ALLEGATO 1
Interrogazione n. 5-01091 Graziano: Sul rafforzamento
del potenziale bellico nucleare presente sul territorio italiano.
TESTO DELLA RISPOSTA
In merito ai quesiti posti dall'onorevole interrogante, mi preme innanzitutto evidenziare come uno dei principali compiti dell'Alleanza sia quello di mantenere la prontezza, l'integrazione e l'interoperabilità di tutti propri assetti, in un'ottica di generale efficacia, attraverso un processo di ammodernamento continuo che coinvolge la struttura delle forze armate dei Paesi membri.
In quest'ottica, l'intendimento statunitense di sostituire l'arsenale nucleare sul suolo europeo rientra da tempo nel piano di ammodernamento volto al mantenimento di un deterrente credibile, affidabile ed efficiente.
Tale programma, infatti, era stato menzionato nelle Nuclear Posture Reviews (NPR) statunitensi già a partire dall'edizione del 2010 che, nel sancire la raggiunta scadenza operativa del deterrente in parola, evidenziava la necessità di intraprendere il conseguente processo di ammodernamento.
Nella recente edizione del 2022 è stato ribadito l'impegno statunitense per una transizione efficiente, tramite l'ammodernamento delle dotazioni di specie, funzionale alla richiamata azione di deterrenza; quanto, invece, al presunto rafforzamento quantitativo del relativo arsenale presente in Europa, menzionato dall'interrogante, non risultano noti, ad oggi, elementi che lo avvalorino.
Per completezza, evidenzio che le informazioni circa l'aggiornamento dell'arsenale nucleare statunitense vengono costantemente condivise con il Dicastero, con inclusione degli sviluppi inerenti alla deterrenza strategica di settore della NATO.
Nell'ambito di questo ampio perimetro di sicurezza collettiva il Governo italiano rinsalda i propri impegni internazionali a livello politico e militare, supportando la missione alleata nei limiti e nei doveri sanciti dalla nostra Costituzione.
ALLEGATO 2
Interrogazione n. 5-01092 Pellegrini: Sull'acquisto
di carri armati Leopard II.
TESTO DELLA RISPOSTA
Il deterioramento del quadro di sicurezza internazionale, principalmente a causa del conflitto russo-ucraino, ha reso necessaria una ulteriore riflessione sullo stato di efficienza complessivo dello Strumento militare, che ha confermato e determinato un'accelerazione nel garantire l'ammodernamento della componente pesante terrestre, divenuta nuovamente determinante alla luce dell'evoluzione dello scenario geopolitico.
In questo contesto, particolare importanza riveste l'esigenza di dotare la componente terrestre di piattaforme cingolate corazzate (carri armati) idonee ad operare negli attuali e nei futuri scenari operativi, per i quali sono ormai da ritenersi imprescindibili elevati standard di protezione e capacità di ingaggio, di sopravvivenza dell'equipaggio e di comando e controllo.
Dal punto di vista prettamente numerico, l'esigenza nazionale, sommata alla necessità di rispettare gli impegni NATO e l'auspicato contributo del Paese alla postura di difesa dell'Alleanza, prefigura la dotazione di una componente pesante che superi i 250 carri armati.
Sulla base di queste premesse, risulta pertanto evidente la necessità che la componente pesante terrestre avvii quanto prima un radicale e significativo potenziamento al fine di garantire adeguate capacità anche in scenari potenzialmente conflittuali ove si privilegia una spiccata deterrenza convenzionale.
In quest'ottica, la Difesa ha deciso di adottare una specifica strategia di sviluppo capacitivo idonea a contemperare il giusto bilanciamento tra esigenze capacitive, tempistiche di soddisfacimento e sinergie internazionali a sostegno del Sistema Paese.
Questa soluzione, idonea a dare seguito a più linee d'azione in modo parallelo e contemporaneo, prevede:
nel breve termine, l'acquisizione di piattaforme di nuova generazione, già disponibili in commercio, per dotare i reggimenti carri dell'Esercito di una reale ed efficace capacità di combattimento;
il complementare rinnovamento delle piattaforme in uso, ossia l'ammodernamento dei carri Ariete;
nel lungo termine, l'avvio dei programmi di collaborazione per lo sviluppo di un Main Battle Tank (MBT) europeo di futura generazione.
Per la prima linea d'azione, la soluzione individuata è quella di dotarsi di carri armati Leopard 2 di ultima generazione, in versione combat e configurazione A8 e delle relative piattaforme derivate nelle versioni recupero e soccorso, gittaponte e pioniere. Il programma verrà ricompreso tra quelli di Previsto Avvio nel Documento Programmatico Pluriennale (DPP) 2023-2025, di prossima emanazione, con un finanziamento sul bilancio del Ministero della difesa per circa 4 miliardi di euro a partire dal 2024 a fronte di un'esigenza complessiva stimata di circa 8 miliardi di euro.
A tal riguardo, mi preme evidenziare come, ad oggi, non sia stato consolidato alcun processo di procurement, in quanto il programma, preliminarmente al suo avvio, dovrà esperire il previsto iter autorizzativo parlamentare ai sensi dell'articolo 536 del COM. In questo senso, si prevede che il relativo schema di decreto interministeriale possa approdare all'esame delle Commissioni di Camera e Senato una volta presentato il citato DPP.Pag. 88
Al programma MBT Leopard, come accennavo, si deve affiancare lo sforzo concorrente relativo all'ammodernamento dei carri Ariete, ossia la seconda linea d'azione prospettata.
Nello specifico, gli interventi di ammodernamento dei carri Ariete sono finalizzati ad intervenire su 125 piattaforme, con lo scopo di incrementare la mobilità tattica e le condizioni di sicurezza degli equipaggi a bordo dei carri. Anche in questo caso, il programma risulta finanziato nell'ambito dei fondi già destinati al Bilancio del Ministero della difesa ed il previsto decreto ai sensi dell'articolo 536 del COM è stato perfezionato nel novembre 2022.
La somma delle due citate linee d'azione (acquisizione MBT Leopard e ammodernamento carri Ariete) permetterà di assicurare un numero di piattaforme complessivamente sufficienti a soddisfare i requisiti NATO che prevedono, per l'Italia, la disponibilità di 2 Brigate pesanti e 1 corazzata.
Nell'ottica della cooperazione internazionale, l'acquisizione di carri Leopard di nuova generazione creerà condizioni vantaggiose per l'espansione della partnership al programma di sviluppo del futuro MBT europeo, ossia la terza linea d'azione già citata. Infatti, una cooperazione più profonda con la controparte tedesca potrà facilitare l'inserimento nel progetto franco-tedesco Main Ground Combat System – MGCS, il quale si prevede non entrerà in linea prima del 2040.
Il programma, strategico per il rafforzamento della capacità di combattimento e supporto di fuoco della Componente terrestre, prioritario per l'Europa ancor prima dell'invasione russa dell'Ucraina, offre un'opportunità unica per il consolidamento di un polo industriale terrestre nazionale, pronto ad inserirsi nei futuri meccanismi di cooperazione internazionale, in ambito europeo e non.
In tale contesto, l'approccio internazionale fornirà i presupposti di competitività dell'industria nazionale per rafforzare la cooperazione strategica ed industriale con paesi Alleati e partner, posizionando il Paese quale contributore e beneficiario dei futuri sviluppi nel segmento capacitivo dei mezzi pesanti/corazzati, elevandone le capacità tecnologiche, l'interoperabilità e conseguendo un'ancor più spiccata sostenibilità dell'intera impresa, abbracciando l'intera vita operativa della futura famiglia di piattaforme.
ALLEGATO 3
DL 75/2023: Disposizioni urgenti in materia di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, di agricoltura, di sport, di lavoro e per l'organizzazione del giubileo della Chiesa cattolica per l'anno 2025. C. 1239 Governo.
PARERE APPROVATO
La Commissione IV (Difesa),
esaminato, per le parti di propria competenza, il disegno di legge di conversione del decreto-legge 22 giugno 2023, n. 75, recante disposizioni urgenti in materia di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, di agricoltura, di sport, di lavoro e per l'organizzazione del Giubileo della Chiesa cattolica per l'anno 2025 (C. 1239 Governo);
premesso che:
l'articolo 4 del provvedimento reca numerose novelle al decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 66 (Codice dell'ordinamento militare) al fine di operare una riorganizzazione dell'area tecnico-amministrativa del Ministero della difesa basata sulla separazione degli incarichi e delle attribuzioni del Segretario generale della difesa da quelli del Direttore nazionale degli armamenti, sino ad oggi riuniti nell'unica figura del Segretario generale;
la nuova organizzazione affida al Direttore nazionale degli armamenti la predisposizione, d'intesa con il Capo di Stato Maggiore della Difesa, delle proposte di pianificazione annuale e pluriennale generale finanziaria relative all'area industriale, pubblica e privata, di interesse della Difesa;
il Direttore nazionale degli armamenti è inoltre responsabile dell'organizzazione e del funzionamento dell'area tecnico-industriale, nonché delle attività di innovazione e ricerca tecnologica e di sviluppo, produzione e approvvigionamento dei sistemi d'arma;
le attribuzioni del Segretario generale sono invece ricondotte a quelle elencate dall'articolo 6 del decreto legislativo n. 300/1999, ossia al coordinamento dell'azione amministrativa, all'istruttoria per l'elaborazione degli indirizzi e dei programmi di competenza del Ministro, al coordinamento degli uffici e delle attività del Ministero, alla vigilanza sulla loro efficienza e rendimento;
rilevato che:
sia l'incarico di Segretario generale della difesa sia quello di Direttore nazionale degli armamenti possono essere assegnati, ai sensi dell'articolo 19, comma 3, del decreto legislativo n. 165 del 2001, a dirigenti civili di prima fascia ovvero a ufficiali in servizio permanente delle Forze armate, aventi il grado di generale di corpo d'armata o corrispondente;
considerato che:
l'intervento operato si configura come un intervento di livello strategico a tutela delle necessarie efficacia e prontezza delle risposte che l'Amministrazione della difesa è chiamata a fornire in linea con le determinazioni dalla politica generale del Governo, ove i livelli di specializzazione nell'esercizio delle funzioni complesse è altissimo e imprescindibile, soprattutto in una situazione internazionale potenzialmente instabile in cui gli equilibri geostrategici risultano in mutevole e costante evoluzione;
la nuova disciplina è completata dalla previsione che se uno dei due vertici – Segretario generale o Direttore nazionale degli armamenti – riveste la qualifica dirigenziale civile, l'altro deve essere un generale e viceversa,
esprime
PARERE FAVOREVOLE.