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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 339 di venerdì 2 agosto 2024

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata Segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

MARIA ROSARIA CARFAGNA, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 83, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il Presidente del Senato, con lettera in data 1° agosto 2024, ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla II Commissione (Giustizia):

S. 1183 - “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 luglio 2024, n. 92, recante misure urgenti in materia penitenziaria, di giustizia civile e penale e di personale del Ministero della Giustizia” (approvato dal Senato) (2002) - Parere delle Commissioni I, III, V, VI, VIII, XI, XII e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Poiché il suddetto disegno di legge è iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da lunedì 5 agosto 2024, ai sensi del comma 5 dell'articolo 96-bis del Regolamento, i termini di cui ai commi 3 e 4 del medesimo articolo sono conseguentemente adeguati. In particolare, il termine per la presentazione di questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge, come anticipato ai gruppi per le vie brevi, è fissato alle ore 14 di sabato 3 agosto 2024.

Discussione del disegno di legge: S. 1162 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 giugno 2024, n. 76, recante disposizioni urgenti per la ricostruzione post-calamità, per interventi di protezione civile e per lo svolgimento di grandi eventi internazionali (Approvato dal Senato) (A.C. 1997​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1997: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 giugno 2024, n. 76, recante disposizioni urgenti per la ricostruzione post-calamità, per interventi di protezione civile e per lo svolgimento di grandi eventi internazionali.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 1997​)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

La VIII Commissione (Ambiente) si intende autorizzata a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire il relatore, onorevole Gianpiero Zinzi.

GIANPIERO ZINZI , Relatore. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il decreto-legge all'esame dell'Assemblea reca disposizioni urgenti per il coordinamento delle procedure e delle attività di ricostruzione nel territorio delle regioni Emilia-Romagna, Toscana e Marche, interessato dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023, per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza, nonché a definire misure per l'impiego del personale militare e di soccorso utilizzato per far fronte alle straordinarie esigenze connesse allo svolgimento del vertice del G7 a Brindisi e per meglio definire le modalità di azione della Fondazione Milano-Cortina 2026.

Nel provvedimento, che è stato modificato nel corso dell'esame al Senato, sono altresì confluite le disposizioni del decreto-legge n. 91 del 2024, recante misure urgenti di prevenzione del rischio sismico connesso al fenomeno bradisismico nell'area dei Campi Flegrei e per interventi di protezione civile e di coesione, i cui effetti sono salvati all'articolo 1, comma 2, del disegno di legge di conversione.

Passo quindi a dare conto del contenuto del decreto-legge, che si compone ora di 27 articoli.

In particolare, nell'ambito delle disposizioni concernenti la ricostruzione a seguito di taluni eventi calamitosi, l'articolo 1 è volto a riconoscere dei contributi ai soggetti privati, titolari di immobili con destinazione d'uso residenziale, che abbiano subito danni ai beni immobili, distrutti o gravemente danneggiati per effetto degli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023 nelle regioni Emilia-Romagna, Marche e Toscana, prevedendo il trasferimento della somma di 560 milioni per tale finalità.

L'articolo 2 è volto ad accelerare le procedure di ristoro nell'ambito degli interventi di ricostruzione privata nei territori colpiti dai predetti eventi alluvionali del 2023, con la finalità di garantire quanto prima il rientro della popolazione nelle proprie abitazioni.

L'articolo 3 interviene ulteriormente sulla procedura per la concessione e l'erogazione dei contributi per la ricostruzione privata nei predetti territori, prevedendo che, nel procedere alle verifiche a campione sui beneficiari, il commissario straordinario possa avvalersi anche di enti pubblici o organi statali aventi competenza nelle attività ispettiva, di controllo e di vigilanza, per la prevenzione e la repressione di illeciti correlati all'utilizzo di contributi pubblici.

L'articolo 4, ai commi 1 e 2, proroga fino al 31 dicembre 2024 il termine finale dell'incarico del commissario per la ricostruzione dei territori delle regioni Emilia-Romagna, Toscana e Marche interessati dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° gennaio 2023.

L'articolo 5 conferisce al citato commissario straordinario il potere di individuare, per gli interventi di riparazione, ripristino o ricostruzione delle opere pubbliche e dei beni culturali, ulteriori soggetti attuatori, oltre a quelli già previsti.

Nell'ambito degli interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023, l'articolo 6 interviene sulla disciplina delle modalità di ricostruzione concernente le infrastrutture stradali e ferroviarie.

L'articolo 7 contiene una norma di carattere interpretativo, volta a risolvere i dubbi applicativi emersi in sede di esame istruttorio finalizzato alla predisposizione della proposta di assegnazione delle risorse da destinare ai servizi di natura tecnica e assistenza qualificata da parte del CIPESS, al fine di ricomprendere le risorse per gli Uffici speciali per la ricostruzione a seguito del sisma del 2009.

L'articolo 8 estende l'autorizzazione di spesa, prevista nella legge di bilancio 2022 per far fronte ai danni occorsi al patrimonio privato e alle attività economiche e produttive in relazione agli stati di emergenza nazionale verificatisi negli anni 2019, 2020 e 2021, anche agli eventi per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza nazionale verificatisi negli anni 2022 e 2023, a determinate condizioni.

L'articolo 9 estende all'Agenzia Italia Meteo le facoltà di assunzione di personale previste per gli enti di nuova istituzione per un ulteriore periodo di 5 anni, e gli articoli da 9-bis a 9-terdecies contengono le disposizioni per la prevenzione del rischio sismico connesso al fenomeno bradisismico nell'area dei Campi Flegrei, e per interventi di protezione civile e di coesione, oggetto del decreto-legge n. 91 del 2024, che si pongono in una linea di continuità con il decreto-legge n. 140 del 2023, anche al fine di regolare l'attuazione e il finanziamento delle prime misure urgenti relative al patrimonio edilizio, anche privato, interessato dal fenomeno bradisismico localizzato nella cosiddetta “zona di intervento” e alle infrastrutture di trasporto e degli altri servizi essenziali prioritari inclusi nella ricognizione operata con delibera della giunta regionale della regione Campania n. 7 del 10 gennaio 2024.

Da ultimo, il decreto reca disposizioni per lo svolgimento di grandi eventi internazionali. L'articolo 10 destina risorse straordinarie alle Forze di Polizia e al Corpo nazionale dei vigili del fuoco, in relazione alle esigenze di sicurezza inerenti allo svolgimento del vertice G7 di Brindisi. L'articolo 11 reca una norma di interpretazione autentica della disciplina relativa alla Fondazione Milano-Cortina 2026, prevedendo che la stessa non riveste la qualifica di organismo di diritto pubblico e che le sue attività non sono disciplinate da norme di diritto pubblico.

In conclusione, desidero segnalare che la VIII Commissione (Ambiente), nella seduta di ieri, ha esaminato in sede referente il provvedimento, discutendo e votando tutte le proposte emendative presentate e acquisendo i pareri favorevoli delle competenti Commissioni parlamentari.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la rappresentante del Governo: non ritiene di intervenire.

È iscritto a parlare il deputato Roberto Morassut. Ne ha facoltà.

ROBERTO MORASSUT (PD-IDP). Grazie, Presidente. Cercherò di avvicinarmi al giudizio e alla valutazione di questo provvedimento senza alcun condizionamento di spirito di fazione, perché il tema della prevenzione e della ricostruzione nelle sventure e nelle tragedie legate alle calamità naturali non si può prestare alla propaganda, né da parte del Governo, né da parte delle opposizioni. Tutti ci abbiamo fatto i conti quando abbiamo avuto in mano le leve del Governo o degli enti locali, e tutti abbiamo misurato e misuriamo, costantemente, l'enorme complessità dei problemi e la difficoltà delle risposte, l'efficacia delle soluzioni, che a volte, purtroppo, si rivelano inadeguate rispetto alla dimensione delle calamità.

Del resto, questo approccio non fazioso, non di parte e non pregiudiziale è stato l'approccio dei nostri gruppi parlamentari, in particolare al Senato, dove più profondamente si è sviluppata la discussione sul decreto, anche nel tentativo, fatto dal nostro gruppo parlamentare al Senato, di portare un contributo concreto e fattivo per migliorare un decreto così “abborracciato”, va detto questo. È un decreto sì urgente, naturalmente, uno dei pochi decreti urgenti che possiamo annoverare in questa lunga stagione, che continuerà, di provvedimenti urgenti approvati con la fiducia; uno dei pochi provvedimenti urgenti che, però, arriva in ritardo.

Tutte le nostre proposte, però, sono state respinte e rispedite al mittente secondo uno stile - qui c'è un giudizio politico che riguarda lo stile del Governo e della maggioranza, che va al di là del provvedimento, sul quale poi naturalmente verrò rapidamente - che è sempre più caratterizzante di questo Governo e di questa maggioranza; uno stile che, però, tradisce un'enorme debolezza e insicurezza, perché, di fronte alle proposte chiare di un'opposizione e alla necessità di confrontarsi sul merito, possono sempre affiorare divisioni e articolazioni all'interno di questa maggioranza, articolazioni che, sempre meno, la maggioranza è in grado di sostenere.

Però, pur nella misura e nella obiettività di approccio, non si può fare a meno di giudicare questo decreto “abborracciato” e un po' improvvisato, e questo dispiace, perché il tema delle calamità naturali è un tema sempre urgente e ai primi posti delle attività di un Governo e delle sue priorità. Purtroppo siamo il Paese che siamo: certi fenomeni, certi problemi, non solo vanno previsti in tempo, ma si sa che sono resi più gravi anche dalla situazione del cambiamento climatico in atto. È un provvedimento in ritardo ed è anche confuso nella sua struttura.

Come sappiamo, è anche un provvedimento talmente in ritardo che siamo quasi al limite della scadenza dei tempi previsti per la sua conversione in legge. Perché questo accade? Anche perché è un provvedimento confuso, nel senso che mette insieme misure di emergenza per quanto riguarda le calamità naturali di un anno fa, le alluvioni in Toscana, nelle Marche e nell'Emilia-Romagna, ma anche interventi sulla situazione dei Campi Flegrei in Campania.

Quindi è un provvedimento, per un verso, di urgenza e di intervento sulla ricostruzione, per un altro, un decreto che si occupa di una questione strutturale, quella dei Campi Flegrei, che, accanto a elementi di urgenza, ha bisogno di un'idea e di una visione di intervento complessiva, che non si limiti a un decreto anno per anno, ma che abbia una sua organicità e che sia in grado di affrontare, insieme agli enti locali, la particolare situazione dei Campi Flegrei e di una parte del territorio campano, che sarà sempre e continuamente sottoposta a situazioni critiche.

Ed è un provvedimento insufficiente per la qualità delle procedure, perché esclude, sostanzialmente, gli enti locali da un ruolo attivo e da un protagonismo attivo; invece gli enti locali, i comuni e le regioni sono i principali attori e protagonisti di un'azione di ricostruzione, e questo lo dimostrano i fatti, la storia, l'efficacia delle risposte e, soprattutto, per la quantità delle risorse. Signor Presidente, l'Italia, come tutti sappiamo, è un Paese fragile e una terra difficile. Questo per la sua storia geologica e naturale: noi siamo una lunga lingua di terra collocata su una doppia frattura tettonica, geologica.

Da un lato una più recente, che è quella tra la zolla africana e la zolla europea, lungo la costa adriatica, ma, nello stesso tempo, siamo anche l'eredità di un'antica ricomposizione di zolle tettoniche, la chiusura, in tempi ancestrali, di quello che era il mare di Tetide, che si è chiuso e ha concluso il Mediterraneo anche lungo la striscia adriatica. Quello che noi chiamiamo cratere vulcanico della zona tra le Marche, il Lazio, l'Abruzzo e parte della Toscana è esattamente la chiusura di questa antica situazione geologica, che ancora brontola nel profondo, che ancora si muove e che ancora testimonia la sua antica presenza, determinando una situazione di grave crisi ed esposizione sismica di quelle terre.

Ma, nello stesso tempo, siamo una terra bellissima e fragile per lo stesso motivo, perché siamo una terra diversificata. Abbiamo tanti climi e, non a caso, tanti popoli, alla fine della loro era del nomadismo, hanno guardato all'Italia come il luogo dove attestarsi e fare una vita stabile; vennero qui perché c'era sole, mare e una diversità di climi e di situazioni dove insediarsi. Ma questa bellezza è anche una fragilità continua: in Italia, lungo la penisola italica, il 90 per cento delle popolazioni sono considerate, secondo gli studi dell'ISPRA, che vengono aggiornati anno per anno, popolazioni a rischio, e il 19 per cento sono popolazioni a grave rischio.

Quindi, quello delle misure di contrasto alla fragilità del Paese e al rischio idrogeologico è uno dei temi prioritari che un Governo dovrebbe avere non soltanto nella programmazione delle risorse, ma soprattutto nella creazione di sistemi organici che possano stabilmente, senza decreti e senza misure provvisorie, improvvisate, misure cerotto, volta per volta, affrontare o tentare di tenere il fronte di questa situazione.

Ora, in questo decreto intanto avete voluto mettere in campo una logica che è la stessa che ci fu un anno fa, quando si determinarono le alluvioni in Emilia-Romagna: si decise di deresponsabilizzare le regioni, perché, in un'ottica partigiana, nel senso di parte, in un'ottica faziosa, si pensò che dare le risorse in mano ai comuni e alle regioni, che non erano governate dalla stessa maggioranza del Governo centrale, dello stesso colore politico del Governo, potesse risultare un problema politico. Quindi, si decise di determinare una situazione nella quale c'era un commissario, che poi avrebbe collaborato con le regioni. Intanto, la cabina di regia, strumento che anche in altre esperienze, per esempio i precedenti disastri sismici nel cratere o altre situazioni di alluvione, è stato necessario per creare una situazione di squadra e di collaborazione, anche tra posizioni diverse degli amministratori, non è stata quasi mai convocata. Si è tutto svolto attraverso una centralizzazione dell'azione del Commissario e questo è stato un primo problema e continua ad essere un primo problema.

Ricordo che nel 2023, nel mese di maggio, vi furono 15 miliardi di danni tra la Toscana e l'Emilia-Romagna, la gente, i popoli, le popolazioni di queste due regioni si sono rimboccate le maniche, hanno lavorato secondo un grande spirito di civiltà e di sacrificio e hanno cominciato a ricostruire per loro conto. Adesso, dopo le promesse della Presidente del Consiglio, che andò lì nei primi giorni e disse che sarebbero state erogate risorse del 100 per cento per la ricostruzione, le risorse sono arrivate con il contagocce. Rispetto a quei 15 miliardi, forse siamo adesso a un decimo delle erogazioni per gli interventi privati e forse poco più per quanto riguarda gli interventi di ricostruzione delle opere pubbliche. Ora arrivano 6.000 euro di risarcimento, di ristoro, per i beni mobili e poco più per quello che riguarda le possibili ricostruzioni di edifici che non possono essere ricostruiti negli stessi sedimi di prima. Basta farsi un conto: 6.000 euro di risarcimento per i beni mobili, soprattutto se divisi in questo modo, 3.200 per i beni mobili che riguardano la cucina e 700 per ogni vano, con l'impossibilità di superare il tetto dei 6.000 euro, ma basta andare sul mercato per capire di che dimensioni stiamo parlando, se consideriamo 3.200 per una cucina e 700 euro per ogni vano, dopo un anno e dopo le promesse che sono state fatte.

Anche per la ricostruzione integrale degli edifici, che sono stati eventualmente distrutti da queste piene alluvionali e da questi fenomeni calamitosi, praticamente si mettono in campo 560 milioni e parliamo di una platea di 35.000 percettori di risorse per i ristori. Per quanto riguarda, invece, la ricostruzione, abbiamo 560 milioni, messi a disposizione dal Governo, che, poco più poco meno, corrispondono a un contributo che non supera i 30.000/40.000 euro. Voi ve la immaginate la possibilità di acquistare un terreno, già edificabile, che sia quindi messo in una condizione di sicurezza solo per il terreno? La disponibilità di queste risorse è evidentemente molto scarsa, ma quanto ancora manca di risorse disponibili per la ricostruzione delle case, delle officine, dei magazzini, delle strutture artigianali, che sono state travolte dalle piene?

Quindi, l'insufficienza di questo decreto è evidente già nella misura della quantità delle risorse messe in campo. Ma perché è stato fatto questo? Perché si dice “non ci sono risorse”, “non ci sono i soldi”, “abbiamo poche risorse disponibili”, “ci sono pochi spiccioli”. Qui però c'è da farsi una domanda più di fondo: come è stato fatto il bilancio dal Governo nello scorso anno e come sarà fatta - vedremo - la legge di bilancio il prossimo autunno? Qui c'è il punto di fondo che condiziona tutta la politica di questo Governo e che sta mettendo in crisi tutto il sistema Italia.

È stata destinata una somma stratosferica, gigantesca, come 8 miliardi, che poi probabilmente diventeranno 13, per il ponte sullo Stretto di Messina. Questa è l'enorme palla al piede, l'enorme peso che condiziona tutta la politica del Governo. 13 miliardi per un'opera, che non è un'opera in sicurezza, che non ha un progetto esecutivo, che destina molte risorse per uno stipendificio, perché lì ogni dirigente, ognuno che siede in quel consiglio di amministrazione, prenderà 250.000 euro, cioè molto oltre i tetti stabiliti dall'ordinamento. 13 miliardi per un'opera che non si sa se si farà e quando si farà e, nel frattempo, non abbiamo le risorse disponibili per le calamità naturali che ci sono state, ma anche - non per fare la Cassandra, per carità, ma si sa ormai l'andamento delle cose - per quelle che purtroppo è prevedibile accadranno con questo clima. Aspettiamoci che, tra agosto e settembre, ci saranno nuovi fenomeni, nuove situazioni critiche, nuove situazioni difficili, perché lo sappiamo, quando c'è un clima in questo modo, cosa può succedere sul finire dell'estate e all'inizio dell'autunno. Ci si verrà a dire “non abbiamo i soldi”, ci sarà un nuovo decreto cerotto, si raggranellerà qualcosa in giro per le pieghe del bilancio. Nel frattempo, però, abbiamo messo 13 miliardi sul ponte sullo Stretto, per un'opera assurda, un'opera che condiziona tutto il bilancio dello Stato, per esempio condiziona gli investimenti sulle infrastrutture, in primo luogo sulle ferrovie, ma non entro in questo merito perché non è l'argomento di questo dibattito.

Avete escluso i comuni dalle decisioni attraverso una cabina di regia che non funziona e avete cercato di centralizzare tutte le procedure. È vero che le regioni spendono poco e male per il dissesto idrogeologico, ma anche per la prevenzione e per la ricostruzione, perché poi sono le stesse regioni, per quanto riguarda il dissesto idrogeologico, i principali enti che assumono le responsabilità e le risorse della programmazione del bilancio, in particolare anche del PNRR e poi dirò sul PNRR e sulle scelte che sono state fatte dal Ministro Fitto nell'ambito dell'utilizzo delle risorse del PNRR per il dissesto idrogeologico. È vero che le regioni spendono poco e male, ma andiamo a vedere le classifiche di queste regioni: la Toscana e l'Emilia-Romagna sono invece le regioni che spendono meglio e di più con riferimento alle risorse disponibili per il dissesto idrogeologico. Sul tetto di quella classifica negativa, tra le regioni più inadempienti, che spendono peggio e di meno rispetto alle risorse disponibili (e le tengono nei cassetti o per incapacità degli amministratori o per assenza di tecnici e di risorse umane) vi sono quelle storicamente governate dal centrodestra.

Mettete insieme l'emergenza con quella situazione specifica dei Campi Flegrei, che invece avrebbe bisogno di una visione specifica e di un intervento stabile, e utilizzate le competenze di ANAS e di RFI per gli interventi sui contenimenti dei versanti franosi, ritenendo che, per le caratteristiche di queste aziende, che spesso operano su infrastrutture di mezza collina o di fondovalle, lì dentro vi siano le competenze e l'ingegneria adatta per intervenire su questo importante aspetto che invece ha una sua specificità e ha bisogno di una visione e di un intervento organico.

Non avete tenuto in alcun conto, non avete un'idea dell'intervento sul sistema di protezione civile e di prevenzione rispetto al fenomeno del dissesto idrogeologico; intervenite in maniera randomica, a spot: adesso ci serve RFI, proviamo con RFI, che ha un po' di ingegneri, e gli facciamo fare gli interventi sul contenimento dei versanti franosi. Questo non è un modo di agire. C'è bisogno di costruire un sistema e il sistema, nel corso del tempo, con i Governi di centrosinistra, è stato a poco a poco individuato e costruito, ma ora ha bisogno di una sua cornice definitiva. È stato costruito, per esempio, con la costituzione del ReNDiS, che era un sistema che serviva a redigere le priorità degli interventi sul dissesto idrogeologico.

È stato fatto attraverso l'introduzione di un nuovo sistema, che implementava il ReNDiS, con il primo decreto di attuazione del PNRR, che trasferiva molte competenze alle regioni, rimanendo la cabina di regia nazionale; ma trasferiva in collaborazione molte competenze alle regioni e, soprattutto, puntava su un fortissimo rafforzamento tecnico di risorse umane specifiche per le regioni, per le province e per i comuni, al fine di poter fare gli interventi di prevenzione e di ricostruzione sul luogo, attraverso una capacità tecnica specifica sul luogo stesso, perché i luoghi vanno conosciuti, non si può agire soltanto centralmente.

Questo sistema ha bisogno di una sua implementazione finale. C'è bisogno, cioè, di costruire - e questa è la proposta che abbiamo avanzato nei mesi scorsi e che avanzeremo anche formalmente con una proposta di legge in Parlamento - una sorta di agenzia nazionale sulle calamità naturali che lavori in collaborazione con le autorità di bacino, che sono quegli enti preposti alla pianificazione delle opere contro il dissesto idrogeologico (frane, alluvioni, sismi) e che costruiscono con il loro lavoro la regia e le carte fondamentali per capire come sono fatti i territori e quali sono le aree di crisi e, nello stesso tempo, con le regioni con una forte cabina di regia centrale.

Serve, per semplificare, una sorta di ANAS specifica per gli interventi contro le calamità naturali che metta insieme tutte queste competenze e, soprattutto, valorizzi esperienze, competenze e professionalità, che oggi sono molto scarse, in questo Paese che ha un fronte aperto continuo. I geologi e l'Ordine dei geologi da tempo chiedono un rafforzamento dei ruoli all'interno delle amministrazioni pubbliche. Gli ingegneri idraulici, allo stesso tempo, chiedono di essere utilizzati, attraverso l'Ordine, in maniera più estesa e più organica dallo Stato e dagli enti locali: quindi, non ingegneri strutturisti, non ingegneri per le infrastrutture, presi e tirati per le orecchie a fare mestieri che non sanno fare o che sanno fare soltanto parzialmente.

Questa visione improvvisata è uno dei punti critici di questo Governo, uno dei punti veramente più inquietanti, perché vuol dire che alle prossime occasioni, nelle prossime circostanze che vi potranno essere, noi saremo deboli di fronte alla profondità e alla gravità dei drammi che si potranno verificare e andremo lentamente sulla ricostruzione dei territori colpiti dalle calamità naturali e sul fronte delle risposte che si possono dare efficacemente alle popolazioni.

Quindi, il nostro giudizio su questo decreto è critico, ma non pregiudizialmente. È un giudizio critico di fatto: un po' perché le nostre proposte, che in parte sono quelle che ho esposto, sono state respinte al Senato, un po' perché è un decreto che arriva all'ultimo momento. Siamo sul filo di lana. Se passerà ancora una settimana, questo decreto rischia di non essere approvato, perché dentro è stato inserito un altro provvedimento, quello sui Campi Flegrei, che è stato poi accantonato e i cui contenuti sono stati riversati all'interno di questo decreto. Questo è un modo di agire veramente, a dir poco, confusionario. Confusionario anche per il fatto che le risorse sono pochissime, perché sono state fatte scelte prioritarie nel corso dell'anno passato, come quella concernente lo Stretto di Messina, che hanno condizionato tutta la politica del Governo e che stanno pesando su tutta la politica finanziaria e su tutta la politica degli investimenti nel nostro Paese.

Questa, invece, è una grande priorità. È una grande priorità che non si può affrontare in modo improvvisato, ma che ha bisogno di una visione e di una organica soluzione dei problemi. È una visione che non può che arrivare dalle soluzioni che, nel corso degli ultimi dieci anni, soprattutto, anzi, esclusivamente grazie ai Governi di centrosinistra, sono state progressivamente individuate e che ora vanno compattate in un edificio, in un'azione, in un soggetto che le metta insieme e che possa agire ordinariamente e anche straordinariamente.

Ho concluso e colgo l'occasione, però, per dire un'ultima cosa: faccio intanto le nostre congratulazioni al dottor Fabrizio Curcio che in questi anni ha diretto la Protezione civile con grande efficacia. Dispiace che le sue competenze siano risultate non gradite a questo Governo, che evidentemente giudica non per i parametri di merito. Però, nonostante questo, proprio senza pregiudizialità, senza preconcetti, faccio i miei auguri, i nostri auguri, al dottor Ciciliano che assumerà questo difficile compito, sperando che possa portarlo avanti con efficacia e con saggezza (Applausi del deputato Casu).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Milani. Ne ha facoltà.

MASSIMO MILANI (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi, con il provvedimento in discussione si introducono disposizioni urgenti e necessarie, finalizzate a realizzare alcune specifiche esigenze emerse in sede attuativa e correlate agli interventi di protezione civile e ricostruzione post calamità, in particolare relativamente agli eventi alluvionali che si sono verificati l'anno scorso e, poi, al fenomeno del bradisismo, che ha avuto una recrudescenza particolarmente importante in questi ultimi mesi.

Purtroppo, siamo nuovamente a dover trattare un atto urgente, connesso, quindi, ancora una volta, a stati emergenziali e disastri del nostro territorio. Un territorio fragile, in quanto giovane dal punto di vista geologico, chiaramente. L'Italia ha solo 20 milioni di anni e ciò la rende vulnerabile dal punto di vista sismico e idrogeologico. L'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) ha censito poco meno di 630.000 frane in Italia, due terzi del totale di quelle che ci sono in tutto il territorio europeo. Così come, dal punto di vista dell'attività vulcanica, siamo sicuramente il territorio europeo di gran lunga più attivo e, quindi, più a rischio.

Con il provvedimento in discussione non ci limitiamo a fornire solo sostegni economici e, anzi, colgo l'occasione, su questo punto, per dire che si aggiungono in questo decreto circa 255 milioni ulteriori per quanto riguarda gli eventi alluvionali e franosi che si sono verificati l'anno scorso nelle regioni Emilia-Romagna, Marche e Toscana, attraverso la spesa autorizzata e il coinvolgimento delle società del gruppo FS, RFI e ANAS, che, al contrario di quanto ho sentito poc'anzi, riteniamo, invece, essere società primarie, chiaramente, nelle opere pubbliche in Italia. Hanno tutte le professionalità necessarie al proprio interno per poter intervenire con celerità, capacità ed efficienza e, quindi, con un'efficienza anche di spesa importante, non solo sui sedimi stradali e sulle sedi ferroviarie, ma anche sui fronti prospicienti queste infrastrutture.

Con questo provvedimento viene previsto, inoltre, il finanziamento degli Uffici speciali per la ricostruzione e viene delineata chiaramente la gestione commissariale straordinaria per assicurare una risposta coordinata ed efficace. Si migliora, quindi, quanto già stabilito con decreto d'urgenza dell'anno scorso.

Le misure previste non solo rispondono in modo tempestivo alle emergenze che hanno colpito le nostre regioni, ma rappresentano anche il punto di partenza per una visione strategica per il futuro, in netta contrapposizione con un approccio senza prevenzione e di solo tamponamento portato avanti in esperienze precedenti.

Le misure qui proposte non si limitano, infatti, a tamponare il disastro. Si danno ristori, sicuramente, ma non solo: tali misure, infatti, contribuiscono a costruire una resilienza più duratura, consentendo alle comunità colpite di risollevarsi e prosperare nuovamente. Si spinge molto sui contributi alla ricostruzione e alla delocalizzazione in altre zone, al di fuori delle aree di rischio, dando quindi la possibilità, laddove gli immobili siano totalmente compromessi, di indennizzare le persone, consentendo loro di acquistare immobili già esistenti sul mercato oppure di ricostruire in altre zone, al di fuori delle aree a rischio.

In questa chiave, va visto anche il potenziamento dell'Agenzia ItaliaMeteo, alla quale spetta l'importantissimo compito di supportare lo Stato e le regioni nelle funzioni di previsione e protezione civile. Tuttavia, tutto questo sarebbe difficile senza risorse umane adeguate e, quindi, con questo provvedimento diamo il via libera ad assunzioni per un ulteriore periodo di cinque anni, in modo da allargare il numero dei tecnici di cui l'Agenzia si potrà avvalere.

In sostanza, senza entrare nel dettaglio di tutti i singoli aspetti, quello che mi preme sottolineare è che il provvedimento è sicuramente di carattere d'urgenza, interviene in maniera importante in semplificazioni per quanto riguarda i commissariamenti già in essere, come quello del sisma del 2009, e interviene sul commissariamento dell'anno scorso, per quanto riguarda le zone alluvionate; introduce un commissario straordinario, che non c'era fino a oggi, o meglio, era individuato nel presidente della regione Campania; oggi invece viene introdotto un commissario straordinario di Governo, con capacità specifica, dotazione economica e struttura adeguata per intervenire in maniera celere e tempestiva nell'area dei Campi Flegrei. Quindi, c'è un'impostazione di grande attenzione e vicinanza da parte dello Stato centrale, del Governo rispetto ai territori colpiti da eventi disastrosi.

Con questo decreto-legge, che amo chiamare decreto Ricostruzione - se proprio gli dobbiamo dare un nome -, invece che Protezione civile, Calamità o altro (amo chiamarlo decreto Ricostruzione), il Governo Meloni non lascia sole le famiglie e le aziende di territori colpiti dalle calamità. Agisce sulla prevenzione e dimostra di avere a cuore l'identità e il futuro dei territori colpiti da disastri e, quindi, della nostra amata Italia.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Innanzitutto, da cittadino flegreo, vorrei esprimere la mia vicinanza ai cittadini calabresi che ieri hanno un po' tremato, posso ben capire che cosa si prova.

Il mio intervento di oggi avrà un focus sulla parte dei Campi Flegrei, che, come è stato ampiamente detto anche prima, è stato inglobato in questo provvedimento. Ne approfitto anche per fare i miei ringraziamenti all'ingegnere Curcio, ex - purtroppo - capo della Protezione civile che, in questo periodo difficile per i Campi Flegrei, ci è stato molto vicino ed è stato sempre pronto a dare il suo supporto. Spero che sarà lo stesso con il dottor Ciciliano, a cui ovviamente vanno anche i miei auguri per il suo nuovo incarico.

Andiamo al dunque. Presidente, oggi, qui, per me, è importante fare un'operazione verità, perché sui Campi Flegrei sono state dette tante cose e, troppo spesso, tutto il contrario di tutto. Sono stati presi impegni dal Governo, in molti casi timidi, in costante ritardo e senza una reale visione.

Ci sono stati politici che hanno usato il tema per fare campagna elettorale personale, per fare propaganda e, purtroppo, ci sono stati anche partiti politici di maggioranza - la Lega - che, in campagna elettorale delle europee, hanno avuto il coraggio di mentire spudoratamente ai Flegrei per qualche voto. Ci tengo a ricordarlo, perché proprio il Sottosegretario Durigon, coordinatore della Lega in Campania, è venuto nei Campi Flegrei poco prima delle elezioni europee, annunciando la reintroduzione del super sisma bonus rafforzato per il nostro territorio, mentre intanto si bocciavano tutti i nostri emendamenti che andavano proprio in questa direzione.

Caro Ministro Musumeci, abbia il coraggio di dirlo a Durigon e ai leghisti campani che stavano illudendo i cittadini flegrei per racimolare semplicemente qualche voto: una politica becera e vergognosa.

Prima di entrare nell'analisi di questo secondo provvedimento sui Campi Flegrei, che, purtroppo - lo anticipo -, non dà le risposte che servono al territorio, mi permetto un attimo di chiarire, Presidente, alcune cose che proprio non ci sono andate giù. Abusivi, incoscienti, irresponsabili, colpevolmente fatalisti, preoccupati più al turismo che alla loro sicurezza: Presidente, queste sono solo alcune delle parole usate dal Ministro Musumeci per descrivere noi cittadini flegrei, attacchi e offese costanti e gratuite per un popolo che, a quanto pare, ha la colpa di essere nato e di abitare in una zona pericolosa - e io aggiungo - anche meravigliosa. Come se quell'area non fosse abitata da migliaia di anni, come se in Italia fosse quella l'unica zona a rischio e non fossimo un intero territorio delicato.

Vede, Presidente, molti dei miei concittadini mi dicono che Musumeci ci odia, odia i flegrei. Io, ovviamente, non ci credo, Presidente. Credo, più che altro, che il suo sia un tentativo molto furbo di gettare tutte le responsabilità della situazione sui cittadini, di puntare il dito contro gli abitanti e di prendersela poi, genericamente, con la politica passata. Scelte che mai mi sarei aspettato da un Ministro così navigato. Anche perché sarebbe poi facile rispondere al Ministro che l'area dei Campi Flegrei è abitata, senza soluzione di continuità, da migliaia di anni e che, se vogliamo stare alle responsabilità politiche, dobbiamo assolutamente ricordare gli ultimi due condoni - quelli che un po' hanno favorito l'abusivismo - e ricordare che quei condoni sono stati fatti dai Governi Berlusconi, non certo dai nostri e i Governi Berlusconi sono più vicini al Ministro, ovviamente, che a noi.

E che sia chiara, poi, una cosa: la nostra meravigliosa terra, negli ultimi decenni, è stata amministrata da tutti i partiti tranne che dal nostro, tranne che dal MoVimento 5 Stelle. Se vogliamo davvero capire chi sono stati colpevoli delle cose non fatte, delle cose trascurate - l'ho già detto al Ministro Musumeci -, sono pronto, sediamoci a un tavolo e parliamone, stiliamo una lista. Tuttavia - consentitemelo - a questo tavolo, a questo punto, facciamo partecipare anche la senatrice flegrea di Fratelli d'Italia, Giulia Cosenza, appartenente a una nota famiglia di costruttori e amministratrice, in passato, di diverse società che hanno operato massicciamente sul territorio flegreo. Infatti, voglio ricordarlo, a differenza di quel che dice il Ministro, questo non è il primo o secondo, in questo caso, provvedimento che interviene sui Campi Flegrei. Fu fatto anche nella precedente crisi bradisismica, la famosa disposizione speciale contenuta nella n. 887 del 1984. E uno dei soggetti attuatori, chi doveva operare come azienda sul territorio, proprio prendendo i soldi da questa legge speciale, era una delle società gestite dalla famiglia Cosenza - ricordiamo - la Copin Due Spa, soggetto attuatore del piano intermodale che doveva rendere più resiliente il territorio flegreo e, quindi, corresponsabili di tante opere non fatte. È la società che ha costruito il famoso tunnel di 150 milioni di euro di cui abbiamo parlato abbondantemente nel primo decreto Campi Flegrei, una società che, ultimamente, è sparita improvvisamente. Magari, ci troviamo a questo tavolo e iniziamo anche a parlare della Waterfront Flegreo SpA, sempre appartenente alla stessa famiglia che, dopo avere acquistato a prezzo stracciato i territori dell'area ex Sofer, sulla linea di costa, ha abbandonato il progetto di riqualificazione che era stato votato dieci anni fa dal consiglio comunale. Ha abbandonato il progetto e ora sta provando a vendere tutto e anche questo voglio ricordare, per suo tramite, al Ministro Musumeci, che ripete costantemente che è stato assurdo aumentare il carico abitativo sull'area flegrea. Sa cosa voleva fare l'azienda di famiglia della senatrice Cosenza di Fratelli d'Italia in quel territorio? Voleva costruire nuove case e poi è stato impedito all'epoca dal sindaco in carica. Quindi, andiamo a vedere le responsabilità di chi sono state? Ben venga, ci sono, facciamolo.

Venendo ai dettagli di questo provvedimento, troviamo inconcepibile la scelta di sciogliere il decreto Campi Flegrei bis, nel provvedimento Ricostruzione, una scelta che politicamente e comunicativamente è stata un disastro, perché qui sappiamo come funziona: sono stati ridotti i tempi a livello di audizioni, di partecipazione, di possibilità di intervenire e, di certo, non è questo quello che meritavano i miei Campi Flegrei. Infatti, è evidente che questa mossa è una svalutazione totale del territorio, proprio in un momento così delicato. Voglio informare tutti, che, proprio una settimana fa, c'è stata l'ennesima scossa di quarto grado di magnitudo e che, purtroppo, il bradisismo non si ferma affatto: la terra sta continuando a salire di due centimetri al mese e le scosse, quindi, continueranno.

Detto ciò, Presidente, noi del MoVimento 5 Stelle abbiamo detto, fin da subito, che il primo decreto Campi Flegrei era per noi solo un piccolissimo punto di partenza, e questo secondo provvedimento, quindi, a tutti gli effetti è un'occasione mancata, perché si continua ad agire sull'emergenza e mai sulla prevenzione, così come andrebbe fatto. Per fare un'analisi chiara di questo provvedimento bisogna necessariamente ritornare un attimo indietro.

Come detto, il primo decreto Campi Flegrei, nato per dare risposte alla crisi bradisismica della scorsa estate, è sempre stato per noi un bicchiere mezzo vuoto: scarse le risorse per il consolidamento dell'edilizia pubblica e, soprattutto, nessuno strumento previsto per rendere sicuri gli edifici privati. Noi abbiamo provato con tantissimi emendamenti a migliorarlo, provando a collaborare in tutti i modi, ma, purtroppo, quasi nessuna delle nostre proposte è stata ovviamente accolta.

Sebbene siano trascorsi più di 8 mesi dall'emanazione del primo decreto, molte attività previste non si sono ancora concluse. Una fra tutte, importantissima, proprio l'analisi di vulnerabilità degli edifici privati, un'attività essenziale sia per capire la resistenza dei fabbricati a nuove scosse di terremoto, sia per poter procedere, il prima possibile, a interventi di consolidamento antisismico.

Noi, Presidente, siamo qui con costanza e determinazione, e, anche con riguardo a questo secondo provvedimento, abbiamo provato a far ragionare il Ministro Musumeci; ci abbiamo provato, anche questa volta, con oltre 30 emendamenti, ovviamente quasi totalmente tutti bocciati a prescindere. Dentro le nostre proposte non è che c'era la luna, ma c'erano delle richieste fondamentali per permettere ai cittadini di convivere con il fenomeno del bradisismo e, contemporaneamente, salvaguardare il tessuto socioeconomico del territorio.

Allora, Presidente, proviamo ora a capire cosa servirebbe per davvero al nostro territorio, tutte cose che abbiamo proposto con i nostri emendamenti, tutte cose che sono nate dal confronto, operato sul territorio, con esperti, con i comitati dei cittadini, con le associazioni di categoria, proprio per capire insieme che cosa è necessario per i Campi Flegrei. Innanzitutto, servirebbe che il Ministro Musumeci inizi a rispettare il popolo flegreo e che la smetta di dare la colpa ai cittadini. Serve, poi, che chi ha amministrato negli ultimi anni si faccia un po' un esame di coscienza.

Serve che si diano risposte serie agli sgomberati, perché, mentre siamo qui, voglio ricordare che ci sono persone come Amedeo, Nunzio, Chiara e tante altre persone che ho sentito, in questi giorni, che stanno pagando il mutuo, i tributi e le tasse, nonostante abbiano una casa inagibile e abbiano dovuto lasciare il comune di Pozzuoli. Serve che si dia ai cittadini uno strumento per poter intervenire sulla propria casa e renderla antisismica, renderla resiliente; non ci interessa, ovviamente, quale sia lo strumento.

Noi abbiamo proposto il super sisma bonus. Non vi piace il super sisma bonus, che ci state costantemente bocciando? Trovatene uno voi, chiamatelo come volete, ma inseritelo in un provvedimento e fate qualcosa, perché, se non si interviene sull'edificato, il territorio non potrà mai essere resiliente, i cittadini non si potranno mai sentire al sicuro e si dovrà sempre operare, come si sta facendo, in emergenza. Perché ora, in questo provvedimento, si va a operare solo su quegli edifici che sono stati sgomberati. Se alla prossima scossa se ne aggiungeranno altre, che facciamo? Il Campi Flegrei-ter? Poi facciamo il Campi Flegrei-quater? Serve dare risposte serie al territorio.

E poi serve che venga data attenzione massima al tessuto sociale ed economico, perché, è vero, dobbiamo dare priorità, innanzitutto, all'incolumità dei cittadini, ma serve anche salvaguardare l'esistenza del territorio stesso. Noi abbiamo proposto diversi strumenti, nati proprio con il confronto con le aziende del territorio, con gli operatori del settore alberghiero e ristorativo. Abbiamo proposto, ad esempio, la decontribuzione per il Sud al 100 per cento; la cassa integrazione in deroga per il 2024, magari prorogabile; l'istituzione di una zona franca urbana.

Abbiamo proposto di detassare le imprese e i professionisti che, nel corso dell'ultimo anno, hanno subito un calo di fatturato superiore al 25 per cento; abbiamo proposto l'esenzione, per il 2024, del canone di occupazione del suolo pubblico per le attività commerciali, che, inevitabilmente, sono in difficoltà. Sono misure serie, che darebbero ossigeno puro a imprenditori e commercianti. Serve poi anche tutelare il ricchissimo patrimonio archeologico e riaprire, ad esempio, il percorso archeologico del Rione Terra, su cui sono stati spesi milioni di euro e che è inspiegabilmente chiuso dal 28 settembre scorso. Peraltro, da un'interrogazione recente al Ministro, abbiamo scoperto che non si sa quando riaprirà.

Serve che il Governo ascolti il territorio, anche questo abbiamo chiesto con i nostri emendamenti, che il nuovo commissario senta le principali associazioni di categoria, le associazioni e i comitati civici locali e che venga realizzata anche un'operazione di trasparenza. Abbiamo proposto una piattaforma dove pubblicare tutti gli aggiornamenti dei dati, le informazioni inerenti ai piani e ai progetti, l'avanzamento dei lavori. Nulla di trascendentale.

Poi, così come ha sottolineato a più riprese la Commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi, serve incrementare l'ottimo lavoro che già fa l'Osservatorio Vesuviano con il professor Di Vito, serve incrementarlo. Siamo, sì, uno dei territori più monitorati al mondo, ma bisogna fare di più: così abbiamo proposto, per esempio, l'assunzione di 4 nuovi ricercatori, dopo avere avuto un confronto con l'Osservatorio.

È questo quello che serve ai Campi Flegrei, queste le nostre proposte: tutte, ovviamente, sistematicamente bocciate. Presidente, arrivo a conclusione e vorrei tranquillizzare il Ministro: tutti sul territorio hanno chiara la situazione in cui siamo, ci conviviamo da sempre con il fenomeno del bradisismo. Incontro i cittadini tutti i giorni e non ci sono cittadini incoscienti, ma c'è una comunità determinata a resistere, che vuole e che merita delle risposte chiare.

Non è semplice, ovviamente, lo sappiamo, ma non lo è neanche lasciare tutto e andare via. Quindi, basta chiacchiere. Non mi stancherò mai di ripeterlo: basta chiacchiere. Lavoriamo giorno e notte, qui, in Parlamento, per permettere ai cittadini flegrei di vivere il territorio nella massima tranquillità possibile.

Serve una riscossa e noi cittadini flegrei ci siamo (Applausi della deputata Auriemma).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 1997​)

PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore, onorevole Zinzi, rinuncia alla replica.

Prendo atto che la rappresentante del Governo rinuncia alla replica.

Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Organizzazione dei tempi di esame di una proposta di legge.

PRESIDENTE. Avverto che, nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Vedi l'allegato A), sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame della proposta di legge n. 1974, recante proroga del termine per l'esercizio di deleghe in materia di spettacolo e di semplificazione dei controlli sulle attività economiche.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 5 agosto 2024 - Ore 13,30:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 1162 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 giugno 2024, n. 76, recante disposizioni urgenti per la ricostruzione post-calamità, per interventi di protezione civile e per lo svolgimento di grandi eventi internazionali (Approvato dal Senato). (C. 1997​)

Relatore: ZINZI.

2. Discussione del disegno di legge (per l'esame e la votazione della questione pregiudiziale presentata, lo svolgimento della discussione sulle linee generali e il seguito dell'esame):

S. 1183 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 4 luglio 2024, n. 92, recante misure urgenti in materia penitenziaria, di giustizia civile e penale e di personale del Ministero della giustizia (Approvato dal Senato). (C. 2002​)

3. Seguito della discussione della proposta di legge:

GIACHETTI ed altri: Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di concessione della liberazione anticipata, e disposizioni temporanee concernenti la sua applicazione. (C. 552​)

4. Discussione del disegno di legge:

S. 1185 - Proroga del termine per l'esercizio delle deleghe previste dall'articolo 2 della legge 15 luglio 2022, n. 106, nonché di quelle previste dall'articolo 27 della legge 5 agosto 2022, n. 118 (Approvato dal Senato). (C. 1974​)

Relatore: MOLLICONE.

La seduta termina alle 10,30.