XIX LEGISLATURA
ATTI DI INDIRIZZO
Mozioni:
La Camera,
premesso che:
i dati della Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze 2024 evidenziano che la cannabis rappresenta una sostanza largamente diffusa, con un significativo impatto economico e sociale, rappresentando il 40 per cento del mercato delle droghe illecite per un valore di circa 6,5 miliardi di euro. Tale valore è attribuibile prevalentemente al consumo diffuso e al controllo da parte delle organizzazioni criminali, che traggono enormi profitti dal mercato illegale;
l'attuale quadro normativo, caratterizzato da un approccio punitivo e proibizionista, si è dimostrato inefficace nel contrastare il fenomeno del consumo di cannabis. La criminalizzazione delle condotte legate a questa sostanza ha contribuito a generare costi sproporzionati per il sistema giudiziario, con il sovraffollamento delle carceri e la stigmatizzazione di consumatori, in particolare tra i giovani e i soggetti più vulnerabili;
numerosi orientamenti giurisprudenziali, sia nazionali che internazionali, sottolineano l'opportunità di rivedere le politiche proibizioniste. La Corte di Cassazione italiana ha ribadito l'irrilevanza penale della coltivazione domestica per uso personale, quando questa non rappresenta un pericolo concreto per la salute pubblica. Organizzazioni come l'Onu e l'Oms hanno più volte raccomandato una regolamentazione equilibrata e basata su evidenze scientifiche;
in Italia, l'uso terapeutico della cannabis è riconosciuto dal 2006. Tuttavia, permangono criticità significative legate alla produzione insufficiente, alla difficoltà di accesso per i pazienti che necessitano di cure e alla carenza formativa del personale sanitario. La mancanza di continuità terapeutica è ulteriormente aggravata dall'insufficiente produzione dello Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, unico autorizzato alla produzione nazionale;
la legalizzazione della cannabis in numerosi Paesi, tra cui Germania, Canada e Stati Uniti, ha dimostrato che regolamentare il mercato permette di ridurre significativamente il consumo illegale, generare entrate fiscali sostanziali e promuovere la salute pubblica attraverso controlli di qualità e campagne di sensibilizzazione;
la filiera della canapa industriale in Italia, regolata dalla legge n. 242 del 2016, ha generato importanti ricadute economiche, con la creazione di oltre 30.000 posti di lavoro e un valore economico di mezzo miliardo di euro. Tuttavia, vuoti legislativi e nuovi interventi normativi come quelli inseriti nel decreto sicurezza, limitano la crescita del settore, in particolare per quanto riguarda la commercializzazione delle infiorescenze e di altri derivati. Con grave danno per le imprese italiane che al momento rappresentano il 70 per cento delle esportazioni europee, per un settore che ha un giro di affari stimato di 1 miliardo di euro;
il 14 dicembre 2024 è entrato in vigore il nuovo codice della strada. Le modifiche introdotte all'articolo 187 prevedono il ritiro immediato della patente, la sospensione da uno a due anni e l'eventuale revoca per 3 anni (che si aggiungono all'arresto fino a 1 anno e alla multa fino a 6 mila euro) per il guidatore che risulti positivo a un test antidroga. Mentre per l'alcool bisognerà continuare a dimostrare il superamento di una soglia che prefigura lo stato di ebbrezza, per tutte le altre sostanze basterà la semplice positività ai test. Positività che non implica l'essere un pericolo alla guida, come ribadito da un'ampia letteratura giuridica in questi anni, e da ultimo da una sentenza della Corte di cassazione (sentenza 40543/21). Ciò vale specialmente nel caso dei cannabinoidi che con i test salivari sono rilevabili fino a 80 ore dopo l'uso, e addirittura sono riscontrabili, in determinate circostanze, falsi positivi con l'utilizzo di farmaci antinfiammatori e con canapa light (con Thc sotto lo 0,3 per cento, dunque non una sostanza psicotropa),
impegna il Governo:
1) ad adottare iniziative normative volte a depenalizzare la coltivazione domestica di cannabis per uso personale e terapeutico, garantendo che la detenzione di modeste quantità di sostanza derivata non costituisca illecito penale o amministrativo;
2) ad introdurre una disciplina che consenta la coltivazione, distribuzione e vendita regolamentata della cannabis per uso ricreativo e terapeutico, distinguendo chiaramente tra droghe leggere e pesanti e prevedendo sanzioni proporzionate per eventuali infrazioni;
3) ad adottare iniziative di competenza volte a potenziare la produzione nazionale di cannabis terapeutica, coinvolgendo produttori privati autorizzati, al fine di garantire la continuità terapeutica per tutti i pazienti, semplificando altresì l'accesso alle prescrizioni di cannabis terapeutica per i pazienti, garantendo l'equità territoriale e l'inclusione nei livelli essenziali di assistenza (Lea);
4) a promuovere una formazione approfondita per il personale medico e sanitario sull'utilizzo terapeutico della cannabis, attraverso corsi specifici e aggiornamenti professionali obbligatori;
5) ad adottare iniziative, per quanto di competenza, volte a ridurre l'impegno in termini di risorse delle forze dell'ordine e del sistema giudiziario nella repressione di condotte legate alla cannabis, destinando le risorse così risparmiate al contrasto del traffico di droghe pesanti e al rafforzamento delle indagini sul riciclaggio dei proventi illeciti;
6) a promuovere l'utilizzo delle risorse derivanti dalla tassazione della cannabis per finanziare programmi di prevenzione, educazione e trattamento delle dipendenze;
7) ad ampliare quanto previsto dalla legge n. 242 del 2016 «Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa» per includere la commercializzazione delle infiorescenze fresche o essiccate e dei loro derivati, garantendo controlli rigorosi per tutelare la salute pubblica, incentivando altresì la ricerca e l'innovazione della filiera della canapa, promuovendo pratiche sostenibili al fine anche di favorire il rilancio economico delle aree rurali;
8) ad adottare iniziative di carattere normativo volte a modificare con urgenza la legge 25 novembre 2024, n. 177 «Interventi in materia di sicurezza stradale e delega al Governo per la revisione del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285», al fine di introdurre deroghe per quanti sono dotati di una prescrizione medica regolare per sostanze oggetto di test antidroga (cannabis, oppiacei, benzodiazepine e altro), ripristinando altresì il principio della guida in stato alterato, distinguendo così le condotte di chi mette a rischio la propria e altrui incolumità e di chi invece pur consumando sostanze psicoattive non mette in atto comportamenti pericolosi, stabilendo infine linee guida uniformi per valutare l'idoneità alla guida per i pazienti in trattamento con farmaci a base di cannabis;
9) ad adottare iniziative di carattere normativo volte a modificare con urgenza la legge 25 novembre 2024, n. 177 «Interventi in materia di sicurezza stradale e delega al Governo per la revisione del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285» affinché siano introdotti nuovamente criteri oggettivi per accertare lo stato di alterazione psicofisica legato all'uso di cannabis, garantendo la sicurezza stradale, prevenendo abusi e stabilendo altresì livelli di rilevabilità certi e strumenti uniformi per garantire la certezza del diritto, come avviene in altri Paesi europei e come già accade in Italia per l'alcol;
10) a promuovere, in sede europea, la rimozione della cannabis dalla normativa che ne prevede la criminalizzazione, facilitando l'armonizzazione delle politiche tra gli Stati membri, partecipando attivamente al dibattito internazionale per promuovere modelli di regolamentazione responsabile della cannabis che siano basati su evidenze scientifiche e rispetto dei diritti umani;
11) ad adottare iniziative volte a istituire un sistema di monitoraggio continuo sugli effetti della regolamentazione, valutandone l'impatto sulla riduzione del mercato nero, sulla salute pubblica e sulle ricadute economiche;
12) a trasmettere annualmente e pubblicare una relazione al Parlamento con i risultati ottenuti e le eventuali criticità riscontrate, per garantire una gestione trasparente e adattabile alle esigenze del Paese.
(1-00389) «Magi, Schullian, Pastorino, Della Vedova».
La Camera,
premesso che:
il sistema sociale e produttivo italiano risulta fortemente in crisi a causa del persistere dell'enorme incremento dei costi di generazione dell'energia, con conseguenze economiche molto preoccupanti, sia sul versante dell'inflazione che rischia di danneggiare la competitività delle nostre imprese sui mercati internazionali, che per il pericolo di un rallentamento per l'economia nazionale, con impatti significativi anche sulla stabilità dei lavoratori e sulle nuove assunzioni;
ad essere colpiti duramente sono i redditi delle famiglie e delle imprese che vedono erodere il loro potere di acquisto per far fronte agli alti livelli di prezzi dell'energia. Le cause intrinseche di tale aumento derivano dalla struttura del sistema energetico europeo e dalla relativa dipendenza dal gas, per cui l'Unione europea e l'Italia, pur disponendo di un sistema di infrastrutture di importazione diversificato, non sono riuscite a sottrarsi alle dinamiche globali, non dominabili, degli aumenti di prezzo;
come noto, infatti, l'impennata dei prezzi dell'energia elettrica appare, quantomeno nel nostro Paese, sostanzialmente legata ai fondamentali che condizionano i costi di produzione termoelettrici, ossia il prezzo «spot» del gas naturale, fortemente influenzato da dinamiche finanziarie non soggette a controllo e in larga parte disconnesse dalle regole di mercato, tanto che il prezzo sul mercato all'ingrosso del gas più rappresentativo in Europa (il cosiddetto Ttf dei Paesi Bassi) ha raggiunto il 1° gennaio 2025 il prezzo di oltre 50 euro al Megawattora;
nella situazione odierna del mercato, la crescita significativa dei prezzi spot ha determinato anche una rilevante crescita delle rendite inframarginali, e quindi dei corrispondenti extraprofitti, sia nell'ambito delle compravendite del gas naturale nel mercato che per le tecnologie di generazione caratterizzate da costi variabili di produzione cresciuti meno di quelli dei cicli combinati, come nel caso degli impianti a carbone, o addirittura pressoché nulli, come nel caso degli impianti a fonti rinnovabili. In un siffatto contesto, in cui le dinamiche di formazione dei prezzi non sono determinate da dinamiche economiche di mercato ma da speculazioni finanziarie, così alimentando una extra-remunerazione per le aziende favorite dall'aumento del prezzo del gas, il Governo si ostina a credere che la strada del «gas e del nucleare» sia percorribile rimanendo inerte di fronte alle distorsioni del mercato elettrico a discapito di imprese e famiglie;
tali fenomeni perlopiù speculativi riaccendono l'attenzione sull'importanza di individuare la migliore soluzione per contenere le bollette di luce e gas relative alle forniture domestiche e non domestiche. Dalle analisi del mercato elettrico, emerge in modo evidente l'esposizione alle variazioni al rialzo del Pun (Prezzo unico nazionale) per i clienti dei mercati energetici, in particolare per chi ha scelto un'offerta indicizzata al Pun con prezzi variabili, rispetto a quelli che invece hanno scelto offerte a prezzo fisso sulla componente energia, i quali, nella situazione attuale di incremento dei costi, godono di una sorta di protezione;
i dati forniti dal Gestore mercati energetici (Gme) mostrano, inoltre, rilevanti incrementi dei costi dell'energia nel mercato del giorno prima (Mgp), ossia dove i produttori, i grossisti e i clienti finali idonei possono vendere o acquistare energia elettrica per il giorno successivo: da fine dicembre ad oggi la media del Prezzo unico nazionale è di 130 euro a Megawattora rispetto ai 38,92 del 2020, mentre il prezzo medio del gas sul mercato infragiornaliero si aggira intorno i 50 euro a Megawattora, rispetto a 11,4 del 2021;
l'Arera ha reso noto che nel primo trimestre del 2025 la bolletta elettrica per il «cliente tipo» vulnerabile servito in maggior tutela aumenterà del 18,2 per cento, mentre il valore della materia prima del gas nel servizio di tutela della vulnerabilità dall'ottobre del 2024 è incrementato del 12,4 per cento. L'Associazione Federconsumatori stima aumenti nel 2025 per circa 1.000 euro in più a famiglia. Per le imprese Nomisma ha calcolato per il 2025 una crescita del costo dell'elettricità del 15 per cento e per il gas del 14 per cento;
nonostante l'impatto significativo del «caro energia» sul sistema produttivo e sulle famiglie sia iniziato nel mese di novembre 2024, nella conferenza di inizio d'anno del 9 gennaio 2025 il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni non si è espressa né ha risposto ai giornalisti sul tema. La legge di bilancio è stata caratterizzata dall'assenza di interventi volti a mitigare la dinamica dei prezzi al consumo: non si è intervenuti per ridurre gli oneri di sistema, per rafforzare il bonus sociale né per tassare gli extraprofitti da rendita inframarginale. Ci si è unicamente limitati a ridurre ai minimi storici le aliquote relative alle detrazioni fiscali per l'efficientamento energetico delle abitazioni (dal 65 per cento previsto nel 2024 al 36 per cento per la prima casa e 30 per cento per le altre abitazioni nel 2026);
le scelte energetiche sinora intraprese non hanno sortito alcun risultato. Il Piano Mattei si è mostrato del tutto inefficace e la frammentata progressione, non priva di ripetuti correttivi postumi, di misure quali Transizione 5.0 e Comunità energetiche rinnovabili ha inciso fortemente sulla piena operatività delle medesime e sulla messa a terra dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza;
in generale, occorre chiedersi se un modello di mercato elettrico come quello spot a prezzo marginale, il cui presupposto fondamentale è l'effettuazione di offerte a livelli di prezzo correlati ai costi di produzione variabili di breve periodo, avrà ancora senso laddove una quota sempre più ampia del mercato sarà coperta da fonti, quali quelle rinnovabili, caratterizzate da costi di produzione variabili pressoché nulli (per la parte esistente, anche incentivate);
appare evidente che, poiché gli impianti a fonti rinnovabili hanno significativi costi fissi, in particolare di investimento, in assenza di incentivi, la copertura di tali costi, e quindi la bancabilità degli investimenti, sia meglio garantita da contratti di vendita dell'energia di lungo periodo, quali i Ppa (Power purchase agreement), più che da una quotidiana ed incerta competizione sul mercato spot, dove attualmente sono in larga misura le altre fonti a fare il prezzo. Stabilizzare il prezzo di acquisto sul medio-lungo periodo sarebbe peraltro altrettanto benefico per il consumatore controparte del contratto;
laddove la produzione di energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili, in particolare non programmabile, fosse opportunamente contrattualizzata sul medio-lungo termine, e quindi per nulla esposta al prezzo spot, il ruolo del mercato spot rimarrebbe quello di coprire la domanda residua, che a sua volta andrebbe progressivamente a ridursi per via degli obiettivi di neutralità climatica al 2050;
infatti, il rispetto degli obiettivi climatici comporterà la notevole decrescita dei consumi finali da fonti fossili e l'incremento della produzione di energia da Fer. Ne consegue che, nel prossimo futuro, il mercato spot per l'energia sopravvivrebbe, in pratica, per la sola funzione di bilanciamento;
le aste tenute dal gestore dei servizi energetici a fine ottobre 2024 per impianti fotovoltaici ed eolici sopra il Megawatt hanno riconosciuto al soggetto responsabile del progetto un prezzo di circa 67 euro al Megawattora, mentre sul mercato elettrico i prezzi medi dello stesso mese risultavano superare i 116 euro a Megawattora;
risulta ormai indifferibile l'esigenza di valutare il finanziamento strutturale di misure di politiche pubbliche in campo sociale e industriale, attualmente coperte tramite il gettito di componenti tariffarie degli oneri generali (elettricità e gas), attraverso trasferimenti alla fiscalità generale delle voci diverse da quelle legate all'incentivazione delle fonti rinnovabili;
perseguire velocemente la transizione verso le energie pulite è essenziale per il nostro Paese, al fine di conseguire la massima autonomia energetica possibile e parallelamente la riduzione dei costi energetici;
risulta cruciale intervenire con misure strutturali attraverso la piena attuazione della riforma del mercato elettrico, oltre che accelerare sugli investimenti e sulla rimozione degli ostacoli burocratici, nonché sulla semplificazione delle procedure autorizzative per la realizzazione degli impianti di produzione di energia attraverso le fonti rinnovabili, di impianti per l'accumulo di energia, di interventi per la riduzione e l'efficientamento dei consumi, anche attraverso la partecipazione attiva sul mercato da parte della domanda, sugli interventi per il potenziamento dell'infrastruttura elettrica di alta e media tensione a carico dell'operatore di reti di trasmissione (Tso) Terna e sugli interventi di adeguamento da parte dei distributori (media e bassa tensione),
impegna il Governo:
1) ad adottare opportune iniziative normative volte a rivedere, al fine di innalzarlo, il limite Isee che consente alle famiglie di percepire il bonus sociale elettrico e gas, attraverso la copertura dei costi necessari con risorse derivanti dalla fiscalità generale, con un opportuno effetto redistributivo;
2) ad adoperarsi affinché ai cittadini in condizioni di vulnerabilità, conformemente al dettato della direttiva (UE) 2019/944 relativa a norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica, sia assicurato, attraverso il ricorso ad un operatore pubblico che persegua esclusivamente l'equilibrio di bilancio non avendo come obiettivo la massimizzazione degli utili, un approvvigionamento di energia che ne contenga i costi e mitighi la volatilità dei prezzi, prevedendo che tale operatore, di comprovata esperienza nell'attività di acquisto, operi utilizzando tutti gli strumenti di mercato e privilegiando l'utilizzo di energia da fonti rinnovabili, acquistata anche con contratti di lungo termine (Ppa);
3) ad intervenire con iniziative di carattere normativo nell'ambito della fiscalità generale, al fine di azzerare l'Iva sulla quota di aumento dei prezzi del gas e dell'elettricità;
4) ad adottare urgentemente ogni iniziativa normativa utile ad avviare una riforma della disciplina degli oneri generali attraverso la sua parziale traslazione sulla fiscalità generale al fine di ridurre, a carico di famiglie ed imprese, l'aggravio economico per il finanziamento delle medesime attraverso il pagamento in bolletta delle corrispondenti voci di copertura;
5) ad adottare le opportune iniziative di carattere normativo finalizzate ad istituire un fondo di solidarietà volto a calmierare gli incrementi dei prezzi energetici, sia per i clienti domestici che per i non domestici, da alimentare anche attraverso un contributo derivante dagli extraprofitti nel settore energetico fossile, in particolare prevedendo:
a) un cap ai ricavi per i servizi sul mercato del dispacciamento;
b) il pagamento degli oneri di sistema anche da parte degli utenti alimentati da impianti fossili situati all'interno di reti interne di utenze;
c) l'incremento dei canoni annui sui titoli minerari conferiti per la ricerca, la coltivazione di idrocarburi e per lo stoccaggio del gas naturale;
d) l'incremento delle royalties sulla produzione di idrocarburi;
e) la riduzione delle franchigie sulla produzione degli idrocarburi;
f) l'individuazione di extraprofitti alimentati nell'ambito delle compravendite nel mercato del gas naturale;
6) ad adottare iniziative di carattere normativo volte a istituire un fondo ad hoc per la compensazione dei maggiori costi sostenuti dagli enti locali connessi ai rincari dell'energia elettrica e del gas;
7) ad adottare le necessarie iniziative finalizzate a promuovere, anche attraverso un'adeguata campagna di comunicazione sui media nazionali e locali, tutti gli strumenti e gli incentivi disponibili per i clienti finali relativi agli interventi rivolti alla decarbonizzazione e alla transizione ecologica, per la riduzione e l'efficientamento dei consumi di energia, l'incremento dell'autoconsumo di energia individuale e collettivo e la produzione di energia rinnovabile;
8) ad adottare le opportune iniziative volte a completare nel più breve tempo possibile la definizione delle condizioni e dei criteri per il graduale passaggio, nell'ambito del mercato all'ingrosso dell'energia elettrica, dall'applicazione di un Prezzo unico nazionale all'applicazione di prezzi zonali definiti in base agli andamenti del mercato, tenendo conto non solamente dell'esigenza di salvaguardare gli indicatori di prezzo di riferimento per lo sviluppo e la trasparenza dei mercati, ma anche il corretto funzionamento di questi ultimi, oltre a valorizzare il ruolo delle rinnovabili, in grado di ridurre e stabilizzare i prezzi nel mercato elettrico, per favorire le imprese più esposte alla competizione internazionale;
9) ad accelerare le condizioni volte a far sì che la diminuzione del costo dell'energia generata dall'ingresso di nuova energia rinnovabile si riflettano in minori costi per i consumatori, attraverso la possibilità di avvalersi di prezzi dinamici oppure di contratti Power purchase agreement dedicati;
10) ad adottare iniziative di carattere normativo volte a istituire un fondo di garanzia per la realizzazione degli impianti e delle misure di efficienza relativi alle comunità energetiche rinnovabili;
11) a farsi promotore e a sostenere le opportune iniziative in ambito unionale volte alla determinazione di un price cap europeo temporaneo sulla transazione di gas naturale all'ingrosso e una strategia europea per lo stoccaggio e l'acquisto comune del gas naturale;
12) anche al fine di rilanciare gli investimenti nel settore della transizione ecologica e, in particolare, per sostenere gli interventi di riduzione dei consumi di energia, d'efficienza energetica, di produzione di energia da fonti rinnovabili, per l'impiego delle tecnologie per l'accumulo e lo sviluppo della relativa filiera produttiva tecnologica, a promuovere in sede europea la costituzione di un energy recovery fund.
(1-00390) «Cappelletti, Conte, Pavanelli, Appendino, Ferrara, Santillo, Ilaria Fontana».
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazioni a risposta orale:
BONIFAZI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:
l'ordinamento italiano ha recepito a livello normativo, in quanto conformi agli usi di cerimoniale e alle normative vigenti, le convenzioni e le prassi esistenti in ambito nazionale e internazionale in materia di scambio di doni di cortesia in occasione o a margine di visite ufficiali o di incontri di membri del Governo con autorità italiane e straniere;
il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 20 dicembre 2007, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 15 febbraio 2008, n. 39, stabilisce che tutti gli oggetti che il Presidente del Consiglio dei ministri, i Ministri, gli altri membri del Governo e i loro congiunti ricevono, in ragione dell'ufficio che ricoprono pro-tempore, in occasione di visite ufficiali o di incontri, da parte di autorità o di delegazioni italiane o straniere e che, secondo gli usi di cerimoniale, abbiano carattere protocollare d'uso e di cortesia, qualora abbiano valore non superiore ai 300 euro possano essere trattenuti dal ricevente, mentre nel caso in cui abbiano un valore superiore al predetto importo debbano essere conferiti nella disponibilità dell'amministrazione, oppure destinati a iniziative aventi finalità umanitarie, caritatevoli, di assistenza e beneficenza, salvo il soggetto ricevente non li trattenga per sé corrispondendo la differenza tra il valore stimato del bene e l'importo di 300 euro all'amministrazione;
in ogni caso è previsto che l'amministrazione ricevente individui l'ufficio preposto a tenere apposito registro ove iscrivere i doni di rappresentanza ricevuti, la descrizione del bene, l'indicazione del donatore, la stima, la data e il motivo della consegna, nonché la destinazione effettuata –:
se in ragione di quanto disposto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 20 dicembre 2007, la Presidente del Consiglio dei ministri abbia ricevuto gioielli, regali, doni di rappresentanza di valore superiore ai 300 euro ai sensi della normativa richiamata in premessa, quali, da chi, in quali occasioni, di quale importo e quale destinazione abbia loro riservato;
se si intenda fornire l'elenco dei doni ricevuti dal 1° novembre 2022 al momento della risposta alla presente interrogazione.
(3-01666)
BONIFAZI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:
organi di stampa riportano che la Presidente del Consiglio si sia trasferita nella sua nuova abitazione privata, una villa da 18 vani e 433 metri quadri, con piscina, box e una rendita catastale che, dopo i lavori di ristrutturazione, è passata da 3,762 a 4.369 euro, acquistata per un valore di 1,254 milioni di euro;
sempre secondo organi di stampa, dalle dichiarazioni fiscali depositate si ricaverebbe che, anche grazie ai bonus fiscali su cui è intervenuto il Governo, l'interrogata ha beneficiato di diverse migliaia di euro di detrazioni per lavori edilizi e bonus mobili –:
se per i lavori di ristrutturazione della casa della Presidente del Consiglio sia stato impiegato denaro pubblico e stanziamenti del Ministero dell'interno o della Presidenza del Consiglio per ragioni di sicurezza;
se la Presidente del Consiglio non intenda fornire l'elenco dei singoli fornitori e delle modalità di pagamento adottate per pagare gli stessi;
se intenda dare dimostrazione della inerenza e coerenza tra le detrazioni e bonus goduti ai metri quadri e ai vani delle abitazioni oggetto di ristrutturazione.
(3-01667)
Interrogazione a risposta in Commissione:
TONI RICCIARDI e MANZI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della cultura, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
l'articolo 1, comma 3, della legge n. 2 del 2008, prevede che il Ministro della cultura eserciti, congiuntamente con il Presidente del Consiglio dei ministri, la vigilanza sulla Siae;
con determinazione del 20 dicembre 2022, n. 152, della Corte dei conti sezione del controllo degli enti, in conformità a quanto previsto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 9 febbraio 2006 e a decorrere dall'esercizio finanziario 2023, è esercitato sulla Siae il controllo della Corte dei conti;
in data 23 ottobre 2020 si è perfezionata la Convenzione novennale tra l'Agenzia delle entrate e la Siae con la quale è stata rinnovata, fino al 31 dicembre 2028, la collaborazione per lo svolgimento delle attività di cooperazione, accertamento e constatazione delle violazioni in materia di Iva e dell'imposta sugli intrattenimenti Isi, compresa l'attività tecnico-amministrativa, di controllo e assistenza inerente ai sistemi di biglietterie automatizzate e ai misuratori fiscali;
ai fini della realizzazione della predetta convenzione la Siae garantisce una capillare presenza sul territorio nazionale attraverso le proprie sedi territoriali e la rete dei mandatari;
Siae e l'Agenzia Dogane e Monopoli, operano sinergicamente per contrastare il gioco illegale. In accordo con la citata Agenzia, Siae collabora per reperire e acquisire gli elementi utili al censimento e al controllo degli apparecchi da divertimento e intrattenimento (con vincite e senza vincite in denaro) nei pubblici esercizi segnalati dall'Adm sul territorio nazionale, con l'obiettivo di verificare l'ottemperanza alle norme che ne regolano l'utilizzo;
Siae effettua controlli nei pubblici esercizi e mette a disposizione dell'Agenzia tutte le informazioni e i dati acquisiti;
l'ultima convenzione tra Siae e Agenzia delle Dogane e dei Monopoli risulta scaduta in data 31 marzo 2023 e non ancora rinnovata, con grave danno alle azioni di contrasto dei fenomeni di ludopatia sull'intero territorio nazionale;
è in corso una significativa trasformazione organizzativa della Siae; per quanto appreso all'interrogante risultano licenziati 12 dirigenti e tra questi con evidente discriminazione di 8 dirigenti di sesso femminile;
è in corso una significativa riorganizzazione territoriale con una diffusa riduzione della presenza sul territorio e un accorpamento delle diverse funzioni territoriali senza alcun coinvolgimento delle realtà locali –:
se il Ministro interrogato non intenda fornire ogni utile elemento, anche in seguito a un confronto nelle competenti sedi parlamentari circa gli obiettivi stabiliti nella convenzione tra l'Agenzia delle entrate e la Siae e la conseguente riorganizzazione;
se tale riorganizzazione, tenuto conto che il fatturato del 2023 di Siae ha raggiunto gli 883 milioni di euro spinto principalmente dalla rete territoriale, non recherà l'avvio dello smantellamento della rete territoriale della Siae, la riduzione dei dipendenti e dei mandatari modificando la struttura della Siae attraverso la previsione di una sola struttura centrale;
se, alla luce della suddetta riorganizzazione, non ritenga di adottare iniziative di competenza volte a promuovere il ricollocamento dei dirigenti della rete territoriale licenziati all'interno dell'ente, tenuto conto dei posti vacanti nell'organigramma Siae;
(5-03367)
Interrogazione a risposta scritta:
BIGNAMI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
come riferito da numerose fonti di stampa il Governo italiano è stato condannato a risarcire 203 milioni di euro alla JC, società incaricata di provvedere alla fornitura di mascherine durante il periodo della pandemia Covid;
la condanna consegue alla decisione assunta dall'allora commissario Arcuri di risolvere il contratto stipulato dalla Protezione civile e la società stessa;
con tale risoluzione si sono aperte altre soluzioni tra cui quelle che hanno portato all'adozione di una commessa di importo superiore al miliardo di euro decisa dal medesimo commissario Arcuri;
come statuito dalla sentenza del tribunale di Roma, la risoluzione del rapporto con JC è stata del tutto illegittima. Tuttavia, senza quella risoluzione, non avrebbe avuto ragione d'essere la commessa miliardaria in questione;
dalla ricostruzione dei fatti offerta in causa e riproposta anche da articoli di stampa, l'intera vicenda vede protagonista proprio il Commissario Arcuri il quale, nella propria posizione, ha determinato gli eventi in questione vedendo il coinvolgimento di una pluralità di soggetti oggi sottoposti ad una inchiesta penale tesa ad accertare i fatti –:
se e quali iniziative di competenza il Governo stia assumendo per verificare la possibilità di ottenere le somme in questione da parte dei soggetti privati coinvolti.
(4-04115)
AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Interrogazioni a risposta in Commissione:
GRIMALDI e FRATOIANNI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
il 15 novembre 2024 in Venezuela è stato arrestato il cooperante italiano Alberto Trentini, che è di Venezia e ha 45 anni. Trentini si trovava in Venezuela da ottobre 2024 per la Ong internazionale Humanity & Inclusion, che aiuta le persone con disabilità. Quando è stato arrestato, stava andando per lavoro dalla capitale Caracas a Guasdualito, nel sudovest del Paese. Insieme a lui è stato fermato anche l'autista della Ong che lo accompagnava;
il cooperante italiano era arrivato in Venezuela il 17 ottobre 2024 per una missione con la Ong con cui collabora. Il 15 novembre 2024, mentre stava raggiungendo Guasdualito da Caracas, è stato fermato ad un posto di blocco e, quindi, arrestato. Dalle scarse informazioni ricevute dai familiari sembrerebbe che pochi giorni dopo il fermo Trentini sia stato trasferito nuovamente a Caracas e, ad oggi, risulta rinchiuso in una struttura di detenzione, senza che gli sia mai stata contestata formalmente nessuna imputazione;
«da quasi due mesi nulla sappiamo sulle sorti di Alberto, tenuto anche conto che soffre di problemi di salute e non ha con sé le medicine né alcun genere di prima necessità», ha scritto il 14 gennaio 2025 la famiglia in un comunicato in cui chiede al Governo italiano di impegnarsi per la sua liberazione. Trentini soffre di ipertensione;
il 7 gennaio 2025 il caso di Trentini era stato raccontato in una risoluzione della Commissione interamericana dei diritti umani (Cidh), un organo dell'Organizzazione degli Stati Americani (Oas) di cui fanno parte il Venezuela e altri 33 Paesi americani;
è notizia del 15 gennaio 2025 la convocazione dell'incaricato d'affari del Venezuela da parte del Ministro degli affari esteri «per protestare con forza per la mancanza di informazioni sulla detenzione del cittadino italiano Alberto Trentini e per contestare l'espulsione di 3 nostri diplomatici da Caracas» –:
se abbia notizie aggiornate sulla situazione del nostro connazionale e sul suo stato di salute, e quali ulteriori iniziative, oltre a quella citata in premessa, stia mettendo in atto, oltre che per protestare, anche per ottenere che a Trentini siano garantiti tutti i suoi diritti, compresa la possibilità di comunicare con i familiari e con un proprio legale e, ovviamente, per ottenere il prima possibile la sua liberazione e il suo rientro in Italia.
(5-03356)
QUARTAPELLE PROCOPIO, BOLDRINI, PROVENZANO, AMENDOLA e PORTA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
la crisi umanitaria nei Territori palestinesi occupati ha raggiunto livelli drammatici. A Gaza, oltre 45.500 persone sono morte a causa dell'offensiva militare israeliana, il 90 per cento della popolazione è sfollato e il 60 per cento delle infrastrutture è distrutto, inclusi scuole e ospedali. L'accesso agli aiuti umanitari è ostacolato dai blocchi israeliani, aggravando fame, malattie e insicurezza, mentre il freddo e le piogge invernali colpiscono duramente gli sfollati;
in Cisgiordania e Gerusalemme Est, dall'attacco terrorista di Hamas del 7 ottobre 2023, si contano 795 morti e oltre 8.000 sfollati. Le demolizioni di case, le restrizioni alla libertà di movimento e le violenze dei coloni sono in crescita. Il 2024 ha registrato un numero record di demolizioni e sfollamenti dal 2009, peggiorando le condizioni già critiche. Il divieto imposto dal parlamento israeliano alle operazioni dell'Unrwa mina ulteriormente i diritti fondamentali della popolazione palestinese;
la cooperazione italiana, storicamente impegnata in Palestina, è chiamata ad agire tempestivamente per supportare una popolazione in condizioni disperate. L'avvio dei progetti e nuove risorse sono indispensabili per mitigare le sofferenze, garantire i diritti fondamentali e offrire un minimo di protezione alla popolazione civile in uno scenario di devastazione senza precedenti;
nel 2023 erano stati approvati 10 progetti per un totale di 4,5 milioni di euro, ma il loro avvio è stato sospeso dall'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) dopo gli eventi di ottobre 2023. A Gaza, 3 progetti sono stati bloccati per ragioni di sicurezza, nonostante le Organizzazioni della società civile (Osc) abbiano dimostrato la capacità di operare nel rispetto delle normative. Anche i 7 progetti in Cisgiordania e Gerusalemme Est sono fermi per ritardi nella definizione di una clausola antiterrorismo;
inoltre, non è stato pubblicato il bando per i 2 milioni di euro di nuovi fondi di emergenza deliberati a marzo 2024, mentre il programma «Food for Gaza», annunciato dal Governo, rimane inattivo, nonostante le Organizzazioni della società civile abbiano offerto piena collaborazione;
le Organizzazioni della società civile italiane, tra le poche ancora operative in Palestina, chiedono un intervento urgente per affrontare la crisi. Nello specifico, sollecitano: l'avvio immediato dei 7 progetti in Cisgiordania e Gerusalemme Est; la rimozione della sospensione per i 3 progetti a Gaza; la pubblicazione del bando per nuovi interventi di emergenza; l'attivazione di un tavolo di concertazione per il programma «Food for Gaza»; e lo stanziamento di ulteriori fondi per rispondere all'emergenza umanitaria –:
quali ragioni ostino alla ripresa dell'avvio immediato dei 7 progetti di cooperazione in Cisgiordania e Gerusalemme Est, nonché alla rimozione della sospensione per i 3 progetti a Gaza;
quando sarà prevista la pubblicazione del bando per nuovi interventi di emergenza deliberati già nello scorso marzo 2024, nonché l'attivazione di un tavolo di concertazione per il programma «Food for Gaza».
(5-03368)
Interrogazione a risposta scritta:
ONORI, PASTORELLA, BENZONI, SOTTANELLI e RUFFINO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
il diritto internazionale umanitario, sancito dalle Convenzioni di Ginevra del 1949 e dai loro Protocolli aggiuntivi, garantisce la protezione dei civili e del personale sanitario durante i conflitti armati, in particolare agli articoli 18-19 della IV Convenzione di Ginevra e agli articoli 12 e 16 del I Protocollo aggiuntivo del 1977;
secondo un report dell'organizzazione mondiale della sanità Oms del 28 dicembre 2024, il Kamal Adwan Hospital, ultima struttura sanitaria operativa nel Nord di Gaza, è stato distrutto, causando l'interruzione totale dei servizi sanitari nella regione e il trasferimento forzato di pazienti critici, personale sanitario e caregiver verso strutture inadeguate o già danneggiate, con grave rischio per la loro incolumità e sopravvivenza;
l'Oms ha inoltre documentato almeno 50 attacchi contro strutture sanitarie e personale medico nei pressi dell'ospedale dall'ottobre 2023, configurando gravi violazioni del diritto internazionale umanitario;
un rapporto dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr) del 31 dicembre 2024 ha denunciato un modello di violenza arbitraria contro ospedali e operatori sanitari a Gaza, a ulteriore aggravio della crisi sanitaria e umanitaria in atto;
tali azioni compromettono l'accesso ai servizi sanitari per decine di migliaia di persone, con pesanti conseguenze per la salute pubblica e i diritti fondamentali di un'intera comunità –:
quali iniziative di competenza intenda assumere il Governo per promuovere il rispetto del diritto internazionale umanitario, proteggere il sistema sanitario di Gaza e ripristinarne le capacità operative, anche attraverso il coordinamento con partner internazionali, garantendo in particolar modo priorità all'assistenza delle vittime e dei pazienti critici.
(4-04109)
AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE
Interrogazione a risposta in Commissione:
VACCARI, FORATTINI, MARINO, ROMEO e ANDREA ROSSI. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:
il Consiglio di Stato ha recentemente annullato due concorsi pubblici indetti dal Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) e dal Ministero della difesa, rispettivamente per 374 e 267 posti;
la decisione è scaturita dal fatto che, al momento della pubblicazione dei bandi, risultava ancora valida una graduatoria precedente, senza che le amministrazioni avessero fornito una motivazione dettagliata per l'indizione di nuovi concorsi;
questa situazione ha generato notevoli disagi per migliaia di candidati che avevano già sostenuto le prove scritte o erano in procinto di farlo;
in particolare, le prove per il concorso Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste si sono svolte tra il 20 e il 27 novembre 2024, proprio mentre il Consiglio di Stato emetteva la sentenza di annullamento;
l'annullamento dei concorsi ha comportato un danno economico ai candidati al concorso, un significativo spreco di risorse pubbliche e ha sollevato interrogativi sulla gestione delle procedure da parte del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare. Inoltre, ha messo in evidenza l'importanza di rispettare le graduatorie vigenti e di fornire adeguate motivazioni quando si decide di bandire nuove selezioni –:
quali siano le ragioni per cui il Ministero dell'agricoltura ha deciso di procedere alla pubblicazione del bando senza fornire motivazioni rispetto alla deroga del principio di scorrimento delle graduatorie ancora in essere e quali siano le iniziative che il Ministro interrogato intende assumere per garantire maggiore trasparenza in relazione alle future procedure concorsuali indette dal proprio Dicastero.
(5-03362)
AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA
Interpellanza:
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, il Ministro della cultura, per sapere – premesso che:
l'11 dicembre 2024 si è conclusa la conferenza di servizi per l'approvazione del progetto definitivo «Infrastrutture, reti idriche, trasportistiche ed energetiche dell'area del sito di interesse nazionale di Bagnoli-Coroglio» e per la contestuale apposizione di vincolo all'esproprio e dichiarazione di pubblica utilità delle opere connesse;
il 20 dicembre 2024, è stata indetta la Conferenza di servizi per l'approvazione del progetto definitivo «Infrastrutture, reti idriche, trasportistiche ed energetiche dell'area del Sito di Interesse Nazionale di Bagnoli-Coroglio», costituente il terzo stralcio del programma di risanamento ambientale e di rigenerazione (PRARU);
il Praru contiene, tra l'altro, le previsioni per localizzare e realizzare le opere infrastrutturali per il potenziamento della rete stradale e dei trasporti pubblici, per i collegamenti aerei e marittimi, per gli impianti di depurazione e le opere di urbanizzazione primaria e secondaria funzionali agli interventi pubblici e privati;
l'approvazione del programma sostituisce, a tutti gli effetti, le autorizzazioni, le concessioni, i titoli abilitativi, i concerti, le intese, i nulla osta, i pareri e gli assensi previsti dalla legislazione vigente, costituisce altresì variante urbanistica automatica e comporta dichiarazione di pubblica utilità delle opere e di urgenza e indifferibilità dei lavori;
il 2 agosto 2023 Invitalia, soggetto attuatore, aveva presentato al Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica (Mase) l'istanza per l'avvio della procedura di Via, integrata con la valutazione di incidenza. Il 29 novembre 2024 è stato adottato il decreto ministeriale n. 421 recante il parere Via favorevole relativamente al piano preliminare di gestione delle terre e rocce da scavo, subordinato al rispetto delle condizioni ambientali della Commissione tecnica Pnrr-Pniec, del Ministero della cultura e dell'Ispra;
i soggetti interessati sono invitati a far pervenire proprie determinazioni, congruamente motivate, entro il giorno 20 gennaio 2025, nelle forme e con le modalità della legge n. 241 del 1990 e del decreto legislativo n. 82 del 2005;
sebbene si riconosca la rilevanza del progetto nella sua totalità, indispensabile per restituire al territorio di Bagnoli-Coroglio la sua vocazione ambientale e sociale, risanando un'area profondamente segnata da decenni di degrado industriale, considerato che il progetto prevede il raddoppio della portata del collettore fognario e la realizzazione di un secondo scolmatoio fognario all'interno della zona speciale di conservazione europea «Fondali Marini di Gaiola e Nisida» della Rete Natura 2000, già pesantemente gravata dal 2001 da uno scarico di acque reflue, resta a forte la preoccupazione del devastante impatto ambientale in una zona fortemente antropizzata proprio in un'area di pregio naturalistico sottoposta a vincolo;
nonostante 2 relazioni tecniche di parere negativo espresso dal Parco, una mozione contraria approvata all'unanimità dal Consiglio regionale della Campania e 88 osservazioni di merito presentate al Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, da parte delle associazioni ambientaliste e di tanti rappresentanti del mondo scientifico, culturale e imprenditoriale del mare, il Mase ma espresso parere favorevole sulla compatibilità ambientale del Praru ignorando che la ZSC Gaiola-Nisida è acclaratamente l'area di maggior pregio ambientale e culturale della fascia costiera napoletana, racchiudendo all'interno un'Area marina protetta di rilievo nazionale, il Parco sommerso di Gaiola, ben 15 biocenosi marine, tre habitat di importanza comunitaria di cui 1 prioritario, ed oltre 20 specie protette, trattasi di ecosistemi fragili e preziosi di rilevanza nazionale e internazionale e vitali per la biodiversità e per le attività economiche, come la pesca e il turismo, che dipendono dalla salute degli ambienti marini;
nonostante l'approvazione all'unanimità della mozione del Consiglio regionale della Campania, che evidenziava i rischi del progetto per la zona speciale di conservazione «Fondali marini di Gaiola e Nisida», e le osservazioni contrarie di 88 realtà locali, il parere politico e sociale di questa vasta rappresentanza è stato purtroppo ignorato, come ignorati ben due pareri negativi, corredati da corpose e dettagliate relazioni tecnico-scientifiche, espressi dall'ente gestore dell'Area marina protetta e della zona speciale di conservazione, che rappresenta l'istituzione preposta dallo stesso Ministero alla tutela della biodiversità e dell'ambiente di un'area di così alto pregio naturalistico e culturale. Tale atto rappresenta un precedente pericoloso per tutto il sistema delle Aree protette Italiane, perché di fatto ne delegittima il loro ruolo istituzionale –:
se i Ministri interpellati non ritengano di rivedere il progetto, cercando soluzioni alternative che tutelino la biodiversità marina della, Gaiola, nel rispetto degli obiettivi di conservazione europea previsti dalla strategia europea sulla biodiversità 2030 e dalla restoration law, affinché sia possibile garantire un ambiente marino sano e uno sviluppo davvero sostenibile, che possa essere un volano di crescita economica e sociale per l'intera area attraverso alternative più ecologiche e sostenibili, come previsto dalla normativa europea (Direttiva 92/43/CEE) e dalle linee guida nazionali per la valutazione di incidenza.
(2-00510) «Borrelli, Bonelli».
Interrogazione a risposta orale:
BONELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
l'Autorità di regolazione per energia reti ed ambiente (Arera), istituita con legge n. 481 del 1995, è un'autorità amministrativa indipendente che opera per garantire la promozione della concorrenza e dell'efficienza nei servizi di pubblica utilità e tutelare gli interessi di utenti e consumatori, svolgendo attività di regolazione e controllo nei settori dell'energia elettrica, del gas naturale, dei servizi idrici, del ciclo dei rifiuti e del telecalore;
con atto di sindacato ispettivo n. 3-01371, al quale non è stata fornita alcuna risposta, il 31 luglio 2024 l'interrogante, in merito al possibile conflitto d'interessi da parte di figure apicali di Arera che potrebbe pregiudicare le obiettive funzioni di regolazione e vigilanza nei confronti degli operatori del mercato energetico, chiedeva ai Ministri interrogati di quali elementi disponessero in merito e se non intendessero adottare iniziative, per quanto di competenza, anche di carattere normativo, al fine di predisporre un più adeguato sistema di garanzie atte a salvaguardare l'efficace esercizio delle funzioni di regolazione e vigilanza proprie dell'Autorità;
da quanto si apprende da organi di stampa (AGEEI news del 31 dicembre 2024) il collegio di Arera, riunito in assemblea straordinaria, avrebbe esaminato un accordo interno che prevedeva nuove assunzioni di dirigenti senza concorso, aumenti per buonuscite di dipendenti con maggiore anzianità e la copertura sanitaria per quanti in futuro siano posti in stato di quiescenza;
l'accordo, che sembrava riguardare molti dipendenti dell'Autorità, alcuni dei quali assistenti o ex assistenti dei membri del collegio, sempre secondo notizie di stampa, non sarebbe stato approvato per il voto contrario di 3 dei 5 membri del collegio;
4 dei 5 membri del collegio risulterebbero, a giudizio dell'interrogante, in palese conflitto d'interesse, essendo stati nominati in violazione dell'articolo 4 del decreto legislativo n. 39 del 2013, avendo nei due anni precedenti la nomina ricoperto incarichi di vertice in società operanti nel settore, sotto il controllo e regolazione da parte di Arera;
Arera, non svolge solo compiti regolativi del settore energetico, ma anche ispettivi nei confronti delle società che vi operano. Tra le competenze si legge: «Svolge attività di monitoraggio, di vigilanza e controllo anche in collaborazione con la Guardia di finanza e altri organismi, fra i quali la Cassa per i servizi energetici e ambientali, il Gestore servizi energetici, su qualità del servizio, sicurezza, accesso alle reti, tariffe, incentivi alle fonti rinnovabili e assimilate. Può imporre sanzioni e valutare ed eventualmente accettare impegni delle imprese a ripristinare gli interessi lesi» –:
di quali elementi i Ministri interrogati dispongano circa i fatti rappresentati in premessa e se non intendano adottare iniziative di competenza, anche di carattere normativo, al fine di assicurare un più adeguato sistema di garanzie atto a salvaguardare l'efficace esercizio delle funzioni di regolazione e vigilanza da parte di Arera, nei pieno rispetto dei princìpi di trasparenza, imparzialità e di tutela dei consumatori.
(3-01668)
Interrogazione a risposta scritta:
CARMINA. — Al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:
la contrada Stornello, situata nella costa occidentale dell'isola di Favignana (arcipelago delle Egadi), rappresenta un'area naturalistica unica sotto l'aspetto faunistico e floristico del Mediterraneo soggetta a vincolo paesaggistico ai sensi del codice dei beni culturali;
più in particolare, si tratta di un'area strategica per l'approvvigionamento idrico e l'equilibrio ambientale di Favignana e dell'intero arcipelago. Durante l'anno le Isole Egadi, infatti, costituiscono un corridoio naturale per la migrazione di numerosi specie di volatili tra diversi continenti;
secondo quanto noto all'interrogante, sulla base della denuncia effettuata dal Comitato «Salviamo lo Stornello», sussisterebbe l'interesse da parte di privati all'acquisto di ampi lotti di terreno presso la li suddetta area. Operazione, quest'ultima che potrebbe anticipare la realizzazione di attività edilizia a scopo turistico-imprenditoriale;
l'area è soggetta ai vincoli del piano territoriale paesaggistico regionale siciliano e rientra tra i siti tutelati dal piano di gestione dei Siti Natura 2000;
l'eventuale realizzazione di strutture abitative e ricettive nei pressi della contrada Stornello sarebbe particolarmente impattante sulla biodiversità della Sicilia e influirebbe irrimediabilmente sulla natura incontaminata dell'area –:
quali iniziative di competenza intendano adottare per salvaguardare l'unicità paesaggistica e ambientale della contrada Stornello dell'isola di Favignana da un possibile avvento della speculazione edilizia;
se si intendano prevedere, per quanto di competenza in sede di eventuale valutazione di incidenza ambientale dei progetti presentati, verifiche approfondite in considerazione della particolare vulnerabilità e valenza ambientale dell'area.
(4-04108)
ECONOMIA E FINANZE
Interrogazioni a risposta scritta:
FURFARO e ASCANI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
la legge di bilancio 2025 (Legge 30 dicembre 2024, n. 207) all'articolo 1 comma 11, ridisegna in modo restrittivo la platea di chi ha diritto alle detrazioni prevedendo che le detrazioni per figli a carico si applichino esclusivamente con riferimento ai figli di età inferiore a 30 anni, salvo che nel caso di disabilità accertata (articolo 1, comma 11, lettera a), n. 1) e per i soli ascendenti conviventi diversi dai figli (articolo 1, comma 11, lettera a), n. 2);
in altre parole la nuova normativa limita le detrazioni non prevedendo alcuna deroga per gli altri familiari a carico disabili facendo sì che il contribuente che ha a carico un soggetto con disabilità che non sia un figlio, un coniuge o un ascendente, oltre a non aver diritto alle detrazioni per altro familiare a carico, non ha più diritto alla detrazione per gli oneri sostenuti nel loro interesse (ad esempio spese mediche, scolastiche e altro);
tale nuova disposizione, fatta, a giudizio degli interroganti, solo per fare cassa prevede maggiori entrate pari a 277,3 milioni di euro per l'anno 2025; 343,4 milioni di euro per l'anno 2026 e 319,3 milioni di euro a decorrere dal 2027 con riferimento alle detrazioni per carichi di famiglia spettante con riferimento ai figli a carico mentre e 116,2 milioni di euro per l'anno 2025; 151,5 milioni di euro per l'anno 2026 e 140,8 milioni di euro a decorrere dall'anno 2027 per le restrizioni delle detrazione per ascendenti conviventi con il contribuente;
in definitiva, da gennaio 2025 rimangono a carico solo i figli fino a 30 anni (senza limiti di età se disabili) e i genitori e i nonni se conviventi, mentre gli altri familiari anche se hanno un reddito inferiore a 2.840,51 euro lordi annui e/o sono disabili non possono più essere considerati a carico –:
se, oltre alle esigenze di cassa, vi siano altri motivi validi a sostegno della nuova normativa sulle detrazioni e se non ritenga doveroso adottare iniziative normative volte a ripristinare le detrazioni a tutti i soggetti conviventi con disabilità indicati all'articolo 433 del codice civile (coniuge; i figli siano essi legittimi, legittimati, naturali o adottivi e, in loro mancanza, i discendenti prossimi anche naturali; i genitori e, in loro mancanza, gli ascendenti prossimi; gli adottanti; i generi e le nuore; il suocero e la suocera; i fratelli e le sorelle germani o unilaterali, con precedenza dei germani sugli unilaterali).
(4-04106)
ZARATTI, ILARIA FONTANA e ORFINI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
dal 2013 c'è un contenzioso tra la società Latina Ambiente, società partecipata del comune di Latina, e lo stessa comune, società nel frattempo dichiarata fallita con sentenza n. 105 del 2016, dal tribunale di Latina;
il 23 febbraio 2022 il Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Latina, con procedimento RGNR 4213/2018 - 460/2019 R.G. ha disposto il rinvio a giudizio di 22 persone, per bancarotta fraudolenta;
l'allora commissario straordinario, con delibera commissariale n. 77 del 2022 ha dato incarico all'avvocatura del comune di costituirsi parte civile nella suddetta causa;
in seguito alle elezioni del 2023 la nuova amministrazione comunale, con delibera di giunta n. 31 del 10 luglio 2023 approva, come primo atto importante, linee di indirizzo per la verifica di praticabilità di una definizione transattiva dei procedimenti pendenti dando incarico di supporto di un Consulente tecnico di parte con determinazione dirigenziale n. 1307/2023 del 12 luglio 2023, nella quale si stabiliva di integrare l'incarico già conferito con la precedente determinazione dirigenziale n. 380 del 2020 alla dottoressa Loreta Bellocchi, già Consulente tecnica di parte nel contenzioso;
all'esito delle valutazioni degli uffici competenti e della Consulente tecnica di parte l'amministrazione procede alla transazione con la delibera del Consiglio n. 62/2023 del 27 dicembre 2023 riconoscendo alla curatela di Latina Ambiente S.p.a. l'importo di 6.000.000 di euro quale soluzione transattiva della controversia per tre procedimenti pendenti (R.G. 831/2018 - R.G. 6478/2016 - R.G. 1456/2021);
il 23 novembre 2023 la sindaca Celentano, con decreto n. 35 del 2023, nomina Presidente del Consiglio di amministrazione dell'Azienda Speciale ABC, interamente di proprietà del comune, il già curatore fallimentare della Latina Ambiente, dott. Lorenzo Palmerini. L'azienda speciale Abc, ha l'obiettivo di organizzare la raccolta differenziata a Latina, che nel 2021 era infatti passata da 28 per cento al 54 per cento;
da quanto si evince dalla dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, scaricata dal sito dell'Azienda Speciale ABC, il dott. Palmerini, risulta anche consulente professionale della Società Rida Ambiente S.r.l. che è un'importante società privata che gestisce, praticamente in regime quasi di monopolio nel territorio pontino, i rifiuti indifferenziati da Tmb, ovvero quella tipologia di rifiuti più costosi da trattare perché prevedono una fase di gestione energivora per la necessaria essiccazione della parte umida; solo nel 2023 il comune di Latina ha pagato per questo servizio a Rida Ambiente oltre 6.500.000 euro;
l'Anac, su richiesta delle opposizioni, ha avviato un'istruttoria per verificare la conferibilità e la compatibilità alla luce dei due ruoli, dichiarati dal professionista, di consulente per Rida Ambiente e di curatore della fallita Latina Ambiente, istruttoria che avrebbe dovuto attivare lo stesso comune;
la nomina di un professionista consulente presso Rida ad avviso degli interroganti si configura come un possibile conflitto di interesse tra le mission dell'azienda pubblica (Abc), che deve ridurre la quota di rifiuti indifferenziati, e quella dell'azienda privata (Rida) che invece fa dei rifiuti indifferenziati il suo business;
le dimissioni annunciate del dottor Palmerini risolverebbero solo una parte dei plurimi profili di conflitto di interesse, resterebbe il dubbio su ipotetici danni erariali derivanti dalla transazione con Latina Ambiente e sulla mancata implementazione della raccolta porta a porta;
alcuni indagati rinviati a giudizio per il fallimento della società Latina Ambiente, risulterebbero fare parte dello staff dell'attuale sindaca Celentano, in particolare l'avvocato Giacomo Mignano, consulente a titolo gratuito e il dottor Stefano Gori, capo segreteria –:
di quali elementi dispongano sulle vicende segnalate in premessa e se abbiano promosso o intendano promuovere, per quanto di competenza, verifiche tramite i servizi ispettivi di finanza pubblica e l'ispettorato per la funzione pubblica.
(4-04107)
GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta in Commissione:
VACCARI e GUERRA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
negli ultimi giorni si sono verificati una lunga serie di tragici decessi nelle carceri dell'Emilia-Romagna: un ragazzo di 27 anni è morto il 30 dicembre 2024 a Piacenza, un uomo di 37 anni è morto il 31 dicembre 2024 a Modena, un uomo di 40 anni a Bologna;
tali e tanti eventi evidenziano ancora una volta l'insostenibilità delle condizioni di sovraffollamento e la carenza strutturale del sistema penitenziario italiano, compreso quello modenese;
se ad aprile 2024 nella struttura si trovavano 530 persone detenute, ora il numero è salito a 570, senza che sia aumentata di neppure un'unità in più di Polizia penitenziaria. Tra nuovi arrivi e i pensionamenti la situazione della pianta organica è rimasta invariata. Le condizioni di vita di queste persone che sono in custodia dello Stato appaiono essere palesemente inidonee a garantire una minima condizione di dignità, ed è evidente che così si contraddice il dettato dell'articolo 27, comma 3, della nostra Costituzione;
il sovraffollamento aggrava drammaticamente la situazione, al punto da trasformare le carceri in polveriere di rabbia, anziché luoghi di recupero;
la scarsità del personale riguarda tutti gli ambiti, non solo quello delle forze dell'ordine, le carenze si avvertono anche rispetto alla parte infermieristica e agli altri elementi di sostegno che possono implementare gli aspetti di sostegno, anche psicologico, rispetto alla prevenzione di atti di autolesionismo. L'istituto penitenziario di Modena inoltre manifesta evidenti segni di vetustà, e necessiterebbe di interventi urgenti di manutenzione –:
come intenda attivarsi il Ministro interrogato per affrontare le criticità esposte in premessa con particolare riferimento alla riduzione del sovraffollamento, al rafforzamento del personale di servizio a Modena e nelle carceri italiane sia amministrativo che della polizia penitenziaria; in particolare quale sia lo stato di attuazione degli interventi di manutenzione e di ristrutturazione previsti e quali altre iniziative siano contemplate per migliorare le condizioni di vita e di lavoro all'interno degli istituti penitenziari.
(5-03360)
Interrogazioni a risposta scritta:
ASCARI, FERRARA, CARMINA e PAVANELLI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
nella casa circondariale di Modena si sono verificati due suicidi e un terzo decesso in un breve lasso di tempo, suscitando forte allarme sulla situazione generale delle condizioni carcerarie e delle misure di prevenzione del rischio suicidario;
l'Italia continua a fronteggiare un problema cronico di sovraffollamento carcerario, con numeri di detenuti superiori alla capienza regolamentare delle strutture penitenziarie;
le carenze di organico della polizia penitenziaria e del personale sanitario aggravano la difficoltà nella gestione dei detenuti e incidono sulla tempestività delle cure mediche e delle misure preventive nei casi di emergenza;
la presenza di pochi educatori e di insufficienti percorsi di rieducazione e formazione professionale ostacola il processo di reinserimento sociale dei detenuti, aumentando i rischi di recidiva;
si evidenzia la mancanza di una gestione unitaria ed efficace della somministrazione dei farmaci all'interno delle carceri, con problematiche che possono compromettere la salute dei detenuti e causare gravi disfunzioni organizzative;
le condizioni di vita in molte strutture penitenziarie risultano carenti sotto il profilo del rispetto della dignità umana, rendendo necessarie riforme urgenti volte a migliorare gli spazi, le condizioni igienico-sanitarie e l'accesso ad attività lavorative e formative;
le recenti rivolte nelle carceri italiane testimoniano un disagio profondo che necessita di risposte concrete e tempestive da parte delle istituzioni, anche attraverso l'adozione di politiche di prevenzione del conflitto e di gestione delle situazioni di crisi –:
quali iniziative urgenti il Ministro della giustizia intenda adottare per incrementare le risorse a disposizione delle strutture carcerarie al fine di garantire condizioni di vita dignitose e rispettose dei diritti umani;
se siano previsti piani di potenziamento del personale di polizia penitenziaria, sanitario e di educatori per garantire una maggiore sicurezza e un'adeguata assistenza medica e personale;
quali iniziative il Governo intenda attuare per prevenire nuovi casi di suicidio e rivolte all'interno degli istituti penitenziari, con particolare riferimento a interventi strutturali e formativi;
se siano in programma iniziative volte a potenziare i percorsi educativi e lavorativi per i detenuti, al fine di ridurre il tasso di recidiva;
se si ritenga opportuno adottare iniziative di competenza volte a istituire un sistema centralizzato per la gestione e la distribuzione dei farmaci, al fine di garantire uniformità ed efficienza nelle cure sanitarie all'interno delle carceri;
quali iniziative si intendano intraprendere per ridurre il sovraffollamento carcerario e se sia prevista una verifica nazionale sulle condizioni delle strutture penitenziarie per individuare le aree maggiormente critiche e pianificare interventi mirati di riqualificazione.
(4-04102)
SOUMAHORO. — Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
durante la visita ispettiva al carcere di Regina Coeli del 2 dicembre 2024, già oggetto dell'interrogazione n. 4-03923, l'interrogante aveva modo di incontrare il detenuto Michael Paludi, il quale appariva estremamente provato e vulnerabile;
Michael Paludi era stata da poco vittima di una aggressione in carcere, la quale ha peggiorato la sua condizione fisica ed emotiva e ha fatto cadere il detenuto in grave stato depressivo e angosciante;
il detenuto soffre di una patologia di disturbo da deficit dell'attenzione/iperattività (Attention-deficit/hyperactivity disorder, Adhd), la quale aggrava la già di per sé pesante condizione detentiva –:
se al detenuto siano state garantite le cure necessarie ai fini della sua patologia, e se risulti sia stato valutato il possibile trasferimento dello stesso presso un altro istituto dove siano garantite le cure.
(4-04104)
SOUMAHORO. — Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
secondo quanto pubblicato dal quotidiano il Dubbio, attraverso una lettera dell'avvocata Annalisa Abate del foro di Como, si racconta della vicissitudine di due suoi assistiti, i quali hanno visto sostituire la custodia cautelare in carcere con gli arresti domiciliari, una misura ritenuta dal giudice più adeguata alla gravità dei fatti contestati. Tuttavia, le attese per l'installazione del dispositivo del braccialetto elettronico si sono protratte per settimane. «Situazione già di per sé inaccettabile», scrive l'avvocata Abate;
l'avvocata aggiunge che, dopo un'attesa di tre settimane, si è consumata l'ennesima beffa: i due imputati sono stati trasferiti presso le loro abitazioni dalle forze dell'ordine solo per scoprire che l'installazione del braccialetto non era possibile «per motivi logistici». E così «dopo aver assaporato per un istante il ritorno tra le mura domestiche, i miei assistiti sono stati immediatamente ricondotti nelle carceri di provenienza», prosegue l'avvocata;
il caso solleva interrogativi più ampi a parere dell'interrogante sulla gestione delle misure alternative alla detenzione e sull'efficienza del sistema giudiziario italiano nel suo complesso. Prima del 2015 il braccialetto elettronico era quindi considerato un'eccezione, da quel momento sarebbe dovuto diventare la norma. Dai numerosi problemi legati al ritardo della procedura della gara d'appalto, agli altri problemi legati alla scarsità dei braccialetti elettronici fino ad arrivare nel 2020 con il decreto cosiddetto «Cura Italia» che aumentò la richiesta di attivazione. Il 28 dicembre 2022, l'amministrazione dell'interno ha stipulato il contratto numero 30092, in vigore dal 1° gennaio 2023, per un servizio di «monitoraggio di soggetti mediante l'utilizzo di strumenti di sorveglianza elettronici, con servizi di monitoraggio, manutenzione correttiva ed evolutiva, nonché formazione, per un periodo di 45 mesi», al costo di 15.599.125 euro esclusa Iva. Durante la durata del contratto, l'amministrazione non assume, la proprietà dei dispositivi, ma paga un compenso per l'utilizzo singolo, fissato a 139 euro esclusa Iva;
in linea con il precedente accordo (stipulato il 14 dicembre 2017 dall'amministrazione dell'interno con un Raggruppamento temporaneo di imprese – Rti composto da Fastweb e Vitrociset, prorogato fino alla fine del 2022), il nuovo contratto prevede l'attivazione di 1.000 dispositivi al mese, con la possibilità di utilizzarne fino al 20 per cento in più, per un totale di 1.200 dispositivi. Va sottolineato che per utilizzo si intende l'intero ciclo di vita di un braccialetto associato a un soggetto destinatario del provvedimento giudiziario, comprensivo dell'approvvigionamento, la distribuzione, l'attivazione, la manutenzione e la disattivazione del dispositivo. Ora però, il caso segnalato dall'avvocata Annalisa Abate e dal quotidiano il Dubbio solleva altri interrogativi, evidenziando come la mancata installazione del braccialetto elettronico non possa essere liquidata come un episodio isolato o peggio, non deve essere considerata come una prassi già consolidata –:
quale sia la posizione dei Ministri interrogati rispetto ai fatti esposti in premessa e quali iniziative urgenti intendano intraprendere affinché si superino tali problematiche, che non solo evidenziano l'inadeguatezza dell'attuale sistema dei braccialetti elettronici, ma che a giudizio dell'interrogante manifestano anche una preoccupante indifferenza verso i diritti fondamentali dei detenuti.
(4-04114)
IMPRESE E MADE IN ITALY
Interrogazione a risposta orale:
DE BERTOLDI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
l'8 gennaio 2025 il servizio studi e gestione dei dati della divisione antifrode dell'Ivass ha pubblicato la relazione contenente anche i dati relativi al preventivatore obbligatorio Rc-auto «Preventivass»;
nel periodo da giugno 2023 a maggio 2024, stando a quanto pubblicato dall'Ivass, il sistema avrebbe elaborato 86 milioni di preventivi a fronte di un parco autoveicoli circolanti di circa 39 milioni. Di questi ultimi circa il 25 per cento, sono ante Euro 4 con oltre 17 anni di età. A ciò si aggiungono i veicoli commerciali, il cui mercato nel 2022 è sceso al 13 per cento, ma conta ancora un parco di 4,2 milioni di mezzi in circolazione, il 41 per cento dei quali ante Euro 4. I numeri quindi evidenzierebbero che ogni italiano in possesso della patente avrebbe elaborato quasi 3 preventivi con Preventivass. Questo dato presenta notevoli perplessità (secondo i dati raccolti dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti aggiornati in Italia ci sono complessivamente 38,7 milioni di patenti attive);
la questione è relativa ai preventivi che sono effettuati dalle compagnie di assicurazioni e dagli intermediari con interrogazioni formali che servono solo ad adempiere ad un obbligo di legge che non risponde alle reali esigenze degli automobilisti. Sono evidenti, quindi, le criticità poste dal sistema Preventivass la cui obbligatorietà, anche secondo i dati riportati in precedenza, rischia di penalizzare in maniera evidente gli agenti di assicurazione con un appesantimento di oneri burocratici senza generare benefici per gli utenti;
inoltre si evidenzia che il numero delle segnalazioni pervenute all'Ivass nel periodo da giugno 2023 a maggio 2024 è di appena 124 segnalazioni o richieste di chiarimenti e la maggior parte di questi (115) sono pervenuti dai consumatori, i quali nel 60 per cento dei casi hanno lamentato notevoli difficoltà nel concludere il contratto sulla base del preventivo ottenuto tramite Preventivass. È quindi evidente la sproporzione tra il numero dei reclami ed il numero dei preventivi;
il problema più evidente, quindi, è quello relativo alla condizione in cui si trovano gli agenti di assicurazione che hanno difficoltà ad adempiere agli obblighi informativi degli intermediari di cui all'articolo 132-bis del decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, del Codice delle assicurazioni private e del conseguente regolamento applicativo. Quindi risulta necessario valutare la possibilità di rivedere la normativa citata;
sarebbe altresì necessario riflettere sugli investimenti effettuati sul sistema Preventivass che dovrebbero essere riconsiderati alla luce dei risultati prodotti da uno strumento che gli operatori del settore hanno contestato fin dalla sua introduzione;
altro aspetto non secondario emerso dalla relazione dell'Ivass è che il preventivatore fornisce spesso un calcolo del premio per contratto base Rc-auto con importi significativamente maggiori di quelli calcolati per il medesimo rischio attraverso altri canali come il sito dell'impresa, intermediari digitali e altro;
risultano pertanto evidenti le criticità applicative del servizio pubblico di preventivazione online delle tariffe Rc-auto Preventivass connesse all'attuazione delle disposizioni recate dal regolamento Ivass n. 51 del 2022 segnalate dalla principale Associazione di rappresentanza del settore, SNA Sindacato nazionale agenti di assicurazione –:
quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, intenda adottare, anche alla luce dei dati riportati in premessa, per superare il sistema Preventivass che presenta notevoli anomalie ed evidenti criticità danneggiando in modo evidente gli agenti assicurativi senza produrre effetti positivi per l'utenza.
(3-01665)
Interrogazione a risposta in Commissione:
SOUMAHORO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
secondo quanto si apprende da fonti di stampa e sindacali, il gruppo Coin intende chiudere 8 punti vendita nel 2025 e 92 dipendenti rischierebbero il posto di lavoro su un totale di 1.330;
in particolare il negozio di Grugliasco, nel torinese, chiuderà il 15 gennaio 2025, mentre nel corso dell'anno 2025 sono previste le chiusure di altri sette negozi storici: Roma Bufalotta e Lunghezza, con la dismissione prevista per il 28 febbraio 2025 con 50 dipendenti coinvolti; Milano con la chiusura al 30 settembre 2025 e assorbimento del personale previsto sugli altri punti vendita della città; Vicenza, con la dismissione nei primi mesi del 2026 e 13 dipendenti potenzialmente ricollocabili a Padova e Mestre; Latina con la chiusura del punto vendita prevista tra febbraio e marzo 2025 e 4 dipendenti coinvolti, San Donà di Piave e Sesto Fiorentino con chiusure nel primo quadrimestre del 2025 e assorbimenti previsti nei negozi di Mestre, Treviso e Campi Bisenzio;
il 23 dicembre 2024 si è svolto un confronto tra azienda e sindacati, nel corso del quale è stata fornita un'analisi dettagliata dell'andamento economico. Già nel 2019 il margine operativo lordo presentava segnali negativi e le vendite hanno raggiunto i 369 milioni di euro; l'azienda ha subito un successivo calo durante il periodo COVID-19;
il prossimo incontro in sede sindacale, presso il tavolo di crisi aperto presso il Ministero delle imprese e del made in Italy è fissato per il 27 gennaio 2025 e rappresenterà un momento cruciale per valutare le reali prospettive di rilancio e per concordare soluzioni concrete a tutela dei lavoratori e della continuità aziendale;
il tribunale delle imprese di Venezia ha prorogato fino al 23 di febbraio 2025 le misure a tutela di Coin. La procedura di composizione negoziata, richiesta dal gruppo veneziano nel luglio 2024, sarebbe scaduta lunedì 13 gennaio 2025;
Coin ha dunque un mese di tempo per portare a termine le negoziazioni in corso con i creditori, e al contempo continuare a mettere a terra le iniziative previste a sostegno del processo di risanamento dell'azienda;
a gennaio 2023, il debito complessivo ammontava a 234,8 milioni di euro, di cui 87 milioni verso le banche (38 milioni esigibili entro l'anno successivo) e 121 milioni dovuti ai fornitori;
per il 2024 è atteso un bilancio che dovrebbe riportare un risultato in negativo con possibili impatti sul patrimonio netto. L'entità di queste perdite non è ancora nota, come non è chiaro come è intenzionata a muoversi Europa Investimenti, che ha acquisito da Illimity i crediti vantati da Intesa Sanpaolo;
Coin ha al momento escluso il ricorso a licenziamenti collettivi. L'azienda utilizzerà la cassa integrazione straordinaria e si è impegnata a ricollocare i dipendenti interessati dalle chiusure in altre sedi. I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno espresso forte preoccupazione, chiedendo trasparenza e maggiore puntualità nelle comunicazioni aziendali, sollecitando un impegno concreto per evitare licenziamenti –:
quali iniziative i Ministri interrogati intendano adottare al fine di scongiurare la chiusura dei citati 8 punti vendita del gruppo Coin e salvaguardare i posti di lavoro.
(5-03357)
Interrogazione a risposta scritta:
GRIMALDI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
nelle scorse ore è apparsa su alcuni quotidiani torinesi una proposta immobiliare per rilevare lo stabilimento di Sant'Antonio di Susa della ex Sogefi, impianto specializzato nello sviluppo e nella produzione di filtri per veicoli a motore endotermico, che ha suscitato la immediata apprensione tra le maestranze che ancora operano all'interno della struttura costituita da 65 mila metri quadri che comprendono fabbricati, magazzini, uffici, mensa e spogliatoi;
l'azienda, leader nella componentistica per l'automotive appartenuta al gruppo De Benedetti e ceduta nel febbraio 2024 al fondo statunitense Pacific avenue capital partners, prima della suddetta inserzione aveva annunciato l'adozione di un nuovo piano industriale che aveva generato nei lavoratori aspettative di rilancio molto lusinghiere successivamente deluse dal tenore stesso dell'avviso pubblicitario, nel quale è riportato che: i fabbricati sono in perfetto stato, risultano essere utilizzati, privi di materiali nocivi e di contaminazioni, dotati di impianti tutti a norma e manutenuti; la società utilizzatrice gode di ottima salute; l'operazione assicura una resa netta dell'8,58 per cento annuo; maggiori informazioni ed indicazione di prezzo richiesto saranno forniti direttamente dall'Agenzia firmando un patto di riservatezza;
nonostante il buon stato degli impianti e l'assenza di materiali nocivi, riportati dall'annuncio, sono il silenzio sul prezzo di vendita, da un lato, e le incertezze relative al futuro dell'occupazione, dall'altro, ad alimentare le preoccupazioni anche dei sindacati che, totalmente ignorati ed esclusi dal processo decisionale, chiedono, in un contesto in cui la transizione all'elettrico rende incerto il futuro del settore, maggiore chiarezza sul piano industriale e garanzie di piena occupazione per i lavoratori;
dopo la richiesta di chiarimenti da parte delle organizzazioni sindacali l'azienda si è limitata a fornire alle Rsu del sito alcune prime, generiche e non sufficienti rassicurazioni verbali;
secondo la Fim piemontese (che ha immediatamente espresso tutto il suo disappunto all'Amma, l'Unione degli industriali di Torino a cui l'azienda è associata) si tratterebbe del segnale inequivocabile di una situazione destinata a degenerare soprattutto in assenza di un piano industriale e dei necessari elementi di garanzia e certezza circa le prospettive nel medio e lungo termine del sito e della sua occupazione, già da anni soggetto ad un progressivo calo produttivo e costretto al ricorso agli ammortizzatori sociali –:
se ritenga corretta la condotta dell'azienda riportata in premessa, anche con riguardo al fatto che i lavoratori abbiano scoperto della vendita della loro fabbrica da un'inserzione sul web;
se, per quanto di competenza, anche in vista dell'incontro già fissato per il 20 gennaio 2025 tra l'Amma le organizzazioni sindacali Rsu e la direzione dello stabilimento, non ritenga di dover vigilare ed adottare iniziative di competenza al fine di impedire eventuali operazioni speculative o azioni comunque contrarie al mantenimento e allo sviluppo, in un territorio già segnato da numerosi crisi aziendali, di un importante sito industriale, quale è quello rappresentato dallo stabilimento in premessa.
(4-04113)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazioni a risposta in Commissione:
FURFARO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
attualmente, in località Popiglio della strada statale 12, dell'Abetone e del Brennero, (comune di San Marcello Piteglio in provincia di Pistoia) è presente una frana che impedisce il passaggio del traffico tagliando in due il collegamento tra la provincia di Pistoia e quella di Lucca (comune di Bagni di Lucca). Nel corso dell'ultimo mese la strada ha avuto 4 frane di cui 3 hanno bloccato il traffico per giorni anche verso il comune di Abetone Cutigliano. La strada statale 12, dell'Abetone e del Brennero, è troppo importante per il territorio per essere lasciata ai soli interventi emergenziali. Sul tratto Popiglio-La Mora, ci sono stabilmente due interruzioni in una manciata di chilometri, e questo provoca danni profondi al traffico e alla mobilità e quindi alle attività produttive. Sul luogo sono avvenuti sopralluoghi dei vigili del fuoco, squadre di Anas e operai comunali ma, nonostante tanto impegno e l'immediata individuazione di una ditta che eseguirà i lavori di ripristino, i tempi di riapertura non sono stati neppure ipotizzati. La situazione è insostenibile, ci sono centinaia di lavoratori che sono bloccati oltre a tutti i traffici commerciali e turistici (verso Abetone in particolare);
attualmente la frana è in lavorazione da parte dell'impresa di Anas ma urge un intervento del Governo per un programma di messa in sicurezza della strada dove ormai le frane e il blocco del traffico è diventato una costante;
inoltre si apprende da organi di stampa che dal chilometro 63 al chilometro 73 della strada statale 12 (tra il comune di Bagni di Lucca e quello di San Marcello Piteglio), sono presenti ben 4 semafori a causa di smottamenti non risolti. Una situazione pericolosa, gestita da anni con transennamenti temporanei le cui cause strutturali non sono state mai affrontate –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione sopraesposta e se ritenga, per quanto di competenza, di adottare ogni iniziativa utile al fine di garantire alla popolazione e alle imprese un intervento urgente, tempestivo e risolutivo, non essendo più accettabile che un'arteria di rilevanza nazionale sia lasciata in questo stato di abbandono impattando in maniera così negativa su un intero territorio.
(5-03361)
RAFFA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
la strada statale n. 114, nel tratto di Capo Alì, si sviluppa a mezza costa, con un tracciato caratterizzato da un'elevata irregolarità plano-altimetrica e, per la gran parte del tracciato, le pareti rocciose di monte sono conformate con inclinazione pseudo-verticale e con altezze variabili da 30 a 60 metri rispetto alla piattaforma stradale;
in data 25 marzo del 2022, rispondendo per iscritto a precedente interrogazione della scrivente, il Ministro Enrico Giovannini rispondeva che «Attualmente è in corso di progettazione un intervento per la realizzazione di opere di protezione della sede stradale tra i chilometri 20+150 e 23+050, in corrispondenza dell'attraversamento di località Capo Alì, per un investimento complessivo di 15 milioni di euro. In particolare, i lavori in progetto prevedono, tra il chilometro 21+550 e il chilometro 22+440, l'adeguamento del tracciato mediante la realizzazione di 2 gallerie naturali, rispettivamente di lunghezza pari a 345 ed a 285 metri, intervallate da un ponte di luce di 40 metri, che permetterà di oltrepassare il fiume Rio Schiavo; mentre, tra il chilometro 22+440 e il chilometro 22+950, è prevista la realizzazione di una galleria artificiale di 550 metri e la sistemazione della piattaforma stradale, con allargamento lato valle, per una larghezza complessiva di 9,50 metri. Le indagini geognostiche, i rilievi aerofotogrammetrici e topografici e la redazione della progettazione dell'intervento verranno completate e validate entro il prossimo mese di settembre. Al fine di ridurre le tempistiche di appalto, Anas provvederà alla consegna dei lavori tramite accordo quadro già appaltato entro la fine del corrente anno. Il Ministero continuerà a seguire costantemente l'iter procedurale per addivenire in tempi rapidi al completamento di una infrastruttura strategica per i territori interessati, anche attraverso la costituzione di un tavolo con i diversi attori coinvolti ove necessario» –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa, se si procederà alla consegna dei lavori entro il mese di dicembre 2022 come già dichiarato dal Ministero, e se abbia già avviato, o intenda farlo a breve, ogni iniziativa opportuna, compresa una interlocuzione con Anas s.p.a. volta ad accelerare quanto più possibile la realizzazione di tale opera fondamentale per il territorio e per garantire ai cittadini un adeguato livello essenziale al loro diritto di mobilità.
(5-03363)
RAFFA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere - premesso che:
la strada statale 120 dell'Etna e delle Madonie (SS 120) è una strada statale che si trova in Sicilia e muove dalla strada statale 113 Settentrionale Sicula per giungere allo svincolo autostradale di Fiumefreddo di Sicilia, è una delle principali strade della regione e serve un'amplissima area dell'entroterra siciliano, compresa nelle province di Palermo, Erma, Messina e Catania;
in particolare il tratto ricompreso tra i comuni di Cesarò e Troina della citata strada statale 120 versa in uno stato pessimo, con numerosi tratti in cui la strada è completamente dissestata per l'intera larghezza della sede stradale di entrambe le corsie di marcia, in alcuni punti si sono creati dei veri e propri scalini dove le macchine rischiano di danneggiarsi nonostante li si percorra a passo d'uomo;
in particolare i tratti di alcune centinaia di metri prima e dopo il ponte «Mannera Vecchia», presentano dissesti importanti e molto pericolosi per l'incolumità di chi li percorre;
da mesi non appare essere stato posto in essere alcun intervento, se non l'apposizione di segnali stradali temporanei per imporre il limite di velocità di 30 chilometri per numerosi diversi tratti della strada statale 120
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto descritto in premessa e se intenda attivarsi, per quanto di competenza, anche nell'ambito dei contratti in essere con Anas S.p.a., e dei suoi poteri di indirizzo e controllo, affinché sia ripristinato lo stato di normale percorribilità della strada statale 120.
(5-03364)
RAFFA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere - premesso che:
la strada statale 117 Centrale Sicula (SS 117) è una strada statale che collega la provincia di Enna con la costa tirrenica messinese, ed è interessata dai lavori per la realizzazione di un nuovo asse stradale di rilevanza nazionale, detta Strada Nord-Sud, o Strada dei Due Mari, che unirà Santo Stefano di Camastra, sul versante tirrenico dell'isola, a Gela, sulla costa meridionale;
alcuni dei lavori in corso d'opera stanno però accumulando ritardi di anni con tutti gli imprevisti ed incognite sul completamento degli stessi che questi ritardi comportano, in particolare i lavori per il Lotto B4/a che interessa il tratto dal chilometro 25+200 al chilometro 32, come da apposito tabellone esposto, dovevano essere ultimati entro il 1° novembre 2019 e invece sembrano ben lontani dal loro completamento, mentre quelli per il Lotto B2 tra il chilometro 19 e 23+200 dovevano concludersi entro il 31 marzo 2021
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto descritto in premessa, se intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, per agevolare una quanto più veloce possibile ultimazione dei lavori, anche chiedendo ad Anas S.p.a. una dettagliata relazione sui motivi di tali ritardi e, più in generale, sulle ragioni per cui, soprattutto in Sicilia, i lavori accumulino sempre ritardi molto importanti rispetto alle date di consegna dei lavori previste e pattuite e se siano state avviate le procedure per richiedere alle ditte esecutrici dei lavori le penali dovute per i ritardi accumulati.
(5-03365)
PASTORELLA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
nell'ambito dei lavori di velocizzazione della linea ferroviaria Venezia-Portogruaro-Trieste è prevista la realizzazione di un sovrappasso per la chiusura del passaggio a livello PL 45+852 di Via Stazione in comune di San Stino di Livenza (VE);
in data 12 agosto 2022, Rete ferroviaria italiana con comunicazione UA 12/08/22 RFI-NEMI.DIN.DINE.TS-VE/A00 rivolta alla regione Veneto, ha richiesto la «valutazione preliminare ai sensi dell'articolo 6, comma 9, del decreto legislativo n. 152 del 2006 relativa al progetto potenziamento linea Venezia-Trieste – Soppressione dei passaggi a livello regione Veneto da realizzarsi nei comuni di San Donà di Piave, Ceggia e San Stino di Livenza»;
il commissario straordinario, con ordinanza n. 10 del 27 febbraio 2023, ha adottato il progetto definitivo relativo al «Potenziamento Venezia-Trieste – Soppressione dei passaggi a livello nei comuni di San Giorgio di Nogaro (UD), Torviscosa (UD), Cervignano (UD) e San Stino di Livenza (VE)»;
il contratto di programma «RFI-MIT 2022-2026», nella parte relativa agli investimenti aggiornata nel 2023, alla Tabella A «Portafoglio interventi in corso e programmatici» – SUB – Tabella A09 «interventi prioritari ferrovie – direttrici di interesse nazionale», prevede l'intervento denominato «Potenziamento Venezia-Trieste lotti prioritari», con costo pari a 246 milioni di euro e con copertura finanziaria per pari importo su risorse del Ministero dell'economia e delle finanze;
il progetto è incluso nel PNRR, Misura M3C1-1.5 «Potenziamento dei nodi ferroviari metropolitani e dei collegamenti nazionali chiave»;
la linea Venezia-Trieste è strategica rispetto al corridoio Baltico-Adriatico del sistema di reti transeuropee dei trasporti (TEN-T). Il suo potenziamento dovrebbe, quindi, ritenersi prioritario;
di conseguenza, si ritiene fondamentale ed urgente la cantierizzazione dei lavori relativi al sovrappasso per la soppressione del passaggio a livello PL 45+852 in comune di San Stino di Livenza –:
quali siano gli elementi che ostacolano l'inizio dei lavori del sovrappasso e quali iniziative siano previste per i lavori relativi agli altri passaggi a livello presenti lungo la medesima linea Venezia-Trieste tuttora esistenti, tra cui, per esempio, quello situato in località Loncon nel comune di Annone Veneto.
(5-03366)
Interrogazioni a risposta scritta:
SCUTELLÀ. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
in data 16 settembre 2024 è stata sospesa la circolazione ferroviaria sulla tratta tra Sibari e Crotone, negando ai cittadini la possibilità di accedere al servizio essenziale di trasporto mediante rete ferroviaria;
tale sospensione era stata dettata dalla necessità di concludere il progetto di installazione del sistema Ertms (European Rail Traffic Management System), del valore di 60 milioni di euro, quasi integralmente finanziato con i fondi PNRR;
l'intervento prevedeva l'installazione di un sistema di controllo del traffico ferroviario progettato per migliorare la sicurezza e l'efficienza delle ferrovie, mediante sostituzione dei diversi sistemi nazionali con un sistema unico, permettendo ai treni di essere più veloci e di viaggiare con una frequenza maggiore;
la sospensione del servizio essenziale ai cittadini, inoltre, veniva confortata dalla concisa e celere definizione dei tempi di intervento che prevedevano la riattivazione dello stesso entro la determinata data del 19 gennaio 2025;
pertanto, è stato sacrificato l'essenziale diritto alla mobilità dei cittadini, per un tempo già ampiamente irragionevole, al fine di realizzare l'integrale definizione dell'intervento;
si apprende dalla stampa che, purtroppo, non avrà luogo la riapertura della ferrovia jonica entro la data prevista del 19 gennaio 2025, sembrerebbe a causa di rallentamenti di progettazione e di un definanziamento dell'opera;
di più, dalle stesse fonti di stampa, si apprende che la chiusura potrebbe addirittura prolungarsi almeno fino giugno 2025, con enormi ulteriori pregiudizi a danno dei cittadini;
a conferma, in risposta a specifica istanza formulata dall'Associazione dei pendolari jonici (Apj), il dipartimento infrastrutture e trasporti della regione Calabria avrebbe confermato la proroga dei tempi di riapertura della tratta in questione;
il diritto alla mobilità dei cittadini non può essere sacrificato e pregiudicato oltre un tempo strettamente necessario alla realizzazione degli interventi previsti e, comunque, non oltre i termini strettamente predeterminati;
l'eventuale assenza di progettazione e di fondi per la realizzazione, poste a giustificazione degli interessi sacrificati, non giustifica il protrarsi della sospensione del servizio –:
in che modo il Ministro interrogato, per quanto di competenza, intenda intervenire al fine di accertare lo stato di avanzamento dei lavori sulla tratta Sibari-Crotone, confermando i fondi e la data del 19 gennaio 2025, già prevista per la riapertura del servizio di mobilità sulla ferrovia jonica sulla medesima tratta, nonché per permettere l'accesso a tutti i cittadini, in modo equo e non discriminatorio, ai servizi di mobilità ferroviaria sulla ferrovia jonica sulla tratta Sibari-Crotone, indicando le iniziative che intende adottare e definendo tempi precisi, modalità ed efficacia dei mezzi di intervento, tenendo in ferma e seria considerazione che l'eventuale insussistenza o incapienza dei fondi, ovvero l'insussistenza dei progetti, non giustificano il protrarsi della sospensione del servizio, dunque la compromissione di diritti fondamentali, a danno dei cittadini.
(4-04105)
CALDERONE. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
la compagnia di navigazione Liberty Lines garantisce la continuità territoriale tra Messina e Reggio Calabria, dopo essersi aggiudicata, nel 2023, la gara per il trasporto tra le due città, bandita per la terza volta dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, successivamente ai primi due tentativi andati a vuoto ed un lungo contenzioso avviato proprio contro l'affidamento diretto della società Blujet del gruppo Ferrovie dello Stato, come riportato anche da notizie di stampa;
in virtù del suddetto appalto il vettore Liberty Lines percepisce dallo Stato circa 6 milioni di euro all'anno, oltre agli incassi provenienti dalla vendita degli abbonamenti e dei biglietti;
sono migliaia i pendolari che quotidianamente, principalmente per motivi di lavoro o di studio, utilizzano le navi della Liberty Lines per spostarsi da una sponda all'altra;
al di là dei prezzi agevolati previsti per gli studenti, per i dipendenti che appartengono alle forze dell'ordine il costo dell'abbonamento è di 50 euro mensili rispetto a quello di 80 euro per tutti gli altri dipendenti pubblici;
l'abbonamento succitato consta di 40 corse, da utilizzare entro il termine massimo di 60 giorni ma spesso, per motivi di diversa natura (ricorso allo smartworking, assenze per ferie o malattia), si riesce a fruire solo di una parte delle 40 corse nel termine previsto e pertanto per effetto di tale limitazione temporale della durata il costo dell'abbonamento finisce per essere molto più elevato –:
se il Ministro interrogato, alla luce di quanto descritto in premessa non ritenga opportuno adottare iniziative di competenza, anche attraverso una interlocuzione con la Liberty Lines, al fine di sanare l'anomalia attraverso o un allungamento della durata dell'abbonamento, ad esempio fino a 90 giorni, o eliminando totalmente la limitazione temporale, consentendo così ai pendolari di usufruirne regolarmente anche in relazione alle proprie esigenze personali e lavorative.
(4-04110)
FARAONE. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
la revisione del codice della strada, recentemente approvata, ha introdotto modifiche sostanziali all'articolo 187, che riguardano il regime sanzionatorio per chi guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope;
la nuova formulazione del suddetto articolo, punisce «chiunque guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope», eliminando il requisito precedentemente necessario dell'accertamento dello stato di alterazione psico-fisica del conducente;
in caso di controllo da parte degli organi accertatori, pertanto, le sanzioni scattano con la semplice positività al test antidroga, anche se non vi è alcuno stato di alterazione psico-fisica;
tale modifica può avere impatti significativi su individui che assumono farmaci prescritti per condizioni mediche, i quali possono indurre falsi positivi nei test antidroga, come nel caso di farmaci che contengono oppioidi, cannabinoidi a uso terapeutico, benzodiazepine, barbiturici e antidepressivi triciclici;
gli individui affetti da patologie che richiedono tali trattamenti rischiano di essere ingiustamente sanzionati, compromettendo non solo la loro autonomia di movimento ma anche l'utilizzo di trattamenti medici essenziali;
la presenza di questa nuova previsione normativa solleva questioni di equità e di giustizia, soprattutto per le persone con disabilità o condizioni mediche che richiedono trattamenti specifici, le quali potrebbero vedersi privare ingiustamente della loro patente di guida, e, di conseguenza, della possibilità di recarsi al lavoro, a cicli di riabilitazione e a cure mediche derivanti dalla loro condizione di disabilità, peggiorando in tal modo la loro qualità di vita e spogliandoli di un bene fondamentale per la loro indipendenza e inclusione sociale;
la patente di guida è, infatti, uno strumento di cittadinanza per le persone con disabilità, in considerazione del fatto che i mezzi pubblici spesso sono inaccessibili alle stesse persone –:
quali iniziative intenda adottare il Ministro interrogato per tutelare i cittadini che legittimamente assumono farmaci prescritti con potenziali effetti psicotropi, al fine di evitare che subiscano sanzioni ingiuste e potenzialmente devastanti per la loro mobilità e qualità della vita;
se sia in considerazione l'introduzione di una modifica che escluda dalla punibilità i soggetti che assumono tali sostanze per scopi strettamente terapeutici, previa certificazione medica che ne attesti la necessità e i dosaggi appropriati, al fine di prevenire penalizzazioni non correlate all'effettiva capacità di guidare in sicurezza.
(4-04112)
INTERNO
Interrogazione a risposta in Commissione:
VACCARI e DE MARIA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
in data 27 aprile 2023, è stata presentata un'interrogazione (5-00770), tutt'ora rimasta senza risposta al Ministro interrogato sulla alta dotazione di un'autoscala presso il distaccamento dei vigili del fuoco di Carpi;
il distaccamento dei vigili del fuoco di Carpi svolge oltre 1500 interventi all'anno per un bacino ampio di comuni che va dalla frazione di Ganaceto di Modena a tutta l'area nord della provincia;
nel 2024 risulta agli interroganti che siano state messe a disposizione altre 4 autoscale nel territorio della regione Emilia-Romagna per i comandi di Bologna, Parma, Forti e Ravenna senza che questo abbia ridotto la frequenza con la quale l'autoscala di Carpi sia stata impiegata in altri comandi riducendo in tal modo la capacità del comando di rispondere tempestivamente alle richieste del territorio;
a parere degli interroganti non vi è nessuna ragione per non garantire con certezza la piena disponibilità della suddetta autoscala per il distaccamento dei vigili del fuoco di Carpi –:
se sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative intenda assumere per migliorare la dotazione di mezzi del comando regionale dei vigili del fuoco dell'Emilia-Romagna e di quello di Carpi in particolare.
(5-03359)
ISTRUZIONE E MERITO
Interrogazione a risposta scritta:
TORTO. — Al Ministro dell'istruzione e del merito, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. — Per sapere – premesso che:
il 15 gennaio 2025 l'Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) ha presentato uno studio sullo stato di attuazione degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) con riguardo al Piano asili nido e scuole dell'infanzia;
il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) destina 3,24 miliardi di euro per la realizzazione di 150.480 nuovi posti per il potenziamento dell'offerta delle scuole dell'infanzia e degli asili nido. Oltre alle risorse europee sono destinate alla misura ulteriori fondi nazionali, per un finanziamento complessivo pubblico di 4,57 miliardi di euro;
nella sua analisi, l'Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) ha evidenziato come al 9 dicembre 2024 la spesa sostenuta per la realizzazione delle opere previste dal Pnrr risulti in sostanziale ritardo rispetto al cronoprogramma finanziario;
in particolare, i dati dell'Ufficio parlamentare di bilancio indicano che a fronte di una previsione di spesa di 1,7 miliardi di euro entro il 2023, solo 816,7 milioni di euro sono stati effettivamente utilizzati, pari a circa il 25,2 per cento delle risorse complessivamente stanziate;
tali ritardi riguardano uno degli obiettivi prioritari del Pnrr ovvero la realizzazione di 150.480 nuovi posti negli asili nido e nelle scuole per l'infanzia entro giugno 2026, obiettivo che appare ora sempre più irraggiungibile;
l'Upb ha inoltre sottolineato che permangono forti incertezze sul conseguimento dell'obiettivo in termini sia quantitativi sia temporali, con il rischio di compromettere l'accesso ai servizi per l'infanzia in molti comuni già carenti prima dell'avvio del Piano;
in nessuno dei quattro scenari elaborati nel focus l'obiettivo quantitativo sarebbe pienamente raggiunto;
il sostegno alla natalità e ai servizi per l'infanzia è stato indicato come uno dei punti cardine delle politiche del Governo attuale, ma i ritardi accumulati rischiano di rendere vane tali promesse;
la mancata realizzazione delle opere previste avrebbe un impatto negativo non solo sulla qualità della vita delle famiglie italiane ma anche sul raggiungimento degli obiettivi europei, che prevedono la garanzia di un posto negli asili per almeno il 45 per cento dei bambini sotto i 3 anni;
la situazione dei ritardi evidenziati dall'Upb rappresenta un grave rischio per la credibilità del nostro Paese nell'attuazione del Pnrr e potrebbe comportare la perdita di risorse economiche fondamentali –:
quali iniziative urgenti il Governo intenda adottare per recuperare i ritardi accumulati nella realizzazione degli asili nido e delle scuole per l'infanzia previsti dal Pnrr;
se esista un piano dettagliato per garantire il pieno utilizzo delle risorse stanziate e assicurare il completamento delle opere entro le scadenze previste, in particolare in quelle aree che risultano più carenti di servizi per l'infanzia;
quali siano le motivazioni specifiche dietro il mancato rispetto del cronoprogramma finanziario e se il Governo intenda accertare eventuali responsabilità amministrative o gestionali per i ritardi segnalati;
quali iniziative di competenza il Governo intenda intraprendere per assicurare che il Pnrr raggiunga il suo obiettivo minimo di garantire posti in asilo nido al 15 per cento dei bambini sotto i 3 anni a livello regionale, pur rimanendo distante dall'obiettivo europeo del 45 per cento;
se il Governo non ritenga necessario rafforzare monitoraggio e il coordinamento con le amministrazioni locali, al fine di assicurare un'efficace implementazione degli interventi previsti dal Pnrr la piena tutela del diritto delle famiglie italiane a servizi per l'infanzia adeguati.
(4-04111)
LAVORO E POLITICHE SOCIALI
Interrogazione a risposta in Commissione:
SOUMAHORO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:
dopo quasi 30 anni chiude lo stabilimento di Fusignano della Lafert dove lavorano 60 dipendenti nella progettazione e produzione di motori elettrici per macchinari. La cessazione dell'attività è prevista per il 31 marzo 2025. La ditta veneta, da 60 anni leader in Europa e parte del colosso giapponese Sumitomo Heavy Industries, concentrerà la produzione nella sede di San Donà di Piave «per un aggiustamento delle economie di scala e dei costi fissi», come si legge in una nota diffusa dall'azienda. La comunicazione della decisione è stata data il 13 gennaio 2025, alle organizzazioni sindacali per discutere di tutte le soluzioni a tutela dei lavoratori;
la chiusura definitiva arriva dopo quasi due anni di ricorso alla cassa integrazione ordinaria, con un'incidenza di circa 6 giornate al mese, per gestire la carenza di volumi e il rallentamento della produzione. «La decisione è stata presa a seguito delle difficoltà che, da tempo, condizionano l'andamento dello stabilimento di Fusignano, uno dei quattro italiani del gruppo, specializzato nella produzione e vendita di motori asincroni monofase e trifase a bassa personalizzazione, esposti a una forte concorrenza»;
la fascia di prodotto realizzata a Fusignano è fortemente colpita dalla concorrenza di prezzo dei produttori esteri, Cina tra tutti: «Hanno modificato la loro logistica grazie ad un hub in territorio europeo che consente loro di abbattere i tempi di consegna – spiega l'ingegnere Cesare Savini, amministratore delegato di Lafert –. Un insieme di fattori che negli ultimi due anni ci ha portati a ricorrere alla cassa integrazione, con la speranza di una ripresa, ma non arrivano dal mercato segnali di una possibile inversione di tendenza, pertanto ci vediamo costretti a prendere questa decisione dolorosa. A tutti i lavoratori e le lavoratrici va la mia solidarietà e quella del gruppo che manifesta la piena disponibilità a dialogare con le parti sociali al fine di favorire la rioccupazione del personale presso altre aziende della zona, con tutti gli strumenti a nostra disposizione»;
lo stabilimento di Fusignano, un tempo noto come Icme, è stato incorporato per fusione a inizio 2023 all'interno della Lafert. Quest'ultima opera con sei stabilimenti produttivi e commerciali, di cui quattro in Italia, uno in Slovenia e uno in Cina, e sei filiali commerciali nel mondo. Il fatturato Lafert nel 2023 è pari a 225 milioni di euro;
per i sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil tutto ciò è inaccettabile, anche considerato che a due anni dall'incorporazione, un'azienda solida come la Lafert decida di scaricare i risultati negativi su lavoratrici e lavoratori e di conseguenza sul territorio e sulla comunità di Fusignano: «Negli ultimi incontri con i sindacati, i vertici aziendali non avevano comunicato alcuna ipotesi di chiusura dello stabilimento. Anzi avevano sempre rassicurato sul fatto di impegnarsi per recuperare competitività e produttività per il sito produttivo. Difenderemo i posti di lavoro, nella speranza di far ritornare l'azienda sui suoi passi. Ci sono 60 famiglie coinvolte e la situazione è ancora più drammatica se pensiamo che in più casi ci sono marito e moglie entrambi dipendenti dell'azienda»;
il 15 gennaio 2025 si è tenuta un'assemblea sindacale. Al termine dell'assemblea dei lavoratori della Lafert, i sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil hanno proclamato lo stato di agitazione del personale e un pacchetto di 24 ore di sciopero a disposizione di assemblea e Rsu –:
quali iniziative urgenti di competenza intendano intraprendere i Ministri interrogati al fine di salvaguardare i posti di lavoro e scongiurare la chiusura dello stabilimento della Lafert di Fusignano.
(5-03358)
Interrogazione a risposta scritta:
SCHIFONE. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
da quanto si apprende dall'inchiesta giornalistica condotta da Alessio Lasta per il programma «Lo stato delle cose», su Rai3, sarebbero state commesse presunte gravi irregolarità nella gestione delle pratiche da parte del patronato Inca-Cgil. Nello specifico l'inchiesta ha evidenziato che:
i patronati sono finanziati attraverso fondi del Ministero del lavoro provenienti dallo 0,199 per cento dei contributi previdenziali Inps versati dai cittadini italiani;
il sistema di finanziamento si basa su un meccanismo di punti correlati al numero di pratiche gestite;
un'ispezione ministeriale condotta il 25 ottobre 2023 presso la sede Inca-Cgil di Astoria (Queens, New York) ha rilevato gravissime irregolarità nella gestione delle pratiche relative agli anni 2020 e 2021;
nel 2020, su 770 punti dichiarati, solo 4 sono stati convalidati, con una decurtazione del 99,5 per cento;
nel 2021, su 263 punti dichiarati, solo 0,5 punti sono stati ritenuti validi, con una decurtazione del 99,8 per cento;
gli ispettori hanno riscontrato numerose pratiche viziate da mandati irregolari o inesistenti, alcune delle quali intestate a soggetti non presenti nei database Inps o non aventi diritto;
le irregolarità riguardano pratiche essenziali per i cittadini italiani all'estero, incluse pensioni di reversibilità, dichiarazioni dei redditi, assegni sociali e permessi di soggiorno –:
quali iniziative urgenti i Ministri interrogati intendano adottare, per quanto di competenza, in ordine alle eventuali irregolarità segnalate in premessa e a verifica della possibile sussistenza di analoghe irregolarità in altre sedi del patronato Inca-Cgil, sia in Italia che all'estero;
quali iniziative di controllo preventivo si intendano implementare per evitare il ripetersi di simili situazioni;
quale sia l'ammontare complessivo dei finanziamenti erogati al patronato Inca-Cgil negli anni 2020 e 2021 e quali iniziative si intendano intraprendere per il recupero delle somme eventualmente percepite indebitamente da parte dei patronati.
(4-04103)
SALUTE
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
l'articolo 30, secondo comma del decreto del Presidente della Repubblica 3 novembre 2000 stabilisce che il medico o l'ostetrica o altra persona che ha assistito al parto devono fare la dichiarazione di nascita all'ufficiale dello stato civile o al direttore sanitario dell'ospedale «rispettando l'eventuale volontà della madre di non essere nominata»; in questo caso, nell'atto di nascita del bambino, da redigersi entro dieci giorni dal parto, risulta scritto «nato di donna che non consente di essere nominata» e tutto il personale sanitario e socio-sanitario è tenuto ad osservare rigorosamente l'obbligo di riservatezza rispetto alla madre;
l'articolo 28 della legge n. 184 del 1983 ha introdotto anche in Italia il diritto dell'adottato di accedere, a certe condizioni, alle informazioni concernenti l'identità dei suoi genitori biologici; tuttavia, l'accesso a quelle informazioni non è consentito se l'adottato non è stato riconosciuto alla nascita dalla madre naturale;
l'articolo 11, commi 2 e 3, della legge n. 184 del 1983, relativa al diritto del minore ad una famiglia, dispone poi che «nel caso in cui non risulti l'esistenza di genitori che abbiano riconosciuto il minore (...) il tribunale per i minorenni, senza eseguire ulteriori accertamenti, provvede immediatamente alla dichiarazione dello stato di adottabilità a meno che non vi sia richiesta di sospensione della procedura da parte di chi, affermando di essere uno dei genitori, chiede termine per provvedere al riconoscimento. La sospensione può essere disposta dal tribunale per un periodo massimo di due mesi (...)»;
il dato più recente disponibile è quello emerso dall'indagine, durata un anno, tra luglio 2013 e 7 giugno 2014, condotta su un campione nazionale di 100 centri nascita ed effettuata dalla Società italiana di neonatologia (Sin): 56 sono stati i neonati non riconosciuti dalle mamme italiane su un totale di 80.060 bambini nati;
non esiste una normativa specifica sulle «culle per la vita» e neppure esistono procedure standard sul loro funzionamento; generalmente sono dotate di dispositivi idonei al riscaldamento, alla chiusura in sicurezza e al presidio di controllo h24 nonché al collegamento in rete con una struttura sanitaria al fine di consentire la salvaguardia del neonato; le culle sono oggi simili a quelle usate nelle terapie intensive neonatali e sono dotate di sensori hi-tech che monitorano la temperatura, il battito cardiaco e la respirazione del neonato; depositato il bambino nella culla dovrebbe quindi scattare un allarme presso la struttura sanitaria collegata, consentendo ai professionisti sanitari di fornire le cure necessarie; in ogni caso non vengono attivate procedure o azioni per rintracciare o identificare la madre;
le «culle per la vita» sono dislocate sul territorio italiano su iniziativa spontanea del privato sociale o confessionale ovvero di strutture sanitarie e sarebbero circa 60 ma non distribuite in tutte le regioni e 35 di esse sono collocate in spazi non idonei quali parrocchie, chiese, ospizi e altro, inadeguati nell'offrire immediata assistenza laddove ce ne fosse bisogno e non, invece, presso strutture o servizi pubblici;
a riguardo si rappresenta la nascita del progetto «Ninna ho», voluto dalla Fondazione Francesca Rava e da Kpmg, il primo progetto nazionale a tutela dell'infanzia abbandonata che ha ricevuto il patrocinio del Ministero della salute e della Sin che ha «validato» una dozzina di culle presso le strutture sanitarie;
è di pochi giorni fa la drammatica notizia della morte del neonato deposto a Bari nella «culla per la vita» ospitata presso la parrocchia San Giovanni Battista, una struttura che in passato aveva accolto altri due neonati –:
se sia in grado di fornire un censimento delle cosiddette «culle per la vita» presenti nel territorio nazionale e collegate alle strutture sanitarie del Servizio sanitario nazionale;
se non ritenga opportuno adottare con la necessaria urgenza un protocollo uniforme per tutto il territorio nazionale per la collocazione appropriata delle cosiddette «culle per la vita» esclusivamente all'interno di presidi sanitari;
se e come intenda rafforzare l'informazione sulla possibilità di partorire in anonimato.
(2-00509) «Sportiello».
Trasformazione di documenti del sindacato ispettivo.
I seguenti documenti sono stati così trasformati su richiesta dei presentatori:
interrogazione a risposta scritta Raffa n. 4-00191 del 22 dicembre 2022 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-03363;
interrogazione a risposta scritta Raffa n. 4-00230 del 9 gennaio 2023 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-03364;
interrogazioni a risposta scritta Raffa n. 4-00232 del 10 gennaio 2023 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-03365;
interrogazione a risposta scritta Furfaro n. 4-03897 del 2 dicembre 2024 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-03361.