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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 5 agosto 2024

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:


   BENZONI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   a fine luglio 2024, la Presidente del Consiglio si è recata in visita presso la Repubblica Popolare Cinese;

   a fronte di discutibili risultati economici e di un mutato contesto geopolitico, il Governo italiano non ha rinnovato il memorandum d'intesa (MoU) con il quale ha aderito, nel marzo 2019 e come unico Paese del G7, all'iniziativa cinese ribattezzata «Via della Seta», portandolo a scadenza a marzo 2024;

   secondo il report «The Market for 5G RAN in Europe: Share of Chinese and Non-Chinese Vendors in 31 European Countries» redatto da Strand Consult nel 2022, il 51 per cento delle reti radio 5G in Italia è fornito principalmente dalle aziende cinesi Huawei e ZTE;

   nel 2019, il Parlamento europeo ha manifestato preoccupazioni in merito alla fornitura di componenti 5G «Made in China», anche alla luce della ratifica di due leggi cinesi – la National Security Law e la Cyber Security Law – che permettono agli organi dello Stato e alle strutture di intelligence di «fare pieno affidamento sulla collaborazione di cittadini e imprese»;

   mentre numerosi Paesi europei – quali Germania, Francia e Portogallo – negli anni hanno implementato una progressiva restrizione di tali componenti, l'Italia rimane l'unico membro del G7 a non aver preso una decisione chiara, allineata al trend europeo, nonostante le reiterate indicazioni del Copasir –:

   quali siano gli intendimenti del Governo in merito alle forniture di componenti cinesi nello sviluppo della rete 5G nazionale per i prossimi anni.
(4-03292)


   ZARATTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:

   sul ring delle Olimpiadi di Parigi sono bastati 46 secondi a Imane Khelif per essere sbattuta in prima pagina come fosse un mostro;

   nata a Tiaret, Algeria, il 2 maggio 1999 la pugile Imane Khelif, a sedici anni inizia a praticare il pugilato;

   dopo anni di sacrifici arriva il debutto ai Mondiali nel 2018 dove si classifica 17esima;

   la crescita agonistica è graduale e nel 2021 Imane partecipa alla sua prima Olimpiade, Tokyo-2021, dove prende parte alla categoria 60 kg, dove non centra il podio e viene sconfitta sonoramente con 5 a 0 dall'irlandese Kellie Harringoton che a Parigi resta ancora la favorita;

   prima di partecipare alle Olimpiadi di Parigi Imane si è allenata, senza particolari problemi, con le pugilesse italiane per ben sei mesi;

   per Imane, quella con la Carini è la 37a vittoria su 50 incontri;

   ai mondiali del 2023 di Nuova Delhi, Khelif viene squalificata dalla competizione, organizzata dalla International Boxing Association. Secondo l'International Boxing Association, ente sportivo non riconosciuto dal Comitato olimpico internazionale, i test condotti sulla pugile avrebbero evidenziato «un livello eccessivo di testosterone e la presenza di cromosomi maschili nel Dna». Per lo stesso motivo, insieme a Khelif anche la taiwanese Lin Yu-ting viene esclusa per un presunto «vantaggio competitivo» sulle rivali;

   da quel momento, Khelif finisce sotto i riflettori per la sua identità di genere. Erroneamente la pugile algerina è stata spesso definita transessuale ma, sulla base delle informazioni disponibili, Khelif è una persona intersex;

   come ricorda l'Istituto superiore di sanità la definizione racchiude «tutte le varianti innate nelle caratteristiche del sesso e possono riguardare i cromosomi sessuali, gli ormoni sessuali, i genitali esterni o le componenti interne dell'apparato riproduttivo»;

   nel gennaio 2024 l'Unicef la nomina ambasciatrice nazionale;

   nonostante l'esclusione dai mondiali 2023, il Cio non ha riscontrato incompatibilità sulla partecipazione della pugile ai Giochi di Parigi. Senza scendere nei dettagli, il Comitato si è limitato a ribadire che «tutte le atlete iscritte alle competizioni rispettano i requisiti»;

   dal canto suo Imane si è sempre identificata come donna e ha basato tutta la sua carriera agonistica partecipando a competizioni femminili;

   l'esito dell'incontro Khelif-Carini ha riacceso il dibattito tra chi difende la pugile algerina e chi, al contrario, evidenzia l'esistenza di un «vantaggio competitivo» sulle altre atlete;

   da Casa Italia a Parigi la Premier Giorgia Meloni ha affermato: «Io penso che atleti che hanno caratteristiche genetiche maschili non debbano essere ammessi alle gare femminili e non per discriminare qualcuno ma per tutelare il diritto delle atlete a competere ad armi pari»;

   dopo le dichiarazioni della Premier le reazioni sui social si scatenano con virulenza inusuale per un incontro di pugilato femminile dividendosi in maniera quasi perfetta tra chi pensa che l'italiana sia stata mandata al macello dal Coni e dalle regole ingiuste del Cio che classificano come donna un'atleta che non lo è e chi difende dignità e correttezza dell'algerina;

   secondo il commissario tecnico Renzini: «Angela aveva già male ai denti, era sotto antibiotici e dopo il colpo al naso ha sentito un forte dolore che l'ha costretta a abbandonare il ring»; probabilmente, viste le precarie condizioni di salute, Angela non doveva nemmeno salirci sul ring –:

   se non ritengano che le richiamate affermazioni non abbiano pregiudicato l'autonomia dello sport italiano così come definito dalla normativa vigente e dagli accordi di adesione al Cio;

   se non ritengano, per quanto di competenza, di adoperarsi presso il Coni affinché l'opinione pubblica sia pienamente informata circa il fatto che, nei sei mesi in cui Khelif è stata ospite della Federazione pugilistica femminile italiana, la stessa ha partecipato a decine d'incontri di allenamento non evidenziando alcuna disparità con le atlete incontrate.
(4-03299)


   PAVANELLI, CARAMIELLO e FERRARA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 6, comma 2, della legge 14 luglio 2023, n. 93, prevede la definizione di una piattaforma tecnologica unica con funzionamento automatizzato per tutti i destinatari dei provvedimenti di disabilitazione di cui all'articolo 2 della citata legge;

   in altri termini, la piattaforma automatica dovrebbe occorrere per contrastare in via automatica il fenomeno dello streaming illegale di contenuti protetti dal diritto d'autore;

   da notizie diffuse a mezzo stampa si è appreso che tale piattaforma, realizzata dalla start-up innovativa emanazione dello studio legale fondato da Cesare Previti, Sp Tech, è stata donata – per tramite della Lega serie A – all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom);

   nonostante lo spirito di liberalità, il recepimento della piattaforma imporrà costi di «manutenzione evolutiva» pari a 66 mila euro;

   la piattaforma è entrata in funzione il 31 gennaio 2024;

   allo stato attuale non risultano essere state espletate procedure pubbliche di affidamento;

   la realizzazione di una piattaforma destinata all'oscuramento dei siti che trasmettono illegalmente contenuti in streaming ad opera di un operatore privato in assenza di una procedura ad evidenza pubblica, rischia di porre nelle mani di un soggetto esterno alle istituzioni amministrazione l'intero sistema di accesso alla rete italiana che potrebbe essere filtrata per scopi di varia natura, inibendo finanche l'accesso a risorse perfettamente legali, inibendo, ad esempio, l'accesso a siti internet aventi contenuto politico in occasione delle consultazioni elettorali;

   ad avviso degli interroganti, la messa in operatività della piattaforma, seguendo l'impianto di cui alla citata legge n. 93 del 2023, rischia di generare un vulnus di tutele nei confronti dei destinatari dei provvedimenti di oscuramento automatico dei siti web –:

   se non ritenga di adottare iniziative di carattere normativo affinché l'impianto sanzionatorio, attualmente definito dalla legge n. 93 del 2023 e applicabile in conseguenza del sistema automatico di rilevazione dello streaming illegale assicuri il pieno rispetto dei diritti fondamentali della libertà di espressione, della libertà di stampa e del diritto alla difesa, anche valutando la prescrizione di una procedura di affidamento ad evidenza pubblica per la realizzazione di piattaforme con tali finalità.
(4-03300)

CULTURA

Interrogazioni a risposta scritta:


   DORI. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   il 3 settembre 2021 il comune di Brescia ha presentato pubblicamente un progetto per l'accesso meccanizzato al Castello di Brescia mediante un ascensore;

   con delibera n. 72 del 27 settembre 2021 il consiglio comunale di Brescia ha approvato il progetto preliminare e il piano economico dell'opera che prevede la realizzazione di un ascensore per il trasporto di turisti e visitatori con accesso diretto all'interno della fortezza, collegando l'area tra il parcheggio di Fossa Bagni e il piazzale della Locomotiva adiacente alle mura del Castello, mediante lo sventramento di una parte della collina, per un totale di 112 metri;

   la realizzazione dell'ascensore comporterebbe una spesa di circa 8 milioni di euro, tra fondi pubblici regionali e comunali, oltre ad un costo di gestione annuo stimato di 200.000 euro a carico dei bilanci del trasporto pubblico locale, senza nessun beneficio quantificabile per il miglioramento della mobilità nella zona, essendo già possibile raggiungere il Castello con percorsi pedonali, in bicicletta e mediante autovetture;

   questo progetto ha destato anche la preoccupazione di comitati e cittadini, che ritengono l'opera inutile nonché dannosa in quanto presenta forti criticità, tra cui un rapporto costi/benefici negativo e rischi per la stabilità delle mura storiche interessate, compromettendo potenzialmente lo stato conservativo di un bene di grande rilevanza storico-architettonica e paesaggistica;

   nel 2022 il comitato «I Mille» di Brescia aveva promosso una raccolta firme per chiedere al sindaco di Brescia l'avvio della procedura per indire un referendum consultivo cittadino a difesa del Castello, portando avanti in parallelo una campagna di sensibilizzazione sul territorio;

   le problematiche avevano spinto lo stesso interrogante, il 9 novembre 2022 con interrogazione n. 4-00056, a richiedere iniziative alternative che potessero tutelare il valore del Castello di Brescia, evitando progetti che ne compromettessero l'integrità;

   nel settembre del 2023 la nuova amministrazione della città di Brescia ha inserito il progetto tra le linee programmatiche di fine mandato e l'assessore ai lavori pubblici, Muchetti, ha dichiarato più volte tramite stampa che i lavori per la costruzione dell'ascensore inizieranno nel 2025;

   questa installazione non è l'unico intervento previsto dall'amministrazione nei prossimi anni in quel contesto storico: l'assessore Muchetti ha altresì dichiarato che sono previsti lavori, dall'importo di 400 mila euro, per sistemare il tetto della Palazzina del governatore «dove si spera di attirare un'attività di ristorazione ed eventualmente di albergazione di lusso», nonché alla Palazzina degli ufficiali, rispettivamente al tetto ed al primo piano dello stabile, lasciando aperte diverse possibilità, quindi anche di natura meramente commerciale, sulla sua futura destinazione d'uso;

   questa linea di gestione dei beni culturali della città tende più alla capitalizzazione che alla conservazione e tutela, rischiando la compromissione di edifici simbolo di Brescia e di enorme rilevanza storica;

   le diverse dichiarazioni hanno destato preoccupazione nella cittadinanza, portando Legambiente Brescia al lancio di una nuova petizione cittadina, col focus sul progetto dell'ascensore nel Castello, allo scopo di richiedere uno studio costi/benefici nonché di valutare le alternative proposte;

   come appreso da fonti di stampa in data 21 luglio 2024, la Sovrintendenza dei Beni Culturali avrebbe autorizzato l'installazione dell'accesso meccanizzato –:

   se il Ministro interrogato intenda appurare i motivi per cui la Sovrintendenza dei Beni Culturali abbia espresso parere positivo all'installazione di un ascensore nel Castello di Brescia e se intenda promuovere, per quanto di competenza, in raccordo con la stessa e con il comune di Brescia, iniziative per sostituire quel progetto con soluzioni alternative finalizzate a tutelare e conservare un bene architettonico di grande rilevanza storico-artistica.
(4-03290)


   DORI. — Al Ministro della cultura, al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:

   nel comune di Sermide e Felonica (Mantova) è presente un'area di 120 mila metri quadri dove sorge il complesso di un ex zuccherificio, rimasto in attività dal 1920 al 1982;

   alla chiusura dello zuccherificio l'area è stata acquistata da due diverse società, dapprima dalla Iseo Spa e successivamente dalla House & Lot Srl, le quali si sono occupate della bonifica dell'amianto presente nel sito;

   nel 2010 il comune di Sermide ha dato il via ad un piano di lottizzazione che prevedeva circa 20 mila metri quadri di terziario commerciale ed altrettanti residenziali, oltre a quasi 20 mila metri di verde, tuttavia il fallimento della House & Lot Srl nel 2015 ha bloccato il progetto, lasciando giacere l'area nel più completo abbandono;

   all'interno dell'area sono presenti alcuni capannoni, una vasta zona boschiva e una villa storica denominata «Villa dei direttori», poiché costruita per ospitare le famiglie delle dirigenze dell'azienda;

   l'edificio è stato realizzato tra il 1931 e il 1939 su progetto dell'architetto di origine mantovana Renzo Zavanella, e costituisce uno dei migliori esempi di razionalismo nautico italiano. La composizione dell'esterno rimanda da un lato al cubismo di Robert Mallet-Stevens e, dall'altro (l'ingresso arrotondato), al Novocomum di Giuseppe Terragni, oltre che alle sperimentazioni del quartiere Weissenhof a Stoccarda;

   in data 10 ottobre 2013 la Soprintendenza dei Beni Culturali ha emesso un decreto di vincolo sulla villa, certificando l'innegabile valore dell'opera come monumento che appartiene alla storia dell'architettura;

   sono ormai 9 anni che la zona boschiva e l'edificio rimangono in stato d'abbandono, con la vegetazione che sta invadendo la villa, e, senza un intervento tempestivo, si rischia di arrivare ad uno stato di degrado non più reversibile, rendendo la stessa non più recuperabile;

   la cittadinanza si è attivata più volte, attraverso due petizioni, una nel 2010 ed una nel 2017, per chiedere il restauro della villa, rendendola poi fruibile al pubblico come museo o sala studio, e per richiedere la gestione dell'area verde incolta, che desta preoccupazione per l'igiene urbana;

   Sermide e Felonica rientra nel tracciato della ciclovia turistica Vento e la Villa dei direttori si trova proprio al limitare del percorso ciclabile, rendendo così l'edificio e il parco, se riqualificati, una possibile attrattiva per i turisti e per i cittadini –:

   se i Ministri interrogati intendano, per quanto di competenza, in raccordo con gli enti locali interessati, adottare iniziative al fine di stanziare con urgenza fondi per il recupero dell'edificio storico «Villa dei direttori» e del parco circostante, al fine di valorizzare uno stabile dall'elevato valore architettonico, rendendolo fruibile a cittadini, anche per finalità sociali, culturali o turistiche.
(4-03291)


   DE PALMA. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 57 del 2024 disciplina l'assetto organizzativo del Ministero della cultura, prevedendo il passaggio dal modello organizzativo del segretariato generale in favore del modello organizzativo dipartimentale;

   il 2 agosto 2024, al fine di illustrare lo schema di riorganizzazione degli uffici dirigenziali centrali e territoriali del Ministero della cultura da realizzare ai sensi del su citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 57 del 2024, si è svolto un incontro fra le organizzazioni sindacali e il capo di gabinetto, consigliere Francesco Gilioli;

   tra gli obiettivi della riorganizzazione si individua la volontà di realizzare una maggiore efficienza dell'azione amministrativa, di tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio culturale;

   il nuovo assetto illustrato dal rappresentante del Ministero della cultura, pur mantenendone inalterato il numero complessivo, prevede alcuni interventi sulle Sabap (Soprintendenze archeologia belle arti e paesaggio), da realizzare tramite accorpamenti di sedi dirigenziali, spostamenti nonché l'istituzione di nuove soprintendenze. Inoltre, si prevede una riconduzione delle competenze della Soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale subacqueo esclusivamente alla tutela del patrimonio subacqueo;

   questi interventi sarebbero finalizzati alla razionalizzazione e omogeneizzazione del servizio senza che sia persa di vista la relazione con le specificità del contesto di riferimento;

   con particolare riguardo alla situazione pugliese la Soprintendenza di Brindisi e Lecce diventerebbe Soprintendenza di Brindisi, Lecce e Taranto, con due sedi, una a Lecce – che è sede dirigenziale – e un'altra, operativa, a Taranto;

   per quanto riguarda Taranto, ad oggi le competenze sul territorio – con sede dirigenziale – erano assegnate alla Soprintendenza subacquea;

   la mancanza di una sede dirigenziale a Taranto comporterà, per i cittadini del territorio, una rilevante aggravio in termini di complessità e durata delle procedure e una contrazione dell'efficienza del servizio pubblico in quanto tutti gli aspetti procedurali, fino ad oggi svolti in loco, verranno complicati dalla farraginosità e dal numero di passaggi necessari per il disbrigo delle pratiche, tanto più alla luce delle numerose richieste che deriveranno dall'applicazione del decreto-legge n. 69 del 2024, cosiddetto «decreto casa» –:

   se il Ministro interrogato non ritenga di prevedere una sede dirigenziale della Sabap a Taranto, al fine di semplificare e assicurare al territorio tarantino benefìci sotto l'aspetto procedurale o, in alternativa, di ripristinare l'imputazione delle competenze sul territorio in capo alla Soprintendenza subacquea, così come è stato fino ad oggi.
(4-03294)

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:


   BENZONI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto previsto dalla normativa (legge n. 266 del 1999, articolo 14, del decreto interministeriale 18 aprile 2002 e del decreto legislativo n. 66 del 2010, articolo 930), il personale delle Forze armate giudicato non idoneo al servizio militare incondizionato per lesioni dipendenti o meno da causa di servizio transita, a domanda, nelle qualifiche funzionali del personale civile del Ministero della difesa, secondo modalità e procedure definite con decreto del Ministro stesso;

   tale meccanismo, con particolare riferimento alla Marina Militare, negli ultimi anni è fonte di criticità e problematiche;

   secondo i dati comunicati dalla stessa Marina Militare, tra le quattro forze armate, i transitati nell'impiego civile provenienti dalla Marina risultano pari a quasi il 60 per cento nel 2023 (contro il 24 per cento dall'Esercito, il 13 per cento dall'Arma dei Carabinieri e il 4 per cento dall'Aeronautica). Se si considera che la Marina Militare conta circa 30.000 unità rispetto a un totale di 278.000 unità di personale complessivo delle Forze armate (poco più del 10 per cento), è responsabile, quindi, della maggior parte dei transiti all'impiego civile;

   secondo quanto si ha avuto modo di apprendere, numeri di tale portata sono sintomo di un generale malessere dei militari di questa forza armata i quali, nel corso della loro carriera, sviluppano patologie psico-fisiche tali da non essere più idonei al servizio militare a causa di un contesto lavorativo sproporzionatamente disagevole da sopportare;

   il transito all'impiego civile è disciplinato dall'articolo 930 del Codice dell'ordinamento Militare e dal decreto interministeriale 18 aprile 2002. Il citato decreto prevede che «Il transito del personale [...] nelle corrispondenti aree funzionali del personale civile del Ministero della difesa è disposto con provvedimento del Direttore generale della Direzione generale per il personale civile». Tale provvedimento è emanato sotto forma di circolare e l'ultima adottata, che sostituisce e abroga le precedenti, è la circolare Persociv n. 51229 del 25 luglio 2023, la quale disciplina anche i criteri di assegnazione del profilo professionale più confacente all'ex militare, nonché i criteri per l'assegnazione della sede;

   i criteri di assegnazione di sede per Aeronautica, Carabinieri ed Esercito sono sostanzialmente identici e invariati rispetto alla precedente versione della circolare: viene data priorità all'ultimo Ente dove prestava servizio il militare e se ciò non dovesse essere possibile si considererà l'ultima regione in cui il militare prestava servizio. Tuttavia, per quanto riguarda la Marina Militare, i criteri sono stati modificati proprio con la citata circolare: viene data priorità all'Ente/Distaccamento/Reparto che l'Amministrazione ritiene prioritario su tutto il territorio nazionale. Esistono possibilità di deroga, di cui l'Amministrazione può, ma non deve, tenere conto;

   all'atto pratico, gli ex militari della Marina – contrariamente a tutti gli altri transitati – potranno essere assegnati in qualunque sede d'Italia, senza alcun riguardo alle proprie patologie psico-fisiche, talvolta gravi, né alla propria situazione familiare e socioeconomica;

   oltretutto, ciò causa un dispendio di denaro pubblico non indifferente: molto spesso i militari coinvolti si rivolgono ai tribunali amministrativi e, nel mentre, continuano a percepire la retribuzione precedente seppur non lavorando;

   dall'emanazione della citata circolare del 2023, i ricorsi ai TAR da parte di ex militari della Marina Militare, transitati civili ed assegnati in sedi molto lontane da casa, si sono moltiplicati e la giurisprudenza creatasi su questo tema è ampia. L'orientamento prevalente è di sostanziale censura dei provvedimenti di Persociv perché carenti di adeguata motivazione ed emanati in assenza di sufficiente contemperamento tra i vari interessi –:

   se non ritenga necessario intervenire affinché venga meno tale disparità di trattamento nei confronti dei militari della Marina Militare, permanentemente non idonei al servizio militare incondizionato, che vogliano transitare all'impiego civile.
(4-03296)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:


   FURFARO, ASCARI, DI BIASE, CASU, PAVANELLI, ZANELLA, MALAVASI, FORATTINI, FERRARI, GHIRRA, BAKKALI, BOLDRINI, ROGGIANI, STUMPO e MARINO. — Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la cronaca ci riporta quotidianamente casi di violenza contro le donne e il loro abbandono da parte delle istituzioni. Non ultimo, il caso di Elisa Aiello, che lasciata sola, decide di fare un appello social per far conoscere la sua storia nel duplice tentativo di poter ricominciare a vivere e cambiare un sistema che non protegge la vittima e fa acqua da tutte le parti;

   Elisa, dopo una relazione violenta che sfocia in percosse, abusi psicologici, fisici, restrizione della libertà, riesce a fuggire dalla casa del maltrattante e sporge denuncia nel maggio 2023 ai carabinieri di Latina;

   nonostante la denuncia la situazione si sblocca solo su insistenza di Elisa che viene ascoltata cinque mesi dopo la denuncia nel mese di ottobre 2023;

   nel frattempo, Elisa fa tutto ciò che una donna che subisce violenza può fare: cerca di rifarsi una vita, si sposta di domicilio, si rivolge a uno sportello psicologico di un centro antiviolenza, si affida a un legale e attende che le promesse del cosiddetto codice rosso vengano mantenute;

   nonostante tutto questo non succede niente fino a febbraio 2024 quando dopo un anno dalle violenze e dopo nove mesi dalla denuncia il maltrattante viene sentito dai carabinieri di Latina;

   e qui, per Elisa, si riaprono le porte dell'inferno perché ricominciano le violenze da parte dell'uomo che inizia a pedinarla, a minacciare di morte lei e la madre;

   sono 135 i video che il maltrattante posta su TikTok pieni di minacce di morte verso Elisa che denuncia nuovamente ai carabinieri di Latina e che costringono Elisa e la madre a smettere di vivere liberamente e a restare confinate in casa terrorizzate dalle minacce dell'uomo;

   nel frattempo, le istituzioni non si muovono perché il procedimento viene rimpallato tra le procure di Latina e Roma e nonostante l'intervento del Cav e due nuovi Codice rosso che dovrebbero far scattare provvedimenti quali misure cautelari, allontanamento e perfino il braccialetto non succede nulla;

   a fine luglio 2024 Elisa denuncia di nuovo, stavolta presso la polizia a Roma, perché l'uomo ha annunciato il suo femminicidio sui social;

   ad oggi, nonostante le denunce, l'uomo continua ad essere armato, libero e mai più sentito dalla polizia dopo febbraio 2024 e procede indisturbato nei suoi maltrattamenti nei confronti di Elisa;

   è la stessa Elisa che vuol far conoscere la sua storia nella speranza di poter sbloccare la macchina della giustizia che almeno in questo caso non sta funzionando;

   nel suo caso come del resto in molti altri, il Codice rosso non riesce a proteggere le donne sia perché non viene attuato in modo tempestivo sia perché mancano risorse (giudici e magistrati sui casi di violenza) e formazione. Polizia e carabinieri non sempre sono in grado di attuare la legge nei tempi stabiliti e le procure molte volte sono lente ed inadempienti;

   Elisa ha paura di morire per mano dell'uomo che ha denunciato più di un anno e mezzo fa e che ha annunciato più volte il suo femminicidio;

   per salvare le donne dalla violenza di chi gli sta vicino non servono opuscoli e post sui social per il 25 novembre ma serve una applicazione reale, efficace, veloce delle misure previste dal Codice rosso;

   serve presenza, immediatezza e protezione; serve la presenza dello Stato e delle istituzioni –:

   quali iniziative i Ministri interrogati, per quanto di competenza, intendano adottare per risolvere la situazione sopradescritta e per proteggere Elisa dal suo persecutore, così come tutte le donne che subiscono maltrattamenti.
(4-03297)


   ASCARI e FERRARA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il 5 ottobre 2021 un minore di 13 anni è stato sottoposto a prelevamento coatto per decreto del tribunale di Busto Arsizio;

   questo prelevamento è stato oggetto di un video diffuso pubblicamente, mostrando il minore asserragliato in auto e la madre che gridava di fermarsi;

   la madre, Teresa, ha denunciato la situazione alla stampa, il che avrebbe portato a provvedimenti del tribunale e un processo contro di lei per essersi opposta al prelevamento;

   nel marzo 2022 la Cassazione, con la sentenza n. 9691 del 24 marzo 2022 «Massaro», ha stabilito che provvedimenti simili, emessi in nome dell'alienazione parentale, sono contrari allo Stato di diritto;

   il minore, dopo essere stato in una casa famiglia, è stato collocato presso il padre, ma né la vecchia tutela dei minori né il nuovo ente affidatario avrebbero fornito informazioni chiare sul suo indirizzo di residenza alla madre o al suo legale; quest'ultimo, poi, non è in grado di dare un calendario degli incontri poiché ha il personale sottodimensionato e quello che c'è è in ferie;

   la madre avrebbe ricevuto risposte vaghe e insufficienti dalle istituzioni competenti riguardo agli incontri con il figlio e la sua situazione scolastica e personale;

   al minore non sarebbe permesso né di vedere, né di sentire la madre da oltre tre settimane, nonostante il decreto del tribunale dei minori preveda l'ampliamento degli incontri tra madre e figlio. Tale aspetto non sarebbe mai stato ottemperato da chi ne aveva la responsabilità;

   la situazione avrebbe causato un grave impatto psicologico sul minore, che ha manifestato paura e disagio emotivo a seguito del prelevamento e dei successivi trasferimenti;

   il minore avrebbe una passione per la musica, ma non avrebbe potuto frequentare una scuola ad indirizzo musicale, nonostante una richiesta in tal senso sia stata fatta presente alla vecchia tutela;

   ad oggi è pendente un procedimento innanzi al giudice tutelare;

   la madre sarebbe stata peraltro esclusa dalle decisioni riguardanti il figlio –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti suesposti e quali iniziative di competenza intenda adottare per far sì che nei casi di prelevamento coatto di minori vengano rispettati i diritti fondamentali del minore e dei genitori e sia assicurato il rispetto di quanto previsto nella citata sentenza «Massaro» anche da parte dei tribunali di merito;

   quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, intenda prendere per garantire che le comunicazioni relative ai minori siano tempestive e trasparenti, evitando ritardi e omissioni che possano compromettere il benessere dei minori e dei genitori, come in questo caso pregiudicando i diritti della madre a sentire il figlio e viceversa, consentendo anche che i minori possano continuare a coltivare le loro passioni e interessi, anche quando si trovano in situazioni di affido o tutela;

   quali iniziative di competenza intenda adottare, valutando anche la sussistenza dei presupposti per l'eventuale invio di ispettori ministeriali con riguardo al caso del Tribunale di Busto Arsizio e del Tribunale di Varese, per assicurare che i diritti del minore e il principio di bigenitorialità siano rispettati in tutte le fasi del procedimento di affidamento e tutela e che in tale caso appaiono agli interroganti totalmente violati.
(4-03301)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interrogazione a risposta scritta:


   ROGGIANI, BRAGA, SCOTTO, CUPERLO, EVI, FORATTINI, GIRELLI, GUERINI, MAURI, PELUFFO e QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   il Gruppo Nova, che opera sotto il marchio Euronics, comprende le società Nova spa, Kus srl e Binova srl, con una significativa presenza in Lombardia e Lazio;

   Binova srl ha recentemente chiuso diversi punti vendita in Lombardia, lasciando aperto solo il negozio di Vimodrone, e ha avviato una procedura di cessazione dell'attività per 52 lavoratori;

   inoltre i lavoratori di Binova srl non hanno ricevuto lo stipendio di giugno 2024 e sono in attesa di chiarimenti sui tempi di pagamento dell'arretrato;

   Kus srl, presente con negozi a Milano e Cesano Boscone, ha avviato una procedura di cessazione direttività per 31 lavoratori;

   Nova spa ha dichiarato un esubero di 243 lavoratori e ha richiesto un concordato preventivo, coinvolgendo 74 lavoratori nella regione Lombardia;

   tutte le società del Gruppo Nova citate hanno usufruito di ammortizzatori sociali durante periodi di difficoltà economica, ma al momento non hanno fornito margini per l'attivazione di nuovi strumenti di sostegno per i lavoratori coinvolti nella cessazione delle attività;

   le rappresentanze sindacali hanno denunciato più volte la mancanza di un piano industriale di rilancio e l'inerzia aziendale che ha portato alla chiusura progressiva dei negozi e alla diminuzione dell'organico senza nuove assunzioni;

   è urgente attivare strumenti di tutela occupazionale e di sostegno ai lavoratori per evitare ulteriori licenziamenti –:

   quali immediate iniziative di competenza intendano adottare per affrontare la crisi occupazionale del Gruppo Nova e tutelare i lavoratori coinvolti; se intendano promuovere un tavolo di confronto tra le parti interessate per discutere soluzioni alternative ai licenziamenti e se intendano attivarsi per fornire incentivi e forme di sostegno economico immediato ai lavoratori.
(4-03298)

PROTEZIONE CIVILE E POLITICHE DEL MARE

Interrogazione a risposta scritta:


   DE PALMA. — Al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   recenti notizie di cronaca riportano la drammatica notizia della morte di una donna 82enne, R. F., originaria di Andria, deceduta a causa delle gravissime ustioni riportate a seguito di un vasto incendio divampato il 30 luglio 2024 che ha interessato una larga parte di Lido Silvana, a Marina di Pulsano (Ta);

   le indagini condotte dai carabinieri hanno portato al fermo del presunto autore del reato, un sessantanovenne di Pulsano, che avrebbe dato origine al rogo nell'improvvido tentativo di ripulire un terreno dalle sterpaglie;

   la tragedia ha lasciato sconvolta la comunità di Marina di Pulsano, già fortemente provata da un altro terribile rogo che ventitré anni fa divorò letteralmente la rigogliosa pineta di Lido Silvana;

   sulla drammatica vicenda è intervenuto il sindaco Pietro D'Alfonso, che ha fatto un primo bilancio dei danni, che hanno riguardato principalmente le abitazioni private della zona sud della Litoranea, l'ex hotel Eden Park, in parte il villaggio Fata Morgana e circa 50 ettari di bosco, oltre a scatenare momenti di panico tra i residenti, i turisti e i bagnanti che hanno ricevuto prontamente soccorso dalla guardia costiera di Taranto;

   quella degli incendi boschivi, nella stragrande maggioranza di origine dolosa, rappresenta una vera e propria emergenza nazionale per cui è evidente la necessità di una gestione efficace del fenomeno –:

   quali iniziative di competenza, alla luce di quanto descritto in premessa, i Ministri interrogati intendano porre in essere al fine di gestire tempestivamente ed adeguatamente i ristori di ordine economico nei confronti del territorio interessato e se si ritenga di potenziare, con una presenza stanziale dei vigili del fuoco, le misure dirette ad arginare il grave fenomeno degli incendi, anche a tutela dell'incolumità dei residenti, dei turisti e della salvaguardia dell'ambiente.
(4-03295)

SALUTE

Interrogazione a risposta scritta:


   EVI. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   a partire dal 26 luglio 2024 sono stati confermati 6 focolai di peste suina africana in altrettanti stabilimenti di suini in Lombardia (province Milano, Pavia), in Piemonte (provincia Novara) e in Emilia-Romagna (provincia Piacenza). Lo evidenzia il Ministero della salute in una nota sulla PSA precisando che è «in via di elaborazione una nota informativa al territorio per rinforzare il sistema dei controlli attraverso la disposizione di una serie di misure straordinarie, al fine di scongiurare la ulteriore diffusione della malattia e nell'ottica di adottare misure di contrasto uniformi sul territorio»;

   la realtà dei fatti parla di un'emergenza in peggioramento, nonostante l'abbattimento di circa 300 mila cinghiali ogni anno negli ultimi sette anni (Rapporto ISPRA 2023), utilizzando addirittura l'esercito, la situazione non sta migliorando. Dal 1° gennaio 2022, di tutti i cinghiali abbattuti, solo 2423 sono risultati positivi;

   a oggi i focolai in allevamento sono 29 come riporta il bollettino epidemiologico nazionale PSA, e gli esperti della Commissione europea in visita in Italia (Veterinary Emergency Team) hanno scritto nel loro report di una situazione preoccupante, dove si afferma chiaramente che la caccia non è una soluzione quando il virus è già diffuso. Il report, in generale, mostra un quadro critico, inadeguato e frammentato nella gestione di questa emergenza nel nostro Paese;

   il 31 luglio 2024 il Commissario straordinario nominato per la gestione della PSA si è dimesso dal suo incarico;

   come già segnalato per mezzo di una precedente interrogazione dalla interrogante 29 novembre 23, negli allevamenti in cui sono scoppiati i focolai in provincia di Pavia e Mantova si è provveduto ad abbattere gli animali e sono emersi – anche grazie ad immagini realizzate da Ong e mostrate dalla trasmissione Rai Report – abusi e irregolarità durante gli abbattimenti, in particolare relativamente a misure di biosicurezza e maltrattamenti nei confronti degli animali;

   in seguito ai nuovi focolai rilevati e ai conseguenti abbattimenti degli animali, il team investigativo di Food For Profit ha filmato con un drone come è avvenuto l'abbattimento in una struttura della provincia di Novara. Gli enti preposti promuovono l'utilizzo del gas per l'abbattimento dei capi, ma le immagini dimostrano che nonostante le evidenti criticità si continua a usare la scossa elettrica, pratica cruenta che provoca una morte tramite scosse elettriche alle tempie. Questo metodo, è sconsigliato perché provoca sofferenza agli animali, soprattutto se fatto su grandi numeri, e viene spesso eseguito in modo inadeguato, causando ulteriori tormenti –:

   se siano a conoscenza dell'uso di tali pratiche e non ritengano di verificare puntualmente e fornire chiarimenti al Parlamento rispetto alle modalità utilizzate per l'abbattimento degli animali negli allevamenti in cui sono stati rilevati i focolai di peste suina africana;

   se non intendano adottare iniziative volte a limitare i ristori solamente a quelle aziende che rispettano il benessere degli animali, in tutte le fasi dell'allevamento, anche durante gli abbattimenti a causa della peste suina africana;

   se, alla luce del fallimento della gestione dell'emergenza PSA sancito dai dati, non ritengano sia urgente mettere in discussione il modello di produzione di cibo basato sul confinamento di massa di milioni di animali, migliaia all'interno di singoli capannoni, esposti a condizioni di densità estreme e stress psicofisico, vittime e vettori di agenti patogeni anche letali e favorire, rapidamente, una transizione verso produzioni e consumi diversi a beneficio di salute, ambiente, clima, animali e anche del giusto guadagno per chi lavora in questo settore, schiacciato oggi da prezzi sempre più bassi.
(4-03293)

Pubblicazione di un testo riformulato.

  Si pubblica il testo riformulato dell'interrogazione a risposta in Commissione Casu n. 5-01040, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 128 del 28 giugno 2023.

   CASU. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   con decreto n. 1259 del Direttore generale del Ministero dell'istruzione, università e ricerca del 23 novembre 2017 è stato indetto un concorso per dirigente scolastico articolato in tre prove: una preselettiva, una scritta e una orale;

   da notizie di stampa si apprende che nella procedura di svolgimento del concorso si sono registrate molte criticità che hanno portato a numerosi ricorsi;

   in seguito la legge n. 14 del 2023, di conversione del decreto-legge n. 228 del 2022 (cosiddetto «decreto milleproroghe») ha disposto l'emanazione di un decreto ministeriale per definire le modalità di partecipazione ad un corso intensivo e alla successiva prova finale (previo completamento delle pratiche concorsuali in sospeso) per candidati con determinati requisiti;

   l'8 giugno 2023 il decreto n. 107 del Ministro dell'istruzione e del merito ha emanato la procedura riservata volta a bandire un concorso con prova di accesso e corso intensivo di formazione e relativa prova finale;

   questo quadro normativo ha determinato ad avviso dell'interrogante una palese ingiustizia tra: ricorrenti scritto (di seguito ricorrenti A) che hanno superato la sola preselettiva e ricorrenti orale (di seguito ricorrenti B) che, invece, hanno superato due prove (preselettiva e scritto);

   in contraddizione con la differenziazione sopra ricordata, però, è stata prevista una sola graduatoria nella quale vengono fatti confluire sia i «ricorrenti A» sia i «ricorrenti B»;

   questa decisione appare all'interrogante inspiegabile e potenzialmente capace di creare gravi ingiustizie svantaggiando i «ricorrenti B» cui non viene riconosciuta alcuna precedenza pur avendo, come detto, già superato due prove su tre nel concorso del 2017, e ora con il concorso riservato anche la terza prova orale, completando così l'intera procedura;

   la questione nel giugno 2023 era già stata posta dall'interrogante all'attenzione del Ministro interrogato, senza però ricevere alcuna risposta –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare il Ministro interrogato per sanare l'ingiustizia e la disparità descritta in premessa e tuttora in atto tra i soggetti che, pur avendo svolto tipologie differenti di prove, saranno inclusi in un'unica graduatoria.
(5-01040)