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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Lunedì 28 ottobre 2024

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta scritta:


   SERRACCHIANI e QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   a Trieste in via Fabio Severo nei pressi del tribunale è stato affisso un manifesto che rappresenta l'immagine di due mani che si stringono, una col tricolore italiano e l'altra con i colori della Federazione Russa, recante in alto la scritta «La Russia NON è il mio nemico» e in basso «Vogliamo la pace e ripudiamo la guerra (articolo 11 Costituzione italiana)»;

   fra i simboli sul manifesto vi è quello dell'associazione «Verona per la libertà» che, come riferisce su la Repubblica del 25 giugno 2024, è una sigla fondata da dirigenti di Forza Nuova ed ex leghisti e nata contro il green pass, poi ha preso a tema delle sue iniziative il conflitto Russia-Ucraina difendendo Mosca;

   altro simbolo è quello dell'associazione «Sindacato Libero» di Verona, è l'azione di influenza in senso filorusso dell'opinione pubblica italiana, come manifestato su Facebook dall'associazione, in un post del 30 settembre 2024, scrive «abbiamo inviato i nostri migliori auguri agli amici della Repubblica Popolare di Donetsk, per il loro secondo anniversario della riunificazione con la Russia, dopo anni di sofferenze a causa dell'aggressione da parte del regime golpista ucraino. Il rappresentante di Russia Unita, Muratov, ci ha ringraziato per il lavoro di corretta informazione sulla situazione nel Donbass, che da anni portiamo avanti in Italia»;

   altro simbolo sul manifesto è quello di «Insieme liberi», partito no vax e antisistema riporta sulla copertina di Facebook la stessa immagine del manifesto, ricollegandosi a «Verona per la Libertà» e «Sindacato Libero»;

   ulteriore simbolo è quello di Alister, che si caratterizza per le posizioni no-vax e no-pass ma anche per gli attacchi al Presidente della Repubblica, raffigurato in un post del 1° luglio 2024 in un fotomontaggio con un elmetto Usa e lo slogan «Ripudiamo la guerra/Ripudiamo Mattarella»;

   nella presentazione del manifesto del 22 ottobre 2024 su Facebook di «Insieme Liberi» si legge: «si invitano i cittadini a mettere in discussione la narrazione a senso unico, propagandata da tutti i media e i quotidiani, e a leggere in modo corretto la storia, analizzando le vicende dell'ucraina prima della presunta “invasione Russa” del 24 febbraio 2022»;

   questa affissione avviene a partire da questa estate, in città come Roma, Milano, Parma, Modena, altre città italiane anche in piccoli comuni del Friuli Venezia Giulia come a Ruda (Udine), dove è stato rimosso perché abusivo;

   la Russia, è soggetto attivo di un'aggressione arbitraria e armata a uno Stato indipendente come l'Ucraina e l'Unione europea ha sanzionato numerosi soggetti della disinformazione ai danni anche del nostro Paese;

   la CNN ha dedicato ampio spazio ai messaggi definendoli «pagati da associazioni create per protestare contro il lockdown durante il covid» la notizia è rimbalzata anche in Ucraina e ha trovato spazio tra le news diffuse dall'agenzia di stampa Unian;

   in Russia le comunità Lgbtq+ sono illegali, i suoi aderenti repressi, sanzionati, incarcerati e uccisi, stessa sorte tocca ai giornalisti, dissidenti e attivisti di associazioni non governative –:

   se i Ministri interrogati abbiano elementi relativi a questa campagna di disinformazione filorussa, acquisiti sia all'interno del nostro Paese e nell'ambito di relazioni internazionali;

   se siano note le fonti di finanziamento che hanno permesso la spesa di cifre notevoli per l'acquisto di spazi e mezzi destinati alla diffusione di messaggi intesi a modificare l'atteggiamento dell'opinione pubblica e la postura internazionale dell'Italia in relazione all'aggressione russa;

   se risulti l'esistenza di una rete formale o informale ma organizzata, capace di sviluppare una medesima campagna in molte città d'Italia, con una sistematicità e unitarietà di messaggi;

  se siano noti l'estensione e il radicamento di tali fonti attraverso cui la Russia esercita un soft power che è risultato virulento in occasione delle elezioni europee.
(4-03683)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta scritta:


   TIRELLI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il numero degli italiani residenti all'estero è di circa 6 milioni di soggetti;

   gli stessi connazionali all'estero, al fine di non perdere i legami con la «Madre Patria» e tenere salde le radici linguistiche e culturali, sono spesso componenti attivi di enti ed associazioni che hanno come scopo primario la promozione della cultura e della storia italiana;

   numerosi nostri connazionali, al fine di garantire un'attenzione da parte delle istituzioni nei confronti dei residenti all'estero ovvero degli emigrati e loro discendenti, sono fautori e membri di enti riconosciuti dal Governo italiano quali il Consiglio generale degli italiani all'estero ed i Com.It.Es, questi ultimi, specchio della rappresentanza territoriale nei Paesi esteri della presenza italiana;

   al fine di garantire visibilità e continuità nelle attività di promozione della lingua e cultura italiane, come espresso dalla circolare ministeriale 4 del 2022, è opportuno che le stesse associazioni ovvero enti o società siano iscritte all'albo consolare;

   l'articolo 2 al VII capoverso della circolare del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale recita testualmente: «Non possono essere iscritti all'Albo consolare e, conseguentemente, richiedere un contributo ministeriale, quei soggetti che affidino cariche statutarie o direttive, anche se onorarie, a rappresentanti delle Sedi diplomatico-consolari, degli Istituti di Cultura, degli Uffici scolastici e dei Com.It.Es.»;

   la partecipazione ed elezione ai Com.It.Es è assolutamente a titolo gratuito ovvero fa parte del volontariato di cui il nostro Paese è da sempre splendida fucina;

   si ritiene sussistano la necessità e l'opportunità che i soggetti che ne effettuino richiesta possano essere iscritti all'albo consolare –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione e come intenda intervenire anche prevedendo una modifica della circolare in premessa.
(4-03681)

AFFARI EUROPEI, SUD, POLITICHE DI COESIONE E PNRR

Interrogazione a risposta scritta:


   UBALDO PAGANO. — Al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   il consiglio comunale di Martina Franca ha recentemente adottato il Piano Urbanistico Generale, confermando la previsione della realizzazione della «variante all'abitato di Martina Franca della SS 172» che la massima assise comunale, con delibera n. 36 del 24 maggio 2021, aveva scelto individuandola tra le tre ipotesi avanzate dall'ufficio progettazione della struttura territoriale pugliese dell'Anas, incaricato della redazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica;

   il tracciato individuato si sviluppa in variante lato sud-ovest rispetto al centro abitato di Martina Franca attestandosi sia lato Locorotondo che lato Taranto con due rotatorie sull'attuale Strada Statale 172. La sua lunghezza è pari a circa 3,85 km e si articola attraverso una successione di gallerie artificiali/naturali e tratti in rilevato/trincea, intervallati dalla presenza di numerose rotatorie, necessarie per l'ammagliamento con la viabilità locale;

   tale opera è imprescindibile poiché attualmente la S.S. 172 attraversa il centro urbano, anche nella parte storica, riversando nell'abitato di Martina tutto il traffico avente origine e destinazione extraurbana e determinando, dunque, significativi problemi di congestionamento del traffico, di sicurezza della circolazione e di impatto ambientale;

   la variante rappresenta, quindi, una infrastruttura strategica per il territorio comunale e per un ambito territoriale di area vasta, che vede Martina Franca collocata in posizione strategica, sull'asse Taranto-Bari nel cuore della Valle d'Itria;

   a ciò si aggiunge la mancanza assoluta di adeguate infrastrutture e collegamenti, sia stradali che ferroviari, rimaste (al netto dei lavori di ammodernamento e messa in sicurezza tuttora in corso sulla rete Ferrovie del Sud Est) sostanzialmente le stesse da più di un secolo;

   sebbene la regione Puglia abbia inserito l'opera nell'ambito della vecchia programmazione 2014-2020, allo stato la stessa non risulta nell'elenco dei progetti da attuare con i fondi di coesione per la programmazione 2021-2027;

   tale opera, infatti, già parzialmente finanziata per 35 milioni di euro nell'ambito della riprogrammazione del Piano Operativo infrastrutture Fsc 2014-2020 (giusta delibera Cipe n. 54 del 2016) risulta ad oggi completamente definanziata a seguito della mancata sottoscrizione, entro il 30 giugno 2023, dell'obbligazione giuridicamente vincolante;

   ciò pone in una situazione di grave incertezza la comunità e il territorio soprattutto rispetto al rischio di un progressivo isolamento della città –:

   se intendano promuovere iniziative di competenza volte a finanziare la variante all'abitato di Martina Franca della SS 172 a valere su risorse di pertinenza nazionale.
(4-03682)

AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, per sapere – premesso che:

   il settore vitivinicolo rappresenta uno dei pilastri del Made in Italy e contribuisce in modo significativo allo sviluppo e alla crescita dell'economia nazionale;

   il Sistema informativo agricolo nazionale (Sian), gestito dal Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf), rappresenta un polo strategico in campo agricolo, un efficiente strumento di e-government grazie anche all'eterogeneità degli utenti e delle amministrazioni coinvolte, ai servizi offerti, alla ricchezza di collegamenti, dati e modalità gestionali;

   come previsto dal PNRR e dal Piano triennale per l'informatica nella pubblica amministrazione 2022-2026, per rendere il nostro Paese competitivo è necessario semplificare, digitalizzare e velocizzare gli adempimenti burocratici. Proprio per questo il Sian rappresenta già da tempo quel filo diretto tra gli utenti del comparto agricolo e la pubblica amministrazione, in grado proprio di razionalizzare tutto l'iter procedurale di interesse;

   tuttavia, negli ultimi mesi si sono verificati numerosi e continui disservizi al Sian, che hanno riguardato in particolare l'interoperabilità con i registri vitivinicoli, strumenti indispensabili per le procedure legate all'imbottigliamento, alla commercializzazione del vino e alla certificazione dei vini a Dop, nonché le operazioni di vinificazione e pratiche enologiche tipiche di questo periodo;

   tali malfunzionamenti stanno creando forti difficoltà per molte aziende nel rispettare le scadenze previste per la comunicazione dei dati al Ministero, con il rischio di sanzioni e ulteriori ritardi nelle attività produttive;

   queste problematiche mettono in luce anche la necessità di una più efficace interoperabilità dei dati tra tutti i diversi attori coinvolti, nonché di garantire l'operatività di un'infrastruttura informatica commisurata alla mole di dati e informazioni che transitano e che transiteranno tramite Sian, al fine di permettere alle amministrazioni di avere a disposizione dati sempre aggiornati, semplificando i processi di comunicazione e rendendo ancora più agevole l'accesso ai servizi della pubblica amministrazione. Una maggiore interoperabilità dei dati, supportata da standard condivisi e da sistemi digitali più efficienti, è infatti fondamentale per ridurre le tempistiche e i margini di errore nelle procedure amministrative, migliorando così il rapporto tra cittadini, imprese e pubblica amministrazione;

   quanto sopra tenendo conto della disposizione, allo stato attuale incompiuta, di cui all'articolo 59, comma 2, della legge 12 dicembre 2016, n. 238, cosiddetto Testo unico del vino, in riferimento all'inserimento nel Sian di «tutte le dichiarazioni, informazioni, comunicazioni, autocertificazioni, registri, dati e relativi aggiornamenti che le imprese (omissis...) sono tenute a fornire in adempimento della normativa vigente, compresa quella relativa alla produzione di vino biologico, nei confronti delle pubbliche amministrazioni e degli altri soggetti, anche privati, cui sono attribuite funzioni di interesse pubblico, compresi i laboratori di analisi, le strutture autorizzate al controllo dei vini a DOP e IGP, i consorzi e le commissioni di degustazione dei vini a DOP, al fine di consentire alle imprese di effettuare le attività assentite» –:

   se il Ministero interpellato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative intenda mettere in campo per risolvere tali problematiche e per evitare che in futuro si ripetano simili disservizi che rischiano di compromettere la competitività di un settore strategico per l'Italia;

   se siano previste iniziative volte a prevedere una sospensione delle sanzioni per le aziende vitivinicole che, a causa dei malfunzionamenti del Sian, non riescono a rispettare i tempi di trasmissione dei dati;

   se esista un processo di monitoraggio e di verifica del rispetto degli obblighi in materia di sicurezza e trattamento dei dati presenti nella piattaforma, come previsto dal regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016, relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati e che abroga la direttiva 95/46/CE (Gdpr);

   se il Ministro interpellato intenda convocare con la massima urgenza, presso il proprio Ministero, un tavolo di lavoro con AGEA, le associazioni e le organizzazioni di categoria coinvolte per discutere le soluzioni tecniche e organizzative necessarie a garantire il ripristino, il corretto funzionamento della piattaforma, nonché la gestione di eventuali mancati inserimenti nella piattaforma Sian dovuti a causa di forza maggiore e come tali non attribuibili alla volontà degli operatori del settore vitivinicolo.
(2-00465) «Gadda».

Interrogazione a risposta scritta:


   EVI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il 23 ottobre 2024 il Tgr Lombardia ha trasmesso una nuova inchiesta condotta dalla associazione Animal equality all'interno di un impianto di macellazione della provincia di Cremona;

   tra il 2023 e il 2024 sono state osservate da parte della associazione le attività del macello Belli, in provincia di Cremona, un luogo in cui ogni anno vengono macellati migliaia di maiali;

   ciò che è emerso è la sistematica violazione della legge. Azioni condotte in modo frettoloso, stordimenti eseguiti in modo approssimativo, molte delle uccisioni che sono state riprese con telecamere mostrano animali ancora coscienti e dunque capaci di provare dolore, nel momento della loro uccisione;

   le immagini riprendono azioni svolte dagli operatori che causavano dolore senza alcuna necessità, come, ad esempio, un maiale adulto a cui gli elettrodi per lo stordimento sono stati posizionati sul naso e non ai lati della testa, in questo modo senza fargli perdere coscienza e dunque sentire dolore. Non solo, le immagini mostrano che più maiali vengono messi contemporaneamente nella gabbia di stordimento, ma, secondo le regole, dovrebbe entrarne uno alla volta. In quelle gabbie restano confinati anche per due giorni, costretti ad assistere all'uccisione dei propri compagni, cosa che genera in loro forte ansia e stress;

   un maialino, dopo che gli è stata tagliata la carotide, si alza in piedi e cade dal nastro trasportatore. L'operatore lo lascia dissanguarsi senza stordirlo di nuovo;

   le immagini mostrano un esemplare adulto sul nastro con la testa alzata e gli occhi aperti. La sua gola sanguina già da diversi secondi, ma lui prova ad alzarsi barcollando. L'operatore gli si avvicina e procede con una seconda incisione, nonostante l'animale desse inequivocabili segnali di essere ancora del tutto cosciente. Un altro maiale si muove molto dopo il taglio e l'operatore, invece di stordirlo a dovere, decide di tenergli ferma la testa schiacciandola con un piede contro il bordo del tapis roulant e aspettando la lenta morte dell'animale;

   queste sono solo alcune delle tante irregolarità e crudeltà che sono state scoperte durante questa indagine, analizzata con il supporto del veterinario ed ex Garante per i diritti animali della regione Piemonte Enrico Moriconi;

   l'associazione, con il supporto dell'avvocato penalista Glauco Gasperini, ha sporto denuncia nei confronti dell'azienda Belli –:

   se siano a conoscenza dei fatti sopra esposti e se non ritengano necessario assumere ogni iniziativa di competenza in particolare di carattere normativo operativo e tecnico per monitorare quanto accade all'interno degli impianti di macellazione, garantire il rispetto delle leggi attualmente in vigore e intervenire per aggiornarle alle ultime evidenze e raccomandazioni scientifiche, al fine di ridurre ogni sofferenza non necessaria;

   se non ritengano di intervenire per adottare iniziative, anche di carattere normativo, volte a ridurre il numero di animali allevati, favorire pratiche di allevamento agroecologiche e sostenibili e promuovere diete a base vegetale, iniziative complementari e parallele per ridurre la sofferenza non necessaria di esseri senzienti.
(4-03690)

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA

Interrogazione a risposta scritta:


   CARAMIELLO. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare. — Per sapere – premesso che:

   l'isola d'Ischia, a causa del suo patrimonio geologico, risulta protagonista reiterata di catastrofi ambientali come terremoti, alluvioni, frane ed esondazioni, che espongono cittadini e visitatori ad uno stato di precarietà perpetua;

   negli ultimi anni, così come si evince dai dati Ispra, si è verificato un notevole incremento dei fenomeni suddetti, da cui ne è derivato finanche il tragico decesso di alcuni cittadini (come avvenuto in occasione del sisma del 2017 e dell'alluvione del 2022), ingenerando anche ulteriori disagi, quali l'inagibilità di diversi immobili e, dunque, la necessità ingente di evacuazione di circa 1500 ischitani. Tali fenomeni richiamano la necessità di investire maggiormente nelle politiche di prevenzione;

   nel mese di ottobre 2024 violenti nubifragi si sono abbattuti sull'isola d'Ischia, generando severi disagi e allagamenti, ostacolando, inoltre, il fluido spostamento dei cittadini via terra e verso la terraferma. Secondo i dati del pluviometro della protezione civile, in data 22 ottobre 2024, in un'ora, sarebbero caduti circa 32 millimetri di acqua;

   i rischi legati al dissesto idrogeologico e alla fragilità del territorio sono iperbolizzati dalle conseguenze del cambiamento climatico, dal quale derivano allagamenti, esondazioni e, talvolta, difficoltà nella circolazione stradale, obbligando, così, la predisposizione di centri di accoglienza ad hoc per gli sfollati;

   secondo alcuni esperti, per neutralizzare il rischio idrogeologico che incombe sull'intera area isolana, urge un intervento strutturale dal valore complessivo di almeno 300 milioni di euro. Pertanto non risultano sufficienti le risorse già stanziate dal Governo con il cosiddetto decreto-Ischia, n. 186 del 2022;

   l'interrogante evidenzia che da tempo, tecnici, accademici e professionisti del settore, anche locali, richiedono un intervento ulteriore dello Stato centrale al fine di mettere in sicurezza il territorio sotto il profilo idrogeologico, atteso l'ottimo lavoro già svolto dal commissario straordinario alla ricostruzione Onorevole Giovanni Legnini;

   l'interrogante ritiene, inoltre, che già dalla prossima legge di bilancio vadano stanziati ulteriori fondi sia per i comuni dell'isola di Ischia colpiti dall'alluvione del 26 novembre 2022 sia per incrementare le opere di messa in sicurezza idrogeologica, valutando l'opportunità di potenziare le risorse umane e finanziarie a disposizione della struttura commissariale, così da accelerare le opere di ricostruzione e messa in sicurezza del territorio –:

   se intendano adottare un concreto ed analitico piano per la mitigazione del rischio idrogeologico, al fine di garantire, attraverso lo stanziamento di ulteriori risorse, la risoluzione definitiva della problematica del suddetto dissesto idrogeologico, alla luce di quanto esposto;

   se intendano adottare iniziative di competenza volte a stanziare ulteriori e specifici incentivi economici destinati alla messa in sicurezza del territorio dell'isola d'Ischia, anche potenziando la suddetta struttura commissariale.
(4-03687)

CULTURA

Interrogazioni a risposta in Commissione:


   IACONO, MANZI, ORFINI e BERRUTO. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   tra maggio e settembre del 2023 risultano espletate le prove preselettive del concorso pubblico per cinquecentodiciotto unità di personale (bando Gazzetta Ufficiale, n. 88 dell'8 novembre 2022) non dirigenziale, a tempo pieno e indeterminato, da inquadrare nell'area III, nei ruoli tecnico-scientifici del Ministero della cultura;

   per l'organizzazione del concorso, il Ministero della cultura si sarebbe affidato al dipartimento della funzione pubblica, avvalendosi della Commissione interministeriale Ripam anche per l'espletamento della procedura concorsuale;

   le figure professionali previste dal bando sono: funzionario archivista di Stato, funzionario bibliotecario, funzionario restauratore conservatore, funzionario architetto, funzionario storico dell'arte, funzionario archeologo, funzionario paleontologo, funzionario demoetnoantropologo;

   con una lettera, di recente invio, indirizzata al Ministro della cultura, un sostenuto numero di archivisti, risultati idonei al concorso, denunciano, nonostante siano stati i primi a svolgere le prove scritte il 22 maggio 2023 e tra i primi ad iniziare con le prove orali il 4 settembre 2023, di non conoscere, a distanza di un anno, la propria valutazione agli orali, né tanto meno l'eventuale posizione in graduatoria;

   da quanto denunciato, la graduatoria non risulterebbe, infatti, ancora trasmessa dallo stesso Ripam a Formez e al Ministero della cultura, sebbene il 19 settembre 2023 l'amministrazione avesse annunciato la pubblicazione entro i primi di ottobre 2023;

   per le altre figure professionali, quali funzionari tecnici, archeologi, architetti, storici dell'arte, demoetnoantropologi e paleontologi, le assunzioni risulterebbero già avviate e da luglio 2024, a fronte delle 250 assunzioni previste dal bando, sarebbero state, inoltre, ampliate a 700 unità;

   negli istituti archivistici, gli idonei al concorso, in cui già svolgono un ruolo di consulenti, si trovano spesso ad espletare funzioni utili a sopperire alla totale assenza di funzionari tecnici e permettere il loro funzionamento istituzionale –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei tempi di pubblicazione della graduatoria del concorso pubblico bandito l'8 novembre 2022 - Gazzetta Ufficiale n. 88 relativo alla ripartizione prevista di 268 posti di funzionario archivista – in ogni caso – se non intenda intervenire al fine di procedere, come per le altre funzioni bandite dal medesimo concorso, all'avvio delle assunzioni.
(5-03022)


   IACONO, BARBAGALLO, PROVENZANO, MARINO e PORTA. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 32, commi 2 e 3, della legge n. 448 del 2001 ha dettato disposizioni volte al contenimento e alla razionalizzazione degli stanziamenti dello Stato in favore di enti, istituti, associazioni, fondazioni e altri organismi;

   in particolare l'articolo 32, comma 2, dispone che il riparto di detti contributi sia effettuato annualmente da ciascun Ministro, con proprio decreto, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze;

   lo schema di riparto per il 2024 ha evidenziato una riduzione di euro 1.071.798 rispetto all'anno precedente (con una diminuzione pari a -2,9 per cento);

   secondo quanto denunciato dagli addetti ai lavori il taglio avrebbe penalizzato molti istituti culturali siciliani esclusi dalla ripartizione delle risorse;

   gli istituti culturali costituiscono un segmento importante di un «sistema» cultura, sia pubblico che privato, nel quale opera una pluralità di soggetti, con caratteristiche diverse e con diverse finalità, orientate alla realizzazione di tutelare, censire, promuovere, valorizzare lo straordinario patrimonio del nostro Paese;

   la pandemia, in primo luogo, e la conseguente chiusura per quasi due anni hanno penalizzato fortemente le fondazioni, le accademie e gli istituti e, inoltre, influisce la grave criticità, dovuta anche all'aumento dei costi di gestione, connessi all'impennata dei prezzi dell'energia;

   l'incertezza sulle risorse rende molto problematica la programmazione delle attività per gli istituti, che, nella stragrande maggioranza, svolgono funzioni di conservazione, tutela, promozione, catalogazione e inventariazione di un ricchissimo patrimonio bibliografico, archivistico, documentario e museale. Molte altre svolgono un ruolo sociale grazie anche ai rapporti con il Terzo Settore e l'adesione mediante l'iscrizione al Registro unico nazionale del Terzo settore (Runts), mentre altri si interrogano sui vantaggi e sugli svantaggi di una simile scelta –:

   quali siano stati i criteri di ripartizione delle risorse e le motivazioni che avrebbero comportato l'esclusione di diversi istituti culturali siciliani che storicamente danno un contributo significativo al settore culturale.
(5-03024)

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:


   BALDELLI. — Al Ministro della difesa, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il cosiddetto «Triangolo Rosso della Morte» è una denominazione storica che fa riferimento a una vasta area geografica, situata tra le province di Reggio Emilia, Modena e Bologna, in Emilia-Romagna;

   questo territorio divenne tristemente noto nel periodo immediatamente successivo alla fine della Seconda Guerra Mondiale, tra il 1945 e il 1946, per una serie di violenze politiche ed esecuzioni sommarie che avvennero in quel contesto;

   durante la Resistenza italiana, questa zona fu teatro di intensa attività partigiana contro le forze nazifasciste. Tuttavia, nei mesi successivi alla liberazione, l'area divenne anche lo scenario di rappresaglie e vendette private. Queste azioni violente furono spesso perpetrate da alcuni gruppi partigiani o da elementi vicini a essi contro persone sospettate di essere fascisti, collaboratori del regime o, semplicemente, contro individui considerati avversari politici;

   le vittime di tali violenze, stimate in migliaia, vennero spesso giustiziate sommariamente e sepolte in fosse comuni, senza alcun processo formale;

   tra le storie emblematiche, legate a questo periodo, vi è anche quella della signora Ada Bizzarri (oggi 86enne) che da decenni cerca disperatamente di conoscere il destino dei propri genitori, Carlo Antonio e Maria, scomparsi nel 1945 durante i rastrellamenti dei partigiani. I due coniugi furono prelevati dalla loro casa e mai più vi fecero ritorno;

   di recente, sono stati però rinvenuti resti umani in una fossa comune nel Reggiano, resti che potrebbero appartenere alle due vittime, come riportato in un articolo, apparso sul Resto del Carlino in data 1° settembre 2024, dal titolo «Spariti nel triangolo della morte. Trovate le ossa, ma serve il dna. Ditemi se sono mamma e papà»;

   Ada Bizzarri, già nel 2009, aveva fornito un campione di Dna ai Carabinieri nella speranza di identificare i resti dei genitori. Tuttavia, da allora, non ha ricevuto alcuna notizia in merito. Con la recente scoperta di ulteriori resti, la signora Bizzarri, insieme a molte altre famiglie, chiede che vengano effettuati i test del Dna per confermare l'identità delle vittime e, finalmente, dare loro una degna sepoltura e chiudere un capitolo doloroso della sua vita –:

   di quali elementi dispongano circa i risultati dei test del Dna, se effettuati sui resti ritrovati nella fossa comune all'interno del «Triangolo Rosso della Morte» di cui parla il Resto del Carlino, ovvero circa la possibilità di effettuare i test del Dna, come richiesto dai familiari delle vittime e come riportato anche dal Resto del Carlino;

   quali ulteriori iniziative di competenza intendano intraprendere perché siano garantiti il rispetto e il ricordo delle vittime di quegli eventi, se siano previsti interventi per ulteriori ricerche nel cosiddetto «Triangolo della morte», se esista una collaborazione con altre istituzioni per la gestione e la conservazione dei reperti storici legati a queste vicende e per la promozione di iniziative di memoria collettiva.
(4-03695)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:


   SCOTTO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   i comuni con popolazione superiore a 50 mila abitanti, con delibera consiliare, sono obbligati ad adottare un Piano per l'edilizia economica e popolare in base alla legge n. 167 del 1962;

   si stipulano convenzioni tra comune e cooperative con le quali vengono assegnati lotti del suolo Peep, oltre a conferire deleghe per frazionare ed espropriare i suoli dei lotti oppure a mezzo «cessione volontarie»;

   nella convenzione vengono elencate le incombenze spettanti al comune ossia: frazionare i suoli utili alla realizzazione degli alloggi, liquidare (con parametro esproprio o cessione volontaria) i legittimi proprietari, acquisire i suoli utili alla realizzazione delle opere primarie per poi rendere abitabile gli alloggi realizzati, acquisire i suoli per la realizzazione delle opere secondarie;

   la legge n. 448 del 1998, articolo 31, comma 45 dispone che «I comuni possono cedere in proprietà le aree comprese nei piani approvati a norma di legge 18 aprile 1962, n. 167, (...) già concesse in diritto di superficie», dietro pagamento di un corrispettivo;

   alcune sentenze hanno stabilito che i corrispettivi della Concessione in superficie ed i prezzi delle aree cedute in proprietà, devono, nel loro insieme, assicurare la copertura delle spese sostenute dal comune per la acquisizione delle aree comprese nel Peep legge n. 167 del 1962;

   si precisa che in alcuni comuni – per quanto noto all'interrogante – i suoli dei lotti assegnati sono stati frazionati e acquistati dalle cooperative con la formula «cessione volontaria (prezzo superiore a quello dell'esproprio)»;

   le opere primarie sono state realizzate dalle cooperative, come si evince dalle planimetrie presentate alle commissioni per l'ottenimento della concessione ad edificare;

   sempre per quanto risulta all'interrogante per le opere secondarie, a tutt'oggi, non è mai stato fatto un progetto esecutivo, né acquistati i suoli utili a tale scopo, né richiesti prestiti agli istituti convenzionati, né fatta richiesta alla Cassa depositi e prestiti (come si legge nella convenzione);

   pertanto, se il predetto comune non ha sostenuto alcuna spesa per la realizzazione del Peep (legge n. 167 del 1962), non risulta del tutto inequivocabile se lo stesso abbia o meno titolo e diritto a richiedere ai condomini «i Corrispettivi» previsti dalla legge n. 448 del 1998;

   nell'ossequiare lo spirito della legge n. 448 del 1998 (quello che i cooperatori o condomini diventino proprietari del suolo), i condomini richiedono al comune la restituzione dei suoli onde poter notiziare gli uffici catastali affinché questi, a documentazione presentata, provvedano ad aggiornare gli schedari da «suolo superficiale» a «suolo di proprietà»;

   la disposizione di cui all'articolo 35, comma 12, della legge 22 ottobre 1971, n. 865, a mente della quale «i corrispettivi della concessione in superficie...ed i prezzi delle aree cedute in proprietà devono, nel loro insieme, assicurare la copertura delle spese sostenute dal comune o dal consorzio per l'acquisizione delle aree comprese in ciascun piano approvato a norma della legge 18 aprile 1962, n. 167», ha natura di norma inderogabile e pertanto essa, per effetto di quanto stabilito dall'articolo 1339 del codice civile, integra il contenuto della convenzione (C.d.S., sez. V, 14 febbraio 2005, n. 453; 1° dicembre 2003, n. 7820);

   si verifica spesso che alcuni comuni, nell'espletare la pratica di affrancazione giusta legge n. 448 del 1998 articolo 31 comma 45, nel richiedere documenti utili a tale operazione, al parametro «O.CCr oneri di concessione», chiedano al richiedente, ribaltando l'onere della prova, le ricevute di avvenuto versamento economico;

   se il richiedente non presenta alcuna ricevuta di avvenuto pagamento, i comuni quantificano tale parametro con valore zero, con la conseguenza che, sviluppando la formula ministeriale, il risultato sia alquanto consistente (da 9.000 a 16.000 euro);

   il problema sorge quando il documento considerato necessario ai fini di provare gli avvenuti pagamenti non sia in possesso dei proprietari di casa, che molto spesso sono nuovi acquirenti subentrati in un successivo momento e pertanto non a conoscenza di tutte le vicende anche documentali intervenute nei lontani anni '70-'80 in seno alle cooperative;

   la legge n. 865 del 1971 articolo 35 recita che gli oneri di concessione sono pari al valore del suolo espropriato o cessione volontaria e alle quote proporzionati ai volumi realizzate delle opere primarie e secondarie;

   la poca chiarezza normativa e il fatto che la stessa sia stata emanata e applicata ormai più di 40 anni fa ha determinato incertezza nel calcolo del prezzo del riscatto dei terreni oggetto di edilizia residenziale –:

   quale sia l'interpretazione della richiamata normativa da parte del Ministro interrogato e se non ritenga di dover fornire anche assumendo iniziative di carattere normativo, un'interpretazione univoca che possa risolvere i tanti contenziosi pendenti ed evitarne di nuovi.
(4-03693)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   TONI RICCIARDI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   nella serata del 22 ottobre 2024 si è verificato, come riportato dagli organi di informazione un gravissimo episodio di violenza presso la casa circondariale di Bellizzi;

   secondo le informazioni riportate, un detenuto sarebbe stato aggredito da altri carcerati che gli avrebbero tagliato il lobo di un orecchio e fratturato un braccio, con due agenti della polizia penitenziaria sequestrati e picchiati;

   sulla base di quanto riferito anche da esponenti sindacali della polizia penitenziaria si sarebbe trattato di una sorta di spedizione punitiva;

   la situazione sarebbe tornata sotto controllo solo a notte inoltrata, grazie all'intervento di polizia di Stato e carabinieri che hanno supportato la penitenziaria;

   nella struttura penitenziaria in oggetto vi sarebbe un deficit di personale pari a circa 60 unità, una criticità che rende difficile il lavoro all'interno del carcere;

   il grave episodio necessita di avere adeguata risposta da parte delle istituzioni competenti, anche in risposta alle sollecitazioni che provengono dalle organizzazioni sindacali del personale di polizia penitenziaria –:

   in considerazione della gravità di quanto riportato in premessa, quali urgenti iniziative intenda assumere il Ministro interrogato, per quanto di competenza, per aumentare il personale in servizio presso la casa circondariale di Bellizzi e per migliorare gli standard di sicurezza all'interno del carcere, superando le criticità segnalate.
(5-03023)

Interrogazioni a risposta scritta:


   SOUMAHORO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   in data 21 ottobre 2024 l'interrogante si recava in visita ispettiva presso il carcere maschile di Rebibbia, nuovo complesso, dove incontrava diversi detenuti sieropositivi, i quali sottolineavano la discriminazione che subiscono dal momento che non vengono coinvolti a partecipare alle attività ricreative;

   attualmente nel complesso visitato vi sono 1562 detenuti a fronte di una capienza effettiva di 1323. Al palese sovraffollamento si somma una drammatica carenza di personale, ad esempio mancano circa 300 agenti penitenziari;

   a mancare sono anche gli psicologi, gli psichiatri, gli operatori socio-sanitari ed assistenziali, gli infermieri ed altre figure indispensabili come i mediatori linguistici e culturali, spesso assunti tramite cooperative che lavorano in appalto con le Asl e dunque in una condizione di precarietà lavorativa. Il reparto infermieristico inoltre mancava di barelle e altro materiale medico –:

   se il Ministro interrogato non intenda assumere iniziative di competenza urgenti al fine di risolvere le problematiche esposte in premessa;

   se non intenda altresì intraprendere iniziative straordinarie ed urgenti al fine di porre rimedio al problema del sovraffollamento in carcere.
(4-03678)


   SERRACCHIANI, DI BIASE, GIANASSI e LACARRA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   la gravissima crisi che sta attraversando il sistema penitenziario sta ostacolando le finalità rieducative e risocializzanti della pena detentiva di cui all'articolo 27 della Costituzione;

   occorre ricordare, in questa prospettiva, il sovraffollamento, la mancanza di servizi essenziali, la carenza di personale, l'insufficienza e l'inadeguatezza delle strutture, le criticità nell'assistenza sanitaria così come nei tribunali e negli uffici di sorveglianza (che in conseguenza stentano a provvedere con la dovuta tempestività sulle istanze dei detenuti) e la generale scarsità di risorse economiche, indispensabili per offrire a tutte le persone detenute l'opportunità di svolgere attività psicoeducative, riabilitative, lavorative, di formazione professionale e di studio;

   si rischia di porre in discussione i diritti fondamentali della persona e di compromettere la funzione di reinserimento sociale che la Costituzione indica come coessenziale all'esecuzione delle pene;

   anche il Comitato esecutivo del Coordinamento nazionale dei magistrati di sorveglianza ha posto in evidenza un'ulteriore criticità che deriva dalla persistente mancata attuazione della sentenza della Corte costituzionale n. 10 del 2024, depositata il 26 gennaio 2024 e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 31 gennaio 2024, che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 18, comma 3, della legge n. 354 del 1975 (Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà) «nella parte in cui non prevede che la persona detenuta possa essere ammessa a svolgere i colloqui con il coniuge, la parte dell'unione civile o la persona con lei stabilmente convivente, senza il controllo a vista del personale di custodia, quando, tenuto conto del comportamento della persona detenuta in carcere, non ostino ragioni di sicurezza o esigenze di mantenimento dell'ordine e della disciplina, né, riguardo all'imputato, ragioni giudiziarie.»;

   tale omissione, come efficacemente evidenziato dalla stessa Corte, comporta la persistente assenza di colloqui affettivi intimi della persona detenuta con il partner, contribuendo ad ostacolare le finalità rieducative e risocializzanti della pena: «l'impossibilità per il detenuto di esprimere una normale affettività con il partner si traduce in un vulnus alla persona nell'ambito familiare e, più ampiamente, in un pregiudizio per la stessa nelle relazioni nelle quali si svolge la sua personalità, esposte pertanto ad un progressivo impoverimento, e in ultimo al rischio della disgregazione. Da questo punto di vista si evidenzia la violazione dell'articolo 27, terzo comma, della Costituzione, in quanto una pena che impedisce al condannato di esercitare l'affettività nei colloqui con i familiari rischia di rivelarsi inidonea alla finalità rieducativa. [...] Il perseguimento di questo obiettivo [della risocializzazione] risulta anzi gravemente ostacolato dall'indebolimento delle relazioni affettive, che può arrivare finanche alla dissoluzione delle stesse, giacché frustrate dalla protratta impossibilità di coltivarle nell'intimità di incontri riservati, con quell'esito di desertificazione affettiva che è l'esatto opposto della risocializzazione»;

   risulta che il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha disposto, nel corso degli ultimi mesi, l'attivazione di un tavolo di lavoro per acquisire dati e informazioni ritenuti necessari e preliminari all'adozione di norme regolamentari tese a dare attuazione alla sentenza. Tuttavia, pur considerate le prevedibili difficoltà nel dare attuazione alla sentenza, va ricordato che la stessa Corte costituzionale, consapevole dello «sforzo organizzativo che sarà necessario per adeguare ad una nuova esigenza relazionale strutture già gravate da persistenti problemi di sovraffollamento», ha suggerito una gradualità esecutiva, fornendo importanti criteri che dovranno guidare la progressiva attuazione della nuova modalità di svolgimento dei colloqui, per la quale, come chiarito dalla sentenza, non è necessaria l'adozione di una normativa di rango primario –:

   se il Ministro interrogato non ritenga necessario adottare le necessarie immediate misure di competenza volte a dare piena esecuzione alla decisione della Consulta.
(4-03685)

IMPRESE E MADE IN ITALY

Interpellanza:


   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro delle imprese e del made in Italy, per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende dalle rappresentanze sindacali unitarie dei lavoratori ex Gkn, lo stabilimento di Campi Bisenzio, dove fino al 9 luglio 2021 erano in forza 430 operai e che rappresentava un fiore all'occhiello dell'indotto automotive, non è più di proprietà della Qf, attualmente in liquidazione, e il cui azionista, Francesco Borgomeo, ha rilevato gli impianti dal fondo Melrose;

   lo stabilimento è stato venduto il 12 marzo 2024 a due società dal profilo immobiliare, la Toscana Industry (Ti) e Società Immobiliare Toscana (Sit), che hanno lo stesso amministratore delegato e controllano la stessa Qf/ex Gkn;

   dunque, mentre i lavoratori manifestavano, protestavano e venivano convocati incontri e tavoli ministeriali, l'azienda vendeva lo stabilimento;

   la vendita è stata effettuata per 7 milioni di euro, proprio nelle stesse ore in cui la Qf era attesa all'incontro convocato il 12 marzo 2024, e poi rinviato, presso il Ministero delle imprese e del made in Italy;

   il 26 marzo 2024, nel corso dell'incontro successivo a quello previsto per il 12, l'azienda era assente e il Ministro interrogato, a esplicita domanda posta dalla rappresentanza sindacale unitaria se fosse a conoscenza delle intenzioni dell'azienda, ha risposto che tale quesito sarebbe stato rivolto all'azienda a seguito di convocazione;

   della suddetta convocazione, tuttavia non vi è traccia, pertanto, ad avviso dell'interrogante, alla luce di come si sono svolti i fatti, il Ministero delle imprese e del made in Italy dovrebbe quantomeno rispondere di mancato controllo;

   in merito alla vendita dello stabilimento ex Gkn da parte di Qf, la rappresentanza sindacale unitaria nota che non si tratta di due società immobiliari qualsiasi, ma con potenziali commistioni con la stessa proprietà di Qf, controllate da società fiduciarie, una del Monte dei Paschi di Siena;

   ciò che non è al momento conosciuto è il soggetto che sta a monte di questo reticolato di società, se si tratti cioè di Francesco Borgomeo, dello stesso fondo Melrose o di un grosso operatore immobiliare;

   il liquidatore, Gianluca Franchi, ha tuttavia parlato esplicitamente di «vendita infragruppo», confermando che le società appartengono al medesimo gruppo, ma rimane non chiaro di quale gruppo si tratti, essendo tutte società a profilo immobiliare;

   ciò che è certo è che tale operazione di vendita ha una forte ricaduta sulla trattativa, perché il sospetto lecito degli operai è che la Qf abbia messo in salvo l'asset immobiliare e si appresti a chiudere l'azienda con il licenziamento definitivo dei lavoratori rimasti, i quali da dieci mesi non ricevono lo stipendio, decretando la fine di qualsiasi ipotesi di reindustrializzazione del sito;

   è inoltre pressoché certo che la vendita non sia avvenuta per pagare crediti ai lavoratori, perché note pervenute dagli avvocati che li seguono certificano crediti ancora presenti per oltre due milioni di euro;

   il paradosso nell'ambito della vertenza Gkn è che il proprietario dello stabilimento non ha mai avanzato alcun piano di reindustrializzazione del sito, cosa che invece è stata fatta dal collettivo dei lavoratori Gkn;

   circa una dozzina di sentenze del tribunale hanno respinto la tesi aziendali secondo cui lo stabilimento sarebbe «occupato» e pertanto non agibile, riconoscendo invece il ruolo svolto dall'assemblea permanente e condannando l'azienda a pagare il dovuto ai lavoratori;

   nei mesi scorsi, il Ministero interrogato e la regione Toscana si sono rimpallate le responsabilità sull'ipotesi del commissariamento di Qf, azione che forse non avrebbe impedito la compravendita, ma certamente consentito di inquadrare correttamente la situazione rendendola più trasparente;

   presso il consiglio regionale della regione Toscana giace la legge di iniziativa popolare elaborata dai lavoratori ex Gkn, che permetterebbe la creazione di un consorzio che possa trattare l'area dello stabilimento, al fine di insediare soggetti imprenditoriali, fra cui la stessa cooperativa dei lavoratori, permettendo il suo avviamento a una reindustrializzazione anche attraverso l'azionariato popolare, attraverso il quale sono stati raccolti oltre 1,2 milioni di euro da destinare proprio al progetto di industrializzazione;

   i lavoratori Gkn, insieme alle rappresentanze sindacali unitarie e alle sigle sindacali, hanno denunciato il pericolo di operazioni a sfondo immobiliare sull'area dello stabilimento di Campi Bisenzio ben prima del mese di marzo 2024 ed è evidente che il Ministero delle imprese e del made in Italy abbia quantomeno sottovalutato questo aspetto –:

   per quali motivazioni, e per quanto di competenza, non abbia dato seguito ulteriore alle sue interlocuzioni con Qf, nell'ambito delle quali sarebbe stato possibile riscontrare la possibile esistenza di un'operazione di speculazione immobiliare in atto sull'area in cui sorge lo stabilimento ex Gkn di Campi Bisenzio, sebbene i lavoratori ne denunciassero il pericolo da oltre un anno;

   quali iniziative di competenza intenda assumere in merito alla vicenda anche in considerazione dell'ipotesi che l'operazione di vendita di cui in premessa possa essere una potenziale vendita simulata, nel tentativo di depauperare la società e impedire il pagamento degli stipendi arretrati e per tutelare l'area rispetto a logiche potenzialmente speculative.
(2-00464) «Grimaldi».

Interrogazione a risposta scritta:


   RUFFINO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   in diverse regioni d'Italia si sta verificando una chiusura temporanea o permanente di numerosi uffici postali a causa della lamentata carenza di personale e della riduzione degli orari di apertura degli uffici, con una conseguente riduzione degli sportelli e dei servizi offerti ai cittadini, che incide negativamente sul diritto dei cittadini ad un servizio universale garantito;

   in particolare, Poste italiane ha annunciato la chiusura di cinque uffici postali a Torino, inclusi quelli situati in quartieri popolari come San Salvario e Barriera di Milano. Tale situazione genera disagi per i cittadini, specie per le fasce più vulnerabili della popolazione, come anziani e persone con difficoltà di mobilità, che trovano negli uffici postali un punto di riferimento per servizi essenziali, tra cui l'accredito delle pensioni, il pagamento delle bollette e altre attività di carattere amministrativo;

   il Ministro per la pubblica amministrazione, in precedenza investito della questione, ha ritenuto di minimizzare l'impatto di tali chiusure, ritenendo che la presenza di 61 uffici in città sia sufficiente e incoraggiando l'adozione di servizi digitali, in contrasto con le esigenze espresse da amministratori locali e sindacati e non tenendo conto dei disagi che questa decisione comporta per quelle categorie di cittadini meno pratiche con i servizi digitali;

   anche il sindacato Slc Cgil ha evidenziato come la chiusura degli sportelli postali aggraverà la carenza di personale già problematica, richiedendo contestualmente una revisione strutturale e urgente per garantire l'efficienza del servizio;

   è evidente come sia quantomai necessaria una riorganizzazione del servizio postale che salvaguardi i servizi nelle zone più periferiche e vulnerabili, anche nei grandi centri urbani, e che affronti la carenza di personale in modo strutturale –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, intendano adottare per garantire un'equa distribuzione degli uffici postali sul territorio, compresi, in particolare, i citati quartieri di Torino oggetto delle chiusure, al fine di preservare la funzione sociale e territoriale degli uffici postali, soprattutto a favore delle fasce di popolazione più anziane e disagiate, anche valutando la promozione di un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali e Poste italiane per affrontare la carenza di personale, assicurando in tal modo la continuità del servizio in modo capillare.
(4-03692)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta orale:


   BONELLI e PICCOLOTTI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   da troppo tempo la rete ferroviaria italiana è interessata da gravi ripetuti disservizi che hanno mandato in tilt buona parte della circolazione ferroviaria del Paese con effetti pesantissimi sui cittadini e i viaggiatori;

   mai come in questi lunghi mesi, le infrastrutture ferroviarie del nostro Paese si sono dimostrate ancora una volta estremamente fragili, e i ritardi, le cancellazioni, gli incidenti, e i guasti dei treni sono sempre più frequenti. Per non parlare degli incidenti sul lavoro, anche mortali, che hanno drammaticamente interessato la rete ferroviaria;

   la stagione estiva appena trascorsa ha registrato inaccettabili problemi e disservizi sulla circolazione ferroviaria, che hanno ostacolato fortemente i cittadini e gli stessi flussi turistici, con disagi che hanno stravolto gli spostamenti di milioni di lavoratori, studenti, turisti;

   il sistema dei treni ad alta velocità è sempre più spesso interessato da fortissimi ritardi e da cancellazione di corse, con disagi insostenibili per l'utenza;

   così come enormi e costanti sono le criticità che interessano molte linee ferroviarie utilizzate quotidianamente dai pendolari;

   una delle regioni più interessate dal pendolarismo e dai disservizi delle relative linee ferroviarie è certamente l'Umbria. Il crescente pendolarismo e i troppi disagi legati al servizio ferroviario hanno portato alla nascita in tutta la regione di comitati di pendolari per cercare di difendere i diritti di migliaia di studenti e lavoratori che sono costretti a spostarsi dal proprio comune di residenza;

   in Umbria, il trasporto risente di una forte polarità su bacini extra regionali quali Firenze e Roma, e nel complesso l'offerta di servizi risulta qualitativamente insoddisfacente. È evidente la necessità di incrementare la frequenza nei collegamenti tra Perugia, Foligno e Terni;

   la regione Umbria e Trenitalia hanno avviato la fornitura di 12 nuovi treni destinati al servizio ferroviario regionale, a incrementare l'attuale flotta, e garantiranno il mantenimento dei collegamenti sulla Linea direttissima;

   va evidenziato che nel caso in cui si procedesse in tempi rapidi al «blocco radio» (voltaggio molto più potente delle linee tradizionali) che assicura il distanziamento dei treni per mezzo di «autorizzazioni al movimento» trasmesse via radio a bordo dei treni provvisti delle necessarie attrezzature, quei treni umbri sarebbero da buttare prima ancora di esser messi in esercizio perché non compatibili col sistema;

   è evidente che in caso di incompatibilità tra i nuovi treni acquistati e il sistema del «blocco radio» ci si troverebbe di fronte ad uno sperpero di denaro pubblico e conseguente possibile danno erariale;

   più volte l'assessore alle infrastrutture e trasporti della ragione Umbria, Enrico Melasecche, ha sottolineato che i gravi disservizi della rete ferroviaria regionale e la causa dei ritardi dei treni, sono in gran parte conseguenza dei cantieri sulla rete finanziati con risorse del PNRR e dei relativi lavori che si stanno effettuando per il potenziamento della linea;

   in realtà, non risulta che in Umbria vi siano cantieri: la realtà è che l'Umbria paga scelte commerciali e ritardi che «nascono a Roma». Una delle cause, non è quella dei troppi cantieri nella regione, ma il sistema di distanziamento dei treni e al fatto che la stazione di Roma Termini gestisce un traffico giornaliero di dimensioni sproporzionate –:

   se non ritenga indispensabile adottare tutte le iniziative di competenza al fine di garantire la precedenza ai treni regionali e interregionali dei pendolari che si muovono dall'Umbria rispetto all'alta velocità (nel rispetto dello stesso contratto di programma con Rfi);

   se non si intenda prevedere opportuni stanziamenti per intervenire sui «conflitti di circolazione» di tratte e stazioni sature;

   se i nuovi treni acquistati destinati al servizio ferroviario regionale umbro di cui in premessa siano compatibili con il sistema del «blocco radio» in via di realizzazione.
(3-01518)


   GIAGONI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il porto internazionale di Santa Teresa Gallura è lo scalo più a nord della Sardegna, porta dell'isola verso la Corsica, dalla quale dista circa 50 minuti di navigazione;

   le strutture attrezzate per le navi-merci constano di due denti di attracco e alcune banchine, mentre appositi punti di attracco sono dedicati ai traghetti di collegamento giornaliero dello scalo gallurese con Bonifacio e una parte del complesso, attrezzata con pontili galleggianti, è dedicata al diporto nautico, per un'offerta complessiva di oltre 700 posti barca;

   lo scalo è meta di rotte sia commerciali, sia turistiche e della nautica da diporto con strutture a fruizione annuale e stagionale, oltreché polo della cantieristica nautica;

   il porto «Longonsardo» è gestito dalla municipalizzata Silene e nell'area portuale è presente una delegazione di spiaggia della Guardia costiera che ricade nella giurisdizione della direzione marittima di Olbia e dipende dalla Capitaneria di porto di La Maddalena;

   per la peculiarità di scalo internazionale, il porto necessita di serrati controlli di frontiera (come quelli già attuati), che tuttavia andrebbero potenziati anche attraverso l'ausilio di unità cinofile per contrastare e prevenire sia l'uso di spaccio e di sostanze stupefacenti, sia l'eventuale pericolo di ordigni esplosivi –:

   quali iniziative di competenza si intenda adottare per implementare, in modo permanente, il coefficiente di sicurezza e controllo con unità cinofile del presidio particolarmente sensibile e strategico da un punto di vista geografico dello scalo transfrontaliero di Santa Teresa Gallura.
(3-01519)

Interrogazioni a risposta scritta:


   MACCANTI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   la società Enav garantisce, nell'ambito del mercato regolato a livello europeo, i servizi di navigazione aerea in Italia tramite aeroporti e centri di controllo, erogando i propri servizi in Italia sotto la vigilanza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e del regolatore nazionale Enac. Per statuto la sua missione è: «Garantire la sicurezza ai passeggeri che volano nei cieli italiani e contribuire alla crescita del trasporto aereo nazionale ed europeo con efficienza e innovazione»;

   il piano industriale della società, presentato dalla precedente amministrazione, ha disposto, tra le altre cose, il transito degli avvicinamenti radar verso i Centri di Controllo d'Area (Acc) di Roma e Milano;

   l'accorpamento ha previsto il trasferimento dell'erogazione dei servizi per circa il 40 per cento dello spazio aereo di attuale competenza. Una scelta organizzativa controcorrente rispetto alle decisioni adottate dai provider europei di Spagna, Francia, Germania che hanno mantenuto un assetto organizzativo con una media di cinque Acc ciascuno, anziché due singoli Acc di enormi dimensioni cui affidare la gestione del traffico aereo di gran parte del territorio;

   il 20 ottobre 2024, fino alle ore 20, buona parte dei voli diretti verso gli aeroporti del nord Italia, in particolare quelli del Nord-Ovest, sono stati cancellati, dirottati su altri scali o hanno subito seri ritardi con enormi disagi per moltissimi passeggeri a causa di un guasto dei radar, le cui cause restano ignote; il guasto ha riguardato, in particolare, la sala radar di Milano, che gestisce il traffico delle regioni del Nord-Ovest –:

   di quali elementi dispongano che consentono di far luce sul guasto richiamato in premessa;

   quali iniziative di competenza si intendano adottare per scongiurare situazioni di sovraccarico per i controlli radar in seguito all'accorpamento disposto, al fine di consentire una corretta gestione di tali imprevisti e dell'aumento del traffico aereo.
(4-03684)


   GRIMALDI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende il Governo avrebbe previsto di inserire in un prossimo provvedimento legislativo una norma ribattezzata dalla stampa «salva diga» di Genova, maxi opera finanziata con 500 milioni di euro di fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del Piano nazionale complementare, su 1,3 miliardi di euro totali, affidata a una cordata guidata da Webuild (Pergenova Breakwater), peraltro oggetto, per le modalità di aggiudicazione, di un'inchiesta della procura di Genova ed europea;

   nelle scorse settimane si era arrivati a un'impasse del cantiere, con l'interruzione di ogni operazione dopo la posa dei primi 4 cassoni, su 105 totali previsti;

   per stabilizzare i cassoni e impedire che eventuali mareggiate ne causino lo spostamento o addirittura il ribaltamento è necessario riempirli e gli uffici tecnici della regione Liguria avevano sollevato seri rilievi sul piano di riempimenti elaborato dalla stazione appaltante, l'autorità di sistema portuale;

   il piano era stato elaborato prevedendo l'utilizzo di materiali di risulta prodotti sia dal cantiere stesso della diga, come i fanghi del previsto dragaggio dei fondali, che da altri presenti sul territorio, ma, secondo i tecnici della regione Liguria, non sarebbero state previste le dovute accortezze di tutela ambientale;

   il piano, inoltre, prevede l'utilizzo di 220 mila metri cubi di materiali di risulta provenienti dagli scavi in corso a Sestri Ponente, dove si sta realizzando un bacino per lo stabilimento Fincantieri, che secondo la regione sono stati classificati impropriamente come scavi di fondale marino, col risultato di aver scarsamente indagato la presenza, comprovata, di amianto e nichel;

   in una prima bozza della norma «salva diga» circolata era previsto un ampliamento dei poteri del commissario straordinario alla realizzazione dell'opera, non veniva previsto il parere della regione Liguria e ogni autorizzazione del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, necessaria fino ad oggi per sversare nei cassoni quanto previsto dal piano già predisposto e bocciato dai tecnici regionali, facendole rientrare nei poteri commissariali;

   il contenuto di questa prima bozza sarebbe stato successivamente modificato. Come nella precedente versione, il commissario straordinario all'opera potrà adottare, su proposta dell'autorità di sistema portuale, il piano di gestione dei materiali di risulta del cantiere stesso della diga e di altri aperti sul territorio, acquisiti i pareri di Arpa e Azienda sanitaria locale, che stavolta vengono definiti vincolanti, e anche, introducendo ex novo, il parere della regione Liguria;

   tuttavia, rimarrebbe invariata la previsione che stabilisce che l'adozione del piano da parte del commissario sostituisce tutti i pareri necessari alla realizzazione degli interventi contenuti nel medesimo piano;

   ciò può generare un cortocircuito, dal momento che non si comprende se prevarranno gli eventuali vincoli imposti dalla regione o le decisioni del commissario straordinario;

   le associazioni ambientaliste da tempo esprimono molte perplessità riguardo al progetto della diga foranea, in mancanza di adeguate analisi scientifiche sui potenziali effetti sull'ecosistema del Mediterraneo occidentale e di uno studio approfondito sulle dinamiche oceanografiche;

   ad avviso dell'interrogante, la norma «salva diga» conferisce al commissario straordinario, il sindaco di Genova, attualmente Marco Bucci, la responsabilità dei lavori della diga foranea, scavalcando valutazioni regionali e nazionali in materia di impatto ambientale e, semplificando le procedure, rischia di non tener conto delle prescrizioni contenute nelle norme ambientali vigenti, con il pericolo di pregiudicare l'integrità dell'ambiente marino;

   ogni opera di questa portata va sottoposta ad attenta vigilanza ambientale e nessun intervento, nemmeno il più necessario, può ignorare il rapporto costi benefici e la valutazione dell'impatto ambientale –:

   se non intendano riconsiderare i possibili costi ambientali che deriverebbero dall'applicazione della bozza di norma esposta in premessa, confrontandoli con i benefici che ne deriverebbero, valutando opportune modifiche alla suddetta bozza di norma che garantiscano il pieno rispetto del testo unico dell'ambiente e di ogni norma di tutela ambientale in vigore.
(4-03691)

INTERNO

Interpellanza:


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:

   la trasmissione Report, nella puntata del 27 ottobre 2024, ha ricostruito le fasi successive al naufragio in cui, nella notte tra il 16 e il 17 giugno 2024 al largo del Mar Ionio, al confine con le acque Sar italiane, persero la vita 65 persone (tra cui 26 minori) – 70 i migranti partiti dalla Turchia su una barca a vela, in avaria e quasi inabissata, alla deriva da diversi giorni;

   è un velista francese a lanciare l'allarme – al momento del soccorso, in vita erano rimaste solo 12 persone – cui sarebbe seguito l'arrivo di un mercantile inviato dal Centro coordinamento soccorso marittimo che ha raccolto i naufraghi, per poi trasbordarli sulla motovedetta della capitaneria di porto partita da Roccella;

   sembrerebbe che i cadaveri siano arrivati «a spezzoni» in zone diverse e distanti tra loro (Crotone, Gioia Tauro, Locri, Polistena, Soverato, Roccella stessa) al pari dei sopravvissuti, sparpagliati negli ospedali di due province;

   le nazionalità delle persone che viaggiavano a bordo dell'imbarcazione sembrerebbero essere: Afghanistan, Iran, Iraq, Siria, Pakistan, Paesi devastati da guerre e violazione dei diritti;

   la rotta – la rotta turca – è la stessa della strage di migranti allo Steccato di Cutro; sono emerse anche nel caso in parola ipotesi di responsabilità per la sottovalutazione da parte delle autorità competenti nell'autorizzazione al soccorso dei naufraghi e per non aver dato corso all'allerta lanciata il 16 giugno 2024 da Alarm phone al Centro coordinamento soccorso marittimo di Roma della richiesta di aiuto giunta da una barca in difficoltà nello Ionio, dando anche l'esatta posizione della stessa;

   risulta, altresì, dalla trasmissione e da fonti di stampa la «fulminea promozione del vice prefetto che si occupava del caso ad assessore regionale» e che la comunicazione delle istituzioni sulle operazioni successive al soccorso sia stata «carente e in alcuni casi fuorviante», per il tramite di brevi comunicati «spesso incompleti e incoerenti», «scarsa trasparenza sui numeri e gli spostamenti delle salme delle vittime» – in sostanza, una condotta uniforme che avrebbe coinvolto tutte le istituzioni competenti e che avrebbe impedito alla stampa di documentare l'accaduto «con tanto di identificazioni sul posto e allontanamenti dagli ospedali in cui erano ricoverati i sopravvissuti» – vicende non nuove che replicano, ad avviso degli interpellanti, quanto accaduto a Roma il 23 maggio 2024, il 12 aprile 2024 nella città di Padova e il 6 novembre 2023 nella città di Messina, in cui le forze dell'ordine hanno detenuto per ore in stato di fermo cronisti e operatori della stampa, identificatisi e qualificatisi, senza giustificazione alcuna, creando il forte sospetto di aver voluto impedire la cronaca e l'informazione dei fatti concernenti, rispettivamente, una manifestazione ambientalista (Messina) e le azioni di protesta degli attivisti di Ultima generazione (Padova e Roma);

   la catena di eventi ivi riportata desta gravi preoccupazioni in ordine a quanto appare, ad avviso degli interpellanti, un «sistema» finalizzato all'occultamento dei fatti e della realtà – o una «strategia», come rilevato anche dagli organi della stampa, «dell'invisibilizzazione e della dispersione» – strutturato sulla base della consegna del silenzio e su una vasta complicità, o sulla sua imposizione lungo la catena di comando, su una tragedia identica alla strage di Cutro del febbraio 2024;

   l'oscuramento, o il suo tentativo, di fatti precisi e di parte della realtà rappresenta, ad avviso dei firmatari, l'incipit di derive illiberali del quale da tempo gli interpellanti hanno visto i prodromi a decorrere dall'avvio del mandato del Governo in carica –:

   se non si intenda chiarire, per quanto di competenza, la dinamica dei fatti occorsi in ordine alla vicenda oggetto della trasmissione e di quanto illustrato in premessa, la loro esatta concatenazione, unitamente alla disamina degli ordini impartiti nonché delle rispettive competenze, responsabilità, regole di ingaggio e catena di comando delle istituzioni coinvolte, nonché la condizione attuale dei migranti superstiti unitamente agli accordi eventualmente presi dalle istituzioni e dagli organi coinvolti con i familiari delle vittime e i loro Paesi di origine;

   se, per quanto di competenza, non si intenda, altresì, chiarire le condotte tenute dalle istituzioni e dagli organi coinvolti nei confronti dei giornalisti, che risulterebbero essere stati impediti, in ordine all'informazione e alla cronaca dei fatti in premessa, nonché delle condotte tenute nei confronti dei familiari delle vittime, anche con riguardo agli accordi presi con i familiari stessi e con i loro Paesi di origine per il rientro delle salme.
(2-00463) «Alfonso Colucci, Baldino, Alifano, Auriemma, Penza, Pavanelli, Pellegrini, Caramiello, Ilaria Fontana, Scutellà, Quartini, Santillo, Torto, Carmina, Morfino, Sergio Costa, Caso, Tucci, Ascari, Cappelletti, Di Lauro, Aiello, Donno, Raffa, Dell'Olio, Cantone, Amato, Scerra, L'Abbate, Traversi, Giuliano».

Interrogazioni a risposta scritta:


   MAGI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la zona di Albuccione, situata nel comune di Guidonia Montecelio (Roma), è interessata da circa 15 anni su un'ampia area di proprietà dell'Azienda sanitaria locale Roma 5, compresa tra via Albuccione e via Tiburtina dalla presenza di un insediamento composto da quattro aree e abitato da circa 220 persone di etnia rom;

   l'insediamento, pur considerato informale dalle autorità locali, è tollerato da oltre 15 anni e sono stati forniti servizi come acqua ed elettricità, tuttavia le condizioni igieniche dell'insediamento sono pessime, aggravate anche dalla presenza di discariche indifferenziate lungo la strada;

   il 12 agosto 2024 è scoppiato un incendio nell'insediamento che ha coinvolto una delle quattro aree, in risposta al quale il sindaco di Guidonia Montecelio ha risposto introducendo i cosiddetti «Patti di Corresponsabilità», offrendo, alle famiglie vittime dell'incendio, un contributo finanziario una tantum di 500 euro a persona denominati «contributo all'affitto», con l'intento di incentivare le famiglie a lasciare volontariamente l'insediamento;

   il «Patto di responsabilità» è stato successivamente esteso a tutte le famiglie dell'insediamento, anche a quelle presenti nelle rimanenti tre aree non colpite dall'evento del 12 agosto 2024;

   nel mese di ottobre 2024 risultavano essere presenti nel campo 175 persone di cui più di 100 minori;

   il 14 ottobre 2024 il sindaco Mauro Lombardo ha firmato l'ordinanza n. 400 con la quale si è disposto lo sgombero delle persone ancora presenti nell'insediamento;

   quattro famiglie interessate dall'ordinanza di sgombero, supportate legalmente da European Roma Rights Centre e Associazione 21 luglio, hanno presentato ricorso urgente alla Corte europea per i diritti dell'uomo –:

   di quali elementi disponga sui fatti esposti in premessa e se, in particolare, risulti che alle famiglie interessate sia stata notificata l'ordinanza di sgombero nonché quali misure abitative alternative risultino essere state garantite al di fuori del bonus «una tantum» elargito dal comune di Guidonia Montecelio.
(4-03689)


   BORDONALI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   un consigliere comunale di Brescia, Iyas Ashkar, ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un manifesto di Assopace Palestina Bologna che riporta un'immagine di una bandiera della Germania nazista affiancata a quella di Israele, equiparandole;

   il post è stato successivamente rimosso ma era ormai stato memorizzato da molte persone causando la richiesta di dimissioni, in particolare da parte dell'Associazione Italia-Israele, che ha anche esortato il sindaco di centrosinistra di Brescia, Laura Castelletti, a prendere le distanze dal consigliere eletto nella sua lista;

   i gruppi consiliari del centrodestra del comune di Brescia, il 21 ottobre 2024, hanno espresso con un comunicato stampa, «la loro profonda indignazione per il post pubblicato dal Consigliere comunale Iyas Ashkar, eletto nella lista civica della sindaca Laura Castelletti, in cui paragona lo Stato di Israele alla Germania nazista», sostenendo come «questo atto di propaganda antisemita» sia «inaccettabile e contrasti con i valori di rispetto e tolleranza che la nostra comunità sostiene fermamente»;

   il comunicato stampa ricorda che «il Comune di Brescia ha adottato le linee guida dell'International Holocaust Remembrance Alliance (Ihra) che definiscono chiaramente le pratiche e le condotte antisemite da censurare. Tra queste rientra il paragone tra lo Stato del Popolo di Israele e la Germania nazista, che va ben ai di là della legittima critica al Governo pro tempore israeliano. Il Consigliere Ashkar, che ha votato favorevolmente a questa delibera, dopo aver già visto una volta la cancellazione del proprio profilo Instagram durante la passata estate per l'estremismo e la violenza dei messaggi ivi comunicati, ha ora e nuovamente violato tali principi con il suo comportamento»;

   il centrodestra ha quindi chiesto «alla luce della gravità dei fatti»: «una presa di distanza immediata da parte della sindaca Laura Castelletti, del PD quale partito di maggioranza relativa in Loggia e dei gruppi politici che sostengono il sindaco, dal consigliere Iyas Ashkar, eletto proprio con la lista civica della sindaca, le dimissioni immediate dei consigliere Iyas Ashkar dal consiglio comunale di Brescia per il suo comportamento inaccettabile e offensivo e una presa di posizione chiara e decisa del gruppo consiliare di appartenenza del consigliere Ashkar, con l'allontanamento dal gruppo consiliare della lista civica (che sostiene la maggioranza), per evitare ulteriori danni all'immagine e alla credibilità delle istituzioni comunali»;

   il sindaco ha provato a risolvere la situazione con un piccolo rimprovero, ma la vicenda non può certo finire così. Un rappresentante delle istituzioni bresciane, eletto nella lista che porta il nome del sindaco, Laura Castelletti, ha messo Brescia al centro delle cronache nazionali con una presa di posizione gravissima. Ad avviso dell'interrogante, su questo tema la maggioranza di sinistra ha una posizione ambigua e pericolosa. Il centrodestra ricorda che anche la mozione sull'antisemitismo votata nei mesi precedenti aveva visto una profonda spaccatura nella coalizione arcobaleno del sindaco, chiedendo quindi le dimissioni di Iyas Ashkar perché le sue posizioni ideologiche ed estremiste non sono compatibili con la storia e i valori della città di Brescia;

   a tutte queste dichiarazioni, il consigliere Iyas Ashkar ha risposto con un comunicato in cui rivendica con forza la sua posizione che egli ritiene non antisemita ma antisionista, sionismo che per Ashkar è «suprematista e razzista, disumanizzante e colonialista»;

   l'interrogante ricorda che l'antisionismo esprime comunque la «contrarietà e la negazione della legittimità dello Stato di Israele e del suo diritto alla pace e alla sicurezza» –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, il Ministro interrogato intenda prendere per fronteggiare situazioni come quella esposta in premessa, e comunque al fine di prevenire e contrastare ogni forma di propaganda e di istigazione alla discriminazione razziale, etnica e religiosa, in particolare tramite l'utilizzo della rete.
(4-03696)

ISTRUZIONE E MERITO

Interrogazione a risposta scritta:


   DEL BARBA. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   il decreto-legge 31 maggio 2024, n. 71 recante disposizioni urgenti in materia di sport, sostegno didattico agli alunni con disabilità e regolare avvio dell'anno scolastico 2024-2025, ha visto in sede di conversione in legge l'approvazione di una disposizione che prevede che le procedure assunzionali dei docenti per l'avvio dell'anno scolastico fossero prorogate, in via eccezionale, al 31 dicembre 2024, attingendo anche alle graduatorie pubblicate dopo la scadenza ordinaria del 31 agosto 2024;

   la norma prevede inoltre che i docenti vincitori di concorso che per l'anno scolastico 2024/2025 sono già stati titolari di un contratto di supplenza su un posto vacante nella stessa regione e classe di concorso per cui sono risultati vincitori, sono confermati su tale posto;

   l'interpretazione della norma operata da alcune regioni – in particolare dalla regione Lombardia ai sensi dell'avviso Prot. R.U. 49826 pubblicato il 20 settembre 2024 dall'ufficio scolastico regionale – ha portato all'immissione in ruolo per il triennio avviato con l'anno scolastico 2024/2025 di docenti già assegnatari di supplenza – che non hanno quindi potuto partecipare alla fase della scelta delle sedi definitive – i quali hanno inoltre scavalcato i vincitori di concorso con punteggio superiore, non rispettando quindi il principio del merito per la scelta delle sedi;

   l'interpretazione della norma così operata rischia di portare al contempo all'avvio di un alto numero di ricorsi da parte dei vincitori di concorso con punteggio superiori, e dall'altro, all'impossibilità dei docenti vincitori di concorso che avevano già accettato una supplenza nell'attesa dell'immissione a ruolo, di scegliere la sede più congeniale per le proprie esigenze lavorative e di vita, rimanendo bloccati quindi in una sede che avrebbero accettato in via temporanea;

   questo cortocircuito – che ad avviso dell'interrogante è particolarmente evidente in Lombardia a causa delle modalità interpretative operate dagli uffici preposti – porta paradossalmente chi è più in alto in graduatoria a non poter disporre della scelta di tutte le sedi disponibili a causa della presenza di docenti che sarebbero ben lieti di cedere i posti occupati per scegliere un'altra sede di assegnazione;

   il Ministro interrogato si fregia di essere a capo di un dicastero che dovrebbe avere la meritocrazia come stella polare, ma che nei fatti è riuscito a complicare ulteriormente una procedura di assegnazione di posti di lavoro che dovrebbe essere basata esclusivamente sul merito e non sulle interpretazioni della normativa che ogni regione può operare, riuscendo a scontentare al contempo sia i vincitori di concorso più in alti in graduatoria sia chi cederebbe loro il posto per chiedere l'assegnazione definitiva a una sede differente –:

   quali iniziative intenda assumere il Ministero dell'istruzione e del merito al fine di evitare che l'applicazione ad avviso dell'interrogante irrazionale della norma richiamata in premessa impedisca per i prossimi due anni scolastici ai vincitori di concorso di scegliere le sedi ad essi maggiormente confacenti, ripristinando l'applicazione di regole che rendano effettivo il concetto di merito nella scelta delle sedi scolastiche per i docenti vincitori di concorso.
(4-03688)

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta scritta:


   PICCOLOTTI e GHIRRA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende lo scorso primo agosto 2024, Assocontact, rappresentante di numerose aziende del settore dei call center, ha formalmente abbandonato il contratto collettivo nazionale di lavoro delle telecomunicazioni, ritenuto incapace di rispondere alle esigenze di flessibilità e produttività delle imprese aderenti;

   tale decisione comporta significative preoccupazioni tra i lavoratori del settore, a cui verrebbero applicate nuove condizioni contrattuali, potenzialmente meno favorevoli rispetto a quelle stabilite dal contratto collettivo nazionale di lavoro vigente;

   il settore dei call center, già caratterizzato da condizioni di lavoro precarie, part-time involontario e bassi salari, potrebbe vedere un ulteriore peggioramento delle condizioni lavorative, con una riduzione dei diritti e delle tutele acquisite, come evidenziato dalle denunce delle organizzazioni sindacali;

   Assocontact non ha chiarito quale sarà il nuovo contratto nazionale di riferimento, sollevando dubbi sul rispetto delle tutele relative a salario, orari di lavoro e sicurezza dei dipendenti;

   diverse organizzazioni sindacali, hanno denunciato la mossa come un tentativo di dumping contrattuale, volto a ridurre i costi a discapito dei diritti dei lavoratori, compromettendo la stabilità dell'occupazione e la conciliazione vita-lavoro, specialmente per categorie vulnerabili come donne e genitori;

   il contratto collettivo nazionale di lavoro delle telecomunicazioni è riconosciuto come un contratto moderno, in grado di garantire il giusto equilibrio tra le esigenze di un settore sempre più digitale e i diritti dei lavoratori, favorendo salari equi e tutele per i dipendenti;

   l'abbandono del contratto collettivo nazionale delle telecomunicazioni avviene in un contesto di trattative per il suo rinnovo, il che potrebbe ulteriormente compromettere le condizioni negoziali tra le parti;

   le disdette delle aziende aderenti a Assocontact potrebbero innescare una spirale di concorrenza al ribasso, con effetti negativi su migliaia di lavoratori impiegati nel settore delle telecomunicazioni –:

   quali iniziative intendano adottare i Ministri interrogati per garantire che le aziende operanti nel settore dei call center rispettino i diritti acquisiti dai lavoratori nel Ccnl telecomunicazioni e per evitare fenomeni di dumping contrattuale;

   se intendano promuovere un tavolo di confronto con le parti sociali e le associazioni datoriali, al fine di garantire la continuità delle tutele per i lavoratori del settore, in un contesto di mercato sempre più competitivo;

   quali iniziative intendano adottare per evitare che l'uscita di Assocontact dal Ccnl telecomunicazioni possa tradursi in un peggioramento delle condizioni di lavoro, in particolare per le categorie più vulnerabili.
(4-03679)


   ONORI e D'ALESSIO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   negli ultimi giorni, l'Emilia-Romagna è stata colpita da una violenta alluvione – la quarta nell'ultimo anno e mezzo – che ha riguardato in modo estremamente intenso l'area metropolitana di Bologna;

   mentre le arterie del capoluogo si trasformavano in fiumi di fango e acqua, la sera di sabato 19 ottobre 2024 i rider, ossia quei lavoratori che effettuano consegne a domicilio spostandosi prevalentemente con cicli o ciclomotori, solitamente per conto di piattaforme e applicativi web di consegna, continuavano a trasportare cibo da una parte all'altra della città. Le immagini dei lavoratori per le strade allagate hanno attirato la giusta indignazione di molti;

   secondo la giurisprudenza italiana, le piattaforme non possono obbligare il lavoratore a lavorare durante un evento meteorologico estremo e le tutele delle normative sulla sicurezza sul lavoro vanno applicate anche ai rider;

   da quanto si ha avuto modo di apprendere per mezzo stampa, le piattaforme avrebbero incentivato i rider a svolgere comunque le consegne, prevedendo una maggiorazione «di circa il 10 per cento» per chi si metteva in viaggio. Molti lavoratori, spesso di nazionalità straniera ed economicamente fragili, non hanno potuto rinunciare alle consegne, perché insieme ad esse non solo avrebbero perso il compenso a cottimo ma, in futuro, sarebbero stati anche svantaggiati dall'algoritmo che ripartisce le consegne tra i lavoratori;

   secondo i dati dell'Agenzia Arpae, sulla città di Bologna si sono registrate precipitazioni particolarmente elevate, con cumulate da 160 a 180 mm e intensità orarie estreme. In particolare, a Bologna S. Luca si sono registrati 148,5 mm/24 ore, pari al massimo storico registrato il 27 settembre 1928;

   a titolo esemplificativo, sul sito dell'azienda Deliveroo si legge che per «maltempo» si intendono «le precipitazioni di pioggia di almeno 2 millimetri l'ora o la neve, come risultante dai dati di un database meteorologico indipendente»;

   nonostante ciò, unitamente alle comunicazioni del sindaco bolognese affinché nessuno lasciasse la propria abitazione, le piattaforme non hanno sospeso le consegne rendendosi, così, responsabili di mettere a rischio la sicurezza e l'incolumità dei loro rider;

   solamente l'azienda JustEat prevede la sospensione delle attività e il servizio grazie a una procedura concordata a livello nazionale con le organizzazioni sindacali per la gestione delle condizioni meteo avverse;

   il frequente verificarsi di scenari critici come quello dell'Emilia-Romagna, solleva importanti interrogativi sull'etica commerciale e la responsabilità sociale. La sicurezza dei lavoratori necessita di essere al primo posto: i rider, costretti a mettere a rischio la propria incolumità pur di soddisfare le richieste di chi si trovava al riparo, hanno rappresentato una parte vulnerabile della forza lavoro, evidenziando le problematiche legate al lavoro precario e alla mancanza di tutele;

   il decreto legislativo n. 81 del 2015 recante, tra le altre, disciplina a tutela del lavoro tramite piattaforme digitali, ha istituito anche un Osservatorio permanente presieduto dal Ministro interrogato e composto da rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori designati dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale. Tra le funzioni di tale Osservatorio vi è anche quella di proporre revisioni alla normativa vigente in base all'evoluzione del mercato del lavoro e della dinamica sociale –:

   quali iniziative di propria competenza, anche di carattere normativo, intenda adottare al fine di prevedere una disciplina adeguata di tutela della categoria dei rider, con particolare riguardo ai profili legati alle sempre più frequenti emergenze meteorologiche connesse a fattori quali il dissesto idrogeologico e il cambiamento climatico;

   se non intenda, in tale contesto e nell'ambito del citato Osservatorio permanente, giungere ad una definizione uniforme dei parametri minimi di sicurezza per i rider, da applicare anche in caso di emergenze meteorologiche o di altre situazioni che possano mettere a rischio la loro vita.
(4-03680)


   MARI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   il 7 novembre 2024 termineranno, in via definitiva, i termini della ulteriore proroga dell'amministrazione straordinaria dell'azienda di call center calabrese Abramo Customer Care;

   la proposta di acquisizione esaminata negli ultimi incontri di giugno 2024, tenuti al Ministero delle imprese e del made in Italy, non è andata a buon fine anche perché aveva generato forti perplessità e dubbi da parte delle organizzazioni sindacali, sia nel metodo che nel merito dell'operazione stessa, giudicata fumosa, poco sostenibile e poco concreta, considerato il piano industriale rappresentato;

   gli ulteriori incontri che si sono succeduti sia con la gestione commissariale che con il Ministero delle imprese e del made in Italy hanno portato ad una ulteriore proroga, su istanza del tribunale civile di Roma di tre mesi dell'amministrazione straordinaria, dal 7 agosto al 7 novembre 2024;

   la Abramo Customer Care occupa un migliaio di lavoratori e lavoratrici in Calabria ed occorre un intervento urgente per individuare soluzioni che salvaguardino l'occupazione dell'intero perimetro aziendale, anche e soprattutto coinvolgendo Tim, unica commessa attiva;

   l'imminente fine del termine dell'ulteriore proroga dell'amministrazione straordinaria aggrava ancora di più le preoccupazioni delle lavoratrici e dei lavoratori rispetto al proprio futuro occupazionale, i quali per di più vivono e lavorano in un'area del Paese dove non esistono molte alternative occupazionali;

   ai timori sul futuro della Abramo, si aggiunge il ritardo da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali nell'emanazione del decreto finalizzato al riconoscimento degli ammortizzatori sociali spettanti e dunque alla concessione della Cassa integrazione straordinaria con decorrenza 7 agosto 2024;

   non si conoscono le ragioni per cui, nonostante da agosto 2024 in poi siano stati caricati in media 14 giorni al mese di Cassa integrazione straordinaria, poi non si sia provveduto ad emanare il relativo decreto per autorizzare il pagamento dei flussi da parte dell'Inps, né si conoscono quali siano i motivi ostativi all'emanazione del provvedimento;

   tale situazione, che sta generando sofferenze economiche enormi alle centinaia di lavoratori e lavoratrici coinvolti, i cui redditi sono ampiamente al di sotto della soglia di povertà, richiede un rapido ed urgente intervento, in quanto già alla precaria situazione salariale si aggiunge purtroppo la mancanza dell'anticipazione diretta della CIGS da parte di Abramo Customer Care in amministrazione straordinaria, a seguito della procedura concorsuale e dell'indisponibilità di liquidità;

   ad avviso dell'interrogante non si possono sempre scaricare sui lavoratori e sulle lavoratrici i costi di una gestione fallimentare, diventa per cui indispensabile che il Ministero delle imprese e del made in Italy attivi urgentemente un tavolo di crisi permanente nel quale definire un percorso concreto di gestione di questa complessa vicenda e individuare soluzioni che possano salvaguardare l'intero perimetro occupazionale della Abramo;

   è necessario, altresì, che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali sblocchi definitivamente le risorse necessarie da destinare alla cassa integrazione –:

   se i Ministri interrogati intendano attivare urgentemente un tavolo di crisi permanente nel quale definire un percorso concreto di gestione di questa complessa vicenda e individuare soluzioni che possano salvaguardare l'intero perimetro occupazionale della Abramo, provvedendo al contempo all'urgente adozione del decreto di concessione della Cassa integrazione straordinaria, con decorrenza 7 agosto 2024, per i lavoratori e le lavoratrici di Abramo Customer Care;

   quali siano le ragioni per cui, nonostante da agosto 2024 in poi siano stati caricati in media 14 giorni al mese di Cassa integrazione straordinaria, poi non si sia provveduto ad adottare il relativo decreto per autorizzare il pagamento dei flussi da parte dell'Inps e quali siano i motivi ostativi all'emanazione del provvedimento.
(4-03686)


   GADDA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   l'Ente nazionale di assistenza degli agenti e rappresentanti di commercio (Fondazione Enasarco) è l'ente previdenziale degli agenti di intermediazione commerciale e finanziaria;

   il 9 ottobre 2024, il Consiglio d'amministrazione, con il voto favorevole di dodici consiglieri su quattordici aventi diritto, ha revocato l'incarico di presidente al consigliere dott. Alfonsino Mei;

   secondo fonti stampa la rimozione del presidente sarebbe addebitabile a un presunto conflitto di interessi emerso in seguito all'acquisizione, nel 2023, del Gruppo GWM Holding, oggi Miria Holding;

   nella Miria Holding, infatti, risultano ricoprire ruoli apicali gli stessi professionisti che ricoprono posizioni di rilievo nella Fondazione Enasarco;

   da quando Mei ha assunto la guida di Enasarco, ha promosso per conto dell'Ente una serie di operazioni finanziarie;

   tra queste si annoverano l'acquisto di azioni nel Banco Popolare di Milano (con la conseguente influenza sulla composizione del Consiglio di amministrazione della banca), l'investimento di 150 milioni di euro legato al Fondo infrastrutturale tedesco «Ikav» e l'acquisizione, appunto, del Gruppo GWM Holding per 34 milioni di euro;

   attraverso l'acquisizione di GWM Holding nel 2023, Enasarco ha internalizzato la gestione del Fondo Europa Plus, un fondo da essa stessa interamente sottoscritto e che ammontava a 741 milioni di euro;

   sotto il profilo giuridico-amministrativo, spetta al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, tramite la Direzione generale per le politiche previdenziali e assicurative, esaminare la sostenibilità e adeguatezza delle prestazioni previdenziali, interagendo con Covip nel controllo sulle politiche di investimento e sulla composizione del patrimonio degli enti di previdenza di diritto privato;

   sempre al Ministero citato spetta l'esame dei bilanci preventivi, le note di variazione e dei bilanci consuntivi, formulando eventuali osservazioni e rilievi nonché la verifica della legittimità e congruità dei piani triennali di investimento degli enti previdenziali finalizzata al rispetto dei saldi strutturali di finanza pubblica –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e se abbia vigilato, in ragione delle sue competenze, sulla nascita di palesi conflitti di interessi a seguito delle operazioni finanziarie volute dall'ex presidente di Enasarco;

   quali siano le motivazioni che hanno condotto il Ministro interrogato a non commissariare Enasarco.
(4-03694)

PROTEZIONE CIVILE E POLITICHE DEL MARE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CASO. — Al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare. — Per sapere – premesso che:

   per fornire una risposta organica all'aggravarsi, nell'estate 2023, della crisi bradisismica nei Campi Flegrei, il Governo è intervenuto con il decreto-legge 12 ottobre 2023, n. 140, prevedendo una serie di misure per mitigare il rischio sismico legato al bradisismo tra cui: la redazione e l'attuazione di un Piano straordinario di monitoraggio ed analisi della vulnerabilità delle zone edificate, pubbliche e private, direttamente interessate dal fenomeno bradisismico, e la verifica della funzionalità delle infrastrutture di trasporto e degli altri servizi essenziali;

   in seguito all'intenso sciame sismico del 20 maggio 2024, che ha fatto registrare il terremoto di magnitudo 4.4, il più forte degli ultimi 40 anni, il Governo è nuovamente intervenuto con il decreto-legge 2 luglio 2024, n. 91, poi inglobato (e abrogato) attraverso un «maxi emendamento» nel decreto-legge 11 giugno 2024, n. 76, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 2024, n. 111. Tra le misure previste vi sono la nomina di un Commissario per l'attuazione degli interventi pubblici e la concessione di un contributo economico ai circa 1.500 sfollati per effettuare la riparazione e la riqualificazione sismica degli edifici residenziali inagibili. Un decreto del Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, da emanarsi entro il 1° settembre 2024, avrebbe dovuto definire nel dettaglio i criteri e le modalità di presentazione della domanda di contributo, ma ad oggi, dopo quasi due mesi non si ha notizia del provvedimento –:

   quale sia il reale stato dell'arte relativamente all'attuazione delle misure previste dai due «decreti Campi Flegrei» con particolare riferimento all'analisi di vulnerabilità dell'edificato, agli interventi sulle strutture e infrastrutture pubbliche e alla concessione dei contributi per la riparazione degli edifici privati inagibili.
(5-03025)

Interrogazione a risposta scritta:


   RUBANO. — Al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana serie generale del 20 agosto 2024, n. 194 il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 agosto 2024 che approva la graduatoria dei progetti ammissibili a finanziamento nell'ambito del «Bando pubblico per il finanziamento dei progetti per il piano nazionale per la riqualificazione dei piccoli Comuni»;

   le istanze valutate dalla Commissione di valutazione sono state 2.638, riferite a 3.359 comuni, di cui 2.261 singoli, 305 comuni in convenzione e 72 unioni; i progetti meritevoli di finanziamento risultano 1.179, poco meno dei 45 per cento delle domande totali, per un fabbisogno di circa 842 milioni di euro; i progetti immediatamente finanziabili in base alle risorse disponibili presso il Ministero dell'interno, al momento pari a circa 172 milioni di euro, sono in totale 144; in apposito elenco pubblico sul sito istituzionale del Dipartimento Casa Italia sono indicati i motivi di esclusione dei 1.459 progetti esclusi dalla procedura;

   il progetto Casa Italia rappresenta un'importante opportunità riservata ai piccoli comuni italiani per la riqualificazione, la messa in sicurezza ed opere di varia natura finalizzate alla difesa e al rilancio del territorio;

   si ritiene opportuno consentire ai comuni i cui progetti sono stati ritenuti idonei dalla commissione di valutazione ma che non risultano immediatamente finanziabili di essere ammessi al finanziamento in un prossimo provvedimento utile –:

   se i Ministri interrogati, alla luce di quanto descritto in premessa, non ritengano opportuno intervenire, per quanto di competenza, al fine di adottare iniziative volte a inserire nel prossimo provvedimento utile il finanziamento dei progetti ritenuti idonei ma non rientranti in quelli immediatamente finanziabili.
(4-03697)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   CURTI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nella seduta n. 48 del Consiglio regionale delle Marche, tenutasi il 7 dicembre 2021, è stata approvata la legge regionale n. 35 del 2021 «Istituzione dell'Agenzia per il turismo e l'internazionalizzazione delle Marche (Atim). Modifiche alle leggi regionali n. 9 del 2006 e n. 30 del 2008». Si tratta, in base a quanto dichiarato dalla regione Marche presso il sito istituzionale, di uno «strumento operativo della Giunta regionale in materia di turismo e internazionalizzazione, al fine di migliorare l'efficacia e l'efficienza dell'attività della regione nella promozione, sviluppo e competitività del territorio. L'Atim svolge le funzioni e attività garantendo l'unitarietà, il coordinamento e l'efficacia degli interventi, volti alla valorizzazione dell'immagine, delle risorse territoriali, culturali, economiche e produttive del territorio e al miglioramento della loro conoscenza sul mercato nazionale e internazionale per la crescita e lo sviluppo dei relativi settori»;

   la Corte dei conti, nella relazione per il giudizio di parifica del rendiconto 2023 della regione Marche, ha evidenziato plurime «criticità concernenti i rapporti tra regione ed Atim» nonché il «mancato rispetto di basilari principi contabili in tema di programmazione e rendicontazione», denotando «una condotta dell'Amministrazione regionale elusiva dei principi di veridicità, attendibilità, correttezza e comprensibilità del bilancio». La Corte puntualizza come il «convulso e disorganico sviluppo delle relazioni giuridiche e finanziarie tra Atim e regione nel corso del 2023 fa emergere un deficit di programmazione». Inoltre «l'esercizio 2023 risulta costellato di atti e provvedimenti della Giunta e dell'Agenzia Atim che si susseguono e si inseguono in modo frenetico, al punto, talvolta, da non consentire neppure di stabilire in modo chiaro ed organico quali siano i flussi finanziari posti a disposizione dell'organismo strumentale» e, dal punto di vista delle decisioni di spesa, queste «appaiono poi assunte liberamente dal management dell'ente strumentale»;

   in particolare circa tali ultime decisioni di spesa, è stata presentata al Presidente dell'assemblea legislativa un'interrogazione ad iniziativa della consigliera Micaela Vitri, per conoscere quali siano le spese sostenute e i destinatari di tutti gli affidamenti diretti da parte di Atim;

   tra i rilievi mossi, si segnalano due incarichi per un evento tenuto a Gabicce Mare e assegnati a società di Roma con «sede nella stessa via, stesso numero civico, stesso amministratore». In merito si è espresso Marco Bruschini, ex direttore di Atim, dichiarando testualmente «non posso mettermi a controllare anche i numeri sugli ingressi degli edifici»;

   il Gruppo consiliare del Partito Democratico ha denunciato la fuoriuscita di un significativo flusso di denaro che dal bilancio della Giunta, transiterebbe per Atim, fino ad essere impegnato in affidi diretti a società con sede su Roma e Milano. Lo stesso gruppo, inoltre, ha evidenziato il fatto che nonostante la società sia fornita di una pianta organica, la sede di Ancona risulta non operativa e il personale non presente. Infine è stata rilevata un ulteriore possibile irregolarità circa il contratto stipulato con l'ex Ct Roberto Mancini, quale testimonial della regione. Si tratta di un addendum al medesimo contratto, per una cifra di 300 mila euro, disposto con l'indicazione che la stessa doveva essere devoluta in beneficenza ad enti del Terzo settore, pur in assenza di un atto pubblico che giustificasse lo storno;

   il governatore Acquaroli, sollecitato sulla vicenda, ha annunciato l'istituzione di una Commissione di inchiesta. L'iniziativa alimenta la convinzione che si sia potenzialmente di fronte a gravissime violazioni. Tuttavia, avendo la Corte dei conti rilevato «una condotta dell'Amministrazione regionale elusiva dei principi di veridicità, attendibilità, correttezza e comprensibilità del bilancio», si ritiene necessario che sul merito della vicenda intervengano i più elevati livelli istituzionali –:

   quali iniziative di competenza, anche tramite l'attivazione dell'Ispettorato della funzione pubblica e dei servizi ispettivi di finanza pubblica, intendano assumere in relazione ai fatti esposti in premessa.
(5-03026)

Pubblicazione di un testo riformulato.

  Si pubblica il testo riformulato della interrogazione a risposta scritta Ascari n. 4-03677, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 371 del 23 ottobre 2024.

   ASCARI, DONNO, D'ORSO, LOMUTI, CHERCHI, CARAMIELLO, CASO, AMATO, ORRICO, AURIEMMA, BARZOTTI, SPORTIELLO, ALFONSO COLUCCI, L'ABBATE, ILARIA FONTANA, BALDINO, QUARTINI, PENZA, SANTILLO, APPENDINO, TUCCI, SCERRA e CANTONE. – Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia – Per sapere – premesso che:

   recentemente, è emerso a livello nazionale il caso dell'ennesimo leader di un micro-gruppo apocalittico attivo nel salentino, che avrebbe verosimilmente irretito alcuni giovani vulnerabili affetti da serie patologie fisiche, sottoponendoli, secondo le dichiarazioni rese dalle rispettive famiglie agli organi di informazione, a metodiche manipolative e stili di vita potenzialmente pericolosi, inclusa la sospensione delle terapie farmacologiche;

   secondo quanto riportato dalla stampa, il soggetto in questione, noto come Kadir, avrebbe avuto, anche nell'occasione del confronto con alcuni giornalisti, manifestazioni deliranti e particolarmente aggressive;

   l'uomo risulta avere aggredito fisicamente le inviate Francesca Pizzolante (Pomeriggio 5) e Barbara Di Palma (La Vita in Diretta) che, nel corso di una recente intervista, lo avevano invitato a permettere che i seguaci potessero quantomeno effettuare i necessari accertamenti clinici. A seguito dell'increscioso episodio, il sindacato USIGRAI ha diramato un comunicato deplorando il tentativo di intimidazione della stampa ed esprimendo solidarietà alle giornaliste;

   secondo quanto riportato dagli organi di stampa, lo stesso Kadir avrebbe peraltro dei precedenti penali per violenza sessuale e atti osceni in luogo pubblico;

   solo nel febbraio 2024, si ricorda, in un contesto di evidente fanatismo religioso, si era consumata la strage di Altavilla Milicia senza che a quei drammatici fatti seguisse però alcuna attenzione istituzionale, così come rispetto al caso di Roberto Amatulli, un autoproclamato pastore evangelico balzato agli oneri delle cronache, sempre in quei mesi, dopo le numerose denunce pubbliche di ex adepti e famiglie disgregate dalla sua azione. Tra queste, particolarmente dolorosa è la vicenda della sig.ra Antonia Neviera che ha dovuto richiedere e infine ottenuto l'affidamento dei nipotini spaventati dall'irrazionalità della madre dopo che questa era stata reclutata dal sedicente pastore;

   secondo fonti di stampa del Centro studi sugli abusi psicologici, CeSAP, il santone Amatulli avrebbe inoltre effettuato, come si evince dai video che lo stesso pubblicizza sui suoi spazi web, asserite guarigioni di individui affetti da patologie oncologiche e inquietanti rituali esorcistici su minori, inducendo nei seguaci anche avversione verso la medicina ufficiale a favore dei rituali di purificazione;

   rispetto alla piaga sociale rappresentata da perniciosi fanatismi e dal fenomeno delle cosiddette sette coercitive, – che nel nostro Paese si stima coinvolgano tra i due e quattro milioni di connazionali –, appare pertanto gravemente allarmante la mancanza di approfondimenti istituzionali anche in virtù del grave vuoto normativo venutosi a determinare a seguito della pronuncia di incostituzionalità dell'ex delitto di plagio;

   nel mese di giugno 2024 le associazioni di tutela delle vittime attive sul territorio nazionale, avevano ritenuto doveroso sollecitare con una lettera congiunta i Ministri Schillaci, Valditara e Nordio ad adoperarsi per ogni necessario accertamento sull'insidioso fenomeno dei gruppi a deriva settaria, anche mediante l'adozione di misure e campagne di sensibilizzazione volte a tutelare fattivamente i connazionali –:

   di quali elementi disponga, per quanto di competenza, in ordine alle vicende segnalate in premessa;

   se, in un'ottica di prevenzione dei pericoli rappresentati dai gruppi a deriva settaria, non si ritenga necessario e urgente adottare iniziative volte a predisporre dedicate campagne di sensibilizzazione al fenomeno;

   se non si ritenga necessario procedere alle adozioni di iniziative di carattere normativo anche in relazione alla citata lacuna dell'ordinamento in materia di condizionamenti psichici e comportamentali, così come avvenuto in altri Paesi europei.
(4-03677)

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore:

   interrogazione a risposta scritta Giagoni n. 4-02428 del 1° marzo 2024 in interrogazione a risposta orale n. 3-01519.