi è il tema dell'attacco e dell'aggressione che questo Governo sta facendo alla sanità pubblica, tagliando risorse e favorendo la sanità privata.

Questa autonomia differenziata è un vero e proprio attacco al Sud e all'unità del nostro Paese. Questo mercimonio - che metterà da parte, attraverso il premierato, una figura di garanzia come quella del Presidente della Repubblica - non può che vedere una risposta molto forte e netta da parte nostra. È per questo che ci opponiamo con forza ed è chiaro che la via non potrà essere solo la battaglia parlamentare, ma anche una battaglia fuori dal Parlamento.

Ecco che diciamo “no” con forza a un mercimonio, a chi, come la Premier Meloni, sta vendendo il Sud alla Lega di Salvini, in nome di un patto di egoismo inaccettabile, che farà pagare un prezzo importante non solo al Sud, ma a tutta l'Italia. Perché, signor Presidente, noi vogliamo che l'Italia sia una, indivisibile e antifascista (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.181 Sarracino, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà.

FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Prendo la parola per chiedere, a nome del gruppo del Partito Democratico, un'informativa urgente del Ministro Nordio. Abbiamo appreso, infatti, dalle agenzie di stampa un fatto molto grave. Oggi, nel procedimento penale a carico del Sottosegretario Delmastro per il reato di rivelazione del segreto d'ufficio, è stata assunta la testimonianza del capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia.

Dalle agenzie risulta che il capo del DAP ha dichiarato che ricorda di avere ricevuto una telefonata del Sottosegretario il 29 gennaio 2023, di domenica. Con quella telefonata, il Sottosegretario chiedeva al capo del DAP una relazione sul caso Cospito. Il capo del DAP si è attivato con il Gruppo operativo mobile e con il Nucleo investigativo centrale per ottenere una relazione sul caso Cospito e inviarla all'indomani, lunedì 30 gennaio, al Sottosegretario.

Dopo questo primo invio - il capo del DAP aveva apposto sul documento la formula “a limitata divulgazione”, al fine di mantenere quel documento all'interno dell'amministrazione della giustizia ed evitare che uscisse sulla stampa - ha ricevuto una nuova telefonata dal Sottosegretario Delmastro - era lunedì 30 gennaio - il quale sollecitava una nota più dettagliata. Ancora una volta, il capo del DAP si è attivato per inviare direttamente la nota del NIC, Nucleo investigativo centrale, al Sottosegretario Delmastro, nella giornata di lunedì 30 gennaio.

All'indomani, martedì 31 gennaio, in quest'Aula si alzava l'onorevole Donzelli per dire, in diretta audiovisiva, all'Italia e al mondo, il contenuto riservato di quelle informazioni, che non potevano essere divulgate al di fuori dell'amministrazione della giustizia. Noi, da quel giorno, chiediamo le dimissioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) del Sottosegretario Delmastro o la rimozione, da parte del Presidente del Consiglio Meloni, del Sottosegretario Delmastro per avere realizzato e commesso fatti politicamente gravissimi: cioè la rivelazione di documenti riservati a un collega di partito, che li ha utilizzati per manganellare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) l'opposizione in Aula, rea di avere esercitato un diritto costituzionale, ossia effettuare un'ispezione in un carcere italiano. Il procedimento penale, che seguirà il suo corso e il cui esito ci interessa - almeno a me, personalmente - assai poco, sta dimostrando che quei fatti, politicamente gravissimi, sono confermati nella loro interezza.

Il Ministro Nordio si è presentato due volte in Aula; nella prima dicendo che non era in grado di dare risposte - lui che pure è un giurista, si definisce un giurista “di fama acclarata” - e nella seconda circostanza per dire che non sussisteva la violazione del segreto, perché, in qualche modo, la formulazione “a limitata divulgazione” forse non era stata ben compresa dal Sottosegretario. Ecco, a fronte di questi fatti gravissimi, dichiarati non da un pericoloso esponente dell'opposizione parlamentare, ma dal capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, ha l'obbligo di venire in Aula e dire come è possibile che un Sottosegretario alla Giustizia che viola il segreto possa rimanere nel suo ruolo, così com'è. Tralascio tutto quello che è successo dopo i botti di Capodanno e tutte le altre vicende incredibili, delle quali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), a distanza di mesi, noi ancora non sappiamo come i fatti si sono svolti, perché dentro Fratelli d'Italia continuano a esserci versioni diverse. Ma su questo fatto pretendiamo che il Ministro venga in Aula e spieghi com'è possibile che il Sottosegretario Delmastro sia ancora dov'è oggi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Gianassi. Ovviamente riferirò al Presidente Fontana la sua istanza. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Il gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra si associa alla richiesta poc'anzi fatta dal Partito Democratico, su quello che è accaduto stamane nell'aula del tribunale di Roma. Non vogliamo portare fatti che attengono a una questione che è assolutamente separata, però, alla luce dei fatti e di quello che è accaduto, il Ministro Nordio deve delle spiegazioni al Paese e al Parlamento. È venuto in Aula e ha sostenuto che il Sottosegretario Delmastro non aveva violato il segreto di Stato, quando tutti sappiamo che il segreto di Stato non c'entra nulla, c'entra la rivelazione di segreto d'ufficio.

Quando alcuni deputati, tra cui il sottoscritto, hanno chiesto gli stessi documenti e l'onorevole Donzelli - da quel posto dove si trova adesso - diceva “qualunque parlamentare, se vuole, può richiedere gli stessi atti che io ho richiesto”, io ho seguito il consiglio dell'onorevole Donzelli: li ho richiesti e mi è stato risposto, in maniera molto chiara, che - uso l'espressione letterale della vicecapo di gabinetto del Ministro Nordio - questi atti non possono essere esitati, ai sensi degli articoli 22 e 24 della legge n. 240 del 1991 e ai sensi del decreto ministeriale n. 115 del 1996, ovvero del Regolamento del DAP, che indica l'inaccessibilità degli atti coperti dal segreto d'ufficio.

Ecco, di fronte a questo, - quegli atti, quei verbali noi non li abbiamo avuti, a differenza dell'onorevole Donzelli, che li ha letti in Aula - il Ministro Nordio deve dire per quale ragione ha detto una cosa che non è vera. Questo è un problema molto serio, perché nel momento in cui dei parlamentari richiedono quegli atti, non li ricevono e hanno un trattamento diverso, dato che non coabitano nella stessa abitazione del Sottosegretario Delmastro, c'è un problema. Se, poi, quegli atti vengono usati per attaccare l'opposizione c'è un problema serio per la nostra democrazia.

E, allora, il Ministro Nordio deve essere uomo delle istituzioni, non deve essere l'uomo che difende i suoi amici di partito, deve essere uomo delle istituzioni, che difende le istituzioni: deve venire in Aula e spiegare nuovamente perché ha detto una cosa che non corrisponde al vero, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti sul medesimo argomento. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, vede, spiace che si abbia corta e strana memoria, ma agli atti è depositata una mozione nella quale si dovrebbe invitare o si vorrebbe invitare il Presidente del Consiglio a revocare le deleghe al Sottosegretario Delmastro. È una mozione presentata da gruppi d'opposizione, che non hanno mai avuto la compiacenza di chiederne la calendarizzazione per i lavori d'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora, non si capisce per quale ragione il Ministro debba venire a riferire, avendo già presentato una mozione che, indipendentemente da tutto quello che può dire il Ministro, già si pronuncia con una legittima - da parte loro - richiesta e un altrettanto legittima - nostra posizione - di reiezione di quella richiesta. Non si vede una sola ragione perché si debba far venire qui il Ministro a dire cose che non sono influenti. Perché, vede, mi spiace che l'onorevole Bonelli abbia ripetuto e continui a ripetere una cosa che non è andata così. Guardi, io non ho cambiato posizione, l'onorevole Donzelli non ha cambiato posizione, l'onorevole Donzelli non ha letto alcun documento, non ha letto alcun documento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Lei continua a dirlo, nonostante sa benissimo che nel Giurì - che è finito in un certo modo - non si è posto il problema di quel documento, perché quel documento non c'era. Ha detto semplicemente che si possono acquisire informazioni e le informazioni che aveva l'onorevole Donzelli sono le stesse che a lei sono state date per iscritto - anzi dirò di più -, sono diverse da quelle che sono pubblicate nelle agenzie un'ora dopo o un'ora prima di quella vicenda (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti di deputati del Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Non è vero!

PRESIDENTE. Cortesemente…

TOMMASO FOTI (FDI). Ma, non mi pare che questa sia la sede in cui si fanno i processi: è in corso un processo e penso che, con rispetto della separazione dei poteri, bisognerebbe avere il buon gusto di attendere che quel processo si sia concluso, a meno che non ci siano processi e processi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e dei deputati di Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)! E ogni allusione è puramente voluta!

Aggiungo solo due considerazioni: la prima è che spiace che in tutta questa discussione non abbiamo ancora chiara la ragione per la quale si necessitava non che uno, ma quattro deputati del PD andassero ad accertarsi delle condizioni di salute (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) di Cospito; la seconda è che non avendo più trovato sponde di alcun tipo, Cospito, che doveva essere morente e in imminente morte, non solo è stato assistito, così com'era giusto e doveroso che fosse da parte di uno Stato che non è assassino, ma ha smesso la campagna contro il 41-bis, e questo è un dato di fatto. Gli interventi, che sono stati svolti hanno chiuso la vicenda del 41-bis nel nostro Paese, piaccia o non piaccia a chi continua a menare il can per l'aia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Foti. Ha chiesto di parlare la deputata D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Allora, premetto che io comprendo la difficoltà e anche un certo imbarazzo (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), probabilmente, del capogruppo Foti e la necessità di doverla buttare un po' in caciara, ma la richiesta delle opposizioni, alla quale mi associo, è una richiesta di informativa del Ministro Nordio, che riguarda un altro aspetto e altri profili che nulla hanno a che fare con questa ulteriore difesa d'ufficio che è stata fatta, sviando il vero cuore del problema. Qui il problema è consentire al Ministro Nordio una sorta di ravvedimento operoso, nel senso di venire in quest'Aula e, invece di continuare a essere evasivo, una volta rinfrescata la memoria - magari grazie anche ai verbali che sono stati oggi resi in qualche modo pubblici e divulgati - possa fornire una ricostruzione puntuale e veritiera di ciò che è accaduto al Ministero che lui guida, fino a prova contraria, nei giorni di questi fatti, che sono stati precedentemente ben ricordati dal collega Gianassi.

Questa è la richiesta delle opposizioni di un'informativa del Ministro Nordio affinché venga a dire perché si è trincerato a suo tempo in una difesa totale che, in qualche modo, non insinuasse alcun dubbio rispetto a un fatto che - stiamo verificando - è andato in modo molto diverso rispetto a quello che lui ci ha rappresentato. Questo è il tema. Il tema è che un Ministro della Repubblica è venuto qui a fare l'evasivo con i parlamentari, quindi non rispettando neanche la dignità e l'autorevolezza di quest'Aula, ed è venuto a blindare la posizione di Delmastro, senza neppure evidentemente avere fatto un'operazione di istruttoria interna, perché oggi ci viene raccontato che, invece, ci sono stati passaggi che sono assolutamente da chiarire. E forse è da chiarire anche la finalità, l'intendimento, se è tutto legittimo quello che è stato fatto, ma dico politicamente anche legittimo, perché di questo stiamo parlando. Il processo deve fare il suo corso e lo sta facendo, perché, evidentemente, c'è tutta la fase dell'istruttoria in corso e quant'altro. Questo è! Questa è la richiesta. Quindi, Presidente, si faccia portavoce - e lo farà sicuramente - delle nostre istanze. Ma è una richiesta più che legittima ed è una richiesta politica che nulla ha a che vedere con la questione giudiziaria.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Magi. Ne ha facoltà. Sulla stessa vicenda, immagino.

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Assolutamente sì, sulla stessa vicenda, Presidente. Io sono tra quei parlamentari che hanno richiesto al Ministero della Giustizia di avere accesso a quella documentazione, così come l'onorevole Bonelli. E la risposta, a differenza di quanto affermato poco fa dal collega Foti, smentisce assolutamente le parole e le affermazioni che sono state fatte reiteratamente dal Sottosegretario Delmastro e che sono state fatte, di nuovo, poco fa, dal presidente di Fratelli d'Italia, Foti. Non ci è stata fornita quella documentazione. Oggi apprendiamo che quella relazione è stata richiesta direttamente dal Sottosegretario Delmastro al capo del DAP. Quindi, di tutta evidenza è una relazione di cui nessun parlamentare poteva conoscere l'esistenza. Ma ripeto, nel momento in cui abbiamo chiesto questa documentazione, ci è stato opposto un diniego, ci sono stati forniti solo stralci parziali, e, guarda caso, gli stessi che aveva citato in Aula, non so collega Foti se leggendoli o avendoli imparati a memoria, fa poca differenza, ma esattamente gli stessi che aveva citato in Aula Donzelli, e altre ampie parti (Commenti dei deputati Foti e Donzelli)… Eh no, non è questo il punto, non è questo il punto, collega Foti! Il punto è: è falso che quella documentazione fosse accessibile a tutti i parlamentari! Delmastro ha mentito e il Ministro Nordio non ha detto nulla su questo.

La richiesta che Nordio venga in Aula a riferire su questo è, peraltro, parallela alla mozione di sfiducia e alla richiesta che vengano ritirate le deleghe. In quella sede, se Nordio verrà, ci potrà anche riferire su questo, ma ci deve riferire su tutta la vicenda. Noi comprendiamo che vi metta in imbarazzo, perché la separazione dei poteri, che lei ha invocato, riguarda anche le attività di un membro del Governo rispetto alle attività che un parlamentare di maggioranza fa, utilizzando informazioni contro le opposizioni. Questo è il punto. Allora, vi può anche mettere in imbarazzo, ma il Ministro Nordio deve venire il prima possibile (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa e Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ovviamente abbiamo informato il Presidente Fontana che procederà secondo sue determinazioni.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 1 - A.C. 1665​)

PRESIDENTE. Ritorniamo agli emendamenti. Siamo all'emendamento 1.183 Bonafe'. Ha chiesto di parlare l'onorevole Manzi. Ne ha facoltà.

IRENE MANZI (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Il Paese non crescerà se non insieme. Sono le parole che la Conferenza episcopale italiana ha rivolto, proprio poche settimane fa, alla classe politica e ai rappresentanti delle istituzioni impegnati nell'esame dell'autonomia differenziata. Delle parole, devo dire, liquidate con modi molto poco civili e molto poco istituzionali da parte della maggioranza e da parte della Presidente del Consiglio.

Ecco, insieme: non mettendo in campo una riforma che, di fatto, crea tanti piccoli Stati e che spacca l'Italia; insieme attraverso uno strumento straordinario di unificazione di questo Paese, che è l'istruzione. E proprio per questo motivo, con l'emendamento che abbiamo presentato, chiediamo che proprio quelle norme generali in materia di istruzione vengano eliminate e stralciate dal provvedimento e dalle materie oggetto delle intese tra Stato e regione. E lo chiediamo proprio perché non solo l'istruzione è stata, di fatto, l'elemento realmente unificante nella lunga storia di questo Paese, da Nord a Sud.

Lo chiediamo perché, attualmente, purtroppo, prendiamo atto di un fatto: che in un solo Paese ci sono due scuole diverse, ci sono profonde differenze e profondi divari che animano il Nord e il Sud del Paese, un sistema di istruzione non uniforme, diritti, soprattutto, che non vengono garantiti in maniera uniforme ai ragazzi e alle ragazze di questo Paese. E proprio per questo noi chiediamo che questa materia non sia oggetto dell'autonomia differenziata. Lo chiediamo anche perché, se pensate al contenuto di queste norme generali in materia di istruzione, esse comprendono davvero tutto il campo dell'istruzione. Comprendono, com'è stato ricordato, lo status giuridico del personale scolastico, comprendono la contrattazione, comprendono i criteri per la formazione delle classi, le misure a sostegno degli studenti con bisogni educativi speciali, per esempio, o il contrasto alla dispersione scolastica e all'insuccesso scolastico. Ecco, attraverso un sistema come questo, come pensate di garantire - l'abbiamo chiesto anche quest'oggi in Aula, nel corso del question time, al Ministro Valditara - diritti uniformi, il diritto agli asili nido, il diritto alle mense scolastiche, come diritto essenziale per tutti i bambini e le bambine di questo Paese? Come pensate di assicurarlo in questo modo? Ecco perché noi chiediamo, in questo caso, che il Governo e la maggioranza di Governo prendano un momento di riflessione supplementare su queste materie e che accolgano il contenuto di questo emendamento. Proprio perché, colleghi, qui non c'è in ballo soltanto il rapporto tra una maggioranza e un'opposizione. Qui c'è in ballo la possibilità di garantire al Nord e al Sud del Paese e nelle aree interne del nostro Paese gli stessi diritti a tutti.

Penso sia un tema molto importante e sarebbe utile anche riflettere sul contenuto di quelle frasi e di quella lunga riflessione che la Conferenza episcopale ha voluto rivolgere a tutti noi. Sarebbe giusto proprio perché, attraverso la vostra riforma, proprio nel campo dell'istruzione, voi andate a creare un nuovo centralismo regionale. Andate a toccare - e il Ministro Valditara, devo dire, si fa paladino in questo - l'autonomia scolastica, la possibilità di creare, in realtà, sistemi di istruzione e un'offerta formativa adeguata a quelli che sono i bisogni reali, concreti ed effettivi degli studenti e delle studentesse.

In questo modo voi andate a colpire al cuore quel principio centrale dell'autonomia scolastica e vi assumete una grande responsabilità. Non è una novità. Con il provvedimento relativo alla semplificazione vi fate consegnare addirittura una maxi delega per intervenire sul testo unico in materia di istruzione. Con ogni singolo intervento che avete messo in campo, voi, autonomisti e patrioti - che andate a toccare proprio l'autonomia delle istituzioni scolastiche - andate a toccare nel profondo i diritti costituzionali all'istruzione, un'istruzione di qualità in tutto il Paese, che i nostri cittadini, i cittadini del presente, non del futuro, i ragazzi e le ragazze, devono poter pretendere e pretendono quotidianamente.

Quindi, vi chiediamo in questo caso di accogliere questo emendamento e di riflettere su quelle parole, perché quello che voi in questo momento state attuando, in realtà, è il più grande colpo al cuore al futuro delle giovani generazioni. Ve ne assumerete oggi e nel futuro la responsabilità e sarà una responsabilità seria e grave, su cui varrebbe la pena, in realtà, un supplemento di riflessione da parte vostra (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Gribaudo. Ne ha facoltà, per un minuto.

CHIARA GRIBAUDO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere convintamente e ringraziare l'onorevole Manzi per il suo intervento. Parliamo di autonomia differenziata. Si fa confusione e naturalmente non abbiamo alcuna idea di come verranno coperti i LEA, e non solo.

Pensare di dividere e spaccare il Paese su un tema come quello della scuola, che è l'unico luogo rimasto in questo Paese in cui si crea un'occasione di uguaglianza, in un Paese in cui le disuguaglianze sociali sono così profonde e sono così grandi, è profondamente ingiusto. Il Ministro Calderoli, almeno su questo, dovrebbe fermarsi a riflettere, perché la scuola pubblica italiana è rimasta l'unico luogo, l'unico presidio di uguaglianza, quell'uguaglianza sancita nei principi fondamentali della nostra Costituzione.

State facendo un errore enorme, tutto a carico delle giovani generazioni di questo Paese. Dovete solo vergognarvi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.183 Bonafe', con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo all'emendamento 1.197 Bonafe'.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Lacarra. Ne ha facoltà.

MARCO LACARRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere questo emendamento e intervenire per dichiarazione di voto. Ci vollero decenni per realizzare quell'incredibile storia che è l'Italia unita. In questi giorni, con un voto atroce nella sua banalità, state distruggendo quello che per i nostri avi è stato un sogno rincorso per lungo tempo e che per i nostri nonni fu ragione di lotta e resistenza. Domani, invece, saremo costretti a raccontare ai nostri nipoti il ricordo dell'Italia che fu, prima che la follia secessionista del peggior Governo della storia repubblicana facesse a pezzi la Costituzione e la dignità di un popolo.

Questa legge, com'è stato detto tante e tante volte, spaccherà il Paese in due. Intendiamoci, il nostro Paese è già spaccato, nei fatti abbiamo due Italie: una in cui lo Stato, direttamente o attraverso le sue articolazioni territoriali, riesce a servire le esigenze delle nostre comunità e a provvedere con soddisfazione ai bisogni delle persone, e poi ce n'è un'altra, dove tutto ciò semplicemente non è possibile, e non perché non si sia capaci di fare lo stesso, ma perché, ancor più banalmente, non ve ne è la possibilità. Il Mezzogiorno d'Italia è un luogo abbandonato dallo Stato, un posto dove le autostrade arrivano a fatica, dove le ferrovie, laddove esistono, viaggiano su un binario unico e con mezzi a diesel. Altro che Alta velocità!

È un posto dove la sanità è stata impoverita a tal punto da offrire ai cittadini strutture fatiscenti e personale dimezzato; è un posto dove, per una madre, trovare un posto in un asilo nido che le consenta di lavorare è un miracolo, non la normalità; è un posto dove si guadagna la metà, si possiede meno, da cui si emigra a malincuore, ma, molto spesso, è un posto dove, non di rado, si ha l'impressione che lo Stato non voglia esserci.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA (ore 18,28)

MARCO LACARRA (PD-IDP). Con questa legge non fate altro che accettare questo stato di cose, non fate altro che ribadire quell'indifferenza e allontanare, ancora di più e in modo definitivo, lo Stato dalle persone.

Da domani, la nostra Italia, l'Italia dei dimenticati, dovrà chiedersi se avrà abbastanza soldi per pagare medici e insegnanti, perché con l'autonomia differenziata, signor Presidente, le regioni più ricche potranno pagare stipendi più alti. Da domani il Mezzogiorno si dovrà chiedere se non sia a rischio la capacità dei suoi comuni di mantenere gli asili nido, se si potranno ancora garantire servizi e assistenza sociale alle famiglie più vulnerabili. Dovremo chiederci se i nostri figli potranno avere lo stesso diritto all'istruzione dei figli del Nord, oppure se, per curarsi, sarà necessario fare centinaia di chilometri.

E ci chiederemo se il destino della nostra terra sarà quello di essere costretti ad emigrare altrove perché il nostro Paese non ci considera pienamente suoi cittadini. Signor Presidente, forse a qualcuno le mie parole potranno sembrare eccessive, io non credo che lo siano. Credo che sia, al contrario, grave che ci siano molti colleghi onorevoli in quest'Aula che non hanno ancora colto il significato del provvedimento che stanno per approvare e tutte le conseguenze che ne deriveranno. State distruggendo il nostro Paese e nemmeno ve ne siete accorti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.197 Bonafe', con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Passiamo all'emendamento 1.202 Alfonso Colucci.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Uno dei tanti problemi di questo disegno di legge che stiamo discutendo oggi è che le forme di autonomia che vengono riconosciute alle regioni sono tra di loro disarticolate, cioè ogni regione può contrattare direttamente con lo Stato la propria forma di autonomia, il proprio protocollo. Quindi manca un quadro organico, una legge organica di raccordo di queste forme di autonomia. Non c'è un quadro unitario che possa, pur nella differenziazione, unire, in un unico, unitario e organico progetto, le forme di autonomia differenziata.

Con questo emendamento si cerca di sopperire almeno a questa, tra le tante criticità. Perché che cosa si chiede? Si chiede che ci sia una legge dello Stato che determini esattamente, ai fini dell'attivazione delle richieste di autonomia, i criteri di accesso delle singole regioni alle specifiche competenze differenziate per ciascuna materia. È il tentativo che noi stiamo offrendo alla maggioranza, in funzione migliorativa del provvedimento, quantomeno di fornire, con una legge ordinaria dello Stato, un quadro unitario che possa raccordare tra di loro le varie forme di autonomia, perché voi capite che non è pensabile che in Italia esistano 20 ordinamenti diversi, in 23 materie diverse, su 500 funzioni diverse.

Manca la possibilità di ricostruire un'unità, e in ciò si pone il pericolo esplosivo di questo disegno di legge, che è proprio nella frammentazione; una frammentazione che fa sì che il concetto di differenziazione, invece, si traduca in discriminazione, e quindi il significato deteriore del termine differenziato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Proviamo almeno a dare a quest'autonomia differenziata un valore che riconosca un principio costituzionale stabilito dall'articolo 5 - lo abbiamo richiamato più volte oggi -, che richiede e prescrive l'unità della nostra Nazione. Per cui, vi invito ad approvare questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.202 Alfonso Colucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.203 Zaratti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Passiamo alla votazione dell'articolo 1.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Speranza. Ne ha facoltà.

ROBERTO SPERANZA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, sento l'obbligo morale, oltre che politico, di far sentire la mia voce con ogni forza in dissenso a questo progetto scellerato. Dico, sin da subito, che noi voteremo contro il provvedimento, contro questo articolo, naturalmente, e organizzeremo una forte opposizione nel Paese. Il punto di fondo per noi è la difesa della nostra Costituzione. In questi giorni è in corso un “uno-due” micidiale che, dal mio punto di vista, configura un vero e proprio atto eversivo (Commenti): il premierato con pieni poteri a uno solo è l'archiviazione di fatto della nostra democrazia parlamentare e, poi, l'umiliazione del ruolo del Presidente della Repubblica. Questo si discute al Senato. E, qui, alla Camera, l'autonomia differenziata, che spacca il Paese, spacca l'Italia. Mi facciano dire subito che il punto non è solo la questione Nord-Sud, ci arriverò, il punto è che ogni regione sceglierà le competenze che vuole in ambiti cruciali per la vita delle persone, come istruzione, sanità, ambiente ed energia. Quella che verrà fuori sarà un'Italia più diseguale, un Paese arlecchino, ma sarà anche un'Italia meno competitiva e meno attrattiva. Fatemelo dire con tutta la forza che ho: è un'illusione pensare che dividere il nostro Paese permetta ad alcuni territori di correre di più; non è così, è un'idea sbagliata, l'Italia tutta è più veloce, più attrattiva e più competitiva solo se sarà in grado di essere anche più solidale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Poi, non c'è dubbio che il Sud, il Mezzogiorno del nostro Paese, pagherà il prezzo più alto. Lo abbiamo visto, non ci sono risorse per i livelli essenziali delle prestazioni, non ci sono risorse per l'eguaglianza di fatto, per la perequazione. Il Mezzogiorno sarà abbandonato a se stesso, con un approccio che, nella sostanza, dice: si salvi chi può, lo ripeto, si salvi chi può (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Questo è inaccettabile, lo ripeto, inaccettabile, e nega l'idea di fondo di una lunga tradizione di tutte le forze politiche di questo Parlamento di sostegno al nostro Mezzogiorno, da Giustino Fortunato a Francesco Saverio Nitti, fino a Giorgio Napolitano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

E, oggi, fatemelo dire con forza, in questo Parlamento e in quest'Aula, vince la Lega della secessione, sì, vince la Lega della secessione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), e fatemelo chiedere con forza: come fa Forza Italia, lo ripeto, come fa Forza Italia e, ancora, come fanno i patrioti di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Con quale faccia, patrioti di Fratelli d'Italia, che avete la parola Italia nel nome, ma nei fatti la state smantellando, l'Italia, la state distruggendo? Questo è inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista si levano in piedi)! State calpestando l'unità nazionale e presto, però, fatemelo dire e concludo, gli italiani se ne accorgeranno e se ne renderanno conto ben presto.

Da parte nostra, con questa comunità, che è il primo partito, la prima forza politica di opposizione, i democratici italiani, continueremo una grande battaglia, dentro e fuori dal Parlamento, qui, in quest'Aula, come nel Paese, e non vi lasceremo passare, non vi lasceremo passare, difendendo l'unità del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista – Proteste)! Viva l'Italia unita (Deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe, Italia Viva-il Centro-Renew Europe e Misto-+Europa espongono la bandiera italiana intonando l'Inno di Mameli - I deputati Cuperlo, Amendola, Ubaldo Pagano, Provenzano e Fratoianni scendono ai banchi del Governo esponendo la bandiera italiana - Vive proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Pongo in votazione… Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 18,40, è ripresa alle 18,55.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Ho visto parzialmente le immagini e chiedo che sia espulso dall'Aula l'onorevole Furgiuele (Vivi applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra e Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe). Per tutto il resto, per tutto il resto… Silenzio, silenzio! Per tutto il resto faremo un'istruttoria con il Collegio dei questori per vedere tutto quello che è accaduto (I deputati Alfonso Colucci e Donno fanno gesti di saluto). Signori, non fate gesti. Vi chiedo adesso di riprendere la seduta in maniera composta, cortesemente. Onorevole Alfonso Colucci! Onorevole Alfonso Colucci, per cortesia! Colleghi, per cortesia! Per cortesia, stiamo riprendendo la seduta.

Onorevole Furgiuele, se può abbandonare l'Aula cortesemente. L'onorevole Furgiuele è stato espulso, mi spiace (Deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe si levano in piedi e urlano: “Fuori, fuori!”). Silenzio, colleghi! Colleghi, colleghi, per cortesia, riprendiamo la seduta! Attendiamo che l'onorevole Furgiuele esca dall'Aula. Però, per cortesia, mettetevi seduti e riprendiamo la seduta. Cortesemente, onorevole Donno, per cortesia, onorevole Donno, per cortesia. Eravamo sulla votazione dell'articolo 1 (All'uscita dall'Aula del deputato Furgiuele applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 1.02 Amato. Ha chiesto di parlare l'onorevole Amato. Ne ha facoltà.

GAETANO AMATO (M5S). Grazie, Presidente. I colleghi mi hanno rovinato l'intervento perché fino ad adesso in quest'Aula si dormiva; fino adesso in quest'Aula il Ministro Calderoli, come anima in pena, entrava, usciva. Mi perdoni, Ministro, sembrava un pensionato in cerca di lavori da guardare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Per cortesia, manteniamo il rispetto.

GAETANO AMATO (M5S). Entrava, usciva e perdeva tempo. Noi abbiamo visto questa maggioranza, tanti colleghi, intervenire solo quando si toccava qualcuno, fregandosene altamente di quello che si diceva. Eppure questo articolo aggiuntivo è semplice (Commenti del Sottosegretario Bitonci). Prego, Sottosegretario, parlava con me? Io sto parlando col Presidente. Lei dovrebbe, tramite il Presidente, parlare con me. Sottosegretario, dovrebbe parlare tramite il Presidente con me, non deve rivolgersi a me (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Io sto parlando col Presidente! Lo faccia anche lei, è il rispetto istituzionale, come lo sto avendo io (Commenti). Ecco, si sono svegliati di nuovo, Presidente, a quanto pare.

Allora, questo articolo aggiuntivo, Presidente, chiede la possibilità per lo Stato centrale di riequilibrare, nel caso ci fossero problemi, visto che i LEP non sappiamo chi li finanzia. Quindi, a noi sembra assurdo che i nostri colleghi non vogliano tenere presente la possibilità che lo Stato intervenga in soccorso delle regioni che sono rimaste momentaneamente indietro. Sappiamo, appunto, che i LEP non sono finanziati, non sappiamo da dove arriveranno quei soldi. Perciò, chiediamo ai colleghi di rispettare anche le loro regioni, i loro luoghi di provenienza. Io mi auguro che queste immagini possano andare in televisione e mi auguro che i territori, ovunque abbiano espresso un parlamentare, si rendano conto dei comportamenti del parlamentare tenuti in quest'Aula. È stata praticamente annullata la democrazia parlamentare. Grazie Presidente, ho finito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Penza. Ne ha facoltà.

PASQUALINO PENZA (M5S). Grazie, semplicemente io volevo fare un'osservazione. In tutto questo senso patriottico che c'è stato qui, anche con il contributo della maggioranza, la cosa che mi dispiace è che nessuno ha regalato una bandiera al Ministro Calderoli. Ma io vorrei sapere se il Ministro, per suo tramite Presidente, vuole una bandiera italiana perché non la aveva e non l'ho sentito nemmeno cantare insieme alla maggioranza l'inno di Mameli. Grazie e buon gioco al Ministro con il telefonino (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Grazie, chiederemo più tardi al Ministro se la desidera. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Orrico. Ne ha facoltà.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. Veramente non capisco il parere contrario a questo articolo aggiuntivo a prima firma del collega Amato. Parliamo di principi fondamentali: coesione sociale, tutela del regionalismo solidale e cooperativo. Forse voi avete un'idea diversa della coesione sociale. Per voi la coesione sociale è sottrarre fondi alla Calabria e alla Sicilia per fare il Ponte sullo Stretto. Per voi la coesione sociale è tagliare 700 scuole, in particolare nel Mezzogiorno d'Italia. Per voi la solidarietà tra le regioni è togliere ai poveri per dare ai ricchi. Allora, così si spiega ovviamente il vostro parere e il vostro voto contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.02 Amato, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1665​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A). Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

ALBERTO STEFANI , Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario relativamente a tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 2.

PRESIDENTE. Chiedo al Governo i pareri.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per gli Affari regionali e le autonomie. Conforme al relatore per la maggioranza.

PRESIDENTE. Il relatore di minoranza in questo momento non c'è. Prego, onorevole.

TONI RICCIARDI, Relatore di minoranza. Scusi, Presidente, una necessità impellente. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.2 Bonafè. L'onorevole Amendola ha chiesto di intervenire.

VINCENZO AMENDOLA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io vorrei rispondere al presidente Foti, tramite lei, chiedendo di cassare questo articolo. Foti stamattina ha detto, chiaramente, che mi avrebbe sbattuto in faccia dei precedenti. Io non mi offendo, figurarsi (Proteste dei deputati del gruppo di Fratelli d'Italia).

TOMMASO FOTI (FDI). Le hai sbattute te le carte al Presidente!

GIANLUCA CARAMANNA (FDI). Le hai sbattute tu!

VINCENZO AMENDOLA (PD-IDP). Veniamo dalla politica, quella con la schiena dritta, non quella che fa i gesti di nascosto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Io vorrei dire al presidente Foti, con molto rispetto, che questo è un dibattito parlamentare e bisogna sentire il senso della politica perché, per due anni, in ogni dichiarazione di voto, ci avete detto: facciamo questo sull'agricoltura, sulla sanità, su tutto, perché abbiamo vinto le elezioni. Lo avete usato come elemento retorico e chi fa politica non può non sapere che il sentimento popolare si ascolta, però, caro Foti, senza sbatterci niente, ma argomentando, con la stessa dignità il sentimento popolare si ascolta come l'abbiamo ascoltato gli ultimi giorni, e voi siete minoranza nel Mezzogiorno (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra). Lo siete come lista e lo siete come coalizione.

Quando noi poniamo il tema di quello che è il futuro del Paese, lo facciamo perché leggiamo il sentimento popolare. Come l'avete letto voi per due anni, adesso argomentate, argomentate e spiegateci come si fa a fare una procedura come questa: l'articolo, che è di trattativa privata. Le regioni si siederanno con un Ministro e tratteranno 23 materie.

Guardi, Presidente Foti, nel 1970 - l'abbiamo citato oggi - ci fu un grande dibattito, e poi ci furono gli Statuti regionali del Piemonte, della Lombardia, dell'Emilia-Romagna e all'articolo 3 dicevano tutti una cosa: noi vogliamo l'autonomia perché vogliamo unire il Paese. Perché il tema era il meridionalismo che veniva distrutto da un Paese che non cresceva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista – Commenti del deputato Volpi). E allora, la sinistra non è mai stata nemica dell'autonomia. Lo abbiamo fatto, ma qui c'è un problema e riguarda voi.

Se tu metti in equilibrio il 116 e 117, puoi fare tante cose per unire il Paese, ma se tu li sleghi, se dai il mandato a un unico Ministro di trattare il 117… “poi vedremo i LEP, poi vedremo quello che succederà”, allora non regge più! È come il premierato, dove vogliamo avere un Premier che non sappiamo nemmeno come viene eletto.

Non regge! La Carta costituzionale è unità di questo Paese e il meridionalismo è unitario, non è mai stato rivendicazione secessionista (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Quando noi costruiamo questa battaglia - e mi dispiace che lei è l'unico che parla, non è bello fare dibattiti come se fossimo nelle curve degli irriducibili, ogni citazione ovviamente non è nel caso - però io vorrei dire che un dibattito parlamentare guarda al sentimento nazionale e guarda soprattutto a dove si vuole portare questo Paese: con Calderoli, a discutere in trattativa privata, o a fare di questo Paese quello che merita, ossia una grande potenza europea (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.2 Bonafe', con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Passiamo all'emendamento 2.8 Iaria (Il deputato Donno scende al centro dell'emiciclo e si avvicina con veemenza al Ministro Calderoli dispiegando la bandiera italiana, trattenuto dagli assistenti parlamentari - Vivissime proteste di deputati del centrodestra e del centrosinistra che convergono al centro dell'emiciclo)

Onorevole Donno, per cortesia, la richiamo all'ordine. Onorevole Donno, la richiamo la seconda volta!

Onorevole Donno, lei è espulso. Onorevole Donno, lei è espulso dall'Aula.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 19,08, è ripresa alle 20,40.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA

PRESIDENTE. Secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo testé riunitasi, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento che riprenderà nella seduta di domani a partire dalle ore 9,30 e proseguirà secondo il calendario vigente.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Padovani. Ne ha facoltà.

MARCO PADOVANI (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il 14 giugno 2020 è venuto a mancare il senatore della Repubblica Stefano Bertacco, figura storica e significativa della destra veronese.

Nella XVII e XVIII legislatura si è distinto per il suo altruismo, la serietà e la preparazione politica. Stefano ha dedicato la sua vita agli ultimi, agli emarginati e ai deboli. Era un vero combattente, uno dei migliori che la destra veronese italiana abbia potuto vantare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Un uomo delle istituzioni, impegnato quotidianamente nel mondo sociale e sempre al servizio della comunità scaligera e del proprio territorio. Ho avuto l'onore e il piacere di stare al suo fianco durante il mio percorso politico, sia in gioventù, sia nell'esperienza che ci vide assessori del comune di Verona. Stefano era un uomo buono, leale, gentile, rassicurante, ma anche determinato e mai aggressivo; questo lo rendeva forte. La sua spiccata sensibilità e costante generosità gli sono state riconosciute da tutti in maniera trasversale, tanto che ogni anno il comune di Verona conferisce tre borse di studio a suo nome. Un premio particolare, destinato a ragazze e ragazzi capaci di piccoli gesti quotidiani di cura, attenzione, dedizione e spirito di servizio; azioni a volte scontate, ma che scontate non sono, specialmente per chi le riceve. Un premio che incarna la vera essenza di Stefano. Stefano sognava un'Italia fiera e giusta, quell'Italia che Fratelli d'Italia, il partito che amava, cerca ogni giorno di migliorare con impegno, fervore e diligenza, anche in suo nome e nel nome di tutti i militanti che ci hanno lasciato. A quattro anni dalla sua scomparsa, manchi alla nostra comunità, ai veronesi e a tutti coloro che credevano in te. Sono orgoglioso di essere stato tuo amico. Stefano Bertacco presente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, ho chiesto di intervenire per dire che oggi ho avuto la fortuna e la capacità di incontrare per puro caso il Ministro competente per segnalare quello che è successo durante il G7. Mi riferisco alle Forze dell'ordine (Commenti dei deputati Stumpo e Ciani – Il deputato Ciani si dirige verso il centro dell'emiciclo)

PAOLO CIANI (PD-IDP). Non si può fare! Non si può fare! Questo è il Parlamento della Repubblica italiana, questa è una democrazia (Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi (Scambio di apostrofi tra deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)

PAOLO CIANI (PD-IDP). Non si fa questo! Questo è un Parlamento!

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi! Colleghi, per favore! Abbiamo già riferito all'Ufficio di Presidenza, abbiamo riferito all'Ufficio di Presidenza. Vi prego, è già stata una giornata molto intensa (Proteste). No, no, no!

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente guardi di là!

PRESIDENTE. Colleghi! Per favore, allora, vi prego: è stata una giornata intensa, per favore. Chiudiamo questa seduta al meglio possibile. Abbiamo rappresentato (Proteste di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista – Scambio di apostrofi)

ANDREA GNASSI (PD-IDP). Se tu vuoi parlare, parla, Foti!

TOMMASO FOTI (FDI). Piantala!

PRESIDENTE. No, onorevole Foti, la prego! La seduta è sospesa, non ci sono le condizioni per andare avanti.

La seduta, sospesa alle 20,45, è ripresa alle 20,49.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Gli interventi dei colleghi Borrelli e De Palma sono rinviati a domani.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 13 giugno 2024 - Ore 9,30:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 615 - Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione (Approvato dal Senato). (C. 1665​)

Relatori: URZÌ, PAOLO EMILIO RUSSO e STEFANI, per la maggioranza; TONI RICCIARDI, di minoranza.

2. Seguito della discussione della proposta di legge:

FURFARO ed altri: Disposizioni in materia di assistenza sanitaria per le persone senza dimora. (C. 433-A​)

e dell'abbinata proposta di legge: SPORTIELLO. (C. 555​)

Relatore: FURFARO.

3. Seguito della discussione delle mozioni Ilaria Fontana ed altri n. 1-00276, Bonelli ed altri n. 1-00294 e Squeri, Mattia, Zinzi, Cavo ed altri n. 1-00295 concernenti iniziative in merito al Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), con particolare riferimento al relativo aggiornamento in coerenza con gli obiettivi di decarbonizzazione .

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 il deputato Fassino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 1 la deputata Tassinari ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 6 il deputato Marchetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 1, 2, 20 e 30 la deputata Marrocco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 3 i deputati Dell'Olio e L'Abbate hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 14 la deputata Marino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 15 i deputati Andreuzza e Bellomo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 17 la deputata Morfino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 23 il deputato Furfaro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 28 i deputati Fornaro e Squeri hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 29 il deputato Gnassi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 1665 - EM 1.31 240 240 0 121 104 136 70 Resp.
2 Nominale EM 1.33 261 261 0 131 113 148 66 Resp.
3 Nominale EM 1.34 255 255 0 128 107 148 66 Resp.
4 Nominale EM 1.36 271 271 0 136 113 158 64 Resp.
5 Nominale EM 1.38 272 272 0 137 115 157 62 Resp.
6 Nominale EM 1.39 271 271 0 136 115 156 62 Resp.
7 Nominale EM 1.50 274 274 0 138 118 156 62 Resp.
8 Nominale EM 1.79 285 284 1 143 123 161 60 Resp.
9 Nominale EM 1.80 284 284 0 143 120 164 60 Resp.
10 Nominale EM 1.88 284 284 0 143 122 162 60 Resp.
11 Nominale EM 1.89 291 291 0 146 126 165 60 Resp.
12 Nominale EM 1.90 285 282 3 142 122 160 60 Resp.
13 Nominale EM 1.93 286 285 1 143 128 157 59 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale EM 1.104 285 285 0 143 119 166 58 Resp.
15 Nominale EM 1.109 280 278 2 140 118 160 58 Resp.
16 Nominale EM 1.116 288 288 0 145 124 164 58 Resp.
17 Nominale EM 1.121 286 286 0 144 123 163 58 Resp.
18 Nominale EM 1.122 283 283 0 142 118 165 57 Resp.
19 Nominale EM 1.123 269 269 0 135 115 154 66 Resp.
20 Nominale EM 1.125 283 283 0 142 122 161 63 Resp.
21 Nominale EM 1.126 296 296 0 149 127 169 61 Resp.
22 Nominale EM 1.179 284 284 0 143 119 165 60 Resp.
23 Nominale EM 1.181 286 286 0 144 119 167 61 Resp.
24 Nominale EM 1.183 294 294 0 148 127 167 58 Resp.
25 Nominale EM 1.197 291 291 0 146 126 165 59 Resp.
26 Nominale EM 1.202 295 295 0 148 131 164 59 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 30)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale EM 1.203 294 294 0 148 130 164 59 Resp.
28 Nominale ARTICOLO 1 289 289 0 145 160 129 59 Appr.
29 Nominale ART AGG 1.02 283 283 0 142 119 164 58 Resp.
30 Nominale EM 2.2 285 285 0 143 122 163 58 Resp.