XIX LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 535 di martedì 23 settembre 2025
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI
La seduta comincia alle 11.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ANTONIO D'ALESSIO, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 19 settembre 2025.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 95, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta in corso (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Svolgimento di una interpellanza e di una interrogazione (ore 11,05).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di una interrogazione.
(Misure per la prevenzione delle infezioni correlate all'assistenza associate a pratiche endoscopiche ad alto rischio - n. 2-00603)
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Ciocchetti n. 2-00603 (Vedi l'allegato A).
Chiedo al deputato Ciocchetti se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica. La risposta è affermativa mi pare di capire e, quindi, gli lasciamo volentieri la parola. Prego, la ascoltiamo.
LUCIANO CIOCCHETTI (FDI). Grazie, Presidente. Velocemente, credo che questo sia un tema che il Governo sta affrontando in maniera molto seria e molto forte, anche con le previsioni che sono state inserite all'interno della legge di bilancio di quest'anno: mi riferisco al tema dell'antimicrobico-resistenza, al piano nazionale di contrasto appunto all'antimicrobico-resistenza, al tema delle ICA, alle infezioni ospedaliere. La mia interpellanza ha posto il problema di alcune procedure - oggi assolutamente importantissime nella pratica chirurgica e sanitaria, con l'utilizzo di endoscopi e altre procedure meno invasive - che, però, possono provocare lo sviluppo di infezioni ospedaliere. Quindi, la richiesta è quella di inserire nel prossimo piano per l'antimicrobico-resistenza procedure che consentano, soprattutto per quelle più complesse e per pazienti con comorbilità e più fragilità, di promuovere l'utilizzo di endoscopi monouso in modo da evitare o ridurre al massimo l'insorgere di infezioni ospedaliere.
PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per la Salute, Marcello Gemmato, ha facoltà di rispondere.
MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole Ciocchetti che, con l'interpellanza, mi offre l'opportunità di evidenziare che, negli ultimi anni, il Ministero ha riservato una forte attenzione sulla prevenzione e controllo delle infezioni correlate all'assistenza - le cosiddette ICA -, anche in conseguenza alla pandemia da SARS-COV-2. Globalmente queste infezioni mostrano un trend epidemiologico in crescita, con forti ripercussioni sulla salute dei pazienti, oltre che sugli aspetti psicologici e finanziari che si traducono nel prolungamento della degenza, disabilità a lungo termine, aumento della mortalità, sviluppo e diffusione dell'antibiotico-resistenza, le cosiddette AMR o “ei, em, ar”, come detto in inglese, ma qui siamo in una Camera italiana e leggiamo AMR.
L'aumento delle ICA risulta influenzato da diversi fattori, inclusi la diffusione di microrganismi resistenti agli antibiotici e la progressiva introduzione di nuove tecnologie sanitarie che, se da una parte garantiscono la sopravvivenza dei pazienti in gravi condizioni, dall'altra consentono l'ingresso dei microrganismi anche in sedi corporee normalmente sterili. Al riguardo devo, infatti, evidenziare che, attualmente, gli endoscopi (ad esempio, broncoscopi ed endoscopi gastrointestinali) sono classificati come dispositivi semicritici, perché entrano in contatto con mucose intatte e vengono solitamente sottoposti a pulizia seguita da disinfezione di alto livello.
Tuttavia, diversi report documentano come gli endoscopi, in particolare i duodenoscopi, rimangano spesso contaminati da batteri patogeni anche dopo un'adeguata pulizia e disinfezione e che varie epidemie da organismi farmacoresistenti provenienti da duodenoscopi contaminati hanno causato decessi. Per questo motivo, alcuni studi indicherebbero di passare dalla disinfezione di alto livello alla sterilizzazione degli endoscopi riutilizzabili oppure di utilizzare un metodo alternativo, come, appunto, endoscopi sterili monouso. Alcuni studi hanno valutato la fattibilità anche economica dell'utilizzo di endoscopi monouso in sostituzione di quelli riutilizzabili, con risultati incoraggianti, tenendo in considerazione anche l'aspetto della sostenibilità ambientale.
In tale scenario, il nuovo Piano di contrasto all'antibiotico-resistenza (PNCAR) valuterà sicuramente le indicazioni riguardanti questa tematica, considerata anche la disponibilità sul mercato di dispositivi monouso destinati all'esecuzione di procedure endoscopiche nel rispetto dei requisiti di sicurezza, qualità e conformità previsti dalla normativa vigente.
Fermo restando quanto riferito, ritengo doveroso sottolineare, altresì, che il vigente Piano già contiene, tra gli obiettivi generali per ridurre l'incidenza e l'impatto delle infezioni resistenti agli antibiotici, quello di promuovere innovazione e ricerca nell'ambito della prevenzione, diagnosi e terapia delle infezioni antibiotico-resistenti.
Nel capitolo del Piano “Ricerca e innovazione, bioetica”, per esempio, si prevede l'implementazione di strategie e metodi che permettano di prevenire l'AMR e le ICA.
Inoltre, il Ministero della Salute continua a supportare le iniziative internazionali a contrasto dell'AMR e delle ICA, nell'ottica di contribuire direttamente alla preparazione e alla risposta alla sicurezza sanitaria nazionale e globale.
È in corso l'attivazione della scheda ICA nel Sistema di segnalazione delle malattie infettive Premal, in collaborazione con le regioni e le province autonome.
Le azioni AMR realizzate dalle regioni e province autonome sono state finanziate con 40 milioni di euro per le attività realizzate nel 2021, mentre, in linea con gli indirizzi politici di questo Governo, sono stati destinati 120 milioni per le attività realizzate nel triennio 2023-2025.
Nell'ambito del PNCAR 2022-2025 è stata altresì istituita, con decreto ministeriale del 6 maggio 2023, una cabina di regia e aggiornata la composizione del gruppo tecnico di coordinamento della strategia nazionale di contrasto all'AMR e dei 13 gruppi di lavoro nazionali.
Una bozza di Piano nazionale di sorveglianza delle ICA è stata prodotta dal gruppo nazionale specifico e, attualmente, è alla valutazione del Ministero della Salute e delle regioni, mentre è in fase di redazione il Piano nazionale di prevenzione delle ICA.
Ricordo, inoltre, che il Ministero della Salute sostiene e promuove ogni anno la Giornata europea e la Settimana mondiale per la consapevolezza sull'antimicrobico-resistenza, che si tiene dal 18 al 24 novembre, e le altre giornate nazionali/mondiali rilevanti (Giornata mondiale per l'igiene delle mani, Giornata mondiale contro la sepsi, Giornata mondiale della sicurezza dei pazienti).
Nel 2024, il Ministero della Salute ha, poi, inserito le ICA come evento sentinella nel Sistema informativo per il monitoraggio degli errori in sanità, includendo “tutti i casi di decesso da sepsi conseguente a ICA”. Ricordo anche che, con il supporto del Ministero della Salute, l'Italia ha partecipato a tutte le indagini puntuali di prevalenza delle ICA condotte dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, sia per gli ospedali per acuti sia per le lungodegenze.
Il Ministero ha supportato, inoltre, le sorveglianze speciali dell'Istituto superiore di sanità rilevanti, come ad esempio la sorveglianza del consumo di soluzione idroalcolica per l'igiene delle mani in ambito ospedaliero, la sorveglianza dell'antibiotico-resistenza, le sorveglianze pilota per clostridium difficile e MRSA (infezione batterica umana provocata da ceppi di staphylococcus aureus particolari), e le altre sorveglianze in corso in Italia per la raccolta dati in terapia intensiva e per le infezioni della ferita chirurgica.
Da ultimo evidenzio che, nel biennio 2022-2023, anche sotto l'indirizzo politico di questo Governo, il Centro nazionale per il controllo delle malattie ha finanziato tre progetti sull'antimicrobico-resistenza per il settore umano con 1,4 milioni di euro.
PRESIDENTE. Il deputato Ciocchetti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.
LUCIANO CIOCCHETTI (FDI). Sono soddisfatto e ringrazio il Sottosegretario e il Ministero della Salute per la risposta. Credo che abbia delineato la complessità degli interventi che questo tema merita, che chiaramente riguardano la ricerca di nuovi antibiotici e la prevenzione delle infezioni ospedaliere e, quindi, un campo più ampio, che certamente non è solo quello dell'utilizzo degli endoscopi o di altre procedure che possono provocare infezioni ICA, ma anche il comportamento degli operatori sanitari; anche la pulizia e l'igienizzazione delle strutture, delle nostre strutture, la sterilizzazione di una serie di ambienti, soprattutto dove ci sono i pazienti più fragili, l'utilizzo anche di materiale che sia in grado di ridurre la carica batterica, e la scienza e la ricerca ci consegnano la possibilità di utilizzare strumenti che possono complessivamente ridurla.
Credo che questo Governo, da questo punto di vista, stia facendo uno sforzo particolarmente importante. Anche come Intergruppo parlamentare One Health abbiamo seguito fortemente questo tema, perché riteniamo che sia un tema da affrontare - quindi con la possibilità di ridurre le morti e, soprattutto, ridurre tutto quello che impatta sul sistema sanitario nazionale, con la crescita di infezioni ospedaliere così importanti e significative - onde evitare che davvero diventi la nuova pandemia del secolo.
Quindi, grazie, e spero davvero che il nuovo piano nazionale per il contrasto all'antimicrobico-resistenza possa definire anche processi in cui sia possibile utilizzare meglio tutti i dispositivi e tutte le opportunità che oggi la scienza ci mette a disposizione. Grazie e buon lavoro.
(Chiarimenti e iniziative in merito alla situazione di degrado di alcuni reparti dell'ospedale San Luca di Trecenta (Rovigo) e al futuro della struttura sanitaria, con particolare riguardo al servizio di pronto soccorso - n. 3-02040)
PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Cappelletti n. 3-02040 (Vedi l'allegato A).
Il Sottosegretario di Stato per la Salute, Marcello Gemmato, ha facoltà di rispondere.
MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. Con riferimento ai quesiti posti dall'onorevole Cappelletti, preliminarmente devo precisare che essi sono tutti ascrivibili alle attività di competenza delle regioni, posto che a tali enti è rimessa l'organizzazione dei servizi sanitari.
Pertanto, riferisco di seguito quanto comunicatomi in merito dalla regione Veneto.
Per quanto riguarda il quesito attinente alla condizione di degrado dell'ospedale San Luca di Trecenta, la regione ha riferito che esso è regolarmente manutenuto, in particolar modo per quanto concerne gli impianti e che, pertanto, l'area si deve ritenere perfettamente funzionante e idonea a un eventuale utilizzo in sicurezza.
Con riferimento al quesito relativo alla necessità di garantire il diritto all'assistenza sanitaria ai cittadini per il tramite dell'ospedale stesso, la regione comunica che, al termine dell'emergenza sanitaria da COVID-19, sono stati eseguiti importanti interventi logistico-strutturali comprendenti: l'allestimento di 11 posti letto di terapia intensiva; la predisposizione di un apposito percorso protetto per l'accesso e la movimentazione verticale dei pazienti infetti e dei sanitari con l'installazione di due nuovi ascensori dedicati; l'allestimento di depositi, spogliatoi, gruppi bagni e stanze di vestizione e svestizione del personale nel piano seminterrato.
Ancora, contestualmente è stata avviata una pianificata e progressiva riattivazione delle funzioni di assistenza, come: i lavori per la ristrutturazione completa dell'area di degenza che ospita l'UOC Riabilitazione e rieducazione funzionale; l'adeguamento strutturale, impiantistico e logistico della UOSD di procreazione medicalmente assistita; la manutenzione straordinaria dell'intero blocco operatorio, convertito durante il periodo COVID in area di degenza intensiva, al fine di poter essere completamente restituito all'attività chirurgica; l'intervento di aggiornamento tecnologico della radiologia.
Oltre ai citati interventi strutturali, la regione Veneto ha riferito di aver provveduto al reclutamento del personale medico e di comparto per permettere il funzionamento della struttura, adottando soluzioni organizzative utili a ottimizzare le attività in base alle risorse disponibili ed esternalizzando i servizi sanitari per la componente medica.
Per quanto riguarda la dotazione dei posti letto operativi, la regione ha indicato: per l'UOC di Medicina generale 40 posti letto; per la Week surgery 20 posti letto; per l'UOC Recupero e riabilitazione funzionale 20 posti letto; per l'UOC Anestesia e rianimazione 4 posti letto; per l'UOC Ospedale di comunità (afferenza distrettuale) 29 posti letto.
Tenuto conto che la struttura oggetto dell'interrogazione risulta essere uno stabilimento del presidio ospedaliero di Rovigo, con il quale costituisce un presidio unico, la regione riferisce che il punto di primo intervento è operativo H24, 7 giorni su 7, con presenza medica del Servizio sanitario di urgenza-emergenza SUEM e, nelle ore diurne feriali, anche con un medico di pronto soccorso dedicato.
L'accesso al PPI vede circa 25-30 pazienti al giorno, per un totale di circa 10.000 accessi l'anno. L'organizzazione tiene conto della sostenibilità del sistema e della sicurezza operativa, in linea con gli standard previsti dal DM 70/2015. Inoltre, in prossimità dell'area del PPI, la regione ha segnalato la recente attivazione di un Punto di Continuità Assistenziale, allo scopo di riscontrare le esigenze di salute della popolazione, limitando l'accesso improprio al PPI. Di particolare rilievo è il Centro di procreazione medicalmente assistita di 3° livello, recentemente oggetto di importanti lavori di ristrutturazione e adeguamento impiantistico.
Altrettanto significativa per i volumi e la qualità del servizio è l'attività chirurgica svolta presso la week surgery che vede impegnate varie specialità (chirurgia generale, protesica ortopedica, ginecologia, chirurgia vascolare), con un trend in costante incremento. Da ultimo, la regione ha rappresentato che l'azienda unità locale socio-sanitaria (ULSS) garantisce lo stato di conservazione anche grazie a una convenzione con l'impresa specializzata per la disinfestazione che opera in tutte le sedi aziendali, comprese le aree ospedaliere. Per completezza segnalo, da ultimo, che a questo Ministero non sono stati segnalati casi di infestazioni da topi negli ospedali del Veneto.
PRESIDENTE. Il deputato Cappelletti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente. Non posso dichiararmi soddisfatto della risposta del Sottosegretario Gemmato e, per spiegare le motivazioni, devo fare una premessa. Parliamo di un ospedale che è stato inaugurato non tantissimi anni fa, a fine anni Novanta, nel 1997 o1998. All'epoca il presidente Zaia era già un politico, però si occupava della provincia di Treviso, quindi non si occupava di sanità. Nell'arco di qualche decennio, il presidente Zaia è diventato presidente della regione, ha iniziato a occuparsi di sanità e il numero di posti letto dell'ospedale di Trecenta, che è uno dei più importanti della provincia di Rovigo, è dimezzato.
Ma questo non è il problema principale. Il problema principale è che sono stati chiusi tutta una serie di reparti. Dopodiché - e lei me lo ha anche confermato in questo momento - è stato chiuso anche il pronto soccorso. È vero che c'è un punto di primo intervento, ma primo intervento significa predisporre le cure necessarie per spostare il paziente al pronto soccorso di Rovigo, che è già oberato. Quindi, c'è stato un ridimensionamento drammatico e inspiegabile di un ospedale che dovrebbe servire un bacino addirittura di 70.000 abitanti e che è relativamente recente.
Mi sembra che sia un progetto per incentivare la sanità privata sul territorio del Veneto, e non è un caso, Sottosegretario, che i cittadini del Veneto siano tra coloro che in Italia hanno la spesa maggiore in sanità privata. Io le chiedo: ma a cosa serve avere una sanità eccellente se poi non si ha accesso alla sanità in questa regione? Ma entro nel merito dell'interrogazione. Ho ritenuto necessario presentare questa interrogazione perché ho preso atto, dai comitati dei cittadini che frequentano questo ospedale, di uno stato di grave degrado che riguardava tre reparti di questo compendio ospedaliero.
Mi sarei aspettato, da parte della direzione sanitaria, una presa d'atto: Cappelletti, prendiamo atto, faremo i nostri approfondimenti e, se del caso, interverremo con i lavori di ripristino. In realtà, la risposta che mi è stata data a mezzo stampa dal direttore generale Pietro Girardi e dal direttore sanitario Carla Destro è la stessa che mi ha dato lei adesso, ossia non risultano criticità. Ma come non risultano criticità? Allora ho ritenuto doveroso pubblicare le foto che rendono evidente la presenza di infiltrazioni d'acqua dal soffitto, con i secchi che raccolgono l'acqua piovana, il materiale sanitario e i mobili abbandonati a loro stessi, intonaci impregnati di muffa, insetti morti, infestazione di topi e sporcizia ovunque.
A seguito della comunicazione alla stampa di queste foto, non ho avuto nessuna risposta da parte della direzione sanitaria, forse c'è stato un imbarazzato silenzio. Il mio auspicio, visto che sono passati molti mesi, l'interrogazione l'ho presentata a giugno e siamo a settembre, è che ci siano stati degli interventi. Sottosegretario, ma cosa ci voleva a dire “valutiamo e interveniamo”? No, in Veneto si cerca di negare tutto, si cerca di negare perfino l'evidenza. Poi, magari, si interviene, ma sicuramente ci sono delle zone di nebbia enormi.
Ad esempio, mi sarei aspettato che nella sua risposta, visto e considerato che ha dovuto chiedere alla ULSS 5 le informazioni necessarie per poter rispondere, ci fosse almeno una parola relativa all'ultimo scandalo che coinvolge l'ULSS 5 di Rovigo, ossia che è stata rimossa dall'incarico una dirigente, l'ingegnere Antonietta Perrone, dopo avere denunciato gravi irregolarità e criticità sulle gare e sugli appalti di forniture e servizi. Lei mi dirà che non era questo l'oggetto dell'interrogazione. È vero, è vero, però, considerato che lo scandalo è recente e che ha coinvolto la medesima unità sanitaria locale, mi sarei aspettato una parola di chiarimento.
Ora, l'ospedale di Trecenta è solo uno dei tanti esempi di malagestione della sanità in Veneto. Certo, il presidente Zaia dà tutta la colpa al Governo, è la sua giustificazione preferita, ma si dimentica di dire che il suo partito fa parte della maggioranza di Governo da 3 anni; si dimentica di dire che il suo partito ha dato il suo contributo per tagliare la spesa sanitaria; si dimentica di dire che in Italia ci sono 4 milioni di persone che rinunciano a curarsi per colpa dei tempi e perché non hanno la disponibilità economica per andare presso la sanità privata.
PRESIDENTE. Concluda, deputato.
ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Concludo dicendo che da tutto sembra, nella mia regione, ma non solo, che si vadano a creare le premesse per spingere e obbligare i cittadini - chiudo, Presidente - ad andare nella sanità privata, e il fatto che…
PRESIDENTE. Ho provato ad avvisarla, deputato Cappelletti. Comunque il concetto era chiaro e, per fortuna, è riuscito ad esprimerlo compiutamente. La ringrazio della sua risposta al Sottosegretario Gemmato.
È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e dell'interrogazione all'ordine del giorno.
Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 14. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 11,27, è ripresa alle 14.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 98, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.
In morte dell'onorevole Antonio Del Pennino.
PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Antonio Del Pennino, membro della Camera dei deputati dalla VI alla XI legislatura.
La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,03).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 10 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Galeazzo Bignami. Ne ha facoltà.
GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Riteniamo opportuno richiedere che il Ministro dell'Interno venga a riferire in Aula, nei tempi evidentemente consentiti dal calendario al Governo, in relazione ai fatti avvenuti ieri.
Crediamo sia bene precisare immediatamente qual è la posizione del gruppo di Fratelli d'Italia rispetto ai fatti avvenuti ieri. Lo facciamo affermando, senza alcuna remora, senza alcuna titubanza, senza alcuna esitazione, che va espressa con fermezza, con decisione e con tutta la determinazione possibile, la massima vicinanza e solidarietà alle nostre Forze dell'ordine (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Italia Viva-il Centro-Renew Europe). Lo facciamo perché se è vero, come è vero, che l'articolo 17 della Costituzione afferma che tutti i cittadini hanno il diritto di riunirsi per manifestare le proprie opinioni, quell'articolo aggiunge anche che hanno il diritto di farlo pacificamente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora, nel momento in cui i nostri ragazzi e le nostre ragazze delle Forze dell'ordine hanno svolto i servizi che ieri hanno svolto, lo hanno fatto difendendo la nostra Costituzione, lo hanno fatto difendendo la libertà, la sicurezza, la legalità e lo hanno fatto nei confronti di chi, sfruttando e strumentalizzando una tragedia umanitaria e internazionale e ammantandosi di quella tragedia e di quel dramma, ha cercato di portare un attacco ben preciso a coloro che quelle istituzioni e lo Stato italiano rappresentano, portando, con onore e dignità, una divisa che è il loro lavoro (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
Crediamo, allora, che sia importante che il Ministro venga a riferire e che lo faccia partendo dal presupposto che tutti possono evidentemente - lo dice la Costituzione, non sicuramente il gruppo di Fratelli d'Italia - manifestare liberamente, purché lo facciano pacificamente e non troviamo nulla di pacifico nell'impedire a chi vuole andare a studiare di poter studiare, a chi vuole poter andare a produrre di poter produrre (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), a chi vuole andare a lavorare di poter andare a lavorare, bloccando treni, stazioni, autostrade, tangenziali.
Lo diciamo, allora, con chiarezza e mi assumo tutta la responsabilità del caso: se dobbiamo scegliere tra chi sta a bloccare treni, ferrovie, autostrade e tangenziali, e le ragazze e i ragazzi che portano la divisa, Fratelli d'Italia sa bene da che parte stare, dalla parte di chi porta la divisa con onore, decoro e dignità, rappresentando la patria, il tricolore e la nostra amata Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE - I deputati del gruppo Fratelli d'Italia si levano in piedi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Guardi, per il suo tramite, al capogruppo di Fratelli d'Italia dico che, se vuole manifestare contro chi blocca i treni e chi non fa funzionare i treni, può rivolgersi al Ministero dei Trasporti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), al Ministero di Salvini che non fa funzionare un treno e fa dei ritardi incredibili da quando è Ministro; oppure al suo compagno di partito, Lollobrigida - Ministro -, che blocca i treni a suo uso e consumo perché deve scendere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) a una stazione. Questo è il primo punto.
Due: ieri cos'è successo? Ieri è successo che 500.000 persone, in 82 piazze in tutta Italia, hanno manifestato non per se stesse (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Ricciardi, siamo sull'ordine dei lavori…
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Ma più ordine dei lavori di così.
PRESIDENTE. C'è una richiesta di informativa urgente...
RICCARDO RICCIARDI (M5S). La vogliamo anche noi e ci associamo alla richiesta di informativa.
PRESIDENTE. Prego.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Perfetto. Quindi, ieri 500.000 persone, in 82 piazze in tutta Italia, non hanno manifestato per sé stessi, non hanno manifestato per una propria rivendicazione, hanno manifestato per riscattare il nome dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) che voi calpestate, hanno manifestato per l'umanità.
Prendere, allora, alcuni episodi, sicuramente da condannare - sicuramente da condannare! -, per silenziare, per equivocare, per condannare un movimento incredibile di donne e di uomini che tutti i giorni manifesta per un genocidio di cui voi siete complici è vergognoso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! È vergognoso, perché quando il capogruppo prima ha parlato e ha detto: innanzitutto noi vogliamo manifestare la nostra più estrema solidarietà a… pensavo che si rivolgesse alla popolazione palestinese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra), che non ha avuto un minuto di solidarietà da parte vostra.
Ieri abbiamo assistito, in due ore, a più comunicati di condanna della violenza, della maggioranza e del Governo, che non in due anni di genocidio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra)! Ieri avete condannato la violenza e ammazzare Hind Rajab con 335 colpi da un carro armato non è violenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra)? E voi gli continuate a dare armi e continuate il memorandum militare con Israele. Allora, vi dovete vergognare per strumentalizzare un movimento di piazza straordinario, che noi ringraziamo e che fa onore, come fanno onore le donne e gli uomini che sono su quelle barche della Flotilla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. L'onorevole Ricciardi si associa, quindi, alla richiesta di informativa urgente.
Ha chiesto di parlare, sempre sull'ordine dei lavori, l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.
MARCO GRIMALDI (AVS). (Indossando una kefiah). Grazie, Presidente. Ci associamo alla richiesta per dire innanzitutto grazie: grazie a chi ogni giorno lavora per il nostro Stato, ma anche a chi, grazie alla nostra Costituzione, grazie alle lotte, grazie alla Resistenza, ieri ha scioperato per dire che ci sentiamo tutti responsabili, ma non ci sentiamo complici (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle). Grazie! Grazie ai tanti lavoratori e lavoratrici che hanno perso il proprio stipendio per dirlo, grazie agli studenti, grazie alle mamme e ai papà che hanno portato i loro figli. Sono centinaia di migliaia gli italiani che sono scesi in piazza pacificamente, in tanti, ma voi parlate solo - solo! - di quei casi, invece di dire che quei tumulti sono stati una piccola parte di un'onda, di un'onda che chiedeva a ognuno di noi di fare qualcosa di più.
E voi ci chiedete di indignarci? Noi ci indigniamo, ci indigniamo da più di due anni perché a Gaza non c'è una guerra, c'è un genocidio. Non c'è nessun esercito che risponde a Israele: ci sono 70.000 morti civili e 20.000 bombe sono andate giù e hanno trucidato bambini. Non ci sono più scuole, non ci sono più infrastrutture, non c'è più economia a Gaza. Siamo davanti a un piano, un piano di occupazione totale, già perché dopo l'apartheid c'è tutto questo e ha un solo nome: pulizia etnica.
A tutti voi, allora, quegli italiani hanno chiesto una cosa semplice. È la stessa che ci chiedeva Bignami: da che parte state? Noi sappiamo da che parte stare: stiamo dalla parte del diritto internazionale, che è stato violato da criminali di guerra come Benjamin Netanyahu, a cui voi stringete la mano (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle). Noi sappiamo da che parte stare. Abbiamo votato tutti insieme le sanzioni alla Russia e non abbiamo nessun dubbio: servono delle sanzioni a Israele per fermarli, per fermarli! Non bastano le vostre parole.
Così - fatemi dire - sono imbarazzanti le parole di una Presidente del Consiglio che fa cherry picking: sceglie la ciliegia giusta da assaggiare come le sue pastarelle, mentre Gaza brucia.
Voi parlate di Milano, parlate di quelle bruttissime scene, che nessuno di noi commemora, nessuno di noi vuole fare sue. Noi siamo pacifisti veri. Siamo pacifisti veri, sì (Commenti dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier), a differenza vostra, che siete per le guerre, siete per le armi, siete per il riarmo e siete pure per i fucili come giustizia privata! Lo siete voi, non noi. Lo siete voi. E, guardate, è indegno un Governo che, invece di ascoltare quel grido di dolore, dalle nostre piazze, l'unica cosa che riesce a fare è attaccare le opposizioni. Attaccateci pure. Ma non provateci nemmeno a sminuire quello che sta succedendo in Italia. Infatti, la verità è che voi siete in difficoltà. E sapete perché? Perché siete minoranza e quel grande grido di dolore dell'Italia ci dice: no, non nel nostro nome, per Gaza, per finire quell'assedio, per la Global Sumud Flotilla, per non essere complici di quel genocidio (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.
CHIARA BRAGA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Anche noi ci associamo alla richiesta di informativa, confidando che questa volta il Governo risponderà prontamente alla richiesta di venire in Aula a confrontarsi.
Noi abbiamo sempre condannato - non abbiamo difficoltà a farlo - le forme e gli episodi di violenza, perché non è nel nostro metodo, non ci appartiene. Ma quello che non è possibile, che non è accettabile è volere travisare la verità, cioè non riconoscere che quello che è accaduto ieri, in centinaia di piazze del nostro Paese, è un atto di coscienza collettiva.
Le persone che ieri hanno scioperato (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra), hanno manifestato, hanno fatto quello che questo Governo non riesce a fare, continua a non volere fare, fuggendo al confronto, all'assunzione di responsabilità qui, in Parlamento, nel condannare, apertamente, duramente l'operato del Governo di estrema destra di Netanyahu, nel sostenere le sanzioni proposte dalla Commissione europea e nel prendere una posizione chiara sul riconoscimento dello Stato di Palestina.
E, allora, Presidente, voglio ricollegarmi anche a quello che è avvenuto in questi giorni. Voglio ringraziare il Presidente Fontana per essersi fatto parte attiva e avere consentito a quest'Aula di ritrovare la propria dignità e avere, seppure in ritardo, una presenza del Governo con il Ministro Tajani che verrà a rendere comunicazioni su quello che accade a Gaza.
Ma la fuga continua della Presidente Meloni è inaccettabile (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra)! Il fatto che lei non venga qui a confrontarsi con il Parlamento, a dire come voterà sulle sanzioni a Israele, è ancora più grave, visto che domani interverrà all'Assemblea delle Nazioni Unite, senza avere ricevuto un mandato da quest'Aula, dalle forze politiche, persino dalla sua maggioranza, che è paralizzata, perché divisa, incapace di dire cosa pensa, incapace di dire una parola di umanità, ma, invece, è complice, e sta continuando ad essere complice.
Allora, oggi, siamo qui e le chiediamo di farsi parte attiva, perché ci sia un ripensamento anche da parte del Governo. Noi continuiamo a chiedere qui la presenza della Presidente del Consiglio, ma vogliamo che questa discussione e anche l'informativa, che ci sarà, non consentano la strumentalizzazione di una pagina bella, positiva della coscienza civile del nostro Paese, di chi sceglie di non girarsi dall'altra parte, di fare quello che il proprio Governo non fa, di sostenere, come fanno i volontari della Flotilla, una grande operazione umanitaria e di dire che non è più tempo del silenzio e della complicità su Gaza per la difesa del diritto internazionale, per la difesa dei principi di umanità, che tutti noi dovremmo sentire il dovere di difendere (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Bagnasco, che però non vedo… Onorevole Bagnasco, prego. Pensavo fosse al suo posto, giù. Prego. Ne ha facoltà.
ROBERTO BAGNASCO (FI-PPE). Sono salito di grado, Presidente. Mi spiace.
PRESIDENTE. Bene. No, no, come le spiace, anzi, meglio.
ROBERTO BAGNASCO (FI-PPE). Verso il cielo… Ho ascoltato gli interventi della minoranza, dell'opposizione. Speravo che, in un'occasione del genere, si esimessero dalla solita sceneggiata a cui, purtroppo, ci hanno abituati in questi mesi, in questi anni (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista – Il deputato Ciani: “Presidente, si associa?”).
PRESIDENTE. Fatelo parlare… Intanto, onorevole Bagnasco, lei si associa alla richiesta di informativa urgente?
ROBERTO BAGNASCO (FI-PPE). …Ieri, oggi, domani, siamo solidali con le Forze dell'ordine. Le Forze dell'ordine. Si tratta di persone che, per un milione e 300, un milione e 400, un milione e 500 euro al mese (Commenti di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle)…
PRESIDENTE. Onorevole Bagnasco, perdoni un secondo, perdoni un attimo…
ROBERTO BAGNASCO (FI-PPE). …rischiano la loro pelle…
PRESIDENTE. Il microfono…
ROBERTO BAGNASCO (FI-PPE). …non so se li avete…
PRESIDENTE. Allora, se no non ci capiamo. Per favore, mi dice se si associa - così tranquillizziamo i colleghi - alla richiesta di informativa urgente? Poi va avanti a svolgere il suo intervento nel silenzio dell'Aula. Prego, onorevole Bagnasco. Si associa, dunque, alla richiesta di informativa?
ROBERTO BAGNASCO (FI-PPE). Possiamo parlare serenamente, tranquillamente (Commenti di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle)…
PRESIDENTE. Colleghi, è solo…
ROBERTO BAGNASCO (FI-PPE). Ma l'ho detto! Quante volte ve lo devo dire? Se volete, posso anche urlarlo. Siete abituati a persone che urlano. Presidente, mi associo! Forza Italia si associa (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Ci associamo! Credo sia abbastanza chiaro.
Per quanto riguarda, poi, le Forze dell'ordine, lo avete visto ieri, non devo inventare niente. Si tratta di immagini che purtroppo sono andate in tutto il mondo, come in tutto il mondo sono andate purtroppo - e ripeto purtroppo - tante altre immagini che ci vedono sicuramente molto lontani.
Ieri abbiamo visto le nostre Forze dell'ordine, ragazzi sulla strada che guadagnano un milione e mezzo, un milione e 600 (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)… 1.500 euro, 2.000, non facciamoci prendere in giro, per favore. E voi lo sapete benissimo: sono lavoratori, con la “L” maiuscola e anche ieri hanno dimostrato che la Polizia, i Carabinieri sono veramente straordinari nel portare avanti il loro lavoro. Non so quanti avrebbero resistito, come hanno resistito, le nostre Forze dell'ordine, di fronte a degli scalmanati ossessionati, come abbiamo visto in televisione. Quindi, credo che la prima nostra posizione ovviamente sarà sempre la solita, quella che abbiamo sempre manifestato: piena, totale, non condizionata e assoluta vicinanza alle Forze dell'ordine. Grazie, grazie, grazie!
E poi anche la nostra posizione - è l'ora di finirla -, la posizione del nostro Paese, più volte espressa dal Presidente del Consiglio, chiaramente e naturalmente, e più volte riconfermata anche in quest'Aula e anche recentemente dal Vicepresidente del Consiglio, Ministro degli Esteri, è quella di due Stati, due popoli e due Stati. Noi l'abbiamo detto prima, lo diciamo adesso, non abbiamo nessuna difficoltà a dire che saremo i primi a riconoscere ovviamente la Palestina, quando ci saranno le possibilità concrete e reali di riconoscerla.
Oggi andremmo a riconoscere uno Stato che non esiste, guidato da un assassino (Commenti della deputata Boldrini), guidato da terroristi. Quindi, credo che noi non possiamo fare diversamente. L'abbiamo detto ed è questa la nostra posizione. È una posizione, credo, la più seria, la più chiara, la più semplice anche da comprendere per chi naturalmente non fa orecchie da mercante, come avete fatto voi in tutti questi mesi e continuate a fare.
Per quanto riguarda, poi, ovviamente, l'invito al Presidente del Consiglio, credo che il Presidente del Consiglio abbia il massimo rispetto - l'ha sempre dimostrato - di questa Assemblea; è maggiorenne, vaccinato e capace, lo sta dimostrando a livello anche internazionale. Verrà in Aula quando ovviamente riterrà opportuno venire. Il Governo, ai massimi livelli, è già venuto e verrà ancora a breve scadenza. Io credo che quando un Vicepresidente del Consiglio viene in Aula, pronto ad un confronto, il più articolato possibile, la risposta sia più che sufficiente, che sia una risposta completa, totale, assoluta e che tutto il resto appartiene solamente, cari amici, alla strumentalizzazione più banale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Grazie.
ROBERTO BAGNASCO (FI-PPE). Nient'altro da dire. E, ancora una volta, noi siamo e saremo sempre con le nostre Forze dell'ordine (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Bagnai. Ne ha facoltà.
ALBERTO BAGNAI (LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo per associarmi, a nome del mio gruppo, alla richiesta di informativa urgente espressa dall'onorevole Bignami.
E con l'occasione anche per esprimere la solidarietà di tutti i parlamentari del mio gruppo all'operato delle Forze dell'ordine, che in seguito al meraviglioso momento di coscienza collettiva di cui ho sentito parlare poc'anzi, hanno in molti casi subito traumi e sono stati ricoverati in ospedale. Quindi, non è stato solo un momento di coscienza, un momento di pensiero. È stato anche un momento di azioni - ce lo possiamo dire - rispetto alle quali da una parte dell'emiciclo, sinceramente, non ho sentito parole di condanna (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle), ma solo di giustificazione e minimizzazione: “500.000 persone, però quattro gatti…”. Insomma, c'è stato un ridotto numero di compagni che hanno sbagliato (Commenti di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle), mi è sembrato di capire. Io, però, tenderei a non vederla così.
PRESIDENTE. No, colleghi, per favore. No, non va bene. Avete ognuno detto quel che volevate. Dovete rispettare il collega Bagnai, che può dire quel che gli pare. Chiaro? Quindi, per favore, silenzio! Lo stesso silenzio - che avete preteso e che io vi accordo - voi lo osservate (Proteste del deputato Casu)… Non si rivolga così a me, perché io la richiamo e la mando subito fuori, chiaro (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)? Prego, onorevole Bagnai.
ALBERTO BAGNAI (LEGA). Posso, Presidente?
PRESIDENTE. Prego.
ALBERTO BAGNAI (LEGA). È il momento, perché, poi, se uno non sceglie bene il momento, abbiamo visto che anche in quest'Aula… Bene, allora, se posso aggiungere un concetto, insomma, in attesa del momento che ci accingiamo a vivere in quest'Aula, sentirsi accusare di complicità in un genocidio, sentirsi accusare di volontà o intenzione o semplicemente tolleranza verso l'uso delle armi per regolare fatti personali, mi sembra lievemente esagerato. Noi abbiamo accolto in silenzio queste civili osservazioni della nostra opposizione e altrettanto civilmente però le rimandiamo al mittente.
La violenza - lo stiamo vedendo - non alberga, in questa fase storica, prevalentemente a destra, direi che alberga prevalentemente a sinistra da quando la sinistra ha perso il sostegno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) di quelle classi di cui un tempo difendeva gli interessi e adesso non ha più molto da dire, se non delegittimare i propri avversari politici, perché dire che difende il lavoro non può farlo. Fra l'altro, io vedo che qui siamo tutti contrari alle violenze e siamo tutti profondamente scossi e rattristati per le immagini che vediamo, per quelle vere e per quelle false, siamo comunque rattristati. Però, io noto una singolare coincidenza fra la mappa di chi esprime con violenza il proprio sconcerto che collima pressoché perfettamente con la mappa di quelli che, mentre il nostro Paese subiva un'aggressione interna, ossia quella dell'austerità, quella dell'applicazione delle regole che sfasciavano il nostro tessuto produttivo e che hanno creato anche loro i loro lutti, stava tranquillamente in silenzio e non manifestava. Lì la sinistra non esisteva, non c'era. Quella roba andava bene perché succedeva qui e quella roba invece, che succede fuori va male perché è un modo per strumentalizzare, per chiamare intorno ad una bandiera o a una kefiah, come abbiamo visto, un nucleo di consenso che però si basa su qualche cosa di estemporaneo e che, quindi, necessariamente, poi, deve estrinsecarsi in queste forme violente e sinceramente intollerabili.
Quindi, noi desideriamo che il Ministro porti la sua autorevole voce per spiegare quello che è successo, perché riteniamo che quello che è successo sia intollerabile e sia indegno di un Paese civile (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Anche noi, come gruppo di Noi Moderati, ci associamo alla richiesta del collega Bignami di informativa. Rispettiamo chi è sceso in piazza in modo pacifico per esprimere solidarietà al popolo palestinese, ma condanniamo duramente e fermamente gli atti di violenza a cui abbiamo assistito in queste ore, perché crediamo che sia una cosa inaccettabile che le nostre strade e le nostre città diventino un campo di battaglia quando c'è qualcuno che dice di andare in piazza per difendere, invece, la pace. Mi sembra che non si può difendere la pace in Palestina e pretendere, invece, di fare guerriglia urbana all'interno delle nostre città (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare). Allora, anche noi esprimiamo solidarietà alle Forze dell'ordine e crediamo che tutte le forme di strumentalizzazione su questo tema siano un gravissimo errore, perché, invece di creare un sano confronto politico, c'è la solita strumentalizzazione per prendere un voto in più. Noi, invece, crediamo che sia giusto, con chiarezza, dare delle soluzioni e assumere delle posizioni responsabili che possano, con un Governo che è quello italiano, dare un contributo a livello internazionale, perché ci possa essere un vero clima di pace, e non dare in Italia esempi di guerra (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, sempre sullo stesso argomento, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). La ringrazio, Presidente. Premetto che noi condanniamo in modo inequivocabile gli atti di violenza, che si sono registrati ieri, esattamente come abbiamo fatto in ogni altra occasione. Vorrei dire, però, che potremmo anche evitare in quest'Aula di accompagnare questo al tentativo di rimpallare da una parte o dall'altra la responsabilità, forse oggettiva, di quello che accade.
Io penso che ciascuna forza politica in quest'Aula, ciascun deputato e parlamentare in quest'Aula sia assolutamente contrario e abbia già condannato gli atti di violenza che ci sono stati. Però, signor Presidente, questo è nell'interesse di tutti. Lo dico perché non è che quando c'è una manifestazione, magari per l'anniversario di Acca Larenzia, e ci sono delle persone che fanno il saluto romano… Io ho sempre difeso quando c'erano delle personalità di Fratelli d'Italia che non potevano essere associate a delle cose che accadevano a prescindere, ovviamente, dalla loro volontà e dal loro interesse politico nel vivere una determinata manifestazione.
Il fatto - lo dico, anche attraverso di lei, all'onorevole Bagnai, ma anche all'onorevole Bignami - che si immoli sull'altare di quello che è accaduto - e che tutti condanniamo - l'esercizio di democrazia su alcune piattaforme… io non sono d'accordo sul fatto che questo Governo è complice del genocidio in Israele. Ma ieri è successa una cosa importante che sarebbe potuta succedere in qualunque altro contesto e alla quale potrebbero aver partecipato forze politiche opposte a quelle che siamo stati noi. Ieri c'è stato un grande esercizio di democrazia e noi dobbiamo ringraziare le Forze dell'ordine perché hanno garantito che la stragrande maggioranza delle persone, che pacificamente sono andate in piazza per manifestare le loro idee, possano averlo fatto a difesa della Costituzione e mettendo davanti la propria incolumità personale. Tutti condanniamo questo, ma è, a mio avviso, risibile e anche inaccettabile che da una parte o dall'altra si tenti di scaricare qualcosa che, chiaramente, non ha una responsabilità politica in quello che ieri hanno voluto fare centinaia di migliaia di persone, ma di gruppi che sappiamo perfettamente di volta in volta - ci ricordiamo i black bloc e ci ricordiamo altre cose - intervengono.
Per me, signor Presidente, quelli lì non sono di sinistra, non sono di estrema sinistra e non sono fascisti: sono soltanto delle persone violente, che distruggono l'iniziativa politica di tante persone che pacificamente hanno sentito di manifestare il loro pensiero. E in questo credo che dovremmo smetterla di rimbalzarci una cosa, una addosso all'altra, ma semplicemente prendere atto e ringraziare, ancora una volta, le Forze dell'ordine per aver garantito che in questo Paese possa esserci la manifestazione del pensiero in modo democratico, arginando i violenti, che condanniamo tutti (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ai fini del verbale, lei si associa alla richiesta di informativa urgente, per cui anche il gruppo che lei rappresenta.
Vi ringrazio, colleghi. Peraltro, il Ministro Ciriani ha ascoltato le vostre richieste e si farà latore con il Governo e con il Ministro dell'Interno di accelerare o di fare in modo che ciò avvenga.
In memoria di Charlie Kirk.
PRESIDENTE. Passiamo a questo punto agli interventi per ricordare la figura di Charlie Kirk.
Ha chiesto di parlare il deputato Alessandro Amorese. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO AMORESE (FDI). Grazie, Presidente. Charlie Kirk: uomo, figlio, marito, padre, cristiano, conservatore. Ucciso perché aveva in mano questo: un microfono.
L'unica vera sua arma, insieme a quella delle idee, dei suoi valori, dei suoi progetti. Quelli di un padre ucciso a 31 anni che guardava negli occhi chi lo amava, chi lo seguiva, college dopo college, ma anche chi non lo amava, gli avversari mai nemici.
Charlie Kirk probabilmente avrebbe voluto dialogare anche con coloro che, con il corpo ancora caldo, tendevano a massacrarne il ricordo, a festeggiare l'uccisione politica, culturale e religiosa di un uomo di 31 anni che adorava parlare con gli altri, che adorava confrontarsi con gli altri. Si sarebbe confrontato volentieri anche con coloro che ne diffamavano il messaggio; tutte falsità abbiamo detto. Si sarebbe confrontato volentieri anche con coloro che dicevano: “ma sì, in fondo Charlie Kirk se l'è anche un po' cercata”. Si vergognino. Perché sono stati docenti, sono stati i giornalisti, sono stati gli opinionisti che avrebbero dovuto dire il contrario, a prescindere da quello che diceva Charlie Kirk qualora l'avessero conosciuto.
Sì, dovevano dire che la persona che ha ucciso Charlie Kirk doveva essere condannata, dovevano essere condannati coloro - la matrice è chiara - che hanno armato quel ragazzo. Sono chiare le frasi su quelle pallottole. Quei personaggi non conoscono concetti come la pietas romana, non conoscono la storia, Achille che riporta a Priamo il corpo di… Ettore - scusate, ma l'emozione è ampia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) - perché vedere una moglie, Erika, che perdona quel ragazzo è il messaggio più importante che, in quest'Aula, dobbiamo raccontare e che dobbiamo tramandare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E allora, questo messaggio ci porta lontano, perché avete visto tutti quel bellissimo esempio che è stato il suo funerale. Come ha detto il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è un messaggio potentissimo al mondo intero, al dibattito intero della politica. Allora, è giusto aver chiesto, come Fratelli d'Italia, questa commemorazione. È fondamentale perché noi siamo i primi che dobbiamo dare il buon esempio condannando un linguaggio d'odio, condannando la cultura della morte, condannando ogni tipo di odio politico che ancora in questa Nazione serpeggia. Non so in questa Nazione quanti avrebbero potuto parlare negli atenei con la libertà e anche, voglio dire, la sfrontatezza giovanile di Charlie Kirk. Lo sappiamo quello che accade spesso negli atenei italiani, nelle scuole. Allora, l'esempio - chiudo - è molto chiaro; davanti a noi un popolo in cammino, quello di Charlie Kirk, composto, serio, profondo, che si raccoglie mentre noi avremmo trovato le macchine incendiate, avremmo trovato le città devastate. Questa è la differenza. La differenza di uno stile, a prescindere dai valori, a prescindere dalla religione, ma è la politica quella che ci deve seguire.
Charlie Kirk non è stato ucciso, il suo ricordo vivrà in eterno come quel ciondolo che in questo momento è al collo di Erika Kirk, sporcato, macchiato di sangue, ma quel ciondolo sarà il simbolo, il simbolo del coraggio di quell'uomo che noi porteremo in giro per il mondo (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Dopo l'intervento dell'onorevole Amorese adesso interverranno i rappresentanti dei gruppi e vi ricordo che il tempo a disposizione è di due minuti ciascuno.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Cuperlo. Ne ha facoltà.
GIANNI CUPERLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. L'uccisione di Charlie Kirk è un crimine e chi gli ha sparato è un assassino. Per noi la condanna di quel crimine e la pietà verso quella vittima non sono in discussione. Chiunque, fuori e dentro quest'Aula, polemizzi su questo taccia. Dinanzi alla morte chi non abbassa il capo coltiva i semi dell'odio. Non lo ha fatto la moglie al funerale, lo ha fatto il Presidente degli Stati Uniti. Dinanzi a quella bara lui ha detto “io odio i miei avversari”; ha aggiunto che Charlie Kirk è un simbolo della libertà. “Penso che Michelle Obama ha il cervello più piccolo di una donna bianca”; “se stuprano mia figlia io le dico devi tenerti il bambino. Ti piaccia o no. Devi, perché? Legge di Dio”; “la pena di morte io la metterei in televisione (…), che la vedessero i bambini”. Chi ha parlato così era un uomo che, come tutti in democrazia, aveva il diritto di pronunciare anche delle bestialità, ma chi ha parlato così non era un simbolo della libertà (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra).
Quanto a noi, quanto a voi - quanto a noi, quanto a voi - solo un'ignoranza colpevole può indicare in questa parte, non del Parlamento, del Paese, il terreno di coltura della violenza politica. Solo il cinismo può calpestare la storia evocando il clima brigatista che abbiamo combattuto. La violenza politica ha ucciso Kirk (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra – Deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra si levano in piedi) e, a giugno, ha massacrato Melissa Hortman, deputata democratica del Minnesota e il marito senza che noi alzassimo il dito contro qualcuno, senza che voi, in quest'Aula, abbiate pronunciato una sola parola di condanna.
Solo chi non prova vergogna può titolare un giornale “Assassinato a colpi di Bella ciao” perché non si è squadristi solo col manganello in mano; lo si è nell'uso delle parole usate come badili.
Abbiamo una diapositiva, non della sinistra italiana, ma della sinistra mondiale.
Lo ha detto Giorgia Meloni. Che imbarazzo, che tristezza. Un tempo c'è stato chi voleva trasformare quest'Aula in un bivacco per i suoi manipoli ma la democrazia ha prevalso.
PRESIDENTE. Concluda.
GIANNI CUPERLO (PD-IDP). Andate dove vi portano la natura e il cuore, noi resteremo qui e qui ci troverete. Sempre (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Molinari. Ne ha facoltà.
RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie, Presidente. Charlie Kirk era un giovane uomo di 31 anni, un conservatore, un repubblicano, un attivista, che svolgeva il suo impegno politico confrontandosi con i ragazzi giovani. Frequentava i campus universitari, le scuole, i luoghi di aggregazione ed esprimeva le sue idee. E il primo colpo al cuore che ho avuto quando ho visto la scena del suo brutale omicidio è stato pensare che quel ragazzo poteva essere come tanti di noi, perché chi fa politica, chi lavora nel mondo culturale, chi porta avanti delle idee, tendenzialmente inizia a farlo da giovane, inizia a farlo proprio in quel modo, parlando all'assemblea di istituto, incontrando i giovani, facendo quello che faceva Charlie Kirk. E quindi mi aspettavo che un senso di empatia generale coinvolgesse il dibattito dopo quel fatto e, purtroppo, non è stato così. Purtroppo, un attimo dopo abbiamo iniziato a vedere una serie di uscite, di dichiarazioni, di articoli in cui non si condannava il fatto ma si cercava di capire che cosa Charlie Kirk dicesse e si cercava di costruire un sentimento negativo verso le parole di Charlie Kirk. Quasi come se portare avanti determinate idee e portare avanti determinati principi in qualche modo rendesse meno grave un omicidio. Io penso che questo sia intollerabile (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).
Il dramma di questa vicenda è che, in questa costruzione, tra l'altro forzata anche su alcune sue prese di posizione… e mi fa veramente male al cuore aver sentito alcune fake news sulle sue dichiarazioni ripetute poco fa anche in questo Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia), mi fa molto male, ma, indipendentemente da cosa dicesse e cosa pensasse (ovviamente noi non condividiamo tutto quello che diceva ma il suo format era “Prove me wrong”, “dimostrate che ho torto”), quindi, era un approccio democratico, di confronto, di dibattito, ecco, io ero convinto che, nella società occidentale, quel principio illuminista di Voltaire - per cui posso non condividere nulla di quello che dici ma sono pronto a dare la vita per fartelo esprimere - fosse radicato. Purtroppo, mi sono e ci siamo risvegliati in una Italia, in un Occidente dove questo principio così radicato non è. Questo ci fa paura e pensiamo che il lavoro comune di tutti noi, a partire da qui dentro, debba essere quello di riaffermare quel principio perché, diversamente, il pilastro su cui si fonda la convivenza democratica nelle nostre repubbliche democratiche occidentali è drammaticamente a rischio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolo Emilio Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO EMILIO RUSSO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Interveniamo in quest'Aula per commemorare la tragica fine di Charlie Kirk, una figura la cui vicenda affonda le radici nella complessa realtà americana. È bene essere chiari fin da subito. Come i colleghi che siedono in questi banchi, ritengo che buona parte delle idee e delle tesi espresse da Kirk non sia condivisibile; anzi, su temi cruciali che riguardano i diritti delle persone - dalla parità di genere all'inclusione sociale fino all'aborto - alcune sue posizioni contrastano con i principi fondamentali di libertà e uguaglianza che ispirano il nostro impegno politico. Sarebbe però un errore grave leggere questa vicenda con occhiali italiani o europei. Kirk è una vittima: la vittima di una violenza politica che è sempre inaccettabile.
In Italia e in Europa, grazie a grandi partiti strutturati e a un quadro istituzionale solido, a una lunga e radicata tradizione democratica ispirata ai valori dell'Umanesimo, i contrasti politici sono oggi incanalati in forme civili e democratiche, senza le fratture razziali o la violenza armata che hanno segnato gli Stati Uniti. Non si chiude più la bocca a chi sostiene tesi che non condividiamo con una pallottola, non servono armi sugli scaffali dei supermercati per farsi giustizia, è possibile - e anzi è un dovere - far pagare chi sbaglia senza la sedia elettrica. C'è, però, forse una lezione che possiamo trarre da questa tragedia: la libertà di parola e di opinione è sacra e inviolabile e questa libertà, che noi diamo ormai per scontata come l'aria che respiriamo, può costare la vita nella più grande democrazia del mondo, come nelle tante dittature e autocrazie che sopravvivono in ogni parte del mondo.
Ecco perché questa occasione offre l'opportunità di celebrare con orgoglio l'articolo 21 della nostra Costituzione, che rappresenta un presidio che tutti noi, senza distinzioni, dobbiamo difendere attivamente ogni giorno, anche di fronte a idee che ci ripugnano. Una libertà che conosce un unico limite: quello dell'articolo 3, che garantisce uguaglianza di tutti i cittadini senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione o opinioni politiche (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Io non entrerò neanche un secondo nelle parole e nelle opinioni di Charlie Kirk, perché non voglio prestarmi al vostro squallido giochino di prendere una frase, una parola, per poter dire: vedete? Giustificano, vedete? Fanno dei distinguo; neanche un secondo, neanche un secondo, non è questa la sede. Non mi presterò e non ci presteremo a questa vergognosa operazione politica per cui tre quarti di persone qua dentro due settimane fa nemmeno sapevano chi era Charlie Kirk e utilizzano la tragedia della morte di un ragazzo per fare squallida propaganda politica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché sentire qui davanti il Ministro per i Rapporti con il Parlamento che parla di un clima da Brigate Rosse, è quanto di più vergognoso.
Allora, qual è il mainstream woke? Il mainstream siete voi. Avete la Rai, avete gli editori, avete Mediaset, avete tutti. Il mainstream siete voi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), okay? Quindi, non elenco le violenze rivolte da tutta la vostra parte politica, ma utilizzare la morte di questa persona e pensare che qui dentro ci sia anche solo un deputato o una deputata - o fuori di qui - che non è inorridito nel vedere un ragazzo di 31 anni che prende una fucilata nel collo (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) è orrendo, va oltre la dialettica politica. Ma io sono sicuro che molti di voi, in questa grande internazionale di destra, quasi quasi si sfregano le mani (Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché nella morte di quel ragazzo hanno visto un'opportunità politica e per questo dovreste vergognarvi ancora di più (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giulia Pastorella. Ne ha facoltà.
GIULIA PASTORELLA (AZ-PER-RE). Il brutale assassinio di Charlie Kirk si inserisce, purtroppo, in una lunga storia di violenza degli Stati Uniti: quattro Presidenti uccisi, tre che hanno subito un attentato non fatale, ma non solo; il Dr. King, Malcolm X, la deputata Melissa Hortman, insomma centinaia di attivisti politici rimasti vittime delle armi da fuoco indipendentemente dal loro colore.
Eppure in questi giorni abbiamo sentito dire che la destra è vittima di una campagna d'odio. Io francamente non penso che sia così, tuttavia do ragione a quanti oggi da destra sentono di essere un bersaglio e per questo hanno paura. Hanno ragione, sì, perché la violenza politica oggi ha ripreso vigore nelle nostre società. Minacce, insulti, percosse sono all'ordine del giorno; oggi chiunque può diventare vittima dell'odio che tradizionalmente ha colpito quelle parti della società considerate diverse, minoritarie. Questa consapevolezza dovrebbe scuotere tutti noi in quest'Aula, perché ci mette tutti sullo stesso piano: siamo tutti vulnerabili.
Per fortuna la situazione in Italia non è neppure paragonabile a quella degli Stati Uniti, né per diffusione delle armi, né per quante sono le loro vittime, ma se non cambiamo rotta rischiamo che l'inasprirsi del conflitto possa diventare fatale anche a noi. Allora, colleghi, dobbiamo tutti impegnarci ad abbandonare il linguaggio dell'odio contro chiunque non ci piace senza eccezioni, perché non si può predicare rispetto qui in Aula e al contempo insultare da Pontida gli altri leader politici, compreso il nostro segretario. Dobbiamo condannare ogni atto di violenza sempre, senza ambiguità e senza strumentalizzazioni, non come ha fatto il Presidente Trump, che oggi finge di non ricordare neppure il nome di Melissa Hortman, deputata democratica uccisa a giugno. Dobbiamo intercettare il disagio che cova sotto la superficie perché la violenza nasce lì, come dimostrano i tratti condivisi degli attentatori.
Colleghi, non è il momento di cercare nuovi avversari o nuovi martiri, non è il momento di dividere, di etichettare, di lanciare accuse. È il momento di guardarci negli occhi e riconoscere che questa battaglia appartiene a tutti noi, perché l'odio ci rende fragili e indebolisce le nostre democrazie, ma la responsabilità condivisa può renderci forti e oggi, più che mai, dobbiamo scegliere la forza dell'unità contro la debolezza della violenza (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.
ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. L'assassinio brutale di Charlie Kirk va condannato: noi l'abbiamo fatto e lo condanniamo anche oggi nel Parlamento della Repubblica italiana. La violenza politica e l'incitamento all'odio vanno fermati e per questo va evitata anche, con molta franchezza, la strumentalizzazione politica che del caso Kirk si sta facendo. Non si è avuta la stessa attenzione per l'assassinio della deputata democratica americana Melissa Hortman e di suo marito, del ferimento del senatore Hoffman, di tanti e tanti altri attivisti e militanti politici negli Stati Uniti d'America. Noi condanniamo la violenza e ci battiamo per la libertà di pensiero, ma chiedo a voi - chiedo a voi - se chiudere università, cacciare giornalisti, minacciare di chiudere televisioni negli USA (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), perché non in linea con il pensiero trumpiano, è un segnale di libertà. È libertà di pensiero questa? No, non lo è. Ma chiedo a voi: mettere al bando le associazioni antifasciste, come ha fatto ieri Trump, è un segnale di libertà (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)? Non è un segnale di libertà.
Oggi noi ricordiamo il brutale assassinio di una persona, Charlie Kirk, uccisa sicuramente per il suo pensiero e molti esponenti della destra… prima ho sentito la legittima commozione dell'esponente di Fratelli d'Italia. Signor Presidente, io mi auguro che questo Parlamento possa commemorare i 20.000 bambini palestinesi uccisi che a Gaza nessuno ha commemorato (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e della deputata Boldrini) e per i quali non sono state versate lacrime di ogni tipo. È brutto mettere una morte da una parte e un'altra dall'altra, però lo dico con molta franchezza: quando si usa la violenza politica - che sta da tutte le parti - come strumento per puntare il dito contro una parte, si fa un pessimo servizio. Ma poi, signor Presidente…
PRESIDENTE. Concluda.
ANGELO BONELLI (AVS). …quando si dice - come diceva Kirk - che “il prezzo che paghiamo per la libertà di possedere armi è che qualcuno talvolta sarà ucciso”, io dico, invece, di essere fiero di stare nella Repubblica italiana che, a differenza degli Stati Uniti d'America, non consente la vendita di armi ai privati (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra) e che impedisce a qualche sconsiderato di fare quello che è accaduto negli USA. Rifletta la destra di chi oggi pensa che vendere armi sia un elemento per fare giustizia da sé (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Siamo fieri di quello che siamo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il 10 settembre scorso negli Stati Uniti - è stato ricordato - un giovane attivista politico, Charlie Kirk, è stato assassinato mentre esponeva le sue idee davanti a un pubblico di studenti universitari. Un colpo di fucile lo ha raggiunto al collo, ponendo fine alla sua vita in modo brutale. Non è stato soltanto un crimine, è stato un gesto che ha scosso le coscienze in tutto il mondo, una ferita profonda inferta alla libertà di pensiero e al valore del confronto civile. Si può anche non condividere il modo estremo con cui portava avanti le sue idee, ma quando il dissenso degenera in violenza, quando un'idea diventa motivo di morte, viene colpita al cuore la democrazia. Il confronto politico, anche il più acceso, non può e non deve mai trasformarsi in odio o in aggressione fisica. Il terreno della politica è quello delle parole, non delle armi.
Charlie Kirk credeva nel dialogo, nella possibilità di ascoltare chi la pensava diversamente, nel rispetto pur nella contrapposizione. La sua eredità ci chiede di costruire ponti invece di muri, di discutere senza trasformare l'avversario in un nemico, di difendere la dignità di ogni persona, anche quando le opinioni sono lontane dalle nostre idee. Eppure, persino davanti a una tragedia come questa, c'è chi prova a usare il dolore come strumento di polemica. È un errore grave. Il ricordo di Kirk non appartiene a nessuna parte politica, appartiene a chiunque creda nei valori della libertà e della civiltà. Onorevoli colleghi, se vogliamo davvero onorare la sua memoria, facciamolo con azioni concrete: meno strumentalizzazioni, più rispetto; meno slogan, più ascolto e responsabilità. Difendiamo il diritto di ciascuno a esprimersi senza paura, perché senza libertà e senza rispetto la democrazia perde la sua anima (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boschi. Ne ha facoltà.
MARIA ELENA BOSCHI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. L'uccisione barbara di Charlie Kirk è sicuramente un fatto tragico. Ieri, nel vedere le immagini dei figli piccoli rimasti senza padre o nell'ascoltare le parole della moglie che, piangendo, perdonava il suo assassino, chi non si è commosso? Le lacrime non sono né di destra né di sinistra. C'è un senso profondo di dolore per quella morte che non ha giustificazioni e noi non troviamo giustificazioni nemmeno per coloro che, in qualche modo, hanno voluto trovare alibi o motivi di comprensione per l'assassinio di Charlie Kirk. Al tempo stesso, però, avremmo voluto ascoltare parole di solidarietà e di empatia quando è stata uccisa, qualche mese fa, la parlamentare democratica Melissa Hortman, con il marito, da un estremista di destra; le stesse parole di condanna che a loro sono mancate.
Noi non condividiamo la maggior parte del pensiero di Kirk, le sue posizioni sono lontanissime dalle nostre, eppure difendiamo e difendevamo il suo diritto a poterle esprimere liberamente. Però, sinceramente, chi oggi, in nome di una asserita libertà di pensiero, in realtà silenzia gli avversari politici e coloro che non sono allineati è proprio l'amministrazione Trump negli Stati Uniti, non certo la sinistra.
E allora, Presidente, e concludo, credo che se il cordoglio ci unisce tutti, diversa però è stata la reazione politica a quell'uccisione. Io non posso condividere la scelta che ha fatto la destra, anche nel nostro Paese, a cominciare dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, di strumentalizzare quel fatto tragico per attaccare in modo generalizzato la sinistra in modo ingiustificato e ingiusto e, soprattutto, non possiamo condividere le parole che poi si sono susseguite, in un crescendo, da parte dei suoi Ministri, compreso il Ministro Ciriani, che ha evocato le BR solo perché le opposizioni fanno il proprio lavoro. Credo che tutti dobbiamo abbassare i toni e alzare il livello del confronto politico, tutti, maggioranza e opposizione, destra e sinistra. Lo abbiamo fatto in passato, quando abbiamo avuto noi responsabilità di Governo ed eravamo in piena campagna elettorale nel 2018 (ricordiamo tutti i fatti di Macerata); spetta oggi al Governo questa responsabilità, perché Giorgia Meloni e il Governo rappresentano tutti i cittadini italiani, anche coloro che non li hanno votati, e acuire le lacerazioni, le divisioni, in questo momento, nella nostra società, è un grave errore. Noi dobbiamo cercare di ricucire la nostra comunità, proprio in un momento di tensioni…
PRESIDENTE. Concluda.
MARIA ELENA BOSCHI (IV-C-RE). … anche a livello internazionale. E qui chiudo, Presidente. Tutti noi dobbiamo evitare, a prescindere dalle campagne elettorali o da qualche punto o mezzo punto in più nei sondaggi, di instillare e seminare delle parole di divisione e di lacerazione, perché, altrimenti, pagheremo tutti un prezzo molto alto (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Penso che le istituzioni e la politica tutta, a partire da quella statunitense, avrebbero dovuto esprimere sdegno e condanna, senza sfumature, per il crimine orrendo e folle di un folle, chiedere che la giustizia facesse il suo corso ed esprimere unanime cordoglio alla famiglia di Charlie Kirk; avrebbero dovuto chiedere unità nel segno della Costituzione e delle Costituzioni e avrebbero dovuto avere la forza di fermarsi a questo, esprimendo così la determinazione della democrazia a difesa della libertà. Invece Trump per primo, la sua amministrazione e il mondo MAGA hanno da subito strumentalizzato la morte violenta di Kirk, buttandola nell'agone politico, parlando di sinistra, left, a volte radical, a volte no. E anche in Italia è stato detto, da Palazzo Chigi si è seguito questo canovaccio.
Ma se, come è stato oggi, il piano del discorso è quello di onorare la memoria di Kirk, per me significa dire che non condividevo nulla delle cose che diceva, che erano l'opposto dei valori di libertà individuale di ogni individuo e rispetto dei diritti civili e umani universali. È stato detto: era un suprematista bianco; ironizzava sulle dimensioni ridotte dei cervelli degli afroamericani; con la Professor Watchlist ha reintrodotto il maccartismo in America e promosso una società basata sulla delazione; da omofobo, preconizzava non l'uguaglianza, ma la disuguaglianza sulla base dell'orientamento sessuale; era favorevole a disumana deportazione di massa degli immigrati, illegali e non; era un esasperato fautore del secondo emendamento (quello sulle armi), un negazionista del clima e chiedeva che la pena di morte fosse amministrata in pubblico.
In quest'Aula si difendono i principi, i valori, la lettera e lo spirito della Costituzione italiana e, con il cordoglio dovuto…
PRESIDENTE. Concluda.
BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). …alla famiglia di Kirk e la condanna senza esitazione, senza se e senza ma, del folle e criminale omicidio, quei valori che lui propugnava contrastano con quelli che sono stati e sono i valori scolpiti nella Costituzione italiana.
Seguito della discussione della proposta di legge: Lupi ed altri: “Istituzione della festa nazionale di San Francesco d'Assisi” (A.C. 2097-A) e dell'abbinata proposta di legge: Malagola ed altri (A.C. 2231) (ore 14,57).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 2097-A: “Istituzione della festa nazionale di San Francesco d'Assisi” e dell'abbinata proposta di legge n. 2231.
Ricordo che nella seduta del 15 settembre si è conclusa la discussione generale e la relatrice e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
(Esame degli articoli - A.C. 2097-A e abbinata)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A).
Colleghi, vi dico che si vota immediatamente. Quindi, patti chiari, amicizia lunga.
La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle proposte emendative riferite agli articoli della proposta di legge. Onorevole Gardini?
ELISABETTA GARDINI, Relatrice. Grazie, Presidente. Sugli emendamenti 1.1 Penza, 1.102 Zanella, 1.2 Auriemma, 1.100 Alfonso Colucci, 1.103 Richetti, 1.101 Auriemma, 2.100 L'Abbate, 2.2 Baldino, 2.104 e 2.105 Zanella, 2.101 L'Abbate, 2.3 Alfonso Colucci e 2.102 L'Abbate, il parere è contrario.
PRESIDENTE. Se mi diceva che erano tutti contrari, facevamo prima. Va bene uguale.
ELISABETTA GARDINI, Relatrice. È la sua rapidità, Presidente.
PRESIDENTE. No, no, ma va bene. Abbiamo parlato un po' io e lei.
Onorevole Siracusano, il parere del Governo?
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Conforme alla relatrice.
PRESIDENTE. È conforme. La ringrazio.
(Articolo 1 - A.C. 2097-A e abbinata)
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.1 Penza. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Penza, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).
Passiamo all'emendamento 1.102 Zanella. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.102 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
Passiamo all'emendamento 1.2 Auriemma. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Auriemma, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
Passiamo all'emendamento 1.100 Alfonso Colucci. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.
ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo su questo emendamento a mia prima firma, che poi si collega anche all'emendamento 1.101 a firma dell'onorevole Auriemma (non so se poi lei vorrà comunque intervenire su questo). Presidente, naturalmente siamo a favore dell'istituzione della festa nazionale di San Francesco per l'insieme dei valori profondi che la figura di San Francesco ha espresso nel panorama non solo religioso, ma anche e soprattutto civile e sociale. Mi riferisco al messaggio potentissimo che il Santo di Assisi ha dato con riferimento alla natura e all'importanza della natura: in quel periodo storico, il 1200, il rilievo non solo per gli animali, ma anche per la flora era qualcosa di assolutamente straordinario, visto che l'uomo era considerato al centro dell'universo. In qualche modo, si preparava anche l'Umanesimo che ha improntato tanto della civiltà italiana. San Francesco è stato il primo a poter affermare proprio gli ideali profondi della stretta connessione dell'uomo con la natura, natura intesa in senso ampio.
Il significato profondo del messaggio di pace deriva dalla sua missione religiosa, un messaggio di pace che trascendeva le situazioni del periodo e anche le popolazioni del contesto nel quale ha vissuto. San Francesco è andato anche all'estero, è andato anche in Egitto proprio per portare pacificamente il messaggio profondo della sua “poetica religiosa” e il significato profondo dell'innovazione degli schemi anche comunicativi. San Francesco si rivolgeva alle persone più semplici, alle persone più povere, cercando con loro una comunicazione che fosse una comunicazione diretta e, con ciò, scardinando quelli che erano gli stilemi della comunicazione religiosa del periodo che, invece, era paludata dietro formule. Questo era un messaggio profondamente innovativo di vicinanza alla popolazione, ma di vicinanza soprattutto alle persone più deboli e più povere.
La predicazione di San Francesco è una predicazione che si rivolse ai lebbrosi, i lebbrosi che, in quel periodo, erano considerati davvero lo scarto della società, i reietti, perché trasmettevano il morbo.
San Francesco, invece, con la sua veste semplice e povera, si è rivolto esattamente a loro, dando un messaggio davvero di solidarietà umana, di umanità profonda. Quindi, non possiamo che plaudire all'affermazione e all'istituzione di una festa nazionale nel nome di San Francesco.
Tuttavia, la relazione tecnica della Ragioneria generale dello Stato ha stimato i costi di questa festa civile in oltre 500.000 euro l'anno (abbiamo la relazione tecnica proprio a firma del Ragioniere generale dello Stato). Parliamo di una spesa molto importante per festeggiare e ricordare il Santo che, probabilmente, in questo contesto storico, nel quale si chiedono ai cittadini italiani enormi sacrifici, appare difficilmente giustificabile sulla base delle regole di bilancio, ma, ancor più, forse, difficilmente giustificabile proprio in ragione di quella che ho definito la “poetica religiosa” del Santo.
Ecco perché questo emendamento, come l'emendamento 1.101 Auriemma, conferma la volontà del MoVimento 5 Stelle di festeggiare il Santo, ricordandone il messaggio, ma, allo stesso tempo, di evitare che questa festa possa comportare questi rilevanti costi a carico dello Stato, tant'è che noi chiediamo e invitiamo quest'Aula a valutare di festeggiare il Santo nella prima domenica di ottobre, in modo da evitare che la festa possa cadere in un giorno feriale, quindi con l'aumento dei costi di cui abbiamo parlato, oppure, addirittura, di istituire la giornata di San Francesco d'Assisi, ma non riconoscendo ad essa quegli effetti civili che comportano la chiusura di tutti gli uffici pubblici e l'esenzione dalle attività lavorative, con tutto quello che ne consegue in termini di maggiori pagamenti in ragione degli straordinari.
Sono due emendamenti, Presidente, che confermano l'attenzione che il MoVimento 5 Stelle ha verso la figura del poverello di Assisi…
PRESIDENTE. Concluda.
ALFONSO COLUCCI (M5S). …così definito, ma che, allo stesso tempo, cercano di preservare le finanze dello Stato, soprattutto pensando che queste somme possano essere devolute a favore dei soggetti che soffrono, come quelli che hanno malattie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ascoltato l'intervento dell'onorevole Alfonso Colucci, se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 Alfonso Colucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).
Passiamo all'emendamento 1.103 Richetti. Ha chiesto di parlare l'onorevole Richetti. Ne ha facoltà.
MATTEO RICHETTI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Noi ci siamo appena astenuti sull'emendamento 1.100 Alfonso Colucci, perché, pur condividendone il ragionamento, non c'è corrispondenza rispetto all'emendamento: diceva “nella settimana antecedente la prima domenica di ottobre”, ma non indicava la giornata di celebrazione, esercizio che abbiamo fatto nell'emendamento a mia prima firma. Infatti, Presidente, sono convinto - e il nostro gruppo la sostiene pienamente - della necessità di celebrare la giornata di San Francesco il 4 di ottobre, sia per i credenti, per i quali rappresenta una delle figure di maggiore spicco della tradizione cattolica - solo a pensare alla definizione di Alter Christus ne dà la dimensione per i fedeli -, sia per chi laicamente si riconosce nei valori del rispetto, del dialogo, della pace e tutto ciò che San Francesco, che è patrono di questo Paese, rappresenta.
Poi c'è un altro ragionamento a fianco, il fatto che quest'Aula è sistematicamente impegnata ad affrontare i temi della produttività del Paese e della sua competitività, e chiunque non sia dotato di un centro studi, ma legga quattro righe del rapporto Istat, sa che una giornata di lavoro in meno balla tra lo 0,1 del PIL e qualcosa in meno. Ora, non si capisce perché ogni giorno siamo impegnati in sforzi a sostegno di politiche industriali, lavoro e sviluppo, tutto il mondo ragiona nella direzione opposta, ma non questo Parlamento, ripeto, con un provvedimento che, sul piano valoriale, si può condividere, ma non su ciò che produce, non solo sul piano dei conti pubblici. Perché il problema non sono i 10 milioni di costi diretti, perché quel giorno, non lavorerebbero le scuole, gli insegnanti, gli uffici pubblici, ma sono i costi indiretti, perché con riferimento allo 0,1 per cento del PIL stiamo ragionando di qualche miliardo di euro.
Ora, francamente che anche i paladini della produttività, delle imprese e del mercato, con questa nonchalance, approvino questo provvedimento, credo sia un errore. Lo si può fare senza nulla togliere alla possibilità di celebrare quel santo e quella giornata e farlo in tutte le dimensioni possibili, dalla scuola al lavoro, però senza chiudere per un giorno tutte le fabbriche e i luoghi di lavoro, e senza caricare su quelle famiglie, che, ad esempio, saranno costrette a garantire il lavoro, ma avranno i figli a casa da scuola, un ulteriore costo indiretto. Questo è il senso di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Faccio presente che l'onorevole Bonafe' intende sottoscrivere l'emendamento.
Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.103 Richetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
Passiamo all'emendamento 1.101 Auriemma. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.101 Auriemma, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).
Passiamo all'articolo 1. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 7).
(Articolo 2 - A.C. 2097-A e abbinata)
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.100 L'Abbate. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.100 L'Abbate, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
Passiamo all'emendamento 2.2 Baldino. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.2 Baldino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).
Passiamo all'emendamento 2.104 Zanella. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Credo che questo nostro emendamento andrebbe approvato, perché è estremamente coerente con lo spirito che dovrebbe animare e nutrire questa scelta di istituire di nuovo la festività di San Francesco. Se voi avete la pazienza proprio di leggere o rileggere il Cantico delle creature, vedete che Francesco propone una rottura con l'antropocentrismo e chiama gli animali “sorelle e fratelli” suoi, creature di Dio, non al servizio dell'uomo, della donna, dell'umanità, ma di per sé creature.
L'episodio del lupo di Gubbio, infatti, se lo ricordate, ci insegna che, laddove i cittadini e le cittadine di Gubbio erano spaventatissimi, come lo siete spesso voi, per la presenza inquietante del lupo, egli non è che prenda l'arco, le frecce, le armi, le spade. No, va dal lupo e gli chiede di fare un gesto di pace con la popolazione, chiamandolo “fratello lupo”. Ora, Assisi, il comune di Assisi, ha già deciso di sospendere la caccia il 4 ottobre, giorno appunto della festa di San Francesco, compleanno anche mio e anche del collega Fratoianni, va detto, ma non per questo, ovviamente, chiediamo di porre attenzione al nostro emendamento.
Noi cos'è che diciamo? Avete già ottenuto che si cacci dal 15 agosto, per esempio, nella mia regione, e altrove andate aumentando il numero delle giornate in cui si può cacciare. Possibile che il giorno di San Francesco non si possa sospendere dappertutto quest'attività (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra) così in contrasto con lo spirito francescano (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle)?
PRESIDENTE. La deputata Auriemma sottoscrive.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Caramiello. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Grazie, Presidente, per sottoscrivere questo emendamento. Sicuramente è un emendamento di buonsenso. Purtroppo avete letto tutti che ieri, mentre c'era una battuta di caccia al cinghiale, un cacciatore ha sparato ed ucciso un altro cacciatore. Penso, quindi, che sia arrivato il momento e chiedo anche agli animalisti di quest'Aula, che compongono la maggioranza, di sottoscrivere questo emendamento e di fermare questa mattanza inutile.
Già avete modificato più volte la legge n. 157 del 1992, che è proprio la legge che regola l'attività venatoria, quindi non ce n'è proprio bisogno e spero che almeno votiate per questo emendamento.
PRESIDENTE. Sottoscrivono i deputati Ricciardi e D'Orso.
Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.104 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).
Passiamo all'emendamento 2.105 Zanella. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.105 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).
Passiamo all'emendamento 2.101 L'Abbate. Ha chiesto di parlare l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.
PATTY L'ABBATE (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo non solo per illustrare l'emendamento, su cui c'è poco da illustrare: avevo solo inserito, insieme al discorso di tutela dell'ambiente, anche di porre attenzione al modello economico, ecologico e circolare. Il mio intervento è perché c'è qualcosa di cui non mi capacito. Noi siamo chiaramente molto contenti che venga istituita il 4 ottobre la festa di San Francesco d'Assisi, anche personalmente è importantissimo. Ricordiamo, però, che Francesco d'Assisi è il patrono dell'ecologia, e, se fosse oggi qui, vivo, sapete cosa farebbe?
Lavorerebbe perché riconoscerebbe il cambiamento climatico, riconoscerebbe il discorso di una transizione ecologica (Commenti), riconoscerebbe che bisogna effettuare delle azioni chiare, perché stiamo andando dritti verso un muro. La collega parlava del lupo. Il punto è che non poneva attenzione solo all'ecologia, quindi a “sorella acqua”, “fratello sole”, tutto quello che vogliamo, ma anche al proprio fratello, fratelli tutti. Anche qui, se parliamo di pace, c'è qualcosa che non funziona.
Quello che quindi voglio dirvi è un messaggio molto chiaro: non deve essere solo un'ennesima giornata istituita da questo Governo, ma questo Governo dovrebbe veramente porre la figura di San Francesco e tener presente quelle che erano le sue azioni. Prenderlo come esempio, perché di giornate ne avete fatte tante, ma prenderlo come esempio e portare avanti quello che lui avrebbe fatto adesso. Sicuramente sarebbe stato in prima fila, in questi giorni, a manifestare per la pace, perché i fratelli sono tutti uguali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.101 L'Abbate, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).
Passiamo all'emendamento 2.3 Alfonso Colucci. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.3 Alfonso Colucci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
Passiamo all'emendamento 2.102 L'Abbate. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.102 L'Abbate, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).
Passiamo all'articolo 2. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 15).
(Articolo 3 - A.C. 2097-A e abbinata)
PRESIDENTE. Passiamo all'articolo 3. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 16).
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2097-A e abbinata)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).
Invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/2097-A/1 Auriemma, il parere è contrario. Sull' ordine del giorno n. 9/2097-A/2 Candiani, il parere è favorevole. L'ordine del giorno n. 9/2097-A/3 Schullian è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/2097-A/4 Zanella il parere è contrario, mentre l'ordine del giorno n. 9/2097-A/5 L'Abbate è accolto come raccomandazione.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2097-A/1 Auriemma. Onorevole Auriemma, il suo ordine del giorno ha il parere contrario del Governo. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2097-A/1 Auriemma, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).
Sull'ordine del giorno n. 9/2097-A/2 Candiani il parere è favorevole.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2097-A/3 Schullian: onorevole, accetta la raccomandazione? Accetta.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2097-A/4 Zanella. Onorevole Zanella, sul suo ordine del giorno vi è il parere contrario del Governo. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2097-A/4 Zanella, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2097-A/5 L'Abbate: onorevole L'Abbate, accetta l'accoglimento come raccomandazione? Sì, lo accetta.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2097-A e abbinata)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Del Barba. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo, San Francesco d'Assisi, patrono d'Italia con Santa Caterina da Siena, sta conoscendo ultimamente una opportuna e importante riscoperta, anche grazie alla scelta di Papa Francesco, che non solo per primo ne ha assunto il nome, ma ha apertamente mostrato l'attualità della figura come fondatore dell'Umanesimo, come uomo di pace, come precursore del dialogo tra le religioni e della centralità del creato, come, peraltro, veniva ricordato nella discussione sugli emendamenti e sugli ordini del giorno.
Ecco, è sotto gli occhi di tutti, come la riscoperta della sua figura - peraltro celebrata proprio in questi giorni con l'uscita di tantissimi libri in occasione della ricorrenza dell'ottavo centenario della sua morte, che sarà proprio l'anno prossimo, nel 2026 - sarebbe effettivamente un'indubbia opportunità per il nostro Paese, così come la valorizzazione della sua figura e dell'attualità che essa può rappresentare, soprattutto nel momento in cui noi sapessimo riportare la sua figura all'operato degli italiani, del Governo italiano e della politica italiana, proprio negli ambiti che ho ricordato in precedenza e che caratterizzarono la vita del Santo.
Quindi, non possono esserci dubbi e non abbiamo dubbi sulla necessità e sull'importanza della riscoperta dello spirito di fratellanza universale, del valore del creato, della dignità della persona a misura degli ultimi. Siamo, però, chiamati, oggi, ad esprimerci, non tanto su questo aspetto che, anche con l'emendamento con cui si chiedeva di trasferire la celebrazione non di San Francesco, ma della festività nazionale nella prima domenica di ottobre, volevamo sottolineare. Ma siamo chiamati ad esprimerci nella proposta di legge sulla modalità precisa che, a seguito anche del voto degli emendamenti, rimane proposta all'Aula, cioè di istituire la festa nazionale nella giornata del 4 ottobre, creando, quindi, una giornata in più di festività nei nostri calendari lavorativi, scolastici, familiari, pubblici e sociali.
È proprio questo aspetto - peraltro, ricordiamoci, nella vicina Francia, in questi giorni, la cronaca ha mostrato come un Governo è caduto sulla necessità, sulla volontà di tagliare le feste nazionali in virtù dell'effetto che queste producono sul PIL - che, allora, ci induce a soffermarci ulteriormente non sulla necessità di valorizzazione e attualizzazione del nostro patrono nazionale, con Santa Caterina da Siena, ma sull'opportunità e sulla nostra capacità di valorizzazione di questa opportunità di istituire una festa nazionale che, quindi, ricadrà, 5 volte su 7, in una giornata lavorativa feriale, da lunedì a venerdì.
Parlando di noi, vi è anzitutto da notare come l'Italia sia tra i Paesi europei con più giorni di festa nazionale. Questo sicuramente rappresenta una criticità sia per i costi diretti, che sono ricordati anche nel provvedimento - costi diretti che sono necessari per coprire tutte le figure professionali che quel giorno saranno, però, costrette a lavorare, a svolgere lavoro straordinario che, quindi, rappresenta un onere in più per lo Stato -, sia, soprattutto, per i costi indiretti, che incidono sul PIL, per il fermo aziende.
Non vorremmo paradossalmente trovarci in una condizione sociale e culturale, per cui alle buone intenzioni di voler sottolineare l'importanza della figura del Santo e della sua attualità, seguissero, poi, delle realizzazioni pratiche nel Paese che, al contrario, andrebbero a stigmatizzare la creazione di quella Giornata. Non sarebbero motivazioni dirimenti se pensassimo che nel Paese ci fosse questa capacità di incarnare l'attualità del Santo, in particolar modo - e veniva anche ricordato - per quanto riguarda quello che oggi potremmo mutuare all'interno delle nostre politiche economiche e sociali, ad esempio, leggendo l'enciclica Laudato si', che Papa Francesco ha scritto proprio ispirandosi al Santo e al Cantico delle creature. Tuttavia, nutriamo qualche dubbio. Così come non sarebbe dirimente l'osservazione che qualcuno potrebbe fare sulla laicità dello Stato o sulla necessità di ricordare anche altre religioni, perché l'impianto è perfettamente coerente con la nostra tradizione cristiana e con le altre festività che abbiamo in calendario, che sono proprio mutuate dalla tradizione cristiana.
Allora, il nostro dubbio nasce proprio da questa scelta, che non si è voluta cambiare nemmeno con gli emendamenti, che ci sembra lasci scoperto non solo questo aspetto economico di costi per lo Stato, ma anche il giusto approccio, la giusta modalità con cui noi potremmo scegliere di valorizzare questa eventuale nuova Giornata di festività nazionale.
Il fatto che la nuova festività nazionale sia religiosa, nel caso di Assisi - l'ho già detto -, non rappresenterebbe un ostacolo rispetto alla multi-confessionalità professata nel nostro Paese, perché è riconosciuto da tutti come il Santo di Assisi e la città di Assisi siano oggi il centro dell'incontro tra le religioni, il centro del messaggio di pace.
Quindi, nel ribadire la nostra posizione favorevole alla riscoperta dell'attualità di San Francesco e nell'esprimere le nostre perplessità per questa scelta di istituzione di una Giornata di festa nazionale che ricada anche nei giorni feriali, invitiamo a predisporci verso l'approvazione, che sembra destinata ad esserci in quest'Aula, cominciando a rileggere lo scritto di Papa Francesco Laudato si', magari ai paragrafi 194 e 195, laddove (non vorremmo mai che passata la festa, fosse gabbato lo santo, anche in questo caso) l'invito del Papa - invito che spesso anche da questi banchi rivolgiamo a tutti noi, maggioranze e opposizioni - è quello di prendere atto di come, nella nostra epoca, nel nostro cambio di epoca, i temi ambientali siano strettamente connessi con i temi sociali, al punto che dobbiamo immaginare un cambio di paradigma e del modello di sviluppo. Vorremmo, allora, che fosse questa la vera celebrazione di San Francesco da portare nel nostro Paese.
Sarebbe questo approccio a far sì che i costi, che questo tipo di testo indurrà per il nostro Paese, sarebbero ampiamente compensati per la centralità che ne riceveremo non solo per il turismo religioso, che è una questione importante, ma proprio perché la tradizione italiana, portata avanti anche dai francescani nell'economia, parla di imprenditori e di un'economia che, da sempre, è stata intessuta con un'attenzione sociale e un'attenzione all'ambiente: temi che oggi sono e sarebbero di grande attualità; temi che oggi conoscono una battuta d'arresto anche per scelte politiche di grandi Paesi, nostri alleati; temi che se sapessimo incarnare da protagonisti, allora, sì, porterebbero l'Italia al centro di quella rivoluzione sostenibile, di cui c'è e ci sarà bisogno, e che solo in questo modo avrebbe giustificato l'attenzione che quest'Aula ha voluto riservare alla proposta di una Giornata di festa nazionale per il nostro patrono San Francesco (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maurizio Lupi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, signor Presidente. Onorevoli deputati, presentando questa proposta di legge, Noi Moderati ha fatto sua la proposta del poeta Davide Rondoni, Presidente del Comitato nazionale per le celebrazioni dell'ottavo centenario della morte di San Francesco, il quale ha proposto che sia istituito il giorno di festa nazionale nel suo nome, come richiamo alla pace, alla coesione, alla lezione di fede e spiritualità del giullare di Dio.
Dichiarare festa nazionale il 4 ottobre, giorno in cui 800 anni fa moriva Francesco d'Assisi e in cui la Chiesa cattolica lo venera come santo, è un atto genuinamente e profondamente laico. Lo è perché la laicità del potere temporale, e quindi dello Stato, ha origine nella cultura sviluppatasi a partire dall'avvenimento cristiano e trova la sua prima formulazione nella frase di Gesù Cristo a tutti nota: “Date a Cesare quel che è di Cesare e date a Dio quel che è di Dio”.
Non misconosco le difficoltà e le traversie storiche attraverso cui questo principio si è affermato, ma credo sia un atto di onestà intellettuale riconoscere che è nella civiltà giudaico-cristiana che ha potuto finalmente affermarsi questo principio. Altre culture hanno più problemi a distinguere questi due ambiti nei quali si svolge la vita delle persone e dei popoli.
Ma è un atto laico anche perché trova la sua giustificazione nella nostra Costituzione che, all'articolo 4, dopo aver sancito il diritto al lavoro, recita: “Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”. Ora, che il cittadino Francesco Bernardone, poi detto San Francesco, precorrendo il nostro testo costituzionale, abbia concorso al progresso materiale e spirituale del nostro Paese è un'evidenza universalmente riconosciuta. Lo ha fatto innanzitutto distruggendo l'antitesi tra materia e spirito, tra natura e Dio, tra creazione e creatore, perché questo è il contenuto profondo di quell'altissima poesia che è il Cantico delle creature. San Francesco ci ricorda che non c'è vero progresso materiale, se non c'è progresso spirituale.
Vincenzo Gioberti, esponente di primo piano del Risorgimento italiano, un patriota, primo Presidente della Camera dei deputati del Regno di Sardegna e poi Presidente del Consiglio dei ministri, lo definì: “il più santo tra gli italiani, il più italiano tra i santi”.
Un importante francescano d'oggi, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini, ha detto che San Francesco non ha risolto il problema sociale della povertà e non ha fatto nulla di speciale secondo il pensiero vincente del mondo d'oggi, eppure - continua il cardinale - a distanza di 800 anni siamo ancora qui a parlare di lui. Nessuno si ricorda, forse, del nome dei grandi del suo tempo, di quelli che nel 1226 hanno segnato la vita del mondo di allora, ma tutti sappiamo chi è Francesco d'Assisi. Lui incarna il desiderio di bellezza, di verità e di libertà dai lacci mondani che tutti noi abbiamo nel cuore e al quale spesso non abbiamo il coraggio di dare espressione.
Era un mite del Vangelo e per questo ancora oggi il mondo, tutto il mondo, parla di lui.
Ha davvero ereditato la terra. “Beati i miti, perché erediteranno la terra”: fin qui il Cardinale Pizzaballa. San Francesco cioè ci ha detto in sostanza che ci può essere un modo diverso di stare al mondo rispetto alla sola ricerca del potere in qualsiasi campo: quello politico, quello economico, quello sociale, in famiglia, sul luogo del lavoro. Ci ha detto: questo modo si chiama povertà e lavoro.
Quanto alla povertà, è un ideale proposto a tutti, certo non con la radicalità che chiedeva ai suoi frati che avevano una specifica vocazione, ma come principio nel rapporto con le cose che un altro grande francescano e poeta, Jacopone da Todi, così riassumeva: “Povertate è nulla avere e nulla cosa poi volere; ed omne cosa possedere en spirito de libertate”. Povertà è non avere nulla, cioè possedere ogni cosa in spirito di carità.
Chi più del politico e dell'imprenditore deve avere coscienza che i beni che produciamo, che riceviamo e di cui ci impossessiamo non sono lo scopo, ma gli strumenti per un reale benessere della persona, della società e dei popoli?
Quanto all'aspetto del lavoro, troppo poco spesso sottolineato della vita di San Francesco, alcuni studiosi hanno sottolineato come la sua natura di poeta sposi un'idea di poesia nel senso greco del termine, di azione, non la poesia da leggere, ma quella che si pensa, si sente, si soffre. Canta le lodi della povertà vivendo da povero, canta la carità curando i lebbrosi e dice dell'importanza del lavoro lavorando.
Già malato, ricorda di aver lavorato con le proprie mani e ribadisce di “voler lavorare”, nonostante le precarie condizioni di salute; e sollecita i suoi frati “affinché lavorino di un lavoretto che non sia contrario all'onestà”.
La scelta della povertà è la condivisione della condizione degli ultimi e implica una posizione sociale che lui definisce: “Eravamo idioti e sottomessi a tutti”. Non avere alcuna sicurezza materiale obbliga a cercare i mezzi della propria sussistenza con la fatica delle proprie mani, come una studiosa nota di San Francesco, Maria Sticco, dice: “I frati lavoravano non per guadagnare, ma per dare il buon esempio. Qualunque mestiere è buono per guadagnarsi un tozzo di pane: racconciare tegami, rattoppare scarpe, spaccare la legna, fare l'acquaiolo, il sacrestano, lo spazzino, il becchino. Tutto è indifferentemente buono”. Non troveremo certo in Francesco l'elaborazione di un piano di politiche del lavoro, ma emerge in questa sua concezione l'elemento di gratuità del lavoro che ne individua il suo più vero significato che non è la remunerazione che ne deriva, ma la collaborazione alla costruzione di una società migliore e più giusta in cui sia possibile all'uomo vivere il proprio valore di persona e la propria utilità.
Infine, Francesco fu fautore di pace. Nel Cantico delle creature ci sono dei versi sul tema del perdono. Sono stati inseriti in un secondo momento e rivelano l'arte diplomatica di Francesco. Ad Assisi vescovo e podestà erano in guerra. Il primo aveva scomunicato il secondo e il podestà aveva messo in atto un piano di boicottaggio economico del vescovo. Chi trattava col podestà incorreva nella scomunica, chi trattava col vescovo cadeva in multe e rappresaglie. La città era bloccata e Francesco sentì il dovere di salvare la sua Patria. Inserisce i versi sul perdono, manda un messo al podestà, per dirgli che è convocato in vescovado, e uno al vescovo, per dirgli che il podestà sta arrivando. Quindi, manda i suoi frati a cantare il cantico con i versi, che nessuno ancora conosceva, sentiti i quali il podestà chiese perdono pubblicamente e il vescovo, che pure era un uomo facile all'ira, si sentì in obbligo, visto il suo ruolo, di concederlo e la città si riconciliò. E a proposito di realismo, c'è chi dice che Francesco, dopo aver parlato col lupo, capì che il suo problema era la fame; convinse gli abitanti di Assisi a sfamarlo e finirono gli assalti.
La sfida - ed è questa la ragione perché istituire una festa nazionale che ricordi a tutti il Santo Francesco - che Francesco allora pose, alla fine di un'epoca, perché tale era l'Italia del 1200, era la sfida di una cultura, della relazione, del richiamo degli uomini e delle istituzioni che esse incarnavano e quindi che richiedevano un cambiamento radicale che portava verso l'essenziale.
Credo che sia anche la sfida di oggi - crediamo che sia la sfida di oggi - ed è per questo che chiediamo l'istituzione di una festa nazionale. All'epoca gli andavano dietro in tanti. Ognuno di noi è attirato da lui per l'uno o per l'altro aspetto della sua Santità: chi non l'ama per la penitenza, chi ama la poesia per i versi che faceva, chi non lo comprende come Santo lo ammira come riformatore dei costumi e benefattore degli uomini, chi non condivide la sua concezione dell'esistenza vorrebbe però poter vivere con la sua letizia.
Istituire il 4 ottobre come festa nazionale, re-istituzione il 4 ottobre come festa nazionale è un segno, è un richiamo fortemente laico a ciò che unisce e in cui ognuno di noi, ogni cittadino del popolo italiano, si riconosce (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare e di deputati di Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.
FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, signor Presidente. Tante parole sono state spese sulla figura di Francesco d'Assisi, tanta letteratura, teologia. I grandi pensatori, negli ultimi mille anni, si sono confrontati con la figura e con l'esempio di questo essere umano, che ha cambiato nella sostanza la storia del nostro Paese. Ha cambiato il modo di vedere la religione che, in quegli anni in modo particolare, era una delle questioni fondamentali che regolavano anche la vita sociale, la vita politica, la vita familiare delle persone. Ebbe la capacità di mettere al primo posto la sua volontà di ribellione, di ribellarsi alle cose costituite, a tutte quelle questioni che lui riteneva ingiuste, dal rapporto con la natura a quello con gli animali, all'attenzione per gli ultimi della società, la grande capacità di donare tutto, la generosità.
Ecco, Francesco, se fosse vissuto ai nostri tempi, l'avreste definito un buonista (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), uno di quelli che sta sempre dalla parte dei poveri, che vede gli ultimi, che vede i diseredati, che vede coloro che vogliono bene agli animali, che cercano la conciliazione, che cercano la pace.
Ecco, vorrei che, istituendo nuovamente questa data, la data del 4 ottobre, come festa di San Francesco, fosse anche, permettetemi di dire, festa di Santa Caterina da Siena, anche lei patrona del nostro Paese; nello stesso giorno si festeggiano entrambi ed entrambi vengono ricordati nella legge. Santa Caterina è patrona dei malati, degli ospedali. È davvero è il caso di dire, vivaddio, quanto c'è bisogno di qualcuno che protegga i malati nel nostro Paese, che pensi agli ospedali, visto lo sfascio in cui si trovano. Così come poco sono riconosciuti i diritti delle persone malate.
Ecco, vorrei che questa occasione fosse un'occasione importante per discutere nel profondo i valori che devono contraddistinguere la gestione di un Paese importante come l'Italia, ricordando le figure più autorevoli, quelle figure che hanno cambiato, quelle figure che sono andate a toccare tutte quelle parti che normalmente vengono ignorate.
Si è citato Francesco come grande poeta. Io vorrei ricordare due passaggi del Cantico delle creature perché, secondo me, sono particolarmente pregnanti nel ricordare quanto sia importante Santa Madre Terra, quanto sia importante la difesa della natura e in questo momento più di altri. Sono stati citati anche i cambiamenti climatici.
Ecco, in queste parole, penso che ci sia la radice del nostro voler bene al pianeta, la radice del nostro voler bene alla natura, della nostra volontà di rispettarla, per fare in modo che le prossime generazioni possano godere, come le precedenti, di quello che la natura ci ha regalato.
Diceva Francesco: “Laudato sii, o mio Signore, per tutte le creature. Laudato sii, o mio Signore, per nostra Madre Terra, la quale ci sostenta e ci governa e produce diversi frutti con coloriti fiori ed erba”. Ecco, questo è il manifesto degli ecologisti di questo Paese, del nostro Paese. Così come vorrei ricordare anche il suo amore per le persone, per le ultime persone, quando diceva: “Laudato sii, o mio Signore, per quelli che perdonano per amor tuo e sopportano malattia e sofferenza. Beati quelli che le sopporteranno in pace perché da te saranno incoronati”.
Ecco, ricordiamoci anche queste parole il 4 ottobre e magari non solo il 4 ottobre, quando vediamo quelle migliaia di persone che scappano dalla guerra, che scappano dalla fame (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), che scappano dalle catastrofi climatiche, attraversano il mare e vengono qui a chiedere un lavoro e dignità, e vengono scacciati come se fossero i peggiori di questo pianeta. Ricordiamoci di San Francesco e di Santa Caterina in quelle giornate, in quei momenti.
Che questo sia elemento di riflessione e di cambiamento, perché quello che chiedeva Francesco ai potenti dell'epoca è di fare qualcosa contro i torti (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra) che le persone subivano in quel momento. Quello che chiedeva San Francesco, anche alla Chiesa in quegli anni, e questo era in conflitto anche con la gerarchia, è che questi diritti delle persone venissero tutelati, venisse dato da mangiare a chi non lo aveva, venisse dato lavoro a chi non aveva lavoro!
Ecco, questi sono i valori sui quali ci impegniamo e su cui continueremo ad impegnarci, trasformando quel messaggio in programma politico, in programma di impegno personale di ognuno di noi (ma guardate, al di là dei partiti di appartenenza).
E, poi, voglio dire anche un'altra cosa. Si è discusso sul costo della giornata di festa nazionale. Se questa giornata rimette al centro questi temi e queste discussioni, penso sia un elemento di grande formazione per i giovani e di grande anche riflessione per i più grandi, penso sia un elemento importante.
Così come ritengo che una giornata di lavoro in meno per i nostri lavoratori sia una cosa giusta. Noi siamo per la riduzione del lavoro a parità di salario, pensiamo anche a qualcosa di diverso ovviamente, ma che va bene che questa sia una giornata di riposo per i nostri lavoratori, tra i più sfruttati d'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), con i salari più bassi, i lavoratori che lavorano di più rispetto ai grandi Paesi europei.
Voglio ricordare che laddove si è sperimentata la riduzione di lavoro a parità di salario, guardate un po', lì c'è stato un miracolo, forse ci ha messo le mani San Francesco, perché la produttività è aumentata (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)! Non è vero che riducendo l'orario di lavoro, a parità di salario, diminuisce la produttività. È l'esatto contrario. Sarà un miracolo, ma così accade.
Ecco, per queste ragioni di riflessione seria e profonda sul nostro Paese di oggi e su come sia stato trasformato, grazie a figure così straordinarie, come Francesco e Caterina, che hanno messo la loro vita, il loro corpo, la loro riflessione, innanzi a tutto per il bene degli altri - buonisti anche loro, buonisti come noi -, siamo d'accordo a votare su questa legge che re-istituisce la giornata di festa nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.
DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Colleghe e colleghi, Sottosegretaria Siracusano, riconosciamo nella figura di San Francesco d'Assisi un valore culturale e simbolico. San Francesco è il patrono d'Italia, è un riferimento spirituale non solo per il mondo cattolico. ma per chiunque creda in una visione di pace e di rispetto per il creato, di attenzione per gli ultimi. Ovviamente. nei confronti dei più fragili. È un simbolo universale di fraternità, di sobrietà e di dialogo, valori oggi, in un momento di conflitti e di tensioni crescenti, anche interni ovviamente alla nostra società, che meritano di essere ricordati.
Tuttavia, non possiamo esimerci dal fare una riflessione più ampia perché, pur nella legittimità di questo provvedimento, non possiamo ignorare il contesto nel quale stiamo legiferando. Troppo spesso, il Parlamento si limita a occuparsi di provvedimenti simbolici, mentre il Paese attende risposte concrete su questioni che sono ben più urgenti. Lo diciamo con senso istituzionale, ma con chiarezza: l'Italia ha bisogno di altro, ha bisogno di scelte coraggiose e di riforme vere. Le nostre proposte, in tal senso, sono nette. In questo momento storico così delicato, le priorità del Governo e del Parlamento dovrebbero essere altre.
Le elenco senza retorica: la crisi del lavoro, il salario minimo che è una chimera, la sanità pubblica che oggi è in evidente difficoltà, il PNRR che doveva essere il motore della ripartenza e che oggi, purtroppo, è in affanno, la scuola e l'università che devono restare e sono il motore sociale di un Paese moderno, piuttosto che l'edilizia scolastica, la dispersione scolastica sempre in aumento, i docenti sottopagati e spesso precari. E poi i diritti dei nostri bambini, non garantiti, perché abbiamo docenti di sostegno non formati, piuttosto che precarietà, assenza di continuità, che sarebbe fondamentale per i nostri ragazzi.
Allora servirebbe una strategia nazionale per investire davvero nel capitale umano. E poi la povertà, che cresce in maniera silenziosa anche tra chi lavora. E allora, Presidente, colleghi e Governo, San Francesco, Francesco, parla a tutti: parla ai credenti e ai non credenti, agli uomini e alle donne di ogni cultura e generazione; parla ai giovani, che cercano modelli autentici in un mondo spesso inquinato da superficialità e consumismo; parla agli ultimi, agli esclusi, agli emarginati, emarginati che lui ha scelto di porre al centro del proprio cammino; parla alla nostra coscienza ambientale con un messaggio profetico, che è quello del Cantico delle creature, che risuona oggi con un'urgenza drammatica davanti alla crisi climatica e alla devastazione del pianeta.
E così noi pensiamo che il 4 ottobre potrebbe diventare per il nostro Paese molto di più di una semplice ricorrenza, ma un'occasione per educare i giovani alla pace, alla solidarietà, al rispetto per la biodiversità e la natura; un giorno in cui istituzioni, scuole, associazioni, cittadini possano promuovere istituzioni, iniziative di dialogo, volontariato, riflessione sui grandi temi etici e sociali del nostro tempo; una data per rafforzare l'identità del nostro Paese, non in chiave retorica o nazionalistica, ma come sintesi dei valori più profondi che ci uniscono: il rispetto, la cura, la giustizia, la fratellanza.
San Francesco è il ponte tra il passato e il futuro. Ha ispirato filosofi, artisti, movimenti ecologisti e pacifisti, leader spirituali di ogni fede. Basti pensare al nome scelto da Papa Francesco, il primo nella storia della Chiesa, e questo - ricordiamocelo - è un segnale fortissimo di quanto questo santo continui a parlare al mondo contemporaneo. Allora l'interrogativo è: una giornata in più festiva è una giornata lavorativa in meno? Se il 4 ottobre diventa festività civile nazionale, ovviamente c'è l'obbligo di riconoscere la giornata come festiva, secondo quanto prevedono i contratti di lavoro.
Leggiamo, poi, dalla relazione tecnica allegata alla proposta di legge della Camera dei deputati il dossier ufficiale e leggiamo anche che il costo stimato per lo Stato, attraverso pubblico impiego, straordinari, indennità, eccetera, supera i 10 milioni di euro; non è stato quantificato il costo per le imprese private, che certamente è ben più ampio. Allora ci chiediamo se l'Italia può permettersi una festività in più. Noi pensiamo che economicamente e strategicamente no, non possa permettersi questa festività, perché continuiamo ad avere un debito pubblico alto, che supera il 140 per cento del PIL, piuttosto che la competitività industriale, che è sotto stress.
Godiamo di 12 festività nazionali obbligatorie, 25 aprile, 1° maggio, e poi abbiamo la festività del santo patrono locale, che, per legge, è un giorno festivo aggiunto. Di queste considerazioni noi abbiamo voluto tenere conto e riteniamo che anche il Governo lo debba fare. San Francesco parlava con il linguaggio della sobrietà, dell'azione concreta, non della retorica. Questo pensiamo che sia quanto ci serve oggi: meno simboli e più sostanza, meno cerimonie e più riforme. Per tutti questi motivi, abbiamo deciso, come gruppo di Azione, di astenerci su questo provvedimento, non assolutamente rispetto alla festività nazionale dedicata a San Francesco d'Assisi, ma su una giornata in cui ci sarà una celebrazione, per Azione, che potrebbe tranquillamente essere istituita la prima domenica successiva al 4 ottobre.
Riteniamo che non ci serva una nuova festività. Come ho detto prima, ripeto, l'Italia ha bisogno di una politica che non si rifugi nel consenso facile, ma che scelga la via più difficile, quella della responsabilità; una scelta di rispetto e anche di buonsenso, senza introdurre nuove festività. Possiamo, quindi, valorizzare la nostra storia, senza dimenticare le priorità del presente (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Auriemma. Ne ha facoltà.
CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. Ci troviamo ad intervenire oggi su questo provvedimento, presentato dalla maggioranza, che vuole elevare a festa nazionale il 4 ottobre, il giorno in cui celebriamo San Francesco. Un santo ambientalista, animalista, che, senza soldi e senza mezzi, ha voluto combattere il potere temporale di allora, che consisteva, sostanzialmente, nel controllo politico e amministrativo dello Stato del Papa, dello Stato della Chiesa, su tutto il territorio. Un uomo che ha messo in atto una vera e propria rivoluzione in quei tempi, un santo amatissimo.
Quindi, come non potremmo essere d'accordo. Tuttavia, Presidente, proprio per il grande rispetto di questa figura, non possiamo non denunciare oggi la forte contraddizione tra i valori che San Francesco ha praticato e ha posto a fondamento del proprio ordine e le politiche scelte e volute da questo Governo e realizzate con questa maggioranza in questi 3 anni. San Francesco era, innanzitutto, un santo ambientalista, un santo che ha elevato la natura tutta a creatura di Dio, a casa di Dio, e, in quanto tale, da custodire.
Non è un caso che il cardinale Bergoglio abbia scelto il nome di questo santo per il suo pontificato, e la sua prima enciclica, Laudato si', è proprio un manifesto politico, programmatico, a impronta ecologista. L'ambiente nell'Italia di Meloni invece è un tema marginale, un rumore di fondo. La destra al potere ha riportato, come negli anni Ottanta, il concetto che l'ambiente può essere al massimo un'occasione di profitto per aziende e gruppi di potere. In realtà lo avremmo dovuto capire sin dall'inizio: in effetti, designare un commercialista a Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica indicava chiaramente la direzione che avrebbe intrapreso il Governo Meloni.
Le vostre politiche ambientali si pongono a una distanza siderale rispetto ai valori ambientalisti di San Francesco e, su questo, potremmo fare mille esempi. Pensiamo, ovviamente, alle trivellazioni nei nostri mari, ritornate con il vostro Governo; pensiamo al disastro, già annunciato, all'ecosistema marino, unico al mondo, che si trova nello Stretto di Messina e che verrà distrutto solo per realizzare un giochino al Ministro Salvini; per non parlare del cambiamento climatico, tema che dovrebbe essere una priorità di ogni agenda politica e che invece oggi è sparito dalla vostra agenda di Governo e anche - ahimè - dal dibattito pubblico.
Cosa direbbe San Francesco, che parlava agli animali, delle vostre politiche sulla protezione degli animali? Le intenzioni di questo Governo sono state chiare fin da subito, dal famoso emendamento Foti, che autorizzava la caccia anche durante il periodo di nidificazione. Avete strizzato l'occhio all'ala più estrema della categoria venatoria e oggi un disegno di legge sostenuto da questa maggioranza vuole cancellare ogni tutela della fauna, consegnando la natura ai cacciatori. Le vostre politiche venatorie non solo prevedono inaudite forme di tortura e violenza sugli animali, ma calpestano la nostra Costituzione, perché di fatto regalano ai cacciatori la fauna selvatica e le aree naturali, beni che invece la nostra Costituzione protegge e mette a disposizione delle future generazioni.
Colleghi, con un po' di ironia, ma anche tanta tristezza, potremmo affermare che San Francesco, che era solito parlare con gli uccelli, se nascesse oggi, grazie alle vostre politiche venatorie, rischierebbe di non avere con chi parlare. Francesco è il santo degli ultimi, dei poveri, dei malati; lui condusse la sua azione pastorale soprattutto con gli ultimi, con i malati, con i lebbrosi.
Durante la società medievale i lebbrosi esprimevano la proiezione fisica dei mali che la società voleva allontanare da sé, e per questo venivano isolati, venivano stipati nei lebbrosari. La malattia, quindi, era una colpa da estirpare, un castigo. Ed è proprio nella vicinanza ai malati, ai lebbrosi, che si trova il fondamento più bello del messaggio pastorale di San Francesco: lui era vicino a chi era ripugnato dalla società. Ebbene, il contrario delle vostre politiche sociali: per voi, i poveri e i disoccupati sono diventati un nemico da offendere e da combattere con ogni parola e provvedimento, in ogni dibattito pubblico e in ogni occasione. Inveite contro chi un lavoro non ce l'ha o cerca di tirare la giornata, facendoli passare come lavativi, nullafacenti, farabutti e imbroglioni, aizzando sì, in quel caso, l'odio sociale.
In ultimo, San Francesco è senza dubbio per tutti, per l'umanità, il simbolo della pace, dell'unità dei popoli, di tutti i popoli. Voi, invece, avete deciso di assumere un colpevole silenzio sulla cancellazione del popolo palestinese, che sta avvenendo ad opera di un Governo criminale, e avete anche deciso, in sostanza, di sostenerlo questo Governo criminale. Francesco uomo di pace cosa direbbe sulla scelta di questo Governo di armarsi fino ai denti, in Europa e non solo?
Presidente, potrei continuare all'infinito, ma non possiamo non ricordare che San Francesco è, per noi del MoVimento, una stella polare. Abbiamo deciso di nascere il 4 ottobre 2009 e ciò non certo per strizzare l'occhio al voto dei cattolici, ma perché, Presidente, ognuno di noi si sceglie i modelli da seguire, e senza dubbio per noi San Francesco è il migliore esempio possibile a cui tendere. Si è scelto volutamente che il nostro MoVimento nascesse il 4 ottobre 2009, e questa è senza dubbio una dichiarazione di intenti politici che il MoVimento ha fatto. È la proiezione del Paese che vorremmo, delle politiche che pratichiamo con ostinazione, quando il vento è a favore, ma anche e, soprattutto, quando il vento soffia forte contro, perché noi davvero vogliamo, come San Francesco, un Paese inclusivo che dia la possibilità a tutti, senza discriminazioni; un Paese che sia protagonista nella lotta contro il cambiamento climatico e nelle politiche ecologiche e sia in grado di tracciare una rotta nazionale e internazionale; un Paese che pratica la pace, che si fa promotore del dialogo come strumento per la risoluzione dei conflitti; un Paese dove chiunque ha diritto di dire la sua, senza aver paura di ripercussioni, di essere censurato, di essere contrastato, perché in fondo è quello che ha fatto San Francesco: ha detto la sua contro il potere costituito. Insomma, un Paese che è il contrario di quello che state costruendo.
Noi abbiamo scelto San Francesco come padre spirituale perché pensiamo davvero che i suoi valori siano la bussola del nostro Paese e per questo, per questa volta, voteremo insieme a questa ipocrita maggioranza, con la consapevolezza che San Francesco capirà e ci perdonerà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolo Emilio Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO EMILIO RUSSO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevole Sottosegretario Matilde Siracusano, gentili colleghi, elevare il 4 ottobre, giornata di San Francesco, a festa nazionale è un atto di riconoscimento verso una figura che ha forgiato l'identità culturale e spirituale dell'Italia con un'eco universale.
San Francesco, patrono d'Italia dal 1939 e prossimo all'ottavo centenario della morte nel 2026, trascende la dimensione religiosa. Nel Cantico delle creature celebra l'armonia con il creato, anticipando la sensibilità ecologica moderna, ripresa da Papa Francesco nella Laudato si', con l'idea di ecologia integrale. Il suo messaggio di pace, povertà e fratellanza parla a tutti, indipendentemente dal credo. Ecco perché da laico, convinto che la laicità dello Stato sia un valore, ritrovo, con i miei colleghi, in San Francesco un'icona universale, amata dai tradizionalisti per la sua spiritualità, dai progressisti per la giustizia sociale e da tutti per la fratellanza. In un'epoca di divisioni, Francesco unisce.
Questa festa nazionale servirà a promuovere eventi nelle scuole, nelle amministrazioni e nel Terzo settore, diffondendo valori di pace, inclusione, tutela ambientale e solidarietà verso gli ultimi, valori che sono gli stessi della nostra Costituzione, quelli fondanti della nostra società. Il consenso ampio, forse unanime, di quest'Aula dimostra come tali valori superino le appartenenze politiche.
Celebrare San Francesco come festa nazionale significa renderlo un faro per un'Italia più coesa, consapevole delle proprie radici e aperta al futuro. Per queste ragioni, Forza Italia sostiene con convinzione questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bof. Ne ha facoltà.
GIANANGELO BOF (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, oggi non stiamo semplicemente discutendo di una festività in più nel calendario, oggi stiamo decidendo di riconoscere, nel cuore civile della Repubblica, la forza universale di un uomo che, da oltre otto secoli, continua a parlare all'umanità intera: San Francesco d'Assisi.
Francesco è un uomo che ha scelto la povertà per amore della libertà, che ha rinunciato a ciò che divide per abbracciare ciò che unisce. È il giovane ribelle che non si è piegato alle logiche del potere o della ricchezza, ma ha creduto che la vera grandezza fosse chinarsi sugli ultimi. È il santo che ha chiamato “fratello” il sole e “sorella” la luna, anticipando di secoli quella sensibilità ambientale che oggi riconosciamo come decisiva per il futuro del pianeta.
Quando pensiamo a Francesco pensiamo a un'Italia capace di tenerezza e di coraggio, capace di vedere il valore di ogni vita, la dignità di ogni volto, la speranza in ogni ferita; pensiamo a un'Italia che non ha paura di parlare di pace, anche quando la guerra sembra l'unica strada.
Il suo messaggio è semplice, è radicale: pace e bene. Due parole che, ancora oggi, possono guidarci nella politica come nella vita quotidiana, in un tempo attraversato da conflitti, da muri e da esclusioni. San Francesco ci ricorda che la fraternità non è un'utopia, ma una scelta concreta; che la pace non è l'assenza di guerra, ma la costruzione di rapporti nuovi e giusti, solidali.
Istituire il 4 ottobre come Giornata festiva nazionale significa molto più che onorare un santo, significa dare a un Paese un giorno di respiro collettivo, un'occasione per riflettere, per educare, per incontrarsi; significa offrire ai nostri giovani un simbolo luminoso, non di successo materiale, ma di autenticità; significa ricordare a tutti noi che le vere radici dell'Italia non sono fatte di calcoli o di interessi, ma di valori che parlano al cuore: l'amore per la natura, la dignità del lavoro, la vicinanza agli ultimi e la ricerca della pace.
Colleghi, in tanti Paesi del mondo, le Giornate nazionali sono dedicate a figure che incarnano l'identità più profonda di un popolo. Ebbene, quale figura più autentica, più italiana e, insieme, più universale di Francesco? Egli appartiene ai credenti, ma anche chi non crede; appartiene all'Umbria, ma anche a chiunque nel mondo cammini nei cammini francescani alla ricerca di se stesso. È il patrono d'Italia, ma anche patrimonio dell'umanità. Per questo, il 4 ottobre non deve essere una festa solo religiosa, ma una festa civile, la festa della pace, la festa della fraternità, della cura del creato; una giornata in cui scuole, istituzioni e comunità locali possano animare iniziative di incontro, di riflessione o di volontariato; una giornata che diventi patrimonio comune laico inclusivo.
Non possiamo ridurre San Francesco a un'icona da venerare, dobbiamo riconoscerlo come una voce che interpella, ancora oggi, la coscienza del Paese. Ecco perché oggi, votando “sì”, non votiamo solo una festività, votiamo per un segno che ricordi a ogni italiano, ogni anno, che siamo eredi di San Francesco e della sua lezione. Per queste ragioni, a nome della Lega-Salvini Premier, con convinzione, con emozione e con orgoglio, annuncio il voto favorevole all'istituzione del 4 ottobre come Giornata festiva nazionale dedicata a San Francesco d'Assisi. Che quel giorno diventi per l'Italia un appuntamento con la sua anima più vera: pace, fraternità, amore per il creato e cura degli ultimi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Girelli. Ne ha facoltà.
GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Stiamo votando la reintroduzione di una festa che ha una sua storia nel nostro Paese. È stato ricordato come, nel 1939, San Francesco sia stato individuato come il patrono del nostro Paese, poi trasformato in festa civile, che fu abrogata nel 1977 per ragioni squisitamente economiche, tutti ricordano quell'elenco di feste, anche molto sentite, che furono sacrificate, appunto, per questo.
Ora ci ritroviamo di fronte alla sua reintroduzione, dove molti sono i ragionamenti e le riflessioni che potrebbero essere fatti, senza banalizzare quelli di natura economica, ancora, che hanno ravvisato un punto di domanda sull'opportunità di non prevederla in una giornata di domenica, quindi senza appesantire di ulteriori costi, 10 milioni di costi diretti, più tutti quelli indiretti, prima di me alcuni colleghi ne hanno fatti.
Al di là di questo, però, credo che, nel momento in cui si decide - mi sembra di capire in maniera piuttosto convinta da parte di tutti - questa festività, sia giusto chiedersi il perché. Perché penso che parlare di San Francesco significhi parlare di una delle figure del nostro Paese di maggiore complessità, sotto tutti i punti di vista, quello religioso senz'altro, ma quello civile in senso lato. Perché significa parlare di chi ha introdotto una serie di rivoluzioni di costume, oltre che di riflessione e di merito. Cambiamenti che riguardano la letteratura: il Cantico di Frate Sole, poi chiamato il Cantico delle creature, rappresenta per qualcuno la prima espressione poetica, in lingua comprensibile dai cittadini e dal popolo, uscendo da quella visione elitaria della letteratura che precedentemente c'era.
Pensiamo al tema artistico, laddove, con il rapporto, che poi dirò, con la natura, introduce anche negli sfondi non più quegli sfondi dorati che sempre rappresentavano le precedenti raffigurazioni religiose, ma la natura, il paesaggio come parte integrante dell'arte. Possiamo persino ravvedere, nell'istituzione del presepe di Greccio, una prima funzione del teatro come funzione sociale di coinvolgimento, di trasferimento di cultura e di valori. Possiamo anche andare oltre, parlando, per esempio, della parità uomo-donna. È già stato detto, è vero, anche Santa Caterina da Siena è patrona d'Italia e forse era giusto metterli assieme, proprio per un discorso anche di messaggio dato al Paese.
San Francesco, però, con Santa Chiara ci dimostra come abbia ben presente la parità di rapporto uomo-donna, senza nessuna prevenzione o cose di questo genere. In realtà, tutto questo possiamo vederlo quasi come un preannuncio di quello che fu il Rinascimento italiano. Non possiamo non associare il reintegro di questa festa con le riflessioni di natura etico-morale che San Francesco suscita, perché è già stato detto, il termine “povertà”, “umiltà”, il termine “dialogo”, il termine “minorità”, di cui dirò poi, introdotto appunto da San Francesco, non sono fatti banali. Se siamo qui per pensare a lui come un riferimento, quasi a volergli restituire la dignità di patrono d'Italia fino in fondo, credo che dobbiamo anche essere conseguenti e declinarli in azioni politiche, in qualcosa di concreto.
Care colleghe e cari colleghi, molte volte quello che diciamo, quello che esprimiamo in quest'Aula, sia in termini di intervento e a volte anche di proposte legislative, non so fino a che punto sia in linea con tutto questo. Quando si parla di rapporto con l'ambiente, quando lo si vuole parificare, nel senso che non c'è chi sfrutta una potenzialità che per Francesco il creato ci consegna, senza tenere conto della dell'importanza della preservazione, allora penso che non sempre, quando agiamo, quando legiferiamo, abbiamo ben chiaro questo, le priorità della crisi ambientale che stiamo attraversando.
Quando pensiamo anche all'incapacità di guardare agli ultimi come il primo campo di impegno per la politica - e sì che anche in politica abbiamo avuto dei grandissimi esempi, penso a La Pira, che ci hanno insegnato cosa voglia dire questo -, significa affrontare il tema del lavoro povero, del salario minimo, significa il tema degli immigrati, significa il lavoro nero, lo sfruttamento. Significa tutte queste cose, che, spesso e volentieri, non affrontiamo con necessaria decisione e, oserei dire, spesso anche senza la dovuta consapevolezza di tutto questo.
Quando parliamo dei termini “fraternità” e “dialogo”, pensate a Francesco, quando nel 1219 - guardo Ciani, se non sbaglio, spero questa volta di no - decide, durante la quinta crociata, di andare dal sultano di Egitto per un dialogo di pace; certo, con l'intenzione di convertire in quel tempo, collochiamolo nel tempo, ma armato solo, si dice, del saio e della sua fede. E comunque pensando al riconoscimento della dignità di una religione e di un modo di pensare diverso, che solo attraverso il dialogo poteva trovare un momento di confronto.
Pensiamo all'incertezza, all'omissione colpevole con cui, spesso e volentieri, noi affrontiamo le tragedie internazionali. Ora si parla molto di Gaza ed è giusto farlo per una serie di ragioni, compreso quello che non si fa a livello di Nazione. Pensiamo, però, a quante altre omissioni abbiamo fatto nel corso della storia recente, perché a volte le guerre, se ci entrano in casa in maniera dirompente, le vediamo, mentre, se non ci entrano in casa, pensiamo che non ci siano, riguardino altri. Anche da questo punto di vista, Francesco si pone come messaggero, come uomo capace di andare incontro alle difficoltà, con quel principio, che dicevo prima, di minorità, che è un qualcosa di estremamente complesso.
Significa porsi addirittura al di sotto degli altri, senza quella presunzione, quell'arroganza di voler dettare le regole, di voler insegnare, di voler esportare democrazia, di voler, insomma, essere i primi della classe nel mondo, che altri esempi, altri predicatori moderni, purtroppo, spesso e anche attualmente hanno. Completamente diverso! Se allora vogliamo ricordare San Francesco, vogliamo additarlo ad esempio, teniamo conto di tutte queste cose.
Proprio per sottolineare un altro aspetto che credo non sia stato per ora sviluppato, ci aiuta anche a riflettere sul rapporto con la morte, nel momento in cui la chiama “sora Morte”, e distingue molto bene quella che è la morte naturale dalla morte spirituale, intesa anche laicamente. Forse, anche guardando questo modo di leggere il rapporto con la morte, dovremmo trovare impulso nel riflettere sui ragionamenti sul fine vita che ci vede parecchio affaticati e incapaci di dare una risposta, oserei dire, serena, tranquilla, eticamente capace di raccogliere quello che è un momento di difficoltà per ciascun uomo e per ciascuna donna nel percorso di vita.
Credo che tutto questo motivi il voto favorevole del Partito Democratico. Lo motivi però fino in fondo, nel senso che lo vogliamo interpretare non semplicemente per aver detto di “sì” a una cosa anche molto popolare, che sicuramente piacerà, che verrà descritta come un momento di festa, ma dire di “sì” a un preciso impegno, come sempre, in politica, bisognerebbe fare, laddove la forma, la legge deve diventare sostanza, ancora di più se si parla di temi come questi.
Voglio chiudere con parole non mie, che sono state scritte, assieme a tante altre, in questo periodo: Francesco è stato forse il più grande tra gli italiani proprio perché si è fatto araldo - per usare questa espressione, che gli costò un bagno nella neve per mano dei briganti - di un messaggio di amore universale, la cosa più preziosa del cristianesimo: un richiamo alla dignità dell'uomo, le fondamenta dell'Umanesimo, il punto più alto dell'identità italiana. San Francesco è la nostra aspirazione, contraddetta mille volte nella vita, nella storia e - mi permetto di aggiungere - nella politica, al bene.
San Francesco è la parte migliore di noi come esseri umani e come italiani. Credo che, con questo afflato, diciamo “sì” all'approvazione di questa legge e ci auguriamo che diventi un modo di guardare al futuro di tutta quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Malagola. Ne ha facoltà.
LORENZO MALAGOLA (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, ogni Nazione ha un giorno che la definisce, che coincide solitamente con un atto fondativo delle sue istituzioni, come una battaglia, una rivoluzione, l'incoronazione di un sovrano o la sottoscrizione di una Costituzione. Gli Stati Uniti hanno il 4 luglio (il giorno dell'indipendenza), la Francia il 14 dello stesso mese (la presa della Bastiglia), la Spagna il 6 dicembre (la giornata della Costituzione), l'Italia ha il 25 aprile e il 2 giugno. Eventi politici che hanno plasmato l'assetto democratico di uno Stato e che ricordano i sacrifici, molto spesso di sangue, con i quali un popolo ha dato forma alla propria idea di Nazione.
Al tempo stesso, esistono anche delle festività nazionali legate al dogma religioso: il Natale e la Pasqua, per esempio, che permettono di riconoscersi intorno a quel portato di fede che ha segnato e segna la vita non solo religiosa, ma anche culturale e sociale di una comunità.
Perché quindi reintrodurre dopo quasi cinquant'anni - era stata soppressa nel 1977 - una festività per ricordare un santo come Francesco? Qualcuno potrebbe scuotere la testa e rimanere perplesso - come purtroppo ho ascoltato in quest'Aula - nel sacrificare un giorno di lavoro e di produttività per ricordare un uomo che è morto 800 anni fa.
Ma proclamare la commemorazione di San Francesco quale festa nazionale non è né uno spreco né un capriccio della maggioranza. È una questione di identità. Significa, soprattutto in un'epoca così complicata nella quale sembriamo perdere le nostre certezze, restituire alla dimensione pubblica un pilastro della nostra memoria collettiva. Significa consegnare un punto di riferimento simbolico alle nuove generazioni che, troppo spesso, oggi, rischiano di smarrirsi. Senza radici, non c'è futuro. Senza memoria, non c'è comunità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
È per questo che Fratelli d'Italia ha presentato questa proposta di legge, raccogliendo l'appello lanciato lo scorso anno da Davide Rondoni, poeta e presidente del Comitato nazionale per i festeggiamenti dell'ottavo centenario della morte del santo. Ed è con questa legge che l'Italia recupera finalmente un patrimonio che le appartiene da secoli.
Ricordo quando da ragazzo, come credo molti di voi, ho letto per la prima volta il suo Cantico delle creature. Ad affascinarmi non fu soltanto quella splendida celebrazione del signore che viene “laudato” - come scriveva Francesco - con tutte le creature, ma anche il “Laudato si', mi' Signore, per sora nostra morte corporale”. Quelle parole mi colpirono più di ogni altra, perché, in un unico canto, Francesco era riuscito a celebrare la vita e la morte, il quotidiano e l'eterno e a trasformare ogni creatura in un testimone della grandezza di Dio.
È un'opera, quella di San Francesco, che non è solo un simbolo della nostra fede, ma è anche un vero e proprio manifesto culturale italiano. Il testo poetico più antico della nostra letteratura, come lo ha definito il grande filologo Gianfranco Contini, venne scritto in un Medioevo luminoso, al di là di una certa storiografia che lo ha dipinto come un periodo buio, con una lingua semplice, diretta e universale, parlando a tutti e diventando per anni il motore più forte della nostra identità.
In fondo, l'Italia già esisteva nella sua lingua e nella sua cultura, prima ancora che il Paese fosse unificato politicamente. Attraverso le parole di Francesco, la nostra lingua cominciava a farsi riconoscibile, a essere veicolo di idee e di valori condivisi.
È una strada, quella aperta dal suo cantico, che avrebbe poi guidato autori come Dante, Petrarca e Boccaccio, mostrando che il parlare italiano poteva esprimere allo stesso tempo pensiero, arte e spiritualità. Un progetto culturale che si svela ancora oggi nella sua attualità e rivela la nostra unicità.
Lungi dal creare classifiche fra i santi, anche per non attirare su di noi fulmini e saette dal cielo, San Francesco è certamente il più conosciuto tra i santi al mondo, celebrato non solo dagli italiani, ma da tutti i popoli di ogni continente.
È riconosciuto come simbolo dell'identità cristiana, ma anche della nostra civiltà europea, occidentale. D'altronde, fu San Francesco a immaginare, nel 1223, il primo presepe vivente come parte della celebrazione annuale del Natale a Greccio, tradizione che ancora oggi è custodita ed è entrata a pieno titolo tra gli esempi più vivi di quella cultura popolare di cui è ricco il nostro Paese.
E fu in onore del poverello di Assisi che Jorge Mario Bergoglio, nel 2013, ha scelto, come primo pontefice nella storia, il nome di Francesco. E persino il nuovo continente americano porta con sé la testimonianza della sua figura con la città di San Francisco che deve il suo nome proprio a una missione spagnola fondata in onore del Santo.
Ma forse il tributo più significativo glielo ha dato proprio Dante che, nell'XI canto del Paradiso, ne ricorda le nozze mistiche con Madonna povertà che “privata del primo marito, millecent'anni e più dispetta e scura, fino a costui si stette sanza invito”.
E non dimentichiamo poi il Francesco iconico di Zeffirelli o quello travolgente di Liliana Cavani o le innumerevoli rappresentazioni nella storia dell'arte, da Giotto a Caravaggio fino a Rembrandt e a Guido Reni.
Insomma, il patrono d'Italia ha agito come ambasciatore della nostra identità nel mondo, incarnando, al tempo stesso, la cifra più profonda dell'italianità che trascende confini e culture.
Ricordiamo che, in un contesto di tensioni internazionali, come quelle vissute all'epoca di Francesco, egli ha rappresentato un esempio autentico di quella cultura che dall'Italia e dall'Europa si è intrecciata anche con il mondo orientale e ha provato a cucire le sponde del Mediterraneo. Basti ricordare il celebre incontro tra il santo e il sultano di Babilonia, Malik al-Kamil, nipote del Saladino, avvenuto, nel 1219, durante la sanguinosa battaglia di Damietta. Le cronache raccontano che Francesco, incurante del pericolo, messaggero di pace, attraversò territori ostili, il campo nemico, completamente disarmato, con il solo scudo della sua fede e fu ricevuto in udienza dal sultano che, con stupore e ammirazione per le sue parole, lo accolse con rispetto e lo lasciò incolume.
La storia francescana ha poi attraversato la storia dei secoli del nostro Paese. Molte figure emblematiche italiane si sono attinte alla sua identità e al suo esempio. Sono francescani terziari: Boccaccio, Giotto, Marconi fino a De Gasperi; e, poi, magari, anche, alcuni di noi, immagino, guardino Francesco e si siano immedesimati e si immedesimino anche rispetto al proprio ruolo pubblico nella sua figura.
Così, a distanza di 800 anni, San Francesco è conosciuto e riconosciuto ovunque. Il suo nome evoca Assisi, la povertà evangelica che per lui non scade mai in pauperismo, la cura del creato, il perdono come categoria dell'agire politico e l'idea di una vita di fede tutta trascorsa in mezzo al suo popolo.
Ma evoca anche l'immagine di un'Italia che sa custodire memorie e tradizione, trasformandole in guida per le sfide del presente e del futuro e che, attraverso figure come San Francesco, ricorda a se stessa e agli altri chi siamo e cosa rappresentiamo. Ed è per questo che annuncio il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Coordinamento formale - A.C. 2097-A e abbinata)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2097-A e abbinata)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 2097-A: "Istituzione della festa nazionale di San Francesco d'Assisi".
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 19) (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).
La Camera, dunque, ribadisco, approva. Dichiaro così assorbita l'abbinata proposta di legge n. 2231.
Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1611 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° agosto 2025, n. 110, recante misure urgenti per il commissariamento dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali e per il finanziamento dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù (Approvato dal Senato) (A.C. 2586) (ore 16,30).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2586: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° agosto 2025, n. 110, recante misure urgenti per il commissariamento dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali e per il finanziamento dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù.
Ricordo che nella seduta del 22 settembre si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.
(Esame dell'articolo unico - A.C. 2586)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e degli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 96-bis, comma 7, del Regolamento, in quanto estranei rispetto ai contenuti del provvedimento in esame - che, all'articolo 1, reca unicamente disposizioni per disciplinare il commissariamento dell'Agenas - gli emendamenti 1.1001 e 1.1000 Marianna Ricciardi, non previamente presentati in Commissione, entrambi volti a prevedere la trasformazione dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali in un'Autorità indipendente.
Informo l'Assemblea che, in applicazione dell'articolo 85-bis del Regolamento, i gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Italia Viva-il Centro-Renew Europe sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti segnalati per la votazione.
Prego, onorevole Ciocchetti.
LUCIANO CIOCCHETTI, Relatore. Grazie, Presidente.
Invito al ritiro o parere contrario sugli identici emendamenti 1.1 Marianna Ricciardi, 1.2 Malavasi e 1.3 Zanella, sugli identici emendamenti 1.5 Marianna Ricciardi e 1.6 Girelli, sull'emendamento 1.61 Faraone, sugli identici emendamenti 1.8 Quartini, 1.9 Zanella e 1.10 Furfaro, sugli identici emendamenti 1.11 Quartini, 1.12 Stumpo e 1.13 Zanella, sugli identici emendamenti 1.14 Di Lauro e 1.15 Ciani e infine sugli emendamenti 1.18 Girelli e 1.20 Girelli. Sono tutti invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Ok, andiamo per le vie brevi.
Onorevole rappresentante del Governo, Sottosegretario Gemmato, qual è il suo parere rispetto a ciò che abbiamo appena sentito dal relatore? Pensavo che nel frattempo le aprissero il microfono, quindi mi sono dilungato.
MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. Il parere è conforme al relatore.
PRESIDENTE. Rapido, grazie.
Passiamo agli identici emendamenti 1.1 Marianna Ricciardi, 1.2 Malavasi e 1.3 Zanella. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Allora, per l'ennesima volta sono abbastanza stupito del fatto che si vincoli l'Aula e le Commissioni a non dibattere su temi così significativi, così importanti, perché questo provvedimento ci giunge dal Senato di fatto blindato, senza alcuna possibilità di incidere.
Guardate, oltre a questo, c'è un altro aspetto che è assolutamente straordinario. Mantoan, presidente di Agenas, ha dato le dimissioni a dicembre del 2024. Avete avuto modo, per nove mesi, di reimpostare tutto l'assetto organizzativo di Agenas. Non ci siete riusciti, evidentemente per le problematiche interne alla maggioranza: non riuscivate a trovare alcun tipo di accordo. Quindi, per nove mesi, Agenas è stata di fatto bloccata, non ha avuto la possibilità di svolgere i suoi compiti.
Voglio ricordare: Agenas svolge attività di supporto tecnico-operativo alle politiche statali, alle politiche regionali, alle ASL; supporto all'organizzazione dei servizi attinenti alle prestazioni; monitora gli esiti e l'efficienza dei servizi; fa una valutazione delle performance; attiva misurazioni, analisi e il controllo dei servizi assistenziali; fa una verifica dell'efficacia delle innovazioni in campo sanitario mediante l'utilizzo dei flussi informativi; si propone di realizzare progetti di ricerca di carattere nazionale.
Guardate, è qualcosa di estremamente ampio, estremamente importante. Agenas dovrebbe monitorizzare anche le liste d'attesa, per esempio, i cui risultati non verranno proposti agli italiani prima delle elezioni regionali. Ma di cosa avete paura? Che gli italiani si accorgano che non ce la fanno a fare una visita nei tempi prestabiliti? Lo sanno di già, gli italiani, che le liste d'attesa sono un grosso problema. Evidentemente, ci sono resistenze alla pubblicazione di questi dati.
Ora, abbiamo visto quali sono tutte le funzioni di Agenas e voi pensate che tutte queste funzioni possano essere esercitate da una sola persona? Voi pensate che, commissariando la struttura - che, peraltro, dovrebbe avere fra le sue caratteristiche terzietà e indipendenza -, voi pensate che determinando una gestione commissariale, quindi dipendente direttamente dal Governo, si possano svolgere in maniera terza queste funzioni? Io credo sia un vero e proprio insulto al buonsenso, all'onestà e all'intelligenza di questa Assemblea.
Voi non state facendo altro che un'operazione che ha due obiettivi: il primo, nascondere la litigiosità della maggioranza; il secondo, generare una sorta di sistema dittatoriale nei confronti di un organo così importante. Credo che la soppressione di questo articolo sia assolutamente dovuta e dovete fare i conti con noi altri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.1 Marianna Ricciardi, 1.2 Malavasi e 1.3 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).
Passiamo agli identici emendamenti 1.5 Marianna Ricciardi e 1.6 Girelli. Se nessuno chiede di intervenire, li pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.5 Marianna Ricciardi e 1.6 Girelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).
Passiamo all'emendamento 1.61 Faraone. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.61 Faraone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).
Passiamo agli identici emendamenti 1.8 Quartini, 1.9 Zanella e 1.10 Furfaro. Se nessuno chiede di intervenire, li pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.8 Quartini, 1.9 Zanella e 1.10 Furfaro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).
Passiamo agli identici emendamenti 1.11 Quartini, 1.12 Stumpo e 1.13 Zanella. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI (M5S). Presidente, questa è una barzelletta: noi, con questo articolo di legge, cosa facciamo? Evitiamo che la discussione rispetto al commissariamento di Agenas, alla nomina di un direttore generale, di un presidente, di un consiglio d'amministrazione, che vanno a finire tutti nello stesso soggetto …noi eliminiamo la possibilità delle Commissioni di Senato e Camera di dire la loro. Si saltano completamente le Commissioni. Io credo che sia davvero lo svilimento assoluto della sovranità di quest'Aula, di questo Parlamento, della Camera alta. Il fatto che non si possa sentire e avere un parere vincolante delle Commissioni di riferimento è una vergogna assoluta. Ma come si fa?
Io credo che ci sia proprio la tendenza autolesionista della sovranità di questo Parlamento. Con questo emendamento si cerca di ripristinare un minimo di valore, ma un valore elementare: quello che, quando si arriva a una nomina, si passi dalle Commissioni referenti, semplicemente questo. È assolutamente di buonsenso, non si riesce a capire perché. La maggioranza, è chiaro, ha blindato tutto e non accetta nessun tipo di opportunità, ma credo davvero che vada denunciato questo atteggiamento di una maggioranza così arrogante (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.11 Quartini, 1.12 Stumpo e 1.13 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).
Passiamo agli identici emendamenti 1.14 Di Lauro e 1.15 Ciani. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marianna Ricciardi. Ne ha facoltà.
MARIANNA RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento chiediamo di sopprimere il comma 2 e il secondo periodo del comma 3. Questo perché si sta proponendo con il decreto - ormai è già in vigore - che il commissario sostituisce il ruolo del presidente, del direttore generale e del consiglio di amministrazione, e per di più gli si consente anche di svolgere un altro incarico, se già in corso.
Io dico, il ruolo di Agenas è un ruolo importante e strategico, che deve dare un supporto all'organizzazione del Servizio sanitario nazionale e regionale, e tutte queste figure vengono sostituite da un'unica persona, che per giunta può fare anche un altro lavoro? Come verrà fatto, a tarallucci e vino, questo commissariamento? A me sembra follia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Per questo credo sia indispensabile quantomeno rivedere il sistema e approvare questo emendamento e sopprimere questo commissariamento fatto in questo modo.
Con gli emendamenti successivi ci sono poi delle proposte concrete per sistemare questa stortura. A me sembra inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Malavasi. Ne ha facoltà.
ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi aggiungo a queste considerazioni rispetto a questo emendamento che abbiamo fatto anche noi. Ci siamo uniti all'emendamento che hanno fatto i colleghi del MoVimento 5 Stelle, perché abbiamo contestato, anche in Commissione, senza sentire nessun intervento da parte della maggioranza nemmeno per difendere la scelta, che ha fatto questo Governo, di commissariare Agenas, i pieni poteri che vengono dati al commissario straordinario, che ha poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione, e che si sostituisce in tutto e per tutto al ruolo del presidente, del direttore generale e del consiglio di amministrazione, ovviamente con la consapevolezza che è un mandato che dovrebbe scadere il 31 dicembre.
Ci aspettiamo, ovviamente, un rinnovo per la tempistica con cui questo provvedimento è arrivato in Aula. È un provvedimento che dà pieni poteri al commissario. Senza mettere in dubbio, ovviamente, il profilo e il curriculum del presidente, crediamo che sia ovviamente eccessivo questo commissariamento. È vero che il commissario viene scelto, comunque, fra membri con esperienza, ma c'è una esautorazione totale delle regioni e degli enti locali, con la consapevolezza che parliamo dell'Agenzia nazionale che dovrebbe governare la sanità pubblica e, ovviamente, anche del ruolo delle regioni, che vengono completamente esautorate.
Allora, ci chiediamo se sia possibile avere un commissario con pieni poteri che può mantenere anche un altro tipo di attività o un altro lavoro. Non è previsto, infatti, di andare in aspettativa o di poter svolgere solamente un lavoro. Forse, allora, o quelli che c'erano prima facevano troppo poco o questo è veramente un superuomo. Quindi, noi ci chiediamo come sia possibile delegare completamente al commissario questo ruolo senza mettere in difficoltà l'efficacia e l'efficienza di un sistema che è garanzia anche della sanità pubblica territoriale.
PRESIDENTE. Prima di passare ai voti, salutiamo, perché seguono dalle tribune i lavori, una rappresentanza di atleti che, a differenza della squadra della Nazionale parlamentari, ci danno grandi soddisfazioni: la squadra di calcio a 5 del Circolo Montecitorio Calcio. Benvenuti alla Camera dei deputati e grazie per quello che riuscite a fare (Applausi).
Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.14 Di Lauro e 1.15 Ciani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).
Passiamo all'emendamento 1.18 Girelli. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.18 Girelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).
Passiamo all'emendamento 1.20 Girelli. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.20 Girelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).
Passiamo all'emendamento 1.23 Stumpo. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.23 Stumpo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).
Passiamo agli identici emendamenti 1.25 Malavasi e 1.62 Faraone. Se nessuno chiede di intervenire, li pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.25 Malavasi e 1.62 Faraone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).
Passiamo all'emendamento 1.26 Ciani. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciani. Ne ha facoltà.
PAOLO CIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con questi emendamenti stiamo provando, ma con scarso risultato, perché probabilmente si presta poca attenzione, a correggere alcune storture di questo commissariamento. L'Agenas non è un ente marginale: è il fulcro che valuta l'efficienza dei sistemi sanitari regionali, certifica i target del PNRR Salute, accompagna le riforme territoriali previste dal DM 77, monitora le liste di attesa ed è per sua natura un luogo di cooperazione tra Stato e regioni.
Già commissariarlo dopo quasi un anno è stata una resa da parte del Governo, ma commissariarlo escludendo ogni confronto significa accentrare potere e indebolire quel rapporto di leale collaborazione che la Costituzione impone. Questi nostri emendamenti andavano, vanno nella direzione di rafforzare il ruolo delle regioni, di introdurre criteri trasparenti nella nomina del commissario e prevenire possibili conflitti di interesse e incompatibilità. Non ascoltare questo tipo di proposte ammette una preoccupazione di fondo, ossia che una volta di più si è scelta la via dell'accentramento e del “decidiamo da soli”, ignorando qualunque proposta di collaborazione.
È un metodo che ci preoccupa soprattutto su un ambito, come quello della sanità, in cui la sofferenza del Paese e dei cittadini è grande e in cui la collaborazione del Parlamento e degli eletti dovrebbe essere un aiuto e un surplus.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.26 Ciani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).
Passiamo agli identici emendamenti 1.28 Girelli e 1.29 Zanella. Se nessuno chiede di intervenire, li pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.28 Girelli e 1.29 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).
Passiamo agli identici emendamenti 1.30 Di Lauro, 1.31 Malavasi e 1.32 Zanella. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento si chiede che non sia prorogabile la nomina del commissario. A noi sembra assolutamente ragionevole. Tra l'altro, era una richiesta anche dell'emendamento precedente. Ciani lo ha spiegato bene.
Vede, siamo praticamente ad ottobre. Siamo ad ottobre, si nomina un commissario fino a dicembre: io mi immagino che, a dicembre, venga subito prorogato. Cioè, almeno diamoci un meccanismo, una regola che vada nella direzione di ridare quel potere necessario ad Agenas perché svolga le sue funzioni.
Ora, noi vorremmo anche modificarla, l'Agenas, renderla più indipendente, più autonoma, perché non dovrebbe essere al servizio del Governo, visto che fa un lavoro di monitoraggio, di raccordo con le regioni, un'attività di ricerca, un'attività di valutazione della qualità dei servizi, dell'efficacia, dell'efficienza delle prestazioni; può dare un contributo alle stesse ASL in questo senso.
Voi che cosa fate? Non solo la commissariate per controllarla meglio - perché il controllo non arriverà dall'Aula, non arriverà dalle Commissioni visto che le avete squalificate in maniera incredibile, ma arriverà direttamente dal Governo - e questo, chiaramente, inserisce un vulnus enorme nella possibilità di controllo.
Io credo davvero che si debba limitare in maniera significativa tutto questo. Oltre a tutto, si è nominato un commissario e lo si rende libero di esercitare anche altre funzioni. Io ho letto tutte le funzioni: ma voi credete veramente possibile che una sola persona riesca a svolgere tutte quelle funzioni, esercitando anche altre attività? È veramente una cosa incredibile. Io credo che non si sia mai vista da nessuna parte una cosa del genere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Malavasi. Ne ha facoltà.
ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Effettivamente, anche in Commissione abbiamo provato a riflettere su questo commissariamento. Noi riteniamo che il commissariamento sia stata una scelta, la più comoda e la più semplice ma, forse, anche la più miope del Governo nell'andare a supplire una situazione di vacatio ovviamente, visto che il presidente Mantoan si era dimesso a dicembre del 2024.
E il fatto che la maggioranza o il Governo non abbiano saputo, non abbiano voluto attivare procedure ordinarie per arrivare a questa nomina, crediamo che sia anche il segnale di una decisione inefficace che non può che delegittimare questa scelta rispetto ad un'agenzia, Agenas, come già il collega Ciani diceva prima, che è un punto di riferimento e uno strumento essenziale della governance della sanità pubblica.
Noi crediamo che “commissariare” significhi precarizzare, rinunciare ad una normalità istituzionale, significa trasformare la fase transitoria in un metodo di governo che ci preoccupa moltissimo.
Sul sito della Presidenza del Consiglio dei ministri ci sono 65 atti commissariali. Ormai abbiamo commissariato di tutto e crediamo che questo stia diventando un modo di lavorare di questo Governo che riteniamo inaccettabile, che abdica al ruolo politico e tende a commissariare e a rendere tecnico tutto ciò che è possibile con l'idea di accentrare, a Roma, nelle mani della Presidente del Consiglio, qualsiasi decisione e qualsiasi governance.
Stiamo un po' anticipando la riforma del premierato con delle scelte conseguenti che sono andate ad incidere con commissariamenti su città. È come se in ogni regione ci fossero almeno tre commissariamenti, un po' per qualsiasi cosa, da opere pubbliche, da bonifiche, da città degradate, all'edilizia penitenziaria, a sismi, ospedali, olimpiadi, autostrade. Abbiamo ovviamente ormai commissariato qualsiasi cosa.
Temiamo che sia un modo di governare pericoloso che non ci convince assolutamente e, con questo emendamento e con gli altri che abbiamo anche già votato, abbiamo cercato di limitare temporalmente il commissariamento, di non renderlo prorogabile, per fare in modo che la governance istituzionale prevista in Agenas torni ad essere la governance di un Governo trasparente e in cui ovviamente le componenti del presidente, del direttore e del consiglio di amministrazione tornino ad essere nei loro pieni poteri.
Chiediamo quindi, con questo emendamento, che non venga prorogato il commissariamento di Agenas oltre il 31 dicembre del 2025, che è la proposta che c'è in questo decreto, perché crediamo che sia giusto che una struttura così importante, in pieno accordo con le regioni, si rimetta a lavorare con efficienza, senza improvvisazione e per dare una prospettiva di stabilità ad un'agenzia strategica per le nostre regioni e per il diritto alla salute dei nostri cittadini.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Anche noi abbiamo presentato la stessa proposta emendativa e ne abbiamo parlato, come diceva la collega Malavasi, in Commissione. Effettivamente, parlando dell'Agenas - forse non tutti i colleghi e le colleghe ne sono pienamente a conoscenza – ci riferiamo a un ente che è centrale e strategico nel governo del Servizio sanitario nazionale, dei rapporti e delle relazioni tra lo Stato e le regioni, ma anche nel controllo e monitoraggio della spesa, nel monitoraggio dell'applicazione di quanto previsto dal PNRR Missione 6, per quanto riguarda anche i progetti di ricerca, di innovazione, di studio e proposta di modelli organizzativi.
Quindi, parliamo veramente di uno dei pilastri del nostro sistema sanitario. E qui già abbiamo eccepito, rispetto alla scelta di un commissariamento, che, lo ricordo, i commissari dovrebbero essere indicati, proposti e adottati in circostanze eccezionali. Per esempio, quando c'è un'urgenza dovuta a eventi meteorologici particolari, come terremoti, alluvioni, situazioni emergenziali appunto.
Ed effettivamente ha ragione la collega Malavasi nel citare, invece, tutti i commissariamenti che caratterizzano la modalità di governo di questo Paese. Recentemente l'abbiamo ricordato anche noi quando abbiamo votato la proroga di Simico per le Olimpiadi che avrebbero dovuto concludersi (compresi i lavori e, quindi, compresi le società e gli agenti su questo fronte) nel 2026; e, invece, si proroga Simico fino al 2032-2033.
Ecco, quindi, in questo caso, il commissariamento è stato deciso effettivamente nell'impossibilità di fare diversamente da parte del Governo, ma con questo aggiungiamo un ulteriore potere accentrato nelle mani del Governo, anche in questo delicato ruolo di questo ente così decisivo per il governo della sanità (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.30 Di Lauro, 1.31 Malavasi e 1.32 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).
Passiamo all'emendamento 1.33 Sportiello.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Marianna Ricciardi. Ne ha facoltà.
MARIANNA RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento proponiamo di prevedere una procedura di concorso pubblico per nominare il direttore dell'Agenas e il presidente dell'Agenas.
Questo perché? Perché la nostra preoccupazione è che, alla fine di questo commissariamento, che oggi è previsto fino al termine dell'anno, si andrà con una proroga e andremo avanti di proroga in proroga proprio perché, evidentemente, il meccanismo attuale di nomina ha delle criticità notevoli, motivo per cui è necessario individuare un nuovo meccanismo.
Io avevo previsto anche la trasformazione dell'Agenas in un'autorità indipendente; però avete reso questo emendamento inammissibile e, pertanto, non ne parlerò, ma resto su questo emendamento qui. Prevedere una procedura pubblica con dei requisiti specifici (oltre alla laurea magistrale prevista, anche una comprovata esperienza in direzione a livello apicale di questo tipo di strutture), prevedere proprio una procedura di trasparenza e, soprattutto, una procedura meritocratica: sono convinta che soltanto in questo modo possiamo garantire all'Agenas di poter svolgere appieno il suo lavoro, che è strategico per la gestione del Servizio sanitario nazionale e regionale.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.33 Sportiello, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).
Passiamo all'emendamento 1.34 Quartini. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.34 Quartini, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).
Passiamo all'emendamento 1.35 Marianna Ricciardi. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.35 Marianna Ricciardi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).
Passiamo all'emendamento 1.64 Faraone. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.64 Faraone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).
Passiamo all'emendamento 1.38 Furfaro. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.38 Furfaro, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).
Passiamo agli identici emendamenti 1.39 Zanella e 1.40 Malavasi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Malavasi. Ne ha facoltà.
ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Torniamo sui pieni poteri del commissario. Abbiamo già detto che in questa proposta il commissario ha pieni poteri di amministrazione ordinaria, straordinaria, e che riunisce in sé tutte le funzioni di governance, dal presidente al direttore, al consiglio di amministrazione, e ci siamo interrogati non solo sul fatto che questa figura così importante debba dedicarsi h24 a questo ruolo, ma ci siamo anche interrogati sul profilo di queste persone e del commissario.
In questo emendamento abbiamo proposto che, negli ultimi 5 anni, il commissario non abbia ricoperto ruoli o avuto rapporti diretti o indiretti con aziende operanti nel settore sanitario e farmaceutico. Questo perché sul tema della trasparenza, anche rispetto agli emendamenti che avete bocciato sul tema dell'anticorruzione, sull'assenza di conflitti di interesse, sull'indipendenza di Agenas, non possiamo avere dubbi. Credo che Agenas debba mantenere un profilo di terzietà, di autonomia e di indipendenza prezioso, proprio per il ruolo che svolge di governance, di supporto, di sostegno anche delle decisioni delle diverse regioni, e non avere messo nessun paletto all'interno di questo provvedimento ci lascia molto perplessi.
Quindi, nonostante non abbiate accolto nessuna sollecitazione sulla tempistica del commissariamento e nonostante non abbiate nemmeno accolto che si potessero pubblicare i curricula sul sito del Ministero della Salute - che mi sembra un atto doveroso -, chiediamo almeno che ci sia qualche paletto, qualche requisito che possa rendere più oggettiva la scelta che viene fatta, proprio per garantire quell'autonomia, quella terzietà e quell'indipendenza che Agenas, come Agenzia per i servizi sanitari regionali, deve garantire. Quindi chiediamo ancora, con forza, di mantenere l'indipendenza dell'Agenzia, con la mancanza di rapporti diretti e indiretti negli ultimi 5 anni che il commissario deve avere con tutte le aziende farmaceutiche e le aziende sanitarie operanti nel medesimo settore.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.39 Zanella e 1.40 Malavasi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).
Passiamo agli identici emendamenti 1.41 Zanella e 1.42 Girelli.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere questi emendamenti. Credo che l'assenza di conflitti di interesse sia assolutamente pacifica da richiedere per direzioni così importanti, a maggior ragione per un commissario. Avete bocciato l'emendamento precedente rispetto al rischio di conflitti di interesse negli ultimi 5 anni con le aziende farmaceutiche e con le aziende sanitarie, ma, almeno un'estensione di questo tipo credo sia il minimo sindacale. Non solo il commissario fa il presidente, il direttore e il consiglio d'amministrazione, ma è anche autorizzato a fare altre attività, anche altre attività; poi c'è da discutere quanto compatibili o incompatibili. Ma, allo stesso tempo, non gli viene richiesto nemmeno di non avere conflitti di interesse.
Io, veramente, credo che ci sia un atteggiamento molto aggressivo, molto prepotente da parte della maggioranza. Credo che questo atteggiamento violi il buonsenso sotto tutti i punti di vista e, allo stesso tempo, mi meraviglio del fatto che non ci sia nemmeno una risposta - una - alle nostre perplessità, ai nostri dubbi. Credo che sia veramente grave questo vostro comportamento. È un comportamento che genera necessariamente dei meccanismi di forte ostilità nei confronti di un Governo che cerca di controllare qualunque tipo di struttura che dipenda dallo stesso, senza dare la possibilità alle opposizioni di dire la loro fondamentalmente, perché, comunque, è un muro di gomma quello con cui noi ci dobbiamo misurare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.41 Zanella e 1.42 Girelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).
Passiamo all'emendamento 1.45 Stumpo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Malavasi. Ne ha facoltà.
ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. In questo emendamento torniamo su un punto che abbiamo già toccato, che riguarda la non sovrapposizione con altri incarichi da parte del commissario. Diciamo questo perché la preoccupazione che abbiamo, avendo bocciato gli emendamenti precedenti e non avendo nessun paletto, nessuna garanzia di un'assenza di conflitto di interesse, che è una cosa anche molto grave, è che la nomina di questo commissario non possa che rafforzare la catena di comando della sanità in capo al Governo, e non mi sembra che fino ad oggi abbiamo visto dei grossi risultati.
Abbiamo detto che questo commissario sostituirà il presidente, il direttore, e non ci sarà nemmeno il consiglio di amministrazione, che è un organo di garanzia. Quindi sarà un commissario con pieni poteri, che può continuare a svolgere un altro ruolo, e ricordo che, nella legge istitutiva di Agenas, il commissario avrebbe potuto essere nominato solamente dopo due bilanci in fallimento, dopo due bilanci in rosso o, addirittura, per problemi che abbiano a che fare con la legalità o con la criminalità.
Risulta quindi davvero incomprensibile la scelta che è stata fatta nella sua stessa gigantesca natura: un'unica persona, che potrebbe avere qualsiasi conflitto d'interesse, qualsiasi altro interesse rispetto al ruolo che svolge, che può continuare a svolgere un altro ruolo senza nessun vincolo e senza nessuna garanzia dell'autonomia, dell'indipendenza e della terzietà, senza nessun controllo che poteva venire dal consiglio di amministrazione. Allora, noi crediamo che questo sia un errore che rischi di minare l'autorevolezza di Agenas.
Non mettiamo assolutamente in discussione il profilo del presidente Cicchetti, ma crediamo che sia a garanzia anche del suo stesso operato proteggere comunque questa figura e fare in modo che non abbia nessun altro incarico e nessun conflitto d'interessi, proprio per garantire l'autonomia di Agenas e la piena agibilità del presidente. Chiediamo quindi, ancora una volta, di porre attenzione a questo emendamento, che chiede di non avere nessun altro incarico per il commissario proprio per la pienezza di ruolo che avrà e le responsabilità che dovrà gestire e governare fino alla fine del 2025.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.45 Stumpo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).
Passiamo all'emendamento 1.47 Furfaro. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.47 Furfaro, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).
Passiamo agli identici emendamenti 1.48 Girelli e 1.49 Zanella. Se nessuno chiede di intervenire, li pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.48 Girelli e 1.49 Zanella, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).
Passiamo agli identici emendamenti 1.50 Malavasi e 1.65 Faraone. Se nessuno chiede di intervenire, li pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.50 Malavasi e 1.65 Faraone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).
Passiamo agli identici emendamenti 1.51 Di Lauro e 1.52 Girelli. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciani. Ne ha facoltà.
PAOLO CIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Sì, qui torniamo sul ruolo di plenipotenziario del commissario e sulla dignità e il ruolo del Parlamento con un emendamento molto semplice, cioè noi chiediamo che, al termine della sua attività, il commissario presenti una relazione sull'attività svolta. Abbiamo sottolineato come il commissario avrà pieni poteri, e quindi che il Ministero, innanzitutto, possa avere conto di tutto quello che lui farà nelle sue nuove funzioni ci sembrava il minimo.
E poi che questa relazione fosse trasmessa al Parlamento, perché già prima i colleghi hanno sottolineato come le Commissioni competenti del Parlamento siano totalmente estranee a questo percorso: che almeno un ruolo, a questo punto, non più di controllo, ma di comprensione di quello che è stato fatto possa averlo il Parlamento, possano averlo le Commissioni, possano averlo gli eletti che seguono nelle Commissioni gli aspetti riguardanti la sanità.
Non sono emendamenti ostruzionistici, Presidente, lo vede. Sono emendamenti di buonsenso e ci colpisce e ci dispiace che non siano stati colti in questa proposta di tentativo di migliorare una norma che, purtroppo, non ci vede d'accordo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI (M5S). Questo emendamento, Presidente, in qualche modo cerca di fare almeno un minimo di ordine. Che cosa si chiede? Si chiede di rendicontare il lavoro fatto da Agenas entro il 30 gennaio di ogni anno. È un emendamento di buonsenso. Non si è mai visto che non ci sia la possibilità, per un organismo così significativo e così importante, di redigere almeno una rendicontazione che la Camera e il Ministro della Salute possano valutare e leggere in merito a quello che viene fatto.
Anche questo emendamento lo state bocciando. Io credo che l'idea stessa del commissariamento tout court, così, con queste caratteristiche, senza nessun tipo di verifica, senza nessun tipo di controllo, risponda all'idea dell'uomo solo al comando, non c'è altra alternativa. Evidentemente, quindi, state anticipando, in tutti i gangli del nostro sistema, il premierato.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.51 Di Lauro e 1.52 Girelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).
Passiamo all'emendamento 1.53 Ciani. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.53 Ciani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).
Passiamo all'emendamento 1.56 Malavasi. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.56 Malavasi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).
Passiamo all'articolo 2. Onorevole Ciocchetti, i pareri sugli emendamenti all'articolo 2 erano tutti invito al ritiro o parere contrario? Benissimo. Il parere del Governo era conforme a quello del relatore.
Passiamo all'emendamento 2.2 Faraone. Se nessuno chiede di parlare lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.2 Faraone, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).
Passiamo agli identici articoli aggiuntivi 2.01 Marianna Ricciardi e 2.02 Malavasi. Se nessuno chiede di parlare li pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 2.01 Marianna Ricciardi e 2.02 Malavasi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).
Passiamo agli identici articoli aggiuntivi 2.03 Furfaro e 2.04 Quartini. Se nessuno chiede di parlare li pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 2.03 Furfaro e 2.04 Quartini... Ha chiesto di parlare l'onorevole Furfaro. La votazione è revocata e lei ha diritto di intervenire.
MARCO FURFARO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Oggi noi votiamo un decreto che assegna delle risorse all'Ospedale Bambino Gesù, che ci ha visto anche assieme in iniziative di solidarietà, per portare soldi, finanziamenti, a un ospedale che comunque è un'eccellenza pediatrica del nostro Paese. Bene, è giusto, è doveroso, però c'è un punto sul quale credo che sia importante soffermarsi, anche per non dare l'idea che ci sia una maggioranza magari che sceglie quali strutture hanno diritto a dei finanziamenti e quali no.
Per questo motivo, abbiamo presentato questo emendamento a tutela anche di altre strutture pediatriche che nel nostro Paese sono un'eccellenza: una su tutte, il Meyer di Firenze. È un ospedale che non è solo un ospedale, perché viene riconosciuto da università, da centri di ricerca, da fonti autorevoli. È un ospedale che è diventato un IRCCS, perché è un istituto di ricerca e che fa della cura del bambino un'innovazione, nel quale cura ed empatia creano un mondo a misura di bambino che viene riconosciuto in tutto il Paese e in tutto il mondo.
C'è un elemento in più che ovviamente è di cura dei pazienti, perché sono stati accuditi e ospitati pazienti piccoli, pazienti ucraini, ancor prima siriani, sudanesi e adesso bambini di Gaza, denutriti, pazienti malati oncologici. Anche un elemento, quindi, non solo di cura materiale di quei bambini, che serve evidentemente, ma anche simbolico per il momento che viviamo e, purtroppo, per il mondo in cui stiamo vivendo. L'emendamento allora serve esattamente a questo, lo chiedo anche alla maggioranza, visto che sono pochi milioni.
Come sentite dal tono, non voglio fare polemica. Sarebbe facile citare quante cose avete finanziato in questo anno che non servivano assolutamente a nulla o servivano a garantire la rendita di pochi o premiare qualche furbetto. Qui stiamo parlando di una struttura di eccellenza pediatrica che cura i bambini. C'è quella struttura, c'è il Meyer di Firenze, e ci sono anche tante strutture, perché sarebbe da finanziare e da riprendere, da valorizzare la rete pediatrica ospedaliera italiana, perché c'è un tema che viene prima di ognuno di noi: se il prima i bambini e se i bambini e la famiglia valgono in campagna elettorale, facciamolo anche quando siamo nelle Aule parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI (M5S). Presidente, credo che ci sia una grande truffa in questo provvedimento: da un lato, mettete il commissariamento di Agenas, su cui non si può che essere contrari; dall'altra, provate a finanziare un ospedale, senz'altro un'eccellenza, ma, evidentemente, è un meccanismo per cui cercate di mettere noi altri un po' in confusione, in difficoltà.
Dov'è che si vede questo forte equivoco, che è una furbata (come si direbbe in Toscana)? Lo vediamo dal fatto che state bocciando tutti i nostri emendamenti, che cercano di dare un contributo agli ospedali pediatrici, che sono eccellenze nel nostro Paese. Ora parlo dell'ospedale Meyer, ma va bene anche per il Gaslini, a cui era riferita la proposta emendativa precedente, per il Regina Elena o per altri ospedali. Qual è il motivo per cui per il Bambino Gesù sì e per gli altri ospedali no? Qual è il meccanismo? Qual è il vostro meccanismo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? È qualcosa di inconcepibile! Credo davvero che siamo di fronte a qualcosa di intollerabile dal punto di vista dell'opposizione. Vi stiamo dicendo questo: finanziate tutte le eccellenze pediatriche di questo Paese. Avete trovato la formula di togliere l'extraterritorialità del Bambino Gesù. Perché? Nelle periferie non si lavora? Il Meyer a Firenze non cerca di organizzare anche la pediatria di Volterra o di altre aree periferiche?
Vi chiedo allora un supplemento di valutazione su questi articoli aggiuntivi, altrimenti ci costringete a essere ostili nei confronti di tutto il provvedimento, non di una parte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 2.03 Furfaro e 2.04 Quartini, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).
Passiamo agli identici articoli aggiuntivi 2.05 Di Lauro e 2.08 Ciani.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Lauro. Ne ha facoltà.
CARMEN DI LAURO (M5S). Grazie, Presidente. Come hanno già detto i miei colleghi, ben vengano questi 20 milioni per il Bambino Gesù, sicuramente, è una grande eccellenza del nostro Paese, ma anche io mi chiedo, allora, perché non il Santobono.
Con questo articolo aggiuntivo, infatti, chiedo di stanziare 5 milioni di euro - che sono davvero briciole, se così possiamo dire - per l'ospedale pediatrico Santobono di Napoli, che anche in questo caso è una vera e propria eccellenza del nostro territorio. Proprio ieri, il Santobono ha ricevuto la visita del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, e, proprio nei giorni scorsi, ha ricevuto diverse decine di migliaia di euro da parte del mondo dell'imprenditoria e dello sport di Napoli, quindi da parte della generosità del popolo napoletano, ma evidentemente non da parte dello Stato, che ritiene non importante finanziare questo presidio ospedaliero.
Secondo noi è davvero inaccettabile questo comportamento: spiegateci perché al Bambino Gesù sì e al Santobono no. Veramente, siamo in attesa di una spiegazione plausibile. Per quanto mi riguarda, credo che, francamente, sia doveroso approvare questo articolo aggiuntivo. Parliamo di un ospedale pediatrico che è un'eccellenza della Campania.
Dello stesso avviso è anche un'importante associazione che ci ha scritto in questi giorni (non so se i colleghi della maggioranza abbiano avuto modo di leggere le e-mail): stiamo parlando dell'Albero delle famiglie, ossia del coordinamento per la tutela dei pazienti pediatrici, giovani adulti. Anche loro - stiamo parlando di genitori di bambini e di ragazzi, che vivono queste problematiche sulla propria pelle -, si sono chiesti, giustamente, perché questi 20 milioni andranno soltanto al Bambino Gesù - che sicuramente è una grande eccellenza - e non anche ad altre strutture pediatriche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Sottoscrivono gli onorevoli Carotenuto e Sarracino.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Malavasi. Ne ha facoltà.
ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ci tengo ad intervenire. Abbiamo presentato una serie di proposte emendative - ne abbiamo discusso anche in Commissione - proprio per sollecitare una riflessione complessiva. L'abbiamo fatto su alcuni ospedali pediatrici, non su tutti: il Gaslini, il Meyer, il Santobono, il Regina Margherita e il Burlo Garofolo. Ne abbiamo presentati tanti. In realtà, sono molti di più gli ospedali pediatrici nel nostro Paese o gli ospedali che hanno reparti di eccellenza. Siamo ben consapevoli che l'ospedale Bambino Gesù ha una sua tipicità anche giuridica e riconosciamo che è una grandissima eccellenza. È un ospedale pediatrico europeo, un'eccellenza italiana. È un ospedale che accoglie bambini da tutta Italia ed è sempre pronto ad accogliere anche bambini che vengono da situazioni di guerra. Oggi più che mai è necessario che ne parliamo e che venga sostenuto, essendo un ospedale totalmente gratuito, in pieno spirito universalistico.
In realtà, questi articoli aggiuntivi vogliono anche alzare un po' l'attenzione, in generale, sulla situazione degli ospedali pediatrici nel nostro Paese, sull'intero territorio nazionale, che certamente richiedono una riflessione, non una contrapposizione, l'uno contro l'altro, ma una riflessione che riguarda la tenuta delle pediatrie e della cura dei bambini nel nostro Paese.
In questo articolo aggiuntivo, stiamo parlando dell'ospedale Santobono di Napoli, che sicuramente è un'eccellenza, ma sappiamo anche che ci sono intere aree sul nostro territorio nazionale dove non esiste una struttura capace di rispondere ai bisogni oncologici e a terapie intensive neonatali adeguate, di avere percorsi di neuropsichiatria infantile, su cui ovviamente c'è un'esigenza e un allarme che imperano ormai da anni. E crediamo che questa possa essere anche l'occasione - l'abbiamo detto in Commissione, dove ho sollecitato il presidente Cappellacci, qua, di fianco a me - per prenderci qualche impegno, per analizzare i bisogni della pediatria nel nostro Paese, proprio perché abbiamo bisogno di sostenere la natalità, ma anche di avere servizi che diano cure efficienti ed efficaci e che garantiscano il diritto alla salute ai bambini e alle bambine.
Quindi, l'articolo aggiuntivo propone di stanziare risorse, 5 milioni di euro annui, anche per l'ospedale Santobono, così come per gli altri ospedali, su cui non interverrò, proprio perché, più in generale, sono certa che in quest'Aula c'è la giusta sensibilità per fare una riflessione più complessiva. Credo che ci dobbiamo prendere l'impegno, anche nella prossima finanziaria, utilizzando le Commissioni competenti, di ragionare insieme su come sostenere maggiormente le pediatrie dei nostri ospedali. Ripetiamo molto spesso che mancano medici di base, medici di medicina generale, infermieri, assistenti sociali, ma non riflettiamo mai a sufficienza sulle pediatrie.
È una cosa di cui parliamo poco. Quindi, è stata anche l'occasione non solo per proporre emendamenti, ma anche per aprire una riflessione più complessiva che crediamo sia doverosa, se vogliamo davvero garantire un percorso di sicurezza per i bambini e le bambine e un diritto alla salute che oggi, soprattutto in questo ambito, ha grossissime disuguaglianze nel Paese, con interi territori che non hanno ospedali pediatrici o reparti dedicati.
Quindi, è un invito che faccio al Governo e alla maggioranza per fare un lavoro costruttivo, anche al di là dell'articolo aggiuntivo che proponiamo e che sosteniamo con forza, per discutere con pacatezza e decidere insieme su dare risorse adeguate a sostenere le urgenze, le emergenze pediatriche, le emergenze neonatali, che sono sempre più complesse, e a offrire cure specialistiche di alta complessità su tutto il territorio nazionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.
FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'articolo aggiuntivo che hanno presentato i colleghi e per fare una piccola considerazione: non si capisce perché a un ospedale pediatrico sì e a un altro no. Per quale ragione a un ospedale pediatrico vengano destinati 20 milioni di euro e al Santobono di Napoli non vengano destinati 5 milioni.
Negli anni noi abbiamo avuto una norma profondamente ingiusta, approvata - e mai modificata da nessuno - dall'allora Ministro Calderoli, che tanto bene ha fatto al Mezzogiorno d'Italia, che prevede l'assegnazione per la sanità - per la sanità - non in base al numero degli abitanti, ma in base al numero delle persone anziane. Questo ha creato sempre una discriminazione per cui le regioni, in particolare del Sud Italia e delle Isole, che avevano più bambini, ricevevano sempre meno risorse. Un sistema perverso che oggi raggiunge il culmine. Un tempo avevamo di meno, adesso zero.
Automaticamente, un ospedale pediatrico a Napoli, per il quale sono stati chiesti dei fondi - come hanno chiesto legittimamente per un altro ospedale pediatrico -, non viene preso in considerazione.
Quindi, noi abbiamo due valutazioni: a chi tutto e a chi niente. A un ospedale pediatrico tutto e a un altro niente.
Adesso, io mi rivolgo ai colleghi che sono eletti in Campania, a Napoli: con che coraggio andiamo sui nostri territori a dire “la nostra valutazione è 20 milioni a uno e zero a un altro”? Perché bisogna assumersi pure delle responsabilità.
So che molto spesso i territori sono considerati parva materia perché, come dire, ci si disinteressa della popolazione, tanto noi votiamo con le liste bloccate. Però, esiste un limite che non va mai superato: quello della decenza. E la richiesta è al pari; anzi, la collega ha chiesto il 25 per cento rispetto a quanto destinato a un altro ospedale pediatrico, cioè molto meno di quello che spetterebbe proporzionalmente a un ospedale pediatrico del Mezzogiorno, dove continuano a crescere più bambini e dove ci sono sempre meno risorse. Perché noi chiediamo agli italiani di fare bambini, però poi ci disinteressiamo del loro destino, cioè rispetto a farli crescere, a dargli le scuole e adesso anche gli ospedali pediatrici.
Allora, io invito la maggioranza a fare una riflessione. È stata fatta una richiesta chiara, precisa: 5 milioni di euro a fronte di altri 20 che si decide di stanziare per un ospedale che è una delle eccellenze italiane, tra l'altro; è un'eccellenza italiana.
Vi invito a riflettere su questa richiesta che mi sembra assolutamente di buonsenso e a votare a favore (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grippo. Ne ha facoltà.
VALENTINA GRIPPO (AZ-PER-RE). Sì, Presidente. Nel chiedere di sottoscrivere, a nome del gruppo, questo emendamento e gli altri che, fino alla fine, parlano di finanziamento a singoli ospedali pediatrici, mi unisco alla riflessione che è stata avviata.
Il Meyer, il Santobono, il Regina Margherita, il Buzzi, l'Umberto I - ce ne sono tanti altri che per completezza non sono stati richiamati negli emendamenti, ma che pure lo meriterebbero - accendono un faro su un elemento centrale.
È evidente che tutti noi conosciamo il numero di accessi e l'efficienza, l'efficacia, l'importanza e il ruolo del Bambino Gesù in questa città in un modello di sussidiarietà che funziona. Ritengo che, però, gli emendamenti presentati dai colleghi - che per questa ragione sottoscriviamo - volessero sostanzialmente fare questo: accendere un faro sulla complessità nella quale versano le strutture pediatriche italiane e sulle difformità. I vari reparti di pediatria neonatali, di neuropsichiatria, di oncologia pediatrica, i pronto soccorso pediatrici sono per la maggior parte in difficoltà: sono in difficoltà per il personale, sono in difficoltà per i macchinari e per la governance.
Ed è stato detto, soprattutto, che abbiamo in Italia una disomogeneità enorme. Le cosiddette OBIP, le osservazioni pediatriche brevi, sono nel 95 per cento degli ospedali al Nord Italia, nell'88 per cento degli ospedali nell'Italia centrale e solo nel 35 per cento degli ospedali nel Sud Italia. Avete sentito bene: solo un bambino su tre, solo una struttura ospedaliera su tre, può accogliere bambini nel Sud Italia.
È evidente che ci aspettavamo un intervento e siamo anche noi a disposizione per un lavoro - che richiamava prima la collega Malavasi e che penso tutti insieme non possiamo che auspicare - su una riflessione comune generale in merito a un sostegno e a un ripensamento del supporto alle divisioni pediatriche dei nostri ospedali, che sempre più spesso sono affidate al buon cuore e all'eroismo di chi le guida o di chi, ancor di più, ci lavora tutti i giorni, e non a un disegno organico di supporto.
Per questa ragione, diventa complesso quando si interviene sporadicamente e in modo frammentato per sostenere una di queste strutture. Poi, diventa l'occasione anche per accendere un faro su tutte le altre, che invece non si stanno supportando.
PRESIDENTE. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 2.05 Di Lauro e 2.06 Stumpo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).
Passiamo agli identici articoli aggiuntivi 2.07 Sportiello e 2.08 Ciani. Se nessuno chiede di intervenire, li pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 2.07 Sportiello e 2.08 Ciani, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 2.09 Marianna Ricciardi. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.09 Marianna Ricciardi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 2.010 Girelli. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.010 Girelli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 2586)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).
Il rappresentante del Governo ha chiesto una brevissima sospensione. Considerato che abbiamo cominciato alle 14, forse si può accordare.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti: sul Regolamento o sull'ordine dei lavori?
ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Intervengo esattamente su questo, signor Presidente, per dirle che, sia breve o sia lunga, io ritengo del tutto inaccettabile che il Governo si presenti in Aula a chiedere una sospensione per la valutazione di 15 ordini del giorno, di cui uno della maggioranza.
Signor Presidente, attraverso di lei mi rivolgo al Presidente della Camera: prima di qualunque tema c'è la correttezza e il rispetto del rapporto tra il Governo e il Parlamento; neanche l'opposizione, ma il Parlamento! Noi ormai siamo trascinati dai decreti-legge, dalle fiducie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle): va bene, siamo assuefatti a questo.
Ma che addirittura l'opposizione accetta una riforma del Regolamento in cui si dà lei una regola, di non poter più presentare ordini del giorno fino all'ultimo momento - e ciò riguarda l'opposizione, ma anche la maggioranza - e non c'è il rispetto da parte del Governo, che dalle 12 conosce i 15 ordini del giorno, che è in Aula da un'ora e 40 e che poteva guardare gli ordini del giorno (15 di cui uno della maggioranza), signor Presidente, una cosa del genere è inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), non nei confronti del singolo deputato, ma nei confronti dell'Aula.
Che siano cinque minuti o un quarto d'ora, se noi siamo obbligati a presentare gli ordini del giorno entro le 12, il Governo, al momento di dare i pareri, li dà, perché così è una vera vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Giachetti. Quello che è successo oggi è che, da quando sono stati depositati gli ordini del giorno, poi, sa, c'è un minimo vaglio, che è stato fatto. Dopodiché, mi rendo conto di ciò che lei ha contestato. Nondimeno, lo accolgo e risollecito, per l'ennesima volta, il Governo, come in altre occasioni, ad accorciare i tempi.
Comunque, sospendiamo la seduta per dieci minuti e riprendiamo alle 17,55.
La seduta, sospesa alle 17,42, è ripresa alle 17,58.
Si riprende la discussione.
(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 2586)
PRESIDENTE. Colleghi, la seduta è serenamente ripresa. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2586 e passiamo agli ordini del giorno.
Invito il rappresentante del Governo, il Sottosegretario di Stato per la Salute, Gemmato, ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sull'ordine del giorno n. 9/2586/1 Vietri il parere è favorevole con riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di (…) compatibilmente con i vincoli di bilancio”, e poi: “coinvolgendo anche il Ministero per la Pubblica amministrazione e il Ministero della Salute”. Sugli ordini del giorno n. 9/2586/2 Marianna Ricciardi e n. 9/2586/3 Quartini il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/2586/4 Di Lauro il parere è contrario nelle premesse, invece, per quanto riguarda gli impegni, il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…) nel rispetto dei vincoli di bilancio”.
PRESIDENTE. Espunzione delle premesse e riformulazione dell'impegno. Sull'ordine del giorno n. 9/2586/5 Sportiello?
MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sull'ordine del giorno n. 9/2586/5 Sportiello il parere è contrario nelle premesse e favorevole negli impegni con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…) compatibilmente con i vincoli di bilancio”. Sull'ordine del giorno n. 9/2586/6 Francesco Silvestri il parere è contrario.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/2586/7 Pretto è identico all'ordine del giorno n. 9/2586/1 Vietri, quindi immagino sia riformulato uguale?
MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sì, l'ordine del giorno n. 9/2586/7 Pretto è identico, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…) compatibilmente con i vincoli di bilancio” e poi: “coinvolgendo il Ministero della Salute e il Ministero della Pubblica amministrazione”. Sugli ordini del giorno n. 9/2586/8 Zaratti, n. 9/2586/9 Ghirra e n. 9/2586/10 Zanella il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2586/11 Malavasi il parere è contrario nelle premesse e favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…) nel rispetto dei vincoli di bilancio” negli impegni.
Sull'ordine del giorno n. 9/2586/12 Girelli il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/2586/13 Furfaro il parere è contrario nelle premesse ed è invece favorevole nell'impegno con riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…) nel rispetto dei vincoli di bilancio”.
Sull'ordine del giorno n. 9/2586/14 Stumpo il parere è contrario nelle premesse e favorevole negli impegni.
PRESIDENTE. Quindi, espunte le premesse, l'impegno è accolto così come formulato. Sull'ordine del giorno n. 9/2586/15 Ciani?
MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sull'ordine del giorno n. 9/2586/15 Ciani il parere è contrario.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2586/1 Vietri. Onorevole Vietri, accetta la riformulazione? Perfetto, passiamo oltre.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2586/2 Marianna Ricciardi. Se nessuno chiede di parlare lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2586/2 Marianna Ricciardi, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2586/3 Quartini, con il parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno si cercherebbe di dare un ordine, di dare un livello di ripristino di governance di Agenas, fondamentalmente. Si cerca di rendere Agenas una struttura stabile, capace di affrontare con autorevolezza le sfide di un sistema sanitario nazionale in profonda difficoltà. Invece, che cosa ci risponde il Governo? Ci risponde picche.
Noi abbiamo un Servizio sanitario nazionale che è in codice rosso; un Servizio sanitario nazionale che al minimo, secondo le ultime stime, ha un credito nei confronti della finanza pubblica di 43 miliardi. Cioè, è la stima che è fatta rispetto alla media di quanto si spende nei Paesi OCSE. Guardate io non sto facendo un ragionamento di spesa sanitaria sul PIL, che, ovviamente, per voi conta solo quando si tratta di finanziare il 5 per cento delle spese militari, ma non conta per quanto riguarda il finanziamento del Servizio sanitario nazionale pubblico. Non lo considerate, considerate soltanto il valore assoluto, dicendo che avete investito più di tutti. In realtà, abbiamo 6 milioni di cittadini che rinunciano alle cure o che devono spendere 40 miliardi di euro nella sanità privata, che voi finanziate.
Io credo che, in questo contesto, il percorso che dovremmo fare è quello di avere strutture autorevoli, capaci di agire in autonomia e in indipendenza, che siano stabili nella loro governance e capaci di assolvere al loro compito, che è un compito importantissimo, così importante che voi avete deciso di commissariare questa struttura; così importante che non vi siete messi d'accordo sui ruoli che si devono avere all'interno di questa struttura, perché state litigando semplicemente per sistemare le persone di vostra fiducia.
Questo è il dato di fatto. Questa è la risposta di bocciatura di quest'ordine del giorno da parte del Governo. Io credo che questo sia fuori discussione. Per questo noi insistiamo nella possibilità di rendere virtuosa questa Agenzia. Per questo abbiamo presentato un emendamento, che avete giudicato inammissibile perché non era stato discusso in Commissione precedentemente, perché era troppo ampio il suo ambito di azione; un ambito che prevedeva trasparenza, che prevedeva che Agenas si dovesse occupare di efficientamento, che Agenas si dovesse preoccupare di nomine meritocratiche. La meritocrazia vi va bene solo quando si tratta di sistemare qualche amichetto evidentemente, e non quando si tratta di strutture di portata così significativa. Io credo che, da questo punto di vista, dovreste soltanto vergognarvi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2586/3 Quartini, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2586/4 Di Lauro: onorevole Di Lauro, accetta la riformulazione? No.
Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2586/4 Di Lauro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2586/5 Sportiello: onorevole Sportiello, accetta la riformulazione del Governo? No.
Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2586/5 Sportiello, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2586/6 Francesco Silvestri.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie, Presidente. Questo è un parere contrario stranissimo. Lo ripeto: è un parere contrario ad astenersi dal cedere la proprietà dell'ex ospedale Carlo Forlanini di Roma alla Santa Sede, salvaguardando l'esclusiva proprietà pubblica di questo bene. Ora, per Fratelli d'Italia, che dovrebbe avere una memoria, quello che io chiedo per l'ospedale Forlanini in quest'ordine del giorno è esattamente quello che voi avete chiesto per dieci anni, cioè da quando nel 2015 è stato maldestramente, malamente chiuso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e voi, per anni, avete fatto campagna elettorale portando i comitati a fare raccolte firme per tutelare l'ospedale Forlanini. E adesso mi bocciate un ordine del giorno, un impegno che chiedeva le stesse identiche cose. Ve lo ricordate il professor Martelli? Quello che voi avete chiamato nei vostri flash mob per dire: l'ospedale Forlanini deve rimanere pubblico. Qui non si tratta nemmeno di farlo rimanere pubblico, voi lo state dando alla Santa Sede, a un altro Stato.
Io voglio anche ricordarvi - perché così vi rinfresco la memoria - quello che avete detto nei precedenti anni. Nel 2015, Fabrizio Santori, che, poi, credo sia passato alla Lega, depositò addirittura un esposto - avete fatto un esposto - a tutela del Forlanini, dicendo: affinché nessuno si senta libero ora di svendere l'ospedale ai privati. Il Forlanini può ancora rappresentare un polo sociosanitario nevralgico.
Nel 2016 dicevate: il Forlanini verrà venduto, anzi svenduto a 250 euro al metro quadro, 70 milioni su 280.000 metri quadri, pronto l'esposto in procura.
Avete continuato e avete fatto una battaglia che io ho fatto insieme a voi, nel 2020, durante il COVID, per far riaprire una parte del Forlanini per fare in modo che in quella parte lì fossero messi dei respiratori, per fare in modo che delle persone potessero curarsi in un momento in cui stava morendo tantissima gente e mancavano proprio le strutture che potessero ospitare questo. C'è stato anche, nel 2022, un flash mob, con cui avete denunciato e chiesto la riattivazione del Forlanini.
Poi succede, però, che andate al Governo, quindi chi se ne frega delle associazioni, chi se ne frega delle battaglie, chi se ne frega dell'attivismo che avete fatto a Roma. Addirittura, nel programma del presidente Rocca, attualmente in carica, il presidente della regione Lazio attualmente in carica, nel punto del programma, recita sul Forlanini che l'area dell'ex Forlanini rappresenta una vergogna per Roma e per la regione Lazio ed è un punto sul quale intervenire per urgenza. E cavolo se siete intervenuti con urgenza, ma per svenderlo.
Allora, delle trattative che stanno avvenendo adesso fra il vostro Governo e la Santa Sede dovreste renderne conto qui, in Aula. Io ho già presentato un'interpellanza urgente e, quando ho chiesto notizie su quello che stavate facendo, da quei banchi del Governo si è alzato il Governo e mi ha detto: noi non possiamo dire nulla. Questa sarebbe la vostra trasparenza? Parliamo di una struttura importantissima per Roma. Sono 12 ettari! Ma potete svendere - vendere o svendere, perché non è più una questione di prezzo - 12 ettari del territorio romano alla Santa Sede? Ma state scherzando? Questa operazione va interrotta subito, anche perché c'è un problema sulla questione della ristrutturazione del Forlanini. Infatti, nel protocollo - e voi, quando ho fatto un'interpellanza (e ve l'ho chiesto), in questa sede, non avete smentito - emerge che la ristrutturazione del Forlanini, che potrebbe cubare dai 500 milioni al miliardo, sarebbe a carico dell'INAIL, con i soldi dei lavoratori!
Ma, vi avverto adesso: questa cosa non si può fare! Lo Statuto dell'INAIL e degli enti pubblici lo vieta espressamente: non si possono fare affari con privati e non si possono fare affari con uno Stato estero! Quindi, come ho già fatto in passato, torno nuovamente a chiedervi delucidazioni, perché c'è una popolazione romana che è legata al Forlanini e il Forlanini è una struttura che dovrebbe essere rilanciata! Ci sono tantissimi progetti per il rilancio del Forlanini. Si potevano usare i soldi del PNRR, si possono usare i fondi del Giubileo, si potevano usare i fondi per riattivare una struttura mastodontica, che è sempre stata un'eccellenza. Quindi vi dico: se porterete a compimento la svendita dell'ospedale Forlanini, questo rimarrà un atto di alto tradimento nei confronti del popolo romano, delle persone che avete illuso, del tricolore e anche e soprattutto di voi stessi, anche se questo mi sembra che, ultimamente, non sia più un problema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2586/6 Francesco Silvestri, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2586/7 Pretto. Onorevole Pretto, accetta la riformulazione proposta dal Governo? Sì, la ringrazio.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2586/8 Zaratti, su cui vi è il parere contrario del Governo. Chiede di intervenire o lo mettiamo in votazione, onorevole Zaratti? Lo mettiamo in votazione o chiede di intervenire? Lo mettiamo in votazione.
Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2586/8 Zaratti, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2586/9 Ghirra, su cui vi è il parere contrario del Governo. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2586/9 Ghirra, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2586/10 Zanella, su cui vi è il parere contrario del Governo.
Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2586/10 Zanella, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2586/11 Malavasi. Onorevole Malavasi, accetta la riformulazione proposta dal Governo? La accetta, grazie.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2586/12 Girelli, su cui vi è il parere contrario del Governo. Chiede di intervenire? Prego, ne ha facoltà.
GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Grazie, Presidente, solo per rendere noto all'Aula - perché so benissimo che, spesso, quando si votano gli ordini del giorno, si seguono le indicazioni dei gruppi - che l'impegno che viene chiesto al Governo con quest'ordine del giorno è quello di garantire, anche sotto il commissariamento, il rispetto dell'autonomia tecnico-scientifica dell'Agenzia, evitando ogni forma di pressione o condizionamento politico sulle sue attività; di coinvolgere le regioni e le competenti Commissioni parlamentari in un confronto trasparente e partecipato sulle modalità di governance dell'Agenzia e sui suoi obiettivi strategici. Solo per sottolineare che votare contro significa pensare sia lecito fare pressioni politiche sulle attività dell'Agenzia, approfittando del commissariamento, e che non si voglia dare un ruolo al Parlamento, nelle sue Commissioni, e alle regioni, con buona pace del riconoscimento delle autonomie. Solo per precisare questa cosa: stiamo dicendo “no” a queste due cose.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2586/12 Girelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2586/13 Furfaro. Ha chiesto di parlare l'onorevole Furfaro. Ne ha facoltà.
MARCO FURFARO (PD-IDP). Presidente, sono molto sorpreso, sinceramente, dalla valutazione del Governo, non solo dal fatto che non voglia dare il via libera a un ordine del giorno che stanzierebbe pochi spiccioli per un ospedale pediatrico che è un'eccellenza nel Paese. No, Sottosegretario, non sta dando il via libera. “Valutare l'opportunità di” è come augurarsi che domani non piova, ci affidiamo al fato. Però, mi ha colpito molto, Sottosegretario, se posso, tramite la Presidenza, il fatto che siate contrari, come Governo, alle premesse. Vorrei chiedere ai parlamentari toscani, innanzitutto, cosa ne pensino del fatto che il Governo sia contrario al fatto che, nero su bianco, venga scritto che l'Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze rappresenta un punto di riferimento nazionale e internazionale per la medicina pediatrica - forse per voi è falso -, per l'alta specializzazione e per la sua capacità di integrazione tra cura, innovazione, ricerca scientifica e approccio umanizzato al bambino. Non solo. Fin dalla sua fondazione, il Meyer è stato pensato per offrire cure specializzate ai bambini; tant'è vero che hanno una visione molto particolare, che è quella di separare l'assistenza pediatrica da quella degli adulti, garantendo ambienti, strutture e professionisti dedicati. Altra premessa. Dal 2022 il Meyer è IRCSS: significa, per la pediatria, che non solo cura, ma fa anche ricerca scientifica, innovazione, formazione specialistica. Ma non solo, c'è altro ancora, sul quale il Governo si è dichiarato contrario e ne sono molto felice, così potrò andare in campagna elettorale a dichiarare quello che il Governo pensa di un ospedale che cura i bambini italiani e stranieri. È un ospedale - si legge nelle premesse, sulle quali vi siete detti contrari - che ha progetti come la “Scuola in Ospedale”, spazi ludici, pet therapy, attività per mantenere il rapporto educativo anche durante i lunghi ricoveri. Vi è l'idea che il bambino resti un bambino, anche se è malato. E poi, infine, c'era semplicemente l'idea di garantire un equo accesso, chiedendo al Governo che si prendesse l'impegno di pochi spiccioli, per finanziare, con pochi milioni, per dare la possibilità di fare ricerca, di migliorare un ospedale che cura in maniera eccellente i bambini e che, in questo momento, è anche un faro di iniziativa politica e diplomatica per la pace, perché ha accolto bambini ucraini, sudanesi e siriani e adesso accoglie i bambini di Gaza. A fronte della vostra inerzia, in questo Paese, per fortuna, ci sono strutture che si occupano dei bambini di Gaza, nonostante voi!
Infine, la cosa più paradossale, proprio di fronte agli annunci di oggi che riguardano la mia regione. Io uso poche volte la parola “vergogna”, ma davvero mi indigno, da toscano, che oggi abbiate annunciato i CPR nella mia regione. Quindi, spenderete ingenti risorse per fare i centri di permanenza temporanea per persone che non ne hanno assolutamente bisogno, che non funzionano, ma vi rifiutate di stanziare milioni per un ospedale che cura i bambini malati. Questo siete: propaganda, propaganda e solo propaganda (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.
ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo di poter sottoscrivere quest'ordine del giorno. Oltre a condividere anche l'intervento del collega Furfaro, mi sembra di poter affermare che questa maggioranza ha paura di accettare premesse di questo tipo, perché vorrebbe dire che accetta anche un modello di riferimento. Guardate, il Meyer è, a tutti gli effetti, una vera e propria eccellenza. A tutti gli effetti! Credo abbia poco da invidiare al Bambino Gesù o al Gaslini di Genova.
Ma quello che si cerca di fare al Meyer, oltre a tutto questo, è anche un percorso di cooperazione internazionale, in ambito sanitario, assolutamente virtuoso. Allora, arrivare a bocciare le premesse, facendo delle proposte solo sul dispositivo, in qualche modo fa indignare sul serio tutta questa parte della politica che crede che si possa fare di più e che si possa fare meglio. Credo che anche i colleghi toscani della maggioranza dovrebbero altrettanto indignarsi; se non lo fanno, semplicemente si devono vergognare.
PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2586/13 Furfaro, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2586/14 Stumpo. Onorevole Stumpo, accetta la riformulazione? Sì, la ringrazio.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/2586/15 Ciani, su cui invece il parere è contrario. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/2586/15 Ciani, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2586)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mauro Del Barba. Ne ha facoltà.
MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo, siamo davanti a un provvedimento composto da un articolo che però ha due facce: una prima faccia che testimonia il fallimento di questo Governo su un tema delicato come quello della sanità; una seconda faccia che sembra messa lì apposta per indorare la pillola. Per questo motivo anticipo già da ora il nostro voto di astensione. Ma veniamo al merito. Per quanto riguarda il commissariamento dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, direi che il nostro giudizio sta già nel nome stesso.
Non parliamo di un'agenzia irrilevante nel campo della sanità, ma, soprattutto, il punto sta sull'ultimo termine, la questione della sanità regionale. Perché questo commissariamento arriva per un motivo ben preciso, arriva per l'incapacità di questo Governo di dialogare con le regioni e trovare un punto di caduta, una sintesi, un compromesso - chiamatelo come volete - con le regioni, molte delle quali governate, lo rivendicate ogni due per tre, da rappresentanti di questa stessa maggioranza.
Quindi questo commissariamento non rappresenta, come può rappresentare talvolta un commissariamento, un atto di decisione risoluta, di programmazione; al contrario, è un temporeggiamento che nasconde una pezza, un cerotto, che voi…
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Del Barba. Colleghi, abbiate rispetto per il collega che sta intervenendo. Vi prego, fate silenzio.
MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). La ringrazio, Presidente. Dovrebbero soprattutto avere rispetto per il tema della sanità, visto che molti di questi rumori arrivano dai banchi della maggioranza, perché è bene che vi venga ricordato che voi state fallendo proprio su un tema tra quelli principali per la tenuta del nostro Paese, per il rispetto della Costituzione, per la coesione sociale del Paese. Dicevo, quindi, che questo commissariamento non è un atto di governo risoluto, è una chiara pezza, un cerotto che viene messo su un fallimento, tant'è che ha una temporalità assolutamente limitata, che serve solo a voi per cercare di recuperare qualche cosa nel merito.
Per quanto riguarda, invece, il finanziamento al Bambino Gesù, non ci resta che condividere questo finanziamento rispetto all'ospedale pediatrico più grande d'Europa, un'eccellenza italiana e nel mondo. Nonostante la proprietà sappiamo sia vaticana, l'ospedale risiede su suolo italiano e, soprattutto, è un IRCCS completamente italiano. Parliamo di una realtà avanzatissima nel settore oncologico, ematologico, dei trapianti, luogo fondamentale per progredire nella lotta contro nuove malattie, che richiama bambini non solo da tutta Italia, ma da tutto il mondo, e che accoglie molto spesso bambini provenienti da teatri di guerra, anche in questo caso di tutto il mondo.
È un ospedale che, per la natura che ho ricordato, non ha un'appartenenza regionale, e da qui si motiva anche la necessità di un finanziamento straordinario. Non possiamo però che sottolineare, in conclusione, Presidente, proprio come l'eccellenza del Bambino Gesù metta in risalto, metta a nudo la povertà che troviamo sugli altri territori italiani. Non può essere un modello che in qualche modo può essere portato a vanto la desertificazione di servizi pediatrici, soprattutto nel Sud Italia del Paese.
Non è un modello quello che da questo provvedimento emerge rispetto alla visione che questa maggioranza ha della sanità; una maggioranza che ha tagliato i fondi della sanità sul PIL e che continua a farlo. È particolarmente grave farlo dopo il COVID, dopo le promesse fatte a medici e infermieri, ma soprattutto dopo l'evidente necessità, che quel fenomeno ha messo in luce, di rivedere il nostro modello organizzativo e investire maggiormente nella sanità.
Ci accingiamo tra poco a iniziare i lavori sulla legge di bilancio e allora vi chiediamo solamente una cortesia. Si parla di tesoretto: non sappiamo se ci sarà questo tesoretto, se ci sarà questa somma, però non chiamatelo tesoretto, nel caso; iniziate a chiamarlo bottino, perché è un bottino che deriva da tagli, taglieggiamenti, deriva dall'avere spremuto i cittadini italiani. Mi riferisco, ancora una volta, agli esodati - che siano imprese, che siano famiglie - del cosiddetto superbonus, che avete messo nelle condizioni di non poter godere di un diritto, proprio mentre voi mantenevate in piedi quello stesso superbonus a favore di chi, invece, poteva permetterselo.
Allora da questo provvedimento, su cui ripeto il nostro voto di astensione, provvedimento a due facce, si vede però quella che è la vostra incapacità di gestire un settore tanto delicato come quello della sanità, e, purtroppo, questo inizio ci lascia pensare che la continuerete a protrarre anche nella prossima legge di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Martina Semenzato. Ne ha facoltà.
MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)M-CP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il provvedimento che ci apprestiamo a votare riguarda il rafforzamento dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali e il sostegno ad un'eccellenza pediatrica rappresentata dall'Ospedale Bambino Gesù. In particolare, l'articolo 1 del decreto-legge che stiamo per convertire prevede il commissariamento straordinario di Agenas, affidando al commissario poteri pieni di ordinaria e straordinaria amministrazione fino al 31 dicembre 2025. Non si tratta di una scelta punitiva, bensì di un atto di responsabilità.
Dopo le dimissioni del direttore generale e la scadenza degli organi di vertice, l'Agenzia rischiava una paralisi proprio nel momento in cui deve accompagnare, invece, le regioni nelle sfide della sanità digitale, della qualità delle cure e dell'umanizzazione dei servizi. Con questo intervento possiamo assicurare continuità e operatività, valorizzando le competenze tecnico-scientifiche di un ente che svolge funzioni strategiche di ricerca, valutazione e supporto organizzativo al Servizio sanitario nazionale.
L'articolo 2 destina fino a 20 milioni di euro annui, nell'ambito delle risorse vincolate agli obiettivi prioritari di rilievo nazionale, al finanziamento delle funzioni assistenziali dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù. Parliamo di un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico di diritto privato, che opera in convenzione con il nostro sistema sanitario e che rappresenta un'eccellenza riconosciuta a livello internazionale nella cura dei bambini più fragili.
Con questa misura salvaguardiamo la possibilità per migliaia di piccoli pazienti provenienti da tutta Italia, quindi non solo dal Lazio, di accedere a prestazioni di altissima specializzazione, senza gravare così sui bilanci regionali. Il decreto è un decreto equilibrato anche sotto il profilo finanziario. Prevede clausole di invarianza della spesa per quanto riguarda il commissariamento e incardina il sostegno al Bambino Gesù all'interno di fondi già destinati agli obiettivi di interesse nazionale.
Non creiamo nuova spesa, ma orientiamo meglio le risorse disponibili, con attenzione alla sostenibilità e all'efficienza, garantendo un controllo puntuale sull'utilizzo dei fondi. È così che intendiamo governare, Presidente, affrontando con pragmatismo le criticità, senza rinunciare a rafforzare i presidi di eccellenza che qualificano il nostro Paese.
Il sistema sanitario è un patrimonio di tutti e va modernizzato, reso più vicino ai cittadini, capace di rispondere alle emergenze e investire sulle competenze migliori. Il decreto-legge che oggi convertiamo va esattamente in questa direzione. Per questo motivo, Presidente, a nome del gruppo parlamentare di Noi Moderati, annuncio il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC e Italia al Centro)-MAIE-Centro Popolare).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.
LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Il Governo, ancora una volta, chiede al Parlamento di votare un decreto-legge senza che ci sia il presupposto di urgenza e necessità.
Il commissariamento di Agenas è a dir poco una misura scandalosa, esito di un'incapacità manifesta di garantire il governo autorevole ed efficiente attraverso gli organismi previsti; e, nel caso di Agenas, attraverso gli organi preposti all'amministrazione e alla direzione, al governo appunto, il presidente, il direttore generale e il consiglio di amministrazione.
Il ricorso ai commissari - come ho già avuto modo di affermare nel corso della discussione - non è un'eccezione per questo Governo. L'abbiamo denunciato in più occasioni e anche oggi. In questo caso è evidente, tuttavia, che il tentennamento dell'Esecutivo nell'affrontare una questione cruciale che riguarda la governance di un'agenzia strategica nell'intero sistema sanitario nazionale, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, è indiscutibile.
La centralità di Agenas per il coordinamento sanitario con le regioni e per tutte le altre funzioni importantissime (il monitoraggio della spesa, la valutazione delle tecnologie e dei modelli organizzativi e altro ancora) richiederebbe, infatti, che ci fosse un'organizzazione della medesima certa e non invece attraverso un commissariamento che addirittura non si capisce bene fino a quando durerà, con tutte le caratteristiche che abbiamo anche avuto modo di spiegare nel corso del dibattito.
Come illustrato dal collega Dori nel corso dell'illustrazione sulle linee generali, vengono conferiti a questo organismo, cioè al commissario, poteri ordinari e straordinari e, nel contempo, non si esclude che l'incaricato a questo complesso e impegnativo ruolo possa svolgere altri incarichi, né si prevedono requisiti che ne scongiurino i conflitti di interesse diretti o indiretti; e nemmeno vengono esclusi i rapporti diretti o indiretti con aziende operanti nel settore farmaceutico o sanitario nel corso degli ultimi anni.
Inoltre - e questo è veramente sorprendente oltre che intrinsecamente contraddittorio - non sono state sostanzialmente coinvolte le regioni nella scelta del commissario. Questo è veramente abbastanza strano e anche direi abbastanza poco rispettoso del ruolo che hanno e dell'importanza delle regioni - è inutile che lo affermiamo ancora una volta - nell'ambito della salute, visto che la maggior parte dei bilanci regionali a questo è dedicata, alla sanità, appunto. L'Agenas, tra l'altro - vorrei soffermarmi un attimo su questo punto -, ha il compito di monitorare l'attuazione del PNRR che, per quanto riguarda la missione 6, è molto in crisi.
La missione 6 riguarda, appunto, la salute e la sanità. Circa i due terzi dei fondi non sono stati spesi; dei 15,6 miliardi, al 30 giugno 2025, ne sono stati utilizzati solo il 34 per cento, pari a 6,5 miliardi.
Ed è proprio la sanità pubblica a soffrire ed è proprio la sanità pubblica territoriale che sarebbe stata destinataria delle iniziative finanziate dal PNRR a essere, appunto, sacrificata. Per le case di comunità è stato speso solo il 12,4 per cento e solo il 3,5 per cento dei progetti finanziati è stato completato.
Sempre avendo come riferimento questa data, il giugno del 2025, solo il 3,3 dei progetti finanziati, per quanto riguarda gli ospedali di comunità, è stato completato. Parliamo di 14 su 428 previsti.
Il nostro voto sarà di astensione, così come lo è stato al Senato e si deve non tanto alla vostra scelta di commissariare l'Agenas, quanto alla condivisione, con tutte le critiche che si possono avanzare, al finanziamento, allo stanziamento dei 20 milioni di euro per l'Ospedale pediatrico del Bambino Gesù di Roma. Un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, un'eccellenza, sicuramente, a livello internazionale, che accoglie - come noto - bambini e bambine da tutto il mondo. Noi siamo d'accordo su questo finanziamento. Tuttavia, ribadiamo ancora la necessità del finanziamento di altri ospedali pediatrici, centri di eccellenza riconosciuti anche a livello internazionale, esattamente come il Bambino Gesù.
Ma vorrei sottolineare soprattutto la necessità di garantire che questi ospedali eccellenti, scientificamente e tecnologicamente avanzati, siano accessibili a tutti i nostri bambini e bambine bisognosi, di tutta l'Italia, in ogni regione dell'Italia, anche per scongiurare o quantomeno limitare questa mobilità sanitaria che credo sia veramente la vergogna del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grippo. Ne ha facoltà.
VALENTINA GRIPPO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Come abbiamo avuto modo di dire, illustrando alcuni degli emendamenti della discussione odierna, il tema di oggi, che discutiamo in Aula, porta con sé due livelli di riflessione: il primo è quello più strettamente connesso con il voto di oggi e riguarda la conversione in legge del decreto-legge n. 110 del 2025, che si occupa del commissariamento dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali e il finanziamento dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù; l'altro, però, è una riflessione un po' più alta che il decreto odierno ci obbliga a fare. Ed è una riflessione che, come abbiamo detto, riguarda tutto il sistema della pediatria italiana, tutto l'investimento che viene fatto nei servizi ospedalieri per la prima infanzia e il modello stesso di sussidiarietà nel nostro Paese fra strutture che, di proprietà pubblica o di proprietà privata, erogano servizi alla persona; in particolare, oggi, parliamo dei servizi dei più piccoli, dei bambini.
Allora, sulla prima riflessione, il nostro pensiero come Azione è articolato. Noi riteniamo evidentemente che, per il quadro attuale dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, visto quanto è strategico il raccordo fra politiche nazionali per la salute e politiche regionali per la salute - il COVID ce l'ha dimostrato - la regia nazionale, anche l'ottimizzazione dei processi di cura, la governance del modello organizzativo della sanità pubblica devono assolutamente funzionare, devono funzionare gli anelli di congiunzione fra politiche nazionali e politiche regionali. Ci deve essere equità nell'erogazione del servizio sanitario fra Nord, Centro e Sud Italia.
D'altro canto, però, oggi troviamo un ente che ha difficoltà ad operare e il Governo ricorre a un commissariamento. È per noi la soluzione ottima? Arrivati a questo punto, ben venga un commissariamento. Si poteva gestire meglio e diversamente questo processo? Riteniamo di sì, avremmo preferito un piano strutturato che prevedesse un governo ordinario dell'ente e che non ricorresse, com'è successo mille volte in questa legislatura, a strumenti palliativi quale sono quelli commissariali.
Per quanto riguarda il Bambino Gesù, quest'ultimo è un'eccellenza, non è solo un'eccellenza romana. Qualsiasi genitore che abbia un bambino nella città di Roma - e io sono fra questi - ha avuto un'occasione - ahimè - più o meno grave per essere curato, per essere assistito, per essere accolto da questo eccezionale ospedale per la prima infanzia della città di Roma. E non importa se la proprietà di quell'ospedale sia pubblica o privata: quell'ospedale è un anello centrale del servizio pubblico, perché pubblico nella nostra visione è il servizio, non l'assetto proprietario, che viene erogato in questa regione e per tutta l'Italia.
Riteniamo, però, che questa sia l'unica struttura che debba avere sostegno? No, non lo riteniamo affatto. Oggi l'abbiamo detto: il Santobono di Napoli, il Meyer, il Regina Margherita, l'eccellenza rappresentata dal Policlinico Umberto I, sempre qui, a Roma, con il suo pronto soccorso pediatrico, l'oncologia pediatrica, il Buzzi. Avremmo un elenco dei grandi ospedali in questa Nazione che si occupano dell'infanzia, di pediatria, di sanità neonatale, di neuropsichiatria per l'infanzia, di oncologia pediatrica; i pronto soccorso sono fondamentali. La ripartizione nell'Italia è uniforme? No, purtroppo no.
Sui bambini e sull'infanzia vediamo, in modo ancora più serio, il divario del nostro Paese.
Perché poi sull'autonomia differenziata noi ci siamo alzati chiedendo che venissero garantiti, specialmente in sanità, i livelli minimi di assistenza? Perché quando noi leggiamo che il 95 per cento degli ospedali del Nord ha un reparto pediatrico, un pronto soccorso pediatrico, nel centro l'88 per cento e al Sud Italia solo il 35 per cento, non possiamo, tutti insieme, non considerarci indignati.
Quindi, colleghi, Presidente, il gruppo di Azione voterà a favore di questo disegno di legge, di questa conversione, perché ogni volta che noi vediamo un euro destinato alla sanità, ogni volta che vediamo arrivare un investimento, specie in una struttura di eccellenza come il Bambino Gesù, non ci vedrete che dalla parte giusta.
Il gruppo di Azione ha fatto dell'impianto, dell'investimento sulla sanità l'elemento cardine del proprio programma politico e non potremmo che essere da questa parte. Riteniamo, però, che questo sia il modo di affrontare il problema della sanità? Purtroppo, anche su questo dobbiamo dire “no”.
Riteniamo che affrontare la governance dei processi sanitari, il sostegno alle famiglie, il sostegno alla prima infanzia, la serenità anche… perché noi parliamo spesso di inverno demografico, ma una delle cose a cui guardano le famiglie, oltre all'assistenza scolastica, di cui spesso parliamo in quest'Aula, è proprio la certezza di servizi sanitari, di sicurezza, di salute non solo quando un bimbo, una creatura viene messa al mondo, ma per tutto il percorso della prima infanzia.
Quindi, noi oggi ci siamo, diamo il nostro voto favorevole e sosteniamo questo finanziamento e questo stanziamento che è un atto dovuto per continuare a far funzionare una struttura sanitaria di prim'ordine e per sbloccare la situazione dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, ma ci aspettiamo che davvero, come è stato detto oggi da colleghi di tutte le parti politiche più volte, parta un percorso condiviso, organizzato, strutturale, che rifletta sulla pediatria in Italia, sugli ospedali pediatrici e sul modello organizzativo e di governance dell'assistenza alla prima infanzia (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marianna Ricciardi. Ne ha facoltà.
MARIANNA RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi e colleghe, rappresentante del Governo, ricordo brevemente - a beneficio anche dei colleghi che non fanno parte della Commissione competente - il ruolo dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali.
Parliamo di un'agenzia che svolge un ruolo fondamentale per fornire supporto alle politiche statali e regionali di governo del sistema sanitario. Si occupa di organizzare i servizi che riguardano le prestazioni sanitarie, il monitoraggio dell'efficacia dei servizi, le valutazioni di performance, il controllo e la misurazione dei servizi assistenziali; ancora, verifica le innovazioni in campo sanitario e la realizzazione di progetti di ricerca, e si occupa anche di attività di formazione.
Bene, voi avete previsto che tutte le funzioni in capo al presidente, al direttore generale, al consiglio di amministrazione vadano nelle mani di una sola persona, il commissario appunto, che può anche svolgere un altro incarico contemporaneamente. A me sinceramente sembra una barzelletta. Ma, allora, è importante o non è importante Agenas? Perché ha tutte queste funzioni che deve svolgere, ma si consente che vengano svolte tutte da un'unica persona che, nel frattempo, può svolgere anche un altro incarico. A me già questo sembra assurdo.
Abbiamo proposto di trasformare l'Agenas in un'autorità amministrativa indipendente. In questo modo si può davvero garantire un'indipendenza nella valutazione e nelle decisioni e si rafforza anche la credibilità e l'efficacia delle funzioni esercitate, ma voi avete reso inammissibile questo emendamento.
Però, vedete, la trasparenza serve eccome, perché sul sito dell'Agenas i cittadini possono trovare un riferimento per conoscere anche lo stato di salute del Servizio sanitario nazionale.
Sul sito dell'Agenas sono pubblicati i tempi delle liste d'attesa. Ho preso, ad esempio, i tempi per una visita oculistica urgente e ho scoperto che il tempo mediano è di un giorno. Significa che io vado al CUP, chiedo di poter fare una visita oculistica urgente e mi si dice: guarda, c'è posto già domani, in media. Ma il 25 per cento delle persone è ancora più fortunato. Va al CUP, chiede di poter prenotare una visita e si sente dire: guardi che c'è posto oggi; è inutile che torna a casa, prende la macchina e ritorna domani, può farla già oggi la visita, la visitiamo subito. Che efficienza, “che Asl!”, per dirla alla Gigi Proietti.
E, vedete, sempre sul sito dell'Agenas, si leggono altre informazioni interessanti per quanto riguarda le visite dermatologiche. Addirittura, i tempi mediani sono di un giorno, due giorni addirittura. È risaputo che, se parlate con le persone, vi dicono: sì, certo, io quando devo fare una visita dermatologica urgente, dopo un giorno, dopo due giorni, ho subito l'appuntamento.
E così anche per la visita cardiologica: addirittura, grazie ai vostri decreti, sono passati da due giorni a un giorno addirittura i tempi mediani per fare una visita cardiologica urgente.
Allora mi chiedo: che li assumiamo a fare nuovi medici se le visite si possono fare nel giro di 24 ore? È contraddittorio.
Chiaramente, c'è qualcosa che forse ci sfugge. E allora mi sono chiesta: come è possibile? Perché sul sito dell'Agenas ci sono queste informazioni, ma la mia esperienza e l'esperienza di tanti cittadini, di tante persone con cui mi trovo a parlare, quando si recano al CUP è un'esperienza molto differente? Qualcosa non mi quadrava.
Ho voluto, quindi, approfondire. A febbraio di quest'anno avete adottato, con decreto, le linee guida per la piattaforma nazionale delle liste d'attesa. Avete stabilito i requisiti tecnici, il funzionamento, per consentire anche la comunicazione tra la piattaforma nazionale e le piattaforme regionali. E, nell'ambito delle linee guida, in particolare, c'è una sezione chiamata “Monitoraggi”, che ci dà informazioni su come veniva svolto il Piano nazionale delle liste d'attesa prima. Quello di riferimento era il Piano nazionale di governo delle liste d'attesa 2019-2021: in particolare, per quanto riguardava le prestazioni fatte in attività libero-professionali, se ne occupava Agenas; per quanto riguardava, invece, le attività, le prestazioni fatte in regime istituzionale, se ne occupava il Ministero della Salute. Chiaramente questo è un problema, perché sono due metodi differenti di valutazione e, quindi, può essere anche giusto quello di farlo fare a un unico ente, che è appunto Agenas. Però, la cosa interessante, leggendo questo Piano, è che l'obiettivo di questo Piano è quello di unificare i due monitoraggi e le due modalità di rilevazione.
Pertanto, Agenas, a partire dal 2025, avvierà il monitoraggio dei dati sulle liste d'attesa con l'obiettivo di fornire una rappresentazione omogenea dei risultati ex ante relativi alle prestazioni prenotate in attività istituzionale e ALPI, e già qui un primo campanello d'allarme si era acceso. Da luglio 2025 finalmente possiamo accedere a questa piattaforma, e quindi vedere con i nostri occhi. Tralasciamo il fatto che i dati non sono pubblicati in tempo reale, e questo è già un primo problema perché le norme prevedono tutt'altro.
Tralasciamo poi che non è possibile conoscere i tempi della propria regione, né tantomeno della propria ASL o della struttura che ci interessa conoscere, ma soltanto i tempi a livello nazionale, e questo già è un grande problema, perché i tempi sono molto variabili da una regione a un'altra. Noi siamo divisi in 21 staterelli, di fatto, per quanto riguarda l'assistenza sanitaria. Ci sono regioni più virtuose e regioni meno virtuose, però si fa la media: se a Bologna ci metto una settimana per fare una un'ecografia e a Catanzaro ci metto un anno, fanno la media e sono 6 mesi a testa.
Quindi, chiaramente questo è un buon sistema per non far conoscere anche gli esiti di una gestione e andarsela a prendere con il governatore di turno. Tralasciamo pure il fatto che non è possibile conoscere quale sia la percentuale delle prestazioni erogate entro i tempi previsti per codice di priorità, ma non è neanche possibile confrontare le prestazioni fatte in regime istituzionale - quindi, quelle pubbliche per intenderci - e le prestazioni libero professionali. Non è possibile confrontarlo, quindi io non so questi dati esattamente a cosa si riferiscano.
Ma c'è una cosa che ha catturato la mia attenzione proprio sul portale dell'Agenas. Nella sezione denominata “Sintesi” - cito testualmente - c'è scritto così: “per prenotazioni si intendono tutte le prenotazioni effettuate in regime istituzionale sia in regime libero professionale intramoenia”. Vengono unite 33 milioni di prenotazioni tutte insieme. Noi abbiamo i dati sulle liste d'attesa dall'unione delle attività svolte nel pubblico e di quelle svolte nel privato. A me sembra follia!
Nel momento in cui io cittadino non trovo posto nel pubblico e chiamo per fare una visita privata intramoenia, quel tempo mi viene conteggiato come se avessi fatto una visita pubblica. Ma stiamo scherzando (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Io non solo pago 100 euro per fare la visita nel privato intramoenia, ma risulta anche che l'ho fatta immediatamente, perché lo sappiamo che nel privato intramoenia la visita la fai subito. Ma i tempi vengono conteggiati insieme! Io mi inchino, complimenti!
Avete trovato un sistema geniale, cioè da quando c'è la Meloni al Governo i tempi delle liste d'attesa sono dati dall'unione tra i tempi nel pubblico e i tempi nel privato intramoenia. Così è facile dire che le liste d'attesa si sono risolte. È una truffa, siete imbroglioni così (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
A questo punto perciò dico anche che l'Agenas dovrebbe essere un'autorità indipendente, proprio per consentire alle persone che lavorano all'interno di Agenas di pubblicare i dati per quelli che sono davvero e non unificare i due dati, e quindi mascherare, perché poi è chiaro che la percezione delle persone chiaramente si scontra con i dati che legge su questa piattaforma. Io dico: voi dovevate combattere le liste d'attesa, è un problema atavico, è un problema che non imputiamo a voi, né mai abbiamo pensato di imputarlo a voi.
Però, io imputo a voi il fatto che state cercando di mascherare i dati reali sulle liste d'attesa, perché non è che si risolve così il problema, mascherando i dati, quindi mettendo tutto sotto sotto il tappeto, e allora abbiamo risolto il problema delle liste d'attesa. È chiaro che questa piattaforma, allo stato attuale, non serve assolutamente a nulla. Il problema però è che in televisione nessuno ne vuole più parlare, la Rai di fatto è “TeleMeloni”, Libero e il Giornale sono di proprietà di un senatore della Lega.
Insomma, ci sono una serie di cose che minano la libertà di informazione in questo Paese, motivo per cui noi possiamo urlare quanto vogliamo, continueremo a farlo, però l'informazione in questo Paese è veicolata. Anche Agenas, di fatto, avete bloccato, commissariandola, e quindi non possiamo neanche conoscere realmente i dati delle liste d'attesa.
Ma voi siete, ve lo devo riconoscere, ancora più furbi, perché, per nascondere anche questo commissariamento, avete messo nello stesso decreto anche 20 milioni di euro per il Bambino Gesù. È un ospedale di Roma, e quindi un intento lodevole, per carità. Giusto dare dei soldi a un ospedale pediatrico, ma perché non darli anche ad altri ospedali, così come abbiamo chiesto nei nostri emendamenti? Io me lo sono chiesta: perché non dare 5 milioni di euro all'Ospedale Santobono, un ospedale della mia città?
Non mi è chiaro, però poi ci ho riflettuto.
Effettivamente, noi parliamo anche di una maggioranza in cui ci sono esponenti che permettono alle loro feste di partito di fare cori e balli parlando di “Vesuvio erutta, Napoli distrutta” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È normale che poi a quel punto si vota contro 5 milioni di euro al Santobono. Ma, visto che le due cose appunto non stanno insieme, l'intento è chiaro: voi avete messo il commissariamento di Agenas da una parte e i 20 milioni di euro al Bambino Gesù dall'altra per fare un'operazione di mascheramento, per confondere le acque, per non far conoscere, appunto, la realtà. Concludo, Presidente. Voi potrete ingannare alcuni per un po', magari anche tutti per un po', però non potrete continuare a ingannare tutti per sempre, perché la verità arriverà, e quando scopriranno davvero cosa sta accadendo sulle liste d'attesa le persone che lo vivono sulla propria pelle, ma scopriranno anche cosa sta accadendo su questa piattaforma, se ne renderanno conto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Patriarca. Ne ha facoltà.
ANNARITA PATRIARCA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Governo, con il decreto-legge oggi in esame il Governo interviene su due questioni importanti per il nostro sistema sanitario nazionale: da un lato, la necessità di assicurare la piena operatività dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali attraverso il commissariamento straordinario, dall'altro, il sostegno a un presidio di eccellenza qual è l'Ospedale pediatrico Bambino Gesù, cui vengono destinate risorse stabili e mirate.
Si tratta di realtà differenti, ma entrambe rappresentano punti di riferimento irrinunciabili. Ecco perché il Governo ha deciso di intervenire ed ecco perché il Parlamento oggi è chiamato a fare la propria parte. Il provvedimento si muove, dunque, su un duplice terreno: garantire la continuità istituzionale ed organizzativa di un'agenzia centrale nel raccordo tra Stato e regioni e, al contempo, rafforzare le strutture di cura e di ricerca dedicate ai più piccoli, che rappresentano la parte più fragile e preziosa della nostra comunità nazionale.
Per quanto riguarda Agenas, è evidente come la vacatio degli organi apicali e le dimissioni del direttore generale rischiavano di paralizzare funzioni cruciali. Parliamo di un ente che non solo coordina le politiche sanitarie territoriali, Agenas è il cuore del coordinamento tra Stato e regioni, ma che oggi ha un ruolo determinante nell'attuazione del PNRR, specialmente per quanto concerne gli investimenti in digitalizzazione, telemedicina, edilizia sanitaria ed ammodernamento delle strutture ospedaliere.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 19)
ANNARITA PATRIARCA (FI-PPE). L'intervento del Governo, dunque, non è un atto punitivo, né un indebolimento della governance, bensì una misura temporanea e straordinaria orientata alla continuità e certezza delle decisioni e all'efficienza. Il commissariamento, con un orizzonte temporale ben definito fino al 31 dicembre 2025, assicura che i progetti non si fermino e che i fondi europei non vadano sprecati. In questo senso, Forza Italia riconosce la piena legittimità e la necessità del provvedimento. In un momento in cui le sfide sanitarie sono sempre più complesse e globali, non possiamo permettere che questioni interne di governance blocchino l'attuazione di programmi decisivi per la salute dei cittadini. Il secondo pilastro del decreto riguarda il sostegno all'Ospedale Bambino Gesù, al quale viene riconosciuta una dotazione fino a 20 milioni di euro annui.
Non si tratta di una misura assistenziale, ma di un investimento strategico. Questo policlinico pediatrico, conosciuto e stimato a livello internazionale, rappresenta un fiore all'occhiello per il nostro Paese. È una struttura in cui si coniugano ricerca avanzata, innovazione tecnologica e, soprattutto, una straordinaria capacità di cura. Sostenere il Bambino Gesù significa garantire ai bambini l'accesso a terapie di avanguardia e percorsi assistenziali di eccellenza. Significa anche rafforzare la capacità attrattiva internazionale dell'Italia nel settore pediatrico.
Non è secondario, inoltre, ricordare il contributo che questa struttura offre in termini di formazione, ricerca scientifica e innovazione, campi che devono costituire il cuore del nostro Servizio sanitario nazionale se vogliamo renderlo competitivo e sostenibile nel lungo periodo. Apprezziamo anche il metodo con cui il finanziamento sarà definito: un decreto interministeriale, previa intesa con la Conferenza Stato-regioni, che assicura trasparenza, partecipazione e coerenza con gli obiettivi del sistema sanitario nazionale.
Vorrei soffermarmi su un ulteriore aspetto, troppo spesso trascurato nel dibattito politico. Questo decreto conferma la volontà del Governo di coniugare il rigore finanziario e l'investimento per la salute. Nonostante le difficoltà dei conti pubblici, la spesa sanitaria continua a crescere in termini reali, raggiungendo livelli mai toccati in passato. È una scelta politica chiara: la salute non è una voce di costo, ma un bene comune, un diritto da tutelare con responsabilità e con lungimiranza.
Il provvedimento, pertanto, non va letto come una misura emergenziale e isolata, ma come parte di una strategia più ampia che intende modernizzare il sistema sanitario, rafforzarne la dimensione nazionale e rilanciare la fiducia dei cittadini.
Agenas e Bambino Gesù sono due tasselli di una medesima visione, quella di un Paese che investe nelle istituzioni e nelle eccellenze, per offrire cure migliori, più accessibili e più innovative.
Colleghi, non possiamo ignorare che oggi la sanità è uno dei principali terreni di confronto politico, ma anche culturale. Anche in quest'Aula, non sono mancate voci critiche verso il Governo, ma riteniamo che la prova dei fatti dimostri l'opposto. Siamo davanti a un Esecutivo che non solo affronta le emergenze o si limita a gestire l'esistente, ma costruisce soluzioni per il futuro, per un servizio sanitario più efficiente e più equo.
E questa è la ragione per cui Forza Italia voterà convintamente a favore del decreto. Lo facciamo con senso di responsabilità e con lo sguardo rivolto ai cittadini che rappresentiamo. Siamo certi che la continuità di Agenas e il sostegno al Bambino Gesù siano due scelte giuste, utili e necessarie, scelte che danno forza al nostro sistema sanitario e che contribuiscono a rafforzare la coesione del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Matone. Ne ha facoltà.
SIMONETTA MATONE (LEGA). Grazie, Presidente. Allora, oggi noi siamo chiamati ad esprimere il nostro voto su un decreto che, nella sua struttura, appare semplice, ma, in realtà, affronta due questioni fondamentali per il futuro della nostra sanità.
È un provvedimento che conferma la volontà e la capacità di questo Governo di intervenire con tempestività, offrendo risposte concrete e puntuali alle esigenze reali del Paese e della sanità.
Da una parte, si agisce per superare l'impasse istituzionale, in cui si trova da mesi l'Agenas, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, dall'altra, si prevede un sostegno mirato e strutturale a favore dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù, riconosciuto come istituto di ricovero e cura a carattere scientifico e riferimento di eccellenza - questo è noto a tutti - non soltanto nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ma a livello internazionale.
Agenas è un ente cruciale nel coordinamento tra il Ministero della Salute e le amministrazioni regionali; svolge funzioni centrali, dalla valutazione dei servizi sanitari alla promozione della sanità digitale, fino all'umanizzazione delle cure. Però, negli ultimi mesi, abbiamo assistito a una fase di stallo, che rischiava di comprometterne l'operatività.
Per questo motivo, il Governo ha scelto di affidarne temporaneamente la guida a un commissario straordinario, che rimarrà in carica fino al 31 dicembre 2025; una misura doverosa, una misura proporzionata che condividiamo pienamente, perché un'Agenas forte e funzionante è essenziale per affrontare le sfide che ci attendono, l'attuazione del PNRR (o meglio, portare a termine tutto quello che è stato iniziato, checché ne dica l'opposizione), la digitalizzazione, il rafforzamento della medicina territoriale, la riduzione delle liste d'attesa. La salute non può aspettare, le riforme che riguardano la salute non possono essere impantanate nella burocrazia.
Il secondo pilastro, importantissimo il secondo articolo, riguarda l'Ospedale pediatrico Bambino Gesù. Noi parliamo di una struttura che è l'eccellenza assoluta, riconosciuta nel mondo per la qualità delle cure, per la ricerca, per l'innovazione scientifica; ogni anno, accoglie decine di migliaia di bambini e ragazzi provenienti da tutta Italia e, spesso, anche dall'estero (vorrei ricordare che, in questo momento, sono ricoverati, provenienti da Gaza, 20 bambini palestinesi). A questi pazienti, il Bambino Gesù offre cure altamente specialistiche, accompagnate da un'attività di ricerca, sviluppo clinico e grande rispetto dei diritti dei bambini e anche dei genitori, che vengono accolti in percorsi di sostegno. Nel solo 2023, l'ospedale ha effettuato 30.000 ricoveri, 2,7 milioni di prestazioni ambulatoriali, 33.000 procedure chirurgiche. È l'unico ospedale in Europa a realizzare tutti i tipi di trapianto a livello pediatrico.
Il decreto prevede uno stanziamento di 20 milioni di euro, utilizzando risorse già vincolate, senza gravare sul bilancio statale, ed è bene chiarire, a scanso di equivoci, che non si tratta di un finanziamento alla regione Lazio, governata dal centrodestra, né di un trasferimento liberale al Bambino Gesù. Si tratta di fondi destinati a coprire i costi sostenuti per l'assistenza a pazienti provenienti da fuori regione, secondo le normali regole di compensazione tra amministrazioni. Ogni euro speso per curare un bambino non è un costo, ma un investimento, è una promessa mantenuta verso le famiglie e verso il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Sostenere il Bambino Gesù vuol dire sostenere anche migliaia di famiglie che, da ogni parte d'Italia, trovano - come dicevo già prima - non solo un luogo di cura, ma un punto di riferimento umano, dove la scienza incontra la speranza. Dobbiamo rafforzare ulteriormente il sostegno agli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, tanto pubblici, quanto privati. Si tratta di realtà straordinarie che uniscono assistenza, innovazione, ricerca. Sono luoghi dove nascono le terapie del futuro e dove però la scienza incontra la quotidianità della vita dei pazienti meno fortunati.
In conclusione, il decreto, checché se ne dica, è equilibrato, efficace, responsabile, non aumenta la spesa pubblica, non crea nuove strutture, non aggrava l'apparato amministrativo, ma rafforza la capacità gestionale, garantisce trasparenza e valorizza le eccellenze del nostro sistema sanitario.
Per queste ragioni, Presidente, annuncio il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ilenia Malavasi. Ne ha facoltà.
ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi, Sottosegretario Gemmato, ancora oggi abbiamo l'opportunità di discutere di sanità pubblica con questo disegno di legge di conversione di un decreto-legge che prevede, da un lato, il commissariamento di Agenas, dall'altro, il finanziamento dell'Ospedale Bambino Gesù.
Abbiamo superato ormai i 100 decreti, siamo oltre il quarantesimo decreto, che, oltre per l'urgenza - che, in realtà, non ravvisiamo -, propone un commissariamento. Oggi, sono andata sul sito della Presidenza del Consiglio dei ministri per capire quali fossero le nomine dei commissari straordinari. Abbiamo raggiunto il numero di 65. Abbiamo commissari per ogni cosa e per ogni dove, quasi tre commissari in media per ogni regione: per infrastrutture, per bonifiche, per edilizia penitenziaria, per sismi, viadotti, varianti, ospedali, olimpiadi, autostrade, di tutto e di più.
Mi sono chiesta se davvero siamo un Paese così in emergenza o se, invece, questa scelta non nasconda, oltre ad improvvisazione e mancanza di programmazione, un desiderio di controllo, di accentramento di potere nelle mani della Presidente del Consiglio. È un dubbio lecito, perché, con i commissariamenti, in realtà, la Presidente Meloni commissaria un po' tutti: i Ministri, le regioni, gli enti locali, gli enti di governo territoriale, senza alcun rispetto per il territorio, senza alcuna sinergia, mettendo in atto molto bene con grande chiarezza cosa intende per premierato: un controllo forte e decisioni centralizzate su ogni cosa, dopo avere illuso sicuramente la Lega con l'autonomia differenziata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Il caso di Agenas non fa eccezione. Bisogna ammettere che qui il Governo ha avuto un'altra idea geniale. Invece di dare stabilità e prospettiva a un'agenzia strategica, ad uno strumento di governance per la sanità e il nostro Servizio sanitario nazionale, il Governo sceglie la via più semplice, più comoda, ma forse anche più miope: il commissariamento, il sessantacinquesimo del Governo Meloni.
È la prova che la maggioranza non ha saputo o non ha voluto attivare procedure ordinarie per restituire all'Agenzia una governance legittima, stabile, capace di affrontare con autorevolezza le sfide di un sistema sanitario nazionale certamente in difficoltà. Il tempo per fare una nomina ordinaria e condivisa c'è stato, visto che il presidente Mantoan si è dimesso a dicembre 2024. Sono passati mesi interminabili, durante i quali il Governo è rimasto immobile, paralizzato, incapace di ricostruire il vertice di un'agenzia che rappresenta uno strumento fondamentale dell'architettura sanitaria del nostro Paese.
Non ci risulta che il Ministro abbia davvero portato all'attenzione delle regioni nomi per questo ruolo - all'attenzione della Conferenza - e non ci risulta che sia stata cercata un'intesa, con un lavoro di ricerca, di mediazione e di sintesi, che la buona politica deve saper fare, in una prassi consolidata, in cui il direttore viene proposto dal Ministro e il presidente dalle regioni.
Non possiamo accettare questo commissariamento, crediamo che sia una scelta miope e sbagliata, che sa di provvisorietà, di improvvisazione, di incapacità di programmare. Ma, purtroppo, pensiamo ancora di peggio. Pensiamo che commissariare stia diventando un modus vivendi, un modo di governare per soddisfare mania di potere e di controllo, in primis della Presidente. È lo stesso copione che conosciamo da tempo: si accentra tutto su Roma, si commissaria, si decide in poche stanze e poi, quando emergono i problemi, la colpa è sempre degli altri. In questo caso, la colpa sarà delle regioni.
Agenas però un'agenzia importante e, poiché chi rischia di rimetterci sono sempre i cittadini, non ci siamo girati in modo pregiudiziale dall'altra parte, ma abbiamo proposto emendamenti di buonsenso, per limitare il periodo di commissariamento, per evitare la proroga, per prevedere l'aspettativa per chi assume l'incarico di commissario, per evitare una duplicazione degli incarichi, per evitare che ci siano cumuli di cariche e di ruoli, per chiedere più trasparenza, per evitare conflitti di interesse, visto che parliamo di un commissario, di un super-commissario con pieni poteri di amministrazione sia ordinaria che straordinaria, che riassume in sé il ruolo del presidente, del direttore, del consiglio di amministrazione, senza nessun elemento e organo di garanzia.
Ogni nostro sforzo è stato vano. In Commissione nessuno è intervenuto per discutere con noi gli emendamenti, ma non l'hanno fatto neanche in quest'Aula, e me ne dispiaccio moltissimo. Ancora una volta, sugli emendamenti non c'è stata alcuna disponibilità al confronto, anche semplicemente a un ascolto vero. Sono stati tutti pregiudizialmente bocciati, perché il testo era già perfetto così.
E non parlo, ovviamente, di persone. Mi rendo assolutamente conto che il professor Americo Cicchetti sia una persona illustre, con un curriculum importantissimo. Parliamo di merito, di metodo, di modo di governare e di rappresentare il nostro Paese. In questo caso, l'esclusione delle regioni mi sembra molto grave, semplicemente perché parliamo proprio dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, lo ricordo, nel caso fosse necessario.
Agenas vive in un rapporto diretto con le regioni, lavora per supportarle, le monitora, ne accompagna le scelte, opera per il potenziamento della rete di assistenza ospedaliera e territoriale ed è anche l'ente che deve verificare lo stato di avanzamento della riforma territoriale prevista dal decreto ministeriale n. 77 e i dati pubblici sulla Missione 6 del PNRR - l'abbiamo già sentito - sono preoccupanti. Rischiamo di perdere risorse e opportunità per sviluppare una rete capillare di servizi.
I numeri parlano chiaro, c'è poco da inventarsi. La spesa sanitaria italiana in rapporto al PIL, anche se è un dato che questa maggioranza non vuole farsi dire, è in calo. Lo ha detto la Ragioneria generale dello Stato e lo hanno confermato tutti i principali istituti di ricerca. La situazione è sotto gli occhi di tutti e la viviamo sulla pelle dei cittadini: le liste di attesa diventano insostenibili; i cittadini rinunciano a curarsi - siamo quasi a 6 milioni - e sono costretti a rivolgersi al privato, pagando di tasca propria; gli ospedali chiudono i reparti; i pronto soccorso sono in crisi permanente; medici e infermieri sono costretti a turni massacranti; le disuguaglianze territoriali crescono. Al Nord alcune prestazioni vengono garantite in tempi forse più ragionevoli, al Sud si allungano. Siamo ormai un Paese che va a due velocità, ma anche a due possibilità. Siamo diventati un Paese di disuguaglianze. Ma, nonostante siamo fortemente contrari a questo commissariamento, il nostro voto sarà di astensione, perché nel decreto, all'articolo 2, viene stanziato, con un tetto, un fondo di circa 20 milioni per il Bambino Gesù di Roma, a copertura dei costi sostenuti per le funzioni assistenziali.
Riconosciamo che sia un ospedale importante, centrale dal punto di vista scientifico, della ricerca, della cura dei bambini, non solo italiani. È il più grande ospedale pediatrico europeo, una vera e propria eccellenza italiana nel mondo, un punto di riferimento mondiale in alcuni campi più avanzati della ricerca, in campo onco-ematologico e trapiantologico.
Questo è un provvedimento che hanno fatto anche altri Governi, anche precedentemente a questo, ed è sempre stato sostenuto per cercare di sostenere proprio la straordinarietà del Bambino Gesù, sia per la sua funzione giuridica, non potendo usufruire delle stesse regole degli altri ospedali pediatrici delle regioni italiane, sia per la sua straordinaria capacità di accoglienza, che anche qualche collega prima ha ricordato. In questo periodo lo possiamo ricordare, perché questo ospedale accoglie e dà accoglienza a bambini che vengono da situazioni di guerra, dai bambini ucraini ai bambini palestinesi. Lo hanno fatto con i bambini che venivano dalla Libia e da tutte le situazioni di guerra del mondo, ed è uno degli elementi straordinari che voglio qui ricordare. È l'unica struttura pediatrica in Italia totalmente gratuita, in pieno spirito universalistico, ed è una delle questioni che ci spinge a sostenerlo con convinzione.
Per noi, però, questa è anche un'occasione per aprire una riflessione, che è quella che ci interessa, e sono certa che in questo Parlamento ci sia tutta la sensibilità per discutere di reparti pediatrici, di ospedali pediatrici, di diritti alla cura dei bambini e delle bambine. Vorrei parlare, infatti, un po' della situazione degli ospedali pediatrici nel territorio nazionale e della necessità di cura, perché disuguaglianze e disomogeneità oggi sono all'ordine del giorno e ci sono interi territori scoperti, dove non esiste una cura capace di rispondere a bisogni oncologici, di terapie neonatali adeguate, di percorsi di neuropsichiatria.
Faccio dunque appello ai colleghi per aprire una riflessione seria, perché, se ci interessa il futuro del Paese, dobbiamo prenderci cura dei bambini, garantendo equità di accesso, appropriatezza della cura, perseguendo quei principi di uguaglianza, equità e universalità per cui è nato il nostro sistema sanitario nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Luciano Ciocchetti. Ne ha facoltà.
LUCIANO CIOCCHETTI (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi, noi di Fratelli d'Italia riteniamo che questo sia un provvedimento assolutamente fondamentale, perché il ruolo di Agenas è un ruolo strategico, proprio nell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. È un ruolo strategico nella digitalizzazione della sanità. È un ruolo strategico nel governo delle liste d'attesa, con l'attuazione, da parte delle regioni e del Ministero della Salute, del decreto Liste d'attesa e - speriamo di riuscire ad approvare al più presto - del DDL Prestazioni sanitarie, che completerà il percorso di revisione e di riorganizzazione del sistema delle liste d'attesa. Agenas è, di fatto, l'Agenzia che governa tutto questo e, quindi, lasciarla senza guida, lasciarla senza il direttore generale, senza il presidente e senza il consiglio d'amministrazione sarebbe stato davvero una responsabilità ed un errore da parte del Governo.
Voglio ricordare - perché credo che molti colleghi l'abbiano dimenticato o non l'abbiano approfondito - che la nomina degli organi di Agenas segue una procedura legislativa complessa e complicata, che prevede una profonda intesa con la Conferenza Stato-regioni. Voglio ricordare anche che l'articolo 2, comma 3, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 115, definisce le procedure, e questa intesa prevede anche che la Conferenza Stato-regioni designi due membri del consiglio di amministrazione e che concordi, d'intesa con il Ministro della Salute, il presidente e il direttore generale. Purtroppo, all'interno della Conferenza Stato-regioni, l'intesa non si è raggiunta, ma non si è raggiunta tra le regioni, non che non si sia raggiunta con il Governo, tant'è che, il 5 giugno ultimo scorso, il Ministro Schillaci ha scritto al presidente della Conferenza Stato-regioni segnalando l'urgenza di provvedere e di intervenire nel designare i membri di competenza della Conferenza Stato-regioni (ben due consiglieri di amministrazione). A questo, purtroppo, non c'è stata risposta, cioè la Conferenza Stato-regioni non è riuscita a fare la designazione dei due membri del consiglio di amministrazione. Quindi cosa avrebbe dovuto fare il Governo, secondo voi?
Avrebbe dovuto lasciare Agenas, che è così strategica come avete tutti quanti richiamato, senza una guida? Credo che il senso di responsabilità del Governo Meloni e del Ministro Schillaci abbia dovuto portare necessariamente ad un intervento di commissariamento. Auspichiamo chiaramente che, entro il 31 dicembre 2025, la Conferenza Stato-regioni possa finalmente arrivare ad un accordo, definendo i due membri da designare, cosa che comporterà automaticamente la fine del commissariamento, la nomina degli organi e, quindi, la possibilità di restituire una guida ordinata e seria, così come prevede la legge di Agenas. Credo sia stato importante segnalarlo. Lo abbiamo detto anche nella relazione, l'abbiamo detto in Commissione, l'abbiamo detto qui. Fare polemica su questo credo sia profondamente sbagliato.
Io credo sia stato un merito - che dobbiamo riconoscere al Governo - quello di aver provveduto, pur avendo aspettato alcuni mesi per arrivare alla designazione di questo tipo di importante realtà. Agenas è strategica, l'abbiamo detto, l'avete detto anche voi. È strategica per tantissime cose. Agenas non è un un'unica persona con il commissario Americo Cicchetti, professor Americo Cicchetti; ha ben 210 dipendenti di altissima qualificazione. È l'agenzia digitale sanitaria del Paese. È davvero una struttura che funziona in maniera articolata e organizzata.
Credo che stia lavorando anche nel portare avanti alcuni provvedimenti significativi: dal portale della trasparenza fino alla Piattaforma nazionale delle liste d'attesa. La Piattaforma nazionale delle liste d'attesa, prevista dal decreto-legge “Liste d'attesa”, è in fase di attuazione perché i dati, cari colleghi che siete intervenuti, su questo tema devono essere comunicati dalle singole regioni. Siamo arrivati oggi che alcune regioni (3 o 4) comunicano online quotidianamente i dati delle prestazioni che vengono effettuate e delle liste d'attesa, specializzazione per specializzazione; altre regioni le comunicano, invece, mensilmente.
L'obiettivo, chiaramente anche previsto dal decreto-legge “Liste d'attesa”, è di arrivare al fatto che si comunichi quotidianamente, da parte delle regioni, ad Agenas, quindi, al Ministero della Salute, alle singole regioni e, quindi, ai cittadini così da poter verificare complessivamente all'interno della Piattaforma nazionale delle liste d'attesa.
Credo sia assolutamente fondamentale anche ricordare che Agenas svolge un lavoro straordinario dal punto di vista del coordinamento del rapporto tra Ministero della Salute e regioni e di tutti gli altri organismi sanitari che operano nel nostro Paese. Quindi abbiamo assolutamente la necessità di avere una guida, di avere la possibilità di governare fortemente questa realtà.
La seconda parte del decreto che stiamo convertendo interviene a sostenere le attività assistenziali dell'Ospedale Bambino Gesù. Come è stato ricordato, chiaramente, ciò non riguarda le prestazioni dei residenti del Lazio, ma le prestazioni che il Bambino Gesù offre a tutti i cittadini delle altre regioni e ai cittadini del mondo. Perché al Bambino Gesù arrivano pazienti, piccoli pazienti da tutto il mondo e alcune prestazioni pediatriche di altissimo livello, dal punto di vista dei trapianti, della cardiochirurgia dell'attività oncologica, vengono svolte in maniera strategica importante. Credo che, da questo punto di vista, da parte di tutti i gruppi parlamentari vi sia una certa attenzione che viene rivolta nei confronti del lavoro strategico svolto dall'Ospedale Bambino Gesù.
Vorrei svolgere una piccola nota in merito alla polemica che alcuni colleghi hanno fatto in sede di discussione degli ordini del giorno in merito al tema del rapporto tra l'ospedale Bambino Gesù e l'ex ospedale Forlanini. Credo e voglio ricordare che questa trattativa è iniziata con il Governo Draghi e con il presidente della regione Lazio, Zingaretti, quindi è un percorso che vede coinvolte molte forze e molte realtà. Certamente tenere e lasciare il Forlanini nelle condizioni in cui si trova è il problema che tutti quanti noi non vogliamo. Credo che anche il Bambino Gesù abbia bisogno di trovare una sistemazione che gli consenta di lavorare in maniera più adeguata.
Permettetemi un'ultima considerazione, perché in discussione generale molti colleghi hanno continuato ad intervenire sul tema, dicendo: “Il Governo Meloni taglia i finanziamenti alla sanità; il Governo Meloni taglia il rapporto tra PIL e sanità”. Permettetemi di ricordare sommessamente che, quando governavate voi, il finanziamento per la sanità era di 122 miliardi. Nel 2025 siamo arrivati a 136 miliardi e 500 (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), nel 2026 sono già programmati 140 miliardi e 600.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole.
LUCIANO CIOCCHETTI (FDI). Per ogni cittadino italiano nel 2022 erano 1.919 euro; oggi siamo a 2.317 per cittadino italiano. Fratelli d'Italia voterà a favore della conversione di questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2586)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2586:
S. 1611- "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° agosto 2025, n. 110, recante misure urgenti per il commissariamento dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali e per il finanziamento dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù" (Approvato dal Senato).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 65).
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.
Ha chiesto di parlare - è il primo intervento - la deputata Susanna Cherchi. Ne ha facoltà per due minuti. Aspettiamo un attimo insieme, prima di scandire il tempo, che i colleghi facciano silenzio. Colleghi, accomodatevi cortesemente fuori dall'Aula, ovvero fate silenzio. Prego, deputata Cherchi, a lei la parola.
SUSANNA CHERCHI (M5S). Grazie. Il fatto: il corpo di un gattino impagliato, esposto su una fotocopiatrice, col coperchio appoggiato sul suo corpicino, il musetto visibilissimo con gli occhi aperti, esposto al museo MAMbo. Quando leggo queste notizie e vedo le foto, mi sento come se mi mettessero il sale sulla carne viva. Probabilmente sono io che percepisco in maniera amplificata le azioni contro i più deboli e, in questo caso, contro una creaturina a quattro zampe, ma certi comportamenti vanno oltre la mia comprensione.
Il corpo di questo gattino, che era un essere vivente e senziente, è stato esposto su una fotocopiatrice a disposizione dei visitatori annoiati che, azionando la macchina, potevano portarsi a casa la fotocopia in 3D. Ma come si può chiamare arte un obbrobrio simile, il disprezzo e la banalizzazione della morte?
Ma noi metteremmo un bambino neonato morto su una fotocopiatrice? Se la risposta è no, allora non è accettabile farlo con un animaletto.
Presidente, ma le sembra normale esporre in un museo pubblico una simile e oscena rappresentazione della morte, che andrebbe sempre rispettata per tutti gli esseri viventi? La morte dà dignità, la morte deve avere dignità.
PRESIDENTE. Concluda.
SUSANNA CHERCHI (M5S). Non è logico pensare che una simile vista non possa urtare la sensibilità dei visitatori e possa traumatizzare un bambino. Questo può succedere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Simone Billi. Ne ha facoltà.
SIMONE BILLI (LEGA). Grazie. Presidente, perché la sinistra si scandalizza per Bartiromo, ma non per le cittadinanze regalate a chi non ha alcun legame con l'Italia? Presidente Rampelli, perché la sinistra attacca chi ha portato prestigio al nostro Paese nel mondo? Cari colleghi, perché per la sinistra conta più l'ideologia che l'essere italiano?
Eppure, cari colleghi, parliamo di Maria Bartiromo: giornalista di fama internazionale, nipote di emigrati partiti da Agrigento e da Nocera più di un secolo fa, che non ha mai rinnegato le proprie origini e, anzi, ha sempre dato voce al nome dell'Italia in America.
E, allora, caro Presidente Rampelli, basta ipocrisie! La cittadinanza a Bartiromo, concessa dal Governo italiano, è un atto di orgoglio nazionale che rafforza l'italianità nel mondo. Cari colleghi della sinistra, se questo vi dà fastidio è solo perché promuovete le cittadinanze fake e perché avete perso da tempo il contatto con gli italiani veri, quelli in patria e quelli nel mondo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Mari. Ne ha facoltà.
FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. Noi chiediamo che la Presidente del Consiglio - non è un errore di lettura o di scrittura, diciamo proprio la Presidente del Consiglio e non il Ministro - convochi un tavolo sulla situazione di crisi alla Stellantis di Pomigliano.
Oggi, in un incontro con le rappresentanze sindacali, la direzione dello stabilimento di Pomigliano ha comunicato il ricorso al contratto di solidarietà a causa della sospensione temporanea delle attività produttive della linea Panda dal 29 settembre al 6 ottobre e della linea Tonale dal 29 settembre al 10 ottobre.
Siamo, in tutta evidenza, di fronte a una crisi di Pomigliano e più in generale, come sappiamo, a una crisi dell'intera filiera automotive in Italia. È il prodotto di scelte assolutamente sbagliate di questi anni che noi invece stiamo pagando drammaticamente sulla nostra pelle in questo momento.
Gli unici soldi stanziati in Italia, come dicono i sindacati, sono quelli per i licenziamenti incentivati e tutti gli investimenti per le nuove produzioni invece vanno fuori dal nostro territorio.
C'è anche una proposta da parte delle organizzazioni sindacali, Presidente, ossia anticipare la produzione dei due livelli Smart, che è prevista per il 2029, a quanto prima. Ma per fare questo ci vuole il Governo al massimo livello. Per questo chiediamo che sia la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ad assumersi la responsabilità di convocare un tavolo su Pomigliano (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Ci vogliono politiche industriali e ci vuole un'assunzione di responsabilità di questo Governo, perché così non si può andare avanti e Pomigliano sta rischiando davvero grosso.
Noi siamo vicini alle organizzazioni sindacali e ovviamente alle lavoratrici e ai lavoratori di Pomigliano (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fabrizio Sala. Ne ha facoltà.
FABRIZIO SALA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Desidero intervenire per portare all'attenzione di tutti gli episodi di maltempo che ieri mattina hanno colpito alcune zone della Lombardia e, in particolare, volevo evidenziare gli episodi più gravi dei comuni di Meda, Cabiate, in provincia di Como, Lentate sul Seveso, Barlassina e via via anche Cesano Maderno, Bovisio Masciago e altri comuni. In particolare, il comune di Meda si è trovato completamente isolato con molta acqua, argini del torrente che hanno ceduto, edifici rovinati e, soprattutto, allagamenti che hanno condizionato e hanno causato notevoli danni a quella che è la città, la capitale del mobile nel nostro Paese e non solo del nostro Paese.
Abbiamo chiesto una missione della Commissione d'inchiesta per il rischio idrogeologico e sismico per valutare se sono necessari ulteriori lavori per scongiurare questi rischi. La nostra vicinanza ai Vigili del fuoco, alla Protezione Civile, agli amministratori e ai sindaci. La solidarietà alle popolazioni e a tutti quei cittadini che, ancora adesso, stanno lavorando - ci sono ancora 800 utenze senza elettricità da ieri mattina, questa mattina erano ancora 8.000 -, a quelli che stanno lavorando per ripulire il fango, per salvare il salvabile e lo stanno facendo in silenzio senza protestare, come è tipico della popolazione brianzola; una popolazione che affonda le radici sul fatto che difficilmente compila dei moduli per avere dei rimborsi. Noi vogliamo essere vicini, vogliamo non dimenticare quello che sta succedendo, chiedere al Governo di intervenire al più presto e scongiurare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)…
PRESIDENTE. Era finito il tempo.
Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Intervengo anche a nome della collega Ghio e del collega Pandolfo. Nella notte tra domenica scorsa e ieri c'è stato un autentico nubifragio a cavallo tra la Val Bormida e la Valle Erro, tra Liguria e Piemonte. Cairo Montenotte, Carcare, Altare, i comuni della Val Bormida ligure, quelli della Val Bormida piemontese, in particolare Spigno, Pareto, Ponti e quelli della Valle Erro hanno dovuto fare i conti con precipitazioni assolutamente straordinarie e, purtroppo, si deve constatare il fatto che una turista tedesca non è stata ancora ritrovata.
Siamo a chiedere un pronto intervento del Governo in sintonia, ovviamente, con la regione Liguria e la regione Piemonte perché a questi territori sia al più presto riconosciuto lo stato di emergenza. Ovviamente, c'è una questione più ampia, che è quella dell'assetto idrogeologico. Occorre affrontare una questione che è ineludibile: ormai i cambiamenti climatici stanno portando a precipitazioni assolutamente anomale e straordinarie, e il normale reticolo idrografico non è più in grado di reggere queste precipitazioni.
Occorrono interventi straordinari e investimenti che non possono essere lasciati in capo solo ai comuni e, ovviamente, occorre intervenire anche a sostegno dei privati. Quindi, ci attendiamo che in tempi rapidi si possa assumere il riconoscimento dello stato d'emergenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Mercoledì 24 settembre 2025 - Ore 9,30:
(ore 9,30 e ore 16,15)
1. Seguito della discussione del disegno di legge:
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 agosto 2025, n. 117, recante misure urgenti in materia di giustizia. (C. 2570-A)
Relatrici: BISA E DONDI.
2. Discussione dei disegni di legge:
S. 1566 - Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2024 (Approvato dal Senato). (C. 2536)
S. 1567 - Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2025 (Approvato dal Senato). (C. 2537)
Relatrice: FRASSINI.
3. Seguito della discussione delle mozioni Conte ed altri n. 1-00445, Boschi ed altri n. 1-00487, Orfini ed altri n. 1-00488 e Mollicone, Latini, Tassinari, Cavo ed altri n. 1-00489 concernenti iniziative per il finanziamento del settore del cinema e dell'audiovisivo .
4. Seguito della discussione della mozione Roggiani, Torto, Grimaldi, Bonetti, Faraone ed altri n. 1-00472 concernente iniziative in materia di trasferimento delle risorse statali agli enti locali .
(ore 15)
5. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .
La seduta termina alle 19,40.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nella votazione n. 7 la deputata Bordonali ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;
nelle votazioni nn. 10, 11 e 35 il deputato Dell'Olio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 11 il deputato Battistoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nelle votazioni dalla n. 12 alla n. 14 il deputato Maullu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 19 la deputata Montaruli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 34 il deputato Paolo Emilio Russo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nelle votazioni nn. 35, 36 e 61 la deputata L'Abbate ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nelle votazioni dalla n. 48 alla n. 50 il deputato Ottaviani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 57 la deputata Malavasi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 61 la deputata Kelany ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nelle votazioni nn. 61 e 64 la deputata Morfino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 65 la deputata Gruppioni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
| INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
| Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
| Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
| 1 | Nominale | PDL 2097-A E ABB - EM 1.1 | 229 | 215 | 14 | 108 | 78 | 137 | 73 | Resp. |
| 2 | Nominale | EM 1.102 | 233 | 219 | 14 | 110 | 81 | 138 | 72 | Resp. |
| 3 | Nominale | EM 1.2 | 239 | 225 | 14 | 113 | 83 | 142 | 72 | Resp. |
| 4 | Nominale | EM 1.100 | 243 | 229 | 14 | 115 | 73 | 156 | 71 | Resp. |
| 5 | Nominale | EM 1.103 | 250 | 244 | 6 | 123 | 90 | 154 | 71 | Resp. |
| 6 | Nominale | EM 1.101 | 248 | 232 | 16 | 117 | 80 | 152 | 71 | Resp. |
| 7 | Nominale | ARTICOLO 1 | 250 | 237 | 13 | 119 | 234 | 3 | 71 | Appr. |
| 8 | Nominale | EM 2.100 | 251 | 236 | 15 | 119 | 89 | 147 | 71 | Resp. |
| 9 | Nominale | EM 2.2 | 251 | 236 | 15 | 119 | 90 | 146 | 71 | Resp. |
| 10 | Nominale | EM 2.104 | 251 | 238 | 13 | 120 | 91 | 147 | 70 | Resp. |
| 11 | Nominale | EM 2.105 | 252 | 238 | 14 | 120 | 88 | 150 | 70 | Resp. |
| 12 | Nominale | EM 2.101 | 253 | 238 | 15 | 120 | 91 | 147 | 70 | Resp. |
| 13 | Nominale | EM 2.3 | 246 | 234 | 12 | 118 | 92 | 142 | 70 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
| INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
| Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
| Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
| 14 | Nominale | EM 2.102 | 250 | 236 | 14 | 119 | 92 | 144 | 70 | Resp. |
| 15 | Nominale | ARTICOLO 2 | 255 | 242 | 13 | 122 | 242 | 0 | 70 | Appr. |
| 16 | Nominale | ARTICOLO 3 | 253 | 240 | 13 | 121 | 240 | 0 | 70 | Appr. |
| 17 | Nominale | ODG 9/2097-A E ABB/1 | 254 | 239 | 15 | 120 | 91 | 148 | 69 | Resp. |
| 18 | Nominale | ODG 9/2097-A E ABB/4 | 251 | 239 | 12 | 120 | 93 | 146 | 69 | Resp. |
| 19 | Nominale | PDL 2097-A E ABB - VOTO FINALE | 257 | 249 | 8 | 125 | 247 | 2 | 68 | Appr. |
| 20 | Nominale | DDL 2586 - EM 1.1, 1.2, 1.3 | 253 | 249 | 4 | 125 | 99 | 150 | 68 | Resp. |
| 21 | Nominale | EM 1.5, 1.6 | 258 | 254 | 4 | 128 | 107 | 147 | 68 | Resp. |
| 22 | Nominale | EM 1.61 | 257 | 210 | 47 | 106 | 64 | 146 | 67 | Resp. |
| 23 | Nominale | EM 1.8, 1.9, 1.10 | 257 | 251 | 6 | 126 | 105 | 146 | 67 | Resp. |
| 24 | Nominale | EM 1.11, 1.12, 1.13 | 264 | 253 | 11 | 127 | 102 | 151 | 66 | Resp. |
| 25 | Nominale | EM 1.14, 1.15 | 265 | 261 | 4 | 131 | 110 | 151 | 66 | Resp. |
| 26 | Nominale | EM 1.18 | 262 | 258 | 4 | 130 | 107 | 151 | 66 | Resp. |
| INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39) | ||||||||||
| Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
| Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
| 27 | Nominale | EM 1.20 | 259 | 255 | 4 | 128 | 108 | 147 | 66 | Resp. |
| 28 | Nominale | EM 1.23 | 263 | 259 | 4 | 130 | 110 | 149 | 66 | Resp. |
| 29 | Nominale | EM 1.25, 1.62 | 267 | 263 | 4 | 132 | 110 | 153 | 66 | Resp. |
| 30 | Nominale | EM 1.26 | 260 | 256 | 4 | 129 | 105 | 151 | 66 | Resp. |
| 31 | Nominale | EM 1.28, 1.29 | 259 | 255 | 4 | 128 | 106 | 149 | 66 | Resp. |
| 32 | Nominale | EM 1.30, 1.31, 1.32 | 261 | 257 | 4 | 129 | 109 | 148 | 66 | Resp. |
| 33 | Nominale | EM 1.33 | 257 | 250 | 7 | 126 | 104 | 146 | 66 | Resp. |
| 34 | Nominale | EM 1.34 | 247 | 243 | 4 | 122 | 103 | 140 | 66 | Resp. |
| 35 | Nominale | EM 1.35 | 249 | 239 | 10 | 120 | 95 | 144 | 66 | Resp. |
| 36 | Nominale | EM 1.64 | 254 | 246 | 8 | 124 | 101 | 145 | 66 | Resp. |
| 37 | Nominale | EM 1.38 | 258 | 253 | 5 | 127 | 108 | 145 | 66 | Resp. |
| 38 | Nominale | EM 1.39, 1.40 | 261 | 253 | 8 | 127 | 104 | 149 | 66 | Resp. |
| 39 | Nominale | EM 1.41, 1.42 | 262 | 252 | 10 | 127 | 103 | 149 | 66 | Resp. |
| INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52) | ||||||||||
| Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
| Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
| 40 | Nominale | EM 1.45 | 261 | 257 | 4 | 129 | 110 | 147 | 66 | Resp. |
| 41 | Nominale | EM 1.47 | 263 | 259 | 4 | 130 | 110 | 149 | 66 | Resp. |
| 42 | Nominale | EM 1.48, 1.49 | 260 | 254 | 6 | 128 | 105 | 149 | 66 | Resp. |
| 43 | Nominale | EM 1.50, 1.65 | 260 | 256 | 4 | 129 | 109 | 147 | 66 | Resp. |
| 44 | Nominale | EM 1.51, 1.52 | 260 | 249 | 11 | 125 | 100 | 149 | 66 | Resp. |
| 45 | Nominale | EM 1.53 | 258 | 252 | 6 | 127 | 105 | 147 | 66 | Resp. |
| 46 | Nominale | EM 1.56 | 256 | 247 | 9 | 124 | 100 | 147 | 66 | Resp. |
| 47 | Nominale | EM 2.2 | 259 | 255 | 4 | 128 | 109 | 146 | 66 | Resp. |
| 48 | Nominale | ART AGG 2.01, 2.02 | 254 | 250 | 4 | 126 | 105 | 145 | 66 | Resp. |
| 49 | Nominale | ART AGG 2.03, 2.04 | 256 | 246 | 10 | 124 | 102 | 144 | 66 | Resp. |
| 50 | Nominale | ART AGG 2.05, 2.06 | 259 | 255 | 4 | 128 | 109 | 146 | 66 | Resp. |
| 51 | Nominale | ART AGG 2.07, 2.08 | 257 | 252 | 5 | 127 | 106 | 146 | 65 | Resp. |
| 52 | Nominale | ART AGG 2.09 | 258 | 253 | 5 | 127 | 103 | 150 | 65 | Resp. |
| INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65) | ||||||||||
| Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
| Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
| 53 | Nominale | ART AGG 2.010 | 262 | 257 | 5 | 129 | 107 | 150 | 65 | Resp. |
| 54 | Nominale | ODG 9/2586/2 | 246 | 243 | 3 | 122 | 101 | 142 | 65 | Resp. |
| 55 | Nominale | ODG 9/2586/3 | 248 | 246 | 2 | 124 | 100 | 146 | 65 | Resp. |
| 56 | Nominale | ODG 9/2586/4 | 239 | 236 | 3 | 119 | 95 | 141 | 65 | Resp. |
| 57 | Nominale | ODG 9/2586/5 | 247 | 244 | 3 | 123 | 99 | 145 | 65 | Resp. |
| 58 | Nominale | ODG 9/2586/6 | 248 | 240 | 8 | 121 | 95 | 145 | 65 | Resp. |
| 59 | Nominale | ODG 9/2586/8 | 251 | 248 | 3 | 125 | 103 | 145 | 65 | Resp. |
| 60 | Nominale | ODG 9/2586/9 | 246 | 243 | 3 | 122 | 102 | 141 | 65 | Resp. |
| 61 | Nominale | ODG 9/2586/10 | 248 | 245 | 3 | 123 | 102 | 143 | 65 | Resp. |
| 62 | Nominale | ODG 9/2586/12 | 248 | 245 | 3 | 123 | 100 | 145 | 65 | Resp. |
| 63 | Nominale | ODG 9/2586/13 | 253 | 251 | 2 | 126 | 102 | 149 | 64 | Resp. |
| 64 | Nominale | ODG 9/2586/15 | 255 | 252 | 3 | 127 | 101 | 151 | 64 | Resp. |
| 65 | Nominale | DDL 2586 - VOTO FINALE | 221 | 176 | 45 | 89 | 145 | 31 | 63 | Appr. |