XIX LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 473 di venerdì 2 maggio 2025
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI
La seduta comincia alle 9,30.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata Segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
GILDA SPORTIELLO , Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 24 aprile 2025.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 63, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Svolgimento di interpellanze urgenti.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.
(Iniziative volte a garantire l'effettiva disponibilità del fondo previsto dalla legge di bilancio per il 2025 relativo allo svolgimento di iniziative per la celebrazione dell'ottantesimo anniversario della Resistenza e della guerra di liberazione - n. 2-00594)
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interpellanza urgente all'ordine del giorno De Maria e Fornaro n. 2-00594 (Vedi l'allegato A).
Chiedo al deputato De Maria se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.
ANDREA DE MARIA (PD-IDP). Grazie, Presidente. In sede di legge di bilancio, come ricorda il titolo dell'interpellanza, è stato previsto un fondo di 700.000 euro, destinato alle associazioni partigiane combattentistiche, per il 2025, ma anche per i due anni successivi, dedicato alla memoria della guerra di liberazione e della Resistenza, ma anche del referendum in cui il popolo italiano liberamente scelse di essere governato da una Repubblica, il 2 giugno del 1946, dell'anniversario dell'approvazione definitiva della Costituzione, il 22 dicembre 1947, e del riconoscimento del diritto di voto alle donne. Momenti fondamentali della nostra storia, che sono alla base della nostra democrazia, di un Paese che sconfisse il nazismo e il fascismo, si riscattò dalla dittatura e dalla tragedia della guerra fascista, e conquistò la libertà e la democrazia grazie, prima di tutto, al sacrificio di chi combatté nella guerra di liberazione per liberare tutti gli italiani. Come disse il comandante Bulow, Arrigo Boldrini, quei partigiani combatterono per chi c'era, per chi non c'era e anche per chi era contro. Credo che quella memoria sia una responsabilità di tutte le nostre istituzioni e abbia un grandissimo valore di attualità, perché in quella storia ci sono le radici più autentiche della nostra democrazia, le radici di quella Costituzione che è e deve essere riferimento di tutti noi che abbiamo responsabilità istituzionali.
Dieci anni fa, in occasione del settantesimo anniversario della Liberazione, era stata assunta un'iniziativa analoga di grande rilievo. Quest'anno, con un emendamento a mia prima firma, abbiamo provato anche a recuperare un ritardo che c'era stato, prevedendo un intervento analogo di sostegno finanziario specifico alle iniziative legate all'ottantesimo anniversario della Liberazione. Peraltro, quell'emendamento, in Commissione bilancio alla Camera, ricevette il parere favorevole del Governo e fu approvato con il voto di tutti i gruppi parlamentari. Quindi fu anche un'occasione importante di unità del Parlamento e anche di impegno del Governo su un tema di così grande rilievo. Solo che quelle risorse, ad oggi, non sono ancora state rese disponibili.
Io non faccio questo intervento per fare polemica politica. Si potrebbe fare perché il 25 aprile intanto è già passato, ma abbiamo ancora davanti il resto di quest'anno e altri due anni rispetto a questa previsione che c'era nell'emendamento e che, poi, è stata tradotta in un articolo della legge di bilancio. Non volendo fare polemica politica, non voglio neanche ricordare un episodio abbastanza sgradevole, legato a un emendamento presentato e poi ritirato in Commissione affari costituzionali, che metteva in discussione l'impianto di quell'articolo della legge di bilancio. Ora, però, io chiedo davvero al Governo di mettere in atto tutte le iniziative necessarie a far sì che quelle risorse siano effettivamente disponibili. Lo dovevano già essere e davvero lo devono essere nel tempo più breve possibile, perché bisogna rendere effettiva quella positiva volontà che abbiamo condiviso, come Governo e Parlamento, di prevedere un'iniziativa specifica, in particolare riferita all'ottantesimo anniversario della Liberazione.
PRESIDENTE. Il Ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, ha facoltà di rispondere.
ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interpellanti, che mi offrono l'opportunità, con la loro interpellanza, di ribadire ancora una volta il fondamentale valore civico e sociale della memoria, soprattutto storica, e la grande rilevanza della stessa come strumento educativo a favore delle giovani generazioni, presenti e future.
Venendo al quesito oggetto dell'interpellanza urgente, desidero evidenziare, innanzitutto, che è stata prevista in legge di bilancio - come è stato ricordato - l'istituzione di un fondo presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, con una dotazione pari a 700.000 euro annui per il triennio 2025, 2026 e 2027.
Tale fondo è destinato alla promozione e allo svolgimento di iniziative per la celebrazione dell'anniversario della Resistenza e della guerra di liberazione, della Repubblica, del voto alle donne e della Costituzione.
Il legislatore, per mezzo dell'articolo 1, comma 600, della legge 30 dicembre 2024, n. 207, ha individuato nella Confederazione italiana fra le associazioni combattentistiche e partigiane il soggetto legittimato a esprimere propositività a valere sulla somma stanziata, con riferimento a ciascuno dei citati ambiti di intervento.
Le risorse disponibili sono confluite nel bilancio della Presidenza del Consiglio dei ministri, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 10 marzo 2025, mediante istituzione, nell'ambito del Segretariato generale, del capitolo di spesa n. 329, denominato “Somme destinate alla celebrazione dell'ottantesimo anniversario della Resistenza e della guerra di liberazione, della Repubblica e del voto alle donne e della Costituzione”.
La struttura di missione “Anniversari di interesse nazionale” è stata individuata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri quale unità organizzativa preposta a dare attuazione alle disposizioni normative richiamate nell'interpellanza, ed è attualmente in corso di perfezionamento la delega alla citata struttura di missione per la gestione di tali risorse, che si consoliderà in un tempo breve. E questo è l'impegno certamente che assumiamo, anche per dare evidenza pubblica a questo consolidamento.
In particolare, mi preme evidenziare che i fondi saranno ripartiti in maniera equa fra i quattro importanti ambiti di intervento che il legislatore ha specificatamente individuato in legge di bilancio, destinando a ciascuno di essi il 25 per cento delle risorse disponibili per ciascun anno, con l'obiettivo di garantire il miglior uso della provvista finanziaria complessiva.
Stiamo lavorando con determinazione per giungere alla stipula di un protocollo operativo in cui saranno definite le modalità con le quali dovrà aver luogo la presentazione delle progettualità da parte dei soggetti promotori, nonché l'indicazione dei criteri per la valutazione tecnica delle stesse.
La Struttura di missione “Anniversari di interesse nazionale”, che da sempre garantisce il massimo impegno per la valorizzazione della memoria di momenti cruciali della storia del nostro Paese, assolverà adeguatamente al compito di onorare anche l'anniversario della Resistenza e della guerra di liberazione, promuovendo la realizzazione di altrettanti progetti e proposte che saranno promossi dalla Confederazione fra le associazioni combattentistiche e partigiane.
Mi preme ricordare che, ad oggi, alla citata Struttura di missione sono stati riconosciuti contributi per la realizzazione di numerose iniziative, volte a celebrare, tra gli altri, l'ottantesimo Anniversario dello sbarco alleato, a ricordare l'eccidio delle Fosse ardeatine e ad evidenziare il contributo degli ebrei alla Guerra di Liberazione nazionale e alla Resistenza nell'Italia settentrionale.
Voglio sottolineare, quindi, con grande fermezza, che il timore di non valorizzare adeguatamente la memoria di momenti fondamentali della nostra storia è del tutto infondato, perché il Governo sta lavorando con determinazione per dare attuazione alle richiamate iniziative progettuali.
La promozione e la tutela del valore della memoria, infatti, rappresentano una priorità assoluta per me e per tutto il Governo. L'impegno in questo ambito è massimo, perché la memoria storica è un pilastro fondamentale per la crescita civile e culturale della Nazione.
Per tale ragione continueremo a lavorare con grande determinazione, nell'attuale quadro di finanza pubblica, per far sì che queste iniziative commemorative ricevano il necessario sostegno, affinché la collettività, ma soprattutto le nuove generazioni, possano conoscere e custodire il nostro patrimonio storico e culturale, il patrimonio della nostra Repubblica.
PRESIDENTE. Il deputato De Maria ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.
ANDREA DE MARIA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intanto voglio ringraziare il Ministro per essere venuto personalmente in Aula a rispondere, un fatto che apprezzo. Sarà - se ben capisco - il suo Ministero, attraverso la Struttura di missione che è stata citata, ad occuparsi dell'impegno di queste risorse.
Nella risposta restano due temi che ci tengo a sottolineare. Il primo è la tempistica, nel senso che il 25 aprile è passato, c'è poco da fare. Adesso non possiamo tornare indietro nel tempo, ovviamente, però si tratta di fare davvero molto presto perché una delle date individuate era il 25 aprile nella legge di bilancio: è stata approvata alla fine dell'anno scorso, quindi un certo ritardo evidentemente c'è stato e penso che vada colmato davvero al più presto possibile.
Ministro, sull'uso delle risorse - in parte l'ha detto nel suo intervento - credo sia molto importante costruire al meglio la relazione tra la Struttura di missione e la Confederazione delle associazioni combattentistiche e partigiane che, in modo condiviso, abbiamo individuato come riferimento per queste iniziative, in modo che si crei anche, insomma, la giusta sinergia e le iniziative si possano davvero realizzare nel modo migliore.
Quindi, diciamo che sono parzialmente soddisfatto e mi riservo di verificare lo sviluppo delle iniziative a cui il Ministro ha fatto riferimento nel suo intervento.
(Elementi e iniziative in ordine all'accesso al cosiddetto reddito di libertà, anche con riferimento all'incremento delle relative risorse - n. 2-00589)
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Sportiello ed altri n. 2-00589 (Vedi l'allegato A). Chiedo alla deputata Sportiello se intenda illustrare la sua interpellanza. No, si riserva di intervenire in sede di replica.
Il Ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, ha facoltà di rispondere.
ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. Grazie, Presidente. Gli interpellanti chiedono informazioni circa il reddito di libertà, misura di sostegno economico per le donne vittime di violenza istituita nel 2020 che il nostro Governo ha reso strutturale, sottraendola così all'alea dei rinnovi annuali e dando alle donne una maggiore sicurezza circa questo strumento e alle regioni la possibilità di una programmazione.
Questa decisione si inserisce nel quadro della grande attenzione che in questa legislatura è stata riservata al contrasto della violenza, attraverso interventi normativi, finanziari e di sensibilizzazione.
Come è noto, le risorse previste ammontano a 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026. Per degli incrementi disposti dal Governo e dal Parlamento, l'importo mensile del reddito di libertà è già aumentato a 500 euro, per un massimo di dodici mensilità. Cifra che salirà ancora con l'imminente decreto di riparto di un ulteriore milione annuale stanziato in sede di esame parlamentare dell'ultima legge di bilancio.
Il decreto di riparto dei fondi del 2024 e 2025 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 4 marzo scorso all'esito di un'istruttoria resa complessa dalle positive innovazioni introdotte nella misura in termini di stabilizzazione e incremento, dalla presenza di un numero consistente di domande pregresse oltre un terzo delle quali risalente al 2022, e da un iter complicato. Lo schema di decreto era infatti stato già concordato a livello tecnico a giugno dello scorso anno, ma a ridosso della riunione della Conferenza unificata che avrebbe dovuto esprimersi è stato oggetto di ripensamento da parte delle regioni, con una conseguente revisione che ha comportato un allungamento della procedura, con il necessario assenso delle regioni e dell'ANCI, e il concerto dei Ministri del Lavoro e dell'Economia.
Si ricorda in ogni caso che nella scorsa legislatura, pur in assenza di innovazioni legislative da gestire, il decreto ha ripartito non solo le risorse del 2022 ma anche quelle dell'anno 2021, per il quale il riparto è arrivato dunque nell'esercizio finanziario successivo.
Per quanto riguarda le domande pregresse pendenti dalle precedenti annualità, hanno conservato piena priorità, previo rinnovo nel corso di una finestra di 45 giorni per la conferma dell'attualità dei requisiti. Tale finestra si è conclusa il 18 aprile scorso e le domande rinnovate ammontano a 1.864.
I fondi relativi al 2024 saranno impiegati prioritariamente per soddisfare queste domande, le quali in ogni caso troveranno copertura integrale senza intaccare le risorse stanziate per l'annualità 2025. La Ministra Roccella, infatti, ha già disposto che l'eventuale esigenza di somme eccedenti per le domande pregresse che sono state rinnovate sia coperta attraverso risorse proprie del Dipartimento per le pari opportunità da mettere a disposizione delle regioni. Nessuna richiesta pregressa e riproposta resterà, dunque, inevasa e nessuna risorsa prevista per l'anno corrente e per le nuove domande sarà utilizzata a copertura delle annualità precedenti.
Per quanto riguarda la richiesta della disponibilità dei dati nazionali e regionali, non si ravvisano criticità in merito, fermi restando eventuali profili di riservatezza degli stessi. Sarà nostra premura trasmettere all'interrogante i dati pervenuti dall'INPS, che in ogni caso anticiperò oggi stesso, in questa sede, brevi manu alla prima firmataria del quesito.
PRESIDENTE. La deputata Sportiello ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.
GILDA SPORTIELLO (M5S). Oggi vengo in quest'Aula e chiedo al Governo di intervenire, chiedo al Governo di renderci edotti sui problemi, sulle difficoltà che ci sono nell'erogazione del reddito di libertà, sul fatto che i fondi sono insufficienti, sul fatto che hanno emanato i decreti troppo tardi, sul fatto che neanche i dati delle erogazioni sono così precisi e non ci permettono di capire quante domande sono state effettivamente evase a fronte di tutte quelle che sono state le richieste.
Allora, io non possono non registrare, innanzitutto, che in Aula, sui banchi del Governo, a rispondermi a questa domanda sulle violenze di genere, sul reddito di libertà, non c'è la Ministra Roccella, che evidentemente ha altre priorità e ha altro da fare, ma c'è il Ministro per lo Sport e i giovani, che io capisco che venga qui e mi venga a leggere una risposta su una materia che non è di sua competenza, ma quando mi si dice che c'è grande attenzione sul tema delle violenze di genere da parte di questo Governo, mi si rizzano i capelli sulla testa. Infatti, a fronte degli ultimi femminicidi che ci sono stati, neanche una parola dalla Presidente del Consiglio.
Ma qual è l'attenzione che state dando? Qual è l'attenzione, se negate la necessità dell'educazione sessuo-affettiva nelle scuole? Qual è l'attenzione, se l'unica misura che siete stati in grado di attuare è una misura che riconosce le violenze di genere quando però già siamo morte, niente prima? E guardate che, se non sapete che la violenza economica è violenza di genere, abbiamo un problema enorme, perché, se non ne siete consapevoli, non riusciremo mai a mettere in campo delle misure fondamentali per porre un freno a tutto questo.
Allora, stamattina, come al solito, davanti a una domanda su una materia e su una misura così urgente da affrontare, come al solito, ci venite a dire che fondamentalmente state facendo di tutto e di più e che va tutto bene, e sembra che sia il mondo fuori a non essersi accorto di quello che state facendo. Peccato che, però, nel 2024, a causa dei vostri ritardi nell'emanazione dei decreti sul reddito di libertà, ci sono state tante donne che hanno fatto richiesta e che non si sono viste riconoscere questo beneficio che spettava loro. Ci dite: “Vabbè, ma lo recupereranno nel 2025”. No, non è così automatico, perché chi ha fatto richiesta nel 2024 dovrà rifare richiesta per recuperare quel beneficio che non gli è stato riconosciuto non a causa loro, ma per causa vostra, perché non avete fatto i decreti per tempo, con un ritardo ingiustificato. Io capisco che oggi ci veniate a raccontare le vostre giustificazioni, ma capisco anche - perché noi al Governo ci siamo stati - che quando si ha la volontà politica di fare qualcosa - come lo abbiamo fatto, istituendo il reddito di libertà - si lavora finché non si ottiene quell'obiettivo, e voi non lo state facendo.
Da un'inchiesta del giornale Domani, a firma della giornalista Federica Pennelli, emerge una mappatura impressionante: il reddito di libertà può raggiungere una cifra massima di 500 euro mensili. Io sfido chiunque di voi, dalla Ministra Santanche' alla Ministra Roccella, a pensare che con 500 euro mensili una donna vittima di violenza che fuoriesce dal circuito della violenza, che denuncia e che recupera la propria autonomia possa pagare l'affitto, possa provvedere ai propri figli, possa riuscire a reimmettersi nel mercato del lavoro, possa riuscire a recuperare la propria autonomia. Noi abbiamo iniziato quel percorso, ma va incrementato, e sta a voi, voi siete al Governo.
Allora, se dall'inchiesta che è stata pubblicata su Domani viene fuori che questo reddito di libertà viene integrato con misure regionali solo da quattro regioni, quattro su tutte (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Sardegna e Valle d'Aosta) mi chiedo: ma tutte le altre donne nel resto d'Italia cosa dovrebbero fare? Perché, anche quando si parla di percorsi di fuoriuscita dalle violenze, dobbiamo essere fortunate a nascere nel luogo giusto? Sapete che ci sono regioni, come le Marche, che, invece, hanno bocciato l'idea di istituire un reddito di libertà regionale? Ma, scusatemi, a voi sembra che vada veramente tutto bene? Io proverei grandissima difficoltà al vostro posto nel non avere nei banchi del Governo la vostra collega Roccella.
Allora, che cosa vi ho chiesto? Innanzitutto, avrei voluto, ci saremmo aspettati tutti e tutte che, prima di emanare i decreti, prima di emanare anche altri tipi di decreti, come quello sul femminicidio, la prima cosa che avreste fatto fosse stata convocare i centri antiviolenza, che sono quegli istituti, quelle persone, che sul territorio prendono in carico le domande e si fanno cura di seguire questi percorsi. Senza ascoltare prima i centri antiviolenza fate solo misure propagandistiche, non ascoltate davvero chi sul territorio sa di cosa c'è bisogno.
Allora, per prima cosa, se volete davvero combattere la violenza di genere, vi faccio una domanda retorica, perché ho capito, sappiamo bene, qual è la vostra cultura politica e di certo, con le vostre affermazioni nel tempo ci avete, purtroppo, allarmate del fatto che non arriveranno da questo Governo le risposte. Per prima cosa, avreste dovuto ascoltare i centri antiviolenza, ma non lo avete fatto; avreste dovuto pubblicare, tramite l'INPS, anche i dati delle domande ricevute ma non soddisfatte, così avremmo scoperto che i fondi non bastano e vanno incrementati; avreste dovuto capire che, evidentemente, vanno assolutamente considerate come rinnovi automatici le domande non evase nel 2024 da soddisfare nel 2025, senza appesantire un iter burocratico per la richiesta e per il mantenimento del reddito di libertà che è già molto gravoso.
Se voi non riuscite a fare tutto questo, se non riuscite a pubblicare i dati, non ci dite quanto, non ci dite per quali importi sono state soddisfatte le domande, non ci dite come verranno recuperati i fondi del 2024, non garantite un rinnovo automatico, non incrementate l'importo mensile della quota del reddito di libertà, io credo che dobbiate veramente trovare un bel coraggio per dire che state affrontando veramente le violenze di genere. Io non mi stupisco più della propaganda di questo Governo, non mi stupisco più di quello che dichiarate, che è completamente distante dalla realtà. Quello che mi stupisce davvero è come si possa ignorare un problema così strutturale, un problema così presente nella nostra società e trovare di fronte un Governo che si rifiuti apertamente di combatterlo.
Davanti a questo, io mi ritengo non solo insoddisfatta dalla risposta che ho ricevuto, non solo insoddisfatta perché tra quei banchi non è seduta la Ministra competente - e mi chiedo chi, se non la Ministra per le Pari opportunità, dovrebbe occuparsi di questa materia -, ma mi ritengo altamente preoccupata, perché so di avere di fronte un Governo completamente indifferente a un problema così grande, alla violenza nei nostri confronti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
(Iniziative volte ad assicurare la tempestiva liquidazione delle risorse previste a sostegno delle imprese ittiche colpite dalla diffusione del cosiddetto granchio blu - n. 2-00593)
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Romeo ed altri n. 2-00593 (Vedi l'allegato A).
Chiedo alla deputata Romeo se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.
NADIA ROMEO (PD-IDP). Presidente, colleghe, ringrazio il Sottosegretario per essere presente oggi. Mi dispiace, illustrare questa interpellanza urgente oggi, non soltanto perché è il 2 maggio e, quindi, magari, poteva essere un'occasione di ponte per tutti, ma perché viene anche dopo il 1° maggio, e io credo che sia stato davvero dimenticato quel mondo della pesca e dell'acquacoltura che tanto dà al nostro Paese, ma non è stato considerato.
Io ho varcato la soglia di quest'Aula il 9 luglio 2024; uno dei primi provvedimenti che mi sono trovata ad esaminare era proprio la conversione di un decreto che recava misure urgenti sulla pesca e sull'acquacoltura. In quel decreto - parliamo del 9 luglio 2024 - era già compresa l'emergenza del granchio blu, un'emergenza che, però, partiva dal 2023. Quindi, già il 9 luglio era tardivo rispetto ad un'emergenza, ad un'urgenza di un territorio che è concreta, che è quotidiana, che tocca la vita di lavoratori e lavoratrici, era già tardivo come tempo. Eravamo già in forte ritardo rispetto a un'emergenza che sta davvero uccidendo l'economia di un nostro territorio, che è sicuramente un'economia del nostro Paese, ma le zone colpite maggiormente sono l'area del Delta del Po, l'area rodigina e l'area del ferrarese. E non stiamo parlando di poco, stiamo parlando di un'economia che vale alla produzione almeno 200 milioni di euro all'anno, stiamo parlando di 3.000 addetti. Anzi, non stiamo più parlando, purtroppo, di 3.000 addetti: il 9 luglio ancora stavamo parlando di 3.000 addetti, oggi, a causa di questa emergenza, sono molti meno gli operatori della pesca, tantissime sono le partite IVA che hanno chiuso, altre stanno ancora chiudendo.
Quindi, che cosa è stato fatto? Lo dico solo perché così, forse, è chiaro un po' a tutti, perché per chi lo vive forse è più chiaro, chi invece non lo vive, forse, non comprende bene lo stato dell'arte. Che cosa è successo da quell'11 luglio, quando è stato convertito il decreto? L'unica cosa che è stata fatta è presentare in pompa magna, a fine agosto, il commissario straordinario, che era un commissario straordinario all'emergenza. Anche su questo vorrei far riflettere il Governo, perché una situazione del genere, probabilmente, avrebbe meritato uno stato di calamità naturale, che avrebbe, forse, risolto molti più problemi rispetto, invece, ad uno stato semplicemente di emergenza, ma ad agosto è stato nominato il commissario; in realtà, poi, abbiamo scoperto che questo commissario in attività è entrato a settembre. Che cosa è successo da settembre al 22 gennaio? Niente. Abbiamo avuto dei Ministri che sono venuti nei territori, hanno fatto promesse, creato delle aspettative, ma da settembre, anzi, da agosto al 22 gennaio, nulla. Cosa succede, invece, il 22 gennaio? Il 22 gennaio, finalmente - devo dire anche in pompa magna, perché erano presenti ben tre Ministri: Urso, Lollobrigida, e Pichetto Fratin -, viene presentato dal commissario straordinario il piano degli interventi, che ha un valore di 10 milioni di euro.
Almeno iniziamo, nonostante l'emergenza sia datata 2023, ad attivare una macchina che possa dare un segnale, aiutare e dare un supporto concreto al mondo della pesca. Però, oggi siamo al 2 maggio. Ritorno ad oggi. Qual è la situazione? Dopo tutto questo excursus, l'unica cosa che è stata fatta dal commissario è stata l'ordinanza n. 1 del 15 aprile. Anche questa un'ordinanza per la quale dici: “Va bene, abbiamo l'ordinanza; per lo smaltimento del granchio mettiamo 1,8 milioni; finalmente inizia”. No, perché è una macchina che comunque ha paletti, restrizioni e obblighi. Non dà il dovuto respiro e neanche le soluzioni per andare avanti a chi ha bisogno, oggi ancora più di ieri, di liquidità e di quel sostegno che gli dia il tempo per sopravvivere, per chi ancora c'è. Vi chiedo, davvero, senza polemica, però, di rivedere la strategia. Questa è come se fosse una grande crisi aziendale, perché 3.000 sono i lavoratori e le lavoratrici. Tenete conto che una buona parte di chi ha chiuso la partita IVA erano lavoratrici femminili del mondo della pesca, difficilmente da riconvertire, soprattutto in zone e in aree interne che rischiano lo spopolamento. E allora, che cosa si chiede con questa interpellanza urgente? Chiediamo che quei 10 milioni di euro annunciati li mettiate davvero a disposizione, perché sono lì (10 milioni per il 2025 e per il 2026, se no sembra che siano 10 milioni oggi). Ma di quei 10 milioni che sono previsti per il 2025 e il 2026 ancora non si è mosso nulla e siamo al 2 maggio in emergenza.
Rispetto a quei 10 milioni, intanto, come volete sbloccarli? Secondo, in quei 10 milioni ci sono poste che davvero non servono a nulla per il mondo della pesca. Allora, anche su quello, visto che ci sono delle richieste che vengono da quel mondo a cui voi avete fatto, tra l'altro, delle promesse: ad esempio, la sospensione dei contributi. Insomma, alla fine corrispondono ad un milione e mezzo di euro gli importi che servono. In quei 10 milioni di euro, però, lo ripeto, voi avete messo poste che non servono a nulla ai pescatori e al mondo della pesca. Allora rivedetele e fate quelle operazioni che servono davvero a dare ossigeno a quelle imprese. Quindi, rispetto a questo, vi chiedo davvero che cosa volete fare.
Poi abbiamo anche i 3,7 milioni di euro stanziati in sede di conversione del decreto-legge n. 155 del 2024. Anche questi, però, allo stato dell'arte, non sono disponibili per le imprese e non si ha la certezza di quando verranno varati. Almeno, se non è cambiato qualcosa, fino all'altro giorno di questi 3,7 milioni non si ha traccia. Si tratta di 3,7 milioni di euro, previsti per le regioni Veneto, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia, a beneficio diretto di chi ha subito i danni dall'emergenza da granchio blu. Ma di questo non si sa nulla e quindi le chiedo se mi dà delucidazioni.
Anche le somme previste dal decreto legislativo n. 102 del 2024 non sono ancora state liquidate. E, guardate, non sono ancora state liquidate pur rappresentando meno del 10 per cento del danno complessivo. Anche su questo, però, non è che il mondo della pesca e chi lavora quotidianamente possono aspettare tempi così lunghi. Sono risorse che dovevano già essere state erogate, ma non se ne sa nulla.
Un'altra cosa concerne, l'ho accennata prima, la sospensione del pagamento dei contributi previdenziali ed assistenziali. Non capisco il motivo per cui questa semplice iniziativa non la riusciate a prendere, perché diventa davvero una partita di giro. Si parla di sospensione. Ma se non avete questi soldi, prendeteli dai 10 milioni di euro che avete messo, posto che avete previsto risorse che alla pesca proprio non servono a nulla. Guardate, 2,3 milioni - magari lo diremo dopo - sono soltanto per la macchina amministrativa. Ma cosa ce ne facciamo? Ecco, queste sono le questioni ed è questo il fondo della mia interpellanza. Guardate, il mondo dell'acquacoltura non è un settore marginale. È, invece, proprio un'eccellenza, un fiore all'occhiello del nostro made in Italy. Rappresenta una parte importante della nostra storia, della nostra tradizione e della nostra identità. Quei luoghi sono fondati sul mondo della pesca. Sono persone che lavorano nel mondo della pesca e non fanno altro. Quindi, chiudere è davvero un'emergenza sociale. Allora, davvero vi chiedo, senza spirito di polemica, però cercando di velocizzare delle azioni che possono essere mirate, concrete e reali, di fare qualcosa di più. Le chiedo, appunto, rispetto a quello che già è previsto, che cosa intende fare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste, Luigi D'Eramo, ha facoltà di rispondere.
LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Grazie, signor Presidente. Onorevoli deputati, con riferimento agli effetti conseguenti alla proliferazione della specie alloctona Callinectes sapidus (cosiddetto granchio blu) sul comparto della pesca e dell'acquacoltura, con particolare impatto sui molluschi bivalvi, mi preme anzitutto evidenziare le iniziative già attivate dal Ministero in risposta al fenomeno.
Per quanto riguarda il sostegno economico alle imprese che hanno effettuato la cattura e lo smaltimento della suddetta specie, il Ministero si è attivato tempestivamente utilizzando fondi nazionali. A tal fine, con l'articolo 10 del decreto-legge “omnibus” n. 104 del 10 agosto del 2023, è stata autorizzata la spesa di 2,9 milioni di euro per l'anno 2023. Successivamente, ai sensi dell'articolo 1, comma 128, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, è stato adottato il decreto ministeriale n. 628456 del 13 novembre del 2023, con il quale sono stati stanziati 10 milioni di euro per indennizzare le imprese per la semina, il ripopolamento e la protezione degli allevamenti. Il provvedimento ha previsto il rimborso delle spese sostenute per il prodotto immesso già dall'anno 2022 e per l'acquisto di strutture fisse e mobili installate per la protezione degli allevamenti nell'anno 2023.
Essendo pervenute richieste di contributo per quasi 37 milioni di euro, il Ministero, con il decreto-legge Acquacoltura n. 63 del 2024, ha destinato ulteriori 12 milioni del Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell'acquacoltura, per sostenere interventi di supporto e per lo sviluppo della filiera ittica, nonché di contrasto alla crisi economica generata dalla prolificazione del granchio blu. Infine, per poter accogliere il 100 per cento delle richieste, sono stati stanziati ulteriori 15 milioni di euro del cosiddetto Fondo filiere e predisposto il relativo decreto ministeriale. Alla fine, pertanto, tutte le istanze ammesse hanno ricevuto il 100 per cento del contributo richiesto, per una spesa finale di circa 37 milioni di euro. Ricordo, inoltre, che, sempre con il decreto-legge Acquacoltura, è stata prevista la nomina di un commissario straordinario nella persona del dottor Enrico Caterino, ex prefetto di Ravenna. Tra i compiti del commissario rientrava l'elaborazione di un Piano di intervento per contenere e contrastare il fenomeno della diffusione e della proliferazione della specie granchio blu. Per l'attuazione delle misure del Piano era prevista una dotazione finanziaria, nel triennio 2024-2026, di 10 milioni di euro.
Il Piano è stato adottato dal commissario nei termini previsti dalla legge e approvato dai Ministri competenti con decreto ministeriale del 9 aprile del 2025. Si è ora, dunque, in fase di attuazione dello stesso. Sono destinati alle imprese del settore anche gli ulteriori 3,7 milioni di euro cui fa riferimento l'onorevole interrogante, stanziati con il decreto-legge n. 155 del 2024, recante misure urgenti in materia economica e fiscale in favore degli enti territoriali. Dette somme sono assegnate al Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica e saranno trasferite al commissario straordinario non appena riassegnate, come competenza di cassa, dal Ministero dell'Economia e delle finanze.
Successivamente, il Commissario provvederà alla distribuzione delle somme tra le regioni interessate secondo i criteri che verranno condivisi con le strutture territoriali. Per quanto concerne il rinvio del pagamento degli oneri previdenziali e assistenziali, informo l'interrogante che è in corso di predisposizione una circolare esplicativa che individua le procedure per la concessione delle riduzioni contributive INPS a favore delle imprese agricole, dell'acquacoltura e della pesca, attivabili a seguito di declaratoria per eventi che hanno prodotto danni alle produzioni, in conformità alle modalità previste dal decreto n. 102 del 2004.
Siamo consapevoli dell'emergenza in atto e dell'urgenza di risposte concrete. Le azioni finora intraprese dal Governo e quelle in corso intendono rispondere, con senso di responsabilità e nel rispetto delle procedure previste dalla normativa vigente, alle legittime aspettative di un comparto strategico per il nostro Paese, espressione autentica del valore del made in Italy nel mondo. Assicuro, quindi, la massima disponibilità del Ministero a proseguire nel dialogo con i territori, le regioni e le rappresentanze del settore, affinché si possa garantire una risposta efficace, tempestiva e strutturale.
PRESIDENTE. La deputata Romeo ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.
NADIA ROMEO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ringrazio il Sottosegretario per la risposta, però mi rifaccio, mi ricollego alle sue ultime parole: tempestiva e strutturale. Il problema, Sottosegretario, è proprio questo. Non c'è nulla di tempestivo e di strutturale. Le do soltanto un dato: nel delta del Po, le partite IVA erano 1.500; 500 hanno già chiuso, altre 500 sono a reddito zero, nella speranza di poter ripartire; ne sono rimaste attive circa 500. Se tutta questa tempestività fosse stata davvero praticata, probabilmente non saremmo in questa situazione. Allora bisogna porsi magari delle domande. Mi fa piacere che i 3.700.000 euro vengano erogati, però capisce che se parliamo di tempestività nell'urgenza questi dovevano essere dati ieri, anzi dovevano essere dati l'altro ieri. Dovevano essere dati dal 1° gennaio, non adesso. Adesso è tardi. Vi sto lanciando un grido d'allarme, vi sto riferendo di un grido d'allarme che arriva da quei territori: è tardi! Non ce la fanno più! Le aziende vivono di quello, ma se voi non riuscite a sostenerle, perché mettete le risorse ma, poi, non le date nei tempi giusti, quelle risorse sono inutili. Quando arriverete ad erogarle troverete il deserto. Dovete rendervi conto di questa situazione, che forse non l'avete ancora chiara.
Le dico solo altre due cose: i contributi. Allora, anche qui, 2.300.000 euro di contributi tra quei 10.000.000 di euro, che sono relativi agli 2024-2026. Nel 2024 non avete fatto nulla. Nel 2025, siamo a maggio e stiamo parlando di un'emergenza. Quindi - ripeto - questo è lo stato attuale. Se andiamo a vedere poi il piano degli interventi, se volete davvero aiutare il mondo della pesca e dell'acquacoltura vi chiedo di rivederle alcune poste perché non servono al mondo della pesca.
Voi avete previsto 2.300.000 euro per far funzionare la struttura commissariale e relativi monitoraggi; a me sembra davvero eccessivo perché il commissario alla fine si appoggia sulle regioni, sulle province, sui consorzi e sulle Capitanerie di porto. Bene, 2.300.000 euro sono per far funzionare, diciamo così, l'apparato amministrativo.
La misura 3.2, ad esempio, prevede 100.000 euro per monitoraggi. Ma che cosa dobbiamo mai monitorare? Non c'è niente da monitorare lì, perché è tutto molto chiaro. Quei soldi vanno spesi per le imprese. La misura 2.5, sempre 100.000 euro per il monitoraggio della vivificazione delle lagune. Guardate, chi conosce quei territori, che sia ISPRA, che siano i consorzi di bonifica, ma sappiamo tutti qual è lo stato di salute delle lagune, e sappiamo tutti che c'è da investire anche sulla vivificazione delle lagune perché è un altro problema che è sempre collegato all'emergenza del mondo della pesca. Ma non occorre fare i monitoraggi, ci sono già! Perché spendere altri 100.000 euro?
La misura 2.2, prevede 120.000 euro per l'Osservatorio sulla cattura. Ma che cosa dovete osservare sulla cattura? I pescatori portano in battigia i granchi, li mettono nei contenitori e li portano allo smaltimento. Che cosa dovrete mai monitorare? Anche perché sono già monitorati, perché quando li portano all'inceneritore, lì, tra l'altro, per avere i contributi devono essere tutti comunque catalogati. Quindi, cos'è che dovete monitorare da spendere 120.000 euro?
Si prevedono poi 200.000 euro per il noleggio natanti. Ma, guardate, i pescatori hanno già le loro imbarcazioni, non c'è bisogno di mettere 200.000 euro per noleggio natanti. Allora, di tutto questo piano degli interventi di cui voi parlate - mettiamo 10 milioni di euro per il mondo della pesca - guardate che, alla fine, sono 5 milioni di euro appena di investimento concreto sulla pesca. Non sono sufficienti. Andate a leggervi bene il piano economico. Non è sufficiente, e non sono 10 milioni di euro, sprecate 5 milioni di euro in cose inutili. Inutili!
Lei ha citato il commissario Caterino. Sì, è vero, l'ho detto anche prima: ha fatto, da quando è stato nominato, un'ordinanza, quella del 15 aprile dove, di quei 10 milioni di euro relativi agli anni 2024-2026, mette a disposizione 1.800.000 euro per lo smaltimento del granchio. Ma, anche qui, sapete come dà la disponibilità? Prima le somme le anticipano le imprese e dopo, a rendiconto, saranno pagate. Ma secondo voi, chi è alla fame riesce ad anticipare i soldi per lo smaltimento che saranno pagati a fine anno dopo la rendicontazione? Non è possibile. Anche qui, era stato richiesto - come avviene anche per i contributi europei - eventualmente un anticipo del 15 o del 20 per cento per iniziare l'attività o, eventualmente, pagamenti ad avanzamento dei lavori, ma non è possibile che le aziende, adesso, garantiscano e mettano le risorse prima. Non le hanno! Non le hanno.
Quindi, anche questi provvedimenti e le relative risorse non sono spendibili da parte del mondo della pesca. Sottosegretario, guardi, chi conosce quelle aree sa davvero l'emergenza sociale che c'è. Vi chiedo di gestire meglio, in maniera più efficace e di rivedere le poste, di dare immediatamente risposta a queste esigenze perché, altrimenti, quelle aree che sono già aree difficili e fragili, verranno desertificate e avremo un problema sociale che coinvolgerà lavoratori, lavoratrici, intere famiglie e, soprattutto, un comparto, quello del made in Italy del mondo della pesca, che costituisce un'eccellenza: eravamo i primi esportatori in Europa di vongole, i primi. Adesso la produzione è al 10 per cento. Vi chiedo, senza voler strumentalizzare, di agire subito! Agite in fretta!
Agite meglio e rivedete il piano che avete approvato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
(Intendimenti in merito all'istituzione di una commissione d'accesso presso il comune di Ramacca (Catania), a seguito di un'inchiesta giudiziaria relativa ad ipotesi di voto di scambio politico-mafioso - n. 2-00591)
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Cantone ed altri n. 2-00591 (Vedi l'allegato A).
Chiedo al deputato Cantone se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.
LUCIANO CANTONE (M5S). Grazie, Presidente. Il 24 febbraio 2025, il sindaco e il vice presidente del consiglio comunale, nel comune di Ramacca, provincia di Catania, vengono arrestati nell'ambito dell'operazione “Mercurio”, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Catania. L'accusa per il sindaco e altri politici locali e regionali è quella di voto di scambio politico-mafioso, con presunti accordi con il clan mafioso Santapaola-Ercolano.
Nonostante le accuse così gravi, ad oggi non risulta insediata nessuna commissione d'accesso al comune. Per giunta, come se niente fosse, la regione Sicilia ha indetto le elezioni amministrative per il 26 e il 27 maggio. Considerato che, qualora fossero accertati i collegamenti tra l'amministrazione e le cosche mafiose locali, ciò porterebbe immediatamente allo scioglimento dell'ente, noi chiediamo al Governo come mai, ad oggi, non è stata inviata nessuna commissione d'accesso; se il Governo può valutare l'eventuale annullamento o rinvio delle elezioni amministrative e se ci sono, da parte del Governo, dei provvedimenti che si stanno pensando per garantire ai cittadini del posto lo svolgimento regolare di elezioni amministrative trasparenti che possano consentire il voto libero alla cittadinanza.
PRESIDENTE. La Sottosegretaria di Stato per l'Interno, Wanda Ferro, ha facoltà di rispondere.
WANDA FERRO, Sottosegretaria di Stato per l'Interno. Signora, Presidente, onorevoli deputati, come ricordato dagli onorevoli interpellanti, a seguito dell'attività investigativa condotta nell'ambito dell'operazione “Mercurio”, lo scorso 24 febbraio, personale del Comando provinciale dei carabinieri di Catania ha dato esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del tribunale di Catania nei confronti 19 soggetti ritenuti, a vario titolo, responsabili dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione aggravata, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori e scambio elettorale politico-mafioso.
A seguito della sottoposizione a misura cautelare detentiva del sindaco e del vice presidente del consiglio comunale di Ramacca, il prefetto di Catania ha immediatamente disposto la sospensione dalla carica dei predetti amministratori locali, ai sensi dell'articolo 11, comma 2, del decreto legislativo n. 235 del 2012. Il successivo 3 marzo, il sindaco di Ramacca ha rassegnato le proprie dimissioni, cui sono seguite anche quelle della maggioranza assoluta dei consiglieri del consiglio comunale (14 su 16 assegnati all'ente locale).
Ai sensi dell'articolo 11 della legge regionale n. 35 del 1997, il presidente della regione Sicilia, con decreto del 26 marzo scorso, nel dichiarare la cessazione del sindaco, della giunta e del consiglio comunale di Ramacca, ha provveduto alla nomina di un commissario straordinario, fino all'insediamento degli organi ordinari eletti nella prima tornata elettorale utile.
Con successivo provvedimento dell'assessore regionale alle autonomie locali, il comune di Ramacca è stato inserito tra gli enti che andranno ad elezioni nella tornata elettorale che si svolgerà prossimamente, nelle giornate del 26 e 27 maggio.
In conseguenza degli esiti dell'operazione “Mercurio”, la situazione del comune di Ramacca è stata oggetto di apposito esame nel corso di un Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica esteso anche alla partecipazione del procuratore distrettuale antimafia.
In quella sede, nell'ambito delle attività di monitoraggio degli enti locali della provincia di Catania, si è condiviso di chiedere al comandante provinciale dei Carabinieri una relazione dettagliata e approfondita sulla situazione del comune di Ramacca, interessando anche le articolazioni dell'Arma dei carabinieri che hanno condotto le attività di indagine. Ciò al fine di valutare l'eventuale richiesta di delega all'esercizio dei poteri di accesso presso il citato comune per la verifica di eventuali collegamenti diretti o indiretti degli amministratori locali con la criminalità organizzata di tipo mafioso o forme di condizionamento degli stessi ai sensi della normativa vigente.
La prefettura, pertanto, continua a monitorare attentamente la situazione segnalata dagli onorevoli interpellanti.
PRESIDENTE. Il deputato Cafiero De Raho ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta all'interpellanza Cantone ed altri n. 2-00591, di cui è cofirmatario.
FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. È evidente che non siamo per nulla soddisfatti, ma, in più, siamo sconcertati dalla risposta che ci dà oggi la Sottosegretaria Ferro, la quale, peraltro, viene da una terra - la Calabria - che conosco bene e che amo, perché in essa vi è una popolazione che, purtroppo, soffre la forza della 'ndrangheta e, laddove vi sono 'ndrangheta, mafia, camorra, vi è un'esigenza impellente che lo Stato sia sempre presente.
Oggi la risposta che ci è stata data è che, in realtà, il sindaco ed altri esponenti di quel comune - un comune di appena 10.080 abitanti - sono stati arrestati per scambio elettorale politico-mafioso con la cosca Santapaola-Ercolano, che è una delle cosche più forti, storicamente e tradizionalmente insediate nel territorio, Ramacca, un piccolissimo comune. In esso l'elezione è stata quindi inficiata, da quanto l'ordinanza di custodia riferisce.
Ebbene, di fronte ad un fatto così grave e così chiaramente dimostrativo di un'infiltrazione, di un condizionamento mafioso, il prefetto non ha provveduto a nominare una commissione e il Ministro oggi, attraverso la Sottosegretaria, ci dice che non è necessario, ma sarà il comandante provinciale dei Carabinieri che verificherà la posizione. Ma quale posizione? È certo che nei quattro anni sono stati affidati appalti, sono stati stipulati contratti, sono stati assegnati i servizi e, su tutto questo, chi lo fa l'accertamento? E, nel frattempo, cosa è avvenuto? Quali soggetti, presenti nel comune, sono stati condizionati o collusi con questa cosca?
Cosa emerge effettivamente da quella indagine? Noi ne conosciamo una parte, non sappiamo tutto, anzi, noi non sappiamo quasi nulla e nemmeno il Ministro, evidentemente, sa nulla di ciò che è avvenuto. E, di fronte a un fatto così grave, non si pensa di disporre una commissione d'accesso. Ma, guardi, veramente, noi siamo totalmente sconcertati.
Se questo è il modo di contrastare le mafie da parte del Governo, ancora una volta abbiamo la dimostrazione che contro le mafie non si procede assolutamente e si consentirà che, il 26 e il 27, si proceda con le elezioni senza che nessuno abbia effettivamente accertato ciò che è avvenuto. Perché la discrezionalità che abbiamo dato al comandante provinciale di accertare, con sue verifiche, ciò che è avvenuto è qualcosa di contrario a ciò che dispone l'articolo 143 del testo unico n. 267 del 2000, laddove, quando vi sono “(…) collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare degli amministratori (…) ovvero su forme di condizionamento degli stessi, tali da determinare un'alterazione del procedimento di formazione della volontà degli organi elettivi ed amministrativi (…)”, e questo è il caso chiaramente attuato nel comune di Ramacca, “il prefetto - dice il comma 2 - nomina…” - non è che può nominare, “nomina”, è un obbligo giuridico, ancora una volta veniamo meno a un obbligo giuridico, così come ha fatto il Ministro Nordio per il caso Almasri, ancora una volta violiamo la legge, ma è grave questo - “una commissione d'indagine, composta da tre funzionari della pubblica amministrazione, attraverso la quale esercita i poteri di accesso e di accertamento di cui è titolare per delega del Ministro dell'Interno ai sensi dell'articolo 2, comma 2-quater, del decreto-legge 29 ottobre 1991, n. 345”, convertito in legge.
Ebbene, il prefetto esercita poteri, la commissione esercita poteri, su delega del Ministro. Quindi, qui abbiamo una grave mancanza del Ministro. Un ex prefetto, una persona che ha svolto egregiamente i propri compiti, da uomo dello Stato, quando era prefetto, ora, di fronte ad un fatto di questo tipo, viene meno ad un dovere giuridico, cioè quello di richiamare il prefetto e dirgli: tu devi applicare il comma 2 dell'articolo 143, non puoi dare al comandante provinciale il compito di verificare.
Come potrà verificare il colonnello comandante provinciale dei carabinieri di Catania? Come potrà farlo? Che possibilità avrà di accedere a tutti gli atti, da chi sarà assistito, da chi sarà sostenuto? Ma questo non è un compito del comandante provinciale. Questo è un compito del prefetto, è un compito del Governo. Soprattutto, non possiamo consentire che si arrivi alle nuove elezioni, il 26 e il 27 maggio, con un'amministrazione che troverà contratti, servizi, appalti assegnati probabilmente in modo irregolare. E chi provvederà ad annullarli? Chi revocherà quei contratti? Chi interverrà su tutto questo? Chi avrà il potere di farlo? È molto grave quel che avviene a Ramacca, soprattutto perché è un comune di appena 10.000 abitanti in cui, evidentemente, se quel clan, quel clan mafioso così forte, Santapaola-Ercolano, ha avuto la capacità di sostenere il voto del sindaco, è evidente che ha una collusione e una contiguità che consentirà anche in futuro di fare altrettanto.
Lo Stato non può consentire questo; il Governo, il Ministro dell'Interno non possono consentirlo. Su questo dobbiamo essere fermi, dobbiamo operare tutti e, credo, in modo coerente non solo con i principi legislativi, ma con i nostri doveri etici. Sono i nostri doveri che devono servire anche a sostenere quella popolazione, perché chi ci rimetterà sarà il popolo di Ramacca, saranno quei 10.080 abitanti che dovranno continuare a subire deviazioni o sviamenti del potere perché, ancora una volta, una cosca forte continuerà a condizionare e intimidire coloro che esercitano il potere in nome dello Stato.
Ecco, di fronte a questo, Sottosegretaria Ferro, di fronte a questo… io conosco bene l'amore che lei ha per determinati territori e lei non può far passare in modo inosservato un fatto come questo. Le elezioni vanno fermate, Sottosegretaria, e non solo: va nominata la commissione. Noi confidiamo che in questi ultimi giorni si faccia con immediatezza ciò che è un dovere giuridico previsto dall'articolo 143, ma soprattutto si intervenga per difendere quel popolo, quei 10.080 abitanti che, altrimenti, continueranno a subire la pressione di quella cosca mafiosa e a comprendere che lo Stato non fa nulla e che il cittadino debba soggiacere alle pressioni mafiose (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
(Chiarimenti in ordine ad attività di pubblica sicurezza svoltesi nella giornata del 25 aprile, con particolare riferimento a controlli effettuati presso un panificio di Ascoli Piceno - n. 2-00595)
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Fede ed altri n. 2-00595 (Vedi l'allegato A).
Chiedo al deputato Fede se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.
GIORGIO FEDE (M5S). Grazie, Presidente. Sottosegretaria, siamo qui per questa interpellanza, per un fatto, una circostanza che è capitata nel mio territorio e che non è rimasta nel ristretto margine locale di una città e di un territorio bellissimo, insignito della medaglia d'oro al valore militare per le attività partigiane, ma ha avuto una vasta eco e un'ampia risonanza. Per questo è giusto approfondire questo tema e chiedere spiegazioni anche al Ministero.
Il 25 aprile - faccio una breve carrellata sui fatti - è il giorno in cui, è inutile ricordarlo, celebriamo una data importante per la nostra Nazione, la liberazione, i valori della Resistenza, tutti quei valori che sono stati celebrati per ottant'anni e che sono nell'anima di ogni italiano, di ogni italiano che ha a cuore la democrazia e i nostri valori più sacri, quelli per cui siamo qui a rappresentare democraticamente il nostro popolo.
Ora, al di là delle vicende che hanno anticipato questa circostanza - un appello alla sobrietà che è sembrato sinceramente imbarazzante: normalmente non si va con i cembali e con un dj set o un mojito in mano il 25 aprile, poiché sono celebrazioni solenni e, come tali, vengono svolte da sempre - … in questa circostanza, c'è stata una cittadina, nella città di Ascoli Piceno, medaglia d'oro alla Resistenza, che ha voluto esporre sulle mura del suo fabbricato - quello costruito dai nonni e dai suoi parenti, medaglie d'oro anche loro per la Resistenza partigiana - con orgoglio, con l'orgoglio che caratterizza tutti i cittadini in questo evento particolare, in questa giornata speciale per la nostra democrazia, uno striscione con cui ribadiva il suo sentimento, il suo sentirsi parte di questi valori.
Era banalmente scritto, con quella frase che è rimbalzata in tutta Italia e anche all'estero: “25 aprile buono come il pane, bello come l'antifascismo”. Era un'attività che, peraltro, veniva fatta anche con una ricorrenza rispetto a questa scadenza annuale, proprio per questo sentimento di appartenenza a questa nostra celebrazione.
Allora, quest'anno è successa una cosa, un fatto, peraltro non isolato e non solamente in questa città. La fornaia ha subito prima un controllo da parte delle Forze dell'ordine, della Polizia di Stato, e questo poteva sembrare magari anche un eccesso di zelo di qualche operatore. Ma la cosa che ha lasciato ancora più imbarazzati e che ha indignato molti italiani è stato un secondo controllo fatto dalla Polizia locale, che lei ha saputo, prontamente devo dire, riprendere con un video, in cui si è rapportata in maniera corretta con gli operatori e che è stato visto da tantissime persone. Di fronte a questo tipo di controlli, in cui è stata chiesta l'identificazione, è partita l'indignazione.
Ora, è per questo che siamo qui a rivolgerle questa interpellanza, perché ciò è normale per le Forze dell'ordine, cui va la nostra stima e il nostro rispetto, perché sono esecutori di un servizio pubblico fondamentale, imprescindibile. Quindi, lungi da noi strumentalizzare e fare polemiche sugli operatori che, magari, hanno assolto il loro dovere, i compiti di ufficio, e potremmo ragionare sul tipo di zelo. Ma soprattutto quello che è importante - per questo la interpelliamo - è sapere cosa c'è a monte di questo percorso: ossia, delle circolari che hanno raccomandato un controllo più accurato? Perché veramente si rimane sbigottiti a leggere di un controllo, ma soprattutto anche a chiedere le generalità, nel momento in cui chiunque arriva lì, animato di buonsenso, non può che provare un senso di orgoglio verso quella scritta e non certamente ravvisare gli estremi di un reato. Quindi, questa è una cosa molto grave e soprattutto è stata grave anche l'indifferenza delle forze politiche locali.
Ricordo che la città di Ascoli Piceno ha un sindaco di Fratelli d'Italia, come noi abbiamo un governatore della regione di Fratelli d'Italia, come noi abbiamo un Governo di Fratelli d'Italia ed una maggioranza di destra. Addirittura, si è passati a stravolgere la solidarietà che ha avuto, perché semplicemente bastava dirle: grazie, Lorenza, per quello che hai fatto, condividiamo i tuoi valori e siamo con te; anche se c'è stato un controllo rientra nella routine, ma non può essere dato un significato differente che noi siamo qua a ribadire. Questo discorso non è avvenuto.
Per questo noi la interroghiamo per capire quale ruolo ha ed ha avuto anche il Ministero, perché ricordiamo - proprio per dare a ciascuno la propria responsabilità, la propria parte di competenza - che il Ministero dell'Interno è l'organo centrale che si occupa di garantire la pubblica sicurezza, l'ordine pubblico e la giustizia attraverso le Forze di polizia che coordina.
Quindi, vorremmo capire bene, perché le polemiche sono state molte. Noi vogliamo uscire fuori dalle polemiche, vorremmo che si ribadissero i valori della nostra Nazione e per questo le facciamo questo tipo di interpellanza.
PRESIDENTE. La Sottosegretaria di Stato per l'Interno, Wanda Ferro, ha facoltà di rispondere.
WANDA FERRO, Sottosegretaria di Stato per l'Interno. Signor Presidente, Onorevoli deputati, secondo quanto riferito dalla prefettura di Ascoli Piceno e dal Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'Interno, in occasione dei festeggiamenti per l'80° anniversario della Liberazione, al fine di prevenire ogni situazione di possibile tensione, sono stati predisposti, con un'apposita ordinanza del questore, articolati servizi di ordine pubblico, in concomitanza con le cerimonie commemorative.
In particolare, veniva specificato che gli operatori impiegati nei servizi di vigilanza avessero cura di segnalare l'eventuale presenza, in prossimità dei luoghi dove veniva celebrata la ricorrenza del 25 aprile, di scritte o simboli vilipendiosi. Tale indicazione era stata estesa anche agli operatori in servizio di controllo del territorio, tenuti ad informare tempestivamente il funzionario responsabile e gli operatori della DIGOS.
Già nelle prime ore della mattina, in via Alcide De Gasperi, a ridosso dell'area interessata dalla fase iniziale della commemorazione, veniva rinvenuto uno striscione, attribuibile agli ultras della locale squadra di calcio che recitava testualmente “ANPI VIENI ALLO STADIO”. Lo striscione, considerato provocatorio e non confacente allo spirito della giornata, veniva prontamente rimosso.
Nel corso della stessa mattinata, le commemorazioni si svolgevano regolarmente, in modo assolutamente pacifico e senza alcuna turbativa per l'ordine e la sicurezza pubblica.
Intorno alle ore 13, iniziavano a circolare sui social network dei post in cui si faceva riferimento genericamente ad un intervento delle Forze dell'ordine che avrebbero fatto togliere uno striscione commemorativo affisso in piazza Arringo presso il panificio “Assalto ai forni”.
Da una verifica effettuata, si riscontrava che, poco dopo le ore 9, un equipaggio della Polizia di Stato, di turno nella zona, vista l'affissione dello striscione cui fanno riferimento gli onorevoli interpellanti, si era fermato nelle vicinanze del panificio per avere contezza del contenuto e comunicarlo agli uffici della questura che davano agli operatori specifiche disposizioni di non rimuoverlo, in quanto assolutamente pacifico e in linea con lo spirito del 25 aprile. In quel frangente, una donna usciva dall'esercizio commerciale e si avvicinava agli stessi dichiarando di essere l'autrice dello striscione. Alla semplice richiesta di sapere chi fosse, la stessa forniva agli operatori il proprio nome e cognome. Si specifica che l'intervento è durato pochissimi minuti, lo striscione non è stato rimosso, né era stato richiesto di farlo, e che non è stata effettuata alcuna identificazione formale della persona.
Risulta, inoltre, che, alle ore 14 circa, veniva pubblicato sui social network e ripreso da alcuni organi di stampa un video dove si vedevano due operatori della Polizia locale di Ascoli Piceno, in borghese, che chiedevano alla titolare del panificio informazioni sullo striscione.
Va evidenziato che l'attività di controllo della Polizia locale è stata un'iniziativa non prevedibile, né concordata con le autorità di pubblica sicurezza. Si precisa che nessun operatore della DIGOS è intervenuto sul posto, come erroneamente riportato da alcuni organi di stampa.
Nella serata del 26 aprile è stata segnalata l'esposizione di uno striscione, in via Marini, sul quale era stata riportata la scritta, vergata con caratteri di colore nero su fondo bianco, “L'ASSALTO AI FORNI”. Sul posto, tuttavia, nulla era stato rinvenuto in quanto già rimosso. Nella mattinata del successivo giorno 27, invece, lungo viale Alcide De Gasperi, è stato rinvenuto e rimosso un altro striscione, sempre su fondo bianco e con scritta vergata con caratteri di colore nero, sul quale era riportata la dicitura “DA QUEL FORNO UN TALE FETORE, CHE DIVENTA SIMPATICO ANCHE IL QUESTORE”. Sul retro dello stesso, scritto a penna con caratteri stampatello, risulta riportata la scritta “BLOCCO STUDENTESCO QUESTORE”. In ordine all'episodio è stata redatta apposita informativa all'autorità giudiziaria e sono in corso indagini finalizzate all'individuazione dei soggetti responsabili.
Quanto alle possibili connessioni - in quanto richiesto da parte degli interpellanti - tra quel che è accaduto ad Ascoli Piceno e i contenuti del recente decreto-legge n. 48, ipotizzate dagli onorevoli interpellanti, la ricostruzione appena fornita esclude un qualsivoglia collegamento. D'altra parte, il decreto-legge è un provvedimento che, lungi dal comprimere diritti fondamentali, mira ad accrescere la sicurezza delle persone, a difendere la proprietà privata e contrastare fenomeni di degrado e di illegalità diffusa, andando incontro a reali e concrete esigenze di tutela, fortemente avvertite dalle comunità locali e dai soggetti più vulnerabili. È un intervento molto articolato che spazia dalla prevenzione del terrorismo e delle infiltrazioni mafiose, alla gestione dei beni sequestrati e confiscati, fino a toccare aspetti importanti della sicurezza urbana.
Sotto quest'ultimo profilo, richiamo, tra le altre, la nuova fattispecie di reato di occupazione arbitraria di quegli immobili destinati al domicilio del proprietario, cui si affianca una specifica e accelerata procedura di reintegrazione nel possesso dell'immobile occupato.
Evidenzio anche le misure di rafforzamento degli strumenti di deterrenza e di repressione del crescente fenomeno delle truffe agli anziani, nonché di estensione del cosiddetto Daspo urbano a soggetti gravati da precedenti penali per delitti contro la persona o contro il patrimonio. Al contempo, sono state introdotte misure volte a tutelare gli operatori delle Forze di Polizia, che lavorano quotidianamente per garantire la sicurezza dei cittadini: donne e uomini in divisa, spesso chiamati ad operare in scenari particolarmente complessi e non privi di rischi. Il Governo ha ben chiaro che la sicurezza è un bene primario per il futuro del Paese e intende garantirlo pienamente.
PRESIDENTE. Il deputato Fede ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.
GIORGIO FEDE (M5S). Grazie, Presidente. La nostra dichiarazione - ma è la dichiarazione degli italiani, direi, mi assumo questa responsabilità - è assolutamente di insoddisfazione, e spiego anche perché.
Ora, noi avevamo già letto le note del questore e del comandante della Polizia municipale. Questo argomento è stato oggetto di dibattito di un consiglio comunale in città, il giorno successivo lavorativo. Chiaramente c'è un limite, e spieghiamo bene qual è. Ovvio che non vi fosse nulla di vilipendioso in quel contesto. Anzi, dovrebbe essere esposto - come abbiamo fatto noi, nella nostra sede - con orgoglio, perché conferma i nostri valori, i valori di questa Nazione, che è democratica e antifascista. E quando uno dice antifascista, non è un'avversione alla parte politica avversa, di destra, perché anche a destra ci sono tante persone perbene che riconoscono questi valori. Il problema è quando, con l'equivoco, con tutte quante le parole spesso non dette che tendono a fermare questa nostra realtà, si creano delle condizioni in cui una minoranza, sicuramente non democratica, pensa di poter alzare la testa e fare quello che vuole. E questo avviene quando manca questa fermezza di posizioni, che è mancata anche in questa circostanza.
Perché vede, Sottosegretario, è vero che il decreto Sicurezza parte da tanti buoni princìpi, però anche la resistenza passiva viene sanzionata, anche le persone che si oppongono per una problematica lavorativa che passa per la vita di tanti italiani, e anche sui princìpi fondamentali, come questo, di cui stiamo parlando, della nostra Costituzione e della liberazione.
Ora, quando le persone fanno questa comparazione fra quello che è accaduto ad Ascoli, sì, una routine, una legittima attività delle Forze dell'ordine, ci mancherebbe, però, se ad Ascoli si prendono le generalità di una persona che espone uno striscione che dovrebbe avere il grazie delle istituzioni e degli italiani, e a Dongo si radunano centinaia di persone in camicia nera che fanno il saluto romano, e addirittura, lì, in quel caso, la Polizia viene messa a difesa di quelle persone per fermare quelli che contestano e che vogliono ribadire con forza i valori di questa Nazione, allora qualcosa non funziona. E qualcosa non funziona non nella base, non nelle Forze dell'ordine, ma nel vertice, in chi deve dare l'esempio e deve raccontare con fermezza quello che è l'Italia in tutti i suoi aspetti.
Ora, queste cose non sono neanche nuove. Allora uno vede: Acca Larenzia, nessun tipo di controllo, nessun tipo di identificazione; nel nostro territorio - è accaduto nel 2019 - una cena fascista, chiamata così, per celebrare la marcia su Roma, quindi l'albore di quel percorso, di quel ventennio nero che abbiamo vissuto e che ha portato morte, distruzione, dolore e sofferenza, e a quella cena erano presenti il sindaco di Ascoli, l'attuale governatore delle Marche, consiglieri regionali delle Marche, tutti quanti di Fratelli d'Italia, e in quel menù, che era lì, su ogni tavolo, c'erano le effigi di Mussolini, parole che ricordano quel ventennio, fasci littori, aquile romane, ma nessuno ha posto alcun tipo di controllo o alcun tipo di accertamento. Erano 90, molti più di quelli che la legge Scelba identifica come le persone che possono, se riunite e con determinati comportamenti, configurare l'apologia del reato di fascismo. Perché è un reato in Italia, lo stabilisce la legge nazionale. E questa cosa l'ha ribadita anche la sentenza a Sezioni unite della Cassazione, che adesso ha portato - dopo segnalazioni postume, purtroppo - a identificare coloro che hanno fatto quella serie di comportamenti reiterati, che, messi insieme - cita la sentenza -, configurano determinati aspetti, che non sono proprio semplicemente un orgoglio nazionale, ma qualcosa di ben più grave. Così come la reazione, che è avvenuta dopo, ad Ascoli, da parte di queste minoranze, che debbono essere fermamente contestate, è stata quella di dire: “non l'assalto ai forni”, cancellare “l'assalto” e lasciare “ai forni”, che è un chiaro ricordo drammatico di un'attività che la storia dovrebbe cancellare e rimuovere, così come di “fetore” e altre cose. Ora, qui, noi vorremmo la fermezza.
E anche con riferimento alle polemiche che si sono susseguite a livello cittadino, in un territorio, una provincia che, decorata con medaglia d'oro al valore militare per l'attività partigiana, chiaramente è dispiaciuto e voglio dare semplicemente un'opinione, un consiglio, all'amico Marco Fioravanti: bastava attraversare quei 50 metri che dividono il comune, di piazza Arringo, dal fornaio, e andare a portare la solidarietà di una città, senza doversi dare delle scuse, ma semplicemente dicendo: grazie per il tuo messaggio, è il 25 aprile, lo condividiamo, così come condividiamo i nostri valori. E la cosa sarebbe cessata immediatamente. Questo è mancato, c'è stato il silenzio delle istituzioni, per giorni, per quelli di una parte politica. E non la vogliamo buttare in caciara, ma è questo il motivo per cui la gente si è indignata.
Domani ci sarà una manifestazione nella città di Ascoli in cui mi auguro di vedere il sindaco, lì, in prima fila, a ribadire che la sua forza politica, la vostra forza politica, condivide quei valori e si oppone a gesti, quelli estremi, che non devono essere visti e devono essere - quelli sì - repressi, non la legittima modalità di esprimere il proprio dissenso e la propria opinione, orgogliosi di una storia di cui l'Italia deve essere orgogliosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Lunedì 5 maggio 2025 - Ore 15:
1. Discussione sulle linee generali dei disegni di legge:
Ratifica ed esecuzione dello Scambio di lettere tra la Repubblica italiana e la Santa Sede, fatto a Roma il 12 novembre 2024 e nella Città del Vaticano il 23 dicembre 2024, costituente un Accordo emendativo dell'Accordo mediante Scambio di Lettere tra la Repubblica italiana e la Santa Sede sull'assistenza spirituale alle Forze armate, fatto a Roma e nella Città del Vaticano il 13 febbraio 2018, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno. (C. 2307)
Relatori: FORMENTINI, per la III Commissione; ZOFFILI, per la IV Commissione.
S. 1319 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di Moldova in materia di sicurezza sociale, fatto a Roma il 31 ottobre 2024 (Approvato dal Senato). (C. 2291)
Relatore: CAIATA.
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica d'India sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 9 ottobre 2023. (C. 1915-A)
Relatore: FORMENTINI.
S. 1228 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica Araba d'Egitto sul trasporto internazionale di merci per mezzo di veicoli trainati (rimorchi e semirimorchi) con l'uso di servizi di traghettamento marittimo, fatto a Il Cairo il 22 gennaio 2024 (Approvato dal Senato). (C. 2101)
Relatore: CALOVINI.
La seduta termina alle 10,50.