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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 527 di mercoledì 10 settembre 2025

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'

La seduta comincia alle 15.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANTONIO D'ALESSIO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 9 settembre 2025.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dell'Interno, il Ministro per i Rapporti con il Parlamento e il Ministro dell'Istruzione e del merito.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso. Sapete tutti il nuovo sistema, un sistema elettronico che, diciamo, non perdona. Quindi, mi raccomando, un minuto per illustrare l'interrogazione; tre minuti i Ministri per rispondere; due minuti per la replica.

(Iniziative per la tutela dell'ordine pubblico e della legalità nel territorio di Cetraro (Cosenza) - n. 3-02154)

PRESIDENTE. L'onorevole Gentile ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02154 (Vedi l'allegato A).

ANDREA GENTILE (FI-PPE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, intervengo oggi per portare in Aula la voce di una comunità, una comunità ferita. Quella calabrese di Cetraro, in provincia di Cosenza, che da anni assiste a una preoccupante escalation di violenza e criminalità.

Negli ultimi anni il territorio è stato teatro di una serie di eventi delittuosi di particolare efferatezza, riconducibili a dinamiche di criminalità organizzata di tipo mafioso. Tra i più gravi episodi occorsi nell'ultimo periodo voglio ricordare i ripetuti furti delle telecamere di videosorveglianza installate dal comune, la scomparsa dell'imprenditore Tullio Rossi e l'omicidio in pieno giorno di Giuseppe Corallo. Le Forze dell'ordine, a cui va il nostro pieno sostegno, nostro e di tutta Forza Italia, continuano ad operare con dedizione e professionalità ma è evidente che …

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA GENTILE (FI-PPE). … si è di fronte a un disegno criminale strutturato, volto a minare la sicurezza pubblica e a condizionare la vita di un'intera comunità. Per questo riteniamo che si debba fornire un segnale forte, visibile, immediato, da parte dello Stato…

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.

MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Aspetti, che abbiamo rivoluzionato il sistema e le rivoluzioni hanno bisogno di qualche aggiustamento.

MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente. L'attenzione sulla sicurezza del territorio della provincia di Cosenza e, in particolare, nel comune di Cetraro, è sicuramente prioritaria e costante ed è testimoniata dalle operazioni di Polizia condotte nei confronti della criminalità organizzata locale che hanno dato luogo a processi e condanne, anche nei confronti dei suoi capi storici.

Grazie all'intensa attività info-investigativa, nel febbraio 2025 è stato catturato un pericoloso latitante e assicurato alla giustizia, nei confronti del quale, dal 2022, pendeva un'ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere. La situazione è monitorata attraverso sistematici servizi preventivi di controllo del territorio, effettuati anche con l'ausilio del reparto prevenzione crimine Calabria settentrionale della Polizia stradale e degli equipaggi delle altre forze di Polizia.

Sono state altresì recentemente inoltrate alla competente autorità giudiziaria tre proposte di sorveglianza speciale di pubblica sicurezza nei confronti di soggetti ritenuti pericolosi per l'ordine e la sicurezza pubblica, alcuni di essi appartenenti alla cosca dominante in Cetraro, il clan Muto, e attualmente risultano sottoposte alla sorveglianza speciale 13 persone. In atto, sono complessivamente 50 i soggetti residenti in Cetraro sottoposti all'avviso orale, di cui 20 emessi nel corrente anno.

Oltre all'intensificazione delle attività investigative, il potenziamento dei presidi locali delle forze di Polizia ha riguardato tutte le articolazioni, in particolare, unitamente alla locale stazione dei Carabinieri, vi è stato un rafforzamento del numero delle unità in servizio presso la locale tenenza della Guardia di finanza. Per quanto concerne la stazione dei Carabinieri di Cetraro, quest'ultima è attualmente collocata indubbiamente in uno stabile in condizioni d'uso non ottimali, motivo per cui il 18 giugno scorso è stata richiesta e ottenuta dalla provincia di Cosenza la definizione dell'acquisto di un nuovo e più funzionale immobile da destinare al più presto a sede del reparto. Aggiungo che, di recente, abbiamo finanziato anche un progetto di videosorveglianza per il comune di Cetraro, di prossima realizzazione.

Sono queste iniziative che danno il segno dell'attenzione al territorio di Cetraro, e altri interventi, assicuro, di potenziamento verranno valutati nella prospettiva di un costante miglioramento dei livelli di sicurezza.

PRESIDENTE. Il deputato Gentile ha facoltà di replicare. Prego. Un attimo che accendiamo il microfono.

ANDREA GENTILE (FI-PPE). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, grazie per la risposta puntuale, esaustiva, che ha riferito elementi importanti e concreti, che riporta al centro dell'agenda nazionale il bisogno di sicurezza di un'intera comunità. Voglio sottolineare che Forza Italia condivide e sostiene fortemente l'azione del Governo, a tutela della sicurezza, della legalità e dell'ordine pubblico. Non solo per quanto ha riferito oggi in quest'Aula, ma anche per quello che è stato fatto in termini di implementazione e di rafforzamento delle Forze dell'ordine.

Lei è uomo delle istituzioni, che conosce bene le dinamiche drammatiche dei territori del Sud e, anche per questo, apprezziamo molto il suo operato e riteniamo che l'avvio della procedura per l'apertura della nuova caserma, tenenza dei Carabinieri, di cui ha riferito, proprio lì, a Cetraro, sia un segnale davvero significativo.

È in un simile contesto, purtroppo segnato da una forte presenza della criminalità, che il rafforzamento concreto della presenza dello Stato rappresenta un segnale di legalità e di speranza. È dunque proprio per questo che, oltre a quanto ha riferito e che riteniamo assolutamente fondamentale, auspichiamo ora, fortemente, che la nuova caserma venga tempestivamente dotata di un organico adeguato affinché possa divenire un presidio efficace nella lotta alla criminalità e un punto di riferimento sicuro per i cittadini, per un sindaco e una comunità alla quale siamo vicini e solidali e che non meritano tali forme di ingiustificata violenza. Forza Italia farà come sempre la sua parte, partecipando attivamente all'attuazione di tali scelte, promuovendo i valori della legalità, dell'unità e della solidarietà sociale, nella ferma certezza che lo Stato non arretrerà di fronte a tali forme di prepotenza criminale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

(Iniziative in relazione all'uso dei cosiddetti taser da parte delle Forze dell'ordine, anche ai fini della sospensione del loro utilizzo alla luce di recenti fatti di cronaca - n. 3-02155)

PRESIDENTE. Il deputato Magi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02155 (Vedi l'allegato A).

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Ministro, nel mese di agosto nel nostro Paese ci sono stati due decessi di cittadini nel giro di 48 ore a seguito dell'uso del taser, cioè a seguito dell'applicazione, da parte delle Forze dell'ordine, di una potente scarica elettrica che ha la finalità di immobilizzare persone che vengono fermate. C'è qualcosa che non funziona, perché quest'arma, che viene definita arma non letale, si è oggettivamente dimostrata letale. C'è un'ampia letteratura sulla pericolosità di quest'arma, in altri Paesi si va incontro anche a delle sospensioni a seguito di centinaia di decessi che ci sono stati. Noi le chiediamo se non sia il caso di sospendere l'adozione di questo strumento e avviare un monitoraggio indipendente per comprenderne bene l'effetto…

PRESIDENTE. Concluda.

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). …anche alla luce del fatto che il modello che è in dotazione alle Forze dell'ordine italiane non è certamente il più recente né il più adeguato.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.

MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente. Negli ultimi anni il concreto utilizzo del taser si è rivelato sempre più fondamentale per salvaguardare l'efficacia operativa delle Forze di Polizia in scenari critici e rendere inoffensivi i soggetti pericolosi per il tempo necessario a procedere al loro arresto. Questo giudizio positivo non è contraddetto dai recenti episodi di cronaca, che hanno infatti escluso la riferibilità al taser di eventi letali verificatisi per altre cause.

Chi critica l'utilizzo del taser deve tenere presente che si tratta di uno strumento imprescindibile, fornito agli agenti come alternativa all'utilizzo delle armi da fuoco, che in quanto tali esporrebbero a ben altri rischi sia gli operatori di Polizia, sia i soggetti coinvolti in situazioni di pericolo. Aggiungo che le Forze di Polizia ricevono una formazione specifica, culminante in un'abilitazione relativa ai protocolli operativi, alle modalità di utilizzazione, alle regole di ingaggio, in base alle quali il taser viene usato soltanto dagli operatori abilitati in presenza di soggetti violenti e aggressivi, costituenti un pericolo concreto, immediato e non altrimenti superabile.

Circa la specifica vicenda della gara ricordata dall'onorevole interrogante, preciso che il Ministero dell'Interno nel 2024 aveva espletato una procedura di gara per l'acquisizione di 4.780 armi ad impulsi elettrici, conclusasi con l'esclusione dell'unico partecipante a causa della non aderenza dell'offerta tecnica presentata dall'impresa al capitolato posto alla base di gara. Attualmente, in vista di una nuova procedura per l'acquisizione di un prodotto dotato dei più elevati standard tecnici, sono in corso approfondimenti per la predisposizione e l'aggiornamento della documentazione di gara.

In conclusione, quindi, ritengo che l'uso di questo strumento difensivo e non offensivo, dissuasivo e non repressivo, non deve essere oggetto di polemiche ideologiche, pretestuose e infondate nei confronti dell'operato delle Forze di Polizia, perdendo di vista che il primo obiettivo da perseguire è la sicurezza dei cittadini.

PRESIDENTE. Il deputato Magi ha facoltà di replicare.

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Guardi, Ministro, lungi da noi sollevare qualsiasi polemica nei confronti delle Forze dell'ordine, anzi, questa interrogazione è mossa proprio dall'obiettivo di fornire garanzie di sicurezza ai cittadini, ma anche garanzie agli agenti delle Forze dell'ordine in servizio, che non devono trovarsi nella condizione di utilizzare uno strumento di cui non siano totalmente chiari gli effetti. In letteratura, nella letteratura scientifica è ormai appurato che in casi di fragilità di tipo cardiaco, di tipo psichiatrico o di tipo neurologico, o nei confronti di persone che sono sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, il taser può avere effetti letali.

Queste condizioni i nostri agenti delle Forze dell'ordine non sono in grado di conoscerle. Quindi lei, Ministro, mi consenta, è un irresponsabile, perché, quando definisce “imprescindibile” questo strumento, senza che ancora la magistratura abbia svolto tutte le verifiche che deve svolgere nei singoli casi per verificare come è andata la dinamica dei fatti, si dimostra ancora una volta, come su altre vicende che riguardano l'attualità del nostro Paese, non all'altezza del ruolo che ricopre.

Noi ci saremmo aspettati, in via cautelare, da parte sua una sospensione dell'adozione di questo strumento, accertando in maniera dettagliata e minuziosa quale sia l'effetto, magari, anche predisponendo il fatto che le pattuglie che sono dotate - e non sono solamente quelle di Polizia, Carabinieri, Guardia di finanza, ma anche quelle della Polizia locale - di questo strumento abbiano anche tutte dei defibrillatori per essere pronte a intervenire in casi gravi o gravissimi. Insomma, lei non si atteggi, Ministro, a unico tutore dell'onorabilità delle nostre Forze dell'ordine. Le nostre Forze dell'ordine non devono trovarsi in condizioni di togliere…

PRESIDENTE. Grazie.

(Iniziative di competenza in relazione alla tendenza crescente riguardante una pluralità di reati, con particolare riferimento alle grandi aree urbane - n. 3-02156)

PRESIDENTE. La deputata Boschi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02156 (Vedi l'allegato A).

MARIA ELENA BOSCHI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Caro Ministro, noi di Italia Viva siamo all'opposizione, ma abbiamo stima per il suo lavoro - caso raro, con questo Governo -, ma soprattutto abbiamo fiducia nell'Arma dei carabinieri, nella Polizia, in tutti gli uomini e le donne che quotidianamente onorano la divisa e la bandiera. Eppure vogliamo condividere con lei, Ministro, una preoccupazione: aumenta il senso di insicurezza per i nostri concittadini. Nonostante i vostri decreti, compreso il decreto-legge Sicurezza, aumenta la paura, non migliora la sicurezza.

Da quando siete voi al Governo, l'ordine pubblico, la gestione dell'ordine pubblico non è migliorata, anzi, è peggiorata. Allora le chiedo, Ministro, al di là dei dati che spesso ama ricordare, lei ha questa sensazione della percezione dell'insicurezza e che cosa intende fare?

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.

MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente. Per la verità, i dati aggregati più recenti indicano che nel primo semestre del 2025 si è registrato sul territorio nazionale un calo complessivo del 9 per cento dei reati rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente. La statistica delle dinamiche della delittuosità, senza dubbio confortante, non giustifica certo toni trionfalistici, determinandoci semmai a proseguire sulla strada intrapresa; sicuramente, però, i dati smentiscono nel modo più netto quanti strumentalizzano temi così delicati per fini propagandistici ed elettorali.

Nello stesso periodo, sono stati più di 461.000 i soggetti denunziati e arrestati, e, vista l'incidenza dei reati commessi da migranti irregolari, abbiamo anche rafforzato i rimpatri degli stessi, tant'è che nel primo semestre di quest'anno si registra un 12 per cento in più rispetto all'anno scorso. I risultati che stiamo ottenendo sono frutto della sempre più incisiva attività di controllo del territorio assicurata dalle Forze di Polizia, grazie all'istituzione delle zone a vigilanza rafforzata, le cosiddette “zone rosse”, e allo svolgimento sistematico di operazioni ad alto impatto.

Anche da questo punto di vista, sono eloquenti i numeri che le voglio dare: le zone rosse hanno permesso di controllare oltre un milione di soggetti, con l'adozione di circa 6.500 provvedimenti di allontanamento, di cui il 75 per cento ha riguardato cittadini stranieri; le operazioni ad alto impatto, dall'inizio del 2023 al 31 luglio di quest'anno, sono state più di 2.900, con l'impiego di oltre 122.000 unità delle Forze di Polizia; sono state controllate 954.000 persone, di cui 340.000 stranieri, 1.800 i soggetti arrestati e più di 11.000 quelli denunciati.

L'obiettivo del Governo è quello di rendere progressivamente sempre più incisiva l'azione di presidio e controllo delle nostre città grazie alle risorse liberate per aumentare le assunzioni delle Forze di Polizia e, dall'entrata in carica dell'Esecutivo al 31 luglio scorso, sono state effettuate oltre 37.000 nuove assunzioni tra Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di finanza, con un incremento di 4.000 unità in più rispetto al turnover. Nel 2025 prevediamo di assumere complessivamente 7.500 unità, a cui si aggiungeranno circa 24.000 assunzioni programmate per il prossimo biennio.

Con ciò abbiamo capovolto una tendenza storica determinata dai tagli scellerati agli organici delle Forze di Polizia operati da Governi precedenti, mantenendo l'impegno preso con gli italiani, che proseguirà con sempre maggiore determinazione, anche grazie all'elevata professionalità delle nostre Forze di Polizia. A questo proposito, mi consenta di cogliere l'occasione per esprimere soddisfazione per l'operazione condotta ieri a Brescia, che ha portato all'arresto di uno straniero accusato di arruolare giovani jihadisti, operazione che testimonia il loro altissimo valore di competenza e dedizione, e conferma che la sicurezza dei cittadini e la difesa della nostra convivenza civile rimangono la priorità assoluta per il Governo.

PRESIDENTE. La deputata Boschi ha facoltà di replicare.

MARIA ELENA BOSCHI (IV-C-RE). Ministro, il problema non è se io sono soddisfatta o meno della sua risposta o se lei è soddisfatto delle sue statistiche, il problema è che i cittadini italiani non sono soddisfatti della gestione della sicurezza. E glielo dico, Ministro, non tanto perché probabilmente le prossime elezioni si vinceranno o si perderanno sulla sicurezza, ma perché ne va della quotidianità e del benessere dei nostri concittadini. Io le ho chiesto non di sciorinare le solite statistiche, ma di dirci se lei ha la percezione di questo senso di insicurezza che è altrettanto grave.

Non so, Ministro, se lei sa che l'81 per cento delle donne in questo Paese pensa che negli ultimi 5 anni la gestione della sicurezza sia peggiorata, che il 52 per cento dei giovani ha deciso almeno una volta di non uscire di casa per paura delle aggressioni. Noi abbiamo italiani che hanno paura, e non è normale che una ragazza di 20 anni abbia paura ad andare alla stazione di notte da sola e non è normale che un ragazzino di 14 anni abbia paura dell'intervallo a scuola, perché ha paura dei coltelli; che ci sia paura delle droghe nei parchi o di essere aggrediti alla fermata dell'autobus.

E se voi non avete la percezione che questa è la realtà fuori dai palazzi, Ministro, abbiamo un problema, perché noi non vogliamo fare propaganda su questo, ma lanciare un allarme vero, perché è l'allarme dei nostri concittadini. Per quanto riguarda i tagli alle Forze dell'ordine, Ministro, tra di noi non funziona, perché siamo stati seduti allo stesso tavolo, quando io ero al Governo e lei aveva altri ruoli all'interno del Ministero - non era ancora Ministro -, e sa bene che i tagli sono stati fatti dai Governi di centrodestra e che i primi Governi che li hanno sbloccati e hanno fatto assunzioni straordinarie sono quelli Renzi e Gentiloni, anche con il Ministro Minniti, e lei lo sa, perché c'era a quei tavoli.

Purtroppo non basta aumentare i reati sulla carta, nei codici, come state facendo voi. Perché è vero: riempite le carceri che sono in condizioni disumane, ma non diminuite i reati che sono commessi per strada.

Lei, Ministro, doveva aiutarci a rassicurare gli italiani; è riuscito soltanto a sciorinare l'ennesima statistica, peraltro dimenticando che sono aumentati rapine su strada, borseggi, scippi, purtroppo femminicidi, violenze domestiche e stalking.

(Chiarimenti e iniziative di competenza in relazione a notizie di stampa sul soggiorno di soldati israeliani presso località turistiche italiane e ai connessi profili di sicurezza e ordine pubblico - n. 3-02157)

PRESIDENTE. Il deputato Carotenuto ha facoltà di illustrare l'interrogazione Alfonso Colucci ed altri n. 3-02157 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Signor Ministro, Presidente, dalla stampa abbiamo appreso un fatto che sarebbe gravissimo se confermato, cioè soldati israeliani in licenza dai combattimenti hanno trascorso periodi di decompressione in resort italiani, scortati giorno e notte dalla nostra Polizia.

Ecco, se confermato, questo è intollerabile, perché è intollerabile che chi si vanta di salvare i bambini palestinesi, di curare quelli magari rimasti orfani, poi offre ospitalità a chi ha sterminato le loro famiglie.

Vede, altri Paesi - penso alla Spagna - hanno scelto la strada di negare il visto a chiunque abbia partecipato alle operazioni militari di Gaza. Noi, invece, cosa facciamo? Cosa facciamo?

Non si può ignorare, da un lato, la sicurezza delle missioni umanitarie come la Global Sumud Flotilla, lasciare sola la funzionaria ONU Francesca Albanese, che difende il diritto internazionale, e poi usare le nostre Forze di Polizia per fare da scorta a militari israeliani in vacanza.

Allora, le chiedo: quali accordi formali o informali avete stretto con le autorità israeliane per organizzare arrivi, basi logistiche e scorte a questi soldati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.

MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente. La minaccia terroristica conseguente al conflitto mediorientale è costantemente monitorata in sede di Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica - ho un appuntamento, dopo questa seduta, anche oggi - ai fini di una puntuale e aggiornata ricognizione delle migliaia di obiettivi sensibili in Italia, sui quali è stata intensificata l'attività di prevenzione e vigilanza.

L'antisemitismo è uno degli aspetti più preoccupanti che è emerso all'indomani dell'attacco del 7 ottobre, che ha determinato un rafforzamento di tutti i dispositivi di osservazione e controllo riferiti agli obiettivi riconducibili allo Stato di Israele e alle comunità ebraiche.

Aggiungo che, nell'ambito dei servizi svolti dalle Forze di Polizia per prevenire turbative all'ordine e alla sicurezza pubblica, anche a causa del crescente numero di azioni di intolleranza antisemita, vengono svolti dedicati servizi di prevenzione sia nei confronti delle comunità ebraiche residenti che di gruppi occasionalmente presenti sul territorio nazionale, come quelli richiamati dagli onorevoli interroganti.

Nel caso relativo al soggiorno di cittadini israeliani in vacanza nelle Marche sono stati pertanto disposti, lo scorso anno, servizi di prevenzione durante le visite e le uscite nelle località circostanti a quelle del soggiorno. Tali servizi vengono abitualmente decisi e svolti a livello territoriale ogni qualvolta vi sia notizia di presenze di comitive culturali, turistiche o gruppi sportivi, che possano essere considerati esposti ad atti di intolleranza, come avvenuto anche di recente in Sardegna.

Assicurare protezione a chiunque rischi di essere vittima di violenza sul nostro territorio e predisporre servizi di prevenzione e vigilanza a tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica è ciò che le Forze di Polizia continueranno a fare.

Non comprendo quali fossero le diverse aspettative circa le iniziative da adottare nella circostanza, né voglio pensare che, anche con riguardo al contesto complessivo, si potesse immaginare di lasciare queste persone alla mercé di possibili malintenzionati. E sono certo che anche gli appartenenti al gruppo politico degli onorevoli interroganti possano condividere questa linea di condotta delle Forze di Polizia, coerente con la loro missione di uno Stato democratico, con il difficile contesto internazionale che stiamo vivendo e gli elevati rischi che sono generati da esso.

PRESIDENTE. Il deputato Alfonso Colucci ha facoltà di replicare.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Signor Ministro, ancora una volta lei ci ha preso in giro. Ancora una volta ha mentito agli italiani. Vede, Ministro, quelle persone non sono turisti, non sono comitive culturali, come lei le ha appena definite; sono sospetti criminali di guerra. Fanno parte di un esercito che ha ucciso oltre 60.000 palestinesi, 18.000 bambini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il loro Primo Ministro Netanyahu è attinto da un ordine, da un mandato d'arresto da parte della Corte penale internazionale per crimini di guerra e contro l'umanità.

Lo sterminio di un popolo, signor Ministro, il popolo di Gaza, non è autodifesa: è genocidio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E l'Italia non può diventare un resort di lusso per chi spara ai bambini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

No ad accordi con Israele! No alla vostra complicità che è sia politica sia morale, Ministro!

Gli italiani hanno già deciso da che parte stare: hanno impartito, a lei e a Giorgia Meloni, un insegnamento di dignità. Lei, Ministro, proprio lei, che ha rimandato a casa il generale Almasri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) accusato di gravissimi crimini, addirittura di stupri su bambini, e l'ha rimandato a casa con un aereo di Stato con la bandiera italiana, a spese degli italiani, lei, Ministro, ha così chiarito che il Governo Meloni sta dalla parte dei carnefici.

PRESIDENTE. Concluda.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Noi del MoVimento 5 Stelle non siamo vostri complici. Noi siamo dalla parte delle vittime (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative per un presidio straordinario delle Forze dell'ordine in prossimità delle aree ospitanti comunità rom in Calabria, con particolare riferimento all'area di Lamezia Terme, anche valutando l'impiego di una quota del contingente dell'operazione «Strade sicure» - n. 3-02158)

PRESIDENTE. Il deputato Furgiuele ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02158 (Vedi l'allegato A).

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, a Lamezia Terme insistono due aree che sono caratterizzate da un'emergenza che riguarda la vivibilità e la sicurezza: il campo rom di Scordovillo, che è il più grande del Mezzogiorno d'Italia, e poi il quartiere di Ciampa di Cavallo, che è caratterizzato e segnato da occupazioni abusive, rifiuti, roghi tossici, dove c'è anche una diffusa illegalità.

Ora, la prefettura di Catanzaro, la questura di Catanzaro, il consiglio comunale di Lamezia Terme con la nuova amministrazione, che ha solo ereditato questo stato emergenziale, ce l'hanno messa tutta, ma l'emergenza rimane.

Le chiedo, in considerazione del rinnovo del progetto “Strade Sicure”, se non ritenga di dover operare con un presidio permanente in quell'area.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.

MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente. La situazione della presenza di comunità rom a Lamezia Terme è alla costante attenzione del Ministero dell'Interno che, tramite la rete delle prefetture, persegue l'obiettivo di superare la situazione di illegalità e di degrado tipica dei campi rom, affiancando le amministrazioni locali nelle iniziative di loro competenza.

Anche la regione Calabria sembra muoversi in piena sintonia con tale impostazione, avendo stanziato 8 milioni di euro per un progetto di delocalizzazione e di socializzazione della popolazione rom di Scordovillo, che conta circa 90 nuclei familiari situati in baracche di fortuna.

Il progetto prevede la delocalizzazione in alloggi, già in proprietà di ATERP e di nuova acquisizione anche da privati, al fine di garantire adeguate e alternative soluzioni alloggiative, per poi procedere alla demolizione dell'accampamento e alla relativa bonifica dell'area.

Negli incontri svolti dal prefetto di Catanzaro sulla tematica, il sindaco di Lamezia - interprete anche del disagio dei cittadini delle aree urbane vicine - ha preannunziato il rilancio di un'azione comunale più incisiva su quella zona, per più decisi interventi di contrasto alle marginalità e il ripristino di generali condizioni di legalità.

Sul piano della sicurezza, la prefettura ha attivato mirati servizi interforze di vigilanza, che rilanceremo, anche avvalendosi delle unità del Reparto prevenzione crimine della Polizia di Stato e delle squadre di intervento operativo dei Carabinieri, per un impiego straordinario nel controllo del territorio, in supporto alle Forze di Polizia e alla Polizia municipale, che già vi operano in via ordinaria. Queste misure andranno ad integrare i servizi straordinari riferiti al cosiddetto “Focus 'ndrangheta”, predisposto con cadenza settimanale e finalizzato all'intensificazione della presenza delle Forze di Polizia in contesti ad alta densità criminale.

Questo e i controlli periodici all'interno dei campi, finalizzati alla prevenzione e alla repressione dei reati, sono le modalità ritenute più efficaci per garantire la sicurezza rispetto a un mero presidio statico.

Come accennavo in premessa, dopo anni di immobilismo e di incapacità di progettare alternative sul piano sociale e culturale, le associazioni che monitorano il fenomeno registrano segnali di incoraggiante decremento del numero degli insediamenti formali e informali di comunità rom e sinti e delle presenze degli insediamenti esistenti su tutto il territorio nazionale. Basti pensare che, da quando questo Governo è in carica, la stima di tali presenze segna un calo da circa 16.000 persone a poco più di 13.000.

Si tratta di continuare e intensificare l'azione interistituzionale volta a superare questi insediamenti ancora presenti, creando alternative concrete e durature di ripristino della legalità e di lotta al degrado e alle marginalità.

E continueremo, quindi, a prestare attenzione mirata anche agli accampamenti a cui ha fatto riferimento l'onorevole interrogante.

PRESIDENTE. Il deputato Furgiuele ha facoltà di replicare.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la ringrazio per l'attenzione che ha voluto dimostrare a questo territorio che ormai da anni vive una situazione di disagio. Sono certo - lei lo sta palesando - che il Governo non lascerà la comunità di Lamezia Terme al suo destino. Pur tuttavia, non posso non ribadire che si tratta di una condizione di straordinarietà. Si tratta di una città che al suo interno ha il campo rom più grande del Mezzogiorno d'Italia. Inoltre, questo quartiere, Ciampa di Cavallo, è un agglomerato di edilizia popolare segnato da occupazioni abusive, roghi tossici e rifiuti, dove i cittadini perbene vivono in una condizione che nega legalità e sicurezza.

Signor Ministro, credo sia ingiusto che, nel 2025, una delle città più importanti del Mezzogiorno d'Italia, che ospita un aeroporto internazionale che è tra gli 11 aeroporti di interesse strategico nazionale, debba convivere con questo stato emergenziale. So che lei è uomo di territorio: la prego, venga a Lamezia Terme a vedere con i suoi occhi.

I quartieri della città di Lamezia Terme meritano di tornare ad essere luoghi vivibili, luoghi dove c'è la sicurezza e, soprattutto, dove lo Stato è presente, ascolta, recepisce, elabora e agisce in modo determinato.

(Iniziative di competenza, anche di carattere normativo, volte a garantire obblighi di pubblicità e trasparenza per le associazioni con caratteristiche tipiche di movimenti politici - n. 3-02159)

PRESIDENTE. Il deputato Raimondo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Bignami ed altri n. 3-02159 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

CARMINE FABIO RAIMONDO (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, l'inchiesta Affidopoli, sul comune di Pesaro, ha fatto emergere anche il caso dell'associazione Ungranbelpo, promossa dall'ex sindaco Matteo Ricci. Parliamo di un'associazione nata nel 2019 come prosecuzione della lista civica che sosteneva Ricci, un'associazione con sede presso il PD provinciale di Pesaro, che ha organizzato attività politiche, che ha sostenuto campagne elettorali e che improvvisamente si è sciolta il 10 giugno 2024, proprio alla vigilia delle elezioni di Ricci al Parlamento europeo. Anche su quest'anomalia starebbe indagando la magistratura.

Ora quest'associazione, nonostante la sua evidente natura politica, non ha mai pubblicato bilanci e non ha nemmeno presentato i rendiconti alla Commissione di garanzia come invece prevede la legge in questo caso.

Ecco, signor Ministro, vorremmo sapere quali iniziative intenda assumere per impedire che soggetti che operano come partiti, ma si camuffano da semplici associazioni, possano sottrarsi agli obblighi di trasparenza previsti dalla legge.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.

MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente. Come evidenziato dagli onorevoli interroganti, è in corso questa inchiesta denominata Affidopoli, con il coordinamento della locale procura della Repubblica, per una serie di affidamenti e contribuzioni erogati dal comune di Pesaro tra il 2020 e il 2024 a favore delle associazioni Opera Maestra e Stella Polare. Sarà dunque l'autorità giudiziaria a far luce su un eventuale quadro di responsabilità penali legate al sistema di affidamenti diretti nel comune di Pesaro.

Per quanto riguarda l'associazione Ungranbelpo citata dall'interrogante, essa riporta il nome della lista civica con la quale l'ex sindaco Matteo Ricci si candidò alle elezioni comunali del 2019 e fu costituita dopo quelle elezioni con sede nello stesso stabile del Partito Democratico locale. Al riguardo, gli onorevoli interroganti evocano il tema della trasparenza gestionale e finanziaria di associazioni che svolgono attività culturali e politiche e che, pertanto, al fine di prevenire ogni situazione di opacità, dovrebbero essere assoggettate agli obblighi di pubblicità, trasparenza e rendicontazione previsti dall'ordinamento per i partiti ed i movimenti politici.

Ricordo che, per garantire la trasparenza nel finanziamento della politica, la legge prevede l'obbligo dei partiti e dei movimenti politici di presentare rendiconti economici e bilanci alla Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza, come sottolineato dall'interrogante e, pur trattandosi di una questione che non rientra nelle attività riconducibili alle dirette e formali competenze del Ministero dell'Interno, non vi è dubbio che uno dei fondamenti della moderna democrazia è la piena trasparenza in ogni ambito dell'azione politica e amministrativa e che, laddove necessario, le sedi parlamentari potranno approfondire e assumere iniziative di rafforzamento del quadro normativo vigente.

Sono anche convinto che spetti in primo in primo luogo ai titolari di cariche politiche il compito di preservare quei valori fondamentali di correttezza di fronte al cittadino elettore che, in una concezione laico-moderna della convivenza, assurgono al rango di virtù civili e sono il primo presupposto della credibilità di chi occupa o aspira ad occupare responsabilità politiche.

PRESIDENTE. Il deputato Mascaretti, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

ANDREA MASCARETTI (FDI). Grazie, Presidente. Ringrazio il signor Ministro per quanto di sua competenza, certo è che un'associazione che nasce in continuità con la lista che supporta Matteo Ricci come candidato sindaco di Pesaro, che ha sede in un immobile dove ha sede il Partito Democratico, che risulta attiva nella campagna elettorale delle europee del 2024, dove Matteo Ricci è stato eletto al Parlamento europeo, anche se ha chiuso il giorno dopo le elezioni europee, sia - non vi sono dubbi - un soggetto che ha chiara natura politica. Tale natura dovrebbe comportare, per trasparenza, la pubblicazione dei bilanci che, però, ad ora, non risultano pubblicati, né accessibili.

Riteniamo che la trasparenza vada sempre rispettata e garantita, come ha detto lei, signor Ministro, dai soggetti che svolgono attività politiche ed elettorali, per non rischiare che avvenga, come avveniva per quelle società “apri e chiudi”, che finivano per eludere i controlli.

Auspichiamo che chi è preposto a controllare faccia chiarezza e che gli obblighi di trasparenza siano rispettati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative volte a garantire protezione diplomatica ai cittadini italiani impegnati nella missione umanitaria della Global Sumud Flotilla - n. 3-02160)

PRESIDENTE. Il deputato Fratoianni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02160 (Vedi l'allegato A).

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, purtroppo, come spesso accade, ogni volta che parliamo di queste questioni la nostra interrogazione è già superata dai fatti. Chiedevamo conto di quello che è capitato: un attacco in acque tunisine alla Global Sumud Flotilla, molto probabilmente di origine israeliana, visto le insopportabili e inaccettabili minacce dei Ministri dell'ultradestra nei confronti di questa straordinaria iniziativa civile e umanitaria, oltre che pacifica.

Come si sa, appunto, la realtà viene superata dai fatti. È già arrivato il secondo attacco, nel giro di poche ore. Nel frattempo, Israele ha pensato bene anche di bombardare il Qatar, un altro Stato sovrano, un altro atto di terrorismo internazionale, un'altra violazione clamorosa del diritto internazionale, colpendo i negoziatori, cioè quelli che dovrebbero discutere su come far finire il massacro, la guerra, il genocidio.

Vorremmo sapere se siete finalmente in condizione di dirci che offrirete protezione diplomatica, protezione diplomatica e consolare, come ha fatto la Spagna, e se volete finalmente prendere iniziative concrete contro il Governo criminale israeliano (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, ha facoltà di rispondere.

LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, il Governo segue con la massima attenzione la vicenda della Global Sumud Flotilla, inclusi i fatti accaduti ieri e oggi nelle acque tunisine, rispetto ai quali la nostra ambasciata a Tunisi ha potuto escludere il coinvolgimento di connazionali. Per l'accertamento delle responsabilità non possiamo che attendere l'esito delle indagini che saranno condotte dalle competenti autorità tunisine.

Il Governo italiano ha più volte ribadito, anche in quest'Aula, che la situazione a Gaza è inaccettabile, sostenendo la necessità di giungere al più presto a un cessate il fuoco, di tutelare la popolazione civile palestinese e di consentire il pieno accesso agli aiuti umanitari. Parimenti il Governo italiano segue con apprensione le sorti dei civili israeliani ancora in ostaggio di Hamas, auspicando una rapida liberazione, cosa che contribuirebbe ad agevolare la de-escalation del conflitto.

Riguardo l'impegno italiano in favore della popolazione della striscia di Gaza, attraverso l'iniziativa Food for Gaza sono state recapitate oltre 210 tonnellate di aiuti alimentari e sanitari, anche attraverso la partecipazione italiana al ponte aereo tra la Giordania e Gaza. Il Governo si è reso disponibile con gli organizzatori della flottiglia a mettere a disposizione tali canali per la consegna degli aiuti a Gaza. Avvalersi di tali canali umanitari, già attivi e maggiormente efficaci, eviterebbe di esporre i partecipanti a questa iniziativa ai rischi derivanti dal recarsi in una zona di crisi.

Allo stesso tempo, il Governo ha ribadito che sarà garantita ogni possibile assistenza diplomatica e consolare ai cittadini italiani che partecipano all'iniziativa. Come è sempre avvenuto, anche di recente, nel caso di cittadini italiani fermati in Israele per iniziative analoghe, l'unità di crisi della Farnesina e l'ambasciata italiana a Tel Aviv sono già pienamente attivate in tal senso.

È fondamentale che Israele, nel condurre le eventuali azioni di interdizione rispetto all'accesso a Gaza via mare, assicuri in ogni momento la sicurezza di tutte le persone a bordo delle diverse imbarcazioni, evitando ogni azione che possa metterle a repentaglio. Intervenendo oggi in Aula, ritengo infine necessario ribadire la solidarietà espressa ieri dal Presidente Meloni allo Stato del Qatar e all'emiro al-Thani.

L'attacco di ieri e la violazione della sovranità di uno Stato, il Qatar, che non è parte del conflitto e che, al contrario, è da tempo impegnato, insieme a Stati Uniti ed Egitto, in una preziosa opera di mediazione, sono inaccettabili (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Fratoianni ha facoltà di replicare.

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Signor Ministro, mi dispiace, ma non basta. Non è che lei può venire qui a dirci che ci auguriamo e chiediamo che Israele, nelle eventuali operazioni di interdizione, sia gentile, perché quelle operazioni di interdizione sono illegali, non lo possono fare (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e della deputata Boldrini). Allora, voi dovreste fare un'altra cosa: intanto garantire protezione e non assistenza. Sono due cose diverse, le parole hanno un peso e lei le utilizza consapevolmente rispetto al peso che hanno.

Noi abbiamo chiesto che il Governo fornisca protezione e vorremmo che il Governo convocasse l'ambasciatore israeliano per dirgli preventivamente che non dovrebbero azzardarsi a riproporre atti di pirateria internazionale. Questo andrebbe fatto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). È come sul Qatar, no? Ieri Giorgia Meloni, alle otto di sera, buon'ultima tra i leader europei, ha detto: sono molto vicina all'emiro. E ci mancherebbe!

E pensiamo che ogni escalation sia sbagliata. No, bisognerebbe dire una cosa semplice: condanniamo un atto di terrorismo internazionale (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), perché le parole hanno un senso oppure ha un senso la posizione che il Governo da ormai oltre 2 anni, i 2 anni in cui si sta consumando un genocidio in diretta televisiva, in diretta social, ha realmente assunto, quella dell'ipocrisia e infine, inevitabilmente, quella della complicità.

Allora, noi torniamo ancora una volta a porre questa questione: proteggete i nostri connazionali, garantite alla Flotilla di arrivare. È inutile dire che ci sono altri canali, canali chiusi, canali chiusi dal muro dell'esercito israeliano, che affama la popolazione, che uccide con le bombe, con la fame e con la sete, con l'assenza di medicina, da oltre 2 anni, oltre 60.000 civili; l'esercito israeliano che occupa illegalmente la Cisgiordania, che sostiene e accompagna i coloni che uccidono impunemente i palestinesi in tutto il territorio palestinese. Su questo dovreste dire e fare qualcosa. Dovreste riconoscere lo Stato palestinese: avete detto che voi non fate mozioni, voi non ne avete bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

(Iniziative volte a garantire soluzioni strutturali alle carenze di organico dei docenti di sostegno - n. 3-02161)

PRESIDENTE. La deputata Ruffino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02161 (Vedi l'allegato A).

DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente e signor Ministro. Parlo di 5.700 posti vacanti di sostegno nella Lombardia, scuola primaria; in Veneto e Piemonte 1.297 posti scoperti nella primaria e così nelle altre regioni, con numeri sicuramente molto, molto importanti. Signor Ministro, gli studenti con disabilità sono 337.000, i posti di sostegno autorizzati sono 220.000.

È irragionevole tutto questo: ne mancano 117.000 e purtroppo gli alunni con disabilità sono in aumento e certamente non in riduzione. Novantamila cattedre sono occupate da insegnanti senza specializzazione, assunti con contratti a termine. Il 57 per cento degli alunni cambia insegnante ogni anno, l'8 per cento addirittura più volte nello stesso anno scolastico. Quindi, signor Presidente, per suo tramite al signor Ministro, quali iniziative di competenza intenda adottare per garantire soluzioni strutturali…

PRESIDENTE. Grazie. Il Ministro dell'Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'Istruzione e del merito. Grazie, Presidente. Gentili onorevoli, desidero evidenziare che, per l'avvio di questo anno scolastico, abbiamo conseguito, grazie alle nostre innovazioni in tema di reclutamento, un significativo progresso sul fronte delle assunzioni dei docenti, che si sono concluse, peraltro, con 3 settimane di anticipo rispetto allo scorso anno scolastico e rispetto ad altri anni scolastici, assicurando la copertura dell'organico - organico di diritto - pari al 97,3 per cento dei posti comuni e al 95,2 per cento dei posti in organico di diritto di sostegno.

Assicurare il diritto allo studio delle studentesse e degli studenti con disabilità è una priorità di questo Governo, in nome della quale in questi anni abbiamo intrapreso una pluralità di iniziative che stanno cominciando a dare risultati concreti. Innanzitutto, voglio ricordare che nell'ultima legge di bilancio abbiamo provveduto a incrementare l'organico di diritto di sostegno di 1.866 unità per l'anno scolastico 2025-2026, che diventeranno 2.000 nel prossimo anno scolastico.

In secondo luogo, per la prima volta è stato possibile confermare - ed è la prima volta in assoluto nella storia della scuola italiana - entro il 31 agosto circa 45.800 supplenti di sostegno, che rappresentano oltre il 41 per cento di tutti quelli nominati. È questo il frutto di una misura, da me fortemente voluta, che ha consentito di dare alle famiglie la possibilità di chiedere la conferma del docente supplente assegnato ai loro figli, così riducendo il fenomeno del turnover e rafforzando la continuità didattica, come anche lei auspicava giustamente.

Inoltre, sono già stati nominati, con congruo anticipo rispetto all'inizio delle lezioni fissato dai calendari scolastici, 109.564 supplenti di sostegno, con la copertura del 95 per cento, oltre il 95 per cento, dei posti complessivamente disponibili per le supplenze. Infine, per assicurare il supporto di docenti maggiormente qualificati, il Governo è intervenuto alla radice delle cause che non hanno consentito, in tutti gli anni passati, che vi fosse un sufficiente numero di docenti specializzati in sostegno, soprattutto al Nord.

Abbiamo infatti introdotto, in aggiunta ai corsi erogati dalle università, una nuova offerta formativa di specializzazione sul sostegno in capo a INDIRE, rivolta ai docenti precari che il precedente sistema universitario non era riuscito a intercettare, e senza specializzazione, ovviamente, non li possiamo assumere. Onorevoli, l'anticipo delle procedure di nomina, l'incremento delle assunzioni realizzate, la continuità didattica per gli studenti con disabilità sono la prova del nostro impegno per dare risposte concrete alle esigenze degli studenti, in particolare di quelli con disabilità, e delle loro famiglie.

PRESIDENTE. La deputata Grippo, cofirmataria dell'interrogazione, ha facoltà di replicare.

VALENTINA GRIPPO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. No, Ministro, non possiamo ritenerci soddisfatti della sua risposta e, soprattutto, purtroppo non possiamo ritenerci soddisfatti di come il Governo Meloni stia trattando la scuola italiana. Lei ci ha illustrato dei dati, vediamo le buone intenzioni, ma le informazioni che ci dà non si riflettono nei fatti. Sono quasi 3 anni che governate e ogni settembre ci troviamo nella stessa situazione: cattedre scoperte, insegnanti chiamati all'ultimo momento - lo ha ammesso anche lei -e buchi enormi sul sostegno.

La collega Ruffino ha illustrato i numeri, ma, siccome non hanno evidentemente fatto sufficiente impressione, li voglio richiamare: sono 100.000 i ragazzi con disabilità che non hanno il sostegno. La scuola inizia fra pochi giorni: il 57 per cento degli studenti cambia insegnante ogni anno, e li cambierà anche adesso, perché coloro che hanno potuto utilizzare ciò di cui lei parlava sono pochissimi, e molti li cambieranno durante l'anno. Non è inclusione questa, Ministro, questa è precarietà istituzionalizzata, è abbandono dei più fragili.

Purtroppo le dico che siamo preoccupati per la scuola perché i nostri docenti - è un dato di ieri -, che dovrebbero essere il cuore pulsante della scuola, restano tra i meno pagati d'Europa. Dal 2015, mentre negli altri Paesi OCSE gli stipendi sono cresciuti del 14 per cento, in Italia sono calati del 4 per cento. Lei parlava del bilancio: oggi un insegnante guadagna il 33 per cento in meno rispetto a un laureato a tempo pieno, contro una media OCSE del 17. Con questi numeri non si attraggono i giovani, non si offre nulla alla scuola.

E pensiamo alle istituzioni scolastiche, che riaprono anche quelle in situazioni tragiche: 36.000 edifici su 40.000 non hanno una o più certificazioni obbligatorie (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe)

PRESIDENTE. Grazie.

(Iniziative volte a garantire sull'intero territorio nazionale un effettivo sostegno al diritto allo studio, con particolare riferimento alla gratuità dei libri di testo - n. 3-02162)

PRESIDENTE. La deputata Iacono ha facoltà di illustrare l'interrogazione Manzi ed altri n. 3-02162 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

GIOVANNA IACONO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, ancora una volta l'inizio dell'anno scolastico si trasforma in un salasso per le famiglie italiane, che si trovano ad affrontare un costo medio di oltre 1.300 euro per l'acquisto di libri di testo e di materiale scolastico. Le attuali misure previste sono spesso insufficienti e non strutturali, e limitate da soglie ISEE troppo basse, a fronte di una platea molto più ampia di famiglie in difficoltà, larga parte della quale resta esclusa. Si tratta di strumenti indispensabili per esercitare un diritto costituzionale, e noi siamo qui per chiederle, signor Ministro, risposte chiare.

Vogliamo sapere cosa intenda fare il Governo per garantire un effettivo sostegno al diritto allo studio su tutto il territorio nazionale, anche attraverso un incremento delle risorse statali destinate alla progressiva gratuità dei libri di testo per le studentesse e gli studenti.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'Istruzione e del merito. Presidente, gentili onorevoli, innanzitutto ricordo che, tra i primi atti seguenti al mio insediamento, ho voluto costituire un tavolo di confronto permanente con l'Associazione italiana editori per trovare un giusto equilibrio tra le esigenze dei docenti, che richiedono libri di testo di qualità sempre maggiore, e quelle delle famiglie cui si deve garantire il contenimento della spesa per il loro acquisto.

Nell'ambito di questo tavolo sono state affrontate anche le problematiche segnalate dagli onorevoli interroganti relative all'erogazione delle risorse destinate alla fornitura gratuita dei libri di testo per i meno abbienti. Devo ricordare che, tenuto conto delle preminenti competenze delle regioni in tale ambito, il Governo può solo individuare risorse ulteriori che rappresentino un contributo aggiuntivo rispetto a quelle regionali. Ebbene, in questi anni abbiamo incrementato progressivamente, rispetto ai livelli di finanziamento ereditati dal Governo e dai Governi precedenti, con risorse proprie del Ministero, lo stanziamento del Fondo per l'acquisto dei libri di testo per le famiglie meno abbienti.

Inoltre, voglio ricordare che ho provveduto a ricostituire la Conferenza nazionale per il diritto allo studio, con lo scopo principale di individuare, insieme ai rappresentanti della Conferenza delle regioni e dell'ANCI, misure che possano semplificare l'accesso ai contributi in materia di welfare studentesco. Si tratta di misure concrete, in discontinuità con quanto fatto dai Governi precedenti, frutto di un approccio serio di questo Governo, ben diverso da quello ipotizzato da chi pretenderebbe, impegnando 500 milioni di euro, di equiparare gli stipendi dei docenti italiani alla media europea, rendere gratuiti i libri di testo per milioni di studenti e dotare tutte le scuole di mensa.

Ora, sorvolando su simili annunci, che denotano una scarsa conoscenza della realtà e forte dose di demagogia, noi rispondiamo sul terreno delle cifre. Per il solo anno 2025 abbiamo destinato ai comuni 516 milioni per le mense scolastiche: una dotazione che, da sola, supera la fantasiosa soglia di 500 milioni evocata questa estate. Con la scorsa legge di bilancio, inoltre, abbiamo incrementato le risorse per il comparto scuola di oltre 4,6 miliardi per il 2025, con un saldo positivo dell'8,9 per cento.

Concludo, con particolare riferimento alla questione dei libri di testo: sono allo studio misure, quali quelle dell'introduzione di un credito d'imposta per l'acquisto dei libri, che possano ulteriormente sostenere le spese delle famiglie nel loro sforzo, che ci sta particolarmente a cuore. In particolare, le famiglie ci stanno particolarmente a cuore nel loro sforzo di accompagnamento dei propri figli nel percorso scolastico. Ho formulato in questo senso una precisa proposta.

PRESIDENTE. La deputata Manzi ha facoltà di replicare.

IRENE MANZI (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Ma noi volevamo una risposta da parte del Ministro: è favorevole o meno rispetto a quelle che sono state delle proposte? Lei, mi scusi, è favorevole o meno rispetto a quelle che sono state proposte? Lei le definisce favolistiche, noi le definiamo misure universali a sostegno dell'istruzione. I dati che sono stati citati dalla collega Iacono sono precisi rispetto alla perdita di potere d'acquisto che le famiglie italiane riscontrano ogni anno.

Quello che noi chiediamo è la strutturalità di misure a sostegno del diritto allo studio che, del resto, anche regioni come l'Emilia-Romagna, come la Toscana, in questi anni e in questi mesi stanno assicurando. Penso che sia il momento di uscire anche dalla propaganda che questo Governo quotidianamente ci propina. Ogni anno si promette che in legge di bilancio - lo aveva fatto lo scorso anno il Ministro Ciriani rispondendo a un'interrogazione -: faremo delle detrazioni, adotteremo delle misure. Non ci sono state in quella legge di bilancio, vedremo quello che succederà nella prossima legge di bilancio.

Da parte nostra, noi chiediamo a gran voce che a quelle proposte di legge - che vengono incontro alle richieste che le famiglie italiane nelle iniziative, negli incontri che ogni anno vengono promossi, nelle manifestazioni che ci sono, fanno proprie - il Governo risponda; magari ci si confronti in Aula su quei testi che sono stati depositati, tanto alla Camera quanto al Senato a firma della collega senatrice Simona Malpezzi. Noi in questo momento risposte concrete, al di là degli annunci che ogni mese di settembre - guarda caso all'inizio dell'anno scolastico - vediamo risuonare sui giornali, non le vediamo. E quel tavolo, che era stato istituito dal Ministro Bianchi prima della fine della legislatura scorsa… (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)

PRESIDENTE. Ahimè, è finito il tempo.

(Ulteriori iniziative volte a consolidare la formazione tecnico-professionale di qualità, nell'ottica della riduzione della dispersione scolastica e del fenomeno dei cosiddetti NEET - n. 3-02163)

PRESIDENTE. La deputata Cavo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-02163 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Signor Ministro, questa interrogazione è incentrata sulla riforma dell'istruzione tecnico-professionale, il cosiddetto “4+2”, e si basa su alcuni dati: Unioncamere prevede per i prossimi cinque anni che sostanzialmente la metà degli occupati avrà necessità di formazione tecnico-professionale.

Lei ha avviato la riforma nel luglio del 2024 che ha portato, con questo “4+2”, sostanzialmente a 395 percorsi avviati e a 280 istituzioni scolastiche che hanno aderito. Recentemente questa riforma è stata resa strutturale e, quindi, finisce e si va in un percorso strutturale.

Bisogna anche combattere il fenomeno dei NEET, ridotti a livello nazionale, però bisogna proseguire su questa strada. Le chiediamo, pertanto, cosa intenda fare il Governo per assumere iniziative e continuare ad assumerle per rafforzare la filiera tecnico-professionale e ridurre, nel contempo, il fenomeno dei NEET.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'Istruzione e del merito. Onorevoli, vorrei fare anche un'aggiunta: non soltanto il fenomeno dei NEET, ma anche il tema della dispersione scolastica, che è un tema particolarmente scottante e che mi sta molto a cuore.

Grazie alle numerose misure messe in campo da questo Governo, la dispersione scolastica in Italia è già scesa al 9,8 per cento nel 2024 portandosi, secondo le stime Invalsi, all'8,3 per cento nel 2025, in anticipo di cinque anni rispetto agli obiettivi per il 2030 del 9 per cento. Anche la dispersione implicita è calata dal 9,7 per cento nel 2022 all'8,7 per cento nel 2025. Tutto questo aiuta sicuramente a sconfiggere il fenomeno dei NEET a cui lei faceva riferimento.

Per conseguire questi risultati abbiamo agito tempestivamente con decisioni, introducendo le nuove figure del docente tutor e il docente orientatore, avviando gli innovativi progetti dell'Agenda Sud e dell'Agenda Nord, destinati alle realtà caratterizzate da maggiori divari sociali e da maggiori divari negli apprendimenti.

In questo contesto si inserisce anche il potenziamento del sistema dell'istruzione tecnico-professionale, che rappresenta uno degli ambiti di intervento più strategici di questo Governo. Mi fa piacere sottolineare che proprio il nostro decreto-legge, approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 4 settembre, consolida definitivamente la filiera formativa tecnologico-professionale che, d'ora in poi, farà parte a pieno titolo dell'offerta formativa ordinaria del sistema nazionale di istruzione e formazione.

Tale intervento rappresenta un tassello fondamentale di una strategia più ampia, che intendiamo portare avanti con una visione orientata al futuro, attraverso la costruzione di un percorso formativo coerente, verticale, continuo, che si estende dalla scuola secondaria di secondo grado fino agli ITS Academy, con ricadute concrete in termini di orientamento al lavoro.

Muovendo da quest'ordine di idee, sempre nell'ottica di potenziare la filiera tecnologico-professionale, il “4+2”, abbiamo anche previsto un investimento complessivo di oltre 40 milioni di euro per la realizzazione di 54 campus formativi, ciascuno da 750.000 euro, e siamo intenzionati a trovare risorse ulteriori per la creazione di ambienti di apprendimento moderni e laboratori innovativi realizzati dagli istituti tecnici professionali in partenariato con le fondazioni ITS Academy. Altri 30 milioni sono stati destinati ai campus laboratoriali, esclusivamente per le scuole che hanno aderito alla filiera del “4+2”. Inoltre, altri 35 milioni sono stati da noi riservati alla realizzazione di nuovi campus fisici per i quali è stato di recente emanato il bando aperto alla candidatura delle singole regioni.

La messa a regime della filiera formativa tecnologico-professionale fa sì che gli ITS Academy diventino lo sbocco naturale del percorso “4+2” consapevoli che, in una prospettiva di futura, maggiore, valorizzazione della filiera tecnologico-professionale, stiamo lavorando affinché nella prossima legge di bilancio vengano destinate ulteriori risorse per incrementare il fondo per gli ITS Academy.

PRESIDENTE. La deputata Cavo ha facoltà di replicare.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie Presidente, grazie Ministro. Mi ritengo soddisfatta della risposta, sia per l'elenco dei finanziamenti, sia per le prospettive che si danno a questa filiera, sia ovviamente per la risposta per quanto riguarda la dispersione scolastica, intesa chiaramente come un sottoinsieme di quei NEET che sono i ragazzi che altrimenti non intraprenderebbero un percorso che, invece, è necessario intraprendere, che possano intraprenderlo anche tramite questo “4+2”, quindi con questa riforma mirata per l'istruzione tecnico-professionale, che ha già dato i suoi frutti. La ringrazio perché ha focalizzato l'ITS Academy come sbocco di questo percorso: i frutti chiaramente sono quelli dell'attenzione a dei corsi che sono stati avviati in questa riforma, ma anche al rafforzamento già in atto degli ITS Academy che, grazie alle risorse del PNRR, hanno sostanzialmente raggiunto l'obiettivo.

Hanno raddoppiato gli iscritti quest'anno: abbiamo al primo anno 22.000 iscritti. Credo che sia un segnale importante.

Quindi, la ringrazio anche per la precisazione finale - che non è di poco conto - che ha fatto, ovvero la volontà e l'obiettivo di implementare il fondo per gli ITS, che è sicuramente una richiesta importante che le avremmo avanzato, perché, chiaramente, questi percorsi “4+2”, tra qualche anno, sfoceranno e arriveranno nello sbocco naturale del “più due”, cioè nei percorsi ITS, e avranno bisogno anche di un sistema ITS molto rafforzato.

Sarà importante, Ministro, rafforzare anche il coordinamento dell'altra filiera della formazione professionale, quella che viene prima, gli IFP, i corsi di istruzione e formazione professionale, nel raccordo con le scuole, per fare in modo che siano sempre di più gli istituti che sposano il “4+2”, per avere, già in partenza, nel “4+2” sempre più iscritti e un rafforzamento pieno della rete. Noi monitoreremo, come Noi Moderati.

Chiudo con un piccolo riferimento da ligure. Un istituto genovese, il Meucci, ha aderito alla riforma, che ora è strutturale, e ha vinto addirittura un premio a Venezia, perché il corso è di operatore cinematografico. Ha prodotto un libro, riferito alla riforma, che sarà presentato a breve e che si intitola “4+2=7?”. Credo che sia un modo per chiudere la soddisfazione a questa sua risposta e per augurarci, monitorando ovviamente l'evoluzione del sistema, che 4+2 faccia sempre più 7 (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 16,15. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 16,20.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 95, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta in corso (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Sulle funzionalità dei nuovi microfoni.

PRESIDENTE. Colleghi, desidero comunicare all'Assemblea che, nel corso della pausa estiva, sono stati installati nuovi microfoni in Aula, come preannunciato in occasione della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo dello scorso 25 giugno.

Preciso in proposito che il nuovo impianto microfonico - la cui attivazione avviene con modalità del tutto analoghe alle precedenti - presenta una funzionalità aggiuntiva rispetto al precedente, che è già stata attivata dalla seduta dell'Assemblea di ieri: in occasione dello svolgimento di ciascun intervento, l'approssimarsi del termine del tempo assegnato sarà segnalato attraverso il lampeggiamento della ghiera e del tasto di prenotazione del microfono dell'oratore.

Il lampeggiamento si attiverà automaticamente negli ultimi 30 secondi disponibili per gli interventi per i quali è assegnato un tempo pari ad un minuto, mentre per quelli aventi una durata massima superiore l'inizio del lampeggiamento avrà luogo a partire da un minuto prima del termine del tempo assegnato.

Una volta trascorso completamente il tempo attribuito all'oratore, il lampeggiamento cesserà e il microfono si spegnerà automaticamente.

La Presidenza confida nella disponibilità e collaborazione di tutti i colleghi affinché l'avvio del nuovo impianto possa essere rapido ed efficace e contribuire così ad un sempre più ordinato svolgimento dei nostri lavori.

Su un lutto del deputato Lorenzo Cesa.

PRESIDENTE. Comunico che il collega Lorenzo Cesa è stato colpito da un grave lutto: la perdita della sorella.

La Presidenza della Camera ha fatto pervenire al collega le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.

Su un lutto del deputato Aldo Mattia.

PRESIDENTE. Comunico, altresì, che il collega Aldo Mattia è stato colpito da un grave lutto: la perdita della madre.

La Presidenza della Camera ha fatto pervenire al collega le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.

Comunicazioni del Presidente ai sensi dell'articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento e assegnazione di un disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica.

PRESIDENTE. Comunico, ai sensi del comma 1 dell'articolo 123-bis del Regolamento, la decisione in merito al seguente disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica: “Disposizioni in materia di sviluppo della carriera dirigenziale e della valutazione della performance del personale dirigenziale e non dirigenziale nelle pubbliche amministrazioni” (2511).

Alla luce del parere espresso nella seduta odierna della V Commissione (Bilancio) ed esaminato il predetto disegno di legge, la Presidenza comunica che lo stesso non reca disposizioni estranee al suo oggetto, come definito dall'articolo 123-bis, comma 1, del Regolamento.

A norma degli articoli 72, comma 1, e 123-bis, comma 1, del Regolamento, il disegno di legge è assegnato, in sede referente, alla I Commissione (Affari costituzionali), con il parere delle Commissioni V e XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

In ricordo di Stefano Benni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per ricordare la figura di Stefano Benni, il deputato Raffaele Bruno. Ne ha facoltà.

RAFFAELE BRUNO (M5S). “Una cosa che Stefano mi aveva detto più volte è che gli sarebbe piaciuto che la gente lo ricordasse leggendo ad alta voce i suoi racconti”: queste sono le parole del figlio di Stefano Benni. Stefano ha lasciato questa terra ieri. Stefano Benni, scrittore, poeta, “Lupo”, maestro, amico. Proverò ad onorare il suo desiderio leggendo un suo testo, come abbiamo fatto tante altre volte, vestiti in modo improbabile, in posti magici, in mezzo a folli sognatori, accompagnati dalle note di musicisti straordinari, come piaceva tanto a te, caro Stefano.

Il testo che leggerò parla di un altro grande artista, Van Gogh, e dell'importanza di celebrare gli artisti e contribuire alla loro felicità quando sono ancora tra noi. “Mi servono soldi per comperare colore rosso per i papaveri, per il sole ocra e giallo acceso. E un tubetto d'amore rappreso, blu per dipingere la notte. Ma tu sei nei club di quelli che san dire ti voglio bene cento volte al giorno senza mai capire o sanguinare. Non ti piace amare chi è vicino, lo ami quando scompare. Ami l'arte, sì, questo lo credo. Un giorno comprerai il mio quadro per un miliardo. Mi sarebbe bastato di meno, che tu rispondessi al mio sguardo. Ho camminato tutta l'estate tra i corvi del mio abbandono in mezzo a un grano furioso.

Tu mi mandavi cartoline da qualche posto famoso, con scritto, ti penso, Vincent. Nella mia camera spoglia, nella febbre e nell'ultima ora ti ho aspettato, non sei venuta. In un ritratto ho dipinto le chiacchiere dello sbiadito cuore. Ci rivedremo presto, ci rivedremo ancora. Su, entra anche tu cara nel club di quelli che dicono ti amo cento volte al giorno senza mai sanguinare. Compra un vero Van Gogh, fatti mercante ed esperto, spiegami che non avrei dipinto così tanto e così bene se non avessi sofferto. Poi prendi sottobraccio il mio costoso cadavere, togli al pianto la polvere, compra un vero Van Gogh. E vattene lontano. Non dire, non dire che ci assomigliamo”.

Ciao Stefano, ciao “Lupo”, ciao maestro, ciao amico (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Merola. Ne ha facoltà.

VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Diamo addio a Stefano Benni. Ci lascia testi importanti, romanzi indimenticabili. Ha avuto un rapporto con Bologna, la mia città, e anche con i suoi sindaci severo e insieme ostinato, di severa delusione e di ostinata speranza. Ritrovo questo rapporto leggendo anche due brani del suo testo sul 2 agosto a Bologna, scritto nel trentennale della strage. Il figlio di Benni, Niclas, ha chiesto di ricordarlo leggendo i suoi scritti. Lo faccio volentieri e leggo: “Sento la notizia da Brunella, che compra il giornale la mattina presto a Santa Maria di Leuca.

Non occorre parlare o mettersi d'accordo. Partiamo, con una vecchia Citroen, e guidiamo alternandoci per ore e ore. Quando arriviamo, siamo ancora nel pieno dei soccorsi, e ancora scavano. Trent'anni fa Bologna era diversa, perché era una speranza. Ora è una città come tante del Nord Italia, né brutta né bella. Ma tante persone ricordano quella data. So che ancora tanti anche a Bologna ricordano. Forse non sono più rappresentati, forse la loro speranza è stata ferita e irrisa, forse qualche volta pensano: perché scavare quando tutto crolla?

Ma io so che queste persone ci saranno sempre, e mi conforta. Al di là di ogni retorica o cerimonia, c'è sempre la forza di queste persone che sperano. E io spero che Bologna le ascolti molto di più, che sappia ritrovare il rapporto con la sua energia passata, che non ne faccia una statua in un museo. Anche io, nel mio piccolo, scavo ancora, anche se dovrei farlo di più. E scavando ho ritrovato il ricordo di quegli anni e posso dirlo forte: non dimentico e non voglio dirlo solo il 2 agosto”.

Noi non dimentichiamo Stefano Benni (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bordonali. Ne ha facoltà.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, oggi ci troviamo qui per rendere omaggio a Stefano Benni, bolognese, nato nel 1947 e scomparso il 9 settembre 2025 all'età di 78 anni, dopo una lunga malattia che lo aveva progressivamente allontanato dalla scena pubblica.

Benni è stato molto più di uno scrittore, è stato un tessitore di risate e di riflessioni, un narratore che ha saputo affascinare lettori giovani e meno giovani, intellettuali e semplici amanti della lettura grazie a un linguaggio che mescolava ironia, fantasia, neologismi e satira sociale. Dalla sua opera d'esordio Bar Sport, che trasformò il bar di provincia in un microcosmo popolato di personaggi grotteschi e universali, Benni ha costruito un universo narrativo ricco e originale, che spazia dai romanzi come Terra!, Margherita Dolcevita e La Compagnia dei Celestini fino alla poesia, al teatro e al giornalismo, passando per la sceneggiatura e la regia. I suoi scritti non solo intrattengono, ma invitano a una riflessione attenta sulla realtà.

La sua penna affilata ha smascherato le contraddizioni della società senza mai rinunciare all'ironia, alla profondità, alla capacità di sorprendere e divertire. La sua era una voce unica, capace di attraversare generazioni: dai giovani lettori che ridono fino alle lacrime accanto a un volume di Benni agli intellettuali che ne apprezzano la satira più sottile. Questa è la prova di un talento straordinario e di quanto i suoi scritti possono essere ponte tra mondi apparentemente distanti.

Come è già stato detto, Niclas, il figlio di Benni che abbracciamo e a cui il gruppo della Lega-Salvini Premier invia le più sentite condoglianze, nel suo toccante annuncio ha chiesto una cosa semplice, ma profondamente significativa: leggere le opere di Stefano ad alta voce, in famiglia o con amici, perché da lassù vederlo condividere il proprio amore per quello che ha creato gli strapperebbe sicuramente una gran risata. E, allora, ricordandolo, possiamo farlo proprio con le sue parole. In Bar Sport scriveva: al Bar Sport tutti sanno tutto, ma nessuno sa niente, però, se non ci fosse, il mondo sarebbe molto più triste. Un invito, oggi più che mai, a ritrovare nella leggerezza e nell'ironia lo spazio per condividere, per sorridere insieme, per resistere alla banalità.

E, dunque, è con questo spirito che ci uniamo al ricordo dell'intellettuale di satira e fantasia. Nel rispetto della sua ultima e delicata volontà, ricordiamolo non soltanto con le parole, ma con letture condivise. Che ogni aula, ogni scuola, ogni comunità possa trasformarsi in un piccolo palcoscenico del suo inimitabile mondo letterario. Il suo sorriso, le sue storie, i suoi neologismi vivranno ancora nella memoria dei lettori di oggi e di domani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cavo. Ne ha facoltà.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. L'arte più difficile nella scrittura è scatenare non il pianto, ma la risata: così oggi Paolo Di Stefano ha ricordato Stefano Benni, alla cui multiforme personalità penso stia stretta la sola definizione di scrittore. Nella sua opera di romanziere, favolista, giornalista, sceneggiatore, performer, poeta, drammaturgo, Benni si è cimentato con più registri letterari: il comico realistico e fantastico, la poesia, la favolistica, l'umorismo infantile, la satira politica, il grottesco e il tragico.

È stato onirico, spensierato, malinconico e in qualche modo profetico, come nel caso del suo romanzo Terra!, dove racconta di un mondo scivolato in una guerra mondiale a pezzi e dove si creano le più assurde alleanze.

La sua satira del mondo, pur fatta da sinistra, non aveva pesantezza ideologica e, come dice Giuseppe Culicchia, riusciva a farti ridere anche prendendo in giro quelli che amavi. Lui, invece - ricorda Pennac, che gli deve il suo sbarco nelle librerie italiane -, amava moltissimo ridere di tutto e di tutti. D'altronde è lo stesso Benni che diceva: “Il riso è misterioso: disubbidiente e conformista, socievole e solitario, inquieto e stupido, razzista e rivelatore”. Infatti - ed è sempre una sua citazione - “passiamo metà della vita a deridere ciò in cui altri credono e l'altra metà a credere in ciò che altri deridono”. Ma è meglio così, perché “il contrario del comico non è il tragico, ma l'indifferenza (…). Il comico - continua - non pretende di dare definizioni, ma di mettere in crisi le definizioni false, e di aprire un'ulteriorità, una sporgenza per lasciar trovare alla fine una nuova verità”.

Suo figlio Niclas ci ha detto: ricordatelo leggendo a voce alta i suoi racconti, gli farebbe piacere. Lo assecondo citando due suoi passaggi. Il primo: “Ci fu una grande battaglia di idee e alla fine non ci furono né vinti, né vincitori, né idee”. Credo che non servano altri commenti. Il secondo: “Bisogna assomigliare alle parole che si dicono. Forse non parola per parola, ma insomma ci siamo capiti”. E anche in questo caso, credo che non servano commenti.

Chi lo ha letto sa che dietro la sua ironia c'era una certa malinconia, una certa tristezza e forse questo è il segreto della sua grandezza. Lui stesso diceva: come sono belli i libri che fanno piangere e ridere nello stesso tempo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grippo. Ne ha facoltà.

VALENTINA GRIPPO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Oggi salutiamo Stefano Benni, una delle voci più originali e amate della nostra letteratura. È stato un narratore capace di intrecciare ironia e malinconia, fantasia e realtà, dando vita a storie che hanno accompagnato intere generazioni. Nei suoi libri c'è sempre stato un modo diverso di guardare l'Italia, con lo sguardo critico, con la satira pungente, ma anche con quella tenerezza che appartiene a chi ama profondamente la vita e le persone.

Benni ci ha insegnato che l'ironia non è evasione, ma resistenza, che ridere può essere un atto politico, un modo per svelare le ipocrisie, per restituire dignità a chi non ha voce. Ha dato parole a un Paese che spesso finge di non vedersi e lo ha fatto con la leggerezza della poesia e con la forza della denuncia.

Ho avuto anch'io, a un certo punto della mia vita, l'onore di incontrarlo e di lavorare al suo fianco in progetti con i ragazzi, nelle scuole. È lì che ho scoperto non solo lo scrittore, ma l'uomo: lo sguardo ironico, la passione civile, la voglia di offrire ai più giovani uno spazio di libertà, di curiosità, di immaginazione. In quel tratto di umanità c'era la stessa intensità che leggiamo nelle sue pagine.

Lo ricordiamo oggi con una sua frase che suona come testamento e come impegno, che dovremmo ricordare tutti, anche quando svolgiamo qui la nostra funzione: l'ironia è la gentilezza dell'intelligenza. Grazie Stefano Benni, porteremo nel cuore il tuo ricordo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. “È una tranquilla notte di regime. Le guerre sono tutte lontane. Oggi ci sono stati soltanto sette omicidi, tre per sbaglio di persona. L'inquinamento atmosferico è nei limiti della norma. C'è biossido per tutti. Invece non c'è felicità per tutti. Ognuno la porta via all'altro”. Iniziava così il primo capitolo di Baol, uno dei romanzi più amati di Stefano Benni. A quell'epoca, quella della nascente era televisiva italiana, la sua era una distopia tutta mediatica, fatta di talent, controllo invasivo e notizie manipolate. Una società dello spettacolo al massimo della decadenza e del dispotismo. In qualche modo, se oggi leggiamo quel romanzo, è una fotografia del nostro passato. Oggi le guerre sono lontane e vicine allo stesso tempo, ma nessuno le ferma. C'è biossido per tutti e oltre. Felicità per pochissimi, che la sottraggono a tanti.

Abbiamo amato Stefano Benni fin da giovanissimi, perché ci faceva ridere tanto. Ne approfitto per ricordare il suo rapporto con il Sinis, in Sardegna, con il compagno Gianni Usai, dirigente a Mirafiori della CGIL, poi tornato a organizzare il lavoro dei pescatori di aragoste. Forse anche grazie a Benni ci siamo incuriositi alla vita dei bar, leggendo del bar polisemico, “transdiversale”, interclassista, chiamato Apocalypso, o del Bar Sport, dove Luisona, la decana delle paste, campeggiava nella bacheca dal 1959, o del bar sotto il mare, in cui chiunque entra deve raccontare una storia. Abbiamo riso tanto con Benni, ma anche sognato grazie alla sua immaginazione, e amato il suo idealismo. Quel libro distopico, Baol, lui lo apriva così: “Se i tempi non richiedono la parte migliore di te, inventa altri tempi”.

Noi di Alleanza Verdi e Sinistra lo salutiamo con affetto e con l'impegno di inventare altri tempi, senz'altro migliori di questi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Barba. Ne ha facoltà.

MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Stefano Benni è stato uno degli scrittori più amati e originali del panorama letterario italiano. La sua scomparsa lascia un vuoto profondo nella nostra cultura, ma ci consegna anche un patrimonio di opere che continueranno a parlarci nel tempo.

Benni ha saputo raccontare con straordinaria ironia l'Italia degli ultimi decenni. Nei suoi romanzi, nei suoi racconti ha costruito mondi immaginari, popolati da personaggi surreali, e proprio attraverso questi mondi ha dato vita a una satira pungente, capace di svelare difetti e contraddizioni della nostra società.

Una satira che non era mai cinica, ma sempre animata dall'affetto, dalla volontà di riflettere, di stimolare una coscienza critica, di invitare a guardare più lontano. Opere come Bar Sport, La Compagnia dei Celestini, Elianto, Saltatempo e La grammatica di Dio hanno segnato intere generazioni di lettori. Con il suo linguaggio inventivo e con un umorismo mai banale, Stefano Benni è riuscito a parlare tanto ai giovani, quanto agli adulti, conquistando riconoscimenti in tutto il mondo. Ma soprattutto, ha conquistato i cuori di noi lettori, regalandoci storie che univano leggerezza e profondità, gioco e impegno.

Benni non era soltanto uno scrittore, era un compagno di viaggio che ci ha insegnato a guardare la realtà con occhi diversi, a non perdere il gusto della fantasia, a credere che i sogni abbiano sempre diritto di cittadinanza.

Caro Stefano…

PRESIDENTE. Cinque secondi.

MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). …hai scritto: “non bisogna mai mollare, dottore. Ci vuole un gran fisico per correre dietro ai sogni”. Ebbene, tu ce l'avevi, e di sogni, a noi lettori, ne hai regalati tanti, ma soprattutto ci hai lasciato la voglia e il piacere di rincorrerli.

PRESIDENTE. Grazie, colleghi.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Torniamo ai lavori d'Aula. Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, la deputata Ghirra.

Ricordo che ha un massimo di cinque minuti, che un minuto prima del termine il microfono comincerà a lampeggiare e che quindi, quando si spegnerà, sarà finita. Prego.

Adesso si è emozionato il microfono. Sistemiamo il microfono all'onorevole Ghirra, per favore? Prego.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Io intervengo per chiedere un'informativa urgente dei Ministri Crosetto, Piantedosi e Tajani, a cui ho già rivolto un'interrogazione in merito, per conoscere le ragioni e gli accordi che hanno determinato la presenza di militari israeliani in Italia, in particolare nelle Marche e in Sardegna. Purtroppo, oggi, il Ministro Piantedosi ha perso un'occasione per risponderci, prendendoci in giro, parlando addirittura di comitive culturali ospitate dai resort della nostra isola. Confido che domani il Ministro Tajani, all'interno dell'informativa che dovrà svolgere in quest'Aula, possa, invece, darci risposte più serie e concrete.

Da giorni, su fonti di stampa nazionale e locale, abbiamo saputo della presenza di militari israeliani in Sardegna, presenza che è stata denunciata dagli attivisti del gruppo Lungoni per la Palestina, testimoniata sia dal presidio delle Forze dell'ordine nel resort Baia Santa Reparata, a Santa Teresa Gallura, ma anche da alcune dichiarazioni che sono state rilasciate da alcuni di loro, che, intervistati, hanno confessato di essere militari dell'IDF, in decompressione in Sardegna dopo il conflitto in Palestina.

Noi vogliamo avere chiarezza. Vogliamo sapere se ci siano stati accordi con il Governo criminale di Netanyahu (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra) per far arrivare i militari sui nostri territori e quanto costi la loro presenza al nostro Paese, anche in termini di dignità, per quanto riteniamo che sia stata persa.

Vogliamo sapere che garanzie di sicurezza e ordine pubblico siano messe in atto per i nostri territori, perché troviamo assurdo che un Governo, che ci accusa di essere in grado di presentare esclusivamente mozioni che vengono sistematicamente bocciate in quest'Aula, che si è sistematicamente rifiutato di riconoscere lo Stato di Palestina, di riconoscere che a Gaza è in atto uno sterminio, che non abbiamo difficoltà a chiamare genocidio (perché oltre 60.000 persone sono già state ammazzate, di cui 18.000 bambini) e dove si utilizzano anche la fame e la sete come armi di guerra, poi possa accettare, essere accondiscendente rispetto a situazioni come quelle che stiamo denunciando.

E, allora, ci vergogniamo di far parte di uno Stato che ha un Governo complice, che consente a militari israeliani di venire qui a trascorrere le vacanze, mentre nega la possibilità ai gazawi, che hanno parenti in Italia, che hanno contratti di lavoro, che hanno borse di studio, di arrivare nel nostro Stato. E voglio sottolineare che questo non è assolutamente antisemitismo e che pretendiamo che ci sia il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale, che vengono sistematicamente violati dallo Stato di Israele, con la complicità del nostro Governo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, la deputata Laura Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Sì, ci associamo alla richiesta della collega Ghirra, perché abbiamo letto i giornali. Abbiamo letto tutti i giornali e abbiamo visto i servizi in TV in cui si apprende che decine di soldati dell'esercito israeliano, l'IDF, come ristoro, per decomprimere la tensione e per rilassarsi, dopo aver commesso crimini indicibili, verrebbero in Italia, in Sardegna e nelle Marche, proprio per rilassarsi, assistiti dalle Forze dell'ordine. Ora, vorrei ricordare a quest'Aula che cos'è l'IDF. L'IDF è l'esercito che, su indicazione del Governo di Benjamin Netanyahu, ha sterminato 63.000 persone, 20.000 delle quali sono bambini e bambine. Un'intera generazione di palestinesi è stata cancellata dall'esercito israeliano. E questo lo hanno fatto, mettendo in atto condotte genocidarie, che sono all'esame della Corte internazionale di giustizia.

Allora, un Governo responsabile, di fronte a questo, si chiede cosa si possa fare, cosa dobbiamo fare. La risposta l'ha data il Primo Ministro spagnolo, Pedro Sánchez, il quale ha elencato le misure concrete per indurre il Governo Netanyahu a fermare il genocidio dei palestinesi. Tra queste, c'è il divieto di transito di combustibile e armi destinati a Israele dai porti e dagli aeroporti spagnoli e il divieto di far entrare nel territorio del Paese, cioè in Spagna, le persone che partecipano in maniera diretta al genocidio nella Striscia di Gaza. Questo fa un Governo responsabile.

Perché, vedete, i Governi hanno obblighi. Signor Sottosegretario, lei sa benissimo che l'Italia è firmataria, dall'11 marzo 1952, della Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio. Nel momento in cui l'Italia è firmataria, assume degli obblighi. E allora, in nome di quegli obblighi, che cosa fate? Cercate di garantire il soggiorno sereno e tranquillo a soldati che hanno partecipato a quelle azioni criminali, rendendosi complici - loro sì! - del genocidio e trascinando anche il nostro Paese? Infatti, se garantite e coprite il Governo di Benjamin Netanyahu, vi rendete complici.

Allora, domani, al Ministro Tajani vorremmo chiedere cose molto semplici: sulla base di quali accordi e di quali intese con il Governo di Benjamin Netanyahu - sul cui capo, lo ricordo, pende un mandato di arresto da parte della Corte penale internazionale - il Governo italiano consente e organizza la presenza sul nostro territorio, su queste due regioni, Sardegna e Marche, di soldati israeliani, per di più adottando anche misure di protezione per la serenità del loro soggiorno?

Noi vorremmo saperlo, perché per noi questa decisione è vergognosa, così com'è vergognosa la postura, la complicità che voi avete assunto. Perché vedete, qui la scelta è tra due posizioni: stare dalla parte delle vittime del genocidio o esserne complici. Voi avete deciso di essere complici! Noi abbiamo deciso di stare dalla parte delle vittime e del diritto internazionale (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Anche noi ci associamo alla richiesta di informativa urgente da parte del Ministro Tajani. Anzi, davvero non avremmo mai dovuto immaginare di arrivare a chiedere l'intervento del Ministro degli Affari esteri in quest'Aula: sarebbe stato suo obbligo venire immediatamente qui, data la gravità dei fatti che si sono presentati negli ultimi giorni.

Facciamo riferimento, sì, al fatto che la popolazione marchigiana e la popolazione sarda siano rimaste davvero sorprese dalla presenza di militari israeliani nei nostri territori, nei resort di lusso per decantarsi dalle fatiche della guerra. Ma siamo rimasti anche molto sorpresi dal fatto che il Governo italiano non abbia ritenuto di accordare l'immunità diplomatica alla Flotilla che sta portando a Gaza derrate alimentari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) per sostenere la popolazione che ormai è allo stremo, è affamata, perché la carestia e la mancanza di cibo sono diventate uno strumento di guerra utilizzato da Netanyahu per sterminare quella popolazione e ciò si definisce, nei termini del diritto internazionale, un vero e proprio genocidio.

È un genocidio aggravato dal fatto che riguarda la popolazione indistintamente: non solo i civili, non solo le persone inermi, ma anche i bambini. Ad oggi, Israele, attraverso le proprie milizie, ha sterminato oltre 60.000 palestinesi e di questi oltre 18.000, signor Presidente, sono bambini inermi. Basterebbe questo a definire la gravità di quello che sta accadendo e la necessità - una necessità non solo politica, ma, prima ancora che politica, prepolitica, morale ed etica - da parte del Governo italiano di spendere finalmente una parola chiara di condanna nei confronti di quanto sta accadendo a Gaza contro la popolazione palestinese, una parola grave che fino ad oggi è mancata.

È mancata anche nel corso del question time del Ministro dell'Interno, il quale, rispondendo oggi a una nostra interrogazione nella quale abbiamo chiesto proprio chiarimenti sull'accoglienza in Italia di questi militari israeliani, li ha definiti una compagnia o compagnie culturali. Questo è gravissimo, questa è un'offesa, questo è un oltraggio ai morti palestinesi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento Stelle)! È un oltraggio agli italiani che stanno dando una lezione di dignità a questo Governo.

Vede, Presidente, il Governo italiano, il Governo Meloni è complice: una complicità politica, una complicità morale gravissima nei confronti di ciò che sta accadendo. Basti pensare che la Flotilla è stata attaccata, come sembrerebbe, da alcuni droni - ora non si sa bene cosa - e questo è gravissimo, pensando anche che ci sono dei parlamentari che stanno facendo scudo e stanno accompagnando queste derrate alimentari, che sono una goccia nel mare, ma quanto può lenire nell'immediato è comunque un segno di dignità e di socialità. Il MoVimento 5 Stelle ha destinato un milione di euro, un milione di euro degli stipendi dei parlamentari - che noi ci siamo volontariamente sottratti - proprio per finanziare una minima parte. È una minima parte - ripeto -, è una goccia nel mare, ma è un segno tangibile della dignità che questo Paese dovrebbe avere e che il Governo, invece, tradisce (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ed è gravissimo, Presidente, che questo accada.

Allora, noi vogliamo sapere: ma c'è un accordo con Israele per consentire a questi militari di venire in Italia? Ma voi sapete che, dopo tutto quello che sta accadendo, sarà inevitabile l'apertura di un procedimento internazionale penale non solo a carico di Netanyahu, che, voglio ricordare, è attinto da un mandato d'arresto internazionale emesso dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra e crimini contro l'umanità, ma anche nei confronti di tutti coloro che collaborano, a qualsiasi titolo, a quello che è un vero e proprio genocidio, che è un crimine, un crimine di guerra secondo la legislazione internazionale. Quindi, non sono invenzioni del MoVimento 5 Stelle; sono norme internazionali cogenti, che necessiteranno, nei tempi debiti, di un chiarimento.

Quindi, Presidente, noi chiediamo che il Ministro Tajani venga urgentemente a rispondere alle nostre domande e a chiarire al Paese qual è la posizione dell'Italia rispetto al genocidio di Gaza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, su un altro argomento, l'onorevole Dario Carotenuto. Ne ha facoltà.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Sì, Presidente, perché nel nostro Paese non si ferma la strage di lavoratori e questa cosa è veramente inaccettabile. Per cui vogliamo chiedere un'informativa urgente al Ministro del Lavoro, Calderone, che, come apprendiamo dai giornali, sta approntando un nuovo decreto. Ma questo non ci rassicura affatto, perché fin qui già decanta lodi di quanto fatto finora ed evidentemente non è stato per niente sufficiente, visto che solo ieri abbiamo contato ben quattro morti sul lavoro.

Io vorrei sottolineare che ognuna di queste morti significa lo stravolgimento delle vite delle famiglie. Perché questo è, perché è con questo che ci confrontiamo quando dalle famiglie delle vittime - poi, chiaramente, ci avviciniamo - sentiamo com'è cambiata la loro vita e io penso che veramente questa sia un'operazione di sensibilità che io vi auguro di fare tutti - noi personalmente la stiamo facendo - e impone veramente uno sforzo incredibile per fermare questa vera e propria strage, perché quattro morti sul lavoro ogni giorno sono una vera e propria strage.

Tra l'altro, voglio sottolineare che in certi luoghi queste tragedie si ripetono. Noi siamo stati con la Commissione di inchiesta parlamentare sugli infortuni sul lavoro in un'azienda di Caserta, già teatro di due vittime sul lavoro all'inizio dell'anno - anzi a cavallo tra la fine dell'anno scorso e l'inizio di quest'anno - dove si è verificato un ulteriore grave incidente, per fortuna non mortale ma comunque molto serio.

Allora, mi domando: ma la patente a punti che avete approvato voi, che stravolgeva la nostra proposta, a che serve? Perché, se aveste approvato la nostra proposta, quell'azienda avrebbe dovuto o chiudere o cambiare management. Invece, con la vostra proposta non è cambiato perfettamente niente e continua a essere una fabbrica di morte più che di servizi per i cittadini.

Allora, chiediamo un intervento urgente della Ministra Calderone per sapere quali sono gli obiettivi e quali sono gli strumenti con cui intende porre rimedio a questa strage e pensiamo veramente che domani è già troppo tardi per questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Colleghe e colleghi, io credo che tutti noi siamo rimasti ancora una volta molto colpiti da questa raffica di morti sul lavoro che è avvenuta in questi giorni. È una sequenza che sembra non trovare mai fine. Colpiscono anche i profili, l'età di questi uomini e di queste donne che perdono la vita sul lavoro. È una piaga - lo abbiamo già detto troppe volte, io credo, in quest'Aula - indegna di un Paese civile. Encomiabile è il lavoro della Commissione che è stata costituita su questi temi, è importante il richiamare periodicamente la necessità di migliorare ulteriormente, più ancora che la legislazione, l'applicazione delle normative, l'attività di controllo, la necessità di un maggior numero di ispettori.

Davvero, senza nessun spirito polemico, ci associamo alla richiesta dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, perché credo che sia doveroso, anche nei confronti della memoria di questi ultimi caduti sul lavoro, troppi dall'inizio dell'anno, che si dedichi un momento, attraverso l'informativa, di riflessione per fare anche il bilancio delle cose fatte e delle cose ancora da fare, perché - lo ripeto - non possiamo accettare né possiamo abituarci all'idea che questo numero di morti continui a crescere e non si possa, tutti insieme, al di là di maggioranza e opposizione, provare a fermare questo autentico scempio, perché non è possibile pensare che una persona esca di casa il mattino per andare a lavorare e non torni più la sera a casa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.

FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. Anche Alleanza Verdi e Sinistra si associa alla richiesta di una informativa da parte della Ministra del Lavoro sulla questione degli incidenti e dei caduti sul lavoro. Come è stato detto dai colleghi, ormai è una questione purtroppo quotidiana, una piaga di questo Paese. Noi abbiamo accennato questa discussione anche in Commissione e ci è stato detto che, a brevissimo, arriverà al Parlamento una iniziativa del Governo.

Io lo voglio dire chiaramente, ci auguriamo davvero che l'iniziativa del Governo faccia due cose: faccia proposte concrete, molto diverse da quelle che sono state fatte in passato perché l'emergenza sicurezza sul lavoro chiede iniziative coraggiose e che si apra una discussione vera.

Io temo seriamente che l'iniziativa governativa possa avere invece l'effetto contrario, una restrizione del dibattito parlamentare. Quindi la richiesta della presenza della Ministra in quest'Aula ha anche questo significato, l'apertura di un dibattito vero, di un'interlocuzione vera, supportata dal lavoro delle Commissioni d'inchiesta di Camera e Senato. L'apertura, quindi, di una fase di discussione aperta, non chiusa e tesa semplicemente a portare a casa l'iniziativa governativa, perché questo, in questo momento, in questo Paese, con morti sul lavoro ogni giorno, sarebbe semplicemente uno scandalo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Sarebbe uno scandalo! Dover dibattere delle proposte del Governo sarebbe insufficiente e scandaloso. C'è bisogno di dare modo, davvero, a tutto il Parlamento, a partire dalle opposizioni, di avanzare le proprie proposte.

Saremo qui, ovviamente a vigilare e cominciamo questa discussione aperta con un'informativa della Ministra Calderone (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

Seguito della discussione delle mozioni Zanella ed altri n. 1-00462, Riccardo Ricciardi ed altri n. 1-00481, Boschi ed altri n. 1-00482 e Richetti ed altri n. 1-00483 concernenti iniziative volte a contrastare l'aumento delle spese militari a favore di politiche in campo sociale e ad aderire al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (ore 17).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Zanella ed altri n. 1-00462 (Nuova formulazione), Riccardo Ricciardi ed altri n. 1-00481 (Nuova formulazione), Boschi ed altri n. 1-00482 e Richetti ed altri n. 1-00483 (Nuova formulazione) concernenti iniziative volte a contrastare l'aumento delle spese militari a favore di politiche in campo sociale e ad aderire al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (Vedi l'allegato A).

Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di martedì 29 luglio 2025, sono state presentate le mozioni Boschi ed altri n. 1-00482 e Richetti ed altri n. 1-00483 (Nuova formulazione) e una nuova formulazione della mozione Riccardo Ricciardi ed altri n. 1-00481, che sono già state iscritte all'ordine del giorno.

Avverto, infine, che in data odierna è stata presentata la mozione Braga ed altri n. 1-00486 (Vedi l'allegato A) e il relativo testo è in distribuzione.

(Intervento e parere del Governo)

PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di intervenire esprimendo altresì il parere sulle mozioni presentate. Prego, Sottosegretario Perego di Cremnago.

MATTEO PEREGO DI CREMNAGO, Sottosegretario di Stato per la Difesa. Grazie, Presidente. Mi unisco al cordoglio per la scomparsa di Stefano Benni e voglio anche rendere omaggio, in quest'Aula, a un imprenditore italiano, Giorgio Armani, che ha portato prestigio all'Italia nel mondo.

Rivolgo a quest'Aula alcune considerazioni che ritengo doverose nel contesto di un dibattito tanto rilevante e delicato quanto quello sul ruolo della difesa nel nostro Paese nel quadro internazionale, anche alla luce dei più recenti sviluppi e delle decisioni assunte in ambito NATO.

Lo faccio, ovviamente, con l'assoluto rispetto delle legittime opinioni espresse ma, altresì, con la consapevolezza profonda che le scelte sulla sicurezza e la difesa non possono essere dettate né dall'ideologia, né da semplificazioni retoriche, ma debbano fondarsi su una lucida analisi della realtà internazionale.

Le crisi che attraversano i nostri conflitti, fisici e digitali, il ritorno della logica della forza come strumento nelle relazioni internazionali, richiedono a noi un'assunzione di responsabilità che vada penso oltre alle convenienze politiche del momento. La funzione della difesa non può più essere interpretata come un comparto bensì come uno dei pilastri fondativi della tenuta democratica e dello sviluppo economico sociale del nostro Paese. La difesa non è il contrario della pace, né la sua negazione, è lo strumento che consente alla pace di esistere e di durare e di non essere soltanto una parola. A questo proposito credo sia importante ricordare che l'Italia è parte integrante dell'Alleanza atlantica, che non è una mera organizzazione militare, ma è una comunità di Stati fondata sulla solidarietà reciproca e sul principio della difesa collettiva. Il vertice de L'Aja del 24-25 giugno ha evidenziato una verità che non credo possa essere ignorata: l'architettura di sicurezza europea oggi è in pericolo come non accadeva da decenni.

L'Italia con senso di responsabilità ha contribuito in modo determinante affinché si possa ottenere un quadro di definizione flessibile rispetto agli impegni intrapresi, ovvero quello di poter pianificare liberamente gli aumenti annuali e il termine temporale degli stessi, previsti al 3,5 e all'1,5, fissato nel 2035 e che sia prevista una revisione integrale nel 2029.

Credo sia importante anche sottolineare un altro aspetto. Oggi le sfide di difesa e sicurezza non afferiscono soltanto quelli che sono i domini tradizionali, le sfide tradizionali della difesa e della sicurezza del Paese, ma toccano domini che riguardano la vita quotidiana di ciascuno di noi: la cybersicurezza (si registrano nel 2024 il 40 per cento di incidenti in più rispetto al 2023); lo spazio, così importante per le telecomunicazioni, l'osservazione della Terra per la nostra sicurezza; la dimensione subacquea, dove passano le telecomunicazioni, i cavi che portano il 98 per cento dei dati, così come le condotte energetiche e così come in futuro la possibilità di esplorare la dimensione underwater per le risorse che questa porta con sé.

Questo ci deve far riflettere proprio su un'evoluzione del concetto di difesa e sicurezza e quindi sulla necessità di incrementare il livello di investimenti per toccare quegli aspetti ad altissimo contenuto tecnologico che afferiscono anche alla competitività del nostro Paese, del nostro sistema industriale. Sarebbe riduttivo pensare a una visione della difesa come quella, ad esempio, all'epoca della guerra fredda, rispetto a quello che invece succede oggi; ed è altresì non corretto porre le spese della difesa come qualcosa in contraddizione rispetto al welfare, a quei diritti fondamentali che sono stati raggiunti dal nostro Paese, come la sanità, come l'istruzione, che certo non devono essere e non saranno messi in discussione rispetto alle spese per la sicurezza e la difesa che sono una prerogativa, un fondamento perché poi uno Stato possa esercitare le funzioni e i diritti fondamentali verso i cittadini.

Come sapete, l'Italia ha raggiunto l'obiettivo del 2 per cento delle spese sul PIL a seguito degli accordi ratificati in occasione del vertice del Galles del 2014, impegni mantenuti da tutti i Governi che si sono susseguiti. L'abbiamo fatto proprio ascrivendo al 2 per cento alcuni criteri, alcune spese che non erano previste precedentemente e che quindi vanno nella direzione di allargare il perimetro della difesa a quello della sicurezza.

Oltre a questo, l'Italia è una potenza regionale che ha delle responsabilità crescenti in quell'area che va dal Mediterraneo allargato, al Nordafrica, al Sahel, ai Balcani, il cosiddetto “Fianco Sud” della NATO.

Dobbiamo essere parte attiva e non limitarci a chiedere protezione e questo, credo, si costruisca anche garantendo le nostre Forze armate, che assolvono compiti fondamentali nella stabilizzazione, nel portare la pace nelle missioni in cui intervengono o compiti come, ad esempio, quelli sostenuti dalla 46a Brigata Aerea, con invio e lancio di 100 tonnellate di aiuti nella Striscia di Gaza.

Credo che il poter conferire, oltre a investimenti nei settori prima citati della cyber, dello spazio, dell'underwater, anche nei settori più tradizionali, vada anche nella direzione di dotare le nostre Forze armate degli strumenti più adeguati, più moderni, più efficienti, tenendo presente quello che è il faro che guida la nostra azione, come sempre la nostra Costituzione, che è perfettamente bilanciata fra l'articolo 11 e l'articolo 52 che, ricordo, dice che è sacro dovere del cittadino difendere la patria.

Credo che sia responsabilità di un Governo mettere il proprio popolo e la nostra Repubblica nelle condizioni di potersi difendere, anche alla luce del contesto geopolitico fortemente degradato in cui viviamo, e credo che questo sia agli occhi di tutti, anche alla luce dei recenti avvenimenti di ieri sera, alla luce degli investimenti crescenti della Cina, ad esempio, che ha accresciuto il proprio budget della difesa del 7 per cento, la Russia del 101 per cento dal 2021 e oggi è intorno ai 170 miliardi di euro. Questo mantenendo, però, sempre al centro la trasparenza e l'importanza del Parlamento con gli strumenti che si dispongono: le linee programmatiche, il documento programmatico pluriennale, così come tutti i vari accordi che vengono trasmessi alle competenti Commissioni.

Mi riferisco anche ad alcuni aspetti - e concludo, signor Presidente - menzionati in alcune mozioni. Noi siamo dalla parte del Trattato di non proliferazione, che prevede un disarmo graduale e appunto la non proliferazione, ma il riferimento al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, invece, è un accordo non condiviso da tutti i Paesi NATO e una sua eventuale sottoscrizione da parte del nostro Paese rischia di essere solo un gesto simbolico, privo di effetti concreti.

Presidente, l'epoca in cui viviamo ci chiede responsabilità, ci chiede consapevolezza dei rischi, e credo che l'impegno ad aumentare le spese nell'ambito della sicurezza, e che quindi afferisce non soltanto alle dimensioni citate, ma anche alle infrastrutture critiche, all'innovazione tecnologica, sia nell'interesse dei cittadini e del popolo italiano. Vengo ora ai pareri, signor Presidente.

PRESIDENTE. Prego.

MATTEO PEREGO DI CREMNAGO, Sottosegretario di Stato per la Difesa. Per tutte le mozioni il parere è contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non discuto questa scelta che il Sottosegretario Perego Di Cremnago compie tutte le volte di fare la replica, può essere anche una scelta. Mi si perdoni, però, una battuta, mi sia consentita con rispetto: se avete tutte queste certezze, oltre a criticare le mozioni degli altri, la maggioranza avrebbe potuto presentarne una (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente…

PRESIDENTE. Un attimo solo, dovete avere pazienza, c'è il rodaggio. Prego.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Ho parlato troppo.

PRESIDENTE. Quando diventa rosso, si può parlare.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Consenta anche a me, Sottosegretario, di dire che questa scena muta - non scena muta sua, che ha parlato, ma scena muta della maggioranza, e quindi del Governo - non è all'altezza del momento che viviamo. Barack Obama, da Presidente americano simpatetico con l'Unione europea, che definiva una delle maggiori conquiste economiche e politiche dell'era moderna, aveva fin dall'inizio del suo mandato e reiteratamente invitato l'Europa a fare di più in termini di spese per la difesa in ambito NATO, perché diceva che il gap già oltre 10 anni fa era diventato troppo significativo. Certo, Obama era impegnato nella strategia Pivot to Asia di riorientamento strategico dell'impegno americano, via dall'Europa e dal Medio Oriente.

Trump, invece, che considera l'Unione europea creata per sfruttare gli USA, ha imposto con il suo stile ricattatorio un'accelerazione tutt'altro che imprevedibile però. Un'Europa più consapevole non avrebbe perso tutto il tempo. Ci sono due profili che si intrecciano e si rafforzano, ma non si neutralizzano. Da una parte ci sono gli impegni assunti e sottoscritti in ambito NATO, Alleanza di cui l'Italia è da sempre partner decisivo e direi, nel tempo, affidabile; se vogliamo rimanere nell'Alleanza con voce in capitolo, credo che dobbiamo rispettare gli impegni che responsabilmente abbiamo assunto non da soli, ma insieme a tutti gli altri Paesi europei principali e non solo, compresi i nuovi entrati, svedesi e finlandesi. Non voglio qui dilungarmi nell'analisi del caso spagnolo, ma penso che l'Italia farebbe bene a stare con i grandi Paesi fondatori dell'Unione europea e con il Regno Unito del laburista Starmer.

L'incognita Trump, ribadita da Vance, ci impegna a non sottovalutare il rischio del disimpegno americano. Nei decenni passati i Paesi europei hanno pagato solo in parte il costo della difesa dei loro cittadini e delle loro istituzioni democratiche. Da oggi, purtroppo, non potrà più essere così. Le incursioni dei droni russi in queste ore nei cieli europei - polacchi e, quindi, europei - sono evidentemente un modo di Putin per testare la capacità di reazione europea. Certo, come è stato detto, bisogna usare freddezza e razionalità nella risposta, ma nessuno può sottovalutare che questa provocazione arrivi a meno di un mese dall'incontro Trump-Putin in Alaska.

Nessuno vuole fare la guerra a Putin, non la vuole fare nessuno, non la vogliono fare i “Volenterosi”, ma Putin ha riportato una immotivata e illegale guerra di aggressione nel cuore dell'Europa: possiamo illuderci che non ci riguardi e che non ci riguarderà in futuro, ma è un'illusione. Che la risposta migliore e più adeguata debba essere quella di una difesa comune europea lo penso, con Bonino e Pannella, da qualche decennio, quando in tempo di pace si chiedeva una politica estera e di difesa comune scevra dai diritti di veto.

Oggi i tempi non sono più tempi di pace e noi paghiamo le conseguenze di quel ritardo, e quel ritardo non lo colmeranno i sovranisti, i nazionalisti, i leghisti o Fratelli d'Italia; quel ritardo lo dovranno colmare gli europeisti, impegnandosi anche a difesa del Piano ReArm Europe/Readiness 2030. Anche chi, come me, ha sempre chiesto l'esercito europeo - la difesa comune però -, chi come me ha fatto l'obiezione di coscienza negli anni Ottanta guardando a un radicale come Olivier Dupuis, che era in galera in Belgio per l'obiezione di coscienza nell'esercito nazionale in nome dell'esercito europeo, anche noi, anch'io, però, non penso, non credo e non voglio che la difesa europea sia un alibi per non fare nulla.

Il Piano europeo può essere un fallimento o un successo, può avvicinare o allontanare la difesa comune, ma non è chiamandosene fuori che si potranno indirizzare gli investimenti in una direzione coerente con la costruzione, dal punto di vista istituzionale, di una difesa europea, che dovrà tenere conto anche del coinvolgimento del Regno Unito, almeno fino a che a Westminster ci sarà un Governo come quello attuale.

Considerate - e non credo che sia banale - che la neutralissima Svizzera ha chiesto di partecipare ai progetti dei fondi SAFE, perché la difesa dei prossimi decenni dovrà essere la difesa nello spazio, dovrà essere la difesa nei fondali oceanici, la difesa delle rotte commerciali, dovrà essere la difesa dalla guerra cibernetica, che è quotidianità delle nostre imprese e delle nostre istituzioni. Ci voleva un maggiore coinvolgimento del Parlamento europeo? Certo, ci voleva, ci vuole e ci vorrà, e sfido il Governo a impegnarsi su questo, credo che questo poco lo possa fare.

La difesa europea: servono gli eurobond? Certo, ci sono - e chiudo, Presidente - vincoli di bilancio. I vincoli di bilancio ci sono per tutti, ma dobbiamo perseguire la difesa europea con determinazione e lungimiranza, e non può essere una ragione per attendere anni e anni. Un'Europa disarmata sarebbe un'Europa che si disarma e rinuncia a svolgere il suo ruolo di potenza democratica in nome dei valori fondanti, strategicamente sovrana a difesa della democrazia, dello Stato di diritto e della libertà.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Barba. Ne ha facoltà.

MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, innanzitutto desidero unire anche lo stupore del nostro gruppo per questa scena muta della maggioranza su un tema così importante; stupore, ma non troppo, per la verità, perché ci siamo oramai abituati all'ambiguità di maggioranza e Governo quando si tratta di venire al dunque, come in questo caso.

Ebbene, il 24 febbraio 2022 l'Europa si è drammaticamente risvegliata da un lungo sonno, che forse era anche un bel sogno, quando una colonna di carri armati russi ha puntato diritto verso Kiev.

Gli europei hanno subito un secondo duro colpo alle proprie rassicuranti certezze il 5 novembre 2024, allorquando Donald Trump e il suo vice J.D. Vance hanno vinto le elezioni americane, facendo capire a più riprese che gli scrocconi europei non sono considerati alleati privilegiati, ma soci in affari che non pagano il giusto prezzo per i servizi di protezione che ricevono.

Questi due eventi segnano, o almeno dovrebbero segnare, un risveglio, ma non sono la causa improvvisa e la necessità urgente che sta alla base delle nostre riflessioni odierne. Le mire espansionistiche e imperialistiche della Russia di Putin si stavano già manifestando in tutta chiarezza fin dalla sua ascesa, da sempre nostalgica del periodo sovietico, sempre più esplicitamente palese con le vicende della Cecenia, della Georgia e della Crimea, fino alla criminale invasione dell'Ucraina. In questo nuovo scenario anche la deterrenza nucleare ha, purtroppo, subito inedite e pericolose curvature dialettiche, con esplicite minacce senza precedenti.

Ecco, c'erano tutte le avvisaglie di questi cambiamenti in atto da tempo. Lo ricordava il collega Della Vedova, già il Presidente Obama ammoniva che occorreva aumentare la partecipazione europea alle spese NATO. Proprio all'epoca di Obama, in Italia, un forte movimento dell'opinione pubblica criticava gli investimenti negli F-35, due dei quali si sono alzati questa notte, insieme a due F-16, per abbattere i droni russi in territorio europeo polacco.

Ma non è questo episodio, nella sua gravità - che va approfondito e va affrontato senza isterismi -, a motivare la nostra posizione, come non sono le due campanelle che dovrebbero averci risvegliato da questo sonno, bensì, insieme con l'Europa e nel rispetto degli impegni NATO, dobbiamo investire in difesa, riconoscendo tutta la storia del Dopoguerra e in virtù della capacità, che fin qua abbiamo mostrato, di garantire la pace ai nostri cittadini.

Svegliarsi da un sogno per piombare in un incubo è esattamente il destino che dobbiamo evitare a noi e ai nostri figli. Certo, occorre svegliarsi e comprendere che il sogno che i fondatori dell'Europa avevano preparato e custodito per noi si basava, e ancora oggi si deve basare, sulla cooperazione tra gli Stati europei e si custodiva, fin dagli anni Cinquanta, attraverso la costruzione della difesa comune europea, che non è un nuovo mantra, fa parte del disegno dei Padri fondatori dell'Europa e che, addirittura, prevedeva un Esercito comune sotto bandiera europea, chiaramente nell'ambito dell'Alleanza atlantica.

Ecco, la guerra in Ucraina, la drammatica crisi umanitaria a Gaza, l'escalation di tensioni tra Israele e Iran, ci impongono di tornare a questa consapevolezza. La globalizzazione, fin qui governata dal multilateralismo, sta quantomeno conoscendo una pesante battuta d'arresto, facendo emergere nuove egemonie regionali, purtroppo, però, accomunate da un pensiero neonazionalista e sorretto nuovamente dalle dinamiche di forza economica e militare, come lei stesso, Sottosegretario, ci ricordava.

Questo risveglio - sia ben chiaro - non deve coincidere con il ritorno ai nazionalismi intraeuropei, aspetto che purtroppo vede il nostro Governo in una pericolosa scelta di ambiguità, e il rafforzamento della difesa va mantenuto nell'alveo della nostra tradizione pacifista. Non ci sono alternative valide e sicure a un aumento della spesa per la difesa dei nostri territori e a una capacità di deterrenza in grado di costituire uno scudo che ci consenta di portare avanti il nostro modello di sviluppo.

Il vertice NATO de L'Aia ha approvato un nuovo obiettivo di spesa militare collettiva, che prevede il 5 per cento del PIL europeo aggregato entro il 2035, con un 3,5 per cento per capacità militari operative. Non è certo questo il momento per venire meno agli impegni presi da tempo - di cui conoscevamo quali sarebbero stati gli andamenti - con gli alleati, né per mettere in discussione nuovi accordi in termini di principio, tuttavia - e lo dico al Sottosegretario in particolare - è fondamentale che questo incremento non comporti in alcun modo la riduzione delle risorse destinate al Servizio sanitario nazionale, ai sistemi di istruzione, ricerca e formazione, alla protezione sociale e agli interventi di contrasto alla povertà. Non esiste difesa, se non per difendere tutti questi presidi.

Non si tratta, quindi, di scegliere se mettere un euro in ospedali o un euro in armi, seppure è necessario chiedere al Governo di chiarire se non stia surrettiziamente facendo proprio questa scelta, a discapito del benessere dei cittadini. Si tratta, al contrario, di scegliere come proteggere i nostri ospedali, come proteggere la nostra sanità, il nostro welfare, la nostra crescita, il nostro modello di vita e la nostra stessa libertà. Si tratta di farlo oggi, come abbiamo trovato naturale farlo nel passato.

La difesa in tempi di guerra ibrida è parte integrante della vita economica e sociale dei nostri cittadini. Evitare che possano esserci blackout, che i dati possano essere rubati, cancellati, sequestrati per motivi di ricatto, che i trasporti pubblici vengano mandati in tilt, che le opinioni pubbliche siano manipolate per indurci a scelte che penalizzeranno i nostri figli sono tutti validi motivi per ritenere che questi impegni vadano mantenuti, ma che lo si faccia con la dovuta serietà.

Si propone, peraltro, di accompagnare ogni aumento della spesa militare con il miglioramento e l'efficientamento della spesa sanitaria, adottando e replicando un modello che noi abbiamo già proposto e sostenuto con successo: “un euro in spesa militare, un euro in cultura”. Perché ciò accada, serve una politica che esca dall'ambiguità, quell'ambiguità in cui oggi rimanete con il vostro silenzio.

È essenziale che l'incremento delle spese per la difesa non comporti misure fiscali aggiuntive, quali aumenti della pressione tributaria o contributiva, ma che si individuino prioritariamente misure di razionalizzazione, riallocazione e ottimizzazione delle risorse già iscritte al bilancio.

Si chiede al Governo una netta scelta europeista, che sia davvero per la difesa del benessere dei cittadini. Si rifiutano soluzioni pasticciate, prive di organicità o meramente burocratiche, che allontanano il modello della difesa comune europea e ci vedono come semplici compratori di ultima istanza di armi, alimentando un circuito perverso, da cui non potremo che uscire come sconfitti, e che contribuisce a creare un mondo più insicuro. A questo proposito, si esclude categoricamente il ricorso all'utilizzo dei fondi europei di coesione e del Next Generation EU per scopi militari.

Nessuno sostiene che si debba recidere il legame culturale e istituzionale con gli Stati Uniti: sarebbe una sciagura. Il lavoro che tutta Europa sta facendo per rimanere alleato, non suddito, degli Stati Uniti deve necessariamente toglierci dalla posizione di ricatto che periodicamente il suo Presidente sembra rimettere sul tavolo.

Rafforzare la NATO e la storica alleanza con gli Stati Uniti è una necessità che va perseguita in un contesto di maggiore coesione europea, evitando anche quelle fughe in avanti di Stati che magari, potendoselo permettere, potrebbero essere tentati di rafforzare i propri eserciti a discapito degli altri.

PRESIDENTE. Concluda.

MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Concludo, Presidente. Siamo rispettosi di quanto stabiliamo in sede europea e in sede NATO non perché ci sono degli organismi che ce lo ordinano, ma perché pretendiamo di essere protagonisti di quelle scelte, che si tratti del Patto di stabilità, che si tratti delle spese militari. Voi - è quello che vi imputiamo - non siete protagonisti, non rendete l'Italia protagonista; vi siete defilati da questo ruolo con la scusa di voler fare i pontieri e vi siete resi ridicoli proprio sul ponte come spesa militare.

Allora, vi chiediamo di uscire da questo mutismo, ma soprattutto di uscire (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe)

PRESIDENTE. Lei dice mutismo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, onorevoli colleghe, signor rappresentante del Governo, il 24 e 25 giugno scorso la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni all'Aja ha sottoscritto un impegno, un accordo che impegna l'Italia a destinare il 5 per cento del prodotto interno lordo in spese per armamenti e difesa. Ecco, quello che manca e che è necessario, un elemento fondamentale in qualunque democrazia, è che questo accordo doveva essere preceduto o, quanto meno, ratificato da una discussione parlamentare. Questa discussione parlamentare, signor rappresentante del Governo, non c'è.

Sa perché non c'è? Perché è una discussione tutta dentro l'opposizione, perché la maggioranza che sostiene questo Governo non ha ritenuto di dover presentare una mozione, e questo è un fatto grave non solo nella sostanza, ma anche dal punto di vista istituzionale, perché ancora una volta il Parlamento viene delegittimato da questo Governo, che evidentemente ritiene una zavorra il Parlamento della Repubblica italiana.

Stiamo parlando del 5 per cento delle spese del prodotto interno lordo da destinare a spese per armamenti e difesa. Non stiamo parlando di una questione irrilevante, stiamo parlando di una questione che condizionerà in maniera forte la vita sociale e economica del nostro Paese e determinerà la costruzione di un nuovo ordine geopolitico nel mondo. Giorgia Meloni ha dato mandato alla sua maggioranza di fuggire dal Parlamento. Questo noi non lo consentiamo, fuggire dal Parlamento è inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

Si deve avere il coraggio di venire qua e spiegare agli italiani dove prenderete queste risorse. Nel suo intervento, signor rappresentante del Governo, lei non lo ha detto. Dove le prenderete queste risorse? Dove taglierete? Vede, esiste solo un luogo dove si possono ingannare gli italiani ed era il film di Totò e Peppino La banda degli onesti, dove stampavano soldi falsi e facevano credere nell'abbondanza. Ma abbiamo visto che in questo Paese gli stipendi, i salari e le pensioni sono tra i più bassi, la povertà assoluta aumenta, e, nonostante la propaganda del Governo Meloni, alcuni giorni fa l'Istat ha corretto - devo dire coraggiosamente, perché sono ricercatori, sono scienziati - al ribasso le stime propagandate da questo Governo circa l'occupazione: 120.000 occupati in meno.

Vedete, la propaganda la potete pure fare, ma abbiate rispetto del Parlamento della Repubblica italiana. Chi sedeva prima di voi là, devo dire, si è sempre confrontato, anche nei momenti più cupi della storia della nostra democrazia. Voi, come ho detto prima, fuggite. Ma c'è anche una narrazione che dobbiamo demolire e che noi vogliamo demolire nei confronti degli italiani che ci stanno vedendo, in cui si dice: il nuovo ordine geopolitico, dobbiamo difendere il nostro Paese. Come se qui ci fosse qualcuno, questo gruppo parlamentare, Alleanza Verdi e Sinistra, che l'Italia non la vuole difendere.

Ma noi la vogliamo difendere l'Italia, certamente. Saremo i primi a voler difendere l'Italia, ma volete dare un po' di dati agli italiani e alle italiane? Quei dati che voi tenete nascosti, perché dovete aumentare la spesa per armamenti. Secondo i dati del 2024 - uno lo ha citato lei, signor Sottosegretario, e mi ci ritrovo; sono i dati della spesa per armamenti della Russia, 170 miliardi di dollari - gli Stati Uniti hanno raggiunto quasi la cifra di mille miliardi di dollari, la Cina 314, la Russia - il suo dato coincide con il mio - 170 miliardi di dollari, l'Unione europea (non Paesi NATO) quasi 400 miliardi di dollari, l'Europa NATO (con i Paesi NATO) 460 miliardi di dollari.

Questi dati indicano una cosa: siccome siamo arrivati nel 2024 a una spesa per armamenti di 2.714 miliardi di dollari, il problema è un altro, che in questo pianeta di armi ce ne sono così tante che non sapremo più dove metterle (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Il problema è che in questo pianeta si sta tentando di costruire un nuovo ordine geopolitico con la supremazia militare, ma noi vogliamo la supremazia della democrazia, quella democrazia che, anche con la vostra responsabilità, oggi è messa fortemente all'angolo. Sa perché?

Perché oggi il diritto internazionale è stato fortemente delegittimato, squalificato, dall'azione di Trump, dall'azione di Putin, dall'azione di Netanyahu e dall'azione anche del nostro Governo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), che nel suo piccolo, ma anche nel suo grande, ha dato un contributo incredibile nel delegittimare il diritto internazionale, a volte con la voce del Ministro degli Affari esteri, a volte con il Ministro della Giustizia, Nordio, che ha fatto una figura allucinante, pessima, squalificante per il nostro Paese nei confronti della Corte penale internazionale, quando ha liberato un criminale, uno stupratore anche di bambini, un assassino, Almasri, e si lamenta poi perché esiste una giustizia che funziona.

E meno male che c'è una giustizia che funziona: voi dite che è politicizzata, ma il punto è che voi avete liberato quello stupratore. Quindi c'è un problema che riguarda la costruzione di questo nuovo ordine geopolitico, mondiale, attraverso la supremazia militare. Allora rivolgo una domanda a chi oggi pensa che il riarmo sia l'unico modo per costruire la pace, e vorrei dire a Giorgia Meloni che la pace, per quanto ci riguarda, non si costruisce preparando la guerra, ma si costruisce preparando la pace (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

Allora, signor rappresentante del Governo, di fronte a questo nuovo ordine geopolitico, quello che è accaduto ad esempio con delle autocrazie come la Cina, l'India, la Russia, che si sono riunite a Pechino, dando una dimostrazione di forza, non è solamente un asse militare, è anche un asse economico. E dall'altra parte abbiamo Trump, che fa la guerra all'Europa con i dazi. Aveva detto bene il Presidente della Repubblica, Mattarella, che quella dei dazi è una guerra commerciale, e tutte le guerre fanno male.

Di fronte a questo, di fronte a questa guerra globale, voi avete chinato il capo nei confronti di chi?

Di Donald Trump, che ha chiesto semplicemente cosa? Il 5 per cento per fare in modo che le armi siano acquistate dall'industria bellica americana. È andata Giorgia Meloni a rassicurare, nell'aprile del 2025, in maniera molto rapida, il Presidente degli Stati Uniti d'America che l'Italia avrebbe acquistato armi, gas. Ma voi credete veramente che queste armi serviranno? Il prossimo anno sicuramente si supereranno i 3.000 miliardi di spese in armamenti; nel 2027 andremo avanti e forse arriveremo a 5.000 miliardi di dollari.

Ma vorrei capire qual è il numero che consentirà a questo pianeta di poter stare in tranquillità, di stare in sicurezza, come voi dite, quando i numeri che vi ho spiegato già all'inizio indicano che l'Europa ha una supremazia in termini di armi rispetto alla stessa Russia, ma il problema è un altro, casomai. Il problema è come costruiamo una politica comune di difesa estera dell'Europa, quella che la destra non vuole, quella a cui la destra dice “no”, perché è per il riarmo sfrenato degli Stati nazionali, che porterà ovviamente a ingrassare e a foraggiare le industrie belliche.

Sul diritto internazionale vorrei anche ritornarci. C'è una questione su cui lei poc'anzi si è espresso, e a me ha molto colpito: lei dice che firmare il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, visto il contesto, da parte dell'Italia, sarebbe un gesto simbolico. Per me non è un gesto simbolico dire che l'Italia non può ospitare testate nucleari (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Non è un gesto simbolico, è un gesto sostanziale, che garantisce anche sicurezza, la capacità di costruire una via diplomatica di pace.

In questi scranni del Parlamento c'era un leader che non era della mia parte politica, si chiamava Giulio Andreotti, che rispetto al Medio Oriente aveva delle parole molto, molto chiare, anche rispetto alla questione palestinese. Vorrei però dire: Israele ha bombardato Teheran e l'Iran perché aveva le bombe atomiche. Ma dov'è la comunità internazionale mentre Israele, nel silenzio della comunità internazionale, amplia e costruisce nuove bombe atomiche? Dov'è la comunità internazionale (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra) rispetto a uno Stato che sta violando sistematicamente il diritto internazionale, che bombarda in modo terroristico Stati sovrani che, tra l'altro, stavano partecipando ad una trattativa per tentare di arrivare a una negoziazione - mi riferisco al Qatar, ad esempio - che certamente non sono nostri amici, li abbiamo sempre contestati per il ruolo che hanno avuto nel finanziamento di alcune organizzazioni terroristiche.

PRESIDENTE. Concluda…

ANGELO BONELLI (AVS). Questo - concludo, signor Presidente, e la ringrazio - per dire che noi di Alleanza Verdi e Sinistra andremo al Governo. Ve lo diciamo; potete pure sorridere, ma ci andremo al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), perché la coalizione, che anche sulle regionali stiamo realizzando, porterà a una cosa chiara: noi su quel 5 per cento vogliamo recedere, per restituire questi 100 miliardi di euro ai cittadini italiani, agli stipendi, alle pensioni, alla sanità, alla scuola, alla questione ecologica e non rubare questi soldi agli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. È stato citato il Presidente Andreotti. Probabilmente, nella sua epoca, ma in epoche che ho vissuto anch'io, molto più recenti, in una giornata come questa, dove 19 droni russi sono entrati nel confine europeo andando a colpire un Paese alleato, un nostro alleato della NATO, avrebbe impostato una seduta del Parlamento diversa (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe). Lo dico alla maggioranza e all'opposizione: avrebbe impostato una seduta dove i capigruppo, chiamati dal Governo, decidevano di assumere una posizione unitaria forte, con una condanna straordinariamente efficace (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe) contro quel dittatore di Putin, che porta la guerra nelle nostre case, e in cui il Parlamento prende la dignità di una discussione politica su questo, non sul nulla (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe) e noi stiamo discutendo del nulla.

Penso che ciò dovrebbe scuotere le nostre coscienze rispetto a quello che sta succedendo. Il Presidente Mattarella, adesso a Lubiana, ha ricordato come nel 1914 - e non lo ricordava a caso - tutti pensavano che la guerra non sarebbe mai accaduta e, invece, sappiamo com'è andata. Noi dobbiamo preoccuparci di quello che sta accadendo, dobbiamo assumerci la responsabilità delle cose difficili da raccontare e da dire. Non possiamo mettere la testa sotto la sabbia. Siamo qui a discutere della diminuzione della spesa militare in un contesto di questo tipo; ma può sembrare un dibattito che abbia un senso? Penso che non lo abbia e non perché c'è qualcuno qui a cui piace la guerra, ma perché abbiamo una responsabilità di evitare il conflitto, di evitare la guerra. Le Forze armate nelle democrazie servono per evitare i conflitti, servono per la deterrenza e noi ci armiamo per la deterrenza, non per attaccare qualcuno. Sono altri che si armano per i conflitti: sono i dittatori che si armano per i conflitti. Ma è mai possibile che, in questa discussione, chi è il nemico non sia chiaro a tutti? E c'è ancora chi fa confusione, come se ci fosse un nemico interno qui, in questo Paese.

Penso che stiamo facendo degli errori veramente molto, molto gravi e i primi a fare degli errori… Bonelli ci minaccia che andrà al Governo, ma il problema è che il Governo adesso è un altro e questo Governo non può restare qui in silenzio. Non lo dico al Sottosegretario, che ha detto le sue, ma il Governo e la maggioranza parlano per atti, perché gli atti di questo Parlamento parlano al Paese e il Paese deve sapere qual è la posizione formale del Governo su un tema di questo tipo. In una giornata come questa, dovevate presentare un documento che chiariva qual è la posizione del Governo su un tema così delicato nei rapporti internazionali e nei rapporti nazionali.

Noi abbiamo presentato un documento e lo abbiamo anche depurato di tutte quelle cose che potevano dare fastidio. Non ci siamo neanche soffermati sul ponte di Messina e sulle cose che potevamo dire (ce ne sono mille da dire). Non ne abbiamo detta nessuna. Abbiamo chiesto di prendere degli impegni seri che riguardano i nostri impegni con la NATO, i nostri impegni con l'Europa, i nostri impegni interni, in cui non basta dire che faremo il 5 per cento chissà quando, ma in cui diciamo anno per anno cosa vogliamo fare, senza mettere spese a caso ma precisando quali sono i nostri impegni, perché vogliamo impegnarci in una politica seria di deterrenza.

Ma io capisco che non lo potete fare, perché a sinistra c'è il caos totale, e lo vedremo nei voti. Questa giornata dimostrerà, per chi ama queste cose, come il bipolarismo sia completamente fallito, completamente fallito (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe). È ingovernabile questo Paese con il bipolarismo, perché di qua non c'è una politica estera, non c'è una politica di difesa. Non c'è! Vi immaginate la posizione di questo Governo sull'Ucraina? Quale sarebbe? Li aiutiamo mandandogli strette di mano e dicendogli: siete degli amici, però non vi diamo le armi, perché con le armi non si può; noi siamo contro la guerra. Anzi, Putin aveva anche ragione e l'ha spiegato bene Vendola, non un personaggio, diciamo, disinformato e politicamente irrilevante. L'ha spiegato bene: ha ragione Putin.

Dall'altra parte in questo Governo perché non potete presentare una mozione? Per forza, perché Vannacci - sul vicesegretario della Lega, citato giustamente da Salvini, il segretario della Lega dice: la penso come lui; è il mio vicesegretario - spiega come Putin ha ragione tutto sommato, perché lui fa l'uomo forte, è un dittatore e, però, la gente è contenta di essere sotto di lui, il popolo russo è contento di avere Putin come dittatore, anche perché gli scontenti finiscono nel gulag, quelli fortunati, mentre gli altri li ammazza. Per forza sono contenti (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe)! Quindi, sa, c'è un partito di maggioranza così, che i carri armati non li vuole schierare sul confine come deterrenza, ma li vuole mandare a sfilare sulla Piazza Rossa, per dimostrare che è un Paese amico: è questa la differenza. Io capisco che questa maggioranza non è capace di trovare un documento unitario su cui lavorare, però non può funzionare così, perché chi sta in quei luoghi, chi ha la responsabilità di governare deve dire parole nette, forti e chiare. Non basta dire di no, guardate che spettacolo; non è un tema politico.

Altri possono divertirsi, ma chi ha responsabilità di Governo deve governare e chiarire agli italiani qual è la posizione (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe). È vostro dovere, è vostro dovere! Non state facendo il vostro dovere comportandovi così, dicendo: Salvini dica quello che vuole, tanto cosa cambia. Cambia, perché la posizione dell'Italia, la dignità dell'Italia è una dignità che va difesa dal Governo, prima di tutto, e la maggioranza deve imporre un pensiero che sia capace di spiegare agli italiani quello che succede.

Noi per questo abbiamo fatto uno sforzo presentando una mozione che sia chiara sui nostri impegni. Ripeto: spendere nelle armi non piace a nessuno; è un dovere per difendere la nostra democrazia, per difendere la nostra libertà, per difendere il nostro sistema educativo e il nostro sistema sanitario. Andate a guardare nelle dittature quali sono i sistemi educativi, quali sono i sistemi sanitari e qual è la libertà di stampa: non ci sono, non ci sono! La democrazia va difesa, purtroppo, con le armi (da sempre anche con le armi).

Noi per questo invitiamo il Governo a fare una riflessione seria su quello che sta facendo, anche perché abbiamo sempre investito su un'Alleanza atlantica che va difesa fino in fondo, perché gli Stati Uniti non sono Trump e dopo Trump arriverà un altro. Speriamo, insomma, che sia un altro - non di destra o di sinistra - molto smarcato da questo atteggiamento schizofrenico. Trump è riuscito a far fare la pace alla Cina e all'India. È stato straordinario, perché è riuscito a fargli fare pace, perché, naturalmente, pur di avere un nemico in più Trump fa qualsiasi cosa. Quindi, ha sbattuto l'India, che - lo dico per il mio collega Bonelli - non è un'autocrazia: l'India è una democrazia; votano in tanti, però votano. Dunque, è riuscito a fare anche questo.

Quindi, noi speriamo che il nostro asse atlantico, su cui abbiamo sempre investito, sia il punto, il perno della nostra difesa, ma abbiamo bisogno di rafforzare la difesa dell'Europa, abbiamo bisogno di rafforzare l'Europa come soggetto politico e lo facciamo non con Orbán, Fico, Vendola e Vannacci; lo facciamo con le idee forti, chiare e decise (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe) di Paesi che mettono la loro dignità con la spina dorsale e che sanno spiegare ai loro cittadini quello che serve per la pace (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lomuti. Ne ha facoltà.

ARNALDO LOMUTI (M5S). Grazie, Presidente. Ha ragione lo storico e scrittore Alessandro Barbero quando afferma che, purtroppo, la somiglianza di questi anni con quelli precedenti al 1914 è evidentissima.

Infatti, prima dello scoppio della prima guerra mondiale, l'Europa assiste a una corsa al riarmo impetuosa delle grandi potenze europee, accompagnata anche da una martellante propaganda bellicista, che diceva ai cittadini: la guerra arriverà, la guerra è giusta e alla fine si possono anche sacrificare i diritti sociali, perché se non ci si arma, si corre il rischio che poi il Paese vicino ci invada. Lo stesso ragionamento faceva il Paese vicino quando vedeva che questo Paese si stava riarmando fino ai denti. Presidente, questo è il paradosso della sicurezza, che smonta la teoria secondo cui siamo più sicuri se ci armiamo di più. Non è vero, anzi più ci armiamo e più saremo insicuri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), anche perché, dopo un secolo, stiamo assistendo allo stesso scenario: una spaventosa corsa al riarmo e, in proporzione a quella pre-prima guerra mondiale, questa è di gran lunga più impetuosa, più imponente, più grande.

Con l'adesione del nostro Governo al target NATO del 5 per cento come contributo dei Paesi membri per le spese della difesa, noi condanniamo le nostre future generazioni a pagare oltre 450 miliardi rispetto a quanto, invece, dovremmo pagare oggi con un target del 2 per cento, che non è poco.

Secondo dati recentissimi, aggiornati dalla NATO, il nostro Paese già nell'ultimo anno ha speso, rispetto all'anno precedente, il 60 per cento in più in armi: da 7 miliardi siamo passati a 11,6 (4,6 miliardi in più), in pratica siamo arrivati a 12 miliardi di euro per carri armati, cacciabombardieri, missili e chi più ne ha più ne metta, e da dove li abbiamo tolti? Sicuramente li andiamo a togliere dove, invece, noi chiediamo che vengano impegnati: sull'istruzione, sulla sanità, sulle infrastrutture che aspettiamo al Sud (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Dodici miliardi è quanto stacchiamo di assegno all'Europa per il Patto di stabilità.

Poi, c'è un'altra follia oltre a quella del target al 5 per cento, quella follia del Piano targato dalla baronessa “Bomber Leyen”, cioè quella di 800 miliardi di euro per riarmare non l'Europa, ma 27 singoli Stati europei. Noi crediamo che questo sia un errore gravissimo: un riarmo così impotente, così frammentario, non fa altro che allontanare la pace non soltanto verso gli incubi europei storici, ma anche all'interno della nostra Europa. Una frammentazione pericolosa se pensiamo che, un domani, Paesi come Francia e Germania, armati fino ai denti, possano cadere in Governi di estrema destra, con quella filosofia militare ottocentesca e novecentesca, che ci ha portato a ben due guerre mondiali. È questa la nostra preoccupazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Noi stiamo cercando di sensibilizzarvi su un altro approccio alla difesa, perché non è vero che noi vogliamo difendere il Paese con le cerbottane, ma se noi cerchiamo di sensibilizzarvi e, poi, ci arriva la risposta pratica, concreta, fattuale, secondo cui voi avete impegnato le future generazioni per dieci anni a indebitarsi per 15 miliardi di euro, perché avete applicato i fondi SAFE, allora ci cascano le braccia, Presidente.

Noi vogliamo dirlo e ribadirlo, per l'ennesima volta lo diciamo, sono mille volte che ve lo diciamo: per il MoVimento 5 Stelle il rinnovamento e l'ammodernamento del nostro sistema di difesa nazionale è una voce prioritaria. Quello che contestiamo a voi, Governo e maggioranza, è l'approccio, il metodo. Noi vogliamo semplicemente che i soldi per la difesa vengano spesi meglio, sia a livello nazionale e, forse ancor di più, a livello sovranazionale, con un esercito comune europeo, con una difesa comune europea. Se lo facessimo, Presidente, noi balzeremmo subito ad avere, come Europa, la seconda potenza militare più grande al mondo dopo gli Stati Uniti.

In più voglio dire una cosa: che questo concetto, che stava alla base anche dei principi e della genesi che ha creato l'Europa, oggi è sparito dai tavoli della discussione politica europea. Perché? Ci sono degli studi parlamentari che ci dicono che mettendo in piedi una difesa comune è sia più efficiente, ma, al contempo, andiamo anche a risparmiare oltre 100 miliardi di euro all'anno. Noi vogliamo capire perché questa discussione, questo tema è sparito dal dibattito europeo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Lo dicono i maggiori esperti militari, non Lomuti, non Pellegrini, non siamo esperti militari, ma lo dicono i maggiori esperti militari che più ci si arma, più si diventa insicuri. Quindi, il primo binario è quello di spendere meglio. Ma per essere più sicuri, Presidente, bisognerebbe anche percorrere un secondo binario, che è quello della politica, è quello della diplomazia, quella politica e quella diplomazia che, nel corso degli anni della guerra fredda, ci hanno evitato di entrare in conflitti ben più preoccupanti.

Abbiamo evitato che conflitti importanti come quello in Afghanistan e in Vietnam sfociassero in una guerra nucleare. È stato fatto grazie alla diplomazia, grazie al disgelo che, ad esempio, è partito da Helsinki nel 1975, politiche di disgelo fra Russia e America, le stesse politiche fra America e Cina. Questa è sicurezza: aumentare il multilateralismo e la cooperazione internazionale. Con queste si costruisce la pace, la pace giusta.

E oltre a spendere meglio, Presidente, noi dobbiamo anche ribadire una cosa con forza, perché siamo in tema di riarmo, di spese per armi nucleari. Vedete, oggi ci sono diversi conflitti, però, quelli che preoccupano più di tutti sono il fronte russo-ucraino e la crisi mediorientale. Noi non possiamo accettare, se ci definiamo un Paese occidentale e, quindi, un Paese civile, perché ormai viviamo di questa favola: se sei occidentale, sei civile; se non sei occidentale, sei incivile. Va bene, allora siamo occidentali e, quindi, per un Paese occidentale, quindi, un Paese civile, possiamo mai consentire che dal report delle importazioni e delle esportazioni verso il nostro Paese, si registri che lo Stato di Israele balzi dal settimo posto, come importazioni di armi, al secondo posto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), quintuplicando le armi che compriamo da Israele?

Perché dico Israele? Perché quello Stato, Presidente, o meglio quel Governo, perché non sono tutti uguali, noi siamo uomini, Presidente, siamo tutti uguali come uomini, ma quello Stato ha un Governo che oggi sta commettendo un genocidio. È possibile che noi dobbiamo alimentare la macchina bellica di un Governo che sta commettendo questi crimini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? La risposta è “no”. È “no” se guardiamo dentro le nostre coscienze, è “sì” se guardiamo ad altro, Presidente, e nemmeno vogliamo immaginarlo. Perché stiamo capendo che forse noi siamo legati, mani e piedi, a quel Governo e qualcuno, domani, dovrà dirci anche perché. Ci sono 20.000 bambini, Presidente, che non ci sono più. È questo che ci fa ragionare: 20.000 bambini. Si preferisce uccidere bambini, donne, meglio se donne incinte, giornalisti, perché non devono testimoniare, e medici, perché non devono curare. Noi abbiamo le mani sporche di quel sangue.

Presidente, personalmente aspetto l'esito delle indagini per quanto riguarda gli atti intimidatori alla Global Flotilla di questi giorni, ma voglio salutare quelle persone che hanno deciso di imbarcarsi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) su piccole barche per affrontare il mare, per portare, cercare di portare aiuti umanitari, ma soprattutto per portare un messaggio di pace, Presidente. Vede noi abbiamo fatto l'Intergruppo parlamentare di pace…

PRESIDENTE. Concluda.

ARNALDO LOMUTI (M5S). …fra Israele e la Palestina. Mi accingo alle conclusioni, Presidente.

PRESIDENTE. È già fuori.

ARNALDO LOMUTI (M5S). Voglio salutare anche il nostro amico, Marco Croatti. Annuncio, Presidente, che in serata partirò per Catania per unirmi alla Global Flotilla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - I deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle si levano in piedi) per portare aiuti umanitari. È una scelta mia, personale, rispondo alla mia coscienza, ma voglio fare una domanda a voi, anzi, a tutti i presenti e pure a chi ci sente: cosa deve accadere ancora perché le nostre coscienze si sveglino? Annuncio il voto favorevole alla nostra mozione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, prima di iniziare, solamente una manifestazione di soddisfazione per l'intervento propedeutico che ha fatto il nostro Sottosegretario alla Difesa, Perego Di Cremnago, che credo abbia espresso in maniera abbastanza sintetica, ma sicuramente efficace, qual è con chiarezza la posizione del Governo, e questo al di là e al di fuori di qualsiasi tipo di polemica. Grazie, Sottosegretario, credo che sia stato il modo migliore per introdurre questo dibattito. Oggi siamo chiamati a votare su mozioni che chiedono di ridurre le spese per la difesa, di destinarle ad altri settori del sociale e, persino, dico persino, di far aderire l'Italia al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari.

Forza Italia, lo dico subito, ovviamente voterà convintamente contro queste mozioni. Io le chiamo, senza volere evidentemente offendere nessuno, mozioni “modello Arlecchino”, perché ne abbiamo viste di tutte e di più, quelle che ci sono e poi con le sotto-sfumature, perché credo che si andrà a votare anche per parti, per essere confusi meglio, per confondere meglio le idee, per non dare l'idea all'esterno delle proprie posizioni. Lo farà perché la sicurezza non è un capitolo marginale di bilancio, non è un lusso da concedersi nei tempi di prosperità.

La sicurezza è il fondamento stesso della libertà, del benessere e della giustizia sociale. Viviamo in una fase storica segnata da instabilità e nuove minacce ibride. La guerra in Ucraina ha riportato il conflitto convenzionale nel cuore dell'Europa, mentre le tensioni in Medio Oriente, la crisi del Sahel, le sfide nel Mediterraneo e la competizione strategica nell'Indo-Pacifico ci ricordano, ogni giorno, che nessun Paese purtroppo è un'isola felice. Di fronte a questo scenario, illudere i cittadini con il mito di un disarmo unilaterale - ho appena ascoltato il collega del MoVimento 5 Stelle - o con il taglio delle risorse per la difesa significa abdicare alle proprie responsabilità.

Non dobbiamo dimenticare che, nel vertice NATO del Galles e poi in quelli successivi, l'Italia ha assunto un impegno preciso: destinare almeno il 2 per cento del PIL alla difesa. Non è una cifra astratta, come qualcheduno ha voluto in qualche modo dire in quest'Aula. È la garanzia che i nostri militari abbiano mezzi moderni, che il Paese soprattutto disponga di scorte adeguate e che le nostre infrastrutture critiche - cavi sottomarini, energia, reti digitali - siano protette. È la condizione affinché l'Italia resti un attore credibile e rispettato nel concerto delle nazioni.

Alcuni sostengono che investire in difesa significhi sottrarre risorse al sociale: questo veramente è un qualcosa che chiaramente colpisce la fantasia delle persone e anche i sentimenti, ma è quanto di più errato si possa dire. È esattamente l'opposto, senza sicurezza non c'è la scuola, non c'è la sanità e non c'è lavoro che possa reggere. La sicurezza è la premessa di tutto il resto. Abbiamo visto quanto è successo a Gaza in questi giorni. È chiaro che è un fatto estremo, che spero che in Italia non si vedrà mai, ma qui la sanità e le scuole non contano più nulla, perché non c'è più assolutamente nulla.

Difesa e welfare non sono due binari paralleli, ma due facce della stessa medaglia. Difendere i cittadini significa anche garantire la possibilità di crescere, studiare, curarsi e soprattutto vivere in libertà. Ed è bene dirlo con chiarezza: gli investimenti nella difesa non sono soldi sprecati. Certo, non fa piacere a nessuno dire che andiamo a comprare un carro armato o andiamo a comprare dei fucili o qualcosa di simile. Genera lavoro, innovazione tecnologica, ricerca avanzata, che oltretutto ricade nei settori civili, dalle telecomunicazioni allo spazio, dalla Protezione civile alla sanità.

Modernizzare le nostre Forze armate con l'intelligenza artificiale, rafforzare le capacità spaziali o la cybersecurity non è una scelta militare, ma è una scelta di civiltà che rende il Paese più forte e competitivo anche sul piano industriale ed economico. Ma non è tutto. La difesa non è solo un tema nazionale, è una sfida europea. L'Italia sostiene con forza l'esigenza di costruire una vera difesa comune, complementare e non sostitutiva alla NATO; la difesa europea, sì, quella che sognavano i nostri De Gasperi, Adenauer, Schuman.

Non possiamo più immaginare che la sicurezza del nostro continente dipenda esclusivamente dall'impegno degli Stati Uniti, serve una colonna europea dell'Alleanza. Sì, una colonna europea dell'Alleanza capace di assumersi responsabilità e di sviluppare cooperazione industriale, ricerca e interoperabilità. Un'Europa capace di difendersi rende più solida anche la NATO, alla quale siamo strettamente legati e alla quale dovremo sempre mantenerci fedeli.

Sul tema del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari ho ascoltato, anche in questo caso, quanto di più evidentemente lontano dalla realtà. Sia chiaro, crediamo tutti nel disarmo nucleare, tuttavia scelte unilaterali, come quelle proposte, rischiano solo di minare il Trattato di non proliferazione e di indebolire la nostra credibilità internazionale. La posta in gioco è altissima: se l'Europa arretra, altri attori (Russia, Cina e Iran) occuperanno, anzi, stanno occupando gli spazi che lasciamo vuoti.

Investire nella difesa significa scegliere di essere padroni del nostro destino, di non delegare ad altri la protezione dei nostri valori, di garantire alle nuove generazioni un'Europa libera, sicura e rispettata. Ecco perché Forza Italia voterà contro queste mozioni. Voterà con piena convinzione, evidentemente, lo farà con senso di responsabilità e con rispetto per le idee di tutti, ma soprattutto con lealtà verso i nostri alleati, e anche con la convinzione, e questo è un fatto importante, che pace, libertà e benessere non si proclamano, ma si difendono, si costruiscono e si garantiscono (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Billi. Ne ha facoltà.

SIMONE BILLI (LEGA). Grazie, Presidente Mule'. Sottosegretario Perego, cari colleghi, noi lavoriamo per la pace con convinzione e l'Alleanza atlantica è garanzia di pace, di libertà e di sicurezza per l'Italia, per l'Occidente e per tutto il mondo. Già sappiamo che al vertice di giugno all'Aja è stato approvato il nuovo Defence investment plan, che fissa l'obiettivo di portare entro il 2035 la spesa per difesa e sicurezza al 5 per cento del PIL.

Presidente Mule', l'Italia ha sottoscritto questo obiettivo, ma abbiamo anche chiarito che deve essere un investimento strategico per il nostro Paese, con una parte significativa delle risorse destinate alla resilienza, all'innovazione tecnologica, allo sviluppo industriale avanzato, alle infrastrutture civili e alla ricerca scientifica di frontiera. Parliamo, quindi, di tecnologie avanzate, intelligenza artificiale, robotica, cybersicurezza, materiali avanzati e infrastrutture non solo per la difesa, ma per sostenere il lavoro, la crescita e lo sviluppo.

In definitiva, parliamo del futuro del nostro Paese. Presidente Mule', è come accadde con l'Autostrada del Sole - e da toscano ci tengo a dirlo -, che ha fatto correre l'Italia, ha unito territori, ha creato un ponte tra Nord e Sud. Sì, cari colleghi, un ponte. Un ponte che ha aperto una stagione di fiducia e sviluppo nel nostro Paese.

Come ha ricordato il nostro Ministro Giorgetti, e lo ha detto chiaramente, il 5 per cento non è solo un numero, ma una strategia sostenibile che rafforza industria, crescita e sovranità nazionale. Quindi, che sia chiaro: quando parliamo di spese per la difesa non dobbiamo parlare solo di armamenti. Come Lega siamo contrari a progetti da 800 miliardi calati dall'alto, che rischiano di favorire solo Francia e Germania (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Presidente Mule', c'è un dato che non possiamo ignorare e che qualche collega ha già qui ricordato stasera: l'Unione europea spende 350 miliardi in difesa, seconda nel mondo solo agli Stati Uniti. Ma gli eserciti europei non sono gli eserciti secondi al mondo. Pertanto, Presidente Mule', è evidente: c'è stata una enorme sconfitta politica di questa Commissione europea a trazione socialista, e ora tutti i popoli europei ne pagano il conto.

È vero, dobbiamo rafforzare l'Occidente e non dividerlo, ma per farlo dobbiamo sapere chi siamo e dobbiamo promuovere i nostri valori, la nostra storia e le nostre tradizioni. A Bruxelles questo non se lo ricordano mai. Il Ministro Crosetto lo ha detto chiaramente: l'Europa è un nano militare e senza deterrenza degli Stati Uniti e senza una svolta culturale e industriale resterà irrilevante.

Caro Presidente Mule', se avessimo eserciti europei ben coordinati, questo farebbe comodo anche agli alleati americani, per la pace, la libertà e lo sviluppo nel mondo contro l'estremismo islamico, contro il terrorismo e contro i regimi comunisti che ancora oggi, purtroppo, sopravvivono.

Passando alle mozioni delle opposizioni in discussione oggi, caro Presidente Mule', noto purtroppo come tutte si dimentichino gli altri conflitti nel mondo, a parte Ucraina e Gaza, che sono un centinaio, dal Sudan al Congo, all'Etiopia, allo Yemen. Basta leggersi il dossier sui conflitti dimenticati dell'Osservatorio di politica internazionale. Cari colleghi, lo sforzo non è tanto. L'opposizione strumentalizza solo i conflitti più noti, quelli che hanno più presa sull'elettorato e fanno comodo alla loro propaganda politica, dimenticandosi che le sofferenze e le guerre non si possono piegare alla convenienza politica del momento.

Per quanto riguarda la mozione dell'onorevole Richetti, caro Presidente Mule', è vero, fotografa alcuni dati, ma li piega a una narrazione che non condividiamo.

Per quanto riguarda la mozione dell'onorevole Boschi, confonde priorità strategiche con slogan politici e attacca la NATO, isolando l'Italia. D'altra parte, Presidente Mule', rispecchia la visione del senatore Renzi: ieri contrario, poi favorevole ed oggi diffidente nei confronti della von der Leyen.

E, invece, quella del MoVimento 5 Stelle a firma Ricciardi, Presidente Mule', la trovo - devo dire - molto coerente con la loro politica: innanzitutto, i due Governi Conte, che hanno aumentato le spese militari. Poi, cari colleghi, la trovo coerente anche con la politica dei loro “sì”. “Sì” al reddito di cittadinanza, “sì” al superbonus, “sì” all'ambientalismo radicale e ideologico scollegato dalla realtà. Ma, Presidente Mule', la trovo soprattutto coerente con quella dei loro grandi “no”. “No” al TAV, “no” al nucleare, “no” al Terzo valico, “no” al MOSE, “no” al termovalorizzatore di Roma. E oggi, Presidente Mule', i 5 Stelle dicono “no” anche alla difesa, che, in realtà, è un “no” alla NATO, è un “no” alle nostre alleanze ed è un “sì” alla Cina. Accecati dall'ideologia, vogliono un'Italia più debole, più dipendente dall'estero e meno competitiva. Cari 5 Stelle, voi le elezioni le potete vincere solo in un modo: promettendo il reddito di cittadinanza.

La mozione Zanella invece, quella dell'estrema sinistra, Presidente Mule', somiglia più a un manifesto ideologico di fine Ottocento (Commenti di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra) che a una proposta realistica per il bene del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

E quindi, Presidente, concludo con la mozione del PD. Vedo che anche lei fa cenno di sì…

PRESIDENTE. No, no…

SIMONE BILLI (LEGA). È estremamente imbarazzante, Presidente, trovo estremamente imbarazzante che il presidente Massimo D'Alema sia andato alla parata militare di Xi Jinping in Cina (Commenti di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Italia Viva-il Centro-Renew Europe e del deputato Marattin). E, quindi, mi chiedo: ma il PD crede ancora nella NATO o vuole comprare le armi dalla Cina? Attenzione...

PRESIDENTE. Colleghi, per favore,…

SIMONE BILLI (LEGA). …il problema è enorme…

PRESIDENTE. …facciamo concludere l'onorevole Billi.

SIMONE BILLI (LEGA). Attenzione, il problema è enorme, e noi, Presidente Mule', ci chiediamo: ma come si pone oggi il PD al riguardo? Segue la linea di D'Alema, forse segue quella di Guerini, che dice che non è possibile rimangiarsi la parola nei confronti della NATO, oppure segue quella di questa mozione? Non si è capito.

In conclusione, Presidente Mule', noi della Lega siamo convinti che si debba investire nella difesa anche per garantire la sicurezza interna, con assunzioni di militari e Carabinieri, per vigilare su strade e frontiere. Grazie ancora (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Billi.

Ha chiesto di intervenire l'onorevole Graziano. Ne ha facoltà.

STEFANO GRAZIANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Innanzitutto vorrei ringraziare l'onorevole Billi. Mi faccia fare un ringraziamento, perché oggi lui è l'uomo che ha svelato l'arcano: è il motivo per cui la maggioranza non è riuscita a presentare una mozione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica). È la dimostrazione più evidente della difficoltà a mettersi d'accordo che hanno. Perché fa voli pindarici: dice che difende la NATO, però è contro la von der Leyen, parla della Cina e contemporaneamente è per Putin. Beh, insomma, si mettesse d'accordo. Ma la verità è che questa difficoltà è tutta interna alla maggioranza.

Dico, tramite lei, al Sottosegretario Perego che, in realtà, hanno dimostrato che quello che è accaduto nel vertice del 24 e del 25 giugno scorso non è stato altro che una farsa. La Meloni ha messo una firma, ma in realtà non ha fatto altro che mettere una firma, con un assegno - che a Napoli direbbero essere un assegno cabriolet - tutto caricato sulle nuove generazioni. Questa è la verità, e voi ve ne dovete fare una ragione, perché non riuscite a spiegarlo, non riuscite a dirlo, riuscite semplicemente a dire parole, ma non a fare atti e, soprattutto, non avete nemmeno il coraggio di fare una mozione, portarla nel Parlamento italiano e dire davanti agli italiani che voi volete portare la spesa al 5 per cento. Ditelo con chiarezza, con atti parlamentari che hanno una loro forza, hanno una loro democrazia, hanno il segno di quello che deve essere un vero Governo.

E, invece, oggi il Governo è allo sbando, perché la vera notizia è questa: che oggi c'è una differenza profonda tra quello che dice la Lega - ed è il motivo per cui la mozione parlamentare tutti insieme non siete riusciti a farla - e quello che pensano, forse, Fratelli d'Italia e Forza Italia. Questo è il punto di fondo che, a mio avviso, oggi emerge con straordinaria chiarezza.

Noi abbiamo detto con chiarezza che cosa, in passato e continuiamo a dirlo? Con riferimento al piano ReArm EU, abbiamo detto che per noi andava radicalmente cambiato. Ma perché? Perché c'era la difficoltà dal punto di vista economico a gestire quella partita. Ed è esattamente quello che sta accadendo, perché voi avete fatto la richiesta, ma, attenzione, quella richiesta che avete fatto, in realtà, è per un pezzo dei fondi sui quali, sostanzialmente, lo state facendo, non per tutti. Ma perché? Perché non ce la fate dal punto di vista del bilancio oppure, diversamente, volete togliere fondi a quella che è la spesa sociale, a quella che è la spesa sulla sanità, sulla pubblica istruzione. E noi su questo siamo contrari, lo diciamo con chiarezza nella nostra mozione: su quello che riguarda i fondi del PNRR noi siamo totalmente contrari.

E vedete, un dato che, a mio avviso, emerge con chiarezza è che davanti a uno scenario internazionale complesso, difficile, da quando c'è Trump - alleato forte di questo Governo, che in realtà aveva detto che in pochi mesi, o meglio nell'arco dei 100 giorni, avrebbe risolto tutti i conflitti -, ebbene, vi vorrei comunicare che i conflitti si sono moltiplicati.

E in questi giorni guardate che la situazione si sta drammatizzando, perché se noi, invece di attivare il cosiddetto soft power, attiviamo l'hard power, cioè, se invece di creare le condizioni di multilateralismo e di realizzare le condizioni - che sono state da sempre la caratteristica dell'Italia, una relazione diplomatica forte - per le quali ci sia più forza diplomatica, ecco, quella strada in realtà è stata abbandonata.

Vorrei citare soltanto alcuni casi. Vedete, la vicenda di Gaza, quello che accade su Doha, quello che è accaduto in Polonia oggi, in realtà che cosa realizza? E se lo mettiamo insieme, c'è un fil rouge, a quello che è accaduto a Tunisi… fatemi mandare da qui un grande abbraccio a tutti coloro i quali stanno sulla Flotilla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), stanno realizzando una grande operazione umanitaria. E voi, vorrei sapere, come fate, quando i vostri figli ve lo chiederanno, a dire che quella operazione umanitaria non la state sostenendo? Con quelli che in realtà sono affamati.

Oggi parla con chiarezza anche il Presidente della Repubblica e voi ancora in silenzio, non dite nulla su quell'operazione. Bisogna proteggerli e difenderli. E ancora una volta, invece, la maggioranza è totalmente silente. Ma perché è totalmente silente? Perché in realtà al suo interno è completamente divisa. Vuole provare a fare operazioni che, in realtà, da una parte la tirano in una direzione e dall'altra nella direzione esattamente opposta. Allora perché non fare una bella discussione parlamentare dove ci siano mozioni diverse, dove ci si confronta in modo diverso?

Noi lo abbiamo detto chiaramente, noi in questa mozione vogliamo dimostrare tre cose molto semplici, perché noi ci teniamo alla difesa e alla sicurezza, è uno dei nostri punti principali, ma lo vogliamo fare a una condizione diversa: noi siamo verso la difesa europea, siamo europeisti convinti, cosa che in questa maggioranza invece non c'è, ancora una volta. E lo facciamo e lo diciamo perché anche sulla vicenda del 5 per cento noi abbiamo detto con chiarezza: per noi non bisogna seguire quella cosa del 5 per cento, quel numero del 5 per cento.

Bisognava fare, come Governo, quello che ha fatto la Spagna: chiedere una deroga in una direzione di ordine completamente diverso. E invece che cosa è accaduto? Che al vertice del 24 e 25 giugno, mentre Trump metteva i dazi all'Europa, contemporaneamente non solo bastonava la Meloni con i dazi, ma poi le diceva che doveva comprare le armi dall'America e poi ancora, sostanzialmente, che doveva aumentare le spese al 5 per cento. E voi in silenzio!

Questo è quello che è accaduto davanti, invece, a una situazione insostenibile; lo dice il Ministro Giorgetti, quella che è la spesa, da questo punto di vista, è una spesa insostenibile. Il 5 per cento per il Paese, così com'è, è una condizione insostenibile. E addirittura poi la Lega ha detto: “vorrei mettere dentro quelle spese dell'1,5 per cento addirittura il ponte di Messina”. La NATO glielo ha bocciato, dicendo che non va bene. Ma vorrei comunicare che in una qualsiasi battaglia la prima cosa che in realtà bombardano sono i ponti. Quello che bisogna rafforzare nell'1,5 per cento che pensano loro sono altre infrastrutture.

Sottosegretario Perego, glielo dico tramite il Presidente Mule', fate una lezione di quello che possono essere le infrastrutture, perché forse anche su questo c'è una confusione dentro il Governo, una confusione fortissima. Ed è la seconda cosa, perché noi abbiamo detto “sì” alla difesa europea e “no” ad arrivare al 5 per cento, ma soprattutto abbiamo detto “no” alla proliferazione delle armi nucleari, è la terza cosa. Sono tre argomenti sui quali, a mio avviso, noi dovremmo avere la capacità di dire e dare, tutti insieme, il segnale forte che noi stiamo garantendo il Paese.

Io penso che questo Governo, che in realtà appariva e si preparava ad essere nazionalista, che si presentava come il Governo del sovranismo e del nazionalismo, in realtà sia tutto tranne che il Governo del sovranismo e del nazionalismo. Non è altro che il Governo della confusione, e oggi lo dimostra con straordinaria chiarezza e forza. Per quello che ci riguarda, mi sembra abbastanza evidente, molto chiaro e forte che questo Governo porterà l'Italia a una condizione di sbando, e questo è il motivo per cui annuncio il voto favorevole alla mozione del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Chiesa. Ne ha facoltà.

PAOLA MARIA CHIESA (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario Perego, onorevoli colleghi, io intervengo in quest'Aula a nome del mio gruppo, Fratelli d'Italia, dopo avere ascoltato con attenzione tutti gli interventi, ovviamente legittimi, di chi mi ha preceduto, interventi di maggioranza e interventi di opposizione. Ma intervengo in quest'Aula anche con la consapevolezza, come già detto dal nostro Sottosegretario Perego, che, quando si parla di difesa della nostra Nazione, quando si parla di sicurezza della nostra Nazione, lo si deve fare senza retorica, lo si deve fare senza ideologia, lo si deve fare senza slogan, lo si deve fare senza propaganda.

Quando si parla in quest'Aula di difesa e di sicurezza della nostra Nazione, lo si deve fare basandosi semplicemente sulla realtà internazionale che ci circonda. Viviamo un tempo in cui la libertà in Europa non è poi più così scontata. Viviamo un tempo in cui la nostra sicurezza, la pace in Europa, non è poi più così scontata. Viviamo un tempo in cui la diplomazia, da sola, seppure importante, non basta, perché la diplomazia si fonda su uno Stato credibile, e la credibilità di una Nazione si fa con la deterrenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

E quando, Presidente, penso alla deterrenza, penso alle nostre Forze armate, penso ai nostri uomini e alle nostre donne in divisa, la parte migliore della nostra società, che in Italia e nel mondo tengono alta la nostra bandiera. Uomini e donne in divisa che sono e sarebbero pronti a dare la vita per noi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), se fosse necessario; sarebbero pronti a morire per la nostra libertà e per la nostra sicurezza. E sarebbero pronti a morire anche per chi, dentro e fuori da quest'Aula, continua a sostenere che gli investimenti in difesa non servono a nulla.

Hanno fatto scalpore, qualche mese fa, le parole del Capo di stato maggiore dell'Esercito, il generale di Corpo d'armata Carmine Masiello. Parole che, invece, io trovo illuminanti, parole che condivido: “l'Esercito è fatto per prepararsi alla guerra”. Fino a qualche anno fa era una parola che non potevamo utilizzare, oggi la realtà ci ha chiamati a confrontarci con la guerra. Questo non vuol dire che l'Esercito voglia la guerra. Vuol dire che ci dobbiamo preparare: più saremo preparati per la guerra, maggiori probabilità ci saranno che ci sia la pace.

E sono i nostri militari, Presidente, i primi a volere la pace, perché molti di loro portano nel fisico, nella mente e nel cuore i segni della guerra. Senza difesa non c'è niente. La difesa non è il contrario della pace, la difesa è il pilastro e il presupposto della pace. E quando parlo di difesa, non parlo di spese. Quando parlo di difesa, parlo di investimenti. E gli investimenti in difesa non devono essere alternativi, ma complementari agli investimenti per la sanità, per la scuola, per il welfare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché senza difesa non c'è niente, perché senza difesa non c'è scuola, perché senza difesa non c'è sanità, perché senza difesa non c'è crescita sociale.

Da qualche mese, lo sappiamo tutti, abbiamo raggiunto il 2 per cento del PIL, un accordo preso con gli alleati ormai 11 anni fa nel 2014, ma il 2 per cento non è un punto di arrivo. Il 2 per cento è un punto di partenza e questa Nazione investirà ancora di più in difesa.

Lo scorso giugno, il vertice NATO, a L'Aia, ha rivelato una realtà amara, ma una vera realtà: l'Europa, dopo decenni, dopo anni, può o potrebbe essere in pericolo. Noi non siamo una Nazione qualunque. Noi siamo l'Italia e faremo anche questa volta la nostra parte. Perché non basta chiedere la pace con cartelli, con slogan, con arcobaleni, con gessetti colorati. La pace si fa investendo in difesa e investendo in sicurezza. Fratelli d'Italia voterà contro tutte le mozioni dell'opposizione. Voterà contro perché è impensabile diminuire le spese per la nostra sicurezza; è impensabile diminuire le spese per la nostra difesa.

La difesa: tutte le volte che sento la parola “difesa” penso ai nostri soldati della Prima e della Seconda guerra mondiale, che hanno difeso questa Nazione, hanno difeso i nostri confini, hanno difeso la nostra libertà, hanno difeso la nostra sovranità. Noi non vogliamo, Presidente, riarmare l'Italia. Noi vogliamo difendere questa Nazione, come hanno fatto proprio i nostri soldati nella Prima e nella Seconda guerra mondiale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Fratelli d'Italia voterà contro e lo farà perché questo è davvero il tempo della responsabilità. Una Nazione è credibile quando difende ciò che ama. E Fratelli d'Italia difenderà, con tutti i mezzi, in Parlamento, ciò che ama (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Zanella ed altri n. 1-00462 (Nuova formulazione), con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Riccardo Ricciardi ed altri n. 1-00481 (Nuova formulazione), con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Boschi ed altri n. 1-00482, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Richetti ed altri n. 1-00483 (Nuova formulazione), con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Braga ed altri n. 1-00486, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Rinvio in Commissione del testo unificato delle proposte di legge: Pastorella ed altri; Centemero ed altri; Amich ed altri; Ascani ed altri; Iaria ed altri: Delega al Governo per l'organizzazione, la realizzazione, lo sviluppo e il potenziamento dei centri di elaborazione dati (A.C. 1928​-2083​-2091​-2152​-2194-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 1928​-2083​-2091​-2152​-2194-A​.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il relatore, deputato Amich. Ne ha facoltà.

ENZO AMICH, Relatore. Grazie, Presidente. Stiamo affrontando la tematica dei centri di elaborazione dati, punto all'ordine del giorno. La Commissione V (Bilancio) ci ha trasmesso, in data odierna, la relazione tecnica e la nota di verifica della Ragioneria generale dello Stato sul testo unificato in esame. Dalla documentazione emergono alcuni profili problematici, in particolare su tre criteri di delega all'articolo 3 del provvedimento. Per questo, al fine di consentire gli approfondimenti necessari ed elaborare un testo che superi tali criticità, appare opportuno proporre il rinvio del provvedimento in Commissione. Vorrei che fosse chiaro a tutta l'Aula - vorrei appunto sottolinearlo - che ciò non deve essere vissuto esclusivamente come una battuta d'arresto ma come un passaggio che deve risultare utile e costruttivo. Si tratta, infatti, di un provvedimento di grande importanza; siamo tutti perfettamente consapevoli di quale provvedimento stiamo trattando e di quale sia la sua efficacia, a livello di sistema Paese, che può incidere in maniera significativa appunto sul nostro sistema economico ed industriale. E occorre fare in modo che tale sistema, tale procedura sia attrattiva verso l'estero e trattata nella maniera più utile, più certa, che non dia adito ad alcuni inghippi, ad alcuni meccanismi che potrebbero rallentare le tematiche stesse. L'obiettivo è arrivare a un testo più solido, condiviso, rispettoso delle esigenze che questo ramo del Parlamento sta portando avanti.

Sfrutto l'occasione, Presidente, anche per ringraziare il Governo che sta dimostrando attenzione e disponibilità per questo provvedimento. E voglio ringraziare, in particolar modo, i colleghi della Commissione, di maggioranza e di opposizione, della Commissione IX (Trasporti), partendo dal presidente Deidda qui vicino a me, per come sono stati portati avanti i lavori fin dall'inizio di questo provvedimento, con impegno e spirito di responsabilità. Ed è a questo impegno, a questo spirito di responsabilità che faccio appello. La Commissione si assume l'impegno di concludere i lavori in tempi rapidi e fare in modo di riportare lo stesso provvedimento in Aula nel mese di ottobre.

Siamo certi che, solo attraverso il confronto e la collaborazione reciproca, potremmo raggiungere un risultato che tutti auspichiamo per le premesse che ho fatto precedentemente: l'approvazione di una norma equilibrata ed efficace, capace di dare al Paese un ulteriore strumento di crescita e sviluppo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Allora colleghi, c'è una proposta di rinvio in Commissione. Ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, su questa richiesta di rinvio del testo unificato delle proposte di legge nn. 1928​, 2083, 2091, 2152, 2194-A, darò la parola ad un oratore contro e ad uno a favore per non più di cinque minuti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Abbiamo più volte parlato di questo provvedimento in Aula dicendo che è una di quelle poche occasioni in cui le Commissioni lavorano in maniera coesa rispetto a un provvedimento condiviso. Abbiamo parlato dell'importanza del Parlamento come sede legislativa, cosa che capita purtroppo pochissimo… Capita pochissimo che il Parlamento riesca a portare i lavori delle Commissioni all'approvazione di un iter legislativo, chiaramente anche condiviso, e su un tema specifico come i data center.

Oggi arriviamo alla bocciatura della Commissione V (Bilancio). Bocciatura che deriva dal fatto che sembra che la Ragioneria chieda garanzie su ipotetici finanziamenti futuri previsti dalle nostre proposte di legge, che ricordo sono leggi delega.

Rivendico il fatto che, quando si tratta di provvedimenti del Governo, sulla questione relativa al reperimento di risorse con provvedimenti futuri, si chiude un occhio; quando si tratta di una proposta di legge di iniziativa parlamentare, anche condivisa tra maggioranza e opposizione, questo tema diventa dirimente.

Come ho detto prima, si tratta di una legge delega. Stiamo parlando dell'assetto industriale del futuro, ossia alla possibilità di tenere in sicurezza i dati informatici attraverso la struttura dei data center. I data center sono infrastrutture che vengono installate, promosse, incentivate e finanziate molte volte da imprenditori privati. Quindi, dal punto di vista degli incentivi, sinceramente, non vedo tutta questa problematicità. Le risorse economiche andrebbero trovate per finanziare i data center pubblici che esistono in Italia e che, magari, devono essere potenziati nell'ottica di gestire i nostri dati sensibili con l'aumento della famosa sovranità digitale, di cui la destra si fa sempre promotrice nelle sue battaglie politiche.

Il tema fondamentale è che voteremo contro questo rinvio in Commissione, perché questa legge delega potrebbe essere approvata semplicemente modificando velocemente i punti dove ci sono riferimenti a possibili incentivi economici o a possibili risorse da ricercare.

Il tema fondamentale è il seguente: ho paura che il Governo, che sta cercando di legiferare in tal senso, voglia in un certo senso bypassare il Parlamento e questa proposta, che, lo ripeto, è una legge delega (non è nemmeno un immediato impegno preciso per il Governo), per andare verso proposte riguardanti questo settore che, secondo me, secondo noi hanno una visione molto più legata agli interessi particolari solo di alcuni grandi operatori.

Il tema fondamentale è che siamo per l'aumento dei data center in Italia, perché porteranno sviluppo, siamo per l'aumento dei data center, in particolare pubblici, ma non siamo per attività spot del Governo, tra l'altro, quando, per fortuna, abbiamo una proposta di legge che ha identificato, nei suoi articoli, tutta una serie di proposte, idee, semplificazioni, ma anche di sviluppi futuri, che può essere veramente utile a questo settore.

Per questo, il MoVimento 5 Stelle voterà contro il rinvio in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Chiedo se c'è qualcuno che intenda parlare a favore della richiesta di rinvio. Non vedo mani alzate, dunque, essendo giunte alla Presidenza richieste di poter svolgere ulteriori interventi, ai sensi dell'articolo 45 del Regolamento, darò la parola al massimo ad un deputato per ogni gruppo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo a nome del gruppo del Partito Democratico, perché quello che stiamo per fare è un passaggio molto importante. Riteniamo fondamentale chiarire anche in Aula, come abbiamo già fatto in Commissione, il senso che attribuiamo a questo percorso avviato negli scorsi mesi in Parlamento. E ha fatto bene il relatore Amich a riconoscere il lavoro di grande collaborazione tra le forze di maggioranza e quelle di opposizione. Vedete, non sono solamente i parlamentari della Commissione trasporti ad attendere questo provvedimento. Stiamo parlando di un settore fondamentale, con investimenti stimati da 7,8 e 10,5 miliardi di euro nei prossimi tre anni, un impatto economico complessivo di circa 15 miliardi di euro. Proprio per questo, è fondamentale che sia il Parlamento il luogo dove si decidono le regole che devono governare questo sviluppo.

Ora, è chiaro che siamo in ritardo, in un fortissimo ritardo, un ritardo con cui si sono scontrati, in questi mesi, in questi anni, tutti quelli che, in questo settore, hanno provato a garantire competitività e opportunità anche nel nostro Paese, ma proprio per questo non possiamo permetterci di acuire questo ritardo. Dobbiamo intervenire in una maniera che sia rapida, ma che vada nella direzione giusta. Ed è proprio per questo che abbiamo guardato con profonda preoccupazione ai diversi rinvii che ci sono stati prima dell'estate. Siamo fortemente preoccupati anche per la doccia fredda di ieri: eravamo arrivati alla giornata di ieri sperando che finalmente si potesse arrivare a questo passaggio parlamentare e, invece, assistiamo a un nuovo rinvio.

Da questo punto di vista, ci teniamo anche a mettere in chiaro le questioni per cui pensiamo sia importante che questo lavoro vada avanti e per cui auspichiamo che, attraverso questo rinvio in Commissione, si possa andare in tempi rapidissimi - e ringrazio il relatore per avere fatto riferimento alla necessità, entro un mese da oggi, di concludere questo percorso con un voto parlamentare -, perché alcune questioni che restano sul campo sono molto importanti e riguardano lo sviluppo dei data center, la pianificazione, la saturazione virtuale della rete elettrica e l'edge cloud; tante questioni sono rimaste sul campo.

Ma la questione più importante di tutte è una: noi abbiamo bisogno di regole certe e di procedure semplificate - è vero, servono -, ma queste procedure non possono e non devono essere limitate alle nuove costruzioni e, soprattutto, non possono essere limitate ai grandi, grandissimi progetti, perché dobbiamo trovare un modo per valorizzare anche le realtà già presenti sul territorio, perché l'Italia e l'Europa, per vincere la sfida dell'autonomia e dell'indipendenza digitale, hanno bisogno non solo di data center, ma anche di uno sviluppo di data center che sia armonico, diffuso su tutto il territorio nazionale e che arrivi a garantire una opportunità per tutto il Paese. Da questo punto di vista, continueremo a vigilare per evitare che questo rinvio possa determinare un cambiamento di rotta e, soprattutto, abbiamo a cuore un aspetto: i data center possono essere straordinari acceleratori di sviluppo tecnologico, economico e sociale, ma possono anche diventare i porti franchi del nuovo millennio, tutti nelle mani delle nuove Compagnie delle Indie.

Da questo punto di vista, non possiamo permetterlo. È fondamentale che le regole, come previsto da questo percorso, vengano scritte dal Parlamento e che il Parlamento possa collaborare con il Governo, per quanto di competenza, per definire i percorsi e che sia questa la sede - dove siamo stati eletti per rappresentare la Nazione e per difendere il bene comune - il luogo in cui vengano definiti tutti i passaggi fondamentali. È un percorso che si può avviare e concludere a livello parlamentare. Noi continueremo a operare e a vigilare perché non venga smarrita questa strada.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pastorella. Ne ha facoltà.

GIULIA PASTORELLA (AZ-PER-RE). Sì, grazie, Presidente. Anche noi non voteremo contro il rinvio in Commissione, ma ci asterremo. Il gruppo di Azione si asterrà, perché ci rendiamo conto che, date le condizioni politiche, è una sorta di ultima spiaggia, l'ultimo tentativo di salvare una norma che ha visto un consenso bipartisan, che ha visto in Commissione, grazie al presidente Deidda e al relatore Amich, un percorso di collaborazione e di armonia. Naturalmente, questo ultimo parere, questa osservazione della Commissione bilancio ci ha messo un po' con le spalle al muro, ci ha sorpreso. È stato un last minute, ma ci siamo resi conto che altre strade per continuare ad analizzare questo provvedimento sono ora precluse: penso ad una semplice continuazione dell'iter in Aula con modifiche attraverso emendamenti.

Non felicemente, non di buon grado, però accettiamo il fatto che, al momento, questa sia l'unica strada percorribile per trovare una convergenza tra il ruolo del Parlamento, tra il fatto che il Parlamento, per una volta, prima dell'Esecutivo, prima di tanti altri, si sia reso conto dell'importanza di questo tema e di questo comparto, e il fatto che, naturalmente, l'Esecutivo, in questi mesi, è andato avanti, ha fatto consultazioni, bozze e proposte. Quindi, speriamo che questo rinvio in Commissione, con l'adozione delle osservazioni della Commissione bilancio, andando magari verso ulteriori miglioramenti - perché no, c'è sempre modo di migliorare un testo -, possa portare ad avere qua in Aula in tempi brevi - il mese indicato dal relatore mi sembra un tempo ragionevole - un testo che sia, a quel punto, assolutamente inattaccabile dalla maggioranza, dall'opposizione e dal Governo, che preservi le prerogative del Parlamento, che ha deciso di fare un testo molto ampio, di ampio respiro che tocca tantissimi aspetti che afferiscono alle competenze del MIMIT, del MASE, della transizione digitale, del Ministero dell'Istruzione e del merito e quant'altro, quindi ad avere un testo che vuole essere la cornice e contenere principi a cui, naturalmente, poi lavorerà l'Esecutivo, come è normale che sia.

Ma questo voto di astensione è una maniera di dire: noi ci stiamo a continuare a lavorare, a lavorare su questo provvedimento bene come abbiamo fatto fino ad ora, e quindi in fondo dipende dal nostro lavoro e dipende da noi (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Il gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra aveva sollecitato la definizione e la gestione dei data center già a giugno durante il dibattito sull'intelligenza artificiale, ma voterà a favore di questo rinvio in Commissione confidando che questo testo, di cui riconosciamo il buon lavoro svolto in collaborazione tra tutte le forze politiche, possa ulteriormente migliorare.

Condividiamo assolutamente le finalità e i principi generali che sono enunciati all'interno del provvedimento di legge, tra cui cito per brevità: il fatto che sia previsto il sostegno all'impiego di sistemi di accumulo energetico a basso impatto ambientale; la promozione dell'utilizzo di siti dismessi per l'installazione di nuovi data center, al fine di limitare il consumo di suolo; la valorizzazione del pieno utilizzo delle strutture di archiviazione dati già esistenti, con priorità a quelle che dimostrino adeguati livelli di efficienza ambientale; la promozione, ove possibile, dell'autoproduzione energetica; la garanzia dello sviluppo e del potenziamento delle infrastrutture necessarie all'allacciamento alla rete elettrica e alla connessione Internet.

Così come accogliamo con grande favore l'adozione di alcune misure volte all'efficientamento energetico dei data center e all'attuazione di alcune delle best practice del codice di condotta europeo per la loro efficienza energetica. Come dimostrano gli emendamenti - i tre emendamenti - che abbiamo presentato, noi suggeriamo di rafforzare la coerenza con le best practice europee prevedendo anche sistemi di raffreddamento, ma soprattutto non condividiamo la parte derogatoria che è stata inserita nel provvedimento di legge delega, nel senso che sicuramente condividiamo l'aspetto riguardante la semplificazione normativa, perché è necessario incentivare la creazione di data center sul nostro territorio, ma il fatto che siano previste misure derogatorie che quindi vadano oltre la pianificazione urbanistica e ambientale, quindi anche al controllo degli enti locali, non ci convince e speriamo che questo ritorno in Commissione possa migliorare questi aspetti.

Così come sarebbe bello se si riuscissero a trovare le risorse necessarie in modo che il pubblico possa investire sui data center anche per quanto riguarda, ad esempio, gli aspetti della formazione che correttamente sono stati inseriti non solo per ragazze e ragazzi che seguono le nostre scuole, ma anche per i dipendenti della pubblica amministrazione.

Quindi, ripeto, noi siamo favorevoli al fatto che il provvedimento possa tornare in Commissione con questi tempi contingentati, di cui ha riferito il relatore Amich, che ringrazio, confidando che in questo mese si possa lavorare meglio per garantire la sostenibilità ambientale e, quindi, evitando sistemi derogatori agli strumenti urbanistici ambientali, che ci sia una più marcata attenzione alla promozione delle energie rinnovabili, alla garanzia della sicurezza fisica e cibernetica delle infrastrutture che dovranno essere sviluppate e la piena attuazione delle best practice previste dal codice di condotta europeo.

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio in Commissione del testo unificato delle proposte di legge nn. 1928​, 2083, 2091, 2152 e 2194-A.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva per 117 voti di differenza.

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno del Bahrein sulla cooperazione nei settori della cultura, dell'istruzione, della scienza, della tecnologia e dell'informazione, fatto a Roma il 4 febbraio 2020 (A.C. 1451-A​) (ore 18,52).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1451-A​: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno del Bahrein sulla cooperazione nei settori della cultura, dell'istruzione, della scienza, della tecnologia e dell'informazione, fatto a Roma il 4 febbraio 2020.

Ricordo che nella seduta del 9 settembre si è conclusa la discussione generale.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

In particolare, il parere della Commissione Bilancio reca due condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione e che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

(Esame degli articoli - A.C. 1451-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.

Invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle condizioni della Commissione bilancio, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. Si tratta del 3.200 e del 3.201.

EMANUELE LOPERFIDO, Relatore. Grazie, Presidente: parere favorevole.

PRESIDENTE. Favorevoli. Sottosegretario Silli?

GIORGIO SILLI, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 1. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'articolo 2. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'emendamento 3.200 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.200 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'emendamento 3.201 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.201 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

Passiamo all'articolo 3. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'articolo 4. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1451-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Intervengo solo per annunciare il nostro voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà. Andiamo rapidi qui, tanto è solo per annunciare.

ANDREA QUARTINI (M5S). Intervengo per annunciare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grippo. Ne ha facoltà.

VALENTINA GRIPPO (AZ-PER-RE). Intervengo per annunciare il voto favorevole del gruppo Azione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marrocco. Ne ha facoltà.

PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole di Forza Italia e consegniamo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Anche la Lega-Salvini Premier voterà a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Porta. Ne ha facoltà.

FABIO PORTA (PD-IDP). Presidente, consegno il testo dell'intervento e annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Acquisiamo a verbale la sua dichiarazione di voto. Ha chiesto di parlare l'onorevole Calovini. Ne ha facoltà.

GIANGIACOMO CALOVINI (FDI). Grazie, Presidente. A nome del gruppo di Fratelli d'Italia, annuncio il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1451-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1451-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1451-A​: "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno del Bahrein sulla cooperazione nei settori della cultura, dell'istruzione, della scienza, della tecnologia e dell'informazione, fatto a Roma il 4 febbraio 2020".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Camerun, fatto a Yaoundé il 17 marzo 2016 (A.C. 1501-A​) (ore 18,57).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1501-A​: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Camerun, fatto a Yaoundé il 17 marzo 2016.

Ricordo che nella seduta del 9 settembre si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

La Commissione Bilancio ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

In particolare, il parere della Commissione bilancio reca due condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione. Saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

(Esame degli articoli - A.C. 1501-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.

Invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle condizioni della Commissione bilancio, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. Prego, onorevole Formentini.

PAOLO FORMENTINI, Relatore. Sugli emendamenti 3.200 e 3.201 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIORGIO SILLI, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 1. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

Passiamo all'articolo 2. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Passiamo all'emendamento 3.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

Passiamo all'emendamento 3.201, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.201, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'articolo 3. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A), nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

Passiamo all'articolo 4. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

Passiamo all'articolo 5. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1501-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Solo per annunciare il nostro voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.

FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Per annunciare il voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Per annunciare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marrocco. Ne ha facoltà.

PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). Annuncio il voto favorevole di Forza Italia e consegno.

PRESIDENTE. Lo registriamo, grazie.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Anche la Lega-Salvini Premier vota a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD-IDP). Per annunciare il voto favorevole del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Calovini. Ne ha facoltà.

GIANGIACOMO CALOVINI (FDI). Grazie, Presidente. A nome di Fratelli d'Italia annuncio il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1501-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1501-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1501-A​: "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Camerun, fatto a Yaoundé il 17 marzo 2016".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Atto di Ginevra dell'Accordo di Lisbona sulle denominazioni d'origine e le indicazioni geografiche, fatto a Ginevra il 20 maggio 2015 (A.C. 1502-A​) (ore 19).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1502-A​: Ratifica ed esecuzione dell'Atto di Ginevra dell'Accordo di Lisbona sulle denominazioni d'origine e le indicazioni geografiche, fatto a Ginevra il 20 maggio 2015.

Ricordo che nella seduta del 9 settembre si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

In particolare, il parere della Commissione bilancio reca due condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione e che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

(Esame degli articoli - A.C. 1502-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.

Invito il relatore e il rappresentante del Governo a esprimere il parere sulle condizioni della Commissione bilancio, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. Prego, relatore.

PAOLO FORMENTINI, Relatore. Sugli emendamenti 4.200 e 4.201, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

GIORGIO SILLI, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Il parere è conforme al relatore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Volevo solo sapere, se non ci sono obiezioni - sugli emendamenti, ovviamente, votiamo col sistema elettronico, ma visto che ci sono altre tre ratifiche e i relativi articoli -, se potremmo anche votare per alzata di mano sugli articoli, se c'è il parere concorde di tutta l'Aula; se ci sono pareri contrari ovviamente no.

PRESIDENTE. Per fare questo dovremmo ritirare la richiesta del gruppo PD e del gruppo MoVimento 5 Stelle di voto nominale. Se loro mi ritirano la richiesta, però solo per il voto finale perché gli articoli, invece, li dobbiamo votare. Allora, chiedo: no. Va bene e, quindi, onorevole Giachetti, niente da fare; le mani le infileremo negli appositi dispositivi.

Passiamo all'articolo 1. Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

Passiamo all'articolo 2. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

Passiamo all'articolo 3. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

Passiamo all'emendamento 4.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

Passiamo all'emendamento 4.201, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.201, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

Passiamo all'articolo 4. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

Passiamo all'articolo 5. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1502-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Onorevole Grimaldi, lei mi può fare anche un cenno che significa che lei dichiara il voto favorevole del gruppo AVS.

MARCO GRIMALDI (AVS). Dichiaro il voto favorevole del gruppo AVS.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.

FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Dichiaro il voto favorevole del gruppo di Azione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Dichiaro il voto favorevole del gruppo MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marrocco. Ne ha facoltà.

PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). Dichiaro il voto favorevole del gruppo di Forza Italia e consegno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Billi. Ne ha facoltà.

SIMONE BILLI (LEGA). Dichiaro il voto favorevole della Lega.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Porta. Ne ha facoltà.

FABIO PORTA (PD-IDP). Dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Calovini. Ne ha facoltà.

GIANGIACOMO CALOVINI (FDI). Dichiaro il voto favorevole di Fratelli d'Italia.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1502-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1502-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1502-A​: "Ratifica ed esecuzione dell'Atto di Ginevra dell'Accordo di Lisbona sulle denominazioni d'origine e le indicazioni geografiche, fatto a Ginevra il 20 maggio 2015".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1262 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica della Costa d'Avorio in materia di migrazione e di sicurezza, fatto ad Abidjan il 22 marzo 2023 (Approvato dal Senato) (A.C. 2188​) (ore 19,04).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2188: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica della Costa d'Avorio in materia di migrazione e di sicurezza, fatto ad Abidjan il 22 marzo 2023.

Ricordo che nella seduta del 9 settembre si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 2188​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Poiché non sono state presentate proposte emendative, li porrò direttamente in votazione.

Passiamo all'articolo 1. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

Passiamo all'articolo 2. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

Passiamo all'articolo 3. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

Passiamo all'articolo 4. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

(Esame di un ordine del giorno - A.C. 2188​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'unico ordine del giorno presentato (Vedi l'allegato A).

Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sull'unico ordine del giorno presentato.

GIORGIO SILLI, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Sull'ordine del giorno n. 9/2188/1 Soumahoro il parere è contrario.

PRESIDENTE. Parere contrario. Onorevole Soumahoro, chiede di metterlo in votazione? Chiede di intervenire. Prego, ha due minuti.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. Questo provvedimento, Presidente, è anche all'attenzione di tutti i colleghi e tutte le colleghe di quest'Aula. Sono italiano, convintamente italiano, ma convintamente, allo stesso tempo, ho legami con la Costa d'Avorio. Presidente, penso che il Governo doveva non soltanto far sì che quest'ordine del giorno fosse all'interno di questo provvedimento, perché ciò che chiedo con questo ordine del giorno - vorrei riportarlo all'attenzione di tutti i colleghi - è che vi sia un'informazione periodica in quest'Aula su questo Accordo, per valutare insieme quali sono gli aspetti da affrontare e, laddove ci sono, elementi da rivedere.

Questo è il primo elemento che chiedo con quest'ordine del giorno. Il secondo elemento ha a che fare con le iniziative compatibilmente con l'aspetto del bilancio pubblico, cioè il tema dei bilanci, il tema della formazione dei giovani. Come affrontiamo il tema della migrazione, del contrasto alla migrazione, se non ci poniamo la questione di come garantire il diritto di restare agli stessi giovani in Costa d'Avorio, in questo caso, per sottrarli a questioni e fenomeni di tratta?

L'altro elemento riguarda la questione della formazione tecnica e professionale. Questi sono gli elementi che chiedo con questo ordine del giorno. Posso capire bene maggioranza e opposizione, ma qui al centro si tratta di una questione di ragionevolezza e, soprattutto, anche una questione di buonsenso.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2188/1 Soumahoro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2188​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Soumahoro. Ne ha facoltà.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. Vorrei partire proprio da quanto ho motivato prima, perché tanti della diaspora italo-ivoriana stanno seguendo i nostri lavori, e non soltanto stanno seguendo i nostri lavori. Con questo mio intervento vorrei chiedere non soltanto che sia messo agli atti della discussione il voto di ratifica di questo Accordo tra la Costa d'Avorio e l'Italia in materia di immigrazione e di sicurezza, due temi che necessitano di essere affrontati con ragionevolezza, al di fuori di quella che potrebbe diventare una sorta di scontro tra tifoserie opposte.

Presidente, due elementi. Il primo elemento riguarda la questione dei giovani: il 75 per cento della popolazione ivoriana è composta di giovani sotto i 35 anni, il 75 per cento. A questi giovani bisogna garantire il diritto di poter scegliere se restare in Costa d'Avorio o partire, questo è il tema principale. Invece, in questo provvedimento, in questo Accordo, non vi è traccia, non c'è possibilità di scelta, questo è il primo tema. Se questi giovani dovessero rimanere, in che modo garantiamo a questi giovani percorsi formativi, educativi, in termini di investimenti, anche partendo da quello che sono le nostre aziende sul piano italiano, investendo sul continente?

Il secondo, Presidente - vado a concludere -, riguarda la questione della diaspora ivoriana o ancora la diaspora italo-ivoriana: a questi che lavorano, vivono, hanno i figli nel nostro Paese, laddove dovessero decidere di rientrare in Costa d'Avorio, non viene data la possibilità neanche di scegliere o affrontare il tema delle pensioni, il tema relativo anche al riconoscimento dei titoli di studio, per non parlare dei ricongiungimenti familiari.

PRESIDENTE. Grazie.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Presidente, preannuncio con questo il mio voto di astensione per una questione legata a tutti quegli elementi che ho citato prima.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Oggi, come ha compreso, siamo chiamati a ratificare una serie di accordi di cooperazione. Nulla di strano finché si parla di cultura, istruzione, vacanze, lavoro, ma su questo Accordo con la Repubblica della Costa d'Avorio è necessario soffermarsi per qualche minuto e riflettere. Si tratta di un ennesimo Accordo in materia di immigrazione e sicurezza firmato 2 anni fa proprio da questo Governo, un'intesa che parla di cooperazione strategica e operativa di polizia, di prevenzione e contrasto alla criminalità e al terrorismo, ma la sostanza, ancora una volta, rischia di essere, Presidente, un'altra: impedire ai migranti ivoriani di raggiungere le coste italiane.

Non è un caso che la Costa d'Avorio sia l'unico Paese dell'Africa occidentale coinvolto nei primi progetti del famigerato e cosiddetto Piano Mattei. E perché? Spero che almeno chi voterà sì ponga alcuni dei nostri dubbi: perché l'Italia è il suo principale partner economico e perché ENI è la principale beneficiaria dello sfruttamento dei suoi enormi giacimenti di petrolio e gas. La Costa d'Avorio è in transizione politica, con elezioni presidenziali, appunto, alle porte, e, nonostante la crescita economica, è tra i primi Paesi di provenienza dei migranti che arrivano in Italia, il terzo per richieste di protezione internazionale.

È evidente che qualcosa non torna, Presidente. Bisognerebbe chiedersi perché così tante persone fuggano da un Paese che, secondo i nostri accordi, dovrebbe essere sicuro. Non solo, la Costa d'Avorio è anche Paese di transito per migliaia di migranti provenienti da altri Stati africani; migranti che, dopo avere attraversato confini e deserti, tentano la via verso l'Europa. E noi che cosa facciamo? Firmiamo accordi per fermarli, né per capirli, né per comprendere cosa si muove. Quindi siamo favorevoli alla cooperazione contro la criminalità organizzata transnazionale, ai reati finanziari e alla lotta, soprattutto, contro la tratta, ma non accetteremo che il contrasto alla tratta si traduca, come troppo spesso accade, in respingimenti e negazione del diritto alla mobilità.

Questo è un Accordo quadro, non possiamo ratificarlo senza sapere quali progetti lo riempiranno, quali priorità operative guideranno l'azione e come verranno tutelati i diritti fondamentali. Le deroghe agli standard del Regolamento generale sulla protezione dei dati ci preoccupano profondamente. Invece di controllare e bloccare i flussi migratori, dovremmo iniziare ad analizzarli, comprenderli e affrontarli con politiche giuste e lungimiranti. Per queste ragioni, su questa ratifica ci asterremo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.

FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Dichiaro il voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Dichiaro il voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marrocco. Ne ha facoltà.

PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). Dichiaro il voto favorevole e consegno il mio intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Coin. Ne ha facoltà.

DIMITRI COIN (LEGA). Dichiaro il voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Il nostro gruppo, ovviamente, non ha nulla in contrario all'approfondimento delle relazioni con nessun Paese africano, inclusa la Costa d'Avorio. Su questa materia e su questa ratifica, che tratta il tema dell'immigrazione, però ci asterremo per una ragione molto semplice: facciamo fatica a condividere le linee di questo Governo in materia di immigrazione, e quindi facciamo fatica a dare una delega completa a questo Governo su questa materia.

Abbiamo anche discusso più volte con il Governo, è in corso anche in questi giorni la discussione sul Piano Mattei, e non sempre riusciamo ad ottenere soddisfazione. Quindi, ci asterremo non tanto per una valutazione che riguarda i rapporti tra Italia e Costa d'Avorio, quanto per le difficoltà che noi abbiamo nel condividere completamente le linee di politica migratoria di questo Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Calovini.

GIANGIACOMO CALOVINI (FDI). Grazie, Presidente. Esprimo il voto favorevole a nome del mio gruppo.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2188​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2188​: S. 1262 - "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica della Costa d'Avorio in materia di migrazione e di sicurezza, fatto ad Abidjan il 22 marzo 2023" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1352 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica Italiana e il Governo del Giappone in materia di vacanza-lavoro, fatto a Roma il 2 maggio 2022 (Approvato dal Senato) (A.C. 2292​) (ore 19,08).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2292: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica Italiana e il Governo del Giappone in materia di vacanza-lavoro, fatto a Roma il 2 maggio 2022.

Ricordo che, nella seduta del 9 settembre, si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 2292​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Poiché non sono stati presentati emendamenti, li porrò direttamente in votazione.

Passiamo all'articolo 1. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

Passiamo all'articolo 2. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

Passiamo all'articolo 3. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

Passiamo all'articolo 4. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2292​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Onorevole Grimaldi, intende intervenire o mi dichiara il voto a favore?

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Dichiaro il voto a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.

FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Dichiaro il voto a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Dichiaro il voto a favore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marrocco. Ne ha facoltà.

PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Dichiaro il voto favore e consegno l'intervento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zoffili. Ne ha facoltà.

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). Grazie, Presidente. Solo per comunicarle che deposito l'intervento.

PRESIDENTE. Dichiara il voto favorevole però?

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). E dichiaro il voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Dichiaro il voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Calovini. Ne ha facoltà.

GIANGIACOMO CALOVINI (FDI). Grazie, Presidente. Dichiaro il voto favorevole.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2292​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2292​: S. 1352 - "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica Italiana e il Governo del Giappone in materia di vacanza-lavoro, fatto a Roma il 2 maggio 2022" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 39).

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla XII Commissione (Affari sociali):

S. 1611. - «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° agosto 2025, n. 110, recante misure urgenti per il commissariamento dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali e per il finanziamento dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù» (approvato dal Senato) (2586) – Parere delle Commissioni I e V e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Poiché il suddetto disegno di legge è iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da lunedì 22 settembre 2025 - colleghi, non manifestate così il vostro interesse alla comunicazione, perché è commovente quasi -, ai sensi del comma 5 dell'articolo 96-bis del Regolamento, il termine di cui al comma 4 del medesimo articolo è conseguente adeguato.

Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di settembre 2025 e programma dei lavori per i mesi di ottobre e novembre 2025. Organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei capigruppo, sono stati convenuti il calendario dei lavori per il mese di settembre 2025 e il programma dei lavori per i mesi di ottobre e novembre 2025, entrambi pubblicati in calce al resoconto stenografico della seduta odierna e in distribuzione in Aula. 

È altresì pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna l'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario, conclusi in sede referente, nonché delle mozioni presentate.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ora, colleghi, ho bisogno del vostro silenzio, perché siamo agli interventi che dobbiamo ascoltare.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Giagoni. Ne ha facoltà.

DARIO GIAGONI (LEGA). Grazie, Presidente. A fine luglio, è stato pubblicato il calendario provvisorio del prossimo campionato del mondo di rally, con le date assegnate tra il 1° e il 4 ottobre. Per 22 anni, questa tappa mondiale è stata un patrimonio sardo, creando valore economico e turistico. Ora, da fonti giornalistiche ci troviamo di fronte a un possibile ballottaggio tra Sardegna e Roma capitale. L'ACI ha chiesto un rinvio della decisione alla FIA, ma le voci si rincorrono e non possiamo far finta di niente. Il neopresidente dell'ACI aveva lasciato intendere una possibile conferma della Sardegna. Purtroppo ieri il portale specializzato TuttoRally ha pubblicato la notizia secondo cui - cito testualmente - Roma chiede il mondiale e nel Lazio si spera ancora. Si spera che il commissario approvi da subito la candidatura della capitale.

Mi chiedo, vi chiedo e chiedo a lei, Presidente, e, per suo tramite, al Ministro per lo Sport: con quale legittimità un commissario può assumere una decisione che ha tutti i connotati di una straordinaria amministrazione, pur avendo un mandato limitato all'ordinaria amministrazione? Ritengo che sia una forzatura giuridica.

Sottrarre alla Sardegna questo appuntamento è un atto ingiusto, incomprensibile e lesivo. Si vuole amputare l'identità, la promozione del territorio, l'economia di artigiani, professionisti e tanti volontari. Il rally in Sardegna è un patrimonio, un simbolo di capacità, passione, accoglienza e bellezza. Parametri, anzi concetti, che solo la nostra isola può garantire, soprattutto gli ultimi due (accoglienza e bellezza). Invidiata in tutto il mondo, la vera casa del rally è la Sardegna (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Manes. Ne ha facoltà.

FRANCO MANES (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Come Minoranze Linguistiche, quest'anno celebriamo due ricorrenze importanti: gli 80 anni della Südtiroler Volkspartei, nata l'8 maggio del 1945, e così anche gli 80 anni dalla nascita dell'Union Valdôtaine, fondata nello stesso anno, ad Aosta, il 13 settembre. L'Union Valdôtaine rappresentò la risposta di una comunità alpina che non voleva più subire, ma scegliere: scegliere chi essere, come parlare, come vivere.

Dopo la caduta del regime fascista, in un'Italia ancora tutta da ricostruire, un gruppo di valdostani si unì, senza distinzione di idee politiche, sotto il simbolo del leone, ponendo le basi di un progetto politico radicato nei valori dell'identità, dell'autogoverno e del rispetto delle minoranze. Non fu un gesto isolato. Già nel 1943, con la Carta di Chivasso, Émile Chanoux affermava con chiarezza una visione federalista per l'Italia. Al centro si ponevano la libertà e il pluralismo linguistico e culturale: una nuova forma di Stato. A personalità del calibro di Maria Ida Viglino e di Severino Caveri si unirono, sin dai primi mesi, moltissimi uomini e donne, soprattutto giovani che, trasformando quel primo nucleo in un vero e proprio movimento popolare, lo resero capace di attraversare tutte le stagioni dell'Italia repubblicana e di esserne protagonista.

Non è un caso che l'Union Valdôtaine, così come la Südtiroler Volkspartei, sia oggi uno dei movimenti politici più longevi d'Italia, avendo mantenuto simboli e statuti e soprattutto ideali. E non è un caso che abbia superato qualsiasi partito e sigla nazionale, coniugando sempre un sano rinnovamento alla necessaria esperienza amministrativa.

Oggi, a 80 anni di istanza, quelle conquiste non sono acquisite una volta per tutte, ma vanno ancora difese, rinnovate e rese attuali. Oggi tocca ancora a noi dimostrare di essere degni di quell'eredità e di quella storia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Quest'estate è stata un'estate molto dura per gli animali, che hanno subito sul nostro territorio violenze di ogni tipo: da quelli abbandonati alla catena per andare in vacanza a quelli uccisi con bocconi pieni di chiodi.

Davanti a tale violenza voglio stigmatizzare in quest'Aula, tramite la sua persona, purtroppo non è mai presente in Aula, la collega Brambilla, che ha dichiarato pubblicamente che i reati nei confronti degli animali si sono ridotti grazie alla sua norma. È un'affermazione falsa. Purtroppo lei non è mai in Aula per argomentare quello che dichiara solo sulla stampa, ma io ho seguito almeno uno di questi casi personalmente, cioè quello del cane abbandonato a Giugliano dalla propria padrona e morto di stenti dopo tre giorni che era esposto al sole, legato a una cyclette con un metro e mezzo di corda.

Con riferimento a quel cane, a differenza di quello che dice la collega Brambilla, l'intervento non è nato per una denuncia dovuta alla sua normativa. Ha addirittura parlato già di condanne: non c'è alcuna condanna, perché la norma, approvata pochi mesi fa, era impossibile che producesse condanne. Ma in quel caso specifico sono stati i volontari dell'OIPA che dal 1979 non sono più considerati Forza di Polizia ma volontari, anche se hanno possibilità di intervento tramite l'autorità giudiziaria. E negli altri casi sono intervenuti i volontari come Enrico Rizzi o come le associazioni animaliste…

PRESIDENTE. Concluda.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Non c'è stata alcuna possibilità che questa norma avesse un effetto, indi per cui inviterei ad aspettare prima di dare giudizi su cose che non si sono nemmeno seguite.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Almici. Ne ha facoltà.

CRISTINA ALMICI (FDI). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, desidero intervenire a fine seduta per portare all'attenzione dell'Aula un fatto di cronaca che riguarda la sicurezza del nostro territorio e, più in generale, quella dell'Italia intera.

Ieri a Brescia si è conclusa un'operazione antiterrorismo che ha portato all'arresto di un cittadino straniero, accusato di arruolamento con finalità di terrorismo internazionale e di indottrinamento jihadista di giovani vulnerabili. Si tratta del frutto di un'attività investigativa complessa e silenziosa condotta dalla DIGOS di Brescia e di Genova, con il supporto delle questure di Mantova e Venezia, e coordinata dalla Direzione centrale della Polizia di prevenzione.

È doveroso in quest'Aula rivolgere un sincero ringraziamento alle donne e agli uomini della Polizia di Stato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e in particolare al questore di Brescia, Paolo Sartori, per l'altissimo livello di professionalità e dedizione dimostrato. La loro azione ha permesso di prevenire possibili minacce gravissime per la sicurezza dei cittadini e per la nostra convivenza civile. Operazioni come questa hanno un significato che va oltre il singolo episodio: rafforzano la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, dimostrano che il nostro sistema di sicurezza è vigile ed efficiente e che lo Stato è presente anche nei territori, pronto ad intervenire per difendere i valori di libertà e democrazia.

Concludo, signor Presidente, con una frase che credo riassuma bene il senso di questa giornata: lo Stato c'è e operazioni come quelle di Brescia ne sono la prova concreta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 11 settembre 2025 - Ore 12 :

1. Informativa urgente del Governo sui recenti sviluppi delle crisi in Ucraina e Medio Oriente e in materia di commercio internazionale.

La seduta termina alle 19,30.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: PATRIZIA MARROCCO E FABIO PORTA (A.C. 1451-A​)

PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1451-A​). Signor Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo di Forza Italia esprime il suo voto favorevole alla ratifica dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno del Bahrein in materia di cooperazione nei settori della cultura, dell'istruzione, della scienza, della tecnologia e dell'informazione.

Si tratta di un Accordo che va ben oltre il suo profilo tecnico: è un tassello importante nel rafforzamento del partenariato tra i nostri due Paesi attraverso la promozione della conoscenza quale leva di sviluppo.

L'Accordo prevede azioni concrete in molteplici ambiti: dalla valorizzazione delle nostre eccellenze accademiche e artistiche allo scambio di studenti e ricercatori; dalla promozione della lingua italiana e del patrimonio culturale, fino alla cooperazione tra università, musei, archivi e centri di ricerca. Anche l'impegno nella lotta al traffico illecito di beni culturali trova spazio in questa cornice di collaborazione multilivello.

Il Bahrein è un Paese con cui l'Italia intrattiene relazioni cordiali e in crescita. Gli scambi commerciali tra Bahrein e Italia sono cresciuti negli ultimi anni, con un volume di scambi non petroliferi che ha raggiunto i 775 milioni di dollari nel 2024. Oggi, il Bahrein ospita oltre 130 aziende italiane.

Quest'Accordo promuove la presenza italiana nei Paesi arabi e nel Golfo e si inserisce in una visione di diplomazia culturale e di cooperazione volta ad attrarre investimenti, favorire l'internazionalizzazione delle imprese e costruire rapporti duraturi tra le persone, oltre che tra le istituzioni.

Per tutte queste ragioni, Forza Italia voterà a favore della ratifica di questo Accordo.

FABIO PORTA (PD-IDP). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1451-A​). Signor Presidente, onorevoli colleghi, la ratifica dell'Accordo Italia-Bahrein del 4 febbraio 2020 è importante perché rafforza la proiezione internazionale della cultura italiana come infrastruttura strategica del nostro sistema-Paese.

È una scelta di politica estera culturale che mette al centro lingua, creatività, ricerca e tutela del patrimonio, traducendo i nostri valori in cooperazione concreta e opportunità condivise.

L'articolo 1 pone in priorità l'insegnamento dell'italiano e la collaborazione in musica, arti, teatro e cinema, con archivi, biblioteche e centri di documentazione come ossatura della memoria e dell'accesso alla conoscenza.

La cooperazione archeologica, insieme alla prevenzione e repressione del traffico illecito di beni culturali, rafforza la credibilità dell'Italia come custode del patrimonio e partner di eccellenza nel Mediterraneo allargato.

Chiediamo che la Commissione mista programmi da subito un pacchetto “lingua e creatività” in Bahrein: corsi e lettorati, rassegne e festival co-prodotti, mostre itineranti e residenze artistiche legate alle nostre istituzioni culturali.

Nel sistema dell'alta formazione, l'Accordo abilita accordi tra atenei, mobilità di studenti e docenti e borse entro i limiti di spesa, con scambi di ricercatori e progetti comuni su aree di interesse reciproco.

L'Accordo opera nel rispetto delle normative nazionali, del diritto internazionale e, per l'Italia, delle regole dell'Unione europea, con clausola di neutralità finanziaria fatta salva l'attivazione dei capitoli espressamente indicati.

La governance è affidata a una Commissione mista incaricata di programmi pluriennali, priorità e condizioni operative, garantendo monitoraggio e risultati verificabili a beneficio di entrambe le Parti.

Questa ratifica è un investimento di soft power: più italiano studiato e parlato, più opere italiane viste e condivise, più tutela del patrimonio, più ricerca che innova e costruisce ponti tra comunità e istituzioni.

Per queste ragioni, a nome del gruppo del Partito Democratico annuncio il voto favorevole alla ratifica dell'Accordo Italia-Bahrein e sollecito una rapida attivazione dei programmi a più alto impatto culturale e linguistico.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: PATRIZIA MARROCCO (A.C. 1501-A​)

PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1501-A​). Signor Presidente, onorevoli colleghi, preannuncio il voto favorevole del nostro gruppo alla ratifica dell'Accordo di cooperazione con il Camerun nel settore culturale, scientifico e tecnico, firmato a Yaoundé il 17 marzo 2016.

Questo strumento getta le basi per una collaborazione multilivello tra istituzioni educative, centri di ricerca e strutture culturali dei nostri due Paesi. Prevede lo scambio di docenti, studenti e ricercatori, la promozione della lingua italiana e delle belle arti, e programmi congiunti in ambito scientifico e tecnico, tutti ambiti che rispecchiano la visione moderna di una lungimirante diplomazia culturale.

A oggi, i rapporti tra Italia e Camerun mostrano segnali di crescita e concretezza. L'Italia è il terzo partner commerciale del Camerun.

L'apprendimento della lingua italiana in Camerun è in crescita: l'italiano è insegnato da quasi vent'anni nelle scuole locali, con crescente domanda di corsi e programmi di formazione collegati al “Sistema Italia”.

In questo contesto, l'Accordo che ci apprestiamo a ratificare assume un valore strategico: esso rafforza le nostre relazioni culturali e scientifiche, contribuendo all'integrazione della cooperazione formativa con le direttrici del Piano Mattei per l'Africa.

Per Forza Italia, il rafforzamento della presenza culturale italiana in un Paese strategico per l'area del Golfo di Guinea e il Centro Africa rappresenta una leva concreta per l'internazionalizzazione delle nostre imprese, per la crescita condivisa e per il dialogo tra giovani generazioni.

Per tutti questi motivi Forza Italia voterà favorevolmente alla ratifica dell'Accordo con la Repubblica del Camerun.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: PATRIZIA MARROCCO (A.C. 1502-A​)

PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1502-A​). Signor Presidente, onorevoli colleghi,

La protezione del made in Italy passa anche - e sempre più - attraverso strumenti giuridici efficaci in ambito multilaterale. Con l'Atto di Ginevra, che aggiorna e rafforza il sistema dell'Accordo di Lisbona del 1958, l'Italia potrà consolidare e difendere in modo più incisivo le proprie eccellenze agroalimentari, vitivinicole e artigianali contro fenomeni di usurpazione, contraffazione e uso improprio delle denominazioni d'origine. L'Italia è leader europeo per numero di indicazioni geografiche riconosciute, con oltre 870 tra DOP, IGP e STG, e ha già registrato 174 denominazioni nell'ambito dell'Accordo di Lisbona. Ratificare l'Atto di Ginevra significa non solo garantire la continuità di queste tutele, ma anche estenderne l'efficacia in un quadro giuridico più moderno e aderente alla realtà del commercio globale.

L'Atto amplia la portata della protezione, includendo sia le denominazioni di origine che le indicazioni geografiche, con regole più chiare per impedire l'uso improprio di nomi evocativi e imitazioni. Inoltre, apre alla partecipazione delle organizzazioni internazionali, come l'Ue, contribuendo a un sistema più coerente ed efficace.

Forza Italia sostiene con convinzione questa ratifica perché si inserisce perfettamente nella nostra visione: promuovere le imprese italiane, difendere le nostre filiere di qualità, proteggere i consumatori e valorizzare il territorio attraverso regole certe, strumenti multilaterali e cooperazione internazionale.

In un contesto geopolitico e commerciale sempre più competitivo, strumenti come l'Atto di Ginevra sono essenziali per presidiare il valore delle produzioni italiane nel mondo. Per questi motivi, Forza Italia esprime convintamente un voto favorevole alla ratifica dell'Atto di Ginevra.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: PATRIZIA MARROCCO (A.C. 2188​)

PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 2188​). Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'Accordo che ci apprestiamo a ratificare definisce un quadro operativo solido per collaborare nella prevenzione e nel contrasto della criminalità transnazionale nelle sue forme più gravi - dall'immigrazione illegale al traffico di esseri umani, dalle attività terroristiche al contrabbando di armi e droga - mediante lo scambio di informazioni, la formazione specialistica delle forze di polizia e la costituzione di una commissione mista Italia‑Costa d'Avorio.

Questo accordo si inserisce nel quadro più ampio della nostra strategia di politica estera nel continente africano, in particolare nell'ottica del Piano Mattei per l'Africa, che pone la cooperazione sulle migrazioni e la sicurezza tra le leve chiave del partenariato con Paesi prioritari come la Costa d'Avorio.

Forza Italia ritiene che questa intesa rappresenti un avamposto avanzato di diplomazia operativa: è un accordo concreto, non ideologico, che promuove il rafforzamento delle istituzioni di polizia del Paese partner, il rispetto dei diritti fondamentali e la gestione coordinata dei flussi migratori. Le azioni previste non solo salvaguardano la sicurezza nazionale italiana, ma contribuiscono anche alla stabilizzazione socio-economica della Costa d'Avorio, Paese oggi considerato pilastro dell'Africa occidentale e il principale partner dell'Italia nella regione.

In coerenza con la nostra visione di politica estera e con l'impegno di sostegno ai sistemi di sicurezza e sviluppo nei Paesi partner, Forza Italia esprime il proprio voto favorevole a questa ratifica.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: PATRIZIA MARROCCO ED EUGENIO ZOFFILI (A.C. 2292​)

PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 2292​). Signor Presidente, onorevoli colleghi, quello che ci apprestiamo a votare è un accordo importante, che promuove la mobilità giovanile, rafforza i legami culturali tra due Paesi amici e apre nuove opportunità di scambio in un quadro di reciprocità e fiducia.

L'Accordo consente ai giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni di ciascun Paese di soggiornare per un massimo di 12 mesi nell'altro Stato, con la possibilità di svolgere un'attività lavorativa temporanea come supporto al viaggio. I visti sono rilasciati gratuitamente e i partecipanti sono tenuti al rispetto delle normative del Paese ospitante, inclusa la dimostrazione della disponibilità di mezzi di sostentamento e della copertura assicurativa sanitaria.

Questa forma di mobilità giovanile, già ampiamente diffusa in Paesi come Australia, Canada e Corea del Sud, rappresenta un canale virtuoso per conoscere altre culture, migliorare le proprie competenze linguistiche e professionali, e costruire relazioni internazionali dal basso, tra cittadini.

Questa ratifica ha una forte valenza strategica: facilitare esperienze formative all'estero significa investire nella cittadinanza globale, nell'occupabilità e nella competitività delle nuove generazioni.

L'Accordo si inserisce nel quadro delle ottime relazioni bilaterali tra Italia e Giappone, fondate su una profonda condivisione di valori: democrazia, Stato di diritto, multilateralismo, economia di mercato e cooperazione scientifica e culturale.

In questo contesto, l'intesa sulle vacanze-lavoro è un tassello coerente della strategia del Governo: rafforzare i partenariati strategici dell'Italia nel mondo con strumenti nuovi, dinamici e a misura di giovani. È anche un esempio concreto di diplomazia culturale, che affianca alla cooperazione istituzionale quella delle persone, con effetti positivi sulle relazioni sociali, sul turismo e sull'interscambio accademico e professionale.

Per queste ragioni, Forza Italia esprime con convinzione voto favorevole a questa ratifica.

EUGENIO ZOFFILI (LEGA). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 2292​). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori membri del Governo!

Come abbiamo avuto modo di sottolineare nel corso della relazione svolta in quest'Aula, l'Accordo italo-giapponese in materia di vacanza-lavoro mira ad approfondire i legami tra i due Paesi, facilitando l'acquisizione di una migliore comprensione reciproca della cultura, della società e delle lingue rispettive attraverso un'esperienza di viaggio, di lavoro e di vita all'estero.

I beneficiari del provvedimento sono i giovani di età compresa tra i 18 ed i 30 anni, il nostro futuro, che avranno una straordinaria opportunità di crescita personale e di prospettiva professionale grazie a questa intesa.

Per quanto Italia e Giappone siano geograficamente distanti, le nostre storie si sono frequentemente intrecciate, creando dei legami di amicizia che è opportuno preservare e sviluppare.

Condividiamo lo stesso interesse alla pace, alla stabilità, alla sicurezza ed allo sviluppo nell'Indo-Pacifico, dopo aver sperimentato in modo drammatico la catastrofe che la guerra porta con sé nell'era nucleare. Lo abbiamo ricordato poche settimane fa, in coincidenza con l'anniversario della distruzione di Hiroshima.

L'elevatissimo livello tecnologico raggiunto dal Giappone, inoltre, rende auspicabile l'approfondimento delle nostre relazioni bilaterali a tutti i livelli, coinvolgendo in particolare chi studia ed avrà modo di sperimentare il futuro laddove viene creato. Sotto questo profilo, l'Accordo che stiamo esaminando è davvero uno strumento prezioso.

I giovani che avranno la possibilità di trascorrere in Giappone una vacanza-lavoro che potrà durare fino ad un anno delle loro vite matureranno sicuramente esperienze e conoscenze che arricchiranno il loro percorso formativo ed umano, anche generando amicizie che potranno protrarsi nel tempo.

Si tratta quindi di aggiungere una dimensione ulteriore al già vasto ambito di ciò che già avvicina ed unisce l'Italia al Giappone, nostro alleato e partner anche in iniziative industriali di grande rilevanza, con il quale il Ministro Salvini ha nel luglio scorso esplorato la possibilità di espandere la collaborazione anche nel campo dell'allestimento delle infrastrutture, nel corso anche di una visita all'Expo di Osaka della quale sono attese significative ricadute. Vogliamo ricordare altresì la realizzazione del caccia di sesta generazione, o GCAP, che coinvolgerà Italia e Giappone assieme al Regno Unito in un'impresa alla frontiera della tecnologia.

Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori membri del Governo!

Tutto questo avverrà anche con l'apporto fondamentale del vostro voto favorevole che io vi raccomando di esprimere anche a nome del gruppo Lega Salvini Premier, senza alcun onere ulteriore a carico della finanza pubblica. Mi auguro pertanto che su questo provvedimento possa emergere un ampio consenso.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 5 la deputata Vietri ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 8 la deputata Madia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 12 il deputato Iaia ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 28 il deputato Marchetti ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.

CALENDARIO DEI LAVORI DELL'ASSEMBLEA
(SETTEMBRE 2025)
N. 31

Predisposto ai sensi dell'articolo 24, comma 2, del Regolamento (Conferenza dei presidenti di gruppo del 4 agosto e del 10 settembre 2025)

Martedì 9 settembre (ore 14)

Discussione sulle linee generali dei disegni di legge di ratifica:

  • n. 1451 - Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno del Bahrein sulla cooperazione nei settori della cultura, dell'istruzione, della scienza, della tecnologia e dell'informazione, fatto a Roma il 4 febbraio 2020
  •  n. 1501 - Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Camerun, fatto a Yaoundé il 17 marzo 2016
  • n. 1502 - Atto di Ginevra dell'Accordo di Lisbona sulle denominazioni d'origine e le indicazioni geografiche, fatto a Ginevra il 20 maggio 2015
  • n. 2188 - Accordo di cooperazione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica della Costa d'Avorio in materia di migrazione e di sicurezza, fatto ad Abidjan il 22 marzo 2023 (approvato dal Senato)
  • n. 2292 - Accordo tra il Governo della Repubblica Italiana e il Governo del Giappone in materia di vacanza-lavoro, fatto a Roma il 2 maggio 2022 (approvato dal Senato)

Mercoledì 10 settembre (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Mercoledì 10 (ore 16,15-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 11 settembre (ore 9,30-13,30 e 15-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Seguito dell'esame delle mozioni Zanella ed altri n. 1-00462, Riccardo Ricciardi ed altri n. 1-00481, Boschi ed altri n. 1-00482 e Richetti ed altri n. 1-00483 concernenti iniziative volte a contrastare l'aumento delle spese militari a favore di politiche in campo sociale e ad aderire al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari  

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1928​-2083​-2091​-2152​-2194​ - Delega al Governo per l'organizzazione, la realizzazione, lo sviluppo e il potenziamento dei centri di elaborazione dati   

Seguito dell'esame dei disegni di legge di ratifica:

  • n. 1451 - Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno del Bahrein sulla cooperazione nei settori della cultura, dell'istruzione, della scienza, della tecnologia e dell'informazione, fatto a Roma il 4 febbraio 2020
  • n. 1501 - Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Camerun, fatto a Yaoundé il 17 marzo 2016
  • n. 1502 - Atto di Ginevra dell'Accordo di Lisbona sulle denominazioni d'origine e le indicazioni geografiche, fatto a Ginevra il 20 maggio 2015
  • n. 2188 - Accordo di cooperazione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica della Costa d'Avorio in materia di migrazione e di sicurezza, fatto ad Abidjan il 22 marzo 2023 (approvato dal Senato)
  • n. 2292 - Accordo tra il Governo della Repubblica Italiana e il Governo del Giappone in materia di vacanza-lavoro, fatto a Roma il 2 maggio 2022 (approvato dal Senato)

Nella seduta di giovedì 11 settembre, alle ore 12, avrà luogo l'informativa urgente del Governo, con la partecipazione del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, sui recenti sviluppi delle crisi in Ucraina e Medio Oriente e in materia di commercio internazionale.

Venerdì 12 settembre (ore 9,30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 15 settembre (ore 15)

Discussione sulle linee generali delle proposte di legge nn. 2097​ e 2231 - Istituzione della festa nazionale di San Francesco d'Assisi   

Discussione sulle linee generali della mozione Conte ed altri n. 1-00445 concernente iniziative per il finanziamento del settore del cinema e dell'audiovisivo   

Martedì 16 settembre (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 16 (ore 15-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), mercoledì 17 (ore 9,30-13,30 e 16,15-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 18 settembre (ore 9,30-13,30 e 15-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24 e nella giornata di venerdì 19 settembre)

Esame del disegno di legge costituzionale n. 1917-B - Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare (approvato, in prima deliberazione, dalla Camera e dal Senato)  

Seguito dell'esame delle proposte di legge nn. 2097​ e 2231 - Istituzione della festa nazionale di San Francesco d'Assisi   

Esame dei disegni di legge n. 2536​ – Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2024 e n. 2537 – Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2025 (approvati dal Senato)  

Seguito dell'esame della mozione Conte ed altri n. 1-00445 concernente iniziative per il finanziamento del settore del cinema e dell'audiovisivo  

Mercoledì 17 settembre (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Venerdì 19 settembre (ore 9,30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Lunedì 22 settembre (a.m. e p.m.)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2586​ - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° agosto 2025, n. 110, recante misure urgenti per il commissariamento dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali e per il finanziamento dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù (approvato dal Senato – scadenza: 30 settembre 2025)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 2570​ - Conversione in legge del decreto-legge 8 agosto 2025, n. 117, recante misure urgenti in materia di giustizia (da inviare al Senato – scadenza: 7 ottobre 2025)

Discussione sulle linee generali della mozione Roggiani ed altri n. 1-00472 concernente iniziative in materia di trasferimento delle risorse statali agli enti locali  

Martedì 23 settembre (ore 11)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni

Martedì 23 (ore 14-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), mercoledì 24 (ore 9,30-13,30 e 16,15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 25 settembre (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24 ed eventualmente nella giornata di venerdì 26 settembre)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2586​ - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° agosto 2025, n. 110, recante misure urgenti per il commissariamento dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali e per il finanziamento dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù (approvato dal Senato – scadenza: 30 settembre 2025)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2570​ - Conversione in legge del decreto-legge 8 agosto 2025, n. 117, recante misure urgenti in materia di giustizia (da inviare al Senato – scadenza: 7 ottobre 2025)

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame della mozione Roggiani ed altri n. 1-00472 concernente iniziative in materia di trasferimento delle risorse statali agli enti locali  

Mercoledì 24 settembre (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata

Venerdì 26 settembre (ore 9,30)

Svolgimento di interpellanze urgenti

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI PER L'ESAME DEGLI ARGOMENTI ISCRITTI NEL CALENDARIO

Ddl di ratifica nn. 1451, 1501, 1502, 2188, 2292

Tempo complessivo: 2 ore, per ciascun disegno di legge di ratifica.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale

19 minuti

(con il limite massimo di 2 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)

Gruppi 1 ora e 21 minuti
Fratelli d'Italia 12 minuti
Partito Democratico – Italia democratica e progressista 15 minuti
Lega – Salvini premier 9 minuti
MoVimento 5 Stelle 12 minuti
Forza Italia – Berlusconi presidente - PPE 7 minuti
Azione – Popolari Europeisti Riformatori – Renew Europe 6 minuti
Alleanza Verdi e Sinistra 6 minuti
Noi Moderati (Noi Con L'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) – MAIE - Centro popolare 4 minuti
Italia Viva – Il Centro - Renew Europe 5 minuti
Misto: 5 minuti
Minoranze Linguistiche 3 minuti
+Europa 2 minuti

Mozione n. 1-00462 e abb. - Concernenti iniziative volte a contrastare l'aumento delle spese militari a favore di politiche in campo sociale e ad aderire al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale

1 ora

(con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)

Gruppi 4 ore e 10 minuti
Fratelli d'Italia 48 minuti
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista 35 minuti
Lega - Salvini Premier 33 minuti
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE 28 minuti
MoVimento 5 Stelle 28 minuti
Alleanza Verdi e Sinistra  16 minuti
Azione-Popolari europeisti riformatori-Renew Europe 16 minuti
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE- Centro popolare 16 minuti
Italia Viva-il Centro-Renew Europe 15 minuti
Misto: 15 minuti
Minoranze Linguistiche 9 minuti
+Europa 6 minuti

 (*) I tempi indicati sono stati in parte utilizzati nella seduta del 29 luglio 2025.

Pdl n. 1928-2083-2091-2152-2194 - Delega al Governo per l'organizzazione, la realizzazione, lo sviluppo e il potenziamento dei centri di elaborazione dati

Seguito dell'esame: 7 ore e 40 minuti.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 45 minuti
Interventi a titolo personale

51 minuti

(con il limite massimo di 11 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)

Gruppi 5 ore e 14 minuti
Fratelli d'Italia 52 minuti
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista 39 minuti
Lega - Salvini Premier 38 minuti
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE 34 minuti
MoVimento 5 Stelle 34 minuti
Alleanza Verdi e Sinistra  24 minuti
Azione-Popolari europeisti riformatori-Renew Europe 24 minuti
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE- Centro popolare 24 minuti
Italia Viva-il Centro-Renew Europe 23 minuti
Misto: 22 minuti
Minoranze Linguistiche 12 minuti
+Europa 10 minuti

Mozione n. 1-00445 - Iniziative per il finanziamento del settore del cinema e dell'audiovisivo 

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale

1 ora

(con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)

Gruppi 4 ore e 10 minuti
Fratelli d'Italia 48 minuti
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista 35 minuti
Lega - Salvini Premier 33 minuti
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE 28 minuti
MoVimento 5 Stelle 28 minuti
Alleanza Verdi e Sinistra  16 minuti
Azione-Popolari europeisti riformatori-Renew Europe 16 minuti
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE- Centro popolare 16 minuti
Italia Viva-il Centro-Renew Europe 15 minuti
Misto: 15 minuti
Minoranze Linguistiche 9 minuti
+Europa 6 minuti

 (*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Ddl n. 2536 - Rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2024 e n. 2537 - Disposizioni per l'Assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2025

Tempo complessivo: 15 ore e 40 minuti, di cui:

  • discussione generale congiunta: 8 ore;
  • seguito dell'esame: 7 ore e 40 minuti.
Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 10 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 22 minuti

57 minuti

(con il limite massimo di 11 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)

Gruppi 5 ore e 58 minuti 5 ore e 43 minuti
Fratelli d'Italia 43 minuti 47 minuti
Partito Democratico – Italia democratica e progressista 47 minuti 54 minuti
Lega – Salvini premier 36 minuti 37 minuti
Forza Italia – Berlusconi presidente - PPE 35 minuti 33 minuti
MoVimento 5 Stelle 41 minuti 44 minuti
Alleanza Verdi e Sinistra 32 minuti 27 minuti
Azione – Popolari Europeisti Riformatori – Renew Europe 32 minuti 27 minuti
Noi Moderati (Noi Con L'Italia, Coraggio Italia, Udc e Italia al Centro) - MAIE 31 minuti 23 minuti
Italia Viva – Il Centro - Renew Europe 30 minuti 26 minuti
Misto: 31 minuti 25 minuti
Minoranze Linguistiche 18 minuti 14 minuti
+Europa 13 minuti 11 minuti

Mozione n. 1-00472 – Iniziative in materia di trasferimento delle risorse statali agli enti locali

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale

1 ora

(con il limite massimo di 7 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)

Gruppi 4 ore e 10 minuti
Fratelli d'Italia 48 minuti
Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista 35 minuti
Lega - Salvini Premier 33 minuti
Forza Italia - Berlusconi Presidente - PPE 28 minuti
MoVimento 5 Stelle 28 minuti
Alleanza Verdi e Sinistra  16 minuti
Azione-Popolari europeisti riformatori-Renew Europe 16 minuti
Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE- Centro popolare 16 minuti
Italia Viva-il Centro-Renew Europe 15 minuti
Misto: 15 minuti
Minoranze Linguistiche 9 minuti
+Europa 6 minuti

 (*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

PROGRAMMA DEI LAVORI DELL'ASSEMBLEA
(SETTEMBRE-NOVEMBRE 2025)
N. 11

Predisposto ai sensi dell'articolo 23, comma 6, primo periodo, del Regolamento (Conferenza dei presidenti di gruppo del 4 agosto e del 10 settembre 2025)

Settembre

Disegni di legge di ratifica:

  • n. 1451 - Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno del Bahrein sulla cooperazione nei settori della cultura, dell'istruzione, della scienza, della tecnologia e dell'informazione, fatto a Roma il 4 febbraio 2020 (esame concluso)
  •  n. 1501 - Accordo di cooperazione culturale, scientifica e tecnica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Camerun, fatto a Yaoundé il 17 marzo 2016 (esame concluso)
  • n. 1502 - Atto di Ginevra dell'Accordo di Lisbona sulle denominazioni d'origine e le indicazioni geografiche, fatto a Ginevra il 20 maggio 2015 (esame concluso)
  • n. 2188 - Accordo di cooperazione tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica della Costa d'Avorio in materia di migrazione e di sicurezza, fatto ad Abidjan il 22 marzo 2023 (approvato dal Senato) (esame concluso)
  • n. 2292 - Accordo tra il Governo della Repubblica Italiana e il Governo del Giappone in materia di vacanza-lavoro, fatto a Roma il 2 maggio 2022 (approvato dal Senato) (esame concluso)

Seguito dell'esame delle mozioni Zanella ed altri n. 1-00462, Riccardo Ricciardi ed altri n. 1-00481, Boschi ed altri n. 1-00482 e Richetti ed altri n. 1-00483 concernenti iniziative volte a contrastare l'aumento delle spese militari a favore di politiche in campo sociale e ad aderire al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (esame concluso)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1928​-2083​-2091​-2152​-2194​ - Delega al Governo per l'organizzazione, la realizzazione, lo sviluppo e il potenziamento dei centri di elaborazione dati (rinviato in Commissione)

Informativa urgente del Governo, con la partecipazione del Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, sui recenti sviluppi delle crisi in Ucraina e Medio Oriente e in materia di commercio internazionale

Proposte di legge nn. 2097​ e 2231 - Istituzione della festa nazionale di San Francesco d'Assisi       

Mozione Conte ed altri n. 1-00445 concernente iniziative per il finanziamento del settore del cinema e dell'audiovisivo     

Disegno di legge costituzionale n. 1917-B - Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare (approvato, in prima deliberazione, dalla Camera e dal Senato)    

Disegni di legge n. 2536​ – Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2024 e n. 2537 – Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2025 (approvati dal Senato)  

Disegno di legge n. 2586​ - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° agosto 2025, n. 110, recante misure urgenti per il commissariamento dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali e per il finanziamento dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù (approvato dal Senato – scadenza: 30 settembre 2025)

Disegno di legge n. 2570​ - Conversione in legge del decreto-legge 8 agosto 2025, n. 117, recante misure urgenti in materia di giustizia (da inviare al Senato – scadenza: 7 ottobre 2025)

Mozione Roggiani ed altri n. 1-00472 concernente iniziative in materia di trasferimento delle risorse statali agli enti locali   

Ottobre

Documento di programmazione della finanza pubblica (ove presentato dal Governo)

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1928​-2083​-2091​-2152​-2194​ - Delega al Governo per l'organizzazione, la realizzazione, lo sviluppo e il potenziamento dei centri di elaborazione dati   

Proposta di legge n. 1521​ - Modifica al codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e altre disposizioni concernenti la valorizzazione sussidiaria dei beni culturali e l'istituzione del circuito “Italia in scena”   

Disegno di legge n. 1866​ - Disposizioni in materia di tutela dei minori in affidamento   

Disegno di legge costituzionale n. 2473 - Modifiche allo Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige/Südtirol      

Proposta di legge n. 505​ - Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, nonché al decreto legislativo 28 febbraio 2021, n. 38, in materia di utilizzazione degli impianti sportivi scolastici da parte delle associazioni o società sportive   

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1806​ - Modifiche all'articolo 40 della legge 28 luglio 2016, n. 154, in materia di contrasto del bracconaggio ittico nelle acque interne (approvata dal Senato)   

Disegno di legge n. 2369​ - Disposizioni per la revisione dei servizi per i cittadini e le imprese all'estero (collegato alla manovra di finanza pubblica)   

Proposta di legge n. 956​ e abbinate - Modifiche all'articolo 1, comma 741, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, e all'articolo 1 della tariffa, parte prima, allegata al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, n. 131, in materia di equiparazione del regime fiscale nell'applicazione dell'imposta municipale propria e dell'imposta di registro relativamente a immobili posseduti nel territorio nazionale da cittadini iscritti nell'Anagrafe degli italiani residenti all'estero   

Mozione Molinari ed altri n. 1-479 sulla politica agricola comune (PAC)   

Proposta di legge n. 1367​ - Disposizioni per il sostegno del diritto allo studio e per la prevenzione della dispersione scolastica   

Proposta di legge n. 1822​ - Modifiche al codice di procedura penale in materia di sequestro di dispositivi, sistemi informatici o telematici o memorie digitali   

Proposta di legge n. 1311​ - Disposizioni per il sostegno delle attività educative e ricreative non formali   

Discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre 2025

Proposta di legge n. 2221​ - Disposizioni per la promozione della musica popolare amatoriale   

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 2067​ - Disposizioni per favorire la stipulazione di contratti volti alla riduzione dell'orario di lavoro   

Proposta di legge n. 329​ - Disciplina dell'ippicoltura   

Novembre

Disegno di legge costituzionale n. 1354 e 1921 - Modifiche alla parte seconda della Costituzione per l'elezione diretta del Presidente del Consiglio dei ministri, il rafforzamento della stabilità del Governo e l'abolizione della nomina dei senatori a vita da parte del Presidente della Repubblica (approvato, in prima deliberazione, dal Senato)   

Proposta di legge n. 1579​ - Istituzione del Giorno del ricordo della strage dei piccoli martiri di Gorla   

Proposta di legge n. 1693​ e abbinate - Modifica dell'articolo 609-bis del codice penale in materia di violenza sessuale e di libera manifestazione del consenso   

Disegno di legge n. 2574​ - Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2025   

Proposta di legge n. 1562​ e abbinate - Disposizioni concernenti la programmazione dell'edilizia residenziale pubblica, le agevolazioni fiscali per interventi di recupero del patrimonio edilizio residenziale pubblico e sociale nonché il sostegno dell'accesso alla locazione di immobili abitativi e del pagamento dei canoni di locazione   

Disegno di legge n. 2528​ - Introduzione del delitto di femminicidio e altri interventi normativi per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne e per la tutela delle vittime (approvato dal Senato)   

Proposta di legge n. 2228​ - Modifiche al testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, concernenti l'incremento dell'indennità di maternità e l'introduzione di un congedo paritario per il padre   

Disegno di legge n. 2521​ - Disposizioni in materia di sicurezza delle attività subacquee (approvato dal Senato)   

Disegno di legge n. 2423​ - Disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico     

Proposta di legge n. 1805​ - Disposizioni per la promozione e la valorizzazione dei cammini d'Italia (approvata dal Senato)   

Disegno di legge n. 2365​ - Misure di garanzia per l'erogazione delle prestazioni sanitarie e altre disposizioni in materia sanitaria (approvato dal Senato)   

Proposta di legge n. 1254​ e abbinata - Riduzione dei termini per la liquidazione del trattamento di fine servizio dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche e rivalutazione dei limiti di importo per l'erogazione rateale del medesimo trattamento   

Proposta di legge n. 218​ e abbinate - Interventi per la prevenzione e la lotta contro il virus dell'immunodeficienza umana (HIV), la sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), il papilloma virus umano (HPV) e le infezioni e malattie a trasmissione sessuale   

Mozione concernente iniziative volte ad adottare un piano di ricerca nazionale e alla stabilizzazione dei precari degli enti di ricerca (in corso di presentazione)   

Proposta di legge n. 2243​ - Modifica all'articolo 1 della legge 30 dicembre 2010, n. 240, in materia di capacità giuridica di diritto privato e di esclusione del fine di lucro delle università   

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 441​ e abbinate - Istituzione della Giornata nazionale «Enzo Tortora» in memoria delle vittime di errori giudiziari   

Proposta di legge n. 2374​ - Modifiche all'articolo 1 del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2014, n. 106, concernenti l'ampliamento dell'ambito di applicazione del credito di imposta per favorire le erogazioni liberali a sostegno della cultura   

Mozione sul rilancio della strategia nazionale delle aree interne (in corso di presentazione)   

Proposta di legge costituzionale n. 69 - Modifiche al testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, per la promozione del regolare soggiorno e dell'inclusione sociale e lavorativa dei cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea   

Nell'ambito del programma è altresì previsto lo svolgimento di atti di sindacato ispettivo e potranno essere inseriti ulteriori progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale MOZ 1-462 NF 284 229 55 115 51 178 64 Resp.
2 Nominale MOZ 1-481 NF 284 229 55 115 51 178 64 Resp.
3 Nominale MOZ 1-482 284 223 61 112 6 217 64 Resp.
4 Nominale MOZ 1-483 NF 282 277 5 139 14 263 62 Resp.
5 Nominale MOZ 1-486 286 228 58 115 57 171 62 Resp.
6 Nominale DDL 1451-A - ARTICOLO 1 282 282 0 142 281 1 60 Appr.
7 Nominale ARTICOLO 2 282 282 0 142 282 0 60 Appr.
8 Nominale EM 3.200 278 278 0 140 278 0 60 Appr.
9 Nominale EM 3.201 279 279 0 140 279 0 60 Appr.
10 Nominale ARTICOLO 3 285 285 0 143 285 0 60 Appr.
11 Nominale ARTICOLO 4 283 283 0 142 283 0 60 Appr.
12 Nominale DDL 1451-A - VOTO FINALE 283 283 0 142 281 2 60 Appr.
13 Nominale DDL 1501-A - ARTICOLO 1 286 286 0 144 284 2 60 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale ARTICOLO 2 282 282 0 142 281 1 60 Appr.
15 Nominale EM 3.200 281 281 0 141 280 1 61 Appr.
16 Nominale EM 3.201 283 283 0 142 283 0 60 Appr.
17 Nominale ARTICOLO 3 283 283 0 142 283 0 60 Appr.
18 Nominale ARTICOLO 4 282 282 0 142 282 0 60 Appr.
19 Nominale ARTICOLO 5 277 277 0 139 277 0 60 Appr.
20 Nominale DDL 1501-A - VOTO FINALE 279 278 1 140 278 0 60 Appr.
21 Nominale DDL 1502-A - ARTICOLO 1 284 284 0 143 284 0 60 Appr.
22 Nominale ARTICOLO 2 277 277 0 139 277 0 60 Appr.
23 Nominale ARTICOLO 3 281 280 1 141 280 0 60 Appr.
24 Nominale EM 4.200 274 274 0 138 273 1 60 Appr.
25 Nominale EM 4.201 284 284 0 143 284 0 60 Appr.
26 Nominale ARTICOLO 4 275 275 0 138 275 0 60 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale ARTICOLO 5 281 281 0 141 281 0 60 Appr.
28 Nominale DDL 1502-A - VOTO FINALE 283 283 0 142 282 1 60 Appr.
29 Nominale DDL 2188 - ARTICOLO 1 282 270 12 136 270 0 60 Appr.
30 Nominale ARTICOLO 2 282 271 11 136 271 0 59 Appr.
31 Nominale ARTICOLO 3 284 273 11 137 273 0 59 Appr.
32 Nominale ARTICOLO 4 278 267 11 134 267 0 59 Appr.
33 Nominale ODG 9/2188/1 282 280 2 141 123 157 59 Resp.
34 Nominale DDL 2188 - VOTO FINALE 275 202 73 102 201 1 59 Appr.
35 Nominale DDL 2292 - ARTICOLO 1 274 274 0 138 273 1 59 Appr.
36 Nominale ARTICOLO 2 268 268 0 135 268 0 59 Appr.
37 Nominale ARTICOLO 3 273 273 0 137 272 1 59 Appr.
38 Nominale ARTICOLO 4 268 268 0 135 268 0 59 Appr.
39 Nominale DDL 2292 - VOTO FINALE 277 277 0 139 277 0 59 Appr.