Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

INIZIO CONTENUTO

MENU DI NAVIGAZIONE DELLA SEZIONE

Salta il menu

Il Presidente Domenico Farini

Domenico Farini è nato a Montescudo (FO) il 2 luglio 1834 ed è morto a Roma il 18 gennaio 1900. Figlio di Luigi Carlo - che gli dà il nome Domenico in ricordo dello zio Domenico Antonio - entra nel 1850 all'Accademia Militare di Torino e ne esce quattro anni dopo sottotenente del genio, resta nella carriera delle armi sino al 1866 e prende parte alle campagne del 1859 e del 1860; nella guerra del 1866 è capo di Stato Maggiore nella divisione del generale Cosenz; ma, al termine del conflitto, rassegna le dimissioni convinto di essere stato danneggiato nell'avanzamento. Già deputato nel 1859 all'Assemblea delle Romagne, nel 1864 viene eletto alla Camera dal Collegio di Ravenna, che gli confermerà la fiducia per 22 anni (dall'VIII alla XV legislatura) fino al 1886 quando, nominato senatore, passa all'altro ramo del Parlamento. Porta nei dibattiti relativi alle questioni militari la propria competenza specifica ed è sovente relatore di bilanci e di leggi di riforma dell'Esercito. Dopo essere stato segretario della Camera ne diviene presidente una prima volta il 27 marzo 1878, nella seconda sessione della XIII legislatura, è riconfermato nel mandato nella 3^ sessione della stessa legislatura il 18 febbraio 1880. Il 27 maggio 1880, all'inizio della XIV legislatura, è ancora una volta eletto plebiscitariamente (406 voti su 419 votanti) alla presidenza parlamentare che regge sino al 19 marzo 1884. Nell'esercizio dell'alta carica ha modo di far valere le doti di tatto e di imparziale avvedutezza da tutti riconosciute e che sono alla base del vasto consenso tributatogli dall'Assemblea il 23 novembre 1882 (XV legislatura) che gli assegna 386 voti su 405. Senatore da appena un anno è nominato, il 16 novembre 1887, presidente del Senato e svolge il mandato con scrupolo e competenza sino al 15 luglio 1898. Fra i massimi protagonisti del tempo - anche per i rapporti personali che intrattiene con il re ed i politici che si avvicendano al governo - tiene dal 1891 un diario (che a cura di Emilia Morelli è stato pubblicato, auspice il Senato, nel 1961 con il titolo Diario di fine secolo) indispensabile e preziosa fonte per la conoscenza dell'epoca.