XIX LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 384 di mercoledì 20 novembre 2024
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'
La seduta comincia alle 9,30.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
FILIBERTO ZARATTI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 89, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.
La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 10.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Graziano. Ne ha facoltà.
STEFANO GRAZIANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per denunciare, a mio avviso, un fatto gravissimo, che sta accadendo in Commissione di vigilanza Rai. La maggioranza, per la terza volta consecutiva, non si presenta in Aula, nella Commissione di vigilanza, a votare il parere per il presidente della Rai. È la prima volta che accade una cosa del genere, cioè c'è non l'Aventino, forse il Colle Oppio della maggioranza, dove sostanzialmente si blocca la Commissione di vigilanza per obbligare qualcuno della minoranza a votare la presidenza designata dalla maggioranza. Ma, probabilmente, bisogna dire con chiarezza che la legge prevede…
PRESIDENTE. Colleghi, per favore! Cominciamo, colleghi!
STEFANO GRAZIANO (PD-IDP). …un quorum per eleggere la presidenza e, in più, bisogna interessare il Presidente della Camera. Le chiedo, Presidente, di interessarlo, perché, a nostro avviso, è un fatto gravissimo, perché l'Aventino dell'opposizione segnala un fatto politico, l'Aventino della maggioranza segnala il blocco dell'istituzione parlamentare. Infatti, non ci fanno fare nemmeno le audizioni. Per quello che ci riguarda è una situazione davvero grave, le chiediamo di fare intervenire i Presidenti delle Camere, anche quello del Senato, perché riteniamo sia una situazione insostenibile per la Commissione di vigilanza Rai, ma, soprattutto, per la Rai. Infatti, dopo avere occupato la Rai e dopo avere fatto TeleMeloni, adesso vogliono farla fallire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Boschi. Ne ha facoltà.
Però, colleghi, scusate, la seduta è iniziata oramai 40 minuti fa, quindi stiamo lavorando. Se qualcuno intende ancora parlare, può uscire fuori, perché qui si sta in silenzio, come dovreste sapere.
Onorevole Boschi, proviamo e, casomai, ci fermiamo fin quando non c'è silenzio. Prego.
MARIA ELENA BOSCHI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Intervengo per unirmi alla richiesta del collega Graziano…
PRESIDENTE. No, non la sento. Colleghi, vi dovete o sedere o uscire dall'Aula, e non dare le spalle alla Presidenza, magari! Ma un po' di rispetto, ogni volta, di qua e di là. Prego.
MARIA ELENA BOSCHI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Intervengo per unirmi alla richiesta del collega Graziano e chiedere che sia informata la Presidenza della Camera e chiedere un intervento del Presidente della Camera, perché ormai, da quasi 2 mesi, siamo in una fase di totale inoperatività della Commissione di vigilanza Rai per responsabilità esclusiva della maggioranza, che continua a disertare i lavori della Commissione di vigilanza Rai, facendo mancare il numero legale, e quindi rendendo impossibile per la Commissione di vigilanza svolgere qualsiasi tipo di attività.
Trovo che sia particolarmente grave, Presidente, che, di fronte a un organismo che, peraltro… Presidente, faccia lei, perché diciamo che è complicato…
PRESIDENTE. E che devo fare io, onorevole Boschi. Più di richiamare, di alzare la voce, di pregare con educazione i colleghi di fare silenzio, non so che fare. Posso sospendere la seduta, al limite, ma sarebbe abbastanza strano. Quindi, vi invito, colleghi della Lega, Fratelli d'Italia, di tutti i gruppi, di Forza Italia, della Lega, del MoVimento 5 Stelle, chiunque: chi sta in Aula sta in silenzio, altrimenti esce. Chi sta in Aula non dà le spalle alla Presidenza, chi sta in Aula ascolta. Proviamo per l'ennesima volta.
MARIA ELENA BOSCHI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Ribadisco che, quando la maggioranza decide di non partecipare ai lavori della Commissione di vigilanza Rai, rende impossibile anche lo svolgimento dell'attività ordinaria. Quindi, la maggioranza non diserta semplicemente - e già questo è particolarmente grave - le sedute convocate per esprimere il parere sul presidente della Rai, perché è evidente che c'è un'incapacità della maggioranza di arrivare a creare le condizioni politiche per poter dare alla Rai finalmente un presidente.
Ma la cosa ancora più grave è che la maggioranza, come sorta di vendetta o di ripicca, non si sa bene contro chi, visto che è la maggioranza che è incapace di eleggere il presidente della Rai, fa mancare il numero legale su qualsiasi seduta la Commissione di vigilanza Rai convochi, anche quelle previste per le audizioni importanti, che abbiamo chiesto come opposizioni, del direttore generale, dell'amministratore delegato, dei sindacati, che sono in sospeso da mesi, peraltro con una situazione di mobilitazione all'interno della Rai da parte dei giornalisti precari, che chiedono di vedere finalmente riconosciuti i loro diritti.
Si è insediato il nuovo CdA e la Commissione di vigilanza Rai non è stata in grado nemmeno di fissare le audizioni del nuovo CdA Rai per colpa della maggioranza. Il Presidente della Camera - Italia Viva farà analoga richiesta anche al Senato, al Presidente del Senato - deve intervenire, perché la Commissione di vigilanza Rai, come dice il nome stesso, è una Commissione di vigilanza, oltre che di indirizzo, e il fatto che la maggioranza impedisca alle opposizioni, di fatto, di svolgere questa funzione di vigilanza, attraverso la Commissione, è gravissimo ed è una situazione che ormai va avanti da quasi 2 mesi. Quindi, non è più tollerabile, non è più accettabile e chiediamo che il Presidente della Camera intervenga il prima possibile (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Onorevole Graziano e onorevole Boschi, la Presidenza prende atto della vostra richiesta. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Anche noi per unirci alla richiesta dei colleghi, chiedendo un intervento veloce del Presidente della Camera. La situazione della Commissione di vigilanza Rai è assolutamente inaccettabile. Non si può tenere un organismo così importante - sappiamo come l'informazione sia una delle questioni delicate delle quali ci dobbiamo occupare - come la Commissione di vigilanza Rai in uno stato di immobilismo totale, semplicemente perché la maggioranza non ha ancora deciso come arrivare alla seduta che dovrà esprimere il parere sul presidente della Rai.
Ora, che l'opposizione possa intraprendere iniziative per chiedere maggiore vigilanza, maggiore attenzione sulle questioni dell'informazione è nei compiti e nelle funzioni dell'opposizione; che la maggioranza diserti una Commissione così importante per quasi 2 mesi, questo è assolutamente inaccettabile. Tra le funzioni della Commissione di vigilanza Rai non c'è soltanto quella di esprimere il parere sul presidente, ce ne sono molte altre, che riguardano, peraltro, anche i lavoratori precari della Rai, e credo che sia fondamentale che alla Commissione venga assicurata una sua operatività.
Penso che la maggioranza in questa occasione non stia facendo una grandissima figura nei confronti del Parlamento e nei confronti del Paese. Capisco le vostre difficoltà, capisco le vostre divisioni, ma è del tutto evidente che queste difficoltà e divisioni non possono ricadere sulla Rai, non possono ricadere sul Parlamento, non possono ricadere sulla funzionalità di una Commissione così importante. Quindi, chiediamo anche noi che il Presidente intervenga prontamente per affrontare questo problema (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zaratti. Dirò a lei ciò che intendevo dire all'onorevole Boschi e all'onorevole Graziano, nel senso che la Presidenza ha preso atto delle vostre considerazioni e immediatamente ha reso edotta di ciò la Presidenza della Camera, e quindi il Presidente Fontana, che sa in tempo reale ciò che avete esposto in Aula.
Seguito della discussione della proposta di legge: Brambilla ed altri: “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni per l'integrazione e l'armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali” (A.C. 30-A) e delle abbinate proposte di legge: Dori ed altri; Rizzetto; Bruzzone ed altri; Zanella ed altri (A.C. 468-842-1109-1393).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 30-A: “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni per l'integrazione e l'armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali” e delle abbinate proposte di legge nn. 468-842-1109-1393.
Ricordo che, nella seduta del 19 novembre, si è conclusa la discussione generale e la relatrice e il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.
(Esame degli articoli - A.C. 30-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A).
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.
Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 4.5000, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A) e in relazione al quale il termine per la presentazione dei subemendamenti è fissato alle ore 11.
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, le seguenti proposte emendative, già dichiarate inammissibili in Commissione: articolo aggiuntivo 13.01002 Sergio Costa, limitatamente alle lettere c) e d); articolo aggiuntivo 13.01003 Di Lauro, inammissibile nella sua interezza; articolo aggiuntivo 13.01005 Di Lauro limitatamente alle lettere c) e d); 13.01004 Di Lauro.
Informo l'Assemblea che, in relazione al numero degli emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
A tal fine il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
(Esame dell'articolo 1 - A.C. 30-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Intervengo in dichiarazione di voto sull'articolo 1, uno dei pochi articoli sui quali sicuramente troveremo l'unanimità, perché è certamente un passo in avanti, considerato che si va a modificare la rubrica del Titolo IX-bis del libro secondo del codice penale (attualmente “Dei delitti contro il sentimento per gli animali”), che, con questa nuova formulazione, con la quale si compie assolutamente un passo in avanti anche dal punto di vista culturale, diventa: “Dei delitti contro gli animali”. Quindi, sostanzialmente gli animali diventano oggetto o meglio soggetto di tutela non in quanto provocano un sentimento o per il sentimento che gli umani hanno nei confronti degli animali ma proprio in quanto esseri viventi senzienti che provano, quindi, delle emozioni e che provano dolore.
Quindi, davvero da questo punto di vista il nostro voto favorevole è un passo in avanti sicuramente significativo e notevole e, pertanto, non ho alcun dubbio sul nostro voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Solo per dichiarare che anche noi come MoVimento 5 Stelle voteremo a favore dell'articolo 1, che sicuramente è un avanzamento culturale - risulta un avanzamento culturale - rispetto a quanto fin qui previsto dal legislatore. Ricordava bene il collega Dori: adesso si cambia la rubrica e il bene giuridico tutelato, se vogliamo parlare in termini tecnici giuridici; ora gli animali diventano esseri senzienti e non ci si riferisce più al sentimento umano, quindi al sentimento che gli uomini e le donne provano nei confronti degli animali. Quindi, il bene giuridico tutelato era ben diverso prima ed era il risultato di una concezione sicuramente antropocentrica anche del diritto penale che si interessava di reati contro gli animali. Quindi, questo è un avanzamento. Però mi corre l'obbligo di dire che si tratta di un adeguamento rispetto a ciò che oggi la Costituzione ci impone. Ce lo impone la nuova scrittura dell'articolo 9, arricchitasi nella scorsa legislatura grazie a quanto fortemente voluto proprio dal MoVimento 5 Stelle, cha consacrato la tutela degli animali come principio costituzionale che oggi dobbiamo riconoscere e garantire e che deve essere, quindi, il faro rispetto alla legislazione ordinaria che andiamo ad approvare in quest'Aula. Quindi, il voto favorevole sull'articolo 1 è, come dire, dovuto rispetto all'avanzamento, anche costituzionale, che è stato fatto nella scorsa legislatura.
PRESIDENTE. Colleghi, nelle tribune stanno prendendo posto alcuni giovanissimi studenti. Io vorrei che l'Aula desse l'esempio, a chi sta seguendo i lavori, dell'ordine e dell'attenzione che quest'Aula dedica a chi parla. Quindi, vi invito - e non lo vorrei fare più - ad abbassare il tono della voce o a uscire. Ed è l'ultima volta che lo dico, perché poi sarò io ad accompagnare qualcuno all'uscita.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Anche per il Partito Democratico questo è sicuramente un passo in avanti importante, come ricordavano i colleghi. È un adeguamento non soltanto alla riforma dell'articolo 9 della nostra Costituzione, ma è anche un segnale che diamo all'Europa, visto che l'Europa da tempo ha indicato come esseri senzienti gli animali. Per cui, modifichiamo la rubrica del codice penale e riteniamo che questo sia, anche culturalmente, un grande passo in avanti. Purtroppo, ahimè, temiamo - e lo vedremo nel corso dell'esame del provvedimento - che sia l'unico passo in avanti che verrà veramente fatto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Presidente, rispetto all'articolo 1 il voto di Azione sarà favorevole. Dopodiché, ci sono riserve molto importanti che verranno illustrate scorrendo emendamenti e articoli.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Anche il gruppo di Italia Viva voterà a favore dell'articolo 1, pur con le perplessità che, invece, abbiamo sull'impostazione dell'intero testo che riteniamo meriti un approfondimento ulteriore, ma avremo modo di discuterne nel corso del dibattito in Aula.
L'articolo 1, però, è sicuramente un passo in avanti. Diamo in questo momento un messaggio importante anche ai ragazzi che ci stanno osservando in quest'Aula, perché i fenomeni sempre più violenti contro gli animali necessitano sicuramente di norme anche severe, ma anche di un lavoro culturale e di un cambio di passo e le norme hanno sempre un ruolo importante dal punto di vista anche delle parole che si scelgono. Quindi, sull'articolo 1 voteremo favorevolmente, mentre abbiamo grandissime perplessità e riserve su un testo che, appunto, non ha una certa coerenza rispetto anche ad altre pene previste nel codice penale e nel codice di procedura penale ma avremo modo di dibatterne negli articoli successivi.
PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo “Perri Pitagora Don Milani” di Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Benvenuti ragazzi alla Camera dei deputati!
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 1).
(Esame dell'articolo 2 - A.C. 30-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
MICHELA VITTORIA BRAMBILLA , Relatrice. Grazie, signor Presidente. Preliminarmente vorrei ricordare - e vorrei l'attenzione dell'Aula - che su molti emendamenti esprimerò parere contrario non perché in disaccordo con i contenuti ma per ragioni di invarianza finanziaria, di estraneità alla materia trattata, di armonizzazione e di rispetto della sintesi cui è pervenuta la Commissione. Sul piano personale proseguirà il mio impegno a favore degli obiettivi che condivido da una vita.
Venendo agli emendamenti all'articolo 2, il parere è contrario su tutti. Ricordo, però, che per quanto riguarda la presenza o la partecipazione di minori, nel testo licenziato dalla Commissione è prevista una specifica aggravante.
PRESIDENTE. Il Governo?
ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere contrario su tutti gli emendamenti all'articolo 2.
PRESIDENTE. Quindi, conforme alla relatrice.
Passiamo all'emendamento 2.1002 Di Lauro.
Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento intendiamo scrivere in modo più completo l'articolo 544-quater del codice penale, dedicato a spettacoli e manifestazioni vietati.
In particolare, lo facciamo, ripristinando quello che, negli intendimenti del legislatore era previsto all'inizio, con la proposta di legge di iniziativa della collega Brambilla, ma che è stato falcidiato dalla Commissione, con l'approvazione in Commissione di un emendamento della maggioranza.
Prevediamo che la punibilità, sebbene diminuita della metà, riguardi anche coloro che, fuori dai casi di concorso nel reato, assistono agli spettacoli e alle manifestazioni vietate (stiamo parlando di spettacoli e manifestazioni vietate dalla legge). Questo perché? Mi piace riprendere un concetto che ieri ha ripreso la collega Cherchi durante la discussione generale, ossia che, se non vi sono spettatori, non vi saranno più gli spettacoli. Cosa vogliamo dire in questo senso? Vogliamo dire che la deterrenza rispetto alla partecipazione a queste manifestazioni e a questi spettacoli - lo ribadisco - vietati dalla legge, chiaramente potrebbe essere la chiave di volta rispetto al fine di scoraggiare queste condotte. Dunque, vi invitiamo ad un'ulteriore riflessione, perché inizialmente il testo era più completo e non comprendiamo le ragioni per le quali sia stata cassata dal testo base proprio questa previsione. Inoltre, non vi sfuggirà che, rispetto al reato base, proponiamo un aumento della pena.
Ci aspetteremmo, quindi, una maggiore riflessione e ci appelliamo alla sensibilità di tanti, in quest'Aula, per l'approvazione dell'emendamento.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1002 Di Lauro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
Passiamo all'emendamento 2.1000 Dori. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. L'obiettivo di questo emendamento è di ripristinare una disposizione già contenuta nella proposta di legge Brambilla, che davvero sostenevamo. Da questo punto di vista, sosteniamo la possibilità di prevedere una sanzione, oltre a quanto già previsto nell'articolo 544-quater del codice penale, anche per coloro che partecipano o finanziano queste manifestazioni e spettacoli vietati. La partecipazione è, quindi, nel senso di assistere a questi spettacoli. Da questo punto di vista, in realtà, non ci si può nascondere dietro una mancanza di coperture finanziarie, perché non c'è un parere contrario da parte della Commissione bilancio su questi emendamenti dell'articolo 2, quindi, non ci sarebbe alcuna difficoltà ad approvarli.
Per questo, mi rivolgo, in particolare, alla maggioranza, perché non riesco a comprendere come sia possibile non prevedere una sanzione per chi assiste o finanzia manifestazioni e spettacoli che prevedono la commissione di questi reati così gravi; con questo emendamento, si introduce direttamente all'interno della fattispecie, mentre, in quello successivo - sul quale, a questo punto, non intervengo -, che è l'emendamento 2.1001, invece, è prevista sotto forma di aggravante. Quindi, sostanzialmente, a differenza di questo, riteniamo che, da questo punto di vista, la maggioranza, togliendo ciò dalla previsione della proposta di legge Brambilla - soprattutto attraverso i lavori in Commissione - abbia commesso, davvero, un errore e un passo indietro (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1000 Dori, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1003 Ascari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1001 Dori, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1004 Ascari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).
Passiamo alla votazione dell'articolo 2. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Su questo articolo, esprimeremo un voto di astensione, in quanto speravamo che, in questa sede, fossero accolte le nostre proposte emendative che avrebbero rafforzato la tutela degli animali, perché riscrivevano in modo più completo le fattispecie di spettacoli e manifestazioni vietate con riguardo ai profili che sono stati richiamati prima, quindi con la condotta di finanziamento, ad esempio, con la punibilità della condotta di chi assiste a questi spettacoli e manifestazioni. Quindi, non ci può trovare favorevoli questo compromesso al ribasso che è stato fatto in Commissione, rispetto alla scrittura di questo articolo 2, quindi rispetto alle modifiche minimali, molto minimali, che saranno apportate a una fattispecie già esistente nel nostro ordinamento penale, che è quella, appunto, dell'articolo 544-quater.
Proprio perché riteniamo carente la formulazione, non possiamo che esprimere un voto di astensione.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 7).
(Esame dell'articolo 3 - A.C. 30-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Prego, onorevole Brambilla.
MICHELA VITTORIA BRAMBILLA , Relatrice. Grazie, Presidente. Anche qui, esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti. Ricordo che, per quanto riguarda la presenza o la partecipazione di minori, nel testo licenziato dalla Commissione, si prevedono una specifica aggravante, l'aumento delle pene e l'allargamento della punibilità a chi assiste agli spettacoli.
Per quanto riguarda gli articoli aggiuntivi, la materia è stata approfonditamente discussa in Commissione, e il mio parere contrario è motivato da ragioni di sistema e dalla necessità di armonizzare questi istituti all'interno dell'ordinamento penale.
PRESIDENTE. Il parere è, dunque, contrario sia sui tre emendamenti che sugli articoli aggiuntivi. Governo?
ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere contrario, conformemente al relatore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1001 Di Lauro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
Passiamo all'emendamento 3.1003 Ascari. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Ovviamente questo è un emendamento che è collegato a quelli già presentati nel punto 2 e faccio un intervento unico, perché riguarda un'importante integrazione normativa che prevede di aggiungere “in presenza di una persona minore di anni 18 o in concorso con essa”. Perché è importante aggiungere questa dicitura? Perché i fatti di reato, in caso di violenza sugli animali, stanno coinvolgendo sempre di più i giovanissimi. Ci sono tantissimi esempi che è bene ricordare in quest'Aula, perché sono allarmanti e mettono in evidenza una stretta connessione tra violenza sulle donne e violenza sugli animali: penso al caso del gattino Green, che è stato massacrato dal fidanzato di una ragazza di Chioggia; la ragazza si era dovuta allontanare da casa per un'intera giornata e aveva chiesto al fidanzato di dare qualcosa da mangiare al suo gatto e al suo cane; alla sera, quando la ragazza è rientrata…
PRESIDENTE. Non la sento, onorevole Ascari, abbia pazienza.
STEFANIA ASCARI (M5S). Neanch'io sento la mia voce.
PRESIDENTE. Se mi fa la cortesia di aspettare che ci sia silenzio in Aula, perché io non ho più voglia di richiamare l'Aula…
STEFANIA ASCARI (M5S). Si fa sempre confusione...
PRESIDENTE. Appena si fa silenzio ricominciamo, quindi aspetti un momento per favore.
STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Stavo…
PRESIDENTE. No, no, non c'è ancora silenzio, aspetti. Prego.
STEFANIA ASCARI (M5S). Stavo parlando di una vicenda terribile di violenze gratuite nei confronti di un animale, che non ha avuto la possibilità di difendersi e di reagire, un gattino che è stato massacrato dal fidanzato di una ragazza di Chioggia. Lei si era - lo ripeto - dovuta allontanare da casa per un'intera giornata e aveva chiesto al fidanzato di dare qualcosa da mangiare al suo gatto e al suo cane. Alla sera, quando è rientrata, aveva trovato il gatto in fin di vita e coperto di sangue. Dopo qualche ora il ragazzo, il giovane aveva confessato di avere picchiato il gatto, poiché era un regalo di un precedente fidanzato della ragazza: ovviamente questi sono segnali pericolosissimi e soprattutto queste sono persone pericolose per la società.
Ci tengo a ricordare altri casi recenti in quest'Aula: in Sardegna, a Lanusei, Ogliastra, un ragazzo si è fatto riprendere - un ragazzino, è meglio precisarlo, un ragazzino - si è fatto riprendere mentre lanciava un gattino da un ponte tra le risate e il divertimento di due amici che erano con lui; questo è veramente non comprendere la gravità del gesto e non capire che quello che si sta facendo è violenza; manca totalmente un alfabeto del rispetto delle persone e degli animali, da parte del ragazzo e degli amici che erano con lui. Poi ci tengo a ricordare: il gatto Leone, scuoiato vivo e lanciato agonizzante in strada ad Angri, in Campania; Aron, il cane legato e bruciato vivo dal suo padrone a Palermo.
Questi fatti riguardano tutti dei minorenni e questo, colleghi e colleghe, ci dovrebbe allarmare. Questo emendamento non fa altro che integrare un reato, di cui c'è letteralmente un vuoto normativo, ma soprattutto una grave carenza di umanità, che coinvolge soprattutto le giovani generazioni e che se non viene affrontata seriamente da questo Parlamento porterà a danni irreparabili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, nel sottoscrivere l'emendamento dei colleghi, volevo ricordare - onestamente apprezzo molto il fatto che lei chieda insistentemente in quest'Aula rispetto sempre, in tutte le occasioni, ma anche in questa nella quale parliamo dei diritti e della violenza sugli animali - che, oltre ai casi ricordati dalla collega, ce ne sono stati altri rispetto ai quali addirittura l'intervento della comunità locale non è stato di condanna di chi si era comportato in questo modo o di collaborazione nella sua identificazione, ma addirittura di difesa. Mi riferisco al caso di un gatto, preso a calci e lanciato in una fontana in pieno inverno ad Alberobello, rispetto al quale la comunità, addirittura l'amministrazione, disse che era una ragazzata; lo stesso è successo a Montefusco, dove un ragazzino si è ripreso, lui stesso, per fare un video su TikTok. Non dimentichiamo che alcune delle violenze commesse sugli animali o anche sugli uomini, ovviamente, non vengono fatte neanche più di nascosto, ma sono oggetto di video virali in particolare sulla piattaforma TikTok. Questo gattino aveva una malformazione, il ragazzo lo prende in mano e lo lancia da un dirupo, uccidendolo.
Quando siamo andati sul posto con alcuni attivisti animalisti c'era un giovane, tra di loro, che si chiama Enrico Rizzi, il quale è stato avvicinato da alcuni amministratori: gli hanno detto che era una famiglia per bene e che era stato un errore di gioventù: mi dispiace, ma dal nostro punto di vista lanciare un gatto da un dirupo non è un errore di gioventù e, se le comunità dove avvengono queste cose non sono le prime a prendere le distanze, a chiedere che si intervenga in modo duro, a denunciare e ad aiutare le indagini nell'identificazione di questi soggetti, ovviamente diventa tutto più difficile. Per questo è importante l'emendamento in discussione e per questo mi sento di sottoscriverlo e di sostenerlo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1003 Ascari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).
Passiamo all'emendamento 3.1002 D'Orso. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Allora davvero chiederei l'attenzione dell'Aula su questo emendamento.
PRESIDENTE. Lei chiede l'attenzione? Lei avrà attenzione, onorevole D'Orso. L'avrà nel momento in cui l'Aula si tacita, come ha fatto prima. Quindi non vada avanti. Rievochiamo il film “Madonna che silenzio c'è stasera”, se lo ricorda? Uguale, appena c'è silenzio cominciamo. Prego.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie. Allora dicevo, chiedo l'attenzione perché parliamo forse di una delle forme più becere, più crudeli e più cattive in cui c'è una proiezione della cattiveria umana proprio sugli animali, per quanto mi riguarda, ed è quella della fattispecie di combattimento tra animali. All'esito di una valutazione complessiva di come stavamo modificando questo reato, che già esiste nel nostro codice penale e andava rafforzato, ho verificato che sfugge dalla punibilità finora una condotta che, per me, merita invece un trattamento sanzionatorio, anche assolutamente severo.
Noi proponiamo con questo emendamento di punire con la stessa pena di cui al primo comma - quindi il reato base - chi, anche se non presente sul luogo del reato e fuori dai casi di concorso nel medesimo, consapevolmente, concede a qualsiasi titolo - quindi intendo dire sia a titolo oneroso che a titolo gratuito - un terreno o un edificio per consentire lo svolgimento dei combattimenti tra animali.
Al contempo, prevediamo anche, nel caso di condanna o di applicazione della pena su richiesta delle parti per uno di questi delitti - quindi, il reato di combattimenti tra animali -, la confisca obbligatoria non solo del prodotto o del profitto del reato, ma anche dei beni utilizzati per commetterlo, quindi ci riferiamo anche ai terreni e agli edifici concessi. Io ritengo questo emendamento importante per due motivi. In primo luogo, perché non vi sfuggirà che proprio i combattimenti tra gli animali e le scommesse clandestine, che ci sono a seguire come ulteriore condotta, si sviluppano, maturano in un contesto molto spesso di criminalità organizzata. Quindi, io ritengo che questa fattispecie di reato sia fortemente collegata a quel tipo di contesto ed è per questo che sollecito un ulteriore supplemento di riflessione e un'attenzione in più. Inoltre, sollecito anche un chiarimento da parte di chi ha redatto, quindi da parte della Commissione bilancio. Questo emendamento è stato cassato dalla Commissione bilancio, evidentemente, per la parte relativa alla confisca, ma, allora, c'è da chiedersi una cosa e vorrei capire come ragiona la Commissione bilancio, perché forse è un mio limite. Per me, quando lo Stato acquisisce al suo patrimonio un terreno o un fabbricato, c'è un incremento patrimoniale, non una diminuzione patrimoniale. Chiederei spiegazioni a qualcuno della Commissione bilancio che ha licenziato questo parere per comprendere le ragioni per cui è stato cassato questo emendamento. Chiudo, facendo formalmente una richiesta di accantonamento per tutte le ragioni che ho sin qui illustrato.
PRESIDENTE. Lei ha chiesto di accantonare l'emendamento: chiediamo, a questo punto, il parere della relatrice sulla richiesta di accantonamento. Prego. In piedi, per favore.
MICHELA VITTORIA BRAMBILLA, Relatrice. Come ho detto prima, ci sono ragioni che vanno oltre la condivisione delle motivazioni giustamente espresse dalla collega, che condivido. Quindi, per altro genere di ragioni tecniche, sono costretta a dare un parere contrario, in accordo con il Governo.
PRESIDENTE. Onorevole D'Orso, insiste nella richiesta di accantonamento? Bene, a questo punto, sulla richiesta di accantonamento, darò la parola ad un deputato a favore e ad uno contro. Chi chiede di parlare a favore? Prendiamo per buono l'intervento dell'onorevole D'Orso. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli.
Saluto, però, prima i rappresentanti della The European Law Students' Association (ELSA), che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Grazie e buongiorno. Prego, onorevole Borrelli.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, se il relatore è d'accordo, se c'è una visione complessiva, ovviamente anche negli equilibri che si sono raggiunti con la maggioranza e con il Governo, prendere almeno un tempo ragionevole per verificare se ci sia anche una minima possibilità di vederlo approvato mi sembrerebbe una cosa buona e giusta.
PRESIDENTE. Sostanzialmente, è una reiterazione della richiesta. Onorevole relatrice, ritiene che si possa accantonare visto che, peraltro, abbiamo molti articoli e farlo dopo o vuole, comunque, andare avanti?
MICHELA VITTORIA BRAMBILLA, Relatrice. Grazie, signor Presidente. Come dicevo, non per ragioni di non condivisione del merito della cosa, ma, per altre ragioni di tipo tecnico, condivise dal Governo, sono costretta a non dare parere favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 3.1002 D'Orso.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge per 37 voti di differenza.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1002 D'Orso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).
Passiamo alla votazione dell'articolo 3. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Io sono costretta, a questo punto, ad esprimere un parere di astensione anche su questo articolo 3, perché quello che è contenuto in questa formulazione dell'articolo 3 può essere anche un avanzamento, però fa più male, come si suol dire, proprio per i motivi che ho espresso prima, quello che non è riuscito ad entrare in questo articolo 3, che era la modifica che proponevamo e che, secondo me, è davvero un'occasione mancata, anche per dare un segnale molto, molto severo, ripeto, anche alle organizzazioni che stanno dietro allo svolgimento di combattimenti tra animali. Quest'Aula si sta assumendo la responsabilità di non dare un segnale in questa direzione e noi non possiamo essere complici di questa mancanza di coraggio, la chiamerei così. Quindi, siamo costretti ad esprimere un voto di astensione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 11).
Passiamo agli articoli aggiuntivi, di cui abbiamo già i pareri. Passiamo all'articolo aggiuntivo 3.01001 Di Lauro.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.01001 Di Lauro, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Ricordo che il parere sugli articoli aggiuntivi sono stati dati prima, insieme al parere sugli emendamenti.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 3.01000 Dori. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Sostanzialmente, con questo articolo aggiuntivo si ripristina una disposizione che era già contenuta nella proposta di legge Brambilla con riferimento alla confisca dell'animale, nonché degli strumenti e dei mezzi utilizzati per conseguire il reato, in caso di condanna per i reati di cui stiamo trattando, quindi di cui agli articoli 544-ter, 544-quater, eccetera.
Oltretutto, prevediamo anche la sospensione dell'attività circense, di caccia, di trasporto, di commercio, allevamento degli animali, eccetera, se le sentenze di condanna sono pronunciate nei confronti di chi svolge quelle predette attività e, addirittura, una sanzione, anche con interdizione perpetua, in caso di recidiva e anche le sanzioni nei confronti di coloro che svolgono la professione di medico veterinario qualora vengano condannati per questi reati.
Anche da questo punto di vista, nonostante ci sia la confisca, non c'è stato un parere contrario da parte della Commissione bilancio, quindi, il ragionamento che facevamo per un emendamento precedente non vale per questo. Quindi, immagino che non ci sia alcun problema per la maggioranza ad approvarlo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, intervengo a titolo personale. Vorrei soltanto sottolineare, in particolare rispetto a questa vicenda, che il nostro Paese ancora deve applicare le norme approvate, in ben due occasioni diverse, da due maggioranze diverse in questo Parlamento affinché si vada verso la graduale dismissione dei circhi con animali (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Una vergogna che viene ancora tenuta in piedi e sulla quale è assurdo che non si voglia mettere la parola fine, come stanno facendo in tutto il mondo. Vogliamo fare i primi in tutto, tranne che nel rispetto agli animali (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.01000 Dori, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
(Esame dell'articolo 4 - A.C. 30-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
MICHELA VITTORIA BRAMBILLA , Relatrice. Grazie, Presidente. Parere contrario.
PRESIDENTE. Su tutte le proposte emendative? Sull'emendamento 4.5000 della Commissione è contrario?
MICHELA VITTORIA BRAMBILLA , Relatrice. Tranne che su quello della Commissione, che lei ha appena citato, che è un emendamento di tipo tecnico della Commissione.
PRESIDENTE. Va bene. Quindi, il parere è favorevole sull'emendamento 4.5000 della Commissione, mentre su tutti gli altri è contrario.
Il Governo?
ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sì confermo: il parere è contrario su tutti gli emendamenti, tranne che sull'emendamento 4.5000 della Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 4.1002 D'Orso.
Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Qui abbiamo la reintroduzione, perché nel testo originario esisteva, della previsione delle fattispecie cosiddette colpose. È vero che, durante le audizioni, erano state formulate alcune riserve, osservazioni e perplessità sulla formulazione del testo originario, ma, all'esito delle audizioni, ci siamo presi la responsabilità di ovviare alle criticità che erano state rappresentate. Questo emendamento, che porta la mia prima firma, nasce dallo sforzo non indifferente, vi devo dire la verità, di trovare un punto di equilibrio tra la necessità di punire le fattispecie colpose e la necessita di prevedere alcune specifiche scriminanti per chi esercita la professione medico-veterinaria, che altrimenti rischiava di incappare nella punibilità tout court rispetto alle fattispecie colpose di cui stiamo parlando, chiaramente, di uccisione o di lesioni colpose ad animali.
Se leggete la formulazione, non faccio altro che riprodurre ciò che è previsto per la responsabilità medica su uomini e donne. Quindi, non si tratta di far altro che recepire i paletti, la disciplina della responsabilità medica ed estenderla anche alla responsabilità medico-veterinaria. Tale è il senso di questo emendamento e, lo ripeto, anche qui, in qualche modo, ci tengo a sollecitare un supplemento di riflessione, un'attenzione, perché davvero nasce dallo sforzo di trovare un punto di equilibrio. Pertanto, sottopongo all'Aula assolutamente con convinzione la formulazione di questo emendamento, che spero possa essere frutto di una maggiore riflessione e di approvazione da parte di quest'Aula.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Noi condividiamo tutte le osservazioni che ha appena fatto la collega. Il punto, però, è che le norme poi devono anche essere interpretate. Le norme hanno questa caratteristica e, se osserviamo una parte di questo emendamento, soprattutto in relazione alle lesioni colpose, riscontriamo una debolezza. Ed è il motivo per cui il nostro gruppo voterà contro.
Innanzitutto, non sono definiti i casi consentiti e, nella vita quotidiana, può capitare di provocare alcune lesioni colpose a un animale; penso, ad esempio, agli incidenti stradali, dove non esiste una volontà, ma trattasi di una lesione colposa. Per cui, riteniamo che, in questa proposta emendativa, quella fattispecie sia stata gestita in modo superficiale.
Quindi, in linea generale - lo dico non solo per questo emendamento, ma anche per tutti gli altri sui quali ci stiamo astenendo -, tanti emendamenti descrivono fatti gravissimi, oserei dire raccapriccianti, che devono essere condannati in ogni modo. Il punto, però, è che le norme devono avere un loro equilibrio. E, quindi, la nostra astensione rispetto ad altri emendamenti è legata a questo, come dicevo all'inizio, rispetto a un impianto della proposta di legge in generale, che ha gravi carenze dal punto di vista dell'equilibrio, che non possono però essere aggravate da proposte emendative che appesantiscono ulteriormente un impianto che riteniamo correttissimo nella finalità, ma non per come è stato scritto nella sua tecnica (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1002 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1003 Ascari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).
Adesso, dovremmo passare all'emendamento 4.5000 della Commissione. Poiché, tuttavia, il termine fissato per la presentazione di subemendamenti scade alle 11, cioè tra un minuto e venti secondi, possiamo accantonarlo solo per alcuni minuti ed esaminarlo subito dopo il superamento delle ore 11. Quindi, passiamo all'emendamento 4.1004 Gianassi e poi ci occuperemo dell'emendamento della Commissione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà.
FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo emendamento, come i due successivi, è finalizzato a recuperare una proposta originaria dell'odierna relatrice, presentatrice della proposta di legge che è stata esaminata in Commissione, che conteneva la previsione della definizione di alcune circostanze aggravanti in relazione alla commissione dei reati di uccisione di animali, maltrattamento di animali e combattimenti clandestini di animali. Esprimiamo delusione rispetto al percorso che è stato seguito in Commissione, rispetto anche ai correttivi pretesi dalla Commissione bilancio, perché, di fatto, viene retrocessa l'iniziativa parlamentare che aveva la finalità di essere molto ampia e di toccare non soltanto la materia penalistica, ma anche quella educativa, formativa e preventiva. Tutte queste iniziative, invece, di fatto, sono state accantonate, come diremo successivamente con i nostri emendamenti.
In relazione alla parte penalistica, effettivamente vi era l'opportunità di colmare un vuoto normativo, attraverso la previsione di queste circostanze aggravanti sostanzialmente analoghe alle circostanze aggravanti che esistono nel codice e che permettevano di colmare una lacuna in relazione alla violenza e ai reati dolosi contro gli animali. Ci siamo incaricati di presentarle, quindi, in forma emendativa: con questo primo emendamento, per la circostanza aggravante, qualora i fatti siano commessi nei confronti di animali conviventi, nell'emendamento successivo, qualora i reati siano commessi a fini intimidatori e, nel terzo emendamento, che esamineremo tra poco, qualora i fatti di reato siano commessi con l'utilizzo delle armi.
Chiediamo, quindi, all'Aula di votare a favore di queste proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1004 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).
Colleghi, essendo trascorse le ore 11 e non essendo giunti subemendamenti riferiti all'emendamento 4.5000 della Commissione, passiamo alla votazione di questa proposta emendativa.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.5000 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 17).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1006 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1005 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).
Passiamo all'emendamento 4.1000 dell'onorevole Dori, che chiede di parlare. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Con questo emendamento si va sostanzialmente a introdurre, come già era previsto in alcuni emendamenti in precedenza, con riferimento agli articoli 544-bis e 544-ter, relativi ad uccisione e maltrattamento, anche il tema dell'elemento soggettivo della colpa. Oggi, infatti, per queste due fattispecie è necessario, nello specifico, l'elemento soggettivo del dolo. Nel caso specifico, invece, andiamo a introdurre - per noi è davvero importante e fondamentale - la colpa, quindi una violazione delle regole di condotta, ossia negligenza, imprudenza e imperizia, così come la violazione di norme giuridiche, quali l'inosservanza di leggi e regolamenti. Auspico, dunque, un voto favorevole dell'Aula.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1000 Dori, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).
Passiamo alla votazione dell'articolo 4.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori perché volevo rappresentare all'Aula quanto ho già rappresentato in sede di Comitato dei nove, ossia: verificando la riscrittura di questo emendamento della Commissione, che abbiamo appena votato, è sorto un problema. Abbiamo certificato che probabilmente c'è una lacuna legislativa che non stiamo andando a colmare e avevo pertanto sollecitato un approfondimento, quindi una riscrittura, eventualmente, da parte di chi è nei termini per poterlo fare, ossia la relatrice e il Governo, circa la punibilità di chi, al di fuori del concorso in maltrattamenti, combattimenti tra animali e quant'altro, divulghi o diffonda, con strumenti telematici o informatici, video o immagini di quelle condotte. Questo è un tema che avevo sottoposto.
Perché svolgo un intervento sull'ordine dei lavori? Perché non so se, andando a votare l'articolo 4, venga inibita la possibilità di presentare successivamente emendamenti a tale articolo 4, che possano incidere su questo aspetto. Quindi è solamente per questo che mi permetto di svolgere un intervento sull'ordine dei lavori: vorrei sapere se c'è un intendimento in tal senso da parte di Governo e relatrice, in quanto, qualora ci dovesse essere, bruciamo il momento e l'occasione per incidere ed è un problema. Tutto qui. Quindi, mi basta anche raccogliere l'intendimento di relatrice e Governo su questo aspetto. Se non c'è l'intendimento positivo di affrontare questo tema, si può tranquillamente andare avanti.
PRESIDENTE. La questione mi è chiara. A questo punto chiediamo al presidente della Commissione o alla relatrice l'intendimento rispetto alla questione che ha posto l'onorevole D'Orso. Prego, onorevole Maschio.
CIRO MASCHIO, Presidente della II Commissione. Grazie, Presidente. Per il prosieguo dell'esame chiedo una sospensione di circa un'ora per poter convocare il Comitato dei nove e fare gli ulteriori approfondimenti.
PRESIDENTE. Prima di votare l'articolo 4?
CIRO MASCHIO, Presidente della II Commissione. No, dopo il voto sull'articolo 4.
PRESIDENTE. Quindi, il presidente ci sta dicendo che si può votare l'articolo 4 e dopo sostanzialmente preannuncia la richiesta di una sospensione di un'ora, per dare i pareri sugli emendamenti successivi.
Passiamo, quindi, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione… No, revoco la votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Scusate, per fare la dichiarazione di voto, a questo punto, sull'articolo 4. Non era irrilevante sapere che non verrà ulteriormente modificato questo articolo 4.
Anche l'articolo 4 vedrà una nostra astensione, perché non possiamo non rilevare quanto sia stato falcidiato il testo rispetto alla formulazione originaria, che adesso trova un testo molto più minimale, in quanto è stato azzerato tutto quanto veniva previsto in termini di confisca, e questo per noi è assolutamente grave; ed è stato azzerato anche tutto quello che era previsto riguardo le previsioni di fattispecie colpose che noi, però, avremmo riscritto nella modalità che vi ho illustrato prima.
Inoltre, rimangono soltanto talune aggravanti e nemmeno tutte quelle che erano originariamente previste, quindi, anche in questo caso, purtroppo, ci troviamo di fronte a una riscrittura: voglio assolutamente evidenziare che stiamo parlando, oggi, in quest'Aula, di articoli che sono stati quasi tutti riscritti con emendamenti sostitutivi rispetto al testo originario. La riscrittura è un compromesso al ribasso, risulta carente e per questo, ripeto, il nostro non può che essere un voto di astensione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Intanto annuncio il voto di astensione da parte del gruppo di Azione e poi vorrei fare alcune veloci considerazioni.
Intanto, un po' di sbigottimento per la diversità di opinioni da parte della collega Brambilla rispetto ai pareri del Governo. Certamente è difficile comprendere la ratio in questo senso. E poi c'è l'aspetto legato al codice di procedura penale e alle altre disposizioni per l'integrazione e l'armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali.
C'è, poi, un elemento che ci fa riflettere, nel senso che questo provvedimento parla anche di prevenzione e di centri di accoglienza per gli animali vittime di reato, nonché di percorsi formativi specifici per gli alunni in materia di etologia comportamentale degli animali. Questo è un elemento importantissimo che sul territorio italiano si sta praticando, lo stanno portando avanti i comuni e le scuole.
Certamente il Governo e la Commissione si saranno resi conto che le Commissioni per la tutela degli animali, che sono nate sui territori, sono tante. Quindi vuol dire che stanno, forse, camminando più velocemente del Governo. Le stesse regioni hanno legiferato in merito. Abbiamo le ASL con i servizi veterinari che si mettono a disposizione per l'offerta formativa nelle scuole.
Un ultimo aspetto che è certamente importante è questo: quando parliamo di spese di mantenimento e di custodia degli animali oggetto di sequestro, che, in caso di insolvenza, sono a carico del comune nel cui territorio è stato consumato il reato, desidero far presente al Governo, per suo tramite, signor Presidente, che queste spese sono a carico dei comuni. In particolare, parlo della mia valle, siamo a 0,80 per abitanti e residenti, e a 1 euro per i non residenti. In qualche maniera, con questa nuova legge, se verrà approvata, occorrerà anche tenere conto di questo aspetto, che, scusate il bisticcio di parole, è di non poco conto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 21).
Vorrei capire adesso dal presidente Maschio, che aveva chiesto circa un'ora di sospensione: è sicuro di farcela in un'ora o chiede qualcosa in più rispetto a un'ora? Facciamo magari un'ora e mezza, non devo essere io a dirlo…Mi dica lei se ritiene sia sufficiente un'ora o, magari, conviene prendersi un termine più congruo.
CIRO MASCHIO, Presidente della II Commissione. Presidente, non sono in grado di garantirlo, io posso sperare che ci basti un'ora. Se ritiene di stare un po' più elastici, possiamo pensare alle 12,30, che è un orario congruo.
PRESIDENTE. Esatto, la sua proposta è di andare alle ore 12,30. Spero, promitto e iuro vogliono l'infinito futuro.
Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Presidente, noi troviamo scandaloso questo atteggiamento, anche perché lei consideri che parliamo di un provvedimento che è stato in Commissione per oltre un anno, di cui è stata fatta la discussione generale, rispetto al quale abbiamo fatto gli emendamenti, sui quali abbiamo fatto un lungo, lunghissimo ragionamento, e oggi entra in Aula con i pareri solo fino all'articolo 4, con una richiesta di sospensione che, normalmente, viene fatta quando ci sono uno, due, tre, quattro emendamenti accantonati.
No, qui ci viene detto che non sa neppure il presidente quando torneremo esattamente in Aula, perché non è in grado di garantire la verifica della possibilità di avere dei pareri sugli emendamenti successivi all'articolo 4. Questo è un atteggiamento che non solo penso che sia poco dignitoso per il lavoro parlamentare - e la prego, Presidente, di trasferire, suo tramite, al Presidente della Camera anche questa nostra indicazione, perché credo che sia un problema di tutti i parlamentari, di maggioranza e di opposizione, se veniamo costretti a lavorare in questo modo -, ma è un atteggiamento scandaloso e non pensiamo che sia possibile continuare a lavorare in questo modo.
Per cui il fatto che non sappiamo neppure se quello sarà un orario nel quale rientreremo con pareri e, quindi, con la possibilità di votare, le fa capire quanto, oggettivamente, questo provvedimento sia stato portato in Aula senza alcun senso. Mi dispiace, perché il lavoro che è stato fatto era un lavoro prezioso, che è stato falcidiato e, onestamente, credo che questo atteggiamento sia un atteggiamento che vada assolutamente stigmatizzato dalla Presidenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. La ringrazio. Ascoltiamo prima gli altri interventi, poi dirò la mia.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Questo è un atteggiamento, a nostro parere, inaccettabile. Infatti, noi chiediamo, anzitutto, di non sospendere le attività. Chiediamo di accantonare, magari, quell'uno, due, tre, quattro emendamenti - sui quali, sicuramente, se c'è ancora l'interlocuzione, per carità - però di poter proseguire su tutto il resto, perché è un provvedimento che noi, davvero, sosteniamo nelle sue finalità, anche se abbiamo visto come è stato purtroppo spolpato, ma fuori da qui è atteso.
È atteso dalle associazioni, dai cittadini, quindi non vogliamo perdite di tempo, considerato che i lavori in Commissione sono iniziati a maggio del 2023, un anno e mezzo, non un anno, un anno e mezzo di lavori, oltre al fatto che già comunque c'è stata - anche su questo apro e chiudo una parentesi di riflessione - una tagliola. Ad esempio, mi sono trovato costretto, su una ventina di emendamenti, a segnalarne solo 15. Stiamo parlando non di decreti-legge che sono in scadenza, sono disegni di legge di iniziativa parlamentare, sui quali contingentare anche i tempi: abbiamo 19 minuti, come gruppo parlamentare, per fare gli interventi su un provvedimento così importante. Quindi, davvero, chiedo di non sospendere, di accantonare quei due, tre, quattro emendamenti, così capiamo anche come proseguire i nostri lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Allora, questo modo di procedere - lo hanno già detto - è inaccettabile, però, tutto sommato, a me non sorprende, perché è stato lo stesso modo di procedere disordinato e, potremmo dire, auto-ostruzionistico adottato dalla maggioranza, dalle forze di maggioranza stesse, durante tutto l'iter del provvedimento. Ricordava bene il collega Dori, lo ricordavo ieri io in discussione generale: questo provvedimento nasce in Commissione, approda in Commissione il 31 maggio 2023, quindi siamo ad oltre un anno e mezzo, e noi ci troviamo ancora delle forze di maggioranza che non trovano, evidentemente, la quadra su degli emendamenti.
Tuttavia, siccome il problema è tutto interno alla maggioranza, se sono uno, due, tre emendamenti di maggioranza a mandare in crisi un intero provvedimento, dico: accantoniamo quelli, vedetevela da qualche parte, insomma trovate la quadra, però andiamo avanti. Infatti, per noi, questo provvedimento non va ritardato in alcun modo. Non ci sono ragioni, perché già lo abbiamo ritardato, anzi, lo avete ritardato abbastanza, perché, ripeto, l'iter così travagliato di questo provvedimento è tutta e solo responsabilità delle forze di maggioranza, che, evidentemente, mi dispiace dirlo, hanno delle sensibilità molto diverse su questo tema della tutela degli animali, dei diritti degli animali.
Pertanto, stanno facendo un braccio di ferro tutto interno. Deve essere non solo stigmatizzato questo modo di procedere e di fare, perché si parla di un argomento che, invece, dovrebbe vederci uniti in modo trasversale, ed era iniziato con questo spirito il lavoro su questo provvedimento, non solo va stigmatizzato per questo, ma va tanto più stigmatizzato perché c'è chi ci sta seguendo, chi ci guarda, che, invece, spera che questo provvedimento trovi la luce nel più breve tempo possibile, il prima possibile. Quindi non è rispettoso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. È chiaro.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Quindi, anche io veramente mi oppongo a questo ulteriore ritardo nella prosecuzione dei lavori. A nome del MoVimento 5 Stelle, noi siamo per continuare i lavori e andate a sciogliere quei tre nodi che avete da scogliere in separata sede, perché non ci riguardano, evidentemente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Saluto le studentesse, gli studenti e i docenti dell'Istituto statale “Lucio Lombardo Radice” di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Benvenuti alla Camera.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Credo che a un certo punto in quest'Aula ci voglia un elemento di chiarezza e soprattutto non dobbiamo prenderci in giro. Infatti, noi possiamo anche accettare la sospensione di un'ora, di un'ora e mezza, di quattro ore; il punto vero è che fin dall'inizio - e lo sapevamo scientemente - questo testo non aveva i pareri, non aveva l'equilibrio, non aveva l'elemento di preparazione per cui potesse arrivare in Aula, perché non c'è un'unanimità all'interno della maggioranza, ma, soprattutto, noi lo abbiamo detto fin dall'inizio, questo è un testo che non ha una coerenza.
Infatti, noi non stiamo andando ad agire su provvedimenti generici: con questo provvedimento, giustamente, stiamo andando ad agire sul codice penale, sul codice di procedura penale, e noi sappiamo quanto questi temi siano delicati. Quindi noi chiediamo un elemento di chiarezza da parte della maggioranza. Ribadisco, noi possiamo anche sospendere l'Aula e possiamo sospenderla anche per 3 ore, ma qual è il punto di caduta?
Perché, se il punto di caduta è che ci dobbiamo trovare tra 2 ore per dire che questo provvedimento verrà rinviato in Commissione, come a sentore immagino, o che comunque non siamo in grado di avere i pareri rispetto a un testo che è stato gestito malissimo in Commissione, che è stato frutto di diverse modifiche che, rispetto a una fragilità di un testo iniziale, lo hanno anche snaturato in relazione ad intendimenti che sono legittimi e che tutti noi condividiamo, non credo che questo sia un buon modo di procedere per la qualità delle norme.
Infatti, noi abbiamo anche il dovere di lavorare a norme che stiano in piedi. Ma, soprattutto, non è un modo di procedere anche alla luce del fatto che questo è un tema che, agli occhi dell'opinione pubblica, è ritenuto importante. Quindi noi, credo, stiamo dando un pessimo messaggio al Paese, proprio dato dall'incapacità di trovare una sintesi rispetto a temi importanti, che, però, hanno una loro delicatezza.
PRESIDENTE. Dunque, colleghi, come sapete, l'Aula si nutre di una benzina che è data dai pareri. Non ho pareri sugli emendamenti, quindi sono nell'impossibilità di andare avanti. A questo punto si deve riunire il Comitato dei nove, anche per trovare il famoso punto di caduta che voi avete auspicato. A questo punto, con l'accordo di tutti, sospendo la seduta, che è riconvocata alle ore 12,30.
La seduta, sospesa alle 11,20, è ripresa alle 12,30.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Riprendiamo il seguito della discussione della proposta di legge n. 30-A e abbinate.
Ricordo che, prima della sospensione, è stato da ultimo approvato l'articolo 4.
Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 10.5000, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A) e in relazione al quale il termine per la presentazione dei subemendamenti è fissato alle ore 13,15.
Avverto, altresì, che, fuori dalla seduta, sono stati ritirati dai presentatori gli identici emendamenti 5.1012 Saccani Jotti, 5.1007 Longi e 5.1014 Lupi, gli identici 5.1008 Longi, 5.1013 Saccani Jotti e 5.1015 Lupi, gli identici articoli aggiuntivi 5.01000 Longi, 5.01001 Saccani Jotti e 5.01002 Lupi, gli identici emendamenti 10.1005 Longi, 10.1006 Saccani Jotti e 10.1007 Lupi, nonché gli identici emendamenti 11.1001 Longi, 11.1002 Saccani Jotti e 11.1003 Lupi.
Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Solo la cortesia di sapere se fosse possibile avere su un foglietto gli emendamenti che sono stati ritirati.
PRESIDENTE. Onorevole Fornaro, glielo faccio avere immediatamente attraverso gli uffici, che ringrazio per la collaborazione consueta.
(Esame dell'articolo 5 - A.C. 30-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
MICHELA VITTORIA BRAMBILLA , Relatrice. Grazie, Presidente. Per la maggior parte di questi emendamenti vale quanto detto in premessa. Personalmente condivido, in particolare, gli obiettivi delle modifiche che puntano a sanzionare la violenza sugli animali d'affezione durante i furti in abitazione e il furto stesso di animali d'affezione. Sono condotte particolarmente gravi e odiose. Purtroppo, le aggravanti proposte non trovano qui la giusta collocazione.
Per motivi di sistema, inoltre, non sono accoglibili gli emendamenti che introducono il reato di esche e bocconi avvelenati, sul quale è necessario un supplemento di riflessione, trattandosi - ne sono assolutamente convinta - di una fattispecie molto pericolosa. Quindi, il parere è contrario su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole relatrice: sono anche compresi gli aggiuntivi all'articolo 5, che sono l'articolo aggiuntivo 5.01003 Dori…
MICHELA VITTORIA BRAMBILLA , Relatrice. Parere contrario su tutti.
PRESIDENTE. Anche sugli articoli aggiuntivi. Il Governo?
ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere contrario su tutte le proposte emendative riferite all'articolo 5.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 5.1003 Di Lauro. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prestipino. Ne ha facoltà.
PATRIZIA PRESTIPINO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Per esprimere un dispiacere profondo, consapevole del fatto che siano stati respinti emendamenti che vanno in una direzione di assoluto buon senso, correttezza e giustizia. Maltrattati, feriti, sfruttati e anche uccisi: e nessuno paga per questo, oppure le sentenze vanno così, con l'acqua fresca, oppure vengono archiviate, ma loro provano gioia, dolore, paura. Deve esserci il rispetto per il dolore di chi li ha in famiglia e li vede uccisi da un malvivente che entra dentro casa, ruba le cose preziose e di valore e uccide anche il cane e il gatto, come è successo a luglio in un appartamento di Monteverde, dove una famiglia si è trovata l'appartamento derubato e devastato e il cocker di famiglia gettato dal sesto piano e lasciato morire lì agonizzante.
Allora, questi malviventi devono o non devono pagare anche per il male che hanno fatto a un animale di famiglia, a un componente della famiglia? Stiamo parlando di cani e di gatti che vivono integrati in famiglia, che godono dei nostri affetti, delle nostre coccole e che ci ridanno affetto e amore.
Allora, io devo subire questa violenza e devo pure vedere ucciso il cane e il gatto di famiglia perché uno decide di entrarmi dentro casa, di derubarmi e di darmi anche questo dolore?
Guardate che il dolore di quella famiglia è andato sui giornali e l'onorevole Brambilla lo sa. È andato sulle dirette Rai. Parliamo di casi che hanno scosso le coscienze degli italiani e delle italiane; e noi che facciamo, caro Sottosegretario? Diciamo “no” a una cosa di buon senso come questa? Diciamo “no” al fatto che c'è qualcuno che mi entra in casa e mi ammazza il cane o il gatto di famiglia, l'animale a cui ho dedicato o sto dedicando la mia vita? Ma vi pare corretta una cosa del genere? Colleghi della maggioranza, vi sembra giusta una cosa del genere? Si sta chiedendo un'aggravante per chi commette un misfatto del genere, oltre a fare un danno economico nel mio appartamento. Vi abbiamo chiesto solo questo: una cosa di buon senso e di giustizia; non solo di giustizia giudiziaria, ma anche etica e morale.
Allora, mettiamoci tutti una “zampa” sulla coscienza e vediamo che cosa si può fare per salvare questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Questo è un emendamento con cui tra le altre cose - perché, vedete, è molto, molto articolato ed è un sostitutivo - introduciamo la fattispecie di esche e bocconi avvelenati in danno della salute pubblica e degli animali, perché riteniamo che queste condotte, oggi non previste dal codice penale, meritino una sanzione severa. Tra l'altro, mi permetto di dire che, oltre a mettere in pericolo la salute e certe volte addirittura a cagionare la morte degli animali, queste sono delle condotte che possono mettere anche a rischio la salute pubblica più in generale. Quindi, anche in questo caso vi sollecitiamo un ulteriore supplemento di riflessione, perché davvero non comprendiamo la resistenza all'introduzione di questa fattispecie. Chiaramente, dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole D'Orso.
PATRIZIA PRESTIPINO (PD-IDP). Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. No, onorevole Prestipino, ha già parlato; ora non può. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Per dichiarare il voto favorevole di Alleanza Verdi e Sinistra, perché ripristina una disposizione che era già contenuta nel testo base dell'onorevole Brambilla e che poi abbiamo riproposto, comunque, in un altro emendamento, sul quale poi interverrò successivamente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà.
FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie. In accordo con la collega Prestipino, vorrei precisare che l'accorato e assolutamente condivisibile intervento della collega si riferisce all'emendamento successivo, l'emendamento 5.1010 Prestipino, sottoscritto anche da me e dai componenti della Commissione giustizia, e non all'emendamento 5.1003 Di Lauro, dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, che in parte condividiamo mentre su alcuni punti abbiamo perplessità. Dunque, ci asterremo, mentre sosterremo, ovviamente, gli emendamenti della collega Prestipino e i nostri sui temi che lei ha qui rappresentato e che meritavano un parere diverso dalla relatrice, dalla maggioranza e dal Governo.
PRESIDENTE. Era chiaro. Comunque, non è nemmeno l'emendamento successivo, ma è tra quelli a pagina 10 del nostro fascicolo. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Cherchi. Ne ha facoltà per un minuto.
SUSANNA CHERCHI (M5S). A titolo personale, grazie, sulle esche avvelenate. Io sono sempre un po' cruenta quando parlo di queste cose. Chiedo a voi della maggioranza: avete mai visto un cagnino che muore avvelenato da queste esche o bocconi? Gli vengono le convulsioni, gli viene la bava alla bocca, muore con atroci sofferenze.
Ma che cuore avete voi (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Io mi chiedo: ma perché questo odio nei confronti degli animali? Inoltre, poiché chi mette queste esche avvelenate, chi le semina per terra probabilmente è una persona disturbata, vi chiedo: e se queste esche avvelenate vengono prese per sbaglio da un bambino che poi muore? Chi sarebbe responsabile di questo omicidio?
Voi della maggioranza potete guardarvi allo specchio dopo che, per colpa vostra, magari un bambino potrebbe morire?
PRESIDENTE. Dovrebbe chiudere, per favore.
SUSANNA CHERCHI (M5S). Quindi, dico: come avete potuto cancellare una cosa così importante? Mettetevi una mano sul cuore, se avete ancora un cuore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà, per un minuto.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). A titolo personale. Noi insistiamo su questo emendamento innanzitutto perché era previsto, come giustamente hanno ricordato gli altri colleghi, in precedenti testi, e poi non riusciamo a comprendere qual è il problema nell'intervenire su una cosa in merito alla quale mi sembra di avere capito dalla relatrice che lei è sostanzialmente d'accordo con tutte queste proposte, ma non può. Ma, se non si può, che facciamo a fare delle norme in cui non condanniamo in modo serio e inequivocabile chi lascia esche avvelenate per gli animali in mezzo alla strada, che è una cosa veramente ignobile (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà, per un minuto.
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Sì, a titolo personale anch'io, grazie, Presidente. Solo per ribadire che, per quanto riguarda il Partito Democratico, noi abbiamo presentato - li voteremo successivamente - emendamenti che riguardano le esche e i bocconi avvelenati, perché condividiamo assolutamente la necessità di un intervento e il pericolo peraltro - quindi, lo abbiamo previsto anche come reato di pericolo - rispetto ai rischi che si corrono quando si utilizzano questi mezzi. Però non condividiamo, per quanto riguarda questo emendamento, il 5.1003 Di Lauro, l'intero testo, che riguarda anche altre fattispecie, e, per questo motivo, come ha annunciato già il collega, ci asteniamo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.1003 Di Lauro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).
Passiamo all'emendamento 5.1004 Ascari.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI (M5S). Sì, grazie, Presidente. Veramente chiedo un supplemento di riflessione, perché si chiede di inserire, all'interno delle circostanze aggravanti comuni di cui all'articolo 61, n. 11-quinquies), del codice penale, un aggiornamento della norma inserendo le parole: “nonché contro gli animali”. La nuova formulazione sarebbe, pertanto, la seguente: “L'avere, nei delitti non colposi contro la vita e l'incolumità individuale e contro la libertà personale, nonché contro gli animali, commesso il fatto in presenza o in danno di un minore di anni diciotto ovvero in danno di persona in stato di gravidanza”.
Questa è veramente una correzione, integrazione, aggiornamento dovuto, anche perché vorrei dare alcuni dati: sono 202 i minorenni denunciati per crimini contro gli animali dal 2015 al 2021, ma un'indagine della Lega Anti Vivisezione dice che il 14,4 per cento di un campione di minori che va dagli 11 ai 14 anni ha dichiarato di avere maltrattato un animale almeno una volta.
Noi sappiamo bene che una cultura in cui si sviluppano forme di violenza contro gli animali ha come riferimento un modello di vita basato sulla prevaricazione, l'aggressività sistematica e il disprezzo, ovviamente, per la vita e per le ragioni altrui. Ecco perché chiedo veramente un supplemento di riflessione. È urgente intervenire perché la violenza assistita, in cui un minore assiste a violenze disumane perpetrate nei confronti di un animale, amplifica il rischio di replica, di reiterare quel comportamento da adulto, e, soprattutto, questa violenza regolarmente assistita anestetizza ogni residuo di empatia, ovviamente, nella crescita, e lo dimostra anche quello che ho elencato prima.
Veramente una serie agghiacciante di torture, di violenze, di atti criminali perpetrati nei confronti degli animali. Gesti che sono premeditati, che sono crudeli, che sono brutali, che sono violenti, che sono abusanti e che vengono immortalati in un video che viene condiviso sui social, che prende dei like nei social, che diventano virali per un momento di gloria, che, ovviamente, riempie il vuoto, mentre il dolore viene spettacolarizzato in una dimensione virtuale per giovani - lo ripeto - cresciuti a pane e violenza, e, soprattutto, che crescono indifferenti e analfabeti alle sofferenze.
Perché? Questo ci tengo a ribadirlo, perché? Perché l'esposizione continua a forme di violenza, anche se come soli spettatori, può portare i minori a crescere senza empatia, senza coscienza e, soprattutto, insensibili nei riguardi della sofferenza altrui e assuefatti alla violenza stessa; diventano, come dico e ripeto spesso, degli analfabeti empatici ed emotivi. E quindi quali valori può apprendere un bambino che è costretto a partecipare emotivamente, se non materialmente, alla tortura di un animale?
Innanzi ad eventi di questa gravità, è indispensabile e non più rinviabile - arrivo alla conclusione - intervenire penalmente, come stiamo chiedendo, ma anche e soprattutto a livello sociale, educativo e psicologico. Un bambino violento è esso stesso vittima di violenza, e chi subisce maltrattamenti o vi assiste, purtroppo, spesso li restituisce con gli interessi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. L'onorevole Quartini sottoscrive l'emendamento in questione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.1004 Ascari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).
Passiamo all'emendamento 5.1005 Ascari.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Sì, grazie, Presidente. Questo emendamento - anche se, purtroppo, ho dovuto poi non segnalare il mio, ma comunque ringrazio la collega Ascari che lo ha presentato - riproduce una disposizione che era contenuta nell'A.C. 468, a mia prima firma, e in particolare, quindi, incide sull'articolo 133 del codice penale, che si occupa della valutazione e della graduazione, da parte del giudice, agli effetti dell'applicazione della pena. Come sappiamo, la pena va sempre da un minimo a un massimo, ma, quando si tratta di reati contro gli animali, c'è sempre una particolare disattenzione anche rispetto all'entità della pena.
In questo caso ha un valore anche simbolico e culturale, come avevamo detto in precedenza sull'articolo 1, quindi la modifica del Titolo IX-bis del codice penale, laddove ricordiamo al giudice di graduare la pena anche con riferimento non solo al danno cagionato alla persona offesa dal reato, come è attualmente previsto nel n. 2, comma 1, dell'articolo 133, ma anche con riferimento all'animale, quindi all'offesa arrecata all'animale. Da questo punto di vista, davvero, non ci sono scuse di coperture di bilancio, è proprio una scelta politica quella di dare un parere contrario, che per noi è un grave errore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.1005 Ascari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).
Passiamo all'emendamento 5.1006 Ascari.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento è veramente importante e non si comprendono le ragioni di questo muro. Innanzitutto, la richiesta di modifica è stata già prevista dalla legge n. 69 del 2019 - il codice rosso -, in cui abbiamo previsto che l'imputato per maltrattamenti e per violenza non possa richiedere in modo automatico il beneficio della sospensione condizionale della pena, a meno che non frequenti un percorso che gli faccia comprendere che quello che ha commesso è violenza e affronti, in prima persona, la violenza.
Noi chiediamo di inserire nell'articolo 165, comma 5, del codice penale anche i reati contro gli animali, vista la stretta correlazione con la violenza sulle persone e, in particolare, sulle donne. Questo sarebbe un aggiornamento fondamentale, anche in sinergia e in continuità con quanto già avevamo previsto e approvato con la legge n. 69 del 2019 (codice rosso). Non è possibile affrontare il tema della violenza, limitandosi alla repressione dei colpevoli. Bisogna intervenire sui comportamenti degli autori, per evitare che questa violenza si verifichi, si ripeta o si reiteri, se non c'è una presa di consapevolezza, un percorso mirato. Per questo è fondamentale che gli autori, che sono sempre più giovanissimi, frequentino un programma, comprendano il male che hanno provocato e, soprattutto, capiscano che ciò che hanno commesso è violenza. È fondamentale che lo Stato tocchi con mano che c'è stata questa presa di consapevolezza e che non ci sia il rischio o il pericolo di una recidiva o di una reiterazione di questo comportamento violento e brutale, altrimenti non risolviamo assolutamente nulla. Quindi, chiedo un surplus, un ripensamento e questa importante integrazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.1006 Ascari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).
Passiamo all'emendamento 5.1010 Prestipino. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prestipino. Ne ha facoltà.
PATRIZIA PRESTIPINO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi scuso per l'errore tecnico di prima e ricorro all'amata saggezza della lingua latina, repetita iuvant. Quindi, lo ripeto con molta più calma, ma non con inferiore determinazione. Abbiamo chiesto che la pena venga aumentata di un terzo se, durante la commissione di un furto di abitazione, il colpevole cagiona la morte di un animale d'affezione. Questo abbiamo chiesto. Sottosegretario, costa un euro allo Stato? Non credo. Che cosa costa? Costa la protesta dei cittadini, a cominciare dalle famiglie che hanno subìto questo grave dolore, che dovranno sapere perché (io uscirò da qua e lo dirò a mezzo mondo) sia stato bocciato un emendamento di tale buon senso e giusto dal punto di vista etico e culturale, come diceva la collega prima. Ma possibile che queste persone la debbano sfangare in questa maniera? Possibile che, oltre ai danni economici, spirituali e morali che mi fanno, mi debbano uccidere anche il cane e il gatto, che io debba rimanere in silenzio, subendo anche questo torto, e che queste persone restino impunite? Ecco, chiediamo questo, con assoluta calma e determinazione.
Voi volete che lasciamo dire a tutto il mondo - perché questo faremo sui social - che avete bocciato un emendamento del genere? A me piacerebbe sapere cosa farebbe la Presidente Meloni, che ha un gatto che ama tantissimo, se i ladri le entrassero in casa e le ammazzassero il gatto: credo che non sarebbe contenta, da quello che ho sentito dire sul suo gatto nei programmi radiofonici.
Allora, ripensateci, non costa un euro, costa solo tanto buonsenso. Guardate - e concludo - ho una chat di collegio; oggi uno dei tanti elettori mi ha scritto: scusate, mi tolgo dalla chat, sono in lutto, perché stanotte mi hanno avvelenato il gatto, quindi, devo elaborare il mio lutto, perché è un dolore misto a rabbia. Ecco, cosa vado a raccontare a questo cittadino (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.1010 Prestipino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).
MARCO PERISSA (FDI). Presidente, c'è qualcuno che fa le foto...
PRESIDENTE. Colleghi, sapete che in Aula non si possono fare le foto? Fuori c'è anche un bel sole per fare le foto, qui dentro no. Passiamo all'emendamento 5.1011 Prestipino. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prestipino. Ne ha facoltà.
PATRIZIA PRESTIPINO (PD-IDP). La foto l'ho fatta io e me ne scuso.
PRESIDENTE. La cancelli, la cancelli.
PATRIZIA PRESTIPINO (PD-IDP). Altra cosa di buon senso: il furto di un animale, qualunque esso sia, in qualsiasi contesto. Io, in qualità di garante dei diritti degli animali di Roma Capitale, a luglio, ho scritto una lettera al prefetto, perché - l'onorevole Brambilla lo sa bene - nella Capitale si erano susseguiti diversi furti (ma vi assicuro che accade in tanti posti d'Italia), dove alcuni tizi, con furgoncini, andavano in giro e sottraevano cani di proprietà, che, magari erano liberi nel parco e si erano allontanati. È stato riportato su tutti i giornali, basta leggerli e informarsi.
Ho scritto al prefetto, chiedendo una maggiore attenzione delle Forze dell'ordine su un fenomeno del genere, perché i proprietari, soprattutto quelli che, i cani, non li hanno più ritrovati, erano disperati: hanno scritto al garante, al sindaco e al prefetto lettere di disperazione, chiedendo che fossero aiutati nella ricerca dei loro animali. Poi, magari, se si ha un po' di fortuna, vengono ritrovati all'estero, perché hanno il microchip, se non entrano in un giro di commercio clandestino di animali, soprattutto se sono di razza, se non vengano utilizzati nei combattimenti tra animali e se non vengono utilizzati per nutrire gli animali dei circhi, soprattutto quelli feroci. La sottrazione di cani, per i quali si può anche chiedere un riscatto abbastanza esoso, è un fenomeno odioso, perché si viene colpiti nei propri affetti più profondi e, magari, c'è anche chi, quel riscatto, lo paga, pur di riavere indietro il proprio animale.
Quindi, vi chiedo se tutto questo sia ammissibile, vi chiedo se non sia una proposta di buonsenso quella di punire chi sottrae a un proprietario, a una famiglia, a un single o a una single, a chiunque esso sia, la sua adorata creatura senziente. Io mi auguro, sempre con la mano sul cuore, che ci ripensiate, perché anche questa cosa non verrà presa bene né dalle associazioni animaliste, né dai tanti cittadini e dalle tante cittadine che scrivono mail disperate a tutte le autorità competenti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.1011 Prestipino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.1002 Di Lauro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).
Passiamo all'articolo 5.
Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo molto brevemente per dichiarare il voto di astensione anche su questo articolo sempre per le medesime ragioni. È un articolo che è stato svuotato sia della previsione della fattispecie relativa a esche e bocconi avvelenati, di cui abbiamo esaustivamente parlato, sia di ulteriori aspetti, come quello di vietare i farmaci per finalità non terapeutiche. Anche questa previsione per noi era molto importante e, quindi, non ci riteniamo assolutamente soddisfatti rispetto alla formulazione che ha preso campo con il testo attuale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 29).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 5.01003 Dori. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Questa è l'ultima chiamata, anzi, la penultima (perché, poi, c'è un altro articolo aggiuntivo del collega Gianassi), per la maggioranza sul tema esche e bocconi avvelenati. Riproponiamo il tema. Devo dire che, su questo, la maggioranza della maggioranza aveva presentato e, poi, ritirato poco fa degli emendamenti nella stessa direzione. Quindi, io qui rivolgo un appello alla maggioranza: di liberarsi da lacci e lacciuoli di appartenenza politica e partitica e votare, perché qui stiamo parlando di esche e bocconi avvelenati. Abbiamo già analizzato il tema, ma io auspico che possa esserci un voto trasversale su questo e sull'articolo aggiuntivo successivo del collega Gianassi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.01003 Dori, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 5.01004 Gianassi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà.
FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. È un articolo aggiuntivo molto simile a quello che ha precedentemente presentato il collega Dori, vi è solo una differenza: non vi è la previsione esplicita della confisca delle esche o dei bocconi che lui aveva inserito come ultimo comma nell'articolo aggiuntivo che prima è stato bocciato. Quindi è simile, ma diverso. È simile nel chiedere l'introduzione del reato di pericolo a carico di coloro che utilizzano, collocano o abbandonano esche e bocconi avvelenati.
Ovviamente se, poi, a seguito di quel fatto, c'è l'evento delittuoso della morte o delle lesioni gravi anche a persone, bambini, come spesso è successo, ricorrono altre fattispecie, ma qui si intende anticipare la tutela penale con la previsione di un reato di pericolo. Per l'appunto, il fatto, già di per sé, di disporre o allocare nei parchi, nei giardini, nelle strade delle nostre città esche e bocconi avvelenati è un fatto gravissimo, dal quale possono originare conseguenze gravissime e, quindi, merita di essere penalmente rilevante già per il solo fatto di avere adottato quel comportamento.
Una maggioranza che in questi due anni ha inserito nel codice penale la qualunque, come il reato di raduni musicali abusivi puniti fino a 6 anni di galera, che vuole mandare in galera le donne incinte, che vuole mandare in galera i bambini di 6 mesi, che ha previsto il blocco stradale per gli operai che vengono licenziati e scendono in strada per protestare, rifiuta, però, di considerare un reato nel nostro codice penale il comportamento di una persona, di un delinquente che mette un boccone avvelenato in un giardino pubblico dove ci sono bambini, cani, gatti, persone comuni.
A me, francamente, sembra che l'utilizzo del codice penale da parte di questa maggioranza sia privo di qualunque logica. Vi chiediamo di ripensare a questo, visto che alcuni esponenti della maggioranza hanno presentato anche emendamenti di questo tenore, e di esprimere un voto favorevole.
Non c'è nemmeno da mettere un euro, cosa che non fate mai sulle politiche di sicurezza e di giustizia. In questo caso, è semplice: non c'è nemmeno un euro da mettere, ma c'è da garantire una tutela anticipata ai cittadini e, soprattutto, alle persone che frequentano i parchi e i luoghi pubblici delle nostre città.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Mi prendo solo qualche secondo per concedere alla maggioranza qualche secondo in più per meditare sulla possibilità di votare a favore di questo articolo aggiuntivo. Ricordo che non è un decreto-legge, non c'è una scadenza: è un provvedimento di iniziativa parlamentare e, soprattutto, è in prima lettura. Quindi, c'è tutto il tempo per approvarlo adesso e riflettere, magari anche con degli aggiustamenti, rispetto a una seconda lettura, perché o immaginate già di approvarlo così, senza nessun emendamento al Senato, altrimenti, in qualche modo, tornerà qui da noi.
Tra l'altro, qui c'è un tema che va al di là dei rischi per gli animali, perché, come dicevamo poco fa, le esche e i bocconi potrebbero essere distribuiti ovunque e, quindi, sono un pericolo anche per la salute pubblica. Quindi, mi appello nuovamente alla maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.01004 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).
(Esame dell'articolo 6 - A.C. 30-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 32).
(Esame dell'articolo 7 - A.C. 30-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 33).
(Esame dell'articolo 8 - A.C. 30-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 34).
(Esame dell'articolo 9 - A.C. 30-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
MICHELA VITTORIA BRAMBILLA , Relatrice. Grazie, Presidente. Personalmente, condivido gli obiettivi, ma vorrei evidenziare che siamo già intervenuti sulle fattispecie punite dalla legge sul traffico di cuccioli e occorre, quindi, rispettare l'equilibrio del sistema. Per questo punto, il parere è contrario.
PRESIDENTE. Su entrambi gli emendamenti. Il Governo?
ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere contrario.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 9.1002 Ascari, se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1002 Ascari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.1001 Di Lauro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 37).
(Esame dell'articolo 10 - A.C. 30-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
MICHELA VITTORIA BRAMBILLA , Relatrice. Grazie, Presidente. Parere contrario su tutti gli emendamenti, ad eccezione dell'emendamento della Commissione. Con la norma che vieta la catena per i cani ci assicuriamo che il divieto di custodire l'animale in questo modo inaccettabile, già introdotto da alcune legislazioni regionali, sia valido su tutto il territorio nazionale.
PRESIDENTE. Quindi, i pareri sono contrari su tutti gli emendamenti, ad eccezione dell'emendamento 10.5000 della Commissione, sul quale il parere è favorevole. Il Governo?
ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 10.1002 Di Lauro.
Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Qui abbiamo un articolo che nelle finalità poteva essere condivisibile, però, poi, andiamo a vedere la formulazione ed essa non è condivisibile, tant'è vero che noi proponiamo di emendare e, in particolare, di introdurre un divieto secco di detenzione di animali di affezione alla catena o con altro strumento di contenzione.
E vi diciamo di più: molte regioni hanno introdotto un divieto secco, per cui questo rappresenta un arretramento di tutela rispetto a un avanzamento che alcune regioni già hanno fatto e che è un avanzamento anche di tipo culturale, lo voglio ribadire.
Pertanto, questo articolo 10, nato con le migliori intenzioni, rischia, in realtà, di andare a frenare magari qualche altra regione che, in modo virtuoso, era propensa o stava per introdurre il divieto potremmo dire “secco” dell'utilizzo di questi strumenti; invece, andiamo a legittimare una soluzione molto meno tutelante rispetto al benessere degli animali. Ecco, abbiamo questo emendamento, ma successivamente vi sono ulteriori emendamenti che mirano a eliminare le deroghe, assolutamente tra l'altro discrezionali, che si stanno introducendo.
Lo dico già ora per non rubare tempo dopo: anche l'emendamento della Commissione non ci vede assolutamente d'accordo, perché vediamo anche in esso un peggioramento rispetto al testo, perché, se quelle ragioni sanitarie non vengono certificate da un medico veterinario, purtroppo, potranno essere eccepite ragioni sanitarie senza dare prova o comunque sulla base di dichiarazioni - di autodichiarazioni, potremmo dire così - del singolo detentore dell'animale che giustifica se stesso rispetto a quella condotta. Questa per noi non è una modalità per tutelare il benessere degli animali e gli animali stessi, per cui, davvero, vi invitiamo a rivedere questo ulteriore compromesso al ribasso rispetto a qualcosa di buono che si stava introducendo. Anche qui vi è un'assoluta mancanza di coraggio, si mettono lacci e lacciuoli per depotenziare la portata innovativa ed effettivamente efficace della norma (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Vorrei condividere una riflessione con i colleghi, perché questa eliminazione secca, che riguarda appunto l'emendamento che stiamo votando e anche i successivi, non credo risponda sempre alla realtà dei fatti. Faccio un esempio: ci sono situazioni temporanee di esigenze di sicurezza (descritte nell'articolo 10 che stiamo eventualmente emendando), quali per esempio l'attività di toelettatura, che certe volte richiedono l'utilizzo della catena per la sicurezza dell'animale stesso. Espungere dal testo le temporanee esigenze di sicurezza non credo sia un'attività di buon senso, quindi, inviterei i colleghi a ragionare sulla molteplicità di fattispecie che si verificano talvolta, chiaramente non in maniera costante, perché, anche rispetto a questo elemento, il gruppo di Italia Viva sicuramente è contrario a una pratica che non va nella direzione del benessere dell'animale; però ci sono situazioni contingenti temporanee di sicurezza che richiedono l'utilizzo di alcuni dispositivi. Quindi, noi voteremo contro questi emendamenti, perché deve esserci comunque una valutazione anche rispetto a condizioni di questo tipo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.1002 Di Lauro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).
Passiamo all'emendamento 10.1000 Dori. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. L'articolo 10, così come formulato, parte da ottime intenzioni, cioè quella di vietare l'uso della catena per l'animale, tuttavia, poi, nei fatti non arriviamo effettivamente a ottenere quel risultato, a maggior motivo dopo - lo vedremo fra pochissimo - l'intervento della Commissione nel senso di togliere proprio l'espressione “certificate dal medico veterinario”. Il rischio qui, addirittura, è di creare maggior caos, perché sostanzialmente lasciamo al detentore dell'animale la possibilità di autocertificare, dare un'indicazione rispetto al fatto che ci sia un'effettiva necessità nel tenere l'animale alla catena.
Quindi, lo ribadisco: stiamo andando nella direzione diametralmente opposta, purtroppo, rispetto a quelle che erano le intenzioni, sicuramente fin dall'inizio, nel presentare questo articolo. Quindi, da questo punto di vista esprimiamo veramente preoccupazione e chiediamo un voto favorevole al nostro emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.1000 Dori, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione… Revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà. Alzate la mano prima, colleghi… perché non l'ho vista...
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, lei guarda poco da questo lato, forse… ci deve guardare di più…
PRESIDENTE. Ci guardo troppo, a volte, mi fate lavorare tanto…
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, vorrei aggiungere a titolo personale due considerazioni rapidissime rispetto a quello che ha detto il collega Dori. Prima di tutto, chi conosce il fenomeno degli animali in catena sa benissimo che, nel 99 per cento dei casi, non si tratta, purtroppo, di toelettatura o di altre cose, ma semplicemente di una visione assolutamente sbagliata di diversi soggetti che hanno anche animali d'affezione, come i cani, e spesso li legano anche per strada. Ancora oggi, capita di trovare persone che girano con queste catene; non è proprio accettabile e al riguardo vi invito a un'ulteriore riflessione. Non parliamo di casi di emergenza estrema, stiamo parlando di una pratica che è ancora estremamente diffusa in intere aree del nostro Paese. Per questa ragione, la pratica di tenere gli animali con le catene va assolutamente eliminata senza “se” e senza “ma”.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.1000 Dori, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.1003 Ascari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.5000 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 41).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.1004 Ascari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).
Passiamo alla votazione dell'articolo 10. Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io ho ascoltato gli interventi dell'onorevole Brambilla all'inizio, nel momento in cui viene chiamata a esprimere i pareri, come relatrice, sugli emendamenti all'articolo, però, non posso non appellarmi anche alla sua attenzione, sapendo quanto ci tenesse a questo provvedimento, per quanto questo provvedimento sia stato profondamente stravolto. Ora, rispetto all'articolo 10, rischiamo addirittura di cadere in errore, con riferimento a discipline che già sono applicate a livello regionale, perché ci sono diverse regioni che hanno già preso decisioni di natura sociosanitaria, che hanno natura di protezione e tutela degli animali.
In questo articolo, per come viene riformulato, all'esito non soltanto dei lavori di Commissione, ma anche rispetto all'ultimo emendamento che abbiamo poc'anzi votato, su cui abbiamo espresso una netta contrarietà, perché ne viene ulteriormente peggiorata la formulazione, addirittura, si elimina il certificato del medico veterinario per giustificare le ragioni per le quali, in via anche solo temporanea, il cane o, insomma, l'animale è alla catena.
Ora, capite che questa norma, così come è stata scritta, in queste modalità e con questa larghezza di vedute, contrasta con quelle leggi regionali che, invece, correttamente, hanno già disciplinato la detenzione e la tenuta corretta dell'animale. Quindi, non riesco a capire perché, su un provvedimento di tutela degli animali, che ha l'ambizione di colmare alcune lacune, che ha l'ambizione di recepire le indicazioni all'esito della modifica dell'articolo 9 della Costituzione e di quanto è già stato fatto a livello europeo sugli animali e sugli esseri senzienti, proprio su questo articolo 10, ci sia questo accanimento, che, in tutta evidenza, fa fare un passo indietro e un arretramento incredibile, anche dal punto di vista culturale, a una disciplina per la quale non posso pensare che ci sia una contrarietà. Se c'è una contrarietà, e mi appello ai colleghi della maggioranza in particolare, allora parlate con i consiglieri regionali delle vostre regioni, soprattutto di quelle dove governate, perché la notizia che voglio darvi è che, anche in quelle regioni dove governate, ci sono discipline che riguardano questa forma di tutela e queste leggi regionali. Per cui suggerirei almeno la cautela di evitare che la scrittura di questo articolo, così come esce dai lavori della Commissione, vada addirittura a detrimento di un principio che abbiamo già ottenuto.
Quindi - mi rivolgo, in particolare, alla relatrice, al Sottosegretario e, suo tramite, Presidente, alla Presidenza -, chiedo che, su questa riformulazione, si pongano particolare attenzione e cautela. Vi invito a fare un'ulteriore valutazione. Se avete bisogno di tempo, e ve ne siete preso veramente tanto, se c'è bisogno di prenderne ancora un po', prendetene ancora un po', perché questa formulazione veramente è un arretramento, non solo culturale, ma anche legislativo. Valutate se questa cosa abbia senso oppure no. Veramente, sembra quasi una cattiveria, non sembra neanche un intervento legislativo che abbia un obiettivo logico. Per cui, ci appelliamo a voi, affinché valutiate se abbia senso portare avanti questa formulazione e se, attraverso questo provvedimento, abbia senso fare un arretramento così evidente di una disciplina su cui, a livello regionale, già diverse regioni hanno legiferato. A me, a noi, veramente sembra non solo incauto, ma profondamente ingiusto e anche sbagliato dal punto di vista legislativo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Noi voteremo contro questo articolo, e veramente lo dico a malincuore, perché poteva essere un momento storico in senso positivo, con un divieto della catena per gli animali d'affezione, salvo qualora imposto da documentate ragioni sanitarie, certificate dal medico veterinario. Invece, le modifiche che sono state apportate rappresentano davvero un arretramento, oltre a rischiare di causare anche molta confusione. Anzitutto, è un passo indietro rispetto alle normative di alcune regioni che già oggi sono più avanti rispetto alla norma statale. E poi, soprattutto, diventerà ancora più complicato accertare e anche denunciare, e, quindi, sanzionare, coloro che si rendono responsabili di veri e propri atti di maltrattamento, perché sarà sufficiente una sorta di autocertificazione di questi motivi di salute. Quindi, rischiamo di consentire ciò che si aspirava vietare. A questo punto, sarebbe stato meglio, come avete fatto con tanti altri articoli, procedere alla soppressione totale dell'articolo, piuttosto che mantenerlo così.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Intervengo a titolo personale, per far presente che, ad esempio, in Campania, nel 2021, su mia proposta - all'epoca ero consigliere regionale -, fu approvata all'unanimità la norma che vietava sul territorio regionale di avere gli animali in catena. Non vorrei che arrivassimo a un paradosso, per cui normiamo in modo più light rispetto a quello che alcune regioni hanno fatto. Cioè, stiamo facendo un arretramento rispetto a quello che alcune regioni hanno già realizzato tramite gli appositi consigli regionali. Continuo a insistere sul fatto che gli animali non debbano avere le catene. Non c'è discussione rispetto a questo. E trovo davvero un arretramento il fatto di costringerci - perché ci state costringendo - a votare contro, perché è un arretramento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Solo per dichiarare il voto contrario anche del MoVimento 5 Stelle per le ragioni che, in realtà, ho già esposto nell'intervento precedente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 43).
(Esame dell'articolo 11 - A.C. 30-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 44).
Sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 16,15.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, il Ministro delle Imprese e del made in Italy, il Ministro della Difesa e la Ministra del Lavoro e delle politiche sociali.
Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.
(Chiarimenti in merito al quadro complessivo delle misure adottate a favore dei lavoratori dipendenti in confronto a quanto previsto per il periodo d'imposta 2022 - n. 3-01561)
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Foti ed altri n. 3-01561 (Vedi l'allegato A).
Il deputato Testa ha facoltà di illustrare l'interrogazione di cui è cofirmatario.
GUERINO TESTA (FDI). Grazie, Presidente. Buongiorno a lei e ai rappresentanti del Governo. Lo scorso 11 novembre il Presidente del Consiglio ha incontrato i rappresentanti delle maggiori sigle sindacali, che hanno lamentato una scarsa attenzione dell'Esecutivo nei confronti dei lavoratori dipendenti. Ricordo che, con il decreto legislativo 30 dicembre 2023, n. 216, il Governo ha previsto, per il solo periodo d'imposta 2024, l'accorpamento dei primi due scaglioni di reddito, portando l'aliquota dal 25 al 23 per cento per i redditi fino a 28.000 euro e ha innalzato a 8.500 euro la soglia della no tax area per i lavoratori dipendenti. Dette misure sono state rese strutturali anche dal 2025.
Per l'anno d'imposta 2024, la legge 30 dicembre 2023, n. 213, ha confermato il taglio del cuneo fiscale per la quota a carico dei lavoratori dipendenti, prevedendo una riduzione del 7 per cento dei contributi previdenziali per i redditi fino a 25.000 euro e del 6 per cento per i redditi fino a 35.000 euro. Per i soggetti titolari di reddito d'impresa e di lavoro autonomo, per il solo periodo d'imposta 2024 è stata introdotta anche una maggiore deduzione del costo del lavoro riguardante i nuovi assunti a tempo indeterminato.
Infine, il decreto-legge 14 novembre 2024, n. 167, contenente le modifiche sui requisiti per ottenere il bonus Natale, l'indennità una tantum fino a 100 euro prevista dal decreto-legge omnibus, ha ampliato la platea dei beneficiari da poco più di un milione di beneficiari a più di 4 milioni e mezzo di beneficiari.
PRESIDENTE. La ringrazio, deve concludere.
GUERINO TESTA (FDI). Chiedo al Ministro interrogato di indicare complessivamente il quadro dei benefici che il Governo ha previsto a favore dei lavoratori dipendenti.
PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha facoltà di rispondere.
LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, cerco di riepilogare in maniera sintetica le principali misure in materia di lavoro dipendente previste dai bilanci del periodo d'imposta 2023, dalle leggi approvate dal Parlamento e proposte dal Governo. La legge di bilancio 2023 ha introdotto la tassazione sostitutiva in relazione alle somme elargite dai clienti (le mance) ai lavoratori del settore privato impiegati nelle strutture ricettive e negli esercizi di somministrazione di alimenti e di bevande. La stessa legge ha fissato la riduzione dal 10 al 5 per cento dell'aliquota dell'imposta sostitutiva sui premi di risultato e di partecipazione agli utili di impresa e ha previsto un esonero sulla quota dei contributi previdenziali per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore nella misura di 2 punti percentuali.
Il decreto-legge n. 5 del 2023 ha riconosciuto un'esenzione Irpef per i buoni carburante erogati nell'ambito del welfare aziendale. Il cosiddetto decreto Lavoro ha introdotto a favore di alcune categorie di titolari di reddito da lavoro dipendente, impiegate nel settore privato del comparto turistico, un trattamento integrativo speciale che non concorre alla formazione del reddito. Il medesimo decreto Lavoro, con riferimento al secondo semestre 2023, ha incrementato di 4 punti percentuali l'esonero sulla quota dei contributi previdenziali a carico del lavoratore previsto per il primo semestre dalla legge di bilancio 2023, prorogato poi dalla legge di bilancio 2024.
La citata legge di bilancio ha poi confermato le misure di riduzione del cuneo contributivo per i lavoratori con i redditi più bassi. Il decreto Lavoro ha inoltre stabilito a favore dei lavoratori dipendenti con figli fiscalmente a carico un innalzamento a euro 3.000 del limite di esenzione dei fringe benefit previsti dal Testo unico delle imposte sui redditi. La legge di bilancio 2024 ha previsto la non concorrenza alla formazione del reddito, entro il limite complessivo di mille euro, del valore dei beni ceduti o dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti, nonché delle somme erogate o rimborsate ai medesimi lavoratori dai datori di lavoro per determinate spese di prima necessità.
Tale limite è stato, inoltre, innalzato a euro 2.000 per i lavoratori dipendenti con figli fiscalmente a carico. La legge di bilancio 2024 ha prorogato, per i premi e le somme erogati nell'anno 2024, la riduzione dal 10 al 5 per cento dell'aliquota dell'imposta sostitutiva sui premi di risultato, introdotta dalla legge di stabilità 2016. Il decreto legislativo n. 216 del 2023 ha stabilito la riduzione da quattro a tre degli scaglioni di reddito e delle corrispondenti aliquote. In particolare, il primo scaglione di reddito è stato innalzato a euro 28.000 a parità di aliquota al 23 per cento, assorbendo il precedente secondo scaglione.
L'aliquota del 25 per cento, in precedenza applicabile al secondo scaglione, per i redditi oltre euro 15.000 e fino a euro 28.000, è stata soppressa. Il secondo e terzo scaglione, con le rispettive aliquote, sono rimasti invariati rispetto ai precedenti terzo e quarto scaglione. Altre rilevanti detrazioni e agevolazioni sono state introdotte da tale decreto legislativo. Infine, il decreto-legge n. 113 ha previsto il riconoscimento una tantum di un'indennità pari a 100 euro a favore dei lavoratori dipendenti che presentano determinati requisiti.
Con il decreto-legge n. 167 del 2024, attualmente in discussione al Senato, è stata ampliata la platea dei beneficiari del suddetto bonus, disponendo, quale requisito familiare, la presenza di almeno un figlio, anche se nato fuori dal matrimonio, riconosciuto, adottivo, affiliato o affidato. Nel complesso, le misure agevolative adottate nei confronti dei lavoratori dipendenti per l'anno 2024 ammontano a 16,9 miliardi.
PRESIDENTE. Il deputato Congedo ha facoltà di replicare.
SAVERIO CONGEDO (FDI). Grazie Presidente, grazie signor Ministro. La sua risposta e le sue argomentazioni soddisfano pienamente Fratelli d'Italia, perché la risposta attesta l'infondatezza di buona parte dei rilievi che alcune sigle sindacali hanno mostrato nei confronti della legge di bilancio. Peraltro, le sue argomentazioni dimostrano come la manovra del 2025 non solo sia seria e di buonsenso, per usare le parole della nostra Premier Giorgia Meloni, ma sia soprattutto orientata al raggiungimento di due obiettivi, proprio a favore dei lavoratori dipendenti e dei lavoratori del ceto medio.
Mi riferisco al rafforzamento della busta paga per i lavoratori dipendenti e all'abbassamento della tassazione per il ceto medio. I dati parlano chiaro: 17 miliardi sui 30 miliardi della manovra sono destinati a due obiettivi, cioè più del 50 per cento della manovra è destinato al taglio del cuneo fiscale, che viene reso strutturale ed esteso ai lavoratori con redditi fino a 40.000 euro, e al taglio dell'imposta sulle persone fisiche, con l'accorpamento dei due scaglioni per i redditi che vanno fino a 28.000 euro. A ciò si aggiungano, come ha ricordato il collega Testa, altri provvedimenti, che prevedono il sostegno ai lavoratori dipendenti.
Mi riferisco all'aumento della no tax area, alla super-deduzione per l'occupazione del 120 e 130 per cento a favore di lavoratori autonomi e imprese, per favorire proprio l'occupazione stabile. Penso alla detassazione, che anche lei, Ministro, ha citato, dei premi di risultato, all'aumento della soglia di esenzione fiscale per i fringe benefit, alla rimodulazione della detrazione fiscale e l'elenco potrebbe continuare.
Chiudo, Presidente, con un'annotazione di carattere squisitamente politico: i numeri, le misure, i provvedimenti contenuti nella manovra finanziaria 2025 attestano come questa terza legge di bilancio del Governo Meloni, come mai è successo prima e, soprattutto, come mai è successo con i Governi di sinistra, sia pensata per il lavoro dipendente e per la crescita, e che lo sciopero indetto da alcune sigle sindacali prima ancora che la manovra fosse conosciuta…
PRESIDENTE. Concluda.
SAVERIO CONGEDO (FDI). …con annesso invito alla rivolta sociale, appare dettato più da una rivendicazione di carattere politico che di carattere sindacale, quindi da posizioni preconcette e strumentali con l'intento di attaccare il Governo Meloni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
(Iniziative volte ad assicurare la concreta fruibilità per le imprese degli incentivi previsti dal piano “Transizione 5.0” - n. 3-01562)
PRESIDENTE. Il deputato Peluffo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01562 (Vedi l'allegato A).
VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Il piano Transizione 5.0, insieme a quello 4.0, mette a disposizione delle imprese, nel biennio 2024-2025, 12,7 miliardi di euro per sostenere la transizione del sistema produttivo verso un modello di produzione efficiente sotto il profilo energetico, sostenibile e basato sulle fonti rinnovabili. Il piano, Presidente, è stato istituito e regolato a marzo di quest'anno, le modalità attuative sono di luglio, il decreto direttoriale è del 6 agosto, la circolare operativa è del 16 agosto e il decreto direttoriale, infine, è di settembre.
A causa del ritardo nell'emanazione dei decreti attuativi e della complessità degli stessi, finora sono arrivate dalle imprese richieste per soli 99 milioni di euro, che corrispondono soltanto all'1,6 per cento dei 6,3 miliardi di incentivo potenzialmente utilizzabili entro la fine del prossimo anno. Ormai non si contano più le segnalazioni di imprese e delle associazioni di categoria sulle difficoltà di interpretazione e di accesso a questi fondi.
Quindi, chiediamo quali correttivi intenda adottare con urgenza il Governo per assicurare la fruibilità per le imprese degli incentivi previsti.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.
ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Grazie. Il piano Transizione 5.0 è composto da due capitoli: l'uno, di 6,4 miliardi di euro, del bilancio nazionale, destinati all'innovazione digitale, quindi a Industria 4.0; e l'altro, di 6,3 miliardi di euro, che abbiamo ricavato nella contrattazione con la Commissione europea sulla rimodulazione dei fondi del PNRR attraverso il capitolo del REPowerEU. Essendo il capitolo REPowerEU del PNRR, abbiamo dovuto contrattare con la Commissione le modalità di applicazione del piano che risponde, ovviamente, alla tempistica e alle modalità del REPowerEU. Per esempio, non è applicabile per le imprese che non arrecano danno all'ambiente e tutto quello che ha evidenziato l'interrogante, purtroppo, risponde ai criteri che la Commissione europea ha voluto imporre e che rendono obiettivamente più complicato l'utilizzo degli incentivi che non possono essere utilizzati come per Industria 4.0, dato che le fonti di finanziamento sono diverse.
Comunque, noi siamo riusciti, in un confronto molto serrato, durato mesi, con la Commissione - capite cosa significa -, a consentire che il piano, a differenza delle previsioni iniziali, sia destinato a tutte le imprese, senza distinzione di dimensione, settore o localizzazione. Non era affatto scontato. Siamo anche riusciti a ottenere l'automatismo: le imprese non devono attendere l'esito della tempistica di procedure istruttorie ma possono accedere agli incentivi in autonomia.
Si tratta, ovviamente, di un piano importante e significativo, il primo e più avanzato piano oggi presente in Europa, l'unico che mette insieme innovazione digitale e innovazione green e che mette insieme innovazione e formazione; l'unico che consente di destinare il 10 per cento delle risorse anche alla formazione.
Dopo le nostre FAQ - le FAQ sono le risposte date nei siti del Ministero alle domande delle imprese - si è accelerato l'utilizzo del piano e oggi nel complesso vi hanno fatto richiesta 413 imprese e altre 314 hanno avviato la fase di prenotazione. Comunque, con un emendamento al decreto Fiscale, incrementeremo l'intensità del contributo e, soprattutto, semplificheremo le procedure, in particolare quelle che riguardano il calcolo del risparmio energetico. Siamo in contatto con la Commissione per un altro confronto con la Commissione stessa per fare qualcosa di più, ma le risposte non le avremo prima del mese di gennaio o di febbraio.
Nel contempo sono state pubblicate (e sono nel nostro sito, del Ministero) tutte quelle spiegazioni che le imprese chiedono ogni volta in modo da semplificare l'utilizzo del piano che - lo ribadisco - è il piano più avanzato, l'unico in questo momento in Europa, con 12,7 miliardi di euro, che innova, sul piano digitale e sul piano dell'efficientamento energetico, rispondendo alle regole e ai criteri del PNRR e del REPowerEU, le nostre attività produttive.
PRESIDENTE. La deputata De Micheli ha facoltà di replicare.
PAOLA DE MICHELI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, noi non siamo per niente soddisfatti. Innanzitutto, dalle sue parole sembra che le colpe di complicazioni assurde, che vanno contro qualunque declamazione di semplificazione che questo Governo ha sempre fatto, siano addirittura della Commissione europea o degli uffici di Bruxelles, come se ci fosse qualche funzionario che mettesse le mani direttamente nei nostri decreti attuativi. Dall'altra parte, già il ritardo con il quale avete studiato questi meccanismi ha determinato un problema per le imprese ad accedere, perché, essendo la data di partenza il 1° gennaio, è evidente che si è andati un po' alla cieca e non tutti sono stati in grado di calibrare gli investimenti orientati a quella che poi sarebbe stata la misura di incentivazione. Complicazioni assurde che dimostrano che non siete amici delle imprese.
I tempi, sui quali voi non siete in grado di intervenire per aiutare le imprese, semplificando questa modalità, danno l'idea che siete amici delle imprese solo a parole, oppure che la direzione della transizione, in realtà, non la volete prendere per davvero; anche quello a parole, ma poi sarebbe meglio tenersi quei 6 miliardi per fare qualcos'altro. Ma, se questi soldi non arrivano alle imprese questo sarà l'unico Paese che non ha aiuti pubblici per realizzare la transizione che, invece, è la direzione della storia prima ancora che la direzione di una scelta politica che noi abbiamo ben chiara (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
(Iniziative a favore del comparto automobilistico, con particolare riferimento ai piani industriali di Stellantis e all'incentivazione della produzione di veicoli sul territorio nazionale - n. 3-01563)
PRESIDENTE. Il deputato Grimaldi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01563 (Vedi l'allegato A).
MARCO GRIMALDI (AVS). Presidente, cosa è successo su Stellantis proprio qui alla Camera nell'ultimo mese? Lei, Ministro, lo sa bene. Abbiamo audito Tavares e Tavares è riuscito a fare scena muta: non un piano industriale, non un nuovo modello, nessuna certezza; solo ricatti. A John Elkann cosa è successo? Gli abbiamo mandato una lettera ufficiale della Camera e lui si è rifiutato di presentarsi, dicendo che per lui andavano bene le parole dell'amministratore delegato. Mai successo!
Abbiamo appena detto dell'ennesima richiesta di cassa integrazione. Questa volta il grido d'allarme e di dolore viene da Termoli, dopo lo stop alla gigafactory, e arriva dopo Pomigliano, dopo Cassino e dopo Torino. Siamo diventati il Paese leader non dell'automotive ma della cassa integrazione.
Allora, la domanda è semplice: come farete a costringere Stellantis a favorire la produzione di modelli mass market in Italia? Cosa farete per vincolare gli incentivi al reshoring di modelli FIAT che oggi sono programmati in Serbia, Polonia e Marocco? Ma davvero - e chiudo - dopo mesi di lavoro, dopo una mozione votata qui in Parlamento e dopo lo sciopero di FIOM, FIM e UILM, pensate di farlo tagliando 4,6 miliardi all'automotive per armarci fino ai denti e per darli alla difesa (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)?
PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.
ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Abbiamo svolto, dopo la mozione parlamentare, un tavolo Stellantis, lo scorso 14 novembre, che si è concluso con la richiesta all'azienda di presentarci entro il 16 dicembre, nel prossimo tavolo, un piano Italia convincente e sostenibile che preveda investimenti negli stabilimenti del nostro Paese, così come richiesto dalle mozioni parlamentari approvate qui, in quest'Aula. Abbiamo chiesto, nello specifico, che l'impresa precisi quante risorse intende investire nel nostro Paese e come intende sviluppare i contratti di sviluppo per gli stabilimenti italiani, garantendo una significativa tutela occupazionale.
Abbiamo chiesto che venga data certezza sui tempi e sulle modalità relative alla realizzazione della gigafactory di Termoli e abbiamo chiesto che venga destinata all'Italia la nuova piattaforma produttiva dedicata alle vetture di piccola dimensione, che contribuirebbe ad aumentare la sostenibilità delle imprese della componentistica italiana. Solo se vi saranno risposte convincenti e assertive su questi punti sarà poi possibile, con il concorso di tutti gli attori, supportare il percorso definito dall'azienda. In quella sede, abbiamo anche annunciato il raddoppio del Fondo automotive, da 200 a 400 milioni di euro, a cui si aggiungono i residui dei precedenti piani di incentivi, che ammontano a 240 milioni di euro, così da arrivare nel 2025 a 640 milioni di euro, che destineremo interamente a sviluppare la filiera della componentistica per accompagnarla nella transizione energetica.
Inoltre, per favorire i contratti di sviluppo destinati alle filiere strategiche e, quindi, anche all'automotive, ho firmato un decreto ministeriale che dà una dotazione iniziale di 500 milioni di euro. In questo modo, le risorse per i contratti di sviluppo per gli investimenti delle imprese dell'automotive nel prossimo anno saranno di 1,1 miliardi di euro.
Inoltre, dobbiamo dirlo con franchezza, il problema sta in Europa. Pochi minuti fa è arrivata un'agenzia, secondo cui Ford ha intenzione di tagliare 4.000 lavoratori in Europa, di cui 3.000 soltanto in Germania; Volkswagen ha già annunciato che chiuderà 3 dei 10 stabilimenti in Germania; decine di migliaia di operai, dipendenti e ingegneri sono stati licenziati o saranno in procinto di essere licenziati nelle fabbriche europee. Il problema è in Europa, nelle folli regole che l'Europa ha imposto alle proprie imprese e al proprio lavoro. Per questo, abbiamo definito con il Governo ceco un position paper che modifica la traiettoria, confermando gli obiettivi sempre più difficili, ambiziosi e sfidanti del 2035. Questo position paper sarà presentato nel Consiglio competitività del prossimo 28 novembre, e noi ci auguriamo che sia condiviso - così sembra possibile - dalla maggioranza dei Paesi europei, così da cambiare queste regole folli che stanno imponendo alle imprese il taglio, il licenziamento e la cassa integrazione per mantenersi sotto la proporzione di auto vendute tra auto elettriche e auto endotermiche che, dal 1° gennaio 2025, ove non fosse raggiunto quell'obiettivo, porterebbe a multe pari a 15 miliardi di euro, a un macigno che schianterebbe l'industria dell'auto europea.
PRESIDENTE. Il deputato Grimaldi ha facoltà di replicare.
MARCO GRIMALDI (AVS). La verità, Ministro, è che lei sa dare solo alibi a chi sta fuggendo. Anzi, le dico una cosa in più. Qualche giorno fa ho chiesto al Ministro Giorgetti quali erano le politiche industriali del Paese, e lui ha detto che il compito del Governo non è fare politiche industriali, e si vede. Si vede dalla sua risposta, l'hanno rapinata, gli hanno tolto il portafoglio e lei, di fatto, dopo essere stato licenziato, condivide pure quello che hanno fatto i suoi colleghi, tant'è vero che Crosetto, che è qui a fianco a lei, ha preso esattamente tutti i 4 miliardi tolti dal Fondo automotive.
Siamo davanti all'ennesimo calo di produzione, il diciottesimo di fila. Ci faccia capire, ma a lei bastano le garanzie che le ha dato Stellantis? È soddisfatto dell'incontro dell'altra settimana? Negli ultimi anni, in 10 anni, si sono persi 8.000 lavoratori in quel settore. Sa quali sono le nuove assunzioni che hanno presentato a quel tavolo? Zero. Ecco, io lo dico così, negli ultimi 17 anni la produzione in Italia è calata del 70 per cento. A proposito del “no, continuiamo a salvare l'endotermico”, ma cosa vuole salvare? Siamo davanti all'eutanasia. Delle 500.000 auto vendute in Italia, meno della metà sono prodotte in Italia, ma quale incentivo vuole dare, che non si produce più nulla? L'Italia ormai è ottava nella graduatoria europea dei Paesi costruttori di auto, non produciamo più nulla. Ma esattamente a cosa serve rimandare la fine dell'endotermico? Sa qual è l'unica macchina elettrica prodotta in Italia? Questa qua (Il deputato Grimaldi mostra un modellino di auto), la 500, piccolissima, troppo piccola. Non serve, non basta, e glielo dico, le vendite complessive vanno male, ma le vendite, tra l'altro, di Stellantis sull'elettrico vanno bene, sono aumentate. Il motore endotermico è già morto, ed è inutile rimandarne l'eutanasia. L'iconica Topolino, 100 per cento elettrica, dove la fanno? Sotto i suoi occhi, la fanno da un'altra parte, la fanno in Marocco; la nuova 600 ibrida, elettrica dove la fanno? È assemblata a Tychy, in Polonia, sotto i suoi occhi, durante il suo Governo; la Panda elettrica non verrà fatta a Pomigliano, verrà fatta, in futuro, in Serbia, e lei dov'è in questo frangente, in questa contesa? Le abbiamo chiesto, insieme a tutte le opposizioni, cosa intende fare per porre fine alle delocalizzazioni, come intende vincolare gli incentivi, appunto, alla produzione di auto. La sua scena muta, il fatto che l'hanno rapinata e le sta bene, sta dando l'alibi perfetto…
PRESIDENTE. Concluda.
MARCO GRIMALDI (AVS). …a Tavares ed a Elkan per fare esattamente quello che vogliono…
PRESIDENTE. La ringrazio.
MARCO GRIMALDI (AVS). …continuare la fuga (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
(Intendimenti in ordine alla predisposizione del disegno di legge annuale per le piccole e medie imprese - n. 3-01564)
PRESIDENTE. La deputata Cavo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-01564 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, parliamo di piccole e medie imprese. L'Istat ha confermato il ruolo che svolgono nel nostro Paese: rappresentano il 78,3 per cento delle imprese totali (parliamo delle micro-imprese); il 18,5 per cento è rappresentato dalle imprese di piccole dimensioni. Questo per dire quanta forza rappresentano nel sistema produttivo italiano, anche a livello europeo i dati non sono dissimili. Abbiamo registrato, però, - lo dice Eurostat - un calo della produzione in Germania del 9 per cento, in Francia del 5 per cento e in Italia del 3,5 per cento.
Ovviamente piccole e medie imprese significano grandi opportunità, ma anche limiti, limiti dati dalle dimensioni, limiti di accesso al credito, limiti negli investimenti in tecnologia, limiti anche nel sostegno all'export. Abbiamo uno statuto, quello del 2011, che definisce importanti principi per le micro, piccole e medie imprese e prevede anche, all'articolo 18, una legge annuale di sostegno alle piccole e medie imprese.
PRESIDENTE. Concluda.
ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)M-CP). Lei aveva annunciato che ci sarebbe stata quest'anno la legge, e le chiediamo, pertanto, quale sia lo stato di avanzamento del disegno di legge previsto, appunto, dallo statuto delle imprese.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.
ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Si, grazie. Proprio ieri i miei uffici hanno trasmesso agli uffici degli altri Ministeri coinvolti il testo della prima legge annuale sulle piccole e medie imprese, e penso che possa essere approvato in Consiglio dei Ministri nelle prossime settimane. Prima legge annuale sulle piccole e medie imprese perché, come diceva lei, giustamente, il Governo Berlusconi aveva previsto, nel 2011, un dispositivo normativo per realizzare, ogni anno, una legge annuale sulle piccole e medie imprese a somiglianza della legge annuale sulla concorrenza. Sommessamente dico che nei 15 anni precedenti al nostro Governo sono state fatte 2 leggi sulla concorrenza, una ogni 7 anni, mentre noi ne abbiamo fatte 2 in 2 anni, e abbiamo deciso di fare anche la legge annuale sulle piccole e medie imprese. In particolare, questo primo dispositivo conterrà misure per introdurre incentivi per favorire i processi di aggregazione tra imprese e iniziative per valorizzare le competenze delle piccole e medie imprese, trasferendole alle nuove generazioni.
Inoltre, interverremo per portare avanti la semplificazione burocratica, l'accesso al credito e la promozione della libertà di iniziativa economica e la concorrenza. Già in questa legge di bilancio siamo intervenuti rifinanziando in maniera significativa la legge Sabatini (1,7 miliardi di euro fino al 2029), e in fase di conversione porteremo avanti un intervento importante sul Fondo di garanzia, misura che ha già permesso, fino a settembre di quest'anno, l'attivazione di quasi 30 miliardi di finanziamenti bancari, accogliendo circa 173.000 domande.
Inoltre, la scorsa settimana ho varato il bando per il supporto agli investimenti delle piccole e medie imprese in impianti fotovoltaici ed eolici, ai fini dell'autoconsumo industriale 320 milioni a fondo perduto. Questi 320 milioni a fondo perduto si aggiungono ai 12,7 miliardi del Piano Transizione 5.0. Ricordo agli interroganti che le risorse del Piano Transizione 5.0 sono state ricavate nel dicembre dello scorso anno dalla contrattazione in sede europea su un documento a cui si opponevano i partiti di opposizione in Italia, che ci ha consentito di ricavare 6,3 miliardi di euro, e il piano Transizione 5.0 è attivo, di fatto, dal 1° gennaio di quest'anno, per capire la tempestività di questo Governo a supporto delle imprese, malgrado i vincoli che la Commissione europea, essendo risorse europee del PNRR, ci pone. Ecco questo per capire come interveniamo. Anche per quanto riguarda il Fondo automotive, 200 milioni?
Lo raddoppieremo, in questa legge di bilancio, a 400 milioni. Con i 240 milioni che abbiamo ricavato dai bilanci e precedenti residui si arriva, quindi, a 640 milioni di euro per il settore dell'automotive, e con i 500 milioni di euro destinati ai contratti di sviluppo per le aziende in transizione si arriverà a 1.140.000.000 di euro. Penso che siano risorse significative, che dimostrano la traiettoria che il Governo ha nella sua politica industriale. Aggiungo, per chi non lo sapesse, che abbiamo un'audizione nelle prossime settimane nelle Commissioni riunite sul piano di politica industriale che abbiamo presentato alla consultazione pubblica, Made in Italy 2030: per la prima volta, un piano strategico sulla politica industriale viene sottoposto alla consultazione pubblica, il che ci permetterà di delineare la politica industriale dei prossimi 5 anni del nostro Paese e di indicare all'Europa la rotta da tracciare.
PRESIDENTE. La deputata Cavo ha facoltà di replicare.
ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, per la sua articolata risposta, che è partita dalle piccole e medie imprese e si è ampliata. Ovviamente non posso che dichiararmi, a nome del gruppo di Noi Moderati, soddisfatta per l'attenzione che sta rivolgendo alle piccole e medie imprese, oggetto di questa interrogazione, vista la volontà, con tempi molto ravvicinati, come ci ha detto, di varare questo disegno di legge che era previsto dallo statuto delle imprese, ma, di fatto, non era mai stato attuato. Sostanzialmente, abbiamo avuto un Governo di centrodestra che ha creduto in questo statuto e che ha fissato dei principi fondamentali - quelli dell'iniziativa economica, della concorrenza, della semplificazione burocratica, del diritto per le piccole e medie imprese di accesso al credito e la necessità di semplificazione amministrativa - e adesso abbiamo questo Governo, un altro Governo di centrodestra, che dà attuazione concreta con la legge di cui lei ci ha parlato, facendo riferimento a delle misure importanti, ovvero incentivi per l'aggregazione delle imprese, semplificazione burocratica, misure per l'agevolazione di accesso al credito, oltre che, ovviamente, la promozione della libera concorrenza.
È un segnale importante che questa legge ci sia e che, quindi, si rispetti anche l'annualità e la volontà di dare attuazione all'annualità di questo provvedimento, così come quello che ha citato sulla concorrenza e adesso in discussione nelle Commissioni riunite. Ovviamente, seguiamo tutto questo con attenzione e bene ha fatto a ricordare il Fondo di garanzia, che ci sembra di capire avrà addirittura una rimodulazione, grazie alle tante domande che sono state presentate, la legge Nuova Sabatini, i chiarimenti su Transizione 5.0 e anche l'automotive, che è stata anche oggetto di argomento in quest'Aula, in questi question time. Quindi recepiamo anche tutto quello che ha riferito sull'automotive, altro tema che seguiremo con attenzione, anche per l'interesse legato a tutta la filiera. Ovviamente, per quanto riguarda le leggi oggetto di questa interrogazione, non potremo che essere affianco, seguire tutto l'iter ed essere a sostegno di questo provvedimento. Credo se ne parlerà anche in legge di bilancio con degli emendamenti possibili e che sosterremo per le piccole e medie imprese, ma la soddisfazione per la risposta che ci ha dato è chiara e seguiremo questo percorso insieme a lei (Applausi della deputata Marchetto Aliprandi).
(Intendimenti del Governo in ordine all'impegno militare ed economico a sostegno dell'Ucraina, in considerazione della minaccia di escalation nucleare e dei recenti sviluppi dello scenario internazionale - n. 3-01565)
PRESIDENTE. Il deputato Faraone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01565 (Vedi l'allegato A).
DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, noi siamo naturalmente convinti del fatto che il miglior modo per giungere alla pace, perché questo è l'obiettivo che innanzitutto ci sta a cuore nel conflitto russo-ucraino, sia quello di non mollare e non dare la sensazione che Putin ci possa prendere per stanchezza e ci possa intimidire. Questo crediamo che debba essere l'atteggiamento da parte dell'Occidente e credo debba essere anche l'atteggiamento del nostro Paese.
Vorremmo capire se è convinto anche lei di questo nostro convincimento, anche alla luce delle 2 novità: la nuova Presidenza americana, che invece si è mostrata molto più fredda, rispetto a quella attuale, su questo conflitto, e rispetto anche all'intendimento, anzi, alla decisione presa dal Presidente Biden di dare il via libera all'uso delle armi sul territorio russo.
PRESIDENTE. Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha facoltà di rispondere.
GUIDO CROSETTO, Ministro della Difesa. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, rispondo al quesito dell'onorevole interrogante partendo da un rapido punto di situazione relativo ai recenti sviluppi del conflitto in Ucraina. Dopo mille giorni di guerra, scatenata - è bene ribadirlo - dalla Federazione Russa, in dispregio di ogni regola del diritto internazionale, la situazione resta difficile. Nelle ultime settimane la Russia ha ulteriormente incrementato il ritmo e l'intensità delle operazioni, effettuando attacchi di inusitata violenza, come quello del 18 novembre scorso, quando ben 120 missili e 90 droni sono stati lanciati contro la parte occidentale dell'Ucraina.
Un attacco con pochi precedenti per dimensioni e aggressività, che ha preso di mira le infrastrutture energetiche e causato vittime civili inermi. Ciò conferma la strategia russa tesa a logorare la resistenza e le risorse morali e materiali dell'Ucraina, puntando ad indebolirla, in vista del prossimo inverno. La posizione del Governo non è cambiata: riteniamo necessario continuare a fornire sostegno all'Ucraina, in coerenza con quanto fatto finora, al fine di ottenere, come tutti auspichiamo e lei ricordava, le condizioni per una pace giusta e duratura.
Un obiettivo messo in discussione dal Presidente Putin, che in questi mille giorni non ha mai smesso di ordinare il lancio di micidiali attacchi missilistici anche su civili inermi e installazioni civili. Seguiamo in ogni caso con attenzione ogni nuovo sviluppo della situazione e, in particolare, mi riferisco alla decisione, da lei richiamata, del Presidente Biden di consentire a Kiev l'uso di missili americani ATACMS per colpire la Russia all'interno dei suoi confini. Per interesse alla chiarezza, lasciatemi però fare alcune precisazioni: questi missili, definiti armi a lungo raggio, sono in realtà dei semplici missili tattici, cioè di portata entro i 300 chilometri.
Quelli a lungo raggio arrivano a migliaia di chilometri, i missili a lungo raggio sono quelli che hanno portata superiore alle migliaia di chilometri, non è quello di cui stiamo parlando. Alla decisione americana Mosca ha reagito annunciando di avere rivisto la sua dottrina nucleare, prevedendo la possibilità di attivare una risposta limitata a eventuali attacchi convenzionali perpetrati da Paesi sostenuti da potenze nucleari o che ne mettano a rischio l'integrità territoriale. Va da sé che quello in corso è un frangente di particolare gravità, che richiede un surplus di prudenza e attenzione.
Le nostre scelte non possono basarsi su ipotesi o promesse che vorranno fare altri soggetti, né possiamo farci influenzare da talune emotive dichiarazioni, da cui rimaniamo comunque stupiti. Siamo e restiamo saldi all'interno dell'Alleanza e delle organizzazioni internazionali, che costituiscono il cardine dell'architettura di sicurezza e sono baluardo del nostro sistema di valori. La posizione dell'Italia non cambia, non viene modificata e rimane ancorata al caposaldo del diritto internazionale.
In questo contesto si inquadra la cessione di materiale ed equipaggiamento militare all'Ucraina che è avvenuta finora e che aveva la finalità di difendere la popolazione e le infrastrutture di Kiev, attaccate dalla Russia; un contributo molto importante, in relazione alle nostre capacità, che aveva e continua ad avere lo scopo di creare le condizioni per una pace giusta e di difendere i civili.
PRESIDENTE. Il deputato Faraone ha facoltà di replicare.
DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Presidente, mi ritengo soddisfatto della risposta del Ministro. Il nostro question time su questo tema, visto che comunque ci eravamo visti e sentiti per tale tematica in questo Parlamento poco tempo fa, ma con condizioni che erano completamente diverse rispetto a quelle attuali - ho ricordato cos'è cambiato - è stato un question time proprio voluto per ascoltare il Ministro e la volontà del Governo italiano su un conflitto su cui noi italiani non possiamo permetterci alcuna stanchezza.
La stanchezza, semmai, la può lamentare il popolo ucraino per la condizione di vita a cui è costretto: il rischio della vita, l'impossibilità di poter studiare, di poter frequentare locali per qualsiasi condizione di vita normale e quotidiana. Quel popolo può benissimo raccontare della sua stanchezza, noi dobbiamo soltanto sostenere un popolo che ha dimostrato coraggio nella sua resistenza, e dobbiamo farlo insieme all'Occidente. Il rischio che avverto, signor Ministro, è che ci possa essere una sorta di disimpegno da parte della nuova Presidenza americana.
Auspico di no. Mi auguro con tutto il cuore di no, ma come Europa dovremo essere pronti, qualora questo dovesse verificarsi, perché quello che sta succedendo in Ucraina è un fatto che ci riguarda, che riguarda direttamente i nostri confini, che riguarda la libertà di un popolo e che riguarda le nostre libertà. Per cui, sono soddisfatto della sua risposta e spero che, da questo punto di vista, il Parlamento intero possa sostenere il Governo su un'impostazione che è propria di chi vuole la pace, non di chi vuole la guerra. Perché l'unico modo per contrastare un autocrate come Putin non è farsi intimidire quando dice che userà l'atomica, ma è dimostrargli che non abbiamo paura. Questo è l'unico modo per farlo sedere a un tavolo di pace e, poi, trovare una soluzione.
(Iniziative volte a favorire l'inclusione sociale e lavorativa delle donne vittime di violenza, anche mediante forme di sostegno all'indipendenza economica - n. 3-01566)
PRESIDENTE. La deputata Tenerini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01566 (Vedi l'allegato A).
CHIARA TENERINI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Ministro Calderone, l'entità dei fenomeni di violenza costituisce una delle più gravi piaghe della società contemporanea che non registra arresti, nonostante i numerosi interventi di carattere preventivo e repressivo previsti dall'attuale legislazione in materia.
I dati pubblicati l'11 novembre 2024 dal Ministero dell'Interno rilevano come, nel periodo 1° gennaio-10 novembre 2024, si siano registrati in Italia 266 omicidi, con 97 vittime donne, di cui 83 uccise in ambito familiare affettivo, e come, tra queste, 51 abbiano trovato la morte per mano del partner o dell'ex partner.
Al fine di estirpare questo odioso fenomeno, occorre anche supportare le donne vittime di violenza attraverso percorsi di inclusione sociale, da un lato, fornendo supporti di natura economica, dall'altro, favorendone l'inclusione lavorativa.
Nell'impegno contro la violenza sulle donne riveste un ruolo di primo piano l'investimento sul lavoro e sulla valorizzazione dell'esperienza femminile.
Una bassa partecipazione femminile al mercato del lavoro limita, poi, anche la crescita economica di una Nazione. Ridurre tale divario aiuta a diminuire i costi economici e sociali del Paese ed è un fattore rilevante per la crescita del prodotto interno lordo.
Per tutto questo, si chiede quali iniziative di competenza il Ministro interrogato abbia adottato e quali intenda adottare per incrementare l'inclusione sociale e lavorativa delle donne vittime di violenza, nonché per fornire alle stesse un sostegno, anche di natura economica, al fine di assicurarne l'indipendenza e l'emancipazione da tali intollerabili fenomeni di persecuzione e crudeltà.
PRESIDENTE. La Ministra del lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha facoltà di rispondere.
MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole Tenerini per aver posto l'attenzione sul tema della violenza di genere, un tema connotato da una particolare complessità, da ragioni culturali, a contrasto delle quali sono necessarie una strategia globale e una pluralità di interventi di natura diversa, che spaziano dall'adozione di specifici strumenti normativi a una mirata attività preventiva e inclusiva.
Voglio ricordare che, già con la legge di bilancio per il 2024, abbiamo introdotto sgravi contributivi volti a favorire l'assunzione di donne disoccupate, vittime di violenza, che beneficiano del reddito di libertà. In particolare, vengono destinati 12,5 milioni di euro per finanziare lo sgravio contributivo assicurato ai datori di lavoro privati che, nel triennio 2024-2026, assumeranno donne disoccupate vittime di violenza. La misura dell'esonero è pari al 100 per cento dei contributi previdenziali, con una durata dell'agevolazione che varia a seconda della tipologia di contratto di lavoro stipulato, se è a tempo determinato o a tempo indeterminato, da 12 a 24 mesi.
Occorre, poi, ricordare che, con il decreto-legge n. 48 del 2023, il decreto Primo maggio, questo Governo ha riconosciuto la possibilità alle donne vittime di violenza di usufruire dell'assegno di inclusione proprio per superare una condizione di dipendenza economica che, nei fatti, impedisce spesso l'allontanamento dai contesti nei quali è maturata la violenza. Ad oggi la misura ha dato i suoi primi risultati: 1.640 donne vittime di violenza sono già state messe in protezione e beneficiano dell'assegno; di queste 1.272, quindi più del 77 per cento, sono donne con figli minori a carico, per un totale di 2.230 minori messi in protezione con la misura dell'assegno di inclusione.
Inoltre, per sostenere l'indipendenza economica, nonché percorsi di autonomia e di emancipazione delle donne vittime di violenza, come dicevo prima, abbiamo voluto rafforzare la misura del reddito di libertà. Allo stesso modo, in questa direzione va il disegno di legge di bilancio 2025, che contribuisce a intensificare quest'azione di sostegno inclusivo alle donne disoccupate vittime di violenza. In questo senso è stato incrementato il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità di 3 milioni di euro annui, a decorrere dal 2025, per le attività di orientamento e formazione al lavoro per le donne vittime di violenza.
Garantire adeguati percorsi di reinserimento socio-lavorativo può certamente contribuire a conseguire quell'autonomia economica che è condizione essenziale per l'affrancamento da contesti sociali e familiari nei quali, troppo spesso, si verificano episodi di violenza.
Ribadisco, infine, a quest'Aula - che ha di recente discusso alcune mozioni in materia di parità di genere - che il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali terrà fede agli impegni assunti in quella sede, con particolare attenzione a quelli che mirano al contrasto della violenza contro le donne.
PRESIDENTE. La deputata Tenerini ha facoltà di replicare.
CHIARA TENERINI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro per la risposta puntuale e per l'impegno, già dimostrato dal Governo, nell'affrontare il drammatico fenomeno della violenza di genere. Come Forza Italia, ci dichiariamo soddisfatti per le misure messe in campo finora, in particolare per l'attenzione rivolta al sostegno economico e al reinserimento lavorativo delle donne vittime di violenza. Auspichiamo, tuttavia, che si possa fare ancora di più per affrontare ogni aspetto della violenza di genere, che non si manifesta solo attraverso le forme più visibili, come la violenza fisica o la violenza verbale, ma anche attraverso quella economica. Troppe donne, infatti, rimangono intrappolate in situazioni di abuso, perché prive degli strumenti economici per affrancarsi da contesti familiari oppressivi e violenti.
Siamo convinti, quindi, che il lavoro sia il vero strumento di emancipazione e libertà. Accogliamo con favore, quindi, la conferma degli sgravi contributivi per l'assunzione di donne vittime di violenza e l'incremento del Fondo per il reddito di libertà, non solo l'incremento di tale Fondo, ma anche l'aver reso strutturale la misura del reddito di libertà.
È necessario, però, ampliare ulteriormente l'impegno per rafforzare l'occupazione femminile e garantire che ogni donna possa costruire un futuro indipendente e sicuro. Per questo, Ministro, apprezziamo l'impegno che lei si è assunto rispetto alle mozioni che, recentemente, sono state discusse in quest'Aula riguardo al gender gap. In particolare, suggeriamo che si potenzino le risorse per la formazione professionale, orientando le donne verso quei settori strategici e in crescita per facilitarne l'occupazione, che si promuovano politiche mirate a valorizzare l'imprenditorialità femminile, facilitando l'accesso al credito e a finanziamenti anche per le donne vittime di violenza e che si acceleri l'implementazione delle misure già previste, garantendo che gli aiuti arrivino rapidamente e senza ostacoli burocratici su tutto il territorio nazionale.
Come Forza Italia, forza liberale e riformista, crediamo fortemente che combattere la violenza di genere significhi non solo punire gli abusi, ma anche rimuovere tutte le barriere economiche e sociali che impediscono alle donne di costruirsi una vita dignitosa e indipendente. Siamo soddisfatti per quanto fatto finora dal Governo, ma la strada è ancora lunga. Continueremo a lavorare, con spirito costruttivo, affinché l'Italia possa essere un esempio di vera parità e libertà per tutte le donne, quel principio di libertà che è sempre stato il motore delle politiche del Presidente Berlusconi e del nostro movimento Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
(Iniziative di carattere strutturale per il contrasto della povertà, con particolare riguardo alla situazione dei minori - n. 3-01567)
PRESIDENTE. La deputata Barzotti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Marianna Ricciardi ed altri n. 3-01567 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Ministra, il re è nudo: le misure che avete introdotto di contrasto alla povertà dopo l'abolizione del reddito di cittadinanza sono totalmente inadeguate. Anche l'ultimo rapporto Caritas ci dà conferma del fatto che, quando vi dicevamo di fermarvi, ma in preda alla furia ideologica avete comunque deciso di andare avanti nella sua cancellazione, noi avevamo ragione. La povertà è in aumento in tutta Italia, da Nord a Sud: sono 5,7 milioni le persone in povertà assoluta, di cui 1,3 milioni sono bambini, sono giovani, sono i nostri figli, sono i nostri nipoti. E, dramma nei drammi, la povertà è ereditaria: servono cinque generazioni per uscire dalla povertà.
Ebbene, Ministra, noi vogliamo sapere che cosa intendete fare rispetto a questa drammatica situazione, perché le persone che si trovano in queste condizioni verranno lasciate senza reddito di cittadinanza, in una condizione di totale solitudine, di disagio abitativo, di precarietà lavorativa, di abbandono.
E la prego, Ministra, non ci racconti la solita storiella dell'assegno di inclusione e del supporto per la formazione e il lavoro perché questi strumenti, come potete vedere e come confermato dai dati, non funzionano e non bastano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha facoltà di rispondere.
MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. In risposta agli onorevoli interroganti ricordo il contenuto del decreto-legge n. 48 del 2023, con il quale abbiamo introdotto, a partire dal 1° gennaio 2024, l'assegno di inclusione, ossia una misura nazionale di contrasto alla povertà, di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale, condizionata, tra le altre, alla prova dei mezzi sulla base dell'ISEE, alla situazione reddituale del beneficiario e del suo nucleo familiare e all'adesione a un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa. Questo beneficio è riconosciuto su richiesta di uno dei membri del nucleo familiare al fine di garantire le esigenze di inclusione dei nuclei composti, tra gli altri, proprio da minorenni. Per i nuclei familiari con componenti minorenni, inoltre, nel Patto per l'inclusione va documentato l'adempimento dell'obbligo di istruzione, al fine di contribuire al rafforzamento delle misure per superare il fenomeno della cosiddetta “povertà educativa”, richiamato dal rapporto Caritas citato dagli onorevoli interroganti.
I soggetti che usufruiscono dell'ADI con figli in aggiunta hanno diritto all'assegno unico universale in aggiunta. A decorrere dal 1° gennaio 2024, il beneficio dell'assegno, infatti, è integralmente cumulabile con l'ADI, il quale peraltro può essere anche integrato da programmi regionali di sostegno alla povertà.
Rilevo, inoltre, che al fine di assicurare ai beneficiari dell'assegno di inclusione e alle persone in situazione di difficoltà socio-economica il supporto dei servizi nel percorso di inclusione sociale e lavorativa, il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali predispone periodicamente un Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali che include il Piano sociale nazionale e il Piano nazionale per gli interventi e i servizi sociali di contrasto alla povertà.
Il decreto-legge n. 48 del 2023 ha introdotto anche la misura del supporto per la formazione e il lavoro, che può essere utilizzata anche dai componenti dei nuclei che percepiscono l'ADI e che decidono di partecipare ai percorsi di attivazione al lavoro, purché non ricompresi nella scala di equivalenza. In questo modo si punta, oltre che al sostegno economico, anche al rafforzamento delle opportunità occupazionali dei nuclei familiari, auspicando sia il superamento della povertà intergenerazionale sia la riduzione delle condizioni di disagio, per un'effettiva integrazione socio-lavorativa nei nuclei di cui trattasi.
A queste misure si aggiungono, poi, i programmi predisposti nell'ambito del Piano nazionale contro la povertà 2021-2027, che si sviluppa su quattro priorità, una delle quali, la Child Guarantee, è interamente orientata a garantire l'accesso a una vita dignitosa e ai servizi di base ai minorenni a rischio povertà o esclusione sociale. In conclusione, ribadisco l'impegno costante del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali nell'attuazione di politiche strategiche consistenti in interventi di natura strutturale, finalizzate a contrastare e ridurre il fenomeno della povertà assoluta. Voglio rassicurare gli onorevoli interroganti del fatto che al Governo e al Ministro del Lavoro e delle politiche sociali sono ben chiare e presenti le necessità della popolazione in condizione di difficoltà, perché quello della povertà è un tema certamente importante che va affrontato tecnicamente e strategicamente senza fare enunciazioni di principio, come quelle che fece chi disse di aver abolito la povertà.
PRESIDENTE. La deputata Marianna Ricciardi ha facoltà di replicare.
MARIANNA RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Ministra, questa risposta non ci può soddisfare, perché in un Paese che si ritiene civile, in cui il Presidente del Consiglio invita Capi di Governo e Capi di Stato in Puglia a mangiare per il G7, non ci possono essere 200.000 bambini in povertà alimentare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E non è vero quello che dice il suo collega, il Ministro Lollobrigida, che i poveri mangiano meglio, perché purtroppo questi bambini non possono permettersi più di un pasto proteico a settimana. E la colpa non è dei magistrati, degli intellettuali, dei vostri altri capri espiatori o dell'opposizione, perché in questi due anni in cui la povertà assoluta è aumentata c'eravate voi al Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e se ci fossero i vostri figli in povertà alimentare leggereste questi dati in maniera fredda e distaccata? Io non penso proprio. Certamente fareste qualcosa di più, fareste di tutto per dar loro un pasto adeguato ogni giorno.
E di quali misure del Governo dovremmo essere soddisfatti, Ministra, di quali record dovrebbero gioire i 200.000 bambini in povertà alimentare e i 5.700.000 italiani in povertà assoluta? Per non parlare, poi, delle persone che appartengono al ceto medio, che camminano sul filo di una povertà che è relativa, ma che, al minimo imprevisto, rischia di diventare assoluta. Io sono convinta che ci sia un vero progresso soltanto quando i vantaggi economici sono per tutti, per questo motivo credo che in questa situazione così drammatica ci sia un'unica cosa da fare e cioè ripristinare l'unica misura che negli ultimi vent'anni ha consentito di ridurre il numero di poveri. L'unica cosa da fare in questo momento è ripristinare il reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
(Iniziative di competenza volte ad evitare effetti discriminatori a danno degli agenti di assicurazione in relazione all'applicazione dell'agevolazione cosiddetta «decontribuzione Sud» - n. 3-01568)
PRESIDENTE. Il deputato D'Alessio ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01568 (Vedi l'allegato A).
ANTONIO D'ALESSIO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, nelle ultime settimane l'INPS sta inaspettatamente richiedendo gli importi che erano stati invece giustamente calcolati in riduzione dei contributi previdenziali dagli agenti di assicurazione, in ottemperanza della normativa detta Decontribuzione Sud. Sembrerebbe che la problematica sia da ricondurre al codice Ateco di riferimento, che non distingue gli agenti di assicurazione iscritti nella sezione pensionistica di artigiani e commercianti dell'INPS dalle compagnie di assicurazione o dagli istituti bancari. Ultimamente, poi, si rincorrono voci secondo cui c'è il rischio che l'INPS possa rivalersi anche su artigiani, commercianti e imprenditori, perché l'Unione europea avrebbe bloccato circa 2 miliardi di euro a copertura dell'agevolazione. Allora, chiediamo quali iniziative di competenza intenda porre in essere al fine di risolvere l'evidente discriminazione nei confronti degli agenti di assicurazione e se è possibile tranquillizzare tutti i commercianti, artigiani e imprenditori del Mezzogiorno che hanno legittimamente usufruito dell'agevolazione prevista dal Governo.
PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha facoltà di rispondere.
MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti per questo quesito avente ad oggetto la possibile esclusione degli agenti assicurativi dalla fruizione dell'agevolazione Decontribuzione Sud. In via preliminare, va precisato che, in forza di quanto previsto dal tenore letterale della normativa nazionale, la platea dei beneficiari che può accedere all'esonero contributivo in oggetto è costituita dai datori di lavoro privati del Mezzogiorno, anche non imprenditori, con riferimento ai rapporti di lavoro dipendente con esclusione del settore agricolo e del lavoro domestico, nonché dei settori espressamente esclusi dall'articolo 1, comma 162, della legge n. 178 del 2020. Al riguardo, si è posto il problema se potessero essere ricompresi in questa platea anche i soggetti che svolgono attività ausiliarie nei settori finanziari e assicurativi, in ragione della peculiarità di questo settore che si connota come un'attività di intermediazione commerciale e non come attività finanziaria o assicurativa in senso stretto. Come dicevano gli onorevoli interroganti, nell'ambito di quelle che sono le attività riconducibili al codice Ateco del gruppo K, che è quello degli intermediari del credito e delle assicurazioni, lì c'è una distinzione per casistiche che distingue tra le banche e le imprese di assicurazione e, ovviamente, le agenzie di assicurazione.
Questa distinzione, comunque, non è di agevole perimetrazione, in quanto l'attività di intermediazione degli agenti assicurativi è ricompresa proprio nella classificazione del sistema Ateco 2007 nell'ambito di quel grande gruppo. L'autorizzazione concessa dall'Unione europea a seguito della notifica a suo tempo inoltrata dal Governo in carica nel 2020 non ha previsto un'esplicita inclusione degli agenti di assicurazione tra i fruitori e i beneficiari di Decontribuzione Sud, pur in presenza, avete detto bene, di oggettive differenze sul campo di attività e sulla finalità dell'attività.
Per questa ragione, il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha avviato un'interlocuzione istituzionale con la Commissione, anche alla luce delle ragionevoli istanze manifestate dai rappresentanti del settore. In ogni caso, nelle more di una definizione certa di questo perimetro, assicuro l'impegno del Ministero a porre in essere tutte le iniziative utili a favorire la sospensione delle azioni avviate dall'Istituto nazionale della previdenza sociale per il recupero delle somme fruite da parte degli agenti assicurativi, mentre rassicuro gli onorevoli interroganti sul fatto che l'estensione di un'eventuale revoca non debba andare oltre questo contesto specifico, includendo, invece, gli altri iscritti alla gestione artigiani e commercianti, che è ben altra cosa.
Vi confermo la piena attenzione sul tema e lo sforzo di giungere in tempi brevi a un risultato che tenga nella dovuta considerazione le peculiarità di questo settore e che sia coerente con il quadro normativo nazionale e sovranazionale.
PRESIDENTE. Il deputato D'Alessio ha facoltà di replicare.
ANTONIO D'ALESSIO (AZ-PER-RE). Grazie, Ministro. Ci soddisfa nella misura in cui l'INPS, come ci ha assicurato lei, fermerà questa azione di recupero, perché il fatto è abbastanza grave. È grave che non si sia chiarito, per la verità, prima, in sede europea, che non si sia disallineata la figura dell'assicuratore da quella delle compagnie di assicurazione e delle banche. Voglio dire, se noi chiediamo a questi soggetti i contributi, così come se fossero commercianti, noi li inquadriamo lì.
Poi non possiamo farli diventare banche e assicurazioni, che non possono agire in decontribuzione. È uno di quei casi nei quali, per la verità, la politica non esce bene, non fa bella figura. Abbiamo avuto segnalazioni dall'ANAPA, dai sindacati, da tanti soggetti individuali. Noi ai cittadini dovremmo cercare di dare prova di affidabilità e trasmettere certezze sulla base di percorsi improntati a equità, senza errori, svarioni e confusione. Però, ripeto, lei, Ministro, ci rassicura dicendo che continuerà a seguire la vicenda fino al disallineamento totale. Lo faremo anche noi, come partito che si è preso carico di questa problematica e, quindi, speriamo per il bene di questa categoria (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
(Iniziative volte a proseguire il percorso di rilancio dei benefici accessori per i lavoratori (cosiddetti fringe benefits) - n. 3-01569)
PRESIDENTE. La deputata Nisini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01569 (Vedi l'allegato A).
TIZIANA NISINI (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro Calderone, buon pomeriggio. Premesso che l'attuale conformazione del mercato del lavoro in Italia riguarda ormai una platea stabile di circa 24 milioni di soggetti ed è caratterizzata da numerosi fenomeni di interesse per imprese e lavoratori, legati, tra l'altro, a forme di welfare aziendale sempre più diffuse e richieste, tali prestazioni e servizi - erogati dall'azienda ai propri dipendenti per favorire il loro benessere personale, lavorativo e familiare - assumono diverse configurazioni a seconda delle rispettive finalità, coprendo aree di interesse che coinvolgono tanto finalità sociali e di conciliazione vita-lavoro, quanto aspetti retributivi.
Si tratta dei cosiddetti fringe benefits, ossia quell'insieme di misure di welfare retributivo che comprende, ad esempio, l'erogazione ai dipendenti di buoni carburante, buoni spesa e buoni acquisto, rivelatisi assai utili anche come forme di sostegno al potere d'acquisto durante la recente tendenza inflazionistica. L'articolo 51 del DPR 22 dicembre 1986, n. 917, prevede che queste forme di welfare, se inferiori ad una determinata soglia, non concorrono a formare il reddito da lavoro dipendente e il valore in parola è stato negli anni rivisto numerose volte rispetto all'ordinaria soglia di 258,23 euro.
L'utilizzo di strumenti come i fringe benefits potrebbe rappresentare un elemento utile anche per finalità ulteriori, ad esempio quale fattore incentivante per lo spostamento dei lavoratori. Le chiedo, Ministro, quali iniziative intenda, con il suo Ministero, adottare per proseguire il percorso di rilancio dei fringe benefits.
PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha facoltà di rispondere.
MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti perché il tema posto certamente merita particolare attenzione. Credo fortemente nell'importanza strategica della promozione del welfare aziendale, per la sua dimensione sociale ed economica, centrale in una concezione del lavoro che guarda alle esigenze dei lavoratori, oggi sempre più attenti alla qualità della vita e al rispetto dell'equilibrio tra vita lavorativa e personale.
È per questo che, con il disegno di legge di bilancio per il 2025, attualmente all'esame del Parlamento, il Governo intende confermare i limiti di esenzione dei fringe benefits, rendendo strutturale la misura che era riconosciuta solo per l'anno 2024. In particolare, l'articolo 68 del disegno di legge di bilancio dispone che, per il periodo d'imposta 2025-2027, i fringe benefits non concorreranno a formare il reddito da lavoro dipendente fino a 2.000 euro per i lavoratori con figli a carico e fino a mille euro per la generalità dei lavoratori dipendenti.
Nel maggiore importo previsto potrà essere ricompreso anche il pagamento delle spese di affitto e degli interessi sul mutuo ipotecario sulla prima casa. Rientreranno, peraltro, le somme erogate o rimborsate per il pagamento delle utenze domestiche, del servizio idrico, dell'energia elettrica e del gas naturale. Nell'ottica di favorire nuove assunzioni, nonché migliorare la qualità della vita dei lavoratori, viene introdotta un'agevolazione fiscale che esclude dalla base imponibile quanto percepito dai lavoratori neoassunti a titolo di contributo per il pagamento dei canoni di locazione in caso di trasferimento della residenza a oltre 100 chilometri dalla nuova sede di lavoro.
In questo modo, si persegue l'obiettivo di ridurre l'effetto disincentivante derivante dal carovita connesso al trasferimento della propria residenza per ragioni lavorative. Nello specifico, la norma dispone che le somme erogate o rimborsate dai datori di lavoro per il pagamento dei canoni di locazione e delle spese di manutenzione degli immobili affittati dai dipendenti assunti a tempo indeterminato tra il 1° gennaio 2025 e il 31 dicembre 2025 non concorrano, per i primi 2 anni dalla data di assunzione, a formare il reddito imponibile entro un limite complessivo di 5.000 euro annui.
Sono convinta che l'implementazione di questi benefici rappresenti solo uno degli aspetti di un sistema più ampio di welfare aziendale finalizzato a migliorare le condizioni lavorative e organizzative dei collaboratori, con l'obiettivo ultimo di sostenere, anche attraverso l'incremento delle performance individuali, la crescita economica del Paese.
PRESIDENTE. La deputata Nisini ha facoltà di replicare.
TIZIANA NISINI (LEGA). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, per la risposta chiara e puntuale. Mi ritengo soddisfatta. Sì, mi ritengo soddisfatta del percorso che il Governo sta portando avanti su questo tema e su questa misura già dalla prima legge di bilancio. Infatti, questo Governo ha introdotto nuove strategie per ampliare e migliorare i fringe benefits, sostenendo così la crescita economica e sociale, e portando beneficio e benessere ai lavoratori.
Bene l'avere ricompreso le spese di affitto e degli interessi del mutuo ipotecario della prima casa. Bene le spese di utenze domestiche, servizio idrico, energia elettrica e gas. Bene l'avere inserito una nuova misura - che, di fatto, è la novità in questa legge di bilancio - per i neoassunti che devono spostare la residenza oltre i 100 chilometri, con un beneficio fino a 5.000 euro annui per 2 anni: segno che c'è attenzione per quanto riguarda l'occupabilità e l'occupazione dei lavoratori, anche per i neoassunti a tempo indeterminato.
I numeri, di fatto, da quando si è insediato questo Governo, parlano chiaro, sia in termini di occupazione che di contratti a tempo indeterminato. I fringe benefits sono una misura accessibile a tutti, indipendentemente dalla grandezza delle aziende, e per un periodo d'imposta di un triennio: anche questo è un passo importante, una misura importante, per dare certezza e stabilità alle aziende e per dare più sicurezza anche ai lavoratori.
Come Lega, saremo sempre al fianco suo, Ministro, e del Governo e dei suoi Ministri, per andare avanti in questo percorso virtuoso, che porta benessere e attenzione a tutti i lavoratori. Quindi, grazie, come Lega siamo soddisfatti della sua risposta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16,20.
La seduta, sospesa alle 16,10, è ripresa alle 16,20.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 94, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Vorremmo, innanzitutto, esprimere un ringraziamento. Lo diciamo perché dall'inizio della legislatura noi del Partito Democratico abbiamo messo in atto un'iniziativa, che abbiamo definito “Bisogna aver visto”, per cui ogni settimana, quando siamo in grado di poterlo fare, entriamo nelle carceri italiane, negli istituti penitenziari e verifichiamo le condizioni di vita e di lavoro all'interno delle carceri italiane. Voglio premettere che il lavoro dell'agente di Polizia penitenziaria è durissimo, è un lavoro delicatissimo, è un lavoro mal pagato ed è un lavoro per il quale si richiede alle donne e agli uomini della Polizia penitenziaria, spesso, di eseguire mansioni ed esercitare competenze per le quali non hanno legittimamente alcuna competenza. Nonostante questo, se ne fanno carico con grande abnegazione, se ne fanno carico con grandissimo senso del dovere. E noi vogliamo ringraziarli, in quest'Aula, ed esprimere loro il ringraziamento per l'attività che quotidianamente svolgono, in condizioni di lavoro spesso degradanti e disumane (Appalusi).
Come può accadere, però, in qualunque categoria di lavoro, ci possono essere persone che sbagliano, ci sono casi di agenti di Polizia penitenziaria che non svolgono legittimamente, correttamente e lecitamente il loro lavoro. C'è un fatto grave che oggi è emerso alle cronache italiane: è il fatto che è accaduto a Trapani. Sono state indagate 46 persone, sono state eseguite 11 misure cautelari e ci sono 14 sospensioni. Si tratta di fatti molto gravi, con accuse molto gravi: tortura e sistemi di detenzione che superano la legalità.
Ci dicono le cronache, Presidente, che a volte i detenuti venivano fatti spogliare, investiti da lanci d'acqua mista a urina e veniva praticata violenza quasi di gruppo…
PRESIDENTE. Colleghi! Chiedo scusa, deputata Serracchiani, un attimo di pazienza. Aspettiamo. Colleghi, colleghi!
Visto che l'ho interrotta, la pregherei di precisare che sta per chiedere un'informativa.
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Naturalmente, Presidente. Sto chiedendo un'informativa. Mi faccia solo concludere, perché i fatti, come dicevo, sono molto gravi. A volte, i detenuti venivano fatti spogliare e investiti da lanci d'acqua mista a urina e praticata violenza quasi di gruppo gratuita e inconcepibile. Va da sé che questo sporca l'attività che, correttamente, svolgono quotidianamente le donne e gli uomini della Polizia penitenziaria.
Noi vogliamo che venga fatta chiarezza, ma questa chiarezza vogliamo che venga fatta, in primo luogo, in Aula dal Ministro Nordio, oppure dal Sottosegretario Delmastro Delle Vedove, che ha la delega al Dipartimento penitenziario. Naturalmente, non vorremmo che lo facesse “con intima gioia”, questo magari vorremmo che si evitasse (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), ma vorremmo, altresì, che venisse fatta chiarezza su questa situazione gravissima e che, pertanto, venga data informativa immediata alla Camera dal Ministro Nordio sui fatti di cui ho parlato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, signor Presidente. Vorrei unirmi alla richiesta della collega Serracchiani nel chiedere al Ministro Nordio di venire a riferire su questo incredibile e terribile evento. Intanto devo dire che voglio complimentarmi con l'amministrazione penitenziaria, perché, se oggi siamo qui a denunciare questo scandalo, questa incredibile distorsione dei diritti delle persone detenute, ciò è dovuto, appunto, al fatto che nell'amministrazione penitenziaria e nella Polizia penitenziaria ci sono state le giuste sensibilità. Quindi, finalmente il muro di omertà in qualche modo è caduto; finalmente si è denunciato quello che avviene all'interno delle carceri e 46 persone sono state indagate per reati gravissimi, tra i quali quello di tortura.
È necessario che il Ministro Nordio venga qui a riferire dopo le incertezze e dopo il tentativo di voler eliminare dal nostro codice il reato di tortura (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Questa è una cosa intollerabile - intollerabile! - e, d'altro canto, rimette in campo anche una delle questioni fondamentali che noi abbiamo sollevato in questi mesi, che è quella dei codici identificativi degli agenti, che vale normalmente sia per l'ordine pubblico ma anche per gli agenti penitenziari, perché i codici identificativi sono quelli che permettono di accertare meglio e prima di altri gli eventuali reati. Questa norma non soltanto è a garanzia delle persone, che vengono ingiustamente maltrattate, che vengono torturate e i cui diritti vengono calpestati, ma è, anche e soprattutto, a tutela della gran parte degli agenti sani, di quelli che rispettano le norme, che rispettano la Costituzione e che rispettano la democrazia, i quali, come questa indagine sta a dimostrare, sono la maggioranza.
Noi chiediamo risposte certe, perché le persone detenute sono titolari di tutti i diritti che hanno i cittadini italiani e hanno il diritto di essere trattati con dignità. Capiamo che la destra abbia difficoltà a capirlo dal momento che, secondo il DDL Sicurezza, addirittura, chi protesta in forma pacifica e in forma passiva viene accusato e può essere condannato per rivolta carceraria (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Questa è un'assurdità che va cancellata da quel disegno di legge e speriamo che l'altro ramo del Parlamento lo possa fare.
Chiediamo che il Ministro Nordio venga qui a spiegare al Parlamento cosa sta accadendo nelle carceri. Il muro di omertà sta cadendo ed è evidente che noi dobbiamo tutelare i diritti delle persone, soprattutto le più fragili e le più deboli. Dobbiamo tutelare il diritto delle persone detenute (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento la deputata D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Anche noi ci associamo alla richiesta di informativa al Ministro Nordio per far luce su questa vicenda ma, direi, per aprire il dibattito e un focus, un'attenzione particolare su tutto il mondo carcerario e sulla situazione delle nostre carceri. Anche noi ci associamo a quanto ha detto prima il collega Zaratti e a questo punto chiediamo al Ministro Nordio se non intenda rivedere talune delle disposizioni contenute nel disegno di legge Sicurezza, per ora all'esame del Senato, perché siamo ancora in tempo; anche in quel disegno di legge pensiamo ci sia un modo di affrontare il tema delle carceri assolutamente inaccettabile.
Quindi, si rende urgente un'informativa - ripeto - sulla vicenda gravissima, in particolare, che si sta consumando, che si è consumata e di cui abbiamo notizia, rispetto a questa inchiesta, da stamattina, ma auspichiamo si ritorni a parlare delle carceri e di tutte le problematiche delle carceri, ivi incluse le problematiche - lo voglio ribadire - afferenti alle condizioni di lavoro della Polizia penitenziaria. Occorre davvero rendere il mondo e l'ambiente del carcere di nuovo un mondo dignitoso, un luogo dignitoso e sicuro per tutti coloro che ci vivono e per tutti coloro che lavorano negli istituti penitenziari.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori e su un altro argomento, il deputato Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.
ALFONSO COLUCCI (M5S). Su un altro tema, Presidente, e la ringrazio. Sono reduce dall'ufficio di presidenza della I Commissione (Affari costituzionali) per la pianificazione dei lavori della prossima settimana e nel calendario dei lavori della nostra Commissione la prossima settimana c'è la separazione delle carriere, una riforma costituzionale che, tra l'altro, è in prima lettura in questo ramo del Parlamento. Ebbene, nello speech il presidente della I Commissione propone quanto segue: “in considerazione che verosimilmente il disegno di legge adottato come testo base non sarà modificato al termine dell'esame degli emendamenti (…)”. Cioè, il presidente della I Commissione ritiene che verosimilmente il testo di riforma costituzionale in una materia così sensibile come la separazione delle carriere non sarà modificato a seguito dell'esame degli emendamenti - emendamenti il cui esame noi dobbiamo ancora cominciare - e quindi propone che, ancora prima della discussione degli emendamenti, il testo vada per il parere consultivo alla II Commissione. Naturalmente, Presidente, io ho fatto presente in ufficio di presidenza che questa impostazione non solo non è condivisibile ma, anche alla luce delle dichiarazioni che ieri proprio il Presidente della Repubblica ha reso, valorizzando il significato del dibattito parlamentare come strumento non solo democratico ma anche di crescita del Paese, questa dichiarazione, oggi resa in ufficio di presidenza, sembra addirittura grottesca ed è esattamente il termine che io ho utilizzato in ufficio di presidenza.
Pertanto, Presidente, poiché la corretta dinamica del rapporto tra opposizione e maggioranza all'interno di una Commissione, tra l'altro di una Commissione così importante come la I e, tra l'altro, con riguardo a un provvedimento di riforma costituzionale così importante qual è quello della separazione delle carriere, è un elemento di democraticità e di corretto funzionamento del Parlamento stesso, io la invito ad assumere le iniziative nei confronti della I Commissione e anche a informare di questa gravissima circostanza il Presidente della Camera, perché un precedente del genere non è assolutamente accettabile. Intervenga, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Il presidente Pagano è presente qui in Aula e, quindi, se vuole può chiarire la circostanza che lei ha esposto. Ha chiesto di parlare il presidente Pagano. Ne ha facoltà.
NAZARIO PAGANO, Presidente della I Commissione. Grazie, Presidente. Forse c'è stato un fraintendimento che voglio chiarire qui in Aula. Si è trattato di una semplice proposta e, quindi, è evidente che se non vi è condivisione ne possiamo ridiscutere in un prossimo ufficio di presidenza anche nella serata di oggi. Quel che emerge è che questo disegno di legge costituzionale è calendarizzato per il 29 e le uniche possibilità per discutere gli emendamenti residuali, che sono oltre 100, sono, purtroppo, costrette nei tempi della sola giornata di mercoledì 27, in quanto il 26 è giornata che non può essere utilizzata per le votazioni perché in pendenza di fiducia e, quindi, i tempi che residuano, per poter andare in Aula in discussione generale il 29, sono ridotti veramente al minimo. Era una proposta, che, comunque, posso ritirare in questa sede e che ritiro in questa sede, solo ed esclusivamente per rendere più agevoli i lavori residuali relativi a quegli emendamenti.
Tengo a precisare che, ovviamente, la proposta era relativa a tutti i pareri contrari già oggi conosciuti ed esistenti, perché sono già stati resi noti a tutti i membri della I Commissione e ci sono tutti pareri contrari sugli emendamenti residuali, tutti quelli che saranno in votazione. Ciò detto, credo, per venire incontro anche alle istanze del collega Colucci che è appena intervenuto, che possiamo comunque riprendere dopo la seduta d'Aula, i lavori in Commissione, aprendoli con un nuovo ufficio di presidenza e discutendo anche su come organizzare i lavori su questo importante provvedimento di riforma costituzionale senza nessuna polemica, ma soltanto ed esclusivamente con l'intento di poter svolgere in modo ordinato e regolare i lavori - prerogativa che, ovviamente, è responsabilità del Presidente mantenere - e poter giungere, nella giornata del 29, in discussione generale in Aula.
PRESIDENTE. Bene, la ringrazio, con queste precisazioni possiamo procedere.
Modifica nella costituzione delle Giunta per le autorizzazioni.
PRESIDENTE. Comunico che la Giunta per le autorizzazioni, nella seduta odierna, ha eletto presidente il deputato Devis Dori (Applausi), a cui facciamo gli auguri di buon lavoro.
Si riprende la discussione della proposta di legge n. 30-A e abbinate.
PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione della proposta di legge n. 30-A e abbinate.
Ricordo che, nella parte antimeridiana della seduta, è stato, da ultimo, approvato l'articolo 11.
(Esame dell'articolo 12 - A.C. 30-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A). Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti e sull'articolo aggiuntivo ad esso riferito.
MICHELA VITTORIA BRAMBILLA , Relatrice. Grazie, signor Presidente. Personalmente condivido gli obiettivi di questi emendamenti. Purtroppo, però, la clausola di invarianza finanziaria impedisce che alcune disposizioni possano trovare spazio in questo provvedimento.
Sull'articolo aggiuntivo sottolineo che la convivenza responsabile dell'uomo con gli animali è un obiettivo che le associazioni animaliste e parte della società civile perseguono quotidianamente. La data proposta, quella dell'abbattimento dell'orsa Amarena, simbolo del parco dell'Abruzzo, sarebbe un'ottima scelta, ma non è questa la sede opportuna, purtroppo.
Mi impegnerò, quindi, al massimo affinché tale giornata possa essere istituita. Per questa ragione, rassegno parere contrario su tutto.
PRESIDENTE. Governo?
ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere contrario su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 12.1003 Gianassi, su cui vi è il parere contrario della Commissione, della V Commissione (Bilancio) e del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Gianassi. Ne ha facoltà.
FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, e anche i successivi, abbiamo provato ad allargare il perimetro di questa proposta di legge della collega Brambilla, non limitandoci a intervenire solo ed esclusivamente sul codice penale, ma provando a costruire, con azioni diverse ma complementari, una cultura di prevenzione rispetto alla violenza contro gli animali, e in particolare con questo emendamento, firmato dai parlamentari del Partito Democratico in Commissione giustizia, noi proponiamo di prevedere, all'interno della banca dati delle Forze dell'ordine, l'istituzione di un'apposita sezione che riguarda i reati contro gli animali, suddivisa nelle varie categorie di reati previsti dal codice, cioè l'uccisione, il maltrattamento, gli spettacoli e le manifestazioni vietate, i combattimenti, i furti, gli avvelenamenti e così via, prevedendo anche l'allocazione delle risorse necessarie all'attivazione di questa sezione. Ora, noi crediamo che il tema sia tendenzialmente condiviso anche dai colleghi di maggioranza, perché non sono mancate, nel passato, proposte di parlamentari della maggioranza che siedono in quest'Aula di tenore simile e, soprattutto, questa proposta era presente nel testo originario che la collega Brambilla ha presentato alla Camera ed è stato analizzato e istruito in Commissione; dunque, è un testo che raccoglie le iniziative parlamentari dei colleghi anche della destra e, appunto, va nella direzione ragionevole di lavorare sulla prevenzione rispetto alla commissione dei delitti.
La fase della prevenzione è straordinariamente importante, vale anche per gli animali e, ovviamente, per tutte le tipologie di reato e, in questo caso, con un investimento minimo di risorse si garantisce un'attività preventiva delle Forze dell'ordine derivante anche dalla catalogazione dei dati, perché poi l'analisi dei numeri di tutto ciò che succede quotidianamente nelle nostre città serve, ovviamente, a costruire anche azioni più efficaci di prevenzione.
Quindi, malgrado il parere contrario della relatrice - che, però, immagino condivida questa proposta, avendola ella stessa avanzata nei mesi scorsi - confidiamo che possa ottenere un ripensamento e il voto favorevole anche della maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.1003 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.1000 Di Lauro, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).
Passiamo all'emendamento 12.1002 Dori, su cui vi è il parere contrario della Commissione e del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Sì, grazie, Presidente. Anche in questo caso, l'emendamento ha l'obiettivo di ripristinare quanto era previsto, in realtà, dal testo base, dal DDL Brambilla, perché, se lo scopo di questo provvedimento è quello di garantire la piena effettività della tutela penale rispetto al bene giuridico del benessere animale, risulta però essenziale anche prevedere, poi, strumenti di accertamento incisivi delle condotte lesive. Quindi, nel caso specifico, intervenendo sulla legge n. 189 del 2004 l'obiettivo è quello di dare anche un maggiore margine di azione alle guardie zoofile volontarie, a tutela non solo degli animali d'affezione, come già previsto oggi - ma in realtà il DDL Brambilla faceva un passo in avanti -, ma a tutti gli animali.
Da questo punto di vista, quindi, dobbiamo riscontrare, anche con il parere contrario, che si vuole, invece, mantenere lo stato attuale che, però, rispetto alle aspettative, è certamente un passo indietro.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.1002 Dori, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 48).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 12.01000 Zanella, su cui vi è il parere contrario della Commissione e del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, in realtà il nostro gruppo aveva già presentato una norma ad hoc, a firma degli stessi firmatari dell'emendamento, quindi Zanella, Dori e Bonelli. Ci meraviglia (anche se abbiamo saputo che la relatrice ha dato un assenso, anche se non si è trasformato, per ora, in un accoglimento di questo articolo aggiuntivo), a fronte di tante “Giornate”, proposte e promulgate dal Parlamento, e ci sembra strano che si dica proprio di “no” a quella della convivenza tra gli uomini e gli animali, soprattutto nel nostro Paese, dove gli animali d'affezione vengono particolarmente seguiti e hanno una grande attenzione da parte dei cittadini. Quindi insistiamo nel chiedere che questo articolo aggiuntivo venga accolto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.01000 Zanella, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).
(Esame dell'articolo 13 - A.C. 30-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
MICHELA VITTORIA BRAMBILLA , Relatrice. Grazie, Presidente. Per quanto riguarda i reati in oggetto abbiamo rivisto al rialzo le sanzioni, questa è la sintesi uscita dalla Commissione. A malincuore, per ragioni di invarianza finanziaria, rinunciamo all'articolo aggiuntivo che prevede l'attivazione di specifici percorsi di formazione per il personale che esercita funzioni di pubblica sicurezza e polizia giudiziaria nel contrasto dei reati a danno degli animali; e, per lo stesso motivo, a quello che prevede specifici percorsi di formazione, destinati a insegnanti e studenti di ogni ordine e grado, con l'auspicio che comunque il fine possa essere raggiunto nell'ambito dell'insegnamento dell'educazione civica che già contiene riferimenti alla tutela degli animali e della biodiversità. Quindi, esprimo parere contrario su tutti.
ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere contrario.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 13.1000 Sergio Costa.
Ha chiesto di parlare la deputata D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, che porta la prima firma del Vicepresidente Costa, intendevamo ampliare lo sguardo rispetto a ulteriori esemplari e alla fauna in generale, perché vi proponevamo di inserire due fattispecie di reato nuove. La prima è un nuovo articolo 452-sexies, punto 1, che avrebbe riguardato misure connesse alle attività illecite riguardanti esemplari della fauna protetta: chiunque prelevi in natura, catturi, riceva o acquisti, offra in vendita o venda uno o più esemplari di specie animali protette, ne cagioni la morte o la distruzione - ma, ancora -, importi, esporti, riesporti sotto qualsiasi regime doganale, faccia transitare, trasporti nel territorio nazionale, ovvero ceda, riceva, utilizzi, esponga o detenga esemplari di specie di fauna protetta o loro parti o derivati è punito con la reclusione da 2 a 6 anni e con la multa da euro 15.000 a euro 90.000. Perché ve l'ho letto? Perché credo sia necessario fare una riflessione sulla possibilità di introduzione di questo nuovo reato.
E, ancora, un nuovo reato, un nuovo articolo 733-bis, che invece va a punire la distruzione o il deterioramento di habitat all'interno di un sito protetto. Vedete, noi sì che abbiamo ben presente ciò che il nuovo dettato costituzionale, il nuovo articolo 9, così come riformato nella scorsa legislatura, proprio per volontà e determinazione del MoVimento 5 Stelle, ci ha imposto.
Dobbiamo guardare alla tutela della biodiversità e alla tutela dell'ambiente e della fauna nel loro complesso senza diversificare tra animali di serie A e animali di serie B. Noi questo tentavamo di fare con l'emendamento in esame: farvi aprire lo sguardo e rendere la legislazione penale più coerente ed adempiente rispetto al nuovo dettato costituzionale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.1000 Sergio Costa, con il parere contrario della V Commissione (Bilancio), della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).
Avverto che il gruppo MoVimento 5 Stelle ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari a un terzo rispetto al tempo originariamente assegnato al gruppo medesimo dal contingentamento.
Passiamo all'emendamento 13.1001 Evi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Evi. Ne ha facoltà.
ELEONORA EVI (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Anche noi con questo emendamento vogliamo fare una cosa semplice, colleghe e colleghi. Vedete, nell'aprile di quest'anno è stata approvata la nuova direttiva sulla tutela penale dell'ambiente che, al suo interno, all'articolo 3, introduce anche delle fattispecie di reato contro la fauna selvatica, i cosiddetti “Wildlife crime”. Sono reati che noi dovremo recepire nel nostro ordinamento e che devono essere perseguiti e puniti in maniera rigorosa, per questo il tentativo che noi facciamo con questo emendamento è quello di andare non soltanto ad aumentare le sanzioni e le pene previste: infatti, non soltanto quelle ad oggi in vigore, ma anche quelle presentate, proposte e che sono uscite dal lavoro della Commissione Giustizia non sono assolutamente adeguate e sufficienti a garantire che si mettano in campo tutti quegli strumenti necessari per perseguire chi, oggi, compie reati nei confronti della fauna selvatica. Lo voglio ricordare: è uno dei traffici illegali più lucrativi dopo armi, droga e esseri umani. Sono dei crimini che quindi vanno perseguiti con i dovuti strumenti e, ad oggi, tutto questo non è possibile. Anche le Forze dell'ordine hanno armi spuntate per poter proseguire in questo lavoro così importante, nonostante già oggi dai rapporti che abbiamo - penso al Rapporto Ecomafia 2024 di Legambiente, che analizza i dati di tutte le Forze di polizia e delle Capitanerie di porto - si registrino dati e numeri allarmanti rispetto ai reati commessi, ma questa è veramente solo la punta dell'iceberg. Multe ridicole, quindi, e pene irrisorie oggi non hanno alcuna funzione deterrente e le organizzazioni criminali di conseguenza continuano imperterrite il loro traffico illegale e i loro reati rimangono, anche troppo spesso, impuniti.
Per questo ad oggi sanzioni amministrative pecuniarie così basse e pene inadeguate non consentono di attivare quegli strumenti di indagine per perseguire adeguatamente questi crimini, che sappiamo che ormai hanno una dimensione anche internazionale. È, dunque, necessario compiere indagini anche finanziarie, ad esempio, e sulla corruzione, che devono avvenire parallelamente alle indagini sui crimini che colpiscono gli animali. Servono, ad esempio, tecniche investigative speciali come operazioni sotto copertura, sorveglianza fisica ed elettronica delle consegne controllate. Sono tutti strumenti importanti per perseguire questi reati e, quindi, per prevenire e contrastare tutto questo è essenziale rafforzare i delitti contro la fauna selvatica.
Mi auguro che la relatrice e il Governo possano recepire questo nostro emendamento, anche perché - ci tengo a sottolinearlo - se non lo facciamo adesso dovremo comunque farlo prossimamente, dal momento che, come dicevo all'inizio, l'aggiornata direttiva sulla tutela penale ambientale ci chiederà proprio questo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.1001 Evi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 52).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 13.01002 Sergio Costa, che sarà posto in votazione limitatamente alla parte ammissibile, con l'esclusione, quindi, delle lettere c) e d).
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13.01002 Sergio Costa, limitatamente alla parte ritenuta ammissibile, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Ripeto, viene posto in votazione limitatamente alla parte ritenuta ammissibile e, quindi, con l'esclusione delle lettere c) e d).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 13.01005 Di Lauro: stessa configurazione del precedente, ovvero sarà posto in votazione limitatamente alla parte ammissibile. Anche in questo caso, l'esclusione sarà quella delle lettere c) e d).
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13.01005 Di Lauro, limitatamente alla parte ritenuta ammissibile, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 13.01000 Dori e 13.01011 Ascari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 13.01010 Gianassi. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13.01010 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione… chiedo scusa, revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare la deputata Evi. Ne ha facoltà, seppure ne abbia fatto richiesta tardivamente.
ELEONORA EVI (PD-IDP). Grazie, Presidente, mi scusi. Siamo in questa fase emendativa su alcune proposte emendative che noi riteniamo molto importanti e che hanno a che fare con il tema della prevenzione e, quindi, della formazione e dell'educazione. Colleghi, la crudeltà su animali è tirocinio di crudeltà verso gli uomini: lo scrisse Ovidio 2000 anni fa e lo confermano, però, oggi i dati. Sempre più studi scientifici e analisi statistiche riportano una grande e profonda correlazione tra le violenze sugli animali e le violenze sulle persone: chi commette le prime è più propenso a commettere anche le seconde. La cosa dovrebbe allarmare tutti noi e farci agire in modo preventivo per proteggere tutti, animali umani e animali non umani.
Ed è particolarmente importante porre la nostra attenzione e i nostri sforzi di prevenzione a partire proprio dai bambini. Un contesto familiare in cui il bambino è vittima di abusi fisici, psicologici, sessuali, incuria, ipercuria o altre forme di violenza o anche di disagio scolastico, può essere fonte di condotte aggressive verso coloro che vengono percepiti dal minore come più deboli, quindi gli animali, evidentemente, ancora troppo spesso, concepiti in questo modo dalla nostra società, diventando, quindi, facili bersagli, vittime indifese a cui fare di tutto, fino ad ucciderli con enormi sofferenze. Secondo uno studio del CNR, in Italia, il 16,7 per cento dei ragazzi, in età compresa tra i 9 e i 18 anni, ha ammesso, almeno una volta nella vita, di aver compiuto atti di violenza su animali, che una volta su cinque le ragioni di tali gesti sia stata la semplice ricerca di divertimento e che il 31 per cento degli atti di violenza sugli animali è compiuto da minorenni.
Sono numeri che dovrebbero farci pensare, ma noi siamo chiamati non soltanto a pensare, ma anche ad agire, non solamente rendendo più gravi i reati contro gli animali, aumentando le multe e le pene, dettagliandole meglio per ricomprendere adeguatamente le diverse fattispecie e i contesti, evitando così la continua impunità di chi compie questi gesti terrificanti - cosa che questo provvedimento fa in modo per nulla soddisfacente, purtroppo -, ma dobbiamo anche agire sul fronte della prevenzione, attraverso formazione ed educazione, in modo molto più incisivo di quanto accade oggi.
Quindi, questo è il senso del nostro articolo aggiuntivo, che chiede la creazione di un fondo per realizzare un piano organico di interventi multisettoriali volti proprio alla prevenzione e all'informazione in merito al fenomeno della violenza contro gli animali, anche attraverso iniziative culturali e percorsi formativi, in particolare, riguardo alla formazione nelle scuole. Ciò per porre fine alle violenze sugli animali, ma anche - personalmente, me lo auguro - per porre le basi per superare un modello di sfruttamento antropocentrico che fa credere a noi, animali umani, di essere sempre un gradino sopra gli animali non umani e di poter disporre a piacimento della loro vita. Questo, evidentemente, non può essere più tollerato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13.01010 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 13.01009 Gianassi.
Ha chiesto di parlare il deputato Gianassi. Ne ha facoltà.
FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Oltre alla proposta emendativa per l'istituzione di una sezione nella banca dati delle Forze dell'ordine e quella presentata dalla collega Evi sull'educazione e prevenzione nelle scuole, abbiamo presentato anche un articolo aggiuntivo per la formazione professionale delle categorie professionali che entrano in contatto con il fenomeno della violenza sugli animali, quindi gli agenti di pubblica sicurezza e di Polizia giudiziaria, il personale degli organismi giudiziari, il personale medico-veterinario e il personale docente ed educativo delle scuole.
È verificato che, laddove si svolga attività di formazione, si riesce a mettere in campo un'azione preventiva più efficace o, comunque, di gestione dei fatti di violenza che si sono verificati. In relazione a questo obiettivo abbiamo previsto anche l'allocazione di risorse che contengono l'attivazione dei piani di formazione. Anche su questo punto recuperiamo un'iniziativa che, poi, è stata dismessa da parte della maggioranza, che nei mesi scorsi aveva valutato come opportuno l'inserimento di progetti di formazione professionale per prevenire e contrastare i reati di violenza contro gli animali. In questo senso, quindi, con questo articolo aggiuntivo cerchiamo di colmare una lacuna che si è venuta a creare nel percorso istruttorio, laddove quella previsione iniziale era stata, poi, eliminata.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13.01009 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 13.01006 Dori.
Ha chiesto di parlare il deputato Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Partiamo da un dato oggettivo: le nuove generazioni, rispetto anche alle nostre generazioni, sicuramente sono più sensibili rispetto ai temi ambientali, ma anche di tutela degli animali. A fronte di questo, ci sono sempre casi, purtroppo anche drammatici, che sono anche stati diffusi sui social network, di aggressioni nei confronti di animali. Da questo punto di vista, vi è la necessità, l'importanza di agire sulle nuove generazioni proprio per tenere alta l'attenzione rispetto ai reati di cui oggi stiamo parlando, non solo l'uccisione, ma anche il maltrattamento nei confronti degli animali. Per quanto ci riguarda, sarebbe importante fare ulteriore sensibilizzazione e discussione con gli studenti proprio su queste tematiche, quindi ci lascia molto perplessi il parere contrario della maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13.01006 Dori, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Avverto che il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo, pari a un terzo, rispetto al tempo originariamente assegnato al gruppo medesimo dal contingentamento stesso.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13.01012 Ascari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 13.01001 Dori.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Bocciare tutti questi emendamenti che si occupano di formazione, davvero, è la dimostrazione del fatto che la maggioranza vuole puntare tutto, ancora una volta, soprattutto, sulla deterrenza e, quindi, sulle pene più alte rispetto a questi gravi reati. Ecco, qui il focus specifico era invece su alcune professioni; in particolare parliamo di coloro che esercitano funzioni di pubblica sicurezza, polizia giudiziaria, organi giudiziari, pensiamo anche alla magistratura e all'importanza di una formazione specifica su questi temi perché sappiamo come, purtroppo, al di là dell'entità della pena già prevista dal codice penale, e che ora verrà aumentata, oggettivamente sono reati che vengono ancora oggi da tanti professionisti tenuti in secondaria considerazione.
Dal nostro punto di vista, manca proprio questo aspetto all'interno di questa proposta di legge: rimane il buco della formazione, perché solo attraverso la formazione, davvero, riusciamo a fare quell'elemento che avete voluto escludere, cioè la prevenzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà, per un minuto.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, voglio sottolineare che non riusciamo a capire la ragione per cui la formazione e il fatto di far comprendere, il più possibile, la necessità dell'affettività corretta nei confronti del mondo animale non siano approvate da questa maggioranza. Non ce lo spieghiamo, anche perché tutto dimostra che la capacità di costruire affettività nei confronti degli animali, poi, genera anche mediamente persone che da adulte non saranno poco affettive nei confronti anche degli umani. Quindi, rimaniamo molto perplessi da questa posizione, perché è a costo zero e sarebbe utile a tutti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13.01001 Dori, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 13.01007 Gianassi.
Ha chiesto di parlare la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questa era una parte ritenuta da noi importante del testo dell'onorevole Brambilla, che è stata modificata con un intervento legato a ciò che viene ormai riportato con una certa assuefazione in tutti i provvedimenti, ossia l'invarianza finanziaria. A causa, quindi, dell'invarianza finanziaria e dell'impossibilità di trovare risorse non portiamo avanti quello che era, a nostro avviso, un punto fondante di questo provvedimento e cioè la circostanza, che veniva ricordata poc'anzi, della realizzazione di centri per gli animali vittime di reato nel nostro territorio nazionale; come lei sa, spesso, laddove esistono, è grazie ad associazioni e a volontari. Ovviamente, sono rimessi molto anche alla buona volontà non soltanto dei volontari, ma anche dei benefattori che in qualche modo aiutano quelle associazioni, quegli enti e quegli istituti.
Noi pensiamo, però, che anche la collettività debba fare la propria parte, per cui abbiamo ripresentato la proposta emendativa, chiesto nuovamente che vengano istituiti centri per gli animali vittime di reato e abbiamo anche trovato e indicato la relativa copertura finanziaria. Dispiace che, nonostante questo, nonostante questo nostro lavoro che ha anche indicato dove trovare i soldi per fare i centri per gli animali vittime di reato, non si sia proceduto in questa direzione; e dispiace anche perché sappiamo quale sia la sensibilità dell'onorevole Brambilla e, quindi, onestamente, siamo anche sorpresi che su questo non si sia potuto fare di più e meglio.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13.01007 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13.01008 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).
(Esame dell'articolo 14 - A.C. 30-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
MICHELA VITTORIA BRAMBILLA, Relatrice. Grazie, Presidente. Il parere è contrario su tutte le proposte emendative. Per quanto riguarda quella sui circhi, in particolare, ne condivido il contenuto, ma c'è già la legge delega sullo spettacolo che prevede il superamento dell'utilizzo degli animali nei circhi, una pratica assolutamente non più tollerabile. Per tutte le altre proposte emendative sono contraria per estraneità alla materia penale.
PRESIDENTE. Il Governo?
ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere contrario alle proposte emendative.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 14.1000 Di Lauro.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.1000 Di Lauro, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 64).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 14.01005 Dori.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Con questa proposta emendativa poniamo il tema dei circhi, in particolare quello dell'impiego degli animali all'interno dei circhi. Come sappiamo, già la legge n. 106 del 2022 ha previsto una stretta rispetto all'impiego di animali, tuttavia, prevede dei decreti attuativi, che in realtà non stanno arrivando; e si continua a prorogare proprio l'entrata in vigore e l'attuazione di quanto già previsto dalla legge delega n. 106 del 2022.
Ecco, in questo caso vorremmo agevolare questo lavoro ed evitare anche del lavoro al Governo con dei decreti attuativi, quando è sufficiente, se siamo tutti d'accordo, approvare questa proposta emendativa: avremmo già risolto, non ci sarebbe bisogno di fare nessun tipo di proroga e fra poco tempo, quando entrerà in vigore questo provvedimento, sarebbe già attuato anche questo. Non si vuole penalizzare un settore, ma riconvertirlo, quindi, senza l'impiego degli animali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà, per un minuto.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, non in termini polemici, ma noi abbiamo presentato durante le manovre di bilancio e durante varie iniziative legislative sempre la stessa norma, e cioè che si debba gradualmente dismettere il circo con animali. La legge delega a cui la collega Brambilla si riferisce è una presa in giro perché sono anni che, da vari Governi - non solo da questo, ma anche da altri - viene fatta la legge delega per il Ministro competente e il Ministro competente non la attua perché ci sono pressioni incredibili per continuare a tenere gli animali all'interno dei circhi. Non possiamo accettare questa ipocrisia. Per questo insistiamo su questa proposta emendativa. Non possiamo essere d'accordo solo a parole, dobbiamo anche votarla.
Quindi, se non vogliamo più gli animali dentro i circhi, ovviamente gradualmente, bisogna intervenire anche perché oramai le attività circensi - e concludo - sono prevalentemente sostenute economicamente dal fondo che viene dato loro dallo Stato italiano; quindi, si possono anche rinnovare, fare attività di altro tipo, come avviene oramai nella gran parte dei Paesi europei, e questi animali non devono più servire per il sollazzo dell'uomo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 14.01005 Dori, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 14.01000 Dori, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 14.01001 Dori, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 14.01003 Dori.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Brevemente, con questa proposta emendativa, invece, poniamo il tema delle cosiddette “botticelle”. Con una norma nazionale, approvando questo articolo aggiuntivo, noi potremmo renderle vietate, sottraendo il tema direttamente dai regolamenti comunali, dato che ognuno di questi prevede cose differenti, perché, a nostro parere, l'impiego di animali in questo modo integra a tutti gli effetti una forma di maltrattamento animale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. In realtà, questa proposta emendativa non tratta soltanto il tema delle “botticelle”, su cui peraltro noi concordiamo con i presentatori, ma, al comma 2, si cita l'utente della strada che cagiona una lesione a un animale. Quindi, anche rispetto a questo, l'utente della strada può cagionare una lesione a un animale anche in casi come incidenti stradali, questioni che non sono legate alla volontarietà. E quindi credo che, proprio per la serietà di questo tema, forse, bisognerebbe anche scendere un po' più nel dettaglio e concentrarsi soltanto su alcune questioni, perché poi, invece, le norme, oltre che essere discusse in quest'Aula, devono essere interpretate e attuate nella vita reale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 14.01003 Dori, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 14.01004 Ascari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).
(Esame dell'articolo 15 - A.C. 30-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative. Passiamo alla votazione dell'articolo 15. Ha chiesto di parlare la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Qui siamo un po' all'assurdo. Questo provvedimento - che, ribadisco, ha avuto una gestazione lunghissima, con notevoli modifiche che sono state fatte sia in sede di esame in Commissione, sia poi con l'intervento della Commissione bilancio - contiene la solita clausola che, proprio in un provvedimento come questo, francamente, ci fa inorridire. Infatti, non si capisce perché, su un provvedimento di questo tipo, che viene portato fino alla sua approvazione, ci sia l'invarianza finanziaria. Ora, sapete benissimo, lo sa la Presidenza, che l'invarianza finanziaria significa che tutte le cose che sono state previste qua dentro si devono fare e sono state previste e approvate solo se non si spendono risorse per attuarle. Di conseguenza, tutto quello che doveva essere attuato - penso alla formazione, ai centri di maltrattamento gli animali vittime di reato, a tutto il tema degli insegnamenti a scuola, a tutto il pacchetto che era stato fatto anche per la formazione dei professionisti - è stato cancellato dall'invarianza finanziaria. Noi vogliamo, quindi, mettere a verbale la nostra contrarietà a questo articolo, su cui voteremo convintamente in modo contrario, perché riteniamo che, ancora una volta, venga svilita l'attività del Parlamento.
Non è possibile pensare che ci siano dei provvedimenti di questa natura, che non hanno evidentemente natura solo ordinamentale, perché altrimenti non si capisce perché li portiamo fin qui, ma hanno un contenuto e una sostanza che richiedono, evidentemente, che siano utilizzabili delle risorse. Peraltro, voglio ricordare che noi siamo praticamente all'ingresso della sessione di bilancio, per cui trovare le risorse che sarebbero state necessarie - e francamente non stiamo parlando neanche di chissà quanti soldi - per dare vita a questo provvedimento e non lasciarlo soltanto sulla carta, onestamente, ci sembrava non soltanto possibile, ma anche doveroso. È per questo motivo, Presidente, che noi riteniamo che questo provvedimento abbia perso molto del senso per cui era stato originariamente depositato e presentato. Ed è per questo motivo, e anche e soprattutto per la clausola di invarianza finanziaria, che voteremo contro questo articolo, perché riteniamo che svilisca anche l'attività del Parlamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Questo articolo, che contiene la clausola di invarianza finanziaria, sostanzialmente ha compromesso tutti i nostri lavori di oggi in Aula, perché tutti gli emendamenti che non avevano copertura, necessariamente, sono stati dalla Commissione bilancio dichiarati inaccoglibili. Quindi, funge da una vera e propria tagliola rispetto a qualsiasi possibile arricchimento nel contenuto della proposta di legge. Capisco che siamo in sessione di bilancio, però è da un anno e mezzo, dal maggio 2023, che stiamo trattando questo provvedimento, si poteva, volendo, attendere anche poche settimane, a gennaio avremmo messo tutti i fondi, magari trovati in legge di bilancio, per poi approvarlo, sempre a gennaio, con un altro tipo di provvedimento. Da questo punto di vista, chiaramente, questo ha limitato e limiterà anche i lavori al Senato. Certamente, il nostro voto è contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata D'Orso. Ne ha facoltà.
VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Per dichiarare, a nome del MoVimento 5 Stelle, il voto contrario a questo articolo, che poi è la causa della soppressione di numerose disposizioni, tra l'altro quelle più qualificanti e innovative, rispetto a questa disciplina, come i centri di recupero e di aiuto per gli animali maltrattati e le attività formative. Hanno detto bene i colleghi, nei precedenti interventi, quanto la formazione, l'educazione e la sensibilizzazione siano la base per quella svolta culturale che dobbiamo effettuare per far venir meno tutti questi episodi crudeli e tragici che ascoltiamo quotidianamente dalla cronaca. Chiaramente, non mettere risorse su un provvedimento come questo equivale a neutralizzarne tutti gli aspetti positivi e innovativi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 70).
Dovremmo ora passare agli ordini del giorno e al loro esame. Il rappresentante del Governo ha fatto presente, per le vie brevi, di avere bisogno di una sospensione di 15 minuti per valutare gli ordini del giorno presentati. Quindi, la seduta è sospesa e riprenderà alle ore 17,45.
La seduta, sospesa alle 17,30, è ripresa alle 17,45.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 30-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).
Avverto che gli ordini del giorno n. 9/30-A/30 Dalla Chiesa e n. 9/30-A/31 Cavo sono stati ritirati dalle presentatrici.
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sull'ordine del giorno n. 9/30-A/1 Benzoni, escluse le premesse, il parere è favorevole, se riformulato nei seguenti termini: “impegna il Governo, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, ad avviare iniziative per l'esercizio della delega conferita dalla legge n. 106 del 2022”.
Sull'ordine del giorno n. 9/30-A/2 Giuliano, escluse le premesse, il parere è favorevole, se riformulato nei seguenti termini: “impegna il Governo a valutare l'eventuale esigenza di interventi di coordinamento della normativa in materia di confisca, quanto alla disciplina dei reati contro gli animali, nonché a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, misure di sostegno alle associazioni a tutela degli animali”.
Sull'ordine del giorno n. 9/30-A/3 Di Lauro, escluse le premesse, il parere è favorevole, se riformulato nei seguenti termini: “impegna il Governo a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, l'eventuale esigenza di interventi normativi in materia di utilizzazione o detenzione di esche o bocconi avvelenati, che possano causare intossicazioni o lesioni o la morte di una persona o di un animale”.
Sull'ordine del giorno n. 9/30-A/4 D'Orso, escluse le premesse, il parere è favorevole, se riformulato nei seguenti termini: “impegna il Governo a valutare l'eventuale esigenza di interventi normativi, volti a sanzionare la condotta di chi mette a disposizione terreni e fabbricati per lo svolgimento di combattimenti tra animali”.
Sull'ordine del giorno n. 9/30-A/5 Ascari, escluse le premesse, il parere è favorevole se riformulato nei seguenti termini: “impegna il Governo, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, a valutare la prosecuzione di campagne di sensibilizzazione dei giovani al rispetto per la natura e per gli animali”.
Sull'ordine del giorno n. 9/30-A/6 Cafiero De Raho, escluse le premesse, il parere è favorevole se riformulato nei seguenti termini: “impegna il Governo, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, a valutare l'eventuale sussistenza di esigenze di adeguamento della banca dati delle Forze di Polizia, quanto allo specifico settore dei reati contro gli animali, e a valutare l'opportunità di intraprendere azioni volte alla formazione specifica, in favore di coloro che operano professionalmente nel contesto della lotta contro gli abusi nei confronti di animali”.
Sull'ordine del giorno n. 9/30-A/7 Carotenuto, escluse le premesse, il parere è favorevole, se riformulato nei seguenti termini: “impegna il Governo a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, l'opportunità di intraprendere misure volte al sostegno dei centri per gli animali, nei cui confronti siano stati commessi reati previsti dall'ordinamento vigente”.
Sull'ordine del giorno n. 9/30-A/8 Caramiello, escluse le premesse, il parere è favorevole, se riformulato nei seguenti termini: “impegna il Governo a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, l'opportunità di eventuali ulteriori interventi normativi in materia di tutela della fauna e dei siti protetti”.
Sugli ordini del giorno n. 9/30-A/9 Cherchi, n. 9/30-A/10 Sergio Costa e n. 9/30-A/11 Evi il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/30-A/12 Prestipino, escluse le premesse, il parere è favorevole se riformulato nei seguenti termini: “impegna il Governo a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, l'opportunità di intraprendere misure volte alla realizzazione di centri di accoglienza per gli animali vittime di reato”, e poi finisce con: “adeguatamente finanziati”.
Sull'ordine del giorno n. 9/30-A/13 Scarpa, escluse le premesse, il parere è favorevole, se riformulato nei seguenti termini: “impegna il Governo a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, l'opportunità di intraprendere azioni volte alla formazione specifica destinata al personale che esercita funzioni di pubblica sicurezza e di Polizia giudiziaria, al personale e agli organi giudiziari” e poi fino fondo, fino alle parole: “733-bis del codice penale”.
Sull'ordine del giorno n. 9/30-A/14 Di Biase, escluse le premesse, il parere è favorevole se così riformulato: “impegna il Governo a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, l'opportunità di intraprendere interventi multisettoriali volti alla prevenzione e informazione in merito al fenomeno della violenza” e poi fino alle parole: “scuole di ogni ordine e grado”.
Sull'ordine del giorno n. 9/30-A/15 Gianassi, escluse le premesse, il parere è favorevole se così riformulato: “impegna il Governo a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, l'eventuale sussistenza di esigenze di adeguamento della banca dati delle Forze di Polizia quanto allo specifico settore dei reati contro gli animali”.
Sull'ordine del giorno n. 9/30-A/16 Serracchiani, escluse le premesse, il parere è favorevole se così riformulato: “impegna il Governo a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, l'eventuale sussistenza di esigenze di adeguamento della banca dati delle Forze di Polizia quanto allo specifico settore dei reati contro gli animali”.
Il parere sugli ordini del giorno n. 9/30-A/17 Osnato e n. 9/30-A/18 Michelotti è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/30-A/19 Ruffino, escluse le premesse, il parere è favorevole se riformulato secondo il seguente impegno: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, dell'istituzione della figura del garante” e poi fino alla parola: “animali”.
Il parere sugli ordini del giorno n. 9/30-A/20 Zanella e n. 9/30-A/21 Zaratti è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/30-A/22 Dori, escluse le premesse, il parere è favorevole se così riformulato: “impegna il Governo, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, a valutare l'opportunità di adottare provvedimenti necessari affinché vi sia una specifica formazione del personale impegnato nell'attività di prevenzione e repressione dei reati contro gli animali”.
Sull'ordine del giorno n. 9/30-A/23 Borrelli, escluse le premesse, il parere è favorevole se così riformulato: “impegna il Governo, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, ad avviare iniziative per l'esercizio della delega conferita dalla legge n. 106 del 2022”.
Il parere sugli ordini del giorno n. 9/30-A/24 Grimaldi, n. 9/30-A/25 Ghirra e n. 9/30-A/26 Bonelli è contrario.
Il parere sull'ordine del giorno n. 9/30-A/27 Brambilla è favorevole.
Il parere sull'ordine del giorno n. 9/30-A/28 Saccani Jotti è favorevole con questa riformulazione, ossia facendo sostanzialmente terminare l'impegno alla parola: “detentiva”.
Il parere sull'ordine del giorno n. 9/30-A/29 Longi è favorevole.
PRESIDENTE. Collega Benzoni, accetta la proposta di riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/30-A/1 da parte del Governo?
FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Chiedo solo di poter riascoltare la riformulazione, perché è proprio sfuggita.
PRESIDENTE. Prego, Sottosegretario.
ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Escluse le premesse, il parere è favorevole se così riformulato: “impegna il Governo, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, ad avviare iniziative per l'esercizio della delega conferita dalla legge n. 106 del 2022”.
PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e chiede che il suo ordine del giorno sia posto in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/30-A/1 Benzoni, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 71).
Sull'ordine del giorno n. 9/30-A/2 Giuliano, escluse le premesse, c'è una proposta di riformulazione del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà.
CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione e chiedo che l'ordine del giorno sia posto in votazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/30-A/2 Giuliano, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 72).
Sull'ordine giorno n. 9/30-A/3 Di Lauro c'è una proposta di riformulazione: non viene accolta.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/30-A/3 Di Lauro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).
Sull'ordine del giorno n. 9/30-A/4 D'Orso c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo: non viene accolta.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/30-A/4 D'Orso, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 74).
Sull'ordine del giorno n. 9/30-A/5 Ascari c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Lo votiamo, deputata D'Orso?
VALENTINA D'ORSO (M5S). No, non accettiamo la riformulazione, perché pensavamo che almeno un ordine del giorno che si occupasse di sensibilizzazione e di campagne informative, soprattutto nelle scuole e su questo tema, davvero potesse mettere d'accordo tutti, senza paletti, vincoli e limiti di ogni sorta che, invece, vengono posti anche in questo caso. Non possiamo, quindi, accettare nessuna forma di titubanza e di esitazione su questo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/30-A/5 Ascari, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 75).
Sull'ordine del giorno n. 9/30-A/6 Cafiero De Raho c'è una proposta di riformulazione.
Ha chiesto di parlare il deputato Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). La ringrazio, Presidente. No, non accettiamo la riformulazione, ma anche l'impegno a valutare l'opportunità, Presidente. In realtà qui si evidenziavano due aspetti: l'istituzione di una banca dati, che era già stata prevista dall'originaria formulazione della disciplina e che poi è stata soppressa nel corso dei lavori, e la formazione. La formazione è indispensabile, perché di fronte a una disciplina così complessa e a una tutela fondamentale qual è quella degli animali, tanto da essere stata inserita nella Costituzione all'articolo 9, sembra importante che le Forze di polizia vengano formate e che, insieme ad esse, psicologi e psichiatri possano intervenire laddove ci siano maltrattamenti agli animali, che sono dei prodromi o a volte dei segnali quasi certi di una personalità violenta che deve essere in qualche modo osservata e seguita. Tutto questo si dice nell'ordine del giorno, e perciò non possiamo accogliere, invece, la conclusione che oggi ci ha dato il rappresentante del Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/30-A/6 Cafiero De Raho, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 76).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/30-A/7 Carotenuto, su cui il parere è favorevole, previa riformulazione. Accetta onorevole? No, allora passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/30-A/7 Carotenuto, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 77).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/30-A/8 Caramiello, su cui il parere è favorevole, previa riformulazione. Onorevole, accetta la riformulazione?
ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Presidente, vorrei riascoltare la riformulazione.
PRESIDENTE. Sottosegretario, è l'ordine del giorno n. 9/30-A/8 Caramiello.
ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Escluse le premesse, parere favorevole, previa la seguente riformulazione: “Impegna il Governo a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, l'opportunità di eventuali ulteriori interventi normativi in materia di tutela della fauna e dei siti protetti”.
PRESIDENTE. Onorevole Caramiello?
ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). No, Presidente, non accetto la riformulazione, anche perché non riesco a capire perché si vogliono espungere le seguenti premesse: “L'atto in esame persegue l'obiettivo - anche alla luce della recente riforma dell'articolo 9 della Costituzione - di rafforzare la tutela degli animali, intervenendo in primo luogo sul codice penale inasprendo le pene attualmente previste per i reati commessi in danno di animali, ampliando l'ambito di applicabilità di fattispecie penali esistenti, nonché introducendo nuove fattispecie penali e nuove aggravanti”.
Già questa è una premessa che non so perché si vuole espungere. Ancora: “Il testo iniziale della proposta in discussione, all'articolo 14, prevedeva l'introduzione nel codice penale - anche alla luce del mutato quadro di diritto unionale - di una nuova fattispecie delittuosa, collocata nell'ambito dei delitti contro l'ambiente. Tale nuovo articolo 452-sexies.1 prevedeva quanto segue: “Chiunque prelevi in natura, catturi, riceva o acquisti, offra in vendita o venda uno o più esemplari di specie animali protette, ne cagioni la morte o la distruzione, importi, esporti, riesporti sotto qualsiasi regime doganale, faccia transitare, trasporti nel territorio nazionale ovvero ceda, riceva, utilizzi, esponga o detenga esemplari di specie di fauna protetta o loro parti o derivati è punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 15.000 a euro 90.000”. Tale disposizione molto importante per la tutela della fauna protetta è stata completamente espunta dal testo finale durante l'esame in Commissione, limitando l'articolato ad un blando ritocco delle sanzioni previste agli articoli 727-bis e 733-bis del codice penale, così perdendo l'occasione per apportare una modifica più organica a tutela di fauna e siti protetti”.
Quindi cosa chiedeva quest'ordine del giorno? Impegnava soltanto il Governo ad intervenire nel primo provvedimento utile affinché la fauna e i siti protetti siano oggetto di una tutela concreta che punisca chiunque catturi, ceda o riceva animali appartenenti a specie protette, assistiti da pene concretamente efficaci. Quindi, non c'è bisogno di riformulare, mi aspettavo un parere favorevole secco, e quindi spero che quest'Aula voterà favorevolmente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/30-A/8 Caramiello, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 78).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/30-A/9 Cherchi, su cui il parere del Governo è contrario.
Ha chiesto di parlare la deputata Cherchi. Ne ha facoltà.
SUSANNA CHERCHI (M5S). Grazie, Presidente. Era scontato che avrei avuto parere negativo, perché da inizio legislatura tutti i miei ordini del giorno a favore degli animali hanno sempre avuto parere negativo. Però io non demordo, e continuo a parlare degli animali e continuo a chiedere al Governo di rivedere le sue posizioni, perché quest'ordine del giorno - lo ricordo - riguarda la detenzione dei cani a catena, detenzione che ha provocato, questa estate, la morte di decine e decine di cani bruciati vivi per via degli incendi o impiccati nel tentativo di liberarsi dalle catene per poter mangiare, bere o refrigerarsi un po', perché le temperature - perlomeno nella mia terra - sono arrivate anche a 45 gradi.
Durante l'esame in Commissione sono state introdotte delle specifiche disposizioni in materia di protezione degli animali di affezione e da compagnia. Tuttavia, è stato introdotto l'articolo 10 che, paradossalmente, legittima, al ricorrere di determinate circostanze, una condotta crudele nei confronti degli stessi animali, la detenzione a catena. Tale detenzione è ritenuta lecita anche se il povero animale può permettersi un minimo movimento, e ad aggravare la disposizione vi è il fatto che, per ragioni sanitarie o temporanee esigenze di sicurezza, la contenzione può addirittura essere tale da impedire qualsiasi movimento; ma mentre all'inizio le ragioni sanitarie dovevano essere certificate e documentate dal medico veterinario, adesso questa parte è stata espunta, eliminata, per cui il proprietario può, paradossalmente, autocertificare che l'animale ha avuto un improvviso malessere, quindi può evitare le pene previste per questo reato.
Chiedo veramente al Governo con il cuore, un supplemento di riflessione, perché quest'ordine del giorno è molto importante, accantonare l'ordine del giorno per rivedere il parere. Io - ripeto - come ho detto prima non demordo, ricordatevi che queste creature muoiono di fame, e da poco a La Maddalena hanno trovato un paio di carcasse di cani legati a catena morti di fame perché il proprietario non era andato a dar loro né da mangiare né da bere. Allora ricordo anche che ci sono tante regioni che, molto più avanti di noi, hanno vietato tout court la detenzione a catena, quindi chiedo un supplemento di riflessione, proprio perché quest'ordine del giorno, secondo me, è importantissimo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/30-A/9 Cherchi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 79).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/30-A/10 Sergio Costa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 80).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/30-A/11 Evi. Ha chiesto di parlare la deputata Evi. Ne ha facoltà.
ELEONORA EVI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io confidavo che, avendo bocciato l'emendamento che abbiamo presentato, quantomeno l'ordine del giorno potesse essere preso in considerazione, con un impegno da parte del Governo a fare una cosa che, in realtà, dovrà fare e che riguarda il recepimento di una nuova direttiva, della direttiva aggiornata sulla tutela penale dell'ambiente. Essa ci richiede - lo ribadisco - di introdurre delle misure per perseguire i reati contro la fauna selvatica, quella protetta, protetta già oggi. Ciò lo richiamiamo, lo abbiamo richiamato nel testo dell'emendamento, e lo richiamiamo qui nel testo dell'ordine del giorno. Si tratta di tutte quelle specie animali che sono oggi protette dalle normative europee: penso alla direttiva Habitat, alla direttiva Uccelli, ma anche al regolamento sul commercio delle specie selvatiche. Sono tutti animali che dovrebbero oggi essere protetti e che, di fatto, molto spesso non lo sono perché i crimini legati alla fauna selvatica, che sono all'ordine del giorno, non vengono perseguiti con i dovuti strumenti. Inoltre, la nuova direttiva sulla tutela penale ambientale dovrà essere recepita. Io, quindi, non mi capacito di come neanche un impegno inserito in un ordine del giorno possa essere considerato da parte di questo Governo. Mi auguro e chiedo, se è possibile, cambiare orientamento.
PRESIDENTE. Non ci sono ripensamenti da parte del Governo. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/30-A/11 Evi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 81).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/30-A/12 Prestipino. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prestipino. Ne ha facoltà.
PATRIZIA PRESTIPINO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non accolgo la riformulazione, perché è davvero riduttiva. Chiedevamo la realizzazione di centri di accoglienza per gli animali vittime di reato su tutto il territorio nazionale, quindi delle case rifugio. Sarebbe stato un passo avanti di civiltà nei confronti del tema del benessere animale. Peccato, è un'occasione persa perché, se la civiltà di un popolo si vede dal modo in cui tratta gli animali, come diceva Mahatma Gandhi, noi questo passo avanti oggi non lo abbiamo fatto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/30-A/12 Prestipino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 82).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/30-A/13 Scarpa. C'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, l'accoglie?
RACHELE SCARPA (PD-IDP). No, non accetto e chiedo che venga messo ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/30-A/13 Scarpa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 83).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/30-A/14 Di Biase. C'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, viene accolta? No, lo votiamo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/30-A/14 Di Biase, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 84).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/30-A/15 Gianassi. C'è una riformulazione, viene accolta? No, lo votiamo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/30-A/15 Gianassi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 85).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/30-A/16 Serracchiani. Proposta di riformulazione da parte del Governo, accettate? No, pertanto votiamo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/30-A/16 Serracchiani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 86).
Sugli ordini del giorno n. 9/30-A/17 Osnato e n. 9/30-A/18 Michelotti il parere è favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/30-A/19 Ruffino, su cui c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Ho in mente la riformulazione che è stata data al mio ordine del giorno e desidero soltanto dire che nei comuni italiani, in tantissimi comuni, stanno nascendo o sono attive da tempo le commissioni per la difesa per agli animali e c'è il garante per gli animali che lavora gratuitamente. Ora sarebbe sufficiente che il Governo chiedesse, ad esempio, ai garanti regionali e quindi alle regioni - questo se potrà ancora farlo, adesso bisogna vedere con l'autonomia differenziata che cosa succede - l'istituzione della figura del garante senza sostenere alcun genere di costo: è assolutamente possibile, signor Presidente, e - per suo tramite - Governo, ma vedo l'espressione del rappresentante del Governo non troppo favorevole rispetto a quanto sto dicendo, però succede davvero questo.
Voglio ricordare un aspetto: non possiamo continuare a prevedere l'inasprimento delle pene, non è questa la soluzione, nella maniera più assoluta; bisogna provare a lavorare sulla consapevolezza, sulla formazione e sulle regole.
Quello che stiamo votando oggi è assolutamente vano, se non viene accompagnato, sui territori, nelle regioni e nelle città metropolitane, da percorsi diversi.
Possiamo immaginare che le pene risolvano tutti questi problemi e che, da domani, nessuno più userà violenza gli animali perché avrà paura della sanzione, piuttosto che della pena? Io credo non sia così, Signor Presidente. E mi rivolgo al Governo: io accetterò questa riformulazione perché, come tutte le altre volte, voglio che il mio ordine del giorno venga votato, anche riformulato, così prima o poi potrò chiedere conto di quello che ha chiesto il Governo.
Il tema è anche che non è possibile che, ogni volta, in Aula, il Governo venga e stravolga i nostri ordini del giorno: prima o poi il Governo dovrà anche immaginare di mettere non qualche euro, qualche lira, sui nostri ordini del giorno, perché, altrimenti, è veramente un esercizio che col tempo diventa assolutamente faticoso. Comunque, accetto la riformulazione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/30-A/19 Ruffino, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 87).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/30-A/20 Zanella.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, noi ci teniamo a sottolineare quest'ordine del giorno, che riguarda il rapporto tra gli umani e la fauna selvatica tanto odiata, in particolare da alcuni governatori. L'ordine del giorno impegna ad adottare azioni di gestione della fauna selvatica atte a favorire una coesistenza pacifica tra uomo e orso, con una campagna di informazione e sensibilizzazione rivolta alla comunità, agli operatori locali, ai turisti e ai frequentatori della montagna, segnalando, in maniera chiara, all'inizio e lungo i sentieri, l'eventuale presenza di femmine con piccoli e/o individui con comportamenti potenzialmente pericolosi e a convocare un tavolo tecnico d'urgenza per confrontarsi sul futuro dell'orso in Trentino e sulle misure da prendere, eventualmente, nei confronti della recente legge della provincia di Trento.
Presidente, la soluzione più semplice è abbattere gli animali e, di conseguenza, è la soluzione sempre migliore: abbatti chi non comprendi; abbatti un animale che ritieni pericoloso; non rispettare la fauna selvatica. Noi vogliamo ricordare che recentemente la provincia autonoma di Trento ha approvato una legge che prevede anche l'abbattimento di femmine e di cuccioli. Noi stiamo normando l'abbattimento di cuccioli: ammazzare degli animali è già un qualcosa di orrendo; prevederlo a livello legislativo e prevedere l'uccisione dei cuccioli è un atto, dal nostro punto di vista, mostruoso (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
È assurdo che non si approvi un ordine del giorno che, tra l'altro, prevede una corretta informazione rispetto alle persone che frequentano la montagna (in particolare ai turisti e alle persone non esperte) circa la possibilità dell'esistenza e della presenza di questi animali. È una sconfitta la soluzione di abbattere gli animali - in questo caso gli orsi -, ma è ancora più una sconfitta prevedere l'uccisione sistematica dei cuccioli (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/30-A/20 Zanella, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 88).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/30-A/21 Zaratti, parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare il deputato Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno riproponiamo il tema - già presentato prima con un emendamento però bocciato - delle carrozzelle, delle botticelle che, a nostro parere, davvero sono un retaggio del passato, che provoca sofferenza agli animali. Molto spesso, anche esponenti di maggioranza si riempiono la bocca rispetto a questo tema; poi, però, nei fatti, oggettivamente, quando c'è da votare, non si prendono la responsabilità di votare magari anche in dissenso rispetto a un parere del Governo.
Sappiamo che sono cavalli costretti a lavorare per molte ore al giorno, con carichi enormi, anche 900 chilogrammi, esposti a condizioni climatiche estreme, sottoposti, quindi, a un livello di stress, oltretutto nel muoversi all'interno del traffico, molto spesso anche vittime di incidenti e, soprattutto, nella stagione estiva, con valori che possono portare anche alla morte.
Qui non chiedevamo altro che superare questo sistema, soprattutto in cooperazione con gli enti locali. Sappiamo che questo è anche regolamentato direttamente dai comuni, ma una norma nazionale sottrarrebbe anche una decisione difforme sul territorio nazionale rispetto al superamento dei servizi di piazza con veicoli a trazione animale, che, a nostro parere, devono essere definitivamente superati (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/30-A/21 Zaratti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 89).
Avverto che il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. La Presidenza consentirà a ciascun deputato appartenente a tale gruppo, ove richiesto, lo svolgimento di un breve intervento di un minuto per dichiarare il proprio voto sull'ordine del giorno in discussione, da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale. Resta fermo il limite regolamentare di massimo due interventi per ciascun deputato.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/30-A/22 Dori: non viene accolta la riformulazione e insiste per la votazione.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/30-A/22 Dori, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 90).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/30-A/23 Borrelli, c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo.
Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà, per un minuto.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Accettiamo la riformulazione, però facciamo notare al Governo e alla maggioranza che noi avevamo già presentato un emendamento in questa direzione, che è stato bocciato. Quindi, ci è stato bocciato l'emendamento, con parere negativo del Governo e della maggioranza, per la vicenda dei circhi; qui, con una riformulazione sulle premesse, ci viene detto che c'è parere positivo. Vorremmo far presente questa data all'Aula, perché, in questa data, il Governo e la maggioranza si stanno impegnando sul nostro ordine del giorno, finalmente, ad attuare i decreti delega per la graduale dismissione dei circhi. Non vorremmo trovarci qui, tra un anno, a presentare l'ennesimo ordine del giorno o emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/30-A/23 Borrelli, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 91).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/30-A/24 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà, per un minuto.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. C'è il vostro parere contrario con riferimento ai 24 luoghi che, in tutta Italia, ricoverano animali che spesso vengono abbandonati sotto il sole o sequestrati, animali che non hanno avuto nessuna colpa, se non quella di essere stati sfruttati e, grazie all'uomo, rimessi in libertà. Ma a spese di chi? Non dello Stato. Non si capisce perché questi asini, questi cavalli, tutte le specie che sono accolte, come nei gattili o nei canili, solo che qui sono specie diverse, debbano esserlo solo su base volontaria. Perché non creare un fondo per le persone che stanno facendo esattamente quello che dovrebbe fare lo Stato? Non si capisce perché, se in un sequestro si trova un dobermann, va al canile, se, invece, si trova un suino o un altro animale maltrattato - perché stiamo parlando di animali, per lo più, maltrattati -, questi animali non possano essere ricoverati in luoghi gestiti dal pubblico o, almeno, come chiediamo in quest'ordine del giorno, finanziati con un fondo pubblico (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/30-A/24 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 92).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/30-A/25 Ghirra, con parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare la deputata Ghirra. Ne ha facoltà, per un minuto.
FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Questo parere contrario sul nostro ordine del giorno non ci meraviglia, ci preoccupa. Sappiamo bene che siete favorevoli all'abbattimento di orsi e lupi, persino dei cervi. Avete approvato una legge per sparare in città, a Roma, contro i cinghiali. Ma noi, con quest'ordine del giorno, chiediamo di adottare tutte le iniziative di competenza, al fine di tutelare una legge dello Stato - quella sulla protezione della fauna selvatica quale presidio fondamentale -, da modifiche normative volte a rivedere le norme sul prelievo venatorio e a indebolire fortemente la tutela della fauna selvatica.
Chiediamo di prevedere opportune iniziative a sostegno dell'ISPRA. Sappiamo bene che il Ministro Urso ha definito i funzionari dell'ISPRA ambientalisti integralisti, però credo ci sia un limite a tutto. Ricordo che l'articolo 9 della nostra Costituzione, recentemente modificato, prevede che la legge dello Stato introduca metodi e discipline di tutela degli animali. L'accoglimento di quest'ordine del giorno mi sembrerebbe, quantomeno, doveroso (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/30-A/25 Ghirra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 93).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/30-A/26 Bonelli, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare il deputato Dori. Ne ha facoltà, per un minuto.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno, abbiamo posto il tema degli allevamenti intensivi, un sistema che, a nostro parere, deve essere definitivamente superato, per due motivi: in primo luogo, per la questione del benessere animale; in secondo luogo, per la produzione di ammoniaca, che diventa un attivatore delle polveri sottili, quindi con un effetto anche sulla salute e sulla qualità della vita dei nostri cittadini.
Quindi, con riferimento a questo parere contrario, mi stupisce una parte della maggioranza parlamentare, perché posso comprendere, dal lato governativo, un parere contrario netto, neanche una riformulazione, sul tema degli allevamenti intensivi, ma mi stupisce, invece, una parte della maggioranza. Con questo parere contrario, sostanzialmente, il Governo dice: andiamo avanti tranquillamente con gli allevamenti intensivi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/30-A/26 Bonelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 94).
Sull'ordine del giorno n. 9/30-A/27 Brambilla vi è il parere favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/30-A/28 Saccani Jotti, c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, che viene accolta.
Sull'ordine del giorno n. 9/30-A/29 Longi, il parere è favorevole. Poi, abbiamo due ordini del giorno ritirati, il n. 9/30-A/30 Dalla Chiesa e il n. 9/30-A/31 Cavo.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
Avverto che, sulla base delle intese intercorse tra i gruppi, la Commissione affari costituzionali è stata autorizzata a riunirsi nel corso delle dichiarazioni di voto finale sul provvedimento in esame.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 30-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Maria Chiara Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. La quotidianità ci consegna immagini raccapriccianti di sevizie e di violenze, di animali lasciati morire sotto il sole e questo… Scusi, Presidente, come spesso ripetiamo, siamo i primi a parlare, ma, essendo i primi, sarebbe corretto ricevere la stessa educazione che pretendono i colleghi che parlano successivamente.
Come dicevo, Presidente, la nostra quotidianità ci riempie di notizie, di immagini di violenze sugli animali, anche sugli animali d'affezione che sono nelle nostre case - cani e gatti -, che sono una presenza importante per tante famiglie e per tante persone nel nostro Paese. Quello che preoccupa maggiormente è che la frequenza degli episodi di violenza sta aumentando, soprattutto sta aumentando l'incidenza dei minorenni che effettuano violenze di questo tipo. Ci sono comportamenti assolutamente deprecabili che, in quest'Aula, approfittando della discussione di questa proposta di legge, dobbiamo ricordare. Ed è per questo motivo che l'articolo 1 della proposta di legge in oggetto ha accolto il nostro favore, perché, effettivamente, se osserviamo quanto prevedeva fino ad oggi il codice penale, la specificità della condizione degli animali… Io, Presidente, non riesco a parlare.
PRESIDENTE. Deputata Gadda, chiedo scusa se la interrompo, ma questo baccano non è tollerabile. Quindi, i deputati che intendono parlare devono uscire dall'Aula subito, altrimenti restino qui, in silenzio.
MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Presidente, la ringrazio per la sua attenzione. Come dicevo, l'articolo 1 di questa proposta di legge, correttamente, modifica la rubrica del codice penale che legava le violenze agli animali non tanto alla soggettività dell'animale, alla sofferenza causata all'animale, ma al sentimento che proviamo nei confronti dell'animale. Quindi, questa rubrica, che parla di delitti contro gli animali, finalmente, consegna all'animale ferito, all'animale ucciso, all'animale torturato la sua soggettività.Detto ciò, questo è l'unico elemento positivo di questa proposta di legge. Noi abbiamo riscontrato - e siamo intervenuti più volte nel corso del dibattito - che questo testo presenta moltissime contraddizioni, che, peraltro, sono state rese in modo plastico dalle indicazioni di voto della relatrice di maggioranza, una relatrice di maggioranza che, mentre dava pareri contrari sugli emendamenti, li giustificava dando una giustificazione che andava nella direzione esattamente opposta. Questo modo di procedere in Commissione ha determinato una serie di cambiamenti, articoli cancellati, ma soprattutto ha determinato una non omogeneità del testo, perché come sovente capita a questo Governo, si tende a legiferare sulla devianza, si tende a legiferare sulla base della notizia e, poi, si provoca una mancanza di equilibrio all'interno del codice penale e del codice di procedura penale.
In questo testo, sono presenti alcune zone grigie come, per esempio, l'articolo che tratta il tema della confisca e degli affidamenti degli animali. Noi riteniamo che sia importante sequestrare e confiscare a chi fa pratiche che vanno nella direzione non del benessere animale, ma della violenza. Riteniamo importante che le confische e i sequestri vengano effettuati. Il punto è che, però, questo testo lascia un grande punto di domanda rispetto ai soggetti ai quali possono essere dati in affidamento questi animali.
Non sono definiti all'interno della proposta di legge i requisiti e gli standard e, peraltro, questa è anche una proposta di legge - poi, ci tornerò successivamente - che non affida nemmeno fondi rispetto ai centri di recupero degli animali vittime di violenza. Noi sappiamo che molte regioni, comuni e molti territori hanno centri di questo tipo e lo fanno con risorse proprie, quindi, immaginiamo - proprio perché esiste nel Paese una cogenza, esiste una sensibilità, per fortuna, nella maggioranza delle persone rispetto al tema come quello della violenza contro gli animali - che forse questa sia un'occasione mancata.
Speriamo che il Governo possa recuperare in legge di bilancio, ma soprattutto nel proseguimento dell'iter di questa proposta di legge, anche identificando fondi, per esempio, per quei centri legati alla gestione e al ritorno a una vita diversa degli animali vittime di reato.
Un'altra incongruenza di questo testo è che, all'interno degli stessi articoli, si affiancano delitti veri, intenzionali, gravissimi, a situazioni che sono legate alla casualità; pensiamo agli incidenti stradali. Gli incidenti stradali, certo, possono provocare il ferimento, anche la morte degli animali, ma non sono legati all'intenzionalità, quindi, credo che, nel corso del dibattito, che ci sarà sicuramente al Senato e che spero possa essere più approfondito rispetto a quello che è stato fatto in questi mesi alla Camera, si possano invece distinguere alcuni percorsi, il dolo dalla colpa, per esempio.
Poi, vi è un elemento che riguarda tutto l'impianto del provvedimento, ed è il motivo per cui, rispetto alla maggioranza degli articoli che sono stati sottoposti a votazione, il nostro gruppo di Italia Viva si è astenuto: mi riferisco al fatto che le modifiche, le contraddizioni, che esistono anche all'interno della maggioranza, hanno portato questo testo a non avere una certa pulizia, un equilibrio, una proporzionalità. Quando si tocca il codice penale, quando si tocca il codice di procedura penale bisogna farlo con attenzione, mantenendo questi requisiti di proporzionalità anche nel confronto con altre tipologie di reato nei confronti non soltanto degli animali ma delle persone e delle cose.
Quindi, credo che in quest'Aula non possiamo fare gli influencer, i megafoni delle notizie drammatiche, orribili, che compaiono sulla stampa, ma dobbiamo fare i legislatori.
Proprio perché questo tema è importante, rilevante, dobbiamo consentire che ci sia serietà, perché poi queste norme, quando escono dal Parlamento, vengono attuate, vengono interpretate e un testo scritto in questo modo sicuramente provocherà difformità dal punto di vista interpretativo e attuativo sul territorio nazionale e noi questo non lo desideriamo.
Poi, c'è l'ultimo aspetto che voglio toccare. Questo testo, come dicevo prima, è a invarianza finanziaria. Noi ci teniamo davvero alla sicurezza degli animali e al benessere degli animali, ma in questo testo non riscontriamo nulla se non articoli che appunto sono dichiarazioni di intenti; nulla sul fronte della prevenzione, non riscontriamo nulla - e per “nulla” intendo risorse - rispetto a un'attività che è fondamentale, per cui è necessario intercettare i reati.
Sulla prevenzione e sul fatto di intercettare i reati credo che dobbiamo lavorare in due direzioni: nella direzione dei cittadini, perché, come dicevo all'inizio, tanti, troppi sono i reati nei confronti degli animali, tanti, troppi gli abusi causati da una mancanza di cultura e di educazione collettiva; quindi, dobbiamo agire pesantemente nelle scuole, nell'opinione pubblica, nei mezzi di comunicazione, contro queste pratiche che sfociano nell'uccisione ma che appunto sono legate anche alla cattiva detenzione, a situazioni di sofferenza, per cui appunto gli animali vengono lasciati anche senza cibo, senza acqua e sotto le intemperie. Ecco, dobbiamo lavorare anche sul fronte educativo. Però, non bisogna farlo con superficialità. Quando si parla, ad esempio, della formazione degli operatori nelle scuole, questi temi vanno trattati con professionalità e ci vuole una formazione che sia legata anche alle risorse.
Allo stesso modo, questa proposta di legge tratta alcuni temi assai sensibili, che affrontano quotidianamente le nostre Forze dell'ordine: il bracconaggio, il traffico delle specie protette, i combattimenti clandestini. Le nostre Forze dell'ordine - che ringrazio in questa sede - sono impegnate quotidianamente nel contrasto di questi reati. Però dobbiamo dotarle di più strumenti, di più personale. Questo provvedimento ha intendimenti in questa direzione, che però non sono concretizzati; e al riguardo - non voglio anticipare la discussione che ci sarà nella legge di bilancio su questi temi, di cui abbiamo discusso l'intera giornata di oggi - in legge di bilancio non c'è nulla.
Quindi auspico davvero che questa discussione possa portare il Parlamento, il successivo lavoro del Senato verso una maggiore ragionevolezza, una maggiore concretezza e una maggiore e migliore pulizia delle norme, proprio perché i reati contro gli animali sono inaccettabili. Per queste motivazioni, annuncio il voto di astensione del gruppo di Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Devis Dori. Ne ha facoltà.
DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Su questo provvedimento avevamo molte aspettative, tante aspettative, forse troppe, rispetto a una coerenza interna alla maggioranza che avrebbe poi dovuto cercare compromessi al ribasso. Effettivamente, eravamo partiti da un testo base che avevamo approvato anche noi, la proposta di legge Brambilla, che era un ottimo punto di partenza; eppure, nei lavori in Commissione, è stata spogliata, più e più volte, in tanti articoli, sino all'arrivo della tagliola della Commissioni agricoltura e poi, in particolare, della Commissione bilancio. Quindi, per dirla alla Italo Calvino, questa proposta di legge è diventata un “visconte dimezzato”, perché, di fatto, le aspettative e le finalità sono state per buona parte tradite.
Certamente rimane tutta la parte del penale, ma non avevamo dubbi che il Governo e la maggioranza tenessero questa parte. Serviva un potenziamento, soprattutto perché le sanzioni attualmente previste nel codice penale, rispetto alla gravità dei fatti e anche alla maturazione di una sensibilità all'interno della nostra società di fronte ai medesimi, sicuramente avevano bisogno di un aggiornamento al rialzo, così come anche la previsione di alcune specifiche aggravanti. Da questo punto di vista, devo dire, qualche passo davvero positivo, comunque, è stato compiuto, se pensiamo, ad esempio, alla modifica della rubrica del Titolo IX bis del codice penale, che attualmente prevede il riferimento al “sentimento per gli animali”. Oggi, invece, quella rubrica diventa: “Dei delitti contro gli animali”.
E anche se, dal punto di vista operativo, sembra contar poco, è invece un notevole passo in avanti dal punto di vista culturale, anche attraverso lo strumento normativo. Quindi gli animali come esseri senzienti, che provano dolore e sofferenza, divengono soggetto e oggetto di tutela, non in quanto l'uomo prova un sentimento per l'animale, ma in sé, in quanto esseri viventi senzienti. E questo è un passo in avanti.
Così come accogliamo positivamente anche l'aggravante che prevede che questi reati, di cui agli articoli 544-bis e seguenti, siano stati commessi alla presenza di minorenni: questo è un dato importante e fondamentale. Tra l'altro, questo tema, cioè il fatto di esporre i minori alla violenza sugli animali, è stato anche oggetto di un documento delle Nazioni Unite; mi riferisco al commento n. 26, nell'agosto dell'anno scorso, nell'ambito del Comitato infanzia delle Nazioni Unite, che invita (anche se il commento non è uno strumento vincolante per i Paesi aderenti, ma è comunque un indirizzo importante) ad adeguare la propria normativa rispetto a questo tema.
Quindi, violenza sugli animali ed esposizione alla violenza sugli animali dei minorenni, per tutte le dinamiche che possono provocare sui minori in fase di crescita. Questi sono gli aspetti sicuramente positivi ed è il motivo per il quale, come gruppo parlamentare, abbiamo fatto una valutazione di non votare contro il provvedimento.
Però ci sono alcuni aspetti completamente mancanti: pensiamo a tutto il tema della formazione. Eppure, noi abbiamo tentato in tutte le maniere, qui, anche oggi, in Aula, di porre nuovamente il tema della formazione: formazione anche specifica, obbligatoria e professionale per tutti quei professionisti che, nello svolgimento della propria attività, si possono trovare di fronte a quelle casistiche, dall'uccisione al maltrattamento di animali, e che devono saper riconoscere, anche rispetto al fatto che, come sappiamo, la crudeltà sugli animali è indice di pericolosità sociale.
Questo concetto della correlazione tra la violenza sugli animali e la violenza sulle persone è stato oggetto di una delle proposte di legge abbinate al testo Brambilla, a mia prima firma - Atto Camera 468 - che in realtà avevo già depositato nella precedente legislatura. Purtroppo, nonostante tutti gli auditi in Commissione siano venuti a dire che i due testi, quello Brambilla e quello a mia prima firma, fossero perfettamente integrabili tra loro, in realtà non è stato accolto nulla di quel testo di legge, tant'è vero che abbiamo trasfuso tutto il contenuto di quella proposta di legge in emendamenti che abbiamo presentato nei lavori in Commissione, ma c'è stato un parere contrario e una chiusura. Ed è un peccato perché stiamo parlando di una proposta di legge su un tema molto sentito dai cittadini fuori da qui, che oltretutto non viene trattato con un decreto-legge, che ha delle scadenze. Abbiamo impiegato un anno e mezzo per lavorare e anch'io ho sollecitato molte volte il presidente di Commissione per ricalendarizzare questo tema, quando, per alcuni mesi, lo sappiamo benissimo, soprattutto nella primavera-estate di quest'anno, questo provvedimento sembrava un po' scomparso dai radar. Poi è stato sollecitato, grazie anche alla pressione delle associazioni animaliste che, da fuori, hanno fatto sentire la propria voce dicendo al legislatore: intervieni perché è arrivato il momento di fare uno step nuovo e successivo rispetto a quello che, oggettivamente, ad oggi manca. Ma purtroppo mancherà ancora molto, nonostante l'approvazione, quando avverrà; poi vedremo con che tempistiche e con quali esiti al Senato, e magari troveremo nuovamente il provvedimento qui alla Camera.
Certamente, il tema della formazione era fondamentale anche a fini chiaramente preventivi, perché pensare che con il codice penale, quindi con un mero effetto deterrente, si possa risolvere un problema di questo tipo, che è anche di natura culturale, pensare che basti quello, certamente è un fallimento.
Bisogna, invece, puntare molto sulla formazione: pensiamo a quanto, molto spesso, la cronaca riporti fatti ed episodi in cui vi sono dei minorenni che agiscono violenza, anche molto grave, nei confronti degli animali. Da quel punto di vista, sarebbe stato fondamentale puntare molto e recepire anche i suggerimenti che arrivavano attraverso la proposta di legge a mia prima firma, che parlava proprio di correlazione tra violenza sugli animali e sulle persone, tant'è vero che anche l'associazione Link-Italia - che qui ringrazio - da una ventina d'anni ha portato in Italia studi scientifici, in particolare degli Stati Uniti, ma non solo, dove si dimostra questa correlazione per la quale chi, da adulto, commette dei reati particolarmente gravi contro la persona, è passato in tenera età, da piccolo, da bambino, attraverso atti di crudeltà nei confronti degli animali.
Quindi, noi dovremmo intervenire in maniera adeguata nei confronti di quegli episodi, non con il codice penale, ma in maniera educativa, con una risposta ambientale adeguata, che sia nell'ambito scolastico e non solo, anche in quello familiare, con la sensibilizzazione delle famiglie e non con la sottovalutazione del problema, perché, come sappiamo, quando si sottovaluta un problema, esso viene alimentato. Da questo punto di vista, il testo è veramente mancante.
Abbiamo posto anche oggi, con emendamenti e ordini del giorno, dei temi - adesso non ho il tempo di parlarne - che sono decisamente rilevanti e sono stati tutti sostanzialmente bypassati, superati dalla maggioranza e dal Governo. Pensiamo al tema, ad esempio, delle cosiddette “botticelle”: da questo punto di vista, non c'è nemmeno la volontà di superare questa forma, a nostro parere, di maltrattamento animale. Così come l'impiego degli animali nei circhi: certo, adesso è stato approvato un ordine del giorno con un parere favorevole da parte del Governo, ma vorremmo vedere come, dagli intenti, ciò si voglia davvero concretizzare.
Basta con queste continue proroghe, con questi continui rinvii. Oggi avremmo potuto approvare un emendamento e, quindi, avremmo avuto una norma dispositiva anziché una legge delega che attende dei decreti attuativi che, chissà quando mai arriveranno.
Un altro tema importante è anche quello della rete dei santuari degli animali liberi, che avrebbe avuto bisogno di sostegno: è un tema che, tra l'altro, abbiamo posto, anche con degli emendamenti, in legge di bilancio. Sarebbe davvero necessario sostenere questo sistema virtuoso; soprattutto pensiamo, ad esempio, a quando si accolgono animali sottratti alla criminalità organizzata.
Così come il tema degli allevamenti intensivi: non facciamo gli struzzi, da questo punto di vista, mettendo la testa sotto terra, per non renderci conto di come gli allevamenti intensivi e quello che avviene negli allevamenti intensivi siano una forma di crudeltà e di maltrattamento animale, oltre a tutti gli effetti che questo produce, anche sulla salute e sulla qualità dell'aria.
Per concludere, Presidente, davvero, noi ci asterremo, ma avremmo voluto un testo decisamente più corposo, decisamente più ricco e, purtroppo, davvero, riteniamo questa un'occasione persa (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Colleghi e Governo, noi pensiamo che occorra andare oltre le modifiche al codice penale e alle altre disposizioni per l'integrazione e l'armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali.
L'obiettivo primario deve essere quello di rafforzare la tutela degli animali. Si interviene sul codice penale aggravando le pene per i reati commessi a danno degli animali, si alimentano le pene e non si lavora sulla consapevolezza dei proprietari.
Riteniamo che l'inasprimento delle pene non sia deterrenza al maltrattamento degli animali. Si consideri, inoltre, che troppo spesso ci si riferisce al maltrattamento fisico degli animali, mentre non viene considerato almeno quello psicologico, l'isolamento sociale, la privazione sensoriale, le relazioni irrispettose dei bisogni etologici degli animali.
Riteniamo che sarebbe più corretta un'azione preventiva, ad esempio, come nel caso dei cani, ovvero un corso di preparazione per futuri proprietari. Tale corso potrebbe avere una durata inferiore al patentino e sarebbe propedeutico all'adozione e all'acquisto di un cane. Si prenda, ad esempio, la Svizzera italiana, dove tale corso è obbligatorio da anni. Questi corsi vengono tenuti dalle ASL, dai veterinari libero professionisti, da educatori o addestratori certificati. È sicuramente sacrosanto il riconoscimento degli animali come esseri senzienti, ma è necessario, allora, aggiungere il riconoscimento dei bisogni etologici delle singole specie animali, poiché la diffusa non conoscenza di tali bisogni, che sono alla base del benessere di specie, genera comportamenti fortemente contraddittori, specialmente in talune fasce di animalisti che troppo spesso si ergono a figure decisorie. Ad esempio, pensiamo all'affidamento dei gatti di colonia, dove l'adottante è sottoposto a una serie di condizioni capestro, principalmente quella di non lasciare uscire di casa il gatto per nessuna ragione. Il gatto è un predatore solitario assoluto, ha bisogno di mettere in atto il rituale della caccia e, pertanto, se sussistono le condizioni di sicurezza, ad esempio casa con giardino lontana da strade trafficate, perché non permettergli di uscire e predare?
Piuttosto, sarebbe corretto rivedere l'attuale legislazione sulla tutela degli animali, imponendo ad esempio un numero limitato di gatti e l'obbligo di sterilizzazione per gli animali dei privati. Altrimenti, ci troveremo sempre a dover fronteggiare delle emergenze in ambito locale, a causa di persone che accumulano animali - la cosiddetta sindrome di Noè - senza fornire loro necessari accudimenti e non intervenendo nel controllo della riproduzione degli stessi.
Altro esempio è riferito ai cani. L'ignoranza relativa ai bisogni etologici, in relazione al fatto che si tratta di animali sociali e gerarchici, fa sì che, specie al di fuori delle grandi città, vi sia un'enormità di cani che vivono in splendidi giardini ma sono privati di quell'interazione con i membri della famiglia. Questo fenomeno di deprivazione sociale non è sanzionato, malgrado rientri a tutti gli effetti in quello che si definisce maltrattamento psicologico di gravità, se vogliamo, a volte anche maggiore di quello fisico. Ben venga, quindi, un inasprimento delle sanzioni ma non dimentichiamo che, parallelamente alla repressione, è necessaria la formazione dei cittadini. Questa formazione permanente è imprescindibile, se vogliamo che le persone, fin dall'età scolare, imparino a riconoscere gli animali, oltre che come esseri senzienti, nei loro bisogni caratteristici della nicchia etologica ed ecologica di provenienza, nella loro unicità e soggettività ed anche nella loro diversità. Ciò che vale per noi umani non vale per gli animali. Ci si relaziona su livelli diversi, è sbagliato vederli come poveri esseri indifesi. L'empatia che proviamo per loro deve essere pensata, elaborata, interiorizzata attraverso la conoscenza. Quindi, è necessario, secondo noi, rivedere il costrutto legislativo in questo senso, attraverso l'obbligo scolastico di materie come la zoologia, l'etologia, la zooantropologia e poi, ancora, lo studio della relazione uomo-animale. Sono necessari dei corsi obbligatori di pre-adozione per futuri proprietari di cani, sono altresì essenziali le figure del garante della tutela degli animali a livello nazionale - ne ho parlato prima e non può essere un problema di costi -, a livello regionale e locale. È sufficiente, davvero, fare dei bandi dove si prevede che l'incarico è a titolo gratuito. Il garante della tutela degli animali deve essere un professionista preparato, con elevate competenze di etologia, ecologia, benessere animale e zooantropologia, che a vari livelli opera in apposite condizioni dedicate al miglioramento rapporto uomo-animali, basato sui paradigmi oggettivi e non dettati dal pietismo o dai pregiudizi o, ancora, da bisogni compensatori.
È evidente, dalla mia dichiarazione di voto, che il gruppo di Azione non può votare in nessun motivo a favore di questo provvedimento. Il nostro voto sarà di astensione, noi pensiamo sempre di riuscire, in qualche modo, a gettare un seme che, prima o poi, permetta al Governo di prendere in esame quello che diciamo ma, soprattutto, legato al fatto che, all'esterno, queste attività già si fanno, che sono tantissimi i comuni italiani che stanno adottando queste figure e queste commissioni, che non hanno nessun tipo di costo ma che sono estremamente utili al cittadino, da un lato, e al benessere degli animali, dall'altro. Prima o poi riusciremo a sfondare questo muro e a far passare questo pensiero (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Brambilla. Ne ha facoltà.
MICHELA VITTORIA BRAMBILLA (NM(N-C-U-I)M-CP). Signor Presidente, onorevoli colleghi, il nostro gruppo voterà convintamente la proposta di legge A.C. 30-A, nel testo licenziato dalla Commissione e modificato durante l'esame in Aula. Come prima firmataria e relatrice di questo provvedimento, che finalmente garantisce maggiori tutele agli animali, ve ne espongo le ragioni. La prima è che stiamo attuando quanto previsto dall'articolo 9 della Costituzione, nella formulazione votata dal Parlamento quasi tre anni fa: la legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali. Ecco, dunque, la legge dello Stato che, dal precetto costituzionale, trae le logiche conseguenze, a cominciare dalla nuova rubrica del Titolo IX-bis del codice penale: “Dei delitti contro gli animali”.
Si tratta di una novità di grandissimo rilievo, una novità rivoluzionaria, che modifica la prospettiva con cui guardiamo alla tutela penale degli animali e apre la strada ad altre importanti innovazioni. È un fatto, inoltre, che la proposta sulla quale stiamo per esprimerci aumenta le pene sia detentive che pecuniarie per i principali reati e illeciti a danno degli animali: l'uccisione, il maltrattamento e l'organizzazione dei combattimenti. Dell'idea che la battaglia contro abusi e crudeltà sugli animali si vinca sul piano culturale, io ne ho fatto una ragione di vita, quindi, figuriamoci se non sono d'accordo, ma di fronte all'obiettiva gravità di certe condotte, tutti - partiti, associazioni, società civili - reclamavano sanzioni più severe per deterrenza.
Aumentano, quindi, le pene per l'uccisione di animali (articolo 544-bis) e si passa da quattro mesi di reclusione, nel minimo, e due anni, nel massimo, a sei mesi, nel minimo, e a tre anni, nel massimo, sempre congiunti a una multa, che finora non era prevista, che va da 5.000 a 30.000 euro. Se il fatto, poi, è commesso adoperando sevizie o prolungando volutamente la sofferenza dell'animale, si passa a un anno, nel minimo, e a quattro anni, nel massimo, con una multa raddoppiata da 10.000 a 60.000 euro. Aumentano le pene per il maltrattamento degli animali (articolo 544-ter) e si passa da tre mesi, nel minimo, e 18 mesi, nel massimo, a sei mesi, nel minimo, e a due anni, nel massimo, accompagnati sempre dalla multa, tra i 5.000 e i 30.000 euro, che oggi è alternativa alla reclusione.
Aumentano le pene pecuniarie per chi organizza spettacoli e manifestazioni con sevizie e strazio per gli animali (articolo 544-quater) e aumenta significativamente la multa, da 5.000 a 15.000 euro, nel minimo, e da 15.000 a 30.000, nel massimo. Aumentano le pene per la violazione del divieto di combattimenti o di competizioni non autorizzate tra animali (articolo 544-quinquies) e la pena detentiva aumenta da uno a due, nel minimo, e da tre a quattro anni, nel massimo, e sarà punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 5.000 a 30.000 euro anche chi partecipa a qualsiasi titolo ai combattimenti o alle competizioni. Questa è un'altra importante novità.
Poi aumentano le pene per l'uccisione o il danneggiamento degli animali altrui (articolo 638). Il reato diventa finalmente perseguibile d'ufficio, come quelli del Titolo IX-bis. La pena passa da sei mesi a un anno, nel minimo, e da un anno a quattro anni, nel massimo, e l'articolo sarà applicabile all'uccisione o al danneggiamento anche di un solo bovino o di un solo equino e per tutti questi reati contro gli animali sono previste nuove aggravanti con l'introduzione dell'articolo 544-septies: se i fatti sono commessi alla presenza di minori; se i fatti sono commessi nei confronti di più animali; se il fatto è diffuso attraverso strumenti informatici e telematici. È finalmente accordata alle associazioni riconosciute dal Ministero della Salute la facoltà di impugnare giudizi cautelari reali, di presentare appello o istanza di riesame di sequestri preventivi e probatori, facoltà che da tempo il mondo associativo attendeva.
Le misure di prevenzione previste dal codice antimafia diventano applicabili anche ai soggetti abitualmente dediti ai delitti di combattimenti e manifestazioni vietati e al traffico di cuccioli. Aumentano le pene per il traffico di cuccioli, con numerose modifiche, quindi, alla legge n. 201 del 2010. Un esempio è dato dalle sanzioni aumentate per il traffico di animali senza chip, microchip e passaporto e si arriva a 4 mesi, nel minimo, e a 18 mesi, nel massimo della pena, con una multa che raddoppia - 6.000 euro, nel minimo, e 30.000, nel massimo - e tante altre misure. C'è, poi, il divieto di tenere il cane alla catena che, finora previsto solo da alcune leggi regionali, è finalmente introdotto a livello nazionale e sorretto da adeguate sanzioni (da 500 a 5.000 euro). Non vi saranno, quindi, zone franche per questa vecchia barbarie.
Aumentano le pene pecuniarie previste dall'articolo 727 - abbandono e detenzione in condizioni incompatibili - passando da un minimo di 1.000 a 5.000 euro e con un massimo di 10.000 euro e il combinato disposto con l'aggravante introdotta nel nuovo codice della strada, che prevede un aumento di pena fino a un terzo quando l'abbandono avviene su strada o nelle pertinenze, fa sì che l'ammenda minima possa salire ancora notevolmente.
Infine, aumentano le pene in caso di uccisione, cattura e detenzione di animali di specie protetta. La pena detentiva passa da un mese, nel minimo, e sei mesi, nel massimo, a tre mesi, nel minimo, e un anno, nel massimo, sempre congiunti con l'ammenda, che raddoppia fino a 8.000 euro. Nei casi di distruzione o deterioramento di habitat in sito protetto (articolo 733-bis) si passa dall'arresto fino a 18 mesi all'arresto da tre mesi a due anni e anche qui raddoppia l'ammenda, che non sarà inferiore a 6.000 euro.
Colleghi, questo è il cambiamento che in molti attendevamo e sono sicura che saprete coglierne la portata. Come ho già detto ieri, alla percezione di sostanziale impunità che accompagna chi commette crimini contro gli animali corrisponde un sentimento di profonda indignazione in ampi settori dell'opinione pubblica di tutti gli orientamenti politici e culturali, un sentimento che non era e non è possibile ignorare.
A chi, invece, sogna l'impunità - e in quest'Aula qualcuno la sogna - solo perché le vittime sono animali e non possono neanche parlare, dico che continui a sognare o si trasferisca in un altro Paese, perché qui per l'impunità non c'è spazio (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE- Centro Popolare).
Da quattro legislature porto avanti - e ne sono orgogliosa - questa battaglia di civiltà, che non ha colore politico, come dimostra il lavoro trasversale che facciamo nell'intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, di cui ho l'onore di essere presidente. Avevo promesso giustizia agli ultimi tra gli ultimi, ai tanti animali seviziati e uccisi da mani scellerate. Ricordo il cane Angelo, torturato a morte nel Cosentino, il cane Aron, bruciato a Palermo, il gatto Leone, scuoiato vivo nel salernitano, il gatto Green ucciso a botte in Veneto. Poi ci sono gli altri, che non potrei citare tutti neppure se invece di dieci minuti avessi a disposizione molte ore.
Oggi posso dire di aver raggiunto un traguardo, di aver ottenuto pene più elevate e di aver mantenuto la promessa. Quindi, io dedico a loro, alle vittime mute e invisibili, soprattutto agli animali di cui non si è mai parlato e mai si parlerà, il frutto di questo grande e incessante impegno e, in qualità di parlamentare e di presidente dell'intergruppo per i diritti degli animali e la tutela dell'ambiente e di presidente della Lega italiana per la difesa degli animali e dell'ambiente, garantisco che non mi fermerò qui. Proseguirò su tutti i fronti che richiedono l'attenzione di chi veramente ama e rispetta gli animali, i nostri fratelli, i nostri compagni di vita sull'arca planetaria.
Concludo, colleghi, ringraziando tutti voi, tutti voi colleghi che a qualsiasi titolo e con qualsiasi intento avete contribuito all'elaborazione del testo. Ringrazio gli uffici della Camera, che hanno seguito l'iter del provvedimento con alta professionalità, i presidenti e gli attivisti delle associazioni ambientaliste e animaliste italiane, dalla mia LeIDAA a tutte le altre. Ringrazio, infine, il mio staff per il prezioso lavoro svolto. Signor Presidente, il gruppo di Noi Moderati voterà a favore (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE- Centro Popolare).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tommaso Calderone. Ne ha facoltà.
TOMMASO ANTONINO CALDERONE (FI-PPE). Presidente, onorevoli colleghi, signor Sottosegretario, l'articolo 9 della nostra Carta costituzionale stabilisce, nell'ultimo inciso, che “la legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”. Questo apparato normativo si pone esattamente e correttamente in linea al dettato costituzionale. Io credo che l'articolo più importante, dal punto di vista ideologico, della legge che ci apprestiamo a votare, proprio perché è un cambio culturale, sia l'articolo 1, perché l'articolo 1 della legge va a modificare il Titolo IX bis del nostro codice penale.
Non sarà più un delitto contro il sentimento per gli animali, ma sarà un delitto, quello di offendere gli animali, contro gli animali. È un passaggio fondamentale, un cambio culturale che credo i consociati in questo momento storico non soltanto ci chiedevano ma pretendevano, perché il sentimento verso gli animali da parte dell'uomo che certamente c'è - e questo lo abbiamo potuto verificare nel nostro tempo fortunatamente - è sempre più prepotente, nel senso elegante del termine, e sempre più preponderante. Quindi, questo articolo, questa norma, che addirittura va a incidere su un titolo del codice penale, modificando e rendendo quasi parte offesa - anzi, posso togliere il quasi - gli animali e relegando soltanto per un momento gli uomini in una posizione di secondo piano, è certamente da salutare con grande entusiasmo da parte del legislatore e, in particolare, da parte di Forza Italia; ciò perché Forza Italia - e ha detto bene la collega Brambilla, è un provvedimento trasversale e io di questo la ringrazio - si è molto adoperata a cercare di migliorare, con attenzione, con competenza e con sobrietà, questo apparato normativo e credo che ci sia riuscita, perché il nostro approccio è sempre quello di grande collaborazione e costruzione, mai di sterile opposizione, mai di inutile e sterile polemica.
Non serve, non è questo che gli italiani ci chiedono, non soltanto in relazione a queste norme, ma in senso generale. La sobrietà, la competenza e i buoni comportamenti sono il faro che deve illuminare sempre e comunque, a parere dei parlamentari di Forza Italia e del partito Forza Italia, il lavoro del parlamentare. Questo abbiamo fatto, con grande attenzione e anche con qualche contrapposizione, con qualche antagonismo dialettico, che ci sta - e ci mancherebbe altro -, però siamo orgogliosi di aver contribuito a una legge che certamente è perfettibile - come diciamo sempre noi - come tutte le leggi. Ho visto qualche polemica di troppo. In questo momento, noi abbiamo la possibilità - e lo faremo - di incidere, per esempio, in relazione al codice penale e al codice di procedura penale.
Certo, l'approccio culturale - su questo sono assolutamente d'accordo, siamo assolutamente d'accordo, come Forza Italia, con i colleghi di opposizione - deve essere diverso, deve essere modellato, deve essere modificato, deve essere raffinato. Non ci sono dubbi: bisogna lavorare anche su questo. Però la norma penale ha una funzione, come noi siamo soliti affermare, special-preventiva.
Troppe cose brutte - qualche collega dell'opposizione, in particolare, lo ha detto e mi ha molto colpito - sono state fatte agli animali, troppi orrendi crimini - mi consentirete il termine - sono stati commessi nei confronti di animali indifesi; e allora l'uomo, quando dà il peggio di sé in simili assurdi, inconcepibili e inaccettabili comportamenti, deve essere sanzionato, e l'articolo 2 è intervenuto a modificare l'articolo 544-quater che sanziona chiunque organizza e promuove spettacoli o manifestazioni che comportano sevizie o strazio per gli animali. Ascoltate quanto è brutto anche da sentire, come suona male: sevizie e strazio per gli animali, e il legislatore, cioè noi, ha inasprito la pena pecuniaria.
Stessa cosa abbiamo fatto con l'articolo 3: siamo intervenuti sull'articolo 544-quinquies del codice penale e abbiamo fatto un'operazione giuridica - tecnico-giuridica, mi correggo - di assoluta condivisione, almeno questa è la nostra opinione, e credo tutti i colleghi sono stati e saranno d'accordo, ossia abbiamo inasprito le pene; vedete, chi organizza il combattimento tra gli animali, chi gode quasi in maniera sadica (anzi, possiamo togliere il “quasi”) nel vedere combattere gli animali deve essere sanzionato in maniera rigorosa e rigida, vorrei dire; e anzi, lo dico senz'altro, perché è quanto di più basso - mi consentirete il termine - possa accadere, ossia godere (e qualche volta anche guadagnare, anzi possiamo dire senz'altro guadagnare) nel vedere un combattimento tra gli animali.
Allora il legislatore, cioè noi, ha inasprito le pene e abbiamo previsto - ed è questa la novità - un'estensione di pena a chi partecipa a questi ignobili e indegni spettacoli. Questa è una norma sicuramente condivisibile, perché è rigorosa e va a sanzionare una condotta assolutamente non disdicevole, ma riprovevole, perché di questo si tratta. E il legislatore oggi è intervenuto e ha modificato la norma, ha inasprito le pene e ha anche punito e punirà chi tiene una determinata condotta, godendo di spettacoli indegni.
L'articolo successivo ha introdotto nel codice penale l'articolo 544, che prevede l'aggravante di pena - o meglio, sono tre aggravanti; in origine erano più di tre, poi, a poco a poco, abbiamo cercato di modellare la norma - per i delitti di uccisione o maltrattamenti di animali, spettacoli o manifestazioni vietate se commessi in presenza di minori, se commessi nei confronti di più animali e se l'autore del video diffonde questo spettacolo indecoroso attraverso strumenti informatici e telematici.
Quindi, abbiamo fatto sì che alcune condotte particolarmente gravi rispetto alla fattispecie tipica venissero aggravate nel momento in cui sono presenti minori, nel momento in cui si diffonde questo spettacolo indecoroso e indegno con strumenti informatici e telematici, e nel momento in cui sono presenti più animali.
L'articolo successivo ha previsto un incremento di pene edittali - e anche qui siamo assolutamente d'accordo - per chi uccide, da un lato, e maltratta animali, dall'altro. Si tratta di reati, a nostro modo di vedere, molto gravi, che erano sanzionati in maniera non proprio consona. Infatti, ci è stato insegnato che la sanzione deve essere sempre proporzionata al precetto, mentre qui qualche proporzione o proporzionalità non c'era.
Sì, Presidente, vado a concludere. Ero soltanto ai primi articoli, però credo di essere stato chiaro, perché, anche per questo incremento di pena per l'uccisione e il maltrattamento di animali, è stata introdotta, nell'uccisione, l'aggravante delle sevizie e del prolungamento delle sofferenze. Ma questa è una bella norma. Infatti, che piacere ci può essere ad uccidere un animale? È un fatto non accettabile. Ma anche seviziare un animale, determinando il prolungamento delle sue sofferenze, è veramente una condotta non accettabile nei nostri tempi e per i nostri tempi. Quindi, era giusto modificare questa norma.
È altrettanto giusto - faccio soltanto un cenno - modificare il codice di procedura penale, soprattutto - e chiudo veramente - prevedendo per i delinquenti abituali - mi sia consentito -, quelli previsti dall'articolo 102 del nostro codice penale, che, nel momento in cui reiterano queste condotte contro gli animali e diventano abitualmente condotte…
PRESIDENTE. Concluda.
TOMMASO ANTONINO CALDERONE (FI-PPE). …che comportano un disvalore sociale assoluto, è prevista una misura di prevenzione. Anche questa è una bella norma, come tante altre.
Certamente, per il futuro, anche da un punto di vista della prevenzione, ci sarà da lavorare. Immagino che saranno impegnate alcune somme e su questo Forza Italia ne è assolutamente persuasa. Quindi per tutte le ragioni che ho brevemente esposto, annuncio il voto favorevole del mio partito, il voto favorevole di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caramiello. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Sì, grazie, Presidente. In merito a questa proposta di legge, che introduce modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, nonché altre disposizioni per l'integrazione e l'armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali, mi preme anzitutto ricordare ai colleghi qualche stralcio dell'articolo 9 della Costituzione: la Repubblica “tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.
Presidente, l'argomento è importantissimo, ma, purtroppo, oggi, persistono in Italia situazioni di maltrattamento degli animali sia da affezione che selvatici, come dimostrato dai numerosi casi riportati dai media e dalle organizzazioni nate per la loro protezione.
Presidente, fondamentale, dunque, è essere qui oggi, in quest'Aula, a discutere di una proposta di legge che tratta proprio dei reati contro gli animali. Ci sono tanti tipi di maltrattamenti verso gli animali che sfociano anche in vere e proprie uccisioni di questi esseri senzienti.
In particolare, Presidente, quando si parla di maltrattamenti, possiamo ricordare gli animali nei circhi, prigionieri addestrati con metodi coercitivi, trasportati da un luogo all'altro del Paese, rinchiusi in gabbie e camion, affrontando pesanti trasferte che si susseguono una dopo l'altra.
Come non ricordare, Presidente, la pratica disumana delle botticelle, le carrozze trainate dai cavalli? Gli animali sono sottoposti ad una condizione di sofferenza continua. Voglio ricordare che, nel 2020, in una botticella nella Reggia di Caserta un animale si accasciò e morì a causa del caldo asfissiante e dell'asfalto rovente. Gli animali delle botticelle vengono condotti lungo strade a scorrimento veloce, dove la vicinanza delle automobili, la velocità e il frastuono del traffico li terrorizzano, con conseguenze gravi quali incidenti, spesso mortali. Poi, Presidente, bisogna ricordare i milioni di pulcini maschi che, ancora oggi, continuano a essere triturati vivi nell'industria avicola. Per non parlare degli allevamenti intensivi, Presidente, che infliggono sofferenze inimmaginabili a miliardi di animali, oltre a causare gravi danni all'ambiente e alla salute pubblica: gabbie anguste, estrema costrizione nei movimenti, sfruttamento continuo. Inoltre, vi è la caccia e l'uccisione di centinaia di animali, di uccelli e di cinghiali: proprio il MoVimento 5 Stelle è riuscito a bloccare, in Commissione agricoltura, la scellerata proposta di legge Bruzzone, che voleva ampliare ancor di più la caccia. Vi devo riportare qui, in quest'Aula, ciò che è successo proprio ieri a Montesilvano, in Abruzzo: l'abbattimento di 3 cinghiali in un parco pubblico cittadino, davanti a mamme e a bambini inorriditi da quanto stava accadendo.
Proprio l'Abruzzo, Presidente, nei mesi scorsi, è stato al centro del dibattito politico, e non solo, in merito al fatto che il governatore Marsilio voleva far abbattere 469 cervi e soltanto il TAR è riuscito a bloccare questa barbarie. Presidente, ora veniamo al provvedimento. In prima battuta, ci siamo trovati davanti a un testo iniziale condiviso e, soprattutto, efficace per il raggiungimento degli obiettivi che si prefissava. Purtroppo, però, il testo risultante dall'esame in Commissione giustizia, a seguito dell'approvazione di diverse proposte emendative della maggioranza, risulta gravemente indebolito e svuotato in diversi aspetti. Presidente, le pene previste per i reati di uccisione e di maltrattamento risultano più basse rispetto a quelle introdotte nella versione iniziale e, in sostanza, poco cambia rispetto a quelle attualmente previste dalla legge n. 189 del 2004: è stata, infatti, innalzata, Presidente, solo la multa prevista per punire gli spettacoli e le manifestazioni vietate, eliminando dal testo invece la disposizione che avrebbe previsto la punibilità per chi avesse anche solo assistito. Presidente, se non ci sono spettatori, non ci sono nemmeno gli spettacoli. Inoltre, Presidente, le pene relative ai combattimenti tra animali sono solo lievemente aumentate, passando da 1 a 3 anni, come previsto dalla legge n. 189 del 2004, a da 2 a 4 anni: sono sicuramente ancora troppo esigue per punire i fenomeni zoo-mafiosi.
Il MoVimento 5 Stelle, inoltre, trova grave la soppressione dell'intero articolo 4, relativo all'estensione della previsione della confisca degli animali e all'eliminazione delle fattispecie colpose. Troviamo anche negativa, Presidente, l'eliminazione dell'introduzione del reato utile a punire gli avvelenamenti da esche e bocconi intossicati. Presidente, è grave anche avere eliminato, dal testo base, il fatto di considerare come maltrattamento la somministrazione agli animali di farmaci per finalità non terapeutiche. Riteniamo inammissibile l'introduzione del nuovo articolo 10, in merito alla detenzione degli animali da affezione a catena, in quanto, di fatto, legittima, paradossalmente, tale condotta.
Tutto questo, Presidente, contrasta con quanto già disposto da alcune regioni, che hanno vietato, tout-court, senza eccezioni, la detenzione a catena, come la Calabria, la Campania, le Marche e l'Umbria. Purtroppo, Presidente, sempre a seguito dell'approvazione di un emendamento durante l'esame in Commissione, l'attuale proposta di legge elimina anche la possibilità di estendere l'attività delle guardie zoofile volontarie ad animali diversi da cani e gatti: onestamente non ne comprendiamo la ragione.
Questo testo non contiene, inoltre, l'esplicito riconoscimento del personale medico veterinario come pubblico ufficiale in occasione dei controlli, anche in merito al benessere animale. Inoltre, elimina la disposizione relativa all'utilizzo degli agenti sotto copertura per reati zoo-mafiosi, come le manifestazioni vietate, le scommesse clandestine, i combattimenti tra animali e le corse clandestine di cavalli. Ci chiediamo, Presidente, il perché di questa scelta.
Dal testo iniziale, poi, sono state stralciate tutte le disposizioni in materia di tutela della fauna protetta, anche alla luce del mutato quadro del diritto europeo. A causa di questa scelta scellerata anche del capogruppo di Fratelli d'Italia, Foti, che, nella prima legge di bilancio, con un emendamento, modificò l'articolo 19 della legge n. 157 del 1992 - legge che regola la caccia - l'Italia rischia la procedura di infrazione della Commissione europea: il che significa più tasse per i cittadini italiani.
La versione iniziale del testo introduceva una nuova fattispecie delittuosa, collocata nell'ambito dei delitti contro l'ambiente, che puniva chiunque catturasse, cedesse o ricevesse animali appartenenti a specie protette e assistita da pene finalmente efficaci. Il testo elaborato dalla Commissione si è limitato, invece, a ritoccare blandamente le sanzioni previste agli articoli 727-bis e 733-bis del codice penale, perdendo così l'occasione per apportare una modifica più organica a tutela della fauna e dei siti protetti.
Sicuramente, Presidente, non siamo soddisfatti: per quanto potenzialmente sarebbe stato possibile fare è evidente che ci sia stato un compromesso al ribasso in seguito all'esame in Commissione giustizia.
Colleghi - mi rivolgo soprattutto ai colleghi della maggioranza che si dichiarano animalisti -, questa è l'ennesima occasione persa per punire severamente chi colpisce, maltratta e uccide esseri indifesi. Per quanto riguarda la nostra forza politica, continueremo nelle nostre battaglie con tutti gli strumenti a nostra disposizione per difendere tutti gli esseri senzienti. Oggi, non essendo affatto contenti per questo testo, dichiaro, a nome del MoVimento 5 Stelle, un voto di astensione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ingrid Bisa. Ne ha facoltà.
INGRID BISA (LEGA). Grazie, Presidente. Sottosegretario Ostellari, colleghi, gli animali d'affezione, in Italia, rappresentano senza ombra di dubbio un quantum in aumento. Molti Stati membri dell'Unione europea si sono impegnati a tutelare il benessere di cani e gatti, in quanto firmatari della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia. Il gruppo Lega, estremamente sensibile alla tutela degli animali d'affezione e da compagnia, il 20 aprile del 2023 ha depositato la proposta di legge n. 1109, a prima firma del collega Bruzzone, che ringrazio comunque per tutto il supporto in riferimento all'esame di questa proposta di legge recante, appunto, modifiche al codice penale e alle altre disposizioni in materia di reati contro gli animali, di tutela degli animali di affezione e di compagnia e di assistenza veterinaria gratuita.
Con tale testo, esprimendo la posizione del nostro gruppo in materia di tutela ampia e circostanziata per gli animali da compagnia e d'affezione, si è voluto dare seguito alle recenti modifiche costituzionali e aggiornare la legislazione sul tema della tutela degli animali. Il testo della Lega è stato poi abbinato al provvedimento che ora è all'esame, in quest'Aula.
La finalità del provvedimento che stiamo per approvare in questo ramo del Parlamento è quella di rafforzare la tutela degli animali d'affezione, anche alla luce del nuovo testo dell'articolo 9, terzo comma, della Costituzione secondo cui la Repubblica “tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”. Con favore possiamo senz'altro ribadire che vengono introdotte nuove norme e nuove pene a tutela degli animali, nel solco del recente indirizzo giurisprudenziale che tratta gli animali non più come oggetti.
Nel nostro ordinamento vi è l'abbandono della visione antropocentrica della tutela degli animali, poiché, inserendola nella Costituzione, acquisisce una propria autonomia e impone al legislatore di darne attuazione. Giova anche ricordare che la giurisprudenza, negli anni, ha precisato come gli animali siano esseri viventi e, in quanto tali, meritevoli di una tutela diretta.
Per cui, alla luce della riforma costituzionale, nonché del quadro normativo comunitario ed internazionale - si pensi, ad esempio, all'articolo 13 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, che riconosce gli animali come esseri senzienti -, è emersa la necessità di una riforma anche del sistema penale attuale per quanto riguarda gli animali e la loro tutela. Del resto, l'ultimo intervento legislativo significativo si è avuto con la legge n. 189 del 2004, che ha introdotto nel codice penale, al Libro Secondo, il Titolo IX bis, prevedendo una serie di fattispecie di reati contro gli animali e riformulando l'articolo 727 del codice penale, introducendo, quindi, il divieto di utilizzo ai fini commerciali di pelli e pellicce ed altre disposizioni.
Ed è proprio sull'impianto della legge n. 189 del 2004 che sono stati avanzati, nell'attuale e nella precedente legislatura, progetti di legge per modificare l'attuale assetto normativo. A tal fine, pertanto, il provvedimento in esame interviene sul codice penale, inasprendo le pene attualmente previste per i reati commessi in danno di animali, ampliando l'ambito di applicabilità di fattispecie penali già esistenti e introducendo nuove fattispecie penali e nuove aggravanti.
Non saranno abrogate le leggi speciali in materia di animali. La Commissione giustizia della Camera, infatti, ha votato a favore del loro mantenimento. Proprio con un emendamento del gruppo della Lega, a prima firma del collega Bruzzone, è stato soppresso l'articolo 7 della proposta di legge in esame. L'articolo 7, infatti, avrebbe abrogato l'articolo 19-ter del regio decreto n. 601 del 1931 vertente su leggi speciali in materia di animali. La sua abrogazione avrebbe ricondotto alcune attività alla stregua del delitto, come, ad esempio, la macellazione degli animali, in relazione al reato di uccisione degli stessi. Vogliamo ricordare che quell'articolo 19-ter è una norma, invece, di salvaguardia, introdotta dalla legge n. 189 del 2004, proprio come legge speciale contro il maltrattamento degli animali. Lo scopo è di escludere l'applicazione del codice penale ai casi previsti da questa legge speciale in materia di caccia, di pesca, di allevamento, di trasporto, di macellazione di animali, di sperimentazione scientifica sugli stessi, di attività circense, di giardini zoologici, e tale scopo è stato raggiunto grazie a questo emendamento soppressivo del collega Bruzzone (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). A questi casi, quindi, non si applica il Titolo IX bis del codice penale sui reati contro il sentimento degli animali.
Lo stesso articolo 19-ter esclude l'applicazione del Titolo IX bis del codice penale anche alle manifestazioni storiche e culturali utilizzate dalle regioni competenti. A tal riguardo, per quello che è il sentiment della Lega, è molto importante il fatto di preservare l'attività sui territori e nelle regioni.
Per effetto dell'emendamento approvato, inoltre, ai casi speciali non si applicheranno nemmeno le previsioni dell'articolo 10 della proposta di legge oggi in esame, in discussione e in votazione, volte ad estendere la responsabilità amministrativa degli enti ai delitti contro gli animali.
Inoltre in Commissione, sempre grazie al lavoro emendativo, si è evitato che l'ordinamento veterinario venisse gravemente compromesso. Possiamo constatare con favore che le modifiche apportate al provvedimento sono migliorative, restituendo coerenza giuridica alla proposta e, inoltre, rispecchiano la considerazione della maggioranza e del Governo per le obiezioni sollevate in audizioni da varie associazioni.
Gli emendamenti hanno evitato l'indebolimento dell'esercizio professionale veterinario, pubblico e privato, improvvidamente esposto penalmente per il mero fatto di essere esercitato con esautorazione del ruolo disciplinare e ordinistico e con la fantasiosa attribuzione a non ben precise guardie particolari di funzioni di vigilanza proprie della competente autorità veterinaria ufficiale.
E questo è stato salvaguardato grazie all'attività e al contributo che anche la Lega ha dato in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
La formulazione iniziale della proposta di legge, l'atto Camera n. 30, conteneva, infatti, gravi pregiudizi per l'esercizio professionale del settore della medicina pubblica e della medicina veterinaria libero-professionale, fino alla paradossale equiparazione della somministrazione di medicinali veterinari al maltrattamento, in sintesi, esponendo l'atto medico veterinario al rischio di risultare in se stesso delittuoso, e questo non era assolutamente possibile né permesso per quanto riguarda il partito che rappresento.
Molto importanti, poi, all'interno di questa proposta di legge che oggi stiamo esaminando in Aula, sono gli articoli 2 e 3. L'articolo 2 disciplina gli spettacoli che comportano sevizie per gli animali, inasprendo la pena pecuniaria che dovrà essere determinata tra un minimo di 15.000 e un massimo di 30.000 euro. L'articolo 3 riguarda il divieto di combattimenti tra animali e interviene sull'articolo 544-quinquies del codice penale, che disciplina il divieto di combattimento tra animali. In particolare, inasprisce le pene per chiunque promuove, organizza o dirige combattimenti o competizioni non autorizzati tra animali che possono mettere in pericolo la loro integrità, sostituendo l'attuale pena della reclusione da uno a tre anni, con la reclusione da due a quattro anni. Estende, inoltre, la pena attualmente applicata ai proprietari o ai detentori degli animali impiegati nei combattimenti e nelle competizioni non autorizzate, se consenzienti, a chiunque partecipa a qualsiasi titolo ai combattimenti o alle competizioni, con una reclusione che va da tre mesi a due anni e una multa da 5.000 a 30.000 euro.
Il provvedimento, inoltre, prevede una modifica, un inserimento all'articolo 6, che apporta modifiche significative al codice di procedura penale relativamente al sequestro e alla confisca di animali oggetti di reato. Il nuovo articolo reca una disciplina che si pone in rapporto di specialità rispetto all'ordinaria disciplina del sequestro probatorio, motivata dalla peculiare natura di ciò che viene sottoposto a sequestro, ovvero gli animali vivi. Tale disciplina dovrà, quindi, essere applicata ogniqualvolta l'autorità giudiziaria dovrà procedere al sequestro o alla confisca di animali vivi nell'ambito di procedimenti volti all'accertamento dei seguenti reati, tentati o consumati: l'uccisione degli animali, il maltrattamento degli animali negli spettacoli o in manifestazioni vietate perché comportanti sevizie o strazio per gli animali stessi, il divieto di combattimento tra animali e il traffico illecito di animali da compagnia.
Per tutti questi motivi, Presidente, annuncio il voto favorevole del gruppo Lega e ringrazio veramente ancora il collega Bruzzone per tutto il supporto che ha dato ai componenti della Commissione giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Noi abbiamo esaminato con grande attenzione in Commissione giustizia questo provvedimento, lo ricordavamo prima negli interventi che abbiamo fatto esaminando gli emendamenti e votandoli. Questo è un provvedimento piuttosto datato: è un provvedimento che è entrato nel lontano 2023 in Commissione giustizia ed è stato oggetto veramente di un attento e selettivo esame che ha portato, però, a una torsione rispetto a quello che era il provvedimento originario. Il provvedimento originario ha perso tantissimi pezzi. Grazie all'aiuto del collega Gianassi, sono riuscita a indicare quali sono questi pezzi persi e li voglio mettere in fila, perché fanno comprendere quanto sia stato complicato lavorare su un provvedimento che, poi, con il tempo, si è trasformato in un provvedimento completamente diverso o, comunque, così diverso da non raggiungere quello che era l'obiettivo, peraltro condivisibile, della collega Brambilla. E ne siamo dispiaciuti, perché avremmo voluto sentire parole più forti, avremmo voluto sentire delle prese di posizione anche più importanti, che ci fosse una maggiore condivisione sull'iniziativa parlamentare portata avanti dalla collega.
Dal testo originario al testo attuale è stato cancellato, ad esempio, l'articolo riguardante la partecipazione a spettacoli e manifestazioni vietati, nel quale era stata prevista la stessa pena ridotta alla metà per chi organizza gli eventi, quindi, questa parte è stata cancellata; è stata cancellata l'estensione della confisca degli animali sottoposti a maltrattamento; è stata cancellata la sussistenza del reato di uccisione di animale e maltrattamento dello stesso per colpa; è stata cancellata l'estensione dell'aggravante per gli animali conviventi, per le attività commerciali, per l'uso delle armi e per le attività professionali; è stata cancellata l'ipotesi della radiazione del veterinario per condanne di maltrattamento o uccisione… scusi, Presidente, se mi fermo, ma c'è qualche collega che sta ascoltando a voce alta un cellulare da cui io sento esattamente quello che si stanno dicendo. Se cortesemente usate gli auricolari sarebbe molto utile e prezioso.
Presidente, come dicevo è stata cancellata l'ipotesi di radiazione del veterinario per condanna di maltrattamento o uccisione; è stata altresì cancellata l'ipotesi del reato per l'utilizzo di esche e bocconi avvelenati; è stato cancellato il reato per uso di farmaci non terapeutici ed è stata cancellata anche l'abrogazione delle norme speciali; è stato cancellato l'affido dell'animale sequestrato o confiscato; è stata cancellata l'ipotesi della banca dati delle Forze di polizia, la cui utilità credo non sfugga a nessuno; è stata cancellata la previsione dei centri realizzati per gli animali vittime di reato; è stata cancellata la programmazione scolastica per la tutela degli animali che, anche dal punto di vista della tutela degli stessi e anche dell'approccio culturale, sarebbe stata quanto mai preziosa. È stata cancellata anche l'attività illecita contro la fauna selvatica protetta e sono state cancellate le norme di coordinamento.
Ora, sarebbe bastato questo per dire che il provvedimento era evidentemente completamente trasformato e pressoché, non voglio dire, inutile, perché qualche passetto in avanti c'è, ma certamente non così ambizioso come era stato presentato e come forse qualcuno lo presenterà adesso, però, francamente non possiamo non dire una parola di verità; poi, Presidente, dopo che è stato così fortemente rivisto e riformulato il testo con le cancellazioni che ricordavo, c'è stata un'ulteriore falcidia degli emendamenti e degli articoli dopo il parere della Commissione bilancio, per cui è stato modificato anche l'affido definitivo dell'animale sequestrato o confiscato; è stata soppressa definitivamente la banca dati delle Forze di polizia, è stata soppressa l'istituzione dei centri di accoglienza per gli animali ed è stata altresì soppressa la realizzazione, come ricordavo prima, dei programmi scolastici educativi.
Del resto, perché sono stati soppressi? Sono stati soppressi perché l'ultimo articolo del provvedimento, sul quale abbiamo espresso convintamente un parere contrario, è quello della cosiddetta invarianza finanziaria. Quando si fanno questi provvedimenti, che hanno anche spunti importanti, ma evidentemente per la loro attuazione richiedono risorse, e si mette come ultimo punto quello dell'invarianza finanziaria, è chiaro che ci stiamo prendendo in giro; ed è chiaro anche che il lavoro che abbiamo fatto in Commissione e il lavoro che ha fatto l'Aula viene - diciamo così - in qualche modo non considerato come dovrebbe e, soprattutto, viene denigrato da un'attività che viene svolta solo sulla carta, perché, senza quelle risorse, molte delle cose che sono state previste sono saltate, e, senza quelle risorse, alcune delle cose che sono previste non saranno attuate pienamente o addirittura rimarranno scritte solo sulla carta.
Ora, però, nella mia dichiarazione di voto tra l'altro non posso non tener conto del fatto che alcune cose sono rimaste e addirittura si rischia - e riprendo l'articolo 10, quello sugli animali a catena - di scrivere una norma che, per come è scritta, va ad arretrare culturalmente, e anche dal punto di vista legislativo, rispetto a norme che sono già esistenti, che sono state adottate a livello regionale e che in qualche modo vanno incontro allo spunto iniziale di questo provvedimento, spunto iniziale che abbiamo condiviso e che è il solo motivo per cui, Presidente, noi arriviamo a un voto di astensione.
Perché, diversamente, non avremmo potuto votare neppure l'astensione, visto il contenuto davvero molto lieve - diciamo così - di un provvedimento che, alla fine, contiene soltanto qualche rivisitazione di norme penali, qualche inasprimento di pena (peraltro, contiene non solo inasprimenti di pena, perché, in alcuni casi, c'è anche una riduzione delle pene).
Tuttavia, l'unico motivo per cui ci asteniamo, se vuole, sta all'inizio di questo percorso, cioè il fatto che questo provvedimento nasceva con l'ambizione di armonizzarsi non solo rispetto alla Costituzione, ma anche rispetto alle norme comunitarie. La Costituzione, che abbiamo modificato, oggi, prevede, all'articolo 9, un preciso riferimento alla tutela degli animali; invece, la norma comunitaria da tempo considera gli animali esseri senzienti e, in quanto tali, esseri che provano dolore, esseri rispetto ai quali l'iniziativa non può essere quella che avevamo nel nostro vecchio codice, il quale - ed è il motivo per cui oggi lo modifichiamo con questo provvedimento - prevedeva la tutela per la lesione del sentimento dell'umano rispetto all'animale. Qui, oggi, invece, il soggetto giuridico diventa l'animale.
Questo è un passaggio per noi fondamentale e importante. Era l'inizio e pensavamo che sarebbe stato un bell'inizio di un percorso un po' più adeguato ai tempi, alle richieste e anche alla necessità di intervenire, affinché, effettivamente ci fosse una tutela degli animali non soltanto giuridica, ma anche una tutela che affrontasse gli aspetti di natura culturale. Ed è per questo che siamo stati fortemente contrari alla cancellazione della formazione scolastica professionale, l'iniziativa che avrebbe dovuto intervenire laddove c'è questa fragilità. Per questo motivo siamo rimasti anche un po' sconcertati dall'evoluzione tutta negativa - anzi, mi verrebbe da dire, dall'involuzione - che questo provvedimento ha avuto; per cui da un provvedimento ambizioso qual era e da un provvedimento che partiva dalla Costituzione e dalle norme comunitarie e modificava il codice penale entrando nel merito anche di alcuni passaggi sui quali avremmo voluto vedere maggior coraggio, oggi, purtroppo, viene portato a casa un provvedimento che - me lo faccia dire, Presidente - sembra più una bandiera per chi l'ha presentato che un provvedimento utile fino in fondo per la tutela degli animali.
E questo ci dispiace, perché abbiamo creduto che fosse veramente il momento del salto di qualità, tra l'altro, con un provvedimento di natura parlamentare, quindi, con un'iniziativa parlamentare e non con il solito provvedimento del Governo che spesso si sostituisce all'attività parlamentare.
Dispiace che invece questa attività non sia stata condivisa, dispiace che questa attività non sia stata ambiziosa, dispiace soprattutto che questa attività non abbia tenuto conto del contesto nel quale oggi è richiesta una vera, costante, idonea e dignitosa tutela degli animali. Per questo motivo, votiamo con un voto di astensione. Per questo motivo, siamo dispiaciuti che questo provvedimento, quel coraggio, non l'abbia avuto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Eliana Longi. Ne ha facoltà.
ELIANA LONGI (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, stasera vorrei ringraziare in primo luogo il mio gruppo parlamentare per avermi dato oggi l'opportunità di fare questa dichiarazione di voto su un argomento a me tanto caro e del quale mi sono occupata in tutti questi anni, per una passione particolare e radicata sul tema degli animali e, soprattutto, dei diritti degli animali.
Questa proposta di legge vede come prima firmataria l'onorevole Brambilla e, accanto alle sue firme, ci sono anche la mia e quella dell'onorevole Rizzetto, per confermare ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, la coerenza del Governo Meloni e la particolare attenzione che è stata sempre dedicata al tema dei diritti degli animali.
Prima di entrare nel merito del provvedimento, illustrandone i contenuti, già comunque approfonditamente sviscerati dai colleghi che mi hanno preceduto, vorrei sottolineare, rispetto a quello che è stato detto dall'opposizione, che oggi sono rimaste solo un po' delle chiacchiere, che questa è la prima volta, nelle ultime legislature, che entra in Aula un testo che mette al centro i diritti e la difesa degli animali. E quindi è solo grazie a questo Governo che oggi possiamo parlare di concreti e significativi passi fatti in questa direzione.
Ricordo, in tal senso, a conferma, ancora una volta, di quello che sto dicendo, il volere di questo Governo con l'istituzione, mediante la legge n. 53 del 10 maggio 2023, della Commissione d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari. Per la prima volta, sono stati introdotti, negli ambiti di indagine e di azione della suddetta Commissione, fattispecie di fenomeni riguardanti le zoomafie e le agromafie.
All'articolo 1, lettera n), viene riportata una delle attività predominanti della Commissione, che è quella di indagare sulle attività illecite legate al fenomeno delle zoomafie e verificare la corretta applicazione del titolo IX bis del Libro Secondo del codice penale. Questo non era mai stato introdotto nel passato. Se oggi, in seno a questa Commissione bicamerale, di cui io mi fregio di far parte, possiamo occuparci dei diritti degli animali, è anche e soprattutto grazie a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Proprio in continuità e nel rispetto di tale previsione, oggi assistiamo a un cambio totale di paradigma, nella prospettiva della valutazione dei diritti degli animali. Infatti, all'articolo 1 di questa proposta di legge, vediamo l'importantissima eliminazione della parola “sentimento”. Da oggi, infatti, non si parlerà più di violazione del sentimento dell'essere umano nei confronti degli animali, ma semplicemente di delitti contro gli animali. E questo è il primo segnale forte che stiamo dando. Mi dispiace per le opposizioni, ma, evidentemente, nessuno ci aveva mai pensato prima.
Voglio cogliere l'occasione, stasera, anche per ringraziare l'intera Commissione bicamerale sulle ecomafie, il presidente Morrone, il mio capogruppo di Fratelli d'Italia e la senatrice Petrucci, perché immediatamente, all'indomani dell'istituzione della Commissione, è stata accolta la mia proposta di aprire tre filoni di indagine che riguardassero le ecomafie, in particolare le corse clandestine dei cavalli, i combattimenti fra cani e il traffico illecito di animali d'affezione, in particolare di cuccioli provenienti dall'Est Europa. A tal riguardo, devo assolutamente ringraziare la Commissione, perché si è mobilitata per aprire questo filone d'inchiesta. Immediatamente, ci siamo recati in Sicilia, dove purtroppo questo fenomeno è radicato, e abbiamo aperto un'indagine sulle corse clandestine, che oggi trova maturazione nelle modifiche degli articoli 544-ter, 544-quater, 544-quinquies e 260 del codice penale, dando una risposta forte a pratiche assolutamente illegali e ancora fortemente diffuse.
Probabilmente, la maggior parte dei colleghi oggi presenti in Aula sottovaluta il fenomeno delle corse clandestine, perché, da Roma in su, questo fenomeno è praticamente sconosciuto, mentre, purtroppo, rappresenta una piaga per il Sud Italia, in particolar modo per la Sicilia, ed è radicato nelle province di Catania e Messina. Questo fenomeno non riguarda solo la violenza perpetrata nei confronti degli animali, ma è un fenomeno connesso al tessuto ancora mafioso che impernia i nostri territori. Ci tengo a raccontarvi brevemente che cos'è una corsa clandestina di cavalli. Queste corse si tengono prevalentemente la domenica mattina, quasi settimanalmente o con cadenza bisettimanale. I cosiddetti “picciotti”, con grossi automezzi e veicoli, bloccano strade conosciute a tutti, quasi in centro città, per renderle delle piste. Questi “picciotti”, nei giorni precedenti, girano per i quartieri “bancando”, ossia raccogliendo tutti i soldi che poi verranno scommessi durante quella giornata.
Di solito sono due i cavalli che si sfidano in rappresentanza delle cosche mafiose del territorio, le famiglie dei mandamenti siciliani e soprattutto dei mandamenti catanesi, perché le corse clandestine dei cavalli in Sicilia rappresentano ancora il predominio sul territorio, la sfida allo Stato, la sfida alle istituzioni, non è semplicemente una competizione “sportiva”, ma è una sfida nei confronti dello Stato. Infatti, queste corse rappresentano un ingente giro di denaro sporco, perché, per ogni corsa clandestina, ogni domenica, si raccolgono svariate centinaia di migliaia di euro; a volte, nella cosiddetta grand prix, si riesce ad arrivare a un giro d'affari di circa un milione di euro, perché ci sono poi le famiglie che scommettono i soldi l'una contro l'altra, in base all'appartenenza delle loro scuderie. Poi cosa accade? Di prima mattina questi cavalli, con il loro sulky e i loro conduttori, si recano presso queste strade e decine di motorini formano una U e corrono dietro questi cavalli, suonando i clacson; sono tutti minorenni e, a volte, sparano con le pistole in aria. Tutto ciò viene filmato e poi diffuso sui social in maniera spregiudicata.
Finalmente, oggi, grazie alle modifiche che stiamo apportando al codice penale, questi fenomeni troveranno una risposta forte. Abbiamo inasprito le pene e, soprattutto, vi do qualche numero per farvi capire: negli ultimi vent'anni sono stati 1.400 i cavalli sequestrati, 4.200 le persone denunciate e solo 434 sono state arrestate.
Spero che, da oggi in poi, il numero degli arresti e delle pene inflitte cresceranno ancora di più, per dare una risposta seria e far capire a queste persone che lo Stato c'è, lo Stato esiste e non si girerà mai più dall'altro lato, continuando a consentire queste pratiche veramente arcaiche.
Non sto qui a denunciare quello che già i colleghi che mi hanno preceduto hanno fatto magistralmente sull'articolato generale della legge. Pertanto, colleghi, io vorrei esortare le opposizioni - che hanno tanto criticato e si sono lamentate dello svilimento del testo - a continuare a collaborare per perfezionare o per introdurre ancora delle nuove norme a tutela degli animali, perché, se è vero che tutti ci stiamo sbracciando per difendere gli animali, oggi, da quello che mi sembra di capire, questa proposta di legge non verrà votata all'unanimità. Quindi io esorto le opposizioni a continuare a lavorare assieme e a porre in essere, finalmente, delle azioni concrete per dare veramente risposta alle parole che ho sentito oggi in quest'Aula.
PRESIDENTE. Concluda.
ELIANA LONGI (FDI). Presidente, posso concludere nel silenzio?
PRESIDENTE. Colleghi… Prego, concluda.
ELIANA LONGI (FDI). Volevo appropriarmi di una frase di Gandhi che dice: “La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali”. Io penso che oggi noi stiamo facendo un importantissimo passo in avanti e pertanto dichiaro con orgoglio il voto favorevole di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e della deputata Brambilla).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Coordinamento formale - A.C. 30-A e abbinate)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 30-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 30-A: “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni per l'integrazione e l'armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali”.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 95).
Dichiaro così assorbite le abbinate proposte di legge nn. 468-842-1109-1393.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Arturo Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Prendo la parola per chiedere un'informativa urgente del Ministro Urso rispetto a una notizia di poche ore fa della rottura del tavolo su Beko, con la presentazione di un piano industriale da parte della multinazionale turca, che prevede su 4.400 occupati, 1.935 posti di lavoro in meno. In sostanza, viene annunciata la chiusura dello stabilimento di Comunanza, di Siena, la riduzione significativa della produzione nello stabilimento di Cassinetta e la chiusura del Centro di ricerca e sviluppo a Fabriano. Siamo di fronte a un vero e proprio bollettino di guerra, siamo di fronte a una scelta che è antica, signor Presidente, che riguarda la lenta e progressiva dismissione di tutto il settore degli elettrodomestici nel nostro Paese. Nonostante, forse, i toni eccessivamente trionfalistici che furono utilizzati da questo Governo quando fu chiusa la vertenza Whirlpool a livello nazionale e fu costruito, non senza ristrutturazioni dolorose, il passaggio a Beko, allora il Ministro Urso promise solennemente che la garanzia per la tutela di tutti i posti di lavoro era legata alla possibilità dell'esercizio del golden power da parte del Governo. Siamo arrivati, signor Presidente, e non mi sembra ancora che questo esercizio sia stato effettuato. Certo, oggi il Governo, per bocca della Viceministra Bergamotto, ha detto che respingeva il piano industriale di Beko, ma ora bisogna andare oltre la raccomandazione. Il Ministro deve venire a spiegare in questo Parlamento se ha intenzione o meno di utilizzare il golden power e, se lo vuole fare, con quali caratteristiche e con quali tempistiche. Infatti, vede, questo passaggio di Beko non riguarda solo i quattro stabilimenti che ho indicato, riguarda, anche in termini un po' più ridotti, anche altre strutture: Melano, Carinaro, più periferiche, ma anche lì c'è un ridimensionamento dei posti di lavoro. E, allo stesso tempo, riguarda un tempo - mi scusi il gioco di parole - che incrocia diverse crisi industriali. Vorrei che ci fosse una maggiore preoccupazione. È di oggi la notizia che, a Termoli, viene avviato un nuovo ciclo di cassa integrazione, nel frattempo, questo è il Governo che ha ritirato il finanziamento sulla Gigafactory. Sappiamo, lo abbiamo fatto oggi attraverso un atto di sindacato ispettivo, che c'è un taglio delle risorse sulla transizione dell'automotive. Ci aspettano tempi difficili nel settore della moda, in altri settori metalmeccanici occorrerebbe un protagonismo maggiore da parte del Governo.
Occorrerebbe che alcune vertenze, penso a Beko, penso alla vertenza Stellantis, vengano caricate direttamente su Palazzo Chigi, che deve assumere delle responsabilità rispetto a questi lavoratori. Poi, occorrerebbe maggiore dialogo sociale, non anatemi nei confronti dei sindacati, che provano a difendere i posti di lavoro. Occorrerebbe, dunque, una politica industriale, di fronte alla moltiplicazione delle crisi…
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
ARTURO SCOTTO (PD-IDP). …di fronte ai rischi concreti che, in questo Paese, scompaia integralmente la nostra manifattura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente, intervengo sullo stesso argomento. Ci uniamo, come Alleanza Verdi e Sinistra, alla richiesta di un'informativa urgente, quanto mai urgente, del Ministro Urso, su una questione che, purtroppo, era in parte annunciata: la crisi della Beko Europe, ex Whirlpool, che si unisce a una situazione di sofferenza complessiva dell'elettrodomestico nel nostro Paese. Come è stato detto, si tratta di ben 1.935 esuberi annunciati, su circa 4.400 occupati nel nostro Paese. Tutto questo dovrebbe avvenire, secondo il piano industriale presentato e - vivaddio! - respinto dal MIMIT, entro la fine del 2025, interessando appunto gli stabilimenti di Siena, di Comunanza, di Cassinetta.
È un disastro, una situazione di grave sofferenza del settore, sicuramente, ma, soprattutto, è il fallimento di una politica, un esito temuto dalle organizzazioni sindacali e dai lavoratori che, però, arriva ahimè a compimento in una condizione generale che - dobbiamo dirlo - è quella di crisi industriali sostanzialmente tutte fuori controllo, di assenza di politiche industriali di cui, addirittura, questo Governo porta il vanto. Anche il Ministro Giorgetti ha detto che, sostanzialmente, non è compito del Governo avere politiche industriali. Le politiche industriali non sono soltanto quelle che determinano crescita, insediamenti, nuove scelte industriali, ma sono anche quelle che, appunto, difendono bacini, difendono comparti, sostengono lo sviluppo dei settori. Va aggiunto che siamo anche in assenza, in grande difficoltà di risorse dal punto di vista degli ammortizzatori, quindi, una situazione difficilissima.
In questa situazione noi chiediamo che il Governo venga immediatamente a riferire. È stato detto che ci sarà l'esercizio del golden power ma l'esercizio del golden power deve avvenire anche su mandato ed a seguito di una discussione del Parlamento per la situazione di complessiva di difficoltà del settore industriale, che sta vivendo il Paese. C'è bisogno di una discussione in quest'Aula.
È chiaro che, forse, a discutere tutte le di tutte le crisi industriali in questo momento ci vorrebbero chissà quante sedute, ma se sarà necessario bisognerà farlo! È la democrazia, è il Parlamento. Invece, questa questione viene puntualmente espunta anche dal bollettino del Governo e della Presidente del Consiglio sulle questioni del lavoro. Sembra che tutto vada bene, che ci sia nuova occupazione, che, insomma, il lavoro in Italia veda una situazione di rinnovata felicità. Non è affatto così: i lavoratori temono, invece, per il loro futuro e, come nel caso della Beko Europe, puntualmente arrivano notizie terribili, come quella della dismissione.
Quindi, è assolutamente necessario e urgente che il Ministro venga a riferire in Parlamento sulla situazione, a dire al Parlamento se, come e quando - secondo noi da subito - verrà esercitata il golden power e, a questo punto, anche a fare un quadro complessivo delle tante crisi industriali che attraversano il Paese, perché è questione di cui quest'Aula e questo Parlamento si devono occupare con urgenza (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Michelotti. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MICHELOTTI (FDI). Grazie, Presidente. Presidente, onorevoli colleghi, la notizia che è arrivata questo pomeriggio - e mi associo ai rilievi che hanno fatto i colleghi prima di me - è una notizia terribile, perché pone fine a un teatrino che è durato 12 anni, un tira e molla che prima la Whirlpool e oggi la Beko purtroppo ci consegnano, una pagina sgradevole e drammatica per quanto riguarda la nostra Nazione e per quanto riguarda anche la città di Siena. È un piano industriale che porterà licenziamenti e una perdita occupazionale importantissima e gravissima, un piano industriale che non possiamo e non vogliamo accettare! È irricevibile e, quindi, l'auspicio è quello che tutti gli attori, comune, provincia e regione, per quanto riguarda, ovviamente, la Toscana, ma soprattutto il Governo, lavorino insieme e in maniera sinergica per scongiurare le chiusure e soprattutto per attuare il piano di reindustrializzazione che noi auspichiamo.
Da domani raddoppieremo gli sforzi, perché noi ci schieriamo convintamente e senza ambiguità dalla parte dei lavoratori. Siamo con le 299 famiglie di Siena che da questa sera hanno un futuro molto più incerto. Siamo realmente preoccupati, ma non faremo mai mancare il nostro supporto, non faremo mai mancare il nostro sostegno e da domani, come ha detto bene oggi il sindaco di Siena, raddoppieremo gli sforzi affinché queste famiglie e questi lavoratori possano avere un futuro.
Crediamo, come ha detto anche il Sottosegretario Bergamotto, che serva ogni azione possibile per scongiurare la chiusura, ma soprattutto ogni azione possibile per tutelare i lavoratori, per tutelare queste persone di fronte a un'azienda che non ha mai creduto fino in fondo - lo dobbiamo e lo vogliamo dire - alla possibilità di investire sul territorio, che non ha mai creduto nella possibilità di rilanciarsi. Dopo un teatrino che è durato tanti anni oggi, purtroppo, c'è stata la pagina più brutta che non avremmo mai voluto sentire.
Vorrei dire anche che non è il momento delle divisioni, che non è il momento della polemica e del contraddittorio, che non è il momento di utilizzare questo tema come una clava per attaccare il Governo per un contraddittorio politico. Non vogliamo scendere su questo terreno. Crediamo che sia il momento dell'unità, il momento di fare squadra anche in questo Parlamento, soprattutto in questo Parlamento, superando le divisioni e gli steccati per lavorare insieme, assicurando un futuro serio e sicuro ai lavoratori e, quindi, la politica deve lavorare all'unisono su questo.
Non è il momento della divisione ma è il momento di fare sintesi e di lavorare tutti insieme, le istituzioni e le forze politiche. Non abbiamo mai creduto a chi pensava che quella su Beko fosse una gara a chi urlava di più, a chi faceva una passerella in più. Noi crediamo che si debbano trovare soluzioni concrete. Il processo di reindustrializzazione deve essere avviato in maniera concreta, devono essere fatte azioni concrete, ma soprattutto dobbiamo lavorare per assicurare un futuro che sia serio e dignitoso e soprattutto non è ancora detta l'ultima parola, perché noi da domani raddoppieremo gli sforzi perché questo è quello che dobbiamo per quelle famiglie e per quei lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sempre sullo stesso argomento, la deputata Appendino. Ne ha facoltà.
CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie, Presidente. Solo per unirci anche noi, come MoVimento 5 Stelle, al dramma che stanno vivendo queste famiglie, al dramma della paura non del futuro ma dell'oggi, al dramma del dover vivere con l'incertezza di ricevere uno stipendio o meno, al dramma di non riuscire a dare le risposte ai propri figli per tenere un livello di vita adeguato, che significa arrivare a fine mese e magari riuscire a pagare le bollette o il mutuo.
Però, vede, sento parlare di unità, sento parlare di auspici, sento parlare di appelli, però ho perso il conto delle volte che sono intervenuta in quest'Aula, chiedendo - e per questo ci associamo - al Ministro Urso dov'è. E non è domani, è ieri. Dov'era? Dov'è da due anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Dov'è il Ministro che dovrebbe occuparsi delle politiche industriali quando la produzione cala da 20 mesi consecutivi?
Dov'è il Ministro che dovrebbe preoccuparsi della cassa integrazione e degli ammortizzatori sociali che si stanno estinguendo a forza di vivere con l'inflazione che cresce? Forse non è chiaro - e noi abbiamo fatto anche un emendamento alla manovra e vedremo Meloni e questa maggioranza da che parte stanno - ma bisogna integrare lo stipendio dei cassintegrati, perché non ce la fanno ad arrivare a fine mese con l'80 per cento dello stipendio che percepiscono. Dov'è il Ministro Urso che dovrebbe stare ai cancelli a parlare con gli operai, anziché stare ai tavoli dove non riesce neanche a pretendere la presenza di chi decide in questo Paese dove investire?
Dov'è il Ministro che dovrebbe occuparsi delle nostre filiere? Oggi parliamo di Beko, ma ho veramente perso il conto. Vogliamo parlare della filiera dell'automotive, su cui questo Governo taglia i soldi e poi viene qui a dirci che se ne occuperà domani? No, dovete occuparvene oggi, dovevate occuparvene ieri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché dovete proteggere le nostre filiere. Allora, non chiedo neanche più la presenza del Ministro Urso; chiedo dov'è Giorgia Meloni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Dov'è Giorgia Meloni? Dei tavoli importanti e delle crisi che riguardano la vita delle persone se ne deve occupare la Presidente del Consiglio.
Presidente - e chiudo -, so quanto è difficile mettere le mani sulle situazioni complesse come l'automotive, Stellantis e le filiere che sono in difficoltà. Però, c'è una cosa che non accetto: non accetto una Presidente del Consiglio che per paura di non essere capace di risolvere i problemi si nasconde e non si prende la responsabilità di seguire i tavoli e di metterci il suo marchio sopra, perché io da una Presidente del Consiglio mi aspetto che ci metta il coraggio, la capacità e la voglia di risolvere i problemi. Questo gioco a nascondersi, a nascondino, francamente ci ha stufato.
Giorgia Meloni prenda seriamente la situazione in mano, perché non possiamo andare avanti con un calo di produzione industriale, con aziende che chiudono, con cassintegrati che aumentano e lei che si nasconde. Giorgia Meloni venga qui, ci dica cosa vuole fare e tuteli queste famiglie come tante altre e - ripeto - non domani ma ieri. Era ieri che andava fatto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Discussione della proposta di legge: Mattia ed altri: Disposizioni di interpretazione autentica in materia urbanistica ed edilizia (A.C. 1987-A).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge n. 1987-A: Disposizioni di interpretazione autentica in materia urbanistica ed edilizia.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è in distribuzione e sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Vedi l'allegato A).
(Discussione sulle linee generali - A.C. 1987-A)
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento.
La VIII Commissione (Ambiente) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Ha facoltà di intervenire il relatore, deputato Tommaso Foti.
TOMMASO FOTI, Relatore. Grazie, Presidente. In via preliminare, devo osservare che vi è stata un'agenzia oggi da parte dell'onorevole Bonelli, il quale come prima cosa ha detto: la proposta di legge 1987-A ha la prima firma di Foti. Io mi permetto solo di fare questa breve correzione. Mi auguro che i testi degli emendamenti e di tutte le proposte siano stati letti meglio del frontespizio, perché chiunque sa, da quando ce ne occupiamo, che questa proposta di legge reca le firme, nell'ordine, dell'onorevole Mattia e di tutti gli altri capigruppo della Commissione ambiente del centrodestra, ma non sicuramente quella dello scrivente. Lo dico per la verità dei fatti, che a volte è anche verità delle idee.
Dopodiché, fatta questa doverosa premessa, debbo dire che il tema non è nuovo ma, anche per scelta politica, è stato espunto, questo tema, da quello che era un decreto-legge che facilmente avrebbe esaurito la discussione, forse tra ordini del giorno e dichiarazioni di voto, perché quel decreto-legge avrebbe avuto, come ha avuto, il voto di fiducia e, invece, se ne è discusso, direi abbastanza approfonditamente, sia in Commissione che oggi in Aula.
Allora, non risponderò qui alle due pregiudiziali di costituzionalità che sono state presentate, se non con un'osservazione - domani ci sarà la risposta di merito - che sarebbe interessante, quando si presentano pregiudiziali di costituzionalità, che almeno nel dispositivo si dicesse quali articoli della Costituzione vengono violati, perché è la premessa di una pregiudiziale di costituzionalità; diversamente, ha un'altra funzione, può essere una pregiudiziale di non passaggio ai voti, ma non di costituzionalità. Dico questo perché sono avvezzo a leggere, e tra le tante cose che ho letto, ho letto anche l'articolo 44 della Costituzione, che suggerirei di scrivere come premessa di ogni provvedimento riguardante la materia urbanistica, perché nel momento in cui si ritiene che il consumo di suolo debba essere necessariamente limitato, allora esiste solo una soluzione per eliminare il consumo di suolo che, evidentemente, prevede una città o un territorio a sviluppo orizzontale, e cioè lo sviluppo verticale, perché diversamente, se si va sullo sviluppo orizzontale, si aumenta il consumo di suolo. Questo lo dico in termini non politici, ma in termini fisici. Non esistono alternative, poi non so se qualcuno vuol pensare ad un tipo di urbanistica-edilizia fatta a livello di ipotenusa, ma rimarrebbe comunque rivolta verso l'alto e non rivolta verso l'orizzontale.
Fatta questa premessa, dico anche che tutto il tema in esame non costituisce novazione di una norma, ma sussiste il diritto-dovere del Parlamento di interpretare la norma quando vi siano giurisprudenze contrastanti e, comunque, non prevalenti; e questo è il caso di specie, con una normativa che è generale ed astratta, come deve essere la norma per quanto riguarda la sua specificità. Ho ribadito in più occasioni che il tema “Salva Milano” è un tema di natura politica. Evidentemente potrei dire anche che, per salvare Milano, sarebbe stato sufficiente che si mantenessero le giunte di centrodestra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che a Milano avevano vinto in precedenza le elezioni amministrative.
Ma a chi si oppone al Salva Milano, che non è il “Sala Milano”, ma vuol chiamare Salva Milano un richiamo alla coerenza: non si può essere contro il Salva Milano a Roma, ed essere nella giunta di Milano a Milano; non si può essere contro Salva Milano a Roma ed essere, invece, per contro, in maggioranza a Milano. Lo dico per la chiarezza politica che deve esserci, perché se tutti lo chiamassimo, invece, come va chiamato, cioè interpretazione autentica della norma, allora sgombreremmo il campo della polemica politica e andremo nel campo del merito. In merito che dico? Non solo trae fondamento da una giurisprudenza copiosa al riguardo, ma che anche recepisce l'orientamento giurisprudenziale interpretativo che è stato già affermato in via amministrativa di recente, nel 1969.
Quindi, se mi consentite, penso di poter dire che vi sono robuste argomentazioni per dire che non vi è nulla di novativo in questa norma; vi è di interpretativo, così come è compito del Parlamento fare, quando la non certezza del diritto lascia prevalere l'arbitrarietà delle interpretazioni. L'interpretazione autentica sgombra il campo dall'incertezza del diritto.
Poi ho sentito anche ieri, in Commissione, un copioso dibattito sull'incostituzionalità o meno del provvedimento. Al di là delle pregiudiziali di costituzionalità, sulle quali domani si esprimerà questa Camera, io penso di poter e dover dire che è indubbio che, chi intende farlo, sia legittimato a sollevare l'eccezione di costituzionalità quando questa legge sarà in vigore, e sarà la Corte costituzionale che, con i tempi della Corte costituzionale, si pronuncerà al riguardo, così come si è pronunciata su migliaia di leggi. Ma se il Parlamento dovesse, ab initio, rinunciare al suo ruolo in ragione di una supposta violazione di una norma costituzionale, se questa non è palese, allora, abdicherebbe al suo ruolo anziché esercitarlo; questo mi sembra fondamentale.
Poi, vedete, io penso anche di poter dire, dover dire e sgombrare il campo da tutta una serie di dichiarazioni che sono state fatte e che sono offensive della verità, perché qui si dimentica che questo provvedimento scrive nero su bianco due principi: una valutazione dell'interesse pubblico, che deve essere motivato dal comune; l'aderenza a quelli che sono gli strumenti urbanistici regionali o locali che si è dato. Scusatemi, ma questo non è un problema che noi possiamo impedire di dare a chicchessia. Io sento parlare, in modo a mio avviso inopinato, di un provvedimento che fa crollare gli oneri di urbanizzazione: allora, due chiarimenti al riguardo.
Chi ha letto il titolo de Il Sole 24 Ore lo legga meglio, perché il titolo de Il Sole 24 Ore dice: previsti 140 milioni di oneri in meno dal blocco dell'attività in essere. E si riferiva solo al comune di Milano. Ma sugli oneri di urbanizzazione dico una cosa in più. È una materia che compete al comune e il comune, nella sua libera scelta, in alcuni casi, può decidere addirittura che gli oneri di urbanizzazione siano pari a zero. Non compete al legislatore nazionale entrare a gamba tesa in una materia che non è affidata al legislatore nazionale. Quindi, io voglio assicurare che questo provvedimento vale da Bolzano a Scilla, attraversando il “non Ponte di Messina” e finendo ad Agrigento.
Dico questo perché non accetto una ricostruzione per cui chi voterà a favore o contro questo provvedimento lo farà in nome di una vicenda che non è oggetto di interesse di quest'Aula, e che non deve essere oggetto di interesse di quest'Aula.
Questa non è una norma ad personam, e non è neanche una norma “a città”; è una norma che cerca di dare una risposta, tra l'altro anche correggendo un errore marchiano, perché, come hanno evidenziato i nostri uffici della Camera, tutti corriamo spesso e volentieri nell'errore di interpretare l'articolo 41-quinquies, sesto comma, ma, in realtà, il comma è cambiato perché i primi cinque sono stati, nel frattempo, abrogati.
Lo dico perché, giustamente, ci è stata fatta questa osservazione che, con molta disponibilità, tutta la Commissione ha valutato chi positivamente, chi negativamente, ma non potendo dire sicuramente che quella degli uffici è una posizione sbagliata.
Allora vedete, non si può neanche accettare il principio che questa sia una sanatoria, perché non sana assolutamente nulla; non è un condono, tant'è vero che non è prevista sanzione. Comprendo che nella polemica politica si possano confondere i linguaggi, anche perché spesso fa comodo confondere i linguaggi per confondere le idee, ma in tutta sincerità qui si ristabilisce un principio che, a dire il vero, non avrebbe avuto bisogno di essere ribadito se non vi fossero state decisioni contraddittorie.
Un'ultima riflessione conclusiva: noi abbiamo avuto anche una modifica pesante del Titolo V della Costituzione. Guardate che passare dalla materia urbanistica delegata alle regioni - seppure in modo concorrente, ma con lo Stato che può esprimere principi generali e la cornice entro cui poi le regioni legiferano - e, quindi, dall'urbanistica al governo del territorio, come oggi è previsto, è un passo che è totalmente più ampio: di questo dobbiamo rendercene conto perché, soprattutto in Commissione, ho audito più volte che alcune leggi regionali sarebbero incostituzionali.
Premesso che - torno a ripeterlo - se una legge sia costituzionale o non costituzionale non lo stabiliamo noi, ma la Corte costituzionale, e che tutt'al più noi possiamo impedire che una proposta di legge faccia il suo percorso se viene approvata la pregiudiziale di costituzionalità in quest'Aula, non è che poi noi diciamo che questa legge è incostituzionale perché abbiamo letto un bigino e, quindi, riteniamo che sia incostituzionale; è un altro organo che lo stabilisce.
Però, voglio ricordare che di leggi per le quali i vari Governi hanno sollevato l'eccezione davanti alla Corte costituzionale perché hanno ritenuto di essere stati, tra virgolette, invasi nei loro poteri, ve ne sono a decine; tutti i Governi ne hanno sollevate a decine, ma le leggi regionali sono vigenti e perfettamente costituzionali.
Poi - e ho concluso - con riferimento alla premialità (perché altro argomento di ieri è stato quello della premialità) di alcuni comuni per quanto riguarda gli interventi di tipo edilizio, scusatemi ma i piani regolatori - li chiamo alla vecchia maniera - comunemente indicati con sigle anche diverse perché da regione a regione i piani cambiano la loro targa (in Lombardia si chiamano in un modo, in Toscana si chiamano in un altro, in Emilia-Romagna si chiamano in un altro ancora) sono sempre strumenti di pianificazione urbanistica, al di là della sigla, e sono atti riservati esclusivamente ai consigli comunali.
Chiedevano tra l'altro, spesso e volentieri, di essere coerenti con la programmazione provinciale e con la pianificazione regionale, perché sono piani a cascata; una cascata che va dall'alto verso il basso, come vanno tradizionalmente le cascate, non una cascata capovolta, cioè il principio dell'acqua in montagna che diventa difficile da realizzare se non con pompe.
Ecco - e concludo - penso di avere soltanto voluto illustrare che questo è un provvedimento che sicuramente può dare adito a polemiche politiche per chi le vuole fare, ma per chi vuole attenersi al merito non c'è aggettivo che ha accompagnato questo provvedimento in senso negativo che corrisponda alla lettera della norma.
Dopodiché, se vogliamo fare polemica possiamo farla, ne siamo capaci tutti. Ma compete al legislatore intervenire sui problemi o conviene al legislatore estremizzare i problemi? No, lo dico perché, se dovessimo guardare a un interesse politico, riferito magari a una città piuttosto che a un'altra, il centrodestra avrebbe avuto tutto l'interesse a star fermo, a far finta di non vedere e a fare come le tre scimmiette che non vedono, non parlano, non sentono, giocando allo sfascismo.
Non lo abbiamo fatto non per fare un regalo a chicchessia, ma perché riteniamo che, quando c'è un problema di interpretazione delle norme, per evitare che si espanda senza più limiti e confini e diventi incontrollabile, il Parlamento ha il diritto-dovere di far sentire la sua voce. Poi può darsi anche che, in quest'Aula, il Parlamento ribalti esattamente la decisione della Commissione; può essere, se ne prende atto, ma non si dirà che abbiamo fatto finta di non vedere, non sentire e non parlare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il rappresentante del Governo.
ALESSANDRO MORELLI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sono perfettamente d'accordo con il relatore, grazie.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Simiani. Ne ha facoltà.
MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Devo dire che l'intervento dell'onorevole Foti mi ha fatto pensare sulle cose da dire, soprattutto in questa discussione generale. In questi anni, soprattutto nel post-Seconda guerra mondiale, il Paese ha dovuto affrontare varie fasi politiche nell'ambito della ricostruzione e della gestione urbanistica delle città. Per questo obiettivo, non solo dal punto di vista storico, ma anche politico, il partito e le culture politiche che hanno costruito il Partito Democratico hanno lavorato sempre per una gestione politica in cui la città potesse svolgere un ruolo importante nell'ambito non solo della comunità, ma anche di una crescita sociale in cui le città diventassero luoghi e non-luoghi, in città come Roma, Milano, Firenze, che sono città storiche e che comunque hanno avuto capacità di poter dare lavoro e crescita sociale e lavorativa a molte famiglie.
Credo che, con riferimento alla cultura urbanistica del nostro Paese, vi sia stata capacità non solo gestionale, ma anche di visione nell'ambito della crescita della città e non solo; anche per quanto riguarda la capacità di far vivere comunità intere nel benessere e, soprattutto, di rendere anche i luoghi di aggregazione positivi e utili alla crescita sociale del Paese. Per tale motivo credo che la discussione che noi facciamo e che stiamo facendo ora non debba essere legata solamente al provvedimento, ma deve essere molto più ampia e articolata e tenere conto anche del futuro che noi dobbiamo, in questo caso, discutere.
Il Salva casa non è stato, secondo noi, uno strumento utile, perché non ha tenuto conto di tutte quelle azioni che oggi servono nell'ambito del campo di urbanistica. La legge sulla rigenerazione urbana, che è ferma al Senato, è uno degli elementi con riferimento al quale abbiamo più volte chiesto che il Testo unico dell'edilizia fosse rivisto e ridiscusso, che fosse analizzato, che avesse la capacità di rivedere quello che oggi, di fatto, in molte città non funziona.
Siamo un Paese che ha strumenti urbanistici ormai vecchi e che ha modificato i propri tempi di vita e di lavoro. Si è modificato fortemente il concetto di proprietà della casa e il senso di aggregazione all'interno delle città, dei centri commerciali, delle periferie.
Noi dobbiamo veramente discutere il ruolo delle città e delle sue funzioni, soprattutto nella discussione che oggi è in atto sull'efficientamento energetico e sul ruolo della transizione ecologica, sul ruolo degli standard urbanistici, ma, soprattutto, su un tema che è stato dibattuto anche nell'ambito dell'edilizia residenziale pubblica, cioè la qualità dell'abitare. Il tema reale è sempre stato la qualità dell'abitare: noi, come partito politico, l'abbiamo posto e abbiamo cercato di vedere quell'obiettivo come soluzione per il futuro.
Oggi discutiamo un provvedimento che originariamente è stato discusso, ormai da tempo, anche in Commissione, e introdotto anche nel provvedimento precedente, il cosiddetto Salva casa, in cui noi, come partito politico, avevamo subito posto un problema, che tenesse conto, come è stato detto anche in precedenza, non di una singola questione, ma di una gestione complessiva su un tema, su un articolo - il 41-quinquies della legge n. 1150 del 1942 -, per il quale c'era bisogno di capire esattamente quali fossero gli elementi per dare un'interpretazione autentica di questo articolo, soprattutto nell'ambito della ricostruzione e della ristrutturazione degli edifici. Questo tema, discusso ed incentrato da parte nostra nel decreto-legge Salva casa, ha visto oggi, anche nella riformulazione di un emendamento, una proposta che ci ha visto favorevoli in Commissione, perché teneva conto dell'indirizzo politico che il Partito Democratico aveva dato in quella discussione anche nel decreto Salva casa, cioè quello di far sì che le città avessero un'opportunità di rigenerazione, tenendo conto di alcuni aspetti che noi abbiamo descritto e che avevamo anche, addirittura, cercato di arricchire, nell'ambito stesso della rigenerazione urbana, in un emendamento a firma Chiara Braga; e ciò, proprio per dare forza e, soprattutto, determinazione rispetto ad un obiettivo che noi ci proponiamo, che, tra le altre cose, è quello di far sì che le amministrazioni possano, anche attraverso la gestione di un'urbanistica negoziata, con strumenti di perequazione, dare oggi alle città opportunità in più; e ciò in vista, però, di un aspetto. Mi riferisco al fatto di avere come obiettivo politico - che riproporremo più volte nell'ambito della legislatura - quello di rivedere il testo unico dell'edilizia, perché per noi è un punto politico, ma anche quello - voglio dirlo - di una legge sul consumo di suolo, perché oggi il tema delle città e dell'espansione della città è un tema che noi abbiamo più volte denunciato.
Posso dire che oggi siamo di fronte a un forte calo demografico, ma a un aumento di 2,4 metri quadri al secondo di consumo di suolo, che vuol dire 7.677 ettari all'anno, cioè un consumo enorme che noi dobbiamo, in questo caso, fermare. E lo strumento di cui stiamo discutendo, in molte parti dell'Italia, secondo noi, potrà essere utile soprattutto nell'ambito delle relazioni, perché l'articolo prima citato ha creato una serie di contrasti interpretativi a livello giurisprudenziale e dottrinale.
Infatti, da un lato, l'orientamento restrittivo era risalente a un divieto di realizzazioni di interventi eccedenti i citati limiti quantitativi, dall'altro lato, invece, l'orientamento, più recentemente, è stato più espansivo, perché l'interpretazione della disposizione, nel senso che noi prevedevamo anche nell'ambito della discussione, era di riuscire a far sì che l'approvazione del piano particolareggiato di lottizzazione vi fosse solo in presenza di aree urbanizzate. Spero di averlo spiegato bene, perché, anche per chi ci ascolta a casa, tecnicamente, si rischia di non spiegare il testo come dovrebbe essere.
Ecco perché, anche in questi giorni, in queste ore di discussione, considerando anche i colleghi che non sono d'accordo sul tema, io ho provato a ragionare e a discutere, a capire le difficoltà e, soprattutto, anche le possibili strumentalizzazioni del caso, perché il tema può essere anche questo. Tuttavia, c'è un aspetto legato, innanzitutto, agli investimenti che noi abbiamo fatto nell'ambito delle abitazioni. Noi abbiamo investito, e io sono stato uno di quelli che era d'accordo su tutti i bonus edilizi, era d'accordo a far sì che oggi ci fosse una forte rigenerazione delle città. E il fatto che oggi si sia inserita nel provvedimento anche la restrizione delle deroghe sui bonus edilizi credo che sia positivo, perché è legato ai piani attuativi e al piano particolareggiato. Questo richiede una potenzialità anche dal punto di vista degli investimenti stessi che verranno fatti sulle nuove costruzioni. Ecco perché dico che, se oggi noi siamo d'accordo e vogliamo fare insieme questa battaglia per far sì che i bonus edilizi abbiano un ruolo in questo Paese, abbiano la capacità di dare una soluzione anche con una leva economica che oggi manca, visto che il limite dato dal Governo anche in questa legge di bilancio è molto basso, e non ci vede assolutamente d'accordo. Dobbiamo farla pensando che l'obiettivo c'è, l'obiettivo sicuramente è quello del testo unico, ma oggi serve uno strumento per dare alle città la capacità di riuscire a creare le condizioni economiche, sociali e, soprattutto, di rigenerazione urbana che molti comuni oggi non hanno, con tempi che spesso l'urbanistica ha nelle città, che non ci trovano d'accordo.
L'ultima questione riguarda gli obiettivi che oggi hanno i sindaci e gli obiettivi che noi abbiamo dal punto di vista anche della transizione ecologica. Sono obiettivi che devono collimare, non possono essere obiettivi che non si incrociano, perché i sindaci hanno bisogno di far vivere le città, hanno bisogno di fare in modo che, anche attraverso l'urbanistica negoziata, si possa dare un obiettivo maggiore anche alle amministrazioni. Però vi è un aspetto da considerare. Noi, come Partito Democratico, amministriamo oltre il 70 per cento dei comuni italiani e questo vuol dire che le amministrazioni comunali e, soprattutto, i nostri amministratori hanno saputo gestire le città. E se, per tre volte - e lo dico con grande rispetto al presidente Foti -, abbiamo vinto a Milano, forse un motivo c'è: non perché il centrodestra aveva governato prima, ma, forse, perché noi abbiamo governato bene (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Milani. Ne ha facoltà.
MASSIMO MILANI (FDI). Grazie, Presidente. Siamo qui stasera a dibattere di un provvedimento il cui testo è stato modificato sostanzialmente, da ultimo, fino a ieri sera e questo a dimostrazione di tutto quel grande lavoro che è stato fatto sin dalla conversione in legge del decreto-legge n. 69, il cosiddetto decreto Salva casa. Quindi, sono diversi mesi che stiamo dibattendo su questa materia e vi è stato un confronto importante, poi ne farò qualche cenno poco più avanti, ma la cosa interessante - e metto l'accento anche su questo, il relatore lo ha già evidenziato nella sua relazione introduttiva - è che partiamo dalla modifica innanzitutto, rispetto alla proposta iniziale, addirittura, del titolo della norma che parla chiaramente di interpretazione autentica in materia urbanistica ed edilizia.
Questo è il senso di questo provvedimento, non è una novazione, ma è un chiarimento che si è reso necessario dopo anni in cui ci sono stati interventi di tipo giurisprudenziale, con diversi e contrastanti anche approdi, con pronunciamenti di TAR, del Consiglio di Stato, di vari TAR, di vari Consigli di Stato, di circolari ministeriali che hanno cercato di fare chiarezza, che nei casi di demolizione e ricostruzione in ambiti urbanizzati non si necessita di un piano particolareggiato o di lottizzazione preventiva, in quanto si tratta di strumenti pensati con la legge urbanistica n. 1150 del 1942, perché di questo parliamo, di una legge urbanistica in Italia tutt'oggi vigente che risale al 1942, e si tratta di strumenti volti a disciplinare, allora, a quel tempo in cui le città nascevano, si sviluppavano e crescevano, l'ordinato sviluppo, appunto, della crescita della città.
Restano ovviamente salvi, invece, in questo provvedimento - e questo adesso lo tratteggiamo, poi, più avanti, ne dirò meglio -, i limiti dimensionali e i parametri urbanistici previsti dalla normativa regionale e comunale. Quindi, questa norma, con la quale, come ho sentito durante le discussioni, si vorrebbero - come dire - violentare anche le autonomie locali, in realtà, è esplicitamente chiarito che invece non va assolutamente in contrasto con le regole degli enti locali, ma chiarisce, appunto, che nei casi di demolizione e ricostruzione si tratta di ristrutturazione edilizia. Questo è il cuore del provvedimento.
Si chiarisce, quindi, in modo inequivoco che non si tratta di nuove costruzioni, come taluno sembra aver adombrato, ma di demolizioni e ricostruzioni di cubature già esistenti e assentite in precedenza da quegli stessi comuni che hanno acconsentito, eventualmente, alla demolizione e ricostruzione con lo strumento della SCIA. Si tratta, in sostanza, di rigenerare quanto già legittimamente edificato.
L'incertezza che da mesi - direi, da più di un anno, in realtà - si è registrata su questa materia ha generato un importante danno all'economia nazionale, invece. Questo è un aspetto che forse è stato poco sottolineato. Si è parlato addirittura, in alcuni interventi in Commissione, di ammanco di gettito per le casse pubbliche. Ma, se nella sola Milano, secondo la stima del sindaco Sala, vi è stato un ammanco invece di oneri urbanistici a seguito del blocco dei cantieri di circa il 70 per cento di quello che è stato incassato nel 2024 rispetto al 2023 e cioè pari circa - lo stesso sindaco ci dà questa somma, io non posso verificarla, ma sicuramente ne prendo atto da dichiarazioni pubbliche - a 130 milioni di euro di mancato incasso per il comune, allora, penso che questa incertezza abbia già avuto un costo per le casse pubbliche, in questo caso del comune di Milano, importante e notevolmente superiore al danno economico arrecato alle imprese, agli investitori, agli acquirenti di questi immobili.
Qui, si parla, invece, non più di milioni o di centinaia di milioni di euro, ma di miliardi di euro che si sono fermati o che sono stati messi a rischio. Risulta quindi evidente, come già qualche mese fa era emerso durante la discussione sulla conversione in legge del decreto-legge n. 69 del 2024, appunto, quanto sia urgente il riordino della normativa urbanistica, che risale al 1942, ed anche di quella edilizia, il famoso DPR n. 380 che risale invece al 2001.
Su questo punto, il Governo - ed è venuto il Ministro Salvini a ricordarcelo qui in Aula durante un question time, qualche giorno fa - ha annunciato che a breve si arriverà alla riforma organica del testo unico dell'edilizia che, quindi, sarà presentato dal Governo Meloni. Sono contento che anche dal PD si annunci interesse per una rivisitazione della normativa nazionale. Mi auguro che ci sia un confronto corretto e non strumentale su temi su cui, come mi sembra di capire, c'è sensibilità per ridare slancio alla trasformazione e alla rivitalizzazione delle nostre città.
In sostanza, il lavoro svolto in Commissione è stato intenso e articolato, con il contributo di esperti, sia urbanisti, sia legali, attraverso lo strumento delle audizioni. E bene abbiamo fatto a estrapolare dal decreto-legge n. 69 del 2024, dal decreto Salva casa, questa materia, in modo tale che il dibattito pubblico potesse essere più ampio e svincolato dai tempi stringati di una conversione di un decreto-legge.
Noi, di Fratelli d'Italia, rivendichiamo con orgoglio la modernità della norma e la sua spinta ad una urbanistica libera da vincoli pensati in un contesto in cui le città dovevano svilupparsi con il conseguente carico di urbanizzazioni primarie e secondarie.
Oggi, da ultimo, e per inciso, anche il caso di Milano, da cui si origina probabilmente questa interpretazione normativa, ci dimostra che la necessità è quella di trasformare quanto è stato edificato in precedenza e che oggi magari non ha più una funzione, una destinazione, un utilizzo concreto, oppure, che, pur essendo a destinazione residenziale, è inefficiente dal punto di vista energetico e che, quindi, è più giusto e utile trasformare in un organismo edilizio più performante, attraente per potenziali acquirenti, in definitiva più utile per l'intera società, perché la demolizione e ricostruzione crea sviluppo economico e crea abitazioni che consumano meno energia di quelle precedenti.
Da tempo, il dibattito culturale e urbanistico si interroga su come fermare il fenomeno del cosiddetto sprawling, cioè la crescita indiscriminata e senza fine delle città. Da tempo, anche il dibattito pubblico e politico in Italia si confronta sulla rigenerazione urbana e sul contenimento del consumo di suolo, parole che ho sentito già in interventi precedenti e più volte in Commissione. Ebbene, questo provvedimento va esattamente in questa direzione, in attesa di un riordino organico di tutta la materia urbanistica ed edilizia, che sicuramente il Governo Meloni e questa maggioranza si apprestano a compiere e sicuramente lo faranno durante questo mandato, questa legislatura.
Da ultimo, mi preme sottolineare che questa interpretazione non contrasta con le leggi regionali, come già anticipato, con i regolamenti edilizi comunali o con norme secondarie, come quelle riguardanti i parametri urbanistici. Espressamente, non limita il diritto dei terzi - anche su questo è stata fatta un po' di confusione - e sicuramente ed espressamente non contrasta con il codice dei beni culturali e del paesaggio. Quindi, ciò che è tutelato rimane tutelato e non può essere demolito in maniera incontrollata. Questa legge inaugura una nuova visione urbanistica, tesa al contenimento del consumo di suolo e, in attesa di una legge sulla rigenerazione urbana, dà la possibilità ad amministrazioni locali e a operatori immobiliari di procedere con maggiore speditezza, in contesti urbanizzati, alla sostituzione edilizia. Credo si tratti di una grande evoluzione che, di fatto, è già iniziata e che il legislatore oggi si accinge non solo a legittimare, ma a incoraggiare - e sottolineo incoraggiare -, perché dobbiamo conservare e tutelare il bel patrimonio che ci proviene da secoli di storia, ma, al contempo, sostituire con decisione e rapidità quanto di brutto e inefficiente abbiamo ereditato, soprattutto dal secolo scorso, rigenerando e ridando nuova vita a parti di città morte, spente e inutilizzate.
In conclusione, mi auguro che si rompano gli indugi e si proceda speditamente all'approvazione di questa proposta di legge e che sia un passo di un percorso più complesso e organico verso la rinascita delle nostre città (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Daniela Morfino. Ne ha facoltà.
DANIELA MORFINO (M5S). Grazie, Presidente. Iniziamo con il dare a Cesare quel che è di Cesare, ossia a dare il vero nome a questo scempio urbanistico che state ponendo in essere, il “salva furbi”. Perché questa non è affatto una norma concepita per dare una risposta ad un'esigenza nazionale, lo sanno gli addetti ai lavori e soprattutto lo sanno i cittadini del capoluogo lombardo.
Questa rilettura bipartisan delle norme, in realtà, salva gli investimenti enormi del capoluogo lombardo, salva il comune e salva la regione che ha interpretato le norme urbanistiche, spingendo così una speculazione edilizia che guarda solo ai ricchi e fa costruire migliaia di metri quadri, avendo in cambio poco rispetto, pochi soldi e pochi servizi per la cittadinanza.
Presidente, questo testo rappresenta l'ennesima magagna colossale del Governo, che crea cittadini di serie A e cittadini di serie B, alla quale si sta prestando, purtroppo, anche una parte dell'opposizione. Ripeto con fermezza e maggiore chiarezza: questa è una norma che interviene per regolarizzare questioni urbanistiche su cui la procura di Milano ha indagini in corso. E poiché queste cose accadono nel capoluogo di regione più importante del Nord Italia, è quanto mai facilmente svelata la vostra volontà di cercare di dare una veste nazionale ad una ferita profondamente localizzata in un centro urbano del Paese.
Tra l'altro, avete chiesto e ottenuto l'urgenza della calendarizzazione dei lavori in Aula, ma dove sta questa urgenza?
Come se per voi l'emergenza del Paese non siano la scuola e la sanità allo sfascio, il carrello della spesa alle stelle, l'inflazione che erode il potere di spesa al punto da essere battuti in peggio dai soli greci in Europa, le pensioni che costringono i nostri anziani a scegliere ogni mese se mangiare o riscaldarsi con una stufa, il rincaro della bolletta o l'aumento dei lavoratori poveri; e ancora, l'inverno demografico e i nostri giovani costretti ad emigrare per le poche e malpagate opportunità di lavoro, il record assoluto di poveri, e i 4 milioni e mezzo di italiani che rinunciano a curarsi, oppure, un territorio idrogeologicamente fragile, sempre più soggetto ad alluvioni e siccità, e una crescita economica da prefisso telefonico tendente alla recessione. Eh no! Per questa maggioranza parlamentare e, ahimè, anche per una parte dell'opposizione, l'urgenza del Paese è regolarizzare progetti urbanistici ed edilizi attenzionati dalla procura.
Ma andiamo con ordine. Che cosa sta succedendo a Milano? Nel corso degli ultimi anni, questa città ha vissuto una stagione all'insegna della cementificazione priva di ogni criterio, con grattacieli e palazzoni spuntati come per magia, con innumerevoli progetti di costruzione ex novo, che sono passati per ristrutturazione, un'espansione edilizia dissennata, priva di ogni criterio di sostenibilità ambientale, che non ha tenuto conto dell'esigenza, in una metropoli di queste dimensioni, di spazi per il verde pubblico e di prossimità, di un rinnovato efficientamento energetico degli edifici pubblici e privati e di un concetto di espansione urbanistica più vicino alle esigenze sociali degli anziani, degli studenti, dei giovani e delle famiglie, per restituire loro una quotidianità quantomeno soddisfacente.
A Milano, da anni, è in atto un perverso boom edilizio, privo di un'equilibrata pianificazione, un utilizzo del suolo come se non ci fosse un domani, che ricorda altre stagioni di danni e ombre che hanno segnato il nostro Paese, come, ad esempio, il “sacco” di Palermo, che ha devastato il capoluogo siciliano tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso. Anche a Milano, come sospetta la procura, analogamente a quanto avvenne in Sicilia, l'aggressione urbanistica e la cementificazione selvaggia rappresentano il frutto di poteri e interessi che, probabilmente, non sono del tutto corrispondenti all'etica, ma soprattutto alla legalità. È qui la netta differenza tra voi e noi.
Noi siamo per la tutela della legalità, per lasciare il tempo affinché le indagini trovino compimento e si possano perseguire gli eventuali colpevoli. Voi siete per tutelare coloro che non rispettano le regole e che si prendono gioco della legalità, perché attraverso il Salva Milano si sta consumando l'ennesimo delitto di questa maggioranza nei confronti dei nostri princìpi democratici. Ricordiamo tutti gli interventi volti a spuntare le armi al potere giudiziario: dall'eliminazione dell'abuso d'ufficio, al bavaglio per i giornalisti, passando per la riduzione delle risorse economiche e, per finire, all'attacco dei vessilli della legalità presenti in Parlamento proprio tra le fila del MoVimento 5 Stelle, De Raho e Scarpinato.
A loro dovremmo tutti ispirarci nel perseguimento della nostra attività legislativa, per avere un Paese con sempre meno malaffare, più forte lotta alla criminalità e sempre più rispetto di chi rispetta le regole e la criminalità. E invece no! Con questo provvedimento andiamo a sdoganare il far west urbanistico. Perché dietro la logica scellerata di queste norme, non c'è soltanto l'intento di premiare ancora una volta quei gruppi di potere con i quali andate a braccetto, non c'è solo la volontà di sanare in corso d'opera ciò che non dovrebbe essere sanato, in barba ad ogni regola di buonsenso, ma c'è il disegno scellerato di superare, scavalcare e vanificare, senza pudore, il lavoro coraggioso dei magistrati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che, con le loro inchieste, stanno intervenendo sullo scempio urbanistico milanese; e ovviamente lo stanno facendo, lavorando per restituire dignità alla città e ai milanesi.
Con queste norme si consuma una clamorosa e drammatica invasione di campo del potere legislativo sul potere giudiziario, che cambia le regole del gioco per salvare gli amici degli amici e disinnescare le inchieste della magistratura; un cambio delle regole del gioco a partita in corsa, che dovrebbe indignare chiunque abbia un minimo di sensibilità democratica in questo Parlamento. E per fare cosa? Quale progetto state portando avanti? Quale visione per il Paese intendete realizzare?
Ve lo dico io: il nulla cosmico, se non la tutela di quegli interessi che proteggete senza vergogna, opponendovi all'azione di legalità dei magistrati. Vi siete chiesti a cosa sta portando tutto questo? Quale modello state salvando? Milano è una città che affoga nel cemento, elencata puntualmente nella top ten delle metropoli più inquinate al mondo, dove da anni si sacrificano la salute e il benessere dei cittadini in ragione degli interessi di pochi speculatori. Anche da un punto di vista urbanistico, a cosa sta portando tutto questo?
Parliamo di una metropoli che, ancora più delle altre, è diventata proibitiva soprattutto per le persone meno abbienti. E vede, Presidente, avete già provato a introdurre gli emendamenti Salva Milano al decreto-legge Salva casa, l'estate scorsa. Già all'epoca, contro queste proposte che finiscono per premiare chi la legge non l'ha rispettata, venne inviata al legislatore una lettera firmata da oltre 50 esperti, tra cui anche noti urbanisti e giuristi, per chiedere di scongiurare questa norma di gravità inaudita. E nello stesso solco ha proseguito la stragrande maggioranza delle audizioni a cui abbiamo assistito in Commissione in questo periodo.
Ma voi nulla, niente da fare, non avete ascoltato le richieste di eminenti docenti universitari, esperti pianificatori urbani, giornalisti e rappresentanti di varie istituzioni. E vorreste voi il “salva Milano”? No, ve lo dico io: voi volete il “salva ricconi” e il “salva furbi”, quando qui, invece, c'è da salvare la povera gente, che sarà costretta ad emigrare dalle grandi città. Concludo, Presidente: a tutti quelli che difendono queste norme, voglio dire una cosa: svegliatevi, prima che sia troppo tardi. Milano non è Dubai, qui non siamo negli Emirati e, soprattutto, la Premier Meloni non è un emiro. I danni che fate oggi ricadranno sulla pelle delle prossime generazioni. Liberatevi da queste illusioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Montemagni. Ne ha facoltà.
ELISA MONTEMAGNI (LEGA). Grazie, Presidente, grazie al Sottosegretario Morelli per la presenza, al relatore Foti e grazie a tutta la maggioranza che ha portato avanti con convinzione questo tema. Lo ha portato avanti, prima, tentando di inserirlo nel decreto Salva casa e, poi, cercando una norma dove fosse possibile inserirlo, producendo questa proposta di legge a firma di tutti i capigruppo di maggioranza, il che significa non quello che si sente dire in quest'Aula - e cioè che si vuole fare un favore a qualche ricco, a qualche potentato o a qualche amministratore sprovveduto -, vuol dire che abbiamo a cuore i problemi del territorio.
Infatti, sia noto in quest'Aula che non si parla solo di chi costruisce e di chi rilascia i permessi, ma si parla anche di cittadini che, magari, comprano un appartamento o vanno ad abitare quegli immobili. Quindi, a me non sembra proprio una norma salva ricconi; mi sembra assolutamente una norma di buonsenso che, finalmente, oggi arriva in Aula e, finalmente, riuscirà a dare quelle risposte che tanti cittadini si aspettano. Voglio ricordare che il governo del territorio è materia concorrente tra Stato e autonomie territoriali.
Qui stiamo parlando di governo del territorio, per cui questo testo è stato modificato radicalmente proprio perché c'è stata una discussione - chi era in Commissione lo sa - durante le audizioni e sapete bene che il primo testo era molto diverso rispetto a quello che arriva in Aula oggi. Nel primo testo si dava un'interpretazione autentica, come affidata alla Conferenza unificata tra lo Stato e le autonomie. Ora, il testo, esattamente come ci è stato chiesto durante le audizioni, contiene l'interpretazione autentica.
Qualcuno può pensare che questo sia un errore, qualcuno può pensare che si faccia un favore a qualcuno, ma la realtà è che oggi diamo risposte a qualcosa che era urgente e, infatti, è stata scritta con urgenza e dobbiamo per forza andare a dare un'interpretazione delle norme che sono fortemente obsolete. Infatti, noi qui diamo interpretazione alla legge urbanistica n. 1150 del 1942 e al decreto ministeriale n. 1444 del 1968. Non sfuggirà a nessuno che sono intercorsi tanti anni, non sfuggirà a nessuno che il tessuto sociale è cambiato, è cambiata l'economia, è cambiato il modo di spostarsi all'interno del Paese ed è ovvio che, se in alcune zone d'Italia c'è più popolazione, spesso ciò è dovuto proprio perché c'è un maggiore sviluppo, le persone si spostano per andare a lavorare.
Questo è successo negli anni, certo, e ora ci troviamo a dover ragionare tra un'edilizia orizzontale - che non è più possibile - e come poter fare a rispondere ancora alle tante esigenze e la risposta è chiara: è l'edilizia verticale. Infatti, l'edilizia verticale impedisce il consumo di suolo, perché se costruisci andando verso l'alto, non consumi più suolo. Il problema è quando costruisci, ma costruisci in orizzontale. Significa andare a recuperare quegli immobili che sono lì, fatiscenti, che sono inutilizzabili e dar loro una nuova vita, non consumando nuovo suolo, consumando esattamente il suolo che era già consumato. Se questo per voi è un errore, io credo che l'Unione europea la pensi diversamente, visto che ha imposto il consumo suolo zero al 2050.
Magari stiamo semplicemente andando nella direzione che l'Europa, giustamente e legittimamente, ci chiede. Quando parliamo di rigenerazione urbana, parliamo anche spesso di riqualificazione del territorio. Non sfugge a nessuno, se vive un po' i luoghi che ci sono, porzioni di terreni in mezzo a fabbricati già esistenti che, magari, sono lì con un edificio brutto, diroccato, che può essere riconvertito, ritrasformato e, valorizzando quello, valorizzi tutto quello che è intorno.
Quando noi andiamo a parlare in quest'Aula, ho sentito anche oggi, del decreto-legge n. 69 del 2024, del Salva casa o delle modifiche al Testo unico dell'edilizia, si parla del DPR n. 380 del 2001, a me viene da pensare a chi governava fino a due anni fa. Infatti, è vero che il Testo unico dell'edilizia del 2001 comincia a essere datato e va rivisto, mi sembra che sia stato detto chiaramente più volte dal Ministro Salvini che è nostra intenzione rivederlo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Certo, è un lavoro che non si può fare in cinque minuti, ma c'è chi ha avuto decenni per poterlo fare quel lavoro e non l'ha fatto! Sul decreto Salva casa - decreto iscritto con urgenza - c'era l'urgenza per rispondere alle esigenze di mercato, urgenza riconosciuta. Perciò, stiamo cercando di fare dei provvedimenti che siano facilmente attuabili e velocemente attuabili, in attesa di quella che tutti dicono essere una riforma del Testo unico dell'edilizia.
Mi sembra, però, di capire che, negli ultimi anni, il Ministero non sia stato guidato dal centrodestra, finché non è arrivato Matteo Salvini, anzi, per molti, moltissimi anni è stato guidato dal centrosinistra, norme sull'edilizia: zero. Non vi è interessato fino a oggi dell'edilizia e pensate di venire a dare lezioni a noi su come rispondere a esigenze del territorio che dovevano essere risolte decenni fa. Questo è il vero problema, il problema non è il fatto che noi vogliamo fare e risolvere, il problema è che siamo costretti a ricorrere urgentemente a decreti o a leggi scritte in urgenza in quest'Aula perché qualcuno prima di noi non ha risolto. Dunque, chi vince o perde i comuni ha poca importanza, perché il problema, se si parla del comune di Milano, non sarebbe certo ricaduto in capo alla Lega, ma noi siamo persone oneste, persone corrette. Ci rendiamo conto che, al di là dei colori politici - e questa norma non viene applicata solo a Milano, viene applicata in tutta Italia -, quindi, ci sono casistiche già similari di procure che potrebbero uscire con interpretazioni che sono diverse e divergenti, come già successo negli anni. Infatti, non è che esista solo la sentenza di Milano, vi sono varie sentenze e sono tutte divergenti. Potrebbero intervenire anche in altre situazioni e noi stiamo cercando di anticipare, dando un'interpretazione autentica di quello che vuole fare il legislatore. Credo che questa interpretazione, che piaccia o no, risolverà molti problemi ai nostri cittadini, molti problemi alle nostre amministrazioni.
Se noi saremo costretti a rincorrere la questione con l'urgenza lo faremo, perché per noi non esiste temporeggiare, non esiste la schermaglia politica e non esiste nel caso di Milano dove l'Amministrazione è di centrosinistra. Noi pensiamo solo al bene dei cittadini e al bene del territorio. Potete imputarci questo, altro no (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)!
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Il testo in esame in materia di urbanistica ed edilizia è di fatto un intervento di interpretazione autentica e retroattiva. Di cosa? Di norme sugli obblighi di pianificazione urbanistica attuativa e di definizione degli interventi di ristrutturazione edilizia. E qual è il senso? Per noi, innanzitutto, è depotenziare la legge urbanistica laddove subordina a piano attuativo di iniziativa pubblica o privata le previsioni urbanistiche di piani regolatori in alcuni casi. Quali? Intanto, quando prevedono opere con altezza superiore ai 25 metri o concentrazione di volumetrie con indice fondiario superiori ai 3 metri cubi per metro quadro di area edificabile. Si cerca, in sostanza, di fare sparire l'obbligo di pianificazione attuativa nei casi di nuova edificazione, sostituzione edilizia o interventi su edifici esistenti. Lo si vuole fare abrogando, di fatto, il sesto comma dell'articolo 41-quinquies. Questo comma, insieme al DM n. 1444/1968, individua già con precisione i casi in cui è necessario adottare un piano particolareggiato. Quale bisogno abbiamo, quindi, di un'interpretazione autentica? Secondo noi, nessuno: solo la volontà di intervenire a posteriori su trasformazioni urbanistiche avvenute senza quegli strumenti attuativi.
Infatti, questo provvedimento è chiamato informalmente, anche in questa Camera, - possiamo dircelo senza infingimenti - come Salva Milano e anche noi non siamo d'accordo, perché Milano non si salva con tutto questo. Riguardo alle norme sulla ristrutturazione, tutta la giurisprudenza è stata, fino ad ora, unanime su un punto: la ristrutturazione, quando si tratta di demolizione e ricostruzione, deve essere fatta in continuità con quanto demolito. Significa che non devono esserci variazioni significative di carico urbanistico, altrimenti non è una ristrutturazione edilizia ma una nuova costruzione, una sostituzione edilizia, ovvero un intervento che deve essere subordinato al permesso di costruire. A che serve un'interpretazione autentica delle norme di riferimento? Solo, di nuovo, ad intervenire a posteriori su trasformazioni urbanistiche avvenute senza i necessari titoli autorizzativi.
Qui il disegno è chiaro: deregolamentare in maniera spregiudicata la materia urbanistica, eliminare i piani attuativi per sottrarre alle regioni e ai comuni gli strumenti di indirizzo e di controllo delle trasformazioni urbane presenti - e pesanti - e poi, tramite la retroattività, approntare una sanatoria posteriore senza sanzioni per chi ha costruito superando i limiti di altezza e di volumetria consentiti.
Ma al legislatore non dovrebbe essere precluso di interferire con il controllo di legittimità della magistratura? E alle leggi retroattive non dovrebbe essere impedito di incidere, se non a certe condizioni, sulle situazioni giuridiche soggettive pregresse, come chiaramente, appunto, indicato dalle sentenze della Corte costituzionale a cui il legislatore dovrebbe attenersi?
Il legislatore non può intervenire con norme retroattive per annullare gli effetti del giudicato. Quali sarebbero, poi, i motivi imperativi di interesse generale che giustificano questa disposizione interpretativa? La relazione della proposta di legge non indica la situazione di fatto, né gli obiettivi che si intendono raggiungere né le ragioni che motivano le nuove disposizioni e ne giustificano la retroattività, né tanto meno il puntuale bilanciamento tra le ragioni che ne motivano le previsioni e i valori costituzionali tutelati, mentre le disposizioni normative, così come proposte, entrano a gamba tesa nelle 14 inchieste aperte dalla procura di Milano, con decine di sequestri di edifici in costruzione su diverse trasformazioni urbanistiche portate a termine nel capoluogo lombardo, vanificando così la potestà pubblica della programmazione territoriale e della pianificazione attuativa.
Non a caso la norma è stata ribattezzata Salva Milano, anche se la sua approvazione determinerà effetti generalizzati su tutto il territorio nazionale, con gravissime, secondo noi, conseguenze anche in termini di finanza pubblica, che perderà oneri concessi, e di urbanizzazione. Per questo - e lo diciamo senza grande enfasi - riteniamo che sussistano rilevanti ragioni di merito e anche di costituzionalità che dovrebbero impedire l'esame e l'approvazione della legge in esame, rispetto alle quali abbiamo, appunto, ritenuto di proporre una pregiudiziale che domani tratteremo.
Lo diciamo così: Milano non ha bisogno di essere salvata da nessuno, tantomeno da voi; Milano si salva da sola e speriamo che lo faccia anche il Paese senza usare queste norme che di fatto rischiano di compromettere il lavoro di tanti consigli comunali e di tante operazioni, che non andrebbero certo salvate così (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)!
PRESIDENTE. PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Sala. Ne ha facoltà.
FABRIZIO SALA (FI-PPE). Grazie Presidente e grazie Sottosegretario. Onorevoli colleghi, è ghiotta l'occasione - sarebbe ghiotta l'occasione - per discutere sull'edilizia orizzontale, lo sviluppo verticale tanto decantato anche dai maggiori nomi dell'architettura, compresi soprattutto quelli di sinistra. È ghiotta l'occasione anche - sarebbe ghiotta; non lo sarà per me - capire perché una norma cambia la sua interpretazione nel tempo senza che cambino né il principio né le leggi sovraordinate a questa norma. Ma è interessante, invece, dire perché questa norma è urgentissima, e non la chiamerei Salva Milano.
La chiamerei Salva Italia o Salva italiani. Ma perché, siamo ancora in un Paese dove c'è ancora gente che pensa che tutti i palazzi delle città siano di proprietà di Zio Paperone? E l'Italia sia divisa tra Zio Paperone e Paperino squattrinato? Qualcuno sa cosa sono gli strumenti di investimento collettivo? Qualcuno sa di chi sono i palazzi delle città, le ristrutturazioni, per esempio quelli di Milano? Qualcuno rimane stupito che questi immobili siano in Fondi pensioni o in Fondi immobiliari?
L'esempio di Milano, nella fattispecie, ci fa dire che investitori e risparmiatori stanno scappando, perché la cosa che non possiamo permetterci, nel 2024, di non dare al mondo, ai risparmiatori e alla comunità economica, è la certezza della norma, perché uno deve sapere dove può investire, e, sempre nel 2024, non possiamo permetterci di dare freno alla ristrutturazione degli immobili, e sono da vedere le zone ristrutturate, anche in verticale, quale benessere portano alle città e laddove, invece, non c'è questa attuazione di sviluppo, quali sono i malanni delle città.
Allora penso che sia urgente approvare questa norma, e l'interpretazione vada nella linea non solo di ispirazione della norma originaria, ma anche dell'ispirazione nostra, di Forza Italia, per garantire sviluppo, per conservare e per garantire la ricchezza di un bene a cui gli italiani sono cari, che è quello della casa, che è quello dell'abitazione. Quanti anni ci vogliono per modificare i quartieri di una città? Basta guardare cosa hanno fatto le Giunte di centrodestra a Milano e quando abbiamo avuto, solo negli ultimi anni, lo sviluppo di alcuni quartieri.
Quanto ci vuole per fermare lo sviluppo? Pochissimo, pochissimo. Ecco perché, convintamente, dobbiamo non solo approvare questa norma, che fa chiarezza e certezza nel diritto, ma dobbiamo anche pensare a come snellire le procedure, perché quello che è accaduto in questo Paese è un corto circuito burocratico e laddove le norme e le interpretazioni si intrecciano si ferma tutto. Penso che lo dobbiamo al Paese, penso che lo dobbiamo agli italiani e penso che lo dobbiamo anche ai risparmiatori, che sono stati oggetto proprio del mio intervento. Ricordiamoci che oggi la maggioranza degli immobili in Italia sono di proprietà della maggioranza degli italiani, non dimentichiamo questo concetto, perché questo sta alla base del nostro futuro sviluppo economico e della nostra crescita.
E ricordiamoci che lo sviluppo economico sostenibile è necessario, perché altrimenti è inutile che continuiamo a parlare di sanità, è impossibile mantenere il welfare senza sviluppo economico (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata L'Abbate. Ne ha facoltà.
PATTY L'ABBATE (M5S). Grazie, Presidente. Governo, colleghi, sofferta, frutto di un lavoro complicato durato mesi, arriva la norma interpretativa che modifica le regole edilizie sulla rigenerazione urbana, ma, soprattutto, salva i grattacieli e il comune di Milano: 150 progetti, torri di decine di metri cresciute al posto dei vecchi edifici bloccati dalla procura con il rinvio a giudizio dei tecnici del comune, perché? Perché? Perché realizzate in difetto di autorizzazione, come se fossero e al costo di una semplice ristrutturazione edilizia.
La disposizione Salva Milano - è chiamata così - ha concretamente l'effetto di regolarizzare le opere edilizie già realizzate, quindi ha efficacia retroattiva, ma anche quelle da realizzare ancora a Milano, e non solo qui a Milano, anche sicuramente in tutti gli altri paesi d'Italia potrà essere adottata, in contesti dove c'è una forte urbanizzazione; si alleggerisce, quindi, la posizione dei tecnici di questo comune meneghino di fronte alle accuse della Procura e complica sicuramente le ristrutturazioni edilizie ordinarie, in tutto il Paese.
Questo emendamento ha stabilito che i piani particolareggiati, che a Milano mancavano, non sono obbligatori se si tratta di realizzare un edificio, anche con caratteristiche e volumetria completamente diversi dal preesistente sia in ambiti edificati che urbanizzati, ma le stesse procedure non sono obbligatorie per determinare l'impatto urbanistico delle nuove costruzioni. Cambia anche l'ambito della ristrutturazione edilizia, che si attua con una semplice segnalazione certificata.
Capisco che a volte bisogna semplificare, la parola semplificazione anche a me piace quando la semplificazione va incontro ai bisogni dei cittadini. Mi preoccupa quella semplificazione che in parvenza potrebbe migliorare il loro stile di vita, ma nella realtà lo sta complicando nel futuro e diciamolo dopo. Non ci sono quindi autorizzazioni preventive, diventa tutto possibile, purché nel medesimo lotto di intervento. Allora qual è la domanda?
Ma le norme interpretative hanno sempre margini stretti di costituzionalità? Questo è un commento fatto da Pierluigi Mantini, ordinario di diritto urbanistico al Politecnico di Milano, che ha sollevato giustamente qualche dubbio. Ma chi definisce gli ambiti edificati o urbanizzati? E poi si torna indietro sulle semplificazioni per le ristrutturazioni conformi all'esistente. Intanto ieri - perché dico ieri? Perché quello che sta leggendo è un articolo di un giornale di oggi - mi dice che il GIP di Milano ha contestato al comune il mancato incasso di 15 milioni di euro per soli 5 dei cantieri incriminati, e al processo, tra le parti civili, c'è anche una signora che ha perso 2 ore di sole al giorno per una torre di 83 metri che le è spuntata davanti.
Vogliamo dire a questi cittadini, allora, che stiamo facendo qualcosa per loro? Non mi sembra. È una sanatoria, la vogliamo chiamare così? Forse, sembra di sì, perché la disposizione dà una soluzione all'illegittimità dell'operato di alcuni comuni. E allora è inutile, a questo punto, il lavoro che è fermo al Senato con la rigenerazione urbana, che i colleghi stanno cercando di portare avanti, ma come al solito - vogliamo ripeterlo - questo Parlamento vogliamo farlo lavorare o il Governo vuol fare tutto da sé? Noi qui perché ci stiamo, a lavorare per chi?
Per i cittadini noi vorremmo fare questo, ma ce lo dovete permettere. Come MoVimento 5 Stelle prendiamo atto che il Governo ha tirato fuori dal cilindro un tana libera tutti, ma tutti chi? Siamo sicuri che lo facciamo per i cittadini e per i loro risparmi nelle loro case? Non mi sembra questo, tana libera sempre per gli amici degli amici. Cosa c'è per i cittadini? Vi dico io che cosa c'è: c'è più cemento, ci sono meno spazi verdi e meno servizi, una cosa importante di cui forse, in tutta questa follia di andare avanti, non si è fatto un calcolo.
Immaginate nei grattacieli quale sia la densità abitativa all'interno, in tot metri quadrati, quante persone che utilizzano mezzi di trasporto e auto singole. Bene, il 9 novembre del 2024, a Milano, si è superato il valore limite di 50 milligrammi a metro cubo di polveri sottili, il famoso PM10, che se non deve essere superato cosa significa? Che crea danno alla salute dei cittadini. È stato superato e siamo arrivati a 63 milligrammi a metro cubo. Guardate, questi grattacieli sicuramente non sono ancora tutti abitati, ma cosa accadrà quando saranno tutti pieni? Ci fa piacere per le famiglie che ci andranno ad abitare, ma queste famiglie lo sanno che avranno un'area ancora più inquinata? Possiamo fare un moltiplicatore: gli moltiplichiamo questo dato chissà per quanto altro. Per 10 volte? Per 50 volte?
Come lo togliamo, il particolato sottile? E abbiamo parlato di particolato sottile. Vogliamo mettere anche i NOX? Anche questi sono gas che, purtroppo, danneggiano la salute.
Concludo dicendo che, a questo punto, ci viene un dubbio: ci viene il dubbio che questa cosa non è fatta per i cittadini, quindi, perdonatemi, non venite a prenderci in giro, perché non è così, perché, della salute dei cittadini, a questo Governo, non gliene è mai importato nulla, se ne è sempre lavato le mani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.
(Repliche - A.C. 1987-A)
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore, il deputato Tommaso Foti.
TOMMASO FOTI, Relatore. Signor Presidente, rimandando le risposte, sotto il profilo amministrativo e giuridico, alle pregiudiziali di domani, anche per l'economia dei nostri lavori, voglio soltanto fare due precisazioni. Innanzitutto, non capisco perché si continui a ripetere, in modo sbagliato, che questa è un'iniziativa del Governo. Basterebbe leggere il frontespizio della proposta di legge, e io mi auguro che almeno la differenza, in quest'Aula, tra proposta di legge e disegno di legge la si conosca. La proposta di legge reca: Mattia, Zinzi, Cortellazzo, Semenzato.
Quanto, poi, al fatto che vi è stata una collega che ha ironizzato sull'urgenza, consiglierei a chi è intervenuto di leggersi il Regolamento, perché l'urgenza prevede i tempi dimezzati per l'approccio in Aula. La dichiarazione d'urgenza è stata deliberata dalla Capigruppo il 5 agosto 2024. L'esame della Commissione è iniziato il 10 settembre. Siamo in Aula il 20 novembre. Faccio presente che non è stata utilizzata alcuna norma di urgenza di dimezzamento dei tempi. Quindi, almeno la verità rispetto alla procedura, non dico al merito, perché mi rendo conto che le proposte, oltre che essere lette, andrebbero interpretate, secondo gli occhi della giurisprudenza amministrativa, che non ho sentito elencare in questa sede, sotto il profilo della giurisprudenza costituzionale, che non ho sentito evocare in questa sede. Infatti, si dice “la Corte costituzionale ha detto”. Tra l'altro, suggerirei al collega Grimaldi, che ha fatto un intervento puntuale, di non confondere, però, “liceità” con “legittimità”, perché sono due concetti leggermente diversi in fatto e in diritto, perché il giudice che è intervenuto non è il giudice che attiene alla legittimità degli atti, ma, tutt'al più, alla liceità degli atti, che è una questione diversa. Non siamo di fronte ad una questione amministrativa, ma penale, ma, in ogni caso, in ambedue i casi, domani fornirò adeguata giurisprudenza amministrativa e costituzionale per dimostrare che le tesi qui espresse sono semplicemente tesi, ma non trovano fondamento nella giurisprudenza né amministrativa, né costituzionale.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo, Sottosegretario Morelli.
ALESSANDRO MORELLI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Sarò rapidissimo, vista l'ora. Io ringrazio la Commissione, ringrazio tutti i parlamentari che si sono messi letteralmente a disposizione di una città, del Paese in questo caso, perché, giustamente, questa non è una norma che tocca solo la città di Milano. Chiaramente, Milano - come potete capire dal mio accento, sono abbastanza informato sulla questione, anche per motivi territoriali - è il fulcro ed è la ragione per la quale ci ritroviamo, ma questa casistica potrebbe rivelarsi anche in altre realtà territoriali e amministrative.
Devo sottolineare che apprezzo molto il fatto che questa discussione generale sia stata di alto livello, anche se, purtroppo, oggettivamente ci sono state alcune cadute di stile. Faccio un appunto, sperando che, nelle ulteriori discussioni di domani e in Senato, queste cadute di stile non si ripetano. La prima è definire, sostanzialmente, delinquenti coloro i quali sono oggetto indubbiamente di un'inchiesta che, oggi, non ha ancora visto un pronunciamento definitivo da parte di un giudice. Ricordiamo che la nostra Repubblica si basa, in punto di diritto, sulla presunzione di innocenza. Quindi, le persone che oggettivamente in questo momento sono attenzionate da una pubblica accusa non sono colpevoli.
Dunque, non sono colpevoli i dipendenti del comune che hanno fatto per bene il loro lavoro, non sono colpevoli le aziende che altrettanto hanno rispettato le regole che tutti pensavano fossero valide, soprattutto non sono oggetto di presunte malefatte, presunte e dichiarate qui in Aula, i cittadini che hanno comprato le case. E, qui, viene l'urgenza di questa norma. Ringrazio il Parlamento, essendo noi una Repubblica parlamentare, visto che veniamo accusati di fare iniziative solo governative, ricordo che questa è meritoriamente un'opera del Parlamento. Quindi, c'è urgenza, perché alcune famiglie, in questo momento, hanno il dubbio di aver fatto un investimento della vita, della propria prima casa, probabilmente, che è sub iudice, proprio seguendo gli argomenti che stiamo toccando.
Ora, ho sentito ripetere più volte la necessità di fare attenzione riguardo, per esempio, a un maggiore inquinamento legato alla maggiore presenza di nostri concittadini in case nuove. Sottolineo che, oltre alla legislazione, anche il mercato sta portando sempre più alla realizzazione di abitazioni e di immobili con classi energetiche e con tecnologie costruttive molto migliori degli edifici che vengono abbattuti. Dunque, questo è un argomento piuttosto spuntato.
Ancora. Sul tema degli oneri di urbanizzazione e dei presunti mancati introiti, oltre ad aver specificato più volte - e io vi ringrazio di questo - le dichiarazioni dello stesso sindaco di Milano, Sala, del PD, che dice che c'è una crisi anche dal punto di vista del bilancio legata ai minori introiti per quest'anno degli oneri di urbanizzazione, ricordo che gli oneri di urbanizzazioni, signori e signore, sono diminuiti proprio a causa del blocco dell'edilizia e dell'urbanistica legato a queste indagini. Sottolineo nuovamente che il compito del Parlamento e del Governo è di dare indirizzi e norme. Sarà compito dell'amministrazione comunale - visto che dalla sinistra viene questa segnalazione, che sicuramente è interessante e può creare dibattito -, se lo ritiene, rivalutare gli oneri di urbanizzazione legati anche a questo tipo di operazioni. È compito dell'amministrazione comunale e ben venga. Noi, che siamo fortemente propensi all'autonomia, riteniamo che domani il comune di Milano debba prendersi giustamente le proprie responsabilità da questo punto di vista.
Chiudo, Presidente, ringraziando nuovamente tutti, anche per la pazienza. A proposito del taglio dei servizi, non so se i parlamentari intervenuti, che hanno toccato questo argomento, abbiano frequentato la mia città - dal mio accento capite perfettamente la mia profonda milanesità - e abbiano visto i servizi pubblici della città di Milano, paragonati a quelli di qualunque altro tipo di città.
Da milanese, mi lamento fortemente dei servizi pubblici, che potrebbero essere molto migliori, e di questo sono abbastanza certo, se ci fosse una maggioranza differente nell'ambito del comune di Milano, ma dire che questa propensione edilizia e urbanistica possa motivare un taglio dei servizi francamente, signori… Il dato qual è, per rimanere alla politica un po' più alta rispetto ad accuse veramente spicce? C'è una diversa visione del futuro delle nostre città. Ora, è assolutamente legittimo. Non dico, a differenza di altri, che le idee degli altri siano per forza idee legate ad interessi grigi, nelle nebbie, brutti; molto semplicemente, c'è un'idea differente.
La nostra idea è un'idea che ha liberalizzato ed è partita dalle giunte Albertini, quindi stiamo parlando degli anni Duemila, ed ha raggiunto le giunte Albertini, la giunta Moratti, la conferma di questa politica nella giunta Pisapia e, in seguito, nelle giunte Sala, che hanno fortemente liberalizzato l'urbanistica e l'immobiliare a Milano, sempre nell'ambito delle regole. Perché questo? Perché questo ha permesso di cambiare il volto della mia città, la città di Milano, che oggettivamente - e qua faccio una fotografia che non è né di destra, né di sinistra - non solo ha cambiato il volto, ma ha avuto una crescita anche del valore immobiliare, che chiaramente ha premiato anche i nostri concittadini.
E dunque questo è un percorso esattamente coerente con l'Italia del “sì” che noi vogliamo dare con questo Governo. E quindi se ne facciano una ragione anche gli esponenti di sinistra: hanno seguito una politica instradata dalle giunte di centrodestra. Se non se ne sono accorti, mi dispiace per loro, ma questo, assolutamente, dal nostro punto di vista è perfetto. perché ha raggiunto i nostri obiettivi di una politica liberale anche sul fronte dell'urbanistica.
Quindi grazie, Presidente, e grazie a tutti i parlamentari. Sono certo che con l'approvazione - questo è il mio auspicio - di domani ci sarà uno sviluppo immobiliare positivo nella stragrande parte delle nostre città, non ci sarà il pericolo di grattacieli ovunque perché è il mercato che guida l'immobiliare e l'urbanistica, e chiaramente ci sarà l'accettazione della nostra cittadinanza tutta per la realizzazione di nuovi quartieri. Ritengo difficile che, nei paesi di provincia, seppur con le dovute differenze e con il totale rispetto nei loro confronti, domani ci siano realtà, quartieri e aree delle città dove sbucano, come è stato paventato anche in quest'Aula, interi quartieri con grattacieli, perché, se il mercato non va in quella direzione, è piuttosto oggettivo che sarà difficile trovare degli imprenditori che vanno esattamente in quella direzione.
Quindi l'auspicio è che domani ci sarà questa approvazione, e non solo che Milano possa tornare a fare da volano, anche dal punto di vista economico, sul fronte dell'immobiliare e dell'urbanistica, ma che ci siano degli oggettivi sviluppi per una città che ha bisogno, più che di una “dentrificazione”, di un allargamento della propria area, non solo dal punto di vista del perimetro, ma anche dal punto di vista della propria visione di sviluppo.
(Annunzio di questioni pregiudiziali di costituzionalità - A.C. 1987-A)
PRESIDENTE. Avverto che, prima dell'inizio della discussione generale, a norma dell'articolo 40, comma 1, del Regolamento, sono state presentate le questioni pregiudiziali di costituzionalità Santillo ed altri n. 1 e Bonelli ed altri n. 2, che saranno esaminate e poste in votazione prima di passare all'esame degli articoli del provvedimento.
Il seguito del dibattito è rinviato alla seduta di domani.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare il deputato Berruto. Ne ha facoltà, per due minuti.
MAURO BERRUTO (PD-IDP). Signor Presidente, c'è una chiesetta a Ivrea, si chiama San Bernardino, si trova nel parco, proprio sopra via Jervis, dove c'è la fabbrica di mattoni rossi, quella dove iniziò la storia di Olivetti e Ivrea. È una chiesa del Quattrocento, dove Adriano Olivetti mandava i suoi dipendenti a immergersi nella bellezza, come fosse un dopolavoro. Nel parco intorno c'era anche un percorso salute, con postazioni attrezzate dove si poteva fare ginnastica all'aria aperta, erano gli anni Cinquanta. Nella fabbrica, invece, c'era il Salone dei 2.000, un luogo di assemblea dove i dirigenti, gli operai e le operaie erano tutti lì, riuniti nello stesso posto, e ascoltavano i discorsi ispirazionali di poeti, musicisti, matematici, ingegneri, architetti e sociologi.
Mercoledì scorso se ne è andato per sempre Franco Ferrarotti, il padre della sociologia italiana. Due minuti non possono bastare per ricordare la vita di un uomo, anzi, è persino ingiusto, ma desidero che in quest'Aula, che lui frequentò da deputato, risuoni il suo nome: Franco Ferrarotti, il padre della sociologia italiana, che, nella Torino della seconda metà del Novecento, dialogava con altri maestri come Nicola Abbagnano e Norberto Bobbio. Osservatore del ruolo del sindacato, non solo come attore politico ed economico, ma anche come un'entità culturale che contribuisce a formare e a trasformare le coscienze collettive dei lavoratori, Ferrarotti era l'ultimo testimone di quella Ivrea che teneva insieme imprenditoria, cultura e bellezza. Ferrarotti fu protagonista di quella utopia diventata realtà, al fianco di Adriano Olivetti, e lo sostituì qui, alla Camera, nel corso della III legislatura, da deputato del Movimento Comunità.
Non bastano due minuti per ricordare la vita di un uomo, ma sono utili per dirgli grazie, ricordando un motto che circolava nella fabbrica di mattoni rossi della Olivetti, in via Jervis, e diceva così: “prima saper fare, poi fare e, poi, al limite, far sapere”. Ecco, volevo far sapere, perché bisogna farlo, quello che Franco Ferrarotti è stato per Ivrea e per questo Paese (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà, per due minuti.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. L'altro giorno un boato ha scosso alcuni comuni dell'area vesuviana. Non era il Vesuvio, era una fabbrica abusiva di botti d'artificio, di fuochi d'artificio, costruita e realizzata illegalmente all'interno di un'abitazione, e, purtroppo, sono morte tre persone: Sara, Aurora e Samuel, età media 24 e 18 anni. Erano tutti al primo giorno di lavoro, ma lavoro nero. Sono stati sfruttati e sono morti per realizzare una fabbrica abusiva. Presidente, non è l'unico episodio che è avvenuto negli ultimi tempi, per un pelo non c'è stata un'altra tragedia 2 settimane fa a Quarto, dove pure ammassavano botti, realizzando questi fuochi, maledetti, abusivi e con lavoratori in nero.
Noi non dovremmo mai smettere in questo Parlamento - sabato ci sarà una manifestazione per ricordarli, tra l'altro Samuel, 18 anni, aveva avuto da poco una figlia - di combattere non solo contro l'abusivismo, ma anche contro lo sfruttamento, in particolare, di questi lavoratori. Infatti, questa tragedia ha due aspetti: l'attività abusiva di una fabbrica totalmente pericolosa, che poteva trasformarsi in un'ulteriore tragedia e strage, e lo sfruttamento di giovani che venivano pagati 20 euro al giorno, una vergogna sulla quale dovremo intervenire sempre con maggiore determinazione.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Giovedì 21 novembre 2024 - Ore 9,30:
1. Seguito della discussione della proposta di legge (previo esame e votazione delle questioni pregiudiziali di costituzionalità presentate):
MATTIA ed altri: Disposizioni di interpretazione autentica in materia urbanistica ed edilizia. (C. 1987-A)
Relatore: FOTI.
La seduta termina alle 21,55.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nella votazione n. 2 la deputata Madia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nelle votazioni nn. 8 e 40 il deputato Soumahoro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 21 la deputata Cattoi ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;
nella votazione n. 24 la deputata Cherchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 26 il deputato Ziello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 36 il deputato Stefani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 37 le deputate Varchi e Morgante hanno segnalato che hanno erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbero voluto esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 49 il deputato Cangiano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nelle votazioni nn. 58 e 67 la deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 58 il deputato Gnassi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 72 il deputato De Corato ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;
nella votazione n. 74 il deputato De Corato ha segnalato che si è erroneamente astenuto mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;
nella votazione n. 76 il deputato D'Attis ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;
nella votazione n. 81 il deputato Steger ha segnalato che si è erroneamente astenuto mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;
nella votazione n. 85 la deputata Ambrosi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | PDL 30-A - ABB - ARTICOLO 1 | 260 | 260 | 0 | 131 | 260 | 0 | 72 | Appr. |
2 | Nominale | EM 2.1002 | 261 | 246 | 15 | 124 | 102 | 144 | 71 | Resp. |
3 | Nominale | EM 2.1000 | 268 | 253 | 15 | 127 | 106 | 147 | 71 | Resp. |
4 | Nominale | EM 2.1003 | 268 | 253 | 15 | 127 | 104 | 149 | 71 | Resp. |
5 | Nominale | EM 2.1001 | 272 | 257 | 15 | 129 | 106 | 151 | 71 | Resp. |
6 | Nominale | EM 2.1004 | 269 | 255 | 14 | 128 | 103 | 152 | 71 | Resp. |
7 | Nominale | ARTICOLO 2 | 273 | 153 | 120 | 77 | 151 | 2 | 70 | Appr. |
8 | Nominale | EM 3.1001 | 273 | 257 | 16 | 129 | 105 | 152 | 70 | Resp. |
9 | Nominale | EM 3.1003 | 279 | 264 | 15 | 133 | 108 | 156 | 70 | Resp. |
10 | Nominale | EM 3.1002 | 273 | 268 | 5 | 135 | 115 | 153 | 70 | Resp. |
11 | Nominale | ARTICOLO 3 | 274 | 153 | 121 | 77 | 151 | 2 | 70 | Appr. |
12 | Nominale | ART AGG 3.01001 | 277 | 214 | 63 | 108 | 47 | 167 | 70 | Resp. |
13 | Nominale | ART AGG 3.01000 | 280 | 263 | 17 | 132 | 105 | 158 | 70 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | EM 4.1002 | 275 | 215 | 60 | 108 | 45 | 170 | 70 | Resp. |
15 | Nominale | EM 4.1003 | 276 | 259 | 17 | 130 | 101 | 158 | 70 | Resp. |
16 | Nominale | EM 4.1004 | 274 | 273 | 1 | 137 | 116 | 157 | 69 | Resp. |
17 | Nominale | EM 4.5000 | 276 | 276 | 0 | 139 | 272 | 4 | 69 | Appr. |
18 | Nominale | EM 4.1006 | 275 | 270 | 5 | 136 | 112 | 158 | 69 | Resp. |
19 | Nominale | EM 4.1005 | 275 | 271 | 4 | 136 | 118 | 153 | 69 | Resp. |
20 | Nominale | EM 4.1000 | 275 | 202 | 73 | 102 | 43 | 159 | 69 | Resp. |
21 | Nominale | ARTICOLO 4 | 269 | 155 | 114 | 78 | 150 | 5 | 68 | Appr. |
22 | Nominale | EM 5.1003 | 266 | 201 | 65 | 101 | 50 | 151 | 65 | Resp. |
23 | Nominale | EM 5.1004 | 272 | 257 | 15 | 129 | 105 | 152 | 65 | Resp. |
24 | Nominale | EM 5.1005 | 272 | 200 | 72 | 101 | 48 | 152 | 65 | Resp. |
25 | Nominale | EM 5.1006 | 271 | 205 | 66 | 103 | 50 | 155 | 65 | Resp. |
26 | Nominale | EM 5.1010 | 266 | 255 | 11 | 128 | 108 | 147 | 65 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nominale | EM 5.1011 | 275 | 258 | 17 | 130 | 111 | 147 | 65 | Resp. |
28 | Nominale | EM 5.1002 | 273 | 256 | 17 | 129 | 105 | 151 | 65 | Resp. |
29 | Nominale | ARTICOLO 5 | 274 | 142 | 132 | 72 | 141 | 1 | 65 | Appr. |
30 | Nominale | ART AGG 5.01003 | 275 | 271 | 4 | 136 | 120 | 151 | 65 | Resp. |
31 | Nominale | ART AGG 5.01004 | 273 | 268 | 5 | 135 | 116 | 152 | 65 | Resp. |
32 | Nominale | ARTICOLO 6 | 271 | 256 | 15 | 129 | 240 | 16 | 65 | Appr. |
33 | Nominale | ARTICOLO 7 | 266 | 258 | 8 | 130 | 256 | 2 | 65 | Appr. |
34 | Nominale | ARTICOLO 8 | 270 | 149 | 121 | 75 | 148 | 1 | 65 | Appr. |
35 | Nominale | EM 9.1002 | 268 | 251 | 17 | 126 | 104 | 147 | 65 | Resp. |
36 | Nominale | EM 9.1001 | 270 | 254 | 16 | 128 | 102 | 152 | 65 | Resp. |
37 | Nominale | ARTICOLO 9 | 270 | 153 | 117 | 77 | 148 | 5 | 65 | Appr. |
38 | Nominale | EM 10.1002 | 265 | 263 | 2 | 132 | 99 | 164 | 65 | Resp. |
39 | Nominale | EM 10.1000 | 260 | 260 | 0 | 131 | 98 | 162 | 65 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nominale | EM 10.1003 | 259 | 259 | 0 | 130 | 98 | 161 | 65 | Resp. |
41 | Nominale | EM 10.5000 | 260 | 251 | 9 | 126 | 142 | 109 | 65 | Appr. |
42 | Nominale | EM 10.1004 | 257 | 251 | 6 | 126 | 100 | 151 | 65 | Resp. |
43 | Nominale | ARTICOLO 10 | 263 | 256 | 7 | 129 | 138 | 118 | 65 | Appr. |
44 | Nominale | ARTICOLO 11 | 261 | 145 | 116 | 73 | 144 | 1 | 65 | Appr. |
45 | Nominale | EM 12.1003 | 220 | 216 | 4 | 109 | 93 | 123 | 79 | Resp. |
46 | Nominale | EM 12.1000 | 225 | 172 | 53 | 87 | 43 | 129 | 78 | Resp. |
47 | Nominale | EM 12.1002 | 225 | 177 | 48 | 89 | 43 | 134 | 78 | Resp. |
48 | Nominale | ARTICOLO 12 | 230 | 127 | 103 | 64 | 126 | 1 | 77 | Appr. |
49 | Nominale | ART AGG 12.01000 | 232 | 228 | 4 | 115 | 88 | 140 | 77 | Resp. |
50 | Nominale | EM 13.1000 | 237 | 237 | 0 | 119 | 88 | 149 | 76 | Resp. |
51 | Nominale | EM 13.1001 | 238 | 229 | 9 | 115 | 89 | 140 | 76 | Resp. |
52 | Nominale | ARTICOLO 13 | 237 | 138 | 99 | 70 | 134 | 4 | 76 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 5 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
53 | Nominale | ART AGG 13.01002 PART AMM | 241 | 236 | 5 | 119 | 88 | 148 | 76 | Resp. |
54 | Nominale | ART AGG 13.01005 PART AMM | 243 | 243 | 0 | 122 | 89 | 154 | 76 | Resp. |
55 | Nominale | ART AGG 13.01000, 13.01011 | 242 | 229 | 13 | 115 | 92 | 137 | 76 | Resp. |
56 | Nominale | ART AGG 13.01010 | 239 | 236 | 3 | 119 | 100 | 136 | 76 | Resp. |
57 | Nominale | ART AGG 13.01009 | 241 | 239 | 2 | 120 | 101 | 138 | 75 | Resp. |
58 | Nominale | ART AGG 13.01006 | 242 | 240 | 2 | 121 | 99 | 141 | 75 | Resp. |
59 | Nominale | ART AGG 13.01012 | 245 | 243 | 2 | 122 | 101 | 142 | 75 | Resp. |
60 | Nominale | ART AGG 13.01001 | 245 | 240 | 5 | 121 | 101 | 139 | 75 | Resp. |
61 | Nominale | ART AGG 13.01007 | 248 | 244 | 4 | 123 | 106 | 138 | 74 | Resp. |
62 | Nominale | ART AGG 13.01008 | 243 | 240 | 3 | 121 | 106 | 134 | 74 | Resp. |
63 | Nominale | EM 14.1000 | 247 | 233 | 14 | 117 | 93 | 140 | 74 | Resp. |
64 | Nominale | ARTICOLO 14 | 247 | 135 | 112 | 68 | 134 | 1 | 74 | Appr. |
65 | Nominale | ART AGG 14.01005 | 246 | 184 | 62 | 93 | 46 | 138 | 74 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 6 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
66 | Nominale | ART AGG 14.01000 | 245 | 195 | 50 | 98 | 44 | 151 | 73 | Resp. |
67 | Nominale | ART AGG 14.01001 | 251 | 248 | 3 | 125 | 94 | 154 | 73 | Resp. |
68 | Nominale | ART AGG 14.01003 | 248 | 192 | 56 | 97 | 45 | 147 | 73 | Resp. |
69 | Nominale | ART AGG 14.01004 | 251 | 186 | 65 | 94 | 42 | 144 | 73 | Resp. |
70 | Nominale | ARTICOLO 15 | 242 | 241 | 1 | 121 | 137 | 104 | 73 | Appr. |
71 | Nominale | ODG 9/30-A E ABB/1 RIF | 215 | 211 | 4 | 106 | 209 | 2 | 73 | Appr. |
72 | Nominale | ODG 9/30-A E ABB/2 | 226 | 218 | 8 | 110 | 96 | 122 | 73 | Resp. |
73 | Nominale | ODG 9/30-A E ABB/3 | 220 | 213 | 7 | 107 | 96 | 117 | 73 | Resp. |
74 | Nominale | ODG 9/30-A E ABB/4 | 222 | 212 | 10 | 107 | 91 | 121 | 73 | Resp. |
75 | Nominale | ODG 9/30-A E ABB/5 | 232 | 230 | 2 | 116 | 104 | 126 | 73 | Resp. |
76 | Nominale | ODG 9/30-A E ABB/6 | 232 | 230 | 2 | 116 | 106 | 124 | 73 | Resp. |
77 | Nominale | ODG 9/30-A E ABB/7 | 233 | 230 | 3 | 116 | 104 | 126 | 73 | Resp. |
78 | Nominale | ODG 9/30-A E ABB/8 | 235 | 234 | 1 | 118 | 104 | 130 | 73 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 7 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
79 | Nominale | ODG 9/30-A E ABB/9 | 235 | 232 | 3 | 117 | 102 | 130 | 73 | Resp. |
80 | Nominale | ODG 9/30-A E ABB/10 | 232 | 229 | 3 | 115 | 101 | 128 | 73 | Resp. |
81 | Nominale | ODG 9/30-A E ABB/11 | 230 | 228 | 2 | 115 | 103 | 125 | 73 | Resp. |
82 | Nominale | ODG 9/30-A E ABB/12 | 232 | 230 | 2 | 116 | 104 | 126 | 73 | Resp. |
83 | Nominale | ODG 9/30-A E ABB/13 | 223 | 222 | 1 | 112 | 98 | 124 | 73 | Resp. |
84 | Nominale | ODG 9/30-A E ABB/14 | 221 | 217 | 4 | 109 | 94 | 123 | 73 | Resp. |
85 | Nominale | ODG 9/30-A E ABB/15 | 226 | 225 | 1 | 113 | 101 | 124 | 73 | Resp. |
86 | Nominale | ODG 9/30-A E ABB/16 | 222 | 219 | 3 | 110 | 100 | 119 | 73 | Resp. |
87 | Nominale | ODG 9/30-A E ABB/19 RIF | 230 | 224 | 6 | 113 | 213 | 11 | 73 | Appr. |
88 | Nominale | ODG 9/30-A E ABB/20 | 228 | 173 | 55 | 87 | 47 | 126 | 73 | Resp. |
89 | Nominale | ODG 9/30-A E ABB/21 | 225 | 217 | 8 | 109 | 94 | 123 | 73 | Resp. |
90 | Nominale | ODG 9/30-A E ABB/22 | 224 | 223 | 1 | 112 | 102 | 121 | 73 | Resp. |
91 | Nominale | ODG 9/30-A E ABB/23 RIF | 222 | 216 | 6 | 109 | 206 | 10 | 73 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 8 DI 8 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 95) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
92 | Nominale | ODG 9/30-A E ABB/24 | 224 | 218 | 6 | 110 | 97 | 121 | 73 | Resp. |
93 | Nominale | ODG 9/30-A E ABB/25 | 223 | 221 | 2 | 111 | 95 | 126 | 73 | Resp. |
94 | Nominale | ODG 9/30-A E ABB/26 | 229 | 182 | 47 | 92 | 50 | 132 | 73 | Resp. |
95 | Nominale | PDL 30-A E ABB - VOTO FINALE | 198 | 103 | 95 | 52 | 101 | 2 | 72 | Appr. |