XIX LEGISLATURA
ATTI DI INDIRIZZO
Risoluzioni in Commissione:
La IX Commissione,
premesso che:
l'Italia è una nazione a forte vocazione marittima; la sua economia, la sua stessa esistenza e la sua identità sono fortemente interconnessi con il mare, che è elemento naturale e dimensione strategica di riferimento per il Paese;
l'economia del mare rappresenta, di conseguenza, un settore cruciale per il sistema-Paese con ampie potenzialità di crescita e sviluppo, anche grazie all'intensificarsi degli scambi commerciali internazionali e alla ritrovata centralità del Mediterraneo;
la presenza femminile, all'interno della filiera marittima portuale nazionale, rappresenta un'opportunità e un valore aggiunto da tutelare con strumenti anche normativi, volti a rafforzarne la partecipazione nelle diverse e articolate attività marittime industriali;
la disuguaglianza di genere nella blue economy è, infatti, ancora un problema significativo, sia in termini di barriere all'ingresso alle professioni della filiera marittima, sia in termini di parità di retribuzione e di ruoli gestionali;
secondo le stime dell'Imo, l'organizzazione marittima internazionale, che si occupa di promuovere la cooperazione marittima tra i Paesi membri e a garantire la sicurezza della navigazione e la protezione dell'ambiente marino, le donne rappresentano solo il 2 per cento dei circa 1,2 milioni di marittimi in attività;
in Italia il «Port Infographics Update 2024», pubblicato da Assoporti e SRM, ha evidenziato che, su oltre 20.000 dipendenti delle imprese portuali (terminal, logistica e magazzinaggio), solo 1.269 sono donne; sugli oltre 1.500 dipendenti delle AdSP, 699 sono donne (solo il 31 per cento nella categoria dei dirigenti);
le iniziative mirate a colmare il gap evidenziato sono state molteplici negli ultimi anni e hanno visto il coinvolgimento di associazioni di spicco del settore, oltre all'iniziativa delle istituzioni europee;
il 27 gennaio 2020, Imo e Wista – la Women's International Shipping and Trading Association – cui scopo è attrarre e sostenere le donne nel settore marittimo, commerciale e logistico – hanno firmato un protocollo d'intesa, concordando di lavorare insieme per esplorare e, ove possibile, sviluppare aree specifiche di cooperazione in conformità con i loro obiettivi organizzativi e programmatici per promuovere la diversità e l'inclusione di genere come fattori vitali nel fornire un futuro sostenibile per l'industria marittima in tutto il mondo;
il 5 dicembre 2024, Wista Italia e Assiterminal hanno firmato un protocollo d'intesa volto a promuovere la parità di genere nella blue economy e a sostenere la presenza di donne negli organi decisionali;
il 17 maggio 2022 la Commissione europea ha lanciato il bando «Donne nell'economia blu» promuovendo l'adozione dell'approccio di mainstreaming di genere nel settore;
l'Unione europea co-finanzia, inoltre, i progetti gemelli «Win Blu» e «Win Big». Il progetto Win Blue (Empowering Women and Mainstreaming Gender Equality in the Blue Economy), intende accelerare l'empowerment delle donne nell'economia blu facilitando la loro partecipazione in cinque settori: bioeconomia blu circolare e biotecnologie, acquacoltura e pesca, energia rinnovabile offshore, turismo costiero sostenibile, tecnologie abilitanti all'avanguardia per la protezione e il ripristino degli ecosistemi marini. Il progetto Win Big Women in blue economy. Intelligence gathering and capacity boosting, finanziato dal Fondo Europeo per gli affari marittimi e la pesca (Feamp), con 14 partner provenienti da 9 Paesi che rappresentano tutti i 6 bacini marini dell'UE, ha l'obiettivo di mappare l'attuale situazione di genere e le lacune in termini di competenze e capacità che ancora persistono nell'economia blu europea;
oggi, più che mai, emerge con evidenza l'impegno finalizzato ad un ribilanciamento della presenza di entrambi i generi nei settori marittimo, commerciale e logistico e alla valorizzazione della presenza femminile, troppo spesso sottovalutata;
molteplici sono gli strumenti che potrebbero essere a tal fine adottati, tra cui iniziative volte a promuovere il pluralismo e le pratiche inclusive nell'ambito delle attività marittime-portuali, per sostenere la formazione e l'istruzione, anche attraverso l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione, al fine di creare nuovi ruoli e competenze;
allo stesso modo potrebbe essere funzionale allo scopo la promozione di eventi nazionali anche attraverso la definizione di specifiche campagne informative, dedicate a facilitare la parità di genere, la sostenibilità e lo sviluppo del settore marittimo, all'interno del comparto interessato, attraverso iniziative condivise e strategie sinergiche, con le associazioni di categoria maggiormente rappresentative in ambito nazionale;
fondamentale è anche il coinvolgimento diretto di datori di lavoro e i responsabili dell'accesso alla formazione professionale operanti nell'ambito del cluster portuale, al fine di adottare ogni misura idonea alla promozione, all'analisi, al controllo e al sostegno della parità di trattamento a prescindere dalla differenza di genere;
non ultimo, un ruolo importante può essere giocato anche dall'introduzione di politiche di welfare aziendale in linea con le necessità del genere femminile e della genitorialità, anche con il coinvolgimento nella redazione di atti connessi ai Ccnl, al fine di facilitare l'attività professionale femminile ed evitare svantaggi nella carriera professionale nel settore marittimo-portuale,
impegna il Governo
ad adottare le iniziative più opportune per favorire e sviluppare le pari opportunità di genere nel settore marittimo-portuale, promuovendo la figura femminile nei processi decisionali della filiera interessata e nelle politiche del mare nel loro complesso, e per adeguare la normativa vigente a una realtà lavorativa e imprenditoriale che negli anni si è evoluta, con il contributo delle donne, sempre più rilevante.
(7-00287) «Raimondo, Frijia, Deidda, Schifone».
La XII Commissione,
premesso che:
la resistenza antimicrobica (Amr) è stata identificata dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) come una delle dieci principali minacce per la salute globale, rappresentando una seria emergenza sanitaria dovuta alla capacità di microrganismi di riuscire a sopravvivere e moltiplicarsi, vanificando l'efficacia di antibiotici, antifungini, antivirali e antiparassitari;
la Commissione europea ha già riconosciuto, nel luglio 2022, la resistenza antimicrobica come una delle tre principali minacce sanitarie per l'Unione europea;
a livello globale, si stima che annualmente si registrino 1,27 milioni di morti direttamente correlate a infezioni provocate da batteri resistenti, e fino a 4,95 milioni se si considerano anche i decessi indirettamente associati a tali infezioni;
in Italia, l'antibiotico-resistenza costituisce una seria preoccupazione, con circa 11.000 decessi ogni anno attribuibili a infezioni da microrganismi resistenti, ossia un terzo del totale dei decessi europei riconducibili a questa causa (35.000);
le implicazioni economiche sono altrettanto rilevanti: si stima che il costo della resistenza antimicrobica in Italia raggiunga circa 2,4 miliardi di euro all'anno tra costi diretti e indiretti, quali la perdita di produttività;
nonostante gli sforzi compiuti, l'Italia ha il primato europeo nella perdita di produttività pro capite dovuta a tale resistenza, con una riduzione di circa 23,8 dollari a parità di potere d'acquisto;
allo stesso modo, si registrano significativi impatti organizzativi/assistenziali dovuti al sovraccarico delle strutture, considerato che 2,7 milioni di posti letto negli ospedali italiani sono occupati per trattare complicanze legate all'Amr;
la diagnostica microbiologica è fondamentale nei programmi di «Antimicrobial stewardship», poiché fornisce dati cruciali per le decisioni cliniche, assicurando trattamenti mirati;
l'adozione di tecniche di diagnostica molecolare rapida ha ridotto significativamente i tempi di identificazione dei patogeni (da giorni anche a poche ore) consentendo di definire tempestivamente la terapia appropriata. Questo approccio non solo ottimizza l'uso delle risorse del Sistema sanitario nazionale, ma è anche vitale per i pazienti in condizioni critiche, in cui ogni ora di ritardo nella terapia può aumentare il rischio di mortalità;
l'importanza della diagnostica rapida nella lotta all'Amr è riconosciuta in modo unanime. Le Linee guida del 2023 dell'Istituto superiore di sanità relative alla gestione delle infezioni raccomandano l'adozione della diagnostica molecolare rapida nei laboratori, evidenziando come la rapida identificazione dei microrganismi e la comprensione dei meccanismi di resistenza possano migliorare gli esiti clinici e ridurre l'uso di antibiotici ad ampio spettro;
i pazienti vulnerabili, come gli anziani con patologie croniche o quelli in terapia immunosoppressiva, sono i più esposti al rischio di contrarre infezioni resistenti e alle gravi conseguenze che possono derivarne. Nel campo oncologico, un paziente su cinque è ricoverato per infezioni, che sono la seconda causa di mortalità tra i malati di cancro. Inoltre, la diffusione di germi multiresistenti può compromettere l'efficacia dei trattamenti, con conseguenze negative sui progressi nella cura del cancro;
le infezioni correlate all'assistenza (Ica), acquisite durante la cura in ospedale o in altri contesti sanitari rappresentano un aspetto cruciale dell'Amr. Colpiscono circa il 5 per cento dei pazienti ricoverati in Italia e sono tra le complicanze più gravi e comuni dell'assistenza sanitaria, con impatti clinici ed economici significativi;
le Ica allungano i tempi di degenza e aumentano il rischio di disabilità a lungo termine, favorendo la diffusione della resistenza agli antibiotici, con costi annuali per il Sistema sanitario nazionale stimati tra i 400 e i 500 milioni di euro;
è essenziale implementare strategie di sorveglianza microbiologica, prevenzione primaria, promozione dell'uso appropriato degli antimicrobici, innovazione nella ricerca per nuovi farmaci e strumenti diagnostici, e garantire l'accesso ai trattamenti esistenti;
è strategico promuovere l'uso di strumenti diagnostici rapidi e affidabili in tutti i livelli di assistenza sanitaria, nonché migliorare la sorveglianza e la raccolta di dati, potenziando gli investimenti nella ricerca sia di base che applicata. Queste azioni sono state sottoscritte dai Ministri della salute nel documento conclusivo del G7 tenutosi ad Ancona nel 2024. La preoccupazione per la diffusione dell'Amr ha trovato spazio anche nei vertici G7 e G20, evidenziando la necessità di misure efficaci. Secondo le proiezioni, senza interventi, si prevede che entro il 2050 i decessi per infezioni resistenti potrebbero raddoppiare, raggiungendo i 10 milioni all'anno;
il rapporto Ocse del 2023 sottolinea che investire in politiche specifiche per il contrasto all'Amr comporta significativi benefìci economici, con costi di intervento cinque volte inferiori ai risparmi ottenuti;
tra le iniziative adottate in Italia, spicca il Piano nazionale per il contrasto dell'antimicrobico-resistenza (Pncar), aggiornato nel 2022-2025, che delinea strategie per affrontare l'Amr. Tuttavia, la sua applicazione è disomogenea tra le regioni, ostacolando un approccio uniforme;
nell'ultimo anno e mezzo sono stati organizzati diversi convegni pubblici sul tema dell'Amr, Ica, Sepsi promossi da importanti organizzazioni di cittadini, parlamentari e società scientifiche come Sim (Società italiana di microbiologia) e Amcli (Associazione microbiologi clinici italiani). In uno degli ultimi incontri è stato sottoscritto dalle società scientifiche presenti e dagli esperti del settore un manifesto sull'importanza di utilizzare strumenti diagnostici rapidi in tutti i livelli dell'assistenza sanitaria per fronteggiare l'Amr e relative conseguenze Ica e Sepsi, promuovendo un'iniziativa parlamentare bipartisan per azioni strategiche sul tema che includa una cabina di regia parlamentare sul Pncar 2022-2025;
il finanziamento di 100 milioni di euro per il fondo dedicato agli antibiotici «reserve», previsto nella legge di bilancio 2025, rappresenta un passo concreto nella lotta all'Amr. È cruciale adottare iniziative simili per garantire l'uso corretto di questi farmaci, vigilando sulla loro somministrazione in base agli antibiogrammi. La diagnostica gioca, anche in questo caso, un ruolo importante affinché i nuovi antibiotici vengano utilizzati in modo appropriato;
inoltre, per evitare che le nuove terapie perdano la loro efficacia è essenziale applicare rigorosi princìpi di stewardship diagnostica,
impegna il Governo:
ad adottare iniziative di competenza finalizzate a garantire il funzionamento dei laboratori di microbiologia negli ospedali, ottimizzando le risorse attraverso la condivisione di tecnologie e competenze, assicurando una copertura operativa adeguata;
a sostenere la costituzione di una cabina di regia parlamentare, con la presenza di tutti i livelli istituzionali, nazionali e regionali, associazioni di pazienti, ricercatori, clinici, cittadini, associazioni di categoria per gestire l'emergenza Amr, garantendo un governo efficace del Pncar 2022-2025;
ad avviare con urgenza la redazione di un nuovo Piano nazionale per il contrasto dell'antimicrobico resistenza, con il coinvolgimento delle società scientifiche, associazioni di pazienti, ricercatori, clinici, esperti di settore, per aggiornare le linee guida e garantire un approccio coordinato tra le regioni;
ad adottare iniziative di competenza volte a migliorare l'efficienza delle risorse esistenti, potenziando il coordinamento tra centri hub e spoke, per garantire diagnosi tempestive, specialmente per infezioni tempo-dipendenti;
a rafforzare l'organizzazione laboratori pubblici e privati convenzionati, attraverso iniziative di competenza volte a facilitare l'utilizzo di tecnologie per garantire analisi rapide e tempestive, anche nelle aree più remote;
a considerare l'inserimento di sistemi di diagnostica sindromica rapida tra gli standard tecnologici delle case di comunità, per ridurre l'uso inappropriato di antibiotici nel territorio;
a riconoscere l'importanza della diagnostica rapida molecolare e non, introducendo dispositivi Point of Care Testing (Poct) in pronto soccorso, terapia intensiva o comunque nei reparti con pazienti a maggior rischio, per migliorare la gestione dei pazienti;
a promuovere programmi di sorveglianza per le infezioni respiratorie, garantendo l'attuazione delle misure previste dai piani pandemici;
a valorizzare il concetto di «diagnostic stewardship» nei programmi di Amr, potenziando l'uso di diagnostica sindromica rapida e di antibiogrammi rapidi per identificare germi resistenti e limitare la diffusione delle infezioni;
ad adottare le necessarie iniziative di competenza affinché la diagnostica sindromica rapida sia inclusa nei registri di monitoraggio Aifa come step preliminare all'utilizzo degli antibiotici «reserve» già oggetto della legge di bilancio 2025 (articolo 49), migliorando l'appropriatezza terapeutica e proteggendo l'efficacia di questi farmaci.
(7-00288) «Girelli, Furfaro, Ciani, Malavasi, Stumpo».
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazione a risposta scritta:
ASCARI, CAPPELLETTI, BARZOTTI, CHERCHI, AIELLO, CARAMIELLO, BRUNO, BALDINO, CARMINA, AMATO, QUARTINI, CASO, ORRICO, GUBITOSA, GIULIANO, CAROTENUTO, MORFINO, ILARIA FONTANA, AURIEMMA, L'ABBATE, ALIFANO, IARIA, LOMUTI, FEDE, DONNO, TORTO, RAFFA, PENZA e FERRARA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
l'agenzia di stampa Dire versa in una grave crisi economica che ha portato al mancato pagamento degli stipendi ai giornalisti e alle giornaliste e ai grafici per due mesi consecutivi;
la sospensione del contratto di fornitura del servizio di agenzia di stampa da parte del Dipartimento per l'informazione e l'editoria, avvenuta il 6 marzo 2025, ha ulteriormente aggravato la situazione economica dell'azienda, mettendo a rischio la stabilità lavorativa dei dipendenti;
nonostante il blocco dei finanziamenti pubblici, l'azienda resta obbligata a rispettare gli impegni contrattuali con i propri lavoratori e lavoratrici, i quali hanno continuato a prestare la loro attività senza retribuzione;
il settore dell'informazione è strategico per il pluralismo democratico e il diritto all'informazione, e il sostegno alle agenzie di stampa rientra nelle politiche di tutela del settore;
la trasparenza della gestione economica delle aziende editoriali che beneficiano di fondi pubblici è essenziale per garantire il corretto utilizzo delle risorse e la tutela dei posti di lavoro –:
se il Governo sia a conoscenza della situazione economico-finanziaria dell'agenzia Dire e delle gravi ripercussioni sui lavoratori e lavoratrici;
quali iniziative urgenti intendano adottare per tutelare i giornalisti e le giornaliste e i grafici impiegati presso l'agenzia, garantendo il pagamento degli stipendi arretrati e la continuità lavorativa;
di quali elementi disponga in ordine all'impiego dei finanziamenti pubblici ricevuti in passato;
quali iniziative intenda adottare il Dipartimento per l'informazione e l'editoria per accelerare le verifiche in corso, al fine di ripristinare il finanziamento dell'agenzia Dire e scongiurare ulteriori licenziamenti o il fallimento dell'azienda;
se non ritengano opportuno avviare un tavolo di crisi per il settore dell'informazione, coinvolgendo le parti sociali, per garantire il rispetto delle norme contrattuali e il rilancio delle agenzie di stampa che svolgono un ruolo essenziale per l'informazione pubblica.
(4-04641)
AGRICOLTURA, SOVRANITÀ ALIMENTARE E FORESTE
Interrogazione a risposta scritta:
LACARRA. — Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:
il regolamento (CE) n. 1198/2006 del Consiglio del 27 luglio 2006 ha istituito il Fondo europeo per la pesca (di seguito «Fep») e definito il quadro degli interventi di sostegno della Comunità europea a favore dello sviluppo sostenibile del settore della pesca, delle zone di pesca e della pesca nelle acque interne;
gli articoli 27 e 30 del regolamento n. 1198/2006 prevedono forme di compensazione socioeconomica per la gestione della flotta da pesca comunitaria, finanziate dal Fep, e proposte dagli Stati membri per i pescatori colpiti dagli sviluppi nel settore della pesca. In particolare, il comma 1, lettera e) dell'articolo 27 prevede «compensazione una tantum ai pescatori che hanno lavorato come tali a bordo di una nave per almeno dodici mesi, purché il peschereccio sul quale hanno lavorato sia in arresto definitivo delle attività di pesca ai sensi dell'articolo 23»;
difatti, il citato articolo 23 dello stesso regolamento prevede «Aiuti pubblici per l'arresto definitivo delle attività di pesca», disponendo che il Fep contribuisce al finanziamento dell'arresto definitivo delle attività di pesca dei pescherecci, purché tale arresto avvenga nell'ambito di un piano di adeguamento dello sforzo di pesca di cui all'articolo 21, lettera a). È di seguito specificato, inoltre, che l'arresto definitivo delle attività di pesca di un peschereccio può avvenire soltanto mediante le modalità indicate dal medesimo comma 1, dell'articolo 23;
i regolamenti CE n. 1198/2006 e n. 498/2007 e del decreto del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, del 28 febbraio 2011, riconoscono compensazioni socio-economiche solo in favore dei proprietari dei pescherecci e dei pescatori dipendenti e non anche a tutela del personale amministrativo;
ai sensi dell'articolo 34, comma 2, lettera a) e b), del Regolamento (UE) n. 508, del 14 del 15 maggio 2014 (che ha abrogato il regolamento del 2006), in caso di arresto definitivo delle attività di pesca, sono previste compensazioni socio-economiche per i proprietari dei pescherecci e per i pescatori dipendenti e non anche per il personale amministrativo. L'articolo 34, al comma 2, infatti, stabilisce che «il sostegno (...) è concesso:
a) ai proprietari di pescherecci dell'Unione europea registrati come attivi e che hanno svolto attività di pesca in mare per almeno 90 giorni all'anno nel corso degli ultimi due anni civili precedenti la data di presentazione della domanda di sostegno;
b) ai pescatori che hanno lavorato in mare a bordo di un peschereccio dell'Unione europea interessato dall'arresto definitivo per almeno 90 giorni all'anno nel corso dei due anni civili precedenti la data di presentazione della domanda di sostegno»;
come si evince dalla risposta a un'interrogazione del 2016, il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste ha in precedenza confermato che la misura «Aiuti pubblici per l'arresto definitivo dell'attività di pesca» prevista nell'ambito del programma europeo 2007-2013 contribuiva al finanziamento dell'arresto mediante demolizione. Nella stessa risposta, il Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste confermava che anche nel programma Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca 2014-2020 sono state previste delle compensazioni per i proprietari di pescherecci e per i pescatori dipendenti, ma per gli impiegati amministrativi di aziende con imbarcazioni demolite non è stata prevista alcuna azione di ricollocamento nel mondo del lavoro, né alcun sostegno economico;
per l'interrogante è evidente come tale normativa abbia avuto effetti discriminatori tra diverse categorie professionali tutte parimenti coinvolte nei medesimi processi;
gli impiegati amministrativi di aziende con imbarcazioni demolite, in particolare, non hanno potuto beneficiare di alcuna forma di tutela e/o sostegno in seguito all'applicazione della normativa comunitaria e nazionale –:
se intenda adottare, in favore dei lavoratori ex impiegati amministrativi di aziende con imbarcazioni demolite, ogni opportuna iniziativa di competenza al fine di garantire forme di tutela e sostegno, nonché di reinserimento lavorativo dei medesimi.
(4-04645)
CULTURA
Interrogazione a risposta scritta:
CARMINA. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:
la fondazione Museo Archivio Richard Ginori della manifattura di Doccia rappresenta un'istituzione culturale di primaria importanza per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico-artistico della storica manifattura di porcellane;
il professor Tomaso Montanari, nominato alla presidenza della fondazione, ha svolto un ruolo determinante nella promozione del progetto di recupero e rilancio del Museo Ginori, sollecitando ripetutamente interventi per garantirne il pieno funzionamento;
il 20 ottobre 2024 il consiglio di amministrazione della fondazione è decaduto e, nonostante le richieste di chiarimento e intervento, il Ministero della cultura ha mantenuto una posizione di inerzia fino alla recente nomina del nuovo presidente;
la decisione di sostituire Montanari con l'avvocato Marco Corsini è stata assunta senza un confronto con le istituzioni locali e senza una motivazione pubblicamente esplicitata;
tale scelta ha suscitato critiche e perplessità da parte della regione Toscana e del comune di Sesto Fiorentino, che hanno espresso delusione e sconcerto per la modalità con cui è stata operata la sostituzione;
secondo quanto riportato dallo stesso Montanari, l'attuale Ministro della cultura aveva precedentemente confermato, anche tramite comunicazioni ufficiali, l'intenzione di rinnovare la sua nomina, salvo poi revocarla senza fornire spiegazioni;
emergono, a giudizio dell'interrogante, inquietanti profili di interferenza politica nella nomina, con ipotesi di un condizionamento legato a una querela sporta dal Ministro Lollobrigida contro Montanari per precedenti dichiarazioni pubbliche;
questa vicenda solleva gravi interrogativi sul rispetto della correttezza istituzionale, sulla trasparenza dei criteri di nomina nelle istituzioni culturali e sulla tutela della libertà di espressione nel dibattito pubblico;
il caso Ginori sembra inserirsi in un quadro più ampio di gestione centralizzata e politicizzata del patrimonio culturale, con il rischio di una vera e propria «punizione del dissenso» nei confronti di chi esprime opinioni critiche nei confronti del Governo –:
quali siano le motivazioni specifiche che hanno portato alla mancata riconferma di Tomaso Montanari alla presidenza della fondazione Museo Archivio Richard Ginori della manifattura di Doccia; chiarendo pubblicamente se la mancata riconferma di Montanari sia riconducibile a valutazioni di merito o piuttosto a ragioni di natura politica e, in tal caso, quali siano le implicazioni per la libertà di espressione e la gestione imparziale del patrimonio culturale nazionale;
quali siano i criteri seguiti dal Ministero della cultura nella scelta del nuovo presidente Marco Corsini e se tali criteri siano stati oggetto di un confronto con le istituzioni territoriali coinvolte;
se il Governo, per quanto di competenza, intenda fornire garanzie circa la continuità dei progetti avviati sotto la presidenza Montanari, con particolare riferimento alle attività di recupero e valorizzazione del Museo Ginori;
quali iniziative di competenza intenda adottare per garantire la piena operatività della fondazione e il rispetto del ruolo delle istituzioni locali nella governance di un patrimonio culturale di rilevanza nazionale.
(4-04640)
DISABILITÀ
Interrogazione a risposta scritta:
DI BIASE, MANZI, MARINO, SERRACCHIANI, GRAZIANO, CASU, MADIA, FORNARO, FORATTINI, GRIBAUDO, SARRACINO, D'ALFONSO, GHIO, MALAVASI, STEFANAZZI, GIANASSI, ASCANI, FERRARI, EVI, PANDOLFO, LACARRA, PORTA, BAKKALI, ORFINI, DE LUCA, LAI, PRESTIPINO, IACONO, BERRUTO, CUPERLO, GIRELLI, FILIPPIN, ROMEO, LAUS, SIMIANI, FASSINO, CARÈ, DE MICHELI, CURTI, GNASSI e PELUFFO. — Al Ministro per le disabilità, al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
i dati Istat pubblicati nel rapporto sull'inclusione scolastica negli alunni con disabilità 2023-2024 certificano che la domanda di assistenza nella scuola per gli studenti con disabilità non è totalmente soddisfatta: oltre 15 mila studenti (il 4,2 per cento degli alunni con disabilità) avrebbero bisogno del supporto di un assistente all'autonomia e alla comunicazione, ma non ne usufruiscono. Nel medesimo rapporto si certifica la differenza sulla minor dotazione di ore nelle regioni del Mezzogiorno, area in cui la quota di domanda non soddisfatta sale al 5,4 per cento degli alunni;
una quota residuale, ma non trascurabile, di alunni con disabilità (1,3 per cento, quasi 5 mila studenti) avrebbe inoltre bisogno di un assistente igienico personale. Questa percentuale aumenta nelle regioni del Mezzogiorno attestandosi all'1,7 per cento;
nel complesso – come si apprende dal report Istat – sono circa 20 mila gli studenti con disabilità che avrebbero bisogno di assistenza da parte di figure specializzate. Sono poco meno di 80 mila gli assistenti all'autonomia e alla comunicazione che affiancano gli insegnanti per il sostegno (+18 per cento rispetto all'anno scolastico precedente): di questi, il 4,2 per cento conosce la lingua italiana dei segni (Lis);
il servizio di assistenza all'autonomia e alla comunicazione in favore di alunni e studenti disabili, in capo agli enti locali, rappresenta un modello per l'inclusività all'interno delle scuole;
se a livello nazionale si registrano quattro alunni per assistente, nel Nord e nel Mezzogiorno il rapporto sale leggermente (a 4,3 e a 4,2 rispettivamente) con una variabilità regionale che vede la Campania distinguersi per la più bassa disponibilità di assistenti (7,5 alunni con disabilità per ogni assistente);
il Ministero per le disabilità ha stanziato risorse per il fondo unico per l'inclusione delle persone con disabilità in favore delle regioni per il potenziamento dei servizi di assistenza all'autonomia e alla comunicazione degli alunni con disabilità della scuola secondaria di secondo grado che risultano insufficienti a garantire i servizi sul territorio nazionale –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative intendano adottare per assicurare la piena assistenza agli studenti con disabilità al fine di garantire il diritto allo studio;
quali iniziative i Ministri interrogati intendano avviare per assicurare le risorse necessarie ad un'attivazione del servizio di assistenza all'autonomia e alla comunicazione in favore di alunni e studenti con disabilità su tutto il territorio nazionale ed in particolare per colmare il divario registrato dal rapporto Istat nelle regioni del sud Italia.
(4-04639)
ECONOMIA E FINANZE
Interrogazione a risposta orale:
MOLLICONE. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:
come noto, la fondazione Sicilia è una fondazione di origine bancaria, sottoposta alla vigilanza del Ministro dell'economia e delle finanze. La fondazione Sicilia, unica fondazione di origine bancaria della Sicilia nei suoi trentaquattro anni di vita ha svolto un'intensa attività nei settori dei beni culturali, della formazione e della solidarietà; in particolare ha restituito alla città di Palermo due preziosi immobili storici: Palazzo Branciforte e Villa Zito, sedi preziose e uniche per la valorizzazione patrimoniale anche della Città, assumendosi inoltre il patronage della candidatura di Palermo arabo-normanna all'Unesco, insieme alla città di Palermo stessa e alla Regione Siciliana;
come noto, nel 2012, ha ospitato l'importante congresso nazionale dell'Acri che approvò la fondamentale Carta delle Fondazioni, strumento di autogoverno e di relazione con il Ministero dell'economia e delle finanze;
di recente, invece, l'ente fondazione Sicilia è stato investito da gravi problematiche tanto che, come evidenziato da Startmag, «la gloriosa fondazione Banco di Sicilia (ora ribattezzata semplicemente Fondazione Sicilia) è a soqquadro, straziata da guerricciole tra cordate con accuse e contraccuse di favoritismi e altro. A Palermo già s'ode un tintinnio di esposti. E dire che nella fondazione siciliana il Ministero dell'economia e delle finanze ha anche un proprio rappresentante, previsto per statuto. Non si tratta di un dirigente Ministero dell'economia e delle finanze – in passato il Ministero dell'economia e delle finanze aveva nominato figure del calibro di Roberto Ulissi o Nunzio Guglielmino – ma, udite udite, di un attivissimo (troppo?) ex politico»;
problematiche evidenziate anche da altre fonti di stampa come La Stampa e lo Spiffero;
per quanto riguarda fondazione Sicilia risulta all'interrogante la richiesta di accertamenti ministeriali;
ad oggi, non risulterebbero ulteriori sviluppi o aggiornamenti circa le vicende della fondazione Sicilia;
la «fondazione per l'Arte e la Cultura Lauro Chiazzese» è stata istituita nel 1958 con delibera del consiglio di amministrazione della Cassa di Risparmio Vittorio Emanuele per le Province Siciliane, per «onorare la memoria dell'indimenticabile suo Presidente scomparso, Prof. Lauro Chiazzese, Magnifico Rettore dell'università di Palermo». Successivamente, ha ottenuto il riconoscimento di persona giuridica con decreto del Presidente della Repubblica del 19 ottobre 1958; essa è un ente del tutto indipendente dalla fondazione Sicilia ed autonomo;
ha svolto solo una funzione strumentale, per un breve periodo tra il 2014 e il 2017, per conto della fondazione Sicilia;
le vicende della fondazione Sicilia appaiono legate alla fondazione Chiazzese –:
quali siano le risultanze delle verifiche di competenza del Ministro dell'economia e delle finanze in corso di svolgimento e quali ulteriori iniziative intendano assumere in merito alla fondazione Sicilia nell'ambito della funzione di vigilanza, anche mediante la procedura di commissariamento;
quali iniziative stiano adottando i Ministri interrogati al fine di garantire le attività della fondazione Chiazzese.
(3-01825)
Interrogazione a risposta scritta:
DONNO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del turismo. — Per sapere – premesso che:
Cdp Real Asset Sgr S.p.a., società soggetta all'attività di direzione e coordinamento di Cassa depositi e prestiti S.p.a., è la società di gestione di un fondo immobiliare riservato di tipo chiuso denominato FT3, sottoscritto dal fondo nazionale del turismo, comparto «B»;
tale comparto è sottoscritto dal Ministero del turismo attraverso l'utilizzo di risorse per un ammontare di 150 milioni di euro, ricomprese nel PNRR con l'obiettivo di procedere all'acquisizione e alla successiva riqualificazione di almeno 12 complessi immobiliari, che dovranno essere idonei per la gestione turistico-alberghiera entro la data del 31 dicembre 2025;
in data 26 maggio 2022 è stato pubblicato il primo bando per la manifestazione di interesse;
il comune di Specchia ha regolarmente partecipato al suddetto bando, candidando il complesso turistico di Cardigliano di proprietà comunale;
a seguito dell'ammissione della candidatura da parte della società e il conseguente stanziamento di 15.000.000 di euro per la ristrutturazione da parte del comune, a ridosso del rogito all'ente risulta all'interrogante che sarebbe stata ufficiosamente comunicata la contrarietà del Ministero del turismo, che avrebbe sollevato criticità sulle strutture;
in effetti, in data 15 ottobre 2024 il consiglio di amministrazione Cdp Real Asset Sgr S.p.a., avrebbe ammesso solo 7 delle 12 strutture selezionate, escludendone cinque, tra cui quella del comune di Specchia;
con riferimento alla decisione, il comune non avrebbe avuto ancora copia integrale della deliberazione;
da quanto si apprende, il comune di Specchia, pur vincitore di gara, sarebbe stato estromesso senza ricevere alcuna valida motivazione;
l'amministrazione locale ha impugnato la decisione del consiglio di amministrazione ritenendola illecita, illegittima, arbitraria, e totalmente priva di motivazione oltre che per nulla trasparente sulla gestione delle risorse PNRR;
il comune ha anche contestato, chiedendone l'annullamento in autotutela, il successivo bando pubblicato da Cdp Real Asset Sgr S.p.a. nel novembre 2024, per l'individuazione dei restanti 5 immobili;
analoga richiesta di annullamento in autotutela è stata avanzata dal comune con riferimento alla decisione di esclusione della struttura di Cardigliano;
a distanza di oltre 3 mesi, l'ente non ha ancora ricevuto risposta –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti;
quali iniziative urgenti, per quanto di competenza, intendano intraprendere per fare chiarezza e affinché sia garantito l'uso corretto delle risorse PNRR e la massima trasparenza dell'operato da parte dei soggetti coinvolti nella gestione.
(4-04631)
GIUSTIZIA
Interrogazione a risposta in Commissione:
D'ORSO, PAVANELLI, ASCARI, GIULIANO e MORFINO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
l'articolo 4-bis del decreto-legge 4 luglio 2024, n. 92, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 2024, n. 112, per far fronte alla grave situazione di sovraffollamento degli istituti penitenziari, ha previsto la nomina di un Commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti;
il commissario straordinario, in base all'articolo richiamato, compie tutti gli atti necessari per la realizzazione di nuove infrastrutture penitenziarie nonché delle opere di riqualificazione e ristrutturazione delle strutture esistenti, al fine di aumentarne la capienza e di garantire una migliore condizione di vita dei detenuti;
in data 23 settembre 2024 il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ha firmato, su proposta del Ministro della giustizia Carlo Nordio, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, il decreto d'incarico del dottor Marco Doglio quale commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria;
il commissario dovrà provvedere alla realizzazione delle opere necessarie per far fronte alla grave situazione di sovraffollamento degli istituti penitenziari, resterà in carica sino al 31 dicembre 2025 e potrà avvalersi, nello svolgimento del proprio compito, di una struttura di supporto composta da un massimo di cinque esperti;
a tal fine, il secondo comma dell'articolo 4-bis del decreto-legge 4 luglio 2024, n. 92, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 2024, n. 112 dispone che «il commissario straordinario redige, entro centoventi giorni dalla nomina, un programma dettagliato degli interventi necessari, specificandone i tempi e le modalità di realizzazione, tenuto conto delle eventuali localizzazioni decise ai sensi dell'articolo 17-ter del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 195, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2010, n. 26, e indicando le risorse occorrenti. Il programma riporta altresì l'elenco degli interventi programmati e in corso, già integralmente finanziati, sulle infrastrutture penitenziarie, con indicazione, rispetto a ciascuno di essi, delle risorse finalizzate a legislazione vigente, del relativo stato di attuazione e delle attività da porre in essere, nonché le modalità di trasferimento sulla contabilità speciale di cui al comma 11.»;
il tema dell'edilizia penitenziaria è cruciale per far fronte al sovraffollamento degli istituti penitenziari italiani, non solo per garantire condizioni di vita e lavoro dignitose a detenuti, polizia penitenziaria e personale amministrativo, ma anche per una rieducazione e risocializzazione di qualità che possa assicurare di fatto una maggiore riuscita del reinserimento in società del detenuto una volta terminato il percorso in istituto;
il precedente piano carceri Alfano, varato dal Governo di centro-destra, aveva già previsto la nomina di un commissario straordinario, ma non aveva raggiunto nessun risultato se non un ingente spreco di denaro pubblico –:
se il Ministro interrogato intenda fornire il programma dettagliato degli interventi necessari previsti dal commissario straordinario di cui al secondo comma dell'articolo 4-bis del decreto-legge 4 luglio 2024, n. 92, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 2024, n. 112, specificando i tempi e le modalità di realizzazione del programma nonché le risorse utilizzate, precisando se si tratti di risorse stanziate dai piani di edilizia penitenziaria previsti dai governi precedenti o dal piano complementare al PNRR oppure se siano state stanziate dal Governo in carica nuove risorse.
(5-03758)
Interrogazioni a risposta scritta:
CALDERONE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
da fonti di stampa l'interrogante apprende che un magistrato della corte d'appello di Palermo ha omesso di depositare le motivazioni di decine di sentenze penali delle quali circa cinquanta pronunciate tra il 2021 e il 2022 con il concreto rischio di far maturare il termine di prescrizione per molti reati;
tale condotta parrebbe integrare a giudizio dell'interrogante gli estremi dell'illecito disciplinare di cui all'articolo 2, comma 1, lettera q) del decreto legislativo n. 109 del 2006;
il locale consiglio giudiziario investito della questione, adottando una sorta di «piano di rientro», ha dispensato la giudice palermitana dallo svolgimento delle attività diverse dalla scrittura delle motivazioni fino allo smaltimento dell'arretrato più risalente nel tempo;
il Piano nazionale di ripresa e resilienza inserisce la riforma della giustizia tra le riforme orizzontali o di sistema, in quanto atta ad influenzare positivamente vari settori economici e sociali e contribuire al rafforzamento della competitività del Paese, così rappresentando un passaggio cruciale per modernizzare il sistema giudiziario italiano, rendendolo più rapido ed efficiente;
considerato, altresì, che l'asse 2 della componente M1C1 del Piano nazionale di ripresa e resilienza ha stanziato oltre 2,6 miliardi di euro per riforme e investimenti nel sistema giustizia, con l'obiettivo di ottenere, entro il 2026, una riduzione del 40 per cento dei tempi dei contenziosi civili e commerciali, del 25 per cento dei tempi dei procedimenti penali e l'abbattimento del 90 per cento delle cause pendenti presso i tribunali civili di primo e secondo grado, il provvedimento del consiglio giudiziario palermitano pone per l'interrogante serie perplessità in ordine alle conseguenze della condotta della giudice della corte d'appello di Palermo tanto per gli utenti del servizio giustizia, quanto per l'intero Paese in ordine al perseguimento degli obiettivi di sistema imposti dal PNRR;
a ciò si aggiunga come su tali obiettivi può aver inciso ad avviso dell'interrogante il recente sciopero proclamato il 27 febbraio 2025 dai magistrati in segno di protesta contro il disegno di legge di riforma costituzionale della separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e requirenti –:
se non ritenga di adottare iniziative di carattere ispettivo, anche ai fini dell'eventuale esercizio dell'azione disciplinare ex articolo 14 del decreto legislativo n. 109 del 2006, in maniera tale da far luce su fatti descritti in premessa.
(4-04632)
LACARRA, IACONO, DI BIASE, SERRACCHIANI, GIANASSI e SCARPA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
numerose segnalazioni e denunce, provenienti da diverse fonti, evidenziano gravi criticità all'interno della casa circondariale di Agrigento;
le condizioni di vita dei detenuti sarebbero mortificate da sovraffollamento, carenza di igiene, insufficiente assistenza sanitaria e alimentare;
la struttura carceraria verserebbe in uno stato di degrado, con problemi di manutenzione, impianti obsoleti e spazi inadeguati, impianti di riscaldamento non funzionanti e mancanza di coperte, nonché servizi sanitari privi di porte e mancanza di sanitari tale per cui i detenuti sono spesso costretti all'uso promiscuo di lavandini e lavabi;
in particolare, è stata segnalata la mancanza di acqua calda dalle docce, circostanza che soprattutto nei mesi invernali ingenera gravi problemi di salute ai detenuti;
per di più, ai detenuti pare esser fatto divieto di ricevere pacchi postali con alimenti e agli stessi detenuti non è garantita la possibilità di chiamare i propri familiari come previsto dalla normativa vigente;
ancor più grave è la situazione di tutti quei detenuti provenienti da altre regioni d'Italia, per i quali la detenzione in Sicilia si traduce in una restrizione ingiustificata del diritto alle visite e ai colloqui con i loro prossimi;
tali condizioni a giudizio degli interroganti, violano i diritti fondamentali dei detenuti, sanciti dalla Costituzione italiana e dalle convenzioni internazionali;
la situazione di degrado e sovraffollamento rappresenta un rischio per la sicurezza e la salute dei detenuti e del personale penitenziario;
è necessario garantire il rispetto della dignità umana e dei diritti dei detenuti, nonché la loro rieducazione e reinserimento sociale –:
se sia a conoscenza delle gravi criticità segnalate all'interno della casa circondariale di Agrigento;
quali azioni urgenti intenda intraprendere per risolvere i problemi di sovraffollamento, carenza di igiene, insufficiente assistenza sanitaria e alimentare, nonché per migliorare le condizioni della struttura carceraria;
se intenda disporre un'ispezione straordinaria per verificare le condizioni di vita dei detenuti e lo stato della struttura.
(4-04644)
IMPRESE E MADE IN ITALY
Interrogazione a risposta scritta:
ANDREA ROSSI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
il Governo ha recentemente adottato il cosiddetto decreto interministeriale «rischi catastrofali» con cui, nell'intento di tutelare le attività produttive, ha disciplinato gli obblighi assicurativi avverso i danni derivanti da catastrofi;
in applicazione di tale disciplina, e di quanto previsto dall'articolo 1, comma 101, della legge n. 213 del 2023, il 31 marzo 2025 rappresenta una scadenza cruciale per oltre quattro milioni di artigiani e piccole imprese italiane, chiamati a stipulare obbligatoriamente polizze assicurative contro le calamità naturali per la copertura dei danni ai propri immobili produttivi;
sebbene l'obbligo assicurativo miri a rafforzare la resilienza economica del sistema produttivo, a giudizio dell'interrogante l'assenza di un adeguato periodo di transizione rischia di trasformarlo in un onere insostenibile per le imprese, già gravate dall'aumento dei costi operativi e dalle difficoltà di mercato;
le associazioni di categoria, tra cui Cna e Confartigianato, hanno evidenziato che molte imprese, soprattutto quelle operanti in edifici storici o strutture non facilmente adeguabili agli standard assicurativi, potrebbero trovarsi a pagare premi elevati o addirittura a non ottenere copertura, con conseguenze gravi per la loro sopravvivenza;
nonostante queste criticità, la decisione di mantenere la scadenza del 31 marzo 2025 è stata presa senza un confronto preventivo con le associazioni rappresentative delle piccole imprese e dell'artigianato, escludendo un necessario processo di concertazione;
inoltre, a pochi giorni dalla scadenza, il portale Ivass che dovrebbe consentire il confronto trasparente tra le offerte assicurative disponibili, non è ancora operativo, esponendo le imprese al rischio di dover sottoscrivere polizze con costi e condizioni svantaggiose senza strumenti adeguati per valutare le opzioni disponibili;
il mancato rinvio della scadenza e l'assenza di un sistema di trasparenza e orientamento nel mercato assicurativo potrebbero avere un impatto negativo sul tessuto produttivo nazionale, portando alla chiusura di molte attività, con gravi ripercussioni sull'occupazione e sull'economia del Paese;
appare quindi necessario un chiarimento sulle motivazioni che hanno portato alla decisione di non prorogare la scadenza e una valutazione dell'opportunità di adottare provvedimenti urgenti a tutela delle imprese coinvolte –:
se il Governo non ritenga opportuno adottare, con la massima urgenza, iniziative di carattere normativo volte a consentire la proroga della scadenza in questione e di convocare un tavolo di confronto sul tema con le associazioni di categoria e i rappresentanti del mondo produttivo.
(4-04637)
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazione a risposta in Commissione:
PASTORELLA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
il ponte sul Po di Bressana Bottarone, lungo 764 metri e risalente al 1867 e ricostruito negli anni '40 in seguito a dei bombardamenti, è una struttura strategica su cui insiste la linea ferroviaria Milano-Genova e la strada provinciale 35 «dei Giovi»;
al fine di ammodernare e velocizzare il collegamento ferroviario e stradale Milano-Genova, Rfi realizzerà degli interventi di manutenzione straordinaria e di potenziamento infrastrutturale del ponte, finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), nell'ambito del più ampio intervento di upgrade infrastrutturale e tecnologico per la velocizzazione dei collegamenti tra Milano e Genova;
in data 5 marzo 2025 si è tenuta una riunione del Tavolo interistituzionale della viabilità provinciale, presieduto dalla prefetta Francesca De Carlini, con la commissaria straordinaria di Rfi per l'opera Chiara De Gregorio, il presidente della provincia Giovanni Palli, i sindaci dei comuni interessati, oltre ai rappresentanti delle forze dell'ordine, di Areu, di Anas e delle società delle autostrade A7 Milano Serravalle e Itp A21. Dalla suddetta riunione è emerso che il cantiere aprirà ufficialmente il 1° giugno 2025 e proseguirà fino al 28 settembre 2025;
durante il periodo dei lavori, la circolazione ferroviaria sulla tratta Pavia-Voghera subirà variazioni significative, tra cui la circolazione alternata su binario unico e, in alcuni periodi, la sospensione temporanea del servizio con attivazione di servizi sostitutivi su gomma, che allungheranno di molto i tempi di percorrenza. Anche la viabilità stradale sul ponte sarà probabilmente ridotta a una sola corsia di marcia, con modalità di gestione del flusso veicolare ancora da definire;
inoltre, i lavori ancora in corso per il quadruplicamento della tratta Tortona-Voghera, uniti alla sospensione della circolazione sopra menzionata, rallentano anche la messa in funzione del cosiddetto «Terzo Valico dei Giovi»;
pur riconoscendo l'importanza di tali interventi di manutenzione e potenziamento dell'infrastruttura in questione, è inevitabile sottolineare che tali limitazioni avranno un impatto significativo su migliaia di pendolari che quotidianamente si spostano dall'Oltrepò Pavese a Milano per motivi di lavoro, studio o altre necessità;
sembra, quindi, fondamentale garantire soluzioni di viabilità efficaci per assicurare il diritto alla mobilità dei cittadini e ridurre al minimo i disagi durante il periodo dei lavori –:
quali iniziative di competenza intenda adottare per garantire la continuità dei collegamenti tra l'Oltrepò Pavese e Milano durante i lavori sul ponte sul Po di Bressana Bottarone, ivi inclusi il potenziamento del trasporto pubblico, un'efficace gestione del traffico stradale e un'adeguata informazione ai cittadini;
se le operazioni descritte in premessa siano state concordate previo coinvolgimento dei rappresentanti dei pendolari.
(5-03761)
Interrogazione a risposta scritta:
ZANELLA. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
per i lavori di potenziamento infrastrutturale e tecnologico per l'elettrificazione della linea ferroviaria Trento-Bassano del Grappa da parte di Rete ferroviaria italiana (gruppo Fs Italiane) la circolazione ferroviaria sarà interrotta fra le stazioni di Trento e Borgo Valsugana Centro dalle ore 00:01 del 22 febbraio alle ore 23:59 dell'8 dicembre 2025;
per i lavori del lotto n. 1, il periodo di chiusura delle linee e la sostituzione con bus produrrà notevoli disagi a studenti, lavoratori e turisti e risulterà critico il trasporto bici, tanto più che, sotto tale ultimo aspetto, a bordo degli autobus non ne è consentito il trasporto;
anche attraverso l'azione del «coordinamento mobilità sostenibile Trentino-Veneto», di cittadini ed amministratori del Trentino e del Veneto, l'interrogante ha appreso, da un comunicato, che questi propongono di revisionare l'attuale cronoprogramma del progetto esecutivo del primo lotto dei lavori, introducendo il lavoro notturno, quando la circolazione dei treni è normalmente sospesa, limitando l'interruzione totale prolungata della linea ai soli periodi strettamente necessari al ripristino dell'agibilità del binario, proponendo altresì di utilizzare bus sostitutivi attrezzati per il trasporto di un congruo numero di biciclette, in modo da limitare il disagio dovuto alla sospensione di tale servizio;
agli assessori regionali alle infrastrutture e turismo è stato chiesto di consentire la effettiva, urgente e libera fruizione della ciclovia del brenta, in quanto questa potrebbe consentire di ovviare, almeno in parte, alle difficoltà derivanti dalla sospensione ferroviaria nelle tratte interessate;
il coordinamento mobilità sostenibile Trentino-Veneto sta inoltre approfondendo le possibilità per il potenziamento vero della linea ferroviaria della Valsugana con il raddoppio per lotti dei binari e la completa elettrificazione, e in tal senso appare necessario reperire i finanziamenti per potenziare il corridoio est di accesso al Trentino per una vera connessione con il Veneto, in alternativa al completamento della Valdastico Nord A31 e ricordato, a tal proposito, che l'articolo 11 (Trasporto su strada) del protocollo di attuazione della convenzione delle Alpi del 1991 nell'ambito dei trasporti – Protocollo sui trasporti, sottopone a condizionalità la realizzazione di progetti stradali di grande comunicazione per il trasporto intraalpino, prevedendo, tra l'altro, la preliminare valutazione a che le esigenze di capacità di trasporto non possano essere soddisfatte né tramite un migliore sfruttamento delle capacità stradali e ferroviarie esistenti, né potenziando o costruendo infrastrutture ferroviarie e di navigazione, né migliorando il trasporto combinato o adottando altri interventi di organizzazione dei trasporti –:
se il Ministro interrogato intenda attivarsi, per quanto di competenza, e in raccordo con la regione Veneto;
1) con Rfi per valutare e attuare modifiche al cronoprogramma del progetto esecutivo del Lotto 1, in modo da creare minori aggravi ai pendolari;
2) con Rfi per l'approntamento sugli autobus sostitutivi di carrelli o altro analogo mezzo per il trasporto delle biciclette;
3) per valutare, in alternativa al completamento della Valdastico Nord A31, progettualità più sostenibili dal punto di vista ambientale, quale il potenziamento della linea ferroviaria della Valsugana con il raddoppio per lotti dei binari e la sua completa elettrificazione;
4) per chiarire quale sia lo stato dell'arte della ciclovia del Brenta.
(4-04642)
INTERNO
Interrogazione a risposta in Commissione:
MATONE. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:
il 15 marzo 2025 si è tenuta in Piazza del Popolo (Roma) La manifestazione «Una Piazza per l'Europa – Tante città, un'unica voce», che è stata presentata come un evento spontaneo ma che, come emerge dalla determina dirigenziale RH/739/2025, è stata organizzata e finanziata da Roma Capitale, con un costo per la cittadinanza di 270 mila euro;
l'evento è stato interamente finanziato da Roma Capitale per palco, impianto audio e video, transenne, sospensione della Ztl, pulizia straordinaria e impiego della polizia locale, senza alcuna comunicazione preventiva ai cittadini;
secondo fonti di stampa (Libero del 18 marzo 2025), anche l'Università di Parma ha organizzato e finanziato pullman per trasportare studenti e personale a Roma, con possibili costi a carico di fondi pubblici;
a giudizio dell'interrogante l'impiego di fondi pubblici per eventi a forte caratterizzazione politica solleva interrogativi sulla trasparenza e sull'equità nell'uso delle risorse del comune di Roma;
come noto, in materia di ordinamento finanziario e contabile degli enti locali, vige a livello generale la necessità di motivare le scelte effettuate nell'ambito di ogni programma di spesa, nonché di individuare le risorse finanziarie e strumentali a esso destinate, nel rispetto dei princìpi di trasparenza e corretta gestione delle risorse pubbliche;
risulta all'interrogante che, in passato, il sindaco abbia negato l'utilizzo di sale istituzionali in Campidoglio ad associazioni che affrontavano temi ritenuti «divisivi», arrivando a modificare il regolamento di concessione delle sale di Palazzo Senatorio per impedire l'uso a realtà non allineate alla sua visione politica (si veda il caso del convegno sul termovalorizzatore), dimostrando a giudizio dell'interrogante come il sindaco Gualtieri scelga arbitrariamente di negare spazi istituzionali a iniziative non a lui gradite e, contemporaneamente, consenta l'utilizzo di risorse pubbliche per gli eventi da lui condivisi –:
di quali elementi dispongano in relazione a quanto esposto in premessa e se non ritengano di valutare la sussistenza dei presupposti per avviare iniziative ispettive di competenza al riguardo.
(5-03760)
Interrogazioni a risposta scritta:
MANZI e CURTI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
nelle scorse settimane si è verificato un fatto politico rilevante presso il comune di Urbino, ovvero il 28 febbraio il sindaco Maurizio Gambini ha protocollato le dimissioni motivandole con l'impossibilità di procedere con l'azione amministrativa e per motivi personali;
il 15 marzo 2025 tre consiglieri comunali appartenenti allo stesso gruppo consiliare (Urbino rinascimenti) si sono dimessi in blocco;
tale decisione, assunta in modo coordinato e simultaneo, ha generato interrogativi e preoccupazioni tra cittadini e osservatori locali riguardo le motivazioni alla base di tale gesto;
da fonti di stampa e da dichiarazioni circolate sui social e nei media locali emergono voci non confermate circa presunte pressioni, condizionamenti esterni o addirittura possibili ricatti nei confronti dei consiglieri coinvolti;
la trasparenza e il regolare funzionamento degli organi democraticamente eletti a livello comunale costituiscono un elemento imprescindibile per la fiducia dei cittadini nelle istituzioni –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti avvenuti presso il comune di Urbino e, in particolare, delle motivazioni ufficialmente comunicate dai consiglieri dimissionari;
se risulti, per quanto di competenza, che siano stati segnalati alle autorità eventuali episodi di pressione indebita, minacce o ricatti nei confronti dei consiglieri comunali interessati;
quali iniziative di competenza intenda adottare affinché vi sia piena trasparenza sulla vicenda e sia salvaguardata l'autonomia e la serenità dell'attività politica e amministrativa del comune di Urbino.
(4-04638)
CARMINA e MORFINO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
il quartiere Zen di Palermo costituisce un'area caratterizzata da un elevato indice di criminalità e da una storica presenza di organizzazioni mafiose che esercitano un controllo radicato sul territorio;
in data 14 febbraio 2024, una vasta operazione delle forze dell'ordine ha condotto all'arresto di 181 soggetti affiliati a Cosa Nostra, determinando un significativo indebolimento delle strutture di comando della criminalità organizzata e, di conseguenza, un potenziale riassetto degli equilibri interni;
successivamente a tale operazione, il quartiere Zen è stato teatro di una progressiva recrudescenza di episodi di violenza che, sulla base delle prime ricostruzioni investigative, sembrerebbero riconducibili a una lotta intestina per il controllo delle attività illecite sul territorio;
tra gli episodi più allarmanti si segnalano l'accoltellamento di un giovane di 31 anni, la gambizzazione con arma da fuoco di un altro, l'incendio doloso di veicoli in sosta e diversi episodi di intimidazione armata, tra cui esplosioni di colpi d'arma da fuoco contro un'abitazione e un'autovettura parcheggiata;
tali eventi testimoniano un grave deterioramento delle condizioni di sicurezza pubblica e destano profonda preoccupazione per l'ordine e l'incolumità dei residenti;
episodi di microcriminalità (principalmente furti e atti vandalici a scuole e uffici amministrativi) di recente, si sono verificati anche presso il quartiere Borgo Nuovo;
la recrudescenza della violenza nel quartiere Zen impone un rafforzamento delle misure di prevenzione e contrasto al fine di evitare che si determini un nuovo assetto criminale fondato su un rinnovato sistema di potere mafioso –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza della grave escalation di violenza che ha colpito i quartieri Zen e Borgo Nuovo di Palermo e delle conseguenze che essa sta generando in termini di sicurezza pubblica;
quali iniziative urgenti si intendano adottare per garantire un adeguato presidio delle forze dell'ordine nei citati quartieri e per prevenire ulteriori episodi di violenza;
se, in considerazione di tale escalation, siano in corso specifiche iniziative di competenza volte a mappare le nuove dinamiche di riorganizzazione criminale sul territorio;
quali strategie il Governo intenda attuare per prevenire la riorganizzazione delle consorterie mafiose, con particolare riferimento al contrasto delle attività illecite quali lo spaccio di stupefacenti e le estorsioni;
se siano previsti interventi strutturali volti alla riqualificazione economica e sociale dei quartieri Zen e Borgo Nuovo, al fine di sottrarre fasce vulnerabili della popolazione all'influenza della criminalità organizzata e promuovere un'efficace strategia di prevenzione della devianza giovanile.
(4-04643)
ISTRUZIONE E MERITO
Interrogazione a risposta scritta:
MANES. — Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
per le assunzioni dei vincitori del concorso a cattedre nella scuola secondaria cosiddetto PNRR 1, effettuate a tempo determinato nell'anno scolastico 2024-2025 (come previsto dal decreto legislativo n. 59 del 2017) occorre, per la successiva conferma in ruolo dall'anno scolastico 2025-2026, l'apposita abilitazione all'insegnamento;
gli aspiranti dovranno conseguire necessariamente la prescritta abilitazione all'insegnamento entro il 31 agosto 2025, previa la frequenza di appositi corsi abilitanti solo recentemente autorizzati dal Ministro dell'università con decreto ministeriale n. 156 del 24 febbraio 2025. Tali corsi si svolgeranno nelle università italiane nel breve periodo compreso tra aprile ed agosto 2025;
i suddetti corsi universitari prevedono l'obbligo di frequenza obbligatorio il cui mancato assolvimento pregiudica la possibilità di conseguire il titolo finale. I corsi, inoltre, comprendono anche l'attività di tirocinio diretto, il cui espletamento si configura come attività lavorativa cui non possono essere adibite le gestanti;
è da rilevare che né il decreto legislativo n. 59 del 2017, né il decreto ministeriale n. 205 del 2023 , né il decreto dipartimentale n. 2575 del 2023 prevedono alcuna possibilità di deroga alla scadenza del 31 agosto 2025, oltre il quale l'aspirante vincitore di concorso, che non abbia conseguito l'abilitazione all'insegnamento perde il diritto alla conferma in ruolo;
pertanto, a parere dell'interrogante, risulta grave ed imminente il rischio che corrono le lavoratrici aspiranti all'abilitazione ed alla conferma in ruolo che si trovino in gestazione ed in particolare nel periodo di astensione obbligatoria e/o anticipata di cui al decreto legislativo n. 151 del 2001 –:
quali iniziative intenda adottare per tutelare la particolare condizione delle vincitrici di concorso assunte a tempo determinato nel corrente anno scolastico che si trovano in gestazione e, quindi, nell'impossibilità di adempiere ai corsi per l'abilitazione all'insegnamento, tenuto conto anche del fatto che la normativa scolastica prevede appositi istituti di tutela per situazioni analoghe (come per esempio nel caso di gestazione durante l'anno iniziale di formazione e prova).
(4-04634)
SALUTE
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
XII Commissione:
QUARTINI, MARIANNA RICCIARDI, SPORTIELLO e DI LAURO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
l'ordinanza n. 33394 del 19 dicembre 2024 della Corte di cassazione rappresenta una svolta significativa per le famiglie che assistono persone affette da Alzheimer o demenza senile poiché ha stabilito che le rette Rsa per questi pazienti devono essere interamente a carico del Servizio sanitario nazionale (Ssn), sollevando così le famiglie da oneri economici spesso insostenibili secondo l'ordinanza, le prestazioni socio-assistenziali per pazienti con malattie come l'Alzheimer sono inscindibilmente connesse a quelle sanitarie e questo implica che l'intero costo di permanenza nelle Rsa debba gravare sul Ssn includendo sia le cure sanitarie che l'assistenza quotidiana;
secondo uno studio dell'istituto superiore di sanità sull'impatto economico dell'Alzheimer, i costi dell'assistenza possono rappresentare un grave onere per le famiglie italiane, incidendo sia sulle spese sanitarie che su quelle per il supporto domiciliare;
la sentenza rappresenta un passo avanti fondamentale e sono diversi procedimenti giudiziari pendenti per tante famiglie ed è necessaria una legge nazionale che disciplini in modo chiaro e univoco l'esenzione delle rette Rsa per i malati di Alzheimer al fine di superare le disuguaglianze nell'applicazione della sentenza tra le diverse regioni;
l'articolo 30 della legge 27 dicembre 1983, n. 730 prevede esplicitamente che per l'esercizio delle proprie competenze nelle attività di tipo socio-assistenziale, gli enti locali e le regioni possono avvalersi, in tutto o in parte, delle unità sanitarie locali, facendosi completamente carico del relativo finanziamento. Sono a carico del fondo sanitario nazionale gli oneri delle attività di rilievo sanitario connesse con quelle socio-assistenziali. Le unità sanitarie locali tengono separata contabilità per le funzioni di tipo socio-assistenziale ad esse delegate –:
se intenda adottare iniziative di carattere normativo volte a sostenere i malati di Alzheimer o pazienti analoghi disciplinando in modo chiaro e univoco l'esenzione integrale delle rette Rsa, al fine di superare le disuguaglianze tra le diverse regioni, respingendo qualsiasi tentativo volto a scindere surrettiziamente l'assistenza sociale da quella sanitaria, con quello che appare agli interroganti il precipuo scopo di far cassa sulle persone più fragili e sulle loro famiglie.
(5-03754)
ZANELLA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
il decreto legislativo 29 luglio 2003, n. 267 ha recepito le direttive 1999/74/CE e 2002/4/CE, stabilendo norme per la protezione delle galline ovaiole, la registrazione degli allevamenti e le condizioni tecniche delle gabbie;
ad oggi, oltre il 35 per cento delle galline ovaiole in Italia è ancora allevato in sistemi di gabbia, nonostante la crescente domanda dei consumatori per uova da allevamenti senza gabbie; a giugno 2021, la Commissione europea, sulla base del successo dell'iniziativa dei Cittadini europei (ICE) «End The Cage Age», firmata da 1,4 milioni di cittadini, ha annunciato l'intenzione di vietare l'uso delle gabbie per le galline ovaiole e altre specie entro il 2027. Tale decisione è stata ribadita dal nuovo Commissario alla salute e al benessere animale, Olivér Várhelyi;
il 21 febbraio 2023, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha pubblicato un parere sul benessere delle galline ovaiole, raccomandando di evitare mutilazioni, restrizioni alimentari allevamenti in gabbia, evidenziando come questi ultimi incidono negativamente sul benessere animale e sulla sicurezza alimentare;
un ulteriore problema legato agli allevamenti avicoli è la diffusione di malattie zoonotiche, come l'influenza aviaria. La densità elevata di animali e le condizioni di stress favoriscono infatti la trasmissione dei virus; in Europa si sono verificati numerosi focolai di influenza aviaria altamente patogena (HPAI), con milioni di abbattimenti di volatili per contenere il contagio. Solo nel 2024 si sono registrati 81 casi di contagio umano da aviaria a livello mondiale;
il 15 marzo 2025, la trasmissione «Indovina chi viene a Cena» su Rai 3 ha mostrato un servizio con immagini raccolte dagli investigatori di Essere Animali ETS tra il 2022 e il 2024, documentando problematiche sanitarie e di benessere animale negli allevamenti in gabbia e le pratiche di abbattimento per l'influenza aviaria;
alcuni Stati membri dell'Unione europea, tra cui Germania, Austria, Slovenia e Lussemburgo, hanno già adottato misure per vietare o limitare gli allevamenti in gabbia, riconoscendone i rischi sanitari e il danno al benessere animale –:
quali iniziative di competenza intenda adottare per accelerare la transizione verso sistemi di allevamento senza gabbie in Italia, garantendo quindi standard più elevati di benessere animale e misure di prevenzione sanitaria e sicurezza alimentare nel settore avicolo.
(5-03755)
PATRIARCA e BENIGNI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
le malattie renali rare costituiscono un gruppo eterogeneo di patologie che compromettono gravemente la funzione renale e possono evolvere verso l'insufficienza renale terminale, con un impatto significativo sulla qualità di vita dei pazienti e sulle risorse del Servizio sanitario nazionale; una delle forme più rilevanti è rappresentata dalla nefropatia da immunoglobulina A (IgAN), con un'incidenza stimata in Italia di 0,84 casi su 100.000 abitanti e una prevalenza di 2,8 casi su 10.000 abitanti;
l'IgAN è caratterizzata dall'accumulo di immunoglobuline A patogeniche nei glomeruli renali, compromettendo progressivamente la capacità di filtrazione del sangue fino all'insufficienza renale terminale, con una progressione particolarmente rapida rispetto ad altre patologie renali croniche; recenti studi condotti dalla American society of nephrology hanno dimostrato che il 50 per cento, dei pazienti con IgAN raggiunga l'insufficienza renale terminale entro 10-15 anni dalla diagnosi e che l'80 per cento arrivi a questo stadio entro 30 anni, con un conseguente impatto sui costi sanitari e sulla necessità di trattamenti sostitutivi della funzione renale, quali dialisi o trapianto;
oltre al danno renale, la malattia è associata a un elevato rischio di comorbilità cardiovascolari e a un significativo impatto psicologico, dovuto alla consapevolezza della progressione della patologia e alla prospettiva di dover affrontare terapie invasive;
attualmente, le opzioni terapeutiche per la nefropatia da IgA sono limitate, nonostante lo sviluppo di trattamenti innovativi che potrebbero modificare il decorso della malattia. Inoltre, l'accesso a tali terapie è spesso ostacolato da barriere regolatorie e di rimborsabilità, come dimostra il recente inserimento in Classe C di un trattamento specifico per l'IgAN, che ne impedisce la rimborsabilità e, di conseguenza, l'accesso per molti pazienti;
la diagnosi precoce delle malattie renali rare, attraverso percorsi di screening adeguati, congiuntamente a un adeguato supporto psicologico, rappresenterebbero un elemento cruciale per migliorare la gestione clinica dei pazienti e l'impatto emotivo della diagnosi e per rallentare la progressione della malattia –:
se il Governo intenda adottare iniziative di competenza per fronteggiare e diagnosticare precocemente le malattie renali rare di cui in premessa.
(5-03756)
MALAVASI, FURFARO, GIRELLI, CIANI e SCOTTO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
sin dall'istituzione del Servizio sanitario nazionale l'ordinamento giuridico italiano attribuisce alle Aziende sanitarie la copertura finanziaria delle prestazioni sociosanitarie, ivi comprese quelle socio-assistenziali, qualora strettamente connesse a trattamenti sanitari;
tale principio assume una particolare rilevanza economica per quanto concerne l'erogazione di prestazioni residenziali di lungo assistenza rivolte a soggetti affetti da disabilità grave o gravissima, nonché ad anziani non autosufficienti con patologie cronico-degenerative (quali, a titolo esemplificativo, il morbo di Alzheimer), per i quali l'integrazione tra cure sanitarie e assistenziali risulta inscindibile;
nonostante l'elevato onere economico derivante da tali prestazioni (le retti mensili si attestano generalmente tra i 3.000 e i 4.000 euro), è noto che la giurisprudenza della Corte di Cassazione e del Consiglio di Stato ha costantemente ribadito che tali costi siano a carico del Servizio sanitario nazionale e, conseguentemente, delle Aziende sanitarie, anche qualora l'erogazione avvenga in regime di lungo assistenza (ex articolo 3-septies del decreto legislativo n. 502 del 1992);
le reiterate contestazioni avanzate dagli enti erogatori e dalle Aziende sanitarie, la consolidata interpretazione della Suprema Corte hanno determinato un incremento del contenzioso, con una crescente attenzione mediatica sulla questione;
attualmente il Governo e la maggioranza stanno valutando l'opportunità di modificare il principio per cui l'ordinamento giuridico italiano attribuisce alle Aziende sanitarie la copertura finanziaria delle prestazioni sociosanitarie, ivi comprese quelle socio-assistenziali, qualora strettamente connesse a trattamenti sanitari facendo ricadere i maggiori oneri sui comuni e sui pazienti e le loro famiglie;
ancora una volta, se tali modifiche dovessero andare in porto, con l'obiettivo finale di escludere le prestazioni residenziali sociosanitarie per gli anziani non autosufficienti dalla copertura del Fsn, limitandola esclusivamente alle prestazioni sanitarie, a rimetterci sarebbero solo le persone anziane malate e non autosufficienti e le loro famiglie costrette a sobbarcarsi nuove spese;
è dimostrato che la popolazione anziana è sempre più affetta da pluripatologie croniche degenerative per le quali le cure sanitarie e socio sanitarie devono essere riconosciute e non tagliate –:
quali misure urgenti il Ministro interrogato intenda adottare affinché sia scongiurata l'ipotesi in premessa e che i costi delle prestazioni sociosanitarie, ivi comprese quelle socio-assistenziali, qualora strettamente connesse a trattamenti sanitari non ricadano sui cittadini e le loro famiglie ma rimangano a carico del Servizio sanitario nazionale.
(5-03757)
Interrogazioni a risposta scritta:
CARMINA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
con interrogazione a risposta scritta n. 4-04488 allegata al resoconto della seduta n. 438 del 3 marzo 2025, sono stati rilevati i gravi ritardi dell'Asp di Trapani nell'emanazione dei referti degli esami istologici con un'attesa che in diversi casi si è protratta fino a 8 mesi;
è noto all'interrogante che risulta tuttora in corso l'indagine da parte degli ispettori inviati dal Ministro interrogato finalizzata a verificare eventuali inadempienze e responsabilità riferite ai suddetti ritardi che hanno coinvolto circa 3.000 esami istologici;
a far data dalla notizia originaria, risulta che le diverse aziende sanitarie siciliane abbiano smaltito oltre 3.000 esami arretrati e non ancora processati dall'Asp di Trapani;
risulta all'interrogante che tali inaccettabili tempistiche medie di refertazione non abbiano interessato il processo di accertamento medico effettuato a partire dal 2020 dal boss della mafia – all'epoca latitante – Matteo Messina Denaro, sotto falso nome, pur sempre all'interno delle strutture sanitarie nell'ambito della medesima Asp di Trapani;
a seguito di una colonscopia effettuata in data 3 novembre 2020 presso uno studio privato di Marsala e dell'immediato invio del campione del tessuto prelevato all'ospedale di Castelvetrano per il conseguente esame istologico, il referto da parte del dirigente patologo dell'ospedale perveniva già in data 5 novembre 2020 confermando la presenza del carcinoma al colon sigmoideo. In data 6 novembre 2020, dopo sole 48 ore dal prelievo del tessuto, Messina Denaro veniva visitato dal responsabile della chirurgia generale che disponeva il ricovero del paziente Andrea Bonafede chiedendo l'emissione di una scheda di accesso in ospedale da parte del medico di medicina generale, già anticipata dal medico di base, dottor Tombarello. Successivamente, in data 9 novembre 2020 (a sei giorni di distanza dalla prima colonscopia) perveniva il via libera per il ricovero. L'operazione veniva effettuata in data 13 novembre 2020 e il paziente dimesso dopo 5 giorni di degenza, in data 18 novembre;
l'iter di accertamento, secondo le tempistiche sopradescritte contenute nelle conclusioni del pubblico ministero, Gianluca De Leo, nell'ambito del procedimento a carico del medico di base, dottor Alfonso Tombarello, è stato ritenuto dalla Direzione distrettuale antimafia «palesemente agevolato»; ai sensi del combinato disposto di cui agli articoli 3 e 32 della Costituzione, l'accesso alle cure mediche deve avvenire in condizioni di parità tra tutti i cittadini, senza distinzione alcuna –:
quali siano gli effettivi motivi alla base dei cronici e inaccettabili ritardi nella refertazione già denunciati con atto ispettivo n. 4-04488, tenendo in considerazione la capacità di completare l'intero smaltimento degli oltre 3.000 esami arretrati nell'arco di pochi giorni;
se non ritenga, nell'ambito dell'indagine da parte degli ispettori in corso presso l'Asp di Trapani, di dover accertare eventuali responsabilità amministrative connesse all'eventuale esistenza di prassi riguardanti il possibile trattamento differenziato e privilegiato nei confronti di taluni pazienti, con compromissione del principio di uguaglianza nell'accesso alle cure mediche.
(4-04633)
ASCARI, CARMINA, CHERCHI, BARZOTTI, AIELLO, BRUNO, ORRICO, AMATO, D'ORSO, GUBITOSA, CAFIERO DE RAHO, QUARTINI, AURIEMMA, DONNO, ILARIA FONTANA, L'ABBATE, CAROTENUTO, ALIFANO, DELL'OLIO, IARIA, LOMUTI, FEDE, TORTO, RAFFA, PENZA e FERRARA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
la Fip (Peritonite infettiva felina) è una malattia virale grave che colpisce i gatti ed è considerata quasi sempre fatale senza un trattamento adeguato;
recentemente (2020) si è diffusa la notizia relativa all'utilizzo di due farmaci, uno americano Remdesivir e l'altro farmaco cinese il GS-441524, che sembrerebbero efficaci contro la Fip, ma che attualmente non sono autorizzati per l'uso veterinario in Italia;
secondo quanto riportato da un articolo pubblicato su La Stampa - La Zampa l'11 febbraio 2025, numerosi proprietari di gatti affetti da Fip sarebbero costretti a ricorrere all'acquisto illegale di tale farmaco tramite canali non ufficiali, esponendosi a rischi legali e sanitari;
anche gli ordini dei veterinari hanno recentemente fatto un appello pubblico per chiedere, espressamente la possibilità di utilizzare questo farmaco;
l'assenza di un trattamento ufficialmente riconosciuto in Italia pone veterinari e proprietari in una situazione di difficoltà, con conseguenze gravi per la salute e il benessere degli animali;
in alcuni Paesi, come gli Stati Uniti e il Regno Unito, si stanno valutando protocolli per l'utilizzo controllato di tale farmaco;
la Federazione dei veterinari europei (Fve) ha recentemente evidenziato le opportunità e le sfide legate al trattamento della Fip in Europa, riconoscendo la necessità di regolamentare l'uso di farmaci efficaci;
un documento della Fve ha sottolineato la possibilità di accesso ai trattamenti per la Fip nei Paesi dell'Unione europea, evidenziando come l'Italia debba adeguarsi alle più recenti evidenze scientifiche e normative in materia;
un'importante petizione promossa dall'oasi felina di Pianoro ha raccolto più di 30 mila firme per chiedere l'approvazione del GS-441524, evidenziando il forte interesse pubblico per una regolamentazione del farmaco;
per le caratteristiche coronavirus felino (FCoV), è auspicabile che non venga perseguita la strada di un vaccino, la cui efficacia è stata finora dubbia, ma che si proceda con la registrazione e l'importazione di un farmaco efficace, già prodotto e disponibile –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di questa situazione e quali valutazioni di competenza siano state fatte in merito all'efficacia e sicurezza del farmaco GS-441524 per il trattamento della Fip nei gatti;
se siano in corso e quali siano gli studi o le procedure di autorizzazione per l'immissione in commercio di farmaci efficaci contro la Fip, al fine di evitare il ricorso al mercato illegale da parte dei cittadini e delle cittadine;
se non ritenga opportuno, per quanto di competenza, avviare un confronto con l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) affinché siano accelerate l'eventuale sperimentazione e approvazione del farmaco;
quali iniziative intenda adottare per tutelare i proprietari di animali che, disperati per la malattia dei propri gatti, si trovano costretti ad affidarsi a canali non regolamentati per reperire il farmaco;
se non ritenga necessario istituire un tavolo tecnico con esperti veterinari e associazioni di tutela animale per individuare soluzioni che possano garantire l'accesso sicuro a trattamenti efficaci contro la Fip in Italia.
(4-04635)
SIMIANI. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
la legge di bilancio 2025 (legge 30 dicembre 2024, n. 207, articolo 1, comma 317) ha previsto l'obbligatorietà, dal 1° gennaio 2025, del rilascio di tutte le prescrizioni di prestazioni sanitarie in formato elettronico;
la norma in questione non ha tenuto conto della situazione di comparti specifici, come quello termale, dove le prescrizioni per cure termali, che sono tuttora inserite nei Lea, devono essere ancora rilasciate in forma cartacea, non essendo stata ancora introdotta la ricetta dematerializzata per le cure termali, nonostante i lavori del tavolo tecnico Ministero della salute/regioni/Federterme, per sua la realizzazione si siano conclusi ormai all'inizio del 2022;
il decreto di aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), preliminare all'attuazione della ricetta dematerializzata nel settore termale – che non determinerebbe alcun costo aggiuntivo per il Servizio sanitario nazionale – risulta bloccato presso gli uffici del Ministero dell'economia e delle finanze per questioni totalmente estranee al comparto termale;
l'assenza della ricetta dematerializzata sta impedendo a moltissimi medici di rilasciare prescrizioni per cure termali, anche a causa del progressivo ritiro dei ricettari cartacei da parte delle regioni;
l'impossibilità di emettere prescrizioni dematerializzate per le cure termali sta determinando un grave disagio per i cittadini che necessitano di tali trattamenti, compromettendo il loro diritto all'accesso alle cure;
le imprese del settore termale stanno subendo pesanti ripercussioni economiche e occupazionali, con possibili riduzioni sia dei periodi lavorati che dei posti di lavoro, con conseguente maggior ricorso agli ammortizzatori sociali –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza della situazione espressa in premessa e delle gravi ripercussioni che stia generando sul diritto alla salute dei cittadini e sulla stabilità occupazionale del settore termale;
quali siano le motivazioni che impediscano l'adozione immediata del provvedimento necessario a consentire la prescrizione elettronica delle cure termali;
se non ritengano conseguentemente urgente ed opportuno adottare iniziative urgenti che consentano l'immediata applicazione della ricetta dematerializzata per le prestazioni termali, anche in considerazione del fatto che tale misura non comporta costi aggiuntivi per il Servizio sanitario nazionale;
quali iniziative di competenza intendano assumere per garantire che il settore termale non subisca ulteriori penalizzazioni derivanti da ritardi burocratici nell'adozione delle necessarie misure attuative.
(4-04636)
UNIVERSITÀ E RICERCA
Interrogazione a risposta in Commissione:
CASO e BALDINO. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
la Missione 4 Componente 2 del PNRR «Dalla ricerca all'impresa» mira a sostenere gli investimenti in ricerca e sviluppo, a promuovere l'innovazione e la diffusione delle tecnologie, a rafforzare le competenze, favorendo la transizione verso una economia basata sulla conoscenza;
in particolare, l'investimento 1.2 «Finanziamento di progetti presentati da giovani ricercatori» ha l'obiettivo di fornire nuove opportunità ai giovani ricercatori, al fine di offrire loro concrete possibilità di crescita professionale;
il target M4C2-1, che prevedeva l'assegnazione di una borsa di ricerca, nonché l'assunzione, di almeno 300 giovani ricercatori è stato rivisto dalla decisione del Consiglio Ue – 16051/23 dell'8 dicembre 2023, la quale ha modificato la descrizione della misura e ha introdotto il target M4C2-1-bis, che prevede l'assegnazione di una borsa di ricerca, nonché l'assunzione, di almeno 850 giovani ricercatori;
il 20 febbraio 2025 è stato pubblicato il decreto n. 47 per l'assunzione di ricercatori internazionali post-dottorato, prevedendo una dotazione finanziaria pari a 37,5 milioni di euro per finanziare l'assunzione di almeno 250 giovani ricercatori post-dottorato, assegnando loro un contributo fino a 150.000 euro;
l'articolo 2 del decreto, al comma 2, prevede un requisito per poter accedere al contributo abbastanza stringente, in quanto si prevede che potranno accedere al finanziamento i ricercatori che abbiano concluso il percorso dottorale avendo svolto un periodo di formazione e ricerca all'estero di almeno tre mesi;
tale conditio sine qua non sembrerebbe eccessivamente restrittiva, considerato che molti giovani che hanno svolto il percorso di dottorato durante il periodo della pandemia da COVID-19 sono stati costretti a rinunciare alla mobilità a causa del lockdown;
tuttavia, gli stessi ricercatori hanno attivamente collaborato con istituti esteri attraverso lo smart working e molti di loro, nel loro attuale percorso post-doc, stanno svolgendo attività di mobilità sul territorio nazionale –:
se il Ministro interrogato, per quanto di competenza, intenda adottare tutte le iniziative necessarie per modificare il criterio suesposto, giudicato eccessivamente restrittivo, al fine di tenere conto delle difficoltà riscontrate dai giovani ricercatori durante il periodo del lockdown, nonché di tutte le forme di mobilità previste, nazionali e/o internazionali.
(5-03759)
Apposizione di firme ad interrogazioni.
L'interrogazione a risposta immediata in Assemblea Bignami n. 3-01822, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 18 marzo 2025, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Gabellone.
L'interrogazione a risposta immediata in Commissione Bonelli n. 5-03750, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 18 marzo 2025, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Zanella.