XIX LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 470 di mercoledì 23 aprile 2025
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI
La seduta comincia alle 11,20.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ALESSANDRO COLUCCI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 93, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 marzo 2025, n. 25, recante disposizioni urgenti in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni (A.C. 2308-A).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2308-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 marzo 2025, n. 25, recante disposizioni urgenti in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni.
Ricordo che nella seduta del 22 aprile il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame, nel testo delle Commissioni, comprensivo dell'errata corrige.
Ricordo altresì che, secondo quanto previsto dal vigente calendario dei lavori dell'Assemblea, dopo le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia, avrà luogo la votazione per appello nominale a partire dalle ore 13 e che, dopo tale votazione a partire dalle ore 17,30, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24 ed eventualmente nella giornata di giovedì 24 aprile dopo l'esame del Documento di finanza pubblica, avranno luogo le successive fasi di esame del provvedimento, sino alla sua conclusione.
(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 2308-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Filiberto Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, colleghe e colleghi, siamo ancora una volta a discutere la richiesta della fiducia posta dal Governo di destra del nostro Paese, dal Governo Meloni, una fiducia che ricorrentemente viene chiesta in quest'Aula, in modo assolutamente anomalo. Non voglio ricordare i molteplici richiami da parte del Presidente della Repubblica rispetto ad un uso sempre più spregiudicato - diciamo così - della fiducia, che sostanzialmente elimina la possibilità, da parte di questo Parlamento, di partecipare alla discussione su problemi fondamentali, come questo che stiamo discutendo oggi sulla pubblica amministrazione, e che evita la possibilità ad ogni gruppo di dare il proprio contributo e di migliorare i provvedimenti. Una destra, quindi, che non ha alcuna capacità di ascolto, alcuna capacità di confronto, anche quando è in discussione una questione fondamentale per il futuro del nostro Paese, quale, appunto, la vicenda legata alla pubblica amministrazione.
Ora viviamo un momento drammatico nella storia globale del nostro pianeta, un momento di grandi guerre e di grandi scontri, una crisi incredibile che si sta non soltanto profilando ma che si sta realizzando sotto i nostri occhi, un cambiamento epocale a livello globale. Di fronte a questo cambiamento globale, sarebbe stato necessario un Governo che avesse avuto la capacità di saper indicare al nostro Paese una strada all'interno dell'Unione europea, un Governo lungimirante, un Governo capace di comprendere. In realtà, noi abbiamo semplicemente un Governo che ha deciso di far finta di non vedere quello che sta accadendo, come se su quello che sta accadendo a livello globale non abbia alcuna responsabilità. Abbiamo visto ieri le nuove previsioni di crescita del Paese, che sono state ridotte allo 0,4 per cento. Ma perché avviene questo, signor Ministro? Perché avviene questo, signor Presidente? Perché c'è qualcuno, dall'altra parte del mondo, un sovranista come voi, peraltro, che interpreta il sovranismo alla sua maniera, cioè quella di cercare di fare sempre più ricco il proprio Paese non pensando a quello che accade fuori dai confini della propria Nazione e Donald Trump sta facendo esattamente questo. Donald Trump è responsabile di una crisi a livello mondiale di portata incredibile: è responsabile di quella mancata crescita del nostro Paese; è responsabile del fatto che noi continuiamo a comprare gas liquido dagli Stati Uniti d'America pagandolo cinque volte rispetto a quanto costava prima della guerra in Ucraina. Il Governo americano pretende, con la violenza e con la prepotenza, di imporre delle regole che possano obbligare i Paesi europei a continuare a comprare armi, sempre in maggior numero, dagli Stati Uniti d'America, e pretende che si compri ancora più gas liquido dagli Stati Uniti d'America a prescindere dai costi di mercato.
Rispetto a tutto questo, il Governo Meloni è sostanzialmente passivo. Addirittura noi ascoltiamo, a volte veramente attoniti, le dichiarazioni del Vicepremier Salvini, della stessa Meloni, i quali non soltanto esaltano le posizioni politiche del sovranista di destra Donald Trump, ma addirittura ne sostengono le posizioni, a scapito dei nostri diritti, a scapito degli interessi del nostro Paese, a scapito degli interessi delle cittadine e dei cittadini del nostro Paese, che stanno già pagando il prezzo di queste scelte assolutamente scellerate.
Penso che sarebbe stato necessario che ci fosse stato da parte del Governo un atteggiamento diverso rispetto a tutto questo. Un atteggiamento che andasse a tutelare le nostre aziende, che andasse a tutelare le nostre imprese, che difendesse i nostri posti di lavoro, che difendesse la nostra industria, che facesse in modo che la nostra agricoltura potesse avere non soltanto una difesa, ma addirittura un rilancio sul mercato internazionale, che rafforzasse le nostre posizioni politiche. Questo non è accaduto e questo non sta accadendo.
E tra le molte cose che non stanno accadendo vi è una delle cose fondamentali che un Governo lungimirante dovrebbe fare, una vera riforma della pubblica amministrazione. Perché lo abbiamo potuto verificare anche in questi anni, lasciatemi dire, di vacche grasse grazie al PNRR, ai soldi e ai fondi che sono arrivati dall'Europa dopo il COVID; anni grassi perché hanno determinato la possibilità per tanti comuni di poter intervenire, anche ovviamente a livello centrale, su tante questioni annose del nostro Paese, su tanti ritardi. Ebbene, abbiamo potuto verificare in questa occasione come la pubblica amministrazione sia stata e sia ancora impreparata, inadeguata ad affrontare un simile impegno.
Voglio ricordare che ogni Stato moderno, ogni Stato che guarda al futuro, in primo luogo mette la pubblica amministrazione nelle condizioni di poter operare. Servono più soldi, servono più risorse, servono maggiori assunzioni nella pubblica amministrazione, a cominciare da quel luogo che è il luogo della prima frontiera, del primo impatto, che sono i comuni. Prima i comuni, assolutamente prima i comuni! Quei comuni che sono chiamati a rispondere alle esigenze primarie dei cittadini e delle cittadine: quando qualcuno ha un problema, si rivolge al proprio sindaco, al sindaco del proprio comune, grande o piccolo che sia. È proprio lì la prima linea, e i comuni non sono in grado di rispondere a queste domande molto spesso. Non sono in grado perché mancano risorse, perché il vostro Governo, dall'inizio della legislatura, non fa nient'altro che operare tagli sempre più accentuati agli enti locali, alle autonomie locali. Mancano le risorse, manca il personale, le piante organiche dei comuni ormai sono ridotte all'osso.
Questa è la realtà degli enti locali del nostro Paese, per non parlare dei livelli ancora più alti. Ma voi immaginate, di fronte al PNRR tanti comuni non sono stati in grado neanche di presentare i progetti perché non hanno i tecnici comunali che li supportano in questa scelta. Come si può pensare che, in un momento difficile, come questo, a livello internazionale, con una crisi economica così grande intorno a noi, si possa rispondere senza un investimento adeguato nella pubblica amministrazione, senza che la pubblica amministrazione abbia una capacità di risposta? O pensate che con questo pannicello caldo che voi state presentando oggi sia possibile affrontare e risolvere i problemi, facendo delle proroghe rispetto ai contratti a tempo determinato già esistenti e, di fatto, non mettendo in campo se non poche centinaia di nuovi posti di lavoro nei prossimi anni nel pubblico impiego? Pensate che sia possibile avere una macchina amministrativa efficiente con gli stipendi che voi date ai nostri lavoratori, ai nostri lavoratori pubblici? Stipendi che sono assolutamente inadeguati, i più bassi d'Europa. I più bassi d'Europa!
E come potete pensare che in questo modo sia possibile mantenere la competitività della pubblica amministrazione, che invece dovrebbe essere un asset fondamentale per il rilancio economico del nostro Paese? Investimenti pubblici, nuove risorse per i comuni, nuove risorse per gli enti locali, aumento degli stipendi dei lavoratori della pubblica amministrazione, nuove assunzioni, ricambio generazionale. Noi avremmo voluto trovare tutto questo, una nuova visione della pubblica amministrazione in grado di dialogare con i cittadini, in grado di dialogare con le nuove realtà economiche che nei territori si possono formare.
PRESIDENTE. Concluda.
FILIBERTO ZARATTI (AVS). Con quella capacità di innovazione che ancora nel nostro Paese si esprime e che dovrebbe trovare nella pubblica amministrazione un punto di riferimento chiaro. Niente di tutto ciò in questo provvedimento. È del tutto evidente che, ancora una volta, il vostro Governo si dimostra unicamente subalterno ai grandi potenti del globo. Non basta partecipare con la Presidente Meloni a qualche incontro importante, non è quello.
PRESIDENTE. Concluda.
FILIBERTO ZARATTI (AVS). Nel nostro passato già altri lo hanno fatto e non è finita bene. Non si è importanti semplicemente perché si pensa di fare i grandi mediatori tra i grandi potenti. Si diventa importanti nel momento in cui si fanno le scelte che sono nell'interesse del Paese, dei cittadini e delle cittadine. Voi non lo state facendo e per questo non avrete la nostra fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Antonio D'Alessio. Ne ha facoltà.
ANTONIO D'ALESSIO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Ennesimo decreto, ennesima fiducia, ennesima chiama, come in una giostra che si ripete. E lo si fa peraltro, questa volta, su una delle grandi questioni, delle grandi sfide: la riorganizzazione della pubblica amministrazione. È una grande questione irrisolta, che non è risolta, ovviamente, nemmeno oggi. È una grande questione perché, soprattutto a livello territoriale, sappiamo benissimo che le pubbliche amministrazioni hanno delle enormi difficoltà.
La gran parte di noi ha fatto parte delle pubbliche amministrazioni locali, ha fatto parte della politica a livello territoriale, e sa bene che ci sono delle difficoltà enormi che lo Stato centrale deve risolvere e che nemmeno oggi risolve, con una sorta di un provvedimento che mette un po' di pezze, ma non risolve a livello strutturale - questo è il nostro giudizio - il problema. Le difficoltà delle pubbliche amministrazioni sono di due tipi: una è quella organizzativa, naturalmente, e ovviamente quella economica.
Un tema, ripeto, che andrebbe affrontato in maniera strutturale, non provvisoria, come si è fatto anche oggi. Le risorse messe in campo sembrano totalmente insufficienti rispetto a quelle che sono le esigenze del Paese. Si ha il buonsenso e anche l'onestà intellettuale di riuscire a comprendere che non navighiamo nell'oro e che il Paese, il Governo ha delle risorse limitate, ma non puntare sulla pubblica amministrazione con l'investimento di risorse importanti sembra veramente avere lo sguardo corto. Abbiamo delle proroghe di contratti a tempo determinato che non risolvono i problemi e, ripeto, le necessità richiedevano ben altri investimenti. Era una sfida importante questa, quella di rafforzare la PA, ma molte cose sono state rinviate, non ultima lo scorrimento delle graduatorie. Era da auspicarsi un impegno su un rinnovamento di un meccanismo di impiego delle risorse pubbliche, in maniera trasparente e razionale, che non c'è stato. E si perde un'altra partita nella partita, perché queste sono le occasioni nelle quali bisogna riconquistare la fiducia nelle istituzioni, la fiducia nell'organizzazione della pubblica amministrazione, la fiducia dei cittadini verso una macchina che viene da troppo tempo vissuta come un nemico, come qualcosa di farraginoso, che ostacola l'esercizio dei diritti dei cittadini, il buon funzionamento, e quindi anche la qualità della vita. Il discorso dei bandi dei concorsi non è stato colmato. Un vuoto non colmato: ci sono candidati ritenuti idonei, poi c'è stata tutta una diatriba in Commissione sul discorso che gli idonei non sono dei bocciati, ma sono solo delle persone che hanno superato le prove, ma che, per un'indisponibilità di posti utilizzabili al momento, sono in una fase di attesa e non sono dei veri e propri bocciati.
Ma non voglio fare un discorso terminologico di questo tipo. Di fatto, però, c'è un'attesa da parte di tante persone e di tante famiglie. Quindi, non c'è soltanto la sfida della riorganizzazione dell'assetto della pubblica amministrazione statale, ma anche il rispetto di chi ha studiato, ha investito delle risorse, ha investito del tempo, è in attesa di uno scorrimento di graduatorie e non si riesce ad affrontare con il piglio giusto il tema.
Oggi, invece, si chiede la fiducia su questo, ma è poco entusiasmante il provvedimento sul quale noi chiaramente non daremo la fiducia. Non daremo la fiducia al Governo e non daremo la fiducia anche al provvedimento per come è impostato, nel senso che siamo totalmente insoddisfatti perché il cambiamento va guidato e va affrontato e non va gestito attraverso un atteggiamento, che a noi è sembrato ancora una volta passivo, di chi deve mettere pezze e rinviare sostanzialmente una ristrutturazione e una riorganizzazione della PA dalle fondamenta, innanzitutto investendo ed è quello che dicevo prima: stipendi più alti e chance per i giovani.
Oggi, se si parla con qualsiasi giovane, quelli più bravi, perché poi parliamo di merito, questi devono essere attratti dalle assunzioni nella pubblica amministrazione. Invece, il mancato adeguamento anche dei livelli stipendiali, il mancato adeguamento dei meccanismi premiali per quelli che vincono i concorsi e quelli idonei che potrebbero andare a scorrimento, tutto ciò non facilita questo atteggiamento psicologico dei giovani verso l'ambizione di essere assunti in una pubblica amministrazione. Cosa che, invece, succede negli altri Paesi europei e questo è un altro punto di comparazione sul quale siamo penalizzati. Dicevo che occorrevano procedimenti riorganizzati, maggiore attenzione alla formazione del personale, maggiore chiarezza sul decentramento e sulla sussidiarietà e il discorso sul rigore rispetto all'utilizzazione delle risorse gestite, ma sappiamo bene, anche con riguardo alla Corte dei conti, come si è comportato il Governo, nonostante tante lamentele espresse dal Paese e dalle opposizioni.
Non ci sfugge, per onestà intellettuale, che ci sono dei profili positivi, che non tutto è da buttare via, per l'amor di Dio, però - ripeto - è l'ennesima occasione perduta, perché è l'ennesimo decreto su cui si chiede la fiducia ed è l'ennesimo decreto con cui si cerca qualche correttivo per delle disfunzioni nell'organizzazione della PA, tema che, nelle premesse, il Governo aveva l'ambizione di affrontare in maniera strutturale, ma non lo si è fatto. Ancora una volta noi andiamo a condividere quelli che sono gli obiettivi, che sono gli obiettivi di tutti, ma nella realizzazione degli stessi finiamo con l'essere delusi. Poi, ancora una volta, un passaggio, che dobbiamo fare, perché, in realtà, questa è la dichiarazione di voto sulla fiducia e poi ci sarà la dichiarazione di voto sul provvedimento, questa esagerata burocratizzazione, che dobbiamo risolvere e che stiamo cercando di risolvere nella Giunta per il Regolamento, mi porta oggi a dover fare qualche considerazione sul discorso del voto di fiducia. Qui, ancora una volta, abbiamo un record mondiale su quelli che sono i decreti, un record storico su quelle che sono le richieste di fiducia del Governo. La bravura della Presidente Meloni, la capacità comunicativa, mi porta ogni volta a pensare a che cosa direbbe oggi lei, che negli scorsi lustri ha sempre lamentato questo utilizzo abnorme della decretazione d'urgenza e della richiesta di fiducia. Oggi con la sua capacità mediatica che cosa direbbe, come irriderebbe un Governo che utilizza in maniera esagerata, da record, la decretazione d'urgenza e il ricorso alla fiducia, marginalizzando - lo ripetiamo per l'ennesima volta - il ruolo del Parlamento? Oggi, diciamo la verità, quello parlamentare è un dibattito totalmente asfittico - lo abbiamo ripetuto più volte -, è un dibattito totalmente teorico, dove non si fa altro che fare - troppe volte - esercizio di retorica. Perché? Perché arrivano questi provvedimenti blindati e la mortificazione grande non è per i deputati e i parlamentari di opposizione, che fanno il loro mestiere e che esercitano la loro funzione esprimendo anche con un pizzico di frustrazione l'impossibilità di partecipare ai processi decisionali, ma la frustrazione deve venire soprattutto nell'animus di chi, invece, è nella maggioranza e non partecipa minimamente alla costruzione di un provvedimento. Questa è la frustrazione più grande, questa è la mortificazione del Parlamento: i deputati di maggioranza che non partecipano al processo di costruzione di un provvedimento. Figuriamoci, poi, a cosa abbiamo ridotto il dibattito parlamentare in maniera così marginalizzata. Non avrete la nostra fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Edoardo Ziello. Ne ha facoltà.
EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, Presidente. Anzitutto rinnovo, per quanto riguarda il gruppo della Lega, la fiducia all'operato del Ministro Zangrillo, a tutto il Governo, anche perché stiamo trattando un provvedimento contenuto all'interno di questo decreto-legge molto importante.
È un decreto che contiene una serie di riforme, da un punto di vista organico, che vanno nella direzione di ammodernare l'intero sistema, che vanno a premiare finalmente il merito all'interno della pubblica amministrazione, perché con le nuove procedure che ha individuato il Ministro Zangrillo all'interno di questo provvedimento sicuramente andiamo nel solco di dare una grande ventata di modernità, anche da un punto di vista della gestione interna dello stesso personale, perché la dichiarazione che ha rilasciato lo stesso Ministro è perfetta: non sempre saper studiare equivale a saper fare.
Noi all'interno del nostro Paese, negli enti locali, in tutte le amministrazioni periferiche dello Stato e anche in quelle statali, abbiamo tantissime bravissime personalità e professionalità che, purtroppo, hanno avuto delle problematiche, da un punto di vista della propria rispettiva progressione, per il fatto di essere sempre vincolati a criteri, da un punto di vista statico, molto vicini alla sinistra; una sinistra che nella pubblica amministrazione ha imperversato da sempre nel corso degli anni, anche con il supporto, tra l'altro, di alcune sigle sindacali ideologizzate, con l'idea anche di programmare le stesse progressioni in base non tanto ad un criterio di merito ma in base a chi fosse più in linea rispetto alla sensibilità politica dell'amministratore della stessa sinistra. Questo è un meccanismo che noi non condividiamo assolutamente.
Noi vogliamo andare nella direzione di liberare le energie della nostra pubblica amministrazione per valorizzare finalmente il merito di cui abbiamo bisogno. Tra l'altro, finalmente accogliamo con immenso favore la valorizzazione delle giovani generazioni con il coinvolgimento degli ITS Academy, con questa valorizzazione ancora più profonda, che il Ministro Zangrillo ha individuato, come mossa strategica per cercare anche di far amare e far amalgamare di più le giovani generazioni con la stessa pubblica amministrazione. È un percorso che sicuramente non può essere completato con un singolo provvedimento ma finalmente stiamo vedendo risorse, impegno e presenza del Ministro, perché ricordo sommessamente all'opposizione che quando i Ministri della pubblica amministrazione venivano espressi da parte del centrosinistra difficilmente si vedevano in quest'Aula. Si leggevano dichiarazioni, ma difficilmente li vedevamo qui a mettere la faccia sulle rispettive riforme.
Signor Presidente, concludo rinnovando la fiducia al Ministro Zangrillo, ringraziandolo per il grande lavoro che porta avanti quotidianamente e per questo provvedimento, ed esprimendo il voto favorevole sulla fiducia su questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor Ministro, il voto di fiducia che è stato richiesto è su un decreto conosciuto comunemente come Pubblica amministrazione, ma nella sua dicitura specifica racconta molto perché riguarda disposizioni urgenti in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni.
In questo titolo ci sono esattamente tutti gli aspetti più virtuosi di questo decreto. È una riforma radicale nella pubblica amministrazione; interviene in modo deciso, modernizzando la pubblica amministrazione e determinando un rinnovamento, tra l'altro senza prescindere da elementi importanti come la digitalizzazione e il cambio generazionale.
Ho ascoltato con grande attenzione l'intervento del Ministro in Commissione durante i nostri lavori e ho colto in modo molto soddisfacente l'attenzione nell'interesse che la pubblica amministrazione possa diventare attrattiva per i giovani. Il rinnovamento nasce esattamente da questo: far comprendere ai giovani che la pubblica amministrazione non è faticosa e fastidiosa burocrazia, ma è una grande opportunità professionale per impegnarsi e per dare un servizio al Paese, ma soprattutto per riuscire a rendere il nostro un Paese moderno che ha bisogno di risposte. Ne hanno bisogno i cittadini e ne hanno bisogno le imprese. Lo Stato deve funzionare e l'obiettivo di questo decreto - l'ha detto molto bene il Ministro - è far funzionare lo Stato, quindi, creare un ambiente dinamico, un ambiente sfidante, proprio un ambiente adeguato per i giovani.
Il ruolo della formazione non è assolutamente secondario e devo dire che in Commissione ho anche colto un cambio di rotta da parte di alcuni colleghi nel momento in cui si è discusso e ci si è confrontati sui vari aspetti che hanno riguardato gli elementi più qualificanti di questo decreto che riguarda proprio le graduatorie, le metodologie di accesso e il raggiungimento dei ruoli dirigenziali.
Sono particolarmente contento di aver visto anche un cambio di atteggiamento da parte di alcuni colleghi. Nel dibattito e nella discussione ho visto concentrarsi molto sul merito, sulla capacità e sul talento. L'ho visto fare da tutti i colleghi, anche di opposizione. Sono contento di aver visto anche un cambio di passo da parte del MoVimento 5 Stelle - me lo consentano i colleghi - perché ricordo che, nella scorsa legislatura, uno valeva uno, le competenze non avevano alcuna differenza fra una persona e l'altra, una persona era identica all'altra. Noi da sempre siamo convinti che ci sia grande differenza nella formazione, nell'esperienza, nella storia di ciascuno e proprio nella competenza. Quindi, aver visto dibattere anche un gruppo parlamentare, che nel passato si rifaceva semplicemente alla somiglianza di tutti i soggetti uno all'altro, mi ha fatto capire che qualcosa è cambiato. Il decreto del Ministro Zangrillo ha determinato anche questa grande riforma all'interno di una forza politica dell'opposizione.
E proprio perché uno non vale uno, l'elemento della formazione è molto importante e deve tener conto della transizione digitale e della transizione ecologica. Vi è anche l'evoluzione, in un lavoro di Governo che si sta facendo, degli ITS che iniziano a dedicarsi e a concentrarsi su tanti aspetti importanti che riguardano la digitalizzazione. Gli ITS Academy ora si dedicano a varie branche della tecnologia che intervengono sul made in Italy, sulla sostenibilità, sulla mobilità sostenibile, sulle informazioni e sulla comunicazione. Tutti gli ITS sono concentrati sul tema del digitale, della tecnologia ma declinata in questi diversi ambiti perché tutti abbiamo capito l'importanza e il valore che oggi hanno la digitalizzazione, ma anche la sostenibilità in un Paese in cui dobbiamo continuare a essere produttivi e a essere efficaci dal punto di vista manifatturiero. Ma l'uomo, che per vivere ha bisogno di lavorare e le imprese sono la massima espressione del lavoro, è chiaro che fa parte dell'ambiente e non si può pensare che sia un disturbo per l'ambiente che viviamo. Quindi, è bene collocare in modo centrale l'uomo anche da questo punto di vista e l'evoluzione formativa nella transizione ecologica, che vede la sostenibilità come la strada e la terza via per garantire produttività a un Paese che tiene però conto delle esigenze e delle qualità dell'ambiente; è sicuramente un elemento importante che completa, all'interno del lavoro di riforma della pubblica amministrazione, perché la formazione va di pari passo. Così come è importante un'attenzione alla cybersicurezza perché sappiamo che proteggere le infrastrutture oggi più che mai è un elemento strategico.
E in occasione di una dichiarazione di fiducia ci tengo a sottolineare i risultati complessivi del Governo in questi due anni e mezzo di lavoro. Abbiamo sfondato il numero di 24 milioni di occupati nel Paese, ma ancora ci sono 500.000 posti di lavoro, anche nella pubblica amministrazione, che hanno bisogno di quelle professionalità che il Governo e il Ministro Zangrillo hanno voluto individuare. Quindi, la formazione, l'evoluzione, la crescita e le competenze sono elementi distintivi che caratterizzano il Governo e caratterizzano questo decreto. Di qui la possibilità di intervenire sulla gestione del personale, sul reclutamento, sulle graduatorie (infinite graduatorie che duravano da decenni, come è stato ben illustrato in Commissione), sulla mobilità, sulla stabilizzazione, sui comandi (certe volte senza sbocco), sui contratti a tempo determinato, che dovevano essere in qualche modo ridefiniti e aggiornati, sull'accesso alla dirigenza. A quanta difformità abbiamo sempre assistito nel Paese e a quante scelte, dalle diverse parti del Paese, non coerenti, una rispetto all'altra!
La trasparenza è stato un elemento molto chiaro su cui il Ministro ha insistito. Per quanto riguarda i concorsi, se abbiamo bisogno di personale in un determinato periodo e con determinate competenze, non possiamo avere i “concorsi lumaca”, ossia concorsi lenti che arrivano a conclusione dopo mesi e mesi rispetto a quando li si è pensati. Allora, correzioni probabilmente mai risolte, riferite al personale, e l'introduzione di nuove modalità di reclutamento sono i due elementi che sommariamente contraddistinguono questo decreto.
Questo decreto è utile anche per il PNRR perché il Governo ha avuto risultati importantissimi nel riuscire a modificare i criteri per poter rendere applicabili le risorse e i progetti al nostro Paese, ma poi bisogna avere amministrazioni locali in grado di realizzare queste opere.
Allora, lo slogan che ho sentito: “sapere è importante, ma poi saper fare” a me è piaciuto molto e l'utilizzerò in tante altre occasioni, perché forse è la sintesi finale di un lavoro importante che abbiamo pienamente condiviso e per il quale il gruppo di noi Moderati vota la fiducia, aggiungendo a questo importante lavoro sulla pubblica amministrazione tutto il lavoro che in questi anni è stato portato avanti. Inoltre, oltre all'aspetto occupazionale - che ho ricordato - siamo arrivati a essere il quarto Paese esportatore nel mondo. Questo, insieme all'occupazione, è un elemento dettato certamente dalle scelte e dall'investimento che il Governo ha fatto sull'impresa, sul lavoro, sull'incoraggiamento, sul conforto e sugli incentivi, ovviamente abbandonando quello che mi sembra non abbia destato grande rivoluzione del Paese, il reddito di cittadinanza, che è una politica assistenziale che noi respingiamo. Sposiamo in pieno invece la linea programmatica del Governo che è quella che ci ha permesso di vincere le elezioni e sta dando risultati importanti come il lavoro a sostegno delle famiglie.
Complessivamente nel 2024 sono stati generati benefici per 16 miliardi attraverso il congedo parentale esteso al terzo mese, con l'80 per cento dello stipendio per il genitore che si vuole dedicare ai figli, il bonus asili nido e il bonus bebè. Ci sono tante cose importanti sul tema dell'immigrazione: la riduzione degli sbarchi del 61 per cento e l'incremento dei rimpatri del 34 per cento. Ma è un'Italia soprattutto - e concludo, Presidente - che complessivamente è diventata protagonista nello scacchiere internazionale e mi sembra che l'ultima visita del Presidente Meloni a Washington abbia dimostrato la serietà, l'affidabilità e la capacità di essere come Paese interlocutori non solo per se stessi, ma anche per il continente europeo, dimostrando definitivamente che si può alzare la testa nell'interesse dell'Italia, ma soprattutto nell'interesse dell'Europa. Noi siamo fortemente europeisti e convinti che sia necessario, come sta facendo bene il Governo, cambiare l'istituzione europea, rimanendo europeisti, ma rafforzando sempre quel rapporto atlantico che fa dell'Occidente il punto di riferimento nello scacchiere internazionale e sul quale oggi l'Italia è protagonista. Quindi, piena fiducia, non solo perché la fiducia è legata a un decreto che condividiamo in pieno e ringraziamo il Ministro Zangrillo, ma anche perché il Governo sta facendo bene, lo sta facendo con concretezza e con piccoli passi che stanno facendo fare grandi balzi in avanti al nostro Paese.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Aiello. Ne ha facoltà.
DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Prima di entrare nel merito del provvedimento, mi permetta, a nome mio e del MoVimento 5 Stelle, di porgere un pensiero a Papa Francesco, che lunedì è tornato alla casa del Padre.
Un Papa progressista e di pace che lascia un testamento spirituale e politico di altissimo valore. Bergoglio ha più volte ricordato che non può esserci pace col riarmo. Parole che dovrebbero echeggiare sia nelle Aule parlamentari ma, soprattutto, a Palazzo Chigi.
A tal proposito, Presidente, voglio ricordarle la nostra mozione unitaria per il riconoscimento dello Stato di Palestina, sperando che venga calendarizzata al più presto e che l'Italia possa fare passi avanti in tal senso.
Entrando adesso nel merito del provvedimento, oggi siamo chiamati a votare la questione di fiducia al Governo sul decreto Pubblica amministrazione. Parto subito dicendo che il MoVimento 5 Stelle voterà contro la questione di fiducia proprio perché, come milioni di italiani, non ci fidiamo dell'operato di questo Governo.
Con questo provvedimento eravate chiamati a risolvere le vere e cruciali esigenze, le vere e cruciali criticità che attanagliano la nostra pubblica amministrazione ma, come sempre, avete perso un'occasione.
I lavori in Commissione sono stati serratissimi: ben 50 ore di lavoro che hanno visto il MoVimento 5 Stelle in prima linea a difesa dei reali bisogni dei cittadini che ogni giorno si interfacciano con gli uffici pubblici, con gli enti pubblici.
Con le nostre proposte emendative abbiamo cercato di entrare nel merito del provvedimento suggerendo alla maggioranza soluzioni concrete. Davanti a ciò avete preferito bocciare la maggior parte dei nostri emendamenti che erano di assoluta utilità e buonsenso.
Penso al superamento dei limiti assunzionali per i comuni in dissesto finanziario, per quanto riguarda l'assunzione di figure infungibili non presenti in pianta organica oppure alla possibilità di istituire presidi antincendio nelle isole minori siciliane o, ancora, alla riqualificazione di luoghi come i teatri, luoghi di cultura, al fine di creare spazi per l'aggregazione giovanile volti al contrasto del degrado urbano e alla dispersione scolastica; e tante altre proposte di buonsenso che, ahimè, sono state bocciate.
Con questo decreto vi siete occupati anche di sanità e, a tal proposito, i cittadini che stanno seguendo i nostri lavori penseranno che finalmente il Governo ha trovato i soldi per ridurre le liste d'attesa o per creare nuovi posti letto. Invece, niente di tutto ciò è stato fatto. A voi interessa aumentare le poltrone – quelle, sì, che vi interessa aumentarle - non i posti letto. Infatti, con questo decreto fate un grande regalo al Ministro Schillaci che potrà nominare nuovi dirigenti e ingrandire il suo staff, il tutto a scapito dei cittadini.
Siete riusciti, inoltre, a compromettere l'integrità degli enti locali, dei comuni, eliminando le cause di incandidabilità e incompatibilità per gli amministratori locali responsabili di dissesto finanziario. Un salvacondotto che permetterà a sindaci maldestri di continuare a depauperare la pubblica amministrazione. Se facciamo poi la combinazione con l'indebolimento della Corte dei conti che state portando avanti, il risultato sarà micidiale.
Parliamo di tradimenti, perché questo è anche il decreto dei tradimenti. Una delle categorie che avete tradito è proprio quella dei Vigili del fuoco, in quanto continuate a discriminarli dal punto di vista previdenziale, non garantendo loro l'equiparazione con altre Forze di Polizia e Forze armate. E non garantite nemmeno un'adeguata copertura assicurativa ai Vigili del fuoco. Riconoscere loro un'adeguata copertura assicurativa vorrebbe dire garantirli dai rischi a cui, tale professione, li espone quotidianamente. Ma niente, non avete voluto ascoltarci.
Difatti avete tradito anche un'altra categoria: quella degli idonei, signor Ministro. Mi rivolgo al Ministro tramite lei, Presidente. Idonei che per lei, Ministro Zangrillo, sono da considerare bocciati: i bocciati dei concorsi. Queste sono state le sue parole, in Sala del Mappamondo, quando si è degnato di venire durante i nostri lavori. Infatti, Presidente, durante i lavori in Sala del Mappamondo, il Ministro ha confermato ciò che già pensavamo di lui: la sua totale inadeguatezza nel gestire la pubblica amministrazione italiana. Ha toccato il fondo più volte, dimostrando la propria ignoranza sui più basilari meccanismi della pubblica amministrazione. Il vostro modello di pubblica amministrazione trasuda di clientelismo, familismo, “amichettismo”. Per voi basta essere brave persone per entrare negli uffici pubblici, alla faccia della meritocrazia e delle specializzazioni ottenute con grandi sacrifici. Noi contestiamo il vostro modus operandi e non voteremo la fiducia a un Governo che pensa solo ad aumentare le poltrone e non risolve le principali esigenze, le principali criticità del nostro Paese.
Per questi e per tanti altri motivi che per ragioni di tempo non sono riuscito ad elencare, dichiaro, a nome del MoVimento 5 Stelle, il voto contrario alla questione di fiducia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Chiara Tenerini. Ne ha facoltà.
CHIARA TENERINI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Ministro, il decreto che oggi discutiamo non è l'ennesima riforma della pubblica amministrazione, ma è un vero e proprio spartiacque. È un intervento strategico, organico, necessario. Un motore di cambiamento, che mira a trasformare, profondamente e finalmente, il volto della nostra amministrazione pubblica. Una vera e propria rivoluzione silenziosa, come lei, Ministro Zangrillo, l'ha chiamata.
Forza Italia guarda questo provvedimento con convinzione, perché incarna i principi in cui crediamo da sempre: merito, trasparenza, modernizzazione, responsabilità. E perché rappresenta un tassello fondamentale, nel grande cantiere del cambiamento, che questa maggioranza ha avviato per rendere l'Italia più efficiente, più giusta, più competitiva.
Il decreto tocca, con precisione chirurgica, alcune delle questioni più incancrenite degli ultimi anni: concorsi lumaca, graduatorie infinite, contratti reiterati, accessi disomogenei alla dirigenza, comandi senza sblocco.
Basta con la PA dei compromessi al ribasso e delle procedure bizantine: stiamo intervenendo con visione, metodo e determinazione. Il provvedimento si inserisce nel solco delle riforme richieste dal PNRR, ma non si limita a un adempimento tecnico; al contrario, rilancia con forza una pubblica amministrazione capace di parlare il linguaggio dell'innovazione e dell'efficienza, una PA che non rincorre il cambiamento ma che lo guida.
E voglio essere chiara. Onorevoli colleghi, chi ha governato prima di noi ha spesso preferito nascondere la polvere sotto il tappeto, rinviando decisioni, alimentando precarietà, lasciando che la macchina dello Stato si arrugginisse. Oggi noi mettiamo mano, con coraggio, alle riforme che servono, nella consapevolezza che modernizzare lo Stato è una missione storica. Digitalizzazione dunque, ringiovanimento e competenze: tre parole chiave che attraversano tutto il provvedimento. Digitalizzare significa innovare, semplificare e rendere la PA più accessibile ai cittadini e più veloce nel rispondere alle imprese.
Ma significa anche attrarre giovani e, su questo, il decreto è chiarissimo: quote riservate ai diplomati ITS e laureati STEM, percorsi formativi attraverso “PA 110 e lode”, più apprendistati e contratti di formazione lavoro. Non sono promesse, sono misure concrete, finanziate e operative. Un dato parla da solo: nei prossimi cinque anni un dipendente pubblico su cinque andrà in pensione. Questo ricambio generazionale è un'occasione storica, sta a noi coglierla e con questo decreto lo stiamo facendo.
L'articolo 1 è un pilastro: consente a comuni, province e città metropolitane di incrementare l'assunzione di giovani laureati del 20 per cento, anche con contratto a tempo determinato e di apprendistato, prevedendo la loro stabilizzazione. Un segnale forte: lo Stato investe sui giovani e sul loro talento. E, durante l'esame in Commissione, abbiamo reso tutto questo ancora più efficace, prevedendo anche la possibilità per gli enti di destinare un'ulteriore quota del 15 per cento e di valorizzare il servizio prestato per l'attuazione del PNRR nelle successive selezioni.
Ma non basta assumere, bisogna anche cambiare l'approccio al lavoro pubblico. Ecco perché il decreto introduce un vero e proprio cambio di management: formazione continua, valorizzazione delle competenze digitali, nuovi percorsi di carriera fondati sul merito. Il 10 per cento delle nuove assunzioni sarà infatti riservato a specialisti in intelligenza artificiale, sicurezza informatica e digitalizzazione. I bandi valorizzeranno esperienze e titoli nel settore digitale e, soprattutto, ogni dipendente della PA dovrà essere formato costantemente sulle nuove tecnologie. Questo significa investire davvero sul capitale umano.
E qui permettetemi una parentesi, doverosa. Se oggi possiamo parlare di intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione, è perché questo Governo - con Forza Italia protagonista - ha il coraggio di guardare avanti: non ci limitiamo a gestire l'ordinario, costruiamo il futuro.
Un altro tassello importante, inserito grazie a un emendamento di Forza Italia a mia prima firma, è l'istituzione della figura del social media manager. È tempo che la PA comunichi con i cittadini dove i cittadini si informano, sui social network, online, in tempo reale.
Basta con il silenzio istituzionale. Serve una comunicazione chiara, tempestiva, trasparente, come accade nei Paesi europei più avanzati.
Poi c'è la questione dirigenziale: anche qui il decreto interviene in modo decisivo. Le amministrazioni saranno obbligate ad assorbire almeno il 15 per cento del personale in comando da oltre 12 mesi. Un vincolo chiaro, accompagnato da sanzioni. Finalmente si mette fine alla giungla dei comandi infiniti, spesso usati come escamotage per rinviare decisioni. Il decreto cambia anche le regole di accesso alla dirigenza di prima fascia, includendo le cessazioni di dirigenti di seconda fascia e introducendo concorsi a tempo determinato per coprire le aspettative non retribuite: scelte di buonsenso ma anche di visione.
Sempre in tema di reclutamento, è stata introdotta una deroga del limite del 20 per cento dello scorrimento delle graduatorie degli idonei nei concorsi della pubblica amministrazione, limitatamente alle graduatorie approvate negli anni 2024 e 2025. È stata con la norma introdotta tale disposizione ed è stata estesa alle graduatorie relative ai concorsi banditi nell'anno 2025 grazie a un emendamento di Forza Italia. Sul tema delle graduatorie e del reclutamento nella pubblica amministrazione in questi giorni si è detto molto, spesso troppo, e non sempre con cognizione di causa.
Il Ministro Zangrillo ha avuto il merito di tenere ferma una linea di principio, quella della centralità del concorso pubblico come garanzia di merito e trasparenza, ma ha anche dimostrato senso istituzionale e responsabilità, autorizzando una deroga temporanea al limite dello scorrimento delle graduatorie: è una scelta che non smentisce una visione, ma che si adatta con intelligenza e pragmatismo al momento contingente. Così come sulla sua dichiarazione, Ministro, in cui ha detto che, oltre al sapere, occorre il saper fare, non consegna solo uno slogan ma la sintesi perfetta della nostra idea di pubblica amministrazione: è una visione che rompe con una cultura burocratica autoreferenziale e introduce finalmente i criteri della competenza applicata e della capacità concreta, dell'efficienza al servizio dei cittadini.
Ecco che l'identità liberale di Forza Italia emerge con nettezza, perché non basta formare bravi tecnici, ma servono persone che sappiano anche tradurre le norme in risposte reali, che conoscono i codici ma anche i bisogni, che siano selezionate non solo sulla base del sapere nozionistico ma anche delle capacità di risolvere problemi. Sapere e saper fare: l'uno non esclude l'altro, come, invece, qualcuno ha tentato di farci credere in questi giorni.
Mi preme ricordare anche l'articolo 6-bis, che introduce misure urgenti per il reclutamento presso l'Autorità Garante nazionale dei diritti delle persone con disabilità: assunzioni semplificate con riserva fino al 30 per cento per personale con disabilità e valorizzazione delle competenze; un gesto di giustizia e non di assistenzialismo, perché la disabilità non è un limite, è una risorsa se valorizzata. E ancora: assunzioni straordinarie per i territori colpiti da sisma e alluvioni; procedure agevolate per la stabilizzazione del personale PNRR; maggiore autonomia per gli enti locali; fondi per potenziare gli uffici comunali. Lo Stato torna ad essere presente, concreto e vicino ai cittadini.
Sempre grazie a un emendamento di Forza Italia, si estende alle procedure PNRR la Conferenza di servizi accelerata, una misura di buonsenso ma strategica: meno burocrazia, più velocità, più opere.
Colleghi, non parliamo di una semplice somma di norme tecniche, parliamo di un disegno politico chiaro: una PA che cambia pelle, che premia il merito, che scommette sui giovani, che torna a parlare con i cittadini e che accompagna il rilancio del Paese. E mentre noi costruiamo, qualcuno si limita a criticare. Le opposizioni parlano di rischio centralismo e di regole imposte, ma è curioso che chi per anni ha prodotto immobilismo oggi gridi al cambiamento troppo veloce. Forse il problema non è il cambiamento, è che questa volta lo stiamo realizzando davvero.
Prima di concludere, permettetemi di fare un ringraziamento doveroso ai presidenti delle Commissioni I e XI, gli onorevoli Rizzetto e Nazario Pagano, per l'equilibrio con cui hanno condotto giorni veramente difficili ed estenuanti di lavoro in Commissione, a tutti i commissari delle due Commissioni, perché veramente il lavoro emendativo è stato importante e ognuno - ogni gruppo parlamentare - ha dato un apporto significativo a questo provvedimento già corposo e molto importante. Un ringraziamento a lei, Ministro Zangrillo, perché è riuscito comunque, nel dedalo dei suoi impegni, a venire in Commissione e a trovare le parole giuste per tracciare, in poco tempo, quella che è una visione chiara di quello che vogliamo che diventi la pubblica amministrazione e, quindi, le risposte dello Stato nei confronti di cittadini e di imprese e lo facciamo con un metodo che è sempre stato nostro: concretezza, riformismo e attenzione alle persone. È il metodo di Forza Italia, è il metodo che ci ha insegnato Silvio Berlusconi, che ci ha insegnato a modernizzare lo Stato e questo non è solo possibile: è doveroso.
Per questo, con orgoglio e senso di responsabilità, Forza Italia voterà convintamente la fiducia, perché questo non è solo un decreto, è un'occasione e noi abbiamo il dovere di coglierla (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Arturo Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Signor Presidente, si fa fatica a parlare su un provvedimento così sgangherato, inadeguato e approssimativo. Sono giorni in cui il mondo guarda con emozione alla città di Roma e alla scomparsa dell'uomo che in questi anni e più di tutti ci ha chiamato a fare i conti con il cuore della ragione per cui vale la pena vivere un'esistenza piena: la fraternità tra i popoli come antidoto all'individualismo nazionalista, claustrofobico e pericoloso; la solidarietà come argine agli spiriti animali del mercato e all'idea di un capitalismo predatorio che propugna uno sviluppo infinito in un mondo finito, che divora risorse naturali e scarica tutto sul destino dei senza voce, dei dannati della terra; la pace come scelta politica e non come resa alla logica del riarmo, che rischia di farci scivolare in una guerra mondiale a pezzi; la pietas umana contrapposta all'orrore di una retorica securitaria, che mette in manette i sogni di chi scappa da fame, conflitti, cambiamenti climatici.
Condividiamo la scelta del Governo del lutto nazionale. La Repubblica deve mettersi all'altezza del dolore diffuso di milioni di credenti e non credenti. Ma lutto, signor Presidente, non può essere sospensione della dialettica democratica, congelamento del doveroso esercizio della memoria. Il richiamo alla sobrietà del Ministro Musumeci sulle celebrazioni del 25 aprile, oltre a essere un contributo significativo alla stupidità e all'ignoranza nel senso più letterale del termine, suona anche un po' ipocrita: la sobrietà è richiesta da un Governo tra le cui fila militano Ministri che facevano ristrutturare la propria villa al mare alle società di cui erano amministratori delegati, che sostenevano esami di laurea in università private il sabato, la domenica e due volte al giorno, che fermavano i treni in ritardo per scendere anzitempo infischiandosene dei cittadini inferociti. Ministro Musumeci, ma di che sobrietà sta parlando (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)?
Se guardiamo questo decreto, tenderei ad escludere che la parola sobrietà si concili con l'aumento vertiginoso degli uffici di collaborazione diretta dei Ministeri (in parole povere, gli staff): più 15 milioni in due anni e mezzo rispetto al Governo Draghi; più 1.200.000 euro al Ministero della Salute, dove si ammette il fallimento sull'abbattimento delle liste d'attesa ma si aumentano i collaboratori; più 2 milioni per Lollobrigida, magari per spiegarci che i poveri mangiano meglio dei ricchi; più 1.200.000 euro per Sangiuliano prima e Giuli poi, a testimonianza che con la cultura si mangia, soprattutto se sei amico di un Ministro; 1.600.000 euro per Urso e mezzo milione per Calderone (a proposito, finalmente qualcuno troverà il tempo per spiegarci che fine ha fatto l'emendamento promesso nel decreto PA a regione, sindacati e ai lavoratori de La Perla sugli ammortizzatori sociali); infine 3,8 milioni per Palazzo Chigi e un regalino a Giorgetti per farsi un Consiglio superiore dell'economia e delle finanze di nomina diretta. Insomma, la parola sobrietà si scontra con i numeri di un clientelismo di Stato che delinea un'idea della PA come luogo da occupare e non da riformare.
Zangrillo parla di merito mattina, mezzogiorno e sera, ma vuole mettere nelle mani dei dirigenti la possibilità di promuovere o meno i dipendenti.
Le carriere non si costruiscono così, merito e fedeltà non sono sinonimi! Entro il 2030 un milione di persone andrà in pensione ma non esiste un piano organico e coerente di assunzioni. Non c'è una spinta sui salari, tant'è che si firma un contratto che spacca il sindacato e riconosce solo un terzo dell'inflazione perduta, programmando così la riduzione del potere d'acquisto di chi lavora. Si congela il tetto del 20 per cento sulle graduatorie degli idonei non vincitori di concorso per solo due anni, tetto che lei, signor Ministro, aveva messo un anno fa.
Vede, le contraddizioni sono enormi. Lei è lo stesso che, con il favore delle tenebre, è venuto a spiegarci che chi è idoneo in realtà è bocciato, insultando i sacrifici di migliaia di ragazze e di ragazzi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) a cui lei dovrebbe dare una chance per rinnovare lo Stato e salvare il welfare.
D'altra parte, non sfugge a nessuno che la stessa soluzione trovata per il salario accessorio in regioni e comuni è largamente insufficiente. Scarica in basso il peso del trattamento economico integrativo, perché non c'è nessun soldo in più. Si chiede agli enti locali di scegliere tra un'assunzione ulteriore e un po' più di soldi in busta paga per evitare l'abbandono del lavoro pubblico. Un'ingiustizia! Come quell'assenza di risposte, ancora una volta nei confronti di decine di migliaia di precari, a partire da quelli della giustizia, a cui viene data una pacca sulle spalle dicendo: ne riparliamo la prossima volta.
Si deve all'iniziativa del Partito Democratico la stabilizzazione dei lavoratori lirico-sinfonici e 20 milioni di euro ulteriori per l'edilizia scolastica, per sottolineare il valore dell'istruzione pubblica. Per il resto, il vuoto cosmico accompagnato da una gestione dei tempi di esame del decreto a dir poco scandalosa. Mentre trasformate il Governo in un poltronificio, liquidate il Parlamento come un votificio. Ve lo impediremo.
L'Italia è un grande Paese. Le risorse materiali e intellettuali vanno valorizzate e retribuite adeguatamente, non mortificate. L'OCSE ci dice che i nostri salari sono i più bassi del G20; il lavoro non è mai stato così precario e frammentato; la produzione industriale è in calo da 23 mesi. Non basta una gita alla Casa Bianca, in cui abbiamo regalato un altro pezzo della nostra sovranità energetica a Trump, per riscattare l'impressione diffusa di un Paese degradato a una colonia servile. Noi non lo impediremmo, se vi lasciassimo agire liberamente. Volete la mano libera. Lo impediremo con le forze della ragione di chi soffre, lavora, lotta per un avvenire migliore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gardini. Ne ha facoltà.
ELISABETTA GARDINI (FDI). Grazie, signor Presidente, onorevoli colleghi. Oggi, noi non votiamo solo un decreto, votiamo una visione. La visione di un'Italia che funziona, che sceglie, che riparte. Il decreto che stiamo per approvare è infatti un pilastro di questa visione, e noi, come gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia, lo voteremo con convinzione.
Vediamo insieme alcuni punti: giovani e merito. La nostra risposta è chiara. Con questo decreto apriamo la porta a nuove generazioni, offrendo opportunità concrete a giovani talenti.
Attraverso percorsi di apprendistato e progetti formativi innovativi, investiamo nelle competenze del futuro, rafforzando la nostra capacità di affrontare le sfide contemporanee con una pubblica amministrazione sempre più dinamica e al passo con i tempi.
Il Governo Meloni non fa promesse, agisce. L'apprendistato viene effettivamente implementato come canale di ingresso nella pubblica amministrazione. È stata infatti introdotta, come è già stato ricordato da alcuni colleghi, la possibilità per regioni, province, città metropolitane ed enti locali, di assumere diplomati degli ITS Academy.
Questi giovani potranno essere assunti a tempo determinato e, durante il periodo di apprendistato, accedere al progetto “PA 110 e lode” per ottenere un titolo di laurea, previo riconoscimento dei crediti formativi acquisiti nel percorso ITS Academy. Alla scadenza del periodo di apprendistato, il contratto potrà trasformarsi in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato. È una scelta innovativa che mette in connessione formazione di qualità e servizio pubblico, colmando il divario tra scuola e lavoro, tra sapere e fare, tra giovani e istituzioni.
Chiunque abbia mai partecipato o gestito un concorso pubblico sa bene cosa significa - anche questo è già stato ricordato -: attese infinite, graduatorie dimenticate, ostacoli normativi che mettono in difficoltà anche chi è già dentro la macchina pubblica e cerca solo di farla funzionare.
Per una selezione più trasparente e digitale il Governo ha posto una pietra miliare: il portale inPA diventa il passaggio obbligato per tutti i concorsi pubblici, non più solo una piattaforma di supporto ma l'unico canale legittimo per avviare, gestire e concludere le procedure di reclutamento nella pubblica amministrazione.
Il portale inPA - lo voglio ricordare - nasceva con l'obiettivo di creare un ecosistema digitale, trasparente, accessibile e monitorabile. Tuttavia, fino a oggi, il suo utilizzo era ancora parziale e, in molti casi, opzionale. Con il nuovo decreto diventa invece vincolante per tutte le amministrazioni centrali e locali, comprese quelle che, fino ad ora, avevano gestito le selezioni in autonomia. Ogni fase del concorso, quindi, transiterà obbligatoriamente dal portale inPA. Una vera e propria rivoluzione organizzativa che ha l'ambizione di garantire tracciabilità, riduzione degli errori, uniformità procedurale e maggiore fiducia da parte dei cittadini.
Nel 2024, secondo i dati pubblicati dalla funzione pubblica, oltre 14.000 procedure concorsuali sono state avviate a livello nazionale, ma solo il 38 per cento è stato interamente gestito tramite inPA. Questo dato evidenzia quanto fosse necessaria un'azione normativa forte per colmare un vuoto di sistema.
E parlando di precariato, questo Governo dice “basta” a una logica che ha umiliato migliaia di lavoratori, affrontando il tema della stabilizzazione, riconoscendo le competenze maturate sul campo. Questo è un altro punto fondamentale: stabilizzare con criterio, valorizzando il merito.
Il decreto interviene con equilibrio sul tema del precariato. Niente scorciatoie, niente sanatorie generalizzate, ma un percorso trasparente e meritocratico. Stiamo parlando di persone che stanno dimostrando, sul campo, di essere risorse preziose per la macchina pubblica e che oggi trovano, finalmente, un riconoscimento concreto del loro valore.
E così offriamo percorsi di stabilizzazione ai giovani tecnici dell'Agenzia Industrie Difesa che stanno contribuendo concretamente al potenziamento delle capacità tecnico-amministrative della pubblica amministrazione, in linea con gli obiettivi del PNRR. Il decreto, infatti, consente di prorogare i contratti di apprendistato in scadenza e attiva una procedura di stabilizzazione basata su criteri oggettivi: esperienza, coerenza e selezione. Un segnale chiaro per un comparto strategico dello Stato. Agli esperti ambientali del Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, grazie a una selezione riservata che valorizza il servizio già prestato; agli assistenti sociali, prorogando i termini utili per maturare i requisiti di stabilizzazione; al personale tecnico e amministrativo degli enti locali, che potrà accedere a selezioni e colloqui per la trasformazione a tempo indeterminato, evitando la dispersione di competenze.
Quindi, una pubblica amministrazione moderna, che non può fondarsi sull'incertezza, ma deve investire nel suo capitale umano, costruendo percorsi di crescita chiari, stabili e orientati al merito.
Voglio anche sottolineare la concretezza perché è un decreto che tocca la vita della gente. Non è solo un insieme di norme tecniche; è una risposta concreta alle esigenze quotidiane dei cittadini e dei lavoratori della pubblica amministrazione.
E non si limita a sanare le storture accumulate negli anni, parla anche al presente e, soprattutto, al futuro. E lo fa con interventi mirati, che toccano la vita reale della gente, dei territori, delle amministrazioni.
E mi preme evidenziare, per sgombrare anche il campo da alcune inutili e sterili critiche che abbiamo sentito anche oggi, sollevate dall'opposizione, che l'obiettivo di tale decreto-legge, così come aveva evidenziato lo stesso Ministro Zangrillo, non consiste in una riforma completa della pubblica amministrazione, per la quale, com'è noto, sarebbe necessario intervenire con un altro strumento legislativo.
Questo decreto risponde, invece, all'esigenza di intervenire tempestivamente su alcuni temi che richiedono una risposta necessaria e urgente al fine di costruire una pubblica amministrazione attrattiva per i giovani e rispondente alle necessità delle popolazioni. Sono tantissimi i punti e non ho tempo di toccarli ovviamente tutti, però voglio esprimere una grande soddisfazione per l'approvazione dell'emendamento dei relatori, che consente agli enti locali in equilibrio finanziario di incrementare il cosiddetto trattamento accessorio del personale.
È un passaggio che va a sanare una storica ingiustizia retributiva: quella tra chi lavora negli enti centrali e chi, con lo stesso impegno e la stessa professionalità, opera nei comuni, nelle province o nelle regioni, spesso con risorse più limitate ma con responsabilità crescenti.
Con questo intervento diamo un segnale concreto di valorizzazione del personale degli enti territoriali, che ogni giorno garantisce servizi essenziali ai cittadini, spesso in condizioni difficili. E sempre parlando di territori, non potevamo ignorare le difficoltà presenti nelle aree colpite dalle gravi alluvioni del 2023: Emilia-Romagna, Toscana e Marche. Il decreto prevede infatti anche un rafforzamento del personale a supporto della ricostruzione perché chi ha subìto un disastro naturale non può essere lasciato solo. Insomma, una nuova filosofia dello Stato. Ringrazio per questo il Governo e il Ministro Zangrillo, che qui lo rappresenta.
Presidente e colleghi, c'è una frase che spesso viene ripetuta: lo Stato deve essere al servizio dei cittadini. Ecco, con questo decreto non lo diciamo, lo facciamo. Un cittadino che entra in un ufficio pubblico deve trovare una persona competente, motivata, capace. E questo significa anche rafforzare la cultura del merito all'interno della pubblica amministrazione, promuovere chi lavora bene - e sono tanti - e liberare tutti, cittadini e dipendenti, da quelle inefficienze strutturali che mortificano l'impegno quotidiano. Per concludere, il futuro non si aspetta, si costruisce.
Questo decreto non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza. È l'inizio di un percorso che mira a rendere la nostra pubblica amministrazione più efficiente, meritocratica e vicina ai cittadini.
Con questo decreto, il Governo Meloni dimostra ancora una volta di non limitarsi alle parole, ma di agire con determinazione per costruire un'Italia più giusta, moderna e competitiva.
Diamo fiducia ai giovani offrendo loro opportunità concrete per contribuire al rinnovamento della nostra Nazione e, allo stesso tempo, riconosciamo e valorizziamo l'esperienza e il lavoro di coloro che già operano all'interno della pubblica amministrazione, coinvolgendoli attivamente in questo processo di trasformazione. Per tutti questi motivi noi oggi voteremo la fiducia al Governo, perché questo decreto rappresenta un passo decisivo verso una pubblica amministrazione che non subisce il cambiamento ma lo guida, al servizio dei cittadini e all'altezza delle sfide del nostro tempo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Mauro Antonio Donato Laus. Ne ha facoltà.
MAURO ANTONIO DONATO LAUS (PD-IDP). Grazie, Presidente. Presidente, noi chiediamo come gruppo del Partito Democratico, per suo tramite, che il Governo venga a riferire in Aula con urgenza e completezza sulla crisi idrica che colpisce la Basilicata. Le risposte fornite in Commissione dal Sottosegretario per le Infrastrutture alle interrogazioni presentate da me e dal collega Amendola, in particolare sulla diga del Rendina, sulla diga del Camastra e sull'emergenza complessiva idrica della regione Basilicata, sono profondamente insoddisfacenti.
Ci aspettavamo dati chiari, impegni precisi e un cronoprogramma dettagliato; invece, abbiamo ricevuto un elenco di buoni propositi, interventi già noti senza alcuna indicazione concreta su tempi, risorse effettive e cantierabilità delle opere. Un documento pieno di sigle ma vuoto di risposte vere e questo è inaccettabile.
La Basilicata è una terra che da sempre garantisce, anche a costo di grandi sacrifici, un contributo importante alla sicurezza alimentare del Paese, ma oggi questa terra è allo stremo. Le dighe del Rendina e del Camastra, strutture strategiche per l'irrigazione e l'approvvigionamento idrico, sono ignorate e, intanto, milioni di metri cubi d'acqua si disperdono in una rete ormai obsoleta.
Gli agricoltori lucani non possono vivere nell'incertezza, stretti tra la siccità, l'aumento dei costi e l'assenza di risposte operative. La nostra comunità, nel suo complesso, non può continuare ad assistere a questo immobilismo. Lo diciamo con forza e chiarezza: la Basilicata merita rispetto. Merita interventi strutturali, immediati e verificabili, non dichiarazioni di facciata. Per questo, Presidente, chiediamo che sia il Ministro in persona a venire in Aula a rispondere in modo trasparente e serio perché l'acqua è una questione di giustizia, di lavoro e di futuro e non tollereremo più risposte evasive (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Si riprende la discussione.
PRESIDENTE. Poiché il vigente calendario dei lavori dell'Assemblea prevede che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 13, sospendo la seduta fino a tale ora.
La seduta, sospesa alle 12,35, è ripresa alle 13,05.
(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 2308-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.
Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, comprensivo dell'errata corrige, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.
Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata già effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri, martedì 22 aprile.
La chiama avrà quindi inizio dal deputato Alessandro Sorte.
Invito i deputati Segretari a procedere alla chiama.
(Segue la chiama).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, comprensivo dell'errata corrige, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:
Presenti: ………………... 279
Votanti: ………………… 275
Astenuti: ………………….. 4
Maggioranza: …………... 138
Hanno risposto sì: ……… 188
Hanno risposto no: ……… 87
La Camera approva.
Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.
Hanno risposto sì:
Albano Lucia
Almici Cristina
Ambrosi Alessia
Amich Enzo
Amorese Alessandro
Andreuzza Giorgia
Antoniozzi Alfredo
Bagnasco Roberto
Baldelli Antonio
Barabotti Andrea
Battilocchio Alessandro
Battistoni Francesco
Bellomo Davide
Benvenuti Gostoli Stefano Maria
Benvenuto Alessandro Manuel
Bergamini Davide
Bergamini Deborah
Bicchielli Pino
Bignami Galeazzo
Billi Simone
Bisa Ingrid
Bof Gianangelo
Bruzzone Francesco
Buonguerrieri Alice
Caiata Salvatore
Calovini Giangiacomo
Candiani Stefano
Cangiano Gerolamo
Cannata Giovanni Luca
Caparvi Virginio
Cappellacci Ugo
Caramanna Gianluca
Caretta Maria Cristina
Carloni Mirco
Caroppo Andrea
Castiglione Giuseppe
Cattaneo Alessandro
Cattoi Vanessa
Cavandoli Laura
Cavo Ilaria
Cerreto Marco
Cesa Lorenzo
Chiesa Paola Maria
Ciaburro Monica
Ciancitto Francesco Maria Salvatore
Ciocchetti Luciano
Coin Dimitri
Colombo Beatriz
Colosimo Chiara
Colucci Alessandro
Comaroli Silvana Andreina
Comba Fabrizio
Congedo Saverio
Coppo Marcello
Cortelazzo Piergiorgio
Crippa Andrea
Dalla Chiesa Rita
D'Attis Mauro
De Bertoldi Andrea
De Corato Riccardo
De Monte Isabella
De Palma Vito
Deidda Salvatore
Delmastro Delle Vedove Andrea
Di Giuseppe Andrea
Di Maggio Grazia
Dondi Daniela
Donzelli Giovanni
Ferrante Tullio
Ferro Wanda
Filini Francesco
Foti Tommaso
Frassini Rebecca
Frijia Maria Grazia
Furgiuele Domenico
Gabellone Antonio Maria
Gardini Elisabetta
Gatta Giandiego
Gemmato Marcello
Gentile Andrea
Giaccone Andrea
Giglio Vigna Alessandro
Giordano Antonio
Giorgianni Carmen Letizia
Giovine Silvio
Gusmeroli Alberto Luigi
Iaia Dario
Iezzi Igor
Kelany Sara
La Porta Chiara
La Salandra Giandonato
Lampis Gianni
Lancellotta Elisabetta Christiana
Latini Giorgia
Lazzarini Arianna
Leo Maurizio
Loizzo Simona
Longi Eliana
Loperfido Emanuele
Lovecchio Giorgio
Lucaselli Ylenja
Lupi Maurizio
Maccanti Elena
Maccari Carlo
Maerna Novo Umberto
Maiorano Giovanni
Malaguti Mauro
Mantovani Lucrezia Maria Benedetta
Marchetti Riccardo Augusto
Marchetto Aliprandi Marina
Marrocco Patrizia
Mascaretti Andrea
Maschio Ciro
Matera Mariangela
Matone Simonetta
Matteoni Nicole
Mattia Aldo
Maullu Stefano Giovanni
Mazzetti Erica
Mazzi Gianmarco
Messina Manlio
Michelotti Francesco
Miele Giovanna
Milani Massimo
Minardo Antonino
Molinari Riccardo
Mollicone Federico
Molteni Nicola
Montaruli Augusta
Montemagni Elisa
Morgante Maddalena
Morrone Jacopo
Mule' Giorgio
Mura Francesco
Nevi Raffaele
Nisini Tiziana
Nordio Carlo
Osnato Marco
Ottaviani Nicola
Padovani Marco
Pagano Nazario
Palombi Alessandro
Pella Roberto
Pellicini Andrea
Perissa Marco
Pichetto Fratin Gilberto
Pierro Attilio
Pietrella Fabio
Pisano Calogero
Pizzimenti Graziano
Polo Barbara
Pozzolo Emanuele
Pretto Erik Umberto
Prisco Emanuele
Pulciani Paolo
Raimondo Carmine Fabio
Rizzetto Walter
Roccella Eugenia
Roscani Fabio
Rossi Angelo
Rossi Fabrizio
Rosso Matteo
Rotelli Mauro
Rotondi Gianfranco
Rubano Francesco Maria
Ruspandini Massimo
Russo Gaetana
Russo Paolo Emilio
Saccani Jotti Gloria
Schiano Di Visconti Michele
Schifone Marta
Semenzato Martina
Silvestri Rachele
Siracusano Matilde
Sorte Alessandro
Squeri Luca
Tassinari Rosaria
Tenerini Chiara
Testa Guerino
Toccalini Luca
Trancassini Paolo
Tremaglia Andrea
Tremonti Giulio
Vietri Imma
Vinci Gianluca
Volpi Andrea
Zucconi Riccardo
Zurzolo Immacolata
Hanno risposto no:
Aiello Davide
Alifano Enrica
Amato Gaetano
Appendino Chiara
Ascani Anna
Auriemma Carmela
Barbagallo Anthony Emanuele
Barzotti Valentina
Benzoni Fabrizio
Berruto Mauro
Boldrini Laura
Bonafe' Simona
Bonelli Angelo
Braga Chiara
Cafiero De Raho Federico
Cantone Luciano
Caramiello Alessandro
Carmina Ida
Caso Antonio
Casu Andrea
Ciani Paolo
Colucci Alfonso
Cuperlo Gianni
Curti Augusto
D'Alessio Antonio
De Luca Piero
De Maria Andrea
De Micheli Paola
Del Barba Mauro
Della Vedova Benedetto
Dell'Olio Gianmauro
Di Biase Michela
Donno Leonardo
D'Orso Valentina
Fassino Piero
Fede Giorgio
Ferrari Sara
Filippin Rosanna
Fontana Ilaria
Fornaro Federico
Fratoianni Nicola
Gadda Maria Chiara
Ghio Valentina
Ghirra Francesca
Giachetti Roberto
Gianassi Federico
Girelli Gian Antonio
Graziano Stefano
Grimaldi Marco
Grippo Valentina
Gruppioni Naike
Guerra Maria Cecilia
Iacono Giovanna
L'Abbate Patty
Lacarra Marco
Laus Mauro Antonio Donato
Lomuti Arnaldo
Malavasi Ilenia
Manzi Irene
Marattin Luigi
Mari Francesco
Merola Virginio
Morassut Roberto
Orfini Matteo
Pagano Ubaldo
Pandolfo Alberto
Pavanelli Emma
Pellegrini Marco
Penza Pasqualino
Piccolotti Elisabetta
Quartini Andrea
Ricciardi Toni
Roggiani Silvia
Rossi Andrea
Ruffino Daniela
Santillo Agostino
Schlein Elly
Scotto Arturo
Serracchiani Debora
Silvestri Francesco
Simiani Marco
Soumahoro Aboubakar
Tabacci Bruno
Torto Daniela
Traversi Roberto
Vaccari Stefano
Zaratti Filiberto
Si sono astenuti:
Gebhard Renate
Manes Franco
Schullian Manfred
Steger Dieter
Sono in missione:
Bagnai Alberto
Barelli Paolo
Bellucci Maria Teresa
Bitonci Massimo
Bonetti Elena
Boschi Maria Elena
Calderone Tommaso Antonino
Casasco Maurizio
Cecchetti Fabrizio
Centemero Giulio
Cirielli Edmondo
Costa Sergio
Frassinetti Paola
Freni Federico
Gava Vannia
Giorgetti Giancarlo
Gribaudo Chiara
Guerini Lorenzo
Lollobrigida Francesco
Magi Riccardo
Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo
Meloni Giorgia
Orsini Andrea
Patriarca Annarita
Pittalis Pietro
Polidori Catia
Ricciardi Marianna
Ricciardi Riccardo
Richetti Matteo
Rixi Edoardo
Romano Francesco Saverio
Rosato Ettore
Scerra Filippo
Sportiello Gilda
Stefani Alberto
Tajani Antonio
Varchi Maria Carolina
Zoffili Eugenio
PRESIDENTE. Sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento che riprenderà alle ore 17,30 per le successive fasi di esame, a partire dall'esame degli ordini del giorno.
Sospendiamo la seduta che riprenderà alle ore 14,45 per lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
La seduta, sospesa alle 14, è ripresa alle 14,45.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, il Ministro della Cultura, il Ministro per lo Sport e i giovani e la Ministra per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa.
Colleghi, vi invito ad avere un rigoroso rispetto dei tempi, considerata la diretta televisiva in corso e gli impegni che ci attendono nel pomeriggio.
(Chiarimenti in merito alle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza da utilizzare per interventi di contrasto ai dazi e al conseguente impatto sulla quota da destinare al Mezzogiorno - n. 3-01911)
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Bonetti ed altri n. 3-01911 (Vedi l'allegato A). La deputata Pastorella ha facoltà di illustrare l'interrogazione di cui è cofirmataria.
GIULIA PASTORELLA (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Ministro, l'8 aprile la Presidente Meloni ha dichiarato di aver individuato 14 miliardi di fondi dal PNRR da destinare ai settori colpiti dai dazi. Ora sappiamo che Trump è tornato sui suoi passi, ma restano comunque alcuni dazi al 10 per cento anche sui paesi dell'Unione europea, tra cui l'Italia.
Ci domandiamo semplicemente se questi 14 miliardi di euro verranno in effetti individuati, ma soprattutto da quali fonti saranno presi, visto che non ci sono dati aggiornati al 31 dicembre 2024 per i fondi destinati al Mezzogiorno e che, purtroppo, la Sesta relazione sullo stato di attuazione del PNRR è molto lacunosa. Approfittando di questa pausa sulla questione dazi, chiediamo al Governo di fare chiarezza se e dove questi 14 miliardi saranno reperiti.
PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, Tommaso Foti, ha facoltà di rispondere.
TOMMASO FOTI, Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. Grazie, signor Presidente. Onorevole Pastorella, come già ho ribadito in altra occasione, la relazione relativamente allo stato del PNRR è perfettamente a posto, non ha alcuna lacuna, è sullo schema che è stato presentato fin dall'inizio dal Presidente Draghi, che faceva parte di una maggioranza appoggiata anche dal suo partito.
Quanto alla vicenda che lei giustamente osserva, cioè che i dati sul Mezzogiorno sono riferiti al 31 dicembre 2023, le faccio presente che ex lege, esattamente il decreto-legge n. 77/2021 prevede che le risorse territorializzabili siano assegnate per il 40 per cento a regioni del Mezzogiorno. Compito del Dipartimento coesione è quello di accertare che la norma sia rispettata.
Con la relazione del 27 marzo 2025, il Dipartimento coesione ha accertato che effettivamente la norma per il 2023 era stata perfettamente rispettata. Nella relazione presentata al Parlamento il 31 marzo 2025 si dà atto, in tempo reale, di questo obiettivo raggiunto.
Per quanto riguarda - glielo anticipo - i dati del 31 dicembre 2024, il Dipartimento coesione ci ha rappresentato che, entro la seconda settimana di giugno, darà la sua dichiarazione in ordine al rispetto o meno della norma. Non appena questa relazione sarà pubblicata, sarà comunicata, come sempre, al Parlamento.
Per quanto riguarda i 14 miliardi a cui lei faceva riferimento, si riferiscono a somme attualmente non utilizzate all'interno delle misure del PNRR, alcune delle quali - gliele cito prima che me lo dica lei nella replica - a Industria 5.0, Net Zero Technology ed altre. Noi, a prescindere dai dazi, ma per accelerare la competitività delle nostre imprese, riteniamo di utilizzare quelle risorse anche su altre linee di finanziamento, che possano trovare nelle imprese adeguata rispondenza.
PRESIDENTE. L'onorevole Daniela Ruffino ha facoltà di replicare.
DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Come sempre, abbiamo ascoltato con attenzione la risposta del Ministro. Non nascondo una preoccupazione da parte del nostro gruppo. Intanto, la prima preoccupazione riguarda il momento in cui ci sarà l'avvallo, la definizione di questi 14 miliardi che provengono da risorse non utilizzate. Cercheremo di capire perché ci sono risorse non utilizzate, signor Ministro, signor Presidente, lo faremo sicuramente nel prossimo question time. C'è comunque una grande preoccupazione, perché, quando si parla del Sud, i settori scoperti sono davvero tanti. Abbiamo alcune priorità chiare: la creazione di un lavoro stabile, soprattutto per i giovani e le donne; investire nella formazione tecnica e universitaria; il salto di qualità per la sanità territoriale; i servizi scolastici e sociali; gli interessi e le opportunità rispetto al resto del Paese. Però, riteniamo che sia importantissimo - cerco di avviarmi velocemente alla conclusione - anche il tema della legalità, della capacità amministrativa degli enti locali, ne parleremo oggi in Aula. Quello è un grave problema che deve essere affrontato. Gli enti locali oggi, ovviamente, sono privi di risorse e competenze sufficienti per dare risposte.
Ecco, questi temi per noi hanno una grande importanza. Auspichiamo tempi davvero ristretti e, perché no, anche una discussione parlamentare per cercare di capire dove queste risorse debbano e possano essere postate al meglio (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
(Ulteriori iniziative volte a rafforzare l'attività di promozione e l'utilizzo dei fondi diretti europei - n. 3-01912)
PRESIDENTE. Il deputato Matteoni ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bignami ed altri n. 3-1912 (Vedi l'allegato A).
NICOLE MATTEONI (FDI). Grazie, Presidente. Buongiorno Ministro, voglio innanzitutto ringraziarla per lo splendido lavoro che sta portando avanti in un Ministero che comprende deleghe importanti e decisamente sfidanti; l'uomo giusto al posto giusto.
Com'è noto, i fondi diretti europei sono un'opportunità importante per gli enti locali privati, ma, al contempo, vederseli aggiudicati rappresenta una sfida.
La burocrazia e una competizione altissima sono alcune delle prove da affrontare proprio. Per questo, plaudo alle due iniziative che avranno luogo a Brescia e Bologna, momenti concreti di formazione e crescita, soprattutto per i nostri comuni, le anime della nostra amata Italia.
Ministro, quali ulteriori iniziative intende intraprendere per rafforzare l'attività di promozione e utilizzo dei fondi diretti europei, che sono necessari per affrontare le sfide di oggi e gli obiettivi strategici dell'Unione europea?
PRESIDENTE. Il Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, Tommaso Foti, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Bignami ed altri n. 3-1912.
TOMMASO FOTI, Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. Signor Presidente, onorevole Matteoni, innanzitutto la ringrazio per le parole gentili che mi ha riservato.
Quanto alla sua domanda, posso assicurarle che l'impegno del Governo è rafforzare l'attività di promozione dei fondi diretti europei. Lo riteniamo importante. A tal proposito, non solo abbiamo organizzato due seminari il 28 aprile a Brescia e il 7 maggio a Bologna, ma ne abbiamo previsti anche a Lecce, a Palermo e a Napoli, proprio perché vogliamo rendere palese su tutto il territorio nazionale le opportunità riservate all'Italia dall'Unione europea.
Al tempo stesso, abbiamo registrato con piacere il fatto che nel nostro Paese si presentino molti progetti per l'Europa. Il problema è presentarli di qualità e fare in modo che questi progetti abbiano anche un finanziamento a riguardo. Sotto questo profilo, proprio nel decreto-legge sulla pubblica amministrazione che è all'esame del Parlamento, vi è una norma specifica che si preoccupa di assistere - per dire con una parola un po' rotonda - gli enti locali, i promotori dei progetti per meglio perfezionare la qualità degli stessi e renderli, quindi, possibili in termini di finanziamento.
Sempre relativamente alla sua domanda, devo aggiungere che, quanto all'attività di supporto, noi riteniamo che sia fondamentale anche per quanto riguarda la progettazione. Riteniamo, altresì, che si debba necessariamente pensare anche progetti che abbiano una valenza nazionale.
In ogni caso, come appare chiaro, l'impegno del Governo è proteso a consentire, permettere e favorire l'utilizzo dei fondi europei a tutti i soggetti che nel nostro Paese ne facciano richiesta con una progettazione, soprattutto quando la stessa è indirizzata in quei settori per i quali maggiore è la sensibilità, l'accettabilità e i termini di finanziamento in sede europea.
PRESIDENTE. Il deputato Milani ha facoltà di replicare.
MASSIMO MILANI (FDI). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, per l'illustrazione. Allora la invito a mettere in agenda tra questi appuntamenti anche il Lazio: ne approfitto con una battuta direttamente.
A parte questa battuta, però, è importante il lavoro che si sta svolgendo presso il suo Ministero per far conoscere questo strumento, perché troppe volte sentiamo parlare costantemente di PNRR e dei Fondi strutturali PNC, FER, FESR, eccetera, mentre ci dimentichiamo che il 20 per cento dei Fondi europei, che ovviamente alimentiamo anche noi come Italia, sono a erogazione diretta della Commissione. Quindi, c'è un importante lavoro di conoscenza da fare da parte soprattutto degli enti locali, perché questo tipo di strumento è rivolto in particolare a loro, proprio per aumentare la capacità di spesa dell'Italia e soprattutto per renderla più efficiente.
È un'occasione importante per ricevere quanto costantemente versiamo con convinzione sicuramente all'Unione europea, ma è giusto anche che torni sul territorio nazionale.
Quindi, il lavoro che lei sta facendo e che sta continuando a fare di diffusione della conoscenza e di supporto soprattutto verso le pubbliche amministrazioni è fondamentale, affinché non ci sia dispersione e, anzi, si finalizzi e si possa consentire l'innovazione della nostra macchina amministrativa di cui tanto c'è bisogno, perché se funziona la macchina amministrativa pubblica sicuramente ne hanno beneficio i cittadini, le imprese e, quindi, tutti quanti noi.
(Iniziative a sostegno della produzione cinematografica e audiovisiva, anche in considerazione delle proposte volte all'istituzione di un'Agenzia per il cinema e l'audiovisivo - n. 3-01913)
PRESIDENTE. La deputata Manzi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01913 (Vedi l'allegato A).
IRENE MANZI (PD-IDP). La ringrazio, signor Presidente. Saluto il signor Ministro. Con questa interrogazione in realtà vogliamo portare in quest'Aula l'attenzione e il grido d'allarme che il settore cinematografico, nella sua interezza, già da molti mesi sta lanciando in direzione del Governo. Basta leggere i dati e l'indagine di #siamoaititolidicoda che in realtà denuncia e registra una situazione drammatica in termini di lavoro, in termini occupazionali e in termini anche di forte incertezza di quelle che sono le risorse a disposizione e di quello che più in generale è il quadro normativo. Penso al tema del tax credit che regola questo settore. Un'incertezza che sta determinando, tra l'altro, una perdita di competitività del nostro Paese.
Quindi, anche alla luce dell'appello lanciato da Pupi Avati poche settimane fa e alla luce della proposta di legge, a prima firma della nostra segretaria Elly Schlein, che come deputati del PD abbiamo presentato proprio per istituire un'agenzia tematica specializzata, vogliamo sapere dal Ministro quali sono gli interventi che in realtà si stanno attuando per ovviare a una situazione allarmante a cui non si può continuare a essere indifferenti.
PRESIDENTE. Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha facoltà di rispondere.
ALESSANDRO GIULI, Ministro della Cultura. Presidente, ringrazio gli onorevoli interroganti e mando un bacino a Pupi Avati, perché mi consentite di porre l'attenzione sulla rilevanza del settore audiovisivo e sugli interventi che in realtà il Ministero della Cultura ha già fatto e sta facendo da diverso tempo, ma anche di considerare le più recenti sollecitazioni.
L'azione del Ministero è volta a fornire nuovi stimoli alla crescita della filiera, come recentemente testimoniato anche dal fatto che pochi giorni fa è stato firmato il decreto correttivo del tax credit cinema e audiovisivo, contenente anche previsioni in materia di intelligenza artificiale e per la cui attuazione la competente direzione generale è prossima a emanare le apposite linee guida.
Al fine di garantire la massima condivisione dell'azione del Dicastero, peraltro, si è tenuto oggi un apposito tavolo con i rappresentanti del settore, in previsione di una discussione congiunta dei relativi contenuti.
Con riferimento alla questione delle risorse finanziarie, è necessario effettuare una premessa rilevante. Le risorse a disposizione del settore cinematografico e audiovisivo sono definite annualmente nella legge di bilancio e successivamente il Ministero provvede al riparto di dette risorse fra le diverse finalità. L'importo previsto in tale decreto di riparto costituisce il limite massimo di risorse che annualmente vengono deliberate a favore delle varie tipologie di intervento, a eccezione delle due linee di intervento quantitativamente più rilevanti, ossia i crediti d'imposta alla produzione nazionale e alla produzione internazionale.
Per queste due tipologie di intervento la legge n. 178 del 30 dicembre 2020 prevede che il Ministro dell'Economia e delle finanze effettui il monitoraggio dei relativi oneri, con facoltà di provvedere alla riduzione del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell'audiovisivo nella misura necessaria alla copertura finanziaria del maggior onere risultante da tale attività di monitoraggio.
In altri termini, la quantificazione della spesa per i crediti d'imposta alla produzione nazionale e alla produzione internazionale non è effettuata ex ante ancorandosi al decreto di riparto annuale, ma è effettuata ex post a seguito di monitoraggio degli effettivi utilizzi del credito d'imposta rilevati dall'Agenzia delle entrate. Pertanto, tutte le domande che pervengono al Ministero devono essere comunque soddisfatte.
Concludo. Le proposte di legge finalizzate all'istituzione di un'agenzia o di un Ministero ad hoc per il settore del cinema e dell'audiovisivo rappresentano ai nostri occhi uno stimolo interessante per un confronto costruttivo e multilivello anche per il Ministero che è chiamato a organizzare la filiera del cinema in un quadro di riforma già in atto.
Non appena resi noti i testi delle predette proposte di legge, saranno valutati con attenzione nel loro contenuto e nella loro finalità, per consentire a noi tutti, e al Ministero che mi onoro di rappresentare, di tradurle in azioni concrete nell'ottica di migliorare questo importante e indiscutibilmente fondamentale ramo della cultura del nostro Paese.
PRESIDENTE. Il deputato Orfini ha facoltà di replicare.
MATTEO ORFINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ministro, noi le avevamo posto più o meno le stesse domande sette mesi fa. Siamo di nuovo a porgliele qui oggi perché in questi sette mesi non è successo assolutamente nulla; anzi, è successo qualcosa di abbastanza grave: la negazione di una crisi che purtroppo c'è.
Lo ha fatto un po' lei oggi, lo fa di continuo la sua Sottosegretaria e sta avvenendo anche nell'incontro con le parti di cui parlava, cioè si nega l'esistenza di una crisi. Mi chiedo chi siano quelle migliaia di lavoratori che hanno manifestato in questi mesi e chi sono quelli che noi abbiamo incontrato, ossia lavoratori, artisti, attori, autori, produttori spesso con le lacrime agli occhi perché ridotti alla fame dalle scelte di questo Governo che evidentemente per lei non esistono.
Io le suggerisco costruttivamente di parlare un po' più con loro e un po' meno con la sua Sottosegretaria per avere un quadro complessivo e veritiero della situazione.
Ma sa qual è la dimostrazione che ho ragione io? Esattamente quella che ha raccontato lei, cioè che avete dovuto fare un decreto correttivo sul tax credit perché non era vero che andava bene quello che avevate fatto, tanto che l'avete dovuto fare in fretta e furia per evitare di perdere al TAR, dove i ricorsi vi avevano portato. Oggi io mi sarei aspettato, qui, da parte sua, qualcosa di più concreto, magari l'annuncio di un lavoro per ristorare le aziende danneggiate dalle politiche del Governo, magari il tentativo di salvare l'anno contributivo per chi l'ha perso per colpa di questo stallo, magari qualcosa di più che frasi di circostanza sulla proposta del maestro Avati che, almeno lui, non potrà essere tacciato di essere un regista comunista, trinariciuto e cattivo, ossia di quelli da punire. E invece no. Invece siamo al nulla sostanzialmente che prosegue e che sta alimentando e aumentando una crisi drammatica.
Allora, io non posso dirmi soddisfatto ovviamente della sua risposta. Questa crisi c'è, è sempre più drammatica ed è colpa vostra. Dovreste iniziare a occuparvene (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
(Iniziative volte a ricordare la figura di Giovanbattista Cutolo e a promuovere la conoscenza e lo studio della musica classica e lirica - n. 3-01914)
PRESIDENTE. La deputata Bergamini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01914 (Vedi l'allegato A).
DEBORAH BERGAMINI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, ci stiamo forse abituando un po' tutti a considerare la musica classica un grande patrimonio del passato. Invece no: è una forza viva, molto trasformativa, capace ancora di educare e di elevare. L'Italia ha insegnato al mondo il canto, la danza e la composizione, eppure questa grandissima eredità rischia oggi di rimanere lontana dalle giovani generazioni, proprio mentre cresce il disagio, la solitudine e anche la violenza.
Molti studi dimostrano che l'ascolto e la pratica della musica classica contribuiscono a migliorare le capacità cognitive, il rispetto verso l'altro e la consapevolezza. Questo ci arriva anche come testimonianza diretta dai nostri istituti penitenziari per minorenni, dove la musica ha indotto i ragazzi a rigettare la violenza.
Per quanto riguarda la violenza, Giovanbattista Cutolo - Giogiò - era un giovane musicista dell'Orchestra giovanile Scarlatti di Napoli, trucidato per strada per una banale lite legata a un parcheggio e ammazzato da un ragazzo minorenne. Giovanbattista chiedeva più educazione musicale, più attenzione alla bellezza e all'armonia. È un simbolo per tutti noi della lotta del bene contro la banalità del male. Allora, sono a chiederle che tipo di iniziative ritiene necessario che vengano messe in campo per onorare e ricordare il sacrificio di Giogiò (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha facoltà di rispondere.
ALESSANDRO GIULI, Ministro della Cultura. Presidente, grazie agli onorevoli interroganti. Il Ministero è consapevole che la musica è il più forte antidoto contro il degrado dei territori e la povertà educativa. Ha messo in campo già diverse iniziative volte all'affermazione di una cultura diffusa che offra ai giovani opportunità e modelli di riferimento positivi.
In particolare nel 2023, subito dopo la scomparsa di Giovanbattista Cutolo, il Ministero della Cultura ha sostenuto - con un contributo di circa 42.000 euro - il progetto “La forza della musica contro la barbarie” presentato dall'associazione Nuova orchestra Scarlatti di Napoli, in memoria del giovane musicista che - com'è noto - ne faceva parte, come poc'anzi l'onorevole Bergamini ci ha ricordato.
L'iniziativa consisteva in tre concerti - due da camera e uno sinfonico - presso l'Università degli studi di Napoli, Federico II, in un forum di incontro e confronto denominato “re-agire”, articolato in due giornate, con la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni, educatori, artisti, intellettuali, cittadini e giovani. Uno schema che si può e si deve replicare.
Il Ministero, inoltre, nell'anno 2024, ha sostenuto finanziariamente il progetto “GioxGiò Giovani per i Giovani” della Nuova orchestra Scarlatti di Napoli, volto alla promozione artistico-professionale dei giovani musicisti under 30 e alla diffusione della legalità e della solidarietà attiva tra i ragazzi e le ragazze del territorio, anche tramite momenti di coinvolgimento della cittadinanza.
In secondo luogo, il richiamo, tra i principi che ispirano l'accesso ai contributi a valere sul Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo, alle attività del teatro sociale e dello spettacolo nell'ambito delle carceri e delle aree svantaggiate, costituisce chiara testimonianza del ruolo fondamentale che questo Ministero riconosce alla musica quale strumento di trasformazione della società.
Inoltre nell'emanando codice dello spettacolo - e ho qui, davanti a me, il Sottosegretario Gianmarco Mazzi che ha fatto e sta concludendo uno straordinario lavoro al riguardo - è allo studio la promozione dell'avvicinamento dei giovani alle attività di spettacolo al fine di creare un efficace percorso di crescita culturale delle nuove generazioni e di sviluppo di potenziale nuovo pubblico, anche attraverso l'inserimento nei programmi curriculari scolastici dello studio dell'opera lirica, della musica, del teatro della danza. Sempre nell'emanando codice si sta valutando di condizionare l'accesso al Fondo spettacolo con l'adozione di misure volte a contrastare comportamenti inappropriati, discriminatori, molesti e violenti nei luoghi di lavoro.
Con questo spirito, abbiamo voluto ricordare Giovanbattista Cutolo anche al termine del meraviglioso concerto della Nuova orchestra Scarlatti diretta dal maestro Beatrice Venezi, che si è tenuto il 20 settembre 2024 in occasione del G7 Cultura di Napoli.
PRESIDENTE. L'onorevole Deborah Bergamini ha facoltà di replicare.
DEBORAH BERGAMINI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, per la sua risposta. Io mi permetto di insistere perché davvero Giogiò rappresenta un simbolo. Un simbolo della lotta eterna fra chi sceglie il bene, la bellezza, l'armonia e chi invece sceglie il nichilismo, la devianza.
E proprio per questo, proprio perché sembra che in quel caso - nel tragico caso di Giogiò - abbiano avuto la meglio la devianza, il male, la violenza, l'ingiustizia, noi dobbiamo combattere ancora di più. Quindi ben vengano tutte queste iniziative, ma noi riteniamo che ci sia veramente necessità di una strategia di tutto il Paese per la valorizzazione della musica classica e lirica, certamente nei luoghi marginali, nelle periferie, nei luoghi difficili ma anche, più semplicemente, nei luoghi di aggregazione giovanile, nei centri sportivi, nelle palestre, nei luoghi di divertimento, per rappresentare una scelta, una possibilità. Sicuramente la musica classica e la lirica portano con sé anche l'insegnamento del rispetto dell'altro. Forza Italia ha depositato una proposta di legge in tal senso, per istituire una fondazione dedicata a Giogiò - a Giovanbattista Cutolo - che si occupi proprio sistematicamente di fare questo: riportare la musica classica dal prestigioso ruolo di patrimonio del passato a quella che è in realtà, cioè un'entità vivente che nobilita e rende ciascuno di noi migliore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
(Chiarimenti in ordine a dichiarazioni del Ministro della Cultura sulla necessità di una riduzione dell'aliquota IVA applicata alla cessione di opere d'arte - n. 3-01915)
PRESIDENTE. L'onorevole Candiani ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01915 (Vedi l'allegato A).
STEFANO CANDIANI (LEGA). La ringrazio, Presidente. Onorevole Ministro, nello scorso marzo, in occasione della presentazione del rapporto Nomisma sul mercato dell'arte in Italia, abbiamo accolto con favore le sue affermazioni, che cito testualmente, quando diceva: Ci siamo e credo che siamo vicini a un risultato che darà soddisfazione a tutti quanti. Il Ministro dell'Economia e delle finanze è d'accordo, riferendosi, in questo senso, alla richiesta avanzata già da tempo da galleristi, collezionisti, mercanti d'arte per abbassare l'IVA sulle cessioni dei beni d'arte.
In Italia, attualmente, ricordo che l'IVA sulla cessione di opere d'arte è soggetta all'aliquota ordinaria del 22 per cento, la più alta in Europa, mentre in Francia si è optato, dal gennaio 2025, per un regime agevolato del 5,5 per cento per tutte le transazioni artistiche, incluse le importazioni e le cessioni. In Germania l'aliquota, invece, è stata portata al 7 per cento. Ora, ovviamente, diventa importante anche per il nostro Paese, per non perdere capacità competitiva, adeguarsi. Abbiamo sostenuto più volte questa iniziativa e quindi le chiediamo, signor Ministro, se conferma la necessità, la volontà e ovviamente l'indirizzo del Governo per andare ad adeguare agli standard europei anche l'aliquota italiana che oggi è sproporzionata rispetto al resto dell'Europa.
PRESIDENTE. Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha facoltà di rispondere.
ALESSANDRO GIULI, Ministro della Cultura. Onorevole Candiani, grazie. Ringrazio e confermo, naturalmente. Ribadisco, in senso pienamente favorevole, quella che è la posizione del Ministero della Cultura. Confermo la necessità di intervenire per ridurre l'aliquota IVA relativa a oggetti d'arte, antiquariato e da collezione e confermo che il Ministero dell'Economia e delle finanze sta sostenendo, fattivamente, l'iniziativa: stiamo già definendo le coperture necessarie.
La salute culturale della nostra Nazione - e qui parlo in consonanza con l'interrogante - è una priorità del Governo. È una misura fiscale, questa, che favorirà le transazioni nel mercato interno e potenzierà la competitività dell'export italiano a livello europeo.
Concordo con gli interroganti - anzi con l'interrogante, ma con tanta parte di quest'Aula - sulle conseguenze distorsive della previsione di un'aliquota diseguale sul territorio europeo. L'effetto dumping a danno degli operatori culturali dell'intera filiera dell'arte arreca pregiudizi in capo a coloro che creano le opere (artigiani, restauratori, studiosi), a coloro che le custodiscono e consegnano (i trasportatori) e a coloro che le espongono, rendendo conoscibile la bellezza (le organizzazioni fieristiche). Gli studi di settore - che ho approfonditamente esaminato - mostrano quali sarebbero le gravi conseguenze del mancato intervento per gli operatori dell'arte: diminuzione degli investimenti, perdita di attrattività commerciale, trasferimento degli operatori all'estero in regimi più competitivi.
Il Governo riconosce e apprezza l'iniziativa dei partiti e delle competenti Commissioni parlamentari della Camera e del Senato che contestualmente hanno sollecitato il Governo su questa iniziativa e sono allo studio, in sinergia con il Ministero dell'Economia e delle finanze per l'appunto, delle ipotesi normative volte alla modifica dell'aliquota IVA, allineandola ovviamente al trattamento agevolato previsto per le cessioni dei suddetti beni nei principali Paesi europei.
Il percorso verso la revisione di questa disciplina di settore è tracciato. Non si tratta soltanto di riallinearci a una media continentale, ma di non frenare la dinamicità del mercato dell'arte italiano con pesi fiscali anticoncorrenziali. I nostri attori culturali se messi in condizioni di competere ad armi pari potrebbero rendere l'Italia - e lo faranno - un centro internazionale delle operazioni di scambio e incrementare la crescita economica del settore, alimentando così lo stesso gettito fiscale.
Concludo, come ho già detto, riaffermando che questa è una battaglia storica del centrodestra tutto e che l'attuale Governo ha ingaggiato e intende portare a compimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il deputato Candiani ha facoltà di replicare.
STEFANO CANDIANI (LEGA). Ministro, le cose che dice sono conferme che ci aspettavamo, perché conosciamo il suo buon senso e abbiamo anche ben chiaro che il Governo ha l'orizzonte degli eventi. Occorre abbassare l'IVA, in Italia, sulle transazioni relative alle cessioni di opere d'arte, perché oggi abbiamo una distorsione; e per un giovane che si affaccia al mercato dell'arte oggi diventa più interessante guardare alla Francia, alla Germania piuttosto che stare in Italia. È una grande opportunità per il mercato, una grande opportunità per il nostro Paese che sull'arte ha costruito una credibilità internazionale plurisecolare. È altrettanto evidente che l'intesa tra lei e il Ministro Giorgetti è per noi una garanzia bastante. Cionondimeno il gruppo Lega non farà mancare tutto il proprio supporto per qualsiasi proposta che presenterà per arrivare velocemente a questa riduzione dell'aliquota che, auspichiamo, almeno non superiore al 5 per cento.
(Chiarimenti in ordine al rispetto del termine per l'esercizio della delega di cui alla legge n. 106 del 2022 in materia di attività circensi e spettacoli viaggianti - n. 3-01916)
PRESIDENTE. Il deputato Borrelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01916 (Vedi l'allegato A).
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Ancora oggi il nostro è uno dei pochi Paesi che non ha ancora limitato o vietato l'uso degli animali nei circhi. Un'azione barbarica, superata oramai dal tempo, dalla modernità e anche dal rispetto degli altri esseri umani. Nel 2022 il precedente Parlamento, poco prima che si sciogliesse, approvò una norma.
Questa norma prevedeva il graduale superamento dei circhi con animali nel nostro territorio. Ebbene, da allora, di anno in anno, l'attuale Governo sta rinviando i decreti legislativi. La nostra domanda al Ministro è, visto che sono anche in campo una serie di iniziative - il 76 per cento degli italiani intervistati dalla Doxa hanno detto che sono contrari ai circhi degli animali -, se entro l'agosto di quest'anno ha intenzione di firmare questi decreti. La penna sta qua, Ministro, basta solo firmare (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha facoltà di rispondere.
ALESSANDRO GIULI, Ministro della Cultura. Grazie, Presidente. Grazie all'onorevole interrogante, preferisco la mia di penna. Comunque, nondimeno riferisco sull'iter relativo all'esercizio della delega di Governo in materia di spettacolo, di cui all'articolo 2 della legge n. 106 del 2022, nel cui ambito rientra anche la revisione delle disposizioni nei settori delle attività circensi e degli spettacoli viaggianti. In particolare, il tema dell'impiego degli animali negli spettacoli circensi, nonché delle modalità di attuazione del principio del graduale superamento dell'uso degli animali nei circhi e negli spettacoli viaggianti, è stato affrontato nel corso delle consultazioni e delle audizioni condotte con le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali.
Lo schema di decreto legislativo a cui stiamo lavorando affronterà anche questa tematica; nel frattempo, l'amministrazione che mi onoro di rappresentare ha comunque intrapreso alcune iniziative al riguardo. Mi riferisco, più precisamente, al decreto ministeriale del 23 dicembre 2024, recante i nuovi criteri per l'erogazione di contributi a valere sul Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo. In linea con il precedente decreto ministeriale del 17 luglio 2017, esso stabilisce un sistema di premialità in favore degli organismi che dichiarano di non utilizzare gli animali negli spettacoli da finanziare, prevedendo l'attribuzione di un punteggio diverso a seconda dell'utilizzo o meno degli animali nell'ambito della valutazione della qualità artistica del progetto. Ciò in attuazione di quanto previsto dall'articolo 9, comma 1-bis, del decreto-legge n. 91 del 2013. Si osserva che, in caso di segnalazioni specifiche, la Direzione generale spettacolo, nella fase di monitoraggio delle attività continuative degli organismi ammessi al contributo a valere sul Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo, effettua verifiche e controlli precisi. A tal proposito, si fa presente che il Ministero provvederà ad avviare il procedimento di revoca del contributo nei confronti di un organismo assegnatario che è stato condannato - condannato - per reato di maltrattamento degli animali, con recente sentenza della Suprema Corte di cassazione. Tutto ciò in ragione del divieto, previsto dal citato decreto ministeriale, di finanziare soggetti che abbiano riportato condanne definitive per i delitti contro il sentimento per gli animali previsti dal codice penale ovvero che abbiano commesso violazioni di altre normative statali o dell'Unione europea in materia di tutela, detenzione e utilizzo degli animali. Concludo, l'impegno del Ministero acquisisce ancora maggiore forza alla luce dell'inserimento, per la prima volta, della tutela degli animali nell'articolo 9 della Costituzione, il nostro faro. Il quadro appena descritto testimonia la complessità della materia, di cui è in corso la revisione attraverso l'esercizio della delega per l'elaborazione di un testo normativo unico e organico, denominato codice dello spettacolo, il cui termine - e su questo avete ragione e siamo d'accordo - è fissato al 18 agosto 2025. Ciò detto, si tratta di un'impresa ardua, che non può prescindere dalla più ampia condivisione - condivisione - da parte dei soggetti istituzionali coinvolti e di un'elaborazione quanto più partecipata e approfondita possibile.
PRESIDENTE. Il deputato Borrelli ha facoltà di replicare.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Ministro, poiché parliamo di animali, le consiglierei di andarsi a fare un giro nei circhi per vedere se le tigri, i leoni, gli elefanti e tutti questi esseri sono favorevoli o meno a continuare a essere esposti per il divertimento degli umani. Le voglio ricordare una cosa, che secondo me è molto importante: qui non si tratta soltanto della difesa o di problemi legati agli animali o all'ambiente, ma di ferite morali. Dietro ogni azione violenta nei confronti di un essere umano, di un animale o della natura c'è una responsabilità collettiva, e lei ha questa responsabilità, di attuare entro agosto di quest'anno i decreti, che non devono essere ambigui, perché si deve andare verso la graduale dismissione degli animali dentro i circhi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
Le aggiungo anche una cosa. Se vuole glieli cito a memoria, soltanto negli ultimi 3 mesi: il caso di un cammello che, tra gennaio e febbraio, è fuggito dal circo Togni, è stato inseguito, lo hanno preso in malo modo ed è morto, ovviamente per cause che non si sono ancora spiegate, incredibilmente; oppure a dicembre scorso nel circo Orfei, dove, in un video che ho pubblicato io e che mi mandarono i cittadini, la gente scappò perché il domatore lanciava gli sgabelli addosso ai leoni e poi disse che erano in calore, come se la colpa fosse degli animali, che hanno i loro istinti. Ministro, è un atto di civiltà, è un atto di civiltà nei confronti di animali che non hanno scelto di vivere in questo modo, la cui unica funzione, in questo momento, è il nostro divertimento. I contributi li possiamo dare ai circhi senza animali, con i trapezisti, con gli acrobati, con i clown. Chi dice “no” alle attività circensi? Diciamo semplicemente una cosa.
PRESIDENTE. Concluda.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). È stata approvata una norma, applichiamola. La firmi come vuole, Ministro. Le consiglio ancora la penna, ma lei scelga. L'importante è che lo faccia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
(Elementi in ordine allo stato di attuazione della riorganizzazione del Ministero della Cultura, con particolare riferimento agli istituti dotati di autonomia speciale - n. 3-01917)
PRESIDENTE. La presidente Martina Semenzato ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-01917 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il patrimonio culturale italiano rappresenta non solo un valore identitario, ma anche una vera strategia per lo sviluppo del Paese. Penso alla mia straordinaria Venezia, al Museo archeologico, alla Biblioteca nazionale Marciana. Con il DPCM n. 57 del 15 marzo 2024, il suo Ministero ha avviato una profonda riorganizzazione, che riguarda anche gli istituti dotati di autonomia speciale, sia di prima che di seconda fascia, come i grandi musei nazionali.
Una riforma che era necessaria per rafforzare l'efficienza, l'autonomia gestionale e la valorizzazione dei territori. Alla luce di ciò, le chiediamo gentilmente, Ministro, a che punto sia l'attuazione di questa riorganizzazione e quali ricadute concrete ci siano state e ci saranno sul funzionamento e sul ruolo degli istituti autonomi all'interno del sistema museale nazionale.
PRESIDENTE. Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha facoltà di rispondere.
ALESSANDRO GIULI, Ministro della Cultura. Ringrazio gli interroganti. Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 57 del 15 marzo 2024 - entro subito nel merito -, recante il nuovo regolamento di organizzazione del Ministero della Cultura, entrato in vigore il 18 maggio 2024, ha modificato la struttura del Dicastero, prevedendo, per renderla più adeguata ai compiti istituzionali perseguiti, il passaggio dal modello organizzativo segretariale al modello organizzativo dipartimentale, con 4 dipartimenti. Sembrano aspetti tecnici, ma sono molto importanti.
In particolare, l'istituzione di un Dipartimento dedicato alla valorizzazione del patrimonio culturale e l'ampliamento del numero dei musei, parchi archeologici e altri luoghi della cultura di rilevante interesse nazionale dotati di autonomia speciale, ha il preciso obiettivo di aumentare la fruizione del patrimonio culturale da parte del pubblico. Si tratta di un intervento che ha ridisegnato la struttura centrale e periferica di uno dei Ministeri con la più ampia articolazione sul territorio nazionale, che, in considerazione della particolare complessità, ha richiesto e richiede una serie concatenata di passaggi procedurali, che vado a sintetizzare.
Con decreto ministeriale del 5 settembre 2024, alla vigilia del mio insediamento, è stata disciplinata l'articolazione interna dei dipartimenti e delle direzioni generali, definendo il numero e le funzioni degli uffici dirigenziali e degli istituti dotati di autonomia speciale di seconda fascia. Fin dal mio insediamento, per l'appunto, ho proseguito sulla linea tracciata, accelerando il processo di riorganizzazione del Ministero, al fine di rendere pienamente operativo il nuovo assetto e migliorare così l'esercizio delle funzioni di tutela, valorizzazione e promozione delle attività culturali.
Ho quindi provveduto - abbiamo, in realtà - ad adottare il decreto ministeriale del 25 settembre 2024 per adeguare l'organizzazione e il funzionamento dei musei statali alla nuova struttura del Dicastero; ad adottare il decreto ministeriale del 18 ottobre 2024 di graduazione delle funzioni dirigenziali di livello generale; ad adottare il decreto ministeriale del 21 ottobre 2024 concernente la disciplina dei criteri e delle procedure per il conferimento degli incarichi dirigenziali; a dare impulso all'avvio, il 16 gennaio 2025, della procedura di interpello - entro nel cuore della cosa - per la copertura delle posizioni dirigenziali di livello generale relative all'amministrazione centrale del Ministero, conclusasi con l'invio, già effettuato, delle proposte di nomina alla Presidenza del Consiglio, e - mi avvio a conclusione - a dare impulso alla pubblicazione, il 4 febbraio 2025, del bando pubblico internazionale per la selezione dei nuovi direttori di 5 istituti di livello dirigenziale generale (i Musei Reali di Torino, la Galleria dell'Accademia di Firenze e Musei del Bargello, il Parco archeologico del Colosseo, il Museo Nazionale Romano e il Museo archeologico nazionale di Napoli).
Quest'ultimo bando rappresenta un passo fondamentale verso il rinnovamento e il rafforzamento del nostro patrimonio culturale, con l'obiettivo di promuovere l'innovazione, la valorizzazione e la gestione efficace dei nostri musei, luogo simbolo della nostra identità storica e artistica. La selezione dei nuovi direttori si baserà su criteri di professionalità, esperienza internazionale e capacità di promuovere la cultura in modo inclusivo e sostenibile. Le candidature verranno esaminate da una commissione di valutazione composta da cinque membri esperti di altissimo profilo. Si è proceduto, altresì, a confermare il direttore del Parco archeologico di Pompei. I nostri musei saranno capaci di coinvolgere sempre più un pubblico più ampio, nel rispetto della tradizione, ma con uno sguardo sempre vigile e aperto al futuro.
Consentitemi un'ultima annotazione: le recenti visite ai nostri luoghi della cultura dei Reali inglesi e del Vicepresidente degli Stati Uniti d'America testimoniano la credibilità, non soltanto del nostro patrimonio, ma anche del nostro lavoro, grazie alle vostre sollecitazioni.
PRESIDENTE. L'onorevole Lupi ha facoltà di replicare.
MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, ha fatto bene nella sua risposta a sottolineare come quello di cui stiamo parlando - lo dico anche a chi ci segue in diretta televisiva - non è solo un dettaglio tecnico, una serie di decreti, di bandi vari che si susseguono, ma è il cuore essenziale di un patrimonio che l'Italia ha e che vede, nel Ministero della Cultura, la responsabilità di valorizzare e di gestirlo per proporlo in Italia e al mondo.
Per questo è importante questo passo decisivo che è stato fatto. Lei e anche il Sottosegretario Mazzi state lavorando, tutti insieme come Governo, per far capire come la cultura e il nostro patrimonio museale e artistico non siano semplicemente cose belle da guardare, ma rappresentano - come lei ha sottolineato - un'identità culturale, storica e artistica che diventa coesione sociale, che diventa apertura, che diventa possibilità di unire un Paese e, addirittura - lo ha sottolineato con le visite dei potenti, tra virgolette, del mondo -, un'intera comunità europea o mondiale.
Ecco, credo che ci siano fatti sotto gli occhi di tutti che troppo spesso sottovalutiamo. Una mostra su Caravaggio, a Roma, organizzata dalle Gallerie nazionali, a Palazzo Barberini, in un solo mese, ha richiamato 300.000 italiani o visitatori stranieri. Una piccola mostra di un capolavoro portato in un paesino di provincia di 15.000 abitanti, Merate, grazie a un nuovo modo di intendere anche il ruolo museale - si ricordi che la scelta dei direttori è fondamentale, perché le idee, come lei sa bene, camminano sempre e solo con le gambe e con la sensibilità degli uomini -, fa 45.000 visitatori. La provincia, nel nostro Paese, ha sempre dato geni e capolavori. Ecco, per questo, grazie per il lavoro che state facendo. Lo sa anche l'onorevole Cavo, che ha fatto l'assessore a Genova, alla cultura, in Liguria, quanto sia importante questo settore, un pilastro fondamentale per la crescita del nostro Paese, ma anche per la costruzione del nostro futuro.
(Intendimenti in ordine alla reintroduzione delle sponsorizzazioni nel mondo del calcio, con particolare riferimento alla pubblicità del gioco d'azzardo, anche in considerazione delle recenti dichiarazioni del Ministro per lo Sport e i giovani sulla vicenda scommesse - n. 3-01918)
PRESIDENTE. L'onorevole Amato ha facoltà di illustrare l'interrogazione Francesco Silvestri ed altri n. 3-01918 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
GAETANO AMATO (M5S). Grazie, Presidente. Signor Ministro, è più di un anno che dialoghiamo su questo tema e non arriviamo a un punto, perché per voi continua ad essere ludopatia, quindi malattia del gioco. È azzardopatia, è malattia dell'azzardo. Non so se lei - a parte tutto quello che è successo con i giovani calciatori e, quindi, con l'esempio che stanno dando ai loro tifosi - abbia visto circolare quel video su Internet, dove un gestore di sale da gioco legale dice che più di una donna si prostituisce nei bagni per poter giocare. Io credo che il Governo debba fare una riflessione su questa malattia grave, che influisce sempre di più su ricchi, poveri, classe media e classe povera (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Il Ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, ha facoltà di rispondere.
ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti che, con il loro atto di sindacato ispettivo, mi offrono l'occasione di tornare sui temi in oggetto, per i quali, al di là della doverosa risposta che mi appresto a rappresentare, ritengo opportuno un confronto con il Parlamento, ancor più necessario proprio per la delicatezza della materia.
Innanzitutto, mi preme ribadire che la protezione della salute pubblica e il contrasto della ludopatia, vera e propria piaga sociale in grado di compromettere il benessere psicologico ed economico dei cittadini, siano assolute priorità della nostra azione politica e istituzionale. La ludopatia è in grado di distruggere famiglie, di generare conseguenze devastanti sulla vita delle persone di tutte le fasce di età. Per questa ragione, occorre affrontare la questione con grande pragmatismo e determinazione, utilizzando al meglio analisi, dati e ricerche provenienti da fonti autorevoli. È tuttavia importante sottolineare che la richiamata normativa del 2018 si è sostanziata nell'introduzione di un mero divieto di pubblicità di giochi e scommesse, peraltro senza operare alcuna distinzione tra i cosiddetti giochi pubblici, autorizzati, regolati e controllati dallo Stato, e l'offerta di giochi e scommesse illegali, gestiti da organizzazioni criminali, nazionali e internazionali, di fatto, ponendoli sullo stesso piano agli occhi dei cittadini.
Il citato “decreto Dignità” non ha avuto alcun effetto sulla prevenzione e il contrasto del cosiddetto gioco patologico, atteso che la costante crescita e diffusione del numero di siti di giochi online illegali, che bombardano quotidianamente di offerte i consumatori, consentono anche l'accesso e la registrazione ai minori di 18 anni ai quali, invece, è inibito l'accesso ai siti di gioco legale autorizzato. Pertanto, proprio la carenza di una corretta informazione pubblica finisce per ingenerare confusione tra i cittadini, tra forme di gioco legali e controllate, e quelle illegali, esponendo a rischi maggiori proprio le fasce della popolazione più vulnerabili.
Gli operatori autorizzati dovrebbero poter disporre di un'alternativa affidabile ed efficace rispetto a un'attività vietata, anche attraverso una pubblicità mirata, associata a campagne di sensibilizzazione, iniziative culturali concrete, volte alla lotta alla ludopatia. A questo proposito, segnalo un impegno della Presidenza del Consiglio dei Ministri, attraverso il Dipartimento per le politiche contro la droga e le altre dipendenze, che, in coordinamento con il Ministero dell'Economia e delle Finanze e il Ministero della Salute, sta razionalizzando tutte le attività relative ad informazione, formazione e contrasto alle dipendenze patologiche, che saranno finanziate, a partire dal corrente anno, anche con lo stanziamento relativo al Fondo nazionale per la prevenzione, il monitoraggio e il contrasto del diffondersi delle dipendenze comportamentali tra le giovani generazioni e il Fondo per le dipendenze patologiche, della consistenza complessiva di 94 milioni di euro che, per una parte, ovvero un terzo, è dedicato in modo specifico alla realizzazione di piani regionali sul gioco d'azzardo patologico.
D'altro canto, ricordo che la risoluzione recentemente approvata dalla VII Commissione del Senato, sull'Affare assegnato n. 373, recante prospettive di riforma del calcio italiano, propone anche di riconoscere una quota del valore complessivo delle scommesse al sistema calcistico per il perseguimento dei propri scopi istituzionali e soprattutto per finanziare specifici progetti sociali, sportivi e di formazione dei giovani all'interno delle società sportive. In particolare, si fa riferimento a progetti di contrasto alla ludopatia, a progetti di responsabilità sociale e per la prevenzione…
PRESIDENTE. Prego, deve concludere.
ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. …a progetti per l'assistenza in caso di fenomeni di abuso, violenza e discriminazione, nei confronti di atleti e atlete, e a progetti volti a contrastare ogni forma di razzismo e antisemitismo all'interno degli stadi.
Desidero ribadire - concludendo - che l'azione del Governo sul tema continuerà ad essere orientata dai principi fondamentali dell'ordinamento nazionale e sovranazionale, a partire dalla tutela della salute delle persone e della libertà di iniziativa economica delle imprese, anche in questo settore. Resta fermo l'impegno, già dichiarato all'inizio del mio intervento, di aprire un confronto fattivo e in tempi brevi con il Parlamento che consenta, nel rispetto delle differenti posizioni e convinzioni, di arrivare ad eventuali auspicabili punti di convergenza che contemperino l'esigenza di contrasto sempre più efficace a ogni forma di ludopatia, con quella di una puntuale e adeguata comunicazione sul gioco legale che contribuisca, da un lato, a tracciare il discrimine con quello fuorilegge che alimenta l'economia criminale, e, dall'altro, a favorire la diffusione dell'educazione al gioco responsabile.
PRESIDENTE. Il deputato Francesco Silvestri ha facoltà di replicare.
FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie, Presidente. Innanzitutto ci tengo a chiarire un primo aspetto: non c'è una distinzione così netta, come dice lei, fra gioco legale o illegale. Basta leggere tutte le relazioni della Commissione antimafia dal 2013 ad oggi, con la Presidenza non del MoVimento 5 Stelle, ma della Presidente Rosy Bindi, che è stata un'autorevole esponente, che relazionano proprio su quanto la criminalità organizzata investa nel gioco legale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, prima di parlare di distinzione fra gioco legale o illegale, vi prego di attenervi alle relazioni che escono da questo Parlamento, primo aspetto.
Secondo aspetto: livello pubblicitario. Il “decreto Dignità” ha avuto un grande effetto: quello di togliere dai nostri schermi giocatori, miti, beniamini dei nostri ragazzi che invitavano i nostri figli a scommettere tutto quello che avevano su una partita.
Sa perché lei non vedrà mai - mai - una pubblicità dove un padre di famiglia perde tutto quanto e non ha il coraggio di rientrare a casa e guardare in faccia i propri figli? O sa perché non vedrà mai la pubblicità di un ragazzo che, per recuperare un piccolo debito, si indebita venti volte tanto, scommettendo sul tennis, con tutti i sistemi alternativi, sul calcio, serie B, serie C? Non lo vedrà mai perché questa è la realtà e la pubblicità non è fatta per dare la realtà. Venga con me. Qui vicino, nei pressi di via Nazionale, c'è l'Associazione giocatori anonimi: lei non deve venire insieme a me dai giocatori anonimi, venga dalle famiglie dei giocatori anonimi e si accorgerà che è quella la realtà: ragazzi che ormai si sono indebitati per 300.000-400.000 euro sulle scommesse e che ormai non hanno più un futuro. Quindi, il “decreto Dignità” conteneva proprio questo. Tra pochi minuti si celebrerà anche la scomparsa di una grandissima guida. Sempre nel 2017, rivolgendosi ai commissari antimafia, vada a vedere quello che Papa Francesco diceva dell'azzardo: che è un cancro, che rovina le famiglie, che le scommesse rovinano le famiglie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora, fra pochi minuti, quando giustamente si citeranno tutti i passaggi e ogni forza politica giustamente citerà quello a cui più risponde la propria sensibilità, ecco citiamo anche questo. Perché il nostro scopo, quello del MoVimento 5 Stelle, era quello di far investire i ragazzi su se stessi, perché la vita non è un colpo di fortuna: è dedizione, è fatica, è studio, è questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E, allora, il MoVimento 5 Stelle ha tolto la pubblicità dell'azzardo per invitare i ragazzi a scommettere su se stessi e non in una slot machine piuttosto che in una partita, e lei dovrebbe saperlo benissimo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
(Iniziative in ordine alla semplificazione del quadro normativo volta a favorire la competitività delle imprese, anche alla luce della prospettata applicazione dei dazi statunitensi - n. 3-01919)
PRESIDENTE. La deputata Gadda ha facoltà di illustrare l'interrogazione Boschi ed altri n. 3-01919 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Ministra Casellati, la burocrazia è un ostacolo allo sviluppo e scoraggia gli investimenti nel nostro Paese. Costa al sistema Paese oltre 80 miliardi di euro all'anno per adempimenti complessi, centri di potere ridondanti, mancanza di coordinamento tra i livelli istituzionali della pubblica amministrazione. Le imprese, soprattutto le piccole e medie imprese, buttano via letteralmente 238 ore all'anno per adempimenti burocratici. Il Parlamento, nel 2022, ha approvato una legge delega, che doveva andare nella direzione della semplificazione, ma di questo provvedimento concretamente non ve ne è traccia. Quindi, Ministra Casellati, le chiedo cosa sta facendo, cosa intende fare il Governo per inserire misure di sistema strutturali nella direzione di una semplificazione burocratica, dell'interoperabilità tra le banche dati e, soprattutto, della razionalizzazione dei centri di potere che portano burocrazia al Paese.
PRESIDENTE. La Ministra per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha facoltà di rispondere.
MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Ministra per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa. Grazie, Presidente. Gli onorevoli interroganti, con il loro richiamo al peso opprimente della burocrazia e dell'iper-regolamentazione su imprese e cittadini, mi offrono l'occasione - e li ringrazio - di illustrare la strategia di semplificazione normativa che stiamo realizzando. Una strategia che si snoda lungo tre direttrici: la riduzione dello stock della normativa vigente, il riordino e la semplificazione per ambiti tematici omogenei, l'apertura di un tavolo di confronto con la Commissione europea per la riduzione degli oneri derivanti dal diritto sovranazionale.
Per quanto attiene al primo di questi profili, possiamo già parlare di un risultato pienamente raggiunto. Il 1° aprile scorso è stato approvato il disegno di legge che dispone l'abrogazione espressa di 30.709 atti normativi adottati tra il 1861 e il 1946. Lo stock delle norme vigenti risulta così ridotto del 28 per cento.
Quanto al secondo obiettivo, il Governo ha introdotto una nuova legge annuale di semplificazione, all'esame del Senato. Questa legge risponde già a tutte le esigenze prospettate dagli interroganti, perché rappresenta uno strumento sistematico, organico e strutturale di riordino e manutenzione dell'ordinamento, promuovendo la digitalizzazione e garantendo l'interoperabilità tra banche dati pubbliche.
Grazie a questa legge le singole amministrazioni ministeriali potranno indicare, anno per anno, i settori nei quali è necessario intervenire per sburocratizzare, velocizzare, tagliare le catene procedimentali e decisionali, anche potenziando gli strumenti di semplificazione a favore delle attività economiche poste già in atto dal Governo.
Ma non basta agire a livello nazionale, se poi nel superiore livello del diritto dell'Unione europea si producono discipline ipertrofiche e ci piovono sulla testa oneri burocratici che, secondo il rapporto Draghi, gravano sulle imprese per circa 150 miliardi di euro l'anno. Questo è - sì - un vero, inaccettabile dazio. Per questo, lo scorso 4 marzo ho incontrato a Bruxelles il commissario Dombrovskis, titolare della delega alla semplificazione, aprendo con lui un canale di comunicazione diretto nel segno di un nuovo metodo. Intendiamo lavorare attraverso il dialogo e il confronto già nella fase istruttoria di elaborazione delle norme europee per garantire, in quella sede, regole più snelle e più chiare e conformi alle esigenze di imprese e cittadini. Un vero e proprio shock di semplificazione per accrescere la competitività delle imprese.
PRESIDENTE. La deputata Gadda ha facoltà di replicare.
MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Devo essere sincera, non ho capito la sua risposta perché lei ha detto molte parole, ma non ha citato un esempio, un caso, che sia uno, di semplificazione burocratica, né settoriale - nei diversi Ministeri che ci sono - e tanto meno di sistema.
Una cosa l'ha detta: secondo voi è sempre colpa dell'Europa. Però, nulla si dice - lo chieda, anzi, al Ministro Urso che siede di fianco a lei - su dove sia finita, per esempio, la legge annuale sulle piccole e medie imprese che era stata promessa mesi fa e di cui non se ne vede più traccia. Quando voi mettete mano ai provvedimenti che funzionano, chiedete alle imprese se sono soddisfatte di Industria 5.0 che non funziona, chiedete alle imprese agricole se sono soddisfatte di come stanno funzionando i fondi sui piani strutturali e sui bandi di filiera, chiedete ai lavoratori se sta funzionando il sistema che era stato inserito durante il Governo Renzi per gli 80 euro, che erano chiari, in busta paga, mentre quando voi mettete mano ai provvedimenti - a partire, ad esempio, dalla riforma dell'Irpef - quando mettete mano voi, succede il caos, succede la complicazione. Voi siete bravi a trovare responsabilità altrove, ma siete meno bravi ad ascoltare quello che le imprese chiedono. Questo è un momento molto complicato per le aziende, la burocrazia è una tassa occulta e le imprese certe volte basterebbe ascoltarle.
Dopo l'incontro che si è svolto a Palazzo Chigi sui dazi, le imprese vi hanno consegnato una serie di richieste, come Confindustria; la CNA ha predisposto un quadernetto con 100 proposte di semplificazione. Ecco, fate una cosa: anziché mettere tanta determinazione nell'aumentare gli staff dei Ministeri - più 15 milioni di euro rispetto al Governo Draghi -, mettete la stessa determinazione nel semplificare la burocrazia, ridurre i centri di potere e dare risposte chiare alle imprese, che non sono, come ha detto il Vice Presidente degli Stati Uniti Vance, degli scrocconi, ma sono delle persone che ogni giorno tengono in piedi il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
(Intendimenti in ordine all'adozione di iniziative normative di carattere costituzionale volte al superamento del cosiddetto bicameralismo perfetto - n. 3-01920)
PRESIDENTE. L'onorevole Marattin ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01920 (Vedi l'allegato A).
LUIGI MARATTIN (MISTO). Grazie Presidente, buon pomeriggio signora Ministra. Signora Ministra, siamo l'unica democrazia parlamentare del globo con due Camere che fanno la stessa cosa.
Questa distorsione ha portato in questa legislatura al fatto che il 94 per cento delle leggi approvate sono in realtà state esaminate solo da una Camera e questa cosa provoca una situazione non solo di lungaggini che in nessuna azienda italiana sarebbero tollerabili, ma anche una situazione per cui un parlamentare è pagato pienamente ma lavora la metà, perché noi possiamo toccare solo la metà delle leggi che, di volta in volta, partono alla Camera o al Senato. Non c'è un deputato, un senatore, un mobile, una pianta, un microfono di queste Aule che non si renda conto che questa è una situazione ridicola…
PRESIDENTE. Concluda.
LUIGI MARATTIN (MISTO). …che possiamo sanare tutti insieme. La domanda è semplice, Ministra: perché per voi non è un problema e perché non sentite l'esigenza di intervenire su questa macroscopica distorsione del funzionamento delle istituzioni repubblicane?
PRESIDENTE. La Ministra per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha facoltà di rispondere.
MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Ministra per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa. Ringrazio l'interrogante per il quesito, che accende un faro su una delle principali criticità del procedimento legislativo per come esso si è sviluppato nella prassi dell'ultimo decennio. Il rapporto sulla legislazione presentato alla Camera la settimana scorsa conferma i profili problematici della produzione normativa a livello nazionale, come i persistenti fenomeni del monocameralismo alternato o della confluenza tra decreti-legge, prassi certamente distorsive del disegno costituzionale che io stessa, in ragione del ruolo che ho ricoperto di Presidente del Senato, ho più volte avuto occasione di evidenziare per ricercare soluzioni.
Il Parlamento, facendo uso della propria autonomia regolamentare, potrebbe intervenire, anche a Costituzione invariata, per correggere parte delle disfunzioni segnalate, ad esempio attraverso l'introduzione di disegni di legge governativi e parlamentari con voto a data certa e, parallelamente, riconoscendo anche più ampi margini di intervento alle opposizioni. Si potrà, in questo modo, ridurre il ricorso alla decretazione d'urgenza e recuperare, per ciò stesso, spazi significativi per l'iniziativa e la legislazione parlamentare.
L'interrogante richiede, tuttavia, se il Governo intenda assumere iniziative di riforma costituzionale che superino il sistema di bicameralismo perfetto. Sul punto il programma di Governo che stiamo attuando, in piena aderenza a quanto prospettato agli elettori in campagna elettorale, non prevede la riforma del bicameralismo, riforma che, come ricorda lo stesso interrogante, gli elettori per ben due volte hanno bocciato in sede referendaria. È mia opinione che nella cornice del premierato, cioè della riforma intesa ad accrescere la stabilità e la compattezza del Governo attraverso l'elezione del Presidente del Consiglio, la conservazione del modello bicamerale perfetto sia la più idonea a preservare e rafforzare quella centralità che la Costituzione riconosce al Parlamento. Il doppio esame delle leggi e dei provvedimenti del Governo permette, infatti, l'articolazione di una più intensa dialettica fra Governo e Parlamento, aumentandone il potere di negoziazione e di intermediazione politica. Escludo, quindi, che il Governo si farà promotore della proposta dell'interrogante.
PRESIDENTE. L'onorevole Marattin ha facoltà di replicare.
LUIGI MARATTIN (MISTO). Scusi, signora Ministra, ma il bicameralismo già non c'è più. Cioè, lei mi ha detto: no, ma in fondo un doppio parere è meglio di uno. Ma le ho detto che il 94 per cento delle leggi che questa Repubblica licenzia non hanno la doppia lettura e siamo in una situazione paradossale in cui un singolo parlamentare può toccare solo la metà delle leggi che la Repubblica licenzia, però veniamo pagati pienamente. Come si spiega questa cosa? Lei mi ha detto: no, ma è meglio avere due letture. Intanto siamo l'unica democrazia parlamentare del mondo che ha due letture. Siamo talmente furbi che ha sbagliato tutto il mondo? Ma io le sto dicendo che non accadono più le due letture e, quindi, quello che lei mi ha risposto è tecnicamente sbagliato e le devo dire una verità: noi abbiamo fatto diverse interlocuzioni, anche un convegno nella Sala della Regina la scorsa settimana, e non c'è una forza politica che non si renda conto di quanto folle sia questa situazione.
Noi abbiamo presentato una proposta di legge costituzionale che prende la Camera, che ha 400 membri, e il Senato, che ha 200 membri, e crea una sola Assemblea nazionale da 600 membri. È così che il Parlamento diventerebbe più forte, è così che il Parlamento diventerebbe più autorevole, è così che sarebbe possibile avere anche un Governo autorevole, perché Governi autorevoli sono possibili solo quando c'è un Parlamento autorevole. Signora Ministra, butti il cuore oltre l'ostacolo. Gli elettori lo hanno bocciato le altre volte perché era inserito all'interno di riforme in cui c'erano altre cose e in cui si è politicizzato lo scontro. Facciamo una cosa nuova: dimostriamo agli italiani che quando c'è un problema la politica può fare una cosa strana, lo può risolvere e lo può risolvere tutti insieme. Ci pensi, signora Ministra, mi creda.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta.
La seduta, sospesa alle 15,50, è ripresa alle 17,40.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 97, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 17,41).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 10 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 2308-A.
PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2308-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).
Avverto che gli ordini del giorno n. 9/2308-A/47 Davide Bergamini e n. 9/2308-A/72 Tenerini sono stati ritirati dai presentatori.
Invito la rappresentante del Governo, la Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento, Matilde Siracusano, ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/1 Zaratti il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/2 Romano il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/3 Zanella il parere è contrario al primo impegno e favorevole con riformulazione al secondo impegno. Solo che, Presidente, dovrei fare una precisazione: per gli ordini del giorno di opposizione, anche quelli su cui ci sarà parere favorevole, è necessario espungere le premesse. Lo dico già adesso.
PRESIDENTE. Quindi sono tutti riformulati espungendo le premesse o pareri contrari. Bene, allora, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/3 Zanella il secondo impegno è riformulato?
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/3 Zanella il parere è favorevole con riformulazione al secondo impegno: “a valutare l'opportunità di adottare un iter abbreviato per il riconoscimento di lauree e Master degree conseguiti all'estero”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/4 Borrelli il parere è contrario. La Protezione civile esprime una motivazione in questo; è contrario in quanto l'oggetto dell'ordine del giorno è già all'esame del Governo a favore della popolazione dei Campi Flegrei colpita dal bradisismo.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/5 Bonelli il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/6 Buonguerrieri il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di porre in essere, qualora ne ricorrano le condizioni di fattibilità tecnico-economica, le iniziative di competenza volte a realizzare l'invaso del lago di Quarto”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/7 Frijia il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di potenziare il nucleo del personale presso la sede di Genova, affinché possa svolgere in modo funzionale ed efficiente le sue specifiche funzioni”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/8 Gabellone il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, di adottare ogni necessaria iniziativa”, e poi il resto dell'impegno rimane intatto.
Sugli ordini del giorno n. 9/2308-A/9 Malagola, n. 9/2308-A/10 Nisini, n. 9/2308-A/11 Bof, n. 9/2308-A/12 La Salandra e n. 9/2308-A/13 Lazzarini il parere è favorevole.
Sugli ordini del giorno n. 9/2308-A/14 Penza e n. 9/2308-A/15 Caso il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/16 Orrico il parere è favorevole con riformulazione, aggiungere: “nel rispetto dei limiti dei vincoli di finanza pubblica” al dispositivo.
Sugli ordini del giorno n. 9/2308-A/17 Tucci, n. 9/2308-A/18 Aiello, n. 9/2308-A/19 Barzotti e n. 9/2308-A/20 Quartini il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/21 Sportiello il parere è favorevole con riformulazione: “nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, a valutare l'opportunità di rafforzare le relative unità di valutazione multidimensionale, anche prevedendo l'assunzione di ulteriore personale allo scopo destinato”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/22 Marianna Ricciardi il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/23 Di Lauro il parere è favorevole con riformulazione: “ad adottare iniziative normative, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, al fine di destinare adeguate risorse a iniziative” e poi il resto del dispositivo rimane esattamente com'è presentato.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/24 Ascari il parere è favorevole con riformulazione: “a verificare l'effettiva carenza di organico relativo al personale della Polizia penitenziaria e a valutare gli interventi conseguenti, al fine di eliminare le scoperture nonché ad inserire, ove non già previste, o in corso di istruttoria, previsioni relative all'offerta di supporto psicologico per il personale della Polizia penitenziaria”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/25 Alfonso Colucci il parere è favorevole con riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, a proseguire il percorso di armonizzazione dei trattamenti accessori nel comparto pubblico”. Anche qui, Presidente, vorrei fare una precisazione. Ci sono anche altri ordini del giorno dei gruppi di opposizione che hanno come oggetto il salario accessorio, e il Governo proporrà questa riformulazione a tutti gli ordini del giorno in materia.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/26 Giuliano il parere è favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, di accompagnare” e il resto del dispositivo rimane come presentato.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/27 Cafiero De Raho il parere è favorevole con riformulazione “a valutare, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, ogni iniziativa diretta a risolvere le criticità relative all'organico e alle dotazioni strumentali dei giudici di pace”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/28 Carmina il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/29 Morfino il parere è favorevole con riformulazione “ferme restando le prerogative parlamentari, anche in termini di funzioni di indirizzo e controllo, a completare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, le misure recate dal provvedimento in esame in materia di rafforzamento della capacità amministrativa, adottando ogni misura utile sotto il profilo legislativo e amministrativo, individuando” e poi il resto del dispositivo rimane com'è presentato dall'onorevole Morfino.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/30 Amato il parere è favorevole.
Sugli ordini del giorno n. 9/2308-A/31 D'Orso, n. 9/2308-A/32 Auriemma, n. 9/2308-A/33 Carotenuto e n. 9/2308-A/34 Ilaria Fontana il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/35 Santillo il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/36 Appendino il parere è favorevole con riformulazione “ferme restando le prerogative parlamentari, anche in termini di funzioni di indirizzo e controllo, a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/37 Alifano il parere è favorevole con la medesima riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2308-A/25 Alfonso Colucci.
PRESIDENTE. Lo recuperiamo.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Era esattamente la precisazione che avevo fatto poc'anzi sul salario accessorio, Presidente.
Sugli ordini del giorno n. 9/2308-A/38 Malavasi e n. 9/2308-A/39 Girelli il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/40 Simiani il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di estendere”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2308-A/41 Marino, n. 9/2308-A/42 Serracchiani e n. 9/2308-A/43 Gianassi il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/44 De Maria il parere è favorevole con riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, ad adottare ogni iniziativa utile e nel più breve tempo possibile, volta a consentire di prorogare gli ammortizzatori sociali a favore delle 50 lavoratrici de la Perla, che si trovano in questo momento senza alcuna protezione”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/45 Romeo il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/46 Loizzo il parere è favorevole.
L'ordine del giorno n. 9/2308-A/47 Davide Bergamini è ritirato.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/48 Orfini il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, di incrementare ulteriormente le risorse del fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche di cui all'articolo 1, comma 601, della legge 27 dicembre 2006, n. 296”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/49 Toni Ricciardi il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di promuovere ulteriori iniziative volte a sostenere il settore universitario e della ricerca, anche attraverso specifici interventi finalizzati a: incrementare ulteriormente, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, le risorse da destinare al Fondo di finanziamento ordinario, volto a garantire agli atenei pubblici i fondi necessari per l'adeguamento stipendiale del personale; per sostenere le politiche di reclutamento e la valorizzazione della qualità della ricerca, nel rispetto dell'autonomia universitaria e della sostenibilità dei bilanci; a rafforzare la ricerca presso le università e gli enti pubblici di ricerca, anche mediante apposite misure per favorire, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, il reclutamento dei ricercatori e dei tecnologi”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2308-A/50 Manzi e n. 9/2308-A/51 Iacono il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/52 Berruto il parere è favorevole con riformulazione che premetta ad ogni impegno: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/53 Enrico Costa il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere interventi normativi (…)”. Lo rileggo. Semplicemente, bisognerebbe aggiungere: “a valutare l'opportunità di prevedere che interventi normativi di liquidazione delle domande di cui agli articoli 314 e 315 del codice di procedura penale siano trasmessi all'organo competente per l'esercizio dell'azione disciplinare nei confronti dei magistrati, ove sussistano i presupposti”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/54 Gatta il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/55 Casu il parere è contrario.
L'ordine del giorno n. 9/2308-A/56 Amendola è accolto come raccomandazione.
Sugli ordini del giorno n. 9/2308-A/57 Ghirra, n. 9/2308-A/58 Grimaldi e n. 9/2308-A/59 Mari il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/60 Cuperlo il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/61 Lacarra il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/62 Prestipino il parere è contrario. L'ordine del giorno n. 9/2308-A/63 Ciani è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/64 Mollicone il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/65 Ghio il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “a sostenere la pianificazione di strategie di mobilità urbana sostenibile, valutando l'opportunità, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di prevedere” e il resto del dispositivo rimane come rappresentato dall'onorevole Ghio.
L'ordine del giorno n. 9/2308-A/66 Curti è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/67 Bordonali il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/68 Matone il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…), compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.
L'ordine del giorno n. 9/2308-A/69 Soumahoro è accolto come raccomandazione. Sugli ordini del giorno n. 9/2308-A/70 Gentile e n. 9/2308-A/71 Battilocchio il parere è favorevole.
L'ordine del giorno n. 9/2308-A/72 Tenerini è stato ritirato. Sugli ordini del giorno n. 9/2308-A/73 Sarracino, n. 9/2308-A/74 Guerra e n. 9/2308-A/75 Scarpa il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/76 Boldrini il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “a proseguire le iniziative di potenziamento del personale civile del Ministero dell'Interno, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/77 Fornaro il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/78 Gribaudo il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, di prevedere” e il resto del dispositivo rimane intatto.
Sugli ordini del giorno n. 9/2308-A/79 D'Alfonso e n. 9/2308-A/80 Scotto il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/81 Laus il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/82 Stumpo il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare ogni misura utile volta ad assicurare anche ai componenti del Corpo nazionale dei vigili del fuoco la copertura assicurativa contro gli infortuni sul lavoro garantita dall'Inail, ferme restando le prerogative già in essere più favorevoli al personale”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2308-A/83 Ferrari, n. 9/2308-A/84 Lai, n. 9/2308-A/85 Evi, n. 9/2308-A/86 Care', n. 9/2308-A/87 Di Sanzo, n. 9/2308-A/88 Pandolfo, n. 9/2308-A/89 Merola, n. 9/2308-A/90 Bakkali e n. 9/2308-A/91 Andrea Rossi il parere è contrario.
Sugli ordini del giorno n. 9/2308-A/92 Giaccone, n. 9/2308-A/93 Fossi e n. 9/2308-A/94 Maerna il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/95 Bonafe' il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di inserire tra i beneficiari della norma di cui all'articolo 8-bis del provvedimento in esame, individuati da appositi decreti interministeriali, i comuni che abbiano utilizzato finanziamenti del PNRR, ma che rischiano di perdere le risorse europee a seguito di comprovate cause non imputabili alla stazione appaltante”.
Sugli ordini del giorno n. 9/2308-A/96 Mattia, n. 9/2308-A/97 De Palma e n. 9/2308-A/98 Pittalis il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/99 Roggiani il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/100 Benzoni il parere è favorevole, con la medesima riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2308-A/25 Alfonso Colucci.
Sugli ordini del giorno n. 9/2308-A/101 D'Alessio e n. 9/2308-A/102 Richetti il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/103 Grippo il parere è favorevole con riformulazione che premetta ad ogni impegno: “a valutare l'opportunità di”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/104 Ruffino il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/105 Sottanelli il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “in linea con le finalità del provvedimento in esame, a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, di prevedere” e il resto del dispositivo rimane esattamente come lo ha presentato l'onorevole Sottanelli.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/106 Pastorella il parere è favorevole, con la seguente riformulazione del primo impegno: “a valutare la possibilità di adottare iniziative per la promozione della stipula” e il resto del dispositivo rimane intatto. Il parere è favorevole secco al secondo impegno.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/107 Cavandoli il parere è favorevole con riformulazione che premetta: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/108 Deidda il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare ogni iniziativa” e il resto del dispositivo rimane intatto.
PRESIDENTE. Ricordo che tutti gli ordini del giorno dei colleghi dei partiti di opposizione si intendono, nelle riformulazioni, con il ritiro delle premesse e con le riformulazioni che sono state lette dalla signora Sottosegretaria, che ringrazio.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, Presidente, sull'ordine dei lavori. È la prima volta che viene fatta una divisione formale tra ordini del giorno dell'opposizione e ordini del giorno della maggioranza. Francamente, credo che, se in futuro non si facesse questa distinzione, sarebbe più rispettoso del lavoro di tutti.
PRESIDENTE. Immagino, ma a questo do un'interpretazione che spero sia autentica, nel senso che era per economicità e per comodità dei lavori. Ovviamente non c'era un pregiudizio, tanto che diversi ordini del giorno dei colleghi che non sono di maggioranza si intendono anche accolti, con parere favorevole. Sottosegretaria, voleva intervenire? Prego.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Comprendo l'osservazione dell'onorevole Fornaro, ma lei mi ha già preceduto: l'ho fatto semplicemente per una questione di praticità, non certamente per mancanza di rispetto. Nel caso fosse mal interpretata, mi scuso.
PRESIDENTE. No, mi assumo io la responsabilità, perché conoscevo lo spirito.
Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 9/2308-A/1 Zaratti, su cui il parere del Governo è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI (AVS). Presidente, non è che noi ci troviamo con un'Aula vuota…
PRESIDENTE. Un po' di silenzio. Colleghi, per favore, abbiamo ricominciato la discussione e le votazioni sugli ordini del giorno, quindi cominceremo a votare tra pochissimo: lo dico a beneficio dei colleghi che sono fuori. Prego, onorevole Zaratti.
FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Mi rendo conto, insomma, che questo nostro ordine del giorno mette un po' in imbarazzo le colleghe e i colleghi di quest'Aula, in modo particolare i colleghi di Fratelli d'Italia, ma anche del Partito Democratico, e che ovviamente crea un imbarazzo che dovrebbe essere sciolto con la ragionevolezza almeno in questo caso e con il buonsenso.
Perché mette e crea imbarazzo nei colleghi e nelle colleghe? Perché nei giorni passati c'è stata una discussione circa un emendamento presentato a questo decreto che riguardava in modo incidentale la realizzazione dell'inceneritore che dovrebbe sorgere a Santa Palomba. Ecco, quell'emendamento presentato dalla maggioranza è stato ritirato, ci sono stati comunicati importanti di esponenti della destra del nostro Paese che rivendicavano ovviamente il merito di aver ritirato quell'emendamento, ma non si assumevano la responsabilità del fatto che lo stesso partito l'aveva sottoscritto, e presentato, quell'emendamento.
Questo va bene ovviamente, però non risolve il problema che abbiamo di fronte e cioè che si sta realizzando e che si vuole realizzare un inceneritore nella città di Roma utilizzando i poteri commissariali legati al Giubileo. C'è un piccolo problema, ossia che neanche i lavori inizieranno prima della fine del Giubileo; neanche i lavori!
Quest'ordine del giorno semplicemente vuole chiedere che quelle opere legate allo smaltimento dei rifiuti che non entreranno in esercizio entro il 6 gennaio del 2026 - quindi ben oltre il Giubileo - tornino con gli strumenti ordinari previsti dalla legge.
Quindi, non vi preoccupate: non diciamo e non stiamo dicendo con quest'ordine del giorno “no all'inceneritore”, come sarebbe anche giusto fare. Vi stiamo semplicemente dicendo: dal 6 gennaio del 2026 almeno tornate alle procedure ordinarie previste dalla legge, visto che il commissariamento veramente non ha più senso. Infatti, se voi insistete nel mantenere quei poteri anche oltre quella data, significa che il problema non è l'emergenza rifiuti dovuta al Giubileo - peraltro emergenza mai dichiarata da nessuno -, ma che in realtà si vogliono soltanto bypassare le procedure ordinarie per realizzare un'opera così impattante. È impattante per la salute dei cittadini, inutile dal punto di vista della gestione del ciclo dei rifiuti, dannosa per le economie della nostra regione.
Quindi, per queste ragioni, io capisco l'imbarazzo. Poco fa abbiamo commemorato una grandissima figura, quella di Papa Bergoglio. Bisogna sempre essere speranzosi nel futuro, nel giudizio e nel ripensamento delle persone, anche di fronte a interessi che riguardano la nostra comunità e la salute delle persone, degli uomini, delle donne e dei bambini di questa regione. Io sono speranzoso del fatto che voi possiate votare quest'ordine del giorno e far ritornare nella legge ordinaria prevista dal nostro ordinamento le possibilità di autorizzare questo impianto in modo tale - e vado a chiudere, Presidente - che tutti si possano esprimere liberamente.
Non ci sono sindaci di serie A e di serie B, non è che essere sindaco di una città più grande dà un titolo maggiore, perché tanti sindaci del Partito Democratico e di Fratelli d'Italia dei Castelli Romani e dintorni sono contrari a questa opera, e non è che essere sindaco di Roma ci rende speciali. Quindi, nessun potere speciale a chi non è speciale e facciamo in modo che si torni a un confronto democratico, dove tutti i sindaci possano confrontarsi, dove le associazioni e i sindacati possano confrontarsi e possano esprimere liberamente le loro critiche a un'opera inutile e dannosa, che cambierà per sempre il volto di questa città. Vi prego di votarlo, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.
ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Sono qui a dare un riscontro all'appello dell'onorevole Zaratti, annunciando il nostro voto favorevole a quest'ordine del giorno, che, peraltro, richiama quello che sarà oltre discusso a firma dell'onorevole Ilaria Fontana, l'ordine del giorno n. 9/2308-A/34. Quando questa norma venne inserita in un provvedimento dell'allora Governo Draghi, noi esprimemmo immediatamente, già in quella sede, le criticità. Dopo pochi mesi quel Governo venne a cadere.
Non ci è mai stato chiaro come potessero legarsi questi poteri straordinari conferiti al sindaco di Roma di realizzare un inceneritore nel territorio di Roma, appunto, a Santa Palomba, con il Giubileo, considerando che quella iniziativa non sarebbe neanche iniziata nei termini di scadenza del Giubileo stesso, e così di fatto è stato. Non è ancora stata messa la prima pietra, il progetto non è ancora definito e manca soprattutto la valutazione di impatto ambientale su quel sito.
Per cui l'avere inserito questi poteri straordinari nell'ambito della gestione giubilare costituisce davvero un mistero, e devo dire che anche l'emendamento che era stato proposto dalla maggioranza a questo decreto sulla pubblica amministrazione, che mirava a conferire superpoteri al commissario straordinario, fortunatamente ritirato, ci ha lasciato assolutamente di stucco, e abbiamo fatto un'aspra battaglia affinché quell'emendamento venisse ritirato, così come limitato.
Con quest'ordine del giorno a firma dell'onorevole Zaratti si chiede di escludere dai poteri del commissario straordinario del Governo, il sindaco di Roma, il potere di autorizzare nuovi impianti di incenerimento nel territorio di Roma Capitale. Voglio a tal fine ricordare che questa non è una posizione ideologica del MoVimento 5 Stelle, ma è una posizione che è stata confermata proprio dalla commissione per le petizioni del Parlamento europeo, che il 18 marzo del 2025 ha segnalato dei dubbi sulla realizzazione del nuovo impianto di incenerimento con capacità di trattamento pari a 600.000 tonnellate l'anno.
Ora, non mi dilungo su questo tema, sul quale interverrà poi l'onorevole Fontana, che è esperta della materia, quando si tratterà di discutere l'ordine del giorno a sua prima firma, ma convintamente noi annunciamo il voto contrario del MoVimento 5 Stelle a tutela di un'economia dei rifiuti che possa essere circolare, che possa consentire la valorizzazione del rifiuto attraverso il suo impiego e il suo riutilizzo, e non attraverso la formula dell'incenerimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/1 Zaratti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/2 Romano il parere del Governo è favorevole, dunque proseguiamo.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/3 Zanella, su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione. La accettate? Onorevole Zaratti, vuole risentirla? La vuole riascoltare? Se, per cortesia, l'onorevole Siracusano la può rileggere. Le premesse sono espunte, sentiamo la riformulazione.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Sì, ecco, Presidente. La riformulazione è la seguente: “a valutare l'opportunità di adottare un iter abbreviato per il riconoscimento di lauree e Master degree conseguiti all'estero”.
PRESIDENTE. Onorevole Zaratti, va bene? Accoglie? Va bene, proseguiamo.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/4 Borrelli, su cui vi è il parere contrario del Governo. Onorevole Borrelli, che facciamo? Lo votiamo.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/4 Borrelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/6 Buonguerrieri, su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione. Accetta la riformulazione.
Torniamo indietro, siamo all'ordine del giorno 9/2308-A/5 Bonelli, su cui vi è il parere contrario del Governo. Lo votiamo o no? Lo votiamo.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/5 Bonelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
L'onorevole Buonguerrieri aveva accettato la riformulazione, quindi siamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/7 Frijia, su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione. Accetta la riformulazione? Va bene.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/8 Gabellone, su cui il parere del Governo è favorevole, previa riformulazione. Accetta la riformulazione? Si, dunque proseguiamo.
Sugli ordini del giorno n. 9/2308-A/9 Malagola, n. 9/2308-A/10 Nisini, n. 9/2308-A/11 Bof, n. 9/2308-A/12 La Salandra e n. 9/2308-A/13 Lazzarini il parere del Governo è favorevole, dunque andiamo avanti.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/14 Penza, su cui vi è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Penza. Ne ha facoltà.
PASQUALINO PENZA (M5S). Grazie, Presidente. Allora, vorrei invitare a un'ulteriore riflessione il Governo su quest'ordine del giorno, perché l'ordine del giorno mira semplicemente ad equiparare tutti i partecipanti a un concorso, che sono parte di una graduatoria e che, talvolta, hanno assunzioni o tempi di assunzione completamente distinti e separati per motivi ed esigenze dovute anche alla pubblica amministrazione.
Quindi è anche giusto che abbiano uno stesso trattamento, poiché hanno partecipato tutti a uno stesso concorso e hanno fatto tutti una selezione comune, e quindi penso che un'ulteriore riflessione in merito a quest'ordine del giorno sia dovuta, anche perché potrebbe essere una cosa che in futuro potrebbe ripresentarsi, e quindi anche come esigenza voluta anche dallo stesso Governo, perché no, magari. Quindi un giorno questo problema dovrà comunque essere affrontato, perché è una problematica che comunque si presenta spesso nei vari concorsi pubblici, e quindi credo che ci sia una un'esigenza di cui il Governo deve comunque tenere conto. Quindi chiedo, se possibile, un accantonamento e una riflessione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Sentiamo prima se il Sottosegretario intende accantonare. No, prego, onorevole Casu.
ANDREA CASU (PD-IDP). Se il collega lo consente, vorrei sottoscrivere l'ordine del giorno e ricordare a quest'Aula che, i primi di ottobre, su questo tema abbiamo approvato all'unanimità un ordine del giorno, che avevamo presentato come gruppo del Partito Democratico, con il sostegno dell'opposizione e con il voto della maggioranza.
Il Governo dovrebbe spiegare perlomeno perché, su un tema su cui quest'Aula si è già espressa ad ottobre, si continui a non intervenire e a votare sistematicamente contro gli emendamenti, che sistematicamente ripresentiamo. Stiamo chiedendo il rispetto di un principio semplice, ossia la parità salariale: stesso concorso, stesso lavoro, stesso salario.
È inaccettabile che, su un tema come questo, vi sia un voto sistematicamente contrario da parte del Governo e della maggioranza e non intervenga nessuno a spiegarci il perché. Forse non riuscite a trovare le parole, perché questa contrarietà è assolutamente inspiegabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. L'onorevole Soumahoro sottoscrive.
Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/14 Penza, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/15 Caso, su cui vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.
ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Mi sembra di capire che il parere del Governo sia contrario; non so se sia per lo stesso motivo relativo all'ordine del giorno del collega Borrelli, che riguardava sempre i Campi Flegrei; se eventualmente fosse così, non sussisterebbe neanche per il mio ordine del giorno, come, secondo me, non dovrebbe sussistere per il suo.
Ricordo che la motivazione che era stata data è che il Governo sta già lavorando su qualcosa di simile, su misure simili che erano state proposte nell'ordine del giorno. A maggior ragione, in tal caso, direi: ben venga, allora, che il Parlamento voti in quella direzione! Ma mi sembra di capire che sul mio ordine del giorno vi sia il parere contrario in assoluto.
Invito il Governo a ripensarci, a pensare bene su questo parere. Così come promesso ai miei concittadini e ai Campi Flegrei, in ogni occasione utile, in ogni provvedimento utile, sto presentando e continuerò a presentare emendamenti o ordini del giorno per migliorare l'azione di Governo che, seppur sia stato visto un impegno da parte di questa maggioranza, si sta rivelando palesemente insufficiente. Quindi, con il dialogo avviato con le istituzioni locali, con i cittadini, con i comitati e con gli operatori economici, stiamo cercando di dirvi con costanza che è necessario fare qualcosa di più.
Nella stessa direzione va quest'ordine del giorno, che raccoglie le esigenze vere e reali del territorio e chiede al Governo di impegnarsi, di portare avanti tre misure necessarie. Parliamo, innanzitutto, dei contratti che esistono all'interno delle amministrazioni locali interessate dal decreto, che riguardano il personale tecnico, i contratti a tempo determinato che sono stati fatti per affrontare l'emergenza, visto che si stanno accumulando ritardi su ritardi. Ad esempio, vi è un ritardo sulle verifiche all'edificato privato, che sono ben lungi dal concludersi. È chiaro che serve un prolungamento di questi contratti ed è quello che stiamo chiedendo. Così come, ascoltando i sindaci e le amministrazioni - che ha ascoltato lo stesso Ministro -, chiediamo di potenziare il corpo della Polizia municipale, cosa necessaria. Alcuni comuni hanno il Corpo della Polizia municipale estremamente ridotto. E, all'indomani di una scossa, quando è necessario attivare tutte le misure per andare incontro alla popolazione che è scesa in strada, magari, in piena notte, non si hanno le forze per fronteggiare queste situazioni. È necessario, quindi, l'incremento di questo personale.
Inoltre, per alcuni comuni dei Campi Flegrei, che però non rientrano nell'area ristretta che è stata disegnata, quella della zona di intervento bradisismico - faccio l'esempio dei comuni di Monte di Procida e di Quarto - sarebbe necessario attuare tutte le misure previste per il potenziamento della Protezione civile comunale. Infatti, anche se non rientrano nella zona di intervento bradisismico (ma comunque rientrano nella zona di rischio vulcanico), tali comuni, nel momento in cui è necessario intervenire, sono in forte difficoltà, perché non hanno organico.
L'ultimo aspetto, ma secondo il più importante, è legato alla richiesta di rafforzare il Corpo dei Vigili del fuoco. Voglio ricordare a tutti - soprattutto al Governo, così può cambiare il parere - che, durante questa fase critica per i Campi Flegrei, i Vigili del fuoco, soprattutto dopo l'ultima forte scossa di marzo, si sono trovati a far fronte a 1.700 interventi, che si sono aggiunti all'operazione ordinaria dei Vigili del fuoco. Quindi, è normale che ci sia stato un sovraccarico. È necessario ampliare il Corpo dei Vigili del fuoco, perché non riesce a dare risposte necessarie, nell'immediatezza.
Vi ricordo che, quando parliamo di risposte necessarie, parliamo dell'incolumità, della vita delle persone. Perché - sono fatti - sono tanti i cittadini che chiamano i Vigili del fuoco e gli uffici della Protezione civile per chiedere loro di controllare le crepe che si sono create nelle loro abitazioni, a seguito di una forte scossa; ovviamente, in tali casi sarebbe opportuno verificare più case possibili. Infatti parliamo di case in cui le persone vivono, in cui vi sono state le scosse. Quindi, giustamente, le persone devono sapere quanto prima se sono al sicuro. Invece, nonostante tutto l'impegno profuso dal Corpo dei Vigili del fuoco, purtroppo, i tempi si sono dilatati tanto. Stiamo parlando di persone che sono state costrette a rimanere in casa, con le crepe all'interno del proprio edificato, senza sapere se effettivamente i danni nelle loro case fossero gravi o meno, se la loro vita fosse in pericolo o meno. Hanno dovuto aspettare alcune settimane, non perché i Vigili del fuoco - a cui va sempre il nostro ringraziamento - siano lavativi, ma perché ovviamente sono in sovraccarico di lavoro. Infatti, parliamo di 1.700 interventi, oltre l'ordinario.
Vi faccio l'esempio di alcuni cittadini che ovviamente ho sentito, perché si sono trovati in difficoltà, perché chiamavano i Vigili del fuoco e non avevano risposta, perché chiamavano le centrali operative dei comuni e non avevano risposta. Neanche il centralino riusciva a stare dietro alle risposte. C'è gente che si è trovata a dover lasciare casa - che era pericolosa - dopo più di una settimana dall'avviso da parte dei Vigili del fuoco. Abbiamo esposto e stiamo esponendo diversi cittadini a un pericolo che può esistere.
Quindi, chiedo nuovamente al Governo di cambiare il parere su quest'ordine del giorno, di impegnarsi veramente con queste azioni che - lo ricordo sempre - i Ministri, che stanno incontrando gli amministratori locali, stanno dicendo che sono cose che faranno e, invece, noi siamo qui, con un parere contrario e con un ordine del giorno che verrà bocciato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Il Governo non intende intervenire. Prendo atto che gli onorevoli Sarracino e Borrelli sottoscrivono. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, poiché con il deputato e collega Caso, da tempo stiamo portando avanti una battaglia sulla vicenda dei Campi Flegrei, vorrei ricordare al Governo che continuare a bocciare (Commenti)… Intervengo non sul mio ordine del giorno, che era sempre sui Campi Flegrei, ma su quello del collega, perché mi sembra che, anche sugli ordini del giorno, ogni volta dobbiamo fare uno sforzo sovrumano per essere ascoltati.
Allora, il tema dei Campi Flegrei non può essere considerato come tante altre vicende che hanno un'importanza notevole, ma su quel territorio si sta vivendo una tragedia, che non è soltanto il problema del terremoto, degli sciami sismici, del bradisismo, a cui le popolazioni dei Campi Flegrei sono abituate da millenni, ma è lo stillicidio a cui sono sottoposti questi cittadini.
Poco fa, subito dopo la commemorazione per il Santo Padre Francesco, ho parlato col Ministro competente che l'altro giorno è andato a fare l'inaugurazione dei nuovi cadetti della scuola dell'Aeronautica non a Pozzuoli. Io gli ho domandato: “Mi scusi, Ministro Crosetto, per quale ragione lei ha avallato una cosa del genere?”. E lui ha detto: “No, perché ci sono delle note della Protezione civile”. Fatemi capire una cosa: da una parte, questi cittadini hanno una nota in cui si dice che possono rimanere sul territorio, dovrebbero arrivare dei fondi e dovrebbero essere supportati dallo Stato e dalle amministrazioni locali; dall'altra, però, si comincia gradualmente a smantellare tutto il sistema pubblico che esiste su quel territorio. I soldi arrivano molto lentamente: cioè, noi li stanziamo ufficialmente, però, prima di arrivare, si fa una grande fatica a sbloccare questi soldi. Ad esempio, anche i 35 milioni - 20 nel 2024 e 15 nel 2025 - che erano stati stanziati dal Ministro Musumeci per interventi nelle abitazioni private, purtroppo, un altro Ministro, il salviniano Giorgetti o meglio il leghista Giorgetti, ha fatto molta fatica a sbloccarli. Se fossero state armi, ci avrebbe messo un minuto; poiché erano contributi a questi cittadini ci abbiamo messo... Al punto tale che c'è stata una polemica pubblica tra il Ministro Musumeci e il Ministro Giorgetti. Adesso, io insisto nel dire - come l'altra volta al Governo - che gli ordini del giorno danno anche dei segnali. Poiché l'ultimo segnale che è arrivato al territorio è stato: noi cominciamo a smantellare l'Accademia aeronautica, capite voi, perché non abbiamo il coraggio neanche di fare un decreto ufficiale. È più serio, a questo punto, fare come aveva fatto all'inizio il Ministro Musumeci, salvo poi fare retromarcia, e dire che su quel territorio dobbiamo dichiarare l'emergenza. Almeno diciamo a quei cittadini qualcosa di concreto… se non c'è emergenza e la situazione è gestibile, com'è avvenuto nelle ultime migliaia di anni, perché i cittadini dei Campi Flegrei vivono da millenni su quel territorio, con i problemi del bradisismo e degli sciami sismici. Solo con questo Governo una situazione grave è diventata ingestibile. Allora, invitiamo un'altra volta il Governo a riflettere perché ci sono segnali che vanno dati, visto che, fino ad ora, i segnali, anche politici e istituzionali, sono stati segnali negativi, come quello dell'Accademia aeronautica.
Il Ministro Crosetto non mi può dire: “Eh vabbè, ma che dobbiamo fare? Comunque noi qualcosa dobbiamo fare. Noi per ora non facciamo più il giuramento a Pozzuoli”. Non è un segnale da poco. E poi fatemi capire una cosa: non dovrebbero essere i militari e le istituzioni gli ultimi ad andarsene? Qui sono i primi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)! I primi! Ma che modo di fare è? Noi presentiamo ordini del giorno con cui i deputati del territorio chiedono maggiore attenzione e stimolo del Governo. Noi siamo talmente propositivi che facciamo proposte dalla mattina alla sera e l'unica risposta è “no”. E noi ogni volta diciamo: “Ma restano semplici ordini del giorno”. Eppure, si continua a dare pareri negativi.
Quindi, visto che il mio ordine del giorno, il nostro ordine del giorno, quello di AVS, è stato bocciato, almeno quest'altro ordine del giorno cercate di valutarlo. Io vi invito a valutarlo, perché la situazione dei Campi Flegrei non sta andando bene. Peggio del terremoto e peggio del bradisismo - perdonatemi - state facendo voi con questi comportamenti schizofrenici, con questo stop and go, con questo modo di fare che sta smantellando e dissanguando quel territorio, perché state creando un clima negativissimo.
Non si capisce bene: ce ne dobbiamo andare o non ce ne dobbiamo andare? Il Governo lo abbiamo al fianco o non lo abbiamo al fianco? Non c'è un Ministro che ha messo piede nei Campi Flegrei. Li avete fatti venire a Roma. E allora, gentilmente, almeno gli ordini del giorno, che danno un minimo di indirizzo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Solo per suggerire al Governo, rispetto anche alle argomentazioni dei colleghi, che condivido, di accantonare quest'ordine del giorno, perché la bocciatura di un ordine del giorno di questo tipo, che parla di cose molto serie, sarebbe un segnale molto negativo da parte del Parlamento nei confronti di cittadini che vivono una condizione - le posso assicurare - molto difficile.
PRESIDENTE. Prendo atto che sottoscrivono l'ordine del giorno in esame l'onorevole D'Alessio e tutto il gruppo di Azione, l'onorevole Simiani, l'onorevole Toni Ricciardi, l'onorevole De Luca e l'onorevole Carotenuto. C'è una richiesta di accantonamento ma il Governo ha fatto cenno di no… Onorevole Siracusano, c'è una richiesta di accantonamento. La risposta è no.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/15 Caso, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/16 Orrico. Onorevole Orrico, accetta la riformulazione?
ANNA LAURA ORRICO (M5S). Presidente, se fosse possibile vorrei riascoltare la riformulazione, per cortesia.
PRESIDENTE. Prego, onorevole Siracusano.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Sì, semplicemente occorre aggiungere al dispositivo: “nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”.
PRESIDENTE. Onorevole Orrico, accetta la riformulazione? Prendo atto che accetta la riformulazione.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/17 Tucci, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Tucci. Ne ha facoltà.
RICCARDO TUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Presidente, mi scusi, vorrei capire, se è possibile, dalla Sottosegretaria Siracusano, qual è il motivo per cui si boccia quest'ordine del giorno. Vede, con quest'ordine del giorno non facciamo altro che chiedere il potenziamento del cosiddetto istituto della mobilità. La mobilità - per chi ci ascolta - è quella possibilità, da parte degli enti, di trasferire un dipendente in esubero presso un ente o un'istituzione in un altro ente che magari ne ha bisogno. Questo cosa permette allo Stato, al Governo di turno e ai comuni (perché vale anche a livello comunale o regionale)?
Permette sicuramente di ottimizzare le spese, perché non vai ad assumere nuovo personale, e sicuramente di velocizzare l'operazione, perché a quel punto basta una lettera fra un ente e un altro, fra un Ministero e un altro, e questa persona viene immediatamente trasferita. Quindi si è sicuramente più efficaci e più economici.
La Sottosegretaria quella sera purtroppo non c'era, perché sicuramente avrà avuto altri impegni, ma è stata sostituita brillantemente ed efficacemente dal Ministro della funzione pubblica in Commissione. Quando il Ministro ha fatto tutto il suo brillante discorso ci ha fatto capire fondamentalmente una cosa: che tutto il suo intero operato era mirato a velocizzare e a rendere più efficace il funzionamento della macchina pubblica. Bene. Tutto quello che fa decade davanti a quest'ordine del giorno perché, se vuoi renderlo più efficace, se vuoi ottimizzarlo, se lo vuoi fare in un momento in cui il Governo, ogni due per tre, ci racconta che non ci sono soldi perché ci sono i buchi di bilancio dovuti a chissà cosa, guarda caso, però, quando si riesce e si può veramente ottimizzare e creare qualcosa di importante con le risorse già in essere, a quel punto ci viene detto di no. Perché ci viene detto di no? Ecco, Presidente, in maniera anche abbastanza rapida, chiedo al Sottosegretario: è possibile avere la motivazione per cui ci viene detto di no all'ordine del giorno che vi permetterebbe di andare proprio nella direzione che voi auspicate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?
PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non intende intervenire.
Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/17 Tucci, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).
Onorevole Carmina, non è riuscita a votare? Va bene, ci saranno altre 92 possibilità.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/18 Aiello, sul quale il Governo ha espresso parere contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Aiello. Ne ha facoltà.
DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Ci tengo a intervenire su questo mio ordine del giorno in quanto parliamo di idonei. Il tema degli idonei è stato protagonista dei tanti lavori delle nostre Commissioni, la Commissione lavoro e la Commissione affari costituzionali, che hanno lavorato per ben 50 ore alla conversione di questo decreto.
Durante questi lavori abbiamo avuto l'onore e il piacere di ospitare persino il Ministro Zangrillo, che si è scomodato dalla sua cara poltrona ed è venuto ad onorarci della sua presenza. E proprio sul tema degli idonei, cari colleghi e caro Presidente, il Ministro è stato sconfessato addirittura dall'intelligenza artificiale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Infatti, visto che lui sosteneva che gli idonei praticamente sono da considerare dei bocciati ai concorsi pubblici, noi abbiamo chiesto l'aiuto dell'intelligenza artificiale per farci dire e per svelare se, effettivamente, il Ministro avesse ragione su questa sua affermazione o altrimenti si stesse sbagliando.
Ebbene, anche ChatGPT sa che gli idonei sono delle persone che hanno superato tutte le prove di un concorso, e quindi sono idonee a ricoprire quel ruolo, quella posizione per la quale hanno partecipato al concorso pubblico, ma non risultano vincitori in quanto vanno oltre la quota stabilita dal bando stesso. Di conseguenza, non essendoci tutti i posti disponibili per ricoprire quei ruoli, ci sono i vincitori del concorso e gli idonei non vincitori del concorso.
La figura degli idonei, comunque, fa parte di una graduatoria che ha una validità, e noi, con quest'ordine del giorno, vi chiediamo di estendere a 3 anni la validità di tutte le graduatorie dei concorsi pubblici, e, quindi, di uniformare il sistema delle graduatorie attualmente in vigore nel nostro sistema giuridico, soprattutto degli enti locali. Gli idonei, essendo parte del bacino di queste graduatorie, possono ambire a entrare nella pubblica amministrazione attraverso degli scorrimenti, cosa che già succede nella pubblica amministrazione.
Quindi, è sbagliato sostenere che gli idonei siano dei bocciati, come sostiene il Ministro Zangrillo, dimostrando tutta la sua incompetenza e inadeguatezza a ricoprire un ruolo così cruciale nel nostro ordinamento giuridico quale quello di titolare della Funzione pubblica, ossia colui che deve garantire il buon andamento e il buon funzionamento della nostra pubblica amministrazione. Volevo spendere una parola per gli idonei perché, quando noi parliamo di idonei, non parliamo di numeri, parliamo di persone che hanno studiato e che si sono formate nel nostro Paese, persone che concorrono a ricoprire un incarico pubblico, un lavoro pubblico.
E noi non dobbiamo trattarle come se fossero dei cittadini di serie B o dei cittadini addirittura bocciati. Qui l'unico ad essere bocciato è il Ministro Zangrillo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che ha dimostrato tutta la sua incompetenza e tutta la sua inconsistenza nella linea politica. Cari colleghi, con questo decreto non risolvete le reali necessità e le cruciali esigenze della pubblica amministrazione. State soltanto creando un sistema di poltronificio nella pubblica amministrazione, che vi permetterà di nominare i soliti amici degli amici all'interno dei dicasteri e degli enti pubblici. Questo è quello che sta facendo il Governo con questo decreto, il poltronificio Meloni. Ecco cosa siete (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/18 Aiello, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/19 Barzotti il parere è contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Barzotti. Ne ha facoltà.
VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei capire quali sono le motivazioni di questo parere contrario, perché francamente basta leggere l'ordine del giorno per rendersi conto che quello che chiediamo non è nient'altro che un po' di trasparenza e un po' di imparzialità, in ossequio all'articolo 97 della nostra Costituzione. Mi spiego, Presidente. In questo provvedimento noi andiamo a trattare anche dell'organizzazione degli enti pubblici non economici, tra cui ci sono gli ordini professionali. E tra gli ordini professionali, Presidente, ricordo esserci il Consiglio dell'Ordine dei consulenti del lavoro, il quale, come abbiamo già denunciato più volte, si trova di fatto in una situazione di dubbia imparzialità nel suo agire istituzionale.
Ma entriamo un po' nel dettaglio di questa difficoltà, di questa opacità. Noi abbiamo il Consiglio dell'Ordine dei consulenti del lavoro, che deve essere, per regola, per legge, controllato e vigilato dal Ministero del Lavoro. In questa precisa fase storica, però, grazie alle scelte operate da questo Governo, noi abbiamo la Ministra del Lavoro, Marina Calderone, che siede al Ministero del Lavoro, e poi il presidente del Consiglio dell'Ordine dei consulenti del lavoro che è il marito della Ministra Calderone. Quindi mi chiedo, Presidente, come mai ci troviamo in questa situazione, che, di fatto, ci impedisce il controllo su un ordine professionale.
Credo che siamo davanti a una situazione particolarmente anomala, colleghi, perché, banalmente, gli altri ordini professionali hanno delle forme di incompatibilità tra ruoli di Governo e ruoli dei congiunti di chi ricopre cariche di Governo. Questo, evidentemente, per preservare l'effettività delle funzioni di vigilanza. Nel nostro caso abbiamo il controllore e il controllato che si trovano, Presidente, in un palese e incontestabile conflitto di interessi, che rischia di pregiudicare gli interessi pubblici sottesi ai ruoli ricoperti in questo Governo.
Pertanto, l'impegno che noi chiediamo con quest'ordine del giorno, a cui voi state dando parere contrario, è quello di prevedere le più elementari regole di imparzialità e trasparenza, prevedendo espressamente ipotesi di incompatibilità di ruoli quale causa ostativa della corretta esplicazione dell'interesse pubblico fondato e sottostante a questi ruoli.
Ebbene, Presidente, penso che dare parere contrario a un ordine del giorno che parla semplicemente di trasparenza sia veramente una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che ci fa capire quali sono le priorità di questo Governo e quali sono gli interessi che state perseguendo. Di certo non quelli pubblici sottesi a ruoli importantissimi come quelli rivestiti dalla Ministra Calderone e da suo marito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Scotto sottoscrive l'ordine del giorno.
Se non vi sono altre richieste di intervento, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/19 Barzotti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
Prima di andare avanti, vi comunico che la collega Maria Carolina Varchi, il 18 aprile scorso, ha dato alla luce la piccola Beatrice (Applausi). La Presidenza, a nome di tutta l'Assemblea, come si sente dall'applauso convinto, esprime i più sinceri auguri alla neonata e ai genitori.
Passiamo adesso all'ordine del giorno n. 9/2308-A/20 Quartini.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Non sono assolutamente sorpreso dalla valutazione negativa su quest'ordine del giorno da parte del Governo, pur essendo stato sorpreso dal tema precedente, quello sulla mobilità e sugli idonei non vincitori, che credo rappresenti una vera e propria vergogna per questo Esecutivo. Come si fa a ipotizzare che i concorsi non possano durare 3 anni? È una cosa incredibile, è una cosa indecente, perché tutti gli idonei hanno vinto quel concorso. Non si tratta di valutare la graduatoria per i posti messi a concorso, ma si tratta di mettere in riga e di mettere in fila tutti gli idonei. Se non avessimo avuto le graduatorie dei vari concorsi, non ci sarebbe stato verso di intervenire nel contesto della pandemia da COVID.
È dai concorsi in essere che abbiamo attinto, per fortuna. Per fortuna! E oggi fate questo tipo di operazione. Allora, siccome il Governo non risponde, è chiaro che, da questo punto di vista, a noi delle suggestioni vengono fuori, e sono suggestioni legate al clientelismo. Sono suggestioni che suggeriscono che questo Governo e questa maggioranza vogliono andare avanti con gli amici degli amici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Non ci sono altre alternative! Non ci sono altre alternative!
Invece, rispetto all'ordine del giorno che ho presentato, io vi dico che non sono sorpreso, perché quest'ordine del giorno è assolutamente dannoso… non l'ordine del giorno: le proposte che noi facciamo in quest'ordine del giorno cercano di rimediare al danno che, in qualche modo, questo Governo sta facendo, perché sta privilegiando le logiche privatistiche in sanità, perché sta facendo un'operazione a discapito dei servizi pubblici, soprattutto scuola e soprattutto i servizi sanitari, aggravando in maniera significativa il carico economico dei lavoratori e non tutelando per niente il welfare.
Questo provvedimento, di fatto, si caratterizza fondamentalmente per incoerenza rispetto alla modernizzazione delle pubbliche amministrazioni, non prevede procedure trasparenti di reclutamento che nemmeno sono uniformi e ignora completamente l'esigenza del personale sanitario. Tutti hanno parlato dell'importanza di assumere personale sanitario, ma in realtà sono questioni completamente trascurate. Nel contempo, cosa fa? Spreca risorse e penalizza la sanità pubblica con 20 milioni nel 2025 e 50 milioni negli anni successivi per un'assicurazione sanitaria integrativa privata destinata al personale scolastico. Il personale scolastico si trova, con questa manovra, a pagare la sanità due volte: attraverso la fiscalità generale e attraverso un'assicurazione integrativa. Ragazzi, io credo che siamo al culmine della nudità del re di questa maggioranza. La privatizzazione totale si paga con le tasse e si paga con tagli al finanziamento scolastico attraverso questo meccanismo.
Credo davvero che siamo di fronte a un'emergenza vera. Nell'ordine del giorno noi chiediamo impegni precisi, impegni specifici per incrementare i fondi per il trattamento accessorio del personale del Servizio sanitario nazionale nel contesto della contrattazione collettiva e chiediamo di assumere personale nelle strutture pubbliche, garantendo la funzionalità del Servizio sanitario nazionale. Credo che sia un ordine del giorno che probabilmente voi vedete come ideologico. Io credo che di questo non si tratti: io credo che il personale della scuola e il personale sanitario ci tengano in maniera particolare al Servizio sanitario nazionale e dovrebbero essere seguiti, curati, presi in cura direttamente dal Servizio sanitario nazionale e non si debbano ingrassare le assicurazioni private (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Questo è il nostro segnale. Io credo che anche da un punto di vista sindacale sia assolutamente importante che si pensi al benessere salariale e non a un welfare aziendale obbligato dai contratti dei quali i nostri dipendenti non possono scegliere, sono costretti a farlo, oltretutto con sistemi che sono già orientati in termini di spesa. Allora, o si sceglie il Servizio sanitario nazionale pubblico, si fortifica quello, o si sceglie il servizio privato. Noi, da questo punto di vista, la nostra scelta l'abbiamo fatta. Voi, in modo assolutamente ipocrita, state scegliendo di stravolgere il Servizio sanitario nazionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Sottosegretario Siracusano. Ne ha facoltà.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Preliminarmente, ci tengo a rassicurare l'onorevole Quartini rispetto all'operato del Governo e del Ministro Zangrillo, che va nella direzione di efficientare la pubblica amministrazione, che chi ha esperienza sa essere una macchina molto complessa, di puntare sulla modernizzazione della pubblica amministrazione e sul merito e non sulle clientele (questo glielo posso assicurare). Ciò premesso, accantono il suo ordine del giorno per un'ulteriore valutazione.
PRESIDENTE. Dunque, l'ordine del giorno n. 9/2308-A/20 Quartini è accantonato.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/21 Sportiello: accetta la riformulazione? Colleghi del MoVimento 5 Stelle mi date un segnale? Collega Quartini mi dice qualcosa?
ANDREA QUARTINI (M5S). Non ho capito.
PRESIDENTE. Non l'ha capito e nemmeno io. C'è una riformulazione e io chiedo a lei di fare capire a me - lei a me - che cosa devo fare. Lo volete votare? Lo mettiamo in votazione… quindi, non accettate la riformulazione? Onorevole Quartini, parli al microfono altrimenti non ci capiamo. Sì o no? Accettate la riformulazione?
ANDREA QUARTINI (M5S). Accettiamo la riformulazione, Presidente.
PRESIDENTE. Perfetto, ottimo.
Onorevole Ruffino, non può intervenire. Vuole sottoscrivere?
DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Come gruppo chiediamo la sottoscrizione.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/22 Marianna Ricciardi. Il suo ordine del giorno ha parere contrario. Lo mettiamo in votazione? No, colleghi, però… c'è un parere contrario. Siamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/22 Marianna Ricciardi.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/22 Marianna Ricciardi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/23 Di Lauro. Onorevole Di Lauro, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno? La accetta.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/24 Ascari. Onorevole Ascari, accetta la riformulazione? La accetta.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/25 Alfonso Colucci. Accetta la riformulazione o chiede di intervenire?
ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Chiederei un chiarimento: mi sembrerebbe che siano espunte le premesse e riformulato l'impegno?
PRESIDENTE. Esatto.
ALFONSO COLUCCI (M5S). Esatto. L'impegno, Sottosegretario, gentilmente me lo può ricordare?
PRESIDENTE. Prego, Sottosegretario.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. “Compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, a proseguire il percorso di armonizzazione dei trattamenti accessori nel comparto pubblico”.
PRESIDENTE. Onorevole Colucci, prego.
ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Grazie Sottosegretaria, non posso accettare questa riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di bilancio pubblico”. Quest'ordine del giorno richiede un adeguamento del trattamento economico dei dipendenti della pubblica amministrazione e si articola su quattro principali dorsali. La prima, l'adeguamento degli emolumenti dei dipendenti pubblici al costante aumento del costo della vita. Noi sappiamo che in quest'ultimo biennio si è registrata una diminuzione del potere d'acquisto dei salari e degli stipendi di oltre il 14 per cento, indotto anche da una serie di politiche che hanno determinato inflazione (alcuni dei fattori scatenanti sono esogeni, questo lo dobbiamo riconoscere). Quindi, gli stipendi hanno perso in maniera importante il loro potere d'acquisto e la prima cosa che noi chiediamo al Governo è l'adeguamento degli emolumenti dei dipendenti pubblici.
La seconda è l'adeguamento del valore nominale anche dei buoni pasto che vengono riconosciuti ai dipendenti pubblici, oltre all'adeguamento del salario accessorio e, in particolare, l'estensione al salario accessorio dei dipendenti pubblici della tassazione agevolata del 5 per cento, che è riconosciuta ai dipendenti privati.
Di conseguenza, non possiamo, signor Sottosegretario, accettare la riformulazione “a valutare la possibilità, compatibilmente con gli impegni di bilancio”. Non possiamo accettarla soprattutto da parte di un Governo che si accinge ad approvare - anzi, ha già approvato - lo stanziamento di ben 800 miliardi di euro nelle spese militari nel programma ReArm Europe. Un Governo che ha adeguato anche le spese degli stipendi del CNEL, addirittura portandoli a quello che è il tetto massimo delle cariche apicali dei nostri dirigenti pubblici. Un Governo che ha buttato al vento un miliardo di euro nel protocollo dell'Albania, un fallimento totale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e anche gli ultimi fatti dimostrano come quel protocollo è un fallimento totale. Addirittura, un migrante che ha chiesto legittimamente asilo lì a Gjader è stato riportato in Italia e un altro migrante, per essere rimpatriato nel suo Paese di provenienza, è stato dapprima portato in Albania e dopo cinque giorni riportato in Italia per essere portato con un charter nel suo Paese di origine. Uno sperpero assoluto del danaro pubblico.
È un Governo che nell'ultima manovra di bilancio ha stanziato addirittura un aumento delle indennità dei Ministri e dei Sottosegretari sotto la forma dissimulata del riconoscimento di spese di trasferta e di trasporto.
Un Governo che continua ad operare gravosi tagli alla sanità, ai diritti fondamentali dei cittadini, all'istruzione; che sta impoverendo le famiglie anche sotto il fronte del minor godimento di diritti sociali e civili. Non possiamo accettare che questo Governo continui a mortificare i dipendenti pubblici non riconoscendo loro gli aumenti stipendiali e salariali che un criterio di giustizia dovrebbe, invece, portare a riconoscere. Come possiamo pensare di avere una pubblica amministrazione più efficiente se mortificate in questo modo i dipendenti pubblici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/25 Alfonso Colucci, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/26 Giuliano, su cui vi è il parere favorevole del Governo, previa riformulazione. Onorevole Giuliano, accetta la riformulazione? Accetta. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/27 Cafiero De Raho, su cui vi è il parere favorevole del Governo, previa riformulazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. No, non posso accettarla perché la riformulazione, in primo luogo, attiene unicamente alla parte che riguarda i giudici di pace, e, invece, la nostra proposta era rivolta sia ai magistrati ordinari che al personale amministrativo, e inoltre per i giudici di pace limitatamente alle possibilità che vi sono in relazione ai vincoli della finanza pubblica.
Ebbene, qui noi ci troviamo di fronte a un'esigenza che non può non essere soddisfatta: quella di dare ai magistrati ordinari un numero tale che consenta di celebrare i processi e nello stesso momento consentire ai giudici di pace di riprendere le attività. In diverse sedi, addirittura, ci si è fermati perché i giudici sono pochissimi. Pensate, la giustizia è il momento fondamentale della nostra democrazia: se non diamo giustizia, non consentiamo il rispetto dei diritti; se non consentiamo il rispetto dei diritti, non attuiamo la Costituzione. Quindi, uno dei pilastri della convivenza civile è proprio dare giustizia di fronte alle domande.
Ebbene, tenete conto che i giudici, i magistrati ordinari, rispetto peraltro a quello che è l'indice per 100.000 abitanti, sono presenti in Italia con l'11,7 per cento; in Europa, invece, ci sono 17,6 giudici rispetto a 100.000 abitanti. Quindi, già la proporzione è di gran lunga limitata, senza poi dire che in Italia l'indice di litigiosità è altissimo. Nonostante questo, di fronte a un organico di circa 10.500 magistrati, ne mancano 1.500, quasi il 15 per cento, e questo è gravissimo. Senza poi contare i giudici di pace: l'organico dei giudici di pace, 3.481 unità, fa registrare la presenza di sole 989 unità, cioè abbiamo meno del 30 per cento.
Poi cosa dire del personale amministrativo con il 75 per cento delle presenze, tanto che i funzionari dell'ufficio del processo vengono utilizzati per svolgere compiti amministrativi, e non per svolgere i compiti prioritari di assistenza ai giudici e ai magistrati. Tutto questo sconvolge totalmente il sistema giustizia, mentre ci si spinge a trovare nuove fattispecie di reato, quindi aggravando ulteriormente la giustizia penale; non solo, ma aggravando altresì i compiti dei magistrati. Basta pensare alla collegialità per le misure cautelari, ma insieme a tanti altri, come una lettura approfondita delle stesse intercettazioni telefoniche, atteso che è la Polizia che le controlla e le trascrive, e questo comporta un ulteriore impegno dei magistrati.
Quindi, si moltiplicano gli impegni, si moltiplicano le fattispecie penali, mentre il numero si riduce. Non vi è alcun ripristino degli organici e non si raggiungerà mai, perché, mentre i concorsi riescono soltanto a pareggiare, forse, il numero dei magistrati in pensione, le carenze continuano a registrarsi. Tutto questo si chiedeva nell'ordine del giorno e tutto questo non è stato fatto, né è stato rispettato, perché il Governo si mantiene lontano da questa esigenza. Evidentemente, questo Governo non ha interesse a una giustizia che funzioni, non vuole che la giustizia funzioni, Presidente, e a nostro avviso questo è gravissimo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/27 Cafiero De Raho, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/28 Carmina, su cui vi è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.
IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. Qui pongo una situazione particolare, quella degli idonei al concorsone CUFA funzionari amministrativi, perché evidentemente c'è un'esigenza prioritaria nella pubblica amministrazione e nel Paese: sopperire alla drammatica carenza di personale. Il Governo si sta attrezzando nei confronti delle amministrazioni centrali, ma tutte le amministrazioni periferiche rimangono assolutamente carenti. Questo è un dramma per l'intero Paese, perché noi abbiamo il PNRR da mettere urgentemente a terra in una situazione economica disastrosa, perché non ce lo dobbiamo nascondere, la situazione attuale dal punto di vista economico è disastrosa.
Il Ministro stesso in Commissione Bilancio è venuto a dire che mancano centinaia di migliaia di unità di dipendenti, ha detto che i concorsi si sono velocizzati; ma, per quanto veloci siano, la scadenza del 31 dicembre 2026, entro cui noi dovremmo eventualmente restituire le somme del PNRR, è prossima. O dobbiamo pensare che tanto poi tutte queste risorse verranno convertite in armi? Non è certamente questo che vogliono gli italiani, non è certamente questo che serve all'Italia. In questo contesto ciò che dovrebbe essere fatto è l'immediata immissione in servizio di tutte le forze utili.
Capisco che il Ministro confonda gli idonei con i bocciati, ma qui lo dobbiamo ribadire: gli idonei a un concorso sono coloro che hanno superato tutte le prove concorsuali, solo che il numero dei posti messi a bando non era tale da poter far entrare tutti immediatamente, per cui si fa l'elenco degli idonei. Per sopperire sempre alle esigenze del bene comune, per l'esigenza di non lasciare dei posti vacanti, e quindi funzioni pubbliche non esercitate, si attinge da queste graduatorie e si fa il cosiddetto scorrimento. Non so perché questo Governo, in una situazione con una prossima carenza che arriverà a un milione di posti di lavoro in meno, continui a tagliare la possibilità di scorrimento delle graduatorie.
Fra l'altro, noi dobbiamo anche evidenziare che questi idonei CUFA subiscono una gravissima discriminazione, sembra che ci sia proprio un accanimento nei loro confronti. Non si comprende davvero perché solo questa graduatoria non sia stata fatta scorrere. Non so, facevano antipatia a qualcuno o è perché hanno fatto un ricorso nei confronti dei Ministeri che avevano bandito un nuovo concorso in vigenza di graduatorie? Perché non si comprende: se tu hai una graduatoria utile, con funzionari che puoi mettere immediatamente in servizio, perché vai a bandire un nuovo concorso, vai a far fare nuove spese alla pubblica amministrazione e allo Stato in un momento di tale gravità, anche dal punto di vista economico?
Hanno fatto ricorso e lo hanno vinto, perché il Consiglio di Stato ha dichiarato non legittime le graduatorie del Ministero dell'Agricoltura e della Difesa. E allora che si fa? Non si procede a immettere in servizio questi che hanno vinto il concorso; al contrario, tale è l'accanimento che si propone l'articolo 4, una norma di interpretazione autentica con efficacia retroattiva, dichiarando che si possono bandire concorsi allorché lo scorrimento dei vincitori è avvenuto. Ma dico, ce l'avete proprio contro queste persone? Quando sono persone che hanno superato prove concorsuali e magari per un decimo non sono entrate e noi abbiamo una necessità enorme di immettere personale, immettere personale valido.
Ribadiamolo: sono persone che hanno superato tutte le prove e a volte è una fortuna o una sfortuna che il numero dei posti messi a bando sia più o meno limitato. Vi faccio l'esempio del concorso per commissario di Polizia, che conosco bene. Ci sono anni in cui i posti a concorso sono 80 e anni in cui invece sono 140. Allora, il concorso per commissario si fa ogni anno. L'ottantacinquesimo, che in un altro concorso sarebbe stato vincitore, non entra. Perché dobbiamo perpetrare questa gravissima ingiustizia nei confronti di queste persone che potrebbero essere messe utilmente al servizio dello Stato e delle istituzioni per il bene pubblico? Io chiedo che si cambi il parere - se volete accantonarlo -, ma certamente una volta tanto rendete giustizia a chi se la merita (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Sottoscrive l'onorevole Casu. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/28 Carmina, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/29 Morfino. Onorevole Morfino, c'è una riformulazione. Intende accettarla? Prendo atto che non accetta.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/29 Morfino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/30 Amato. Onorevole Amato, il suo ordine giorno è stato riformulato, nel senso che l'impegno è mantenuto, ma le premesse sono espunte: accetta la riformulazione? Prendo atto che accetta. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/31 D'Orso. Onorevole Siracusano, mi dica.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Sì, grazie Presidente. Vorrei proporre all'onorevole D'Orso una riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2308-A/31, all'onorevole Auriemma una riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2308-A/32 e all'onorevole Gianassi una riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/2308-A/43 e spiego il perché. Inizialmente, ho detto che vi era un parere contrario, perché il Ministero della Giustizia rivendica il lavoro e l'impegno profuso già in questo decreto, operato attraverso un emendamento che è stato presentato dai relatori e che, in effetti, non ha avuto parere contrario. In qualche modo, si allineava agli obiettivi contenuti negli ordini del giorno dell'onorevole D'Orso e dell'onorevole Auriemma. Ovviamente, vi era un disallineamento sui numeri della stabilizzazione, però, per coerenza, è giusto che vi proponga questa riformulazione, che, in qualche modo, si allinea e rende anche la risposta del Governo più coerente.
Quindi, la riformulazione è la seguente: “impegna il Governo con successivi provvedimenti a proseguire nell'attività di stabilizzazione del personale addetto agli uffici per il processo ed anche rivolta a tutti i precari PNRR nel rispetto delle esigenze di finanza pubblica”.
PRESIDENTE. Onorevole D'Orso, intende accettare la riformulazione testé proposta dal Governo? Prendo atto che accetta la riformulazione. Onorevole Auriemma, accetta la riformulazione? Ha chiesto di parlare l'onorevole Auriemma. Ne ha facoltà.
CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio la Sottosegretaria, perché è veramente un ordine del giorno importante. Stiamo parlando di ragazzi che, da 3 anni, stanno servendo lo Stato nel settore importante della giustizia. Quindi, è importante non perdere il valore e l'impegno di questi ragazzi. Grazie e accettiamo la riformulazione.
PRESIDENTE. Onorevole Carotenuto, il parere è contrario sull'ordine del giorno. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carotenuto. Ne ha facoltà.
DARIO CAROTENUTO (M5S). Sì, Presidente. Intervengo per capire, a questo punto, la differenza tra il mio ordine del giorno e quello delle colleghe.
PRESIDENTE. A questo punto, il Governo intende intervenire. Mi dica, onorevole Siracusano.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Ha ragione l'onorevole Carotenuto. È lo stesso oggetto e, quindi, anche a lei propongo la medesima riformulazione.
PRESIDENTE. Onorevole Carotenuto, accetta la riformulazione?
DARIO CAROTENUTO (M5S). Sì, accetto e ringrazio.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/34 Ilaria Fontana. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ilaria Fontana. Ne ha facoltà.
ILARIA FONTANA (M5S). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno, chiediamo un impegno chiaro, ossia la ridefinizione dei poteri assegnati al Commissario straordinario per il Giubileo e, ovviamente, per Roma Capitale. Più volte, siamo intervenuti in quest'Aula per ribadire l'ovvio e lo facciamo anche oggi, anche perché probabilmente tanto ovvio non è, visto che ogni volta dobbiamo ribadire le nostre posizioni. Il MoVimento 5 Stelle è coerente a tutti i livelli istituzionali, a livello comunale, a livello regionale, a livello nazionale e a livello europeo. È la stessa linea: per noi l'incenerimento non è un'opzione sostenibile per la gestione dei rifiuti e ogni rifiuto incenerito è una risorsa persa.
Ancora oggi, rispetto alle altre volte in cui siamo intervenuti, ci sono alcune novità e secondo noi è importante sottolinearle. La Commissione per le petizioni del Parlamento europeo, all'esito dell'audizione del marzo 2025, sempre presso il Parlamento europeo, vertente sulla petizione presentata dall'Unione dei comitati contro l'inceneritore di Roma - ricordo che questa petizione è stata sottoscritta da 13.000 cittadini che hanno espresso la loro chiara volontà - ha rilevato numerose criticità (lo diceva prima il collega Colucci) proprio in merito alla soluzione prevista dal Commissario, cioè quella di incentrare la pianificazione della gestione dei rifiuti sul territorio di Roma Capitale su un impianto di 600.000 tonnellate. Questo ovviamente determina gravi rischi per la salute della popolazione, sia per l'ambiente che per i cittadini.
Inoltre, la Commissione ha evidenziato che l'operatività dell'impianto fino al 2062 - siamo nel 2025 e degli inceneritori non si vede ancora la prima pietra - sarebbe in contraddizione con gli obiettivi del regolamento sull'istituzione di un quadro per agevolare gli investimenti sostenibili, con gli obiettivi del 2030 dell'abbassamento delle emissioni climalteranti del 55 per cento, con l'obiettivo della neutralità climatica entro il 2050, con la tassonomia verde e con il principio di non arrecare danno significativo all'ambiente.
Allora ci chiediamo: ma serve davvero un impianto così invasivo, come quello che si sta costruendo? Io penso di no, anche perché il Piano regionale del Lazio, fatto nel 2020, parla proprio di dismissione e progressiva eliminazione dell'inceneritore. Io ricordo che la regione Lazio ha già un inceneritore, che è nella mia provincia, ossia l'inceneritore di San Vittore, e che è stata autorizzata la quarta linea. Quindi, è veramente così necessario l'inceneritore nel territorio di Roma Capitale per la gestione del Giubileo? Stiamo ad aprile 2025 e il Giubileo finisce fra qualche mese. Probabilmente, lo stesso Commissario ha previsto, nel 2027, la messa in funzione.
È ovvio che sono venuti meno i presupposti stessi dei poteri del Commissario. Questo tema ha bisogno di trasparenza, ha bisogno di onestà intellettuale nei confronti di tutti quei cittadini, di tutti quei comitati, di quelle 13.000 firme che sono state prese, che lottano tutti i giorni, perché sono contrari a quell'opera.
Presidente, mi viene da pensare al fatto che, in questi giorni, abbiamo letto tanti comunicati stampa da parte del centrodestra - i relatori hanno ritirato l'emendamento; è stata una vittoria di tutti quei comitati e dei cittadini che si sono mossi anche con le e-mail, è stata una vittoria della buona politica che non si nasconde dietro un emendamento dei relatori in un decreto di tutt'altra natura -, anche da parte di eletti nazionali e locali, nei quali si dice: siamo contrari all'inceneritore. Allora, tramite lei, Presidente, chiedo ai colleghi: è questa la vostra coerenza? Perché la vostra coerenza si vede in questo voto. Il voto del centrodestra, oggi, sul nostro ordine del giorno poteva essere un punto per dire “sì siamo contrari” e “sì, ridefiniamo in qualche modo i poteri del Commissario”. Oggi, il tabellone si illuminerà e i voti del centrodestra saranno ovviamente contrari, in linea con il Governo. Quindi, quando andrete ad Albano, in tutti quei comuni, davanti ai cittadini vi riempirete la bocca nel dire “siamo contrari”. Ma non è vero che siete contrari. Siete assolutamente in linea con una gestione dei rifiuti totalmente insostenibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI (AVS). Intervengo per sottoscrivere l'emendamento della collega Ilaria Fontana.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/34 Fontana, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/35 Santillo su cui c'è una riformulazione, nel senso di espungere le premesse e poi è favorevole. Onorevole Santillo, accetta la riformulazione? Prendo atto che accetta la riformulazione.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/36 Appendino. Prendo atto che l'onorevole Appendino non accetta la riformulazione e chiede di parlare.
CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie, Presidente. No, non accetto la riformulazione perché qui parliamo di un tema cruciale per i cittadini, che è il tema della sicurezza e, quindi, è un tema che va affrontato con serietà, non certo quella di una riformulazione “del valutare l'opportunità di”, ma soprattutto senza ideologia.
Allora, partiamo da qui. Io non ho problemi a dirlo: possiamo dire che è ideologia - ed è anche molto dannosa - una destra che si inventa un reato nuovo ogni 24 ore soprattutto quando non c'è la certezza della pena? E possiamo dire, Presidente, che per me è anche ideologica e dannosa una sinistra che chiude gli occhi sull'illegalità per paura di deludere una parte magari del proprio elettorato, perché si ha quasi paura di occuparsi di sicurezza.
Guardate, io lo so che ci sono tanti colleghi e colleghe che hanno fatto gli amministratori locali come me e, come è successo a me, anche a voi - a chi l'ha fatto, a chi fa politica territoriale - i cittadini chiedono di poter vivere sicuri nei propri quartieri. A Torino - parlo della mia città - la situazione non era per nulla semplice: avevamo dei campi rom che devastavano interi quartieri con i roghi tossici, avevamo giardini abbandonati allo spaccio, avevamo occupazioni che erano diventate ghetti.
Allora, abbiamo deciso che il tema della sicurezza era prioritario. Abbiamo risolto tutto? No, non abbiamo risolto tutti i problemi della città e ne siamo consapevoli, però con serietà abbiamo superato, ad esempio, uno dei campi rom più grossi e importanti che c'erano in Italia, abbiamo restituito alcuni giardini alle comunità tramite i patti con i cittadini, abbiamo messo fine alla più grande occupazione d'Europa che c'era nella nostra città (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e mi riferisco a delle palazzine - e chi è piemontese lo sa - ex olimpiche occupate. Fino a 1.300 persone c'erano lì dentro in condizioni non dignitose, in un quartiere di periferia che non ce la faceva più e con una tensione sociale che stava scoppiando: era una bomba sociale. L'abbiamo risolto e sa il perché? Perché l'abbiamo fatto con serietà. Abbiamo messo insieme tutti: prefettura, Governo, la diocesi, le associazioni laiche e abbiamo liberato quegli immobili - e lo dico con orgoglio - senza mai usare il manganello. Il manganello non è stato alzato. Allora, oggi cosa succede lì? Il quartiere è riqualificato, le palazzine sono luogo di vita di studenti e anziani, le tensioni sociali non ci sono più. È vero, è stato molto difficile. È vero, c'abbiamo messo tanta, tanta fatica e ci abbiamo messo anche parecchio tempo.
Però, io credo, che occuparsi di sicurezza significa proprio questo, cioè farlo seriamente, che è quello che non sta facendo questo Governo, Presidente. Sono due anni e mezzo che il Governo Meloni ha trasformato un tema importante e serio, come la sicurezza, in un teatrino mediatico, un teatrino mediatico che è fatto di slogan urlati e decreti sbandierati che vogliono solo nascondere che cosa? Il vuoto, i fallimenti, perché le persone oggi in Italia non si sentono più sicure da quando c'è il Governo Meloni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e si sono stufate di annunci e parole vuote; vogliono concretezza, vogliono fatti.
Allora, cosa significa occuparsi di sicurezza? Vediamolo insieme. Significa, ad esempio, assumere più Forze dell'ordine. In quest'ordine del giorno - su cui avete dato parere contrario nella sostanza - chiediamo, ad esempio, di assumere più Polizia locale. Sappiamo che non basta, però è importante. Non basta e sapete il perché? Perché, oltre ad assumere, bisogna dare dignità a chi serve lo Stato.
Noi siamo d'accordo su una cosa che avete fatto. Ad esempio, siamo d'accordo sul fatto che avete istituito il Fondo per aiutare gli agenti che si trovano magari a dover affrontare dei processi nel momento in cui sono nell'esercizio delle proprie funzioni. Però, non è che potete lavarvi la coscienza così. Non avete risolto i problemi delle Forze dell'ordine e della Polizia locale, perché bisogna pagarli di più, bisogna farli lavorare con orari e turni più sostenibili, bisogna farli lavorare in ambienti di lavoro decenti, perché uno Stato che non protegge i suoi uomini è semplicemente uno Stato che li sfrutta.
Allora, quando dite “sì” a un contratto rinegoziato con un aumento del 6 per cento e con l'inflazione galoppante, voi state legalizzando un potere d'acquisto che non c'è più e quello non è occuparsi delle Forze dell'ordine, non è dare dignità a chi lavora per lo Stato. Quella è violenza economica di uno Stato che abbandona i suoi uomini e le sue donne a contratti con stipendi troppo bassi e a un carovita, un caro bollette, un caro mutui, che gli toglie la dignità.
Purtroppo, non è l'unica violenza che scegliete consapevolmente di ignorare. Un mese fa, qui con tanti colleghi e colleghe non solo della mia forza politica ma dell'opposizione, vi abbiamo detto: attenzione, almeno sui reati della violenza di genere non mettete il limite dei 45 giorni; dovete proteggere le vittime. Ma voi ve ne siete fregati, avete votato contro questa nostra proposta per proteggere queste donne e poi vi riempite la bocca di sicurezza? Ma se tra la vittima e l'aguzzino voi scegliete l'aguzzino, ma con che coraggio ancora andate nei tweet, in Aula e sui giornali e riempirvi la bocca di sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?
Presidente, sicurezza non significa solo occuparsi di Forze dell'ordine, di Polizia locale, di reati, di sanzioni. Quella è una gamba, ma c'è un'altra gamba - perché sennò non si cammina facilmente - che è la prevenzione. Quindi, sicurezza è una strada illuminata, un negozio aperto, sicurezza è una scuola che rimane aperta invece di quelle che state chiudendo, accorpando e, quindi, mettendo in difficoltà moltissimi quartieri, perché lì fate sempre cassa. Allora, Presidente, siccome mi sembra evidente che, a fronte di questi fallimenti, il Governo non abbia neanche l'umiltà di ascoltare le nostre proposte perché boccia tutto, io dico che almeno sugli accordi per la sicurezza integrata mettete qualche soldo in più, perché questo Fondo per la Polizia locale potrebbe servire anche a questo.
Allora, Presidente, vado a chiudere. Il “no” non mi stupisce, perché questo è un Governo che ha deciso di portare avanti una propaganda securitaria per nascondere, come dicevo, il nulla di fatto sulla vita quotidiana dei cittadini e delle cittadine. Quindi, vi inventate nuovi reati, mandate in carcere i bambini con le loro madri, buttate un miliardo nell'assurdità dei centri per i migranti in Albania. Blocco navale, stop sbarchi: 255.000 migranti sono arrivati durante il Governo Meloni e questi sono i fatti. E come vi siete ridotti? Il Governo si è ridotto a esultare con un tweet perché è stato rimpatriato un migrante - un migrante consenziente, peraltro - in Bangladesh: 6.000 euro. Guardate, io vi do un consiglio, una notizia: per un sesto di 6.000 euro si vola in business a Dacca, con tanto di spumante e salvietta calda. Quindi, la prossima volta magari buttate un occhio su Skyscanner perché forse potreste risparmiare qualche euro dei cittadini italiani.
Presidente - e chiudo davvero -, a questo Governo non interessa occuparsi di sicurezza: a loro interessa solo fare propaganda; propaganda sulla pelle delle Forze dell'ordine; propaganda sulla pelle delle donne che hanno paura magari di prendere un mezzo la sera; propaganda sugli anziani che vogliono vivere in tranquillità nel loro quartiere e non possono; propaganda sui giovani, che magari vogliono vivere in un quartiere di periferia, perché le periferie non sono un qualcosa di brutto…
PRESIDENTE. Concluda.
CHIARA APPENDINO (M5S). …ma lo stanno purtroppo diventando spesso. Allora, è questo ciò che fate. Vede, Presidente, noi siamo vicini a loro e con quest'ordine del giorno ci proviamo ancora a dare una risposta al tema vero e serio della sicurezza…
PRESIDENTE. Grazie.
CHIARA APPENDINO (M5S). …perché per noi la sicurezza non è merce da campagna elettorale ma è - ripeto - una cosa seria di cui ci vogliamo occupare seriamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Carmina sottoscrive l'ordine del giorno.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/36 Appendino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/37 Alifano su cui c'è una riformulazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Alifano. Ne ha facoltà.
ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, Presidente. No, non è il caso di accettare la riformulazione proposta dalla Sottosegretaria, perché siamo sempre allo stesso identico tema, cioè la compatibilità con i vincoli di finanza pubblica. È un modo per mettere quest'ordine del giorno nel cassetto e nel mondo dei sogni.
Mi dispiace, perché poi io penso che farò anche una sorta di statistica di tutti gli ordini del giorno che sono stati accolti con questa premessa e che poi, puntualmente, vengono disattesi. Quindi, magari dovremmo poi renderne conto al Governo.
Tra l'altro, quest'ordine del giorno lo reputo di estremo interesse e il tema dei Vigili del fuoco è stato riproposto in Commissione, anche se mi preme rammentare che noi dell'opposizione abbiamo fatto un esercizio sublime, direi, Presidente, di sintesi, perché abbiamo avuto il tempo iperbolico di un minuto per spiegare i nostri emendamenti, che poi si è ridotto a 30 secondi durante la non-stop che abbiamo avuto durante la Settimana Santa in Commissione. Però ci sono temi, Presidente, che secondo me meritano un'attenzione particolare.
La collega Appendino prima parlava della sicurezza, delle esigenze di sicurezza del nostro Paese e dell'attenzione che dovrebbero avere le Forze dell'ordine. Quindi non calcare il piede sulla repressione tout court, ma invece riconoscere giusti trattamenti retributivi a chi si occupa della sicurezza dei cittadini, perché questo è l'unico modo per assicurarla. Con quest'ordine del giorno noi diamo un'attenzione ai Vigili del fuoco. Il Corpo dei vigili del fuoco, per il vero, ha avuto una menzione all'articolo 6 di questo decreto, ma direi giusto una menzione perché non si è tradotta in pratica e non si tradurrà, ahimè, penso, in nulla di veramente concreto.
Ora, ricordo a quest'Aula, ma penso che lo sappiamo tutti, che i Vigili del fuoco svolgono un'attività di estremo pericolo e garantiscono spesso l'incolumità ai cittadini. L'ultimo episodio che poi è balzato agli onori della cronaca e che mi preme ricordare, perché è un caso occorso in Campania, tra l'altro i luoghi li conosco, è quello che è successo a Monte Faito, dove - ahimè, penso che tutti sapete - si è staccato il cavo della funivia ed è precipitata una cabina.
Ebbene, i Vigili del fuoco sono accorsi subito sul posto e, dopo avere recuperato, ahimè, i corpi delle vittime, hanno messo in sicurezza la cabina precipitata per evitare che avesse ulteriori movimenti, e quindi potesse danneggiare le strutture sottostanti; poi hanno rimosso nella notte - tengo a sottolineare, Presidente, nella notte - il cavo della funivia che era finito sulla linea elettrica della Circumvesuviana; infine, poi, hanno tratto in salvo 9 persone che erano chiuse in un'altra cabina. Voglio dire che i Vigili del fuoco penso che abbiano dei compiti di estremo pericolo, ma che siano assolutamente indispensabili al vivere sociale, e bisogna sempre rammentarlo.
Allora, con quest'ordine del giorno che cosa chiediamo? Chiediamo che vengano eliminate le sperequazioni che loro patiscono in relazione agli altri Corpi. Quindi, chiediamo l'adeguamento delle indennità riferite alle prestazioni in orari notturni e festivi, perché i Vigili del fuoco sono sempre in servizio e pronti ovviamente ad accorrere; chiediamo, ancora, l'aumento del buono pasto, anche visto e considerato il peculiare monte ore giornaliero stabilito per loro; chiediamo un migliore trattamento pensionistico e, in particolare, chiediamo - e la chiediamo a gran voce - la copertura INAIL per tutto il personale del Corpo, visti i compiti di alto pericolo che, ahimè, sono chiamati a compiere.
Speriamo fino all'ultimo in un ripensamento del Governo e che possa eliminare quell'inciso che compare troppo spesso, “i vincoli di finanza pubblica”, che poi finiscono con il rendere carta straccia i nostri ordini del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/37 Alifano… Onorevole Ruffino? Va bene, lo sottoscrive. Onorevole Quartini, deve intervenire? Deve intervenire. Allora revoco la votazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo un supplemento di valutazione al Governo su quest'ordine del giorno, perché ritengo che sia assolutamente ipocrita parlare di un pezzo della nostra Protezione civile, il Corpo dei vigili del fuoco, eroi a tutti gli effetti, e poi, alla prova dei fatti, gli si voltano le spalle. Quindi credo davvero che un supplemento di valutazione da parte del Governo, un accantonamento, possa avere un senso prima di bocciarlo.
Quindi, Presidente, spero che lei accolga questa ipotesi - tramite lei, ovviamente, la Sottosegretaria - e ci sia una maggiore sensibilità, altrimenti diciamocelo: prendiamo in giro il Corpo dei vigili del fuoco e chiudiamola qui.
PRESIDENTE. Chiedo al Governo se intende intervenire. Non intende intervenire. L'onorevole Simiani e altri colleghi sottoscrivono.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/37 Alifano, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/38 Malavasi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/39 Girelli.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Girelli. Ne ha facoltà.
GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Intervengo brevissimamente, Presidente, solo per invitare il Governo a un ripensamento, perché capisco il fatto delle premesse. Capisco un po' meno quello che è l'impegno, che magari può essere riformulato, ma non fa altro che recepire le criticità che sono emerse dall'indagine conoscitiva della Commissione riguardo allo stato del personale, che riguarda i fondi per poter superare il tetto di spesa e, soprattutto, intervenire in maniera puntuale sulla carenza di personale, evitando anche la differenza tra regione e regione, territorio e territorio.
PRESIDENTE. Il Governo non intende intervenire. Dunque, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/39 Girelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/40 Simiani.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Simiani. Ne ha facoltà.
MARCO SIMIANI (PD-IDP). Volevo sentire la riformulazione, Presidente, perché non ho udito.
PRESIDENTE. Sottosegretario Siracusano, ci fa la cortesia di ripetere la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/2308-A/40 Simiani?
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Certo. Semplicemente, consiste nel premettere all'impegno: “a valutare l'opportunità di estendere”.
PRESIDENTE. Onorevole Simiani?
MARCO SIMIANI (PD-IDP). No, non accetto. Vorrei fare un piccolo intervento solamente per affermare un principio che riguarda soprattutto quello che abbiamo più volte detto, non solo nelle mozioni che abbiamo presentato in questi giorni legate ai PFAS, e soprattutto sul tema del controllo, che dovremmo estendere non solamente nella provincia di Bologna, ai Vigili del fuoco di Bologna, ma a tutta Italia. Pensiamo che questo sia un tema vero, che riguarda i lavoratori e la sicurezza dei lavoratori, e credo che sia importante e sarebbe importante che il Governo rivedesse questa posizione, perché crediamo che l'estensione della verifica in gran parte d'Italia possa servire a capire e a chiarire esattamente se queste sostanze sono state quelle che hanno creato poi situazioni anche gravi di salute nel Corpo dei vigili del fuoco.
Come sappiamo benissimo, oggi sono interessate più di 35 procure; ci sono state associazioni che hanno fatto esposti importanti, in cui hanno detto chiaramente che c'è stata una verifica di alcune patologie importanti che ci sono state, che si sono evidenziate in giro per l'Italia, e credo che debba essere assolutamente evidenziato. Ecco perché chiedo, anche suo tramite, Presidente, alla Sottosegretaria Siracusano se può rivedere questa posizione, perché credo che non abbia un costo, cioè non credo che sia una cosa così difficile.
È una risposta concreta che dobbiamo dare a un Corpo che oggi e ogni giorno è al lavoro e che utilizza materiale che non sappiamo se fa male alla salute, sì o no. Ecco perché chiedo a voi di rivedere la posizione o, comunque, di votare l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Il Governo non vuole intervenire. L'onorevole Scotto sottoscrive.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.
EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo al collega se posso sottoscrivere il suo ordine del giorno, un ordine del giorno che abbiamo già discusso in altri provvedimenti in queste ultime settimane.
Presidente, credo che sia un ordine del giorno molto, molto importante per tutelare la salute dei nostri Vigili del fuoco, e credo ormai urgente fare questo studio. Tra l'altro, vorrei informare il Governo che ci sono oggi delle tecnologie e delle imprese che stanno facendo, grazie a nuove innovazioni tecnologiche, delle divise per i Vigili del fuoco che non contengono PFAS. In alcuni Paesi, in alcuni Stati degli Stati Uniti, le stanno già ordinando per far sì che i Vigili del fuoco siano tutelati. La loro salute non può essere messa in pericolo dalle loro divise e sappiamo bene il duro lavoro che stanno facendo.
Presidente, colgo anche l'occasione per ringraziare tutti gli uomini e le donne che il giorno di Pasqua hanno dedicato la giornata a spegnere un grande incendio in Umbria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e sono venuti addirittura dalla regione Marche per dare un grande aiuto, perché per tutta la giornata è andato a fuoco un grande impianto, un'azienda in Umbria. Ebbene, quegli uomini e quelle donne, che ringraziamo per il loro grande lavoro, vanno anche tutelati nella loro quotidianità, cioè quando indossano una divisa per la quale vanno molto fieri e per la quale noi dobbiamo ringraziare ogni giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lacarra. Ne ha facoltà.
MARCO LACARRA (PD-IDP). Grazie, Presidente, molto brevemente. Se posso sottoscrivere l'ordine del giorno e vorrei sollecitare il Governo a dare una risposta all'interrogazione che su questo tema ho presentato qualche giorno fa, perché è un tema molto, molto delicato, e credo che meriti una risposta chiara da parte dell'Esecutivo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/40 Simiani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/41 Marino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/42 Serracchiani. Il rappresentante del Governo chiede di intervenire. Prego.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/42 dell'onorevole Serracchiani cambio parere.
PRESIDENTE. Colleghi, silenzio per favore.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Proporrei una riformulazione dell'impegno premettendo: “a valutare l'opportunità” e l'espunzione della definizione del numero “500” di nuovi magistrati. Quindi eliminare soltanto quella parte lì e premettere “a valutare”.
PRESIDENTE. Onorevole Serracchiani?
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Presidente, solo per capire se rimane la parte relativa all'indicazione della magistratura di sorveglianza.
PRESIDENTE. Sissignora. Comunque chiediamo conferma al Governo. È soltanto la locuzione “500”. Comunque, prego, onorevole Siracusano.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Rimane l'impegno esattamente per come l'ha presentato, onorevole Serracchiani. Occorre soltanto espungere la cifra specifica dei “500”.
PRESIDENTE. E “a valutare l'opportunità”. Onorevole Serracchiani, accetta?
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione, anche visto l'impegno del Ministro Nordio proprio in occasione del ricordo del venir meno, della morte del Papa.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/43 Gianassi. Onorevole Gianassi, accetta la riformulazione?
FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. È identica a quella del MoVimento 5 Stelle che è già stata accettata, quindi l'accetto, pur sapendo che si sta parlando di 12.000 precari, solo 3.000 stabilizzati ad oggi. Quindi lo considero un impegno su cui continuare a lavorare per evitare che il Ministero resti poi privato di professionalità senza le quali peggiorerebbe ulteriormente le performance.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/44 De Maria. Onorevole De Maria, accetta la riformulazione?
ANDREA DE MARIA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Chiedo un attimo un ripensamento al Governo per questa ragione: la riformulazione “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica” è la tipica riformulazione che viene messa in atto in questi casi. Però segnalo che, parlando di questo caso specifico delle lavoratrici del Gruppo La Perla, c'era stato un incontro tra il Ministero del Lavoro e le organizzazioni sindacali dove c'era stato un preciso impegno, che noi poi abbiamo riportato nell'ordine del giorno. Quindi, evidentemente, i vincoli di finanza pubblica erano già stati considerati quando il Ministero ha assunto questo impegno. Chiederei di tornare alla formulazione originale su questo punto.
PRESIDENTE. Onorevole Siracusano?
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Accantono per un'ulteriore riflessione.
PRESIDENTE. Accantoniamo l'ordine del giorno n. 9/2308-A/44 De Maria.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/45 Romeo, con parere contrario del Governo: si chiede la votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/45 Romeo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/48 Orfini. L'onorevole Orfini accetta la riformulazione. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/49 Toni Ricciardi. L'onorevole Toni Ricciardi accetta la riformulazione. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2183-A/50 Manzi, su cui c'è parere contrario.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Manzi. Ne ha facoltà.
IRENE MANZI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Chiederei alla Sottosegretaria di rivalutare il parere contrario a quest'ordine del giorno, che tra l'altro recepisce anche emendamenti che erano stati presentati dalla maggioranza, dai colleghi di Lega e Fratelli d'Italia in Commissione cultura rispetto al tema della riserva del 15 per cento prevista per i vincitori di concorso che hanno svolto il servizio civile, che, devo dire, sta producendo, rispetto al settore della scuola, delle situazioni, in particolar modo per coloro che hanno anni di precariato alle spalle, davvero paradossali.
È un tema che riproporremo, tra l'altro, anche nel decreto Scuola all'esame del Senato e che anche le forze sindacali stanno facendo emergere proprio per le profonde ingiustizie, in realtà, che quella che è una norma animata da ottime intenzioni rischia di produrre concretamente, poi, nell'effetto pratico che produce (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Il Governo non intende intervenire e non cambia il parere.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/50 Manzi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/51 Iacono, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/52 Berruto. L'onorevole Berruto accetta la riformulazione.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/53 Enrico Costa.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Enrico Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno è finalizzato a sollevare un tema…
PRESIDENTE. Un po' di suspense. Non accetta la riformulazione, evidentemente?
ENRICO COSTA (FI-PPE). No, non accetto la riformulazione e spiego perché ritirerò quest'ordine del giorno (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Lo spiego perché è un argomento, secondo me, rilevante e di una grande sensibilità. Noi… scusi, Presidente.
PRESIDENTE. Allora, chiarisco per i colleghi. Il collega Costa sta motivando il ritiro dell'ordine del giorno, e quindi è come se fosse una dichiarazione. Prego.
ENRICO COSTA (FI-PPE). Ritiro quest'ordine del giorno perché ritengo che questo tema non possa essere affrontato con un “valutare l'opportunità”. Si tratta del tema delle ingiuste detenzioni, cioè persone innocenti che sono state arrestate, messe in galera e poi sono state assolte. Hanno fatto la domanda di riparazione per ingiusta detenzione e lo Stato le ha risarcite. Sapete quante persone sono state risarcite dal 1992 ad oggi? Oltre 31.000. Quasi un miliardo di euro ha speso lo Stato. Purtroppo, paga solo lo Stato. Non paga mai chi sbaglia, o meglio, non si va neanche a valutare se qualcuno ha sbagliato.
Pensate se capitasse a un sindaco. Un sindaco fa elargire dal comune una somma non dovuta, immediatamente la pratica finisce alla Corte dei conti. Con i magistrati questo non accade. Perché non accade? Perché quando il MEF, il Ministero dell'Economia e delle finanze, che è il soggetto che paga, va a liquidare questa somma di risarcimento, tutto finisce lì.
Cioè non viene trasmessa la pratica al titolare dell'azione disciplinare, né alla Corte dei conti, che sono i due soggetti dei quali uno deve valutare - io dico valutare - se c'è una responsabilità disciplinare. In quest'ordine del giorno non è previsto nessun automatismo o alla Corte dei conti per valutare se c'è un danno erariale. Mi sembra l'ABC, mi sembra che questo sia un atto esemplare per garantire nella misura in cui lo Stato sbaglia, attraverso i suoi giudizi, una pratica e mette un cittadino innocente, che non è un numero - e lo dico all'ufficio legislativo del Ministero della Giustizia che ha formulato questo parere -, ma è una persona in carne ed ossa e che se è stata messa in galera ingiustamente ha patito lavorativamente, ha patito affettivamente e ha patito come relazioni, allora se il Governo - ed è presente la Sottosegretaria Siracusano, che sicuramente non ha nessuna responsabilità in questo, ma è semplicemente un nuncius della volontà del Governo - ritiene di liquidare il tutto con un “valutare l'opportunità” sapete cosa vi dico? Che io ritiro l'ordine del giorno. Lo ritiro e lo ripresenterò ogni volta e ad ogni provvedimento e forse per sfinimento qualcuno adotterà una certa sensibilità.
Mi spiace molto - lo dico chiaramente - che il Ministero della Giustizia abbia dato questa formulazione. È pieno di magistrati fuori ruolo che un giorno torneranno in ruolo e probabilmente si autoproteggono. Io penso che questo non sia accettabile. Quindi, ritiro l'ordine del giorno e il mio auspicio è che questa attività protettiva, di protezione di chi ha sbagliato, cessi. Però, non mi si venga più a dire che il magistrato che sbaglia non paga mai.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Enrico Costa. Dunque, l'ordine del giorno si intende ritirato.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/54 Gatta il parere del Governo è favorevole e, dunque, proseguiamo.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/55 Casu, su cui vi è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.
ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi rivolgo, per suo tramite, alla rappresentante del Governo e a tutti i parlamentari della maggioranza per invitarli a leggere contro che cosa si è espresso il Governo e contro che cosa state per votare. L'impegno che noi chiediamo è: “adottare ogni misura utile al fine di garantire, nell'ambito dei rapporti di lavoro con la pubblica amministrazione, la piena applicazione del principio di non discriminazione nel trattamento economico tra lavoratori assunti a seguito delle medesime procedure concorsuali”.
Noi ci siamo divisi, anche aspramente, in Commissione. Abbiamo cercato di motivare, insieme a tutte le opposizioni, le ragioni per cui per ottenere il rinnovamento e il rafforzamento della pubblica amministrazione, con oltre un milione di persone che andranno in quiescenza da oggi al 2033 e con 350.000 nuove assunzioni solo nell'ultimo biennio, sia indispensabile affiancare a una nuova grande stagione di concorsi anche l'energia e la forza di tutte quelle persone che hanno già superato i concorsi, che sono già state in grado di dimostrarsi idonee a svolgere quelle mansioni e che potrebbero subito rinnovare, rafforzare e offrire migliori servizi ai cittadini.
Su questo abbiamo posizioni diverse: il Ministro Zangrillo ha detto anche delle parole molto gravi, ha umiliato queste persone dicendo che in altri Paesi sono considerati bocciati, che solo in Italia chi è idoneo viene considerato vincitore. In realtà, questo non avviene solo in Italia e, in realtà, questo avviene in Italia perché ci sono le leggi che, evidentemente, il Ministro Zangrillo ignora o vuole ignorare, perché l'unico obiettivo di questo Governo è fare decreti su decreti per moltiplicare i posti per i propri fedelissimi nei Ministeri e nelle istituzioni e ormai al terzo decreto PA la maschera è stata svelata.
La questione, però, qui non è su questi temi su cui ci siamo divisi, continueremo a dividerci e ci divideremo nel Paese, perché noi siamo per una pubblica amministrazione che sia autonoma, indipendente e con la schiena dritta. Vogliamo persone che vedano premiati i sacrifici per cui hanno studiato, vogliamo che si possano dedicare alla pubblica amministrazione senza l'affanno di dover dimostrare di essere al servizio del potente di turno per poter vedere rinnovato il proprio contratto o per vedere rinnovata la propria opportunità di lavoro (questo è un campo che ci divide e continuerà a dividerci). Ma voi votate contro anche il fatto che persone che hanno fatto lo stesso concorso e stanno facendo lo stesso lavoro guadagnino lo stesso salario. Ma come fate a essere contrari a questo?
A ottobre, per lo meno, ci avevate chiesto di trasformarlo in un “valutare l'opportunità di” e poi lo avevate votato tutti quanti. Solo che da ottobre c'è stato novembre, c'è stato dicembre, c'è stato gennaio, c'è stato febbraio, c'è stato marzo, c'è stato aprile e in questi mesi queste persone - si sono viste nello stesso ufficio: persone che fanno lo stesso lavoro e che hanno fatto lo stesso concorso - hanno visto arrivare un cedolino che aveva delle cifre più importanti rispetto a un altro. È un'ingiustizia, è un'umiliazione che si ripete mese dopo mese. Ma che idea possono avere delle istituzioni e della pubblica amministrazione persone che, dopo aver fatto gli stessi sacrifici, si ritrovano a vivere una così palese e pesante ingiustizia? Di fronte alla nostra richiesta di prendere un impegno formale, di non trasformare le parole di umiliazione del Ministro Zangrillo in una discriminazione quotidiana, il Governo dice di votare “no” e la maggioranza vota “no” a quest'ordine del giorno.
Non state votando solo contro un decreto che va contro questo principio, ma votate anche contro il fatto di impegnarvi per vederlo rispettato. Vi state assumendo una responsabilità politica molto grave che calpesta i principi cardine della funzione pubblica, che state umiliando per metterla al servizio dei vostri appetiti politici, ma così non state facendo un danno a noi del Partito Democratico: lo state facendo a decine, centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori che già lavorano nella pubblica amministrazione e che voi pagate di meno solo perché sono stati idonei ai concorsi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Prendo atto che gli onorevoli Cafiero De Raho, Carotenuto e Scotto sottoscrivono l'ordine del giorno.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/55 Casu, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/56 Amendola, accolto come raccomandazione. Accetta? Va bene, andiamo oltre.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/57 Ghirra, su cui vi è il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.
FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Io sono molto colpita da questo parere contrario a quest'ordine del giorno che propone semplicemente di sanare un'ingiustizia, di evitare ulteriori disparità, di applicare la legge, le regole, le vostre stesse regole, perché poi, dopo tanti impegni e tante promesse, di fatto il Governo non vuole dare risposta ai vincitori del concorso PNRR del 2023 per la scuola che hanno conseguito l'abilitazione entro novembre e dicembre 2024, assumendoli a tempo indeterminato e consentendogli di fare l'anno di prova in questo anno scolastico.
Vi leggo cosa hanno scritto loro stessi. Dicono: “Siamo vincitori del concorso PNRR1 abilitati entro il 2024 per volere vostro, eppure trattati come supplenti precari. Una nota amministrativa, una nota del Ministero del 26 novembre 2024, ha cancellato i nostri diritti, calpestando una legge dello Stato. Chiediamo alla politica: è questa la meritocrazia? Ecco le disparità che subiamo rispetto ai colleghi già immessi in ruolo: niente contratto a tempo indeterminato, niente anno di prova nel 2024-2025, niente bonus docente, niente mobilità 2025, niente graduatorie interne di istituto, niente assegnazione provvisoria, un altro anno da supplenti precari, pur essendo abilitati e vincitori, nessun riconoscimento dall'anno ai fini della carriera, tagliati fuori da incarichi e funzioni nella scuola, penalizzati nei trasferimenti futuri, trattati diversamente da colleghi dello stesso concorso e stesso percorso solo per una questione di date delle pubblicazioni delle graduatorie, ignorando il principio di continuità didattica, violando il principio di equità e meritocrazia, mettendo a rischio la sede, il punteggio e la dignità e rallentando ogni prospettiva di crescita professionale. Tutto questo non per colpa della legge, ma per una nota amministrativa interpretata in modo arbitrario, perché la legge è chiara: chi è abilitato deve essere immesso a tempo indeterminato e svolgere l'anno di prova”.
Non chiedono una sanatoria, ma un atto di giustizia nel rispetto di quello che prevede la legge. Infatti, l'articolo 13, comma 2, del decreto legislativo n. 59 del 2017, dispone che: “Conseguita l'abilitazione, i docenti sono assunti a tempo indeterminato e sottoposti al periodo annuale di prova in servizio, il cui positivo superamento determina la definitiva immissione in ruolo”. Ma, appunto, cosa è successo il 26 novembre 2024?
Che il Ministero abbia emesso una nota in cui posticipa il periodo di prova all'anno successivo, al 2025-2026, creando le disparità che hanno elencato i vincitori del concorso, creando le disparità rispetto ad altri colleghi, le cui graduatorie sono state pubblicate tardivamente, per cui hanno potuto fare l'anno di prova in questo anno scolastico, addirittura con coloro che non sono neanche risultati vincitori e sono stati chiamati in ruolo successivamente per via di rinunce, questa è davvero una disparità incomprensibile, che crea un problema nelle carriere di tante e tanti docenti.
Per cui chiedo alla Sottosegretaria di rivedere questo parere, di accantonarlo, visti anche gli impegni che ci sono stati nei mesi scorsi, per consentire a tutti questi docenti di fare l'anno di prova nell'anno in corso, senza aspettare un anno ancora e perdere opportunità di carriera per loro preziose (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Onorevole Sottosegretario, intende accogliere la richiesta di accantonamento? Prego, onorevole Siracusano.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Sì, grazie, Presidente. Accantono.
PRESIDENTE. Accantoniamo l'ordine del giorno n. 9/2308-A/57 Ghirra.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/58 Grimaldi, su cui vi è il parere contrario del Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/58 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/59 Mari, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/60 Cuperlo: accetta la riformulazione? La accetta: è riformulato nella maniera che sa, cioè le premesse sono espunte e l'ordine del giorno ha parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/61 Lacarra, vi è il parere favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/62 Prestipino, su cui vi è il parere contrario del Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/62 Prestipino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/63 Ciani. Onorevole Ciani, accetta la raccomandazione così come proposta dal Governo? La accetta.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/64 Mollicone il parere è favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/65 Ghio. Onorevole Ghio, accetta la riformulazione? Sì, la accetta. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/66 Curti. Onorevole Curti, accetta la raccomandazione? Sì, grazie.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/67 Bordonali il parere è favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/68 Matone. Onorevole Matone, accetta la riformulazione? La accetta.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/69 Soumahoro. Onorevole Soumahoro, accetta la raccomandazione? La accetta.
Sugli ordini del giorno n. 9/2308-A/70 Gentile e n. 9/2308-A/71 Battilocchio, il parere è favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/73 Sarracino, su cui vi è il parere contrario del Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/73 Sarracino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/74 Guerra. Ha chiesto di parlare l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.
MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno si limita, di fatto, a chiedere un impegno al Governo di finanziare i rinnovi dei contratti pubblici, in linea con l'esigenza di tutelare il potere d'acquisto delle retribuzioni dei dipendenti pubblici. È abbastanza allucinante che sia stato bocciato. D'altra parte, la tutela del potere d'acquisto delle retribuzioni dei dipendenti pubblici è sistematicamente negata da questo Governo.
Faccio due esempi. Uno riguarda il rinnovo del contratto dei dipendenti delle funzioni centrali della pubblica amministrazione. In quel caso, è stata perseguita una rottura del fronte sindacale ed è stato firmato un contratto che, per ogni anno del triennio dal 2022 al 2024, a fronte di un'inflazione che è stata del 15,4 per cento, ha riconosciuto aumenti inferiori al 6 per cento, infliggendo ai lavoratori una perdita definitiva del valore del proprio stipendio, rispetto all'ultimo anno della contrattazione precedente, che può arrivare fino a quasi 150 euro al mese. Questo è il primo atteggiamento che riscontriamo. Il secondo è proprio in questo provvedimento, dove si assiste a una presa in giro per quanto riguarda il salario accessorio. C'è stato un importante e atteso via libera all'aumento del salario accessorio per i dipendenti di regioni, province e città metropolitane, ma su questo provvedimento non è stato messo neppure un euro. Cosa significa? Significa che gli enti decentrati sono posti di fronte alla necessità o di rinunciare ad assumere persone di cui hanno assolutamente bisogno, per sostenere il potere d'acquisto dei dipendenti in essere, o di rinunciare a questa opportunità del salario accessorio, per assumere le persone di cui hanno bisogno. Una cosa assurda, insostenibile che dimostra una totale insensibilità rispetto a un problema serissimo: la tutela del potere d'acquisto dei lavoratori di fronte all'inflazione. Il parere contrario su quest'ordine del giorno è assurdo. Da questo punto di vista richiedo la votazione. Non capisco, Presidente…
PRESIDENTE. Il Governo chiede di intervenire, per questo. Prego, onorevole Siracusano.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Sì, grazie. Accogliendo l'invito dell'onorevole Guerra, propongo una riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, di proseguire nelle iniziative di rinnovo dei contratti pubblici, in linea con l'esigenza di tutelare il potere d'acquisto nelle retribuzioni dei dipendenti pubblici”.
PRESIDENTE. Onorevole, Guerra?
MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Ringrazio la Sottosegretaria, ma non posso accettare questa riformulazione. Intanto, proseguire cosa? Le cose che ho detto fanno capire che, purtroppo, non si è proseguito. Capisco, perché è una formula di rito, la capisco bene, l'abbiamo utilizzata tante volte, però quando si mette un vincolo di finanza pubblica, vuol dire che non si riconosce che questa è un'esigenza prioritaria. Così come si trovano i soldi per assumere un sacco di persone negli uffici di diretta collaborazione, di cui non c'è bisogno, allora si possono anche trovare i soldi per una tutela sacrosanta. Non dico che il salario sia una variabile indipendente, come abbiamo detto tante volte, ma neanche che sia l'ultimo della lista, come sta continuamente succedendo. Nel campo del settore pubblico bisognerebbe dare il buon esempio, altrimenti non ci lamentiamo che, nella contrattazione nel suo complesso, i salari vanno sempre più giù, che siamo fanalino di coda, che i consumi non crescono e che l'economia va male (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/74 Guerra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/75 Scarpa, su cui vi è il parere contrario del Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/75 Scarpa, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/76 Boldrini. Onorevole Boldrini, accetta la riformulazione? La vuole risentire? Onorevole Siracusano, cortesemente, ci può rileggere la riformulazione?
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Ecco, Presidente: “a proseguire le iniziative di potenziamento del personale civile del Ministero dell'Interno nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”.
LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Onorevole Boldrini, accetta la riformulazione?
LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Sì, non è gran cosa, ma meglio di niente.
PRESIDENTE. Piuttosto che niente, meglio piuttosto.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/77 Fornaro, su cui vi è il parere contrario del Governo. Prendo atto che l'onorevole Ruffino sottoscrive a nome di tutto il gruppo Azione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/77 Fornaro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/78 Gribaudo. Onorevole Gribaudo, c'è una riformulazione. La accetta? D'accordo.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/79 D'Alfonso, su cui vi è il parere contrario del Governo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/79, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/80 Scotto, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/81 Laus: onorevole Laus, accetta la riformulazione, così come proposta dal Governo? Sostanzialmente c'erano le premesse da espungere. Ha accettato.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/82 Stumpo. Onorevole Stumpo, accetta la riformulazione? D'accordo.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/83 Ferrari, su cui vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferrari. Ne ha facoltà.
SARA FERRARI (PD-IDP). Sì, grazie Presidente. Intervengo perché non comprendo la bocciatura di quest'ordine del giorno, che riguarda l'assunzione del personale di fiducia nei Ministeri. Avete aumentato i costi degli staff dei Ministeri, ossia di quel personale assunto non per concorso, ma per un rapporto personale e fiduciario, che, rispetto al Governo Draghi, ammonta addirittura a 15 milioni in più. Ora vi chiediamo conto, con una relazione, del lavoro che queste persone, che con questo provvedimento saranno assunte, porteranno a termine.
Con questo provvedimento, addirittura, ipotizziamo, perché non è nemmeno esplicitato con chiarezza, che andrete ad assumere, forse, 150 unità aggiuntive nei Ministeri, con una quantificazione - questa sì, finanziaria - di 9,5 milioni per gli anni 2025 e 2026 e 8,9 milioni a decorrere dal 2027. Sostanzialmente, state moltiplicando questo personale, mentre rifiutate assunzioni necessarie, anzi, addirittura vitali e indispensabili per il buon funzionamento della pubblica amministrazione, per l'efficienza di una macchina amministrativa che soffre di una forte carenza di personale in molti comparti in cui il turnover e i tagli lineari hanno creato l'accumularsi di pratiche che interessano i cittadini e che non vanno avanti perché non vengono gestite.
Insomma, per gli uffici dei Ministri, capi di gabinetto, segretari particolari, portavoce o semplici consiglieri avete trovato i soldi, per un clientelismo di Governo che mette in discussione la terzietà e l'autonomia di interi comparti della pubblica amministrazione. Qui vi sto chiedendo, in relazione in particolare al Ministero dell'Ambiente, di dirci almeno che cosa fanno queste persone e dare al Parlamento una relazione sullo stato di attuazione delle misure che hanno comportato queste nuove assunzioni.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/83 Ferrari, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).
Poiché siamo giunti alle ore 20 e i lavori proseguiranno anche nella parte notturna della seduta, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 21.
La seduta, sospesa alle 20, è ripresa alle 21,05.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa notturna della seduta sono complessivamente 94, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.
Si riprende la discussione.
(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 2308-A)
PRESIDENTE. Ricordo che, prima della sospensione della seduta, è stato da ultimo respinto l'ordine del giorno n. 9/2308-A/83 Ferrari e che sono stati accantonati gli ordini del giorno n. 9/2308-A/20 Quartini, n. 9/2308-A/44 De Maria e n. 9/2308-A/57 Ghirra.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/84 Lai, sul quale il Governo ha espresso parere contrario. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/84 Lai, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/85 Evi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/86 Care', con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/87 Di Sanzo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/88 Pandolfo, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/89 Merola, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/90 Bakkali, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/91 Andrea Rossi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/92 Giaccone il parere del Governo è favorevole. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/93 Fossi: c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, intesa come espungere le premesse. È d'accordo. Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/94 Maerna c'è il parere favorevole del Governo.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/95 Bonafe', su cui c'è una proposta di riformulazione. Ha chiesto di parlare la deputata Bonafe'. Ne ha facoltà.
SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Presidente, intervengo per accettare la riformulazione e ringraziare la Sottosegretaria Siracusano.
PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/96 Mattia c'è il parere favorevole del Governo. Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/97 De Palma c'è il parere favorevole del Governo. Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/98 Pittalis c'è il parere favorevole del Governo.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/99 Roggiani, su cui il parere del Governo è contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del n. 9/2308-A/99 Roggiani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/100 Benzoni, su cui c'è una proposta di riformulazione come per l'ordine giorno n. 9/2308-A/25 Alfonso Colucci. Viene accolta? Affermativo.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/101 D'Alessio, su cui c'è il parere contrario del Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/101 D'Alessio, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/102 Richetti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/103 Grippo, su cui c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Viene accolta? Affermativo.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/104 Ruffino, con il parere contrario del Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/104 Ruffino, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/105 Sottanelli, su cui c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo: viene accolta. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/106 Pastorella, su cui c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo: viene accolta. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/107 Cavandoli, su cui c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo: viene accolta. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/108 Deidda, su cui c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo: viene accolta.
Dobbiamo ora tornare agli ordini del giorno che erano stati accantonati. Diamo la parola al Governo per l'espressione del parere. Prego, Sottosegretaria Siracusano.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Grazie Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/44 De Maria si propone il mantenimento del dispositivo aggiungendo: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/20 Quartini, invece, si propone una riformulazione ex novo, nei seguenti termini: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, a continuare a perseguire l'obiettivo del miglioramento dei trattamenti economici del personale sanitario, in continuità con le ingenti risorse a tal fine stanziate dalla legge di bilancio 2025, finalizzate anche al rinnovo del contratto collettivo”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/57 Ghirra, purtroppo, permane il parere contrario.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/20 Quartini. Deputato Quartini, accoglie la proposta di riformulazione? No, lo votiamo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/20 Quartini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/44 De Maria. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Maria. Ne ha facoltà.
ANDREA DE MARIA (PD-IDP). Presidente, in realtà la riformulazione è analoga al testo precedente, perché io avevo proprio sollevato la richiesta di togliere il riferimento ai vincoli di finanza pubblica. Comunque, la accettiamo così, perché ci teniamo a dare un segnale il più possibile unitario a sostegno delle lavoratrici de La Perla. Speriamo che il Governo rispetti gli impegni che ha assunto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Auriemma. Ne ha facoltà.
CARMELA AURIEMMA (M5S). Con il consenso del collega, se è possibile sottoscrivere l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2308-A/57 Ghirra.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2308-A/57 Ghirra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2308-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Soumahoro. Ne ha facoltà.
ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. “Lavorare nella pubblica amministrazione per me è motivo di orgoglio e fierezza, perché è stare al servizio della collettività con competenza e trasparenza. Sarebbero auspicabili degli sviluppi di carriera più lineari. È una missione che necessita di un adeguamento stipendiale, anche per essere in linea con le altre amministrazioni europee”. Presidente, queste sono le parole di Maria. Maria è un'impiegata nella pubblica amministrazione, nonché madre di famiglia. È proprio dalle parole di Maria che vorrei partire, perché dalle parole di Maria dovrebbe ispirarsi un intervento legislativo per migliorare la qualità dei servizi nell'interesse - e soltanto nell'interesse - dei cittadini, per snellire la burocrazia per le imprese, per adeguare il livello salariale e tutelare milioni di lavoratrici e lavoratori che ogni giorno cercano di onorare questa missione con dedizione e abnegazione.
Presidente, nonostante questo impegno quotidiano di milioni e milioni di lavoratrici e lavoratori, che con dedizione, passione e amore del Paese si mettono al servizio del bene comune, va ricordato che abbiamo una media mensile di 1.979 euro, dove i dipendenti pubblici italiani guadagnano quasi mille euro in meno rispetto ai colleghi europei. Questi sono i dati di Eurostat. Senza dimenticare le difficoltà quotidiane e lavorative in alcuni presìdi periferici, dove la concentrazione della domanda è maggiore rispetto al numero di personale impiegato. Presidente, tutto questo causa un disagio per i cittadini, per le imprese, per le lavoratrici e i lavoratori. Presidente, mai come oggi la nostra pubblica amministrazione necessita di essere messa al centro in termini di qualità dei servizi, nell'interesse dei cittadini, delle imprese e di tutta la collettività e renderla appetibile soprattutto per chi vi lavora. Vuol dire che abbiamo milioni di cittadini, lavoratrici e lavoratori, e all'interno di questo esercizio quotidiano e di questa missione, nell'interesse del Paese, i cittadini necessitano di vedere, anche dal punto di vista salariale, percorsi di carriera rapidi, basati sul merito e retribuzioni che siano all'altezza del servizio prestato per la collettività.
PRESIDENTE. Porti pazienza, se può interrompersi un attimo. Aspettiamo che i colleghi presenti in Aula decidano di fare silenzio. Aspetti, con calma. Colleghi, chi ha bisogno di parlare, come è noto, si può allontanare dall'Aula: ci sono ampi spazi qui fuori. Chi sta in Aula può ascoltare e può anche non ascoltare, ma non può parlare e disturbare l'oratore. Prego, prosegua.
ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. Quindi concludo, Presidente, dicendo che mai come oggi occorre mettere al centro i servizi, in termini di pubblica amministrazione, nell'interesse del cittadino e renderla appetibile per chi vi lavora, con percorsi di carriera rapidi, basati sul merito e retribuzioni più all'altezza del lavoro prestato per la collettività.
Oggi abbiamo ricordato Papa Francesco e proprio Papa Francesco sottolineava che non c'è peggior povertà di chi lavora e non riesce a soddisfare i propri bisogni materiali e quelli dei propri affetti. Per questo motivo, non essendoci questi elementi al centro di questo provvedimento, dichiaro il mio voto contrario e, ringraziandola Presidente, voglio ricordare quello che diceva la mia professoressa di sociologia, che mi ha portato ad amare questa materia: per parlare in aula, all'università, eravamo tantissimi e lei, con il sorriso e con la determinazione, diceva sempre che il silenzio non è mai relativo; è un concetto assoluto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gruppioni. Ne ha facoltà.
NAIKE GRUPPIONI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Presidente, colleghi, signor rappresentante del Governo, non possiamo non riconoscere come l'ammodernamento, il rafforzamento e l'innovazione della pubblica amministrazione siano temi fondamentali per assicurare la ripresa della crescita del Paese e garantire l'erogazione di servizi e prestazioni all'altezza ad imprese e cittadini. Il buon andamento della cosa pubblica e i percorsi virtuosi che essa può e deve intraprendere sono alla base dello sviluppo di un Paese moderno. Quindi, il provvedimento che abbiamo all'esame è di primaria importanza e costituisce - anzi, dovrebbe costituire - un pilastro per il rafforzamento della pubblica amministrazione, soprattutto in tema di reclutamento e qualificazione del personale. L'andamento dei lavori nelle Commissioni di merito ha dimostrato una disponibilità da parte del Governo su alcune tematiche che l'opposizione ha cercato di introdurre nel testo, che è uscito migliorato e rafforzato dall'esame in sede referente. Di questo voglio ringraziare i miei colleghi, il Governo e, in particolare, la Sottosegretaria Siracusano, che ha dimostrato sensibilità e attenzione.
Faccio un esempio: il proficuo confronto durante l'esame del provvedimento ha consentito di inserire, con il parere positivo di relatore e Governo, l'emendamento riguardo agli interventi sull'edilizia scolastica. Si tratta di una dotazione di soli 20 milioni di euro, ma dimostra l'attenzione dell'Esecutivo, della maggioranza e di tutto il Parlamento verso un tema che dovrebbe tornare prioritario per il futuro dei nostri ragazzi, i quali hanno il diritto di studiare in edifici e strutture all'altezza e non pericolose e fatiscenti.
Anche il riconoscimento del ruolo del social media manager nelle pubbliche amministrazioni è, a mio avviso, di importanza fondamentale e strategica, perché dimostra la consapevolezza del legislatore che noi viviamo già nel futuro e quindi dobbiamo definire e dare risalto a figure che sono e saranno sempre più utili e fondamentali per diffondere i servizi che offre la pubblica amministrazione. Anzi, forse dovremmo pensare - e noi su questo siamo assolutamente disponibili - ad un riconoscimento e ad una qualificazione di queste figure, le quali, anche in ambito privato - perché si tratta di ruoli nei quali l'improvvisazione non paga e che necessitano di professionalità e competenze specifiche - meritano, anzi necessitano, un inquadramento altrettanto specifico come figure professionali a sé.
Anche sul tema delle fondazioni lirico-sinfoniche e dei lavoratori, oppure sul riconoscimento delle unioni di comuni, il lavoro nelle Commissioni è stato importante e ha prodotto buoni risultati, che siamo certi impatteranno positivamente su questa realtà e sui lavoratori che vi prestano la loro opera.
Tuttavia, al netto di un confronto bipartisan tra maggioranza e opposizione, con un ruolo demiurgico del Governo, il tema vero su cui non possiamo davvero concordare con questo Esecutivo è l'impostazione. A nostro avviso, l'impostazione è sbagliata. Quest'impostazione si trova soprattutto alla base di un sistema di reclutamento della pubblica amministrazione. Vedete, colleghi, semplificare e velocizzare va bene, ma non si può prescindere da un principio per noi intangibile: alla pubblica amministrazione si accede per concorso pubblico. Pensare alla stabilizzazione del precariato con le modalità semplicistiche che prevede questo decreto, ai percorsi di stabilizzazione per i tecnici di industria e difesa, o ancora prevedere l'accesso al ruolo del personale precario degli enti locali tramite semplici colloqui selettivi, a nostro avviso, mina alla base il principio fondamentale di terzietà del personale pubblico di questo Paese. In più, questo tipo di impostazione, oltre a non garantire la qualificazione del personale nell'ambito dei percorsi di stabilizzazione, pone in essere una guerra tra poveri, tra chi ha lavorato da precario nella pubblica amministrazione e si vede stabilizzato con un semplice colloquio, e chi, invece, idoneo ma non vincitore di concorso, resta fuori per questa assurda regola del 20 per cento e si deve anche sentir dire che la sua idoneità equivale ad una bocciatura. Ma siamo poi così sicuri che un precario che lavora da cinque anni in un ente locale possa dirsi più qualificato di un idoneo ad un regolare concorso pubblico? E se qualcuno ne è sicuro, quel qualcuno può decidere, sulla base di colloquio, che uno dei due entra in un ruolo e l'altro no? Ebbene, tutta l'impostazione di questo provvedimento è, purtroppo, di questo tenore. Lo è la selezione dei dirigenti, ma anche la stabilizzazione dei tecnici del MASE. È un testo che piccona i capisaldi del sistema di accesso ai ruoli della pubblica amministrazione, penalizzando chi è in graduatoria, tagliando il turnover e favorendo chi lavora da precario. Noi pensiamo che questa non sia la strada. Per questi motivi, pur considerando i tentativi del Governo e della maggioranza di ricercare convergenze con un'opposizione decisamente collaborativa e riconoscendo anche tutto quanto c'è di buono in questo provvedimento, l'impostazione di base che esso presenta non è per noi condivisibile e non ci consente di esprimere, quindi, un voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. Non un decreto ma una visione, ha detto la collega Gardini. E ha ragione. Ha ragione, non è solo un decreto, è una visione. Una visione c'è, purtroppo è quella sbagliata. Guai se la pubblica amministrazione dovesse avere il ruolo che, invece, le compete nello sviluppo del Paese, nelle nostre possibilità di crescita, addirittura di traino - come è sempre stata, assieme ad altri settori, penso ai metalmeccanici - sulla dinamica salariale.
Oggi non è più così, proprio per una crisi - che poi è messa anche in premessa degli atti del Governo - della nostra pubblica amministrazione. Per questo il Governo fa almeno tre provvedimenti, fino ad oggi, sulla pubblica amministrazione, più qualche altro pezzo messo qua e là, in provvedimenti relativi al PNRR, eccetera. Quindi è un provvedimento importante, ma con il segno e con gli obiettivi sbagliati. È importante per quello che è lo stato dell'arte. E per quello che è lo stato dell'arte, se fosse stato fatto con i contenuti richiesti dalla realtà che viviamo, sarebbero state addirittura giustificabili anche l'urgenza e la necessità, perché sono urgenti e necessari interventi sulle retribuzioni basse nella pubblica amministrazione; sono necessari interventi legislativi per mettere fine al limite dell'adeguamento degli organici della nostra pubblica amministrazione. Questo è il punto, ma dopo tre provvedimenti, di questo, sostanzialmente, non c'è traccia.
Tutto questo mentre, pochi giorni fa, l'Istat ci ha detto che, solo nel 2024, sono stati 93.410 i ragazzi e le ragazze italiane fuggiti all'estero, il 30 per cento in più rispetto all'anno precedente. L'Istat ci dice anche che siamo il Paese più anziano d'Europa, che l'età media degli italiani è di 48,7 anni e che, dal 2011 al 2023, 550.000 giovani tra i 18 e i 34 anni hanno lasciato l'Italia; di questi, solo 172.000 hanno fatto ritorno, con un saldo negativo di 377.000 unità.
Che c'entra con la pubblica amministrazione? La pubblica amministrazione - ossia la possibilità di lavorare per lo Stato, per il Paese, per la sua sanità, per la sua scuola, per i suoi enti locali - dovrebbe essere un punto di approdo importante per un giovane italiano. Invece è diventata l'ultima delle scelte possibili. Uno degli strumenti per fermare questa emorragia di energie, indispensabile per lo sviluppo di un Paese come il nostro, sarebbe stato quindi un intervento deciso sulla qualità e sull'attrattività della nostra pubblica amministrazione. Invece, cosa avete fatto? Avete programmato l'assunzione con programmi di apprendistato, con una retribuzione probabilmente intorno ai 750 euro al mese dei giovani appena usciti dagli ITS. Una gigantesca operazione clientelare - di massa, però: non si sa dove andrà precisamente -, tra l'altro con evidenti disparità tra chi, prima di essere assunto a tempo indeterminato, dovrà fare un anno, chi due e chi tre, di apprendistato. Non si sa, dipende dal contratto.
Guardate, aveva fatto molto meglio la legge n. 285 del 1977, quella tanto criticata. Bastava copiarla, avreste fatto una cosa più decente. Invece avete addirittura compresso la discussione in Commissione e avete respinto ogni tentativo di migliorare sostanzialmente il testo di legge; addirittura avete respinto il tentativo di estendere il sistema assicurativo pubblico, quello dell'INAIL, ai Vigili del fuoco. Avete detto nella discussione in Commissione, e lo avete ripetuto oggi, che con questo provvedimento viene sbloccato il salario accessorio degli enti locali.
Non sblocca proprio niente, non è così, questo provvedimento blocca il salario accessorio degli enti locali. Non mette un euro e ha il grande problema di aggravare il divario tra quegli enti che possono permettersi di investire sul personale - pochissimi, poche città, prevalentemente grandi - e quelli che non potranno assolutamente farlo. Non solo, esclude da questa possibilità di aumentare le camere di commercio, le unioni comunali e tutti gli altri enti del comparto funzioni locali che non siano comuni, province e regioni, ma soprattutto incide sul calcolo delle capacità assunzionali, per cui oggi un aumento del salario accessorio determinerà, di fatto, una riduzione della capacità di assumere di questi enti. Cioè, saranno posti di fronte a questa situazione: o aumentiamo il salario accessorio o creiamo nuova occupazione. Inoltre, non porta risorse ulteriori agli enti, mettendo a capo di questi l'onere di rendere le medie salariali tra i diversi comparti più omogenee. Non viene fatta nessuna scelta coraggiosa, nessuna delle scelte necessarie. Questo provvedimento, colleghe e colleghi, non riuscirà a porre un freno all'ondata di dimissioni e fughe verso altri comparti, che è poi il fenomeno che sta caratterizzando e mettendo in ginocchio le nostre autonomie locali.
Per discutere di tutto questo avete messo un limite di 30 secondi in Commissione, 30 secondi ai nostri interventi sui nostri emendamenti, chiamando ostruzionismo l'intervento di 3 minuti, di 30 secondi o l'ordine dei lavori (Commenti)…
PRESIDENTE. Deputato Rizzetto…
FRANCESCO MARI (AVS). Quello che è uscito fuori è un provvedimento con una sola certezza: proliferano gli staff, le cabine di regia, viene aumentata la spesa per gli apparati fiduciari. Ha detto il collega Scotto che li ha quantificati in oltre 15 milioni. Guardate, il rinnovo del contratto dei dipendenti delle funzioni centrali, quello di cui andate tanto orgogliosi, in realtà ha portato una perdita sostanziale del potere d'acquisto di questi lavoratori. Lo avete detto anche voi: l'inflazione nel triennio era intorno al 15,6 per cento e il contratto non è arrivato al 6 per cento.
Le funzioni locali sono il comparto con la media salariale più bassa di tutte le amministrazioni pubbliche e sono anche le uniche amministrazioni a non essere destinatarie di risorse ulteriori rispetto a quelle appostate dai rinnovi contrattuali. Era a questo che bisognava mettere mano per rendere attrattiva la pubblica amministrazione. Lo so, ci volevano due cose: coraggio e risorse. Le risorse non le avete trovate, il coraggio non lo avete avuto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Daniela Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Colleghi, Governo, Sottosegretaria Siracusano, il decreto aiuta a risolvere minime criticità a livello statale, ma lascia inalterate, devo dire, molte criticità degli enti locali, in particolare per quelli più piccoli. Il problema principale rimane lo scarso livello retributivo che gli enti locali riescono ad offrire rispetto al settore privato o ad amministrazioni più grandi o di altri comparti. Inutile dire che lo sblocca-stipendi per gli enti locali, se dipende soltanto dalla condizione del singolo ente locale, non sarà una soluzione; anzi, sarà un incentivo a migrare verso enti che possono garantire maggiori fondi.
Dignitosi, forse, gli strumenti come l'apprendistato, i percorsi formativi, ma il personale, specialmente quello con competenze tecniche specifiche, ad esempio nel settore tecnologico, probabilmente cercherà delle opportunità più vantaggiose economicamente e con migliori prospettive di carriera, se non si arriva anche qui a un adeguamento degli stipendi con il mondo normale, lo chiamo così. Questo fenomeno, poi, è amplificato dal fatto che nei piccoli comuni le mansioni spesso sono molto diversificate e comportano responsabilità percepite dal personale ovviamente maggiori rispetto a quelle dei contesti più grandi. Di conseguenza, gli investimenti fatti nella formazione e selezione finiscono per risultare poco efficaci, visto che il personale formato, una volta maturata l'esperienza necessaria, tende a cercare condizioni migliori altrove o addirittura a utilizzare il concorso nell'ente più piccolo per poi trasferirsi vicino a casa appena possibile. Siamo, tra l'altro, in un periodo storico dove sono talmente tanti i concorsi che si potrebbe provocatoriamente osservare come il personale già dipendente pubblico possa trascorrere molto tempo proprio nel fare concorsi per passare a condizioni migliori. Certamente, però, gli enti non possono permettersi questa poca continuità. Un altro punto interessante riguarda i costi sostenuti dagli enti locali per le procedure di reclutamento, che spesso diventano sprecati proprio, come dicevo prima, per la grande mobilità del personale assunto. Riteniamo quindi che, oltre a semplificare i concorsi, bisognerebbe concentrarsi soprattutto sul bloccare il turnover, non tramite legge, ma magari rendendo il lavoro negli enti locali davvero competitivo e attraente. Questo al di là delle norme che bloccano le richieste di trasferimento, perché il personale non motivato - direi che questo è assodato - difficilmente sarà trattenuto.
Insomma, ci vogliono interventi strutturali e non emergenziali. Un altro elemento interessante: siamo nel periodo di pensionamento di figure storiche, l'infornata di assunzioni a fine anni Settanta. Soprattutto gli enti locali non hanno ovviamente spazio per assumere prima del pensionamento la figura in sostituzione, al di là delle capacità di attivare una procedura concorsuale, perché poi c'è anche questo aspetto. Anche gli elenchi di idonei che facilitano l'acquisizione di personale non garantiscono piena operatività perché, da un lato, c'è la risorsa esperta che è andata in pensione e, dall'altro, serve il tempo per formare la nuova. Chi lo fa, nel frattempo, il lavoro negli enti dove, se togli una persona, si blocca il lavoro?
Questo è il quesito che sia il Ministro sia il Parlamento si dovrebbero porre. Ribadisco che in molti enti ci sono gli spazi per fare assunzioni preventive e consentire l'accompagnamento al dipendente che va in quiescenza. Noi crediamo che i contratti di apprendistato e formazione debbano essere finanziati direttamente dallo Stato. Perché? Perché così si incentiva concretamente l'ente locale a investire in giovani talenti, che diventerebbero poi un patrimonio pubblico, al di là della scusa dell'autonomia, che viene utilizzata solo quando si tratta di abbandonare l'ente a se stesso, senza pesare ulteriormente sui loro bilanci, già limitati in queste materie.
In questo momento gli enti locali devono affrontare aumenti significativi sulla spesa corrente, e sappiamo quanto sia importante la spesa corrente se poi si parla di personale, come quelli ad esempio derivati dai rinnovi contrattuali nazionali, poi ancora per servizi, poi ancora per l'incremento dei costi delle utenze e delle materie prime. È un circolo, siamo sempre lì, non se ne esce: o si fa qualcosa o non si permette agli enti locali di operare e di lavorare. Come dicevo, questo rende ancora più complicato investire in nuove assunzioni, specialmente se il personale non è immediatamente produttivo, né tantomeno avvalersi dello sblocca-stipendi, che rischia di diventare una falsa promessa e di favorire, lo ribadisco, il turnover tra enti.
Suggerisco una manovra, signor Presidente e Governo, che potrebbe supportare i comuni sotto i 5.000 abitanti ed è lo scavalco di eccedenza, iniziando a pagare in maniera reale rispetto alla pesatura delle responsabilità e non proporzionale alle ore che - in genere lo sappiamo, a fin di bene - sono sovente fittiziamente limitate per legge, ma sostanzialmente molte di più o, comunque, di più di quello che è consentito. Che cosa permetterebbe tutto questo? Di avere delle figure professionali adeguate, in grado di supportare i nuovi inserimenti di nuovo personale e di formarlo e ovviamente, agli enti che non hanno abbastanza budget per avere figure a tempo pieno, di poter comunque godere di figure professionali qualificate. Diversamente, non si troverà nessuno che possa fare il responsabile nei piccoli comuni per essere pagato meno di quello che comporta la responsabilità gestionale e tutte le altre correlate. Sono sincera: molte volte mi chiedo se la maggioranza e il Governo si rendano conto di quello che stiamo dicendo in quest'Aula e anche della gravità di quello che stiamo riportando nelle nostre dichiarazioni di voto. Forse è meglio fare finta, accantonare tutto questo e lasciare annaspare i nostri comuni.
Poi, c'è il tema dei segretari comunali. Parliamo, ad esempio, di un segretario comunale con uno scavalco di eccedenza che percepisce all'incirca 1.000-1.400 euro secchi per comune, per starci magari dalle quattro alle sei ore, perché nel frattempo è assegnatario - e questo è un altro problema - in altri 5, 6, 7 comuni. Al contrario di una vecchia posizione organizzativa o, attualmente, di un titolare di incarico di elevata qualificazione, per lo stesso impegno orario e sicuramente con maggior parte gestionale di un segretario, anche una posizione pesata al massimo può arrivare a 300 euro o poco più al mese. Però, c'è anche da dire che la responsabilità, signor Presidente e Governo, va pagata, altrimenti è inutile dire che si pretendono dei risultati.
Ci sono delle grandi vittime in questa legge e sono i comuni sotto i 5.000 abitanti, che sono i piccoli comuni. Il decreto presenta soluzioni non strutturali al problema della competitività retributiva degli enti locali, specie quelli più piccoli, e si focalizza soprattutto su misure temporanee e di carattere emergenziale.
I temi da affrontare sarebbero stati tanti. Evidenzio lo scoramento nel constatare che non sono previste assunzioni per i medici e gli infermieri, le misure di reclutamento sono generali e manca un focus mirato sul Servizio sanitario nazionale, non si investe sulla formazione, un punto critico, considerando che molte borse restano vacanti o non coperte. Lo ribadisco: molte borse restano vacanti o non coperte! Non ci sono misure per trattenere il personale sanitario nel sistema pubblico, non si tocca la questione dei turni e dei carichi di lavoro e non si propongono modelli organizzativi per migliorare la gestione del personale sanitario. Pur ricercando, non si trova il riconoscimento professionale, rimane possente l'imbuto formativo mentre non si affrontano le cause strutturali.
Sulla scuola il decreto-legge offre strumenti generalisti e non affronta il nodo strutturale e mirato delle criticità del sistema scolastico. Le Forze dell'ordine: almeno gli incentivi per le sedi disagiate o interne e…
PRESIDENTE. Concluda.
DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). …l'innalzamento - concludo - dei limiti contrattuali. Quindi, volendo davvero concludere, signor Presidente, riteniamo che il decreto-legge 14 marzo 2025, n. 25, non risponda alle reali esigenze del nostro Paese, anzi forse…
PRESIDENTE. La ringrazio.
DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). …accentua le emergenze. Per questo motivo noi siamo costretti a esprimere il nostro parere negativo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Martina Semenzato. Ne ha facoltà.
MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, oggi non votiamo semplicemente la conversione in legge di un decreto, ma abbiamo di fronte un progetto di modernizzazione e giustizia sociale e stiamo per decidere la direzione che vogliamo imprimere al futuro del Paese. Penso che la forza di una Nazione risieda nella sua capacità di dare risposte concrete ai cittadini e ciò avviene non solo grazie alle norme che qua approviamo, ma anche e soprattutto attraverso il lavoro continuo di chi ogni giorno lavora con senso dello Stato nella pubblica amministrazione e che merita di essere adeguatamente valorizzato, perché la pubblica amministrazione non è un insieme astratto di regole e uffici: è il volto dello Stato per milioni di cittadini, è il motore che trasforma i progetti in realtà, è la garanzia che nessuno venga lasciato indietro. Anche per questo, abbiamo il dovere di migliorarla. Questo decreto si colloca in un percorso di riforma volto a rendere la nostra pubblica amministrazione più moderna, più dinamica e più efficiente, in un momento storico in cui è indispensabile ridurre i tempi e i costi della burocrazia. Le misure di semplificazione normativa e amministrativa rappresentano un passo in avanti significativo per agevolare l'interazione tra i cittadini, le imprese e gli enti pubblici e rendere l'Italia un Paese migliore. Con questo provvedimento tracciamo una strada chiara per una pubblica amministrazione che non sia più sinonimo di lentezza e inefficienza, ma che diventi un pilastro di modernità e competenza e lo facciamo con azioni concrete, non con slogan. Guardiamo, ad esempio, il Progetto PA 110 e lode, che non è un semplice investimento nella formazione ma una visione ambiziosa, quella di una pubblica amministrazione che si evolve insieme al mondo, che premia le competenze e le mette a servizio dei cittadini. Non è solo un aiuto ai dipendenti, è una promessa ai cittadini. Una pubblica amministrazione più formata è una pubblica amministrazione più giusta, più veloce e più umana. Valorizzare i giovani significa investire sul futuro del Paese e migliorare la qualità dei servizi pubblici. Per troppo tempo la pubblica amministrazione è stata percepita come un luogo immobile. Oggi con questo decreto stiamo invertendo questa tendenza.
Non possiamo poi ignorare l'importanza strategica del reclutamento di specialisti tecnici nel PNRR. Qui non si tratta solo di riempire scrivanie vuote, ma si tratta di investire in risorse umane, mettendo le persone giuste nei posti giusti per garantire che le risorse del Piano non vadano sprecate, ma diventino occasioni concrete di rilancio per tutto il Paese. Un investimento che sicuramente darà i suoi frutti. Ma c'è di più. Questo decreto rappresenta anche un cambio di mentalità. Parliamo di un provvedimento che supporta i territori colpiti da emergenze, riconoscendo la necessità di destinare risorse per rendere l'amministrazione capace di reagire rapidamente alla crisi e non lasciare indietro le comunità più fragili. Quella che stiamo costruendo è una pubblica amministrazione che non si nasconde dietro la burocrazia, ma che risponde ai bisogni reali con interventi mirati e tempestivi. Mi riferisco naturalmente alle misure rivolte agli enti locali, specialmente quelli delle aree colpite dalle calamità naturali come l'Emilia-Romagna, le Marche e la Toscana. Con queste norme lo Stato dimostra di essere presente, così come con il supporto ai comuni di Lampedusa e di Linosa, in prima linea nella gestione dei flussi migratori.
Ancora, l'armonizzazione graduale dei trattamenti economici tra le amministrazioni centrali non è solo una questione di giustizia salariale, ma è un tassello fondamentale per costruire una pubblica amministrazione più equa, più motivata e più competitiva. È così che valorizziamo la professionalità e si crea un ambiente lavorativo che attrae e trattiene i migliori talenti. Colleghi, sostenere questo decreto significa scegliere un'Italia che funziona, che cresce e che guarda avanti. Presidente, a nome del gruppo di Noi Moderati, annuncio, dunque, il voto favorevole al provvedimento, nella convinzione che dobbiamo costruire un'Italia che non si ferma davanti agli ostacoli, ma crede nel merito e punta al futuro con determinazione e coraggio (Applausi dei deputati dei gruppi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare e Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Riccardo Tucci. Ne ha facoltà.
RICCARDO TUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Presidente, vorrei fare una riflessione oggi, anzi, più che altro vorrei farle una domanda e, attraverso di lei, porre questa domanda anche ai colleghi della maggioranza. Presidente, se non fosse condizionato dall'appartenenza politica e di partito, e se magari si fosse trovato nei banchi dell'opposizione, oggi, realmente, sarebbe riuscito e avrebbe trovato la forza di votare questo decreto? Un decreto che - diciamocelo, Presidente - a tratti è anche imbarazzante, e le spiego anche il perché. Perché non è solo una questione politica, è una questione di fatti oggettivi.
In questo decreto noi ci troviamo l'assunzione di 8 nuovi dirigenti e 10 nuovi funzionari destinati agli uffici di diretta collaborazione del Ministro Schillaci, per un totale di spesa di 6 milioni di euro per il 2025 e 11 milioni di euro a partire dal 2026. Badate bene che a partire dal 2026 significa che sono soldi strutturali. Queste spese, che potranno sembrare poche all'apparenza, sono in realtà spese fatte nel settore della sanità, un settore in cui da anni non si riescono a trovare i soldi per assumere OSS, infermieri, medici, e garantire loro l'aumento meritato dello stipendio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Si ricorda quando venivano chiamati eroi? Lo stesso settore in cui, una settimana fa, ci avete detto di “no” a 6 milioni di euro per la prevenzione dei tumori al seno perché non c'erano i soldi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Quindi, vede, Presidente, dove le cose non tornano: 6 milioni per la prevenzione del tumore al seno, non li troviamo; 11 milioni strutturali per accontentare il Ministro che ha bisogno di farsi le sue nomine, li troviamo volentieri e facilmente. E non finisce qua, Presidente. Sempre in questo decreto ci troviamo un'altra cosa: un emendamento, che avevamo fatto noi, a favore dei Vigili del fuoco. Cosa diceva questo emendamento banale e semplicissimo? Equipariamo le tutele assicurative dei Vigili del fuoco a quelle di tutte le altre Forze dell'ordine. Ci avete detto di “no” anche a quello.
Ancora, Presidente, le racconto un episodio. Facciamo finta che ci sono due comuni limitrofi e due sindaci. Un sindaco è attento, scrupoloso, responsabile, non spende, non spande e non sperpera i soldi della comunità, si occupa di quello che si deve occupare e fa attenzione al rispetto dei conti e dei bilanci del proprio comune. Probabilmente, questo sindaco, lei lo sa bene, purtroppo o per fortuna, dipende dai punti di vista, non verrà neanche rieletto, perché i cittadini vedranno che ha fatto poco, perché spesso è quello che si vede che fa la differenza. Quindi, questo sindaco viene anche punito a livello elettorale. Il comune affianco, invece, ha un altro sindaco, che sperpera, manda il comune in dissesto, però fa iniziative e, mandando il comune in dissesto, addirittura rischia di essere rieletto. Sa cosa succede, Presidente? Succede che, prima di questo decreto, quel sindaco veniva punito con l'incandidabilità, perché aveva portato il comune in dissesto finanziario. Grazie a questo decreto e grazie a voi, passa da oggi la logica per cui si dice ai sindaci: spendete tutto quello che potete spendere, mandate il comune in dissesto e venite anche premiati con la rielezione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo è che il messaggio che state facendo passare grazie a questo decreto.
Ma non è tutto, Presidente. Se tutto ciò non fosse sufficiente, le aggiungo e le ripeto la domanda: avrebbe mai votato, dai banchi dell'opposizione, un decreto scritto da un Ministro che non conosce la macchina che sta guidando? Le dico anche il perché. Infatti, anche su questo abbiamo dei dati oggettivi e non stiamo parlando di prese di posizione politica. Deve sapere, Presidente, che, l'altra sera, la settimana scorsa, abbiamo avuto l'onore di avere il Ministro Zangrillo in Commissione. Il Ministro Zangrillo - lo dico per chi ci segue da casa - è il Ministro per la Funzione pubblica, ossia colui che decide se un comune può assumere, fare concorsi, aumentare il personale. Insomma, è il Ministro che guida per, l'appunto, la macchina della funzione pubblica. Ebbene, secondo questo Ministro ci troviamo davanti a questa storia. Le racconto, Presidente. Eravamo in Commissione e il Ministro, correggendo il sottoscritto, mi dice: la correggo, onorevole Tucci, perché in Italia i concorsi hanno priorità rispetto alla mobilità. Questo perché io avevo proposto un emendamento, per l'appunto, che potenziava l'istituto della mobilità rispetto al concorso, per velocizzare, ottimizzare e risparmiare. Lui, invece, mi ha corretto dicendo: guarda che in Italia funziona al contrario. E le dico la verità, quando me l'ha detto il Ministro - sa, davanti a un Ministro, qualcuno dice: allora, forse, ho sbagliato - sa che cosa ho fatto, Presidente? Ho coinvolto il collega, l'onorevole ChatGPT, perché funziona benissimo, e l'onorevole collega ChatGPT mi ha ricordato che il decreto n. 165 del 2001 dice l'esatto contrario di ciò che dice il Ministro. La cosa grave, però, è che ce lo deve dire ChatGPT, quando il Ministro è colui che ha scritto questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Si rende conto che non ci sono proprio le basi, per un Ministro, per scrivere un decreto, se non conosce nemmeno come funziona la macchina che lui guida? Sempre questo Ministro ci dice ancora: nella pubblica amministrazione chi non passa un concorso viene chiamato idoneo, nel resto del mondo sono bocciati. Queste sono le testuali parole, non sono inventate. Quindi, secondo lui, Presidente, gli idonei che hanno superato un concorso, che hanno studiato, hanno passato le prove fisiche e orali, che hanno sottratto tempo e denaro alle proprie famiglie e hanno avuto solo la sfortuna che i posti a loro disposizione non erano sufficienti - per cui erano stati banditi 100 posti e loro sono arrivati centoventesimo, centoquindicesimo, centodecimo, non lo so, semplicemente c'è qualcuno che è arrivato prima di loro -, ebbene, da oggi in poi sappiamo che, secondo il Ministro Zangrillo, questi signori non sono più “idonei non vincitori”, come sono stati sempre chiamati, ma sono “bocciati”. Andate da loro e diteglielo in faccia, se avete il coraggio di farlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
Infine, Presidente, le aggiungo un'altra gravissima cosa dichiarata dal Ministro Zangrillo: io preferisco permettere di fare carriera a quelle brave persone e a chi lavora e dimostra di meritarlo, non per forza a chi ha studiato. E alla domanda che gli ho fatto - ma con quale criterio si stabilisce chi è la brava persona che merita o meno? - la risposta sa qual è stata? È stata: non di certo i concorsi. Allora, ci rendiamo conto, anche qui, che siamo di fronte a qualcosa di grave, perché se la risposta è “non di certo i concorsi”, la risposta non detta è: scelgo io, passa avanti chi piace a me e chi sta più simpatico a me. Questa è una cosa gravissima, tanto più se detta dal Ministro che ha bandito il decreto.
Le chiedo, ancora, Presidente. Se questa persona fosse stato un nostro Ministro, avreste votato un decreto scritto in questo modo, su basi sbagliate e con dichiarazioni così gravi? Io le rispondo a nome del MoVimento 5 Stelle: noi, di certo, voteremo convintamente contro questo imbarazzante decreto, che è pericoloso, che istituisce dei criteri mai visti, né sentiti, e danneggia tutti i cittadini.
Chiudo, Presidente, e le chiedo: ma davanti a tutte queste cose, a tutte queste gravi considerazioni del Ministro, non le viene la domanda che ha fatto un famoso nostro attore in un suo film: ma è del mestiere questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Emilio Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO EMILIO RUSSO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Se dovessi riassumere in due parole per l'Aula il contenuto di questo provvedimento, sceglierei certamente “merito” e “modernizzazione”, perché sono l'uno e l'altra gli strumenti per rendere, anche in questo campo, il nostro Paese più efficiente e per migliorare la qualità della vita dei cittadini e del lavoro per le aziende, aumentando efficienza e trasparenza. Ritardi e vischiosità non rappresentano soltanto un danno per coloro che perdono tempo, che è per sua natura prezioso e finito, ma hanno anche conseguenze economiche sulle imprese, che sprecano risorse e bruciano competitività.
Questo decreto sancisce un principio sacrosanto, universale, democratico, cioè che non esistono procedure diverse per assumere del personale che non siano i concorsi, e per ogni posto vuoto si procede così, scegliendo sempre chi se lo merita maggiormente o è preparato meglio.
Zero donne e uomini che restano sospesi per anni in attesa, niente raccomandati, niente più. Il Ministro Paolo Zangrillo ha spiegato esattamente questo, con una semplicità lineare. È paradossale che qualcuno nell'opposizione, ancora questa sera, abbia trovato il modo di fare polemica anche sul punto, invece di applaudire a una nuova, ritrovata chiarezza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
Populismo è alimentare aspettative di posti di lavoro che non esistono e che non possiamo permetterci di offrire, come lo è stato promettere anni fa di distribuire ricchezza, maltrattando - o trattando come presunti colpevoli di qualcosa - coloro che la creavano con il loro lavoro. Populismo è criticare aprioristicamente con definizioni imbarazzanti, che ho sentito anche poco fa e ho l'imbarazzo a ripetere, i lavoratori della cosiddetta diretta collaborazione, come se fosse una colpa essere chiamato a fare parte di uno staff, avere un rapporto fiduciario. Io, che lo sono stato, posso affermare, senza tema di smentita, che ho lavorato, e pure molto, e che ritengo di aver servito il mio Paese con la stessa dignità con cui oggi sono deputato, lavorando in una diretta collaborazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Non accetto, cari colleghi, che questi lavoratori, quegli stessi che magari oggi vi stanno ascoltando per scrivere un comunicato stampa o che stanno aggiornando la vostra agenda, debbano essere sminuiti, insultati, trattati come raccomandati per compiacere chi vi ascolta fuori e non conosce questa come altre realtà simili. Stavolta, mi dispiace, ma la linea di demarcazione è netta: i populisti sono tra chi si è opposto a questo provvedimento e non certo il contrario.
L'altro principio cardine del provvedimento riguarda la centralità delle persone, che compongono e costituiscono insieme la pubblica amministrazione, che devono essere messe nelle condizioni di lavorare al meglio, dotate di strumenti moderni in linea con le nuove esigenze dei cittadini. Tra queste c'è la possibilità di offrire le informazioni laddove oggi le cercano, cioè in prevalenza sui social network e online. Ecco perché, con questo decreto, creiamo la figura del social media manager pubblico. Mettiamo finalmente comuni, province e tutta l'amministrazione dello Stato nelle condizioni di avvalersi di questa nuova professionalità, modernizzando i canali di comunicazione e di informazione istituzionale alla cittadinanza, riconoscendo un ruolo che già esiste in molte realtà come nei Paesi europei più avanzati. Lo facciamo senza sovrapporre - voglio essere chiaro - questa figura a quella dei giornalisti e dei comunicatori che già sono attivi. Non solo social media, ma anche digital manager, perché sosteniamo il processo di transizione digitale e vogliamo mettere la pubblica amministrazione nelle condizioni di sfruttare al meglio le nuove tecnologie, come l'intelligenza artificiale che può migliorare la qualità e la velocità delle risposte e dei servizi garantiti agli utenti e non solo essere utilizzata per fare polemiche come quella sentita poco fa.
È un risultato raggiunto nel corso dei lavori delle Commissioni, del quale voglio ringraziare le colleghe relatrici, onorevoli Tiziana Nisini e Marta Schifone, frutto del lavoro e del confronto con il Ministro e il Sottosegretario all'editoria, il senatore Alberto Barachini.
L'amministrazione pubblica, dicevamo, non svolge soltanto un ruolo, per così dire, funzionale, ma anche di indirizzo. Per questa ragione se - come diciamo tutti e mi pare di buonsenso - bisogna combattere il precariato e offrire stabilità, con questo intervento li offriamo a lavoratori che già sono dipendenti da anni dello Stato ma che hanno dei continui rinnovi di contratti a tempo determinato. Lo facciamo, per esempio, per gli assistenti sociali - si parlava di sanità - che svolgono un lavoro delicatissimo, in generale, un lavoro che è ancora più decisivo dopo anni difficili come quelli che abbiamo superato, quando tutti i dati denunciano un aumento delle nuove fragilità. Investiamo su questi lavoratori di frontiera, come per esempio sui ricercatori dell'ISPRA, che stanno mappando i fondali italiani, anche analizzando il possibile inquinamento o sversamenti, o sul personale dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della regione Sicilia.
Potrei citare molte diverse categorie per un provvedimento di 49 articoli che ha impegnato le Commissioni affari costituzionali e lavoro della Camera dei deputati per quasi 50 ore. Ma preferisco segnalare un altro breve capitolo, che in qualche modo rompe una barriera. Superiamo, infatti, le disparità di salario tra i dipendenti pubblici, eliminando una discriminazione che non ha più senso. Vogliamo sbloccare, finalmente, il salario accessorio per i dipendenti di comuni, province, città metropolitane e regioni. Con un emendamento che ha assorbito le proposte di maggioranza e di opposizione, ma che l'opposizione, purtroppo, ha scelto di non sostenere, mettiamo i lavoratori degli enti locali in equilibrio finanziario nelle condizioni di poter lavorare meglio, guadagnando come i colleghi delle amministrazioni centrali, e allo stesso tempo consentiamo a comuni, province, città metropolitane e regioni di poter trattenere i dipendenti migliori, che spesso, dopo aver vinto un concorso, sceglievano poi di andare a lavorare dove venivano offerte condizioni migliori. È un risultato storico di equità.
Ci sono le persone e poi ci sono le mura, i contenitori. Allora, le scuole sono i luoghi dove i nostri figli trascorrono gran parte delle loro giornate e devono essere luoghi sicuri, dove i genitori li lasciano senza pensieri. Per questa ragione abbiamo investito anche qui, con questo veicolo, 20 milioni di euro per l'anno 2025 per l'edilizia scolastica, per rendere più sicuri, efficienti e accoglienti gli istituti. Mura come quelle delle comunità terapeutiche, che curano le tossicodipendenze, antiche o nuove, cui destiniamo più di 23 milioni, o quelle dei luoghi di socializzazione delle periferie italiane, cui ne vanno più di 8.
Insomma, i lavori delle Commissioni su questo singolo provvedimento si sono protratti per più di 50 ore, condotti senza esitazione dai presidenti Nazario Pagano e Walter Rizzetto, cui va la nostra stima. La cura, quasi materna, del Sottosegretario Matilde Siracusano (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), che ringrazio a nome di tutto il gruppo, ha consentito che fossero investite per un buon provvedimento, equilibrato, di cui poter essere fieri. Per tutte queste ragioni annuncio il voto soddisfatto e favorevole di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Tiziana Nisini. Ne ha facoltà.
TIZIANA NISINI (LEGA). Grazie, Presidente. Colleghi, anch'io mi associo ai ringraziamenti e ringrazio i presidenti della Commissione lavoro Walter Rizzetto e il presidente Nazario Pagano, Marta Schifone e Paolo Emilio Russo, che, insieme a me, sono stati relatori di questo provvedimento, e il Ministro Zangrillo. Anch'io mi associo al grande ringraziamento al Sottosegretario Matilde Siracusano, che è stata paziente, attenta e ha condotto egregiamente tutti i lavori in Commissione e anche qui in Aula. In ultimo, vorrei ringraziare anche i 3 milioni e mezzo di dipendenti pubblici che ogni giorno ci garantiscono servizi, dalle amministrazioni centrali alle amministrazioni locali.
Ricordo che in Italia ci sono 5,7 dipendenti pubblici ogni 100 abitanti: un numero più basso rispetto a Francia, Germania e Regno Unito, con un'età media che supera i cinquant'anni. Ecco, questo decreto ha quattro obiettivi fondamentali. Innanzitutto assumere, valorizzare, formare, premiare e stabilizzare, ma punta anche alla riduzione della burocrazia e a promuovere la digitalizzazione. Questo decreto mette in campo misure concrete - come ho già detto in parte - su formazione, reclutamento, merito, digitalizzazione e inclusione. Misure pensate per costruire una pubblica amministrazione moderna ed efficiente ed è un segnale forte per i giovani: lo Stato investe su di voi e sulle vostre competenze ma, soprattutto, sul vostro entusiasmo.
Questo Governo, questa maggioranza e la Lega, che punta molto sui giovani, non attribuiscono sinonimi, parole come choosy o bamboccioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ma, anzi, li vuole valorizzare e lo fa convintamente: lo sta facendo con misure nel mondo privato, lo sta facendo nel mondo dell'istruzione, grazie alla riforma rivoluzionaria del Ministro Valditara, e lo sta facendo anche nella pubblica amministrazione. Questo perché vengono introdotte misure innovative di reclutamento e formazione proprio per i giovani: viene rafforzata la presenza dei ragazzi che si diplomano negli istituti tecnici superiori; viene potenziato l'apprendistato, aprendo le porte degli enti pubblici e degli enti locali ai neolaureati e ai neodiplomati, aumentando, quindi, le capacità assunzionali.
Questo perché non vogliamo una pubblica amministrazione chiusa o appannaggio di pochi, ma vogliamo un'amministrazione pubblica finalmente giovane, che dia spazio ai talenti, che evidenzi il talento di questi giovani, consentendo loro, grazie anche a strumenti innovativi e potenziati, di poter lavorare e nel frattempo studiare, perché questo provvedimento e questo Governo stanno lavorando a una formazione diversa dal passato: non più una formazione a catalogo, ma una formazione continua per creare una classe dirigente qualificata nella pubblica amministrazione, per una pubblica amministrazione che sia al passo con le richieste del mercato del lavoro e che dia la possibilità anche di stabilizzazione a quei ragazzi che portano avanti un percorso di apprendistato, se in regola con gli studi e per meriti.
Il merito è uno degli obiettivi principali della pubblica amministrazione, ma anche nel mondo dell'istruzione, tant'è che il Ministero si chiama “dell'Istruzione e del merito”, e lo sta portando avanti con nuovi percorsi formativi, che rispondono alle esigenze del mercato del lavoro, che rispondono alle esigenze di una pubblica amministrazione che, purtroppo, è rimasta indietro.
Ringrazio anche il collega Paolo Emilio Russo, che ha evidenziato benissimo tutte le misure che sono state introdotte e sono state introdotte tante misure importanti, anche nella fase emendativa. Le opposizioni si sono lamentate, ma tanti emendamenti, anche importanti, dalla parte dell'opposizione sono stati accolti, proprio perché abbiamo guardato il contenuto delle misure. Ovvio che ci sarebbero voluti miliardi per accontentare tutti e per portare avanti proposte di buonsenso.
Ci siamo dovuti limitare per le risorse che siamo riusciti a trovare, perché in tutti i provvedimenti ci si deve fermare rispetto alle risorse che si trovano, perché non c'è un vaso di Pandora, non c'è la borsa di Mary Poppins dove i soldi sono infiniti, ma bisogna fare una scelta, una scelta di buonsenso anche andando incontro alle richieste delle opposizioni sull'edilizia scolastica. Abbiamo messo insieme tutte le richieste per andare incontro al salario accessorio degli enti locali, abbiamo risolto i problemi anche dei piccoli comuni, abbiamo creato figure innovative. Per quelli che voi chiamate poltronifici, questo Governo e questa maggioranza in questo provvedimento hanno cercato di migliorare uffici strategici nei vari Ministeri, proprio per portare un'amministrazione pubblica vicina al cittadino, portando avanti anche figure innovative proprio per colmare quelle carenze che ci sono da anni.
Rispetto a chi mi ha preceduto dell'opposizione, che ha detto che è un provvedimento privo di coraggio, dico il contrario, perché questo Governo sta portando avanti misure importanti e coraggiose, al contrario delle opposizioni che sono sempre legate a vecchi paradigmi e che portano avanti modelli che non si avvicinano più al mondo reale, modelli distanti, se pensiamo che il Partito Democratico sta appoggiando un referendum della CGIL che vorrebbe farci tornare al 1970. Noi ci vogliamo proiettare sul futuro, con figure innovative, con nuovi percorsi formativi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), con una nuova digitalizzazione per una pubblica amministrazione digitale, innovativa, online, che sia più veloce, con meno burocrazia, che vada incontro alle esigenze dei cittadini, cercando di ridurre al massimo la burocrazia (la riduzione della burocrazia è riduzione dei costi).
Tante le misure che sono presenti. Questo è il terzo decreto sulla pubblica amministrazione ed è importante, perché significa che ogni anno questo Governo cerca di migliorare e implementare quello che ha già fatto, che ha fatto nei decreti Pubblica amministrazione 1 e 2 e che ha fatto anche nella legge di bilancio. Avremo fatto poco? Con questo provvedimento siamo riusciti a colmare problemi che riguardavano soprattutto i piccoli comuni che nessuno era mai riuscito a fare, perché è facile riempirsi la bocca dicendo “potevate fare di più”. Noi avremo fatto poco, ma abbiamo fatto quello che voi non siete mai riusciti a fare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Continueremo convintamente a risolvere questi problemi, perché quelli che per voi sono piccoli e minuscoli problemi sono delle soluzioni enormi, soprattutto per quei comuni che non sono mai stati considerati. È per questo che la Lega ringrazia anche tutti i colleghi che hanno portato avanti tanti emendamenti, soprattutto a favore degli enti locali e che hanno risolto tante problematiche. La Lega-Salvini Premier voterà convintamente a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Simona Bonafe'. Ne ha facoltà.
SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Grazie, Presidente. Contrariamente a quanto ritengono i colleghi di maggioranza che abbiamo appena ascoltato, consideriamo questo decreto un'occasione persa e lo consideriamo un provvedimento privo di coraggio. Vedete, sarebbe stata necessaria una riforma, quella sì, una riforma vera e propria per innovare e per rendere efficiente la pubblica amministrazione. Ho sentito parlare tanto qui di modernizzazione, perché effettivamente avere una pubblica amministrazione efficiente significa garantire poi servizi di qualità ai cittadini, perché la pubblica amministrazione ha a che fare con la scuola, ha a che fare con la giustizia, ha a che fare con la sanità.
Pensiamo che sarebbe stato opportuno anche mettere in campo una riforma che, oltre che garantire funzionalità ed efficienza alla pubblica amministrazione, garantisse anche attrattività per le nuove generazioni, per i tanti giovani che oggi - ahimè - non guardano più a una carriera nel settore pubblico. Nel decreto, al di là di tante parole che ho sentito dai colleghi di maggioranza, devo dire che tutto questo non l'ho trovato, che tutto questo manca: mancano misure per rinnovare veramente la pubblica amministrazione e per renderla più moderna; mancano - lo voglio dire - investimenti nella digitalizzazione, per aggredire quella che è l'arretratezza tecnologica del nostro sistema pubblico. Sta entrando nelle nostre vite - e ci entrerà sempre di più - l'intelligenza artificiale, che richiede, quella sì, una rivoluzione, altro che colpa del paradigma dei partiti dell'opposizione. Lì sì ci vuole una rivoluzione, perché l'organizzazione, le procedure stesse della pubblica amministrazione devono saper rispondere a queste nuove sfide che abbiamo davanti.
Devo dire che in questo provvedimento manca anche un piano di assunzioni straordinario, legato a una lettura dei nuovi fabbisogni e alla luce dei cambiamenti sociali in atto. Per esempio, ci saremmo aspettati un impegno per investire di più su tutto ciò che ha a che fare con i servizi sociali e noi stessi avevamo chiesto, con i nostri emendamenti, di stabilizzare i precari di quei servizi e di allungare il periodo di stabilizzazione previsto, invece, da questo decreto.
Quindi, il piano di assunzioni non è stato previsto e questo è un grave problema, perché dal prossimo anno andranno in pensione fino a un milione di lavoratori e di lavoratrici della pubblica amministrazione e ricordiamo anche che noi abbiamo da colmare un gap di organico del pubblico rispetto agli altri Paesi europei, perché prima giustamente veniva ricordato che in Italia ci sono 5,7 dipendenti ogni 100 abitanti, peraltro con un'età media - è vero - questa molto alta. Ricordo che in Germania sono 6,1, in Spagna 7,3, nel Regno Unito 8,1 e in Francia 8,3.
Ma per fare della pubblica amministrazione una garanzia dell'erogazione di servizi di qualità ai cittadini e un motore dello sviluppo del nostro Paese, di traino della nostra economia, va detto, appunto, che non basta un decreto. Il problema sta tutto lì, il problema sta all'origine. Serve una riforma organica, non l'ennesima decretazione d'urgenza. Tra l'altro, questo è il terzo decreto sulla pubblica amministrazione e, mentre stiamo ancora per approvare questo decreto, è già stato annunciato che ci sarà un nuovo decreto sulla pubblica amministrazione. Non solo: era così tanto urgente questo decreto che è stato pubblicato un mese dopo l'approvazione del Consiglio dei Ministri. Quindi, anche a dire che c'è un certo abuso della decretazione d'urgenza e, appunto, il risultato è stato un decreto confuso, un decreto caotico, un decreto senza visione, un decreto dove c'era già dentro di tutto e dove, dopo l'esame in Commissione, diciamo che il decreto stesso è raddoppiato. Lo voglio dire: questo modo di legiferare non fa un buon servizio alla pubblica amministrazione.
In questo provvedimento noi non ci abbiamo visto - devo dirlo con grande onestà e lo devo dire ai colleghi di maggioranza, che ho ascoltato con grande attenzione - la volontà di rendere più efficiente la pubblica amministrazione e di dare le risposte ai problemi veri, come dicevo prima, a partire dall'arretratezza tecnologica. Ci abbiamo visto, però, una bella volontà di occupare posti. Qui sia chiaro, Presidente, lo voglio dire: noi non siamo per criminalizzare i lavoratori dello staff; noi contestiamo questo aumento a dismisura di consulenti, di uffici di diretta collaborazione dei Ministri, di capi di gabinetto, di segretari particolari. Avete messo 3,8 milioni di euro in più in un anno del Governo Draghi. Io questo lo voglio dire: siete riusciti a fare quello che i Governi precedenti non avevano mai fatto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). E questo come lo chiamiamo se non clientelismo di Governo, con cui voi state letteralmente occupando la pubblica amministrazione?
Io voglio dare, Presidente, qualche numero certo non esaustivo, altrimenti esaurirei il tempo di parola che ho a disposizione, ma qualche numero lo voglio dare. Allora, solo con questo decreto - e tralascio quello che è stato fatto con la legge di bilancio e con altri provvedimenti passati - lo staff del Ministero dell'Ambiente è aumentato di 1.800.000 di euro; il Ministero di Piantedosi ha avuto 2.000.000 di euro; il Ministero di Salvini due dirigenti in più, chiaramente a chiamata diretta; al Ministero dell'Agricoltura ci avevate già pensato con la legge di bilancio; al Ministero della Cultura 1.200.000 euro per Sangiuliano e poi per Giuli, a dimostrazione che con la cultura se sei un amico del Ministro evidentemente mangi; e un caso a parte, una menzione a parte, la voglio fare alla Ministra Calderone, che ha avuto solo mezzo milione di euro a disposizione, ma una menzione speciale perché stiamo ancora aspettando l'emendamento che il Ministero del Lavoro aveva promesso alle lavoratrici de La Perla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Ma andando avanti con i numeri, avete per esempio aumentato da due a tre gli uffici dirigenziali del Piano Mattei. Cioè, anche lì, non si è ancora vista una lira per le risorse della cooperazione di cui questo Piano si dovrebbe occupare e in compenso ci sono già tre uffici dirigenziali. Per arrivare al MEF: al MEF sono state previste ben due nuove cabine di regia, per un totale di 4 milioni di euro, con possibilità, chiaramente, di assunzione di esperti e consulenti diretti, tutti rigorosamente di nomina diretta, in due materie. La prima: la valorizzazione e lo sviluppo del mercato dei capitali, perché, evidentemente, al MEF manca qualcuno che sia esperto in queste tematiche, e io mi porrei il problema, grosso, enorme. L'altra cabina di regia che è stata formata è quella che prevede fino a un massimo di 10 esperti per la redazione del codice tributario e della riforma fiscale. E anche qui, speriamo che, dopo l'istituzione di questa cabina di regia, la prossima volta, gli acconti dell'Irpef vengano almeno calcolati correttamente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Ma quello che noi non possiamo accettare è che, mentre Giorgetti, in audizione alla Camera e al Senato, affermava che il Governo non è in grado di sostenere il Servizio sanitario nazionale perché il debito pubblico divora ogni spesa, nelle Commissioni affari costituzionali e lavoro passava un emendamento che autorizzava la spesa di 4 milioni di euro per le cabine di regia al MEF e un altro per aumentare lo staff di diretta collaborazione del Ministro Schillaci, con risorse che si potevano mettere a disposizione per abbattere le liste d'attesa, per aumentare gli organici degli ospedali, per assumere medici, per pagare gli straordinari a tutto questo personale che ancora, dal COVID, non ha visto un euro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Presidente, noi alla fine ci siamo resi conto di una cosa proprio durante i lavori di Commissione: questa narrazione diversa fra maggioranza e opposizione è perché noi abbiamo un'idea diversa della pubblica amministrazione. Noi abbiamo un'idea dove i criteri dell'imparzialità e dell'indipendenza, ben sanciti dalla Costituzione, valgono più della fedeltà politica. Noi abbiamo l'idea di una pubblica amministrazione dove gli idonei - mi sia permesso - non sono considerati “bocciati”, come ha detto il Ministro Zangrillo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) al nostro collega Casu, che, in Commissione, ha ricordato che gli idonei sono candidati che hanno superato il concorso, ma che non sono riusciti a collocarsi in posizione di assunzione.
Ecco, noi vogliamo una pubblica amministrazione che garantisca lavoro di qualità, e, per farlo, ha bisogno anche che le persone vengano pagate con stipendi adeguati (per non parlare del problema degli stipendi, in generale, nel nostro Paese). E soprattutto, pensiamo che vadano superate le disparità di trattamento fra amministrazioni diverse. E diciamo anche qui la verità…
PRESIDENTE. Concluda.
SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Concludo. Se si vuole eliminare veramente il tetto al salario accessorio per i dipendenti degli enti locali, non diciamo le bugie, bisogna stanziare le risorse (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) e non mettere i comuni in condizioni di decidere se aumentare lo stipendio a un dipendente o assumerne uno nuovo, perché questo non è dignitoso. E, infatti, noi avevamo presentato emendamenti per chiedere questo.
Concludo, Presidente, perché ci sono comunque alcuni punti qualificanti. Io voglio ricordare che è stata sanata la situazione dei precari - che si trascinava da anni - delle fondazioni lirico-sinfoniche…
PRESIDENTE. Concluda.
SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Concludo davvero. I 20 milioni sull'edilizia scolastica, che consideriamo un segnale molto importante, però non sufficiente a cambiare il nostro giudizio su questo provvedimento, che riteniamo senza visione, fatto solo per il consenso di pochi e che penalizzerà, invece, molti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Volpi. Ne ha facoltà.
ANDREA VOLPI (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, onorevoli colleghi. Ci troviamo a riflettere su un passo fondamentale per il rinnovamento della nostra pubblica amministrazione. Questo è un provvedimento che non si limita a rispondere alle necessità contingenti, ma traccia una visione strategica per il futuro del nostro Paese, con un disegno organico e determinato.
Siamo pronti ad approvare il terzo decreto in due anni e mezzo - sì, è vero - per migliorare e innovare la pubblica amministrazione, interpretando il cambiamento dei tempi, del lavoro e della nostra società, attraverso una rivoluzione che pone il merito al primo posto, nuovi percorsi di formazione, semplificazione delle procedure. Il nostro obiettivo è quello di creare una nuova pubblica amministrazione, che sia più funzionale ai cittadini, più veloce e competitiva per le imprese, più attrattiva per i nostri giovani.
Il decreto contiene tantissimi interventi. Tra questi, merita particolare attenzione la disposizione che consente agli enti territoriali di assumere diplomati provenienti dagli ITS Academy, un nuovo canale di ingresso nella pubblica amministrazione, attraverso l'apprendistato, per agganciarla alle trasformazioni in atto nel mondo del lavoro. Inoltre, grazie al programma “PA 110 e lode”, promosso dal Dipartimento della funzione pubblica, queste figure potranno accedere al ruolo dopo il conseguimento della laurea.
Il decreto istituisce, all'articolo 3, il concorso unico nazionale, che sarà coordinato tramite la Commissione Ripam, con l'obiettivo di concretizzare procedure più trasparenti, più accessibili grazie alla digitalizzazione, più veloci e meno costose. Si eliminano così le disuguaglianze territoriali, si garantiscono pari opportunità a tutti i candidati e si migliora la qualità complessiva delle assunzioni.
Il provvedimento persegue anche altre due finalità: migliorare la misurazione e la valutazione delle performance dei dipendenti pubblici e collegare questo sistema di valutazione a obiettivi di prospettive di crescita e di progressione di carriera. Si prevedono disposizioni in merito al reclutamento e all'utilizzo delle graduatorie vigenti, con l'applicazione della norma “taglia idonei”. Si interviene sul potenziamento delle strutture di alcune amministrazioni centrali, quali: il Ministero dell'Economia e delle finanze; il Dipartimento delle pari opportunità, con riguardo agli interventi di previsione sociale sul fenomeno della tratta degli esseri umani; il Ministero delle Imprese e del made in Italy, con riferimento all'istituzione del programma “Hub per l'Intelligenza Artificiale”, propedeutico alla promozione del Piano Mattei.
Un'attenzione particolare è riservata al funzionamento degli enti locali: vengono riassegnate le risorse per i segretari comunali nei piccoli comuni e viene stanziato 1 milione di euro per il Forum PA, proprio per consentire ai piccoli comuni di svolgere le procedure concorsuali. Sono previste misure specifiche in materia di personale nei territori colpiti dal sisma, dagli eventi alluvionali e nella Terra dei fuochi, proprio per affrontare la procedura di infrazione imposta dall'Unione europea.
Un altro aspetto rilevante del decreto è l'investimento nelle competenze digitali: almeno il 10 per cento dei risparmi derivanti dai pensionamenti sarà destinato all'assunzione di nuove figure professionali con competenze digitali. Un ruolo determinante è stato assegnato alla formazione, come asset strategico. La crescita del personale avrà a disposizione non più 6 ore all'anno, come oggi, ma già 24 ore e in futuro arriveremo a 40 ore all'anno, grazie alla realizzazione della piattaforma digitale Syllabus.
Non manca e non mancherà mai il nostro sostegno alle Forze dell'ordine. Anche in questo decreto si prevedono, infatti, il rafforzamento delle Forze di sicurezza e delle strutture tecniche e logistiche - 100 ispettori specializzati nei settori informatico, tecnico, logistico, aeronautico e sanitario della Guardia di finanza - e semplificazioni per rendere più rapidi i processi di selezione per la Polizia di Stato. Inoltre, 200 unità per il Ministero dell'Interno per la gestione dei flussi migratori.
Altra parola chiave del decreto è “stabilizzazioni”, che sono previste per il personale dell'Agenzia industrie difesa e del Ministero dell'Interno, per gli assistenti sociali, per il personale assunto con il PNRR, per il personale non dirigenziale assunto dal MASE, per la realizzazione di interventi finalizzati al contrasto del dissesto idrogeologico.
Anche questa volta, gli interventi dei colleghi di opposizione, ascoltati in Aula e nelle Commissioni, ci fanno ricordare come esiste, per esempio, un PD di maggioranza e un PD di opposizione. Li ricordo qualche anno fa, con la legge Madia, quando si battevano per l'eliminazione dei segretari comunali. Oggi sono qui a ricordarci e a schierarsi dalla parte dei segretari (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Sempre qualche anno fa, il PD tentò di abolire le province, umiliandone i dipendenti e mortificandone le professionalità; oggi ci consigliano come riorganizzare la PA e restituire dignità ai suoi dipendenti. Nei dieci anni che hanno preceduto il nostro mandato, infatti, il numero delle assunzioni nella pubblica amministrazione ha avuto una media di 30.000 unità all'anno, dovuto sia al blocco del turnover, ma anche alla spending review, incarnata fisicamente e politicamente da Carlo Cottarelli e dal Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che però si giustificava dicendo: ce lo chiede l'Europa. E sapete qual è stato il numero delle stabilizzazioni dei precari durante i Governi PD? Un numero straordinario: zero! E oggi che approviamo nuove assunzioni e nuove stabilizzazioni, allontanando la parola precariato, la sinistra vota contro.
Le strumentalizzazioni poi non sono finite: la sinistra che oggi si mette dalla parte degli idonei non vincitori è la stessa che li ha tenuti in ostaggio per 10 o 15 anni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), senza consentire mai lo scorrere delle graduatorie e, di conseguenza, senza poterli dichiarare mai assunti e, quindi, vincitori. Il risultato? Dopo tutti questi anni, sono state inserite nella PA e nella scuola figure prossime alla pensione, senza esperienza e senza formazione. Mi chiedo: si è fatto del bene? In realtà, ho dimenticato un grande successo dei Governi variopinti in materia di assunzioni, ossia le mitologiche figure dei navigator: nate per creare occupazione e risolvere il precariato e finite precarie. Un chiaro esempio di politica attiva del lavoro che non puntava alla formazione, non puntava alla qualità, ma alla quantità e in questo caso - sì - al clientelismo.
Con Giorgia Meloni al Governo tra il 2023 e il 2024 sono stati assunti nella pubblica amministrazione 350.000 lavoratori; nel 2024 sono stati banditi concorsi per 22.000 posizioni e nel 2025 già banditi 50.000 posti per nuovi lavoratori. Ma qualche anno fa il PD, sempre al Governo, avrebbe potuto occuparsi seriamente di innovazione. Se la riforma Madia avesse funzionato, oggi voi non ci attacchereste sui temi della semplificazione, dell'innovazione e dell'efficienza della macchina amministrativa e noi non staremmo qui a raccontarvi l'impegno nel conseguire gli obiettivi che avete fallito e che, adesso, ostacolate.
Siete lo stesso PD che nel 2016, insieme alla CGIL, sottolineava il successo dell'aumento del 3 per cento degli stipendi nella pubblica amministrazione e che, oggi, critica l'aumento del 6 per cento, sostenendo una posizione imbarazzante del sindacato che all'epoca - giova ricordarlo - era ben conservato sotto naftalina, rinnovava i contratti a 5 euro l'ora e taceva sul Jobs Act (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Siete lo stesso PD o un altro PD? In ogni caso, colgo l'occasione per augurare un sereno referendum. Con il Governo Meloni, oltre alla chiusura dell'aumento salariale del triennio 2019-2021, si è avviata la contrattazione per i rinnovi dei contratti del triennio 2022-2024 e si è già pronti ad adeguare quelli del triennio 2025-2027, se solo finissero le strumentalizzazioni che pesano sulla pelle dei lavoratori.
C'è anche un altro dato che dovrebbe fare impallidire le opposizioni: con le leggi di bilancio 2023 e 2024 sono stati stanziati 20 miliardi per i trattamenti retributivi del settore pubblico; una misura questa che non trova precedenti nella storia della Repubblica italiana. Per noi, la stagione della pubblica amministrazione considerata un lavoro di serie B è finalmente finita.
È terminato il tempo delle procedure concorsuali che duravano anni: grazie al Governo Meloni, la durata è passata da 780 giorni a 180 giorni. Sempre grazie al Governo Meloni, attraverso il portale unico del reclutamento della pubblica amministrazione, i concorsi sono più trasparenti tanto che due milioni di italiani, il 50 per cento di questi giovani, hanno partecipato a queste selezioni.
Concludo, Presidente. Questo decreto rappresenta un passo decisivo per una pubblica amministrazione nuova, moderna, efficiente e vicina alle richieste dei cittadini. Le sue misure mirano a valorizzare il merito, a promuovere l'innovazione e a garantire una gestione trasparente e meritocratica delle risorse umane.
Non possiamo permettere che critiche infondate e ideologie superate ostacolino questo processo di rinnovamento. È giunto il momento di guardare al futuro con fiducia e determinazione, sostenendo riforme che contribuiranno a costruire una pubblica amministrazione più forte e capace di rispondere alle sfide del ventunesimo secolo. Per questi motivi esprimo il voto favorevole a nome del gruppo di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Coordinamento formale - A.C. 2308-A)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2308-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2308-A: "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 marzo 2025, n. 25, recante disposizioni urgenti in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni".
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 49) (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).
Esame e votazione delle questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 11 aprile 2025, n. 48, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario (A.C. 2355).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame e la votazione delle questioni pregiudiziali Magi e Schullian n. 1, D'Orso ed altri n. 2, Bonafe' ed altri n. 3, Boschi ed altri n. 4 e Zanella ed altri n. 5 (Vedi l'allegato A) presentate al disegno di legge n. 2355: Conversione in legge del decreto-legge 11 aprile 2025, n. 48, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario.
Avverto che i tempi per il relativo esame sono computati nell'ambito del contingentamento relativo alla discussione generale.
A norma del comma 4 dell'articolo 40 del Regolamento, in caso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione. In tale discussione, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 40, potrà intervenire uno dei proponenti (purché appartenenti a gruppi diversi), per illustrare ciascuno degli strumenti presentati, per non più di dieci minuti. Potrà altresì intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi non firmatari, per non più di cinque minuti.
Al termine della discussione si procederà, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 3, quarto periodo, del Regolamento, ad un'unica votazione sulle questioni pregiudiziali presentate.
La deputata Alifano ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale D'Orso ed altri n. 2, di cui è cofirmataria.
ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, Presidente. Quattordici sono i nuovi reati previsti da questo decreto Sicurezza, nove le fattispecie che hanno inasprimenti di pena, oltre alla creazione di aggravanti varie. Orbene, proprio nella materia penale lo strumento della decretazione d'urgenza dovrebbe essere utilizzato solo nei casi previsti dalla Costituzione perché sono in gioco le libertà fondamentali del cittadino e, poi, perché vi è un problema di conoscibilità del precetto, visto che manca la vacatio legis. Dunque, questo strumento normativo confligge apertamente con il principio di colpevolezza sancito dall'articolo 27 della Costituzione, che postula la conoscibilità da parte del soggetto del precetto ovviamente perché possa essere ritenuto responsabile del fatto reato. Tra l'altro, viene riprodotto in questo decreto un disegno di legge che è stato in esame qui alla Camera e che ora è al Senato. E allora, colleghi, mi dovreste spiegare: se non vi erano gli estremi della necessità e dell'urgenza prima, tant'è che c'era un disegno di legge che è stato esaminato da questa Camera, perché adesso invece ci sono questi estremi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Non c'è alcuna risposta. È stata utilizzata la decretazione d'urgenza addirittura in un caso come questo, con una disinvoltura che ha lasciato veramente basiti tutti gli operatori del diritto, dall'accademia alla magistratura fino alla stessa avvocatura. Ma veniamo al testo e agli altri rilievi di incostituzionalità. Si sanzionano in modo del tutto sproporzionato condotte che derivano da condizioni di marginalità sociale ed economica. L'esempio più lampante è l'occupazione abusiva di immobile. Viene violato il principio di proporzionalità della pena, visto che vengono punite allo stesso modo condotte che sono lesive di beni costituzionalmente protetti ma in misura differente. L'esempio più calzante è stato fatto proprio in un comunicato dell'ANM.
Ha fatto l'esempio, questo comunicato, dell'omicidio colposo con violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro, che adesso viene sanzionato allo stesso modo dell'occupazione abusiva di immobile. Ovviamente ci troviamo di fronte a beni assolutamente differenti: la vita contro un bene materiale. Okay. Allora, io penso e noi tutti del MoVimento 5 Stelle riteniamo che il problema dell'abitazione di una larga fascia della popolazione debba essere affrontato in misura diversa e con modalità differenti, magari attraverso un welfare che tenga conto dei bisogni della gente e non ricorrendo alla repressione che sembra l'unico sistema adottato da questa maggioranza per risolvere i problemi. Ma poi non vengono risolti, ovviamente.
Tra l'altro, bisogna affrontare le gravi diseguaglianze economiche che affliggono il nostro Paese e non in termini repressivi, perché questo risulta in contrasto con l'articolo 2 della Costituzione, che rammenta i doveri di solidarietà sociale ai quali i cittadini tutti sono tenuti. Ma non è finita qui. Addirittura, si onera - io dico “si onera” - la Polizia di procedere alla reintegra nel possesso dell'immobile, senza un previo provvedimento dell'autorità giudiziaria, in violazione aperta dell'articolo 13 della Costituzione, che non ammette alcun atto invasivo della libertà personale, se non vi è prima un provvedimento dato dalla magistratura, ovviamente nei casi e nei modi previsti dalla legge.
Ed è sempre l'articolo 13, quello che sancisce la libertà personale di ogni cittadino, unitamente all'articolo 21, che garantisce a tutti gli individui il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, ad essere violati ambedue dalla norma che incrimina - udite, udite! - la resistenza passiva (non si era mai arrivati a tanto) nelle carceri e nei CPR. Viene criminalizzato il semplice dissenso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ed anche la sola disobbedienza a un ordine! Anche la forma non violenta del contrasto all'autorità viene repressa. Viene represso qualcosa che fa parte dell'intimo di ciascuno di noi: la libertà di dire “no”, una libertà che si paga a carissimo prezzo, visto che, come corollario, comporta anche l'impossibilità di accedere alle misure alternative alla detenzione, come previsto dall'articolo 34 di questo decreto.
Ma la vocazione repressiva del dissenso si manifesta anche nella disposizione che eleva a delitto, da semplice illecito amministrativo com'era prima, il blocco stradale, che spesso è la modalità più immediata nella quale si manifesta il diritto di sciopero. Quindi, questa è una forma di protesta correlata all'esercizio di diritti fondamentali, anche questi garantiti e tutelati dalla Costituzione, come la libertà di riunione e la libertà di associazione, oltre ovviamente alla libertà di manifestazione del pensiero. E non è finita qui, perché questo decreto viola non uno, ma più articoli della Costituzione. Infatti, è in contrasto con gli articoli 13 e 16 della Costituzione - e, dunque, con la libertà personale di circolazione - la norma che prevede il divieto di accesso alle aree delle infrastrutture di trasporto (“aree”, lo sottolineo; per intenderci, ferrovie, metropolitane, aeroporti, ma anche le loro adiacenze; peraltro, non si capisce quali siano queste adiacenze; c'è anche un problema di indeterminatezza della fattispecie) per chi è stato solo denunciato o condannato con una sentenza di primo grado e, quindi, che potrebbe essere innocente. Ebbene, questa persona non può accedere, se vi è un ordine della pubblica sicurezza a queste aree.
E, ancora, di dubbia costituzionalità è l'articolo 15 di questo decreto, la disumanità fatta carta (carta che però condizionerà la vita di tante persone), che consente la detenzione della donna madre o in stato di gravidanza. Un'altra cosa che non era mai stata pensata da qualsivoglia legislatore, nemmeno dal legislatore fascista. In questa follia repressiva, si finisce con il punire anche il bambino, ovviamente assolutamente incolpevole, che trascorrerà i primi anni di vita - quando c'è una formazione anche caratteriale; è una cosa che graverà anche sul suo futuro - in una struttura detentiva.
Questo è un diritto penale a costo zero, ce lo siamo detti in Commissione, che non garantirà assolutamente la sicurezza dei cittadini, una sicurezza che si può raggiungere solo con investimenti volti al benessere sociale, rimuovendo le cause economiche, sociali e culturali che sono alla base delle forme di criminalità che si vogliono contrastare con queste misure repressive, ma che poi alla fine sono solo propaganda. Farò l'elenco degli articoli che sono stati violati con questo decreto: 2, 3, 13, 16, 21, 25, 27, 31 e 77 sono gli articoli della Costituzione che sono stati violati. Ma non sono stati violati solo questi articoli della Costituzione, Presidente! È stato violato il nostro modo di concepire il diritto penale. È la nostra cultura giuridica a ricevere un affronto! Il fil rouge che lega tutte queste disposizioni prevede una visione del diritto penale che non appartiene più al nostro ordinamento, è il diritto penale dell'autore. Che cosa significa? Significa che viene sanzionata non la condotta, ma l'autore del fatto, il presunto autore del fatto, con la criminalizzazione di alcune categorie: il migrante, l'homeless, il manifestante, tutti soggetti che sono stati ricacciati in una condizione di marginalità sociale.
Si sta costruendo, Presidente, un diritto penale dell'oppressione e del privilegio…
PRESIDENTE. La ringrazio, concluda.
ENRICA ALIFANO (M5S). …in aperta violazione al principio di uguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ed è un diritto penale che dimentica i doveri di solidarietà sociale che hanno contraddistinto il nostro ordinamento e che dovrebbero essere i fari della nostra cultura giuridica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi cortesemente di fare silenzio.
Ha chiesto di parlare la deputata Debora Serracchiani. Ne ha facoltà.
DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Affrontiamo di nuovo - mi verrebbe da dire - in quest'Aula il tema della sicurezza. Lo facciamo però in un modo a cui purtroppo non avevamo mai assistito prima e francamente il modo con cui quest'Aula oggi ne discute è anche un po' il segnale dei tempi che stiamo vivendo.
Vede, Presidente, dopo 14 mesi, dopo un centinaio di sedute, dopo la prima approvazione fatta alla Camera dei deputati del disegno di legge presentato, a questa Camera, nel gennaio del 2024, dopo che questo disegno di legge, approvato alla Camera, era passato al Senato, è successo che il disegno di legge è stato trasformato in un decreto-legge. È stato fatto per motivi di necessità ed urgenza? Francamente, dopo 14 mesi, dopo un centinaio di sedute, dopo un'attività così lunga e meditata, che ci fosse questa necessità ed urgenza, ci sembra a dir poco incredibile e surreale. Ma ce lo ha chiarito il Ministro dell'Interno, il Ministro Piantedosi, quando ci ha detto che il motivo per cui il disegno di legge, per la prima volta nella storia della Repubblica, è stato trasformato in un decreto-legge è perché c'era da dare un po' più di fretta a tempi che erano diventati troppo lunghi, cioè a dire: è servito per aggirare il dibattito parlamentare. Per quanto riguarda la necessità e l'urgenza, non è che vi fosse necessità ed urgenza e quindi che si dovesse utilizzare il decreto-legge! Era necessario tuttavia mettere un bavaglio al Parlamento, perché il Parlamento non svolgesse fino alla fine la sua funzione legislativa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!
E guardi, Presidente, lo dico alla maggioranza poco attenta, lo dico perché la Costituzione prevede principi costituzionali e i nostri padri e madri costituenti hanno fatto sì che in quei principi costituzionali vi fossero alcuni limiti per il rispetto della separazione dei poteri, limiti per cui il Governo non potesse mai invadere il potere legislativo del Parlamento, per la centralità del Parlamento e non solo per quella separazione e autonomia dei poteri, ma perché quella nostra Costituzione - che certo voi dall'altra parte non avete scritto, quindi comprendiamo anche che vi disinteressiate della stessa - pone principi molto puntuali che vanno rispettati. E vanno rispettati, guardate, non solo e non tanto per l'interesse di chi oggi è minoranza, ma anche per l'interesse della maggioranza e anche perché il Parlamento è di tutti.
Il Parlamento è della maggioranza e della minoranza. Il Parlamento va rispettato e il Parlamento, per essere rispettato, deve prima di tutto al proprio interno evitare l'umiliazione che con questo provvedimento, invece, il Parlamento sta subendo, perché è un'umiliazione e uno sfregio.
È la prima volta nella storia della Repubblica che un disegno di legge viene trasformato in un decreto-legge che contiene al proprio interno ben 14 nuovi reati e 9 inasprimenti di pena. Non era mai accaduto nella storia della Repubblica. Certo, qualcuno di voi potrebbe dire che è successo già due volte, ma vorrei ricordarvi che è successo in due circostanze che non c'entrano assolutamente nulla con questo: una era il caso del finanziamento pubblico dei partiti e l'altra era l'ipotesi in cui era necessario organizzare in fretta e furia una conferenza internazionale sul crimine transnazionale.
Oggi per la prima volta nella storia della Repubblica, invece, siamo di fronte ad un disegno di legge che viene trasformato in un decreto-legge perché si vuole aggirare il dibattito parlamentare. Questa è una regressione democratica, questa è una lesione dei principi democratici, questa è una lesione di tanti articoli della nostra Costituzione. Li cito anch'io: l'articolo 70, che prevede che la funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere, ma ormai qua dentro non lo si fa più da tempo; l'articolo 76, secondo cui “l'esercizio della funzione legislativa non può essere delegato al Governo se non con determinazione di principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e oggetti definiti”; il Governo poi “non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano il valore di legge ordinaria”, cioè l'articolo 77.
Quindi, potrei andare avanti sugli articoli - sono stati citati anche dalla collega prima - ma, come dicevo, questi principi sono stati fissati proprio perché i nostri padri e madri costituenti avevano voluto circoscrivere con grande attenzione e mettere dei paletti molto definiti per il possibile esercizio della funzione legislativa da parte del Governo, tutti paletti che sono stati superati ampiamente con quello che è accaduto in questa circostanza.
Noi stiamo svolgendo, proprio in queste ore, le audizioni di esperti e giuristi - mi verrebbe da dire che alcuni li stiamo anche riascoltando - ed è abbastanza surreale la situazione che stiamo vivendo. Cito, ad esempio, l'Associazione italiana dei professori di diritto penale. Sono oltre 200 professori e sono profondamente contrari a questo provvedimento perché lede principi costituzionali importanti, come quelli dell'offensività, della sussidiarietà, della proporzione. Veniva ricordata la sproporzione che c'è in alcuni di questi provvedimenti, perché effettivamente verranno punite delle circostanze che sono lesive in modo minore rispetto ad altre per cui sono previste delle pene molto più elevate.
Allora, noi ci domandiamo che senso ha questo furore ideologico, questo panpenalismo emozionale, questo tentativo di mettere sempre la repressione, anche la repressione del dissenso, al centro di ogni iniziativa del nostro Governo. Perché diciamo che c'è una evidente lesione dei principi costituzionali? Per i motivi che ricordavo prima e - lo ricordava anche la collega e lo voglio ribadire anche io - quand'è che è entrato in vigore questo decreto-legge? È entrato in vigore alle 00:01 del 12 aprile 2025: sabato 12 aprile, di notte, è entrato in vigore un provvedimento che contiene 14 nuovi reati e 9 inasprimenti di pena. Non solo non è mai successo prima, ma la decretazione d'urgenza, nel caso delle norme penali, è ancora più limitata nel suo uso ed è la prima volta a memoria che con un solo decreto-legge si prevedono 14 nuovi reati e 9 inasprimenti di pena. C'è poi un principio che sta dietro alla vacatio legis ed è il principio della conoscibilità: perché vi possa essere la punibilità deve esserci la conoscibilità dei reati per i quali sei chiamato a rispondere con i tuoi comportamenti.
Ci chiediamo: alle 00:01 di sabato 12 aprile 2025, quante persone potevano essere a conoscenza che un loro comportamento in quel preciso istante veniva aggravato, che in quel preciso istante diventava reato? Qual è la conoscibilità che possono aver avuto? È evidente che non c'è stata la conoscibilità, è evidente che è stato leso anche questo principio ed è altrettanto evidente che con l'assenza della vacatio legis questo sia - diciamo così - all'ordine delle cose, perché evidentemente se può accadere che un Sottosegretario alla Giustizia non sappia che sta rivelando un segreto figurarsi se può sapere un migrante, che è finito in un CPR, che questo è diventato un reato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), perché non potete dirmi che sia evidentemente la stessa cosa.
Ma voglio anche ribadire, Presidente, che la circostanza per cui noi abbiamo sollevato questa questione pregiudiziale di costituzionalità sta anche nella contraddittorietà di tante norme. Si parlava prima del blocco stradale. Ebbene, il blocco stradale è diventato se lo facciamo con il nostro corpo una sanzione penale, ma se lo facciamo con un trattore resta una sanzione amministrativa. C'è la circostanza dei reati che vengono fatti all'interno di una stazione o nelle sue adiacenze e adiacenze è un termine civilistico, che non si capisce come mai entri nel diritto penale e che cosa significhi. Ma potrei anche ricordare la resistenza passiva, con un'aggravante che è unica nella storia. Io voglio vedere chi riuscirà a provarla, perché c'è un'aggravante anche per chi, facendo resistenza passiva, causa la morte di qualcun altro. Ma mi dite com'è possibile con la resistenza passiva causare la morte di qualcun altro e beccarsi anche un'aggravante (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Ma le avete lette le norme che sono scritte qui? Le avete lette le norme che sono scritte qui?
Chiudo, Presidente, con un riferimento al passato, a Cesare Beccaria. Diceva Cesare Beccaria 260 anni fa: “Il proibire una moltitudine di azioni non è prevenire i delitti che ne possono nascere, ma è un crearne di nuovi (…) il più sicuro, ma il più difficile mezzo di prevenire i delitti è il perfezionare l'educazione”. Guardi, qui di prevenzione, di perfezionamento dell'educazione, non c'è assolutamente nulla. Qui ci sono soltanto reati, qui c'è soltanto la volontà di reprimere il dissenso, qui c'è soltanto la volontà di violare la Costituzione e, soprattutto, c'è la volontà di umiliare il Parlamento. Che la maggioranza non se ne preoccupi oggi - quella stessa maggioranza che domani potrà essere minoranza - credo che sia un problema per la Repubblica e penso che sia un problema per chi oggi rappresenta questo Parlamento, perché questo Parlamento dovrebbe essere difeso da tutti, sia da chi oggi è da questa parte, ma anche e soprattutto da chi è dall'altra parte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Maria Chiara Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Come sa, Sottosegretario Molteni, Italia Viva non abusa mai dello strumento delle pregiudiziali di costituzionalità. In questo caso, anche il gruppo di Italia Viva ha presentato il suo testo, la sua pregiudiziale, perché riteniamo che questo panpenalismo abbia colto la maggioranza. È ovvio che vi abbia colto, perché risposte ai problemi nella nostra società non ne avete trovate. Quindi, voi percorrete la strada facile dei nuovi reati, delle nuove aggravanti, senza, però, dare delle risposte alla vita quotidiana delle persone, che è peggiorata perché i reati sono aumentati.
Abbiamo presentato queste pregiudiziali per una serie di motivi, molti dei quali sono stati anticipati dai colleghi. Ci sono molteplici criticità dal punto di vista costituzionale, dal punto di vista procedurale, dal punto di vista di merito. Mi soffermo su un elemento di tipo procedurale: è un fatto assai anomalo che un disegno di legge che è stato discusso da queste Camere per 14 mesi, presentato a gennaio 2024, oggi per volontà di questo Governo - ed è uno dei motivi per cui abbiamo presentato queste pregiudiziali - è stato trasformato in decretazione di urgenza.
I motivi per la decretazione di urgenza non si evincono dal testo, perché altrimenti non sarebbe stato discusso così ampiamente in Commissione, non sarebbe stato il disegno di legge votato in prima lettura alla Camera e passato al Senato. Questo è un chiaro escamotage che la maggioranza sta trovando, come hanno ricordato i colleghi che mi hanno preceduto, per limitare, per contingentare l'attività non soltanto delle opposizioni, ma di tutti quei soggetti che in Parlamento e nelle Commissioni di merito, in Commissione giustizia, già sono intervenuti mostrando numerose criticità sul provvedimento: professori e docenti universitari, Associazione nazionale magistrati, Unione delle camere penali.
Questo provvedimento ha numerose illegittimità anche sul piano sostanziale. È un provvedimento che, peraltro, inserisce 14 nuove fattispecie di reato, 9 aggravanti, che non risultano evidenti dal punto di vista anche dello stato dell'arte e della situazione nel nostro Paese e non si evincono le ragioni dettate dall'urgenza.
Come lei sa, Sottosegretario, la natura garantista del nostro ordinamento, l'articolo 25 della Costituzione impone - impone! - che la materia penale debba essere disciplinata dalla legge ordinaria. Voi direte che quest'argomentazione può essere superata dicendo che questo disegno di legge dovrà essere convertito dalle Camere, ma pur volendo ammettere l'astratta possibilità della legittimità costituzionale della materia penale regolata con decreto-legge - caso rarissimo, unico, in queste legislature - ripeto, è abbastanza anomalo il numero delle disposizioni penali introdotte, mai così numerose in un solo decreto-legge, che entrano immediatamente in vigore senza aver previsto, peraltro, il periodo di vacatio.
E quindi dovrete risponderci quando questo provvedimento tornerà alla discussione dell'Aula: qualora queste pregiudiziali non fossero approvate, che cosa succederà? Cosa dovrebbe succedere se, in sede di conversione, una delle misure qualsiasi che avete previsto dovesse essere modificata, abrogata? Quindi viene il dubbio, viene lecito pensare che questo sarà un ennesimo provvedimento destinato alla questione di fiducia, a cui ormai ci avete abituato anche questa settimana.
E poi c'è un ulteriore elemento che è quello della sproporzione: i nuovi reati che avete previsto inseriscono una sproporzione abnorme all'interno del codice penale.
Voi, di fatto, avete equiparato in termini di pena l'occupazione arbitraria di un immobile destinato a domicilio altrui - atto deprecabile - all'omicidio colposo per violazione delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. E quindi viene da chiedersi - di decreto in decreto, di modifica in modifica - che cosa verrà a risultare, insomma, all'interno del codice penale con una tale sproporzione.
Poi ci sono due elementi su cui mi voglio soffermare, su cui torneremo a dibattere in sede di discussione parlamentare: con questo provvedimento avete penalizzato la fattispecie di resistenza passiva.
L'avete equiparata a chi, all'interno delle carceri o nel corso di manifestazioni, invece, provoca atti di violenza. Con questo atto - ed è un altro dei motivi per cui abbiamo presentato le pregiudiziali di costituzionalità - voi, di fatto, non solo penalizzate la libertà di pensiero ma, appunto, state dando anche un messaggio negativo al Paese, equiparando la resistenza non violenta alla resistenza violenta che viene fatta nei confronti dei nostri agenti di Polizia penitenziaria all'interno delle strutture, nelle nostre strade, nei confronti anche di tanti agenti.
E poi c'è un altro elemento: non soltanto andate a regolamentare la resistenza passiva nelle carceri, lo fate anche nei centri per il rimpatrio e lo fate anche negli hotspot. E quindi, di fatto, inserite un'ulteriore fattispecie, per cui la norma si applica - si applicherebbe - anche a persone che non si trovano, come appunto nei CPR, in stato di detenzione, che non sono soggette a una limitazione amministrativa che è equiparabile a una pena detentiva ma invece sono trattenute per motivi amministrativi e in attesa di espletamento delle procedure di identificazione e di rimpatrio. Quindi è un provvedimento che presenta disomogeneità che poi, nella pratica quotidiana, si manifesteranno.
E tornando al tema delle carceri - mi avvio, Presidente, verso la conclusione - noi viviamo una situazione carceraria drammatica, dove abbiamo superato ogni limite di tollerabilità nel numero di suicidi.
Abbiamo 62.355 presenze, al 4 aprile, a fronte di una capienza regolamentare di 51.308 posti, e questo ha implicazioni dal punto di vista della dignità delle persone detenute, ma anche della dignità delle condizioni di lavoro dei tanti agenti del personale che, con dedizione, lavorano all'interno delle nostre carceri. E voi, proprio perché non sapete trovare soluzioni a situazioni di marginalità, che, purtroppo, nella nostra società stanno aumentando, perché aumenta la povertà, aumenta la solitudine, aumentano le dipendenze che riempiono le nostre carceri, vi lavate la coscienza, prevedendo nuovi reati. E quindi, nonostante questo quadro allarmante di sovraffollamento, voi introducete nuovi reati, aumentate le pene e - come è già stato detto nelle scorse settimane in un'analoga discussione in Parlamento - riportate in carcere anche le donne incinte, riportate in carcere i bambini.
Quindi, Presidente, Sottosegretario Molteni, ribadiamo la necessità di votare queste pregiudiziali di costituzionalità perché con questo provvedimento vi lavate la coscienza, sterilizzate ogni tipo di dibattito violando molti principi costituzionali, ma continuate a voltare la faccia dall'altra parte rispetto alle problematiche gravi e crescenti della nostra società (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. La deputata Ghirra ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Zanella ed altri n. 5, di cui è cofirmataria.
FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, signor Sottosegretario, sappiamo tutte e tutti che il decreto-legge Sicurezza, nato come disegno di legge, convertito per superare i pasticci fatti dalla stessa maggioranza, contiene norme in evidente contrasto con i principi della nostra Costituzione, in particolare nel campo del diritto penale, del diritto dell'immigrazione, del diritto penitenziario. Così come sappiamo bene che la maggior parte delle disposizioni ha il potenziale di minare i principi fondamentali della giustizia penale e dello Stato di diritto del nostro Paese.
Noi siamo contrarissimi nel merito e ne abbiamo discusso per mesi, sia qui alla Camera che al Senato, ma anche nel metodo, perché, a causa della vostra totale incapacità di gestire un normale percorso legislativo, avete deciso, in maniera unilaterale, di azzerare il dibattito parlamentare, ricorrendo alla decretazione d'urgenza: un atto d'imperio davvero intollerabile!
I contenuti del provvedimento sono in netto contrasto con i principi costituzionali di offensività, tassatività, ragionevolezza e proporzionalità. Le nuove disposizioni non garantiscono nessuna sicurezza, ma rispondono esclusivamente a una logica repressiva e securitaria. La sicurezza, citata ben 38 volte nel testo del provvedimento, è declinata solo in termini di proibizioni e punizioni. Non vi occupate in alcun modo di sicurezza sociale, lavorativa, umana o di introdurre modelli che garantiscano uguaglianza tra le persone, anzi acuite i divari esistenti, creando cesure profonde e insanabili.
Infatti, avete deciso di percorrere una strada diametralmente opposta a quella necessaria a garantire la giustizia sociale prima di tutto, introducendo 14 nuove fattispecie incriminatrici, aggravanti prive di fondamento razionale e inasprendo le pene di altri 9 reati. L'intento panpenalista è chiaro: volete punire più severamente, senza però aver alcun riscontro scientifico in grado di dimostrare che l'ampliamento del penalmente rilevante e l'aumento di sanzioni possano esercitare un'efficacia deterrente. L'uso dello strumento penale diventa ordinario e non più un'estrema ratio. I nuovi reati prevedono sanzioni sproporzionate per condotte che sono spesso frutto di marginalità sociale, non certo di scelte di vita.
La pena per l'occupazione abusiva di immobili, ad esempio, coincide con quella prevista per l'omicidio colposo con violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro. Un eccesso davvero incomprensibile. Usate la decretazione d'urgenza per criminalizzare le lotte sociali, trasformando in reati comportamenti (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra) che hanno a che fare con il disagio e la marginalità sociale, oltre che con le disuguaglianze economiche e con le grandi questioni sociali; piuttosto che garantire il diritto fondamentale e inviolabile alla casa, come affermato dalla Corte costituzionale e, più di recente, dal Comitato ONU, che ha condannato l'Italia per gli sgomberi in assenza di soluzioni adeguate, volete punire chi occupa abusivamente, aumentando ancora la pena da 2 a 7 anni di reclusione, prevedendo lo stesso trattamento anche per chi coopera nell'occupazione, escludendo così la possibilità di applicare le sanzioni sostitutive della pena: un attacco chiaro al Movimento per la casa.
Ancora, usate la decretazione d'urgenza per incriminare la resistenza passiva nelle carceri e nei CPR, una resistenza non violenta; una semplice manifestazione di dissenso produrrà effetti criminogeni con il rischio concreto che lo stato di detenzione possa diventare il presupposto per nuove ulteriori condanne. È così che pensate di migliorare la condizione delle nostre carceri? È così che pensate di attuare i principi della funzione rieducativa della pena, sanciti dalla nostra Costituzione? Questa norma ci preoccupa molto, anche perché ci ricorda tanto il regolamento fascista del 1931. Il delitto di rivolta carceraria, così com'è formulato nel decreto, sarà un'arma di minaccia sempre carica contro tutta la popolazione detenuta.
Ma, in realtà, è tutto il provvedimento che si ispira a un modello di diritto penale di matrice autoritaria e non liberale, che risponde a una ben chiara cultura politica di dubbia consistenza democratica. Persino i giovani ambientalisti che si battono per un mondo migliore contro le vostre politiche “climafreghiste” rischiano di incorrere in pene abnormi. Il blocco stradale da illecito amministrativo diventa illecito penale, con tanto di reclusione fino a un mese. Inoltre, il reato di deturpamento e imbrattamento di beni mobili e immobili viene utilizzato, anch'esso, in questo caso, per reprimere il dissenso, riconducibile sempre all'attività di protesta degli ecoattivisti. La disobbedienza civile e ambientale diventa, di fatto, un pretesto per limitare lo spazio civico e l'esercizio delle libertà fondamentali.
Avete poi individuato una nuova categoria di persone da punire: i coltivatori pericolosissimi di cannabis light. Un prodotto privo di princìpi psicoattivi, che appartiene a una filiera tutta made in Italy, costituisce una fiorente attività con 3.000 imprese agricole a conduzione più che altro giovanile, con oltre 20.000 addetti e un fatturato per le sole infiorescenze di oltre 2 miliardi, che potrebbe valere sino al doppio e che volete affossare per pura ideologia e propaganda.
Non avete perso l'occasione per intervenire ancora una volta sulla vostra ossessione: prevenire e contrastare l'immigrazione irregolare, non certo sospendendo il Memorandum con la Libia o interrompendo la complicità con i criminali della loro Guardia costiera, ma criminalizzando, invece, l'attività di organizzazioni umanitarie che operano in mare nel pieno rispetto dell'obbligo di prestare soccorso a chiunque si trovi in pericolo di vita e ostacolando l'applicazione di norme europee e internazionali sull'obbligo di salvataggio in mare, con l'unico terribile risultato di aumentare i rischi e gli ostacoli di chi affronta un lungo viaggio, mettendo a repentaglio la propria vita, e di chi impegna la propria vita a soccorrerli. Complimenti!
La norma più oscena in assoluto, però, è quella che riguarda la previsione della detenzione per le donne in stato di gravidanza. Una norma dallo schifoso sapore discriminatorio (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), finalizzata a reprimere un particolare gruppo sociale connotato sul piano culturale e razziale, ossia le donne di etnia rom. Durante il dibattito in Aula abbiamo persino dovuto sentire che chiuderle in prigione sarebbe, secondo voi, un modo per tutelarle e per toglierle dalla strada. È del tutto evidente che non è la sicurezza il motore che vi spinge, ma una profonda disumanità verso le donne e i bambini che nasceranno.
Nonostante i roboanti annunci di modifica, peraltro, il decreto non presenta novità rispetto al precedente disegno di legge. L'unica modifica introdotta prevede che, nel caso di donne con bambini al di sotto di un anno, la detenzione, sia dopo la condanna sia in custodia cautelare, avvenga negli ICAM, strutture che sono comunque carcerarie. Sopra questa età del bambino si potrà, però, valutare se far scontare la pena in un ICAM o direttamente in carcere. Ma non solo, non vi siete fermati qua: per la prima volta, prevedete anche la possibilità che il bambino venga strappato via dalla madre. Il decreto prevede, infatti, che la donna che non si comporta a dovere, ovvero che compromette l'ordine o la sicurezza dell'istituto - diciture estremamente vaghe, che consentono qualsiasi arbitrio - mentre è sottoposta alla custodia cautelare in un ICAM, possa essere trasferita in un carcere ordinario senza suo figlio. Per lui o per lei verranno allertati i servizi sociali, e meno male che voi siete quelli che vogliono tutelare la famiglia!
Io non so che mondo o che Paese abbiate in mente voi, ma questo provvedimento non corrisponde certamente ai nostri ideali di democrazia e libertà, ma neanche alle disposizioni della nostra Costituzione. Il 31 maggio, alla luce del sole e non con il favore delle tenebre, come stasera, vi dimostreremo che esiste un'Italia migliore, che si oppone a questo scempio (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Ancora oggi, comunque, vi chiediamo di votare le nostre pregiudiziali, di fermarvi e non andare oltre con questo provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Iezzi. Ne ha facoltà.
IGOR IEZZI (LEGA). Grazie, Presidente. Colleghi, Sottosegretario, la Lega voterà contro questa pregiudiziale perché ritiene questo provvedimento necessario e urgente. Noi sappiamo che, nelle prossime settimane, ci attenderà un dibattito lungo, approfondito, articolato e, spero, serio, sia in Commissione che in Aula. E noi siamo pronti a spiegare alla sinistra - che mi sembra abbia dei seri ed evidenti problemi a confrontarsi con la realtà - perché questo provvedimento sia urgente e necessario per una serie di categorie. Per esempio, per tutti quei cittadini che, da un giorno all'altro, da un momento all'altro, da un'ora all'altra, si ritrovano la casa occupata senza avere la possibilità di rientrarne in possesso (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Oppure, per esempio, per tutti quegli anziani che vengono truffati da persone che fanno leva sulla loro buona fede e sulla loro età, uccidendone lo spirito (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Oppure, per tutti quei lavoratori che, la mattina, vorrebbero andare a lavorare, o a portare i figli a scuola, oppure magari hanno un'urgenza vera, devono andare all'ospedale e si trovano la strada o la ferrovia bloccata da chi si arroga il privilegio di avere più diritti degli altri (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Oppure, per tutti quegli utenti, per esempio, delle metropolitane di Milano e di Roma, che vengono quotidianamente derubati e che non hanno mai la fortuna di vedere il colpevole che finisce in prigione a causa di una legge sbagliata, che permette a queste nomadi, a queste rom, di accumulare decenni di condanna senza mai scontarla (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Oppure, per tutti quei minori che sono costretti all'accattonaggio da persone senza cuore e senz'anima. Oppure - è l'ultimo esempio che voglio fare, ma potrei andare anche avanti per altri minuti - per tutti quegli agenti delle Forze di polizia o per tutti quei Vigili del fuoco a cui, finalmente, garantiremo e garantiamo una tutela legale a difesa delle loro missioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ecco, io credo che per tutte queste categorie - e non solo! - questo provvedimento non sia solo necessario e urgente, ma sia addirittura emergenziale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tommaso Antonino Calderone. Ne ha facoltà.
TOMMASO ANTONINO CALDERONE (FI-PPE). Grazie, Presidente. Ogni volta che, da qualche tempo, si assiste a una questione pregiudiziale di costituzionalità, si ha l'impressione di assistere a una dichiarazione di voto. La finalità della pregiudiziale costituzionale è quella di interrompere la discussione su un argomento specifico e, se approvata, ricordo a me stesso, impedisce l'esame dell'argomento in questione. La questione pregiudiziale è l'atto tecnicamente più stringente che esista, perché bisogna soltanto verificare se il testo normativo in trattazione confligge con le norme costituzionali, bisogna indicare le norme costituzionali (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e bisogna evidenziare le ragioni, anche avvalendosi di dottrina e giurisprudenza, per le quali non bisogna andare oltre.
Ricordo, altresì, a me stesso che stiamo discutendo ed è in trattazione un decreto-legge. E il decreto-legge, signori colleghi, ha una caratteristica, cioè che il Presidente della Repubblica può esercitare il potere di veto sostitutivo - che non ha esercitato - nel momento in cui ritiene che l'atto vada a confliggere con la Carta costituzionale. Affermare oggi che si è discusso per lungo tempo e per tanti giorni, forse mesi, un disegno di legge, poi tramutato in decreto-legge, è un argomento totalmente fuori tema. Oggi dobbiamo occuparci, o dovremmo occuparci, di verificare se questo testo normativo è in contrasto con la Costituzione. E invece assistiamo, more solito, a dichiarazioni di voto camuffate. Si parla, si dice e si discute delle norme, dei 14 reati e delle 9 aggravanti: non c'entra niente, completamente, cari colleghi. Siamo fuori tema.
Oggi, bisognava verificare soltanto se ad esempio fosse stato osservato - ed è stato osservato - l'articolo 77, comma 2, della Costituzione, ossia se, operando con decreto-legge e applicando un decreto-legge, ci fossero le straordinarie ragioni di urgenza e necessità. Vi invito a leggere, a rileggere - vi chiedo scusa - i precedenti, anche quelli che riguardano la materia penale. È chiaro ed evidente che neanche il Presidente della Repubblica ha ravvisato l'insussistenza o meglio la violazione dell'articolo 77 della Costituzione. Altro esercizio costituzionale, anzi, normativo che bisognava fare era quello di verificare l'omogeneità. Stiamo parlando di sicurezza e di ordine pubblico. Leggiamo, rectius, rileggiamo tutte le norme e ci rendiamo conto che siamo perfettamente in tema.
Allora, colleghi, non vado a immischiarmi o a cadere nella palude del merito, perché a me, oggi, non interessa nulla del merito della questione; ne riparleremo nella discussione generale e nella dichiarazione di voto. Oggi, dobbiamo discutere se questo testo normativo sia in contrasto con la Costituzione. Invito tutti, anche me stesso, a rileggere il diritto costituzionale, soprattutto il diritto parlamentare, che è cosa diversa dagli spaghetti alla carbonara (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Ho finito, Presidente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Antonio D'Alessio. Ne ha facoltà.
ANTONIO D'ALESSIO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Poche volte votiamo favorevolmente sulle pregiudiziali di costituzionalità. Questa volta lo faremo. Per la verità, un provvedimento che giace da mesi entro l'iter legislativo ordinario esclude di per sé l'urgenza: è un fatto evidente. Se per mesi si è espletato un lavoro parlamentare, esso viene vanificato dal fatto che c'è un'inversione immediata di tendenza e di iter legislativo, che non viene giustificata da nessun elemento nuovo.
È chiaro che l'elemento sicurezza deve essere affrontato, ma il tema è il seguente: è questo lo strumento attraverso il quale va affrontato, visto che per mesi, mesi e mesi si è lavorato nelle Commissioni, con lavori parlamentari lunghi, anche di audizioni importanti?
Peraltro, non lo dobbiamo citare il Presidente della Repubblica soltanto quando ci conviene, perché il Presidente della Repubblica, anche su questo abuso della decretazione d'urgenza, al netto del fatto che siamo in tema di pregiudiziali di costituzionalità, più volte ha ammonito un uso improprio e l'uso improprio è proprio perché viene in rilievo nel momento in cui non ci sono gli estremi. Viene stiracchiata l'utilizzazione e abusato l'utilizzo di questo strumento, proprio perché l'elemento dell'urgenza e della necessità viene forzato. Non è vero che si vuole aggirare il dibattito parlamentare; è che il dibattito parlamentare, in questo modo e con questo modo di procedere, finisce col non avere più senso. Altro che aggirarlo, non ce n'è proprio più bisogno, perché il dibattito diventa veramente inutile in troppe circostanze.
Peraltro, l'introduzione di tanti nuovi reati e aggravanti in un sistema in cui si contano innumerevoli, infinite fattispecie incriminatrici, non fa altro che minare ogni certezza, creare disfunzioni sistematiche, aggravare il livello interpretativo e appesantire inutilmente il carico giudiziario. Dico inutilmente, perché, innanzitutto, con queste introduzioni, non realizza un sistema normativo giusto ed equo, ma soprattutto non risolve minimamente i problemi sociali alla base, che hanno spinto l'adozione di questo provvedimento, in teoria.
Molti principi costituzionali violati (la proporzionalità, l'uguaglianza), molte le norme richiamate dai colleghi che hanno svolto considerazioni precedenti, alle quali mi riporto e ne cito solo una: quel contrasto con l'articolo 31 relativo alle detenute madri. Ricordiamo che l'articolo 31 della Costituzione tutela la maternità e l'infanzia. Quel contrasto sinceramente deve toccare le corde più profonde della nostra sensibilità. Voteremo a favore delle pregiudiziali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gianluca Vinci. Ne ha facoltà.
GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Leggendo queste pregiudiziali, penso che l'opposizione abbia superato ogni limite, raggiungendo le 27 pagine di pregiudiziali. Non si capisce tanto quale sia l'incostituzionalità, quanto la volontà politica di opporsi a questo decreto, ma dal punto di vista del contenuto politico, non tanto dal punto di vista costituzionale.
Infatti, pur scorrendo, anche con una certa attenzione, per andare a vedere se, nello specifico, erano indicati i termini precisi dell'incostituzionalità, si legge soltanto (buttato lì, all'interno di una pregiudiziale) che questo decreto, genericamente, violerebbe l'articolo 13 della Costituzione, che stabilisce che la libertà personale è inviolabile (non si capisce, perché nessuno spiega dove quest'articolo violerebbe l'articolo 13); violerebbe l'articolo 21 (ma non dicono dove), che garantisce a tutti gli individui il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Poi vengono citati gli articoli 16, 25, 27 e 31. Se qualcuno si fosse anche degnato di portare, nello specifico, casi concreti, magari si sarebbe accorto che di incostituzionale in questo decreto non vi è proprio nulla.
Invece, vi sono provvedimenti assolutamente utili e urgenti, come la possibilità di revocare la cittadinanza ai soggetti stranieri che hanno avuto la cittadinanza negli ultimi dieci anni, che sono stati condannati per gravi fatti, gravi crimini, tra cui anche il terrorismo, l'eversione e altri gravi reati. Con questo decreto si dà allo Stato la possibilità di revocare, nei dieci anni successivi, la cittadinanza.
Non si capisce cosa ci sia di non buono per i cittadini italiani e di non urgente, quando questo tipo di reato, invece, è un reato… Sono cittadini che nulla hanno a che vedere con il corretto vivere all'interno dello Stato italiano.
Vi è poi una battaglia storica della sinistra, quella per consentire la vendita delle inflorescenze di cannabis. Lì proprio si vede anche una certa animosità all'interno delle pregiudiziali, perché, a tutti i costi, si insiste, non tanto per la coltivazione della cannabis per uso industriale (non so, si poteva battere su altri temi), no, si parla sempre nel dettaglio di inflorescenze da cannabis, tema tanto caro al mondo della sinistra.
E poi vi è una battaglia incredibile - e si è sentita anche nelle discussioni di poco fa - sul fatto di non mettere il reato ai blocchi stradali. Cioè, si vorrebbe mantenere illecito amministrativo la possibilità di alcuni soggetti di bloccare la viabilità e magari punire qualche ragazzotto nullatenente di qualche centro sociale con una semplice sanzione amministrativa, che mai pagherà, invece che con il carcere, come prevede questo decreto. E sinceramente non capiamo (e non ci è dato sapere perché non ce l'ha spiegato neanche il Partito Democratico che nel proprio intervento ha parlato della gravità del creare questo tipo di reato) quali problemi ci siano per un cittadino onesto che si vuole recare al lavoro o dovunque voglia andare, perché la Costituzione parla di libertà di movimento, e quindi di impedire a chicchessia di bloccare le strade, magari solo con una semplice sanzione amministrativa.
Ci si è poi schierati (si è sentito anche in qualche intervento precedente al mio) sulle detenute madri, cioè le madri criminali. La sinistra, invece che difendere, in qualche modo, i minori, i bambini, cerca di difendere le detenute madri, cioè le madri criminali.
Questo sicuramente non è un atteggiamento che a noi possa piacere, neanche da un punto di vista legislativo. Per questo e tanti altri motivi, ma cinque minuti sono veramente pochi, si voterà assolutamente contro questa pregiudiziale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali Magi e Schullian n. 1, D'Orso ed altri n. 2, Bonafe' ed altri n. 3, Boschi ed altri n. 4 e Zanella ed altri n. 5.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).
Sui lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, all'ordine del giorno della seduta di domani, giovedì 24 aprile, a partire dalle ore 9, sarà iscritto unicamente l'esame del Documento di finanza pubblica. Il seguito dell'esame degli ulteriori argomenti previsti dal vigente calendario dei lavori per la giornata di domani è rinviato ad altra data.
Resta fermo lo svolgimento della celebrazione dell'ottantesimo anniversario della Liberazione, che avrà luogo al termine delle votazioni.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare il deputato Claudio Stefanazzi. Ne ha facoltà, per due minuti.
CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Caro Pietro, quando, tra qualche anno, mamma Alessandra ti mostrerà questo video ti racconterà che, nella solennità dell'Aula del Parlamento, è stato ricordato tuo padre, Donato Metallo (Applausi), che, poche ore fa, ci ha lasciato, a 44 anni, dopo aver combattuto con coraggio e una forza incredibile contro un nemico crudele. Un papà di cui potrai andare sempre fiero, che è stato un sindaco amatissimo dalla sua città, Racale, che in anni di governo ha reso ancora più bella, più giusta e più libera, per poi essere eletto con tantissimi voti, letteralmente spinto dalla sua gente, in consiglio regionale della Puglia, dove ha realizzato iniziative di grande valore. È stato il primo firmatario della legge contro l'omotransfobia, approvata nello scorso luglio, e per la quale ha voluto essere presente in Aula, nonostante le precarie condizioni di salute. Ha proposto e portato ad approvazione la legge per la valorizzazione delle bande musicali pugliesi, la prima in Italia del suo genere, che ha riconosciuto il valore culturale e sociale delle bande da giro, patrimonio immateriale delle nostre comunità. Ha messo tutto se stesso per l'approvazione della legge per garantire la fornitura gratuita delle parrucche alle donne sottoposte a chemioterapia e per quella per l'accesso gratuito ai caschi refrigeranti per le pazienti oncologiche per ridurre gli effetti collaterali della chemioterapia. Ogni sua azione è stata guidata dalla volontà di essere al servizio degli ultimi. È proprio grazie a una sua legge che alle persone senza fissa dimora è oggi garantito in Puglia un medico di base. Tuo padre è stato un uomo sorridente e grato alla vita, che ha saputo ricambiare con l'impegno civile tutti i doni che la vita stessa gli ha fatto, come ognuno di noi dovrebbe fare, qualsiasi ruolo sia chiamato a svolgere nella vita.
La regione Puglia e il Partito Democratico gli devono tanto e lo ricorderanno come un uomo mite, appassionato e libero. Ad Alessandra e ai nonni, Esa e Pasquale, un abbraccio forte e a te, Pietro, l'augurio di poter crescere nel solco della passione umana e civile che ha sempre animato tuo padre, Donato, quel fuoco che gli ardeva dentro e rendeva i suoi occhi e il suo sorriso unici e coinvolgenti. Ciao, Donato (Prolungati applausi)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Carla Giuliano. Ne ha facoltà.
CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Ancora una volta in questi giorni il nostro Paese è sconvolto da due morti sul lavoro: il signor Marino, che è morto ad Apricena nel foggiano in un'azienda di marmo, aveva 59 anni, e nel catanese un altro operaio ha perso la vita mentre portava e scaricava delle fasce di acciaio. Purtroppo, nel 2025 le morti sul lavoro sono ancora in aumento rispetto al 2024. Solo nel foggiano, solo nel 2024, ci sono state 4.000 denunce e 13 morti e la tendenza nazionale, purtroppo, non scende. È per questo che sollecitiamo sempre una ulteriore riflessione, un ulteriore impegno del Governo e del Parlamento per fare della sicurezza sul lavoro la nostra priorità. Abbiamo sostenuto la legge che ha introdotto la sicurezza sul lavoro come disciplina da insegnare nelle scuole. Ci stiamo battendo in ogni contesto per l'istituzione di una procura nazionale sul lavoro e per diffondere la cultura della sicurezza del lavoro, che passa anche da un lavoro sempre meno precario e sempre più stabile, che consente anche alle aziende di investire sulla sicurezza sul lavoro, perché non si può, nel 2025, morire di lavoro e morire per lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Stefania Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Oggi nell'esame del decreto-legge n. 25 del 14 marzo 2025 doveva esserci un emendamento, un emendamento che era stato promesso dal Ministero del Lavoro per prorogare gli ammortizzatori sociali per le 50 lavoratrici del gruppo La Perla. Così non è stato, perché all'interno di questo disegno di legge non c'era questo emendamento. L'emendamento che avevo presentato non è stato nemmeno discusso e oggi queste lavoratrici, a cui era stato promesso, stabilito, redatto un emendamento, si ritrovano con una promessa tradita. Tutto questo è inaccettabile e indegno, dal momento che queste lavoratrici da numerosi mesi si trovano senza alcuna entrata economica e nonostante questo hanno fatto presìdi, hanno lottato e sono venute qui al Ministero per sostenere la propria azienda e la propria professionalità e per difendere La Perla, un vero e proprio made in Italy e tutto quello che avete potuto fare è stato tradirle.
Soprattutto, voglio ricordarvi che sono donne, sono madri, sono figlie, che noi del MoVimento 5 Stelle abbiamo incontrato, abbiamo conosciuto, abbiamo ascoltato e abbiamo portato le loro istanze qui all'interno del Parlamento con numerose interrogazioni parlamentari. Io voglio ricordarvi che a tutte queste persone avete veramente sbattuto la porta in faccia e avete dimostrato che di loro non ve ne frega assolutamente niente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Concluda.
STEFANIA ASCARI (M5S). Vi voglio ricordare che non si gioca con la vita delle persone. Vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marco Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. A Nichelino esiste un'importante azienda farmaceutica. Si chiama Procemsa. Il 16 aprile l'agenzia per il lavoro ha comunicato a una lavoratrice somministrata, eletta RSU nell'ottobre del 2023, la cessazione della sua prestazione presso questa azienda.
Vede, Presidente, noi ci battiamo da anni contro la precarietà nel mondo del lavoro, contro la ricattabilità, contro l'insicurezza e i salari da fame. Pensiamo - lo dico vista la tarda ora e visto il silenzio di quest'Aula - che lo staff leasing, i lavoratori somministrati siano una piaga, anzi, pensiamo che quel tipo di lavoro sia un lavoro illegale e che nessuno avrebbe dovuto rendere legale quella che è semplicemente intermediazione di mano d'opera. Ma davanti a una vicenda come questa vorrei che il Parlamento non solo desse tutta la propria solidarietà a Valeria, ma dicesse a Valeria che non è accettabile che una lavoratrice, che può essere candidata, eletta RSU, possa essere licenziata come rappresaglia. Non c'è un altro termine per dire che quella lavoratrice somministrata, oggi licenziata, ha ricevuto un attacco antisindacale.
E lo dico a questo Parlamento, lo diciamo alla Ministra Calderone. Noi crediamo che quei lavoratori somministrati non debbano esistere, e sa perché? Perché cosa faceva Valeria da RSU? Lottava per i diritti degli altri lavoratori, per far sì che non ce ne fossero diversi, perché non avessero mansioni diverse, perché ci fosse un unico regolamento aziendale. Allora, l'idea che questo Parlamento abbia addirittura legiferato per rendere al 100 per cento, magari, i lavoratori somministrati in un'azienda, che non ci sia neanche più un riferimento, non ci sia neanche più una percentuale, rendere al 100 per cento tutti ricattabili, ho finito… Noi non lo dobbiamo fare solo per Valeria, lo dobbiamo fare per tutti quei lavoratori e lavoratrici che credono nella rappresentanza, che credono di poter cambiare in meglio il mondo del lavoro anche grazie alle loro idee, anche grazie alla loro partecipazione. Per questo siamo con Valeria e per questo chiediamo a Procemsa di tornare indietro prima che lo faccia un giusto tribunale del lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Giovedì 24 aprile 2025 - Ore 9:
1. Discussione del Documento di finanza pubblica 2025 (Doc. CCXL, n. 1).
Relatrice: LUCASELLI.
La seduta termina alle 23,45.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nella votazione n. 3 il deputato Soumahoro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 4 la deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 6 il deputato Paolo Emilio Russo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 7 le deputate Boldrini e Madia hanno segnalato che si sono erroneamente astenute mentre avrebbero voluto esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 20 i deputati presenti del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe hanno segnalato che hanno erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimere voto contrario;
nella votazione n. 30 la deputata Madia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nelle votazioni dalla n. 35 alla n. 48 le deputate Latini e Loizzo hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 35 il deputato Marchetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 39 il deputato Pretto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | DDL 2308-A - ODG N 1 | 252 | 252 | 0 | 127 | 39 | 213 | 75 | Resp. |
2 | Nominale | ODG 9/2308-A/4 | 259 | 257 | 2 | 129 | 100 | 157 | 75 | Resp. |
3 | Nominale | ODG 9/2308-A/5 | 260 | 256 | 4 | 129 | 100 | 156 | 75 | Resp. |
4 | Nominale | ODG 9/2308-A/14 | 255 | 252 | 3 | 127 | 97 | 155 | 73 | Resp. |
5 | Nominale | ODG 9/2308-A/15 | 265 | 262 | 3 | 132 | 105 | 157 | 73 | Resp. |
6 | Nominale | ODG 9/2308-A/17 | 261 | 255 | 6 | 128 | 100 | 155 | 73 | Resp. |
7 | Nominale | ODG 9/2308-A/18 | 265 | 258 | 7 | 130 | 100 | 158 | 72 | Resp. |
8 | Nominale | ODG 9/2308-A/19 | 268 | 268 | 0 | 135 | 109 | 159 | 72 | Resp. |
9 | Nominale | ODG 9/2308-A/22 | 266 | 259 | 7 | 130 | 94 | 165 | 72 | Resp. |
10 | Nominale | ODG 9/2308-A/25 | 264 | 261 | 3 | 131 | 103 | 158 | 72 | Resp. |
11 | Nominale | ODG 9/2308-A/27 | 267 | 263 | 4 | 132 | 103 | 160 | 72 | Resp. |
12 | Nominale | ODG 9/2308-A/28 | 270 | 265 | 5 | 133 | 102 | 163 | 72 | Resp. |
13 | Nominale | ODG 9/2308-A/29 | 266 | 263 | 3 | 132 | 103 | 160 | 72 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | ODG 9/2308-A/34 | 269 | 269 | 0 | 135 | 44 | 225 | 72 | Resp. |
15 | Nominale | ODG 9/2308-A/36 | 269 | 265 | 4 | 133 | 104 | 161 | 72 | Resp. |
16 | Nominale | ODG 9/2308-A/37 | 262 | 258 | 4 | 130 | 102 | 156 | 72 | Resp. |
17 | Nominale | ODG 9/2308-A/38 | 257 | 254 | 3 | 128 | 102 | 152 | 72 | Resp. |
18 | Nominale | ODG 9/2308-A/39 | 265 | 260 | 5 | 131 | 102 | 158 | 72 | Resp. |
19 | Nominale | ODG 9/2308-A/40 | 267 | 264 | 3 | 133 | 105 | 159 | 72 | Resp. |
20 | Nominale | ODG 9/2308-A/41 | 269 | 267 | 2 | 134 | 68 | 199 | 72 | Resp. |
21 | Nominale | ODG 9/2308-A/45 | 267 | 263 | 4 | 132 | 104 | 159 | 71 | Resp. |
22 | Nominale | ODG 9/2308-A/50 | 265 | 260 | 5 | 131 | 102 | 158 | 71 | Resp. |
23 | Nominale | ODG 9/2308-A/51 | 268 | 263 | 5 | 132 | 103 | 160 | 71 | Resp. |
24 | Nominale | ODG 9/2308-A/55 | 265 | 261 | 4 | 131 | 102 | 159 | 71 | Resp. |
25 | Nominale | ODG 9/2308-A/58 | 257 | 254 | 3 | 128 | 99 | 155 | 71 | Resp. |
26 | Nominale | ODG 9/2308-A/59 | 258 | 254 | 4 | 128 | 100 | 154 | 71 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nominale | ODG 9/2308-A/62 | 251 | 247 | 4 | 124 | 100 | 147 | 71 | Resp. |
28 | Nominale | ODG 9/2308-A/73 | 253 | 250 | 3 | 126 | 102 | 148 | 71 | Resp. |
29 | Nominale | ODG 9/2308-A/74 | 249 | 246 | 3 | 124 | 98 | 148 | 71 | Resp. |
30 | Nominale | ODG 9/2308-A/75 | 245 | 242 | 3 | 122 | 97 | 145 | 71 | Resp. |
31 | Nominale | ODG 9/2308-A/77 | 246 | 243 | 3 | 122 | 98 | 145 | 71 | Resp. |
32 | Nominale | ODG 9/2308-A/79 | 248 | 245 | 3 | 123 | 99 | 146 | 71 | Resp. |
33 | Nominale | ODG 9/2308-A/80 | 249 | 246 | 3 | 124 | 100 | 146 | 71 | Resp. |
34 | Nominale | ODG 9/2308-A/83 | 246 | 243 | 3 | 122 | 99 | 144 | 71 | Resp. |
35 | Nominale | ODG 9/2308-A/84 | 201 | 199 | 2 | 100 | 72 | 127 | 81 | Resp. |
36 | Nominale | ODG 9/2308-A/85 | 200 | 198 | 2 | 100 | 72 | 126 | 81 | Resp. |
37 | Nominale | ODG 9/2308-A/86 | 202 | 200 | 2 | 101 | 72 | 128 | 81 | Resp. |
38 | Nominale | ODG 9/2308-A/87 | 200 | 198 | 2 | 100 | 70 | 128 | 81 | Resp. |
39 | Nominale | ODG 9/2308-A/88 | 216 | 214 | 2 | 108 | 77 | 137 | 79 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 50) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nominale | ODG 9/2308-A/89 | 215 | 213 | 2 | 107 | 76 | 137 | 79 | Resp. |
41 | Nominale | ODG 9/2308-A/90 | 209 | 207 | 2 | 104 | 75 | 132 | 79 | Resp. |
42 | Nominale | ODG 9/2308-A/91 | 215 | 213 | 2 | 107 | 77 | 136 | 79 | Resp. |
43 | Nominale | ODG 9/2308-A/99 | 215 | 188 | 27 | 95 | 53 | 135 | 79 | Resp. |
44 | Nominale | ODG 9/2308-A/101 | 218 | 213 | 5 | 107 | 76 | 137 | 79 | Resp. |
45 | Nominale | ODG 9/2308-A/102 | 212 | 208 | 4 | 105 | 75 | 133 | 79 | Resp. |
46 | Nominale | ODG 9/2308-A/104 | 213 | 187 | 26 | 94 | 53 | 134 | 79 | Resp. |
47 | Nominale | ODG 9/2308-A/20 | 217 | 213 | 4 | 107 | 75 | 138 | 79 | Resp. |
48 | Nominale | ODG 9/2308-A/57 | 215 | 212 | 3 | 107 | 78 | 134 | 79 | Resp. |
49 | Nominale | DDL 2308-A - VOTO FINALE | 214 | 212 | 2 | 107 | 141 | 71 | 77 | Appr. |
50 | Nominale | DDL 2355 - QUEST PREG 1, 2, 3, 4, 5 | 209 | 207 | 2 | 104 | 64 | 143 | 74 | Resp. |